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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 15 Ottobre 2013 |
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ALLA RICERCA DEI GENI RESPONSABILI DELLE MALATTIE |
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Bruxelles,
15 ottobre 2013 - L´era informatica che
stiamo vivendo ha fornito gli strumenti affinché la biologia possa produrre un
numero enorme di sequenze di Dna di molte specie diverse. La tecnologia moderna
ha reso il sequenziamento del Dna più semplice, meno costoso e più affidabile,
con enormi benefici per la diagnosi e la cura delle malattie.
In
passato la difficoltà stava nel raccogliere dati genetici, oggi la sfida è dare
loro un senso.
"Stiamo
assumendo un approccio evolutivo per dare un senso alle sequenze di Dna, ciò
significa che esaminiamo il modo in cui i geni si sono evoluti, per capire
meglio come funzionano", dice la prof.Ssa Aoife Mclysaght del Trinity
College di Dublino, in Irlanda, che per il progetto ha ricevuto una sovvenzione
Starting Grant del Consiglio europeo della ricerca (Cer) del valore di circa
1,4 milioni di euro.
Con il
suo progetto Dose ("Dosage sensitive genes in evolution and
disease"), finanziato dall´Ue, Mclysaght sta studiando le differenze tra
le dosi dei geni, ovvero, possedere una quantità minore o maggiore del gene, e
le conseguenze che questo ha per la salute.
"Le
variazioni delle quantità di un gene tra individui - variazioni di dose - sono
una scoperta relativamente recente e a volte sono implicate nella
malattia", spiega Mclysaght. In termini semplici, la dottoressa ha
adottato un approccio evolutivo per scoprire quali variazioni di dose sono
accettabili e quali sono probabilmente coinvolti nelle malattie umane.
Per
Mclysaght questo ha un senso se si pensa all´evoluzione come a un esperimento
naturale su larga scala. La dottoressa spiega come nel corso dell´evoluzione,
quasi tutte le variazioni e ricombinazioni di Dna sono state provate, ma solo
quelle che ci permettono di sopravvivere sono state conservate.
"Osservando
l´evoluzione possiamo capire le variazioni accettabili e inaccettabili del
Dna", spiega Mclysaght. "I cambiamenti del Dna che si sono rivelati
inaccettabili durante l´evoluzione sono probabilmente gli stessi di quelli che
oggi causano le malattie".
Con il
reclutamento di un team di studenti di dottorato e post-dottorato di talento,
Mclysaght spera di riunire molti diversi tipi di informazioni sull´evoluzione e
la genomica in modo da fare una sofisticata previsione degli effetti del
dosaggio di qualsiasi gene sul genoma umano.
"In
questo modo, accelereremo la scoperta dei geni della malattia", dice.
Anche
se il progetto è ancora in fase iniziale e la sua conclusione non è prevista
prima della fine del 2017, Mclysaght e i suoi colleghi hanno già pubblicato un
articolo sulla ricerca. La pubblicazione, "Genome-wide deserts for copy
number variation in vertebrates", delinea la strategia da loro seguita per
dirigersi verso i geni malati.
Il team
spiega come le alterazioni del Dna di un genoma conosciute come variazioni del
numero di copie (Cnv), che rappresentano geni duplicati o cancellati, sono
frequentemente associati alle malattie umane. "Speriamo di poter dare un
contributo significativo durante i cinque anni del progetto", dice la
professoressa.
Arricchendo
le informazioni usate per identificare i geni delle malattie, il team spera di
accelerare il processo di rilevazione e renderlo meno costoso. Questo ha un
potenziale enorme per una diagnostica più precisa, che rappresenta il primo
passo verso terapie migliori. La nuova strategia genetica potrebbe preparare il
terreno per un paradigma tutto nuovo per la cura di malattie congenite, dalla
cecità all´osteoartrite.
Per
maggiori informazioni, visitare:
Scheda
informativa del progetto Dose
http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/104726_it.html
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OLTRE LA GENETICA: SCOPRIRE RETI BIOLOGICHE PER NUOVE TERAPIE |
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Bruxelles,
15 ottobre 2013 - I nostri geni
definiscono noi e tutti gli altri organismi viventi. Contengono informazioni
essenziali per costruire e mantenere le cellule dell´organismo e passare tratti
genetici alla prole - tutto, dal colore degli occhi e dei capelli alla
predisposizione o la resistenza alla malattia.
I geni
non sono però l´unica fonte di informazioni biologiche: proteine, reti metaboliche
e reti di interazione tra geni e proteine, per citarne solo alcune, contengono
potenzialmente tante informazioni. Insieme, questi dati potrebbero portare a
importanti progressi nella ricerca biomedica e a nuove cure per la malattia.
Il
progetto Bionet ("Network topology complements genome as a source of
biological information"), finanziato dall´Ue, usa la teoria dei grafi, una
branca della matematica, per costruire modelli delle interazioni delle reti
biologiche e sviluppare algoritmi avanzati per analizzare questi dati
complessi.
Prendiamo
per esempio il lievito di birra. Una singola cellula contiene circa 6.000 proteine
e approssimativamente 50.000 interazioni tra di esse. Le informazioni genetiche
sono importanti perché contengono il cianotipo della cellula, ma queste
interazioni tra proteine che formano la rete sono altrettanto importanti perché
specificano come funziona la cellula.
"Proprio
come costruiamo le abitazioni in modo diverso rispetto alle scuole o ai centri
commerciali, la selezione naturale ha "selezionato" la struttura
delle reti biologiche per svolgere al meglio una funzione biologica,"
spiega la dott.Ssa Nataa Prulj
dell´Imperial College di Londra nel Regno Unito, che ha ricevuto una
sovvenzione Starting Grant del Consiglio europeo della ricerca (Cer) del valore
di 1,6 milioni di euro per lavorare al progetto Bionet.
La
dott.Ssa Prulj e i suoi colleghi stanno usando matematica avanzata, calcolo
parallelo e tecniche di data mining per scoprire le informazioni sepolte nella
struttura delle reti di interazione genetica, le reti metaboliche, le reti
strutturali delle proteine e le reti funzionali del cervello, tra le altre
cose.
È una
sfida enorme che comporta set di dati vasti e complessi, problemi
computazionali che richiedono quantità enormi di tempo per l´analisi al
computer. Il team si sta basando su competenze e tecnologie di diversi campi,
come la matematica, il calcolo parallelo, il calcolo scientifico e il data
mining, nonché la biologia e la medicina.
"Decifrare
queste grandi reti non è facile perché comporta molti problemi non trattabili
dal punto di vista computazionale", dice la dott.Ssa Prulj. "Queste
reti biologiche sono molto grandi, contengono per esempio tutte le proteine e
le loro interazioni conosciute in una cellula, e noi estraiamo informazioni da
un tipo diverso di dati biologici, la topologia delle reti biologiche. È
importante perché nessuna fonte singola di dati biologici è in grado di
spiegare completamente i processi biologici e dobbiamo estrarre informazioni da
ognuna di esse prima di poterle associare per avere il quadro completo dei
sistemi biologici complessi".
Il
vantaggio è potenzialmente enorme però. Capire come funzionano le reti
biologiche e le loro interazioni all´interno e tra di esse potrebbe, tra le
altre cose, portare a cure rivoluzionarie per una grande varietà di malattie.
In
questo senso il team di Bionet sta collaborando con il prof. Charles Coombes
della Facoltà di medicina dell´Imperial College di Londra, il prof. Djordje
Radak dell´Istituto di malattie cardiovascolari dell´Università di Belgrado, in
Serbia, e il prof. Anand Ganesan del Dipartimento di dermatologia
dell´Università della California, Irvine, negli Stati Uniti, per studiare i
processi biologici coinvolti nel cancro alla pelle, nel cancro al seno e nelle
malattie cardiovascolari.
"Lavoriamo
con medici e ricercatori per sfruttare le informazioni nascoste nella topologia
della rete scoperta dalle nostre nuove tecniche computazionali", dice la
dott.Ssa Prulj.
Per
esempio, dalla topologia della rete di interazione umana proteina-proteina, il
team ha identificato tramite il calcolo nuove proteine coinvolte nella
produzione di melanina e ha ottenuto conferme biologiche dei propri risultati.
È
particolarmente significativo per la ricerca sul cancro alla pelle, perché
alcune di queste nuove proteine potrebbero essere potenziali obiettivi per
nuovi farmaci in grado di contribuire alla cura di questa complessa malattia.
Allo
stesso modo, i ricercatori di Bionet hanno identificato anche proteine
coinvolte nella comparsa e l´avanzamento di molte altre malattie complesse,
come altri tipi di cancro e problemi cardiovascolari.
L´impatto
di Bionet però non si limita alla ricerca biologica e biomedica. Le tecniche di
calcolo sviluppate dal team per trovare dati di rete potrebbero essere
applicate anche in molti altri campi, dall´economia e la demografia alla
risposta ai disastri.
La
dott.Ssa Prulj osserva, per esempio, che il team ha lavorato anche con
economisti per applicare le tecniche di calcolo alla rete commerciale mondiale
per ricercare le cause delle crisi economiche e scoprire potenziali processi di
recupero.
Il
progetto Bionet dovrebbe completarsi a dicembre 2016.
Per
maggiori informazioni, visitare:
Bionet
http://www.Doc.ic.ac.uk/~natasha/erc-project.html
Scheda
informativa del progetto
http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/101088_it.html
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CORSO INTENSIVO DI ECOGRAFIA ADDOMINALE NELLE MALATTIE INFETTIVE E MEDICINA TROPICALE |
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Pavia, 15 ottobre 2013 - Il 3 e 4 febbraio 2014 si
terrà a Pavia, in Italia, un "Corso intensivo di ecografia addominale
nelle malattie infettive e medicina tropicale" (Short Course on Abdominal
Ultrasound in Infectious Diseases and Tropical Medicine).
Questo
corso è pensato per i medici che desiderano acquisire le competenze di base in
ecografia dell´addome e una panoramica generale dell´ecografia in medicina
tropicale. È stato inoltre progettato per i medici che hanno intenzione di
lavorare nelle zone tropicali o povere di risorse con accesso limitato a
strumenti diagnostici.
Le
sessioni pratiche e i workshop comprenderanno l´interpretazione di immagini
ecografiche in aggiunta alla diagnosi clinica e gestione nelle zone tropicali.
Per
ulteriori informazioni, visitare:
http://www.Tropicalultrasound.org/index.htm
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ARTRITE PSORIASICA ATTIVA: USTEKINUMAB RICEVE L’APPROVAZIONE DALLA COMMISSIONE EUROPEA |
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Beerse,
Belgio, 15 ottobre 2013 – Janssen ha
annunciato il 23 settembre che la Commissione Europea ha approvato l’utilizzo
di ustekinumab, in monoterapia o in associazione a metotrexate, come terapia
dell’artrite psoriasica attiva in pazienti adulti, nei quali si sia rivelato
inadeguato il precedente trattamento con farmaci antireumatici non biologici
(Dmard).
La
decisione della Commissione Europea segue il parere positivo espresso dal Chmp
nel luglio scorso. Ustekinumab è il
primo di una nuova classe di farmaci biologici ora disponibile per i pazienti
con artrite psoriasica attiva, una malattia autoimmune cronica, così come la
psoriasi, caratterizzata da articolazioni tumefatte e dolenti, infiammazione
delle strutture periarticolari (entesite, ovvero flogosi dei siti di inserzione
dei tendini e dei legamenti sull’osso, e dattilite, ovvero flogosi delle dita delle
mani o dei piedi spesso detta “dito a salsicciotto”). Questa patologia colpisce
circa 4,2 milioni di persone in Europa1-5
e al momento non ha una cura.
“L’approvazione
dell’utilizzo di ustekinumab da parte della Commissione Europea nell’artrite psoriasica
attiva rende disponibile una nuova importante opzione terapeutica per i
pazienti e segna il primo trattamento approvato per questa patologia devastante
e complessa dall’introduzione delle terapie anti fattore di necrosi tumorale
(Tnf) alfa – dichiara Jerome A. Boscia, M.d., Vice Presidente Responsabile
Sviluppo Immunologia di Janssen Research & Development Llc - I risultati
del programma di sviluppo clinico di Fase Iii, uno dei maggiori condotti ad
oggi su un farmaco biologico per l’artrite psoriasica, hanno dimostrato che
ustekinumab è efficace nel migliorare sintomi e segni dell’artrite psoriasica
attiva sia in pazienti naïve, sia in pazienti pre-trattati con terapie anti
fattore di necrosi tumorale (Tnf) alfa. Crediamo che ustekinumab, d’ora in avanti,
giocherà un ruolo importante nella terapia di questa patologia cronica”.
La
Commissione Europea ha dato la propria approvazione sulla base dell’esame dei
risultati di due studi pivotal di fase Iii multicentrici, randomizzati, in
doppio cieco, controllati verso placebo (Psummit I e Psummit Ii) condotti con
ustekinumab, anticorpo monoclonale interamente umano anti-interleuchine
(Il)-12/23p40, somministrato per via sottocutanea, in pazienti con artrite
psoriasica attiva, che hanno valutato efficacia e sicurezza di ustekinumab 45
mg o 90 mg somministrato per via sottocutanea alle settimane 0, 4 e
successivamente ogni 12 settimane. Questi studi hanno incluso pazienti con
diagnosi di artrite psoriasica attiva, che avevano almeno cinque articolazioni
dolenti e cinque tumefatte e livelli di proteina C-reattiva (Crp) di almeno 0,3
mg/dL nonostante il precedente trattamento con terapie convenzionali. Psummit Ii ha coinvolto altresì pazienti che
erano stati precedentemente trattati con inibitori di Tnf. Gli endpoint primari
in entrambi gli studi sono stati la percentuale di pazienti che hanno
dimostrato un miglioramento di segni e sintomi dell’artrite di almeno il 20%
secondo i criteri dell’ American College of Rheumatology (Acr 20) alla
settimana 24. Gli endpoint secondari alla settimana 24 hanno compreso:
miglioramenti dei punteggi Haq-di (Health Assessment Questionnaire Disability
Index), miglioramento di segni e sintomi dell’artrite del 50 o 70% (Acr 50 o
Acr 70) e miglioramento delle lesioni cutanee da psoriasi di almeno il 75%
misurato con Indice “Psoriasis Area Severity Index” (Pasi 75) in pazienti con
almeno il 3% della superficie corporea coinvolta alla visita basale. Gli studi hanno anche rilevato miglioramenti
dei punteggi di entesite e dattilite in pazienti con entesite e/o dattilite al basale.
I
risultati di sicurezza di ustekinumab osservati negli studi Psummit sono stati
coerenti con il profilo di sicurezza del farmaco nell’indicazione approvata,
psoriasi a placche da moderata a grave, con oltre 5 anni di esperienza nei
trial clinici.
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INTRODURRE NEI PAESI BALTICI COMPETENZE INNOVATIVE PER LA SCOPERTA DI FARMACI |
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Bruxelles,
15 ottobre 2013 -È stato lanciato un progetto finanziato dall´Ue progettato per
rafforzare le capacità multidisciplinari di ricerca, e per meglio gestire le
questioni di proprietà intellettuale riguardanti la scoperta di farmaci
innovativi. La cerimonia di apertura si è svolta presso l´Istituto lettone per
la sintesi organica (Lios), dove sono stati esposti gli scopi e gli obbiettivi
del progetto.
Innovabalt
mira a incoraggiare l´integrazione del Lios nello Spazio europeo della ricerca,
e così facendo ad aiutare ad affrontare alcune delle principali sfide nel
settore europeo della sanità. Il Lios è uno dei principali centri di ricerca
regionali dedicati alla scoperta di nuovi farmaci ma, per essere competitivo a
livello globale, necessita di competenze in molte discipline, quali sintesi
organica, chimica medica e lo sviluppo farmaceutico di composti progettati per
numerose malattie.
Tutto
ciò naturalmente richiede investimenti, formazione e continue collaborazioni,
che è proprio quello a cui Innovabalt intende dedicarsi. In particolare, questo
progetto mira a rafforzare la gestione della proprietà intellettuale (Pi) e
delle risorse umane per la scoperta di farmaci innovativi al Lios, allo scopo di
garantire un futuro certo e solido al centro. Uno dei modi mediante cui si
otterrà questo risultato è quello di attirare 14 professionisti esterni con
competenze in questo campo.
Un
altro obbiettivo chiave di Innovabalt è quello di sviluppare le attività di
ricerca dell´istituto nella medicina innovativa in altri modi. Questi
comprendono la creazione di collaborazioni scientifiche di lunga durata e
partenariati strategici con 50 importanti enti di ricerca, che aiuteranno ad
aumentare la visibilità del Lios all´interno dello Spazio europeo della ricerca
(Ser). Questo migliorerà la partecipazione dell´istituto al programma quadro
Orizzonte 2020 e in altre attività dei programmi di ricerca europei.
Le
infrastrutture di ricerca e le qualifiche al Lios verranno aggiornate in
settori quali procedimenti chimici moderni, chimica verde, chimica biofisica,
scoperta di farmaci, forme avanzate di somministrazione dei farmaci e gestione
di ricerca e innovazione, allo scopo di promuovere le abilità nella ricerca ad alto
livello sullo sviluppo di farmaci innovativi.
Si
svolgeranno dei corsi di formazione su Orizzonte 2020 e sulla questioni
relative alla gestione della proprietà intellettuale, che aumenteranno la
competitività dell´istituto. La maggiore partecipazione del Lios in progetti,
network e altre attività a livello europeo consentirà inoltre al centro di
realizzare più pienamente il proprio potenziale. In questo modo, il progetto
non solo sbloccherà le esistenti capacità di ricerca e innovazione del Lios;
esso contribuirà anche alla creazione di capacità di ricerca e innovazione
nella regione baltica. Con un contributo di 4,7 milioni di euro dalla
Commissione, questo è il più grande progetto del 7º Pq implementato finora in
Lettonia.
Per
maggiori informazioni, visitare:
Innovabalt
http://www.Osi.lv/index.php?lang=en&pos=1
Scheda
informativa del progetto
http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/108745_it.html
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CONVEGNO NAZIONALE MOTORE SANITA’ A VENEZIA: BASTA TAGLI, A RISCHIO SISTEMA UNIVERSALE. IN ATTO RIACCENTRAMENTO ROMANO. I LEA SOCIALI NEL NUOVO PATTO PER LA SALUTE |
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Venezia,
15 ottobre 2013 - “Il ministro Lorenzin tuona (giustamente) contro ogni altro
ipotizzabile taglio alla sanità; da altri ambienti governativi trapelano
notizie di ulteriori sforbiciate da 3,5 miliardi che si aggiungerebbero a 2
anni di spietata e trasversale spending review. La verità la sanno loro. Io so
che continuando così si portano tutte le Regioni, comprese quelle virtuose come
il Veneto che da 3 anni ha i conti in attivo, verso il default, si scaricano
sulla povera gente le colpe di anni e anni di allegre gestioni, si rischia di
smantellare l’assistenza universalistica che è il fiore all’occhiello di questo
paese. E in un momento di crisi economica e sociale come questo sarebbe da
irresponsabili”.
Lo ha
detto l’assessore regionale alla sanità del Veneto Luca Coletto, aprendo oggi a
Venezia i lavori del Convegno nazionale “Motore Sanità”, incentrato proprio
sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale.
“In
tutto questo – ha aggiunto Coletto – appare chiaro un disegno di
riaccentramento della sanità a livello romano, perché quando tutte le Regioni
finiranno in piano di rientro il vero potere, compresa la gestione, sarà in
mano ai governativi e sarà stato gettato alle ortiche l’unico embrione di vero
federalismo, rappresentato dalla gestione sanitaria a livello regionale, che ha
avuto il grande merito di evidenziare le disparità e le difficoltà e di avviare
un cammino verso l’eliminazione degli sprechi, che da qualche parte vuol dire
purtroppo veri tagli ai servizi, da qualche altra, come in Veneto, significa
riorganizzazione, modernizzazione, attenzione maniacale anche ad un solo euro
di spesa. Se vogliono riaccentrare, per eliminare le eccellenze livellando
verso il basso le prestazioni, e le Regioni in equilibrio di bilancio, basta
che lo dicano apertamente agli italiani.”.
“Bisogna
guardare e colpire le inefficienze dove si trovano, e scovarle non è difficile
– ha aggiunto Coletto – bisogna introdurre al più presto i costi standard e la
tassazione locale aggiuntiva per chi non li rispetta, bisogna costruire il
nuovo Patto per la Salute avendo ben presente le necessità della povera gente
(quella ricca non ha problemi a rivolgersi al privato anche costoso) e
l’opportunità di inserirvi anche il capitolo dei Livelli Essenziali di
Assistenza Sociali, eliminando quella zona grigia che oggi esiste tra ciò che
va considerato sanitario e ciò che va considerato sociale”.
“Solo
così – ha concluso – potremo puntare in tutto il Paese ad una vera integrazione
tra sanitario e sociale, sapendo chi fa cosa e chi paga e creando così una vera
sinergia tra due settori attigui che caratterizza il modello veneto”.
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"AGGIORNAMENTO SULL´ASSISTENZA NEONATALE" |
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Vienna,
15 ottobre 2013 - Dal 21 al 23 marzo
2014 si terrà a Vienna, in Austria, un "Aggiornamento sull´assistenza
neonatale" (Update in Neonatal Care).
Una
madre su nove non porta a termine la gravidanza e ogni anno circa 100 000
bambini finiscono nell´unità di terapia intensiva neonatale.
L´evento
si propone di esaminare gli ultimi sviluppi nella ricerca neonatale. Affronterà
argomenti sul ruolo dei probiotici e prebiotici, l´immunizzazione e la terapia
farmacologica in neonatologia.
Per
ulteriori informazioni, visitare:
http://www.Ia-neonatology.org/conferences/ia_confernces/conf1/welcome.html
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SALUTE, FVG: DA RETI ECCELLENZA SPUNTO PER RIFORMA EFFICACE |
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Udine, 15
ottobre 2013 - Il Friuli Venezia Giulia si caratterizza per
una
particolare e positiva tradizione di sicurezza e qualità
delle
cure, condizione riconosciuta dalla quale la Regione
intende
trarre gli spunti necessari a predisporre la riforma
complessiva
del sistema sanitario.
Lo ha
affermato l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra
Telesca,
intervenendo a Udine, nell´affollato auditorium
dell´Amministrazione,
alla Giornata regionale della sicurezza e
qualità
delle cure promossa dall´Azienda ospedaliero universitaria
Santa
Maria della Misericordia di Udine in collaborazione con la
Regione.
In
questo mesi, ha ricordato Telesca, "si è aperto un cantiere
per la
riforma che sarà definita attraverso un confronto a tutto
campo
già avviato con gli operatori".
La
Giornata regionale della sicurezza e qualità delle cure è
infatti
valsa a mettere in luce efficacia, eccellenze, criticità
del
sistema sanitario regionale.
Secondo
l´assessore, in Friuli Venezia Giulia sono già stati
compiuti
grandi passi avanti ma occorre ora mettere in rete le
eccellenze
per ridisegnare un sistema sanitario sostenibile.
"Occorre
ora - ha concluso Telesca - lavorare sui percorsi
diagnostico,
terapeutico, assistenziale e riabilitativo che ci
permettano
di portare la qualità e la sicurezza della salute su
tutto
il territorio".
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VENDOLA E GENTILE A DIBATTITO A ORDINE MEDICI:"NO A NUOVI TAGLI LEGGE STABILITÀ" |
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Bari,
15 ottobre 2013 - Serrato dibattito ieri
all’Ordine dei Medici tra i rappresentanti dei consigli provinciali di tutta la
Regione e il presidente Vendola con l’assessore al Welfare Elena Gentile. Al
centro della discussione, le politiche sanitarie all’indomani della tragica
morte della dottoressa Paola Labriola e – più in generale – il rapporto tra
classe medica e organizzazione politico-amministrativa del servizio sanitario
regionale. Durante la riunione è arrivata la notizia della bozza della legge di
stabilità con nuovi tagli nazionali alla sanità e il presidente Vendola ha
commentato che “questa è la linea del Piave tra la vita e la morte.
La bozza
della legge di stabilità dice che nel 2014 il finanziamento è diminuito di 500
milioni, per il 2015 di un miliardo, per il 2016 di 1 miliardo e 65 milioni.
Tagliare di 500 milioni di euro nel 2014 è come tagliare di 2,5 miliardi dal
punto di vista della dotazione reale il sistema sanitario. Per fare il minimo
delle assunzioni necessarie alla sopravvivenza del sistema regionale, 2.400
assunzioni, abbiamo bisogno di 174 milioni di euro.
Servono per puntellare il sistema, che non può
reggere un’altra estate con i pronto soccorso gli ospedali senza personale”. Il
confronto è andato avanti dopo la relazione del presidente dell’Ordine dei
Medici di Bari, Filippo Anelli: rispondendo alle sollecitazioni sulla tragedia
di Castellaneta (quando nel 2007 un errore nella costruzione di un impianto per
ossigeno uccise alcuni pazienti dell’ospedale), Vendola ha sottolineato che “la
strage avvenne sia a causa dell’inaugurazione senza perizia di variante con in
corso una campagna elettorale, sia per mancanza di personale, sia per mancanza
di terapia. Perché la democrazia è terapeutica, permette alle equipe mediche di
confrontarsi, tra di esse, con i pazienti e con i familiari. Non si può mimare
senza democrazia il soddisfacimento del bisogno di salute”. Sul più recente omicidio
Labriola secondo il presidente “sarebbe paradossale, per Paola, per la sua vita
di medico, per i suoi pensieri, che la questione finisse in un’invocazione di
tipo securitario.
La
sicurezza è un tema importante, ma Sim e Sert stanno diventando discariche
sociali e i problemi di salute sono leggibili tramite l’incremento di povertà.
Certo, non è possibile tagliare sistemi di sicurezza minimi come citofoni,
sistemi allarme, ma l’accusa di ragionierismo da parte del presidente Anelli
non è accettabile: noi abbiamo di fronte i tagli del tavolo Massicci e i suoi
diktat che ci hanno impedito di assumere personale. Il personale è sicurezza,
avere operatori è sicurezza. Invece stiamo andando verso la privatizzazione del
sistema, che distruggerà il sistema sanitario universale, con esiti
catastrofici. Se avremo successo, taglieranno di meno ma taglieranno in un
organismo già mutilato.
L’asticella
della salute in Italia è sempre più alzata: 9 milioni di anziani l’anno scorso
non si sono più curati, nelle famiglie si fa a turno per curarsi”. Sulle
responsabilità del management per la tragedia del Sim, Vendola ha confermato
che “è in corso un’ispezione. Se ci saranno responsabilità, qualcuno dovrà
pagare. Ma di converso, da quando non si affronta un dibattito su cosa sono i
Sim e i Sert in questo Paese, su come sono organizzati?” Vendola ha poi
rivendicato i risultati ottenuti in questi anni nel settore sanitario:
“Monumenti alle paralisi amministrative come i policlinici di Bari e Foggia
sono oggi tra i più grandi cantieri del Mezzogiorno, migliorano i dati di
mobilità passiva: dalla mobilità passiva si vedono i punti critici e si cerca
di analizzarli”. Vendola ha ancora puntato il dito contro le commistioni tra
politica e sanità: “C’è sia la politicizzazione della sanità che la
sanitizzazione della politica. Non conosco una sola campagna elettorale nella
quale i medici non siano stati protagonisti. E a capo delle rivolte contro la
chiusura degli ospedali spesso non c’era la popolazione, ma i primari che
stavano per perdere il reparto.
Noi non
vogliamo, come disse monsignor Magrassi – ospedali per curare campagne
elettorali, ma ospedali per curare persone”. “Sappiamo – ha rimarcato
rivolgendosi alla platea – che ad esempio il 52% di parti cesarei è un
problema: lo si affronti”. “Non abbiamo bisogno di corporativismo – ha
proseguito – nelle professioni, ma di rimettere al centro il diritto alla
salute, oggi in discussione e non potremo cavarcela con un “adda passà la
nuttata”. “La sfida che accettiamo è quella della cooperazione nella
programmazione, non nella gestione – ha concluso – sapendo bene che 2400-2500
assunzioni erano il minimo indispensabile per mettere in sicurezza al minimo il
sistema, ma che al ministero dell’Economia stanno lavorando per impedircelo e a
quel ministero non importa che non possiamo rispettare i Lea”.
L’assessore
Gentile ha confermato che “ci sono aggiustamenti non rinviabili, come l’Adi e
l’abbattimento delle liste di attesa, il 118, ma i tagli fanno esplodere ogni
possibilità di proposta. Nessuno sopravviverà se i tagli continueranno: è
minata la tenuta del sistema pubblico universale e si va verso la
privatizzazione: con questo tsunami in vista la categoria non può non sentirsi
minacciata. Non è tempo di invocare norme che risalgono al 1946, ma di mettere
mano al confronto con la perimetrazione puntuale di compiti istituzionali,
sindacali, professionali. Parta infine dalla classe medica il grido contro i
tagli, la privatizzazione la precarizzazione dei rapporti di lavoro”.
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DOLORE CRONICO PER 1 ROMAGNOLO SU 4: SPESSO È MAL DI SCHIENA. A SAN LEO SUMMIT DI ESPERTI PER GESTIRLO AL MEGLIO |
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San Leo
(Rn), 15 ottobre 2013 – Si svolgeranno presso lo storico Palazzo Mediceo di San
Leo, in provincia di Rimini, dal 17 al 20 ottobre e chiameranno a raccolta
decine di specialisti che operano nel campo del dolore vertebrale, tra cui,
Algologi, Neurochirurghi, Fisiatri, Neurologi, Psicologi e Fisioterapisti. Sono
i 3 corsi promossi da Advanced Algology Research, associazione per la ricerca
scientifica senza scopo di lucro, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza
e la terapia del dolore vertebrale. “Diagnosi e Terapia del Dolore vertebrale:
lo Spine Center” è il corso teorico rivolto ai clinici, in programma dal 17
pomeriggio al 19 mattina; “Il supporto ecografico nella medicina del dolore
vertebrale” e “Pain management in terapia manuale nello Spine Center”, dal 19
pomeriggio al 20 mattina, sono invece due corsi teorico-pratici rivolti
rispettivamente a medici e a fisioterapisti.
“Per la
prima volta si trovano nello stesso congresso tutti gli specialisti che si
interessano di mal di schiena”, dichiara il dottor Gilberto Pari, medico algologo,
Presidente di Advanced Algology Research. “Fisiatri, algologi, neurochirurghi,
fisioterapisti, psicologi si danno appuntamento allo scopo di valutare il
paziente e i suoi bisogni seguendo un percorso comune e condiviso. L’obiettivo
è definire un approccio unanime e appropriato, superando la consuetudine
secondo cui, in base al medico cui si rivolge il malato, vengono attivati
svariati percorsi diagnostico-terapeutici, che rispecchiano la cultura di quel
singolo specialista”.
Secondo
il Pain in Europe Survey – la più importante indagine condotta in Europa
sull’incidenza del dolore cronico – il 20% della popolazione del Vecchio
Continente soffre di una forma cronica di sofferenza, ma in Italia questa
percentuale sale a quota 26. In circa un quarto dei casi il dolore è
rappresentato dal Back Pain (più comunemente detto mal di schiena). Insieme al
raffreddore, il dolore vertebrale è la ragione più comune che spinge a
rivolgersi al medico di famiglia, con richieste di ulteriori visite e
accertamenti diagnostici. È anche una delle principali cause di assenza dal
lavoro, con conseguente notevole impatto a livello di costi sanitari e sociali.
“Per il
trattamento del dolore vertebrale – continua Pari – esistono diverse terapie,
di tipo farmacologico, infiltrativo e riabilitativo; nei casi di
cronicizzazione, che non rispondono ai trattamenti sopra elencati, può essere
indicato l’utilizzo della neuromodulazione, con il posizionamento di elettrodi
e pacemaker. I medici approfondiranno anche il ruolo dell’ecografia nella
medicina del dolore vertebrale: con l’implementazione dell’uso dell’ecografo,
infatti, non solo si possono contenere i costi ma, aumentando la precisione del
trattamento (grazie a una migliore visualizzazione del target da raggiungere),
si può sensibilmente diminuire il numero di terapie infiltrative, con evidente
beneficio del paziente. Ai fisioterapisti verranno invece fornite indicazioni
univoche per la terapia manuale nel paziente con mal di schiena”.
L’evento
formativo è reso possibile anche grazie al supporto della Fondazione per la
Qualità di Vita Onlus, ente senza fini di lucro fondato nel giugno 2013 allo
scopo di promuovere la nascita e lo sviluppo di progetti che mettano al centro
la qualità di vita delle persone e per favorire l’assistenza sanitaria e o
riabilitativa gratuita nel campo della Medicina del Dolore.
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CERIGNOLA: REPARTO FIBROSI CISTICA: TRAGUARDO IMPORTANTE |
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Cerignola, 15 ottobre 2013 - “Credo che disertare il teatro delle
polemiche e frequentare il teatro delle opere concrete sia una scelta sempre
giusta. Oggi per centinaia e centinaia di famiglie pugliesi si raggiunge un
traguardo molto importante, un traguardo costruito con la passione di tanti
medici, di tanti infermieri, di tanti pazienti e familiari, di tante
associazioni. Il reparto di Fibrosi cistica nell’Ospedale di Cerignola oggi è
un punto di riferimento per il Sud d’Italia, un reparto di assoluta eccellenza,
di avanguardia nella sua concezione. Occorre vedere il volto dei padri e delle
madri dei bambini ammalati di Fibrosi cistica per capire di cosa si tratta e
quanto è importante per loro questo risultato”.
Così il
Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola inaugurando l’ 11 ottobre,
insieme con l’assessore alla Salute Elena Gentile, il nuovo reparto di Fibrosi
cistica dell’Ospedale di Cerignola “G. Tatarella”.
Per
l’assessore Elena Gentile, che ha ricordato l’esperienza da “pionieri
spericolati” fatta insieme con il primario del reparto Luigi Ratclif, “quella
di oggi è una tappa straordinariamente importante che corona lo sforzo di tutti
i professionisti”.
“Oggi
abbiamo realizzato un sogno dopo aver coltivato un’ambizione, quella di offrire
le migliori cure ai nostri bambini e alle nostre bambine – ha concluso la
Gentile – ma non ci fermiamo, anzi. Ripartiamo da qui, avendo di fronte altre
sfide altrettanto affascinanti, come quella di portare a casa l’assistenza ai
nostri piccoli ammalati o quella di consentire una diagnosi immediata”.
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ACCORDO CON MINISTERO SUI FINANZIAMENTI PER L´OSPEDALE FELETTINO DELLA SPEZIA |
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Genova,
15 Ottobre 2013 - Sono confermati tutti i finanziamenti necessari per la
realizzazione del nuovo ospedale Felettino della Spezia. Lo ha detto venerdì 11
ottobre l´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo. A disposizione
della nuova struttura, oltre ai 152 milioni destinati all´immobile, all´area
esterna e agli impianti, anche 23 milioni circa che la Regione si è impegnata a
stanziare per gli arredi e le attrezzature. L´assessore alla salute si è detto
soddisfatto della disponibilità del Ministero della sanità ad articolare il
quadro dei finanziamenti coerentemente con l´evoluzione dell´opera,
posticipando così l´impegno contabile regionale. Le risorse per il successivo
appalto delle attrezzature, pari a 23 milioni di euro, potranno essere
impegnate dalla Regione successivamente". "Entro fine anno – ha
spiegato Montaldo – è prevista la conclusione del progetto definitivo in corso
di realizzazione e, con l´inizio dell´anno nuovo, l´avvio delle procedure di
autorizzazione regionale. Al termine sarà possibile procedere alla
pubblicazione del bando, intorno al marzo 2014, per la gara di appalto per la
progettazione esecutiva e la realizzazione dell´opera, con conseguente
aggiudicazione entro l´autunno dello stesso anno". Nel frattempo sta
procedendo l´aggiudicazione dell´appalto per il nuovo edificio destinato alla
radioterapia per il quale si prevede l´avvio del cantiere entro gennaio 2014.
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SALUTE: FARMACOSORVEGLIANZA CONFERMA INNOVAZIONE FVG |
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Udine, 15
ottobre 201 - "Gli esiti del progetto multiregionale di
farmacosorveglianza
rappresentano un´altra conferma che questa
regione
è all´avanguardia nell´innovazione, anche nella sanità".
Secondo
l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca,
intervenuta
a Udine, nel palazzo dell´Amministrazione, alla
presentazione
dei risultati dell´indagine che ha coinvolto 21mila
cittadini,
e ha consentito di informare la comunità regionale
sull´importanza
di far conoscere le eventuali reazioni avverse
riscontrate
nell´assunzione dei farmaci, il progetto ha
rappresentato
una tappa importante per l´ottimizzazione dello
sviluppo
del Sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia.
Un
passo avanti significativo verso la riorganizzazione
complessiva
della sanità regionale.
L´indagine,
per la Telesca, ha inoltre confermato l´elevato
livello
di sicurezza del sistema sanitario, e ha evidenziato in
particolare
la partecipazione attiva e convinta di alcune
componenti
essenziali della rete sanitaria, come i medici di
base, i
farmacisti e le farmacie.
Gli
attori di questa rete fondamentale per la salute dei
cittadini
hanno infatti accettato di essere protagonisti
dell´informazione
dei cittadini sul corretto uso, sull´impiego
adeguato
e appropriato, sugli effetti dei farmaci.
Spesso
accade, infatti, com´è stato ricordato dai partecipanti
alla
presentazione in rappresentanza delle categorie coinvolte
(Luigi
Canciani, presidente regionale della Società Italiana
Medici
Generici; Michele Favero, presidente della consulta
regionale
dell´ordine dei Farmacisti; Alessandro Fumaneri,
presidente
regionale di Federfarma; Alessandra Forgiarini,
presidente
di Federfarma Udine), il 50 per cento della
popolazione
anziana non aderisce correttamente alle terapie
farmacologiche
prescritte, spesso per mancanza di informazione, o
anche
di aiuto da parte dei familiari o di chi li segue.
Da tale
considerazione, come ha insistito l´assessore, emerge
evidente
l´importanza di offrire ai cittadini, in particolare
alle
fasce interessate da tale problema, l´opportunità di essere
informati
dai soggetti di maggiore prossimità del sistema
sanitario.
E il
progetto di farmacovigilanza, ha concluso Telesca, ha
dimostrato
proprio che il nostro sistema sanitario è in grado di
mettere
in rete, anche per questo, le competenze adeguate.
La
farmacosorveglianza rappresenta un´attività fondamentale per
quanto
riguarda la sicurezza dei medicinali oggi comunemente
utilizzati
che vengono inizialmente testati sulla base di
indagini
cliniche.
Tale
metodologia si basa, oltre che sulle indicazioni da parte
medici,
infermieri e farmacisti, anche sulle segnalazioni di
eventuali
reazioni inattese e avverse da parte dei cittadini ai
quali
vengono prescritti i farmaci. Segnalazioni che avvengono
attraverso
la compilazione di schede di segnalazione.
La
Regione aveva aderito al progetto multiregionale di
farmacosorveglianza
dell´Agenzia italiana del farmaco, realizzato
in
collaborazione con Federfarma, assieme alle Regioni Veneto,
Campania,
Calabria, Basilicata e Puglia.
Nel
Friuli Venezia Giulia hanno aderito 45 farmacie e 119
farmacisti.
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SOVRAPPESO E OBESITÀ NELLE MARCHE, L’INDAGINE CONDOTTA IN REGIONE. |
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Ancona,
15 ottobre 2013 - Nelle Marche il 31%
degli adulti di 18-69 anni è in sovrappeso e il 10% obeso, complessivamente
circa quattro persone su dieci (41%) sono in eccesso ponderale: è quanto emerge
da una indagine condotta a livello regionale, coordinata dall’Agenzia Regionale
Sanitaria e dalla Rete epidemiologica delle Marche. I dati sono stati diffusi
in occasione dell’Obesity Day, giornata nazionale dedicata alla
sensibilizzazione al tema dell’obesità organizzata dall’Adi - Associazione
Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. “L’obesità non è un problema
confinato in una sfera estetica, ma una vera e propria patologia clinica -
rileva l’assessore alla Sanità, Almerino Mezzolani - prevenirla è importante,
perché l’eccesso ponderale è uno dei principali fattori che sostengono
l’aumento delle malattie cronico-degenerative, quelle che oggi rappresentano il
principale problema in termini di mortalità. Per questo occorre sensibilizzare
l’opinione pubblica e di chi opera in sanità a prestare massima attenzione”.
Gli operatori sanitari e non sanitari rivestono un ruolo importante nelle
iniziative di comunicazione finalizzate all’attivazione di processi di
consapevolezza e di empowerment nella popolazione. Anche per questa ragione in
molte zone delle Marche sono in atto iniziative, formative ed informative, dei
Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’Asur. Per conoscere qual è la
situazione nelle Marche per quanto riguarda gli adulti, sono di riferimento i
dati del sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica Passi (Progressi
delle aziende sanitarie per la salute in Italia) che ha l’obiettivo di stimare
la frequenza e l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai
comportamenti individuali, oltre alla diffusione delle misure di prevenzione.
Un campione di residenti di età compresa tra 18 e 69 anni viene estratto con
metodo casuale dagli elenchi delle anagrafi sanitarie. Personale dei
Dipartimenti di Prevenzione delle Aree Vaste Asur, specificamente formato,
effettua interviste telefoniche (circa 25 al mese per ogni Area Vasta) con un
questionario standardizzato. I dati vengono poi trasmessi in forma anonima via
internet e registrati in un archivio unico nazionale. Secondo i dati del Passi,
nel 2009-2012 nelle Marche, il 31% degli adulti di 18-69 anni risulta in
sovrappeso e il 10% risulta obeso. Questa condizione cresce al crescere
dell’età, è più frequente negli uomini, tra le persone con più bassi livelli
d’istruzione, tra quelle economicamente più svantaggiate. Percepire di essere
in sovrappeso può essere motivante per un eventuale cambiamento dello stile di
vita. Nel campione regionale del quadriennio 2009-2012, la percezione di essere
in sovrappeso non sempre coincide con lo stato nutrizionale calcolato in base
ai dati antropometrici riferiti dagli intervistati: tra le persone in
sovrappeso 4 su dieci (40%) ritiene che il proprio peso sia più o meno giusto;
tra gli obesi questa percentuale è del 5%. Nel 2012 le persone in sovrappeso o
obese mostrano profili di salute più critici di quelli della popolazione
generale, sopportano un maggior carico di malattia e più frequentemente di
altre dichiarano di soffrire di condizioni croniche: oltre il 30% riferisce una
diagnosi di ipertensione o di ipercolesterolemia (nella popolazione generale
queste percentuali sono pari rispettivamente al 19% e 29%), il 6% riferisce una
diagnosi di diabete (contro il 3% nella popolazione generale), il 3% riporta di
aver avuto un infarto del miocardio e il 9% di malattia respiratoria cronica.
“Per diffusione e conseguenze sulla salute l’eccesso ponderale è tra i
principali fattori di rischio che si possono correggere – rileva Mezzolani -.
Esistono programmi validi per rendere le condizioni di vita più favorevoli a
scelte che contrastino l’obesità come aumentare i consumi di frutta e verdura e
il movimento. Nell’ambito del Piano regionale della Prevenzione sono stati
attivati progetti specifici. Fondamentale per avviare programmi di questo tipo
anche l’azione dei Comuni e delle altre agenzie territoriali, assieme alla
Azienda Sanitaria Unica Regionale, che in occasione di Obesity Day ha messo in
campo numerose iniziative per sensibilizzare la popolazione”.
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BURLANDO, CASA DELLA SALUTE DI SARZANA |
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Genova,
15 Ottobre 2013 - "È il restauro di un bellissimo edificio ottocentesco
che ospitava il vecchio ospedale, si è fatto un recupero molto importante che
inaugureremo il 25 ottobre. Subito dopo, da fine ottobre, gli uffici verranno
trasferiti e entro metà/fine novembre l´edificio sarà completamente operante a
disposizione dei cittadini di Sarzana e della val di Magra. I tempi di
realizzazione sono stati rispettati perfettamente e anche i costi sono rimasti
entro i limiti previsti". Lo ha detto venerdì 11 ottobre il presidente
della Regione Liguria Claudio Burlando parlando della nuova casa della salute
di Sarzana in occasione della conferenza stampa dopo la seduta di giunta,
presenti il vicepresidente e assessore alla salute Claudio Montaldo, il sindaco
di Sarzana Alessio Cavarra – che ha sottolineato il passo avanti per i servizi
territoriali anche dal punto di vista della spesa - e il direttore generale Asl
5 Spezzino Gianfranco Conzi, che ha definito l´opera come il punto di arrivo
della ristrutturazione del distretto 19 attorno a cui ruoterà l´organizzazione
del distretto stesso.Iniziati nel dicembre 2012, i lavori di realizzazione
della casa della salute di Sarzana si sono conclusi nel mese di agosto 2013; la
struttura verrà inaugurata il 25 ottobre e lavorerà a pieno regime entro metà
novembre. L´opera, costata 4 milioni e 395 mila euro, è stata commissionata
dall´Azienda Sanitaria Locale n° 5 – Spezzino e pagata con 2 milioni e 800 mila
euro di fondi ex art. 20 per investimenti strutturali in sanità, 807 mila euro
di fondi regionali, 720 mila euro di fondi intramoenia e 67 mila 700 euro
provenienti dall´alienazione di immobili Asl. L´intervento, realizzato nel
vecchio ospedale di San Bartolomeo ha comportato la ristrutturazione
dell´edificio destinato a sede dell´assistenza territoriale dell´Asl 5 del
distretto sanitario 19 della val di Magra. L´edificio è costituito da un
manufatto risalente all´ottocento, a cui nei primi anni del ´900 furono
aggiunti due edifici simmetrici, che, con la ristrutturazione, sono stati
demoliti riportando l´immobile alle sue proporzioni originali. Trattandosi di
un´immobile storico l´intervento è stato realizzato nel rispetto delle
prescrizioni della Soprintendenza del Ministero per i beni e le attività
culturali. Le opere interne eseguite, nei tre piani fuori terra in cui si
articolava l´edificio, sono state condizionate dalla struttura portante. E´
stata utilizzata la notevole altezza del primo piano per creare un piano
intermedio, di ridotta superficie, mediante la costruzione di una soppalco. Nei
vari piani si svolgeranno le seguenti funzioni: al piano terra ci saranno un
consultorio con 4 ambulatori, l´ufficio di igiene pubblica con un ambulatorio e
le attività distrettuali (punto prelievi, uffici cure primarie e domiciliari,
front-office); il primo piano ospiterà 16 ambulatori, oltre ad uffici per
attività protesica e assistenza disabili; nel piano soppalcato saranno situati
4 uffici dei servizi sociali del comune, 4 ambulatori di psicologia clinica
consultoriale e un ufficio di assistenti sanitarie del consultorio; infine, al
secondo piano, si troveranno i 6 uffici della direzione del distretto.
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SANITA: CHIODI AI MANAGER ASL, RIVEDERE SEDI GUARDIE MEDICHE |
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Pescara,
15 ottobre 2013 - Una rimodulazione
dell´articolazione delle sedi di continuità assistenziale (servizi di Guardia
medica) è stata chiesta dal commissario ad Acta per la Sanita, Gianni Chiodi,
ai manager delle Asl abruzzesi, ai quali ha inviato una specifica nota.
Rispetto all´attuazione della nuova determinazione dei centri, stabilita con
deliberazioni direttoriali dei manager, Chiodi scrive essere state
"rappresentate delle criticità territoriali, che potrebbero sfociare in
ricorsi amministrativi". Il Commissario ha chiesto che, "pur
nell´ambito dei parametri fissati dalla legge", si valuti
"un´approfondita ed ulteriore riflessione circa la corretta individuazione
delle sedi di continuità assistenziale". Secondo Chiodi "dovrebbero
essere puntualmente collocate in modo da garantire i servizi soprattutto nelle
aree svantaggiate, sia per ragioni orografiche e sia di densità abitativa e,
comunque, in posizione baricentica rispetto al territorio di utenza".
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SALUTE, LIGURIA: FIRMATO DAL MINISTRO DECRETO CHE FINANZIA STRUTTURA RIABILITATIVA A CALICE AL CORNOVIGLIO |
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Genova,
15 Ottobre 2013. È stato firmato dal Ministro della salute, Beatrice Lorenzin
il decreto che assegna le risorse alla Regione Liguria per la realizzazione
della struttura residenziale riabilitativa per pazienti psichiatrici a Calice
al Cornoviglio in provincia della Spezia. È stato comunicato venerdì 11 ottobre
al termine della Giunta regionale dall´assessore alla salute, Claudio Montaldo.
Il decreto assegna circa 6 milioni per la realizzazione della struttura e del
progetto operativo che comprende anche la formazione degli addetti. Ora il
decreto andrà all´esame della Corte dei Conti. "Non appena arrivano i
soldi – ha spiegato l´assessore Montaldo - partirà immediatamente la gara per
l´affidamento dei lavori, sicuramente entro fine anno". Nella struttura
saranno ospitati 20 pazienti psichiatrici, autori di reato che oggi si trovano
a Montelupo Fiorentino per l´esecuzione delle misure di sicurezza. Il percorso
riabilitativo un massimo di due anni.
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TERMOABLAZIONE: SANDRO ROSSI AL VERTICE MONDIALE DELLA RICERCA “I NOSTRI STUDI SUL FEGATO SONO I PIÙ IMPORTANTI DEGLI ULTIMI 70 ANNI” |
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Pavia,
15 ottobre 2013 – La radiologia nel mondo parla italiano. Sandro Rossi,
presidente della ‘Fondazione cura mini-invasiva tumori’ e direttore della
Struttura Complessa di Medicina Vi ed Ecografia interventistica della
Fondazione Policlinico San Matteo Irccs di Pavia, è tra i 100 autori più citati
nella letteratura scientifica nel campo della radiologia tra il 1945 e il 2012.
È quanto emerge da un articolo pubblicato sul numero di settembre della più
importante rivista americana del settore, l’‘American Journal of
Roentgenology’. Lo studio ha analizzato i lavori pubblicati sulle dodici
principali riviste di radiologia, selezionate per impact factor (il parametro
più utilizzato per valutare l’impatto di una pubblicazione) e valore storico,
che hanno ricevuto il maggior numero di citazioni. Il prof. Rossi è stato il
primo ricercatore al mondo ad aver pubblicato, nel 1996, uno studio sulla
termoablazione a radiofrequenza nel tumore del fegato, una tecnica innovativa
che ha aperto la via a un metodo rivoluzionario nel trattamento di questa
neoplasia, alternativo rispetto alla chirurgia tradizionale. Nella top 100 i
due lavori che portano la firma del prof. Rossi (oltre a quello del 1996, un
altro del 1998) sono stati gli unici ad aver raddoppiato in pochi anni il
numero di citazioni (passando da 259 a 515 e da 202 a 405). “È un risultato
prestigioso per la ricerca italiana che dimostra di saper competere a livello
mondiale - spiega il prof. Sandro Rossi –. La termoablazione percutanea o
intra-operatoria permette di eliminare le cellule malate in 10-15 minuti, con
meno rischi e complicanze per i pazienti rispetto alla chirurgia tradizionale,
che richiede di solito almeno 2 ore. Ogni anno in Italia circa 1500 persone
sono operate con questa tecnica. Il tumore del fegato nel nostro Paese nel 2012
ha fatto registrare 12.800 nuove diagnosi ed è al terzo posto per mortalità
nella fascia di età compresa fra i 50 e i 69 anni. In oltre il 90% dei casi
insorge in persone colpite da cirrosi epatica. Con questa tecnica inoltre i
pazienti possono tornare in poco tempo alle attività quotidiane perché non
richiede tagli sulla pelle e viene eseguita in anestesia locale”. Nella
classifica dell’‘American Journal of Roentgenology’ il nostro Paese, con 10
articoli, è il secondo dopo gli Stati Uniti (57) per numero di studi che hanno
ottenuto il maggior numero di citazioni. Seguono Germania (9), Francia (7) e
Regno Unito (6).
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PAVIA: DAL 31 OTTOBRE NUOVO DEA SAN MATTEO |
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Torrazza
Coste/pv, 15 ottobre 2013 - Il nuovo
Dipartimento di Emergenza e Urgenza (Dea) dell´ospedale San Matteo di Pavia
verrà inaugurato il prossimo 31 ottobre. Lo ha annunciato il vice presidente e
assessore alla Salute della Regione Lombardia Mario Mantovani, al termine della
seduta di Giunta, che si è svolta presso la tenuta di Riccagioia, nel Pavese.
"Oggi - ha detto Mantovani - dal cuore dell´eccellenza lombarda per quanto
riguarda la salute, possiamo annunciare che il prossimo 31 ottobre sarà
inaugurato il nuovo Dea del San Matteo. Abbiamo fatto un investimento di 700
milioni di euro e il 13 dicembre inizierà il trasferimento effettivo dei
degenti". Il vice presidente Mantovani ha anche fatto sapere che è già
stata autorizzata l´assunzione di 40 persone a tempo determinato per favorire
gli spostamenti. "Sono già stati approvati anche i primi protocolli
scientifici - ha concluso Mantovani - che consentiranno di venire in Italia, a
Pavia, a chi si vorrà curare presso il Cnao (Centro nazionale di adroterapia
oncologica".
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OSTEOARTROSI: IN PROVINCIA DI VERONA NE SOFFRE IL 60% DI CHI SI RIVOLGE A UN CENTRO DI TERAPIA DEL DOLORE |
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Dossobuono
(Vr), 14 ottobre 2013 – In provincia di Verona 6 pazienti su 10 che si
rivolgono a un centro di terapia del dolore soffrono di patologie osteoarticolari.
In particolare tra i pazienti affetti da artrosi, circa il 10% dovrà sottoporsi
nel corso della vita a un intervento chirurgico di artroprotesi. Proprio con
l’obiettivo di discutere le novità più attuali nel campo della protesica e
approfondire il tema della gestione del dolore ortopedico, sabato 5 ottobre a
Dossobuono, si sono dati appuntamento
Specialisti Ortopedici e di Medicina Fisica Riabilitativa per il corso “La
chirurgia protesica: applicazioni, revisioni e gestione di sintomi e
complicanze”, che si svolgerà presso l’Hotel Veronesi La Torre. Attesi oltre 50
medici provenienti dal Nord-est e dall’Emilia.
“Particolare
risalto al tema delle protesizzazioni
‘difficili’ e alla gestione delle tanto temute infezioni periprotesiche”,
spiega il professor Araldo Causero, Direttore della Clinica Ortopedica
dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine, tra i relatori del corso.
“L’intento è stato quello di evidenziare le corrette indicazioni nella scelta
dell’impianto protesico e nel trattamento delle possibili complicanze. Altro
importante argomento, di grande attualità e che ha suscitato clamore da parte
dei media, sarà la tossicità da metallosi degli impianti protesici. La
liberazione di ioni di metallo da parte di alcuni impianti è possibile, ma va
ridimensionato l’eccessivo allarmismo che si è creato attorno a questo
problema. Il corso ci consentirà di fare chiarezza sulla corretta gestione dei
paziente con protesi potenzialmente a rischio. Ad oggi il problema può essere
giudicato assolutamente sotto controllo”.
Tra i
focus del corso anche la gestione del dolore. “I farmaci più utilizzati nel
trattamento sintomatico del dolore da osteoartrosi sono gli antinfiammatori non
steroidei (Fans), gli analgesici e i
farmaci intra-articolari”, illustra il dottor Vittorio Schweiger, Ricercatore
presso l’Università di Verona, Specialista in Anestesia e Rianimazione,
Responsabile Ospedale senza Dolore e relatore del corso. “Per i rilevanti
effetti collaterali e le implicazioni sul rischio cardio-vascolare, tuttavia i
Fans devono essere limitati a un utilizzo di breve durata. Gli analgesici
oppiacei rappresentano una valida alternativa. Accanto a quelli deboli, possono
essere utilizzati gli oppioidi forti, tra i quali i più interessanti sono il
fentanil e l’ossicodone. Quest’ultimo, in particolare, presenta una notevole
efficacia analgesica. Inoltre, la disponibilità dell’associazione
ossicodone-naloxone protegge il paziente dal rischio di stipsi, effetto
indesiderato spesso presente e particolarmente fastidioso”.
Un buon
controllo del dolore è funzionale anche nei pazienti che arrivano
all’intervento di protesi: “Garantisce la ripresa funzionale, con una maggiore
aderenza del paziente al trattamento riabilitativo”, evidenzia Causero. “Dal punto di vista ortopedico, ci permette
di ottenere un miglior grado di soddisfazione del paziente ma anche dimissioni
più rapide, riducendo, almeno dal punto di vista teorico, i tempi di degenza.
Vi sono inoltre alcuni lavori in letteratura che dimostrano come un miglior
controllo delle algie nei pazienti in attesa di intervento chirurgico di
protesizzazione garantisca una soglia di dolore maggiore nella fase peri e
post-operatoria, con dei valori di dolore più bassi, rilevati dalle scale
numeriche”.
Il
trattamento appropriato del dolore è ormai per il medico un vero e proprio
obbligo, sancito dalla Legge 38/2010, che ha riconosciuto il diritto di ogni
cittadino a non soffrire. “Per quanto riguarda l’applicazione di questa
normativa a livello regionale, dopo alcune incertezze, la situazione del Veneto
sembra essere in rapido sviluppo, potendo contare su realtà operative di
eccellenza e con un’esperienza più che trentennale, che necessitano solo di una
sistemazione organizzativa territoriale. Sono state, infatti, identificate le
strutture di riferimento regionale (Centri Hub) nel Centro di Terapia del
Dolore del Policlinico di Verona, diretto dal Prof. Enrico Polati, e nel Centro
di Terapia del Dolore dell’Ospedale di Treviso, diretto dal dott. Marzio
Bevilacqua. Sono stati identificati inoltre i centri satellite (Centri Spoke),
con i requisiti minimi ai quali debbono rispondere. Per quanto attiene il
monitoraggio della rete di cure palliative e di terapia del dolore rivolta al
paziente in età pediatrica, solamente quattro regioni dichiarano che la rete è
attiva e tra queste è presente il Veneto, insieme a Lombardia, Emilia Romagna e
Basilicata”, conclude Schweiger.
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OSTEOPOROSI: IL 20 OTTOBRE ‘H-OPEN DAY’ IN OLTRE 70 OSPEDALI CON IL BOLLINO ROSA |
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Milano,
15 Ottobre 2013 – Torna per il quarto
anno consecutivo, in occasione della Giornata mondiale contro l’osteoporosi del
20 Ottobre, l’H-open Day organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute
della Donna (O.n.da) insieme a oltre 70 ospedali premiati con i Bollini Rosa,
impegnati a sensibilizzare le italiane nei confronti di una malattia che si
previene e si risolve, non solo grazie a un sano stile di vita e a una dieta
corretta, ma anche grazie a un’adeguata informazione.
L’iniziativa,
realizzata grazie al contributo di Amgen, prevede negli ospedali aderenti
convegni, consulenze mediche ed esami gratuiti.
“L’osteoporosi
– spiega la Presidente di O.n.da, Francesca Merzagora – è una patologia a largo
impatto sociale, con diverse e comprovate conseguenze negative di matrice
sanitaria, sociale ed economica, spesso sottovalutata e affrontata con grave
ritardo. Si tratta, infatti, di una malattia silenziosa, che può progredire per
diversi anni fino a quando viene confermata la diagnosi o finché non avviene
una frattura. I numeri parlano chiaro: a causa dell’alto indice di
invecchiamento, si stima che entro il 2050 le fratture di femore saliranno
dagli attuali 1,6 milioni annui a 5-6 milioni; solo in Italia, si passerà da 86
mila fratture di femore, registrate nel 2000, a circa 150 mila entro il 2020.
Fondamentali sono dunque, da un lato, l’attenzione per la malattia nella fase
di prevenzione e di prescrizione delle cure, che devono ridurre il rischio di
frattura e di rifrattura, e dall’altro, la motivazione del paziente al
proseguimento della terapia, spesso interrotta o non adeguatamente seguita, con
un grave spreco economico.
L’iniziativa
dell’H-open Day, che coordiniamo quest’anno in collaborazione con oltre 70
ospedali italiani premiati con i nostri Bollini Rosa, ha come obiettivo quello
di accompagnare le donne nei centri di riferimento della loro città per
ricevere un’assistenza appropriata”.
A
conclusione degli eventi organizzati sul territorio, si terrà Martedì 22
Ottobre a Milano il convegno aperto alla cittadinanza “Osteoporosi e farmaci:
quale futuro?” (Ore 11,30, Sala Ricci - Fondazione culturale San Fedele, Piazza
San Fedele).
Per
maggiori informazioni e l’elenco dei centri dove si svolgerà l’iniziativa
visitare il sito http://www.bollinirosa.it/
telefonare allo 02/29015286 o scrivere a openday@ondaosservatorio.It
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LAZIO: PARTE LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE ANTI INFLUENZALE L´INIZIATIVA È RIVOLTA ALLE PERSONE CHE HANNO SUPERATO I 65 ANNI, AI BIMBI SOPRA I SEI MESI E AGLI ADULTI CON PATOLOGIE PARTICOLARI |
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Roma,
15 ottobre 2013 - Parte la campagna di vaccinazione anti-influenzale promossa
dalla Regione Lazio.
E’
rivolta alle persone che hanno maggiori rischi di contagio del virus:
anziani
sopra i 65 anni,
bimbi
sopra i sei mesi,
adulti con patologie particolari, come ad esempio
malattie cardiache e respiratorie, insufficienza renale, diabete, tumori e
immunosoppressione causata da Hiv .
“La
prevenzione unisce il diritto alla difesa della salute del cittadino con
politiche di governo che non taglia, ma, prevenendo le malattie aumenta il
servizio”, ha spiegato il presidente Nicola Zingaretti. Per questa iniziativa,
infatti, la Regione ha investito 12 milioni di euro.
L’obiettivo
è quello di raggiungere il 75% dei soggetti a rischio, risultato che verrà
centrato grazie al coinvolgimento del
medici di medicina generale coinvolti.
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SALUTE: MERCOLEDÌ 16 OTTOBRE SERA SUPERSHOW BENEFICO AL POLITEAMA GENOVESE PER IL BRA-DAY DEDICATO ALLE DONNE COLPITE DA TUMORI ALLA MAMMELLA |
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Genova,
15 Ottobre 2013. Mercoledì 16 ottobre, sarà celebrata a Genova l´edizione 2013
del Bra-day , la giornata internazionale "Breast Reconstruction Awareness,
per la ricostruzione della mammella, dedicata a tutte le donne che devono
misurarsi con la malattia. L´irccs S. Martino Ist, con il patrocinio della Regione
Liguria, ha organizzato un evento al Teatro Politeama Genovese ,alle 21 con lo
spettacolo "Donna, tutto si fa per te", condotto da Corrado Tedeschi.
La sala del Politeama Genovese ospiterà tanti personaggi dello spettacolo da
Francesco Baccini, Alba Parietti, Alessio Boni i comici di Zelig Paci e
Bottesini, la ballerina di danza orientale Ailema, alla band degli F40 con
Alberto Marafioti e Massimo Gori. Attesi anche calciatori, fra cui il capitano
della Sampdoria Daniele Gastaldello.
Ii filo
conduttore della serata benefica sarà l´amore verso la donna, per ricordarle
che è un suo dovere e diritto, amarsi, informarsi, curarsi ed infine
ritrovarsi. Anche la moda sarà presente, per proporre, con Patrizia Dioli, le
nuove tendenze autunno inverno 2013/14, "ma la particolarità della sfilata
ed il messaggio che si vuole dare, consiste nel fare sfilare donne che non
hanno avuto problemi oncologici, insieme con altre che hanno invece affrontato
e superato il percorso che porta dalla diagnosi, alla ricostruzione", spiegano
gli organizzatori della serata. La regia dello spettacolo è di Marco Rampoldi.
Il ricavato andrà alla ricerca Irccs S. Martino Ist.
In
Italia, il tumore alla mammella è al primo posto per frequenza e il 29 % di
tutte le nuove diagnosi tumorali di ogni età. Si stimano ogni anno 47 mila
nuovi casi in Italia, milleduecento in Liguria.
Solo
poche città italiane, sono state scelte, per celebrare questa giornata, Genova
è tra queste in quanto l´Irccs ha una struttura in grado di seguire l´intero
percorso oncologico del trattamento della mammella (breast unit). Biglietti in
vendita al Politeama Genovese, costo 20 euro.
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CAPITIGNANO: CHIODI, SODDISFAZIONE PER CENTRO SPORTIVO REALIZZATO CON FONDI REGIONE ABRUZZO, LA SPEZIA E FONDAZIONE |
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l´Aquila,
15 ottobre 2013 - Una nuova struttura
polivalente di circa 300 mq a disposizione dei giovani e di tutta la comunità
inaugurata l’ 11 ottobre a Capitignano. Un complesso sportivo attrezzato,
realizzato grazie al contributo della Regione, al sostegno della provincia di
La Spezia e della Fondazione Abruzzo Risorge Onlus del Consiglio regionale.
Presenti alla cerimonia, tra gli altri il presidente della Regione Gianni
Chiodi, il sindaco del paese, Maurizio Pelosi, il Presidente della Provincia di
La Spezia, Marino Fiasella e il presidente della Provincia dell´Aquila Antonio
Del Corvo. "Una struttura di aggregazione sociale che è oggi motivo di grande
gioia per tutti noi - ha commentato Il Presidente Chiodi - Del resto quando si
raccolgono i frutti del proprio lavoro si raggiunge un traguardo di grande
soddisfazione. Messa in sicurezza di mille edifici con un piano straordinario
che non ha eguali, migliaia di cantieri avviati in tutto il cratere, quasi
50mila cittadini rientrati nelle proprie abitazioni. E´ stato un lavoro
fondamentale e propedeutico alla fase della ricostruzione vera e propria.
Capitignano da oggi può disporre di un centro di aggregazione giovanile
importante per la ripresa sociale e sportiva del territorio grazie anche alla
generosità della provincia di La Spezia che ringraziamo di vero cuore .
Prospettive positive si prefigurano con il completamento della superstrada
l´Aquila Amatrice le cui procedure sono in via di ultimazione in questi giorni.
L´infrastruttura - ha concluso Chiodi - è di vitale importanza, un´arteria di
collegamento tra due territori regionali, l´Abruzzo e il Lazio, la cui valenza
è strategica nell´ambito della mobilità provinciale, con ripercussioni anche
sull´intero sistema economico e produttivo del territorio aquilano.
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NASCE A FIRENZE LA SCUOLA DI PALLANUOTO LEONARDO BINCHI |
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Firenze,
15 ottobre 2013 - Un’occasione importante offerta ai giovani per perfezionare
gli stili natatori ma soprattutto per avvicinarli al mondo della pallanuoto
sotto la guida di un campione toscano di questa disciplina affiancato da
istruttori specializzati.
Tutto
questo è la Scuola di Pallanuoto Leonardo Binchi, fondata dall’atleta
fiorentino ex difensore della Rari Nantes Florentia, della An Brescia ed ex
componente della Nazionale. Aperta a bambini e bambine di età tra gli 8 e 10
anni, la Scuola di Pallanuoto Leonardo Binchi organizzerà corsi in tre piscine
fiorentine – quella dell’Isolotto in via Bandinelli, alla Paganelli di Viale
Guidoni e a San Marcellino in zona Firenze Sud – con sedute bi o
tri-settimanali e possibilità di inserimento da settembre a giugno.
“Un
olimpionico della pallanuoto come Leonardo Binchi – ha affermato il delegato
provinciale Coni Eugenio Giani – che è stato un esempio e un riferimento per lo
sport nazionale, torna a Firenze al termine della sua splendida carriera con
uno spirito di servizio, scegliendo la strada dell’insegnamento e per di più
rivolto ai giovani, inaugurando una scuola alla quale auguro i migliori
successi”.
Una
scuola che vuole coinvolgere i giovani in questo affascinante sport di vasca,
dando loro la possibilità, sin dalle prime lezioni, di disputare partite di
pallanuoto su campi ridotti per poi favorire un eventuale inserimento nei
settori agonistici della società Firenze Pallanuoto. Ad affiancare Binchi nella
sua attività in piscina uno staff tecnico di prim’ordine che comprende Leonardo
Solfanelli, Marta Colaiocco, Silvia Motta, Marco Simoncini, Filippi Felici,
Lorenzo Cenci e Antonio Landi.
“Ho
giocato per tanti anni ai massimi livelli, raccogliendo come pallanuotista
grandi soddisfazioni in termini di risultati – afferma Leonardo Binchi – ma
sempre portandomi dentro l’atmosfera unica della piscina, la passione e lo
spirito di squadra che rendono grande la pallanuoto. Sono questi valori che
voglio ora trasmettere da istruttore ai giovani. Un mio personale
ringraziamento va al presidente della Firenze Pallanuoto Cipriano Catellacci
che ad inizio estate mi ha proposto questo progetto. La voglia di tornare a
casa era tanta, e tanta anche quella di rimanere a lavorare in piscina.”
Un
progetto sportivo per i bambini che ben si coniuga con importanti iniziative
sul piano sociale. Proprio Leonardo Binchi sarà infatti il testimonial di Casa
Ronald Firenze, la struttura inaugurata in città lo scorso marzo da Fondazione
Ronald Mc Donald e che ha l’obiettivo di accogliere bambini e famiglie in cura
presso il vicino Ospedale Pediatrico Meyer.
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CANOTTAGGIO, SUCCESSO A GENOVA DEI CAMPIONATI DI COASTAL ROWING. REGIONE LIGURIA: SERVONO RAPPORTI PIÙ STRETTI FRA SPORT E TURISMO |
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Genova,
15 Ottobre 2013 - Promuovere sempre di più le manifestazioni sportive legate al
mare per far crescere le motivazioni turistiche e di vacanza in Liguria. Lo ha
detto domenica 13 ottobre nel pomeriggio l´assessore allo Sport della regione
Liguria Matteo Rossi al termine dei campionati Italiani di Coastal Rowing che hanno
visto competere 83 equipaggi nello specchio d´acqua antistante la zone di corso
Italia e Porto antico. Giunto all´ottava edizione, dopo Sanremo (2006, 2007,
2008), Monopoli (2009), Santa Margherita Ligure (2010), Duino (2011) e San
Benedetto del Tronto (2012), il massimo evento nazionale di coastal rowing ha
visto in Genova l´approdo naturale per una competizione di altissimo livello
perfettamente inserita nel contesto culturale e turistico della Città.
"Una
disciplina – ha spiegato Matteo Rossi a margine della premiazione al porto
Antico – che nasce in Francia ed è molto praticata nei paesi nordici, ma che
stiamo sempre di più facendo nostra. Ho assistito a due giorni di grande sport,
in grado di sfruttare al meglio il connubio esistente tra promozione sportiva e
del territorio. Rispetto ad altri, poi, abbiamo un notevole vantaggio: ogni
chilometro dei 330 complessivi della costa ligure rappresenta lo scenario
ideale per allestire un campo di regata sia per manifestazioni agonistiche sia
per gli eventi amatoriali e turistici".
Ha
aggiunto l´assessore regionale allo sport: "Se a questo aggiungiamo il
nostro clima mite e la possibilità di organizzare grandi competizioni durante
il corso di tutto l´anno, capiamo quanto la nostra Regione abbia in sé la
naturale predisposizione ad ospitare eventi di prim´ordine del panorama
sportivo internazionale, dando garnde visibilità alle nostre bellezze
paesaggistiche. Un´occasione da saper sfruttare al meglio,coinvolgendo gli
operatori economici del settore , a partire dai balneari,consapevoli di quanto
sport, turismo e sviluppo economico vadano di pari passo".
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LA REGIONE LOMBARDIA PROMUOVE LO SPORT CHE FA STARE BENE |
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Milano,
15 ottobre 2013 - "Noi crediamo che lo Sport non sia solo quello che si
vede sui campi di calcio della serie A. Lo sport è una cultura, è svolgere una
pratica sana con l´obiettivo di stare bene, non di diventare ricco". Lo ha
detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni intervenendo a
´Sport&talent´, la premiazione dei giovani talenti sportivi lombardi, che
si è tenuta a Milano, in piazza Città di Lombardia.
L´impegno
Della Regione - Facendo i complimenti all´assessore allo Sport Antonio Rossi
per il lavoro svolto, il governatore ha ricordato l´impegno della Regione per
la diffusione dei valori dello Sport, che ha visto, fra le altre cose,
"l´approvazione, la scorsa settimana, di un protocollo d´intesa con le
scuole, il Coni e il comitato italiano paralimpico proprio per il sostegno e la
diffusione di queste attività fra i giovani". La manifestazione di oggi,
ha aggiunto, "è il giusto riconoscimento verso i ragazzi, gli atleti, gli
allenatori, gli oratori, le associazioni e tutto quel ricchissimo mondo che
svolge pratiche sportive per il piacere di farlo, per la sana competizione con
gli altri, per divertirsi, per stare bene. Con eventi come questo - ha aggiunto
Maroni - vogliamo tenere accesi i riflettori sullo Sport con la ´s´ maiuscola,
troppo spesso invisibile ai grandi media".
Stile
Di Vita Vincente - Di Sport come "stile di vita", ha parlato anche
l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi, rivolgendosi
dal palco ai tanti giovani atleti presenti: "Questa - ha detto - è la
vostra festa. Abbiamo cercato di coinvolgere tutte le discipline - ha spiegato
- perché pensiamo sia importante darvi un´opportunità in più per conoscervi fra
voi, scambiarvi informazioni e magari provare nuove discipline".
Tanto
Impegno E L´oro E´ Possibile - Con alle spalle tanti successi e numerose
medaglie d´oro olimpiche, Rossi ha anche esortato i ragazzi a dare sempre il
massimo, perché un giorno sul podio a cinque cerchi potrebbero esserci proprio
loro. "Oggi - ha osservato - sarete premiati da atleti che hanno
primeggiato ai Giochi di Vancouver e a Londra, domani potreste esserci voi.
Arrivare alle Olimpiadi è facile, basta impegnarsi e lavorare duro. Così anche
centrare l´obiettivo della medaglia è possibile".
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SPORT: MONDIALI VOLLEY DONNE VETRINA PER TRIESTE E FVG |
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Trieste,
15 ottobre 2013 - "I mondiali femminili di pallavolo 2014
aprono
importanti prospettive per Trieste per l´intero Friuli
Venezia
Giulia: certamente dal punto di vista della visibilità
della
regione e dell´incoming degli appassionati di questa
disciplina,
e dunque sotto il profilo del ritorno economico; ma
anche
in quanto rappresentano una straordinaria occasione per
crescere
sportivamente, per promuovere la pallavolo e più in
generale
i valori e l´etica dello sport".
Lo ha
affermato l´assessore regionale allo sport, Gianni
Torrenti,
che oggi a Trieste ha ricevuto i vertici nazionali e
locali
della Fipav, la Federazione Italiana pallavolo, e i
responsabili
del Comitato organizzatore locale, in vista dei
Mondiali
femminili di Volley che l´Italia ospiterà dal 23
settembre
al 12 ottobre del prossimo anno, con Trieste chiamata
ad
essere sede di ben due fasi della competizione.
"La
Fipav - ha detto Renato Arena, del Comitato organizzatore
nazionale
- ha scelto Trieste come una delle tre città principali
del
torneo, insieme a Bari e Roma, le sole che ospiteranno due
fasi,
in virtù del successo ottenuto
nell´organizzazione nel
girone
di qualificazione dei Mondiali maschili di pallavolo, nel
2010".
Quell´anno
infatti il Palatrieste fu invaso da supporter
provenienti
soprattutto da Polonia, Germania e Serbia. Allora si
giocò
in dieci diverse città ma l´impianto di via Flavia risultò
il
terzo per numero di presenze: dopo Roma e Milano (dove era di
scena
la nazionale italiana) poté contare su ben 32.990
spettatori
durante le 3 giornate di gara. E a risentirne
positivamente
fu l´intero indotto economico cittadino, con un
giro
d´affari fra alberghi, ristoranti e tutta la filiera del
terziario
locale che, secondo quanto accertato da Promotrieste,
superò
i 3 milioni di euro. Grazie alla copertura Rai , che ha
trasmesso
tutti gli incontri in diretta, e al coinvolgimento
della
stampa nazionale ed internazionale, la città e tutta la
regione
hanno potuto usufruire di un notevole veicolo
promozionale.
Anche per questo motivo la Regione (con la
presidente
Debora Serrachhiani che, per tramite dell´assessore
Torrenti)
ha garantito il suo sostegno) e la Fipav svilupperanno
azioni
sinergiche di promozione del torneo, della città e del
territorio.
Trieste
sarà dunque una delle sei città in cui si disputeranno
gli
incontri insieme a Roma, Milano, Bari, Modena e Verona.
La
prima fase è in programma dal 23 al 28 settembre per
complessivi
15 partite, mentre la seconda inizierà il 30
settembre
per concludersi il 5 ottobre per ulteriori 8 incontri.
Complessivamente
quindi le giornate di gara al Palatrieste
saranno
9 per un totale di 23 incontri nei quali si affronteranno
le
migliori nazionali a livello mondiale.
Le
qualificazioni per designare le 24 formazioni che si
contenderanno
il titolo di Campione del Mondo sono ancora in
corso e
si concluderanno nei primi mesi del 2014. Ad oggi sono
sette
le compagini che hanno staccato il "pass" per Italia 2014:
Brasile,
Germania, Giappone, Russia, Thailandia, Cina e,
naturalmente,
la squadra azzurra in qualità di nazione ospitante.
Il
ranking internazionale, in questo momento, vede la Russia al
primo
posto seguita da Giappone, Brasile, Stati Uniti, Italia,
Turchia,
Germania, Serbia e Polonia. E´ molto probabile che
Trieste
possa ospitare una o più nazionali
europee di prima
fascia,
attraendo in questo modo tifosi ed appassionati
provenienti
da quelle nazioni.
All´incontro
nella sede della Regione hanno partecipato, tra gli
altri,
anche il presidente del Comitato organizzatore locale
Franco
Rigutti, con il vice Alessandro Michelli, il presidente
regionale
della Fipav, Giorgio Tirel, il vice presidente del Coni
Fvg
Francesco Cipolla, il presidente del Consorzio Promotrieste
Guerrino
Lanci, nonché, per il Comitato organizzatore nazionale,
Luciano
Cecchi.
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