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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Luglio 2012
IL BIODIESEL PUÒ RIDURRE LE EMISSIONI DI GAS SERRA: LO SOSTIENE UNO STUDIO  
 
Bruxelles, 19 luglio 2012 - Ricercatori in Spagna hanno scoperto che le emissioni di gas serra possono essere ridotte attraverso l´uso del biodiesel. Il gruppo dell´Universidad Politécnica de Madrid (Upm) in Spanga ha studiato i vantaggi di usare il biodiesel per analizzare e quantificare il consumo di energia primaria e fossile sugli autobus urbani, analizzando anche le emissioni di gas serra. I risultati, hanno detto i ricercatori, potrebbero aiutare i responsabili delle decisioni a introdurre politiche su questioni ambientali legate al trasporto stradale. I ricercatori dell´Istituto universitario di ricerca automobilistica (Insia) dell´Upm, che hanno applicato un´analisi del ciclo vitale per questo studio, hanno scoperto che oltre ad alimentare le emissioni di gas serra, il settore del trasporto stradale ha un enorme impatto sull´ambiente perché il suo aumento ha provocato l´esaurimento delle risorse di energia fossile, come il gas naturale e il petrolio, negli ultimi ani. È importante identificare risorse alternative al carburante per mitigare questo crescente problema. Gli esperti stanno attualmente studiando nuove tecnologie alternative per il post-trattamento dei gas di scarico. I biocarburanti possono essere utili? Alcuni credono che possano aiutare a risolvere il problema. Il biodiesel, per esempio, è un carburante generato a partire da una risorsa rinnovabile e contiene grasso animale e olio vegetale. Questo recente studio ha prestato particolare attenzione a sue settori: riduzione catalitica selettiva con urea (Scr+urea) e ricircolo dei gas di scarico con filtro per il particolato (Egr+dpf). Nella loro analisi del ciclo vitale, i ricercatori si sono occupati in particolare degli autobus che appartengono al gruppo dell´Azienda municipale dei trasporti di Madrid, ogni autobus del gruppo è stato provvisto di una tecnologia per il post-trattamento dei gas di scarico. Tre tipi di carburante sono stati uniti ai gas: diesel, B20 (20% biodiesel e 80% diesel) e B100 (100% biodiesel). I dati hanno mostrato che l´uso di questo tipo di carburante riduce le emissioni di gas serra ma fa aumentare il consumo di energia primaria. Hanno però sottolineato che appena una piccola percentuale di questa energia corrisponde all´energia fossile perché il biodiesel è generato da risorse non-fossili come i grassi animali. Il team ha inoltre scoperto un aumento delle emissioni di ossidi di azoto e una riduzione delle particelle. Secondo il team, la loro tendenza è a espandersi poiché anche la miscela aumenta. I ricercatori hanno detto che la quantità totale di energia consumata con l´uso di biodiesel è il risultato della lavorazione delle colture e della transesterificazione. Quindi la lavorazione delle colture ha bisogno di alternative per ridurre il consumo di fertilizzanti. Quello di cui gli esperti hanno bisogno è generare una quantità stabile di energia fossile. Per la transesterificazione, nel frattempo, è necessario introdurre sistemi di cogenerazione usando fonti di energia rinnovabili negli impianti di transesterificazione per migliorare l´efficienza energetica. Queste scoperte non solo possono essere usate per introdurre politiche in termini di questioni ambientali legate al trasporto stradale interurbano in Spagna, ma possono fornire informazioni ottenute da una rassegna completa di bibliografia sull´argomento e da database che gli esperti chiamano Gemis o Gabi 4. La comunià di Gabi 4 ha migliorato gli equilibri energetici, la massa e le emissioni di processi chiave esaminati in questo studio. Per maggiori informazioni, visitare: Universidad Politécnica de Madrid http://www.Upm.es/institucional  Dyna: http://www.Scielo.org.co/revistas/dyna/iaboutj.htm    
   
   
UN NUOVO MATERIALE PER CATTURARE IL CARBONIO  
 
Bruxelles, 19 luglio 2012 - La cattura del carbonio, insieme alle fonti di energia rinnovabile, ha il potenziale per cambiare l´aspetto del mercato energetico e assicurare un futuro migliore a tutti. Questo perché la cattura del carbonio potrebbe mitigare l´impatto che i carburanti fossili tradizionali hanno sull´ambiente. Il concetto di cattura del carbonio non è nuovo, avviene infatti naturalmente ogni giorno nell´ambiente. Un team di ricercatori però, coordinati dall´Università di Nottingham (Regno Unito), ha sviluppato un nuovo materiale poroso che ha proprietà di ritenzione del carbonio (Co2) uniche. Questo materiale si può usare nella lotta per minimizzare i livelli di Co2 immessi nell´atmosfera. Lo studio è stato in parte finanziato dal progetto Coordspace ("Chemistry of coordination space: extraction, storage, activation and catalysis"), che ha ricevuto un contributo del Consiglio europeo della ricerca (Cer) del valore di 2,5 milioni di euro nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. La caratteristica principale di questo nuovo materiale è il suo assorbimento di Co2, che secondo i ricercatori potrebbe avere un impatto sullo sviluppo di nuovi prodotti di cattura del carbonio progettati per ridurre le emissioni provenienti dalla lavorazione dei carburanti fossili. La scoperta si inserisce nelle attività in corso per sviluppare nuovi materiali per lo stoccaggio del gas. Il coordinatore del team di ricerca, il professor Martin Schröder dell´Università di Nottingham, ha detto: "La struttura unica di questo nuovo materiale può essere correlata direttamente alle sue proprietà di assorbimento di gas. Le analisi dettagliate attraverso la determinazione della struttura e la modellazione computazionale sono state fondamentali per determinare e razionalizzare la struttura e il funzionamento di questo materiale. I risultati del team sono stati pubblicati sulla rivista Nature Materials. La struttura organica metallica concatenata che i ricercatori hanno creato si chiama Nott-202a. È fatta di leganti tetra-carbossilati, una struttura formata da una serie di molecole o ioni legati a un atomo di metallo centrale pieno di centri metallici di indio. La struttura è simile a un alveare, è infatti sistemata secondo uno schema tipo nido d´ape, il che permette di assorbire il Co2 in maniera selettiva. Mentre altri gas, come il nitrogeno, il metano e l´idrogeno, possono passare attraverso la struttura, il Co2 rimane intrappolato nei nanopori del materiale, anche a basse temperature. Il team ha usato delle misurazioni all´avanguardia della diffrazione di raggi X da polveri per ottenere informazioni sulle proprietà uniche di cattura del Co2 di questo materiale e una modellazione computerizzata avanzata per testare il materiale presso la struttura di ricerca del Diamond Light Source nel Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Nottingham: http://www.Nottingham.ac.uk/  Diamond Light Source: http://www.Diamond.ac.uk/  Nature Materials: http://www.Nature.com/nmat/index.html  Consiglio europeo della Ricerca: http://erc.Europa.eu/  Progetto Coordspace del Professor Martin Schröder su Cordis: http://cordis.Europa.eu/projects/index.cfm?fuseaction=app.details&txt=coordspace&frm=1&stp=10&sic
=&pga=&ccy=&pcy=&src=&lng=it&ref=88925
 
 
   
   
PIANO STRAORDINARIO SICUREZZA GAS PER 22 MILIONI DI IMPIANTI DECRETO RINNOVABILI TERMICHE: PUNTO DI PARTENZA IMPRESCINDIBILE  
 
Milano, 19 luglio 2012 – Anima, la Federazione della meccanica, si è confrontata con un ricco parterre politico alla Camera in merito al necessario adeguamento degli impianti a gas esistenti. L’occasione è stata suscitata dalla consultazione pubblica avviata dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (Aeeg) per valutare le condizioni tecniche ed economiche della connessione degli impianti di produzione di biometano alle reti di gas naturale. Anima e le sue associazioni direttamente interessate Assotermica, Avr, Acism, Ucrs ne hanno discusso alla presenza di operatori dell’intera filiera, da Anigas al Cig a Confartigianato manutentori, e di parlamentari quali On. Vignali, On. Froner, On. Tortoli. Il parco impiantistico nazionale conta circa 21.600.000 unità (dati Aeeg 2011). Oggi, in Italia, gli impianti domestici alimentati a gas sono in condizioni drammatiche: circa il 91% non è "a norma" e addirittura il 4,5% è potenzialmente pericoloso. Esistono inoltre circa 7 milioni di caldaie a gas "ante marcatura Ce" e tanti milioni di componenti e dispositivi "non adeguati". Tale situazione non è in grado di soddisfare gli obiettivi posti dall’Europa. “Anima intende sempre più sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di stimolare l’adozione di un “Piano nazionale sulla sicurezza gas” - dichiara Sandro Bonomi, Presidente Anima - Tale iniziativa permette di rinnovare, secondo canoni di efficienza energetica, il parco degli impianti installati, migliorare la qualità della misurazione dell’utilizzo della risorsa gas, attraverso strumentazione di ultima generazione in grado di comunicare tempestivamente il livello dei consumi ai cittadini e ai gestori, incrementare ancora di più la qualità del già ottimo sistema di trasporto del gas, assicurando bandi di gara in cui il servizio post vendita della componentistica sia valutato più importante del prezzo d’acquisto del componente stesso per favorire la velocità nella risoluzione delle interruzioni di erogazione - conclude il Presidente Bonomi - Interventi come questi vanno organizzati, programmati e seguiti in modo da consentire i migliori benefici per le famiglie, il sistema energetico nazionale, le industrie presenti in Italia e la filiera sul territorio”. L’adozione di un “Piano straordinario per la sicurezza gas” che coniughi adeguamento normativo a vincoli di efficientamento del sistema nel suo complesso comporta come conseguenza diretta la crescita dell’occupazione su tutto il territorio nazionale, miglior efficienza del sistema gas, diminuzione di costi per il Paese, minori disagi per i cittadini. L’iniziativa si inserisce nel contesto di quanto previsto dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, che recepisce la 2009/28/Ce sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e si propone di favorire il raggiungimento degli obiettivi definiti a livello nazionale e contribuire alla crescita sostenibile del nostro Paese. In stretta relazione vi è il fatto che l’Europa sta definendo le caratteristiche delle specifiche di qualità dei gas naturali distribuibili in rete, al fine di favorire le condizioni per la creazione di un unico mercato competitivo del gas naturale. La precondizione indispensabile per attuare gli obiettivi europei è pertanto quella di partire dagli impianti utilizzatori. Anima e le sue associazioni avanzano come proposta un piano straordinario di accertamenti sugli impianti a gas esistenti, con una delibera i cui dettami siano scaglionati nel tempo e la conseguente messa a norma di quelli più vecchi, metterebbe in sicurezza l’ingente parco installato e porterebbe evidenti benefici per tutta la filiera. Senza contare che una maggiore attenzione per l’impianto nonché una sua regolare manutenzione possono portare ad un miglioramento del livello di rendimento ed un abbattimento dei costi di gestione immediatamente percepibili anche all’utente finale. Si è potuto così fare il punto sulla sicurezza e presentare alcune proposte concrete che siano di salvaguardia per l’utente finale ed economicamente sostenibili per i privati e la collettività. Per quel che riguarda gli impianti termici, le abitazioni italiane sono quasi totalmente dotate di sistemi per il riscaldamento degli ambienti, ma le tipologie di impianto variano in misura notevole (fonte Cresme). Gli impianti termici più diffusi risultano quelli serviti da caldaia autonoma (51,9% delle abitazioni) seguiti da quelli centralizzati (25,1% delle abitazioni) mentre le abitazioni con altro tipo di impianto o senza impianto fisso rappresentano il 23,0%. Queste ultime, oltre a quelle con impianti che riscaldano solo parti dell’abitazione, contemplano anche i sistemi di riscaldamento attraverso pompe di calore o con il teleriscaldamento e i sistemi di riscaldamento parziale quali i caminetti, i termocamini e le stufe. Il combustibile o la modalità di alimentazione più frequente è il gas (metano, di città o in bombole) nel 48,9% delle abitazioni, i liquidi (Gpl, gasolio, altri olii) rappresentano il 29,4%, i combustibili solidi (in massima parte legname o sue lavorazioni quali pellet e cippato) sono usati nel 14,5% delle abitazioni e l’energia elettrica alimenta il 6,0% degli impianti domestici (pompe di calore, stufe ma anche radiatori e pannelli radianti).  
   
   
MARCHE: FONDO REGIONALE ANTICRISI 2012, CONTRIBUTI ALLE FAMIGLIE PER L’ACCESSO ALLE ABITAZIONI IN LOCAZIONE.  
 
 Ancona, 19 luglio 2012 - Prosegue l’azione della Giunta regionale al sostegno economico delle fasce più deboli nel settore delle politiche abitative: lo comunica l’assessore all’edilizia pubblica, Antonio Canzian, in merito alla definizione di criteri e modalità di ripartizione del fondo per contributi alle famiglie per sostenere l’accesso alle abitazioni in locazione nell’ambito del Fondo regionale anticrisi per l’anno 2012. “L’intervento è necessario per fronteggiare la crisi economica e sostenere economicamente le fasce sociali più deboli – afferma Canzian – Prevede un contributo alle famiglie che presentano domanda ai Comuni per accedere al Fondo di sostegno per le abitazioni in locazione 2012”. La delibera specifica che il richiedente, ovvero un membro del nucleo familiare, deve essere un ex lavoratore dipendente che non goda di indennità o che abbia una indennità a seguito di licenziamento, o che abbia perso il lavoro dal primo gennaio 2010 a causa di licenziamento, dimissioni per giusta causa o per mancato rinnovo di contratto a termine (vi rientrano i lavoratori che hanno maturato a partire dal 1/9/2009 un periodo lavorativo di almeno tre mesi con uno o più contratti anche non continuativi. Sono ricompresi i lavoratori subordinati e i contratti di collaborazione). Il riparto della somma di 1.300.000 euro è effettuato in proporzione al fabbisogno di contributi indicato dai Comuni che formulano un’apposita graduatoria dei beneficiari sulla base del valore Isee corrente.  
   
   
TERREMOTO/EMILIA: "DAGLI ISTITUTI BANCARI LA CONFERMA DELLA REGOLARE SOSPENSIONE DEI MUTUI SENZA ONERI AGGIUNTIVI PER CITTADINI ED IMPRESE  
 
 Bologna, 19 luglio 2012 – “Non ci sono dubbi sull’applicazione della sospensione del pagamento dei mutui senza ulteriori oneri, sia per le imprese che per i cittadini colpiti dal sisma. Abbiamo fatte le verifiche sia presso i maggiori istituti bancari operanti sul territorio che direttamente presso l’Abi”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, fugando i dubbi emersi nei giorni scorsi. Diversi provvedimenti normativi stabiliscono la sospensione dei termini dei versamenti e degli adempimenti tributari, inclusi quelli derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, scadenti nel periodo compreso tra il 20 maggio 2012 ed il 30 settembre 2012, termine che sta per essere prorogato sino al 30 novembre 2012 in fase di conversione del decreto. La Regione ha avuto conferma dall’Abi che la quota capitale viene portata in coda al mutuo mentre gli interessi sul debito residuo, calcolati al tasso previsto dal contratto e senza ulteriori oneri, vengono spalmati sul periodo residuo del mutuo stesso. “Ribadiamo il massimo impegno – ha concluso Muzzarelli – per sostenere l’accesso al credito di imprese e cittadini, che rappresenta uno tra gli elementi fondamentali per la ricostruzione”.  
   
   
EXPO. DALL´HARDWARE AL SOFTWARE,FORMIGONI LANCIA LA FASE 2 RELAZIONE IN CONSIGLIO: OPERE PUNTUALI, ORA SVILUPPIAMO TEMA A BREVE COMMISSARIO PADIGLIONE ITALIA E CESSIONE SUPERFICIE PER IL DOPO EVENTO SI IPOTIZZA ANCHE LA CITTADELLA GIUSTIZIA  
 
Milano, 19 luglio 2012 - La macchina dell´Expo è sempre al lavoro: entro un mese sarà comunicato il nome del commissario del padiglione Italia, così come sarà risolta la questione relativa alla cessione del diritto di superficie dei terreni da Arexpo ad Expo. Circa l´impossibilità del Governo a concedere la deroga al patto di stabilità per gli anni venturi, "la Regione sta pensando a un escamotage" che faccia fronte alle difficoltà. Per il resto, dal presidente della Lombardia e commissario generale di Expo 2015 Roberto Formigoni è arrivata la conferma che "tutte le opere stanno procedendo secondo il cronoprogramma. Poste le basi per la piena realizzazione dell´evento, cioè l´hardware, siamo ora nelle condizioni di passare allo sviluppo del software". Masterplan Senza Ridimensionamenti - È durato 45 minuti l´intervento in Aula di Formigoni: ai consiglieri regionali ha presentato tutti i passi finora compiuti per la preparazione dell´Expo. L´esposizione universale del 2015 ha basi solide: vale, in particolare, per il masterplan "che inizia a prendere concretamente forma senza alcun ridimensionamento", vale per le 48 opere infrastrutturali di accessibilità all´area, come per l´attenzione crescente riservata al progetto dai Paesi stranieri che - record assoluto rispetto alle precedenti Esposizioni a 1.018 giorni dall´avvio della manifestazione - hanno già aderito in 91. Di ieri è la notizia dell´aggiudicazione della gara per l´urbanizzazione del sito espositivo: "Il masterplan inizia a prendere forma in tutta la sua bellezza senza alcun ridimensionamento - ha spiegato ai consiglieri Formigoni -, ma semplicemente con una ridefinizione più attenta delle priorità: rispetto al primo progetto presentato, la società Expo ha operato in un´ottica di contenimento dei costi e delle spese, allo scopo di adattarlo al meglio, senza però modificarne la struttura originaria e l´integrità e creatività complessiva". Opere In Orario - In parallelo all´avanzamento dei lavori sul sito espositivo, prosegue quello per lo sviluppo delle opere infrastrutturali da parte del Tavolo Lombardia. Le 11 opere essenziali, le 12 opere connesse e le 24 ulteriori opere necessarie, per un valore complessivo di 25 miliardi di euro, "stanno procedendo nel rispetto dei tempi di avanzamento previsti. Continueremo a garantire il massimo impegno, affinché siano ultimate in tempo per l´avvio della manifestazione". Progetto Credibile - La credibilità del progetto già avviato è dimostrata da tre dati oggettivi. A oggi hanno aderito 91 partecipanti ufficiali, tra cui le Nazioni Unite e Paesi come Cina, India, Giappone, Russia, Iran, Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Argentina, Francia, Germania: "Abbiamo ricevuto importanti conferme di interesse da Stati Uniti e Brasile". Il secondo dato è rappresentato dal "consenso istituzionale molto forte e convinto anche in tutto il nostro territorio nazionale": sono oltre 80 i protocolli istituzionali sottoscritti in questi anni sul tema di Expo 2015, che vedono coinvolti tutti i livelli di governo (alla scorsa settimana risale l´intesa siglata a Torino tra Regione Lombardia e Regione Piemonte), ma anche molti altri soggetti, dalle università alle rappresentanze come Confagricoltura o Federalimentare. Il terzo dato è costituito dalla sottoscrizione di quattro importanti contratti con global service partner come Telecom, Cisco, Accenture ed Enel, "ognuno dei quali prevede investimenti molto rilevanti intorno ai 40 milioni di euro". Investimenti utili anche per il dopo Expo, per il quale Formigoni auspica che ci possa essere "spazio anche per la Cittadella della giustizia". Lo Sviluppo Del "Software" - Allo solidità e credibilità del progetto dell´Expo si affianca il lavoro di sviluppo e approfondimento dei contenuti: vogliamo costruire un evento fortemente ancorato al tema, cioè al rapporto tra il cibo e la vita dell´uomo, un tema fortemente trasversale che coinvolge molte dimensioni dell´agire umano come il food, l´agricoltura, la sicurezza alimentare, l´acqua, l´energia, la green economy, l´ambiente, la mobilità, la sostenibilità, la ricerca e l´innovazione. Parole d´ordine dell´approccio al tema sono la partecipazione, l´inclusività, il pragmatismo e la creatività. Quattro Proposte - Proprio per allargare il dibattito intorno alla tematica dell´Expo Formigoni ha lanciato quattro proposte: l´elaborazione di un codice etico per combattere lo spreco, lo studio della regolamentazione del mercato dei prodotti alimentari (e, in particolare, di misure antispeculative), la preparazione di iniziative specifiche per bambini da 0 a 2 anni, anziani e diversamente abili, e infine la promozione dell´educazione alimentare nella scuola dell´obbligo. Il tutto da riportare alla ribalta internazionale: è stata ultimata, infatti, la predisposizione del documento strategico che sarà portato all´attenzione di tutti i Paesi partecipanti.  
   
   
INTESA REGIONE E INGEGNERI PER EXPO 2015  
 
Milano, 19 luglio 2012 - Lavoreranno, assieme, anche al piano di realizzazione dell´Expo 2015. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e il presidente della Consulta regionale dell´Ordine degli ingegneri Alessandro Mossi hanno siglato un protocollo d´intesa che durerà fino a fine legislatura: a partire dal mese di settembre sarà attiva una cabina di regia presso la Direzione centrale della Regione che si occuperà di appalti di lavori pubblici, sicurezza del lavoro, riqualificazione energica, agenda digitale e, appunto, di Expo. La Collaborazione Futura - Il rapporto di collaborazione con gli Ordini degli ingegneri di tutte le province lombarde riguarderà, in particolare, i lavori pubblici, gli strumenti di pianificazione territoriale, la ricerca e l´innovazione tecnologica, l´edilizia pubblica e privata, la produzione industriale, l´ambiente, fino ai temi della mobilità, dell´energia, della digitalizzazione, dell´informatica e, ancora, delle telecomunicazioni e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ingegnere Figura Poliedrica - "Tante sono le possibilità di proficua collaborazione - ha spiegato Formigoni nel corso della conferenza stampa -. Tante, infatti, sono le espressioni della professionalità dell´ingegnere, una figura che assomma in sé una larga molteplicità di ruoli, di responsabilità e di competenze, un approccio ampio e allo stesso tempo puntuale ai problemi, una capacità di visione e di progettualità, che si esprimono in aziende o enti pubblici e privati, in società e studi di ingegneria, università e centri di ricerca".  
   
   
PISAPIA: “ADESIONE CERN Dá IMPULSO ALLA SFIDA INNOVATIVA DI EXPO MILANO”  
 
Milano, 19 luglio 2012 - “L’adesione del Cern di Ginevra, eccellenza della ricerca a livello mondiale, conferma l’interesse della grandi organizzazioni internazionali per Expo 2015, i suoi contenuti e la sua sfida innovativa. Sono certo che altre autorevoli istituzioni scientifiche assicureranno la loro partecipazione e contribuiranno a fare di Milano il centro del dibattito mondiale per dare risposte d’avanguardia ai temi strategici dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile. Le ricadute delle scoperte del Cern nei campi dell’agricoltura, della nutrizione e della meteorologia ne sono autorevole e importante premessa”. Così Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano e Commissario Straordinario del Governo per Expo Milano 2015 ha commentato l’annuncio dell’adesione del Cern all’Esposizione Universale milanese.  
   
   
FVG: NUOVE OPPORTUNITÀ PER TURISMO, COMMERCIO E SERVIZI  
 
Trieste, 19 luglio 2012 - L´incontro di ieri con i vertici regionali di Confcommercio, Confesercenti e Unione economica slovena, ha concluso la prima fase di una ricognizione avviata dall´assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti, per fare il punto sugli interventi a sostegno del settore produttivo e per chiedere la collaborazione necessaria a perfezionare sia il nuovo regolamento per l´accesso al credito che il Ddl regionale sugli incentivi per il rafforzamento ed il rilancio della competitività di micro, piccole e medie imprese. L´assessore ha illustrato i due documenti, entrambi mirati ad una semplificazione delle procedure ed a sostenere attività utili al miglioramento della competitività delle aziende ai presidenti di Confcommercio Fvg, Pio Traini (presente assieme al direttore, Guido Fantini) e di Confesercenti Fvg Giuseppe Giovarruscio, ed al direttore dell´Unione regionale economica slovena, Andrej Sih. Nello specifico, Federica Seganti ha confermato che la fusione di Fria (Fondo di rotazione per l´artigianato) e Fsricts (Fondo di rotazione per il commercio il turismo ed i servizi) in unico Fondo di rotazione intersettoriale che tra l´altro prevede linee di finanziamento per lo start d´up d´impresa ed il prestito partecipativo per l´aumento di capitale, e consente di presentare domande di contributo da un minimo di 10 ad un massimo di 500 mila euro, confermando che da questa cifra in poi la copertura dei finanziamenti sarà garantita dal Frie, che non subirà variazioni di carattere strutturale e normativo. Posto che non ci sarà interruzione tra la gestione di Fsricts e Fria e quella del nuovo Fondo, "cercheremo di ridurre i passaggi per l´ottenimento delle garanzie in modo da abbattere i tempi di concessione di una ventina di giorni" ha assicurato l´assessore, che, in modo da rendere operativo il nuovo regolamento il prima possibile, ha chiesto ai presenti di inviare entro luglio le loro osservazioni. Federica Seganti ha quindi ribadito che, in seguito alla manovra di assestamento di bilancio, i Fondi di rotazione avranno a disposizione fondi freschi da destinare agli investimenti (100 milioni) ed alle garanzie (50 milioni) e confermato l´aumento della posta a favore dell´imprenditoria femminile di altri 2 milioni, mentre 3 milioni sono stati destinati a copertura dei canali contributivi in capo alle Camere di commercio, 6 milioni per lo sviluppo della Pmi e 2,5 milioni sono stati messi a disposizione del sistema dei Confidi. Illustrando quindi il Ddl per lo sviluppo della micro, piccola e media impresa, l´assessore ha dichiarato che comprende tra l´altro azioni a favore del comparto turistico e della regolamentazione del mercato, con l´aumento della tutela delle agenzie di viaggio e la semplificazione o l´eliminazione di alcuni procedimenti che competono alle strutture ricettive. Sia alberghi che bed& breakfast faranno un maggior uso dell´autocertificazione e non dovranno più dichiarare ai Comuni prezzi minimi e massimi, prassi definita dall´assessore "anacronistica, in quanto le cifre sono riscontrabili in qualsiasi momento in internet". Il Ddl supporta l´utilizzo, in tutti i settori, di consulenti per i check up aziendali e per l´internazionalizzazione delle imprese e vi si conferma il sostegno al commercio elettronico per la promozione e la commercializzazione di prodotti e servizi. Infine si è parlato dei bandi per l´innovazione delle imprese del terziario, che dovrebbero ripartire a breve e per cui si stanno predisponendo alcune variazioni regolamentari sulla base dell´esperienza maturata sul campo negli ultimi due anni in risposta alle osservazioni deipresenti, che hanno auspicato maggior facilità di accesso ai bandi per le pimprese.  
   
   
IMPRESE E BOLLETTE: QUALI COSTI IN LOMBARDIA MILANO PIÙ COMPETITIVA PER IL PREZZO DELL’ACQUA BERGAMO E LECCO PER I RIFIUTI  
 
Milano, 19 luglio 2012 - Acqua e rifiuti solidi urbani sono tra le voci che incidono sui costi che le imprese lombarde sostengono ogni anno, secondo tariffe che sono spesso molto diverse da provincia a provincia e addirittura da Comune a Comune. Ma quanto pagano le imprese lombarde? Dipende dal tipo di attività. Oltre 4 mila euro è la cifra che in media paga un ristorante tra acqua e servizi di raccolta e smaltimento rifiuti. Va meglio ai bar che all’anno versano circa 1.800 euro. Se consideriamo solo i rifiuti sono però gli alberghi le attività che versano di più (in media circa 3.200 euro) mentre i consumi di acqua salgono soprattutto per le imprese industriali (circa 14 mila euro all’anno). Nel panorama regionale Milano è la più competitiva per il prezzo dell’acqua (in media una impresa industriale paga 4.400 euro in meno rispetto al dato medio lombardo, un ristorante 741 euro in meno, un bar 345 euro in meno e un parrucchiere 128 euro in meno) Pavia invece la provincia dove la spesa è più alta: + 57% per i parrucchieri, +45% per bar/pub, +41% per i ristoranti, +37% per le imprese industriali. Se si considera invece la raccolta e smaltimento rifiuti è Bergamo la provincia dove alberghi e supermercati pagano meno (rispettivamente 2.311 e 942 euro/anno, il 28% ed il 29,5% in meno rispetto al dato lombardo) e Lecco la più economica per ristoranti, bar e ortofrutta (rispettivamente 1.139, 476 e 453 euro/anno, il 37%, il 26% e 39% in meno rispetto alla media regionale). A Milano in media la spesa per i rifiuti è tra le più alte in regione soprattutto a causa delle tariffe applicate nei comuni dell’hinterland mentre in città la situazione si inverte: alberghi, bar e negozi di ortofrutta pagano in media rispettivamente il 19%, 13% e 4% in meno rispetto alla Lombardia. Fanno eccezione ristoranti e supermercati che pagano in media rispettivamente il 17% e il 76% in più. Sono questi alcuni dei dati che emergono dai rapporti “La spesa delle imprese lombarde per il servizio idrico” e “La spesa delle imprese lombarde per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani” realizzati dalla Camera di commercio di Milano e da Unioncamere Lombardia tramite Ref-ricerche presentati oggi in Camera di commercio di Milano. Dalla Camera di commercio di Milano uno strumento di controllo della spesa al servizio delle imprese. Sul sito http://milano.Repertoriotariffe.it/, inserendo i dati relativi al comune in cui ha sede la propria attività, al proprio consumo annuo in m3, alla categoria d’uso (per i consumi idrici) o all’attività esercitata (per i rifiuti solidi urbani) le imprese milanesi ora possono verificare quanto pagano per servizi idrici e rifiuti, confrontando le tariffe con quelle applicate negli altri Comuni della provincia. Dal sito è possibile anche scaricare i regolamenti e le delibere che regolano le tariffe applicate per ogni comune. I rapporti di ricerca - La spesa idrica in Lombardia. Tra le 5 attività economiche produttive esaminate dal rapporto “La spesa delle imprese lombarde per il servizio idrico” (imprese agricole, con un prelievo di 3.000 m3/anno, parrucchieri/barbieri, con un prelievo di 400 m3/anno, bar/pub, con un prelievo di 900 m3/anno, ristoranti/trattorie, con un prelievo di 1.800 m3/anno, imprese industriali, con un prelievo di 10.000 m3/anno), sono le attività industriali e agricole a sostenere in Lombardia le spese maggiori per i servizi idrici, in media rispettivamente circa 14 mila e 4.300 euro all’anno. Seguono ristoranti (2.500 euro), bar e pub (1.350) e parrucchieri (568 euro). Tra i capoluoghi di provincia Milano è competitiva per prezzi per tutte le tipologie di attività economica considerate, una impresa industriale spende infatti in media 4.400 all’anno in meno rispetto al dato lombardo (-31%), una agricola 1.400 euro in meno (-37,4%), un ristorante 741 euro in meno (-29%), un bar 345 euro in meno (-28%) e un parrucchiere 128 euro in meno (-24%). E se Brescia è il capoluogo dove le imprese agricole spendono di più (in media 5 mila euro all’anno, +34% rispetto alla media regionale) è Pavia la provincia dove la spesa per l’acqua è più alta per le imprese: + 57% per i parrucchieri, +45% per bar/pub, +41% per i ristoranti, +37% per le imprese industriali. In generale, comunque, il livello di spesa registrato nei Comuni capoluogo lombardi è inferiore o allineato alla media italiana, ad eccezione di qualche realtà nel caso dell’agricolo. La spesa per la raccolta e smaltimento rifiuti solidi urbani in Lombardia. Sono 5 le attività economiche produttive esaminate dal rapporto “La spesa delle imprese lombarde per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani”: alberghi, con una superficie indicativa dei locali di 1000 mq, piccoli supermercati con 200 mq di superficie, bar con 80 mq di superficie, ristoranti con 180 mq di superficie e negozi di ortofrutta con 60 mq di superficie. Il sistema della raccolta e smaltimento rifiuti in Lombardia. Tra il 2009 e il 2010 la spesa per il servizio Rsu nelle 11 Province lombarde ha evidenziato segnali al rialzo. Anche se il 45% circa dei Comuni lombardi ha lasciato invariate i corrispettivi unitari per il servizio Rsu, il 33% ha rivisto al rialzo le tariffe: in media regionale l’incremento della spesa per il servizio Rsu si è attestato per tutti i profili di attività intorno al 4% in media semplice, percentuale che scende al 3% circa una volta ponderata per la popolazione, segno che le variazioni più significative si sono registrate nei Comuni meno popolosi della regione. In media il 12% dei comuni lombardi, corrispondenti al 22% della popolazione, applica la Tia (tariffa di igiene ambientale), con punte su Milano (40% dei comuni), Mantova (26%) e Bergamo (18%), il resto è rimasto ancorato al regime Tarsu. La spesa. Per quanto riguarda i livelli medi provinciali di spesa, gli alberghi pagano da 2.63 euro/mq (Provincia di Bergamo) a 4.78 euro/mq (Provincia di Pavia), i supermercati da 5.74 euro/mq (Provincia di Bergamo) e 10.39 euro/mq (Provincia di Milano), i ristoranti tra 7.07 euro/mq (Provincia di Lecco) e 14.07 euro/mq (Provincia di Brescia), i bar da 6.88 euro/mq (Provincia di Lecco) e 10.75 euro/mq (Provincia di Brescia) e i negozi di ortofrutta da 7.06 euro/mq (Provincia di Lecco) e 17.65 euro/mq (Provincia di Brescia). In generale, tra i profili esaminati, sono gli alberghi a sostenere in Lombardia le spese maggiori per i servizi di raccolta e smaltimento rifiuti, in media circa 3.200 euro all’anno. Seguono ristoranti (1.808 euro), supermercati (1.337) piccoli negozi di ortofrutta (738 euro) e bar (646). Tra le province, Bergamo è la più conveniente per alberghi e supermercati (pagano rispettivamente 2.311 e 942 euro/anno, il 28% ed il 29,5% in meno rispetto al dato lombardo), Lecco per ristoranti, bar e ortofrutta (rispettivamente 1.139, 476 e 453 euro/anno, il 37%, il 26% e 39% in meno rispetto al dato lombardo). I comuni della provincia di Milano. La provincia di Milano registra prezzi più elevati della media regionale grazie alle diverse tariffe e agli aumenti applicati su base comunale. Considerando solo il Comune di Milano, invece, se alberghi, bar e negozi di ortofrutta pagano una spesa inferiore (rispettivamente del 19%, 13% e 4%) rispetto alla media lombarda, ristoranti e supermercati pagano in media rispettivamente il 17% e il 76% in più. Considerando gli altri comuni la spesa per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani più elevata è rilevabile a Bresso e Paullo per gli alberghi, ad Abbiategrasso per i supermercati, a Rho per i ristoranti, a Bresso per i bar e a Cesano Boscone per i negozi di ortofrutta. Pagano di meno a Cassina de’ Pecchi gli alberghi, a Gessate i supermercati e i negozi di ortofrutta, a Vanzago i ristoranti e bar. Tra i Comuni che hanno rivisto al rialzo i corrispettivi emergono quelli di Rescaldina (+20%), di Abbiategrasso (+18%), di Bussero (+14%), di Legnano (+13%). Solo 4 Comuni della provincia milanese hanno rivisto al ribasso i corrispettivi: si tratta dei Comuni di Garbagnate Milanese (-15%), di Cormano (-4%), Cusano Milanino (da –1% a –10% a seconda del tipo di attività) e di Segrate (con una contrazione di appena mezzo punto percentuale). Le variazioni medie sono state più elevate di quelle registrate sull’intera regione lombarda ma, se ponderate sulla popolazione interessata, la provincia di Milano diventa la più conveniente tra le lombarde con rialzi di circa un punto percentuale in meno dell’intero territorio lombardo. Spese idriche nelle province lombarde (Lodi esclusa)
impresa agricola spesa annua minima spesa annua max spesa annua media confronto con Lomb % confronto con Lomb valore assoluto
Lombardia 1.729 6.395 3.783 0,0% -
Bergamo 4.655 5.070 4.762 25,9% 979
Brescia 2.160 5.826 5.059 33,7% 1.276
Como 1.729 5.821 2.819 -25,5% -964
Cremona 3.821 4.269 4.232 11,9% 449
Lecco 4.065 7,5% 282
Mantova 3.857 4.649 3.920 3,6% 137
Milano 1.864 3.251 2.367 -37,4% -1.416
Monza e Brianza 2.305 3.651 2.885 -23,7% -898
Pavia 3.145 3.652 3.625 -4,2% -158
Sondrio 2.447 6.395 3.542 -6,4% -241
Varese 2.109 4.669 2.652 -29,9% -1.131
parrucchiere spesa annua minima spesa annua max spesa annua media confronto con Lomb % confronto con Lomb valore assoluto
Lombardia 258 836 524 0,0% -
Bergamo 561 568 566 8,0% 42
Brescia 277 674 587 12,0% 63
Como 258 566 393 -25,0% -131
Cremona 587 667 647 23,5% 123
Lecco 686 30,9% 162
Mantova 575 707 648 23,7% 124
Milano 282 462 396 -24,4% -128
Monza e Brianza 387 469 434 -17,2% -90
Pavia 542 836 821 56,7% 297
Sondrio 275 653 411 -21,6% -113
Varese 313 538 414 -21,0% -110
bar/pub spesa annua minima spesa annua max spesa annua media confronto con Lomb % confronto con Lomb valore assoluto
Lombardia 593 2.047 1.233 0,0% -
Bergamo 1.346 1.465 1.377 11,7% 144
Brescia 639 1.665 1.447 17,4% 214
Como 593 1.586 918 -25,5% -315
Cremona 1.334 1.539 1.487 20,6% 254
Lecco 1.544 25,2% 311
Mantova 1.305 1.654 1.543 25,1% 310
Milano 631 1.037 888 -28,0% -345
Monza e Brianza 869 1.081 979 -20,6% -254
Pavia 1.171 1.826 1.792 45,3% 559
Sondrio 679 2.047 1.039 -15,7% -194
Varese 666 1.331 973 -21,1% -260
ristorante spesa annua minima spesa annua max spesa annua media confronto con Lomb % confronto con Lomb valore assoluto
Lombardia 1.202 4.568 2.518 0,0% -
Bergamo 2.772 3.101 2.856 13,4% 338
Brescia 1.291 3.448 2.995 18,9% 477
Como 1.202 3.423 1.871 -25,7% -647
Cremona 2.743 3.110 3.003 19,3% 485
Lecco 3.088 22,6% 570
Mantova 2.619 3.357 3.154 25,3% 636
Milano 1.258 2.078 1.777 -29,4% -741
Monza e Brianza 1.742 2.182 1.963 -22,0% -555
Pavia 2.309 3.608 3.540 40,6% 1.022
Sondrio 1.358 4.568 2.182 -13,3% -336
Varese 1.317 2.764 1.984 -21,2% -534
impresa industriale spesa annua minima spesa annua max spesa annua media confronto con Lomb % confronto con Lomb valore assoluto
Lombardia 6.720 27.479 14.245 0,0% -
Bergamo 16.117 17.947 16.587 16,4% 2.342
Brescia 7.229 19.695 17.099 20,0% 2.854
Como 6.720 20.182 10.539 -26,0% -3.706
Cremona 12.161 18.570 15.877 11,5% 1.632
Lecco 17.156 20,4% 2.911
Mantova 14.595 18.878 17.830 25,2% 3.585
Milano 6.976 11.495 9.833 -31,0% -4.412
Monza e Brianza 9.627 12.219 10.887 -23,6% -3.358
Pavia 12.658 19.855 19.476 36,7% 5.231
Sondrio 7.024 27.479 12.377 -13,1% -1.868
Varese 7.253 15.798 11.365 -20,2% -2.880
Spesa annua per rifiuti solidi urbani nelle province lombarde (Lodi esclusa) al lordo delle imposte
Albergo spesa annua media confronto con Lomb in percentuale confronto con Lomb valore assoluto var in un anno – media aritmetica var % in un anno media pesata sulla popolazione
Lombardia 3.228 0,0% - 3,7 2,5
Bergamo 2.311 -28,4% -917 0,9 -1,6
Brescia 2.905 -10,0% -323 5,1 4,2
Como 2.670 -17,3% -558 3,1 1,5
Cremona 2.998 -7,1% - 230 2,1 7,8
Lecco 2.981 -7,7% -247 3 2,1
Mantova 3.042 -5,8% -186 5,1 3,5
Milano 3.508 8,7% 280 5,3 1,8
Milano città 2.622 -18,8% - 606 0,0% -
Monza e Brianza 3.833 18,7% 605 3,7 2,8
Pavia 5.193 60,9% 1.965 0,7 0,1
Sondrio 2.906 -10,0% -322 1 1,3
Varese 3.745 16,0% 517 3,8 3,4
Supermercato spesa annua media confronto con Lomb in percentuale confronto con Lomb valore assoluto var in un anno – media aritmetica var % in un anno media pesata sulla popolazione
Lombardia 1.337 0,0% - 3,8 2,7
Bergamo 942 -29,5% -395 2,7 2,5
Brescia 1.163 -13,0% -174 3,7 3,9
Como 1.337 0,0% - 2,5 1,3
Cremona 1.215 -9,1% -122 2,7 7,9
Lecco 1.139 -14,8% -198 2,7 2
Mantova 1.246 -6,8% -91 4,5 3,3
Milano 1.777 32,9% 440 4,5 1,8
Milano città 2.358 76,4% 1.021 0,0% -
Monza e Brianza 1.566 17,1% 229 5,2 3,4
Pavia 1.637 22,4% 300 0,7 0,1
Sondrio 1.020 -23,7% -317 2,7 2,1
Varese 1.425 6,6% 88 4,9 3,9
Ristorante spesa annua media confronto con Lomb in percentuale confronto con Lomb valore assoluto var in un anno – media aritmetica var % in un anno media pesata sulla popolazione
Lombardia 1.808 0,0% - 3,7 2,6
Bergamo 1.375 -23,9% -433 3,3 2,9
Brescia 2.139 18,3% 331 4,9 4,5
Como 1.762 -2,5% -46 2,5 1,3
Cremona 1.569 -13,2% -239 1,6 7,3
Lecco 1.139 -37,0% -669 2,1 1,6
Mantova 1.952 8,0% 144 3,8 2,9
Milano 2.356 30,3% 548 4,4 1,8
Milano città 2.122 17,4% 314 0,0% -
Monza e Brianza 1.761 -2,6% - 47 5 3,6
Pavia 1.559 -13,8% - 249 0,7 0,1
Sondrio 1.372 -24,1% - 436 1,9 1,5
Varese 1.653 -8,6% - 155 5,1 4,1
Bar spesa annua media confronto con Lomb in percentuale confronto con Lomb valore assoluto var in un anno – media aritmetica var % in un anno media pesata sulla popolazione
Lombardia 646 0,0% - 3,6 2,6
Bergamo 505 -21,8% - 141 2,6 2,5
Brescia 712 10,2% 66 4,8 4,5
Como 570 -11,8% - 76 2,5 1,3
Cremona 568 -12,1% - 78 1,9 7,4
Lecco 476 -26,3% - 170 1,7 1,4
Mantova 682 5,6% 36 4,3 3,2
Milano 844 30,7% 198 4,4 1,8
Milano città 561 -13,2% - 85 0,0% -
Monza e Brianza 664 2,8% 18 5,2 3,7
Pavia 642 -0,6% - 4 0,7 0,1
Sondrio 497 -23,1% - 149 2,4 1,9
Varese 624 -3,4% - 22 5,2 4,2
Ortofrutta spesa annua media confronto con Lomb in percentuale confronto con Lomb valore assoluto var in un anno – media aritmetica var % in un anno media pesata sulla popolazione
Lombardia 738 0,0% - 4,1 2,7
Bergamo 534 -27,6% - 204 3,8 3,2
Brescia 972 31,7% 234 6,7 5,2
Como 687 -6,9% - 51 2,5 1,3
Cremona 556 -24,7% -182 2,1 7,6
Lecco 453 -38,6% - 285 2,3 1,7
Mantova 773 4,7% 35 3,5 2,7
Milano 1.015 37,5% 277 4,5 1,9
Milano città 707 -4,2% - 31 0,0% -
Monza e Brianza 658 -10,8% - 80 5 3,1
Pavia 612 -17,1% - 126 0,7 0,1
Sondrio 535 -27,5% - 203 2,7 2
Varese 653 -11,5% - 85 5 3,9
 
   
   
CONFIDI. ZAIA: POLEMICHE CHE NON SERVONO.  
 
Venezia, 19 luglio 2012 - “Il dibattito che in questi giorni ha tenuto banco sulla stampa relativamente al ruolo dei Confidi fa solo che male. Non capisco che necessità ci sia di tenere toni di questo tenore, soprattutto nei confronti del ruolo di Veneto Sviluppo che non fa altro che fare quello che deve. Per di più in un momento difficile per la nostra economia. Ricordo che sono arrivate ben 32 telefonate al numero verde che abbiamo attivato per dare sostegno psicologico agli imprenditori in difficoltà”. Il presidente della Regione Luca Zaia ha voluto così ribattere, insieme all’assessore all’economia Isi Coppola, alle polemiche sollevate in questi giorni sulla stampa da alcuni consorzi di garanzia. “E comunque, da che pulpito viene la predica. Dei 35 milioni messi a disposizione dei Confidi dalla Regione, 10 milioni sono rimasti inutilizzati e, con un recente provvedimento, li abbiamo rimessi in circolo. Sarebbero questi i modelli da copiare?”. Il presidente ha fatto presente che esistono due tipologie di Confidi: I Confidi 106 che possono svolgere solo attività di rilascio di garanzie collettive dei fidi a favore dei propri soci e non sono soggetti a vigilanza della Banca d’Italia; i Confidi 107, invece, sono certificati, hanno un regime di gestione e vigilanza dei rischi simile a quello delle banche e sono sottoposti ai controlli della Banca d’Italia. “Il futuro dei Confidi – ha concluso Zaia - è la tipologia dei 107. Ormai i Confidi 106 si stanno spegnendo”. L’assessore Coppola ha fatto presente che i Confidi vigilati (107) nel Veneto sono 8, mentre per quanto riguarda l’altra tipologia (106) i consorzi di garanzia delle imprese sono in tutto 34. All’inizio di questa legislatura erano stati messi a disposizione dalla Regione 35 milioni di euro, con l’obiettivo di far compiere ai Confidi un salto di qualità sul fronte della maturità dell’operato e dell’assistenza alle imprese. Un’impostazione – ha sottolineato l’assessore – che lo stesso governo nazionale ci ha copiato, in quanto il sistema dei Confidi può rappresentare una sorta di “ammortizzatore sociale” per il bisogno delle imprese di accedere al credito. Ma i Confidi devono dimostrare di saper dare le garanzie richieste. L’assessore ha ricordato anche che finora la Regione ha assegnato dal 2008 ad oggi 127 milioni di euro, in base alla legge nazionale 48 finanziata dal Fondo Unico per le imprese successivamente tagliato, a cui vanno aggiunti 17 milioni provenienti dal sistema camerale. Ma – ha concluso l’assessore Coppola – solo con l’introduzione del regolamento “tranched cover” per Veneto Sviluppo si è invertita la marcia che vedeva fortemente sbilanciato il rapporto tra risorse che restavano a favore dei Confidi e quelle che andavano invece effettivamente alle imprese. Dai dati disponibili è emerso, infine, che alcuni Confidi hanno mostrato un’operatività nella concessione di garanzie pari a zero,  
   
   
FINLOMBARDA-CESTEC, FUSIONE PER L´EFFICIENZA  
 
Milano, 19 luglio 2012 - No alla abrogazione della Finanziaria regionale, cioè Finlombarda. Il presidente della Regione Roberto Formigoni vede questo pericolo insito nel testo del Dl 95 sulla Spending Review: la sua attuale formulazione sembra mettere a repentaglio la stessa esistenza di Finalombarda. "Stiamo dialogando con il Governo - spiega Formigoni -, perché distingua ciò che esiste all´interno delle diverse Regioni, secondo principi di efficienza ed economicità, da ciò che il Governo vuole fare per eliminare gli Enti e le Società degli Enti locali che generano una spesa inutile e inefficiente". Finlombarda del resto è l´unica società finanziaria regionale in attivo in Italia e non a caso ha chiesto di essere posta sotto controllo diretto della Banca d´Italia. Non solo. "La sua unificazione con Cestec, l´ente regionale di servizi alle piccole imprese - prosegue Formigoni - prevista dalla legge regionale - si colloca in uno scenario più ampio volto alla riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica e insieme di sviluppo di uno strumento di offerta di beni e servizi sempre più concorrenziali". Formigoni ha già invitato i presidenti di Cestec e Finlombarda predisporre il progetto di fusione, nonché lo stato patrimoniale delle due Società al 30 giugno 2012, così da consentire l´approvazione da parte dei rispettivi organi societari competenti entro la fine del prossimo mese di settembre.  
   
   
L´ORIENTE INCONTRA L´OCCIDENTE, CONGRESSO E MOSTRA SU INNOVAZIONE E IMPRENDITORIA  
 
Nicosia, 19 luglio 2012 - Un evento intitolato "L´oriente incontra l´occidente, congresso e mostra su innovazione e imprenditoria" ("East-meets-west on innovation and entrepreneurship congress and exhibition") si terrà dal 1 al 4 settembre 2012 a Nicosia, Cipro. Organizzata dall´Ufficio europeo di Cipro, la conferenza è un evento della durata di quattro giorni al fine di creare contatti e partenariati. Il congresso cercherà di sfruttare le potenzialità dell´imprenditoria per trasferire idee innovative in prodotti e servizi promuovendo allo stesso tempo la collaborazione internazionale tra Est e Ovest. Servirà anche come strumento per superare i limiti nazionali in termini di conoscenze, risorse finanziarie, tecnologia e servizi. Questo congresso ha lo scopo di migliorare i legami tra le comunità scientifiche e degli affari, promuovere l´investimento del settore privato sulla scienza, l´innovazione e lo sviluppo imprenditoriale e incoraggiare le Pmi e gli scienziati a sfruttare le risorse di conoscenza mondiali e migliorare i meccanismi di finanziamento all´innovazione. La conferenza riunirà fautori delle politiche, ricercatori, rappresentanti dell´industria e utenti finali. Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Eastmeetswest.eu.com/    
   
   
POLEMICHE CONFIDI VENETO: LE COSE SONO CAMBIATE. IN MEGLIO  
 
Venezia, 19 luglio 2012 - “Francamente la chiamata a raccolta, oserei dire, la ‘new-company basata sul franchising dei rimestatori’, è quanto di più patetico il Veneto tutto oggi possa vedere e leggere da chi vorrebbe stare sul pulpito dell’economia e impartire lezioni a destra e a manca, non importa l’obiettivo, importante è credere di avere una visibilità come quella di Pierino quando grida ‘al lupo’ che non c’è”. L’affermazione è dell’assessore regionale all’economia, Isi Coppola, in riferimento alle polemiche sui Confidi. “Peraltro i fili del burattinaio penzolano da ogni lato – prosegue l’assessore – e sono ormai consunti e sporchi dall’inutilità del tempo e dell’azione che ancora si illude di poter gestire. A buon intenditor poche parole, ma che tutto ciò si aggiri nella provincia di Treviso, non è certo un caso. Era ovvio e prevedibilissimo che le alzate di scudi arrivassero proprio da quelli che si sono sentiti toccati dai dati, non da interpretazioni, che assieme al Presidente Zaia ho fornito sull’impiego delle risorse dei Confidi: come dire che la coda di paglia ha preso fuoco”. “Tuttavia – aggiunge Coppola – per dovere e per amore di tutto quel grande Veneto che non molla e tira dritto pensando a come chiudere i conti, non posso ribadire che alcuni chiari concetti che guidano l’azione politica della Regione. Le risorse disponibili, certo sempre minori, vanno razionalizzate, magari in maniera innovativa, allo scopo di farle arrivare tutte, e sottolineo tutte, ai beneficiari che abbiamo individuato: le aziende, le imprese, le attività produttive, il nostro Veneto, con i suoi giovani, le sue donne, il suo straordinario capitale umano di competenze e di valori solidali. Oggi, e i dati che ho riportato in materia di gestione delle risorse affidate ai Confidi e a quelle assegnate alla legge regionale 48 del 1993 – cioè tre ere geologiche fa – lo dimostrano. Si evidenzia la necessità di intervenire per evitare rivoli di sprechi, sinecure, assurde rendite di posizione, dispersioni che rendono un cattivo servizio proprio a quelle aziende che tutti, a parole, dicono di rappresentare”. “E poi, mi si permetta di dire: ma come si fa a difendere la bontà di una legge del 1993? – evidenzia l’assessore regionale –. Sono passati quasi 20 anni. Per carità, ci sono regi decreti ancora validissimi, ma il mondo dell’economia, i bisogni delle aziende, le sofferenze del credito, i rapporti con la politica, tutto è radicalmente cambiato. E a chi si sbraccia dicendo che sono risorse per le aziende, rispondo con disarmante semplicità che 500 euro o, nella migliore delle ipotesi, 1.500 euro, non risanano nessuna sorte di azienda e, ribadisco con quasi arroganza, però, che tengono molto alto il bilancio dei Confidi. Quegli stessi Confidi che hanno ognuno un presidente e un consiglio. Del resto una Presidenza non si nega a nessuno in Italia. Ma non parliamo di volontariato, questo no. E forse con una punta di vergogna, anche questo va ricordato”. “Rifiuto di commentare la ridda di considerazioni – continua l’assessore – che si sono sentite da vari rappresentanti, per lo più provinciali di talune associazioni di categoria, concentrati in un ambito geografico circoscritto: talune avventate, altre molto ardite, quando si avventurano sul terreno delle politiche economiche che si dovrebbero adottare, altre interpretate a proprio uso e consumo per decidere i destini delle risorse economiche regionali, altre ancora pedanti sino allo sfinimento per giustificare quello che ai più sembra arabo, perché 107 e 106 sono numeri buoni manco per giocare al lotto. Torno a ribadire un concetto semplice: la Regione del Veneto sta rivedendo e riorganizzando politiche e risorse per renderle adeguate ai tempi difficili che stiamo vivendo; il tessuto economico e produttivo è in difficoltà e sta a sua volta ricercando la via per il rilancio. La ripresa, quando arriverà, ci dovrà trovare pronti alle nuove sfide, ai nuovi mercati, ai nuovi consumatori, esigenti, preparati, quasi rivoluzionati da questa crisi che, per fortuna, costringe tutti, ma proprio tutti, a rivedere i propri ruoli”. “Non può essere – precisa Coppola – che a condurre le battaglie di retroguardia per mantenere posizioni indifendibili siano rimaste le associazioni di categoria e i loro organismi, come alcuni rappresentanti locali lascerebbero credere. E tanto meno possiamo far passare il messaggio agli imprenditori che perdiamo il nostro tempo per rispondere a idiozie che hanno solo la maschera dell’orticello. Io dico che non possiamo permettercelo e che non perderò altro tempo”. “Proprio per questo – prosegue l’assessore – siamo seduti allo stesso tavolo con quei soggetti regionali che si dimostrano molto più sensibili alla necessità di innovare prassi e condividere nuovi percorsi per raggiungere quello che è comunque l’obiettivo comune di tutti noi: il sostegno non clientelare alle aziende, ai lavoratori, alle loro famiglie”. “L’aria è cambiata – conclude l’assessore Coppola –. Forse qualcuno ancora non si rassegna del fatto che la direzione regionale artigianato sia stata riorganizzata e non sia più diretta da un dipendente di Confartigianato. Mi spiace, ma la polvere sotto il tappeto ora non c’è più. O meglio, stiamo ancora tirando fuori tutta quella messa negli ultimi anni. E con questo mi taccio, per carità cristiana, e rivolgo l’ultimo pensiero a chi, evidentemente, ha grande bisogno di ripetizioni su imprenditoria femminile e giovanile. Studiare, capire, chiedere e ancora studiare, forse servirebbe a non dire sciocchezze e imprecisioni, specie a chi, e anche qui i dati sono inconfutabili, ha stravolto l’uso delle risorse per questi due settori e in maniera semplice e riconosciuta ha dato l’opportunità a quasi 750 imprese all’anno di partire o ristrutturare o subentrare o rinnovare: sono tutti giovani e donne. Resto comunque a disposizione per un corso accelerato di uso di questi fondi. Cari amici, è l’ultima volta che mi preoccupo di rispondervi. Non abbiamo più tempo per le polemiche e noi siamo abituati a lavorare”.  
   
   
EURALLUMINA, AL MISE INCONTRO SUL FUTURO DELLO STABILIMENTO  
 
 Roma, 19 luglio 2012 - Il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e il Sottosegretario Claudio De Vincenti hanno incontrato, nella sede del Mise, i vertici di Rusal, l’azionista di Eurallumina. Alla riunione hanno preso parte anche l’Assessore alle Attività Produttive della Regione Sardegna Alessandra Zedda e il Presidente della Provincia del Sulcis Iglesiente Salvatore Cerchi. Nel corso del colloquio è stato affrontato, con spirito costruttivo, il tema del futuro dello stabilimento. In accordo con Regione e Provincia, il Ministero dello Sviluppo Economico ha convocato per il 1° agosto una nuova riunione del tavolo.  
   
   
AUSTRIA, AZIENDA DETERSIVI ECOLOGICI IN ESPANSIONE  
 
Vienna, 18 luglio 2012 - Claro, l´azienda chimica dell´Alta Austria, produttrice di detersivi, pastiglie e sale per lavastoviglie, è in costante espansione nei paesi limitrofi, ma soprattutto in Germania, dove il mercato offre maggiori opportunità. Infatti, il 73 pc dei nuclei casalinghi tedeschi, un target importante, possiede una lavastoviglie (in Austria sono il 70 pc). Il gruppo Claro è riuscito a sfondare nel mercato di settore grazie alla linea ecologica, ovvero di prodotti privi di fosfato. Oggigiorno, infatti, tali prodotti sono spesso considerati come un "must have". L´azienda occupa 45 addetti e nel 2011 ha fatturato 16 milioni di euro. Il 45 pc degli affari proviene dalla produzione di marchi propri delle catene Rewe e Spar, che non seguono però la stessa linea ecologica. In ogni caso, lo scopo ultimo è quello di concentrarsi sul marchio Claro. Attualmente il gruppo pensa di espandere anche verso la Polonia. Per quest´anno si prevede un fatturato di 21 milioni di euro.  
   
   
PUGLIA: BOCCIATURA EMENDAMENTO SALVA-POLO MOBILE IMBOTTITO  
 
Bari, 19 luglio 2012 - “Profondo sconcerto di fronte all’ennesimo atto di disinteresse verso il polo murgiano del mobile imbottito”. L’ha espresso la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone dopo la bocciatura di un emendamento al decreto Sviluppo che avrebbe potuto aiutare il polo a risollevarsi. L’emendamento, considerato inammissibile dalle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera dei Deputati, sosteneva il comparto del mobile imbottito attraverso il finanziamento, con 40 milioni, di euro dell’Accordo di Programma in corso di definizione presso il Ministero dello Sviluppo economico. “Esprimo profondo sconcerto – ha detto la vicepresidente – di fronte all’ennesima dimostrazione del disinteresse nei confronti del Mezzogiorno e dei distretti meridionali”. “Stiamo parlando – ha aggiunto – di un comparto che ha sostenuto per anni l’export italiano. Il polo murgiano viene sistematicamente maltrattato dai vari governi che si succedono i quali, invece, mostrano atteggiamenti ben diversi nei confronti di altri distretti”. “Noi, tuttavia – ha aggiunto la vicepresidente – non ci arrendiamo. Andremo avanti con determinazione, ma non possiamo nascondere la nostra preoccupazione”. Il 27 luglio a Roma si svolgerà l’incontro presso il ministero dello Sviluppo economico anche alla presenza del ministro del Lavoro e di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d´impresa. In questo incontro verranno trattati i problemi relativi agli ammortizzatori sociali e saranno definiti con apposita intesa sottoscritta modalità e tempi per l’elaborazione di un progetto di riconversione e riqualificazione dell’area murgiana, coerente con il decreto Sviluppo. “Faremo ogni sforzo possibile – ha concluso Loredana Capone – per arrivare presto alla definizione di un nuovo accordo”. Questo il testo dell’emendamento bocciato dalle Commissioni: “All’articolo 23, dopo il comma 10, aggiungere il seguente: 10-bis. A valere sulle risorse di cui al presente articolo, 40 milioni di euro sono riassegnati per il finanziamento dell’Accordo di programma in corso di definizione presso il Ministero dello Sviluppo economico, conseguente all’Intesa interistituzionale sottoscritta il 19 marzo 2006, per il consolidamento del comparto industriale del Mobile Imbottito dell’Area Murgiana”.  
   
   
BERGAMO- VOUCHER PER RICERCA E INNOVAZIONE E PROCESSI DI BREVETTAZIONE  
 
Bergamo, 19 luglio 2012 - La Camera di Commercio di Bergamo informa che è aperto il bando per la concessione di Voucher per servizi di ricerca e innovazione e contributi per i processi di brevettazione. L’iniziativa prevede l’assegnazione di un buono nominativo e non trasferibile (da un minimo di € 2.000,00 a un massimo di € 15.000,00 con riferimento al tipo di azione) per l’acquisto di servizi per la ricerca e l’innovazione, per l’ottenimento di una rete informatica sicura o per l’inserimento di capitale umano qualificato in azienda, oltre a un contributo per le spese sostenute per l’acquisizione di uno o più brevetti o modelli europei o internazionali. Le imprese devono presentare la domanda di voucher obbligatoriamente in forma telematica utilizzando esclusivamente la modulistica che sarà disponibile su www.Bandimpreselombarde.it  nel seguente periodo: dalle ore 12,00 di martedì 11 settembre 2012 fino a esaurimento del fondo e, comunque, entro e non oltre le ore 12,00 di giovedì 28 febbraio 2013. Possono partecipare al bando le micro, piccole e medie imprese aventi sede o unità locale iscritta presso il Registro imprese o Rea di una delle Camere di commercio della Lombardia, attive e in regola con il pagamento del diritto annuale camerale, che non si trovino in stato di fallimento, di liquidazione (anche volontaria), di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente. Devono inoltre avere assolto gli obblighi contributivi ed essere in regola con le normative sulla salute e sicurezza sul lavoro di cui al D.lgs. N. 81/2008 e successive modificazioni e integrazioni e non trovarsi in nessuna delle situazioni ostative relative agli aiuti di Stato dichiarati incompatibili dalla Commissione europea.  
   
   
ASSEGNATI FINANZIAMENTI ARTIGIANCASSA A 450 IMPRESE LIGURI LIGURIA AL TERZO POSTO, TRA LE REGIONI ITALIANE, PER COSTO DEL DENARO PER LE PICCOLE IMPRESE  
 
 Genova, 19 Luglio 2012 - Ammontano a 449 le imprese artigiane selezionate che potranno beneficiare di 1,3 milioni di euro di finanziamenti regionali, gestiti da Artigiancassa, che serviranno per dare avvio a nuovi investimenti. Lo hanno comunicato oggi l’assessore regionale allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli e il direttore di Artigiancassa Roberto Genovese, insieme alle associazioni di categoria, Confartigianato e Cna. Si tratta di agevolazioni al credito che le imprese artigiane hanno potuto ottenere rivolgendosi a tutte le banche, attraverso misure di abbattimento del tasso di interesse che potranno attivare 25 milioni di euro di investimenti. “In un momento così difficile come l’attuale dominato da una forte carenza di risorse – ha detto l’assessore regionale allo sviluppo economico Renzo Guccinelli – la Regione Liguria ha riavviato l’operatività delle agevolazioni a favore delle piccole imprese artigiane a cui stanno già liquidando le somme”. Per la prima volta sarà Artigiancassa a erogare direttamente il contributo alle imprese beneficiarie, mettendo in atto una semplificazione amministrativa rispetto al passato, evitando così il precedente passaggio di intermediazione bancaria e riducendo gli oneri indiretti delle imprese. I finanziamenti serviranno alle imprese per effettuare investimenti o all’acquisto di scorte, attrezzature o immobili. A questa prima fase che raccoglie le domande delle aziende fino a maggio, ne seguirà una seconda, a partire dal 26 luglio, per mettere a disposizione ulteriori 2 milioni di euro. “Questo intervento – continua Guccinelli – vuole essere una risposta alle esigenze di sostegno provenienti dalle attività artigiane in una situazione segnata da una difficoltà nei pagamenti e da problematiche di liquidità delle imprese”. Un aiuto soprattutto per le piccole imprese artigiane che in Liguria pagano un tasso di interesse bancario del 9,87%, risultando al terzo posto in Italia dopo Calabria e Campania, perché minore è la loro capacità di contrattazione con le banche. “E’ in Liguria infatti – ha sottolineato Luca Costi, segretario Confartigianato Liguria – lo spread più alto d’Italia tra piccole e grandi imprese. Secondo i dati della Banca d’Italia elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato, le piccole imprese liguri con meno di 20 addetti pagano tassi d’interesse maggiori (9,85%) rispetto a quelle medio-grandi (6,59%) e il differenziale tra i due valori raggiunge così quota 326 punti base, lo spread più alto d’Italia”.  
   
   
UNIONCAMERE MOLISE: IN CALO LE ASSUNZIONI NEL III TRIMESTRE  
 
Campobasso, 19 luglio 2012 - Cuochi, camerieri e professioni simili, Operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, Commessi e altro personale qualificato nelle attività commerciali, Operai specializzati e conduttori di impianti nell´industria alimentare, Operai metalmeccanici ed elettromeccanici, Personale di segreteria e servizi generali, Professioni operative dei servizi alle persone e di sicurezza sono le figure professionali più richieste tra luglio e settembre 2012. In termini assoluti, Cuochi, camerieri e le altre professioni dei servizi turistici risultano ancora una volta i più ricercati, sebbene anche per queste professioni si profili un rallentamento della domanda rispetto al Ii trimestre 2012, verosimilmente spiegabile con l’inizio della stagione turistica nel trimestre precedente, quando viene di conseguenza effettuata gran parte delle assunzioni. Le difficoltà di reperimento riguarderanno il 16% delle assunzioni totali; quelle più marcate vengono segnalate nel settore del turismo e della ristorazione (50%). La fotografia scattata dalla consueta indagine trimestrale del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, delinea comunque un’ulteriore riduzione delle assunzioni previste per il Iii trimestre dell’anno: 580 i posti di lavoro messi a disposizione dalle imprese (la metà di quelle che erano state previste nel 3° trimestre del 2011 e 300 in meno rispetto al Ii trimestre 2012), di cui 380 non stagionali e quasi 200 stagionali, con un tasso di entrata di poco superiore a 14 assunzioni ogni 1.000 dipendenti. Questo valore si discosta di poco dalla media nazionale ma risulta molto più basso di quello che si rileva complessivamente nel Sud e nelle Isole (20,6 assunzioni per 1.000 dipendenti) e colloca in questo trimestre il Molise in 12° posizione fra le regioni italiane nella graduatoria dei tassi di ingresso (la prima è la Valle d´Aosta con il 37,7 per 1.000, l´ultima è la Lombardia con l´8,9). Questa minore intensità della domanda di lavoro del Molise rispetto alle altre aree del Mezzogiorno è determinata da un minore rilievo delle assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale. Queste sono poco più di un terzo delle assunzioni totali previste nella regione (contro più del 50% in media nel Sud e Isole) e risultano in forte diminuzione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Anche le assunzioni "non stagionali" vedono una contrazione, seppur più contenuta. Secondo la classe dimensionale delle imprese, le assunzioni programmate in Molise per il 3° trimestre 2012 si ripartiranno per circa due terzi in imprese con meno di 50 dipendenti e per circa un terzo in aziende di maggiori dimensioni. Questa distribuzione riflette il rilevante peso delle imprese di piccola dimensione nel sistema produttivo regionale. Dal punto di vista territoriale, oltre il 71% delle assunzioni programmate in Molise (410 unità) si concentrerà in provincia di Campobasso, mentre quella di Isernia assorbirà il restante 29% (170 unità). Questa ripartizione riflette non soltanto la maggior ampiezza del sistema produttivo della provincia di Campobasso, ma anche i diversi tassi di ingresso previsti nelle due aree, molto più elevati nel capoluogo di regione, dove raggiungono il 14,6 per 1.000, contro il 13,2 per 1.000 di Isernia. Sotto l´aspetto della distribuzione settoriale, le 580 assunzioni previste in Molise nel 3° trimestre 2012 si ripartiranno in misura uguale fra industria (costruzioni comprese) e servizi. Tra i comparti industriali si prevedono circa 100 assunzioni nelle costruzioni, circa 90 nelle industrie alimentari e una quarantina nella metalmeccanica. Nei servizi le assunzioni si concentreranno soprattutto nel turismo e nella ristorazione (130 unità, pari al 22% del totale regionale) e nel commercio (70 unità e 13%). Dal punto di vista contrattuale, nel 3° trimestre 2012 le assunzioni “stabili”, cioè a tempo indeterminato, previste dalle imprese del Molise saranno pari a circa 160 unità, vale a dire il 28% del totale, quota ampiamente superiore alla media del Mezzogiorno (17%) e a quella nazionale (20%). Anche in Molise, come nel resto del Paese, la maggioranza assoluta delle assunzioni continuerà però ad aver luogo con un contratto a tempo determinato (sia esso stagionale o di altro tipo) che sarà proposto a 340 lavoratori, pari al 58% degli assunti totali previsti nel trimestre. In poco più del 60% dei casi, queste assunzioni a tempo determinato saranno destinate a soddisfare esigenze produttive di carattere stagionale, mentre le restanti saranno effettuate per coprire altre esigenze di breve periodo, quali picchi di attività (20%), sostituzione di personale assente (6%) e periodi di prova in vista di nuove assunzioni (14%). La quota delle altre tipologie contrattuali (apprendistato, inserimento e altre) non supera invece il 14% del totale. Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, le due province evidenziano comportamenti piuttosto diversi: a Campobasso le assunzioni "stabili", ossia a tempo indeterminato, saranno il 30% del totale, mentre a Isernia saranno il 21%. Per quanto riguarda i profili richiesti dalle imprese molisane, circa il 7% delle 580 assunzioni programmate dalle imprese nel 3° trimestre 2012 riguarderà profili "high-skill", ossia dirigenti, specialisti e tecnici. Questa quota è più bassa della media del Mezzogiorno (11%) e dell´intero Paese (15%). Tra le altre professioni, l´insieme più numeroso è quello degli operai specializzati e conduttori di macchinari (200assunzioni, per una quota pari al 34% del totale regionale), seguiti da vicino dalle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (190 unità, il 33%). Giovani: il 38% delle entrate è per loro. Nell’indagine relativa al 3° trimestre 2012 le imprese del Molise hanno dichiarato di “riservare” ai giovani fino a 29 anni il 38% delle assunzioni programmate, valore superiore sia alla media delle altre regioni del Sud (33%) sia rispetto alla media nazionale(32,7%). Per un ulteriore 13% le imprese molisane ritengono preferibile personale di età superiore e per il restante 49% non considerano importante l’età dei candidati. Rispetto al 2° trimestre 2012 aumenta sia la quota di assunzioni programmate per giovani fino a 29 anni (circa 2 punti percentuali in più), sia la quota di assunzioni senza preferenza di età (circa 5 punti in più), mentre diminuisce la quota destinata ai maggiori di 29 anni (circa 7 punti percentuali in meno). Nel trimestre in esame, i settori più disponibili all’inserimento di personale “under 30” sono il turismo-ristorazione e il commercio, con circa due terzi delle assunzioni rivolte a questi giovani. Al contrario, i settori meno “interessati” a candidati giovani sono le industrie alimentari, le costruzioni e i servizi avanzati e operativi. Dal punto di vista delle professioni, quelle a maggiore richiesta di giovani sono gli operai metalmeccanici ed elettronici e quelle dei cuochi, camerieri e profili simili. Donne: circa il 20% potranno essere assunzioni “al femminile” - Dal punto di vista delle preferenze di genere, la quota delle assunzioni di personale femminile espressa dalle imprese molisane in questo trimestre è pari al 19,9%, percentuale superiore alla media del Mezzogiorno (18,2%), ma inferiore alla media nazionale (21,4%). Circa il 44% potrebbe essere destinato a personale maschile mentre circa il 36% delle imprese intervistate non ha espresso preferenza di sesso. Rispetto al trimestre scorso, le previsioni di assunzioni in rosa risultano in aumento di circa 6 punti, segno questo che le modifiche delle caratteristiche della domanda di lavoro hanno quindi inciso in una certa misura sulla ripartizione per età e genere delle assunzioni. I settori più orientati all’inserimento di personale femminile sono i servizi alle persone e “gli altri servizi”, dove queste potrebbero rappresentare la totalità delle assunzioni.  
   
   
MANTOVA, I PROGRAMMI OCCUPAZIONALI DELLE IMPRESE PER IL III TRIMESTRE  
 
Mantova, 19 luglio 2012 - Il Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova rende noti i risultati dell’indagine Excelsior relativi alle assunzioni programmate per il terzo trimestre del 2012 nella provincia di Mantova. Complessivamente, tra giugno e settembre 2012, le assunzioni previste dalle imprese mantovane manifatturiere e dei servizi (sono escluse dal campione Agricoltura e Pubblica Amministrazione) ammontano a 780 unità, con una contrazione del 20% circa rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Le assunzioni, quindi, risultano 8,2 ogni 1.000 dipendenti presenti nelle imprese, a fronte delle 8,9 della Lombardia e delle 13,8 dell’Italia. Considerando le province lombarde, il tasso di entrata previsto a Mantova si colloca in posizione intermedia, con una differenza notevole rispetto al valore più alto (Sondrio con 28,9). Delle 780 assunzioni previste, il 28% sarà di tipo stagionale, valore influenzato sia dall’avvio della stagione turistica sia dalla debolezza della domanda condizionata dall’andamento del ciclo economico. Circa il 61% delle assunzioni previste nel periodo estivo avverrà con un contratto a tempo determinato. Di queste, il 46% avrà carattere stagionale, il 25% sarà finalizzato alla copertura di picchi di attività, il 18% sarà rivolto alla sostituzione di dipendenti temporaneamente assenti e l’11% sarà legato a periodi di prova per l’inserimento di nuovo personale. Le assunzioni a tempo indeterminato, invece, dovrebbero attestarsi al 29%, coerentemente con quanto si riscontra a livello regionale, ma superiore al dato nazionale (20%). Il restante 10% riguarda contratti di apprendistato o di altro tipo. Sono soprattutto i servizi a concentrare il maggior numero di assunzioni programmate nel terzo trimestre (68%), in particolare i servizi alle persone (21%), il commercio (11%), i servizi avanzati e finanziari (9%) e il settore del turismo (9%). L’industria, invece, raccoglie il restante 32%; fra le imprese industriali i numeri più consistenti sono nel comparto metalmeccanico-elettronico (11% del totale) e in quello del “sistema moda” (10%). Dal punto di vista del profilo professionale, i nuovi inserimenti mostrano una prevalenza delle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (33%), seguiti dagli operai specializzati e conduttori di macchinari (24%); i profili “high skill” (dirigenti, specialisti e tecnici) rappresentano il 20%, mentre le professioni impiegatizie e i profili generici raccolgono rispettivamente il 12% e l’11%. Le professioni più richieste nella provincia di Mantova sono figure tipiche del terziario: commessi e personale qualificato nelle vendite, personale di segreteria e servizi generali e cuochi, camerieri e professioni simili. Seguono gli operai metalmeccanici ed elettromeccanici e i conduttori di mezzi di trasporto e di macchinari mobili. Circa il 27% delle assunzioni totali risulta di difficile reperimento, un valore superiore rispetto alla media regionale (16%) e a quella nazionale (14%). I problemi nel trovare personale sono legati soprattutto alla all’inadeguatezza in termini di competenze e di esperienza possedute (16%) e alla scarsità di candidati disponibili a ricoprire la posizione richiesta (11%). Le difficoltà più marcate, segnalate dalle aziende nella fase di ricerca della figura richiesta, riguardano, nel 30% dei casi, i servizi e nel 19% l’industria: sono soprattutto il comparto del turismo e della ristorazione (66%), della metalmeccanica ed elettronica (38%), dei servizi alle persone (23%) e del commercio (16%) a segnalare le problematiche maggiori. Per quasi la metà dei nuovi inserimenti (46%), le aziende richiedono un’esperienza di lavoro, nella professione o nello stesso settore; nel 26% dei casi, inoltre, viene richiesta una generica esperienza di lavoro. Valori superiori alla media riguardano i servizi alle persone, l’industria metalmeccanica ed elettronica e il commercio. Per il 58% delle assunzioni non stagionali viene richiesto un titolo di studio superiore (diploma o laurea), per il 15% una qualifica professionale e per il restante 27% non viene richiesta alcuna formazione specifica. La quota di diplomati e laureati risulta inferiore rispetto alla media regionale (64%), ma superiore rispetto a quella nazionale (54%). Nel periodo estivo, le imprese mantovane ritengono le donne più adatte a esercitare le professioni richieste solo nel 17% dei casi, quasi esclusivamente nel settore dei servizi alle persone (operatrici socio assistenziali, insegnanti e addette alla segreteria). Per circa il 45% delle assunzioni, inoltre, le imprese mantovane prevedono di assumere giovani al di sotto dei 30 anni, soprattutto nelle attività relative alla segreteria e ai servizi generali, a quelle dei commessi e del personale di vendita, ma anche come operai metalmeccanici. Come nei trimestri precedenti, va, tuttavia, sottolineato che, in sede di intervista, una quota rilevante di imprese ha dichiarato indifferente l’età e il sesso della figura ricercata. Le opportunità di queste categorie sono, quindi, destinate a salire ulteriormente. Per concludere, una parte delle assunzioni programmate nel periodo estivo, è destinata a personale immigrato, soprattutto nei settori dei servizi alle persone e in quelli avanzati e finanziari. Nel corso del 2012, tuttavia, la propensione delle imprese mantovane all’inserimento di personale immigrato, si è attenuata: nel terzo trimestre 2011 era stato prevista una quota del 21% del totale, mentre nello stesso periodo del 2012 tale quota si riduce al 13%.