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Notiziario Marketpress di Mercoledì 29 Settembre 2010
SANITA´ IN LOMBARDIA , FORMIGONI: DA NOI MIGLIOR MIX PUBBLICO-PRIVATO  
 
Milano, 29 settembre 2010 - La Lombardia non è la regione con la maggior quota di sanità privata (si trova al sesto posto), ma è quella in cui "si realizza la migliore integrazione e il miglior equilibrio tra strutture pubbliche e private". La qualità di questo sistema, a tredici anni dalla riforma che ne ha cambiato il volto, è testimoniata da molti dati, come quelli sull´attrattività, che "confermano il primato italiano della Lombardia con un saldo tra ingressi e uscite di quasi 70.000 unità annue, cifra superiore del 70% rispetto alla seconda Regione e di quasi quattro volte rispetto alle terze". Sono i tratti di un sistema "stabile, maturo e competitivo" quelli delineati ieri dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha descritto le caratteristiche principali della sanità lombarda, intervenendo all´incontro di presentazione del libro, curato da Gabriele Pelissero e Alberto Mingardi, "Eppur si muove - Come cambia la sanità in Europa, fra pubblico e privato". Il volume raccoglie una serie di saggi che ripercorrono la storia recente del servizio sanitario in vari Paesi europei. L´intervento del presidente Formigoni è stato preceduto dalle relazioni di Alberto Meomartini (presidente Assolombarda), Giampaolo Galli (direttore generale Confindustria), Enzo Paolini (presidente Aiop), Antonio Pilati (membro Autorità garante della concorrenza e del mercato) e Giuseppe Rotelli (presidente Gruppo San Donato). Il Modello Lombardo - "Il modello lombardo - ha aggiunto Formigoni - come anche questo volume testimonia, sta suscitando sempre più interesse anche al di fuori dei confini nazionali, diventando una caso di studio di eccellenza". Basato sulla libertà di scelta, su regole uguali per tutti (è chiesto il rispetto di standard molto rigorosi) e sui pagamenti a prestazione (secondo il modello Drg), il sistema lombardo ha continuamente visto innalzarsi la propria qualità, mantenendo i conti in ordine, senza aggravi di costi per i cittadini e potendo usufruire di una percentuale di fondi sensibilmente inferiori alla media delle altre Regioni. Nonostante ciò, il bilancio è in equilibrio da diversi anni. "La ricerca costante della massima appropriatezza e la costruzione di percorsi terapeutici integrati tra ospedale e territori - ha spiegato ancora Formigoni - ha saputo generare nel tempo una stabilizzazione e una progressiva riduzione dei tassi di ospedalizzazione", che è scesa dal valore di 176,7 per 1000 residenti nel 1997 al valore di 135,3 per 1000 residenti nel 2008. Collaborazione Pubblico/privato - Regione Lombardia ha voluto favorire e promuovere con forza lo sviluppo di innovative forme di collaborazione tra pubblico e privato in molteplici modalità. Tali forme di collaborazione hanno generato molti frutti, consentendo ad esempio: lo sviluppo di strutture multidisciplinari di altissimo livello; la condivisione di progettualità comuni, ad esempio sulle attività di ricerca clinica e sul loro trasferimento in ambito diagnostico-terapeutico; la possibilità di rinnovare profondamente l´intero tessuto dell´edilizia sanitaria regionale con il ricorso a forme di appalto innovative - concessione e project finance - alle quali il mercato ha risposto in modo molto positivo. "Oggi più che mai - ha sottolineato Formigoni - le alleanze tra fondi istituzionali e privati rappresentano la strada maestra per stare al passo con una medicina sempre più all´avanguardia, capace di studiare, curare e ricercare, e che permetta di poter competere a livello internazionale sul fronte dell´eccellenza della ricerca clinica e delle cure offerte". Insieme Alle Altre Eccellenze Mondiali - Formigoni si è infine detto persuaso del fatto che "gli elementi costitutivi del nostro modello sanitario rappresentino una concreta possibilità di evoluzione esportabile e applicabile anche a contesti differenti". "Per questo - ha aggiunto - una delle nostre priorità è quella di cercare dialoghi e collaborazioni sempre più intense con le altre eccellenze mondiali, in una logica di ulteriore sviluppo, di reciproco scambio di conoscenze e di creazione di valore, volta anche a reperire nuove risorse". "Credo che la sanità - ha concluso il presidente - rappresenti uno degli ambiti principali in cui Regione Lombardia può giocare questa nuova sfida con il mondo, mettendo a disposizione le proprie eccellenze e cogliendo a sua volta tutte le opportunità per migliorarle ulteriormente".  
   
   
SMART INCLUSION ARRIVA A GENOVA INAUGURATO AL REPARTO DI ONCOEMATOLOGIA PEDRIATICA DELL’ISTITUTO GIANNINA GASLINI DI GENOVA IL PROGETTO DEL MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E L’INNOVAZIONE, TELECOM ITALIA E CNR L’INIZIATIVA CONSENTIRÀ AI PICCOLI PAZIENTI DI PARTECIPARE ALLA VITA SOCIALE COLLEGANDOSI CON SCUOLA E CASA, E AI MEDICI DI OTTIMIZZARE LA GESTIONE DEI DATI CLINICI  
 
Genova, 29 Settembre 2010 - E’ stato inaugurato il 25 settembre , presso i reparti dell’Unità di Ematologia e Oncologia Pediatrica dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, il progetto “Smart Inclusion”, realizzato grazie al sostegno del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, al supporto tecnologico e finanziario di Telecom Italia, alla supervisione scientifica e progettuale dell’Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività del Consiglio Nazionale delle Ricerche Cnr-isof di Bologna e al contributo della Fondazione Carige della Cassa di Risparmio di Genova. La cerimonia di inaugurazione si è svolta alla presenza del Ministro Renato Brunetta, del Presidente di Telecom Italia Gabriele Galateri di Genola, del Presidente dell’Istituto Gaslini di Genova prof. Vincenzo Lorenzelli, del Direttore generale Dr. Paolo Petralia e del Project Leader del progetto Vincenzo Raffaelli (Cnr Isof, Bologna). Il progetto si inserisce in un percorso che l’Istituto Gaslini ha iniziato da tempo, volto alla completa digitalizzazione di tutte le sue attività: da quelle amministrative a quelle sanitarie, con l’obiettivo di rendere l’accesso alle informazioni per il cittadino – utente e per gli operatori, più facile e veloce, riducendone al contempo i costi. L’iniziativa, realizzata appositamente per i lungodegenti dei reparti di Oncoematologia pediatrica, si avvale di tecnologie trasmissive a zero impatto elettromagnetico e integra su un’unica piattaforma tecnologica, realizzata da Telecom Italia, servizi di teledidattica, intrattenimento e gestione dei dati clinici, consentendo ai bambini di partecipare alla vita sociale collegandosi con il mondo esterno in maniera semplice ed immediata e, al personale sanitario, di disporre di strumenti evoluti a supporto dei processi di cura dei piccoli pazienti. Si tratta della quinta attivazione in Italia di questa iniziativa, che rientra nel piano di estensione di Smart Inclusion a livello nazionale, fortemente voluto dal Ministro Renato Brunetta, dopo la prima applicazione realizzata nel Febbraio 2009 da Telecom Italia e Cnr-isof di Bologna presso il Policlinico Sant’orsola Malpighi. Il progetto è totalmente basato su tecnologie open source, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, consentendo avanzate performance e risparmi economici significativi per ogni postazione e terminale ospedaliero. Grazie all’innovativo video-terminale touchscreen Olivetti “Smart Care”, dotato di telecamera e postazione a bordo del letto, i bambini lungodegenti possono partecipare alle lezioni, comunicare con i propri cari e accedere a programmi di intrattenimento con una semplice pressione del dito. In particolare, nell’area Scuola, l’interazione con la classe, l’insegnante e gli alunni durante le lezioni è resa possibile grazie all’installazione, nelle aule collegate, delle Lavagne Interattive Multimediali Smart School e di totem ergonomici da insegnamento. Il terminale “Smart Care” permette inoltre al bambino di visualizzare le registrazioni delle lezioni, effettuare esercizi e fruire di corsi individuali di autoapprendimento. Il progetto prevede anche la possibilità, per docenti, studenti e famiglie, di accedere alle funzionalità del Portale Innova Scuola del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e ai programmi didattici tradizionali attivi presso i reparti. Nell’area Intrattenimento è invece possibile accedere a canali televisivi tematici, scegliendo on-demand i contenuti audio-video preferiti tra cartoons, film, documentari, sport oppure effettuare videochiamate con i propri familiari. In post degenza, il bambino potrà continuare a seguire le lezioni da casa tramite un Pc con webcam. Nell’area Ospedale, il personale sanitario potrà accedere alla documentazione clinica e aggiornarla. Inoltre il terminale permette di sorvegliare lo stato del bambino attraverso la visualizzazione dello stesso sul terminale del caposala e di intervenire sia su chiamata del paziente stesso che per controllo assistenziale. L’attivazione del progetto Smart Inclusion presso l’Istituto Gaslini di Genova consentirà, attraverso 23 terminali “Smart Care”, l’interazione di tutti i bambini ospedalizzati presso i reparti di Ematologia e Oncologia Pediatrica, con le 3 classi medie della scuola “Bernardo Strozzi” e Iv e V elementare della scuola Ettorre Vernazza di Genova. Secondo accordi già stipulati tra il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, il Cnrisof e Telecom Italia, Smart Inclusion sarà esteso entro il 2010 all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Il progetto Smart Inclusion è ad oggi attivo presso il Policlinico Malpighi di Bologna, l’Ospedale Bambin Gesù di Roma, l’Azienda Ospedaliera di Padova, e l’Istituto Meyer di Firenze.  
   
   
UNO STUDIO SOLLECITA A MIGLIORARE LE CURE POST FRATTURA IN RUSSIA  
 
Bruxelles, 29 settembre 2010 - Una nuova ricerca della Fondazione internazionale per l´osteoporosi (Iof) rivela che un numero crescente di persone nella Federazione Russa muore o rimane gravemente handicappato a causa del basso livello delle cure post frattura nella regione. Lo studio mette anche in guardia sul fatto che il problema probabilmente è destinato a peggiorare e la Russia sta per subire un netto aumento della popolazione di anziani che saranno esposti a un maggiore rischio di osteoporosi, una malattia che causa fragilità delle ossa. Presentata al summit Iof delle Associazioni pazienti osteoporosi dell´Europa orientale e dell´Asia centrale a San Pietroburgo, Russia il 27 settembre, la ricerca evidenzia che, mentre nell´Europa occidentale la maggior parte di chi ha subito una frattura all´anca riceve cure di ottimo livello, nella Federazione Russa vi è un tasso estremamente basso di cure chirurgiche. I ricercatori fanno notare che, sebbene in tutto il mondo le persone più anziane che subiscono una frattura dell´anca sono esposte a un maggiore rischio di morte e soffrono di disabilità a lungo termine, questo problema è di gran lunga più grave nella Federazione Russa e in alcuni paesi dell´Europa orientale. Di conseguenza, vi è un preoccupante alto tasso di mortalità in queste regioni dopo una frattura dell´anca, che raggiunge il 45%-52% durante il primo anno in alcune città russe. Tra coloro che hanno subito una frattura all´anca e sono sopravvissuti, il 33% rimane bloccato a letto e il 42% è capace solo di attività molto limitate. Solo il 9% è in grado di ritornare allo stesso livello di attività quotidiana precedente alla frattura. "Vi è urgente necessità che il personale sanitario migliori le cure chirurgiche post frattura all´anca," ha detto la professoressa Olga Lesnyak, vice-presidente dell´Associazione russa per l´osteoporosi, e autrice dello studio. L´osteoporosi, una malattia delle ossa che espone le persone a un rischio maggiore di fratture, è più comune tra le persone anziane. Le proiezioni demografiche per la maggioranza dei paesi nella regione prevedono un aumento significativo della percentuale di persone con più di 50 anni nei prossimi 40 anni. Bisogna notare che è previsto un calo della popolazione totale. Si prevede che il numero di malati di osteoporosi nella sola Russia aumenti di un terzo entro il 2050. Nonostante il grande peso sulla sanità pubblica delle fratture causate dall´osteoporosi, la malattia, secondo i ricercatori, viene gravemente ignorata, e si cita la mancanza di dati epidemiologici ed economici seri come causa principale del perché le autorità sanitarie rimangono scettiche riguardo all´urgenza della prevenzione dell´osteoporosi. "Risulta chiaro dalle conclusioni che i governi devono supportare studi epidemiologici su vasta scala per raccogliere dati riguardo all´incidenza delle fratture osteoporotiche," ha detto John Kanis, presidente della Iof. Lo studio sottolinea che la tecnologia Dexa (assorbimetria a raggi X a doppia energia), che fornisce il più accurato metodo di diagnosi, è solitamente disponibile solo nelle città principali; tuttavia, in circa un terzo dei paesi esaminati, più del 40% della popolazione vive in aree rurali. Inoltre, nella maggior parte dei paesi, il trattamento farmacologico per chi è ad alto rischio di fratture non è, o lo è solo parzialmente, rimborsato, rendendo quindi inaccessibili le cure per la maggioranza dei cittadini. I ricercatori dicono che bassi livelli di assunzione di calcio e vitamina D influiscono negativamente sulla salute delle ossa e sottolineano che l´assunzione media giornaliera di calcio in quasi tutti i paesi studiati si attesta molto al di sotto delle raccomandazioni dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), e che la maggior parte delle persone in queste regioni hanno una grave insufficienza di vitamina D. "Un accesso più ampio e più equo ai test diagnostici e ai trattamenti medici appropriati è necessario per arginare la crescente ondata di fratture nella regione," ha spiegato Judy Stenmark, direttore operativo Iof. Il rapporto conclusivo, Valutazione regionale Europa orientale & Asia centrale - epidemiologia, costi & oneri dell´osteoporosi nel 2010, verrà pubblicato nel novembre del 2010 sul sito web della Iof. Esso conterrà proiezioni e dati per 21 paesi: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Georgia, Ungheria, Kazakistan, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Moldavia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Russia, Tagikistan, Ucraina e Uzbekistan. Per maggiori informazioni, visitare: Fondazione internazionale per l´osteoporosi (Iof): http://www.Iofbonehealth.org    
   
   
SCIENZIATI TEDESCHI TROVANO UNA CURA PER CHI SOFFRE DI ECZEMA  
 
Bruxelles, 29 settembre 2010 - Alcuni scienziati tedeschi hanno scoperto un nuovo modo di aiutare i bambini e gli adolescenti che soffrono di eczema atopico o neurodermatite - un disturbo della pelle molto fastidioso. Questo disturbo è in aumento nei paesi industrializzati e gli esperti stimano che il 20% dei bambini ne soffre in Europa. I risultati dello studio sono stati presentati sul Journal of Allergy and Clinical Immunology. Un team di ricerca guidato dalla dott.Ssa Astrid Peters e dalla professoressa Katja Radon della Ludwig-mazimilians-universität (Lmu) di Monaco, in Germania, ha condotto uno studio logitudinale che monitorava il corso della dermatite atopica in quasi 4000 soggetti dalla prima infanzia fino all´età adulta. È stata sottolineata l´importanza di questa ricerca visto lo stress che il disturbo provoca nei bambini piccoli, che spesso si grattano fino a sanguinare, il che a sua volta potrebbe portare a un´infezione della pelle infiammata. L´eczema atopico è classificato come disturbo allergico e gli scienziati credono che la malattia sia molto probabilmente il risultato di una combinazione di fattori genetici e ambientali. Il fumo di sigaretta e la polvere domestica sono tra i fattori associati alla malattia, mentre il contatto con i fratelli o altri bambini riduce il rischio di contrarre il disturbo. La malattia può manifestarsi nell´infanzia, ma spesso dopo sparisce con la crescita, sebbene in alcuni soggetti la pubertà inasprisca significativamente il disturbo. I ricercatori hanno confrontato l´insorgenza e la progressione della dermatite atopica in una coorte follow-up di pazienti all´età di 9-11 e 16-20 anni e ha valutato i fattori associati alla manifestazione iniziale, la re-insorgenza o la persistenza di una condizione pre-esistente durante l´adolescenza. In circa il 7% dei partecipanti, la dermatite atopica è apparsa la prima volta in questa fase, le bambine hanno mostrato un rischio più alto di sviluppare la malattia durante l´adolescenza, mentre i bambini erano maggiormente rappresentati tra i pazienti più giovani. Inoltre, come ci si aspettava, la probabilità di sviluppare la neurodermatite aumentava significativamente in presenza di un parente stretto affetto dal disturbo. "Sulla base dei dati ottenuti, abbiamo sviluppato un modello probabilistico in grado di prevedere il progresso della malattia durante la pubertà, una fase spesso critica," ha detto il professor Radon. "È emerso che il più importante fattore di rischio per gli adolescenti è l´esposizione professionale a sostanze come fluoro o disinfettanti. Questi risultati hanno implicazioni significative per la cura dei pazienti, in particolare per quanto riguarda le loro scelte professionali. "È risaputo che le scelte professionali di un paziente costituiscono un fattore importante, ma non si poteva prevedere l´evoluzione della malattia man mano che i pazienti crescevano. Abbiamo riesaminato i dati di diversi studi precedenti sull´asma e le allergie, il che ci ha permesso di ottenere un quadro generale del corso della dermatite atopica durante la pubertà, per identificare i fattori aggravanti - e per creare un modello del suo sviluppo in casi singoli." Parlando dei fattori che provocano questo disturbo, la dott.Ssa Peters ha detto: "I bambini che sono stati allattati al seno, che hanno fratelli e che hanno frequentato la scuola materna tendevano a non sviluppare la malattia nella prima infanzia." Ha sottolineato però che "questi fattori hanno un effetto molto minore sul rischio di sviluppare la malattia più tardi. L´esposizione durante il lavoro a sostanze irritanti sembra essere l´unico fattore di predisposizione rilevante nei casi di neurodermatite sviluppatasi tardivamente". I gruppi a rischio maggiore comprendono i panettieri, gli addetti alle pulizie e gli infermieri. "Anche un´esposizione limitata nel tempo alle sostanze chimiche che si trovano in questi ambienti può avere un effetto negativo," ha detto la dott.Ssa Peters. Per questo motivo ha invitato gli allergologi a "prendere in considerazione tali risultati quando forniscono consigli sulla professione da intraprendere a pazienti giovani o adolescenti a rischio di dermatite". Per maggiori informazioni, visitare: Ludwig-maximilians-universität (Lmu) München: http://www.En.uni-muenchen.de/index.html  Journal of Allergy and Clinical Immunology: http://www.Jacionline.org/    
   
   
MAL DI TESTA : NUOVE SCOPERTE - GENI, OBESITA’, OSMOFOBIA E SESSO  
 
Milano, 29 settembre 2010 - Dal Xxiv Congresso Nazionale della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee - Sisc – che riunisce a confronto i maggiori esperti italiani e internazionali – l’Italia in prima linea contro il mal di testa nelle sue diverse forme - emicrania, cefalea tensiva e cefalea a grappolo - che riguarda circa 8 milioni di italiani - le donne più colpite 5 a 1 rispetto agli uomini e il 30% di bambini e adolescenti, con nuove scoperte sulle sue cause genetiche e nuove strategie di cura.Il gruppo di ricerca neuro genetica diretto dal professor Lorenzo Pinessi, Past President Sisc, Direttore Clinica Neurologica Ii e Centro Cefalee Università di Torino - ospedale Le Molinette a un mese dallo studio (pubblicato su Nature Genetics) del Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge che ha individuato il primo fattore di rischio genetico dell’emicrania, sta ora validando gli stessi risultati sulla popolazione italiana, utilizzando la Dna bank del Centro torinese. Lo stesso team di ricerca che ha evidenziato recentemente come due geni - deidrogenasi 2 (Adh2) e deidrogenasi 4 (Adh4) - coinvolti nel metabolismo dell’alcol siano anche coinvolti nella cefalea a grappolo ha dimostrato per la prima volta al mondo con uno studio del 2008 che l’emicrania è una malattia presente fin dalla nascita e associata a un’alterazione dei lobi frontali e temporali coinvolti nella regolazione del dolore. “La nostra ricerca”, spiega il professor Pinessi, “svolta su 56 persone (di cui 27 emicranici ) con la voxel-based morphometry, sofisticata metodica di risonanza magnetica nucleare, ha rilevato alterazioni strutturali con piccole riduzioni focali di sostanza grigia - proprio nelle aree cerebrali del circuito del dolore - presenti nei pazienti con emicrania episodica e in quelli cronici, ma non in quelli di controllo sani . La riduzione di sostanza grigia è direttamente correlata con la frequenza degli attacchi. Maggiori sono le alterazioni, maggiore è la vulnerabilità alle crisi. Gli ultimi risultati di un nostro secondo studio concluso in questi giorni e svolto con la stessa metodica sui bambini emicranici - età media 12 anni, con esordio della cefalea a 8 anni confermano anche nei bambini la presenza di alterazioni della sostanza grigia cerebrale correlate all’ emicrania e localizzate in diverse aree cerebrali coinvolte nel pain processing. I piccoli pazienti presentano alterazioni della sostanza grigia in diverse aree cerebrali, tra cui la corteccia parietale destra, la corteccia cingolata posteriore e il tronco encefalico. Di particolare interesse è risultata la correlazione tra le anomalie evidenziate e la durata della malattia”. “Il mal di testa”, continua il professor Vincenzo Guidetti, Presidente Sisc, Ordinario di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Università La Sapienza, Roma, “è il disturbo più frequente tra i giovanissimi - circa il 30%. L’esordio avviene intorno a 6 anni e nell’80% dei casi le cause scatenanti sono fattori emotivi. Dopo i 6 anni si arriva al 10-11%, intorno alla pubertà al 14%. In età evolutiva nel 35- 40% dei pazienti attacchi di emicrania intensi si associano a crisi di cefalea tensiva quotidiana. La familiarità riveste un ruolo importante: se uno dei genitori soffre di emicrania c’è una probabilità del 50 - 75% che anche il figlio ne sia affetto. La malattia richiede diagnosi e terapie appropriate basate sul supporto psicologico, tecniche di rilassamento, biofeedback, pet therapy e farmaci.”“Gli ultimi progressi diagnostici terapeutici”, dice il professor Pinessi, “puntano su innovative tecniche diagnostiche - voxel-based morphometry, esami di genetica molecolare - e terapie sempre più mirate basate su farmaci - triptani per l’attacco, Fans e i new entry Cgrp-antagonisti ,botulino e topiramato e valpronato per la prevenzione - e su nuovi trattamenti hi tech - Tms - Transcranial Magnetic Stimulation e Stimolazione Suboccipitale. Altri nuovi fattori e cause emergenti di cefalee sono obesità, osmofobia, e sesso. Obesità. “L’emicrania”, ammette il professor Pinessi, “fa ingrassare nel 20-30% dei casi - sono circa 3 - 4 milioni gli emicranici italiani obesi o in sovrappeso. L’aumento del peso moltiplica gravità e durata degli attacchi che rischiano di cronicizzarsi mentre la stessa emicrania favorisce l’obesità. Per capire il legame tra obesità ed emicrania siamo andati a studiare il metabolismo del glucosio, scoprendo che i pazienti con emicrania hanno un’ insulinoresistenza anticamera di diabete e obesità .Una dieta adeguata e una moderata e regolare attività fisica riducono l’insulinoresistenza, l’eccesso di peso, frequenza e intensità dell’emicrania. Attualmente stiamo valutando l’efficacia di farmaci ipoglicemizzanti che agiscono sia sulla resistenza all’insulina che sull’emicrania.” Osmofobia . “Più del 40% degli emicranici soffre di osmofobia, cioè repulsione per gli odori”, spiega il neurologo torinese, “che è sintomo e causa di violenti attacchi di mal di testa. Gli odori sotto accusa sono fumo di sigaro o sigaretta, benzina, detersivi, disinfettanti, solventi e vernici, ma anche essenze neutre o piacevoli - in cima alla lista i profumi femminili molto dolci e intensi”. Sesso . “In alcuni uomini”, prosegue Pinessi, “fare l’amore può scatenare una dolente cefalea, la cui intensità è proporzionale all’eccitazione , culmina nell’orgasmo e può durare alcune ore. Il rischio aumenta se la relazione è trasgressiva e se si mangiano alcuni cibi - vino, formaggi, cioccolata e altri ritenuti afrodisiaci come crostacei e champagne. In oltre il 50% dei casi , colpisce uomini emicranici o affetti da cefalea da sforzo e gli ipertesi. Per fare l’ amore senza mal di testa evitare situazioni stressanti e stanchezza, usare con cautela farmaci che stimolano l’erezione e rinunciare prima del rapporto agli alimenti scatenanti”. Gli ultimi farmaci che si aggiungono ai Fans e ai triptani sono i new entry Cgrp-antagonisti (Calcitonin gene related peptide) - lolcegepant e telcagepant- che agiscono su un neuropetide rilasciato in grandi quantità nel cervello durante l’attacco emicranico (in fase di sperimentazione e di prossima immissione) e i trattamenti preventivi con i recenti topiramato e valpronato - (anticonvulsivanti in uso nell’epilessia, che agiscono come regolatori dell’eccitabilità dei neuroni sul sistema nervoso riducendo gli attacchi nel 50% dei casi) e la tossina botulinica di tipo A . “L’efficacia della tossina botulinica” precisa il professor Pinessi, “nella profilassi dell’emicrania”,ampiamente dimostrata da studi mondiali e dal suo uso clinico - iniettata a livello dei muscoli intorno agli occhi, della fronte, delle mascelle, del collo e delle spalle- blocca la componente muscolo-tensiva. La terapia botulinica che può essere praticata solo nei Centri Neurologici specializzati, da specialisti esperti presto sarà rimborsabile dal Ssn” . Nuovi trattamenti hi tech : Tms - Transcranial Magnetic Stimulation -“La nuova metodica”, spiega Pinessi “si basa sull´applicazione locale di un impulso magnetico della durata di un millisecondo che interrompe l’attacco sul nascere e Neurostimolazione sub occipitale” - prosegue l’esperto, “potrebbe essere la soluzione per quei casi gravi e incurabili di cefalee a grappolo croniche farmaco-resistenti. Si effettua con un neurostimolatore sul nervo grande occipitale. Presso il Centro cefalee delle Molinette a Torino le due nuove tecniche sono in fase di sperimentazione su pazienti con cefalea cronica quotidiana e da abuso di farmaci”. Nuove scoperte sul dolore cronico. “I risultati di alcuni studi italiani”, dice il professor Luigi Alberto Pini, Presidente Eletto Sisc, Responsabile Centro Cefalee, Università di Modena, “hanno evidenziato come il dolore cronico venga modulato “controllato e trasmesso” da sistemi neurotrasmettitoriali diversi da quelli del dolore acuto. La scoperta di queste nuove vie neurali consente di ipotizzare e sperimentare nuove strategie nel trattamento del dolore conico”. Il mal di testa riconosciuto dall’ Oms - Organizzazione Mondiale della Sanità - come una delle maggiori cause di disabilità, nel nostro Paese non è affrontato in modo appropriato. Il Ssn lo include infatti nei livelli minimi di assistenza (Lea) come patologia minore , il 50% dei malati non si rivolge al medico ma si auto cura con un abuso di farmaci da banco che cronicizzano la malattia. In Italia si spendono circa 600 euro per paziente/anno, (visite mediche, ricoveri, spesa farmacologica) per un totale di oltre 3 milioni di euro. I Centri Cefalee della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (Sisc) diffusi in tutta Italia sono convenzionati con il Ssn e ci si può rivolgere direttamente o con la prescrizione del medico curante.  
   
   
PANORAMICA SU CEFALEE ED EMICRANIA  
 
 Milano, 29 settembre 2010 - E’ tra le malattie più antiche e diffuse tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità la inserisce tra le più importanti cause di disabilità nel mondo. Il mal di testa, ma il suo termine medico corretto è cefalea, si distingue secondo la Classificazione dell’International Headache Society (Ihs) in due forme primaria - emicrania, cefalea tensiva e cefalea a grappolo - e secondaria - conseguente ad altri fattori come ad esempio traumi, sinusiti e altre patologie varie . L´emicrania che si manifesta con un dolore localizzato in una metà del capo è la forma più frequente di cefalea primaria, riguarda circa 8- 9 milioni di italiani ed è 4- 5 volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini. In Italia circa il 30% della popolazione soffre di cefalea grave in qualche periodo della propria vita, il 70% degli uomini e il 90% delle donne accusa il problema almeno una volta l´anno. Malgrado l’elevata incidenza solo il 15% delle persone che ne soffrono ricorrono allo specialista, mentre circa il 50% ricorrono spesso abusandone al fai da te con analgesici da banco. Si stima che nel nostro Paese si spendano circa 600 euro per paziente/anno, per un totale di oltre 3 milioni di euro, spesa a cui concorrono i 25 milioni di giornate lavorative perse a causa del disturbo.L´emicrania è una malattia neurovascolare cronica con attacchi dolorosi violenti e pulsanti, spesso associata a nausea, vomito, fotofobia, osmofobia e, in alcune persone, a disturbi neurologici transitori, definiti come aura emicranica, visivi (visione di luci scintillanti, lampi, macchie nere) e, con minor frequenza, disturbi della sensibilità e del linguaggio. Numerosi i fattori scatenanti: stress, variazioni dell’umore, ormoni, cibi o bevande, sbalzi climatici, attività fisica violenta, luci ed odori. La maggior frequenza nel sesso femminile è probabilmente imputabile a fattori ormonali. La cefalea tensiva (oltre l’80% delle cefalee) è la forma di mal di testa più frequente, colpisce maggiormente le donne e le persone che assumono posture scorrette e svolgono attività stressanti. Il dolore “a casco” è il suo segno distintivo, legato alla contrattura dei muscoli del collo e delle spalle, con una maggiore intensità nella regione occipitale. Nei casi acuti la durata degli attacchi può variare da mezz’ora a una settimana, mentre in quella cronica il dolore è invece presente per sei mesi all´anno. La cefalea a grappolo Colpisce prevalentemente il sesso maschile, il rapporto è di 3- 4 uomini rispetto a una donna - in particolare nella fascia tra i 20 e i 30 anni. Le crisi si verificano a brevi intervalli di tempo e prevalentemente in alcuni momenti della giornata e dell´anno - primavera e autunno. Durante il grappolo si possono verificare da una crisi ogni due giorni, a un massimo di otto crisi nelle ventiquattro ore della durata media di un’ora. Sintomo cardine è il dolore di particolare intensità, trafittivo, localizzato intorno all´occhio e allo zigomo. Le cefalee secondarie sono invece provocate da altre patologie o traumi, sbalzi pressori, modificazioni ambientali, assunzione di caffé, alcol o di alcuni farmaci. La cefalea colpisce più l’età pediatrica, che non gli anziani dove le crisi tendono ad attenuarsi con l’avanzare dell’età. Malgrado l’elevata incidenza, la maggior parte dei malati (circa il 50% ) spesso non si rivolge al medico ma si autocura con analgesici da banco abusandone e cronicizzando la malattia. Nuove Scoperte. Un gruppo internazionale di ricercatori guidati dagli esperti del Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge ha recentemente pubblicato su Nature Genetics la scoperta di un fattore di rischio genetico per l’emicrania. Lo studio è stato realizzato con la metodica del “genome-wide association study” (Gwas), volta ad indagare le variazioni presenti nell’intero genoma. I dati genetici di circa 6.000 pazienti emicranici (affetti da emicrania con o senza aura) sono stati confrontati con il genoma di circa 50.000 controlli sani. Lo studio ha evidenziato come gli emicranici portatori di un particolare polimorfismo (variante) genetico (allele A del polimorfismo a singolo nucleotide rs1835740) abbiano un rischio aumentato di sviluppare la patologia emicranica. I pazienti portatori di questa variante genetica, localizzata sul cromosoma 8 tra i geni Pgcp e Mtdh/aeg-1, hanno un rischio 1.18 volte superiore di essere affetti da emicrania. Tale effetto, quindi, seppure significativo in ambito di ricerca, appare di entità modesta sul piano clinico. L’associazione risulta più evidente nei pazienti affetti da emicrania con aura, rispetto ai pazienti con emicrania senza aura. Tale variante genetica è localizzata tra due geni coinvolti nell’omeostasi del glutammato coinvolto nella patogenesi dell’emicrania. I ricercatori hanno infatti evidenziato come questo polimorfismo possa modulare l’espressione del gene Mtdh/aeg-1 che a sua volta modifica l’attività del principale recettore del glutammato a livello encefalico. Questa scoperta ha pertanto fornito nuovi elementi a supporto dell’ipotesi che la predisposizione all’emicrania dipenda soprattutto da fattori genetici. Come suggeriscono gli stessi autori, i risultati di questo studio che ha coinvolto pazienti dell’ Islanda, Olanda, Germania e Danimarca necessitano di ulteriore conferma in altre popolazioni. Negli ultimi anni il gruppo di ricerca neurogenetica del Centro Cefalee della Clinica Neurologica Ii dell’Università di Torino (Ospedale Molinette) indaga quali geni siano coinvolti nella patogenesi dell’emicrania. In particolare sta validando gli stessi risultati sulla popolazione italiana, utilizzando la Dna bank raccolta negli anni presso il Centro. È sempre più evidente la componente genetica nella predisposizione e nella patogenesi delle cefalee primarie. Ad esempio la nostra scuola di Torino ha evidenziato recentemente come un gene coinvolto nel metabolismo dell’alcol sia anche coinvolto nella cefalea a grappolo, una forma molto severa di cefalea primaria. In ultimo, è importante tenere in considerazione che la realizzazione dello studio internazionale ha richiesto un notevole impiego di risorse umane ed economiche, con un consistente finanziamento anche da parte dall’Unione Europea. Purtroppo l’attuale situazione finanziaria dei centri italiani di ricerca non ci permette, ad oggi, di replicare lo studio Gwas. La malattia emicranica è in generale caratterizzata da un’alterazione funzionale cerebrale in assenza di specifiche alterazioni cerebrali di tipo strutturale. Tuttavia, studi recenti basati sull’analisi del segnale di Risonanza Magnetica Nucleare (Rmn) hanno ipotizzato che l’emicrania possa essere associata ad alterazioni della plasticità cerebrale in determinate aree del cervello. Uno studio effettuato nel 2008 presso il Centro Cefalee del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, ha dimostrato utilizzando la voxel-based morphometry, una sofisticata metodica di Rmn, che il paziente emicranico presenta alterazioni nelle regioni del cervello che modulano il dolore. Lo stesso gruppo di ricerca ha appena concluso un nuovo studio di importanza fondamentale, in collaborazione con il dottor Davide Moscato dell’Idi di Roma, volto ad indagare la presenza di alterazioni strutturali globali o focali della sostanza grigia o della sostanza bianca cerebrale di pazienti emicranici di giovane età (infantile e adolescenziale). L’età media dei giovani pazienti studiati era di circa 12 anni, con un esordio della cefalea verso gli 8 anni. Tutti i pazienti studiati non presentavano lesioni grossolane della sostanza bianca o della sostanza grigia encefalica visibili alla classica Rmn. Tuttavia, applicando la tecnica della voxel based morphometry, i giovani pazienti presentavano alterazioni della sostanza grigia in diverse aree cerebrali, tra cui la corteccia parietale destra, la corteccia cingolata posteriore e il tronco encefalico. Di particolare interesse è risultata la correlazione tra le anomalie evidenziate e la durata della malattia. Questo studio conferma, pertanto, anche nei bambini la presenza di alterazioni della sostanza grigia cerebrale correlate con le caratteristiche dell’emicrania e localizzate in diverse aree cerebrali coinvolte nel pain processing. Obesità ,osmofobia allegie e sesso sembrano elementi distanti e del tutto slegati dalle cefalee eppure le ultime ricerche scientifiche dimostrano stretti legami tra essi tanto che ora sono considerati fattori scatenanti e causa di emicranie. Emicrania E Obesita’. Nella casistica nazionale si stima che il 20-30 % e cioè circa 3–5 milioni di emicranici sono obesi o in sovrappeso, tra questi anche coloro che hanno registrato un incremento del peso dovuto ai farmaci utilizzati nella profilassi dell’emicrania come i beta-bloccanti (propranololo) e i calcioantagonisti (la flunarizina). Nell’emicrania con obesità vi è una stretta relazione biunivoca in pratica l’una favorisce l’altra. L’aumento del peso corporeo aumenta la gravità e la durata degli attacchi emicranici che rischiano di diventare cronici mentre l’emicrania stessa è causa di obesità. Una ricerca clinica effettuata dal dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino ha scoperto per la prima volta, destando l’interesse di Nature Clinical Practice (una delle più importanti e autorevoli riviste scientifiche internazionali), che nei pazienti emicranici è presente un’alterazione del metabolismo del glucosio, legata ad un’insulinoresistenza e cioè una diminuita attività insulinica. Questa condizione è responsabile del non utilizzo in modo adeguato da parte dell’organismo delle sostanze energetiche assunte con l’alimentazione e favorisce il loro deposito sotto forma di grassi portando così al sovrappeso e all’obesità. Noi ci siamo occupati proprio di questo aspetto. Abbiamo studiato l’insulinoresistenza in pazienti emicranici, con lo scopo di quantificare la loro sensibilità all’insulina. Come è emerso dalle nostre osservazioni, i pazienti emicranici mostrano un’alterata capacità di risposta all’insulina: si può quindi affermare che l’emicrania si caratterizza per uno stato di insulinoresistenza per molti aspetti assimilabile al diabete in fase preclinica.Queste considerazioni possono aprire interessanti prospettive terapeutiche. Il paziente emicranico, che segue uno stile di vita sano, una dieta adeguata e pratica una moderata e regolare attività fisica può ridurre in maniera significativa sia lo stato di insulinoresistenza, migliorando tutti i parametri metabolici che l’eccesso di peso e riducendo anche l’intensità e la gravità degli attacchi di cefalea. Stiamo infine valutando l’efficacia di alcuni farmaci ipoglicemizzanti che migliorano la sensibilità all’insulina per controllare meglio sia la resistenza all’insulina che l’emicrania stressa. Cefalea primaria da attività sessuale. Riguarda prevalentemente il sesso maschile perché generalmente ha un ruolo più attivo durante il rapporto, con un’intensità proporzionale all’eccitazione – molto probabilmente, infatti, è sostenuta dalle variazioni pressorie correlate a quest’ultima e viene ulteriormente classificata in preorgasmica e orgasmica a seconda del momento di comparsa. Gli aspetti che la caratterizzano sono: l’imprevedibilità della durata degli attacchi -da un minuto a tre ore - e del decorso che può presentarsi una volta sola come pure ripetutamente o a intervalli irregolari e senza alcun legame con altri fattori estranei al rapporto sessuale. L’impatto psicologico sul paziente è notevole perché teme gravi e imminenti complicanze. Alcune posizioni durante il rapporto sessuale, come per esempio lo stare in piedi, predispongono a questo tipo di cefalea. Si tratta quasi sempre di pazienti già emicranici, nei quali una serie di fattori (alimenti quali vino, formaggi, cioccolata, crostacei, condizioni di stress e sovraffaticamento), che insorge rapidamente e si scatena in maniera violenta: i pazienti si spaventano, si accasciano anche per terra e temono un grave malore. Spesso questi episodi si verificano in concomitanza di relazioni trasgressive, caratterizzate quindi da una maggiore componente di tensione ed emotività.Per prevenire questa cefalea è fondamentale che il paziente eviti l’attività sessuale in prossimità di un attacco emicranico, per evitare che il rapporto, che comporta uno stress psicofisico, faccia esplodere una crisi violentissima di cefalea. E’ da sottolineare che anche alcuni farmaci, tra cui il Viagra, inducono talvolta il mal di testa a seguito della loro azione vasodilatatrice per cui, se assunti prima del rapporto, facilitano ulteriormente l’emicrania. Il trattamento si avvale di beta-bloccanti, calcioantagonisti ed ergotamina. Osmofobia – Odori. Sulla base di risultati ormai consolidati l’emicrania è una malattia caratterizzata da un ridotto filtro degli stimoli ambientali. Si spiega così perché durante l’attacco fattori esterni, quali per esempio luce, suoni, rumori e percezioni tattili possono rivelarsi particolarmente fastidiosi. Tra questi, è recentemente emersa l’osmofobia, cioè la repulsione per gli odori, che può essere considerata causa di insorgenza e sintomo altamente specifico dell’emicrania - tanto che la sua presenza consente di escludere nel 43% degli emicranici la cefalea di tipo tensivo. Per quanto riguarda gli odori in causa, il più delle volte in entrambi i sessi sono i profumi dolci femminili, il fumo di sigaro e sigaretta, la benzina, i detersivi, i disinfettanti, i solventi e le vernici. Un elemento determinante nello scatenare l’attacco emicranico non è la sgradevolezza degli odori ma la loro intensità. Più in dettaglio, una maggior percentuale di donne rispetto agli uomini riporta osmofobia (rispettivamente 45% e 33%). Negli emicranici con osmofobia gli odori di cibo sono in causa nel 55% , i profumi nel 65%, il fumo di sigaretta nel 55%, altri tipi di odori nel 15%. Un ulteriore aspetto da considerare è che il 25% degli emicranici che riferiscono osmofobia identifica un solo particolare odore come scatenante l’attacco. E’ tuttavia importante precisare che l’emicrania è normalmente caratterizzata da repulsione per i cibi, da differenziare opportunamente dall’osmofobia.In fase intercritica, l’emicranico può presentare una certa intolleranza agli odori e deve quindi evitare il contatto con essi (in particolare ambienti lavorativi fumosi o con esalazioni) che possono avere un ruolo scatenante delle crisi. Nell’immediato futuro la ricerca in questo settore, forte dell’introduzione di tecniche neurofisiologiche d’avanguardia, si orienterà verso lo studio della percezione olfattiva durante l’attacco emicranico in presenza o in assenza di osmofobia, per capire quali centri nervosi vengono attivati con la stimolazione di particolari sostanze e odori. Diagnosi Delle Cefalee Gli ultimi progressi della diagnostica . La diagnosi di cefalea è essenzialmente clinica, cioè basata sul racconto del paziente e sulla valutazione critica dei sintomi. La diagnostica, tuttavia, ha compiuto notevoli progressi con il preciso obiettivo di evidenziare alterazioni specifiche in pazienti “difficili” o con un quadro particolarmente complesso. L’indagine strumentale deve essere sempre integrata dagli elementi che definiscono la soggettività di ciascun paziente: per questo motivo è fondamentale che anche la raccolta dell’anamnesi non si limiti a rilevare i disturbi ma esplori anche la presenza di altri elementi utili, quali allergie, intolleranze alimentari, osmofobia, stile di vita. L’impiego di opportuni questionari, semplifica l’indagine e al tempo stesso educa e responsabilizza il paziente a rilevare eventuali anomalie. La tendenza attuale è quella di controllare più parametri clinici e neurofisiologici, in condizioni di riposo e durante i test di induzione degli attacchi: si sono per esempio identificate numerosi correlazioni tra attacco emicranico e variazioni del respiro, del battito cardiaco, della pressione arteriosa e della soglia del dolore. La diagnostiche d’avanguardia: Voxel-based Morphometry vbm, metodica di risonanza magnetica (rmn), che si avvale di una particolare analisi morfometrica in grado di evidenziare anche modeste alterazioni della sostanza grigia o bianca cerebrale non percepibili ad occhio nudo con una risonanza magnetica tradizionale e genome linkage wide scan - esami di genetica molecolare - in grado di evidenziare su un esteso numero di marcatori genetici, quelle aree del Dna (loci genici) coinvolti nella genetica della trasmissione della malattia. Queste due tecniche si aggiungono ad altre - Brain mapping che consiste nella registrazione del tracciato elettroencefalografico rielaborata dal computer che mostra, in differenti condizioni ambientali o durante la crisi, le modificazioni dell’attività biolettrica della corteccia cerebrale, rivelando in questo modo le aree che vengono coinvolte a una determinata fenomenologia. L’angio-rm si basa sullo stesso principio della risonanza magnetica: grazie all’elaborazione computerizzata consente di ricostruire con discreta approssimazione l’anatomia del circolo cerebrale, evidenziando per esempio la presenza di eventuali malformazioni vascolari. La Rm funzionale, la tomografia a emissione di positroni (Pet) e la tomografia a emissione di fotoni singoli (Spect): studiano invece il cervello durante lo svolgimento di precisi compiti o in concomitanza di stimolazioni sensoriali. Un’altra tecnica interessante è la termografia, che rileva la dispersione del calore in precise aree, in particolare in sede orbitaria o temporale e nella guancia del lato sintomatico: un dato dal quale si possono ottenere informazioni sul flusso ematico extracranico, di particolare utilità nella diagnosi delle cefalee a grappolo. La conduttanza transcutanea, infine, grazie al posizionamento di elettrodi in alcune zone della superficie corporea misura la variazione di conduttanza, cioè del passaggio di corrente elettrica a basso voltaggio, che si correla allo stato d’ansia di un individuo. Il Trattamento Farmacologico Per la terapia dell’attacco emicranico bisogna intervenire tempestivamente - entro circa un’ora - come hanno evidenziato recenti ricerche sono disponibili numerosi farmaci specifici e non specifici, alcuni utilizzati da tempo, altri di recente acquisizione come i nuovi triptani ad assorbimento rapido che agiscono in 20-30 minuti . I farmaci per l’attacco sono distinti nei seguenti gruppi: triptani; Fans ed analgesici; derivati dell’ergot; antiemetici. I triptani. La terapia dell’attacco emicranico è stata rivoluzionata dall’introduzione in commercio negli anni ‘90 dei triptani ,agonisti serotoninergici che rappresentano una terapia specifica per l’attacco emicranico, agendo selettivamente solo su alcuni sottotipi recettoriali della serotonina particolarmente presenti a livello cerebrale, sui vasi implicati nella crisi emicranica e svolgono la propria azione sia a livello neuronale che vascolare cerebrale .Indicati per il trattamento di crisi emicraniche di intensità moderata e grave sono efficaci non solo sul dolore ma anche sui sintomi vegetativi che accompagnano l’attacco (nausea, vomito, ipersensibilità a luci e suoni) Tra i diversi triptani oggi in commercio alcuni di recente formulazione hanno dimostrato una particolare rapidità di azione ed efficacia che si traduce in una rapida scomparsa e/o sollievo dal dolore . Gli analgesici e i Fans sono indicati per il trattamento di crisi di intensità lieve o moderata (grado 1 o 2) o quando sia controindicato l’uso dei triptani o infine quando questi si siano rivelati inefficaci. Per alcuni farmaci di questa classe è possibile l’automedicazione e l’utilizzo di farmaci da banco, ma è sempre necessario che sia stata formulata, in precedenza, una corretta diagnosi da parte del medico. I derivati dell’ergot sono indicati per il trattamento di attacchi invalidanti a bassa frequenza (1-2 al mese), che non rispondono ad altri farmaci sintomatici e per il potenziale rischio di abuso. Vanno associati con gli antiemetici, in quanto gli ergot-derivati possono accentuare nausea e vomito. Gli antiemetici sono indicati come adiuvanti della terapia sintomatica dell’attacco, quando sono prevalenti i sintomi associati nausea e vomito”. Nuovi farmaci- Il futuro del trattamento dell’emicrania sarà nei Cgrp-antagonisti (Calcitonin gene related peptide) - lolcegepant e telcagepant- in fase di sperimentazione e di prossima immissione sul mercato. Farmaci che hanno come bersaglio un neuropetide che viene rilasciato in grandi quantità nel cervello durante gli attacchi di emicrania,aumentando la vasodilatazione cerebrale e meningea e provocando maggior dolore. Prevenzione - Botulino Botulino “l’efficacia della tossina botulinica di tipo A nella profilassi dell’emicrania e della cefalea cronica quotidiana” dice Pinessi , “è stata ampiamente dimostrata da molti studi internazionali e dal suo diffuso uso clinico . La neurotossina iniettata a livello dei muscoli intorno agli occhi, della fronte, delle mascelle, del collo e delle spalle provoca una paralisi parziale e transitoria della trasmissione neuromuscolare determinando una netta riduzione del dolore e della contrattura muscolare che agisce sulla stretta tipica dell’ emicrania muscolo-tensiva. L’effetto terapeutico sulla contrattura muscolare può durare da 4 a 5 mesi. La terapia botulinica che può essere praticata solo nei Centri Neurologici specializzati, da specialisti esperti - approvata un anno fa dall’ Fda americana e ora in Inghilterrra per il trattamento dell’emicrania a breve sarà registrata anche in Italia per questa indicazione e il paziente non sarà più costretto come avviene attualmente a sostenerne i costi che saranno a carico del Sistema Sanitario Nazionale. Topiramato e Valpronato recenti acquisizioni per la terapia preventiva - farmaci anticonvulsivanti in uso nell’epilessia, che agiscono come regolatori dell’eccitabilità dei neuroni sul sistema nervoso riducono nel 50% dei casi il numero di attacchi al mese ,la loro ’intensità e durata con un minor ricorso ai farmaci analgesici. Gli altri farmaci che riducono gli attacchi. In questi ultimi anni sono stati usati numerosi farmaci, già presenti sul mercato con altre indicazioni come i betabloccanti (antiipertensivi) , psicofarmaci, antidepressivi, in grado di ridurre da 2 a 4 crisi dolorose su una media di 6-8 - crisi mensili in una percentuale rilevante di emicranici. Le nuove terapie - Tms - Transcranial Magnetic Stimulation - Stimolazione Magnetica Transcranica .Sperimentata con successo dall’Ohio State University su 164 pazienti emicranici ha dimostrato nel 74% dei casi di agire con notevole un miglioramento dei sintomi. La nuova metodica si basa sull´applicazione locale di un apparecchio che appoggiato sulla parte posteriore del capo eroga brevi impulsi magnetici ripetitivi che agiscono sull’attività elettrica all’interno del cervello (spegnendo o attivando determinate aree neurali ) bloccando così l’attacco di mal di testa sul nascere. Questa terapia si basa infatti su una nuova teoria che fa risalire i dolori emicranici a un’ ipereccitabilità dei neuroni Il trattamento non è invasivo e non sono stati riscontrati effetti collaterali. Neurostimolazione suboccipitale secondo recentissimi studi e sperimentazioni mondiali che ne dimostrano l’efficacia, potrebbe essere la soluzione per quei casi particolarmente gravi e incurabili di cefalee a grappolo croniche farmaco-resistentesi. Si effettua con un neurostimolatore sul nervo grande occipitale. Presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino e il centro cefalee delle Molinette le due nuove tecniche sono in fase di sperimentazione su pazienti con cefalea cronica quotidiana e da abuso di farmaci. Le Strutture Specializzate I Centri Cefalee ormai diffusi in tutta Italia nei quali convergono più specialisti in grado di effettuare una diagnosi e terapia adeguati e coordinano, quando necessario, in particolare nei pazienti cronici, ricoveri in day hospital. Convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale ci si può rivolgere direttamente o con la prescrizione del medico di famiglia. La Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (Sisc) si è infatti fatta interprete delle esigenze dei pazienti cefalici e ha iniziato un’intensa attività per promuovere la nascita di nuovi centri specialistici con l’obiettivo di avere in ogni provincia italiana almeno un Centro di riferimento per la cura delle cefalee. Da Appunti Del Professor Pinessi Presidente Societa’ Italiana Per Lo Studio Delle Cefalee - Sisc, Direttore Clinica Neurologica Ii E Centro Cefalee Università Di Torino - Ospedale Le Molinette .  
   
   
IL MAL DI TESTA NEI BAMBINI  
 
Milano, 29 settembre 2010 - In Italia secondo recenti statistiche il mal di testa è il disturbo più frequente tra i giovanissimi: circa il 30% dei casi. Colpisce con emicrania e cefalea muscolo tensiva il 4% dei bambini (6-10 anni) e il 14% degli adolescenti dopo la pubertà (12-17 anni). È invece rara la cefalea a grappolo. Si tratta in prevalenza di forme primarie, la cefalea secondaria, sintomo di altre malattie come sinusite, allergie e altro riguarda solo il 10 -15%mentre la cefalea a grappolo è molto rara . L’esordio del mal di testa avviene intorno ai 6 anni e nell’80% dei casi le cause scatenanti sono fattori emotivi. Se si tratta di emicrania, il primo attacco può presentarsi anche in età molto precoce - a 1 o 2 anni. La familiarità riveste un ruolo importante: se uno dei genitori soffre di emicrania c’è una probabilità del 50 - 75% che anche il figlio ne sia affetto. Da un punto di vista genetico si parla di eredità ‘poliallelica’; significa che diversi fattori genetici giocano insieme un ruolo nell’insorgenza degli attacchi e che finora non si è trovato un unico tratto genetico responsabile dell’emicrania. Nei piccolissimi ci sono segnali da non sottovalutare perché potrebbero rivelare una possibile emicrania. Tra questi, le coliche gassose nei primi anni di vita, la tendenza a scambiare il giorno per la notte, le crisi di pianto inconsolabile fino a quando non vengono presi in braccio etc. Nel primo e secondo anno si manifestano poi acetone, vomito, dolori addominali, mal di pancia, mal d’auto. Si tratta di una serie di sintomi che sommati tra loro determinano il rischio di emicrania, indipendentemente dalla familiarità che, come già detto, aumenta ulteriormente il rischio. I bambini sono spesso colpiti anche da un altro tipo di cefalea, quella tensiva, cosiddetta ‘a casco’, che interessa tutto il capo: è avvertita come un peso sulla testa, non provoca un dolore di tipo pulsante e dura diverse ore al giorno. In età evolutiva, intensi attacchi di emicrania possono sovrapporsi a crisi di cefalea tensiva quotidiana nel 35 - 40% dei pazienti. Nell’emicrania e nellala cefalea tensiva l’insorgenza è legata a una serie di concause, cioè altre patologie coesistenti e tende a diventare più frequente in età scolare. Nell’adolescenza la frequenza aumenta nelle ragazze per l’attività ormonale. La cefalea si accompagna per lo più ad altri disturbi quali nausea, intolleranza alla luce e al rumore, stanchezza, vertigini, nonché disturbi del sonno, tra cui diffusi sonnambulismo e bruxismo, un disturbo che porta a digrignare i denti di frequente durante il sonno. La prima, la quinta elementare e la prima media sono le classi alle quali corrisponde il numero più elevato di esordi di cefalea infantile: più colpiti sono i bambini molto sensibili e ansiosi, che somatizzano facilmente, sono spesso iperattivi e in competizione con se stessi. Il cervello del bambino è geneticamente dotato di una elevata presenza di neuroni: lo sviluppo e l’organizzazione finale delle strutture cerebrali è strettamente legato alle esperienze quotidiane. Gli eventi biologici sono strettamente legati a quelli psicologici e questi ultimi determinano modificazioni a livello biologico. Lo stesso fatto di andare a scuola, aspettarsi interrogazioni, dover affrontare una situazione nuova o semplicemente il ritorno in classe dopo le vacanze può essere un fattore che scatena il mal di testa. I fattori emotivi in età evolutiva, d’altra parte, rappresentano le cause scatenanti il mal di testa nell’80% dei casi. Per quanto riguarda le differenze tra i sessi, prima dell’età puberale risultano lievemente più colpiti i maschi. E’ opportuno sottolineare che l’insorgenza del mal di testa nel bambino è influenzata anche da fattori familiari: come dimostrano alcune indagini svolte in paesi europei, infatti, l’introduzione del tempo pieno nella scuola, l’aumento delle madri lavoratrici, che trascorrono quindi meno tempo con i propri figli, e l’incremento di separazioni hanno contribuito a far salire di oltre il 60% i casi di cefalea in età pediatrica dagli anni 80 ad ora. I bambini di oggi vivono in una società stressata e in genere tendono a imitare gli atteggiamenti dei propri genitori. Il mal di testa presenta inoltre un’ereditarietà. Un suggerimento per i genitori che sospettano che il figlio possa soffrire di cefalea è di segnare su un calendario per almeno 15-30 giorni l´inizio della crisi, la durata e l´intensità. Se il bambino presenta più di 2-3 crisi di lunga durata nell’arco di un mese, è opportuno contattare un centro cefalee infantili. Inoltre è il caso di non sottoporre il bambino allo stress di attività extrascolastiche imposte e impegnarsi per creare intorno a lui un ambiente sereno. Due consigli alle mamme: evitare di stressare i propri bambini, imponendo loro per esempio attività sportive che li sovraffaticano e dedicare loro invece più tempo. Infine, non sono affatto da sottovalutare i risvolti sociali del mal di testa nei bambini. Un bambino costretto a letto a causa di un attacco emicranico, fenomeno piuttosto frequente, non solo vede peggiorata notevolmente la sua qualità di vita ma condiziona anche quella di tutta la famiglia. Per i genitori molti sono i disagi e le ore di lavoro perse per assistere il figlio. Il bambino non può essere considerato un “piccolo adulto” per cui anche diagnosi e terapie messe a punto per l’adulto non possono essere applicati. Trattare un bambino o un adolescente con mal di testa implica la conoscenza dei trattamenti farmacologici in uso, in gran parte, negli adulti ma anche l’abilità di inquadrare la cefalea in rapporto alla sua personalità e all’approfondita analisi di vari fattori, come gli eventi stressanti, che influiscono su di lui. Per quanto riguarda la cura: psicoterapia, tecniche di rilassamento, biofeedback e pet therapy spesso risolvono il problema ma in alcuni casi si ricorre ai farmaci - solitamente si usa il paracetamolo. I triptani, trattamento elettivo dell’emicrania per l’adulto, hanno invece un margine di impiego più limitato. Bisogna comunque tenere presente che spesso questi bambini hanno bisogno di attenzione, tanto che nella maggior parte dei casi bastano alcune visite per avere una regressione della patologia. Da Appunti Del professor Vincenzo Guidetti, presidente Sisc, Ordinario di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza E Direttore del Dipartimento di scienze neurologiche e psichiatriche dell´età evolutiva - Università di Roma La Sapienza.  
   
   
CONFERENZA SUI MICROBI E SULLA BIOTECNOLOGIA INDUSTRIALE 2010  
 
Bielefeld, 29 settembre 2010 - Dal 21 al 24 novembre 2010 si terrà a Bielefeld (Germania) la conferenza Esf-bu-cebitec sui microbi e la biotecnologia industriale. Il programma prevede conferenze tenute da relatori di alto livello, brevi discorsi di giovani ricercatori e tavole rotonde sugli sviluppi futuri. L´obiettivo della conferenza è di promuovere l´eccellenza scientifica nella biotecnologia microbica fornendo a scienziati e giovani ricercatori una piattaforma per presentare il loro lavoro, per discutere le attuali conoscenze scientifiche e i recenti sviluppi nei settori chiave delle biotecnologie industriali, e per individuare le priorità per ulteriori ricerche. I processi biotecnologici diventano sempre più importanti per la produzione industriale. Questa tendenza prenderà probabilmente più slancio in vista della decrescente disponibilità di petrolio. I processi di produzione nel settore delle biotecnologie industriali fanno uso dei recenti progressi nel campo della ricerca microbica e le biotecnologie microbiche avranno probabilmente un ruolo importante nell´uso e nella produzione sostenibile di risorse biologiche rinnovabili. La conferenza sarà la prima di una serie di conferenze annuali dedicate ai progressi della biotecnologia industriale. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Esf.org/index.php?id=7123  
   
   
11ª CONFERENZA CONGIUNTA EMBL/EMBO SU SCIENZA E SOCIETÀ  
 
Heidelberg, 29 settembre 2010 - Il 5 e 6 ottobre si terrà a Heidelberg (Germania)l´11ª Conferenza congiunta del Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) e dell´Organizzazione europea di biologia molecolare (Embo) dedicata a scienza e società. La conferenza, intitolata "La differenza tra i sessi - dalla biologia al comportamento" ("The difference Between the Sexes - From Biology to Behaviour"), analizzerà la questione se certi comportamenti, malattie e sensibilità possono essere ritenuti fondamentalmente maschili o femminili. La conferenza intende riunire una vasta gamma di scienziati, filosofi, politici e rappresentanti del pubblico per partecipare al dibattito. L´evento consisterà in quattro sessioni tenute in due giorni. La prima giornata sono previste presentazioni e discussioni riguardanti l´evoluzione della riproduzione sessuale, nonché lo sviluppo di caratteristiche sessuali specifiche. Scienziati di spicco illustreranno il loro campo di ricerca e il proprio lavoro ad un pubblico misto di scienziati e non scienziati. Colloqui di ogni sessione saranno seguiti da dibattiti. Durante la seconda giornata, l´attenzione sarà rivolta alla ricerca comparativa sulle differenze sessuali nel cervello e il comportamento di varie specie. La conferenza riesaminerà anche la relazione tra caratteristiche sessuali innate e acquisite negli esseri umani, e tenterà una valutazione di alcune questioni familiari delle differenze tra i sessi, alla luce di nuove conoscenze emergenti dalle scienze della vita. Benché la scienza moderna abbia iniziato a svelare molti dei misteri del dimorfismo sessuale, della riproduzione sessuale e della selezione sessuale, le differenze tra i sessi restano comunque un argomento affascinante e intrigante. Come nelle precedenti conferenze Embl/embo su scienza e società, l´obiettivo generale è quello di promuovere un dialogo costruttivo tra una vasta gamma di professionisti e rappresentanti del pubblico. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Embl.org/sciencesociety/conference2010    
   
   
SAN RAFFAELE CONTRO L’HIV NUOVI STUDI SPERIMENTALI SULL’INTERLUCHINA 7, UNA MOLECOLA IN GRADO DI AUMENTARE I LINFOCITI IN PAZIENTI IMMUNOLOGICAL NON RESPONDERS ALLE USUALI TERAPIE PER HIV  
 
Milano, 29 settembre 2010 – Nonostante l’introduzione delle nuove ed estremamente efficaci terapie antiretrovirali abbia radicalmente cambiato la prognosi della malattia, molte problematiche nella gestione clinica dei pazienti infetti da Hiv restano tuttora irrisolte. Una di queste è rappresentata dai cosiddetti pazienti Immunological Non Responders o Inr, vale a dire persone Hiv positive che, nonostante un completo controllo della replicazione di Hiv, non raggiungono un sufficiente recupero nella conta dei linfociti Cd4. Questi soggetti con scadente recupero immunologico rappresentano fino al 25% della popolazione trattata. Il rischio di progressione di malattia e di mortalità è significativamente più alto in questo gruppo di soggetti se comparato a quello dei pazienti che raggiungono un adeguato recupero dei linfociti Cd4. Le cause di questa incompleta risposta immunologica alla terapia non sono del tutto chiarite: si può ipotizzare che possano essere dovute a una grave insufficienza del timo – organo del sistema immunitario preposto alla maturazione dei linfociti T – con deficit multipli nella produzione di cellule T, oppure a una persistente ed eccessiva attivazione del sistema immunitario causato da Hiv, che porta paradossalmente a un eccesso di distruzione di cellule T. La costante sorveglianza epidemiologica e la possibilità di analizzare enormi quantità di dati hanno consentito di stabilire che un’incompleta ricostituzione del sistema immunitario a seguito della terapia antiretrovirale – convenzionalmente definita quando le cellule Cd4 circolanti sono inferiori a 500 cellule/mm3 – espone le persone con infezione da Hiv ad un rischio aumentato, rispetto alla popolazione non-Hiv con età e fattori di rischio comparabili, di sviluppare patologie anche severe a carico del sistema cardiovascolare, del rene, del fegato oltre che alcuni tipi di tumore. Queste evidenze cliniche hanno imposto di cercare altre vie, insieme a terapie antiretrovirali sempre più efficaci, per garantire una risposta ottimale a tutti i soggetti con infezione da Hiv. Uno di questi nuovi approcci è rappresentato dall’interleuchina 7 (Il-7). Il-7 è una citochina, vale a dire una molecola proteica prodotta dall’organismo, in grado di modificare il comportamento di altre cellule, inducendo nuove attività come la crescita, la differenziazione o l’eliminazione di cellule che hanno completato la loro attività fisiologica. Nello specifico Il-7 è un fattore di crescita fisiologicamente prodotto dalle cellule stromali del midollo e del timo e da altri epiteli e ha un effetto stimolante essenziale nello sviluppo dei linfociti T. Il-7 è quindi un’ottima candidata per trattare i soggetti Inr, ma anche per quei pazienti con un recupero sub-ottimale dei Cd4 e una lieve carica virale rilevabile. Dal 2008 il Dipartimento di Malattie Infettive dell’Irccs San Raffaele, diretto dal Professor Adriano Lazzarin, è coinvolto in studi che impiegano Il-7 nell’infezione da Hiv. È l’unico dipartimento in Italia a far parte di un network mondiale di centri clinici (negli Usa, in Canada e in Francia) che hanno sperimentato l’interleuchina-7 ricombinante (Cyt107, Cytheris Sa) in uno studio di fase I (Inspire 1). I risultati preliminari, presentati lo scorso settembre alla 49a Interscience Conference on Antimicrobial Agents and Chemotherapy (Icaac) tenutasi a San Francisco, sono stati molto incoraggianti: hanno dimostrato la capacità di Il-7, ad un dosaggio di 20 µg/kg, di far aumentare il numero di cellule Cd4 circolanti in pazienti non responsivi da un punto di vista immunologico, questo a fronte di un’ottima tollerabilità sia soggettiva che monitorata con parametri di laboratorio. Il Dottor Giuseppe Tambussi, Responsabile del Centro di Immunoterapia e Vaccini del Dipartimento di Malattie Infettive, è il coordinatore degli studi su Il-7 e fa parte del comitato scientifico che coordina gli studi nell’infezione da Hiv e sarà il responsabile internazionale di un nuovo studio, denominato Inspire 3, che verrà condotto in Italia, Svizzera e Sud Africa e che rappresenterà il passo successivo della sperimentazione di Il-7 in soggetti Hiv+ non responsivi immunologicamente alla terapia convenzionale. Obiettivo principale di questo studio sarà valutare l’attività biologica e il profilo di sicurezza di cicli ripetuti di Il-7 nell’arco di 24 mesi, per comprendere se e come Il-7 può essere somministrata per lunghi periodi di tempo a persone con infezione da Hiv, per mantenere i linfociti Cd4 costantemente al di sopra del livello di sicurezza di 500 cellule/mm3. Vengono ritenuti eleggibili per lo studio soggetti aventi livelli di Cd4 compresi tra 101-350 cellule/mm3 dopo almeno 2 anni di terapia antiretrovirale e valori di Hiv Rna plasmatici < 50 copie/mm3 per 18 mesi. Il-7 viene somministrata per via sottocutanea una volta alla settimana per tre settimane e successivamente ogni qualvolta, nel corso dei due anni di sperimentazione, i Cd4 scendano al di sotto del valore di soglia di 500 cellule/mm3 Il-7 è al momento sperimentata in altre patologie infettive e non (neoplasie, trapianto di midollo, infezione da virus dell’epatite C), in patologie ad etiologia sconosciuta come la idiopathic Cd4 lymphopenia (Icl) e verrà presto impiegata in un protocollo sperimentale di eradicazione di Hiv, che sarà sempre coordinato dal gruppo del Dottor Tambussi. Il Dottor Giuseppe Tambussi, Responsabile del Centro di Immunoterapia e Vaccini del Dipartimento di Malattie Infettive: “Questi studi preliminari ci aiuteranno a comprendere meglio i fenomeni biologici alla base del fenomeno delle mancata risposta immunologica oltre a definire il profilo di tossicità a lungo termine di Il-7 e questi sono i prerequisiti essenziali per pianificare studi su larga scala che possano eventualmente dimostrare l´efficacia clinica di questo nuovo approccio terapeutico e quindi poter fornire alle persone sieropositive sempre nuove e più efficaci terapie.”  
   
   
A UDINE CONFERENZA EUROPEA SU LINFANGIOLEIOMIOMATOSI  
 
Trieste, 29 settembre 2010 - Da venerdì 1 a domenica 3 ottobre si terrà a Udine la prima Conferenza europea sulla Linfangioleiomiomatosi (Lam), una malattia rara, molto grave e oggi ancora poco conosciuta, che colpisce quasi esclusivamente le donne, interessando numerosi tessuti ed organi, quali polmoni, vasi linfatici e sanguigni e reni. Parteciperanno i 20 maggiori esperti a livello internazionale, autori di numerose pubblicazioni scientifiche, facendo dell´incontro di Udine un´occasione unica di confronto per la comunità medica. Nel corso delle tre giornate verrà fatto il punto sullo stato attuale della ricerca scientifica a livello mondiale e sui risultati delle ultime sperimentazioni farmacologiche. Alla conferenza (che si svolgerà in sala Ajace l´1 e il 3 ottobre e nell´auditorium della Regione, il giorno 2) interverranno anche l´assessore regionale alla Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali, Vladimir Kosic, e i rappresentanti delle più importanti associazioni internazionali Lam, impegnate assiduamente nella lotta alla malattia, nella sensibilizzazione e nella raccolta fondi. Tale occasione offrirà quindi l´opportunità di confrontare le proprie esperienze e di ricercare una comune strategia. La Linfangioleiomiomatosi, per la quale non esistono ancora cure efficaci, si manifesta generalmente tra i 20 e i 40 anni di età. I sintomi più frequenti sono fiato corto (dispnea), pneumatorace (collasso del polmone), un progressivo declino della capacità respiratoria, e, nel 40 per cento dei casi, angiomiolipomi renali. Nella fase più avanzata è necessaria l´ossigenoterapia ed, in alcuni casi, il trapianto polmonare. Negli ultimi dieci anni, grazie alla ricerca scientifica, sono stati compiuti significativi progressi sulla conoscenza di questa patologia, con l´individuazione della mutazione genetica che causa la proliferazione di cellule muscolari lisce, le cellule Lam, responsabili della distruzione del tessuto polmonare. Parallelamente è stato possibile iniziare la sperimentazione di farmaci che hanno dato risultati incoraggianti, lasciando presupporre che, nonostante molto sia ancora da capire e sperimentare, una terapia efficace possa prima o poi essere trovata. Lam Italia, associazione di riferimento delle pazienti, opera per incentivare la ricerca scientifica, anche attraverso la raccolta di fondi, e quale centro di supporto informativo, anche favorendo lo scambio di esperienze tra pazienti e familiari  
   
   
FORMIGONI: PRESTO IL "112" IN TUTTA LA REGIONE POSITIVA LA SPERIMENTAZIONE AVVIATA IL 21 GIUGNO A VARESE  
 
 Milano, 29 settembre 2010 - "Intendiamo allargare l´utilizzo del numero unico di emergenza 112 a tutta la Regione". Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha annunciato il 27 settembre l´intenzione di proseguire nella sperimentazione avviata lo scorso 21 giugno nelle province di Varese, Como e Milano. L´annuncio è stato fatto oggi durante una pausa del confronto avuto con il ministro dell´Interno, Roberto Maroni, alla Prefettura di Milano. Era stato proprio Formigoni, assieme al titolare del Viminale, Maroni, e all´assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani, a presentare alla Prefettura di Varese, lo scorso 21 giugno, il numero unico di emergenza europea 112. "Grazie a un solo numero - ha sottolineato oggi Formigoni - è possibile contattare Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Emergenza sanitaria, Protezione civile e Polizia locale". Il nuovo call center, infatti, è in grado di raccogliere le chiamate di tutti i numeri di emergenza, rispettivamente 112, 113, 115 e 118, e di smistarle. "Abbiamo valutato molto positivamente - ha concluso Formigoni, riferendosi al colloquio avuto con Maroni - la sperimentazione del numero unico di emergenza 112: intendiamo allargarlo a tutta la Lombardia, coinvolgendo anche altre Regioni".  
   
   
CENTRO IPPICO PREVAL PER INCLUSIONE SOCIALE  
 
Trieste, 29 settembre 2010 - Ventitre box per l´alloggio dei cavalli e 4 capannine esterne, un campo per l´equitazione di base ("tondino") e altre due strutture analoghe (di cui una al coperto) per la riabilitazione equestre e altre attività ippiche aperte a tutti; spazi di ritrovo e pure una club house. Il tutto su una superficie di 2 ettari. Così è organizzato il nuovo centro ippico "Preval", in comune di Mossa (Go), inaugurato il 24 settembre alla presenza dell´assessore regionale alla sanità Vladmir Kosic, del sindaco Elisabetta Feresin, del presidente della provincia di Gorizia Enrico Gherghetta, del direttore generale dell´Ass 2 Isontina Gianni Cortiula e del direttore sanitario Marco Bertoli, e di Silvano Cecotti in rappresentanza della Fondazione Carigo. All´interno della struttura, oltre alla presenza di 2 qualificati istruttori, troveranno occupazione stabile 5 disabili mentali, soci della cooperativa "Il Ceppo", una delle realtà che fanno capo al consorzio "Il Mosaico" (che aderisce a Confcooperative Fvg, principale organismo regionale di rappresentanza, assistenza e tutela degli interessi delle imprese cooperative), principale artefice dell´intervento di riqualificazione, sviluppato d´intesa con l´Azienda sanitaria "Isontina". "L´idea di realizzare il maneggio è nata alcuni anni fa - spiega il presidente del consorzio, Mauro Perissini - nell´ambito dell´intensa e innovativa collaborazione in essere con l´Ass 2 nel settore delle politiche riabilitative per i disabili mentali, principale attività delle nostre cooperative. In questo contesto, abbiamo colto al volo la possibilità di riqualificare l´area del Preval pensando sia all´opportunità di "riabilitare", attraverso il lavoro e il contatto con gli animali, le persone provenienti dall´area del disagio mentale, sia al contributo che un simile intervento (compatibile con il territorio e i vincoli paesaggistici) offre per lo sviluppo turistico ed economico locale". "L´operazione ha quindi un duplice valore sociale", specifica Perissini: rende economicamente autonomi i disabili e libera le risorse pubbliche a loro riservate che possono essere convogliate su altri progetti a favore dell´intera collettività". "Inaugurare strutture come questa, che presenta contenuti reali, densi di innovazione - ha detto l´assessore Kosic - rappresenta un privilegio, in quanto è la concretizzazione di servizi che si adeguano ai bisogni, grazie ad una comunità che, tutta insieme, sa costruire alleanze responsabili. E´ il modello di cui abbiamo bisogno per attuare il Piano sociosanitario". Nel suo intervento l´assessore ha anche voluto ricordare coma la nostra regione, grazie proprio alla capacità di innovare, abbia il minor numero di ricoveri in ospedali psichiatrici giudiziari e il minor numero di malati mentali internati. Settecentomila euro l´investimento complessivo per la realizzazione dell´opera (contributi provengono da Regione, Provincia di Gorizia, Fondazione Carigo, cui si aggiunge il prezioso sostegno dell´Ikea) che consentirà a disabili mentali di trovare collocazione nel mondo del lavoro anche con lo strumento dei tirocini o delle borse lavoro, e di integrarsi, gradualmente, nella società anche grazie ai benefici legati al lavoro a contatto con gli animali. A quest´importante opportunità sociale, se ne aggiunge un´altra con riflessi su tutto il territorio circostante. Il maneggio (il primo con queste caratteristiche strutturali e gestionali in provincia di Gorizia), con l´annesso affittacamere "Mora del gelso" (gestito, dal 2006, dalla cooperativa consortile Aesontius), rappresentano una concreta occasione per potenziare l´offerta turistica dell´area, rendendola ancora più attrattiva e interessante sia per gli amanti dell´equitazione sia per i cicloturisti. Il Centro Ippico Preval, infatti, è posto in posizione strategica lungo gli itinerari delle piste ciclabili che attraversano il Collio. Proprio in virtù di questa collocazione, entro la prossima primavera verrà realizzato un punto noleggio bici, la principale area attrezzata situata lungo i percorsi ciclabili riuniti nel progetto "Slow Collio 2009-2011: un paesaggio da bere".  
   
   
EMILIA ROMAGNA: ANCHE NEL 2009 LE AZIENDE SANITARIE CHIUDONO I BILANCI IN EQUILIBRIO ECONOMICO-FINANZIARIO.  
 
Bologna, 29 settembre 2010 - “Abbiamo pienamente raggiunto l’obiettivo di mantenere l’equilibrio economico-finanziario anche nel 2009, confermando il trend positivo degli esercizi 2007 e 2008". Lo ha detto l’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-romagna Carlo Lusenti, commentando il sì della Commissione assembleare "Politiche per la salute, politiche sociali" ai bilanci consuntivi 2009 delle 17 Aziende sanitarie dell’Emilia-romagna (13 Aziende Usl, 1 Azienda Ospedaliera, 4 Aziende Ospedaliero-universitarie, 1 Irccs)". "Un obiettivo conseguito - ha aggiunto Lusenti - continuando ad investire sulla qualità e sull’innovazione dei servizi con buoni risultati. L’equilibrio di bilancio raggiunto anche nel 2009 è stato certificato dal tavolo ministeriale di verifica degli adempimenti regionali presso il Ministero dell’economia”. Si tratta di un risultato rilevante, ottenuto attraverso un attento governo e controllo della spesa sanitaria e in particolare di quella farmaceutica. L’emilia-romagna, anche nel 2009, ha integrato con fondi del bilancio regionale le risorse provenienti dal Fondo sanitario nazionale. Si tratta di 205 milioni di euro che sono stati destinati: a finanziare servizi aggiuntivi rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) come assegni di cura per chi assiste a casa persone anziane e disabili, assistenza odontoiatrica gratuita a specifici gruppi di persone “vulnerabili” o per patologia o per reddito, certificazioni gratuite per idoneità sportiva; a finanziare importanti programmi di ricerca per l’ulteriore qualificazione dei servizi; a finanziare il sostegno dei lavoratori colpiti dalla crisi economica con esenzione dal pagamento del ticket per la specialistica; a finanziare l’erogazione di farmaci di fascia C a persone indigenti; a finanziare servizi per la non autosufficienza (nell’ambito del Fondo regionale per la non autosufficienza che, nel 2009, ha utilizzato complessivamente 453,5 milioni). Risultati dunque positivi rispetto al 2009, ma preoccupazioni per il futuro, ha commentato Lusenti citando il Patto per la salute per il triennio 2010-2012, “messo in discussione dalla “manovra estiva” del Governo, dopo che era stato siglato al termine di un lungo e duro confronto tra il Governo e le Regioni”. “Questo Patto prevede un aumento annuo del finanziamento per la sanità pari a circa il 2%. Una previsione impegnativa tenendo conto - ha detto Lusenti - del livello di crescita degli anni precedenti, che è stato superiore. Ma ora, anche rispetto a questo 2% - ha continuato l’assessore - siamo nella incertezza più assoluta: non è infatti ancora chiaro quali saranno le ricadute della “manovra estiva” (legge 122/2010) sulle risorse previste”. I consuntivi 2009 delle Aziende sanitarie sono ora all’attenzione della Giunta regionale per l’approvazione definitiva.  
   
   
SANITA´ E FEDERALISMO, SCOPELLITI DA FORMIGONI  
 
Milano, 29 settembre 2010 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha incontrato il 27 settembre Giuseppe Scopelliti, presidente della Calabria. Sanità e federalismo i due principali argomenti affrontati nel corso di un lungo colloquio al 30° piano del Palazzo Pirelli. Per quanto riguarda la sanità, "ho illustrato - ha riferito Formigoni - il cammino attraverso cui la Lombardia ha attuato la sua riforma basata sulla libera scelta del cittadino, su un sistema di accreditamento di strutture di proprietà sia pubblica sia privata, sulla separazione tra Asl e Aziende ospedaliere, cioè tra acquirenti ed erogatori del servizio. Ho spiegato in che modo abbiamo razionalizzato la spesa e garantito bilanci in pareggio facendo crescere nel contempo esperienze e servizi di eccellenza e sviluppando un vasto piano di edilizia sanitaria, con la costruzione - in buona parte già realizzata - di nuovi ospedali e con l´ammodernamento di centinaia di reparti in tutte le province". "Abbiamo così gettato le basi - dice ancora Formigoni - per ulteriori forme di collaborazione in questo campo". I due presidenti hanno poi avuto uno scambio di vedute sul processo del federalismo e del federalismo fiscale in particolare. I presidenti delle Regioni del Sud hanno chiesto di rinviare di una settimana il confronto con il Governo perché impegnati con i piani di rientro della sanità. Il presidente lombardo, ricordando che le Regioni del Centro e del Nord hanno accettato lo schema di proposta formulato dal Governo sull´autonomia fiscale, ha anche affermato che "occorre che le Regioni unitariamente si confrontino con il Governo", dal momento che "è interesse di tutte le Regioni continuare nel cammino di unità che ha caratterizzzato questi anni". Formigoni ha concluso auspicando che nei prossimi giorni si possa arrivare ad altro incontro tra le Regioni che preluda a un incontro con il Governo già la prossima settuimana".  
   
   
SALUTE: KOSIC A 10 ANNI CENTRO PMA DI PORDENONE  
 
Pordenone, 29 setteembre 2010 - "Il vostro è un percorso complesso: operare in un centro per la procreazione medicalmente assistita riveste aspetti non solo scientifici ma anche morali, gli uni e gli altri tesi a garantire il diritto alla salute: tale infatti è anche il diritto alla procreazione. Il che ci fa riflettere su come dobbiamo considerare in prospettiva il nostro sistema sanitario: ovvero serve liberare risorse all´intero del sistema per dare maggiore attenzione al sociale e per renderlo sempre più attento alle scoperte scientifiche". Così si è espresso il 24 settembre l´assessore regionale alla Salute e politiche sociali, Vladimir Kosic, aprendo nell´Auditorium della Regione a Pordenone il convegno su "Nuove strategia terapeutiche in tema di Pma", col quale vengono ricordati i 10 anni di attività del Centro Pma (Procreazione Medicalmente Assistita) operante nell´Ospedale del capoluogo del Friuli Occidentale. Ai lavori era presente anche il consigliere regionale Piero Colussi, componente della Commissione sanità. Oggi diretto dal dott. Francesco Tomei, il Centro nacque a fine 1999 su impulso dott. Valter Adamo, primario di Ginecologia e Ostetricia dell´Ospedale pordenonese; cresciuto nel tempo, nel 2006 ha ottenuto l´accreditamento della Regione e opera come struttura autonoma. Il crescente prestigio del Centro, testimoniato dalle pubblicazioni scientifiche e dalla partecipazione a qualificati congressi medici, ha portato tra l´altro ad assegnare a Pordenone la Banca del Seme. Il risultato di questi 10 anni di lavoro consistono in 3 mila procedure, circa 900 gravidanze e 512 nascite. Un aspetto, quello delle nascite, giudicato importante sia dall´assessore comunale alla Salute, Gianni Zanolin, che dall´assessore Kosic, che hanno messo in evidenza come sia importante per il nostro paese poter contare su forze giovani per avere prospettive di futuro. Nel suo intervento l´assessore regionale ha quindi affrontato il tema della programmazione sanitaria nel Friuli Venezia Giulia: "Abbiamo assunto decisioni importanti e stiamo entrando nella fase concreta dell´attuazione. Il Piano Sanitario Regionale va sostanzialmente in tre direzioni: verso il miglioramento della qualità e della sicurezza degli ospedali; verso il superamento delle disomogeineità ancora esistenti tra diverse strutture affinché ai cittadini siano garantiti stessi servizi, risorse, soluzioni; riconoscere i nuovi bisogni correlati alla salute: si sta operando in tal senso ponendo la medicina all´interno di una visione volta a garantire la vita, lenire la sofferenza, investire nella ricerca, affrontare nuove pratiche terapeutiche, far dialogare le varie realtà regionali". "Questo convegno - ha affermato Kosic - è certamente attento agli aspetti scientifici, ma spero che in esso vengano richiamati anche i valori per garantire alle persone, magari con disabilità fisiche, di poter anch´esse avere la possibilità di procreare. Il tutto nella convinzione che non i bisogni devono adeguarsi ai servizi, ma questi ai bisogni".  
   
   
TRE CORSI GRATUITI DI 20 ORE A ZOPPOLA, AZZANO E PASIANO FORMAZIONE GRATUITA PER ASSISTENTI FAMILIARI ISCRIZIONI ENTRO IL 30 SETTEMBRE AZZANO DECIMO  
 
Pordenone, 29 settembre 2010 - Assistere a casa una persona anziana può divenire un onere piuttosto pesante quando, come in diversi casi può avvenire, chi se ne vorrebbe prendere cura si trova in una situazione di difficoltà, vuoi per l’età, vuoi per qualche acciacco fisico, vuoi per altri e concomitanti impegni lavorativi e/o familiari. Vuoi, più in generale e per tutta una serie di motivi anche più disparati, per la non idoneità a rispondere in maniera adeguata alle necessità della persona che necessita di sostegno. Medesimo discorso può valere per l’assistenza a domicilio di persone disabili. Denominatore comune è, generalmente, il grado di non autosufficienza delle persone che necessitano di assistenza quotidiana, in alcuni casi sulle ventiquattro ore. L’ambito distrettuale Sud 6.3 – Servizio sociale dei Comuni, composto dalle Amministrazioni di Azzano Decimo, Chions, Fiume Veneto, Pasiano di Pordenone, Prata di Pordenone, Pravisdomini e Zoppola, ha inteso intervenire proprio sull’aspetto della competenza e preparazione delle cosiddette assistenti familiari, generalmente persone di sesso femminile perché, si sa, i temi del sociale sono da sempre appannaggio della componente maggiormente accogliente della società. A tal fine l’Ambito 6.3, attraverso un’intesa sottoscritta con la Cooperativa sociale Itaca, ha attivato la formazione gratuita per le assistenti familiari (iscrizioni entro il 30 settembre). Si tratta di un progetto finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia che vede la collaborazione dell’Istituto regionale per gli studi di Servizio sociale (Irsses). Ad Itaca il compito dell’organizzazione di tre corsi gratuiti da 20 ore l’uno programmati a Zoppola (con inizio il 5 sottobre e conclusione il 16 novembre), Azzano Decimo (6 ottobre – 17 novembre) e Pasiano di Pordenone (7 ottobre – 18 novembre). Diversi i temi che saranno affrontati nel corso delle lezioni (le iscrizioni sono aperte) a partire dalla rete dei Servizi sociali e socio sanitari del territorio e dall’introduzione alla famiglia friulana intesa come cultura, antropologia e tradizione culinaria. Altri argomenti saranno la relazione e comunicazione, i rapporti con persone affette da demenza e/o Alzheimer, mobilità e trasporto, la sicurezza in casa e ancora l’igiene della persona. Il progetto prevede un servizio di trasporto dei partecipanti per alcuni casi vagliati dai Servizi sociali del Comune di riferimento. La partecipazione delle assistenti familiari è gratuita e al termine del corso sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi al Servizio sociale del Comune di riferimento oppure all´Ambito distrettuale sud 6.3 (0434-954811).  
   
   
UN “CARAVAGGIO” PER PRESENTARE MOSTRA DI CARAVAGGIO E GUERCINO DAL 1 AL 3 OTTOBRE A MONTE SANTA MARIA TIBERINA  
 
Perugia, 29 settembre 2010 – C’era anche lui, il protagonista della mostra “Caravaggio e Guercino/ Artisti per il Cardinal Del Monte”, che aprirà i battenti venerdì 1 ottobre al Castello Bourbon del Monte di Monte Santa Maria Tiberina, alla conferenza-stampa di presentazione dell’iniziativa: un “Caravaggio” poco noto, la “Caraffa di fiori di palmi due”, una tela di 44,68 centimetri eseguita con la tecnica della velatura, denso di significati neoplatonici e richiami classici, che fra la meraviglia dei presenti è apparso, inatteso ospite d’onore, davanti a giornalisti e fotocineoperatori. È un “Caravaggio” autentico? Non ha dubbi sull’attribuzione Federica Gasparrini, che ha compiuto un certosino lavoro di archivio e di analisi sulla tela (appartenuta al Cardinale Francesco Maria del Monte, “mecenate” di Caravaggio, nel cui nome si tiene la mostra di Monte Santa Maria Tiberina, e riapparsa sul mercato antiquario negli Anni Settanta): la “Caraffa di fiori di palmi due”, inventariata fra i beni del cardinale, è di Michelangiolo Merisi, sua la tecnica e rispondenti i dati d’archivio. Il quadro – ha spiegato Federica Gasparrini – si accompagnerà nella mostra di Monte Santa Maria Tiberina ad un’altra opera del Caravaggio, una versione coeva del “Sacrificio d’Isacco” (conservato a Princeton presso la Collezione Johnson), e a tre opere del Guercino, “Marte trattenuto da Venere”, la “Madonna del Cardellino” e “San Giovanni Evangelista”. Cinque opere in tutto, dunque, nella cornice del restaurato Castello Bourbon del Monte, che per tre giorni, insieme ad una giornata di studi prevista per sabato 2 ottobre sul tema “Francesco Maria del Monte e Caravaggio: Roma, Siena, Bologna. Opere, biografia e documenti”, farà del piccolo comune dell’Altotevere umbro un singolare punto di attrazione nel quadro delle Celebrazioni dei 400 anni dalla morte di Michelangiolo Merisi da Caravaggio. Alla iniziativa (nata dalla volontà di collezionisti privati, studiosi e appassionati, riuniti nella “Libera Accademia di Studi Caravaggeschi” a Monte Santa Maria Tiberina, organizzata dall’amministrazione comunale, “Italia Nostra”, “Armi Araldiche delle famiglie Aratori e Merisi” e patrocinata Dal Ministero per i Beni Culturali, Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comunità Montana Alta Umbria, Pro Loco Monte Santa Maria Tiberina, Touring Club Italiano e Scuola di Specializzazione in Beni Storico-artistici dell’Università di Siena) è arrivato anche il plauso ed il riconoscimento – una medaglia quale “premio di rappresentanza” – del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “La tutela del territorio e dell’ambiente, la valorizzazione delle nostre radici culturali – ha detto il sindaco di Monte Santa Maria Tiberina Romano Alunno – sono i motivi che hanno indotto l’amministrazione comunale a farsi promotrice di questa mostra e della giornata di studi che l’accompagna”. “È un’occasione di arricchimento importante – ha detto il vicepresidente nazionale e presidente regionale di “Italia Nostra” Urbano Barelli -, un esempio di come una piccola realtà possa mettere in cantiere iniziative di grande spessore, e al tempo stesso la prova di come l’Umbria debba crescere proponendo un nuovo modello di sviluppo, puntando sul patrimonio culturale e l’ambiente”. “Arte, natura e storia – ha ribadito Rita Rossetti, Console per l’Umbria del “Touring Club Italiano” – sono un patrimonio insostituibile da conservare. E il viaggio – ha aggiunto – dev’essere inteso anche come crescita culturale: i grandi eventi (questo lo è) sono fondamentali per il turismo”. “Dalla passione di un gruppo di amici – ha detto Fabio Mignini, a nome della “Libera Accademia di Studi Caravaggeschi” – si è sviluppato un forte legame con il Comune di Monte Santa Maria Tiberina. È una testimonianza – ha aggiunto – di come privato e pubblico possano lavorare insieme per creare qualcosa di bello e di nuovo”.  
   
   
COPPA DEL MONDO DI SCI FEMMINILE LA FISI CONFERMA LA CANDIDATURA DI SESTRIERE 2011 LA FISI CONFERMA LA CANDIDATURA DI SESTRIERE PER LA TAPPA DEL 29 E 30 GENNAIO 2011  
 
Torino, 29 settembre 2010 - Nessun ostacolo sulla candidatura di Sestriere proposta dalla Fisi per ospitare le due prove di Coppa del Mondo di Sci Alpino Femminile il 29 e 30 gennaio 2011. La Regione Piemonte ha dato pieno appoggio a Vialattea e Comune di Sestriere che sono pronti ad onorare, come tradizione, con impegno e professionalità, quest´importante evento sportivo. “Questa conferma è un risultato importante – dichiara Alberto Cirio, assessore allo Sport e Turismo della Regione Piemonte - che premia il nostro sforzo per garantire un evento rilevante non solo per il pubblico e la visibilità che offre al nostro territorio, ma anche perché le nostre montagne olimpiche continuano, così, a essere meta di eventi sportivi di livello e prestigio mondiale”. “Attendiamo, adesso, fiduciosi la stesura e l´ufficializzazione del calendario Fis della prossima stagione agonistica del circo bianco – dichiara il sindaco Walter Marin - per continuare ad aggiornare il primato che vede Sestriere come località che ha ospitato il maggior numero di gare di Coppa del Mondo di Sci, Olimpiadi, Paralimpiadi e Mondiali compresi”.