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  14 OTTOBRE  2000


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TRE MOSTRE DI ENZO MARI, TRA ARTE DEL PROGETTO E ARTE APPLICATA - MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE, FAENZA (FINO AL 26 NOVEMBRE 2000)

Con questo lavoro Enzo Mari vuol mettere in luce la prima ragion d'essere del "manufatto", ovvero la corrispondenza fra progetto ed esecuzione.

Un percorso espositivo in cui si evidenziano la necessità di perseguire la qualità e l'importanza della riacquisizione da parte dell'artigiano della propria autonomia progettuale.

Il "Piccolo Museo" è un'esposizione di 44 opere di varie provenienze, risultato di una scelta qualitativa operata da Mari, all'interno della grandiosa raccolta conservata nel Museo delle Ceramiche in Faenza. Sono numerose le variabili che giustificano la conservazione di un manufatto in un museo. "Quale insegnamento può trarre", si chiede Enzo Mari, "un maestro artigiano, o un semplice visitatore da una raccolta così vasta, se anche a uno studioso risulta difficile orientarsi in una tale complessità di stimoli?"

La selezione da lui operata, al di la del valore storico dei manufatti, vuole essere un modello di riferimento per "un'utile visione", che solleciti successivi approfondimenti, una chiara indicazione della qualità, valore che deve necessariamente essere perseguito.

Seconda Mostra

La seconda mostra, il "Regesto di Enzo Mari", è una raccolta di oltre 150 progetti in ceramica, o comunque con valenza artigianale, da lui realizzati nell'arco di un trentennio per l'industria italiana e straniera.

Dalla "Putrella" del 1958, alla proposta per la lavorazione del marmo per Danese, dalla pentola in acciaio "Copernico" per Zani & Zani del 1990 al lavabo "Fiorile" per Ideal Standard del 1995, dalle piastrelle "Serie Elementare" per Gabbianelli del 1968, al servizio di porcellana "Berlin" per K.P.M. del 1994. Tra i circa 2000 progetti di Enzo Mari sono stati scelti tutti quelli che si riferiscono alla produzione della ceramica o, in senso più lato, quelli relativi alla produzione manuale. Per la prima volta queste tipologie sono viste organicamente nella dialettica fra l'eccezionale qualità formale degli oggetti e la loro prima ragion d'essere: far corrispondere progetto ed esecuzione.

Mari individua nel lavoro artigianale i medesimi caratteri di alienazione che si sviluppano in quello industriale; il distacco tra chi elabora i modelli formali e chi è destinato a eseguirli porta quest'ultimo a svolgere il proprio lavoro con gesti "vuoti". Mettere in grado di progettare chi è preposto a eseguire è, per esempio, la linea utopizzante della "Proposta per la lavorazione a mano della porcellana" elaborata nel 1973. Anche come coordinatore di ricerca del Königliche Porzellan-Manifakture di Berlino nei primi anni '90, Mari cerca di perseguire questo obiettivo. Tutti gli addetti della KPM, indipendentemente dal loro ruolo, vengono coinvolti in una ricerca complessiva, senza che vi sia alcun progetto precostituito da realizzare: il proposito è restituire agli artigiani "esecutori" la propria autonomia progettuale.

L'oggetto "fatto con le mani" deve anche essere "pensato con le mani": solo con l'autonomia del gesto si ha autonomia di pensiero. L'oggetto creato è così un pezzo unico e irripetibile, frutto di un autentico moto creativo senza alcun meccanismo dissociativo tra opera e "operaio".

Terza mostra - I garofani sono Peonie

Il "Garofano" è il più conosciuto fra i decori storici delle ceramiche di Faenza. Di evidente origine orientale, da più di due secoli viene riprodotto identico a sé stesso su questi manufatti, rinomati in tutto il mondo.

Oggi per la prima volta viene liberamente svolta una sua analisi critica.

Mari "svela" il "Garofano", o, se si preferisce, la Peonia, attraverso un percorso ideale illustrato in 23 grandi tavole a colori, nel quale vengono identificati gli otto elementi simbolici della complessa figurazione, per arrivare a una serie di suggerimenti per nuove rappresentazioni.

Il "Garofano" è il più conosciuto fra i decori storici delle ceramiche di Faenza. Di evidente origine orientale, da più di due secoli viene riprodotto identico a sé stesso su questi manufatti, rinomati in tutto il mondo.

Oggi per la prima volta viene liberamente svolta una sua analisi critica.

La riproduzione dell'antico motivo floreale, chiamato sin dal '700 "Garofano" - equivocando sull'identità del fiore rappresentato, che, grazie all'analisi di Mari, si è scoperto essere una peonia - è molto impegnativa e complessa. Al decoratore è infatti richiesta un'eccellente manualità e un grande sforzo di estraneazione, dovendo attenersi in modo rigoroso al modello originale, senza introdurre alcuna modifica.

Mari ha voluto "svelare il Garofano", isolando e classificando le diverse figure simboliche che lo compongono, allo scopo di fornire agli artigiani adeguati strumenti culturali per esprimersi in modo autonomo e consapevole, fuori dagli antichi vincoli, cosicché il loro "fatto a mano" sia anche un atto di creatività. Il catalogo della mostra è edito da Studio 88 di Faenza.

IL MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE IN FAENZA

Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini, è un centro culturale di ricerca e di documentazione per la ceramica tra i più importanti al mondo e propone al pubblico un'ampia campionatura di quanto è stato prodotto dall'antichità ad oggi. La visita al Museo conduce il visitatore attraverso la storia della ceramica: dai manufatti precolombiani a quelli dell'antichità classica (cominciando dalla preistoria per finire all'epoca romana); dalle ceramiche del Medio Oriente, prevalentemente islamiche, a quelle dell'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea). Un'attenzione particolare è data alla tradizione ceramica faentina. Non si può infatti dimenticare che Faenza in tutto il mondo è sinonimo di ceramica, basti pensare come in alcuni paesi d'Europa il termine "faiënce" venga tuttora utilizzato per indicare la maiolica.La produzione faentina è quindi rappresentata da un'articolata selezione di opere che vanno dal Basso Medioevo al Rinascimento, messe a confronto con la produzione del Rinascimento italiano ripartita per regioni. L'itinerario nel passato si conclude con manufatti di ceramica italiana dal Seicento all'Ottocento.Ma il Museo di Faenza è anche attento a quanto accade oggi. Vasti spazi sono dedicati al contemporaneo che prende le mosse dal "Premio Faenza", il concorso internazionale che si celebra - ora biennalmente - dal 1938. La sezione accoglie capolavori di artisti universalmente riconosciuti come Picasso, Matisse, Rouault, Léger, Chagall, Leoncillo, Fontana, Burri, Martini, Melotti, Nespolo, Baj, Arman, Matta ed una significativa selezione di prodotti delle principali manifatture europee. Infine il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza promuove ogni anno un ricco calendario di convegni, seminari di studio, corsi e mostre temporanee. Tra queste ricordiamo le recenti "Raku. Una dinastia di ceramisti giapponesi" (1997), "Filippo Comerio disegnatore" e "La collezione Strozzi Sacrati" (1998), "Artisti dal mondo" (1999).

Biblioteca

Altamente specializzata e in continuo aggiornamento, conta oltre 50.000 volumi e circa 600 riviste in corso e 400 cessate. Un sito Internet e un indirizzo di posta elettronica garantiscono all'utenza un servizio ad ampio raggio.

Fototeca

Attualmente sono inventariate circa 20.000 foto di ceramiche italiane, medievali e moderne conservate in musei italiani, stranieri e raccolte private. La fototeca comprende anche l'archivio fotografico completo delle collezioni del Museo.

Rivista "Faenza"

Il Museo Internazionale delle Ceramiche edita dal 1913 una pubblicazione unica nel panorama internazionale: la rivista bimestrale "Faenza" dedicata alla storia e alla tecnica della ceramica. Corredata da sintesi dei vari saggi in inglese, tedesco e francese, viene inviata a privati e Istituzioni di tutto il mondo.

Laboratorio di restauro

La finalità principale del laboratorio di restauro è quella della conservazione sistematica delle opere custodite presso il Museo. Altri interventi vengono eseguiti sui reperti provenienti da sterri o scavi archeologici. In occasioni particolari il Laboratorio interviene anche in restauri, o indagini preliminari, di raccolte o monumenti ceramici di altri musei o enti pubblici italiani; solo in casi eccezionali per opere di privati.

Laboratorio "Giocare con l'arte

"Il Laboratorio è nato nel 1979 su progetto di Bruno Munari allo scopo di introdurre bambini e ragazzi alla comprensione delle tecniche ceramiche e facilitare il loro incontro con il museo. Quello di Faenza è il secondo laboratorio progettato in Italia per un museo con il metodo "Giocare con l'arte", dopo l'episodio di Brera, e l'unico da più di vent'anni in Italia e all'estero che ha sperimentato con continuità tale procedimento pedagogico. E' frequentato ogni anno da migliaia di ragazzi, insegnanti, ceramisti, scultori.

Orari: Fino al 31 ottobre: dal martedì al sabato 9.00/19.00 - domenica e festivi 9.30/13.00 - 15.00/19.00.

Invernale dal 1° novembre al 31 marzo: dal martedì al venerdì 9.00/13.30 - sabato, domenica e festivi 9.30/13.00 - 15.00/18.00. Chiuso il lunedì, il 1° gennaio, il 1° maggio, il 15 agosto e il 25 dicembre.

Tariffe

Intero L. 15.000 - ridotto L. 7.500.

Su prenotazione e con costi a parte sono disponibili guide in lingua italiana, inglese, francese, tedesca.

ALPE DI SIUSI, LA NEVE PER TUTTI. A TUTTE LE ORE.

A piedi, con le racchette, la slitta, gli sci da fondo, da discesa, lo snowboard.... Con ogni mezzo si vive la neve a 360 gradi all'Alpe di Siusi, in Alto Adige, un paesaggio da fiaba sull'alpeggio più grande d'Europa, 52 kmq, tra i 1800 e i 2300 m di quota. Circondata da bastioni e torri dolomitiche come lo Sciliar (con le caratteristiche Punta Santner e Torre Euringer), il Sassolungo, il Sassopiatto e i Denti di Terrarossa, è disseminata di baite e fienili, d'estate ancora usati dai pastori per l'alpeggio. E d'inverno, in tale scenario l'"esperienza bianca" è davvero totale: e dire che è a misura di tutti, da 1 a 100 anni, per tutti i gusti, non è una banalità da depliant. Inoltre, per soggiornare - caso raro sulle Dolomiti - sull'Alpe di Siusi ci sono diversi alberghi quattro e tre stelle e rifugi in quota sulla neve. Ma per chi desidera un centro storico con negozi e locali o non ama l'altitudine, non bisogna dimenticare che nella sottostante "terrazza" naturale, l'altopiano dello Sciliar, giacciono al sole tre lindi paesi che si caratterizzano per gli hotel di tradizione, le rievocazioni storiche, la gastronomia di alto livello: Fiè allo Sciliar (880 m), Siusi allo Sciliar (1000 m) e Castelrotto (1060 m).

SETTIMANE "WINTERFRISCHE" PER NON SCIATORI

La particolare conformazione dell'Alpe, che si trasforma da dicembre a fine aprile in un'ondulata distesa bianca, regala a chiunque, sciatore o non, il piacere del contatto con la neve, sempre abbondante, e con il sole, che splende non meno di 8 ore al giorno anche in pieno inverno. Qui, dopo la sciata o la passeggiata, ci si riesce a ritrovare con gli amici e i famigliari per una solenne mangiata al sole: indipendentemente dal "mezzo" usato, le 20 baite tipiche sono tutte raggiungibili con sentieri innevati, piste da fondo o piste da discesa. E così, in nessuna stazione sciistica si può notare tanta gente che passeggia sull'estesa rete di sentieri battuti (30 km), si gode il panorama nelle grandi slitte trainate dai cavalli (oltre 20 quelle disponibili), oppure si diverte - bambini e adulti non fa differenza - con gli slittini. Sull'Alpe ci sono ben 6 tracciati dedicati allo slittino, di lunghezza tra 1,5 e 6 km (oltre alle tre piste a Castelrotto, Fié e Siusi), serviti da impianti di risalita. Per l'ospite che ama la neve ma non ha voglia di sciare ecco dunque il pacchetto Settimane 'Winterfrische' ("Freschezza invernale"): dal 6 gennaio a fine stagione, 17 alberghi tra Siusi, Fié e Alpe di Siusi offrono mille attività di animazione, sport sulla neve (racchette, passeggiate), skibus gratis, programmi wellness. I prezzi partono dalle 455.000 lire a settimana a persona mezza pensione in hotel 3 stelle, e dalle 750.000 lire in 4 stelle.

PARADISO DEL FONDO

Alpe di Siusi-Altopiano dello Sciliar e lo sci di fondo: un binomio indissolubile. Per gli "sci stretti", la zona è una vera "capitale": 70 km distribuiti in 12 tracciati, di cui oltre 50 km proprio sull'Alpe, i restanti tra Castelrotto e Siusi. Qui, a differenza di altre zone ove lo sci di fondo si pratica soprattutto all'ombra e in fondovalle, si "viaggia" per chilometri e chilometri sugli sci in uno scenario aperto e soleggiato, a un'altitudine - tra 1900 e 2200 m - tale da garantire un innevamento costante e di qualità. Tanto che per gli appassionati della specialità 8 alberghi propongono particolari settimane bianche per i fondisti a partire dal 6 gennaio a fine a stagione. Imbattibili i prezzi: mezza pensione da 626.000 lire in un 4 stelle, da 488mila lire in un 3 stelle (incluso varie attività e facilitazioni per fondisti).

Gli anelli dell'Alpe di Siusi sono ad accesso gratuito, costantemente curati dalle associazioni turistiche (preso i cui uffici è disponibile dettagliata piantina), ma è gradita un'offerta nelle apposite cassette. Alcuni percorsi sono riservati a fondisti provetti, come l'R30 (Giogo-Joch) tra Ritsch Schwaige e Spitzbühl (15 km e 400 m di dislivello).

E POI 70 KM DI PISTE DA DISCESA...

Ma sull'Alpe è possibile anche vivere un grande sci da discesa: farebbero invidia a molte stazioni 70 km di piste...Tanti ne contano quelle dell'Alpe di Siusi, disposte su 240 ettari sciabili e servite da 22 impianti, tra cui 6 seggiovie quadriposto ad alta portata e la telecabina 15 posti da e per Ortisei-Val Gardena. Sono piste larghissime, di pendenza moderata, come la Panorama e la Laurin, ma non mancano tratti di buon dislivello e impegno tecnico: come la pista Florian al cospetto del Sassopiatto, o i muri della Bullaccia, per finire con la lunga galoppata verso valle dalla cima Punta d'Oro.

SCIARE ANCHE DI NOTTE

Sulla pista Marinzen a Castelrotto ogni martedì, giovedì e venerdì, dalle 19.00 alle 22.00 (dal 25 dicembre al 7 gennaio, tutti i giorni escluso il 31) si scia alla luce dei riflettori su un tracciato di 1,6 km da 1481 a 1065 m servito da seggiovia (skipass 25.000 lire, gratis per chi è in possesso di skipass Gardena-Siusi Dolomiti Superski superiore ai 3 giorni).

Informazioni: Comitato Turistico Alpe di Siusi - Altopiano dello Sciliar, via Sciliar 12, 39040 Siusi (BZ), tel. 0471.706124-707024, fax 0471.706600. E-mail: seiseralm@DolomitiSuperski.com  tel.+fax 051/391740, tel. 0335/8032189; f.bottonelli@alinet.it 

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