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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Novembre 2014
EXPO BORGOSESIA, MARONI: OCCASIONE PER TUTTI I TERRITORI  
 
Borgosesia/vc - "Expo Milano 2015 è un´opportunità per tutti i territori, anche per quelli fuori dalla Lombardia". Lo ha ricordato il governatore della Lombardia Roberto Maroni, a Borgosesia (Vercelli), dove è stata organizzata una tappa extra-regione del ´Lombardia Expo tour´. "Abbiamo già fatto degli accordi con altre Regioni, come la Liguria e il Veneto, per fare iniziative comuni legate all´Esposizione universale" ha ricordato il presidente lombardo, anticipando che intende parlare con il ´collega´ Chiamparino, per fare altrettanto in Piemonte, ma ha anche evidenziato come questa collaborazione "non per forza deve passare dalle Regioni". "Se c´è un territorio interessato - ha detto - io sono disponibile. Lavoriamo con grande flessibilità e abbiamo dato vita a strumenti importanti, come la società Explora, che raccoglie proposte turistiche per creare ´pacchetti´ da vendere ai tour operator". E ha quindi affidato al sindaco di Borgosesia e deputato Ue Gianluca Buonanno di fare da coordinatore per quest´area e fare rete fra Amministrazioni e imprese della zona. Opportunità Da Cogliere - Nel corso del suo intervento all´affollato convegno organizzato al Teatro Pro Loco Maroni ha ricordato l´opportunità storica rappresentata dall´evento internazionale dell´anno prossimo: "Sono attesi 20 milioni di visitatori, 8 dei quali vedranno per la prima volta l´Europa". "Noi - ha esortato - dobbiamo cogliere l´occasione per far conoscere le nostre bellezze e le nostre eccellenze, soprattutto quelle della filiera agro-alimentare. Dobbiamo valorizzarle al meglio, per fare in modo che queste persone tornino anche negli anni a seguire". Imprese Protagoniste - Il governatore ha messo in evidenza come non sarà solo il settore del turismo a poter sfruttare l´opportunità di Expo. "Il mondo delle imprese - ha osservato - sarà protagonista, perché potranno stringere accordi e collaborazioni con i Paesi esteri, per aumentare le esportazioni e per portare il proprio know how in quelle realtà. Così come avranno modo di incontrare i rappresentanti di Paesi che sono pronti a venire a investire sul nostro territorio, favorendo crescita e occupazione". Grande Dinamismo - Maroni ha ricordato la grande risposta dei Comuni lombardi al bando regionale che ha messo a disposizione 10 milioni di euro per iniziative sul territorio legate all´Esposizione universale. "Abbiamo cose uniche al mondo" ha ribadito, citando, come esempi, il Monte Rosa, il sistema dei Sacri Monti, i 10 siti Unesco della Lombardia, i numerosi musei tematici. "C´è grande interesse, ma occorre farsi trovare pronti. Sono venuto qui - ha concluso - proprio per dire che sono interessato a collaborare e a mettere a disposizione le nostre forze, se la Valsesia vorrà partecipare a questo grande progetto".  
   
   
EXPO BORGOSESIA: CONTRAFFAZIONE, BASTA ´SAGA PARMESAN´  
 
Borgosesia/vc - "Vogliamo che finisca questa ´saga del parmesan´ e di tanti altri prodotti simili che danneggiano la nostra economia. Un mercato senza regole non è libero. Ecco perché vorremmo riempire l´evento Expo di contenuti, necessari per ragionare col mondo sul nostro modello. Sarà un evento politico, dove il tema del cibo si intreccia con l´obiettivo di tutelare e valorizzare le nostre produzioni". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, intervenendo alla tappa piemontese del ´Lombardia Expo Extra Tour´ a Borgosesia (Vercelli), nel corso del convegno ´Expo 2015: una grande opportunità per il territorio´. Coinvolgere Territorio - "Expo inizia a uscire dai propri confini, presto saremo anche in Puglia e in Campania - ha ricordato Fava -. Stiamo girando, perché ce lo chiedono i territori, così come ha fatto il Comune di Borgosesia con il suo sindaco Buonanno, organizzando questa tappa di avvicinamento e conoscenza dell´evento. Una scelta azzeccata, vista la partecipazione e l´affluenza di pubblico. Un tema, quello di Expo, che ha bisogno di essere spiegato. Non c´è dubbio che la tutela dei prodotti, la territorialità, la tipicità siano alcuni dei fattori che serviranno da volano per questo grande dibattito, che si aprirà attorno al cibo e che vede anche questa parte di territorio coinvolta in un disegno più ampio: marciare dritti verso la miglior tutela e valorizzazione dei prodotti locali". Contraffazione, Tema Cruciale - "Il contenuto principale, quello del cibo, non è elemento scontato - ha proseguito l´assessore lombardo -. La nostra società ha programmato con la Politica agricola comune scelte che non sempre hanno tutelato i prodotti alimentari e le nostre forme di protezione non sono più efficaci, le produzioni non vengono tutelate come si dovrebbe". Oggi il tema della contraffazione alimentare è cruciale per la nostra economia, nel mondo i nostri prodotti non possono non essere tutelati. "A fronte dei 34 miliardi di euro di agroalimentare italiano - ha proseguito Fava -, 5 solo dalla Lombardia, che esportiamo nel mondo, se ne consumano almeno il doppio in prodotti contraffatti. Prodotti che somigliano, ma che non sono italiani". Servono Regole - Ma il cosiddetto ´Italian sounding´ è anche una grande opportunità, oltre che un problema. "Quello che manca sono le regole - ha spiegato Fava -: nel documento strategico che sottende al dibattito politico di Expo abbiamo scelto che fosse inserito questo addendum, che porti il nostro Paese a stringere rapporti con tutti i Paesi del mondo, perché i nostri prodotti siano protetti". Controlli Per La Qualità - "In Lombardia garantiamo la sicurezza alimentare - ha detto Fava - e non è ammissibile che chi non fa la stessa cosa possa far finire sul mercato un prodotto di cui il consumatore non conosce le caratteristiche. Questo ho spiegato all´Unione europea, questo sarà spiegato a Expo". "Se questo processo di cambiamento andrà in porto, sarà una svolta - ha concluso il responsabile dell´Agricoltura lombarda -, perché la tracciabilità è segno di civiltà. Il meccanismo della grande distribuzione, per cui tutto si somiglia, va contro la nostra specificità. Servono regole, abbiamo iniziato come Regione diverse tappe di interlocuzione mondiale, vorremmo che il dibattito si allargasse oltre la nostra regione. La lotta per la tutela delle specificità territoriali è lotta di civiltà, Expo ci sarà di grande aiuto per dimostrare quel che sappiamo fare".  
   
   
PESCA: LIGURIA CHIEDE QUOTA CATTURA TONNO ROSSO.  
 
Genova. I pescatori liguri chiedono di avere, come accade in altre regioni, una quota per catturare il tonno rosso. Richiesta accolta dall´assessore regionale Giovanni Barbagallo che ha colto l´occasione della presenza del sottosegretario al Ministero dell´Agricoltura con delega alla Pesca Giuseppe Castiglione al meeting internazionale Iccat, la Commissione Onu che si occupa della tutela del tonno del Mediterraneo e dell´Atlantico ala Fiera di Genova, per formalizzarla ufficialmente al Governo. Una richiesta di incontro era stata inviata nei giorni scorsi al sottosegretario Castiglione dallo stesso Barbagallo. Poiché da questo congresso Iccat potrebbe arrivare un aumento delle quote per la pesce del tonno per l´Italia, auspichiamo che anche la Liguria, dopo tante richieste inevase, possa beneficiare del provvedimento", ha spiegato Barbagallo. "Uno studio curato dall´Università di Genova conferma che nel Mar Ligure si conferma una tendenza di aumento della risorsa tonno a fronte di nessuna quota regionale", aggiunge l´assessore ligure alla Pesca. Sempre lunedì 10 novembre in mattinata, alla Fiera di Genova, Barbagallo ha tenuto una riunione con il sottosegretario Castiglione, oltre che sulla quota tonno, sul fermo pesca del pesce spada e su altre questioni, affrontate in Fiera insieme con la vicepresidente della commissione della Pesca del Parlamento Europeo Renata Briano, l´università e le associazioni della pesca Agci Pesca, Legacoop Lega Pesca Liguria, Federcoopesca Cooperative Liguria.  
   
   
CON GDO PER DEFINIRE PREZZO EQUO6 NOVEMBRE 2014  
 
Milano - Sulla rottura delle trattative sul prezzo del latte, dopo l´abbandono nei giorni scorsi del negoziato da parte delle organizzazioni agricole per un´offerta non adeguata alle richieste da parte dell´industria di trasformazione, l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava ha scritto al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, chiedendo "la convocazione di un tavolo, che aiuti e guidi le parti nella definizione di un prezzo equo del latte". Intervento Straordinario - Nella lettera Fava chiede al "Ministro lombardo" Martina un "intervento straordinario sia nell´intensità che nei modi". Ciò significa, appunto, "la convocazione di un Tavolo nazionale in cui tutta la filiera, permettendomi di suggerirti la partecipazione anche delle Distribuzione organizzata, che metta nelle condizioni le parti di raggiungere un accordo che non può più essere considerato funzionale solo al mondo allevatoriale, ma a tutto il settore". Manca Punto Di Incontro - La situazione di stallo, scrive Fava, "non è più sostenibile e le parti non sembrano nemmeno in grado di avvicinarsi a un punto di equilibrio". Inoltre, "è nuovo il momento storico in cui sta avvenendo". Dalla crisi economica che sta colpendo anche i consumi del settore agroalimentare, all´embargo russo, alla liberalizzazione totale dal prossimo 1 aprile 2015. Sistema Latte A Rischio Frenata - "Il reale rischio che stiamo correndo - spiega Fava al ministro Martina - è quello di arrivare alla fine del regime delle quote con un sistema ´latte Italia´ in frenata, mentre nel centro nord d´Europa si registrano incrementi di produzione anche a doppia cifra". Difficoltà Anche Per La Trasformazione - I problemi, peraltro, non riguardano solamente il comparto allevatoriale. "Se fino agli scorsi anni i flussi di importazione riguardavano il latte sfuso, - afferma l´assessore lombardo all´Agricoltura - oggi questo trend è in diminuzione, mentre è in preoccupante aumento il flusso di prodotti lavorati e confezionati", mettendo "in seria difficoltà anche la parte agroindustriale della filiera".  
   
   
CRISI DEL PARMIGIANO REGGIANO: AGRINSIEME MODENA CHIEDE INTERVENTI STRAORDINARI AL CONSORZIO DI TUTELA  
 
Modena  - Ritiro straordinario di formaggio stagionato dodici mesi da destinare a nuovi mercati; forte promozione per rilanciare i consumi interni valorizzando la filiera made in Italy; integrazione del piano produttivo introducendo la modulazione fino a un massimo del 10 per cento attraverso la scolmatura (cioè destinare latte da Parmigiano al consumo alimentare) di un quantitativo congruo di latte da destinare al consumo alimentare. Sono le azioni che Agrinsieme Modena – iI coordinamento delle associazioni professionali agricole e delle centrali cooperative – chiede al Consorzio del Parmigiano Reggiano per affrontare la grave crisi del comparto dovuta alle basse quotazioni dei prezzi del formaggio. «L´attuale situazione sta mettendo fortemente a rischio la sopravvivenza delle imprese zootecniche del comprensorio, con pesanti ricadute sul tessuto economico, sociale e ambientale del territorio – afferma Agrinsieme Modena – Con questi prezzi alla produzione gli allevatori producono latte pur sapendo che non riusciranno a coprire i costi aziendali. Le cause sono attribuibili in larga parte a un eccesso di offerta rispetto alla domanda, che segna il passo a causa del calo dei consumi, in particolar modo in Italia. A questo si sommano problemi strutturali del settore». Agrinsieme Modena si augura che le richieste presentate al Cnsorzio di tutela, condivise con i propri associati, trovino il pieno appoggio anche delle altre rappresentanze operanti nel comprensorio di produzione affinché possano diventare davvero efficaci. «È giunto il momento di compiere scelte coraggiose e di assumersi le responsabilità che competono al mondo produttivo – continua Agrinsieme Modena – L’obiettivo è il riequilibrio economico della filiera riconoscendo valore al sistema produttivo, oggi costretto a lavorare sottocosto pur realizzando un prodotto di qualità unico al mondo. Oltre allo stanziamento delle risorse necessarie per applicare le misure da noi richieste – conclude Agrinsieme Modena - , crediamo sia necessaria una razionalizzazione dei costi strutturali del Consorzio del Parmigiano Reggiano».  
   
   
LA PRODUZIONE LORDA VENDIBILE DELL’AGRICOLTURA E DELLA SILVICOLTURA IN PROVINCIA DI TRENTO  
 
Come previsto dal calendario di diffusione delle pubblicazioni, il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta i dati più recenti a disposizione relativi alla Produzione Lorda Vendibile (Plv) delle imprese del settore agro-forestale del Trentino. La pubblicazione è consultabile sul sito internet del Servizio Statistica all’indirizzo www.Statistica.provincia.tn.it. Il comparto agricolo che, insieme al turismo, rappresenta un tassello importante del sistema economico provinciale abbisogna di costante monitoraggio, teso da un lato a verificare la validità delle azioni effettuate, dall’altro a promuovere linee programmatiche efficaci, verso cui orientare le azioni future. La quantificazione della Produzione Lorda Vendibile (che esprime il valore monetario dei beni finali prodotti nei diversi anni e destinati al mercato oppure autoconsumati) assume quindi particolare rilevanza in quanto fornisce importanti informazioni sia sull’entità che sul valore economico delle diverse produzioni agricole - frutticole, viticole, zootecniche, forestali - con particolare attenzione alla dinamica dei prezzi. Attraverso la lettura dei dati in serie storica è possibile conoscere come e quanto è cambiato il peso economico delle diverse produzioni agro-forestali, distinguendo tra le variazioni di carattere stagionale e quelle di natura strutturale. La Produzione Lorda Vendibile del Trentino mostra, nell’ultimo decennio, una tendenza positiva. Considerando il dato a prezzi correnti, la Plv passa, infatti, dai 602 milioni di Euro del 2000 agli 828 milioni registrati nel 2011. I contributi più rilevanti alla crescita sono venuti dalla prima trasformazione e dalla frutticoltura, che si presentano come i comparti più dinamici, mentre la viticoltura ha mantenuto sostanzialmente stabile il proprio valore nel periodo analizzato. La pubblicazione è consultabile sul sito internet del Servizio Statistica all’indirizzo www.Statistica.provincia.tn.it  
   
   
PESCA DEL RICCIO DI MARE IN SARDEGNA - STAGIONE 2014/2015  
 
Cagliari - Il 1 novembre apre la stagione della pesca del riccio di mare (Paracentrotus lividus) che terminerà il 12 aprile 2015. Chi può pescare e come La pesca è consentita: a) ai pescatori marittimi professionali, iscritti nel registro dei pescatori marittimi, esclusivamente dall’imbarcazione mediante il seguente attrezzo da pesca autorizzato in licenza ai sensi di legge:asta tradizionale (“cannuga”), anche con l’ausilio dello “specchio” (o batiscopio) e del coppo; b) ai pescatori professionali subacquei, in possesso di autorizzazione per la pesca subacquea professionale, in apnea o con l’uso di apparecchi ausiliari per la respirazione esclusivamente a mano o con l’ausilio di qualsiasi strumento corto atto a staccare il riccio dal substrato; c) ai soggetti che esercitano la pesca sportiva o ricreativa, in apnea – senza l’uso di apparecchi ausiliari per la respirazione – e solo manualmente. È vietata la raccolta del riccio di mare mediante attrezzi trainati con imbarcazione o anche a mano mediante mezzi meccanici (strumenti in ferro), ivi compresi i rastrelli. Il prelievo degli esemplari di riccio di mare è consentito esclusivamente dall’alba sino alle ore 15. Taglia minima e quantitativi prelevabili La taglia minima di cattura è di 50 mm esclusi gli aculei. Ogni esemplare di taglia inferiore prelevato in qualsiasi circostanza, da qualunque tipologia di imbarcazione e da qualsiasi categoria autorizzata alla pesca, anche non appartenente a quella dei pescatori professionali, deve essere immediatamente rigettato in mare. Il pescatore professionale subacqueo, se accompagnato da assistente a bordo dell’imbarcazione, può raccogliere giornalmente esemplari per 6 ceste (dimensioni: altezza 35 cm, lunghezza 60 cm, larghezza 50 cm) equivalenti, per due unità lavorative, a circa 3000 esemplari. Se il pescatore professionista non è accompagnato da un assistente può raccogliere giornalmente esemplari per 3 ceste pari a circa 1500 ricci. Il pescatore marittimo professionale è tenuto a rispettare gli stessi quantitativi massimi prelevabili previsti per il pescatore subacqueo professionale. Il pescatore sportivo può raccogliere esemplari per consumo personale nel numero massimo di 50 ricci al giorno. Compilazione del giornale di pesca Il pescatore subacqueo professionale e marittimo professionale, prima dell’inizio dell’attività di pesca del riccio di mare, deve ritirare il giornale di pesca presso il Servizio pesca e acquacoltura dell’Assessorato dell’agricoltura e riforma agro- pastorale o presso gli uffici territoriali dell’Agenzia Laore Sardegna di competenza. Il pescatore subacqueo professionale e marittimo professionale, inoltre, deve : - compilare giornalmente e tenere a disposizione degli organi di vigilanza il giornale di pesca del riccio di mare e restituirlo al Servizio pesca e acquacoltura dell’Assessorato dell’agricoltura, in Via Pessagno,4 a cagliari entro 30 giorni dalla chiusura della stagione di pesca del riccio di mare. - inviare una copia del giornale di pesca del riccio di mare, relativa a ciascun mese di prelievo, entro la fine del mese di febbraio al Servizio dell’Amministrazione regionale competente in materia di pesca e per conoscenza anche all’Autorità marittima territoriale di competenza ai seguenti indirizzi: - Assessorato dell’agricoltura e riforma agro- pastorale Servizio pesca e acquacoltura fax 0706062516 posta elettronica certificata agricoltura@pec.Regione.sardegna.it  - Autorità marittima sede di Cagliari fax 070 60517218, posta elettronica cagliari@guardiacostiera.It  o posta elettronica certificata dm.Cagliari@pec.mit.gov.it  - Autorità marittima sede di Olbia fax 0789 27737, posta elettronica olbia@guardiacostiera.It  o posta elettronica certificata dm.Olbia@pec.mit.gov.it  
   
   
LOMBARDIA: COMBUSTIONI VEGETALI, AL VIA NUOVE DISPOSIZIONI  
 
Milano - "Abbiamo introdotto il divieto dal 15 ottobre al 15 aprile di ogni anno per ragioni di tutela della qualità dell´aria e della salute dei cittadini prevedendo tuttavia una deroga di due giornate all´interno del periodo di divieto. Questa deroga è rivolta ai possessori di terreni posti in zone impervie e non raggiungibili dalla viabilità ordinaria, con particolare riferimento agli agricoltori di montagna, in modo che possano bruciare i residui, nel rispetto delle normative vigenti. Abbiamo insomma recepito le esigenze del territorio, riducendo costi e la burocrazia". Lo spiega l´assessore regionale all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi a proposito delle disposizioni inerenti la combustione dei piccoli cumuli di residui vegetali agricoli e forestali, approvate nei giorni scorsi dalla Giunta regionale lombarda. Normativa - "La norma nazionale (d.Lgs. 152/06)- illustra l´assessore - prevede il divieto di combustione all´aperto di residui vegetali, poiché costituisce gestione illecita di rifiuti. A tale divieto generale è stata applicata la deroga, con il nuovo articolo 182, comma 6 bis, (come convertito con Legge n.116/14), che consente l´attività di raggruppamento e abbruciamento in piccoli cumuli e in quantità predefinite dei residui vegetali derivanti da lavorazione agricola e forestale effettuate nel luogo di produzione". Pratica Agricola Residuale - "Tale attività di smaltimento - prosegue Terzi - costituisce pertanto una pratica agricola residuale rispetto a una diversa e più corretta gestione dei residui vegetali. E´ prevista, tuttavia, la possibilità che i Comuni e le altre Amministrazioni competenti in materia ambientale sospendano, differiscano o vietino tale attività per ragioni di tutela della salute umana (con particolare riferimento all´inquinamento atmosferico), fermo restando che la combustione di quantitativi superiori a tali piccoli cumuli rimane vietata tutto l´anno, senza possibilità di introdurre deroghe né a livello regionale né a livello locale". Tutela Della Salute - "Per ragioni di tutela della salute e della qualità dell´aria - prosegue la responsabile regionale dell´Ambiente - si propone di introdurre la limitazione delle combustioni all´aperto dal 15 ottobre al 15 aprile di ogni anno, anche per i piccoli cumuli consentiti dalla norma nazionale". Si prevede tuttavia la possibilità di consentire tale pratica per sole due giornate nel periodo di divieto all´interno del quale, precisa l´assessore, "restano vincolanti alcune norme: che i residui vegetali agricoli o forestali derivino da terreni situati in zone impervie o non raggiungibili dalla viabilità ordinaria; che ci si trovi in assenza di impatti diretti di fumi e di emissioni sulla popolazione e sulle abitazioni circostanti; che sussistano le condizioni meteorologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti in atmosfera rilevabili dal sito ufficiale di Arpa; che ci si trovi in assenza di massimo rischio per gli incendi boschivi dichiarato dalla Regione". I cittadini che intendono avvalersi di tale facoltà dovranno fare comunicazione preventiva al Comune, il quale, a sua volta, inoltrerà la comunicazione ai soggetti competenti ad effettuare i controlli e al settore Monitoraggi Ambientali di Arpa Lombardia.  
   
   
CIBO E ACQUA, SFIDE PER IL DIRITTO CONTEMPORANEO  
 
Milano - Diritto al cibo, sicurezza alimentare, consapevolezza del consumatore. Nel convegno annuale dei giuristi di Milano-bicocca si affrontano i temi Expo 2015 dalla prospettiva del diritto con interventi, fra gli altri, di Gustavo Zagrebelsky, Giulio Napolitano, Paolo De Castro, Livia Pomodoro, Cosimo Piccinno. Nel corso della mattinata, inoltre, il Presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro presenterà il Milan Center for Food Law and Policy, nuovo centro di ricerca giuridica creato nel febbraio scorso sulla base di una convenzione tra Comune di Milano, Regione Lombardia e Camera di Commercio. Tra i relatori: Gustavo Zagrebelsky, Università di Torino; Giulio Napolitano, Università di Roma Tre; Livia Pomodoro, Presidente del Tribunale di Milano; Paolo De Castro, membro del Parlamento Europeo, Commissione Agricoltura; Cosimo Piccinno, Generale dei Carabinieri per la Tutela della Salute; Simone Gabbi, Efsa – European Food Security Agency, Università di Parma. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Il programma dettagliato del convegno. Università degli Studi di Milano-bicocca Auditorium (Edificio U12) via Vizzola, 5 20126 Milano Mercoledì 12 novembre 2014. Ore 9-18.  
   
   
FIESOLE: UNGULATI, SERVE L’ABBATTIMENTO  
 
Il Sindaco Anna Ravoni e l’Assessore allo Sviluppo Economico con delega all’Agricoltura Iole Piscolla hanno riunito a Fiesole esperti e politici per fare il punto sulla situazione degli ungulati nel territorio comunale, in modo da portare l’attenzione su un problema fortemente sentito dalla popolazione e cercare le soluzioni migliori per risolverlo. ‘La scelta è tra mantenere in piedi la nostra biosfera o ucciderla’ questa è stata la dichiarazione forte dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Gianni Salvadori, presente ieri all’incontro su ‘Ungulati selvatici: criticità e prospettive del territorio fiesolano’. L’incontro di ieri sera è stato molto partecipato e ricco di interventi significativi e soprattutto chiarificatori, sul grave problema degli ungulati nel territorio di Fiesole e in Toscana in generale. A fare un primo punto sulla situazione è stato proprio l’Assessore Regionale che ha fornito i numeri dell’emergenza in Toscana. Abbiamo 400.000 ungulati, suddivisi tra cinghiali e cervidi, una popolazione che è per densità quattro volte più alta della media europea e tre volte più elevata della media italiana (dati forniti da Berzi, tecnico faunistico), questo numero va dimezzato, perchè genera uno squilibrio nell’ambiente che uccide la natura. A causa di questa sovrappopolazione infatti abbiamo già perso tante piccole specie. L’unica soluzione è la caccia, perché dobbiamo abbattere drasticamente il numero di questi animali, il controllo può essere solo successivo. Per questo, entro la fine del mandato, Salvadori ha intenzione di cambiare il calendario venatorio, comprese le classi di abbattimento per i cervidi e poi di ridurre il numero degli Atc da 19 a 9 per dare nuovo slancio all’attività venatoria, che ha un ruolo fondamentale per ristabilire l’equilibrio faunistico. Salvadori non ha nascosto (come gli altri intervenuti del resto) i problemi che la Regione Toscana ha avuto con Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ) denunciando in maniera forte che questo ente, deputato all’autorizzazione a procedere agli abbattimenti degli animali dannosi, scelga di non decidere. Salvadori ha anche precisato che spera in futuro Ispra si assuma le responsabilità, anche in sede giudiziaria, di queste non decisioni. Anche l’Assessore Provinciale all’Ambiente, Renzo Crescioli riferendosi a Ispra ha precisato che questo istituto lavora basandosi su una legge che tutela le specie e visto che il suo parere è obbligatorio, frena le necessità di abbattimento della nostra Regione. Tra l’altro la Regione Toscana ha numeri non comparabili con quelli nazionali e avendo la superficie boscata più ampia d’Europa, gli ungulati trovano un ambiente adatto per la proliferazione. Nel distretto di Fiesole-pontassieve ci sono circa un migliaio di cinghiali, che si rifugiano nelle zone comunali in cui vige il divieto di caccia. Nella Provincia sono stimati 28.000 animali ed è previsto un piano di abbattimenti per 14.000 capi. Bisogna agire, in sinergia tra gli enti e i cittadini, in modo da arginare questo problema che sta diventando esplosivo, con danni economici e incidenti stradali causati da questi animali, il cui dato è molto sottostimato secondo Crescioli. Berzi ha sottolineato la situazione di dissesto faunistico in cui siamo, che neanche la presenza sempre più diffusa del lupo, riesce a tenere sotto controllo. Anche lui sottolinea, in accordo con Sandro Nicoloso e Alfredo Bresciani la necessità del ricorso ai cacciatori, che però sono sempre meno e hanno un’età media sempre più alta. Bresciani e Nicoloso hanno riportato anche le loro esperienze di contenimento della fauna con risultati alterni, nonostante l’utilizzo di diversi metodi. A fine incontro l’Assessore Piscolla ha dato appuntamento al prossimo convegno sul tema, che diventerà una consuetudine dell’Amministrazione fiesolana e ha annunciato l’imminente nascita della Consulta dedicata all’agricoltura.  
   
   
SARDEGNA: VIAGGI STUDIO PER OPERATORI DEL COMPARTO SUINICOLO IN PROVINCIA DI SIENA  
 
Cagliari - Prosegue l’iniziativa dell’Agenzia Laore per gli operatori del comparto suinicolo interessati alla partecipazione ai viaggi studio nei territori della razza suina Cinta senese in provincia di Siena. L’iniziativa rappresenta un’opportunità di confronto e di scambio di esperienze, con il pieno coinvolgimento degli operatori nella conoscenza/gestione delle problematiche connesse con l’allevamento di una razza tipica locale. Ricordiamo che possono partecipare gli imprenditori agricoli, regolarmente iscritti alla Camera di Commercio e all’Inps, titolari di un allevamento suinicolo in regola con gli obblighi sanitari e di legge, che abbiano preso parte alle giornate informative e di approfondimento specialistico nel comparto suinicolo, organizzate dall’Agenzia Laore nel corso degli anni 2013/2014. Ad ogni viaggio studio potrà partecipare un numero massimo di 20 operatori . Due tecnici dell’Agenzia Laore, in veste di accompagnatori parteciperanno ai viaggi che si svolgeranno a partire dal mese di novembre 2014. Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire entro le ore 13 del 18 novembre con le seguenti modalità: - tramite fax al numero 070/60262222 o posta al Servizio produzioni zootecniche dell’Agenzia regionale Laore Sardegna, Via Caprera, 8 - 09123 Cagliari; - consegnata a mano all’Ufficio Protocollo dell’Agenzia – Via Caprera 8 Cagliari o nelle sedi territoriali dei Sportelli unici territoriali, dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 14 e tutti i martedì pomeriggio dalle ore 16 alle 18; - inviata per posta elettronica certificata all’indirizzo: protocollo.Agenzia.laore@legalmail.it  
   
   
PESCA: RIFORMA OCM; DAL 13 DICEMBRE IN ETICHETTA ANCHE INDICAZIONI SU TECNICHE DI PESCA ALLEANZA COOPERATIVE: “NUOVE REGOLE SONO VOLANO PER RILANCIARE LA FILIERA ITTICA”  
 
Dal 13 dicembre 2014 i consumatori potranno leggere in etichetta con quale attrezzo da pesca è stato catturato un determinato prodotto ittico. Ma anche, se i produttori lo vorranno, l’esatta provenienza di pesci, molluschi e crostacei, che saranno riconoscibili non più solo per zone Fao ma con il riferimento del paese e della località dove sono stati pescati o allevati. Queste alcune delle novità emerse in tema di etichettatura nel corso del seminario organizzato dal coordinamento pesca dell’Alleanza delle Cooperative, in collaborazione con il consorzio di ricerca Unimar, per approfondire le nuove regole introdotte dalla riforma sull’organizzazione comune dei mercati (Reg. 1379/2013), che ha visto la partecipazione di Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato Mipaaf con delega alla pesca; Riccardo Rigillo, Direttore Generale Pesca e Acquacoltura Mipaaf ; Vicenzo Morante, Capo Reparto pesca marittima del Corpo delle Capitanerie di Porto. Ad approfondire questi argomenti sono stati Christian Rambaud- capo Unità Dg Mare B.2 Commissione Europea, Ludovic Schultz – Unità Mercati e Commercio Dg Mare Commissione Europea,chiara Bacci - Unità Mercati e Commercio Dg Mare Commissione Europea; Mirko Marcolin - Unità Conservazione Dg Mare Commissione Europea. "Iniziative come il seminario odierno hanno l´obiettivo di creare un quadro moderno e armonizzato in una ottica di definizione del Piano operativo nazionale, con un´attenzione particolare alla riforma dell´Ocm che prevede novità per l´Organizzazione dei produttori, per l´etichettatura e la tutela e valorizzazione dei prodotti stessi. Le nuove regole possono rappresentare un volano per rilanciare la filiera ittica" commenta l’Alleanza nel precisare che la riforma si attuerà per gradi, con misure in vigore già dal mese di dicembre di quest’anno ed altre che diverranno obbligatorie nel 2016. Punto focale della riforma il ruolo chiamato ad assolvere dalle organizzazioni dei produttori. Il Sottosegretario Castiglione ha sottolineato come il confronto e la condivisione siano fondamentali per una programmazione mirata e per evitare di disperdere importanti risorse economiche. La collaborazione del Ministero con l´Alleanza delle cooperative italiane porterà proprio in questa direzione ad interpretare al meglio le esigenze dei produttori, favorendo soprattutto l´aggregazione di imprese come strumento fondamentale per creare nuovi spazi di lavoro. Ha sottolineato Castiglione nel ricordare che il primo vero tutore del mare, infatti, è il pescatore. Per il Dg Riccardo Rigillo con la riforma dell’Ocm si attua una rivoluzione culturale, che pone di fronte a nuovi scenari: le organizzazioni dei produttori saranno strategiche in ottica di sostenibilità, razionalizzazione e gestione dell’offerta.  
   
   
FORMAGGI, LOMBARDIA: ACCORDO PER BITTO AVAMPOSTO DI TRADIZIONE  
 
Gerola Alta/so - "Un accordo che rappresenta un avamposto di tradizione, cultura e agricoltura. Il massimo della tradizione agricola lombarda, che origina un prodotto di qualità sempre più apprezzato, nonostante produzioni piccole ma significative. Il bitto è simbolo della montagna lombarda". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, intervenendo alla presentazione dell´accordo di collaborazione tra il Consorzio per la tutela dei formaggi Valtellina Bitto e Casera e il Consorzio salvaguardia Bitto Storico. Alla presentazione sono intervenuti Emanuele Bertolini, presidente della Camera di commercio di Sondrio, Paolo Ciapparelli, presidente Consorzio salvaguardia Bitto storico, Vincenzo Cornaggia, presidente del Consorzio per la tutela dei formaggi Valtellina Bitto e Casera, e Luca Della Bitta, presidente della Provincia di Sondrio. Produzioni Promuovono Territorio - "Da oggi - ha proseguito Fava - questa straordinaria testimonianza di cultura, storia, civiltà legata ai territori, ha una sua forma istituzionale. Un´alleanza che avviene a poche settimane da Expo. Il tema delle produzioni locali si conferma ancora una volta elemento distintivo dei territori. Anche in chiave turistica: ormai è maturo il momento delle proposte enogastronomiche, un territorio come questo con un´offerta tradizionale avrebbe avuto più difficoltà ad affermarsi". Risorse Ad Hoc Per Montagna - "Ora che questo passo è compiuto - ha aggiunto l´assessore - vale la pena convogliare sforzi della nuova programmazione sui singoli prodotti abbandonando un certo campanilismo. Tuttavia, se non ci fossero state in questi anni di dibattito posizioni contrapposte non si sarebbe arrivati alla conclusione di oggi, che rappresenta una posizione al rialzo e non al ribasso". "Siamo stati i primi a dotarci di un capitolo apposito per la montagna - ha ricordato Fava -, che in Lombardia vale il 55% del territorio. Dal Psr per quest´area potrebbero arrivare risorse ingenti, tra i 5 e i 6 milioni di euro. Complessivamente la programmazione da qui al 2020 vale 133 milioni di euro in più rispetto alla precedente. Queste produzioni potrebbero avere finalmente benefici economici, diversamente non potremo garantire la giusta remunerazione a chi garantisce con grandi sforzi la tradizione". Grazie A Chi Lavora In Alpeggio - Un´alleanza, quella sancita oggi, che poteva essere raggiunta prima. "Già nel 1906 si parlava di Bitto in occasione dell´esposizione universale - ha ricordato Fava -. Un plauso va anche a coloro che hanno reso possibili queste straordinarie produzioni, chi ha fatto la dura vita dell´alpeggio con tutte le difficoltà, molto spesso per scelta o necessità, certamente per vocazione. E quando si fa qualcosa per vocazione e si dà voce a questi territori si ottengono sempre risultati straordinari, basta solo dare il tempo giusto alle cose". Expo Sfida Lombarda - "La nostra sfida la vinciamo se Expo diventa fenomeno lombardo, se si identifica con i territori della Lombardia, che il resto del mondo non conosce - ha osservato l´assessore lombardo -. La sfida la vinciamo se i milioni di persone che arriveranno in quei sei mesi li teniamo sul territorio; ma per scongiurare la fuga dopo la visita al sito servono proposte con i tour operator perché si dica esattamente cosa bisogna vedere in questi territori. Quali altre occasioni avremo in futuro?" .  
   
   
FVG, AGRICOLTURA: NECESSARIA ALLEANZA CON GIOVANI E SCUOLA  
 
Pozzuolo del Friuli - "Un sistema agricolo Fvg che giocoforza deve allearsi ai giovani ed alla scuola: solo così, infatti, potremo sviluppare quella nuova agricoltura di cui il Friuli Venezia Giulia ha urgente bisogno", ha ribadito a Pozzuolo del Friuli il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, alla presentazione dell´accordo di collaborazione tra l´Agenzia regionale per lo Sviluppo rurale (Ersa) e l´istituto professionale agrario Stefano Sabbatini di Pozzuolo. Un´agricoltura che vuole guardare avanti, che si allarghi a nuove prospettive, che si svincoli da vecchi percorsi, ha infatti sottolineato Bolzonello, deve poter far leva sulle nuove generazioni; anche per questo motivo, ha aggiunto, alla convenzione Ersa-sabbatini, illustrata oggi, faranno seguito ulteriori accordi di collaborazione tra la Regione, i suoi enti strumentali ed il mondo della scuola professionale. Una sinergia, la cui esigenza "a costruire pezzi di futuro per il nostro comparto agricolo" è stata confermata anche dal parlamentare Giorgio Zanin, membro della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, vedendo l´impegno attivo di tutte le istituzioni che agiscono sul territorio. Per Bolzonello, in questo contesto, appare anche importante il riposizionamento dettato all´Ersa dall´attuale Governo regionale: "un´Agenzia - ha detto - che deve riaccompagnare l´agricoltura Fvg, puntando sugli aspetti scientifici, su quelli didattici e su una più efficace promozione, nell´ottica turistica (in cooperazione stretta con Turismo Fvg) ed in quella dedicata più specificatamente alle produzioni". Produzioni di alta qualità, quelle del Friuli Venezia Giulia, ha osservato, che però hanno bisogno di un´industria agroalimentare oggi ancora carente in regione, "che però non strozzi, dal punto di vista dei prezzi, gli agricoltori". L´accordo che ora lega l´Ersa all´istituto Sabbatini - presentato oggi con la partecipazione del sindaco e del vicesindaco di Pozzuolo, Nicola Turello e Massimiliano Pozza, del dirigente scolastico del Linussio di Codroipo (da cui dipende la scuola agraria), Vittorio Borghetto e del coordinatore di sede, Lorenzo Nazzi - prevede, tra l´altro, l´avvio di una sperimentazione per la conservazione e la coltivazione di specie erbacee e arboree d´interesse regionale, la raccolta e lo scambio di dati agrometeo, il monitoraggio dei principali fitofagi (parassiti delle piante) delle colture agrarie. Ma anche, viene contemplato nella convenzione, la realizzazione di stage e tirocini di formazione, lo sviluppo di nuove sperimentazioni agricole, l´intervento Ersa nella gestione dei terreni, nelle lavorazioni e nei trattamenti finalizzati al miglioramento ed all´aggiornamento delle pratiche agronomiche dell´istituto. Viene dunque ampliata e qualificata la già importante collaborazione in atto tra la Regione e la scuola di Pozzuolo, che nel triennio 2011-13 ha visto realizzarsi il progetto Futurbioerbe per la messa a coltura di specie spontanee che possano costituire opportunità di reddito per gli imprenditori agricoli (ad esempio, rafano, radicchio di monte, radicchio di Gorizia, rapa di Verzegnis). Il progetto si è avvalso dell´impegno di numerosi partner istituzionali: accanto alla scuola e all´Ersa, infatti, anche l´azienda agricola Servadei dell´Università di Udine, il Centro internazionale di ricerca per la Montagna (Cirmont) di Amaro, il vivaio forestale regionale Pascul di Tarcento. Attualmente, è stato infine ricordato, è in corso uno studio per la riproduzione ed il mantenimento in purezza dell´orzo distico (da birra) per sviluppare la produzione in regione di birre artigianali.  
   
   
CORSO IMPRENDITORI AGRICOLI, IN SETTE ANNI TRIPLICATE LE DOMANDE  
 
Negli ultimi sette anni le domande di iscrizione al corso di formazione per giovani imprenditori agricoli sono quasi triplicate, passando da 60 nel 2007 a 170 nel 2014. Quest’anno, in via eccezionale, la Fondazione Edmund Mach ha concesso un aumento dei posti disponibili da 60 a 90, rivisitando sia il calendario che il programma formativo. I partecipanti, di età compresa fra 18 e 40 anni, sono stati cosi selezionati da un’apposita commissione e giovedì 13 novembre, ad ore 14.30, presso l’aula magna, inizieranno il percorso di studio di 600 ore che consentirà di ottenere i finanziamenti provinciali per il primo insediamento. Contestualmente saranno consegnati i brevetti a 48 imprenditori che hanno concluso il percorso di formazione biennale 2012-2014. “Il Centro Istruzione e Formazione - spiega il dirigente Marco Dal Rì - può gestire un numero di partecipanti vicino alle 60 unità -2 gruppi di 30 corsisti- sia in considerazione delle risorse a disposizione che per garantire un percorso formativo di buon livello; per il corso 2014-2016, rivisitando in parte il calendario e il programma dei singoli moduli formativi, si è pensato, in via eccezionale, di aumentare a 90 il numero di ammessi al corso -3 gruppi di 30 corsisti- in maniera tale da poter rispondere, sia pur parzialmente, alle richieste dell’utenza”. Dall’anno di attivazione (1986) ad oggi, il corso per la qualificazione professionale dei giovani imprenditori agricoli ha registrato circa duemila iscritti. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dell´attività di qualificazione professionale agricola programmata dal Centro Istruzione e Formazione grazie al finanziamento della Provincia autonoma di Trento. Il percorso formativo è rivolto ai giovani di età compresa tra 18 e 40 anni che intendono insediarsi in agricoltura, e quindi ottenere il premio di primo insediamento in azienda agricola, ma che non sono in possesso di un titolo di studio rilasciato da una scuola superiore agraria. L’obiettivo è garantire l’acquisizione di una serie di competenze mirate alla corretta gestione di un’azienda agricola ed il conseguimento del brevetto professionale di imprenditore agricolo. Http://goo.gl/09qyqe