QUOTIDIANO DI: New & Net Economy, Finanza, Politica,Tecnologia, E-business, Turismatica ed Attualità

NOTIZIARIO
MARKETPRESS

NEWS
di

MARTEDI'
11 SETTEMBRE  2001

pagina 4

 

La nostra vetrina dei 
PRODOTTI
ARTIGIANALI
e' aperta... visitatela

 

 

 

 


Entrate nell'
AREA
DELLE NOVITA'
troverete esposti molti
prodotti interessanti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'esposizione dei 
PRODOTTI
PER IL LAVORO
è aperta visitatela

 

 

ODONTOTECNICI: PROFILO PROFESSIONALE ALLO STUDIO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITÀ

Roma, 11 settembre 2001 - In merito alla notizia dell'esistenza di un presunto decreto delegato sul nuovo profilo degli odontotecnici in procinto di essere emanato, riportata da alcuni organi di informazione, il Ministero della Salute chiarisce che: da parte del Ministero non vi è non vi è alcuna definitiva determinazione in materia. E' infatti in fase di studio un provvedimento amministrativo di natura regolamentare per la revisione del profilo professionale dell'odontotecnico, tuttora delineate da un Regio decreto del 1928. Attualmente il provvedimento è all'esame del Consiglio Superiore di Sanità - organo tecnico consultivo del Ministro della Salute - che dovrà esprimere un parere tecnico vincolante ai fini dell'adozione del provvedimento stesso che individua il nuovo profilo professionale dell'odontotecnico (in applicazione del comma 3, art. 6 d.l.vo 502/92), per il quale è prevista una formazione universitaria triennale, al termine della quale si consegue una laurea abilitante. Il provvedimento, nella formulazione proposta al Consiglio Superiore di Sanità prevede, in particolare, che l'odontotecnico possa collaborare con il medico chirurgo o con l'odontoiatra - cui è riservato, in via esclusiva, ogni atto diagnostico, clinico e terapeutico - per interventi esclusivamente incruenti di carattere tecnico previa richiesta, alla presenza e sotto la responsabilità dello stesso medico chirurgo o odontoiatra. La stesura attuale del nuovo profilo prevede che gli interventi debbano comunque essere realizzati secondo le modalità che il medico chirurgo o l'odontoiatra valuterà opportune in relazione allo stato clinico e alla sicurezza del paziente, al solo scopo di acquisire ed ottimizzare tutti gli elementi relativi esclusivamente riferiti al dispositivo medico che l'odontotecnico deve realizzare.

IL THERANASE, NUOVO PRODOTTO DELL'ANTISOMA, VIENE APPROVATO NEL PROGRAMMA APOPTOSICO
Londra, 11 settembre 2001 - L'Antisoma Plc,(Lse:Asm;Nasd:Asom), societa' biofarmaceutica inglese, che sviluppa nuove terapie anticancro, ha annunciato oggi un rafforzamento importante del suo programma di ricerca apoptosica grazie all'accordo di distribuzione dei National Institutes of Health (Nih) statunitensi. L'apoptosi mirata combina le capacita' antitumorali specifiche degli anticorpi monoclonali con degli enzimi che attaccano il nucleo genetico delle cellule, provocando la morte delle cellule cancerose. L'Antisoma ha ottenuto i diritti di esclusiva a livello mondiale per l'utilizzo di questo enzima, il Rnase citotossico ricombinante, in unione con gli anticorpi monoclonali che vanno a colpire la mucina epiteliale polimorfica (Pem) e l'antigene carcino-embrionico (Cea) - proteine scoperte in alcune cellule cancerose. Questa tecnologia, al momento, e' coperta da tre brevetti autorizzati e da due brevetti in via di registrazione negli Stati Uniti e dai loro brevetti equivalenti al di fuori degli Stati Uniti. Dal 1999, l'Antisoma sta sovvenzionando la ricerca per l'utilizzo combinato degli anticorpi e del RNase della Dott.ssa Susanna Rybak del Frederick Cancer Research and Development Center del National Cancer Institutes, nel Maryland (Usa). Grazie a questa combinazione, che ha portato risultati potenziali per cio' che riguarda la distruzione delle cellule tumorali isolate, l'Antisoma ha deciso di acquisire i diritti della proprieta' intellettuale. La societa', in futuro, approfondira' la collaborazione con la Dott.ssa Rybak. L'accordo amplia, notevolmente, il programma apoptosico dell'Antisoma, che gia' utilizza l'enzima Dnase in combinazione con l'anticorpo Hmfg1 dell'Antisoma per uccidere il Pem all'interno delle cellule tumorali. Glyn Edwards, Amministratore Delegato dell'Antisoma, ha cosi' commentato: ''L'apoptosi mirata rappresenta una delle aree piu' promettenti della ricerca anticancro. L'Antisoma si e' gia' assicurata una posizione leader in questo campo grazie agli studi e all'utilizzo del Dnase. Quest'accordo con i National Institutes of Health rafforza ulteriormente le nostre capacita' e la posizione della proprieta' intellettuale in quest'area e sottolinea la capacita' dell'Antisoma di acquisire maggiori diritti sulla tecnologia innovativa.'' Infolink:
http://www.antisoma.com

CONTINUA LA CRESCITA DI SALMOIRAGHI & VIGANÒ
Milano, 11 settembre 2001 - Proseguono le strategie vincenti di sviluppo di Salmoiraghi & Viganò che, con le recenti acquisizioni, porta il numero dei suoi punti vendita a circa 150. Inoltre, nel giro di pochi mesi dall'ultima inaugurazione, ha aperto altri 2 punti vendita in Germania con l'insegna S &V Optik all'interno dei Centri Commerciali Oviesse. In Italia le acquisizioni riguardano 4 punti vendita della catena Terruzzi ubicati in strategici Centri Commerciali del comasco, tre dei quali facenti capo al Gruppo Bennet, e un punto vendita appartenente all'Ottica Galli nel Centro commerciale "I Gigli" di Campi Bisenzio, Firenze. In Germania Salmoiraghi & Viganò ha voluto ampliare il numero dei propri punti vendita. Dopo i successi ottenuti con le prime tre aperture avvenute nel primo semestre è oggi presente nelle città di Bergish Gladbach e Kerpen, quest'ultima città natale di Michael Schumacker. La politica di crescita adottata da Salmoiraghi & Viganò ha avuto pienamente successo grazie anche all'elevato standard di servizi e un buon assortimento del prodotto, secondo la filosofia dell'azienda.

CLINIQUE, SOCIETÀ MULTINAZIONALE LEADER DEL MERCATO COSMETICO, SCEGLIE SANDI FELLMAN, FOTOGRAFA D'ARTE
Milano, 11 settembre 2001 - Sandi Fellman, fotografa d'arte statunitense, da 25 anni lavora su una grande varietà di temi relativi alle donne e alla bellezza. Le sue ricerche spaziano dallo studio sull'arte dei tatuaggi giapponesi (nella mostra "L'Arte del Corpo" nel 1999 presso il Museo Americano di Storia Naturale), ad uno studio approfondito del rapporto genitori e figli (nel libro "Il Bambino" pubblicato da Rizzoli nel 2000), alla sua sorprendente opera astratta di fiori ("Open Secret" pubblicato nel 1999 dalla casa editrice Stemmle). Nata e cresciuta nel Midwest, da adolescente Sandi ha iniziato a leggere riviste d'arte sognando di diventare fotografa. Per il Master di Belle Arti presso l'Università Wisconsin a Madison ha presentato una serie di foto di prostitute al Mustang Ranch di Reno, in Nevada. Dopodiché è entrata nel mondo dell'accademia con un insegnamento di arte e fotografia all'Università Rutgers a New Brunswick nel New Jersey, diventando la prima docente di fotografia di ruolo nella storia della scuola. Sandi ha poi scelto di dedicarsi principalmente alla fotografia commerciale a ai propri elaborati artistici. "Ho imparato ad avere fiducia in me stessa e ad aiutare gli altri a fare lo stesso", spiega Sandi. "Le mie opere d'arte sono la cosa più importante. E' una consapevolezza esistenziale in quanto donna. Spero che ciò possa conservare lo stesso significato e la stessa risonanza nel tempo". Per quanto riguarda il progetto "Evolution Clinique", l'evoluzione femminile, Sandi ne è stata subito coinvolta perché strettamente attinente alla sua esperienza di fotografa. "Ho trovato il progetto di Clinique davvero entusiasmante perché richiede un'incredibile versatilità tecnica" afferma l'artista. "A livello personale incontrare queste donne è stata un'opportunità straordinaria, in quanto le loro vite e la loro storia mi hanno profondamente ispirata". Per Sandi, "evoluzione" significa saper compensare il lavoro con le aspirazioni e gli interessi personali. Sandi non si vuole conformare alle aspettative che la società nutre nei confronti delle donne. Inoltre, secondo lei, la felicità personale, anche tramite la creatività, è al primo posto nell'evoluzione femminile". "Attraverso i soggetti di Evolution Clinique ho potuto osservare che, quando le persone sono soddisfatte della propria vita e si sentono libere di perseguire i propri interessi, sprigionano un'energia positiva ed una gioia contagiose" sostiene l'artista. Sandi ha pubblicato quattro libri e ha esposto in innumerevoli mostre in Australia, a Parigi e a New York. Ha raggiunto un notevole successo personale e recentemente ha tappezzato di fotografie oltre 100 stanze del raffinato Hotel Shoreham II, inaugurato nel 2000 a New York City. La galleria di Edwyn Houk è il suo canale di rappresentanza privilegiato, vive e lavora a New York ed è madre di un bambino di dieci anni.

BARI:AFFLUENZA-RECORD IN FIERA: 200MILA PRESENZE!
Bari, 11 settembre 2001 - Affluenza-record fino a domenica 9 settembre, alla 65.ma edizione della Fiera del Levante: è stato superato il muro delle 200mila presenze, ossia il 30 per cento in più rispetto all'anno scorso. Un traguardo significativo se si tiene conto che, nella giornata inaugurale, la Campionaria internazionale di Bari è stata aperta al pubblico soltanto dalle ore 15 in poi. La folla dei visitatori si è riversata ovunque, ma il settore più gettonato, a parte la Galleria delle Nazioni, è stato il Salone dell'Arredamento e, in particolare il padiglione 9 che, come è noto, è stato sottoposto ad un restyling che ha trasformato l'ex alveare in "open space". Inoltre, numerosi consensi hanno riscosso le altre novità varate dal neo-presidente Luigi Lobuono, come l'ufficio cortesia e il maxischermo, che danno l'immagine di una Fiera più moderna, più accogliente e in linea con i tempi nuovi.

LANCIA AL 59° SALONE INTERNAZIONALE DELL'AUTOMOBILE DI FRANCOFORTE
Torino, 11 settembre 2001 - Lo stand Lancia alla 59° edizione del Salone di Francoforte ha un'architettura elegante, dove assume concretezza il concetto di stile come sinonimo di moda, raffinatezza, lusso, distinzione, attenzione ai dettagli. Proprio i valori del marchio, che prendono vita in una scenografia arricchita da materiali pregiati, come il legno di noce, il marmo di Carrara, la pietra dorata, le decorazioni a mosaico, la moquette. E poi colori freschi e riposanti, tra i quali predominano il bianco e il blu nelle sue tonalità più chiare e luminose. Al centro, Lancia Thesis, il nuovo modello che proporrà ai clienti non solo il piacere della guida ma anche quello di essere passeggeri di un'auto esclusiva. Tre gli esemplari esposti: il primo è equipaggiato con il 2.4 20v a benzina da 170 CV; gli altri due con il potente 3.0 V6 24v cambio automatico. Consentono al pubblico di ammirare i raffinati interni della vettura: ambienti spaziosi e luminosi dove trovano posto elementi morbidi e materiali di pregio, usati non solo in funzione del loro aspetto estetico, ma anche delle reazioni sensoriali che sanno dare. Proprio come ci si aspetta da una grande berlina di lusso. Fa da sfondo alle Lancia Thesis una complessa e suggestiva struttura a vetri curvi, elemento destinato a ricordare che il modello nasce sotto il segno della tecnologia più avanzata. Tutto intorno, alcuni atelier con artigiani al lavoro: uno scultore, un sellaio di Poltrona Frau, un liutaio e un modellista del Centro Stile Lancia. Rappresentano l'esclusività e il prestigio della nuova Lancia che affondano le loro radici nella grande tradizione artigianale italiana, come ricorda lo slogan "A touch of an Italian class, Un tocco di classe italiana". L'esposizione continua con le Lancia Lybra. Due le vetture in mostra, berlina e Station Wagon, rispettivamente equipaggiate con il 2.0 cinque cilindri 20 valvole e il 2.4 jtd. mentre la Lancia Y, è presente nella giovane e scattante versione "elefantino blu". In una elegante vetrina, infine, ecco gli articoli della Lineaccessori: oggetti e complementi dal design esclusivo, studiati apposta per personalizzare Lancia Lybra e renderla ancora più rispondente ai gusti e alle necessità del cliente.

LANCIA THESIS: BENVENUTI A BORDO
Torino, 11 settembre 2001 - A Francoforte Lancia Thesis invita il grande pubblico a scoprire i suoi interni, assolutamente coerenti con il design di questa prestigiosa berlina segnata da un'eleganza "emotiva" tipicamente italiana e dall'impronta delle grandi vetture che hanno fatto la storia della Casa. Automobili capaci di distinguersi perché oggetti di sintesi tra l'innovazione tecnologica del loro tempo e la classe di un inconfondibile stile di vita élitario. Con Thesis, dunque, si spalancano le porte del mondo Lancia degli anni Duemila, che nel rapporto uomo-auto propone nuovi valori come la coerenza multisensoriale offerta da materiali di pregio, usati non solo in funzione del loro aspetto estetico, ma anche delle consonanti reazioni tattili e acustiche che sanno dare. Come la "soft-revolution" di un approccio evoluto con la più avanzata tecnologia informatica e telematica. Quest'ultima divenuta finalmente "facile" perché mediata da un'interfaccia uomo-vettura che conduce al vero lusso di domani: non trovare ostacoli ai propri desideri, ma anzi poterli soddisfare con l'immediatezza e la semplicità assicurate da macchine che si adeguano all'uomo e non viceversa. Come la "qualità percepita": un "feeling" difficile da descrivere perché è insieme benessere, sensazione di appagamento dei propri desideri sensoriali e psicologici, piacere di "stare" in auto. Da questi cromosomi antichi della marca, reinterpretati sulla più avanzata frontiera della creatività, nasce Lancia Thesis, il modello destinato a rilanciare la marca tra i grandi costruttori mondiali di berline di prestigio. La linea Prima c'era stata la lezione stilistica e filosofica della concept-car Dialogos, apprezzato laboratorio di un diverso modo di guardare all'auto: pensando, per esempio, ad una "guida senza stress" e all'abitacolo come "bolla salubre" e "living room", il salotto di casa. Ora è la volta di Thesis, modello al top della gamma e quindi, per una marca élitaria come Lancia, quello che - per definizione - meglio rappresenta ed interpreta i valori del marchio: dinamismo progettuale, offerta di tecnologia avanzata, ricerca di un comfort assolutamente élitario, raffinatezza di soluzioni. In concreto, una grande vettura di lusso lunga poco meno di cinque metri (4,88), segnata da citazioni che portano indietro nel tempo: il frontale alto, il cofano lungo, il profilo a cuneo rovesciato. Subito smentite, però, da curve morbide e spigoli decisi mescolati in un linguaggio stilistico del tutto nuovo. Insomma, una vettura "di emozione", che fin da subito rifiuta la scuola delle forme troppo razionali, anche visivamente economiche, per proporre una grande calandra verticale e fari romboidali. Questi ultimi separati dalla calandra stessa e integrati, invece, in parafanghi scolpiti e formosi (l'avvallamento tra cofano e fianco della vettura è un riferimento alle vetture degli anni Trenta e Quaranta quando i due elementi furono uniti per la prima volta). Nasce, così, un frontale integrato che sostituisce l'abituale paraurti sporgente, eliminando non solo lo sbalzo dal corpo della vettura, ma anche la divisione del frontale tra "sopra" e "sotto". E che dà luogo, invece, ad una nuova divisione verticale: parafango, calandra, parafango. Stilema importante e distintivo, destinato - da qui in avanti - a diventare un riferimento obbligato per i designer Lancia e magari a fare scuola. Una grande pulizia delle forme segna anche la vista laterale di Lancia Thesis. La linea di fiancata, infatti, nasce dal parafango anteriore e corre lungo tutta la cintura dell'auto, da faro a fanale, senza interruzioni. Contribuisce, così, a rafforzare l'effetto limousine, "allungando" la vettura. Mentre le spalle robuste, protettive e uno sbalzo anteriore e uno posteriore ben bilanciati tra loro aumentano la sensazione d'importanza dell'auto. In questa prospettiva, appare subito evidente il passo lungo della vettura (2,8 metri), una caratteristica indispensabile quando si vuole garantire grande abitabilità interna. Lo sottolinea un analogo allungamento del tetto, che permette, tra l'altro, di evitare la forma "ad arcobaleno" del profilo superiore dei finestrini nel loro insieme. Sulla fiancata, come già nel frontale, pochissime le concessioni all'elemento decorativo della cromatura. Qui: un sottile filo che incornicia la forma anch'essa lunga e scura della vetratura e due inserti a sottolineare le maniglie. Là: la calandra e il contorno dei fari triangolari. Armoniosa e d'impatto, infine, la coda della vettura, dove trovano una coerente risoluzione tutte le linee e gli elementi che danno forma a Lancia Thesis. Anche nella vista posteriore il paraurti integrato lascia spazio ad un andamento verticale dei tratti. In primo luogo le pinne che scendono dal montante e vanno a zero, mettendo in grande evidenza i sottili e innovativi fanali a microlampade. Di giorno, quasi due sobrie decorazioni in cromo; di notte, un filo rosso e un altro arancione, entrambi della larghezza di un centimetro che rendono la vettura unica e riconoscibilissima anche in autostrada. Domina tutta la parte posteriore dell'auto il capace baule rialzato (ricorda un po' la Flaminia), sul quale appare uno spigolo trasversale che aumenta l'efficienza aerodinamica e dà un tocco di precisione a un insieme dai contorni morbidi. Il padiglione è integrato nel corpo della vettura e crea un andamento "a cascata" verso il baule richiamando un classico stilema Lancia (si pensi all'Aurelia). Gli interni L'ambiente è lussuoso, ampio, protettivo. Un luogo emotivamente coinvolgente dove l'uso di materiali pregiati, abbinati alle reazioni tattili e acustiche che sanno dare, crea quella coerenza multisensoriale, che è l'ultima frontiera del mondo Lancia. L'architettura dell'abitacolo di Lancia Thesis è avvolgente, e con il morbido dell'Alcantara, della lana o della pelle l'abbraccio ai passeggeri diventa anche rassicurante. Le superfici sono piene, precise eppure dinamiche, con spigoli che attraversano le forme, dando carattere e vigore alla vettura. La plancia sembra sorretta dalla colonna centrale che divide i due sedili anteriori, allontanati appositamente per lasciare spazio ad un appoggiabraccia alto e largo del quale (come in aereo) i due occupanti possono usufruire simultaneamente senza darsi fastidio. Lì, nella console centrale, è anche il "cervello tecnologico" di Thesis: uno schermo a colori da sette pollici, circondato, ai lati, da interruttori per l'accesso diretto ai diversi menù, e completato, sotto, da una fila di tasti riconfigurabili. Questi ultimi cambiano funzione a seconda del menù selezionato, facilitando così, la comprensione della comunicazione virtuale. Servono per comandare CONNECT, il sofisticato impianto telematico integrato che permette di collegarsi ad un mondo di servizi, quello di Targasys. I sedili anteriori, disegnati con chiari riferimenti alla Dialogos, hanno forme rotonde, morbide e comode che assicurano il massimo comfort e la piacevolezza estetica degli ambienti di lusso. Il cuscino, dalla forma allungata, ricorda una chaise longue o - se si preferisce - una poltrona da volo di prima classe e offre al passeggero un utile appoggiagambe. Mentre la zona centrale, dalla linea volutamente retrò, conferisce ai posti a sedere l'aspetto del salotto di casa. Comodità e piacevole benessere anche per chi si accomoda sui sedili posteriori, due vere poltrone unite fra loro da curve e controcurve. La formula è la stessa degli anteriori, con gli appoggiatesta a sella, che assicurano un ottimo comfort senza compromettere la visibilità del guidatore. L'abitabilità posteriore per questa berlina di lusso è tra le più alte del segmento, anche grazie al passo allungato. Tra i materiali, tutti di primissima scelta, spiccano la pelle, la morbidissima Nappa firmata Poltrona Frau e l'Alcantara. C'è il grande ritorno alla lana per i sedili e per la fascia di rivestimento centrale che gira tutt'intorno all'abitacolo senza interruzioni, sottolineata dal tocco di classe del sobrio inserto in legno. E infine il magnesio pressofuso della console centrale e del tunnel. Il risultato è un ambiente realizzato con materiali nobili, caldo ed esclusivo, molto lontano dalle fredde e razionali superfici di altre vetture del segmento. Un allestimento di classe, dunque, per automobilisti di classe. Persone capaci di apprezzare il ricercato effetto monocromatico dei materiali. Per esempio il beige, il grigio o il blu della plancia che si ripete nei sedili, nei pannelli delle porte e persino nella moquette del pavimento. La strumentazione di bordo di Lancia Thesis è, ovviamente, analogica, come si addice alle vetture élitarie. Sono grandi quadranti rotondi, trasparenti e tridimensionali, con i numeri che sembrano galleggiare nello spazio (il richiamo è all'Aurelia e alla Flaminia, due vetture che hanno fatto la storia del Marchio). Basta, perciò, uno sguardo e l'automobilista raccoglie con esattezza tutte le informazioni di cui ha bisogno. Con un gesto semplice come quello di consultare l'orologio da polso, dove la precisione analogica delle lancette ci consente di capire senza dover decodificare. Quando invece si accendono le luci, lo strumento abbina alla semplicità del passato la nuovissima tecnologia dell'elettroluminescenza che consente di leggere con particolare facilità le informazioni su un fondo azzurro tenue. La tecnologia Sul fronte della tecnologia e della telematica Lancia Thesis non lascia spazi a desideri di sorta. Dispone, infatti, di tutto quanto il più esigente dei clienti può desiderare. Nel campo della sicurezza attiva: dove vanta i più avanzati dispositivi elettronici oggi disponibili per il controllo della trazione; ASRper limitare lo slittamento in accelerazione, MSRper regolare la coppia frenante in scalata, ESPper il controllo della stabilità dinamica in curva. E poi un sofisticato impianto ABS completo di ripartitore di frenata EBD e un inedito freno a mano elettronico che si inserisce automaticamente ai semafori, limitando così i danni di un eventuale tamponamento (incidenti a catena, colpi di frusta). Per poi disinserirsi, sempre in modo automatico, appena si sfiora l'acceleratore. Mentre la gestione della sicurezza passiva è affidata ad una centralina elettronica che, secondo le necessità e con il dovuto grado di intensità, mette in funzione questo o quel dispositivo del sistema, composto da 8 airbag: 2 frontali; 4 laterali sistemati sui sedili anteriori e posteriori, 2 window bag. A volerle mettere in fila, insomma, le dotazioni di Lancia Tesis darebbero luogo ad un elenco lunghissimo.Qui varrà la pena ricordarne solo alcune, a dimostrazione di come tutte le prestazioni e le caratteristiche della vettura siano state curate al massimo. Basti pensare al comfort di viaggio, garantito da due sofisticati schemi di sospensione, che sull'asse anteriore prevedono un doppio quadrilatero con snodo virtuale, e su quello posteriore una sospensione a bracci multipli. Entrambe gestite elettronicamente da un sistema di smorzamento semi-attivo chiamato "Skyhook", perché consente all'auto di muoversi come se fosse "sospesa" al cielo. Oppure al benessere interno, assicurato da un sistema di climatizzazione automatica "tri-zona" che permette di avere un controllo della temperatura indipendente per guidatore, passeggero anteriore e occupanti posteriori. E da altri dispositivi come il "My Car", che personalizza le varie funzioni della vettura, la regolazione completamente elettrica (e con memoria) dei sedili anteriori e il volante e la tendina parasole, anch'essi a comando elettrico. Thesis, dunque, si presenta come un modello che si colloca non solo al vertice della gamma Lancia, ma addirittura ai primi posti dell'intera offerta di mercato. Anche perché, in questa vettura, la classe e il prestigio si sposano con tutta l'elettronica, l'informatica e la telematica oggi disponibili. Tecnologia che è stata impiegata per consentire la massima personalizzazione della vettura: con "Easy go", ad esempio, mi avvicino e l'auto "mi riconosce" sbloccando solo le porte che mi interessano, permettendomi di entrare e di avviare il motore senza l'uso di chiavi, regolando secondo le mie preferenze il sedile, gli specchi retrovisori, il volante. E, ovviamente, per mantenere anche in viaggio un continuo collegamento con il mondo esterno e con i servizi che può offrire. Da cui: CONNECT con comandi vocali, telefono GSM, televisore, navigatore, Sound System Bose con ben undici altoparlanti. Senza contare i dispositivi studiati per rendere davvero confortevole sia la guida di Lancia Thesis sia la permanenza al suo interno. Come l'idroguida ad asservimento variabile, i fari "Bi-Xenon" o il Radar Cruise Control che nei lunghi trasferimenti autostradali assiste il guidatore controllando in modo automatico la velocità di crociera e la distanza dal veicolo che precede. O, ancora, come il tetto apribile, nel quale sono incorporate celle solari che alimentano l'impianto di condizionamento anche a vettura ferma, garantendo così una temperatura ideale anche quando si è lasciata l'auto al sole per molto tempo. Thesis, infine, aiuta il pilota con: fari che si accendono automaticamente all'ingresso in galleria; tergicristalli che entrano in azione da soli quando inizia a piovere; e sensori di prossimità che facilitano le manovre di parcheggio. I motori Altissime prestazioni, assoluta affidabilità e grande comfort, infine, per i propulsori di Lancia Thesis che saranno tre. Due a benzina: un 2.4 venti valvole da 170 CV; un 3.0 V6 24 valvole da 215 CV. E poi un turbodiesel ad iniezione diretta "Common Rail": il 2.4 jtd dieci valvole, da 150 CV.

L'ALFA ROMEO AL 59° SALONE INTERNAZIONALE DELL'AUTOMOBILE DI FRANCOFORTE
Torino, 11 settembre 2001 - Nello stand Alfa Romeo del Salone di Francoforte, il posto d'onore è riservato alle Alfa 156 GTA, berlina e Sportwagon. Due vetture sportive dallo stile affascinante, che ripropongono, attraverso la più brillante tecnica motoristica attuale, il retaggio di un grande passato di corse e di vittorie. Alfa 156 GTA e Sportwagon GTA sono, insomma, due sportive di razza che sanno offrire qualche cosa di più: più prestazioni, più "handling", più capacità frenante. In una parola, il comportamento dinamico di una vettura capace di portare sulle strade di tutti i giorni le sensazioni della pista; e anche di assicurare tutto il comfort e la manovrabilità necessari nell'uso quotidiano. Presentate per la prima volta al grande pubblico proprio in occasione della rassegna tedesca, le vetture sono sistemate su due pedane in vetro trasparente, a loro volta appoggiate su un'intelaiatura a raggi. La struttura richiama, visivamente, i valori dell'Alfa Romeo: alta tecnologia, bellezza e, ovviamente, sportività. Accanto alle pedane, sotto una teca di vetro, c'è l'inedito 3.2 V6 24V, che equipaggerà le Alfa GTA. Il motore è sezionato per mostrare, attraverso il movimento degli ingranaggi, i suoi raffinati meccanismi. L'esposizione continua con due Alfa 147, entrambe nell'allestimento Distinctive. Sono la 2.0 T. Spark a 3 porte equipaggiata con il cambio sequenziale Selespeed e la 1.9 JTD a 5 porte. E poi con un'Alfa 156 2.4 JTD, un'Alfa Sportwagon 2.5 V6 24V e un'Alfa 166 3.0 V6 24V Distinctive. In rappresentanza dei modelli di nicchia del Marchio, c'è Alfa Spider 2.0 T. Spark, che, a richiesta, offre una nuova dotazione: il navigatore integrato nell'autoradio. Tanti modelli interessanti, dunque, all'interno di uno spazio espositivo composto con materiali nobili come il marmo o il legno laminato e con metalli come la lamiera fiammata. Tra le tinte predominano quelle che da sempre interpretano lo spirito del Marchio: il rosso, simbolo di sportività, e il nero, che ricorda la sofisticata tecnologia delle vetture. Ad accogliere i visitatori, al centro dello stand, una grande struttura dalle forme sinuose. Al piano superiore, collocati su lati contrapposti, spiccano due grandi scudetti rotondi dell'Alfa Romeo, mentre una rampa collega la struttura alla passerella, che unisce quello Alfa Romeo con gli stand Fiat e Lancia. All'insegna della multimedialità, alcuni pannelli rotanti a led, sui quali scorrono filmati no-stop del mondo Alfa, e le postazioni Internet, dalle quali ci si può collegare con il sito www.alfaromeo.com, dove approfondire la conoscenza delle nuove Alfa GTA. Nelle vetrine, il pubblico può anche ammirare gli accessori della Linea Alfa e gli oggetti con il marchio del Biscione, in particolare quelli studiati apposta per Alfa 147. Una raffinata ed esclusiva linea di prodotti che si può vedere e acquistare su Internet. A rendere ancora più suggestiva l'atmosfera dello stand, le esibizioni della compagnia di danza "MAS - Music, Arts & Show". Protagonista dello spettacolo è il corpo femminile. Ed ecco allora che valori tipici del Marchio, come bellezza, forza, seduzione e dinamismo, si esprimono nella forma e nell'armonia del movimento.

ALFA 156 GTA E SPORTWAGON GTA: IL RITORNO DEL MITO
Torino, 11 settembre 2001 - La sigla è di quelle che hanno fatto la storia sportiva dell'automobile, mietendo una lunga serie di successi sui campi di gara di mezza Europa. La prima GTA, infatti, nasce quando l'Autodelta modifica profondamente nel motore e nella meccanica la Giulia Sprint. È il 1965 e da quel momento in poi la Giulia Sprint GTA vincerà tutto quello che c'è da vincere: dalla 4 ore di Sebring alla 6 ore del Nürburgring, dalle tante gare disputate in Germania, Gran Bretagna, Olanda e Francia al Challenge Europeo Marche per vetture da Turismo, conquistato per tre volte consecutive nel '66, '67 e '68. Oggi, a 36 anni di distanza, Alfa Romeo fa rivivere il mito GTA con un'altra vettura. Anzi due. Si tratta della 156 GTA e della Sportwagon GTA, automobili che, ora come allora, rappresentano l'interpretazione assoluta dei valori del marchio. In tutto il mondo, infatti, le Alfa Romeo sono riconosciute come vetture belle, sportive e capaci di riproporre, attraverso la più brillante tecnica motoristica attuale, il retaggio di un grande passato di corse e di vittorie. Automobili, insomma, che nell'uso quotidiano sanno regalare sensazioni e restituire un autentico piacere di guida. Alfa 156 GTA e Sportwagon GTA mantengono queste caratteristiche, ma all'occorrenza offrono anche qualche cosa di più: più prestazioni, più "handling", più capacità frenante. In una parola, il comportamento dinamico di una vettura che porta sulle strade di tutti i giorni le sensazioni della pista. Torna così alla mente il parallelo storico con la Giulia Sprint GTA, che era pubblicizzata con il celebre slogan: "Una vittoria al giorno con la macchina di tutti i giorni". Nello sviluppare Alfa 156 e Sportwagon GTA, infatti, si è partiti da un obiettivo preciso: realizzare un'auto adatta all'uso quotidiano ma che, posta nelle condizioni giuste, garantisse al cliente le prestazioni, il comportamento e le sensazioni di guida di un'auto destinata ai circuiti. Per farlo non sono stati posti limiti ai progettisti. I quali, perciò, hanno privilegiato l'aspetto funzionale della vettura eseguendo, sulla già ottima base di una berlina dal temperamento sportivo come Alfa 156, trasformazioni profonde. Come un inedito motore 3.2 V6 24V, una geometria e una taratura delle sospensioni completamente nuove, un impianto frenante molto più potente, uno sterzo più diretto, altri cambi: uno meccanico e un Selespeed con tecnologia derivata dalla F1, altre ruote. Ne è nata un'automobile con prestazioni entusiasmanti e risposte davvero brillanti sul piano dinamico, dell'assetto, della guidabilità. Una vettura, dunque, per chi, in tema di sportività, vuole il massimo. E desidera farlo sapere, sia pure senza ostentazione. Da qui la scelta stilistica di non stravolgere la tanto apprezzata linea della berlina e della Sportwagon di base. Ma di limitare gli interventi esterni a pochi tratti che danno ancora più forza all'impronta sportiva del modello. Non a caso tutti i cambiamenti stilistici privilegiano l'aspetto funzionale della vettura e rispondono a trasformazioni tecniche del telaio e della meccanica, senza concessioni, senza ricorrere ad alettoni "ad effetto" o altro. Ecco perché, vista da fuori, la vettura non ha perso riconoscibilità, ma appare solo come un'Alfa 156 più grintosa: più larga, più bassa al suolo, decisamente "aggrappata" all'asfalto. Motore potente, anzi esaltante Il propulsore di Alfa 156 GTA e Alfa Sportwagon GTA deriva dall'ormai classico V6 24 valvole di tre litri, che equipaggia le versioni top delle Alfa 166 e Gtv: un propulsore vigoroso e, soprattutto, "rotondo". Come si conviene a un sei cilindri. Per le GTA i tecnici ne hanno modificato albero a gomiti e pistoni per portare la cilindrata a 3,2 litri allungando la corsa. Un tipo d'intervento che dice tutto sul tipo di prestazioni che si volevano ottenere. Per accrescere la potenza, infatti, sarebbe stato sufficiente intervenire sulla distribuzione, sull'alimentazione e sull'elettronica. L'aumento della cilindrata attraverso l'allungamento della corsa, invece, è un intervento che punta a ottenere non solo delle prestazioni assolute, dei picchi elevati di potenza e di coppia, bensì un'erogazione regolare e progressiva sin dai bassi regimi. Come si conviene a un'auto capace sì di prestazioni esaltanti, ma adatta all'uso sulle strade di tutti i giorni e non solo in pista. Ovviamente, l'aumento della cilindrata è stato accompagnato da tutta una serie di interventi. Sono stati "accordati" i condotti d'aspirazione e di scarico, con una nuova fasatura della distribuzione, riscritto il software della centralina di controllo, potenziato l'impianto di raffreddamento, che comprende anche un radiatore per l'olio motore. Il risultato? La potenza è di 250 CV a 6400 giri/min, con una coppia massima di ben 30 kgm a 5000 giri/min. Quanto basta a ottenere prestazioni esaltanti, ma con una curva di coppia che raggiunge valori elevati già ai bassi regimi, che permette di viaggiare in sesta a meno di 2000 giri/min e di schizzare via accelerando, senza bisogno di cambiare marcia. Un comportamento, insomma, estremamente piacevole anche nell'uso quotidiano. Ed è proprio questo l'obiettivo di GTA: offrire sensazioni uniche, quelle che solo un'auto da corsa può dare, ma essere al tempo stesso perfettamente utilizzabile tutti i giorni. Dato il potenziamento al quale è stato sottoposto il motore, si è deciso di rinforzare anche la trasmissione. Nuovi i semiassi, frizione maggiorata e cambio a sei marce con ingranaggi irrobustiti. Al cambio manuale, poi è stato affiancata una versione Selespeed con una logica di funzionamento, derivata dalla Formula 1, che privilegia la rapidità dei passaggi di marcia sia ai bassi, sia agli alti regimi. Avere tanti cavalli, però, non basta: bisogna anche "scaricarli a terra". Anzi, è proprio da come la potenza viene trasmessa che dipende il carattere di un'automobile sportiva. La 156 era già un'ottima base di partenza, ma i tecnici dell'Alfa sono intervenuti sulla cinematica dello sterzo e sulla scatola guida per aumentare la precisione e la rapidità di risposta. Hanno rinforzato strutturalmente le sospensioni anteriori, sostituito le boccole, cambiato la taratura di molle, ammortizzatori e barre. Infine, hanno adottato pneumatici 225/45 su cerchi da 17 pollici. L'assetto, ribassato, privilegia la stabilità e la facilità di controllo anche al limite dell'aderenza. Grazie a questi interventi e al valido schema del telaio, che abbina all'eccellente rigidità torsionale della scocca le sospensioni anteriori a quadrilateri deformabili - la soluzione impiegata sulle monoposto da corsa -, la GTA è ben attaccata alla strada, facilmente dominabile da chiunque. Così l'Alfa GTA è un modello sicuro in ogni occasione, che asseconda lo stile di guida del suo pilota. L'unico dispositivo elettronico che viene in aiuto del guidatore per controllare la potenza è il sistema antislittamento ASR. Interfacciato con l'ABS e con la centralina di controllo del motore, provvede a frenare la ruota motrice che inizia a slittare, aiutando la trazione sui fondi con scarsa aderenza. Anche i freni sono adeguati alle prestazioni. I dischi anteriori, autoventilanti, hanno un diametro di 305 millimetri e dispongono di pinze Brembo a doppio pompante. Appena più piccoli - 276 millimetri - i dischi posteriori. Il servofreno è potenziato. L'impianto è dotato di sistema antislittamento ABS, con ripartitore elettronico della forza frenante EBD. I progettisti hanno prestato particolare cura non solo a ottenere spazi d'arresto ridotti, ma anche ad aumentare la resistenza dei freni alla fatica. È questo un aspetto che i comuni automobilisti spesso trascurano, ma che è invece importante. E non solo in pista. Ecco allora elementi d'attrito specifici e condotti idraulici il più possibile rigidi: una soluzione che consente di eliminare la "spugnosità" dei freni quando questi sono surriscaldati. Migliorandone l'efficacia e aumentando la sicurezza. Stile aggressivo Ad una meccanica così sofisticata non poteva che corrispondere uno stile capace di conferire, in pochi tratti, più forza e sportività al modello, senza alternarne la linea originale. Nel frontale spiccano i parafanghi maggiorati che consentono di ospitare le generose ruote da 17pollici (le 225-45); e poi i fendinebbia spostati verso l'esterno della vettura per liberare le prese d'aria e far respirare meglio il potente propulsore. Sulla fiancata risaltano i nuovi cerchi a cinque anelli dedicati a GTA (il profilo è essenziale, molto "tecnico") e un diverso copribrancardo che dal punto di vista estetico è destinato a collegare tra loro i due larghi parafanghi. Ben inserito nella fiancata appare anche il nuovo paraurti posteriore, nonostante le sue maggiori dimensioni. Caratteristica che si avverte appena nel profilo, ma caratterizza invece in modo determinante la vista della vettura da dietro. Rispetto al modello di base, infatti, la coda di GTA appare totalmente cambiata nella parte bassa, dal filo del bagagliaio in giù. Anche perché nel paraurti stesso è stata ricavata una grande ala chiamata "estrattore" per la sua funzione aerodinamica di elemento capace di convogliare verso il retro della vettura (quindi di "estrarre") il flusso d'aria proveniente dalla parte anteriore della vettura in corsa. Un poco ovali e cromati, secondo uno stilema classico della Marca, i due terminali di scarico. Una leggenda italiana Negli anni Sessanta la categoria Turismo è una delle più seguite dal pubblico e, di conseguenza, dalle Case costruttrici. Le vetture, derivate da quelle di serie, si sfidano sui pricipali circuiti davanti a folle di appassionati. E i migliori piloti non disdegnano di gareggiare anche in questa categoria. Tra loro, Jim Clark e John Whitmore e Andrea de Adamich. Alle competizioni non può mancare l'Alfa Romeo che decide di far preparare le sue vetture da un atelier emergente: l'Autodelta, guidato da Carlo Chiti, progettista di fama mondiale proveniente dalla Ferrari. Nasce così un sodalizio tecnico-sportivo che entrerà nella leggenda. Il 18 febbario 1965 al Salone di Amsterdam viene presentata la prima realizzazione dell'Autodelta. Si tratta dell'evoluzione della Giulia GT, ribattezzata GTA, dove A sta per alleggerita. La scocca esterna, infatti, è quella della GT, ma il rivestimento interno è costruito in Peraluman 25, una lega leggera di alluminio, manganese, rame e zinco. Esternamente differisce dalla sorella per le prese d'aria anteriori, per le maniglie e per l'adesivo triangolare dell'Autodelta. Il motore 1600 Twin spark bialbero è stato sottoposto a una vigorosa cura di rinforzo, passando da 106 a 170 CV. Come si addice alle vetture vincenti, la GTA trionfa fin dalle prime gare. Alla 4 ore del Jolly Club a Monza, per esempio, sette GTA si piazzano ai primi sette posti. Affidate alla guida di Andrea de Adamich e ad altri validi piloti, cominciano a mietere successi, strapazzando le Lotus, fino ad allora dominatrici incontrastate. Vincendo sul circuito olandese di Zandwoort il pilota triestino si aggiudica così il Campionato europeo Turismo. Negli anni successivi le GTA continuano a dominare nel Challenge europeo. Al punto che Andrea de Adamich viene chiamato dalla Ferrari per guidare le monoposto in Formula 1. Nel 1968 l'Alfa Romeo presenta la GTA 1300 Junior in versione stradale e preparata. L'aspetto è quello della Junior di serie, ma incattivito da lunghe bande bianche sulla fiancata. La versione da corsa eroga 160 CV (103 quella stradale). Manco a dirlo, appena messa in pista vince tutto quello che c'è da vincere. Adesso le GTA da corsa sono due e il loro predominio dura fino al 1970 quando arriva la GT Am, derivata dalla 1750 GT Veloce America. La carrozzeria è completamente trasformata rispetto alla versione originaria, così come il motore, un due litri da 230 CV. Pilotata dall'olandese Tonie Hezemans, conquista il Campionato Europeo Turismo nel 1970 e nel 1971, con sei primi posti su otto gare. Nel 1992 l'Afa Romeo decide di tornare alle corse con una versione, preparata secondo le norme del Campionato italiano SuperTurismo, della 155 Q4, ribattezzata GTA. Anche in questo caso l'automobile ha poco della versione di serie: parafanghi in carbonio, alettone posteriore a inclinazione variabile, motore turbocompresso a 16 valvole che sviluppa 400 CV di potenza (contro i 186 della versione normale) con intercooler dotato di raffreddamento ad aria nebulizzata. I quattro esemplari del team sono affidati a Larini, Francia, Nannini e Tamburini. Delle 20 gare che disputa la nuova GTA ne vince 17 e Larini conquista il titolo. L'anno dopo il modello lascerà il posto alla 155 V6 TI preparata per il DTM tedesco. E anche questa dominerà nella sua categoria.

VISTEON FORNITORE RENAULT IN EUROPA E MESSICO
Milano, 11 settembre 2001 - Le unità Visteon Corporation (Nyse: Vc) di Europa e Messico allargano considerevolmente il loro giro d'affari grazie ad un nuovo contratto per la fornitura a Renault di componenti di interni e climatizzatori. Dal mese di marzo 2001, Visteon produce il quadro strumenti per la nuova Renault Clio destinata al mercato europeo. Questo modulo, che incorpora un'unità airbag senza cuciture, viene prodotto negli stabilimenti Visteon di Gondecourt (Francia), Medina de Rioseco (Spagna) e Villastellone (Italia). Fino a poco tempo fa, questi stessi stabilimenti realizzavano i quadri strumenti del precedente modello della Renault Clio. Recentemente, l'impianto Visteon Carplastic di Monterrey (Messico), ha iniziato a produrre la parte superiore del quadro strumenti della Renault Scénic. Per il prossimo modello della Renault Clio destinato al mercato messicano, Visteon produrrà il quadro strumenti nello stabilimento Carplastic e i tubi flessibili dell'impianto di condizionamento a Querétaro, sempre in Messico. La produzione di questi componenti inizierà nel novembre 2001.

NUOVO CODICE: LA FMI INVITA I MOTOCICLISTI A DIRE LA LORO
Roma, 11 settembre 2001 - La Federazione Motociclistica Italiana, invita gli amanti delle due ruote a dare un contributo alle modifiche del Codice della Strada. Ormai parte integrante della Consulta Nazionale sulla Sicurezza Stradale, e all'indomani dell'invito del Governo a elaborare nuove proposte in materia, la Federmoto lancia dal suo sito una nuova iniziativa tesa a coinvolgere i motociclisti. Cliccando su www.federmoto.it dopo pochi secondi si apre automaticamente una finestra con tutto ciò che riguarda il Codice della Strada, dall'indicazione dei "punti caldi" sui quali è opportuno lavorare per difendere i diritti dei motociclisti al testo della Legge delega approvata dal Parlamento nei mesi scorsi. Ogni motociclista, compilando un modulo on line, può dire la sua, e suggerire alla Fmi la posizione da prendere sui vari temi. Fra gli argomenti all'ordine del giorno: la patente a punti, il patentino per ciclomotori, la possibilità di trasportare un secondo passeggero sul ciclomotore, l'obbligo di circolazione con le luci accese e l'accesso in autostrada o sulle tangenziali urbani dei motocicli di cilindrata inferiore a 149 cc. L'intento è quello di servirsi delle segnalazioni raccolte per elaborare un documento da consegnare ai ministeri competenti.

ADIDAS FIRMA UN ACCORDO CON IL CESTISTA K. BROWN
Milano, 11 settembre 2001 - Adidas ha annunciato che è stato raggiunto un accordo di partnership tecnica con il "rookie„ Kwame Brown (Washington Wizards) prima scelta assoluta all'ultimo draft Nba. I termini del contratto pluriennale non sono stati divulgati. "Siamo estremamente felici di dare il benvenuto nella famiglia adidas a Kwame " afferma Erich Stamminger, Membro dell'Executive Board di adidas-Salomon AG, responsabile per il Marketing Global. "Kwame si aggiunge ad un folto gruppo di atleti adidas nell'NBA che sottolinea il nostro impegno nei confronti del mercato americano e del basket ". Nato a Charleston nel 1982, Brown (209 cm., ala grande) è diventato il primo studente di liceo ad essere prima scelta assoluta nella storia dell'NBA. Nel suo anno da senior alla Glynn Academy (Brunswick, GA) ha raggiunto la media di 20.1 punti, 13.3 rimbalzi, 5.8 stoppate e 3 assist a partita.

BRASILE, 500 ANNI IN 11 GIORNI DAL 20 AL 30 SETTEMBRE 2001 INFOSTRADA SPORT VILLAGE E ITALIA ONLINE STADIUM (EX PALALIDO)
Milano 11 settembre,. L'obiettivo della manifestazione è quello di celebrare a Milano la fine dei festeggiamenti indetti dal governo brasiliano per i 500 anni dalla scoperta del Brasile, paese profondamente legato all'Italia, dall'origine latina di entrambe le lingue all'emigrazione italiana del secolo scorso, alle attuali relazioni commerciali. Patrocinato dalla Regione Lombardia, dalla Provincia e dal Comune di Milano, dal Ministero delle Relazioni Estere Brasiliano, dalla Segreteria della Cultura dello Stato di San Paolo, dalla Promos (Camera di Commercio di Milano), dalla Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di San Paolo, Brasile, 500 anni in 11 giorni, è un evento importante non solo per tutti coloro che di questo Paese amano la storia, le tradizioni, la musica, ma anche per chi è sensibile all'importanza dell'influenza italiana in Brasile, scaturita da una convivenza che dura da oltre 100 anni e che ha generato una comunità presente e perfettamente integrata. All'emigrazione italiana in Brasile è infatti dedicata una delle cinque mostre presenti al Italia OnLine Stadium e l'Infostrada Sport Village, un'area che comprende il palazzetto, la palazzina Liberty e tutta la zona esterna dei viali e giardini. Le mostre: La scoperta del Brasile; L'emigrazione italiana in Brasile; Pelè e il calcio brasiliano; I campioni di Formuna 1 e Ayrton Senna; I creativi e i fotografi pubblicitari brasiliani. Gli spettacoli: tutte le sere spettacoli sul palco principale del Palazzetto con la partecipazione di grandi artisti della musica popolare brasiliana e un sambodromo, per ballare a ritmo di samba e della musica di Bahia con gruppi musicali e animazioni di ballerini in costume. Presentano gli spettacoli Ana Laura Ribas e Giorgio Mastrotta. Area shopping: oltre 20 stand per lo shopping di articoli etnici provenienti dalle zone di produzione di origine. Terracotte Cores da Terra, gioielli e oggettistica in pietre semipreziose, articoli in cuoio, calzature, tessuti, pizzi. Bambini al volante: giochi didattici con l'utilizzo di macchine elettriche per sensibilizzare i bambini alla sicurezza e al codice stradale. (Denicar) Candomblè:I Santoni Gerson e Marcelo leggono il futuro secondo la pratica del Candomblè. Lanciando in aria i busios (conchiglie), i santoni sapranno predire il futuro interpretando le forme che le conchiglie hanno composto cadendo. Fiori Tropicali: Visitando la manifestazione non si può fare a meno di ammirare gli stupendi addobbi di fiori tropicali (50 composizioni grandi e 20 medie) coltivati nelle zone di Pernambuco e Alagoas e fatti arrivare appositamente per l'occasione. Le Telenovelas: Uno spazio riservato al fenomeno televisivo delle telenovelas sugli emigrati italiani di inizio secolo e ad una passione non solo brasiliana ma anche italiana Festa pirotecnica: Un modo suggestivo per inaugurare la manifestazione: giovedi 20 settembre alle ore 21.00 fuochi d'artificio che raggiungono i 40 metri dal suolo. Fra i tanti giochi di colori, anche la riproduzione del titolo della manifestazione Ristorante churrascaria, 4 bar, degustazione caffè, degustazione birra. Brasile, 500 Anni In 11 Giorni - Orari: lun/ven - 18.00/01.00 sab/dom - 11.00/01.00 Ingresso: Lit. 15.000 (gratuito per i bambini fino a 10 anni e i portatori di handicap)

SARÀ PRESENTATO A REGGIO EMILIA LA PRIMA BIOGRAFIA SU I GUFI CON INTERVENTI DI TEO TEOCOLI, CLAUDIO BISIO, ANNA MAZZAMAURO, BRUNO LAUZI E MOLTI ALTRI
Reggio Emilia, 11 settembre 2001 - Venerdì 14 Settembre alla Festa nazionale dell'Unità di Reggio Emilia sarà presentato il primo libro dedicato a I Gufi il quartetto composto da Gianni Magni, Nanni Svampa, Lino Patrono e Roberto Brivio. Il libro che riassume un percorso storico e di incontri effettuato da Michele Moramarco negli ultimi tre anni è il risultato di una serie di interviste e ricordi sulla storia del gruppo. Il libro con oltre cinquanta illustrazione raccoglie le memorie e i ricordi dedicati ai Gufi, il gruppo che negli anni sessanta contribuì a creare uno stile in Italia e a rivoluzionare linguaggi e interpretazioni. Michele Moramarco oltre ad aver intervistato Svampa, Patrono, Brivio e la vedova di Magni ha incontrato noti personaggi della cultura e dello spettacolo che hanno attinto e collaborato con il gruppo. Tra questi Teo Teocoli, Claudio Bisio, Anna Mazzamauro, Bruno Lauzi e molti altri artisti che sono stati intervistati. Il percorso che segue Moramarco è ricco di sorprese e di ricordi, fatti di generazioni, amarezze e successi. Alla festa nazionale dell'Unità, alla presentazione del libro saranno presenti tra gli altri Roberto Brivio de I Gufi, Auro Franzoni attore teatrale e Aldo Gianolio musicista.

41° PREMIO SUZZARA
Milano, 11 settembre 2001 - "Lavoro e lavoratori nell'arte 2001". E' questo il suggestivo titolo che l'Associazione Galleria Premio Suzzara e il Comitato Scientifico hanno individuato per la 41^ edizione del Premio Suzzara Un titolo che, mentre costituisce un significativo omaggio alla tradizione del Premio (nato nel 1948 per iniziativa di Dino Villani e Cesare Zavattini e affermatosi nell'Italia del dopoguerra), si fonda nella precisa volontà di raccogliere le testimonianze artistiche del tempo presente in tutta la loro enorme differenza rispetto al passato. "Lavoro e lavoratori nell'arte 2001" è, infatti, tematica che si presta particolarmente ad attivare la creatività degli operatori contemporanei, qualsiasi sia il loro linguaggio, per le opportunità che offre di osservare ed interpretare l'attualità nelle sue trasformazioni, consentendo al tempo stesso all'artista un'ampia possibilità di lettura e di espressione. Intorno a questo tema, Martina Corgnati, Enrico Mascelloni e Maura Pozzati, che compongono il comitato scientifico di questa edizione del Premio, hanno selezionato 27 artisti le cui opere, molte delle quali realizzate per l'occasione, saranno esposte nella Galleria Civica d'Arte Contemporanea della cittadina mantovana. Una Giuria composta da rappresentanti delle istituzioni culturali suzzaresi e da autorevoli personaggi del mondo dell'arte e dello spettacolo attribuirà i premi in denaro che hanno da tempo sostituito quelli in natura attribuiti all'origine del Premio. Le opere premiate entreranno a far parte della collezione della Galleria. "Logo" della 41^ edizione del Suzzara è una immagine realizzata dal grande fotografo Gianpaolo Barbieri, originario di Suzzara, noto per le campagne ormai storiche di Armani e Valentino come per i libri dedicati al Madagascar e a Tahiti. E' una immagine che ritrae alcuni giovani di provenienze etniche e culturali chiaramente diverse, seduti insieme in uno spazio che in pochi elementi, e senza nessun ingrediente "tipico" o folcloristico, racconta l'essenziale della realtà produttiva di Suzzara.

Pagina 1   Pagina 2   Pagina 3   Pagina 4  Pagina 5

Titoli      Home    Archivio news