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LUNEDì
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Febbraio 2005 |
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ICT: STANCA, "NATA LA GRANDE AUTOSTRADA DIGITALE DELLA P.A. ITALIANA" "IN TERMINI DI COMPLESSITÀ, DI DIMENSIONE E DI IMPEGNO FINANZIARIO È UNO DEI PIÙ GRANDI INTERVENTI PER UNA INFRASTRUTTURA IMMATERIALE CHE IL NOSTRO PAESE ABBIA MAI AVUTO" |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Il Governo ha posto un importante tassello nel processo di ammodernamento tecnologico della Pubblica amministrazione italiana. Su proposta di Lucio Stanca, ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, di concerto con i Ministri per la Funzione Pubblica, degli Esteri e dell'Economia e Finanze, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo che istituisce e regola il Sistema Pubblico di Connettività-spc e la Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione, una sorta di enorme 'Autostrada del Sole digitale'. Si tratta di un'infrastruttura tecnologica che consentirà la comunicazione telematica fra tutte le amministrazioni pubbliche centrali e locali, non meno di 15 mila uffici, sulla base dei più elevati ed omogenei standard tecnologici, organizzativi e di sicurezza, realizzando così l'asse portante per l'applicazione del Codice dell'Amministrazione Digitale. Il ministro Stanca ha spiegato che "in termini di complessità, di dimensione e di impegno finanziario, questo è uno dei più grandi interventi per la realizzazione di una infrastruttura immateriale che il nostro Paese abbia mai avuto mettendo a disposizione servizi particolarmente avanzati. Spc è un sistema di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche per lo sviluppo, la condivisione, l'integrazione e la diffusione del patrimonio informativo e dei dati della Pa, centrale e locale, che consente l'interconnessione tra tutti gli uffici pubblici per lo svolgimento in via informatica dei procedimenti amministrativi, che avranno validità giuridica". Il ministro per l'Innovazione e le Tecnologia ha poi sottolineato che "con Spc si realizza uno dei primi innovativi esempi di governance federale perché nella sua attuazione e conduzione c'è stata e ci sarà una partecipazione condivisa dello Stato, delle Regioni e delle Autonomie Locali. E' un ottimo esempio di gestione di una infrastruttura dello Stato, in termini operativi e strategici, fatta assieme dai vari livelli di governo, centrale e periferico". Inoltre, "il sistema è di grande innovazione in quanto introduce nel mercato meccanismi di verifica del sistema di approvvigionamento dei servizi di connessione, favorendo la competizione e la maggiore economicità". Questo dovrebbe determinare una riduzione del 35% dei soli costi per le telecomunicazioni ed un risparmio di almeno il 30% dei tempi di svolgimento dei provvedimenti fra Amministrazioni. Il provvedimento dà il via anche ad una analoga struttura telematica che collegherà tutti gli uffici pubblici italiani nel mondo grazie ad una Rete Internazionale, che dai prossimi mesi comincerà ad unire più di 500 sedi (ambasciate, consolati, uffici Ice, Camere di Commercio, Istituti Italiani di Cultura) in oltre 120 Paesi, favorendo un rapido accesso da parte di imprese e cittadini italiani, in patria e all'estero, ai servizi erogati dalla Pubblica Amministrazione. Non ultimo, il Sistema Pubblico di Connettività - alla cui redazione hanno partecipato per due anni anche le migliori università italiane oltre che le Regioni, Enti locali, associazioni di categoria ed i maggiori operatori di settore - costituirà una importante occasione per l'indotto del settore grazie all'impiego massiccio della larga banda e, sotto il profilo industriale, stimolerà lo sviluppo delle reti e dei servizi anche nelle aree dove sinora non c'è la possibilità di investimento per mancanza di adeguati ritorni economici |
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AMMONTARE DI BTP IN EMISSIONE |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, facendo seguito al comunicato stampa dell’8 febbraio, comunica l'ammontare delle tranches dei Btp che verranno offerti nell’asta del prossimo 15 febbraio: Buoni del Tesoro Poliennali quinquennali 15.1.2005/2010 terza tranche: 3.250 milioni di euro "quindicennali" 1°.2.2004/2020 sesta tranche: 2.000 milioni di euro |
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BANCA POPOLARE DI BERGAMO E BANCA POPOLARE COMMERCIO E INDUSTRIA PARTECIPANO ALLA CAMPAGNA DI SOSTEGNO ALLE PMI OPERANTI NEL COMPARTO TESSILE |
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Bergamo, 14 febbraio 2005 - Bpu Banca, gruppo bancario presente in Lombardia con 495 sportelli della Banca Popolare di Bergamo e della Banca Popolare Commercio e Industria, ha aderito all'intervento straordinario della Regione Lombardia a sostegno delle Pmi operanti nel comparto tessile. L'intervento della Regione prevede l'istituzione presso Federfidi Lombarda di uno specifico Fondo di garanzia che consentirà alle Pmi di accedere ad un finanziamento garantito dai Confidi Soci di Federfidi Lombarda e/o co-garantito da quest'ultima; è anche previsto che gli oneri sostenuti dalle Pmi per l'ottenimento della garanzia siano a carico di Federfidi a valere sul contributo regionale appositamente stanziato. Beneficiari di questa iniziativa sono le piccole e medie imprese lombarde aderenti ai Confidi, soci di Federfidi Lombarda ed operanti nei settori tessile, abbigliamento, calzaturiero. La finalità è quella di dare copertura a supporto degli investimenti nei seguenti ambiti: investimenti produttivi (macchinari ed impianti, tutela ambientale, risparmio energetico, sicurezza sui luoghi di lavoro); acquisizione di aziende, rami d'azienda e partecipazioni di maggioranza; patrimonializzazione (aumento di capitale sociale); spese di certificazione sistemi di qualità, sistemi ambientali (Iso 14001 e registrazione Emas) e certificazione di prodotto; acquisto e registrazione di marchi e/o brevetti esigenze di liquidità nella percentuale non superiore al 30% dell'importo complessivo degli investimenti. La realizzazione degli interventi deve completarsi entro 18 mesi dalla presentazione della domanda di finanziamento al Confidi (da presentarsi entro il 31.12.2005), con una retroattività massima di 6 mesi. In concreto, il finanziamento di Banca Popolare di Bergamo e di Banca Popolare Commercio e Industria potrà avere le seguenti caratteristiche: Importo massimo: 250.000 euro (100% degli investimenti effettuati / previsti) Durata massima: 60 mesi con preammortamento di 12 mesi Tasso: Euribor 3 mesi maggiorato di spread in funzione del merito creditizio e delle finalità degli investimenti Garanzia: sino al 70% del finanziamento concesso (in funzione degli accordi in essere tra le banche ed il Confidi interessato) |
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CASO BPVI – UDIENZA GUP FURLANI |
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Vicenza, 14 febbraio 2005 - Con una sentenza di pieno proscioglimento, per insussistenza dei fatti, si è conclusa giovedì 10 febbraio 2005 per Gianni Zonin e Glauco Zaniolo, rispettivamente presidente, e all’epoca dei fatti consigliere delegato della Banca Popolare di Vicenza, l’udienza avanti al Gup Furlani. Con la decisione del Gup completamente favorevole ai due esponenti della banca vicentina si chiude dopo quattro anni l’istruttoria su una vicenda che aveva preso avvio nel 2000 da un esposto di quattro soci dell’istituto basato sui contenuti di un memoriale stilato, all’indomani delle dimissioni, dall’allora direttore generale Grassano. Sull’insieme dei fatti oggetto dell’esposto non era mai emerso alcun rilievo da parte degli organi ispettivi della Banca d’Italia e d’altro canto anche l’indagine giudiziaria aveva via via accertato qualsiasi mancanza di fondamento, pervenendo già fra il 2002 e il 2003 prima alla richiesta di archiviazione da parte del Pm e poi ad una prima sentenza di proscioglimento. La decisione del Gup Furlani – la cui udienza era stata tra l’altro resa possibile dagli stessi Zonin e Zaniolo che, certi della insussitenza di ogni addebito nei loro confronti e pur di accelerare la conclusione dell’istruttoria, hanno rinunciato ad avvalersi della nullità del procedimento come da sentenza della Corte di Appello di Venezia – ha posto finalmente fine alla vicenda giudiziaria, riconoscendo pienamente l’infondatezza delle accuse formulate e prosciogliendo con formula piena i due esponenti bancari. |
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DAL CESR LA RACCOMANDAZIONE FINALE SULLE MISURE DI ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO EUROPEO SUL PROSPETTO |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Il Cesr (Committee of European Securities Regulators), di cui la Consob fa parte, ha pubblicato oggi la raccomandazione finale per la piena attuazione del regolamento della Commissione europea sul prospetto informativo (Ref. Cesr/05-054b). Il Cesr ha anche reso nota la documentazione pervenuta sull'argomento nel corso dell'ampia consultazione a suo tempo condotta tra gli attori del mercato (Ref. Cesr/05-055b). La direttiva comunitaria sul prospetto ed il regolamento di attuazione prevedono schemi di prospetto armonizzati che consentono a tutti gli emittenti di essere quotati su qualsiasi mercato europeo con una sola autorizzazione rilasciata dall'autorità del Paese d'origine. L'obiettivo della raccomandazione del Cesr è quello di rendere omogenee le procedure delle autorità di vigilanza nei procedimenti di approvazione dei documenti informativi. Nel corso della consultazione, avviata nel marzo dello scorso anno, il Cesr ha raccolto le numerose indicazioni formulate dagli operatori del mercato, ed ha da parte sua emendato la proposta originaria con specifiche indicazioni rivolte agli emittenti, finalizzate ad assicurare un alto livello di informazione e di trasparenza senza imporre ulteriori oneri a carico delle società. La raccomandazione emanata dal Cesr in tema di prospetto tratta in particolare: l'informazione contabile, con riferimento anche ai bilanci di previsione e ai pro forma; l'informazione societaria, con riferimento anche a temi quali gli assetti proprietari, le operazioni con parti correlate, le informazioni sulle società capogruppo, le offerte ai dipendenti o le offerte in opzione ai soci. Il documento, redatto dal gruppo di lavoro guidato da Fernando Teixeira dos Santos, presidente della Comissão do Mercado de Valores Mobiliários portoghese, con la collaborazione di un gruppo di esperti qualificati provenienti dal mercato, è disponibile sul sito www.Cesr-eu.org |
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TRASPARENZA NEI PAGAMENTI IN TITOLI AI DIPENDENTI |
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Bruxelles, 14 febbraio 2005 - I pagamenti a dipendenti e manager sottoforma di titoli azionari e stock option devono essere considerati come un costo e devono essere dichiarati con molta chiarezza nei bilanci delle aziende europee quotate in borsa, per dare un quadro più chiaro e completo delle operazioni di quelle società. Lo dispone il nuovo standard contabile International Financial Reporting Standard (Ifrs) 2 adottato dalla Commissione Ue. Per saperne di più: http://www.Europa.eu.int/pol/emu/index_it.htm |
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TELECOM ITALIA: ACQUISTATO IL 0,5% DI AZIONI TIM ORDINARIE PER EFFETTO DELL’ESERCIZIO DELL’OPZIONE PUT ESEGUITO INTERAMENTE IL CONTRATTO RELATIVO ALLE OPZIONI PUT E CALL SIGLATO LO SCORSO 21 DICEMBRE 2004 E CONTESTUALMENTE COMUNICATO AL MERCATO |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Telecom Italia comunica di aver acquistato l’11 febbraio 42 milioni di azioni Tim ordinarie (pari al 0,5%) per effetto dell’esercizio di opzioni put di cui al contratto stipulato lo scorso 21 dicembre 2004 e contestualmente comunicato al mercato. Il prezzo di acquisto delle azioni è stato pari a 5,5562 euro per azione. Tutte le opzioni di cui al contratto sono ora state esercitate (si ricorda il già avvenuto esercizio da parte di Telecom Italia di opzioni call su azioni Tim risparmio, comunicato il 3 febbraio u.S.). Per effetto dell’esercizio delle opzioni put, Telecom Italia risulta ad oggi titolare complessivamente di 7.232.583.124 azioni ordinarie Tim (incluse quelle acquisite a seguito dell’Offerta Pubblica di Acquisto volontaria parziale promossa su azioni ordinarie Tim conclusasi in data 21 gennaio), pari al 85,5% circa del capitale di riferimento. |
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PIONEER INVESTMENTS: PATRIMONIO GESTITO PER LA PRIMA VOLTA OLTRE I 130 MILIARDI DI EURO |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Il patrimonio gestito da Pioneer Investments ha raggiunto il nuovo record di 131,7 miliardi di euro (+1,63% rispetto all'inizio dell'anno) grazie principalmente all'effetto mercato positivo per 1,65%. La raccolta complessiva nel corso del mese è stata negativa per 29 milioni di euro. I riscatti netti in Italia risultano pari a –185 milioni di euro, soprattutto per l'andamento negativo dei fondi comuni. Prosegue invece il buon andamento del segmento terze parti (+51 milioni) e di quello istituzionale (+7 milioni). Patrimonio gestito in Italia a fine gennaio: 93,6 miliardi di euro, in aumento del 0,8% dall'inizio anno. Contributo particolarmente positivo per oltre 180 milioni di euro da parte della divisione International (ex Italia). I risultati beneficiano delle vendite dei fondi hedge (+72 milioni) e dei risultati raggiunti in Germania (+76 milioni) e nel Regno Unito (+20 milioni). Incremento del 7,5% rispetto al valore di inizio anno per il patrimonio: raggiunto il valore di 8,7 miliardi di euro. La divisione americana chiude il mese con una raccolta negativa (123 milioni di euro) dovuta in particolare ai riscatti sui fondi obbligazionari. Il patrimonio di questa divisione risulta pari a 25,7 miliardi di euro in crescita del 2,5% rispetto all'inizio dell'anno; in dollari invece nello stesso periodo ha raggiunto i 33.440 milioni. Vendite nette per 95 milioni per la divisione New Europe. Confermata nel mese la preferenza dei sottoscrittori nei confronti dei prodotti obbligazionari e dei fondi bilanciati Il patrimonio complessivo della divisione cresce del 3,1% rispetto alla fine del 2004 è risulta pari a 3,8 miliardi di euro. La divisione Alternative Investments (i cui dati di raccolta e di Aum sono già compresi in quelli delle diverse aree di business) riporta una raccolta pari a +63 milioni di euro grazie al collocamento dei fondi della famiglia Momentum. Il patrimonio complessivo in Hedge Funds, ha superato la soglia dei 4 miliardi di euro (nuovo record per la divisione), arrivando a 4.006 milioni di euro in crescita del 5,8% dall'inizio dell'anno. |
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UN MILIARDO DI EURO DI OBBLIGAZIONI ENEL PER I RISPARMIATORI ITALIANI TORNANO DOPO 12 ANNI LE OBBLIGAZIONI ENEL DEDICATE ESCLUSIVAMENTE AI RISPARMIATORI ITALIANI: LOTTO MINIMO 5.000 EURO, DURATA 7 ANNI |
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Roma, 14 febbraio 2005 – La Consob ha dato il proprio nulla osta alla pubblicazione del Prospetto informativo relativo all’emissione delle obbligazioni Enel riservate ai risparmiatori italiani, per un valore complessivo massimo di un miliardo di euro. Tornano dopo 12 anni le obbligazioni Enel, i titoli che storicamente hanno contribuito a formare, in virtù delle loro caratteristiche, il portafoglio delle famiglie italiane. La Società gode di un elevato merito di credito, certificato da ratings a livelli di assoluta eccellenza (A+ da Standard & Poor’s, con prospettiva stabile; A1 da Moody’s, con prospettiva stabile). L’operazione è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione di Enel del 28 luglio 2004. I fondi verranno utilizzati dalla Società per soddisfare le esigenze della gestione operativa generale del Gruppo e per il rifinanziamento del proprio debito. L’offerta si svolgerà dal 28 febbraio al 18 marzo 2005, salvo chiusura anticipata, che non potrà comunque avvenire prima del quinto giorno dall’inizio dell’Offerta. Si potranno sottoscrivere presso il proprio intermediario obbligazioni Enel a tasso fisso o variabile con un investimento minimo, per ciascuna tranche, di 5.000 euro, pari a 5 obbligazioni del valore nominale di 1.000 euro ciascuna. La durata di entrambi i titoli, sia di quello a tasso fisso che di quello a tasso variabile, è di 7 anni (scadenza marzo 2012). Il capitale verrà rimborsato interamente alla scadenza del prestito. Il risparmiatore potrà comunque negoziare le obbligazioni, anche in tagli da nominali 1.000 euro, in qualsiasi momento ai prezzi di mercato, dato che esse saranno quotate sul Mercato Obbligazionario Telematico (Mot) organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.a., ed il relativo andamento sarà quindi consultabile quotidianamente sui giornali specializzati e su internet. Le due emissioni hanno ottenuto il rating di A+ da Standard & Poor’s ed A1 da Moody’s, in linea con il rating attribuito dalle due agenzie al debito a medio e lungo termine di Enel. I rendimenti sono legati ciascuno a un solo tasso di riferimento e sono facili da calcolare. L’adesione all’offerta non comporterà alcuna spesa o commissione di sottoscrizione. Il rendimento definitivo delle obbligazioni si intende al lordo della imposizione fiscale vigente al momento del pagamento della cedola. Oggi è del 12,5%. Il rendimento dell’obbligazione a tasso fisso sarà calcolato sommando al tasso swap a 7 anni, rilevato alla conclusione dell’Offerta, un ulteriore margine di rendimento che verrà definito anch’esso al termine del periodo d’Offerta. Detto margine di rendimento sarà compreso nell’ambito di un intervallo di 10 punti base che sarà reso noto entro il giorno antecedente l’inizio del periodo dell’offerta. Il rendimento complessivo sarà comunicato entro 5 giorni dalla conclusione dell’Offerta con un avviso sul quotidiano Il Sole 24 ore e/o Mf. Nel periodo che va dal 1° gennaio 2004 ad oggi il tasso swap a 7 anni ha registrato un valore minimo del 3,2593% e uno massimo del 4,213%; nella giornata di ieri il tasso swap a 7 anni era pari al 3,2593%. I rendimenti saranno corrisposti agli obbligazionisti tramite cedole annuali. Per tutta la durata del prestito, il rendimento sarà indicizzato al tasso Euribor a 6 mesi maggiorato di un ulteriore margine di rendimento che verrà definito al termine del periodo d’Offerta. Detto margine di rendimento sarà compreso nell’ambito di un intervallo di 10 punti base che sarà reso noto entro il giorno antecedente l’inizio del periodo dell’offerta. Il tutto sarà calcolato per i giorni effettivi del periodo di interessi. Il tasso complessivo del primo periodo di interessi sarà comunicato entro 5 giorni dalla conclusione dell’Offerta con un avviso sul quotidiano Il Sole 24 ore e/o Mf. Nel periodo che va dal 1° gennaio 2004 ad oggi il tasso Euribor a 6 mesi ha avuto un valore minimo dell’1,923% e uno massimo del 2,239%; nella giornata di ieri l’Euribor a 6 mesi è stato fissato al 2,181%. I rendimenti saranno corrisposti agli obbligazionisti tramite cedole semestrali. L’importo delle singole tranches, che non potrà essere inferiore a 250 milioni di Euro, verrà stabilito a conclusione del periodo di sottoscrizione tenendo conto della distribuzione per tranche della domanda dei risparmiatori. Al fine di garantire la necessaria liquidità ai titoli, i responsabili del collocamento, d’intesa con Enel si riservano il diritto di non procedere all’emissione di una delle due tranches nell’ipotesi in cui le relative domande di sottoscrizione non dovessero raggiungere il predetto limite di 250 milioni di Euro. Qualora le obbligazioni richieste fossero superiori all’ammontare oggetto dell’offerta si procederà ad assegnare le obbligazioni mediante riparto. Enel ha affidato a Banca Caboto (Gruppo Banca Intesa) e a Banca Imi (Gruppo S. Paolo Imi) il ruolo di capofila del Consorzio di garanzia e collocamento. E’ stato inoltre formato un Comitato di Direzione formato da: Banca Akros (Gruppo Banca Popolare di Milano), Banca Nazionale del Lavoro, Centrobanca (gruppo Banche Popolari Unite), Crediop Dexia. Al consorzio di collocamento verranno invitate a partecipare tutte le principali banche italiane e le reti di vendita di prodotti finanziari. |
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ASTA DI METÀ MESE DEI BUONI ORDINARI DEL TESORO |
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Regolamento | 10.02.2005 | | | Durata gg. | | 365 | | | | | | | | | Prezzo medio ponderato | | | | | 97,834 | Ritenuta fiscale 12,5% | | | | | 0,27075 | Arrotondamento | | | | | | -0,00475 | Prezzo netto d'aggiudicazione | | | | | 98,10 | Rendimento semplice netto | | | | | 1,91 | Rendimento composto netto | | | | | 1,91 | | | | | | | | | Nell'ipotesi di applicazioni delle commissioni massime, i prezzi ed i rendimenti risultano | | così modificati: | | | | | | | | | | | | | | | Commissioni massime | | | | | 0,30 | | | | | | | | | Prezzo netto d'aggiudicazione+commissioni (massime) | | | 98,40 | | | | | | | | | Rendimento semplice (minimo) | | | | | 1,60 | Rendimento composto netto (minimo) | | | | | 1,60 | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | Al pubblico i titoli sono assegnati ai prezzi medi ponderati dell'asta più le ritenute calcolate sui | prezzi fiscali, ai quali vengono aggiunte commissioni differenti a seconda della durata dei Bot: | max 0,05% per i Buoni aventi durata residua pari o inferiore a 80 gg, 0,10% per i Buoni aventi | durata residua compresa tra 81 e 170 giorni, 0,20% per i Buoni aventi durata residua compresa | tra 171 e 330 giorni e 0,30% per i Buoni aventi durata residua pari o superiore a 331 giorni | Decreto Min.del Tesoro del 12 febbraio 2004). Ai prezzi così ottenuti devono sommarsi i Bolli | (0,00465 ogni 51,65 o frazione di Euro). | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | Fonte Assiom | |
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GENERALI: RACCOLTA RECORD NEL 2004, SUPERATI GLI OBIETTIVI DEL PIANO INDUSTRIALE PREMI CONSOLIDATI SALGONO A € 56,3 MLD (+13,6%) |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali, riunito il 10 febbraio sotto la presidenza di Antoine Bernheim, ha esaminato le prime indicazioni relative alla raccolta premi dell’esercizio 2004. Il 2004 si conferma un anno eccellente per il Gruppo Generali che ha conseguito un tasso di crescita della raccolta complessiva superiore sia a quello registrato dai principali mercati di operatività che all’obiettivo indicato dal Piano Industriale. Lo sviluppo è stato conseguito in un contesto di costante ottimizzazione della redditività. I premi consolidati del Gruppo sono saliti a circa € 56,3 miliardi, superando l’obiettivo di € 53,3 miliardi di raccolta fissato per il 2004 nel Piano industriale triennale, con un incremento del 13,6% rispetto al 2003 (+11,6% a condizioni omogenee). Nel ramo vita, la raccolta complessiva è cresciuta del 17,5% (+16,4% a condizioni omogenee) raggiungendo € 36,9 miliardi, al di sopra del target di € 34,2 miliardi. Significativa la crescita del volume dei premi di nuova produzione vita, salito del 31,3% rispetto a fine 2003 attestandosi a € 20,8 miliardi. Nei rami danni i premi consolidati ammontano a circa € 19,4 miliardi rispetto all’obiettivo di € 19,1 miliardi, registrando un incremento del 6,8% rispetto all’esercizio precedente (+3,4% a condizioni omogenee). Per quanto riguarda l’andamento della attività assicurativa in Italia, la raccolta complessiva è cresciuta del 14,8% rispetto all’esercizio precedente raggiungendo i € 22,2 miliardi. Nei rami danni, la raccolta si è attestata a € 5,7 miliardi con un incremento del 4,5%. Nel ramo vita, i premi sono ammontati a € 16,5 miliardi con una crescita del 19%. Il volume premi di nuova produzione vita è salito a € 11,1 miliardi con un incremento del 32% dovuto in particolare allo sviluppo dei canali proprietari con un +19,4% per il canale agenziale e un +15,3% per quello dei promotori finanziari. Confermato il buon sviluppo del canale banca assicurativo (+47,8%). Nei mercati esteri, il volume dei premi è salito del 12,8% a € 34,1 miliardi (+9,5% a condizioni omogenee). Nei rami danni, i premi hanno registrato un incremento del 7,7% (+2,9% a condizioni omogenee) raggiungendo i € 13,7 miliardi. Significativa la crescita della raccolta nel vita, pari al 16,4% (+14,5% a condizioni omogenee) a € 20,4 miliardi, con un volume premi di nuova produzione salito del 34% a € 9,7 miliardi. Da evidenziare nella nuova produzione vita la forte crescita registrata sia in Francia (+51,9%) che in Germania (+54,4%). Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre esaminato il Budget 2005, che conferma gli obiettivi del Piano Industriale. |
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ERGO PREVIDENZA RENDE NOTI I PRIMI RISULTATI PER IL 2004: UTILE D’ESERCIZIO STIMATO IN € 39,0 MILIONI (+ 102,3%), SIGNIFICATIVAMENTE SUPERIORE ALLE PREVISIONI |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Ergo Previdenza S.p.a., società appartenente al gruppo assicurativo tedesco Ergo Versicherungsgruppe Ag di Dússeldorf, holding a sua volta controllata da Munich Re, primo riassicuratore internazionale, si è riunito il 10 febbraio per esaminare i primi risultati del 2004. Proseguendo il trend già evidenziato nei risultati trimestrali, l’utile di fine esercizio è stimato in € 39,0 milioni rispetto all’utile di € 19,3 milioni dell’esercizio 2003 (+102,3%). Il positivo risultato economico, significativamente superiore alle previsioni, conferma l’elevata anticipata stabilità raggiunta negli obiettivi di profitto della Compagnia. Confermando il recupero che si era già evidenziato nel terzo trimestre, l’esercizio si chiude con una raccolta complessiva pari a € 686,5 milioni, registrando un incremento del 3,1% rispetto all’esercizio precedente (€ 665,8 milioni), pur in un contesto di mercato vita che non presenta significative prospettive di incremento nella raccolta. L’andamento della nuova produzione, pari a € 205,6 milioni, risulta in aumento del 44,0% rispetto all’esercizio precedente. Il contributo delle polizze di nuova sottoscrizione a premi annui ammonta a € 22,6 milioni (€ 38,5 milioni nel 2003), a seguito della continua contrazione della nuova produzione da parte della rete multilevel network (-54%). Il contributo delle polizze di nuova sottoscrizione a premi unici ammonta a €183,0 milioni (€ 103,9 milioni nel 2003). Si conferma, in termini di premi emessi, la positiva peculiarità del portafoglio assicurativo di Ergo Previdenza caratterizzato per il 73,24% da contratti a premi annui e per 26,76% da contratti a premi unici. Per quanto riguarda la raccolta netta (conservata), l’incremento del livello di conservazione deriva principalmente dal cambiamento della politica riassicurativa intervenuto a partire dall’esercizio 2003, che mira all’integrale conservazione dei cosiddetti premi commerciali sulla nuova produzione. Conseguentemente la partecipazione dei riassicuratori (premi ceduti pari a € 231,8 milioni) è diminuita del –13,6% rispetto all’esercizio 2003 (€ 268,2 milioni). Ciò ha positivamente influenzato il dato relativo alla raccolta netta (conservata) che si attesta a € 454,7 milioni con un incremento del 14,3% rispetto al dato dello scorso esercizio (€ 397,8 milioni). Il saldo dei proventi da investimenti, al netto degli oneri patrimoniali e finanziari, è stato pari a € 108,1 milioni manifestando una rilevante crescita (+29,8%) rispetto allo scorso esercizio (€ 83,3 milioni), confermando l’ormai stabile e positivo apporto della componente finanziaria ai risultati della compagnia. Questa situazione è il risultato dell’attenta politica di Asset Liability Management e Strategic Asset Allocation, che la Società ha rigorosamente perseguito a partire dall’esercizio 2002. Durante la riunione il C.d.a. Di Ergo Previdenza S.p.a. Ha, inoltre, preso atto delle dimissioni da consigliere della società del dott. Josef Kreiterling, presentate in considerazione di altri importanti incarichi dallo stesso assunti nell’ambito della struttura dell’azionista di riferimento, Ergo Versicherungsgruppe Ag. Durante il suo incarico nel C.d.a. Di Ergo Previdenza S.p.a., il dott. Kreiterling ha rivestito il ruolo di consigliere non esecutivo e di membro del Comitato di Controllo Interno avente anche funzioni di Organismo di Vigilanza. Nella stessa riunione il C.d.a. Di Ergo Previdenza S.p.a. Ha cooptato il dott. Peter Geipel, Area Manager per l’Italia di Ergo International Ag Dússeldorf, quale Consigliere non esecutivo, nominandolo successivamente anche membro del Comitato di Controllo Interno avente anche funzioni di Organismo di Vigilanza. Di seguito si riporta un breve profilo: “Il dott. Peter Geipel è nato a Monaco di Baviera nel 1957. Entra nel mondo delle assicurazione nel 1990 con responsabilità nell’area gestione e controllo delle partecipazioni internazionali del Gruppo Allianz Ag di Monaco. Dal 1995 al 1998 assume l’incarico di direttore amministrativo e finanza all’interno di Herlitz International Trading Ag a Monaco. Nel 1998 passa alla Gerling Konzern Allgemeine Versicherung Ag di Colonia con l’incarico di legale rappresentante e direttore generale per l’Italia. Dal 2003 fa parte di Ergo Versicherungsgruppe Ag e viene nominato nel 2005 area manager per il mercato italiano. Ricopre inoltre la carica di consigliere in varie società del gruppo in Polonia ed Austria ed è membro del consiglio d’amministrazione della camera di commercio italo-tedesca a Milano.” Il Consiglio di Amministrazione della Società, in osservanza delle disposizioni previste dal Codice di Autodisciplina delle società quotate, ha altresì verificato la sussistenza del requisito di indipendenza in capo agli amministratori non esecutivi ed indipendenti Prof. Avv. Giorgio Sacerdoti e dott. Carlo Acutis. |
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GRUPPO FIERA MILANO: TRIMESTRE DI TRANSIZIONE APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE OTTOBRE-DICEMBRE 2004 CHE EVIDENZIA RISULTATI IN CALO RICAVI CONSOLIDATI PER 62,8 MILIONI DI EURO, A FRONTE DI 82,6 MILIONI DEL CORRISPONDENTE PERIODO DELL'ESERCIZIO PRECEDENTE. |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Fiera Milano Spa ha approvato il 10 febbraio la Relazione Trimestrale Consolidata relativa al periodo ottobre-dicembre 2004 (secondo trimestre dell'esercizio in corso, che va dal 1° luglio 2004 al 30 giugno 2005). La Relazione registra un trimestre di transizione, influenzato dalla convergenza di due fattori: la normale ciclicità dell'attività fieristica, che vede le manifestazioni espositive concentrarsi nel secondo semestre dell'esercizio; lo sfavorevole confronto con il corrispondente periodo 2003-2004, che era stato caratterizzato dalla presenza di importanti e non ricorrenti eventi (in particolare la mostra pluriennale delle macchine utensili Emo ed i congressi internazionali Ist e Cop9), con significativi riflessi su ricavi e margine operativo lordo. Inoltre alcune mostre hanno accusato una contrazione rispetto alle edizioni precedenti per le difficoltà congiunturali dei settori di appartenenza (Smau nel ict e Mifed nel mercato del cinema) o dell'economia nel suo complesso (Bimu). Risultati economici trimestrali consolidati Il gruppo Fiera Milano registra nel secondo trimestre 2004-2005 i seguenti principali dati economici consolidati:
Esercizio | Gruppo Fiera Milano | 2° Trimestre | 2° Trimestre | Progressivo | Progressivo | 30/06/2004 | Sintesi dei principali dati | al 31/12/04 | al 31/12/03 | al 31/12/04 | al 31/12/03 | | (dati in migliaia di euro) | | | | | | | | | | | 291.641 | Ricavi delle vendite e delle prestazioni | 62.827 | 82.603 | 108.190 | 129.140 | 56.767 | Margine operativo lordo (Ebitda) | 67 | 14.926 | 1.641 | 15.676 | 35.335 | Risultato operativo (Ebit) | ( 5.888) | 9.815 | ( 9.898) | 5.674 | 36.821 | Risultato ante imposte | ( 5.437) | 10.341 | ( 9.080) | 6.662 | ( 12.056) | (Utile)/perdita ante imposte di Terzi | 367 | 1.120 | 820 | 1.324 | 24.765 | Risultato ante imposte di pertinenza del Gruppo | ( 5.070) | 11.461 | ( 8.260) | 7.986 | 58.253 | Cash flow ante imposte | 518 | 15.452 | 2.459 | 16.664 | | | | | | | 123.567 | Capitale investito netto (a) | 150.093 | 109.422 | 150.093 | 109.422 | | coperto con: | | | | | 120.271 | Patrimonio netto di Gruppo | 99.530 * | 113.804 * | 99.530 * | 113.804 * | 18.480 | Patrimonio netto di Terzi | 13.110 * | 10.275 * | 13.110 * | 10.275 * | ( 15.184) | Posizione finanziaria netta (disponibilità) | 37.453 | ( 14.657) | 37.453 | ( 14.657) | | | | | | | 22.425 | Investimenti | 5.075 | 10.391 | 19.599 | 13.744 | | | | | | | 606 | Dipendenti (n° addetti a fine periodo) | 702 | 583 | 702 | 583 | | | | | | | 44.000 | a) inclusi impieghi finanziari a breve (quota | 60.000 | 35.000 | 60.000 | 35.000 | | capitale) classificati nel capitale di esercizio | | | | | | *) include risultato di periodo ante imposte | | | | | Ricavi per 62,8 milioni di euro, rispetto ai precedenti 82,6. Il confronto anno su anno è penalizzato - come si è detto - dall'assenza di manifestazioni ed eventi congressuali di primaria importanza, che invece avevano assicurato nello stesso periodo del 2003-2004 ricavi di circa 29 milioni ed un margine di contribuzione di circa 15. A parità di area di consolidamento i ricavi si attestano a 59,1 milioni. Questa evoluzione del fatturato complessivo trova conferma a livello di aree di attività in un calo dei ricavi (preelisione per scambi infragruppo) dell'area di business "gestione spazi e servizi". Tale calo non riguarda però i servizi agli espositori, che passano da 10,1 a 15,5 milioni di euro grazie alla maggiore attività per allestimenti e arredi della controllata Eurostands, effettuata anche al di fuori dell'ambito fieristico. La seconda area di attività del Gruppo - "organizzazione manifestazioni e congressi" - evidenzia invece ricavi pre-elisioni quasi stabili (21,0 milioni di euro, contro 21,9 nel trimestre di confronto); Margine operativo lordo (Ebitda) di 67mila euro contro 14,9 milioni. Anche in questo caso il calo registrato riflette il rallentamento dell'attività evidenziato. A parità di area di consolidamento l'Ebitda e' di 703mila euro; Risultato operativo (Ebit) negativo per 5,9 milioni di euro, rispetto ai +9,8 milioni del trimestre di confronto, dovuto ad ammortamenti per 5,9 milioni, superiori a quelli effettuati nel secondo trimestre 2003-2004 e che non hanno trovato possibilità di assorbimento nel mol; Risultato prima delle imposte di competenza del Gruppo negativo per 5,1 milioni di euro (era stato positivo per 11,5 nel periodo di confronto); Cash flow (risultato ante imposte più ammortamenti e accantonamenti) di 518mila euro contro 15,4 milioni nel 2003-2004. Nel trimestre in esame si sono svolte a Fiera Milano 22 manifestazioni e 4 eventi convegnistici con annessa area espositiva, per 6.800 espositori (di cui il 22% esteri) e 286.150 metri quadrati netti venduti (contro 473.350 nel corrispondente periodo del precedente esercizio). "Con i risultati licenziati oggi – osserva l'amministratore delegato di Fiera Milano Spa, Piergiacomo Ferrari – chiudiamo un primo semestre in tono minore, ma che non ci sorprende. Avevamo infatti previsto un rallentamento quest'anno, in attesa di un esercizio 2005-2006 che si annuncia molto interessante grazie alla coincidenza di diversi elementi positivi: il ritorno, come sempre negli anni pari, delle grandi mostre biennali ed il decollo del nuovo centro espositivo, che segnerà l'arrivo di nuove mostre e il potenziamento di alcuni nostri prodotti di punta. In attesa di ciò, e nella consapevolezza della fase di passaggio in cui ora ci troviamo, avevamo annunciato lo scorso ottobre per l'esercizio in corso un obiettivo di ricavi non inferiori a 281 milioni di euro e di mol non inferiore a 41 milioni. Pur non sottovalutando le difficoltà che stiamo incontrando, a questi obiettivi continuiamo a credere, almeno per quanto riguarda il margine operativo lordo. E tutti i nostri collaboratori sono impegnati al massimo per conseguirli". In vista anche dell'ormai prossima entrata in funzione del nuovo polo fieristico di Rho-pero, nel trimestre Fiera Milano ha intensificato l'azione diretta a rafforzare la sua presenza nell'area "organizzazione di manifestazioni". In questo contesto vanno segnalati l'acquisizione, tramite la controllata Fiera Milano Tech, della più importante mostra italiana di trasporto industriale e logistica (Transpotec & Logitec) e la presa in gestione, sempre attraverso Fiera Milano Tech, delle prossime tre edizioni biennali delle mostre professionali Sicurtech e Tau Expo. Fiera Milano Spa ha inoltre completato nel periodo l'acquisizione di Fiera Food System (ristorazione e catering) rilevando il residuo 30% detenuto dal Gruppo Onama; ha anticipato la chiusura - tramite la controllata Edizioni Fiera Milano (editoria tecnica e pubblicità) - dell'acquisizione del ramo di azienda e di cinque testate specializzate di Pubbliemme; ha avviato la piena operatività della controllata Italian System for Business (promozione del made in Italy) con l'affitto di uno storico edificio a Berlino che ospiterà, una volta ristrutturato, il primo Palazzo Italia. Posizione finanziaria netta La posizione finanziaria al 31 dicembre 2004 presenta un indebitamento netto di 37,4 milioni di euro rispetto ad una disponibilità netta di 1,3 milioni del 30 settembre 2004. La posizione finanziaria netta del Gruppo va peraltro letta tenendo conto degli impieghi di tesoreria a breve classificati nel capitale di esercizio, che nel trimestre sono stati portati a 60 milioni, da 55 milioni del trimestre precedente. In particolare è stata accesa una nuova polizza a capitalizzazione con un primario operatore, il cui livello di rendimento consente di indebitare il Gruppo per far fronte alle temporanee esigenze finanziarie senza smobilizzo degli investimenti di tesoreria, con uno spread positivo tra tassi attivi e tassi passivi. La riduzione della posizione finanziaria netta di 38,8 milioni di euro tra fine settembre e fine dicembre 2004 risulta da un calo delle disponibilità liquide di 15,4 milioni di euro (a 12,2 milioni); da un aumento dei debiti a breve di 24,7 milioni (a 36,4 milioni) riferibile principalmente alla capogruppo e a Fiera Milano International, che hanno trovato più conveniente aumentare l'esposizione verso il sistema bancario per far fronte ai fabbisogni del periodo anziché disinvestire i rispettivi impieghi di tesoreria; da un calo dell'indebitamento a medio-lungo termine di 1,2 milioni (a 13,3 milioni). Fatti di rilievo successivi alla chiusura del trimestre Il 14 gennaio 2005 Fiera Milano Spa ha sottoscritto con la controllante Fondazione l'atto di trasferimento delle azioni Fiera Milano Exhibitions di proprietà di quest'ultima, portando la sua partecipazione nella società al 100% del capitale. Il prezzo, determinato secondo la formula contrattualmente predefinita, ammonta a 19,2 milioni di euro e sarà pagato il 31 marzo 2005. Si procederà ora all'incorporazione di Fiera Milano Exhibitions, che detiene il 53% della società di organizzazione mostre Fiera Milano International, in Fiera Milano Spa. Inoltre il 1° gennaio 2005 è iniziato il periodo di sei mesi entro il quale i beneficiari del vigente Piano di Stock Options possono esercitare la seconda tranche di opzioni, per un totale di 288.900 azioni. Le opzioni sono già state interamente esercitate ed hanno comportato l'emissione di un numero equivalente di azioni. Prevedibile evoluzione della gestione Come detto in precedenza i risultati di alcune manifestazioni che si sono svolte nel secondo trimestre sono stati inferiori alle aspettative. Peraltro, anche la prima importante manifestazione del terzo trimestre, Macef Primavera 2005, ha registrato un calo di metri quadrati venduti, per circa due terzi imputabile ai previsti effetti di modifiche introdotte nel lay out della mostra. Appaiono quindi evidenti le difficoltà che si stanno incontrando per il raggiungimento degli obiettivi originariamente indicati. Ciononostante, ed a meno di fatti straordinari al di fuori del controllo e al momento non prevedibili, il Gruppo rimane fortemente impegnato al loro conseguimento, almeno per quanto riguarda l'Ebitda, sia attraverso un'attenta gestione dei costi sia con la ricerca di ogni possibile attività in grado di generare ricavi e margini aggiuntivi rispetto alle previsioni iniziali. |
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RISULTATI 2004, FATTURATO IN CRESCITA DEL 5,6% PER INDESIT COMPANY NEL 2004, FATTURATO A 3.175 MILIONI DI EURO (3.008 NEL 2003), MARGINE OPERATIVO A 248 MILIONI (246 NEL 2003). NEL QUARTO TRIMESTRE, FATTURATO A 829 MILIONI (809 NEL 2003) |
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Milano, 14 febbraio 2005 – Cresce anche nel 2004 il fatturato di Indesit Company. I dati preliminari del 2004 sono stati esaminati il 10 febbraio a Milano dal Consiglio di Amministrazione: fatturato a 3.175 milioni di Euro, margine operativo a 248 milioni, utile ante-imposte a 185 milioni. “In un anno caratterizzato esternamente da forte competizione e oscillazione delle valute e delle materie prime – ha dichiarato Vittorio Merloni – e, internamente, dalla nomina a metà esercizio di Marco Milani ad Amministratore Delegato, sono soddisfatto dei risultati raggiunti e sono ottimista per il futuro”. Sul fronte dell’innovazione, che rimane uno dei punti di forza della Società, è stata costituita una specifica Direzione Innovazione e Tecnologie che svilupperà trasversalmente per tutte le linee di prodotto filoni di ricerca, in linea con gli indirizzi individuati dal Comitato Innovazione nel corso del 2004. Dal punto di vista della produzione, la Società beneficerà dell’entrata a regime dei nuovi stabilimenti inaugurati ad aprile 2004 per il lavaggio in Russia e ad ottobre per il freddo in Polonia, dove a maggio era già avvenuto il raddoppio dello stabilimento per la cottura. Per quanto riguarda i prodotti nei prossimi mesi saranno disponibili sui mercati europei la nuova linea Ariston Extendia (lavatrice da 8,5 kg e frigorifero con vano bar a basso consumo energetico), la linea Indesit On-time con cicli di lavaggio personalizzabili, e la linea da incasso Experience. Dal 2005, inoltre, il cambio di nome garantisce a Indesit Company una più efficace riconoscibilità a livello internazionale, conferendo anche maggior forza al suo marchio più conosciuto. Principali risultati del 2004: Il fatturato, al 31 dicembre 2004, è di 3.175 milioni di Euro (3.008 milioni nel 2003). Il margine operativo lordo è di 405 milioni di Euro (387 milioni nel 2003). Il margine operativo è di 248 milioni di Euro (246 milioni nel 2003). L’utile ante-imposte è di 185 milioni di Euro (197 milioni nel 2003). L’indebitamento al 31 dicembre 2004 è di 210 milioni di Euro, rispetto ai 192 milioni del 31 dicembre 2003. Il rapporto indebitamento/mezzi propri totali al 31 dicembre 2004 scende a 0,31 (0,33 il 31 dicembre 2003), al lordo del relativo effetto fiscale. I risultati del quarto trimestre 2004 Il Consiglio di amministrazione ha approvato i dati del quarto trimestre 2004. Il trimestre si è chiuso con un fatturato di 829 milioni di Euro (809 milioni nello stesso periodo del 2003). Il margine operativo lordo è di 118 milioni di Euro (121 milioni nel quarto trimestre 2003). Il margine operativo è di 77 milioni di Euro (83 milioni nel quarto trimestre 2003). Il rapporto tra margine operativo e fatturato è del 9,3% (10,3% nello stesso periodo del 2003). L’utile ante-imposte è di 54 milioni di Euro (63 milioni nel quarto trimestre 2003). Il Cda convocato per il 24 marzo approverà il bilancio consolidato e procederà all’approvazione della proposta di bilancio d'esercizio e alla convocazione dell’Assemblea. |
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RECORDATI: RISULTATI IN CRESCITA NEL 2004. VENDITE € 488,3 MILIONI, UTILE OPERATIVO € 90,4 MILIONI, UTILE NETTO € 54,0 MILIONI |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione ha esaminato i risultati consolidati dell'esercizio 2004 nonché quelli del quarto trimestre 2004. Il progetto di bilancio, la relazione sulla gestione e la proposta di dividendo saranno sottoposti per approvazione al Consiglio di Amministrazione del 4 marzo 2005. I risultati dell'anno 2004 Le vendite consolidate per l'intero esercizio 2004 sono state pari a € 488,3 milioni, sostanzialmente in linea con quelle dell'anno precedente, con un andamento differente nei due settori di attività. Le vendite farmaceutiche sono aumentate del 3,5% raggiungendo € 438,9 milioni. La crescita è più significativa (+ 8,4%) se si escludono le vendite di Sophartex, società ceduta nel mese di aprile. Questo risultato è stato raggiunto grazie al continuo successo di Zanidip nei mercati dove il prodotto è stato lanciato e all'andamento delle attività farmaceutiche internazionali che sono cresciute del 12,0%. Le vendite della chimica farmaceutica, pari a € 49,4 milioni, hanno invece segnato una contrazione del 22,1% dovuta alla riorganizzazione in corso, nonché allo sfavorevole effetto cambio. Per l'intero 2004 l'utile operativo è stato di € 90,4 milioni, pari al 18,5% delle vendite, segnando un incremento dell'11,6% rispetto all'anno precedente. Il margine operativo delle attività farmaceutiche è stato pari a € 88,4 milioni, con un'incidenza sulle vendite del 20,1%. La chimica farmaceutica ha realizzato un utile operativo di € 2,0 milioni, che si confronta con un risultato negativo nel 2003. L'utile netto del 2004 è stato di € 54,0 milioni, pari all'11,1% delle vendite nette, in incremento di oltre il 100% rispetto al 2003, anno in cui vi è stata la svalutazione straordinaria di alcune attività della chimica farmaceutica. Anche escludendo tali componenti straordinarie la crescita dell'utile netto è migliore di quella dell'utile operativo grazie a minori oneri finanziari e alla più favorevole aliquota fiscale. La posizione finanziaria netta è migliorata di € 93,5 milioni e al 31 dicembre 2004 presenta un saldo positivo pari a € 72,1 milioni, grazie alle operazioni di cessione dello stabile di Parigi e di Sophartex e al cash flow generato dalla gestione. I risultati del quarto trimestre 2004 Nel quarto trimestre 2004 le vendite nette sono stati pari a € 124,9 milioni, in leggera flessione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente per la cessione della società francese Sophartex nel mese di aprile. Le vendite farmaceutiche sono state pari a € 112,8 milioni. Escludendo il fatturato di Sophartex, esse crescono del 3,0%. Le vendite della chimica farmaceutica sono state di € 12,1 milioni, in contrazione rispetto a quelle dell'anno precedente (-19,0%) in seguito alla sospensione di produzioni non più redditizie e all'effetto cambio negativo dovuto alla svalutazione del dollaro statunitense rispetto all'Euro. Nel quarto trimestre l'utile operativo è stato di € 25,8 milioni, pari al 20,7% delle vendite, e si è incrementato del 3,3% rispetto all'anno precedente. L'utile operativo farmaceutico è stato di € 24,8 milioni con un'incidenza sulle vendite del 22,0%. Segna una leggera contrazione rispetto all'anno precedente sostanzialmente dovuta, oltre che alla cessione di Sophartex, al notevole incremento delle spese di ricerca e sviluppo (+33,7%). Il risultato positivo della chimica farmaceutica, che si confronta con una perdita operativa nell'ultimo trimestre del 2003, è stato realizzato grazie alla riorganizzazione di queste attività. L'utile netto nel quarto trimestre è in linea con quello realizzato nei primi tre trimestri dell'anno. Il paragone con il quarto trimestre del 2003 è poco significativo per gli oneri straordinari di oltre € 30 milioni legati alla riorganizzazione delle attività della chimica farmaceutica registrati in quel trimestre. Commenti sulla gestione "Il 2004 è stato un anno molto impegnativo in cui sono stati raggiunti importanti risultati," ha dichiarato Giovanni Recordati, Presidente e Amministratore Delegato. "Abbiamo aumentato la nostra redditività e contemporaneamente migliorato la posizione finanziaria. Si sono gettate le basi per un ulteriore sviluppo delle attività farmaceutiche del Gruppo sia attraverso l'arricchimento della pipeline di prodotti sia con l'espansione in altri paesi europei. Nel corso del 2004 i nostri investimenti in ricerca hanno avuto una decisa accelerazione e siamo confidenti che i primi risultati possano arrivare già nel 2006 con il lancio di Zanipress, il nuovo farmaco a base di lercanidipina e enalapril. Inoltre, sono state avviate trattative per l'acquisizione di aziende in altri mercati europei. A inizio 2005 si è conclusa l'acquisizione delle attività di marketing e di vendita di Merckle Gmbh in Germania, che ci consentirà di avere una presenza diretta nel principale mercato farmaceutico europeo." Il Consiglio di Amministrazione, secondo quanto raccomandato dal codice di autodisciplina delle società quotate, in data odierna ha valutato con esito positivo l'indipendenza dei sei amministratori non esecutivi facenti parte del Consiglio, su un totale di nove amministratori. Recordati (Reuters Reci.mi, Bloomberg Rec Im), fondata nel 1926, è un gruppo farmaceutico europeo, quotato alla Borsa Italiana, (Isin It 0003074447) che si dedica alla ricerca, allo sviluppo, alla produzione e alla commercializzazione di prodotti farmaceutici e di chimica farmaceutica con sede a Milano e filiali operative in Francia, Irlanda, Spagna, Svizzera e Stati Uniti. |
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BREMBO IV TRIMESTRE: ATTURATO +7,7% MARGINE OPERATIVO LORDO -5,4% PER L’ULTERIORE FORTE AUMENTO DELLE MATERIE PRIME UTILE NETTO +22,8% ANCHE PER COMPONENTI NON OPERATIVE |
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Curno, 14 febbraio 2005 - Il Cda di Brembo, riunitosi l’11 febbraio sotto la Presidenza di Alberto Bombassei, ha esaminato ed approvato i risultati del gruppo relativi al quarto trimestre 2004. Nel trimestre in esame è variato il criterio di ammortamento di alcuni cespiti, ex D.lgs. 6/03. Ai fini di una più agevole comparazione, nella tabella sottostante, che sintetizza i risultati del periodo, si riportano anche i dati 2004 pro-forma, calcolati con gli stessi criteri del 2003. I ricavi netti consolidati ammontano nel trimestre in esame a € 170,2 mln, evidenziando una crescita del 7,7%; le vendite hanno beneficiato dei parziali aumenti di prezzo riconosciuti dai clienti a fronte degli incrementi di costo delle materie prime. Alla crescita hanno contribuito positivamente il settore delle autovetture, in progresso del 5,8%, quello dei veicoli commerciali, con un incremento del 13,2% e il settore delle competizioni, in aumento del 13,1%. Rimangono sostanzialmente stabili le vendite di prodotti per motociclette. Lo sviluppo è concentrato principalmente in Europa, soprattutto in Francia, Germania e Regno Unito. Oltre il 70% dei ricavi è realizzato al di fuori dell’Italia. I costi per il personale ammontano nel trimestre a € 34,7 mln, in incremento del 3,5%. Il personale a fine periodo ammonta a 3973 dipendenti. Il costo del venduto è pari a € 111,7 mln per il trimestre, con un’incidenza sui ricavi che passa dal 62,9% del quarto trimestre 2003 al 65,7%. Ciò è dovuto al permanere di un mix di vendite che ha privilegiato applicazioni e aree geografiche a minor valore aggiunto, nonché ad un ulteriore importante incremento registrato nel trimestre dal costo dei materiali ferrosi, non ancora completamente trasferito sui prezzi di vendita. Nonostante gli ulteriori sforzi volti a conseguire efficienze produttive e logistiche, il margine operativo lordo si attesta a € 23,8 mln, in calo del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2003. Gli ammortamenti passano da € 14,7 mln nel quarto trimestre 2003 a € 9,6 mln; la riduzione è riconducibile alla revisione dei criteri di ammortamento di alcune categorie di cespiti, a seguito delle novità introdotte dal D. Lgs. 6/03. A parità di criteri gli ammortamenti del trimestre, così come quelli dell’intero esercizio, sarebbero superiori di € 2,2 mln. Il confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente beneficia anche di alcune svalutazioni di beni operate nel corso del 2003 e dell’ammortamento di alcune spese pluriennali completato nel 2003. Gli oneri finanziari netti ammontano a € 0,6 mln, rispetto a € 1,2 mln del quarto trimestre 2003 e sono composti da € 0,7 mln per differenze cambio positive (€ 0,1 mln nel 2003) e da € 1,3 mln di oneri finanziari (€ 1,3 mln nel 2003). L’utile prima delle imposte ammonta a € 15,7 mln, +62% trimestre su trimestre, e beneficia dell’effetto di una plusvalenza (€ 1,9 mln) realizzata dalla cessione di un immobile non più utilizzato ai fini produttivi. Le imposte del trimestre sono pari a € 5,6 mln, contro € 1,3 mln nel quarto trimestre 2003. Il confronto con il periodo precedente non è omogeneo, poiché quest’ultimo beneficiava degli effetti positivi di una rivalutazione delle immobilizzazioni materiali realizzata a fini fiscali. L’utile netto si attesta pertanto a € 10 mln, segnando un incremento del 22,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente. La posizione finanziaria netta al 31.12.2004, negativa per € 143,1 mln, migliora rispetto al 30.9.2004 del 3,3%, ma è in peggioramento rispetto al 31.12.2003 (€ 133,8 mln). I ricavi netti consolidati per l’intero 2004 si attestano a € 678mln, in aumento del 7 % rispetto al 2003. Il margine operativo lordo ammonta a € 101,2 mln ed è sostanzialmente invariato rispetto all’esercizio precedente. Ammortamenti e svalutazioni decrescono del 7,6% circa, per effetto della già citata variazione dei criteri di ammortamento per alcune categorie di cespiti, portando il margine operativo netto a € 58,3 mln, in aumento del 7,8% sul 2003. Dopo aver scontato imposte per € 23,8 mln, pari al 40,9% dell’utile ante-imposte, l’utile netto registra un incremento del 14%, portandosi a € 33,4 mln. Nel corso del mese di gennaio Brembo ha concluso un accordo con la statunitense Harley Davidson, per la fornitura dell’intero sistema frenante per la nuova motocicletta Street Rod, prodotta a partire da quest’anno. Questo accordo costituisce una pietra miliare per lo sviluppo della società sul mercato nordamericano. Riorganizzazione dei siti produttivi italiani. All’inizio del mese di febbraio l’azienda ha illustrato a dipendenti ed organizzazioni sindacali il contenuto del piano industriale per la parte relativa ai siti produttivi italiani. Il piano è finalizzato ad accrescere ulteriormente la capacità competitiva facendo leva sull’innovazione e sull’eccellenza industriale. Le attività di ricerca e produzione in Italia saranno integrate in 3 siti dagli attuali 7, tutti in provincia di Bergamo. A Stezzano verranno concentrate tutte le attività di ricerca e innovazione di prodotto e di processo, creando in tal modo un polo tecnologico che beneficerà di un forte collegamento con altri centri di ricerca, sia universitari che privati, nell’ambito del parco Scientifico e Tecnologico Kilometro Rosso. A Curno si concentrerà la produzione di sistemi frenanti e moduli ruota in lega leggera per applicazioni auto, moto e racing ad elevate prestazioni. Il settore del disco verrà fortemente razionalizzato, passando dagli attuali 4 siti ad unico polo e trasferendo una parte della produzione in Polonia. Mapello diventerà il centro di eccellenza nella produzione di dischi freno, integrando i processi di fusione, lavorazione meccanica e logistica. Prevedibile evoluzione della gestione Per il 2005 le dinamiche di sviluppo dei ricavi nei diversi segmenti di attività non dovrebbero mostrare significative variazioni rispetto al 2004. Il costo delle materie prime impiegate nei processi produttivi si mantiene a livelli eccezionali; il non completo trasferimento sui prezzi di vendita degli incrementi registrati nel corso del 2004 potrebbe influenzare i margini, soprattutto nella prima parte dell’anno. L’azienda proseguirà nei suoi programmi di recupero di efficienza lungo tutta la catena del valore, al fine di limitare l’impatto sui risultati. Inoltre, pur permanendo una significativa pressione sui prezzi di vendita da parte dei principali clienti, l’azienda si dovrà adoperare al fine di trasferire sugli stessi l’evoluzione dei costi delle materie prime. Il piano industriale in corso di realizzazione, nel 2005 comporterà un livello di investimenti superiore a quanto registrato negli anni scorsi. In allegato si forniscono le tabelle di sintesi dei risultati consolidati del trimestre e dell’intero esercizio. Questi ultimi sono ad oggi preliminari. |
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ASTALDI, NEL 2004 VALORE DELLA PRODUZIONE A 1.049 MILIONI DI EURO (+13,7%) E UTILE NETTO A 27,6 MILIONI (+23,3%) ACQUISITI NUOVI ORDINI PER CIRCA 1,6 MILIARDI DI EURO |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Astaldi S.p.a., presieduto dal Prof. Ernesto Monti, riunitosi oggi a Roma, ha approvato la Relazione trimestrale al 31 dicembre 2004 e ha esaminato i risultati consolidati dell’intero esercizio 2004, che evidenziano una crescita del 23,3% dell’utile netto, pari a 27,6 milioni di euro, e un incremento del 13,7% del valore della produzione, che è pari a circa 1.049 milioni di euro. In crescita anche il portafoglio lavori, superiore a 5 miliardi di euro (+13,7%) grazie a nuovi ordini per circa 1.600 milioni acquisiti durante l’esercizio. “Abbiamo chiuso il 2004 con un valore della produzione superiore al miliardo di euro, rispettando quindi l’importante obiettivo che avevamo indicato a inizio anno” ha commentato il Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato Vittorio Di Paola. “Le cifre del consuntivo 2004 confermano la solida struttura patrimoniale e finanziaria del Gruppo, che a sua volta rappresenta uno dei punti di forza su cui l’Azienda basa i suoi programmi di sviluppo per i prossimi anni”. Il quarto trimestre 2004 La relazione del quarto trimestre 2004 approvata dal Consiglio di Amministrazione presenta ricavi per prestazioni e appalti per circa 250 milioni di euro (+1,4% rispetto al quarto trimestre 2003), che portano il valore della produzione a circa 266 milioni di euro, con un incremento del 4,7% rispetto al quarto trimestre 2003. Il margine operativo lordo del periodo è stato di circa 34 milioni di euro, con una incidenza del 12,7% sul valore della produzione, rispetto a 27,7 milioni di euro del quarto trimestre 2003. Il risultato operativo, pari a 18,9 milioni di euro con una incidenza del 7,1% sul valore della produzione, si confronta con 18,9 milioni di euro del corrispondente trimestre dell’esercizio 2003. L’utile ante imposte, pari a 7,2 milioni di euro, presenta un incremento del 72,6% rispetto allo stesso trimestre del 2003, e porta l’utile netto consolidato a 5,5 milioni di euro, in crescita del 71,8% rispetto al dato dell’analogo periodo del 2003. Il preconsuntivo 2004 I dati consolidati relativi all’intero esercizio 2004 indicano un valore della produzione pari a circa 1.049 milioni di euro, con un incremento del 13,7% rispetto al 2003. Il margine operativo lordo di 127 milioni di euro, pari al 12,1% del valore della produzione, è in linea con l’analogo dato del 2003. Il risultato operativo risulta pari a 74,6 milioni di euro, con una incidenza del 7,1% sul valore della produzione e in crescita del 12,3% rispetto ai 66,4 milioni del 2003. L’utile netto del Gruppo è pari a circa 27,6 milioni di euro, con un incremento del 23,3% rispetto al precedente esercizio, un risultato maggiormente rilevante se si tiene conto dell’incidenza delle imposte nettamente superiore rispetto al precedente esercizio. L’utile ante imposte nel 2004 è stato di circa 41 milioni di euro con un aumento del 41,2% nei confronti del 2003. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2004 presenta un indebitamento di 115,5 milioni di euro, in decisa riduzione rispetto ai 128,3 milioni di euro del 31 dicembre 2003 pur in presenza di un incremento del volume di affari del 13,7%. Il rapporto debt/equity pari a 0,47 è in netta contrazione rispetto allo 0,56 registrato nello stesso periodo dello scorso esercizio. Portafoglio lavori Nel corso del 2004 Astaldi ha acquisito nuovi ordini per 1.593 milioni di euro, un importo che fa crescere il valore complessivo del portafoglio di Gruppo a oltre 5 miliardi di euro al 31 dicembre 2004, con un aumento del 13,7% rispetto all’inizio dell’anno. La distribuzione geografica del portafoglio a fine esercizio risulta per il 79% in Italia, in prevalenza nel settore delle infrastrutture ferroviarie, e per il 21% all’estero in prevalenza nel continente americano oltre che in Romania e in Turchia. Nello scorso mese di dicembre Astaldi, in qualità di leader e mandataria di un raggruppamento di imprese, si è aggiudicata in via provvisoria i lavori di ammodernamento e realizzazione in general contracting di due distinti lotti della S.s. Jonica 106 per un ammontare complessivo di oltre 790 milioni di euro (di cui quota Astaldi 90%). Il portafoglio lavori non tiene invece conto dei progetti per i quali è stata formalizzata la nomina di Astaldi a promotore, come la Linea 5 della Metropolitana di Milano e il Sottopasso del Parco dell’Appia Antica a Roma. Con valuta 9 febbraio 2005, la Astaldi Finance Sa ha reso disponibili presso la Bnp Paribas i fondi necessari per il rimborso del bond emesso l’11 febbraio 2002 scaduti l’ 11 febbraio 2005. |
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CEMENTIR APPROVAZIONE QUARTA TRIMESTRALE 2004: FATTURATO: 395 MILIONI DI EURO. REDDITO OPERATIVO: 64,2 MILIONI DI EURO CONSOLIDANDO I RISULTATI DEGLI ULTIMI DUE MESI DI AALBORG E UNICON |
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Roma, 14 febbraio 2005 – Anno 2004 in crescita per la Cementir sia considerando la nuova acquisizione in Danimarca che considerando i risultati a perimetro costante. Il consiglio di amministrazione della società, riunito oggi sotto la presidenza di Francesco Caltagirone Jr., ha approvato la relazione trimestrale al 31 dicembre 2004 che tiene conto dell’acquisizione da 572 milioni di Euro delle due società danesi Aalborg-portland e Unicon perfezionata il 29 ottobre 2004. Aalborg è leader mondiale nella produzione di cemento bianco con stabilimenti di produzione in Danimarca, Egitto, Malesia, Stati Uniti e Cina. Unicon è il maggior produttore di calcestruzzo nel Nord Europa e leader in Norvegia e Danimarca. Il bilancio dell’esercizio 2004, che consolida i risultati di Aalborg e Unicon dal 31 ottobre 2004 e che non è confrontabile con il medesimo periodo dell’anno precedente, si è chiuso con un fatturato netto a quota 395,1 milioni di Euro (292,6 milioni di Euro nel 2003). In particolare, la ripartizione geografica del fatturato evidenzia una crescita del 2% in Italia (206,1 milioni di Euro); un incremento del 26,1% in Turchia (114,3 milioni di Euro), mentre negli ultimi due mesi dell’anno Aalborg e Unicon hanno contribuito con 32,7 milioni di Euro in Danimarca, 26,4 milioni di Euro negli altri Paesi nordici e con 15,6 milioni di Euro nel resto del mondo. Il fatturato per tipologia di prodotto è così suddiviso: 317,9 milioni di Euro da vendite di cemento bianco e grigio, 77,2 milioni di Euro da vendite di calcestruzzo. Il margine operativo lordo, sempre tenendo conto dei risultati di Aalborg e Unicon relativamente agli ultimi due mesi del 2004, si è attestato a 107,1 milioni di Euro (87,7 milioni di Euro nel 2003), il reddito operativo è stato di 64,2 milioni di Euro (52,9 milioni di Euro). L’andamento del quarto trimestre 2004 registra un fatturato di 161,7 milioni di Euro (73,4 milioni di Euro nell’ultimo trimestre del 2003 che non comprendeva l’acquisizione danese), un margine operativo lordo di 39,9 milioni di Euro (24,7 milioni di Euro), un reddito operativo di 20,2 milioni di Euro (15,8 milioni di Euro). L’andamento economico dell’esercizio 2004 non consolidando i risultati di Aalborg Portland e Unicon, ovvero a perimetro costante, ha registrato un aumento del fatturato del 9,5% a quota 320,3 milioni di Euro (292,6 milioni di Euro nel 2003). Anche il margine operativo lordo è cresciuto a 92,2 milioni di Euro (+5%). Il reddito operativo è stato di 57,8 milioni di Euro (+9% rispetto all’esercizio 2003). L’incremento dei margini operativi è dovuto ai risultati della Turchia; in Italia si è registrata una lieve flessione dovuta all’aumento dei costi energetici e dei noli marittimi. Passando ai risultati del quarto trimestre del 2004, sempre a perimetro costante, il conto economico registra un fatturato in aumento del 18,5% a quota 87 milioni di Euro (73,4 milioni di Euro nel corrispondente trimestre dell’esercizio precedente), mentre il margine operativo lordo si attesta a 25,1 milioni di Euro (+1,4%). Il reddito operativo dell’ultimo trimestre è stato di 13,9 milioni di Euro in lieve flessione rispetto all’ultimo trimestre 2003 (15,8 milioni di Euro) sostanzialmente a causa di maggiori ammortamenti derivanti dall’applicazione dei principi contabili internazionali Ias da parte della Cimentas. La posizione finanziaria netta che al 30 settembre 2004 era positiva per 132,1 milioni di Euro, a fine esercizio 2004 risulta negativa per 298,6 milioni di Euro. La variazione riflette l’acquisizione delle società Aalborg e Unicon, al netto dei flussi positivi derivanti dalla gestione ordinaria e dalla vendita di assets non strategici. La nuova dimensione della Cementir, presente su più mercati in diverse aree geografiche, consente di valutare ed eventualmente cogliere ulteriori opportunità di sviluppo ed espansione. |
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POLIGRAFICA S. FAUSTINO S.P.A.:RISULTATI DEL IV TRIMESTRE 2004: CRESCITA DEL 7% DEL FATTURATO ANNUO CONSOLIDATO, MARGINALITA’ IN RIDUZIONE, UTILE PRE TAX IN LIEVE PERDITA |
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Castrezzato, 14 febbraio 2005 – L’ 11 febbraio il Consiglio di Amministrazione di Poligrafica S. Faustino S.p.a., società quotata al Techstar di Borsa Italiana, attiva nei servizi avanzati di comunicazione, ha approvato la relazione sull’andamento della gestione al quarto trimestre 2004. Le vendite del Gruppo per l’esercizio 2004 ammontano a 35,14 milioni di Euro consolidando un incremento del 7,1% rispetto al precedente esercizio (32,80 milioni di Euro). Tale crescita è prevalentemente imputabile alla vendita di etichette autoadesive supportata dai significativi e specifici investimenti effettuati ed in corso di realizzazione. Le vendite sul mercato estero sono state pari a Euro 3,48 milioni (10% sulle vendite complessive) per l’intero esercizio, con un incremento di Euro 0,46 milioni (+15%) rispetto all’esercizio precedente. L’ebitda al 31/12/2004 è pari a Euro 2,87 milioni (Euro 3,18 milioni alla fine dell’esercizio precedente); la riduzione della marginalità pari al 9.7% è imputabile ad un incremento del costo delle materie prime e dei servizi legato alla variazione delle tipologie produttive, sempre più orientate al settore etichette e imballaggi flessibili. Tali fattori unitamente alla inattesa flessione del fatturato e senza una riduzione di incidenza delle altre componenti di costo hanno ridotto la marginalità operativa. L’ebit consolidato infatti è negativo di Euro 0,59 milioni (era negativo di Euro 0,37 milioni al 31/12/2003). A seguito di un risultato positivo della gestione straordinaria legata ai benefici derivanti dal disinquinamento fiscale e alla plusvalenza generatasi dalla parziale cessione di quote Mediattiva, il risultato ante imposte al 31/12/2004 risulta in sostanziale pareggio (negativo per 0,07 milioni di Euro). La Posizione finanziaria netta del Gruppo migliora in seguito all’operazione di equity line ed è pari ad un indebitamento complessivo di Euro 0,31 milioni di Euro in notevole e ulteriore riduzione rispetto alla fine del trimestre precedente (Euro 1,82 milioni milioni al 30 settembre 2004). Nel Iv trimestre 2004 il Gruppo presenta vendite pari a Euro 8,36 milioni in lieve flessione (-1,4%) rispetto al Iv trimestre 2003 (Euro 8,48 milioni). Il margine operativo lordo trimestrale (Ebitda) è pari a Euro 0,77 milioni (Euro 1,01 milioni nel Iv trimestre 2003). L’ebit consolidato del Iv trimestre 2004 è negativo di Euro 0,07 milioni (era positivo per Euro 0,02 milioni nello stesso periodo dell’esercizio precedente). A fronte dei benefici derivanti dal disinquinamento fiscale (effetto positivo netto pari a 0,29 milioni di euro) e dalla plusvalenze di Euro 0,30 milioni generatasi dalla parziale cessione di quote Mediattiva, il risultato trimestrale ante imposte è positivo di Euro 0,45 milioni e migliora rispetto allo stesso dato dell’esercizio precedente (positivo per Euro 0,07 milioni nel Iv trimestre 2003). Poligrafica S. Faustino S.p.a. Tenuto conto delle importanti acquisizioni già effettuate, il previsto piano di investimenti finalizzato alla produzione di nuove realizzazioni grafiche, soprattutto nel comparto etichette e imballaggi flessibili, è in fase avanzata. Come anticipato, a fronte del completamento di alcune tranche di aumento di capitale sociale, la posizione finanziaria netta della Capogruppo presenta un saldo positivo (liquidità) netto pari a Euro 0,70 milioni rispetto all’indebitamento netto di Euro 0,93 milioni al 30 settembre 2004. Le vendite della Capogruppo, Poligrafica S. Faustino S.p.a., sono state pari a Euro 7,12 milioni, in flessione del 3% rispetto al Iv trimestre 2003. Il dato annuale complessivo (vendite per 29,99 milioni) conferma la crescita del 7% rilevata anche a livello di Gruppo Le vendite sul mercato estero incidono per l’8% sul fatturato e ammontano nel trimestre a Euro 0,57 milioni. L’inatteso rallentamento degli ordinativi avutosi nei mesi di settembre e ottobre, in una situazione di permanente congiuntura e concorrenzialita’ sul versante dei prezzi, si è accompagnato ad un incremento di incidenza dei consumi e dei servizi per lavorazioni esterne. L’ebitda è stato pari a Euro 0,56 milioni (Euro 0,79 milioni nel Iv trimestre 2003) e l’Ebit e’ risultato negativo di Euro 0,07 milioni a fronte di un incremento dei leasing finanziari correlati ai nuovi investimenti. Alberto Frigoli, Presidente di Poligrafica San Faustino, ha così commentato: “In un mercato di riferimento debole e incerto che ha caratterizzato l’intero 2004, abbiamo mantenuto la nostra quota di mercato consolidando il fatturato dell’anno 2003 ed incrementando il fatturato consolidato del 7%. Rispetto al raggiungimento del break even pre tax, comunicato alla comunità Finanziaria, abbiamo rilevato una lieve perdita pari a Euro 70.000. Gli investimenti già sostenuti in nuova tecnologia e il riassetto organizzativo della rete di vendita condurranno ad una efficienza produttiva che consentirà un miglioramento della redditività complessiva del gruppo per l’anno 2005”. |
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CEMBRE IL CDA APPROVA LA RELAZIONE RELATIVA AL QUARTO TRIMESTRE 2004 CEMBRE (STAR): RICAVI IN CRESCITA DI OLTRE IL 9% L’UTILE ANTEIMPOSTE AUMENTA SENSIBILMENTE |
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Brescia, 14 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Cembre Spa, società quotata al segmento Star della Borsa di Milano, tra i principali produttori europei di connettori elettrici e utensili per la loro installazione, riunitosi oggi a Brescia sotto la presidenza di Carlo Rosani, ha approvato la Relazione trimestrale consolidata al 31 dicembre 2004. Nel quarto trimestre del 2004 i ricavi delle vendite consolidati pari a 16,5 milioni di euro, sono cresciuti del 9,8% rispetto al corrispondente trimestre 2003. Di conseguenza l’aumento di fatturato del Gruppo dell’intero esercizio 2004 è del 9,1% sull’anno prima. I ricavi a fine dicembre 2004 ammontavano infatti a 65,3 milioni di euro contro i 59,9 milioni conseguiti a fine esercizio 2003. La ripartizione dei ricavi per aree geografiche conferma il trend che il Gruppo Cembre ha evidenziato negli ultimi anni, con il 47,9% del fatturato generato in Italia, il 43,6% in Europa e l’8,5% fuori dai mercati continentali. Si segnala che, sul mercato italiano, le vendite sono cresciute del 5%, mentre l’export ha registrato un aumento dei volumi pari al 13%. Il margine operativo lordo consolidato (Ebitda) del 2004, pari a 12,5 milioni di euro, corrispondente al 19,2% dei ricavi delle vendite, è aumentato del 15,1% rispetto a quello di fine 2003 (pari a 10,9 milioni di euro, corrispondente al 18,2% dei ricavi delle vendite). A livello trimestrale il margine operativo lordo è passato da 3 milioni di euro del 2003 a 4 milioni di euro del 31 dicembre 2004, con un aumento del 32,3%. Il risultato operativo consolidato (Ebit) pari a 8,1 milioni di euro, corrispondente a un margine del 12,3% sui ricavi delle vendite, è aumentato del 26,5%, a seguito della minore incidenza degli ammortamenti, rispetto ai 6,4 milioni di euro di fine 2003, corrispondenti al 10,6% dei ricavi delle vendite. A livello trimestrale il risultato operativo è salito da 1,7 milioni di euro del quarto trimestre 2003 a 2,5 milioni di euro. Il risultato ante imposte consolidato, pari a 7,7 milioni di euro, corrispondente al 11,8% delle vendite, è aumentato del 35,8% rispetto ai 5,68 milioni di euro dell’esercizio 2003, corrispondenti al 9,5% delle vendite. L’utile ante imposte del quarto trimestre 2004, pari a 2,3 milioni di euro, é cresciuto del 51,8% rispetto a quello del quarto trimestre 2003, pari a 1,5 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto consolidato a fine dicembre 2004, pari a 1,7 milioni di euro, é considerevolmente migliorato rispetto ai 7,5 milioni di euro del 31 dicembre 2003. Il risultato è dovuto, oltre al buon andamento del conto economico e del conseguente incremento del cash flow, anche alla riduzione del capitale circolante operativo e degli investimenti effettuati, passati da 3,7 milioni di euro del 2003 a 3 milioni del 2004. “I risultati soddisfano ma non ci devono fare abbassare la guardia, dato il quadro complessivo dei mercati. Tali risultati sono dovuti sia all’aumento delle vendite sia alla politica di contenimento dei costi e di ricerca di efficienza seguita dal Gruppo. Certo che il significativo miglioramento della posizione finanziaria netta indica che siamo un Gruppo capace di generare valore anche in momenti difficili”, ha dichiarato il presidente e amministratore delegato, Carlo Rosani. |
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LA SKF INTENDE ACQUISIRE IL PIENO CONTROLLO DELLA SOCIETÀ INDIANA DI CUSCINETTI |
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Milano, 14 febbraio 2005 - La Skf ha annunciato scorso la propria intenzione di rilevare le azioni pubbliche in circolazione della propria consociata indiana Skf India Limited e di escludere quest’ultima dalla quotazione, in conformità con le Securities and Exchange Board of India Delisting Guidelines (Delisting Guidelines). La Skf detiene il 53,58% delle azioni ordinarie di quella società. Il numero complessivo delle azioni in circolazione ammonta a 52.732.538. La totale acquisizione della società conferirà alla Skf maggiore flessibilità operativa consentendole di sostenere lo sviluppo delle proprie attività commerciali e di integrare le operazioni nel Gruppo Skf. Nel 2003 le vendite della Skf India Limited sono ammontate a 808 milioni di corone svedesi, con un utile prima delle imposte di 88 milioni di corone. La società ha 1.968 dipendenti e due stabilimenti per la fabbricazione di cuscinetti, uno a Pune e uno a Bangalore. L’offerta di acquisto delle azioni in circolazione è soggetta all’approvazione da parte degli azionisti della Skf India Limited in conformità con le Delisting Guidelines. Inoltre l’offerta deve sottostare all’approvazione delle autorità governative e sarà condizionata dall’accettazione da parte della Skf del prezzo pagabile per le azioni, determinato in accordo con le citate Delisting Guidelines e dal raggiungimento del livello di partecipazione azionaria richiesto per il delisting. |
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JOE BORG IN ITALIA: LAVORANDO INSIEME A FAVORE DI UNA PESCA SOSTENIBILE NEL MEDITERRANEO |
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Bruxelles, 14 febbraio 2005 - In visita in Italia, Joe Borg, Commissario responsabile per la pesca e gli affari marittimi, ha incoraggiato gli operatori del settore a partecipare all’adozione delle misure proposte dalla Commissione in vista della protezione degli stock ittici e della riduzione dell’impatto negativo dovuto allo sfruttamento eccessivo nel Mediterraneo. Le parti interessate hanno un ruolo importante da svolgere per garantire la corretta applicazione delle misure a favore di una pesca sostenibile, favorendo, grazie al dialogo, l’elaborazione di misure comuni nell'area del Mediterraneo. Negli ultimi venti anni le catture non hanno fatto che diminuire nel Mediterraneo ed era necessario intervenire per evitare i problemi già verificatisi con alcuni stock, molto importanti dal punto di vista commerciale, nel Mare del Nord e nell’Atlantico, ha dichiarato Joe Borg. Le misure proposte dalla Commissione sono state elaborate appositamente per il Mediterraneo e dovrebbero istituire un quadro integrato e flessibile che tiene conto delle differenze tra pesca, stock ed habitat. Il dialogo e la cooperazione internazionali sono l’elemento chiave del futuro della pesca nel Mediterraneo. In questo contesto, il Commissario Borg ha accolto con favore il rafforzamento della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (Cgpm) e l’istituzione di Medisamak che riunisce varie associazioni di pescatori del Mediterraneo. Il Commissario inoltre giudica molto positivamente l’istituzione del Consiglio consultivo regionale per il Mediterraneo. “La pesca svolge un ruolo determinante nel Mediterraneo. Per questo dobbiamo impegnarci al massimo per salvaguardare il suo futuro. Dobbiamo, in primo luogo, garantire l’adozione e l’applicazione di misure per una pesca sostenibile nelle nostre acque e, in secondo luogo, dialogare con i partner che si affacciano sul Mediterraneo per elaborare misure di gestione della pesca per l’intera regione”, ha dichiarato il Commissario in una riunione tenutasi oggi a Roma. Si tratta della prima visita di Joe Borg in Italia in qualità di Commissario dell’Ue. La vista è iniziata mercoledì a Venezia dove ha incontrato il Sottosegretario alla pesca, Paolo Scarpa Bonazza che lo ha accompagnato per l’intera visita. Giovedì il Commissario ha vistato due impianti di acquacoltura nella Valle Morosina e nella Valle Figheri dove ha sottolineato l’importanza dell’’acquacoltura come fonte di prodotti ittici e posti di lavori di qualità, affermando che il sostegno comunitario all’acquacoltura proseguirà, soprattutto al fine di ridurne l’impatto ambientale. Si è poi recato a Roma dove ha incontrato alcuni membri del Parlamento e rappresentanti dell'industria della pesca, prima di incontrare il Ministro delle politiche agricole e forestali, On. Alemanno. Nel corso della giornata si è recata a Catania dove ha incontrato Salvatore Cuffaro, Presidente della Regione Sicilia. Il giorno successivo il Commissario Borg ha tenuto una conferenza all’Università di Catania nell'ambito del progetto “Jean Monnet” ed ha incontrato i rappresentanti delle associazioni di pescatori della regione. |
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EMERGENZA TSUNAMI: NUOVE INIZIATIVE DELLA COMMISSIONE PER CONTRIBUIRE ALLA RIPRESA DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA NELLE ZONE COLPITE DAL MAREMOTO |
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Bruxelles, 14 febbraio 2005 - La Commissione ha compiuto un altro passo in avanti nella sua azione diretta a contribuire alla ripresa della pesca e dell’acquacoltura nelle zone colpite dallo tsunami che ha devastato l’Oceano Indiano lo scorso 26 dicembre, adottando una decisione destinata a fornire consulenza e assistenza tecnica immediata e a lungo termine ai paesi interessati. È previsto l’invio di esperti, che contribuiranno alla valutazione delle esigenze di ricostruzione e forniranno consulenza per l’applicazione delle misure adottate per favorire la ripresa del settore. La Commissione propone inoltre la modifica di alcune regole dello Strumento finanziario di orientamento della pesca (Sfop) per rimuovere gli ostacoli di ordine giuridico al cofinanziamento di un eventuale trasferimento di imbarcazioni da pesca dall’Unione europea alle zone colpite (cfr. Memo/05/21). La Commissione vuole essere certa che, qualora la valutazione attualmente condotta dalla Fao in queste zone dimostri che un trasferimento permanente può contribuire alla ricostituzione della flotta peschereccia locale, siano già in vigore le misure necessarie per attuare tale trasferimento. Le iniziative proposte fanno parte di un pacchetto di misure destinato a contribuire alla ricostruzione del settore della pesca e dell’acquacoltura che, dopo il turismo, è stato il settore economico più danneggiato nelle zone colpite dallo tsunami. “Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno già espresso il loro sostegno alle misure previste dalla Commissione per contribuire alla ripresa della pesca nelle zone colpite dallo tsunami. In coordinamento con la Fao e gli Stati membri, dobbiamo assicurare che le misure proposte rispondano alle esigenze del settore a livello locale e siano concepite in modo da contribuire ad una pesca sostenibile. Un altro elemento essenziale per la riuscita di queste misure sarà il controllo della loro applicazione”, ha dichiarato il Commissario Joe Borg, responsabile per la pesca e gli affari marittimi. La decisione della Commissione prevede l’immediata mobilitazione di esperti europei e internazionali, che saranno incaricati di realizzare una valutazione di impatto e di identificare le esigenze di ricostruzione nelle zone e nei paesi interessati. Tale valutazione sarà seguita dalla consulenza necessaria per assicurare l’applicazione delle misure e dall’assistenza finanziaria e tecnica a più lungo termine. Per quanto riguarda la possibilità di un trasferimento delle navi, la proposta della Commissione è di considerare ammissibili le imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 12 metri e di età compresa tra i 5 e i 20 anni. Il trasferimento nelle zone colpite dallo tsunami dovrebbe concludersi il 30 giugno 2006. Le sovvenzioni erogate ai proprietari delle navi dovrebbero essere le stesse attualmente previste nell’ambito dello Sfop per il ritiro definitivo delle imbarcazioni dalla flotta peschereccia comunitaria. È proposta un’ulteriore indennità, fino ad un massimo del 20%, per sostenere i costi del trasporto fino alle zone colpite e per assicurare che le imbarcazioni siano adeguatamente equipaggiate e atte alla navigazione. |
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UN PAPER DI TRE STUDIOSI BOCCONI PUBBLICATO DA POLITICA ECONOMICA - RIGIDITÀ DEL MERCATO DEL LAVORO: È L’OCSE A DISEGNARCI COSÌ, MA SBAGLIA |
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Milano, 14 febbraio 2005 - L’indice più usato per le comparazioni internazionali è impreciso e sottostima in modo sostanziale la flessibilità italiana. Rivedendolo l’Italia passa dalle posizioni di coda (23^) a metà classifica (tra la 16^ e la 18^ per le imprese con più di 15 dipendenti, 10^ per le altre). Assomigliamo più a Germania e Svezia che a Grecia e Turchia La base di partenza di ogni dibattito sulla mancanza di flessibilità del mercato del lavoro italiano è l’Indice Ocse sulla rigidità del mercato del lavoro. La stessa discussione che ha portato all’emanazione della legge Biagi è stata avviata per colmare il gap coi paesi più avanzati, percepito dalla lettura di un indice che, nella sua versione del 1999, poneva l’Italia in 23^ posizione su 26 paesi. Ebbene, un lavoro di Maurizio Del Conte, Carlo Devillanova e Silvia Morelli dell’Università Bocconi, pubblicato sull’ultimo numero di Politica Economica, rivista scientifica del Mulino, mostra come i calcoli dell’Ocse per l’Italia siano sostanzialmente sbagliati e la flessibilità del mercato del lavoro sia decisamente superiore. Alla base degli errori vi sarebbe soprattutto un’interpretazione superficiale del dettato normativo in materia. L’indicatore passerebbe così da un valore di 3,4 a uno, calcolato in modo conservativo, di 2,5, facendo salire l’Italia in una posizione compresa tra la 16^ e la 18^, con una flessibilità paragonabile a quella di Germania, Norvegia e Svezia, anziché Grecia, Turchia e Portogallo, che occupano le caselle più vicine all’Italia nella graduatoria ufficiale. Gli autori arrivano alla loro conclusione dopo avere riconsiderato in modo puntuale i 22 indicatori specifici che contribuiscono alla composizione dell’Indice. Il loro lavoro considera le condizioni del 1999, prima, cioè, delle nuove forme di flessibilità introdotte dalla legge Biagi. Un errore rilevante riguarda il calcolo dei costi di licenziamento: l’Ocse inserisce erroneamente nell’entità della liquidazione anche il Tfr, che va invece interpretato come retribuzione differita e che, anzi, ha sempre costituito una fonte di finanziamento a basso costo per l’impresa. Inoltre la cattiva interpretazione della cosiddetta “tutela reale”, che consente al lavoratore illegittimamente licenziato di scegliere tra la reintegrazione nel posto di lavoro e una indennità pari a 15 mensilità, comporta la sovrastima delle difficoltà di licenziamento: l’Ocse non considera né che la norma non è applicabile a tutte le imprese, né che reintegrazione e indennità sono provvedimenti alternativi, che non vanno a sommarsi l’uno con l’altro. Errori minori riguardano la durata massima dei contratti a tempo determinato e i vincoli per il loro rinnovo e la disciplina dei licenziamenti collettivi. In un solo caso (il periodo che intercorre tra licenziamento e sua effettività) l’Ocse sbaglia in senso opposto, considerando la legislazione più flessibile di quanto sia in realtà. Va infine notato che l’Indice Ocse prende in considerazione la sola normativa che riguarda le imprese con più di 15 dipendenti. Gli studiosi dell’Università Bocconi calcolano, invece, anche l’Indice dell’Italia per le sole imprese di dimensioni inferiori, alle quali non si applica lo Statuto dei Lavoratori. Ebbene, per questa parte rilevante dell’economia italiana (vi sono impiagati più del 30% dei lavoratori dipendenti), l’Indice scende al valore di 1,8, che equivale a una 10^ posizione nella graduatoria. Nel 2004 l’Ocse ha rivisto l’Indice, eliminando il Tfr dal calcolo dei costi di licenziamento, ma mantenendo le altre imprecisioni. Dopo avere ricalcolato l’Indice seguendo correttamente le regole dell’Ocse, i tre studiosi, al fine di migliorarne la qualità, suggeriscono comunque alcune modifiche metodologiche: il coinvolgimento di referenti giuridicamente più qualificati a livello nazionale; considerare, accanto alla normativa e ai contratti collettivi, anche la giurisprudenza; eliminare alcune rigidità metodologiche che portano l’Ocse a considerare sempre come elemento di rigidità la regolamentazione di un istituto (mentre, per esempio, la regolamentazione della Cassa Integrazione Guadagni costituisce in realtà un elemento di flessibilità) e ad addizionare meccanicamente gli indicatori base, senza valutarne complementarietà e interdipendenze. L’indice Ocse (1999); 1. Stati Uniti 0,7; 2. Regno Unito 0,9; 3. Nuova Zelanda 0,9; 4. Canada 1,1; 5. Irlanda 1,1; 6. Australia 1,2; 7. Svizzera 1,5; 8. Danimarca 1,5; 9. Ungheria 1,7; 10. Polonia 2,0; 11. Finlandia 2,1; 12. Repubblica Ceca 2,1; 13. Olanda 2,2; 14. Giappone 2,3; 15. Austria 2,3; 16. Belgio 2,5; 17. Corea 2,5; 18. Svezia 2,6; 19 Norvegia 2,6; 20. Germania 2,6; 21. Francia 2,8; 22. Spagna 3,1; 23. Italia 3,5; 24. Grecia 3,5; 25. Turchia 3,5; 26. Portogallo 3,7. |
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UNIONCAMERE-ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE RAPPORTO 2004 - LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE NELL’ECONOMIA ITALIANA COMPETITIVITÀ: LE STRATEGIE DEL “CETO MEDIO” DELL’INDUSTRIA ITALIANA |
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Roma, 14 febbraio 2005 – Il “lungo tunnel” attraversato in questi anni dalla nostra economia ha prodotto un effetto evidente sul sistema produttivo: è nato un “ceto medio” dell’impresa manifatturiera che ha reagito positivamente al difficile ciclo economico, accrescendo il proprio fatturato e gli addetti. Proprio nei giorni in cui si discute di come rilanciare la competitività del sistema Paese, Unioncamere e Istituto Tagliacarne presentano, nel Rapporto Pmi, edizione 2004, l’analisi delle strategie che hanno consentito a questo ceto medio di superare le difficoltà congiunturali, guardando al 2005 con una giusta dose di ottimismo. “Il Rapporto Pmi di quest’anno ci conferma che il nostro sistema imprenditoriale ha tenuto il passo anche in questa fase di difficoltà generale dell’economia”, ha detto il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, introducendo oggi il convegno di presentazione della ricerca. “Siamo convinti che questo nuovo ceto medio dell’industria, soprattutto se supportato da politiche di sostegno adeguate, potrà esercitare un effetto traino nei confronti delle imprese minori. Innovazione, qualità, incentivi alle aggregazioni d’impresa e sostegno all’internazionalizzazione sono, quindi, le parole chiave che dovrebbero essere contenute nel provvedimento che il Governo sta elaborando in queste settimane”. “L’indagine mette in evidenza come le imprese più strutturate, che hanno maggiori relazioni e si muovono con disinvoltura sui mercati esteri, siano performanti rispetto alle imprese di più piccole dimensioni”, ha detto il Presidente dell’Istituto Tagliacarne, Gian Carlo Sangalli. “Piccole imprese, comunque, che rappresentano pur sempre l’armatura dell’economia italiana e che vanno sostenute con policy distinte e mirate. Ragionare, quindi, non per compartimenti stagni ma in termini di filiere produttive, dove le piccole imprese hanno un ruolo preciso nella creazione del valore”. La “disarticolazione” del tessuto delle Pmi: “ceto medio” e impresa “unicellulare” Nel 2003-2004, un nucleo di piccole e medie imprese ha reagito al rallentamento economico elaborando strategie fortemente competitive. Queste aziende, identificate dal Rapporto Pmi 2004, si contraddistinguono per una elevata capacità di sostenere la sfida dei mercati internazionali, per il frequente collegamento in reti d’impresa formali (gruppi) o informali (accordi di collaborazione), per una spiccata propensione all’innovazione di processo e di prodotto. Il “ceto medio” dell’imprenditoria italiana si compone di: 95mila imprese manifatturiere (il 20% del totale), di cui 3.128 con 100-199 addetti e 2.054 con più di 200 addetti; 65mila di queste imprese sono esportatrici abituali: ad esse si deve il 47% dell’export italiano; il 19% delle 95mila aziende è costituito da società di capitale (erano il 16,5% nel 1995); 35mila sono organizzate in gruppo (16.794 sono capogruppo). Sul fronte opposto, all’interno del sistema manifatturiero si riconosce con chiarezza un secondo gruppo omogeneo di imprese, definite “unicellulari”. Esse rappresentano il 42,7% del tessuto imprenditoriale italiano (320mila imprese su circa 750mila aziende manifatturiere), hanno meno di 10 addetti, un giro d’affari inferiore ai 300mila euro, forma societaria individuale o di persona. Nella maggioranza operano nei settori tradizionali del made in Italy (alimentare, bevande e tabacco; tessile e abbigliamento; pelli, cuoio e calzature; legno e mobilio). L’andamento del passato e le previsioni per il 2005 premiano il “ceto medio” “Ceto medio” e imprese unicellulari si collocano agli estremi opposti di una ipotetica graduatoria della competitività, misurata in termini di crescita del fatturato e dell’occupazione nel 2003-2004 e di previsioni per il 2005. Il saldo tra imprese manifatturiere che dichiarano di aver accresciuto il proprio fatturato nel 2003 e imprese che sostengono che esso sia diminuito è in media negativo (-4,3%). Questo andamento, però, è il frutto di una performance negativa delle microimprese con 1-9 dipendenti (il saldo è pari a -7,6%). Le imprese di dimensione superiore segnalano invece incrementi (lo dichiarano l’11,6% di quelle con 10-49 dipendenti e il 12,9% di quelle con 50-250 dipendenti). Per il 2005, il saldo tra previsioni di crescita e attese di diminuzione è pari a +8,9 punti percentuali. Sulla media incide negativamente la forte cautela espressa dalle microimprese (+3,9% il saldo per questa dimensione aziendale). Diversa la situazione per le dimensioni maggiori: il saldo è pari a +22% per le imprese con 10-49 dipendenti e a +33,3% per quelle con 50-250 dipendenti. Andamento del fatturato delle imprese manifatturiere per classe dimensionale di addetti nel 2003 (valori percentuali) | 1-9 addetti | 10-49 addetti | 50-250 addetti | Totale manifatturiero | Aumento | 18,8 | 29,7 | 27,0 | 20,6 | Stabilità | 54,8 | 52,2 | 58,9 | 54,5 | Diminuzione | 26,4 | 18,1 | 14,1 | 24,9 | Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | Saldi | -7,6 | +11,6 | +12,9 | -4,3 | Fonte: Unioncamere-ist.tagliacarne – Rapporto Pmi 2004 Previsioni di fatturato 2004-2005 in relazione alla dimensione aziendale(valori percentuali) | 1-9 addetti | 10-49 addetti | 50-250 addetti | Totale manifatturiero | Aumento | 22,7 | 34,0 | 37,5 | 24,7 | Stabilità | 60,5 | 54,0 | 58,3 | 59,5 | Diminuzione | 16,8 | 12,0 | 4,2 | 15,8 | Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | Saldi | +3,9 | +22,0 | +33,3 | +8,9 | Fonte: Unioncamere-ist.tagliacarne – Rapporto Pmi 2004 Competitività: le strategie messe in campo dalle imprese Messe alla prova dalla crescente competizione internazionale, le piccole e medie imprese manifatturiere italiane hanno reagito in maniera differenziata alle difficoltà. Il ceto medio, in particolare, mostra di aver creduto più dell’impresa minore in alcuni fattori chiave per la competitività: qualità, innovazione e legami di collaborazione con altre imprese. In particolare, l’indagine[1] evidenzia che: 1. La qualità dei prodotti viene tenuta in alta considerazione dalle nostre imprese e considerata anche un valido strumento di difesa dalla concorrenza delle produzioni a basso costo provenienti soprattutto dai Paesi emergenti. Questo orientamento alla qualità interessa circa il 34% dei piccoli e medi imprenditori italiani, i quali ritengono che i propri prodotti siano pertinenti ad una fascia di mercato alta o medio-alta. Tuttavia questa attenzione alla qualità, che si traduce in produzioni di fascia medio-alta, è più presente nelle medie imprese che nelle imprese unicellulari. Prodotti delle Pmi per fasce di mercato (valori percentuali) | Pmi | Imprese unicellulari | Medie imprese | Alta | 8,2 | 5,1 | 10,8 | Medio-alta | 25,7 | 21,8 | 32,9 | Media | 55,8 | 61,3 | 50,1 | Medio-bassa | 7,2 | 8,2 | 4,7 | Bassa | 3,1 | 3,7 | 1,5 | Fonte: Unioncamere-ist.tagliacarne – Rapporto Pmi 2004 2. I due terzi dei piccoli e medi imprenditori considerano l’innovazione un fattore determinante nella competizione nazionale ed internazionale. La percentuale però varia tra imprese unicellulari e medie imprese: l’innovazione è fondamentale per il 52,4% delle imprese unicellulari a fronte del 73,9% di quelle medie. Dall’indagine emerge anche una sorta di disallineamento tra opinioni espresse e innovazione effettivamente introdotta. Infatti, nel 2001-2002, solo il 40,2% delle imprese unicellulari e il 65,2% delle medie ha effettivamente investito in questo senso, introducendo innovazioni di processo o di prodotto. Imprese che puntano sull’innovazione per aumentare la competitività (valori percentuali) Potenzialità innovativa inespressa (valori percentuali) | Pmi | Imprese unicellulari | Medie imprese | Reputano l'innovazione importante per aumentare la competitività | 61,7 | 52,4 | 73,9 | Hanno effettivamente innovato nel 2001-2002 | 49,7 | 40,2 | 65,2 | Scarto | 12,0 | 12,2 | 8,7 | Fonte: Unioncamere-ist.tagliacarne – Rapporto Pmi 2004 3. Circa il 20% delle Pmi ha stipulato accordi di collaborazione con imprese italiane ed estere. La percentuale è destinata a salire al 23% nel 2005. Grandi le differenze tra imprese unicellulari e medie imprese. Il 92,8% delle microimprese collabora con altre piccole o medie aziende italiane; l’11,6% con multinazionali italiane e solo il 2,2% con multinazionali estere. Le medie imprese, invece, operano nel 78,6% dei casi con altre piccole e medie aziende, nel 23,6% anche con multinazionali italiane e nel 10,9% anche con multinazionali estere. Da sottolineare che la metà delle Pmi ha stretto accordi di collaborazione per avviare attività di vendita e produzione con altre aziende, l’8% per consolidare la propria posizione sui mercati stranieri (attraverso esportazioni congiunte o sfruttando le conoscenze del partner dei mercati stranieri). La maggioranza delle imprese coinvolte in accordi di collaborazione individua tra i principali benefici di questa strategia l’ottimizzazione dei processi produttivi, l’abbattimento dei costi di produzione e una più efficace distribuzione dei prodotti. Imprese con cui instaurano rapporti di collaborazione le Pmi italiane (valori percentuali) | Pmi | Imprese unicellulari | Medie imprese | Piccola e media impresa | 87,2 | 92,8 | 78,6 | Azienda leader o capogruppo | 4,8 | 0,0 | 13,2 | Multinazionale italiana | 16,2 | 11,6 | 23,6 | Multinazionale estera | 5,0 | 2,2 | 10,9 | Fonte: Unioncamere-ist.tagliacarne – Rapporto Pmi 2004 Benefici maggiormente avvertiti dalle aziende che hanno stipulato accordi (valori percentuali) Fonte: Unioncamere-ist.tagliacarne – Rapporto Pmi 2004 |
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UN QUARTO DELLE IMPRESE ITALIANE DELLA RICERCA È LOMBARDO DALL’UNIONE EUROPEA 370 MILIONI DI EURO PER INNOVARE COINVOLTO IL 60% DELLE IMPRESE LOMBARDE |
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Milano, 14 febbraio 2005 - La competitività del sistema lombardo si gioca sulla sua capacità di fare ricerca e applicarla. In una parola, innovarsi. Ma alle imprese, alle università e ai centri di ricerca lombardi non mancano i buoni progetti, mancano i fondi per realizzarli. Ed ecco che arrivano i finanziamenti per l’innovazione tecnologica: l’Unione Europea ha appena pubblicato un nuovo bando che mette a disposizione 370 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca nell’ambito delle tecnologie industriali e dei materiali. I fondi fanno parte del Vi Programma Quadro di Ricerca e di Sviluppo dell’Unione Europea, destinato a università, centri di ricerca e imprese. E sono il 60% delle imprese lombarde quelle ad essere coinvolte. Tra i settori: tessile, costruzioni, biomedicale, tecnologie ambientali, logistica, biotecnologie, materiali, trasporti, nanotecnologie. Particolare attenzione è data alle piccole e medie imprese, in particolare nei settori tecnologici maturi, per le quali sono previsti degli appositi strumenti di partecipazione. Martedì presentazione del bando. Se ne parlerà martedì 15 febbraio alla presentazione del bando in occasione del convegno “Nanotecnologie, materiali e processi: le opportunità del nuovo bando Nmp”, organizzato dall’Euro Info Centre della Camera di commercio di Milano e dall’Innovation Relay Centre della Lombardia, dalle 9 alle 17.30, Palazzo Turati, Sala Conferenze – 1° piano, Via Meravigli, 9/b – Milano. Per informazioni: Euro Info Centre: 02/8515.5247-5364 - e-mail: tumiati.Mara@mi.camcom.it “Nella nostra società globalizzata c’è sempre più bisogno di fare ricerca, innovare prodotti e processi per aumentare la competitività - ha dichiarato Guido Galardi, presidente di Euro Info Centre, azienda speciale della Camera di commercio di Milano - . Iniziative divulgative e di incontro con il pubblico come questa corrispondono alla missione dell’Euro Info Centre: essere al fianco delle aziende milanesi e lombarde per aiutarle a cogliere le opportunità che arrivano dall’Europa. L’incontro è dedicato al tema dell’innovazione, un settore su cui la Camera di commercio di Milano è impegnata con l’obiettivo primario di incoraggiare e offrire assistenza a tutte le aziende che vogliono realizzare quei progetti che migliorano i loro prodotti e la loro gestione. Nella convinzione che ricerca e innovazione siano strumenti fondamentali per aumentare la competitività dell’economia lombarda”. Imprese del settore ricerca e sviluppo. 549 le imprese in Lombardia che gestiscono il settore ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali, dell’ingegneria, delle scienze sociali e umanistiche, con un lieve aumento in quattro anni (+3,8%). Un quarto di quelle italiane (2288) è lombardo. Al primo posto Milano (381 imprese, 69,4% delle imprese lombarde, con un aumento del 8,5% tra il 2000 e il 2004), seguono Varese con 43 imprese (7,8%,+ 0,0%), davanti a Bergamo con 27 (4,9%,-28,9%), Brescia con 26 (4,7%,+13%), Pavia con 26 ( 4,7%,+23,8% ), Como con 21 (3,8%, -4,5%), Lecco con 8 (1,5%, -42,9%), Cremona con 7 (1,3%, +0,0%), Lodi con 6 (1,1%, -14,3%), Mantova con 3 (0,5%, +200%) e Sondrio con 1 (0,2%, -50%). Questi i dati emergenti da un’ elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati del registro delle imprese al secondo trimestre 2004 in confronto con lo stesso periodo del 2000.
Classe Ateco | Altri della categoria2004 | R&s scienze naturali e ingegneria 2004 | R&s scienze sociali e umanistiche 2004 | Totale 2004 | quota per province | Totale 2000 | Variazione percentuale 2000-2004 totale | R&s scienze naturali e ingegneria 2000 | R&s scienze sociali e umanistiche 2000 | Variazione percentuale 2000-2004 scienze naturali | Variazione percentuale 2000-2004 scienze umanistiche | Bergamo | 2 | 23 | 2 | 27 | 4,90% | 38 | -28,90% | 30 | 4 | -23,30% | -50,00% | Brescia | 1 | 17 | 8 | 26 | 4,70% | 23 | 13,00% | 16 | 7 | 6,30% | 14,30% | Como | 1 | 18 | 2 | 21 | 3,80% | 22 | -4,50% | 17 | 3 | 5,90% | -33,30% | Cremona | 0 | 6 | 1 | 7 | 1,30% | 7 | 0,00% | 6 | 1 | 0,00% | 0,00% | Lecco | 2 | 6 | 0 | 8 | 1,50% | 14 | -42,90% | 7 | 3 | -14,30% | -100,00% | Lodi | 0 | 6 | 0 | 6 | 1,10% | 7 | -14,30% | 6 | 0 | 0,00% | | Mantova | 0 | 2 | 1 | 3 | 0,50% | 1 | 200,00% | 1 | 0 | 100,00% | | Milano | 66 | 253 | 62 | 381 | 69,40% | 351 | 8,50% | 202 | 54 | 25,20% | 14,80% | Pavia | 0 | 22 | 4 | 26 | 4,70% | 21 | 23,80% | 18 | 3 | 22,20% | 33,30% | Sondrio | 0 | 0 | 1 | 1 | 0,20% | 2 | -50,00% | 1 | 1 | -100,00% | 0,00% | Varese | 7 | 30 | 6 | 43 | 7,80% | 43 | 0,00% | 29 | 6 | 3,40% | 0,00% | Lombardia | 79 | 383 | 87 | 549 | 100,00% | 529 | 3,80% | 333 | 82 | 15,00% | 6,10% | Italia | 202 | 1.646 | 440 | 2.288 | Lomb/italia 24,0% | 1982 | 15,40% | 1.341 | 318 | 22,70% | 38,4% | Elaborazioni Camera di Commercio di Milano su dati del Registro delle Imprese |
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LA MILANO DEL FUTURO VISTA DAI GRANDI ARCHITETTI: PROTAGONISTA PER NOVE GIORNI AL BARBICAN CENTRE DI LONDRA COSI’ LONDRA RILANCIA MILANO |
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Londra, 14 febbraio 2005 - L’inghilterra torna ad attirare i milanesi. L’interesse è reciproco se il Barbican Centre accoglierà per 9 giorni un’esposizione sul volto futuro di Milano, così come interpretato da architetti internazionali, tra cui Botta, Fuksas, Libeskind, Renzo Piano, nella Exhibition hall 1, Golden Lane, a Londra ( www.Barbican.org.uk ). La presentazione con Gabriele Albertini, Sindaco di Milano, Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di commercio di Milano, Luigi Roth, presidente di Fondazione Fiera Milano. Una vetrina internazionale per Milano nella capitale del Commonwealth, anche sulla scia di rapporti economici importanti e dinamici. Il Regno Unito è il quarto paese al mondo con cui Milano fa affari, con quasi 6 miliardi di euro, dopo Francia, Paesi Bassi e Germania, rappresenta il 5,7% sul totale delle importazioni e il 5,4% delle esportazioni. Milano è una via di accesso all’Italia per gli inglesi, con un terzo dell’import italiano (31,2%), un decimo dell’export (10,8%). Ma la città del Tamigi accoglie anche 261 imprese partecipate da quelle milanesi, l’8% sulle multinazionali milanesi nel mondo, il 25,4% di quelle italiane nel Regno Unito. Che danno lavoro a quasi 18 mila persone. Uno scambio se guardiamo alle 250 imprese partecipate da quelle del Regno Unito con sede a Milano, quasi il 10% degli investitori esteri nel capoluogo lombardo, quasi la metà, il 45% degli investimenti inglesi in Italia. Che portano a Milano 30 mila e 600 posti di lavoro. Un interesse confermato dagli inglesi che vengono a lavorare a Milano: sono 1981 al terzo trimestre 2004 tra imprenditori, amministratori, soci, attivi nelle imprese milanesi. Con una prevalenza di amministratori di società spesso inglesi (1346, 68% di tutte le cariche societarie di inglesi a Milano) mentre i titolari sono 138, il 7%. Scelgono i servizi (36,4%, soprattutto immobiliari e informatica), il commercio (19,6%, soprattutto ingrosso), il manifatturiero (17%, concentrato in editoria, macchinari, chimica). Un’attenzione in crescita: dal 2000 le partecipazioni all’economia milanese con nuove cariche sono cresciute del 11%, nell’ultimo anno di + 0,7%. Tra l’altro di quelle in essere circa un terzo, il 31%, sono cariche attivate dal 2000, oltre la metà, il 55%, dal 1980 al 2000. Le restanti 14% di più lunga data, a conferma di una solida tradizione. Gli inglesi che scommettono su Milano hanno tra i 30 e i 49 anni (60% di tutte le cariche) o da 50 a 69 (36,5%). Pochi i restanti giovani con meno di 29 anni. Quasi una su cinque è donna (18,7%), nel settore alberghi e ristoranti vanno verso la metà (42,3%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese, Istat, Ice – Politecnico di Milano. “Milano partecipa ad un confronto sempre più europeo e internazionale – ha dichiarato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione -. L’alleanza con Londra che si sviluppa con questa iniziativa è già radicata nei fatti, in una realtà dove i rapporti economici con i paesi dell’Unione Europea sono sempre più centrali per la costruzione di un futuro comune. Ma anche in una realtà globale, dove la tradizione storica inglese ha già costruito una base fertile su cui queste moderne tendenze si stanno diffondendo con facilità e spontaneità. Ecco perché la via per la diffusione di un marketing per Milano trova la sua attuazione proprio a Londra. E vede la collaborazione delle forze istituzionali insieme per la crescita di un progetto comune, per una Milano moderna, innovativa, competitiva nel mondo”. |
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INNOVAZIONE NELLE AZIENDE CON LA FORMAZIONE INNOVATIVA |
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Bruxelles, 14 febbraio 2005 - Dal 28 febbraio al 1° marzo si svolgerà a Salonicco una conferenza sull'innovazione nelle aziende con la formazione innovativa. La manifestazione affronterà il problema: fino a che punto le attività di formazione innovativa nella aziende servono a introdurre innovazione nelle aziende stesse? Scienziati di fama internazionale spiegheranno i risultati delle più recenti ricerche, rappresentanti delle aziende citeranno esempi concreti, responsabili politici illustreranno le nuove strategie. Parte del tempo verrà riservata a scambi di opinioni e discussioni sui temi trattati nelle sessioni plenarie. Http://www.cedefop.eu.int/events.asp?actione=5 |
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ITEA LANCIA UN INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER PROGETTI DI SOFTWARE INTEGRATO E DISTRIBUITO |
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Bruxelles, 14 febbraio 2005 - Itea (Information technology for European advancement), un programma cluster strategico dell'Iniziativa Eureka, ha pubblicato un invito a presentare progetti per ricerca e sviluppo precompetitivi nel software integrato e distribuito. L'invito è aperto a grandi aziende industriali, Pmi (Piccole e medie imprese), istituti di ricerca e università. I progetti Itea sono iniziative bottom-up a direzione industriale che coinvolgono almeno due partner industriali di due paesi diversi. Le proposte devono essere presentate entro il 15 aprile. Http://www.itea-office.org |
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BIC LA FUCINA E PROVINCIA DI MILANO PRESENTANO UFFICIALMENTE DIGITAL HUB IN THE GREAT WEST UN PROGETTO PER LA CREAZIONE DI PARTNERSHIP IMPRENDITORIALI CON LA CALIFORNIA |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Sulla scia delle positive missioni degli scorsi anni Bic La Fucina continua la sua azione di internazionalizzazione verso la California e presenta un nuovo progetto realizzato grazie al contributo della Provincia di Milano: Digital Hub in the Great West. Con questa azione Bic La Fucina vuole supportare le più innovative tra le imprese milanesi dei settori ad alta tecnologia quali Ict, multimedia, biotech, nanotech, nuovi materiali, agroalimentare, design e moda; nel corso del progetto attraverso un'assistenza specifica, ritagliata sulle esigenze delle singole società, si svilupperanno partnership con realtà della costa occidentale statunitense e in particolare della Silicon Valley. Digital Hub in the Great West prevede inoltre l'apertura a San Francisco dell'Hub, un punto informativo per le imprese relativo al mercato americano, e l'inaugurazione nel Financial District di un incubatore che fornirà spazi fisici e servizi alle imprese italiane. Intervengono: Alberto Mattioli, Vice Presidente, Provincia di Milano; Luigi Vimercati, Assessore Lavoro, Attività Economiche e Innovazione, Provincia di Milano; Fabio Terragni, Amministratore Delegato, Bic La Fucina; Gianluca Grechi, Socio Fondatore Gcproject Llc, partner Usa di "Digital Hub in the Great West" ; Fabrizio Capobianco, Ceo Funambol, caso di successo internazionalizzazione 2004. Giovedì, 17 febbraio 2005, ore 11.00, Palazzo Isimbardi, Via Vivaio 1, Milano |
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POLITICHE INNOVATIVE PER LO SVILUPPO DEI DISTRETTI INDUSTRIALI |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Aperte le iscrizioni al nuovo corso di formazione. Promosso da Università Cattolica del Sacro Cuore - Altis, Camera di Commercio di Milano, Rial, Club dei Distretti, Sebrae. Il corso di perfezionamento in “Politiche innovative per lo sviluppo dei distretti industriali”, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Lombardia, ha lo scopo di preparare operatori che a vario titolo contribuiscano alla crescita nazionale ed internazionale dei distretti industriali. I 20 partecipanti (10 italiani e 10 provenienti dall’America Latina) avranno l’opportunità di seguire corsi, assistere a testimonianze da parte di imprenditori e operatori dei distretti, di visitare i distretti stessi e le imprese in essi operanti e di effettuare un periodo di stage. Il corso è rivolto a funzionari che operano all’interno di organi dedicati allo sviluppo dei distretti o presso istituzioni ed enti pubblici che hanno tra i loro compiti principali lo sviluppo dei distretti, a funzionari di banche radicate sul territorio vicine alla Pmi e alle imprese distrettuali, a manager che operano presso enti di intermediazione tra banche e imprese, a ricercatori e docenti universitari che studiano i distretti e a tutti i giovani laureati interessati a svolgere in futuro attività connesse allo sviluppo dei distretti. Il progetto si avvale di una rete di collaborazione prestigiosa: Università Cattolica (Alta Scuola Impresa e Società), Camera di Commercio di Milano, attraverso Promos la sua azienda speciale per le attività internazionali, Rete Italia per l’America Latina (Rial), Club dei Distretti, Servizio Brasiliano a supporto delle Micro e Piccole Imprese (Sebrae). L’iniziativa verrà inaugurata il 24 febbraio p.V. Con una videoconferenza in collegamento con le istituzioni dei Paesi Sudamericani partecipanti ed un incontro fra i rappresentanti delle Istituzioni coinvolte. Il progetto si inserisce e da l’avvio all’accordo di collaborazione siglato tra la Camera di Commercio di Milano ed il Ministero dello Sviluppo, Industria e Commercio Estero brasiliano lo scorso 9 dicembre, che aveva appunto lo scopo di sviluppare collaborazioni non solo in ambito finanziario e commerciale ma anche formativo. Le domande di ammissione dovranno pervenire in duplice copia ed esclusivamente in formato cartaceo - entro e non oltre il 21 febbraio 2005 - al seguente indirizzo: Università Cattolica del Sacro Cuore Servizio Relazioni Internazionali/area Fondi Strutturali Via Carducci 28/30 – 20123 Milano Per informazioni: 02.723.451.73 – fondistruttura@unicatt.It ; - www.Unicatt.it |
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MERLONI TERMOSANITARI: NUOVO SITO PRODUTTIVO PER MERLONI TERMOSANITARI |
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Fabriano, 14 febbraio 2005 - Merloni Termosanitari (Mts Group) rafforza la propria presenza nel Far East con l'apertura di un sito produttivo in Vietnam. Il nuovo stabilimento, situato nel parco industriale di Thien Son vicino ad Hanoi, è destinato alla realizzazione di scaldacqua e si estende su un’area di 5.000 mq. Il piano industriale 2005-2007, prevede nel triennio per questo nuovo stabilimento investimenti per 3 milioni di euro ed una produzione di 300.000 scaldacqua l'anno, con un organico di circa 100 dipendenti. "L'apertura del nuovo sito produttivo è perfettamente in linea con la politica di internazionalizzazione del Gruppo” - ha dichiarato Paolo Merloni, Amministratore Delegato di Mts Group. “Il nostro marchio Ariston è leader in Vietnam nel mercato degli scaldacqua con una quota pari a più del 60% - continua Paolo Merloni – dunque, questo è un Paese molto importante per Merloni Termosanitari. E proprio per mantenere questo primato e competere a tutti gli effetti con una concorrenza locale sempre più agguerrita abbiamo ritenuto opportuno essere presenti in modo più strutturato". "Siamo infatti certi - conclude Merloni - che il fenomeno della concorrenza, soprattutto in Estremo Oriente, si possa contrastare solo direttamente "sul campo" attraverso una politica di investimenti, strategie chiare e sviluppo dell'indotto". A testimonianza di ciò, oltre al nuovo stabilimento in Vietnam, Mts Group sta potenziando le proprie attività in Cina dove è presente dal 1996 e oggi vede 2 unità produttive con 650 addetti per la produzione di scaldacqua elettrici e caldaie. |
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IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL’ENAC CHIEDE PARERE ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO SULLA VERTENZA DI HANDLING A PALERMO |
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Roma, 14 febbraio 2005 - In merito alla vicenda dell’handling a Palermo, nella riunione odierna del Consiglio di Amministrazione dell’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, è stato disposto di chiedere con urgenza un parere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla obbligatorietà di assunzione del personale, a seguito della situazione venutasi a creare con la sentenza della Corte di Giustizia europea e per l’impatto che la stessa riveste in merito alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Sempre con riferimento a tale vicenda, il Consiglio ha fornito gli elementi di risposta all’interrogazione parlamentare e, nel contempo, rende noto che proprio negli ultimi giorni, sempre nell’ambito delle attività istituzionali dell’Enac di vigilanza ed ispezione, è stata effettuata una ulteriore verifica sulla attività operativa della società Pae Mas, che ha portato all’attivazione di dovuti provvedimenti relativi ad alcune carenze emerse. |
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IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL’ENAC DELIBERA SUL PROGRAMMA PER LA CONCESSIONE QUARANTENNALE ALL’AEROPORTO DI CATANIA |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione dell’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile riunitosi in data odierna ha approvato il programma per il piano degli investimenti e per il piano economico finanziario finalizzato alla concessione quarantennale dell’aeroporto di Catania. Il 16 febbraio si riunirà nuovamente per deliberare la convenzione, unitamente agli atti aggiuntivi delle concessioni di Olbia, Bologna e Cagliari, atti resi necessari per una messa a punto tecnica dei testi per effetto della legge 265 del 2004 di riordino del settore dell’aviazione civile. Il 1 marzo p.V., inoltre, ha programmato di procedere con le delibere relative alle concessioni quarantennali per gli aeroporti di Palermo e di Pisa. |
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MERIDIANA: 100% DI PUNTUALITA’ SUI VOLI DA CAGLIARI A ROMA E MILANO |
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Milano, 14 febbraio 2005 - A 10 giorni dall’avvio dei nuovi collegamenti da Cagliari a Milano e Roma, Meridiana ha raggiunto 41.000 prenotazioni, larga parte delle quali si è già consolidata grazie alla estrema convenienza delle offerte tariffarie. Sono invece circa 8.000 i clienti che dal 1° Febbraio ad oggi hanno volato sulle due nuove destinazioni. L’andamento del load factor è in crescita e presenta un risultato medio nel periodo del 50% della capacità, le prenotazioni per i prossimi mesi fanno ben sperare per l’imminente avvio della stagione primavera-estate. La Compagnia ha risposto a questa iniezione di fiducia da parte della clientela e del trade con un servizio che ha conseguito ad oggi il 99,7% della puntualità, risultato peraltro in linea con il resto del network, sia nazionale che internazionale. Nel 2004 la puntualità dell’operativo Meridiana ha registrato un risultato del 84,% (+6 punti percentuali rispetto al 2003), mentre la regolarità è stata del 99%, invariata rispetto all’anno precedente. |
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AIRPORT CITIES – INTERNATIONAL GATEWAYS TO REGIONAL ECONOMIC DEVELOPMENT - LE CITTÀ AEROPORTUALI: IL NUOVO RUOLO DEGLI AEROPORTI NELL’ECONOMIA DEL TERRITORIO |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Istituzioni dell’aviazione civile, vertici di società aeroportuali provenienti da tutto il mondo (aeroporti come Atene, Bruxelles, Detroit, Doha, Dubai, Francoforte, Hong Kong, Infraero Brazil, Kuala Lumpur, Londra Gatwick, Monaco, Sidney e Parigi, oltre ai principali aeroporti italiani), vettori aerei, industrie e numerose aziende del settore si sono dati appuntamento oggi e domani a Roma per confrontarsi nell’ambito di un evento internazionale inedito per il nostro Paese: “Airport Cities – International Gateways To Regional Economic Development – Conference And Exhibition”. Il forum, articolato tra convegni e spazi espositivi, è promosso e patrocinato dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, e si è aperto oggi alla presenza e con i saluti del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Ing. Pietro Lunardi. A seguire ci sono stati gli interventi del Presidente dell’Enac On. Prof. Vito Riggio, del Direttore Generale dell’Enac Com.te Silvano Manera, del Consigliere di Amministrazione dell’Enac Arch. Manlio Mele, del Presidente di Assaeroporti Dott. Giovanni Maniscalco, e del Prof. John Kasarda dell’Università del North Carolina. Nel pomeriggio del 10 febbraio e nella giornata dell’ 11 si sono avvicendati i vertici delle società di gestione di numerosi aeroporti, di vettori aerei e dell’industria nazionale ed internazionale. I lavori verranno chiusi, nel pomeriggio di domani, venerdì 11 febbraio, alle ore 16:00 circa, dal Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti On. Mario Tassone. L’incontro verte sull’importanza che progressivamente stanno assumendo i grandi aeroporti nell’economia dei Paesi: un nuovo ruolo di propulsore e di guida di una serie di attività industriali e commerciali che porta alla nascita di una vera e propria forma urbana inedita, la città aeroportuale. Le città aeroportuali, offrono infatti ampie opportunità di sviluppo anche nel settore non aviation. Più in generale, devono essere concepite come porte di accesso di una Regione e, per traslazione, porte di accesso all’economia del territorio stesso di cui vanno ad esaltare le potenzialità in termini di patrimonio ambientale, culturale ed umano, imprimendo dinamicità, quindi, all’intera economia. L’enac, in linea con il proprio mandato istituzionale e con i principi ispiratori dell’Icao, l’organizzazione mondiale che riunisce le autorità per l’aviazione civile di 188 Paesi membri, volti a favorire un sicuro e corretto sviluppo del settore, ha inteso cogliere ed offrire l’opportunità di confrontare importanti esperienze internazionali e di attivare, in un momento di grande trasformazione del settore aeroportuale nazionale, un momento di scambio e di interazione con numerose significative realtà a livello mondiale su una tematica innovativa e di così ricco interesse. L’iniziativa è stata organizzata con la partecipazione di Adr Aeroporti di Roma, Aeroporti di Puglia, Alitalia, Assaeroporti, Gesap Aeroporto di Palermo, Gruppo Finmeccanica -Agusta Westland, Alenia Aeronautica, Alenia Marconi System-, Gruppo Vitrociset, Rhs Italia, Sac Aeroporto di Catania, Save Aeroporto di Venezia, Sea Aeroporti di Milano. |
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PER LUFTHANSA PARTNER TOURS QUATTRO 'NEW ENTRY' |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Lufthansa Partner Tours, il progetto guidato da Lufthansa che riunisce operatori specializzati, apre le porte a quattro nuovi tour operator per ampliare l'offerta su nuove destinazioni. I partner che aderiscono all'iniziativa sono Kel 12, operatore presente per Cina, Indocina e Mongolia, Il Tucano per le crociere e i viaggi di interesse naturalistico nelle regioni del Nord del mondo, Eleonora Bertuzzi Travel Consultant che proporrà le piu' belle spiagge del mondo e Vivamondo, che entra a far parte del Pool Germania. I quattro tour operator si aggiungono al nucleo originario, composto da Caldana e King Holidays per le destinazioni in Germania, Earth per il Perù e il Sud America, I Viaggi di Maurizio Levi per i viaggi e le spedizioni nei deserti, Lombard Gate per destinazioni in India e Medio Oriente, Tecnitravel per Alaska e Stati Uniti. Tutti i Tour Operator partner sono aziende medio-piccole con una grande esperienza nelle destinazioni proposte. "L'ingresso nel pool di Eleonora Bertuzzi Travel Consultant, Kel 12, Il Tucano e Vivamondo consolida e rafforza l'offerta di Lufthansa Partner Tours e conferma il successo dell'iniziativa", ha dichiarato Enzo Gobbo, Manager Leisure Sales & Passenger Lufthansa Italy. "Grazie alle loro competenze siamo grado di ampliare le nostre proposte offrendo ai viaggiatori prodotti personalizzati di alta qualità e con una rilevante componente culturale". Creato nel 2004 per rinnovare il marchio Lufthansa Tours, presente da oltre vent'anni in Italia, il progetto Lufthansa Partner Tours garantisce agli operatori la massima flessibilità e qualità di servizio e offre al viaggiatore itinerari di grande interesse, programmati in base alle esigenze e agli interessi del singolo. I cataloghi dei tour operator sono accomunati dal logo di qualita' Lufthansa Partner Tours e dall'offerta di voli Lufthansa (o dei partner Star Alliance) nei pacchetti di viaggio proposti. |
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CONVEGNO: IL "FEDERICO FELLINI" GATE DELL'ITALIA... L'AEROPORTO INTERNAZIONALE "FEDERICO FELLINI", GATE DELL'ITALIA TRA MEDITERRANEO E ORIENTE |
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Rimini, 14 febbraio 2005 - E’ in programma nella città romagnola il 18 febbraio 2005 presso la sala Polivalente della Provincia di Rimini (Via Dario Campana, 64) un convegno sul tema: Il "Federico Fellini" gate dell'Italia... L'aeroporto Internazionale "Federico Fellini", Gate dell'Italia tra Mediterraneo e Oriente. Il programma prevede il seguente svolgimento: 9.30-10.00 - Presentazione: Intervento del Presidente dell'aeroporto di Rimini, Gabriele Morelli Intervento dell'Assessore alla Mobilità della Provincia di Rimini, Alberto Rossigni 10.00-11.00 Relazioni: Presentazione della ricerca: "Il mercato dell'air cargo e dei servizi logistici" Marco Spinedi, consulente di economia dei trasporti; I cargo-focused e la riconversione di aree militari: l'esperienza di un aeroporto europeo. 11.00-12.30 Tavola rotonda: il parere degli operatori, Operatore di trasporto aereo cargo, Spedizioniere aereo, Operatore della logistica, Operatore del mercato immobiliare industriale, Moderatore Giuseppe Pinna, Direttore della rivista di logistica ed intermodalità "Italiamondo"; 12.30-13.30 Conclusioni: Intervento dell'Assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Emilia Romagna, Alfredo Peri; Intervento del Viceministro delle Infrastrutture e Trasporti On. Mario Tassone. E' obiettivo primario della Provincia di Rimini ridisegnare le linee del rilancio strategico dell'Aeroporto Internazionale "Federico Fellini", in quanto servizio imprescindibile sia in funzione della vocazione turistica del nostro territorio, sia per lo sviluppo del settore produttivo, che necessita di collegamenti efficienti e veloci. L'aeroporto deve diventare un potente polo di attrazione e sviluppo fortemente radicato alla città della costa. In questo contesto si colloca la necessità di esplorare l'evoluzione e le opportunità offerte dal mercato della logistica e del cargo merci in particolare. Occorre guardare con attenzione ai nuovi scenari che si sono aperti con l'ingresso nell'Unione Europea dei nuovi Stati, all'espansione dei rapporti commerciali con l'area del Mediterraneo e al crescente e sempre più vertiginoso sviluppo dell'Estremo Oriente. Partendo da questi presupposti verrà presentato uno specifico studio e saranno proposte le esperienze realizzate da altri aeroporti in Europa, il tutto con l'obiettivo di avviare un preciso percorso di valorizzazione delle potenzialità dello specifico mercato dell'air cargo e della logistica. In una visione, più generale, di azioni da compiere per razionalizzare il trasporto, la distribuzione e il rifornimento delle merci. Con obiettivi che riguardano il miglioramento dei servizi alle imprese e ai cittadini e i vantaggi legati ad un sistema della mobilità sempre più compatibile con l'insieme del territorio e dell'ambiente. Segreteria Organizzativa del Convegno: Loredana Cecchini - Segreteria di Presidenza e Direzione Generale - Aeroporto Internazionale Federico Fellini - tel. 0541/715820 fax 0541/715832 e-mail: aeradria@riminiairport.Com |
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RADDOPPIO DI PASSEGGERI PER LA STAZIONE "RIMINI FIERA" 9.742 PASSEGGERI HANNO UTILIZZATO IL SERVIZIO DAL 5 AL'8 FEBBRAIO DURANTE LE FIERE DELL'HO.RE.CA.; STESSI IMPORTANTI NUMERI ANCHE PER IL SIGEP |
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Rimini 14 febbraio 2005 - Si chiama treno uno dei più apprezzati servizi di Rimini Fiera. "Abbiamo puntato su questo importantissimo servizio investendovi ingenti risorse - dice il Presidente di Rimini Fiera Spa, Lorenzo Cagnoni - Risorse economiche la realizzazione della stazione prima, e poi risorse economiche e umane per la migliore gestione delle fermate dei treni, nella certezza che ciò avrebbe potenziato il livello di soddisfazione della nostra clientela, sviluppato nuove sinergie fieristiche regionali e reso un importante servizio al territorio: e così è stato. Sono infatti numerosissimi, come risulta dai report del nostro servizio di statistica, gli espositori e i visitatori che utilizzano con soddisfazione la stazione ferroviaria Rimini Fiera per raggiungere il quartiere espositivo direttamente dagli alberghi della città e della costa". In occasione di Sigep 2005 (il Salone Internazionale di Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianali, svoltosi dal 22 al 26 gennaio scorsi) il totale passeggeri, scesi e saliti alla stazione interna al quartiere fieristico, ha superato le novemila unità. Nel 2004 erano state circa cinquemila: dunque, si è sfiorato il raddoppio. Qualche curiosità: in arrivo, il convoglio più utilizzato durante il Sigep è stato il 2123 delle 9.47 (sulla linea Milano - Ancona), dal quale è sceso in fiera circa un quinto del totale delle persone che hanno utilizzato il collegamento ferroviario (ricordiamo che giornalmente sono sedici i treni che fermano alla stazione interna, sia sulla linea nord sia su quella sud). In partenza, invece, le preferenze sono più frammentate. Generalmente risultano più utilizzati il 2136 delle 16.10 (sulla direttrice Ancona - Milano) e il 2138 delle 18.11. Insieme totalizzano un terzo delle partenze. Anche per le fiere dell'ho.Re.ca. (Mia, Mse, Pianeta Birra Beverage & Co. E Food & Beverage Logistics Expo), svoltesi dal 5 all'8 febbraio scorsi, che si sono veramente toccate cifre da record: la somma di arrivi e partenze ha raggiunto infatti quota 9.742. Già lo scorso anno il risultato fu entusiasmante (5.825 persone avevano affollato le pensiline della struttura ferroviaria), ma bisogna tener conto che le manifestazioni si dipanarono nell'arco di cinque giorni e non di quattro, come nell'edizione 2005. Addentrandoci nelle statistiche, il Milano - Ancona delle 9.47 (ideale per l'apertura dei Saloni, fissata alle 9.30) si conferma il treno più utilizzato per raggiungere il quartiere fieristico. Immediatamente a ridosso, però, figura il convoglio precedente, quello che ferma alle 8.53. La maggior parte delle partenze si concentra ancora una volta sull'Ancona - Milano delle 16.10 e su quello successivo, quello delle 18.11 (i padiglioni chiudono alle 18.30). Ricordiamo che la stazione si trova sulla tratta Milano - Bari e prevede 16 fermate quotidiane di linea durante lo svolgimento delle manifestazioni. Rimini Fiera ha acquistato le fermate dei treni dal gestore, ovvero Trenitalia. Www.riminifiera.it/stazione |
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LOMBARDIA: DA MARTEDI’ 15 FEBBRAIO 4 GIORNI DI TARGHE ALTERNE |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Il Sindaco Gabriele Albertini, con sua ordinanza, ha recepito il provvedimento regionale contro l’inquinamento che dispone, dalle 8 alle 20, a partire da martedì 15 febbraio, nelle zone critiche di Milano-como-sempione e di Bergamo e Brescia, quattro giornate consecutive di circolazione a targhe alterne. Martedì 15 e giovedì 17 potranno circolare i veicoli catalizzati con l’ultimo numero della targa dispari, mentre mercoledì 16 e venerdì 18 potranno circolare quelli con targa pari. Confermato per domenica 20 febbraio, infine, il blocco totale della circolazione già programmato dalle 8 alle 20. Nei quattro giorni di targhe alterne, per i veicoli non catalizzati, vige il divieto di circolazione dalle 8 alle 20. L’ordinanza del Sindaco non prevede sul territorio di Milano ulteriori deroghe rispetto a quelle decise dalla Regione. In caso di particolari e documentate esigenze, le persone interessate dovranno rivolgersi alla Polizia Municipale, sia presso la sede centrale di via Beccaria 19, sia nelle sedi dei 15 comandi di zona, per ottenere il rilascio di eventuali permessi. La Regione Lombardia ha individuato le categorie di veicoli alle quali si applica il divieto di circolazione senza prevedere alcuna deroga per i cosiddetti “Euro 4”. A Milano e in tutta la regione, quindi, durante le targhe alterne, gli “Euro 4” non sono esentati.Dettagli sulle deroghe, le categorie e le strade percorribili sono visibili sul sito www.Comune.milano.it e su quello della Regione. L’inosservanza delle targhe alterne viene sanzionata con una multa di 71 euro. |
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CONCLUSA L'INDAGINE CONOSCITIVA SULLO STATO DELLA LIBERALIZZAZIONE DEL SETTORE DELL'ENERGIA ELETTRICA, CONDOTTA IN COLLABORAZIONE TRA L'AUTORITÀ PER L'ENERGIA ELETTRICA E IL GAS E L'AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO |
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Milano, 14 febbraio 2005 - L'autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, hanno deliberato il 9 febbraio 2005 la chiusura dell'indagine conoscitiva condotta congiuntamente per verificare lo stato del processo di liberalizzazione del settore dell'energia elettrica, a più di cinque anni dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 79/99 e successivamente all'operatività della borsa elettrica. L'indagine ha fornito una rappresentazione aggiornata dell'offerta di energia elettrica nazionale. Il principale operatore a livello nazionale, relativamente allo stock di potenza efficiente netta operativa, è Enel, con una quota superiore al 55%. Enel presenta, inoltre, una struttura del proprio parco impianti sbilanciata verso quella specifica tipologia (cd impianti di mid-merit e di punta) che le assicura un vantaggio competitivo rilevante per la definizione dei prezzi soprattutto nelle ore di maggior domanda elettrica. A ciò si aggiunga che Enel è l'unico operatore che vanta una diffusa presenza di impianti nelle varie aree del Paese, mentre gli altri operatori hanno ripartizioni più concentrate, con impianti in gran parte localizzati al nord. Questa struttura dell'offerta, in termini di ripartizione geografica e di tipologia degli impianti, indica che il processo di dismissione delle società di produzione (cosiddette Genco), attivato dal citato decreto di liberalizzazione del settore, non è stato sufficiente per creare concorrenti effettivi di Enel. Il mercato all'ingrosso dell'energia elettrica in Italia può essere suddiviso in quattro macrozone: nord; sud (centro e sud peninsulare); Sicilia (Sicilia e Calabria); Sardegna - tutte caratterizzate da un insufficiente grado di competitività - con Enel operatore dominante nei mercati all'ingrosso delle macrozone nord, sud e Sicilia, mentre in Sardegna esiste una situazione di duopolio tra Enel e Endesa. Sulla base dei dati relativi al periodo aprile-settembre 2004, Enel è risultata assolutamente indispensabile per soddisfare il fabbisogno locale e, dunque, in grado di fissare il prezzo all'ingrosso nel 100% delle ore nella macrozona sud; nel 44% delle ore nella macrozona nord; nel 29% delle ore nella macrozona Sardegna; nel 24% delle ore nella macrozona Sicilia. Endesa è stata assolutamente indispensabile per soddisfare il fabbisogno locale e, dunque, in grado di fissare il prezzo all'ingrosso nel 67% delle ore in Sardegna. Enel è anche l'unico operatore che può utilizzare il proprio potere di mercato in modo strategico tra macrozone diverse. Enel risulta avere la capacità di fissare il prezzo in più macrozone contemporaneamente: nel 95% delle ore nell'insieme delle macrozone nord e sud; nel 91% delle ore nell'insieme delle macrozone sud e Sicilia; nel 63% nell'insieme delle macrozone sud e Sardegna. L'indagine ha anche rilevato gravi limiti allo sviluppo competitivo nel mercato dei servizi di dispacciamento, che risulta ancora più concentrato del mercato all'ingrosso e dove Enel conferma un chiaro ruolo di operatore dominante. Nonostante tale quadro di criticità, l'introduzione di meccanismi di mercato come la borsa elettrica, oltre a rappresentare una scelta irreversibile, è certamente in grado di favorire, nel medio termine, un vero assetto competitivo e una riduzione del livello dei prezzi dell'energia elettrica all'ingrosso rispetto a quelli attuali, sempreché il mercato sia in grado di evolvere verso un assetto meno condizionabile dall'ex-monopolista Enel. A tal fine, le due Autorità suggeriscono di adottare alcune misure in merito all'assetto strutturale dell'offerta di energia elettrica. In particolare, sarebbe opportuno: dare priorità agli interventi sulla rete di trasmissione nazionale tesi a ridurre al minimo i rischi di congestione interzonali e a consentire che la nuova capacità di generazione che verrà ad installarsi nei prossimi anni - e prevalentemente localizzata al nord, area già esportatrice nel resto del paese - possa rappresentare un'effettiva opportunità concorrenziale rispetto all'offerta dell'operatore dominante; potenziare, in misura coerente con gli sviluppi della rete di trasmissione nazionale, le linee di interconnessione con l'estero; favorire l'insediamento, da parte dei soggetti diversi dall'operatore dominante, di nuovi poli di produzione nelle zone di mercato che risultano ad oggi deficitarie rispetto alla domanda zonale; prevedere misure atte a garantire che, nel periodo transitorio fino al raggiungimento di un assetto competitivo dell'offerta, siano rimosse o minimizzate le situazioni di potenziale esercizio di potere di mercato. Evitare sottrazione di capacità produttiva al mercato. In una prospettiva di medio termine in cui la dominanza unilaterale di Enel sul mercato potrebbe venir meno, è rilevante assicurare che sia offerta tutta la capacità produttiva, per evitare che si determini una scarsità di offerta "artificiosa" tra produttori, a soli fini speculativi. Sul piano dell'incentivazione allo sviluppo competitivo del mercato elettrico, sarebbe opportuno: a) rafforzare le misure volte a garantire lo sviluppo di un mercato stabile, in cui le imprese operano anche sulla base di contratti di medio/lungo termine; b) mantenere, almeno sino allo sviluppo di un livello di concorrenza adeguato in tutte le zone del territorio nazionale, l'organizzazione del mercato su base "zonale" che fornisce i segnali di prezzo idonei a rendere evidenti le criticità del sistema; c) perseguire soluzioni mirate a controllare che l'impresa dominante sul territorio non tragga indebiti vantaggi dall'esercizio di strategie "collegate" in varie zone del Paese. D) Impedire l'instaurarsi di un meccanismo di mercato distorto, nella determinazione dei prezzi e delle quantità, dall'eventuale esercizio abusivo del potere di mercato, in modo da consentire ai soggetti concorrenti di Enel - esistenti e nuovi - di disporre di corretti riferimenti di mercato per gli investimenti in generazione. Quanto alle misure per favorire un assetto concorrenziale della domanda di elettricità, rispetto al primo periodo (2004) in cui essa è stata espressa in forma aggregata dal Gestore della rete di trasmissione nazionale, la modifica operativa dell'inizio di quest'anno sulla borsa elettrica appare andare nella giusta direzione. Bisognerebbe inoltre sviluppare adeguati strumenti di copertura del rischio di prezzo (contratti differenziali standardizzati, prodotti derivati negoziati anche su appositi mercati organizzati, ecc.), in grado di facilitare la partecipazione attiva e consapevole della domanda e di incentivare strategie di acquisto dell'energia elettrica maggiormente reattive alle variazioni di prezzo (evidenziando le possibili elasticità della medesima). A ciò può essere dato un contributo sostanziale, da un lato, accelerando il processo di installazione e gestione dei misuratori orari su tutti i livelli di tensione dei clienti finali e, dall'altro, sostenendo iniziative mirate all'utilizzo razionale dell'energia. |
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ENEL: IL MERCATO È APERTO ALLA CONCORRENZA. FAVORITO IL PROCESSO DI LIBERALIZZAZIONE |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Enel non abusa di posizioni dominanti. Nel 2004, ha prodotto soltanto meno del 40% del consumo elettrico nazionale ed il resto è stato soddisfatto dall’import e soprattutto da altri operatori sul mercato, tra cui grandi aziende europee. L’avvio della Borsa elettrica ha portato a prezzi mediamente inferiori del 9% rispetto a quelli che si sarebbero registrati con le tariffe amministrate dall’Autorità per l’Energia ed il Gas. Questo dimostra che la Borsa elettrica sta funzionando. L’italia, tuttavia, potrà beneficiare di prezzi allineati con quelli del resto d’Europa quando sarà garantito un più equilibrato mix di utilizzo dei combustibili. Enel, come è noto, è impegnata in un piano di riconversione di alcune sue centrali dal petrolio al carbone, che quando sarà completato porterà ad una riduzione dei costi di produzione di circa il 30%. Enel ha sempre favorito il processo di liberalizzazione del mercato elettrico, cedendo – unico caso al mondo – quasi un terzo delle sue centrali ad operatori concorrenti. |
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2 MARZO WORKSHOP PER LE UTILITIES - 2° EDIZIONE MILANO, STARHOTEL RITZ |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Giunto alla seconda edizione, il workshop dedicato alle utilities rappresenta un punto di riferimento per chi si occupa di gestione del rischio, segmentazione e monitoraggio della clientela nelle società che operano nel settore dei servizi di pubblica utilità. |
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UNA PROPOSTA CNA MILANO CONTRO L’INQUINAMENTO : PROMUOVERE L’UTILIZZO DI ENERGIA ALTERNATIVA (EOLICA, IDRICA, …) PEGGIO DEL TRAFFICO FANNO GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Da anni si evidenzia che il problema dell’inquinamento dell’atmosfera è legato a due principali fattori di responsabilità: il traffico automobilistico e gli impianti di riscaldamento. Oggi si celebra una delle scadenze del pari e dispari mentre si parla di blocco totale della circolazione automobilistica. Ammesso che si riesca a trovare una soluzione non solo politica ma anche effettivamente salutare a quella parte del problema derivante dal traffico, il non considerare l’inquinamento da riscaldamento non aiuta a trovare la vera soluzione alla questione. Il passaggio dalla nafta al gas non ha certo risolto le cose: il gas inquina meno ma inquina comunque. La proposta di Cna Milano è quella di promuovere l’utilizzo di energia alternativa (eolica, idrica, …) per consolidarne l’adozione in un minimo del 20% dei casi tendente al 50%, completando la risposta al fabbisogno con energia assimilata (pompe calore, celle di combustione e caldaie a condensazione). Interventi, questi, attualmente penalizzati da costi più pesanti rispetto agli investimenti comunemente necessari. E’ proprio qui dovrebbe intervenire la mano pubblica, in modi e forme da valutare a favore dell’utente, dell’installatore o del produttore della risorsa energetica alternativa/assimilata, per alleggerirne il peso economico fino a renderlo competitivo con le altre opzioni disponibili arrivando a determinare: Aumentando utilizzo e consumo di queste fonti energetiche il mercato dovrebbe arrivare, nel tempo, ad un naturale contenimento dei costi di produzione e distribuzione delle stesse. All’interno delle diverse categorie imprenditoriali in cui si rappresentano artigianato e Pmi, Cna Milano ha già avviato azioni finalizzate al contenimento dell’inquinamento e alla promozione del risparmio energetico. Nel settore termico, in particolare, Cna ha indicato proposte sia al Ministero Attività Produttive che a Regione Lombardia. Una via potrebbe essere quella di recuperare quei “contratti servizio energia”, sospesi in un complesso avvicendamento di leggi tese ad una migliore gestione delle risorse energetiche, che contenevano già l’indicazione di agevolazioni (eliminazione del 50% dell’Iva) a vantaggio di tutti quegli operatori che avessero valorizzato, oltre al risparmio energetico, l’utilizzo di energia alternativa. |
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UN NUOVO STUDIO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO ASSEGNA UN RUOLO PIÙ IMPORTANTE ALLA NATURA |
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Bruxelles, 14 febbraio 2005 - Un nuovo studio sulle condizioni climatiche dell'emisfero settentrionale negli ultimi duemila anni ha indotto gli scienziati ad aumentare le stime dell'impatto del cambiamento climatico naturale sull'assieme del clima terrestre. Attualmente, l'opinione più accreditata sulla variabilità del clima nell'ultimo millennio ritiene che ci siano stati solo cambi di poca importanza prima del 1900, data che ha segnato l'inizio di un periodo di riscaldamento marcato. Gli studi più recenti mostrano però per l'emisfero settentrionale una prolungata ondata di caldo nei secoli Xi e Xii, seguita da un periodo di freddo pronunciato verso il 1600. La ricerca, condotta da un team di scienziati dell'università di Stoccolma guidato da Anders Moberg, in collaborazione con colleghi russi, ha analizzato i dati indiretti sul clima di fonti quali carotaggi di sedimento oceanico e lacustre, sezioni glaciali, stalagmiti e anelli arborei. La differenza tra questo e i precedenti studi consiste nell'uso di un nuovo modello matematico, l'analisi wavelet, per l'analisi dei dati. I risultati, pubblicati nella rivista scientifica Nature, mostrano che la variazione di temperatura in questo periodo di 500/600 anni è stata di 0,65-0,90 gradi Celsius, piuttosto ampia in termini di effetto potenziale sul clima del pianeta, affermano i ricercatori. Nei precedenti studi, la variazione che più si avvicinava a quella ora indicata era di circa 0,5 gradi. I climatologi sospettano che le cause di queste oscillazioni di temperatura siano piccole fluttuazioni dell'orbita terrestre e oscillazioni nei movimenti attorno all'asse che, anche se piccole, possono influire in modo drammatico sull'esposizione al calore solare. Anche forti eruzioni possono avere svolto un ruolo importante, rilasciando grandi quantità di biossido di carbonio a effetto serra. Le ultime conclusioni ci aiutano però ben poco a migliorare le nostre conoscenze sull'impatto delle attività umane sul cambiamento climatico. Il team ammette che è difficile distinguere tra influenza sul clima dovuta all'uomo e influenza dovuta alle variabili naturali, e gli stessi ricercatori sottolineano che gli ultimi due decenni di caldo si spiegano più facilmente includendo nelle simulazioni anche le attività umane. Ad ogni modo, quello che quest'ultima ricerca ha chiaramente messo in luce è l'importanza d'includere la variabilità climatica naturale nei futuri scenari e modelli. |
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I RICERCATORI EUROPEI RACCOLGONO LE PRIME IMMAGINI DEL FONDO MARINO DELLA ZONA COLPITA DALLO TSUNAMI |
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Bruxelles, 14 febbraio 2005 - I ricercatori del Southampton Oceanography Centre e del British Geological Survey hanno aiutato a raccogliere le prime immagini del fondale marino della zona del terremoto che ha provocato il catastrofico tsunami nell'Oceano Indiano. Le immagini del fondale sono state raccolte dalla nave oceanografica della reale marina inglese 'Hms Scott' usando un sonar multifascio ad alta risoluzione. È la prima volta che un fondale marino è rilevato così tempestivamente dopo un sisma di tali dimensioni, che ha raggiunto la magnitudo 9 della scala Richter. I risultati del rilevamento sono stati più rivelatori di quanto sperassero gli scienziati. Le immagini mostrano chiaramente la zolla tettonica continentale indiana in collisione con la zolla birmana ad una profondità di circa 40 chilometri sotto il fondo marino. Secondo una dichiarazione del Southampton Oceanography Centre (Soc), 'La collisione è il risultato della spinta che la zolla indiana ha ricevuto e che l'ha fatta scivolare sotto la zolla birmana, ed è stato l'improvviso movimento di queste due zolle che ha portato al disastroso terremoto ed allo tsunami'. Le carte delle linee di livello a colori della zona del sisma rivelano come la collisione abbia fatto sorgere creste spettacolari alte fino a 1500 metri, e le zone in cui queste masse instabili hanno collassato producendo frane immani. Queste scoperte iniziali saranno usate come base per ulteriori studi dell'area nel quadro di un più ampio sforzo internazionale. Lisa Mcneill, del Soc, ha dichiarato: 'Come geologa, sono veramente grata per questa opportunità di raccogliere dati nella zona del terremoto. Con questi, speriamo di arrivare a comprendere meglio i processi geologici che hanno provocato il sisma e, in ultima analisi, a individuare i futuri rischi di terremoti e tsunami affinché ciascuno possa esserne cosciente e preparato'. La rapidità è essenziale per questo tipo di rilevamento, in quanto è vitale stabilire il grado di cambiamento verificatosi sul fondale marino prima che il naturale assestarsi nasconda la vera immagine. Si spera che questa ricerca possa contribuire alla creazione di un sistema d'allarme tsunami nell'Oceano Indiano. La ricostruzione delle capacità scientifiche della regione colpita dallo tsunami è una priorità, dopo che le risorse idrografiche di molte nazioni sono state annientate nel disastro. I lavori sono già in corso. Per esempio, Regno Unito, Norvegia, Francia e Germania stanno tutte collaborando per fornire assistenza allo Sri Lanka allo scopo di sostituire le infrastrutture idrografiche e di rilevazione del paese. Http://www.soc.soton.ac.uk/soc_home2.php?pagetype=news3&idx=223 |
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SERRE “SPRAY” BIODEGRADABILI UNA MISCELA DI POLISACCARIDI DERIVATI DA ALGHE, CROSTACEI E RESIDUI DELL’INDUSTRIA CONSERVIERA, CHE SI SOLIDIFICA COME UNA VERNICE |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Una spruzzata di polimeri naturali sul terreno sostituirà gli antiestetici teloni di plastica nera usati per la pacciamatura, ossia per evitare che crescano erbe infestanti. La soluzione acquosa messa a punto dal progetto Life “Biocoagri”, coordinato da Mario Malinconico dell’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Cnr, si solidifica come uno strato di vernice sotto gli occhi dell’agricoltore e una volta utilizzata, può essere rimossa tra le zolle, senza rischio di inquinamento. Tale risultato verrà illustrato nell’ambito della Giornata Tecnologica: “Plasticoltura, innovazione e sostenibilità”, organizzata dall’Associazione italiana di scienza e tecnologia delle macromolecole, che si terrà a Bari, il 12 febbraio, nell’ambito della Fiera del Levante. Al progetto, approvato dalla Comunità Europea nel 2003, partecipano l’Istituto di cibernetica “E. Caianiello” del Cnr, le Università di Napoli, Bari e Osnabrueck in Germania, la società svedese Pss che produce film polimerici per la conservazione dei monumenti. “Già per i piccoli tunnel” spiega Malinconico dell’ Ictp-cnr “stiamo sviluppando, in collaborazione con la società Novamont e alcune Università, pellicole biodegradabili a base di Mater Bi, un polimero composto da amidi. Con il progetto Biocoagri abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sui film per la pacciamatura, cioè su quelle pellicole di colore nero, soprattutto di polietilene (Pe) e copolimeri etilene-vinilacetato (Eva), il cui utilizzo è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Attualmente per una superficie di 100.000 ettari, il consumo annuale è di circa 65.000 tonnellate. Una volta rimosse, queste pellicole sporche e contaminate da diserbanti e fertilizzanti, non sono economicamente appetibili per operazioni di riciclo e per la maggior parte (circa l’80%) vengono abbandonate sul terreno o bruciate in modo incontrollato, con conseguente immissione di sostanze nocive nell’atmosfera e nel suolo”. E qui si inserisce il progetto Biocoagri, nato per promuovere un’agricoltura sostenibile. Tra i suoi risultati, la realizzazione di questa soluzione acquosa composta da polisaccaridi naturali, derivanti da alghe, crostacei, mais, patate, pomodori e, in genere, dai residui dell’industria conserviera, tutti disponibili in milioni di tonnellate l’anno. “Una volta distribuita sul suolo, la componente acquosa della sostanza evapora, mentre i polisaccardi si solidificano in una membrana la cui resistenza varia a seconda delle esigenze dell’agricoltore. Questa può essere colorata di nero, per la pacciamatura, o arricchita di fertilizzanti e diserbanti naturali”. L’applicazione ha già avuto successo nelle colture di pomodori, asparagi, fragole, patate e fiori, su campi pilota allestiti in Svezia, Germania e in Italia. Il materiale ha bassi costi perché si risparmia sulla materia prima e sul processo di trasformazione che, nel nostro caso, avviene direttamente sul terreno. “I risultati” conclude Malinconico “stanno suscitando grande interesse: attualmente abbiamo collaborazioni con le industrie chimiche italiane-Novamont e Valagro, società leader nel settore della produzione di alghe e derivati - e svedesi”. Per informazioni: dr. Mario Malinconico dell’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Cnr, Pozzuoli (Na), tel. 081/8675212, mali@ictp.Cnr.it |
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IL MINISTRO MORATTI: "ECCO IL NOSTRO PIANO D'AZIONE PER MIGLIORARE LE CONOSCENZE DEI NOSTRI RAGAZZI IN LETTURA, MATEMATICA, SCIENZE" IN DIECI PUNTI LA STRATEGIA DEL MIUR DOPO L'INDAGINE PISA-OCSE CHE VEDE GLI STUDENTI ITALIANI AGLI ULTIMI POSTI NELLE COMPETENZE DI BASE |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Un piano d'azione in dieci punti per dare risposte concrete alla situazione emersa dall'indagine annuale Pisa-ocse che, anche nell'edizione pubblicata lo scorso dicembre, come in quella del 2000, vede gli studenti italiani agli ultimi posti nelle conoscenze di base (lettura, matematica, scienze). Lo ha presentato il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, intervenendo oggi pomeriggio a Roma alla conclusione dei lavori della Conferenza tecnica nazionale appositamente convocata. "La riforma della scuola", ha detto il Ministro, "oltre a rispondere alle esigenze di ammodernamento del sistema, intende dare soluzione anche al problema - che abbiamo ereditato - delle scarse conoscenze e competenze di base dei nostri studenti. La riforma non investe ancora il secondo ciclo. Contiamo di vedere i primi risultati del nostro piano d'azione proprio con l'applicazione della riforma delle superiori". Alla Conferenza hanno partecipato i direttori generali del Ministero, gli ispettori delle tre aree disciplinari, rappresentanti dei docenti, dei capi d'istituto, delle associazioni professionali e delle forze sociali. Hanno affiancato i lavori di sei gruppi di studio riuniti a Roma, con riflessioni a livello locale, esperti e docenti riuniti in un centinaio di punti di collegamento in tutta Italia e collegati in videoconferenza. "Per mettere a punto gli interventi operativi", ha detto il Ministro Moratti, "realizzeremo una cabina di regia nazionale collegata con cabine di regia regionali, in modo da monitorare le azioni svolte a livello delle singole istituzioni scolastiche. Dobbiamo agire con tempestività, in modo che già dalla prossima rilevazione Pisa si possa cogliere un trend positivo". "L'indagine Pisa interpella l'intera nostra scuola sulle sue finalità", ha spiegato ancora il Ministro. "L'istruzione non deve esaurirsi con l'apprendimento di saperi astratti, ma deve, attraverso le conoscenze, promuovere abilità e competenze personali, che possono essere impiegate per affrontare meglio e con maggiore soddisfazione di sé e degli altri i problemi della vita quotidiana". Ma ecco, in sintesi, il piano d'azione illustrato da Letizia Moratti. 1. Dal sapere astratto alle competenze Nella tradizione scolastica italiana è prevalente il fine della trasmissione di conoscenze ed abilità disciplinari. Gli studenti "bravi" sono spesso quelli che "sanno" e "ripetono" quanto si insegna loro. L'indagine Pisa, in linea con la più recente legislazione scolastica dal Dpr 275/99 alla Legge di Riforma 53/2003, conferma l'esigenza di trasformare la scuola da "sistema organizzato per l'insegnamento" ad "ambiente di apprendimento" capace di portare gli studenti ad utilizzare i saperi scolastici per crescere come persone che vivono nell'attuale società complessa. Occorre, pertanto, favorire una riflessione ampia e articolata sulle modalità di insegnamento delle discipline (Quale italiano? Quale matematica? Quali Scienze?), per spostare il baricentro dalla sola trasmissione di conoscenze e abilità astratte (eccessivi contenuti ed eccessive sequenze di tecniche esecutive) alla loro applicazione in contesti di problem solving. 2. Puntare sulla formazione dei docenti I docenti vanno sostenuti rispetto alle nuove modalità di insegnamento-apprendimento. Occorre una diversa "formazione iniziale" che, come sarà presto indicato nel decreto attuativo dell'art. 5 della Legge 53/2003, sarà di tipo universitario e altamente professionalizzante sia sul versante delle conoscenze che dal punto di vista della pratica educativa e didattica, appresa e verificata in periodi di tirocinio nelle scuole. Rispetto a questa futura formazione dei docenti, molto utili sembrano tutti gli spunti forniti dalle sessioni di questa conferenza, di cui terremo senz'altro conto. Occorre, contestualmente, una diversa "formazione in servizio" che, come è emerso, metta i docenti in grado di progettare percorsi di formazione e auto-formazione, anche utilizzando le nuove tecniche di e-learning. Dobbiamo, insieme, promuovere un formazione che conduca ogni docente ad essere protagonista della ricerca educativa. 3. Rafforzare le conoscenze, abilità e competenze in italiano, matematica, scienze Per rafforzare le conoscenze e le competenze degli studenti in italiano, matematica e scienze sono necessarie le seguenti azioni: Maggiore rigore nella verifica delle conoscenze e abilità realmente possedute dagli studenti durante e alla fine dei periodi didattici, in relazione ai livelli attesi per età e classe frequentata. Assicurare agli studenti che non raggiungono i livelli attesi attività di recupero obbligatorie all'interno dei piani di studio. Dare priorità all'interno dei piani di studio personalizzati (utilizzo delle ore opzionali obbligatorie/facoltative) al recupero e sviluppo delle competenze in italiano, matematica e scienze. Questo per consentire sia l'innalzamento dei livelli minimi sia per sviluppare l'eccellenza. Incentivazione delle attività laboratoriali, come indispensabile modalità di apprendimento in situazione. Utilizzo più diffuso degli strumenti didattici multimediali interattivi, per stimolare la curiosità e il desiderio di conoscenza degli studenti. 4. Aumentare le sinergie e le opportunità di educazione informale Le migliori pratiche ci indicano che una sicura qualificazione della didattica degli insegnamenti linguistici, matematici e scientifici proviene dall'attuazione di un rapporto sistematico tra scuola e università. Allo stesso modo, non va trascurato che gli studenti vengono stimolati a validi apprendimenti anche attraverso attività di educazione informale e non formale di italiano, matematica e scienze. Ci si riferisce ai pacchetti formativi del sistema delle Biblioteche, dei Musei, delle Imprese, delle Associazioni ambientali, delle Amministrazioni territoriali che mirano a generare nei giovani comportamenti "colti", attraverso modalità diverse da quelle scolastiche, ma certamente coerenti con le finalità educative. I piani dell'offerta formativa (Pof), nella valorizzazione più ampia possibile delle autonomie scolastiche, dovranno arricchirsi di queste occasioni di apprendimento ed invitare il maggior numero possibile di studenti ad aderirvi. 5. Scambio delle migliori pratiche Dalle rilevazioni Pisa emergono scuole più "indietro" di altre insieme a punte di "eccellenza". Negli Istituti Professionali gli studenti che non posseggono il livello più elementare delle competenze sono il doppio di quelli che si riscontrano negli Istituti Tecnici e il triplo di quelli dei Licei. Occorre ridurre il "gap" tra i risultati delle scuole, potenziando ed innalzando i livelli di apprendimento per assicurare a tutti le competenze di base e diffondere l'eccellenza. Vanno a questo scopo monitorati costantemente (in ingresso ed in uscita) i livelli in italiano, matematica e scienze, nei diversi ordini di scuola. Vanno altresì sviluppate le attività di personalizzazione e di orientamento e ri-orientamento continuo. Per questo gli Uffici scolastici regionali di competenza devono favorire gli scambi delle migliori pratiche con le aree del Paese che hanno riportato risultati più soddisfacenti. Vanno inoltre utilizzate appieno le opportunità di scambio culturale e gemellaggio offerte dall'Unione Europea per aumentare le occasioni di crescita e di confronto per le nostre scuole. 6. Dispersione scolastica: azioni di contrasto Nei rendimenti degli studenti nelle diverse aree geografiche del Paese si registrano differenze marcate. Nel Nord la percentuale di studenti con "scarse" competenze in italiano è molto contenuta e in linea con quella dei Paesi con i risultati migliori. Viceversa, nel Sud la quota di studenti al di sotto della media è circa il triplo. Nelle Regioni del Mezzogiorno la scuola si trova quindi ad operare in una situazione di svantaggio complessivo, sia economico che sociale. Le scuole situate nelle zone economicamente più sviluppate del Paese sono quelle che mediamente offrono anche un servizio migliore e potenzialmente aumentano il capitale umano delle giovani generazioni. Ci proponiamo di invertire la rotta e di promuovere nel Sud iniziative forti che rendano il sistema educativo un ambiente sempre più stimolante per gli studenti e sempre più in grado di porsi come leva per lo sviluppo. 7. Rapporto tra educazione e valutazione L'educazione non è valutazione. Deve però essere vero il contrario: bisogna saper cogliere dalla valutazione, a tutti i livelli, un'opportunità molto importante per crescere, per essere più colti, più formati. Spesso, tuttavia, capita che si teorizzi un reciproco "divorzio" tra i due momenti. Quasi che la valutazione della professione docente, dell'efficacia dell'azione didattica, dei risultati di apprendimento degli studenti, del valore aggiunto fornito dalla scuola alle competenze degli studenti sia una cosa diversa dall'educazione di ciascuno. Assumere questo collegamento aiuta invece a migliorare se stessi, gli altri e il proprio insegnamento. 8. Servizio Nazionale di Valutazione Ci siamo dotati del Servizio nazionale di valutazione. Esso ha quattro compiti principali: verificare all'inizio di ogni periodo didattico le conoscenze e le abilità degli studenti; procedere alla valutazione di sistema; predisporre le prove degli esami di Stato; utilizzare i risultati a sostegno dei processi di valutazione degli apprendimenti e di autovalutazione di istituto affidati all'autonomia delle istituzioni di istruzione e di formazione. È indubbio che un monitoraggio sistematico dei livelli di apprendimento nazionali sulle abilità in italiano, matematica e scienze da parte del Servizio Nazionale contribuirà a migliorare l'efficacia sia del sistema, sia della didattica dei singoli docenti, che saranno così incentivati a valutare non solo le conoscenze ma anche le abilità degli studenti. Ci aspettiamo, infine, che il Servizio Nazionale di Valutazione, nel predisporre le prove nazionali, tenga conto delle metodiche e dei risultati delle indagini internazionali. 9. Preparazione al 2006: simulazioni L'edizione 2006 Pisa-ocse si concentrerà in modo particolare sulle scienze. Il 2005 è stato dichiarato dall'Unesco "Anno della fisica". Occorre arrivare preparati a questi appuntamenti. Il punto di partenza deve essere la diffusione e riflessione nelle scuole dell'indagine Pisa. In particolare, trattandosi di indagine sui quindicenni, si propongono riflessioni approfondite e simulazioni da parte dei docenti di italiano, matematica e scienze delle scuole secondarie di 1° grado e del primo biennio delle superiori. 10. Strutture operative regionali a supporto di una migliore qualità degli apprendimenti Per sostenere la scuola italiana in un'azione straordinaria per il miglioramento degli apprendimenti in italiano, matematica e scienze, variamo strutture operative nazionali e regionali a supporto delle scuole autonome (Task force nazionale e regionali) per incrementare la qualità complessiva del sistema. I livelli regionali riferiranno sistematicamente al livello nazionale sulle azioni intraprese con gli altri soggetti coinvolti (Regioni, Enti locali, scuole autonome, Università, Indire, Invalsi, Irre, Associazioni disciplinari...), per assicurare il monitoraggio costante dei livelli di apprendimento in italiano, matematica, scienze ed incrementare la qualità complessiva del sistema. |
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RICERCA E TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: FIRMATO PROTOCOLLO D’INTESA FRA REGIONE LIGURIA, CNR E UNIVERSITÀ DI GENOVA |
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Savona, 14 febbraio 2005 - Individuare e attivare nuovi strumenti di politica regionale, attraverso i quali promuovere la crescita economica e competitiva delle imprese, incrementando la loro capacità di innovazione intesa come creazione di valore, a partire dalla conoscenza. Avviare la nascita di due Poli di eccellenza, a Savona e La Spezia, nelle tecnologie marine e nelle tecnologie dell’energia e dell’ambiente. Questi, in estrema sintesi, gli obiettivi del programma di “Azioni innovative della regione Liguria”, per attuare il quale sono stati firmati oggi a Savona, nella sede del Polo universitario, due importanti documenti: un protocollo d’intesa fra il Cnr, l’Università degli Studi di Genova e la Regione Liguria e una convenzione fra il Cnr e la Regione Liguria. La cerimonia è avvenuta alla presenza del Presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti, del Vice Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Guido Possa, del Presidente del Cnr, Fabio Pistella, del Rettore dell’Università di Genova, Gaetano Bignardi e di Francesco Beltrame, Presidente del Comitato tecnico scientifico del Fondo agevolazioni ricerca del Miur. Il protocollo d’intesa, che individua nel Consiglio Nazionale delle Ricerche il soggetto capofila operativo per la realizzazione del Programma, sottolinea come “la Regione Liguria abbia assunto l’innovazione e la ricerca a motore della propria strategia di sviluppo, nella consapevolezza che favorire la crescita, la promozione e la diffusione delle attività di ricerca equivale a sostenere, in modo integrato e coordinato, oltre alla competitività e all’innovazione delle imprese, la qualificazione e la professionalizzazione delle risorse umane, l’ammodernamento dell’intera regione e il miglioramento della qualità della vita” . Di qui, la presentazione alla Commissione Europea – Dg Regio, nell’ambito delle Azioni Innovative del Fesr 2000-2006, del “Programma Regionale di Azioni Innovative”, focalizzato sul tema “Economia regionale fondata sulla conoscenza e sull’innovazione tecnologica”, programma approvato dalla Commissione nel dicembre 2003 e a fronte del quale è stato previsto, da parte della Regione Liguria, un investimento totale di 7.900.000 Euro, di cui 6.000.000 di finanziamento pubblico. “Il Protocollo - ha dichiarato il Presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti - rappresenta un ulteriore tassello del disegno strategico avviato in questi anni dalla Regione per poter giungere alla creazione di un Sistema Regionale dell’Innovazione in Liguria. Un disegno che non nasce in maniera estemporanea o per seguire una tendenza. Il nostro territorio, infatti, possiede una vocazione naturale all’innovazione. Capacità di questa Amministrazione è stato il riconoscimento di detta vocazione e l’avvio di una serie di iniziative (la creazione del Distretto dei Sistemi Integrati Intelligenti, l’insediamento dell’Iit, il rilancio e sviluppo del Centro di Biotecnologie Avanzate, il recente Accordo quadro con Finmeccanica) per sostenerla e dispiegarla sulla Liguria”. “Vedo con molto favore questa innovativa iniziativa (per tanti aspetti una prima volta) – ha dichiarato il Viceministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, on. Guido Possa – perché da sempre la linea politica fondamentale del mio Ministero è quella del sostegno allo sviluppo di tutte le possibili sinergie tra centro nazionale e regioni, tra strutture di ricerca pubbliche, Università e imprese private. E’ così che si fa fronte alle impegnative sfide del processo di globalizzazione e alla sempre più impellente esigenza di promozione della competitività tecnologica del nostro Paese”. Venendo ai contenuti, nelle premesse al protocollo si sottolinea come “il settore delle Scienze Tecnologiche sia rilevante per dimensione e per tasso di crescita in due ambiti territoriali - La Spezia, relativamente alle tecnologie marine e Savona relativamente ai temi dello sviluppo sostenibile (energia e dell’ambiente)” – segnalando che “in tali ambiti le competenze di ricerca scientifica e tecnologica pubbliche (Cnr e Università di Genova) e industriali liguri occupano un posto di grande rilievo a livello nazionale ed internazionale”. A tale scopo la Regione Liguria, il Cnr e l’Università di Genova, dopo un’attività di consultazione delle realtà istituzionali e scientifico - imprenditoriali presenti sul territorio ligure, “concordano sulla necessità di adottare una strategia condivisa per svolgere, nei settori scientifici e tecnologici predetti, interventi e azioni mirate al sostegno delle attività di ricerca, all’incentivazione della mobilità dei ricercatori, sia a livello internazionale, sia a livello di scambi tra mondo scientifico e imprenditoriale, all’efficace coinvolgimento di tutti i soggetti che sono impegni nello sviluppo del territorio, per il raggiungimento di tali obiettivi: Enti Locali, centri di Ricerca, Imprese, Associazioni”. Tutto ciò si traduce nell’esecuzione del Programma regionale di Azioni Innovative con il coinvolgimento della regione Liguria, del Cnr e dell’Università di Genova, per la realizzazione, nel territorio spezzino e savonese, di due Poli di eccellenza per le tecnologie marine (La Spezia) e per le tecnologie applicate all’energia e l’ambiente (Savona), con baricentro nei rispettivi Poli Universitari. Le azioni previste per la realizzazione dei due Poli di eccellenza prevedono, rispettivamente: a) Il rafforzamento delle competenze scientifiche nell’area di interesse, consentendo ai Poli di diventare centri di assoluta eccellenza internazionale in settori ad alta intensità di innovazione tecnologica; b) Il potenziamento della rete di collaborazioni, che dovrà essere agevole e flessibile; c) L’impegno a favorire lo sviluppo di imprenditorialità, derivante dall’innovazione tecnologica; d) L’attrazione di aziende innovative nell’area di interesse, allo scopo di promuovere investimenti in Liguria; e) il potenziamento di un sistema integrativo volto alla formazione di eccellenza per i diversi livelli professionali necessari allo sviluppo dei campi di riferimento; f) la promozione dello sviluppo dell’imprenditorialità tecnologica nei comparti di riferimento, attraverso la realizzazione e il potenziamento di iniziative dedicate alla nascita e alla crescita di nuove imprese ad alta tecnologia; g) l’accelerazione di iniziative volte a favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese nel distretto, anche attraverso spin- off accademici, d’impresa, di ricerca. “E’ per me motivo di soddisfazione – ha dichiarato il Presidente del Cnr, Fabio Pistella – la scelta operata dalla Regione Liguria che esprime alta considerazione nei confronti delle competenze della ricerca pubblica: un patrimonio da valorizzare, mettendolo a disposizione di quanti abbiano a cuore lo sviluppo del paese. In particolare, sia il protocollo fra Regione Liguria, l’Università di Genova e il Cnr, sia la convenzione fra la Regione Liguria e il Cnr, mettono in luce il riconoscimento all’Ente della disponibilità sia in termini di struttura, sia di professionalità richieste per la realizzazione del Programma, che sarà attuato anche attraverso il coinvolgimento di società partecipate regionali e di partner pubblici e privati istituzionali coinvolti nel partenariato dello stesso”. Il Rettore dell’Università di Genova, Gaetano Bignardi, è intervenuto facendo presente che: “Questa iniziativa si propone obiettivi ambiziosi che coinvolgono uno scenario territoriale che abbraccia tutta la Liguria, anche se i Centri di ricerca saranno allocati presso i Poli Universitari di Savona e di La Spezia. Infatti, i temi di ricerca individuati saranno affrontati in stretta collaborazione dall'Università, dal Cnr e dalle grandi imprese liguri del settore, con il compito di dar vita a nuove aziende e trasferire conoscenze e innovazione tecnologica alle piccole e medie imprese, in ispecie a quelle operanti nel territorio savonese e spezzino dove non poche sono in attesa di un impulso innovativo. Un processo virtuoso che impegnerà tutti i ricercatori del settore, i quali metteranno a disposizione conoscenze, esperienze e apparecchiature al fine di raggiungere gli obiettivi comuni di ricerca e innovazione e nel contempo contribuire alla formazione di giovani ricercatori”. |
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FONDAZIONE CUOA: LE PRESENTAZIONI DEI MASTER |
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Altavilla Vicentina, 11 febbraio 2005 - Il prossimo 22 febbraio, alle ore 14.00, presso la Fondazione Cuoa i Direttori scientifici e lo staff Cuoa presenteranno i programmi master in partenza nei prossimi mesi. L'incontro è gratuito. I master Cuoa saranno presentati anche il 28 febbraio 2004, alle ore 14.30, presso l'Università di Udine, Palazzo Tomadini, via Tomadini, 30 - Udine e il 2 marzo 2005, alle ore 10.00, presso l'Università di Perugia, Ufficio Orientamento, piazza Iv Novembre, 23 - Perugia. Per informazioni e per partecipare: cbazzan@cuoa.It - tel. 0444 333703, fax 0444 333990. |
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CICLO DI INCONTRI "L'RAQ E I SUOI VICINI: PROSPETTIVE PER LA REGIONE" |
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Milano, 14 febbraio 2005 - L'ispi, nell'ambito del programma Mimed - Comune di Milano, promuove un ciclo di incontri dal titolo "L'iraq e i suoi vicini: prospettive per la regione", che prenderà in esame le prospettive della regione mediorientale dopo le recenti elezioni palestinesi e irachene. Il primo evento, dal titolo "Le prospettive regionali dopo le elezioni palestinesi e irachene", si terrà giovedì 17 febbraio, con la partecipazione di Alessandro Colombo (Università degli Studi di Milano e Ispi) e Antonio Ferrari (Corriere della Sera). Gli incontri proseguiranno secondo il seguente calendario: "La regione vista da Tehran" (Maurizio Martellini, Università dell'Insubria e Landau Network-centro Volta di Como; Riccardo Redaelli, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Ispi) - 22 febbraio "I vicini arabi: timori e cambiamenti dopo il voto iracheno" (Alberto Negri, Il Sole 24 Ore; Franco Zallio, Ispi) - 2 marzo "La Turchia tra Ue e Medio Oriente" (Marco Ansaldo, La Repubblica; Nathalie Tocci, European University Institute di Firenze) - 9 marzo "Due anni dopo la guerra in Iraq: gli Stati Uniti e i loro alleati" (Alessandro Colombo, Università degli Studi di Milano e Ispi; Vittorio Emanuele Parsi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) - 21 marzo Tutti gli incontri si terranno alle ore 18.00 presso la sede dell'Ispi in Via Clerici 5, Milano. La Segreteria Organizzativa (tel. 02.86 93 053, e.Mail ispi.Eventi@ispionline.it - www.Ispionline.it |
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