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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 19 Dicembre 2008
SPETTACOLI, VIA ALLA RASSEGNA TEATRI ANIMATI IN LIGURIA  
 
Genova - Ha preso il via la seconda edizione di Teatri Animati, la rassegna di teatro di figura dedicata al pubblico dei bambini e delle famiglie che andrà avanti fino a marzo. Undici gli appuntamenti in cartellone, presentati da nove compagnie di Liguria, Piemonte, Lombardia e Toscana. La manifestazione è organizzata dall´Associazione Culturale Eureka in collaborazione con l´Assessorato allo Spettacolo della Regione Liguria e gli Assessorati alla Cultura delle Province di Genova e della Spezia. Il cartellone prevede appuntamenti nei comuni di: Mignanego (sabato 20 dicembre, alle 15, nella biblioteca comunale), Zoagli (sabato 27 dicembre, alle 16, nella palestra), Montebruno (domenica 28 dicembre, alle 15, auditorium casa cantoniera), Moneglia (venerdì 2 gennaio, auditorium Burgo, alle 17,30), Monterosso (lunedì 5 gennaio, alle 16, piazza Garibaldi), Santo Stefano Magra ( martedì 6 gennaio circolo Arci La Pineta, alle 16), Castiglione Chiavarese (giovedì 22 gennaio , alle 10, oratorio di San Bernardino), Lerici (domenica 15 febbraio ( sala Consiglio Comunale, alle 11), San Colombano Certenoli (martedì 4 marzo, Salone scuola Infanzia, alle 10,30) e presso l´Ospedale Gaslini di Genova , nella sala della Croce Rossa Italiana (venerdì 23 gennaio). Il teatro dei burattini e delle figure affonda le sue radici nella più antica cultura popolare e arriva ai giorni nostri attraverso la passione e l´impegno di artisti che, coniugando tradizione e spirito contemporaneo, sanno trasmettere al pubblico d´oggi i sentimenti senza tempo della commedia umana. Sull´onda del successo dello scorso anno, il programma della seconda edizione di Teatri Animati offre al pubblico dei bambini e delle famiglie una bella opportunità di accostarsi alle arti e alle tecniche di un genere teatrale ampiamente diffuso in Italia e in tutti i paesi europei, con un cartellone calendario che vede protagoniste alcune fra le più apprezzate compagnie del panorama nazionale. La direzione organizzativa è curata da Maurizio Oliveri, quella artistica di Gino Balestrino. L´ingresso agli spettacoli è libero. .  
   
   
MASTER IN COMUNICAZIONE, APERTE LE ISCRIZIONI APPENA 35 I POSTI DISPONIBILI. UN ANNO DI CORSO, LEZIONI DI GIORNALISMO, ORGANIZZAZIONE DI EVENTI, MARKETING. OTTIME LE PROSPETTIVE DI LAVORO  
 
 Firenze – La Facoltà di Lettere e Filosofia rilancia il Master in Pubblicità istituzionale, comunicazione multimediale e creazione di eventi. “E’ stato un tale successo”, dice il coordinatore professor Enrico Borello, “che ci è sembrato opportuno riproporlo. Il mondo del lavoro ha bisogno di comunicatori e il rapporto che l’Università ha con imprese e istituzioni consente agli studenti di fare esperienze importanti e di iniziare una carriera”. Dunque via alle iscrizioni alla sesta edizione del Master. Per consegnare la domanda è bene affrettarsi perché i posti disponibili sono solo 35. C’è comunque tempo fino al 7 gennaio (ore 13). Bisogna rivolgersi alla Segreteria post-laurea per i Master e gli Esami di Stato dell’Università di Firenze (via P. Micheli 30, 50121 Firenze, tel 055. 2756602). Altre informazioni su www. Unifi. It e www. Mastereventi. It. I corsi iniziano il 29 gennaio per una durata di 12 mesi. Tra le materie: selezione e gestione delle informazioni, giornalismo, marketing e strategia aziendale, laboratori di scrittura e di lingua inglese. Alle lezioni (nei locali della Facoltà di Lettere e Filosofia di piazza Brunelleschi e via S. Reparata) collaborano, come di consueto, operatori e professionisti. Molto importanti i tre mesi di stage finale in aziende di chiara fama in tutta Italia. Le competenze acquisite potranno essere utilizzate in tre settori: nella creazione di eventi (allestimento di mostre, organizzazione di convegni, fiere specialistiche ed eventi internazionali); nella comunicazione (uffici stampa di enti pubblici, fondazioni e imprese private); nell’ideazione e produzione di materiale informativo e pubblicitario, promozione e divulgazione ai media. La buona fama del Master si basa essenzialmente sulla qualità della preparazione e sul fatto che, a un anno dalla fine delle lezioni, il 90% dei partecipanti è entrato nel mondo del lavoro. Il 40% sono stati confermati dall’azienda in cui ha svolto il tirocinio. .  
   
   
ATELIER CONCLUSIVO DEL PROGETTO "QUESTA E´ MUSICA DIVERSA"  
 
L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali, in collaborazione con la Scuola di Formazione e Orientamento Musicale, organizza domenica 20 dicembre, alle ore 16, all’Auditorium della Scuola Media Einaudi di Aosta, un atelier aperto al pubblico a conclusione della seconda edizione del progetto Questa è Musica Diversa. Trentacinque persone disabili, le loro famiglie e i loro amici presenteranno una sintesi di quanto vissuto insieme durante i venti incontri tenutisi - ad Aosta e a Donnas - a cadenza quindicinale. Si è trattato di un’esperienza di animazione musicale di gruppo condotta da didatti della musica e da musico terapisti, nel corso della quale obiettivi di educazione musicale di base e di ricreazione sono stati perseguiti attraverso attività e giochi coinvolgenti, emotivamente significativi e socialmente aggreganti. Durante l’intero corso, i partecipanti hanno utilizzato il loro corpo e la loro voce a scopo espressivo, hanno costruito brani musicali partendo da materiale grezzo e combinandolo secondo regole semplici ma efficaci, hanno condiviso “le loro musiche” - quelle predilette, ascoltate e riascoltate più volte - e le hanno anche scritte, facendone merce di scambio tra umanità e letture del mondo differenti. Il gradimento dell’iniziativa è stato elevato, indicativa è stata la fedeltà dimostrata all’appuntamento quindicinale, così come serrato e proficuo il rapporto con il Servizio disabilità dell’Assessorato per il monitoraggio del processo. Al termine del percorso, si può affermare che le finalità del corso, ovvero quelle di contribuire ad accrescere sia le conoscenze che il benessere delle persone disabili e soprattutto il senso di una loro legittima integrazione in una comunità, siano state raggiunte grazie all’uso di un linguaggio primigenio come la musica, a un entusiasmo e un’energia trascinante e a un discreto quanto intenso amore per la poesia espresso dagli operatori impegnati. La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore Albert Lanièce, visti i risultati ottenuti dal progetto sperimentale, ha deliberato di riproporre il servizio per gli anni a venire, estendendolo a un numero superiore di aderenti. L’atelier del 20 dicembre, aperto al pubblico, potrà essere l’occasione perché persone interessate conoscano meglio l’iniziativa. Per informazioni o per le iscrizioni al prossimo corso: Assessorato Regionale della sanità, salute e politiche sociali Direzione Politiche sociali, Servizio disabili – Loc Grande Charrière, 40 – St. Christophe Tel. 0165 527015 .  
   
   
BASILICATA IN TIR, UN SUCCESSO DA 110 E LODE NEOLAUREATA MATERANA SI ISPIRA AL ROADSHOW PER LA TESI E OTTIENE IL MASSIMO DEI VOTI  
 
Basilicata in Tir, il fortunato roadshow ideato dall’associazione potentina Identità Lucana, aveva già attirato l’interesse accademico nel corso del tour 2008 quando Roberta Milano, docente del Corso di Web Marketing sul Turismo all’Università di Genova, l’aveva presentato come un interessante “caso di studio”, o meglio “buona prassi” per originalità di idee e innovatività nell’approccio del marketing e della comunicazione. Lo rende noto, in un comunicato stampa, l´associazione potentina. Il fenomeno “Basilicata in tir” era rappresentato così: “Quello che traspare è un’allegria contagiosa, un rispetto del ‘vecchio’ trasformato e comunicato come valore (tradizioni, sapori, profumi), e un approccio innovativo seriamente strutturato a monte. Mi piace segnalare l’iniziativa perché la ritengo un perfetto esempio del primato delle idee, della creatività e della volontà di fare in ambito turistico”. Ora, il 16 dicembre, a distanza di qualche mese dalla conclusione dell’esperienza itinerante, è stata una studentessa materana, Laura Fabrizio, a fare di Basilicata in Tir l’oggetto della sua tesi nella facoltà di Discipline della mediazione linguistica (lingue per il commercio) all’Università di Macerata: “Navigando sul web mi sono imbattuta in questa esperienza del tir che mi è sembrata assolutamente interessante, considerato che proveniva da un Mezzogiorno troppo spesso dipinto come povero di idee innovative. Ho approfondito l’argomento, anche con l’aiuto del presidente di Identità Lucana, Antonio Bruno, che mi ha dato ampia disponibilità nell’illustrare obiettivi e modalità di azione. Da qui, la prima bozza dell’idea della tesi che ho proposto al mio docente, quindi una visita al Tir, a Matera, per verificare sul campo quanto avevo iniziato a studiare”. E infine la seduta di laurea, culminata con uno splendido 110 e lode. E adesso? “L’interesse per il turismo l’ho sempre coltivato. Mi piacerebbe lavorarci, contribuendo magari a spingere più su le potenzialità della Basilicata attraverso idee innovative da proporre sul fronte commerciale”. .  
   
   
“LE THANGKA DEL TIBET. ARTE E SPRITUALITÀ DELLA TERRA DELLE NEVI” IL TIBET SI RACCONTA ATTRAVERSO LE SUE IMMAGINI SACRE 20 DICEMBRE 2008 - 9 GENNAIO 2009  
 
 Bologna - Palazzo d’Accursio Dal 20 Dicembre 2008 al 9 Gennaio 2009 si terrà a Bologna, presso la prestigiosa Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio la mostra d’arte tibetana a scopo benefico “Le Thangka del Tibet. Arte e Spiritualità della Terra delle Nevi”. La mostra è promossa dalla Kailash onlus, associazione per i profughi tibetani, e dall’ufficio di organizzazione e comunicazione Culturalia, in collaborazione con il Comune di Bologna, che ha generosamente concesso la sede espositiva, e con il sostegno dell’Assessorato Cultura e Pari Opportunità della Provincia di Bologna. L’evento ha inoltre ottenuto il patrocinio di: Comune di Bologna, Provincia di Bologna, Regione Emilia Romagna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa Fondazione Carisbo, Unicredit Banca e Coop Adriatica. La mostra proporrà una selezione di preziose Thangka tibetane, composizioni artistiche di carattere religioso dipinte o ricamate su lino e seta. Il nucleo di dipinti che verrà esposto a Bologna sarà composto da circa trentacinque opere risalenti ad epoche diverse, alcune precedenti all’invasione cinese del Tibet del 1959. Il particolare supporto sul quale le Thangka vengono realizzate consente infatti di trasportarle piuttosto agevolmente, per questo costituiscono uno dei pochi tesori artistici salvati dai saccheggi e dalle distruzioni cinesi. L’aspetto di questi manufatti, che hanno la funzione liturgica di supportare i fedeli durante la meditazione, è quello di stendardi coloratissimi decorati secondo i canoni iconologici della tradizione buddista. I soggetti religiosi presentati sono essenzialmente quattro: “I Maestri”, ossia i grandi eruditi di filosofia e logica che insegnarono nelle maggiori università monastiche del Tibet, componendo alcune delle opere fondamentali del Buddismo; “Gli Yidam”, ossia le divinità di meditazione che costituiscono il mezzo abile grazie al quale i discepoli conseguono le realizzazioni ordinarie e supreme; “I Buddha”, ossia gli esseri illuminati, coloro che nelle numerose vite passate si sono liberati dal desiderio fino a conseguire l’illuminazione perfetta; e “I Dharmapala”, ossia le divinità protettrici dei praticanti e dediti all’eliminazione degli ostacoli che si presentano lungo il cammino spirituale. Inoltre, negli stessi giorni di apertura della mostra, sarà possibile per i visitatori assistere dal vivo ad uno dei riti più suggestivi della tradizione buddista tibetana: il Mandala. Il Mandala è una complessa struttura geometrica costruita su un piano di legno e riempita di finissime sabbie colorate benedette. Secondo la tradizione tibetana, la costruzione del Mandala diffonde un’enorme energia positiva nell’ambiente circostante. Al termine della costruzione esso viene tradizionalmente dissolto e le sabbie versate in un fiume a simboleggiare la natura impermanente di tutte le cose. Il Mandala che verrà allestito dai monaci presso Sala d’Ercole avrà come tema la Pace e rappresenterà Avalokiteswara, il Buddha della Compassione. La costruzione del Mandala inizierà il 20 Dicembre 2008, durante l’inaugurazione della mostra, e si concluderà con una cerimonia rituale caratterizzata da danze e canti tradizionali tibetani il 6 Gennaio 2009 alle ore 17,00. La manifestazione culturale e benefica organizzata a Bologna è nata su esplicita richiesta del Monastero Buddista Tibetano di Gaden Jangtse (Karnataka - India), che, con il consenso e il mandato personale del Dalai Lama, ha deciso di inviare in Europa una selezione di preziose Thankga allo scopo di diffondere l’arte e l’antichissima cultura tibetana e raccogliere fondi per l’assistenza ai profughi. Il Monastero di Gaden è infatti uno dei maggiori insediamenti della Comunità Tibetana in esilio, ospita una popolazione di circa 2500 monaci e attualmente, a causa dell’inasprimento della repressione cinese e del vertiginoso aumento del numero di profughi, si trova a fronteggiare una situazione di emergenza legata alla fornitura di cibo e di assistenza sanitaria. Per questo lo scorso Aprile una delegazione di sei monaci provenienti dal Monastero ha portato in Italia una raccolta di settantadue Thangka e, insieme alla Kailash onlus e a diversi enti locali, ha organizzato numerose mostre a scopo benefico. La mostra di Bologna si colloca in questa prospettiva, delineandosi, grazie al ricco programma collaterale e al prestigio culturale della città, come una delle più importanti. La mostra di Palazzo d’Accursio sarà affiancata da una serie di attività dedicate all’arte e alla cultura tibetana, che si susseguiranno per tutto il mese di Dicembre 2008 fino all’inizio di Gennaio 2009 e vedranno la partecipazione attiva degli enti culturali più importanti della città. La Libreria Feltrinelli, ad esempio, lo scorso Novembre ha proposto una mostra fotografica di Thangka e una lettura di fiabe tibetane per bambini; lo stesso farà la Libreria Giannino Stoppani, mentre Sala Borsa e il Mambo ospiteranno i laboratori didattici per bambini, dedicati rispettivamente alle tecniche artistiche di costruzione del Mandala e delle Thangka. In occasione del laboratorio didattico del Mambo verrà anche proiettato il documentario sulla Casa del Tibet di Votigno, realizzato dal regista Alfredo Caruso Belli in collaborazione con la Regione Emilia Romagna. La Cineteca Comunale proporrà invece la proiezione di due documentari sull’attuale situazione del Tibet e del popolo tibetano: “Ce qu’il reste de nous”, pluripremiata produzione indipendente francese e ““Via di mezzo” di Federica Rossi, che sarà introdotto da Paola De Pirro di Amnesty International, in qualità di ente patrocinante del documentario. Amnesty International sarà poi protagonista di un altro importante appuntamento a cui parteciperanno le maggiori associazioni nazionali pro-Tibet, tra cui: l’Associazione Comunità Tibetana in Italia Onlus, l’Associazione Italia Tibet e l’Unione Buddista Italiani. L’evento si svolgerà presso Palazzo Malvezzi, sede della Provincia di Bologna, e sarà preceduto nella mattinata dalle conferenze sui temi della religione e dell’arte tibetana tenute dai docenti dell’Ateneo di Bologna Prof. Giorgio Renato Franci, Direttore del Dipartimento di Studi Linguistici e Orientali, e Dott. Ssa Chiara Bellini, dottoranda in Storia dell’Arte del Tibet e dell’Asia Centrale. Infine l’Associazione Fotografica Piccolo Formato presenterà una suggestiva installazione luminosa e audiovisiva sui monasteri buddisti del Ladakh, ospitata presso l’Istituto Storico Parri Emilia Romagna, mentre la Coop Adriatica, oltre a promuovere la manifestazione attraverso la rivista Consumatori e Radio Coop, concederà Sala Eureka presso il Centro Lame, dove verrà riproposta la mostra fotografica allestita da Feltrinelli e dove i monaci si esibiranno in uno spettacolo di danze e canti tipici tibetani utilizzando strumenti e costumi tradizionali. La mostra della più grande collezione di Thankga tibetane mai presentata in Italia si prospetta dunque come un evento di alto valore culturale e civile per la città di Bologna. Tre sono infatti gli intenti principali del progetto: far conoscere al pubblico aspetti meno noti dell’arte, della cultura e della tradizione tibetana, far luce sulla drammatica situazione del Tibet attraverso la voce dei suoi protagonisti e raccogliere fondi da destinare ai profughi tibetani del Monastero di Gaden. La mostra e tutti gli eventi ad essa correlati saranno rigorosamente ad ingresso gratuito, ad esclusione delle proiezioni cinematografiche. La raccolta fondi verrà effettuata tramite l’allestimento di appositi punti di libera offerta presso i quali alcuni rappresentanti della Kailash illustreranno anche le procedure di attivazione di adozioni a distanza. In tutte le sedi degli eventi collaterali sarà possibile acquistare il catalogo della mostra. I ricavati della vendita verranno interamente devoluti al Monastero di Gaden. .  
   
   
IL 21 DICEMBRE “TI REGALO L’ADRIATICO”  
 
L’acquario di Cattolica è orgoglioso di presentare in anteprima Domenica 21 dicembre alle ore 11,00, presso la Sala Libeccio, l’ opera prima di Paolo Masi: “Il Nostro Mare” - L’adriatico…. Piccolo, Grande Mare e omaggiarlo come strenna di Natale a tutti gli intervenuti. Si tratta di una particolare storia autobiografica, dove si intrecciano infinite esperienze di una vita dedicata al mare, un omaggio alla subacquea, alla marineria, all’archeologia marina e alla ricchezza biologica del Mare Adriatico. Scritto con toni ironici e divertenti, che rendono piacevoli le avventure, le scoperte e la storia di tanti compagni di viaggio. Un concentrato di fosforo per mantenere vive le tradizioni che si vanno perdendo, ma soprattutto ciò che colpisce è il profondo amore e rispetto per il Mare. Un’ esaltazione alle sconosciute e sottovalutate virtù dell’Adriatico. Lo presentiamo all’ Acquario anche per rendere omaggio alla lunga amicizia e alla stima che lega Paolo Masi allo staff dell’ Acquario di Cattolica Parco Le Navi e a tutte le creature marine ospiti. Questo volume è stato realizzato grazie alla collaborazione della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Informazioni tel 0541. 8371 www. Acquariodicattolica. It .  
   
   
SAINT-VINCENT, LO SCHIACCIANOCI E GISELLE DUE BALLETTI IN PROGRAMMA PER LA SAISON  
 
Domenica 28 e lunedì 29 dicembre, alle ore 21 al Palais di Saint-vincent, andranno in scena i due balletti Lo schiaccianoci e Giselle, presentati nell’ambito della Saison Culturelle 2008/2009, organizzata dall’Assessorato istruzione e cultura. I due capolavori del balletto saranno interpretati dalla compagnia del Russian State Ballet, che sostituisce l’annunciato corpo di ballo del Teatro nazionale di Sofia, impossibilitato per motivi tecnici ad effettuare la tournée europea. Per gli appassionati di danza classica, la Saison offre due titoli di grandissima popolarità, esempi perfetti della tradizione coreutica ottocentesca: Lo schiaccianoci, su musiche di P. I. Cajkovskyj, e Giselle, su musiche di A. Adam. Dal realismo drammatico e dal trasognato lirismo soprannaturale di Giselle, prototipo di balletto romantico, che fu il cavallo di battaglia della celeberrima e celebrata Carlotta Grisi, al racconto natalizio delle straordinarie vicende de Lo Schiaccianoci, per il quale Cajkovskij scrisse una delle partiture più efficaci e suggestive. Ecco le due perle attraverso cui si snoda la storia della danza classica e delle sue due scuole coreografiche più importanti, ancora oggi in grado di affascinare, con la poesia del gesto, generazioni di spettatori. Riproposte con le coreografie di Viatcheslav Michailovitch Gordeev, uno dei grandi ispiratori della cultura coreutica russa degli ultimi anni, in grado di indirizzare con il suo lavoro e le sue esperienze il corso della ricerca coreografica moderna in Russia, i due balletti esprimono al meglio la caratteristica cifra stilistica del Russian State Ballet: grazia e controllo totale del corpo portati ai massimi livelli raggiungibili. La creazione di una Compagnia come il Russian State Ballet era il sogno di Irina Tichomirova, la prima ballerina del Bolshoi Ballet e direttrice della Moscow Philharmonic Society. Aveva già raggiunto i 62 anni di età quando questo sogno si tramutò in una splendida realtà. Un gruppo di “stelle” provenienti dalle famosissime compagini del Bolshoi, del Kirov e dello Stanislavski si unì a lei per dare forma al progetto: creare un gruppo di danzatori di altissimo livello che potessero portare in tutto il mondo la grande tradizione e cultura del balletto russo. Il Russian State Ballet ha elaborato negli anni un impegnativo e brillante programma di balletto classico e moderno creato dai grandi coreografi tradizionali e moderni, come Ivanov, Petipa, Gorsky e Gordeev stesso, affidati ai suoi cinquanta solisti tra cui molti selezionati tra i vincitori di concorsi nazionali e internazionali. Per ulteriori informazioni telefonare al punto vendita n. Verde 800141151 oppure al n. 0165 32778. .  
   
   
MALOSCO “CAPITALE” DELLA FICTION  
 
 Sarà Malosco, in Val di Non, ad ospitare il Festival Internazionale della Fiction nel settembre del 2009. Un appuntamento da segnare sull’agenda per gli amanti degli sceneggiati televisivi, dato che vedrà la partecipazione di moltissime case di produzione italiane e straniere. Fino ad ora hanno dato la propria adesione le italiane Bavaria Media, Beta Film, Studio Hamburg, Rai Fiction, Mediaset, Endemol, Magnolia e Grundy, oltre a quattro stazioni televisive svizzere, l’austriaca Orf, l’ungherese Tv2, la croata Hrt, la greca Ert, la serba Rts, e le Rtv di Slovenia e Bosnia. Nella giuria che decreterà i migliori film o le migliori serie realizzate per la tv tra quelli in concorso figurano nomi noti dell’ambiente televisivo, come quello dell’ex direttore del Tg5 Carlo Rossella e degli attori Luca Barbareschi, Claudio Amendola ed Edwige Fenech. Oltre alle proiezioni, durante tutta la kermesse, si terranno incontri e convegni per discutere del mondo della televisione e dei suoi risvolti sociali: daranno il proprio contributo anche il giornalista Gianni Minà, il regista Maurizio Scaparro e lo scrittore Niccolò Ammaniti. Non è un caso che il Festival sia approdato proprio nella vallata trentina. Ideatore dell’iniziativa, infatti, è Ruggero Miti, attore, regista e produttore originario di Cremona, che della Val di Non si è innamorato fin da bambino, quando vi trascorreva le vacanze durante l’estate. Anche durante i 16 anni nei quali ha vissuto a New York, di tanto in tanto tornava in Trentino per trascorrervi qualche giornata e incontrare gli amici. A sostenerlo in questa avventura, è il sindaco di Malosco Adriano Marini, amico d’infanzia, che ha visto in questo festival, il cui programma è ancora da definire nei dettagli, una potenziale cassa di risonanza per il turismo della vallata. .  
   
   
VENERDÌ 19 DICEMBRE 2008 SAINT-VINCENT (PALAIS SAINT-VINCENT ORE 21) ZUCCHERO  
 
Nessun cantante italiano è famoso quanto lui. Nessuno come lui può dire di aver suonato e cantato con il Gotha della musica: Eric Clapton, B. B. King, John Lee Hooker, Macy Gray, Queen, Sinead O’ Connor, Tom Jones, Steve Winwood, Buddy Guy, Andreas Vollenweider, Steve Ray Vaughan, Dee Dee Bridgewater, Cheb Mami, Paul Young, Jeff Beck, Ray Charles, Sting, Sheryl Crow, Miles Davis fra gli stranieri, Gino Paoli, Luciano Pavarotti, Francesco De Gregori, Andrea Bocelli, Pino Daniele, Rossana Casale fra gli italiani. C’è chi, a inizio carriera, firmerebbe una cambiale in bianco per cantare anche solo con uno di questi. Nessuno come lui frequenta abitualmente i luoghi simbolo della musica, in tutti i continenti: dagli Stati Uniti all’Australia, dalla Carnegie Hall di New York al Palais de Sports di Parigi è un susseguirsi di sold out che ne consacrano la grandezza planetaria. Gli hanno spesso rinfacciato nel passato di assomigliare a tanti, troppi cantanti: Joe Cocker per le movenze, Paul Young per i suoni, chissà chi altro per chissà cosa. Inutile a dirsi, qualsiasi critica è tempo perso: un po’ come andare da Springsteen e rimproverargli il fatto di essere debitore della musica di Elvis. La verità è che il solo ed unico faro di Zucchero è il Blues e il suo merito è di averlo riportato alle masse, operazione non troppo semplice nel tempo della musica fatta con il computer. I punti di riferimento musicale cui guardare sono decisamente altri: gli amici bluesman come Eric Clapton anzitutto, il compianto John Lee Hooker e, andando a ritroso nel tempo, Robert Johnson, autore di pietre miliari come Sweet Home Chicago, Cross Road Blues e Rambling on my mind. Il Blues, al centro di tutto. Non a caso Blues è anche il titolo di uno dei migliori album di Zucchero, uno di quelli che proprio non è possibile non avere nella propria discoteca, semplicemente perfetto, dalla copertina alle canzoni che contiene. Blues segna anche l’inizio della sua carriera internazionale, che si potrebbe forse far coincidere con la telefonata di Miles Davis che, ascoltata Dune Mosse, aveva deciso di sovraincidervi la sua tromba. Zucchero avrebbe in seguito raccontato che quando ricevette la telefonata era in vacanza alle Maldive e non ci mise moltissimo a decidere di mettere fine alla vacanza per recarsi a New York a incontrare uno di quegli artisti che hanno segnato indelebilmente la musica del ’900. Da allora gli incontri fortunati si sono susseguiti senza soluzione di continuità, un po’ cercati da lui, un po’ cercati da altri, come quella volta che la casa discografica di Sting lo chiamò a salvare un disco dell’ex Police che faticava a vendere. Fra i tanti incontri, non è difficile individuare in quello con Pavarotti il più intenso, sia per vicinanza geografica (Reggio Emilia non dista molto da Modena), sia per affinità umana e artistica, sia per le finalità umanitarie che contraddistinguono le loro carriere. Se, come diceva Vinicius de Moraes, “la vita è l’arte dell’incontro” davvero Zucchero può dire la sua sull’arte del vivere. Biglietto unico € 35,00 In vendita dal 1° dicembre 2008 .  
   
   
LA MUSICA IN TESTA TRE GIORNI DI SCIENZA, MUSICA E APPRENDIMENTO WORKSHOP IN PROGRAMMA A TRIESTE DAL 13 AL 15 GENNAIO 2009. OLTRE 150 I PARTECIPANTI PROVENIENTI DA TUTTA ITALIA  
 
 È stato presentato presso la direzione centrale dell’Ufficio Regionale Scolastico, il workshop La musica in testa, in programma a Trieste dal 13 al 15 gennaio 2009. Tre giorni di incontro, dialogo e confronto per esplorare attraverso una prospettiva interdisciplinare i rapporti fra suono, scienze fisiche e cognitive, e modalità di apprendimento. Il seminario, fortemente voluto da Luigi Berlinguer, presidente del Gruppo di lavoro interministeriale per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica, nasce con l’intento di ridare valore all’apprendimento della musica e delle scienze nelle scuole tenendo in considerazione le più recenti acquisizioni scientifiche. <<È ormai scientificamente provato – sostiene Berlinguer - quanto la musica faccia bene ai ragazzi, non solo dal punto di vista culturale, come componente della formazione di base, ma anche cognitivo. Chi studia musica ha infatti ricadute positive anche nelle altre materie. La musica per i bambini e i ragazzi è libertà: non attende di essere impartita autoritariamente per imporsi. I nostri studenti chiedono che la scuola impari a rispondere al loro naturale e profondo bisogno di musica e di scienze. E la scuola non può sottrarsi a questa chiamata>>. L’evento è aperto a tutta la cittadinanza, con particolare attenzione al modo della scuola, della ricerca e della formazione in campo scientifico e musicale; è prevista la partecipazione di oltre 150 insegnanti – i referenti regionali della rete per la diffusione della pratica musicale e dei nuclei per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica – provenienti da tutta Italia. È inoltre aperto a tutte le scuole, insegnanti e studenti, di ogni ordine e grado della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Attraverso una serie di interventi, volti a stimolare il confronto e il dibattito, La musica in testa vuole mostrare come si può imparare la scienza attraverso la musica e imparare la musica tenendo in considerazione i suoi aspetti scientifici. Ma soprattutto, alla luce delle recenti scoperte nell’ambito delle neuroscienze cognitive, in particolare su ciò che riguarda le basi dell’apprendimento, il rapporto tra scienza e musica, e più in generale tra scienza e arte, può contribuire a migliorare l’insegnamento nelle scuole italiane. Lo stesso sviluppo della sfera emotiva può avere un impatto importante sui processi di apprendimento. Come faceva notare già alla fine del Xvi secolo Vincenzo Galilei, padre di Galileo Galilei, la musica è una trasmissione di suoni, artisticamente modulati, in un ambiente fisico; quindi linguaggi diversi che comunicano e interagiscono tra di loro. Riallacciando i rapporti tra musica e scienze naturali anche a scuola, sperimentando percorsi interdisciplinari d’insegnamento, è forse possibile superare la distanza tra le due culture, quella umanistica e quella scientifica e stabilire un percorso comune di studi. <<È fondamentale che il mondo della ricerca si interessi alle scuole superiori, ambienti in cui si formano i cittadini e gli stessi scienziati di domani – afferma Stefano Fantoni direttore della Sissa – In particolare una scuola superiore come la nostra, che ha fatto della sperimentazione la sua missione, non solo deve dialogare con ragazzi e insegnanti, ma anche sostenere e promuovere i percorsi innovativi e le nuove idee nella formazione scientifica>>. <<L’emozione e la curiosità sono componenti essenziali dell’apprendimento, sono le molle che lo spingono e lo alimentano. Niente emoziona più della musica che è, insieme, gioia e fatica; niente incuriosisce più del mondo della natura che la scienza disvela. Oggi è così che si rinnova la scuola>> conclude Luigi Berlinguer. Il Programma Del Workshop - Il seminario si apre, alle 14. 30 del 13 gennaio, con una sessione dedicata all’approfondimento scientifico, intitolata Le basi neurologiche dell’apprendimento. A intervenire quattro illustri scienziati di fame internazionale: Jacques Mehler (Sissa, Trieste), Susan Carey (Harvard University, Usa), David Klahr (Carnegie Mellon, Usa) e Pier Paolo Battaglini (Università degli studi di Trieste). À di Trieste La seconda giornata, mercoledì 14, è incentrata su Problemi teorici: fisica e musica; sono in programma interventi di Gianni Zanarini (Università degli Studi di Bologna), Renato Musto (Università degli Studi “Federico Ii”, Napoli), Pietro Pantano (Università della Calabria, Cosenza), Marco Maria Tosolini (Conservatorio di musica “G. Tartini”, Trieste) ed Ennio Francescato (Conservatorio di musica “J. Tomadini”, Udine). Seguirà una tavola rotonda con Luigi Berlinguer (Presidente Gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica). Nel pomeriggio sono previste Sperimentazioni pratiche: didattica tra musica e scienza che si svolgeranno in sessioni parallele. La giornata conclusiva è dedicata a Musica a scienza nella scuola e prevede l’intervento di Mario G. Dutto (Miur Dg Ordinamenti per il sistema nazionale di istruzione e per l’autonomia scolastica), Silvano Tagliagambe (Università di Sassari) e Sebastiano Bagnara (Politecnico di Milano). Il workshop si chiude con la tavola rotonda Validità scientifica per i docenti e per i discenti di un insegnamento integrato delle scienze presieduta da Luigi Berlinguer. Non mancheranno momenti di intrattenimento culturale con il concerto dei ragazzi del Conservatorio di musica “G. Tartini” e la performance musicale Vincenzio e l’imprinting scientifico di Galileo Galilei con Andrea Damiani (Conservatorio di musica “Santa Cecilia”, Roma) che interpreta le opere di Vincenzio Galilei e il commento di Gianni Zanarini (Università degli Studi di Bologna) e Pietro Greco (Mcs-sissa, Trieste). Il convegno è organizzato da: Gruppo di lavoro interministeriale per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica, Ufficio Scolastico Regione Friuli Venezia Giulia, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Science Centre Immaginario Scientifico, Conservatorio di musica “G. Tartini”. In collaborazione con: Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam” Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione, Monfalcone (Go). Partecipano al programma: Fondazione Idis-città della Scienza (Napoli), Scuola di Musica 55 (Trieste), Università della Calabria (Cosenza). .  
   
   
GRANDE MUSICA SABATO A MOLA: DIRETTAMENTE DAL TEXAS “HAPPY DAY GOSPEL SINGERS” HAPPY DAY GOSPEL SINGERS IN CONCERTO  
 
 Una corale giovane ed energica quella degli Happy Day Gospel Singers che già dal nome evidenzia una forte predisposizione alla festa ed alla gioia. Happy Day Gospel Singers e´ un ensemble che riunisce alcune tra le migliori giovani voci del panorama gospel e spiritual del Texas e del New Jersey. È composto di otto eccezionali giovani vocalisti, reali talenti, il cui valore individuale contribuisce ad eccezionali interpretazioni, anche solistiche. Un organico di poderosa forza vocale con rare timbriche, come ascoltare le voci piu´ famose di idoli come Aretha Franklin, Marhia Kery, Whitney Houston, Steevie Wonder e tanti altri artisti di timbrica afro-americana. Partecipare ad una loro esibizione diventa un momento indimenticabile d´emozione e coinvolgimento spirituale, semplicemente fantastico. In caso di pioggia il concerto si terrà presso la Chiesa Matrice di Mola. Ingresso libero. “Forti del successo degli anni passati – ha detto l’Assessore al turismo Pino De Silvio – anche quest’anno portiamo a Mola un coro Gospel statunitense di grande qualità. I molesi, hanno dimostrato da tempo di apprezzare particolarmente questo genere musicale che è insieme l’occasione per ascoltare grandi voci, ma anche un momento di riflessione spirituale, particolarmente doverosa nel periodo natalizio. ” Straordinario concerto Gospel sabato 20 dicembre a Mola di Bari Alle ore 21. 00 sul sagrato della chiesa di Santa Maddalena, in Piazza Xx Settembre, .  
   
   
MERCATINI NATALIZI DA RECORD  
 
 La neve, che è caduta copiosa imbiancando le tradizionali casette di legno, ha donato un tocco di fascino aggiuntivo ai mercatini di Natale di Trento. Era da mezzo secolo che, prima di Natale, non ne scendeva così tanta. Ed i visitatori, più numerosi che mai, hanno gradito, tanto da aver letteralmente preso d’assalto il capoluogo. I numeri, d’altronde, parlano chiaro ed indicano in 150 mila le persone che hanno visitato le bancarelle soltanto durante il ponte dell’Immacolata. Migliaia di turisti, chi in pullman, chi con il treno, sono sbarcati nella Città del Concilio, provenienti da ogni angolo d’Italia, dalla Roma alla Liguria, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, tutti accomunati dalla voglia di passare qualche ora curiosando fra le strutture di legno, alla ricerca dei regali per Natale. Molti hanno optato per i viaggi organizzati, compiendo un vero e proprio tour dedicato ai mercatini, visitando così, solo per fare qualche esempio, anche quelli di Levico, di Caldonazzo, di Rovereto, di Arco. A ridosso delle antiche mura di cinta della città, in Piazza Fiera a Trento, le casette offrono un viaggio all’insegna del gusto e del colore, fra dolci natalizi, prodotti dell’artigianato locale e tanti addobbi. Ed ancora: sculture di legno, ceramiche, composizioni floreali e molto altro. Nell’angolo dedicato alla gastronomia si possono assaggiare i dolci oppure sorseggiare in compagnia una tazza calda di vin brulè. L’orario di apertura è compreso tra le 10 e le 19. 30 dalla domenica al giovedì, tra le 10 e le 20. 30 il venerdì e il sabato, dalle 10 alle 17 il giorno della Vigilia. A contorno dei mercatini di Trento, visitabili fino al 24 dicembre, vi sono numerose iniziative pensate per i più piccoli. Qualche esempio? Il trenino di Babbo Natale, ma anche gli spettacoli itineranti ed i giochi che animeranno le vie e le piazze del centro storico. Info: www. Mercatinodinatale. Tn. It .  
   
   
ALLO SPECCHIO IL NOVECENTO ANCONA, MOLE VANVITELLIANA, BANCHINA DA CHIO- 19 DICEMBRE 2008- 15 MARZO 2009  
 
Ancona -Una mostra come un racconto. La trama, come in un arazzo o in un tappeto persiano, è intessuta nel dipinto di Cagnaccio di San Pietro, al cui titolo fa riferimento tutta la mostra: Allo specchio. Una rassegna che permette di ammirare artisti tra i maggiori del Novecento che, raramente trovano spazio idoneo alla riflessione e al confronto, come invece accade tra le mure vanvitelliane della Mole di Ancona. La mostra prende le mosse da quella inquietudine di un Tempo sospeso che si percepisce come nota dominante nel quadro di Cagnaccio e che si ritrova espresso come in un’eco nelle figure solitarie di Cesare Maggi, Il montanaro o di Guido Trentini, La pianta rossa, oppure nei paesaggi di Paresce, di Morandi e di Rossi, nella mestizia dell’ora del Vespro di Vincenzo De Stefani, nell’impossibile dialogo delle figure metafisiche di Savinio, di Campigli e di Chia. Dalle pieghe del panneggio bianco, dove si annida la firma dell’artista e la data del 1927 e dalla modella Presa alle spalle da Cagnaccio discende un percorso dello sguardo su alcune delle sculture più rappresentative della collezione della Fondazione Cariverona e della Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea come La donna che nuota sott’acqua di Arturo Martini, presenti nella mostra solo grazie a questo prezioso dettaglio che l’obiettivo fotografico ha saputo sapientemente ritagliare. Il manicure alla moda, la punta dell’orecchino ci avvicinano al centro narrativo del quadro di Cagnaccio, a quello specchio trattenuto al muro da graffe acuminate. Dalla massa ancora scomposta dei capelli, dalle punte crudeli si avverte il senso del Dipanare della storia e allora il visitatore può attraversare in piena consapevolezza il Concetto spaziale di Fontana, Varsavia di Vedova e i grovigli di segni eleganti di Giovanni Meloni. Il pacato disporsi dei piccoli contenitori sul piano della toletta invita all’ascolto del Silenzio degli oggetti nelle nature morte di Casorati, di Morandi, di Tadini e di Severini. Allo sguardo non resta che inoltrarsi dentro lo specchio che racchiude il gesto rivelatore della modella: l’astuccio del rossetto sulle labbra. Rossi legami sono al centro di S’avvicina il temporale di Francesco Danieli, in Alberi e siepe a Villa Borghese di Balla, esplodono nell’Incendio alle Cinque Terre di Birolli, veleggiano nell’aquilone di Licini, dilagano nella fucilazione di Guttuso e nella Scheggia di Basaldella. La vera immagine è contenuta nello specchio, costituisce il centro narrativo scelto da Cagnaccio, dunque rappresentare riflessi è il segno di una raggiunta sapienza pittorica, quasi di un virtuosismo come nella pittura di Orazio Pigato con le sue Case sull’Adige a Santo Stefano, in Antonio Donghi fermo a ritrarre i giochi della luce sulle sponde del fiume che bagna Castelfranco Veneto e ancora in Aurelio Tiratelli e in Rubens Santoro. Ferma sulla soglia la modella di Cagnaccio guarda nello specchio come alla finestra. Augusto Manzini pone sul davanzale delle sue finestre il vaso di fiori, metafora della presenza femminile. La pittura, l’arte figurativa è racchiusa nello sguardo. Quando l’artista si pone alle spalle del soggetto interpreta uno sguardo di cui è impossibile controllare la traiettoria, rendendo così palese il desiderio mai appagato di comprendere il visibile. La donna alla finestra è dunque metafora dell’artista che invano insegue la possibilità di catturare tutto il visibile nell’opera. Oltre la soglia, fra gli altri, lo sguardo febbricitante dei ritratti di Boccioni e quello vuoto del gesso di Accademia di Guido Trentini. Cagnaccio con la sua opera sembra suggerire la certezza illusoria dell’immagine allo specchio e lo fa restituendo quella realtà a frammenti e in via di decomposizione che prende forma ai margini. L’immagine si moltiplica nel Paesaggio anemico di Schifano, si frantuma nell’Hommage à Yves Klein di Arman, si disfa in mestizia in La canzone del Piave di Ettore Berardini. La signora allo specchio offre il suo sguardo al visitatore poco prima di entrare in scena nel gran teatro di Orfeo Tamburi ( che intendeva raccontare a mosaico per l’E 42 la storia del teatro) e di cui sono rimasti i bozzetti monumentali sui quali, come su un fondale, prendono vita storie di danza e d’amore. Nei pezzi di ogni collezione è racchiusa una storia, una vicenda che parla di passione per il bello, questa della Fondazione Cariverona documenta più di un aspetto della ricerca dell’arte italiana del Novecento, nella sua qualità più alta. È dallo spessore dell’opera che nascono come da una tela orditi e trame di percorsi narrativi e interpretazioni critiche. La collezione continuamente viene arricchita per l’alacre impegno di chi a questa è preposto, come dimostrano gli artisti in mostra: Afro (Basaldella), Arman, Roberto Marcello Baldessari, Giacomo Balla, Ettore Beraldini, Renato Birolli, Umberto Boccioni, Cagnaccio di San Pietro, Massimo Campigli, Felice Casorati, Mario Ceroli, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Danieli, Vincenzo De Stefani, Antonio Donghi, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Osvaldo Licini, Cesare Maggi, Augusto Manzini, Arturo Martini, Giovanni Battista Meloni, Francesco Menzio, Umberto Moggioli, Giorgio Morandi, Michael Nobel, Renato Paresce, Orazio Pigato, Gino Rossi, Rubens Santoro, Alfredo Savini, Alberto Savinio, Mario Schifano, Pio Semeghini, Gino Severini, Emilio Tadini, Orfeo Tamburi, Tancredi (Parmeggiani), Aurelio Tiratelli, Guido Trentini, Giulio Enrico Trois, Emilio Vedova. Rassegna a cura di Gino Castiglioni; Comitato Scientifico: Gino Castiglioni, Silvia Cuppini, Alessandro Delpriori e Paola Marini; percorso espositivo: Silvia Cuppini; progetto d’allestimento: Roberto Bua, Joan Martos, Alice De Vecchi; catalogo curato dallo stesso Castiglioni: 24 Ore Motta Cultura; Promossa dal Comune di Ancona, dalla Fondazione Cariverona e dalla Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea. Organizzata dalla Fondazione Cariverona, dal Fondo Mole Vanvitelliana e dall’Assessorato alla Cultura di Ancona. Info e prenotazioni: biglietteria 071 2225031 - visite guidate e didattica 071 2225037 – Assessorato alla Cultura 071 2225019. .  
   
   
IL CIRCO DELLA PACE - SARAKASI E I RAGAZZI DI NAIROBI  
 
A Bagnacavallo (Ra), dal 19 dicembre al 6 gennaio, ad allietare le feste sarà l´energia e il talento dei giovani artisti kenioti con il loro linguaggio di pace e di integrazione fra popoli e culture. Divertimento per tutti. Info: www. Romagnadeste. It .  
   
   
CATTOLICA (RN). UNA MODIFICA LA STORIA DI UN TERRITORIO, "VETUS LITUS. ARCHEOLOGIA DELLA FOCE"  
 
Bologna - A Cattolica (Rn), venerdì 19 dicembre, alle ore 17, si inaugura al Museo della Regina e alla Galleria Comunale S. Croce e Sala Lavatoio la mostra Vetus Litus archeologia della foce una discarica di materiali ceramici del Iii secolo a. C. Alla darsena di Cattolica lungo il Tavollo. L´importante ritrovamento archeologico, avvenuto nel 2004, durante i lavori di costruzione della nuova darsena di Cattolica, ha consentito una nuova lettura del territorio medio adriatico nel corso del Iii secolo a. C. Alla luce della straordinaria quantità di materiale ceramico rinvenuto. La notevolissima quantità di anfore, quasi tutte di tipo greco-italico Stipata in un ´butto´ cioè un´antica fossa con funzione di discarica scavata nell´argilla a fianco dell´argine del fiume Tavollo, sono soprattutto contenitori per il vino, la cui produzione è spesso strettamente connessa ad una fiorente economia agricola. Esse testimoniano dunque una dinamica commerciale che vede protagonista il piccolo e riparato scalo di Cattolica. Ma la mostra svelerà altri preziosi e particolari reperti. Gli studi e le ricerche archeologiche, le analisi archeometriche presso i laboratori dei Dipartimenti di Scienze della Terra e Geologico-ambientali dell´Università di Bologna, i restauri condotti in oltre un anno di lavoro da parte della Scuola di Restauro resa possibile dall´Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna che ha visto nel 2007 la partecipazione di 40 studenti e ricercatori provenienti da diverse università italiane, hanno condotto a nuovi risultati e a nuove interessantissime ipotesi legate al popolamento, ai commerci, alla portualità della costa, alla presenza di fornaci nell´area. La mostra Vetus Litus archeologia della foce accosta ai materiali provenienti dallo scavo un intervento di arte contemporanea dovuta all´artista Oscar Dominguez che interpreta il ritrovamento e suggerisce un suggestivo confronto tra l´uso della materia ceramica nell´antichità e le pratiche artistiche di oggi. L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 3 maggio 2009, è corredata da un catalogo, che verrà presentato in occasione dell’apertura, curato da Maria Luisa Stoppioni responsabile del Museo della Regina, edito da L´insegna del Giglio di Firenze; il volume si avvale dei contributi di numerosi specialisti Intervengono all’inaugurazione il Sindaco del Comune di Cattolica Pietro Pazzaglini, l´Assessore alla Cultura del Comune di Cattolica Alba di Giovanni, il Soprintendente Luigi Malnati, la Responsabile del Servizio Musei e beni culturali dell´Ibc Laura Carlini, la curatrice della mostra Maria Luisa Stoppioni. Il comitato scientifico è composto da Giovanni Brizzi, Università degli Studi di Bologna, Fiamma Lenzi, Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-romagna,maria Grazia Maioli, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell´ Emilia-romagna,luigi Malnati, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell´ Emilia-romagna, Mazzeo Saracino, Università degli Studi di Bologna,antonella Salvi, Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-romagna, Maria Luisa Stoppioni, Istituzione Culturale della Regina. Per saperne di più: www. Ibc. Regione. Emilia-romagna. It alla voce parliamo di .  
   
   
MEMORIE DEL GRAND TOUR IL VIAGGIO IN ITALIA NELLE FOTOGRAFIE DEGLI ARCHIVI ALINARI E NELLE COLLEZIONI D’ARTE DELLA REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA 19 DICEMBRE 2008 – 3 MAGGIO 2009 AOSTA, MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE (PIAZZA RONCAS 12)  
 
“Memorie Del Grand Tour. Il viaggio in Italia nelle fotografie degli archivi Alinari e nelle collezioni d’arte della Regione autonoma Valle d’Aosta” è il titolo dell’esposizione che, dal 20 dicembre 2008 al 3 maggio 2009, si terrà al Museo Archeologico Regionale. La mostra è il frutto della collaborazione instauratasi tra l’Assessorato Istruzione e Cultura della Valle d’Aosta e Alinari, prestigioso istituto di edizioni artistiche fiorentino. La rassegna presenterà una selezione di circa 60 fotografie, di cui 40 originali d’epoca, datate tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, provenienti dagli archivi Alinari e circa 30 opere d’arte, tra disegni, acquerelli, stampe, incisioni e dipinti, selezionate all’interno delle collezioni regionali. Filo conduttore, il tema del viaggio in Italia, che per oltre due secoli vide i viaggiatori italiani e stranieri alla scoperta delle bellezze artistiche, archeologiche e paesaggistiche del nostro paese. Partendo dalle fotografie tardo-ottocentesche dell’Arco d’Augusto, della Porta Prætoria e del Teatro Romano dell’antica Augusta, oggi Aosta, conservate negli archivi Alinari, il visitatore può ripercorrere le tappe fondamentali del Grand Tour viaggiando da nord a sud, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, attraverso il Piemonte e la Toscana, fino a Roma e alla Campania per arrivare alle ricchezze archeologiche della Magna Grecia. Un percorso che, oggi come in passato, svela un invito a viaggiare per l’Italia, non solo per visitare le sue città, ma per osservare con occhi bene aperti i suoi cento paesaggi, comprenderli al di là delle pure apparenze e amare insieme l’opera della natura e quella degli uomini, unite a foggiare il volto così multiforme e mirabile al nostro paese. Una sezione della mostra presenterà disegni, stampe e dipinti che illustrano il tema del Grand Tour in relazione alla Valle d’Aosta e soprattutto ai viaggiatori inglesi, che tanto amarono questa regione. Il curatore dell’esposizione è Angelo Maggi, docente di Storia della fotografia presso l’Università di Venezia, con numerose esperienze a livello internazionale nell’ideazione e organizzazione di mostre e collaboratore di musei e Istituti Italiani di Cultura in Gran Bretagna. L’esposizione sarà corredata da un catalogo bilingue italiano–francese edito da Alinari. Per informazioni: Museo Archeologico Regionale: tel. 0165. 275902 Internet: www. Regione. Vda. It .  
   
   
A COTIGNOLA (RA) UNA MOSTRA DEDICATA A LUIGI VAROLI, IL PITTORE CHE SALVÒ GLI EBREI, NEL CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SUA SCOMPARSA  
 
 Bologna - Domenica 14 dicembre a Cotignola, è stata inaugurata una grande mostra dedicata a Luigi Varoli (1889-1958) nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario della scomparsa. L’esposizione resterà aperta fino al 15 febbraio 2009. Ben quattro le sedi espositive previste con altrettante sezioni tematiche, per offrire al pubblico non solamente un’esauriente antologia dell’attività di Varoli in campo artistico, ma per raccontare anche la storia di uomini e donne che negli anni 1943-45 incrociarono i propri destini a Cotignola intorno alla figura del maestro ed a quella di Vittorio Zanzi, l’ideatore ed organizzatore della “rete dell’ospitalità”, che offrì rifugio ad ebrei, ricercati politici, partigiani feriti e braccati dai fascisti, sfollati, evasi dai campi di prigionia e di concentramento tedeschi. Grazie all’attività di Zanzi e di Varoli, tanti furono gli ebrei salvati dalla Shoah, come i Muggia, gli Oppenheim, i Lopes-pegna, Ada e Guido Ottolenghi e i loro tre figli. Cinque anni or sono, da parte dello Stato di Israele e del Museo Yad Vashem di Gerusalemme è stato conferito “in memoriam” a Luigi Varoli, assieme alla moglie Anna, il titolo di “Giusto fra le Nazioni”. Oltre sessanta sono le opere in mostra per rendere omaggio a Varoli. Dipinti, disegni, sculture, eseguiti dagli anni Venti alla metà degli anni Cinquanta, per lo più inediti o poco conosciuti, ripropongono all’attenzione del pubblico un artista ed educatore artistico che ha profondamente inciso nella cultura figurativa romagnola della prima metà del ‘900, con la sua creatività eclettica, carica di sentimento e di coscienza morale. La mostra Luigi Varoli (1889-1958), un maestro nel Novecento è stata promossa dal Comune di Cotignola e realizzata in collaborazione con l’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-romagna. Il catalogo della mostra (Editrice Compositori, Bologna), curato da Orlando Piraccini, con testi di Federica Francesconi, Aldo Savini, Raffaella Zama e dello stesso Piraccini, propone un “regesto” di quasi seicento opere varoliane, primo passo per un’archiviazione generale della vastissima produzione dell’artista romagnolo. Sedi e sezioni espositive: Palazzo Sforza- Museo Varoli: Antologia varoliana. Ritrovamenti e novità - Casa Varoli: Nel segno di Varoli. Lo studio e la scuola - Chiesa del Pio Suffragio: Luigi Varoli “Giusto tra le Nazioni” - Casa Vassura: I bambini, la Scuola Arti e Mestieri, Cotignola e Varoli .  
   
   
SAN MAURO PASCOLI SALUTA IL 2008  
 
San Mauro Pascoli (Fc) nei giorni 20, 21, 23, 24, 25, 27, 28 dicembre e 1, 3, 4, 6 gennaio ospiterà una rassegna di spettacoli, musica e poesia dedicata ai bambini e a vari argomenti d´attualità. Info: Tel: 0541. 933656 - biblioteca@comune. Sanmauropascoli. Fc. It .