Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Ottobre 2010
ORTOFRUTTA: AL MACFRUT IL PRIMO FORUM DELLE REGIONI EUROPEE PROMOSSO DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA. RABBONI: "CHIEDIAMO NUOVE REGOLE E NUOVE POLITICHE PER IL RILANCIO DEL SETTORE"  
 
 Cesena - Più reciprocità nei rapporti commerciali tra produttori europei ed extraeuropei per eliminare lo svantaggio competitivo che attualmente penalizza i primi; una politica agricola comune europea che riconosca il ruolo e l’importanza del settore ortofrutticolo, garantendogli risorse adeguate innanzi tutto per promuovere l’innovazione; interventi per contrastare l’estrema volatilità dei prezzi e tutelare il reddito dei produttori, a partire da un diverso rapporto con la grande distribuzione organizzata. Alla vigilia delle importanti decisioni che dovranno essere assunte in sede europea (il prossimo 17 novembre la Commissione agricoltura presenterà la prima indicazione di riforma della Pac), le Regioni ortofrutticole europee si sono riunite per presentare le loro proposte per il rilancio del settore. L’occasione è stata data dal primo Forum delle Regioni ortofrutticole europee che si è svolto oggi a Cesena, nell’ambito del Macfrut, per iniziativa della Regione Emilia-romagna. “Abbiamo bisogno di nuove regole e nuove politiche per l’ortofrutta europea – ha sottolineato l’assessore all’agricoltura della Regione Emilia-romagna Tiberio Rabboni - oggi alle prese con un peggioramento della bilancia commerciale e con un diffuso calo dei consumi, che in Italia è stato nel 2009 pari a 10 chilogrammi a testa. Abbiamo bisogno di fare più forza a un settore di grande importanza per l’economia europea, ma oggi troppo fragile, nell’interesse dei produttori troppo spesso costretti a produrre sottocosto e nell’interesse dei consumatori, che non devono rinunciare alle importanti proprietà salutistiche di frutta e verdura”. Al Forum hanno partecipato diverse Regioni europee, tra cui Linguadoca, Aquitania, Catalonia, Andalusia, Murcia, Ungheria, che hanno sottoscritto un documento comune che verrà posto all’attenzione dei singoli Governi nazionali e della stessa Unione europea. “Lo scorso anno lanciai proprio qui dal Macfrut l’idea di questo Forum”, ha aggiunto Rabboni. “Sono molto soddisfatto per le adesioni ottenute e per la partecipazione. Nell’economia globale non è più possibile andare in ordine sparso. Oggi qui a Cesena le Regioni ortofrutticole europee si sono riunite per far sentire una voce sola”. Cosa chiedono le Regioni Europee Attualmente i produttori di frutta e verdura europei sono sottoposti a rigorosi standard di qualità e sanitari che hanno un costo e che li rende meno competitivi. Per questo il documento approvato a Cesena chiede alla Commissione europea di impegnarsi per una maggiore reciprocità commerciale, ma chiede anche che la nuova Pac abbia un posto per l’ortofrutta e garantisca al settore risorse almeno uguali a quella dell’attuale programmazione. Potrà così essere finanziata quell’innovazione che oggi appare più che mai necessaria: per contrastare i cambiamenti climatici, per sviluppare tecniche colturali a basso impatto ambientale, per garantire più qualità ai prodotti e in linea con i mutati stili di vita e di consumo. Nel documento firmato oggi le Regioni ortofrutticole europee chiedono anche interventi per stabilizzare i prezzi all’origine. Questo significa da un lato favorire le aggregazioni dei produttori e la loro capacità di governare l’offerta sui mercati interni ed esterni, ma significa anche porre su nuove basi il rapporto con la grande distribuzione organizzata. In particolare i produttori chiedono trasparenza dei prezzi, rispetto dei termini di pagamento e stop alle vendite sottocosto. E sempre per sostenere il reddito degli agricoltori il documento prevede strumenti assicurativi non solo sul valore delle produzioni danneggiate dal maltempo, ma anche a garanzia di un reddito minimo dei produttori./  
   
   
LA PAROLA AI PROTAGONISTI DEL II EUROPEAN FRUIT SUMMIT DI CESENA  
 
 Il Ii European Fruit Summit organizzato da Cso – Regione Emilia Romagna e Macfrut - si è svolto con un parterre d’eccezione. Ventuno relatori impegnati a commentare il futuro produttivo e commerciale della frutta invernale in Europa. Ad aprire, l’intervento di Luciano Trentini, direttore di Cso che ha tracciato una sintesi dell’evoluzione della produzione di frutta europea rapportata al Mondo evidenziando la crescita della produzione asiatica e la leggera contrazione dell’Europa. Il primo panel dedicato quest’anno alla mela, con l’introduzione statistica di Elisa Macchi di Cso ha visto la partecipazione alla discussione, animata da Chris White, di Josef Wielander di Vip (Italia) , il Gruppo della Val Venosta che commercializza oltre 350.000 tonnellate di mele annue prospetta una annata positiva per le mele italiane e raccomanda equilibrio nella contrattazione per salvaguardare i redditi dei produttori. Dominique Wosniak della Rajpol, una importante realtà produttiva polacca e Stephan Weist della Langard un’azienda in forte evoluzione in Germania per i prodotti freschi confermano il forte calo di produzione di mele in Polonia e in Germania. Per il kiwi il dibattito è stato animato dalle dichiarazioni di Blair Hamill di Zespri che ha confermato lo sforzo della Nuova Zelanda verso l’ innovazione varietale per arginare la grande crisi produttiva e segmentare l’offerta mondiale. Per l’ Italia Alessandro Fornari di Kiwi Gold mostra sostanziale ottimismo per la campagna 2010 evidenziando una controtendenza del kiwi giallo italiano che quest’ anno si stima in aumento produttivo del 30%. Anche dalla Grecia , rappresentata al Summit da Zizis Manossis, le aspettative per questa annata sono buone ma occorre promuovere i consumi. Uno dei temi più dibattuti della giornata è stato quello della apertura delle barriere fitosanitarie che oggi spesso ostacolano l’ export della frutta europea. E’ il caso delle pere, evidenziato da Gabriele Ferri di Naturitalia. L’export italiano di pere, commenta Gabriele Ferri, necessita dell’apertura di nuovi mercati e troppo spesso alcuni mercati, come ad esempio quello nord americano non sono praticabili a causa di vere e proprie barriere commerciale spacciate per barriere fitosanitarie. L’ esigenza di trovare sbocco verso nuovi mercati extra europei è stata confermata anche nel panel agrumi animato dalla partecipazione di Paco Borras per la Spagna, Cirino Scatà e Aurelio Panitteri per l’Italia. Il successo del Ii European Fruit Summit con la partecipazione di oltre 300 delegati ha confermato quanto sia fondamentale per il settore ortofrutticolo organizzare un momento di sintesi e di riflessione sui quantitativi di prodotto immessi sul mercato globale che determinano irrevocabilmente l’andamento dei prezzi dell’annata.  
   
   
"PUGLIA PROTAGONISTA A FORUM REGIONI ORTOFRUTTICOLE DI CESENA"  
 
 Ortofrutta, una “road map” per incidere sulle politiche nazionali e comunitarie per il rilancio del settore. Ieri a Cesena la Puglia è stata protagonista del 1° Forum Europeo delle regioni ortofrutticole europee organizzato dalla Regione Emila-romagna, dove si è discusso delle azioni da intraprendere per il comparto ortofrutticolo, racchiuse in un documento che è stato sottoscritto dagli assessori delle 20 regioni ortofrutticole europee e che sarà sottoposto ai Ministri dei singoli Paesi e alla stessa Unione Europea. Presenti i rappresentanti delle principali regioni ortofrutticole italiane ed europee tra cui anche la Puglia, con l’assessore alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno che ha illustrato l’esperienza pugliese del marchio “Prodotti di Puglia” e dunque in tema di qualità e di tracciabilità della filiera, ma anche di possibili nuovi rapporti con la Gdo per la promozione, anche, dell’ortofrutta pugliese. “La Puglia - ha ricordato Stefàno - è leader nel settore, esprimendo da sola un quinto dell’ortofrutticoltura nazionale”. Il 70% dell’uva italiana, infatti, proviene proprio dalla Puglia così come un terzo dei pomodori dei cavolfiori e dei carciofi ed il 70 % delle ciliegie italiane. Secondo i dati Istat, la media produttiva annua dell’ultimo decennio si attesta intorno alle 42 mila tonnellate di frutta, ortaggi e verdure prodotte nella campagna del Tavoliere, della Murgia, del Sud-est barese e del Salento. La produzione lorda vendibile ortofrutticola pugliese vale 1.658 Meuro pari al 56,65 % della produzione lorda vendibile totale. Grande protagonismo, infine, anche sui mercati esteri. Ma il comparto, non solo pugliese, deve fare i conti con l’andamento negativo del mercato che vede una forte crescita della produzione asiatica a fronte di un saldo commerciale dell’Europa in “rosso” per oltre 15 miliardi di euro. La strategia, dunque, non può che essere quella di fare fronte comune, approfittando della prossima Politica Agricola Comunitaria, alla cui riscrittura stanno contribuendo i singoli Paesi membri. “L’italia a dire il vero, – commenta l’Assessore Stefàno – è in forte ritardo, non avendo ancora promosso momenti di dibattito su questo tema strategico. Ci stanno pensando, però, le Regioni: prima la Puglia, con l’appuntamento organizzato durante la Fiera del Levante il 17 settembre scorso, oggi l’Emilia Romagna con questo focus sull’ortofrutta, settore chiave del comparto agricolo, sinora troppo esposto alla volatilità dei prezzi e alla concorrenza spesso sleale di Paesi Terzi . Da qui l’idea della “road map” con azioni concrete, che riteniamo fondamentali per la nuova Pac che, prioritariamente, dovrà prevedere una politica specifica e risorse adeguate, certamente non inferiori a quelle messe a disposizione per l’attuale. Tra le proposte operative: il rilancio delle Organizzazioni e delle Associazioni di produttori per rafforzare il peso della produzione primaria anche a livello transnazionale, proseguendo anche dopo il 2013 la politica dell’Ocm ortofrutta; favorire anche attraverso accordi interprofessionali, regole chiare per garantire il pagamento della merce a prezzo netto, rispettare i termini di pagamento, impedire le vendite sottocosto e regolare i margini di commercializzazione, in linea con quanto approvato recentemente dal Parlamento Europeo. Inoltre: un network di informazione fra gli Stati Membri per promuovere il consumo di frutta; un Osservatorio di mercato europeo per prevenire le crisi; la difesa delle produzioni ortofrutticole più sensibili, in modo da garantire un prezzo di mercato sufficiente a remunerare i produttori; ricambio generazionale e formazione. “Occorre, inoltre, una maggiore reciprocità fra Paesi esportatori ed importatori – conclude Stefàno – poiché la libera circolazione delle merci è spesso ostacolata da barriere doganali e fitosanitarie che impediscono l’ingresso dei nostri prodotti verso i Paesi Terzi. Proporremo alla Commissione Europea di farsi carico di questa sorta di “black out”, gestendo aspetti amministrativi e fitosanitari direttamente con la controparte”.  
   
   
RISORSE AGRICOLE: MORATORIA A SEMINA OGM IN FVG  
 
Udine - La Regione Friuli Venezia Giulia propone una moratoria alla coltivazione di materiale Ogm in attesa del pronunciamento dello Stato italiano in merito alla possibilità di aprire la via alle colture transgeniche sul proprio territorio, una volta che l´Unione Europea avrà sancito con un regolamento la facoltà di scelta in capo a ciascun Stato membro. Lo ha reso noto ieri l´assessore regionale alle Risorse agricole, Claudio Violino, nel corso di un incontro nel quale sono state ripercorse le tappe di "una vicenda iniziata a gennaio con la prima richiesta da parte di un agricoltore di Vivaro e che, primi in Italia - ha commentato l´assessore -, ci ha messo di fronte alle problematiche legislative ed amministrative legate all´impiego di colture transgeniche". Violino, assieme al direttore dell´Ersa, Mirko Bellini, ed al direttore centrale Risorse agricole, Luca Bulfone, ha reso noti gli ultimi sviluppi dell´indagine condotta dalla Procura di Pordenone sul mais seminato negli appezzamenti di Vivaro e Fanna (Pn) ed analizzato nei laboratori indicati dalla stessa Procura. "Chiusa la vicenda giudiziaria, ora dal punto di vista agronomico sarà rilevante analizzare ulteriormente eventuali commistioni tra colture tradizionali e transgeniche", ha affermato Violino. Per dare poi una risposta agli agricoltori - "si tratta di un numero destinato a crescere nella prossima stagione", ha rivelato Violino - che legittimamente richiedono se si può procedere a semina di Ogm, la Regione sceglie la via della moratoria. "Siamo in attesa - ha spiegato l´assessore - di un regolamento dell´Unione Europea che andrà a modificare la direttiva 18/2001, e nel quale il principio della coesistenza da dogma diventerà facoltà. Questo significherà - ha precisato Violino - che i singoli Stati membri potranno decidere sull´adozione o meno delle semine transgeniche sul proprio territorio: nel caso di scelta affermativa sarà lo stesso Stato a doversi dotare di norme di coesistenza. In attesa di questo pronunciamento la Regione si appella alla clausola di salvaguardia, richiedendo la moratoria alla semina Ogm". In merito alla sperimentazione, Violino ha commentato che "fare ricerca sulle biotecnologie può essere una strada ma a patto che essa venga effettuata in condizioni di massima sicurezza che garantisca l´impossibilità di contaminazioni di qualsiasi entità". Ribadita anche la posizione dell´assessore Violino in merito agli Ogm in Friuli Venezia Giulia. "La coltura transgenica non può costituire una panacea per l´agricoltura della nostra regione. Non dobbiamo semplificare la nostra agricoltura, anzi dobbiamo dare ancora più valore aggiunto. Allinearci con i grandi Paesi latifondisti come Argentina, Cina, Canada non darà risposte di politica agraria competitiva al Friuli Venezia Giulia".  
   
   
OSSERVATORIO MENSILE MATERIE PRIME E BORSE MERCI CORRONO I PREZZI AGRICOLI QUOTATI SULLE BORSE MERCI ITALIANE (+6.5% NELL’ULTIMO TRIMESTRE)  
 
 Siena – Secondo l’andamento delle Borse Merci di Firenze, Prato, Biella e Padova, l’indice Sintetico Borse Merci (Isb) - elaborato dall’Area Pianificazione Strategica, Research & Investor Relations Bmps - segnala, nell’ultimo trimestre, una spinta al rialzo dell’ 1.4% del prezzo delle materie prime trattate nelle principali piazze italiane. Agricoltura: forte impennata delle quotazioni dei due frumenti nazionali nel corso degli ultimi mesi, sospinta dal taglio delle esportazioni russe di grano preannunciato fino alla fine del 2010 e per una parte del 2011. Si registrano, da luglio a settembre, rincari del grano duro pari a +50 €/tonn e del tenero +70€/tonn. Sulla scia dei rialzi sui prezzi del frumento si evidenzia, nell’ultimo trimestre, una decisa crescita delle quotazioni anche degli altri cereali, in particolare mais (+33.8% su base trimestrale e +46.6% rispetto alla fine del 2009) e riso (+7.8% rispetto a giugno e +32.3% su base annuale). Allevamento: segnali di ripresa nel mese di settembre, dopo l’ultimo trimestre particolarmente critico per l’intero comparto, caratterizzato da forti contrazioni dei consumi e spinte al ribasso sui prezzi. Nel mercato avicunicolo, prezzo dei polli in calo da agosto a settembre del 2.2%; i vitelli hanno registrato un trend in discesa del 4.1% rispetto a dicembre del 2009 e un ribasso del 2% su base trimestrale. La Borsa Merci di Firenze evidenzia, nell’ultimo mese, l’inizio di un rialzo anche per i bovini e suini, entrambi caratterizzati da quotazioni in calo nel corso della stagione estiva (-1.75% per i bovini tra giugno e luglio, -4.4% per i suini nell’ultimo trimestre). Vino e olio: per il settore viti-vinicolo, i dati Ismea prevedono per la nuova campagna 2010-2011, una stagione positiva in termini di qualità dei nuovi vini, sia per le produzioni Doc che Docg; in lieve ribasso le stime quantitative (-1% rispetto al 2009). Da segnalare, a settembre, il trend al ribasso del Chianti Classico (-5% rispetto a giugno e -10.9% rispetto a dicembre 2009), a fronte del rialzo del Pinot Grigio Igt, sia su base trimestrale (+2.17%), sia annuale (+8.7%). Prezzi in calo per l’olio extra-vergine Igp toscano nei mesi luglio-settembre (-4.9% rispetto a giugno) accompagnati, nell’ultimo mese, dalla nuova spinta verso l’alto delle quotazioni degli oli raffinati (+3.5% per l’olio d’oliva, +7.1% per l’olio di sansa d’oliva) Tessile e Legno: trend in ripresa per il settore tessile italiano, sia in termini di produzione (+12.8% nel periodo aprile-giugno rispetto a 5.1% del primo semestre), che di esportazioni (+4.2% da gennaio a maggio). Progressiva ascesa per i prezzi del cotone. Rincari per lana australiana (+6.7%) e nuova zelanda (+5.5%). Gli ultimi dati Prometeia evidenziano una leggera flessione dei costi di approvvigionamento della filiera legno e carta (-1%) da ricondurre, prevalentemente, alle contrazioni registrate dalle quotazioni della pasta per carta (-3%). Combustibili: i dati di fine agosto della Borsa merci di Firenze mostrano andamenti in calo nel comparto petrolifero, con contrazioni dei prezzi di tutti i carburanti: -2.7% gasolio per autotrazione, -1.3% gasolio per riscaldamento, -1.7% gasolio per auto, -0.5% benzina, -0.2% greggio. Baltic Dry Index: prezzi in calo nel mese di settembre, con una flessione del 10% rispetto al mese di agosto, sui timori che l’economia globale cresca a tassi inferiori rispetto a quanto anticipato. Il trend in discesa è da imputare, prevalentemente, ad una contrazione dei noli dei cargo Capesize e Panama che, nell’ultima settimana di settembre, hanno registrato un ribasso, rispettivamente, del 14% e del 5%. Possibile lieve recupero dell’indice nel mese di ottobre, sull’attesa di un aumento dei noli, in particolare per le imbarcazioni con rotte nel Pacifico.  
   
   
LOMBARDIA. 2 MILIONI PER COMBATTERE VESCICOLARE DEI SUINI CONTRIBUTO UNA TANTUM PER SOSTENERE LE IMPRESE  
 
 Milano - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore all´Agricoltura Giulio De Capitani, ha approvato le misure di sostegno agli allevamenti suinicoli colpiti dal virus della vescicolare. "Analogamente a provvedimenti degli scorsi anni - ha spiegato l´assessore De Capitani - abbiamo approvato un programma di misure di sostegno agli allevamenti suinicoli colpiti dal virus della malattia vescicolare e ai quali è stato imposto, dalle autorità sanitarie, lo stop alla fecondazione delle scrofe". "L´intervento - ha aggiunto De Capitani - ha per obiettivo quello di indennizzare il danno subito dagli allevamenti relativamente al periodo di ´fermo aziendale´ imposto dalle autorità sanitarie con un contributo una tantum". "Con questo programma, che finanziamo con 2 milioni di euro, - ha concluso l´assessore - abbiamo un obiettivo preciso. Intendiamo consentire alle aziende suinicole lombarde che hanno adottato il blocco delle fecondazioni delle scrofe quale misura alternativa alle limitazioni imposte dalle autorità sanitarie di rimanere sul mercato in modo competitivo, come accadeva prima della comparsa della vescicolare".  
   
   
RASSEGNA LODIGIANA PIATTI E IMPRESA UN´ECCELLENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA PRESIDENTE ED VERTINA IMPORTANTE PER EXPO  
 
 Milano - "Regione Lombardia accompagna le iniziative economiche che hanno elementi fortemente identitari come questa rassegna gastronomica del Lodigiano, che riesce a coniugare la storia con l´agricoltura, la tradizione con la capacità di fare impresa". E´ quanto detto ieri da Andrea Gibelli, vice presidente della Regione Lombardia e assessore all´Industria e Artigianato presentando la 22esima edizione della Rassegna gastronomica del Lodigiano nella sala Pirelli del Palazzo di Regione Lombardia."questa Rassegna - ha continuato Gibelli - è ancora più importante, perché evidenzia la filosofia dei prodotti a ´chilometro zero´: una caratteristica per noi assolutamente qualificante. Queste iniziative - ha spiegato ancora il vice presidente - non parlano solo di agricoltura e di alimentazione, ma raccontano i luoghi, li fanno scoprire". Altro punto qualificante è il versante del turismo. "Una rassegna che dura da così tanto tempo - ha detto - è un punto fondamentale per tutto il territorio. E´ un invito ad arrivare qui in Lombardia, perché nella nostra regione si sta bene e ci sono, per tutti, importanti opportunità". Alla presentazione è intervenuto anche Giulio De Capitani, assessore all´Agricoltura. De Capitani, nel suo saluto, ha fatto propri i pensieri e le parole di Andrea Gibelli. "In questa iniziativa gastronomica - ha voluto aggiungere - c´è uno stretto collegamento identitario tra il territorio locale e i piatti. Questa del Lodigiano è una vera e propria eccellenza che si somma ad altre e, insieme, creano la sommatoria di tutte le eccellenze, facendo conquistare alla nostra regione l´ennesimo primato". Ad illustrare più nel dettaglio i temi di questa 22esima edizione è intervenuto anche Pietro Foroni, presidente della Provincia di Lodi. "E´ importante questa rassegna per tutta la provincia, perché è inserita all´interno del protocollo Expo 2015 firmato di recente proprio qui a Milano e diventa per una vetrina importante. Noi, come Lodigiani, ci crediamo molto, perché da sempre la Rassegna Gastronomica presenta delle eccellenze. Abbiamo lavorato in maniera dura per apporre delle novità sia a livello agroalimentare che commerciale, che di ristorazione e rendere ancora più attraente questa 22esima edizione. E´ questo il nostro modo per interfacciare il territorio con il turismo e l´agroalimentare". La rassegna, che durerà fino al prossimo 5 dicembre, ha fatto segnare 30.000 visitatori nel 2009 mentre dalla sua creazione, era il 1989, c´è stato oltre mezzo milione di persone. Quest´anno sono 24 i ristoranti che vi hanno aderito e che offriranno un menù a prezzo fisso, dai 30 ai 45 euro. Verranno serviti almeno tre prodotti a Marchio Lodigiano Terra Buona e il vino di San Colombano.  
   
   
AGRICOLTURA IN SICILIA: PSR, 382 MILIONI PER AMMODERNAMENTO IMPRESE  
 
 Palermo - Con nota del dirigente generale del dipartimento Interventi strutturali in agricoltura della Regione siciliana, Rosaria Barresi, e´ stato avviato il procedimento amministrativo relativo a ricevibilita´, ammissibilita´, valutazione e punteggio delle domande di aiuto presentate ai sensi del bando 2009/2011 2^ sottofase misura 121 del Piano di sviluppo rurale per la Sicilia 2000/2013. La misura ha una dotazione finanziaria di 382 milioni di euro per l´intero ciclo di programmazione e consente l´ammodernamento delle aziende agricole mediante, la ristrutturazione del sistema produttivo, il miglioramento del rendimento globale, l´incentivazione e l´adozione di percorsi per elevare la qualita´ dei prodotti. Sono previsti anche interventi per favorire l´aggregazione delle imprese piu´ deboli e per il riposizionamento delle imprese sui mercati. L´esame delle domande tocca agli ispettorati provinciali dell´agricoltura che successivamente pubblicheranno nei propri albi e nel sito istituzionale del Psr Sicilia i relativi avvisi con l´elenco delle domande di aiuto per le quali e´ stato avviato il procedimento istruttorio.  
   
   
AGRICOLTURA IN SICILIA: PSR, 22,7 MILIONI EURO PER ZONE SVANTAGGIATE  
 
 Palermo - Sono state pubblicate sul sito della Regione siciliana le graduatorie definitive delle domande ammissibili e gli elenchi delle istanze prive dei requisiti di ammissibilita´ per i bandi relativi alla misura 211 e 212 del Piano di sviluppo rurale per la Sicilia 2007/2013. Per la misura 211, che interviene con l´erogazione di indennita´ compensative per gli agricoltori svantaggiati per l´operare in zone montane, risultano ammesse 2.945 domande di aiuto per un valore di 19,3 milioni di euro sui 33 milioni di cui si dispone per l´intero ciclo di programmazione. L´obiettivo della misura e´ mantenere e far proseguire l´attivita´ agricolo- zootecnica nelle aree montane, incentivando pratiche di gestione sostenibile del territorio che permettano di conservare i paesaggi, gli habitat e i pascoli di montagna. La misura 212 del Piano di sviluppo rurale per la Sicilia prevede indennita´ agli agricoltori che operano in aree svantaggiate diverse da quelle montane. Per questa misura sono state ammesse 758 istanze di aiuto per un valore complessivo di 3.43 milioni di euro sui 19,7 disponibili con la programmazione comunitaria.  
   
   
LE PROSPETTIVE DELLA PESCA PUGLIESE GUARDANO ALL’AUTOREGOLAMENTAZIONE  
 
L’assessore alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno ha assistito personalmente ad una battuta di pesca al largo del Gargano, su invito del Consorzio per la Gestione del Mercato Ittico, che raggruppa le cooperative di pescatori di Manfredonia e, di fatto, rappresenta la seconda flotta peschereccia più numerosa dell’Adriatico. Ad accompagnarlo, i rappresentanti delle principali associazioni di categoria e dell’Amministrazione comunale di Manfredonia con l’assessore Angelilli. Un sopralluogo, si è detto, per verificare de visu lo stato di attuazione delle nuove norme comunitarie per la pesca nel Mediterraneo entrate in vigore il 1 giugno scorso (Regolamento Ce 1967/2006) e gli effetti del fermo straordinario della pesca (1mese) appena terminato. In realtà si è trattato, come sottolinea l’assessore Stefàno, “di un confronto con i pescatori sul loro luogo di lavoro quotidiano, per fare insieme un primo bilancio e soprattutto per pianificare le prossime azioni, che vanno sempre più verso un percorso di autoregolamentazione responsabile. D’altro canto la flotta peschereccia pugliese ha già dato prova di grande responsabilità, sia sul fronte delle nuove norme europee che per la esecuzione del fermo straordinario”. E così tra seppie, scampi, triglie e pesce azzurro, tirati su con le nuove reti a maglie larghe previste dal vigente regolamento comunitario, c’è stata l’occasione per parlare direttamente con i pescatori “interpreti di un cambiamento epocale, con tutte le difficoltà che ne sono derivate – ha sottolineato l’assessore - ma anche per ragionare assieme delle prospettive future, nella consapevolezza comune di come sia necessaria una pesca selettiva per tutelare la risorsa ittica. “Puntiamo - aggiunge l’assessore Stefàno – ad un riequilibrio fra obiettivi che non sono affatto incompatibili: il recupero delle redditività degli operatori della pesca e la tutela dell’ecosistema marino a rischio di depauperazione. “Ora - conclude – occorre anticipare la pianificazione su cui il governo nazionale è in ritardo clamoroso, mettendo a punto piani e misure di autoregolamentazione che assicurino una gestione ottimale della risorsa mare e, nel contempo, consentano il recupero delle redditività di una delle più antiche tradizioni produttive della Puglia, tornata al centro dell´agenda del governo regionale."  
   
   
POMODORO: PIACE IL DISTRETTO DEL NORD FERRARI: BISOGNA CREARE UNA ORGANIZZAZIONE PER COMPETERE E ESSERE ATTREZZATI NEL MERCATO  
 
 Parma - Negli uffici dell’assessorato Agricoltura della Provincia di Parma hanno già cominciando ad arrivare le prime adesioni delle industrie del Nord Italia intenzionate a far parte del distretto del pomodoro. L’idea di allargarne i confini - e l’influenza – Pier Luigi Ferrari, alla guida del Distretto, l’ha lanciata a giugno nel corso di un convegno, svoltosi a Parma, che ha riunito tutta la “squadra” del pomodoro da industria per discutere della nuova fase che si sta aprendo. Con la fine dei cosiddetti aiuti accoppiati e il venir meno delle regole imposte dall’Ue, c’è infatti il pericolo che l’intera filiera si ritrovi allo sbaraglio. Davanti all’incertezza Ferrari ha proposto a tutti gli attori di fare sistema, salvaguardando un’organizzazione che ha portato il Nord Italia a diventare primo punto di riferimento nel mondo per la trasformazione del pomodoro. Dopo una campagna che ha dato risultati inferiori rispetto al previsto, la stessa squadra si è ritrovata ieri, in Provincia per un incontro del Distretto con le organizzazioni di produttori, le aziende conserviere del Nord Italia e le professionali agricole. Tema: come far crescere il Distretto per farne uno strumento operativo, efficiente e flessibile, in cui i protagonisti della filiera del pomodoro possano, in questo momento di passaggio, decidere insieme quale strada intraprendere. L’incontro è stato condotto da Pier Luigi Ferrari, insieme all’assessore Filippo Pozzi della Provincia di Piacenza, Nicola Benatti (Regione Emilia Romagna) e con la consulenza scientifica di Gabriele Canali, dell’Università Cattolica di Piacenza. “ L’dea del distretto allargato al Nord Italia è stata accolta ed è stata manifestata la volontà di essere dentro a questo contenitore – spiega Ferrari - E’ una scelta importante perché si sta promuovendo l’idea di un distretto utile, finalizzato a creare una organizzazione per competere, essere attrezzati nel mercato e affermare che al nord la qualità c’è e c’è il rispetto delle regole”. Una cinquantina i partecipanti fra cui molte aziende parmensi. Il Distretto infatti ha già associate imprese quali Rodolfi, Boschi, Emiliana Conserve, Copador, Arp, Consorzio Casalasco del Pomodoro, a cui si stanno affiancando nuove adesioni. Numerose anche le organizzazioni dei produttori agricoli: oltre alle storiche Ainpo, Asipo, Cio, la maggior parte delle Op dell’Emilia Romagna e della Lombardia.  
   
   
TOSCANA: SVILUPPO RURALE E QUALITÀ DELLA VITA NELLE AREE MONTANE E COLLINARI LA NUOVA PROGRAMMAZIONE LEADER. GIÀ PARTITI I PRIMI BANDI AL VIA NUOVI INVESTIMENTI PER 41 MILIONI DI EURO  
 
Con una “dote” di circa 86 milioni di euro parte la nuova programmazione Leader per lo sviluppo rurale in Toscana. La giunta regionale ha già dato il via., assegnandoli ai relativi Gal (Gruppi di azione locale), a circa la metà del plafond complessivo, pari a 41 milioni e 401 mila euro e da parte degli stessi Gal sono stati attivati i primi bandi per un totale di circa 25 milioni. Altri bandi sono in via di pubblicazione e l´uscita è prevista per la fine del mese di ottobre. Grazie a questi la somma che verrà messa a disposizione dell´agricoltura toscana sarà di circa 30 milioni di euro. La nuova programmazione Leader, i territori interessati, gli assi di investimento e gli obiettivi che si intende raggiungere, insieme alle modalità per l´accesso ai finanziamenti, sono stati illustrati oggi durante una conferenza stampa tenuta dall´assessore all´agricoltura della Regio ne Toscana, Gianni Salvadori, insieme al presidente dell´Uncem toscana, Oreste Giurlani, al vicepresidente di Assogal, Luigi Favari. Ed ai rappresentanti dei Gal Toscani. Salvadori: presidio del territorio e servizi sociali nelle zone svantaggiate L´assessore regionale all´agricoltura Gianni Salvadori ha sottolineato come queste risorse siano di fondamentale importanza per qualificare l´agricoltura e il presidio del territorio, in particolare nelle zone svantaggiate, come quelle montane e collinari. «In un momento difficile come questo – ha sottolineato Salvadori – si tratta di un pacchetto di risorse importanti che vengono messe a disposizione del territorio per offrire sostegno, in particolare, alla diffusione dei prodotti agricoli di qualità, lo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi prodotti (agricoli, agroindustriali e forestali) e alla realizzazione di piccoli impianti a biomassa. Si offre sostegno alle p iccole e piccolissime imprese, per investimenti sul piano commerciale, dell´artigianato e del turismo. Vi sono azioni per migliorare la qualità della vita e per le reti di protezione sociale che consentiranno di mantenere un tessuto socioeconomico vitale anche nelle zone più periferiche della regione. Nelle aree di montagna e in quelle più disagiate – ha concluso Salvadori – tutte queste azioni integrate, così come quelle che servono ad ampliare le zone servite dalla banda larga per internet e quelle volte a qualificare e mantenere l´offerta di servizi nei territori rurali contribuiranno a mantenere il presidio del territorio, anche mediante la tutela e la valorizzazione dell´ambiente e del patrimonio culturale. Su tutte queste priorità l´investimento della giunta regionale può contare su una rete integrata sul territorio, nella quale il pubblico e il privato collaborano e si integrano efficacemente, come quella offerta dai 7 Gal della Toscana.» Alle dichiarazioni di Salvadori hanno fatto seguito quelle di Oreste Giurlani, presidente Uncem, che ha messo in rilievo, tra l´altro, il meccanismo della compartecipazione, che permette un effetto moltiplicatore sui fondi. «Già in questa fase – ha detto – si può calcolare che le risorse attivate saranno di 60-70 milioni di euro.» Leader: fondi comunitari per lo sviluppo rurale Il Leader (Liasons entre actions de dévelopment de l´économie rurale – collegamenti tra azioni di sviluppo dell´economia rurale) è un metodo di programmazione di fondi comunitari, inseriti nel Piano di sviluppo rurale della Toscana, caratterizzato da un modello partecipativo pubblico-privato e con progettualità di tipo “bottom up” (dal basso). I soggetti di riferimento sono i Gal (gruppi di azione locale) che in Toscana hanno la forma di consorzi o società consortili e sono composti da soggetti pubblici, istituzionali e non, e associazioni rappresentative degli interessi privati dei diversi contesti di riferimento. Si pongono l´obiettivo di divenire agenzie di sviluppo locale operando anche fuori del contesto Leader. In Toscana sono attualmente 7 i Gal e coprono il territorio montano e quello collinare, oltre ad alcune aree di pianura che hanno caratteristiche assimilabili. Il territorio coperto è circa il 70% della superficie regionale. I Gal della Toscana sono riuniti in una associazione, chiamata “Assogal Toscana”, che fa parte anche, unico rappresentante italiano, dell´associazione europea per lo sviluppo rurale (Elard). I sette Gal della Toscana: progettano e gestiscono le risorse Ed ecco i Gal della Toscana con il relativo contesto territoriale: Gal Consorzio Appennino Aretino- a copertura dei territori Leader che rientran o nella provincia di Arezzo. Gal Etruria – a copertura dei territori Leader delle provincia di Pisa e Livorno. Gal Fabbrica ambiente rurale Maremma – per la provincia di Grosseto. Gal Garfagnana Ambiente e Sviluppo – per le province di Lucca e Pistoia. Gal leader Siena – per la provincia di Siena. Gal Start – per Firenze e Prato. Gal Sviluppo Lunigiana – per la provincia di Massa Obiettivo: qualità della vita nelle zone rurali L´obiettivo indicato dalla giunta regionale toscana per massimizzare l´impatto dei fondi per lo sviluppo rurale e poiché le zone interessate dal Leader richiedono interventi finalizzati alla coesione socioeconomica è riassunto così: “Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell´economia rurale. Ecco le misure del programma di sviluppo rurale attivate dai Gal: Misura 124 “Cooperaz ione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare, e in quello forestale” per gli interventi di interesse locale; Misura 133 “Sostegno alle associazioni di produttori per attività di informazioni e promozione riguardo ai prodotti che rientrano nei sistemi di qualità alimentare” per gli interventi di interesse locale. Per la diversificazione dell’ambiente economico rurale: Misura 312 “Sostegno alla creazione ed allo sviluppo di microimprese” Azione A “Sviluppo delle attività artigianali”; Misura 312 “Sostegno alla creazione ed allo sviluppo di microimprese” Azione B “Sviluppo delle attività commerciali”; Misura 313 “Incentivazione di attività turistiche” Sottomisura B “Sviluppo delle attività turistiche”. Per il miglioramento della qualità della vita nelle zone rur ali Misura 321 “Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale” Sottomisura A “Reti di protezione sociale nelle zone rurali”; Misura 321 “Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale” Sottomisura B “Servizi commerciali in aree rurali”; Misura 321 “Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale” Sottomisura C “Strutture di approvvigionamento energetico con impiego di biomasse agro-forestali”; Misura 321 “Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale” Sottomisura D “Reti tecnologiche di informazione e comunicazione (Tic)”. A sostegno alla tutela, valorizzazione e riqualificazione del patrimonio rurale del territorio (culturale, naturale e dei piccoli centri abitati) Misura 313 “Incentivazione di attività turistiche” Sottomisura A “Creazione di infrastrutture su picco la scala e commercializzazione di servizi turistici ed agrituristici”; Misura 322 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi”; Misura 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” Sottomisura A “Tutela e riqualificazione del patrimonio naturale”; Misura 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” Sottomisura B“riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale”.  
   
   
PANE (FIPPA): I PANIFICATORI ITALIANI DICHIARANO LO STATO DI AGITAZIONE  
 
Il Consiglio nazionale della Federazione italiana panificatori ha dichiarato lo stato di agitazione dei forni italiani aderenti alla Fippa. Nel contempo – a fronte del decreto del 5 agosto che consente agli agricoltori di produrre e vendere pane fresco - partiranno due ricorsi: uno verso l’Unione Europea, l’altro rivolto al Tar. “Qualora rimanessero ancora inascoltate le nostre richieste – ha dichiarato il presidente della Federazione italiana panificatori, Luca Vecchiato – scatteranno ulteriori e più drastiche forme di agitazione”.  
   
   
ECCESSI E CARENZE ALIMENTARI: LA PREVENZIONE COMINCIA FIN DALLA PRIMISSIMA INFANZIA  
 
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 42 milioni i bambini in sovrappeso nel mondo. In Italia1, più dell’80% dei pediatri ritiene molto importante intervenire già nei primi tre anni di vita per fermare un fenomeno dilagante e sempre più allarmante. I pediatri italiani non hanno dubbi: l’obesità infantile è un problema dilagante che può colpire già dalla prima infanzia. Nel nostro Paese, secondo la percezione degli stessi pediatri, quasi un bambino su cinque è in sovrappeso o obeso già nella fascia di età tra i 24 e i 36 mesi con conseguenze serie, sia nel breve che nel lungo periodo. I pediatri dichiarano che è fondamentale promuovere cultura su questo problema a livello sociale, sensibilizzando le mamme e le famiglie: l’obesità non è un problema che riguarda solo i bambini in età scolare, ma anche quelli al di sotto dei 36 mesi e si può prevenire grazie ad alcuni accorgimenti nutrizionali e all’adozione di corretti stili di vita, proprio intervenendo in questa fascia di età. Sono questi i principali risultati della ricerca condotta da Gfk Eurisko su duecento pediatri italiani, nell’ambito del Mese della Nutrizione Infantile, l’iniziativa promossa da Mellin, che per il terzo anno consecutivo si propone di favorire l’informazione sulla corretta nutrizione nella prima infanzia. “L’obesità è un problema importante su cui il pediatra appare sensibile e molto coinvolto, anche se non sempre è facile per lui educare la mamma a un corretto stile alimentare e aiutarla a farsi carico del problema” – spiega Isa Cecchini, Direttore del Dipartimento Salute di Gfk Eurisko. “Il cibo infatti rappresenta un elemento fondamentale nella relazione fra mamma e bambino e chiederle di limitarne le richieste non è sempre facile. A questo si aggiunge, a detta dei pediatri intervistati, una scarsa informazione su questo problema e forse anche il pregiudizio legato all’idea che il sovrappeso nei bambini piccoli sia il segno di buona salute”. Di fatto, l’obesità è un fenomeno sempre più allarmante, in Italia così come in Europa e nel mondo, che deve essere prevenuto fin dai primi mesi di vita. “L’alimentazione nella prima infanzia può avere un impatto notevolissimo nel contrastare l’epidemia di obesità in età pediatrica” – afferma Margherita Caroli, Presidente dell’European Child Obesity Group. “E non ha solo effetti metabolici: dalla nascita fino a circa i 3 anni si stabiliscono le abitudini alimentari e si tracciano gli stili di vita. Se la salute è un diritto del bambino certificato nella carta dei diritti dell’infanzia, genitori e pediatri hanno il compito, il dovere, ma anche il diritto di indirizzare fin dalla prima infanzia al raggiungimento del massimo della salute ottenibile. In particolare, nel corso del secondo semestre di vita, quando si inizia l’alimentazione complementare, i lattanti possono andare incontro a squilibri alimentari: per esempio, a un eccesso di assunzione di proteine, un fattore di rischio per lo sviluppo di un precoce ‘adiposity rebound’, che a sua volta predispone all’obesità. In altre parole, prendersi cura dell’alimentazione di un lattante non vuol dire solo stare attenti alla copertura dei bisogni nutrizionali immediati, ma vuole anche dire fornire salute a lungo termine anche in età adulta”. Accanto agli eccessi nutrizionali, bisogna tuttavia considerare anche eventuali pericolose carenze, prima fra tutte quelle di ferro, che per contro possono avere conseguenze negative sullo sviluppo fisico e cerebrale del bambino e possono portare, nel lungo termine, allo sviluppo di patologie. “Un corretto apporto di ferro nell’infanzia garantisce indici di crescita e di sviluppo psico-intellettivo ottimali, oltre a garantire la disponibilità di un fondamentale fattore anti-anemico” – afferma Giacomo Biasucci, Direttore Dipartimento Materno Infantile Ospedale di Piacenza. “Il ferro, inoltre, stimola la sintesi di importanti neuro-trasmettitori e svolge un ruolo anche strutturale a livello delle cellule neuronali del sistema nervoso centrale. L’allattamento al seno costituisce la migliore garanzia di apporto ottimale di ferro al lattante, specialmente nel primo semestre di vita. A partire dal secondo semestre, il latte materno può non essere più sufficiente da solo a coprire gli aumentati fabbisogni del lattante ed è pertanto necessario introdurre nella dieta quotidiana alimenti che contengano ferro in elevate quantità, come ad esempio la carne. Il sovrappeso e l’obesità nella prima infanzia - Indagine sui pediatri – Gfk Eurisko 2010 proseguito mentre è importante non utilizzare il latte vaccino come unica fonte lattea nel corso del primo anno di vita. Per la scarsa concentrazione e biodisponibilità di ferro, ma anche per altre ragioni quali l’eccesso proteico e la povertà di acidi grassi polinsaturi, il latte vaccino non dovrebbe essere utilizzato almeno fino al 12° mese di vita”. Come dimostra la ricerca effettuata da Gfk Eurisko, i pediatri appaiono sensibili e molto coinvolti nella gestione delle problematiche nutrizionali (76% dei casi) e “lamentano” una insufficiente divulgazione soprattutto in relazione al tema dell’obesità (61%). “I dati Gfk Eurisko inducono a riflettere su due aspetti importanti – commenta Piercarlo Salari, Pediatra di consultorio a Milano e Vigevano (Pv). Innanzitutto, la prevenzione dell’obesità deve essere intrapresa il più precocemente possibile. Non è il caso di fare inutili allarmismi, ma la realtà è che in molti casi il sovrappeso trae le sue origini già dai primi anni di vita e in particolare dallo svezzamento: è questo il momento in cui il bambino si cimenta con nuove esperienze di sapori, instaura il proprio rapporto con il cibo e struttura i ritmi della giornata, scanditi dal susseguirsi dei pasti; in secondo luogo, il pediatra è e continuerà ad essere l’unico vero riferimento: egli conosce infatti le abitudini delle singole famiglie, ha un rapporto diretto e fiduciario con i genitori e dispone di tutti gli strumenti per individuare, attraverso il monitoraggio della crescita, i bambini potenzialmente candidati a diventare obesi. Per il pediatra la prevenzione dell’obesità è molto più di una sfida: richiede tempo, costanza, pazienza e determinazione non senza notevole capacità di comunicazione e persuasione, in quanto difficilmente si potrebbero ottenere risultati soddisfacenti nei bambini senza prima correggere e impostare lo stile di vita dell’intero nucleo familiare”. E proprio dalla famiglia devono arrivare, piccoli ma concreti accorgimenti ed esercizi in grado di modificare alcuni comportamenti legati all’alimentazione, come spiega Arianna Banderali, Medico Psicoterapeuta specialista in Scienza dell´Alimentazione, Vicepresidente Aidap (Associazione Italiana Disturbi dell´Alimentazione e del Peso): “Mangiare seduti a tavola aumenta la consapevolezza del cibo che assume il bambino. È importante creare un ambiente favorevole, evitare le distrazioni, come ad esempio la televisione, e ridurre gli ‘stimoli’ sia a tavola che nella credenza. Si dovrebbe fare in modo di non preparare un quantitativo di alimenti superiore ai fabbisogni oppure non disporre sulla tavola più alimenti contemporaneamente. Allo stesso modo, i cibi “tentatori” pronti da mangiare dovrebbero essere posti in scomparti poco accessibili. Per festeggiare un piccolo successo o un evento si possono disporre alternative rispetto al cibo in modo da educare il bambino a ricevere gratificazioni da altri contesti; per esempio, si potrebbe fare una gita con la famiglia; infine, i genitori dovrebbero insegnare al bambino a mangiare lentamente, dando per primi l’esempio. Per allungare la durata del pasto si possono applicare alcune tecniche, come ad esempio fare piccoli bocconi, oppure masticare a lungo”.  
   
   
IL FRIULI VENEZIA GIULIA AL SALONE DEL GUSTO DI TORINO  
 
Sono oltre 200 mila le persone che l´Agenzia Turismo Friuli Venezia Giulia avrà modo di contattare partecipando, dal 21 al 25 ottobre, al Salone del Gusto di Torino. “L´iniziativa si inserisce nel quadro di promozione del territorio regionale, con l´obiettivo – ha spiegato il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani - di continuare la promozione della regione attraverso il canale dell´enogastronomia. Investiamo in questo evento creando un contenitore in grado di promuovere le località regionali associate ai prodotti tipici, utilizzando il nuovo marchio turistico del Friuli Venezia Giulia”. Al Salone del Gusto di Torino, l’Agenzia Turismo Friuli Venezia Giulia con la regia di Slow Food Fvg, allestirà uno spazio di 150 mq dai contenuti tutti regionali dove troveranno sede un´osteria, un´enoteca e una sala degustazioni in cui sarà possibile assaporare le eccellenze della tavola regionale grazie ai numerosi laboratori organizzati nel corso di tutto l’evento. Giunto alla sua ottava edizione si afferma come un momento centrale nel calendario di chiunque abbia a cuore il cibo e, insieme a Terra Madre, con la quale costituisce ormai due parti inscindibili e interconnesse, il Salone del Gusto è forse l’unico luogo al mondo dove contadini e artigiani, esponenti della cultura accademica e cuochi, grandi cultori dell’enogastronomia e “semplici” neofiti si possono incontrare, dando vita a scambi e amicizie. Per Udine e Gorizia Fiere e la Camera di Commercio di Udine sarà il luogo ideale dove presentare un’anteprima dell´edizione 2011 di Good, la fiera enogastronomica udinese che nella passata edizione ha dimostrato di avere le carte in regola per diventare un importante riferimento della cultura alimentare di Alpe Adria. Con “Laboratori del gusto”, divertenti panel test e menu ragionati per soddisfare la curiosità degli attenti visitatori del Salone del Gusto, sarà data un’immagine completa ed esaustiva del Friuli Venezia Giulia che è in grado di emozionare e di lasciare il segno nei ricordi dei sempre più numerosi turisti alla ricerca delle vie dei sapori. Dopo l´esperienza di Cheese 2009, il Consorzio di tutela del formaggio Montasio, inseparabile compagno di viaggio dei grandi bianchi regionali, sarà l´intonato protagonista dell´enoteca Superwhites: progetto di valorizzazione dei migliori vini bianchi del Friuli Venezia Giulia lanciato nel 1999 e divenuto, tappa dopo tappa, il fiore all’occhiello di Slow Food Fvg. Non mancheranno i Presìdi Slow Food, l’aglio di Resia, il formadi frant, la pitina, il pestat di Fagagna e il radic di Mont, e oltre ai Presìdi, a completare la "Via Friuli Venezia Giulia" saranno presenti altre trenta eccellenti aziende regionali all’insegna del “Buono, Pulito e Giusto”.  
   
   
“UNA 103ª MOSTRA DEL BITTO, DOLCE COME IL MIELE  
 
” Il Multiconsorzio “Valtellina Che Gusto!” unisce le forze e insieme con altri Consorzi di Tutela, programma e organizza la 103ª Mostra del Bitto per la promozione dei prodotti di qualità valtellinesi: le eccellenze "in mostra" sono il frutto di un´arte del gusto e dei sapori, che proviene da antichi riti e saperi, oggi valorizzati e tutelati. La Fiera Regionale dei Prodotti della Montagna Lombarda, insieme con la Mostra Zootecnica Regionale della Razza Bruna, affiancheranno una delle più famose esposizioni del territorio della provincia di Sondrio. E tra i prodotti, unici e preziosi, in esposizione, non mancherà la dolcezza, il colore inconfondibile, la lucentezza e la preziosità di un prodotto che in Valtellina acquisisce qualità e tipicità davvero strabilianti: il miele. La Provincia di Sondrio offre un’interessante gamma di mieli di alta qualità, caratterizzati dai massimi riconoscimenti come le "Tre Gocce d´oro", attribuite per l’anno 2010 al Miele di Rododendro di Guido Mazzetta, di Sondalo, e basati sull’eccellenza della tipologia di produzione dei 12 mieli. «L’unione da sempre ha fatto la forza e oggi, il Multiconsorzio “Valtellina che Gusto!” rappresenta per noi l’apice di questa forza - spiega Giampaolo Palmieri, responsabile della direzione e del coordinamento di Apas, l’Associazione produttori Apistici di Sondrio (www.Apicoltori.so.it) - . Una vera certezza. Come socio fondatore, Apas considera la Mostra del Bitto una autorevole e ufficiale vetrina per presentare prodotti tipici locali, estremamente importante. Non solo rivolta a colossi, non più basata sul folklore, ma dedicata a un pubblico curioso, esigente, esperto e consapevole di quanto vale un luogo per la sua cultura e il suo aspetto ambientale. Il protagonista è il prodotto». Parole che fanno riflettere considerando che Apas, proprio il 15 ottobre 2010, giornata d’apertura della Mostra del Bitto, sarà sottoposta ad audizione pubblica per verificare l’effettivo interesse sul Dop, la Denominazione di Origine Protetta del miele prodotto in Valtellina, da parte della popolazione alla presenza di funzionari del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Una prova, che ancora una volta Apas affronta a testa alta consapevole del valore e della qualità di uno dei mieli più buoni prodotti in Italia: il 3° certificato Cee a livello nazionale. Alla 103ª Mostra del Bitto, dunque, saranno presenti mieli eccellenti presto certificati con un attestato di regime di salvaguardia, che potranno essere acquistati e apprezzati dal pubblico goloso e dai bambini, sempre grandi estimatori di questo dorato e irrinunciabile dolcissimo ‘nettare’. Infatti, il pubblico, con la novità introdotta nella 103ª Mostra del Bitto edizione 2010, potrà con “Acquista in Mostra!” ricevere un carnet di buoni-sconto del valore pari alla metà del biglietto intero, cumulabile, e da spendere per acquisti all´interno del percorso della Mostra: come ad esempio, proprio per un buon barattolo di miele! segreteria@mostradelbitto.Com    
   
   
LEZIONI DI CUCINA AMERICANA CON LAUREL EVANS, FOODBLOGGER AMERICANA E FINALISTA DEL PREMIO BACARELLA CUCINA, ALL´ARTE DEL CONVIVIO  
 
Un ciclo di lezioni di cucina dedicate alla scoperta delle tradizioni internazionali. La cucina è lo specchio dell’identità culturale e sociale di un paese; imparare a conoscerne le tradizioni e scoprirne i segreti, significa comprendere il valore della diversità e la forza unificatrice del cibo. Il viaggio inizia dall’America, un melting pot di sapori provenienti da tutto il mondo, con piatti che seducono occhi e palato. Per scoprire, con piacevole sorpresa, che le ricette stelle e strisce sono un’autentica, gustosa rivelazione! Laurel Evans – Un´americana in cucina . Foodblogger, scrittrice, finalista al Premio Bancarella per la Cucina 2010, con il suo libro Buon Appetito America e il suo seguitissimo blog Un´americana in cucina, svela i segreti delle fantastiche ricette americane: dagli irresistibili dolci, all´autentico brunch, all´esotico tex mex, alla vera ricetta del tacchino del Ringraziamento. Lezioni. American Brunch. Un menu speciale per scoprire la vera tradizione dell´autentico brunch americano. Tex-mex I sapori e le molteplici influenze della cucina Texana. Martedì 19 ottobre dalle ore 18.30 Martedì 26 ottobre dalle ore 18.30 Dolci Americani. Dai cupcakes alla torta di mele una lezione piena di dolcezze. Thanksgiving. Una ricorrenza ricca di tradizioni con menu tutto da scoprire e il famoso tacchino protagonista indiscusso. Martedì 9 novembre dalle ore 18.30 Martedì 16 novembre dalle ore 18.30 Info utili. Arte del Convivio, corso Magenta 46 Baboon: info@baboon.It    
   
   
VENEZIA VETRINA MONDIALE DELLA SPUMANTISTICA ITALIANA.  
 
Dal 15 Al 17 Ottobre Il Forum Spumanti Venezia sarà dal 15 al 17 ottobre prossimi lo straordinario palcoscenico della spumantistica italiana. Il Forum degli Spumanti d’Italia, già Mostra Nazionale dello spumante, nata e ospitata a Valdobbiadene per oltre 45 anni, si trasferirà infatti nella città lagunare, nella sede del Casinò veneziano, a Ca’ Vendramin Calergi, per dare ai suoi contenuti enologici una sede di eccellenza internazionale, come è ormai di eccellenza internazionale la posizione delle bollicine nazionali nel mercato mondiale. L’eccezionale “tre giorni” veneziana dagli spumanti italiani è stata presentata questa mattina, proprio nella sede del Casinò, dall’assessore all’agricoltura Franco Manzato, affiancato dal sindaco di Valdobbiadene Bernardino Zambon, dall’amministratore delegato del Casinò Vittorio Ravà, dall’assessore del Comune di Venezia Pier Francesco Ghetti, dal responsabile di Territorio di Unicredit per il Nord Est Claudio Aldo Rigo. “Venezia è una vetrina di assoluta bellezza e fama universale, la migliore per gli spumanti del nostro Paese. Spostarsi dalla zona storica della mostra e del Prosecco Conegliano – Valdobbiadene è stata una scelta non facile per gli attori di un’enologia eroica che sta conquistando i mercati dei cinque continenti e che ha dato lustro ad una spumantistica diversa da come la si era immaginata fino a pochi decenni fa. Ma è stata condivisa e darà certamente i suoi frutti. Il Veneto e Venezia sono una cornice naturale per prodotti così prestigiosi, dove un ruolo particolare riveste il Prosecco, con le due Docg Conegliano – Valdobbiadene e Asolo, il vertice del Cartizze, la particolarità del Prosecco Treviso. Nel panorama delle bollicine nazionali, questa è una forza dirompente che oggi conta su oltre un milione 200 mila ettolitri di spumante e che continua a riscuotere in ogni angolo del mondo un successo crescente”. “Con grande senso di responsabilità l’amministrazione di Valdobbiadene – ha detto dal canto suo Bernardino Zambon – ha pensato ad un format nuovo che debutta quest’anno a Venezia. Le scelte future – ha annunciato Zambon – saranno affidate ad una Fondazione, che potrà meglio interpretare un ruolo all’altezza dei meriti e delle aspettative degli operatori”. “Unicredit è a fianco dei produttori italiani di spumanti – ha concluso Rigo – giustamente orgogliosi dell’alta qualità dei loro prodotti e della forte crescita di immagine e di vendite anche sui mercati internazionali. E’ un successo al quale siamo convinti di aver contribuito dando fiducia a migliaia di piccole e medie imprese familiari e di territorio, asse portante di questo segmento”. La prima giornata, quella inaugurale, con cerimonia d’apertura alle 11,15, sarà riservata a giornalisti, buyer, operatori e ristoratori, con ingresso libero. Sabato 16 e domenica 17 ottobre il Forum rimarrà aperto anche al pubblico (ingresso 25 euro). Questo il programma completo. Venerdì 15 ottobre. Degustazioni libere - Giornata dedicata ai professionisti del settore. Ingresso gratuito riservato agli operatori previo accredito Ore 11,15 Inaugurazione – Convegno inaugurale e brindisi. Ore 14,30 Degustazione guidata – Forum Spumanti…pochi zuccheri grandi sensazioni. Tasting con le etichette vincitrici dei Nastri del Concorso Enologico Nazionale Spumanti d’Italia. Ore 15 Dibattito – le bollicine a tavola, un piacere effervescente! (Pierluigi Portinari – Ristorante la Peca, Davide Di Corato – Direttore di Chef, Carlo Alberto Panont – Direttore Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese, Modera: Eleonora Vallin – Nord Est Europa). Ore 15,30 Degustazione guidata – Istituto Talento. Tasting delle aziende dell’Istituto Talento. Ore 16,30 Degustazione guidata con l’azienda Carpenè Malvolti. Ore 17 Conferenza Stampa. Excitement Wine Tour, Porsche Sapori&motori (Mauro Gentile – Porsche Italia, Maurizio Rossini – Direttore Marketing Trentino S.p.a., Luca Giavi – Forum spumanti d’Italia) Sabato 16 ottobre Ore 11,15 Focus – Scenari internazionali nel mercato dei vini (Vasco Boatto – Università degli Studi di Padova, Scenari internazionali nel mercato degli spumanti, Eugenio Pomarici – Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, Modera: Guglielmo Nardocci – Famiglia Cristiana). Ore 11,30 Degustazione guidata – Forum Spumanti…la versatilità dell’extra dry. Tasting con le etichette vincitrici dei Nastri del Concorso Enologico Nazionale Spumanti d’Italia.  
   
   
FRANCIACORTA UN VINO, UNA TERRA  
 
Da metà novembre in libreria e nelle migliori enoteche, sarà in vendita “Franciacorta un vino, una terra”, un libro edito da Swan Group in collaborazione con il Consorzio per la tutela del Franciacorta. Sarà in libreria a partire dalla seconda metà di novembre, giusto in tempo per un regalo di Natale prestigioso. Si tratta di un nuovo progetto editoriale di Swan Group, casa editrice di Monsieur e Spirito diVino, il libro “Franciacorta un vino, una terra” ed è un intreccio di parole e immagini che raccontano storia, tradizione e natura della zona che ha dato vita alle più raffinate bollicine italiane. “Franciacorta un vino, una terra” è un racconto che si sviluppa su registri differenti. La narrazione corre su due piani per descrivere nel modo più completo l’essenza del Franciacorta. Uno è quello storico, che racconta le vicissitudini di una piccola zona della Lombardia, contesa in epoche diverse da signori diversi, ma sempre dedita alla valorizzazione delle proprie risorse naturali. L’altro invece è quello dello sguardo: attraverso l’obiettivo di fotografi dalla poetica differente, quali Francesco Cito, Aldo Pavan e molti altri, la Franciacorta è ritratta durante il trascorrere delle quattro stagioni. Un unico volto con quattro espressioni, un’unica storia immortalata nei piccoli dettagli come negli ampi paesaggi. Le immagini fermano i momenti salienti che disegnano il ritratto del suo vino, sintesi della dedizione, dell’esperienza e della passione di chi lavora e vive tra queste colline. Gli autori, Francesco Arrigoni, Andrea Grignaffini, Pierluigi Gorgoni, Roger Sesto, Marco Tonelli , con la collaborazione di Riccardo Ricci Curbastro, arricchiscono il reportage fotografico con la narrazione della natura e la cultura della Franciacorta. Le parole completano le immagini con il racconto del lavoro tra i filari, la cura minuziosa dedicata a ogni vigna, l’attenzione con cui ci si muove nelle cantine prima e dopo la vendemmia. Dall’intero lavoro emerge la passione di uomini capaci che dan vita ad un prodotto eccellente, simbolo del made in Italy. Franciacorta un vino, una terra è anche un viaggio lungo 1 anno e 5960 km, percorsi tra Milano e i colli franciacortini. Un viaggio per raccogliere 356 pagine di immagini, scattate da 8 fotografi ai 96 produttori, e di parole scritte da 11 giornalisti. Il risultato: 1.100 bozze rielaborate in 27 metri quadrati, di carta per ogni copia, su cui hanno hanno trovato posto le 425 fotografie alle 250 persone (e 5 cani) e ai paesaggi. 3 grafici meritano un encomio per aver presentato il tutto nel modo più elegante. “La passione per l’editoria di qualità non poteva dimenticare di dare un tributo a un vino di qualità come è il Franciacorta” afferma Franz Botré Editore di Swan Group “La Franciacorta rappresenta un’eccellenza italiana in fatto di bollicine e non ha nulla da invidiare a quelle più famose d’oltralpe…”. Ma la Franciacorta non è solo vino eccellente. È un territorio tutto da scoprire. Lo abbiamo fotografato in 4 periodi diversi dell’anno, cambiando fotografo per ogni stagione, ne è emerso un ritratto che ha meravigliato anche me per l’intensità e la bellezza dei luoghi. Infine abbiamo dato un tributo alle 96 aziende che qui producono vino. Storie di passione e di eccellenze di persone appassionate del fare, del saper fare e nostro compito è farlo sapere, per raccontarlo all’Italia e al mondo.” “Siamo orgogliosi di aver partecipato alla realizzazione di questo raffinato progetto editoriale che Swan Group ha realizzato” afferma Maurizio Zanella presidente Franciacorta “Questo libro rappresenta per noi produttori di Franciacorta un’occasione per far conoscere la bellezza del nostro territorio e l’eccellenza del nostro vino. Attraverso le immagini e le parole di “Franciacorta un vino, una terra” emerge la cultura e la passione contenuta in ogni nostra bottiglia”. Il lavoro inoltre è arricchito dai contributi di firme celebri del territorio e del vino che introducono l’intero progetto. Dal Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini, alla scrittrice Camilla Baresani, fino ai giornalisti Burton Anderson e Bruno Vespa, conoscitori del mondo del vino e appassionati del Franciacorta.  
   
   
LA COLLINA DEI CILIEGI: UNA SELEZIONE DI VINI PREGIATI VENETI  
 
La Collina dei Ciliegi è un’azienda vinicola nata dalla passione della famiglia Gianolli per le proprie Colline della Valpantena nel veronese. In particolare, l’azienda nasce da un’idea di Massimo Gianolli e dalla sua volontà di far conoscere e amare i vini prodotti e imbottigliati nella sua terra d’origine. Così si spiega anche la scelta del nome dell’etichetta la Collina dei Ciliegi. Al momento la Collina dei Ciliegi propone al pubblico una selezione di vini pregiati veneti, tutti con un ottimo rapporto qualità/prezzo: Brut, Lugana, Garganega, Corvina, Valpolicella superiore e Valpolicella Ripasso, Amarone 2006 e Amarone “Il Ciliegio 2005” insignito del Diploma di Gran Menzione all’edizione di Vinitaly 2010. Nei prossimi mesi la gamma di prodotti verrà ampliata con Valpolicella Ripasso Superiore e Recioto di Valpolicella. L’amarone 2005, ottenuta la certificazione Riserva, verrà proposto con la dicitura Amarone Riserva 2005. E’ prevista anche l’edizione limitata di 1000 bottiglie magnum numerate. In occasione del Natale anche il Brut sarà disponibile in edizione magnum. L’obiettivo principale del progetto la Collina dei Ciliegi è creare una forte rete commerciale di distribuzione e per questo l’azienda ha creato un’idea nuova, “Il Club dei 100”: un circuito di 100 enoteche selezionatissime su tutto il territorio italiano che faranno scoprire ed apprezzare i vini la Collina dei Ciliegi e che sostituiranno i canali classici della distribuzione. Obiettivo secondario ma direttamente correlato al primo è quello di espandere il business legato all’area della campagna veneta che dà il nome al brand, attraverso la realizzazione di un esclusivo relais e la successiva produzione di altri prodotti alimentari sempre a marchio la Collina dei Ciliegi. Lo scopo del progetto è quello di sfruttare le interessanti sinergie fra: ospitalità, benessere e alimentazione biologica. La Collina dei Ciliegi ha studiato un progetto di comunicazione ad hoc molto particolare e innovativo. Tutto parte dall’idea che, come ogni cosa che ci circonda, anche la Collina dei Ciliegi ha una storia da raccontare, ed è in grado di farlo attraverso i suoi vini, arrivando a descrivere un territorio, una passione e l’amore per le cose fatte bene. Il progetto di comunicazione prevede una serie di eventi legati al mondo della letteratura, in cui il vino dialoga con la narrativa e la poesia, grazie a scrittori e poeti che racconteranno il loro punto di vista sul vino, l’amicizia, la vita. È al vaglio anche la presenza dei vini al Salone del Libro di Torino, secondo modalità del tutto nuove, oltre ad eventi nelle migliori enoteche, nei quali il reading letterario si accompagna ad un ottimo vino.