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Notiziario Marketpress di
Venerdì 30 Novembre 2012 |
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MILANO (MUSEO DIOCESANO): MOSTRA LE CERAMICHE DI ANTONIA CAMPI -DAL 4 DICEMBRE 2012 AL 6 GENNAIO 2013 |
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In occasione del suo novantunesimo compleanno, dal 4 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013, il Museo Diocesano di Milano ospita l’antologica che ripercorrerà oltre sessant’anni di carriera di Antonia Campi (Sondrio, 1921), una delle protagoniste del design italiano del Novecento. Curata da Anty Pansera, Mariateresa Chirico e Paolo Biscottini, prodotta dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, l’esposizione ripercorre oltre sessant’anni di carriera, mettendo in luce la passione e la capacità della designer nello scegliere, impastare e plasmare le argille con cui crea e anima le sue opere. Il periodo indagato va dai primi lavori degli anni Cinquanta a quelli più recenti, nati dalla collaborazione con Antonella Ravagli, (Antò la loro firma congiunta), con la quale ha realizzato per Montecitorio un grande pannello in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, con Elica (Elisabetta Bovina e Carlo Pastore) e con Alfredo Gioventù e Daniela Mangini. Artista e scultrice per formazione, Antonia Campi, altresì chiamata ‘Neto’, è approdata al design attraverso la Società Ceramica Italiana di Laveno, dove era entrata come operaia nel 1947 e di cui divenne direttore artistico negli anni Sessanta. Nella manifattura all’epoca diretta da Guido Andlovitz, la Campi era entrata, giovanissima, dopo aver frequentato il Collegio delle Fanciulle e i corsi dell´Accademia di Brera, dove si è diplomata in scultura con Francesco Messina. Succeduta nel 1962 a Guido Andlovitz nella direzione della Società Ceramica Italiana, dal 1971 dirige il Centro Artistico unificato della Società Ceramica Italiana e della Richard - Ginori e in seguito il Centro Design della Pozzi - Ginori. In questo ruolo assume il compito di seguire l´intera produzione dell´azienda, dai servizi da tè e caffè, vasi, piatti, soprammobili ai sanitari e alla rubinetteria. Con lei, anche il bagno diventa uno spazio da vivere e non solo da utilizzare. Ecco i sanitari che sembrano creature dei boschi, che vivono di colori e forme nuove, che abbandonano quel rigore che li caratterizzava. Nel 2011 è stata insignita del Compasso d’Oro alla carriera, dopo esservi già stata segnalata nel 1956 per il progetto di utensili ancora oggi esposti al Moma di New York. Antonia Campi si è dedicata alla progettazione in svariati settori, dai sanitari e piastrelle agli oggetti d’uso quotidiano, dalle porcellane artistiche alla sperimentazione di gioielli, riuscendo a reinterpretare in chiave originale il quotidiano e proporre oggetti in uso da sempre come vere e proprie sculture, cariche di una valenza estetica ben definita. Poi l’attenzione ai colori, vivaci e brillanti, in particolare con le celebri creazioni in bianco e nero dove i due toni divengono fantasmagoria di geometrie. Operando soprattutto con la terraglia forte, ma anche con la porcellana, Antonia Campi crea per la Società Ceramica Italiana originalissimi pezzi che confluiscono in tre collezioni: gli Articoli Fantasia, le Serie limitate e i Pezzi unici, con un continuo passaggio da un settore all’altro a segnalare, da un lato, un’inesauribile forza creativa, dall’altro la necessità di soddisfare anche le esigenze produttive e le richieste commerciali dell’azienda, istanze cui la designer è sempre stata molto sensibile e che spiegano come alcune forme modernissime, proposte con smalti e accostamenti accesi e insoliti, siano anche presentate con decori di aspetto più convenzionale e “rassicurante”, più facilmente accettabile da un pubblico di gusto tradizionale. Senza ripudiare il design, ovvero la creatività messa a servizio dell’utilità, la Campi si cimenta con la scultura, raggiungendo esiti di assoluto interesse, sempre fedele ai “suoi” materiali. A novant’anni, Neto continua a lavorare, creando opere sempre più personali, ad indicare una creatività sempre più libera, ariosa, felice. Non più legata alla produzione di oggetti d’uso, progettazione che l’ha coinvolta lungo tutta la carriera professionale, sciolta da ogni vincolo e necessità, “gioca” con l’argilla, che plasma con superba maestria e che piega in realizzazioni continuamente nuove. Catalogo in mostra. Info: Le Ceramiche Di Antonia Campi. Geometrie impossibili - Milano, Museo Diocesano, Corso di Porta Ticinese, 95 - 4 dicembre 2012 / 6 gennaio 2013 - info.Biglietteria@museodiocesano.it - www.Museodiocesano.it |
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MILANO (WOW SPAZIO FUMETTO, MUSEO DEL FUMETTO DI MILANO, VIALE CAMPANIA, 12, MILANO): WAGNER A STRISCE - L’IMMAGINARIO WAGNERIANO RACCONTATO A FUMETTI E CARTONI ANIMATI DA PAPERINO A CAPITAN HARLOCK - 30 NOVEMBRE 2012 / 6 GENNAIO 2013
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Mostra-evento in occasione dell’inaugurazione della Stagione Lirica 2012/2013 del Teatro alla Scala e del Bicentenario wagneriano Venerdì 7 dicembre 2012 trasmissione in diretta dal Teatro alla Scala di Lohengrin, opera inaugurale della Stagione Lirica 2012/2013 ingresso libero su prenotazione Info: 02 49524744 - www.Museowow.it - http://wagnerastrisce.Blogspot.it Orario mostra: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00. – Ingresso libero In occasione delle celebrazioni per il Bicentenario della nascita di Richard Wagner, e la messa in scena di Lohengrin per l’inaugurazione della stagione lirica del Teatro alla Scala, dal 30 novembre al 6 gennaio Wow Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano ospita l’evento Wagner A Strisce, una mostra decisamente originale dedicata all’immaginario wagneriano così come l’hanno raccontato, parodiato, reinventato e celebrato i fumetti e il cinema d’animazione. Un viaggio lungo più di un secolo: si parte dalle mitiche figurine Liebig che hanno portato i personaggi wagneriani nelle case di tutta Italia tra fine Ottocento e inizio Novecento fino al film d’animazione Siegfried, realizzato dal giovane Alex Alice e ancora in preparazione in Francia. Non mancheranno ovviamente le riduzioni a fumetti delle opere wagneriane comparse sulle più importanti testate per ragazzi, come L’audace del 1938 e L’avventuroso del 1942, le simpaticissime parodie Disney, la strepitosa versione a cartoni animati de La Valchiria con Bugs Bunny, fino all’anime giapponese con Capitan Harlock immerso nelle musiche del Ring wagneriano. Due gli autori a confronto con l’esposizione di opere originali: il grande Carlo Jacono, storico autore delle copertine dei Gialli Mondadori che ha illustrato la vita di Wagner, e lo statunitense Philip Craig Russell, autore Marvel e Dc, con tavole dei suoi stupendi albi L’anello dei Nibelunghi e Parsifal. Venerdì 7 dicembre la mostra ospiterà la proiezione in diretta dal Teatro alla Scala di Lohengrin di Richard Wagner, opera inaugurale della Stagione Lirica 2012/2013 (ingresso gratuito su prenotazione). Alle ore 16.00 si terrà la visita guidata alla mostra, seguita da una breve introduzione all’opera e quindi, alle ore 17.00, via libera alla musica wagneriana! La mostra, a cura di Enrico Ercole, è realizzata da Wow Spazio Fumetto in collaborazione con il Comune di Milano e il Consiglio di Zona4, con il patrocinio dell’Associazione Wagneriana di Milano e con il sostegno di Uniqa Assicurazioni. Ovviamente l’anno prossimo, in occasione del Bicentenario verdiano, sarà Verdi A Strisce! Sulla scia del successo riscosso dalla mostra “Mozart a Strisce”, allestita lo scorso anno in occasione della messinscena del “Don Giovanni” mozartiano che ha inaugurato la stagione lirica del Teatro alla Scala, quest’anno Wow Spazio Fumetto-museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano propone un percorso espositivo interamente dedicato a Richard Wagner, autore di cui ricorre il 200° anniversario della nascita e a cui il massimo teatro milanese dedica la propria stagione lirica inaugurando con Lohengrin e mettendo in scena l’intero ciclo dell’Anello del Nibelungo. Dalle Liebig all’Avventuroso Il percorso espositivo segue un itinerario cronologico che aiuta il visitatore a prendere confidenza con gli stereotipi wagneriani che si ritroveranno lungo la mostra. Non possono quindi mancare le mitiche figurine Liebig (oltre 40 pezzi originali provenienti dalla Collezione della Filatelia Sanguinetti di Milano) che dall’ultimo decennio dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del Novecento hanno portato i personaggi delle opere di Wagner nelle case di tutta Italia insegnando a grandi e piccini chi erano Wotan, Sigfrido, Brunilde, ma anche l’Olandese volante, Parsifal, Tannhäuser e Lohengrin. E poi ecco, negli anni Quaranta, il protagonista assoluto: il fumetto. Le storie dei Nibelunghi appaiono, più o meno variate, alcune in debito evidente con Wagner altre alla ricerca delle origini mitologiche dei personaggi, su storiche pubblicazioni per ragazzi come L’audace (1938), L’avventuroso (1942) e Corriere dei Piccoli (1949) disegnate da grandi matite come Nadir Quinto e Antonio Canale e scritte da penne come Guido Martina, Gialuigi Bonelli (inventore di Tex Willer). In quest’ambito non poteva mancare un omaggio al grande Sergio Toppi recentemente scomparso: ecco quindi esposto il numero originale de Il Corriere dei Piccoli del 1968 con le gesta di Sigfrido da lui illustrate. E molte altre curiosità… nel 1939 i fumetti di Tarzan, in Italia, per ragioni di censura propagandistica, venivano pubblicati con il nome del protagonista cambiato in Sigfrido: in fondo tra l’eroe senza paura che vive lontano dagli uomini protagonista dell’omonima opera wagneriana, tanto amata dai nostri alleati tedeschi, e l’Uomo Scimmia inventato dall’americano Edgar Rice Burroughs non c’era poi tutta questa differenza! Oppure una bellissima pagina illustrata della rivista illustrata dello storico Pasquino (1897) con una divertente vignetta che canzona il disagio del pubblico italiano alle prese con l’invenzione wagneriana del buio in sala durante la rappresentazione dell’opera. Grazie all’archivio della Fondazione Franco Fossati, si possono ammirare le pubblicazioni originali dell’epoca. Le parodie Disney In mostra, tra tavole originali e riproduzioni delle pagine più divertenti, trovano posto anche le divertenti Parodie Disney pubblicate su Topolino Si comincia con la divertente storia Paperino e l’oro di Reno (1959): il Reno qui non è un fiume ma l’omonima città americana nel Nevada, dove un certo Paperon-alberico si vede rubare il suo oro, salvo poi recuperarlo grazie all’intervento di Paperin-sigfritto, così soprannominato per l´abitudine di esclamare “Sigh! Son fritto!”. Se Paperone e Paperino incontrano i Nibelunghi nella storia Zio Paperone e fungi dei Nibelunghi (1975) a causa degli effetti allucinogeni di alcuni funghetti trovati nella foresta, nella divertentissima Trilogia di Paperin Sigfrido (1989) sono tutti i Paperi di Paperopoli a indossare in prima persona elementi cornuti, trecce e lancia: Wotan (Paperone), i Nibelunghi (Banda Bassotti), Frika (Brigitta), Gudrund (Paperina) e naturalmente lui, Sigfrido (Paperino). Un mondo incredibile dove le Valchirie si cantano da sole il motivetto per la loro cavalcata, dove i draghi muoiono dalla risate e dove la fortezza degli dei sorge su una collina nella verdeggiante Val Halla! Di non soli Nibelunghi ha trattato Topolino: grazie alla collaborazione con The Walt Disney Company Italia spazio anche alle tavole originali della storia Zio Paperone e il Vascello fantasma (1985) in cui lo Zione accetta di buon grado di fare un po’ di compagnia all’errabondo marinaio in cambio del tesoro della nave fantasma! La vita di Richard Wagner raccontata da Carlo Jacono Grazie alla collaborazione dell’Archivio Jacono in mostra si potranno ammirare venti tavole originali di Carlo Jacono raccontano la vita di Richard Wagner tra successi, insuccessi e scandali: dalle prime rappresentazioni delle sue opere alla posa della prima pietra del teatro di Bayreuth, dal fruttuoso incontro con re Ludwig Ii di Baviera alla scandalosa relazione con Cosima Liszt. Realizzate nel 1996 per un volume illustrato sulla vita di Wagner edito in Cina da Kwang Fu Book, queste tavole vengono esposte per la prima volta al pubblico: un’occasione unica per godere della maestria narrativa di un maestro dell’illustrazione italiana, noto al pubblico per aver illustrato le copertine dei Gialli Mondadori coi suoi mitici “cerchi”, di Urania e Segretissimo. Philip Craig Russell: un maestro per i Nibelunghi Philip Craig Russell, fumettista americano che ha lavorato per colossi come Marvel e Dc Comics, conosciuto dal grande pubblico per aver disegnato le avventure di Batman, Sandman, Killraven e Dottor Strange, invia dagli Stati Uniti le tavole originali del suo stupendo ciclo di fumetti dedicato all’Anello del Nibelungo e Parsifal. Russell, matita già prestata all’opera lirica con Pagliacci e Il flauto magico, è un grande appassionato d’opera che ha saputo condensare in tre albi l’epica wagneriana senza rinunciare al linguaggio del fumetto… e se sotto il suo splendido tratto Donner finisce per somigliare a Thor e Lodge alla Torcia Umana dei Fantastici4 non si può che sorridere! Wagnerando… Uno spazio con le riproduzioni delle pagine più evocative è dedicato alla trasposizione a fumetti dell’Anello del Nibelungo firmata nel 1995 da due colossi come Gil Kane e Roy Thomas: quando il fumetto d’autore incontra il mito trasformandosi in un’epica grafica senza precedenti! Non mancano poi i cosiddetti “accenni wagneriani”, semplice comparsate o omaggi dovuti: si parte così dalla storia in cui Thor, il possente Dio col martello che troviamo tra i protagonisti delle storie degli Avengers, si trova immerso nelle originarie atmosfere della Saga dei Nibelunghi (ricordiamo infatti che il personaggio compare nell’opera con il nome di Donner, anche se nel fumetto veste i panni di Sigfrido) per arrivare allo strampalato personaggio di Siegfrid Von Nibelunghen che irrompe nelle strisce di Sturmtruppen disegnate da Bonvi come incarnazione del perfetto teutonico. O ancora il personaggio di Valchiria che compare nelle serie degli “Avengers”. Non mancherà una nutrita sere di omaggi wagneriani realizzati per la mostra da artisti italiani come Milo Manara, Lola Airaghi, Sandro Dossi, Fabiano Ambu, Claudio Sciarrone, Cristina Stifanic, Luca Usai e molti altri. Wagneranimati: dall’avanguardia al digitale di Alex Alice Non poteva mancare una parte dedicata all’animazione. In mostra si potranno ammirare spezzoni tratti dall’anime giapponese Harlock Saga: l’Anello dei Nibelunghi: serie animata con Capitan Harlock protagonista “occulto” della trama dell’Oro del Reno e con temi wagneriani a comporre la colonna sonora; in mostra anche alcune pagine della versione manga (fumetti). C’è poi lo straordinario What’s Opera doc? con Bugs Bunny nei panni della bella Valchiria Bunnylde intento a far ammattire il solito Taddeo (ossia Sigfrido) tra un inseguimento e un duetto d’amore: i due si muovono su musiche tratte dalle opere Rienzi, Il vascello fantasma, Tannhäuser e La Valchiria. Omaggio anche al cinema sperimentale con “Kreise” di Oskar Fischinger, animatore tedesco, instancabile sperimentatore, che nel 1933 realizzò questo corto sulle musiche di Tannhäuser muovendo forme astratte. C’è anche un Disney d’eccezione con un corto delle classiche Silly Symphonies intitolato Music Land (1935), in cui due isole abitate da strumenti si fanno la guerra: l’Isola del Jazz spara lo swing mentre quella della Musica Sinfonica indirizza potenti canne d’organo sparando notoni di calibro pesante al ritmo della Cavalcata delle Valchirie. E l’anima “guerresca” di questo brano immortale torna, questa volta scimmiottando Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, nella scena del film d’animazione Rango (2011): con un inseguimento aereo a bordo di grossi pipistrelli. Si arriva così, passando per una bella riduzione a cartoni animati dell’Oro del Reno mandata in onda dalla Bbc, alle più moderne tecniche del digitale con il trailer ufficiale di Siegfried, nuovo film d’animazione, ancora in preparazione ma già presentato ai festival più importanti d’Europa, del giovane francese Alex Alice su musiche dell’omonima opera di Wagner; in mostra si potranno visionare anche alcune tavole originali del fumetto da cui è tratto il film. La mostra resterà chiusa sabato 8 dicembre, martedì 25 dicembre, mercoledì 26 dicembre, martedì 1 gennaio e domenica 6 gennaio |
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MILANO (BOSCOLO DI CORSO MATTEOTTI): PAOLA FOPPIANI - “LE DONNE” - BAGMILANO ESPONE LE BURROSE SIGNORE DELL’ARTISTA EMILIANA - 28-NOVEMBRE 2012 / 15 GENNAIO 2013 |
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Luogo naturalmente deputato all’arte e al design, il Boscolo Milano di corso Matteotti ha inaugurato mercoledì 28 novembre 2012 una nuova mostra d’arte realizzata grazie alla partnership con la galleria Bagmilano. Paola Foppiani sorprende e meraviglia lo spettatore con le espressioni e le pose delle sue donne voluttuose, ironiche, imbronciate, generose, sexy, nervose, eccitanti, svagate, gustose ma sempre morbidissime; quasi felliniane. Alla “Gradisca” è ispirata la più sfacciata: nuda con le autoreggenti e i seni in bella mostra mentre manda un bacio con gli occhi socchiusi. Le sculture in terracotta dipinta sono affiancate da donne in carne ed ossa che ne imitano le posture. Atmosfera ad alto tasso di femminilità per la Museum Hall del Boscolo Exedra. “La scultura della Foppiani nasce dalla tradizione figurativa, ma con venature inquiete di fantastico che forza la rappresentazione dei soggetti fino a farli diventare grumi di un pensiero emozionato. I nudi femminili dalle forme trionfanti e dalle pose straniate riprendono il repertorio serioso del classico per farlo franare ai limiti dell’aneddoto. Un procedimento ambizioso, quello che la Foppiani s’è scelto, ma tutt’altro che banale”. Flaminio Gualdoni. “Le forme, fissate nella materia calda della terracotta, sono sempre accentuate, come se l’artista, modellandole, volesse giocar loro uno scherzo” Ermanno Krumm. “Queste sculture sono dei documenti di identità che vanno nel profondo e la loro apparenza esteriore, che le farebbe apparire ludiche o perfino civettuole, non nasconde problematiche più serie, importanti, discussioni aspre e critiche sferzanti che l’artista intrattiene con gli altri..” Laura Gavioli. “ Le sculture di Paola Foppiani con la loro ironia sembrano uscite da uno spazio atemporale che rimanda agli anni a cavallo tra 800 e 900 per interrogarci sul nostro vivere di oggi. Nelle sue terrecotte tanti sguardi sbarazzini, atteggiamenti e posture che sembrano voler sbeffeggiare l’osservatore. Una femminilità esibita però senza forzature; giocata attraverso un attento uso dei particolari.” Carlo Francou. Paola Foppiani, figlia del pittore surrealista Gustavo, vive e lavora a Piacenza. Vanta, dal 1999 ad oggi, mostre personali a Piacenza, Milano, Roma, Bologna, Cremona, Firenze, Positano, Capri, Saint Paul de Vence, Parigi. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni private italiane ed europee. Info: Bag Milano Gallery, Corso Vittorio Emanuele II, 30, 20121 Milano, www.Bagmilano.com ; Art Method, Via Giovanni Nicotera 29, 00195, Roma - tel / fax +39 06 32658013 - www.Artmethod.it ; Ilaab, Via Settembrini, 11, Milano, www.Ilaab.it |
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MILANO (CHIE ART GALLERY, VIALE PREMUDA 27): JAPANART - MOSTRA COLLETTIVA A CURA DI ANNA MOLA - DAL 3 AL 7 DICEMBRE - VERNISSAGE IL 4 DICEMBRE ORE 18.30
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Il Giappone, terra di fascino e misteri, terra di alberi di ciliegio e di anime, di grandi metropoli e di giardini zen; terra, infine che si è rialzata dopo un devastante tsunami produce stimoli e ispirazioni per creativi di tutto il mondo, molte dei quali qui rappresentati. Una delle parole più usate dagli artisti per descrivere i loro lavori è stata “mistero”: un´impossibilità di comprendere totalmente la cultura nipponica, che suscita curiosità e spinge ad avvicinarsi sempre più ad essa, cercando di esplorarla attraverso il proprio mezzo artistico. La vicinanza diventa fisica nel caso di B. Chrisse Harwanko, nativa americana trasferitasi a Okinawa più di 13 anni fa, che spiega come, adattandosi ai piccoli studi giapponesi, abbia ridotto le dimensioni dei suoi dipinti, scegliendo inoltre per le sue geisha, i soggetti astratti e i suoi collages la famosa carta fabbricata a mano. Così come per Barrett Biggers, anch´egli statunitense, c´è una connessione personale ed emotiva: la moglie giapponese ha ancor più diminuito le distanze da un´arte che non gli era mai stata estranea, ammirata per la sua lunga tradizione. Nelle sue opere grafiche troviamo elementi tipici dell´immaginario riguardante il Giappone, che acquistano colori brillanti e caratteri occidentali. Non la tradizione ma la contemporaneità è oggetto della riflessione di Teruhisa Tahara, l´unico nativo giapponese in mostra. Il fotografo si concentra su oggetti caratterizzanti la capitale e molte metropoli: i cavi elettrici. Dato l´elevato rischio sismico, i fili non vengono sotterrati, ma fatti correre sui pali, creando così garbugli intricati che invadono il paesaggio urbano. Questi cavi rappresentano anche la possibilità di connessione (e quindi di relazione) tra individui ai nostri giorni. Alla tecnologia e alla modernità del Paese nipponico si ispira un altro fotografo in esposizione: Jeroen Huisman. Olandese, riflette sulle contraddizioni di una cultura, secondo lui, “incastrata” tra futuro e passato. I suoi Fragments, incontrati sulle strade in giro per il mondo, ricordano il Giappone attraverso la figura del cerchio, simbolo religioso e presente sulla bandiera. Immediata e tecnologica per il mezzo usato: uno smartphone, spontanea e vissuta per il punto di vista, la serie Giap-phone, realizzata da Lorenzo Lucca, rappresenta i momenti topici di un viaggio nelle isole: dai treni locali allo Shinkansen, dai noodles ai parchi. Annotando visivamente le esperienze con mente aperta, il fotografo registra le differenze, le apparenti asimmetrie di una società in cui è ospite. Contrasti e scambi culturali sono poi protagonisti delle fotografie dell´artista serba Mina Sarenac. In queste immagini, scattate durante il “Japanese Pop-culture Festival” a Belgrado, coesistono le antichissime arti marziali e la performance di danza di stampo più occidentale, rappresentati con lo stile pulito, sobrio e rigoroso tipicamente giapponese. La performer esegue movimenti forti, precisi ma allo stesso tempo aggraziati, ricordando che delicatezza, disciplina e determinazione fanno parte, in modi diversi, di entrambe le culture. Le contraddizioni si assorbono e assumono i toni e le sfumature del sogno e della irrealtà nelle opere di Jaya Suberg e Alena Krupetskova. La prima utilizza fotografia e grafica per creare immagini “sospese”, leggere. Troviamo in esse storie di personaggi leggendari, che sembrano usciti dai film di Kurusawa, a cui tanto lei si ispira. Le sue opere raccontano di un mondo surreale, frutto di grande riflessione e suggestioni vissute, risultato di interiorità e fatti avvenuti nella realtà esterna. Lo stesso fascino orientale si ritrova nelle immagini della Krupetskova, a cui si aggiunge però un tocco di glamour. La fotografa di moda, infatti, si è concentrata sugli abiti, il make up e le acconciature, che, uniti all´atmosfera onirica, conducono la modella – e l´osservatore – in una dimensione romantica e fuori dal tempo. Anche la pittrice e illustratrice tedesca Claudia Tejeda ha ricercato nella sua arte di riprodurre l´armonia e l´aspetto meditativo appartenenti a riti e tradizioni di questo popolo. La semplicità e la calma delle zone rurali (meno conosciute) vengono personificate, attraverso collages, da musicisti silenziosi e colorati animali marini a riposo. Una riflessione quindi su zone un po´ isolate del Giappone rispetto alle sue immense metropoli, ma ricche comunque di costumi e di uno stile proprio. Infine, con le immagini di Spring in Japan di Yelena Zhavoronkova, l´osservatore è immerso nella tranquillità di un giardino zen. L´ordine e la sobrietà di questi parchi naturali, rigogliosi ma mai invadenti, ha influito profondamente sul modo di vivere della fotografa e poi sul suo stile. Tra templi, alberi secolari e specchi d´acqua, l´animo ritrova equilibrio e armonia, sensazioni che gli scatti, anche se privi di esseri umani, riescono a trasmettere. Natura, glamour, metropoli, sogno, fantasia e quotidianità: si traduce in molti modi l´ispirazione che il Paese del Sol Levante regala e che regalerà probabilmente per sempre. La Chie Art Galley nasce da un’esperienza ventennale nel campo dell’arte e dell’antiquariato europei e orientali. Dal 2009 si adopera per far conoscere al mercato milanese espressioni artistiche delle nuove generazioni unitamente a talenti già affermati. La Chie Art Gallery è uno spazio espositivo su due piani, di 60 mq totali, direttamente su strada con vetrine; si trova nel centro di Milano, a pochi passi da Piazza San Babila e Via Montenapoleone. Info: Chie Art Gallery - viale Premuda 27, 20129, Milano - Tel. 02 36601429 - chie.Artgallery@gmail.com - aboutaphoto@gmail.Com - www.Chieartgallery.com |
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MILANO (FONDAZIONE FORMA): UNA MOSTRA ED UN LIBRO REALIZZATI PER CELEBRARE I 140 ANNI D’ITALIANITÀ DELL’AZIENDA TOSCANA POLLI |
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Un racconto per immagini, realizzato attraverso i prestigiosi obiettivi di due maestri della fotografia come Ferdinando Scianna e Nino Migliori e la penna di uno dei maggiori esponenti del panorama letterario italiano come Antonio Pascale, per rendere omaggio ai 140 anni di amore per i frutti della terra della famiglia Polli. Fotografia d’autore e stile letterario si fondono per ripercorrere la storia di una famiglia legata alle sue tradizioni, una storia di lavoro, di successo, di tenacia, di senso di appartenenza e di aggregazione, 140 anni di valori e di amore per il territorio, con uno sguardo sempre rivolto al futuro e attento all’innovazione. Un reportage fotografico e un racconto che hanno dato vita al libro “Centoquarantanni di amore per la terra”, il volume edito da Contrasto che celebra la storica Azienda toscana che da 140 anni porta sulle tavole degli italiani l’eccellenza gastronomica del Belpaese. Scatti d’autore che sono protagonisti anche di una mostra fotografica, che si è svolta presso lo Fondazione Forma di Milano dal 23 al 25 e il 27 e il 28 Novembre. Scianna e Migliori sono stati impegnati in uno shooting fotografico durato diversi mesi allo scopo di tradurre in immagini i valori e la passione per i frutti della terra che contraddistingue l’Azienda Polli. Al centro dei suggestivi scatti sono i campi coltivati, i macchinari, gli stabilimenti, ma soprattutto le protagoniste della sesta generazione della famiglia Polli: Manuela, Claudia e Maddalena, le quali rappresentano il presente ed il futuro dell’azienda. “Essere protagoniste di scatti d’autore realizzati da artisti della fotografia internazionale del calibro di Ferdinando Scianna e Nino Migliori è per noi motivo di orgoglio - afferma la brand manager Manuela Polli - accompagnati dall’inconfondibile stile narrativo di Antonio Pascale, i due maestri hanno interpretato nel migliore dei modi i valori e i sentimenti che da 140 anni contraddistinguono l’amore per la terra da parte dell’azienda Polli”. “Centoquarantanni di amore per la terra” è un racconto per immagini, realizzato attraverso suggestivi scatti che ripercorrono il profondo legame che da quasi un secolo e mezzo unisce la famiglia Polli alla sua terra. Protagonista del libro la fotografia d’autore come quella di Ferdinando Scianna, il quale nei suoi scatti ha voluto puntare l’accento sulla complicità e sul gioco di sguardi tra le ragazze protagoniste della sesta generazione della famiglia Polli, la cui freschezza e vitalità hanno positivamente sorpreso l’artista. “Ho voluto indagare i suggestivi luoghi toscani dove l’azienda sorge – dichiara Scianna – cercando di metterli in relazione con la bellezza e la vitalità di queste tre ragazze. Gli uliveti, le vigne, la terra vera e propria mi hanno permesso di creare questa relazione, un po’ come se queste ragazze fossero state partorite da questa terra e dalla cultura toscana.” I loro volti solari e pieni d’entusiasmo, insieme alle suggestioni che solo la fotografia in bianco e nero riesce a trasmettere, hanno permesso a Scianna di comunicare il senso di appartenenza e la continuità con la tradizione, rivelando le prospettive, audaci e future, di questa nuova generazione. In questo libro, la fotografia ha il ruolo fondamentale di tradurre in immagine un sentimento: è l’amore per la terra il centro vibrante di un processo produttivo che distingue la storia di questa azienda. Sentimenti e valori tradotti in immagini grazie anche alla creatività artistica di Nino Migliori, il quale nel suo reportage ha dimostrato un’eccezionale capacità interpretativa della realtà. “Per questo lavoro – afferma Migliori – ho voluto utilizzare la tecnica della trasfigurazione: ho preso il vasetto celebrativo di Polli e ne ho trasfigurato l’immagine in 50 modi diversi, per dare l’idea di come l’azienda nel corso degli anni abbia trasformato il proprio essere nella continuità ma anche nell’innovazione, attraverso la riproposizione dei propri valori in termini sempre più moderni. E’ stata una sorta di trasposizione mentale della celebrazione di Polli, un’azienda ancorata alle tradizioni del passato, ma con uno sguardo sempre rivolto al futuro e all’evoluzione”. L’artista “trasfigura” i prodotti dell’Azienda utilizzando colori fluorescenti, ridefinendo le loro forme con linee astratte, quasi reinventando le immagini stesse. Un modo per raccontare il passato fino ad aderire alla realtà di oggi, per poi affacciarsi armoniosamente al futuro. L’opera è l’omaggio ad una famiglia italiana che da sei generazioni porta avanti con immutata passione gli stessi valori. Antonio Pascale ha liberato il suo pensiero per ripercorrere attraverso il suo inconfondibile stile narrativo le varie fasi di questa storia. “All’interno del testo – spiega Pascale - ho voluto creare un parallelismo tra la storia della famiglia Polli e quella dei miei nonni, contadini del sud. Attraverso l’incrocio tra queste due storie, ho voluto sottolineare dei punti nevralgici e di unione che hanno caratterizzato un secolo e mezzo di storia italiana. Un parallelismo che dimostra come sia possibile rinnovarsi e migliorare in contesti diversi, restando sempre fedeli ai principi e ai valori dai quali si è partiti”. Due storie parallele, lontane geograficamente ma accomunate dalla fiducia nelle idee, nell’innovazione e nella dimensione familiare, a partire dal rapporto con il territorio. “Centoquarantanni di amore per la terra” è un racconto per immagini realizzato dai tre artisti per rendere omaggio alla storia e ai valori di una famiglia e della sua azienda. Il libro è acquistabile presso il Bookshop Forma o andando sul sito http://www.contrastobooks.com/ , mentre sarà distribuito nelle migliori librerie d’Italia a partire dall’estate 2013 |
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BOLZANO: "LUNGA NOTTE DEI MUSEI DI BOLZANO" - 30 NOVEMBRE |
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Sette musei in una notte: oggi, venerdì 30 novembre 2012, dalle ore 16 all’una di mattina, avrà luogo a Bolzano la undicesima edizione della Lunga notte dei musei. Sette musei del capoluogo offriranno l’ingresso libero e una ricca serie di iniziative. Fino alle ore 20 il programma è pensato apposta per le famiglie. Sette musei bolzanini, infatti, rimarranno aperti gratuitamente fino a ora tarda, immersi in un´avvolgente atmosfera notturna, e in essi si svilgerà un programma speciale di mostre, letture, musica, visite guidate, laboratori e tante novità. I sette protagonisti della manifestazione di quest´anno sono Castel Roncolo, Museo Civico di Bolzano, Museo Archeologico dell´Alto Adige, Museo della Scuola, Museion, Museo Mercantile e Museo di Scienze Naturali dell´Alto Adige. "La Lunga Notte dei Musei di Bolzano" ha detto l´assessora provinciale alla scuola e cultura di lingua tedesca, Sabina Kasslatter Mur "è molto apprezzata sia dalla popolazione del capoluogo che degli altri centri della provincia ed è un´occasione preziosa per conoscere da vicino i sette musei bolzanini che racchiudono dei veri e propri gioielli della nostra storia e della nostra tradizione. Si tratta di una opportunità particolarmente preziosa per le famiglie, anche in considerazione del programma molto vario ed articolato che va incontro alle esigenze sia degli adulti che dei più giovani". Dalle rappresentazioni in costume medievale ad un percorso espositivo attraverso maschere e cartoline sul "Krampus", dal teatro di movimento con la personificazione degli oggetti di Ötzi ad un laboratorio di calligrafia per piccoli e grandi scrivani, dai dialoghi artistici alla "prima" di ben tre mostre temporanee, dalla scoperta della Bolzano medievale sotterranea all´osservazione degli organismi del sottosuolo, fino alla buona musica: la Lunga notte dei musei di Bolzano 2012 offre questo e tanto altro, per scoprire i tesori e la bellezza del panorama museale del capoluogo altoatesino. Fino alle ore 20 la Lunga notte è pensata in particolare per le famiglie e i bambini, con giochi, cacce al tesoro, workshop e altre occasioni per divertirsi e imparare. Bus navetta gratuiti collegheranno Castel Roncolo al centro città. Il programma dettagliato della Lunga notte dei musei di Bolzano è anche consultabile alla pagina web http://www.Lunganotte.it o nella brochure blu "Lunga notte dei musei di Bolzano" distribuita in tutti i musei aderenti. Fin dal suo debutto nel 2002 la Lunga notte dei musei di Bolzano è generosamente sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano |
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MILANO (GALLERIA SABRINA FALZONE, SALONE BERNINI): SOLO EXHIBITION - PERSONALE DI MAURIZIO BOSCHERI - OIL AND MIX MEDIA ON CANVAS - OLI E MIX MEDIA SU TELA - VERNISSAGE MARTEDÌ 4 DICEMBRE ORE 18,30 - FINO AL 14 DICEMBRE 2012
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Creativo, espressivo, ricercatamente elegante, sempre sostenuto da vivissimo senso del colore e da profonda padronanza della composizione, Maurizio Boscheri raggiunge una grande finezza d’esecuzione in dipinti di straordinaria e suggestiva bellezza, i cui temi iconografici rivelano un’ispirazione esotica connessa al gusto orientalizzante (China Colours, Mandarina ducks, Peacocks, Phaesants, Sifaka di Verreaux, Queens of South Africa). I viaggi intercontinentali e in particolare la terra dello Sri Lanka con la sua flora e la sua fauna, propongono al pittore una varietà di soggetti a costituire preziosi episodi di “naturalia et mirabilia”. La serie paesistica di Boscheri mostra la capacità d’invenzione di un artista fecondissimo nel comporre variazioni su un tema (The Ceylon Gardens, Duel, Tjellers and two, Neofelis Nebulosa*, Blu magpie). Artista audacissimo, studia e descrive la natura prendendone a prestito le forme per dar voce ad una componente di primordiale splendore sempre sostenuta da un costante controllo della qualità estetica della composizione e della corrispondenza armonica delle zone cromatiche (Corcovado, Equilibrium, Duel, Agalichnys & hibiscus, Phillomedusa). Maestro nell’ebbrezza dei sensi, ma anche di una sovrana sapienza che evita sempre l’eccesso, Boscheri è magistrale nell’orchestrazione dei diversi gruppi di volatili esaltati dalla ricchezza della trama luministica e le cui caratteristiche sono una minuziosa cura del particolare naturalistico rivelato da un linguaggio veristico non scevro di malia (King Fisher’s Club, Paradisea Minor, King Birds, Amazonia Kingdom, S. Lucia Amazonia, Cock of the rock, Toucaneros). Accuratezza e fedeltà della rappresentazione unitamente alla grande espressività caratterizzano parimenti gli agili e scattanti felidi, ritratti con schietto realismo in paradisiaci giardini (Paradis edge, El Tigron, Amazzonia, Africa). Esemplificativa l’opera Air-cadia che colpisce per la vivida fantasia e insieme lo schietto realismo: la frontalità del felino, la fissità profonda e solenne del suo sguardo ne fanno il protagonista di un sogno di nobile grandezza, il più perfetto accordo di realtà e irrealtà. Il genio creativo di Boscheri può sbizzarrirsi liberamente nell’ornamentazione dove il colore trionfa in un canto luminoso fatto di magici bagliori, di riflessi dorati ed argentati in perfetta assonanza con la fantasia dei poeti antichi che descrissero e celebrarono l’Arcádia come il paese dell’innocenza e della felicità. Di fatto è l’osservazione attenta e rigorosa dei fenomeni naturali non solo quale indagine scientifica, ma anche quale comprensione intuitiva dell’essenza del mondo fenomenico entro un’estetica raffinata, evocatrice di un archetipo di bellezza, a contraddistinguere nel panorama dell’arte contemporanea internazionale la pittura di Boscheri quale mezzo eletto ad evocare incantevoli memorie di un Eden perduto e vagheggiato. Giorgia Cassini, Critico e Curatore d’Arte - www.Maurizioboscheri.it Nella Saletta Guttuso, inoltre, saranno esposti gli acquarelli di Mario Piana, una mini-personale dal titolo "Terre d´Acqua". Info: Spazio Museale Sabrina Falzone - Via Giorgio Pallavicino 29, 20145, Milano |
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VENEZIA (PALAZZO FORTUNY): FORTUNY E WAGNER - IL WAGNERISMO NELLE ARTI VISIVE IN ITALIA - 8 DICEMBRE 2012 / 8 APRILE 2013
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In occasione del bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia, 1813 - Venezia, 1883), che ricorre nel 2013, viene presentata al Museo Fortuny una grande mostra, frutto di un lungo lavoro di ricerca intorno all’influenza, a livello iconografico ed estetico, che il compositore tedesco e il fenomeno del “wagnerismo” esercitarono sulle arti visive in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Un tema mai fatto oggetto di studi mirati né di eventi espositivi. Il wagnerismo fu un’autentica moda culturale, che, nelle sue varie espressioni (letterarie, musicali, pittoriche), godette di una diffusione vasta e penetrante. Nel campo delle arti visive, fu una delle manifestazioni più tipiche del gusto estetico a cavallo tra Xix e Xx secolo, fra tardo-naturalismo, Simbolismo e Liberty. Personaggi e vicende dei drammi musicali di Wagner (valchirie, nibelunghi, fanciulle-fiore, Parsifal, Sigfridi, Tristani…) ricorrono ampiamente nei dipinti, nelle sculture, nei disegni, nelle stampe, nelle illustrazioni e nelle cartoline di quegli anni, in Italia come nel resto d’Europa. Un ruolo di protagonista assoluto, in questo ambito, spetta a Mariano Fortuny (1871-1949), autore di un Ciclo wagneriano comprendente 46 dipinti (tutti di proprietà del museo) e numerose incisioni, per la prima volta qui esposti integralmente. Il Museo Fortuny è la sede ideale per una mostra come questa: Mariano Fortuny, spagnolo di nascita ma veneziano d’adozione, sentì molto forte l’ascendente della figura di Richard Wagner; il quale, a sua volta, ebbe con la città lagunare un rapporto intenso, trascorrendovi lunghi periodi della propria vita. A cura di Paolo Bolpagni, con l’allestimento di Daniela Ferretti, la mostra - che si realizza anche con la collaborazione dell’Associazione Richard Wagner di Venezia, Città di Lipsia, Klinger Forum, Richard Wagner Verband Leipzig - si sviluppa negli ambienti tra il piano terra, il primo e il secondo piano nobile di Palazzo Fortuny, e presenta oltre 150 opere tra dipinti, incisioni, disegni e sculture, più una sezione documentaria con libri, riviste, illustrazioni e cartoline. Al centro dell’attenzione è il nucleo delle opere di Fortuny (di cui alcune inedite e molte restaurate per l’occasione), che sono messe a confronto con quelle di altri artisti italiani dell’epoca (Lionello Balestrieri, Giuseppe Palanti, Cesare Viazzi, Eugenio Prati, Gaetano Previati, Alberto Martini, Adolfo Wildt…), che si ispirarono a Wagner o alle atmosfere simboliste e misteriose evocate dalla sua musica. È inoltre in mostra una rara gouache di Mario de Maria, bozzetto preparatorio per il famoso ritratto perduto della figliastra di Wagner, ed è possibile ammirare la maquette del Teatro di Bayreuth, realizzato da Fortuny nel 1903 e recentemente oggetto di un delicato intervento di restauro finanziato da Venice Foundation. Info: Inverno a Palazzo Fortuny - a cura di Paolo Bolpagni - allestimento Daniela Ferretti - www.Fortuny.visitmuve.it - info@fmcvenezia.It - call center 848082000 (dall’Italia) - +3904142730892 (dall’estero) |
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MILANO (PALAZZO MARINO): “AMORE E PSICHE”, CAPOLAVORI DI ANTONIO CANOVA E FRANÇOIS GÉRARD, PER LA PRIMA VOLTA ESPOSTI INSIEME GRAZIE A ENI - 1 DICEMBRE 2012 / 13 GENNAIO 2013
DAL MUSEO DEL LOUVRE GRAZIE A ENI A MILANO PALAZZO MARINO.
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Amore e Psiche stanti, la scultura di Antonio Canova, e Psyché et l’Amour, il dipinto di François Gérard, saranno esposti per la prima volta insieme grazie ad Eni, in partnership con il Museo del Louvre, a Milano nella tradizionale mostra ospitata, per il quinto anno consecutivo, dal Comune di Milano, in Sala Alessi, dal 1 dicembre 2012 al 13 gennaio 2013. L’esposizione straordinaria è dedicata ai capolavori concepiti da due tra i massimi esponenti del Neoclassicismo, ispirati al mito di Amore e Psiche, tratta dalle Metamorfosi di Apuleio del Ii sec d.C., e fonte di ispirazione nella letteratura e nell’arte, in particolare tra il Settecento e Ottocento, quando il mito vive una fase di intensa fortuna proprio perché molto vicino alla sensibilità Neoclassica e poi romantica. La scultura di Antonio Canova Amore e Psiche stanti del 1797 fissa i canoni estetici delle “sue divinità” ricche di dolcezza e di bellezza sensuale. Di un anno successivo è il dipinto Psyché et l’Amour di Francois Gérard, fortemente ispirato all’opera di Canova ma denso di un erotismo che gli assicurò un grande successo di pubblico. Protagonisti delle precedenti edizioni in partnership con il Museo del Louvre (di cui Eni è mécène exceptionel) sono stati i capolavori San Giovanni Battista di Leonardo da Vinci (2009), Donna allo specchio di Tiziano (2010), l’Adorazione dei pastori e il San Giuseppe falegname di Georges de La Tour (2011). L’innovativa formula proposta da Eni per una fruizione dell’arte basata sulla gratuità e su un ampio corredo di strumenti di approfondimento, attività ed eventi, ha trovato conferma della sua validità con l’apprezzamento degli oltre 210 mila visitatori dell’esposizione dello scorso anno. La mostra, curata da Valeria Merlini e Daniela Storti, è integrata sia da apparati didattici e supporti video, sia da un percorso digitale con un sito web – www. Amoreepsicheamilano.it, un’app dedicata, video e approfondimenti su Youtube, Facebook, Twitter, Google+ e Foursquare e laboratori dedicati per le scuole elementari e medie. Il catalogo è pubblicato da Rubettino Editore e curato da Vincent Pomarède, Valeria Merlini e Daniela Storti. Anche la serie di incontri organizzati da Eni presso la sala conferenze di Palazzo Reale (con ingresso gratuito su prenotazione) e materiali specifici per le scuole a disposizione sul sito eni.Com contribuiranno ad approfondire il tema di Amore e Psiche. Novità di quest’anno, in linea con l’obbiettivo di apertura e continuo dialogo con la città, sono gli incontri preparatori e di approfondimento nelle biblioteche civiche di Milano, che ospiteranno conferenze sui temi legati al neoclassicismo e alle opere in mostra. Numero verde azionisti (dall’Italia): 800940924 Numero verde azionisti (dall’estero): +39.800 11 22 34 56 Centralino: +39.0659821 Sito internet: www.Eni.com |
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VALLE D’AOSTA: CASTELLO GAMBA ATTIVITÀ PER FAMIGLIE E PER BAMBINI |
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L’assessorato dell’istruzione e cultura comunica che inizieranno il 2 dicembre, al castello Gamba di Châtillon, nuova realtà museale dedicata all’arte moderna e contemporanea, le attività didattiche per famiglie e per bambini. Nello specifico sono state ideate due visite guidate per famiglie e due attività laboratoriali espressamente dedicate ai bambini. Le attività di valorizzazione proposte nascono dalla convinzione dell’importanza dei beni culturali nella formazione della propria identità, civica ed individuale, e si pongono l’obiettivo di avvicinare i bambini e i ragazzi all’arte moderna e contemporanea sperimentando nuovi percorsi di apprendimento. In quest’ottica il castello Gamba si propone come un luogo di scoperta, di incontro e di dialogo, un luogo dove ogni individuo possa fare la propria esperienza con l’arte in totale libertà creativa, sviluppando le proprie competenze e le proprie attitudini. Queste le attività previste: Attività per bambini 1. E tu di che colore sei?!Dopo una visita di scoperta del castello Gamba e della collezione di arte moderna e contemporanea in esso custodita, i bambini avranno modo di esplorare i diversi materiali utilizzati per la tecnica pittorica (l’acquerello, la tempera, il pastello), riconoscendone le differenze e sperimentando la propria manualità artistica per creare una propria personale opera d’arte a ricordo di quelle viste nel museo. Durante l’attività didattica l’adulto che accompagna il bambino, la cui presenza nel museo è strettamente obbligatoria, potrà liberamente visitare il castello e la collezione di arte moderna e contemporanea. Durata 1 ora e mezza Su prenotazione Ogni sabato dalle ore 16 alle ore 17.30 A partire dall’8 dicembre 2012 Età consigliata: 5-12 anni Costo 5 euro per l’adulto che potrà visitare in libertà il museo e 3 euro per il bambino che partecipa all’attività didattica. 2. Alla bottega di Italo Mus.dopo la visita guidata all’esposizione temporanea dedicata a Italo Mus (1892-1967), i bambini avranno modo di realizzare loro stessi un’opera del grande artista valdostano, sperimentando la tecnica pittorica e imparando l’uso dei colori. Durante l’attività didattica l’adulto che accompagna il bambino, la cui presenza nel museo è strettamente obbligatoria, potrà liberamente visitare il Castello Gamba e la collezione di arte moderna e contemporanea. Età consigliata: 5-12 anni Su prenotazione Durata 1 ora e mezza Ogni domenica dalle ore 16 alle ore 17.30 A partire dal 2 dicembre 2012 Costo 5 euro per l’adulto che potrà visitare in libertà il museo e 3 euro per il bambino che partecipa all’attività. Attività per famiglie 1. Una favola di museo!Nelle sale del castello Gamba sarà raccontata sotto forma di favola la storia di questo luogo: dalla dimora che ha ospitato il Barone Carlo Maurizio e la sua giovane sposa Angélique Passerin d’Entrèves al museo di oggi nel quale sono ospitate grandi opere d’arte moderna e contemporanea. Età consigliata: 3-7 anni Durata 1 ora La prima e la terza domenica del mese dalle ore 9.30 alle ore 10.30 A partire dal 2 dicembre 2012 Costo 5 euro per l’adulto accompagnatore e 3 euro per il bambino che partecipa all’attività. 2. Famiglia…rizzando con il museo!La visita si svolgerà sotto forma di gioco durante il quale il bambino, insieme ai suoi famigliari o all’adulto di riferimento, potrà scoprire divertendosi la storia del castello Gamba e della collezione di arte moderna e contemporanea in esso ospitata con particolare riferimento ai materiali utilizzati dagli artisti per realizzare le proprie opere. Età consigliata: 7-12 anni Durata 1 ora La seconda e la quarta domenica del mese dalle ore 9.30 alle ore 10.30 A partire dal 1 dicembre 2012 Costo 5 euro per l’adulto accompagnatore e 3 euro per il bambino che partecipa all’attività. Www.castellogamba.vda.it |
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FIERA DEL DISCO RIFERIMENTO PER AMANTI DELLA MUSICA |
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Trieste - "Iniziative come la Fiera del disco, che quest´anno sarà abbinata anche al concerto dei Jethro Tull, nel tempo hanno saputo crescere e rinnovarsi fino a diventare punto di riferimento per gli appassionati di musica. Quello che è nato inizialmente come un mercatino, è diventato infatti un´occasione per portare a Trieste un vasto pubblico grazie alla presenza di espositori provenienti da numerosi Paesi anche stranieri, assumendo così una connotazione turistica e garantendo positive ricadute sul territorio". L´assessore regionale alle attività produttive, Federica Seganti, commenta così l´evoluzione della Mostra del Disco, che si svolgerà a Trieste, al Palasport di Chiarbola, domenica 2 dicembre dalle 10 alle 19. Giunta all´undicesima edizione, la "Mostra mercato del Disco, Cd & Dvd usato e da collezione" ospiterà una sessantina di espositori provenienti, oltre che dall´Italia, da Austria, Germania, Svizzera, Ungheria, Slovenia e Croazia e sarà ancora una volta meta di appassionati che potranno trovare qui rari dischi in vinile a 78, 33 e 45 giri, stampe estere provenienti dalle nazioni più diverse e molto altro ancora in quella che promette di essere una kermesse aperta, perché chiunque potrà esporre, scambiare, acquistare, vendere o semplicemente farsi valutare i propri dischi. Quest´anno la rassegna sarà introdotta da un concerto che avrà luogo, sempre al Palachiarbola, sabato 1 dicembre a partire dalle 21 e susciterà l´entusiasmo degli appassionati di uno dei grandi del rock mondiale, Ian Anderson. Nel quarantennale del loro famosissimo "Thick as a Brick" e dopo l´anteprima e le date sold out di Torino e Milano, i Jethro Tull e il loro leader porteranno anche a Trieste "Thick as a Brick 1& 2", riproponendo il loro album più significativo per la prima volta dal tour originale del 1972 e affiancandolo ai brani del nuovo album, "Thick as a Brick 2 - Whathever Happened to Gerald Bostock?", pubblicato lo scorso aprile. |
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PARMA (PALAZZO GIORDANI): “RITORNO AL FUTURO” DELL’ARTISTA
ANTONIO GIOVANNI MELLONE CON LA PERSONALE “A MIDSUMMER (K)NIGHT’S DREAM” - DAL 13 DICEMBRE 2012 AL 13 GENNAIO 2013 - IL PITTORE/GIORNALISTA RIPRENDE IL PERCORSO ARTISTICO CHE DAL FIGURATIVO DEGLI INIZI L’HA PORTATO ALL’ATTUALE ESPRESSIONISMO |
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Pugliese di nascita e parmigiano dagli anni ’60, Antonio Giovanni Mellone non poteva ripresentarsi sulla scena dell’arte, dopo alcuni anni d’assenza, se non nella sua città di adozione: a Parma, il pittore, nonché giornalista professionista, torna ad esporre con una personale, organizzata dalla Provincia nella sua sede a Palazzo Giordani, in viale Martiri della Libertà 15, dal 13 dicembre al 13 gennaio. “A midsummer (K)night’s dream”, ovvero “Sogno di un cavaliere di mezza estate”, è il titolo della rassegna in cui si potranno vedere una ventina di opere che l’autore ha dedicato a cavalieri, dame e figure mitologiche. «La mia vuole essere una parafrasi del celebre dramma di Shakespeare», spiega Antonio Giovanni Mellone, «In questi quadri, ho fatto una rilettura degli antichi miti greci e della cavalleria del Medio Evo. Centauri, fauni e altri personaggi simili rappresentano per me la saggezza e la libertà, mentre i cavalieri, quelli dell’immaginario collettivo, sono da sempre il simbolo della lealtà, della generosità e della protezione dei deboli. A Palazzo Giordani, porto anche i “lati oscuri” della donna che fanno parte del mito: non solo Dulcinea di Don Chisciotte o Medusa, ma le donne-mostro che esprimono l’aggressività e la negazione della femminilità». A questi temi “intensi” e a un suo stile “essenziale”, veicolati soprattutto da grandi tele lavorate con colori acrilici e tecniche miste e opere su carta, l’artista è arrivato gradatamente negli anni, come racconta: «Autodidatta, mi sono formato studiando maestri come Matisse, Van Gogh e Picasso. Molto devo al disegno che ho praticato per molti giornali e che ha influenzato certamente la mia pittura. Nel tempo il mio stile ha subito delle varianti poiché, nei primi periodi della mia vita artistica, sono partito dal figurativo assoluto, di stampo impressionista, per passare poi a una visione espressionista del colore e del segno. A questo proposito, ritengo che se si è padroni del segno lo si è anche del colore che può non essere un colore bensì una serie di sfumature di grigio, esattamente come avviene nella vita». In passato, Mellone, che ha svolto l’attività giornalistica soprattutto al quotidiano “Il Giorno”, è stato apprezzato da pubblico e critica per i suoi quadri a olio di grande spessore e i disegni a chin, e ha allestito alcune mostre importanti, come quella a Milano in via Sant’andrea. Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti dall’artista che tuttavia ha sempre manifestato una naturale ritrosia ad esporre. Oggi, nella piena maturità, l’autore si “mette allo scoperto” e, volentieri, fa partecipe la gente del suo mondo pittorico, oltre che di quello interiore: «Non a caso ho preso come soggetto dei miei quadri i cavalieri», confida l’interessato, «Le loro virtù, nei nostri giorni difficili, diventano sempre più rare, se non improbabili, per cui, diffidando della realtà, mi rifugio nel sogno. Insomma, come via di salvezza, ho scelto l’utopia!». Quella dell’autore pugliese è un’identità artistica “forte”, accesa dai colori vividi e contraddistinta da tratti sicuri e pregnanti. Attualmente Mellone fa molto ricorso ai toni caldi, usando in prevalenza i colori acrilici, senza quasi mai mescolarli, ma sovrapponendoli con la tecnica del pennello a secco e definendo figure e sfondi con il nero. Infatti, dopo l’olio, il giornalista-pittore si è convertito all’acrilico, per la sua particolare versatilità e per la brillantezza delle tinte di questo materiale, ma non disdegna acquerelli, pastelli (che fissa secondo un metodo inventato personalmente), collage, tecniche miste e inchiostro. L’artista predilige i grandi formati (fino a 120X150) perché si esprime meglio su queste dimensioni. I materiali adoperati comprendono una varietà di supporti, qualche volta creati da lui stesso, per cui usa tele, cartoni telati, carta-cotone speciale tirata a mano e carta per olio e acrilico, masonite trattata, e altro, che saranno in visione a Parma, a Palazzo Giordani. Per l’inaugurazione della mostra di Antonio Giovanni Mellone, giovedì 13 dicembre 2012, alle ore 17, è previsto un evento nell’evento: nella sala-esposizioni, Bruno Gambacorta, giornalista di Rai 2 e amico dell’artista, presenterà il suo libro “Eat Parade”, tratto dalla trasmissione televisiva. Invece il cavalier Dante Renzini, sponsor della mostra, organizzerà il brindisi con i suoi prodotti d’alta gastronomia umbra e i vini della sua Cantina-museo Albea di Alberobello. Media-partner della manifestazione è il giornale online Informacibo, diretto dal parmigiano Donato Troiano. La mostra sarà visitabile solo nei giorni feriali, dal lunedì al giovedì dalle ore 8.30 alle 18.30, il venerdì dalle ore 8.30 alle 17 |
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ROMA (AMBASCIATA ARABA D’EGITTO): L’OPERA PARTECIPATA DI ANNA SECCIA IN MOSTRA - 29 NOVEMBRE/12 DICEMBRE 2012
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L’originale progetto artistico della pittrice pescarese Anna Seccia raggiunge un successo sorprendente. Sinergie di fragmenta 100+1, lavoro realizzato durante l’happening pittorico diretto dall’artista negli spazi del Museo Michetti, a Francavilla al Mare, e poi smembrato in 100 moduli, inizia il suo “percorso” di opera d’arte partecipata. 100 collezionisti entreranno attivamente a far parte del progetto. Durante la recente edizione dell’Artefiera di Padova, la Queen Art Studio ha presentato l’opera ad un colto pubblico spiegando le finalità e la singolarità del progetto evidenziando come ogni modulo di cm 20x20 risulti unico, con un proprio carattere espressivo, ma in relazione alla complessità del dipinto. Durante l’esposizione ad Artefierapadova nel Contemporary Art Talent Show l’opera Sinergie di fragmenta 100+1, è stata richiesta per essere esposta in una prestigiosa Rassegna che si terrà a Roma dal 29 novembre al 12 dicembre 2012 presso la sede dell’Ambasciata Araba d’Egitto. La rassegna sarà inaugurata dall’Ambasciatore d’Egitto, Roberto Speraci editore, la dott-ssa Nicolina Bianchi critico d’arte e giornalista, la dott.Ssa Mara Ferlacci titolare dell’agenzia stampa Ages. Molte le richieste d’acquisto già pervenute per i 100 moduli, ampio il seguito di appassionati e non che stanno osservando da vicino le “vicende” di tutti i cento frammenti dell’opera. "Il mio sito internet, www.Annaseccia.it, è stato letteralmente “preso d’assalto”", fa sapere la pittrice, "negli ultimi tempi è visitato soprattutto dai tanti collezionisti che sono interessati ad acquistare i moduli. Tutto ciò mi rende soddisfatta: vuol dire che il messaggio è arrivato. Per prenotare una parte di opera collettiva si deve visitare la sezione “prenota ora” e seguire le istruzioni". Nel corso dell’esperimento pittorico che ha dato vita all’opera d’arte collettiva, il pubblico è stato invitato a partecipare ad una creazione senza pianificazione, seguendo la propria spontaneità e abbandonando riferimenti a modelli da seguire. É stato un modo per vivere, attraverso il gioco, i propri talenti, con la gioia del proprio sentire, lasciandosi ispirare dalla sonorità musicale e dall’energia che essa emana. L’artista, maieuta e sciamana ha evidenziato l’anima collettiva del gruppo che lo ha prodotto. In una recente recensione cosi scrive Genziana Ricci: “Per un artista creare un´opera seguendo il flusso del proprio istinto è una cosa naturale come respirare: dalla sua parte ci sono esperienza, tecnica, retaggio culturale. Ma concepire un´opera attraverso un happening pittorico nel quale un gruppo di persone vengono invitate a creare senza pianificazione, è tutt´altra questione: è necessario saper guidare le dinamiche relazionali e divenire mezzo di connessione tra le individualità.” Anna Seccia è nata a Ortona e vive attualmente a Pescara. Nel 1994 ha creato un progetto di arte sociale denominato “La stanza del colore”, legato alla pratica relazionale che parte da una concezione dell’arte come attivazione di processi, che ha caratterizzato tutto il suo modo più recente di fare arte. Ha svolto un’intensa attività espositiva fin dagli anni ‘60 e la sua pittura è stata menzionata nel secondo tomo di “Generazione anni Quaranta”, (il sesto volume di “Storia dell’Arte Italiana del ‘900” del critico Giorgio Di Genova). Recentemente le sue opere sono state ospitate alla 54° Biennale di Venezia, nel padiglione dedicato all’Abruzzo, curato da Vittorio Sgarbi. Info: www.Annaseccia.it |
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PESCARA (CIRCOLO ATENINO): MOSTRA "IL CACCIATORE DI FULMINI" DI ANTONIO MATARAZZO - FINO AL 22 DICEMBRE |
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“Il cacciatore di fulmini”, la personale di Antonio Matarazzo è visitabile al Circolo Aternino di piazza Garibaldi 51 da domenica 25 novembre fino al 22 dicembre. La mostra, curata da Tony Matarazzo, sarà visitabile fino al 22 dicembre, con orario 17.30 – 20.30 dal lunedì al giovedì e 17.30 - 23.00 dal venerdì alla domenica. “Il cacciatore di fulmini” presenta quasi 40 lavori su tela, tutti realizzati in tecnica mista, di diverse dimensioni, accompagnati ciascuno dal proprio “eco” raffigurante l’idea di partenza, e circa 30 opere su cartoncino; gode del patrocinio dell’assessorato alla cultura della Provincia di Pescara, del Comune di Pescara e della Fondazione Pescarabruzzo, e vede come partner Pasquale Grilli “Iniziative per la salute”, Cottage viaggi e Tour operator. In occasione del finissage, il pomeriggio del 22 dicembre sarà estratto uno dei nominativi lasciati dai visitatori durante l’esposizione, che vincerà un week-end tra cultura e natura.«La pittura di Antonio Matarazzo pone una lunga serie di problematicità, più o meno risolte, in un evidente percorso in divenire capace di accogliere in un intricato magma creativo arte, materia e vita – così descrive Rossella Iorio l’operato di Antonio Matarazzo nel testo critico esposto nel circolo Aternino – Ciò che mi ha colpito immediatamente mentre osservavo i quadri nello studio del pittore, è stata la poeticità delle composizioni, dei soggetti, dei colori, della capacità di comunicare tramite questi segni senza accedere necessariamente alla comprensione razionale. (…) Nel caso di Matarazzo non si può parlare semplicemente di uso spregiudicato e materico della pasta pittorica. Nell´operazione funzionale di questo artigiano dell´ars pingendi ogni tipo di materiale ha diritto di esistenza nel divenire del quadro. Anzi. Quella dei materiali si sviluppa come una ricerca per sottrazione, in cui la vernice o lo smalto, il cemento o il gesso di provenienza edile raccontano di una capacità alchemica di trasformazione della materia umile in qualcosa di estremamente prezioso». Sono esposti anche i testi critici di Geniola Gentile e Marialisa Sammaciccia |
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VENDOLA INAUGURA SECONDA EDIZIONE DEL MEDIMEX: "CONFRONTO CON MERCATO MUSICALE"
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“La musica significa non solo nutrire l’anima ma anche alimentare nuove filiere di produzione di ricchezza. La musica ci sta facendo scoprire cose straordinarie, diventando, per esempio, anche uno strumento di politica estera. Ma non solo la musica. Per noi il cinema, lo spettacolo, la lirica, la prosa, il balletto sono state tutte occasioni per scoprire un mondo del lavoro specializzato con talenti straordinari e con la possibilità davvero di far vivere un’altra idea di economia, l’economia cioè della produzione dei beni immateriali, della produzione di qualità della vita. Una città non esiste se non ha un teatro, se non ha un museo, se non ha i luoghi della propria colonna sonora, un luogo in cui raccogliere memoria e bellezza”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo il 30 novembre alla inaugurazione della seconda edizione del Medimex, la Fiera delle Musiche del Mediterraneo promossa da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale. “Attraverso Medimex - ha aggiunto Vendola - intendiamo confrontarci con il mercato musicale, a partire dalla centralità del Mediterraneo. Ed è proprio all’interno del mercato che cerchiamo di far vivere la libertà e la creatività, provando a stimolare il talento dei giovani, dando loro strumenti in grado di renderli vincenti nella sfida del futuro, senza essere costretti ad emigrare. I nostri ragazzi di talento devono viaggiare, ma non emigrare. Questi due verbi non devono essere più sinonimi. Noi abbiamo cercato di costruire con le bande giovanili e con i gruppi musicali che lavorano negli scantinati, un rapporto produttivo, li abbiamo inseriti in un mercato dando loro gli strumenti per diventare soggetti economici, soggetti culturali ma anche economici per poi poter navigare nel mare magnum della globalizzazione”. “In tutti i settori economici - ha spiegato Vendola - o siamo in grado di mettere in campo la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, investendo sulla qualità dei prodotti, oppure saremo costretti a praticare una competizione al ribasso e a candidarci alla marginalità. Tanto più se si tratta di prodotti altamente sofisticati come ad esempio i prodotti culturali. È assolutamente indispensabile non chiudersi dentro il recinto del provincialismo e del folclore strapaesano. Con la mia squadra di governo - ha aggiunto il Presidente - abbiamo cercato di evitare questa deriva che talvolta fa dei territori il luogo di una piccola patria, la cui colonna sonora è nostalgica retorica. Noi abbiamo bisogno di mettere in relazione il nostro territorio con il mondo e la musica è, per natura, cosmopolitismo. Occorre sentirsi euromediterraneo, sentirsi parte del mondo e non già parte di un margine lamentoso come talvolta accade nei nostri sud”. “Fa rabbia scoprire che la scuola non si occupa per nulla di musica, non promuove la cultura musicale – ha concluso Vendola - fa rabbia scoprire che i prodotti musicali hanno una pressione fiscale molto alta perchè vengono considerati prodotti di lusso e commerciali. Ecco penso che queste cose vadano guardate con il microscopio. Invece talvolta la politica è superficiale”. |
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CHEMNITZ (MUSEUM AM THEATERPLATZ): MARIO NIGRO - WERKE 1952-1992 - 1 DICEMBRE 2012 - 3 FEBBRAIO 2013 |
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La Kunstsammlungen Chemnitz presenta la mostra antologica dell’artista italiano Mario Nigro (Pistoia 1917 - Livorno 1992) protagonista dell’arte italiana del Xx secolo. La retrospettiva, a cura di Ingrid Mössinger e Francesca Pola, è realizzata in collaborazione con l’Archivio Mario Nigro di Milano e ripercorre, a vent’anni dalla scomparsa dell’artista, la sua ricerca dal 1952 al 1992. Il percorso espositivo permette di cogliere la complessità e la novità dell’opera di Mario Nigro attraverso una selezione di trentadue lavori che costituiscono la prima retrospettiva presentata in Germania dopo la pubblicazione del Catalogo ragionato, a cura di Germano Celant, edito da Skira nel 2009. Mario Nigro ha ideato nuovi linguaggi visivi nel secondo dopoguerra aprendosi ad una prospettiva internazionale attraverso una continua analisi dei sistemi complessi della pittura: "la sua posizione radicale e fondante matura - come scrive Francesca Pola - già alla fine degli anni Quaranta, in quel medesimo periodo in cui giungono a parallela definizione l’indagine materica di Alberto Burri, lo Spazialismo pluridimensionale e sperimentale di Lucio Fontana, il segno inconfondibile di Giuseppe Capogrossi, la gestualità libera di Emilio Vedova." "Nigro sceglie di ripartire dalle origini dell’esperienza non oggettiva" creando una visione artistica che si avvicina "al respiro stesso dell’esistenza, non in termini descrittivi ma universali, per dare vita a immagini in grado di interpretare il drammatico esistere contemporaneo, fatto di continuità di relazioni e assenze di confini." Il suo linguaggio visivo costante e coerente è caratterizzato da "una poetica di continuità inventiva e conoscitiva che resta sottesa a tutto il suo operare artistico" della quale le opere esposte in mostra esemplificano l’iter evolutivo. Nel primo dei quattro ampi spazi espositivi del museo si trovano opere che l’artista ha esposto nella sala personale alla Xxxiv Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1968 dove ha presentato lavori tridimensionali a parete e a pavimento, tra cui Dallo spazio totale 1954: 4 colonne prismatiche a progressioni ritmiche simultanee (passaggio psicologico) (4 elementi, 284x28x28 cm ognuno), Dal tempo totale: traliccio a rombi progressivi simultanei (46,5x293 cm) e Le stagioni (4 elementi, 300x12 cm ognuno). Nella stessa sala sono esposte anche cinque tele della serie "Incontro" (200x200 cm ognuna) appartenenti al ciclo del "Tempo totale", già esposte alla X Quadriennale Nazionale d´Arte di Roma nel 1973. Queste opere indagano le dinamiche psicologiche delle relazioni umane all’interno dello spazio reale della vita. Nello stesso ambiente viene presentata anche l’opera Dalla metafisica del colore: i concetti strutturali elementari geometrici, Ettore e Andromaca (10 elementi, 178x68 cm ognuno) presentata alla Xxxviii Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1978, con la quale Nigro evoca sulla tela il rapporto tra emozioni e sentimenti umani primari attraverso il semplice dispiegarsi della linea sullo sfondo per "visualizzare il sentimento amoroso stesso, il sacrificio e l’addio di una delle più celebri scene dell’epopea classica." La seconda sala presenta i lavori appartenenti al ciclo dei "Pannelli a scacchi" tra cui Scacchi, 1952 (146x116 cm) caratterizzati da fughe prospettiche di reticoli ottico-percettivi che l’artista movimenta sia dal punto di vista strutturale che cromatico, con un evidente riferimento alle griglie neoplastiche di Piet Mondrian ed all’interpretazione del rapporto tra colore ed emozione in chiave astratto-espressionista di Vassily Kandinsky. Nello stesso ambiente è esposta anche l’opera "Pittura: fuga (...) esplicitamente ispirata alle scansioni della musica di Bach, di cui intende proporre un corrispettivo visivo e spaziale. (...) La musica è elemento costitutivo e costruttivo, non puramente evocativo o esteriore, nella genesi della complessa visione non oggettiva di Nigro: il suo obiettivo è trasporne le strutture in una pittura che è un nuovo spazio futuro, nel quale le progressioni cromatico-costruttive si dispiegano come azioni umane e relazioni tra individui." Questi lavori, dialogando con quelli appartenenti al ciclo dello "Spazio totale" quali Spazio totale: variazioni divergenti, simultaneità drammatiche, 1954-56 (121x150 cm) e Spazio totale: strutture, 1953-56 (115x146 cm), indagano attraverso un complesso procedimento costruttivo e strutturale l’esistenza di differenti gradi di realtà e di diverse dimensioni con riferimento sia alla scienza relativistica sia alla tragicità del divenire dell’esistenza. In questo modo le opere definiscono uno spazio nuovo, intrinsecamente legato all’analisi della situazione storica di quel periodo, dando "vita a uno sviluppo allover che non si limita a restare in superficie, ma intende penetrare tutte le direzioni, anche di profondità, dello spazio dipinto, come indagine delle relazioni possibili del cosmo." La terza sala presenta le opere appartenenti al ciclo dello "Spazio totale" quali Spazio totale: divergenze simultanee drammatiche, 1954-59 (162x127 cm), Dallo spazio totale: reticolo nero su variazione cromo-ottica, 1954-61 (161x115 cm) dove la cromia del fondo è caratterizzata da una stesura di colore unico che porterà alla realizzazione delle opere tridimensionali e ambientali degli anni Sessanta. Una sezione viene anche dedicata ai documenti originali, tra cui scritti, inviti, manifesti e cataloghi, che ripercorrono la storia artistica di Mario Nigro. Il percorso espositivo si conclude con opere degli anni Ottanta appartenenti ai cicli dei "Ritratti" e dei "Dipinti satanici", tra cui Da i ritratti: ritratto di un dipinto, 1988 (218x208 cm) e Da i dipinti satanici: lotta, 1989 (218x207 cm), caratterizzate dall’utilizzo di cromie più accese ed intense, sempre con l’intenzione di riportare sulla tela i "mutamenti del mondo." La continua evoluzione di questo percorso creativo porta nei primi anni Novanta alla realizzazione del ciclo delle "Strutture", del quale sono esposte due opere esemplificative nella quarta sala: 6 strutture, 1991 (203x97 cm) e 25 strutture, 1992 (205x110 cm), che attraverso l’utilizzo di diradati segni cromatici dona una nuova dimensione universale rendendole "luoghi di visione assoluta che paiono scrivere uno spazio futuro, tra fantascienza e antimateria." Mostra: Mario Nigro. Werke 1952-1992 - a cura di Ingrid Mössinger e Francesca Pola - Inaugurazione: venerdì 30 novembre 2012 ore 19.00 - Periodo Espositivo: 1 dicembre 2012 / 3 febbraio 2013 - Sede: Theaterplatz 1, D-09111 Chemnitz - Catalogo: trilingue tedesco, italiano e inglese, edito da Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz |
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