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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Maggio 2014
FECONDAZIONE ASSISTITA: VERIFICHE NEI CENTRI ENTRO IL 30 GIUGNO  
 
Roma, 20 maggio 2014 - Nel Lazio i centri pubblici e privati in cui effettuare la procreazione medica assistita lavoravano nel caos. Per questo ad aprile 2013 la Regione Lazio è intervenuta per mettere fine a questa brutta pagina e per attuare gli obblighi previsti dalla legge. “Stiamo cambiando le cose – ha detto il Presidente Nicola Zingaretti. Finalmente poniamo fine ad un periodo di incertezze e confusione che ha caratterizzato gli ultimi anni di attività dei centri di procreazione medica assistita del Lazio”. “Siamo ormai al conto alla rovescia per il processo di verifica dei 23 centri registrati presso l’Istituto superiore di sanità e funzionanti nella regione. Abbiamo stabilito tempi certi per ognuno dei 23 centri il cui processo di verifica dovrà concludersi entro il 30 giugno prossimo”.  
   
   
TUMORE DEL COLON: “BUONA QUALITÀ DI VITA PER IL 42% DEI PAZIENTI MA SCARSI I SERVIZI DI RIABILITAZIONE, SODDISFANO SOLO IL 9%”  
 
Roma, 20 maggio 2014 – In Italia vivono circa 297 mila persone con diagnosi di tumore al colon-retto. Sono per lo più uomini (56,4%), in prevalenza longevi (il 40% ha tra i 60 e i 69 anni, il 30% oltre 70), fuori dal mondo lavorativo (il 46% è pensionato) e con un livello d’istruzione medio basso (61%). La qualità di vita è buona per più del 42%, percentuale di diversi punti superiore a quella degli altri pazienti (37%) e delle donne con tumore alla mammella (38,6%). Il 45% la giudica sufficiente, l’11,4% insufficiente (contro il 13% circa degli altri pazienti). Come rileva l’indagine Censis, contenuta nel Vi Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici presentato al Senato nel corso della Ix Giornata nazionale del malato oncologico, il peso sanitario e umano della patologia sulla persona e i familiari viene moltiplicato dal costo economico. Il costo sociale complessivo annuo relativo ai malati di tumore al colon-retto e ai caregiver è pari a 5,7 miliardi di euro, mentre il costo medio procapite annuo in capo a paziente e caregiver è di 41,6 mila euro, di contro a 34,2 mila euro annui in media per i malati di patologie tumorali, con un alto rischio di burn out per chi più è esposto nella famiglia. Le maggiori problematiche, emerse nella ricerca, sono relative alla dimensione psicologica, come evidenziato dal 34% dei malati di tumore al colon-retto intervistati. Il 27% richiama i problemi insorti con i propri familiari, il 16,5% i rapporti sociali con le altre persone. Ci sono poi difficoltà legate alla vita quotidiana: la ripresa delle attività quotidiane per un malato di tumore al colon-retto avviene in media in 7 mesi; oltre il 29% è costretto da disturbi sia fisici che psicologici ad interrompere di nuovo le attività ordinarie a causa di un peggioramento della malattia. Del 20% dei pazienti con tumore al colon che ha svolto la riabilitazione, il 9,2% è soddisfatto e dichiara di aver avuto un impatto positivo (dato di gran lunga inferiore a quello medio del campione generale, pari al 21,5%); mentre il 5,8% ha avuto un impatto negativo (rispetto al 4,2%) e il 5% dichiara di non aver avuto alcun impatto (rispetto a quasi il 7% degli altri pazienti). Tra le persone con tumore al colon che invece non hanno svolto attività riabilitativa, il 17,5% dichiara che ne avrebbe avuto bisogno, quota più alta rispetto al resto del campione (13,9%). I pazienti con tumore del colon si affidano di più ai servizi sanitari del proprio territorio rifuggendo, più degli altri, dalle migrazioni in altre Regioni. Infatti solo il 7,6% si è rivolto ad un servizio sanitario di un’altra Regione, sottoponendosi ad un sovraccarico di stress legato ai trasferimenti (vs il 12% dei malati con altre forme di cancro). Il 41% si è rivolto a servizi nella propria provincia di residenza, più degli altri malati di tumore. Dai dati traspare una soggettività ferita, sofferente, che molto si affida ai familiari, in particolare madri, figlie e parenti donne; quasi il 92% dei malati ha un caregiver e nel 42% dei casi si tratta della moglie o della convivente. Sul piano sanitario, essenziale l’oncologo di fiducia, con l’82,6% di pazienti che dichiara di averlo ed il 62,5% che non lo ha mai cambiato. Reagire (32,2%) è la risposta prevalente alla diagnosi, seguono la reazione di paura (28%), l’incredulità (21,7%) la rabbia (20,3%).  
   
   
SALUTE, LOMBARDIA: NESSUN OSPEDALE VERRÀ CHIUSO  
 
 Breno/bs, 20 maggio 2014 - "Nessun ospedale verrà chiuso in Lombardia". E´ quanto ha ribadito il vice governatore e assessore regionale alla Salute durante il suo intervento all´incontro dal titolo ´Regole di sistema, elementi di riforma sanitaria´, a Breno (Brescia), su iniziativa della Direzione generale Asl Vallecamonica - Sebino. Una posizione chiara e già espressa in molteplici occasioni. L´intenzione della Regione è piuttosto un´altra: garantire più salute e più sicurezza ai cittadini lombardi, tenendo presente che nel futuro - per l´aumento della vita media della popolazione - il 70 per cento della spesa sanitaria dovrà essere investito per la presa in cura dei pazienti cronici. La Valle Camonica - E l´area della Valle Camonica-sebino non fa eccezione. Ottava per estensione pari al 5,5 per cento del territorio regionale, composta da 42 Comuni, anche in questo territorio come in tutta la Lombardia aumenta annualmente il numero di assistiti affetti da patologie croniche, coinvolgendo il 31,4 per cento della popolazione generale con un assorbimento del 73,6 per cento delle risorse, come illustrato dall´assessore nel suo intervento. "Per questo la sfida principale che il nostro sistema dovrà affrontare - ha aggiunto - sarà quella della cronicità, al fine di continuare a garantire, e se possibile migliorare, la nostra offerta di salute". Continuità Assistenziale - Un obiettivo che si può perseguire solo promuovendo e sostenendo una "cultura" dell´assistenza territoriale che sviluppi un proprio sistema di regole, organizzativo e di pratiche basate su prossimità, presa in carico e continuità assistenziale nel territorio. In pratica - ha sottolineato l´assessore alla Salute - solo alcuni grandi centri ospedalieri dovranno effettuare le prestazioni a maggiore complessità clinica e tecnologica, mentre altre strutture, quelle più piccole, potranno considerarsi ospedali di rete che garantiscono anche la cura della cronicità, le prestazioni ambulatoriali e le attività sub acute. Pubblico E Privato - "Il Servizio sanitario della Regione Lombardia - ha proseguito l´assessore regionale alla Salute - continuerà a fondarsi sul principio della libertà di scelta e della sussidiarietà orizzontale". "L´applicazione di questo principio ha determinato una competizione fra pubblico e privato - ha aggiunto il vice presidente - che certamente ha avvantaggiato il paziente e fatto crescere la qualità delle cure e dell´assistenza sanitaria. A 15 anni di distanza possiamo dire che il sistema pubblico ha migliorato la propria capacità di rispondere alle esigenze del cittadino ed è riuscito a mantenere una posizione di primo piano anche nell´erogazione di prestazioni di alta specialità".  
   
   
LOMBARDIA, INSEDIATA COMMISSIONE DI INCHIESTA SU OPERATO DIRETTORI AO E ASL  
 
Milano, 20 maggio 2014 - "Si è insediata la Commissione d´inchiesta sull´operato dei direttori ospedalieri e delle Asl, come annunciato dal presidente della Regione Lombardia venerdì, durante la consueta conferenza stampa al termine della riunione della Giunta regionale". Lo comunica una nota della Regione. "Alla prima riunione della Commissione d´inchiesta, che si è svolta a Palazzo Lombardia, hanno partecipato i cinque componenti: Filippo Bongiovanni, dirigente del Sistema di controlli della Regione Lombardia, l´avvocato Paola Balzarini, componente del Comitato legislativo, l´avvocato Alberto Beretta, presidente del Comitato dei controlli della Regione Lombardia, il professor Luca Bisio, componente dell´Organismo indipendente di valutazione e il generale della Guardia di Finanza Mario Forchetti, presidente del Comitato per la trasparenza per gli appalti" si legge nella nota. "La Commissione d´inchiesta, voluta dal presidente della Regione Lombardia per garantire la massima trasparenza in seguito alle recenti vicende di cronaca, - prosegue la nota - dovrà fornire una relazione per valutare l´operato di chi è coinvolto nelle indagini". "Nello stesso pomeriggio di oggi si è insediato anche il gruppo di lavoro per la nuova Arca" aggiunge la nota. "Il gruppo - sempre nell´ottica della massima trasparenza nel sistema di aggiudicazione degli appalti - lavorerà per arrivare a un´unica Centrale per gli acquisti e le committenze, con l´obiettivo di garantire più efficienza e maggiori controlli". La nota precisa che "il gruppo di lavoro - presieduto dall´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione - dovrà presentare un progetto al presidente entro giugno".  
   
   
SALUTE, FARMACI, REGIONE LIGURIA CHIEDE NUOVE NORMATIVE GIURIDICHE PER BANDI GARA SU FARMACI SPECIFICI  
 
Genova, 20 maggio 2014 - "Servono nuove normative giuridiche nel caso di bandi di gara per acquisire farmaci specifici senza che la Corte dei Conti intervenga". Lo ha detto ieri mattina l´assessore alla salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo a margine della presentazione delle iniziative genovesi per la decima giornata mondiale dell´emofilia. L´assessore è intervenuto sulla notizia dei giorni scorsi circa l´accoglimento da parte del Tar del ricorso di un´azienda nei confronti dell´agenzia regionale sanitaria sull´annullamento del bando di gara per la fornitura di un prodotto farmaceutico per malati di emofilia. "Le specifiche che abbiamo dato per l´acquisto di quel farmaco – ha ribadito Montaldo – sono fondamentali per alcuni pazienti colpiti dalla malattia di Von Willebrand, ai quali serve proprio un farmaco particolare. A queste persone abbiamo il dovere di dare il meglio possibile. La rigidità delle norme non può ledere il diritto alla cura migliore". Il problema, secondo l´assessore ligure va posto in sede di patto della salute in quanto alcuni farmaci non possono essere assimilati ad altri che si danno a tutti. "È così – ha concluso Montaldo – che si può onorare la giornata mondiale dell´emofilia".  
   
   
NUOVO PATTO PER LA SALUTE, PER IL PIEMONTE - LA CONFERMA DELLO SFORZO DELLA REGIONE  
 
Torino, 20 maggio 2014 - L’assessore regionale alla Sanità interviene in merito alle anticipazioni diffuse da alcuni organi di informazione sul “Patto per la Salute” che Ministero e Regioni, dopo un lungo ed articolato confronto, sottoscriveranno entro il prossimo mese. L’assessore sottolinea che il Patto per la Salute- così come l’applicazione dei costi standard- farà emergere lo sforzo compiuto negli ultimi anni dall’amministrazione regionale per garantire l’appropriatezza del servizio sanitario e l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza che vedono il Piemonte al quarto posto tra le regioni italiane. Tutto ciò, nonostante i vincoli imposti dal Piano di rientro per far fronte ai debiti delle gestioni pregresse. Molte delle misure che il nuovo Patto per la Salute introdurrà, sono in parte già state anticipate dal Piemonte con il Piano socio sanitario 2012-2015, con effetti positivi che si vedranno compiutamente nell’immediato futuro.  
   
   
SPECIALIZZANDI IN MEDICINA: CONSULTA DA’ RAGIONE AL VENETO; PRESIDENTE REGIONE, “BELLA VITTORIA MA E’ SOLO L’INIZIO”  
 
Venezia, 20 maggio 2014 - “Siamo di fronte a una vittoria per certi versi storica, ma non è che l’inizio, perché tutte le borse di studio per gli specializzandi in medicina, e non solo quelle finanziate direttamente dalla Regione, dovrebbero essere riservate agli studenti residenti o comunque laureati nelle università operanti nella regione”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto rilancia una vecchia battaglia per una maggior autonomia regionale in materia di borse di specializzazione in medicina. “La Corte Costituzionale – incalza il Governatore – ha respinto il ricorso che ci voleva impedire di gestire in questo modo perfino le borse finanziate con i soldi della Regione, cioè dei veneti, che sono 90, ma le altre circa 400 continuano a essere gestite da Roma, e questo non è giusto. Molto più giusto sarebbe che a beneficiare dei sostegni fossero tutti gli specializzandi veneti o che hanno scelto un’Università veneta per studiare e laurearsi, perché in questo modo verrebbero davvero valorizzate le professionalità espresse dal territorio”. “Nelle nostre Università – prosegue il Presidente – vengono formati ottimi medici da straordinari docenti e questo formidabile know how dovrebbe poter essere messo a frutto nel sistema sanitario che l’ha originato. Lo si faccia in fretta – conclude il Governatore – se non si vuole favorire la fuga verso l’estero di tanti bravi giovani che non riescono a trovare in casa nemmeno il sostegno per la specializzazione”.  
   
   
ALPINE CONVENTION, I DOTTORI DELLE ALPI - DALLA FRANCIA ALLA SLOVENIA  
 
Milano, 20 Maggio 2014 - Il Consiglio di Zona 8 ha organizzato un appuntamento, realizzato in collaborazione con l´associazione Noesis, dedicato alla montagna dal titolo "Alpine convention, i dottori delle Alpi - dalla Francia alla Slovenia". L´appuntamento è a Villa Scheibler, alle ore 21:00 di venerdì 23 maggio, saranno proiettati filmati e immagini con l´intervento del Dottor Luca Cetara, della Presidenza Italiana della Convenzione delle Alpi e coordinatore della Segreteria scientifica del Ministero dell´Ambiente e della tutela del territorio e del mare. L´ingresso è libero. Per raggiungere Villa Scheibler, sita a Milano in via Felice Orsini 21, si consiglia l´uso degli autobus 40 e 57, con fermata nelle immediate vicinanze  
   
   
SALUTE, PRESIDENTE LOMBARDIA: ASSUMO LA LEADERSHIP DELLA RIFORMA  
 
Milano, 20 maggio 2014 - "Finita la fase del confronto interno, essendo la riforma del Sistema socio-sanitario lombardo la riforma più importante di questa legislatura, la Presidenza, da adesso, intende svolgere il ruolo di coordinatore della maggioranza, per arrivare, entro la fine dell´anno, all´approvazione di questa riforma. Non c´è stato alcun commissariamento di nessun assessore, semplicemente mi assumo come Presidenza la leadership di questa riforma, essendo la riforma più importante di questa legislatura". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, al termine della riunione di maggioranza sul tema della riforma del Sistema socio-sanitario lombardo. Obiettivo È Massima Condivisione - Alla riunione di maggioranza sul tema della riforma sanitaria, che si è svolta a Palazzo Lombardia, con il governatore, hanno partecipato i presidenti dei Gruppi Forza Italia, Lega Nord, Ncd, Lista Maroni, Fratelli d´Italia e il presidente del Consiglio regionale. Nel corso della riunione il presidente della Regione ha illustrato il documento ´Proposta di sviluppo del sistema sanitario regionale´, definito dalle due Direzioni coinvolte (Salute e Famiglia, Solidarietà sociale e Volontariato) e adottato in Giunta. Dalla riunione è emerso che "l´obiettivo è la massima condivisione da parte di tutta la maggioranza della legge di riforma, da portare entro fine anno all´approvazione in Consiglio regionale".  
   
   
MACULOPATIE: CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE RICORSO REGIONE VENETO CONTRO SOSPENSIVA TAR PER USO AVASTIN. PRESIDENTE, “VISTO GIUSTO SIN DAL 2011, ORA RESTITUZIONE 15 MILIONI”. ASSESSORE SANITA’: “TUTELATA LA GENTE, VALUTIAMO IMMEDIATA REINTRODUZIONE USO AVASTIN”.  
 
Venezia, 20 maggio 2014 - Nuova vittoria della Regione del Veneto nella “battaglia” ingaggiata per poter utilizzare il farmaco Avastin (ritenuto dall’effetto equivalente) invece dell’estremamente più costoso Lucentis nella cura delle maculopatie senili. Con una propria Ordinanza, depositata il 15 maggio, il Consiglio di Stato ha infatti accolto il ricorso proposto dalla Regione contro l’ordinanza del Tar del Veneto con la quale era stata accolta la richiesta di sospensiva degli atti regionali per l’uso dell’Avastin, avanzata dall’azienda produttrice del Lucentis, sospendendo a sua volta l’esecutività del pronunciamento del Tar e rinviando la trattazione della questione nel merito al 17 luglio prossimo. “Ad ogni pronunciamento giurisdizionale come questo del Consiglio di Stato e ad ogni parere scientifico che esce, come quello recentissimo del Consiglio Superiore di Sanità – commenta il Presidente della Regione – emerge sempre più chiaro che avevamo visto giusto sin dal 2011 quando, sulla base dei pareri della Commissione Farmaceutica regionale e di autorevoli società scientifiche, decidemmo di usare l’Avastin, che dava gli stessi risultati dell’altro farmaco, ma con una spesa di 15-20 volte inferiore. Fummo poi obbligati – ricorda – ad usare il più costoso Lucentis, con un aggravio di costi quantificato in 15,2 milioni di euro, per i quali chiederemo il risarcimento non appena la Procura Generale della Corte dei Conti si sarà espressa sull’ipotesi, che noi condividiamo, dell’esistenza di un pesante danno erariale”. “In queste ore – fa sapere l’Assessore alla Sanità – stiamo valutando la possibilità che, con questa ultima Ordinanza, si possa reintrodurre immediatamente la somministrazione dell’Avastin, interrompendo così gli enormi maggiori costi che stiamo sostenendo e migliorando l’assistenza ai pazienti. Ritengo particolarmente significativo – aggiunge l’Assessore – che nell’Ordinanza la Sezione Terza del Consiglio di Stato scriva tra l’altro che ‘nella contrapposizione degli opposti in gioco – impregiudicata restando ogni diversa valutazione, nel merito, delle complesse questioni di fatto e di diritto oggetto del presente giudizio – appare in questa fase prevalente quello pubblico alla erogabilità di un farmaco meno costoso per il Servizio Sanitario Regionale, qual è il Bevacizumab (l’Avastin), ove si tenga conto che la prestazione di un servizio pubblico inteso a tutelare la salute quale fondamentale diritto dell’individuo e, insieme, fondamentale interesse della collettività (art. 32 della Costituzione) non può prescindere, se non in un’astratta, irrealistica e ormai inattuale considerazione dei valori costituzionali in gioco, dai costi che quella collettività, statale o regionale, è tenuta a sostenere…”. “Non credo – conclude l’Assessore – che servano altre parole per dire che, fin dal 2011 la Regione Veneto altro non ha fatto che tutelare i diritti dei propri cittadini, sia come contribuenti che come pazienti”.  
   
   
TORINO: I RISULTATI DI UN´INDAGINE SUI GIOVANI ED IL FUMO PROSEGUE INTANTO SINO A VENERDI´ 23 MAGGIO IN PIAZZA CASTELLO LA MOSTRA LABORATORIO MULTIMEDIALE NO SMOKING BE HAPPY, CON LA PARTECIPAZIONE DELLE SCUOLE PIEMONTESI  
 
Torino, 20 maggio 2014 - In una conferenza stampa mercoledì 21 maggio, alle ore 11, nella Sala Mostre I risultati di un’indagine sui giovani ed il fumo saranno presentati dalla Fondazione Veronesi al Palazzo della Regione. Prosegue intanto sino a venerdì 23 maggio in piazza Castello la mostra laboratorio multimediale “No smoking be happy”, con la partecipazione delle scuole piemontesi . Nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte, sino a venerdì 23 maggio, gli studenti delle scuole piemontesi effettuano un percorso educativo ideato dalla Fondazione Umberto Veronesi, che permette ai ragazzi di identificare i danni fisici e psicologici provocati dal fumo di sigaretta al corpo umano. Si tratta della seconda edizione per le scuole della mostra laboratorio interattiva e multimediale “No smoking be happy”, nell’ambito dei programmi formativi del progetto Diderot della Fondazione Crt, che ogni anno propone alle scuole del territorio, a integrazione della formazione scolastica di base, corsi e approfondimenti, coinvolgendo ogni anno circa 50.000 studenti e 2.500 docenti, per 2.400 classi. Mercoledì 21 maggio alle ore 11, nella Sala Mostre , si svolgerà una conferenza stampa di presentazione dei risultati di un’indagine con i ragazzi, realizzata dall’istituto Astraricerche, che da anni collabora con la Fondazione Veronesi, e finalizzata a rilevare comportamenti e opinioni relativi al fumo di sigaretta ed alla mostra-laboratorio. Interverranno Anna Chiara Invernizzi, vice direttore generale della Fondazione Crt; Monica Ramaioli, direttore generale della Fondazione Umberto Veronesi, e Cosimo Finzi, amministratore delegato e ricercatore di Astraricerche. In Italia fumano 10,5 milioni di persone dai 15 anni di età in su, e ben il 20,5% dei giovani in età compresa tra i 15 e i 24 anni fuma (con una media di 9,1 sigarette al giorno). Il fumo attivo è causa di almeno 25 malattie e di 18 tipologie di tumore, ma uomini, donne e soprattutto ragazzi continuano a fumare senza rendersi conto del pericolo. Il Progetto di lotta contro il fumo della Fondazione Umberto Veronesi “No Smoking Be Happy” dal 2008 ha dato vita a una serie di attività e di campagne di comunicazione rivolte alle donne fumatrici, ai fumatori in generale e ai giovani per educarli non solo sui danni provocati dal fumo ma soprattutto sui benefici legati al non fumare. Tra le numerose attività svolte, i laboratori interattivi per i bambini delle scuole primarie, i corsi di formazione per insegnanti, ricerche sociologiche sulle donne e i giovani che fumano, una mostra itinerante a forma di sigaretta gigante, una App scaricabile per I-phone e I-pad per orientare i fumatori verso i migliori centri antifumo, e un´area dedicata al progetto sul portale della Fondazione Umberto Veronesi. In piazza Carlo Felice, dall’apertura della mostra, avvenuta il 5 maggio, è stata allestita l’installazione gigante di un mozzicone di sigaretta, accompagnato dalla campagna “Spegni l’ultima!”, monito rivolto ai fumatori della città ad appunto “spegnere l’ultima” e visitare la mostra al Palazzo della Regione, aperta alla cittadinanza tutti i giorni delle 15 alle 17, sino a venerdì 23 maggio.  
   
   
SALUTE: APPROVATO ACCORDO CON INAIL CONTRO INCIDENTI SUL LAVORO  
 
Udine, 20 maggio 2014 - Su proposta dell´assessore alla Salute e Politiche sociali, Maria Sandra Telesca, la Giunta regionale ha approvato la bozza di accordo tra Regione ed Inail per la promozione nel corso del 2014 della salute e della sicurezza sul lavoro. L´accordo comporta un apporto partecipativo delle parti sia dal punto di vista delle risorse professionali che di quelle finanziarie, si propone di sviluppare una serie di azioni per la promozione della cultura della prevenzione attraverso iniziative ed eventi e sottolinea l´importanza del raccordo tra le unità organizzative interessate. Continua in questo modo, è stato rilevato, la collaborazione avviata con il protocollo d´intesa siglato tra Regione ed Inail nel 2011, che aveva portato all´istituzione di un Tavolo di coordinamento permanente ed all´individuazione di linee condivise di intervento. Il documento approvato oggi conferma la volontà di attuare concretamente tali linee con la realizzazione di programmi inerenti il comparto agricolo e quello edile, il tema dell´amianto e quello delle malattie osteoarticolari. Parallelamente attesta anche l´importanza di una attuazione sul territorio dei progetti nazionali Informo e Malprof e di una più mirata pianificazione degli interventi, da attuare collaborando con le Aziende per i servizi sanitari e con altri partner coinvolti (per quanto concerne il tema dell´amianto continuerà la collaborazione con il Centro regionale unico amianto - Crua) in vista del piano regionale di prevenzione 2014-2018, che verrà messo a punto sulla base del piano nazionale di prevenzione di prossima emanazione. Intanto è stato del tutto recepito il programma di prevenzione proposto dal gruppo di lavoro misto Regione - direzione centrale Salute e Inail - direzione regionale, per cui proseguirà l´attività del gruppo regionale Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (Spsal) - Inail al fine di promuovere interventi di formazione ed addestramento su macchine agricole e fitosanitari e sarà definita una check-list da utilizzare per le ispezioni delle macchine agricole. Anche la tenuta della documentazione nei cantieri edili sarà oggetto di una check-list ed inoltre sarà promosso un incontro con gli organismi paritetici e gli enti bilaterali di settore, per definire le modalità operative finalizzate ad interventi di assistenza da svolgere direttamente nei cantieri. L´attuazione in regione dei progetti nazionali Informo e Malprof prevede una collaborazione per l´analisi di casi di infortunio grave o mortali e delle malattie professionali segnalate, mentre per quanto concerne il tema dell´amianto si prevedono un intervento formativo destinato ai medici competenti sul protocollo di sorveglianza sanitaria per addetti alle bonifiche e la predisposizione di una campagna di informazione. Anche il problema delle malattie osteoarticolari (con particolare riguardo per quelle da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori) sarà affrontato attraverso la definizione di un piano di formazione rivolto ad operatori Spsal e Inail e di azioni informative indirizzate a datori di lavoro, organizzazioni sindacali e lavoratori. Il programma proposto dal gruppo di lavoro misto prevede infine l´approfondimento della conoscenza delle specificità territoriali e la produzione di un documento che, a partire dai dati dei nuovi flussi informativi su aziende, dipendenti, infortuni e malattie professionali, individui specificità e criticità tali da poter pianificare interventi coordinati a livello interaziendale o regionale su alcuni comparti e settori produttivi.  
   
   
PICCOLI OSPEDALI, LA TOSCANA HA GIÀ FATTO LA SUA RIORGANIZZAZIONE  
 
Firenze, 20 maggio 2014 - ospedali, in Toscana non chiuderanno. La rete dei piccoli ospedali, e la loro riorganizzazione, sancita dai patti territoriali siglati nel 2013, e realizzata o in corso di realizzazione, pone le nostre strutture già in linea con i contenuti del Patto per la salute attualmente in discussione tra Regioni e Ministero. In Toscana, il regolamento di riorganizzazione proposto dal Ministero della salute, qualora confermato, non si tradurrà nella chiusura di alcune strutture ospedaliere, in quanto la Regione, con vari atti, a partire dalla delibera 1235 del dicembre 2012, ha emanato disposizioni per individuare le caratteristiche delle tipologie di ospedale a cui le strutture ospedaliere dovranno aggiornare la propria organizzazione, per assicurare la presa in carico delle persone assistite, secondo livelli di gravità e di bisogno differenziati. Tutto questo è contenuto nei Patti territoriali e nel Piano Sanitario in discussione in Consiglio Regionale. L´attenzione verso le comunità di riferimento - sottolinea l´assessore al diritto alla salute - è dimostrata dalla sottoscrizione a livello locale dei Patti territoriali, che nei mesi passati ha impegnato l´assessorato, l´Uncem, gli enti locali. In coerenza con gli atti regionali, i Patti territoriali garantiscono lo sviluppo dei piccoli ospedali, che con pari dignità andaranno a costituire parti essenziali, strutturalmente e professionalmente integrate nella più vasta rete regionale degli ospedali toscani. Il protocollo d´intesa tra Regione e Comuni toscani, in cui è presente l´ospedale di prossimità, ha costituito la base per le sottoscrizioni dei Patti territoriali. E sono già stati siglati, o sono in fase di sottoscrizione, gli accordi per rivedere funzioni e compiti degli ospedali di piccole dimensioni all´interno della rete ospedaliera toscana.  
   
   
FVG, SALUTE: NESSUN RITARDO NEL PERCORSO DELLA RIFORMA  
 
Udine, 20 maggio 2014 - Non vi è alcun ritardo nel percorso che porterà alla riforma della sanità in Friuli Venezia Giulia: lo assicura l´assessore alla salute, Maria Sandra Telesca, precisando che, come da cronoprogramma, una bozza del disegno di legge di riorganizzazione del settore sarà pronta a fine luglio, per arrivare all´esame del Consiglio regionale a settembre e quindi all´approvazione del provvedimento entro la fine dell´anno. Di conseguenza, come sempre affermato, la riforma sarà pienamente operativa a partire dal primo gennaio 2015. Procede dunque spedito il lavoro di elaborazione del disegno di legge - è stato sottolineato - e, in questa fase, hanno già completato o stanno completando la loro analisi tutti i 10 i gruppi di lavoro che hanno coinvolto complessivamente 80 professionisti, chiamati a formulare sulle diverse tematiche proposte, che costituiranno elementi utili alle scelte della Regione.  
   
   
SALUTE, VIA ALLE INIZIATIVE DI “CONCORRIAMO INSIEME” PER CELEBRARE LA GIORNATA MONDIALE DELL’EMOFILIA CENTRO EMOFILIA DEL GASLINI ALL´AVANGUARDIA IN GRADO DI ATTRARRE PAZIENTI DA FUORI  
 
Genova, 20 Maggio 2014 - Un concerto benefico dei Buio Pesto e una corsa nel Parco della Villa Duchessa di Galliera. È così che sarà celebrata a Genova la 10° giornata mondiale dell´emofilia, "Concorriamo Insieme", grazie all´impegno del Centro emofilia dell´ospedale Gaslini di Genova, in collaborazione con Arlafe Onlus che rappresenta i pazienti affetti da malattie emorragiche congenite in Liguria e alla Pro Loco di Voltri. Venerdì 23 maggio in piazza Caduti Partigiani a Voltri, nel ponente genovese, andrà in scena la musica dei Buoi Pesto con un concerto benefico alle 21.30, affiancato da stand gastronomici a cura della Proloco a partire dalle 18. Seguirà sabato 24 maggio la seconda edizione della manifestazione sportiva "Concorriamo Insieme" nel parco della Villa Duchessa di Galliera di Voltri che l´anno scorso aveva visto oltre 300 partecipanti. "Queste iniziative – ha spiegato Angelo Claudio Molinari, responsabile del centro di riferimento per le malattie emorragiche del Gaslini - vogliono focalizzare l´attenzione su una patologia che fino a qualche anno fa era incurabile e oggi, grazie alle nuove terapie e all´efficienza dei centri come quello dell´Istituto Gaslini, certificato a livello nazionale ed europeo, viene tenuta sotto controllo e gli emofilici possono essere persone come le altre, con una vita normale che vivono e lavorano". "Nonostante ciò – ha continuato Molinari – resta il bisogno di diffondere la conoscenza e le necessità relative a questa malattia rara e informare le persone, i professionisti, le istituzioni per migliorare ancora l´assistenza ai portatatori di questa patologia". L´emofilia è una malattia ereditaria legata a un difetto della coagulazione che colpisce un maschio ogni 10.000. Diventata famosa nel Xix secolo come la malattia delle famiglie regnanti in Europa spesso imparentate tra loro. È noto infatti il figlio dello zar Nicola Ii di Russia che era affetto dalla malattia ereditaria per via materna e fu ucciso all´età di 13 anni durante la rivoluzione bolscevica del 1917. E´ interessato dalla patologia soprattutto il sesso maschile, mentre le donne sono generalmente portatrici. I pazienti con malattie emorragiche congenite residenti in Liguria e seguiti dal centro regionale di riferimento sono 349. Tra questi sono noti 127 casi di emofilia A, 43 di emofilia B e 100 di malattia di Von Willebrand, mentre altri 73 soggetti sono affetti da condizioni più rare. Il 72% dei pazienti ha un´età superiore ai 18 anni, il 17% ha un´età che va dai 12 ai 18 anni e il 15% ha un´età inferiore ai 12 anni. "Oggi – ha continuato il dottor Molinari – grazie a farmaci specifici e alla diffusione della pratica della profilassi, che prevede la somministrazione dei fattori della coagulazione regolarmente prima che avvengano fatti emorragici, la qualità della vita dei pazienti emofilici e delle loro famiglie è notevolmente migliorata, anche a seguito della pratica sportiva che viene consigliata, anche per favorire gli scambi con altri bambini. "Tutto ciò – ha concluso Molinari – grazie anche all´impegno della Regione dal 2000 quando venne istituito il Centro al Gaslini e al recepimento nel 2013, dell´accordo stato-regioni che stabilisce i livelli di assistenza per queste patologie e include la rappresentanza dei pazienti nel tavolo regionale che governerà la rete per le coagulopatie congenite, oltre al consolidamento del centro del Gaslini che negli anni scorsi ha curato 50 pazienti provenienti da altre regioni".  
   
   
IL GRANDE BASKET AL FORUM FINAL FOUR GRANDE SUCCESSO PER MILANO  
 
Milano, 20 maggio 2014 – “La Final Four è stata un grandissimo successo per Milano. Due giornate di grande basket al Forum di Assago, e insieme migliaia di tifosi che hanno invaso la Fan Zone di Piazza Duomo, a detta degli organizzatori di Euroleague la più bella che abbiano mai visto. In città sono arrivati oltre 20mila tifosi e non c’è stato il minimo incidente, anzi, in particolare complimenti al Maccabi e ai suoi coloratissimi e appassionati tifosi. È stato uno spettacolo stupendo, il Forum era attrezzato al meglio, lo vorremmo sempre così. Grazie a tutta l’organizzazione e ai 150 volontari - la maggior parte dei quali ragazzi e ragazze milanesi - senza i quali non avremmo potuto farcela. Milano ha dato il meglio di sé, si è dimostrata all’altezza dell’evento e perfettamente in grado di ospitare manifestazioni così importanti: le televisioni di oltre 200 paesi hanno mostrato il meglio della nostra città. Siamo pronti per altri grandi eventi, penso alla Champions League del 2016 ma anche ai prossimi campionati mondiali di pallavolo femminile, un altro grandissimo evento che ci attende a ottobre. Ora però tifiamo Olimpia per uno scudetto che manca da 18 anni”. Lo dichiara in una nota l’assessora allo Sport del Comune di Milano.