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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 25 Marzo 2009 |
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Politica |
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GORDON BROWN AL PARLAMENTO EUROPEO: UNA RISPOSTA GLOBALE A UNA CRISI GLOBALE SOTTOLINEATO IL RUOLO DA LEADER CHE DEVE PRENDERE L´UE |
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Strasburgo, 25 marzo 2009 - Presentando i temi che saranno discussi al G20 di Londra, il Primo Ministro britannico, Gordon Brown, ha sottolineato il ruolo da leader che deve prendere l´Ue per rispondere alla crisi globale con una soluzione globale, inclusa la lotta ai paradisi fiscali, senza tralasciare la lotta ai cambiamenti climatici e il sostegno ai paesi più poveri del pianeta. I leader dei maggiori gruppi hanno accolto con favore il suo intervento, mentre gli altri non hanno lesinato critiche. Nell´aprire il dibattito, il Presidente Pöttering ha sottolineato come il prossimo G20 di Londra offra l´opportunità ai leader mondiali di collaborare a un obiettivo comune che consenta l´immediato ripristino della stabilità economica e una ripresa a lungo termine. Il vertice, ha proseguito, dovrà accordarsi sulle politiche macroeconomiche e sulle strutture regolamentari che possono farci uscire dall´attuale crisi e instaurare un migliore e più sostenibile quadro per il futuro. Dichiarazione del Primo ministro britannico - Il Primo ministro britannico, Gordon Brown, ha ricordato che «oggi possiamo godere di un´Europa di pace e unità che sarà correttamente annoverata tra i migliori traguardi umani raggiunti e che rappresenta un faro di speranza per il mondo intero». Nessuno, ha aggiunto, può mettere in dubbio che «oggi, dopo tanti anni di cooperazione e pace, siamo più forti e al sicuro insieme di quanto lo fossimo mai stati separatamente». Ha anche affermato che ora «non ci sono una vecchia e una nuova Europa, bensì una sola Europa, che è la nostra casa». Si è quindi detto orgoglioso di come la Gran Bretagna sia un paese «non sulla scia dell´Europa ma decisamente nella sua corrente principale» e si è rallegrato della ratifica del trattato di Lisbona da parte del parlamento britannico. In Europa, ha proseguito, siamo al posto giusto per condurre il mondo contro le sfide della globalizzazione, in quanto abbiamo raggiunto «il più importante e grande mercato unico mondiale», «la più ampia struttura di protezione ambientale», «il più grande programma di aiuti nel mondo» e «la più ampia struttura di protezione sociale mondiale». Sottolineando poi che «tutta la nostra esperienza a livello di Unione europea ci ha insegnato che la libertà, il progresso economico e la giustizia sociale o avanzano insieme oppure non avanzano per nulla», ha rilevato che «il benessere ha poco valore se va solo a vantaggio dei più abbienti». Ha quindi espresso il desiderio di discutere su come l´applicazione di questi valori potrebbe aiutare l´Europa e il mondo nelle «quattro grandi sfide della globalizzazione»: instabilità finanziaria, degradazione ambientale, estremismo e le minacce per la sicurezza nonché l´aumento della povertà nel mondo. «Il nostro sistema economico globale non si è solamente sviluppato ma è stato distorto in maniera contraria ai valori che proclamiamo e sosteniamo in altri ambiti delle nostre vite», ha aggiunto, osservando come la globalizzazione non abbia solo varcato i confini nazionali, ma anche «le nostre frontiere morali». Occorre pertanto portare nel mercato i valori quali l´onestà, la responsabilità, la correttezza e il valore del duro lavoro - «virtù che non vengono dal mercato, bensì dal cuore». Ha poi auspicato che l´Europa si assuma un ruolo centrale nella sostituzioni del «Washington Consensus» con «un nuovo consensus per la nostra epoca». Respingendo il protezionismo in quanto rappresenta «la politica del disfattismo, del ritiro e del timore e, in definitiva, non protegge affatto», ha rilevato la necessità di introdurre cambiamenti nei sistemi bancari mondiali, cooperare nella creazione di standard globali per la regolamentazione finanziaria e immettere risorse nell´economia per sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro. Ma ha anche chiesto «la fine dei paradisi fiscali», sostenendo che le nuove regole andranno applicate «a tutte le banche, dovunque e sempre, senza opt-out per il sistema bancario ombra e senza rifugi da nessuna parte del mondo per gli evasori fiscali». Ha poi rilevato che ogni stimolo fiscale e monetario all´economia «può raddoppiare l´efficacia in ogni paese se adottato da tutti». A suo parere, al contempo occorre prendere urgenti e ampie misure per «costruire una ripresa a basso carbonio e rendere sostenibili le nostre economie attraverso investimenti nell´efficienza energetica, l´espansione delle fonti rinnovabili e dell´energia nucleare, la cattura del carbonio, lo sviluppo di reti intelligenti e la commercializzazione di veicoli elettrici e con basse emissioni di carbonio». Assicurando che i paesi dell´Europa centrale ed orientale non saranno abbandonati nel momento del bisogno, ha auspicato una riforma del Fondo Monetario Internazionale in cui siano maggiormente rappresentati i paesi emergenti e che sia dotato del doppio delle risorse attuali per poter aiutare i paesi che affrontano difficoltà. Inoltre, l´Fmi non dovrà solo reagire alle crisi, bensì prevenirle. La necessità di mantenere l´aiuto ai paesi più poveri è stato uno degli altri temi affrontati dal Primo ministro, il quale ha sottolineato come milioni di bambini stiano morendo a causa della crisi mondiale. Ha quindi ripetuto il suo ben noto appello al mondo affinché «la povertà appartenga al passato». Infine, ha sottolineato l´importanza della cooperazione Ue-usa su tutti i fronti (inclusi clima, sviluppo, Medio oriente, lotta al terrorismo, riduzione degli arsenali nucleari, ecc. ), affermando che i risultati di tale cooperazione sarebbero «più lavoro, più affari, più commercio, in quanto insieme possiamo affrontare le più grandi sfide del nostro tempo». Dichiarazione della Commissione José Manuel Barroso ha anzitutto rilevato che il G20 di Londra rappresenterà una pietra miliare della risposta globale alla crisi globale, dicendosi sicuro che sarà coronato dal successo. Ha quindi ricordato che l´iniziativa per una risposta internazionale coordinata è stata presa dall´Ue e che, pertanto, sull´Unione grava «una particolare responsabilità» nel processo del G20. Il Presidente ha anche sottolineato che, a Londra, l´Unione si presenterà unita e «con un messaggio comune». Si attenderà risultati concreti quanto allo «stimolo dell´economia mondiale e alla regolazione di tutti gli attori finanziari, dalle banche agli hedge funds, fino a nuove norme sulle agenzie di rating». Ha infatti sottolineato che è necessario sia stimolare l´economia sia migliorare la normativa, «respingendo tutte le forme di nazionalismo e protezionismo economico» e fornendo il sostegno ai paesi in via di sviluppo. Più in particolare, a suo parere occorre sostenere la domanda. In proposito, ha rilevato che se l´Ue ha già fornito uno sforzo fiscale vicino al 4% del Pil, occorre ora attuare vigorosamente il piano di ripresa economica, al fine di riattivare i crediti, garantire l´occupazione, migliorare la formazione professionale, nonché continuare a investire nella produttività e la competitività. Riguardo ai mercati finanziari, il Presidente ha affermato che «nessun prodotto finanziario, nessuna istituzione e nessun mercato dovrà essere esentato dalla regolamentazione». Abbiamo bisogno di regole «affinché i mercati funzionino meglio finanziando posti di lavoro e investimenti». Solo così, ha precisato, «si potrà ripristinare la fiducia» e, in tale ottica, «l´etica dei sistemi finanziari è una precondizione». Al riguardo, ha citato le prossime iniziative della Commissione riguardo agli hedge funds e alle private equity, nonché a un sistema di supervisione europeo. Ha poi sottolineato la necessità di definire regole globali e, in tale quadro, di collaborare con gli Usa. L´occupazione, ha proseguito Barroso, «è la priorità numero uno» e, in proposito, ha ricordato che a maggio si terrà un Vertice dedicato a questo tema volto a far emergere idee, fondi e azioni in questo senso. Interventi in nome dei gruppi politici Per Joseph Daul (Ppe/de, Fr), la prima lezione da trarre dalla crisi è che «le economie sono ora talmente interconnesse che delle soluzioni nazionali sono diventate impensabili». Le difficoltà venute dagli Usa, a causa dell´assenza di regole, «si sono propagate a macchia d´olio», ha aggiunto. L´europa deve quindi parlare con una sola voce per difendere i suoi interessi comuni e anche «essere abbastanza forte per trascinare le economie regionali verso una nuova crescita». Accennando a quanto fatto dall´Ue, con l´impulso di Sarkozy, per «rimettere ordine nel sistema finanziario che ha perso la bussola», ha rilevato che «solidarietà e responsabilità sono due principi importanti dell´Europa» e che, pertanto, occorre essere pronti ad aiutare gli Stati membri che affrontano maggiori difficoltà. Anticipando gli appelli della sinistra a favore di una maggiore Europa sociale e una maggiore protezione, il leader popolare ha sottolineato che «questi slogan semplicisti - che consistono nello spendere soldi che non si hanno - sono gli stessi che hanno portato al fallimento delle politiche degli anni ´80 in molti paesi europei». Ha poi posto in luce che «è questa economia di mercato che ha aumentato del 40% il reddito medio dei cittadini negli ultimi 40 anni», mentre dall´altra parte del muro di Berlino «i popoli hanno conosciuto la sorte che conosciamo». Sostenere le banche «è stato necessario», ha proseguito, «ma non è sufficiente». La nostra preoccupazione, ha spiegato, «deve essere la solidarietà verso coloro che perdono il posto di lavoro e che hanno difficoltà alla fine del mese». Ed è solo con la crescita, dando agli imprenditori l´ambiente economico e fiscale adatto, «che si potranno ritrovare la fiducia e i posti di lavoro». In tale contesto, ha rilevato che il programma europeo di 400 miliardi «ci aiuterà a sormontare la crisi, permetterà di generare nuovi investimenti, rafforzerà la domanda e, di conseguenza, sosterrà la crescita e creerà occupazione». Inoltre, il mercato unico rappresenta un´importante leva, «mentre il protezionismo non potrà che aggravare la situazione». Per questo, ha detto rivolgendosi al Primo ministro britannico, «bisogna evitare di avallare slogan quali "posti di lavoro britannici per lavoratori britannici"». E, in proposito, ha affermato di aver fiducia nella Commissione «affinché sia garantito alle imprese di poter operare in un mercato libero e leale». Ha poi concluso sostenendo che la priorità deve essere di «istituire una nuova architettura finanziaria globale, con maggiore stabilità, supervisione e, soprattutto, trasparenza» Martin Schulz (Pse, De) ha sottoscritto appieno il discorso del Primo Ministro, sottolineando come sia stato «coraggioso» e abbia fornito «una descrizione brillante delle necessità dei nostri tempi». Ha poi aggiunto che «il minimo che ci si possa aspettare da un presidente di un gruppo politico del Parlamento europeo è che conosca la differenza tra protezionismo e protezione sociale», osservando come il Presidente Sarkozy «sappia forse qualcosa sul protezionismo, ma non sappia niente della protezione sociale». A suo parere, il fatto che il Primo Ministro Brown abbia deciso di presentare all´Aula l´agenda del G20 dimostra che il Parlamento europeo è ora un vero forum di politica internazionale e multinazionale. Il leader socialdemocratico ha poi aggiunto che «non è stata l´ingordigia a essere decisiva, bensì il modo in cui il sistema ha consentito all´ingordigia di espandersi» e, ora, «il radicalismo liberale ha fallito. Occorrono quindi regole mondiali sui mercati finanziaria e sui paradisi fiscali. Nel sottolineare poi l´importanza di garantire la solidarietà tra gli Stati e tra le persone, ha affermato che i nuovi Stati membri devono poter contare sugli altri. Ha anche auspicato che le rinnovate relazioni con gli Usa aprano la porta alla solidarietà, ammonendo che «chiunque tenti di contrapporre la politica ambientale a quella economica farà un grave errore», visto il potenziale di creazione di posti di lavoro delle misure volte a mitigare il cambiamento climatico. Infine, rivolgendosi a Gordon Brown, ha affermato: «tanto più la destra lotterà contro questi principi, tanto più saprà che sta sulla buona strada». Graham Watson (Alde/adle, Uk) ha affermato che «per il G20 avete delineato una grande agenda che spazia dalla lotta alla povertà nel mondo, al disarmo nucleare, alla pace in Medio Oriente e vi auguro di avere successo». «Le opportunità di lavorare con l´Amministrazione Obama non dovrebbero essere invalidate da una guerra verbale transatlantica. So che condividiamo quella visione, ma l´America mantiene il suo attaccamento a una regolamentazione minima e la realtà di questa recessione mostra che quelli che hanno ostinatamente ignorato la "bad practice" sono quelli che ora soffrono di più. Inoltre, ha rilevato la necessità di «un´economia nuova e sostenibile che sia custodita in un contratto sociale globale. «L´era dei soldi facili è finita», ha concluso. Brian Crowley (Uen, Ie) ha affermato che, nonostante la crisi finanziaria globale, «non possiamo dimenticare i successi degli ultimi quindici anni». A suo parere, infatti, vi è la necessità di costruire un sistema finanziario basato sui «successi del passato e il riconoscimento dei fallimenti, assicurandoci che si possa tracciare un ambizioso programma per il futuro». Il nuovo sistema finanziario dovrebbe innanzitutto garantire «cose migliori per gli individui, non per i mercati». Monica Frassoni (Verdi/ale, It), in inglese, si è rallegrata della presenza del Primo Ministro, «tenuto conto della poca considerazione che egli ha attribuito per lungo tempo all´Ue e al Parlamento europeo». Si quindi detta fiduciosa che, in seguito, «annuncerà la fine di un paio di opt-out se non addirittura l´entrata del Regno Unito nell´euro». Tuttavia, ha ricordato che il suo governo «era dalla parte sbagliata riguardo a molti dei temi citati - riforme democratiche, questioni sociali, direttiva sull´orario di lavoro e tasse». Continuando in italiano, la leader dei Verdi ha sottolineato che Gordon Brown - con un buon numero di colleghi e con il Presidente Barroso - «è responsabile del fatto che l´Unione europea non dispone degli strumenti di regolamentazione finanziaria e delle politiche fiscali e di bilancio che oggi sarebbero così preziose per permetterci di affrontare la crisi. » È bene ricordarselo, ha insistito, «perché quando si vuole essere credibili nel proporre soluzioni è buona creanza ammettere che prima si era sbagliato». In proposito, ha messo in dubbio la credibilità della «crociata» contro i paradisi fiscali, sostenendo che occorre «smettere di pensare che non è possibile limitare la libera circolazione dei capitali, che non si possono ridirigere in modo virtuoso i milioni di euro sprecati in speculazioni». Ha poi aggiunto che «dobbiamo fermare, non regolare l´azione dei fondi speculativi, e riportare le banche a fare quello per cui sono state inventate in Toscana molti secoli fa: finanziare l´economia reale». A suo parere, non basta quindi rafforzare la sorveglianza dei mercati, ma occorre «ridurre il rendimento di coloro che speculano e ricordarsi che la mafia, oggi, ha a disposizione 120 miliardi di euro nei forzieri dei paradisi fiscali». Inoltre, è necessario «puntare decisamente sulla doppia dichiarazione e sulla doppia trasparenza: chi deposita denaro in un altro paese lo deve dichiarare, mentre le banche che ricevono depositi li devono dichiarare». Rimproverando poi al Primo ministro di aver «speso delle parole forti e commoventi» ma di aver formulato «poche proposte concrete», ha sottolineato che nel Regno Unito solo il 7% degli investimenti vanno a investimenti verdi, mentre la Corea del Sud e la Cina e perfino gli Stati Uniti stanno correndo ad una velocità che le nostre belle parole non potranno coprire». Ha poi rilevato che il Consiglio europeo non si è trovato d´accordo su un fondo per il clima per i paesi in via di sviluppo, nonostante sia evidente che «senza un impegno finanziario importante, Copenaghen è destinato all´insuccesso e con Copenaghen anche le nostre ambizioni di governare i cambiamenti climatici». Ha quindi concluso affermando: «Nice speech, mister Brown, but what are you ready to do, really?». Condannando «una volta per tutte» il modello al di là del muro di Berlino, Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) ha sottolineato che, in tale contesto, «la tentazione era troppo forte di allentare le briglie a un capitalismo senza limiti», come ha fatto l´Ue. I padri di questo nuovo modello e i loro successori, ha aggiunto, «sono stati superati da una creatura diventata indomabile». Ma per uscire da una crisi «così esistenziale» occorre prima rimettersi in causa. In proposito, ha citato la soddisfazione di Barroso dopo il Consiglio europeo e l´affermazione di Silvio Berlusconi secondo cui l´Ue "è un corpo sano attaccato da un virus". Le rare autocritiche, ha invece rilevato, sono venute dal mondo economico. Ha però riconosciuto che il Primo Ministro britannico ha fatto un accenno di mea culpa sul proprio atteggiamento durante la crisi asiatica di dieci anni orsono. A suo parere, «il dogma applicato nel corso degli ultimi vent´anni ha fallito in maniera spettacolare». Per tale motivo «coloro che hanno pomposamente annunciato il G20 come un nuovo Bretton Woods dove si rifonderebbe il capitalismo, o anche lo si moralizzerebbe, hanno ingannato i nostri concittadini». Ha quindi concluso avallando lo slogan scelto da un sindacato per una manifestazione a Londra: "mettere prima la gente". Nigel Farage (Ind/dem, Uk) ha accusato Brown di non aver tenuto fede alla promessa di indire un referendum sul trattato di Lisbona, affermando che così ha «svalutato la democrazia». Ha poi sottolineato che «una chiara maggioranza degli inglesi chiede che si istaurino buone relazioni e il libero commercio con l´Unione europea, ma non desidera far parte di questa unione politica». Ha infine invitato gli europei a decidere del proprio destino, piuttosto che ciò sia fatto «da parlamenti come questo o come Westminster». Replica del Primo ministro britannico - A conclusione del dibattito, il Primo ministro britannico ha sottolineato tre punti. Innanzitutto, «è importante che il mondo faccia fronte comune contro questa crisi» e l´Europa ha già mostrato la via con alcune misure pratiche. In secondo luogo, la cooperazione globale deve riguardare non soltanto gli istituti bancari ma anche la politica fiscale e il commercio: «abbiamo bisogno che il commercio globale sia libero e imparziale». Infine, «per giungere a soluzioni globali su problemi globali ci vogliono solide istituzioni globali». Da ultimo, rilevando che il mondo è cambiato da quanto le attuali strutture mondiali furono istituite negli anni ´40, ha sottolineato che la lezione da trarre da questa crisi è che «in un´economia globale, i problemi sono globali e richiedono soluzioni globali e ciò richiede di modellare istituzioni globali». E l´Europa deve prenda la guida nella revisione del sistema. . |
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PARLAMENTO EUROPEO: UN QUADRO EUROPEO PER PROMUOVERE IL MICROCREDITO OCCORRE UN QUADRO UE PER GLI ISTITUTI MICROFINANZIARI NON BANCARI |
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Strasburgo, 25 marzo 2009 - Il Parlamento europeo chiede alla Commissione di presentare proposte legislative volte ad agevolare l´erogazione di microcrediti alle imprese in crisi di liquidità e alle persone svantaggiate (immigrati, minoranze, precari e donne) per promuovere il lavoro autonomo. Al contempo occorre un quadro Ue per gli istituti microfinanziari non bancari, far sì che le norme antiriciclaggio non ostacolino i microcrediti a chi è senza documenti e adeguare le regole sulla concorrenza. Nell´ue vi è una domanda potenziale significativa per il microcredito «che non è ancora stata soddisfatta». E´ quanto afferma la relazione di Zsolt Becsey (Ppe/de, Hu) che, approvata con 574 voti favorevoli, 23 contrari e 12 astensioni, chiede alla Commissione di presentare una o più proposte legislative in materia sulla base di raccomandazioni particolareggiate. Anche perché l’attuale crisi finanziaria e le sue possibili ripercussioni sull’economia nel suo insieme «mostrano gli inconvenienti dei prodotti finanziari complessi» e la necessità di esaminare vie «per migliorare l’efficienza e porre in essere ogni possibile canale di finanziamento quando le imprese hanno un accesso ridotto al capitale causato dalla crisi di liquidità». La Commissione definisce attualmente come microcredito un prestito di importo pari o inferiore a 25. 000 euro, mentre la raccomandazione 2003/361/Ce stabilisce che una microimpresa è un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a 2. 000. 000 di euro. Per i deputati, queste definizioni «non sembrano pertinenti per tutti i mercati nazionali e non consentono di stabilire una chiara distinzione tra microcrediti e microprestiti alle microimprese, microcredito per i mutuatari non bancabili e microcredito per le microimprese bancabili». Finanziamento Ue, soprattutto ai più svantaggiati - Il Parlamento suggerisce il finanziamento o cofinanziamento di una serie di progetti, purché lo scopo specifico sia di promuovere la disponibilità di microcredito per tutte le persone e le imprese che non abbiano accesso diretto al credito, quali gruppi bersaglio svantaggiati (comunità rom, immigrati, persone che vivono in aree rurali svantaggiate, persone che si trovano in situazioni di lavoro precario e donne). Questi progetti, più in particolare, dovrebbero riguardare il rilascio di garanzie per gli erogatori di microcredito da parte di fondi nazionali o dell’Ue, la prestazione di servizi aggiuntivi per i beneficiari di microcredito che includa una formazione mirata obbligatoria finanziata mediante i Fondi strutturali e lo scambio delle migliori pratiche di gestione. I progetti potrebbero anche consistere nella creazione di un sito web in cui i potenziali beneficiari di microcredito possano presentare i propri progetti a coloro che sono disposti a prestare denaro per sostenerli e di un database comunitario che includa le informazioni creditizie sia positive che negative riguardanti i beneficiari di microcredito. Al fine di evitare sovrapposizioni, i deputati precisano che la Commissione dovrebbe designare un´unica entità di coordinamento che riunisca tutte le attività finanziarie Ue connesse al microcredito e finanziare o cofinanziare solo i progetti associati al mantenimento dei diritti di sicurezza sociale quali l´assegno di disoccupazione e l´aiuto al reddito. Un quadro comunitario armonizzato per gli istituti microfinanziari non bancari - Il Parlamento suggerisce alla Commissione di proporre atti legislativi che forniscano un quadro a livello europeo per gli istituti microfinanziari (Mfi) bancari e non bancari. Per quanto riguarda questi ultimi, il quadro dovrebbe includere una chiara definizione di erogatori di microcredito, «che stabilisca che questi non accettano depositi e non si possono pertanto considerare istituzioni finanziarie ai sensi della direttiva sui requisiti di capitale», la capacità di condurre esclusivamente attività di erogazione di credito e di concedere nuovamente crediti, nonché regole armonizzate e basate su criteri di rischio per quanto concerne l´autorizzazione, la registrazione, la comunicazione di informazioni e la vigilanza prudenziale. Le norme antiriciclaggio non ostacolino i microcrediti a chi è senza carta d´identità - Per i deputati, in sede di revisione della direttiva relativa alla prevenzione dell´uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo (2005/60/Ce), la Commissione dovrebbe assicurare che le disposizioni ivi contenute «non siano d´ostacolo nell´accesso al microcredito a quelle persone che non dispongano di un indirizzo permanente o di documenti d´identità personali». Occorrerebbe quindi prevedere «una deroga speciale alle disposizioni riguardanti gli obblighi di diligenza nei confronti della clientela». Regole di concorrenza più adeguate - Il Parlamento chiede alla Commissione di prevedere, in sede di revisione delle norme sugli aiuti "de minimis", la differenziazione dei limiti degli aiuti "de minimis" fra uno Stato membro e l´altro allorché si tratta di supporto finanziario per gli erogatori di microcredito, l´abolizione della discriminazione nella concessione di aiuti "de minimis" alle imprese del settore agricolo, se l´aiuto viene concesso nel quadro del microcredito, nonché la riduzione degli oneri amministrativi se l´aiuto viene concesso nel quadro del microcredito. Dovrebbe inoltre sancire in diritto che il ruolo svolto dagli erogatori di microcredito non bancari, e se del caso il sostegno pubblico che tali istituzioni ricevono, «sono in linea con le regole comunitarie di concorrenza» e applicare norme che consentano un trattamento preferenziale ai beni e servizi forniti dai beneficiari di microcredito nelle procedure pubbliche di appalto. Sensibilizzazione in materia di microcredito - Il Parlamento chiede alla Commissione di prevedere l´introduzione del concetto di microcredito nelle statistiche e nella legislazione attinenti alle istituzioni finanziarie, elaborare una strategia di comunicazione allo scopo di promuovere il lavoro autonomo come alternativa al salariato, «in particolare come modo di sfuggire alla disoccupazione per le categorie svantaggiate di destinatari» e vagliare, alla luce della recente crisi dei subprime, i vantaggi e gli svantaggi delle forme dirette di microcredito rispetto agli strumenti di credito cartolarizzato. Infine, gli Stati membri dovrebbero poter applicare un meccanismo capace di «escludere tassi d’interesse eccezionalmente elevati». . |
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PARLAMENTO EUROPEO: RIMUOVERE GLI OSTACOLI A UNA POLITICA DI COESIONE EFFICACE |
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Strasburgo, 25 marzo 2009 - Eccessiva burocrazia, regolamentazioni complesse, insufficiente capacità amministrativa e coordinamento inadeguato. Sono questi i principali ostacoli presi di mira dal Parlamento poiché impediscono alle politiche di coesione di superare le sfide che devono affrontare le regioni europee, escludendo o demotivando i potenziali beneficiari dei fondi Ue. Propone quindi dettagliate raccomandazioni volte a superare questi ostacoli, individuare le buone prassi e condividerle. Approvando con 585 voti favorevoli, 35 contrari e 42X astensioni la relazione di Constanze Krehl (Pse, De), il Parlamento sottolinea che la politica di coesione costituisce «un pilastro fondamentale nel processo d’integrazione europea», dato il suo ruolo nel promuovere la coesione sociale, economica e territoriale dell´Ue e lo sviluppo delle sue 268 regioni, attraverso la riduzione dei deficit, delle disparità di sviluppo e il miglioramento della vita dei cittadini dell´Ue. Nell´osservare che le regioni dell´Unione devono affrontare sfide molto simili, il Parlamento rileva che la politica di coesione non è in grado di sviluppare appieno il proprio potenziale per superarle poiché gli eventuali richiedenti, per accedere al sostegno dei Fondi strutturali dell’Ue, «si trovano di fronte a grossi ostacoli». Tra questi, cita l´eccessiva burocrazia, le regolamentazioni troppo numerose e complesse, le frequenti modifiche dei criteri di ammissibilità e della documentazione richiesta dagli Stati membri, la mancanza di trasparenza dei processi decisionali e dei regimi di cofinanziamento e ritardi nei pagamenti. Inoltre, i potenziali beneficiari devono confrontarsi con un´amministrazione centrale «lenta e macchinosa» negli Stati membri, l´insufficiente capacità amministrativa decentrata e la diversità dei modelli di amministrazione regionale, l´inadeguatezza dei meccanismi di coordinamento interregionale e, infine, l´assenza di un sistema funzionante di cooperazione fra autorità nazionali, regionali e locali. Il Parlamento rileva quindi la necessità di semplificare le procedure per l´attuazione di progetti e programmi nel quadro dei Fondi strutturali, specialmente per quanto riguarda i sistemi di gestione e di controllo, e formula dettagliate raccomandazioni per eliminare gli ostacoli succitati e individuare e condividere le migliori prassi. Eliminare gli ostacoli - Allo scopo di eliminare gli ostacoli citati, il Parlamento esorta la Commissione ad assumere una serie di iniziative, come l´impostazione a lungo termine di criteri di valutazione dei progetti cofinanziati dai Fondi strutturali dell’Unione europea e lo sviluppo di criteri di valutazione specifici per i progetti innovativi, ammettendo un margine di errore più ampio anziché valutarli con gli stessi criteri applicati ad altri tipi di progetti. Per i deputati occorre inoltre ridurre dagli attuali dieci a tre anni la durata massima dell’obbligo di conservare la documentazione relativa a un progetto e semplificare il sistema dei controlli, cercando di introdurre un sistema di controllo unico. E´ anche necessario adattare le norme in materia di appalti pubblici in modo da semplificarle e armonizzarle, nonché coordinare con gli Stati membri le disposizioni sull´ammissibilità delle spese. Il Parlamento chiede poi di assicurare in maggior misura gli anticipi ai beneficiari, rendere più flessibili i programmi di assistenza tecnica, alleviare gli oneri amministrativi creati da questi progetti e limitarli in proporzione alle loro dimensioni, nonché semplificare, chiarire ed accelerare l´iter dei progetti e renderli maggiormente orientati ai risultati. Individuare e condividere le migliori prassi - Il Parlamento suggerisce alla Commissione di definire criteri specifici che permettano di distinguere le buone pratiche nel quadro della politica di coesione. In tale ambito, raccomanda di tenere in conto alcuni elementi, quali la qualità del progetto, il suo carattere innovativo, l´uso efficace delle risorse e il rispetto dei tempi e delle modalità di attuazione prestabilite. Nell´individuare le migliori prassi è anche necessario considerare la sostenibilità della misura in questione, l´approccio integrato fra le politiche settoriali e territoriali dell´Ue, l´impulso significativo per la regione o per l´intera Ue, l´impatto sull´occupazione e i vantaggi per le Pmi, nonché la trasferibilità del progetto in altre regioni e il suo impatto positivo sulla società nel suo complesso. Raccomanda inoltre che si prendano in considerazione una serie di fattori supplementari per identificare le migliori prassi di alcuni settori tra cui Ricerca e Sviluppo, tutela dell´ambiente, sviluppo urbano integrato, capitale umano, creazione di posti di lavoro, apprendimento permanente, partenariato pubblico-privato, ecc. Consapevole tuttavia della difficoltà per un progetto di rispondere contemporaneamente a tutti i criteri elencati, il Parlamento chiede alla Commissione di redigere un elenco di tali parametri in ordine di priorità, «in modo da facilitare la designazione dei programmi più meritevoli come migliori prassi». I deputati affermano che, nonostante la diffusione delle migliori prassi presso la generalità del pubblico sia importante, i tentativi di introdurre tale pratica nella politica regionale dell´Ue dovrebbero rivolgersi «soprattutto alle autorità di gestione, guidandole nell´elaborazione delle norme che disciplinano l´accesso alle risorse strutturali, in modo tale che gli scambi di informazioni e di esperienze possano contribuire a migliorare la qualità dei progetti . Permettendo di scegliere interventi più efficaci e mirati». A tal fine suggeriscono alla Commissione di organizzare e coordinare lo scambio di migliori prassi attraverso una rete di regioni, e creare un sito web pubblico contenente informazioni sui progetti in tutte le lingue della Comunità, per consentire a tutti gli attori che partecipano alla politica di coesione di usufruire delle esperienze altrui. Raccomandano infine di istituire un ufficio specifico nell´ambito della Dg Politica Regionale, che in collaborazione con questa rete, organizzi la valutazione, la raccolta e lo scambio delle buone pratiche. . |
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UE, G. PITTELLA: PRIMO PASSO VERSO REGOLAMENTAZIONE RATING |
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Potenza, 25 marzo 2009 - "Il Regolamento comunitario sulle agenzie di rating rappresenta un importante banco di prova per il Parlamento europeo che ha il dovere di lanciare segnali chiari ai cittadini prevedendo regole stringenti per un settore che ha dimostrato gravi lacune ed inefficienze contribuendo all´aggravarsi della crisi. Il primo voto della commissione Economica del Parlamento europeo va in questa direzione”. Lo dichiara in un comunicato l’europarlamentare Gianni Pittella, relatore ombra per il Gruppo Socialista sul Regolamento agenzie di rating. “Il contributo del Gruppo socialista – continua Pittella - ha riguardato in particolare 4 elementi: la previsione nel testo della responsabilità civile per le agenzie in caso di pregiudizio arrecato agli investitori; l´allargamento del campo di applicazione del Regolamento, rispetto all´originaria proposta della Commissione europea, a tutti i rating emessi e non soltanto per quelli utilizzati a ´fini regolamentari´; l´indicazione del Cesr, il Comitato europeo dei regolatori nazionali, come organo a cui affidare la registrazione e la vigilanza della agenzie di rating; la previsione di una doppia valvola di sicurezza per i rating emessi da agenzie stabilite in paesi terzi che, per essere utilizzabili, dovranno provenire da legislazioni considerate equivalenti ed essere ulteriormente approvati da un agenzia stabilita in Europa. La Commissione Economica, bocciando la linea dei deputati che spingevano per una normativa più ´blanda´, ha dimostrato, in materia di vigilanza, di seguire le ambiziose indicazioni del Gruppo de La Rosière, ed in termini di trasparenza ed efficacia delle agenzie, di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini. Adesso – conclude Gianni Pittella - inizia una delicata fase di negoziato con il Consiglio. L´auspicio è che si possa arrivare a un accordo in prima lettura a patto che non siano stravolte le proposte venute fuori dal voto di ieri che rispondono alla volontà di voler offrire una regolamentazione incisiva e coerente. " . |
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LA COOPERAZIONE DEVE PORTARE A UNA EUROREGIONE MEDITERRANEA A LIVORNO LA CONSULTA DEL MARE SUL PROGRAMMA OPERATIVO TRANSFRONTALIERO |
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Livorno, 25 marzo 2009 - Riflettori puntati sul Programma operativo transfrontaliero Italia–francia marittimo, al centro della riunione della Consulta del mare che si è svolta ieri a Livorno, presso il museo di storia naturale del Mediterraneo, con la partecipazione degli assessori regionali Toschi (cooperazione internazionale) e Bertolucci (Bilancio e politiche del mare). Presentando il programma operativo transfrontaliero l’assessore Massimo Toschi ha sottolineato l’importanza della cooperazione fra territori europei «che va consolidata come fatto culturale e politico, costruendo una rete di relazioni che prefiguri una “euroregione”. L’obiettivo è quello di allargare in prospettiva la cooperazione al bacino del Mediterraneo e verso la costa Nord dell’Africa». Nell’elaborazione del programma, ha evidenziato Toschi, «si è sviluppato un nuovo approccio culturale, caratterizzato dalla creazione di una grande rete che coinvolge le regioni, le province ed i comuni dell’area». Nel corso dell´incontro «c’è stato un proficuo confronto – ha commentato l´assessore Giuseppe Bertolucci - sulle opportunità offerte ai singoli territori in uno spirito non localistico mantenendo come obiettivo generale il rafforzamento dei partenariati per uno sviluppo territoriale omogeneo. In questo percorso la Consulta è stata individuata come momento di sintesi a livello provinciale e comunale e come sede del confronto su tematiche come nautica e porti turistici, parchi e risorse ambientali, e risorse rurali e marine che saranno approfondite in incontri specifici fra aprile e maggio 2009 con il coinvolgimento a tutto campo degli operatori del territorio». Lo spazio di cooperazione del programma operativo transfrontaliero comprende per l’Italia le regioni Sardegna e Liguria (100% del territorio), la Toscana con le province di Massa, Livorno, Grosseto, Pisa e Lucca e per la Francia la Corsica (100% del territorio). Il programma prevede due tipologie di bandi per “Progetti semplici” e per “Progetti strategici”. Nell´ambito dei progetti semplici, un primo bando si è chiuso con l’approvazione da parte del Comitato di sorveglianza di 23 progetti selezionati per complessivi 15 milioni di euro, e entro la fine del 2009 ne sarà avviato un secondo. Per quanto riguarda i progetti strategici, saranno selezionate entro il 2009 cinque proposte con una dotazione finanziaria complessiva di 30 milioni di euro da distribuire sul territorio coinvolto. Cinque i temi ritenuti prioritari: nautica, porti città e mobilità, turismo “innovativo”, ambiente e produzioni rurali e marine, cultura identità e paesaggio. . . |
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SLOVENIA, REVOZ E GORENJE I MAGGIORI ESPORTATORI |
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Lubiana, 25 marzo 2009 - La filiale slovena della francese Renault, Revoz, ha mantenuto il primato come miglior esportatore sloveno nel 2008, davanti alla Gorenje. Lo rende noto il sito internet del Governo sloveno. Revoz e Gorenje hanno generato l´11 per cento delle esportazioni slovene nel 2008. Revoz ha esportato per un valore di 1,76 miliardi di euro, Gorenje per 1,06 miliardi di euro; seguono la Krka (754,4 milioni di euro di esportazioni), l´acciaieria Sij (533,62 milioni di euro), l´azienda produttrice di alluminio Impol (404,9 milioni di euro), Petrol per il settore energia (386 milioni di euro), l´azienda produttrice di componenti per auto Cimos (383,55 milioni di euro), l´acciaieria Acroni (344,29 milioni di euro), il produttore di pitture e rivestimenti Helios (275,78 milioni di euro) e la principale azienda del settore elettrico slovena, Hse (237,4 milioni di euro). Revoz, Gorenje, Sij, Krka e Impol sono ai primi posti per le esportazioni nella Ue, mentre Petrol, Gorenje, la ditta produttrice di hardware Merkur, la Helios, la Krka e l´alimentare Droga Kolinska hanno esportato di più sui mercati dell´ex Jugoslavia. Nella regione dell´ex Urss hanno esportato maggiormente Krka, Gorenje, Helios, l´azienda Itc Iskratel. Rappresentando più o meno il 60 per cento delle esportazioni slovene, queste aziende hanno generato un totale di 12 miliardi di euro di esportazioni nel 2008. . |
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PROTOCOLLO D´INTESA BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO - ASSOCIAZIONI ARTIGIANE |
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Roma, 24 marzo 2009 - Sostenere gli investimenti produttivi delle imprese artigiane, introducendo ulteriori elementi di flessibilità nel rapporto banca-imprese: questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa sottoscritto il 18 marzo 2009, alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, dalla Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo- Casse Rurali ed Artigiane (Federcasse) e dalle associazioni Confartigianato, Casartigiani e Cna, la Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa. Tra le azioni concordate: la definizione di accordi a livello locale volti ad introdurre elementi temporanei di flessibilità nella gestione dei rimborsi rateali dei crediti in bonis, anche tramite la sospensione parziale o totale della rata di rimborso per un periodo dai 12 ai 18 mesi; la possibilità di sostenere le esigenze di cassa delle imprese artigiane e la rinegoziazione delle loro esposizioni a breve; la promozione di forme di finanziamento degli investimenti che tengano conto, nei piani di rimborso, del profilo temporale dei flussi di cassa derivanti dagli investimenti effettuati; favorire il coinvolgimento e la valorizzazione dei Confidi nel loro ruolo di mitigazione del rischio di credito. Inoltre, il Credito Cooperativo e le Associazioni Artigiane si impegnano a promuovere modalità di assistenza e consulenza finanziaria congiunta Bcc– Associazioni Artigiane–confidi, finalizzate all’ottimizzazione del profilo finanziario delle imprese e allo studio di eventuali forme congiunte di gestione delle crisi aziendali. L’accordo prevede l’attivazione di un Osservatorio che, attraverso la rielaborazione di dati statistici di settore, consenta una corretta interpretazione della relazione tra il sistema del credito e le piccole imprese italiane. Per adattare le previsioni dell’accordo alla specifiche esigenze locali saranno realizzati accordi territoriali tra le Associazioni Artigiane e le Federazioni locali delle Banche di Credito Cooperativo. . |
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BANCA POPOLARE DI MILANO E GRUPPO BIPIEMME AL 31 DICEMBRE 2008: UTILE NETTO € 75,3 MILIONI (-76,8% RISPETTO AL 31.12.2007) |
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Milano, 25 marzo 2009 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Milano nella riunione odierna ha esaminato ed approvato i risultati al 31 dicembre 2008. L’utile netto del Gruppo Bipiemme si attesta a 75,3 milioni di euro, in flessione del 76,8% rispetto a fine 2007. Sul risultato netto 2008 hanno pesato il progressivo deterioramento del contesto finanziario e l’aggravarsi della crisi economica e di liquidità a livello mondiale. Tali fattori hanno influenzato negativamente l’andamento del comparto finanza, non sufficientemente compensato dal miglioramento delle attività di corporate e di commercial banking. Sull’andamento economico del 2008 hanno anche pesato alcune rettifiche su attività finanziarie disponibili per la vendita per un totale di 28,4 milioni di euro (principalmente relative a Italease e Aedes), la svalutazione sulla partecipazione in Anima Sgr (-35,9 milioni di euro, registrata nel primo semestre 2008) e l’impairment effettuato sull’avviamento di Cassa di Risparmio di Alessandria (-9 milioni di euro). Nel corso del 2008 Banca Popolare di Milano ha portato a termine l’acquisizione di 38 sportelli ex Gruppo Unicredito (raccolta diretta circa € 418 milioni, raccolta indiretta circa € 605 milioni e impieghi circa € 600 milioni), i cui effetti patrimoniali ed economici decorrono per il Gruppo Bipiemme dal 1° dicembre 2008, e della quota di controllo (56,99%) della Banca Popolare di Mantova (8 sportelli, raccolta diretta circa € 152 milioni, raccolta indiretta circa € 93 milioni e impieghi a clientela circa € 334 milioni), il cui consolidamento è avvenuto il 31. 12. 2008 solo con riferimento agli aggregati patrimoniali. Gruppo Bipiemme Raccolta diretta da clientela e titoli emessi - La raccolta diretta - debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie valutate al fair value - si attesta a € 35. 064 milioni, con un incremento del 7,8% rispetto al 31 dicembre 2007. Nel dettaglio si segnala che i conti correnti e depositi a risparmio raggiungono € 18. 271 milioni, in crescita dell’1,5% rispetto a fine 2007. I titoli in circolazione raggiungono € 12. 009 milioni, con un significativo incremento del 48,9% (+ € 3. 944 milioni) rispetto al 31 dicembre 2007, sostanzialmente attribuibile al trend positivo della componente obbligazionaria. Le passività subordinate si posizionano a € 2. 064 milioni (+ € 1. 026 milioni), grazie all’emissione di € 755 milioni di obbligazioni subordinate Lower Tier 2 e di € 300 milioni di strumenti innovativi di capitale (Tier 1). Le passività finanziarie valutate al fair value si attestano a € 2. 536 milioni in flessione del 10,8% rispetto a fine 2007, in conseguenza dei minori collocamenti effettuati nel 2008. Raccolta indiretta da clientela - Al 31 dicembre 2008 la raccolta indiretta con la clientela ordinaria, valutata ai valori di mercato, si attesta a € 35. 468 milioni, in flessione del 13,3% rispetto al 31 dicembre 2007. Nel dettaglio il risparmio gestito mostra una flessione di € 4. 171 milioni, attestandosi a € 15. 979 milioni (-20,7%), per effetto di una raccolta netta risultata negativa da inizio anno per € 3. 074 milioni. Tale andamento va correlato al particolare momento negativo dell’industria dei fondi iniziato nel 2007 e accentuatosi negli ultimi mesi. Nel corso del 2008, a livello sistema, la raccolta netta negativa dei fondi aperti è stata di circa € 140 miliardi, con una flessione complessiva del patrimonio pari a circa il –35%. L’analisi dei singoli settori di gestione evidenzia il negativo andamento del comparto dei fondi che mostra una flessione di € 1. 570 milioni; si segnala comunque la crescita della quota di mercato che si posiziona al 2,28% rispetto al 2,02% di dicembre 2007. Negativo anche l’andamento delle gestioni individuali che si attestano a € 4. 213 milioni, con una riduzione del 35,6% su fine 2007. Tale riduzione è per un terzo attribuibile al processo di razionalizzazione dei servizi di gestione patrimoniale. Leggermente riflessivo anche l’andamento delle riserve assicurative (-4,6%), a fronte di una raccolta netta delle polizze negativa nell’anno per circa € 16 milioni. In flessione il risparmio amministrato da clientela ordinaria che si attesta a € 19. 488 milioni (-6,1%) rispetto ai valori di fine 2007. Tale andamento è particolarmente influenzato dal deterioramento dei mercati finanziari: il valore nominale degli stock, per le banche commerciali del Gruppo, si incrementa del 12% a/a. Impieghi - Prosegue la crescita degli impieghi a clientela, che, al 31 dicembre 2008, hanno raggiunto i € 32. 899 milioni (+10,5% rispetto a fine 2007). Continua lo sviluppo del comparto mutui che registra una crescita di € 2. 105 milioni (+20,5% a/a). Buona la crescita anche del comparto prestiti personali e carte di credito che si posiziona a € 724 milioni (+24% rispetto a dicembre 2007). L’analisi della qualità del credito evidenzia un’incidenza percentuale del totale delle attività deteriorate nette sul totale del portafoglio crediti del 2,3%, in crescita rispetto all’1,7% di fine 2007, risentendo del difficile contesto macroeconomico nazionale e internazionale. Nel dettaglio le sofferenze nette, pari a € 196 milioni, mantengono un’incidenza sul totale dei crediti sempre esigua (0,6%) ed inferiore alla media di sistema. Le rettifiche di valore sulle sofferenze assicurano un grado di copertura del 65,5%, mentre la copertura complessiva delle attività deteriorate si attesta al 40,8%. In crescita, infine, il grado di copertura delle attività in bonis da 0,56% di fine 2007 a 0,59% di fine 2008. Patrimonio netto - Il patrimonio netto, comprensivo dell’utile d’esercizio, si attesta a 3. 253 milioni di euro in flessione di 222,6 milioni di euro rispetto a dicembre 2007, dovuto essenzialmente alla diminuzione dell’utile d’esercizio 2008 e delle riserve Afs. Il core tier 1 si attesta al 6,46%, il Tier 1 al 7,65% ed il total capital ratio raggiunge l’11,86%. Totale ricavi - Al 31 dicembre 2008, i proventi operativi si attestano a € 1. 612,9 milioni, registrando una flessione dell’11% rispetto al precedente esercizio. Nel dettaglio, il margine di interesse raggiunge € 1. 067,7 milioni, evidenziando un incremento di € 39,9 milioni (+3,9%) grazie allo sviluppo delle masse intermediate con la clientela e – in misura minore – al miglioramento della forbice dei tassi. All’interno del comparto cosiddetto “ricavi da servizi”, le commissioni nette registrano una riduzione di € 68 milioni posizionandosi a € 517,5 milioni (-11,6%); in particolare si registra una contrazione delle commissioni nette da servizi di gestione intermediazione e consulenza per € 74,3 milioni. I dividendi e proventi simili si attestano a 178,7 milioni di euro, in contrazione di 9,6 milioni di euro rispetto a dicembre 2007. Il “risultato netto dell’attività finanziaria” evidenzia un saldo negativo di 210 milioni di euro (rispetto ai –66,7 milioni di euro registrati a dicembre 2007). Il risultato dei due comparti, letti congiuntamente per la stretta correlazione esistente, si attesta a –31,3 milioni di euro, rispetto a 121,6 milioni di euro di dicembre 2007. Tale flessione risente principalmente delle rettifiche di portafoglio (“unrealized losses”) legate all’andamento fortemente negativo dei mercati finanziari, in particolare si segnala il peggioramento della posizione del portafoglio di Bpm Ireland e della posizione relativa agli investimenti in quote di Oicr, che hanno registrato performance negative nel 2008. A ciò si aggiunge il venir meno di utili da cessioni di azioni detenute in società quotate registrate nel 2007. Gli altri proventi e oneri di gestione (56,7 milioni di euro), in diminuzione del 9,2% rispetto a fine 2007, risentono della sopravvenienza passiva di circa € 12 milioni dovuta al ristorno all’erario di parte delle sopravvenienze attive registrate negli esercizi precedenti relativi ai fondi dormienti e assegni circolari prescritti. Oneri operativi - Al 31 dicembre 2008, l’aggregato degli oneri operativi - composto dalle spese amministrative e dalle rettifiche di valore nette sulle attività materiali ed immateriali – si attesta a € 1. 081 milioni, mostrando una lieve diminuzione di € 1,8 milioni anno su anno. Nel dettaglio, le spese per il personale si attestano a € 692,2 milioni, presentando una flessione di € 11,1 milioni (-1,6%), che trova principalmente spiegazione negli effetti positivi del turn over e nella riduzione della parte variabile delle retribuzioni. L’aggregato formato dalle voci altre spese amministrative e rettifiche di valore su attività materiali e immateriali (388,8 milioni di euro) è in lieve crescita rispetto all’analogo valore a dicembre 2007 (+2,5%), risultato particolarmente soddisfacente in considerazione dell’aumentata operatività del Gruppo e dell’incremento della rete di 14 nuove agenzie, oltre all’integrazione di 38 sportelli Unicredit e 8 sportelli della Banca Popolare di Mantova. La rete distributiva a dicembre 2008 è costituita da 816 punti vendita, in crescita di 60 unità rispetto a fine 2007. Accantonamenti e rettifiche - Il totale degli accantonamenti risulta pari a 273,3 milioni di euro, in crescita di 122,6 milioni di euro rispetto all’anno precedente principalmente per effetto di maggiori rettifiche nette per il deterioramento dei crediti ed attività finanziare per € 115,9 milioni. L’aggregato complessivo delle rettifiche nette si posiziona a € 238,8 milioni composto per € 205 milioni da rettifiche su crediti e per € 33,8 milioni da rettifiche su attività finanziarie disponibili per la vendita (principalmente ascrivibili a svalutazioni su Banca Italease e Aedes) e su garanzie rilasciate ed impegni. Gli accantonamenti ai fondi rischi si posizionano a € 34,5 milioni, con una crescita di € 6,7 milioni a/a, principalmente per accantonamenti afferenti a revocatorie e cause passive. Utili (perdite) da partecipazioni ed investimenti - L’aggregato composto dagli utili (perdite) da partecipazioni ed investimenti presenta una saldo negativo di € 45,5 milioni principalmente attribuibile alla svalutazione sulla partecipazione in Anima Sgr per € 35,9 milioni - in conseguenza della svalutazione effettuata nel primo semestre 2008 – e all’impairment effettuato sull’avviamento di Cassa di Risparmio di Alessandria, per 9 milioni di euro, a seguito del riallineamento di tale valore alle minori aspettative di redditività della partecipata. Utile netto - Dopo avere registrato imposte sul reddito per 130,1 milioni di euro (tax rate 61%) e al netto di 7,7 milioni di euro di utile di pertinenza di terzi, l’utile netto del Gruppo nel 2008 si attesta a 75,3 milioni di euro, in flessione del 76,8% rispetto a fine 2007. Andamento 1° trimestre 2009 - Per il primo trimestre è previsto un andamento ancora favorevole dei volumi sul commercial e sul corporate banking - in particolare per la raccolta diretta-, senza variazioni significative in termini di spread rispetto al 4° trimestre 2008. Il contributo del comparto finanza risulta decisamente positivo. Per quanto riguarda la qualità del credito, il flusso di nuove sofferenze è in linea rispetto al quarto trimestre 2008. Capogruppo - Si segnalano di seguito i principali aggregati economico-patrimoniali della capogruppo Banca Popolare di Milano S. C. A r. L. : Raccolta diretta 30. 062 milioni di euro (+11,3% rispetto al 31. 12. 2007); Impieghi a clientela 27. 929 milioni di euro (+7,2% rispetto al 2007); Proventi operativi 1. 320,2 milioni di euro (-12,4% rispetto al 31. 12. 2007); Risultato gestione operativa 487,2 milioni di euro (-26,6% rispetto al 31. 12. 2007); Utile netto 78,9 milioni di euro (-77,4%). Livello e qualità dei risultati conseguiti, unitamente alla solidità patrimoniale, hanno portato il Consiglio di Amministrazione a proporre all’Assemblea dei Soci - convocata, come da calendario eventi societari per i giorni 24 aprile e 25 aprile 2008, rispettivamente in prima e seconda convocazione - la distribuzione di un dividendo pari a 0,10 euro, che sarà posto in pagamento a partire dal 21 maggio p. V. Il titolo Banca Popolare di Milano quoterà ex cedola dal 18 maggio p. V. . |
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PROVINCE: A GENOVA IL PUNTO SUI NODI DEL PATTO DI STABILITÀ E IL FEDERALISMO FISCALE |
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Genova, 25 marzo 2009 - Cinque miliardi di euro per sostenere l’economia in crisi con investimenti sul territorio per strade, scuole, difesa del suolo. E’ la quota di risorse “subito spendibili” che le Province italiane potrebbero utilizzare in conto capitale dai propri residui se si allentassero i rigidi vincoli, ormai insopportabili anche per la situazione dell’economia produttiva del paese oltre che per l’autonomia gestionale e finanziaria degli enti, imposti dal patto di stabilità interno con la legge finanziaria 2008 alle Province e agli altri enti locali “frenando e congelando le loro risorse che rappresentano l’80% degli investimenti pubblici in Italia” ricordano il presidente Alessandro Repetto e l’assessore al Bilancio Monica Puttini della Provincia di Genova che insieme all’Upi, l’Unione Province d’Italia, ha organizzato, il 23 e 24 marzo, nella sala Consiglio di Palazzo Doria Spinola il seminario nazionale su tutti i problemi aperti, le prospettive e l’evoluzione, segnata anche dall’avvio del processo di federalismo fiscale, della finanza provinciale alla presenza di molti amministratori ed esperti. “Le Province sono gli enti gestori di area vasta – dice Alessandro Repetto – e con i loro bilanci possono incidere sulla situazione di crisi e per la tenuta della nostra economia se vengono messe in grado di dare risposte adeguate, finora impedite dai nodi del patto di stabilità interno. Per questo chiedono di poter disporre delle proprie risorse per contribuire a rimettere in moto il paese. ” In questo senso dal seminario, aperto oggi dal presidente Alessandro Repetto, scaturirà anche un documento da inviare al Governo “con tutte le proposte e le esigenze delle Province, riferite alla capacità di investimenti e bloccate dal patto di stabilità – dice Monica Puttini – e chiederà che la prospettiva del federalismo fiscale dia voce ai territori e alle istituzioni locali. ” Ha aperto le relazioni della prima giornata il direttore generale Upi Piero Antonelli che ha svolto un’ampia e approfondita riflessione, dai nodi attuali della finanza provinciale - che copre un terzo degli investimenti pubblici - anche “se si sta riducendo la spesa in conto capitale e cresce quella corrente” e le entrate proprie, come le imposte di trascrizione dei veicoli e sulle assicurazioni per la responsabilità civile auto “nei primi mesi del 2009 sono in forte contrazione” alle prospettive del federalismo fiscale “che non sarà possibile senza un quadro chiaro delle funzioni fondamentali di ciascun ente. ” Per il professor Vincenzo Cerulli Irelli dell’Università la Sapienza di Roma “il Governo ha fatto uno sforzo encomiabile sul federalismo fiscale per ottenere un vero e proprio testo di legge attuativo”, ma “credo poco al varo di un Codice delle Autonomie che dovrebbe ridefinire ambiti e funzioni dei diversi enti, perché le precedenti esperienze di governi di vario colore mi fanno pensare che sia impresa quasi impossibile. ” La giornata è proseguita con gli interventi dell’esperto Upi Francesco Delfino e degli assessori provinciali al Bilancio Monica Puttini (Genova), Aleardo Benuzzi (Bologna), Guido Bonomelli (Brescia) Carlo Chiama (Torino), Ascenzio Maesano (Catania), Antonio Rosati (Roma), prima delle conclusioni ell’onorevole Maria Teresa Armosino della Commissione Bilancio e Tesoro della Camera e presidente della Provincia di Asti. Domani, 24 marzo, i lavori riprenderanno alle 9. 30 con tre workshop di approfondimento, guidati da un pool di esperti, sul patto di stabilità e politiche di investimento, sull’andamento e l’analisi e controllo delle spese del personale e sulla gestione dei residui passivi in conto capitale. Concluderà alle 13 Antonio Rosati, coordinatore Upi degli assessori al Bilancio. . |
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PROVINCIA POTENZA, RIUNITO IL TAVOLO SULLE OPERE PUBBLICHE |
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Potenza, 25 marzo 2009 - Il Presidente della Provincia di Potenza Sabino Altobello ha convocato, ieri pomeriggio nella sala Giunta di Piazza Mario Pagano a Potenza, un secondo incontro del Tavolo permanente di confronto e monitoraggio sullo stato di attuazione delle opere pubbliche. L’istituzione del Tavolo, concordata da Provincia di Potenza e parti sociali durante l’incontro dello scorso 11 marzo 2009, mira a disincagliare le opere pubbliche rimaste bloccate, partendo dalla consapevolezza che rimuovere gli ostacoli burocratici e dare attuazione alla programmazione di investimenti nei settori dell’edilizia scolastica e della viabilità rappresenti un utile contributo che l’Ente può fornire per mitigare gli effetti preoccupanti della crisi economica e riavviare il processo produttivo. Durante la riunione Altobello e i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria hanno verificato la possibilità di definire criteri condivisi sulle modalità di affidamento dei lavori, per far si, da un lato, che il metodo del massimo ribasso sia supportato da un sistema efficace di determinazione della soglia di anomalia, e, dall’altro, che i parametri di valutazione del metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa includano un valore “premiale” per le proposte migliorative sulla sicurezza, la quantità di manodopera direttamente impiegata e gli aspetti di affidabilità industriale dell’impresa. Altobello ha infine annunciato di aver inviato una nota al Presidente della Regione Vito De Filippo, per sollecitare l’istituzione di un Tavolo regionale che definisca con la massima urgenza la programmazione e l’attuazione dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale (Fesr)- Infrastrutture e dei Fondi Aree Sottoutilizzate (Fas), già a disposizione. Provincia pz, riunito il Tavolo permanente di monitoraggio sulle opere pubbliche Il Presidente della Provincia di Potenza Sabino Altobello ha convocato, questo pomeriggio nella sala Giunta di Piazza Mario Pagano a Potenza, un secondo incontro del Tavolo permanente di confronto e monitoraggio sullo stato di attuazione delle opere pubbliche. L’istituzione del Tavolo, concordata da Provincia di Potenza e parti sociali durante l’incontro dello scorso 11 marzo 2009, mira a disincagliare le opere pubbliche rimaste bloccate, partendo dalla consapevolezza che rimuovere gli ostacoli burocratici e dare attuazione alla programmazione di investimenti nei settori dell’edilizia scolastica e della viabilità rappresenti un utile contributo che l’Ente può fornire per mitigare gli effetti preoccupanti della crisi economica e riavviare il processo produttivo. Durante la riunione Altobello e i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria hanno verificato la possibilità di definire criteri condivisi sulle modalità di affidamento dei lavori, per far si, da un lato, che il metodo del massimo ribasso sia supportato da un sistema efficace di determinazione della soglia di anomalia, e, dall’altro, che i parametri di valutazione del metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa includano un valore “premiale” per le proposte migliorative sulla sicurezza, la quantità di manodopera direttamente impiegata e gli aspetti di affidabilità industriale dell’impresa. Altobello ha infine annunciato di aver inviato una nota al Presidente della Regione Vito De Filippo, per sollecitare l’istituzione di un Tavolo regionale che definisca con la massima urgenza la programmazione e l’attuazione dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale (Fesr)- Infrastrutture e dei Fondi Aree Sottoutilizzate (Fas), già a disposizione. . |
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TOSCANA - NUOVE GARANZIE GRATUITE A SOSTEGNO DELLE PMI |
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Firenze, 25 marzo 2009 - Due interventi di garanzia, “Garanzia Liquidità” e “Garanzia Investimenti”, con un plafond complessivo di 48,5 milioni di euro sono stati messi a disposizione dalla Regione Toscana a favore delle imprese per consentire loro di ottenere dalle banche finanziamenti destinati a nuovi investimenti, al reintegro della liquidità, alla ristrutturazione del passivo e all’acquisto di scorte. Di questa opportunità si è parlato ieri nell’auditorium camerale nel corso di un incontro organizzato dalla Cdc in collaborazione con Fiditoscana. “Con un intervento unico in Italia per caratteristiche dello strumento e quantità di risorse messe a disposizione, la Regione Toscana ha provveduto a stanziare importanti risorse a favore delle imprese. ” - afferma Alessandro Compagnino Dirigente Settore Artigianato e Politiche di sostegno alle imprese della Regione Toscana. “Attraverso due misure di intervento abbiamo voluto sia tamponare le attuali difficoltà finanziarie delle nostre imprese, garantendo importanti afflussi di liquidità, che sostenere le strategie di investimento delle imprese che intendono modernizzare e riorganizzare le loro strutture produttive”. “L’intervento veicolato tramite Fidi Toscana, che è intervenuta mettendo a disposizione ulteriori 1. 5 milioni,” - afferma Pietro Bracci Dirigente di Fidi Toscana, “viene realizzato attraverso il rilascio di una garanzia a prima richiesta fino all’80% totalmente gratuita per le imprese su un finanziamento erogato a tassi di interesse estremamente vantaggiosi, in linea con quelli concordati nel Protocollo d’intesa del 2006”. “E’ stato deciso di dare un taglio prettamente operativo all’incontro, invitando come relatori anche i rappresentanti di Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno, Banca Etruria, Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo, Cassa di Risparmio di Firenze e Monte dei Paschi di Siena, banche firmatarie del Protocollo d’intesa “Emergenza Economia”, che possono interloquire direttamente con le imprese e rispondere anche a quesiti relativi all’istruttoria per l’affidamento” - dice Gerri Martinuzzi Dirigente della Camera di Commercio, “Anche la Cdc ha messo in campo risorse finanziarie proprie e sta concertando con Associazioni di categoria e istituti di credito la destinazione più opportuna per attivare un effetto moltiplicativo delle risorse pubbliche a disposizione delle imprese per affrontare la crisi”. Inoltre le imprese che sono interessate ad avere informazioni sulle due misure agevolative possono contattare il Servizio Finanziamenti di Promofirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio, Renata Mastracca, tel. 055 2671609, renata. Mastracca@promofirenze. Com. Considerato l’elevato numero di adesioni, il seminario sarà replicato. . |
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FINEST SOSTENGA AZIENDE CHE NON DELOCALIZZANO |
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Trieste, 25 marzo 2009 - Il consigliere regionale della Lega Nord Maurizio Franz ha presentato un´interrogazione per chiedere alla Giunta di attivarsi presso i vertici aziendali della Finest affinché favoriscano quei progetti industriali che, anche in un´ottica di internazionalizzazione delle imprese, non mettono a rischio l´occupazione territoriale. "Lo stiamo vedendo con la Safilo: un´importante azienda di casa nostra rischia di chiudere i battenti lasciando a piedi decine e decine di lavoratori, compromettendo il futuro di moltissime famiglie e tutto perché non si è tenuto sotto controllo l´incombente fenomeno della delocalizzazione", sostiene Franz. "Ma non mi preoccupo solo per il destino della Safilo - aggiunge l´esponente del Carroccio. La crisi toccherà inevitabilmente altre nostre aziende. E´ necessario che la Regione si attivi prontamente per difendere e sostenere il made in Italy e tutti i lavoratori del nostro territorio. Bisogna aiutare prima di tutto i nostri dipendenti, i nostri operai, garantendo contributi solo alle aziende che restano in Friuli Venezia Giulia". Franz spiega che a questo scopo sarebbe utile Finest, nata proprio per promuovere e garantire gli investimenti e gli accordi di cooperazione nei Paesi dell´Europa dell´Est e non solo. Secondo il consigliere "le sue finalità istituzionali devono tener conto delle mutate esigenze di carattere economico e sociale. In particolare non devono essere favorite le operazioni di delocalizzazione delle imprese, proprio perchè possono essere il preludio alla perdita di posti di lavoro negli stabilimenti produttivi presenti in regione. " . |
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COOPERAZIONE SOCIALE.VALDEGAMBERI : “APPROVATI CRITERI DI AMMISSIONE A CONTRIBUTI REGIONALI 2009 PER 800MILA EURO; TERMINE PER PRESENTAZIONE DOMANDE FISSATO AL 19 GIUGNO P.V.”” |
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Venezia, 25 marzo 2009 - La Giunta regionale, su proposta dell´Assessore alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, ha approvato un provvedimento che determina i criteri di ammissione delle cooperative sociali ai contributi regionali per l´anno 2009 e le modalità di presentazione delle relative domande, secondo quanto stabilito dalla legge regionale 23 del 2006, sulla cooperazione sociale. Le tipologie d´intervento ammesse per ottenere i finanziamenti regionali sono: interventi per l´ammodernamento funzionale e produttivo mediante acquisto, costruzione, ristrutturazione e/o ampliamento di immobili e di beni strumentali direttamente impiegati e attinenti all´attività svolta; interventi per introdurre innovazioni tecnologiche nei cicli produttivi e nei servizi; interventi per sostenere la fase di avvio delle cooperative sociali di nuova costituzione; interventi per sostenere le cooperative sociali che svolgono attività a favore delle nuove categorie di persone deboli con interventi contributivi corrispondenti al 50% degli oneri previdenziali versati per nuovi lavoratori assunti con contratto a tempo determinato. Sono stati individuati i fac simile delle domande da presentare, le schede progettuali, le schede di rendicontazione, che possono essere scaricati dal portale www. Venetosociale. It alla voce “Opportunità di finanziamento”. Le domande per richiedere i contributi previsti vanno indirizzate, non oltre il 19 giugno p. V. , alla Direzione Regionale per i Servizi Sociali, Ufficio Cooperative sociali, Dorsoduro 3493, 30123 Venezia. Le risorse da suddividere sono di 800 mila euro complessivi. Un successivo provvedimento regionale determinerà gli impegni di spesa sui singoli progetti d´intervento che saranno valutati da una apposita commissione. “La Regione Veneto – sottolinea l´Assessore Valdegamberi – vede nel mondo della cooperazione e in particolare in quello della cooperazione sociale uno dei punti forti del sistema del welfare e delle politiche a favore della persona. Va ricordato che all´albo regionale sono iscritte 680 cooperative sociali e che tale numero è in crescita costante e dà lavoro a più di 40 mila persone”. L’assessore ricorda, infine, che con la legge di bilancio regionale per il 2009 è stato altresì disposto uno stanziamento di 500 mila euro per il finanziamento di interventi strutturali a sostegno della cooperazione sociale, per i quali è in corso di predisposizione il bando. . |
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FESTIVAL CITTA´/IMPRESA |
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Pordenone, 25 marzo 2009 - Festival delle città impresa perché la città torni a diventare impresa e l´impresa torni a essere città. Al centro dell´attenzione cinque centri urbani di media e piccola grandezza del Nord-est, capoluoghi simbolo della trasformazione industriale avvenuta negli scorsi decenni e oggi modelli rappresentativi di un sistema, come quello nordestino, in costante movimento perché luogo di sperimentazione. È questo il senso del Festival, in programma dal 2 al 5 aprile prossimi, organizzato e promosso da Nordesteuropa e da Corriere della Sera, presentato ieri nella sede della Regione a Pordenone, alla presenza del vicepresidente della Giunta regionale, Luca Ciriani: all´evento il Friuli Venezia Giulia sarà rappresentato da Maniago. Come emerso dai vari interventi - del sindaco di Maniago, Alessio Belgrado, del vicepresidente di Unindustria Pordenone, Massimo Del Mistro, dei rappresentanti di "Città Impresa" Francesco Venier e Eleonora Vallin - si tratta di tornare a riflettere sui temi legati alle trasformazioni del tessuto economico di questi territori e sulla rivoluzione del rapporto città-impresa, che con l´affermarsi di una economia della conoscenza e dei servizi, sta imponendo un cambio di paradigma nel rapporto tra impresa e territorio. Il Nordest, dove si è affermato il nuovo modello produttivo della Media Impresa, efficace evoluzione di un sistema distrettuale, che sotto la spinta della competizione globale ha proceduto a una radicale trasformazione e innovazione dei prodotti, dei processi produttivi, dell´organizzazione aziendale e di relazione con il territorio circostante. Il Festival, giunto alla sua seconda edizione, prevede, nelle varie sedi in cui si articola, fra cui appunto Maniago, circa 50 incontri e coinvolge, in una riflessione di respiro internazionale, importanti esponenti della cultura industriale, politica, scientifica e finanziaria, ma anche dell´architettura e dell´urbanistica. In questo contesto di crisi e di spinta verso il futuro "ci piace - ha affermato il vicepresidente Ciriani - l´idea che il Festival propone di riflettere sulle sfide del nostro tempo per trovare soluzioni valide all´impresa e alla città. La scelta di Maniago nel Friuli Venezia Giulia non è casuale: Maniago e la Pedemontana sono un caso esemplare sia negli aspetti positivi che negativi dello sviluppo registrato". Siamo infatti in presenza di una città piccola, in un territorio a cavallo fra la pianura fortemente industrializzata e la montagna che ancora stenta a svilupparsi; città piccola ma ricca di imprese, con un distretto industriale nato dalla trasformazione dell´artigianato locale in industria, che risente della crisi in atto. "La crisi che stiamo vivendo è molto forte - ha sottolineato Ciriani - ma prima o poi passerà. Si tratta di capire se il sistema economico e produttivo sarà pronto a riprendere il cammino di sviluppo anche su basi nuove. Per questo trovo interessante parlare di problemi e di innovazione: spero infatti che alla fine del Festival avremo tutti motivi di ottimismo e input per trasformare le idee in buone pratiche concrete". . |
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OGGI LA FESTA DEL POPOLO VENETO, IL CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI NELLE SETTE PROVINCE |
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Venezia, 25 marzo 2009 – Oggi cade la ricorrenza simbolica che si richiama alla data di fondazione della città di Venezia, avvenuta secondo la tradizione appunto il 25 marzo del 421. Ed è la giornata della Festa del Popolo Veneto, istituita nel 2007 con la Legge regionale n. 8 “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto”. “E’ la festa della nostra identità – ricorda il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato – che non è questione né di nascita né di etnia, ma di modo di essere, di pensare e di agire, che si rifà ad una cultura ultramillenaria ed è quello che ci ha permesso di superare anche i periodi più bui, torbidi e poveri, per tornare ad essere un’area trainante della nostra penisola, del punto di vista economico, politico, sociale. Queste radici, le nostre fondamenta, le vogliamo tutelarle e valorizzarle – aggiunge Manzato – e la Festa è il simbolo di queste radici e del nostro essere comunità regionale”. La Festa del Popolo Veneto avrà contenuti in tutte le sette province del Veneto e si rivolgerà principalmente agli alunni e agli insegnanti delle scuole primarie, con lo scopo di riavvicinare le giovani generazioni al patrimonio culturale, paesaggistico e tradizionale del territorio in cui vivono. “Alle scuole primarie del resto – fa presente Manzato – è stata rivolta l’iniziativa “Percorsi in Lingua Veneta”, che in vista della Festa ha coinvolto gli insegnanti in un percorso formativo sul teatro in lingua veneta e i ragazzi nel concorso “Disegna el Leon del Veneto”: proprio il disegno vincitore fa da “logo” della festa del Popolo Veneto 2009”. Questi i luoghi delle manifestazioni promosse dalla Regione dove si articolerà oggi la Festa del Popolo Veneto. Belluno: Istituto Comprensivo di Mel, Scuola primaria di Villapiana; hanno aderito la Scuola primaria “A. Solagna” di Villapiana e la Scuola Primaria di Pieve. Padova: nel Teatro ai Colli in via Monte Lozzo, 16; hanno aderito la Scuola primaria “4 Martiri” di Padova, la Scuola primaria “G. Lombardo Radice” – Ist. Comprensivo 13 di Padova, la Scuola primaria “A. Manzoni” di Limena, la Scuola primaria paritaria “Don Bosco” di Padova, la Scuola primaria di Montagnana. Rovigo: nel Teatro Ballarin in via G. B. Conti; hanno aderito la Scuola primaria “S. Pertini” di Badia Polesine, la Scuola Primaria “Baccari” di Lendinara, la Scuola primaria “N. Sauro” di Ramodipalo e la Scuola primaria di Fiesso Umbertiano. Treviso: Parco degli Alberi Parlanti di Villa Margherita; hanno aderito: la Scuola primaria “Nazario Sauro” di Vittorio Veneto, la Scuola primaria “Piranesi” di Mogliano Veneto, la Scuola primaria di Badoere di Morgano, la Scuola primaria “Appiani” Treviso. Venezia: Villa Principe Pio di Mira, in via Don Minzoni, 26; hanno aderito la Scuola Primaria “Leopardi” di Mira, la Scuola Primaria “Vivaldi” di Spinea, la Scuola “Giotto” di Dolo e l’Istituto “San Giuseppe” di Venezia. Verona: Palazzo della Gran Guardia in Piazza Bra; hanno aderito la Scuola primaria S. Giuseppe della congregazione Piccole Figlie di San Giuseppe, la Scuola Primaria Istituto “Fortunata Gresner”, l’Istituto Comprensivo “B. Barbarani” di San Martino Buon Albergo, il Circolo didattico Scuola primaria “S. D’acquisto” di San Martino Buon Albergo. Vicenza: Teatro Astra in Contrà Barche, 53; hanno aderito la Scuola Elementare di Lerino di Torri di Quartesolo, la Scuola Elementare di Lisiera di Bolzano Vicentino e la Scuola Elementare Zecchetto di Vicenza. . |
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ROMA: CONVEGNO "LAZIO 2020 – LA QUALITÀ DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI" |
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Roma, 25 marzo 2009 - Il Convegno Lazio 2020 – La qualità dei servizi pubblici locali, è stato organizzato da Confservizi Lazio con il contributo della Camera di Commercio di Roma. Nel corso del convegno, in programma il 27 marzo p. V. A partire dalle ore 10. 00, presso la Camera di Commercio di Roma (Aula del Consiglio – Via de’ Burrò, 147 – Ii piano), verrà analizzato, con un attento sguardo all’offerta qualitativa, il comparto degli Spl (trasporto pubblico, servizi di igiene ambientale, servizi idrici, servizi di fornitura di elettricità), così come valutato da un campione di circa 200 piccole e medie imprese del Lazio. Con un occhio di riguardo ci si soffermerà anche sugli investimenti ancora da compiere e sui fattori da implementare per migliorare ulteriormente la qualità dei servizi erogati in modo da consentire alla nostra regione di raggiungere al 2020, in una prospettiva che – seppur futura – è già traguardabile, i risultati attesi. Nel corso della giornata, che sarà aperta dai saluti del Presidente f. F. Della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, verrà presentato anche lo studio “Il punto di vista delle aziende”, realizzato dal Censis per conto di Confservizi Lazio e presentato dal Direttore del Censis, Giuseppe Roma. Nel corso dei lavori – che saranno introdotti dal Presidente di Confservizi Lazio, Giuseppe Labarile – sarà dato ampio spazio a due tavole rotonde a cui prenderanno parte alcuni degli attori più rappresentativi del mondo istituzionale, imprenditoriale e finanziario della nostra regione. Tra questi: Franco Cervi, Presidente di Cotral, Marco Daniele Clarke, Presidente di Ama, Luigi Gerbino, Presidente di Asm Rieti, Massimo Tabacchiera, Presidente di Atac, Maurizio Flammini, Presidente di Federlazio,, Riccardo Mussari, Ordinario di Economia delle aziende e amministrazioni pubbliche dell’Università di Siena, Cesare Pambianchi, Presidente di Confcommercio Roma. Teresa Petrangolini, Segretario Generale Cittadinanzattiva. . |
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CCIAA, DELEGAZIONE MATERANA IN FINLANDIA |
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Matera, 25 marzo 2009 - Missione in Finlandia per il presidente della Camera di Commercio di Matera, Angelo Tortorelli, per promuovere insieme a imprenditori e amministratori di altri enti locali collaborazioni nei diversi settori del sistema produttivo, a cominciare da quello turistico, tra Matera e la sua provincia e la città di Oulunsalo in quella di Oulu (Finldandia). L’iniziativa, in programma dal 26 al 28 marzo prossimi, prevede già nella prima giornata incontri tra amministratori dei Comuni di Oulunsalo e di Matera,rappresentata dal presidente del consiglio comunale Romeo Sarra, e del presidente dell´Api Nunzio Olivieri per discutere delle possibilità di gemellaggio tra le due realtà. Nel corso dei lavori saranno esaminate proposte di turismo destagionalizzato e di formazione, un incontro tra associazioni degli imprenditori e della Camera di commercio su la possibilità di cooperazione tra le imprese. Nel carnet degli appuntamenti sono previsti anche la firma di un protocollo di intesa tra i due comuni, alla presenza dell’ambasciatore italiano e del console onorario per l’Italia Ulla Paananen, e visite alle realtà turistiche e produttive del luogo. “ Gli incontri con imprenditori e istituzioni in Finlandia -ha detto il presidente Angelo Tortorelli – possono aprire utili e proficue opportunità di collaborazione tra la provincia di Matera, la Basilicata con la città di Oulunsalo e la provincia di Oulu. Pensiamo al turismo, ma anche ad altri settori produttivi che possono far interagire istituzioni, imprese e territori’’ “L’importanza della missione – ha detto Giovanna Vizziello, consulente per l’internazionalizzazione insieme a Vito Clemente- segue alla positiva esperienza della fine dello scorso anno che ha visto a Matera una delegazione finlandese incontrare imprenditori e dirigenti dell’Associazione delle piccole e medie industrie. Ritengo che ci siano presupposti e opportunità per concretizzare questo progetto’’. . |
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LAVORO DEI DISABILI, VERSO UN PATTO REGIONALE TOSCANO ALL´ISTITUTO DEGLI INNOCENTI UN CONVEGNO SUL COLLOCAMENTO MIRATO |
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Firenze, 25 marzo 2009 - Sempre meno diversi e sempre più cittadini. Il cammino per l’integrazione dei disabili in Toscana registra un graduale aumento del numero di coloro che riescono a inserirsi nel mondo del lavoro, con tutto quel che comporta in termini di formazione, adeguamento delle sedi, raccordo con il sistema dell’istruzione e dell’orientamento. «Nel 2007 - spiega l´assessore all´istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini - i disabili iscritti al collocamento, in Toscana, erano complessivamente 37. 418, a fronte dei 34. 700 dell´anno precedente. I nuovi iscritti sono passati da 5. 468 a 6. 171, mentre gli avviamenti registrano un leggero calo, passando da 2. 581 a 1. 822. Sono numeri che vogliamo far crescere ancora, richiamando le imprese a una responsabilità sociale che ancora, troppo spesso, eludono. Come dimostra l´incremento del fondo regionale per i disabili che si alimenta c on i soldi delle sanzioni, passato in 2 anni da 1 milione e 700 mila euro a 3 milioni e 290 mila, le imprese spesso preferiscono pagare le sanzioni piuttosto che assumere. E´ una tendenza da invertire in una fase in cui la crisi espone a maggiori rischi le categorie più deboli. Per questo dobbiamo tenere alto l´impegno per il collocamento mirato e moltiplicare interventi e risorse. A questo scopo convocheremo a giorni una riunione della commissione tripartita, insieme alle istituzioni locali, per definire le linee di un Patto regionale per la disabilità da sottoscrivere con le parti sociali». La Toscana, come ha ricordato Simoncini intervenendo al convegno organizzato oggi da Anmic regionale (associazione mutilati e invalidi) all´Istituto degli Innocenti, è stata fra le prime regioni italiane ad applicare la legge che ha sostituito ai vecchi meccanismi la formula più flessibile del collocamento mirato. Oggi l´attenzione è diventata più stringente, anche per la necessità di sostenere con più forza il lavoro delle fasce deboli. «La legge – aggiunge il presidente della Federazione fra associazioni nazionali disabili (Fand) Antonio Quatraro - parte da un principio sacrosanto, ovvero ‘l’uomo giusto al posto giusto’. Purtroppo però non è sempre facile raccordare la formazione professionale col mercato del lavoro. Spesso alcuni datori di lavoro pongono aspettative troppo elevate per occupare un disabile». La necessità di uno sforzo ulteriore è stata richiamata anche dal presidente regionale Fand Virgilio Rafanelli, che ha sottolineato l´emergenza costituita dalla crisi attuale, che rischia di emarginare ulteriormente i lavoratori disabili Uno strumento in più è costituito oggi, dalle risorse del Fondo sociale europeo che nella nuova programmazione 2007-2013 mette a disposizione oltre 40 milioni di risorse per interventi di formazione, voucher e percorsi personalizzati, aiuti alla creazione di impresa, incentivi alle imprese che assumono lavoratori svantaggiati, servizi e reti di solidarietà, interventi per l´orientamento. . |
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NAPOLI: VIOLENZA ALLE DONNE, OGGI INIZIATIVA DI CONFRONTO A PALAZZO ARMIERI |
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Napoli, 25 marzo 2009 – Oggi alle ore 9. 30 a Palazzo Armieri (via Nuova Marina 19/c), promossa dall´Assessorato alle Pari Opportunità della Regione Campania, si terrà l´iniziativa "Le radici della violenza, maschile e femminile a confronto". Ai lavori prenderanno parte associazioni, storici ed esperti. Interverranno Alessandro Bellassai dell´Associazione Maschile Plurale; i docenti Domenico Rizzo, Roberta Galeano, Adele Nunziante Cesaro; Carlo Cremona dell´Associazione I-ken; Raffaella Palladino della Rete Antiviolenza. Concluderà l´assessore Alfonsina De Felice. "Con l´iniziativa di domani - sottolinea l´assessore De Felice - intendiamo rilanciare l´impegno delle istituzioni e di tutta la rete sociale per combattere la violenza e proseguire nella battaglia di riappropriazione dei diritti femminili e di contrasto verso ogni forma di aggressione, anche attraverso la responsabilizzazione dell´universo maschile". "Il confronto servirà anche per raccogliere testimonianze utili per la definitiva redazione del disegno di legge per il contrasto alla violenza che quanto prima sottoporrò all´esame della giunta regionale", conclude l´assessore De Felice. . |
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GENOVA: DUE INCONTRI SU GRANDI FIGURE DI DONNE “TESTIMONI NEL TEMPO” |
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Genova, 25 marzo 2009 - A grandi figure di donne testimoni, nella contemporaneità e nell’epoca romantica, del proprio tempo, in Provincia, due incontri promossi in sala Consiglio dall’assessorato alla cultura. Del primo, martedì 24 marzo alle 17 dedicato anche al ricordo di Liana Millu, saranno protagoniste Anna Laura Messeri e Bianca Montale che dopo i saluti dell’assessore Giorgio Devoto, dialogheranno sul filo comune dell’omonimo verso di Mario Luzi, di quel “ponte della muliebrità” sul quale tentano di congiungersi le “…mani di donna/tese per il salvataggio/da un naufragio/nell’essere perduto/ e prodighe/ nel comunicate/vita a vita/attraverso l’oceano/di tempo che le spazia” e se “si mancano però infinite volte/…si sentono nondimeno/esse/le pile di un affettuoso ponte della muliebrità”, idea di una cultura intesa come testimonianza aperta verso la società e dell’incessante e fondamentale presenza, spesso salvifica e risolutiva, della figura femminile in una società purtroppo ancora troppo maschile. L’incontro con la direttrice (e più celebre insegnante) della scuola d’arte drammatica dello Stabile, la regista Anna Laura Messeri, storica colonna del Teatro fin dagli ‘anni ruggenti’ di Chiesa e Squarzina, e con la professoressa Bianca Montale, docente universitaria e autrice di fondamentali studi sull’attività politica e sulle istituzioni culturali, studiosa del Risorgimento che fu giovanissima militante nella Resistenza (e nipote del premio Nobel Eugenio Montale, il più grande cantore della condizione esistenziale dell´uomo del ventesimo secolo) avrà idealmente un’altra protagonista: l’indimenticabile Liana Millu - scomparsa nel 2005 e che con Il Fumo di Birkenau ha saputo con ineguagliata intensità dare voce all’abisso della Shoah - della quale sarà proiettata la video-intervista con il professor Stefano Verdino, realizzata nel 1990 con il centro audiovisivi della Provincia di Genova ( che Lepisma, il periodico culturale e librario dell’ente, ha recentemente pubblicato nel numero dedicato al Giorno della Memoria). Giovedì 26 marzo alle 17. 30 il secondo incontro " Rahel Levin Varnhagen. Una donna ebrea ai tempi di Goethe” è dedicato alla vita, alla personalità e ai testi di questa grande figura dalla “doppia maledizione: donna ed ebrea” come scrisse l’8 marzo 1803 nei suoi Diari quella che, a cavallo tra il ‘700 e l’800, fu la massima epistolografa tedesca, protagonista di due celebri salotti berlinesi frequentati da principi, artisti e poeti come Goethe e Heine e che affascinò e sconvolse i contemporanei con un linguaggio libero e appassionato e con una anticipatrice affermazione “di genere” che ne hanno fatto una protagonista nella storia e nella coscienza delle donne. Rahel Levin Varnhagen, impietosamente lucida anche nei sogni “perché in sogno sono desta” ne scriveva in un linguaggio già quasi psicanalitico un secolo prima di Freud, indagando e svelando la nebulosa delle proprie pulsioni, inibizioni e tormenti del sogno per riuscire ad accettare la propria alterità. Della giornata, progettata da A. M. S. (Architecutre Modernity and Sciences) sarà relatrice Palma Severi, con letture di Francesca Faiella ed esecuzioni di brani musicali del violoncellista Giovanni Scaglione. . |
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