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LUNEDì
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 31 Gennaio 2005 |
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LA COMMISSIONE EUROPEA INVITA GLI STATI MEMBRI AD IMPEGNARSI PIÙ A FONDO NELLE RIFORME PER RILANCIARE LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE |
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Bruxelles, 31 gennaio 2005 - Negli ultimi anni sono stati compiuti vari progressi per quanto riguarda il completamento del mercato unico e lo sviluppo di un ambiente più favorevole alle imprese. Tuttavia rimane ancora molto da fare per accrescere la competitività tramite il risanamento delle finanze pubbliche, l’adozione di politiche del lavoro più attive, la realizzazione di investimenti più produttivi (compresi gli investimenti nella conoscenza) e una maggiore integrazione dei mercati, al fine di favorire la crescita economica e la creazione di posti di lavoro assicurando nel contempo la tutela dell’ambiente: sono queste le conclusioni di alcune relazioni presentate oggi dalla Commissione, che esaminano l’attuazione degli obiettivi pluriennali fissati per l’economia in generale e per il mercato interno, l’occupazione e l’ambiente in particolare. Le relazioni, che insieme costituiscono il cosiddetto "pacchetto di attuazione", serviranno come base per la revisione intermedia della strategia di Lisbona e per l’elaborazione della relazione che la Commissione presenterà a marzo al Consiglio europeo di primavera. Indirizzi di massima per le politiche economiche 2003-2005 Nel 2003 il Consiglio ha adottato gli indirizzi di massima per le politiche economiche 2003-2005, che stabiliscono la strategia comunitaria di politica economica a medio termine destinata a rendere l’Europa più competitiva. La seconda relazione sull’attuazione degli indirizzi di massima per le politiche economiche indica che i progressi realizzati continuano ad essere poco omogenei, sia a livello di settori che di paesi. Gli aspetti positivi sono dati dal fatto che la riforma del mercato del lavoro procede ad un ritmo costante, la liberalizzazione del mercato dell’energia e di altre industrie di rete è proseguita, la politica di concorrenza è stata applicata in maniera più energica e il mercato unico dell’Unione europea ha funzionato meglio, tutti fattori che hanno contribuito ad un ambiente più favorevole alle imprese e alla competitività. Tuttavia a questi risultati fanno da contraltare i modesti progressi compiuti nella transizione verso un’economia basata sulla conoscenza - che costituisce il principale obiettivo dell’agenda di Lisbona adottata dal Consiglio europeo di primavera del 2000 -, nell’integrazione del mercato interno nel settore dei servizi e nel rispetto della disciplina di bilancio. Se si esaminano i risultati dei singoli paesi con riferimento all’attuazione delle raccomandazioni formulate nei loro confronti nel 2003, occorre menzionare in particolare i progressi realizzati da Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi e Regno Unito, mentre i risultati conseguiti dagli altri “vecchi” Stati membri sono più contrastanti. È ancora troppo presto per valutare l’attuazione delle raccomandazioni da parte dei paesi che hanno aderito all’Unione europea nel maggio 2004, ma Cipro e la Slovacchia possono essere citati come buoni esempi da seguire. Con riferimento al risanamento del bilancio, soltanto otto Stati membri sono riusciti a conseguire o mantenere un bilancio prossimo al pareggio o in attivo, che consente di affrontare meglio le fluttuazioni economiche e l’impatto dell’invecchiamento della popolazione. Viceversa nel 2004 ancora troppi paesi presentano disavanzi eccessivi. Sempre nel 2004 alcuni paesi, tra cui Italia e Slovacchia, hanno intrapreso importanti riforme del sistema pensionistico, mentre in altri le riforme realizzate sembrerebbero insufficienti a contenere gli oneri di bilancio derivanti dall’invecchiamento della popolazione (Grecia), o sono ancora in una fase embrionale (Repubblica ceca). Nonostante i diversi provvedimenti adottati per realizzare un’economia basata sulla conoscenza, i progressi sono ancora piuttosto limitati. Nel campo della ricerca e dell’innovazione l’Unione europea continua a cedere il passo agli Stati Uniti, rendendo praticamente impossibile, in assenza di iniziative di rilievo, il raggiungimento dell’obiettivo del 3% del Pil destinato ad investimenti nella ricerca e nello sviluppo entro il 2010 (nel 2002-2003 la spesa per le attività di ricerca e sviluppo è aumentata solo marginalmente, raggiungendo il 2% del Pil). Le sole eccezioni continuano ad essere rappresentate da Svezia e Finlandia. Il Commissario per gli affari economici e monetari Joaquin Almunia ha così commentato la relazione: “Per conseguire gli obiettivi ambiziosi che si sono prefissi in materia di competitività e di occupazione, gli Stati membri devono intraprendere la via delle riforme in maniera più convincente ”. Per consultare i rapporti precedenti: http://europa.Eu.int/comm/economy_finance/publications/implement_en.htm L’occupazione rimane il tallone di Achille dell’Unione europea Sempre oggi la Commissione ha adottato una Relazione congiunta sull’occupazione per il periodo 2004-2005, dalla quale risulta che, malgrado le riforme intraprese in vari Stati membri, complessivamente nell’Unione europea si assiste ad una stagnazione dei tassi di occupazione e a un rallentamento nella crescita della produttività. Con un tasso di occupazione rimasto fermo al 63% nel periodo 2001-2003, per conseguire l’obiettivo del 70% nel 2010 fissato dalla strategia di Lisbona l’Unione europea dovrebbe creare altri 22 milioni di posti di lavoro. Il tasso di occupazione delle donne e dei lavoratori più anziani è rimasto attestato rispettivamente al 55 e al 40%. Nonostante le riforme del mercato del lavoro abbiano rafforzato la tenuta dell’occupazione di fronte alle difficoltà economiche, la relazione conferma gli scarsi progressi compiuti nella realizzazione dei tre obiettivi della Strategia europea per l’occupazione: piena occupazione, miglioramento della qualità e della produttività al lavoro e rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale. Gli Stati membri hanno intrapreso grandi sforzi per rendere più remunerativo il lavoro (attraverso misure quali la riforma del regime fiscale e del sistema degli incentivi), per riformare i servizi pubblici per l’impiego, promuovere l’imprenditorialità e introdurre strategie di apprendimento permanente. Viceversa i progressi sono stati modesti per quanto riguarda la gestione della ristrutturazione economica, l’emersione del lavoro irregolare, gli investimenti nel capitale umano attraverso l’istruzione e la definizione di strategie per l’invecchiamento attivo. Anche i progressi registrati nel miglioramento della qualità del lavoro variano notevolmente da un paese all’altro. Il divario retributivo medio tra uomini e donne continua ad essere fermo al 16%, l’accesso alla formazione è basso proprio tra coloro che ne avrebbero più bisogno e il numero di infortuni sul lavoro, che pure è in diminuzione, è ancora troppo elevato. La relazione conferma la necessità di intervenire nei quattro settori identificati dal rapporto della Task Force per l’occupazione (rapporto Kok): aumentare l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese; incentivare un maggior numero di persone a entrare e a rimanere nel mercato del lavoro; investire maggiormente nell’istruzione e nella formazione permanente; assicurare l’effettiva attuazione delle riforme. Accanto alla relazione congiunta sull’occupazione, la Commissione ha adottato una Relazione congiunta sulla protezione sociale e l'inclusione sociale, dalla quale risulta che gli Stati membri stanno incrementando i loro sforzi per combattere la povertà e assicurare l’adeguatezza delle pensioni anche in futuro e stanno concentrandosi in maniera più chiara su alcune priorità, tra cui l’eliminazione della povertà infantile, il miglioramento delle condizioni abitative e l’elevazione del livello di qualificazione professionale dei giovani che lasciano la scuola. Gli Stati membri stanno inoltre cercando seriamente di invertire la tendenza al pensionamento anticipato e di offrire maggiori opportunità ai regimi pensionistici privati. Complessivamente, però, nel 2002 più di 68 milioni di persone, pari al 15 per cento della popolazione dell’Unione europea, sono risultati a rischio di povertà. I più vulnerabili sono in genere i disoccupati, i senzatetto e le donne (famiglie monoparentali e anziani soli). La percentuale di persone a rischio varia dal 10% o anche meno nella Repubblica ceca, in Svezia, Danimarca, Ungheria e Slovenia fino al 20% e più in Irlanda, Slovacchia, Grecia e Portogallo. "L’occupazione, le pensioni e il welfare sono le principali priorità dei cittadini dell’Unione europea. Secondo la relazione il metodo aperto di coordinamento per combattere l’esclusione sociale e modernizzare i sistemi pensionistici comincia a dare i suoi frutti. Tuttavia gli Stati membri devono compiere ulteriori sforzi per accrescere l’occupazione, ridurre la povertà e assicurare la futura adeguatezza e sostenibilità finanziaria delle pensioni," ha dichiarato Vladimir Spidla, Commissario per l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità. Per l’attuazione della politica per l’occupazione consultare i seguenti link: http://europa.Eu.int/comm/employment_social/news/2005/jan/jer2005_en.html http://europa.Eu.int/comm/employment_social/news/2005/jan/soc_incl_rep_2005_en.html Mercato unico: buoni progressi ad eccezione dei servizi La seconda relazione della Commissione sulla Strategia per il mercato interno 2003-2006 (cfr. Ip/03/645) segnala i buoni progressi compiuti, con l’adozione di circa due terzi delle misure legislative per il miglioramento del mercato interno che la Commissione intendeva varare entro il 2004. Tuttavia, affinché l’’Unione europea sia in grado di offrire ai cittadini il livello di vita più elevato auspicato dall’agenda di Lisbona, il mercato interno deve funzionare ancora meglio. Gli indicatori economici mostrano che l’integrazione dei mercati procede ad un ritmo non ancora soddisfacente. Sono quindi necessari ulteriori sforzi per giungere all’adozione di una normativa comunitaria che elimini le eccessive lungaggini burocratiche per le imprese che desiderano operare oltre frontiera, e consenta in tal modo ai consumatori di usufruire di una maggiore scelta e di prezzi più bassi. Gli Stati membri devono inoltre compiere maggiori sforzi per assicurare la corretta attuazione delle norme comunitarie. Alla relazione è allegato un quadro di valutazione del mercato interno aggiornato, con Lituania e Spagna in testa alla classifica per quanto riguarda l’attuazione della normativa relativa al mercato interno. È da notare che anche Ungheria e Polonia figurano tra i primi in classifica e che tutti i dieci nuovi Stati membri hanno ridotto il loro ritardo dopo l’adesione. Gli sforzi compiuti da Francia e Germania per migliorare i loro risultati cominciano a dare i primi frutti e i Paesi Bassi sono tornati nella parte alta della classifica. Altri Stati membri sono invece scivolati indietro, ma complessivamente la percentuale di direttive in materia di mercato interno in vigore ma non ancora recepite negli ordinamenti nazionali è scesa per l’Ue-25 dal 7,1% alla data dell’allargamento all’attuale 3,6%. Il numero di procedure di infrazione avviato nei confronti di Francia, Spagna, Belgio, Austria, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo e Finlandia è diminuito, ma non altrettanto può dirsi per gli altri paesi. Gli scambi intracomunitari di merci hanno registrato una flessione, mentre gli scambi di servizi sono in crescita, pur rappresentando ancora appena il 20% del valore dell’interscambio di beni, circostanza che rende ancora più importante una rapida adozione della proposta di direttiva sui servizi. La convergenza dei prezzi nel mercato interno ha subito una frenata e gli investimenti transfrontalieri mostrano una certa volatilità. Ciò significa che, malgrado i buoni progressi realizzati in una serie di iniziative attualmente in corso, l’Unione europea deve accelerare l’integrazione dei mercati, adottando alcune proposte attualmente ferme dinanzi al Consiglio e al Parlamento: si tratta in particolare del brevetto comunitario, della direttiva sulla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici e della semplificazione del sistema di riconoscimento delle qualifiche professionali. Il Commissario per il mercato interno Charlie Mccreevy ha dichiarato: “Tre quarti degli obiettivi del mercato interno sono stati realizzati. I risultati raggiunti sarebbero sembrati impensabili nel 1992. Più recentemente, il dibattito sulla strategia di Lisbona e il rapporto Kok hanno sottolineato che i progressi nel funzionamento concreto del mercato interno sono una delle pietre angolari su cui si basa la prosperità futura dell’Europa. La Commissione non può agire da sola. È necessario che l’Unione europea allargata la accompagni in questo processo. E se i responsabili politici possono definire il quadro di riferimento, sono i cittadini e le imprese a far funzionare i mercati. Finora gli europei hanno svolto bene il loro compito, ed è anche per questo che sono ottimista”. Per l’attuazione del mercato interno consultare il seguente link: http://europa.Eu.int/comm/internal_market/en/update/strategy/index.htm Politica e tecnologie ambientali La Commissione ha infine adottato la sua seconda relazione sul riesame della politica ambientale, che sottolinea in particolare la relazione tra ambiente ed economia. Appare sempre più chiaro che la politica e l’innovazione in campo ambientale possono promuovere la crescita economica e favorire il mantenimento e la creazione di posti di lavoro. I dati più recenti confermano che le ecoindustrie hanno conseguito risultati migliori rispetto a tutti gli altri settori economici. In un’altra relazione, la Commissione giunge alla conclusione che occorre rafforzare l’ambizioso Piano d’azione per le tecnologie ambientali (Environmental Technologies Action Plan - Etap). Nonostante i buoni progressi realizzati, in questo settore sono necessarie ulteriori azioni. Concretamente, la relazione sollecita la creazione di fondi d’investimento “verdi”, la definizione di obiettivi di rendimento per alcuni prodotti fondamentali e l’elaborazione di “tabelle di marcia” nazionali per l’attuazione del piano negli Stati membri. Il Commissario per l’ambiente Stavros Dimas ha dichiarato: “Dobbiamo respingere l’idea che tutelare l’ambiente sia un lusso. La politica ambientale costituisce un elemento essenziale della strategia di Lisbona”, e ha aggiunto che “l’Europa deve investire di più in metodi innovativi di tutela dell’ambiente che consentano nel contempo di promuovere la competitività. Le tecnologie ambientali possono fornire un prezioso contributo al raggiungimento di questo obiettivo”. Da sondaggi di opinione realizzati in tutta Europa risulta che la grande maggioranza dei cittadini europei desidera una maggiore attenzione all’ambiente e attende l’adozione di decisioni volte ad assicurare una migliore qualità dell’ambiente e dei servizi ambientali a livello comunitario. Il Commissario responsabile per la ricerca Janek Potocnik ha aggiunto: “Le tecnologie ambientali costituiscono un ottimo esempio del modo in cui un’economia incentrata sulla conoscenza può mantenere elevati standard ambientali, ed una buona dimostrazione di come la ricerca può contribuire allo sviluppo sostenibile“. Per l’attuazione della politica ambientale consultare il seguente link: http://europa.Eu.int/comm/environment/lisbon.htm |
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LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UNA PROPOSTA DI DECISIONE QUADRO SULLA LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA |
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Bruxelles, 31 gennaio 2005 - Il 19 gennaio scorso la Commissione ha adottato una proposta di decisione quadro sulla lotta contro la criminalità organizzata, diretta a punire severamente la partecipazione ad organizzazioni criminali (commissione di reati o attività quali la creazione o la direzione di un’organizzazione criminale, il reclutamento di nuovi affiliati, l’aiuto materiale o finanziario). I Precedenti Il primo piano d’azione per la lotta contro la criminalità organizzata adottato dall’Unione europea in occasione del Consiglio europeo di Amsterdam del 16-17 giugno 1997 ha avuto un ruolo importante nella lotta contro la criminalità organizzata. Dal 3 maggio 2000, l'azione dell’Unione europea nel campo della lotta contro la criminalità organizzata si basa su un documento dal titolo: “Prevenzione e controllo della criminalità organizzata: strategia dell'Unione europea per l'inizio del nuovo millennio”. Nel 1998, in attuazione del piano di azione, il Consiglio ha adottato un’azione comune sulla partecipazione alle organizzazioni criminali. L’attuazione di questa azione comune si è rivelata insoddisfacente: nella legislazione penale di molti Stati membri non esiste la nozione di “organizzazione criminale”. Nella comunicazione del 29 marzo 2004 relativa a talune azioni da intraprendere nel settore della lotta contro il terrorismo e altre forme gravi di criminalità, la Commissione ha reso nota la sua intenzione di elaborare una decisione quadro diretta a sostituire l’azione comune 1998/733/Jai del 21 dicembre 1998 relativa alla punibilità della partecipazione a un’organizzazione criminale negli Stati membri dell’Unione europea. Il programma dell’Aja prevede l’adozione di alcune misure per combattere la criminalità organizzata (punto 3.3.2). La proposta di decisione quadro persegue precisamente questo obiettivo, rispondendo in tal modo alla preoccupazione del Consiglio europeo di Bruxelles del 4 e 5 novembre 2004, secondo cui i cittadini dell’Europa si aspettano che l’Unione europea adotti una strategia comune più efficace per far fronte a problemi transfrontalieri come la criminalità organizzata. Il testo della decisione si ispira agli strumenti recentemente adottati a livello europeo e internazionale contro il terrorismo (decisione quadro del Consiglio del 13 giugno 2002 in materia di lotta contro il terrorismo) e contro la criminalità organizzata (convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale organizzata, nota anche come “convenzione di Palermo”, adottata nel 2000). È ora necessario dotare l’Unione europea di una normativa diretta a ravvicinare la legislazione degli Stati membri in materia penale e a migliorare la cooperazione al fine di lottare più efficacemente contro la criminalità organizzata. Gli Elementi Salienti Della Proposta - La proposta della Commissione è finalizzata a ravvicinare la legislazione degli Stati membri in materia penale e a migliorare la cooperazione per lottare più efficacemente contro la criminalità organizzata. La proposta definisce le fattispecie di reato relative ai partecipanti ad un’organizzazione criminale, prendendo in considerazione non soltanto le attività criminali dell’organizzazione in quanto tali, ma anche altre forme di azione, come l’aiuto materiale all’organizzazione criminale o il reclutamento di nuovi affiliati. Il valore aggiunto rispetto all’azione comune è rappresentato dall’efficacia vincolante e dall’effettiva armonizzazione delle fattispecie di reato. La proposta procede al ravvicinamento delle sanzioni penali secondo il metodo utilizzato in questo tipo di strumenti: per chi dirige un’organizzazione criminale la durata della pena privativa della libertà non deve essere inferiore a 10 anni. Per gli altri reati, la durata della pena privativa della libertà non deve essere inferiore a cinque anni. È prevista la possibilità di ridurre la pena per chi collabora con la giustizia: la disposizione si applica a coloro che abbiano partecipato ad organizzazioni criminali e siano disposti a cooperare con le autorità giudiziarie fornendo informazioni utili alle indagini. La proposta prevede alcune disposizioni per facilitare la cooperazione tra le autorità giudiziarie e il coordinamento della loro azione tramite Eurojust: qualora un reato rientri nelle competenze di più Stati membri, questi ultimi saranno tenuti a cooperare e a consultarsi reciprocamente per coordinare le loro azioni e decidere quale Stato membro debba perseguire gli autori del reato. A tal fine la decisione detta alcuni criteri prioritari di competenza da prendere in considerazione in ordine successivo. Infine la decisione prevede la possibilità di esercitare l’azione penale anche in mancanza di denuncia o di dichiarazione da parte della vittima: si tratta di una misura destinata ad evitare la paralisi dei procedimenti penali per la mancata denuncia da parte delle vittime per paura di rappresaglie delle organizzazioni mafiose nei loro confronti o nei confronti delle loro famiglie. La proposta presentata dalla Commissione costituisce una prima applicazione del programma dell’Aja in materia di lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera. L’effettivo ravvicinamento delle legislazioni penali degli Stati membri in materia è una base minima per condurre insieme un’azione significativa diretta a sradicare le organizzazioni criminali. La proposta risponde alla preoccupazione espressa dal Consiglio europeo di Bruxelles del 4 e 5 novembre 2004 che, nell’adottare il programma pluriennale dell’Aja intitolato «Rafforzamento della libertà, della sicurezza e della giustizia nell'Unione europea», aveva sottolineato che i cittadini dell’Europa si aspettano che l’Unione europea adotti una strategia comune più efficace per far fronte a problemi transfrontalieri quali la criminalità organizzata. Infine, il testo della proposta è ispirato alla convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale organizzata (la cosiddetta «convenzione di Palermo»), approvata dalla Comunità europea il 21 maggio 2004, che ormai costituisce un quadro di riferimento internazionale. Il Peso Della Criminalità Organizzata - Negli ultimi quindici anni le organizzazioni criminali transnazionali hanno costruito vaste reti internazionali e realizzato ingenti profitti. Grandi ricchezze sono state accumulate grazie al traffico illecito di droga, alla tratta di esseri umani (soprattutto donne e bambini), al commercio illegale di armi e munizioni, alla contraffazione e alla pirateria, e più in generale alle frodi su scala internazionale. Secondo il Fondo monetario internazionale, il riciclaggio degli immensi proventi derivanti dalle attività della criminalità organizzata rappresenta dal 2 al 5% del prodotto interno lordo mondiale. La criminalità organizzata si manifesta in modi differenti, sia per la forma che l’organizzazione può assumere (mafie, cartelli), o per la sua composizione più o meno omogenea, sia per le attività svolte. Le attività tradizionali, come il contrabbando di merci soggette a forte tassazione (ad esempio l’alcol o il tabacco) lasciano talvolta spazio ad attività più nuove e altrettanto lucrative, come il traffico di immigrati o i crimini informatici. La mondializzazione e la globalizzazione degli scambi hanno favorito l’emergere di un mercato internazionale del crimine, rendendo più difficile la lotta contro la criminalità organizzata, in quanto consentono di “delocalizzare” le varie fasi del crimine e di “ottimizzare” le attività. Gli squilibri economici esistenti nel mondo favoriscono lo sviluppo della criminalità organizzata e le forniscono manodopera a buon mercato: le vittime sono donne e bambini reclutati nei paesi poveri e ridotti a merce nelle reti della prostituzione, o emigranti sfruttati da filiere organizzate. Secondo la relazione 2003 dell’Europol sulla criminalità organizzata nell’Unione europea, il numero totale di organizzazioni criminali e di appartenenti a gruppi criminali segnalati dagli Stati membri costituisce un indicatore della crescente implicazione di questi gruppi nell’ambito della criminalità in generale: in base ai dati contenuti nella relazione, nel 2001 sono state identificate almeno 3000 organizzazioni criminali con circa 30000 appartenenti, mentre nel 2002 ne sono state identificate circa 4000, per un totale di circa 40000 appartenenti. Secondo la relazione 2004 dell’Europol, la criminalità costituisce una minaccia sempre più grande. In particolare la stretta cooperazione tra le organizzazioni criminali a livello internazionale continua ad intensificarsi e contemporaneamente i legami sembrano estendersi anche dal punto di vista geografico. Esistono numerosi collegamenti tra le organizzazioni criminali dell’Unione europea e con le organizzazioni di altri paesi, come il Canada e gli Stati Uniti, la Cina, la Colombia, l’Iran, il Marocco, la Nigeria, il Pakistan, il Suriname, la Turchia e il Vietnam. Estratto dalla relazione Europol 2004 sulla criminalità organizzata: “La situazione del crimine organizzato nell’Unione europea sta evolvendo rapidamente(…). Grazie all’apertura delle frontiere tra gli Stati membri e i paesi dell’Europa centrale e orientale e alla presenza nei paesi membri di crescenti comunità di immigrati le organizzazioni criminali sono divenute consapevoli della possibilità di espandere le loro attività criminali (…)”. “Il ruolo dei favoreggiatori e dei professionisti è divenuto sempre più importante. Si tratta di individui con competenze specifiche ai quali viene chiesto di occuparsi di alcuni aspetti particolarmente complessi o difficili di un’impresa criminale. Queste persone prestano i loro servizi all’interno dell’organizzazione criminale di appartenenza o all’esterno, a favore di altre organizzazioni criminali in cambio di denaro. I professionisti forniscono assistenza legale, finanziaria, informatica, scientifica e per gli aspetti relativi alle comunicazioni, mentre i favoreggiatori forniscono assistenza per quanto riguarda distribuzione e deposito di merci, impianti di produzione, attività di corruzione e documenti falsi (…)”. “Le organizzazioni criminali stanno sfruttando sempre maggiormente la copertura di società lecite per condurre o nascondere le loro attività criminali. Queste strutture sono spesso utilizzate per riciclare o reinvestire i profitti. In alternativa la loro principale attività consiste nei reati economici, come le frodi Iva.” “Le organizzazioni criminali sono divenute sempre più professionali, e fanno affidamento su competenze esterne in una cornice sempre più internazionale ed eterogenea. Le attività delle organizzazioni criminali somigliano ad un’industria complessa. Ad esempio occorre negoziare i contratti con (vari) fornitori e subcontraenti, procurarsi il denaro, trasportare, immagazzinare e distribuire le merci, produrre i documenti, e garantire la sicurezza delle operazioni.” “Un altro strumento utilizzato dalle organizzazioni criminali è la corruzione, che rappresenta un metodo efficace per realizzare lo scopo criminale. È probabile che questo fenomeno si accentui ulteriormente nei prossimi anni.” A livello globale, il traffico di esseri umani è un affare che frutta tra gli 8,5 e i 12 miliardi di euro l’anno. Le donne vittime di questo tipo di crimine sono nella maggior parte dei casi costrette a prostituirsi illegalmente e spesso sono sottoposte a violenze estreme (stupri, torture e perfino mutilazioni) e a uno stretto controllo da parte dei protettori. È noto che i gruppi criminali coinvolti minacciano le famiglie delle vittime nel caso in cui queste ultime non obbediscano. Le vittime provengono principalmente dall’Europa orientale (Ucraina, Bulgaria, Romania, Albania), dall’Africa (Nigeria) e dall’Asia (Cina, Thailandia). Il traffico di droga continua ad essere la forma più comune di crimine organizzato transnazionale nell’Unione europea. Secondo le stime, ogni anno circa 250 tonnellate di cocaina giungono nell’Unione europea via mare. Nel 2003 le forze dell’ordine hanno sequestrato quasi 90 tonnellate di cocaina. Sempre nel 2003, sono state sequestrate soltanto 14 tonnellate di eroina, cifra che tuttavia rappresenta la maggiore quantità finora mai sequestrata. Nello stesso anno sono state sequestrate circa 900 tonnellate di resina di cannabis (hashish) e 52 tonnellate di foglie di cannabis (marijuana). Le prossime tappe Al Consiglio europeo del 4 e 5 novembre 2004 è stato adottato il programma dell’Aja, un nuovo programma di lavoro pluriennale in materia di giustizia, sicurezza e libertà per il periodo 2005-2010. I capi di Stato e di governo dell’Unione europea hanno dato il loro via libera ad un programma articolato su cinque anni, diretto a rafforzare la cooperazione tra gli Stati europei in materia di giustizia e affari interni. Il Consiglio europeo valuterà i progressi compiuti in relazione al programma dell’Aja nel secondo semestre del 2006. Il Consiglio europeo ha chiesto al Consiglio di procedere all’elaborazione di una strategia di lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera e di renderla operativa. La Commissione sta preparando una comunicazione in materia. Prossimamente la Commissione presenterà una proposta normativa finalizzata alla lotta contro la contraffazione e la pirateria, attività sempre più sfruttate dalle organizzazioni criminali. Infine, è in corso di elaborazione una proposta normativa diretta a migliorare la protezione dei testimoni. |
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CHIRAC CHIEDE LA CREAZIONE DI UN COMITATO CHE AFFRONTI IL DECLINO DELLA BIODIVERSITÀ |
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Bruxelles, 31 gennaio 2005 - Il presidente francese Jacques Chirac ha chiesto che sia creato un gruppo intergovernativo sul mutamento della biodiversità, che dovrebbe operare sulla falsariga del comitato intergovernativo sul cambiamento climatico o Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change). Parlando nel corso di una conferenza internazionale sulla biodiversità, Chirac ha detto che l'Ipcc ha creato il consenso scientifico sulla realtà e il significato del riscaldamento globale, che inizialmente molti esperti rifiutavano di ammettere. 'Per la biodiversità, abbiamo bisogno di un meccanismo simile. Spero che questa conferenza si dimostri un passo decisivo in tale direzione. E chiedo dunque a tutti gli scienziati di unire le forze in modo da costruire una rete mondiale di esperti', ha detto il presidente francese. Questo 'vasto programma di cooperazione internazionale' dovrebbe coinvolgere tutte le discipline scientifiche pertinenti e dovrebbe mettere la comunità internazionale in condizione di 'addossarsi le sue responsabilità', ha aggiunto Chirac, che ha ricordato ai presenti che i paesi industrializzati si sono sviluppati grazie allo sfruttamento delle risorse naturali. Ma, ha dichiarato, non è detto che debba esservi contraddizione tra protezione dell'ambiente e crescita economica. Il concetto di un gruppo intergovernativo di questo tipo per la biodiversità non è nuovo, ma in passato non era riuscito a raccogliere sostegno sufficiente a consentirgli di decollare. Le perplessità riguardavano il costo di un progetto di questo genere, e il timore in certi paesi che potesse distogliere l'attenzione da priorità più immediate. Ma, come ha sottolineato Chirac, l'assottigliarsi della biodiversità della Terra è ora innegabile. 'In tutti i continenti e in tutti gli oceani si vanno accendendo fuochi d'allarme. Non possiamo ignorare più a lungo la prova della spesso irrimediabile erosione dell'ambiente vivente', ha ammonito. Chirac ha anche sottolineato l'urgenza della situazione: 'Le specie si sono sempre estinte come conseguenza del naturale rinnovarsi degli ecosistemi. Ma pare che adesso stiano sparendo ad una velocità 1000 volte superiore. Una velocità tale che alcuni scienziati temono che le società moderne stiano provocando la sesta grande ondata d'estinzione di specie da quando la vita è apparsa per la prima volta sulla Terra'. Chirac ha suggerito che fino ad ora la comunità internazionale sia venuta meno al suo impegno di proteggere la biodiversità. Ha rimesso in questione l'efficacia delle decisioni prese dopo la stesura della Convenzione sulla diversità biologica nel 1993, che, ha detto, rendono l'obiettivo dell'arresto del declino della biodiversità entro il 2010 'irraggiungibile, a meno che non si prendano le misure urgenti che si impongono'. Il presidente ha pertanto proposto la formazione di comitato di saggi indipendenti che esamini i meccanismi della convenzione e suggerisca i modi per migliorarli. |
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GLI SFORZI ATTUALI PER CONSEGUIRE L'OBIETTIVO DI BARCELLONA 'NON SONO ABBASTANZA', DICE POTOCNIK |
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Bruxelles, 31 gennaio 2005 - Il commissario per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik ha invitato gli Stati membri dell'Ue a fare di più per raggiungere l'obiettivo di Barcellona d'investimento nella ricerca. Riconoscendo il ruolo importante che la ricerca deve rivestire nel raggiungimento dell'obiettivo di Lisbona - fare dell'economia dell'Europa la più competitiva al mondo entro il 2010 - nel 2002 il Consiglio europeo aveva convenuto di fissare al 3% del Pil entro il 2010 l'obiettivo d'aumento degli investimenti dell'Europa nella ricerca, il cosiddetto obiettivo di Barcellona. Nel 2002, l'Ue spendeva per la ricerca l'1,95% del suo Pil, il 40% in meno degli Usa. 'Da allora sono stati fatti alcuni notevoli progressi, sia al livello dell'Unione che ai livelli nazionali, ma nel complesso si tratta di una progressione di gran lunga troppo lenta', ha detto Potocnik ai partecipanti ad un simposio dell'unione delle Pmi (piccole e medie imprese) il 25 gennaio. 'Gli obiettivi d'investimento degli Stati membri, per esempio, sono troppo spesso accantonati, le misure politiche non vanno abbastanza lontano oppure non sono applicate', ha aggiunto. Anche se alcuni paesi finiranno per raggiungere i loro propri obiettivi nazionali, lo sforzo attuale non è sufficiente per portare l'investimento europeo al 3% del Pil. Secondo le stime attuali, entro il 2010 l'Ue raggiungerà solo il 2,5%. 'Questo non è abbastanza', ha dichiarato il commissario. Egli ha imputato questa 'mancanza di progresso' alla priorità relativamente bassa data alla ricerca come strumento di crescita economica, oltre che alla tendenza al ribasso dell'economia nel 2002 e 2003. Tutto ciò ha creato condizioni sfavorevoli per la ricerca privata, ed ha in particolare inciso sul settore farmaceutico, ha detto Potocnik. Poiché l'obiettivo di Barcellona prevede che due terzi dell'investimento nella ricerca provengano dal settore privato, il decentramento di vari centri di ricerca farmaceutica al di fuori dei confini dell'Europa ha avuto ricadute negative sull'avanzamento verso la cifra del 3%. Secondo il commissario, la soluzione è che gli Stati membri, il Parlamento europeo e la Commissione lavorino tutti insieme, e cerchino di ricavare il massimo sia dall'attuale tendenza al rialzo economico che dall'esame a medio termine di Lisbona, previsto per marzo. |
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CONSIGLIO MINISTRI: VIA LIBERA DEFINITIVO ALLA “POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA” OGNI GIORNO IN ITALIA SONO SPEDITE 400 MILIONI DI E-MAIL, OSSIA 146 MILIARDI L’ANNO UN DOPPIO FILTRO DEI GESTORI PER BLOCCARE INVIO E RICEZIONE DI MESSAGGI CON VIRUS |
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Roma, 31 gennaio 2005 - L'italia è tra i primi Paesi al mondo a disporre della posta elettronica certificata L'invio e la ricezione e-mail ha infatti completo valore legale, come una ricevuta di ricezione, proprio come avviene per la tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento rispetto alla lettera con affrancatura ordinaria. Su proposta di Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il Dpr che, come ha spiegato lo stesso ministro, “disciplina l'utilizzo della posta elettronica certificata non solo nei rapporti che cittadini ed imprese intrattengono con la Pubblica amministrazione, ma anche nelle relazioni tra uffici pubblici, come pure tra privati ”. Il decreto era stato licenziato dal Consiglio dei Ministri il 25 marzo scorso e, dopo essere passato al vaglio della Conferenza Unificata, Consiglio di Stato, Parlamento, Ministeri e Commissione Ue, ha ultimato l'iter legislativo e con la prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale diventa operativo a tutti gli effetti. “Il provvedimento è un atto di modernità e siamo tra i primi Paesi al mondo ad aver varato una simile disposizione, a dimostrazione dell'impegno di questo Governo nel portare avanti il processo di modernizzazione del Paese”, ha detto Stanca. “La posta elettronica certificata è una grossa innovazione perché l'e-mail è sempre più diffusa: in Italia ogni giorno vengono spediti almeno 400 milioni di messaggi elettronici (ossia 146 miliardi l'anno), con la proiezione di oltre 500 milioni al giorno nel 2005”, ha aggiunto il ministro precisando che “il servizio sarà acquistabile sul mercato e fornito da operatori qualificati e certificati”. Stanca ha tra l'altro messo in evidenza “i rilevanti benefici che si determineranno nelle comunicazioni, soprattutto da e per la Pubblica amministrazione, con effetti positivi non solo in termini di velocità e di efficienza, ma anche di risparmi. Ad esempio, ogni lettera che la Pubblica Amministrazione invia con i sistemi tradizionali comporta un costo stimato in almeno 20 €, contro i circa 2 € di una e-mail. Solo il Ministero degli Esteri con il passaggio dai tradizionali telegrammi, e la loro conservazione, all'e-mail ha diminuito di oltre 17 tonn. Il consumo di carta”. Il decreto pone in rilievo i due momenti fondamentali nella trasmissione dei documenti informatici: l'invio e la ricezione. “Certificare” queste fasi significa che il mittente riceve dal proprio gestore di posta una ricevuta che costituisce prova legale dell'avvenuta spedizione del messaggio e dell'eventuale allegata documentazione. Allo stesso modo, quando il messaggio perviene al destinatario, il suo gestore di posta invia al mittente la ricevuta di avvenuta (o mancata) consegna, con l'indicazione di data ed orario, a prescindere dalla apertura del messaggio. Insieme alla ricevuta di consegna, inoltre, il gestore del destinatario può anche inviare al mittente la copia completa del testo del messaggio. È istituito un elenco ufficiale dei gestori di posta elettronica certificata presso il Cnipa Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione, al quale sono assegnati compiti di vigilanza e controllo sull'attività degli iscritti. Presso ogni gestore di posta elettronica viene istituito un Log dei messaggi, il registro informatico delle operazioni relative alle trasmissioni effettuate con posta elettronica certificata. In tal modo, nel caso in cui il mittente smarrisca le ricevute, la traccia informatica delle operazioni svolte, con lo stesso valore giuridico delle ricevute, sarà conservata per 30 mesi. Infine il ministro Stanca ha reso nota una importante novità per l'eventuale presenza di virus nella posta elettronica: viene creato un doppio filtro da parte dei gestori (del mittente e del destinatario) i quali sono tenuti a bloccare l'invio e la ricezione in caso di presenza di virus e a segnalarlo al mittente. |
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ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 28 GENNAIO 2005 |
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| | Cct T. V. | | Btp 2,75% | | Btp 4,25% | | | | | | | | Scadenza | | 01.11.2011 | | 01.02.2008 | | 01.02.2015 | Cod./tranche | | It0003746366/5 | | It0003804850/1 | | It0003719918/9 | Imp.offerto | | 2500 | | 4000 | | 3000 | Regolamento | | 01.02.2005 | | 01.02.2005 | | 01.02.2005 | Ced. God. 01.11.04 | | 1,20 | | | | | Imp.domandato | | 5324 | | 6877 | | 5663 | Imp.assegnato | | 2500 | | 4000 | | 3000 | Prezzo aggiudicazione | | 101,26 | | 100,45 | | 105,37 | Prezzo esclusione | | 99,285 | | 98,484 | | 103,438 | Rendimento lordo | | 2,21 | | 2,61 | | 3,64 | Variazione Rend.asta prec.(*) | | 0 | | 0,05 | | -0,15 | Rendimento netto | | 1,91 | | 2,26 | | 3,11 | Riparto | | 66,763 | | 60,211 | | 33,81 | Importo in circolazione (mln) | | 8500 | | 4000 | | 15550 | Riapertura (mln) | | 250 | | 1000 | | 300 | Prezzo nettisti | | 101,26000000 | | 100,45000000 | | 105,37000000 | | | | | | | | (*) raffronto con titolo di pari durata | | | | | | | | | | | | | | Elaborazione Assiom | | | | | | | |
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LUNEDÌ 31 GENNAIO 2005 NUOVI INDICI PER I MERCATI DI BORSA ITALIANA |
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Milano, 31 gennaio 2005 – Oggi Lunedi' 31 gennaio 2005 nuovi indici per i mercati di Borsa Italiana: allargamento del paniere di Mib e Mibtel - che diventano a tutti gli effetti degli indici All-shares del mercato italiano - e avvio del calcolo dei nuovi indici Techstar, Star e All Stars, rappresentativi delle Pmi di eccellenza. Dalla stessa data non saranno più calcolati Numex e Numtel 1) Indici Mib e Mibtel, Numex e Numtel Dal 31 gennaio 2005 l'indice Mib (un valore al giorno basato sui prezzi ufficiali) e l'indice Mibtel (calcolato infra-day, un valore al minuto) saranno riferiti non solo ai titoli azionari di Borsa-mta ma anche a quelli del Nuovo Mercato. A partire dalla stessa data, gli indici Numex e Numtel del Nuovo Mercato non saranno più calcolati. Analoghi interventi riguarderanno gli indici Mibtel-s e Mib-r (allargamento) e Numtel-s e Numex-r (cessazione). 2) Indice Techstar Per meglio valorizzare il ruolo del settore Techstar, cui partecipano le azioni delle società che rispettano precisi requisiti di crescita reddituale e stabilità patrimoniale, a partire dal 31 gennaio 2005 sarà calcolato il nuovo indice Techstar. Highlights della metodologia: composizione: tutte le azioni del settore, a eccezione di quelle incluse nel paniere S&p/mib e di quelle estere non sufficientemente liquide; frequenza di calcolo e diffusione: ogni minuto; ponderazione: sulla base del flottante (calcolato al netto delle partecipazioni, sia dirette che in patti di sindacato, superiori al 5%); cap alle azioni maggiori: il peso di ogni singola azione al momento della revisione della struttura di ponderazione non potrà superare il 10%; revisione del paniere: sulla base delle entrate/uscite dal settore; revisione del numero di azioni flottanti: 4 volte all'anno, al termine di ogni trimestre; base: 28.12.2001 = 10.000. 3) Indice Star Per meglio valorizzare il ruolo del segmento Star, cui partecipano le azioni delle società che si sono dotate di più alti requisiti di trasparenza informativa, corporate governance e liquidità, a partire dal 31 gennaio 2005 sarà calcolato il nuovo indice Star. Highlights della metodologia: composizione: tutte le azioni del segmento; frequenza di calcolo e diffusione: ogni minuto; ponderazione: basata sul flottante (calcolato al netto delle partecipazioni, sia dirette che in patti di sindacato, superiori al 5%); cap alle azioni maggiori: il peso di ogni singola azione al momento della revisione della struttura di ponderazione non potrà superare il 10%; revisione del paniere: sulla base delle entrate/uscite dal segmento; revisione del numero di azioni flottanti: 4 volte all'anno, al termine di ogni trimestre; base: 28.12.2001 = 10.000. 4) Indice All Stars A partire dal 31 gennaio 2005 sarà calcolato il nuovo indice All Stars, comprensivo delle azioni incluse nei due panieri Techstar e Star. Il nuovo indice fornirà una visione d'insieme delle società di piccola e media capitalizzazione con elevati requisiti e potrà fornire un adeguato benchmark per i gestori interessati alle Pmi italiane di qualità. Highlights della metodologia: composizione: tutte le azioni dei panieri Techstar e Star; frequenza di calcolo e diffusione: ogni minuto; ponderazione: basata sul flottante (calcolato al netto delle partecipazioni, sia dirette che in patti di sindacato, superiori al 5%); cap alle azioni maggiori: il peso di ogni singola azione al momento della revisione della struttura di ponderazione non potrà superare il 10%; revisione del paniere: sulla base delle entrate/uscite dai panieri Techstar e Star; revisione del numero di azioni flottanti: 4 volte all'anno, al termine di ogni trimestre; base: 28.12.2001 = 10.000. Dalla data del 31 gennaio 2005, accanto all'indice Mibstar (ponderato per la capitalizzazione), a fine seduta saranno anche calcolati e diffusi i nuovi indici Techstar-vwap, Star-vwap e All Stars-vwap, basati sui prezzi ufficiali (volume weighted average price) e ponderati per il flottante, con l'obiettivo di fornire ad analisti, gestori e investitori un indicatore sintetico dell'evoluzione dell'andamento dei titoli nell'intera seduta. In allegato: panieri e pesi degli indici All Stars e Techstar. |
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BANCA POPOLARE DI SONDRIO APPROVA IL BILANCIO CONSOLIDATO E CIVILISTICO ESERCIZIO 2004 |
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Sondrio, 31 Gennaio 2005 - Il Consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Sondrio ha esaminato il 28 gennaio e approvato il bilancio consolidato e quello civilistico dell'esercizio 2004. In apertura dei lavori il Consiglio ha ricordato le vittime, tra cui molti connazionali, della catastrofe che il 26 dicembre 2004 ha colpito il sud-est asiatico. La raccolta di fondi promossa dalla banca in collaborazione con il quotidiano «Il Giornale» ha permesso di raccogliere, a ieri, una somma prossima al milione di euro. La decisa crescita del risultato economico e quella più che soddisfacente degli aggregati patrimoniali esprimono la capacità del Gruppo Bancario - nel quale la capogruppo Banca Popolare di Sondrio scarl è parte nettamente preponderante - di sviluppare proficuamente l'operatività al dettaglio, quindi di acquisire numerosa nuova clientela. L'offerta commerciale trova infatti favorevole accoglienza sia nelle aree tradizionalmente presidiate e sia in quelle di recente e nuovo insediamento, riaffermando l'efficacia degli indirizzi gestionali da tempo delineati. L'apprezzamento della compagine societaria e del mercato ha inoltre trovato chiara attestazione nel pieno successo dell'operazione sul capitale proposta l'esercizio scorso dalla capogruppo, operazione che ha consentito il rafforzamento dei mezzi propri di circa € 220 milioni, per cui il patrimonio netto, escluso l'utile dell'esercizio 2004, si è affermato a oltre € 1.073 milioni. L'utile netto si afferma a € 78,2 milioni, in progresso del 22,36%. La raccolta diretta segna € 9.870 milioni, con un aumento del 14,15%, mentre gli impieghi economici sommano € 8.558 milioni, in progresso del 13,50%. Le sofferenze nette sono pari allo 0,79% dell'erogato. La raccolta indiretta si attesta, ai valori di mercato, a € 15.487 milioni, più 8,68%, mentre quella assicurativa somma € 397 milioni, più 6,73%. La raccolta complessiva da clientela si posiziona quindi a € 25.754 milioni, più 10,68%. Relativamente al conto economico, il margine di interesse evidenzia un progresso del 4,82% a € 242,6 milioni. Le commissioni nette da servizi, pari a € 135,1 milioni, aumentano del 13,57%. Il margine d'intermediazione segna € 409,2 milioni, più 8,89%. L'attenzione costantemente dedicata alla dinamica delle spese amministrative consente, nonostante lo sviluppo della rete territoriale e dell'operatività, di contenerne l'aumento al 7,30%, a € 247,6 milioni. Il risultato lordo di gestione si attesta a € 190,2 milioni, più 12,78%. Dopo gli ammortamenti, le rettifiche e le riprese di valore, tenuto conto di proventi straordinari per € 30 milioni, riallocati per € 23,3 milioni, al netto quindi dell'effetto fiscale, al fondo rischi bancari generali, e dedotte le imposte, si perviene al predetto utile netto di € 78,2 milioni. I predetti proventi straordinari derivano in buona parte dall'adeguamento alla nuova normativa fiscale - che non permette accantonamenti e rettifiche eseguiti esclusivamente con finalità fiscali, imponendo l'eliminazione dal bilancio degli effetti pregressi - e dal cambiamento del criterio di valutazione dei titoli. La rete territoriale del Gruppo Bancario si componeva, a fine anno, di 217 filiali, con un incremento di 13, di cui 12 della capogruppo e una della controllata elvetica. Tra le numerose nuove aperture, che confermano la volontà del Gruppo di procedere nello sviluppo territoriale e operativo per linee interne, spiccano quelle di Bolzano, capoluogo dell'Alto Adige, da parte della Banca Popolare di Sondrio scarl, e di Zurigo, piazza finanziaria di interesse mondiale, da parte della Bps «Suisse». Dalla chiusura dell'esercizio a oggi non si registrano, anche per il breve tempo trascorso, fatti di particolare rilievo, se non l'apertura della 23a dipendenza romana della capogruppo, presso il World Food Programme, agenzia della Fao. Quanto alla prevedibile evoluzione della gestione, naturalmente condizionata dalla congiuntura economica e dall'andamento dei mercati finanziari, dovrebbe proseguire l'evoluzione sia delle masse intermediate e sia della gestione dei servizi - pure a motivo dell'ampliamento dell'articolazione territoriale -, con effetti positivi sul conto economico. Bilancio civilistico della Banca Popolare di Sondrio scarl, esercizio 2004. L'utile netto si afferma a € 73.210.556, in progresso del 21,78%. La raccolta diretta segna € 9.323 milioni, con un aumento del 13,92%, mentre gli impieghi economici sommano € 8.078 milioni, in progresso del 13,51%. La raccolta indiretta si attesta, ai valori di mercato, a € 13.709 milioni, più 8,03%, mentre quella assicurativa somma € 397 milioni, più 6,73%. La raccolta complessiva da clientela si posiziona quindi a € 23.429 milioni, più 10,27%. Quanto al conto economico, il margine di interesse evidenzia un progresso del 5,56% a € 235,6 milioni. Le commissioni nette da servizi, pari a € 109,7 milioni, aumentano del 15,06%. Il margine d'intermediazione segna € 374,1 milioni, più 9,63%. Il costante controllo delle spese consente, nonostante il deciso sviluppo territoriale, di contenerne l'aumento al 6,96%, a € 222,5 milioni. Il risultato lordo di gestione si attesta a € 180,3 milioni, più 14,81%. Dopo gli ammortamenti, le rettifiche e le riprese di valore, tenuto conto di proventi straordinari per € 13,7 milioni, riallocati per € 9 milioni, al netto quindi dell'effetto fiscale, al fondo rischi bancari generali, e dedotte le imposte, si perviene al predetto utile netto di € 73,2 milioni. I predetti proventi straordinari derivano dall'adeguamento alla nuova normativa societaria (disinquinamento fiscale) e dal cambiamento di criterio di valutazione dei titoli. Le sofferenze nette sono pari allo 0,83% degli impieghi per cassa, rapporto che, tra i migliori a livello di sistema, attesta la qualità dell'erogato. Gli impieghi finanziari ammontano a € 3.493 milioni, più 23,52%, mentre i crediti di firma segnano un accrescimento del 5,51% a € 1.783 milioni. La rete territoriale della banca contava a fine anno 203 unità, di cui 12 istituite nell'esercizio in rassegna. Precisamene: l'agenzia 24 di Milano; Desio, Pero e Sesto San Giovanni nel milanese; Lomagna e Varenna nel lecchese; Desenzano del Garda e Collebeato nel bresciano; Vigevano nel pavese; Bonate Sotto in provincia di Bergamo e Solbiate Olona in quella di Varese; Bolzano, capoluogo dell'Alto Adige. Il 18 corrente mese è stata avviata un'agenzia presso il World Food Programme, agenzia della Fao con sede a Roma, mentre anche per il 2005 si conferma l'obiettivo di intensificare via via il presidio e quindi l'operatività nella Regione Lombardia, nelle aree immediatamente limitrofe e nella città di Roma. L'intensa e proficua attività con controparti istituzionali, anche di interesse nazionale, si è arricchita con l'acquisizione di importanti servizi di tesoreria e cassa, quali quelli a favore della Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti e delle Aziende Ospedaliere Ospedale di Treviglio e Caravaggio, Ospedale San Paolo di Milano, Policlinico San Matteo di Pavia, Ospedali Riunti di Bergamo. La costante attenzione all'aggiornamento tecnologico ha permesso l'introduzione, secondo standard approvati dall'Abi, della procedura di invio elettronico degli ordinativi con modalità sicure. Il risultato d'esercizio permette di proporre all'Assemblea la distribuzione di un dividendo unitario lordo di € 0,17, il 18,26% in più rispetto a quello di € 0,23 corrisposto per l'esercizio 2003, incremento che considera gli effetti dell'operazione sul capitale in forma mista attuata con pieno successo nel 2004, per la quale il numero delle azioni in circolazione è passato da 137.566.064 a 220.105.703. Il pagamento, cedola n. 23, nel rispetto delle vigenti disposizioni e considerato che lo stacco avverrà il 14 marzo prossimo, decorrerà dal 17 marzo 2005. Il dividendo è soggetto a imposizione fiscale nel rispetto della normativa vigente; in particolare, i dividendi corrisposti a persone fisiche sono soggetti alla ritenuta a titolo d'imposta del 12,50%. La rimanente parte dell'utile netto è destinata a riserve, salvo € 250.000 al fondo beneficenza. Il dividendo si aggiunge alla crescita del valore dell'azione Banca Popolare di Sondrio, negoziata al Mercato Expandi, la cui quotazione ha segnato nell'anno un apprezzamento dell'11,53%. La compagine sociale comprendeva, a fine dicembre 2004, 126.842 soci, con un aumento nell'esercizio di 9.673 unità. A oggi i soci sono 127.608. L'assemblea ordinaria dei Soci della Banca Popolare di Sondrio scarl è indetta in prima convocazione il 4 marzo 2005 presso la sede sociale e in seconda convocazione sabato 5 marzo 2005, alle ore 10.30, presso il centro polifunzionale «Pentagono» in Bormio (So), via Manzoni 22, sede che viene confermata perdurando la mancanza, nel capoluogo, di strutture adeguate. Bilancio della Banca Popolare di Sondrio (Suisse) Sa, esercizio 2004. La controllata Banca Popolare di Sondrio (Suisse) Sa, al nono esercizio, ha concretamente sviluppato gli aggregati patrimoniali, sviluppando l'attività al dettaglio. L'utile netto si attesta a franchi svizzeri 7.669.533, (pari a oltre € 4,9 milioni), più 10,61%. Il Consiglio di amministrazione della società, nell'approvare il bilancio dell'esercizio 2004, ha deliberato, come in precedenza, di proporre alla propria Assemblea di destinare a riserve l'intiero utile netto, ritenendo prioritario adeguare via via il presidio patrimoniale all'accresciuta operatività. Con l'apertura dell'importante succursale di Zurigo le dipendenze della «Suisse» sono 14. |
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UNICREDIT: IL CDA APPROVA IL COMPLETAMENTO DELL'INTEGRAZIONE DELLA CASSA RISPARMIO DI CARPI LA CITTÀ EMILIANA CAPITALE DELL'INTERNAZIONALIZZAZIONE NELLO SVILUPPO DELL'ECONOMIA LOCALE |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Il Cda di Unicredit ha approvato il 27 gennaio un progetto per il completamento dell'integrazione della Cassa di Risparmio di Carpi. Le risorse professionali esistenti e le tradizionali relazioni economiche sviluppate sul territorio saranno ulteriormente rafforzati da investimenti organizzativi e formativi finalizzati a massimizzare le potenzialità della banca nel contesto della già ampia dotazione di prodotti e servizi specialistici all'interno del Gruppo. Il progetto avviato oggi si pone l'obiettivo - attraverso lo sviluppo del modello di specializzazione realizzato dal Gruppo - di valorizzare il radicamento territoriale ed il patrimonio di relazioni sviluppate dalla Banca grazie anche alla previsione di una struttura direzionale che presidierà la sede di Carpi garantendo deleghe e rapidità decisionali allo stesso livello di quelle attuali. "Per noi Carpi si conferma ancora una volta un motore di sviluppo del territorio grazie anche alla sua inequivocabile vocazione internazionale. Si tratta di un'area sicuramente in grado di diventare a pieno titolo un centro di innovazione per l'imprenditoria e di assicurare, grazie al grande lavoro di tutti i dipendenti, grandi successi commerciali", afferma l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo. Dal 2000, anno in cui la Cassa Risparmio Carpi è entrata nel Gruppo Unicredit, la banca ha colto appieno i vantaggi e le opportunità della nuova appartenenza sviluppando attività e professionalità sempre più apprezzate dalla propria clientela. I risultati hanno valorizzato questa importante crescita portando l'aggregato della raccolta e degli impieghi ad oltre € 3.300 milioni, con l'utile netto su base annua di fatto raddoppiato dai € 7,6 milioni del 2000 agli attesi € 14,9 milioni del 2004. |
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UNICREDIT: UN NUOVO PASSO AVANTI NELL'INTEGRAZIONE DELLA BANCA DELL'UMBRIA RADICAMENTO TERRITORIALE E VALORIZZAZIONE DEL MERCATO I PUNTI DI FORZA DELL'OPERAZIONE - PERUGIA "TESTA" DI UNICREDIT BANCA NEL CUORE DELL'ITALIA |
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Milano, 31 gennaio 2005 - A poco più di due anni dalla nascita delle sue tre banche di segmento (Unicredit Banca, Unicredit Banca d'Impresa e Unicredit Private Banking), il Gruppo Unicredit dà un ulteriore impulso al progetto di integrazione della Banca dell'Umbria già avviato nel 2000. Il Consiglio di Amministrazione ha approvato oggi un progetto che prevede la riorganizzazione delle partecipazioni bancarie del Gruppo in coerenza con il modello di business specializzato per segmenti di clientela. Da un punto di vista societario ciò si traduce nella fusione della Banca dell'Umbria in Unicredit ed il successivo conferimento dei business retail, private, corporate della Banca alle banche di segmento del Gruppo stesso. "Per noi Perugia diventa un centro decisionale ed operativo di Unicredit Banca proprio nel cuore dell'Italia – afferma Alessandro Profumo, Amministratore Delegato del Gruppo Unicredit – e questo conferma la validità del progetto di specializzazione, S3, e la forte propulsione commerciale garantita dal grande lavoro di tutti i dipendenti su questa importante area regionale". "Riteniamo che la conoscenza del territorio e la professionalità degli uomini che hanno fatto della Banca dell'Umbria un riferimento importante per lo sviluppo della regione - dichiara Luigi Giacomo Scassellati Sforzolini, Presidente della banca umbra - troveranno, attraverso questa piena integrazione in uno dei primari gruppi internazionali, l'opportunità per una maggiore propulsione commerciale e per giocare, in assoluta continuità e con gli stessi livelli decisionali, un ruolo ancora più determinante per l'economia locale". Con questa operazione le tre banche di segmento del Gruppo consolideranno ulteriormente la propria presenza sui diversi mercati di clientela che già presidiano. Perugia diventerà il centro decisionale di Unicredit Banca su ben tre regioni (all'Umbria si aggiungeranno Toscana e Marche), inoltre la città umbra darà grande impulso al business delle medie e grandi imprese grazie all'apporto delle proprie attività a sostegno di Unicredit Banca d'Impresa, che manterrà le deleghe ed i poteri sulla regione, ed al supporto più diretto della vocazione internazionale degli imprenditori dell'area che in questo modo potranno agevolmente affacciarsi sui mercati della nuova Europa. Infine, Perugia continuerà a creare valore sui servizi dedicati ai grandi patrimoni che saranno seguiti da Unicredit Private Banking. Tutto ciò è confermato anche dall'evoluzione della divisione Mediocredito dell'Umbria che rappresenterà con la propria competenza un punto di riferimento per le 2.700 filiali di Unicredit banca su tutto il territorio nazionale. Unitamente a questa realtà si affianca Unicredit Produzioni Accentrate (Upa) che, già a Perugia, opera come il principale polo di attività di backoffice del Centro Sud. Dal 1992, anno in cui la Cassa di Risparmio di Perugia da ente pubblico diventa società per azioni, il cammino della maggiore banca dell'Umbria è stato tutto in crescita: l'apertura del capitale sociale a circa 12.000 soci nel ‘97, la valorizzazione del ruolo di Banca regionale di riferimento con l'adozione della nuova denominazione sociale di Banca dell'Umbria nel '99, l'ingresso nel Gruppo Unicredit con la cessione del pacchetto di controllo della Banca da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia a favore di Rolo Banca 1473 Spa. Con un indice Roe passato dal 6,3% nel 2001 all'attuale 14,07% nel 2004 e un portafoglio di circa 190 mila clienti, patrimonio relazionale in costante crescita, la Banca dell'Umbria riflette i significativi miglioramenti fatti negli ultimi anni e si conferma fra le maggiori banche territoriali italiane. In sintesi, aggiunge il Presidente Scassellati, "siamo cresciuti in poco più di tre anni del 64% nel risparmio gestito, del 96% sulle erogazioni dei mutui, e abbiamo oggi oltre 5.000 clienti in più che beneficiano dei vantaggi e delle comodità della ‘moneta elettronica' grazie ad un'offerta diversificata di carte di credito, carte prepagate e carte revolving". Negli ultimi quattro anni dal 2001 al 2004 la Banca dell'Umbria è passata da 73 a 89 agenzie con una particolare attenzione per la provincia di Terni dove oggi sono operative ben 6 agenzie tutte di nuova apertura. Sul fronte delle imprese, la Banca ha sostenuto il tessuto produttivo della regione con erogazioni nel 2004 di finanziamenti pari a circa 350 milioni di euro, di cui oltre 100 milioni di euro tramite consorzi di garanzia, con una crescita superiore al 100% dal 2001 al 2004, a testimonianza del reciproco accreditamento – associazioni di categoria/banca – nel ruolo di sostenitori del processo di crescita delle Pmi. Dal 2001 ad oggi la Banca ha percorso alcune fra le più importanti tappe di sviluppo dei suoi principali asset che andranno ad arricchirsi nell'attuale portafoglio prodotti del Gruppo Unicredit. |
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PRECISAZIONI BANCHE POPOLARI UNITE BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA |
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Verona, 31 gennaio 2005 - Le Banche Popolari Unite e il Banco Popolare di Verona e Novara smentiscono categoricamente le notizie apparse su “il Giornale” del 27 gennaio e relative ad ipotesi di aggregazione o di integrazione - in qualsiasi forma - tra i due Istituti in quanto destituite di ogni fondamento. |
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LUIGI MARAMOTTI COOPTATO NEL CDA UNICREDIT |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Il C.d.a di Unicredit ha deciso il 27 gennaio la cooptazione del dottor Luigi Maramotti che subentra nella carica precedentemente ricoperta dal dottor Achille Maramotti, recentemente scomparso. |
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REPORT OBBLIGAZIONI SOCIETARIE – UNION INVESTMENT 1° TRIMESTRE 2005 ANDAMENTO DEL MERCATO |
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Milano, 31 gennaio 2005 - I differenziali di rendimento dei Corporate Bonds rispetto ai titoli di stato si sono rimasti a livelli piuttosto bassi nel corso degli ultimi 12 mesi. In un tale fase di calo dei rendimenti le obbligazioni emesse da società del segmento benchmark hanno evidenziato i risultati migliori premiando gli investitori (come già accaduto nel 2003) con un rendimento del 7%. I rendimenti delle obbligazioni corporate vantano, attualmente, un premio rischi piuttosto basso (in media gli spreads sono di circa 50 punti base). Ció é da attribuire principalmente al forte miglioramento della situazione economica e al buon adamento dei giudizi/ratings caratterizzato da numerosi upgrades e da un corrispondente calo di downgrades. La riduzione dell´indebitamento di molte societá si riflette in minori Defaulfs e insolvenze. Infine, un contributo positivo é stato dato anche dalla minore volatilitá sui mercati azionari. Il segmento corporate é sostenuto anche da fattori di tipo tecnico: con un basso livello dei tassi d’interesse, sono soprattutto gli investitori istituzionali a sostenere la domanda di tali titoli mentre, al contempo, le necessitá finanziarie delle societá sono diminuite rallentando l´attivitá di nuove emissioni. La vivace ripresa delle attivitá di fusioni e acquisizioni non ha avuto impatti particolari sul mercato. Outlook: sono stati registrati importanti progressi nella riduzione dei debiti e nel risanamento dei bilanci con una costante e trasparente attivitá di emissione da parte delle aziende accompagnata all´estinzione di vecchi crediti e da una minore attivitá di fusioni e acquisizioni. Il tutto dovrebbe contribuire a mantenere bassi i livelli degli spreads anche nei prossimi mesi e sostenere le quotazioni del mercato dei Corporate Bonds. Inoltre prevediamo che il numero delle insolvenze sia destinato a stabilizzarsi. Un possibile impatto estremamente negativo potrebbe venire da un forte rallentamento della congiuntura mondiale o da una politica particolarmente aggressiva da parte della Fed. Stimiamo che i rendimenti delle obbligazioni corporate si mantengano contenuti. I fondi Unieurorenta Corporates e Unirentacorporates rappresentano i prodotti piú adatti per gli investitori che abbiano un orizzonte temporale di medio/lungo termine; invece Unieurokapital Corporates é ideale per chi abbia un’ottica di breve termine e offre maggiore sicurezza in caso di rialzi dei tassi. Il fondo Unirenta Highyield, avendo come focus le obbligazioni corporate ad elevato rendimento (appunto high yield) é adatto invece per investitori con una maggiore propensione al rischio. |
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PIRELLI & C. SPA, EDIZIONE FINANCE INTERNATIONAL SA, HOPA SPA, BANCA INTESA SPA E UNICREDITO ITALIANO SPA INTEGRATI GLI ACCORDI DEL 2003 FRA I SOCI DI OLIMPIA I SOCI POTRANNO ACQUISTARE AZIONI ORDINARIE TELECOM ITALIA IMMUTATI GLI ACCORDI SULLA GOVERNANCE DELLA SOCIETÀ |
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Milano, 31 gennaio 2005 - E' stato sottoscritto il 28 gennaio fra i soci di Olimpia Spa (Pirelli & C. Spa, Edizione Finance International Sa, Hopa Spa, Banca Intesa Spa e Unicredito Italiano Spa) un accordo modificativo e integrativo dei patti stipulati nel 2003 fra i medesimi soggetti. In particolare, l'atto integrativo dà facoltà ai soci - sempre in misura tale da non superare complessivamente, tenuto conto anche delle azioni già detenute da Olimpia e dai suoi soci, la quota del 30% del capitale di Telecom Italia - di acquistare azioni ordinarie Telecom Italia nei quantitativi sotto descritti: Pirelli & C. Spa: 300 milioni di azioni; Edizione Finance International Sa / Edizione Holding Spa: 100 milioni di azioni; Hopa Spa: 100 milioni di azioni; Banca Intesa Spa: 100 milioni di azioni; Unicredito Italiano Spa: 100 milioni di azioni. I soci di Olimpia hanno inoltre convenuto di modificare alcune pattuizioni sul premio di maggioranza che spetterebbe a Hopa Spa in caso di scissione di Olimpia. In particolare, le parti hanno stabilito un importo onnicomprensivo di 208 milioni di euro nel caso in cui la scissione avvenga a seguito di uno stallo o il patto non sia rinnovato alla sua scadenza, vale a dire l'8 maggio 2006. |
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TRASFERIMENTO DI AZIONI STEFANEL DA GIUSEPPE STEFANEL ALLA SORELLA GIOVANNA STEFANEL E STIPULA TRA GLI STESSI DI UN PATTO PARASOCIALE |
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Ponte di Piave, 31 gennaio 2005.- Il 28 gennaio è stato eseguito un contratto mediante il quale Giuseppe Stefanel ha trasferito alla sorella Giovanna Stefanel n.3.800.000 azioni ordinarie Stefanel S.p.a., corrispondenti a circa il 7,03% del capitale ordinario della società. Giovanna Stefanel, a fronte del suddetto trasferimento, ha contestualmente trasferito in permuta a Giuseppe Stefanel azioni della società Cogei S.p.a. Pari a circa il 20% del capitale sociale di quest’ultima. La permuta è stata effettuata valorizzando l’azione Stefanel a Euro 1,764, determinato a seguito di negoziazione tra le parti tenendo conto dell’andamento del titolo degli ultimi mesi. Cogei S.p.a., già posseduta al 52% da Giuseppe Stefanel, detiene n. 15.827.965 azioni ordinarie Stefanel, pari al 29,28% del capitale sociale ordinario di Stefanel S.p.a.. Giovanna Stefanel, inoltre, ha venduto ad una società controllata da Giuseppe Stefanel anche il restante 28% del capitale sociale di Cogei S.p.a, per un importo di euro 10.713.060,00. Per effetto dei predetti trasferimenti, effettuati al fine di riallocare tra i fratelli Giuseppe e Giovanna Stefanel le loro partecipazioni nella società emittente, la partecipazione complessiva (diretta e indiretta) al capitale ordinario con diritto di voto di Stefanel S.p.a. Detenuta da Giuseppe Stefanel scende dal 57,35% al 50,32%, mentre quella detenuta da Giovanna Stefanel sale dal 8,98% al 16,02%. Nell’ambito del predetto contratto Giovanna Stefanel ha inoltre concesso irrevocabilmente e gratuitamente a Giuseppe Stefanel il diritto di acquistare (“opzione call”) dalla stessa Giovanna Stefanel, a partire da oggi ed entro il 1° gennaio 2009, tutte o parte delle n.3.800.000 azioni ordinarie sopra trasferite, al prezzo predeterminato di euro 1,764 per azione, annualmente rivalutato del 3%, obbligandosi conseguentemente a non alienare tali azioni fino alla scadenza della opzione call. Contestualmente al predetto contratto Giuseppe e Giovanna Stefanel hanno anche stipulato un patto parasociale, al quale ciascuno ha conferito n.3.800.000 azioni ordinarie Stefanel, per un totale di n.7.600.000 azioni, corrispondenti a circa il 14,06% del capitale ordinario di Stefanel S.p.a. In forza di tale patto — che ha durata di tre anni, rinnovabili fino al 1° gennaio 2009, salva disdetta — i due fratelli si sono impegnati ad intestare fiduciariamente le predette azioni alla società fiduciaria Delta Erre S.p.a., ed a mantenerle intestate per tutta la durata del patto. Il diritto di voto relativo alle azioni sindacate sarà esercitato dalla società fiduciaria su istruzioni congiunte dei due fratelli e comunque, in caso di contrasto fra loro, su indicazione di Giuseppe Stefanel. |
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ISVAP: DATI STATISTICI SULLA RACCOLTA PREMI A TUTTO IL 3° TRIMESTRE 2004 |
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Milano, 31 gennaio L’isvap, ha fornito i dati statistici relativi ai premi lordi del portafoglio diretto italiano contabilizzati durante i primi nove mesi del 2004 nei rami vita e danni da Imprese di assicurazione nazionali e da Rappresentanze generali per l’Italia di Imprese di assicurazione con sede legale in Stati non appartenenti all’Unione Europea. La raccolta premi realizzata nei rami vita e danni ammonta a 70.887,6 milioni di euro, con un incremento del 3,3% nei confronti del corrispondente periodo del 2003, quando si era registrato un ritmo di crescita pari all’11,9%. I premi vita, che sono pari a 45.943,3 milioni di euro, fanno segnare un tasso di crescita del 3,2%, incidendo sul portafoglio globale vita e danni per il 64,8%. Il portafoglio danni, che totalizza 24.944,3 milioni di euro, si incrementa del 3,5%, rappresentando il 35,2% sul portafoglio globale. Per quanto riguarda i rami vita, prosegue lo sviluppo dei portafogli relativi alle assicurazioni di ramo I: 21.626,3 milioni di euro (con un incremento dell’8,4% rispetto allo stesso periodo del 2003) e alle operazioni di ramo V: 8.010,9 milioni di euro (con un tasso di crescita pari al 37%), che incidono sul totale premi vita rispettivamente per il 47,1% e per il 17,4% mentre prosegue la tendenza, già manifestatasi nei primi due trimestri del 2004, al decremento per i premi relativi al ramo Iii: 16.108,3 milioni di euro che registrano un calo del 13% con un’incidenza sul totale rami vita che si attesta al 35,1% (41,6% nello stesso periodo del 2003). La ripartizione per canale distributivo della raccolta premi vita mostra che gli sportelli bancari e postali rappresentano il 59,6% del portafoglio, le agenzie con mandato il 17,3%, le agenzie in economia e gerenze il 12,5% ed i promotori finanziari l’8,8%. Per quanto riguarda i rami danni, si evidenzia, sul piano generale, una sostanziale stabilità nella ripartizione per ramo della raccolta rispetto allo stesso periodo del 2003. In particolare, si registra un lieve decremento dell’incidenza del ramo R.c. Auto e natanti che con 13.346,6 milioni di euro di premi rappresenta il 53,6% del portafoglio danni. Tra gli altri rami, quelli con raccolta più elevata restano: Corpi di veicoli terrestri, con 2.248,5 milioni di euro (9% del portafoglio), Infortuni, con 1.876,2 milioni di euro (7,5% del portafoglio), R.c. Generale, con 1.827,2 milioni di euro (7,3% del portafoglio), Altri danni ai beni, con 1.446,5 milioni di euro (5,8% del portafoglio), Incendio ed elementi naturali, con 1.339,7 milioni di euro (5,4% del portafoglio) e Malattia, con 1.047,5 milioni di euro (4,2% del portafoglio). L’analisi per canale distributivo continua ad evidenziare la prevalenza della raccolta attraverso le agenzie con mandato; esse hanno intermediato l’85,9% della globalità del portafoglio danni e il 92,1% di quello relativo al solo ramo R.c. Auto. |
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A.M. BEST CONFERMA IL RATING “A” (ECCELLENTE) PER IL GRUPPO CATTOLICA ASSICURAZIONI |
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Verona, 31 gennaio 2005 - A.m. Best Co., società di rating statunitense specializzata dal 1899 nel settore assicurativo, ha confermato al Gruppo Cattolica il giudizio di “A” che corrisponde alla qualifica di “eccellente” per quanto attiene la solidità finanziaria: il giudizio è completato da un outlook stabile per il prossimo futuro. L’eccellente livello di capitalizzazione basata sull’attenta analisi e gestione dei rischi, l’ottima performance operativa, la diversificazione ed il posizionamento che Cattolica occupa sul mercato italiano sono gli elementi più significativi che hanno consentito la conferma del rating “A” per il sesto anno consecutivo. Questa ulteriore attestazione assume un significato ancor più particolare alla luce del considerevole sviluppo in termini di raccolta premi e di risultato economico posti in essere dal Gruppo negli ultimi anni. Sulla base dei modelli di analisi adottati da A.m. Best il livello di capitalizzazione del Gruppo Cattolica è considerato “eccellente” sia allo stato attuale che in virtù degli sviluppi prospettici. La società di rating ipotizza per Cattolica nel prossimo triennio una significativa crescita della redditività che si tradurrà in un considerevole incremento del ritorno sui mezzi propri, grazie anche all’incremento dei volumi atteso, sulla base delle stime del piano 2005-2007, a livelli superiori al 6%. A.m. Best ritiene di potersi attendere interessanti contributi sia da risultati del business vita che del danni: la performance tecnica dei rami vita dovrebbe migliorare grazie alla progressiva riduzione del minimo garantito riconosciuto agli assicurati sui prodotti vita tradizionali, mentre nei danni sono attesi risultati in forte progresso sotto il profilo tecnico derivanti soprattutto dalla sottoscrizione di rischi auto da parte della controllata Duomo Assicurazioni, che ha portato a compimento l’implementazione del sistema di tariffazione sul conducente proprio dalla Capogruppo. Commentando il rating assegnato da A.m. Best a Cattolica, il Presidente Giuseppe Camadini ha sottolineato che “la rinnovata valutazione di eccellenza attribuita al nostro Gruppo dimostra la coerenza degli indirizzi e delle scelte operate nella storia recente, che sono ulteriormente confermati e sviluppati nella mission strategica del nuovo Piano d’Impresa 2005-2007, illustrato recentemente alla comunità finanziaria.” |
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CATTOLICA ASSICURAZIONI APPROVA IL PIANO D’IMPRESA 2005-2007 FRA I PRINCIPALI TARGET 2004-2007: CRESCITA MEDIA ANNUA DEI PREMI PARI A 6,3%, +12,4% NEI RAMI DANNI E +3,4% NEI RAMI VITA |
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Verona, 28 gennaio 2005 - La focalizzazione sul core business assicurativo, il consolidamento delle attuali strutture e identità del Gruppo, la realizzazione di iniziative di crescita organica e allo stesso tempo l’avvio di un percorso di sviluppo per linee esterne, sono in sintesi le linee guida alla base della mission strategica del Piano di Impresa 2005-2007, approvato ieri, a tarda sera, dal Consiglio di Amministrazione riunitosi a Verona e presieduto da Giuseppe Camadini. Il Piano sarà presentato oggi a Milano alla comunità finanziaria dal Direttore Generale Ezio Paolo Reggia. A conferma della validità che il Gruppo attribuisce a queste linee strategiche, il Piano d’Impresa prevede il raggiungimento nel prossimo triennio di risultati interessanti, sia in termini di redditività che di volumi. Questi i target fissati per il 2007: utile ante imposte a 281 milioni di euro dai 204 milioni del preconsuntivo 2004; utile netto consolidato a 176 milioni dai 132 del 2004 per arrivare a un utile netto di Gruppo a 162 milioni nel 2007 dai 121 milioni previsti per il 2004 con una crescita media annua del 10,1%; gestione tecnica a 170 milioni (dagli 86 milioni a fine 2004 con un Cagr 04/07 del 25,4%) di cui 93 milioni del comparto danni con un tasso medio annuo per il triennio pari al 50,0%; miglioramento del combined ratio a 94,5% da 97,7% di fine 2004. Il forte sviluppo della redditività industriale dovrebbe contribuire a sostenere il trend positivo del Roe stimato a 14,9% nel 2007 dal 12,1% previsto per il 2004 (risultato raggiungibile nonostante la progressiva contrazione del contributo della gestione straordinaria). In crescita anche i premi lordi complessivi che passano dai 4.583 milioni del preconsuntivo 2004 ai 5.510 milioni di euro al termine del triennio registrando una crescita media annua del 6,3%, di cui 2.010 milioni nei rami danni (Cagr 04/07 +12,4%) e 3.499 milioni nei rami vita (Cagr 04/07 +3,4%). Nel corso della presentazione sono state rese note anche le prime previsioni di embedded value al 31 dicembre 2004 che evidenziano un valore pari a 1.219 milioni di euro (in crescita rispetto ai 1.177 milioni a fine 2003) composto da 1.025 milioni di patrimonio netto rettificato e da 194 milioni di valore del portafoglio (business in force). Il Direttore Generale, Ezio Paolo Reggia, introducendo il Piano ha evidenziato che “questi importanti risultati sono stati declinati in un Master Plan realizzativo di dettaglio, la cui implementazione sarà presidiata da un’articolata struttura di Program Management, che coinvolge tutte le strutture del Gruppo, dedicata al governo e allo sviluppo delle circa 30 iniziative strategiche, a loro volta articolate in oltre 70 progettualità di maggior dettaglio, che costituiscono il Piano d’Impresa 2005-2007”. La necessità di redigere un nuovo piano strategico scaturisce dalla volontà del Gruppo di confrontarsi con i profondi mutamenti che hanno coinvolto i mercati assicurativi italiano e europeo negli ultimi anni. Di fatto il consolidamento che ha interessato i principali player assicurativi, soprattutto nel comparto danni, ha determinato l’accrescimento della scala competitiva e di conseguenza l’opportunità di rivedere anticipatamente le proiezioni precedenti. In questo contesto si inserisce il Piano d’Impresa 2005-2007 del Gruppo che si basa, in naturale continuità con il percorso di crescita illustrato nel piano precedente, su linee strategiche ben definite che mirano alla creazione e al consolidamento di una struttura architetturale molto articolata in grado di supportare lo sviluppo dei percorsi di crescita in atto per i prossimi tre anni. Tre i “sentieri strategici” su cui il Gruppo si focalizzerà nel triennio 2005-2007: completare il ciclo di consolidamento delle proprie strutture, identità e culture assicurative - che hanno consentito al Gruppo di accreditarsi tra i principali operatori del mercato - in un’architettura industriale focalizzata, integrata e aperta; realizzare iniziative di crescita organica a partire dall’attuale perimetro di business; avviare nel contempo un punto di discontinuità tattica sotto il profilo della crescita per linee esterne. L’evoluzione dell’attuale modello d’impresa permetterà al Gruppo di presidiare efficacemente il core business preservando al tempo stesso la coerenza strategica che lo ha sempre contraddistinto, facendo leva sull’eccellenza nei rapporti con la clientela tramite un presidio unitario ed integrato dei bisogni assicurativi. Capisaldi del piano permangono la stabile e duratura creazione di valore per i soci e gli azionisti con una previsione di crescita del dividendo distribuito e la promozione dei valori etici di cui il Gruppo è storicamente portatore. L’architettura industriale alla base del Piano d’Impresa 2005-2007 prevede la progressiva specializzazione e focalizzazione delle strutture del Gruppo verso le rispettive missioni di governo, business, servizio finanziario e servizio operativo. Con riferimento alle funzioni di governo sarà ulteriormente rafforzato il ruolo di presidio della Capogruppo anche grazie alla realizzazione di nuovi processi, strumenti e modelli di supporto. I principali interventi sulle strutture di business saranno finalizzati a consolidare il business model multispecialistico “prodotto/ canale” tramite interventi organizzativi interni alle aree tecnico-assuntive finalizzati alla massimizzazione dei benefici derivanti dall’implementazione di una innovativa piattaforma informatica a supporto del business danni. Con riferimento ai servizi finanziari saranno valorizzate le recenti start-up finalizzate alla gestione degli asset del Gruppo (Cattolica Immobiliare e Verona Gestioni Sgr) e saranno portati a regime il modello di servizio e le strutture operative di Cattolica Investimenti Sim, focalizzata sul completamento dell’offerta delle reti agenziali con un portafoglio di prodotti finanziari multibrand. Per quanto riguarda i servizi operativi, saranno completati i processi di “condivisione” e integrazione dei modelli e delle procedure operative, saranno messi a fattor comune alcuni processi e strutture presso la Capogruppo (ad esempio la gestione dei sinistri) e presso veicoli societari esistenti (di.Ca., Verona Servizi) o in fase di start-up (Cattolica It Services). Tale processo di convergenza di competenze e, in alcuni casi, anche di strumenti operativi, consentirà al Gruppo di incrementare il livello di servizio e la qualità dei processi di supporto al business, sviluppando le professionalità presenti, aumentando gli ambiti di internalizzazione e contribuendo al governo dei costi. In tale ambito, particolare rilievo strategico riveste Cattolica It Services che dovrà assicurare ulteriore focalizzazione sul completamento del piano di sviluppo e consolidamento dei sistemi informativi sia sotto il profilo dell’infrastruttura I.t. E di telecomunicazioni del Gruppo sia in termini di convergenza dei sistemi applicativi (Vita, Danni – nuova piattaforma, Sinistri, Contabilità) delle società assicurative del Gruppo. L’articolazione di un’architettura industriale coerente con queste linee guida è di fondamentale importanza per la credibilità del piano nel suo complesso, sia con riferimento alla crescita organica, quanto alla sostenibilità della crescita per linee esterne. La crescita organica prenderà avvio dai business attuali verso il presidio di nuovi mercati, prodotti e reti distributive, confermando il modello multicanale che ha permesso il raggiungimento di risultati importanti negli ultimi anni. Le attuali 1.100 agenzie si incrementeranno a oltre 1.500 in tre anni raggiungendo una diffusione ancora più capillare sul territorio nazionale, con focalizzazione predominante sulla personal line. Funzione principale di innovazione di prodotto e canale sarà affidata a Tua Assicurazioni che, nel corso del prossimo triennio, entrerà a regime e fornirà diversi spunti per la messa a fattor comune di nuovi prodotti, processi e sistemi. Il canale bancario avrà come obiettivo principale il presidio della stabilità e dello sviluppo delle attuali partnership e la realizzazione delle iniziative di bancassicurazione danni mediante lo start-up di una nuova joint-venture con il Banco Popolare di Verona e Novara, l’esplorazione delle opportunità di collaborazione con altri partner bancari e la messa a regime, mediante l’operatività della Divisione On-line di Cattolica, dell’accordo con Iccrea Holding. In sviluppo anche il canale dei broker attraverso la continua, progressiva e attenta selezione degli intermediari di medie dimensioni a maggiore contribuzione per il Gruppo, confermando l’autonomia di Cattolica Aziende quale veicolo specializzato nel comparto danni sul canale broker per la clientela corporate e sviluppando le sinergie di canale con la joint-venture Axa-cattolica Previdenza in Azienda. Per quanto riguarda gli altri canali, con la recente acquisizione del controllo totalitario di Eurosav, sarà avviato il percorso di costituzione di un nuovo polo per la distribuzione “plurimandataria preferenziale”, facendo leva sugli oltre 160 agenti della compagnia vita e prevedendo l’affiancamento del business danni tramite una fabbrica dedicata. A completamento dell’offerta delle reti agenziali tramite la distribuzione di prodotti finanziari, come già riferito, sarà portato a regime il modello operativo di business di Cattolica Investimenti Sim, che prevede forte integrazione e coordinamento delle attività di promozione finanziaria con le reti agenziali. Per quanto riguarda il canale diretto, il Gruppo si concentrerà sull’industrializzazione delle proprie attività su rischi corporate (danni e vita) e, con riferimento al mercato del risparmio gestito, sarà portata a regime l’operatività di Verona Gestioni Sgr sulla clientela Istituzionale. Lo sviluppo delle rete distributiva sarà accompagnato dall’innovazione e dalla sperimentazione di prodotti/segmenti di mercato quali le garanzie Long Term Care, i prodotti di previdenza integrativa, i servizi di tutela giudiziaria e di assistenza. Con specifico riferimento alla previdenza integrativa il Piano d’Impresa prevede la costituzione di un Centro di Competenza di Gruppo, che consenta di creare vantaggio competitivo in termini di immagine e di know-how, valorizzando risorse interne già portatrici di competenze non facilmente reperibili sul mercato e assicurando il conseguimento di economie di scopo una volta che il mercato della previdenza complementare abbia raggiunto un’adeguata massa critica. Altra area di business con interessanti prospettive di sviluppo sarà la tutela giudiziaria rafforzata da una partnership industriale con uno degli operatori leader del mercato italiano. Il Direttore Generale, Ezio Paolo Reggia, illustrando il Piano al Consiglio di Amministrazione, ha concluso, ribadendo che “i caratteri salienti del piano che ci guideranno nel percorso dei prossimi tre anni non sono straordinarie riformulazioni strategiche o rimodulazioni industriali, ma la selettiva conferma degli indirizzi che hanno portato il nostro Gruppo nelle posizioni di vertice del mercato assicurativo italiano e l’apertura ad alcuni tratti di discontinuità “tattica” con particolare riferimento alle modalità di crescita. Un piano molto operativo, orientato ai risultati per gli azionisti”. |
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GENIALLOYD (RAS) CHIUDE IL 2004 CON UNA RACCOLTA PREMI IN CRESCITA DEL 19,3% ED UN UTILE NETTO DI 12 MILIONI DI EURO |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Genialloyd, la compagnia di vendita diretta del Gruppo Ras, ha chiuso il 2004 con una raccolta premi pari a 203 milioni di euro, in crescita del 19,3% rispetto ai 170 milioni di euro del 2003. Il canale Internet ha pesato per il 40% raccogliendo 81 milioni di euro (erano 66 milioni di euro lo scorso anno), mentre il call center ha contribuito per 122 milioni di euro (103 milioni di euro nel 2003). L’utile netto ha raggiunto quota 12 milioni di euro (erano 3,5 milioni di euro nell’esercizio precedente). Le polizze emesse nel 2004 sono state 424 mila di cui 254 mila attraverso il call center e 170 mila via Internet. La redditività del business continua a migliorare con un combined ratio che è sceso al di sotto della soglia del 100%, attestandosi al 96,4%. “Il miglioramento del combined ratio, unito all’aumento del numero delle polizze emesse nel corso del 2004, ci permettono di pensare a soluzioni sempre più convenienti per i clienti” – afferma Alessandro Santoliquido amministratore delegato Genialloyd – “è per questo motivo, che abbiamo deciso di iniziare l’anno con la promozione congela il tuo prezzo dedicata a tutti coloro che vorrebbero cambiare compagnia ma ancora non hanno la polizza in scadenza. Con tale iniziativa è infatti possibile fare un preventivo e bloccare il prezzo per i 12 mesi successivi”. Nel 2004 il sito Internet www.Genialloyd.it ha registrato oltre 4,7 milioni di accessi. Le telefonate gestite dal call center sono state 1,9 milioni. |
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MONDIAL ASSISTANCE: NEL 2004 LE POLIZZE INDIVIDUALI REGISTRANO UN +30% LA COMPAGNIA RAFFORZA LA PROPRIA POSIZIONE DI LEADER NEL SETTORE DELL’ASSICURAZIONE VIAGGI CON PIÙ DI 120.000 POLIZZE VENDUTE TRAMITE AGENZIE NEL CORSO DEL 2004 |
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Milano, 31 gennaio 2005 – Nel corso del 2004 Mondial Assistance ha superato il traguardo delle 120.000 polizze individuali vendute tramite agenzie (di cui circa 94.000, il 78,5%, emesse tramite Internet) con un aumento del 30% rispetto al 2003. Questo importante risultato è stato ottenuto soprattutto grazie al successo di Globy, il prodotto internet-based di Mondial Assistance che ha rivoluzionato il mondo delle assicurazioni viaggi. Le polizze Globy - Globy Classic (con le formule Rosso, Giallo, Blu e Verde), Globy Business, Globy Student, Globy Sci, Globy Mare e Globy La Carte – emesse nel 2004 sono infatti state oltre 85.000 contro le 53.000 del 2003, con un incremento su base annua di oltre 60 punti percentuali. Tra i prodotti Globy quello che ha fatto registrare il maggior numero di polizze vendute è stato Globy Rosso (assistenza e copertura delle spese mediche, con massimali illimitati per Stati Uniti e Canada) con il 53,3% delle polizze totali. Va poi sottolineato l’ottimo risultato di Globy Verde (copertura globale comprensiva di annullamento viaggio e assicurazione bagaglio) con il 19,5 % del totale a indicazione dell’accresciuta sensibilità da parte di clienti e agenzie di viaggio nei confronti delle polizze “all inclusive”. Mondial Assistance è da sempre impegnata nel costante miglioramento dei prodotti e dei servizi offerti ai propri clienti e proprio in questa direzione sono andati i suoi sforzi nel mettere in atto alcune azioni che, nel corso del 2004, hanno contribuito in misura importante al raggiungimento di questi risultati e che confermano ancora una volta la compagnia nella posizione di leader nel suo segmento. Il 2004 è stato infatti per Mondial Assistance un anno di grandi novità: il 1° giugno la compagnia ha inaugurato l’innovativa formula Globy Quick, il servizio abbinato ai prodotti Globy che garantisce, in caso di sinistro, la chiusura della pratica entro 25 giorni dalla data di ricezione della documentazione completa. In caso contrario la compagnia garantisce di rimborsare al Cliente un importo pari al costo della polizza sottoscritta. Sempre nel 2004, il costante impegno e interesse verso l’intermediario agenzia ha portato Mondial Assistance a implementare importanti azioni di fidelizzazione: ad aprile 2004 vengono innalzate al 30% le commissioni sui principali prodotti Globy, mentre l’ottobre 2004 vede il lancio del Globy Club, il progetto che prevede l’accesso a servizi esclusivi studiati appositamente per le agenzie partner (numero verde, promozioni e sconti, overcommission, materiale informativo dedicato…). Nel mese di novembre, inoltre, Mondial Assistance ha annunciato i risultati della prima valutazione eseguita su 800 cliniche e strutture sanitarie nel mondo che permetterà alla Centrale Operativa, attiva 24/24h, di ottimizzare le cure offerte ai pazienti, in base alla patologia, e di prendere decisioni cruciali nel minor tempo possibile. Questi risultati sono indicativi dello sforzo intrapreso da Mondial Assistance nella diffusione di una “cultura dell’assicurazione viaggio” nei consumatori e negli agenti di viaggio, una cultura che con Mondial Assistance è supportata da prodotti semplici, innovativi e customer oriented, che “assicurano” la tranquillità di ogni viaggio. |
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SEAT PAGINE GIALLE: CALENDARIO FINANZIARIO 2005 |
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Torino, 31 gennaio 2005 - Seat Pagine Gialle comunica le date previste del calendario finanziario per l’anno 2005: 15 marzo 2005 - Cda: Approvazione del progetto di bilancio d’esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2004. Avvalendosi dell’esonero previsto dall’art. 82, comma 2, della deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche ed integrazioni), in luogo della pubblicazione della relazione trimestrale relativa al periodo ottobre-dicembre 2004, Seat metterà a disposizione del pubblico il progetto di bilancio di esercizio ed il bilancio consolidato al 31 dicembre 2004 entro 90 giorni dalla chiusura dell’esercizio. 28 aprile 2005 (prima convocazione) - 29 aprile 2005 (seconda convocazione): Assemblea di Bilancio. 10 maggio 2005 - Cda : Approvazione relazione trimestrale al 31 marzo 2005. 9 settembre 2005 - Cda: Approvazione relazione semestrale al 30 giugno 2005. Il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico entro settantacinque giorni dalla scadenza del semestre e, pertanto, ai sensi dell’art. 82 della deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche e integrazioni), la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2005 non verrà predisposta. 8 novembre 2005 - Cda: Approvazione relazione trimestrale al 30 settembre 2005. Le conference call per la presentazione dei dati contabili alla Comunità finanziaria saranno tenute di norma il giorno successivo all’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione. |
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BOSCH IN CRESCITA IN TUTTO IL MONDO, GRAZIE ALLA SUA BUONA STRATEGIA |
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Stoccarda 31 Gennaio 2005- Nel 2004, il Gruppo Bosch ha registrato un aumento di fatturato del dieci percento, ed ha raggiunto 40 miliardi di Euro, migliorando ulteriormente l’utile. “Il 2004 è stato, nel suo complesso, un anno positivo”, ha affermato il Presidente del Comitato di Direzione della Robert Bosch Gmbh, Franz Fehrenbach. Grazie alla sua ampia presenza a livello internazionale, il Gruppo Bosch ha potuto trarre profitto dalla congiuntura molto favorevole in tutto il mondo. Non da ultimo, Bosch può ora raccogliere i frutti dei suoi elevati investimenti negli anni scorsi. Il numero dei collaboratori è aumentato di circa 11.000 unità ed è arrivato a quota 242.500. L’incremento più rilevante si è verificato soprattutto all’estero. Anche in Germania, comunque, il numero dei collaboratori ha evidenziato un lieve aumento, passando da 108.700 a 110.700. “La sensibile crescita del numero dei dipendenti, registrata all’estero, ha esercitato anche un influsso positivo sull’occupazione in Germania”, ha aggiunto Fehrenbach. L’anno scorso, il Gruppo Bosch ha di nuovo profuso rilevanti sforzi in termini di innovazione. L’investimento per Ricerca e Sviluppo è aumentato da 2,7 miliardi di euro a quasi tre miliardi di euro, importo che corrisponde a quasi il 7,5 percento del fatturato. Nel 2004, sono stati i settori aziendali Tecnica per Autoveicoli e Tecnologia Industriale a mostrare la maggiore dinamicità. Il Gruppo Bosch nel 2004 è risultato per la prima volta il fornitore delle Case automobilistiche con il più alto fatturato a livello mondiale. “La sola dimensione non è per noi ciò che conta. Per noi, hanno valore capacità innovativa, competitività, orientamento al cliente e presenza internazionale”, ha dichiarato Fehrenbach. Il fatturato realizzato dal nostro Settore Tecnica per Autoveicoli è aumentato di circa il sette percento, raggiungendo 25,3 miliardi di euro, cifra che - depurata dagli effetti del cambio - corrisponde ad un aumento del nove percento. Nel Settore Tecnologia Industriale, il fatturato è aumentato del 21 percento ed ha raggiunto la cifra di 5,2 miliardi di euro. Va considerato che gli effetti derivanti dal consolidamento rivestono un ruolo importante per il raggiungimento di questo risultato. Depurato da questi effetti, l’incremento è stato, comunque, pari a un buon nove percento. Oltre all’inserimento del fatturato annuale della Divisione Acciaieria e Fonderia della Buderus Ag, acquisita nel 2003, riveste un ruolo significativo soprattutto la partecipazione, per una parte dell’anno, del fatturato del produttore di macchine da imballaggio Sigpack. Particolarmente rilevante è la variazione della quota di partecipazione al fatturato totale Bosch del Settore Beni di Consumo e Tecnologie Costruttive. Il suo fatturato - incluse per la prima volta le cifre annuali riferite alla Termotecnica Buderus - è aumentato del 13 percento ed ha raggiunto 9,5 miliardi di euro, con un aumento di quasi il sei percento, senza considerare gli effetti derivanti dal consolidamento. Ha compiuto un ulteriore passo verso l’ obiettivo prefissato di raggiungere una redditività pari ad almeno il sette percento del fatturato. La redditività realizzata attraverso le attività correnti è stata nel 2004 di oltre il sei percento del fatturato, dopo il cinque percento realizzato nell’anno precedente. Al raggiungimento di questo risultato hanno contribuito non solo un miglior utilizzo delle capacità produttive, dovuto al positivo sviluppo congiunturale, ma anche importanti miglioramenti dei processi aziendali. Inoltre, gli elevati investimenti profusi negli anni scorsi, soprattutto nei moderni sistemi diesel, hanno dato i loro frutti. Il Gruppo Bosch continua a perseguire in modo mirato l’obiettivo di bilanciare meglio il portafoglio della sua attività, incrementando in modo particolare i Settori Tecnologia Industriale nonché Beni di Consumo e Tecnologie Costruttive. Al rafforzamento del Settore Tecnologia Industriale contribuisce l’acquisizione di Sig- pack. Inoltre, Bosch si addentra in nuove attività in espansione. Ne sono esempio la Tecnica dei Microsistemi, che evidenzia un interessante potenziale di incremento al di fuori della Tecnica per Autoveicoli, e l’attività legata ai motori ibridi. Inoltre, il Gruppo Bosch ha intensificato l’anno scorso i suoi interessi nelle aree in espansione del Nord e del Sud America nonché in Asia. Soltanto in Cina, l’ Azienda ha l’intenzione di investire, nei prossimi tre anni, mezzo miliardo di euro. Per rafforzare ulteriormente la sua competitività, Bosch amplia la sua rete di produzione e di sviluppo non solo in Europa, ma anche in Asia e in America - sia con la realizzazione di nuovi siti produttivi in aree in via di sviluppo, dove può fruire di costi strutturali particolarmente favorevoli, sia con l’utilizzo di quei siti, che fruiscono dei vantaggi derivanti dalla loro vicinanza ai clienti oppure ai Centri di Ricerca. “Proprio le fabbriche tedesche sono particolarmente adatte all’avvio di nuove attività, grazie alla loro esperienza nella gestione di sistemi complessi”, ha aggiunto Fehrenbach. Il tema della riduzione dei costi rimane, tuttavia, all’ordine del giorno. Nell’anno 2004, Bosch ha stipulato in Germania una serie di accordi, per adeguare le strutture dei costi. Da parte sua, l’Azienda ha di norma prospettato investimenti. Il Comitato di Direzione del Gruppo Bosch prevede anche per il 2005 un andamento positivo dell’attività. Del resto, Fehrenbach ha smorzato le aspettative: “Non possiamo in nessun modo contare su un andamento altrettanto positivo quanto quello del 2004.” Le ragioni sono da ricondurre ad una dinamica di crescita in rallentamento in tutto il mondo nonché agli effetti negativi derivanti sia dall’aumento dei prezzi delle materie prime sia dal rafforzamento dell’euro. Inoltre, non si può escludere che nuove crisi politiche possano gravare sull’economia mondiale. |
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CONVEGNO: BILANCIO SOCIALE NUOVA SFIDA PER LE IMPRESE ARTIGIANE? |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Attraverso la responsabilità sociale ed ambientale viene legittimato il ruolo di un'impresa nei confronti degli stakeholders e della comunità di riferimento, per enfatizzare il legame con il territorio e garantire una gestione sostenibile delle risorse. Nella pianificazione strategica possono essere convenientemente inseriti obiettivi e traguardi relativi alla gestione dell'impatto sulla società e sull'ambiente. Il bilancio sociale si inserisce tra gli strumenti di cui le imprese (non solo di grandi dimensioni) dispongono per gestire e comunicare tale approccio. Nel convegno verranno presentati e discussi i risultati della ricerca "Progettazione e realizzazione di bilanci sociali nelle imprese artigiane lombarde: sperimentazione nei distretti di Brianza, Castel Goffredo, Vigevano", finanziata nell'ambito della Convenzione Artigianato tra Regione Lombardia ed Unioncamere Lombardia. Programma: 9.30 Registrazione dei partecipanti; 10:00 – 10:15 “Benvenuto e apertura dei lavori” Roberto Sestini - Vice presidente Unioncamere Lombardia; 10:15 – 10:45 “Bilanci sociali nelle imprese artigiane lombarde: obiettivi e risultati” Annalisa Citterio - Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Gestionale; 10:45 – 11:15 “L’esperienza nel distretto della Brianza Comasca” Stefano Fasola, Pierpaolo Perretta - Confartigianato Imprese Como, Alberto Crippa - F.lli Crippa s.N.c.; 11:15 – 13:00 Tavola rotonda: “Ruoli e prospettive in tema di Corporate Social Responsibility” modera Elio Silva - Il Sole 24 Ore; Rappresentante del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (da confermare); Ruggero Bodo – Sodalitas; Riccardo Della Valle – Unicredit; Giuliano Noci - Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Gestionale; Bruno Veronelli - Cna Lombardia. 13:00 Conclusione dei lavori Giorgio Pozzi, Assessore all’Artigianato, New Economy, Ricerca e Innovazione Tecnologica Regione Lombardia. Unioncamere Lombardia, via Oldofredi 23, Milano 2 febbraio 2005, ore 9:30 |
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ANIMA E CONAFI SIGLANO UN ACCORDO PER IL SETTORE METALMECCANICO |
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Milano, 31 gennaio 2005 - In occasione dell'inaugurazione della nuova sede della Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine a Milano in via Scarsellini 13, che si è svolta venerdì 28 gennaio scorso, il Presidente A.s.a. Ing. Pellegrini Gianfranco ha sottolineato l'accordo che A.s.a Srl (Società di Servizi Anima) ha stipulato con Conafi Spa al fine di permettere ai dipendenti e alle aziende associate di avere numerosi vantaggi nel campo dei finanziamenti. La legge finanziaria 2005, modificando il Dpr 180/50, ha esteso anche alle aziende private l'obbligatorietà di consentire ai propri dipendenti l'accesso ai prestiti mediante cessione del quinto dello stipendio la cui rata sarà trattenuta e versata obbligatoriamente dal datore di lavoro all'istituto mutuante. Conafi Spa è un intermediario finanziario a capitale privato ed è partecipata da due importanti istituti di Credito: Meliorbanca Spa e Banca Popolare dell'Emilia Romagna; opera nel settore della cessione del quinto dello stipendio dal 1988 su tutto il territorio nazionale con agenti monomandatari esclusivisti qualificati e competenti. La partnership con Conafi permetterà alle aziende di affrontare e risolvere tutte le tematiche di natura legale, fiscale e amministrativa in maniera semplice e diretta; i servizi informatizzati con "cqs web" di proprietà di Conafi, unico nel settore per modernità, consentirà agli uffici del personale collegamenti on line a costo zero per la verifica di tutte le fasi di lavorazione delle pratiche con semplificazione delle procedure. Con la convenzione, Anima intende mettere a disposizione delle aziende associate un operatore unico che manlevi le amministrazioni aziendali, già oberate di lavoro, da diverse procedure amministrative e che consenta la riduzione dei costi per la gestione delle quote. L'azienda ottimizzerà la propria finanza in quanto il dipendente richiedente il prestito non potrà richiedere anticipi sul Tfr . La convenzione non dimentica il dipendente perchè Anima ha inteso salvaguardare anche gli interessi dell'utente finale assicurando condizioni di mercato convenienti. Il finanziamento prevede solo la firma del richiedente senza la necessità di avallanti, ne' ulteriori garanzie; la possibilità di ottenere dilazioni fino a 10 anni consente anche la ristrutturazione del debito a breve del dipendente, nessuna spesa di istruttoria e di consulenza. Il lavoratore può ottenere acconti in tempi brevi e non deve motivare la sua richiesta. Inoltre l'aspetto più interessante è che la cessione del quinto dello stipendio viene concessa anche a coloro che diversamente non possono accedere alle forme tradizionali di finanziamento (mutuo — credito al consumo — prestito personale chirografario) perchè già impegnati o perchè hanno avuto dei disguidi in precedenza. |
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ANIMA INAUGURA LA NUOVA SEDE - MECCANICA VARIA: UN 2004 CON POCO SLANCIO |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Serve un'iniezione di competitività che ridia slancio alla meccanica varia italiana che chiude il 2004 senza particolari entusiasmi facendo registrare una crescita modesta. E' questa la fotografia che emerge dal preconsuntivo 2004 e dalle previsioni per il 2005 diffuse questa mattina da Anima, la Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica varia ed Affine in occasione dell'inaugurazione della nuova sede di via Scarsellini 13 a Milano. Secondo i dati elaborati dall'Ufficio Studi di Anima nel 2004 la produzione si è attestata su 34,1 miliardi di euro e ha segnato un incremento medio in valore del 1,6%, adattandosi ad un mercato che ha offerto indicazioni alterne nel corso dei trimestri e differenti per le varie specializzazioni produttive. Il mercato nazionale si è mostrato ancora generalmente debole, con un andamento sostanzialmente stabile (+0,6% rispetto al 2003). Malgrado tutte le difficoltà è stato quindi ancora l'export a trainare lo sviluppo, registrando una crescita, più evidente nella seconda parte dell'anno. Il 2004 si è infatti chiuso con un fatturato estero di 17,3 miliardi di euro contro i 16,8 del 2003, pari a + 2,5%. La quota export fatturato si conferma del 50% (50, 6% contro 50,1% del 2003). L'europa rimane il principale mercato di destinazione (68,6%) con un aumento nel primo semestre dell' 11,4%. Anche le vendite in Asia stanno registrando un certo sviluppo anche se nel 2004 hanno rappresentato però solo il 14,3% del totale. La dimensione media di molte aziende non consente loro di affrontare in modo strutturato questi mercati che sono sicuramente tra i più promettenti, Cina ed India in particolare. Cresce anche il mercato nordamericano (+10,8%) che assorbe 1'8,4% del nostro export e dove è particolarmente apprezzata la qualità del prodotto Made in Italy. L'occupazione è rimasta pressoché stabile (-0,7% nel 2004 e -0,1% nel 2005). Gli investimenti (-3%) sono stati condizionati dalle scarse prospettive di domanda, dal basso utilizzo della capacità produttiva esistente e dallo schiacciamento dei margini al quale ha contribuito in modo forte anche il cambio euro/dollaro. Gli investimenti, si sono indirizzati prevalentemente all'innovazione di prodotto. Nel 2005 dovrebbero comunque aumentare dell' 1,5% rispetto al 2004. Scendendo nel dettaglio dei macrosettori le migliori performance sono state raggiunte dal comparto Impianti Macchine e prodotti per l'edilizia (che con 9 miliardi di euro è il secondo comparto per importanza all'interno di Anima) con un + 4,4% sul 2003 ed un export cresciuto del 5,5%. Seguono le macchine ed impianti per la sicurezza dell'uomo e dell'ambiente e le Tecnologie e i prodotti per l'industria cresciuti entrambi del 1,2% sul 2003. Discreto l'andamento del settore più rappresentativo (14,8 miliardi di euro) in seno ad Anima è quello delle Macchine ed impianti per l'energia e per l'industria chimica e petrolifera che ha registrato un +1% ma che è previsto crescere del 2,2% nel 2005, grazie soprattutto agli investimenti attesi nel settore delle perforazioni petrolifere (export atteso +6%) stabili (+0,4) o in flessione (-1,2%) i settori della Logistica e Movimentazione delle merci e delle Tecnologie ed attrezzature per prodotti alimentari. Per quanto riguarda le previsioni la Federazione indica una crescita di circa 1'1,5% in valore ed una conferma dei volumi. L'aumento sarà anche quest'anno trainato dall'export (+3,5% atteso), mentre il mercato domestico dovrebbe far registrare una sostanziale stabilità (-0,6%). Purtroppo però nell'area europea le prospettive non sono le più rosee. Come sottolinea il Presidente Anima Savino Rizzio "i rischi e le incertezze che gravano sull 'economia mondiale sono pesanti, le cause sono a tutti note e non recenti. Pensiamo alle tensioni sui prezzi delle materie prime, ed in particolare del petrolio e dell'acciaio, alla sovravalutazione dell'euro nei confronti del dollaro. Il problema è che ora questi squilibri, che pensavamo di poter fronteggiare se limitati nel tempo, appaiono un dato permanente. A limitare la crescita, poi, contribuiscono non solo questi fattori di carattere congiunturale, ma anche altri di tipo strutturale: la mancanza di efficienza, di competitività, di innovazione, e soprattutto la ridotta dimensione delle imprese. Il sistema dei distretti ed il piccolo e bello in alcuni casi inizia a non bastare più. Questo mi porta a porre un problema più generale che è quello di come ridare competitività al nostro settore, che più di altri, risente della perdita di competitività, forse perché siamo un settore maturo, poco innovativo, molto esposto alla concorrenza dei paesi emergenti ". "C 'è poi" – prosegue Rizzio – "una scarsa propensione ad investire all'estero. Negli ultimi 5 anni poco più dell'1% dei flussi mondiali di investimenti esteri è italiano mentre Francia , Germania e Gran Bretagna raggiungono e superano percentuali sopra il 10%. Noi dobbiamo fare investimenti diretti, joint venture, che in alcuni casi sono indispensabili per entrare in mercati difficili. Inoltre dobbiamo costruire e radicare sui mercati reti commerciali, per non parlare dell 'opportunità di decentrare all 'estero alcune fasi del processo produttivo" Rizzio sottolinea poi come "nessuna impresa può avere successo se non è sostenuta da un sistema Paese moderno ed efficiente. Che vuol dire: formazione delle risorse umane, una moderna rete di infrastrutture, lo sforzo per la ricerca e istituzioni attente ai problemi dell'industria. Il sistema paese deve inoltre aiutare l'imprenditore garantendo un quadro di regole certe in cui muoversi, sostenendolo sul mercato internazionale, creando i presupposti legislativi e fiscali per una ripresa strutturale. Il Governo del paese passa anche e soprattutto attraverso il governo e la programmazione dell'economia. Ma anche la Federazione stessa ha un ruolo di rilievo. Dobbiamo fare di più aiutando le imprese nel campo della formazione, in quello dell'accesso alle informazioni strategiche ed affiancarle nella promozione internazionale. Un ruolo di servizio e di supporto indispensabile in un sistema dove la dimensione medio piccola dell 'impresa non libera risorse per coprire al meglio tutte queste necessità ". |
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GIM: MODIFICHE AGLI ACCORDI TRA I PARTECIPANTI AL PATTO DI SINDACATO AZIONARIO G.I.M. E LA SOCIETÀ INTEK SPA |
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Firenze, 31 gennaio 2005 - Con riferimento al “Patto Parasociale” ed all’ “Atto Ricognitivo ed Integrativo del Memorandum of Understanding”, sottoscritto in data 29 settembre 2004, nonché all’ estratto pubblicato in data 23 dicembre 2004, le Parti hanno convenuto di apportare alcune modifiche, tra le quali: vengono parzialmente modificate le pattuizioni relative al funzionamento della Direzione del Patto (punto 2 dell’estratto), che delibererà con il quorum della maggioranza semplice anche nell’ipotesi in cui la partecipazione di Intek non ecceda le Azioni Sindacate apportate dagli altri Pattisti di almeno n. 29.420.231, a condizione tuttavia che Intek versi a favore di Gim un importo complessivamente pari ad Euro 29.420.231. Tale importo, su cui non matureranno interessi, resterà vincolato fino alla scadenza del Patto; l’impegno di Intek a non trasferire n. 29.420.231 warrant si riduce da due anni a sei mesi, sempre dalla data della loro emissione (punto 8 dell’estratto); sono prorogati i termini, in scadenza il 31 gennaio 2005, per l’avveramento delle seguenti condizioni: a) al 5 febbraio 2005, per l’esenzione dell’operazione dall’obbligo di Opa; b) al 4 febbraio 2005, per la sottoscrizione della convenzione interbancaria concernente la ristrutturazione del debito. Per quanto riguarda l’autorizzazione dell’operazione da parte delle competenti autorità antitrust, Intek ha ottenuto in data 28 gennaio 2005 dalla Commissione Europea la deroga ai sensi dell’art. 7, paragrafo 3, del Regolamento comunitario sulle concentrazioni, che gli consente di poter procedere, anche prima della formale autorizzazione, alla sottoscrizione dell’aumento di capitale oggetto dell’Assemblea degli Azionisti G.i.m. Che si terrà il 31 gennaio 2005. |
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RAPPORTO ITALIA 2005 L’ITALIA ALLA RICERCA DI UN PROGETTO |
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Roma, 28 gennaio 2005 -«Un Paese confuso e abulico, che tentenna sulla strada da intraprendere. Un Paese, – dichiara il Presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara – schiacciato sul presente, incapace di proiettarsi nel futuro, di prolungare lo sguardo oltre l’arrangiarsi giornaliero e di lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Un’italia alla ricerca di un progetto». Questa la fotografia del nostro Paese che emerge dal Rapporto Italia 2005, che verrà presentato venerdì 28 gennaio p.V., alle ore 10.30, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale (Roma – Viale Castro Pretorio, 105). Un Rapporto di 1.300 pagine, articolato in sei sezioni tematiche: Competitività, Lavoro, Economia, Democrazia e Istituzioni, Giustizia e Legalità, Società e Costume. «Si assiste al ritorno di pericolose forme di disuguaglianza sociale, economica e culturale, – afferma Fara – la mobilità sociale in senso ascendente e duraturo sembra essersi bloccata mentre appare attiva e sempre più pervasiva quella discendente. Siamo in presenza, per la prima volta nel dopoguerra, di un fenomeno che abbiamo definito di re-flazione, dato dalla successione temporale, nello scenario economico italiano, di elevati tassi di inflazione – che, deliberatamente, sfuggono alla contabilizzazione della statistica ufficiale – e di segnali significativi di recessione, sia dal lato della domanda di beni di consumo e di investimento sia dal lato della produzione di beni e servizi. Tuttavia non mancano nel nostro Paese modelli di vitalità imprenditoriale e territoriale, casi di successo organizzativo, come il Lazio e la Campania, aree di eccellenza produttiva e tecnologica, modelli che attendono soltanto di essere replicati su scala nazionale, soprattutto in quei contesti dove è maggiore la fragilità di carattere sociale ed economico». Un’economia di crinale. Nel periodo 2000-2004, il calo della produzione industriale è stato generalizzato (l’indice generale degli ordinativi totali segna una flessione di 7,9 punti) ed ha investito sia i settori a basso come quelli ad alto valore aggiunto: nel dettaglio, si sono registrati sensibili diminuzioni nei settori pelli e calzature (-15,6 punti), apparecchi elettrici e di precisione (-20,7), mezzi di trasporto (-22,6), mobili (- 6,3). Il sommerso è ormai vicino al 28% del Pil, corrispondente a 302 miliardi di euro. L’evasione fiscale ha raggiunto i 134 miliardi di euro nel 2004 e l’Eurispes stima che arriveranno a circa 145 nel 2005. «Se non si blocca questa spirale perversa - spiega Fara - vi è il rischio di dover assistere ad una profonda trasformazione della nostra società nella quale ad un ristretto ceto di privilegiati si contrapporrà un numero sempre più crescente di quasi poveri. Non si tratta solo di ritarare il livello dei consumi materiali ed immateriali, ma si tratta soprattutto di mettere in discussione la stessa identità sociale, il sistema delle relazioni e dei rapporti, le abitudini di vita della famiglia e dei suoi componenti, la fruizione dell’offerta culturale, la proiezione scolastica e formativa dei figli e anche di modificare l’organizzazione della mobilità e del tempo libero dell’intero nucleo familiare. Le famiglie ed i soggetti dovrebbero accettare l’idea di reinventare un modus vivendi ad un livello qualitativo più basso». Gli italiani: prospettive economiche e giudizio sulle politiche governative. Nel 2005 diminuisce ulteriormente la fiducia dei cittadini rispetto alla situazione economica del Paese: il 54% degli italiani si dichiara infatti fortemente pessimista. La percentuale di intervistati che avvertiva un netto peggioramento dell’economia italiana nel 2003 era pari al 23%, mentre nel 2004 saliva al 48,2%. Sempre per il 2005, si conferma l’esigua percentuale di italiani che avverte un netto miglioramento (0,6%) e aumenta la quota di coloro che ravvisano una condizione di stabilità (il 17,3% contro il 14,4% nel 2004). Diminuiscono, invece, i valori riferiti a coloro che si esprimono per le modalità intermedie: solamente il 2,8% (il 6,8% nel 2004) ravvisa un leggero miglioramento e il 23,5% un leggero peggioramento (il 29,5% nel 2004). «L’andamento dell’inflazione analizzato dall’Istat – precisa Fara – sembra non coincidere con la realtà del nostro Paese, dove aumenta esponenzialmente il credito al consumo e le famiglie si indebitano sempre di più. Il dato circa l’aumento del carovita è incontestabile: quasi la totalità degli intervistati ha avvertito un aumento dei prezzi nel corso del 2004 (96,7%) e la tendenza è confermata nel primo periodo del 2005 (85,6%). Anche se il confronto evidenzia una maggiore stabilità nel 2005: nell’11% dei casi i prezzi sono rimasti invariati (il 2,8% nell’anno precedente) e nel 2,6% c’è stata addirittura una diminuzione (lo 0,2% in passato)». Nello specifico, tra il 2004 e il 2005, è aumentato il numero di coloro che hanno avvertito un leggero aumento dei prezzi (dal 7,9% al 14,2%), mentre è diminuita sia la quota di chi ha percepito un elevato aumento (il 29,4% contro il 31,7% dello scorso anno) sia di chi dichiara un eccessivo aumento dei prezzi (il 43,8% contro il 59,1%). Dopo un periodo di vera e propria stretta ai consumatori, i commercianti sembrano aver allentato la morsa anche perché la riduzione dei consumi per alcuni comparti di spesa ha modificato le abitudini dei consumatori che si sono orientati verso la grande distribuzione, causando danni irreversibili ad alcuni piccoli esercizi commerciali I giudizi circa la politica economica del Governo confermano principalmente un sentimento di delusione nell’elettorato. Quasi due italiani su tre, ben il 64,6% giudica la politica italiana fallimentare, densa di promesse non mantenute e non corrispondente ai reali bisogni del Paese. Diffusa l’opinione che i punti previsti nel programma elettorale non sono stati realizzati e che la politica economica del Governo è stata fallimentare nel 2004 e non migliora nel 2005 (rispettivamente il 44,6% e il 40,6%). Inoltre, circa un cittadino su quattro (24%) ritiene l’attuale politica non corrispondente ai reali bisogni del Paese. I pareri positivi appaiono in netto decremento rispetto all’anno precedente: solo l’11,4% (contro il 17,8% del 2004) afferma che l’impostazione politica dell’esecutivo è appropriata e che gli effetti saranno tangibili nel lungo periodo; il 7,5% (il 7,4% nel 2004) si pronuncia per la piena soddisfazione delle scelte effettuate dal Governo. L’analisi dei dati relativi al 2004 e del trend registrato nel primo periodo del 2005 in riferimento alla dicotomia fiducia-sfiducia evidenzia come nell’anno in corso ben il 70% dei cittadini, contro il 51,7% del 2004, si dichiara scettico per quanto riguarda la capacità del Governo di risanare i conti pubblici. Molto elevata inoltre la percentuale di sfiduciati nella possibilità che il Governo realizzi una equa riforma delle pensioni (il 67% nel 2005 contro il 51,7% del 2004) e nella capacità di combattere la disoccupazione (nel 2005 i non fiduciosi sono il 68,4%). La fiducia nelle Istituzioni. Gli intervistati che affermano di riporre fiducia nel Presidente della Repubblica sono l’1% in meno rispetto al 2004 (79% contro 80%); la percentuale relativa alla fiducia nel Parlamento ammontava nel 2004 al 36,5%, cioè poco più del 34% registrato quest’anno, e quella relativa alla fiducia nel Governo è scesa impercettibilmente dal 33,6% del 2004 al 32,9% del 2005. Una differenza significativa riguarda la Magistratura: i fiduciosi nel 2004 erano il 52,4%, quindi la maggioranza, mentre nel 2005 sono solo il 44%. Anche la fiducia nelle Forze dell’ordine risulta diminuita dal 2004 al 2005: se quest’anno il 73,2% del campione si dice fiducioso nelle Forze dell’ordine in generale, un anno fa gli intervistati erano nell’84,2% dei casi fiduciosi nei Carabinieri, nell’81,2% fiduciosi nella Polizia, nel 72,3% nella Guardia di Finanza. Anche la quota di chi dice di fidarsi della Chiesa e delle altre Istituzioni religiose è diminuita: 62,8% contro 68,3% dello scorso anno. Nel 2004 il 32,1% del campione affermava di riporre fiducia nei Sindacati, mentre nel 2005 la percentuale è scesa al 22,8%. Analoga la flessione di fiducia riscontrata nei confronti della Pubblica amministrazione: dal 28,7% al 22,8%. La già bassa percentuale di intervistati che si fidavano dei partiti nel 2004 (13,6%) si è ulteriormente ridotta nell’ultimo anno registrando uno sconfortante 8,8%. Le paure degli italiani. Nel 2005, il costo della vita si conferma in cima alla graduatoria dei problemi che affliggono gli italiani (il 27,4% contro il 24,6% del 2004), seguito dal terrorismo internazionale che registra una percentuale quasi dimezzata rispetto all’anno precedente (il 14,5% contro il 23,1%). Allo stesso tempo, il timore di perdere il proprio lavoro e la paura della criminalità organizzata suscitano un’ansia crescente tra gli italiani (oggi entrambe le voci sono al 12,7% e nel 2004 erano intorno all’8%). Il pericolo che il proprio diritto alla salute possa essere, in qualche modo, leso continua a destare ansia (10,6% nel 2005 e 10,3% nel 2004). Gli squilibri nella distribuzione del reddito in Italia: un modello americanizzato? Il moltiplicarsi dei fattori di rischio e di incertezza rende ancora più pesante la situazione di disagio sociale ed economico di una quota consistente di nuclei familiari. L’eurispes ha calcolato che oltre 4 milioni 700mila famiglie italiane (circa il 22% delle famiglie totali) e oltre 14 milioni di individui siano sicuramente poveri o quasi poveri. Nella “società del rischio” è possibile individuare un nuovo attributo per la povertà, ossia “fluttuante”, volendo indicare con questo temine una precaria condizione socio-economica culturale e assistenziale (non “relativa” o “assoluta” secondo le definizioni metodologiche più in uso ma, appunto, variabile, temporanea, talvolta occasionale) che riguarda individui o nuclei familiari che si trovano all’interno di una magmatica area di esclusione-inclusione sociale e che rapidamente possono “fluttuare”, appunto, all’interno di fasce di reddito e di condizione sociale contigue. Basta osservare la distribuzione delle famiglie italiane per classi di reddito: il 32,1% delle famiglie (6.933.100 nuclei) ha un reddito inferiore a 17.500 euro; il 18,5% (3.998.000 nuclei) appartiene alla classe di reddito compresa tra i 17.500 e i 25.000 euro; il 19,5% (4.212.000 nuclei) ha un reddito tra i 25.000 e i 35.000 euro; infine, il 29,9% ovvero 6.447.000 famiglie ha un reddito superiore ai 35.000 euro. La perdita del potere di acquisto delle retribuzioni. Nel periodo 2001-2004, la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni, a causa dell’inflazione e dell’effetto fiscal drag, è stata pari al 23,9% per gli impiegati, al 20,4% per gli operai, al 19,5% per i dirigenti e al 17,6% per i quadri. «Questa è la società dei tre terzi – ribadisce Fara – della quale abbiamo sempre parlato, dove un terzo vive all’interno di una zona di sicuro disagio sociale e indigenza economica, un terzo appare assolutamente garantito e la fascia centrale (i ceti medi) vive in una condizione di instabilità e di precarietà. Proprio all’interno dei ceti medi si manifesta in forme sempre più evidenti il fenomeno della “povertà fluttuante”. La povertà in giacca e cravatta è una delle tante nuove declinazioni possibili del disagio e della povertà sociale, un ulteriore segnale della profonda distanza che si è affermata nel Paese tra la realtà e chi avrebbe il compito di interpretarla. Se la situazione economica non migliorerà, si assisterà ad una nuova stagione di rivendicazioni e di proteste difficilmente governabili». Giovani sull’orlo di una crisi di nervi: quale flessibilità? Circa la metà della nuova occupazione, in gran parte giovanile, è atipica e per la prima volta nel nostro Paese i nuovi lavoratori portano i caratteri di una precarietà e di una incertezza che di fatto non trovano sostegno nel sistema previdenziale, né in quello creditizio, né in quello professionale. Dall’introduzione della legge Biagi, ben 61 collaboratori coordinati e continuativi su 100, anziché accedere ad una maggiore stabilità contrattuale, sono diventati “lavoratori a progetto”. L’incertezza del posto di lavoro è lamentata dalla stragrande maggioranza dei lavoratori “atipici” (73,1%). Ben il 68,6% di essi si ritiene insoddisfatto del proprio contratto, mentre il 72,3% ritiene di non essere garantito in materia di tutele sociali. La flessibilità incide anche sulla capacità di progettare il proprio futuro: il 71,3% dei lavoratori afferma che il fatto di essere un “atipico” ha condizionato negativamente la possibilità di comprare una casa ricorrendo ad un mutuo. Tra quanti ritengono che al termine della propria vita lavorativa avranno una pensione inesistente, circa il 40% è già ricorso ad una pensione integrativa o esprime l’intenzione di farlo. Una parte estremamente maggioritaria dei lavoratori atipici lavora per un solo datore di lavoro e svolge la propria attività presso la sede dell’azienda per cui lavora, dove è tenuto a recarsi quotidianamente. Lungi dal caratterizzare una fase temporanea della propria vita lavorativa, l’atipicità è per la maggior parte dei collaboratori una condizione che dura da molto tempo, senza riuscire a sfociare in un rapporto di lavoro stabile. Italia a tempo determinato. L’anomalia del lavoro atipico o della modalità di ricorso alle diverse forme di lavoro non standard sta proprio in questo modus operandi, che, se da una parte consente all’azienda di continuare ad avvalersi di una risorsa già “collaudata”, senza dover pagare i costi aggiuntivi derivanti dalla stabilizzazione, dall’altra impedisce al collaboratore di godere dei diritti spettanti ad un lavoratore che svolge un lavoro di tipo dipendente, intrappolandolo in una condizione di precarietà, lavorativa ed esistenziale. «Il lavoratore a tempo determinato è una metafora del nostro Paese. L’italia dei lavoratori a progetto è, paradossalmente, un Paese senza un progetto, incagliato nel quotidiano. La questione lavoro – spiega Fara – deve diventare prioritaria. La stabilità del lavoro e delle professioni è un prerequisito essenziale per lo sviluppo e la crescita dell’economia nel suo complesso». Il carattere transitorio ed instabile dei rapporti di lavoro ha messo in crisi il modello flessibile, rendendo estremamente difficile l’accumulazione di esperienze e competenze trasferibili e organizzabili in una prospettiva di carriera. La frammentarietà dei percorsi lavorativi consente un’identità professionale del tutto provvisoria e l’individuo si trova sempre più spesso nella condizione di ricominciare ogni volta da capo. «Siamo di fronte – continua Fara – ad un Paese a propulsione segmentata e a dissolvenza di identità. L’italia infatti non sembra più in grado di conservare il proprio patrimonio industriale ricchissimo di risorse umane, saperi professionali e contenuti simbolici. Ma l’incedere declinante dell’economia nazionale – sottolinea il Presidente dell’Eurispes – non deve impedire di rilevare la presenza di aree di eccellenza produttiva e tecnologica nel nostro Paese, in cui vigono modelli organizzativi all’avanguardia e dove la ricerca e lo sviluppo dell’innovazione tecnologica rappresentano una missione strategica da assolvere quotidianamente. C’è un’Italia che va, un’Italia che ha saputo intercettare con caparbietà, tratti di genialità e sapienza organizzativa, importanti segmenti produttivi e traiettorie di mercato in Italia e all’estero, adottando combinazioni efficaci di capitale e di lavoro. È l’Italia delle eccellenze. Si tratta di un’eccellenza che non conosce confini territoriali, presente nelle regioni meridionali come il quelle settentrionali, dove sigle societarie e acronimi, spesso sconosciuti al grande pubblico, esprimono volumi di affari e fatturati invidiabili». Il gran gioco del federalismo: dalla Lega al Lego. «Lo spostamento dell’asse del potere politico e amministrativo dal centro alla periferia non riesce a dispiegare a pieno i propri effetti – spiega Fara – soprattutto per quanto riguarda il federalismo, quella attuale sembra la classe politica del Lego: gioca, costruisce, assembla, smonta e rimonta pezzi di ferrovie e case. Il costo del federalismo, dovuto alla duplicazione degli apparati burocratici, è stimabile in 30-40 miliardi di euro». L’opinione degli italiani sul federalismo. Il 65,2% degli italiani è al corrente del dibattito sul federalismo, ma appena il 14,7% afferma di seguirlo con molta attenzione. Il 34,8%, poi, non lo segue per niente. In particolare, è possibile osservare che per il 36,7% dei cittadini con il federalismo l’efficienza del servizio sanitario resterà immutata, mentre per il 36,3% peggiorerà e per il 27% migliorerà. Per il 43,3% rimarrà sostanzialmente invariata anche l’efficienza dei trasporti pubblici, mentre per il 28,1% peggiorerà e per il 28,6% migliorerà. Per una quota maggioritaria di italiani (il 39,6%), il federalismo lascerà immutata anche la qualità dei servizi di assistenza sociale; questi peggioreranno, però, ad avviso di una minoranza importante del campione (34,4%), mentre miglioreranno per il 26%. Circa un italiano su quattro, poi, è dell’opinione che con il federalismo non cambierà niente nemmeno in materia di sicurezza e Amministrazione pubblica. Diversamente, il 27,9% ritiene che l’efficienza dei servizi di sicurezza migliorerà mentre il 31,9% crede che subirà un peggioramento. Infine, è opinione del 31,1% degli italiani che l’efficienza dell’Amministrazione pubblica risentirà negativamente della riforma federalista dello Stato, a fronte del 29,1% che esprimono l’opinione contraria. Il livello di impegno federale (Lif) dei Comuni italiani. Al fine di determinare la classifica del livello di impegno federale dei Comuni, l’Eurispes ha predisposto un sistema di attribuzione dei punteggi sulla base di alcuni indici che scaturiscono dall’elaborazione dei bilanci delle Amministrazioni comunali di ogni regione. Dall’analisi dei dati emerge che le Amministrazioni comunali della Lombardia dimostrano di essere gli Enti locali più autonomi d’Italia, ponendosi in cima alla classifica elaborata dall’Eurispes con 380,6 punti. A seguire i comuni del Veneto (369,5) e della Liguria (369,1), e ancora quelli dell’Emilia Romagna (366,6) e del Trentino Alto Adige (365,2). Da rilevare, inoltre, che sono sei le regioni che, rispetto alla graduatoria relativa all’anno precedente, guadagnano posizioni: Lombardia, Lazio e Marche in testa, le cui Amministrazioni comunali salgono di 4 posizioni nella classifica generale dell’autonomia posizionandosi rispettivamente al primo posto, al settimo e nono posto. Seguono: Liguria, Toscana e Valle d’Aosta. In coda alla classifica si collocano le Amministrazioni comunali di Campania (269,9), Calabria (249,8), Basilicata (242,51) e Sicilia (213,5), penalizzate principalmente da una dipendenza erariale che supera mediamente la soglia del 45%. Dall’italia all’Europa. Tre italiani su quattro sono ottimisti o fiduciosi nei confronti del processo di unificazione. Il 62,4% dei cittadini è al corrente dell’avvenuta approvazione della Costituzione europea, una percentuale che scende tra le classi di età giovanili. Infatti soltanto il 50% dei giovani tra i 18 e i 24 anni e il 59,1% di quelli appartenenti alla fascia 25-34 anni sa che, nel giugno 2004, è stata approvata la Carta costituzionale europea. In tutte le classi di età si manifesta una particolare sfiducia verso la possibilità di aumentare, grazie al processo di integrazione europea, la prosperità economica ed il tenore di vita (il 65,6% si esprime negativamente in ordine a questa possibilità). Tale sentimento è ancora più marcato nelle classi di età più giovani dove supera il 70%. Anche in relazione alla possibilità che il processo di integrazione europea possa creare occupazione, la fiducia degli intervistati è piuttosto bassa: il 60% del campione ritiene che il processo di integrazione europea non contribuisce a creare nuovi posti di lavoro. Tra i principali effetti portati dall’integrazione c’è la visione di un aumento dell’autorevolezza del Vecchio Continente. Quasi tre italiani su quattro, infatti, concordano sul principio che “l’unione fa la forza”. Spicca, in particolare, l’opinione favorevole degli intervistati del Sud (con l’81%), degli imprenditori (78,3%), dei pensionati (77,4%), dei disoccupati (77,4%) e degli studenti (70,4%). Infine, lo sviluppo della conoscenza, della ricerca e del progresso scientifico costituisce un effetto rilevante per tutte le classi di età e per il Mezzogiorno. La classe imprenditoriale italiana, notoriamente poco propensa ad effettuare attività di ricerca e sviluppo, è l’unica categoria professionale (con il 73,9% di pessimisti) a non considerare l’integrazione come elemento di spinta verso il progresso scientifico. Famiglie “digitalizzate”. Tra il 1995 ed il 2004 la spesa della famiglia per le piattaforme digitali è cresciuta in media del 22% all’anno. A confronto, la spesa (pubblicità inclusa) per la televisione è cresciuta dell’8% all’anno e quella per i quotidiani del 5% all’anno. In nove anni il confronto tra la spesa per le piattaforme digitali e per i due principali “media” tradizionali si è drasticamente rovesciato. Nel 1995 la spesa della famiglia per nuove piattaforme era pari al 66% della spesa per televisione e quotidiani. Nel 2004 la spesa per le piattaforme digitali (22.320 milioni di euro) è pari a quasi due volte e mezzo quanto si spende, pubblicità sempre inclusa, per televisione e quotidiani (9.800 milioni di euro). In particolare, la spesa maggiore delle famiglie viene indirizzata verso la telefonia mobile con 11.520 milioni di euro nel 2004, con un incremento rispetto al 1995 del 37%. Seguono la spesa di 5.700 milioni di euro per piattaforme informatiche (pc, periferiche, Internet) e quella di 5.100 milioni di euro per l’entertainment digitale. Un mercato “home” omogeneo in tutto il Paese. Le tecnologie digitali che hanno fatto il loro ingresso sul mercato “home” negli ultimi 10 anni hanno superato le forti differenze territoriali che esistevano a metà anni Novanta ed hanno oggi una penetrazione quasi omogenea sul territorio. La penetrazione di cellulari personali (89% vs. 86%), di satellite (26% vs. 28%), di console videogiochi (23% vs. 22%) e di foto-digitale (35% vs. 31%) è quasi allo stesso livello tra le città di dimensione metropolitana e i comuni al di sotto dei 5.000 abitanti (talvolta è superiore nei secondi). Esistono delle differenze per Pc (55% vs. 51%), Internet (40% vs. 34%), e Dvd-video (40% vs. 32%). Solo per la banda larga (14% vs. 4%) esiste una distanza ragguardevole tra città e non città: ma la differenza dipende per intero dalle diversità di offerta del servizio sul territorio. Donne e tecnologia in casa. Il gap, in particolare per quanto riguarda la piattaforma informatica, è concentrato quasi esclusivamente in una specifica categoria di donne: il 40% della popolazione femminile adulta che svolge esclusivamente il mestiere di casalinga. Mentre quasi un italiano su tre utilizza il Pc in casa, meno di una casalinga su 10 ne fa uso. |
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EUROCHAMBRES’ ECONOMIC SURVEY UN LIEVE VENTO DI RIPRESA SPIRA IN EUROPA 76MILA IMPRENDITORI SI ESPRIMONO SU COME ANDRANNO GLI AFFARI NEL 2005 LA “VECCHIA” EUROPA È DIVISA A METÀ: DANESI E SVEDESI I PIÙ FIDUCIOSI, SOTTO TONO I TEDESCHI |
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Bruxelles, 31 gennaio 2005 – La cautela è d’obbligo ma un po’ di sano d’ottimismo sembra animare le previsioni per il 2005 delle imprese italiane ed europee, anche se con molte differenziazioni tra Paesi della “vecchia” e della “nuova” Europa. E’ quanto rileva Unioncamere in Eurochambres’ Economic Survey, l’indagine annuale curata insieme ai sistemi camerali europei, con il coordinamento di Eurochambres (l’Associazione delle Camere di Commercio europee), sulla base delle interviste effettuate a 76mila imprese. I dati raccolti provengono in complesso da 26 Stati: 22 Paesi membri della Ue (tutti, ad eccezione di Belgio, Francia e Repubblica Ceca) e i 4 candidati all’adesione (Bulgaria, Croazia, Romania e Turchia). E proprio delle politiche di sviluppo e delle prospettive dell’allargamento dell’Europa per le imprese italiane si è discusso nell’ambito del seminario, che si conclude oggi a Bruxelles e che ha visto la partecipazione di oltre 150 rappresentanti delle Camere di Commercio italiane. “Le attese delle imprese italiane per il 2005 sono positive – ha detto nel suo intervento il Segretario Generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli – ma la sensazione che esse vivono è duplice: da un lato c’è fiducia nelle prospettive di un mercato più grande e a portata di mano, dall’altro è forte il timore di ritrovarsi con meno risorse comunitarie disponibili per la crescita e con regole troppo rigide per competere con successo. Dobbiamo scacciare questi timori con un impegno italiano forte per la lettura del patto di stabilità nel senso della crescita e per avere risorse adeguate per le politiche di coesione”. “La presenza di tanti amministratori camerali a Bruxelles – ha aggiunto Tripoli rivolgendosi al Ministro della Funzione pubblica, Mario Baccini, intervenuto ai lavori del seminario – è un segno che le Camere di commercio sono consapevoli che occorre rafforzare il dialogo tra le imprese e le istituzioni europee. Le Camere sono istituzioni che agiscono da tempo nella dimensione europea. Il confronto di questi giorni con i rappresentanti della Commissione e del Parlamento ci ha confermato che le istituzioni europee puntano sulla collaborazione della rete camerale europea e delle Camere nazionali per sviluppare e realizzare sul territorio le politiche comunitarie”. Se si guarda al clima d’affari, l’immagine che emerge da Eurochambres’ Economic Survey è duplice: alcuni dei partner dell’Europa a 15 (Grecia, Germania e Spagna in primo luogo) hanno attese moderate rispetto ad una significativa ripresa degli affari nel corso del prossimo anno. Altri, invece, soprattutto all’estremo Nord, sono più fiduciosi. E’ il caso di Irlanda, Svezia e Danimarca, che svettano in cima alla classifica, con saldi tra previsioni di incremento e di riduzione degli affari molto elevate. Accanto a questi, si collocano alcuni dei Paesi dell’allargamento (Lettonia e Lituania) e di prossima adesione (come la Romania). L’italia si posiziona nella parte mediana della classifica. Pari a +17, infatti, è il saldo tra gli imprenditori che si attendono uno scenario favorevole rispetto a quelli che prevedono un andamento sfavorevole (valore analogo a quanto registrato nel 2004, +18,2). Le aspettative di segno positivo sono diffuse sul tutto il territorio nazionale, ma sono più evidenti nel Mezzogiorno. A livello settoriale, le imprese dei servizi (+17,9) appaiono leggermente più fiduciose di quelle dell’industria manifatturiera (+15,9). Fatturato Secondo gli imprenditori italiani, il fatturato aumenterà nel 2005: il saldo tra imprese italiane che prevedono un miglioramento di questo indicatore e quelle che attendono un suo peggioramento raggiunge il +10,0. Alla base delle risposte è la moderata fiducia degli operatori economici in una ripresa della domanda, tanto sul fronte interno (+9,5 il saldo), quanto soprattutto su quello estero. Infatti, gli imprenditori, sia quelli del Nord e del Centro, ma soprattutto della Sicilia e Sardegna, prevedono una più incisiva ripresa delle esportazioni nel 2005 (saldo +20,6). I più ottimisti in Europa appaiono Romania, Irlanda, Bulgaria, Danimarca e Lettonia, con saldi compresi tra +82,0 e +70,3. Germania (+8) e Ungheria (+6,3) i più cauti. Occupazione Per l’Italia, il saldo positivo è contenuto ma comunque presente anche rispetto all’occupazione. Esso ammonta a +3,1 medio, con valori più elevati in alcune delle regioni del Sud, soprattutto in Sicilia e Sardegna (+15,3 la differenza tra le percentuali di quanti prevedono un incremento e quanti attendono un decremento dell’occupazione). Lettonia, Estonia, Bulgaria e Turchia sono i Paesi di recente adesione o candidati a prevedere con maggior convinzione un incremento dell’occupazione. Da segnalare le previsioni negative provenienti dalla Germania (-17 il saldo) e, in misura più contenuta, dall’Ungheria (-2,4) e dal Portogallo (-0,7). Investimenti Nel 2005 le imprese italiane ritengono di accrescere gli investimenti in maniera solo lievemente più contenuta di quanto previsto nel 2004: +13,6 a fronte del +15,8 del 2004. I segnali positivi accomunano soprattutto le regioni del Mezzogiorno (Sicilia e Sardegna con +23,3, Abruzzo e Molise con +21,3, Campania con +20,5). In alcune aree del Settentrione (Nord Ovest e Lombardia con +8,6 e 7,5) le imprese si mostrano più caute. Da Romania e Lettonia, seguite a distanza da Turchia, Bulgaria e Polonia provengono le attese più positive delle imprese. Situazione opposta si registra in Germania, dove il saldo tra quanti prevedono di accrescere gli investimenti e quanti prevedono di ridurli è negativo (-11). 2005: le previsioni dell’Europa e….
| Fatturato | Domanda Interna | Export | Occupazione | Investimenti | Clima d'affari | Austria | 41,1 | 31,0 | 42,0 | 5,4 | 14,3 | 17,9 | Belgio | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | Bulgaria | 71,9 | 61,0 | 59,1 | 37,7 | 46,7 | 57,9 | Croazia | 53,8 | 49,5 | 40,0 | 22,9 | 17,6 | 12,1 | Cipro | 62,0 | 49,3 | 27,0 | 27,8 | 29,7 | 35,5 | Repubblica Ceca | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | Germania | 8,0 | 0,0 | 35,0 | -17,0 | -11,0 | 3,0 | Danimarca | 71,8 | 65,8 | 51,6 | 27,5 | 29,8 | 66,4 | Estonia | 61,5 | 57,8 | 51,3 | 40,5 | 45,9 | 30,1 | Spagna | 55,0 | 49,0 | 43,0 | 24,0 | 31,0 | 5,0 | Finlandia | 50,1 | 43,7 | 43,1 | 12,5 | 19,0 | 33,8 | Francia | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | Grecia | 29,0 | 20,0 | 31,6 | 6,2 | 21,8 | 1,1 | Ungheria | 6,3 | 2,2 | 12,0 | -2,4 | 12,5 | 0,0 | Irlanda | 73,0 | 71,0 | 76,0 | 21,0 | 25,0 | 73,0 | Italia | 10,0 | 9,5 | 20,6 | 3,1 | 13,6 | 17,0 | Lituania | 69,3 | 54,3 | 36,9 | 22,7 | 36,9 | 62,8 | Lettonia | 70,3 | 73,1 | 33,6 | 42,7 | 60,0 | 81,5 | Lussemburgo | 29,0 | 22,0 | 23,0 | 4,0 | 15,0 | 0,0 | Malta | 17,0 | 4,0 | 32,0 | 7,0 | 25,0 | 9,0 | Olanda | 33,9 | 0,0 | 23,9 | 3,9 | 9,4 | 17,8 | Polonia | 58,9 | 53,7 | 42,0 | 31,0 | 46,3 | 17,0 | Portogallo | 50,8 | 49,8 | 50,8 | -0,7 | 13,0 | 39,2 | Romania | 82,0 | 61,5 | 72,2 | 26,1 | 60,1 | 62,5 | Svezia | 61,6 | 50,9 | 46,8 | 10,8 | 18,8 | 70,5 | Slovenia | 66,5 | 49,7 | 59,7 | 1,5 | 22,6 | 45,7 | Slovacchia | 40,4 | 38,7 | 42,4 | 27,6 | 38,5 | 26,5 | Turchia | 17,4 | -1,7 | 6,9 | 35,9 | 47,6 | 21,8 | Regno Unito | 42,4 | 16,7 | 5,4 | 16,9 | 14,0 | 32,0 | Fonte: indagine Unioncamere-eurochambres 2005 … quelle dell’Italia | Clima d'affari | Fatturato | Domanda Interna | Export | Occupazione | Investimenti | Nord Ovest | 11,4 | 7,1 | 7,6 | 22,5 | -1,1 | 8,6 | Lombardia | 17,7 | 7,0 | 5,3 | 26,9 | 1,7 | 7,5 | Nord Est | 14,6 | 4,7 | 2,6 | 24,4 | 2,1 | 10,6 | Emilia Romagna | 25,0 | 14,7 | 17,2 | 23,7 | 2,5 | 15,3 | Centro | 14,9 | 6,4 | 2,2 | 13,9 | 1,7 | 13,4 | Lazio | 3,6 | 14,4 | 15,1 | -2,0 | 3,5 | 15,6 | Sud | 23,1 | 14,6 | 16,7 | -19,6 | 1,9 | 18,2 | Abruzzo e Molise | 11,6 | 14,7 | 15,5 | 13,2 | 9,0 | 21,3 | Campania | 18,9 | 6,6 | 7,4 | 12,8 | 3,6 | 20,5 | Sicilia e Sardegna | 28,5 | 23,7 | 23,8 | 40,7 | 15,3 | 23,3 | Italia | 17,0 | 10,0 | 9,5 | 20,6 | 3,1 | 13,6 | Fonte: indagine Unioncamere-eurochambres 2005 |
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L'INDUSTRIA ITALIANA DELLE MACCHINE PER IL LEGNO: PRODUZIONE +4 PER CENTO NEL 2004 E ASPETTATIVE ANALOGHE PER IL 2005 |
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Assago, 31 gennaio 2005 - Ambrogio Delachi - presidente di Acimall, l'associazione confindustriale che riunisce i produttori italiani di macchine e tecnologie per la lavorazione del legno - ha presentato i dati pre-consuntivo 2004 e le previsioni 2005 per questo importante comparto dell'export italiano. "L'anno che si è appena concluso - ha dichiarato Delachi - non ha mancato di dare qualche soddisfazione: dalle prime elaborazioni del nostro Ufficio studi la produzione si è attestata a 1.460 milioni di euro, il 4 per cento in più rispetto al 2003. Non abbiamo dunque assistito a quella decisa ripresa che ci avrebbe consentito di recuperare la contrazione degli ultimi anni, ma ci sono tutte le ragioni per archiviare il 2004 tra le annate positive". In termini previsionali il 2005 dovrebbe offrire un quadro analogo, poiché la fase espansiva dell'ultimo periodo pare destinata ad attenuarsi, impedendo performance più significative. La crescita della produzione è dunque prevista attorno al 4 per cento, a meno che non si verifichi un riequilibrio del rapporto di cambio tra euro e dollaro - tale da incentivare la domanda da parte di mercati nei quali le nostre imprese operano con la valuta statunitense - o non si arresti il progressivo impoverimento del mercato tedesco, fondamentale per la tecnologia italiana per la lavorazione del legno. Senza dimenticare l'impatto che la devastazione dovuta al maremoto del 26 dicembre scorso avrà sulle economie dei Paesi del Sud-est Asiatico. Nelle valutazioni sul prossimo futuro potrebbero avere un peso rilevante i successi dell'industria italiana del mobile nel 2004, una crescita del fatturato che potrebbe fungere da volano per nuovi investimenti in tecnologie produttive, pesantemente penalizzate nell'ultimo biennio. Alla crescita della produzione nel 2004 ha contribuito in modo determinante il buon andamento delle esportazioni, aumentate di un robusto 8 per cento rispetto al 2003, per un valore complessivo pari a 1.225 milioni di euro (l'83,9 per cento dell'intero prodotto nazionale di settore). La domanda più forte di tecnologia italiana si è registrata in Medio ed Estremo Oriente (+37 per cento dal sistema Cina-hong Kong nei primi dieci mesi dell'anno) e nella Europa extra Ue, con esportazioni verso la Russia cresciute del 68,7 per cento. Di contro c'è ancora una volta da evidenziare la scarsa propensione all'investimento degli operatori nazionali: in Italia le vendite di macchine hanno perso un ulteriore 12 per cento, scendendo a quota 231 milioni di euro. Un risultato che ha penalizzato anche i competitor internazionali, che hanno venduto nel nostro Paese - sempre secondo i dati pre-consuntivo - macchine per 122 milioni di euro, il 10 per cento in meno rispetto al 2003. Il mercato apparente nazionale è dunque stimato in 353 milioni, con una quota "fisiologica" di importazioni del 34,5 per cento e un saldo positivo della bilancia commerciale che si attesta largamente sopra il miliardo di euro (1.103 milioni). Www.acimall.com |
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ASIA INTERPRISE MACHINERY: ITALIA, TAILANDIA E MALAYSIA |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Il project team del Centro Estero Camere Commercio Lombarde informa che il progetto Asia Interprise: “Machinery: Italy, Thailand And Malaysia”, al quale hanno gia' aderito 112 aziende italiane durante la fase di stesura, ha ottenuto l'approvazione da parte dell'Unione Europea. I partner progettuali asiatici sono la Camera di Commercio Italo-tailandese e la Federation of Malaysian Manufacturers. Grazie al finanziamento ricevuto da parte dell'Unione Europea e da Regione Lombardia l’eventuale partecipazione al progetto sara' quindi completamente gratuita. Il progetto ha come Obiettivo principale la promozione e la formazione di Alleanze Strategiche per presidiare nel miglior modo possibile i mercati asiatici (e in particolare quelli del Sud Est Asiatico). I settori di interesse sono quelli dei macchinari-utensili e macchinari-industriali (ma su richiesta consideriamo anche altre tipologie di prodotti). Le Alleanze Strategiche possono prendere la forma di: Agenti con una struttura di installazione e servizio post vendita; Aziende che operano per Voi il contract manufacturing; la creazione di Joint Venture per la produzione e/o distribuzione in Asia. Per informazioni Project Team Asia Interprise presso eumachinery@fastwebnet.It , tel. 02 36555900 fax 02 40091620 |
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ULTIMI GIORNI UTILI PER PARTECIPARE AL WORKSHOP ARTIGIANATO DI QUALITÀ CHE SI TERRÀ A JOHANNESBURG (SUD AFRICA), 15 - 17 APRILE 2005 |
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Palermo, 31 gennaio 2005 - Organizzata dal Consorzio Italiano per l’Artigianato di Qualità – Quarti scpa è inserito nel Piano della attività promozionali per il 2004/2005 dell’Assessorato regionale della cooperazione, del commercio, dell’artigianato e della pesca, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana del 4 giugno 2004. La partecipazione al workshop, che si svolgerà a Johannesburg dal 15 al 17 aprile 2005, presso la Fountain Square dello Shopping Centre di Sandton, consentirà ai produttori siciliani di articoli per la tavola e corredo, di articoli da regalo, di argenteria, di articoli per la casa, di alimentari di qualità, di bigiotteria e accessori moda di presentarsi ad operatori economici e commerciali del Sud Africa interessati sempre di più al Made in Italy. Momento centrale del workshop sarà rappresentato dalla opportunità per le Imprese partecipanti di incontrare operatori di settore e buyers appositamente selezionati. Gli incontri avverranno attraverso la predisposizione di una articolata agenda di appuntamenti tra i buyers e i rappresentanti delle singole aziende, che sarà messa a punto nelle settimane precedenti il workshop. I contatti con gli operatori di settore e con i buyers e la predisposizione degli appuntamenti saranno facilitati dalla stampa di un dettagliato catalogo, contenente i profili delle Imprese partecipanti, che sarà distribuito in Sud Africa prima dello svolgimento dell’evento, ad un numero selezionato di operatori di settori, ad Associazioni di categoria locali e ai media, sulla base di una mailing list appositamente individuata. Ciascuna azienda partecipante avrà a disposizione i seguenti servizi: Area espositiva pre-allestita (mq 12); Servizio di hostess e di interpretariato; Assistenza durante la fase di montaggio e smontaggio; Assistenza in loco con la presenza di un responsabile; Trasporto della merce dal centro di raccolta in Sicilia per un massimo di 1 m3. Per quanto riguarda le modalità adesione al workshop, occorre compilare l’apposita istanza di partecipazione, disponibile su internet al sito http://www.Regione.sicilia.it/cooperazione da inviare al Servizio promozione dell’Assessorato regionale cooperazione (fax n. 091 7079533) entro e non oltre il 31 gennaio 2005. Per ulteriori informazioni è possibile contattare direttamente il Quarit ai seguenti numeri: tel. 06 69200666 – 095 7158442 - fax 06 69200892 e all’indirizzo e-mail info@quarit.It |
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INDESIT COMPANY, I VALORI PER VINCERE LE SFIDE DEL FUTURO LA VISIONE DELLA SOCIETÀ ANNUNCIATA NEL GIORNO DEL 30° ANNIVERSARIO |
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Milano, 31 gennaio 2005 – Nel giorno in cui compie 30 anni la Societa' annuncia la propria visione per il futuro che sara' costruito sui Valori e, con il nuovo nome, apre una nuova fase di sviluppo per fronteggiare la competizione globale. "Da impresa italiana che si e' affermata in Europa, oggi siamo diventati una Societa' Europea con un'anima italiana: per noi ‘la vita comincia a 30 anni’.” - ha dichiarato Vittorio Merloni, Presidente di Indesit Company, riferendosi allo slogan della campagna istituzionale che sara’ presente domani sulle principali testate europee. Un nome internazionale - Secondo un'indagine europea di Eurisko, per l’80% degli stakeholder di Indesit Company il cambio di nome rafforza positivamente il legame tra Societa' e marchio; per il 60% e' un fattore chiave per aumentarne il profilo internazionale. Filosofia e Valori – La filosofia riprende l’eredita' di Aristide Merloni: “In ogni iniziativa industriale non c'e' valore del successo economico se non c'e' anche l’impegno nel progresso sociale”. I Valori assumono più forza e definiscono l’Impresa e i suoi dipendenti innovativi, rispettosi, ambiziosi, in contatto con gli altri e genuini. “Simply Better”, la brand essence, esprime la volonta' di migliorare in ogni propria attivita', nella convinzione che solo conciliando progresso economico e sociale si crei valore. Dai volumi ai Valori – Dopo aver affermato la propria leadership in un settore sempre più competitivo, la Societa’ ha investito sul potenziale dei propri marchi e sulla ricerca per competere sul mercato con elettrodomestici particolarmente innovativi. Per questo, all’aumento delle quote di mercato, la Societa' affianca prodotti capaci di creare valore per il consumatore finale. Progetto Jonathan – Dopo aver avviato in via sperimentale in Italia il “Progetto Jonathan”, in collaborazione con Associazione Jonathan e Ministero del Lavoro, la Societa' estendera' a livello europeo il progetto con l’obiettivo di recuperare e reinserire nel mondo del lavoro 100 giovani “a rischio”, con un'esperienza lavorativa nei propri stabilimenti europei. |
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PAOLO SAVONA A.D. IMPREGILO INCONTRA GIANNI LETTA SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO |
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Sesto San Giovanni, 31 gennaio 2005 - Si è svolta il 28 gennaio la riunione tra il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On. Dott. Gianni Letta il Presidente di Impregilo Prof. Paolo Savona e l’Amministratore Delegato Ing. Pier Giorgio Romiti. Sono intervenuti alla riunione il Prof. Giuseppe Guarino, il Prof. Vincenzo Siniscalchi e il Dott. Paolo Colombo, consulenti di Impregilo, e i rappresentanti delle banche – il Prof. Franco Bonelli e il Rag. Roberto Firpo (San Paolo Imi). Al termine della riunione (nel corso della quale sono stati illustrati gli aspetti giuridici e finanziari della situazione relativa al progetto di smaltimento rifiuti della Regione Campania e gli effetti della stessa sulla complessiva situazione di Impregilo) è stata affermata la ferma volontà del Governo di porre in essere gli interventi necessari per assicurare con immediatezza una rapida regolarizzazione di tale situazione. |
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MILANO PREMIA L’ARTIGIANATO E LA PICCOLA IMPRESA |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Una targa d’argento, raffigurante la vetrata di De Amicis di Palazzo Turati, sede della Camera di Commercio di Milano. Una pubblicazione. E tremila euro. Questi i riconoscimenti del Premio Lanfredini, organizzato dalla Camera di Commercio di Milano, per ricordare l'opera di un autorevole amministratore, rappresentante il settore artigianato milanese. Il concorso è articolato in tre sezioni: informazione, impresa e cultura. Per tre milanesi che si distinguono nei settori dell’artigianato e della piccola e media impresa o che valorizzano questi settori mediante produzioni letterarie o accademiche. Aperto a giornalisti o esperti del settore artigianato, imprenditori artigiani e neolaureati (anno accademico 2002/2003). Scadenza per la presentazione della domanda di partecipazione il 13 febbraio 2005. Informazioni, bando e modalità di partecipazione sul sito www.Mi.camcom.it, “Premio Gabriele Lanfredini, 2^ edizione” oppure Servizio Cultura e Turismo della Camera di Commercio di Milano, tel. 02 8515.4593-4378-4231. Il concorso. Destinatari dell'iniziativa sono giornalisti o esperti del settore artigianato, imprenditori artigiani e neolaureati. L'edizione 2005 del Premio Lanfredini è strutturata in 3 sezioni: informazione, impresa artigiana, cultura. Informazione: riconoscimento destinato a un giornalista o esperto della realtà regionale, in relazione ad un articolo o saggio, che abbia saputo rappresentare il valore dell'attività artigianale dal punto di vista economico-sociale, della tradizione e della cultura. Impresa artigiana: riconoscimento destinato a un artigiano lombardo, distintosi per qualità e originalità nella produzione/restauro di vetrate istoriate ed artistiche, dimostrando capacità nel fare - di questa attività - un esempio di connubio fra tradizione e innovazione. Cultura: riconoscimento destinato all'autore di una tesi di laurea (sostenuta presso facoltà di Economia delle Università lombarde) che affronti il ruolo dell'artigianato o, più in generale, della piccola impresa nello sviluppo del sistema economico e le prospettive del settore. A questa sezione possono partecipare laureati che hanno discusso la tesi a partire dall'anno accademico 2002-2003, con voto di laurea non inferiore a 102/110 o equivalente. Come partecipare. La domanda di partecipazione per il concorso delle tesi di laurea, deve essere presentata - corredata degli allegati richiesti dal bando- entro le ore 12.00 del 13 febbraio 2005 al Servizio Cultura e Turismo della Camera di Commercio di Milano, Via Meravigli, 9/b, 20123 Milano, tel. 02 8515.4593-4378-4231, o inviata per posta al medesimo indirizzo. In quest'ultimo caso, farà fede il timbro postale relativo alla data di spedizione. Per ulteriori informazioni sul bando e sulle modalità di partecipazione si può consultare il sito www.Mi.camcom.it “Premio Gabriele Lanfredini, 2^ edizione”. I premi. Tre sono i riconoscimenti previsti: il giornalista o esperto sarà premiato con la pubblicazione dell'articolo/saggio elaborato sul valore dell'attività artigianale vista sotto l'aspetto economico-sociale, della tradizione e della cultura in un volume edito da Franco Angeli Edizioni, nell'ambito di una collana editoriale dedicata; l'imprenditore artigiano individuato quale destinatario del premio riceverà una targa in argento appositamente realizzata, raffigurante la vetrata artistica realizzata da Cristoforo De Amicis, sita al primo piano di Palazzo Turati, sede della Camera di Commercio; il neolaureato riceverà un assegno dell'importo di 3.000 euro. Qualora fossero identificati più candidati meritevoli dell'assegnazione del premio relativo a questa sezione del concorso, l'ammontare complessivo del riconoscimento sarà equamente suddiviso. |
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LITIGARE COSTA: OGNI GIORNO QUASI 3 MILIONI E MEZZO DI EURO PER L’ECONOMIA MILANESE |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Le imprese milanesi si trovano coinvolte in controversie commerciali (che talvolta sfociano in una vera e propria causa) mediamente 3 volte all’anno. Si tratta per lo più di controversie che riguardano i rapporti fra imprese (80%). Il 73% delle liti è per via di mancato pagamento o pagamento incompleto. E per arrivare ad una conclusione possono passare anche più di due anni (25%). E litigare comporta tra l’altro affari bloccati e spese sostenute. Ma quanto costano le controversie per affari? Per l’economia milanese si parla di quasi 1.250.000.000 euro all’anno, che incide per lo 0,4% sul fatturato milanese, quasi 3 milioni e mezzo di euro al giorno. Emerge da un’indagine svolta dalla Camera di commercio di Milano attraverso il Lab-mim su 615 imprese milanesi, in occasione della prima settimana nazionale della conciliazione. Ma come “vive” l’imprenditore milanese la controversia? Per 83 imprenditori su 100 è fonte di stress e per uno su tre lo stress si ripercuote in ufficio, mentre per uno su quattro si riflette anche nell’ambito familiare e sulla propria salute. In tutto il territorio milanese solo il 40% degli intervistati vive le liti commerciali come un semplice “incidente di percorso”, mentre il 27% lo considera “un ostacolo”. I meno litigiosi? Gli over ’60 con poco più di due liti all’anno. Più attaccabrighe i giovani con quasi quattro liti all’anno ma anche le donne con quasi tre liti e mezzo all’anno. Di conseguenza più stressati i giovani (86,4%) che devono stare attenti alla salute: il 32% ne risente sulla propria pelle e il 30% porta la tensione anche in famiglia. E di conciliazione se ne è parlato oggi al Castello Visconteo di Abbiategrasso durante l’incontro “La conciliazione delle controversie commerciali, un approccio su misura per la piccola e media impresa”, organizzato dalla Camera di commercio di Milano e Apimilano, con la partecipazione della Camera per la Mediazione delle Controversie di Monza. “Sono risultati - ha affermato Stefano Azzali, Segretario generale della Camera Arbitrale, azienda speciale della Camera di commercio di Milano - che confermano come le controversie commerciali siano un problema strutturale per le imprese. Anche per venire incontro alla diffusa esigenza di vivere queste situazioni in modo meno problematico e più costruttivo, in un’ottica manageriale, la Camera di Commercio di Milano ha diversi servizi di risoluzione alternativa delle controversie tra cui il Servizio di conciliazione. Uno strumento per consentire di trovare, rapidamente, soluzioni soddisfacenti per tutte le parti coinvolte”. “Che lo strumento della conciliazione sia efficace anche nel contesto delle controversie di lavoro è indiscutibile.”- afferma Natale Manini, Direttore Relazioni Industriali Apimilano - ''Basti pensare che, grazie all'Accordo Apimilano-cgil Cisl Uil del Maggio 2000, la specifica Commissione operante sia presso la Sede che nei distretti di Abbiategrasso e di Seregno, solo nel 2004, ha affrontato con esito positivo ben 190 vertenze. Solo 7 non sono sfociate in Accordo.'' ''Ciò che preoccupa'' - conclude Manini - ''è la situazione generale di stagnante difficoltà in cui operano le Pmi, situazione cui è ascrivibile per la gran parte l'origine di una diffusa conflittualità.'' I Numeri Del Servizio Di Conciliazione Della Camera Arbitrale Di Milano - Camera Di Commercio Di Milano - 2004 Al Servizio di conciliazione della Camera arbitrale di Milano, i risultati sono sempre in crescita: nel 2004 sono state depositate 260 richieste di conciliazione (+ 53% rispetto al 2003) con 108 incontri già svolti o in programma (+ 103%). Oltre il 60% delle controversie si conclude con un accordo tra le parti. La durata media dei procedimenti è di 39 giorni. Una considerevole parte di controversie riguarda il settore delle telecomunicazioni, seguito da altri comparti tradizionalmente più "sensibili" alla composizione stragiudiziale delle liti: turismo, commercio e artigianato (vedere tabella in basso). Da un rilevamento effettuato sui procedimenti gestiti negli ultimi 2 anni, il 92% dei fruitori del Servizio di conciliazione è soddisfatto dell’accordo raggiunto. Positivi i giudizi sui tempi del Servizio di conciliazione: il 98% degli utenti li giudica adeguati. I costi del Servizio sono giudicati adeguati nel 92% dei casi. Come funziona il servizio di conciliazione? Una parte deposita la domanda di conciliazione illustrando, per sommi capi, quanto è avvenuto. I funzionari del Servizio di Conciliazione contattano l’altra parte per verificare la sua disponibilità a partecipare al tentativo. In caso di accettazione, viene fissata la data dell’incontro davanti ad un conciliatore il quale cercherà di aiutarle a raggiungere un accordo che chiuda definitivamente e in modo soddisfacente la vicenda. Si può raggiungere un accordo sulla vicenda oppure arrivare a stipulare un nuovo contratto tra le parti che consentirà il proseguimento del rapporto commerciale. L’accordo può essere solo monetario o, come succede in taluni casi, più “fantasioso’’ (ad es. Offrendo un buono sconto invece del denaro). Spazio alla creatività pur di recuperare, in modo positivo, un rapporto che si era deteriorato e magari rinnovarlo. Alla fine ciò che conta non è solo quanto si è ottenuto ma come lo si è ottenuto e cioè non litigando ma collaborando per trovare una soluzione… Quali liti è possibile conciliare? Ci si può rivolgere al Servizio di conciliazione per qualunque tipo di lite; l’unica condizione è che almeno una delle parti coinvolte sia un’impresa. Si può tentare la conciliazione per qualunque valore (non c’è un minimo o un massimo), a prescindere dalla provenienza delle parti (per citare due casi realmente accaduti: il turista bolognese che ha acquistato un viaggio da un Tour Operator piemontese può rivolgersi al Servizio di conciliazione di Milano; altrettanto può fare l’impresa trevigiana che ha in atto una controversia con un’impresa fornitrice ligure). Quanto costa? Depositare la domanda è gratuito: a) se nella controversia è coinvolto un consumatore; b) se le parti depositano congiuntamente la domanda di conciliazione; c) se il tentativo di conciliazione è obbligatorio per legge. La partecipazione all’incontro ha un costo, molto contenuto, collegato al valore della lite. Alcuni esempi: fino a 1.000 euro di valore della controversia, ciascuna parte pagherà 40 euro per partecipare all’incontro, mentre 1.001 a 5.000 euro, la partecipazione costerà 100 euro. Da 10.001 a 25.000, 300 euro. Ma il valore delle dispute conciliate può anche essere molto elevato (anche milioni di euro). Per vedere in dettaglio le tariffe del Servizio di Conciliazione, ci si può connettere a www.Conciliazione.com Per presentare una domanda di conciliazione al Servizio di Conciliazione, è sufficiente collegarsi al sito www.Conciliazione.com, compilare e inviare la domanda di conciliazione che si trova sul sito al fax 02/8515.4577 o presentare lo stesso modulo presso la Segreteria del Servizio di Conciliazione alla Camera Arbitrale – Camera di commercio di Milano, via Meravigli 9/b - Milano. Le informazioni sul servizio di Conciliazione possono essere fornite su appuntamento, via email o per telefono ai seguenti recapiti: 02 8055588, servizio.Conciliazione@mi.camcom.it Servizi di conciliazione nel resto d’Italia E’ bene ricordare che il Servizio di conciliazione è attivo presso tutte le Camere di commercio lombarde e in molte altre Camere di commercio italiane. Per quanto riguarda la provincia milanese, è possibile avvalersi anche delle sedi decentrate della Camera di commercio a Legnano, Desio e Monza. |
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MOTO SPA (GRUPPO CREMONINI): ACCELERA LA CRESCITA SULLE AUTOSTRADE ITALIANE SI AGGIUDICA LA CONCESSIONE, DELLA DURATA DI 6 ANNI, DELL’AREA DI SERVIZIO DI SAN BENEDETTO EST (A15) CHE SI STIMA SVILUPPERÀ UN FATTURATO COMPLESSIVO DI 10 MILIONI DI EURO.
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Castelvetro di Modena, 31 gennaio 2005 - Moto S.p.a., società partecipata dal Gruppo Cremonini in modo paritetico con Compass Group Plc, si è aggiudicata la gestione dell’area di ristoro di San Benedetto Est sull’autostrada della Cisa Parma-la Spezia (A15). La concessione, della durata di 6 anni, è stata assegnata dalla società Autocamionale della Cisa Spa, del Gruppo Gavio, e si stima svilupperà un fatturato complessivo nel periodo contrattuale di 10 milioni di Euro. Da inizio anno Moto ha accelerato il processo di crescita sulle autostrade italiane. Infatti, oltre a San Benedetto Est, Moto è definitivamente subentrata nella gestione delle 3 aree di ristoro di La Pioppa Est (A14), Reggello Ovest (A1) e S. Martino Ovest (A1), concessioni del valore complessivo annuo di 20 milioni di Euro, che la società si era aggiudicata nel marzo 2004. Salgono così a 28 le aree di ristoro autostradale gestite da Moto in Italia. Moto, attraverso l’aggiudicazione di San Benedetto Est, consolida anche il rapporto con il Gruppo Gavio, il secondo gestore delle reti autostradali in Italia. Infatti nella primavera scorsa Moto si era aggiudicato la concessione di Borsana Sud, sulla A10 nei pressi di Finale Ligure, una prestigiosa area sull’Autostrada dei Fiori gestita dal Gruppo Gavio. |
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IL SOTTOSEGRETARIO AI TRASPORTI PAOLO MAMMOLA : LA NUOVA SFIDA SI CHIAMA LOGISTICA ALTRI 50 MIO. DI EURO PER NUOVE STRUTTURE ALL’INTERPORTO DI VENEZIA |
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Venezia, 31 gennaio 2005 - Governo ed enti locali sostengono ed implementeranno il proprio impegno, ciascuno per la parte di sua competenza, per lo sviluppo logistico dell’area interportuale di Porto Marghera che fa capo all’Interporto di Venezia. Questo in sintesi quanto è emerso nella giornata organizzata all’Interporto veneziano in occasione dell’apertura dei cantieri di 5 nuove grandi opere relative allo sviluppo logistico dell’area per ulteriori 50 milioni di euro. Alla presenza di oltre 600 invitati del mondo della politica, dell’impresa e del lavoro il sottosegretario ai Trasporti on. Paolo Mammola ha tra l’altro affermato che “ Anche per la parte che concerne il Governo la scommessa, lanciata 11 anni fa, è stata vinta, per la grande capacità imprenditoriale e per le risorse umane impiegate”. Ora si rilancia, in un sempre maggiore competitività in un mercato internazionale sempre più agguerrito cui si deve saper rispondere con la capacità di far sistema. Questo è l’elemento indispensabile per cogliere ulteriori opportunità per polarizzare nuovi flussi di traffico ma anche per rendere ancor più strategica la riconversione dell’area industriale veneziana sulla quale potrebbero essere mirati importanti investimenti anche stranieri. Sul ruolo delle istituzioni ha parlato il sindaco di Venezia e presidente della Commissione del Parlamento Europeo Paolo Costa .” Se il connubio pubblico-privato funzionerà nella realizzazione del Corridoio n.5 , così come ha funzionato nella realizzazione dell’Interporto di Venezia, allora ci sono buone prospettive. Il Corridoio n.5 lambirà i porti di Venezia e Trieste e porterà grandi traffici internazionali ad attraversare i nostri mari. Sono convinto che nella nostra area, per la presenza del porto , dell’aeroporto e dell’interporto, la logistica diventerà uno dei fattori portanti dello sviluppo del territorio: questo sviluppo dipenderà dall’impegno delle istituzioni affiancate a quello dei privati “. Numerosi interventi, tra i quali quello dell’assessore ai Trasporti del Veneto Renato Chisso, del presidente dell’Autorità Portuale di Venezia Giancarlo Zacchello , del presidente della camera di commercio ing. Massimo Albonetti, del presidente dell’Amministrazione Provinciale Davide Zoggia, del direttore generale di Unindustria Italo Turdò , degli onorevoli Gianni De Michelis, Cesare Campa ecc, hanno ribadito come la realizzazione e l’ulteriore potenziamento dell’Interporto di Venezia rappresentino una grande opportunità, anche in termini occupazionali, nella riconversione dell’area ed hanno rinnovato l’ impegno delle pubblliche amministrazioni e degli enti economici, già presenti nel pacchetto azionario, a sostenere con forza lo sviluppo dell’infrastruttura. Da parte sua il consigliere delegato di Interporto di Venezia s.P.a. Eugenio De Vecchi ha ricordato che “Obiettivo dei nostri investimenti è lo sviluppo economico dell’area. Le nuove 5 strutture, due in particolare dedicate alla logistica distributiva, in questo momento di difficile congiuntura economica contribuiranno a dare maggiore efficienza e quindi maggiore competitività alle nostre industrie che debbono operare in un mercato sempre più globalizzato e sempre più concorrenziale” |
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ALSTOM GUARDA ALLA RUSSIA CON OCCHIO ITALIANO |
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Milano, 30 gennaio 2005 - Dopo la Cina, un business che ha fruttato 620 milioni di euro, Alstom Transport guarda con attenzione al mercato Russo e lo fa attraverso la sua sede italiana Alstom Ferroviaria Spa, che è stata incaricata ufficialmente dalla casa madre di seguire e sviluppare le relazioni con questo promettente mercato. “Le Relazioni tra Italia e Russia esistono già da tempo – ha dichiarato Emilio Gallocchio Country President di Alstom Italia e Amministratore Delegato di Alstom Ferroviaria – e questa è già una buona base; inoltre bisogna considerare che i prodotti sviluppati in Italia, ed in particolare il Pendolino, sono già pronti per il mercato russo.” Alstom Ferroviaria Spa con sede legale a Savigliano (Cuneo), è leader mondiale nel settore dei treni ad alta velocità basati sulla tecnologia “tilting”, il sistema di inclinazione in curva che consente di raggiungere un incremento di velocità sino al 30% circa su linee convenzionali. Il treno Pendolino è il fiore all’occhiello della sua produzione. L’azienda produce inoltre treni elettrici e diesel, sistemi di trazione per alta velocità, equipaggiamenti di trazione elettrica. Il Pendolino esiste già nella sua versione Finlandia ed è stato adattato e modificato per le rigide temperature del Nord Europa, potrebbe quindi essere facilmente fruibile dal mercato russo. Alstom Transport in Italia impiega circa 2.800 persone in 7 siti produttivi. Le sedi Alstom Transport in Italia progettano, realizzano ed installano treni, metropolitane, tram, sistemi ed impianti per il segnalamento e le telecomunicazioni ferroviarie, linee di contatto e sottostazioni elettriche, progetti chiavi in mano per metropolitane e tramvie. |
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CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ DEGLI IMMOBILI: CONCLUSA PER GENERALI PROPERTIES LA PRIMA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ DI DUE IMPORTANTI COMPLESSI SITI IN MILANO |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Due complessi per un totale di 80.000 mc di proprietà Generali Properties (Gruppo Generali) hanno ottenuto dal Rina la certificazione di qualità degli immobili. Generali Properties è la prima società in Italia che ha conseguito tale risultato. La consegna dei certificati è avvenuta nei giorni scorsi presso la sede Generali Properties. Lo schema di certificazione di qualità degli immobili, nato dalla collaborazione avviata nel 2002 tra Rina e Confedilizia, risponde alla necessità di definire un criterio di certificazione della “qualità globale” immobiliare che, tramite la definizione di oggettivi criteri tecnici, normativi e gestionali, permetta alle imprese, ai proprietari ed agli investitori di disporre di uno strumento dinamico e modulare idoneo alla valutazione degli immobili durante l’intero ciclo di vita. La certificazione è stata assegnata a due importanti complessi immobiliari di Generali Properties siti nel centro di Milano e riguarda due differenti livelli di qualità: la classe Build-cert, relativa agli aspetti tecnico abilitativi; la classe Build-man, che considera anche la gestione ordinaria e l’efficacia del programma di manutenzione; “Generali Properties è la prima società del settore a sottoporre immobili del suo patrimonio alla certificazione di qualità. L’obiettivo di tale iniziativa – dichiara l’Amministratore Delegato, Dottor Virgilio Tesan – è evidenziare la necessità di garantire la massima trasparenza nei confronti del mercato immobiliare. A tal fine abbiamo identificato in Rina il soggetto più idoneo a ricoprire il ruolo di ente certificatore, sia per la sua indipendenza che per la completezza ed efficacia dello schema certificativo proposto” “La certificazione degli immobili si sta sviluppando in questi mesi sulla base di numerose richieste che ci pervengono da tutta Italia da parte di operatori immobiliari - grande/piccola proprietà e Pubblica Amministrazione. Questa certificazione è un vero e proprio “voto” imparziale sul reale stato dell’immobile e sul suo sistema di gestione, basato su una valutazione tecnica indipendente rispetto alle parti interessate rappresentate dalla proprietà e dall’utente” sottolinea Domenico Andreis, Direttore Certificazione e Servizi Industriali Rina. Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “In un mercato immobiliare sempre più globale e aperto ai grandi investitori la certificazione di qualità rappresenta in Italia un’opportunità per introdurre il concetto di gestione dell’edificio nell’ottica della valorizzazione. Questo nuovo strumento offre ai consumatori finali, siano essi proprietari o investitori, diversi strumenti utili nella valutazione e nella selezione del prodotto edilizio, ovvero idonei a fornire garanzie finanziarie ed assicurative sia durante la gestione di un bene immobile, sia nella fase di progettazione e realizzazione. Confedilizia crede nella necessità di diffondere in Italia una nuova cultura di qualità immobiliare con l’obiettivo di migliorare le dinamiche del nostro mercato allineandolo agli standard europei”. |
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COLLEGIO DEI GEOMETRI DI VENEZIA, DE MARTIN CONFERMATO ALLA PRESIDENZA |
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Venezia – 31 gennaio 2005 - Si è insediato mercoledì 26 gennaio 2005, il nuovo Consiglio direttivo del Collegio dei Geometri della provincia di Venezia. Le elezioni hanno confermato alla presidenza, anche per il biennio 2005-2007, Massimiliano De Martin. La squadra di professionisti che lo affiancherà è composta dal segretario Giuseppe Fioretti, dal tesoriere Claudio D'odorico e dai consiglieri Maurizio Crepaldi, Rosaria Mastrantoni, Massimo Niero, Roberta Prosdocimi, Giovanni Rizzo, Leone Sbrogiò. "Sono soddisfatto della conferma, perché costituisce un segnale di fiducia verso la politica intrapresa fino a questo momento", dichiara De Martin. Il nuovo corso metterà al centro della politica del Collegio la figura dell'iscritto. "Dopo un biennio di lavoro volto a rafforzare il ruolo dei professionisti sul territorio - spiega il presidente -, allacciando rapporti di collaborazione con enti e istituzioni, ora è importante rafforzare e investire su formazione continua e specializzazione dei geometri". |
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TALENTI & CARRIERA OGNUNO AL POSTO GIUSTO… |
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Verona, 31 gennaio 2005 - La nostra Società è da sempre un’attenta osservatrice delle dinamiche inerenti l’evoluzione delle Carriere e delle Organizzazioni. Siamo soprattutto interessati a cogliere le evoluzioni nei contenuti e nelle skills in relazione ai mutati contesti e all’aumentare della complessità nelle organizzazioni e nel mercato. Talvolta apriamo degli “osservatori” volti a raccogliere la prospettiva delle imprese, talvolta scegliamo di confrontarci direttamente con gli “esperti” ed avviare un confronto con i Responsabili Aziendali, gli Operatori del mondo delle imprese e con i Professionisti. Questa volta abbiamo scelto di approfondire il tema dei Talenti e del loro Sviluppo. Come sviluppano oggi le aziende i loro collaboratori? Si parla spesso di competenze, di capacità, di abilità. Ultimamente si parla sempre più spesso di talenti. Quale è il contributo per le persone e le aziende di questo diverso modo di vedere le cose? Che cosa sono i talenti? Vengono identificati e utilizzati veramente dalle aziende? In base a quale scelta di fondo si selezionano i nuovi collaboratori? Si cercano competenze o talenti? E quando si guarda allo sviluppo dei collaboratori, si costruisce sui punti di forza delle persone o si cerca di colmare i gap e si fa formazione sui punti di debolezza dei singoli? Vi sono poi i percorsi di carriera: in che modo i percorsi di crescita, i ruoli, le funzioni tengono conto degli specifici talenti delle persone e dei loro punti di forza? L’approccio che abbiamo scelto per affrontare questi temi è stato la raccolta delle prospettive e delle pratiche poste in atto da 33 aziende delle province di Verona, Mantova, Padova, Bologna, Bolzano, Milano, Modena. Hanno inoltre condiviso con noi la loro prospettiva 43 managers in qualità di collaboratori all’interno di diverse organizzazioni. Durante l’incontro, al quale daranno testimonianza managers e responsabili aziendali, verranno illustrati e commentati i risultati dell’indagine. H 16,00 – Introduzione al tema Talenti & Carriera: ognuno al posto giusto Niederdorf Italia Srl - Massimo Gilmozzi; h 16,10 – L’idea dell’indagine e dell’osservatorio, Niederdorf Italia Srl - Giovanna Combatti; h 16,25 – Presentazione dei risultati dello studio Erica Ferrari – studentessa di Scienze Psicologiche Sociali e del Lavoro, Università di Padova; h 16,50 – L’identificazione dei talenti di cui dispongono i collaboratori in una realtà industriale neo-acquisita – Dott. Marco Boraso, Amministratore Delegato Ceme Engineering Spa, Carugate Mi; h 17,05 – Selezionare e formare collaboratori che lascino il segno: Dott. Claudio Ceraico – Direttore del Personale, Corneliani Spa, Mantova; h 17,20 – Individuare nei giovani il potenziale di crescita e assegnazione alla posizione “giusta” - Dott. Paolo Lombardi, Responsabile Selezione e Sviluppo, Autogerma Spa, Verona; h 17,35 – Cercare la combinazione persona & ruolo nelle funzioni manageriali in una organizzazione istituzionale – Avv. Marco Crescimbeni, Direttore del Personale e Organizzazione, Comune di Verona; h 17,50 – Casi e risultati nell’utilizzo e sviluppo del talento Massimo Gilmozzi, partner Niederdorf Italia Srl; 18,05 – Tavola Rotonda : domande e dibattito Conclusione. 2 febbraio 2005 – ore 16.00/18.30. L’incontro si svolgerà Presso Associazione Industriali di Verona P.zza Cittadella, 12 – 37121 Verona |
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ENAC 2004: LA COSTRUZIONE DELL’AUTORITÀ - IL NUOVO ASSETTO DELL’AVIAZIONE CIVILE |
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Roma, 31 gennaio 2005 - Il 27 gennaio il Presidente dell’Enac, on. Prof. Vito Riggio ed il Direttore Generale, com.Te Silvano Manera, hanno presentato il bilancio dell’attività dell’ente, a poco più di un anno dall’insediamento dei nuovi organi ed alla luce del percorso di costruzione dell’Autorità del settore e del nuovo assetto dell’aviazione civile. L’incontro si è svolto dinanzi al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ing. Pietro Lunardi, ad altri rappresentanti del mondo istituzionale e politico, ed ai più importanti operatori del sistema aeroportuale italiano. La recente legge 265 del novembre 2004 ed il definitivo avvio dell’iter di riforma di alcuni articoli del Codice della Navigazione pongono, infatti, l’Enac dinanzi ad impegnative sfide, in un nuovo ruolo di Autorità unica di regolazione, certificazione e controllo, a garanzia istituzionale della sicurezza del trasporto aereo e a tutela della qualità dei servizi all’utente, in costante coordinamento con il Ministero di riferimento e con l’intero settore. Su questo tema i vertici dell’Enac hanno inteso organizzare un’occasione di incontro con le realtà più rappresentative dell’attuale scenario dell’aviazione civile del nostro Paese. Hanno partecipato, tra gli altri, il gen. Bruno Nieddu, Presidente di Enav S.p.a., il dott. Pier Giorgio Ballini, Vice Presidente di Assaeroporti, l’ing. Fausto Cereti, Presidente di Assaereo. In tale occasione l’Enac ha presentato un prodotto editoriale aggiornato che fotografa lo stato delle attività che l’Enac ha intrapreso nel corso degli ultimi tempi. La pubblicazione, oltre ad annoverare la missione, i valori identificativi, la visione ed i compiti che impegnano l’Enac in base al proprio mandato istituzionale, riporta i resoconti degli interventi portati avanti negli ambiti di regolazione, controllo e vigilanza, settori che costituiscono il fulcro dell’attività dell’ente. Alcuni capitoli sono dedicati alla sicurezza intesa come safety e come security; alle gestioni aeroportuali; allo stato di realizzazione degli interventi infrastrutturali; alle modifiche dell’assetto organizzativo dell’Enac; alla qualità dei servizi ed alla tutela dei diritti dei passeggeri. Come si legge nelle prime pagine della pubblicazione, la missione dell’Enac può essere sintetizzata nel seguente concetto: “Promuovere lo sviluppo sostenibile dell’Aviazione Civile, garantendo al Paese, in particolare agli utenti ed alle imprese, la sicurezza dei voli, la tutela dei diritti, la qualità dei servizi e l’equa competitività”. È quanto intrapreso dall’Enac con passi concreti che hanno portato a risultati tangibili in vari ambiti. In ambito di safety l’Enac ha adottato il Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti; ha certificato tutti i principali aeroporti italiani attraverso i quali si sviluppa oltre il 90% del traffico passeggeri; ha regolamentato la costituzione dei Local Runway Safety Team in tutti i principali aeroporti nazionali per la prevenzione delle runway incursion (incursioni in pista); ha attuato una attenta sorveglianza degli operatori e del personale nazionale; ha implementato la sorveglianza degli operatori esteri, attraverso il programma Safa, svolgendo un totale di 624 ispezioni di rampa nel corso del 2004. Per quanto riguarda, invece, la sicurezza intesa come security, l’Enac coordina ed attua le disposizioni che pervengono dal Dipartimento per la Navigazione Marittima ed Aerea del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Cisa (Comitato Interministeriale per la Sicurezza Aeroportuale), comitato che risponde alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, composto da rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Interno e della Difesa, oltre ad operatori del settore, e di cui l’Enac ha la presidenza; predispone i programmi di interventi e finanziamenti con onere pubblico per i controlli di sicurezza; effettua attività ispettiva e di verifica su tutti gli aeroporti, secondo i regolamenti comunitari di riferimento. In materia di gestioni aeroportuali, l’Enac ha emanato le linee guida che definiscono gli orientamenti, le procedure e le condizioni di esercizio degli aeroporti per giungere all’obiettivo dell’assegnazione della gestione totale per tutti gli aeroporti nazionali; le linee guida comprendono anche istruttorie sui programmi di intervento delle varie società di gestione, compresi il piano degli investimenti ed il piano economico finanziario, che devono avere requisiti in linea con le importanti trasformazioni che investono il settore in ambito europeo. Importanti interventi infrastrutturali sono stati realizzati nel corso degli ultimi anni attraverso finanziamenti disposti con normative nazionali e con fondi europei: un totale di circa 440 milioni di euro investiti, di cui ben 225 milioni di euro in opere già ultimate. Tra queste ricordiamo le nuove aerostazioni di Cagliari, Olbia, Alghero e Crotone; la Cargo City di Fiumicino; l’allungamento pista di Bologna; la riqualificazione di vari piste tra cui quelle di Lampedusa, Catania, Reggio Calabria e Olbia. Tra i lavori in corso di esecuzione vi sono le nuove aerostazioni di Lampedusa e Pantelleria; la nuova aerostazione di Bari che verrà inaugurata a marzo, mentre Catania a Palermo porteranno a termine importanti lavori di ampliamento delle strutture entro la fine di quest’anno. L’enac punta al conseguimento e mantenimento dei tre obiettivi strategici principali legati alla sicurezza, alla qualità ed alla regolazione economica del trasporto aereo anche attraverso le modifiche apportate al proprio assetto organizzativo che trasformano l’Ente in una struttura più dinamica ed efficiente con l’eliminazione di un livello gerarchico; con l’aumento della valenza organizzativa destinata alla security; con il decentramento sul territorio di attività come, ad esempio, le licenze del personale, la registrazione degli aeromobili, la sorveglianza sulle operazioni volo e le ispezioni a presidio di safety e security aeroportuale. Numerose le iniziative intraprese dall’Enac a garanzia degli standard di qualità dei servizi resi all’utenza del trasporto aereo ed alla tutela dei diritti dei passeggeri. Tra queste, oltre alla costituzione di tavoli di lavoro che periodicamente aprono confronti tra l’Enac, l’Enav, le associazioni dei vettori e degli aeroporti, il Consiglio nazionale dei Consumatori e degli Utenti presso il Ministero delle Attività Produttività, le associazioni dei consumatori, dei tour operator e delle agenzie di viaggi, l’Enac ha curato particolarmente la comunicazione verso i cittadini mirata ad aumentare la fiducia nei confronti del sistema e l’informazione verso i media sulle proprie attività e sul funzionamento del settore. Dall’agosto del 2004, inoltre, è stato attivato il Numero Verde 800 898 121, numero gratuito, diventato un punto di riferimento dei cittadini che necessitano informazioni sul settore, come si è visto anche durante la crisi della compagnia Volare, periodo durante il quale il Numero Verde dell’Enac ha ricevuto oltre 50.000 telefonate. |
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ALITALIA: ANDAMENTO FINANZIARIO DELLA COMPAGNIA, STATO DI ATTUAZIONE DEL PIANO INDUSTRIALE 2005-2008 |
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Roma, 31 gennaio 2005 - Si è riunito 27 gennaio il Consiglio di Amministrazione dell'Alitalia, sotto la presidenza dell'ing. Giancarlo Cimoli. Nella riunione, il Consiglio di Amministrazione è stato informato sull'andamento finanziario della Compagnia, sullo stato di attuazione del Piano Industriale 2005-2008 per quanto concerne sia l'andamento commerciale ed economico sia gli sviluppi delle azioni connesse al riassetto societario del Gruppo e sulla procedura di scrutinio del Piano stesso da parte della Commissione Europea, segnatamente, la Decisione del 19 gennaio 2005 e le azioni avviate al riguardo. Il Consiglio di Amministrazione ha, inoltre, autorizzato il Presidente-amministratore Delegato ad attribuire la qualifica di Accountable Manager della Società al dott. Antonio Migliardi, nella sua qualità di Cbief Production Officer della Compagnia, conferendogli ogni conseguente potere connesso a detta attribuzione. Nel corso della seduta, il Consiglio di Amministrazione ha, quindi, preso atto del Budget del corrente esercizio che evidenzia risultati economici più positivi di quelli dell'anno precedente ed in linea con quelli prospettati dal primo anno del Piano Industriale 2005-2008, pur in presenza di uno scenario macroeconomico sensibilmente più negativo in funzione dell'andamento del prezzo del carburante e dell'ulteriore rafforzamento dell'euro sul dollaro Usa. Il Consiglio di Amministrazione ha adottato il Codice di Integrità e Carta dei Valori di Alitalia, che il Presidente-amministratore Delegato ha voluto introdurre con determinazione affinché l'applicazione costante e diffusa di valori etici guidino tutte le azioni delle persone, all'interno dell'azienda e verso l'esterno. Gli Amministratori ed i Sindaci hanno espresso vivo apprezzamento e totale condivisione del progetto. Il Consiglio di Amministrazione, da ultimo, ha riconsiderato il calendario dei principali eventi societari dell'esercizio 2005, già comunicato al pubblico lo scorso 11 novembre, convenendo, in particolare, di riprogrammare per il 20 maggio 2005 la data della seduta consiliare con all'ordine del giorno l'approvazione del progetto di bilancio di esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2004, da sottoporre all'Assemblea ordinaria degli Azionisti prevista per il 27 ed il 28 giugno 2005, rispettivamente in prima ed in seconda convocazione. In tale quadro, il Consiglio ha, altresì, convenuto che la Società proceda alla predisposizione della relazione del quarto trimestre dell'esercizio 2004 da rendere pubblica il 14 febbraio 2005, previa approvazione da parte dello stesso Organo consiliare nella riunione a tal fine programmata per la medesima data. Per pronto riferimento, si riportano, in appresso, le date aggiornate dei principali eventi societari dell'esercizio 2005, come sopra riprogrammate dal Consiglio di Amministrazione. 14 febbraio 2005 Consiglio di Amministrazione con all'ordine del giorno l'approvazione della relazione trimestrale al 31 dicembre 2004; 12 maggio 2005 Consiglio di Amministrazione con all'ordine del giorno l'approvazione della relazione trimestrale al 31 marzo 2005; 20 maggio 2005 Consiglio di Amministrazione con all'ordine del giorno l'approvazione del progetto di bilancio di esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2004; 27-28 giugno 2005 Assemblea ordinaria degli Azionisti con all'ordine del giorno l'approvazione del bilancio dell'esercizio 2004; 12 settembre 2005 Consiglio di Amministrazione con all'ordine del giorno l'approvazione della relazione semestrale al 30 giugno 2005. Il predetto documento sarà messo a disposizione del pubblico entro settantacinque giorni dalla chiusura del semestre e, pertanto, ai sensi dell'art. 82, comma 2, della deliberazione Consob n. 11971/99 e successive modificazioni, la relazione trimestrale relativa al periodo aprile-giugno 2005 non sarà predisposta 11 novembre 2005 Consiglio di Amministrazione con all'ordine del giorno l'approvazione della relazione trimestrale al 30 settembre 2005. |
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INAUGURAZIONE VOLI DIRETTI MILANO TALLINN CON ESTONIAN AIR |
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Tallinn, 31 gennaio 2005 - La compagnia aerea Estonian Air inaugura la tratta diretta Tallinn - Milano Bergamo (Orio al Serio) ad un costo di 1280 corone estoni (circa 80 Eur). In precedenza era possibile raggiungere la capitale baltica solo partendo da Monaco (40 Eur) o facendo scalo a Londra Stansted, dopo la chiusura di Volareweb, unica compagnia ad offire la tratta diretta. I voli diretti avranno inizio dal 30 marzo 2005. Http://shop.reisi.net/?&op=booking&destcity=bgy |
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PROGETTAZIONE LEGGERA DI STRUTTURE D'AEREO |
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Bruxelles, 31 gennaio 2005 - Dal 7 all'11 marzo si svolgerà ad Amburgo un workshop sulla progettazione leggera di strutture d'aereo. La manifestazione intende fornire indicazioni sui risultati più recenti nel settore della progettazione leggera, in particolare per quel che riguarda le strutture d'aereo. Il workshop si dirige a ingegneri laureati, professionisti di livello equivalente e responsabili che hanno familiarità con la progettazione leggera, ma è adatto anche a specialisti interessati ad ampliare le proprie conoscenze e a neoesperti. Http://tutech.de/22323458 |
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US101 SELEZIONATO DALLA U.S. NAVY COME NUOVO ELICOTTERO PER IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI |
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Roma, 31 gennaio 2005 - La U.s. Navy ha annunciato il 28 gennaio di aver selezionato lo Us101 per la nuova flotta di elicotteri “Marine One” destinati al trasporto del presidente degli Stati Uniti d’America. La Marina degli Stati Uniti assegnerà a Lockheed Martin, prime contractor del Team Us101, un contratto di 1,7 miliardi di dollari per la fase di integrazione e dimostrazione del “Marine One”. Il Team Us101costruirà ed equipaggerà l’elicottero Us101 fornire un efficiente e sicuro “Ufficio Ovale nel cielo” al Presidente. "Siamo onorati della fiducia riposta nella Lockheed Martin e nel Team Us101 per questa missione vitale e di grande visibilità", ha detto Robert J. Stevens, presidente e amministratore delegato di Lockheed Martin Corporation [Nyse: Lmt]. "I tre membri del Team Us101, nonché tutti i vertici delle società a cui fanno capo, sono consapevoli della grande sfida che li attende: fornire al Presidente del nostro paese il migliore elicottero esistente al mondo e stanno lavorando per soddisfare al meglio questo requisito”. Il Team Us101 comincerà immediatamente a lavorare al programma, utilizzando personale e strutture già disponibili, a supporto delle attività di riduzione del rischio finanziate dalla Marina, in essere dal marzo 2004. Le attività a breve termine prevedono la realizzazione di una struttura sicura per l’elicottero presidenziale, comprensiva di un nuovo centro di integrazione e di hangar, presso una sede Lockheed Martin esistente a Owego, Ny, e la costruzione di stabilimenti per l’assemblaggio dell’elicottero ad Amarillo, in Texas. L’assunzione del personale è già in corso. "Siamo fieri di offrire il nostro collaudato elicottero, supportato da una notevole esperienza operativa, come base per la nuova flotta Marine One per il Presidente degli Stati Uniti”, ha detto Pier Francesco Guarguaglini, Presidente e Amministratore Delegato della Finmeccanica, azionista al 100% della Agustawestland. "Siamo certi che lo Us101 garantirà al Presidente le migliori prestazioni, e siamo onorati della fiducia accordata dal Governo Usa al Team Us101 per assolvere a questa importante responsabilità". Oltre 200 fornitori di 41 stati supportano il Team Us101, guidato dalla Lockheed Martin con i partner Agustawestland e Bell Helicopter Textron. I fornitori comprendono alcune delle più importanti società aerospaziali americane quali General Electric, Itt, Northrop Grumman, Kaman Aerospace e Palomar Products. In base al programma contrattuale corrente, si prevede che il primo Us101 sarà pronto a trasportare il Presidente nel 2009, mentre l’intera flotta di 23 Us101 sarà consegnata allo squadrone Marine One entro la fine del 2014. Il Team Us101 è guidato dalla Lockheed Martin Systems Integration – Owego, che agisce da prime contractor e system integrator per il velivolo Us101, di costruzione americana, versione statunitense dell’elicottero per missioni multiple di grande successo Eh101 prodotto dalla Agustawestland. Il Team Us101 apporta collettivamente a questo programma un’esperienza conoscitiva e pratica senza pari: Lockheed Martin (prime contractor e system integrator), Agustawestland (progettazione del velivolo) e Bell Helicopter (produzione del velivolo), mentre la General Electric doterà ogni elicottero di tre motori Ct7 -8E di 2.500 shp. Http://www.teamus101.com |
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AUTOGRILL PRESENTA UN’OFFERTA PUBBLICA PER ALDEASA E RAGGIUNGE UN ACCORDO CON ALTADIS L’OFFERTA SARÀ LANCIATA AL PREZZO DI EURO 33 PER AZIONE |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Autogrill S.p.a. Ha depositato il 28 gennaio presso la Cnvm (Comisión Nacional del Mercado de Valores), tramite Retail Airport Finance S.l.u., interamente controllata da Autogrill España S.a. (100% Autogrill S.p.a.), un’offerta pubblica cash per l’acquisto del 100% del capitale di Aldeasa S.a. (Madrid: Ald Sm) – operatore spagnolo attivo nel settore del retail aeroportuale e dei duty free – di cui Altadis S.a. (Madrid: Alt Sm) – uno dei principali operatori europei del tabacco e della fornitura di servizi di logistica – possiede una quota del 34,6 per cento. L’offerta, che non sarà soggetta al raggiungimento di una soglia minima di adesione, sarà lanciata al prezzo di Euro 33 per azione, per un corrispettivo teorico complessivo di Euro 693 milioni per il 100% del capitale di Aldeasa. A garanzia degli obblighi di pagamento derivanti dall’offerta, la società offerente ha presentato alla Cnmv garanzia bancaria rilasciata dalla filiale spagnola di Calyon, controgarantita da Banca Intesa, per un importo pari al corrispettivo teorico complessivo. In caso di totale adesione all’offerta, l’esposizione finanziaria massima di Autogrill ammonterà a circa Euro 350 milioni, senza considerare le disponibilità nette di Aldeasa (circa Euro 32 milioni nell’esercizio 2003). In vista del lancio dell’offerta, Autogrill e Altadis hanno raggiunto un accordo in base al quale Altadis si è impegnata a: (i) non aderire all’offerta lanciata da Autogrill ne' ad alcuna altra offerta concorrente sul capitale di Aldeasa; (ii) conferire, all’esito dell’offerta, la sua partecipazione in Aldeasa all’offerente Retail Airport Finance, a fronte dell’emissione e dell’assegnazione ad Altadis di quote di partecipazione nel capitale dell’offerente. Il conferimento dovrà avvenire con gli opportuni aggiustamenti eventualmente necessari affinché, all’esito dell’offerta e all’esecuzione dell’accordo, Altadis e Autogrill possiedano ciascuna una quota rappresentativa del 50% del capitale dell’offerente; (iii) non negoziare ne' concludere alcun accordo con terzi in relazione all’eventuale cessione della partecipazione detenuta nel capitale di Aldeasa. Peraltro, Altadis sarà esonerata dagli impegni di cui sopra, potendo conseguentemente accettare qualsiasi offerta, qualora l'offerta lanciata da Retail Airport Finance venga ritirata a norma delle applicabili disposizioni normative e, in particolare, per l'esistenza di qualsiasi offerta concorrente o rilancio per un prezzo superiore. Non esistono decisioni o impegni di sorta con riferimento a possibili incrementi del prezzo attuale. Tuttavia, Altadis e Autogrill hanno pattuito che Autogrill potraà decidere senza necessità di ottenere il consenso da parte di Altadis , sino ad una soglia del 15% di incremento sul prezzo iniziale. Qualsiasi aumento del prezzo dell'offerta al di sopra di tale soglia richiederaà invece l'accordo di entrambe le parti dell'accordo. Le azioni attualmente possedute da Altadis nel capitale di Aldeasa verranno valorizzate al prezzo previsto per l’offerta pubblica lanciata da Autogrill. L’accordo raggiunto con Altadis prevede altresì l’impegno dei due soci al 50% a non cedere la propria partecipazione per un triennio, nonché una specifica disciplina per l’eventuale dismissione delle rispettive partecipazioni nel periodo successivo. L’offerta e l’accordo sono soggetti all’approvazione della Cnvm e delle Autorità Antitrust. Attualmente Altadis consolida la partecipazione in Aldeasa a patrimonio netto. Con la transazione, Altadis e Autogrill consolideranno le loro rispettive partecipazioni in Retail Airport Finance S.l.u. Secondo il criterio proporzionale. La partnership tra Autogrill, operatore leader nelle concessioni aeroportuali, e Altadis, attuale azionista di riferimento di Aldeasa, rafforzerà le capacità di Aldeasa nel mercato retail consentendole una potenziale significativa crescita. Per Autogrill, la partecipazione in Aldeasa è strategica per affiancare al food & beverage l’attività retail, per sviluppare l’attività aeroportuale retail internazionale e per ampliare la significativa presenza in Nord America all’Europa e all’America Latina. Per Altadis, l’incremento della partecipazione in Aldeasa permetterà alla Società di rafforzare la propria presenza in un settore ad alto valore aggiunto. Dal punto di vista finanziario, l’operazione produrrà guadagni già a partire dalla conclusione dell’Opa. Gli advisor finanziari dell’operazione sono Lazard per Autorgrill e Jpmorgan per Altadis. |
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NIERI SU VERTENZA NUANCE GROUP (DUTY FREE) |
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Roma, 31 gennaio 2005 - Si è tenuta una riunione istituzionale cui hanno partecipato Regione, Provincia Comune di Roma e Comune di Fiumicino riguardo la vertenza "Nuance Group". La società "Nuance", che ha in gestione 12 punti vendita all'interno del Duty Free dell'aeroporto Leonardo Da Vinci, vanta un organico di circa 150 lavoratori; per molti di questi lavoratori sono a rischio i rinnovi contrattuali. Al fine di scongiurare tale pericolo era stata convocata la riunione istituzionale cui era stata invitata anche la Adr, società che gestisce lo scalo di Fiumicino, ma Adr non si è presentata. "E' molto grave che Adr non si sia presentata al tavolo di lavoro convocato questa mattina - ha dichiarato l'Assessore alle Politiche per le Periferie, lo Sviluppo Locale, il Lavoro del Comune di Roma Luigi Nieri - E' chiaro che la Nuance debba da parte sua predisporre un piano di gestione economica per risolvere la crisi che sta attraversando, ma è inaccettabile che Adr si sottragga alle sue responsabilità sulla situazione dello scalo - conclude Nieri -Riconvocheremo comunque Adr per cercare di risolvere insieme questa difficile situazione". |
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LA PIATTAFORMA TECNOLOGICA DEI TRASPORTI MARITTIMI COMINCIA A ELABORARE UNA VISIONE STRATEGICA |
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Bruxelles, 31 gennaio 2005 - I maggiori operatori del settore europeo dei trasporti marittimi e fluviali si sono riuniti a Brema il 25 gennaio per lanciare una nuova piattaforma tecnologica nel settore e avviare i lavori per sviluppare una visione strategica comune dei futuri bisogni di ricerca. Il settore marittimo è di estrema importanza per l'Europa: all'incirca il 90% del commercio estero dell'Ue e il 40% di quello interno viene movimentato via mare. L'europa resta leader mondiale nella progettazione, costruzione e produzione di natanti specializzati e ad alta tecnologia (ad esempio le navi da crociera e le navi per il trasporto di gas naturale liquido), ma deve far fronte alla crescente concorrenza dell'Asia, la cui produzione sta costantemente aumentando. Gli operatori riconoscono che l'industria deve rinnovarsi, se vuole mantenere la sua posizione dominante. Come ha ricordato il commissario per le Imprese e l'industria Günter Verheugen nel corso del suo intervento alla quarta conferenza marittima tedesca, l'Ue autorizza gli Stati membri a sussidiare direttamente lo sviluppo di prodotti e processi innovativi nel settore della costruzione navale. In questo campo, la Germania ha presentato alla Commissione nuove proposte, che secondo il commissario dovrebbero diventare realtà al più presto. Il ministro tedesco per l'Economia e il lavoro, Wolfgang Clement, ha sottolineato che l'aiuto statale è un 'aiuto per aiutarsi', e come tale dev'essere usato. 'Sostegno per l'innovazione, viene definito anche così', ha detto Clement. Il governo considera questi finanziamenti 'una forma di coassicurazione, da rimborsare se l'introduzione del prodotto ha successo e l'azienda guadagna dall'innovazione', ha spiegato il ministro. La piattaforma tecnologica per il trasporto marittimo, la 22° in ordine di creazione, riunisce industria, autorità nazionali, organismi normativi, centri di ricerca e università, che, assieme, cercheranno di stimolare più efficaci investimenti pubblici e privati nella ricerca e di migliorare la coerenza delle attività di ricerca a livello europeo, nazionale, regionale e locale. Per ulteriori dettagli sulla ricerca dell'Ue nel settore trasporti di superficie: http://www.Cordis.lu/fp6/sustdev.htm http://europa.Eu.int/comm/research/transport/index_en.html Per ulteriori dettagli sulle piattaforme tecnologiche: http://www.Cordis.lu/technology-platforms |
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NESSUN BOLLO PER IL SEMPLICE CAMBIO DI TARIFFA A DUE SETTIMANE DALLA PRESENTAZIONE SONO GIÀ 10 MILA I CLIENTI CHE HANNO PRENOTATO UNA DELLE NUOVE TARIFFE BIORARIE DELL’ENEL |
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Roma, 31 gennaio 2005 - I clienti che desiderano aderire alle nuove tariffe di Enel per il 2005 che consentono, con una modesta modifica delle abitudini di consumo, un “taglio” della bolletta fino all’8% all’anno, non pagheranno l’imposta di bollo di 11 euro. Enel, infatti, avendo completato le necessarie verifiche in concomitanza del lancio delle tariffe Sera e Weekend, informa che la semplice adesione a una delle nuove opzioni tariffarie, potrà avvenire in maniera del tutto gratuita per i clienti che hanno già un contratto di fornitura elettrica. Basterà che il cliente, avendo comunicato la propria scelta telefonando al numero verde 800 900 800 o collegandosi al sito www.Prontoenel.it o recandosi presso il più vicino Quienel, invii una semplice comunicazione - non soggetta ad imposta di bollo - usando la busta preaffrancata che Enel gli avrà inviato. L’offerta delle nuove tariffe Enel sta avendo un notevole successo. A pochi giorni dalla presentazione delle nuove tariffe Due (disponibile già dal 1 gennaio), Sera e Weekend (disponibili dal 1 febbraio) si sono già prenotati oltre 10 mila clienti. Le nuove tariffe consentono un risparmio annuo da 10 a 80 Euro, a seconda dei consumi e dell'offerta prescelta. In particolare, con Sera e Weekend, destinate soprattutto a famiglie con consumi di almeno 2.640 kWh (che corrispondono a una bolletta media di 55 euro a bimestre), per ottenere lo sconto basta concentrare almeno il 26% dei propri consumi nelle ore che vanno dalle 19 all' una per Sera, o nell'intero fine settimana per la tariffa Weekend. In pratica si tratta di spostare a dopo le 19 o al sabato e domenica l’uso di elettrodomestici come la lavatrice o la lavapiatti. Ma se anche il cliente non ci riuscisse, non subirà alcun aumento di spesa: gli sarà, infatti, automaticamente applicata, per quel bimestre, la sua abituale tariffa. Con Due, destinata soprattutto alle seconde case o alle famiglie con consumi più elevati (potenze da 4,5 kW a 15 kW), il risparmio si ottiene concentrando il 57% dei consumi nelle ore che vanno dalle 20 alle 7 del mattino dal lunedì al venerdì e durante l'intero fine settimana. Tutte e tre le tariffe prevedono lo stesso sconto anche nei giorni di festività nazionale. A partire dal mese di aprile, saranno poi disponibili le tariffe Una - forfait, dedicata ai clienti residenti e non residenti con bassi consumi, e Agosto, tariffa studiata per risparmiare sulla bolletta della casa delle vacanze. Milioni di famiglie italiane, grazie al contatore elettronico, che distingue orari, giorni e mesi dei consumi di elettricità, possono quindi scegliere, senza alcun costo di attivazione, tra diverse opzioni tariffarie che premiano i clienti per un uso più intelligente dell’energia elettrica, indirizzando i consumi nelle ore di minor costo. Basta porre attenzione all’uso dei principali elettrodomestici per risparmiare e allo stesso tempo dare un contributo al miglior funzionamento del sistema elettrico nazionale, riducendo i consumi nelle ore di punta. I clienti che possono aderire alle nuove tariffe sono quelli ai quali è già stato installato il contatore elettronico e che hanno ricevuto comunicazione nella prima pagina della bolletta dell’avvio della telelettura bimestrale: a febbraio saranno circa 8 milioni, e cresceranno al ritmo di due milioni al mese. Entro la fine del 2005 la Società completerà la sostituzione dei contatori a tutti i suoi 30 milioni di clienti ed estenderà progressivamente il sistema di telelettura bimestrale alla totalità della sua clientela. |
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CHIUSA L'ISTRUTTORIA FORMALE NEI CONFRONTI DI ENEL PRODUZIONE PER L'INDISPONIBILITÀ DI IMPIANTI IN OCCASIONE DEI DISTACCHI PROGRAMMATI DEL GIUGNO 2003 |
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Milano, 31 gennaio 2005 - L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha chiuso l'istruttoria formale avviata lo scorso aprile 2004 nei confronti di Enel Produzione Spa per l'indisponibilità di impianti in occasione delle interruzioni programmate del 26 giugno 2003. L'istruttoria si basava sugli esiti dell'indagine conoscitiva avviata subito dopo gli eventi e conclusa il 6 dicembre 2003. La delibera è disponibile sul sito www.Autorita.energia.it L'autorità ha concluso l'istruttoria formale senza irrogare sanzioni ad Enel Produzione perchè, al termine della prima fase dell'istruttoria formale, la società si è avvalsa dell'istituto del pagamento in misura ridotta (oblazione), previsto dalla legge n. 689 del 1981, versando la somma di circa 50 mila euro (pari al doppio del minimo di quanto previsto: da 50 milioni a 300 miliardi in lire). Sulla possibilità di proseguire l'istruttoria a fini sanzionatori nonostante il versamento dell'oblazione, l'Autorità aveva richiesto un parere al Consiglio di Stato che ha riconosciuto, con comunicazione dello scorso 4 gennaio, la preclusione dell'ulteriore corso del procedimento. Il Consiglio di Stato ha però confermato la possibile prosecuzione dell'istruttoria a fini prescrittivi o inibitori, diversi da quelli sanzionatori. Poiché i produttori, in base alle normative in vigore nel 2003, avrebbero dovuto ricevere un compenso per il servizio di riserva del sistema, nel concludere l'istruttoria l'Autorità ha invitato il Gestore della rete, soggetto incaricato dei pagamenti per tale servizio, a non effettuare i versamenti a favore di Enel Produzione relativi al primo semestre 2003. |
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SEGNALAZIONE A PARLAMENTO E GOVERNO PROPOSTE DELL'AUTORITÀ PER LA PROMOZIONE DELLA CONCORRENZA NEL MERCATO DEL GAS |
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Milano, 31 gennaio 2005 - L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha inviato a Parlamento e Governo un documento di proposte per lo sviluppo concorrenziale del mercato del gas naturale con particolare riferimento alla terzietà della gestione della rete nazionale dei gasdotti e del sistema degli stoccaggi. La segnalazione si basa sulle conclusioni dell'istruttoria conoscitiva sul mercato del gas condotta congiuntamente all'Autorità garante della concorrenza e del mercato pubblicata il 17 giugno 2004, ed è disponibile sul sito wwww.Autorita.energia.it Lo sviluppo di un libero e concorrenziale mercato del gas e la sua disponibilità a prezzi convenienti è un elemento essenziale per la competitività complessiva del Paese. Nonostante quanto disposto in Italia nel 2000 per la liberalizzazione del mercato, il gruppo Eni mantiene una posizione dominante in tutte le fasi della filiera: produzione e approvvigionamento, trasporto, stoccaggio e vendita. Funzionali al mantenimento della posizione dominante appaiono la limitata capacità delle infrastrutture di importazione e di stoccaggio nonché le congestioni sui metanodotti di importazione, ciò che impedisce il formarsi di un eccesso di offerta, rispetto alla domanda, tale da innescare una effettiva concorrenza e una adeguata possibilità di scelta del consumatore fra fornitori alternativi. In questo contesto esistono oggettive difficoltà per le iniziative di altri operatori che non appaiono in grado di dare soluzione al problema. L'autorità auspica pertanto l'adozione, nel più breve tempo possibile, delle seguenti iniziative: Uscita dell'Eni dal capitale della società Snam Rete Gas almeno fino ad una quota residuale del 5%, come già previsto per la trasmissione nel settore elettrico, al fine di garantire effettiva terzietà e indipendenza nella gestione della rete nazionale del gas e nelle scelte di investimento; Agli stessi fini di terzietà, simile processo di uscita di Eni dalla società Stogit, monopolista nel settore degli stoccaggi, ed eventuale fusione di quest'ultima nella società Snam Rete Gas; Conferimento alla società Snam Rete Gas, contestualmente al processo di dismissione, della facoltà di operare all'estero e trasferimento ad essa di proprietà, concessioni e diritti di trasporto oggi in capo al gruppo Eni nei gasdotti collegati all'Italia, fatta salva l'esecuzione dei contratti in essere; Cessione a operatori terzi di parte dei contratti di importazione di lungo periodo nella disponibilità del gruppo Eni; Cessione a operatori terzi di parte della produzione nazionale nella disponibilità esclusiva del gruppo Eni; Riformulazione del limite per l'Eni alla immissione di gas in Italia e suo prolungamento oltre il 2010; l'Eni ha sostanzialmente eluso tale limite cedendo a propri "concorrenti" sul mercato nazionale, quantitativi di gas e capacità di trasporto sui gasdotti internazionali fino al confine italiano. Le proposte formulate dall'Autorità si associano anche ai potenziali di sviluppo del mercato nazionale del gas offerti dalla collocazione geografica del nostro Paese, ponte naturale tra le aree di produzione mediorientali e nord africane e le aree di consumo continentali europee; tale collocazione consentirebbe all'Italia di diventare un vero e proprio "hub", base di scambio per i mercati internazionali di approvvigionamento e consumo. In tale prospettiva di sviluppo, le infrastrutture del gas e i mercati fisici e finanziari che su di esse gravitano - anche tramite la costituenda borsa del gas - caratterizzerebbero il nostro Paese come area di transito e non più solo come area di consumo; ciò genererebbe significative e positive conseguenze in termini di sicurezza degli approvvigionamenti e di convenienza economica, grazie ad una ampliata disponibilità di offerta e ad una maggior pressione concorrenziale. |
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TARIFFA GAS: RICORSO URGENTE AL CONSIGLIO DI STATO |
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Milano, 31 gennaio 2005 - L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha deciso di ricorrere urgentemente al Consiglio di Stato per ottenere l'annullamento dell'ordinanza del 25 gennaio scorso del Tar per la Lombardia che ha sospeso la delibera di aggiornamento trimestrale delle tariffe del gas. La delibera di adeguamento tariffario del 29 dicembre scorso aveva determinato un contenuto aumento delle tariffe del gas (2%, pari a 16 euro su base annua) intervenendo sul metodo di calcolo dell'aggiornamento del costo della materia prima gas per adeguarlo alle nuove condizioni dei mercati internazionali di approvvigionamento. In assenza delle modifiche del metodo di calcolo, contro le quali imprese del settore hanno ricorso al Tar, l'aumento per i consumatori finali sarebbe stato del 3,7%, pari ad una maggiore spesa annua di 29 euro. L'autorità ritiene che, nell'interesse dei consumatori e delle medesime imprese, esposte al rischio di dover provvedere a una serie di eventuali conguagli, sia opportuno attendere la prossima decisione del Consiglio di Stato, prevista entro il mese di febbraio, prima di intervenire nuovamente sulla metodologia di calcolo. |
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ENI: ACCORDO CON LO STATO PORTOGHESE PER GALP L'INTESA PREVEDE UNA PROROGA DEI TERMINI PER L'ESERCIZIO DEL DIRITTO DI OPZIONE |
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San Donato Milanese, 31 gennaio 2005 - E’ stato firmato il 28 gennaio l’accordo tra lo Stato portoghese e l’Eni, con il quale i termini per l'esercizio da parte dell’Eni del diritto di opzione all'acquisto di ulteriori azioni della Galp sono stati prorogati per dare modo alle parti di trovare nuove soluzioni alla ristrutturazione del settore energetico portoghese, dopo che nel dicembre scorso la Commissione Europea ha negato l’autorizzazione a dare corso ai precedenti accordi. |
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LA COMMISSIONE FINANZIA UNO STRUMENTO DI VALUTAZIONE DELLE DECISIONI DI POLITICA AGRICOLA E AMBIENTALE |
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Bruxrelles, 31 gennaio 2005 - Attualmente il 40% del bilancio dell'Ue viene speso per la Pac, la politica agricola comune, e una proporzione simile del territorio dell'Unione è riservata all'agricoltura. Ragion per cui è vitale essere in grado di valutare con efficienza l'impatto delle nuove politiche agricole e ambientali. Se l'agricoltura moderna deve contribuire allo sviluppo sostenibile, invece di rallentarlo, sono necessarie politiche produttive ambientali ed agricole ai livelli comunitario, nazionale e regionale. Riconoscendo tutto questo, la Commissione ha lanciato il progetto integrato Seamless, del valore di 15 milioni di euro, nell'ambito della sotto priorità 'cambiamento globale ed ecosistemi' del Sesto programma quadro (6Pq). Il progetto mira a sviluppare un toolkit per computer integrato per la valutazione ex-ante di tali politiche, allo scopo di valutarle prima che siano introdotte. Alcuni esempi di come le politiche possano incidere sul paesaggio rurale sono l'allargamento dell'Ue e la conseguente riforma degli aiuti all'agricoltura, la liberalizzazione del commercio globale quale risultato delle negoziazioni dell'Organizzazione mondiale del commercio, e le modifiche dirette dell'ambiente fisico quale risultato delle politiche destinate ad attenuare la perdita di biodiversità o il cambiamento climatico. Considerato il potenziale d'impatto sui sistemi agricoli di così numerose aree politiche, il consorzio Seamless mira a creare modelli computerizzati e approcci che consentano di valutare le opzioni politiche alternative. Nel sistema saranno integrati modelli quantitativi che simulano gli effetti del cambiamento dell'ambiente fisico, oltre agli sviluppi economici. Saranno integrate anche considerazioni qualitative come gli effetti sulla qualità di vita e il paesaggio. Come ha spiegato al Notiziario Cordis Martin van Ittersum, dell'istituto coordinatore della Wageningen University: 'Supponiamo che il risultato di una proposta di riforma della Pac sui sussidi agricoli sia una riduzione del prezzo della barbabietola da zucchero. Con un sistema come questo, possiamo simulare le conseguenze per i diversi tipi di azienda agricola e prevedere, per esempio, quante aziende decideranno di passare dalla barbabietola ad un altro tipo di raccolto, e quale effetto avrà tutto ciò sull'ambiente'. Questo sistema richiede un set completo di modelli che possano funzionare a molti e diversi livelli, poiché se l'impatto diretto di una politica può essere visto più chiaramente al livello dell'azienda agricola, i decisori politici devono essere consapevoli delle sue conseguenze anche al livello europeo e addirittura a scala globale, che è il livello in cui spesso sono determinati i prezzi e le condizioni di mercato. La natura fortemente pluridisciplinare del progetto Seamless si rispecchia nel consorzio, che comprende oltre 80 ricercatori di 30 istituti di 13 paesi europei (tra cui alcuni dei nuovi Stati membri), sotto il coordinamento della Wageningen University dei Paesi Bassi. I settori di competenza coperti dal consorzio sono quelli economico, ambientale, agronomico, sociale e tecnologico. In più il progetto conta anche un partner africano, il Mali, e uno statunitense. Dopo l'incontro di Lund, in Svezia, che ha segnato l'inizio del progetto, i suoi partner sperano di consegnare un primo prototipo del sistema computerizzato fra 18 mesi, cui dovrebbe far seguito un sistema completamente operativo entro 4 anni circa. Il Dr Van Ittersum conclude sottolineando che 'l'obiettivo chiave del progetto è quello di promuovere uno sviluppo sostenibile, e mostrare come l'agricoltura in particolare possa contribuire a tale sforzo'. Una scheda illustrativa del progetto Seamless può essere letta al seguente indirizzo web: http://ecoinformatics.Uvm.edu/projects/seamless.pdf |
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UN'AZIONE COMUNE MIUR - REGIONI - SVILUPPO ITALIA PER LA PROMOZIONE DEI DISTRETTI TECNOLOGICI |
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Roma, 27 gennaio 2005 - Si è tenuto al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca un incontro con i rappresentanti delle regioni e con Sviluppo Italia sul tema dei distretti tecnologici. Nell'incontro, aperto dal Ministro Letizia Moratti e dall'Amministratore delegato di Sviluppo Italia Massimo Caputi, si è fatto il punto sull'azione sin qui condotta dal Ministero in raccordo con le regioni, finalizzata alla promozione e allo sviluppo di distretti di alta tecnologia. I distretti rappresentano, infatti, un nuovo modello di intervento che, in coerenza con le Linee guida del Governo per la politica scientifica e tecnologica, intende favorire la crescita competitiva dei sistemi territoriali, aggregando imprese, mondo della ricerca pubblica, enti locali, operatori della finanza privata. In particolare, l'incontro è stata l'occasione per presentare l'Accordo Quadro, che lo scorso dicembre il Miur ha siglato con Sviluppo Italia, per promuovere e avviare, tra l'altro, programmi di intervento congiunti al fine di rafforzare la capacità dei distretti nell'attrazione di investimenti e nella valorizzazione economica dei risultati della ricerca. In tale ambito, le Regioni e Sviluppo Italia, coordinate dal Miur, hanno potuto confrontare esperienze, competenze, prospettive di intervento delineando, in modo condiviso, un percorso operativo coerente con le specifiche esigenze dei singoli territori. L'impegno comune è rappresentato da un confronto costante che possa favorire la costruzione di quella rete dei distretti tecnologici considerata elemento decisivo nel processo di sviluppo e crescita competitiva dell'intero sistema Paese. |
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NASCE "FUORICLASSE", IL QUARTO CANALE SATELLITARE MIUR-RAI EDUCATIONAL A SOSTEGNO DELL'ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO PRIMARIA. UN NUOVO STRUMENTO FORMATIVO ALLE ESIGENZE DI AGGIORNAMENTO DIDATTICO DEGLI INSEGNANTI. |
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Roma, 31 gennaio 2005 - Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Letizia Moratti, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, il Direttore generale della Rai Flavio Cattaneo e il Direttore di Rai Educational Giovanni Minoli hanno presentato i "Fuoriclasse", il nuovo canale televisivo satellitare indirizzato al sostegno dell'alternanza scuola-lavoro e delle innovazioni introdotte dalla riforma della scuola e nel mondo del lavoro. Fuoriclasse, che va ad aggiungersi agli altri tre canali - "Divertinglese", "Divertipc" ed "Explora" - risponde ai bisogni di orientamento formativi e professionali di una realtà in rapida evoluzione e si rivolge agli studenti, alle famiglie e al mondo dell'impresa. Il nuovo canale tende a favorire una fruizione efficace delle nuove opportunità di istruzione e formazione, ponendo un accento informativo su argomenti che apriranno percorsi di conoscenza rivolti al mondo dell'impresa, della scuola stessa e dell'Università. "Fuoriclasse, disponibile in fase sperimentale dal prossimo mese di marzo", ha detto il Ministro Moratti, "rappresenta una mappa per navigare nelle trasformazioni del mondo delle professioni e delle competenze; uno strumento indispensabile di documentazione, informazione e soprattutto di orientamento". "Questo nuovo canale", ha aggiunto il Ministro, "consente di consolidare su basi nuove gli strumenti di collaborazione - opportunità formative, stage, tirocini - che in questi ultimi anni il Miur ha attivato con tutti gli attori del mercato del lavoro: Ministero del Lavoro, Regioni, Province, Confindustria, Unioncamere. Soprattutto, Fuoriclasse stabilisce un ponte tra il sistema educativo-formativo e il territorio che vengono ora messi in rete creando un nuovo ambiente formativo nel quale sviluppare al meglio le competenze cognitive e pratiche utili per ogni giovane che si avvicina al momento del proprio inserimento nel mondo del lavoro". "Infine", ha concluso Letizia Moratti, "il canale si propone di illustrare ogni giorno le opportunità offerte dall'alternanza scuola-lavoro, di informare dove e come cogliere tali opportunità, di raccontare come le esperienze sul campo vengono vissute dagli attori coinvolti: i ragazzi, i loro insegnanti, le loro famiglie, le imprese". Inoltre da marzo, in collaborazione con Indire, sul canale "Divertinglese", verranno aggiunte 50 ore di programmi sottotitolati in lingua originale a supporto dei percorsi di formazione dei docenti della scuola |
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FIRMATO PROTOCOLLO D'INTESA TRA MIUR, MLPS E REGIONE LIGURIA PER QUALIFICHE PROFESSIONALI |
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Roma, 31 gennaio 2005 - Il Sottosegretario dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Valentina Aprea, il Sottosegretario del Lavoro e delle politiche sociali, Pasquale Viespoli, e l'Assessore della Regione Liguria Nicola Abbundo, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa che avvia il quarto anno dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, aggiuntivo ai percorsi sperimentali triennali istituiti con l'Accordo quadro del 19 giugno 2003. La frequenza del quarto anno consente il conseguimento del diploma professionale. Si tratta di un altro passo avanti nella sperimentazione di soluzioni innovative che delineano il nuovo sistema di istruzione e formazione professionale previsto dalla legge 53/2003. Con questo protocollo lo Stato e la Regione Liguria danno la possibilità ai numerosi giovani che hanno già scelto i percorsi sperimentali triennali di proseguire negli studi per acquisire una ulteriore qualificazione con il diploma professionale e per consentire l'accesso ai percorsi di Ifts e all'anno integrativo propedeutico per l'Università. La Regione, infatti, rilascerà ai giovani un diploma professionale utile per l'accesso ai percorsi di istruzione e formazione professionale superiore, nonché per l'inserimento nel mondo del lavoro in corrispondenza alle figure di livello tecnico delle declaratorie professionali. Il sottosegretario Aprea spiega che "con questa intesa si inizia a delineare più compiutamente - dopo l'importante Accordo-quadro del 19 giugno 2003 - il sistema dei percorsi di istruzione e formazione professionale, previsto dalla legge 53/2003, che, con il diploma professionale quadriennale, è aperto anche al proseguimento degli studi superiori, universitari e non, nell'ambito delle decisioni comunitarie". "Il diploma professionale di quattro anni rappresenta", continua l'on.Le Aprea, "una ulteriore opportunità che si offre alle migliaia di giovani che hanno scelto questo sistema di istruzione, consentendo loro di raggiungere livelli elevati di qualificazione professionale, da far valere per l'ingresso nel mercato del lavoro. In questo modo rispondiamo alle esigenze del sistema delle imprese, sempre più alla ricerca di figure professionalizzanti". |
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MARIO MONTI NOMINATO PRESIDENTE DI ECAS |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Nominato presidente di Ecas, Eurooean Citizen Action Service, Mario Monti, presidente dell’Università Bocconi, ha dichiarato: “Durante il periodo in cui sono stato Commissario, osservavo con grande rispetto gli sforzi di Ecas volti a colmare il distacco tra l’Unione Europea e i suoi cittadini. Ora ho accettato con piacere di essere personalmente coinvolto in questo impegno, che l’avvio del processo di ratifica della Costituzione rende ancora più opportuno. Dopo aver avuto il privilegio di servire l’Unione Europea per dieci anni come Commissario, considero mio dovere dedicare parte del mio tempo ad un impegno continuo in favore dell’integrazione europea, in spirito di cooperazione con la Commissione e le altre istituzioni europee. Sono convinto che l’Europa abbia particolarmente bisogno, da un lato, di avere con i suoi cittadini una interazione continua basata su fatti concreti e, dall’altro, di sviluppare idee strategiche originali circa la sua politica economica, per svolgere il suo potenziale ruolo chiave nell’economia globale. Questo spiega perché ho accettato, come miei due principali – e, a mio parere, strettamente complementari – impegni europei, di diventare presidente di Ecas (www.Ecas.org) e di Bruegel (www.Bruegel-lab.org), il think tank recentemente lanciato.” |
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UNIVERSITÀ BICOCCA: LAUREA AD HONOREM IN ECONOMIA A DANIEL KAHNEMAN |
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Milano, 31 gennaio 2005 - L’università degli Studi di Milano - Bicocca renderà omaggio a Daniel Kahneman i cui studi nell’area dell’ ”economia comportamentale” sono alla radice di alcuni dei più recenti progressi delle discipline economiche e hanno dato avvio a nuovi filoni di ricerca in economia. Le indagini di Kahneman, anche in collaborazione con Amos Tverski (scomparso prematuramente nel 1996), hanno dato grande impulso a una rinnovata collaborazione tra economisti e psicologi. Daniel Kahneman, studioso e ricercatore di origine israeliana, è professore di Psicologia in varie sedi (Gerusalemme, Berkeley, ecc.), e ha cattedra dal 1993 all’Università di Princeton. Tra le più interessanti e promettenti applicazioni della linea di ricerca da lui perseguita vi è lo sviluppo di misuratori economici alternativi e più completi rispetto all’usuale Pil, soprattutto nella valutazione dei livelli di attività economica, così come dei livelli di soddisfazione e di benessere. Sul tema connesso della felicità in economia sono in corso diversi studi presso il Dipartimento di Economia Politica dell’ Università degli Studi di Milano - Bicocca, che organizzerà dal 16 al 18 giugno 2005 presso il medesimo Ateneo, il Convegno Internazionale sul tema “Capabilities and Happiness” (www.Dipeco.economia.unimib.it), in collaborazione con l’università di Pavia e con l’Università di Cambridge (Uk). Parteciperà ai lavori Amartya K. Sen, premio Nobel 1998 per l’Economia. La Cerimonia di conferimento della Laurea ad Honorem in Economia a Daniel Kahneman, Premio Nobel 2002 per l’Economia si svolgerà Mercoledì, 6 Aprile 2005 ore 14.30 presso Università degli Studi di Milano – Bicocca Aula Magna Piazza dell’Ateneo Nuovo, 1 Milano |
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ISPI ISTITUTO PER GLI STUDI DI POLITICA INTERNAZIONALE - WINTER SCHOOL 2004-2005, ECCO I CORSI IN PROGRAMMA PER IL MESE DI FEBBRAIO 2005. |
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Milano, 31 gennaio 2004 - La Winter School 2004-2005 offre un catalogo di corsi brevi e diplomi destinati a laureandi, giovani laureati e professionisti. I corsi affrontano con didattica attiva e approccio interdisciplinare le principali tematiche internazionali: Sviluppo, European Affairs, Aiuti Umanitari, International Organizations, Human Rights, Atlante Geopolitico. La Faculty dei corsi proviene dall’area ricerca Ispi, da università, centri di ricerca e istituzioni internazionali e nazionali. La Winter School prevede corsi della durata di 15 ore. Il programma permette la partecipazione a uno o più corsi nel periodo novembre 2004 – maggio 2005. Winter School 2004-2005 I corsi della Winter School sono proposti in due versioni: “intensivi” (venerdì e sabato, a tempo pieno) e “part-time” (due sessioni serali alla settimana, per cinque settimane). Sono riconosciuti da alcune Facoltà universitarie ai fini dell’attribuzione di crediti formativi. “ Islam radicale e sicurezza Internazionale” Corso intensivo (11 e 12 febbraio) In un contesto di forte correlazione tra sicurezza internazionale e radicalizzazione della religione islamica, una presentazione dei numerosi scenari, fraintendimenti e paure ipotizzati intorno a questo fenomeno. Un’analisi storica e dottrinale dell’espansione del radicalismo islamico, delle sue motivazioni, del rischio dell’uso di armi non convenzionali, del legame fra sicurezza internazionale e risorse energetiche, con case studies. “L’economia dell’Unione Europea” Corso intensivo (11 e 12 febbraio) Come funziona la politica monetaria comune e qual è il ruolo della Banca Centrale Europea? Come coordinare le politiche fiscali in un contesto di Unione Economica e Monetaria? Come conciliare crescita e stabilità, riforme strutturali e coesione sociale? Una presentazione degli obiettivi e degli strumenti della politica economica dell’Unione allargata che si avvale della testimonianza di funzionari comunitari. “Povertà e sviluppo” Corso part-time (dal 14 febbraio, lunedì e mercoledì) Cos’è e come si misura la povertà? Quali sono le sue radici socio - economiche nei Paesi in via di sviluppo? Un approfondimento interdisciplinare delle tematiche dello sviluppo e della crescita economica, volto anche ad illustrare le politiche di globalizzazione e liberalizzazione dei mercati e l’azione di Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Wto. “La politica estera e di sicurezza comune dell’Ue” Corso intensivo (25 e 26 febbraio) Dal Trattato di Amsterdam alla Convenzione Europea, una presentazione aggiornata della politica estera e di sicurezza comune dell’Unione: i presupposti storici, l’assetto istituzionale, gli strumenti operativi. Un approfondimento della difesa comune e delle operazioni di pace europee, anche alla luce dell’allargamento dell’Unione e dell’attuale scenario internazionale. “Globalizzazione e povertà” Corso intensivo (25 e 26 febbraio) Le relazioni fra globalizzazione, povertà e diseguaglianza. Il contributo dei diversi attori internazionali alla definizione dei criteri per la redistribuzione della ricchezza. Un’analisi del contesto globale che, anche alla luce dei Millennium Development Goals, illustra differenti “visioni del mondo” mediante testimonianze di operatori provenienti dalla “business community”, da istituzioni internazionali e dal mondo delle Ong. Winter School 2004-2005 I corsi si tengono a Milano, a Palazzo Clerici, in via Clerici 5. Febbraio - Marzo "Per informazioni e adesioni www.Ispionline.it segreteria.Corsi@ispionline.it tel.02-8633 13275" |
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ALLARMANTI RISULTATI DEL PIÙ IMPONENTE STUDIO AL MONDO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO |
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Bruxelles, 31 gennaio 2005 - I primi risultati del più grande esperimento di previsioni sul clima forniscono indicazioni allarmanti. Entro la metà del secolo, i gas a effetto serra potrebbero provocare un aumento delle temperature anche di 11°C. Un tale aumento è di oltre il doppio superiore a quello massimo fino ad ora preso in considerazione dall'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change). L'esperimento, climateprediction.Net, 'mostra che i maggiori livelli di gas a effetto serra potrebbero avere un impatto sul clima di gran lunga superiore a quello precedentemente stimato', ha detto il responsabile scientifico del progetto David Stainforth, dell'università di Oxford. L'esperimento è stato reso possibile dalla partecipazione via computer di oltre 95.000 persone di 150 paesi. Scuole, mondo del lavoro e singoli di tutto il mondo hanno scaricato un software col modello climatico dell'ufficio meteorologico britannico, che gira quando il computer è inattivo. Il programma funziona per alcuni giorni o settimane su una simulazione climatica, e poi rimanda automaticamente i risultati all'università di Oxford e alle istituzioni di tutto il mondo che collaborano all'esperimento. I partecipanti hanno già simulato oltre quattro milioni di anni/modello e hanno messo a disposizione oltre 8.000 anni/tempo di calcolo, molto al di là delle capacità di elaborazione dei più grandi supercalcolatori mondiali. Gli scienziati del progetto stanno comunque sollecitando ulteriori partecipazioni. 'Dopo aver constatato che queste risposte estreme sono una possibilità realistica, abbiamo più che mai bisogno del sostegno di tutti per calcolare il rischio di un allarme così importante e capirne gl'impatti regionali', ha detto Stainforth. |
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I VINCITORI DELLA TWININGS DESIGN COMPETITION |
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Milano, 31 gennaio 2005 - "Tea Time! At What Time?" è lo slogan della Twinings Design Competiton, concorso di design promosso da D&c e Twinings, con il patrocinio del Politecnico di Milano_facoltà del Design e in partnership con la rivista Interni, che ne ha supportato la comunicazione in tutte le sue fasi. Si tratta del primo concorso di design lanciato in Italia dalla marca leader mondiale nella produzione di tè di qualità: un’iniziativa organizzata dal Politecnico di Milano e da Poli.design_consorzio del Politecnico di Milano e condotta, sotto la guida del prof. Davide Bruno dello stesso ateneo, con l’obiettivo di valorizzare le creazioni di architetti e designer under 35 inerenti un nuovo design del sistema prodotto atto a rispondere agli altrettanto nuovi riti legati al consumo del tè nella società contemporanea. Venerdì 28 gennaio presso il Salone d’Onore de La Triennale di Milano, nell’ambito di una cerimonia alla presenza dei membri della Giuria, si sono celebrati i vincitori della Twinings Design Competiton, selezionati nella rosa dei circa 30 progetti finalisti valutati in prima istanza dal Comitato Scientifico. Si contano circa 250 partecipanti alla Twinings Design Competiton; progetti che provengono da tutta Italia e che decretano già di per sé il successo in termini di risposta di pubblico di tutta l’operazione. E’ stato premiato il progetto più innovativo e aderente agli scenari delineati sul tema che ha avuto come punto di partenza lo studio della relazione tra il tè e il “sistema servizio”: luoghi/ambienti del vissuto quotidiano e differenti contesti in cui il tè viene oggi preparato e consumato. Pertanto, sulla base di questi criteri di valutazione, la giuria così composta Marina Deserti (presidente D&c Spa e Presidente della Giuria), Antonia Astori (designer e architetto d’interni), Arturo Dell’acqua Bellavitis (docente del Politecnico di Milano), Gilda Bojardi (direttrice della testata “Interni”), Davide Bruno (docente del Politecnico di Milano e Curatore dell’iniziativa), Philippe Daverio (critico d’arte e conduttore televisivo), Alessandro Guerriero (architetto e designer), Makio Hasuike (industrial designer), Vittorio Sgarbi (critico d’arte e conduttore televisivo), Rosa Tessa (giornalista de “La Repubblica-affari & Finanza”), Stephen Twining (Marketing Communication Manager Twinings Ltd), ha conferito: 1° Premio_importo complessivo 3000 € + Messa In Prod. A Dino Favero con il progetto Erica; 2° Premio_ Ex Aequo_importo complessivo 2000 € a Chiara Aliotta con il progetto Tweedle dee and tweedle dum e a Denise Lupges con il progetto Stop the drop… with the teatop; 3° Premio_ Ex Aequo_ importo complessivo 1500 € a Francesca De Giorgi con il progetto Taschina e a Claudia Fabbri con il progetto Pinocchio va preso per il naso e assegna quattro menzioni speciali ai concorrenti i cui progetti si sono classificati tra il quarto e il settimo posto, ovvero a Donato Ricci con Once upon a tea time, a Tamara Ferioli con Attimi di te, a Gianluca Seta con Nuovi oggetti creano nuovi spazi, a Marco Popolo con Cappellaio Matto. |
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WORKSHOP "INTERFACCIA PER ANZIANI" |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Un prodotto estremamente maturo come la lavatrice può divenire un nuovo soggetto di interesse progettuale, se vengono modificati i parametri di riferimento'? Può la tecnologia, rappresentazione dql'.Nostro mondo moderno, venire in soccorso delle persone che con maggiore difficoltà si trovano a lottare con essa, cioè la popolazione anziana , il cui numero è destinato a crescere sempre maggiormente nei prossimi anni ? Con queste premesse si è aperto il workshop progettuale presso il Dipartimento di Design Industriale dell' Università di Architettura di Venezia, luogo eletto per ipotizzare con gli studenti, gli scenari di un possibile futuro. L' esperimento, che sta alla base di una preziosa collaborazione iniziale tra mm design e Roberto Pezzetta, responsabile del design per Eletrolux-zanussi, si è rivelato di fatto molto stimolante per l' approccio e particolarmente interessante per il risultato finale. Un progetto che ha permesso agli studenti di venire coinvolti anche emotivamente : i gruppi di lavoro sono stati attivati alla ricerca del "comprendere per poi rispondere". Si è pertanto percorsa la strada dell' incontro con queste persone, innanzitutto per eliminare le barriere di incomprensione che tipicamente esistono tra giovani e anziani. Parallelamente gli studenti raccoglievano preziose informazioni anche sotto il profilo tecnologico per poter così iniziare la fase di progettazione. Un progetto condotto in alcuni con la testa ma anche con il cuore, alla ricerca di soluzioni semplici, intuitive, logiche, eliminando inutili comandi, manopole e display che solitamente spaventano o comunque creano dubbi e ansie. Sono nate quattro differenti proposte che rappresentano quattro strade progettuali: Water Drop, dove un particolare comando manuale ruotando a destra o a sinistra permette di gestire programmi sempre più semplificati; B-to-b. Dove si cerca la riduzione della complessità attraverso un percorso che avvicina gli anziani al mondo dei bimbi e riconduce le funzioni a forme e colori, facilmente identificabili: Touch, che trasforma il top della lavatrice in una sorta di matrice dove alt' azionamento di ogni singolo elemento avviene una funzione specifica e rimane memorizzata nel corso del tempo; Instnct, dove la tecnologia è asservita alt' impronta di una mano che se toccata e azionata verso l' alto o verso il basso permette di ottenere diverse funzioni di lavaggio. La lavatrice esce da questo workshop come un prodotto che può ancora essere trasformato e in un futuro prossimo dovrà effettivamente fare i conti con panorami diversi da quelli attuali. Università Dip. Disegno Industriale – Iuav, Collaborazione Electrolux – Zanussi, Docenza Mm Design. |
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ACLI IN TERRA SANTA: IL PELLEGRINAGGIO COME STRUMENTO DI PACE E RICOSTRUZIONE |
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Roma, 31 gennaio 2005 - Per celebrare i 60 anni dell’associazione le Acli, in collaborazione con l’Opera Romana Pellegrinaggi, hanno presentato il pellegrinaggio in Terra Santa, in programma dal 3 all’8 febbraio 2005 Presso la sede dell’Opera Romana Pellegrinaggi, a Roma, Monsignor Liberio Andreatta, Direttore Generale dell’O.r.p. E Luigi Bobba, Presidente nazionale delle Acli hanno presentato il pellegrinaggio in Terra Santa che le Acli si prestano a compiere per celebrare i 60 anni della loro associazione. Un pellegrinaggio nazionale nel segno della fede, della solidarietà e della speranza. Circa duecentocinquanta aclisti, con le loro famiglie, partiranno il prossimo 3 febbraio, con l’Opera Romana Pellegrinaggi, e raggiungeranno Nazareth, patria, casa e laboratorio di San Giuseppe lavoratore, Cafarnao, Gerusalemme e Betlemme: i luoghi in cui la fede cristiana ha avuto origine. “Siamo pronti a partire in pellegrinaggio non solo per motivi storici – ha commentato il Luigi Bobba – che vedono le Acli festeggiare i 60 anni dell’associazione, ma soprattutto per motivi religiosi e per continuare una strada da tempo intrapresa. Le Acli, infatti, oltre a voler rispondere all’invito ecclesiastico di continuare ad essere vicine alle comunità cristiane in Terra Santa tramite i pellegrinaggi, vogliono ribadire l’importanza del dialogo interreligioso e del lavoro umano come straordinarie risorse per la Pace”. Sulla stessa lunghezza d’onda Mons. Liberio Andreatta ricorda che “le Acli sono attente anche ai problemi fuori casa propria, esaltando in questo modo il senso della solidarietà cristiana. In un contesto in cui il 90% dei Palestinesi vive sotto la soglia minima di povertà, l’iniziativa delle Acli trae la sua ispirazione dai valori cristiani, portando aiuto a chi non ha lavoro, a chi non ha il pane e chi non ha una famiglia unita”. Si tratta del pellegrinaggio più massiccio in Terra Santa realizzato negli ultimi cinque anni, di un evento destinato ad aprire la strada all’atteso “ritorno in Terra Santa” da parte delle associazioni cattoliche, delle diocesi e di tutti i fedeli italiani. Dati alla mano, le presenze dell’O.r.p. In Terra Santa, hanno subito un brusco rallentamento nel 2000, anno dell’inizio dell’intifada in cui circa 15.000 pellegrini annullarono la loro adesione. Solo nel 2004 la ripresa è stata evidente: lo scorso anno dall’Italia sono giunti circa 40.000 turisti e pellegrini compresi gli ebrei, 10% dei quali (4.025) tramite l’O.r.p. Il “ritorno in Terra Santa” è ormai più che un auspicio: basti pensare che le adesioni del primo bimestre del 2005 sono già circa il doppio (586 contro 300) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In questi ultimi mesi, infatti, molti pellegrini sono tornati in Terra Santa senza alcun pericolo e difficoltà. “Il problema della sicurezza – ha ribadito Mons. Andreatta – non sussiste, in quanto il pellegrino è voluto, accettato e desiderato. E’ considerato come il pane e come un ospite e per questo la sua figura è rispettata sia dagli ebrei che dagli islamici”. |
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