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22 APRILE 2002
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SENTENZA
RIETI, RISORSE SSN SOLO PER PRATICHE DIMOSTRATE
Roma,
22 aprile 2002 - In merito alla sentenza del giudice di Rieti, con la quale
si obbliga l'Azienda sanitaria locale a prelevare e conservare cellule di
cordone ombelicale a fini terapeutici nei confronti della ''Sindrome di
Ondine'', pur nel rispetto della speranza dei genitori, il Ministero della
Salute rileva che attualmente non esiste alcuna evidenza che le malattie
genetiche rare , alla cui categoria appartiene questa sindrome, possano
essere trattate efficacemente con l'uso di cellule staminali. Questo
obiettivo potrà sperabilmente essere raggiunto solo quando la ricerca di
base dimostrerà che esistono metodi riproducibili per l'espansione di
queste popolazioni cellulari (indispensabile per conseguire un trattamento
efficace in un soggetto che abbia un peso corrispondente a quello atteso
nell'età post-puberale) e si documenti la possibilità di trasformare in
vitro le cellule staminali emopoietiche in cellule costituenti di organi di
interesse (in questo caso cellule del sistema nervoso). Tutte le ricerche
del settore sono oggi sperimentali e non hanno prodotto alcun risultato di
provata efficacia terapeutica in nessuna malattia rara. Le uniche eccezioni
riguardano la ricostituzione di midollo osseo, la ricostruzione di
epidermide e di tessuto corneale. Con questa sentenza viene quindi
introdotto il principio che il Servizio Sanitario Nazionale debba pagare per
pratiche di non dimostrata efficacia, non essendovi alcuna ragione perché
il sangue placentare della madre debba essere conservato ai fini di
trapianto. L'uso di risorse pubbliche per pratiche non dimostrate ha l'unico
effetto di dirottare le risorse per i molti bisogni essenziali dei cittadini
che ancora non vengono soddisfatti.
IL
MINISTRO SIRCHIA INAUGURA I REPARTI RISTRUTTURATI DELL'OSPEDALE DI SESTO SAN
GIOVANNI
Sesto. S. Giovanni 22 aprile 2002 - Il Ministro della Salute, Girolamo
Sirchia, ha presieduto sabato 20 aprile, la cerimonia di inaugurazione dei
reparti ristrutturati dell'Ospedale di Sesto San Giovanni (Milano). Si
tratta della prima tranche dei lavori che porteranno in pochi anni al
completo rinnovamento della struttura.
PATHEON
ITALIA SPA ACQUISTA IMPIANTO A FERENTINO (FROSINONE) -PREVISTI INVESTIMENTI
PER 36 MILIONI DI EURO E 150 NUOVE ASSUNZIONI
Roma , 22 aprile 2002 - Patheon Inc. (Tse: Pti), azienda leader nella
fornitura di servizi di sviluppo e produzione farmaceutica, con quartier
generale in Canada, annuncia l'acquisizione da Biomedica Foscama - Industria
Chimico-Farmaceutica S.p.A., di un impianto per produzioni sterili, di
13.500 metri quadrati circa, situato a Ferentino (nei pressi di Roma). Lo
stabilimento di Ferentino, che consente la produzione di specialità
iniettabili mediante utilizzo di tecniche di liofilizzazione e frazionamento
di liquidi, fa parte del campus industriale Biomedica dove la stessa
Biomedica proseguirà le proprie attività produttive farmaceutiche. Tale
acquisizione si inserisce nel quadro della strategia di espansione Patheon
nel mercato europeo, avviata nel dicembre 1998 con l'acquisto dal Gruppo
Roche dello stabilimento di Monza, e proseguita nel 1999 con l'acquisizione
di due impianti, uno in Francia, a Burgoin-Jaillieu, l'altro in Gran
Bretagna, a Swindon - dalla Hoechst Marion Roussel Group (ora Aventis).
"L'aggiunta al nostro network globale dell'impianto di Ferentino, fa
parte della strategia Patheon di fornire servizi sofisticati e ad alto
valore aggiunto alle industrie più innovative del settore
farmaceutico", ha affermato Robert C. Tedford, Chief Executive Officer
di Patheon Inc.. "La liofilizzazione - spiega Aldo Braca, Presidente di
Patheon Italia S.p.A. - è un processo nel corso del quale prodotti non
molto stabili in soluzione vengono congelati-essicati, allo scopo di
rimuovere il solvente e conservare il principio attivo in forma di solido
pronto per la somministrazione. Si tratta di un servizio ad elevato valore
aggiunto, la cui domanda è in crescita sia per prodotti originati da
processi biotecnologici che per piccole molecole". Come ulteriore fase
dell'investimento, Patheon si è impegnata a raddoppiare le proprie capacità
di liofilizzazione installando un'ulteriore unità produttiva. Si prevede
che l'impianto di Ferentino sarà operativo, sotto la guida del management
italiano di Patheon, a partire dai primi mesi del 2003. Questa acquisizione
è complementare al piano di espansione delle capacità di liofilizzazione
Patheon presso lo stabilimento di Monza. Nel 2000 la compagnia ha dato il
via al progetto di costruzione di una nuova area sterile contenente due unità
di liofilizzazione. E' previsto che questa nuova capacità sia operativa a
fine ottobre 2002. Inoltre, Patheon prevede di aumentare l'attuale capacità
produttiva a Monza sostituendo due unità esistenti entro fine 2003.
"Questo programma di espansione permetterà a Patheon di diventare uno
dei principali fornitori europei di servizi tramite il processo di
liofilizzazione", ha commentato Braca. "La nostra aumentata
capacità di liofilizzazione ci permetterà di produrre un numero sempre
maggiore di specialità farmaceutiche nella prima parte del loro ciclo di
vita per conto di importantissime industrie farmaceutiche, mentre contiamo
di generare per la compagnia un flusso di entrate a lungo termine di maggior
valore". "Una volta terminato il programma generale di espansione
nella liofilizzazione - ha concluso Braca - Patheon conta di assumere 100
dipendenti nell'impianto di Ferentino e 50 nuovi addetti a Monza". Nel
2000 e nel 2001, le spese complessive di Patheon per il programma di
liofilizzazione sono ammontate a 8,4 milioni di euro. Inclusa l'acquisizione
di Ferentino, la compagnia prevede di investire ulteriori 28 milioni di euro
nel 2002 e nel 2003, per un totale di 36,4 milioni di euro. In conseguenza
di questi investimenti, basandosi su valutazioni correnti delle opportunità
di questo business, Patheon stima che i propri ricavi da liofilizzazione
possano crescere da circa 8,4 milioni di euro nel 2001 a circa 36 milioni di
euro entro il 2005. Il programma di investimenti in corso sarà finanziato
tramite cash flow auto-generato e da linee di credito bancarie. Patheon è
uno dei principali fornitori di servizi farmaceutici in forte espansione sia
nel settore della produzione che dello sviluppo formulativo. Attualmente
conta 10 impianti, di cui sei in Nord America e quattro in Europa, con oltre
2.600 addetti. La compagnia serve oltre 100 aziende farmaceutiche e
biotecnologiche su scala globale, incluse 15 delle 20 principali aziende
farmaceutiche mondiali. Il quartier generale di Patheon è a Mississauga, in
Canada. Il titolo Patheon è quotato al Toronto Stock Exchange (Tse: Pti).
L'outsourcing farmaceutico: prospettive di crescita Patheon - Attualmente,
le grandi imprese farmaceutiche devono concentrare le proprie risorse
economiche ed umane nella ricerca finalizzata alla scoperta di nuovi
farmaci, nonché nella utilizzazione del loro portafoglio di prodotti con
una visione globale. In conseguenza di questo nuovo scenario, tali aziende
devono razionalizzare al massimo le unità produttive interne e affidare in
outsourcing buona parte della produzione. "Questo quadro favorevole per
la produzione in outsourcing - conclude Robert C. Tedford, Ceo di Patheon
Inc - rappresenta per la Compagnia un'eccellente opportunità di crescita ,
poichè possediamo tutti i requisiti per soddisfare i bisogni dell'industria
farmaceutica: solidità economica, obiettivi strategici mirati e massa
critica".
"VACCINI
E VACCINAZIONI ANTINFETTIVE"
Milano, 22 aprile 200 2- Esistono molte pubblicazioni e svariati libri, più
o meno voluminosi, sui vaccini, in larghissima misura pieni di nozionismo
tecnico e certamente noiosi per chi non è nel settore, comunque poco utili
per la grandissima maggioranza della popolazione, che pure ha sempre
mostrato grande attenzione e molta richiesta di corretta informazione in un
settore così critico per la prevenzione delle malattie, e che interessa
direttamente, ad esempio, tutti i genitori. All'opposto, ci sono anche
piccoli "breviari" in genere fatti da persone che non si
interessano direttamente dei vaccini, più o meno scopiazzati alla rinfusa
dalle pubblicazioni più grosse, e che anche sono di poca utilità, se non
dannosi,per le imprecisioni che contengono, per il grande pubblico. Poco
spazio è in genere dedicato a pubblicazioni che hanno il duplice scopo di
informare con correttezza scientifica un pubblico anche di non-esperti della
disciplina. Il manuale dell'Accademia Nazionale di Medicina (Edizioni Forum
Service) "Vaccini e vaccinazioni antinfettive" si propone lo scopo
di occupare questo spazio. Esso è stato scritto dal Professor Antonio
Cassone, Docente Universitario e Dirigente di Ricerca dell'Istituto
Superiore di Sanità, che non solo si occupa direttamente di ricerca sui
vaccini antinfettivi (in particolare pertosse e tubercolosi), ma che nella
sua qualità di Direttore del laboratorio dell'Istituto in cui la qualità e
la sicurezza di molti vaccini viene continuamente vagliata, ha sentito il
polso della situazione vaccinale della popolazione italiana, le grandi
aspettative che si hanno da parte della popolazione sull'impatto dei vaccini
e delle vaccinazioni sulla salute, nonché i dubbi che non poche persone
nutrono circa i presunti effetti collaterali ed i danni delle vaccinazioni.
A tutti questi problemi, il manuale vuole dare risposta, senza i molti toni
trionfalistici di alcuni vaccinologi ma illustrando anche le difficoltà nel
produrre vaccini efficaci, per esempio contro la triade della povertà Aids-Tubercolosi-Malaria,
ed i molti problemi che gli agenti infettanti particolarmente
"astuti" pongono al loro debellamento tramite la pratica
vaccinale. Senza però rinunciare a far capire agli oppositori delle
vaccinazioni, cosa saremmo (o non saremmo più) senza i grandi vaccini del
passato e del presente che, insieme alla disponibilità di acqua e degli
antibiotici, hanno di fatto segnato i veri grandi progressi della medicina
moderna. Il manuale è scritto in maniera semplice, non nozionistica, con
chiari esempi, e contiene anche informazioni sintetiche di grande utilità
per il pubblico in generale, quali per esempio le schede dei singoli vaccini
più adoperati, le domande (e le risposte) più comuni che la gente rivolge
agli esperti, nonché le appendici sul calendario vaccinale italiano, i
problemi d'uso dei vaccini combinati e l'uso dei vaccini per chi si reca
all'estero. Nel complesso si tratta di informazioni precise ed utili anche
dal punto di vista pratico per chi vuole sapere di più in un settore di
straordinaria rilevanza sanitaria e sociale. Il volume puo' essere
acquistato presso le Librerie Scientifiche. Ulteriori informazioni possono
essere richieste a Forum Service Editore, P.zza della Vittoria 15/1, 16121
Genova. Tel. 0105302703, Fax 0105451716. All'indirizzo www.accmed.net/fse è
consultabile il catalogo FSE ed è possibile ordinare i volumi on-line
VII
CORSO DI AGGIORNAMENTO PER IL MEDICO SOCIALE DEL CALCIO ANCHE I GOL NASCONO
A LETTO E' VERO CHE FAR BENE ALL'AMORE FA BENE ALLO SPORT? NE DISCUTONO IN
UN CONVEGNO CON MARIA TERESA RUTA, PRESIDENTI, ALLENATORI E MEDICI DEL
CALCIO
Milano, 22 aprile 2002 - Far bene all'amore fa bene allo sport. Ovvero: gol
e record nascono a letto. Tramontata l'epoca della castità assoluta e
dell'atletica come penitenza, oggi è ormai scientificamente accertato che
una sana attività sessuale può andare benissimo d'accordo anche con lo
sport professionale, influendo anzi sulla bontà dei risultati. Su questi
temi, un tempo considerati pruriginosi e inabbordabili, discuteranno
presidenti, allenatori, preparatori e medici del calcio nel corso di un
convegno in programma lunedì 13 maggio (ore 15) nel Parco Termale di
Uliveto (Pisa). Protagonisti del dibattito Maria Teresa Ruta e Aldo Agroppi,
gli allenatori Cosmi, Fascetti e Clagluna, il presidente del Bologna
Giuseppe Gazzoni Frascara, il professor Enrico Castellacci, presidente della
Libera Associazione dei Medici del Calcio (Lamica), l'andrologo Fabrizio
Menchini Fabris che sull'argomento sta conducendo una ricerca all'università
di Pisa, e Bruno Fabbri, direttore del Centro di Medicina dello sport
Coni-Fmsi di Padova, autore del bestseller Il sesso come sport (edizioni
InBici, pagine 128, €12,91). Il convegno si terrà nel quadro del 7°
Corso di aggiornamento per il medico sociale del calcio organizzato dalla
Clinica ortopedica dell'Università di Pisa diretta dal professor Nino
Marchetti, dall'Unità ospedaliera di medicina e traumatologia dello sport
(Lucca) diretta dal professor Castellacci, e dal dottor Lamberto Arcucci.
Hanno dato il loro patrocinio la Lamica e il comune di Vicopisano. Tra i
collaboratori, da segnalare la società Acqua e terme di Uliveto, Gazzoni
Medicals, Mectronic, Laborest Italia, Karnak, Orion Scientific, Ozono
Italia, Bipielle Ducato Leasing, Credito Cooperativo di Fornacette, Cantine
Colline Pisa, Medisport, Hmt Milano, Istituti Editoriali e Poligrafici
Internazionali, Poliambulatoirio Medico Chirurgico Ippocrates. Segreteria
organizzativa: dottor Lamberto Arcucci, via Emilia 221/c - 56121 Pisa Tel.
050.983844 - 050.981478 Cell. 340.2409104 Fax 050.3161591
I
SALONI 2002: SUPERATE LE 200.000 PRESENZE, LA KERMESSE INTERNAZIONALE DEL
DESIGN HA FATTO REGISTRARE UN BILANCIO RECORD
Milano, 22 aprile 2002 - Con un'affluenza record, superiore alle migliori
aspettative, che ha fatto registrare 185.770 operatori specializzati e oltre
20.000 visitatori "non addetti", entrati in Fiera nella giornata
domenicale, hanno chiuso i battenti i Saloni 2002, la manifestazione
internazionale dedicata all'universo dell'abitare che dal 10 al 15 aprile
"ha stravolto" la città con il ritmo del "popolo del
design"."Siamo particolarmente soddisfatti del risultato ottenuto
- ha commentato il Presidente di Cosmit Rosario Messina-, che ci ha fatto
chiudere con un incremento complessivo di visitatori del 7%. Questi sei
giorni di manifestazione hanno decretato il ruolo indiscutibile di Milano
come polo internazionale del design e dell'arredamento. Gli oltre 86.000
operatori stranieri (+7,6 rispetto al 2001) e gli oltre 99.600 operatori
italiani (+6,5% rispetto al 2001) con la loro presenza fugano i timori per
l'andamento del settore, trasmettendo un'iniezione di fiducia per la ripresa
dell'economia internazionale". I Saloni 2002, che con il Salone
Internazionale del Mobile, Eurocucina, Eimu, il Salone del Complemento
d'Arredo e il SaloneSatellite, hanno occupato l'intero quartiere fieristico,
sono state per giorni le star della cronaca e delle pagine di cultura delle
maggiori testate nazionali e internazionali. Sono stati infatti 3.200, di
cui 1.500 stranieri provenienti da 65 nazioni, i giornalisti accreditati
all'ufficio stampa della manifestazione. La centralità e l'attenzione
attorno alla manifestazione è stata ulteriormente enfatizzata
dall'affluenza del pubblico dei "non addetti", con circa 20.500
presenze."Il sistema dell'arredamento, rappresentato dai 1900
espositori dei Saloni 2002, con le mostre collaterali, GrandHotelSalone e
Ftk, Technology for the Kitchen, e i giovani designer del SaloneSatellite -
ha sottolineato Manlio Armellini, Amministratore Delegato Cosmit - è
espressione della creatività che prende forma concreta grazie alle migliori
aziende del settore. E dalle migliaia di nuovi prodotti presentati ai Saloni
è emersa soprattutto la capacità, tutta italiana, di coltivare la cultura
del progetto e conferire grande qualità al prodotto." "Il Salone
del Mobile - ha commentato Vico Magistretti, architetto e membro della Royal
Society of Arts di Londra, oltre che autore di una delle dieci camere di
GrandHotelSalone- è la rappresentazione dell'Italian Design. Sin dalla sua
nascita, il Salone è un evento unico, espressione della perfetta unione fra
progettazione e produzione, fra architetti e produttori. È questo evento
che ha creato una realtà di collaborazione, unica al mondo, che ha
determinato la nascita del fenomeno conosciuto come "Italian
Design".
COM
ED INPRINTING: UN'ACCOPPIATA VINCENTE LA SINERGIA TRA COMUNICAZIONE
D'IMPRESA E COMUNICAZIONE STAMPATA FA PARTIRE NEL MIGLIORE DEI MODI LA
STAGIONE DELLE "FIERE DELL'INNOVAZIONE"
Vicenza, 22 aprile 2002 - Si sono chiuse ieri alla Fiera di Vicenza COM 2002
ed Inprinting, le due manifestazioni dedicate rispettivamente alla
comunicazione nel marketing ed alla comunicazione stampata. Le due mostre
aprivano il cartellone delle cosiddette "Fiere dell'Innovazione"
ovvero quel gruppo di manifestazioni della Fiera di Vicenza ad alto valore
tecnologico aggiunto. "Nel nostro calendario fieristico il segmento di
manifestazioni dedicato alla tecnologia - spiega il Presidente della Fiera
di Vicenza Giovanni Lasagna - è andato via via acquisendo importanza nel
corso degli anni. Ad oggi possiamo affermare che mostre quali
Microelettronica, Impatec e Sat Expo hanno assunto una valenza europea con
interessanti e promettenti contatti anche al di fuori del vecchio
Continente. Anche Amm Tech, l'ultima nata di questo gruppo, ha dato forti e
confortanti segnali alla sua prima edizione. Quanto a Com e ad Inprinting
ritengo abbiano dato vita ad una sinergia vincente che ha garantito la
copertura di tutti gli aspetti della comunicazione e del marketing." E
i 7.600 visitatori registrati nell'arco dei tre giorni di svolgimento sono
la migliore conferma della bontà di un binomio che ha sviluppato in pochi
giorni 43 tra convegni workshops e lunch conference. "In una scala di
valori da 1 a 10 posizionerei Com 2002 a quota 9 - commenta Matteo Campana,
Consulente marketing di Assolutions e relatore ieri del convegno
"Marketing e Comunicazione: soluzioni al servizio delle associazioni di
categoria per la diffusione della cultura della formazione" - Alta la
qualità degli espositori e ben selezionate le merceologie rappresentate. Di
straordinario interesse e ricco di spunti il convegno "Il marketing in
movimento di venerdì 19 cui ha preso parte il professor Philip Kotler, che
ha confermato una volta di più - se mai ve ne fosse stato bisogno - di
essere il vero leader mondiale del marketing " E Inprinting?
"Siamo soddisfatti sia come associazione che come organizzatori del
Salone - spiega l'Ing. Silvio Baronchelli, Presidente di Tecnoimprese, il
Consorzio promotore di della manifestazione - Vicenza si è confermata la
vera "boutique" per gli addetti ai lavori. E' l'ambiente ideale
per una manifestazione come questa ad altissimo tasso di specializzazione
con diversi e profondi livelli di lettura.
I
NUOVI STILI DI VITA A FUTURSHOW 3002
Bologna, 22 aprile 2002 Un nuovo umanesimo per le nuove tecnologie. È
questo il messaggio che è emerso dal convegno "Stili di vita"
condotto da Rosita Celentano a Futurshow 3002 venerdì 19. Scultori,
designer e manager della comunicazione si sono confrontati sull'influenza
delle tecnologie nella vita di tutti i giorni, cercando di coglierne anche
gli aspetti creativi. Più voci hanno insistito sull'importanza di dare
maggiori contenuti alle nuove tecnologie, di inserirle in un quadro
culturale in cui anche il fruitore sia reso responsabile e svolga un ruolo
attivo. Se gli artisti Piero Gilardi, Dieter Sieger, Loris Cecchini e
Michele Chiossi hanno riflettuto sulle funzioni dello spettatore e
dell'autore nel processo di fruizione dell'arte e della tecnologia, la
scrittrice pakistana Themina Durrani ha ricordato il merito di uno strumento
come Internet per favorire la difesa dei diritti umani. Sia Gabriele Gresta,
presidente della media agency Bibop, sia l'artista Fabrizio Plessi si sono
poi soffermati sulla mancanza di contenuti dei nuovi mezzi di comunicazione.
Enzo Biagini, manager della Apple, e Maurizio Zazzaro direttore della
divisione home e reteal di Microsoft, hanno ribadito che la tecnologia deve
sempre più essere al servizio della creatività dell'uomo. Antonio Campo
Dall'Orto, direttore di rete di Mtv, e Pascal Kaufmann, direttore marketing
di Astra, hanno infine puntato sulla responsabilizzazione dell'utente
nell'utilizzo dei media.
DAGLI
ESPERTI UN ALLARME: A RISCHIO LA MEMORIA ARTISTICA E CULTURALE DELL'UMANITA'
Bologna, 22 aprile 2002 "Il patrimonio artistico e culturale del Mondo
rischia di essere perso nell'arco di pochissimi anni": è questo
l'allarme lanciato nel corso del convegno "Cosa resterà di noi?
Conservare la memoria" che si è tenuto questa mattina, sabato 20
aprile, a Futurshow 3002. Monumenti che si deteriorano, opere d'arte che
vengono trafugate, ma anche inestimabili archivi cartacei, di celluloide e
musicali che rischiano di scomparire, è con questo scenario che il
giornalista e critico Armando Torno ha introdotto gli ospiti del convegno ed
ha lanciato un allarme affinché la tecnologia offra sempre più strumenti
sicuri ed affidabili al fine di conservare quella che è la memoria
dell'umanità. "Ogni giorno il rischio di perdere irrimediabilmente
grandi opere artistiche è enorme" ha confermato Goffredo Haus, docente
del Dipartimento di informatica all'Università Statale di Milano, impegnato
nel recupero e nella conservazione fonica dei beni multimediali dei Teatri.
"Opere anche molto recenti, come gli archivi musicali dei più
importanti teatri del mondo, se non conservate correttamente rischiano di
deteriorarsi nel giro di pochi anni, a volte di pochi mesi". "Il
problema è macroscopico se consideriamo il patrimonio artistico e
architettonico del nostro paese" sottolinea Bruno Zanardi, uno dei più
noti restauratori, suoi gli interventi sulla Colonna Traiana e sul Sancta
Sanctorum di Roma. "Ma non basta che nel campo dei restauri siamo
sicuramente il paese più avanzato al mondo, ciò che fa la differenza sono
gli interventi, che devono sempre e indissolubilmente essere legati al
territorio e realizzati nell'ottica di rendere vivo e fruibile il patrimonio
artistico". Resta il fatto che il tema della conservazione della
memoria e dei supporti che in questo campo la tecnologia può offrire
rappresenta un punto fondamentale da cui partire. "Conservare la
memoria - conferma il Maggiore Alberto Deregibus, che ha presentato
l'innovativa banca dati realizzata dall'Arma dei Carabinieri, sezione tutela
del patrimonio culturale - significa anche impedire che le stesse spariscano
nelle mani dei trafficanti d'arte e che vengano vendute sul mercato
clandestino. Ed è per questo che da oltre 30 anni l'Arma lavora per
catalogare e recuperare le migliaia e migliaia di opere artistiche che ogni
anno spariscono nel mondo". Non bisogna però dimenticare, come hanno
sottolineato alcuni interventi, che la tecnologia da sola non è ion grado
di preservare il patrimonio artistico, anch'essa è fallibile e richiede un
continuo controllo da parte dell'uomo, come ha confermato Elisabetta
Bruscolini, direttore e coordinatore del settore produzione e promozione
della Scuola Nazionale di Cinema, che si è occupata della digitalizzazione
ed archiviazione di tutti i film. E passando ai progetti dove la tecnologia
potrebbe fornire già oggi un importante aiuto, è intervenuta Vera Negri
Zamagni, vice presidente e assessore alla Cultura della Regione Emilia
Romagna: "vogliamo promuovere la costituzione di Commissioni Regionali
per la tutela dei beni culturali". In tema tecnologico la conclusione
dell'incontro di Carlo Fiorini , che ha presentato il progetto
dell'Università di Bologna per la costituzione di un Museo Multimediale
"Insomma, la tecnologia ci dà sempre più la possibilità di
ricordare, conservare, recuperare; grazie alla tecnologia - ha concluso
Armando Torno - si potrà consegnare al futuro il catalogo completo del
nostra patrimonio culturale. Rimane all'uomo scegliere come e perchè".
AVANGUARDIE
DI MUSICA ELETTRONICA A FUTURSHOW 3002
Bologna 22 aprile 2002 Si è conclusa domenica la settima edizione di
Distorsonie, il festival internazionale di musica elettronica, inaugurato
venerdì sera al Link di Bologna, con ospiti e performer del calibro di
Ninfa, bionda dj bolognese già presente con le sue sonorità morbide e
avvolgenti alla festa di inaugurazione di Futurshow 3002 a Palazzo
d'Accursio. Distorsonie rappresenta il punto di riferimento per le
avanguardie e le diverse realtà che gravitano intorno alla scena
elettronica: artisti, case di produzione e media specializzati, ma anche
semplici appassionati e curiosi delle ultime tendenze in questo campo
popolano da sette anni un festival unico in questo settore musicale. Ed è
nell'ambito di Futurmusic, la sezione di Futurshow 3002 dedicata al rapporto
tra musica e nuove tecnologie, che Distorsonie rinnova l'ormai consolidato
rapporto con il salone dell'Itc bolognese, a partire dalle sessioni dell'Mp3
Dj contest, che si svolgono ogni pomeriggio intorno alle 17. Nel corso della
prima serata è da segnalare la performance di Robert Hood, da anni attivo
sulla scena musicale di Detroit, nonché la proiezione su due schermi
paralleli del making of dell'ultimo disco dei Tuxedomoon, gruppo cult di
questo panorama musicale, mentre nell'Hangar proiezioni non stop di filmati
d'animazione per il web, a cura dell'Animation Express di Hotwired.
Protagonista della serata di sabato il concerto di uno dei protagonisti
assoluti della scena della musica elettronica, Green Velvet, oltre
all'assegnazione del Web dj award, a conclusione dell'Mp3 Dj contest. Ad
affiancare le serate, per approfondire scenari e sviluppi del "mondo
della musica elettronica" una serie di workshop con l'obiettivo di
approfondire i rapporti e i sempre più stretti legami tra musica e
tecnologia.
SPORT,
MUSICA E GRANDI ARTISTI CHE SI SPOSANO CON LA TECNOLOGIA: QUESTI I
PROTAGONISTI DELLA TERZA GIORNATA DEL SALONE DELL'ITC
Bologna 22 aprile 2002 A Futurshow 3002 i riflettori ancora puntati su
musica e sport, ma grande spazio è stato dedicato anche a e-learning e
cinema. Nei padiglioni oltre ai sette percorsi tematici che caratterizzano
questa edizione del Salone dell'Information and Communication Technology,
anche sabato sono continuati gli importanti appuntamenti con personaggi
celebri del mondo dello sport, dello spettacolo, ma anche della scienza e
della cultura. "Da Carlos Santana ai Feel Good Production":
potrebbero essere sintetizzati in questa formula i temi del convegno
"Dalla chitarra elettrica alla banda larga" che si è tenuto nel
pomeriggio presso l'Arena Incontri e che si sono proposti di tracciare le
nuove strade della ricerca musicale, attraverso un percorso che, partendo
dalla chitarra elettrica, arriva fino alla banda larga e alle nuove
frontiere della composizione e della fruizione della musica. Grande presenza
anche di ospiti celebri del panorama musicale internazionale, con le
esibizioni di Kelly Joyce e degli Alcazar, che in accompagnamento all'MP3 DJ
Contest: una kermesse che vede artisti del "mix" misurarsi con
file sonori in formato MP3. Ma anche gli appassionati di sport possono
trovare in menù di tutto interesse: i visitatori hanno infatti la
possibilità di sfidare le atlete della Nazionale di calcio femminile, oltre
alla possibilità di seguire in diretta, presso lo spazio della Lega Calcio,
gli incontri della terzultima giornata del campionato di serie A. Importante
anche il programma per gli appassionati di cinema: in anteprima per l'Italia
"Il Re Scorpione", il successo made in Usa interpretato dal
campione di wrestling "The Rock", astro nascente dello star system
hollywoodiano, che accompagna la presentazione del concorso "Cinema e
giovani: un premio per chi studia" a cura del Sindacato dei Giornalisti
Cinematografici. Sono proseguito inoltre le iniziative legate all'e-learning,
con un convegno a cui sono intervenuti esperti del settore, docenti e
studenti. Non mancano infine i protagonisti del piccolo schermo, dopo
Maurizio Crozza, il nuovo protagonista di Futurshow 3002 è un'altra
"creatura" della Gialappa's, Fabio De Luigi, noto al pubblico
televisivo per aver dato vita ad esilaranti personaggi quali il cantante
Olmo, Medioman e Fabius.
"ARIA"GIANNA
NANNINI
Milano, 22 aprile 2002 - Aria! Folate di aria fresca, sferzante,
tonificante: un toccasana per muscoli, cuore, anima. Aria di cambiamento:
impetuosa e incessante come il vento che disegna paesaggi mai uguali nei
cieli di Normandia. Aria nuova che si respira in... "Aria" di
Gianna Nannini, un disco essenziale di suoni, immagini e parole. Un album
inatteso per chi ha ancora nelle orecchie il precedente "Cuore",
cd cantautorale e introspettivo, scritto e vissuto su emozioni molto
personali. In realtà, "Aria" suona rivoluzionario rispetto
all'intera produzione passata della Nannini, pur senza snaturare la sua vena
sinfonica e pucciniana: nelle tredici canzoni del nuovo disco, infatti, la
rockeuse compie una grintosa escursione fuori dagli schemi, riuscendo a
fondere il suo rock melodico mediterraneo (i provini sono nati in un garage
alle pendici dell'Etna) con un pop rock elettronico contemporaneo. Il
risultato di questa sapiente amalgama è noise, rumore. Gianna l'ha scritto
nella sua tesi di laurea: la musica deve fare rumore. E in questo album GN
si è assicurata il talento di due "rumoristi" eccezionali: Armand
Volker, la "mente", e Christian Lohr, il "braccio". Sono
loro gli artefici del "noise computer" che caratterizza tutto il
sound di "Aria". Non pensate a sonorità anonime, create
artificialmente: Volker e Lohr usano il computer in modo fisico e caldo,
manipolando geneticamente strumenti autentici e musicisti reali (fra cui
Mauro Pagani, che suona il mandolino in "Uomini a metà" e il
liuto in "Meravigliosamente crudele") per creare un tappeto
musicale esclusivo e innovativo rispetto al rock del passato. Un nuovo trend
sonoro, nel quale anche la voce di Gianna Nannini, "arrangiata"
con vocoder e altre diavolerie elettroniche, si trasforma in uno strumento
capace di concepire intriganti melodie. Oltre a Christian Lohr e Armand
Volker (produttore artistico dell'album; mentre il produttore esecutivo è
come sempre Peter Zumsteg), anche la scrittrice Isabella Santacroce ha un
ruolo fondamentale nella realizzazione di "Aria". Isabella
Santacroce, scrittrice pulp-cannibale ("Destroy",
"Luminal", "Fluo", "Lovers"), firma con Gianna
Nannini i testi di tutte le tredici canzoni di "Aria". Le due
artiste hanno rivoluzionato il metodo di composizione delle liriche: lunghe
chiacchierate filosofiche, paurose risate su ogni concetto, fino a una jam
session vocale che consisteva nel cantare direttamente le parole dentro al
microfono. Una scrittura orale data dalla forza della sonorità delle
immagini, che portano a suonare la parola come farebbero un bassista e un
batterista durante un'improvvisazione: quasi una registrazione elettronica
direttamente su nastro dei testi. Armand Volker, musicista-produttore e
ingegnere del suono, ha curato anche tutti i mix dell'album. Già con la
Nannini nel singolo "I maschi", canzone del 1987 che ha avuto
successo in gran parte del mondo, Volker è fra i più sofisticati
produttori della scena internazionale, chiamato a collaborare da tanti
artisti diversi fra loro ma con il comune denominatore del successo, da
Michael Cretu a Michael Jackson. Christian Lohr, programmatore innovativo,
è assieme a Volker il disegnatore dei suoni e degli arrangiamenti di tutto
l'album. Nato in Germania, è cresciuto musicalmente negli Stati Uniti: si
è laureato con lode presso il Berklee College of Music di Boston. Dopo
importanti esperienze con band americane di nuove tendenze, vince numerosi
premi riservati ai virtuosi del sinth e delle programmazioni. Collabora con
artisti di ogni estrazione musicale: da Omar Hakim, Diane Reeves, Ravi
Coltrane e Terry Lynn Carrington (di matrice jazz) a Jeff Beck, Bo Diddley e
Brian May dei Queen, fino a La Bouche. Christian Lohr è uno dei più
importanti musicisti contemporanei, un fuoriclasse ricercatissimo in tutto
il mondo: Gianna vede in lui qualcosa che lo accomuna a Conny Plank, il suo
producer purtroppo scomparso. Lohr ha un tocco wagneriano che si sposa bene
con l'animo pucciniano della Nannini. La sua cultura musicale che spazia dal
sinfonico al jazz lo rende, come ama definirlo Gianna, "un
europeo-internazionale". Dal punto di vista musicale, l'album
"Aria" comincia a prendere forma durante il tour di
"Cuore": Gianna Nannini viene invitata da un trio della scena
underground di Catania (Raffaele Gulisano, basso; Tommaso Marletta,
chitarra; Davide Oliveri, batteria) per collaborare ad alcune session in
Sicilia. L'energia delle persone e l'Etna (il garage dove suonano è alle
pendici del vulcano, praticamente al suo interno) sviscerano da Gianna
infinite melodie, che si infilano nei "pattern ritmici"
improvvisati dal gruppo. Nascono in questo modo dieci canzoni del disco: le
rimanenti tre ("Aria", "Immortale" e
"Meravigliosamente crudele") sono il frutto della collaborazione
con Francesco Sartori, musicista di grande respiro melodico e sinfonico come
Gianna, nonché autore di bellissimi brani come l'hit "Con te partirò"
di Andrea Bocelli. Scendendo nel dettaglio di alcune canzoni (scelte a caso,
perché Gianna è entusiasta di tutte tredici)... Aria, il brano che per
primo ha anticipato l'album, è uno dei tre composti con Francesco Sartori.
Ha un'anima sinfonica virata nel rock e impreziosita dagli archi diretti da
Wil Malone (Verve, Skunk Anansie). Solo in questo caso, la produzione
artistica è del trio Volker-Nannini-Andy Wright (che ha firmato con lei la
colonna sonora di "Momo alla conquista del tempo", dove compare
un'altra versione di "Aria"). Uomini a metà, il secondo singolo,
è una esplosione di rock alla Nannini. Fra i musicisti, c'è anche Mauro
Pagani al mandolino: non una semplice "ospitata", ma un'altra
occasione (Pagani ha già suonato in passato nei suoi dischi) per cementare
la loro vecchia amicizia, nata nel 1975 quando lei, appena trasferita a
Milano, ha collaborato con la Pfm. "Uomini a metà" parla
dell'amore che non riesce a esprimersi, perché gli uomini (intesi come
esseri umani: il testo, infatti, riguarda anche le donne) sono prigionieri
dell'odio e dell'egoismo. Volo, il pezzo che apre l'ascolto del cd, è una
sorta di "tammurriata del 3000" con un noise heavy-elettronico,
ironico e dirompente. DJ Morphine deve il proprio nome all'omonimo priveè
del Cocoricò di Riccione: dopo l'ennesima nottata trascorsa a ballare nella
discoteca romagnola, Isabella Santacroce e GN hanno avuto l'intuizione del
titolo e su quell'idea hanno poi costruito la canzone. Più che cantare,
Gianna urla: sintetizzando al computer gli armonici della sua voce, si è
arrivati a un sound trance-ipnotico. Qui l'ospite è Pino Zimba degli Zoè,
uno dei massimi esponenti della "pizzica" pugliese. In realtà,
sono stati recuperati solo gli accenti della "pizzica", amalgamata
alla base ritmica grazie alla post produzione elettronica. Sveglia è una
ballad molto particolare, forse la più bella dell'intero disco. Immortale
è il miglior esempio del lavoro corale alla base del progetto
"Aria", perché hanno collaborato tutti i principali protagonisti
musicali del cd: dal trio catanese a Sartori, fino a Lohr (che
"suona" la tromba filtrando la propria voce nel vocoder). Il testo
parla dell'immortalità dell'amore: un argomento talmente impegnativo dal
punto di vista emotivo, che Gianna ha voluto osservare una settimana di
"disintossicazione" da sigarette e alcolici (non pensate male:
l'acrobata del vizio, come canta in "Volo", conduce una vita
regolare con tanta palestra e pochi stravizi) per purificare il corpo e
avere la voce libera in tutte le sue sfaccettature, dalla pulizia agli
armonici. Fin qui, la musica. Per entrare in maggiore confidenza con i
tredici testi di "Aria", ci affidiamo alla magia delle parole di
Isabella Santacroce. Ecco i suoi commenti canzone per canzone... Volo Un
volo-ribellione, un volo-esplosione, dannatamente-anarchico,
splendidamente-potente. Un volo dalle ali di fuoco. Una sana esaltazione
dell'io in una società dedita al culto dell'omologazione di massa.
Un'eccessiva, ironica e salutare autocelebrazione. Un'esplosione delle
voglie contro un'implosione della rabbia. La voglia e il coraggio di esibire
le proprie diversità per non ritrovarsi vittima delle paure degli altri.
"ho scelto d'esibire le mie diversità come Pippi Calzelunghe
leggendaria e unica autentica emozione la mia vanità lucidata a nuovo forse
esploderà". Uomini a metà Noi uomini dimezzati dall'odio, prigionieri
dell'egoismo, quasi una continua lotta l'esistenza che ci vede nemici da
distruggere. "libertà fiammanti". "bombe contro il cielo per
incoronare religiosi inferni romantici". Si respira un freddo che
colpisce "ferisce quel freddo di ghiaccio non sciolto", ci si
difende da una luce che fa male tanto si è abituati al buio di solitudine
feroce, "sto male di luce, stanotte la voce cadrà, in un mare che
tace, l'assenza d'amore celebrerò". Un'assenza d'amore celebrata nel
silenzio di una terra che diventa "mare che tace", tra corpi che
l'amore mancante lascia incompiuti. C'è la voglia di rivendicare la nobiltà
del cuore, gli si chiede ribellione, un violento risveglio perché tutto il
bene che possediamo annulli la paura d'amare che ci divide, permettendoci
così di essere interi nella vita. Aria Con "Aria" si scivola nel
mondo delle fiabe raggiungendo una capovolta realtà. Ci sono fate da
rapire, sorrisi demoni e paradisi dal colore di miele dove il mondo
"vero" finisce e inizia quello della fantasia che sa essere magia
in cui perdersi anche solo per pochi istanti. Così come Alice precipitava
in un buco profondissimo ritrovandosi in un paese meraviglioso e
sconosciuto, la protagonista di "Aria" abbandona la razionalità
del reale lasciandosi scivolare nell'aria della follia delle favole.
"Aria" parla della necessità di contaminare la propria vita con
la delicata e fatata dolcezza dell'irrealtà del sogno. "non è facile
restare senza più fate da rapire". Dj Morphine In "Dj Morphine"
la musica è medicina che entra nel buio del corpo annullando la sofferenza
del cuore. È potente mezzo per raggiungere se stessi e giocare con le
proprie emozioni dilatandole. È efficace droga dei sensi. "è tutto
distorto e si è capovolto e smarrito per te". Sveglia
"Sveglia" è un canto che chiede di reagire alla voglia di
anestetizzare emozioni che sembrano difficili da vivere, e di non fuggire in
realtà parallele cercando rifugio ma di sfidare le paure fino in fondo per
riuscire così a conoscerle e a combatterle. "non voglio perdermi,
neanche crederti, nemmeno arrendermi tra le braccia di notti sterili".
Immortale La voglia di possedere immortalità, quella magia da eroi pronti a
risorgere. Il protagonista di "Immortale" vuole rubare
"schifosa immortalità", per acquisire invulnerabilità e poter
amare per sempre. "non morirò, per te rinascerò, fra le tue mani,
invulnerabile, e vincerò per te l'eternità, nessuno fermerà
l'amore". La potenza di un grande sentimento e il desiderio di una sua
eternità allontanano razionalità solite. Rimane però la consapevolezza
del reale a ricordare come la vita e l'amore possono negarsi all'improvviso,
rubandoci l'illusione del sogno. "quando saprai l'arte di chi
dimentica, imparerai a non ferirti mai". Crimine d'amore Un rapporto
amoroso quello di "Crimine d'amore" che acquisisce forza dal
regalarsi sofferenza. Dall'infliggersi punizioni costruendo gabbie da cui è
difficile uscire. Un sottile gioco al massacro. Un godere rovesciato che
imprigiona. Quasi una necessità di dolore a creare un legame fortissimo in
cui ci si alterna vittima e carnefice. "ricordo che ferivo, ricordo te
colpire". Una criminalità dell'amore che crea dipendenza, dalla quale
si può fuggire ma facilmente ritornare. "non vorrei sentirmi un grido
senza voce ma se non ci sei non ha specchio il mio dolore".
Meravigliosamente crudele Un Amore finito, l'artefice di un abbandono e il
suo dolore. Il protagonista di "Meravigliosamente crudele" soffre
per quel sentimento svanito,"dovrei piangere, non riesco più a
stringerti", e non riesce a provarne nemmeno più rabbia "la mia
rabbia è una menzogna ormai". Non ha più baci, non più sogni,
nient'altro oltre all'impotenza del dolore. "ed era tutto il niente che
avevo dentro guardandoti". Mio Nella penombra di una stanza, una donna
e un uomo combaciano le loro forme scivolando in carnali passioni. Sarà lei
a possederlo in un gioco dall'inversione dei ruoli. "fammi sentire il
paradiso gridare, sudate danze vorrei servire, elettriche stanze in cui
godere, regni dell'eros, penombre di miele". La donna diventa
"bambola amara" dalle "morbide labbra crocifisse
all'altare". La dolcezza si trasforma in passione, in un delirio delle
voglie, in un sesso-accoppiamento dei corpi. Divinamente animale.
Insolitamente senza censure. Amore cannibale Il suo corpo è pioggia. Di lei
non rimangono che lacrime. Ciò che resta è un qualcosa di impercettibile,
che solo gli angeli riescono a raccogliere. "angeli di ali immobili,
sopra roghi gravidi, succhiami respiri ultimi e dopo mangiami".
Divorata da un amore cannibale, diventa "un canto che simula il
vento". In "Amore cannibale", la passione d'amore si ammala
diventando ossessione, trasformandosi in bocca dal decoro tagliente che
divora lo spessore dell'amore privandoci del corpo e del suo interno,
dimezzandoci la vita, lasciandoci vittime di una morbosità che inghiotte.
Battiti e respiri Due donne corrono sfidando il fuoco. Acquisendo potenza,
catturando coraggio, diventando guerriere. "siamo dentro il sole,
l'esistenza brucia, se non vuoi fuggire, sei coraggiosa". Sono amiche
unite dal coraggio di osare e pronte a pagarne il prezzo. Per loro
l'esistenza è un labirinto oscuro, il coraggio la sua luce. "Battiti e
respiri" racconta l'importanza di non negarsi al gioco della vita ma di
diventare guerriere che non temono la propria esistenza e si battono per i
propri ideali. "prendimi per mano, siamo in mezzo al fuoco, come due
chimere, dell'oltraggioso". Un dio che cade Sembra di assistere alla
sconfitta di dio. Un dio che cade, vittima della violenza d'una umanità in
guerra protagonista di uno show d'intrattenimento in cui si alternano
l'omicidio-facile, la guerra-giocattolo, l'odio nelle sue molteplici forme,
le gelosie-criminali, e un'infinità di violenze della porta accanto. Un dio
che diventa invisibile e di cui si cercano tracce nel cielo aspettando un
miracolo, la sua resurrezione, qualcosa di magnifico. "stasera
aspettavo un miracolo, qui davanti a me, nel cielo cercavo il miracolo, del
dio invisibile". Nasce una preghiera in questo doloroso sentirsi
abbandonati. Un nuovo "padre nostro" dalle femminee sembianze.
"madre nostra, regina dell'amore, guerriera nella luce". Nuova era
"Nuova era" racconta la dolcezza di un ricordo conservato in
memoria , un legame che il tempo non riuscirà mai a distruggere. "ti
traccerò nell'aria, di questa nuova era, dormendo senza sonno anch'io cadrò
dal mondo". Quasi si potesse disegnare nell'aria la sua presenza, quasi
fosse possibile trasformare in sogno il ricordo. Quattro chiacchiere con
Gianna Nannini... Come è avvenuto l'incontro con Isabella Santacroce?
Quando ho iniziato a scrivere le nuove canzoni, ho sentito la necessità di
contattarla. Percepivo nei suoi libri una grande musicalità della parola,
che saltava fuori dalle pagine e andava cantata. Così l'ho convinta a
collaborare ed è stata una bella scoperta, un affiatamento unico. È
scoppiata una grande amicizia. Cosa rappresenta per te l'album
"Aria"? In questo nuovo disco mi sono dedicata a dare il meglio di
me nel canto, a scrivere le melodie su pochi accordi, lasciando ognuno
libero di esprimersi nel proprio "ruolo" e affidando al mio
istinto l'ultima parola. Ho sentito la necessità di sollevare i piedi da
terra, di prendere il volo con la fantasia e di lasciarmi catturare
dall'amore: l'amore verso se stessi ("Volo"), verso gli altri,
verso la pace ("Uomini a metà", "Un dio che cade");
l'amore di passione-ossessione che divora distruggendo ("Amore
cannibale"), l'amore per le proprie paure ("Battiti e
respiri"); l'amore per la musica, quasi una medicina miracolosa per un
cuore infranto ("DJ Morphine"), l'amore di chi lascia un amore
("Meravigliosamente crudele"); l'amore per il sesso
("Mio"); fino all'immortalità dell'amore inteso come entità,
come energia: l'amore che ti rende invulnerabile ("Immortale").
Come produttore hai scelto Armand Volker, che aveva già firmato il singolo
"I maschi": perché questo ritorno? Armand è uno con cui non è
facile lavorare: o dai il meglio di te o è meglio non cominciare nemmeno,
perché lui ti massacra finché non hai tirato fuori anche le budella. Io ho
bisogno di gente forte, altrimenti li stronco prima io. Solo così riesco a
impegnarmi al massimo: sono un'agonista vera del rock e il mio allenatore è
lui. Armand ama la mia voce, ma non si fa incantare dal fatto che comunque
sia canto bene: no, vuole sempre di più, vuole tutto quello che ho dentro.
Inoltre, mi è piaciuta la sua chiarezza nel modo di produrre, il coraggio
delle scelte musicali, l'amore per la sfrontatezza dei testi, l'essere
sempre oltre e non rifarsi a nessuno. Non a caso ha collaborato con Michael
Jackson e con alcuni esponenti del pop-rock più importante: Volker è uno
che ama davvero la musica. Svelaci come sarà il tour di "Aria".
Il concerto vivrà dell'energia di un trio essenziale composto da fantastici
musicisti internazionali: oltre all'irrinunciabile Christian Lohr, il mio
band-leader, mi accompagneranno il chitarrista newyorchese John Cabàn (Art
Neville, Kenny Kirkland, Boomish e Do Diddley sono solo un veloce ripasso
dei tanti artisti con cui ha collaborato), che unisce energie rock alla
Hendrix con un sound più vicino alla filosofia musicale di oggi, e il
batterista austriaco (ma formatosi in Inghilterra) Thomas Lang, che per
suonare con me e in questo trio, ha rinunciato a prendere in considerazione
una proprosta di George Michael. Fra le sue collaborazioni: Asia, John
Wetton, The Blockheads, Geri Halliwell, Sophie Ellis Bextor e Vienna Art
Orchestra. Lo show sarà denso di suoni elettronici in contrasto con il
power della band: sicuramente un impatto forte e immediato, che mi permetterà
di liberare la mia energia. Tutto l'album "Arai" sarà il grande
protagonista del live, ma ci sarà spazio naturalmente anche per le mie hit
più famose, rivestite con i nuovi suoni che oggi mi rappresentano.
IL
SECOLO ASBURGICO - MOSTRA ALLA VILLA REALE DI MONZA, 20 APRILE - 2 GIUGNO
2002
Milano, 22 aprile 2002 - La mostra "Il Secolo Asburgico 1848-1916,
momenti e immagini di un Impero" giunge a Monza, tappa fondamentale del
tour che coinvolge le principali città europee, presso la sede della
splendida Villa Reale, ex residenza ufficiale dell'impero. La prestigiosa
manifestazione realizzata dalla Fratelli Alinari di Firenze e dall'Istituto
Iridis, viene ospitata a Monza grazie al contributo dell'Assessorato alla
Cultura del Comune di Monza, della Presidenza Regione Lombardia e della
Provincia di Milano. La mostra fa parte di una serie iniziata con quella su
"Sissi Imperatrice" svoltasi lo scorso giugno nella splendida
cornice del Castello di Miramare a Trieste e si propone di ripercorrere un
fondamentale periodo storico, ampiamente illustrato dalla fotografia fin
dalle sue prime sperimentali applicazioni, presentando un percorso in cui
viene ricostruito, attraverso l'obiettivo dei grandi maestri della
fotografia dell'epoca, il clima politico, culturale, artistico, sociale
religioso ed economico che connotò l'Impero Asburgico come una delle
maggiori potenze nella scacchiera politica dell'Europa del XIX e inizi del
XX secolo. Un impero sopranazionale, erede del Sacro Romano Impero,
raggruppante oltre venti popolazioni di differenti etnie, che parlavano
dieci lingue diverse (con tre alfabeti) e professavano sette religioni,
unite tutte nella figura dell'Imperatore, simbolo dell'accentramento. Una
nuova occasione per rintracciare le radici della cultura contemporanea in
quell'epoca turbolenta e feconda nella quale Vienna, agli inizi del secolo,
fu la culla di una rivoluzione culturale destinata a sconvolgere la
tradizionale concezione dell'uomo, portando alla luce le sue contraddizioni
e mettendone in discussione le certezze. La ricerca fotografica e storica ha
consentito di reperire immagini inedite d'epoca che permettono di
documentare i luoghi, i personaggi, le guerre, la cronaca diretta degli
eventi che hanno caratterizzato il Secolo Asburgico ed in particolare il
lungo regno dell'Imperatore Francesco Giuseppe, salito al potere nel 1848,
fino al 1916. Un insieme di oltre 200 immagini ed oggetti d'epoca metterà a
fuoco l'intrecciarsi di vicende familiari e pubbliche che hanno alimentato
il mito della dinastia degli Asburgo, consegnando alla memoria di oggi
innumerevoli testimonianze di libri, saggi, 'pieces' di teatro, operette e
films. Felice coincidenza è quella di destinare ad un'esposizione la
cornice più appropriata, che ne esalti e valorizzi i contenuti, elevandone
al tempo stesso la collocazione. Villa Reale di Monza, infatti, fu costruita
per volere di Maria Teresa d'Austria che, nel 1777, decise di donare una
dimora estiva al suo figlio prediletto, l'arciduca Ferdinando I, governatore
di Lombardia. Il percorso della mostra, grazie all'utilizzo delle sale del
"piano nobile", restituisce al visitatore un'immagine vivida della
magnificenza della Villa Reale. Per l'occasione apriranno al pubblico alcune
stanze normalmente non accessibili. L'Agam - Ambiente Gas Acqua Monza mette
a disposizione dei visitatori della villa e del parco un autobus
"ecologico" alimentato a metano che collegherà per dieci giorni
la stazione ferroviaria di Monza con la Villa Reale e, da questa, alle più
interessanti zone del parco, accompagnando il percorso con delle guide.
Molto probabilmente la mostra andrà oltre il periodo previsto al momento e
durerà sino a fine giugno, permettendo così anche di ammirare il Parco di
Monza nel periodo più favorevole. Biglietto d'ingresso 4/8 Euro - Catalogo
Alinari edizione speciale 31 Euro. Ingresso gratuito per i minori di 6 anni.
Condizioni particolari per scolaresche e gruppi. Infoi: Istituto Iridis tel
02.6552536 e-mail: iridis@freemail.it Fratelli Alinari, Rosa Manno tel
055.2395207 e-mail: rosa@alinari.it
VILLA
CONTARINI PACCAGNELLA DAL PERICOLO DI CROLLO ALLA MESSA IN SICUREZZA
Milano, 22 aprile 200 2- E' un fatto di quelli che si possono definire come
"storici". Il principio che un bene monumentale va tutelato anche
quando il proprietario non è disponibile a farlo, trova per la prima volta
concretizzazione. Accade per la salvaguardia di una delle più belle ville
venete rinascimentali, la piccola Villa Contarini Paccagnella a Presina di
Piazzola sul Brenta, nel padovano a pochi chilometri dalla più celebre
Villa Contarini di Piazzola sul Brenta. L'Istituto Regionale per le Ville
Venete e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del
Veneto Orientale hanno stabilito, al fine di garantire la conservazione del
bene culturale di sostituirsi al proprietario inadempiente e di intervenire
sulla Villa Contarini Paccagnella per realizzarvi i lavori "di somma
urgenza" giudicati indispensabili per garantire la stessa sopravvivenza
della Villa. Prima di giungere all'atto, i proprietari sono stati più volte
invitati a provvedere ad intervenire. Senza ottenere risultato alcuno. Di
tale inadempienza è stata data notizia alla Procura della Repubblica di
Padova per l'adozione dei provvedimenti di competenza. La Villa, vincolata
già dal 1971, versa in stato di gravissimo degrado ed è in pericolo di
crollo. Questo perché il proprietario non ha provveduto, nonostante le
ripetute intimazioni, ad eseguire nemmeno le opere indispensabili per la
conservazione minimale dell'immobile. Sopralluoghi congiunti dell'Istituto
Regionale per le Ville Venete, della Soprintendenza, del Comune di Piazzola
sul Brenta e del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Nucleo di
Venezia, non avevano ottenuto alcun effetto se non quello di evidenziare un
degrado sempre più pesante del monumento. La Soprintendenza, in base
all'articolo 37 del Testo Unico sui Beni Culturali, ha ripetutamente
ordinato alla proprietà di intervenire, senza ottenere alcunché. A questo
punto si è reso necessario, per evitare che la villa crollasse, un
intervento diretto dell'Istituto Regionale per le Ville Venete e della
Soprintendenza che, attraverso un accordo di programma hanno approvato un
intervento tecnico che prevede l'esecuzione dei lavori "al fine di
mettere in sicurezza" (ovvero, evitare il crollo) di Villa Contarini
Paccagnella. La spesa per questo intervento di "somma necessità"
è di 500 milioni, dei quali 50 (25 mila Euro circa) a carico del Ministero
per i Beni Culturali, e il rimanente (232.405,60 Euro) dell'Istituto
Regionale per le Ville Venete. Quest'ultimo importo sarà garantito da una
ipoteca sull'immobile, secondo quanto stabilito dall'art. 18 della L.R.
63/1979, attraverso una nuova procedura che è stata possibile con la
recente modifica dello stesso art. 18, fortemente voluta dall'I.R.V.V.,
attuata al fine di concretare una necessaria tutela delle risorse pubbliche
investite per questo e altri interventi di messa in sicurezza che si
rendessero necessari. La gara per l'assegnazione dei lavori è già stata
espletata e in questi giorni il cantiere è già aperto. Tempo 90 giorni, la
Villa non correrà più pericolo di scomparsa. Villa Contarini Paccagnella
risale al Cinquecento e rappresenta un tipico esempio di Villa Veneta. Venne
innalzata dal ramo cadetto di una delle più illustri famiglie veneziane,
quella di Giacomo Contarini che, per costruire questa sua dimora, prosciugò
gran parte delle sue finanze e non riuscì a completarla. La dimora,
scenograficamente posta a lato di un canale un tempo navigabile, passò
quindi ai Da Ponte e poi ai Camerini e infine ai Paccagnella. L'architettura
della Villa di Presina appare analoga a molte altre del Palladio, anzi la più
essenziale nella sua struttura. Si ritiene sia stata costruita intorno al
1560, epoca in cui il lapicida Girolamo di Antonio da Palazzolo, ex
collaboratore del Palladio, lavorava nella vicina Villa Contarini di
Piazzola. Il Trecento Adriatico
PAOLO
VENEZIANO E LA PITTURA TRA ORIENTE ED OCCIDENTE RIMINI, CASTEL SISMONDO, 19
AGOSTO - 29 DICEMBRE 2002
Rimini, 22 aprile 2002 - Grande appuntamento a Rimini con la pittura
veneziana del Trecento. A proporlo è il Meeting per l'amicizia fra i
popoli, a Castel Sismondo, nelle sale recentemente riaperte della Rocca
Malatestiana, dal 19 agosto al 29 dicembre. La mostra, eccezionale per la
qualità e il valore delle opere esposte (sono, nella stragrande
maggioranza, dipinti su tavola) si intitola "Il Trecento Adriatico.
Paolo Veneziano e la pittura tra Oriente ed Occidente" ed è curata da
Francesca Flores d'Arcais, coadiuvata da un comitato scientifico
internazionale di primissimo livello coordinato da Giovanni Gentili. Per
l'importanza dei prestiti ottenuti, dalle istituzioni italiane e da quelle
della sponda orientale dell'Adriatico, la mostra si annuncia come uno dei
grandi appuntamenti culturali europei della seconda metà dell'anno. Tra
Duecento e Trecento, le navi che solcavano l'Adriatico, una sorta di grande
lago per la sua conformazione, portavano merci di ogni tipo ma anche opere
d'arte e artisti che cercavano fortuna e commissioni sull'una o sull'altra
sponda, spingendosi dalla laguna sino alle isole greche, a Costantinopoli ed
oltre, fino ad attraversare poi tutto il Mediterraneo. La mostra illustra
anzitutto il formarsi e l'evolversi della singolare comunanza di espressioni
artistiche e culturali che hanno plasmato città, monumenti e opere d'arte
su entrambe le sponde dell'Adriatico. Dalla metà del Duecento, ad
influenzare Venezia (ma anche molte altre città, dal Veneto alla Puglia),
furono gli artisti della grande tradizione bizantina, vivissima alla fine
del XIII secolo, come dimostrano gli affreschi dei monasteri di Serbia,
centri di cultura di grande importanza per qualità e originalità creativa,
e le opere che si andavano sviluppando a Bisanzio, capitale d'Oriente. Un
flusso che, grazie al ruolo anzitutto mercantile di Venezia, si propagò in
entrambe le direzioni, portando ad un meraviglioso contagio di stili che
influenzarono l'arte diffusa lungo i molti centri costieri del mare e
diedero origine alla prima pittura davvero "veneziana". Un flusso
che diede vigore, assieme a nuova forma e colore, ai solenni modi bizantini
dell'arte lagunare sul finire del Duecento, più spesso ripresi anzitutto
nell'incredibile cantiere-scuola di San Marco, centro religioso oltre che
artistico per eccellenza della Serenissima. Tra i grandi protagonisti del
Trecento pittorico italiano, figura di spicco e poi caposcuola della schiera
di artisti operanti in laguna, è Paolo Veneziano (notizie dal 1320 al
1362), quel Paulus de Veneciis che così si firma in alcune sue opere. Di
lui poco si sa dalle fonti storiche, ma le splendide tavole ne rivelano la
squisita sensibilità e l'alta maestria. Attento osservatore del suo tempo e
profondo innovatore della pittura veneziana, Paolo desta a vita nuova le
forme bizantine, dando volume corporeo e intensità emotiva a quanto era
segno e astrazione. Con lui, l'arte si fa racconto, storia, contemporaneità,
come già era accaduto con Giotto e con la sua Cappella degli Scrovegni
nella non lontana Padova. L'importanza e il crescente successo di Paolo
presso la ricca comunità veneziana sono confermati dalla commissione della
"Pala Feriale", opera che, al di fuori delle festività
liturgiche, era destinata a coprire la "Pala d'Oro" dell'altare
maggiore di San Marco e che lo consacrò indiscusso maestro della nuova
pittura veneziana. In essa il Maestro distese linee, cadenze, ritmi, volumi
e straordinarie cromìe, insieme a rinnovati temi iconografici: esito così
felice ed ammirato, da influenzare da subito e per lunghi decenni i numerosi
artisti operanti in laguna, locali e non. Il formarsi a Venezia di una così
innovativa scuola pittorica - Paolo fu capostipite di una famiglia artistica
molto attiva - portò sia gli artisti che le loro opere, eseguite comunque
spesso negli atelier della Serenissima, a "girovagare" per
l'Adriatico. E a diffondere così una nuova cultura, certamente non solo
pittorica, per cui le tavole veneziane si trovano in chiese delle coste
romagnole, delle Marche e ancora più a sud, come lungo tutta la Croazia
marittima e nelle isole greche. La medesima, positiva "diaspora
culturale", portò artisti di questi territori, specie dalmati, a
dipingere secondo la nuova moda, mantenendo sottolineature locali - spesso
legate ad altre esperienze, anche nordiche - che, a loro volta, finivano con
l'influenzare anche Venezia. Così che, in pieno Trecento, la città - porta
e ponte tra Oriente e Occidente - si presenta al centro di un sistema di
diffusione dell'arte che, utilizzando le rotte commerciali delle navi, ha
lasciato testimonianze diffuse su tutte le coste adriatiche, per espandersi,
da qui, anche in territori più interni. Analogamente a ciò che avveniva
nella pittura, anche le cosiddette arti applicate risentivano di questo
clima. Un fenomeno di cui la mostra riminese rende conto, proponendo esempi
straordinari, pochi dei quali sino ad oggi concessi per mostre temporanee.
Alla mostra, promossa e realizzata dal Meeting di Rimini, collaborano i
Musei Civici di Venezia, le Soprintendenze ai Beni Artistici e Storici di
Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, delle Marche, di Venezia
e del Veneto e le Soprintendenze ai Monumenti di Parenzo-Pola e di Spalato.
Il comitato scientifico - composto da Joško Belarmaric, Pina Belli D'Elia,
Jadranka Bentini, Marco Bona Castellotti, Paolo Dal Poggetto, Ivo Matejcic,
Giovanna Nepi Scirè, Antonio Paolucci, Giandomenico Romanelli, Anna Maria
Spiazzi - è presieduto da Francesca Flores d'Arcais.
ENNEMOND
ALEXANDRE PETITOT I DISEGNI NELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI PARMA
Parma, 22 aprile 2002 - Mentre si può finalmente ammirare, rinato grazie ad
un complesso intervento di restauro, il Parco Ducale, considerato tra i suoi
capolavori, Ennemond Alexandre Petitot torna nella "sua" Parma con
una raffinata mostra di disegni. A promuoverla è la Fondazione Cassa di
Risparmio, protagonista anche dell'intervento di restauro del Parco Ducale.
La mostra, che cade nel bicentenario della morte dell'architetto, fa seguito
a quella, fortunatissima, intitolata "Petitot un artista del Settecento
europeo", allestita da Pier Luigi Pizzi sempre a Palazzo Bossi - Bocchi,
ancora una volta, per iniziativa della Fondazione parmense. Da sempre, la
Fondazione si è fatta carico di acquisire i disegni ancora reperibili del
Petitot, in buona parte dispersi sul mercato antiquario dalla dissoluzione
dei patrimoni archivistici della Casa Petitot Mount Louis e di alcune
storiche famiglie del territorio. La certosina ricerca ha consentito di far
tornare a Parma, riunendoli all'interno delle collezioni di Palazzo Bossi,
69 straordinari pezzi, ovvero una parte veramente significativa dei disegni
originali creati dalla fantasmagorica personalità del Petitot per
l'esigentissima committenza ducale portata avanti dal Ministro Guglielmo Du
Tillot. Dal 27 aprile a 30 giugno, "I disegni della collezione della
Fondazione Cassa di Risparmio di Parma" vengono presentati al pubblico
in una preziosa esposizione. Tre i gruppi principali: i disegni dei giardini
di Parma e Colorno, con le grandi planimetrie colorate e particolari per
cancellate e padiglioni; il gruppi di spaccati e piante per un teatro
pubblico e i progetti per ville di campagna sorprendentemente moderni,
frutto della maturazione e della partecipazione ai nuovi tempi stilistici e
politici cui l'architetto giunge nell'ultima fase della sua produzione. Un
altro tassello, fondamentale, per arrivare alla completa messa a fuoco della
personalità di uno dei grandi protagonisti dell'architettura europea della
seconda metà del Settecento, viene offerto dalla pubblicazione - in
concomitanza con la mostra - del volume in cui Giuseppe Cirillo presenta,
per la prima volta, l'intera opera grafica di Petitot. Nell'ampia
pubblicazione, anch'essa promossa ed edita dalla Fondazione Cariparma, lo
studioso presenta i frutti di una lunga ricerca d'archivio che lo ha portato
a raccogliere e documentare cinquant'anni di storia artistica e culturale
della città di Parma, dalla chiamata dell'architetto nel 1753 alla sua
morte. Il lavoro di Cirillo, suddiviso per annate, vuole ordinare
cronologicamente l'opera del Petitot precisando le datazioni di tutti i suoi
lavori, dalle fabbriche faraoniche per il Duca al piccolo arredo, a ciascuno
dei quali è dedicato un paragrafo. Il volume di 270 pagine di testo è
corredato da 60 illustrazioni di vari autori vicini al Petitot e di 230
figure autografe e per lo più inedite dell'architetto. Da sottolineare
l'organicità del "Progetto Petitot" della Fondazione: progetto
sviluppato nel tempo attraverso le mostre, quella del 1997 e l'attuale, la
pubblicazione di materiali prima inediti, l'acquisizione dei disegni
"parmensi" ancora reperibili e il restauro, interamente dalla
stessa finanziato, di una delle opere fondamentali del Petitot, ovvero del
Parco Ducale di Parma.Ennemond Alexandre Petitot (Lione 1727 - Parma 1801)
giunge a Parma nel 1753, con il titolo di primo architetto della corte
borbonica. Per la città è un momento felice, legato all'attività
riformista ed illuminista del primo ministro Du Tillot che commissiona
all'architetto ed amico Petitot interventi per il rinnovo di molti dei
monumenti simbolo di Parma, dal Palazzo e del Parco Ducale di Colorno, al
Parco Ducale e la Reggia di Parma. Poi ancora il Teatro di Corte, la
facciata della Chiesa di San Pietro, la Biblioteca Palatina. Oltre che degli
interventi su singoli edifici e sui loro arredi, sui grandi giardini,
Petitot si occupa di quello che oggi verrebbe definito come "arredo
urbano" (con realizzazioni che lo vedono impegnato spesso accanto allo
scultore Bouodard) collegato anche a grandi interventi urbanistici che
ridefiniscono la Parma di fine Settecento. La fama delle sue opere e delle
sue "invenzioni" corre l'Europa sulle pagine di pubblicazioni
subito ricercatissime come la "Raccolta di rami incisi in varie
occasioni dalla Regio-Ducal Corte di Parma" ma soprattutto attraverso
le raccolte "Mascarades à la greque" e "Suite de vases".
Avanzando d'età e d'esperienza, lo stile di Petitot concettualmente pensato
tra razionale e un precoce neoclassicismo, accentua le caratteristiche di
rinnovamento dell'architettura, in sintonia con i tempi nuovi. Tanto che
alla fine del secolo redige progetti di chiara adesione
"rivoluzionaria". Intanto, scomparso dalla scena politica il suo
protettore Du Tillot, a Petitot viene riservato un ruolo accademico e
privato, quasi del tutto lontano dalle incombenze di corte. Muore nel 1801
forse nella sua amatissima casa di campagna a Marore, dove ancora si
conserva il delizioso teatrino da lui concepito per gli spettacoli a cui
partecipava come attore e musico. Ennemond
Alexandre Petitot. I
disegni nella Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Parma, Palazzo Bossi -
Bocchi (strada Ponte Caprazzucca 4) 27 aprile - 30 giugno 2002. Mostra
promossa ed organizzata dalla Fondazione Cassa di risarmio di Parma. A cura
di Giovanni Godi e Corrado Mingardi. Orari: da martedì a domenica, dalle 10
alle 12,30 e dalle 16 alle 18,30. Ingresso gratuito. Per informazioni: tel.
0521.532111 fax 0521.289761
PREMI
DELLA CRITICA TEATRALE 2001 A TORINO
Milano, 22 aprile 2002 - All'interno di una società dello spettacolo
inflazionata da premi che hanno quasi sempre un carattere di tipo
"celebrativo", il "Premio della Critica Teatrale"
promosso dall'Anct (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro), vuole
essere soprattutto un'occasione annuale per segnalare e riflettere sugli
eventi più significativi che hanno caratterizzato, a giudizio della
Commissione, la vita teatrale nel nostro Paese. Non quindi
"medaglie" ed "onori al merito" ai premiati, né
l'obbligo di fare riferimento a "generi" o "categorie"
specifiche, ma una indicazione proprio di quei momenti, di quelle persone
che con la loro arte, passione e lavoro hanno sviluppato la ricerca di nuove
forme del teatro sul piano strettamente artistico, ma anche scientifico e
drammaturgico, accettando il rischio del nuovo. Attraverso un'originale
indagine che ha interessato l'intera geografia del teatro nazionale, con
premiati provenienti da aree teatrali "invisibili", ma
straordinariamente interessanti e vitali, veri e propri
"avamposti" della nuova scena, si è giunti a proclamare,
all'unanimità, i vincitori del "Premio della Critica 2001". Il
premio, che consiste in un'opera originale creata per l'occasione dalla
scultrice Patrizia Garavini, è stato assegnato a Massimo Castri, Gabriele
Lavia, Maddalena Crippa, Pia Lanciotti, Fausto Russo Alesi, Ascanio
Celestini, Antonio Calbi, Gianni Salvo, Cada Die Teatro, I Virtuosi di San
Martino, Marco De Marinis, Claudio Magris. La cerimonia di consegna dei
Premi è avvenuta venerdì 12 aprile alle ore 17.30, al Teatro Gobetti di
Torino, presso la sede del Teatro Stabile di Torino. L e m o t i v a z i o n
i : Fausto Russo Alesi - Non ancora trentenne, diplomatosi alla Civica
Scuola d'Arte drammatica Paolo Grassi e socio fondatore del gruppo A.T.I.R.,
Fausto Russo Alesi si sta dimostrando uno dei più duttili e versatili
giovani attori della scena italiana. Dalle argute caratterizzazioni ai ruoli
più intensamente drammatici dei lavori diretti da Serena Sinigaglia per il
gruppo A.T.I.R. ("Romeo e Giulietta", "Come un cammello in
una grondaia", "Le baccanti", "Where is the wonderful
life?) fino alle prove più recenti e impegnative (Kostja nel
"Gabbiano" diretto da Nekrosius e i diversi personaggi di
"Natura morta in un fosso" di Paravidino, sempre per la regia
della Sinigaglia) Russo Alesi ha saputo unire, in un felice rapporto tra
gestualità e vocalità, tensione interiore e levità comica mai disgiunte
da una verve ironica e surreale. Maddalena Crippa - Poco incline al teatro
delle apparenze, attrice di forte personalità e di rigore assoluto, dotata
di qualità canore e mimiche, che le consentono di spaziare anche nel
repertorio del teatro musicale, colto e popolare, Maddalena Crippa occupa
ormai un posto di assoluto rilievo nel panorama delle grandi interpreti
della scena italiana. Dopo gli esordi nel "Campiello" sotto la
guida di Strehler, ed esperienze di lavoro con registi del calibro di
Ronconi, Vitez, Castri e Stein, Maddalena Crippa è da alcuni anni legata a
un intelligente e proficuo sodalizio professionale con Cristina Pezzoli.
Sotto la sua guida è stata infatti, in queste ultime stagioni, splendida e
versatile protagonista di due spettacoli che ripercorrono splendori e
miserie dell'Italia dal dopoguerra al boom economico, "L'annaspo"
di Raffaele Orlando e "Sboom!". Cada Die Teatro - Coniuga un
tenace radicamento territoriale con l'esigenza di mantenere vivo il legame
con le correnti della ricerca contemporanea. La sua attività è un esempio
di come la collocazione periferica, per la situazione geografica e
l'attitudine sperimentale, possa diventare un punto qualificante della
propria poetica e trasformarsi così in punto di forza. La propria
condizione marginale ha scandito i tempi di un lavoro ben inserito nel
movimento della ricerca italiana e sensibile alle possibilità di
innovazione dei linguaggi, al tempo stesso attento a valorizzare le ricche
tradizioni della propria terra e diretto ad identificare i modi di un nuovo
teatro popolare. Antonio Calbi - L'azione di Antonio Calbi - critico
trasformatosi per vocazione e necessità in ideatore di Festival e Progetti
- ha valorizzato una nuova generazione di artisti, ne ha favorito l'incontro
con il pubblico e ne ha esplorato le tendenze. L'importanza del suo operato
va oltre il merito di aver dato una "vetrina" a un complesso di
gruppi che, in quanto dediti alla ricerca e in quanto giovani, vivevano ai
margini dei circuiti teatrali. Dalle prime edizioni di "Teatri 90"
alla Maratona di Milano, fino al più recente "Oltre 90" si
colgono i segni di un'intensa progettualità critica e operativa, attenta
alle novità, sensibile alla trasversalità dei linguaggi e preoccupata di
raggiungere pubblici diversi. E' l'indizio di un programma culturale alto
che mira a rompere gli schemi di un sistema parcellizzato e spesso incapace
di dialogare al suo interno. Gianni Salvo - Attore e regista, da oltre
trentacinque anni, con il Piccolo Teatro di Catania, del quale è fondatore
e guida carismatica, persegue una politica culturale mirata alla diffusione
di un prodotto teatrale di grande spessore, dagli alti valori contenutistici
e presentato in una veste spettacolare spregiudicata e geniale nella quale
la lucida ironia è una componente essenziale, senza assecondare mode e
tendenze, ma guardando alle sollecitazioni provenienti da ogni parte
d'Europa. Nel sottolineare anche un lavoro didattico e organizzativo sempre
più ampio e consolidato, va altresì rilevato come Gianni Salvo abbia
creato col suo operare scenico un vero e proprio stile registico e
recitativo nel quale ha trasferito una lunga esperienza maturata a fianco di
uomini di teatro come Franco Enriquez, Aldo Trionfo, Valeria Moriconi, Tino
Buazzelli, e nell'amato mondo del circo. I Virtuosi Di San Martino - Con la
loro ricerca appassionata ed originale, hanno saputo legare in un unico
tessuto spettacolare le invenzioni e le espressioni di un raffinato progetto
culturale, coniugando i temi della più classica scrittura musicale
dell'universo napoletano con una moderna concezione di teatro, dove parola e
musica giocano un ruolo di critica ed al tempo stesso di irresistibile
divertimento. Ascanio Celestini - Artista completo del teatro, autore di
testi e regista, attore e ricercatore di storie e canti popolari, capace di
ascoltare e rielaborare testimonianze e di tradurle meravigliosamente in
opere, Ascanio Celestini sa emozionare e commuovere il pubblico lasciando
incantati anche gli spettatori più esigenti. Vasto il consenso della
critica che apprezza il suo valore di affabulatore, il rigore nella
costruzione delle opere, la raffinata, musicale circolarità del raccontare.
Eccellente la trilogia sulla narrazione di tradizione orale, tra fiaba,
epica contemporanea e frammenti di vita che sanno di verità e magia.
Importante la collaborazione con la Corte Ospitale di Rubiera: partecipa
allo spettacolo inaugurale Indizi del tempo, guida laboratori e produce
studi e ricerche. Bellissimi, di limpida intelligenza anche Saccarina e
Radio Clandestina: con una poetica del tutto originale Ascanio Celestini
rende il ricordo teatralità, dove anche la tragedia più cupa viene avvolta
in una sorta di vasta comprensione. Pia Panciotti - Presenza discreta della
giovane scena italiana, Pia Lanciotti, salernitana, cresciuta alla Scuola
del Piccolo di Milano, ha debuttato nel 1992 nel "Progetto Faust"
di Strehler. Da allora la sua attività si è sviluppata all'ombra di grandi
Maestri del teatro italiano e internazionale. Dallo stesso Strehler, a Stein,
con cui debutterà presto, da Jerzy Stuhr a Nekrosius, per il quale è stata
da ultimo, una tagliente Arkadina nel suo "Gabbiano", Pia
Lanciotti ha raggiunto, pur non rinunciando allo studio e
all'approfondimento del suo mestiere d'attrice, una maturità artistica che,
attraverso un codice espressivo particolare fatto di grazia ed energia
scenica, la fa essere presenza viva, forte e raffinata del nostro teatro
d'oggi. Marco De Marinis - Docente al Dams di Bologna, Marco De Marinis è
uno degli studiosi di teatro italiani fra i più accreditati e affermati a
livello internazionale. I suoi studi sulla "semiotica teatrale",
tradotti in varie lingue, restano un punto di riferimento scientifico,
fondamentale e persistente, imprescindibile in quel particolare versante
della ricerca teorica. Ma la sua passione nei confronti della cultura
materiale del teatro lo ha portato ad occuparsi di momenti e figure
particolari della storia dello Spettacolo del Novecento, riuscendo
mirabilmente a coniugare l'attenzione del filologo classico con lo scatto
impulsivo dell'intuizione fertile ed originale. Ne sono brillante
testimonianza accademica i volumi Capire il teatro, La danza alla rovescia
di Artaud, In cerca dell'attore, un bilancio del Novecento teatrale. Da tre
anni dirige la rivista "Culture teatrali", polemica e attiva
officina di studi sullo spettacolo contemporaneo in cui sembrano confluire
le tensioni specifiche e dominanti il lavoro di De Marinis, aperto ad una
dialettica costante fra pedagogia, ovvero trasmissione dei saperi, e
sperimentazione, come teatro della necessità. Gabriele Lavia - Stupefacenti
metamorfosi d'attore hanno caratterizzato le recenti interpretazioni di
Gabriele Lavia, dall'Alceste nero, fassbinderiano, del Misantropo di Molière,
di cui è anche visionario regista, all'ultimo Don Giovanni sempre di Molière
di cui ci mostra, con ostentato sgomento, quell'incrinatura spavaldamente
novecentesca, quel segno indelebile dell'anti-eroe che ne fa un personaggio
di oggi. Mentre, in Dopo la prova, dal testo di Ingmar Bergman, riesce
perfettamente a "doppiarsi" attraverso un divertito gioco di
ironia manifesta. Le molte lingue della sua recitazione ci parlano di una
maturità espressiva inquieta, di una voglia a misurarsi con culture e
problematiche non strettamente teatrali, ma che solo nel teatro, attraverso
il lavoro dell'attore, possano trovare nuovo interesse e insospettate
risoluzioni. Claudio Magris - Studioso del teatro - decisivo e prezioso il
suo saggio su Arthur Schnitzler - traduttore di vari testi teatrali, da
Buchner a Kleist, a Ibsen, Claudio Magris nel 1988 pubblica Stadelman il suo
primo testo teatrale, ricco di quelle qualità drammaturgiche che valgono
una precisa poetica: il rapporto nodale e illuminante, a volte tragico, fra
scrittura e lingua parlata, quella sottile linea d'ombra che invece di
separare tiene insieme, uniti nello stesso banco di prova, l'uomo, le sue
vicende quotidiane, e il personaggio, quasi sorpreso del suo stesso destino
scenico. Con Essere già stai, testo inedito dedicato a "La mano"
di Luca Doninelli, rappresentato al Mittelfest 2001, concentra, nel breve
spazio drammatico di un monologo, semplici e infinite variazioni sul tema
del dolore e della morte in un battito tragico di lancinante ed epifanica
bellezza. Nel suo più recente dramma "La mostra" mette in scena
frammenti d'esistenza del pittore triestino Vito Timmel, morto in manicomio.
La straordinaria composizione del dramma che mette in scena vari personaggi
che sembrano appartenere ad un'unica voce, forme altamente classiche e
cantate popolari, struggente come il ricordo e visionario come una perfetta
allucinazione, rappresenta il momento più alto e avanzato di un'idea di
teatro multilinguistica, forte e immediata, che tende, quasi invoca, una
necessaria, irrinunciabile rappresentazione. Massimo Castri - Uomo di teatro
fra i più impegnati, seri e intelligenti della scena teatrale
contemporanea, nel corso della sua attività di regista, rigoroso e
intellettualmente agguerrito, è riuscito, con i suoi spettacoli, a
restituire specificità e valore scientifico al concetto di
"rappresentazione". Il suo lavoro di regia critica, irriducibile
alle banalità del mestiere e alle consuetudini, porta il segno
inconfondibile di una personalità forte ed inquieta che, prima del
palcoscenico, si misura dialetticamente con un preciso pensiero teatrale, ma
dove diventa poi decisivo il lavoro con gli attori e i suoi abituali
collaboratori alle scene e alle luci. Le sue regie pirandelliane, o di
Goldoni, così come quelle sui testi della tragedia greca, hanno riportato
nel nostro tempo, attraverso la scena, autori divenuti lontani da noi. Nel
suo recente Madame de Sade di Mishima ha dato nuova spazialità e ritmo
scenico ad un testo per molte ragioni a lui distante, evidenziando quella
privata investigazione che porta la regia a divenire essa stessa, prima di
tutto, esperienza drammaturgica.
IL
3 MAGGIO L'ON. MARIO PESCANTE PRESENTA A MILANO IL DISEGNO DI LEGGE SULLA
"DISCIPLINA DELLE SOCIETÀ SPORTIVE DILETTANTISTICHE E PROVVEDIMENTI
PER AGEVOLARNE LO SVILUPPO"
Milano, 22 aprile 200 2- Il prossimo 3 maggio alle ore 10.30 presso il Nuovo
Piccolo Teatro - Teatro Strehler (Largo Greppi 2 - Milano), l'Onorevole
Mario Pescante, Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali con delega
allo Sport, interverrà per illustrare il testo del disegno di legge sulla
disciplina delle società dilettantistiche, legge che il mondo sportivo
attende da 50 anni. Queste le principali innovazioni proposte:
Regolamentazione interna delle società sportive attraverso l'elaborazione
di norme dello statuto chiare e finalizzate alla buona conduzione delle
società stesse. Costituzione di un Registro apposito per le società
sportive. Regolamentazione dell'acquisizione della personalità giuridica da
parte delle società. Facilitazione della gestione degli impianti sportivi.
Regolamentazione delle sponsorizzazioni e delle donazioni Valorizzazione
ruolo dei Comitati Provinciali del Coni sul territorio. All'incontro sono
invitate tutte le Società Sportive, Enti di promozione, Federazioni e
l'intero mondo sportivo milanese.
ALLA
PRO PATRIA NASCE LA PRIMA SCUOLA DI TENNIS PER DISABILI
Milano, 22 aprile 2002 - "Tennis senza barriere... a Milano". E'
stata presentata giovedì 18 aprile alla società Pro Patria di Via Sarca
205 la prima scuola di tennis per disabili sorta per volontà del
Federazione Tennis della Provincia di Milano e del Comitato provinciale
della Federazione Disabili. Una scuola che, grazie all'appoggio di numerosi
sponsor, tra cui l'Assessorato allo Sport della Provincia di Milano e la
Banca Popolare, sarà completamente gratuito per tutti gli atleti che
vorranno aderirvi . Un'iniziativa unica in Italia per quello che riguarda il
Tennis e che per la prima volta vede la collaborazione di una Federazione di
normodotati e della federazioni disabili. Domenica 21 aprile prova generale
con tutti gli atleti interessati ad avvicinarsi a questa disciplina che
avranno la possibilità di cimentarsi con racchette e palline sui campi
della Pro Patria assistiti da maestri che forniranno loro indicazioni e il
materiale tecnico necessario. Nel pomeriggio esibizione dei tennisti della
nazionale Tennis Disabili e incontri di coppie miste formate da atleti
normodotati e atleti disabili. La scuola diventerà operativa dal prossimo
mese di settembre. Alla presentazione non sono mancati testimoni d'eccezione
tra cui il presidente dell'Inter Massimo Moratti, Fefè De Giorgi, giocatore
e allenatore della Noicon Cuneo, Antonella Mauri, campionessa di pattinaggio
a rotelle, Laura Golarsa, ex giocatrice di tennis di livello internazionale
e Giuseppe Bergomi ex giocatore di Inter e Nazionale.
GRANDE
FESTA DELLA PALLACANESTRO
Milano, 22 aprile 2002 - Il Comitato provinciale della Federazione
Pallacanestro, diretto dal presidente Gilberto Valsecchi, annuncia che il
prossimo 2 giugno si svolgerà una grande festa della pallacanestro presso
l'Idroscalo di Mialno alla quale parteciperanno circa 500 bambini e
bambine.
CAMPIONATO
STUDENTESCO DI M.T.B.
Milano, 22 aprile 2002 - Si svolgerà a Limbiate l'11 maggio prossimo la
terza edizione dei Campionati Studenteschi di Mountain Bike organizzati dal
Comitato Provinciale della Federazione Ciclismo in collaborazione con il
Provveditorato agli studi di Milano e con il supporto del Gruppo Sportivo
Giovi Limbiate. Alla manifestazione prenderanno parte tutti gli studenti
delle scuole medie di primo grado della Provincia di Milano e città e si
svolgerà su terreno sterrato e asfaltato. Le gare per gli Esordienti nati
negli anni '88, '89, '90 avranno una durata di 20 minuti.
AL
VIA IL MASTER E PNL PER DIRIGENTI SPORTIVI
Milano, 22 aprile 2002 - Si svolgeranno a Monza (10, 11 e 12 maggio) e
presso la Sala Stampa di San Siro
(24,
25, 26) i corsi Master e PNL (Programmazione Neurolinguistica) per dirigenti
sportivi, corsi completamente gratuiti e organizzati dalla provincia di
Milano in collaborazione con il Comitato del Coni di Milano. Queste
iniziative formative sono rivolte a coloro che hanno già frequentato i
corsi di 1° e 2° livello e intendono proporre un percorso di eccellenza
per i dirigenti più motivati acquisendo così abilità e competenze
necessarie per svolgere al meglio la propria attività. Queste le tematiche
che verranno affrontate nei Master e proposte da un corpo docente di
specialisti e professionisti dei vari settori di competenza: Area delle
risorse umane (Presentazione di una comunicazione in pubblico, la conduzione
di un gruppo di lavoro, la simulazione di una negoziazione). Area Marketing
(Programmazione di un piano operativo di marketing, individuazione di punti
forti deboli della propria società, simulazione di un colloquio con uno
sponsor). Area Mass Media (La diffusione dell'immagine della società: il
mezzo televisivo e il mezzo radiofonico). Area Arbitrale (Il rapporto con
l'arbitro). Area Organizzativa (L'organizzazione di un grande evento) Area
Medica (Lo sport come prevenzione?) Corso Pnl (programmazione
neurolinguistica per organizzatori sportivi)
IPPICA
A FABRIANO
Fabriano, 22 aprile 2002 - Tanto pubblico e altrettanti concorrenti alla
kermesse equestre, tenuta al Circolo Ippico di Fabriano nonostante la
pioggia battente caduta domenica 21 aprile. In questa data, coincidente con
la seconda tappa dei giochi della gioventù, nella prova di Dressage, Sara
Zamporlini su Golia, che si è aggiudicata anche il podio per il salto
ostacoli, formula di equitazione, di sabato 20. Il primo posto della prova
mista di domenica è andata invece a Genny Castellani con Wimbledon. Per la
categoria pony dei giochi della gioventù il primo posto è andato a Diana
Bizzochi su Scintilla del Marignano. Buoni i risultati per gli allievi del
Circolo Ippico Fabriano partecipanti alle categorie del Nazionale tipo
"C" per Andrea Barbini con Marco Van Het Prinsenveld; 4° posto
per Luca Bravi su Zibibu nella C2 di domenica 21; primo posto ex aequo per
Stefano Colombo con Sibilla nella categoria B4 di sabato 20. A vincere la C4
di sabato è stato Sandro Bocchini su King mentre domenica il primo posto
della C4 è andato a Chiara Villanacci con Pentiu. Primo nella C3 di sabato
è stato Stefano Benedetti su Benny. Dopo questa gara di apertura della
stagione out-door 2002, forte dell'ottima organizzazione del comitato
concorsi del C.I. Fabriano, l'attenzione è ora rivolta tutta
all'importantissimo evento per l'equitazione marchigiana: il "Maggio
Equestre 2002", il cui inizio è previsto venerdi 10 maggio e la
conclusione il 19 maggio. Appuntamento durante il quale, oltre a gare
equestri nazionali di salto ostacoli in cui sono attesi più di 300 binomi
provenienti da tutta Italia, si svolgerà la prima edizione del "Maggio
da Gustare" nei giorni 18-19 maggio - mostra mercato enogastronomica di
prodotti tipici delle Marche.
CAMPIONATO
MONDIALE SUPERSPORT - QUARTA PROVA, GIAPPONE CASOLI FINISCE AL QUARTO POSTO
LA SFIDA DI SUGO
Milano, 22 aprile 200 2- Una partenza da protagonista, cinque giri al
comando e poi l'errore costatogli la vittoria. Paolo Casoli si è dovuto
accontentare del quarto posto nel round giapponese del Mondiale Supersport
disputato a Sugo. Il warm up del mattino aveva fornito indicazioni positive
sul potenziale delle Yamaha R6 schierate dalla Belgarda: Casoli era stato il
più veloce davanti a James Whitham. La gara però non è stata altrettanto
positiva: il pilota britannico, partito in terza fila con il nono tempo, è
scivolato senza alcuna conseguenza al terzo dei venticinque passaggi mentre
cercava di non perdere contatto dalla testa della corsa. Avvio Concitato -
Casoli, terzo in griglia, ha mantenuto la posizione al momento del via
ritrovandosi davanti le due Suzuki di Chambon e Fujiwara. Li ha messi nel
mirino passando il giapponese al terzo passaggio e Chambon al quarto. Paolo,
una volta in testa, sembrava nella condizione ideale per gestire la corsa.
Invece al nono passaggio ha commesso un errore in fondo al rettilineo
principale che lo ha costretto nella sabbia. Casoli è rientrato in pista in
quinta posizione ma nel finale è riuscito a risuperare Muggeridge per
strappare almeno il quarto posto. Nella seconda parte della corsa Casoli ha
recuperato due secondi nei confronti del vincitore Chambon. Paolo Casoli -
"Sono andato dritto in fondo al rettilineo, ho perso tempo per uscire
dalla sabbia e addio vittoria. Mi dispiace molto, purtroppo quest'anno non
mi va bene niente. Ero davanti, stava andando tutto per il meglio. Tra
l'altro in quella curva mi sentivo veloce e sicuro, nei giri precedenti
proprio lì avevo superato Chambon e Fujiwara. Nel finale, dopo aver passato
Muggerdige, ho visto che stavo recuperando anche su Foret, ma il podio era
troppo lontano per poterlo acciuffare." James Whitham - "Non
volevo perdere terreno dai primi, così mi ero prefissato di spingere molto
forte all'inizio. Ho fatto una buona partenza ma al secondo giro, quando ero
già settimo, Vermeulen e Bontempi mi sono caduti davanti, e ho dovuto
rallentare. Così nelle curve successive volevo recuperare, ho forzato
troppo e sono scivolato.". Arrivo - 1. Chambon (Fra-Suzuki) in
39'07"182 media 143,291 km/h; 2. Fujiwara (Gia-Suzuki) a 0"282; 3.
Foret (Fra-Honda) a 5"995; 4. Casoli (Ita-Yamaha R6) a 8"194; 5. Kellner
(Ger-Yamaha R6) a 12"435; 6. Muggeridge (Aus-Honda)
a 12"436; 7. Pitt
(Aus-Kawasaki) a 27"086; 8. Daemen
(Bel-Honda) a 29"190; 9. Curtain (Aus-Honda) a 29"588; 10.
Teuchert (Ger-Yamaha R6) a 29"603; 11. Corradi
(Yamaha R6) a 35"778 Mondiale Supersport dopo 4 prove su 12: 1. Chambon
77 punti; 2. Pitt 70; 3. Foret 59; 4. Kellner 47; 5. Fujiwara 33; 6. Casoli,
Teuchert, Bontempi (Ita-Ducati) e Whitham (GB-Yamaha) 30; 10. Corradi 26;
17. Carlacci 8; 21. Nannelli (Ducati) 4. Costruttori: 1. Suzuki 77; 2.
Kawasaki 70; 3. Honda 61; 4. Yamaha 60; 5. Ducati 30. Prossima gara: Monza
(Italia) 12 maggio 2002.
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