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G8: I BAMBINI SCENDONO IN CAMPO E DANNO I VOTI AI GRANDI DELLA TERRA CON PAGELLE VERE E PROPRIE A BUSH, PUTIN, KOIZUMI E CO. SEI SU OTTO RIMANDATI A SETTEMBRE

Milano 19 luglio 2001. 2 a Bush in "aiuto ai paesi poveri", 1 al Primo Ministro giapponese Koizumi in "politica ambientale" e 2 in "scienze" a Tony Blair. Arriva il "Ministero dei Bambini per il Futuro della Terra" e si prende la rivincita sui Grandi della Terra, rimandandoli tutti a settembre. E lo fa dando le pagelle agli otto rappresentanti dei Paesi Industrializzati che si riuniranno a Genova in occasione del G8. Il risultato? Sconfortante. È questo l'oggetto di una provocatoria campagna di sensibilizzazione promossa dai bambini delle Colline Moreniche e che ha coinvolto i piccoli di tutta Italia con l'aiuto della manifestazione MosaicoScienze 2001, in occasione della quale, a settembre, per parlare del rapporto tra uomo, ambiente e futuro, verranno invitati ospiti autorevoli come Piero Angela, Roberto Vacca, Edoardo Boncinelli e Tullio Regge. Per la realizzazione della campagna, e per poter esprimere le loro valutazioni, i bambini si sono rivolti agli insegnanti e ai genitori, e con loro hanno letto e commentato i giornali che trattavano delle tematiche di cui discuteranno i Grandi della Terra e delle loro scelte in tema di ecologia, scienza e sviluppo. Ecco allora arrivare i voti per George Bush, Tony Blair, il canadese Chrétien, Chirac, il neo Primo Ministro giapponese Koizumi, il Cancelliere Shroeder, Putin, oltreché, naturalmente, per Silvio Berlusconi. E i risultati non sembrano certo positivi: il "rendimento scolastico" in materie come ecologia, salvaguardia del futuro e aiuto ai paesi poveri è gravemente insufficiente, tanto da farli rimandare tutti a settembre. Ecologia, salvaguardia della Terra e aiuto ai paesi poveri: ecco le materie in cui i potenti del mondo vanno peggio Ma quali sono nel dettaglio le "materie" in cui i Grandi della Terra proprio non eccellono? I bambini non hanno alcun dubbio: tutti i rappresentanti del G8 avrebbero bisogno di ripetizioni in tema di ecologia e difesa dell'ambiente. In media, infatti, i membri del G8 si sono guadagnati un non certo esaltante 3. D'altra parte, commentano i bambini, <<come è possibile dare un voto alto a chi caccia le balene, come i Giapponesi ?>> o ancora <<Bush non fa nulla per salvare il parco di Yellowstone, dove vive l'orso Yoghi>>. Ma i rappresentanti delle Nazioni più influenti non brillano nemmeno per quanto riguarda la difesa dei bambini, materia in cui si salva il solo Tony Blair, padre di quattro figli piccoli. Per gli altri valutazione negativa, insomma, sia in tema di tutela, che in tema di strutture e spazi pensati apposta per i più piccoli. Ma quello che, insieme all'ecologia, preoccupa maggiormente i piccoli "esaminatori" è la salvaguardia del futuro. <<Come sarà il nostro futuro?>> infatti, è la domanda che i bambini vorrebbero rivolgere agli otto rappresentanti dei Paesi più industrializzati che si riuniranno a Genova dal 20 al 22 luglio. Il voto complessivo che infatti i bambini danno in questa materia ai membri del G8, dimostrandosi alquanto pessimisti, è 3. Si avvicina alla sufficienza (voto 5) la valutazione in scienze, mentre torna bassissima (solo 3) in tema di aiuto ai paesi poveri: dopo tutti gli appelli per azzerare il debito dei Paesi più poveri ed arretrati, sono ancora pochi quelli ricchi che si sono dichiarati disponibili a farlo. Anche in tema di educazione alimentare (e di tutela della salute) le cose non vanno benissimo, anche se i piccoli rappresentanti della "commissione esaminatrice" ammettono di aver visto una maggiore attenzione in questa direzione, e la premiano con un incoraggiante 5. Grossi dubbi, invece, nel rapporto tra uomo e tecnologia: le nuove tecnologie stanno portando dei reali giovamenti all'uomo, o piuttosto lo sviluppo tecnologico metterà sempre più in pericolo la natura e le persone? A quanto pare i bambini sembrano propendere per questa seconda ipotesi, tanto che il voto in questa materia è solo un 4. Infine, in una pagella che si rispetti non poteva mancare il voto in condotta. In questo campo i bambini si sono schierati per un voto di incoraggiamento, attribuendo un simbolico 5 a tutti i rappresentanti. Pagelle per il G8: Bush, Koizumi e Putin a rischio bocciatura Gli alunni peggiori, quelli per i quali la bocciatura è quasi inevitabile? I bambini non hanno dubbi: il Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, il Primo Ministro del Giappone, Junichiro Koizumi, e il Presidente Russo, Vladimir Putin. Bush, infatti, è riuscito a guadagnarsi i voti più bassi in tema di difesa dell'ambiente e salvaguardia della natura e in aiuto ai paesi poveri: in entrambe le materie, infatti, il capo della più forte superpotenza mondiale ha ottenuto un 2. In tema ambientale, è però il Primo Ministro Giapponese a conquistare il peggior piazzamento: anche a causa della caccia alle balene che il Paese del sol levante pratica ancora, il voto attribuitogli dai bambini è 1. Infine Putin, che si porta sulle spalle l'eredità di Chernobyl e di sottomarini nucleari che affondano nelle acque dei sette mari, in tema di ecologia e difesa della natura si prende un bel 3. Ma i bambini non si sono dimenticati degli altri alunni eccellenti. Tony Blair, Primo Ministro inglese, è uno dei pochi ad ottenere una striminzita sufficienza (6) per quanto riguarda la difesa dei bambini, aiutato forse dalle immagini televisive e dalle foto che lo ritraggono con la sua famiglia. Di contro, però, ottiene il voto più basso in scienze: la clonazione della pecora Dolly, la mucca pazza e l'afta epizootica gli fanno guadagnare un 2 <<perché invece di fare cose strane che fanno ammalare gli animali non cerca di curare i bambini che stanno male?>>. E se per il Cancelliere tedesco Shroeder, per il Primo Ministro Canadese Jean Chrétien (l'unico ad ottenere la sufficienza in ecologia e difesa della natura, guadagnandosi un 7), e per il francese Jacques Chirac le valutazioni non si discostano molto da quelle ottenute dagli altri capi di stato, che voti danno i bambini a Silvio Berlusconi? Sono due le sufficienze guadagnate dal neo nominato Presidente del Consiglio: il primo, un 7, in tema di educazione alimentare e tutela della salute, e il secondo, addirittura un 8, in aiuto ai paesi poveri, grazie alla dichiarazione di disponibilità per l'azzeramento del debito pubblico. Insufficiente (voto 5), però, in tema di ecologia: <<parla sempre di grandi opere e di grandi aziende, ma non lo si sente mai parlare della difesa della natura>> dicono infatti i bambini.

APPELLO AI LEADER DEL G8 PER INTENSIFICARE LA RICERCA TRANSGENICA FINANZIATA CON FONDI PUBBLICI
Bruxelles, 19 luglio 2001 - I risultati di una conferenza sui nuovi alimenti e sulle nuove colture derivanti dalle moderne biotecnologie verranno presentati al vertice del G8, che si svolgerà dal 20 al 22 luglio a Genova (Italia). I leader dei sette paesi più industrializzati del mondo e della Russia ascolteranno gli appelli riguardanti l'intensificazione della ricerca scientifica finanziata con fondi pubblici, ma anche i timori relativi alla diffusione delle nuove tecnologie nel settore dell'agricoltura. Questo è quanto è emerso in occasione della conferenza "New biotechnology food and crops: science, safety and society" (Nuovi alimenti e nuove colture derivanti dalle moderne biotecnologie: scienza, sicurezza e società), tenutasi a Bangkok (Tailandia) dal 10 al 12 luglio. La conferenza è stata organizzata dal Regno Unito e dall'Ocse, in collaborazione con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, l'Organizzazione mondiale della sanità, il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, la Convenzione sulla biodiversità ed il governo tailandese. Nelle sue conclusioni, il presidente Lord Selbourne ha auspicato una ricerca scientifica di alta qualità, accessibile e pertinente in tutto il mondo, al fine di sostenere la valutazione del rischio delle colture e degli alimenti geneticamente modificati (Gm). Egli ha rilevato che molti relatori della conferenza avevano criticato la riduzione delle attività di ricerca finanziata con fondi pubblici. "La ricerca sovvenzionata da finanziamenti pubblici offre maggiore fiducia e si potrebbe avviare più facilmente in regioni per le quali non è prevista alcuna redditività finanziaria del capitale investito nella ricerca scientifica. I governi nazionali sono invitati a garantire un equilibrio accettabile tra i finanziamenti pubblici e privati in vista di applicazioni nel campo della biosicurezza", ha concluso Lord Selbourne.

LA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO INVITA AD UNA CAUTELA GENERALE IN TEMA DI BIOTECNOLOGIA
Bruxelles, 19 luglio 2001 - Nel corso del suo intervento ad un congresso internazionale in tema di "equità nella salute mondiale: progressi medici e qualità della vita nel 21° secolo", la presidente del Parlamento europeo, Nicole Fontaine, ha sollecitato una dimensione etica per la biotecnologia. Nell'avviare il discorso in materia di etica, Nicole Fontaine ha ammesso che la proibizione di taluni tipi di ricerca, in particolare nella genetica, potrebbero ritardare la scoperta di alcuni trattamenti più efficaci e creare un divario tecnologico ed economico tra l'Europa e le altre regioni sviluppate, che potrebbero imporre condizioni meno severe. "Tuttavia, noi [il Parlamento europeo] crediamo che sia indispensabile una cautela generale, poiché quello che è in gioco è il futuro dell'umanità in questo nuovo secolo", ha aggiunto. "La comunità scientifica internazionale, qualunque sia il giudizio etico condiviso dalla maggioranza dei suoi membri, non può essere responsabile delle deviazioni degli 'apprendisti stregoni' che sono attualmente presenti in misura preoccupante". La Presidente del Parlamento ha espresso la speranza che, "oltre all'Unione europea, la comunità scientifica internazionale faccia pesare tutta la sua autorità per assicurare che questa coscienza morale si diffonda nel mondo". Nicole Fontaine ha anche criticato la ricerca europea per la sua frammentazione ed ha richiesto una maggiore cooperazione. "La ricerca e lo sviluppo sono meno efficaci di quanto potrebbero essere, in particolare nelle aree in cui l'Europa, a causa del suo livello di sviluppo e dei suoi servizi [.] potrebbe giocare un ruolo maggiormente pionieristico nei settori all'avanguardia quali la genomica, gli organi artificiali, la bioinformatica, la riparazione tessutale degli organi attraverso l'utilizzo di cellule staminali, l'immunoterapia, la telemedicina, la terapia genica e così via", ha affermato la presidente Fontaine. La ricerca comunitaria è meno fruttuosa di quanto potrebbe essere poiché "è ancora troppo suddivisa in compartimenti a causa del radicamento negli atteggiamenti e nei comportamenti del concetto di frontiere nazionali", ha dichiarato Nicole Fontaine.

IL PARERE DEL CES: LA COMUNICAZIONE SULL'INNOVAZIONE È "UN PASSO IN AVANTI NELLA GIUSTA DIREZIONE"
Bruxelles, 19 luglio 2001 - La comunicazione sull'innovazione, resa nota dalla Commissione europea, è stata "accolta molto favorevolmente" dal Comitato economico e sociale (Ces), ma ulteriori risorse dovrebbero essere destinate agli "ambiziosi" obiettivi della comunicazione. Queste osservazioni emergono dai commenti del Ces sulla comunicazione adottata a larghissima maggioranza il 12 luglio. Il Ces ritiene che la comunicazione della Commissione al Consiglio ed all' Europarlamento, intitolata "L'innovazione in un'economia fondata sulla conoscenza", costituisca un "passo in avanti nella giusta direzione". Il parere del Ces, però, mette subito in evidenza alcuni aspetti che necessitano di integrazioni e chiarimenti. Il Comitato definisce i cinque obiettivi della comunicazione come "appropriati anche se, forse, piuttosto ambiziosi". Sulla base di tale constatazione, il Ces si è concentrato sull'esigenza di considerare le risorse destinate alla realizzazione di tali obiettivi, e "sollecita il Consiglio ad assicurare lo stanziamento di finanziamenti sufficienti". Il Comitato indica l'imminente sesto programma quadro come l'occasione in cui attribuire la giusta importanza all'interesse concreto verso l'innovazione. Ecco i cinque obiettivi della comunicazione iniziale, trattati uno per uno nel parere del Ces: la coerenza delle politiche d'innovazione; un quadro normativo favorevole all'innovazione; l'incentivo alla creazione e alla crescita di imprese innovative; il miglioramento delle interfacce chiave nel sistema d'innovazione, e una società aperta all'innovazione. Il Ces ritiene che la coerenza costituisca un elemento fondamentale delle politiche d'innovazione, le quali dovrebbero essere oggetto di analisi comparativa. Il Comitato consiglia alla Commissione di redigere un piano, per far sì che i programmi d'innovazione nazionali degli Stati membri siano accessibili a tutti gli operatori e alle aziende dell'Ue. Esso raccomanda, inoltre, l'armonizzazione dei programmi d'innovazione nazionali ed europei. Secondo il Ces, un'azione più rapida e intensa viene richiesta dagli Stati membri per attuare "un quadro normativo favorevole all'innovazione ". Il Comitato raccomanda soprattutto l'applicazione di misure fiscali e la promozione degli investimenti privati nei settori della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione. In particolare, il Ces vorrebbe assistere a un alto livello di comunicazione tra Pmi (piccole e medie imprese), università e centri di ricerca negli Stati membri, e chiede quindi alla Commissione di ridurre "gli ostacoli burocratici che bloccano l'accesso ai programmi scientifici". Il Ces sostiene che il terzo obiettivo della comunicazione, ossia l'incentivo alla creazione e alla crescita di imprese innovative, sia "il più importante per l'Unione". Il Comitato puntualizza la mancata disponibilità di capitale di rischio in Europa, rispetto agli Usa. "Secondo il Ces, non esiste alcun programma di finanziamento adeguato a sostenere la creazione o l'esistenza di imprese innovative. Manca qualsiasi forma di meccanismo, a livello europeo, che generi capitale di rischio o finanziamenti per nuove imprese". Pertanto, il Comitato chiede alla Commissione di ideare un programma per attirare e incanalare il capitale di rischio (in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti), promuovendo la ricerca di strategie che eliminino le restrizioni ai finanziamenti per i programmi di ricerca e innovazione. Il Comitato auspicherebbe, inoltre, che la Commissione istituisse un forum europeo in materia di licenze e innovazioni. Dal punto di vista delle risorse umane, il parere mette in luce come la posizione di superiorità degli USA non vada attribuita ad un migliore sistema scolastico, ma ad una migliore organizzazione dei centri di eccellenza. L'Europa esercita una forza di attrazione ancora inadeguata verso professionisti di spicco del settore, specialmente se provengono dai paesi più innovativi come il Giappone e gli Usa. Il Ces sostiene che la mobilità e il trasferimento della conoscenza, tra i settori e le varie sedi, risultano ancora bloccati da un coordinamento insufficiente. Il Comitato sollecita la Commissione a sottoporre quest'attività ad analisi comparativa, pur sostenendo le misure delineate nella comunicazione. Per quanto riguarda "una società aperta all'innovazione", il Ces concorda sul fatto che i media debbano svolgere un ruolo fondamentale nell'accrescere la consapevolezza dell'importanza dell'innovazione, ma necessitano di maggiori particolari sulle modalità di realizzazione. Il Comitato sottolinea, inoltre, che i docenti rappresentano un'altra fonte preziosa per aumentare la consapevolezza e, in una prima fase, richiede corsi di aggiornamento per aiutarli a migliorare sotto questo aspetto. È necessario un ulteriore sforzo per affrontare i problemi che riguardano i brevetti in Europa. A parte la mancanza di un brevetto europeo, il Ces sottolinea gli interessi divergenti che separano la comunità accademica dalle imprese: "La prima preferisce la pubblicità immediata, quale elemento di prestigio e criterio per l'avanzamento di carriera. La seconda non auspica la divulgazione, almeno finché la scoperta non sia stata tutelata dai diritti sulla proprietà intellettuale", così afferma il Comitato, aggiungendo che il problema dovrebbe essere affrontato prevedendo un "periodo di tolleranza per le novità". Pur sostenendo i cinque obiettivi della comunicazione, e riconoscendo il "deficit d'innovazione" che caratterizza l'Europa, il CES ha ritenuto di poter sintetizzare lo stimolo all'innovazione in quattro principi chiave: informazione sull'innovazione; una consapevolezza diffusa del valore dell'innovazione; un ambiente funzionale a livello organizzativo e normativo; il coordinamento delle attività a livello nazionale e intersettoriale. Il parere conclude: "Allo stato attuale, la comunicazione non può raggiungere gli obiettivi strategici che si è posta in proposito, nemmeno con i miglioramenti presentati dal Ces nel presente documento. Può, tuttavia, contribuire allo sviluppo delle strategie delineate come parti integranti di una spinta generalizzata verso l'innovazione". Infolink:
http://www.ces.eu.int

LA SOSTENIBILITÀ QUALE "MARCHIO DI FABBRICA" DEL SER
Bruxelles, 19 luglio 2001 - La sostenibilità dovrebbe essere un "marchio di fabbrica" dello Spazio europeo della ricerca (Ser), scrivono Erik Fellenius e Ingvar Andersson nelle conclusioni del presidente sulla conferenza dal titolo "Bridging the gap. Sustainability research and sectoral integration" (Colmare il divario. Sostenibilità, ricerca ed integrazione settoriale), organizzata dalla Presidenza svedese, che si è svolta nel mese di maggio a Stoccolma (Svezia). "L'attuale quinto programma quadro di ricerca e la realizzazione di uno Spazio europeo della ricerca (Ser), stanno conferendo una dimensione importante allo sviluppo sostenibile. Tuttavia esiste un divario tra la ricerca, gli interventi necessari sull'ambiente e lo sviluppo sostenibile. La ricerca europea dovrebbe aiutare a colmare tale divario. Ciò si applica particolarmente alle nuove iniziative in tema di governo, un concetto che si adatta particolarmente bene alla soluzione del problema", stabiliscono le conclusioni. In particolare, la conferenza ha suggerito che i ricercatori debbano contribuire allo sviluppo sostenibile, concentrando i loro sforzi di ricerca verso sei tendenze non sostenibili: combattere il cambiamento climatico causato dai gas a effetto serra, sviluppare una gestione efficiente delle risorse naturali, includere la separazione tra crescita economica e utilizzo delle risorse, proteggere la salute pubblica contemplando gli effetti delle sostanze chimiche, sviluppare l'utilizzo del territorio ed il trasporto che tengano conto della mobilità sostenibile, lottare contro l'esclusione sociale e la povertà e comprendere le implicazioni di una società che invecchia. Sono evidenziate questioni specifiche relative a sei settori, ai fini di una loro più accurata considerazione in futuro: salute e ambiente: la sfida sollevata dall'uso dei prodotti chimici nella nostra società; cambiamento climatico: una sfida per il settore dei trasporti; sviluppo sostenibile e commercio globale; cambiamento climatico: verso una società dall'alto rendimento energetico; tecnologia dell'informazione e delle comunicazioni; agricoltura all'insegna dell'ecologia: le sfide di una nuova economia rurale. Nelle conclusioni si sollecita anche una ricerca a lungo termine che combini i tre capisaldi della sostenibilità: l'economia, l'ecologia e la società. Un nuovo genere di ricerca deve saper dosare l'innovazione, le opportunità ed i rischi, si afferma nel documento. Infolink:
http://www.bridging.environ.se

SERGIO CORBELLO CONFERMATO AL VERTICE DI ASSOPREVIDENZA I NUOVI FONDI PENSIONE AD AMBITO DEFINITO OPERATIVI A TUTTO MARZO 2001 SONO 23
Milano, 19 luglio 2001 - L'Assemblea dei soci di Assoprevidenza, riunitasi a Milano, ha riconfermato alla carica di Presidente dell'Associazione Sergio Corbello. Vicepresidenti sono stati nominati Franco Digiovanbattista e Laura Piatti Nel corso della manifestazione il Presidente ha illustrato il Rapporto circa l'attività associativa dell'anno 2000 e fatto il punto dello stato del Settore. I nuovi Fondi ad ambito definito operativi a fine marzo 2001 erano 23, mentre altri 20 risultavano autorizzati alla raccolta delle adesioni. I fondi negoziali di categoria, che rappresentano quasi l'80% del totale di fondi negoziali già operativi, devono confrontarsi con una scarsa propensione dei lavoratori all'iscrizione. Gli iscritti complessivi ai fondi ad ambito negoziale sfiorano il 1.000.000 di unità, con un tasso medio di adesione per i lavoratori dipendenti inferiore al 33%. Particolarmente basso il tasso di adesione delle fasce d'età più giovani: la quota di iscritti d'età inferiore ai 35 anni è pari al 26%. Insoddisfacente la situazione sotto il profilo delle risorse. Le aliquote contributive medie previste dai regolamenti dei singoli fondi sono molto basse, mediamente sotto il 2,5%, cui si aggiunge una quota di Tfr di pari importo. Misure inidonee a garantire un'integrazione soddisfacente della pensione di domani. Per ottenere una pensione complementare pari al 25% dell'ultima retribuzione, occorre infatti - considerando un orizzonte temporale di 35 anni - una contribuzione pari a 10-11 punti percentuali di retribuzione con un tasso reale di rendimento pari almeno a 2,5% l'anno. Anche nel settore degli investimenti il profilo dei fondi pensione negoziali si presenta inadeguato. Preferita la gestione monocomparto che ha visto una quota di patrimonio compresa fra il 68 e il 79% impiegata nei titoli di debito, per un rendimento medio realizzato pari al 3,6%, sostanzialmente analogo alla rivalutazione intervenuta sul Tfr. I 70 fondi aperti operativi hanno raccolto 239.000 adesioni, il 90% dei quali costituito da lavoratori autonomi e liberi professionisti la cui adesione è intervenuta su base individuale. Netta la preferenza accordata dagli iscritti ai comparti azionari e bilanciati, che raccolgono circa l'80% dei sottoscrittori e l'82% delle risorse, con una lieve prevalenza del comparto azionario puro (48% iscritti, 44% risorse). Le linee azionarie hanno reso in media il 21% con punte di oltre il 30% e quelle bilanciate si sono in media attestate sul 12% con punte di circa il 30%. Il blocco dei 577 "vecchi fondi" - sorti anteriormente all'entrata in vigore del d. legs. 124/1993 costituisce un elemento di successo del settore, con un patrimonio che supera i 54.000 mld di lire e una platea di iscritti che sfiora le 700.000 unità (37% del totale degli iscritti ai fondi pensione). La situazione attuale della previdenza complementare, seppur non esaltante, non va considerata in maniera del tutto negativa. Nel corso del 2000 sono stati effettuati seri tentativi di innescare meccanismi che ne incentivino lo sviluppo della previdenza complementare. Molto positivamente va considerata l'istituzione dei piani pensionistici individuali che riaffermano la pari dignità di ogni strumento di risparmio finalizzato previdenzialmente, purchè sottoposto ai medesimi vincoli. "Se lo sblocco integrale del Tfr è uno snodo essenziale per lo sviluppo del comparto previdenziale, ha detto Sergio Corbello, esso non può, da solo, risolvere la situazione. Va anzi detto che la naturale fonte di alimentazione della previdenza complementare futura dovrebbe rinvenirsi nelle minori aliquote di contribuzione richieste dall'esosissima previdenza di base. Tale intervento sarebbe lineare ed efficace, ma si tratta evidentemente di un obiettivo di lungo periodo". Se l'evoluzione dell'assetto del sistema tributario del settore in senso "europeo" rimane l'obiettivo di lungo periodo, Assoprevidenza giudica necessario intervenire in tempi brevi al fine di: riconsiderare i limiti massimi di deducibilità fiscale per la contribuzione con l'eliminazione immediata del tetto in cifra fissa di 10 milioni e avvio di un progressivo aumento del limite percentuale (oggi del 12% del reddito) correlato all'auspicato contrarsi dei livelli di contribuzione alla previdenza di base. operare una radicale revisione della tassazione in capo al soggetto fondo pensione e strumenti assimilati, dall'attuale imposizione dell'11% a 0 ovvero ad una misura di pochi punti percentuali. semplificare il regime di tassazione delle prestazioni. attribuire ai lavoratori subordinati la piena disponibilità del Tfr, se utilizzato a finalità previdenziali, senza vincoli circa lo strumento utilizzato . Il decollo del settore non può infatti prescindere da un'agile mobilità di un prodotto ad un altro: a tal fine occorre che siano risolti i problemi di parità e libero utilizzo di tutti gli strumenti di previdenza complementare attualmente esistenti.

 

OFFERTE PUBBLICHE DI ACQUISTO OBBLIGATORIE SU AZIONI MONTEDISON ED EDISON
Milano, 19 luglio 2001 - La Consob ha consentito, lo scorso 17 luglio, la pubblicazione del documento d'offerta relativo all'offerta pubblica di acquisto obbligatoria -ai sensi dell'art. 106, commi 1 e 3, del Testo Unico della finanza- di azioni ordinarie Montedison spa ed Edison spa da parte di Italenergia spa. Si riporta qui di seguito il testo integrale della delibera assunta. Offerte pubbliche di acquisto promosse dalla Italenergia S.p.A. ai sensi degli artt. 102 e 106, commi 1 e 3, del Decreto Legislativo n. 58/98 sulle azioni ordinarie della Montedison S.p.A. e della Edison S.p.A. vista la comunicazione inviata in data 2 luglio 2001 dalla Italenergia S.p.A. ai sensi degli artt. 102 e 106, comma 1, del Decreto Legislativo n. 58/98, relativa all'offerta pubblica di acquisto obbligatoria promossa sulle azioni ordinarie della Montedison S.p.A.; Vista la comunicazione inviata in data 2 luglio 2001 dalla Italenergia S.p.A. ai sensi degli artt. 102 e 106, commi 1 e 3, del Decreto Legislativo n. 58/98, relativa all'offerta pubblica di acquisto obbligatoria promossa sulle azioni ordinarie della Edison S.p.A.; Visti i documenti di offerta allegati alle predette comunicazioni; Vista l'integrazione della comunicazione ex art. 102 del citato Decreto Legislativo relativa all'offerta pubblica di acquisto obbligatoria promossa sulle azioni ordinarie della Montedison S.p.A. inviata dalla Italenergia S.p.A. in data 16 luglio 2001; Visti i documenti di offerta come da ultimo modificati in data 17 luglio 2001; Considerato che: l'offerta pubblica d'acquisto delle azioni della Montedison e quella consequenziale riguardante le azioni della Edison sono state promosse da Italenergia a norma dell'art. 106, commi 1 e 3, del citato Decreto, in conseguenza dell'acquisto di una partecipazione superiore al trenta per cento nel capitale di società con azioni quotate e sono perciò rese obbligatorie dalla legge; l'acquisto che determina l'obbligo di offerta è da ritenersi regolarmente effettuato salvo eventuale accertamento contrario, non di competenza della Consob; non sono risultati elementi probatori atti a dimostrare l'esistenza fra gli azionisti di Italenergia di patti parasociali previsti dall'art. 122 del citato Decreto, non potendo per tali intendersi la preliminare ricerca della disponibilità al reciproco consenso che necessariamente precede qualsiasi formale stipulazione contrattuale; nel caso di specie, l'uso della forma societaria per la realizzazione di finalità perseguite dai soci, non può rendere direttamente imputabile ai soci medesimi le attività negoziali compiute dalla società dotata di autonoma personalità giuridica e non consente di considerare la società stessa come un mero schermo privo di realtà giuridica; il prezzo proposto dall'offerente per l'acquisto delle azioni Montedison risulta superiore a quello calcolato tenendo conto degli acquisti compiuti direttamente dai soci di Italenergia nei dodici mesi precedenti; per tale ragione, non si rendono necessari ulteriori approfondimenti circa la eventualità che le particolari modalità seguite con il ricorso allo strumento societario possano essere considerate elusive di quanto previsto dall'art. 106, comma 2, del Decreto citato; le inesattezze, pur presenti nel primo comunicato d'offerta in ordine all'entità del capitale sociale di Italenergia, riguardavano un elemento solo secondariamente interessante per i destinatari di un'offerta d'acquisto (per i quali rileva prioritariamente l'informazione sull'emittente, sul prezzo e sulle garanzie di pagamento) e che tali inesattezze sono state adeguatamente rettificate nei documenti d'offerta e debitamente rese note al mercato; - per quanto riguarda l'applicabilità del Decreto Legge n. 192/2001, il diritto di voto della partecipazione di Edf in Italenergia nella misura superiore al 2 per cento deve considerarsi sospeso in seguito all'autorizzazione già rilasciata a Edison Gas S.p.A., mentre l'estensione di tale sospensione al voto di Italenergia in Montedison richiede che sia verificato un rapporto di collegamento di Edf in Italenergia ex articolo 2359, ultimo comma, codice civile; allo stato, mancando la presunzione derivante da una partecipazione pari ad almeno il 20 per cento del capitale ordinario, non si rinvengono, sulla base della documentazione agli atti, altri elementi dai quali poter dedurre un'"influenza notevole" di Edf; precisamente, non si riscontra la presenza di rapporti contrattuali o di patti di sindacato tra gli azionisti di Italenergia, volti ad attribuire ai soci poteri ulteriori rispetto a quelli esercitabili in base alla partecipazione posseduta, nè la presenza di clausole statutarie riguardanti l'elezione degli amministratori o comunque idonee ad accrescere l'influenza dei diritti di voto di cui dispone Edf, peraltro già limitati per effetto del Decreto Legge n. 192/2001. Appare inoltre insufficiente, per configurare un'influenza notevole, la circostanza che uno solo degli amministratori di Italenergia, su sette di cui è composto il Consiglio di Amministrazione, ricopre anche la carica amministrativa in EDF Italia S.p.A.. Delibera: I documenti relativi alle offerte su azioni ordinarie Montedison S.p.A. e Edison S.p.A., trasmessi in data 2 luglio 2001 e modificati da ultimo in data 17 luglio, possono essere pubblicati con le seguenti informazioni integrative. Punto B. 1 (Soggetto Offerente), al paragrafo "Azionisti": - al penultimo capoverso, dopo la parola "pertanto" inserire le parole "allo stato"; - in calce al paragrafo, dopo l'ultimo capoverso, inserire la seguente frase: "Ai fini della sospensione del diritto di voto di Edf in Italenergia, la Consob ritiene che il presupposto del rilascio di un provvedimento concessorio e autorizzativo sia già - sussistente in virtù del provvedimento di autorizzazione rilasciato a Edison Gas S.p.A. in data 5 giugno 2001 con efficacia dal 1° luglio al 30 settembre 2001". Punto C.5 ("Autorizzazioni"), nel paragrafo "Comunicazioni Antitrust": - dopo il secondo capoverso inserire la seguente frase: "Su richiesta della Consob si comunica che, qualora la Commissione Europea ritenga che sussistano quei presupposti e decida di aprire un'istruttoria, potrebbero trovare applicazione le disposizioni di cui al Regolamento del Consiglio Europeo n. 4064/89 e, in particolare, potrebbero essere adottati i provvedimenti di cui agli artt. 7 e 8"; - nel terzo capoverso, specificare che l'"Autorità" citata è l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Avvertenze e Punto G.4 ("Offerta residuale, esercizio del diritto di acquisto e relative ragioni"): - riportare gli estremi delle delibere con le quali la Consob, su proposta della Borsa Italiana S.p.A., ha individuato le maggiori soglie rilevanti ai fini dell'OPA residuale, sia per Montedison sia per Edison, ai sensi dell'art. 50 del Regolamento n. 11971/99 e successive modifiche. Il periodo di adesione relativo all'offerta Montedison, peraltro, non potrà avere inizio prima che venga fornita alla Consob l'attestazione del rilascio della garanzia relativa all'importo supplementare di Euro 210.135.112.

ENEL: CONCLUSO IL PRIMO ROUND DI RILANCI PER ELETTROGEN
Roma, 18 luglio 2001 - Sulla base delle offerte economiche ricevute in data odierna, Enel ha selezionato i tre potenziali acquirenti che hanno presentato le offerte più elevate. I soggetti ammessi alla successiva fase di rilanci sono: il consorzio Edison - Sondel; il consorzio Endesa - Bsch - Asm Brescia; il consorzio Italpower. Le nuove offerte sono attese per venerdì 20 luglio.

OLIVETTI: CONCLUSA CON SUCCESSO L'EMISSIONE DI OBBLIGAZIONI PER 800 MLN DI EURO ORDINI PER OLTRE IL DOPPIO DELL'OFFERTA
Ivrea, 19 luglio 2001 Olivetti comunica che si è conclusa con successo la sottoscrizione dell'emissione di obbligazioni annunciata ieri per la quale sono stati riaperti due prestiti obbligazionari. In funzione dell'ampia domanda ricevuta - gli ordini registrati sono stati più del doppio dell'importo iniziale previsto di 500 milioni di euro - Olivetti ha deciso di incrementare l'offerta fino ad un ammontare totale di 800 milioni di euro. Tale importo è stato ripartito in due tranche: 450 milioni di euro ad incremento dell'emissione obbligazionaria "Olivetti International Finance NV 5 3/8 % 1999-2004" di originari 4,5 miliardi di euro (elevato a 4,95 miliardi di euro); 350 milioni di euro ad incremento dell'emissione obbligazionaria "Olivetti International Finance NV 6 1/8 % 1999-2009" di originari 1,75 miliardi di euro (elevato a 2,1 miliardi di euro). Il prezzo di re-offer è stato fissato in: 99,695% per la tranche di 450 milioni di euro con scadenza nel 2004 pari ad un rendimento di 153 punti base sopra il benchmark francese Btan 3,50% luglio 2004; 94,956% per la tranche di 350 milioni di euro con scadenza nel 2009 pari ad un rendimento di 248 punti base sopra il benchmark tedesco Bund 4,50% luglio 2009. I due prestiti obbligazionari godono delle misure di protezione del credito, in conseguenza delle quali le cedole sono attualmente incrementate dello 0,45%. L'operazione è stata guidata da Lehman Brothers in qualità di Lead Manager e book runner e da Mediobanca in qualità di Senior Co-lead Manager.

DOWJONES NEWSWIRES POTENZIA IL PROPRIO SITO
Londra, 19 luglio 2001 - Dow Jones Newswires, l'agenzia stampa di Dow Jones, lancia una versione più ricca di dowjones.com, sito Internet per abbonamento, diffuso in tutto il mondo.
www.dowjonesnews.com navigabile unicamente tramite password, contiene tutte le notizie di Dow Jones Newswires, accessibile in passato solo via terminale. Dow Jones Newswires annuncia una nuova veste grafica , nuovi prodotti e nuovi contenuti, tra cui: La possibilità di personalizzare il lay-out di molte aree del sito, incluso un menù personalizzato di filtri e shortcut. Un motore di ricerca avanzato basato su una combinazione completamente flessibile di icone, codici per categorie e parole chiave, che utilizza il metodo di ricerca Boleana, dando la possibilità agli utenti di selezionare più parole chiave e di escluderne altre (ad es: A1 e A3, e non A2) Indici azionari, quotazioni di borsa di Stati Uniti e Canada e tabelle interattive. Una vasta gamme di nuovi servizi di aiuto in linea, tra cui le Faq e una navigazione guidata. Un codice di ricerca per filtrare le notizie del Dow Jones Newswires e di The Wall Street Journal. Un frame aggiornato in tempo reale, con le ultime notizie da "Market Talk", commenti esclusivi di Dow Jones Newswires, su ciò che accade e perché nei diversi settori dell'economia. La nuova versione di Dowjones.com è il risultato della sintesi tra Dow Jones Newswires International, e i siti nord americani: dowjonesnews.com e djnewsplus.com, ospitato in un server all'avanguardia nei propri data-center di Londra. In precedenza i siti erano ospitati in facility separate a Londra e in Virginia. Oltre agli aggiornamenti al sito, Dow Jones Newswires sta testando con un numero di clienti selezionati un sistema per la distribuzione di contenuti a siti Web clienti in tutta Europa ed Asia. Questo nuovo servizio sarà operativo al termine di questa estate. Michael Bergmeijer, Vice President International Sales e Marketing, Dow Jones Newswires ha dichiarato: "La distribuzione via Internet dei nostri contenuti è diventata elemento fondamentale per la crescita del nostro business in questi ultimi anni. Più di 4 milioni di utenti in tutto il mondo hanno accesso alle notizie selezionate di Dow Jones Newswires via Internet." Bergmeijer ha poi aggiunto: "Le migliorie al sito e il nuovo server ci permettono di offrire ai nostri clienti un sito più veloce e di più agevole consultazione. Questo ci permette, inoltre, di offrire una migliore infrastruttura Internet, al fine di poter rispondere alla necessità sempre crescente dei nostri partner."

CHAMPION EUROPE SPA : GOLD ECONOMY SENZA LA NEW ECONOMY
Milano, 19 luglio 2001 - Nel 2001 Sara Lee Corporation, multinazionale proprietaria di Champion a livello mondiale dal 1989, vende il marchio per i territori Europa, Africa e Medio Oriente; Sauro Mambrini, amministratore delegato di Champion Italia, con una importante operazione finanziaria supportato da Rolo banca e Abn Amro, acquista il marchio, creando Champion Europe SpA. Nato nel lotano 1919 a Rochester nello stato di New York, con il nome di Knickerbocker Knitting Company, azienda produttrice di maglie fondata dai fratelli Feinbloom. Champion è uno dei marchi sportivi più famosi e riconosciuti al mondo. L'identità del marchio affonda le proprie radici nei campus americani, dove le attività sportive erano e sono parte integrante della vita dello studente.Simbolo di autenticità e passione, Champion si contraddistingue per la qualità dei propri prodotti e per le innovazioni che ha introdotto nell'abbigliamento sportivo negli ultimi decenni. Dopo la fornitura alla Wetworth Military Academy all'inizio degli anni '30, vennero i campus americani: le felpe dei fratelli Feinbloom divennero richiestissime, per la praticità del materiale (l'utilizzo del cotone invece della lana fu una grande innovazione, che rendeva il prodotto più pratico, leggero e di facile manutenzione). La cura nella qualità e le grandi idee dei fondatori, coadiuvati dagli atleti dei college, i cui preziosi consigli diedero impulso al rinnovamento, hanno permesso al marchio di giocare un ruolo primario nella produzione mondiale di abbigliamento sportivo. La famosa Reverse Weave fleece, brevetto esclusivo Champion del 1938, la sweatshirt con il cappuccio, le stampe dei numeri sulle maglie da gara, le t.shirts reversibili, le maglie in nylon mesh da basket sono solo alcune delle "creazioni" Champion L'azienda prese il nome di Champion Products nel 1967, rafforzando la crescente scalata del marchio e divenne una public company l'anno successivo. Inizialmente il prodotto era distribuito attraverso i bookstores delle università, le società sportive e i department stores. Successivamente l'azienda allargò la distribuzione attraverso il dettaglio e cominciò a firmare accordi di licenza entrando sul mercato europeo e giapponese. A sua volta Champion Products fu acquistata da Sara Lee Corporation nel 1989 e negli anni successivi iniziò il progetto di rafforzamento globale del marchio, anche attraverso l'acquisizione dei più importanti licenziatari. Champion Italia fu acquistata nel 1993. Gli accordi con le leghe professionistiche e le squadre, la presenza importante alle Olimpiadi, generarono una grande esposizione del marchio verso il consumatore finale, dando impulso a nuove categorie e nuovi canali distributivi. Il marchio Champion vede il suo punto di forza nell'appeal della propria immagine di prodotto vero e autentico, di grande qualità. Champion ha sviluppato le sue sponsorizzazioni nell'ambito del basket, sport di chiara origine americana. Dal mitico Dream Team delle Olimpiadi di Barcellona 92 all'Nba, di cui Champion è Official Apparel Supplier, alle Nazionali italiane di basket, sono numerose le squadre di altissimo livello che vestono Champion. Il percorso sportivo di Champion si è diversificato nel corso degli anni, andando a coprire altre discipline sportive, dalla pallavolo, all'atletica, dalla scherma al calcio, dove Champion è presente come sponsor e fornitore di abbigliamento tecnico del Parma Calcio e delle Scuole Calcio ad esso affiliate. Inoltre, attraverso la divisione Champion Team Uniforms fornisce le divise tecniche da gara ed allenamento ad oltre 2500 società sportive suddivise nelle più diverse discipline. Dal 1979, a Campogalliano, in provincia di Modena, ha sede Champion Italia. Azienda in costante espansione, è diventata un modello per tutta l'Europa, con un fatturato che copre il 55% di tutto il mercato europeo: i fattori del successo sono Forte brand equity; Credibilità e visibilità nel mercato sportivo; Design innovativo e visible quality; Sviluppo di nuove categorie di prodotto; Distribuzione selezionata multi-canale; Elevato controllo del network company e franchising; Oltre 20 anni di investimenti in comunicazione e promozione; Heritage americano e autenticità. Nel 1993 Sara Lee Corporation acquista il marchio Champion in Italia (la multinazionale è proprietaria del marchio americano worldwide dal 1989 ) Grandi sfide, grandi obiettivi: oggi Champion italia ha 110 dipendenti, un fatturato di 250 miliardi e distribuisce i suoi prodotti attraverso: 2466 punti vendita, 6 company shops (i flagship stores a Milano, Firenze e Venezia), 49 franchisees in Italia e 15 nell'Europa dell'Est, 73 concept shops in Italia e 9 nell'Europa dell'Est. Oggi il il Consiglio di Amministrazione di Champion Europe SpA è composto da l Presidente e Amministratore Delegato Sauro Mambrini dai Consiglieri Roberto Mazzoni; Gigetto Furlotti; Lori Malipiero; Johan Bjurstrom; Chief Financial Officer Enrico Vernetti Prot. Il gruppo Champion Europe SpA conta 400 dipendenti, di cui 110 tra Campogalliano in provincia di Modena presso Champion Italia e 43 a Firenze, nella sede del design, sviluppo prodotto e sourcing europeo all'interno della quale vengono disegnati i circa mille nuovi prodotti che verranno immessi sul mercato ogni anno. IL 67.5% del capitale fa capo a Mambrini e ad altri pochi manager che a breve dovrebbero diventare circa una ventina, il 13% appartiene ad un fondo chiuso di Rolo Banca ed il rimanente 19,5 ad un fondo Abn Amro. L'area del business di Champion Europa copre 125 nazioni che comprendono tutta Europa, Medio Oriente e Africa, per un totale di circa due miliardi di consumatori. Per una ragione strategica la direzione Marketing è stata concentrata in Italia. .Nel frattempo la debolezza dell'euro ha fatto cambiare programmi all'azienda che a causa dei maggiori costi ha riportato, dal medio oriente, buona parte della sua produzione in Europa. Nel frattempo si è diversificata ed oggi il 20% delle vendite riguardano il comparto donna ed il 13% la linea bambino. Nella composizione del fatturano un 5% va anche attribuito anche al settore della calzatura. Il modello di business sul quale poggia l'attuale realta' distributiva fa perno su 3 gruppi che fanno riferimento alle aree: Europa dell' Est, Nord Europa e Italia e resto d'Europa. Il fatturato che nel 2001 (chiusura al 30 giugno) è stato di 130 milioni di Euro in crescita rispetto ai 122 del 2000. Infine, per quanto riguarda gli sviluppi futuri sul web non vi sono programmi in merito, ma solo delle attente osservazioni che verranno tenuta nella dovuta considerazione qualora vi fossero degli sviluppi imprevisti. Insomma niente Internet per Champion Europa Spa. E per quanto riguarda la quotazione in borsa Mambrini non si sbilancia con un mai dire mai.

MARR (GRUPPO CREMONINI): ACQUISITA GELOFOOD, AZIENDA SPECIALIZZATA NELLA DISTRIBUZIONE AL CATERING DI PRODOTTI ITTICI
Milano, 19 luglio 2001 - Marr, società del Gruppo Cremonini, e leader nel settore della commercializzazione e distribuzione al foodservice di prodotti alimentari, ha formalizzato oggi l'acquisizione di Gelofood s.r.l., azienda specializzata nella distribuzione al catering di prodotti ittici congelati e surgelati, con sede a Carasco (Genova). L'acquisizione consentirà a Marr di rafforzarsi nel mercato della Riviera di Levante, rispondendo all'obiettivo di presidiare al meglio la Liguria, regione di importanza strategica per la forte presenza turistico alberghiera, proseguendo nell'opera già iniziata con l'acquisizione, nel maggio 1999, di Sanremomare. Con l'acquisizione di Gelofood, che ha fatto registrare nel 2000 un fatturato di circa 13 miliardi di lire, diventano 18 i centri di distribuzione di Marr in Italia gestiti direttamente o tramite società operative interamente controllate. Il valore dell'operazione è stato pari a 1,3 miliardi di lire comprendenti avviamento, attrezzature e marchi. Vincenzo Cremonini, Amministratore Delegato della Cremonini Spa, ha commentato" Con questa nuova acquisizione prosegue la strategia di Marr tesa ad una crescita non solo per linee interne - nei primi tre mesi del 2001 l'azienda ha fatto registrare una aumento del fatturato del 10,3 % rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente - ma anche a svolgere il ruolo di catalizzatore di operatori indipendenti locali che coprono aree del territorio italiano ritenute strategiche per lo sviluppo stesso di Marr". Gelofood dispone di un magazzino coperto di circa 3000 mq dotato di una cella a bassa temperatura da circa 2000 posti pallets, di altri magazzini adibiti allo stoccaggio oltre ad aree di lavorazione a temperatura controllata e distribuisce prevalentemente prodotti ittici surgelati e congelati a operatori della ristorazione e grossisti. Marr commercializza e distribuisce prodotti alimentari agli operatori della ristorazione attraverso una rete logistico-distributiva unica in Italia, costituita di 18 centri di distribuzione dislocati in tutto il territorio nazionale e da 5 cash & carry e un'organizzazione di 365 agenti coordinati da 40 area manager con un parco di 300 automezzi. L'azienda, leader assoluto in Italia nella commercializzazione / distribuzione al foodservice di prodotti alimentari, rifornisce circa 30.000 clienti (ristoranti, catene alberghiere, fast food, pizzerie, mense aziendali, scuole, ospedali e istituzioni pubbliche) con una gamma completa di 10.000 prodotti (tra cui carne, pesce, prodotti conservati e secchi, salumi e latticini, ortofrutta), effettuando le consegne entro 24 ore dalla ricezione dell'ordine (12 ore per i prodotti freschissimi). La società ha chiuso il 2000 con un fatturato consolidato di 1061 miliardi di lire (547,7 milioni di Euro), in crescita del 4,3% rispetto ai 1.017 miliardi (525,4 milioni di Euro) dell'anno precedente.

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