Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDì

Pagina1  Pagina2  Pagina3  Pagina4  Pagina5  Web Prodotti e Novità  Web e Beauty Flash 
Notiziario Marketpress di Martedì 10 Maggio 2005
Pagina1
ENTRO IL 15 OTTOBRE DEVONO ESSERE PRESENTATI I PROGRAMMI NAZIONALI DI RIFORMA AI FINI DEL RILANCIO DELLA STRATEGIA DI LISBONA  
 
Bruxelles, 10 maggio 2005 - La Commissione ha intrapreso la prossima fase concreta di attuazione dell'Agenda di Lisbona aggiornata chiedendo agli Stati membri di pubblicare i programmi nazionali di riforma entro il termine massimo del 15 ottobre. La richiesta è contenuta in un documento di lavoro dei servizi della Commissione, il cui scopo è fornire agli Stati membri indicazioni riguardo alla struttura e al contenuto dei programmi di riforma. In base al documento, i programmi in questione devono essere "documenti politici orientati al futuro che definiscano una strategia triennale globale per attuare gli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione". I programmi nazionali, di lunghezza compresa tra 30 e 40 pagine, devono contenere un'introduzione che illustri il contesto politico e socioeconomico generale di ciascun paese e individui le principali priorità di intervento, sulla base dell'analisi degli orientamenti integrati della Commissione, pubblicati il 12 aprile. Se non vengono proposte azioni in risposta a particolari orientamenti, gli Stati membri dovrebbero giustificarne i motivi. La sezione introduttiva deve anche servire a spiegare il ruolo del programma di riforma nel contesto nazionale complessivo e descrivere i ruoli e le responsabilità delle principali parti interessate, in particolare le autorità pubbliche e le parti sociali a tutti i livelli. "La parte centrale del programma nazionale di riforma deve definire le risposte politiche che si intendono dare alle principali priorità individuate nella parte introduttiva sulla base degli orientamenti integrati", prosegue il documento di lavoro. Come indic¥ato negli orientamenti della Commissione, le risposte politiche saranno suddivise in tre categorie principali: priorità macroeconomiche, priorità microeconomiche e priorità occupazionali. Ciascuna risposta politica deve includere una breve presentazione della problematica che si propone di affrontare, una descrizione delle iniziative politiche e delle misure concrete intraprese o previste per farvi fronte e un'indicazione delle risorse di bilancio stanziate a tal fine. Infine, gli Stati membri sono anche invitati a compilare una sezione relativa all'utilizzo dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione per sostenere gli obiettivi di Lisbona. Dopo la pubblicazione dei programmi nazionali di riforma, la Commissione procederà alla loro valutazione con l'obiettivo di adottare la prima relazione annuale sui progressi compiuti nel gennaio 2006. La Commissione afferma che, sulla base di tale valutazione, potrà proporre un aggiornamento degli orientamenti integrati, nonché raccomandazioni di ulteriori azioni rivolte a singoli paesi. Il vicepresidente della Commissione Günter Verheugen ha concluso: "L'attuazione dei programmi nazionali di riforma costituisce un passo decisivo per stimolare la crescita e l'occupazione. La fase successiva prevede che gli Stati membri individuino i settori c¥he presentano le sfide più urgenti per le loro economie e spieghino quali misure intendono adottare nei prossimi tre anni per affrontarle". Per scaricare il documento di lavoro dei servizi della Commissione consultare il seguente sito web: http://europa.Eu.int/growthandjobs/pdf/sec2005_622_en.pdf  Per  informazioni visitare: http://europa.Eu.int/growthandjobs/index_en.htm  
   
   
E-GOVERNMENT: STANCA, IN 4 ANNI STANZIATI OLTRE 1,6 MILIARDI DI € AGGIUNTIVI IMMINENTE NELLA GAZZETTA UFFICIALE EUROPEA IL BANDO DI GARA PER SPC PER 1,2 MILIARDI DI € IN CINQUE ANNI  
 
Roma, 10 maggio 2005  – Ammonta ad oltre 1,6 miliardi di € l’impegno di risorse pubbliche aggiuntive per sostenere, con una rivoluzione silenziosa, il processo di ammodernamento della Pubblica amministrazione centrale e locale con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di cittadini e imprese e accrescere la competitività del Sistema Paese. Lo ha reso noto Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, all’apertura del Forum Pa 2005. “La grande onda innovatrice della Pubblica amministrazione italiana si è ormai messa in moto e per sostenere questo processo di modernizzazione dell’apparato burocratico il Governo, dall’inizio della legislatura, ha stanziato oltre un miliardo di € aggiuntivi, quasi il triplo di quanto ereditato con i fondi derivanti dalle aste per l’Umts. A questo stanziamento si sono poi addizionati fondi europei e risorse locali per più di 600 milioni di € che sono stati attivati su impulso del Governo”, ha precisato il ministro sottolineando che “queste cifre testimoniano un impegno senza precedenti e, soprattutto, smentiscono quanti affermano che su questo fronte il Governo non si sia impegnato a sufficienza”. Stanca ha ricordato che “da 4 anni abbiamo avviato una politica di modernizzazione della Pa che ha nelle tecnologie digitali il fattore abilitante per realizzare un nuovo modo di operare dello Stato. Molta strada è stata fatta, ma siamo consapevoli di quanto ancora resta da fare per completare questa riforma digitale. Ma se quattro anni fa parlando di e-Government dovevamo spiegarne il significato, oggi in diversi ministeri è stato istituito un Dipartimento per l’innovazione tecnologica e quasi tutte le amministrazioni regionali, provinciali, comunali hanno un assessore con questa specifica delega”. Questo percorso, ha aggiunto, “è partito dalla definizione di una politica articolata nelle sue linee strategiche, condivise da tutte le amministrazioni centrali e dalle oltre 4 mila amministrazioni regionali e locali che hanno partecipato alla sua attuazione. Una condivisione formalmente ratificata attraverso un documento politico in sede di Conferenza Unificata”. Il ministro ha sottolineato che “questa politica ha favorito la combinazione dei tre grandi fattori di modernizzazione della Pa: il capitale umano, il capitale normativo e il capitale tecnologico”. Il capitale umano è fattore cruciale di ogni trasformazione; il secondo, quello normativo, può essere elemento di rallentamento o di accelerazione dell’innovazione tecnologica applicata al Sistema Paese (“Le leggi inutili indeboliscono quelle necessarie”, Montesquieu). Per questo è stato varato il Codice della Amministrazione Digitale, che dal 1° gennaio prossimo garantirà un cambio decisivo di passo e di prospettiva al processo di digitalizzazione della nostra Pa, in quanto obbliga tutte le amministrazioni ad una vera e propria riforma digitale, aprendo un nuovo capitolo sulla strada dell’efficienza, dell’efficacia e della trasparenza e rendendo il cittadino protagonista. Il terzo fattore è il capitale tecnologico, che parte non tanto da un uso diffuso del pc on line, ma soprattutto da interventi infrastrutturali, come il Sistema Pubblico di Connettività (Spc), che sarà realizzato nei prossimi due anni per unificare tutte le reti telematiche statali, regionali e locali. “Sarà il più grande e complesso progetto nel campo delle telecomunicazioni e della telematica mai attuato in Italia”, ha precisato Stanca. A tale proposito il ministro ha reso noto che è d’imminente pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale italiana ed in quella Europea il bando di gara per Spc, predisposto dal Cnipa (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione), caratterizzato da un innovativo meccanismo di aggiudicazione che consentirà la presenza contemporanea di più fornitori. Una “commessa” del valore di 1,2 miliardi di € in 5 anni. Dopo aver ricordato una serie di concrete applicazioni dell’e-Government nel Paese, il ministro ha elencato alcuni dei servizi innovativi ormai on-line, come la borsa continua del lavoro, la sanità elettronica, il processo civile telematico, il portale della cultura italiana, lo scrutinio elettorale elettronico, gli interventi nella scuola per studenti e insegnanti, l’eccellenza nel fisco e nella previdenza. Nell’ultima classifica della Commissione Ue sui servizi on-line l’Italia è all’8° posto fra i 18 Paesi esaminati, con il 4° tasso di crescita nel 2004; 4 anni fa era al 12° posto. Stanca ha inoltre detto che “diverse indagini confermano l’elevato grado di gradimento che cittadini ed imprese hanno dei risultati di questo sforzo. Tra l’altro per la prima volta quest’anno gli italiani hanno valutato le tecnologie telematiche come più utili per accedere alle procedure amministrative, rispetto allo sportello tradizionale”. Infine il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie ha rilevato che “questi sono risultati che ci danno fiducia e che devono rafforzare la convinzione a proseguire, tutti assieme, come Sistema Paese, l’impegno riformatore dell’amministrazione italiana e a sostenere il programma avviato”.  
   
   
PER UN COMMERCIO MONDIALE A BENEFICIO DI TUTTI  
 
Bruxelles, 10 maggio 2005 - La Plenaria è chiamata a pronunciarsi sulla relazione di Javier Moreno Sánchez (Pse, Es) in merito alla valutazione del ciclo di negoziati di Doha a seguito dell'accordo raggiunto in seno all'Omc il 1° agosto 2004. Un sistema di scambi commerciali «giusto ed equo» che porti ad una globalizzazione a vantaggio di tutti, la conservazione del modello agricolo europeo e la difesa della produzioni alimentari tipiche dalla contraffazione, una prudente liberalizzazione del settore dei servizi e maggiore attenzione al rispetto dei diritti della proprietà intellettuale. Sono questi i principali temi affrontati dalla relazione d'iniziativa adottata all'unanimità dalla commissione per il commercio internazionale che, inoltre, chiede una riforma dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) e il maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo in tale materia. In generale, nell'esprimere soddisfazione per l'Accordo quadro raggiunto il 1° agosto 2004 dal Consiglio generale dell'Omc e per il modo in cui la Commissione ha portato avanti con successo i negoziati, i deputati ribadiscono il proprio risoluto sostegno ad un sistema di scambi commerciali multilaterali «giusto ed equo», al fine di promuovere il commercio e «contribuire allo sviluppo sostenibile e all'efficace gestione della globalizzazione a beneficio di tutti». Priorità allo Sviluppo Sottolineando poi i vantaggi procurati ai Paesi in Via di Sviluppo (Pvs) da un approccio multilaterale alla politica commerciale, contrariamente agli accordi bilaterali, la relazione chiede alla Commissione di continuare a propugnare un progresso rapido in tutti i settori coperti dall'Accordo, allo scopo di arrivare alla Conferenza di Hong Kong con una proposta «equilibrata e ambiziosa», in cui «lo sviluppo sia collocato al primo posto tra i temi della discussione». Per i deputati, inoltre, i futuri negoziati dovranno produrre risultati in tutti i settori che favoriscono effettivamente l'integrazione dei Pvs, «tenendo pienamente conto delle loro preoccupazioni» e affrontando in particolare i problemi specifici dei paesi meno sviluppati, «alle cui esportazioni deve essere concesso un accesso senza aggravi e quote». Il risultato dei negoziati dovrà inoltre contribuire al conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, «favorendo la crescita economica a livello mondiale». La relazione chiede poi che si esplori il modo di ottenere «la flessibilità necessaria in funzione del profilo di ciascun Pvs» e che il Fondo monetario internazionale sviluppi un meccanismo di integrazione commerciale «che consenta di compensare le perdite eventualmente generate dalla liberalizzazione degli scambi». D'altra parte, la Commissione è esortata ad esaminare la possibilità di introdurre nei negoziati concernenti l'agricoltura un «capitolo sullo sviluppo» per i paesi meno avanzati, «affinché possano affrontare le questioni della sicurezza alimentare e dell'occupazione rurale, che sono i principali problemi per l'eliminazione della povertà». Nel ricordare poi la necessità di estendere l'assistenza tecnica finalizzata e la costruzione di capacità ai Pvs, i deputati chiedono che sia dato un impulso al commercio Sud-sud anche istituendo un trattamento speciale e differenziato, «che consenta il rafforzamento della capacità di approvvigionamento dei paesi meno avanzati e promuovendo il libero accesso ai mercati dei paesi emergenti». Alla Commissione, infine, è chiesto di prendere in considerazione le erosioni dei margini preferenziali che i negoziati potrebbero provocare nell'ambito dell'accordo di Cotonou, del sistema di preferenze generalizzate e di altri sistemi di preferenze commerciali, nonché di studiare le misure da adottare per garantire l'efficacia delle preferenze accordate dall'Unione europea ai paesi in via di sviluppo, segnatamente ai più poveri tra loro. Agricoltura e prodotti tipici Nell'accogliere con favore l'accordo sull'agricoltura, la relazione esorta i membri dell'Omc «a proseguire i propri lavori in modo equilibrato» nell'ambito dei tre pilastri (sussidi all'esportazione, aiuti interni e accesso ai mercati) le cui misure dovranno essere applicate parallelamente da tutti i paesi industrializzati aderenti all'Omc, «al fine di evitare un disarmo unilaterale da parte dell'Ue», applicando nel contempo un trattamento speciale e differenziato ai Pvs. Ciò vale, in particolare, per i sussidi all'esportazione che, secondo i deputati, dovranno essere gradualmente eliminati «di pari passo con tutte le forme di concorrenza all'esportazione dei partner commerciali industrializzati». La Commissione è esortata poi a portare avanti la progettata riforma della Pac e, per quanto concerne il sostegno interno, la relazione nota con soddisfazione che l'Accordo «non rimette in causa né il modello agricolo europeo nè l'accordo di Lussemburgo sulla riforma della politica agricola comune». D'altra parte, i deputati, insistono sulla necessità di una definizione delle misure contenute nella «green box», compresi gli aiuti disaccoppiati, «consentendo così di mantenere il carattere multifunzionale dell'attività agricola e sostenere il modo di vita e l'occupazione nelle zone agricole». Nell'accesso ai mercati va inoltre «mantenuto un equilibrio giusto ed equo tra le richieste dei Pvs e la stabilità e vitalità dei mercati comunitari», pertanto è sollecitata una definizione adeguata e rigorosa del concetto di prodotti sensibili nonché la possibilità di mantenere gli impegni in materia di diritti doganali nella forma ad valorem o sotto forma di diritti specifici. D'altra parte, è anche sottolineato l'elevato livello dell'accesso al mercato Ue per i prodotti agricoli provenienti da paesi in via di sviluppo e, in tale contesto, i partner sviluppati e i paesi emergenti sono invitati «a procedere sulla strada di un'ulteriore apertura dei loro mercati ai paesi meno avanzati». Per i deputati, infine, le indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari «costituiscono un elemento importante per l'orientamento verso una produzione agricola di qualità e la sua valorizzazione». Pertanto, i negoziati in tale materia vanno presi pienamente in considerazione nel quadro delle discussioni sull'accesso al mercato dei prodotti agricoli. Le Denominazioni d'Origine (Dop) e le Indicazioni Geografiche Protette (Igp), sono anche trattate nell'ambito dell'Accordo sulle proprietà intellettuali, in merito al quale i deputati, sollecitano «un progresso pragmatico e graduale» sugli aspetti connessi con «l'estensione della loro protezione a prodotti diversi da vini e alcolici, conformemente al mandato di Doha». Attualmente, infatti, ai vini e agli alcolici è garantita una protezione internazionale contro le contraffazioni di gran lunga superiore agli altri prodotti, compresi quelli agroalimentari. Altri prodotti, servizi e proprietà intellettuali Alla Commissione è chiesto di intensificare i negoziati in materia di accesso ai mercati per i prodotti non agricoli (Nama), «definendo una formula per eliminare o ridurre le tariffe elevate, i picchi delle tariffe e la spirale tariffaria», nonché di studiare la possibilità di una reciprocità parziale dei Pvs, «tenendo presente la flessibilità di cui essi hanno bisogno» e applicando loro il principio del trattamento speciale e differenziato. I deputati, inoltre, sottolineano gli importanti benefici per il commercio e lo sviluppo che può garantire l'apertura del mercato Sud-sud, nonché la necessità dell'eliminazione delle barriere non tariffarie, ove giustificato, da parte di tutti i partner commerciali. Pur accogliendo con favore le raccomandazioni adottate, i deputati deplorano la mancata istituzione di un quadro specifico nell'ambito dei servizi. Tutti i membri sono quindi esortati a presentare «offerte di qualità rivedute entro la scadenza prevista di maggio 2005», in particolare relativamente ai settori e ai modi di approvvigionamento interessanti per le esportazioni dei Pvs. D'altra parte, chiedono che si abbordi con prudenza la liberalizzazione dei servizi d'interesse pubblico e che si eccettuino i servizi connessi alla sanità, all'istruzione e al settore audiovisivo nonché quelli che rispondono alle esigenze fondamentali dei cittadini, «poiché non conviene esigere dai Pvs una liberalizzazione» dei servizi «tali servizi tale da causarne lo smantellamento». Più in generale, la relazione rileva che i progressi conseguiti nei negoziati sul capitolo agricolo - definito «il più importante» - devono essere utilizzati «come incentivo e base negoziale per conseguire progressi anche in altri settori», segnatamente in relazione al commercio nei servizi e a un migliore accesso ai beni industriali per tutti i membri dell'Omc, «grazie ad una riduzione reale dei dazi sulle importazioni e di altri ostacoli agli scambi». Nel valutare poi favorevolmente l'Accordo raggiunto in vista dell'avvio di negoziati nell'ambito dell'agevolazione degli scambi commerciali, la relazione riconosce che la cancellazione dei restanti temi di Singapore dal ciclo di negoziati «è stata un gesto dell'Ue a favore dei Pvs». Tuttavia è anche sottolineata la possibilità di negoziare questi temi nell'ambito di un quadro multilaterale, «nell'interesse sia dei paesi industrializzati sia di quelli in via di sviluppo». In tale contesto, si chiede che siano rispettati i principi relativi al trattamento speciale e differenziato per i Pvs, «tenendo presenti i periodi di transizione concessi per l'esecuzione degli impegni nonché la compatibilità con le loro capacità amministrative e istituzionali». I deputati sollecitano anche «un progresso pragmatico e graduale» negli ambiti non contemplati dall'Accordo, come le misure concernenti l'antidumping e le sovvenzioni, gli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Trips), la dimensione ambientale del commercio internazionale e, come già accennato, le indicazioni geografiche. In merito all'accordo Trips, inoltre, la relazione sottolinea che, nel quadro dei negoziati dell'Omc, «un'attenzione maggiore deve essere accordata alla protezione e al rispetto dei diritti della proprietà intellettuale» e deplora che molti membri dell'Omc «ancora non combattono sufficientemente la contraffazione o la pirateria commerciale». Riforma dell'Omc e ruolo del Parlamento europeo Nel sollecitare il massimo impegno da parte di tutti gli interessati per conseguire un accordo sulla nomina di un nuovo Direttore generale dell'Omc per la data prevista di maggio 2005, i deputati sottolineano la necessità di una «profonda riforma dell'Omc» al fine di creare un'organizzazione «più efficace, aperta, democratica e trasparente» che preveda anche «un più profondo coinvolgimento politico nei negoziati». Le ulteriori riforme istituzionali richieste sono anche volte alla valorizzazione del ruolo delle istituzioni dell'Omc e al miglioramento del processo decisionale, del meccanismo di composizione delle controversie e del dialogo con la società civile. Nel ricordare poi la necessità di istituire relazioni più strette tra l'Omc ed altre organizzazioni internazionali, «come tappa essenziale del processo verso un modello diverso e più sostenibile di globalizzazione», i deputati ritengono che tutti i membri dovrebbero necessariamente rispettare le norme dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Pur sostenendo che sia «assolutamente indispensabile» una stretta collaborazione tra l'Ue e gli Stati Uniti la relazione insiste tuttavia affinché continui ad essere di massima importanza l'inclusione nel processo decisionale di tutti gli Stati membri dell'Omc, in particolare i gruppi G-20 e G-90. Infine, nel perorare «l'istituzionalizzazione dei parlamenti nell'ambito dell'Omc» al fine di «potenziare la legittimità democratica e la trasparenza nell'ambito dei negoziati», i deputati ritengono necessaria una stretta collaborazione tra tutte le istituzioni europee per ottenere risultati soddisfacenti. Pertanto, al Consiglio e alla Commissione, è chiesto di continuare ad informare puntualmente il Parlamento, anche nel corso dei negoziati del ciclo di Doha e durante la Conferenza ministeriale a Hong-kong, nonché «di associarlo alle future discussioni e di assicurargli l'accesso ai documenti del Comitato 133» (comitato sulla politica commerciale, cui partecipano rappresentanti della Commissione e degli Stati membri).  
   
   
LA COMMISSIONE APPROVA UN PROGRAMMA DI AIUTI DI STATO PER LE PMI CHE SI AVVALGONO DI INCUBATORI  
 
Bruxelles, 10 maggio 2005 - La Commissione europea ha approvato un progetto tedesco volto a sostenere con aiuti di Stato gli utenti di centri tecnologici e incubatori. Il governo tedesco intende stanziare 120 milioni di euro all'anno per le piccole e medie imprese (Pmi) di nuova creazione o orientate alla tecnologia che si rivolgono a questi centri. La prima volta che il progetto è stato presentato, la Commissione europea ha espresso qualche dubbio sulla compatibilità con il mercato unico e con le norme europee sugli aiuti di Stato. La Germania ha deciso così di emendare la proposta, chiarendo in tal modo che tutti gli aiuti sarebbero stati destinati alle imprese che utilizzano i servizi dei centri, anziché essere assegnati ai gestori dei centri tecnologici e degli incubatori. "Gli incubatori e i centri tecnologici aiutano i giovani imprenditori a sviluppare idee per le loro attività e a superare le difficoltà di inserimento sul mercato nei primi anni di vita dell'impresa. Sono lieta di approvare aiuti che incentivano l'innovazione", ha dichiarato il 3 maggio scorso il commissario dell'Ue per la Concorrenza Neelie Kroes. In base al programma, saranno finanziati dal governo tutti i servizi forniti dai centri tecnologici e dagli incubatori quali i costi di affitto, i servizi di consulenza, i locali per la ricerca, la creazione di reti con altre imprese e la cooperazione con università e istituti di ricerca.  
   
   
LA NUOVA DEFINIZIONE DI PICCOLE E MEDIE IMPRESE  
 
 Roma, 10 maggio 2005 - Il Ministero delle Attività Produttive (Map) ha emanato il decreto del 18 aprile 2005 relativo all'adeguamento alla disciplina comunitaria dei criteri di individuazione delle piccole e medie imprese. Il provvedimento, in corso di registrazione alla Corte dei conti verrà successivamente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, aggiorna i criteri di individuazione delle microimprese, piccole e medie imprese, in accordo con la disciplina comunitaria, rappresentata dalla raccomandazione della Commissione europea 2003/361/Ce del 6 maggio 2003, che dal 1° gennaio 2005 sostituisce la precedente normativa. Il decreto fornisce inoltre le necessarie indicazioni per la determinazione della dimensione aziendale ai fini della concessione di aiuti alle attività produttive e si applica alle imprese operanti in tutti i settori produttivi. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/pmi_definizione/index.html  
   
   
IL MEF ALLA XVI EDIZIONE DEL FORUM DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE  
 
 Roma, 10 maggio 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, comunica che da oggi al 13 maggio 2005, presso il Padiglione 22 della Fiera di Roma, i suoi 5 Dipartimenti e le Agenzie fiscali presenteranno al Forum della Pa i servizi e i progetti più recenti, che verranno illustrati anche in convegni e seminari organizzati durante lo svolgimento della manifestazione. Tra questi: Dipartimento del Tesoro - Organizza due incontri: il 10 maggio dalle ore 9,30 alle 11,30, su "Lo Stato contro l’usura"; il 13 maggio alle ore 15.00 su "La prevenzione delle frodi sulle carte di pagamento", cui seguirà un dibattito. Ragioneria Generale dello Stato - Come lo scorso anno, avrà uno specifico spazio nell'ambito dello stand del Mef. L’edizione 2005 del Forum sarà interamente dedicata ai percorsi attuati dalle pubbliche amministrazioni per ottenere l’efficienza dei servizi e l’ottimizzazione delle risorse. Dipartimento Amministrazione Generale, del Personale e dei servizi del Tesoro - Ha previsto un incontro il 9 maggio alle ore 11.00, introdotto dal Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, prof. Mario Baldassarri, su "L’organizzazione e la gestione degli acquisti di beni e servizi nelle università. Esperienze di e-procurement"; una videoconferenza sul tema "Premiamo l’innovazione: il Mef ha messo le A.l.i.", aperta dal Sottosegretario di Stato Ministero dell’Economia e delle Finanze, On. Maria Teresa Armosino; un seminario su "Spesa pubblica: opportunità, condizioni e prospettive dell’e-procurement". Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione - Organizza per il 13 maggio alle ore 9.30 un convegno su "Valorizzazione dei beni ambientali e del patrimonio culturale: turismo e sviluppo". Dipartimento Politiche Fiscali - Presso la postazione del Dipartimento è possibile ricevere gli ultimi numeri delle pubblicazioni istituzionali e dei prodotti multimediali. Agenzia delle Entrate - Offre consulenza fiscale e la possibilità, tra l’altro, di inviare online Unico 2005. Inoltre, la Direzione Centrale Audit e Sicurezza illustra l’internal auditing (sistema di controllo interno che individua i rischi di disfunzioni nei processi aziendali e le misure per contenerle). Due gli incontri organizzati per il 10 maggio: alle ore 11.30 su "Il contratto di formazione e lavoro e la P.a. L’esperienza dell’Agenzia delle Entrate con il progetto Iride"; alle ore 15.00 su "L’agenzia delle Entrate: qualità dell’organizzazione e qualità dei servizi". Agenzia delle Dogane - I gemmologi del Laboratorio Chimico di Roma, attraverso sofisticate attrezzature, effettuano analisi e verifiche gemmologiche su campioni di pietre preziose e gioielli. Il giorno 11 maggio alle ore 15.00, organizza un incontro/dibattito dal titolo: "La qualità nei Laboratori Chimici delle Dogane: prestigio della tradizione e valorizzazione della competenza". Agenzia del Demanio - Illustra con materiale informativo e collegamenti online, le attività istituzionali, l’offerta dei servizi immobiliari alle altre amministrazioni pubbliche centrali e territoriali, nonché la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa del patrimonio immobiliare dello Stato. Agenzia del Territorio - Oltre alle informazioni sulle attività e sui servizi di competenza, sono previste cinque postazioni operative per la consultazione delle banche dati catastali e ipotecarie, con rilascio di fac-simile di visure e certificati. Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato - L’aams, espone al pubblico le novità dedicate al gioco e illustra la propria attività anche attraverso pubblicazioni, filmati istituzionali e servizi online. Oggi si tiene il convegno "I profili penali nel gioco pubblico", con l’intervento conclusivo dell’On. Manlio Contento, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze.  
   
   
ENTRATE TRIBUTARIE DELLO STATO GENNAIO-FEBBRAIO 2005: DATI DI COMPETENZA  
 
Roma, 10 maggio 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che nel periodo gennaio-febbraio 2005 sono state accertate entrate tributarie dello Stato – calcolate secondo il criterio della competenza – per 49.906 milioni di euro (+6,9% rispetto al primo bimestre del 2004). Nel solo mese di gennaio 2005 le entrate sono state pari a 27.376 milioni (+7,1% rispetto a gennaio 2004). Imposte dirette. Nel periodo gennaio–febbraio 2005 le imposte dirette sono state 27.931 milioni di euro (+8,7%). Il gettito derivante dall’Ire è stato di 25.387 milioni (+6,7%). L’autoliquidazione ha generato entrate per 135 milioni (+44 milioni di euro), mentre le ritenute hanno prodotto gettito per 25.252 milioni (+1.554 milioni). Il gettito Ires è stato di 658 milioni (+ 384 milioni). Imposte indirette. Le imposte indirette sono state nel primo bimestre dell’anno pari a 21.972 milioni di euro (+4,7%). L’iva ha generato entrate per 11.032 milioni ( –1,1%). L’iva pagata sugli scambi interni è stata di 9.274 milioni ( –1,2%) mentre quella pagata sulle importazioni è stata 1.758 milioni (0,5%). Sul consumo dei tabacchi sono state pagate imposte per 1.374 milioni (+8,6%), mentre il gettito del gioco del Lotto è stato di 1.863 milioni (+49,6%).  
   
   
AMMONTARE DI BTP IN EMISSIONE  
 
Roma, 10 maggio 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, facendo seguito al comunicato stampa del 5 maggio, comunica l'ammontare della tranche dei Buoni del Tesoro Poliennali che verranno offerti nell’asta del prossimo 12 maggio: Buoni del Tesoro Poliennali quinquennali 15 gennaio 2005/2010 nona tranche: 2.000 milioni di euro  
   
   
I MERCATI AZIONARI DI CINA E INDIA: ANALISI DI JENS WILHELM – RESPONASBILE DEL SETTORE AZIONARIO DI UNION INVESTMENT  
 
Milano, 10 maggio 2005 - A nostro parere i mercati azionari asiatici hanno i presupposti migliori per continuare il loro trend di crescita anche nel 2005, trend questo, sostenuto da tassi di crescita elevati. Nonostante gli sforzi del governo cinese rivolti a porre un freno al surriscaldamento della congiuntura, il quadro macroeconomico in Cina rimane intatto. La Cina nel 2004 ha registrato un tasso di crescita del Pil di ben 9,5%, rispetto ai 9,5% dell´anno precedente, superando anche le attese degli analisti. Rimaniamo dell´idea che anche nel 2005 la Cina rimarrá il motore e la forza trainante dell´economia asiatica. C´é da ricordare che l´economia cinese é stata favorita anche dall´indebolimento del dollaro statunitense. Il deprezzamento delIa valuta americana ha infatti “spinto/deviato” molti flussi finanziari verso l´Asia. Anche in passato, in situazioni di debolezza del dollaro si é verificato un effetto positivo sull´economia cinese (e asiatica in generale, in particolare per i paesi la cui valuta é agganciata al dollaro statunitense). Per quanto riguarda gli sviluppi e I cambiamenti della situazione economica cinese bisogna tenere ben presente il fatto che si sta sviluppando un ceto intermedio molto orientato ai consumi e si registra un generale aumento degli stipendi, e quindi una maggiore disponibilità finanziaria. Quindi, il settore dei consumi é favorito dall´aumento di salari e da una politica espansiva di concessione del credito ai privati. Un fattore positivo é che in Cina sta crescendo sempre piú l´indipendenza dall’andamento del settore delle esportazioni – cioé alla crescita della Cina non contribuiranno piú soltanto le esportazioni ma anche un aumento generale della domanda interna. Titoli di societá operanti nei settori delle materie prime, costruzione navale e immobiliare rientrano tra quelli maggiormente richiesti, oltre a quelli dei settori energia e logistica e le societá estrattive minerarie. Anche l´India ha assunto un ruolo di forza trainante e il listino azionario é stato favorito dai successi raggiunti dal nuovo governo. I fattori che rendono interessanti le azioni indiane sono rappresentati dai dati aziendali positivi, dal soddisfacente livello di dividendi, dai multipli (ratios) positivi e dalle basse valutazioni. Anche i titoli bancari e quelli legati al settore dei consumi offrono prospettive interessanti. L’india, con un Per (relazione prezzo utile) di 12 è particolarmente attraente per chi è in cerca di nuovi investimenti. Da inizio anno il listino indiano é stato sostenuto da un contesto estremamente favorevole, oltre ad aver tratto profitto dai forti flussi di liquidita provenienti dagli investitori stranieri. Union ha quindi deciso di vendere alcune posizioni del titoli Icici Bank, realizzando così buoni profitti. In contrappeso è stato comprato il titolo Indraprastha Gas, che oprea nel segmento delle infrastrutture per il settore del gas. La societá costruisce distributori specializzati per automobili dotate di impianto a gas. Questo tipo di business é molto promettente perché ci sono forti pressioni rivolte a favorire tipi di energie (e relativi mezzi di trasporto) meno inquinanti. Inoltre sono state ridotte posizioni nella societá software Kpit Cummins. Anche per quanto riguarda le Borse di Hong Kong e Cina sono state liquidate alcune posizioni, come per es. Maanshan Iron & Steel. Queste operazioni hanno consentito di realizzare profitti che ci hanno portato a inserire nuovi titoli in portafoglio, in particolare China Gas. La societá é un´affiliata del grande gruppo petrolifero Sino Pec e e si occupa delle infrastrutture gas e distributori gas. Soprattutto nel Nord della Cina ci sono distributori e pipelines di gas. Concludendo possiamo quindi affermare che attualmente I settori più interessanti in quest’area geografica sono utility, energia, costruzioni edili, logistica e trasporti, mentre il settore della tecnologia è in calo in quanto il mercato mondiale è ormai alla saturazione. Nel complesso I mecati asiatici offrono valutazioni interessanti e buone prospettive per quanti riguarda il ciclo economico, anche se permangono, tra i fattori di rischio, il continuo aumento del prezzo del petrolio, l’andamento dei tassi di interesse e il generale andamento dei mercati valutari. A favore delle Borse asiatiche giocano la crescente importanza dell´Asia quale “global growth driver”, il livello medio di crescita annuale che è superiore al 5%, l’importanza determinante sui prezzi delle materie prime, lo sviluppo di una classe borghese, i trend di delocalizzazione (outsourcing) che non sembrano diminuire, il notevole miglioramento delle infrastrutture, la stabilizzazione a livello politico e i processi di “democratizzazione”.  
   
   
CONSEL SPA: NEL 2004 UTILI A QUOTA 1,9 MILIONI DI EURO (+96,5%)  
 
Torino, 10 maggio 2005 - Chiude con un utile netto di 1.989.078 euro, con una crescita del 96,5% rispetto all’anno precedente, il bilancio 2004 di Consel Spa, società di credito al consumo del Gruppo Banca Sella. Il Roe si è attestato al 18,98% (11,3% nel 2003) e l’indice dei costi di struttura sul margine di intermediazione al 60,55%, contro il 67,71% dell’anno precedente. Nei dodici mesi di operatività la società torinese di credito al consumo ha liquidato 80.870 pratiche (+44,5% rispetto al 2003), per un totale di 265.847.602 milioni di euro erogati (+55,2%). A fine dicembre 2004, inoltre, erano 10.446 le carte di credito attive, con un totale di 79.518 transazioni eseguite durante l’anno, per complessivi 7.771.639 euro. I crediti netti verso la clientela al 31 dicembre 2004 ammontavano a 330.081.918 di euro (con un incremento del 46,7% rispetto all’anno precedente). Le rettifiche di valore corrispondevano a 7.380.346 euro, pari al 2,24% dei crediti netti, mentre l’ammontare delle sofferenze, al netto delle rettifiche, si è attestato su 3.201.554 euro, e sono pari allo 0,97% dei crediti netti. I dipendenti della Consel a fine 2004 erano 120, rispetto ai 94 di fine 2003. Le succursali dirette erano 12, a cui si aggiungono 4 agenti, con quasi 7.000 punti vendita convenzionati distribuiti nelle principali regioni italiane. Tra le attività più significative sviluppate nel corso del 2004 da evidenziare lo sviluppo dell’attività di erogazione delle carte di credito revolving e dei prestiti personali, anche grazie all’apertura di due nuove succursali. Il 2004 è inoltre coinciso con il quinto anniversario di vita della Consel: un evento che è stato celebrato nel corso di una Convention, svoltasi a settembre, occasione anche per una profonda e condivisa riflessione interna sul clima aziendale e sui valori portanti del Gruppo. Nel 2005 Consel continuerà a sviluppare i livelli di qualità raggiunti e la cultura del controllo inteso come generatore di sviluppo. Troverà riconferma inoltre la linea di sviluppo dei finanziamenti on line, il potenziamento dell’area fidelizzazione e finanziamenti diretti, con particolare attenzione allo sviluppo delle carte di credito, la proposta di nuovi servizi e prodotti ai Clienti e alle Aziende convenzionate. Dal punto di vista degli obiettivi economici, Consel intende dare continuità e stabilità alla sua crescita sul mercato, potenziare il posizionamento competitivo in termini di innovazione e specializzazione, confermando il credito al consumo come importante strumento di redditività del Gruppo. “Pur nel difficile contesto economico-sociale dell’anno trascorso – commenta l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Antonio Povero – questo bilancio è il risultato di un percorso che ha generato incremento dell’utile e solidità patrimoniale, esprimendo potenzialità di ulteriore sviluppo. Siamo cresciuti e stiamo crescendo, continuando a fare leva sui valori più solidi e caratteristici del nostro Gruppo, quali la trasparenza, l’attenzione al cliente e la qualità delle relazioni. Abbiamo la convinzione che la crescita dimensionale sia strettamente correlata alla qualità del credito, del servizio alla clientela e dei controlli”. “La nostra competitività – conclude Povero - è determinata dalla capacità di adattare e migliorare l’organizzazione in funzione delle mutate esigenze del mercato. E’ importante valorizzare la nostra identità e perseguire un obiettivo di eccellenza in tutti i settori delle nostre attività ”.  
   
   
LOCAT: MOODY’S ELEVA IL RATING  
 
 Milano, 10 maggio 2005 - Moody’s ha rivisto al rialzo il rating di Locat S.p.a., portando a “Aa2” da “Aa3”, la valutazione sul lungo termine, lasciando inalterato il rating P-1 sul breve termine. La valutazione riflette il ruolo strategico e la forte integrazione della società all’interno del gruppo bancario Unicredito Italiano (Uci), nonché la solidità del suo business e del suo profilo economico. Locat S.p.a. È la più grande società di leasing in Italia, con attività totali pari a 12,3 miliardi di euro, che nell’anno 2004 ha stipulato nuovi contratti per 4,9 miliardi di euro rappresentanti una quota di mercato del 13,1%. Locat è il produttore a "minor costo" di tutto il mercato del leasing italiano, il che ha permesso alla società di porre a bilancio, alla fine del 2004, un basso cost-to-income: 27%.  
   
   
MILANO ASSICURAZIONI S.P.A: ISCRITTA NEL REGISTRO DELLE IMPRESE LA DELIBERA DI PROROGA DEI WARRANT  
 
Firenze, 10 maggio 2005 – Ieri, è stata iscritta presso il Registro delle Imprese di Milano la delibera dell’assemblea straordinaria di Milano Assicurazioni S.p.a. Del 22 aprile 2005 di proroga per un biennio – e, quindi, fino al 30 giugno 2007 – del periodo di esercizio dei “warrant Milano Assicurazioni 1998-30/6/2005” che, quindi, assumono la denominazione “warrant Milano Assicurazioni 1998-30/6/2007”.  
   
   
POLIGRAFICA S. FAUSTINO OFFRE IN SOTTOSCRIZIONE A SOCIETÉ GENÉRALE LA QUARTA TRANCHE DELL’AUMENTO DI CAPITALE  
 
Castrezzato, 10 maggio 2005 – Ieri il Consiglio di Amministrazione di Poligrafica S. Faustino S.p.a., azienda grafica e di servizi avanzati di comunicazione, quotata al settore Techstar di Borsa Italiana, ha deliberato di offrire in sottoscrizione a Societé Genérale – in base all’accordo firmato in data 9 luglio 2004 – la quarta tranche di nuove azioni rinvenienti dall’aumento di capitale deliberato dal Cda in data 13 luglio 2004. L’offerta in sottoscrizione costituisce il seguito della terza tranche offerta in data 28 ottobre 2004 e completamente definita in data 26 novembre 2004 in N.ro 50.000 nuove azioni al prezzo di Euro 35,00. Secondo gli accordi con Société Générale, il prezzo di sottoscrizione delle azioni (somma del valore nominale e del sovrapprezzo) sarà determinato con riferimento al prezzo medio ponderato, sulla base dei volumi negoziati, del titolo Poligrafica San Faustino S.p.a. Nel corso di massimi venti giorni di borsa aperta, fermo restando che tale prezzo non potrà comunque essere inferiore al prezzo minimo risultante dalla media aritmetica tra il valore per azione del patrimonio netto consolidato e il prezzo ufficiale di Borsa nel corso del semestre precedente alla data della singola delibera di esecuzione dell’aumento di capitale, secondo quanto deliberato dal consiglio di amministrazione dello scorso 13 luglio 2004. L’operazione finanziaria è volta a sostenere il piano strategico annunciato alla Comunità Finanziaria nello scorso luglio 2004. Le risorse raccolte saranno destinate ad investimenti in impianti e innovazione tecnologica per la crescita nel mercato del packaging.  
   
   
GRUPPO ZUCCHI: RELAZIONE TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2005 E LINEE GUIDA DEL PIANO TRIENNALE FATTURATO CONSOLIDATO A 76,8 MIN/€ (90,2 MIN/€ NEL I° TRIMESTRE 2004) RISULTATO OPERATIVO A - 4 MIN/€ (35 MILA € NEL I° TRIMESTRE 2004) UTILE OPERATIVO 2005 IN MIGLIORAMENTO  
 
Milano, 10 maggio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione della Vincenzo Zucchi S.p.a., società quotata presso I'mta di Borsa Italiana, leader europeo nella produzione e distribuzione di biancheria per la casa, ha oggi approvato la relazione sull'andamento della gestione al 31 marzo 2005. Ii Cda ha inoltre esaminato e definito le linee guida del piano 2005-2007: il piano sarà ulteriormente finalizzato e approvato in occasione di un prossimo Cda. Successivamente il piano sarà presentato alla comunità finanziaria. Risultati al 31 marzo 2005 Il fatturato consolidato del periodo è stato di 76,8 min/€ in flessione del 14,9% rispetto ai 90,2 min/€ del I° trimestre 2004, risentendo in particolare dei minori volumi realizzati a seguito della debolezza della domanda. Il mese di aprile 2005 ha fatto registare una crescita delle vendite consolidate, a livello di Gruppo, del 13,3% rispetto all'analogo mese dell'anno precedente, portando il progressivo a fine Aprile a 105,1 min/€ (-9% rispetto al 30/4/2004). Sempre a livello consolidato, il risultato operativo è negativo per circa 4 min/€ contro i 35 mila euro del primo trimestre 2004 per effetto dell'andamento sfavorevole dei ricavi e delle importanti azioni di ristrutturazione aziendale e di razionalizzazione in corso. Il risultato pre-imposte è negativo per 5,4 min/€ rispetto ai 35 mila € del I trimestre 2004. Il risultato netto è negativo per 6,1 min/€ (-1,7 min/€ del I trimestre 2004). Gli oneri finanziari netti hanno inciso per I'1,5% sul fatturato (0,7% nel I trimestre 2004). L'indebitamento finanziario netto del Gruppo è pari a 145,2 min/€ sostanzialmente stabile rispetto ai 143,8 min/€ al 31.12.04. "L'andamento del fatturato del Gruppo, che vede peraltro una forte concentrazione stagionale negli ultimi mesi dell'anno - ha dichiarato il Presidente Giordano Zucchi - ha risentito del difficile quadro congiunturale, determinato dall'aumento di importazioni tessili da Paesi a basso salario e dal calo delle esportazioni per il perdurare della debolezza del dollaro. Le linee guida del Piano 2005-2007, coerentemente con l'importante programma di razionalizzazione e riorganizzazione già avviato nel 2004, sono finalizzate al recupero di redditività. La realizzazione del piano prevede un miglioramento dell'utile operativo già nel corso dell'esercizio e un ritorno all'utile netto entro il completamento del piano." La situazione generale del settore tessile europeo conferma il perdurare della fase di debolezza della domanda. I rapporti di cambio, unitamente alla definitiva caduta delle quote all'importazione, penalizzano ulteriormente le produzioni europee nei confronti di quelle provenienti dai paesi a basso salario. Per queste ragioni le linee guida del piano 2005-2007 sono focalizzate su: Valorizzazione dei marchi Zucchi, Bassetti, Descamps e Jalla anche mediante lo sviluppo del settore retail; Riduzione delle produzioni interne e la loro concentrazione su articoli ad alto valore aggiunto; Maggior ricorso all'outsourcing di prodotti sviluppati e disegnati internamente; Revisione dei processi aziendali al fine di garantire efficacia al nuovo modello di business. Le linee guida illustrate mirano nel loro complesso al recupero di marginalità, alla crescita del cash flow e alla riduzione del circolante e dell'indebitamento. Vincenzo Zucchi S.p.a. È la holding industriale di un Gruppo leader in Europa nella produzione e distribuzione della biancheria per la casa. Il Gruppo: ha una completa verticalizzazione del ciclo produttivo dal cotone sodo al prodotto finito e persegue una costante politica di innovazione di prodotto; vanta attrezzature tecniche d'avanguardia, efficienti reti di vendita, i due marchi leader del settore in Italia (Zucchi e Bassetti), i due marchi leader in Francia (Jalla e Descamps) e una serie di firme in licenza che ne completano l'offerta, tra le quali Lacoste, Laura Ashley, Armani; distribuisce i suoi prodotti in molte migliaia di punti vendita nel mondo e nei mercati europei e dispone inoltre di 361 negozi e factory outlets monomarca di proprietà o in franchising; - dà lavoro a 3.400 persone, di cui oltre 2.100 in Italia.  
   
   
ACCORDO TRA CEMLUX S.A. (“CEMLUX”) E GIANCARLO GIRAUDI FINALIZZATO ALL’ACQUISIZIONE DELLA QUOTA DI CONTROLLO DI PERLIER S.P.A. (“PERLIER”), SOCIETÀ ATTIVA NEL SETTORE DELLA COSMETICA  
 
Milano,10 maggio 2005 - Cemlux, società di diritto lussemburghese, holding di controllo della società di sviluppo immobiliare Cem S.p.a., rappresentata dall’azionista di riferimento Alberto Mezzini, ha sottoscritto ieri con Giancarlo Giraudi, azionista di controllo di Perlier, anche per il tramite delle società controllate Kelemata S.p.a e Seconcar S.p.a., un accordo finalizzato all’acquisizione del controllo di Perlier. L’accordo prevede, nel rispetto delle procedure e previe le autorizzazioni di competenza rispettivamente di Consob e di Borsa Italiana S.p.a., che l’operazione avvenga mediante il lancio da parte di Cemlux di una offerta pubblica di acquisto volontaria, ai sensi dell’art. 102 del D.l.vo 24 febbraio 1998, n. 58, sulla totalità delle azioni ordinarie di Perlier ad un prezzo di Euro 0,29 per ciascuna azione ordinaria, il cui lancio sarà subordinato: (i) all’avvenuta stipulazione da parte di Perlier entro la data di inizio del periodo di offerta, di un contratto avente od oggetto la cessione, ad un soggetto individuato dalla stessa società secondo modalità e termini tali da assicurare la necessaria trasparenza ed il conseguimento del prezzo più adeguato, dell’intero capitale sociale di una società di capitali di nuova costituzione (interamente controllata da Perlier) - in cui siano state precedentemente conferite tutte le attività e le passività di Perlier (inclusi nomi e marchi) rappresentative dell’intero ramo d’azienda operativo nel settore della cosmetica - ad un prezzo non inferiore ad Euro 10,95 milioni. Nell’ambito del menzionato accordo, Cemlux ha manifestato la propria disponibilità ad incrementare il prezzo unitario minimo dell’Opa, pari ad Euro 0,29, sino ad un massimo di Euro 0,35, in conseguenza dell’eventuale maggior prezzo che potrebbe essere conseguito da Perlier per la vendita della società di nuova costituzione titolare dell’azienda cosmetica, rispetto al prezzo minimo prestabilito di Euro 10,95 milioni. Il successo dell'Opa sarà condizionato al raggiungimento di adesioni almeno pari al 67% del capitale ordinario di Perlier. Ai sensi dell'accordo, il Giancarlo Giraudi ha assunto l'impegno a conferire all'Opa l'intera partecipazione dallo stesso direttamente od indirettamente controllata (pari a circa il 77,8 %) e ad esercitare i propri diritti di voto quale azionista della Perlier per favorire l'avveramento delle condizioni cui è subordinato il lancio dell'Opa. A seguito del positivo esito dell’Opa, Cemlux farà quanto in suo potere (ivi incluso l’esercizio dei propri diritti di voto nell’Assemblea dei soci di Perlier) al fine di consentire l’approvazione di una delibera di aumento del capitale sociale di Perlier, con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’art. 2441, comma 6, c.C., da eseguirsi da parte di Cemlux mediante conferimento delle azioni rappresentative dell’intero capitale sociale di Cem S.p.a. Cem S.p.a. È una società immobiliare di sviluppo ovvero un c.D. Real Estate Developer, che opera in preferenza nel comparto dei terreni destinati ad uso residenziale e commerciale, rappresentando uno dei principali operatori del mercato in particolare in Emilia Romagna. Cem S.p.a. Detiene attualmente proprietà e diritti immobiliari per complessivi circa 615.000 mq. Di terreni, per un valore complessivo di mercato stimato, da primarie società di valutazione, in oltre Euro 200 milioni. L’indebitamento finanziario di Cem S.p.a. E delle sue controllate nei confronti del sistema bancario ammontava, al 31 dicembre 2004, a circa Euro 1,2 milioni. L’obiettivo che Cemlux intende perseguire attraverso l’esecuzione dell’operazione, è quello di acquisire il controllo di Perlier al fine di inserirla nella struttura del proprio gruppo societario garantendone il mantenimento della quotazione in Borsa anche mediante l’eventuale ricostituzione del flottante in caso di riduzione dello stesso al di sotto dei limiti consentiti dalla normativa applicabile. L’esecuzione dell’operazione come prefigurata, comporterà altresì una sostanziale modifica dell’oggetto sociale di Perlier che, conseguentemente, darà la possibilità ai relativi soci di esercitare il diritto di recesso, ai sensi degli artt. 2437 e seguenti, c.C.. In ogni caso, tutti i termini dell’operazione saranno adeguatamente rappresentati nel Documento Informativo che Cemlux predisporrà ai fini del lancio dell’Opa, in ossequio alle previsioni dell’art. 102 del D.l.vo 24 febbraio 1998, n. 58. Giancarlo Giraudi, azionista di riferimento di Perlier, sottoporrà l’operazione ed il progetto complessivo alla preliminare valutazione del prossimo Consiglio di Amministrazione di Perlier, la cui adunanza è prevista per mercoledì 11 maggio 2005, al fine di consentire all’organo amministrativo della società di adottare gli opportuni provvedimenti. Nell’ambito dell’operazione Cemlux sarà assistita dagli advisor finanziari Banca Imi S.p.a. E Bcc Capital - Partecipazioni e Finanza d’Impresa S.p.a., e dai consulenti legali dello Studio Grimaldi e Associati, mentre Perlier sarà assistita dai consulenti legali dello Studio Fubini, Jorio, Cavalli e associati.  
   
   
OCCUPAZIONE – LEGGE BIAGI, UNA BUONA RIFORMA ANCORA POCO CONOSCIUTA E APPLICATA. UN’INDAGINE DI ASSEPRIM  
 
Milano, 10 maggio 2005 - L’impatto della tanto attesa, e discussa, Legge Biagi sul mercato del lavoro; gli effetti immediati e quelli che si prevedono per il futuro; le possibili correzioni di marcia. Asseprim ha voluto vederci chiaro e lo ha fatto affidando a una società specializzata un’indagine che ha coinvolto 200 dei propri associati. Le conclusioni, che potete leggere in dettaglio di seguito, sono che la riforma non ha ancora prodotto i cambiamenti radicali che auspicavano i sostenitori, ma nemmeno gli effetti catastrofici prospettati da chi è contrario. Per di più –come sottolinea Roberta Galli della giunta di Asseprim- questa legge ha iniziato il cammino in un momento particolare del mercato del lavoro condizionato da una perdurante fase di ristagno economico. L’indagine sui contratti di lavoro e sugli effetti dell’introduzione della cosiddetta legge Biagi commissionata da Asseprim alla società di ricerche Iri Infoscan, conferma il momento delicato, e per certi versi critico, dell’occupazione in Italia. Una riforma, quella che prende nome dal giuslavorista ucciso dalle Brigate rosse, dalle potenzialità sconfinate che però incontra molte problematiche nel momento in cui deve essere attuata. A sostenerlo è Roberta Galli, consulente aziendale e membro del consiglio di Asseprim, secondo la quale la legge trova nel settore terziario e dei servizi uno dei migliori campi di applicazione. “I limiti oggettivi della “Biagi” – è sempre il parere di Galli- stanno nel fatto che non è ancora riuscita a portare chiarezza in un Paese che conta qualcosa come 165 contratti di lavoro e dove l’occupazione in nero rimane la “miglior forma” di flessibilità. L’illegalità resiste e se l’auspicio di molti era quello di dare una spallata definitiva al “sommerso”, fino a oggi questo non è avvenuto”. A rendere difficile il cammino di questa legge c’è anche il fatto che sia entrata in vigore in un momento tutto particolare del mercato del lavoro, caratterizzato da un consistente e prolungato ristagno economico. Una fase in cui gran parte delle aziende ha messo da parte qualsiasi tipo di programmazione e praticamente “vive alla giornata”. Le conseguenze maggiori di questo stato di stanca si fanno sentire proprio sul fronte occupazionale con le assunzioni pressoché bloccate. “Resta comunque immutato il valore di una riforma –prosegue il commento di Roberta Galli- che si può considerare in corso d’opera e che proprio in questi primi mesi del 2005 incomincia a trovare campi di applicazione nel mondo dei servizi. La lacuna principale che ostacola il processo di introduzione dei nuovi contratti è la mancanza d’informazione. Sono molte le imprese, in particolare quelle piccole, che si sono fatte cogliere impreparate nello sfruttare le grandi opportunità che la “Biagi” mette a loro disposizione. In questo contesto Asseprim rappresenta un sostegno fondamentale per le aziende che ancora non sono riuscite a districarsi nella selva delle nuove norme. L’associazione inoltre funziona anche da organo certificatore dei corsi che si tengono nelle singole realtà. Obiettivi e conclusioni dell’indagine Tutto questo emerge chiaramente dall’indagine, che ha coinvolto 200 aziende associate con almeno un dipendente, il cui obiettivo era quello di rilevare in quale misura sono utilizzati i contratti a termine in seguito all’entrata in vigore del Dlgs 368/2001. Un altro aspetto riguarda la sostituzione dei Contratti di Formazione Lavoro (Cfl) e il modo in cui sono stati “reimpiegati” gli ex Collaboratori Coordinati e Continuativi (Co.co.co). Infine, si è voluto verificare l’utilizzo della flessibilità nella gestione degli orari di lavoro. 1) L’utilizzo dei contratti a termine è rimasto sostanzialmente invariato (per circa un terzo del campione intervistato); solo l’11% dichiara di aver aumentato l’utilizzo di questo tipo di contratti (in particolare nel settore delle Ricerche di Mercato, dove si registra un 32% di aumento dell’utilizzo). 2) I Contratti di Formazione e Lavoro, non più utilizzabili da alcuni mesi, sono stati sostituiti nel 20% dei casi da contratti d’inserimento, soprattutto nel settore dell’Organizzazione e Gestione Fiere ed Eventi e nelle aziende con oltre 50 dipendenti. Solo il 9% degli intervistati fa ricorso all’apprendistato (in particolare i Servizi Comunicazionali e le aziende con un solo dipendente), mentre il 10% dichiara di aver attuato il blocco delle assunzioni (soprattutto nel settore della Consulenza Aziendale). 3) Quasi 2/3 del campione intervistato utilizzava in passato gli ex Co.co.co.. (con una maggiore concentrazione - oltre il 75% - nei Servizi Assicurativi e Comunicazionali). Tali forme di contratto sono state ora sostituite, nel 62% dei casi, da contratti di lavoro a progetto, mentre solo una piccola parte da contratti di lavoro subordinato indeterminato (14%) o a termine (4%). 4) Infine, relativamente alla flessibilità dell’orario di lavoro, solo l’11% degli associati Asseprim afferma di adottare questo sistema: i settori che risultano più orientati alla flessibilità d’orario sono quelli delle Ricerche di Mercato e dei Servizi Comunicazionali e le aziende di medie dimensioni (dai 16 ai 50 dipendenti). Il mancato utilizzo di questo sistema, invece, è maggiormente presente nei Servizi Finanziari, nelle aziende che si occupano di Organizzazione e Gestione Fiere ed Eventi e nelle aziende con un solo dipendente. Occupazione (2) – Bellini “Apprendistato, un’occasione da non perdere”. Il caso Lombardia Presidente Bellini, l’Unione Regionale Lombarda del Commercio del Turismo e dei Servizi, la Regione Lombardia e le organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno sottoscritto un importante Protocollo per l’attuazione dell’apprendistato professionalizzante in Lombardia. Cosa ne pensa? Dopo la riforma del mercato del lavoro avviata con la legge Biagi, l’apprendistato professionalizzante è l’unico contratto di lavoro subordinato a carattere formativo utilizzabile per l’assunzione di giovani. Possono essere assunti giovani, anche diplomati o laureati, di età tra i 18 ed i 29 anni e diciassettenni in possesso di una qualifica professionale. Il cammino per arrivare a definire il percorso attuativo dell’apprendistato non è stato certamente semplice, e senza intoppi, infatti ha dovuto seguire vari passaggi nel rispetto delle competenze fra Stato, Regioni e Parti sociali: solo grazie a degli accordi specifici fra questi ultimi, si è però resa possibile l’applicazione nei singoli territori. La Lombardia è stata tra le primissime Regioni ad avviare tale protocollo lo scorso 10 gennaio. Quali imprese possono utilizzare questo tipo di contratto? La sperimentazione che viene attuata con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa è riservata esclusivamente alle aziende che: applichino e rispettino integralmente il Ccnl per i dipendenti da aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi sottoscritto il 2 luglio 2004 tra Confcommercio e Filcams-cgil, Fisascat-cisl e Uiltucs-uil; acquisiscano il parere di conformità rilasciato dagli Enti Bilaterali Territoriali. La mancanza di uno dei due requisiti rende nulla la stipula del contratto di apprendistato professionalizzante con il conseguente versamento dei contributi previdenziali nella loro totalità e le ulteriori sanzioni amministrative. Quali vantaggi ne possono trarre le Aziende? L’apprendistato offre importanti vantaggi economici per l’impresa, a fronte di un reale e certificato percorso formativo. I vantaggi economici consistono nel versamento della quota contributiva all’Inps della sola “marca” di 2,88 € per settimana e dell’inquadramento inferiore di due livelli rispetto al livello di qualificazione finale per la prima metà del periodo di assunzione e di uno per il secondo. Inoltre e non ultimo, bisogna mettere in risalto che il valore aggiunto dell’apprendistato professionalizzante sono i profili formativi dei lavoratori che vengono assunti e tali profili sono definiti con l’intento di consentire una formazione reale e utile, che parta dai bisogni concreti di competenze delle aziende. La Regione Lombardia ha stabilito che tali profili saranno continuamente adeguati alle variabili esigenze segnalate dalle imprese, al fine di ottenere percorsi di formazione concreti e progettati specificatamente per ogni singolo profilo. L’obiettivo da raggiungere sarà quello di non ripetere le esperienze di formazione generica che hanno caratterizzato sino ad oggi l’apprendistato. Quale riscontro avete avuto sino ad oggi? Molto lavoro è stato fatto, ma ancora di più bisognerà fare, affinché le Aziende comprendano il valore aggiunto che può offrire loro questo strumento. Dopo quattro mesi dalla sua approvazione un numero sempre maggiore di imprese (sia piccole che medio/grandi) si informano presso la nostra Segreteria sulle modalità necessarie per avviare la pratiche, e siamo certi che nei prossimi mesi l’apprendistato riuscirà a divenire un contratto sempre più utilizzato dalle imprese nel nostro settore.  
   
   
IL PREMIO UNIONCAMERE PER LA GIOVANE IMPRESA INNOVATIVA A NEURAL ENGINEERING S.P.A. DI MESTRE  
 
Roma, 10 Maggio 2005 - In occasione del Convegno Nazionale della “Iii Giornata dell’Economia” organizzato da Unioncamere si è svolta, alla presenza del Presidente del Senato Marcello Pera, la premiazione delle aziende italiane che hanno concorso a importanti premi di riconoscimento. Tra questi, il premio “Giovane Impresa Innovativa”, dedicato alle aziende giovani, costituite negli ultimi cinque anni, maggiormente orientate all’innovazione radicale ossia alla “trasformazione di una nuova idea in valore aggiunto per il business” con vera discontinuità rispetto al passato e non con un semplice “miglioramento” dello stato della tecnica. Nella categoria “Commercio e Servizi” è stata premiata Neural Engineering S.p.a, di Mestre (terza classificata sul piano nazionale) ), un’azienda che ha come obiettivo “la progettazione e lo sviluppo di sistemi informatici ed elettronici di alta tecnologia basati su Reti Neurali Artificiali e su altri modelli informatici e matematici”. Ancora una volta un’impresa veneziana si conferma all’avanguardia assoluta sul fronte della innovazione, ed è una grande soddisfazione per la Camera di Commercio di Venezia che sta investendo consistenti risorse a sostegno dell’innovazione e del trasferimento tecnologico alle piccole e medie imprese, considerati fattori chiave per competere nei mercati globali. Alcuni dei principali campi di applicazione della tecnologia di Neural Engineering S.p.a. Sono l’industria, la gestione e la sicurezza di luoghi e ambienti, la comunicazione, fino alla medicina. Un’altra avanguardia tecnologica di Neural Engineering S.p.a. È rappresentata dalle applicazioni degli Algoritmi Genetici, particolari strumenti matematici che, simulando il processo naturale dell’evoluzione proprio delle forme di vita, agiscono su una base di dati facendoli tecnicamente “evolvere” secondo parametri soggettivi. Tra i progetti in corso, spiccano applicazioni sperimentali di software neurali su telefoni cellulari (Neural Engineering S.p.a. È infatti “Innovative Partner” del provider di servizi di telecomunicazione H3g, meglio noto come il gestore di telefonia mobile “3”), una rete neurale artificiale per la diagnosi delle patologie tumorali al seno e svariate applicazioni intelligenti al servizio della mobilità. Tutto questo è reso possibile dalla strategia aziendale in materia di innovazione. L’anno scorso, ad esempio, Neural Engineering S.p.a. Ha investito nella ricerca più del 40% del lavoro dei propri collaboratori e del fatturato annuo.  
   
   
PREMIATE DA SODALITAS LE AZIENDE CHE SANNO CONIUGARE COMPETITIVITÀ E RESPONSABILITA’ SOCIALE  
 
Milano, 10 maggio 2005 – Aem Torino vince nella categoria “Processi interni”; Fondazione Johnson& Johnson vince nella categoria “Partnership nella comunità”; Artsana nella categoria “Marketing Sociale”; Federcasse nella categoria “Finanza socialmente responsabile”; Box Marche nella categoria “Iniziativa di Csr realizzata da Pmi”; primo premio ex aequo a Petroltecnica e Procter&gamble nella nuova categoria dedicata ai prodotti o servizi socialmente e ambientalmente innovativi. Una menzione speciale è stata assegnata a Enel, Ibm Italia, Sabelli, Snaidero, Unilever Italia e Tim. La Giuria del Premio, presieduta da Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica di Milano, ha, inoltre, attribuito un Premio Speciale a Vita Non profit magazine per la promozione della Campagna “ + dai – versi”, grazie alla quale sarà possibile dedurre le erogazioni liberali in favore di Onlus e di associazioni di promozione sociale fino al 10% del reddito sia delle persone fisiche che delle imprese. “Il Sodalitas Social Award è diventato un grande appuntamento nazionale, un’occasione di confronto, di arricchimento e, in termini imprenditoriali, un’opportunità di benchmarking” ha affermato Michele Perini Presidente di Assolombarda aprendo i lavori del convegno. “Personalmente lo considero un importantissimo strumento per promuovere la cultura della responsabilità sociale in Italia e per far capire concretamente alle aziende i tanti vantaggi che essa ha”. In effetti i 144 progetti che hanno partecipato alla terza edizione del Sodalitas Social Award, sono stati raccolti nel “Libro d’oro della responsabilità sociale”, distribuito durante la manifestazione e scaricabile dal sito www.Sodalitas.it  E quasi 400 best practices di responsabilità sociale di impresa sono altresì consultabili online, attraverso Orsadata, l'Osservatorio sulla Responsabilità Sociale delle Aziende  www.Orsadata.it  Prima della premiazione, Federico Falck Presidente di Sodalitas, e Frank Welvaert, Presidente del consiglio di amministrazione di Csr Europe, hanno lanciato ufficialmente in Italia la “Roadmap” per un’impresa più sostenibile e competitiva, già presentata da Csr Europe e Sodalitas lo scorso marzo a Bruxelles a José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea. “La Roadmap” spiega Federico Falck, ”è una iniziativa con la quale le imprese condividono una visione, esprimono degli impegni per progredire verso la sostenibilità competitiva, rivolgono un appello a Governi e stakeholder affinché collaborino a creare un contesto economico più competitivo e sostenibile. Si tratta di uno strumento innovativo, capace di stimolare comportamenti positivi ed efficienti. Con questo documento”, conclude Falck, “l’impresa europea disegna un percorso virtuoso adeguato alle sfide future che l’attendono”. Durante la cerimonia di premiazione Diana Bracco, Presidente e Amministratore delegato del Gruppo Bracco e past President di Sodalitas ha sottolineato: “in un’economia fondata sulla conoscenza, l’impegno delle imprese in ricerca e sviluppo è fondamentale. Anche perché un alto tasso di innovazione è condizione per lo sviluppo economico e si riflette sul benessere sociale e la qualità della vita di tutti; incidendo quindi positivamente sulla sostenibilità e sulla competitività”. Il convegno “ Csr: competitività & innovazione” era stato aperto dalla lettura di un messaggio di Sua Eminenza Dionigi Tettamanzi. Citando l’enciclica Centesimus annus del compianto Giovanni Paolo Ii, il Cardinale di Milano ha sottolineato come la conoscenza, la tecnica e il sapere siano oggi fattori decisivi di ogni autentica “economia di impresa”, per salvaguardare le quali è necessario dare spazio all’innovazione. Innovazione si attua con la valorizzazione della persona umana all’interno dell’azienda attraverso percorsi di “formazione permanente”, che qualificano l’individuo e ne potenziano le competenze, e si completa con la creazione di un clima di fiducia e sicurezza. Promuovere innovazione e competitività significa educare il mercato a scegliere solidità piuttosto che cercare facili e immediati guadagni, che bruciano esperienze o distorcono il lavoro di ogni persona e il suo valore. Significa scegliere di produrre nel rispetto e nella valorizzazione dell’ambiente: innovazione e competitività devono essere messi al servizio di tutto l’uomo e di tutti gli uomini.  
   
   
LA CANTINA LA-VIS E VALLE DI CEMBRA FINALISTA ALLA 3° EDIZIONE DEL SODALITAS SOCIAL AWARD  
 
Milano, 10 maggio 2005 - La Cantina La-vis e Valle di Cembra finalista della terza prestigiosa edizione del Sodalitas Social Award, il concorso promosso da Sodalitas - Associazione per lo sviluppo dell’Imprenditoria Sociale, che ogni anno individua le aziende protagoniste nel mondo della Responsabilità Sociale d’Impresa. La Cantina concorreva nella categoria riservata alle Pmi, È questo un altro riconoscimento che si affianca ai molti ricevuti dal mercato perché per la Cantina non c’è differenza tra l’essere Impresa Socialmente Responsabile ed essere Impresa di successo. Da sempre, infatti, la Cantina svolge la propria azione tenendo ben fermo l’ampio universo dei rapporti in cui è inserita. Come dice il Presidente Roberto Giacomoni, “siamo infatti consapevoli che qualunque iniziativa che un’impresa intraprenda si rispecchia nell’ambito in cui essa opera, al di là e al di sopra del risultato economico che, pur essendo importantissimo, non può esprimere da solo tutti i valori che si snodano lungo la filiera produttivo-economica”. Da qui l’obbligo - ancora più forte per una impresa cooperativa come la Cantina - di “sviluppare la capacità di coniugare le esigenze della produzione con quelle dell’economia, gli investimenti con l’attenzione all’ambiente, gli obiettivi con il consenso, lo sviluppo con la storia, garantendo sempre la centralità dell’uomo e la sua indole a partecipare, al conoscere, al saper far parte di un sistema virtuoso ed equilibrato di alto valore sociale. Anche perché sono qui le ragioni del nostro successo”. All’edizione del Sodalitas Social Award di quest’anno, hanno partecipato 125 aziende con 144 progetti: un record rispetto alle scorse edizioni. Il riconoscimento è stato consegnato nel pomeriggio del 9 maggio, nel corso di una cerimonia avvenuta nella sede dell’Assolombarda, a Milano.  
   
   
RINNOVATO IL CONTRATTO INTEGRATIVO PROVINCIALE DEL SETTORE LAPIDEO-ESTRATTIVO  
 
Roma, 10 maggio 2004 - E’ stato rinnovato il Contratto Integrativo Provinciale di Roma per gli addetti alle piccole e medie imprese di escavazione e lavorazione dei materiali lapidei. Il nuovo contratto, stipulato tra la Federlazio e Fillea Cgil - Filca Cisl – Feneal Uil di Roma e Lazio, va ad integrare il vigente C.c.n.l. Del settore Lapideo-estrattivo Confapi e sostituisce integralmente (solo per il territorio interessato) il Contratto Integrativo Regionale sottoscritto in data 3 luglio 2000, sia per la parte economica che normativa. Il settore Lapideo-estrattivo rappresenta in tutto il Lazio oltre 600 imprese con circa 4.000 dipendenti e costituisce una componente fondamentale nell’economia dell’edilizia e delle costruzioni per la Provincia di Roma e per l’intera regione. Le imprese Federlazio del settore lapideo-estrattivo rappresentano nella Provincia di Roma quasi il 70% del totale e coinvolgono circa 300 addetti. La situazione dell’industria lapidea di Roma e provincia richiede precise scelte di politica industriale dovute alla specificità del settore, quali la crescita del valore aggiunto, la qualità e l’innovazione di prodotto, l’introduzione di tecnologie più avanzate. In questo ambito sono urgenti anche le scelte legislative che la Regione Lazio ha recentemente deliberato e dovrà deliberare per il settore. Uno degli accordi più importanti raggiunti con il nuovo contratto prevede che le Parti interessate si impegnano a rappresentare congiuntamente il settore in tutte le sedi delle Istituzioni locali, ottenendo quindi un peso politico ancor più rilevante. Il contratto inoltre contribuisce in maniera dinamica all’evoluzione del settore e alla salvaguardia ambientale, con specifico riferimento al riequilibrio del territorio. La continuità dell’impresa, la salvaguardia dell’occupazione e la capacità delle imprese di operare nel mercato delle costruzioni, rappresentano gli obietti prioritari che le Parti interessate si sono date con questo contratto. Il Contratto Integrativo Provinciale del settore lapideo-estrattivo è stato sottoscritto dal Presidente di Unioncavelazio-federlazio Egidio Michetti, dal Direttore Generale Federlazio Giovanni Quintieri, dal Segretario Generale Fillea Cgil Roma e Lazio Sandro Grugnetti, dal Segretario Generale Filca Cisl Roma Stefano Macale e dal Segretario Generale Feneal Uil Roma e Lazio Francesco Sannino.  
   
   
ECONOMIA: CAUSI SU DATI CAMERA COMMERCIO, “ROMA MODELLO DI INTEGRAZIONE VINCENTE”  
 
Roma, 10 maggio 2005 - “L’area metropolitana di Roma costituisce ormai un modello di integrazione vincente tra la politica degli enti locali, le scelte dei diversi attori economici territoriali e il contributo delle parti sociali. Dal punto di vista del dinamismo economico, questo modello ha avuto effetti tangibili di contrasto della stagnazione. Sono sicuro che la nuova Amministrazione regionale accoglierà e dilaterà questa capacità di ‘fare rete’ per il bene non solo della città di Roma, ma anche del Lazio e del Paese”. Lo dichiara l’Assessore alle Politiche economiche del Comune di Roma Marco Causi commentando i dati che emergono dall’analisi sull’andamento dell’economia romana della Camera di Commercio. “A Roma e nel suo hinterland – afferma Causi – l’imprenditorialità si tinge sempre più di rosa (nel 2004 le imprese femminili sono cresciute dell’8,2% a fronte del +2% dell’Italia); il saldo tra imprese nate e cessate è più positivo che nell’insieme del Paese (+1,8% rispetto a +1,5%); il tasso di occupazione nella popolazione in età lavorativa (60,4%) è superiore alla media nazionale (57,4%), e parallelamente il tasso di disoccupazione è inferiore (7,5% rispetto a 8,0%). I dati sul turismo, in controtendenza, lo sviluppo del comparto dei servizi, sia tradizionali sia avanzati, e l’aumento delle esportazioni sono tutti tasselli che fanno di Roma un traino del Lazio e del Paese.”  
   
   
ROMA: SICUREZZA E LAVORO NERO NEI CANTIERI: OLTRE IL 50% È IRREGOLARE  
 
Roma, 10 maggio 2005 - L’osservatorio sull’Occupazione e le Condizioni del Lavoro del Comune di Roma ha comunicato i dati delle sue attività ispettive nei primi 4 mesi del 2005. Nel periodo che va dal 1 gennaio al 30 aprile, l’ufficio ispettivo dell’Osservatorio comunale ha effettuato già 81 sopralluoghi in altrettanti cantieri edili. In 42 di essi sono state riscontrate irregolarità segnalate ai Direttori dei lavori dei rispettivi Municipi, nonché agli organi competenti in materia di lavoro. Le irregolarità riscontrate durante le ispezioni effettuate sono, quindi, oltre il 50%, e prevalentemente riguardano la sicurezza dei lavoratori e il lavoro nero. Le imprese impegnate negli 81 cantieri sono risultare essere 137. Sono stati intervistati 311 lavoratori, di cui soltanto 47 risultavano regolarizzati, pari al 14%; lo scorso anno la percentuale era del 10%. Sono stati rescissi 3 contratti a ditte che hanno impiegato lavoratori in nero contravvenendo alle disposizioni di legge e agli articolati del Capitolato Speciale d’appalto. “Si tratta dell’ennesima prova – dichiara l’Assessore alle Politiche per le Periferie, lo Sviluppo Locale, il Lavoro Paolo Carrazza – che esiste un grave problema di sicurezza e legalità nei cantieri edili. A maggior ragione questa Amministrazione continuerà a svolgere un intervento preventivo e di educazione alla buona occupazione nei confronti delle ditte appaltatrici di opere pubbliche a tutela dei diritti dei lavoratori – e Carrazza conclude – A questo proposito emerge un dato positivo: è stato infatti verificato che due ditte che in passato erano state sanzionate, ad un nuovo controllo sono risultate in piena regola e con tutti i documenti presenti in cantiere. Segno che la prevenzione, seppure lentamente e con grande sforzo da parte degli operatori, alla fine paga”.  
   
   
3ª GIORNATA DELL'ECONOMIA LA TOSCANA HA INVESTITO IN INFRASTRUTTURE SEI PROVINCE SU 10 SUPERANO LA MEDIA NAZIONALE  
 
Firenze, 10 maggio 2005 -La struttura produttiva della regione Toscana , fotografata a fine 2004, mostra un incremento nel numero di imprese di circa 6.600 unità, con l'apparire di segnali di recupero rispetto ai due anni precedenti. Firenze offre il maggior contributo alla crescita, con 2.156 imprese in più, pari al 32,6% del saldo regionale, seguita da Lucca (+804 imprese), Pisa (+780 imprese), e Arezzo (+538). L'andamento complessivo della nati-mortalità d'impresa determina una inversione di tendenza rispetto ai tre anni precedenti, evidenziando una maggiore dinamicità delle aree interne alla nostra regione rispetto alle aree costiere. Oltre la metà (e precisamente il 51,4%, pari ad oltre 14.500 unità nell'anno 2002) delle imprese toscane iscritte al Registro Imprese sono "vere" nuove imprese, ossia imprese iscritte per la prima volta ai registri camerali (imprese che non nascono da imprese pre-esistenti attraverso scorpori, separazioni, filiazioni di impresa). Una incidenza media delle "vere" nuove imprese ancora superiore al dato regionale si evidenzia in metà delle province toscane: Massa Carrara (54,7%), Siena (54,2%), Grosseto (53,3%), Lucca (52,8%) e Pisa (52,0%). I dati - inediti - sul valore aggiunto manifatturiero in Toscana e province suddiviso per dimensione di impresa mettono in luce la produttività delle nostre imprese, ed in particolare il forte contributo del sistema di Pmi alla creazione di ricchezza. Quasi l'82% del valore aggiunto prodotto in Toscana nel 2001 proviene infatti dalle piccole e medie imprese, un dato nettamente superiore al pur alto valore nazionale (72,9%). Nelle aree territoriali toscane caratterizzate dalla presenza di distretti industriali, o comunque di sistemi locali manifatturieri di Pmi, il contributo alla crescita di queste ultime aumenta notevolmente: a Prato le piccole e medie imprese realizzano praticamente tutto il valore aggiunto della provincia (il 99,5%), a Pistoia il 91,8%, ad Arezzo l'84,7%. In tutte le province si nota ancora un forte peso in termini di valore aggiunto della piccola dimensione (fino a 49 addetti) rispetto alla media (50-249 addetti). A fine 2002 si contano in Toscana già 5.624 gruppi di impresa (che includono 15.405 imprese). Sebbene quindi il fenomeno coinvolga ancora circa il 4% del totale delle imprese toscane, il numero dei gruppi è aumentato in due anni del 16,6%, ben oltre la crescita media riscontrata sul territorio nazionale (+12,0%). La graduatoria delle province toscane vede Firenze in testa con 1.860 gruppi distinti, seguita da Prato con 620, da Lucca con 530 e da Pisa con 526. Il fenomeno assume una rilevanza ancora maggiore se consideriamo l'impatto economico che i gruppi hanno sul territorio in termini di occupazione e di valore aggiunto:la crescita del numero dei gruppi ha prodotto dal 2000 al 2002 un incremento dei relativi addetti pari al 23% in Toscana, con punte del 76,6% a Grosseto, del 70,3% a Massa Carrara, del 61,7% a Livorno. Il valore aggiunto delle imprese in gruppo è più che raddoppiato in due anni a Massa Carrara, Lucca e Pistoia, ed ha presentato incrementi del 67,1% a Livorno, del 61,8% a Grosseto e del 51,7% a Prato. Ciò ha contribuito a creare un incremento medio del valore aggiunto generato a livello regionale più che doppio rispetto al corrispondente nazionale (+20,5% contro il +10% italiano). Il reddito pro capite dei residenti in Toscana presenta anche nel 2003 un valore più elevato rispetto al valore medio nazionale, con un tasso di crescita nel periodo 1995-2003 pari al +39,4, superiore a quello misurato l'anno precedente che continua a rimanere al di sopra sia dei ritmi di crescita medi nazionali (+37,3%), sia a quelli delle macro ripartizioni del Centro del Nord Italia. A tale incremento contribuisce la forte crescita delle province di Siena (+48,2%), che guadagna ben 17 posizioni rispetto alle altre province d'Italia, di Massa Carrara (+49,4% e +6 posizioni) e di Firenze (+46,1% e + 7 posizioni), che nel 2003 è a quarta provincia d'Italia. La provincia di Prato perde ben 17 posizioni in graduatoria, restando comunque, dopo Firenze, la seconda provincia toscana in termini di reddito pro capite dei residenti, seguita da Siena, Livorno e Pisa. Nonostante la buona performance in un periodo di debolezza dell'economia interna, la Toscana perde una posizione nella graduatoria delle regioni italiane rispetto al 1995, passando al decimo posto. L'indice di redditività R.o.e calcolato sui bilanci delle società di capitale toscane ne misura il reddito netto di impresa per unità di capitale di rischio, e dunque quanto rende "fare impresa" nelle varie province. L'indice regionale presenta nel 2002 un valore relativamente elevato (2,84%) anche se in diminuzione rispetto ai due anni precedenti (3,34% nel 2000, 3,61% nel 2001), soprattutto se confrontato con il corrispettivo nazionale (0,99 a causa di una forte diminuzione del risultato di esercizio delle società nell'ultimo anno). Ottimi livelli dell'indice riguardano le società delle province di Lucca (7,15%) ed Arezzo (6,15%), che presentano il tasso di redditività più elevato degli ultimi 6 anni. In provincia di Firenze le società di capitale mantengono nel triennio 2000-2002 dei buoni livelli di redditività (3,14% nell'ultimo anno). Negativo l'indice per le province di Grosseto (-1,66%), Pisa (-0,59%), Livorno (-0,34%) e Prato (-0,23%). Di ulteriore ausilio per l'analisi dello stato di salute delle imprese e dunque dell'impatto della situazione congiunturale sul nostro sistema produttivo sono i dati sulle imprese entrate in fallimento per anno di inizio della procedura concorsuale. La Toscana mostra una sostanziale stabilità per gli ultimi tre anni (2002-2004), ma la diffusione territoriale del fenomeno mostra dinamiche differenziate: due esempi sono Prato, che dopo un picco di fallimenti molto più alto raggiunto negli anni 2002 e 2003 ha riportato nell'ultimo anno una riduzione del fenomeno (59 procedure avviate), ed Arezzo, la cui performance tende da tre anni progressivamente a peggiorare (39 imprese entrate in fallimento nel 2002, 42 nel 2003, 51 nel 2004). Mentre quattro province su dieci presentano comunque un incremento nel numero di imprese entrate in fallimento, diminuisce invece la quota di imprese in crisi nelle province di Prato, Pistoia, Siena, Pisa, Lucca e Firenze. Diminuisce in Toscana il numero di imprese entrate in liquidazione nel 2004 (5.137) rispetto al 2003 (6.029), riportandosi poco al di sopra dei livelli dell'anno 2000. Una diminuzione si osserva in particolare per le province di Firenze, Prato e Lucca anche se la consistenza dei relativi flussi si mantiene elevata (le imprese fiorentine nel 2004 pesano per il 23% sul totale delle imprese in liquidazione a livello regionale quelle di Prato per il 12,2% e quelle di Lucca per il 10,6%). Le province di Siena, Massa Carrara, Arezzo e Livorno mostrano invece un incremento del numero delle liquidazioni di impresa (22 procedure in più rispetto al 2003 a Siena, 6 in più a Massa Carrara, 5 in più ad Arezzo e Livorno). Il reddito personale disponibile delle famiglie toscane secondo il numero dei componenti risulta più elevato rispetto al reddito medio nazionale (107,1 fatto 100 il dato nazionale)con livelli ancora più alti nelle province di Prato (120,4) Firenze (114,3) Siena (112,6), Pistoia (111,5), ed Arezzo (112,4), che rappresentano dunque le prime 5 province toscane per livello di benessere familiare.La provincia meno ricca è Massa Carrara, che presenta un gap con la provincia più ricca (Prato) di ben 28,1 punti. All'aumentare del numero dei componenti delle famiglie, gli incrementi di reddito più alti si registrano per i residenti a Prato, Livorno, Firenze, Pisa. La dotazione infrastrutturale delle province nell'anno 2004 mostra una buona collocazione, rispetto alla dotazione media nazionale, della Toscana e di molte delle sue province. La dotazione toscana di strutture culturali e ricreative mostra un valore particolarmente elevato (l'indice toscano delle infrastrutture è 172,1 fatto 100 il corrispondente medio nazionale): spicca Firenze (517,4), seguita da di Pisa (155,6) e Lucca (146,3) Una forte presenza di strutture per l'istruzione si ha nelle tre province sedi di poli Universitari (Pisa in testa, seguita da Firenze e Siena), mentre primeggiano per dotazione di strutture sanitarie Pisa (130,1), Firenze (118,4), Pistoia (108,1) e Lucca (103,2). Considerando la dotazione infrastrutturale nel suo complesso, Firenze resta sempre la prima provincia toscana, con un indice generale pari a 176,8, mentre nell'ordine seguono Lucca (139,4), Prato (129,7), Pisa (124,5), Livorno (114,4) e Massa Carrara (104,5), tutte con valori superiori alla media nazionale. Il tasso di occupazione della popolazione toscana mantiene nel 2004 un valore sostanzialmente più elevato della media nazionale (63,2% contro il 57,4%), e lo stesso si verifica in tutte le province, fatta eccezione per Massa Carrara (56,6). A livello regionale inoltre più della metà delle donne residenti in età da lavoro risulta occupata (il 52,9%, contro un 45,2% medio nazionale). Siena, Firenze ed Arezzo presentano tassi di occupazione ancora più elevati della media regionale (rispettivamente 66,9%, 65,5% e 64,7%, mentre per ultime troviamo le province di Livorno (58,8%) e la già citata Massa Carrara, province in cui comunque risultano occupati più della metà dei residenti in età da lavoro. La performance delle esportazioni toscane nel 2004 è migliore di quella nazionale con una crescita in valore del 6,93% rispetto al 2003rispetto al 6,08% nazionale: ciò ha permesso alla Toscana di recuperare in parte le perdite accumulate negli anni precedenti.. Il maggiore contributo alla crescita proviene dalla provincia di Firenze (+9,93%), seguita da Siena (+6,31%). Anche le province di Lucca e Grosseto, che avevano ben resistito al periodo di crisi dell'anno 2003, vedono nel 2004 consolidare le loro posizioni in termini di export, crescendo rispettivamente del 5,19% e del 3,19%. Tra le province più colpite dalla crisi si evidenziano Pistoia, Prato ed Arezzo che mantengono comunque un segno positivo nell'andamento delle vendite all'estero. L'andamento del commercio estero risulta fortemente differenziato in relazione al contenuto tecnologico dei beni commercializzati. Firenze, Siena, Lucca e Massa Carrara, che hanno registrato la migliore performance sui mercati esteri, presentano una composizione delle esportazioni su cui incidono notevolmente i prodotti specializzati e high tech (per Massa Carrara il 62,8% del totale dei beni commercializzati, per Siena il 61,9%, per Lucca il 41,3% e per Firenze il 35,7). Per contro, le province a carattere prettamente distrettuale,sono quelle che hanno realizzato performances "sottotono". Il commercio estero della Toscana è comunque ancora fortemente orientato al settore primario ed all'industria di tipo tradizionale, mentre solo il 30,7% dei prodotti esportati presenta un elevato contenuto tecnologico: ancora più elevata è infatti l'incidenza delle importazioni di questo tipo di prodotti (33,8%). Nel 2002 la regione Toscana sorpassa l'Italia per numero di brevetti europei presentati all'European Patent Office pro capite (per milione di abitanti), con un valore dell'indicatore del 76,5 contro il 72,7 nazionale. Si registra un forte impulso proveniente dalle tre province universitarie dove hanno sede importanti istituti di ricerca, ed una buona crescita delle province di Pistoia (49,6 contro il 23,6 del 2001), Arezzo (61,8 e 55,3) e Grosseto (9,1 contro 6,5). In diminuzione invece il dato relativo a Massa Carrara, che nel 2002 presenta il minor valore dell'indicatore degli ultimi sei anni, a Lucca, torna ai livelli del 1997, e a Prato, dove l'indicatore brevettuale passa da 95 passa a 67,3. Il rapporto è disponibile su Starnet - Area territoriale toscana www.Starnet.unioncamere.it  
   
   
RAPPORTO TECNOCASA - GRANDI CITTA’ FOCUS ROMA IN CRESCITA DEL 6% LE QUOTAZIONI DEGLI IMMOBILI A ROMA NEL SECONDO SEMESTRE DEL 2004.  
 
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 I sem 2004 Ii sem 2004
-6.8% +1.7% +3.2% +10.5% +12.5% +15.8% +11.6% +13.5% +6% 6%
Milano, 10 maggio 2005 - Sempre positivo l’andamento del mercato immobiliare del quartiere Parioli, dove si acquistano soluzioni sia per uso abitativo che per investimento, data la vicinanza della facoltà di Architettura. Un bilocale si affitta a 1000-1400 € al mese. La maggior parte degli immobili sono stati costruiti negli anni ’30-’50. Per un buon usato si spendono intorno ai 5000 € al mq. I tagli più diffusi sono i 150 ed i 200 mq. In crescita del 25% gli immobili a Casal de’ Pazzi, nel secondo semestre del 2004, in seguito all’incremento delle richieste. L’offerta immobiliare è eterogenea, con condomini degli anni ’90, acquistabili in buone condizioni a 3300-3500 € al mq, ma anche piccole palazzine di due piani ed alcune soluzioni indipendenti degli anni ’50-’60 nei pressi di Rebibbia. Un buon usato costa 2800 € al mq. Intorno a viale Kant si sviluppa una zona di condomini costruiti dopo il 1986; alcuni in edilizia cooperativa ed in buone condizioni costano 3000 € al mq, altri invece costruiti in edilizia residenziale, con rifiniture più pregiate, valgono 3500-4000 € al mq. Positivo il mercato delle locazioni. Un bilocale si affitta mediamente a 700 € al mese, un trilocale a 1100 € al mese. Salgono del 20% le quotazioni degli immobili nella zona di Flaminio-ponte Milvio, dove sono cresciute notevolmente le richieste di abitazioni per investimento, in particolare bilocali e trilocali che sono poi dati in affitto a studenti di architettura e professionisti. La maggior parte degli immobili sono condomini degli anni ’40, di 8-10 piani, scambiati a 4000-4500 € al mq se da ristrutturare, con punte di 5000 € al mq (in via Guido Reni). Le soluzioni ristrutturate costano mediamente intorno a 5300 € al mq. Nella zona compresa tra piazza delle Belle Arti e Piazzale Flaminia le soluzioni da ristrutturare costano da 6000 a 6500 € al mq, quelle ristrutturate da 7000 a 7400 € al mq. Segnaliamo la nascita di box in piazza Melozzo da Forlì e in viale Tiziano. Prezzi medi di 50 mila €. Tra i progetti di urbanistica si segnala la nascita di un centro commerciale in luogo di un deposito giudiziario. In crescita del 16% nel secondo semestre del 2004 le quotazioni medie a Torrevecchia. Costruiti degli immobili in edilizia residenziale nei pressi della Pineta Sacchetti a 3300-3500 € al mq. La presenza del Policlinico Gemelli e dell’Ospedale Cristo Re alimenta una buona domanda di immobili ad uso investimento, in particolare di bilocali che sono affittati a studenti o trasfertisti. La maggior parte degli immobili sono condomini della fine degli anni ’60 ed inizio degli anni ’70. Da segnalare la costruzione del passante a Nord Ovest, un passante sotterraneo lungo tre chilometri e mezzo, operativo da un mese e che collega direttamente il Gemelli con Corso Francia. In aumento le quotazioni degli immobili di Gregorio Vii, limitrofa al Centro di Roma. La zona ha registrato un sensibile incremento delle richieste in seguito al vertiginoso aumento dei prezzi del Centro di Roma. La maggioranza degli immobili sono condomini degli anni ’70, seguiti poi da quelli degli anni ’60 e ’50. Le quotazioni per un buon usato sono di 4000 € al mq. In costruzione box e posti auto in via Gregorio Vii. Positivo anche l’andamento del mercato delle locazioni. Per un bilocale si pagano 1000 € al mese. Positivo l’andamento del mercato immobiliare del quartiere Prenestina, in particolare intorno a Villa Gordiani, dove in questi mesi si è notevolmente incrementata la richiesta di immobili . La zona, ben servita e verde grazie alla presenza di Villa Gordiani è ben collegata con l’Università La Sapienza e per questo si registra una buona componente di acquisto ad uso investimento. Il canone di affitto per un bilocale è di 1000 € al mese. Negli ultimi tempi inoltre si è assistito al rientro nel quartiere di numerose persone che avevano preferito acquistare fuori dal G.r.a., in particolare giovani coppie. La maggior parte degli immobili della zona sono condomini costruiti tra gli anni ’50 e gli anni ’70. Dal punto di vista urbanistico ricordiamo l’approvazione dell’apertura della nuova fermata della metropolitana della linea “C”. Domanda Monolocali 2 locali 3 locali 4 locali 5 locali
Gennaio ‘05 10.5% 39.8% 35.2% 11.2% 3.3%
Luglio ‘04 11.8% 39.3% 34.2% 11.2% 3.5%
L’analisi della domanda mette in rilievo un incremento dello 0.5% della richiesta di bilocali, dell’1% di quella dei trilocali. Diminuisce dell’1.3% la richiesta di monolocali e dello 0.2% quella dei cinque locali. Stabile la domanda di quattro locali. Offerta Monolocali 2 locali 3 locali 4 locali 5 locali
Gennaio ‘05 9.2% 22.4% 38.2% 20.5% 9.7%
Luglio ‘04 9.3% 25.3% 34% 18.2% 13.2%
Dall’analisi dell’offerta si rileva un aumento di quella dei trilocali del 4.2%, dei quattro locali del 2.3%. Diminuisce invece quella relativa a monolocali (-0.1%), a bilocali (-2.9%) e di cinque locali (-3.5%).
 
   
   
PORTI AL SICURO DAGLI ATTI TERRORISTICI  
 
Bruxelles, 10 maggio 2005 - I porti sono anelli essenziali della catena del trasporto, poiché uniscono i tratti marittimi e terrestri del flusso di merci e di passeggeri. Spesso rappresentano il punto nodale per il trasbordo di carichi pericolosi, per grandi centri di produzione chimici e petrolchimici, e non di rado sono situati in prossimità delle città. Attentati terroristici nei porti possono facilmente provocare gravi disfunzioni ai sistemi di trasporto, comportare effetti a cascata e arrecare danni alle persone presenti nel porto e alle popolazioni limitrofe. Partendo da queste premesse, la Plenaria è invitata a votare il compromesso raggiunto tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione sulla proposta di direttiva riguardo al miglioramento della sicurezza dei porti. La relatrice Jeanine Hennis-plasschaert (Alde/adle, Nl), in proposito, ha evidenziato che l'accordo tra le Istituzioni eviterebbe una seconda lettura e, così, sarebbe accelerata l'entrata in vigore della direttiva. La nuova normativa ha tra i suoi obiettivi principali la prevenzione da attacchi terroristici nei porti ed i deputati dovranno considerare 63 emendamenti di compromesso piuttosto tecnici. Essa, in particolare, definisce le istanze e le procedure essenziali per rafforzare la sicurezza dei porti. Gli Stati membri sono infatti tenuti a designare una «autorità di sicurezza portuale» e un «agente di sicurezza del porto» nonché un «punto di contatto» per questa sicurezza, il cui compito principale è informare la Commissione su come contattare le autorità e gli agenti. La proposta di direttiva è tesa ad allinearsi il più possibile al codice di condotta per la sicurezza nei porti elaborato, nella primavera 2004, da un gruppo di lavoro dell'Imo (Organizzazione marittima internazionale) e dell'Oil (Organizzazione internazionale del lavoro). Si tratta, però, unicamente di un codice di condotta che, pertanto, non è giuridicamente vincolante. La direttiva, in particolare, intende rafforzare la sicurezza nelle zone portuali, che non rientrano nel campo di applicazione del regolamento relativo al miglioramento della sicurezza delle navi e degli impianti portuali (725/2004) adottato a seguito degli attentati terroristici di Washington, New York e Madrid. Il regolamento (Ce) n. 725/2004 relativo al miglioramento della sicurezza delle navi e degli impianti portuali traspone recenti accordi in sede Imo nella legislazione comunitaria. Nella fattispecie si tratta di modifiche della Convenzione sulla salvaguardia della vita umana in mare (Solas) e di un codice internazionale relativo alla sicurezza delle navi e degli impianti portuali (codice Isps). Il regolamento prevede fra l'altro che le navi forniscano alle autorità informazioni in materia di sicurezza prima di entrare nel porto, che controlli di sicurezza siano compiuti nei porti e che gli Stati membri designino una speciale autorità preposta alla sicurezza marittima.  
   
   
GARANTIRE LA FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA A CITTADINI E IMPRESE  
 
Bruxelles, 10 maggio 2005 - La Plenaria è chiamata a pronunciarsi in prima lettura della procedura di codecisione sulla relazione di Giles Bryan Chichester (Ppe/de, Uk) in merito alla proposta di direttiva concernente misure per la sicurezza dell'approvvigionamento elettrico e per gli investimenti nelle infrastrutture, adottata a larghissima maggioranza dalla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia. La proposta intende stabilire un quadro di riferimento entro il quale gli Stati membri devono definire, in materia di sicurezza degli approvvigionamenti, una strategia generale trasparente e non discriminatoria, che sia conforme ai requisiti di un mercato unico concorrenziale dell'elettricità. La Commissione chiede poi agli Stati membri di adottare un quadro normativo stabile al fine di sostenere gli investimenti necessari. Una priorità particolare deve inoltre essere attribuita alle interconnessioni tra gli Stati membri, per consentire una maggiore concorrenza tra le imprese esistenti. Secondo i deputati, l'oggetto della direttiva dovrebbe essere innanzitutto la sicurezza degli approvvigionamenti elettrici al fine di garantire il buon funzionamento del mercato interno dell'elettricità dell'Unione europea. Secondo il relatore, infatti, occorre evitare di focalizzarsi sul solo aspetto della sicurezza legato all'interconnessione tra gli Stati membri. Ragion per cui, i deputati, propongono di sopprimere questo riferimento dal testo della direttiva. La proposta della Commissione elenca una serie di obblighi incombenti sugli Stati membri nella definizione di una strategia generale volta a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e nell'elaborazione di un quadro giuridico che permetta la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti nella rete. I deputati, invece, ritengono che sia sufficiente sostituire questi obblighi con un riferimento alla legislazione esistente in materia di politica energetica. Per il relatore, infatti, l'approccio dell'Esecutivo è inutilmente normativo, selettivo e interventista. I deputati, inoltre, intendono limitare le competenze dell'autorità di regolamentazione riguardo alla costruzione delle interconnessioni. Secondo la Commissione, i gestori della rete di trasporto devono sottoporre regolarmente a questa autorità un documento descrittivo dei loro progetti d'investimento per l'attuazione di un livello sufficiente d'interconnessione transfrontaliera. In seguito, l'autorità dovrebbe poter imporre delle sanzioni finanziarie ai gestori, ordinare loro di completare i trasporti a una data fissata e bandire una gara d'appalto affinché i trasporti siano eseguiti da un contraente. Per i deputati, gli Stati membri devono determinare e pubblicare i ruoli e le responsabilità di sette categorie di attori del mercato (gestori della rete di trasporto e di distribuzione, produttori, fornitori, consumatori, autorità di regolamentazione e Stati membri), invece di due come proposto dalla Commissione, quando intendono elaborare la loro strategia generale destinata a garantire un elevato livello di sicurezza degli approvvigionamenti. Essi devono anche assicurare condizioni stabili e favorevoli agli investimenti e un mercato all'ingrosso «solido e armonioso» per l'approvvigionamento dell'elettricità. Altri emendamenti proposti dai deputati riguardano delle definizioni supplementari e degli adattamenti delle definizioni esistenti. Ad esempio, per sicurezza dell'approvvigionamento, i deputati intendono «la capacità di una rete elettrica di approvvigionare durevolmente di energia elettrica i clienti finali secondo determinati criteri di affidabilità e di qualità». Per sicurezza operativa della rete, invece, intendono «il funzionamento continuo della rete di trasmissione e, se del caso, di distribuzione e la sua capacità di far fronte ad improvvise interruzioni». O ancora, è introdotta la definizione di adeguatezza del sistema: «la capacità di un sistema elettrico di far in qualsiasi momento fronte alla domanda globale». La proposta della Commissione è stata elaborata a seguito del blackout avvenuto in Italia nel 2003 a causa del guasto avvenuto in Svizzera. Essa sottolinea come, affinché un mercato interno dell'elettricità funzioni veramente, occorra realizzare importanti investimenti nella rete di trasporto. Questi investimenti sono anche necessari per garantire che la rete sia in grado di fare fronte alla crescita della domanda, senza che imprese e cittadini patiscano di frequenti interruzioni dell'approvvigionamento. Il settore energetico in Italia Dal Rapporto energia e ambiente dell'Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (Enea) risulta che nel mondo, nel 2003, il 37,3% dell'energia utilizzata traeva origine dal petrolio, il 23,9% dal gas, il 26,5% dal carbone, il 6,1% dal nucleare e altrettanto dal fonti idroelettriche. Rispetto al 2002, l'unica fonte energetica che ha segnato una flessione era quella di origine nucleare (-2%), soprattutto a causa della riduzione registrata in Asia. Per l'Europa occidentale, compresi i nuovi paesi membri dell'Ue, le quote erano, rispettivamente: 39,9%, 23,2%, 17,9%, 12,5% e 6,6%. Per l'Unione europea a 15, invece, i dati sono leggermente diversi: 37,3%, 23,9%, 26,5%, 6,1% e 6,1%. In Europa occidentale e nell'Ue, l'unica fonte energetica che ha segnato il passo rispetto all'anno precedente è quella idroelettrica. In Italia, nel 2003, la produzione nazionale di fonti energetiche ha subito una leggera contrazione (-1%) rispetto all'anno precedente. Particolarmente significativa è stata la riduzione della produzione di gas naturale (-6,3%), mentre più leggera quella del petrolio. Questo trend negativo, sottolinea l'Enea, ha portato ad una aggravamento della dipendenza energetica del nostro Paese, che è passata dall'84,1% all'84,6%. Nel 2003, la domanda italiana di energia elettrica sulla rete è stata di 320.659 Gwh, il 3,2% in più dell'anno precedente. Questa richiesta è stata soddisfatta per l'84,1% con produzione nazionale. La produzione lorda nazionale di energia elettrica proviene per il 15,1% da fonte idrica, l'82%,6% da quella termica e il 2,3% da quelle geotermica e rinnovabile. La provenienza da fonte termica è aumentata del 5,1% per fare fronte alla maggiore richiesta sulla rete ed al contemporaneo minore contributo di quella idrica (-6,3%). L'energia da fonte geotermica e rinnovabile ha subito un buon incremento (11,4%), ma rimane quasi invariato il contributo al fabbisogno totale. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nel 2003, ammontava a circa 48Twh, pari al 14% del consumo interno lordo e a più del 16% della produzione lorda interna (293,9 Twh). Le principali fonti rinnovabili sono quella idroelettrica, la legna e assimilati e la geotermia.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA RICHIEDE UN FEEDBACK SULLE PUBBLICAZIONI IN MATERIA DI RICERCA ENERGETICA  
 
Bruxelles, 10 maggio 2005 - La Commissione europea, in linea con la sua politica volta a migliorare l'informazione fornita alla comunità scientifica dell'Ue, invita ad inviare un feedback su tre pubblicazioni in materia di energia distribuite nel 2004. Le pubblicazioni in questione, che accompagnavano il terzo invito a presentare proposte per i sistemi energetici sostenibili nell'ambito del Sesto programma quadro (6Pq), sono le seguenti: European distributed energy resources projects [Progetti europei per le risorse energetiche distribuite]; European hydrogen and fuel cell projects [Progetti europei in materia di idrogeno e celle a combustibile]; European Co2 capture and storage projects [Progetti europei per la cattura e l'immagazzinamento di Co2]. Http://www.cordis.lu/sustdev/energy/news.htm  
   
   
CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA: +1,5% AD APRILE ANCORA IN CRESCITA LE IMPORTAZIONI DALL’ESTERO: +19,4%  
 
Roma, 10 maggio 2005 – Più 1,5% è la crescita della domanda di energia elettrica nel mese di aprile 2005 rispetto allo stesso mese del 2004. Il totale dell’energia richiesta in Italia è stato pari a 25,6 miliardi di kWh. Il risultato ha risentito di fattori relativi al calendario (una giornata lavorativa in meno) e di fattori climatici (temperatura media mensile superiore di un grado e mezzo rispetto ad aprile 2004). Depurata da questi effetti la variazione è pari a +3,2%. Dall’analisi effettuata dal Gestore della rete emerge che a livello territoriale la variazione della domanda, registrata ad aprile 2005 rispetto ad aprile 2004, ha interessato tutto il territorio nazionale: +1,6% al Nord, +1,9% al Centro, +1,2% al Sud. I 25,6 miliardi di kWh richiesti risultano distribuiti per il 46,6% al Nord, per il 29,2% al Centro e per il 24,2% al Sud. Rispetto ad aprile 2004, la dinamica tendenziale della richiesta di energia elettrica sul territorio ha fatto registrare un + 4,5% in Lombardia. Nel mese di aprile 2005 il fabbisogno nazionale di energia elettrica è stato coperto per l’81,7% con la produzione nazionale e per la quota restante (18,3%) dall’import, in sensibile crescita (+19,4%) rispetto ad aprile 2004. Complessivamente la produzione nazionale netta (21,6 miliardi di kilowattora) è risultata in calo del 2,2% rispetto ad aprile 2004. In particolare sono risultate in calo la produzione idroelettrica (-9,0%), termoelettrica (-1,1%) e geotermoelettrica (-2,0%); in crescita, invece, la produzione eolica (+21,6%). Il profilo congiunturale della domanda elettrica non ha registrato sensibili variazioni rispetto al mese precedente. L’analisi dettagliata dell’andamento dei consumi elettrici mensili è disponibile nella pubblicazione “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”, sul sito www.Grtn.it  alla voce “dati statistici”.  
   
   
ONLINE DA OGGI LA VIDEOCONFERENZA “IDROGENO E CELLE A COMBUSTIBILE: LA RICERCA E LE APPLICAZIONI PIÙ INNOVATIVE IN CALIFORNIA”  
 
Milano, 10 maggio 2005 - La seconda videoconferenza del progetto Digital Hub in the Great West, realizzata in diretta tra Milano e San Francisco, giovedì 5 maggio 2005 promossa da Bic La Fucina e Provincia di Milano “Idrogeno E Celle A Combustibile: La Ricerca E Le Applicazioni Più Innovative In California” hanno partecipato Daniel Kammen, professore dell'Istituto Energy and Resources Group e direttore del Laboratorio di Energie Rinnovabili dell'Università di Berkeley, Enzo Rusconi, tecnico Enea. Per vedere la registrazione collegarsi a http://projectforyou.V4.breezecentral.com/p29563366/    
   
   
AVVIATI I PROGETTI PER LA CREAZIONE DI UN'AGENZIA POLARE EUROPEA  
 
Bruxelles, 10 maggio 2005 - Con lo stanziamento di 2,5 milioni di euro a favore dello European Polar Consortium (Consorzio polare europeo) nel corso dei prossimi quattro anni, la Commissione europea sta gettando le fondamenta di un futuro organismo polare europeo. La ricerca polare affronta alcune delle preoccupazioni più pressanti della società ed è pertanto essenziale che l'Europa benefici di un efficace meccanismo di sostegno politico e consultivo che si occupi delle regioni polari, ha dichiarato Gérard Jugie, diret¥tore dell'istituto polare francese Paul Emile Victor. "Fino a questo momento", ha rivelato Gérard Jugie al Notiziario Cordis, "la cooperazione tra i paesi europei è avvenuta caso per caso, nell'ambito di progetti scientifici specifici. Per il progetto Epica, ad esempio, dieci paesi hanno unito le forze per salva¥re il ghiacciaio più vecchio del mondo. La collaborazione si è protratta solamente per la durata del progetto. I paesi vicini tendono a essere poco informati su quello che ciascuno sta facendo nel campo della ricerca polare. Ora però vogliamo riunire tutti i ¥paesi europei per consentire loro di conoscersi meglio", ha spiegato. Lo European Polar Consortium è un'azione di coordinamento finanziata a titolo della priorità Era-net. Coinvolge 25 partner di 19 paesi, compresa la Federazione russa e l'autogoverno della Groenlandia. Il consorzio si propone di approfondire la cooperazione e ¥i livelli di integrazione, e di unire nel contempo tutte le risorse europee in termini di navi, velivoli, infrastrutture e capitale umano. Si è già iniziato a redigere un inventario di tutte le risorse disponibili in Europa. La ricerca scientifica nella regione polare richiede infrastrutture costose e notevoli competenze, e necessita di tecnologie e logistica su misura, ha spiegato Gérard Jugie.¥ "Sarebbe un peccato avere tanti doppioni. È più saggio condividere quello che abbiamo. I paesi nordici mettono già in comune i trasporti aerei, perché noi non possiamo fare lo stesso?", ha aggiunto. Come ha precisato Paul Egerton, direttore esecutivo dello European Polar Consortium, si tratta dell'azione più importante intrapresa sino a questo momento per organizzare il panorama della ricerca polare europea, e di un'iniziativa che contribuisce direttamen¥te all'attuazione dello Spazio europeo della ricerca (Ser). "é la prima volta che la collaborazione in questo campo raggiunge un livello di importanza tale da riunire ministri e agenzie per i finanziamenti", ha affermato. "Esistono moltissime organizzazioni ed enti internazionali che trattano questa problematica, ma f¥ino a questo momento non c'era stato alcuno sforzo mirato a livello europeo. Oggi stiamo istituendo un quadro per la cooperazione tra i programmi nazionali, che sono tutti dotati di una loro identità specifica, allo scopo di individuare priorità comuni e appr¥occi condivisi", ha chiarito Paul Egerton. Allo stato attuale, ha proseguito Paul Egerton, è impossibile fornire informazioni sulle minacce ambientali su scala europea, in quanto i singoli paesi non sono in grado di mettere insieme le informazioni sulle problematiche inerenti alle regioni polari. "Lo European Polar Consortium si propone di sviluppare la capacità di segnalare alla Commissione europea e agli Stati membri le minacce incombenti nelle regioni polari. Affronteremo tale questione mediante la creazione di un 'sistema di allerta polare'", ha a¥ggiunto. "La ricerca di base nelle regioni polari è essenziale per comprendere i cambiamenti climatici, la fascia di ozono, la biodiversità e gli ecosistemi. Un'organizzazione polare europea consentirà all'Europa di massimizzare gli sforzi e orientare la propria massa¥ critica a livello globale", ha concluso Gérard Jugie. Si auspica che la struttura organizzativa necessaria per istituire un'entità polare europea e il quadro per la cooperazione siano pronti entro il 2009. Per informazioni sullo European Polar Consortium contattare: Gérard Jugie: E-mail: dirpol@ipev.Fr  Oppure: Paul Egerton E-mail: pegerton@esf.Org  
   
   
CAMBIAMENTI CLIMATICI  
 
Bruxelles, 10 maggio 2005 - La Plenaria è invitata a dare ascolto ad un'interrogazione orale presentata da Karl-heinz Florenz (Ppe/de, De), a cui seguirà un dibattito e la proposta di adottare una risoluzione a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. In vista del Seminario di esperti governativi sul cambiamento climatico che si terrà a Bonn il 16-17 maggio 2005, la Commissione ed il Consiglio sono invitati ad illustrare i propri obbiettivi in proposito. Molta attenzione sarà mostrata per la strategia che i due organi intendono adottare riguardo l'avvio di discussioni con gli Stati aderenti al Protocollo di Kyoto, ma non membri dell'Unione, in merito agli impegni per il periodo successivo al 2012. Sarà inoltre chiesto d'illustrare il modo in cui si pensa di coinvolgere il Parlamento nelle attuali discussioni all'interno dell'Unione, sulla strategia per il periodo successivo al 2012, in particolare in vista della definizione della posizione dell'Unione stessa sul tema.  
   
   
BANDO DI GARA: CONSIGLIERI POLITICI PER L'ANALISI COMPARATIVA IN MATERIA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE IN MATEMATICA, SCIENZA E TECNOLOGIE  
 
Bruxelles, 10 maggio 2005 - La Dg Istruzione e cultura della Commissione ha pubblicato un bando di gara dal titolo: "Istruzione e formazione 2010: parametro di riferimento 'matematica, scienza e tecnologie'". Il bando si riferisce alla fornitura di consulenza politica alla Commissione, in modo particolare per i seguenti scopi: - contribuire al raggiungimento entro il 2010 del parametro di riferimento europeo consistente in un aumento pari almeno al 15 per cento del numero totale di laureati in matematica, scienza e tecnologie, con la contemporanea diminuzione del livello dello squi¥librio di genere; - prestare assistenza alla Commissione nello sviluppo e nel seguito di attività di apprendimento collaborativo tra raggruppamenti di Stati membri, al fine di promuovere l'apprendimento comune e l'identificazione dei fattori di successo e delle buone prassi ne¥l settore dell'istruzione matematica, scientifica e tecnologica, sostenendo così l'avanzamento verso il parametro di riferimento comunitario. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Commissione europea, Direzione generale Istruzione e cultura, All'attenzione di Ana Serrador, B7, Office 7/61, rue Belliard 7 , B-1049 Bruxelles , Tel +32-2-299 6325, Fax +32-2-292 1369 E-mail: Eac-et2010tenders@cec.eu.int  
Per ulteriori indicazioni relative al bando di gara consultare il seguente sito web: http://ted.Publications.eu.int/udl?request=seek-deliver&language=it&docid=083649-2005
 
   
   
CUOA: AL VIA I CORSI GRATUITI FINANZIATI DAL FONDO SOCIALE EUROPEO  
 
Altavilla Vicentina, 10 maggio 2005 - Sono 3 i corsi Fse che partiranno il prossimo luglio presso la Fondazione Cuoa: Esperto in logistica snella (cod. 004), Esperto nelle relazioni commerciali (cod. 008) e Esperta nella gestione delle imprese non profit (cod. 022). Le selezioni si svolgeranno mercoledì 8 giugno 2005, alle ore 9.00, presso la sede della business school del Veneto; la domanda di selezione va inviata entro e non oltre il 30 maggio 2005. Info: Fondazione Cuoa, Segreteria Fse, tel. 0444 333764, e-mail: fse@cuoa.It    
   
   
"MANAGER DI DOMANI" ORGANIZZATI DALL'UFFICIO JOB PLACEMENT DELLA FACOLTA' DI ECONOMIA DI TORINO  
 
Torino, 10 maggio 2005 - Unilever Italia, nell'ambito del proprio programma annuale di comunicazione e recruiting, incontrerà neolaureati piemontesi presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Torino. Il workshop, intitolato U is for Unilever, si terrà il giorno 17 maggio alle ore 15.00 presso l'Aula 8 della Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Torino, in C.so Unione Sovietica, 218 bis. I Relatori dell'incontro saranno: Barbara Vailati - Attracting Recruitment Selection Manager e Silvia Bassino - Attracting & Learning Manager Per i laureati partecipanti, sarà possibile informarsi sulle opportunità offerte dalla importante società multinazionale, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di beni di largo consumo, i profili ricercati, i percorsi retributivi e di carriera, la formazione erogata ai neoassunti, ecc. Al termine dell'incontro, sarà possibile consegnare il proprio Cv. L'incontro è organizzato da Cesop Communication in collaborazione con l'Ufficio Job Placement della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Torino. Per informazioni: info@cesop.It