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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 01 Aprile 2009 |
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Politica |
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PARLAMENTO EUROPEO ANTEPRIMA SESSIONE 1-2 APRILE 2009 : VERSO UNA DIRETTIVA CONTRO TUTTE LE DISCRIMINAZIONI GARANTIRE LA LIBERA CIRCOLAZIONE NELL´UE DEI CITTADINI EUROPEI CRISI: FONDI UE PER L´EFFICIENZA ENERGETICA NELL´EDILIZIA CAMPI ELETTROMAGNETICI: RIDURRE L´ESPOSIZIONE DEI CITTADINI |
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Bruxelles, 1 aprile 2009 - I Punti Forti Della Sessione Mercoledi - Verso una direttiva contro tutte le discriminazioni - Il Parlamento esaminerà la direttiva sulla lotta alla discriminazione per motivi di religione, disabilità, età o orientamento sessuale, per rendere effettivo il principio di parità di trattamento in campi diversi dall´occupazione. I deputati chiedono di prendere in considerazione anche i casi di discriminazione multipla, precisare gli obblighi di banche e assicurazioni nel discriminare in base all´età e di rafforzare i diritti dei disabili. Precisano poi le norme sull´accesso a scuole religiose (relazione Buitenweg). Garantire la libera circolazione nell´Ue dei cittadini europei - L´applicazione del diritto dei cittadini europei di circolare all´interno dell´Ue diverge tra gli Stati membri, molti dei quali hanno norme che ne ostacolano l´esercizio. Una relazione chiede quindi di definire orientamenti comuni riguardo ai motivi che giustificano l’allontanamento di un cittadino Ue (risorse minime, onere eccessivo per l´assistenza sociale e ordine pubblico), garantire la libera circolazione anche alle coppie omosessuali e sopprimere gli oneri amministrativi ingiustificati. Ricordando che il diritto Ue si oppone a norme nazionali che considerano come aggravante la presenza irregolare sul territorio del reo, chiede di garantire la possibilità di ricorrere contro i provvedimenti di allontanamento (relazione Vălean). Favorire l’integrazione dei giovani migranti nelle scuole dell´Ue - La percentuale di bambini migranti nella scuola è destinata ad aumentare. Una relazione all´esame dell´Aula sottolinea quindi la necessità di maggiori sforzi a livello dell´Ue per affrontare questa sfida. Occorre cioè attuare una politica d´istruzione inclusiva, evitando di creare classi speciali, garantire l´insegnamento della lingua del paese ospitante e fornire agli insegnanti una formazione specifica interculturale. Va anche garantito l´insegnamento della lingua madre dei migranti legali (relazione Takkula). Crisi: fondi Ue per l´efficienza energetica nell´edilizia - Fino al 4% del Fondo europeo per lo Sviluppo Regionale potrà essere utilizzato per finanziare, in tutti gli Stati membri e in tutte le regioni Ue, investimenti per l´efficienza energetica nell´edilizia, come l´installazione di doppi vetri e pannelli solari e la sostituzione delle vecchie caldaie. E´ quanto prevede un regolamento che, a fronte della crisi economica e finanziaria, intende promuovere l´aumento dell´occupazione e il raggiungimento degli obiettivi in materia di cambiamenti climatici (relazione Angelakas). Campi elettromagnetici: ridurre l´esposizione dei cittadini - Telefoni Gsm, Wifi e reti elettriche emettono onde elettromagnetiche potenzialmente rischiose per la salute, specie per i giovani. Una relazione all´esame dell´Aula invita a rivedere i limiti dell´esposizione della popolazione e a pubblicare una guida sulle opzioni che la riducono. Chiede poi di allontanare i ripetitori da scuole e ospedali, pubblicare mappe sull´esposizione, condividere antenne e trasmettitori tra gli operatori, avviare campagne di sensibilizzazione e rafforzare la ricerca (relazione Ries). Ue/russia: le raccomandazioni sul nuovo accordo - I negoziati per un nuovo accordo di cooperazione non legittimano lo status quo in Georgia. E´ quanto sostiene una relazione che raccomanda a Consiglio e Commissione di insistere con la Russia affinché rispetti gli impegni sulle province secessioniste. Dovrebbero anche sollecitare un accordo vincolante sui diritti umani e esprimere preoccupazione su libertà d´associazione e d´espressione nel paese. La Russia deve garantire i diritti degli investitori stranieri e aderire alla Carta sull´energia (relazione Onyskiewicz). Giovedì 2 aprile 2009 - Più prodotti con l´Ecolabel. Anche i cibi Bio? - Il Parlamento adotterà un regolamento che semplifica le norme sul marchio europeo di qualità ecologica per promuovere l´ulteriore riduzione degli effetti negativi di consumo e produzione su ambiente, salute e clima. L´ecolabel potrà applicarsi a tutti i prodotti e servizi, inclusi eventualmente i cibi biologici, ma non ai medicinali e ai prodotti tossici. I criteri per ottenere il marchio non dovranno causare un onere sproporzionato per le Pmi, le quali beneficeranno di tasse d´uso ridotte (relazione Tatarella). Garantire a tutti un’istruzione di qualità - Un´istruzione di alta qualità dev´essere un diritto per tutti. Una relazione all’esame dell’Aula chiede di innalzare i livelli dell´istruzione, di ammodernare e migliorare i programmi scolastici - anche collegandoli al mondo industriale - e garantire l´insegnamento delle lingue straniere. Rilevando il ruolo degli istituti religiosi, raccomanda parità di finanziamenti per tutti i tipi di scuole e borse di studio per aumentare l´accesso delle persone svantaggiate alla formazione e all´università (relazione Schmitt). Il Parlamento dovrebbe anche adottare delle risoluzioni sui seguenti temi: valutazione semestrale del dialogo Ue-bielorussia; Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia; Coscienza europea e totalitarismo; Ruolo della cultura nello sviluppo delle regioni europee. . |
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ATTIVITÀ DEL PARLAMENTO EUROPEO DAL 30 MARZO AL 5 APRILE SETTIMANE INTENSE DI FINE MANDATO |
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Bruxelles, 1 aprile 2009 - Ultimi mesi di attività prima del rinnovo del Parlamento a giugno: molti testi da concludere e voti importanti nelle Commissioni parlamentari e nella sessione plenaria breve di Bruxelles. Pazienti ricoverati all´estero, diritti dei passeggeri per bus e per nave, misure anti-discriminazione e marchio "Eco" sull´agenda degli europarlamentari. E domenica il Presidente Pöettering partecipa al Summit Ue/usa a Praga. Settimana di Commissioni parlamentari e "mini" seduta plenaria a Bruxelles. Il Presidente del Parlamento Hans-gert Pöttering partecipa al summit Ue/usa domenica prossima a Praga. Anti-discriminazione - giovedì 2 aprile voto in plenaria contro la discriminazione basata su religione, disabilità, età o orientamento sessuale. Marchio "Eco"- ancora giovedi 2 in plenaria, il Parlamento approva una legge che aggiorna il marchio "Eco" per prodotti ecologici. Partenariato Ue/russia - Il Parlamento chiede che il nuovo accordo di partenariato con la Russia si basi su un maggiore rispetto per i diritti umani e garanzie sulle forniture di gas (dibattito mercoledì 1 Aprile e voto giovedì 2). Diritti dei pazienti all´estero - La Commissione parlamentare Ambiente e Salute pubblica vota il progetto di legge che riconosce diritti chiari ai pazienti ricoverati all´estero (martedì 31). Trichet e Junker - Il Presidente della Banca Centrale Europea di fronte alla Commissione Affari economici del Parlamento (lunedì 30). Il giorno dopo, sarà il turno del Presidente dell´Eurogruppo Jean-claude Juncker. Efficienza energetica - La Commissione parlamentare Industria vota un pacchetto di misure per l´efficienza energetica degli edifici e dei pneumatici (martedì 31). L´altro testo del pacchetto, che riguarda il marchio europeo sull´energia, è già stato approvato a inizio marzo. Trasporti - Diritti dei passeggeri che viaggiano in bus e per nave al voto della Commissione Trasporti, che approva anche le sue linee guida per la revisione delle Reti Transeuropee di Trasporto (Ten). Martedì 31. Il Presidente del Parlamento Hans-gert Pöttering incontra i vincitori del Premio Nobel per la medicina Luc Montagnier e per la pace Martti Ahtisaari (mercoledì). . |
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UE: INVITI A PRESENTARE PROPOSTE NELL´AMBITO DEL PROGRAMMA TEN-T 2009: QUASI 1 MILIARDO DI EURO PER I FINANZIAMENTO DELLA RETE TRANSEUROPEA DI TRASPORTO |
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Bruxelles, 1 aprile 2009 - Ieri la Commissione europea ha pubblicato inviti a presentare proposte nell’ambito del programma Ten-t (Trans-european Transport Network) per il 2009, stanziando quasi un miliardo di euro di finanziamenti per progetti europei riguardanti l’infrastruttura ferroviaria. Gli inviti di quest’anno comprendono 500 milioni di euro nel contesto del piano europeo di ripresa economica della Commissione, volto a rilanciare rapidamente l’economia europea accelerando gli investimenti nelle infrastrutture. Inoltre, sono previste opportunità di finanziamento nell’ambito del programma annuale e del programma pluriennale Ten-t, le cui priorità, secondo quanto indicato negli inviti a presentare proposte, includono le autostrade del mare, i sistemi di trasporto stradale intelligenti e il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (European Rail Traffic Management System: Ertms). All’interno della Commissione europea il programma Ten-t rientra nelle competenze della Direzione generale Energia e trasporti, la quale ha affidato il compito di gestire l’attuazione tecnica e finanziaria del programma all’Agenzia esecutiva per la rete transeuropea di trasporto (Ten-t Ea: Trans-european Transport Network Executive Agency). Spetta dunque all’Agenzia la gestione degli inviti a presentare proposte e la valutazione dei progetti presentati. Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione responsabile per i trasporti, ha commentato: “Sono convinto che incentivare la domanda economica con un ambizioso programma di infrastrutture europee sia una delle risposte più concrete ed efficaci che possiamo dare di fronte dell’attuale crisi economica. L’attuazione di questo programma riguardante la Ten-t assicurerà un posto di lavoro a molti europei attivi in importanti settori quali l’edilizia, che da sempre è una importante fonte di occupazione e contribuisce in modo determinante al Pil. Per questo motivo, nel quadro del piano europeo di ripresa economica la Commissione ha deciso di stanziare 500 milioni di euro nell’ambito delle opportunità di finanziamento di quest’anno per la Ten-t”. . |
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DEFINITI CONFINI MARITTIMI GRECIA-ALBANIA |
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Atene, 1 aprile 2009 - Grecia e Albania hanno raggiunto un accordo sulla delimitazione dello spazio marittimo e della piattaforma continentale nel Mar Ionio. Lo ha dichiarato il primo ministro greco, Costas Karamanlis, ripreso da Setimes. Com. I due Paesi hanno concluso con successo i negoziati e firmeranno presto l´accordo che supporterà i rapporti bilaterali. Karamanlis ha dichiarato che l´accordo è basato in pieno su principi internazionali e sulle norme della Convenzione marittima delle Nazioni Unite. . |
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BULGARIA, UNICREDIT STIMA CRESCITA PIL +0,2 P.C. |
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Sofia, 1 aprile 2009 - Nell´ultimo rapporto Unicredit, la banca ha rivisto al ribasso la crescita della Bulgaria per il 2009. Gli economisti dell´istituto indicano infatti una crescita del Pil dello 0,2 per cento per quest´anno e del 2 per cento per il 2010. I motivi principali del rallentamento dell´economia bulgara sono individuati nel calo del flusso degli investimenti diretti esteri e nella riduzione delle esportazioni. Gli analisti, riprende l´Ice, prevedono un forte rallentamento dell´economia nel terzo e nel quarto trimestre del 2009. L´inflazione prevista per il 2009 sarà intorno al 6 per cento, meno della precedente previsione (7,8 per cento), dovuta soprattutto alla diminuzione del consumo interno. . |
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FISCO, RAVVEDIMENTO E RISCOSSIONE |
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Roma, 1 aprile 2009 - Ravvedimento operoso, potenziamento delle procedure di riscossione e abolizione di alcuni obblighi di natura tributaria sono alcune delle modifiche in materia fiscale introdotte dal decreto anticrisi (n. 185/2008) e spiegate nella circolare n. 10 emanata dall’Agenzia delle entrate il 19 marzo scorso. Le nuove norme rendono più conveniente per il contribuente il ricorso al ravvedimento operoso attraverso una diminuzione delle sanzioni applicabili, cancellano alcuni obblighi tributari considerati superflui a carico di attività commerciali e rendono più efficace il recupero dei crediti da parte del fisco, il quale d’ora in poi potrà espropriare i beni senza sottoporli prima ad ipoteca. Non accenna dunque a rallentarsi la lotta del fisco contro l’evasione. Secondo i dati forniti il 23 marzo scorso dall’Agenzia delle entrate nel 2008 le somme recuperate a seguito dell´attività di accertamento in senso stretto ammontano a 3,7 miliardi di euro (+ 28% rispetto al 2007, anno in cui il riscosso è arrivato a quota 2,9 miliardi), di cui 1,2 miliardi provengono da ruoli e 2,5 da versamenti diretti effettuati spontaneamente dai contribuenti senza che venisse attivata la riscossine coattiva. Il dato non ci sorprende, in quanto sono ormai tanti e tutti efficaci gli strumenti che l’amministrazione fiscale può utilizzare per ridurre le sacche di elusione ed evasione ancora presenti nel nostro paese. Ricordiamo a questo proposito: - l’accordo con i comuni per lo scambio dei dati, previsto da una norma del 2005 e poi con i provvedimenti del 3 dicembre 2007 e del 26 novembre 2008, sono stati individuati, rispettivamente, gli ambiti di intervento oggetto delle segnalazioni che i Comuni dovranno trasmettere all´agenzia delle Entrate e le modalità di trasmissione delle stesse. La collaborazione è partita ufficialmente il 9 febbraio scorso. Per incentivare l´invio dei dati da parte dei comuni viene riconosciuta loro una quota pari al 30% delle maggiori imposte, interessi e sanzioni riscosse a titolo definitivo. Per saperne di più leggi l´articolo pubblicato il 12 febbraio 2009 sulla rivista telematica "Fisco oggi" - la procedura informatica che va sotto il nome di fascicolo del contribuente che permette un controllo veloce e puntuale dei dati più significativi ai fini fiscali. Per saperne di più leggi l´articolo pubblicato il 26 marzo 2009 sulla rivista telematica "Fisco oggi" - Il potere di notifica oggi pare non ammettere più possibili “fughe” da parte del contribuente che vuole sfuggire al fisco. Sono state pronunciate diverse sentenze che riconoscono all´amministrazione tributaria il diritto a non fermarsi in caso di irreperibilità del contribuente sia fisico sia giuridico. . |
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PREMIO MEDIOBANCA ALLE MEDIE IMPRESE DINAMICHE: LE IMPRESE PREMIATE |
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Milano, 1 aprile 2009 - Nella sua riunione diieri, il Comitato tecnico, composto da membri indipendenti, ha deciso di assegnare il premio Mediobanca 2009 alla Faber Industrie per la classe junior (50-499 dipendenti e 50-290 milioni di euro di fatturato) e alla Geox per la classe senior (oltre 499 dipendenti). L’assegnazione del premio si è basata sull’esame dei risultati e dei profili delle imprese elaborati dall’Ufficio Studi di Mediobanca che ha approfondito con ciascuna società i rispettivi assetti organizzativi e di governance, le posizioni sui mercati e i vantaggi competitivi; la selezione iniziale ha individuato 17 società: 11 sono entrate nelle due short list (sei per la classe junior e cinque per quella senior) esaminate dal Comitato tecnico. La Faber Industrie ha sede a Cividale del Friuli (Ud), produce bombole non saldate per il gas ed ha portato il fatturato a 135 milioni di euro nel 2007 (+142,1% rispetto al 2004) con 444 dipendenti; un ulteriore sviluppo del fatturato è stato realizzato nel 2008. La Geox ha sede a Biadene di Montebelluna (Tv), produce e commercializza calzature ed articoli di abbigliamento ed ha portato il fatturato a 770 milioni di euro nel 2007 (+126,5% rispetto al 2004) con 3. 543 dipendenti; un ulteriore sviluppo del fatturato è stato realizzato nel 2008. I premi saranno consegnati a breve dall’Amministratore Delegato e dal Direttore Generale di Mediobanca nel corso di un convegno durante il quale il top management delle due imprese presenterà la propria business history. . |
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LOMBARDIA: NUMERO UNICO REGIONE,IL PRESIDENTE FORMIGONI OGGI AL CENTRALINO "NON È UN PESCE D´APRILE” |
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Milano, 1 aprile “009 – Da oggi entra in funzione il nuovo numero verde di Regione Lombardia. Si tratta di un unico numero 800. 318. 318 per tutte le richieste che i cittadini intendono fare a Regione Lombardia. La chiamata è gratuita da telefono fisso ma anche da cellulare e da fuori regione. La novità è che da oggi non si dovranno più comporre numeri diversi in base all´argomento delle richieste ma un unico numero. Oggi nelle prime ore di introduzione del numero 800. 318. 318, a ricevere alcune telefonate sarà lo stesso presidente Roberto Formigoni, che affiancherà gli operatori del call center per rispondere alle domande dei cittadini e contribuire a far conoscere il nuovo servizio. "Non è un pesce d´aprile - ha spiegato Formigoni annunciando l´iniziativa - il numero unico entra in funzione: vogliamo facilitare la vita ai cittadini e rendere più accessibili tutte le informazioni e i servizi di Regione Lombardia". . |
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FEDERALISMO FISCALE, REGIONI SUD: IL 7 APRILE NASCE UNA SEGRETERIA TECNICA CONGIUNTA |
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Roma, 1 aprile 2009 Le otto Regioni meridionali si incontreranno martedì 7 aprile a Roma, presso la sede della Calabria (Piazza Campitelli 3), per costituire formalmente la ‘Segreteria tecnica congiunta’ e dare avvio al ‘Gruppo di lavoro’ sul federalismo fiscale. Si tratta delle prime conseguenze operative del “Patto per il Sud”, concordato ieri a Bari, che le Regioni stanno sottoscrivendo per rilanciare le ragioni del Mezzogiorno nel confronto con la Conferenza delle Regioni e con il Governo, in primis attraverso la rapida approvazione dei Par (Piani di Azione Regionale). Vanno nella medesima direzione le proposte che gli otto presidenti hanno elaborato in queste settimane, a partire dalla costituzione di una “Cabina di regia” con il Governo per l’aggiornamento del Quadro Strategico Nazionale (Qsn), in cui confluiscono i fondi strutturali e quelli Fas (Fondi Aree Sottoutilizzate) e la loro connessione con le risorse ordinarie dello Stato. . |
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CONFERENZA PRESIDENTI REGIONI SUD: RELAZIONE INTRODUTTIVA E DOCUMENTO FINALE |
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Bari, 1 aprile 2009 – Di seguito testi del documento finale sottoscritto nella Conferenza dei Presidenti delle Regioni del Sud, riunitasi il 30 marzo a Bari, insieme alla relazione introduttiva oggetto di discussione e approvazione da parte delle 8 Regioni del Mezzogiorno. Relazione Introduttiva - Una Proposta Dei Presidenti Delle Regioni Al Sistema Paese - La gravità della crisi e la sua ancora incerta evoluzione viene spesso utilizzata come un alibi per rinviare scelte o rimettere in discussione quanto, con fatica concertativa e negli anni, conseguito nei rapporti tra Stato e Regioni con la definizione del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013. In esso, accanto a regole che consentono di articolare efficacemente i rapporti tra i diversi livelli di governo e con i partner economici e sociali in risposta alle esigenze di sussidiarietà orizzontale e verticale, sono stati condivise priorità settoriali e territoriali che hanno definito la base per un patto tra territori ed istituzioni a cui tutti dobbiamo e vogliamo attenerci. Negli ultimi mesi abbiamo invece assistito a continui interventi che hanno modificato il quadro a suo tempo definito. Sono stati alterati insieme e i caratteri distintivi della politica regionale e le precondizioni per la sua stessa efficacia:l’intenzionalità dell’obiettivo territoriale e l’aggiuntività. Sono i tratti che differenziano la politica regionale dalla politica ordinaria. Si è di fatto riscritto, unilateralmente e di continuo, il patto tra livelli di governo e tra territori. Questa instabilità, così come il forte indebolimento del ruolo dello Stato centrale, ha provocato e continua a provocare ritardi nella assunzione di impegni, nella immissione di importanti risorse economiche nel sistema sociale e produttivo, mai, come in questo momento, bisognoso di nuove iniziative e nuovi flussi finanziari. In questa situazione aumentano considerevolmente i rischi di mancato assorbimento finanziario. La crisi economica ha posto in evidenza come il taglio di risorse rivolte al sostegno dell’erogazione di servizi essenziali alla popolazione ha impatti diretti sullo sviluppo e sulla coesione sociale. Rispondere a questa situazione con la semplice riproposizione dell’assetto programmatico e strategico precedente apparirebbe un comportamento incapace di leggere la nuova realtà in cui tutti, il nostro Paese, l’Europa e l’intero pianeta si trovano. Rispondere con la semplice trasposizione nel tempo delle scelte e degli impegni appare altrettanto miope. Se migliora apparentemente la situazione di cassa, d’ altra parte mette a rischio l’assorbimento delle risorse finanziarie europee con le note conseguenze negative sui saldi di finanza pubblica e compromette i tempi di contenimento della crisi e di costruzione di nuove e innovative posizioni di maggiore competitività del nostro sistema Paese. Le Regioni ritengono importante proporre al Governo una assunzione di responsabilità condivisa basata sui seguenti punti: approvazione di tutti i programmi regionali per il Fas e loro immediata operatività; ripristino delle azioni nazionali già concordate e relative ai: 1. Pii (Progetti di innovazione industriale) nelle componenti già considerate prioritarie dal Comitato suo costituito; 2. Sostegno dei grandi programmi di investimento industriale; 3. Rafforzamento delle politiche scolastiche; 4. Recupero economico-produttivo dei siti industriali inquinati; 5. Rafforzamento delle Amministrazioni. Immediata accelerazione di tutti gli interventi , a diverso titolo finanziati, e ripristino degli obiettivi finanziari ad essi connessi per il più rapido trasferimento delle risorse al sistema 1 2 economico e sociale anche al fine di assicurare la piena ottemperanza delle scadenze di rendicontazione relative ai programmi comunitari 2000-2006 e 2007-2013; stabilità del Quadro Strategico Nazionale e di tutte le sue diverse componenti programmatiche e finanziarie sino alla fine del corrente anno e deciso rafforzamento, condiviso e partecipato tra tutti i livelli di governo, del monitoraggio, della valutazione e della comunicazione sugli andamenti rilevati; immediata costituzione del Sottogruppo per le Regioni Convergenza del Comitato nazionale per il coordinamento e la sorveglianza della politica regionale unitaria” previsto dal Qsn che utilizzi tutte le competenze ovunque collocate ed immediata attivazione, presso la Presidenza del Consiglio, di una Cabina di regia politica tra Stato e Regioni che supervisioni e concordi entro la fine dell’anno: 1. Le modalità di scelta e di riparto territoriale dei Fondi nazionali costituiti con le risorse Fas per ottenere il rispetto complessivo del riparto 85-15 previsto dalla legge 2/2009 e le modalità di utilizzazione delle risorse liberate anche in risposta all’evolversi della crisi e in coerenza con gli assetti programmatici e strategici in atto; 2. La connessione tra obiettivi di sviluppo, risorse ordinarie in conto capitale e risorse in conto gestione; • eventuale predisposizione e approvazione a livello nazionale, entro dicembre 2009, di un aggiornamento complessivo del Qsn che prenda atto della realtà della crisi, per come si sarà a quel punto effettivamente presentata, e che permetta la migliore finalizzazione delle risorse già definite; • eventuale presentazione alla Commissione europea, ai primi di gennaio 2010, del Qsn, così come aggiornata, e delle relative conseguenze sui Programmi operativi in essere, per la loro più rapida approvazione senza incidere sulle scadenze previste per la fine del 2010. Le Regioni si impegnano sin da ora a affrontare questa nuova situazione con lo stesso spirito di responsabilità e di cooperazione istituzionale che hanno negli ultimi mesi ben evidenziato nella positiva esperienza del negoziato sfociato nell’accordo del 12 febbraio scorso. Documento Finale -------- Una traccia di discussione delle e per le Regioni meridionali. Per il Sud. Un nuovo patto per la crescita e l’ unità del Paese. Agenda per una nuova azione pubblica. Bari, 30 marzo 2009 Premessa - Governo e Regioni sono chiamati, nella prima parte del 2009, ad affrontare due nodi fondamentali: 1. Le risorse addizionali per lo sviluppo; 2. La definizione e della attuazione del disegno di legge delega sul federalismo. L’acuirsi della crisi ha accentuato il clima politico e culturale “antimeridionale”. Le classi dirigenti meridionali non possono assistere passivamente alla sistematica costruzione mediatica di rappresentazioni stereotipate del Mezzogiorno, basate spesso da opinioni del tutto infondate e prive di evidenze empiriche. La risposta per uscire dalla crisi economica non può essere aumentare le differenze tra i territori incrinando l’unità del Paese. I Presidenti delle Regioni meridionali, anche per rispondere agli autorevoli richiami del Presidente della Repubblica, e per il senso di responsabilità democratica nei confronti delle comunità rappresentate, per contrastare la miope deriva antimeridionalista, avvertono la necessità di : • proporre una agenda per affrontare con spirito unitario e a vantaggio dell’intero Paese i problemi sul tappeto; • assumere impegni concreti e verificabili per il miglioramento della qualità della vita dei loro amministrati e dell’intera area meridionale; • definire modalità trasparenti di informazione sugli interventi in corso, i loro tempi di realizzazione e le innovazioni procedurali ed organizzative al fine di ottenere i risultati di servizio necessari alle imprese, ai cittadini e ai territori; • promuovere modelli di amministrazione pubblica più efficienti e trasparenti, valorizzando le buone pratiche e contrastando più intensamente inefficienze, opacità e corruzione. Il nuovo contesto della crisi L’italia, che non cresceva da diversi anni, è entrata in recessione. La crisi morde in tutto il Paese, ma morde di più nelle aree più deboli per il sovraccarico dei fattori strutturali di lungo periodo. Le difficoltà economiche strutturali e congiunturali si ripercuotono sulla vita degli italiani e sulle prospettive di lavoro. L’italia che già appariva impaurita dalle dinamiche della globalizzazione, oggi si ritrova ancora più spaventata e sfiduciata per effetto della crisi, sino a provare insofferenza per ogni presenza “diversa”, regolare od irregolare che sia, che possa ulteriormente aumentare la complessità della vita e delle relazioni sociali. In questo quadro di preoccupazione, in molti, nelle classi dirigenti come tra i cittadini comuni, sembrano aver definitivamente deciso che il Mezzogiorno è, per il Paese, una insopportabile palla al piede. L’immagine prevalente del Mezzogiorno è diventata ormai l’incapacità di rispondere positivamente anche ai bisogni elementari delle popolazioni, dei disastri amministrativi di tanti comuni ed amministrazioni, con tutti gli annessi significati: lo spreco di risorse pubbliche, l’incapacità o la corruzione delle classi dirigenti, l’attitudine della popolazione solo alla protesta. La stessa capacità di spesa dimostrata sui Fondi comunitari non viene mai segnalata, ma si paventano rischi di disimpegno che non trovano corrispondenza nei dati ufficiali. Il Mezzogiorno è sempre più percepito da molti italiani come altro rispetto a sé. Altro rispetto all’Italia. Il ragionamento, che peraltro rimbalza da pagina a pagina della grande stampa nazionale, e da opinione a opinione dei suoi commentatori, è lineare nel suo svolgimento: Il divario economico fra Nord e Sud diventa incolmabile e crescente; il Mezzogiorno va sempre peggio del Nord, nonostante le ingenti risorse che vengono trasferite alle Regioni del Sud. Il Sud è diventato un’idrovora di risorse pubbliche e i cittadini meridionali ricevono enormi risorse prelevate dalle tasse pagate dal Nord per finanziare progetti fasulli se non la criminalità organizzata. In questi giorni, in cui inizia ad avvertirsi forte la crisi, queste tesi diventano più pressanti. E il meccanismo per dare seguito alle posizioni antimeridionali si rileva semplice: ogni volta che un pezzetto del Fondo per le Aree Sottoutilizzate prende la strada di altre destinazioni (rimborso ai comuni, per il mancato gettito Ici, sostegno ai bilanci dissestati, sussidi per i disoccupati ecc. ) si toglie al Sud cui è destinato per l’85% e , nella gran parte dei casi , prende la strada del Nord. Tutto questo è avvenuto senza dare alcun seguito alle procedure di Intesa previste dalla legge 131/2003, dando comunicazioni di massima tanto che anche per la delibera Cipe del 6 marzo 2009 le Regioni non hanno ancora il testo integrale pur se tale delibera incide direttamente sulla loro programmazione. Va in questa direzione anche il progetto di federalismo fiscale che non separa le forme di perequazione legate ai servizi da rendere ai cittadini con le risorse per il riequilibrio infrastrutturale collegate all’art. 119, V comma, della Costituzione. Valga ad esempio l’art. 21 del disegno di legge delega il quale apre a ogni tipo di riequilibrio attraverso le sole risorse addizionali, senza un corrispondente impegno sulle ordinarie, e determina di fatto la via con la quale utilizzare il Fas indistintamente a Nord e a Sud, pur a fronte degli evidenti differenziali territoriali, come anche le più recenti ricerche di Banca d’Italia testimoniano. Appare stupefacente che quanto definito nella legge 2/2009 sul riparto 85-15 a favore dei territori del Mezzogiorno e relativo alle risorse addizionali nazionali venga disinvoltamente rimesso in discussione. A questa campagna le Regioni meridionali, le loro istituzioni e i loro abitanti non stanno riuscendo a reagire mostrando come esistano anche persone, territori, istituzioni positive, situazioni differenti da quelle sempre presenti sui media. La stessa responsabilità dimostrata dalle Regioni meridionali nell’affrontare le nuove situazioni di crisi, senza alzare barricate in una fase in cui si riscriveva nei fatti il patto tra territori definito dal Qsn riallocando a favore del Nord le risorse addizionali programmate per lo sviluppo delle regioni meridionali del periodo di programmazione 2007-2013, viene scambiata per colpevole ammissione di colpa. Il grave rischio che sta correndo il Paese Italia. Con il Dpef 2000-2003 lo Stato italiano era uscito dalla logica dell’intervento straordinario e per la prima volta aveva posto i principi generali dell’indirizzo della spesa pubblica fra le diverse aree del Paese. Si decise in particolare che la spesa in conto capitale addizionale (Fondi Strutturali Europei e Fas) per le politiche di sviluppo delle aree più deboli, fosse ripartita l’85% al Sud e il 15% al Nord e che la spesa “ordinaria” (ponderando le due grandi aree in termini di Pil e popolazione) andasse il 30% al Sud e il 70% al Nord. Il numero di sintesi della spesa totale in conto capitale prevede il 45% al Sud e il 55% al Nord. Questo obiettivo politico fu confermato in modo bipartisan da tutti i Governi. Non un numero, ma una percentuale indipendente dalla buona o dalla cattiva o pessima (come oggi) congiuntura, dallo stato dei conti pubblici, dai volumi della spesa. Il 45% del totale! Tuttavia, non solo tale percentuale non è stata mai raggiunta, ma ha subito un progressivo affievolimento negli anni: solo il 35,3% nel consuntivo 2007. L’obiettivo è stato rivisto al ribasso progressivamente, finché l’ultimo Dpef approvato nel 2008 l’ha eliminato completamente. La spesa in conto capitale complessiva (risorse ordinarie e risorse addizionali ) è aumentata al Nord poichè al Sud le risorse ordinarie non sono arrivate. Se si guardano i consuntivi fra il 2002 e il 2006 si scopre infatti che, nel Mezzogiorno: la spesa dei fondi strutturali, prevalentemente gestita dalle Regioni, è aumentata da 3,9 mld a 5,6 mld all’anno; la spesa in conto capitale ordinaria, gestita prevalentemente dallo Stato, è scesa. Avrebbe dovuto essere il 30%, è stata di poco superiore al 20%. Indirizzare la spesa dei programmi comunitari ha consentito alle finanze pubbliche italiane di giovarsi dei relativi rimborsi provenienti dal bilancio dell’Unione (circa 4 mld annui) che sono stati destinanti non a finanziare la spesa in conto capitale del Sud ma ad altri obiettivi di politica economica. Il Fas ha subito riprogrammazioni che hanno spostato periodicamente in avanti il momento dell’effettivo utilizzo, vi sono stati storni per obiettivi non rientranti in quelli del riequilibrio territoriale. Se si considera il settore pubblico allargato, tanto diventa ancora più evidente. Se si fosse mantenuto l’obiettivo del 45% dal 2002 al 2006 si sarebbero dovuti spendere al sud 171 mld a fronte dei 123 spesi: 50 mld di differenza! Dall’inizio del nuovo decennio si è deciso di incrementare la spesa nel Mezzogiorno per favorire il recupero della dotazione infrastrutturale e quindi un più accelerato sviluppo economico. E’ avvenuto il contrario: a partire dal 2001 la spesa pro capite del Mezzogiorno è sistematicamente diminuita. In conclusione, se la spesa in conto capitale dal 2001 al 2007 è rimasta costante, nonostante l’apporto dei fondi europei, questi hanno sostituito la mancata spesa nazionale. I fondi strutturali più che promuovere lo sviluppo del Sud, hanno aiutato il risanamento dei conti pubblici italiani, liberando fondi nazionali. E’la medesima operazione riproposta in questi giorni alle Regioni. La spesa in conto capitale nel Mezzogiorno è cresciuta meno che nel resto del paese ed è ormai divenuta, in termini pro-capite, inferiore a quella del Nord. Il risultati economici del Sud non possono che essere conseguenti. Si arretrerà ulteriormente. Le risorse destinate ad avvicinare, attraverso il perverso meccanismo descritto, finiranno per allargare la forbice, non per ridurla. La crisi amplificherà i divari. In questa situazione si aggrava anche la situazione di erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese. Proprio mentre la crisi attacca le condizioni di vita delle nostre popolazioni, la assenza di risorse ordinarie porta alla continua diminuzione dei servizi effettivamente erogati dalle amministrazioni locali. La giusta responsabilità a cui ci chiama il federalismo fiscale attraverso la definizione di costi standard e di individuazione di livelli definiti di prestazione implica, accanto alla giusta maggiore efficienza delle macchine amministrative e tecniche, implica anche una capacità di investimento che negli anni non è stato reso possibile per la quantità di risorse trasferite agli Enti locali dei nostri territori, con valori pro-capite minori della media nazionale. E’ su questi servizi che i cittadini conquistano la fiducia nello stato e nelle istituzioni spezzando quei legami ambigui con la politica, con la burocrazia e a volte con la criminalità organizzata che, pur presenti in tutti i territori del nostro Paese, nelle nostre aree assumono connotati più aggressivi e frequenti. Su questo le Regioni meridionali, che hanno definito con lo Stato e accettato la sfida degli obiettivi di servizio collegati al Qsn per rispondere ai cittadini sui temi dell’acqua, dei rifiuti, dei servizi alla persona, della qualità della istruzione, delle opportunità di accesso delle donne al mercato del lavoro, rivendicano la massima attenzione da tutto il Paese. Questi servizi sono il vero elemento di cittadinanza condivisa che una Nazione deve offrire a tutti i suoi cittadini. Le proposte In ogni Regione Meridionale è in corso una originale vicenda politica e istituzionale; di diverso segno politico sono le risposte che i Presidenti stanno cercando di dare ai problemi della propria Regione. Tutti e otto però, proprio in nome della autonomia con cui stanno rispondendo ad un problema comune , quello del sottosviluppo dei territori da loro governati, non intendono assistere impotenti alla instabilità delle risorse destinate al Sud, a fronte del forte miglioramento impresso negli ultimi anni ai sistemi di gestione e controllo dei Fondi Strutturali e del Fas. Nel ribadire la necessità, tante volte dichiarata dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, di una immediata approvazione ed operatività di tutti i programmi di finanza aggiuntiva delle Regioni e degli interventi, gestiti dallo Stato centrale e condivisi, i Presidenti ritengono indispensabile sottoporre ad attenta riflessione e ridefinizione condivisa tra le Regioni stesse e lo Stato, alcune politiche in essere e che non si sono ancora oggi rivelate all’altezza dei problemi con cui si confrontano. Non è un problema di sola razionalizzazione di competenze o di fastidi per il sovrapporsi delle tante competenze di diversi organi pubblici. Il problema da risolvere è come coniugare rigore amministrativo, concentrazione degli interventi, massimizzazione degli impatti degli investimenti, sin qui non risolto dallo Stato come dalle Regioni. Per questo i Presidenti delle Regioni del Sud non vogliono qui fare l’elenco dei buoni e dei cattivi programmi, dei buoni e dei cattivi attori, anche se qualcuno lo si può scorgere in filigrana, ritengono necessario proporre una agenda, trasparente e verificabile da parte dei loro cittadini su cui costruire, senza acrimonia e con speranza, un nuovo meridionalismo per la crescita e l’unità dell’Italia. Il primo tema da affrontare appare quello del mantenimento del sistema produttivo, agricolo e manifatturiero, e della sua capacità operativa sui nostri territori,. Vista la ampia frammentazione del tessuto imprenditoriale meridionale questa difesa passa anche attraverso il mantenimento, accanto e dentro le aziende, anche quelle non coperte oggi dagli strumenti consolidati di welfare, delle capacità di lavoro che sono così difficili da costruire e così rapidamente vanificabili. Impresa e lavoro insieme perchè sono fondamento di un tessuto sociale necessario alla tenuta delle nostre società e per le possibilità di nuovi posizionamenti competitivi nel momento del superamento della crisi. A questo dobbiamo aggiungere una politica industriale capace di utilizzare ricerca e innovazione come base per un diverso futuro, sia per le nuove specializzazioni produttive (energia, biotecnologie, sostenibilità) sia per un diverso rapporto con le dinamiche del mondo globalizzato (tecnologie della conoscenza, ma anche nuovi mercati e maggiore internazionalizzazione del sistema produttivo) Dobbiamo investire sulla scuola e sulla qualità della istruzione sin dalla prima infanzia. Dobbiamo uscire da una formazione universitaria prevalentemente giuridico-letteraria e aprirci ai saperi tecnico-scientifici e gestionali su cui si basa il futuro dei nostri territori. Dobbiamo rimettere in gioco quelle risorse incredibili, della natura e dell’uomo, che popolano le nostre regioni e a cui non siamo riusciti a dare quel respiro e quella valorizzazione che facciano del Mezzogiorno una risorsa del turismo mondiale. Le reti di mobilità sono uno storico handicap dei nostri territori. Combinare grandi opere e impatto allargato sui territori richiede una forte concertazione interistituzionale che non vediamo e di cui sentiamo un grande bisogno. Per decidere, non per discutere. Per trasformare gli investimenti in valore aggiunto sul territorio e non rendite finanziarie a vantaggio di pochi. Abbiamo bisogno di un nuovo disegno delle politiche sociali e del welfare nazionale, capaci di rispondere positivamente a quelle forme di precarietà e instabilità che sono presenti in tutto il territorio nazionale, ma che trovano nei nostri territori dimensioni, radicamenti e penetrazioni insospettate. Abbiamo bisogno di una nuova amministrazione pubblica, capace di possedere i nuovi saperi, di saper essere tecnica, gestionale orientata ai servizi da erogare e non alla gestione delle norme. Su tutta questa agenda le Regioni meridionali non hanno posizioni precostituite, non hanno ricette miracolistiche, così come non ne vedono in altri soggetti. Le Regioni si impegnano sin da ora a affrontare questa agenda con lo stesso spirito di responsabilità e di cooperazione istituzionale che hanno negli ultimi mesi dimostrato nella positiva esperienza del negoziato sfociato nell’accordo del 12 febbraio scorso. . |
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LOMBARDIA: LEGGE TERRITORIO,BONI:DOPO 4 ANNI BILANCIO POSITIVO |
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Milano, 1 aprile 2009 - A quattro anni dall´approvazione della legge regionale di governo del territorio (la legge 12/2005), l´Istituto Nazionale di Urbanistica ha promosso un convegno che si è tenuto ieri a Milano per fare il punto della situazione e tracciare un primo bilancio. All´incontro è intervenuto l´assessore regionale al Territorio e Urbanistica, Davide Boni. "Si tratta - ha detto Boni - di una buona legge. Stiamo cercando di sistemare alcune questioni emerse in fase di applicazione ma i risultati che stanno emergendo sono interessanti. Sugli oltre 1. 500 comuni della Lombardia, più di 1. 000 hanno già adottato il Pgt (Piano di Governo del Territorio) o comunque sono in attesa di completare l´iter burocratico mentre solo un terzo non ha ancora provveduto ad avviare il processo". "La forza del nostro provvedimento - ha ricordato l´assessore Boni - è che impone una cultura diversa sulla pianificazione del territorio lombardo. La filosofia portante su cui si basa è infatti che oggi le amministrazioni locali devono pensare alla programmazione del territorio in relazione ad un certo arco temporale e ad un preciso controllo di impatto sul paesaggio, che per noi è fondamentale". . |
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ROMA, “RISANARE INNOVANDO": LA MANOVRA DI BILANCIO 2009-2011 |
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Roma, 1 aprile 2009 – Obiettivo prioritario, "ricondurre la finanza comunale ad un equilibrio sostanziale e strutturale", puntando al "consolidamento del risanamento finanziario" e dunque al "pareggio complessivo". Alla base delle politiche di risanamento, "una programmazione realistica e rigorosa delle entrate di parte corrente". Sono i lineamenti fondamentali della manovra di bilancio per il triennio 2009-2011, recentemente approvata dal Consiglio Comunale. Ne hanno parlato in Campidoglio, punto per punto, il sindaco Alemanno e gli assessori Castiglione (Bilancio) e Marchi (Mobilità). Gli elementi portanti della manovra: prospettiva pluriennale, che pone il risanamento come premessa "ad un nuovo welfare"; priorità ai servizi sociali, con una quota di fondi – recuperata grazie alla lotta all´evasione e all´elusione fiscale – da destinare "ad ampliare l´area delle agevolazioni"; sviluppo di pari passo con il rigore dei conti: investimenti infrastrutturali, finanziati con risorse reali e attuati con progetti definiti e in tempi certi; "logiche di efficienza" applicate alla macchina comunale, per migliorare il rapporto tra Comune e cittadini e tra Comune e imprese. Determinanti, dunque, sono nella manovra finanziaria alcune novità sostanziali tra i ´collegati´ al bilancio: riassetto del sistema delle società partecipate, riforma del trasporto pubblico locale. Non meno importanti le azioni sul fronte della spesa corrente: rilancio del contrasto all´evasione-elusione fiscale, con nuovi atti d´indirizzo per il recupero crediti e nuove regole per le liti pendenti e il ´ravvedimento operoso´; previsioni d´entrata "realistiche"; senza "sopravvalutazioni"; il tutto, in un quadro di "pressione fiscale e tributaria invariata". Le previsioni per alcuni tra i singoli settori di spesa: per i servizi sociali 443 milioni di euro nel 2009, 393 nel 2010 e 391 nel 2011. Per la scuola: 268 milioni nel 2009, 251 nel 2010, 252 nel 2011. Per i Municipi, una previsione complessiva di quasi 420 milioni per il 2009. Le nuove metropolitane: la manovra prevede, per il triennio, "l´integrale copertura del costo di realizzazione" per le linee C (3 miliardi 47 milioni), B1 Bologna-conca d´Oro (491 milioni), B1 Conca d´Oro-jonio (220 milioni). Per il prolungamento della B tra Rebibbia e Casal Monastero, invece, il Campidoglio prevede una spesa di 165 milioni sui 565 totali in project financing. Per la linea D, infine, è allo studio una struttura alternativa di project financing, con minor spesa per il Comune (il valore totale dell´opera è di 2 miliardi 35 milioni). L´impegno a favore delle imprese romane: fondo di garanzia, finanziato con 8 milioni di euro, per le piccole e medie aziende; 2 milioni per creare una nuova struttura d´assistenza con la Camera di Commercio e le fondazioni bancarie; nuovo sportello unico, da realizzare sempre con la Camera di Commercio. I problemi, sottolinea il Campidoglio, non mancano e sono legati, tra l´altro, al carattere "rigido" del bilancio comunale (stabilito per legge): sul totale della manovra, infatti, nel 2009 il 66,5% è "non suscettibile di scelte discrezionali", nel 2010 il 70,9 e nel 2011 il 72,2. Per un quadro completo della manovra di bilancio, vedere le tabelle diffuse dal Campidoglio. Una delle chiavi di ´correzione´, specifica poi il Campidoglio, è "la riforma della costellazione societaria", ovvero delle partecipate comunali, con un duplice obiettivo: più efficienza nella gestione, meno costi che inevitabilmente si scaricano "sull´azionista di riferimento" (il Comune). In questa direzione va la riorganizzazione del trasporto pubblico locale, approvata dal Consiglio Comunale: le tre società esistenti – Atac, Met. Ro. E Trambus – confluiscono in un´unica società, denominata "Nuova azienda Atac S. P. A. ". La nuova Atac sarà affiancata, per la pianificazione e il controllo amministrativo, dalla "Società Patrimonio S. R. L. " – che gestirà, appunto, il patrimonio delle infrastrutture –. Ulteriore novità di rilievo, con finalità analoghe, è la nuova normativa su affissioni e pubblicità: una vera e propria rivoluzione nel settore, che punta ad obiettivi ambiziosi come la riqualificazione e l´evoluzione tecnologica degli impianti, l´adeguamento agli standard europei e, non ultimo, un forte contrasto all´abusivismo e all´evasione delle tariffe. . |
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ITALIA-COLOMBIA. MOBILITÀ, AMBIENTE, MODA E TRASPORTI AL CENTRO DELLA COLLABORAZIONE TRA MILANO, BOGOTÀ E MEDELLIN IL SINDACO DI MILANO ALLA 50EMA ASSEMBLEA DELLA BANCA INTERAMERICANA DI SVILUPPO INCONTRA IL PRESIDENTE DELLA COLOMBIA ALVARO URIBE |
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Milano, 1 aprile 2009 - Trasferire know how e tecnologia nel campo dei trasporti e della mobilità, come, per esempio, nella fase di progettazione per la realizzazione della linea metropolitana di Bogotà. Ma anche collaborazioni sul fronte della moda e dell’industria tessile con Medellin (che in questo comparto industriale conta oltre 12mila imprese) per facilitare l’innovazione di prodotto e incrementare la produttività delle imprese, agevolando così anche le collaborazioni imprenditoriali tra le aziende di Milano e quelle di Medellin. Sono questi alcuni dei principali contenuti degli incontri che il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha avuto con i rappresentanti istituzionali delle due città colombiane, nel corso della sua missione estera in Sudamerica. “È una collaborazione – ha spiegato il Sindaco – che si sta sviluppando su progetti concreti, centrati sullo sviluppo delle nostre città ma che possono portare frutti positivi ai nostri rispettivi Paesi. Si tratta di progetti strategici che, in una logica di sistema a cui collaborano istituzioni pubbliche e private a vario livello, si muovono in una direzione “anticiclica”, estremamente preziosa in questi tempi di crisi. Possiamo così mettere a frutto il patrimonio di competenze, professionalità e capacità imprenditoriali che Milano e l’Italia possono offrire, dal fronte universitario e della ricerca scientifica alla cultura, dalle politiche sociali e di cooperazione alla progettazione nel campo dei trasporti”. Proprio con il Sindaco della capitale, Moreno Royas, il Sindaco Moratti ha verificato infatti il grande interesse a portare in Colombia le competenze che Milano offre nel campo scientifico-tecnologico, in special modo sul fronte della mobilità sostenibile e dei trasporti. Un ruolo importante, in questo senso, potrà essere svolto dal sistema universitario milanese, con il quale Bogotà vuole aprire rapporti di gemellaggio e collaborazione, in particolare per quanto riguarda le facoltà e le discipline scientifiche e tecnologiche. Il contributo del sistema universitario milanese è stato anche un riferimento nella tappa che la missione del Sindaco Moratti ha fatto a Medellin, dove ha rinnovato l’accordo che la unisce a Milano, con una specifica attenzione alla moda e all’industria tessile. La cerimonia di rinnovo dell’accordo è avvenuta al termine della visita che il Sindaco ha fatto con il collega di Medellin, Alonso Salazar, al Progetto di Recupero Urbano Integrale, nel quartiere di Santo Domingo Savio, una delle zone che fino a pochi anni fa era tra le più degradate di Medellin, ora oggetto di un processo di riqualificazione costante. La visita a Medellin è avvenuta in concomitanza con l’apertura della 50ema Assemblea della Banca Interamericana di Sviluppo (Bid), vale a dire la più importante banca regionale di riferimento per i Paesi dell’America Latina e dell’area caraibica. Come è emerso anche nel corso del colloquio con il Presidente Luis Alberto Moreno, Milano collabora con la Bid su vari fronti, con una serie di progetti che vedono coinvolte in prima linea le università milanesi – dal Master in “Management ambientale” istituito a Vina del Mar (Cile) per lavorare sulla prevenzione delle catastrofi naturali, alla formazione dei funzionari pubblici di alcune delle principali città latino-americane per quanto riguarda sicurezza e sviluppo urbano regionale attraverso il programma realizzato dal Comune di Milano insieme all’Onu. Nell’ambito dell’Assemblea Bid il Sindaco ha avuto una serie di incontri che l’hanno impegnato nelle sue vesti di Commissario Straordinario del Governo per Expo 2015. Tra i diversi momenti di confronto e di lavoro avvenuti all’interno dell’Assemblea Bid, il Sindaco ha incontrato i Ministri dell’Economia e dello Sviluppo di Brasile, Argentina e Cile, il Presidente della Corporacion Andina de Fomento, Enrique Garcia, il Presidente della Cumbre Iberoamericana, Enrique Iglesias. Gli incontri istituzionali sono culminati in un lungo e cordiale dialogo con il Presidente della Colombia, Alvaro Uribe. “Sono stata felice – ha sottolineato Letizia Moratti – di sentire la considerazione e il valore che il Presidente Uribe attribuisce al microcredito, una delle leve fondamentali per uno sviluppo autenticamente sostenibile, per il quale Milano ed Expo 2015 sono attivamente impegnati”. Particolare rilievo, al centro dell’incontro con il Presidente Uribe, è stato dato alla collaborazione con Milano ed Expo nell’ambito del progetto “Plan de Familias Guardabosques”. È questo un programma lanciato dal Governo colombiano e sostenuto dalle Nazioni Unite, che mira a sostenere quelle famiglie che s’impegnano a “liberare” le proprie terre dalla coltivazione di oppiacei e quindi recuperare parti della foresta amazzonica da dedicare alle coltivazioni tradizionali come anche a nuove forme di turismo eco-solidale. In questo senso Milano ha offerto un contributo per valorizzare i prodotti agricoli sostitutivi delle coltivazioni di coca e oppio (come caffè e cacao), nel quadro delle iniziative già avviate da Milano e da Expo 2015, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente italiano e con le Nazioni Unite. . |
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FRIULI VENEZIA GIULIA: TONDO RICEVE CONSOLE GENERALE DI ROMANIA |
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Trieste, 1 marzo 2009 - La Romania aprirà a breve una sede consolare a Trieste. La scelta è stata illustrata ieri mattina al presidente della Regione Renzo Tondo dal console generale Radu Dobre, recentemente designato a reggere questa sede. Il presidente Tondo ha ritenuto positiva la decisione del governo romeno, condividendo con il console l´auspicio che si sviluppi nel Friuli Venezia Giulia una collaborazione volta a costruire una convivenza rispettosa dei comuni valori della cittadinanza europea. Pur in un periodo di crisi economica generalizzata, Tondo e Dobre hanno parlato anche della funzione del consolato generale nella promozione dei rapporti tra imprese e negli scambi commerciali tra Italia e Romania. La comunità romena in Friuli Venezia Giulia conta 15 mila persone, che salgono ad 80 mila nel vicino Veneto. . . |
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POSSIBILE COLLABORAZIONE FVG-CIPRO |
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Trieste, 1 marzo 2009 - Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, ha ricevuto ieri a Trieste, nella sede del governo regionale, l´ambasciatrice di Cipro in Italia Athena Mavronicola, accompagnata dal console onorario di Grecia a Trieste, Michael Hatzakis, e dal consigliere dell´ambasciata cipriota a Roma, Iacovos Giragosian. La signora si è subito complimentata con lui per la bellezza di Trieste e della regione ed il presidente, che aveva al suo fianco il direttore delle Relazioni internazionali, Giuseppe Napoli, ha ricordato che il capoluogo giuliano ospita da moltissimi anni una fiorente comunità greca. Questa è una città internazionale ed ha sempre sviluppato rapporti importanti con l´Est ed il Sud d´Europa, ha detto Tondo, che ha ringraziato l´ambasciatrice per la sua visita in Friuli Venezia Giulia. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, è stato eletto in questa regione, ha ricordato Tondo, spiegando come anche questo sia un riconoscimento della nostra specialità e del nostro ruolo nel campo delle relazioni internazionali, un settore che è ormai nel dna del Friuli Venezia Giulia Per questa regione è normale andare in Macedonia, in Serbia, nei Balcani e nei Paesi del Sud Est asiatico ed europeo, ha continuato il presidente, informandosi sugli ambiti portanti dell´economia cipriota e auspicando un incremento di collaborazione tra le realtà cipriote ed il Friuli Venezia Giulia. La signora Mavronicola ha dichiarato di condividere gli auspici del governatore. I principali settori economici della Repubbblica di Cipro sono il turismo (circa il 20 p. C. Del Pil) ed i servizi finanziari legati alla presenza di società off-shore. Altre attività sono la navigazione mercantile e l´esportazione di prodotti dell´artigianato e dell´abbigliamento. Siamo entrambi membri dell´Unione europea - ha concluso Tondo - e sono dunque benvenuti i rapporti che possono essere utili al nostro sviluppo. . . |
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PIANO CASA, INTESA TRA GOVERNO E REGIONI L’ ACCORDO PREVEDE AUMENTI VOLUMETRICI DEL 20% PER LE ABITAZIONI |
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Roma, 1 aprile 2009 – L´intesa tra Stato e regioni sul piano casa è stato il frutto di lunghe trattative ed è stata raggiunta ieri sera. L´accordo sara´ approvato dalla Conferenza unificata convocata per questa mattina alle ore 9. L´intesa prevede aumenti volumetrici del 20% per le abitazioni e del 35% nei casi di demolizione e ricostruzione con tecniche di bio-edilizia. I centri storici e le aree protette non verranno toccate dal piano casa. Oggi in Consiglio dei ministri l´accordo sarà oggetto di riflessione per quanto riguarda la scansione dei tempi entro i quali dovrà essere approvato il relativo decreto. . |
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CASA DEFINITA A ROMA LA POSIZIONE UNITARIA DI TUTTE LE REGIONI UN CONTRIBUTO ALL´EDILIZIA, MA NEL RISPETTO DELLE REGOLE |
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Roma, 1 aprile 2009 - Un accordo per sostenere l’edilizia che prevede ampliamenti da regolamentare in ogni regione entro 90 giorni e un decreto del governo per semplificare e velocizzare le procedure di competenza dello Stato. E’ questa la proposta con cui le Regioni si presenteranno al confronto con il Governo. «Le Regioni si presentano in modo unitario al confronto con il governo e questo è un fatto positivo - ha dichiarato il presidente della Toscana, Claudio Martini, al termine della riunione - La nostra è una proposta che aiuta la ripresa dell’attività edilizia ma nel rispetto delle regole, senza alcuna deroga. Gli interventi sono delimitati e vengono esclusi quelli più impattanti e stravolgenti (cambio di destinazione d’uso, interventi nei centri storici e nei parchi, ecc). Al Governo chiediamo u n decreto per velocizzare le procedure degli Enti statali e la messa a punto di un vero piano casa. Mi auguro – conclude Martini - che il Governo recepisca la nostra proposta. In questo caso la giunta regionale varerà rapidamente la legge in modo da poterla approvare in Consiglio prima della scadenza dei 90 giorni». Per favorire il rilancio dell’economia e semplificare le procedure in materia edilizia le Regioni propongono al governo un accordo per realizzare interventi di ampliamento, di demolizione e ricostruzione di edifici residenziali, non abusivi, al di fuori dei centri storici e delle aree di inedificabilità assoluta. «I muratori che perdono il lavoro stanno più a cuore a noi che a Berlusconi – ha dichiarato l’assessore Riccardo Conti, anche lui presente alla riunione romana - Con questa proposta le Regioni rispondo a due esigenze. Quella di dare un contributo all’edilizia, in coerenza con le legge regionali, i piani e i programmi dei Comuni. E siccome non ci sono solo le villette, abbiamo proposto al Governo anche un vero piano per la casa e per l’affitto low cost, in modo da rispondere ai giovani e alle famiglie che non riescono a trovare casa sul mercato». Ecco in sintesi i punti della proposta di accordo che i presidenti discuteranno domani mattina con il premier Berlusconi. Le Regione si impegnano ad approvare entro 90 giorni una legge regionale per recepire tre obiettivi: 1. Regolamentare interventi per ampliamenti del 20 per cento delle volumetrie esistenti (e comunque non oltre i 200 metri cubi, circa 60 mq) per migliorare la qualità architettonica ed energetica degli edifici residenziali uni e bi-familiari o comunque di edifici non superiore ai 1000 metri cubi (palazzine di 4-5 appartamenti); 2. Disciplinare interventi di demolizione e ricostruzione con ampliamenti fino al 35 per cento con l’obiettivo di migliorare la qualità e ridurre consumi energetiche favorire l’utilizzo delle fonti rinnovabili; 3. Introdurre forme semplificate e celeri per l’autorizzazione degli interventi previsti in coerenza con le normative in vigore. Le leggi regionali possono individuare aree nelle quali gli interventi di ampliamento sono esclusi o limitati (beni culturali, aree di pregio, ecc), nonché gli ambiti nei quali questi interventi sono favoriti e incentivati (ad es. Aree urbane degradate). Insieme alla firma dell’accordo il Governo emana un decreto legge per semplificare le procedure di competenza esclusiva dello Stato con l’obiettivo di rendere più rapido l’iter amministrativo dell’attività edilizia. In particolare le misure di semplificazione che le Regioni propongono al Governo riguardano: 1. Fissare un termine certo e breve per il rilascio delle autorizzazioni e permessi di competenza delle amministrazioni statali preposti alla tutela della sicurezza, del paesaggio, del demanio idrico (sovrintendenze, vigili del fuoco, ecc); 2. Semplificare il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e delegificare i piccoli interventi dall’obbligo delle autorizzazioni (cosa che in Toscana è stata approvata dalla giunta la scorsa settimana); 3. Semplificare le procedure per la valutazione ambientale strategica (Vas), evitando così duplicazioni delle procedure urbanistiche; 4. Semplificare le procedure per le costruzioni in zone sismiche in modo da consentire l’inizio dei lavori con la presentazione dei progetti e con controlli a campione. Infine, le Regioni chiedono al Governo un impegno comune per varare un vero Piano casa per rispondere alle esigenze delle famiglie in difficoltà ad accedere al libero mercato degli affitti. Al Governo sono richiesti appositi finanziamenti e la destinazione a Regioni e Comuni insieme al maggior gettito Iva derivante gli interventi previsti dall’accordo. . |
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CASA: CHIODI (ABRUZZO), L´INTESA C´È, TUTELATA COMPETENZA REGIONI OGGI CONFRONTO CON GOVERNO PER RATIFICA ACCORDO |
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Roma, 1 aprile 2009 - "E´ stata salvaguardata la competenza delle Regioni ma, nello stesso tempo, si è ritenuta condivisibile la proposta del Governo. Una misura anticiclica importante che pensiamo di portare avanti con grande determinazione". E´ il commento del Presidente Gianni Chiodi, a margine della Conferenza delle Regioni in cui, ieri mattina, è stata definita una linea condivisa con cui presentarsi all´appuntamento con il Governo. E´ stata raggiunta, infatti, l´intesa tra Regioni per un accordo con il Governo per il rilancio dell´economia e per introdurre misure di semplificazione procedurali dell´attività edilizia. L´accordo prevede interventi di ampliamento e di demolizione e ricostruzione di edifici residenziali, non abusivi, al di fuori dei centri storici e delle aree protette, nel pieno rispetto dei programmi urbanistici. Le Regioni entro 90 giorni dovranno approvare proprie leggi in materia ispirate a precisi obiettivi. Contestualmente il Governo s´impegna ad aprire un tavolo di confronto con le Regioni e con le autonomie locali per la definizione di un nuovo Piano casa e a destinare a favore delle Regioni il maggior gettito Iva derivante da questa operazione da reinvestire in programmi di edilizia. I governatori hanno quindi lavorato per cercare, innanzitutto, un punto d´incontro tra loro sulla linea da seguire nella messa a punto della bozza di accordo con l´esecutivo. Un primo incontro tecnico-politico con il Governo è previsto in queste ore con il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto mentre domattina potrebbe svolgersi una Conferenza unificata per formalizzare l´accordo. . |
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BOLZANO, PIANO CASA: VIA LIBERA ALLA REGOLAMENTAZIONE PROVINCIALE |
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Bolzano, 1 aprile 2009 - A Roma il 31 marzo sono state gettate le basi per una regolamentazione provinciale in tema di ampliamento abitativo. "Il piano casa del Governo conterrà una clausola di tutela che riconosce la competenza provinciale e la possibilità di disciplinare direttamente le possibilità di ampliamento delle abitazioni", spiega l´assessore Michl Laimer, che ieri ha rappresentato l´Alto Adige a Roma nel confronto tra Regioni e Governo. Sul fronte del piano casa restano le divergenze tra Governo e Regioni e la situazione sembra evolvere, dagli annunciati grandi progetti originari, verso la presentazione da parte del Governo di un decreto contenente le misure di sua competenza e la cornice delle semplificazioni procedurali, "mentre saranno Province e Regioni a delineare i contenuti del proprio piano casa in base alle rispettive competenze", sottolinea l´assessore Michl Laimer da Roma. In tal modo, sostiene Laimer, la Giunta provinciale vede confermata la strada di una regolamentazione autonoma. Contemporaneamente è vincolata ad intervenire sulla materia, come richiesto dallo Stato alle Regioni. "Siamo pronti a seguire queste direttive e abbiamo del resto già predisposto la regolamentazione specifica, inserita nella Legge finanziaria in discussione in Consiglio provinciale", spiega Laimer. Si tratta della misura che prevede un aumento della cubatura in altezza, con l´innalzamento di un piano, in presenza di un programma di risanamento energetico. "Tale risanamento è condizione indispensabile per i lavori e va comprovata con uno specifico certificato a fine interventi", sottolinea l´assessore Laimer. Se il committente non produce il certificato, l´ampliamento viene considerato abusiva e va ripristinata la situazione originaria. "Un ampliamento che inoltre deve essere eseguito nel rispetto delle norme di tutela sul piano conservativo, degli insieme, dell´ambiente e del paesaggio", aggiunge Laimer. Riguardo all´obiettivo della semplificazione procedurale annunciata dal governo, nella Legge finanziaria è previsto un passaggio che autorizza la Giunta provinciale ad elaborare un regolamento in materia. . . |
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REGIONI: CONFERENZA APPROVA DOCUMENTO SU GOVERNO CLINICO |
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Roma, 1 aprile 2009 - La Conferenza delle Regioni ha approvato un documento sul testo unificato per il governo delle attività cliniche attualmente all’attenzione della Camera. Nel corso del confronto è stata sottolineata la necessità di un maggiore coinvolgimento delle Regioni, verificando anche l’opportunità dell’apertura di uno specifico tavolo di lavoro congiunto. Le Regioni hanno in particolare osservato che “si evidenzia un problema giuridico rilevante anche in relazione a diverse sentenze della Corte costituzionale che hanno delineato i rispettivi ambiti di competenza dello Stato e delle Regioni, in quanto la proposta di testo unificato presenta caratteri di incostituzionalità alla luce della riforma del Titolo V. Le disposizioni risultano invasive dell’autonomia regionale soprattutto in materia di programmazione, organizzazione e gestione dei servizi. Pertanto si ritiene opportuno che tali tematiche siano oggetto di confronto per il quale le Regioni manifestano la più ampia disponibilità”. Inoltre le Regioni hanno sottolineato un peoblema di merito e cioè un problema di merito: “poiché la legge affronta temi ed individua proposte già esaminate e discusse dalle Regioni in relazione ad una precedente proposta di legge governativa si confermano le considerazioni espresse anche in sede di precedente audizione che costituiscono a tutt’oggi la posizione unitaria sulla materia”. . |
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CALABRIA: L’ASSESSORE TRIPODI PRESENTA IL BANDO DEL PIANO TERRITORIALE DEGLI ORARI |
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Catanzaro, 2 aprile 2009 - L’assessore regionale all’Urbanistica e Governo del Territorio, Michelangelo Tripodi, ha presentato ieri a Catanzaro, nel corso di una conferenza stampa, il bando del Piano territoriale degli orari finalizzato a rendere le città più vivibili e a migliorare la qualità della vita dei calabresi. In linea con gli indirizzi comunitari nell’ambito delle politiche di family friendly, l’obiettivo generale del dipartimento è quello di condividere con tutte le amministrazioni locali calabresi la sensibilizzazione e l’animazione del territorio tramite un’ampia promozione degli indirizzi strategici, degli strumenti legislativi e delle relative applicazioni, per garantire lo sviluppo di una nuova cultura che riconosca il valore sociale del tempo. “Abbiamo predisposto questo bando - ha affermato l’assessore Tripodi - perché è intenzione della Regione mettere al centro dell’attenzione le esigenze dei cittadini. Stiamo attuando quello che in altre parti d´Italia è stato già varato. Vogliamo rendere più organica l´organizzazione urbana dei Comuni che devono guardare con attenzione al welfare urbano. L´organizzazione urbana non può non tenere conto delle esigenze diverse dei singoli cittadini, di uomini, donne, bambini e disabili”. Per la partecipazione al bando è necessario dare l’adesione, attraverso la Regione, entro un termine di 120 giorni. In particolare il progetto è rivolto a città oltre i trentamila abitanti oppure a consorzi di Comuni. “È un´operazione - ha aggiunto Tripodi - che riguarda in modo particolare le grosse aree urbane. Ma è nostra intenzione sollecitare anche i piccoli Comuni a parteciparvi attraverso un consorzio di piccole realtà. Stiamo iniziando a porci il problema della modernità e il Piano territoriale degli orari ne è la fattiva dimostrazione. Anche nelle nostre aree urbane si avverte l’esigenza di pensare ai diritti delle persone. Vogliamo, infatti, rendere le città più vivibili e migliorare la qualità di vita del cittadino. Al centro dei Comuni devono esserci i cittadini, ma ciò non esclude che le città devono essere protagoniste di questo progetto. La Regione si e´ fatta carico di promuovere questa iniziativa ma c´e´ bisogno che i Comuni stringano una forte collaborazione affinché questo progetto possa effettivamente realizzarsi”. . |
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PRESENTATO IN CONSIGLIO IL PIANO PAESAGGISTICO DELLA TOSCANA PROSEGUE IL PROCESSO PARTECIPATO DEL PIANO. ATTESA L´APPROVAZIONE IN CONSIGLIO |
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Firenze, 1 aprile 2009 - «Le odierne vicende hanno restituito grande attualità ad un tema spesso marginale e specialistico: il governo del territorio e la disciplina del paesaggio. La Toscana in questo senso ha lavorato molto ed oggi è all´avanguardia sul territorio nazionale. » Così l´assessore regionale all´urbanistica e territorio, Riccardo Conti, in occasione del seminario organizzato dalla Vi Commissione del Consiglio regionale dedicato alla presentazione del Piano paesaggistico della Toscana nell’ambito del suo Piano di indirizzo territoriale. «Il paesaggio è un fattore di competitività e di attrattività dei territori, per questo abbiamo lavorato a lungo per realizzare il Piano paesaggistico. In Toscana, oggi, già il Pit (Piano di indirizzo territoriale) e la legge 1 del 2005 permettono per esempio, con una semplice Dia (dichiarazione di inizio attività) operativa in 20 giorni, di realizzare sul 50 per cento del territorio toscano interventi edilizi di varia natura. Infatti, il piano non è solo uno strumento che mantiene un grande patrimonio collettivo: è anche uno strumento di semplificazione. Con le integrazioni, ora all´esame del Consiglio, saranno ulteriormente snellite le procedure e ci saranno fino a 70 mila piccoli atti in meno da gestire sul territorio regionale. Questo – prosegue Conti - è possibile perché il piano fornisce a tutti un quadro di certezze che consente queste semplificazioni». Il piano toscano, che prevede l´applicazione reale dei principi della Convenzione Europea del Paesaggio e attribuisce valore al patrimonio paesaggistico regionale come fattore di riconoscibilità universale, di attrattività, e di identità locale, è frutto di una elaborazione condivisa da parte di tutti i soggetti istituzionali e affida la sua attuazione alla governance integrata tra tutti i livelli di governo. Il testo, realizzato con approccio sistemico ed attenzione massima alla semplificazione procedurale, ha individuato 38 territori come risultato della storia dei luoghi censiti in apposite schede. I criteri di riconoscimento secondo cui sono stati censiti i valori paesaggistici sono: “firmitas, utilitas e venustas”, ossia l’integrità del territorio per assicurarne le prestazioni fisiche, la capacità del paesaggio di assumere il ruolo di risorsa per uno sviluppo dinamico e sostenibile, e di esprimere valori estetici derivanti da armonia e razionalità. Il Piano non è un puro strumento regolativo chiuso, ma un processo in cui pianificazione e linee di azione mirano ad accompagnare le politiche di settore e a diffondere una cultura diffusa del paesaggio. Per questo il Piano predispone un sistema di monitoraggio e prevede un osservatorio regionale sul paesaggio, attivando un tavolo di confronto permanente tra regioni, amministrazioni locali e organi decentrati del ministero che, insieme a studiosi e analisti della materia, concorrano al perseguimento degli gli obiettivi di qualità sanciti dal Piano stesso, e alla diffusione della cultura del paesaggio e della formazione che la sua gestione rende necessarie. «Volutamente - conclude l´assessore Conti - il piano ribadisce il ruolo del paesaggio come leva essenziale per le politiche orientate alla competitività del territorio toscano, come fattore qualificante rispetto alla capacità di un territorio di attrarre investimenti da parte di imprese portatrici di reddito e non rendita. In quest´ottica la valutazione della funzionalità strategica di interventi di lungo periodo tiene conto degli effetti sul paesaggio, così come le direttive e le prescrizioni del Pit devono garantire la qualità del patrimonio “collinare” e del patrimonio “costiero insu lare e marino” della Toscana». Per la costruzione del Piano si è attivato un processo circolare, che a partire dall’analisi del sistema delle conoscenze date dalla pianificazione comunale e provinciale, ha portato all´individuazione e condivisione dei valori del paesaggio ed alla loro assunzione nell’ambito del Piano paesaggistico Regionale. Questa modalità ha sviluppato attività di confronto in merito ai caratteri e ai valori dei paesaggi toscani con le Province, le comunità montane e con i Comuni attraverso tavoli tecnici, momenti concertativi inter-istituzionali e un’intensa attività di comunicazione e partecipazione che ha coinvolto una pluralità di associazioni e di realtà culturali, oltre che tutti i cittadini che abbiano voluto prenderne parte. . |
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IL PRESIDENTE LOIERO HA INCONTRATO LA CONFINDUSTRIA CALABRIA |
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Reggio Calabria, 1 aprile 2009 - La crisi c’è, è grave, ma in qualche modo può essere fronteggiata. “La Regione ha una suo piano per rilanciare l’economia locale con interventi a breve e lungo termine e una mobilitazione straordinaria di risorse”, ha annunciato il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero alla delegazione di Confindustria Calabria che gli ha rappresentato le necessità del mondo dell’imprenditoria che ha sollecitato misure anticrisi e sostegno immediato alle imprese. S’interverrà intanto con ammortizzatori sociali in deroga e non, sarà attuato un “piano straordinario di manutenzione ordinaria” delle opere pubbliche, sarà velocizzata tutta la spesa del Por e, piatto “forte e robusto” saranno attivate tutte le politiche di sviluppo possibili mediante bandi sui fondi del Por. Si tratta di interventi che il vicepresidente della Regione Domenico Cersosimo ha definito “quattro pilastri” che consentiranno di mettere assieme, in un unico progetto, risorse che già ci sono e possono consentire di superare senza traumi il grave momento di crisi internazionale che rende più grave la situazione di una regione gracile come la Calabria. E il piano soddisfa gli industriali calabresi che, tramite il presidente Umberto De Rose avevano richiesto e ottenuto il confronto con la task force dell’esecutivo regionale composta dagli assessori “di spesa” e dal presidente Loiero, confronto che si è svolto oggi a Palazzo Alemanni. “Mi alzo da questo tavolo con tanta fiducia – ha detto De Rose a Loiero – erano le parole che attendevamo per tranquillizzare anche il nostro circuito di imprenditori”. Al tavolo, con De Rose, presidenti e dirigenti delle cinque associazioni degli industriali della Calabria, c’erano, oltre a Loiero, il suo vice Cersosimo, gli assessori Silvio Greco, Michelangelo Tripodi, Demetrio Naccari Carlizzi e il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Graziano. “Noi ci siamo – ha assicurato Loiero, per dare sicurezza agli imprenditori – ed entro una settimana avremo un quadro più dettagliato degli interventi possibili. Stiamo intervenendo sul credito con un mutuo della Bei che permetterà di offrire garanzie alle banche e spuntare tassi meno onerosi per le aziende e attiveremo tutte le risorse possibili per rimettere in moto tutta l’economia regionale. Con scansioni temporali diverse – ha rassicurato Loiero – la Regione potrà mettere in campo interventi plurimi per dare gambe al post-crisi”. L’occasione dell’incontro è valsa per una analisi di diversi travi problemi che affliggono la realtà regionale, “a incominciare dalla Sanità che – ha spiegato Loiero – è un problema che abbiamo voluto far scoppiare per trovare tutti assieme soluzioni vere e definitive. Non si poteva rinviare oltre, sarebbe stato irresponsabile e si sarebbe risolto in un danno maggiore per i calabresi”. Loiero ha illustrato la gravità dei conti e ha spiegato come si intende porre riparo per avviare subito un rilancio e un miglioramento dell’offerta sanitaria. Per bocca del presidente De Rose, gli industriali calabresi si sono detti”disponibili, anzi desiderosi di dare un contributo fattivo per la soluzione della grave crisi della Sanità che riguarda il futuro dei calabresi”. . |
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LAVORI PUBBLICI. GIORGETTI: “ALLE IMPRESE VENETE CHIEDO DI ESSERE CORAGGIOSE E DI UTILIZZARE TUTTI GLI STRUMENTI MESSI A DISPOSIZIONE DAL GOVERNO REGIONALE. SBLOCCATI GLI APPALTI PUBBLICI SINO A 500 MILA EURO” |
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Venezia, 1 aprile 2009 - Fra le misure anticrisi introdotte con la Legge 201 del 22 dicembre 2008 è stata prevista la possibilità per le amministrazioni pubbliche di aggiudicare i lavori fino a 500 mila euro ricorrendo alla procedura negoziata senza l’obbligo di pubblicazione del bando. Il provvedimento rappresenta un cambio di orientamento da parte dello Stato, consapevole di come le procedure aperte non sempre hanno garantito in passato il raggiungimento degli obiettivi di efficienza, economicità e tutela dell’interesse pubblico. Affidando alle singole amministrazioni e non più a un meccanismo automatico il potere decisionale delle singole fasi di affidamento, d’ora in poi l’aggiudicazione potrà essere il risultato di una scelta più consapevole. Per chiarire gli indirizzi politici e amministrativi in tema di opere pubbliche, l’assessore ai Lavori pubblici, Massimo Giorgetti, ha partecipato ieri mattina al convegno la procedura negoziata nei lavori pubblici e nelle opere di urbanizzazione promosso da Regione del Veneto, Veneto Strade e Ance Veneto, presso il Centro Congressi Laguna Palace di Mestre, Venezia. “Un incontro molto importante - ha spiegato l’assessore - perché nell’attuale congiuntura economica e finanziaria la procedura negoziata può davvero rivelarsi uno strumento di rapida applicazione delle politiche di rilancio del Paese. Alle imprese venete chiedo di avere il coraggio di utilizzate tutti gli strumenti che la nostra regione ha messo a disposizione per superare la difficile congiuntura finanziaria che stiamo attraversando. Siamo convinti che sostenere e supportare il comparto perché superi con successo l’attuale crisi economica globale significa essenzialmente non perdere un tessuto socio economico che altrimenti non sarebbe più recuperabile. Salvare un’impresa vuol dire prima di tutto valorizzare il nostro territorio e tutelare le nostre professionalità. ” L’attenzione della Regione del Veneto non è solamente per le grandi opere, ma anche per i piccoli e per i medi interventi che qualificano le nostre città e le nostre province e mettono in movimento il sistema produttivo locale. L’assessore ha, poi, ricordato con una certa soddisfazione che nella gestione dei lavori pubblici la nostra regione ha fatto scuola: il Governo nazionale ha adottato gli stessi procedimenti per agevolare l’iter burocratico e per semplificare le procedure votati dalla Giunta veneta. Per l’assessore sono mirate e concrete le politiche finanziate dal Veneto per l’edilizia. Basta pensare al “piano casa” che è stato varato prima di qualsiasi iniziativa nazionale trattandosi di materia di competenza regionale; ai bandi di edilizia residenziale pubblica a sostegno degli affitti calmierati o dei mutui agevolati con oltre 100 milioni di euro; al “fondo etico veneto casa” in sinergia con le fondazioni bancarie e con 200 milioni di euro di possibili investimenti; al nuovo piano vendita dell’edilizia pubblica con risorse da reinvestire per più di 100 milioni di euro; ai piano di sostegno per i comuni e gli enti locali con a disposizione 300 milioni di euro per l’anno in corso. “Mi piace ricordare in questa sede - ha commentato Massimo Giorgetti - che siamo la prima regione ad avere introdotto il premio velocità del 10 per cento il primo anno e del 20 per cento il secondo per le amministrazioni locali che rapidamente appaltano i cantieri e realizzarono le opere. Non si deve, inoltre, scordare che abbiamo votato una delibera di Giunta che chiarisce e semplifica l’iter per le opere di urbanizzazione. Infine, si può anticipare che prestissimo proporremo una legge regionale obiettivo per le piccole opere. ” “Non si può accettare - ha concluso l’assessore - che valgano le stesse regole per edificare il passante di Mestre e il Ponte di Messina e per ricostruire una scuola elementare di un piccolo comune veneto o una caserma dei carabinieri di una qualsiasi provincia: ben venga pertanto la procedura negoziata nell’interesse dei cittadini, delle imprese e delle amministrazioni locali. ” . |
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SICUREZZA URBANA: AL VIA CONTRIBUTI PER ATTIVITÀ ASSOCIATE DI POLIZIA LOCALE LIGURE |
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Genova, 1 aprile 2009 - Ottocentomila euro a favore dei Comuni che gestiscono in maniera associata le funzioni di polizia locale. Sono stati stanziati dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla salute e alla sicurezza, Claudio Montaldo e ripartiti sulle quattro province liguri e potranno servire per comprare le attrezzature necessarie, come gli etilometri, indispensabili per interventi di controllo e contrasto della guida in stato di ebbrezza e per garantire lo svolgimento della gestione associata dei comandi di polizia locale. I beneficiari diretti saranno le Province che destineranno i finanziamenti ai Comuni che svolgono in forma associata le funzioni di polizia locale, sulla base di apposite convenzioni. "E´ un contributo economico importante - spiega l´assessore Montaldo - perché implementa il potenziamento dei mezzi e delle attrezzature per l´esercizio delle principali funzioni di polizia locale. Coloro che, in forma continuata e per specifiche esigenze territoriali, intenderanno realizzare un mix di interventi tra le polizie municipali e quelle provinciali saranno supportati da un fondo speciale per l´acquisto di attrezzature professionali". Il fondo complessivo sarà così destinato: 120. 000 euro alla provincia di Imperia; 210. 000 euro alla provincia di Savona; 330. 000 euro alla provincia di Genova; 140. 000 euro alla provincia della Spezia. Saranno poi le singole Province ad assegnare i fondi disponibili in base ai progetti presentati dai Comuni. L´80% dei finanziamenti per ogni progetto saranno destinati a spese di investimento e il 20% a spese correnti. "Il processo di aggregazione dei servizi di polizia locale - aggiunge Montaldo - esprime un´esigenza imprescindibile per lo sviluppo e la crescita delle politiche di sicurezza dei cittadini". Il provvedimento consentirà da un lato di implementare i progetti già esistenti, dall´altro di favorire la nascita di nuove iniziative su tutto il territorio regionale. . |
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SICUREZZA, IL LAZIO RADDOPPIA I FONDI ALLA POLIZIA LOCALE |
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Roma, 1 aprile 2009 - Grazie al raddoppiamento dei fondi alla polizia locale da parte della Regione Lazio, passati dai 4 milioni del biennio 2004/2005 ai 9 milioni del biennio 2008/2009, adesso si punta anche sulla formazione. E´ iniziato ieri il primo dei quarantadue corsi formativi per il personale della polizia locale del Lazio. Finanziato dalla Regione Lazio con uno stanziamento di 750 mila euro, l´aggiornamento professionale riguarderà 1. 260 vigili e si svolgerà all´Istituto di studi giuridici del Lazio “A. C. Jemolo”. A garantire la formazione permanente alla polizia locale è stata la sottoscrizione di una convenzione tra l’assessorato agli affari istituzionali, enti locali e Sicurezza della Regione Lazio con l’Istituto Jemolo, per l’attuazione di uno specifico programma formativo rivolto alla polizia ambientale, stradale, amministrativa e giudiziaria del Lazio. L’accordo è stato presentato oggi nella sede dell’‘Istituto dall’assessore regionale Daniele Fichera, alla presenza del comandante della polizia municipale di Roma, Angelo Giuliani, del direttore scientifico dello Jemolo, Cesare Mirabelli, e del responsabile del progetto, Giorgio Panizzi. Il programma sarà articolato in 16 corsi per responsabili del servizio, funzionari e istruttori direttivi, 24 per istruttori e agenti operatori e 2 per neo assunti. Ad oggi nel Lazio sono in servizio circa 9 mila agenti di polizia locale, i due terzi dei quali operano nel Comune di Roma. "Per la prima volta la Regione Lazio ha definito un piano formativo organico per il personale dei corpi di polizia locale - ha detto l´assessore regionale alla Sicurezza, Daniele Fichera - con l´obiettivo di consolidarne le conoscenze e le competenze acquisite in servizio. La sicurezza passa anche attraverso lo strumento della formazione: per questo motivo lavoreremo per rendere stabili i corsi anche negli anni successivi”. L’assessore Fichera ha sottolineato, inoltre, che "la Regione ha raddoppiato i fondi per la polizia locale, passando dai 4 milioni del biennio 2004/2005 ai 9 milioni del biennio 2008/2009, con i quali sono in programma: l’allestimento di 4 sale operative, il rinnovo del parco veicolare dei corpi di polizia attraverso l´acquisto di 53 mezzi, la dotazione ai 33 corpi di Polizia Locale di moderni sistemi informatici operativi e anche l´implementazione di strumenti di segnaletica stradale a 13 corpi di polizia e di moderne apparecchiature radiomobili ad altri 18 comandi”. . |
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PIÙ SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO |
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Roma, 1 aprile 2009 - Un decreto che non ha carattere innovativo ma che perfeziona il quadro normativo in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, teso a "spostare l´approccio dalle regole agli obiettivi, dal profilo formale, che spesso diventa formalistico, agli obiettivi´´. Con queste parole il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha introdotto l´illustrazione del decreto nel corso della conferenza stampa a margine del Consiglio dei Ministri lo scorso 27 marzo. Tale decreto è rigorosamente coerente con i principi e i criteri direttivi della delega concessa in tale materia dal Parlamento al Governo nella passata legislatura, ma punta a corregere gli errori materiali e tecnici presenti nell´attuale disciplina (decreto legislativo n. 81 del 2008), approvata - come sottolinea il comunicato stampa del Ministero - a Camere ormai sciolte e in tutta fretta. Dunque un intervento che mira a superare le difficoltà operative e le criticità evidenziate dall´applicazione delle nuove regole: ´´Il testo - ha osservato il ministro Sacconi nel corso della conferenza a Palazzo Chigi - fu prodotto in un contesto di contrapposizione fra le organizzazioni dei lavoratori da un lato e quelle dei datori di lavoro dall´altra. Non solo Confindustria, ma tutte e quattordici le organizzazioni dei datori di lavoro. Ora confido in un larghissimo consenso delle parti sociali". In altre parole, l´interesse è che le norme vengano rispettate, che la struttura organizzativa permetta un´effettiva applicazione delle regole, che l´attività di vigilanza sia mirata e intelligente, che l´intero apparato sia sostenuto da una robusta collaborazione tra le parti e che le sanzioni effettive ed efficaci, "perchè la semplificazione e la certezza interpretativa concorrono alla sicurezza´´, ha spiegato il Ministro. Le correzioni introdotte dal decreto tendono a superare le difficoltà operative, per esempio sul potere di sospensione dell´impresa. In particolare, in questo caso, si passa dal concetto di ´´reiterazione della violazione´´ a quello di ´´violazioni plurime´´. Se cioè nel Testo Unico - ha sottolineato Sacconi - la sospensione era prevista in caso di violazioni dello stesso tipo reiterate nel tempo, ora è prevista anche nel caso in cui alla prima verifica si riscontrino violazioni varie. L´auspicio è che si vada verso il superamento della cultura sanzionatoria a favore di una maggiore attenzione all´aspetto preventivo, a tutte quelle azioni che hanno senso ex ante, a cominciare da una maggiore formazione e una migliore effettiva informazione. "Il governo vuole puntare per il futuro sulle misure che hanno come obiettivo la competitività" - ha detto il Ministro, ricordando che l´Esecutivo ha ´´voluto rendere agevole la regolarizzazione dei rapporti di lavoro con i voucher con cui dare forma regolare al lavoro stagionale". Un intervento che Sacconi trova utile estendere: "Abbiamo presentato in questi giorni al Parlamento norme che hanno lo scopo di rendere ancor più agevole, soprattutto nelle attività di raccolta, questa opera di regolarizzazione". L´assetto della riforma sarà definitivo una volta completata le fase del confronto fra Governo, parti sociali e Regioni, per la costruzione di un complesso di regole condiviso e in linea con le migliori regolamentazioni europee e internazionali. . |
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L´INFLAZIONE A BOLOGNA NEL MESE DI MARZO 2009 |
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Bologna, 1 aprile 2009 - Sintesi delle tendenze fondamentali: La variazione mensile dei prezzi (che misura gli aumenti o le diminuzioni rispetto al mese precedente) risulta pari a -0,1%. Scende ancora il tasso tendenziale (che rappresenta l´aumento dei prezzi rispetto al corrispondente mese dello scorso anno): +0,7%. Scende il tasso medio (che risulta dalla sintesi relativa a 24 mesi e misura quindi l´inflazione più strutturale): +2,6%. Il capitolo dell´alimentazione prosegue la sua discesa dei prezzi, iniziata dopo il picco del tasso tendenziale raggiunto a luglio dello scorso anno (+6%), e chiude a marzo con un +2,5%. Tra gli aumenti più significativi registrati questo mese segnaliamo quelli dei "Vegetali" (+1,4%), della "Frutta" e "Altri prodotti alimentari" (entrambi al +0,8%) e di "Caffè, te e cacao" (+0,7%). In diminuzione "Pesci e prodotti ittici" (+1,4%), "Latte formaggi e uova" (-0,7%) e "Olii e grassi" (-0,4%). La variazione mensile complessiva risulta pari al +0,1%. Anche questo mese è il capitolo delle bevande alcoliche e tabacchi a registrare la variazione mensile più elevata: +1,0%. L´aumento più significativo è stato fatto segnare dalla voce tabacchi, ma anche i liquori e i vini hanno subito rincari. Nella graduatoria degli aumenti seguono gli altri beni e servizi (+0,5%), con l´aumento consistente dell´oro, ma anche delle assicurazioni delle moto, dei motocicli e delle auto, ed il settore delle comunicazioni (+0,3%). Sono invece i due capitoli dell´abitazione, acqua, elettricità e combustibili e dei trasporti a registrare la variazione mensile di segno negativo più consistente: -0,6% per entrambi. Per quanto riguarda i prodotti derivati dal petrolio questo mese registriamo, a livello mensile, un´ulteriore ripresa del prezzo della benzina (+2%), mentre il tasso tendenziale scende (-15,9%). Il gasolio, invece, risulta in calo sia su base mensile (-4,3%) che tendenziale (-22,8%). Infine il gasolio da riscaldamento prosegue la sua discesa (-3% la variazione mensile e -19,7% quella annua). . |
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PER LOIERO, IL MINISTRO MARONI VUOLE FARE PAGARE ALLA CALABRIA IL FALLIMENTO DELLE POLITICHE SULL’IMMIGRAZIONE |
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Reggio Calabria, 1 aprile 2009 - “Il sospetto è diventato certezza: Maroni vuol far pagare alla Calabria il fallimento delle sue politiche sull’immigrazione. Un fallimento annunciato, per la verità, ma che ora è sotto gli occhi di tutti”. Lo afferma il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, in seguito alla decisione del ministro dell’Interno di utilizzare il Centro per i richiedenti asilo di Isola capo Rizzato come Centro per l’identificazione e l’espulsione. “Neanche tre mesi fa – ha detto Loiero – il ministro aveva annunciato che nessuno delle persone approdate a Lampedusa avrebbe più messo piede in Italia. Salvo rendersi conto che non era possibile. Poi ha deciso di dirottare i disperati in Sicilia. E infine, come leggo sui giornali di oggi, sembrerebbe che il ministro Maroni abbia riaggiustato il tiro: mandare in Calabria chi non viene soccorso in mare e approda direttamente a Lampedusa”. Per il presidente della Regione Calabria “l’idea di Maroni sarebbe quella di utilizzare il centro di Isola Capo Rizzuto, il più grande d’Europa, già pieno fino quasi esclusivamente per i richiedenti asilo. L’unico che il ministro – per sua stessa ammissione – è riuscito a trasformare in Cie (centro di identificazione ed espulsione). Dei 10 Cie annunciati in tutto il territorio nazionale, non ne è stato aperto neanche uno. E questo per la resistenza degli enti locali che non li hanno voluti sul proprio territorio”. “In queste condizioni – ha sottolineato Loiero – Maroni decide di gravare sul territorio più fortemente provato: quello calabrese. Ricordo che proprio a Crotone, a causa del sovraffollamento della struttura, in questi mesi si stanno vivendo non poche tensioni con la comunità locale. Tensioni per le quali certo non si possono criminalizzare gli abitanti del luogo che il centro di Sant’anna l’hanno vissuto sempre come un corpo estraneo a causa proprio delle irresponsabili politiche messe in atto da questo governo in tema di immigrazione”. “Ricordo inoltre – ha detto ancora Loiero – che la stessa struttura che Maroni ha adibito a Cie era stata chiusa non più di due anni fa per volere dello stesso Viminale che l’aveva giudicata inidonea. Inutile dire che nel frattempo non sono state apportate modifiche”. “Come i dimostrano i fatti di queste ore – ha concluso Loiero – la politica migratoria non può essere gestita a furia di slogan e annunci ma va affrontata con senso di responsabilità ed equilibrio. Tenendo presente le esigenze e i diritti di chi arriva e di chi ospita”. . . |
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IMMIGRAZIONE,BOSCAGLI:UNIRE LEGALITA´ E ACCOGLIENZA PRESENTATO L´OTTAVO RAPPORTO DELL´OSSERVATORIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA |
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Milano, 1 aprile 2009 - Il numero gli immigrati in Lombardia ha superato la soglia del milione. E´ quanto emerge dall´Viii Rapporto dell´Osservatorio Regionale per l´Integrazione e la Multietnicità (Orim), presentato ieri nel convegno "Gli immigrati in Lombardia", che si è tenuto all´auditorium Gaber. I dati resi noti, aggiornati al luglio 2008, sono stati elaborati dall´Ismu (Iniziative e studi per la multietnicità). "L´immigrazione - ha detto l´assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, aprendo i lavori - è un fenomeno che non può essere guardato come se fosse passeggero, ma che deve essere affrontato con serietà e lungimiranza. Sta alla politica coniugare legalità e integrazione. Quindi: regole certe di controllo degli ingressi, rispetto rigoroso delle leggi e della nostra cultura e tradizione, ma nello stesso tempo percorsi di inserimento attraverso l´apprendimento della lingua, l´accompagnamento all´inserimento scolastico e al recupero dell´abbandono, supporto per le donne e le famiglie. E questo nell´interesse di tutti, italiani e immigrati". "Regione Lombardia, in stretta collaborazione con il Ministero degli Interni - ha precisato l´assessore - sta lavorando ormai da anni sulla via dell´integrazione, attraverso la realizzazione di numerose iniziative, dedicate all´accompagnamento e all´inserimento degli stranieri e delle loro famiglie all´interno del tessuto regionale. Si tratta di progetti come ´Certifica il tuo italiano´, ´Telefono mondo´ o ´Radici´ che stanno avendo un ottimo successo e che ci spronano a continuare su questa strada con sempre maggiore impegno". "Per gestire al meglio la situazione migratoria - ha concluso Boscagli - sarebbe però ora necessario superare la gestione centralizzata dei ´flussi´ e passarla alle Regioni, come la Lombardia chiede da tempo; ciò sarebbe per altro in linea con quella maggior autonomia verso la quale stanno andando le Regioni. Potendo stabilire l´entità dei ´flussi´, sapremmo quantificarli meglio in relazione sia alle reali necessità di lavoro che alle nostre capacità di accoglienza". Secondo il Rapporto presentato questa mattina al 1° luglio del 2008 si stima dunque che gli immigrati in Lombardia siano un milione e 60. 000 persone, un quarto degli stranieri presenti in Italia. Del milione e 60. 000 immigrati, 838. 000 sono i regolari residenti, circa 74. 000 i regolari non residenti e i rimanenti (risultanti dalla media tra un minimo di 115. 000 e un massimo si 181. 000) sarebbero quelli irregolari. Osservando la suddivisione per provincia, si evidenzia in particolare il sorpasso della provincia milanese sul capoluogo (232. 000 presenze a fronte di 215. 000). Le stime del 2008 segnalano, inoltre, un generale incremento di presenze soprattutto nelle province dell´area meridionale della Regione: Pavia, Cremona, Mantova e Lodi - unitamente a Bergamo - si distinguono per la più alta variazione positiva nella relativa quota di presenti rispetto al totale regionale. In termini di valori assoluti, oltre ai 448. 000 casi stimati in provincia di Milano, si contano 167. 000 in provincia di Brescia, 115. 000 in quella di Bergamo e 65. 000 in quella di Varese. Vengono poi in graduatoria due nuove entrate oltre la soglia delle 50. 000 unità: le province di Pavia, con 59. 000, e di Mantova con 56. 000. Seguono quindi Cremona e Como, entrambe con 44. 000 presenze, Lecco con 30. 000, Lodi con 25. 000 e infine Sondrio con poco più di 8. 000. Guardando alle diverse provenienze, le stime al 1° luglio 2008 segnalano tre paesi con oltre 100. 000 presenti: la Romania, il Marocco e l´Albania. Il primo mostra ben 78. 000 presenti in più rispetto a dodici mesi prima (da 85. 000 a 163. 000), gli altri due un aumento, rispettivamente, di circa 9. 000 (da 106. 000 a 115. 000) e 3. 000 (da 102. 000 a 105. 000). Nella graduatoria per nazionalità seguono poi 70. 000 egiziani (cinquemila in più), 49. 000 filippini (mille in più), 46. 000 cinesi (anch´essi mille in più), 44. 000 ecuadoriani e 42. 000 peruviani (entrambi stabili), 40. 000 indiani (cinquemila in più), 34. 000 ucraini (mille in più) e 32. 000 senegalesi (stabili). Vanno ancora segnalate tre nazioni con circa 25-30. 000 presenze (Pakistan, Sri Lanka e Tunisia) e altre otto - nel 2007 erano sei - che raggiungono le 10. 000 unità: Bangladesh, Brasile, Moldova, Ghana, Serbia-montenegro, Macedonia, Bulgaria e Polonia. La percentuale dei disoccupati è del 6,9% (con valori che oscillano tra il 10,6% dei rumeni e l´1,1% dei filippini) Per quanto riguarda il numero degli alunni, con cittadinanza non italiana, secondo i dati del Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca (Miur), nell´anno scolastico 2007/2008, il loro numero, nelle scuole statali e non statali, era di 137. 485 alunni (10,3% della popolazione scolastica complessiva lombarda a fronte di una percentuale a livello nazionale del 6,4%). Cresce il numero di stranieri con case di proprietà: 8,5% nel 2001 e 22,3% nel 2008. Nel 2008 sono stati 83. 000 gli immigrati che si sono iscritti nei registri delle Camere di Commercio. Il 59% sono da ricondurre a ditte individuali, un dato ben al di sotto della media nazionale che è pari al 67%. Il polo d´attrazione è Milano che da sola registra oltre 40. 000 "imprenditori". Seguono Bergamo con oltre 11. 000, Brescia con oltre 7. 000, Varese con circa 5. 500 e Monza e Brianza con più di 4. 500. Oltre il 35% è composto da cinesi, egiziani e marocchini. I rumeni sono quasi 8. 000, gli albanesi circa 5. 500, i pakistani oltre 2. 000, i peruviani più di 1. 800. I settori sono per lo più quelli dell´edilizia, del commercio, dei trasporti, della ristorazione e dei servizi di bassa qualifica alle imprese. . |
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RASSEGNA CINEMATOGRAFICA DEDICATA ALLE PARI OPPORTUNITÀ |
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Bolzano, 1 aprile 2009 - Il gruppo pari opportunità del Centro di formazione professionale "Luigi Einaudi", in collaborazione con il Cineforum Bolzano, organizza una rassegna cinematografica dedicata al tema delle pari opportunità. La prima proiezione è in programma mercoledì 1 aprile. "Per una società più "giusta" - sottolinea l´assessore provinciale Barbara Repetto - dobbiamo riconoscere che le diversità sono una ricchezza, un patrimonio inestimabile sia per gli individui che per la collettività. Le diversità sono i "gusti", ossia il filo conduttore di questa rassegna cinematografica che, attraverso la costruzione di un percorso che esplora molteplici diversità, si propone come momento di incontro e di riflessione". Il gruppo pari opportunità (Gpo) del Centro di formazione professionale per il commercio, turismo e servizi "Luigi Einaudi", è nato poco più di un anno fa in maniera del tutto spontanea, e pone tra le proprie finalità la sensibilizzazione del diritto alla parità di trattamento per tutti. La rassegna, organizzata in collaborazione con il Cineforum Bolzano, si apre domani sera (mercoledì 1 aprile) presso l´Auditorium "Lucio Battisti" di via Santa Geltrude. Alle 20 verrà presentato il progetto del gruppo pari opportunità, quindi verrà proiettato il film "Il mio grasso grosso matrimonio greco". Gli altri appuntamenti della rassegna sono in programma il 15 aprile ("Water - il coraggio di amare"), il 22 aprile ("Le fate ignoranti"), il 29 aprile ("Transamerica"), il 6 maggio ("Billy Elliot"), il 13 maggio ("Ogni cosa è illuminata") e il 20 maggio ("Il diavolo veste Prada"). Per ulteriori informazioni www. Cts-einaudi. It/gpo oppure www. Cineforum. Bz. It . |
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