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ENI CONSOLIDA LA PROPRIA PRESENZA IN NIGERIA: AVVIATI PROGETTI PER LA GENERAZIONE ELETTRICA E L'ACQUISTO DI GAS NATURALE LIQUEFATTO. L'AMMINISTRATORE DELEGATO VITTORIO MINCATO INCONTRA IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA OLASEGUN OBASANJO Abuja, 30 agosto 2001 -L'Amministratore Delegato dell'Eni, Vittorio Mincato, ha incontrato nel palazzo presidenziale di Abuja il Presidente della Repubblica nigeriana, Olasegun Obasanjo, con il quale ha esaminato le numerose iniziative dell'Eni nel Paese, sia nel settore dell'esplorazione e produzione di idrocarburi, sia nell'ambito degli importanti progetti sociali realizzati dall'Eni nel Paese, quali opere agricole e sanitarie. Nello stesso giorno l'Amministratore Delegato dell'Eni ha firmato al Ministero del Power and Steel l'accordo per la costruzione di una centrale elettrica da 450 MegaWatt alimentata da gas naturale. Alla cerimonia di firma erano presenti il Ministro per l'Energia e l'Industria O. Agagu, il Presidente della compagnia di stato nigeriano Nnpc J.G. Obaseki, il Presidente della compagnia elettrica di stato Nepa senatore L. Imoke, e il Direttore Generale della Divisione Agip Stefano Cao. La nuova centrale elettrica sarà ubicata nella zona di Kwale nel delta del Niger e consentirà di assicurare la continuità della fornitura di elettricità nella zona meridionale del Paese, fornendo l'alimentazione al nodo elettrico di Onitcha attraverso una nuova linea aerea da 330.000 volt che fa parte del progetto. L'accordo segna l'inizio di una nuova importante fase nel settore energetico nigeriano: la costruzione della centrale elettrica consentirà infatti l'utilizzo razionale del gas creando valore, occupazione e riducendo le emissioni gassose nell'ambiente (in linea con l'obiettivo Zero Gas Flaring del Governo nigeriano). La Naoc (Nigerian Agip Oil Company), affiliata dell'Eni in Nigeria, e operatore della Joint-Venture che vede la partecipazione della Nnpc (compagnia di stato nigeriana) e dell'americana Phillips, realizzerà la centrale in circa 30 mesi, con un investimento complessivo di 312 milioni di dollari Usa. L'Amministratore Delegato dell'Eni, Vittorio Mincato, ha espresso "profonda soddisfazione per la realizzazione di un progetto che premia la strategia di crescita dell'Eni e che è di grande importanza per lo sviluppo economico del Paese. Sarà così garantita la fornitura continuativa e sicura di elettricità nella parte sud del Paese così bisognosa di energia, oltre all'utilizzo e alla valorizzazione del gas associato alla produzione di olio." A questo rilevante progetto sociale si unisce l'accordo preliminare recentemente stipulato dall'Eni con la compagnia Nigeria Lng Limited per l'acquisto di 20 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto in 20 anni, che Eni commercializzerà nella Penisola Iberica a partire dal 2005, quando entreranno in produzione due nuovi treni (il quarto e il quinto) dell'impianto di liquefazione. La firma del contratto definitivo di compravendita è programmata entro la fine dell'anno. Gli accordi, oltre a consolidare la presenza dell'Eni in Nigeria, consentono di accrescere ulteriormente il ruolo della Compagnia italiana nel mercato del gas in Europa aumentando i volumi commercializzati, secondo il programma di crescita all'estero dell'attività gas dell'Eni, e diversificando ulteriormente le fonti di approvvigionamento. In particolare viene rafforzata la presenza nella Penisola Iberica, uno dei mercati europei a maggior sviluppo, al quale l'Eni guarda con attenzione. ENI: QUARTA SCOPERTA DI IDROCARBURI NEL 2001 NELLE ACQUE PROFONDE DEL GOLFO DEL MESSICO (USA) San Donato Milanese, 30 agosto 2001 - Una nuova scoperta di idrocarburi è stata effettuata nel campo "Trident" nel quale l'Eni, attraverso la consociata Agip Petroleum, detiene una partecipazione insieme ai partner Unocal Corp., Chevron, Ocean Energy e Phillips Petroleum. Il campo è ubicato a 300 chilometri al largo delle coste del Texas nel Golfo del Messico. Il pozzo situato ad una profondità d'acqua di 2.953 metri, ha incontrato più di 90 metri di livelli mineralizzati e le valutazioni tecniche preliminari indicano la presenza di olio di buona qualità. Un pozzo di delimitazione di questa scoperta verrà perforato nel 2002. Questo e' il quarto successo dell'Eni nel Golfo del Messico nel 2001. Nella precedente scoperta di "Champlain" l'Eni ha aumentato la sua partecipazione dal 25% al 50% insieme a Texaco (operatore) con il rimanente 50%. Il nuovo pozzo di delimitazione ha consentito di aumentare la consistenza del giacimento stesso. E' stata infine effettuata una scoperta di gas naturale nel campo di "Bass Lite", 35 chilometri a Sud-Est di Champlain. Questi successi esplorativi consolidano la strategia di crescita dell'Eni nelle acque profonde del Golfo del Messico dove, oltre a condurre un massiccio programma esplorativo, ha acquisito quote di produzione in campi ubicati in acque profonde. Questo è il risultato delle importanti alleanze esplorative con Exxon-Mobil e con Texaco e dei campi produttivi acquisiti dalla British Borneo lo scorso anno. LE SFIDE DEL CAMBIAMENTO TECNOLOGICO E LE PROSPETTIVE DELLE PMI Dublino, 31 agosto 2001 - "Enterprise Odyssey 2001", il seminario annuale delle piccole imprese europee (Esbs) che si terrà a Dublino (Irlanda) dal 12 al 14 settembre, esaminerà le sfide poste dall'innovazione tecnologica alle piccole e medie imprese (Pmi) in Europa ed in altre regioni. Durante il seminario verrà analizzato il ruolo delle organizzazioni, delle istituzioni didattiche e di altri enti promotori dello sviluppo delle Pmi. Imprenditori e manager di piccole e medie imprese, accademici e tutti coloro che forniscono supporto e servizi per lo sviluppo delle aziende discuteranno le innovazioni tecnologiche, esamineranno il legame tra tecnologia, cultura ed impresa, al fine di individuare le misure necessarie per il pieno sviluppo delle aziende. Infolink: http://www.dit.ie/esbs2001 (*) IL CONSORZIO EUREKA SVILUPPA UN SOFTWARE PER LA PREVENZIONE DELLE INONDAZIONI Bruxelles, 31 agosto 2001 - Mentre le inondazioni continuano a fare vittime in Polonia, causando gravi danni alle infrastrutture e alle abitazioni, un progetto di Eureka sta muovendo i primi passi per mettere a punto un software specifico di prevenzione. Questo progetto triennale, denominato RisUrSim, coinvolge responsabili municipali della gestione delle acque, progettisti locali, esperti di assicurazioni e matematici norvegesi e tedeschi, ed è finanziato dal ministero federale tedesco dell'Istruzione e della Ricerca, in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche norvegese. Il progetto si concentrerà su quattro aspetti problematici: efficienza e sovraccarico della reti fognarie, comprese possibili vie di deflusso in superficie; quantità e qualità dei danni; progetti per la costruzione di nuove zone residenziali adiacenti alla rete fognaria esistente e per il rinnovo di intere sezioni del sistema; questioni assicurative. Le soluzioni saranno formulate mediante un modello di simulazione, combinando i più recenti risultati della matematica e delle tecnologie dell'informazione (Ti) con i metodi ingegneristici. Il progetto punta a sviluppare un sistema gestionale assistito da computer. Uno strumento come il Sistema d'informazione geografica (Sig) consentirà ai progettisti di analizzare e prevedere i livelli dell'acqua, nonché la direzione del deflusso in superficie sulle strade, lungo i bordi dei marciapiedi e nei condotti di drenaggio. "Il software RisUrSim è composto da tre moduli", ha spiegato il direttore del progetto, Dr Klaus-Peter Nieschulz dell'Istituto Fraunhofer Itwm per la matematica scientifica e tecnica. "Applicando equazioni differenziali parziali, creiamo una simulazione che prevede, con una certa approssimazione, le modalità e i punti in cui l'acqua defluisce all'interno delle città. Il flusso e la portata della rete fognaria vengono calcolati mediante equazioni che si basano sull'acqua bassa. Infine, una "funzione del danno" stima i costi che ne conseguono, prendendo in considerazione il livello raggiunto dall'acqua dal pianterreno fino al primo piano". Questo progetto arriva proprio al momento giusto, dopo le recenti inondazioni lungo la Vistola in Polonia, che sono già costate la vita a 25 persone. Il 31 luglio, Günter Verheugen, commissario europeo per l'Allargamento, ha proposto di stanziare altri 15 milioni di euro della sovvenzione Phare per l'adesione all'Ue, destinandoli a un programma di ricostruzione postalluvione in Polonia. Il commissario Verheugen ha dichiarato il suo sostegno all'idea di riprogrammare alcuni progetti in corso rivolti alle regioni colpite. "Queste azioni costituiscono un'altra dimostrazione tangibile della nostra solidarietà verso il popolo polacco", ha affermato il commissario Verheugen. "Esamineremo, assieme al governo, le modalità con cui fornire la nostra assistenza alle comunità locali maggiormente colpite". Per ulteriori informazioni sul progetto rivolgersi a: Dr Klaus-Pieter Nieschulz Tel: +49-631-2054001 Fax: +49-631-2054447 E-mail: nieschulz@itwm.fhg.de (*) STUDENTI ITALIANI RICEVONO UN RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE PER LA RICERCA, SANCITO AL CONCORSO INTERNAZIONALE STOCKHOLM JUNIOR WATER PRIZE Stoccolma, Svezia, 31 agosto 2001 - Davide Berra, Michela Cavenago ed Elisa Adriana Muzzo di Milano, Italia, hanno ricevuto per la loro ricerca il riconoscimento conferito nell'ambito dello Stockholm Junior Water Prize. Lo Stockholm Junior Water Prize, premio e concorso istituiti dalla Stockholm Water Foundation e sponsorizzati al livello mondiale dall'azienda statunitense di tecnologia ed engineering ITT Industries, Inc. e' stato ideato per stimolare l'interesse dei giovani sui problemi ambientali legati all'acqua a livello regionale, nazionale ed internazionale. Ora al suo quinto anniversario, il premio e' il massimo riconoscimento per studenti delle scuole superiori che hanno contribuito alla conservazione ed al miglioramento dell'acqua grazie a studi di ricerca approfonditi. Il progetto, che aveva gia' vinto il premio nazionale, si intitolava ''Rischio di tracimazione''. Gli studenti hanno valutato il potenziale impatto ambientale ed economico di una eventuale alluvione nella regione del fiume Lambro, identificando misure preventive per limitarne i rischi. Il comitato dello Stockholm Junior Water Prize ha definito il lavoro ''un eccellente contributo alla scienza contemporanea.'' I vincitori del premio conferito quest'anno- Johan Nilvebrant, Magnus Isacson e Rasmus Oman, Svezia - sono stati premiati per la ricerca da loro effettuata sulla rimozione degli ioni metallici dalle soluzioni alcaline. Durante la cerimonia che li ha visti insigniti del riconoscimento hanno ricevuto una scultura in cristallo ed una borsa di studio. ''Il progetto di Davide, Michela ed Elisa ha dimostrato chiaramente che i giovani possono giocare un ruolo determinante nella risoluzione dei problemi ambientali'', ha dichiarato Thomas R. Martin, Senior Vice President, Director, Corporate Relations, di Itt Industries. ''In questi cinque anni in cui abbiamo sponsorizzato il Premio abbiamo visto oltre 200 finalisti nazionali provenienti da ogni angolo del mondo offrire soluzioni a problemi complessi quali la contaminazione delle scorte di acqua potabile e gli effetti dell'inquinamento sulla natura.'' Secondo Johan Rockstrom, presidente dello Stockholm International Water Institute, ''Non mi sento di esagerare nel dichiarare che lo Stockholm Junior Water Prize si e' imposto come 'il Campionato mondiale' per la ricerca idrica da parte dei giovani.'' Continua: ''Questo e' un grande successo, ma soprattutto, rappresenta il modo di colmare una grossa lacuna. Purtroppo sono molto poche le occasioni per riconoscere la superiorita' di alcuni contributi agli studi sull'acqua, la nostra risorsa naturale piu' preziosa e piu' limitata.'' I finalisti per il premio provenivano da Argentina, Australia, Canada, Cile,Danimarca, Estonia, Israele, Italia, Lituania, Messico, Nigeria, Norvegia, Polonia, Sudafrica, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. Infolink: http://www.siwi.org SCIENZIATI DELL'UE RIVELANO LA SEQUENZA GENETICA DI UN BATTERIO AZOTOFISSATORE Bruxelles, 31 agosto 2001 - Scienziati europei, canadesi e statunitensi pubblicheranno oggi la sequenza genetica completa del batterio azotofissatore "sinorhizobium meliloti". Questa scoperta, ottenuta con l'ausilio di finanziamenti per 2.442.000 euro stanziati nell'ambito del programma "Biotecnologia" del quarto programma quadro, consente una migliore comprensione del modo in cui i batteri fissano l'azoto atmosferico e lo cedono alle piante. A lungo termine, potrebbe aiutare gli scienziati a scoprire come rendere le piante capaci di svolgere autonomamente questa funzione di fissazione dell'azoto, eliminando la necessità di ricorrere ai fertilizzanti azotati. Il commissario europeo della Ricerca Philippe Busquin ha dichiarato: "Questo progetto dimostra il contributo della biotecnologia moderna alla risoluzione di alcuni dei nostri problemi ecologici attuali, la cui natura impone di affrontarli a livello europeo. La ricerca sovvenzionata dall'Ue offre gli strumenti ed il quadro generale per aiutare la scienza europea ad innovare con maggiore facilità e rapidità". Il coordinatore del progetto Francis Galibert, dell'Università di Rennes (Francia), ha dichiarato: "Questo lavoro è importante a causa della natura del batterio analizzato e del suo ruolo nel mondo vivente. Il progetto, intrapreso in Europa, dimostra altresì quanto siano utili le sovvenzioni europee: nel caso specifico hanno consentito a laboratori diversi di costituire una rete. Mi auguro che l'Europa continuerà a sostenere il sequenziamento di piccoli genomi d'interesse biotecnologico". L'azoto è un elemento essenziale per la crescita delle piante, ricavato dagli ioni di ammonio forniti dai fertilizzanti azotati o dall'assorbimento naturale dell'azoto contenuto nell'atmosfera. Oltre 80 milioni di tonnellate di fertilizzanti azotati sono state prodotte l'anno scorso, per un valore di mercato superiore a 15 miliardi di euro. Tuttavia i fertilizzanti azotati forniscono solo il 30 per cento dell'assorbimento totale di azoto da parte delle piante. Il resto viene ottenuto da processi naturali quali la simbiosi esistente tra le piante ed un gruppo di batteri del genere "rhizobium". I batteri trasformano l'azoto atmosferico in ioni di ammonio che possono essere assorbiti facilmente dalle piante. Gli ioni residui così creati sono rilasciati nel terreno, contribuendo ad arricchirlo e ricostituirlo. Una migliore comprensione di questa forma di simbiosi naturale è quindi essenziale per lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile e rispettosa dell'ambiente. Il batterio "sinorhizobium meliloti" è un microrganismo simbiotico che appartiene al genere "rhizobium", associato a molte specie di piante importanti per la gestione dei suoli e delle colture, quali l'erba medica (medicago sativa). È anche simile dal punto di vista biologico ad alcuni agenti patogeni vegetali ed animali. La ricerca ha scoperto che il S. meliloti contiene una quantità relativamente alta di materiale genetico, che è suddiviso in tre parti: una sezione più grande che è il cromosoma e due parti più piccole denominate megaplasmidi. Per il 60 per cento dei geni identificati, gli scienziati sono stati in grado di ipotizzare le relative funzioni biologiche, in attesa di verifiche successive, grazie alla comparazione delle sequenze di geni con quelle di altri microrganismi. I risultati suggeriscono che il cromosoma controlla le funzioni principali della cellula, mentre la costruzione delle membrane del batterio e la fissazione dell'azoto sono svolte ciascuna da uno dei due megaplasmidi. Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare la funzione del restante 40 per cento dei geni identificati nel batterio. Al progetto hanno partecipato team di scienziati di Rennes e Castanet-Tolosan (Francia), Gembloux e Lovanio Nuova (Belgio), Costanza e Bielefeld (Germania), nonché team dell'Ontario (Canada) e di Stanford (Stati Uniti). Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Francis Galibert, Université de Rennes, France, Tel.: +33 2 99336216/ +33 6 08247243, Fax: +33 2 99336200 , E-mail: francis.galibert@univ-rennes1.fr ; Ati Vassarotti , Programma "Qualità della vita", Direzione generale della Ricerca, Tel.: +32 2 2958309, Fax: +32 2 2991860, E-mail: alessio.vassarotti@cec.eu.int ; Michel Claessens, Unità Informazione e comunicazione, Direzione generale della Ricerca, Tel.: +32 2 2959971, Fax: +32 2 2958220, E-mail: michel.claessens@cec.eu.int (*) NUOVA FASE DI SVILUPPO DEL PROGETTO SULL'ENERGIA DA FUSIONE Bruxelles, 31 agosto 2001 - I rappresentanti della Commissione europea si sono incontrati con gli altri membri direttivi di Iter, uno studio volto allo sviluppo dell'energia da fusione termonucleare, in seguito al completamento della fase di progettazione tecnica del progetto. Nel corso dei dibattiti, l'assemblea ha deciso che è ora giunto il momento di dare inizio alla fase successiva. Iter è un progetto internazionale di sviluppo e ricerca in materia di fusione, che intende dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica dell'energia da fusione destinata a fini pacifici. Il consorzio svilupperà il primo dispositivo per la produzione di energia termica da fusione presso una centrale commerciale. Il Consiglio Iter ha stabilito che, alla luce delle crescenti pressioni a livello mondiale sulle risorse energetiche e delle preoccupazioni ambientali globali, questo è il momento più opportuno per fare il prossimo passo verso lo sviluppo dell'energia da fusione. Sono attualmente in corso lavori volti a determinare gli adeguamenti tecnici specifici dei potenziali siti. Decisi tali adeguamenti, e una volta che i partecipanti a Iter avranno dato in garanzia i fondi necessari, inizierà la fase di costruzione, che si prevede durerà dieci anni. A questa farà seguito una fase operativa, la cui durata sarà di circa vent'anni. Infolink: http://www.iter.org (*) LE AZIENDE LOMBARDE SBARCANO IN GIAPPONE Milano, 31 agosto 2001. Il ciclo di eventi organizzati dalla "Fondazione Italia in Giappone", a partire dal marzo 2001 fino al luglio 2002, per la promozione del Made in Italy nel Paese del Sol Levante, culmineranno in un momento fieristico di grande importanza che prende il nome di "Italia-Matsuri". Alla sua seconda edizione, dopo l'ottimo esordio a Tokyo nella primavera 2001 con ben 200.000 visitatori complessivi, la prossima manifestazione, che si svolgerà invece ad Osaka dal 2 al 6 maggio 2002, vedrà la realizzazione di un intero padiglione italiano nella suddetta Fiera Internazionale, una delle più importanti di tutto il Giappone, con la partecipazione di oltre 60 paesi ed un'affluenza di pubblico prevista di oltre 300.000 persone. Ancora una volta l'Associazione Lombarda Consorzi Export - ALCE, grazie ai contributi del Ministero del Commercio con l'Estero, di Regione Lombardia e della Provincia di Pavia, parteciperà con un consistente e qualificato numero di aziende lombarde, in rappresentanza dei beni di consumo e strumentali; la stessa possibilità di presentare i prodotti e le imprese lombarde, sia nel corso della I edizione di "Italia-Matsuri", che in cospicui finanziamenti riconosciuti a copertura dei costi espositivi e di allestimento degli spazi prescelti (circa il 70% del costo complessivo). "Italia Expo 2001", svoltasi sempre a Tokyo dal 27 al 29 giugno u.s., è stata garantita dai L'intento è pertanto quello di consolidare i buoni risultati ottenuti nel corso delle due precedenti manifestazioni fieristiche, nonché di trovare ulteriori canali di penetrazione in un paese che gode di un così elevato potere d'acquisto e dimostra una così particolare sensibilità per i prodotti italiani; inoltre, gli usi e le consuetudini commerciali che caratterizzano le trattative e gli affari oltreoceano impongono, per l'affermazione e la conquista di certe quote di mercato, una presenza ed una partecipazione continue. Infolink: http://www.alceservizi.it LA GIBSON, DUNN & CRUTCHER LLP ANNUNCIA LA PROPRIA ESPANSIONE IN GERMANIA Parigi, 31 agosto 2001 - La Gibson, Dunn & Crutcher Llp ha annunciato l'intenzione di ampliare, nel prossimo futuro, la sua presenza a livello Europeo grazie all'apertura della sede di Monaco. Quattro partner provenienti dalla piu' famosa azienda tedesca, la Beiten Burkhardt Mittl & Wegener, formeranno il punto centrale delle operazioni tedesche della Gibson Dunn: Christoph Hoebbel, Christoph Kuhmann e Benno Schwarz punteranno la loro attenzione sulle transazioni, sulle fusioni e sulle acquisizioni in Germania e a livello internazionale; Michael Walther si concentrera' sulla tecnologia dell'informazione e sulle pubblicazioni antitrust. ''La Germania e' il terzo paese economico del mondo ed e' il cuore dell'Unione Europea, e vi e' una crescente domanda di servizi in questo mercato da parte dei nostri clienti,'' ha affermato il Socio Gerente della Gibson Dunn, Wesley G. Howell. ''Abbiamo scelto Monaco a causa della sua grande crescita economica raggiunta negli anni, e per le opportunita' che questa presenta. Una delle nostre aree di pratica piu' forti e' rappresentata dalle transazioni aziendali complesse sia per aziende tradizionali che hi-tech. Siamo entusiasti riguardo alle prospettive in questo mercato e prevediamo un'espansione sostanziale delle nostre attivita' oltre confine.'' ''Christoph Hoebbel, Christoph Kuhmann, Benno Schwarz e Michael Walther sono avvocati importanti che hanno lavorato insieme per anni,'' ha affermato Bernard Grinspan, Presidente delle Operazioni Europee della Gibson Dunn e Capo delle sedi di Parigi e di Londra. ''Abbiamo lavorato insieme su un numero sostanziale di casi per clienti importanti, e grazie alle nostre precedenti collaborazioni siamo fiduciosi di avere un'integrazione senza problemi. Questi avvocati miglioreranno notevolmente le pratiche internazionali della Gibson Dunn.'' Gibson Dunn ha accresciuto la sua presenza nel Regno Unito grazie alla recente rilocazione dei suoi uffici nella storica Telephone House, e continua a reclutare preminenti avvocati del Regno Unito che entreranno a far parte del gruppo di avvocati negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Lo staff della sede di Parigi e' multilingue, e svolge servizi di consulenza sulla legge Francese, comunitaria e statunitense e tratta transazioni, fusioni, acquisizioni aziendali complesse e alleanze oltre confini. Sotto la leadership di Grinspan, entrambi gli uffici hanno gestito diversi casi internazionali d'alto livello, tra cui quello della Schlumberger Limited, della Marriott International, della Tyco International e della Investcorp. Infolink: http://www.gibsondunn.com IL GRUPPO INFERENTIA DNM ANNUNCIA UNA CRESCITA RECORD NEL PRIMO SEMESTRE E SI PROPONE, PER IL 2001, DI MANTENERE UN TASSO DI CRESCITA DI ALMENO IL 50% Milano, 31 agosto 2001 - Con un fatturato semestrale aggregato (tra Inferentia e Dnm) consolidato 2001 di oltre 60 miliardi di lire, che rappresenta una crescita di oltre 66% rispetto allo stesso periodo del 2000, il Gruppo ha confermato pienamente i propri obiettivi di crescita sia in termini economici che strutturali. In particolare la contrazione del mercato, che ha colpito in modo significativo la maggior parte dei gruppi concorrenti, non ha impedito la crescita organica pianificata. Ad un anno dalla quotazione in Borsa di Inferentia e a cinque mesi dall'annuncio dell'integrazione fra Inferentia e Dnm, i positivi risultati economici raggiunti e l'espansione internazionale oggi comunicata confermano i punti di forza del Gruppo: concretezza del piano industriale; expertise tecnologica distintiva (sia front che back end); solida struttura finanziaria garantita dal forte impegno di un gruppo di investitori strategici. Questi asset, supportati da un management motivato e autorevole, sono garanzia per la crescita sostenibile e profittevole del Gruppo nel futuro. La controllata francese che prenderà il nome di Fullsix, marchio con il quale è già operativa oltre che in Francia, in Gran Bretagna ed Olanda e, con prossima espansione, in Spagna e Portogallo, ha registrato un fatturato pro-forma di 14 milioni di € nel 2000 e di circa 4,3 milioni di € nel primo trimestre 2001. Dal momento della sua costituzione, nel 1997, ad oggi, la società ha sempre prodotto margini positivi. I dettagli dell'operazione Fullsix contemplano l'acquisizione del 60% della società dal gruppo Grey ad un prezzo di 4,6 milioni di € con pagamento per cassa, oltre a un earn-out legato ai risultati per gli esercizi 2001 e 2002 per un massimo di 1,2 milioni di Euro entro il 2003. Inferentia Dnm sostituirà inoltre Grey nel finanziamento di circa 6 milioni di € erogato alla società. In merito al restante 40% del pacchetto azionario - di cui il 10% resterà di proprietà di Grey mentre il 30% sarà detenuto dal management - esso verrà convertito in azioni Inferentia Dnm entro la fine del 2003 attraverso un meccanismo di put e call. Il rapporto di concambio verrà calcolato sulla base di una formula che terrà conto sia della capitalizzazione e dei multipli di quotazione del gruppo Inferentia Dnm che dei risultati conseguiti dalla partecipata. "Il management di Fullsix ha dimostrato forti capacità imprenditoriali e significative affinità organizzative e culturali con il nostro gruppo: questi sono i fattori che hanno reso l'integrazione naturale oltre che strategica. Con questa acquisizione Inferentia Dnm, a un anno dalla data della quotazione, consegue gli obiettivi di posizionamento ed espansione internazionale che si era proposta" - ha dichiarato Enrico Gasperini futuro Ceo di Inferentia Dnm. "Inferentia Dnm continua a crescere e a conquistare nuove quote di mercato. Grazie all'acquisizione di Grey Interactive France/ Fullsix saremo in grado di proporre ai nostri clienti un'offerta integrata di servizi e un'eccellente qualità di delivery con approccio e copertura internazionali. Inoltre, siamo convinti che le sinergie relative al know-how e al portafoglio clienti ci consentiranno di conseguire tassi di crescita superiori alla media nel prossimo futuro" - sostiene Adrio de Carolis, futuro Presidente di Inferentia Dnm INFERENTIA DNM ACQUISISCE GREY INTERACTIVE FRANCE/FULLSIX, E CREA UN LEADER EUROPEO DI CONSULENZA INTERATTIVA Parigi, 31 agosto 2001 - Inferentia Dnm, Grey Global Group e Grey Interactive France/FullSIX, hanno siglato un accordo in virtù del quale la società italiana a gestione pubblica con ruolo leader nella consulenza interattiva ha acquisito una quota di maggioranza in Grey Interactive France e nella sua rete europea, Fullsix . A fronte di tale acquisizione, Grey Global Group ha percepito un corrispettivo in denaro e conserva in Gif/ Fullsix una partecipazione di minoranza Le attività di Gif/ Fullsix andranno ad integrarsi con quelle di Inferentia Dnm (il processo di fusione è attualmente in corso), e saranno gestite con il nome di Inferentia Dnm in Italia, e Fullsix nel resto dell'Europa. Per la nuova società così costituita, si prevedono introiti superiori a 64 milioni di Euro con un organico di oltre 700 persone distribuite tra Italia, Francia, Regno Unito, Benelux, Spagna, Portogallo e Grecia. L'operazione è intesa a costituire un leader europeo di consulenza interattiva, la cui attività sia focalizzata sulla fornitura di soluzioni integrate per progetti di e-business complessi e innovativi. Enrico Gasperini, Ceo del nuovo gruppo Inferentia Dnm, afferma: "Con Fullsix , abbiamo intrapreso un'azione decisiva per la nostra espansione a livello internazionale. Questo accordo rappresenta per noi un passo "chiave" verso il conseguimento della leadership in campo europeo. Abbiamo impiegato tutto il tempo occorrente per identificare i partner giusti, ossia i partner dotati di una visione imprenditoriale e industriale in armonia con la nostra e in grado di aiutarci a crescere con profitto e senza compromessi con la qualità o la strategia." Spiega Adrio de Carolis, presidente del nuovo gruppo Inferentia Dnm : "Il gruppo Inferentia Dnm emerge come uno dei pochi protagonisti stabili e ancora in crescita nella scena europea dei servizi interattivi. I vantaggi dell'acquisizione di Fullsix, in termini di importanza sul piano internazionale ed ampliamento della base clienti, sono in linea con la nostra capacità storica e distintiva di muoverci con risolutezza alla conquista di nuove opportunità, quali quelle generate dalla diffusione pervasiva e capillare dell'informatica e della tecnologia dell'informazione basata sul Web. Marco Tinelli, Ceo di Gif/ Fullsix, dichiara: "Condividiamo con il management di Inferentia Dnm l'ambizione di creare una figura leader nel campo dell'interattività. L'accordo non mira semplicemente all'aggregazione delle entrate, bensì alla costituzione di un nuovo settore industriale per la fornitura di servizi di consulenza e implementazione a clienti di primaria importanza per le loro strategie di e-business. È sorprendente come Inferentia Dnm e Fullsix abbiano entrambe raggiunto la leadership del mercato attraverso visioni e strategie molto simili. Ora, la nostra sfida è rivolta all'integrazione ed espansione comune." Sostiene Edward H Meyer, presidente e direttore generale (Ceo) di Grey Global Group: "Grey ha ceduto la propria posizione di preminenza nel settore, in quanto desidera focalizzare le proprie attività interattive sull'e-marketing di front-end, i servizi mediatici e il Crm, vale a dire sugli aspetti dell'e-business che riguardano le esigenze della base clienti di Grey. Per contro, Gif ha esteso la propria offerta di servizi oltre i confini di questa gamma per abbracciare un insieme più ampio di attività nei settori dell'e-technology ed e-consulting che in molti casi non sono di interesse per Grey. La soluzione più logica era permettere a Gif di esprimersi in un ambiente capace di supportare il suo ampio ventaglio di attività nel campo dell'e-technology." CHL:IN FORTE CRESCITA, NEI PRIMI SEI MESI DELL'ANNO, TUTTI GLI INDICATORI DEL SITO Milano, 31 agosto 2001 - La principale piattaforma di e-commerce italiana, www.chl.it, archivia un primo semestre in crescita, evidenziando importanti incrementi di tutti i principali indicatori del proprio sito. Chl, punto di riferimento nel mercato e-commerce B2C e nella gestione di soluzioni di e-business B2B, ha infatti raggiunto un numero di utenti registrati pari a circa 650.000 unità, in crescita di oltre il 40% rispetto alle persone registrate al 30/6/2000. I clienti totali che hanno effettuato acquisti sul sito di Chl superano le 212.000 unità, evidenziando un incremento del 40% rispetto al dato dello stesso periodo dell'anno scorso. Il numero delle pagine viste e' pari in media a circa 750.000 al giorno. Anche il numero dei visitatori testimonia come Chl consolidi il suo ruolo di brandname di riferimento per il commercio online in Italia, con oltre 35.000 visitatori unici al giorno. La vetrina virtuale di Chl espone, alla fine del semestre, oltre 3'000 prodotti di 77 marchi diversi. "Chl ha chiuso un nuovo semestre online in crescita, uno sviluppo che ci ha visto confermare la nostra leadership assoluta come portale verticale in Italia - ha affermato Stefano Bargagni, Fondatore e Presidente di Chl -. Ancor di più possiamo affermare oggi di essere il vero punto di riferimento su Internet per tutti coloro che decidono di acquistare dei prodotti online. Questo nostro primato ci permette di proporci alle aziende che desiderano fare e-business come fornitore di soluzioni per l'e-commerce, offrendo loro la nostra esperienza e la nostra piattaforma come soluzione per le loro esigenze di commercio online". INDAGINE: TECNOLOGIA INFORMATIA TELECOMUNICAZIONI E PICCCOLE E MEDIE IMPRESE Milano, 31 agosto 2001 - E' stata svolta di recente un' indagine che ha avuto come target imprenditori e titolari di piccole e medie imprese per un complessivo di 287 imprenditori di tutto il territorio nazionale Suddivisi nelle tre aree: Nord: (Valle D'Aosta-Piemonte-Liguria-Lombardia-Trentino-Friuli Venezia Giulia-Veneto-Emilia Romagna); Centro: (Toscana-Marche-lazio-Umbria; Sud e isole: (Molise-Campania-Basilicata-Puglia-Calabria-Sicilia e Sardegna). Di seguito sono riportate le domande con le relative risposte e percentuali. Ritiene che l'innovazione legata alla tecnologia informatica e alle telecomunicazioni possa contribuire a migliorare la Sua azienda? Dipende 31% Sì abbastanza 29% Sì assolutamente 23% Non risponde 9% Per nulla 8% Secondo lei quali sono i maggiori vantaggi che possono portare nella Sua azienda i servizi ITC e TLC più innovativi? La possibilità di accedere più velocemente alle informazioni 18% Competitività 16% Efficienza 15% Altro/non so 14% Abbattimento dei costi e delle spese 12% Apertura su nuovi mercati 11% Fatturato 7% Un incremento della produttività 7% Secondo Lei quali sono i servizi ITC/TLC che consentiranno alla Sua azienda di ottenere un vantaggio competitivo? (possibile più di una risposta) Integrazione dei sistemi 26% Connessioni sempre più sicure 21% Accesso a Internet sempre più veloce 17% Applicativi e gestionali sempre più aggiornati 16% Gestione ottimale degli archivi 13% Servizi voce sempre più evoluti 11% Altro/non so 11% Si tiene informato sulle innovazioni e sulle nuove possibilità offerte dai servizi di ITC e di TLC? Dipende 49% Sì 27% No 17% Non risponde 7% Quali sono i mezzi con cui si tiene informato? (possibile più di una risposta) Giornali e riviste 52% Colleghi e amici 45% Radio 38% Convegni e fiere 29% Pubblicità 23% Tecnici interni all'azienda 19% Altro/non so 15% Riviste tecniche e specializzate 14% Televisione 11% Siti Internet 9% Chi è, nella Sua azienda, che si occupa della scelta dei servizi collegati all'innovazione tecnologica (ITC e TLC)? (possibile più di una risposta) I miei assistenti 28% Io stesso 24% Il direttore marketing 20% Dipende 19% Un consulente esterno 11% Un tecnico interno 9% Altri/non so 3% Nella Sua azienda, per le scelte legate allo sviluppo tecnologico, ci si basa su fornitori abituali o si esplora il mercato in cerca di novità? Ogni volta si fa un confronto tra i vecchi fornitori e ciò che il mercato offre 31% Siamo sempre alla ricerca di nuovi fornitori, soprattutto nel campo delle nuove tecnologie 27% Normalmente ci si rivolge a fornitori già conosciuti 22% Siamo propensi a differenziare la scelta a seconda delle nuove esigenze 15% Altro/non so 5% Quali sono gli elementi che nella Sua azienda vengono presi in considerazione per la scelta di un fornitore di servizi di Itc e di Tlc? Possibilità di affidare tutti i servizi ad un solo gestore 26% Rapporto tra offerta e prezzo della stessa 21% Localizzazione territoriale 17% Dimensione del fornitore dei servizi 13% La notorietà e l'esperienza del fornitore 11% La pubblicità 8% Altro/non so 4% Cosa chiede a chi le offre servizi di TLC e Itc? (possibile più di una risposta) Servizio completo 28% Offerte competitive 46% Flessibilità e personalizzazione delle offerte 42% Gestione completa, anche dal punto di vista dell'assistenza 35% Di poter avere un unico referente per tutti i servizi 26% Un continuo aggiornamento 21% Possibilità di avere dei servizi in outsourcing 19% Altro/non so 13% Quali difficoltà incontra approcciandosi al settore dell'Itc e delle Tlc? (possibile più di una risposta) Mancanza di professionalità adeguate a tutti i livelli 28% Alti costi iniziali 23% Difficoltà nel capire quali servizi siano necessari alla Mia azienda 21% Rapidità con cui i prodotti tecnologici diventano obsoleti 17% Mancanza di chiarezza e rigidità delle offerte 15% La presenza di troppi referenti diversi con cui rapportarsi 14% Altro/non so 9% Difficoltà nell'adeguarmi alle nuove tecnologie 6% Lei ha mai sentito parlare di Asp (Application Service Povider)? Si 43% No 35% Non risponde 22% Lei è più propenso ad acquistare e "tenere in casa" i servizi legati all'Itc e alle Tlc o ad "affidarli in esterno"? Dipende dal tipo di servizio 41% Affittarli 29% Acquistarli 24% Non saprei 6% Perché ritiene che per la Sua azienda sia meglio "averli in casa"? (per chi ha risposto che preferisce acquistare tali servizi - possibile più di una risposta) Per poterli adattare al meglio alle esigenze della Mia azienda 18% Per poter avere tutto all'interno dell'azienda, sotto controllo 67% Perché mi fido solo di prodotti che sono di mia proprietà 58% Per avere la certezza della sicurezza dei dati 45% Per non dipendere da altri 39% Per avere la certezza della spesa 31% Perché sono convinto che convenga dal punto di vista economico 23% Per un discorso di filosofia aziendale 15% Altro/non so 12% Perché ritiene che per la Sua azienda sia meglio "affidarli all'esterno"? (per chi ha risposto che preferisce affittare tali servizi - possibile più di una risposta) Per non dover creare nuove infrastrutture all'interno dell'Azienda 39% Per poter diluire nel tempo l'investimento 33% Per non dovermi occupare anche della manutenzione 26% Per poter avere un prodotto sempre aggiornato 23% Perché preferisco affidare in outsourcing questo tipo di servizi 19% Altro/non so 14% Sa dovesse decidere di "affidare in esterno" alcuni servizi, su quali punterebbe? Il gestionale e i pacchetti applicativi 19% La connettività e le infrastrutture 16% Mantenimento del sito e gestione del database 15% Tutto ciò che concerne la creazione e la gestione della rete dati e voce 14% I server 13% Tutte quelle attività legate a Internet e all'e-business 12% Altro/non so 11% Quali sono, secondo Lei, gli "strumenti" che consentiranno alla Sua azienda di crescere nel prossimo periodo? (possibile più di una risposta) Una diminuzione del costo del lavoro 32% Una diminuzione della pressione fiscale sulle imprese 26% Investimenti in Itc e Tlc 21% Maggior flessibilità 20% L'associazionismo 17% Un miglioramento delle infrastrutture 16% Altro/non so 13% Maggiore formazione 7% ACCORDO TRA ENAV, TELESPAZIO E ALENIA MARCONI SYSTEM PER IL SISTEMA DI NAVIGAZIONE SATELLITARE Roma, 31 agosto 2001 - Enav SpA e Telespazio (Gruppo Telecom Italia) hanno siglato un accordo industriale di importanza strategica per lo sviluppo di servizi basati sulle tecnologie e infrastrutture satellitari del futuro sistema di navigazione satellitare europeo Galileo. A tale iniziativa consortile ha aderito anche la componente italiana di Alenia Marconi System, con l'intento di creare un raggruppamento pilota a livello nazionale aperto ad eventuali ulteriori partecipazioni di soggetti industriali qualificati. I soci fondatori intendono consolidare, attraverso tale iniziativa, un'attività che ha già portato nel passato al successo dei programmi Stenav 1, Stenav 2 e "Mediterranean Free Flight", tutti propedeutici all'utilizzo delle infrastrutture terrestri e satellitari del sistema Galileo. Per l'Enav tale accordo s'inquadra nel già avviato processo di internazionalizzazione delle attività connesse ai servizi di propria competenza; per Telespazio comporta l'ulteriore sviluppo delle proprie capacità nei servizi a valore aggiunto e nella realizzazione e gestione dei sistemi satellitari; per Alenia Marconi System tutto ciò consentirà un rinnovato impegno nello sviluppo e realizzazione dei nuovi sistemi di controllo del traffico aereo con le nuove tecnologie satellitari e nei settori legati alle diverse mobilità. L'iniziativa, che prevede un investimento iniziale minimo di 100 miliardi, pone l'Italia in una posizione rilevante rispetto al contesto europeo, tale da consentire un ruolo sicuramente di rilievo rispetto agli altri paesi. RAPPORTO ANNUALE CESC-VIASAT SUI FURTI D'AUTO IL PRIMO "SONDAGGIO NAZIONALE SUI FURTI D'AUTO" CESC-VIASAT-AON NIKOLS: L'OPINIONE DELLE VITTIME, LE STRATEGIE DI CONTRASTO IN UN'ORIGINALE PUBBLICAZIONE Roma, 31 agosto - L'automobile resta una delle prede più ambite dai ladri, sia che agiscano individualmente sia per conto della criminalità organizzata per rifornire il fiorente mercato clandestino, nazionale ed internazionale. Lo scorso anno in Italia sono 'sparite' 222.872 automobili, ben 610 veicoli il giorno. Ogni ora 25 automobili hanno cambiato proprietario; ogni due minuti è 'scomparsa' una vettura. Il consueto "Rapporto Annuale sui Furti d'Auto in Italia", elaborato da Viasat e realizzato dal Cesc - Centro Europeo Studi Criminologici su dati ufficiali, registra per il 2000 non solo una flessione del 15,5% dei furti denunciati rispetto al 1999 (quando furono 263.493), ma anche un aumento dei veicoli poi recuperati grazie all'intensificazione dell'azione delle Forze dell'Ordine ma anche ai nuovi e più efficaci sistemi di protezione, in particolare quelli satellitari di localizzazione. L'anno scorso sono state ritrovate ben 123.727 auto, vale a dire il 55,5% di quelle sottratte, rispetto al 52,82% recuperato nel '99, quando ne vennero rinvenute 139.895, ed al 53,74% del '98. Il 'giro d'affari' dei furti andati a buon fine ha sfiorato i 10 mila miliardi di lire. "La tendenza alla diminuzione dei furti nel 2000 è stata registrata, seppure con diverse percentuali, in tutta Italia, con la sola eccezione della Sardegna e dell' Umbria", ha detto il dott. Massimo Giusio, criminologo e direttore scientifico del Cesc. Ma i dati continuano ad essere pesanti, soprattutto per le vittime che, secondo gli esperti interpellati, "subiscono un forte impatto per il furto", "restano spesso traumatizzate", "rischiano la depressione", soprattutto quando sono gli anziani a subire il ladrocinio, se non addirittura "equivalere ad un lutto". Insomma, il furto dell'auto non è solo un danno patrimoniale, ma implica rilevanti conseguenze umane, pesanti anche in termini sociali. "Secondo la Relazione Generale Annuale del Cesc, le Regioni in vetta alla classifica per questo tipo di reati", ha affermato l'ing. Pierluigi Leone, amministratore delegato di Viasat, "sono la Lombardia, con 43.019 furti (il 21,1% in meno rispetto al '99), la Campania (42.894), il Lazio (41.226), la Puglia (22.942), la Sicilia (17.775), il Piemonte (16.214). Nel Veneto, invece, è elevatissima la percentuale di recuperi : ben 4.401 su 5.365 furti, mentre la Sardegna e l'Umbria si connotano per essere le uniche regioni in cui il fenomeno è in ripresa, con 4.656 casi la prima e 1.135 la seconda ". Tra le province più a rischio, in testa resta Roma (con 38.304 furti), seguita da Napoli (31.009), Milano (30.575), Bari (22.942) e Torino (con 12.860 furti). E poi ci sono le "isole felici": le realtà regionali a minor rischio sono la Valle d'Aosta (73 furti e ben 49 recuperi), il Molise (227), la Basilicata (498), il Trentino-Alto Adige (458); tra quelle provinciali, Belluno (30 furti), Isernia (57), Sondrio (70), Gorizia (77 furti, ben 92 i recuperi in seguito al ritrovamento di auto rubate negli anni precedenti). Per quanto riguarda i camion, la flessione è più contenuta, con una situazione costante che si pone tra i 5.000 ed i 5.200 furti l'anno da un quinquennio. Sensibilmente diversa la situazione per i motocicli, con un notevole aumento nel 2000: 18.368 furti denunciati sino al 15 dicembre scorso, rispetto al '99, quando erano stati 16.714, ed al '98 (13.862). "L'esame statistico criminologico generale dei dati definitivi del 2000, valutato diacronicamente rispetto all'andamento quantitativo dei furti d'auto in Italia nell'ultimo trentennio", ha spiegato Giusio, "rivela come le cifre relative al 2000 siano le più basse in assoluto dal 1988, anno in cui, però, il parco auto nazionale era intorno ai 25,2 milioni, ben 7 milioni circa meno di oggi, quando le automobili in circolazione sono circa 32,5 milioni. Si mantiene, invece, sostanzialmente stabile il numero di furti di camion, e cresce invece, in modo significativo, il furto di motocicli". Secondo il direttore del Cesc, l'analisi delle cause della tendenza negativa del numero dei furti d'auto "si colloca intorno ad un triplice ordine di riflessioni: a) ottimizzazione e sostanziale successo dei programmi di miglioramento delle modalità operative, delle tecniche di investigazione e di prevenzione e di una più costante ed efficace razionalizzazione del controllo del territorio da parte delle Forze dell'Ordine, che riescono, peraltro, a sventarne una quota significativa prima della consumazione; b) una maggiore evoluzione tecnologico-scientifica dei sistemi antifurto ed in particolar modo di quelli di localizzazione satellitare; c) una generale crescita delle strategie di contrasto e di prevenzione con una maggiore collaborazione ed una tempestività di segnalazione anche da parte dei cittadini. Si pensi, per esempio, all'intensificazione dell'uso del telefono cellulare". Inoltre, ha aggiunto Giusio, "è radicalmente mutato, nell'ultimo decennio, il profilo strutturale del mercato ricettatorio, sia delle intere auto che dei pezzi di ricambio, sia nell'ipotesi di furti destinati all'esportazione illecita del veicolo, più rilevante per le auto di lusso o di grossa cilindrata, per le quali la percentuale di ritrovamenti è nettamente inferiore". Va rilevato che sul grande numero dei furti d'auto in Italia continua tuttavia a pesare un elemento che nessuna tecnologia può inibire: la sbadataggine e la negligenza umana. "Dai quotidiani rapporti della nostra centrale operativa h24 abbiamo constatato che sono ancora molte, troppe, le automobili 'consegnate' ai ladri", ha ammesso Leone. Ossia, "lasciate disinvoltamente ed incautamente in sosta davanti all'edicola, al bar, al tabaccaio ed anche parcheggiate sotto casa o in garage con le chiavi inserite nel quadro. Un boccone troppo ghiotto per tutti". Insomma, ha aggiunto Leone, "scontata l'utilità delle tecnologie più sofisticate e di quelle satellitari, è comunque sempre necessario che gli automobilisti adottino comportamenti più attenti, più responsabili e siano meno distratti, se non addirittura involontari complici di chi fa la posta alla loro automobile". In ordine alle auto più rubate, si è consolidata una sorta di "classifica" che vede, ai primi posti (in termini assoluti) le Fiat Uno, le Autobianchi Y10, le Fiat Punto, le Fiat 500, le Fiat Panda e le Fiat Tipo. Sul totale delle auto rubate, circa 1 su 5 è proprio una Fiat Uno. In termini, invece, di percentuali di furti sul circolante, ai primi posti la Mercedes 600 (1 su 5 è oggetto di furto), le BMW serie 8, quelle serie 7, le Fiat Bravo e Brava, cui seguono Jaguar e Ferrari. - RAFFRONTO TRA LE AUTO RUBATE E RECUPERATE NEGLI ANNI 1999 E 2000
Fonte: CESC . VIASAT
VIASAT IL DOPO FURTO - L'OPINIONE DI PSICOLOGI ED ESPERTI PROFONDE LE IMPLICAZIONI SOCIALI E PSICOLOGICHE Roma, 31 agosto 2001 - Subire il furto dell'automobile può avere conseguenze non solo patrimoniali e logistiche, ma anche emozionali di notevole rilevanza. Lo sostengono senza mezze misure gli esperti - sociologi, psicologi e neuropsichiatri - interpellati sul fenomeno. "Per alcuni l'auto è un vero e proprio culto e l'essere derubati equivale ad un lutto, come se venisse carpita la loro identità", ha detto il prof. Paolo Crepet, psichiatra, secondo il quale la sottrazione della vettura cambia l'atteggiamento delle vittime: "metteranno più antifurto, diventeranno più sospettosi, verrà meno la fiducia negli altri". Non solo, ma "dopo la rabbia iniziale, possono manifestarsi a poco a poco tratti di depressione". D'accordo anche il prof. Paolo De Nardis, preside della Facoltà di Sociologia de La Sapienza di Roma: "il furto d'auto sembra una situazione banale, irrisoria. Invece, ha grosse conseguenze. L'auto serve a razionalizzare le nostre quotidianità e le ripercussioni di un furto si riversano sull'intero nucleo familiare, sono più sociali che individuali". Anzi, rischiano di abbrutire le persone. De Nardis ricorre ad una pietra miliare della cinematografia nazionale per esemplificare: "la reazione analoga al furto d'auto la si trova, riportando le lancette indietro di oltre 50 anni, nel capolavoro di Vittorio De Sica "Ladri di biciclette". Nel film la bicicletta era mezzo di produzione, come l'automobile oggi, ed il suo furto provoca nel protagonista una patologia: da persona onesta diventa un delinquente. La "giustizia fai da te" non si esplica nel voler punire i ladri, ma nel rubare a sua volta le biciclette altrui". Il rilevante peso di questi eventi è stato sottolineato pure dal prof. Anselmo Zanalda, neuropsichiatra e in prima linea a Torino sul fronte della tutela delle vittime della criminalità urbana. Dopo aver detto della "sindrome da appiedamento", che colpisce chi ha patito il furto dei proprio veicolo ("mentre si guida si ha una sensazione di potenza nello spostamento; con il furto, invece, l'individuo si sente privato della sua capacità di spostarsi, prova un forte senso di abbandono, come un cavaliere che perde il proprio cavallo"), Zanalda ha detto che questi gesti di ordinaria microcriminalità "possono diventare un tormento, arrecare depressione e stati di profonda malinconia, difficilmente sanabili. Nelle persone anziane possono addirittura rompere un equilibrio e determinare un rapido invecchiamento". Non solo, "ma si può pensare alla giustizia sommaria". A tale proposito il neuropsichiatra ha ricordato che "nel Far West per il furto di un cavallo era prevista la pena di morte". A rimarcare una sinora sconosciuta fragilità della vittima del furto d'auto è anche il prof. Marco Strano, criminologo dell'Università Cattolica: "La persona che ha subito il furto della propria auto è come se fosse nuda in una piazza affollata. L'auto non è solo un mezzo di trasporto, ma rappresenta anche un luogo dell'intimità. È l'interfaccia con il mondo esterno; è un contenitore che separa l'automobilista dalla realtà esterna, che è ostile, e determina un attaccamento quasi placentale. Il furto, quindi, determina uno sconvolgimento dell'equilibrio quotidiano, aumentato da elementi come il confort e la tecnologia insiti nel veicolo (aria condizionata, vetri atermici, musica, etc.)", tanto che, prosegue Strano, "quando si è in auto non si percepisce l'ambiente esterno (olfatto, temperatura, etc.)". Insomma, "l'auto rappresenta un momento di protezione e di interfaccia con l'esterno. Il soggetto che sta all'interno di un'auto ha reazioni diverse da quando è fuori. Così l'auto ha il potere di determinare un orientamento psicologico. Per questo il furto può rappresentare un trauma. E chi non modifica questo comportamento all'esterno è un soggetto che esce dalla normalità ed entra in una sfera criminologica", ha concluso Strano. Da parte sua la prof. Chiara Saraceno, sociologa, non nasconde che chi subisce il furto dell'auto "ha momenti di crisi soggettiva, perché vive, anche se in maniera minore rispetto al furto in casa, un'intrusione nella propria vita". E a parte "la rabbia come sentimento principale", ha aggiunto, "da quel momento in poi vivrà con maggiore ansia il momento del parcheggio, si preoccuperà cioè del posto dove lascia la sua nuova auto, della sicurezza del luogo". La Chiesa guarda soprattutto al profilo umano del fenomeno dei "furti di auto". "è un evento che può avere nei suoi riflessi migliaia di interpretazioni, che dipendono soprattutto da condizioni economiche e psicologiche", ha detto mons. Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna ed uno dei più attenti analisti della società contemporanea. "Penso alla gravità che un fatto del genere può assumere nella vita di un italiano medio, di un operaio che guadagna poco più di un milione al mese, all'ultimo del mondo, ad un extracomunitario. Un furto dell'auto lo può far sentire come l'ultimo del mondo e farlo cadere in un pessimismo universale", ha affermato il presule. Infine, da un altro duplice osservatorio, quello della Napoli dell'arte di arrangiarsi ma anche quello tipico di chi non ha l'automobile, il fenomeno dei furti d'auto viene esorcizzato con un consiglio: "prendete il taxi". Luciano De Crescenzo, ingegnere ma soprattutto scrittore di successo, guarda infatti in modo distaccato al problema: "Io penso che se l'uomo derubato dell'auto è una persona intelligente, il fatto non può avere alcuna conseguenza particolare". De Crescenzo condanna chi pratica il culto della "quattruote": "Peggio per loro. In questo caso l'auto è una malattia. Il furto dell'auto è una cosa possibile, chi lo subisce potrà prendere l'autobus, oppure spostarsi in taxi! costa meno che mantenere un automobile. Se facciamo i conti, prendere il taxi per un intero anno conviene rispetto all'uso e al mantenimento dell'automobile. E poi il taxi è comodo, lo prendi e ti porta esattamente nel punto dove vuoi andare", conclude il noto scrittore. IL PRIMO "SONDAGGIO NAZIONALE SUI FURTI D'AUTO" CESC-VIASAT-AON NIKOLS L'OPINIONE DELLE VITTIME, LE STRATEGIE PER IL CONTRASTO Roma, 31 agosto 2001 - Per offrire un commento ponderato ed analitico sulla complessa realtà dei furti d'auto in Italia, com'è nella identità metodologica del Cesc, che è già alla settima iniziativa di ricerca analoga, si è avviata nel 2000 una importante radiografia nazionale del fenomeno, senza precedenti in Italia, con un "Sondaggio nazionale sui furti d'auto" (in collaborazione con Viasat e Aon Nikols), consistente in un questionario basato su 15 domande, cui hanno risposto 3.822 intervistati. In particolare, la ricerca ha rivelato aspetti significativi, molti prevedibili ed altri meno, come l'alta percentuale di vittime di furti d'auto che ritengono di essere state risarcite in modo inadeguato rispetto al valore effettivo dell'auto (61% degli interpellati), o di aver incontrato notevoli difficoltà burocratiche nell'espletamento della pratiche successive all'evento (48%). Interessante la sostanziale coincidenza, salvo alcuni elementi differenziali di marginale rilievo, tra il campione rilevato e le statistiche ufficiali sulle tipologie di auto numericamente più rubate, con il netto primato delle Fiat Uno e Punto, seguite da Golf, Bravo/a, Y10, etc. Significativo, tra l'altro, il dato del mutamento di atteggiamento per la sicurezza del veicolo dopo il furto, con una quota sostanziosa di intervistati, intorno al 30%, che accetta fatalisticamente l'eventualità di altri furti e non modifica o non installa impianti antifurto, ed un altro 30% circa che dichiara di avere sostituito il tipo di antifurto dopo l'evento delittuoso, con un orientamento prevalente per gli impianti a sirena ma un campione interessante, intorno al 6%, di impianti satellitari. Il 68% auspica un sostegno da parte dello Stato, diretto o indiretto (come, ad esempio, la detassazione), dei sistemi di antifurto tecnologicamente più avanzati. Inoltre va rilevato, per le sue implicazioni criminologiche, che il sondaggio mette in luce la vistosa attesa di risposte sanzionatorie e repressive più rigide ed incisive, che supera plebiscitariamente l'80% del campione testato. Tra costoro, spicca una netta tendenza alla richiesta di pene detentive più marcate ed effettive, ma anche una interessante quota orientata sulla prevenzione, come la richiesta di strade più illuminate, il rafforzamento dei controlli di polizia, ecc. I dati integrali, le caratteristiche del gruppo-campione, ed altri interessanti profili del fenomeno sia in chiave criminologica che giuridico-penale, sono pubblicati nel testo "Il problema dei furti di'auto in Italia" di Massimo Giusio, disponibile gratuitamente a richiesta di interessati, giornalisti, operatori del diritto, ricercatori ed enti, nei limiti di tiratura, presso la sede italiana del Cesc, anche via fax allo 011/488688. L'IDENTIKIT DEL "TOPO D'AUTO" COME CAMBIA UNA "PROFESSIONE": DA "MAESTRO" A DISPERATO, DA "SOLISTA" A PEDINA DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA Roma, 31 agosto 2001 - Maschio nel 90-95 per cento dei casi. Giovane, anche sotto i vent'anni, raramente sopra i quarantacinque. Spesso tossicodipendente e, quasi sempre, recidivo per lo stesso tipo di reati. Il ''topo d'auto'' non appartiene più né allo stereotipo del ''ladro gentiluomo'' né a quello del ''ladro maldestro''. La figura tipica del ladro di auto si è, negli ultimi dieci-vent'anni, radicalmente modificato. Salvo rare eccezioni, con veri e propri esperti in tecnologie antifurto e metodi di neutralizzazione disattivazione, il predatore delle quattro ruote sembra assumere sempre più le sembianze dello sbandato, del disperato, che con cacciavite e grimaldelli tenta, quasi mai arrendendosi dopo la prima condanna, di "arrangiare" economicamente un'esistenza marginale o, frequentemente, anche solo di rifornirsi di droga. L'identikit del ladro di automobili, insomma, oggi è distante anni luce dal cliché tradizionale, quello tramandatoci dalla letteratura e dalla cinematografia. Allora il "maestro" era sopra i 35 anni, aveva una sua dignità, un decoro e, soprattutto, agiva sulla base di un vero e proprio ''codice deontologico professionale'' per poter ottenere un più decente "stipendio" con cui mandare avanti una famiglia normale. Nel suo ambiente, allora, era considerato un ''professionista'', quasi un artista, che godeva di stima e di rispetto. Qualcuno arrivava ad identificarlo con un novello Robin Hood che toglieva i ricchi questo mezzo mobile di ostentazione del benessere per rimetterlo in un circolo più proletario. Il furto avveniva quasi sempre in modo scientifico, limitando al massimo i danni e selezionando bene non solo il veicolo da "espropriare" ma anche la vittima. Il tutto si svolgeva con uno stile da manuale, quasi come se il ''maestro'' avesse attorno, sulla scena del delitto, i suoi allievi cui impartire una lezione di tecnica. Alle spalle del ladro d'auto c'erano carrozzieri compiacenti e non - come ora - agguerrite organizzazioni criminali e mafiose che con i proventi del mercato clandestino delle auto rubate finanziano altre attività illecite e molto più "invasive", come il commercio di stupefacenti, la prostituzione, il traffico di clandestini. Ora non è più così. Sono poi moltissimi gli extracomunitari (meno, rispetto ad altri tipi di reato, i marocchini e tunisini; in misura più marcata albanesi e immigrati dell'Est, per l'esportazione dei veicoli rubati), che trovano in questa forma di delitto, specie nelle grandi realtà urbane, un modo rapido e, tutto sommato, non troppo rischioso, di tentare di raggranellare qualche milione da corrieri e ricettatori. Quasi mai, occorre ribadirlo, si va in carcere, anche dopo diverse condanne: è proverbiale, ed oramai tutt'altro che isolata, la notizia di ladri d'auto che dopo sette, otto sentenze, spesso patteggiate, di pochi mesi di pena virtuale e mai scontata, continuano ad ottenere la condizionale. E non è certo solo colpa dell'indulgenza di alcuni magistrati, ma delle maglie troppo larghe di una legislazione che consente, ai professionisti del grimaldello, di proseguire per anni nel loro nefasto percorso di furti senza mai vedere, nemmeno da lontano, l'ombra di una cella. A sentirli, questi ''topi d'auto'', alla sbarra, nelle loro risposte al giudice nel dibattimento penale, pare che i furti ''su commissione'' quasi non esistano: i difensori, nelle arringhe ormai rituali, riprodotte come prodotti in serie, parlano quasi sempre "bravata" o, per gli imputati più giovani, di "ragazzata", di esistenze difficili, di famiglie disgregate, di cause lontane e profonde, e quant'altro. Sembra difficile, però, che 222.872 furti denunciati nel 2000 non vedano una quota rilevante di mandanti, magari in rispettabili doppiopetto, segmentati in piccole e grandi organizzazioni criminali. Se l'anima di Cesare Lombroso potesse per un attimo resuscitare e studiare l'identikit del ladro d'auto del Terzo Millennio, forse non troverebbe troppe conferme delle sue estremistiche e discutibili teorie sulla riconoscibilità somatica e sulle stimmate anatomiche di questa "categoria professionale", ma certo rastrellerebbe un copioso repertorio di umanità disperata, afflitta, emarginata con alle spalle un vissuto di esistenze in cui, ad una improbabile predisposizione individuale, si accavalla il cocktail criminogeno della nostra società: ambienti frequentazioni, condizionamenti sociali. E, soprattutto, un vuoto assoluto di controspinte preventive fondate su un sistema penale serio e su sanzioni non solo impresse sulla carta, ma severe ed effettiva. Altrimenti, è inevitabile che, magari anche con qualche alto e basso il numero dei furti d'auto resti imponente, e che per dormire tranquilli non resti altro che affidarsi, come in altri settori, alle tecnologie più efficaci e sofisticate. Pagina 1 Pagina 2 Pagina 3 Pagina 4 Pagina 5
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