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SABATO
28
SETTEMBRE 2002
pagina 3
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SLOVENIA
IN BICICLETTA
L'estrema
varietà ambientale, che alterna montagne, mare, colline, pianure, laghi e fiumi
e la più estesa superficie boscata dell'Europa continentale, unita a distanze
sempre relativamente ravvicinate, ad un traffico limitato e ad un inquinamento
fortunatamente ancora contenuto, fanno della Slovenia un luogo ideale per la
pratica del ciclismo, e del cicloturismo in particolare. In
questa giovane nazione si può pedalare un po' ovunque e in ogni genere di
ambiente, utilizzando sia bici normali, da corsa oppure mountain bike:
tutte le maggiori città dispongono infatti di piste ciclabili riservate,
in qualche caso anche dotate di appositi semafori;
nei principali luoghi di villeggiatura, nonché nei campeggi, esistono
centri e negozi specializzati di assistenza
e noleggio, che dispongono di guide e organizzano escursioni anche con
automezzi di appoggio; la rete
stradale extraurbana, quando non dispone di piste riservate, è in genere buona
e poco trafficata. Per quanto
riguarda poi strade secondarie, sterrate e strade forestali, lo sviluppo della
rete di sentieri ciclabili non può essere paragonato a quello esistente in
nessun altro stato europeo. In
Slovenia si può scegliere di pedalare in ogni tipo di ambiente: sui sentieri alpini fino a 1500-1700 metri, lungo i torrenti
di montagna, sugli altipiani pietrosi del Carso, lungo la riva dell'Adriatico,
tra i campi coltivati della pianura centrale e orientale o tra le colline
ricoperte da boschi e da vigneti, così per sport e per salute oppure per
scoprire un patrimonio naturale e culturale davvero rilevante, utilizzando un
mezzo sicuramente non invasivo ed a misura d'uomo.
Pedalando in questo paesaggio rilassante e bucolico incontrerete
inevitabilmente prima o poi un bosco con alberi secolari, un castello, una
chiesa antica, una grotta, un impianto termale, un laghetto, un vigneto con i
suoi spaventapasseri, una fattoria agrituristica. E per raggiungere il luogo di partenza potrete sempre
utilizzare il treno, caricando le bici nel bagagliaio.
Tanto
per fare capire quanto sia diffuso e praticato il ciclismo in Slovenia
ricorderemo che da queste parti passa l'Euro Velo, il sentiero ciclabile
destinato a collegare il mar Baltico con l'Adriatico, che sul massiccio del
Pohorje , sopra a Maribor, esiste il villaggio ciclistico Martin (fax
00386.2.603204, e-mail: info@sc-pohorje.si
http://www.sc-pohorje.si ) che
dispone di pensione, campeggio, centro di noleggio, manutenzione e guide e di
una pista non competitiva ben protetta di 4 km e che infine sulla catena alpina
delle Caravanche, verso il confine con l'Austria, si trova il Mountain Bike Park
(fax 00386.2.8703061, e-mail: krnes@sgn.net
http://www.mtbpark.com un albergo
club specializzato in programmi e in attività di ciclismo e di avventura in
montagna, punto di ritrovo per i mountain biker sloveni e non, che tra le
innumerevoli altre cose propone anche un itinerario sotterraneo di due ore lungo
le gallerie di una vecchia miniera di zinco.
Per
fare conoscere anche all'estero le enormi possibilità di pratica del
cicloturismo, l'Ente nazionale sloveno per il Turismo ha di recente pubblicato
in italiano l'opuscolo "La Slovenia in bicicletta" che descrive,
fornendo indicazioni, caratteristiche, foto e indirizzi, gli itinerari che
possono essere compiuti in 12 comprensori della Slovenia, dalle Alpi Giulie al
Carso adriatico fino alle colline pannoniche.
Tale opuscolo, nonché ogni altra informazione al riguardo, può essere
richiesto gratuitamente all'Ufficio del Turismo Sloveno in Italia, tel. 02 29 51
11 87, fax 02 29 51 40 71, e-mail: slovenia@tin.it
SLOVENIA:
INVERNO E
ESTATE A
KRANJSKA GORA
Situata
ad 800 metri di altitudine ai piedi delle Alpi Giulie orientali e della catena
delle Caravanche, a due passi dai confini tra Slovenia, Austria e Italia e dalle
sorgenti della Sava, il maggior fiume sloveno, Kranjska Gora costituisce una
delle più note località alpine non solo della Slovenia, ma anche dell'Europa
centrale. Merito forse del fatto
che sulle sue piste innevate si disputano ogni anno le gare di slalom e di
slalom gigante maschile della Coppa del Mondo di sci alpino, che i trampolini di
salto con gli sci di Planica sono i migliori dopo quelli dei paesi nordici,
oppure che costituisce la base di accesso alle dieci cime superiori ai 2.000
metri che rientrano nel Parco nazionale del Triglav, la montagna simbolo degli
sloveni tanto da figurare anche nella bandiera nazionale e che ogni buon
cittadino deve scalare almeno una volta nella vita. Perché Kranjska Gora è una località di villeggiatura buona
per ogni stagione, l'inverno per lo sci e l'estate per l'alpinismo e
l'escursionismo, ma anche nelle stagioni intermedie per numerose altre
attrattive.
A fare da padrone in inverno ovviamente è lo sci, con venti impianti di
risalita appena fuori dagli alberghi a servire 30 km di piste, quasi tutte
dotate di impianti di innevamento artificiale (con il tempo, non si sa mai),
comprese tra gli 800 e i 1.623 metri di quota, da quelle facili facili per
principianti vicine alle scuole di sci, a quelle agonistiche di Podkoren solcate
dai campioni internazionali. Per gli appassionati del più tranquillo sci di fondo a
disposizione ci sono 40 km di belle piste battute tra i boschi.
Spettacolari i sei trampolini di lancio nella valle di Planica creati nel
1934, di cui il maggiore lungo 180 metri, da dove si può volare per oltre 200
metri. Ma si può pure praticare lo
scialpinismo, scalare cascate di ghiaccio, pattinare, divertirsi con gli
slittini e le motoslitte, assistere a gare di sleddog, compiere passeggiate su
slitte a cavallo. In estate, nonché in primavera e in autunno, le possibilità
di svago sono altre: alpinismo (la
parete nord del Triglav è la terza per grandezza in Europa), trekking nei
territori del parco, facili passeggiate nelle caratteristiche frazioni vicine,
ciclismo e mountainbike su 150 km di sentieri ciclabili fino a 1.600 metri di
quota, caccia fotografica alla fauna del parco, equitazione, golf, tennis, pesca
a mosca, parapendio, canoa, rafting e torrentismo. A disposizione invece sempre una gustosa e genuina cucina
montanara, una casa-museo settecentesca, un museo del parco, manifestazioni
culturali e folcloristiche, due casinò, negozi e servizi, un'ampia e
diversificata ricettività con decine di alberghi, pensioni, locande,
appartamenti, campeggio, rifugi, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar e pub,
piscine, saune, centro benessere, uffici turistici. A conferma del fatto che Kranjska Gora è davvero una località
alpina di villeggiatura buona per tutte le stagioni.
Informazioni e materiale illustrativo in italiano su Kranjska Gora possono
essere richiesti all'ufficio turistico locale, tel. 00386.4.588 17 68, fax 588
11 25, e-mail: turisticno.drustvo.kg@siol.net
sito: www.kranjska-gora.si
oppure all'Ufficio del Turismo Sloveno in Italia, tel. 02 29 51 11 87, e-mail: slovenia@tin.it
GOLF
IN SLOVENIA
Il
golf in Slovenia è uno sport recente. Il primo campo, quello sul lago di Bled,
è sorto infatti soltanto nel 1972,
il primo golf club è stato costituito due anni dopo e la disputa del primo
torneo internazionale risale solo al 1976. Veramente a Bled esisteva già un
green nel 1937, ma era stato costruito per i diplomatici stranieri che in estate
trasferivano i loro uffici nella graziosa località di villeggiatura alpina,
residenza estiva del re iugoslavo; e gli sloveni, più che giocare, si
limitavano al massimo a portare le mazze. Da allora però di strada ne è stata
fatta parecchia, almeno per un paese ex socialista e con una superficie
inferiore a quella della Lombardia. Oggi la Slovenia conta otto impianti,
destinati a crescere e ad ampliarsi e migliorarsi nel volgere di breve tempo,
trenta club e quattromila soci, tutti aumentati di numero in questi ultimi anni,
ed è diventata sede di diverse importanti competizioni.
Al di la delle loro specifiche caratteristiche tecniche, i campi da golf
sloveni vantano un'apprezzabile caratteristica comune: quella di essere tutti
ubicati in splendide posizioni panoramiche e di sorgere vicini a località
ricche di pregi artistici o paesaggistici. Una cosa è certa: andando in
Slovenia per giocare a golf non ci si annoia, né si ritorna delusi.
Il
golf migliore e più famoso rimane quello di Bled, considerato tra i più belli
d'Europa: due campi a 9 e 18 buche, dove si può giocare anche di notte, su una
superficie di 100 ettari in un'incantevole posizione panoramica tra il romantico
lago e la catena dolomitica delle Caravanche. Bled è la più nota località di
villeggiatura della Slovenia, con un'eccellente ricettività alberghiera,
impianti termali, casinò, piste da sci, manifestazioni culturali e sportive,
ecc. Nel paesaggio collinoso della
Dolenjska, nel sud a due passi dal confine croato, sorge il ben conservato
castello di Mokrice, il cui parco ospita l'omonimo golf a 18 buche: un terreno
che richiede un gioco movimentato e la cui buca 6 viene considerata una delle più
difficili d'Europa, obbligando ad un lancio assai preciso e lungo almeno 200
metri; l'ospitalità avviene nelle eleganti stanze dell'antico maniero.
Ptuj, la romana Poetovio situata sulle sponde della Drava, è la più
antica città slovena e anche una delle più belle: presso le terme omonime
sorge un campo a 18 buche, di cui ben 15 ubicate tra corsi d'acqua e laghetti.
L'Arboretum
di Volcji Potok è uno stupendo parco botanico di 82 ettari ubicato in pregevole
posizione panoramica ai piedi delle Alpi di Kamnik, 19 km a nord della capitale
Lubiana. Nelle immediate vicinanze, in mezzo ad un bosco di pini e tra laghetti
e altre superfici acquatiche, sorge il golf omonimo a 18 buche.
Lipica è un'oasi verde nel
Carso a due passi dal confine italiano e dalle celebri grotte di San Canziano,
famosa in tutto il mondo per lo storico allevamento degli eleganti cavalli
bianchi lipizzani, attivo fin dal 1580. Nei pressi delle scuderie, all'ombra di
alberi centenari e in pieno ambiente carsico, assieme a due alberghi e ad un
frequentato casinò sorge il golf di Lipica a 9 buche, dotato anche di un vasto
driving range e di due campi pratica. Nell'idilliaco paesaggio del Prekmurje,
estrema regione orientale ai confini con l'Ungheria, sorge l'attrezzato
complesso termale di Moravske Toplice che utilizza a scopi terapeutici e di
fitness l'acqua termominerale unica nel suo genere; all'interno del comprensorio
sorge un ampio aquafan e un campo da golf a 18 buche con campi pratica.
Slovenske
Konjice è una delle più antiche cittadine slovene, situata nel punto dove la
pianura pannonica incontra i rilievi montuosi del Pohorje.
In un pregevole contesto ambientale caratterizzato dalla presenza di
colline, vigneti, stagni, ruscelli, prati, cespugli e boschi si estende il golf
di Skalce, a 9 buche, il cui fondo estremamente movimentato richiede colpi
esatti e ragionati. Infine presso il confine meridionale con la Croazia, non
lontano dal complesso termale di Terme Olimia e dallo storico convento
fortificato, che ospita una delle più antiche farmacie d'Europa, tra boschi,
coltivi e vigneti sorge il campo da golf di Podcetrtek, dotato di 9 buche e di
un campo pratica.
L'Ente
nazionale sloveno per il Turismo ha riunito in un'apposita pubblicazione in
italiano dal titolo "Campi da golf in Slovenia" la descrizione con
caratteristiche, cartine, indirizzi e foto di tutti i campi esistenti. Questa
pubblicazione può essere richiesta gratuitamente dagli interessati all'Ufficio
del Turismo sloveno in Italia, tel. 02 29 51 11 87, fax
02 29 51 40 71, e-mail: slovenia@tin.it
LA
RIVIERA SLOVENA
DI PORTOROSE
A MILANO
La
riviera slovena di Portoroz/Portorose sarà ospite dal 9 al 12 ottobre presso il
Centro Commerciale Carosello di Carugate, lungo la tangenziale est di Milano,
per presentare al pubblico milanese e dell'hinterland la propria offerta
turistica. In programma distribuzione di depliant, informazioni, degustazione di
vini e del saporito prosciutto del Carso, esecuzione di massaggi tonici,
distribuzione di premi e soggiorni con la Ruota della Fortuna, il tutto
allietato da esibizione di fisarmonica diatonica e da canti popolari istriani.
La riviera adriatica slovena, lunga appena 46 km, incuneata tra i confini di
Italia e Croazia (dista 440 km da Milano e 40 da Trieste), costituisce per numeri l'epicentro del turismo della giovane
repubblica e uno dei più qualificati poli balneari dell'Alto Adriatico, meta
consolidata di villeggianti provenienti dall'Italia, agevolati dal contenimento
dei costi e dalla parlata italiana, e dai paesi della Mitteleuropa.
Ma non si tratta soltanto di una meta estiva.
Portorose, la località principale, fin dal 1800 attira turisti durante
tutto l'arco dell'anno per la salubrità del mare e del clima, per il gradevole
contesto paesaggistico, per l'ottima struttura ricettiva e di divertimento, per
la gustosa cucina mediterranea a base di pesci e di molluschi annaffiati da un
vino generoso di produzione locale, nonché
per la fama delle sue terme che, grazie all'utilizzo della talassoterapia, delle
acque madri e dei fanghi delle vicine saline, assicurano a tutti salute e
bellezza e con un breve soggiorno garantiscono una perfetta remise en forme del
corpo e della mente.
Portorose, definita la Costa Azzurra adriatica,
possiede 5 km di spiagge sulle quali sventola la Bandiera Azzurra, ma
anche 3 mila metri quadrati di piscine coperte con acqua marina e termale
riscaldata e con vasche per idromassaggi. A
disposizione degli ospiti 9 mila posti letto, oltre la metà dei quali in
confortevoli alberghi a 3, 4 e 5 stelle. Notevoli
le attrezzature per la pratica di ogni genere di sport, all'aperto e al chiuso,
e divertimento serale assicurato da molteplici manifestazioni culturali e poi da
una miriade di sale giochi, pub, piano bar, discoteche e da un casinò attivo da
quasi un secolo. Possibilità di gite in barca alle vicine località di Pirano,
Isola e Capodistria, graziose cittadine marinare di antica impronta veneziana, e
via terra alle scuderie di Lipica, famose per gli eleganti cavalli bianchi, e
alle grotte di Postumia e di San Canziano.
Il Centro Commerciale di Carugate è aperto ogni giorno dalle 9 alle 22.
COLLO
RIGIDO E MAL DI SCHIENA? LE CURE EFFICACI DELLE TERME DI SALSOMAGGIORE
La
schiena fa male. Il collo è rigido, le ginocchia non si piegano. Non è solo
colpa dell'età. Ma anche degli sbalzi di temperatura che riaccendono rigidità
e dolori. Prevenire e curare artrosi e artriti è più facile. Grazie ai
trattamenti naturali e sempre più efficaci, e ad un'attività fisica ad hoc
delle Terme di Salsomaggiore, tra le dolci colline del Parmense. L'acqua delle
Terme di Salsomaggiore, ricchissima di sali minerali esercita una fondamentale
azione antinfiammatoria e analgesica. Basti pensare ai disturbi vascolari,
ortopedici, traumatologici e reumatologi. Un'azione, dunque, mirata, grazie a
strutture attrezzate di piscine, palestre e idropercorsi vascolari, come
spiegano Giorgio Varacca, direttore sanitario delle Terme di Salsomaggiore, e
Luigi Lagnerini consulente ortopedico delle Terme. "Oggi la medicina
termale ha riacquistato un ruolo importante dal punto di vista terapeutico -
sottolinea Varacca - in quanto in molte patologie e disturbi è possibile
eseguire trattamenti specifici con acqua termale salsobromoiodica. Questo
aspetto è stato ultimamente consolidato da numerose ricerche scientifiche e
universitarie. La medicina termale ha così ottenuto una posizione non
alternativa alla medicina tradizionale, ma in molti casi di vero supporto".
La stazione termale di Salsomaggiore comprende diversi centri, tutti attrezzati
e circondati da oasi di verde: "La principale caratteristica dell 'acqua di
Salsomaggiore - continua Varacca - consiste in una varietà di sali
elevatissima: 150 grammi di sale per litro. Un'acqua che esce dai pozzi
distribuiti nell'arco di sette chilometri e che hanno una profondità di 600
fino a 1200 metri. Un'acqua che grazie ai diversi elementi contenuti, presenta
un'azione di tipo farmacologico. Ma al di là delle azioni e dei benefici
generali, ciò che è importante è l'azione antinfiammatoria, che permette di
curare alcune principali patologie: problemi alle vie respiratorie, bronchiti
croniche e faringiti, malattie legate all' inquinamento ambientale; per i
problemi ginecologici e anche osteoarticolari, per esempio l'artrosi, la
malattia più diffusa, e tutte le patologie dei tessuti molli come nelle
malattie al tendine e alle lesioni muscolari. A questo proposito, con
l'alternanza di bagni e fanghi o separatamente si ottengono risultati importanti
nella prevenzione delle acutizzazioni e della sintomatologia. Risultati
importanti anche per i problemi vascolari periferici, per esempio nei disturbi
delle vene". La medicina termale ha un'azione più lenta ma più duratura
nel tempo. Sono trattamenti che durano circa 15 giorni e che vanno
personalizzati a seconda del disturbo e di come esso si presenta: "I nostri
centri sono stati i primi ad associare la riabilitazione alla cura termale, e
addirittura oggi la riabilitazione si fa direttamente nell'acqua
salsobromoiodica attraverso l' idrokinesiterapia. Il vantaggio è quello di fare
ginnastica in acqua termale. Il risultato? Una migliore qualità del recupero
con tempi decisamente ridotti, sia per la riabilitazione post traumatica sia
dopo interventi chirurgici, come le protasi d'anca e di ginocchio. Senza
dimenticare che l'acqua salsobromoiodica è curativa anche per la lombalgia, il
famoso e diffuso mal di schiena". E oltre alla piscina e alla palestra, c'è
il percorso vascolare, un camminamento nell'acqua salsobromoiodica, di
temperatura variabile dai 25 ai 33 gradi, con getti laterali che aiutano nei
disturbi e nelle fratture, quando soprattutto ci sono lesioni vascolari oppure
nel caso di rotture di caviglie e gambe. Una terapia particolarmente funzionale
per le persone anziane e per gli sportivi: "La riabilitazione in acqua
termale è specifica per alcune patologie ortopediche che sono di competenza
chirurgica - aggiunge Lagnerini - per esempio la ricostruzione del legamento
crociato anteriore del ginocchio che può venire agli atleti ma anche a chi fa
sport a livello amatoriale: si inizia con la deambulazione in acqua, il recupero
dell'articolarità con la ginnastica in acqua, il rinforzo muscolare sempre in
acqua. Una cura valida ad altre patologie: per esempio l'artrosica del ginocchio
e cioè quando l'usura della cartilagine diventa così importante che non
bastano più l'intervento chirurgico e la terapia farmacologica. Oppure per le
patologie della spalla, in particolare quando viene trattata chirugicamente: le
rotture della cuffia dei rotatori, muscoli e tendini che fanno muovere la spalla
e che oggi vengono operati. L'acqua termale diventa obbligatoria in questa
riabilitazione. E ancora per l'artrosi della spalla, quando soprattutto l'usura
prevede la protasi, negli interventi alla schiena e per l'ernia del disco.
Infine, per l'osteoporosi sono state fatte importanti ricerche scientifiche: la
cura termale porta a un leggero miglioramento del tono calcico. Ma soprattutto
toglie il dolore". Per informazioni: numero verde 800-861385 (chiamata
gratuita); e-mail: info@termedisalsomaggiore.it
sito web: www.termedisalsomaggiore.it
DA
OTTOBRE, IL TARTUFO MARCHIGIANO È SULLA TAVOLA DEL CONTE NANI
Un
soggiorno da favola, dal Conte Marcucci Pinoli, fra Pesaro e Urbino, in
quella
terra cara al tartufo e all'arte di nobili personaggi che la storia
non
dimentica.
E'
un appuntamento che si rinnova ogni anno. Un appuntamento con il sapore e
con
il profumo di un frutto che nasce sotto la terra. Dal 27 ottobre e per
tutto
l'inverno fino a primavera inoltrata, la Fiera nazionale del tartufo
di
Acqualagna, a pochi passi da Pesaro e dalla importante Urbino, da un
paesaggio
di natura mistica e di indiscusso valore artistico. Là dove il
Conte
Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina, per gli amici Nani,
accoglie
un pubblico sempre più raffinato nelle sue residenze. Un pubblico
che
in quest'occasione può soddisfare peccati di gola ma può anche appagare
sentimenti
culturali e legati all'eleganza, alla classe di quel modus
vivendi,
antico e nobile d'origine, ma intramontabile, perché ricco di
fascino.
Un soggiorno cadenzato da quel dolce non far niente che riempie l'
anima
e forma il corpo: fra le pagine di un libro, davanti a un'opera di
rara
bellezza oppure in mezzo alla campagna marchigiana.
Nel
Palazzo di Urbino o all'Hotel Vittoria di Pesaro, per non mancare all'
appuntamento
nella "Loggia del Conte Nani" (a Pesaro, via Barignani 58),
anche
sede del Centro Culturale di Poesia ed Arti Visive "Fai Vivere": è
qui
che
il Conte Marcucci Pinoli invita alla lettura e alla scoperta dell'arte
cara
alla storia, con incontri dediti alla lettura e alla conversazione. D'
altronde
si tratta di un personaggio unico nel panorama italiano: anzi "un
artigiano
delle sensazioni", così il Conte Nani ama definirsi. Oltre ad aver
scritto
quattro libri di poesie, ormai noti alla letteratura contemporanea,
il
Conte conserva una serie di opere inedite e di quadri, in una Mostra
Antologica:
opere la cui vendita è finalizzata alla beneficenza, in questa
atmosfera
di richiamo anche spirituale e da cenacolo ottocentesco. Un'
atmosfera
che si stringe al paesaggio circostante, certamente da non
sottovalutare.
Magari per una capatina alla casa natale di Leopardi, sulle
colline
di Pascoli o nei luoghi citati da Tasso. In particolare ad Urbino
stretto
fra il Palazzo Ducale e la secolare università, c'è l'Albergo San
Domenico:
un salotto aristocratico dove la prima colazione viene servita nel
chiostro
e la cena, naturalmente a base di tartufo, preparato in speciali
ricette
e servito nel ristorante di un altro dei gioielli di Nani "Albergo
Bonconte".
Al San Domenico vi sono trentuno stanze arredate da mobili
ottocenteschi
in rovere, corridoi dal forte impatto scenico per un soggiorno
dedito
al riposo e al divertimento. Il Conte ha preparato un'offerta
speciale
per degustare il tartufo quale ingrediente di piatti senza dubbio
importanti:
due pernottamenti al San Domenico (quattro stelle), mezza
pensione,
e visita al paesaggio incantevole del tartufo per 204 Euro a
persona.
Per
informazioni: Albergo San Domenico, Piazza Rinascimento, 61029 Urbino.
Tel. 0722-2626 fax 0722-2727. Email info@viphotels.it
sito web www.viphotels.it oppure www.nani-faivivere.it
UNA
DOCCIA ALL'INTESTINO: IDROCOLON TERAPIA ALLO SPA DEUS DI CHRISTINA NEWBURGH,
L'INNOVATIVO CENTRO BENESSERE DI CHIANCIANO, TRA LE COLLINE DEL SENESE, È
POSSIBILE TROVARE UNA RISPOSTA EFFICACE E NATURALE A DISTURBI E SQUILIBRI
INTESTINALI
Noi
siamo ciò che mangiamo (si sa), e poi la fretta e la superficialità con la
quale ci nutriamo, ma anche le tensioni e lo stress che ci piovono addosso. E
quel che è peggio è che il risultato non è solo nello specchio. Purtroppo gli
squilibri alimentari e i ritmi convulsi cui ci ha abituati la nostra quotidianità
si riflettono sulla salute, rendendo talvolta più vulnerabile il sistema
immunitario, e mettendo a dura prova, sempre, il nostro intestino. E per questo,
disturbi troppo spesso sottovalutati, come ad esempio la stitichezza, sono non a
caso ormai vere e proprie malattie sociali, dagli altrettanto abituali e non
sempre opportuni rimedi. Eppure, per curare, regolare, ma anche solo difendere
l'intestino, esiste una terapia tanto straordinaria quanto naturalmente
efficace. Si chiama idrocolon terapia (o in sigla HCT) ed è lo sviluppo più
recente, più tecnologico e scientifico di una pratica antica, ritenuta efficace
da centinaia di migliaia di uomini, medici compresi. Una radice nella Germania
d'Ottocento, il suo sviluppo e la sua affermazione sono rappresentati oggi da
cinquant'anni di applicazioni (e risultati) soprattutto in terra d' America.
Allo Spa' Deus l'idrocolonterapia è disponibile da quindici anni. Lo Spa' Deus
di Christina Newburgh è uno dei pochissimi centri benessere specializzati in
grado di garantire questa straordinaria applicazione. Rispettosa del corpo e mai
traumatizzante, basata su un ciclo di lavaggi profondi, che dall'ampolla rettale
risalgono al cieco, la terapia, liberando dai residui accumulati e dalle
sostanze tossiche prodotte da una flora batterica alterata, è la soluzione
ideale per infiammazioni e intossicazioni. Non solo, ma fortifica le difese del
sistema e previene le più gravi malattie del colon. Intestino regolare e
riduzione dello stress (la compresenza delle due cose è scientificamente
dimostrata), sono in una parola l'atteso risultato. Un ritrovato benessere
peraltro in linea con tutta la filosofia di questo centro, che coniuga natura e
avanguardia per risultati al top di ogni esigenza. Dall'antico relax dei bagni
di fieno ai più nuovi trattamenti per il viso (quello alle ostriche per
esempio), dall' efficacia della palestra sommersa alla dolcezza dell'Ayurveda,
è qui che la salute si specchia sempre nella forma. Per informazioni: Spa'
Deus, tel. 0578-63232. Sito web www.spadeus.it
E mail info@spadeus.it
ARRIVA
"MINUETTO", E SI VIAGGIA A TEMPO DI MUSICA
Interbrand
Italia, sede
nazionale della
principale società al mondo operante
nell'ambito della brand consultancy,
annuncia di aver curato
l'ideazione, la progettazione e la realizzazione
del naming del nuovo treno regionale presentato da Trenitalia. Il
treno che
coprirà tratte
locali, si
chiamerà "Minuetto"
e sarà
operativo
sulla rete ferroviaria italiana a partire dal 2004. Progettato
da Giugiaro, questo nuovo mezzo di trasporto punta a garantire il massimo
comfort, grazie
al design arioso degli ambienti e alla presenza di zone
multifunzionali, sedili ergonomici,
aria condizionata,
prese di alimentazione per PC
e telefoni
cellulari; comodità
ritenute ormai
necessarie anche per i brevi spostamenti di lavoro o scolastici.
Il nome
scelto dalla società di brand consultancy indica nel linguaggio
musicale un breve brano musicale caratterizzato da snellezza ed eleganza,
ed è
stato scelto
per il naturale richiamo allo stile slanciato del
design e alla raffinata modernità delle finiture interne.
Sotto il
profilo fonetico,
la parola
suona come un vezzeggiativo
e
suggerisce familiarità
e simpatia.
L'uso del
linguaggio musicale,
universalmente riconosciuto ed adottato, garantisce una facile decodifica
e la pronuncia comune nelle principali lingue europee. "Siamo
molto soddisfatti
di questa
realizzazione e siamo sicuri
che incontrerà anche
il favore
dei passeggeri", ha
affermato Jane Reeve Business Director
di Interbrand
Italia, "Per
Trenitalia i
nostri
consulenti hanno pensato ad una parola semplice ma di forte impatto, nota
ai più,
che racchiude in sé il
senso del movimento ma non quello della
velocità, che si addice ad un
treno per il trasporto locale. Inoltre, la
leggerezza che
evoca il
termine rende l'idea di un mezzo di trasporto facilmente accessibile, in
cui si viaggia volentieri".
IL
PARCO GOLA DELLA ROSSA E FRASASSI HA 5 ANNI
Conferenza
stampa di presentazione del convegno di Sabato 5 ottobre, a Serra San Quirico,
presso il Teatro Comunale su APE (Appennino Parco d'Europa) intitolato
"Le
Marche nelle strategie di conservazione e di sviluppo delle dorsale
appenninica" lunedì
30 settembre presso la sala giunta della Comunità Montana alle ore 11,30 alla
presenza del Presidente e Vice Presidente dell'Ente Montano Renzo Lodovici e
Riccardo Maderloni, gli organi d'informazione sono invitati a partecipare a
questa conferenza stampa per conoscere nei dettagli l'appuntamento di rilievo
regionale e nazionale.
"Il Parco ha 5 anni. Sono pochi ma sembrano tanti" è il commento a
questa cadenza temporale del vice presidente della Comunità Montana dell'Esino
Frasassi, Riccardo Maderloni, con delega al coordinamento dell'area protetta.
"Innanzi tutto - aggiunge - per l'impegno profuso a combattere sterili
polemiche e costruire un corretto rapporto con la gente, con l'ambiente ed anche
nuove opportunità di lavoro e di sviluppo. Del resto la Comunità Montana, ente
gestore del Parco, malgrado il blocco dovuto ad improvvide scelte di alcune
forze politiche, ha dimostrato coi fatti che era una realtà produttiva. Si è
passati così dal recupero di strutture d'interesse pubblico alla realizzazione
di sentieri, dalle aree attrezzate ai parcheggi, dalla promozione turistica
all'educazione ambientale, dalla protezione delle colture al controllo degli
ungulati, dalla difesa degli argini dei fiumi alla valorizzazione dei
laghi".
Un lungo elenco cui, per necessità di sintesi, va unita però l'opera più
evidente
"la ristrutturazione del Complesso S. Lucia di Serra S. Quirico, sede del
parco - sono ancora parole dell'amministratore dell'Ente montano - ma rilevante
è anche il recupero della Scuola di Castelletta che, appena dotata
d'attrezzature didattiche e posti letto funzionerà da Centro di documentazione.
Opere che, aggiunte al miglioramento della viabilità e alla necessaria
manutenzione, hanno già dato lavoro ad imprese del settore ma anche nuovo
sviluppo a coop specializzate nella forestazione e nel verde e, grazie al
turismo aggiunto, hanno creato a nuove coop di guide e animatori. Con la
copertura del parco per cui svolgono compiti di guida, gestione dei centri
d'informazione e degli stand alle mostre, i giovani sono stimolati ad inventarsi
nuovi servizi ai privati, tali da garantire loro un'adeguata retribuzione".
Capitolo
a se concerne i censimenti degli animali "Lavoro che ha permesso - rileva
Maderloni - di tentare il ripristino dell'equilibrio degli ungulati tramite
l'abbattimento selettivo ma anche la reintroduzione del Nibbio Reale, un animale
importante, uno spazzino del cielo in grado di fungere da regolatore della
popolazione di corvidi, e dato il via a studi per la reintroduzione di Starne e
Coturnici". Opere, lavori,
recuperi e fauna che fanno il paio con un altro argomento importantissimo e
sentito dalla realtà montana il Piano del Parco.
"Sono
iniziate le consultazioni per il Piano del Parco - puntualizza Maderloni - uno
strumento che ha impegnato per anni l'intero Ufficio Piano della CM oltre ad
un'equipe di tecnici coordinati dal professor Clementi e che ora sta seguendo il
suo iter. Si tratta di un Piano innovativo la cui filosofia mira a creare regole
e non vincoli così come idee di futuro in termini di progresso e d'opportunità".
In
questo contesto non poteva certo mancare il supporto del sostegno informativo.
"La Comunità Montana - soggiunge ancora - ha svolto una grossa promozione
partecipando a importanti manifestazioni italiane e non, portando l'informazione
turistica nei luoghi dove il turismo è di casa, portando la sua imponente
produzione libraria e multimediale all'attenzione della gente ma soprattutto
degli operatori del settore.
Azione che non ha tralasciato le scuole attraverso il progetto "Istruzione
per l'uso del Parco" affidato al CAD (Centro Audiovisivo Distrettuale) che
ha coinvolto migliaia di studenti delle scuole d'ogni ordine e grado nello
studio dell'ambiente, con la ripresa sistematica d'elementi di fauna e di flora
nelle diverse stagioni, documentando con riprese "il parco che
cresce", studiandone le bellezze storiche, paesaggistiche, floristiche".
Non a caso questi 5 anni rappresentano il primo traguardo di un percorso
importante.
Tappa che sarà ricordata con la presentazione di due importanti pubblicazioni
su "Erbe, alberi e arbusti del parco", con il convegno su APE
(Appennino Parco d'Europa) del 5 ottobre, con l'inaugurazione del Centro di
Castelletta, ma anche con l'uscita di filmati didattici e con promozioni quali
quella che in questi giorni ha portato circa 150 ragazzi fabrianesi di 1a media
a vivere due giorni a stretto contatto con la natura.Sabato 5 ottobre, a Serra
San Quirico, presso il Teatro Comunale si terrà il Convegno su
APE
(Appennino Parco d'Europa) intitolato "Le Marche nelle strategie di
conservazione e di sviluppo delle dorsale appenninica".
Appuntamento
di gran rilievo regionale e nazionale, che di là delle autorevoli presenze
coinciderà con la presentazione dei risultati delle ricerche per APE, promosse
dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio-Direzione
conservazione della natura.
SUD
AFRICA: LA
TERRA DEI
BOSCIMANI
Il
Northem Cape, la provincia settentrionale di nord-ovest del Capo, costituisce la
più ampia e la meno popolata delle
provicie amministrative in cui è ripartito il Sud Africa, grande da sola quanto
un quarto di tutto il paese. Il
fiume Orange, il maggior corso d'acqua sudafricano, ne costituisce un po' la
spina dorsale, ma la sua enorme estensione che va dalle fredde e nebbiose
spiagge della costa occidentale atlantica all'arido deserto del Kalahari fino ai
rilievi diamantiferi di Kimberley, propongono un paesaggio estremamente vario,
dove si alternano aspre catene montuose, praterie e savane punteggiate da
alberi di acacia e dai curiosi cespugli di aloe, nonché colline disseminate di
vigneti produttori di un ottimo vino. Un
tempo queste terre erano il regno incontrastato dei Boscimani, gli uomini della
boscaglia, popolazione nomade autoctona di bassa statura e pelle giallastra,
tuttora fermi ad una tecnologia elementare e preistorica, che vivono di caccia e
di piante selvatiche; pressati
dall'arrivo dei bianchi, per mantenere la propria autonomia preferirono
ritirarsi a nord nelle aride plaghe del deserto del Kalahari, lasciando però
come testimonianza stupende incisioni e pitture rupestri.
Il Northem Cape risulta una regione poco battuta dal turismo.
Un errore, poiché possiede non poche attrattive e di notevole rilevanza,
come i giacimenti superficiali e sottomarini di diamanti sulla costa,
l'incredibile ricchezza e le peculiarità botaniche del Namaqualand con le sue
spettacolari fioriture primaverili, le suggestive cascate e le gole d'Augrabies,
e infine quel gioiello naturalistico che è il parco nazionale del Kalahari che,
unito al confinante parco del Botswana, forma una delle più estese aree
protette del continente, con paesaggi, flora e fauna peculiari delle zone
secche.
L'operatore milanese "Drive Out Viaggi" (tel. 02 48 51 94 45, www.driveout.it
), specializzato in viaggi a valenza culturale e specialista sulla destinazione
Sud Africa, propone un viaggio individuale con auto a noleggio della durata di
10 giorni che consente di toccare tutte le principali località di interesse
turistico del Northem Cape, con alcuni pernottamenti in strutture di charme.
L'itinerario parte da Upington, sede di una delle cooperative vinicole più
grandi del mondo, per addentrarsi subito nel Kgalagadi Trans Frontier park,
nuovo nome del Kalahari. Questo
parco, situato al confine tra Sud Africa, Namibia e Botswana, offre confini
aperti per la fauna con il contiguo parco del Botswana e su una superfice grande
come un ottavo dell'Italia forma uno dei maggiori ecosistemi intatti del mondo.
Tra le celebri dune rosse del deserto kalahariano si concentra infatti
una varietà incredibile di animali - in pratica tutta la grande fauna africana
esclusi elefanti e zebre - e di piante, con non pochi endemismi, che con le auto
possono essere avvicinati fino a brevissima distanza.
Si passa quindi all'Augrabies Fall national park, dove il fiume Orange ha
creato una profonda gola di granito lunga 18 km, con una serie di spettacolari
rapide e cascate per un dislivello totale di 191 metri e un salto unico di 75;
l'area circostante ospita numerosi animali, tra cui antilopi e rinoceronti.
Dopo Clanwilliam, epicentro dei fiori selvatici del Namaqualand e famosa
per la produzione del the roobois privo di caffeina e tannino, si entra infine
nelle impervie montagne del Cedeberg per visitare la Bushmans Kloof wilderness
reserve, una zona di elevato interesse paesaggistico, faunistico e botanico,
antico territorio di caccia dei Boscimani. Partenze settimanali individuali
(minimo 2 persone) per tutto l'anno con voli di linea South African Airways da
Milano; la quota da 1.670 euro comprende voli, nolo auto, assistenza e
pernottamenti in ottime strutture.
MAROCCO:
I DESERTI
DEL SUD-EST
Molti
credono che il Marocco finisca a Marrakech, l'intrigante e folcloristica
capitale del sud, ma la carta geografica dice che al di là delle imponenti
catene dell'Alto Atlante (oltre 4.000 m di altezza) e dell'Anti Atlante si
estende un altro Marocco altrettanto vasto, forse meno abitato e certamente
diverso, in quanto si tratta del deserto marocchino di sud-est, porta di accesso
all'infinito sahariano. Questa
regione, ignorata dal turismo di massa ma utilizzata come sfondo per tanti film,
presenta straordinarie valenze paesaggistiche, ambientali, architettoniche ed
etnografiche: si va infatti dagli sperduti villaggi berberi arroccati sui picchi
dell'Atlante, tra canyon mozzafiato e impressionanti scenari geologici, al
susseguirsi continuo di oasi esuberanti di vegetazione lungo i fiumi che
scendono dalle montagne carichi d'acqua, fino alle riarse oasi sperdute tra le
dune affacciate sul Sahara, che un tempo costituirono i terminali settentrionali
delle vie carovaniere transahariane. Come Sigilmassa, sede nel medioevo del
maggior mercato dell'oro di tutto il continente.
Una terra di grande varietà e bellezza, di rilevante importanza storica
ed economica, dove non a caso ebbero origine tutte le dinastie che dominarono
nel tempo il Marocco, compresa l'attuale, e dove incisioni rupestri attestano
una presenza che risale alla preistoria, quando il deserto era verde.
E' la regione degli ksur, gli antichi villaggi fortificati che servivano
a proteggere dalle razzie dei predoni uomini, bestiame e risorse patrimoniali,
che pur costruiti in fango essicato raggiungono una vera dignità
architettonica, abitati da una popolazione che ha saputo mantenere inalterate le
proprie arcaiche tradizioni, dove gli orologi sembrano essersi fermati.
L'operatore milanese "Drive Out Viaggi" (tel. 02 48 51 94 45, www.driveout.it
), specializzato in viaggi a valenza culturale e specialista sulla destinazione,
propone un viaggio in fuoristrada che in soli 8 giorni consente di scoprire le
peculiarità di questa regione. L'itinerario
parte da Marrakech, dove si alloggia in un riad di charme all'interno della
medina e gestito da Drive Out, per scavalcare subito le catene dell'Atlante, tra
visioni suggestive, e scendere nella valle del Draa, il più lungo fiume del
paese, formata nel primo tratto da un susseguirsi di oasi intensamente
coltivate. Puntando ad est si
penetra il deserto, avanzando tra dune e fiumi fossili, fino a raggiungere
l'oasi di Merzuga affacciata sull'Erg Chebbi, la più consistente distesa
marocchina di dune, di cui si potrà apprezzare la suggestiva variazione
cromatica nell'arco della giornata e un incredibile varietà di uccelli. Si arriva quindi a Rissani, capoluogo del Tafilalt (il Sahara
orientale marocchino), con il suo animato mercato e i resti della leggendaria
Sigilmassa, antica capitale di un principato sciita e principale terminal
carovaniero in epoca medievale. Attraverso
altre oasi e deserti si ritorna nella verde valle del Draa, per toccare
Ouarzazte, città-fortezza creata dalla Legione Straniera per controllare le
bellicose tribù locali, e Ait Benhaddou, stupendo ksar trecentesco protetto
dall'Unesco, dove vi furono girate scene del film Lawrence d'Arabia, per
concludere infine il tour a Marrakech.
Partenze mensili con voli di linea Royal Air Maroc da Milano e Roma per tutto
l'anno per gruppi di 4-8 persone, tour in pensione completa con pernottamenti in
tenda e guida parlante italiano, quota da 1.130 euro.
Nel sud marocchino Drive Out organizza anche un viaggio di 13 giorni con
pernottamenti in albergo e itinerario in minibus che tocca anche le città della
costa, i villaggi dell'Atlante e le oasi del deserto, con quote da 1.650 euro.
MESSICO:
MAGIA DEL
CHIAPAS
Il
Chiapas costituisce l'estrema regione meridionale del Messico, al confine con il
Guatemala, e come tutti i profondi sud si differenzia nettamente dal resto del
paese. Innanzi tutto rappresenta il
tratto più stretto del Messico, dove il continente nordamericano si riduce ad
una lingua di terra, affacciato con enormi spiagge deserte sul Pacifico.
In basso predomina l'esuberante foresta tropicale, di cui un ampio tratto
risulta occupata dalla Selva Lacandona, seconda per estensione nell'intero
continente americano solo a quella amazzonica, ma al centro le montagne si
alzano fino a 2.700 metri con bellissime foreste di conifere punteggiate da
canyon, torrenti, cascate e laghi. Assieme
alla vicina penisola dello Yucatan, di cui il Chiapas costituisce la base,
questo territorio estremamente vario è stato la culla di una delle più grandi
civiltà antiche, quella dei Maya, un popolo di grande fascino e cultura ma
dalle enormi contraddizioni, che dette vita ad enormi agglomerati urbani ma non
seppe mai creare uno stato unitario, che arrivò prima di noi al concetto dello
zero, a suddividere l'anno in 365
giorni ed a prevedere le eclissi ma non conosceva la ruota, che sapeva tanto di
astronomia ma era incapace di forgiare i metalli, che ha lasciato stupefacenti
costruzioni pubbliche ma nessuna abitazione privata, che costruiva strade,
canali e fognature ma non usava
animali da soma. Unitamente ad importanti tesori naturalistici, le foreste del
Chiapas nascondono pregevoli siti archeologi, alcuni ancora poco noti, altri
ancora da scavare, ma la cui visita assume il fascino delle scoperte del secolo
scorso, così come nei luoghi più reconditi della regione hanno trovato rifugio
gli indios, discendenti degli antichi maya, quando la loro
civiltà si dissolse, mantenendo intatte lingua, cultura, tradizioni e
cosmogonia, che nemmeno i conquistadores spagnoli riuscirono ad annientare.
L'operatore milanese "Drive Out Viaggi" (tel. 02 48 51 94 95, www.driveout.it
) , specializzato in viaggi a valenza culturale e specialista sulla destinazione
Messico, propone in Chiapas un singolare viaggio in fuoristrada di 9 giorni
interamente dedicato alla scoperta di località di interesse archeologico e
naturalistico poco note e poco frequentate in quanto ubicate in luoghi di
difficile accesso, nel pieno della giungla o sulle montagne. Alcune notti
vengono trascorse in campi gestiti da comunità dei Lacandoni, indios
discendenti dai maya che vivono isolati nella Selva Lancadona, la stessa che
protegge da anni il celebre subcomandante Marcos e i suoi guerriglieri.
L'itinerario parte da Villahermosa e tocca Palenque, una delle più
importanti città maya, estesa su una superficie di 10 chilometri quadrati ma in
gran parte ancora ricoperta dalla vegetazione.
Risalendo in piroga il rio Usumacinta, che segna il confine tra Messico e
Guatemala, si raggiunge quindi Yaxchilan, altro pregevole e malnoto insediamento
maya nascosto nella foresta, tuttora usato dai lacandoni come centro
cerimoniale, e poi la riserva naturale di Montes Azules, caratterizzata da una
ricchissima flora e dalla presenza di varie specie di animali, soprattutto
uccelli, in una delle zone più incontaminate dell'America centrale.
Lasciata la pianura si affrontano le montagne centrali, abitate da indios
con vestiti dai colori sgargianti, per visitare le lagune di Montebello, laghi
alpini incastonati tra foreste di conifere, e poi San Cristobal de las Casas,
antico capoluogo del Chiapas ad oltre 2000 metri di altezza e vero gioiello di
architettura coloniale, dove oltre ai monumenti merita una visita l'animato
mercato, con gli indios che presentano gli stessi caratteri somatici che si
trovano nelle sculture maya. La
discesa su Villahermosa offre, in un dislivello di quasi 2 chilometri, una
panoramica sui diversi tipi di vegetazione che spazia dalle conifere alle palme.
Partenze settimanali per gruppi di 4-6 persone per tutto l'anno con voli di
linea da Milano su Città del Messico, quote da 2.500 euro in mezza pensione con
la miglior sistemazione alberghiera possibile e accompagnatore-autista italiano.
UGANDA.
TRA I
GORILLA DI
MONTAGNA
Una
delle specie animali a maggior rischio di estinzione è rappresentata dai
gorilla di montagna, Gorilla gorilla beringei il nome scientifico, un animale
possente, stupendo, quasi umano nell'aspetto e nel comportamento, tanto simile a
noi da condividere ben il 97 per cento del patrimonio genetico, cosa che non
avviene con nessun altro animale. Minacciati
da guerre, dalla caccia, dai bracconieri, dalle epidemie (spesso portate
dall'uomo) nonché dalla progressiva riduzione dei loro habitat naturali, ne
sopravvivono soltanto 650 esemplari in un breve tratto di foresta pluviale
equatoriale centroafricana, purtroppo ripartita dalla geopolitica in tre stati:
Uganda, Ruanda e Congo-Zaire. Si
tratta degli imponenti primati resi celebri dal libro, e dal successivo film,
Gorilla nella Nebbia, autobiografia dell'etologa americana Dian Fossey, che li
studiò per vent'anni fino a trovarne la morte.
Vivono in gruppi familiari di 10-15 esemplari composti da un maschio
dominante, un massiccio patriarca dal pelo argentato, e un harem di femmine con
i piccoli e i giovani, spostandosi di continuo nel fitto della foresta alla
perenne ricerca di cibo fresco, foglie, germogli e bacche.
Nella Foresta Impenetrabile di Bwindi in Uganda, dichiarata dall'Unesco
patrimonio dell'umanità, vivono oltre 300 gorilla di montagna, suddivisi in una
trentina di nuclei. Due di questi
sono stati addestrati, con anni di lavoro, ad accettare le visite dei turisti
dopo un faticoso trekking: solo due gruppi di sei persone al giorno, per un'ora
di contatto, sotto il vigile controllo dei ranger.
Un'esperienza unica, emozionante e indimenticabile, a detta di quanti
l'hanno vissuta. I 275 dollari a
testa del permesso, una cifra rilevante in Africa ma con una lista d'attesa
internazionale da 3 a 6 mesi, servono a finanziare la ricerca e la protezione di
questi ormai rarissimi primati dal malinconico sguardo umano.
Gorilla a parte, l'Uganda costituisce oggi una delle mete più belle,
interessanti e varie, oltrecchè sicura e ben organizzata, del continente nero,
con un patrimonio naturalistico e paesaggistico invidiabile e una ricchezza
faunistica di gran pregio. Uganda,
cuore verde e antico e perla dell'Africa, come l'ha definita Winston Churchil,
uno che di terre esotiche se ne intendeva parecchio.
L'operatore milanese "Drive Out Viaggi" (tel. 02 48 51 94 45, www.driveout.it
), specializzato in viaggi a valenza culturale e specialista sulla destinazione,
propone in Uganda durante il periodo natalizio un percorso in fuoristrada di 12
giorni che tocca le principali attrattive naturalistiche, comprese la visita ai
gorilla con permesso assicurato, pernottando
in campi tendati mobili dotati di spaziose tende biposto con brandine e
materassi, toilettes da campo e docce
calde. Un viaggio con un pizzico di
avventura, adatto quindi ad un pubblico sportivo e motivato. Da Entebbe, antica
capitale sul lago Vittoria, l'itinerario attraversa una regione collinare di
piantagioni per approdare al Kibale Forest national park, regno degli scimpanzè
ai piedi del Ruwenzori, dove si registra la maggior concentrazione di primati
del mondo. Si passa quindi al Queen Elizabeth national park, popolato da leoni,
leopardi, elefanti, bufali, ippopotami, antilopi, scimmie, facoceri e
innumerevoli specie di uccelli, da dove si compiranno escursioni alla
Maramagambo forest, alla Bat and Hunter's Cave, osservando i milioni di
pipistrelli che abitano questa grotta, al Kazinga, canale naturale che unisce i
laghi Edward e George dove ammirare uccelli acquatici e l'ordinata abbeverata di
molte specie selvatiche, e infine la regione di Ishasha, vero eden
naturalistico, famosa per i leoni che si arrammpicano sugli alberi.
Meta clou del viaggio è il parco nazionale della Foresta Impenetrabile
di Bwindi, rifugio dei gorilla. Dopo
aver toccato alcuni spettacolari laghi vulcanici si ritorna sulle rive del lago
Vittoria, per compiere una visita alla vicina capitale Kampala oppure
all'orfanotrofio degli scimpanzè orfani a Ngamba Island.
Partenza il 26 dicembre 2002 con volo Ethiopian Airlines da Roma, quota di
3.755 euro comprendente voli, itinerario con cuoco e guida-autista locale di
lingua inglese in mezza pensione e permesso gorilla.
Possibili partenze individuali in altre date.
SUDAN:
DA BERENICE
AL NILO
Diverse
fonti storiche, tra le quali l'autorevole Plinio il Vecchio, ci informano che
gli antichi egiziani si procuravano gran parte dell'oro necessario alla loro
opulenta civiltà nel Wawat, imprecisata località o regione nel deserto
montuoso della Nubia sudanese situata genericamente tra il Nilo e il Mar Rosso.
Peraltro la parola Nubia, che da sempre indica l'estrema regione settentrionale
del Sudan, nella lingua degli antichi egizi significava oro (nbw). Gli Annali
del faraone Thutmosi III, appartenente alla XVIII° dinastia del Nuovo Regno,
confermano che in quel tempo - 1400 a.C. - dalle miniere di quarzo aurifero del
Wawat venivano estratti fino a 776 chilogrammi all'anno del prezioso metallo.
Di Berenice Pancrisia, la città tutta d'oro dei Tolomei, si favoleggiò
per secoli, fino a farla entrare nella leggenda ed a dubitare della sua reale
esistenza, anche perché si diceva che gli afrite, gli spiritelli dispettosi
suoi gelosi custodi, l'avrebbero fatta sparire dagli occhi di quanti fossero mai
riusciti a vederla. Una leggenda ? Sicuramente si, ma come tutte le leggende forse con un fondo
di verità. Probabilmente il riflesso prodotto da un'intera montagna di
cristalli di quarzo riusciva ad abbagliare chi vi fosse arrivato, impedendone la
visuale. Berenice è stata infatti
localizzata soltanto nel 1989 da una spedizione italiana guidata dai fratelli
varesini e esploratori sahariani Castiglioni, basandosi sulla mappa di un
geografo arabo del IX° secolo: si
trova nell'alveo del wadi Allaqi, una vallata a 500 chilometri ad est del Nilo
poco sotto alla latitudine di Abu Simbel e appena a sud del confine sudanese,
popolata da rari pastori nomadi bisharin, gente diffidente e scontrosa che
spesso non ha mai incontrato uomini bianchi.
Si tratta di un vasto insediamento capace di ospitare diecimila abitanti,
dominato e difeso da due imponenti roccaforti, con edifici costruiti con blocchi
di granito. Le macine, i muri crollati, gli strumenti, i cocci sembrano essere
stati abbandonati appena ieri; invece ... Saranno
gli scavi archeologici in corso a raccontarci la storia di Berenice, la città
mineraria dell'oro dei faraoni.
L'operatore milanese "I Viaggi di Maurizio Levi" (tel. 02 34 93 45
28, www.deserti-viaggilevi.it
), specializzato in viaggi di scoperta e
specialista sul Sudan dove dispone di proprie confortevoli strutture ricettive,
è l'unico che nel proprio catalogo "Deserti" propone una spedizione
esplorativa di 16 giorni in fuoristrada nel deserto nubiano durante il quale
verranno visitate Berenice e altri siti archeologici poco noti della Nubia.
Dopo la visita del ricco museo nella capitale Khartoum l'itinerario tocca
i templi di Naga e Musawwarat, la città e la necropoli con le aguzze piramidi
di Meroe, antica capitale dell'omonimo regno, quindi attraverso il deserto
nubiano raggiunge le montagne verso il Mar Rosso dove si trova Berenice.
Da qui si ritorna sul Nilo all'altezza della 3° cateratta, fino a
raggiungere le rive del lago artificiale Nasser, dove il deserto termina nelle
acque, per visitare a Soleb il tempio del dio Amon eretto dal faraone Amenophis
III, il monumento egizio più interessante esistente in Sudan,
il tempio di Sesibi eretto dal faraone eretico Akhenaton, abbattuto dopo
la sua morte, e infine le chiese paleocristiane di Old Dongola.
Uniche partenze di gruppo il 17 novembre 2002, 2 febbraio e 9 marzo 2003 con
voli di linea Lufthansa da Milano e Roma, alloggio in tenda, campo tendato, rest
house e albergo, guida italiana, quota di 3.480 euro con pensione completa
SUDAN,
NEL REGNO
DEI FARAONI
NERI
Tra
le nazioni dell'Africa sahariana il Sudan rappresenta uno dei meno conosciuti e
frequentati, e non si può certo dire che goda di buona fama.
Colpa di passate simpatie fondamentaliste, di una guerra civile in corso
per ragioni etniche e religiose nell'estremo sud, ora in via di soluzione ma che
per mezzo secolo ha impedito ad un paese povero ed arretrato di sfruttare le sue
ingenti ricchezze di petrolio, gas e oro e, soprattutto, della concorrenza
esercitata da una primaria meta turistica quale è il confinante Egitto.
Un vero peccato perché il Sudan, in particolare nell'estrema
fascia settentrionale che va dalla capitale Khartoum fino all'egiziano
lago Nasser (quindi distante 1.500 km dall'area di conflitto), nota fin
dall'antichità con il nome di Nubia, è una terra di notevole fascino ed
interesse, capace di offrire la suggestione del paesaggio sahariano con i suoi
nomadi, l'atavica vita nei villaggi contadini lungo le sponde del Nilo, abitati
da un popolazione cordiale e assai ospitale, ed infine gli imponenti e
misconosciuti resti di antiche civiltà che si sono susseguite in quest'area per
4 mila anni, spesso in stretta connessione con quella egizia.
Gli archeologi considerano infatti la Nubia come una delle zone più
ricche e interessanti del continente, dove le ricerche sono però ancora agli
albori. Ma quanto affiora dalla
sabbia, siano le minuscole e aguzze piramidi di Meroe o i raffinati gioielli
delle antiche regine, confermano la fama di questa terra che per un secolo dominò
anche sull'Egitto con la XXV° dinastia, passata alla storia come il regno dei
faraoni neri, e che continuò prospera per secoli anche quando la civiltà
egizia era già tramontata. Quindi
un viaggio in Nubia si differenzia da tutti gli altri itinerari sahariani perché
alle tradizionali valenze delo deserto aggiunge i molteplici contatti con
popolazioni diverse, gli scorci sul Nilo e un patrimonio archeologico di
prim'ordine.
Tra i pochissimi a proporre viaggi in Sudan c'è l'operatore milanese "I
Viaggi di Maurizio Levi" (tel. 02 34 93 45 28, www.deserti-viaggilevi.it
), che nel cuore della Nubia ha realizzato e gestisce le uniche due strutture
ricettive di charme esistenti in tutto il paese, al di fuori della capitale.
Si tratta del campo tendato fisso di Meroe, dominato dalla visione delle
snelle piramidi della necropoli reale dell'antica capitale, e del Nubian Rest
House di Karima, a due passi dai templi del Jebel Barkal, la montagna sacra e
l'Olimpo dei Nubiani. Nel proprio
catalogo "Deserti" propone, assieme ad altri, un facile e comodo
itinerario di 10 giorni in fuoristrada che, facendo in parte base su queste due
strutture alternate a campi mobili nel deserto, tocca tutte le località più
salienti della Nubia comprese tra la 4° e la 6° cateratta, come
l'imprescindibile museo di Khartoum, il deserto del Bayuda e quello occidentale,
i templi del dio leone di Naga e di Musawwarat, le necropoli e la città reale
di Meroe, le tombe sotterranee affrescate a El Kurru, il tempio egizio di Amon
nel Jebel Barkal, le chiese paleocristiane di Old Dongola, i villaggi contadini
sul Nilo, con la suggestione di essere spesso gli unici visitatori. Due partenze
mensili di gruppo con voli di linea Lufthansa da Milano e Roma da ottobre 2002
ad aprile 2003 compresi, alloggio con pensione completa nelle due strutture a
gestione italiana e in campi mobili in tenda, guida italiana, quote da 2.315
euro.
EGITTO
IN BATTELLO
SUL LAGO
NASSER
Il
più grande lago del mondo non si trova in una regione nordica, temperata e
verdeggiante, come sarebbe logico aspettarsi, ma in un'arida zona dell'Africa
settentrionale, nell'estremo sud dell'Egitto al confine con il Sudan, in pieno
deserto del Sahara. Si tratta del
lago Nasser, un bacino artificiale creato nel 1971 sul Nilo con l'erezione della
Grande Diga di Assuan, che ha allagato una superficie di 5.250 chilometri
quadrati (grande come la Liguria) lunga
510 chilometri e larga tra 5 e 35, capace di contenere in media 135 miliardi di
metri cubi d'acqua, occupando in pratica tutta la valle del grande fiume tra la
prima e la seconda cataratta. In
realtà un'altra diga a monte della prima cateratta era già stata edificata nel
1902, ma di dimensioni nettamente inferiori. Quella attuale, vero capolavoro di
ingegneria, è larga 3.600 metri e alta 111, ha richiesto il lavoro di 35.000
operai per 11 anni e una quantità di materiale 18 volte superiore a quello
impiegato per erigere la piramide di Cheope.
Il lago Nasser divenne famoso ben prima di nascere: si sapeva infatti che
le sue acque avrebbero sommerso un gran numero di siti archeologici e di
monumenti antichi molto importanti ubicati sulle sponde del Nilo.
Sotto la spinta dell'Unesco si scatenò allora una campagna
internazionale per salvare almeno i 14 monumenti più significativi: quelli
piccoli vennero spostati in blocco, i più grandi - come lo stupendo tempio di
Ramesse II ad Abu Simbel - furono tagliati in decine di migliaia di pezzi e
ricostruti in posizione elevata. Un'operazione unica nella storia dell'umanità.
Oggi il lago Nasser, creato tra mille polemiche e perplessità
ecologiche, si presenta come un luogo di austera bellezza, autore di scorci
panoramici decisamente suggestivi, con straordinari monumenti che vi si
specchiano e le dune del Sahara a lambirne le rive.
Nelle sue acque, divenute luogo di sosta per un gran numero di uccelli
migratori, vivono pesci di eccezionali dimensioni, mentre sulle sponde si
possono incontrare gazzelle, volpi e coccodrilli.
L'operatore milanese "I Viaggi di Maurizio Levi" (tel. 02 34 93 45 28,
www.deserti-viaggilevi.it
), sempre alla ricerca di nuove mete e di viaggi inusuali nei deserti di tutto
il mondo, nel proprio catalogo "Deserti" propone come novità
un'inedita spedizione di 9 giorni interamente dedicata all'esplorazione delle
coste del lago Nasser. Di recente
infatti un intraprendente francese è riuscito ad ottenere i permessi per
navigare con piccoli battelli, capaci per il loro ridotto pescaggio di arrivare
anche negli angoli più remoti e incontaminati, visitando le località
archeologiche meno battute dal turismo di massa.
Come il grande tempio di Ramesse-Amon a Wadi es Sebua, con la sua
antistante sfilata di sfingi, il tempio di Thot, dio della saggezza, il tempio
di Serapis, dove si trova l'unica scala a spirale esistente in un edificio
dell'antico Egitto, oppure il tempio di Amon-Ra ad Amada, il più antico della
zona, ornato dei più bei rilievi di tutti i templi nubiani.
Il tutto in un contesto ambientale assai suggestivo, con grandi dune di
sabbia rosa che si smorzano nelle acque, promontori di roccia color ocra,
spiagge e baie selvagge dove la natura si presenta incontaminata.
Un viaggio sportivo dove si dorme sul ponte del battello o a terra in
tenda su spiagge disabitate, ma coinvolgente per la bellezza e l'unicità del
paesaggio, dato da un enorme lago in mezzo al deserto.
Partenze mensili di gruppo con voli di linea Egyptair o Alitalia da Milano e
Roma da ottobre 2002 ad aprile 2003, accompagnatore francese, quote di 2.190
euro con pernottamenti in tenda e alberghi in pensione completa.
ARABIA
SAUDITA: TESORI
NEL DESERTO
DEI BEDU'
Per
gli appassionati dei viaggi pioneristici di scoperta e per gli amanti del
deserto una nuova meta si sta profilando all'orizzonte turistico:
si tratta dell'Arabia Saudita, il maggior paese arabo (grande sette volte
l'Italia), terra natale del profeta Maometto e culla dell'Islam.
Se nel volgere di mezzo secolo il petrolio, di cui è il maggior
produttore al mondo con un quarto delle riserve mondiali, è riuscito a
trasformarlo in una delle nazioni più ricche, con città come Jeddah e Riyadh
decisamente avveniristiche e traboccanti di tecnologia, resta pur sempre un
paese pieno di contraddizioni, con un presente in perenne bilico tra passato e
futuro, le cui radici continuano però ad affondare nel deserto da cui proviene.
Il deserto saudita è enorme ma vario, con alcuni dei tratti più caldi e
desolati del pianeta, con vaste distese di dune, piane sassose a perdita
d'occhio, pinnacoli di roccia incredibilmente modellati dal vento, oasi
verdeggianti, ma pure montagne alte oltre 3 mila metri e spiagge infinite sul
Mar Rosso. E' il regno dei Bedù,
gli ospitali pastori nomadi che lo abitano da sempre, e delle lunghe carovane che lo hanno solcato per millenni
lungo la Via dell'Incenso. Questo deserto, testimone delle gesta di Lawrence
d'Arabia, cela anche rilevanti e misconosciuti tesori archeologici.
Tutti considerano le tombe rupestri di Petra, nel deserto giordano, uno
dei siti storici più suggestivi del Mediterraneo. Nessuno sa che presso Medain
Saleh, in un contesto non meno affascinante, nella necropoli di Hegra ci sono
ben 130 tombe analoghe scavate nella roccia a cavallo dell'epoca cristiana dalla
stessa popolazione, i Nabatei, in quanto Petra ed Hegra erano due importanti
capisaldi della stessa via carovaniera verso il Mediterraneo. Il deserto arabico
cela poi tanti altri tesori, come la fortezza di Qasr Marid che nel 270 a.C.
resistette all'assedio di Zenobia, la regina siriana di Palmira, o i dodici
monoliti di Al Rajajil, risalenti al 3.500 a.C., che non si sa se avessero una
funzione religiosa o astronomica. Paese
dunque turisticamente assai interessante, ma anche conservatore, maschilista e
rigido custode dell'ortodossia islamica, che impone al visitatore regole
inderogabili: solo viaggi di gruppo su percorsi prestabiliti, impossibilità di
accesso alle moschee e alle città sacre, divieto di alcol, droga e pornografia,
abbigliamento castigato per gli uomini, mentre le donne debbono indossare in
pubblico una tunica nera che le ricopre dalla testa ai piedi.
Ma ne vale la pena.
L'operatore milanese "I Viaggi di Maurizio Levi" (tel. 02 34 93 45 28,
www.deserti-viaggilevi.it ), specializzato in viaggi insoliti, è uno dei pochi
a proporre stabilmente da quest'anno nel proprio catalogo "Deserti" un
itinerario in fuoristrada di 11 giorni nel deserto saudita.
Il programma prevede l'attraversamento del grande deserto sabbioso
centrale del Nafud, dove si incontrano tende di beduini e incisioni rupestri,
con visite alla fortezza di Qasr Zaabal e ai monoliti preistorici, e la Hisma
Valley, caratterizzata da spettacolari formazioni di roccia che affiorano dalla
sabbia. Attraverso canyon e vallate si raggiunge la costa del Mar Rosso, dove
baie nascoste, spiagge incontaminate e mare cristallino invitano ad un bagno,
quindi dopo aver scavalcato le alte montagne dell'Haijaz si ritorna nel deserto
fino all'oasi di El Ula dove si trova la necropoli di Dedan, datata tra 6° e 2°
secolo a.C. e menzionata nell'Antico Testamento.
Percorrendo un incredibile paesaggio di pinnacoli policromi di roccia
curiosamente erosi in mille forme bizzarre si raggiunge infine il sito
archeologico di Madain Saleh, con le sue suggestive tombe rupestri scolpite
all'esterno a forma di tempio. Partenze per piccoli gruppi con voli di linea
Saudi Arabian Airlines da Milano il 7 novembre e 26 dicembre 2002, 13 febbraio,
13 marzo e 17 aprile 2003, pernottamenti in tenda e albergo, guida italiana,
quote da 2.950 euro in pensione completa
ED
ECCO IL CAPODANNO A CORTE
Al
Castello di Paderna (PC) e al Castello di Felino (PR) per "Ricordanze di
sapori", il cenone di Capodanno sarà all'insegna della storia, in
uno scenario animato da danzatori,
musici e fachiri. Sulla tavola, firmata da
grandi chef, un menù da mille e una notte, per esagerare con il brindisi
più lungo dell'anno.
Per il piacere di lasciarsi conquistare da un evento straordinario, per
un Capodanno da mille e una notte.
L'invito è promosso dall'Associazione Castelli
del Ducato di Parma e Piacenza in collaborazione con la Banca di
Piacenza, nella splendida cornice del Castello di Paderna e nel Castello
di Felino. Si tratta della tappa
finale di un lungo e intenso percorso che tutti
conoscono come le "Ricordanze dei sapori".
Già, al Castello di Paderna, il Capodanno si arricchisce di storia e
nobiltà. Il Castello è sulle carte dall'817, ma è poi all'inizio del
Rinascimento che assume l'attuale struttura architettonica, quale
elegante dimora fortificata e
all'interno, la corte di una volta, dove gli
agricoltori si ritrovavano a vivere per il "signore", con le
finestre che guardano sullo stesso
"cortile". E per arrivarci un doppio ponte levatoio,
sul quale vegliano le torri quadrate, simbolo della difesa militare. Ma i
tempi sono cambiati e oggi il Castello di Paderna ha abbandonato
l'originale funzione per diventare
una residenza padronale e un'azienda di agricoltura
biologica. Proprio qui, avvolti da sensazioni secolari, verrà servito un menù che sicuramente non passerà inosservato, grazie alla
cura dello chef Daniele Farlotta:
si inizia con i crostini fegatelli e capperi, galantina di pollo, creste di gallo in padella, zucca fritta, mele fritte
e lardo pesto; si passa poi al
risotto quaglie e rosmarino, anolini d'anatra in brodo; con il secondo piatto si arriva allo storione con patate e
prezzemolo, il sorbetto, la faraona
in crema con asparagi gratinati, l'oca con ripieno a sorpresa e i carciofi ripieni. Per finire, latte in piedi,
dolce di riso e frutta. Tutto
questo, per un brindisi di vini da uve antiche e spumante. Un
cenone che verrà servito alle ore 21 con un prezzo a persona di 110,00
euro, con prenotazione
obbligatoria. Nel Parmense, nella
valle conosciuta per i salumi internazionali troviamo invece l'invito a tavola del Castello di Felino. Un castello
costruito nell' 890,
successivamente ampliato nella struttura e fortificato nella sua imponenza architettonica. Circondato da un fossato e da
quattro torrioni angolari, il
Castello di Felino ha anch'esso un ampio cortile all'interno, intorno a un pozzo centrale, perfettamente restaurato. Così
come è stato accuratamente
restaurata la complessa e affascinante struttura. E per
Capodanno, martedì 31 dicembre, la Corte si apre a festa, con un invito
regale, musici, danzatori, giocolieri, fachiri, maghi, saltimbanchi,
senza dimenticare il ricco menù per la notte più lunga dell'anno,
illuminata da candele e dalle
scintille dei giochi di fuoco. E sulla tavola, firmata dallo chef Egidio Manzini, la carta delle golose sorprese:
aperitivo con il trittico di vol au
vent, la terrina di erbe e parmigiano di monte; i
tocchetti di zucca alla Castellana in salsa di funghi porcini, il
fagottino della Corte con
bocconcini di anatra; il petto di fagianella in letto di
spinacio, il carré di vitella alla moda del cavaliere con crema di pomi
da terra e carote, per finire con
la cupola farcita alla fiamma. Dalla cantina,
la Malvasia del castello "Villa Bianca", il Rosso Conte del
Becco "Vigne del Castello"
e selection du Chateau de Felino. Una cena che verrà servita alle
ore 21,30 a un prezzo di 130,00 euro a persona, con prenotazione
obbligatoria. Per l'offerta
pacchetto della Chiariva, "anno nuovo con tuffo nel passato",
hotel 4 stelle Parma 30/12/02 - 1/1/03 euro 360,00 per persona (minimo 2)
salvo disponibilità: due notti in doppia con colazione, un aperitivo di
benvenuto, una cena in ristorante, una cena di Capodanno al Castello,
ingresso con visita guidata a due castelli. Sempre dalla Chiariva, per
"Sapori antichi e nuovo anno", hotel 3 stelle provincia di
Piacenza 31/12/02 - 1/1/03 euro
190,00 per persona (minimo 2) salvo disponibilità: 1
B&B in doppia, 1 cenone di capodanno al Castello di Paderna, ingresso
con visita guidata a due castelli
del Ducato di Parma e Piacenza. Pacchetto offerto
all'Astoria Executive Hotel di Parma e Cenone al Castello di Felino:
cenone e pernottamento 174,00 a persona. Per info e prenotazioni: Associazione Castelli del Ducato di
Parma e Piacenza, tel. 0521-829055.
www.castellidelducato.it
email info@castellidelducato.it
Piacenza Turismi, tel.
0523-305254. Email infotur@piacenzaturismi.net
Parma Turismi, tel. 0521-228152.
E-mail parma.turismi@tin.it
oppure presso tutte le filiali
della Banca di Piacenza.
COM'È
BELLO FARE I ROMANTICI NEI ROMANTIK HOTELS
Il
fascino è già tutto nel nome, così come il profumo di promesse mantenute
e
di magiche atmosfere avvolgenti. Location ideali per chi ama la perfezione
dei
servizi, ma adora soprattutto quelle ineffabili pennellate romantiche
che
fanno battere il cuore e fremere i sensi. Qualcosa da provare almeno una
volta
nella vita: un'ottava meraviglia del mondo svelata a menti elette.
Erano
appena otto nel 1972 gli hotel privati tedeschi che diedero vita al
gruppo.
Oggi sono circa duecento i Romantik Hotels & Restaurants europei,
distribuiti,
come preziosissimi cadeau in 12 Paesi, tra Austria, Italia,
Portogallo,
Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Lussemburgo, Svezia,
Belgio,
Ungheria e Repubblica Ceca. Sono in tutto 19 i "nostri" gioielli di
famiglia
Romantik, contando due new entry: Villa Novecento a Courmayeur e il
Relais
Villa Mirabella sul Lago di Iseo. L'avvocato Filippo Iannarone,
proprietario
dell'Hotel Villa Monte Solare di Fontignano (PG), è alla guida
come
presidente del gruppo italiano. La filosofia operativa dei Romantik
procura
brividi di piacere a chi del piacere non rinuncia alle dolci
lusinghe;
ogni membro del gruppo è selezionato in base a criteri
severissimi:
l'hotel deve possedere l'imprimatur della Storia (quella con la
esse
maiuscola), deve essere condotto personalmente dal proprietario con
competenza
e accoglienza "familiare": un bienvenue caldo e affettuoso come
un
abbraccio. La cucina deve offrire un grado elevatissimo di raffinatezza.
Superfluo
dire che esterni, camere e servizi sono un anticipazione di
paradiso?
Forse sì, ma diciamolo ugualmente, perché charme, savoir faire,
efficienza
ed esperienza (quest'anno i Romantik celebrano il loro 30°
compleanno), come tutte le virtù rare, meritano di essere enfatizzate.
Belli,
che più non si può, "rapinosi", secondo un etimo che va di moda, i
"magnifici
18" incantano sia che il loro fascino sfacciato emani da una
Tenuta
chiantigiana come quella di Ricavo di Castellina, sia che il profumo
di
aure quasi mistiche provenga dalle Silve di Armenzano, tra le verdi
colline
umbre di Assisi.
Ecco
un elenco degli Hotel della prestigiosa gilda
nazionale (da appuntare
tutti
nel nostro libro dei sogni). In Umbria: Villa di Monte Solare, Colle
San
Paolo (Perugia); Le Silve di Armenzano, Assisi (Perugia).
In
Lombardia: la Locanda di Mai Intees di Azzate (Varese);
Relais
Mirabella,
Clusane sul Lago Iseo (Brescia); Laurin, Salò (Brescia); Baita
Fiorita
di Deborah, S. Caterina Valfurva (Sondrio). Nel Veneto: Metropole a
Venezia;
Villa Margherita, Mira (Venezia); Villa Giustiniani, Portobuffolè
(Treviso). el Sud troviamo: Villa Ducale, Taormina (Messina); Villa Cheta
Elite,
Maratea, Località Acquafredda (Potenza). In Valle d'Aosta: Villa
Novecento,
Courmayeur (Aosta). In Liguria: Villa Pagoda, Genova-Nervi; In
Alto
Adige: Oberwirt a Merano (Bolzano), Stafler a Mauls (Bolzano), Turm,
Fiè
allo Sciliar (Bolzano) e La Perla a Corvara
in Badia (Bolzano). In
Toscana:
Tenuta di Ricavo, Castellina in Chianti (Siena).
Natura,
arte, arredi e suppellettili d'antan, armonie di stili e
accostamenti
indovinati, storia, cucina gourmandise (piatti da Gambero Rosso
e
cantina d'eccellenza), sport (una discesa con Deborah Compagnoni o un
green
da 18 buche?) fitness e tutto quanto fa cultura del buon vivere. Un
concentrato
di italica bonheur mai uguale, sorpresa per sorpresa, in tutti i
mesi
dell'anno, da un Romantik Hotel all'altro. "Per quanto vissuto, esperto
e
smaliziato uno possa essere, un giretto in Italia non manca mai di aprirti
nuovi
orizzonti". Lo ha detto G. C. Lichtenberg. E' impossibile non fare i
romantici
in un Romantik Hotel & Restaurant. Ricordiamocene la prossima
volta.
Potrebbe diventare un'abitudine irrinunciabile!
A
richiesta si può ricevere la guida dei Romantik Hotels & Restaurants.
Per
info: Romantik Hotels & Restaurants International
E Mail: info@romantikhotels.com
Sito
web: www.romantikhotels.com
ROMANTIK
HOTEL & RESTAURANTS
ITALIA
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HOTEL VILLA DI MONTE SOLARE
Fam. Iannarone
Via Montali, 7
06070 Colle San Paolo (PG)
Tel. 075.832376
Fax
075.8355462
monte-solare@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Fontignano
ROMANTIK
HOTEL LE SILVE DI ARMENZANO
Daniela Taddia
Loc.
Armenzano
06081
Assisi (Perugia)
Tel.
075.8019000
Fax
075.8019005
le-silve@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Armenzano
ROMANTIK
HOTEL TENUTA DI RICAVO
Fam. Lobrano
Località
Ricavo, 4
53011
Castellina in Chianti (Siena)
Tel.
0577.740221
Fax
0577.741014
ricavo@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Castellina
ROMANTIK
HOTEL LA PERLA
Fam Ernesto Costa
Col
Alt Straße, 105
39033
Corvara in Badia (Bolzano)
Tel.
0471.836132
Fax
0471.836568
la-perla@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Corvara
ROMANTIK
HOTEL TURM
Fam. Pramstrahler
Kirchplatz,
9
39050
Völs am Schlern (Bolzano)
Tel.
0471.725014
Fax
0471.725474
turm@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Voels
ROMANTIK
HOTEL OBERWIRT
Josef Waldner
St.-Felix-Weg,
2
39020
Marling/Merano (Bolzano)
Tel.
0473.447111/222020
Fax
0473.447130
oberwirt@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Marling
ROMANTIK
HOTEL STAFLER
Fam. Stafler
Brennerstr.,
10
39040
Mauls/Freienfeld/Sterzing (Bolzano)
Tel.
0472.771136
Fax
0472.771094
stafler@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Mauls
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HOTEL LOCANDA DEI MAI INTEES
Pomati/Crosta
Via
Nobile Claudio Riva, 2
21022
Azzate (Varese)
Tel.
0332.457223/454003
Fax
0332.459339
mai-intees@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Azzate
ROMANTIK
HOTEL RELAIS MIRABELLA
Famiglia Anessi Pe
Via
Mirabella 34
25049
Clusane sul Lago - Iseo (Brescia)
Tel.
030.9898051
Fax
030.9898052
mirabella@mirabella.it
www.relaismirabella.it
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HOTEL LAURIN
Fam. Rossi
Viale
Landi, 9
25087
Salò (Brescia)
Tel.
0365.22022
Fax
0365.22382
laurin@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Salo
ROMANTIK
HOTEL BAITA FIORITA DI DEBORAH
Compagnoni-Zanon
Via
Frodolfo, 3
23030
S. Caterina Valfurva (Sondrio)
Tel.
0342.925119
Fax
0342.925050
baita-fiorita@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/S-Caterina-Valfurva
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HOTEL VILLA PAGODA
Fam. Cavaliere
Via
Capolungo, 15
16167
Genova-Nervi
Tel.
010.3726161
Fax
010.321218
villa-pagoda@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Genova-Nervi
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HOTEL METROPOLE
Fam. Beggiato
Riva
degli Schiavoni,4149
30122
Venezia
Tel.
041.5205044
Fax
041.5223679
metropole@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Venedig
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HOTEL VILLA MARGHERITA
Fam. Dal Corso
Via
Nazionale, 416
33030
Mira (Venezia)
Tel.
041.4265800
Fax
041.4265838
margherita@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Mira
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HOTEL VILLA GIUSTINIAN
Nathalie e Gianni Berto
Via
Giustiniani, 11
31019
Portobuffolè (Treviso)
Tel.
0422.850244
Fax
0422.850260
giustinian@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Portobuffole
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VILLA NOVECENTO HOTEL
Famiglia Cavaliere
Via
Monte Bianco 64
11013
Courmayeur (Aosta)
Tel.
0165.843000
Fax
0165.844030
info@villanovecento.it
www.villanovecento.it
ROMANTIK
HOTEL VILLA DUCALE
Fam. Quartucci
Via
Leonardo da Vinci, 60
98039
Taormina (Messina)
Tel.
0942.28153
Fax
0942.28710
villa-ducale@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Taormina
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HOTEL VILLA CHETA ELITE
Fam. Aquadro
Nazionale
n°. 46
85041
Maratea Loc. Acquafredda (Potenza)
Tel.
0973.878134
Fax
0973.878135
cheta-elite@romantikhotels.com
www.romantikhotels.com/Maratea
CONSULENZE
TERMALI GRATUITE DEI MEDICI SPECIALISTI ALLE TERME DI
SALSOMAGGIORE
Nel
mese di ottobre, per quattro giorni consecutivi, le Terme di
Salsomaggiore
(Parma) metteranno a disposizione del pubblico i migliori
specialisti
per una consulenza medica gratuita sui benefici dei trattamenti
termali
in molti e vari disturbi cronici. Con una telefonata al numero verde
si
potrà avere un valido aiuto per risolvere alcuni problemi legati alla
salute
e al proprio benessere.
Lo specialista "entra a casa tua" con la nuova iniziativa delle Terme
di
Salsomaggiore
(Parma). E lo fa gratuitamente per quattro giorni per spiegare
come,
con una medicina naturale come l'acqua termale, sia possibile aiutare
il
nostro organismo e renderlo più efficiente . Un'opportunità da non
perdere
con il massimo della privacy. Basta digitare il numero verde
800-861385,
dalle ore 15 alle ore 17, per sapere come risolvere in tempi
brevi
i diversi problemi di salute: dalle questioni legate all'artrosi, all'
osteoporosi
e alla riabilitazione, alle questioni delle vie respiratorie, le
cui
cause sono moltissime e tra queste anche il clima, l'inquinamento, il
complesso
universo delle allergie. Grazie a questo numero verde, sarà quindi
possibile
parlare a tu per tu con uno specialista per avere una importante
consulenza
medica.
Martedì
15 ottobre, il professor Giorgio Varacca, direttore sanitario delle
Terme
di Salsomaggiore e specialista in idrologia medica e
fisiokinesiterapia
ortopedica, sarà a disposizione del pubblico per
rispondere
sui problemi legati alle artrosi, all'osteoporosi, ai disturbi
articolari,
alla riabilitazione in acqua termale salsobromoiodica a seguito
di
interventi chirurgici o anche solo a seguito di traumi. Si parlerà della
complessa
azione antinfiammatoria e riabilitativa dei bagni e dei fanghi
termali,
della ginnastica in piscina, di camminamenti in percorsi specifici
con
acqua termale a temperatura alternata. Insomma di tutti quei benefici
che
un'acqua termale come quella salsobromoiodica può esplicare sui disturbi
cronici
del nostro organismo.
Mercoledì
16 ottobre, il dott. Mario Bocchi, specialista in idrologia medica
e
otorinolaringoiatra sarà reperibile per le questioni che colpiscono le
prime
vie aeree quali il naso, la gola e l'orecchio. Problemi che causano la
sinusite,
l'ipoacusia, il mal di gola, disturbi che spesso si cronicizzano e
le
cui cause sono da riscontrarsi negli sbalzi di clima, nell'inquinamento
ambientale
e nell'inquinamento acustico. Perché fanno bene le cure
inalatorie?
Perché le acque termali di Salsomaggiore sono particolarmente
indicate
nei bambini? Cos'è l'Acqua Madre e qual è il suo impiego nelle
applicazioni
termali? Queste e tante altre domande potranno essere rivolte
allo
specialista per scoprire le indicazioni specifiche delle acque termali
nei
vari problemi di salute.
Giovedì
17 ottobre, la dott.ssa Laura Irali, specialista in idrologia
medica,
ginecologia e ostetricia risponderà alle donne che accusano disturbi
cronici
e fastidiosi legati all'età puberale, all'età matura e alla
menopausa.
Si potranno porre quesiti su tutti quei problemi ricorrenti quali
le
infiammazioni pelviche e le infezioni urogenitali, problemi di amenorrea,
sterilità
e disturbi legati al climaterio femminile. Non si può certo
dimenticare
che le acque di Salsomaggiore hanno contribuito alla felicità di
tante
donne aiutandole a divenire Mamme. Basta ricordare la felice storia di
Sophia
Loren. Importante inoltre è ricordare la grande azione
antinfiammatoria
di queste acque e la grande ricchezza di iodio in esse
contenuto,
dalla funzione altamente stimolante. Bagni termali, irrigazioni e
aerosols
vaginali insieme a impacchi di fango sono i trattamenti più comuni.
Saranno
spiegate le indicazioni, i benefici e come abitualmente si eseguono.
Venerdì
18 ottobre, il dott. Giuseppe Marletta, specialista in idrologia
medica
e in pneumologia, sarà quindi a disposizione per chiarire questioni
legate
a problemi delle vie respiratorie, in particolare ai bronchi e ai
polmoni.
Problemi causati dall'inquinamento in generale, dal fumo e dalle
allergie.
Bronchiti croniche, asma bronchiale, broncopneumopatie croniche
con
componente ostruttiva, bronchiti catarrali. Disturbi che creano problemi
di
respiro , malattie professionali e così via. Anche in questo caso, l'
esposizione
del problema stimolerà una risposta appropriata in ambito termale per suggerire
la migliore terapia, ma anche la migliore prevenzione.
E
se per caso il telefono è occupato da un'altra consulenza, il servizio
delle
Terme di Salsomaggiore avrà l'impegno di registrare il numero della
chiamata
e a quel punto sarà lo stesso specialista a telefonare direttamente
al
paziente.
Il
numero verde è 800-861385 (chiamata gratuita).
www.termedisalsomaggiore.it
E-mail: info@termedisalsomaggiore.it
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