NOTIZIARIO
MARKETPRESS
NEWS
di
VENERDI'
7 SETTEMBRE 2001
pagina 1
La nostra vetrina dei
PRODOTTI
ARTIGIANALI
e' aperta... visitatela
Entrate nell'
AREA
DELLE NOVITA'
troverete esposti molti
prodotti interessanti
L'esposizione dei
PRODOTTI
PER IL LAVORO
è aperta visitatela
(* symbolcopyright c Comunitè
europee,2001 http://www.cordis.lu ) |
L'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI DI BORSA ITALIANA SPA APPROVA
MODIFICHE AL REGOLAMENTO DEI MERCATI NOMINATI TRE CONSIGLIERI DI
AMMINISTRAZIONE
Milano, 7 settembre 2001 -L'Assemblea degli Azionisti di Borsa Italiana,
nella riunione di ieri, ha approvato alcune modifiche al Regolamento dei
mercati e ha nominato tre nuovi Consiglieri di Amministrazione. Le modifiche
al Regolamento dei mercati, che verranno sottoposte all'approvazione della
Consob, riguardano: 1. disciplina dell'ammissione alla quotazione A)
disciplina dello sponsor Rafforzando l'attuale previsione che lo sponsor
debba essere membro della direzione del consorzio di collocamento, si
prevede che lo sponsor coincida con il capofila ("lead manager") di una
tranche dell'offerta (istituzionale o retail). Viene esteso l'obbligo di
comunicazione a Borsa Italiana di tutti i rapporti di natura creditizia tra
sponsor ed emittente e viene inserita la figura del co-sponsor in caso di:
partecipazioni superiori al 10% dello sponsor nell'emittente (a meno che
siano soggette a vincolo) o viceversa; rapporti di natura creditizia se
superiori al 33% dell'esposizione complessiva dell'emittente (calcolata sul
credito utilizzato) e se il rapporto di indebitamento è superiore a 0.5.
Viene inserita una norma in base alla quale la Borsa Italiana può richiedere
la nomina di un secondo sponsor in casi diversi da quelli previsti dai
criteri indicati, comunicandolo all'emittente entro 15 giorni dal giorno in
cui è stata completata la documentazione da allegare alla domanda. Si
estende l'obbligo dello sponsor di informare sulle responsabilità della
quotazione il Consiglio di Amministrazione e il collegio sindacale. B)
disciplina del lock-up nel nuovo mercato Si estende la possibilità di
applicare il vincolo anche ai soci divenuti tali prima di 12 mesi dalla
presentazione della domanda, tenendo conto della rilevanza e della natura
della partecipazione. Si introduce una possibilità di deroga per l'utilizzo
di una parte dei titoli sottoposti al vincolo di lock-up per operazioni di
prestito titoli, a condizione che la garanzia (collateral) sia sottoposta ad
un vincolo che la renda indisponibile al creditore. A. Ammissione alla
quotazione dei fondi aperti indicizzati - etf Si prevede la possibilità di
ammettere alla quotazione fondi aperti che replicano un indice (Exchange
traded funds). Tali strumenti finanziari saranno negoziati in un apposito
segmento del Mercato Telematico Azionario e dovranno essere riferiti a
indici noti e i cui valori siano disponibili al pubblico. B. Adozione del
Market Model Al fine di adeguare la microstruttura dei mercati Mta, Nuovo
Mercato, Mercato After Hours e Mercato Ristretto al Market Model europeo, si
modifica la disciplina delle modalità di negoziazione prevedendo le seguenti
funzionalità: introduzione dell'asta di chiusura; eliminazione del lotto
minimo di negoziazione, con l'estensione al Mta e al Mercato Ristretto della
possibilità di negoziare strumenti finanziari per qualunque quantitativo
(già prevista sul Nuovo Mercato). La modifica consentirà maggiore
flessibilità nelle decisioni di investimento da parte degli investitori
finali, in particolare quelli retail, il venir meno della necessità di
frequenti adeguamenti alla struttura dei lotti minimi in occasione di
interventi sul capitale delle società e una maggiore semplicità del
funzionamento della fase di apertura, attualmente disegnata in modo da
consentire l'accorpamento in lotti unitari di spezzature inserite per
l'esecuzione al prezzo di asta. estensione dell'anonimato del book di
negoziazione, cioè la non visibilità dei codici degli operatori che
immettono ordini, al Mta, al Tah e al Mercato Ristretto (anonimato pre-trade),
analogamente a quanto già avviene sul Nuovo Mercato; chiusura delle fasi di
pre-asta della seduta (apertura, chiusura, aste infragiornaliere) in un
momento determinato con un processo casuale all'interno dell'ultimo minuto
della fase stessa (random); introduzione delle proposte di negoziazione con
modalità di esecuzione "valide solo in asta di chiusura" e modifica della
disciplina delle proposte con quantità nascosta, prevedendo che alla
quantità visibile corrisponda un controvalore almeno pari ad un valore
minimo stabilito da Borsa Italiana nelle Istruzioni (10.000 euro);
introduzione del prezzo di controllo quale nuovo valore di riferimento per
il controllo automatico delle negoziazioni: il prezzo di controllo è pari al
prezzo di riferimento del giorno precedente in asta di apertura e al prezzo
di asta di apertura durante la negoziazione continua e in asta di chiusura.
Durante il Trading After Hours, il prezzo di controllo è pari al prezzo di
riferimento del giorno. A. Controparte Centrale Borsa Italiana intende
modificare la disciplina del sistema di garanzia dei contratti prevedendo la
sostituzione del Fondo di Garanzia dei Contratti con la Controparte
Centrale. A tal fine ha predisposto il proprio Regolamento all'adozione del
nuovo sistema di garanzia. In particolare il buon fine dei contratti
conclusi sui mercati di Borsa e sul Nuovo Mercato ed aventi ad oggetto
azioni, obbligazioni convertibili, warrant e quote di fondi chiusi verrà
garantito dalla Cassa di Compensazione e Garanzia - già clearing house dei
contratti conclusi sul mercato Idem - nel ruolo di Controparte Centrale. In
una prima fase di attuazione della nuova disciplina il Fondo di Garanzia dei
Contratti continuerà a garantire i contratti conclusi sul Mercato dei
Covered Warrant (Mcw) e sul Mercato dei Premi (Mpr). B. Modalita' di
negoziazione sul mercato idem Viene introdotta una disciplina degli obblighi
dei market maker differenziata non solo per tipologia di contratto, come
attualmente previsto, ma anche per tipologia degli obblighi di quotazione.
Si prevede la possibilità di assoggettare i market maker a due tipologie di
obblighi di quotazione: * obblighi di quotazione continuativa * obblighi di
rispondere a richieste di quotazione. A. Documenti contabili pro-forma I
documenti contabili pro-forma da consegnare nel caso in cui la società sia
di recente costituzione o abbia subito recentemente modifiche patrimoniali
sostanziali dovranno essere riferiti all'ultimo esercizio chiuso prima della
presentazione della domanda. Si prevede che, unitamente ai dati pro-forma,
sia prodotta una relazione della società di revisione contenente un giudizio
sulla ragionevolezza delle ipotesi di base per la redazione dei dati
pro-forma, sulla corretta applicazione della metodologia utilizzata nonché
sulla correttezza dei principi contabili. B. Nomina Consiglieri L'Assemblea
degli Azionisti di Borsa Italiana ha nominato tre nuovi Consiglieri di
Amministrazione in sostituzione di Michele Calzolari, Alberto Giovannini e
Marco Mazzucchelli, dimissionari. I nuovi Consiglieri sono: Gian Luca
Baldassarri, Massimo Ferrari e Giovanni Gorno Tempini.
BUSINESS DAY ITALO-ISLANDESE E' NATA LA CAMERA DI COMMERCIO
ITALO-ISLANDESE
Milano, 7 settembre 2001 L'Islanda arriva a Milano: Geir H. Haarde, Ministro
delle Finanze islandese, ha istituto dopo un convegno in Camera di Commercio
di Milano, la Camera di Commercio Italo-Islandese. Si tratta di
un'iniziativa congiunta della Camera di Commercio di Milano e della Camera
di Commercio Islandese, avrà sede a Reykjavik in Islanda, con l'obiettivo di
rafforzare le relazioni economiche e commerciali. Dopo un convegno aperto ai
milanesi sulle opportunità turistiche ed economiche dell'Islanda, è stato
approvato lo Statuto che istituisce la Camera di Commercio italo islandese e
sono stati eletti il Presidente e gli organi. La Camera di Commercio
Italo-Islandese Ha sede a Reykjavik presso la Camera di Commercio Islandese
ed ha i seguenti riferimenti: Iceland Chamber of Commerce Kroinglan 7- 103
Reykjavik - Iceland -Tel. 00354 510 7100 - fax 00354 568 6564. Avrà lo scopo
di rafforzare i rapporti economici e istituzionali tra Lombardia e Islanda e
di favorire le relazioni commerciali o altre forme di cooperazione delle PMI
milanesi e lombarde con le imprese islandesi. Il convegno. Hanno partecipato
Paolo Sacchi, Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano
per l'internazionalizzazione, Sigridur À. Snævarr, Ambasciatore d'Islanda in
Italia, Andrea Mochi Onory di Saluzzo, Ambasciatore Italiano in Islanda,
Bogi Pàlsson, Presidente della Camera di Commercio Islandese, Daniele
Molgora, Sottosegretario al Ministero italiano dell'Economia e delle
Finanze, Geir H. Haarde, Ministro delle Finanze per l'Islanda, oltre a
rappresentanti del settore turistico, ittico e del mondo imprenditoriale di
entrambi i Paesi. "L'imprenditoria milanese - ha dichiarato Bruno Ermolli,
presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano
per l'internazionalizzazione - ha da tempo manifestato interesse per il
mercato islandese che, si è sempre dimostrato particolarmente ricettivo
verso i prodotti e i servizi offerti dalle nostre imprese. Negli ultimi
tempi, in particolare, gli scambi tra area milanese e Islanda stanno vivendo
un vero e proprio boom: basti ricordare che, le esportazioni dell'area
milanese verso l'Islanda rappresentano rispettivamente il 49% e il 13% del
valore dell'export lombardo e italiano verso quel paese. Nel contesto delle
attuali relazioni tra Lombardia e Islanda è nata l'idea di Promos/Camera di
Commercio di Milano di istituire la Camera di Commercio Italo-Islandese per
le PMI italiane che vogliono operare in Islanda e per promuovere gli scambi
commerciali tra aziende italiane e islandesi." Import-export
Lombardia-Islanda. Sono 125 le imprese lombarde che hanno rapporti di
import-export con l'Islanda, (su un totale di 414 del territorio nazionale),
46 a Milano, 25 a Brescia, 12 a Varese, 11 a Bergamo, 10 a Mantova, 8 a
Como, 5 a Lecco 3 a Lodi, 3 a Pavia 2 a Cremona. Superano i 33 miliardi
l'anno le esportazioni della Lombardia verso l'Islanda e le sole imprese del
milanese esportano più di 16 miliardi. Import-export Lombardia-Islanda. Sono
125 le imprese lombarde che hanno rapporti di import-export con l'Islanda,
(su un totale di 414 del territorio nazionale), 46 a Milano, 25 a Brescia,
12 a Varese, 11 a Bergamo, 10 a Mantova, 8 a Como, 5 a Lecco 3 a Lodi, 3 a
Pavia 2 a Cremona. Superano i 33 miliardi l'anno le esportazioni della
Lombardia verso l'Islanda e le sole imprese del milanese esportano più di 16
miliardi. Il 27 % delle esportazioni italiane verso il paese "dei ghiacci"
proviene dalla Lombardia: il 49,2% delle esportazioni lombarde proviene
dall'area milanese, il 14,9% dalla provincia di Bergamo, il 10,9% da quella
di Brescia, il 10,8% da quella di Mantova, il 4,9% da quella di Varese e il
3,3% da quella di Como, mentre il valore delle esportazioni del resto delle
provincie lombarde è al di sotto del 3%. Milano, con oltre 16 miliardi di
export all'anno, è anche la prima provincia italiana per volume di
esportazioni verso l'Islanda: oltre il 13% dell'export nazionale proviene
dalle imprese milanesi. Dal lato delle importazioni dall'Islanda, vi è una
netta prevalenza dell'area di Brescia (oltre 7 miliardi l'anno, 68,3%
dell'import lombardo) e dell'area milanese (quasi 3 miliardi l'anno, 25,7%
dell'import lombardo) che da sole coprono, circa il 90% dell'import lombardo
il quale, a sua volta, copre, con oltre 10 miliardi l'anno, quasi il 40% dei
beni che dall'Islanda arrivano in Italia. Tra le altre province lombarde,
solo Lecco supera i 500 milioni l'anno di import dall'Islanda, mentre le
altre provincie non superano i 70 milioni.
LA GLOBALIZZAZIONE A MILANO LA FANNO LE MULTINAZIONALI. MA QUELLE PICCOLE
Milano, 7 settembre 2001. A Milano le "piccole multinazionali" fanno la voce
grossa: quasi la metà delle multinazionali milanesi (71 su 153) ha infatti
meno di 250 addetti e quasi i due terzi (101 su 153) occupano meno di 500
addetti. Se tuttavia la "Milano internazionale" cresce, perde colpi rispetto
al trend nazionale: le multinazionali meneghine sono infatti cresciute dal
1986 ad oggi dell'88,8%, ma il peso della città sul totale nazionale è
passato dal 23,9% al 14,7%. E la situazione è ancor più marcata per quanto
riguarda l'internazionalizzazione passiva: il numero di imprese estere che
hanno sede a Milano è cresciuto dell'11,6% in 15 anni, mentre l'incidenza
del capoluogo lombardo sul totale nazionale è sceso dal 36,6% al 28,6%. Le
multinazionali milanesi operano soprattutto in Francia, Spagna, Germania,
Usa e Brasile, e nei settori della chimica, della farmaceutica, delle fibre
e dei prodotti in gomma e plastica. Rispetto alla media nazionale, la
presenza all'estero delle imprese milanesi vede un maggiore radicamento nei
mercati dell'Occidente e in America Latina, mentre minore risulta la
propensione ad investire nei paesi a più basso costo del lavoro dell'Europa
centro-orientale e del Nord Africa: segno, quest'ultimo, di una
internazionalizzazione produttiva più sofisticata e a maggiore valore
aggiunto. Per quanto riguarda le imprese estere presenti a Milano, rispetto
alla media nazionale, si risconta una più elevata incidenza sia nei settori
ad elevata intensità tecnologica, che in quelli della chimica e farmaceutica
e della meccanica. Nel complesso, per la provincia di Milano, il saldo tra
partecipazioni in uscita e in entrata risulta favorevole al lato
dell'entrata sia nel caso si utilizzi l'indicatore relativo al numero di
imprese partecipate all'estero/dall'estero (487 contro 528), sia
considerando il numero di addetti (131.749 contro 178.944) che il fatturato
delle imprese partecipate (48.383 miliardi di lire contro 105.492). "Almeno
in parte - ha commentato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di
Commercio - il ridimensionamento delle quote spettanti a Milano in ambito
nazionale deve essere considerato fisiologico, essendo conseguenza della più
recente attenzione delle imprese non milanesi verso le prospettive di
investimento diretto all'estero. Tuttavia, un'attenta analisi dell'andamento
nel periodo considerato evidenzia chiaramente una certa difficoltà e perdita
di dinamismo degli investitori milanesi". "Il dato che più preoccupa - ha
continuato Sangalli - è che Milano tende a contrarsi nello spazio globale, e
questo nonostante il crescente protagonismo, anche sui mercati esteri, delle
piccole e medie imprese milanesi. Certo, la città continua a rappresentare
la porta di ingresso italiana da e verso i mercati esteri e le
multinazionali. Ma se Milano non rischia (ancora) in Italia, rischia invece
nel confronto competitivo con le regioni forti d'Europa, per non parlare
degli Stati Uniti, che generalmente mostrano una maggiore propensione sia ad
attrarre investimenti dall'estero che a investire nei mercati esteri.
Occorre quindi che l'industria milanese si attrezzi ad affrontare
adeguatamente la doppia sfida posta dalla competizione globale: competere
nell'attrazione interna come nell'espansione esterna degli investimenti
esteri. A Milano non mancano certo le risorse (tecnologiche, finanziarie,
professionali, territoriali) per imprimere una maggiore accelerazione su
entrambi i versanti dell'integrazione produttiva internazionale. Quello che
è necessario è allora un vero salto di qualità che coinvolga in una grande
operazione di marketing, le imprese, le istituzioni, le università e la
società civile. Per fare di Milano ancor di più una vera capitale d'Europa".
L'andamento degli Ide in uscita negli ultimi 15 anni. Per quanto riguarda le
partecipazioni in uscita, gli anni novanta hanno visto un significativo
ridimensionamento del peso di Milano nell'ambito nazionale. Tra l'inizio del
1986 e l'inizio del 2000 le multinazionali milanesi sono infatti cresciute
dell'88,8%, contro il 167% di quelle lombarde e il 224% nazionale.
L'incidenza di Milano sul totale nazionale è così scesa dal 23,9% al 14,7%
guardando al numero totale delle multinazionali, da oltre il 30% al 18,9% in
relazione alla consistenza delle partecipazioni estere, e dal 39,5% al 20,5%
per quanto riguarda gli addetti all'estero. Alcuni segnali di un'inversione
di tendenza si sono registrati però nel corso dell'ultimo biennio, con una
crescita del numero delle partecipate estere (da 435 a 487: +11,9%).
L'andamento degli Ide in entrata negli ultimi 15 anni. Anche sul versante
dell'internazionalizzazione passiva la dinamica di lungo periodo ha visto un
andamento meno vivace per la provincia di Milano rispetto al dato regionale
e nazionale. In particolare, tra l'inizio del 1986 e l'inizio del 2000 il
numero di imprese con sede in provincia di Milano è cresciuto dell'11,6%,
contro il 23,1% della Lombardia e il 39,2% nazionale; il numero degli
stabilimenti localizzati in provincia di Milano è cresciuto del 24,1%, a
fronte di incrementi del 39% per la Lombardia e del 66% a livello nazionale.
L'incidenza di Milano sul totale nazionale è così scesa dal 36,6% al 28,6%
guardando alla localizzazione delle imprese estere presenti, dal 24,2% al
18,3% per quanto riguarda il numero di stabilimenti, e dal 38,3% al 31,9%
per quanto riguarda gli addetti occupati. Dati complessivi - Ide in uscita e
loro ripartizione geografica. Sono 153, pari al 14,7% del totale italiano,
le multinazionali milanesi che svolgono attività produttive all'estero. Le
imprese industriali estere da esse partecipate sono 487 (pari al 18,9% del
totale italiano) - di cui 359 controllate - occupano quasi 132 mila addetti
(pari al 20,5% del tot. italiano) e il loro fatturato nel corso dell'ultimo
anno ha sfiorato i 48.400 mila miliardi di lire (pari al 22,1% del tot.
italiano). Per quanto riguarda la ripartizione per area geografica, quasi la
metà delle affiliate industriali estere delle imprese milanesi è localizzata
in Europa occidentale (238 imprese, pari al 48,9% del totale); 46 imprese
(9,4%) hanno invece sede nei paesi dell'Europa Centrale e Orientale. Nel
continente americano troviamo 107 imprese, con una leggera prevalenza del
Nord America (55 imprese, 11,3%) sull'America Centrale e Meridionale (52
imprese, 10,6%). Completano il quadro 66 imprese partecipate in Asia
(13,6%), 20 in Africa (4,1%) e 3 in Oceania (0,6%). La Francia è tra i
singoli paesi la principale destinazione delle iniziative industriali estere
delle imprese milanesi, con 70 imprese partecipate e un'occupazione di
23.295 addetti; seguono la Spagna (55 imprese e 9.476 addetti), la Germania
(44 imprese e 10.118 addetti) gli USA (42 imprese e 9.300 addetti); i
termini di addetti il secondo posto spetta però al Brasile (13.999 addetti
in 24 imprese partecipate) davanti al Regno Unito (12.969 addetti in 31
imprese). Ide in uscita e composizione settoriale. Le attività produttive
all'estero delle imprese milanesi assumono particolare rilievo, sia in
termini assoluti che in riferimento al dato nazionale, nelle filiere
chimica-farmaceutica-fibre-prodotti in gomma e plastica ed in quella dei
prodotti elettrici ed elettronici. In particolare, nella filiera dei
prodotti elettrici ed ottici operano all'estero ben 113 imprese industriali
partecipate da imprese milanesi (il 36,7% delle affiliate estere di tutta
l'industria nazionale) e l'occupazione all'estero supera le 52mila unità (il
63,4% sul tot. nazionale). Nel settore dei prodotti chimici, dei
farmaceutici e delle fibre artificiali e sintetiche le 94 affiliate estere
delle imprese milanesi occupano 15.252 addetti (il 54,4% del tot.
nazionale). Altre 41 imprese partecipate con 20.252 addetti (il 66,4% del
tot. nazionale) operano poi all'estero nel settore dei prodotti in gomma e
plastica. Le piccole multinazionali. In provincia di Milano le "piccole
multinazionali" giuocano un ruolo non trascurabile: quasi la metà delle
multinazionali milanesi (71 su 153) hanno meno di 250 addetti e quasi i due
terzi (101 su 153) occupano meno di 500 addetti. Ovviamente inferiore, ma
pur sempre significativo, è il contributo che tali imprese danno alla
consistenza delle partecipazioni estere: le imprese estere partecipate da
case-madri con meno di 500 addetti incidono per oltre un terzo del totale,
mentre in termini di addetti la loro quota scende sotto il 10%. Milano e
provincia: Ide in uscita. Per quanto concerne la distribuzione delle
"multinazionali milanesi" sul territorio provinciale, il capoluogo da solo
ospita quasi la metà delle imprese investitrici (71: +18,3% nell'ultimo
quinquennio), delle imprese estere partecipate (253: +3,3%), e degli addetti
all'estero (quasi 64mila: -12,8%). La Brianza esprime 37 imprese
multinazionali (+15,6%), con 88 partecipazioni (+12,6%) e 36mila addetti
(+1,6%); segue la Cintura Nord con 15 multinazionali (+25%), 77
partecipazioni (+50,9%) e oltre 25mila addetti (+42,8%); la Direttrice Est,
con 10 multinazionali (-9%), 26 partecipazioni (invariato) e oltre 1.800
addetti (-2%); Magentino-Abbiatense, con 9 multinazionali (-18%), 20
partecipazioni (-9%) e quasi 1.400 addetti (-57%). Agli ultimi due posti si
classificano l'Alto-Milanese con 6 multinazionali (+50%), 11 partecipazioni
(+22,2%) e 1.600 addetti (+24,7%), e Sud Milano con 5 multinazionali
(invariato), 12 partecipazioni (-61%) e oltre 2.102 addetti (-80%). Ide in
entrata e loro provenienza geografica. Le imprese a partecipazione estera
con sede in provincia di Milano sono 528 (peso sul totale nazionale: 26,8%),
gli stabilimenti sono 540 (18,3%), occupano quasi 179mila addetti (31,9%) e
hanno un fatturato di oltre 99mila miliardi di lire (35,5%). Riguardo
all'origine geografica degli investitori esteri, nettamente prevalente è la
presenza delle multinazionali aventi origine negli altri paesi UE, cui
spettano in provincia di Milano 308 imprese partecipate e oltre 108mila
addetti, corrispondenti al 58% del totale. Di un certo rilievo anche la
presenza di imprese provenienti dagli altri paesi europei, e in particolare
dalla Svizzera (55 imprese e quasi 17mila addetti, corrispondenti al 10%
circa del totale). Agli investitori nordamericani spettano 142 imprese
partecipate e oltre 48.600 addetti, corrispondenti al 25% circa del totale.
La presenza industriale giapponese è assai modesta e si concretizza in 15
imprese partecipate e 2.850 addetti, con un'incidenza sempre inferiore al 3%
del totale. Marginale il ruolo delle rimanenti aree geografiche, per cui
residuano 9 imprese partecipate, 10 impianti produttivi e 2.800 addetti. Ide
in entrata e composizione settoriale. La provincia di Milano evidenzia
rispetto alla media nazionale una più elevata incidenza dei settori ad
elevata intensità tecnologica (la quota di Milano sul totale nazionale tocca
il 37,5%, contro il 28,6% complessivo, in termini di imprese partecipate e
il 48,2%, contro il 31,9%, in termini di addetti). Tuttavia, negli anni
novanta l'andamento delle partecipazioni estere a Milano in questo comparto
si è caratterizzato per una significativa riduzione sia del numero di
imprese partecipate (131 ad inizio 2000 contro le 174 ad inizio 1990), sia
del numero dei relativi addetti (77.633 ad inizio 1998 contro quasi 88mila
ad inizio 1990). Tra i singoli settori, la presenza estera assume
particolare rilievo - sia assoluto, sia in relazione al contesto nazionale -
nella chimica e farmaceutica (133 imprese partecipate dall'estero con oltre
45mila dipendenti e 147 impianti produttivi), nella meccanica (94 imprese
con 20mila addetti e 103 stabilimenti) e nei prodotti elettrici (88 imprese
partecipate con quasi 57mila addetti e 100 stabilimenti); l'incidenza sul
totale nazionale assume valori assai elevati anche nel settore cartario ed
editoriale, sfiorando in termini di imprese partecipate (54, con quasi 9.400
addetti e 57 impianti produttivi) la metà del totale nazionale. Milano e
provincia: Ide in entrata. Per quanto riguarda la distribuzione delle
attività industriali a partecipazione estera sul territorio provinciale di
Milano, il capoluogo da solo ospita il 36,7% delle sedi di imprese estere
(194: -4,9% nell'ultimo quinquennio ), 100 stabilimenti (-2,9%) e quasi
96mila addetti occupati (-20,8%). Segue la Brianza, con 100 sedi (+14,9%),
140 stabilimenti (+9,3%) e oltre 26 mila addetti (+11,4%); la Cintura Nord,
con 80 sedi (invariato), 100 stabilimenti (+16,3%) e oltre 17 mila addetti
(-26,8%); Direttrice Est, con 62 sedi (+7%), 77 stabilimenti (+5,5%) e quasi
24 mila addetti (-1,8%); Magentino-Abbiatense, con 50 sedi (+16%), 62
stabilimenti (+21%) e oltre 9.000 addetti (+12%); Sud Milano con 34 sedi
(+13%), 46 stabilimenti (+21%) e quasi 6 mila addetti (+9,1%); e, in ultima
posizione, l'Alto Milanese, con 8 sedi (+14%), 15 stabilimenti (+15%) e
quasi mille addetti (-18%).
BIPOP DATI RACCOLTA DI AGOSTO DAI CANALI CAPTIVE
Milano, 7 settembre 2001 - Nel mese di Agosto i canali captive del Gruppo
hanno conseguito i seguenti risultati:
|
Filiali |
Bipop City |
Azimut |
Banca Fineco |
Estero |
Totale |
Fondi Netti e GPF |
(377,2) |
1,1 |
36,7 |
9,4 |
1,9 |
(328,1) |
Prodotti assicurativi |
48,4 |
13,7 |
-- |
8,8 |
-- |
70,9 |
Raccolta diretta |
|
82,2 |
75,4 |
157,6 |
Raccolta gestita di gruppo e depositi dei canali diretti
- mese di agosto*
Totale raccolta |
(328,8) |
14,8 |
36,7 |
100,4 |
77,3 |
(99,6) |
Dati in euro ml
* Dati preliminari
Il dato di raccolta di Fondi Netti e Gpf relativo alle
Filiali include flusso negativo legato al disinvestimento, pari a circa 270
ml euro, di parte del portafoglio di proprietà. Il canale wholesale ha
registrato una raccolta netta negativa dei fondi Cisalpino-Putnam per circa
76 ml euro. Nel mese di agosto, a livello di Gruppo, il volume complessivo
dei programmi pluriennali si attesta a 11,9 ml euro. La nuova produzione di
premi pluriennali annualizzati ammonta a 4,3 ml euro. La raccolta gestita e
diretta dei canali captive nei primi otto mesi 2001 è la seguente:
Raccolta gestita di gruppo e depositi dei canali diretti
- primi otto mesi 2001*
|
Filiali |
Bipop City |
Azimut |
Banca Fineco |
Estero |
Totale |
Fondi Netti e GPF |
(1.311,8) |
172,2 |
619,3 |
262,8 |
(58,4) |
(315,9) |
Prodotti assicurativi |
518,9 |
102,0 |
-- |
75,9 |
-- |
696,8 |
Raccolta diretta |
|
906,2 |
805,3 |
1.711,5 |
Totale raccolta |
(792,9) |
274,2 |
619,3 |
1.244,9 |
746,9 |
2.092,4 |
Dati in euro ml
* Dati preliminari
Il canale wholesale, nei primi otto mesi 2001, ha registrato una raccolta
netta negativa dei fondi Cisalpino-Putnam per circa 714 ml euro. Per lo
stesso periodo, a livello di gruppo, il volume complessivo dei programmi
pluriennali si attesta a 86,9 ml euro. La nuova produzione di premi vita
annualizzati ammonta a 58,3 ml euro.
CREDEM: L'UTILE CONSOLIDATO DEL PRIMO SEMESTRE 2001 RAGGIUNGE I 128
MILIARDI ( 121 NEL 2000 )
Reggio Emilia, 7 settembre 2001 - Il Consiglio di Amministrazione del
Credito Emiliano ha approvato in data odierna la situazione economico
patrimoniale relativa al primo semestre 2001.
Risultati consolidati
|
|
|
|
|
(valori in miliardi di lire)
|
|
|
|
|
|
6/2000 |
12/2000 |
6/2001 |
Var. %
su 6/2000
|
|
|
|
|
|
Raccolta complessiva |
64.699 |
70.331 |
86.714 |
16,3* |
- diretta
|
16.011 |
16.888 |
20.701 |
2,4* |
- indiretta (al ctv) |
48.688 |
53.443 |
66.013 |
19,9* |
. gestita |
19.712 |
21.573 |
23.162 |
17,5 |
Impieghi per cassa vs. clientela |
12.346 |
13.654 |
14.668 |
18,8 |
|
|
|
|
|
Utile netto |
121,1 |
267,9 |
128,0
|
5,7 |
|
|
|
|
|
N. Filiali |
360 |
387 |
413 |
+ 53 unità |
N. Centri Imprese |
13 |
23 |
28 |
+ 15 unità |
N. Dipendenti |
4.058 |
4.328 |
4.575 |
+ 517 unità |
N. Promotori Finanziari |
420 |
504 |
666 |
+ 246 unità |
* Le percentuali di variazione della
raccolta complessiva, della raccolta diretta e della raccolta indiretta non
tengono conto di un consistente deposito titoli con controparte
istituzionale attivato da Credembanca nel 2001 per oltre 7.000 miliardi e
dell'ammontare dei pronti contro termine per entrambi gli esercizi. In un
contesto di mercato particolarmente sfavorevole per le banche operanti nel
settore del risparmio gestito, il Gruppo ha conseguito, sia a livello di
sviluppo delle masse sia in termini di redditività, risultati che ci
consentono di confermare le proiezioni per fine esercizio di un utile
consolidato netto di circa 267 miliardi, pari ad un Roe del 18,6%.
All'andamento economico del Gruppo hanno maggiormente contribuito: Credem,
che a livello individuale ha prodotto un utile netto di 183 miliardi (142 al
6/2000); il favorevole sviluppo degli impieghi a clientela (+26%),
unitamente all'ampliamento della "forbice tassi" di 51 b.p. rispetto al
6/2000, ha consentito uno sviluppo del margine finanziario al netto dei
dividendi del 29%, che ha bilanciato la flessione del 6% del margine
servizi. Quest'ultimo ha inoltre beneficiato del progresso delle commissioni
rivenienti dal banking tradizionale e dallo sviluppo della raccolta gestita,
compensando così il previsto minor apporto dell'area finanza dovuto
all'andamento del mercato. Euromobiliare Asset Management S.G.R., la cui
quota di mercato è incrementata dall'1,40% del 6/2000 all'1,66%. La società
ha ottenuto brillanti risultati, sia in termini di raccolta netta, positiva
in tutti i comparti, sia nella consistenza del patrimonio gestito che si è
attestato a 17.260 miliardi (+14% rispetto al 6/2000). Il risultato netto di
bilancio evidenzia utili pari a circa 12 miliardi, anche se in calo rispetto
all'anno precedente a seguito della forte contrazione delle commissioni di
performance. Euromobiliare Asset Management SGR, guidata dal nuovo
Amministratore Delegato Vittorio Gaudio, ha registrato nel mese di luglio
una raccolta netta positiva pari a 85 miliardi, mentre ad agosto
l'incremento risulta di 98 miliardi. Euromobiliare Sim, che ha aumentato la
propria quota di mercato nell'intermediazione azionaria dal 5% del 6/2000 al
6% del 6/2001. I volumi intermediati si sono attestati a circa 85.000
miliardi, con un risultato netto di bilancio che ha raggiunto i 29 miliardi.
Abaxbank, conclusa la fase di start-up che ha impegnato gli ultimi mesi del
2000, ha evidenziato a livello di semestrale un utile netto di circa 15
miliardi, con un margine di intermediazione pari a circa 65 miliardi di lire
ed un R.O.E. pari al 14% a fronte di un patrimonio netto di 218 miliardi.
Inoltre vanno segnalate:la buona qualità del credito, con l'indice
"sofferenze nette su impieghi per cassa netti" prossimo allo zero; l'aumento
degli ammortamenti e dei costi, quale conseguenza dell'espansione
territoriale e della ristrutturazione aziendale delle diverse società del
Gruppo.
SEMESTRE IN CRESCITA PER BANCA TOSCANA: MIGLIORA LA REDDITIVITÀ AUMENTA
IL SOSTEGNO ALL'ECONOMIA UTILE NETTO DI 100 MILIARDI,
Milano, 7 settembre 2001 - Il primo semestre del 2001 si è rivelato
favorevole per la Banca Toscana. L'Istituto fiorentino - controllato dalla
Banca Monte dei Paschi di Siena - ha conseguito un miglioramento della
profittabilità netta ottenendo, nel contempo, un ampliamento dell'attività
di intermediazione con clientela. Insieme al rinnovato impegno sul versante
dell'adeguamento dei contenuti organizzativi e dell'assetto distributivo
aziendale, sono questi gli aspetti gestionali più rilevanti presenti nel
documento - approvato dal Consiglio di Amministrazione presieduto dal Prof.
Paolo Mottura - concernente i risultati patrimoniali e reddituali realizzati
nei primi sei mesi del 2001. La Banca ha raggiunto nel periodo un utile
netto di 100 miliardi, in progresso del 25,03% in virtù del risultato
conseguito nelle attività ordinarie che hanno espresso un flusso reddituale
in crescita di quasi il 60%. Più in particolare, il margine d'interesse -
pari a 447 miliardi - è aumentato del 23,49% sul primo semestre 2000 (non
comprensivo dei risultati della Banca Popolare della Marsica) in ragione
dell'espansione registrata nel segmento clientela prevalentemente a seguito
del favorevole andamento dei volumi intermediati. A loro volta i ricavi
netti non interest, alimentati dal ritorno economico offerto dalla proposta
di prodotti e servizi anche di finanza innovativa, hanno segnato un
incremento del 23,83% attestandosi su 368 miliardi. Lo svolgimento
dell'attività bancaria - che ha prodotto un margine d'intermediazione di 815
miliardi (+23,65%) - ha poi comportato oneri di gestione per complessivi 539
miliardi, in aumento dell'8,86% per effetto di spese amministrative in
crescita dell'8,66%, oltre che per le maggiori rettifiche di valore su
immobilizzazioni materiali ed immateriali (+28,06%) conseguenti in parte
alla rivalutazione dei cespiti immobiliari effettuata nello scorso
esercizio. Il cost/income si è così attestato al 66,11% con una riduzione
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente di circa 9 punti
percentuali. La gestione caratteristica ha espresso una redditività lorda di
276 miliardi (+68,24%) assorbita da rettifiche nette di valore dell'attivo e
da accantonamenti prudenziali per 64,5 miliardi (31,1 miliardi nel periodo a
confronto), che risentono anche dell'effetto economico (12 miliardi)
derivante dall'avvenuta cartolarizzazione di crediti non performing - ai
sensi della legge n. 130/1999 - per un valore netto di 369 miliardi. L'utile
delle attività ordinarie è così risultato pari a 212 miliardi (+59,16%).
Considerati il saldo della gestione straordinaria - passato da positivo per
25 miliardi a negativo per 13 miliardi in conseguenza degli oneri inerenti
il piano di esodi incentivati del personale - ed imposte sul reddito per 98
miliardi, la Banca Toscana ha evidenziato nei primi sei mesi del 2001 un
utile netto di 100 miliardi contro gli 80 miliardi dello stesso periodo
dell'anno precedente. Il raggiungimento di questi risultati - che riflettono
anche l'incorporazione della Banca Popolare della Marsica avvenuta lo scorso
novembre - si è associato alla vivacità mostrata nell'intermediazione dei
flussi finanziari con clientela. In questo campo particolare dinamismo ha
caratterizzato l'attività di finanziamento dell'economia. Gli impieghi -
pari a 19.455 miliardi - sono infatti aumentati del 25,38% principalmente
sotto la spinta dei mutui. Nel contempo, il grado di rischiosità si è
attestato sullo 0,23% dopo la ricordata cartolarizzazione di crediti non
performing effettuata per rendere più flessibile la gestione dell'attivo
migliorandone inoltre il livello qualitativo. A sua volta, il risparmio
complessivamente intermediato ha segnato un progresso del 9,50% con una
consistenza cifratasi in 47.478 miliardi. In questo ambito, la raccolta
diretta - pari a 20.923 miliardi - ha registrato un incremento del 9,23%
confermando la concentrazione sui conti correnti e sulle obbligazioni.
Analogo sviluppo ha contraddistinto la raccolta indiretta (+9,72%) che ha
raggiunto i 26.555 miliardi anche in ragione del collocamento di prodotti
finanziari innovativi. La consistenza del patrimonio netto della Banca,
comprensiva dell'utile netto di periodo, ha raggiunto i 2.217 miliardi
registrando un incremento del 17,59% rispetto allo stesso mese dell'anno
precedente, che non comprende gli effetti derivanti dall'incorporazione
della "Marsica" - contabilizzati alla fine dello scorso esercizio - oltre
all'imputazione alla riserva di rivalutazione ex legge n. 342/2000. Quanto
alla struttura operativa - che si è avvalsa dell'opera di 4.716 dipendenti
(34 in meno rispetto allo scorso dicembre) - ha visto concludersi
l'intervento organizzativo volto a rafforzare l'azione di penetrazione
commerciale della rete distributiva. Quest'ultima è stata inoltre ampliata
con l'apertura di 11 filiali e due unità operative fortemente automatizzate
raggiungendo - stante la chiusura di due sportelli avanzati - le 387
dipendenze; al tempo stesso, il numero dei contratti attivi relativi ai
canali telematici ha segnato nei primi sei mesi del 2001 un incremento di
23.000 unità attestandosi su circa 74.000 unità. Per quel che concerne la
prevedibile evoluzione della gestione aziendale nei mesi che separano dalla
chiusura dell'esercizio è ragionevole ritenere che, insieme al proseguimento
della crescita dei flussi finanziari intermediati con clientela, la Banca
possa ancora presentare un profilo espansivo della redditività lorda
dell'attività caratteristica sostenuta dall'apporto della profittabilità
espressa dall'intermediazione.
SANPAOLO LEASINT: APPROVATA LA SEMESTRALE 2001 UTILE ANTE-IMPOSTE DI 14,6
MILIARDI DI LIRE
Milano, 7 settembre 2001 - Il Consiglio di Amministrazione di Sanpaolo
Leasint, la societa' di leasing del Gruppo Sanpaolo Imi presieduta da Marco
Desiderato, ha approvato i risultati conseguiti nel primo semestre 2001, che
evidenziano un utile ante-imposte di 14,6 miliardi di lire ed un utile netto
di 7,5 miliardi di lire, in crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno
precedente ed in linea con il budget previsionale. Nel primo semestre 2001
la Societa' ha stipulato nuovi contratti per un valore complessivo di 888
miliardi di lire, che, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente,
segnano un incremento di oltre il 21%, favorito anche dai nuovi accordi di
collaborazione con il Banco di Napoli e con la Cassa dei Risparmi di Forli'.
Il valore netto dei beni in locazione ammonta, al 30 giugno, a 3.711
miliardi di lire. Per quanto concerne la dinamica dei fondi rischi va
sottolineato il miglioramento della qualita' del portafoglio in essere pur a
fronte di un costante incremento dell'ammontare dei crediti alla clientela.
AEDES SPA (IMMOBILIARE) RELAZIONE SEMESTRALE 2001 : RICAVI CONSOLIDATI A
42 MILIONI DI EURO (+ 627%) UTILE LORDO CONSOLIDATO A 9 MILIONI DI EURO
(+900 %)
Milano, 7 settembre 2001 - Il Consiglio di Amministrazione della Aedes S.p.A.,
sotto la Presidenza di Alfio Noto, ha oggi deliberato l'approvazione della
Relazione semestrale al 30 giugno 2001. A livello consolidato il Gruppo
chiude la relazione semestrale al 30/06/01con un utile lordo, prima delle
imposte, di 9 milioni di Euro, dopo aver stanziato ammortamenti per 9.7
milioni di Euro. Il forte incremento dell'utile rispetto al primo semestre
dell'esercizio 2000, è da ricondursi essenzialmente alle nuove azioni
strategiche aziendali realizzate. Il valore della produzione ha raggiunto
l'importo di 42.081 migliaia di Euro (rispetto a 6.757 migliaia di Euro del
corrispondente periodo del 2000) grazie principalmente all'ampliamento
dell'area di consolidamento risultante dalle acquisizioni del patrimonio
retail e Fiat, effettuate nel secondo semestre dell'anno ed alla conseguente
crescita del patrimonio immobiliare. I risultati del semestre sono stati
favorevolmente influenzati, oltre che dall' incremento del patrimonio
immobiliare che è passato da 65.000 mq al 30 giugno 2000 a 600.000 mq al 30
giugno 2001, anche dagli effetti derivanti dalla vendita di unità
immobiliari e dai proventi di iniziative di sviluppo. Il cash flow a livello
consolidato ha raggiunto l'importo di 18.727 migliaia di Euro (1.834
migliaia di Euro nel primo semestre 2000), contribuendo in misura
significativa alla crescita del Gruppo. Il patrimonio immobiliare a livello
consolidato passa, a valore di mercato, da Lit 775 milioni di Euro circa, a
fine 2000, a 860 milioni di Euro circa al 30 giugno 2001 dopo tutte le
operazioni di acquisizione concluse nel periodo. La crescita del patrimonio
immobiliare è stata finanziata attraverso incrementi di patrimonio netto per
circa 110.765 migliaia di Euro e, per la parte residua, attraverso
indebitamento e dilazioni di pagamento. L'Amministratore Delegato di Aedes,
Luca Castelli, ha così commentato questa performance: "Le attività ed i
risultati del primo semestre 2001 rappresentano i primi positivi successi
del nuovo corso, avviato nel secondo semestre del 2000, che ha visto il
Gruppo impegnato nella realizzazione di una nuova strategia di alleanze ed
acquisizioni volta a consolidare una posizione di rilievo sul mercato
italiano, con obiettivi di ulteriore sviluppo da perseguire. Abbiamo in
programma anche un ritorno al ruolo storico di Aedes, lavorando allo
sviluppo di progetti per la Città di Milano". In agosto 2001 l'offerta
presentata, in joint venture, da Aedes SpA e Pirelli & C. Real Estate per
rilevare il patrimonio immobiliare e le società di servizi di Edilnord 2000
S.p.A. - del valore di 425 miliardi di lire - è stata formalmente accettata
dal Gruppo Fininvest. Il closing è previsto entro il Marzo 2002. Il
Consiglio d'Amministrazione ha inoltre proceduto alla cooptazione del Dott.
Pio Giovanni Scarsi, noto e qualificato professionista del mercato
finanziario milanese.
TIM: IL CDA APPROVA I RISULTATI DEL I° SEMESTRE 2001 GRUPPO TIM OLTRE
50,4 MILIONI I CLIENTI NEL MONDO 2.376 MILIONI DI EURO IL MOL (+11,3%)
Roma, 7 settembre 2001 - Il Consiglio di Amministrazione di Tim (Gruppo
Telecom Italia) presieduto da Enrico Bondi ha approvato il 5 settembre , su
proposta dell'Amministratore Delegato Marco De Benedetti, la relazione
sull'andamento della gestione del primo semestre 2001. I risultati del
Gruppo Tim - I ricavi sono pari a 4.930 milioni di euro, con una crescita
del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2000 (4.516 milioni di euro); il
Margine Operativo Lordo (Mol) ha raggiunto i 2.376 milioni di euro, con un
aumento dell'11,3% rispetto al primo semestre 2000 (2.135 milioni di euro);
l'incidenza del Mol sui ricavi totali e' del 48,2% (47,3% nel primo semestre
2000); il risultato operativo e' pari a 1.617 milioni di euro ed e'
cresciuto del 10,1% rispetto al primo semestre 2000 (1.468 milioni di euro);
l'utile consolidato del periodo di spettanza della Capogruppo e' pari a 720
milioni di euro con un incremento del 7,1% rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente; la crescita del Gruppo Tim e' ben rappresentata dal
numero di linee: oltre 50,4 milioni nel mondo - comprese le linee mobili del
Gruppo Telecom Italia - con un incremento di oltre 12 milioni rispetto allo
stesso periodo del 2000; l'indebitamento finanziario netto e' pari a 1.959
milioni di euro, dovuto principalmente agli investimenti realizzati dal
Gruppo Tim in Brasile per l'acquisto delle licenze e in Turchia per lo
sviluppo della Societa' IS-TIM; al 30 giugno 2001, i dipendenti del Gruppo
Tim sono pari a 16.033 con un incremento di 3.087 unita' rispetto allo
stesso periodo del 2000. I risultati di Tim S.p.A. - Il primo semestre 2001
si chiude con un utile netto pari a 1.152 milioni di euro con un incremento
del 31,4% rispetto allo stesso periodo del 2000 (877 milioni di euro); il
Margine Operativo Lordo (Mol) si attesta a 2.086 milioni di euro con una
crescita del 12,3% rispetto al primo semestre dell'anno precedente (1.857
milioni di euro). Migliora anche la gestione con un rapporto Mol/ricavi pari
al 52% (49,1% nel primo semestre 2000); e il rapporto MOL su ricavi da
servizi e' pari al 54,1% (53,4% nel primo semestre 2000); i ricavi ammontano
a 4.011 milioni di euro con una crescita del 6,1% rispetto al semestre
dell'anno precedente (3.782 milioni di euro), mentre i ricavi da servizi che
rappresentano oltre il 96% del totale, ammontano a 3.853 milioni di euro
registrando un aumento del 9,5% rispetto al primo semestre 2000 (3.518
milioni di euro); i ricavi da Servizi a Valore Aggiunto (Vas) hanno
raggiunto i 236 milioni di euro con una crescita di circa il 70% rispetto al
primo semestre 2000 (140 milioni di euro). I proventi connessi agli SMS si
confermano la componente Vas di maggior rilievo con un incremento di circa
il 60% rispetto allo stesso periodo del 2000). i ricavi da traffico sono
aumentati del 9,3% rispetto al primo semestre 2000 e raggiungono i 3.492
milioni di euro; il traffico complessivo supera i 16,3 miliardi di minuti al
30 giugno 2001 con un incremento del 17% rispetto allo stesso periodo del
2000 (13,9 miliardi di minuti); gli investimenti finanziari al 30 giugno
2001 sono pari a 2.452 milioni di euro, mentre quelli industriali ammontano
a 478 milioni di euro; la posizione finanziaria netta e' positiva e pari a
92 milioni di euro (459 al 30 giugno 2000); dopo sei anni di
liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni mobili, Tim si conferma
leader in Italia con 22.649.000 linee; al 30 giugno 2001 i dipendenti di Tim
sono pari 9.664. Anche alla luce dei risultati del I Semestre, il C.d.A. e'
fiducioso che i risultati operativi di fine anno potranno essere migliori di
quelli dello scorso anno. Le principali operazioni sui mercati esteri - Nel
corso del primo semestre del 2001 il Gruppo Tim ha conseguito importanti
obiettivi che hanno consolidato la presenza internazionale del marchio Tim.
Tra questi si segnalano l'aggiudicazione di tre nuove licenze Gsm in
Brasile, di conseguenza il Gruppo Tim potra' realizzare la prima rete
panamericana Gsm; il lancio dei Vas in Brasile con Timnet.com, la Societa'
creata in Brasile da Tim per fornire alle controllate dell'area sudamericana
un portale di accesso ai servizi a valore aggiunto; il lancio del servizio
commerciale in Peru'; il lancio del servizio commerciale in Turchia: dopo
soli quattro mesi dall'inizio delle operazioni commerciali, sono gia' circa
260mila i clienti della partecipata Aria. Inoltre, l'11 luglio scorso, Tim
si e' aggiudicata anche la licenza Umts in Grecia, attraverso la controllata
Stet Hellas. A questo proposito, l'Assemblea Straordinaria degli Azionisti
di Stet Hellas ha deliberato, lo scorso 31 luglio un aumento di capitale di
30 miliardi di dracme (circa 88 milioni di euro), al servizio del
finanziamento dell'acquisizione della licenza Umts e dell'estensione della
licenza Dcs 1800. Al 30 giugno 2001, i clienti di Stet Hellas sono pari a
1,9 milioni con una crescita del 33% rispetto allo stesso periodo del 2000.
I nuovi servizi lanciati nel corso del semestre 2001 Nel corso del primo
semestre Tim ha messo in campo politiche commerciali dinamiche e innovative
offrendo servizi sia tradizionali, sia a valore aggiunto. La costante
leadership nell'innovazione ha consentito a Tim di lanciare, prima azienda
in Italia, l'offerta commerciale Gprs sia per il mercato business, sia per
quello consumer. Sono stati, inoltre, arricchiti i profili tariffari di
Autoricarica, (Professional, 300 e 190) ed e' stata lanciata Tim 3xTe
nell'ambito della linea dei profili tariffari Flash. E' stata poi introdotta
In Europe, la tariffa unica per le chiamate in roaming internazionale,
valida in 30 paesi europei. Tim ha ideato e lanciato in anteprima sul
mercato mondiale il servizio Lo Sai di Tim, Sms gratuito che informa sulle
chiamate ricevute quando il telefono e' spento o irraggiungibile. E' stato
inoltre proposto 4040 Trova Tutto servizio per la ricerca di numeri e
indirizzi di privati e aziende. Nel congratularsi per i risultati ottenuti
nel I° Semestre, il Presidente, assieme a tutto il Consiglio, ha
sottolineato la piena fiducia all'attuale management nelle persone del Dott.
Marco De Benedetti e dell'Ing. Mauro Sentinelli.
IL GRUPPO WEBEGG PARTECIPA A FINANCIAL SMAU PAD. 19 VERRÀ PRESENTATA
L'OFFERTA DEL GRUPPO PER IL SETTORE FINANZIARIO
Milano, 7 settembre 2001 - Il Gruppo Webegg
www.webegg.it
sarà presente al Financial Smau 2001 con la sua proposta multidisciplinare
per il posizionamento delle aziende in Rete. In particolare verrà presentata
l'offerta di consulenza e soluzioni per il mondo della finanza e delle
assicurazioni. Il modello organizzativo e funzionale Webegg si basa sui tre
livelli della rete Intranet, Internet ed Extranet. Per ogni livello il
Gruppo Webegg ha definito le componenti che un'azienda deve indirizzare per
posizionare i propri processi in rete. Il Gruppo Webegg è il consulente
strategico per l'organizzazione dei processi aziendali in Rete (web-consulting)
e per l'integrazione di soluzioni applicative derivanti da un network di
partner internazionali (web-integration). Per l'area dell¹e-Finance
l'offerta riguarda il Personal Financial Planning, l'e-Risk, gli Info
Provider Services e l'Organizzazione Sinistri in rete con i prodotti
Investor Center, Var Portfolio Manager, Smart Nam, e-Claims.
Pagina 1 Pagina 2
Pagina 3
Pagina
4 Pagina 5
Titoli
Home
Archivio news
|