QUOTIDIANO DI: New & Net Economy, Finanza, Politica,Tecnologia, E-business, Turismatica ed Attualità

NOTIZIARIO
MARKETPRESS

NEWS
di

MERCOLEDI'
12 GIUGNO 2002

pagina 1

 

La nostra vetrina dei 
PRODOTTI
ARTIGIANALI
e' aperta... visitatela

 

 

 

 


Entrate nell'
AREA
DELLE NOVITA'
troverete esposti molti
prodotti interessanti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'esposizione dei 
PRODOTTI
PER IL LAVORO
è aperta visitatela

 

(* symbolcopyright c Comunitè europee,2001 http://www.cordis.lu )

 

SECONDO BUSQUIN, GLI IMPRENDITORI DEI PAESI CANDIDATI HANNO UN RUOLO DA SVOLGERE NEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI LISBONA 

Bruxelles, 12 giugno 2002 - Il 7 giugno, in occasione del Vertice europeo delle imprese, il commissario per la Ricerca Philippe Busquin ha invitato gli imprenditori dei paesi candidati a partecipare al dibattito sulla realizzazione degli obiettivi di Lisbona. Di fronte ad una platea di 1.500 persone, fra cui responsabili politici e dirigenti d'impresa, il Commissario ha affrontato la questione dell'imprenditorialità e dello sviluppo sostenibile in un'Europa allargata. Egli ha chiesto ai partecipanti di unirsi agli sforzi volti ad aumentare nell'Ue la spesa media per la ricerca e sviluppo (R&S) del 3 per cento del prodotto interno lordo (Pil), come stabilito dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002. "Gli Stati membri, i paesi candidati e le istituzioni dell'UE, unitamente ai responsabili politici e agli imprenditori, devono unire le proprie forze per rispondere a questa sfida", ha dichiarato Busquin, Egli ha inoltre evidenziato l'importanza della creazione di piattaforme tecnologiche in vista di colmare il divario tra le imprese e le università ed ha invitato tutti i partecipanti del vertice ad orientare l'edizione 2004 di questa manifestazione verso la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione. 

BUSQUIN PRESENTERÀ UNA COMUNICAZIONE SULLA SPESA PER LA R&S DEL SETTORE PRIVATO
Bruxelles, 12 giugno 2002 - Il commissario per la Ricerca Philippe Busquin ha annunciato la presentazione di una comunicazione volta a promuovere gli investimenti privati a favore della ricerca e sviluppo (R&S). Intervenendo al vertice europeo delle imprese tenutosi a Bruxelles il 7 giugno, Busquin ha affermato che la creazione dello Spazio europeo della ricerca e dell'innovazione contribuirà al raggiungimento dell'obiettivo, fissato al vertice di Lisbona del marzo 2000, di trasformare l'Europa nell'economia basata sulla conoscenza più competitiva al mondo entro il 2010. Il Commissario, tuttavia, ha avvertito che gli investimenti delle aziende europee nella ricerca rappresentano attualmente solo il 55 per cento dell'impegno complessivo dell'UE in questo settore. Affinché le società investano nella R&S, ha affermato Busquin, occorre aumentare il potere d'attrattiva dell'Europa, poiché "non potrà esistere economia allargata senza un forte impegno dell'UE nei confronti della ricerca". Busquin ha reso noto che nelle prossime settimane presenterà una comunicazione sulle possibilità di contribuire al raggiungimento dell'obiettivo fissato al Consiglio europeo di Barcellona, ovvero elevare la spesa per la R&S al 3 per cento del PIL (prodotto interno lordo) dell'UE entro il 2010. Egli, inoltre, ha annunciato la propria intenzione di avviare un dibattito pubblico su tale questione, coinvolgendo l'industria, la comunità scientifica, il mondo finanziario, gli Stati membri e il Parlamento europeo. Il Commissario ha affermato che è necessario impegnarsi per incrementare il livello di spesa dell'Europa per la R&S, attualmente fermo all'1,9 per cento del Pil, contro il 2,6 per cento degli Stati Uniti e il 2,9 per cento del Giappone. Busquin ha attribuito il divario di spesa fra l'UE e gli Usa ad una serie di fattori, fra cui il ridotto numero di Pmi (piccole e medie imprese) ad alta tecnologia presenti nell'UE e la tendenza delle grandi aziende europee nei settori ad alta intensità di ricerca (come quello farmaceutico) ad effettuare la ricerca al di fuori dell'Unione europea. Busquin ha affermato che la comunicazione e il dibattito pubblico offriranno l'opportunità di definire condizioni generali più allettanti per la ricerca finanziata dalle imprese e contribuiranno a migliorare i meccanismi attualmente in vigore. "Il conseguimento dell'obiettivo del tre per cento richiede uno sforzo congiunto da parte di tutti i soggetti coinvolti", ha affermato il Commissario. "Dobbiamo collaborare con l'industria e con le altre parti interessate affinché l'obiettivo di Lisbona diventi realtà". 

PIANO D'AZIONE PER L'OCCUPAZIONE 
Roma, 12 giugno 2002 - Il Consiglio dei ministri, nella riunione del 6 giugno scorso, ha approvato il Piano Nazionale d'Azione per l'occupazione 2002 (Nap). Il piano prevede un aumento dei posti di lavoro al 2005 di 1.400.000 unita', pari ad una crescita percentuale di oltre il 4%. In particolare, e' previsto che il tasso di occupazione passi dall'attuale 54% al 58,5% nel 2005. http://www.governo.it/sez_dossier_nuovi/nap/index.html 

DAL 22 LUGLIO 2002 INIZIANO LE NEGOZIAZIONI DEI FUTURES SU AZIONI SUL MERCATO IDEM DI BORSA ITALIANA 
Milano, 12 giugno 2002 - Partiranno il prossimo 22 luglio sul mercato Idem della Borsa Italiana le negoziazioni dei contratti futures su singole azioni di Borsa e Nuovo Mercato con un numero di titoli sottostanti pari a quelli previsti per gli analoghi contratti di opzione. I titoli che, a partire dal 22 luglio, avranno un futures corrispondente sono cinque: Enel, Eni, Telecom Italia, Tim e Unicredito, scelti secondo criteri di liquidità e settorialità. Ma cosa sono gli stock futures? Gli stock futures sono contratti finanziari che danno al compratore/venditore l'obbligo di comprare/vendere una quantità determinata di un'attività finanziaria a un prezzo determinato e a una data specifica. Si differenziano dalle opzioni che offrono invece la possibilità e non l'obbligo di effettuare le medesime operazioni. Il valore del contratto futures su azioni è dato dal prodotto tra il suo prezzo e il numero di azioni sottostanti il singolo contratto. La relazione tra prezzo dello stock futures e valore del titolo sottostante è di tipo diretto: al variare del prezzo del titolo, quello dello stock futures varia nella stessa direzione. Il contratto futures su azioni prevede la consegna degli strumenti finanziari sottostanti con prezzo di liquidazione pari al prezzo di apertura dell'azione sottostante il giorno di scadenza. I contratti avranno scadenze trimestrali (marzo, giugno, settembre e dicembre) e mensili e l'ultimo giorno di negoziazione è stabilito al terzo venerdì del mese di scadenza. Gli orari di negoziazione - dalle 9.15 alle 17.40 - sono gli stessi previsti per gli altri contratti derivati. La presenza di market maker avrà il compito di fornire liquidità al mercato mediante l'esposizione in via continuativa di proposte in acquisto e in vendita. Le posizioni assunte saranno assicurate e liquidate dalla Cassa di Compensazione e Garanzia del Gruppo Borsa Italiana. I futures sulle azioni rappresentano un ampliamento della gamma di prodotti derivati negoziabili sui mercati di Borsa Italiana dove sono già trattati il Fib - il futures sull'indice Mib30 -, il futures sull'indice Midex, il minifib, le opzioni sull'indice e su singole azioni. L'avvio delle negoziazioni su single stock futures è stato reso possibile anche dalla recente introduzione della nuova piattaforma tecnologica Om Click studiata specificamente per il Mercato dei Derivati di Borsa Italiana. Sviluppata dalla società svedese Om, è stata realizzata con la collaborazione di BIt Systems, società informatica controllata da Borsa Italiana, e ha iniziato ad operare lo scorso 22 aprile. Oltre a rendere più agevole l'accesso al mercato e ad offrire una maggiore rapidità di collegamento attraverso linee ad alta velocità, questa nuova piattaforma ha una capacità sei volte superiore alla precedente in termini di quantità di ordini e di quotazioni gestiti nell'arco del periodo di negoziazione. 

LA DIGITALIZZAZIONE DELLE PUBLIC UTILITIS SECONDO L'INDAGINE ASSINTEL LE IMPRESE NON HANNO ANCORA MESSO A FUOCO LE PROPRIE ESIGENZE. D'ALTRA PARTE NON ESISTE ANCORA UN'OFFERTA SPECIFICA PER QUESTO COMPARTO DEL MERCATO 
Milano, 12 giugno 2002 - Sono stati presentati ieri a Milano i risultati di un'indagine realizzata da Assintel, che ha analizzato la domanda e l'offerta informatica nel settore delle Public Utilities. Sebbene le Public Utilies rappresentino un mercato con forti potenzialità, ad oggi sono ancora molti i bisogni inespressi da parte della domanda e non esistono ancora soluzioni complete da parte dell'offerta. Per meglio comprendere la struttura di questo mercato, Assintel ha realizzato l'indagine su due diversi fronti. Da un lato sono state intervistate 218 imprese che operano sulla base di una "rete" per la fornitura di gas, energia elettrica e acqua o che sono impegnate nell'erogazione di servizi di trasporto pubblico, con l'obiettivo di identificare il livello di utilizzo della tecnologia e di impegno in attività innovative. D'altro, al fine di definire la struttura dell'offerta in questo comparto, è stato intervistato un campione formato da 800 terze parti quali Var, System Integrator, Rivenditori e Società di Software e Servizi. Le Public Utilities intervistate sono prevalentemente di dimensioni medio-piccole: circa l'80% di queste infatti conta meno di 200 dipendenti e il 61,5% di esse dichiara di aver realizzato nel 2001 un fatturato inferiore a 12.5 milioni di Euro. I dati complessivi del campione mostrano che soluzioni e applicazioni software quali Billing (45,7%), Erp (34,9%), Crm (14,2%), Business Intelligence e DataWarehousing (10,1%), e-Procurement (4,6%) sono poco diffuse e ciò è dovuto soprattutto al fatto che le stesse imprese non hanno ancora percepito l'importanza di ottenere un elevato livello di efficienza interna, né la possibilità di raggiungere tale obiettivo grazie a soluzioni tecnologiche. Inoltre, nelle strutture dove queste soluzioni sono presenti, vengono comunque prevalentemente gestite da risorse interne, e sebbene l'83,9% delle imprese intervistate si avvalga di dipendenti che operano all'esterno e che hanno dichiarato utilizzare telefoni cellulari (91,2%), dispositivi per la lettura dei consumi (52,4%) e i PC portatili, solo il 24,5% degli stessi è abilitato ad accedere alle applicazioni aziendali attraverso queste tecnologie. La diffusione del collegamento ad Internet nelle Public Utilities è ormai abbastanza capillare (93,1%); mentre meno frequente è l'uso di reti Intranet (44,5%) ed Extranet (9,6%). Il 58,7% delle imprese intervistate possiede un sito Web, mentre il 19,7% ne prevede l'implementazione. Le applicazioni presenti sui siti variano a seconda del particolare settore di attività: in generale l'indagine ha evidenziato una maggiore presenza di profili aziendali (73,7%), indirizzo e-mail per richiesta di informazioni (71,9%) e presentazione dei servizi offerti (70,8%). L'uso di sezioni protette da password è ancora poco diffuso (presenti circa nel 10% dei casi), così come l'offerta di servizi on line (pagamento bollette nel 10,1% dei casi; visualizzazione consumi nel 10,1%; calcolo del percorso nel 26,2%) Esistono però alcuni tentativi di creare comunità on line attraverso newsletter (28,6%) e di raccogliere informazioni generiche legate agli interessi della internet community (38,6%). Solo il 3,5% delle imprese intervistate ha dichiarato di essere in possesso della licenza per realizzare attività di cablaggio e le restanti non hanno mostrato l'intenzione di dotarsene nel breve periodo. L'1,8% ha invece già perfezionato accordi con enti o società in possesso di tale licenza; questa strategia è stata presa in considerazione anche da un ulteriore 10,8% che dichiara di avere progetti in proposito. L'obiettivo finale delle Public Utilities che hanno sviluppato un'attività di cablaggio è l'offerta di servizi (53,6%) anche se non vengono sottovalutate né la posa della fibra su richiesta (25%), né la rivendita di capacità di banda (25%). I destinatari di questa offerta sono principalmente gli utenti finali (85,7%), ma anche le società di Telecomunicazioni (14,3%) e altri clienti (14,3%). E' importante però notare che l'unica tipologia di imprese che già offre o offrirà servizi basati su infrastrutture di fibra ottica è quella delle multiutilities, società che registrano di norma più di 200 dipendenti e i cui principali servizi sono: fonia, trasmissione dati, Internet e servizi multimediali. La fornitura di tali servizi avviene o avverrà in modo diretto nel 20% dei casi ed indiretto nel 40%; il rimanente 40% delle imprese non ha ancora pianificato la modalità con cui effettuerà la fornitura. A conferma del fatto che ci troviamo di fronte ad un mercato ancora in evoluzione, solo il 15,6% delle aziende intervistate che sviluppano software o erogano servizi, ha dichiarato di possedere competenze specifiche nel settore delle Public Utilities. Il business di tali aziende inoltre è più frequentemente focalizzato in attività quali la fornitura di servizi It/Ict (94,4%), la rivendita di tecnologie Ict (75,2%) e lo sviluppo di software proprio (24%). Le tipologie di software offerte in prevalenza da questi operatori sono quelle verticalizzate per settore applicativo (73,3%) e quelle di gestione d'impresa (33,3%). Per quanto riguarda i servizi, invece, quelli principalmente offerti sono lo sviluppo software nell'88,1% dei casi e la manutenzione/assistenza/supporto nel 42,8%. Dall'indagine emerge che le aziende che offrono soluzioni per le Public Utilities focalizzano la propria offerta o solo per settore (53,6%) o sia per settore che per area applicativa (46,4%). Le conclusioni che si possono trarre da questi dati confermano che nelle Public Utilities è ancora piuttosto basso il grado di adozione della tecnologia, sebbene si possano rilevare alcuni casi isolati di implementazione significative. Quasi la metà di queste aziende è sprovvista di applicazioni Erp, Billing, Crm, Data Warehouse e Business Intelligence. Il fatto stesso di operare in un mercato che fino ad oggi era poco concorrenziale, ha portato queste aziende a non comprendere appieno la strategicità delle tecnologie informatiche per rendere le attività interne più efficienti e quindi più competitive. Diverso invece è lo scenario se si considerano le attività realizzate tramite Web, in questo caso infatti la presenza dei siti, anche se utilizzati solo per presentare l'azienda e i servizi offerti, supera quella dei diversi applicativi aziendali. I progetti di cablaggio, infine, non rappresentano ancora una priorità di queste imprese. 

BEN CONOSCIUTI, MA NON SEMPRE ...APPLICATI, GLI "ACRONIMI" DELL'ICT I MAGGIORI GRATTACAPI DEI TOP MANAGER EUROPEI: COSTO DELLA QUALITÀ, RITORNO SUGLI INVESTIMENTI IT E SERVIZIO AI CLIENTI 
Milano, 12 giugno 2002 - Il costo della qualità e un rapido ritorno sugli investimenti in IT continuano a costituire le maggiori sfide di business per le imprese europee, in base a un sondaggio commissionato da Manugistics, primo fornitore mondiale di soluzioni di Enterprise Profit Optimization (Epo). Il 57% degli intervistati ha risposto che la maggiore preoccupazione è il costo della qualità, mentre il problema del ritorno sugli investimenti tecnologici e del costo del servizio ai clienti sono stati citati rispettivamente dal 39% e dal 45% delle aziende. L'indagine è stata condotta su un campione composto da 345 aziende in 13 paesi europei, intervistando il top management, cioè i Ceo e i Coo (30%), la prima linea dirigenziale (45%) e i responsabili tecnici (25%). Realizzate fra gennaio e febbraio scorsi, le interviste sono durate in media 18 minuti e sono state condotte in inglese, francese, tedesco e italiano, su un campione costituito per il 35% da clienti Manugistics e per il restante 65% da non clienti. Il risultato è dunque da considerare piuttosto significativo data l'ampiezza del campione e il profilo degli intervistati. Molto interessanti sono anche i dati relativi alla conoscenza e all'utilizzo dei sistemi di Supply Chain Management (Scm), Supplier Relationship Management (Srm), Pricing Revenue Optimization (Pro) e Enterprise Profit Optimization (Epo). Se l'Scm, Supply Chain Management, è conosciuto e utilizzato dall'81% delle aziende, gli altri acronimi sono stati citati dalla metà circa degli intervistati, dimostrando come si tratti di sigle più nuove. Più in dettaglio, il Supply Chain Management (Scm), oltre a essere correntemente utilizzato in più di 8 aziende su 10, viene anche definito in maniera precisa dal 58% degli intervistati, per i quali "ottimizza il flusso dei prodotti e delle forniture", e in maniera molto prossima alla definizione corretta dal restante 42% (per il 21% "è un processo logistico", per il 15% "gestisce le relazioni con i fornitori" e per il 6% "controlla il flusso delle informazioni lungo la supply chain"). Un dato particolarmente interessante è la diffusione della conoscenza dell'Scm anche ai livelli più elevati della gerarchia aziendale, che dimostra come, almeno in Europa, la gestione della catena del valore sia una decisione strategica che coinvolge sempre più i vertici aziendali. Dal sondaggio commissionato da Manugistics si ricava anche che le aziende europee medie e grandi hanno apprezzato e compreso la necessità di ottimizzare i profitti lungo l'intera organizzazione: infatti, l'Epo, Enterprise Profit Optimization, cioè l'ottimizzazione simultanea delle informazioni, della logistica e quindi dei margini di profitto, è oggi compresa dal 46% delle organizzazioni. Sorprendente è il fatto che nonostante la disponibilità di soluzioni collaborative di Srm (Supplier Relationship Management) basate su Internet, l'e-mail, il fax e il telefono continuano a essere il modo in cui la maggioranza delle grandi aziende europee comunica le richieste ai fornitori. Ma questa non è l'unica sorpresa. Infatti, il 55% degli intervistati ha risposto che attualmente non c'è collegamento tra pianificazione della domanda e dei prezzi all'interno dell'azienda. Più incoraggiante il fatto che il 45% degli intervistati ha risposto che la propria azienda utilizza o prevede di utilizzare le soluzioni di Pricing e Revenue Optimization (Pro) per supportare le proprie decisioni riguardanti i prezzi. Terry Austin, Presidente di Manugistics Europe, ha commentato: "L'indicazione principale che si ricava da questo sondaggio è che i fornitori devono continuare a proporre soluzioni in grado di dare un rapido ritorno sull'investimento in tutti gli stadi dell'implementazione e anche oltre". 

LA COMMISSIONE EUROPEA INFLIGGE AMMENDE A OTTO BANCHE AUSTRIACHE NEL CASO "LOMBARD CLUB" PER LA COSTITUZIONE DI UN CARTELLO 
Bruxelles, 12 giugno 2002 La Commissione ha inflitto oggi ammende per un totale di 124,26 milioni di euro a otto banche austriache per avere partecipato a un cartello di prezzi di ampie dimensioni. Nell'ambito di un programma di fissazione dei prezzi estremamente istituzionalizzato i direttori generali delle banche si incontravano ogni mese, ad eccezione del mese di agosto, nel quadro del cosiddetto "Lombard club", un cartello che copriva l'intero territorio austriaco - "fino al più piccolo paese", secondo l'espressione utilizzata da una banca, allo scopo di fissare i vari tassi, tra cui quelli di deposito e di prestito, a danno dell'attività economica e dei consumatori austriaci. Il cartello ha avuto inizio molto prima dell'adesione dell'Austria al See avvenuta nel 1994, ma la Commissione può infliggere ammende solo per il periodo che va dal 1995, anno di adesione dell'Austria all'UE, al giugno 1998, mese in cui la Commissione ha effettuato ispezioni a sorpresa nelle sedi delle banche e ha posto fine al cartello. Mario Monti, Commissario per la concorrenza, ha dichiarato: "Per il suo carattere istituzionalizzato e per la sua ampiezza, sia in termini di servizi bancari interessati che di dimensione geografica, il cartello appare uno dei più perversi tra quelli scoperti dalla Commissione. Le banche non devono nutrire alcun dubbio sul fatto che le regole di concorrenza dell'Unione europea si applicano al loro settore così come a qualsiasi altro settore d'attività. In realtà è particolarmente importante mantenere la concorrenza nel settore bancario data l'importanza che tale settore riveste per i consumatori, per le imprese e per un'efficace allocazione delle risorse nel complesso dell'economia."
Le ammende inflitte alle banche sono ripartite come segue (in milioni di euro): Erste Bank der österreichischen Sparkassen Ag ( Erste) 37,69; Bank Austria Aktiengesellschaft (Ba) 30,38; Raiffeisen Zentralbank Österreich Ag (Rzb) 30,38; Bank für Arbeit und Wirtschaft Aktiengesellschaft (Bawag) 7,59; Österreichische Postsparkasse Aktiengesellschaft (Psk) 7,59; Österreichische Volksbanken Ag (Övag) 7,59; NÖ Landesbank-Hypothekenbank Ag (NÖ Hypo) 1,52; Raiffeisenlandesbank Niederösterreich-Wien reg Gen mbH (Rlb) 1,52. Prove schiaccianti - A seguito di notizie apparse sulla stampa austriaca la Commissione, accompagnata da funzionari del Ministero per gli affari economici austriaco, ha effettuato nel giugno 1998 ispezioni simultanee a sorpresa in una serie di banche austriache. Le centinaia di documenti ritrovati quali i verbali delle riunioni, i memoriali, le registrazioni di conversazioni telefoniche, la corrispondenza ecc., hanno svelato una rete di comitati di cartello che coprivano l'intero territorio austriaco e interessavano tutti i prodotti e servizi bancari nonché la pubblicità, o meglio la sua inesistenza. I membri del cartello fissavano i tassi d'interesse per i prestiti e i risparmi per la clientela privata e per le imprese nonché le commissioni che i clienti dovevano pagare per determinati servizi. Il cartello si estendeva anche ai bonifici e al finanziamento delle esportazioni. L'obiettivo del cartello Lombard è espresso sinteticamente dal rappresentante di una banca ospitante uno degli incontri illeciti nel febbraio 1995, il quale ha accolto gli altri partecipanti con le seguenti parole(1): "Lo scambio di esperienze tra banche sui tassi d'interesse si è rivelato in più occasioni un mezzo utile per evitare una concorrenza sui prezzi incontrollata. Su questa linea la riunione di oggi [...] dovrebbe analogamente assicurare un atteggiamento convergente e ragionevole da parte di tutte le banche per quanto riguarda la fissazione dei prezzi. La maniera in cui vengono fissati attualmente i tassi d'interesse dimostra con molta chiarezza che ancora una volta è necessario sedersi assieme attorno a un tavolo per contrastare le evoluzioni dei prezzi che risultano problematiche. [...] Nell'interesse dei vostri istituti spero che si troveranno soluzioni costruttive". I documenti sequestrati mostravano che le banche erano consapevoli delle conseguenze che il loro comportamento poteva avere sotto il profilo dell'antitrust. Ad esempio un partecipante ad una riunione del cartello ha proposto che per precauzione "non si tengano più verbali di simili riunioni". Il dipartimento legale di una banca consultato al riguardo aveva consigliato "la distruzione di tutti i documenti esistenti". La Commissione ha ritenuto che il comportamento delle banche austriache costituisse un'infrazione molto grave delle regole di concorrenza di cui all'articolo 81 del trattato UE. "Fino al più piccolo paese" La rete del cartello era completa nei contenuti, estremamente istituzionalizzata, strettamente collegata e copriva l'intera nazione "fino al più piccolo paese", secondo le parole usate da una banca. Per ogni prodotto bancario vi era un comitato separato di cui facevano parte i relativi dirigenti del secondo o terzo livello. Ogni mese, con l'eccezione del mese di agosto, i direttori generali delle maggiori banche austriache si riunivano in un comitato di massimo livello denominato "Lombard Club". A un livello inferiore vi erano i comitati distinti per gli specifici prodotti. I più importanti erano i "comitati per i tassi di prestito", i "comitati per i tassi di deposito" e un comitato per tutta l'Austria denominato "comitato federale per i tassi di prestito e di deposito" in cui i rappresentanti delle banche di Vienna si incontravano con i loro omologhi provenienti dal resto del paese. Tra i vari comitati e tra i comitati e il Lombard Club vi erano scambi continui di informazioni. Se sorgevano delle divergenze si attendeva l'indicazione proveniente dal Lombard Club mentre per le decisioni di minore importanza la conferma "da parte dei direttori generali nel prossimo Lombard [...] non [era] considerata necessaria". Tra il gennaio 1994 e la fine del giugno 1998 nella sola Vienna si sono svolte almeno 300 riunioni. Spesso un comitato si riuniva a seguito di un cambiamento dei tassi d'interesse da parte della Banca centrale austriaca e le banche si incontravano prontamente "per una riflessione comune sulle misure da adottare". In tali occasioni ciascun partecipante per prima cosa ricordava i tassi applicati in quel particolare momento e indicava quale reazione riteneva adeguata (ad esempio determinate riduzioni o aumenti dei tassi d'interesse). La maggior parte delle banche austriache ha partecipato al cartello ma da un'attenta analisi delle riunioni del cartello risulta che le otto banche a cui vengono inflitte le sanzioni hanno svolto un ruolo fondamentale. Contesto - Per calcolare le ammende da infliggere per l'adozione di un comportamento di cartello la Commissione tiene conto della gravità dell'infrazione, della sua durata e dell'esistenza di circostanze aggravanti o attenuanti. Essa tiene conto inoltre della capacità dell'impresa di pregiudicare la concorrenza in un determinato mercato. Se vi sono notevoli disparità quanto alle dimensioni delle imprese coinvolte, la Commissione le suddivide in gruppi in modo che le imprese con quote di mercato grosso modo simili siano condannate a pagare ammende di importo analogo. Il calcolo delle ammende quindi non viene effettuato solo sulla base del fatturato dell'impresa, anche se ai sensi del regolamento 17/62 l'ammenda non può mai essere superiore al 10% del fatturato totale annuale dell'impresa. La Commissione ha ridotto le ammende al fine di tenere conto della cooperazione che le imprese le hanno offerto mentre essa conduceva la sua indagine (in base alla comunicazione sulla non imposizione o sulla riduzione delle ammende del 1996). Dato che le banche non hanno contestato i fatti descritti nella comunicazione degli addebiti, è stata concessa una riduzione del 10%. Le imprese dispongono di tre mesi per pagare le ammende, che saranno iscritte al bilancio generale dell'Unione europea. Dato che il bilancio dell'UE è finanziato dai contributi degli Stati membri sono in ultima istanza i contribuenti europei che traggono beneficio da tali ammende. (1)Tutte le citazioni sono tratte da documenti sequestrati nelle sedi delle banche. 

INAUGURATA UFFICIALMENTE LA SEDE ITALIANA DI ING DIRECT 
Milano, 12 giugno 2002 - Ing Direct è la banca diretta del Gruppo Ing che commercializza prodotti finanziari tramite call center e internet. E' un progetto su scala mondiale partito nel 1997 dal Canada e poi approdato in Spagna, Australia, Francia, Stati Uniti, Italia e Germania. La mission di ING Direct è di fornire prodotti finanziari semplici e innovativi in paesi ad economia matura, offrendo il miglior rendimento operando esclusivamente attraverso canali diretti e senza intermediari finanziari. Ing Direct Italia è attiva nel nostro paese dall'aprile 2001 e commercializza Conto Arancio, l'innovativo conto di deposito che offre il 4,30% di interesse. Tutte le operazioni - apertura, depositi, trasferimenti e chiusura - sono a costo zero, non si paga nemmeno l'imposta di bollo annuale del conto corrente di 25,56 euro. Non c'è un importo minimo per l'apertura, c'è solo un limite di giacenza di 1,5 milioni di euro e gli interessi vengono calcolati giornalmente con accredito a fine anno. I soldi depositati sono sempre disponibili e si possono trasferire al conto predefinito con una semplice telefonata o navigando sul sito www.ingdirect.it . Innovativa per il mercato finanziario è anche la strategia di marketing di Ing Direct. Infatti, in assenza di sportelli e filiali, la comunicazione rappresenta l'unica possibilità di contatto verso il potenziale cliente. Per le sue caratteristiche, Conto Arancio risulta essere il primo prodotto finanziario di 'largo consumo' con un target potenziale di 18 milioni di individui, pari al 55% della popolazione bancarizzata. I risultati sono sorprendenti: 160.00 clienti attivi con una raccolta di 2,7 miliardi di euro. Per festeggiare l'inaugurazione ufficiale della sede italiana Ing Direct ha aperto, lunedì 10 giugno, i battenti dell'Arena Civica di Milano a 15.000 persone che hanno avuto la possibilità di partecipare gratuitamente a "Concerto Arancio", grande evento musicale e di intrattenimento condotto da Cristina Parodi e Franco Nisi di Radio Italia, la radio ufficiale dell'evento che ha trasmesso l'intero concerto sulle proprie frequenze e su Video Italia. Tra gli ospiti artisti di calibro internazionale come la cantante Randy Crawford, mito della musica soul, e tra gli italiani Gigi D'Alessio, Valeria Rossi, Sirya, il gruppo delle Lollipop, Neffa, Edoardo Vianello e altri ancora. La scenografia, del tutto insolita, aveva come protagonista la zucca, simbolo di Conto Arancio, in dimensioni macro, dal diametro di 28 metri. 

FORMULA SPONSOR DEL CONVEGNO B2I- BANCA, INTERNET, IMPRESA IL CONVEGNO DEDICATO AL PROCESSO DI GENERAZIONE DEL VALORE 
Torino, 12 Giugno 2002 Formula, il principale produttore italiano di software applicativo, sarà major sponsor del convegno " B2I - Banca, Internet, Impresa", l'unica manifestazione informatica destinata alle Imprese che si tiene nel Nord Ovest (Piemonte, Val D'Aosta, Liguria) e si propone di diventare un incontro annuale. Il convegno, organizzato da Duke Italia e dall'Istituto Bancario San Paolo Imi, ha come finalità quella di presentare la finanza aziendale e le soluzioni informatiche come strumenti di potenziamento ed ottimizzazione della gestione d'impresa. L'evento si rivolge ai titolari d'azienda, agli amministratori e alle direzioni aziendali delle Pmi. Il convegno vedrà la partecipazione di esponenti rappresentativi del mondo produttivo piemontese, del mondo accademico, del mondo bancario ed una rappresentanza dei principali operatori del settore informatico. Sono previste due sessioni plenarie, al mattino, dedicate ad una analisi delle prospettive e dello scenario generlae presentato dalle autorità cittadine, dai vertici di San Paolo Imi, dagli esponenti del mondo accademico; le sessioni pomeridiane saranno invece a tema. Formula parteciperà ad una sessione pomeridiana del convegno con un intervento dal titolo: "La proposta di Formula per le piccole e medie imprese", relatore Carlo Berneri, Responsabile Marketing di Formula. L'intervento di Berneri è previsto per il giorno 14 giugno alle ore 16.00. Formula vi aspetta inoltre presso il proprio stand all'interno dell'ampia area espositiva dedicata all'approfondimento sulle ultime soluzioni disponibili sul mercato. Torino - 13,14 Giugno - Museo dell'Automobile, C.so Unità d'Italia 40 

NOKIA REGISTRA UN AUMENTO DELLA QUOTA DI MERCATO E PROFITTI PER IL SECONDO TRIMESTRE IN LINEA CON IL CALO DELLE VENDITE 
Milano 12 giugno 2002 - Nokia ha presentato ieri il previsto aggiornamento di metà periodo della prospettiva di business della società per il secondo trimestre 2002. In base agli sviluppi osservati nel corso di aprile e maggio, la società registra un calo del fatturato netto intorno al 2-6%, fino a circa 6,9-7,2 miliardi di euro, rispetto a una precedente previsione di crescita anno su anno del 2-7%. Il fatturato del secondo trimestre di Nokia Mobile Phones dovrebbe aumentare dello 0-4% anno su anno, anziché del 5-10% come precedentemente indicato. Il fatturato di Nokia Networks dovrebbe diminuire del 20-25% rispetto a una precedente previsione di calo del 5-10% anno su anno. Gli utili per azione proforma (diluiti) dovrebbero rientrare nel range precedentemente indicato di 0,18-0,20 euro, rispetto a 0,17 euro un anno fa. Nel settore dei telefoni cellulari, Nokia prevede per il secondo trimestre un aumento della quota di mercato (sia in sequenza sia anno su anno), fino a raggiungere il 38% nel corso del trimestre, con una crescita anno su anno del volume superiore al 10%. La società prevede un aumento del volume del mercato dei telefoni cellulari in generale intorno al 5% per il secondo trimestre, rispetto a 89 milioni nel primo. I margini operativi proforma di Nokia Mobile Phones per il secondo trimestre dovrebbero superare il 20%, dimostrando così la costante competitività dei prodotti di Nokia in questo mercato. Il fatturato di Nokia Networks dovrebbe essere inferiore alle stime, soprattutto come conseguenza della cautela posta negli investimenti dagli operatori clienti della società. Si ricorda che alcune delle affermazioni contenute nel presente documento non riguardano fatti storici, come per esempio, senza alcun limite, quelle relative a A) tempi di consegna dei prodotti, B) capacità della Società di sviluppare e lanciare nuovi prodotti e tecnologie; C) aspettative di crescita e sviluppo del mercato; D) aspettative di crescita e redditività; ed E) affermazioni precedute da "crede", "attende", "anticipa", "prevede" o espressioni simili, che sono affermazioni lungimiranti. Poiché tali affermazioni comportano rischi e incertezze, i risultati effettivi potranno differire sostanzialmente dai risultati attualmente previsti dalla Società. I fattori che possono provocare tali differenze comprendono, tra l'altro 1) sviluppi del mercato delle comunicazioni mobili, compresi il progressivo sviluppo del mercato sostitutivo e il successo della Società nel mercato del 3G; 2) domanda di prodotti e servizi; 3) accettazione dei nuovi prodotti e servizi da parte del mercato; 4) disponibilità di nuovi e prodotti e servizi forniti dagli operatori; 5) indebolimento delle condizioni economiche in alcuni dei principali mercati della Società; 6) pressioni sui prezzi; 7) intensità della concorrenza; 8) impatto dei mutamenti tecnologici; 9) consolidamento o altre modifiche strutturali del mercato delle comunicazioni mobili; 10) successo e condizione finanziaria dei partner, dei fornitori e dei clienti della Società; 11) gestione dell'esposizione finanziaria dei clienti della Società; 12) successo continuo delle attività di sviluppo prodotti della Società; 13) successo continuo delle attività di produzione della Società in termini di efficienza di costo, efficacia e flessibilità; 14) capacità della Società di alimentare la produzione di componenti e l'attività di ricerca e sviluppo senza interruzioni e a prezzi accettabili; 15) rischi di gestione scorte risultanti dalle variazioni della domanda di mercato; 16) fluttuazioni dei tassi di cambio, soprattutto relativamente al dollaro americano e allo yen giapponese; 17) impatto delle variazioni delle politiche, delle leggi o dei regolamenti di governo; 18) fattori di rischio specificati alle pagine 10-16 del Modulo 20-F della Società per l'anno concluso il 31 dicembre 2000. 

GRANITIFIANDRE: TECHGEO È LA NUOVA SOCIETÀ DEL GRUPPO PER IL MERCATO SPAGNOLO OBIETTIVO RADDOPPIARE IN 3 ANNI IL FATTURATO IN SPAGNA MONARI, PRIMARIO DISTRIBUTORE MODENESE DI PAVIMENTI E RIVESTIMENTI, PARTNER IN "GEOLOGICA CASTELLARANO" 
Milano, 12 giugno 2002 - Granitifiandre - leader mondiale nella produzione di lastre in grès porcellanato a tutta massa di alta qualità quotata al segmento Star della Borsa di Milano - fonda Techgeo, la nuova società per la commercializzazione sul mercato spagnolo dei prodotti del Gruppo. La nuova società, che ha sede a Castillon de la Plana all'interno del secondo distretto mondiale dopo quello di Sassuolo, si occuperà di commercializzare i prodotti Granitifiandre fornendo - come già Tecnopose, altra società del Gruppo in Francia - tutti i servizi complementari (progettazione, posa, ecc.) volti ad offrire un servizio "chiavi in mano". Attraverso Techgeo Granitifiandre affronta un mercato dove vengono consumati ogni anno oltre 40 milioni di metri quadri di lapideo (la Spagna è il quarto mercato contendibile mondiale dopo Usa, Germania e Italia) con l'obiettivo di raddoppiare nel giro di 3 anni il giro d'affari in Spagna, che si attesta ad oggi a 2 milioni di euro. Recentemente è stata, inoltre, fondata "Geologica Castellarano", altra società del Gruppo costituita in partnership con la Monari, il principale distributore operante nella zona di Modena e Reggio. L'attività della nuova società sarà indirizzata alla commercializzazione nelle aree di Modena e Reggio Emilia di lastre in gres porcellanato di alto di gamma oltre ad adesivi, collanti e materiali complementari in generale. Nella zona attualmente Granitifiandre sviluppa un fatturato d 1,5 milioni di euro e l'obiettivo della nuova società anche in questo è il raddoppio del giro d'affari in 3 anni. 

LE PICCOLE IMPRESE MILANESI SBARCANO A CHICAGO PER CELEBRARE I 550 ANNI DALLA NASCITA DI LEONARDO DA VINCI E PER FARE CONOSCERE NEGLI USA L'INGEGNOSITA' E LA QUALITA' DELLE PRODUZIONI ITALIANE 
Milano, 12 giugno 2002 - Oggi alle ore 17,30 sarà inaugurata presso la Fondazione John David Mooney di Chicago, la mostra "L'ingegno del fare" promossa dalla Piccola Industria di Assolombarda per celebrare Leonardo Da Vinci, genio precursore della capacità innovativa delle imprese lombarde. Da Milano arriverà anche una missione commerciale di imprenditori operanti in tutti i settori produttivi, per fare affari e per far conoscere alle imprese americane la qualità e l'ingegnosità delle produzioni italiane Milano, 10 giugno 2002 - Quest'anno ricorrono i 550 anni dalla nascita di Leonardo Da Vinci, avvenuta il 15 aprile 1452. Per celebrarla la Piccola Industria di Assolombarda porterà a Chicago, città gemellata con Milano, quattro straordinarie macchine leonardesche insieme alla Mostra L'Ingegno del fare, realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. La mostra sarà inaugurata il giorno 12 giugno, alle ore 17,30 alla Fondazione Mooney di Chicago alla presenza, tra gli altri, dell'Assessore all'industria, piccola e media impresa, cooperazione e turismo della Regione Lombardia Massimo Zanello. www.ingegnodelfare.it Accanto a questa iniziativa culturale arriverà negli Stati Uniti anche una missione commerciale di piccole imprese milanesi che avrà un ricco programma di incontri bilaterali business to business con aziende americane organizzato in collaborazione con il Consolato Italiano e l'Ufficio Ice di Chicago. Un'iniziativa volta ad aiutare concretamente l'affermarsi sul difficile mercato americano del Made in Italy, a cominciare dal Panettone dolce tipico della città di Milano. E' una delle prime macchine da lavoro disegnate da Leonardo ancora prima di arrivare a Milano. La lima viene incisa dai colpi di un martello tagliente, il cui movimento è coordinato a quello del sostegno della lima stessa attraverso un ingranaggio e una vite azionati dalla caduta graduale di un peso. Una ruota esterna serviva per ricaricare il tamburo dove si avvolgeva la corda che sosteneva il peso "Abbiamo pensato", ha affermato Carlo Moretti, Presidente della Piccola Industria di Assolombarda, presentando l'iniziativa alla stampa insieme a Giuseppe Castelli, Consigliere incaricato Assolombarda per l'Internazionalizzazione, al Direttore generale Michele Porcelli e a Fiorenzo Galli, Direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano "che ricordare il grande genio, padre della cultura innovativa e progettuale italiana, sarebbe stato il modo migliore per presentare al pubblico americano le imprese milanesi. Imprese che, forti dell'esempio di Leonardo, hanno costruito la propria storia e il proprio futuro sull'innovazione e l'alta qualità delle produzioni". Il foglio 1103 v. del Codice Atlantico, disegnato da Leonardo nel 1513, durante l'ultima permanenza a Roma, e' interamente dedicato a macchine per la lavorazione degli specchi: sei figure di macchine per la lavorazione di specchi piani e concavi. Dalla lettura dei vari codici difficilmente è possibile associare l'uso degli specchi con i problemi di ottica che Leonardo si pone, e che in gran parte sembrano finalizzati a risolvere le non poche questioni che si riscontravano nella rappresentazione pittorica attraverso la tecnica della prospettiva o dell'uso dell'ombra o della penombra che egli chiama" ombre primitive ed ombre derivate". Anche alcune frasi che piu' specificatamente si riferiscono all'uso di lenti sembrano seguire una logica più di tipo intuitivo che dettata da verifiche effettuate attraverso la costruzione e l'uso di specchi, occhiali o altri dispositivi ottici. Leonardo vi accenna a proposito della realizzazione di un grande progetto consistente nella costruzione di un grande specchio parabolico capace di sfruttare l'energia solare per far bollire l'acqua delle caldaie di una grande tintoria. "La mostra, ideata da Fabio Alessandro Filè, oggi Vicepresidente di Assolombarda, ha lo scopo proprio di far conoscere a chi la visita quanto lavoro, impegno e progettualità stiano dietro a ogni oggetto di uso comune", ha aggiunto Moretti. "L'ingegno del fare è il frutto della somma di mille piccole abilità, di tanti piccoli brevetti e originalità nati dalla pratica della vita quotidiana di produzione, dalla capacità degli uomini di costruire il futuro". La scenografia della Mostra si ispirerà totalmente all'opera di Leonardo Da Vinci, ai suoi cartigli, alle sue invenzioni e alle sue macchine. Saranno esposte infatti: la macchina intaglialime, la macchina per la produzione degli specchi concavi, il cuscinetto a 8 sfere e una macchina tessile che gli artigiani italiani hanno scrupolosamente costruito basandosi sulle indicazioni contenute nei Codici e nei manoscritti che Leonardo ci ha lasciato. Oltre alla parte dedicata a Leonardo, il percorso della Mostra si snoderà poi in vari altri momenti dedicati all'innovazione e alla storia di alcune piccole aziende italiane di successo e dei protagonisti che le hanno fondate e gestite. L'utilizzo di video proiezioni e di tecnologie digitali consentiranno di moltiplicare le possibilità esplorative della mostra e lasceranno spazio a scoperte individuali. I video sono stati pensati per dare l'opportunità ai visitatori di avere una breve ma incisiva presentazione delle aziende milanesi interessate al mercato del Mid West americano: le loro produzioni e specializzazioni, le tecnologie utilizzate, i mercati di sbocco. Insieme, dunque, nel nome di Leonardo, passato e futuro, e anche cultura e business. "Per far conoscere queste caratteristiche di progettualità e di innovazione delle imprese milanesi oltre alla mostra abbiamo pensato fosse utile organizzare anche degli incontri di affari tra le nostre imprese associate e le aziende americane che hanno dimostrato interesse per le nostre produzioni", ha spiegato il Presidente della Piccola Industria di Assolombarda Moretti. Negli stessi giorni della mostra si terranno così a Chicago numerosi incontri business to business tra aziende italiane e americane per dar vita a iniziative commerciali, tecnologiche e di partnership. Prima di approdare a Chicago la navicella dell'ingegno aveva già fatto rotta negli anni scorsi verso altre importanti mete. A Milano la mostra forum era stata ospitata al Museo della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci", dal 16 maggio al 31 ottobre 2000, e si era rivolta soprattutto agli studenti e ai giovani per proporre loro un atteggiamento positivo nei confronti del fare impresa e del diventare imprenditore. A Spoleto, dall'11 luglio al 30 settembre 2001 in occasione del Festival dei Due Mondi, la mostra era stata l'ideale trait d'union tra cultura e impresa. Allestita a Palazzo Collicola era ricca di filmati, di foto d'epoca, di esempi di tecnologia avanzata, di opere artistiche realizzate da imprenditori, di documentazione dei Musei d'Impresa e di prodotti di tante aziende lombarde e umbre. A Tokyo, dal 30 ottobre al 2 novembre 2001, L'ingegno del fare era stata invece affiancata dalla prima missione commerciale di piccole imprese organizzata da Assolombarda all'estero. L'iniziativa prevedeva una serie d'incontri business to business tra piccole aziende italiane e giapponesi per dar vita a iniziative commerciali, tecnologiche e di partnership e il seminario internazionale "Italia e Giappone due sistemi di Piccole e Medie Imprese a confronto" cui parteciparono molti esponenti della business community giapponese. Il progetto è stato realizzato da Assolombarda in partnership con: Museo della Scienza e Tecnologia di Milano, Regione Lombardia, Consolato Generale d'Italia Chicago, Ice Chicago, Istituto Italiano di Cultura a Chicago, Ime, Fiera Milano, Sea SpA, Rinaldi l'Espresso Srl, Alitalia SpA, Banca di Roma e con il sostegno delle seguenti aziende: Alluminio Spoleto SpA, Angelantoni Industrie SpA, Autovie Sud Milano Sila SpA, Bomisa SpA, Botta SpA, Bugnion SpA, Co.Me.Te. SpA, Continuus Properzi SpA, Coo.Be.C., Dal Cin Gildo SpA Didael Srl, Ente Ducale "Le Vaite", Euronil SpA, Fabbriche Misuratori Sacofgas SpA, Fondazione Lungarotti, Franco Tosi Alluminio SpA, Gasparotto Fondal Sas, Gruppo Novelli SpA, Gruppo Tessile Arnaldo Caprai SpA, Imic SpA, Leu Locati Srl, Lpe SpA, Mastro Raphael SpA, Meccanotecna Umbra SpA, Monini SpA, Officine Meccaniche Galletti Srl, Prefer Srl, Premium Srl, P.R.T. Progetto Ricerche Terziario Srl, Radio e Reti Srl, Sagsa SpA, Sangemini SpA, S.U.S.T.A. SpA.

BANDE ORARIE NEGLI AEROPORTI DELLA COMUNITÀ 
Bruxelles, 12 giugno 2002 - Il Parlamento europeo ha approvato a grande maggioranza e con qualche modifica la proposta della Commissione relativa alle nuove regole di assegnazione di bande orarie negli aeroporti. I deputati hanno espresso ampio consenso all'idea che le nuove compagnie aeree debbano beneficiare di eque opportunità di accesso al 'mercato delle bande orarie'. Gli emendamenti adottati sono volti a rafforzare la formulazione della proposta, a garantire alle compagnie flessibilità e sicurezza nella pianificazione, nonché a chiarire e consolidare i poteri discrezionali degli Stati membri in materia di ambiente e trasporti. 

OLTRE 150 ARTISTI ITALIANI LANCIANO UN APPELLO AL GOVERNO PER ABBASSARE L'IVA SUI CD UNA LETTERA APERTA, CHE VERRA' PUBBLICATA OGGI A TUTTA PAGINA SU DUE QUOTIDIANI ITALIANI. 
Milano, 12 giugno 2002 L'Ufficio Stampa F.I.M.I. (fimi.it) ha diffuso via internet, il seguente comunicato - lettera aperta, che verra' pubblicata domani a tutta pagina su due quotidiani italiani: oltre 150 artisti italiani, rappresentativi di tutti i generi musicali, dalla classica, alla musica popolare, al rock, ecc. hanno lanciato un appello al Presidente del Consiglio, Berlusconi, ed ai ministri dell'economia e dei beni culturali Tremonti e Urbani, affinche' la finanziaria in discussione al Parlamento preveda un emendamento per ridurre l'Iva sui dischi, oggi al 20%, un'aliquota tra le piu' elevate nell'Unione Europea. Le normativa sull'Iva consente oggi ad uno Stato membro dell'UE di intervenire prevedendo un'aliquota temporanea in attesa che l'Unione Europea modifichi la normativa prevedendo un'aliquota ridotta per i cd simile a quella in vigore per il libri (in Italia al 4%). In poco piu' di dieci anni l'Iva in Italia e' raddoppiata (l'ultimo balzo dal 16% al 20% e' avvenuto nel 1997). La situazione di crisi del mercato italiano, che nel 2001 ha perso quasi il 10 % proseguendo in una discesa iniziata nel 1999 e che in tre anni ha portato alla scomparsa di quasi dieci milioni di pezzi, rischia di compromettere lo sviluppo della musica in Italia, un settore che offre lavoro ad un indotto di oltre 115 mila persone. L'appello lanciato dagli artisti al Presidente del Consiglio giunge in un momento fondamentale per la programmazione economica del Paese, la discussione sulla prossima finanziaria. Ecco il testo della lettera e l'elenco degli artisti firmatari: "Appello degli artisti italiani per la riduzione dell'iva sui dischi - al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; al Ministro dell'economia e delle Finanze Giulio Tremonti; al Ministro Per i Beni e le Attivita' Culturali Giuliano Urbani. Noi firmatari siamo artisti italiani che ogni giorno scrivono, compongono e interpretano la musica che accompagna la vita quotidiana di tante persone nel nostro Paese e nel Mondo. La nostra musica viene incisa e diventa patrimonio di tutti grazie ai dischi. I dischi trasmettono emozioni e sensazioni che possono essere ripetute all'infinito e sono un veicolo di promozione della cultura del nostro Paese nel Mondo. Oggi, in Italia, su un disco posto in commercio pesa un'imposta sul valore aggiunto (Iva) del 20 %. In poco piu' di dieci anni e' passata dal 9 % al 20 % incidendo in maniera sensibile sul prezzo finale al consumatore. Ma se il disco e' un bene culturale come lo sono altri prodotti intellettuali, quali ad esempio i libri, perche' deve ancora sussistere una disparita' di trattamento cosi' palesemente penalizzante per la musica ? Sembra una paradosso, ma ad un libro che racconta la vita di Giuseppe Verdi si applica il 4 % di Iva, tuttavia, se volessimo acquistare un disco che contiene l'opera del grande compositore italiano, dovremmo pagare un' Iva del 20 %. E' giusto? Questo importante riconoscimento garantirebbe non solo di offrire piu' possibilita' di accesso alla musica a tanti consumatori, rilanciando un settore che genera un indotto che coinvolge oltre 115 mila persone, ma si rivelerebbe anche un'arma per combattere piu' efficacemente la pirateria, che nel nostro Paese oggi copre oltre il 25% del mercato con gravi danni per autori, artisti, case discografiche e lo Stato. Abbassare l'Iva sui dischi si puo'. Vi chiediamo quindi di intervenire gia' dai prossimi giorni, in sede di programmazione economico finanziaria del prossimo bilancio, prevedendo l'introduzione di un'aliquota temporanea per il nostro settore. Vogliamo che la musica italiana continui ad esistere generando sempre nuove emozioni e garantendo allo stesso tempo lo sviluppo di nuovi talenti. Lista artisti firmatari (all' 11/06/2002) 883; 99 Posse; Salvatore Accardo, Afterhours, Albano, Alexia, Almamegretta, Danilo Amerio, Biagio Antonacci, Articolo 31, Audio2 , Avion Travel , Claudio Baglioni, Luca Barbarossa, Barrio Latino , Franco Battiato, Bedroom Rockers, Paolo Belli, Samuele Bersani, Bluvertigo, Andrea Bocelli, Alessio Bonomo, Angelo Branduardi, Breakfast, Alex Britti, Francesco - C, Franco Califano, Camaleonti , Silvia Cappellini Sinopoli, Caravane De Ville, Luca Carboni, Casa Del Vento, Cecilia Chailly, Riccardo Chailly, David Circus, Riccardo Cocciante, Giorgio Colombo Taccani, Carmen Consoli, Paolo Conte, Azio Corghi, C.S.I. , Gigi D'alessio, Lucio Dalla, Nino D'angelo, Pino Daniele, Cristiano De Andre', Delta V, Tullio De Piscopo, Peppino Di Capri, Massimo Di Cataldo, Django Fett, Cristina Dona', Ludovico Einaudi, Elisa, Estranea , Niccolo' Fabi, Giorgio Faletti, Franco Fasano, Andrea Febo, Tiziano Ferro, Eugenio Finardi, Fiordaliso, Lando Fiorini, Riccardo Fogli, Formula 3 , Ivano Fossati, Garbo, Gazosa , Max Gazze', Gemelli Diversi, Stefano Gervasoni, Filippa Giordano, Giorgia, Charlie Gnocchi, Augusta Gori, Gianluca Grignani, Andrea Griminelli, Francesco Guccini, Den Harrow, Isola Song , Enzo Jannacci, Jovanotti, La Crus, La Sintesi, Ligabue, Linea 77, Litfiba, Mimmo Locasciulli, Madaski, Mambassa, Mango, Fiorella Mannoia, Mao, Matia Bazar , Meganoidi, Paolo Meneguzzi, Mietta, Amedeo Minghi, Modena City Ramblers, Modho, Monovox, Gianni Morandi, Marco Morandi, Ennio Morricone, Roberto Murolo, Gianna Nannini, Neffa, Negrita , Nek, Neri Per Caso , Anna Oxa, Pacifico, Gatto Panceri, Paola E Chiara, Claudio Paradiso, Laura Pausini, Piero Pelu', Pfm , Pooh , Patty Pravo, Prozac+ , Raf, Eros Ramazzotti, Massimo Ranieri, Marina Rei, Francesco Renga, Ridillo, Fausto Romitelli, Ron, Valeria Rossi, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Antonella Ruggiero, Giuni Russo, Alessandro Safina, Daniele Silvestri, Skywalker, Soerba, Stadio , Daniele Stefani, Sushi, Timoria , Tiromancino , Tosca, Traccia Mista , Francesco Tricarico, Uto Ughi, Paolo Vallesi, Roberto Vecchioni, Velvet , Antonello Venditti, Gil Ventura, Verdena , Yo Yo Mundi, Yuyu, Michele Zarrillo, Renato Zero, Zucchero. 

CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA: +1,4% A MAGGIO IN CRESCITA LE IMPORTAZIONI (+3,3%). DA GENNAIO A MAGGIO LA DOMANDA SALE DELL'1,9%. I DATI CONTENUTI NEL "RAPPORTO MENSILE" RINNOVATO NEI CONTENUTI. 
Roma, 12 giugno 2002 - Più 1,4% è l'aumento della domanda di energia elettrica nel mese di maggio 2002 rispetto al corrispondente mese dell'anno 2001. 25,8 miliardi di kWh è stato il totale dell'energia richiesta in Italia. Il risultato, a parità di giorni lavorativi rispetto a maggio 2001, è stato influenzato da fattori climatici (temperatura media mensile inferiore di circa due gradi e mezzo rispetto a quella del corrispondente mese dell'anno scorso). Depurata da questo effetto, la variazione della domanda è risultata pari a +0,5%. Dall'analisi effettuata dal Gestore della Rete emerge che la crescita della domanda, registrata a maggio 2002 rispetto a maggio 2001, ha avuto un andamento pressoché uniforme sul territorio nazionale: +1,3% al Nord, +1,7% al Centro, +1,5% al Sud. I 25,8 miliardi di kWh richiesti nel mese di maggio 2002 risultano distribuiti per il 47,5% al Nord, per il 29% al Centro e per il 23,5% al Sud. Rispetto a maggio 2001, la dinamica tendenziale della richiesta di energia elettrica sul territorio, nel maggio 2002, registra una forte crescita con il +2,3% di Abruzzo, Lazio, Marche, Molise, Umbria e con il +2,8% di Toscana e Emilia Romagna. La potenza massima richiesta nel mese di maggio 2002, pari a 45.997 megawatt, è stata raggiunta giovedì 23 alle ore 10. Il profilo congiunturale della richiesta elettrica di maggio 2002 evidenzia una ripresa dello 0,9%, rispetto al precedente mese di aprile. Nei primi cinque mesi del 2002 la richiesta di energia elettrica è cresciuta complessivamente dell'1,9% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Nel mese di maggio 2002 il fabbisogno di energia elettrica è stato coperto per l'84,4% con la produzione nazionale e per la quota restante (15,6%) facendo ricorso alle importazioni. In particolare si è avuta a maggio una crescita della produzione termoelettrica (+6,7%) ed eolica (+107,5%), e un calo della produzione idroelettrica (-13,7%) e geotermoelettrica (-2,8%). Complessivamente la produzione nazionale è aumentata dell'1,3% rispetto a maggio 2001. In crescita le importazioni (+3,3%). Queste ed altre informazioni sono disponibili nella pubblicazione "Rapporto Mensile" che, rinnovata nella grafica e nei contenuti, commenta in modo analitico l'andamento dei consumi elettrici mensili. Il "Rapporto Mensile" può essere consultato alla voce "dati statistici" del sito web www.grtn.it 

INTERSICURA: 20% DI SCONTO ALLO STADIO PER I TIFOSI NEROAZZURRI CHI SOTTOSCRIVE UNA POLIZZA DRIVE&GO POTRÀ OTTENERE UNO SCONTO DEL 20% SULL'ABBONAMENTO A SAN SIRO PER SÉ O PER I PROPRI FAMILIARI 
Milano, 12 giugno 2002 - Il 20% di sconto sul prezzo dell'abbonamento allo stadio per il campionato 2002/2003: questa è l'esclusiva offerta di Intersicura - l'iniziativa nata dalla collaborazione tra F.C. Internazionale e Winterthur che propone prodotti assicurativi ai tifosi neroazzurri. Riservata agli interisti che acquistano una polizza auto Drive&go di Intersicura, la promozione è valida a partire dal 3 giugno per tutto il periodo della campagna abbonamenti. Per usufruire dello sconto è necessario recarsi presso la filiale della Banca Popolare di Milano di Piazza Meda con l'originale della polizza Drive&go e la card Intersicura (rilasciata al momento dell'acquisto della polizza). Se l'intestatario della polizza decidesse di non usufruire personalmente dell'offerta, avrà comunque la possibilità di regalare il proprio sconto ad un familiare (mogli/mariti, figli, fratelli/sorelle) presentando, oltre ai documenti richiesti, lo stato di famiglia. Lo sconto offerto è cumulabile con le altre agevolazioni previste dalla campagna abbonamenti Inter. Per fare alcuni esempi, se una tifosa neroazzurra assicura la propria auto con Intersicura*, potrà acquistare l'abbonamento per la prossima stagione al prezzo scontato di 347,20 euro risparmiando 86,80 euro; mentre un tifoso di oltre 65 anni assicurato con Intersicura** potrà godersi il prossimo campionato nel primo anello arancione a 248,00 euro, con un risparmio di 62,00 euro. Per richiedere un preventivo online o per avere maggiori informazioni sull'iniziativa è possibile contattare il numero verde 800 - 00 - 1908 o collegarsi al sito www.intersicura.it Intersicura è l'iniziativa appositamente pensata per gli interisti, nata dalla collaborazione tra F.C. Internazionale e Winterthur. L'acquisto di uno dei prodotti assicurativi proposti da Intersicura (Drive&go, Allsport e 100stadi) dà diritto ad una Card personalizzata che offre ai tifosi interisti vantaggi esclusivi. * Donna 30 anni, residente a Milano; Auto: Fiat Punto 1.2 16v, 5 porte Hlx, data di immatricolazione 01/2002, valore 14.740 euro; Classe di appartenenza: 1; Tariffa Rca: 342 euro; Tariffa Rca + Furto Incendio: 761 euro. ** Uomo over 65, residente a Milano; Auto: Fiat Punto 1.2 16v, 5 porte Hlx, data di immatricolazione 01/2002, valore 14.740 euro; Classe di appartenenza: 1; Tariffa Rca: 285 euro; Tariffa Rca + Furto Incendio: 704 euro. 

UN NUOVO PARTNER E DUE DIRECTOR IN DELOITTE CONSULTING ITALIA 
Milano, 12 Giugno 2002 - Deloitte Consulting Italia ha nominato Alessandro Macciardi nuovo Partner e Bruno Perboni e Gianni Perelli nuovi Director. Alessandro Macciardi, ingegnere, 41 anni, lavora in Deloitte Consulting dal 1997. Opera nell'industry Communications (telecom/media), occupandosi di tematiche di Strategy & Operations con forti legami con le nuove tecnologie. E' il nuovo partner. Gianni Perelli Ercolini, 42 anni, laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano, è entrato in Deloitte Consulting nel 1994, dopo esperienze professionali internazionali in Pirelli, Bancalmi e Barclays Bank. Opera nell'area Strategy & Operations, con una focalizzazione sui settori Energy e Manufacturing. Bruno Perboni, 51 anni, lavora in Deloitte Consulting dal 1999. Con una consolidata esperienza nella consulenza, nell'Information Technology e nella Gestione Aziendale, attualmente è focalizzato sul settore Energy, area Gas e Petrolio, dove coordina le attività di IT. Oltre al lato più propriamente tecnico, ha maturato esperienza nel Change Management, nella motivazione e nella formazione del personale.

SECONDO IL CONSIGLIO "INDUSTRIA", L'INNOVAZIONE NEL SETTORE DELLE TECNOLOGIE ECOCOMPATIBILI PUÒ AUMENTARE LA COMPETITIVITÀ 
Bruxelles, 12 giugno 2002 - Per promuovere la competitività e lo sviluppo sostenibile, è indispensabile incoraggiare l'innovazione nell'ambito delle tecnologie ecocompatibili: è quanto dichiarato nelle conclusioni del Consiglio "Industria", riunitosi a Lussemburgo il 6 giugno. L'applicazione delle nuove tecnologie al perseguimento dello sviluppo sostenibile può offrire nuove opportunità per valorizzare il potenziale competitivo dell'Europa, hanno convenuto i ministri. È indispensabile offrire sostegno all'innovazione mirata alla diffusione delle tecnologie ecocompatibili, in quanto essa condurrà ad un uso più efficiente delle risorse ed alla riduzione delle emissioni, rendendo al contempo l'UE più competitiva. I ministri hanno altresì riconosciuto l'esigenza di provvedere affinché la nuova strategia comunitaria in materia di prodotti chimici promuova l'innovazione e salvaguardi la competitività delle industrie, senza imporre loro costi, obblighi di convalida oppure oneri amministrativi che le porrebbero in svantaggio rispetto ai concorrenti. I ministri hanno chiesto l'istituzione di un quadro normativo volto a sostenere e stimolare lo sviluppo delle tecnologie ecocompatibili e gli investimenti in tale settore, come ad esempio avviene nel sesto programma quadro comunitario di ricerca e sviluppo. È stato altresì concordato che il Consiglio "Industria" esaminerà ad intervalli regolari le proposte e le iniziative che potrebbero avere un impatto sulla competitività delle imprese europee e costituire un ostacolo di natura economica allo sviluppo sostenibile. Il Consiglio s'impegna a "valutare con regolarità l'effettivo mantenimento di un equilibrio tra i tre pilastri dello sviluppo sostenibile, particolarmente in merito alla competitività delle imprese europee, nonché a trarre le conclusioni appropriate circa i provvedimenti correttivi che si renderanno eventualmente necessari", si afferma nelle conclusioni. 

SECONDO LA BIRULÉS, SVILUPPO SOSTENIBILE DEI TRASPORTI E QUALITÀ DELLA VITA VANNO DI PARI PASSO 
Bruxelles, 12 giugno 2002 - Secondo il ministro spagnolo della Scienza e della Tecnologia Anna Birulés, un approccio migliore e più sostenibile in materia di trasporti si tradurrà in un miglioramento della qualità di vita per i cittadini europei. Intervenendo alla conferenza europea sulle tecnologie marittime e terrestri per uno sviluppo sostenibile, tenutasi a Valencia il 4 giugno, la Birulés ha evidenziato che sviluppo sostenibile e qualità della vita sono concetti analoghi e che la creazione di nuove tecnologie rappresenta la chiave per garantire una maggiore sostenibilità ed efficienza dei trasporti. Secondo il Ministro, le politiche connesse ai trasporti a livello nazionale e comunitario devono riflettere tale esigenza. In particolare, i singoli paesi devono tener conto delle proprie caratteristiche in fase di sviluppo dei sistemi di trasporto. Per quanto concerne la Spagna, la Birulés ha fatto riferimento alle potenzialità del suo paese in campo marittimo, alle possibilità di incrementare l'utilizzo dell'energia solare e agli investimenti nazionali nel trasporto ferroviario ad alta velocità. Le politiche volte a sostenere il primato mondiale delle imprese rappresentano una delle possibili azioni destinate ad assicurare una maggiore sostenibilità dei trasporti. Garantire un collegamento fra tali società e i ricercatori costituisce un elemento altrettanto importante, così come un attivo coinvolgimento delle Pmi (piccole e medie imprese). Fra le azioni comunitarie che si riveleranno vantaggiose per lo sviluppo sostenibile figura la decisione di dedicare a tale settore una delle otto priorità del prossimo programma quadro dell'UE, nonché la priorità tematica "Aeronautica e spazio". La ricerca nel settore dei trasporti beneficerà altresì di un aumento del 21 per cento dello stanziamento ad essa dedicato nell'ambito del prossimo programma quadro, a fronte di un incremento complessivo della linea di bilancio del programma pari al 17 per cento. Anche gli impegni assunti su scala europea sono stati rilevanti. Durante il vertice di Barcellona, i leader europei si sono impegnati ad elaborare un piano d'azione per affrontare gli ostacoli allo sviluppo di tecnologie ecologiche, aumentare l'efficienza energetica entro il 2010 e accelerare le modifiche normative in materia di tariffe e imposte sui trasporti. Lo sviluppo dei trasporti non coinvolge solo l'aspetto ecologico, ma anche quello economico, ha affermato la Birulés, citando, a dimostrazione di ciò, un recente sondaggio d'opinione effettuato in Spagna, dal quale è emerso che il 47 per cento degli intervistati ritiene che anche l'atteggiamento di un singolo commerciante nei confronti dello sviluppo sostenibile sia importante. 

LE INDUSTRIE NEL SETTORE DEI TRASPORTI DI SUPERFICIE SOSTENGONO I PARTENARIATI DI RICERCA 
Milano, 12 giugno 2002 - I vantaggi derivanti dai partenariati di ricerca sono stati illustrati dai rappresentanti di ciascuna industria del settore dei trasporti di superficie durante una conferenza tenutasi a Valencia dal 4 al 6 giugno. La forza numerica di fronte all'agguerrita concorrenza proveniente dall'esterno dell'UE e l'eliminazione dei "doppioni" nella ricerca sono alcune delle motivazioni addotte a favore della partecipazione ai partenariati di ricerca dai rappresentanti dell'industria automobilistica, marittima e da quanti intendono elevare il profilo dell'interoperabilità fra il trasporto marittimo e quello ferroviario. Paul Suinat dei "Chantiers de l'Atlantique" ha sottolineato come l'intensa collaborazione fra i gli attori europei rappresenti un vantaggio per l'Europa, alla luce della forte concorrenza proveniente dall'esterno dell'UE, per esempio dal Giappone, dalla Corea del Sud e dalla Cina. Il settore europeo della ricerca marittima ha dovuto dotarsi di una struttura adeguata alla partecipazione ai programmi quadro dell'UE, ha affermato Suinat, spiegando che la collaborazione si è intensificata a partire dal quarto programma quadro, consentendo la creazione di varie associazioni. "Oggi disponiamo di circa 85 piattaforme e progetti tecnologici nell'ambito del quinto programma quadro (5PQ) e proseguiremo nel 6PQ", ha affermato Suinat. "Ciò ha permesso alle industrie marittime europee di ottenere un vantaggio competitivo". Suinat ha tuttavia posto l'accento sulla necessità di maggiore collaborazione. Tale affermazione è giustificata dal fatto che il settore intende presentare circa 200 manifestazioni d'interesse alla Commissione europea, contenenti le aree nelle quali la comunità di ricerca vorrebbe lavorare durante il 6PQ. Secondo Suinat, le altre industrie stanno preparando un numero di manifestazioni d'interesse pari a circa la metà di quelle dell'industria marittima. Impegnato sul fronte della promozione dell'interoperabilità, Carlo Camisetti del Cetena ha espresso il proprio interesse ad un'ulteriore cooperazione fra il settore marittimo e quello ferroviario. Egli inoltre ha affermato che la cooperazione consente ai ricercatori di "osservare il problema da un ampio punto di vista". Il dott. Ulf Palmquist, responsabile presso l'Eucar del programma di R&S (ricerca e sviluppo) sull'anidride carbonica, ha fatto notare come le tendenze in fatto di collaborazione nella ricerca automobilistica siano cambiate. Mentre in passato i partenariati si concentravano sulla R&S di base, oggi sono sempre più incentrati sui prodotti e i servizi commerciali. Il dott. Palmquist ha sottolineato il fatto che i progetti integrati rappresentano il tipo di collaborazione previsto dalla Commissione per il 6PQ (sesto programma quadro). Tali progetti prevedono una stratificazione e distribuzione delle responsabilità e saranno costituiti da svariati progetti, ciascuno dei quali destinato a contribuire al raggiungimento di un obiettivo generale, per esempio la sicurezza sulle strade. In un progetto integrato sul tema della sicurezza stradale, ha affermato il dott. Palmquist, i singoli progetti potrebbero concentrarsi sulla sicurezza preventiva, attiva o passiva, contribuendo nel contempo all'obiettivo generale di ridurre gli incidenti dovuti al traffico.

LA DEVOLUTION ALL'ITALIANA TOGLIE RISORSE ALLE IMPRESE: AUMENTANO GLI "SPAZI DISCREZIONALI" DELLE BUROCRAZIE REGIONALI MA LA LOMBARDIA FA ECCEZIONE: AUMENTA TRA IL 1996 E IL 2000 LA SPESA DESTINATA DALLA REGIONE AL SETTORE "ECONOMIA" 
Milano, 12 giugno 2002 - Nell'ultimo decennio le Regioni italiane sono state oggetto di riforme strutturali che hanno profondamente cambiato il loro funzionamento economico-finanziario, organizzativo, gestionale e istituzionale. Oggi è tempo di bilanci e l'analisi del Cerst dell'Università Cattaneo evidenzia, sul lato degli investimenti in attività economiche, una realtà incontrovertibile: il massiccio trasferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni, ha prodotto risultati modesti per lo sviluppo delle economie locali e situazioni differenziate anche tra Regioni apparentemente vicine dal punto di vista reddituale e geografico. Analizzare oggi gli effetti dell'ampio spazio strategico delle amministrazioni regionali diviene un esercizio molto difficile se preventivamente non si procede a un duplice chiarimento: il sistema attuale italiano non è un sistema federale (come alcuni forse pensano) ma un sistema basato sul modello regionalista- inoltre è necessario distinguere in questo sistema regionale il riconoscimento dell'autonomia dall'effettivo esercizio della stessa. Con il federalismo reale i governi rientrano nell'orbita esclusiva degli stati federati. Vi è quindi un sistema solitamente dualistico articolato su due sfere: da un lato il governo federale e dall'altro gli Stati federati (non le regioni!) con i loro governi locali. Viceversa il regionalismo poggia sempre su Stati unitari (come per il caso italiano); il governo centrale mantiene pertanto un rapporto con i governi locali (li finanzia con modelli perequativi ad hoc, assegna loro le competenze, esercita funzioni di controllo), mentre le regioni svolgono funzioni di coordinamento e programmazione delle attività nei confronti degli enti locali che si trovano sul territorio. Ed è proprio su questo terreno che emergono alcune forti contraddizioni tra il nuovo spazio strategico delle regioni e gli effetti delle politiche su imprese e cittadini. Le regioni italiane vivono infatti una sorta di overdose da decentramento e tendono ad assumere ogni giorno di più la piena responsabilità dei rispettivi governi locali, diventando gli unici interlocutori dello Stato centrale, raccogliendo però poco e male le istanze di imprese e sistemi economici locali. Come dimostrano i dati sulle spese regionali per grandi settori (tabella in allegato, elaborazioni Cerst-Liuc su dati Isr-Cnr), quella attuale è una realtà caratterizzata da una significativa parte delle Regioni che diminuiscono sensibilmente l'ammontare di risorse destinate alle attività economiche e alle imprese (per esempio, in quattro anni, dal 1996 al 2000, la spesa sostenuta dalla Regione Liguria per il grande settore "Economia" - che comprende, tra gli altri, Industria, Commercio interno, Mercati, Artigianato e Agricoltura - è diminuita del 4,35%; quella dell'Umbrìa del 6,18%, quella della Valle d'Aosta del 4,5% e quella Sardegna di ben il 9,6%). Mentre una parte considerevole di Regioni, tranne qualche isolata eccezione, mantiene sostanzialmente inalterati gli equilibri tra risorse investite nei settori economici e risorse disponibili (come per esempio l'Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia, che nel 2000 hanno speso per il settore Economia rispettivamente lo 0,14% e lo 0,17% in più rispetto al 1996). Eccezione significativa è costituita dalla Regione Lombardia, che destina maggiori risorse al settore Economia, passando dall'8,27% del '96 all'1 1,07% del 2000. In termini percentuali sì riduce invece del 4,74% la quota destinata alla Sanità. Pressoché stabile il sostegno della Regione all'Education e all'Amministrazione Generale. L'attuale sistema ci presenta quindi regioni con ampi poteri ma con scarsa capacità d'incisione sull'economia territoriale. La ragione di questo insuccesso non può più essere giustificata nell'ulteriore ricerca di nuovi poteri delle regioni, ma è da ricercarsi nella diversa capacità delle Regioni di rispondere al decentramento della spesa, imposto dai criteri di convergenza comunitari, e soprattutto dall'incapacità d'intercettare nella fase di programmazione le reali esigenze dei soggetti economici regionali. Il tessuto economico italiano dell'ultimo decennio è cambiato con le proprie istituzioni, e i cambiamenti, che si potrebbero definire epocali, hanno dato vita ad un nuovo modello di sviluppo basato su due colonne portanti: una forte competizione di sistema a stretta connotazione territoriale, il cui successo è determinato dalla capacità di attrarre nuovi investimenti e nuove localizzazioni; e la fine dello sviluppo spontaneo del sistema produttivo locale che necessita d'interfacciarsi continuamente con le politiche di programmazione economico-territoriale delle regioni. E' evidente quindi, che se le Regioni con nuovi strumenti e nuovi poteri, continueranno a raccogliere le istanze di imprese e cittadini con vecchi meccanismi di programmazione basati su tecniche da finanza derivata e con ripartizioni delle risorse a pioggia, non solo non ci accorgeremo mai delle riforme compiute, ma le stesse Regioni, diventeranno l'ostacolo principale per la costruzione di quel modello economico regionale (che inseguiamo da anni) basato su sistemi locali in grado di cooperare all'interno per competere all'esterno. 

MARCHIO DI QUALITA' NEI BAR E RISTORANTI 
Roma, 12 giugno 2002 - E' stato firmato la settimana scorsa il "Protocollo d'intesa in tema di salute e sicurezza alimentare" tra il Ministero della Salute e la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe). L'accordo prevede, tra l'altro, la nascita nei bar e ristoranti del marchio di qualita' (bollino blu). Secondo il documento gli esercizi di ristorazione che avranno i requisiti di conformita', potranno esporre un marchio apposito con i loghi del Ministero, dell'Ente di certificazione e della Fipe. http://www.confcommercio.it/home/protocollo-d-intesa-MINSALUTE-FIPE.doc_cvt.htm  http://www.ministerosalute.it/dettaglio/phPrimoPiano.jsp?id=48  

CONGIUNTURE ECONOMICHE. TECNOLOGIE. NUOVE PROFESSIONI E TIPOLOGIE DI LAVORO. TEMPO LIBERO E TEMPO LAVORATIVO. HUMAN RESOURCES E JOB SATISFACTION. ECCO I NUOVI SCENARI RILEVATI DA RICERCHE INTERNAZIONALI PROMOSSE DA DOCKERS EUROPE PER VERIFICARE IL RUOLO DELL'ABBIGLIAMENTO IN AMBITO LAVORATIVO. 
Milano, 12 giugno 2002 - Dockers brand ha commissionato due indagini di mercato internazionali che riconoscono allo Smart Casual Wear un ruolo sempre più significativo nei contesti lavorativi europei. Le indagini analizzano le relazioni tra i fattori della psicologia umana e i comportamenti in ambito lavorativo, definiscono il concetto di libertà all'interno di una nuova concezione etica applicata al lavoro e creano uno strumento accurato per misurare tutti questi elementi. Il risultato delle ricerche si spiega attraverso il cambiamento in atto nello scenario lavorativo contemporaneo sotto diversi aspetti: congiunture economiche, nuove tipologie di lavoro, contesto socio-culturale di maggiore mobilità e flessibilità, strutture aziendali maggiormente orientate alla motivazione dei lavoratori. Una causa, quella del Casual Businesswear, che lo specialista dell'abbigliamento informale continua a perseguire coerentemente con la missione e la storia dell'azienda americana Dockers. Dall'approdo oltre-atlantico nel '93 infatti, Dockers brand s'impegna a creare e offrire il massimo comfort fisico e mentale attraverso un'offerta di prodotto pratica, versatile e informalmente elegante anche per gli ambiti lavorativi. Non solo, il marchio si fa garante del benessere psico-fisico anche all'interno della propria azienda che, per organizzazione, é volta ad accrescere la comunicazione, l'interattività e quindi la motivazione del lavoratore. Con questo know how non può essere che Dockers brand a promuovere nel '96 verso numerose multinazionali la politica del Dress Down Friday, che ha già precedentemente diffuso con successo in America. Ma nel Vecchio Continente i tempi non sono ancora maturi e la rivoluzione del Casual Businesswear resta circoscritta alla concessione troppo decontratta del pre-week end. Oggi però, come dimostrano le ricerche, i tempi sono profondamente cambiati e l'esperienza maturata negli Stati Uniti insegna che l'adozione di un abbigliamento comodo sul posto di lavoro contribuisce indirettamente ad aumentare l'efficienza e la produttività. Il nuovo mondo del lavoro europeo appare dunque sufficientemente pronto ad accogliere la grande transizione rappresentata dallo Smart Casual Wear che evolve dal Casual Friday con profonde differenze: "dal Casual al Comfort" e "dall'abbigliamento decontratto-trascurato all'abbigliamento informalmente inappuntabile". Il trend é stato rilevato e analizzato da due ricerche internazionali quanti-qualitative. La prima indagine é stata realizzata dalla società londinese di ricerca sulle tendenze socio-culturali Think Tank, per verificare l'influenza motivazionale generata dall'introduzione dello Smart Casual Wear in ambito lavorativo. Questa, in particolare, si avvale del contributo dei membri del Progetto Equus che raccoglie un gruppo multidisciplinare di esperti per studiare da più punti di vista lo stesso fenomeno: psicologi, sociologi, economisti, storici, fashion editor, esperti di marketing, giornalisti, artisti. Equus rileva che in Europa diverse leve agiscono nella direzione dello Smart Casual Wear: economica, manageriale, socioculturale, motivazionale. Secondo infatti la teoria economica dei flussi, circa ogni dieci anni i cicli della moda mutano perché sono legati ai rispettivi cicli economici di crescita e recessione. L'attuale recessione quindi, si collega a determinati codici di abbigliamento che in questo momento storico corrispondono appunto alla categoria dell' informale. Il mondo del lavoro, d'altra parte, annovera un ventaglio di professioni, ruoli e ritmi lavorativi sempre più flessibili (free-lance, lavoro a tempo determinato, tele-lavoro, prestazioni a maggior contenuto creativo etc.) e conta una nuova organizzazione manageriale interessata a creare un ambiente di lavoro più rilassato che accresce la motivazione e la soddisfazione dei propri lavoratori e collaboratori. Seguono le leve socio-culturali di valorizzazione della socialità, tra cui la diffusione del team-working e della maggiore percezione del tempo libero post-lavorativo come di un bene prezioso, che certamente necessitano di soluzioni abbigliative più informali. Infine, secondo la psicologia delle motivazioni individuali, l'adozione di un abbigliamento confortevole rassicura il lavoratore, ne aumenta l'autostima e ne mette a frutto la creatività. Tutti elementi oggi riconosciuti indispensabili per svolgere al meglio il proprio compito. La seconda indagine é stata invece condotta dalla società inglese di ricerche integrate di mercato BMRB International, per verificare il consumo di abbigliamento in ambito lavorativo. Sette paesi europei sono stati intervistati telefonicamente su un campione di 1000 lavoratori per nazione ed é emerso che "in tutta Europa, la maggior parte di coloro che lavorano negli uffici preferisce un abbigliamento casual, perché gli consente di sentirsi a proprio agio e di essere più efficienti, adattandosi anche maggiormente al loro stile di vita".
"Dressing up casually" dunque. Questo il significato dello Smart Casual Wear su cui Dockers(r) brand ha fatto chiarezza con l'obiettivo di proporlo alle Human Resources delle principali aziende europee. Un vestire casual che veste e valorizza la persona bandendo, come predica la moda attuale, ogni divisa e total look. Il lavoratore é considerato sia come individuo sia come parte integrante dell'agire sociale e una politica aziendale improntata sullo Smart Casual Wear risulta una delle leve più adatte per realizzare la motivazione e quindi una produttività superiore di tutti i lavoratori. Risultati: "Il trend dello Smart Casual Wear": Smart Casual non significa vestirsi in modo trascurato, ma vestirsi in modo informalmente inappuntabile. l'abbigliamento Casual migliora l'autostima sul posto di lavoro e porta indirettamente a un incremento della produttività. Perché l'adozione di codici d'abbigliamento informale aumenta l'efficienza e la soddisfazione di tutti i lavoratori. i codici d'abbigliamento informale creano un'atmosfera rilassata nell'ambiente di lavoro che aiuta a diminuire lo stress, perché permette ai lavoratori di esprimere la propria emotività. l'abbigliamento informale è il più adatto alle nuove professioni, alle nuove mansioni e ai nuovi ritmi lavorativi: call center e tele-lavoro, meetings e"hot desking", free-lance e secondo-lavoro. E' necessario sentirsi comodi se si sta un intero giorno al telefono. Non solo, le politiche delle nuove professioni saranno prese ad esempio anche da altri settori industriali. l'attuale recessione segna un cambiamento anche nei codici d'abbigliamento con il passaggio dal completo giacca-cravatta-pantalone a un abbigliamento meno caro e più confortevole. Inoltre, lo Smart Casual non porta all'adozione di una "nuova divisa", ma di un abbigliamento che consente di distinguersi e di sentirsi nello stesso tempo a proprio agio. l'obbligatorietà di giacca e cravatta è ormai percepita come un'imposizione legata a un vecchio modo di pensare e vestire. I lavoratori di tutte le categorie oggi, infatti, sono molto più critici che in passato. il tempo libero e le attività ad esso legate sono destinati ad avere un ruolo sempre più importante nell'agenda dei lavoratori e lo Smart Casual risponde alla duplice esigenza di indossare capi che si adattano sia al lavoro che alla socialità. la "libertà" del lavoratore è la nuova missione dei datori illuminati. Il termine "libertà" si riferisce a una nuova etica del lavoro secondo cui il lavoratore è libero di esprimersi come individuo e di realizzare il suo personale bilancio di vita-lavoro. 

Pagina 1   Pagina 2   Pagina 3   Pagina 4  Pagina 5  Pagina 6

Titoli      Home    Archivio news