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7 SETTEMBRE  2001

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L'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI DI BORSA ITALIANA SPA APPROVA MODIFICHE AL REGOLAMENTO DEI MERCATI NOMINATI TRE CONSIGLIERI DI AMMINISTRAZIONE

Milano, 7 settembre 2001 -L'Assemblea degli Azionisti di Borsa Italiana, nella riunione di ieri, ha approvato alcune modifiche al Regolamento dei mercati e ha nominato tre nuovi Consiglieri di Amministrazione. Le modifiche al Regolamento dei mercati, che verranno sottoposte all'approvazione della Consob, riguardano: 1. disciplina dell'ammissione alla quotazione A) disciplina dello sponsor Rafforzando l'attuale previsione che lo sponsor debba essere membro della direzione del consorzio di collocamento, si prevede che lo sponsor coincida con il capofila ("lead manager") di una tranche dell'offerta (istituzionale o retail). Viene esteso l'obbligo di comunicazione a Borsa Italiana di tutti i rapporti di natura creditizia tra sponsor ed emittente e viene inserita la figura del co-sponsor in caso di: partecipazioni superiori al 10% dello sponsor nell'emittente (a meno che siano soggette a vincolo) o viceversa; rapporti di natura creditizia se superiori al 33% dell'esposizione complessiva dell'emittente (calcolata sul credito utilizzato) e se il rapporto di indebitamento è superiore a 0.5. Viene inserita una norma in base alla quale la Borsa Italiana può richiedere la nomina di un secondo sponsor in casi diversi da quelli previsti dai criteri indicati, comunicandolo all'emittente entro 15 giorni dal giorno in cui è stata completata la documentazione da allegare alla domanda. Si estende l'obbligo dello sponsor di informare sulle responsabilità della quotazione il Consiglio di Amministrazione e il collegio sindacale. B) disciplina del lock-up nel nuovo mercato Si estende la possibilità di applicare il vincolo anche ai soci divenuti tali prima di 12 mesi dalla presentazione della domanda, tenendo conto della rilevanza e della natura della partecipazione. Si introduce una possibilità di deroga per l'utilizzo di una parte dei titoli sottoposti al vincolo di lock-up per operazioni di prestito titoli, a condizione che la garanzia (collateral) sia sottoposta ad un vincolo che la renda indisponibile al creditore. A. Ammissione alla quotazione dei fondi aperti indicizzati - etf Si prevede la possibilità di ammettere alla quotazione fondi aperti che replicano un indice (Exchange traded funds). Tali strumenti finanziari saranno negoziati in un apposito segmento del Mercato Telematico Azionario e dovranno essere riferiti a indici noti e i cui valori siano disponibili al pubblico. B. Adozione del Market Model Al fine di adeguare la microstruttura dei mercati Mta, Nuovo Mercato, Mercato After Hours e Mercato Ristretto al Market Model europeo, si modifica la disciplina delle modalità di negoziazione prevedendo le seguenti funzionalità: introduzione dell'asta di chiusura; eliminazione del lotto minimo di negoziazione, con l'estensione al Mta e al Mercato Ristretto della possibilità di negoziare strumenti finanziari per qualunque quantitativo (già prevista sul Nuovo Mercato). La modifica consentirà maggiore flessibilità nelle decisioni di investimento da parte degli investitori finali, in particolare quelli retail, il venir meno della necessità di frequenti adeguamenti alla struttura dei lotti minimi in occasione di interventi sul capitale delle società e una maggiore semplicità del funzionamento della fase di apertura, attualmente disegnata in modo da consentire l'accorpamento in lotti unitari di spezzature inserite per l'esecuzione al prezzo di asta. estensione dell'anonimato del book di negoziazione, cioè la non visibilità dei codici degli operatori che immettono ordini, al Mta, al Tah e al Mercato Ristretto (anonimato pre-trade), analogamente a quanto già avviene sul Nuovo Mercato; chiusura delle fasi di pre-asta della seduta (apertura, chiusura, aste infragiornaliere) in un momento determinato con un processo casuale all'interno dell'ultimo minuto della fase stessa (random); introduzione delle proposte di negoziazione con modalità di esecuzione "valide solo in asta di chiusura" e modifica della disciplina delle proposte con quantità nascosta, prevedendo che alla quantità visibile corrisponda un controvalore almeno pari ad un valore minimo stabilito da Borsa Italiana nelle Istruzioni (10.000 euro); introduzione del prezzo di controllo quale nuovo valore di riferimento per il controllo automatico delle negoziazioni: il prezzo di controllo è pari al prezzo di riferimento del giorno precedente in asta di apertura e al prezzo di asta di apertura durante la negoziazione continua e in asta di chiusura. Durante il Trading After Hours, il prezzo di controllo è pari al prezzo di riferimento del giorno. A. Controparte Centrale Borsa Italiana intende modificare la disciplina del sistema di garanzia dei contratti prevedendo la sostituzione del Fondo di Garanzia dei Contratti con la Controparte Centrale. A tal fine ha predisposto il proprio Regolamento all'adozione del nuovo sistema di garanzia. In particolare il buon fine dei contratti conclusi sui mercati di Borsa e sul Nuovo Mercato ed aventi ad oggetto azioni, obbligazioni convertibili, warrant e quote di fondi chiusi verrà garantito dalla Cassa di Compensazione e Garanzia - già clearing house dei contratti conclusi sul mercato Idem - nel ruolo di Controparte Centrale. In una prima fase di attuazione della nuova disciplina il Fondo di Garanzia dei Contratti continuerà a garantire i contratti conclusi sul Mercato dei Covered Warrant (Mcw) e sul Mercato dei Premi (Mpr). B. Modalita' di negoziazione sul mercato idem Viene introdotta una disciplina degli obblighi dei market maker differenziata non solo per tipologia di contratto, come attualmente previsto, ma anche per tipologia degli obblighi di quotazione. Si prevede la possibilità di assoggettare i market maker a due tipologie di obblighi di quotazione: * obblighi di quotazione continuativa * obblighi di rispondere a richieste di quotazione. A. Documenti contabili pro-forma I documenti contabili pro-forma da consegnare nel caso in cui la società sia di recente costituzione o abbia subito recentemente modifiche patrimoniali sostanziali dovranno essere riferiti all'ultimo esercizio chiuso prima della presentazione della domanda. Si prevede che, unitamente ai dati pro-forma, sia prodotta una relazione della società di revisione contenente un giudizio sulla ragionevolezza delle ipotesi di base per la redazione dei dati pro-forma, sulla corretta applicazione della metodologia utilizzata nonché sulla correttezza dei principi contabili. B. Nomina Consiglieri L'Assemblea degli Azionisti di Borsa Italiana ha nominato tre nuovi Consiglieri di Amministrazione in sostituzione di Michele Calzolari, Alberto Giovannini e Marco Mazzucchelli, dimissionari. I nuovi Consiglieri sono: Gian Luca Baldassarri, Massimo Ferrari e Giovanni Gorno Tempini.

BUSINESS DAY ITALO-ISLANDESE E' NATA LA CAMERA DI COMMERCIO ITALO-ISLANDESE
Milano, 7 settembre 2001 L'Islanda arriva a Milano: Geir H. Haarde, Ministro delle Finanze islandese, ha istituto dopo un convegno in Camera di Commercio di Milano, la Camera di Commercio Italo-Islandese. Si tratta di un'iniziativa congiunta della Camera di Commercio di Milano e della Camera di Commercio Islandese, avrà sede a Reykjavik in Islanda, con l'obiettivo di rafforzare le relazioni economiche e commerciali. Dopo un convegno aperto ai milanesi sulle opportunità turistiche ed economiche dell'Islanda, è stato approvato lo Statuto che istituisce la Camera di Commercio italo islandese e sono stati eletti il Presidente e gli organi. La Camera di Commercio Italo-Islandese Ha sede a Reykjavik presso la Camera di Commercio Islandese ed ha i seguenti riferimenti: Iceland Chamber of Commerce Kroinglan 7- 103 Reykjavik - Iceland -Tel. 00354 510 7100 - fax 00354 568 6564. Avrà lo scopo di rafforzare i rapporti economici e istituzionali tra Lombardia e Islanda e di favorire le relazioni commerciali o altre forme di cooperazione delle PMI milanesi e lombarde con le imprese islandesi. Il convegno. Hanno partecipato Paolo Sacchi, Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l'internazionalizzazione, Sigridur À. Snævarr, Ambasciatore d'Islanda in Italia, Andrea Mochi Onory di Saluzzo, Ambasciatore Italiano in Islanda, Bogi Pàlsson, Presidente della Camera di Commercio Islandese, Daniele Molgora, Sottosegretario al Ministero italiano dell'Economia e delle Finanze, Geir H. Haarde, Ministro delle Finanze per l'Islanda, oltre a rappresentanti del settore turistico, ittico e del mondo imprenditoriale di entrambi i Paesi. "L'imprenditoria milanese - ha dichiarato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l'internazionalizzazione - ha da tempo manifestato interesse per il mercato islandese che, si è sempre dimostrato particolarmente ricettivo verso i prodotti e i servizi offerti dalle nostre imprese. Negli ultimi tempi, in particolare, gli scambi tra area milanese e Islanda stanno vivendo un vero e proprio boom: basti ricordare che, le esportazioni dell'area milanese verso l'Islanda rappresentano rispettivamente il 49% e il 13% del valore dell'export lombardo e italiano verso quel paese. Nel contesto delle attuali relazioni tra Lombardia e Islanda è nata l'idea di Promos/Camera di Commercio di Milano di istituire la Camera di Commercio Italo-Islandese per le PMI italiane che vogliono operare in Islanda e per promuovere gli scambi commerciali tra aziende italiane e islandesi." Import-export Lombardia-Islanda. Sono 125 le imprese lombarde che hanno rapporti di import-export con l'Islanda, (su un totale di 414 del territorio nazionale), 46 a Milano, 25 a Brescia, 12 a Varese, 11 a Bergamo, 10 a Mantova, 8 a Como, 5 a Lecco 3 a Lodi, 3 a Pavia 2 a Cremona. Superano i 33 miliardi l'anno le esportazioni della Lombardia verso l'Islanda e le sole imprese del milanese esportano più di 16 miliardi. Import-export Lombardia-Islanda. Sono 125 le imprese lombarde che hanno rapporti di import-export con l'Islanda, (su un totale di 414 del territorio nazionale), 46 a Milano, 25 a Brescia, 12 a Varese, 11 a Bergamo, 10 a Mantova, 8 a Como, 5 a Lecco 3 a Lodi, 3 a Pavia 2 a Cremona. Superano i 33 miliardi l'anno le esportazioni della Lombardia verso l'Islanda e le sole imprese del milanese esportano più di 16 miliardi. Il 27 % delle esportazioni italiane verso il paese "dei ghiacci" proviene dalla Lombardia: il 49,2% delle esportazioni lombarde proviene dall'area milanese, il 14,9% dalla provincia di Bergamo, il 10,9% da quella di Brescia, il 10,8% da quella di Mantova, il 4,9% da quella di Varese e il 3,3% da quella di Como, mentre il valore delle esportazioni del resto delle provincie lombarde è al di sotto del 3%. Milano, con oltre 16 miliardi di export all'anno, è anche la prima provincia italiana per volume di esportazioni verso l'Islanda: oltre il 13% dell'export nazionale proviene dalle imprese milanesi. Dal lato delle importazioni dall'Islanda, vi è una netta prevalenza dell'area di Brescia (oltre 7 miliardi l'anno, 68,3% dell'import lombardo) e dell'area milanese (quasi 3 miliardi l'anno, 25,7% dell'import lombardo) che da sole coprono, circa il 90% dell'import lombardo il quale, a sua volta, copre, con oltre 10 miliardi l'anno, quasi il 40% dei beni che dall'Islanda arrivano in Italia. Tra le altre province lombarde, solo Lecco supera i 500 milioni l'anno di import dall'Islanda, mentre le altre provincie non superano i 70 milioni.

LA GLOBALIZZAZIONE A MILANO LA FANNO LE MULTINAZIONALI. MA QUELLE PICCOLE
Milano, 7 settembre 2001. A Milano le "piccole multinazionali" fanno la voce grossa: quasi la metà delle multinazionali milanesi (71 su 153) ha infatti meno di 250 addetti e quasi i due terzi (101 su 153) occupano meno di 500 addetti. Se tuttavia la "Milano internazionale" cresce, perde colpi rispetto al trend nazionale: le multinazionali meneghine sono infatti cresciute dal 1986 ad oggi dell'88,8%, ma il peso della città sul totale nazionale è passato dal 23,9% al 14,7%. E la situazione è ancor più marcata per quanto riguarda l'internazionalizzazione passiva: il numero di imprese estere che hanno sede a Milano è cresciuto dell'11,6% in 15 anni, mentre l'incidenza del capoluogo lombardo sul totale nazionale è sceso dal 36,6% al 28,6%. Le multinazionali milanesi operano soprattutto in Francia, Spagna, Germania, Usa e Brasile, e nei settori della chimica, della farmaceutica, delle fibre e dei prodotti in gomma e plastica. Rispetto alla media nazionale, la presenza all'estero delle imprese milanesi vede un maggiore radicamento nei mercati dell'Occidente e in America Latina, mentre minore risulta la propensione ad investire nei paesi a più basso costo del lavoro dell'Europa centro-orientale e del Nord Africa: segno, quest'ultimo, di una internazionalizzazione produttiva più sofisticata e a maggiore valore aggiunto. Per quanto riguarda le imprese estere presenti a Milano, rispetto alla media nazionale, si risconta una più elevata incidenza sia nei settori ad elevata intensità tecnologica, che in quelli della chimica e farmaceutica e della meccanica. Nel complesso, per la provincia di Milano, il saldo tra partecipazioni in uscita e in entrata risulta favorevole al lato dell'entrata sia nel caso si utilizzi l'indicatore relativo al numero di imprese partecipate all'estero/dall'estero (487 contro 528), sia considerando il numero di addetti (131.749 contro 178.944) che il fatturato delle imprese partecipate (48.383 miliardi di lire contro 105.492). "Almeno in parte - ha commentato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di Commercio - il ridimensionamento delle quote spettanti a Milano in ambito nazionale deve essere considerato fisiologico, essendo conseguenza della più recente attenzione delle imprese non milanesi verso le prospettive di investimento diretto all'estero. Tuttavia, un'attenta analisi dell'andamento nel periodo considerato evidenzia chiaramente una certa difficoltà e perdita di dinamismo degli investitori milanesi". "Il dato che più preoccupa - ha continuato Sangalli - è che Milano tende a contrarsi nello spazio globale, e questo nonostante il crescente protagonismo, anche sui mercati esteri, delle piccole e medie imprese milanesi. Certo, la città continua a rappresentare la porta di ingresso italiana da e verso i mercati esteri e le multinazionali. Ma se Milano non rischia (ancora) in Italia, rischia invece nel confronto competitivo con le regioni forti d'Europa, per non parlare degli Stati Uniti, che generalmente mostrano una maggiore propensione sia ad attrarre investimenti dall'estero che a investire nei mercati esteri. Occorre quindi che l'industria milanese si attrezzi ad affrontare adeguatamente la doppia sfida posta dalla competizione globale: competere nell'attrazione interna come nell'espansione esterna degli investimenti esteri. A Milano non mancano certo le risorse (tecnologiche, finanziarie, professionali, territoriali) per imprimere una maggiore accelerazione su entrambi i versanti dell'integrazione produttiva internazionale. Quello che è necessario è allora un vero salto di qualità che coinvolga in una grande operazione di marketing, le imprese, le istituzioni, le università e la società civile. Per fare di Milano ancor di più una vera capitale d'Europa". L'andamento degli Ide in uscita negli ultimi 15 anni. Per quanto riguarda le partecipazioni in uscita, gli anni novanta hanno visto un significativo ridimensionamento del peso di Milano nell'ambito nazionale. Tra l'inizio del 1986 e l'inizio del 2000 le multinazionali milanesi sono infatti cresciute dell'88,8%, contro il 167% di quelle lombarde e il 224% nazionale. L'incidenza di Milano sul totale nazionale è così scesa dal 23,9% al 14,7% guardando al numero totale delle multinazionali, da oltre il 30% al 18,9% in relazione alla consistenza delle partecipazioni estere, e dal 39,5% al 20,5% per quanto riguarda gli addetti all'estero. Alcuni segnali di un'inversione di tendenza si sono registrati però nel corso dell'ultimo biennio, con una crescita del numero delle partecipate estere (da 435 a 487: +11,9%). L'andamento degli Ide in entrata negli ultimi 15 anni. Anche sul versante dell'internazionalizzazione passiva la dinamica di lungo periodo ha visto un andamento meno vivace per la provincia di Milano rispetto al dato regionale e nazionale. In particolare, tra l'inizio del 1986 e l'inizio del 2000 il numero di imprese con sede in provincia di Milano è cresciuto dell'11,6%, contro il 23,1% della Lombardia e il 39,2% nazionale; il numero degli stabilimenti localizzati in provincia di Milano è cresciuto del 24,1%, a fronte di incrementi del 39% per la Lombardia e del 66% a livello nazionale. L'incidenza di Milano sul totale nazionale è così scesa dal 36,6% al 28,6% guardando alla localizzazione delle imprese estere presenti, dal 24,2% al 18,3% per quanto riguarda il numero di stabilimenti, e dal 38,3% al 31,9% per quanto riguarda gli addetti occupati. Dati complessivi - Ide in uscita e loro ripartizione geografica. Sono 153, pari al 14,7% del totale italiano, le multinazionali milanesi che svolgono attività produttive all'estero. Le imprese industriali estere da esse partecipate sono 487 (pari al 18,9% del totale italiano) - di cui 359 controllate - occupano quasi 132 mila addetti (pari al 20,5% del tot. italiano) e il loro fatturato nel corso dell'ultimo anno ha sfiorato i 48.400 mila miliardi di lire (pari al 22,1% del tot. italiano). Per quanto riguarda la ripartizione per area geografica, quasi la metà delle affiliate industriali estere delle imprese milanesi è localizzata in Europa occidentale (238 imprese, pari al 48,9% del totale); 46 imprese (9,4%) hanno invece sede nei paesi dell'Europa Centrale e Orientale. Nel continente americano troviamo 107 imprese, con una leggera prevalenza del Nord America (55 imprese, 11,3%) sull'America Centrale e Meridionale (52 imprese, 10,6%). Completano il quadro 66 imprese partecipate in Asia (13,6%), 20 in Africa (4,1%) e 3 in Oceania (0,6%). La Francia è tra i singoli paesi la principale destinazione delle iniziative industriali estere delle imprese milanesi, con 70 imprese partecipate e un'occupazione di 23.295 addetti; seguono la Spagna (55 imprese e 9.476 addetti), la Germania (44 imprese e 10.118 addetti) gli USA (42 imprese e 9.300 addetti); i termini di addetti il secondo posto spetta però al Brasile (13.999 addetti in 24 imprese partecipate) davanti al Regno Unito (12.969 addetti in 31 imprese). Ide in uscita e composizione settoriale. Le attività produttive all'estero delle imprese milanesi assumono particolare rilievo, sia in termini assoluti che in riferimento al dato nazionale, nelle filiere chimica-farmaceutica-fibre-prodotti in gomma e plastica ed in quella dei prodotti elettrici ed elettronici. In particolare, nella filiera dei prodotti elettrici ed ottici operano all'estero ben 113 imprese industriali partecipate da imprese milanesi (il 36,7% delle affiliate estere di tutta l'industria nazionale) e l'occupazione all'estero supera le 52mila unità (il 63,4% sul tot. nazionale). Nel settore dei prodotti chimici, dei farmaceutici e delle fibre artificiali e sintetiche le 94 affiliate estere delle imprese milanesi occupano 15.252 addetti (il 54,4% del tot. nazionale). Altre 41 imprese partecipate con 20.252 addetti (il 66,4% del tot. nazionale) operano poi all'estero nel settore dei prodotti in gomma e plastica. Le piccole multinazionali. In provincia di Milano le "piccole multinazionali" giuocano un ruolo non trascurabile: quasi la metà delle multinazionali milanesi (71 su 153) hanno meno di 250 addetti e quasi i due terzi (101 su 153) occupano meno di 500 addetti. Ovviamente inferiore, ma pur sempre significativo, è il contributo che tali imprese danno alla consistenza delle partecipazioni estere: le imprese estere partecipate da case-madri con meno di 500 addetti incidono per oltre un terzo del totale, mentre in termini di addetti la loro quota scende sotto il 10%. Milano e provincia: Ide in uscita. Per quanto concerne la distribuzione delle "multinazionali milanesi" sul territorio provinciale, il capoluogo da solo ospita quasi la metà delle imprese investitrici (71: +18,3% nell'ultimo quinquennio), delle imprese estere partecipate (253: +3,3%), e degli addetti all'estero (quasi 64mila: -12,8%). La Brianza esprime 37 imprese multinazionali (+15,6%), con 88 partecipazioni (+12,6%) e 36mila addetti (+1,6%); segue la Cintura Nord con 15 multinazionali (+25%), 77 partecipazioni (+50,9%) e oltre 25mila addetti (+42,8%); la Direttrice Est, con 10 multinazionali (-9%), 26 partecipazioni (invariato) e oltre 1.800 addetti (-2%); Magentino-Abbiatense, con 9 multinazionali (-18%), 20 partecipazioni (-9%) e quasi 1.400 addetti (-57%). Agli ultimi due posti si classificano l'Alto-Milanese con 6 multinazionali (+50%), 11 partecipazioni (+22,2%) e 1.600 addetti (+24,7%), e Sud Milano con 5 multinazionali (invariato), 12 partecipazioni (-61%) e oltre 2.102 addetti (-80%). Ide in entrata e loro provenienza geografica. Le imprese a partecipazione estera con sede in provincia di Milano sono 528 (peso sul totale nazionale: 26,8%), gli stabilimenti sono 540 (18,3%), occupano quasi 179mila addetti (31,9%) e hanno un fatturato di oltre 99mila miliardi di lire (35,5%). Riguardo all'origine geografica degli investitori esteri, nettamente prevalente è la presenza delle multinazionali aventi origine negli altri paesi UE, cui spettano in provincia di Milano 308 imprese partecipate e oltre 108mila addetti, corrispondenti al 58% del totale. Di un certo rilievo anche la presenza di imprese provenienti dagli altri paesi europei, e in particolare dalla Svizzera (55 imprese e quasi 17mila addetti, corrispondenti al 10% circa del totale). Agli investitori nordamericani spettano 142 imprese partecipate e oltre 48.600 addetti, corrispondenti al 25% circa del totale. La presenza industriale giapponese è assai modesta e si concretizza in 15 imprese partecipate e 2.850 addetti, con un'incidenza sempre inferiore al 3% del totale. Marginale il ruolo delle rimanenti aree geografiche, per cui residuano 9 imprese partecipate, 10 impianti produttivi e 2.800 addetti. Ide in entrata e composizione settoriale. La provincia di Milano evidenzia rispetto alla media nazionale una più elevata incidenza dei settori ad elevata intensità tecnologica (la quota di Milano sul totale nazionale tocca il 37,5%, contro il 28,6% complessivo, in termini di imprese partecipate e il 48,2%, contro il 31,9%, in termini di addetti). Tuttavia, negli anni novanta l'andamento delle partecipazioni estere a Milano in questo comparto si è caratterizzato per una significativa riduzione sia del numero di imprese partecipate (131 ad inizio 2000 contro le 174 ad inizio 1990), sia del numero dei relativi addetti (77.633 ad inizio 1998 contro quasi 88mila ad inizio 1990). Tra i singoli settori, la presenza estera assume particolare rilievo - sia assoluto, sia in relazione al contesto nazionale - nella chimica e farmaceutica (133 imprese partecipate dall'estero con oltre 45mila dipendenti e 147 impianti produttivi), nella meccanica (94 imprese con 20mila addetti e 103 stabilimenti) e nei prodotti elettrici (88 imprese partecipate con quasi 57mila addetti e 100 stabilimenti); l'incidenza sul totale nazionale assume valori assai elevati anche nel settore cartario ed editoriale, sfiorando in termini di imprese partecipate (54, con quasi 9.400 addetti e 57 impianti produttivi) la metà del totale nazionale. Milano e provincia: Ide in entrata. Per quanto riguarda la distribuzione delle attività industriali a partecipazione estera sul territorio provinciale di Milano, il capoluogo da solo ospita il 36,7% delle sedi di imprese estere (194: -4,9% nell'ultimo quinquennio ), 100 stabilimenti (-2,9%) e quasi 96mila addetti occupati (-20,8%). Segue la Brianza, con 100 sedi (+14,9%), 140 stabilimenti (+9,3%) e oltre 26 mila addetti (+11,4%); la Cintura Nord, con 80 sedi (invariato), 100 stabilimenti (+16,3%) e oltre 17 mila addetti (-26,8%); Direttrice Est, con 62 sedi (+7%), 77 stabilimenti (+5,5%) e quasi 24 mila addetti (-1,8%); Magentino-Abbiatense, con 50 sedi (+16%), 62 stabilimenti (+21%) e oltre 9.000 addetti (+12%); Sud Milano con 34 sedi (+13%), 46 stabilimenti (+21%) e quasi 6 mila addetti (+9,1%); e, in ultima posizione, l'Alto Milanese, con 8 sedi (+14%), 15 stabilimenti (+15%) e quasi mille addetti (-18%).

BIPOP DATI RACCOLTA DI AGOSTO DAI CANALI CAPTIVE
Milano, 7 settembre 2001 - Nel mese di Agosto i canali captive del Gruppo hanno conseguito i seguenti risultati:

 

Filiali

Bipop City

Azimut

Banca Fineco

Estero

Totale

Fondi Netti e GPF

(377,2)

1,1

36,7

9,4

1,9

(328,1)

Prodotti assicurativi

48,4

13,7

--

8,8

--

70,9

Raccolta diretta  

82,2

75,4

157,6

 

 

 

 

 

Raccolta gestita di gruppo e depositi dei canali diretti - mese di agosto*

Totale raccolta

(328,8)

14,8

36,7

100,4

77,3

(99,6)

 

Dati in euro ml

* Dati preliminari

Il dato di raccolta di Fondi Netti e Gpf relativo alle Filiali include flusso negativo legato al disinvestimento, pari a circa 270 ml euro, di parte del portafoglio di proprietà. Il canale wholesale ha registrato una raccolta netta negativa dei fondi Cisalpino-Putnam per circa 76 ml euro. Nel mese di agosto, a livello di Gruppo, il volume complessivo dei programmi pluriennali si attesta a 11,9 ml euro. La nuova produzione di premi pluriennali annualizzati ammonta a 4,3 ml euro. La raccolta gestita e diretta dei canali captive nei primi otto mesi 2001 è la seguente:

Raccolta gestita di gruppo e depositi dei canali diretti - primi otto mesi 2001*

 

Filiali

Bipop City

Azimut

Banca Fineco

Estero

Totale

Fondi Netti e GPF

(1.311,8)

172,2

619,3

262,8

(58,4)

(315,9)

Prodotti assicurativi

518,9

102,0

--

75,9

--

696,8

Raccolta diretta  

906,2

805,3

1.711,5

Totale raccolta

(792,9)

274,2

619,3

1.244,9

746,9

2.092,4

Dati in euro ml

* Dati preliminari

Il canale wholesale, nei primi otto mesi 2001, ha registrato una raccolta netta negativa dei fondi Cisalpino-Putnam per circa 714 ml euro. Per lo stesso periodo, a livello di gruppo, il volume complessivo dei programmi pluriennali si attesta a 86,9 ml euro. La nuova produzione di premi vita annualizzati ammonta a 58,3 ml euro.

CREDEM: L'UTILE CONSOLIDATO DEL PRIMO SEMESTRE 2001 RAGGIUNGE I 128 MILIARDI ( 121 NEL 2000 )
Reggio Emilia, 7 settembre 2001 - Il Consiglio di Amministrazione del Credito Emiliano ha approvato in data odierna la situazione economico patrimoniale relativa al primo semestre 2001.

Risultati consolidati

(valori in miliardi di lire)

6/2000

12/2000

6/2001

Var. %

su 6/2000

Raccolta complessiva

64.699

70.331

86.714

16,3*

- diretta

16.011

16.888

20.701

2,4*

- indiretta (al ctv)

48.688

53.443

66.013

19,9*

. gestita

19.712

21.573

23.162

17,5

Impieghi per cassa vs. clientela

12.346

13.654

14.668

18,8

Utile netto

121,1

267,9

128,0

5,7

N. Filiali

360

387

413

+ 53 unità

N. Centri Imprese

13

23

28

+ 15 unità

N. Dipendenti

4.058

4.328

4.575

+ 517 unità

N. Promotori Finanziari

420

504

666

+ 246 unità

* Le percentuali di variazione della raccolta complessiva, della raccolta diretta e della raccolta indiretta non tengono conto di un consistente deposito titoli con controparte istituzionale attivato da Credembanca nel 2001 per oltre 7.000 miliardi e dell'ammontare dei pronti contro termine per entrambi gli esercizi. In un contesto di mercato particolarmente sfavorevole per le banche operanti nel settore del risparmio gestito, il Gruppo ha conseguito, sia a livello di sviluppo delle masse sia in termini di redditività, risultati che ci consentono di confermare le proiezioni per fine esercizio di un utile consolidato netto di circa 267 miliardi, pari ad un Roe del 18,6%. All'andamento economico del Gruppo hanno maggiormente contribuito: Credem, che a livello individuale ha prodotto un utile netto di 183 miliardi (142 al 6/2000); il favorevole sviluppo degli impieghi a clientela (+26%), unitamente all'ampliamento della "forbice tassi" di 51 b.p. rispetto al 6/2000, ha consentito uno sviluppo del margine finanziario al netto dei dividendi del 29%, che ha bilanciato la flessione del 6% del margine servizi. Quest'ultimo ha inoltre beneficiato del progresso delle commissioni rivenienti dal banking tradizionale e dallo sviluppo della raccolta gestita, compensando così il previsto minor apporto dell'area finanza dovuto all'andamento del mercato. Euromobiliare Asset Management S.G.R., la cui quota di mercato è incrementata dall'1,40% del 6/2000 all'1,66%. La società ha ottenuto brillanti risultati, sia in termini di raccolta netta, positiva in tutti i comparti, sia nella consistenza del patrimonio gestito che si è attestato a 17.260 miliardi (+14% rispetto al 6/2000). Il risultato netto di bilancio evidenzia utili pari a circa 12 miliardi, anche se in calo rispetto all'anno precedente a seguito della forte contrazione delle commissioni di performance. Euromobiliare Asset Management SGR, guidata dal nuovo Amministratore Delegato Vittorio Gaudio, ha registrato nel mese di luglio una raccolta netta positiva pari a 85 miliardi, mentre ad agosto l'incremento risulta di 98 miliardi. Euromobiliare Sim, che ha aumentato la propria quota di mercato nell'intermediazione azionaria dal 5% del 6/2000 al 6% del 6/2001. I volumi intermediati si sono attestati a circa 85.000 miliardi, con un risultato netto di bilancio che ha raggiunto i 29 miliardi. Abaxbank, conclusa la fase di start-up che ha impegnato gli ultimi mesi del 2000, ha evidenziato a livello di semestrale un utile netto di circa 15 miliardi, con un margine di intermediazione pari a circa 65 miliardi di lire ed un R.O.E. pari al 14% a fronte di un patrimonio netto di 218 miliardi. Inoltre vanno segnalate:la buona qualità del credito, con l'indice "sofferenze nette su impieghi per cassa netti" prossimo allo zero; l'aumento degli ammortamenti e dei costi, quale conseguenza dell'espansione territoriale e della ristrutturazione aziendale delle diverse società del Gruppo.

SEMESTRE IN CRESCITA PER BANCA TOSCANA: MIGLIORA LA REDDITIVITÀ AUMENTA IL SOSTEGNO ALL'ECONOMIA UTILE NETTO DI 100 MILIARDI,
Milano, 7 settembre 2001 - Il primo semestre del 2001 si è rivelato favorevole per la Banca Toscana. L'Istituto fiorentino - controllato dalla Banca Monte dei Paschi di Siena - ha conseguito un miglioramento della profittabilità netta ottenendo, nel contempo, un ampliamento dell'attività di intermediazione con clientela. Insieme al rinnovato impegno sul versante dell'adeguamento dei contenuti organizzativi e dell'assetto distributivo aziendale, sono questi gli aspetti gestionali più rilevanti presenti nel documento - approvato dal Consiglio di Amministrazione presieduto dal Prof. Paolo Mottura - concernente i risultati patrimoniali e reddituali realizzati nei primi sei mesi del 2001. La Banca ha raggiunto nel periodo un utile netto di 100 miliardi, in progresso del 25,03% in virtù del risultato conseguito nelle attività ordinarie che hanno espresso un flusso reddituale in crescita di quasi il 60%. Più in particolare, il margine d'interesse - pari a 447 miliardi - è aumentato del 23,49% sul primo semestre 2000 (non comprensivo dei risultati della Banca Popolare della Marsica) in ragione dell'espansione registrata nel segmento clientela prevalentemente a seguito del favorevole andamento dei volumi intermediati. A loro volta i ricavi netti non interest, alimentati dal ritorno economico offerto dalla proposta di prodotti e servizi anche di finanza innovativa, hanno segnato un incremento del 23,83% attestandosi su 368 miliardi. Lo svolgimento dell'attività bancaria - che ha prodotto un margine d'intermediazione di 815 miliardi (+23,65%) - ha poi comportato oneri di gestione per complessivi 539 miliardi, in aumento dell'8,86% per effetto di spese amministrative in crescita dell'8,66%, oltre che per le maggiori rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali ed immateriali (+28,06%) conseguenti in parte alla rivalutazione dei cespiti immobiliari effettuata nello scorso esercizio. Il cost/income si è così attestato al 66,11% con una riduzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente di circa 9 punti percentuali. La gestione caratteristica ha espresso una redditività lorda di 276 miliardi (+68,24%) assorbita da rettifiche nette di valore dell'attivo e da accantonamenti prudenziali per 64,5 miliardi (31,1 miliardi nel periodo a confronto), che risentono anche dell'effetto economico (12 miliardi) derivante dall'avvenuta cartolarizzazione di crediti non performing - ai sensi della legge n. 130/1999 - per un valore netto di 369 miliardi. L'utile delle attività ordinarie è così risultato pari a 212 miliardi (+59,16%). Considerati il saldo della gestione straordinaria - passato da positivo per 25 miliardi a negativo per 13 miliardi in conseguenza degli oneri inerenti il piano di esodi incentivati del personale - ed imposte sul reddito per 98 miliardi, la Banca Toscana ha evidenziato nei primi sei mesi del 2001 un utile netto di 100 miliardi contro gli 80 miliardi dello stesso periodo dell'anno precedente. Il raggiungimento di questi risultati - che riflettono anche l'incorporazione della Banca Popolare della Marsica avvenuta lo scorso novembre - si è associato alla vivacità mostrata nell'intermediazione dei flussi finanziari con clientela. In questo campo particolare dinamismo ha caratterizzato l'attività di finanziamento dell'economia. Gli impieghi - pari a 19.455 miliardi - sono infatti aumentati del 25,38% principalmente sotto la spinta dei mutui. Nel contempo, il grado di rischiosità si è attestato sullo 0,23% dopo la ricordata cartolarizzazione di crediti non performing effettuata per rendere più flessibile la gestione dell'attivo migliorandone inoltre il livello qualitativo. A sua volta, il risparmio complessivamente intermediato ha segnato un progresso del 9,50% con una consistenza cifratasi in 47.478 miliardi. In questo ambito, la raccolta diretta - pari a 20.923 miliardi - ha registrato un incremento del 9,23% confermando la concentrazione sui conti correnti e sulle obbligazioni. Analogo sviluppo ha contraddistinto la raccolta indiretta (+9,72%) che ha raggiunto i 26.555 miliardi anche in ragione del collocamento di prodotti finanziari innovativi. La consistenza del patrimonio netto della Banca, comprensiva dell'utile netto di periodo, ha raggiunto i 2.217 miliardi registrando un incremento del 17,59% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, che non comprende gli effetti derivanti dall'incorporazione della "Marsica" - contabilizzati alla fine dello scorso esercizio - oltre all'imputazione alla riserva di rivalutazione ex legge n. 342/2000. Quanto alla struttura operativa - che si è avvalsa dell'opera di 4.716 dipendenti (34 in meno rispetto allo scorso dicembre) - ha visto concludersi l'intervento organizzativo volto a rafforzare l'azione di penetrazione commerciale della rete distributiva. Quest'ultima è stata inoltre ampliata con l'apertura di 11 filiali e due unità operative fortemente automatizzate raggiungendo - stante la chiusura di due sportelli avanzati - le 387 dipendenze; al tempo stesso, il numero dei contratti attivi relativi ai canali telematici ha segnato nei primi sei mesi del 2001 un incremento di 23.000 unità attestandosi su circa 74.000 unità. Per quel che concerne la prevedibile evoluzione della gestione aziendale nei mesi che separano dalla chiusura dell'esercizio è ragionevole ritenere che, insieme al proseguimento della crescita dei flussi finanziari intermediati con clientela, la Banca possa ancora presentare un profilo espansivo della redditività lorda dell'attività caratteristica sostenuta dall'apporto della profittabilità espressa dall'intermediazione.

SANPAOLO LEASINT: APPROVATA LA SEMESTRALE 2001 UTILE ANTE-IMPOSTE DI 14,6 MILIARDI DI LIRE
Milano, 7 settembre 2001 - Il Consiglio di Amministrazione di Sanpaolo Leasint, la societa' di leasing del Gruppo Sanpaolo Imi presieduta da Marco Desiderato, ha approvato i risultati conseguiti nel primo semestre 2001, che evidenziano un utile ante-imposte di 14,6 miliardi di lire ed un utile netto di 7,5 miliardi di lire, in crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente ed in linea con il budget previsionale. Nel primo semestre 2001 la Societa' ha stipulato nuovi contratti per un valore complessivo di 888 miliardi di lire, che, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, segnano un incremento di oltre il 21%, favorito anche dai nuovi accordi di collaborazione con il Banco di Napoli e con la Cassa dei Risparmi di Forli'. Il valore netto dei beni in locazione ammonta, al 30 giugno, a 3.711 miliardi di lire. Per quanto concerne la dinamica dei fondi rischi va sottolineato il miglioramento della qualita' del portafoglio in essere pur a fronte di un costante incremento dell'ammontare dei crediti alla clientela.

AEDES SPA (IMMOBILIARE) RELAZIONE SEMESTRALE 2001 : RICAVI CONSOLIDATI A 42 MILIONI DI EURO (+ 627%) UTILE LORDO CONSOLIDATO A 9 MILIONI DI EURO (+900 %)
Milano, 7 settembre 2001 - Il Consiglio di Amministrazione della Aedes S.p.A., sotto la Presidenza di Alfio Noto, ha oggi deliberato l'approvazione della Relazione semestrale al 30 giugno 2001. A livello consolidato il Gruppo chiude la relazione semestrale al 30/06/01con un utile lordo, prima delle imposte, di 9 milioni di Euro, dopo aver stanziato ammortamenti per 9.7 milioni di Euro. Il forte incremento dell'utile rispetto al primo semestre dell'esercizio 2000, è da ricondursi essenzialmente alle nuove azioni strategiche aziendali realizzate. Il valore della produzione ha raggiunto l'importo di 42.081 migliaia di Euro (rispetto a 6.757 migliaia di Euro del corrispondente periodo del 2000) grazie principalmente all'ampliamento dell'area di consolidamento risultante dalle acquisizioni del patrimonio retail e Fiat, effettuate nel secondo semestre dell'anno ed alla conseguente crescita del patrimonio immobiliare. I risultati del semestre sono stati favorevolmente influenzati, oltre che dall' incremento del patrimonio immobiliare che è passato da 65.000 mq al 30 giugno 2000 a 600.000 mq al 30 giugno 2001, anche dagli effetti derivanti dalla vendita di unità immobiliari e dai proventi di iniziative di sviluppo. Il cash flow a livello consolidato ha raggiunto l'importo di 18.727 migliaia di Euro (1.834 migliaia di Euro nel primo semestre 2000), contribuendo in misura significativa alla crescita del Gruppo. Il patrimonio immobiliare a livello consolidato passa, a valore di mercato, da Lit 775 milioni di Euro circa, a fine 2000, a 860 milioni di Euro circa al 30 giugno 2001 dopo tutte le operazioni di acquisizione concluse nel periodo. La crescita del patrimonio immobiliare è stata finanziata attraverso incrementi di patrimonio netto per circa 110.765 migliaia di Euro e, per la parte residua, attraverso indebitamento e dilazioni di pagamento. L'Amministratore Delegato di Aedes, Luca Castelli, ha così commentato questa performance: "Le attività ed i risultati del primo semestre 2001 rappresentano i primi positivi successi del nuovo corso, avviato nel secondo semestre del 2000, che ha visto il Gruppo impegnato nella realizzazione di una nuova strategia di alleanze ed acquisizioni volta a consolidare una posizione di rilievo sul mercato italiano, con obiettivi di ulteriore sviluppo da perseguire. Abbiamo in programma anche un ritorno al ruolo storico di Aedes, lavorando allo sviluppo di progetti per la Città di Milano". In agosto 2001 l'offerta presentata, in joint venture, da Aedes SpA e Pirelli & C. Real Estate per rilevare il patrimonio immobiliare e le società di servizi di Edilnord 2000 S.p.A. - del valore di 425 miliardi di lire - è stata formalmente accettata dal Gruppo Fininvest. Il closing è previsto entro il Marzo 2002. Il Consiglio d'Amministrazione ha inoltre proceduto alla cooptazione del Dott. Pio Giovanni Scarsi, noto e qualificato professionista del mercato finanziario milanese.

TIM: IL CDA APPROVA I RISULTATI DEL I° SEMESTRE 2001 GRUPPO TIM OLTRE 50,4 MILIONI I CLIENTI NEL MONDO 2.376 MILIONI DI EURO IL MOL (+11,3%)
Roma, 7 settembre 2001 - Il Consiglio di Amministrazione di Tim (Gruppo Telecom Italia) presieduto da Enrico Bondi ha approvato il 5 settembre , su proposta dell'Amministratore Delegato Marco De Benedetti, la relazione sull'andamento della gestione del primo semestre 2001. I risultati del Gruppo Tim - I ricavi sono pari a 4.930 milioni di euro, con una crescita del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2000 (4.516 milioni di euro); il Margine Operativo Lordo (Mol) ha raggiunto i 2.376 milioni di euro, con un aumento dell'11,3% rispetto al primo semestre 2000 (2.135 milioni di euro); l'incidenza del Mol sui ricavi totali e' del 48,2% (47,3% nel primo semestre 2000); il risultato operativo e' pari a 1.617 milioni di euro ed e' cresciuto del 10,1% rispetto al primo semestre 2000 (1.468 milioni di euro); l'utile consolidato del periodo di spettanza della Capogruppo e' pari a 720 milioni di euro con un incremento del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; la crescita del Gruppo Tim e' ben rappresentata dal numero di linee: oltre 50,4 milioni nel mondo - comprese le linee mobili del Gruppo Telecom Italia - con un incremento di oltre 12 milioni rispetto allo stesso periodo del 2000; l'indebitamento finanziario netto e' pari a 1.959 milioni di euro, dovuto principalmente agli investimenti realizzati dal Gruppo Tim in Brasile per l'acquisto delle licenze e in Turchia per lo sviluppo della Societa' IS-TIM; al 30 giugno 2001, i dipendenti del Gruppo Tim sono pari a 16.033 con un incremento di 3.087 unita' rispetto allo stesso periodo del 2000. I risultati di Tim S.p.A. - Il primo semestre 2001 si chiude con un utile netto pari a 1.152 milioni di euro con un incremento del 31,4% rispetto allo stesso periodo del 2000 (877 milioni di euro); il Margine Operativo Lordo (Mol) si attesta a 2.086 milioni di euro con una crescita del 12,3% rispetto al primo semestre dell'anno precedente (1.857 milioni di euro). Migliora anche la gestione con un rapporto Mol/ricavi pari al 52% (49,1% nel primo semestre 2000); e il rapporto MOL su ricavi da servizi e' pari al 54,1% (53,4% nel primo semestre 2000); i ricavi ammontano a 4.011 milioni di euro con una crescita del 6,1% rispetto al semestre dell'anno precedente (3.782 milioni di euro), mentre i ricavi da servizi che rappresentano oltre il 96% del totale, ammontano a 3.853 milioni di euro registrando un aumento del 9,5% rispetto al primo semestre 2000 (3.518 milioni di euro); i ricavi da Servizi a Valore Aggiunto (Vas) hanno raggiunto i 236 milioni di euro con una crescita di circa il 70% rispetto al primo semestre 2000 (140 milioni di euro). I proventi connessi agli SMS si confermano la componente Vas di maggior rilievo con un incremento di circa il 60% rispetto allo stesso periodo del 2000). i ricavi da traffico sono aumentati del 9,3% rispetto al primo semestre 2000 e raggiungono i 3.492 milioni di euro; il traffico complessivo supera i 16,3 miliardi di minuti al 30 giugno 2001 con un incremento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2000 (13,9 miliardi di minuti); gli investimenti finanziari al 30 giugno 2001 sono pari a 2.452 milioni di euro, mentre quelli industriali ammontano a 478 milioni di euro; la posizione finanziaria netta e' positiva e pari a 92 milioni di euro (459 al 30 giugno 2000); dopo sei anni di liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni mobili, Tim si conferma leader in Italia con 22.649.000 linee; al 30 giugno 2001 i dipendenti di Tim sono pari 9.664. Anche alla luce dei risultati del I Semestre, il C.d.A. e' fiducioso che i risultati operativi di fine anno potranno essere migliori di quelli dello scorso anno. Le principali operazioni sui mercati esteri - Nel corso del primo semestre del 2001 il Gruppo Tim ha conseguito importanti obiettivi che hanno consolidato la presenza internazionale del marchio Tim. Tra questi si segnalano l'aggiudicazione di tre nuove licenze Gsm in Brasile, di conseguenza il Gruppo Tim potra' realizzare la prima rete panamericana Gsm; il lancio dei Vas in Brasile con Timnet.com, la Societa' creata in Brasile da Tim per fornire alle controllate dell'area sudamericana un portale di accesso ai servizi a valore aggiunto; il lancio del servizio commerciale in Peru'; il lancio del servizio commerciale in Turchia: dopo soli quattro mesi dall'inizio delle operazioni commerciali, sono gia' circa 260mila i clienti della partecipata Aria. Inoltre, l'11 luglio scorso, Tim si e' aggiudicata anche la licenza Umts in Grecia, attraverso la controllata Stet Hellas. A questo proposito, l'Assemblea Straordinaria degli Azionisti di Stet Hellas ha deliberato, lo scorso 31 luglio un aumento di capitale di 30 miliardi di dracme (circa 88 milioni di euro), al servizio del finanziamento dell'acquisizione della licenza Umts e dell'estensione della licenza Dcs 1800. Al 30 giugno 2001, i clienti di Stet Hellas sono pari a 1,9 milioni con una crescita del 33% rispetto allo stesso periodo del 2000. I nuovi servizi lanciati nel corso del semestre 2001 Nel corso del primo semestre Tim ha messo in campo politiche commerciali dinamiche e innovative offrendo servizi sia tradizionali, sia a valore aggiunto. La costante leadership nell'innovazione ha consentito a Tim di lanciare, prima azienda in Italia, l'offerta commerciale Gprs sia per il mercato business, sia per quello consumer. Sono stati, inoltre, arricchiti i profili tariffari di Autoricarica, (Professional, 300 e 190) ed e' stata lanciata Tim 3xTe nell'ambito della linea dei profili tariffari Flash. E' stata poi introdotta In Europe, la tariffa unica per le chiamate in roaming internazionale, valida in 30 paesi europei. Tim ha ideato e lanciato in anteprima sul mercato mondiale il servizio Lo Sai di Tim, Sms gratuito che informa sulle chiamate ricevute quando il telefono e' spento o irraggiungibile. E' stato inoltre proposto 4040 Trova Tutto servizio per la ricerca di numeri e indirizzi di privati e aziende. Nel congratularsi per i risultati ottenuti nel I° Semestre, il Presidente, assieme a tutto il Consiglio, ha sottolineato la piena fiducia all'attuale management nelle persone del Dott. Marco De Benedetti e dell'Ing. Mauro Sentinelli.

IL GRUPPO WEBEGG PARTECIPA A FINANCIAL SMAU ­ PAD. 19 VERRÀ PRESENTATA L'OFFERTA DEL GRUPPO PER IL SETTORE FINANZIARIO
Milano, 7 settembre 2001 - Il Gruppo Webegg
www.webegg.it sarà presente al Financial Smau 2001 con la sua proposta multidisciplinare per il posizionamento delle aziende in Rete. In particolare verrà presentata l'offerta di consulenza e soluzioni per il mondo della finanza e delle assicurazioni. Il modello organizzativo e funzionale Webegg si basa sui tre livelli della rete Intranet, Internet ed Extranet. Per ogni livello il Gruppo Webegg ha definito le componenti che un'azienda deve indirizzare per posizionare i propri processi in rete. Il Gruppo Webegg è il consulente strategico per l'organizzazione dei processi aziendali in Rete (web-consulting) e per l'integrazione di soluzioni applicative derivanti da un network di partner internazionali (web-integration). Per l'area dell¹e-Finance l'offerta riguarda il Personal Financial Planning, l'e-Risk, gli Info Provider Services e l'Organizzazione Sinistri in rete con i prodotti Investor Center, Var Portfolio Manager, Smart Nam, e-Claims.

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