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6 DICEMBRE 2002
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ROMANO
PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA AL PARLAMENTO EUROPEO LA
NUOVA STRUTTURA ISTITUZIONALE DELL'UNIONE
Bruxelles,
6 dicembre 2002- Di seguito riportiamo la dichiarazione di ieri del
presidente della Commissione europea Romano Prodi in merito alla nuova
struttura istituzionale dell' unione: "La Commissione presenterà oggi
il suo secondo contributo alla Convenzione che tratterà della futura
architettura istituzionale dell'Unione. Voglio chiarire fin dal principio,
per evitare equivoci alimentati da notizie di stampa, che oggi presento,
come era previsto un solo testo che la Commissione ha adottato. Quanto al
documento sulla Costituzione dell'Unione europea, di cui vi sono echi sulla
stampa, esso non rappresenta altro che un esercizio tecnico, uno studio di
fattibilità che i Commissari Barnier, Vitorino ed io stesso abbiamo
commissionato ad un gruppo di esperti giuristi della Commissione per avere
una prima idea di come potrebbe essere organizzato un Trattato. Tale
documento è fondamentalmente basato sulla struttura dell'avanprogetto
presentato dal Presidium alla Convenzione. Trattandosi, ripeto, di uno
strumento tecnico di lavoro, esso non è stato sottoposto né a discussione
né tantomeno ad approvazione del Collegio, il quale non è quindi
politicamente responsabile del suo contenuto. Benché concepito
principalmente ad uso interno, mi è sembrato tuttavia doveroso informarne
il Presidente Giscard e, a fini di trasparenza, abbiamo deciso di renderlo
disponibile su internet entro questa sera per offrire--come altri hanno già
fatto in precedenza--uno strumento di lavoro alla Convenzione e a chiunque
lo ritenga utile. Per dare il giusto tono alla mia presentazione e al
dibattito che seguirà voglio ricordare un protagonista della prima grande
fondazione del progetto europeo. Illustrando il suo famoso metodo, Jean
Monnet ha detto: "Non ho mai pensato che possiamo cambiare la natura
umana, possiamo però modificare il contesto in cui le persone operano.
Dando le stesse regole e le stesse istituzioni democratiche, possiamo
indurre gli uomini a comportarsi diversamente fra di loro. Nella Comunità,
gli europei imparano così a vivere insieme come un solo popolo. Noi non
coalizziamo gli Stati, noi uniamo gli uomini". Se oggi vogliamo
guardare avanti, molto avanti, dobbiamo salire sulle spalle dei grandi
statisti che ci hanno preceduto. Si tratta di un gesto di umiltà, ed è con
umiltà che propongo di riprendere l'intuizione di Monnet in vista delle
grandi sfide del futuro. Per unire tutti i cittadini d'Europa noi dobbiamo
creare armonia fra gli Stati. Il dibattito di questi mesi, da quando la
Convenzione si è insediata, ha già chiarito molti dubbi e ha già dato
risposte a molte domande. In primo luogo questo dibattito ha reso chiaro che
i cittadini non vogliono che l'Unione si ritiri dai campi nei quali è
presente. Anzi, la gente chiede più Europa in politica estera, nel campo
della giustizia e della sicurezza e sulle questioni sociali. Inoltre, c'è
un ampio consenso sul metodo comunitario, che è alla radice di tanti nostri
successi. I rapporti fra le istituzioni principali vanno snelliti e
chiariti, ma anche i più scettici hanno capito che senza un forte elemento
comunitario l'Europa diventerebbe meno democratica e meno efficiente. Il
nostro contributo alla Convenzione fa proprie queste istanze. In sintesi,
esso si pone tre obiettivi: l'Unione deve diventare più democratica, più
efficace e più chiara. La strada da percorrere per realizzarli non è
ancora tracciata nei dettagli, ma conosciamo già i punti di partenza e di
arrivo. La rifondazione dell'Europa deve partire dalla doppia natura
dell'Unione, che è unione di popoli e di Stati a cui si aggiunge una terza
fonte di legittimità dell'Unione ovvero la difesa dell'interesse comune. E
il nostro cammino deve portarci a costruire la prima vera democrazia
sovranazionale del mondo. Per dare più spessore democratico alla nostra
struttura, occorre definire meglio il ruolo e le responsabilità delle
principali istituzioni. Proponiamo quindi due innovazioni. La prima riguarda
la procedura di nomina della Commissione. 1. Il Presidente della Commissione
viene eletto dal Parlamento europeo con almeno i due terzi dei voti e a
scrutinio segreto. 2. Il Consiglio, una volta confermata la nomina del
Presidente, di concerto con lui o con lei designa gli altri membri della
Commissione. 3. Il Parlamento europeo, infine, approva tutto il Collegio così
formato. La seconda, riguarda la doppia responsabilità della Commissione
davanti al Parlamento europeo e al Consiglio. Proponiamo infatti che
entrambe le istituzioni abbiano il diritto di censurare l'azione della
Commissione. In questo modo acquista maggior equilibrio il triangolo
istituzionale e si consolida la posizione della Commissione come garante
dell'interesse generale. È chiaro che il sistema proposto ripartisce più
equamente il potere decisionale fra i rappresentanti dei governi degli Stati
e i rappresentanti dei popoli dell'Unione, ovvero fra Consiglio e
Parlamento. Per lo stesso motivo proponiamo di generalizzare il metodo della
codecisione. Tutte le leggi europee, sempre proposte dalla Commissione,
devono essere adottate a maggioranza dal Consiglio e decise anche dal
Parlamento europeo. Infine, come ho ripetuto spesso in quest'aula, è
arrivato il momento di portare questa Assemblea a livello di ogni altro
Parlamento democraticamente eletto del mondo passando per la riforma del
finanziamento dell'Unione. Vogliamo dare al Parlamento europeo più potere
di decidere sulle risorse. Il bilancio dell'Unione deve essere adottato dal
Parlamento europeo e dal Consiglio seguendo una procedura derivata dalla
codecisione. Come riconosce anche la bozza di Trattato presentata dal
Presidio, le risorse dell'Unione dovrebbero avere carattere proprio; cade
così la distinzione tra spese obbligatorie e spese non obbligatorie.
Onorevoli parlamentari, I punti salienti della comunicazione fanno tutti
parte di un solo sistema. La legittimità democratica delle nostre
istituzioni, per esempio, è strettamente legata alla loro funzionalità. Le
nostre principali proposte a questo riguardo si riassumono in tre punti. Il
primo è l'abolizione del voto all'unanimità. I momenti più bui della
storia recente dell'Unione sono legati a questa regola. Se il diritto di
veto ha portato a volte alla paralisi decisionale con 15 membri, figuriamoci
cosa può accadere con 25 o più. Per questo, ritengo che la regola del voto
a maggioranza debba essere generale. Tuttavia, l'attuale sistema di
ponderazione è molto complesso e risulta arcano ai cittadini. Proponiamo
quindi che il Consiglio prenda quasi tutte le decisioni a doppia maggioranza
semplice, vale a dire con un voto che rappresenta contemporaneamente la
maggioranza degli Stati membri e la maggioranza dei cittadini dell'Unione.
Per le decisioni più delicate prevediamo l'uso di una maggioranza
rafforzata. Il secondo punto riguarda la Presidenza del Consiglio, un
argomento che ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro. Secondo me, la proposta
avanzata da più parti di creare la figura di un Presidente dell'Unione crea
più problemi di quanti ne risolva. Se da una parte contribuisce alla
continuità e alla visibilità dell'Unione, dall'altra nega agli Stati
membri, e sottrae a tutti noi, la forte partecipazione al progetto europeo.
Ci sono altri problemi. Chi eleggerebbe il Presidente dell'Unione? A chi
dovrebbe rispondere? E soprattutto, come ha detto il Primo ministro
Verhofstadt, che cosa farebbe per "360 giorni all'anno quando il
Consiglio non è riunito e George Bush non lo chiama?" È chiaro che
questa carica aprirebbe una falla nella nostra struttura istituzionale.
Raccomandiamo pertanto di mantenere il sistema di rotazione per la
Presidenza del Consiglio europeo, del Consiglio affari generali e del
Comitato dei rappresentanti permanenti. Per tutte le altre formazioni,
proponiamo una nuova formula: i componenti delle formazioni del Consiglio
eleggono fra di loro un Presidente che resta in carica per un anno. Questa
formula dà maggiore continuità ai lavori e affida le Presidenze a
personalità che godrebbero della piena fiducia dei loro pari. Il terzo
punto riguarda la rappresentanza esterna. L'Unione deve muoversi sulla scena
internazionale come un attore unico per difendere i suoi valori e promuovere
il suo modello di società. In campo commerciale l'Unione tratta già alla
pari con gli altri protagonisti della scena internazionale, perché non
riusciamo a essere altrettanto credibili sul piano politico? Qui dobbiamo
avere immaginazione e coraggio perché è assolutamente necessario dare
all'Unione una voce sola in politica internazionale. La nostra soluzione è
il Segretario dell'Unione per gli affari esteri. Questa nuova figura viene
nominata dal Consiglio europeo congiuntamente al Presidente della
Commissione ed è anche vicepresidente della Commissione. Analogamente, il
Segretario dell'Unione risponde in prima persona sia al Consiglio europeo
che al Presidente della Commissione. In quanto componente della Commissione,
però, condivide la responsabilità del Collegio nei confronti del
Parlamento europeo. Come vedete, si tratta di un'innovazione importante ma,
ripeto, inevitabile. Data l'entità del cambiamento, abbiamo previsto un
periodo di transizione alla fine del quale il Segretario dell'Unione
assumerebbe in pieno le sue funzioni. Le voglio indicare brevemente. Il
Segretario dell'Unione esercita autonomamente il diritto di iniziativa della
Commissione in politica estera nel quadro degli orientamenti del Consiglio.
Il Consiglio o un gruppo di Stati membri, tuttavia, possono chiedergli di
presentare al Consiglio stesso proposte opportune per raggiungere gli
obiettivi comuni. Il Segretario dell'Unione per gli affari esteri è anche
responsabile dell'attuazione delle decisioni comuni e, ciò che più conta,
è il rappresentante unico dell'Unione in politica estera nei confronti dei
paesi terzi e delle altre entità internazionali. Diverse attività
dell'Unione sono collegate alla politica estera, ad esempio la politica
commerciale e la cooperazione allo sviluppo. La continuità di queste azioni
sarà assicurata dalla collaborazione fra il Segretario dell'Unione e il
Presidente della Commissione. La questione della rappresentanza esterna
dell'Unione si pone anche in campo economico. Infatti, occorre risolvere la
questione della rappresentanza della zona euro in sede internazionale.
L'euro è già una forza economica riconosciuta. Esso deve essere anche una
forza politica e deve far sentire la nostra voce all'esterno. Passo ora al
terzo e ultimo punto qualificante della nostra proposta alla Convenzione: la
semplificazione e la chiarezza. L'attuale acervo di direttive, decisioni e
regolamenti che, insieme, costituiscono la nostra attività legislativa è
forse la barriera più alta fra i cittadini e le istituzioni europee. La
Commissione ritiene che sia ora di mettere ordine negli strumenti a nostra
disposizione. Proponiamo pertanto di classificare le norme in tre categorie:
1. Le leggi organiche adottate con maggioranze rafforzate al Parlamento
europeo e al Consiglio. 2. La leggi, che devono essere adottate in
codecisione fra il Parlamento e il Consiglio. 3. I regolamenti esecutivi,
adottati dalla Commissione in applicazione delle leggi. Il Trattato
costituzionale deve tracciare una distinzione netta fra le leggi e le norme
esecutive. Inoltre, occorre stabilire chiaramente chi mette in pratica la
legislazione europea. Proponiamo di riservare le competenze esecutive
esclusivamente alla Commissione che, come ho detto, ne risponderà sia al
Parlamento che al Consiglio. Il principio di trasparenza si deve applicare
anche alla "comitatologia", quindi crediamo opportuno conservare
solamente i comitati consultivi. Ripeto, nel momento in cui il legislatore
decide di attuare una legge a livello europeo, la responsabilità esecutiva
spetta solo alla Commissione. Laddove invece la Commissione dovesse
esercitare una funzione legislativa delegata, è corretto che i due rami del
legislativo (Consiglio e Parlamento) siano messi sullo stesso piano quanto
alla possibilità di esercitare il controllo sull'attività della
Commissione (call back). Signor Presidente, Onorevoli parlamentari,
All'inizio, ricordando le parole di Jean Monnet, ho detto che in questa fase
della costruzione dell'Europa unita dobbiamo guardare lontano. Il dibattito
stimolato dalla Convenzione nei mesi scorsi ha già allargato i nostri
orizzonti. I Parlamenti e i governi nazionali vi hanno creduto sin
dall'inizio e hanno inviato personalità di primo piano a rappresentarli.
L'obiettivo della Convenzione è diventato più ambizioso. Non si tratta più
di assicurare semplicemente il funzionamento delle istituzioni dopo
l'allargamento ma di definire la fisionomia generale della nostra Unione per
le prossime generazioni. Sono felice di questo sviluppo. La Convenzione, che
il vostro Parlamento e io abbiamo fortemente voluto, offre ai nostri
cittadini e al mondo intero una riflessione su tutti gli aspetti delle
nostre istituzioni. E sono felice che lo faccia alla luce del sole. Nei
prossimi mesi nascerà una nuova Europa unita, e potremo vantarci di averla
fatta nascere in modo trasparente e democratico.
STANCA,
ALLA CONFERENZA EUROPEA SU E-GOVERNMENT ANNUNCIA CHE SARA' A COMO PRIMO
EVENTO DI PRESIDENZA DI TURNO ITALIANA
Bruxelles, 6 dicembre 2002 - L'Italia si presentera' alla guida dell'Europa
nel secondo semestre dell'anno prossimo con un'iniziativa sull'e-government,
l'uso di internet da parte del cittadino nel suo rapporto con le
istituzioni. Lo ha preannunciato ieri a Bruxelles il ministro per
l'Innovazione e le tecnologie, Lucio Stanca, precisando che il 3 e 4 luglio
si svolgera' sul lago di Como una Conferenza europea ministeriale sull'e-government
quale ''primo evento'' della presidenza di turno italiana dell'Ue, il cui
semestre iniziera' il primo luglio. La decisione di tenere conferenza, ha
sottolineato con soddisfazione il ministro, e' stata segnalata nelle
conclusioni del consiglio dei ministri Tlc svoltosi oggi a Bruxelles. L'e-government,
ha affermato Stanca, e' ''uno degli elementi di traino'' per la
competitivita' del sistema economico e sociale europeo. La conferenza, si e'
appreso a Bruxelles, riunira' fra gli altri tutti i ministri europei
responsabili per la societa' dell'informazione e la funzione pubblica.
L'incontro servira' ad impostare una strategia per ''mettere in rete servizi
a livello europeo''.
BCE:
DECISIONI DI POLITICA MONETARIA SUL TASSO MINIMO DI OFFERTA
Francoforte, 5 dicembre 2002 Nella riunione di ier il Consiglio direttivo
della Bce ha adottato le seguenti decisioni di politica monetaria. 1. Il
tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali è
ridotto di 0,50 punti percentuali, al 2,75%, a decorrere dall'operazione con
regolamento l'11 dicembre 2002. 2. Il tasso di interesse sulle operazioni di
rifinanziamento marginale è ridotto di 0,50 punti percentuali, al 3,75%,
con effetto dal 6 dicembre 2002. 3. Il tasso di interesse sui depositi
overnight è ridotto di 0,50 punti percentuali, all'1,75%, con effetto dal 6
dicembre 2002. 4. Il valore di riferimento per il tasso di crescita sui
dodici mesi dell'aggregato monetario ampio M3 è mantenuto al 41/2%. Bce:
REVISIONE
DEL VALORE DI RIFERIMENTO QUANTITATIVO PER LA CRESCITA DELLA MONETA
Francoforte: 6 dicembre 2002 Nella riunione tenuta il 5 dicembre 2002 il
Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha riesaminato il
valore di riferimento per l'espansione della moneta e ha deciso di
riconfermare l'attuale valore, rappresentato da un tasso annuo di crescita
del 41/2 per cento per l'aggregato monetario ampio M3. Le attuali evidenze
continuano, infatti, a confortare le ipotesi assunte per il calcolo del
primo valore di riferimento nel dicembre 1998, relative al trend di crescita
potenziale, del 2-21/2 per cento annuo, e alla diminuzione tendenziale della
velocità di circolazione di M3, compresa fra lo 0,5 e l'1 per cento annuo,
nell'area dell'euro. Per quanto concerne l'ipotesi sul trend di crescita
potenziale, secondo il Consiglio direttivo non vi sono indicazioni del fatto
che nell'area dell'euro si siano prodotti mutamenti strutturali tali da
richiederne una revisione. Il conseguimento di un più elevato tasso di
crescita potenziale nell'area, che occorre realizzare con urgenza, resta
subordinato a ulteriori progressi nel campo delle riforme strutturali, in
particolare nei mercati del lavoro e dei beni. Il Consiglio continuerà
pertanto a seguire con attenzione le evidenze relative alla dinamica della
produttività nell'area dell'euro, e la politica monetaria della Bce ne terrà
conto in maniera adeguata. Quanto all'ipotesi sulla velocità di
circolazione tendenziale di M3, le evidenze attualmente disponibili
continuano a confermarne la validità. Il Consiglio direttivo effettuerà la
prossima revisione del valore di riferimento nel dicembre 2003. La strategia
di politica monetaria della Bce e il valore di riferimento Il Consiglio
direttivo desidera rammentare le seguenti caratteristiche del valore di
riferimento e il ruolo che esso svolge nell'ambito della strategia di
politica monetaria della Bce. 1. Il primo pilastro della strategia
attribuisce un ruolo preminente alla moneta, riflettendo le origini
fondamentalmente monetarie dell'inflazione nel medio-lungo termine. Lo
stretto legame esistente tra moneta e prezzi nel medio periodo, uno dei
principi basilari dell'economia, suggerisce che l'analisi del trend della
moneta riveste cruciale importanza per una banca centrale il cui obiettivo
consiste nel mantenimento della stabilità dei prezzi. Il contenuto
informativo degli aggregati monetari e creditizi aiuta la banca centrale a
vedere oltre l'impatto transitorio dei singoli shock e a perseguire un
orientamento a medio termine nella conduzione della politica monetaria. Ciò
trova, altresì, riscontro nell'esperienza maturata dal Consiglio direttivo
in base alla quale fin dall'avvio della Terza fase dell'Unione economica e
monetaria l'analisi degli andamenti della moneta, in particolare di M3, ha
fornito preziose informazioni per la valutazione della situazione economica
e l'adozione delle decisioni di politica monetaria. Inoltre, l'esperienza
storica dimostra che episodi di sopravvalutazione dei prezzi delle attività
sono stati tendenzialmente accompagnati da una forte espansione degli
aggregati monetari e creditizi. L'analisi di questi ultimi può aiutare a
individuare il prodursi di squilibri finanziari, che a loro volta possono
avere implicazioni per la stabilità dei prezzi. 2. Per segnalare questo
ruolo all'opinione pubblica, nell'ottobre 1998 il Consiglio direttivo ha
deciso di annunciare un valore di riferimento per il tasso di crescita sui
dodici mesi di un aggregato monetario ampio. Nel dicembre dello stesso anno
il Consiglio ha quindi reso noto, per la prima volta, il valore di
riferimento relativo a M3, pari al 41/2 per cento. Le evidenze empiriche
emerse da una serie di ricerche confermano che l'area dell'euro soddisfa la
condizione necessaria per l'annuncio di tale valore, ossia la stabilità
della funzione di domanda di moneta. Inoltre, diversi studi dimostrano che
M3 risulta un buon indicatore anticipatore per l'evoluzione dei prezzi in un
orizzonte di medio periodo. 3. Il valore di riferimento è derivato in modo
tale da essere coerente con la stabilità dei prezzi e da contribuire al suo
conseguimento. Il calcolo si fonda, pertanto, sulla definizione di stabilità
dei prezzi adottata dalla Bce, che consiste in un incremento sui dodici mesi
dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Iapc) per l'area dell'euro
inferiore al 2 per cento. Per coerenza con l'orientamento a medio termine
della strategia di politica monetaria della Bce, il valore di riferimento è
calcolato sulla base delle ipotesi riguardanti l'andamento tendenziale della
velocità di circolazione di M3 e della crescita potenziale nel medesimo
orizzonte temporale. Nella riunione tenuta il 5 dicembre 2002 il Consiglio
direttivo ha quindi riesaminato e confermato le seguenti ipotesi di medio
periodo assunte per il calcolo del valore di riferimento: a. un tasso di
diminuzione tendenziale della velocità di circolazione di M3 compreso fra
lo 0,5 e l'1 per cento annuo; b. un tasso di crescita tendenziale del
prodotto potenziale compreso fra il 2 e il 21/2 per cento annuo. Tenendo
conto della definizione di stabilità dei prezzi e delle due ipotesi
menzionate, il Consiglio direttivo ha deciso di riconfermare l'attuale
valore di riferimento per la crescita della moneta, rappresentato da un
tasso di incremento annuo dell'aggregato M3 pari al 41/2 per cento. Il
Consiglio continuerà a seguire da vicino gli andamenti monetari in
relazione al valore di riferimento, basandosi sull'analisi di una media
mobile a tre termini del tasso di crescita sui dodici mesi, nonché a
incentrare la propria valutazione delle condizioni di liquidità presenti
nell'area sull'esame degli scostamenti persistenti dal valore di riferimento
e delle relative determinanti. 4. Il Consiglio direttivo rileva che il
valore di riferimento per la crescita della moneta riflette un orientamento
di medio periodo, basato su ipotesi circa l'evoluzione delle sue
determinanti fondamentali nel medesimo orizzonte temporale. In generale, gli
andamenti della moneta nel breve termine possono risultare di difficile
interpretazione ed essere legati a diversi fattori di carattere temporaneo
che non comportano necessariamente implicazioni per la futura evoluzione dei
prezzi. Per questo motivo, nel 1998 il Consiglio aveva già precisato che
l'annuncio del valore di riferimento non presuppone un impegno da parte
della Bce a correggere automaticamente le deviazioni della crescita della
moneta rispetto a tale valore. Quest'ultimo costituisce piuttosto uno
strumento fondamentale per l'analisi monetaria, in quanto definisce
esplicitamente il tasso di espansione della moneta ritenuto compatibile con
il mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio periodo. Ai fini della
politica monetaria, esso rappresenta una "bussola" che consente
alla banca centrale di rispondere alla molteplicità di shock suscettibili
di colpire nel tempo il sistema economico e altresì di non perdere di vista
il fatto che, su un periodo sufficientemente lungo, il tasso di crescita
della moneta deve essere in linea con l'obiettivo della stabilità dei
prezzi. 5. L'esame delle deviazioni della crescita annua di M3 dal valore di
riferimento costituisce un importante elemento nella valutazione degli
andamenti monetari e delle relative implicazioni per la futura stabilità
dei prezzi. Tuttavia, l'analisi monetaria non si limita a questo. Anche
altri indicatori monetari (quali M1 e i prestiti al settore privato) hanno
un rilevante contenuto informativo. Inoltre, al fine di formulare una
valutazione di ampio respiro delle condizioni di liquidità nell'area
dell'euro, è importante tenere conto delle passate deviazioni della
crescita di M3 dal valore di riferimento. Infine, per poter comprendere la
natura degli shock che incidono sugli andamenti monetari e ricavarne
indicazioni sulla futura evoluzione dei prezzi nel miglior modo possibile,
la dinamica di M3 deve essere analizzata congiuntamente ad altre variabili
non monetarie (quali il Pil, i prezzi, i tassi di interesse e altri
indicatori dei mercati finanziari). 6. La forte espansione di M3 osservata
negli ultimi diciotto mesi deve essere, pertanto, valutata alla luce delle
considerevoli riallocazioni di portafoglio effettuate dai soggetti del
settore privato dell'area dell'euro diversi dalle Ifm. Tali riallocazioni
sono state innescate dalle notevoli incertezze e turbolenze sui mercati
finanziari, in particolare dal calo senza precedenti delle quotazioni
azionarie registrato negli ultimi due anni. Questi andamenti di carattere
eccezionale hanno indotto i residenti nell'area non appartenenti al settore
delle Ifm a ridurre le proprie disponibilità in attività relativamente
rischiose, quali le azioni, e ad incrementare la domanda di strumenti più
liquidi e sicuri compresi in M3. La prolungata fase di incertezza
finanziaria ha generato negli ultimi tempi alcuni segnali di instabilità
nella dinamica di breve periodo dell'aggregato M3, come evidenziano i
modelli della domanda di moneta disponibili per l'area dell'euro. Tuttavia,
poiché il valore di riferimento riflette un orientamento a medio termine,
esso non deve essere valutato su brevi intervalli di tempo. A questo
proposito, data l'eccezionalità dei recenti andamenti dei mercati azionari
in termini di entità e durata, eventi analoghi a quelli degli ultimi due
anni non dovrebbero comunemente verificarsi. Ancor più rilevante risulta il
fatto che non vi sono al momento segnali di discontinuità né di mutamenti
strutturali nella relazione fondamentale di lungo periodo tra moneta e
prezzi nell'area dell'euro, sulla quale si fonda il calcolo del valore di
riferimento. In futuro sarà, nondimeno, necessario continuare a vigilare
sulla stabilità di tale relazione. 7. A causa dell'incertezza che
caratterizza al momento i mercati finanziari e il contesto economico nel suo
insieme, l'interpretazione degli andamenti monetari risulta più
difficoltosa che in circostanze normali. In particolare, l'incertezza
riguarda i tempi di normalizzazione della situazione sui mercati finanziari.
Allo stadio attuale, il perdurare della sostenuta dinamica di M3, rafforzata
anche dal basso costo opportunità di detenere moneta, ha determinato un
considerevole accumulo di liquidità nell'area dell'euro. Date le attuali
condizioni di relativa debolezza dell'attività economica, non si ritiene
che tale situazione segnali rischi per la stabilità dei prezzi nel prossimo
futuro. 8. Il Consiglio direttivo desidera inoltre rammentare che, ai fini
della valutazione dei rischi per la futura stabilità dei prezzi, la
strategia di politica monetaria della Bce si fonda sulle informazioni
relative a due pilastri. I risultati dell'analisi monetaria, effettuata
nell'ambito del primo pilastro, vanno sempre considerati congiuntamente ai
dati provenienti dagli altri indicatori economici e finanziari compresi nel
secondo pilastro. Questo approccio diversificato incoraggia a effettuare una
verifica incrociata delle informazioni, che riduce i rischi di errore
nell'impostazione della politica monetaria in un contesto caratterizzato da
incertezza.
MILANO
OSPITA UN SEMINARIO SULL'ANALISI DEGLI STRUMENTI DEL SESTO PROGRAMMA QUADRO
(6PQ)
Milano, 6 dicembre 2002 - L'Euro Info Centre della Camera di commercio di
Milano sta organizzando un seminario sui nuovi strumenti del sesto programma
quadro (6PQ), che si svolgerà il 13 dicembre 2002. La manifestazione
presenterà gli strumenti del 6PQ, le nuove regole di partecipazione e i
nuovi contratti, nonché le procedure di valutazione. Fra gli oratori
figurano Christos Profilis ed Irene Bonetti della DG Ricerca e Brunella
Castelli del ministero italiano della Ricerca. Per informazioni : Angela
Cappello, tel. +39 02 8515 5243 E-mail: eic@mi.camcom.it
FONDAZIONI:
IL MINISTERO RICORRERÀ AL CONSIGLIO DI STATO
Roma, 6 dicembre 2002 - Con riferimento alla decisione resa nota oggi dal
Tar del Lazio, il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica il
proprio intendimento di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sospensiva
e, nell'interesse del sistema, auspica il più rapido giudizio da parte
della Corte Costituzionale.
UNION
INVESTMENT : RECUPERO DEI MERCATI AZIONARI NEL MEDIO TERMINE ANCORA FORTE
VOLATILITÀ NEL BREVE MENTRE IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO SI MANTIENE
STABILE
Milano, 6 dicembre 2002 - Secondo Jens Wilhelm, responsabile equity di Union
Investment, gli attuali prezzi dei titoli offrono interessanti opportunità
di investimento per chi volesse investire in un'ottica di lungo termine; pur
dovendo scontare nell'immediato una consistente volatilità, a medio termine
ci si aspetta una ripresa dei mercati azionari, malgrado i segnali e i dati
macroeconomici non particolarmente positivi. Prospettive di crescita riviste
al ribasso - Nel corso degli ultimi mesi alcuni bilanci ancora poco
trasparenti, i timori di un prossimo conflitto militare e una debole
crescita economica, sono stati i fattori che più hanno influenzato
l'andamento dei mercati finanziari in tutto il mondo, provocando un netto
andamento ribassista delle Piazze internazionali. Secondo Wilhelm, tutti i
principali indicatori economici portano a prevedere che, in un futuro molto
prossimo, si possa assistere a una ripresa incerta nel settore investimenti:
per quanto riguarda il 2003, ad esempio, Wilhelm ritiene che il Pil aumenterà
del 2,5 per cento negli Stati Uniti e dell'1,5 per cento nell'area Euro,
sempre però in presenza di altri rischi quali un crollo dei consumi
(risultato di un più elevato tasso di disoccupazione e la fusione dei
patrimoni privati negli Usa) che, al momento, si mantengono a livelli
sostenuti. Purtroppo la fiducia dei consumatori si sta deteriorando in modo
fin troppo evidente a indicare come, uno dei più importanti pilastri che
sorregge l'economia globale, rischi di indebolirsi nei mesi a venire.
Wilhelm valuta con particolare preoccupazione l'attuale e crescente
indebitamento di molte società americane e l'incerto andamento della
produzione industriale negli Stati Uniti; l'utilizzo della capacità
produttive, attualmente al 74 per cento, resta ben al di sotto della media
storica dell' 80 per cento. Negli ultimi mesi la situazione è migliorata
solo marginalmente in questo settore e ciò potrebbe precludere una crescita
significativa degli investimenti. Volendo guardare il lato positivo, Wilhelm
fa notare come le scorte di magazzino siano però attualmente a livelli
molto bassi. Attesa una modesta crescita degli utili Secondo Wilhelm, la
situazione vendite e utili della maggior parte delle società resterà
ancora difficile nell'immediato futuro, essendo necessario un certo lasso di
tempo prima di poter vedere nuovamente tassi di crescita dei profitti simili
a quelli che hanno accompagnato gli ultimi anni novanta. Sulla scia di una
debole tendenza di crescita registrata nei primi due trimestri del 2002, vi
sono segnali però che indicano un miglioramento: nel secondo trimestre
infatti, i profitti delle prime 500 società americane sono cresciuti
mediamente del 1,4 per cento, un andamento positivo registrato per la prima
volta dall'ultimo trimestre 2000. Un ulteriore segnale positivo viene
individuato da Wilhelm nei dati del terzo trimestre: malgrado i volumi delle
vendite siano rimasti invariati o siano stati addirittura in calo, molte
importanti società hanno registrato un aumento degli utili e questo grazie
a una politica di taglio dei costi e di ristrutturazioni che sembrano
portare i primi frutti. "Non ci sono motivi per una grande
euforia" ha continuato, "ma per gli anni a venire ci aspettiamo
una contenuta crescita dei profitti, pur partendo da livelli molto
bassi." Wilhelm aggiunge che gli analisti ritengono possibile che, nei
prossimi mesi, gli utili societari possano addirittura rimbalzare
maggiormente e le stime utili che si registrano attualmente negli Stati
Uniti, in Eurolandia e in Germania confermano queste ipotesi. Una corretta
valutazione dei titoli Attualmente, i dati relativi agli utili non hanno
ancora avuto un impatto significativo sulle valutazioni societarie: con un
PER di circa il 20 per cento, l'equity USA in termini assoluti, pur non
essendo particolarmente oneroso, non costituisce una reale occasione
d'investimento. "Le correzioni dei prezzi, negli ultimi mesi, hanno
chiaramente ridimensionato i livelli esorbitanti registrati nel 1999 e 2000
che, visti alla luce della situazione attuale, ci sembrano
elevatissimi" continua il direttore del settore azionario di Union
Investment, "e questo ha allentato un po' la pressione sui prezzi
azionari. Se poi li si confronta con i titoli obbligazionari (che al momento
offrono rendimenti nominali bassissimi) gli azionari risultano addirittura a
buon mercato. Ripresa a medio termine ma con una persistente alta volatilità
Wilhelm ritiene che nel medio termine assisteremo ad una ripresa delle
quotazioni azionarie. Attualmente si hanno segnali che lasciano prevedere un
ritorno degli investitori istituzionali e la loro disponibilità nel
ricominciare a correre rischi, tendenza questa confermata anche dalla sempre
più crescente domanda di obbligazioni societarie. Secondo l'esperto di
Union Investment questa tendenza è destinata a estendersi nei prossimi mesi
a tutte le Borse mondiali. "Considerate le basse quotazioni dei
titoli" prosegue Wilhelm, "gli investitori che operano nel lungo
periodo possono avvantaggiarsi di occasioni davvero interessanti."
"In un primo momento" dice Wilhelm, "il sentiment di mercato
continuerà a registrare un'elevata volatilità a causa dell'incertezza dei
mercati. Si pensi, ad esempio, ai rischi di uno scontro in Irak o
all'intensificarsi della crisi mediorientale che potrebbero portare a
correzioni dei prezzi nel breve termine rischiando così di interrompere il
trend di recupero per i mesi a venire." I mercati obbligazionari
rimangono stabili "Ci aspettiamo che, nel breve termine, i mercati
obbligazionari restino stabili su entrambe le sponde dell'Oceano
Atlantico" prosegue Wilhelm, il quale, mentre ritiene concluso il ciclo
dei tagli dei tassi d'interesse negli Stati Uniti dopo l'ultima riduzione di
50 punti base, é convinto che la Banca Centrale Europea disponga ancora di
un certo margine di manovra in politica monetaria. Le pressioni
inflazionistiche si stanno allentando grazie ad una accresciuta forza
dell'Euro e ciò dovrebbe indurre la Bce a decidere a favore di tassi
d'interesse più bassi. Indubbiamente però non si può sottovalutare il
fatto che il comportamento dei mercati azionari condiziona profondamente
anche l'andamento dei mercati obbligazionari. Ecco perché, a medio termine,
qualora i mercati azionari si stabilizzassero e il debito governativo
diminuisse, ci si potrebbe trovare di fronte a una notevole pressione sul
settore obbligazionario. Wilhelm conclude affermando che al momento, viste
la spiccata curva dei tassi d'interesse e le maggiori potenzialità che si
delineano, sono di particolare interesse le scadenze a medio termine. Per
quanto riguarda le specifiche operazioni di Union Investment recentemente c'è
da registrare la revisione subita dall'allocazione dei principali portafogli
azionari europei: il peso dei titoli azionari tedeschi è stato nettamente
ridotto dal precedente 15 per cento all'attuale 12 per cento. Nell'indice
MSCI Europe il peso dedicato all'equity Germania ammonta solo al 9 per cento
e pertanto il peso rispetto al benchmark rimane invariato. Esistono
eccedenze di peso anche per Francia e Olanda, mentre Italia, Spagna e
Finlandia coprono all'interno dei fondi un peso inferiore rispetto al
benchmark. Per ciò che riguarda la Gran Bretagna, il management di Union
Investmnet ha costituito importanti posizioni soprattutto attraverso nuovi
acquisti di titoli utility, portando il peso investito su Londra leggermente
al di sopra di quello indicato dal benchmark. Parlando di comparti, si
osserva attualmente un sovrappeso nel settore energia (che include il
petrolifero), nel settore farmaceutico-biotech, nel settore delle
telecomunicazioni e nel settore delle utility. Al contrario, nel settore
alimentare, beverage e affini si evidenzia il più grosso scostamento dal
benchmark con una posizione inferiore di oltre due punti percentuali.
UNION
INVESTMENT ITALIA: ATTIVITÀ 2002 RALF BRANDA, DIRECTOR ITALY
Milano, 6 dicembre 2002 - Malgrado la difficile congiuntura economica e la
crisi dei mercati finanziari internazionali, Union Investment, pur in
presenza di una ristrutturazione delle proprie attività internazionali,
continua a crescere sul mercato italiano. In questa direzione si inquadra
l'allargamento a 4 persone del team di relationship management composto da
Ralf Branda a Francoforte, Massimo Realini e Stefano Vighi a Milano e
Massimiliano Dazzi a Roma. Il team si prefigge l'obiettivo di ampliare le
partnership distributive da un lato e, dall'altro, di rafforzare le
relazioni esistenti prestando particolare riguardo e attenzione alle banche
popolari e al credito cooperativo che condividono con Union la stessa
matrice. Al fine di completare la copertura territoriale di Union
nell'Italia centro-meridionale, é stato potenziato l'ufficio di
rappresentanza di Roma con l'inserimento di un responsabile residente a
Roma. L'apertura nella capitale consente inoltre, unitamente alla
collaborazione con un nostro partner storico operante in loco quale la PAX
Bank, banca della Chiesa cattolica tedesca, di sviluppare importanti
collegamenti con le numerose congregazioni religiose presenti in Vaticano.
Malgrado le difficili condizioni di mercato, Union ha più che raddoppiato i
volumi italiani grazie ad accordi commerciali stipulati con alcuni tra i
principali operatori del risparmio gestito in Italia che, credendo nelle
nostre capacità di gestione, hanno deciso di affidarci parte dei loro
patrimoni a fianco delle maggiori società d'investimento internazionali.
Nel corso dell'anno Union Investment é stata nominata miglior gestore di
fondi obbligazionari in Germania dalla prestigiosa società Greenwich
Associates. Anche in Italia il marchio Union acquisisce sempre maggiore
visibilità e notorietà sia presso il pubblico dei risparmiatori che nei
confronti degli investitori istituzionali, facendoci ben sperare circa
l'evoluzione delle attività. Per rispondere alle richieste di un mercato
sempre più esigente e in continua evoluzione, abbiamo ampliato e completato
la gamma prodotti disponibili in Italia puntando, soprattutto, sul settore
obbligazionario sul quale vantiamo brillanti risultati. Ecco dunque la
registrazione di 2 fondi obbligazionari. Tra questi ci sono due fondi che in
Germania nel 2002 hanno ottenuto importanti riconoscimenti da parte
dell'agenzia Standard&Poor's : UniEuroAspirant - miglior fondo European
Fixed Income a 1 anno - e UniKapital - miglior fondo Euroland Short Term
Fixed Income a 5 anni. Da notare anche l'offerta di 10 Etf, sette dei quali
quotati dal marzo 2002 alla Borsa di Francoforte, mentre nei prossimi mesi
pensiamo di estendere ulteriormente la nostra gamma con muovi prodotti nel
settore degli investimenti etici. In Germania é stato lanciato il fondo
azionario globale etico Liga-Pax-Cattolico-Union, che l'anno prossimo
vorremmo offrire insieme al nostro partner Pax-Bank alla clientela italiana.
Il fondo si orienta all'indice Ethical Index Global Return die E. Capital
Partners ed è rivolto ad investitori che vogliono rispettare criteri etici
nella scelta dei loro investimenti senza rinunciare alle prospettive di
crescita offerte dai mercati azionari internazionali. Relativamente allo
sviluppo dell'attività in Italia, Union Investment non esclude alleanze o
partnerships con istituzioni finanziarie locali: in tal senso stiamo
valutando alcune delle opportunità offerte dal mercato, mentre continuano
proficuamente le collaborazioni e gli accordi distributivi siglati negli
anni passati.
BORSA
ITALIANA SPA: IN NOVEMBRE FORTE RIPRESA DEI VOLUMI DI NEGOZIAZIONE E DEGLI
INDICI. NUOVO MASSIMO STORICO PER GLI SCAMBI AFTER HOURS. LA
CAPITALIZZAZIONE SALE A 501 MILIARDI DI EURO. CRESCONO GLI SCAMBI DI OPZIONI
SU AZIONI.
Milano, 5 dicembre 2002 - Nel mese di novembre il mercato azionario è stato
caratterizzato da una crescita dei volumi di negoziazione e da una forte
ripresa degli indici; gli scambi di azioni hanno fatto registrare i maggiori
volumi dell'anno in corso, mentre quelli della fase after hours hanno
raggiunto il nuovo massimo storico, con scambi per 942 milioni di euro. In
novembre l'indice Mib è stato interessato da una forte ripresa che ha
proseguito il trend ascendente avviato nella seconda metà di ottobre. La
serie di sedute positive (15 contro 6 negative) ha portato l'indice a
chiudere il mese a quota 18.522, con una crescita del 9,0% rispetto a fine
ottobre. Si tratta della crescita più elevata su base mensile a partire dal
febbraio 2000, periodo in cui furono raggiunti i massimi storici. Anche
l'indice Numex del Nuovo Mercato ha evidenziato una performance mensile
ampiamente positiva: +16,4%, che segue il +17,2% registrato in ottobre. Gli
indici continui hanno evidenziato un andamento differenziato, con il Mib30
(+10,0%) più brillante del Mibtel (+8,6%). L'indice Mibstar è cresciuto
del 3,3%; rispetto a fine 2001 il Mibstar continua a evidenziare un
andamento migliore degli altri indici, con un calo del 3,6% a fronte del
-16,7% del Mib e del -18,9% del Mib30. Tutti i tre macrosettori hanno
evidenziato un andamento mensile positivo: Finanziari +10,9%, Servizi +7,9%
e Industriali +5,4%; su fine dicembre 2001 permangono performance negative e
diversificate: Industriali -9,9%, Servizi -12,3%, Finanziari -23,7%. Tutti i
principali settori (rappresentativi almeno dell'1% della capitalizzazione)
hanno registrato variazioni mensili positive (in particolare evidenza
Media-Editoriali +17,9% e Auto +16,9%), con l'eccezione di Tessili (-3,4%) e
Immobiliari (-1,7%). Nei primi undici mesi del 2002 il solo a evidenziare
una crescita è Impianti-Macchine (+14,8%), mentre continuano a risaltare le
flessioni di Auto (-41,0%) e Assicurazioni (-30,0%). La volatilità, in calo
dai livelli elevati dei mesi precedenti, si è attestata al 21,3% per la
Borsa (dove rimane sensibilmente più contenuta quella del segmento Star,
pari al 7,9%) e al 37,5% per il Nuovo Mercato. Capitalizzazione e listino -
Il recupero dei corsi azionari ha fatto crescere la capitalizzazione delle
società nazionali quotate, passata da 460,6 miliardi di euro di fine
ottobre a 501,3 (pari al 40,0% del Pil). Nel dettaglio la ripartizione dei
mercati vede la Borsa a quota 489,1 miliardi di euro, il Nuovo Mercato a 7,7
e il Mercato Ristretto a 4,4. In novembre il Mercato Ristretto è stato
interessato da due variazioni del listino: il 1° è stata revocata la Banca
di Credito Popolare di Siracusa (incorporata in Banca Antonveneta, quotata
in Borsa); il 27 è stata ammessa alle negoziazioni la Cit Spa, a seguito
dell'offerta pubblica di sottoscrizione effettuata tra il 14 e il 20, che ha
portato alla raccolta di 18,4 milioni di euro. Nel corso del mese sono state
inoltre annunciate le ammissioni a quotazione di Tenaris, Fiera Milano e
Socotherm, destinate a essere realizzate in dicembre. Le società quotate
sono 293: 236 per la Borsa (di cui 5 estere), 45 per il Nuovo Mercato (1
estera) e 12 per il Mercato Ristretto. A seguito di 172 ammissioni e 94
revoche, il numero degli strumenti quotati su MCW è salito da 5.450 a
5.528. Scambi - In novembre gli scambi azionari (194.500 contratti e 2,94
miliardi di euro al giorno) sono stati interessati da un'ulteriore ripresa.
Nel dettaglio, la media giornaliera è stata di 177.000 contratti e 2,89
miliardi di euro per le azioni quotate in Borsa (+6,5% e +17,0% rispetto a
ottobre) e di 17.300 contratti e 55,5 milioni di euro per quelle del Nuovo
Mercato (+34,0% e +65,8%). Per la Borsa si tratta dei volumi più elevati
dell'anno e dei secondi a partire dalla fine del 2000 (solo settembre 2001
ha registrato livelli maggiori). Al netto della crescita dei corsi i volumi
di novembre risultano i secondi di tutti i tempi, di poco inferiori a quelli
di febbraio 2000. Tim è risultata ancora l'azione più scambiata per
controvalore, con il 15,2% degli scambi totali, seguita da Stmicroelectronics
(13,2%) e Telecom Italia (8,7%). La dimensione media dei contratti su azioni
(Borsa, fase diurna), anche grazie alla crescita dei corsi, è cresciuta
passando dai 15.267 euro di ottobre a 16.721. Gli scambi di covered warrant
sono stati interessati da una leggera crescita dei contratti (media
giornaliera 24.600, +3,8% su ottobre) accompagnata da una flessione del
controvalore (media giornaliera 42,0 milioni di euro, -24,3%). Gli scambi
dell'after hours sono cresciuti sensibilmente dai livelli già elevati di
ottobre: rispetto al mese precedente la media giornaliera è passata da
8.409 a 10.378 contratti (+23,4%) e da 34,3 a 47,1 ML euro (+37,1%),
determinando il nuovo massimo storico in termini di controvalore. L'intensità
degli scambi rispetto alla fase diurna è salita al 18,3% per i contratti e
al 5,6% per il controvalore. Gli Etf, negoziati dalla fine di settembre,
hanno fatto registrare in novembre scambi per 1.752 contratti e 54,0 milioni
di euro. La dimensione media dei contratti relativamente elevata (30.800
euro) denota una chiara prevalenza - in queste prime fasi - della
partecipazione di investitori di natura istituzionale e professionale
rispetto a quelli retail. Gli scambi dei titoli a reddito fisso del Mot sono
passati per i titoli di Stato da una media giornaliera di 572 a 491 milioni
di euro (-14,1%) e per le obbligazioni private da a 31,0 a 29,8 (-4,0%). L'Euromot
si è mantenuto stabile sui livelli di ottobre, con una media giornaliera di
326 contratti e 9,0 milioni di euro. I volumi di negoziazione dei derivati
azionari dell'Idem hanno evidenziato un andamento alterno: in un quadro di
sostanziale stabilità dei volumi complessivi, i derivati su indice hanno
fatto registrare una flessione dell'attività di negoziazione, mentre i
derivati su singole azioni sono cresciuti. I futures sul Mib30 hanno fatto
registrare una media giornaliera di 17.364 contratti standard (-15,6%
rispetto a ottobre); il minifib si è attestato a 8.981 contratti standard
(-10,9%); le opzioni sul Mib30 sono scese a una media di 10.430 contratti
standard (-11,6%). I futures su azioni, negoziati da fine luglio su cinque
sottostanti, hanno fatto registrare giovedì 14 novembre il nuovo massimo
storico, con scambi per 7.082 contratti standard e 35,1 ML euro di
controvalore nozionale. Nel mese, per gli scambi di futures su azioni la
media giornaliera è stata pari a 1.245 contratti standard (+167,2% rispetto
a ottobre). Con una media giornaliera di 35.429 contratti standard in
novembre gli scambi delle opzioni su azioni hanno registrato una crescita
del 10,6% sul mese precedente.
LE
PRIME 500 SOCIETÀ EUROPEE HIGH-TECH IN PIÙ RAPIDA CRESCITA SONO STATE
INDIVIDUATE DALLA DELOITTE TOUCHE TOHMATSU, SOCIETÀ INTERNAZIONALE DI
SERVIZI PROFESSIONALI.
Bruxelles, 6 dicembre 2002 - La società che presenta il maggior tasso di
crescita è la Danionics A/S, azienda danese produttrice di batterie agli
ioni di litio con elettrolita polimerico. Fra le prime dieci figurano altresì
due società norvegesi, tre britanniche, una olandese e due israeliane. La
crescita media triennale delle entrate di tutte le 500 società è pari al
528 per cento. Igal Brightman, direttore generale del gruppo Tmt (Technology,
Media and Telecommunications) della Deloitte ha dichiarato che
"l'intuizione, le strategie e la forza innovativa di queste società,
non soltanto hanno determinato il loro successo, ma le hanno rese altresì
vere aziende leader nella crescita del settore Tmt". "Nonostante
il settore tecnologico sia stato severamente minacciato da un forte
rallentamento economico, tali società hanno individuato modalità efficaci
di sviluppare prodotti e servizi che soddisfano le esigenze del mercato
delle tecnologie e si impongono sulla concorrenza", ha aggiunto Karel
Bakkes socio della Deloitte incaricato dello svolgimento dell'indagine. Le
società tecnologiche pubbliche e private situate in Europa, Israele, Russia
e Sudafrica figurano fra le prime 500. Per la redazione della classifica,
l'indagine ha utilizzato i dati relativi alla crescita media triennale delle
entrate di ciascuna società fra il 1999 ed il 2001. Se da un lato tutte le
industrie Tmt sono presenti nella classifica per il 2002, dall'altro il
settore industriale prevalente è quello dei software, rappresentando 179
società o il 36 per cento delle imprese presenti nell'elenco. Le regioni in
cui si trovano le società con il maggior tasso di crescita sono il Regno
Unito con 142 imprese, la Francia con 99, la Germania con 54 e la Norvegia
con 50. Per visionare l'elenco completo delle prime 500 società visitare il
sito: http://www.fast500europe.com
OFFERTA
PUBBLICA DI SOTTOSCRIZIONE DELLE OBBLIGAZIONI "FINMECCANICA FINANCE CAP&FLOOR
FRN BOND 2002-2008"
Milano, 6 dicembre 2002 - Sarà proposto dal 9 al 19 dicembre il prestito
obbligazionario "Finmeccanica Finance Cap&Floor Frn Bond
2002-2008", sotto forma di Offerta Pubblica di Sottoscrizione (Ops) per
un ammontare fino a 330 Milioni di euro, emesso da Finmeccanica Finance S.A.
e garantito da Finmeccanica S.p.A., quotata presso la Borsa Italiana e
presente al listino del Mib30. Le obbligazioni saranno offerte in
sottoscrizione dal consorzio di collocamento coordinato da Unicredit Banca
Mobiliare e potranno essere sottoscritte presso gli sportelli della rete di
Unicredit Banca. La struttura cedolare propone un tasso variabile
indicizzato all'Euribor a 6 mesi, a cui va aggiunto un premio di 90 punti
base; inoltre, ogni cedola non potrà essere superiore o inferiore di 25
punti base rispetto alla cedola precedente. Il prestito obbligazionario ha
un merito di credito espresso da un rating ufficiale pari a Baa2 (outlook
stabile) per Moody's e Bbb (outlook stabile) per Fitch, rating che riflette
quello del garante Finmeccanica. Il prospetto informativo relativo
all'operazione è stato depositato in data odierna presso la Consob. Dalla
collaborazione fra UniCredit Private Banking e VISA nasce Infinite, la carta
Top
PIÙ
DI UNA CARTA, UNO STATUS SYMBOL: UNICREDIT BANCA PRIVATE BANKING, SELEZIONA
IL MEGLIO NEL MONDO PER IL PROPRIO CLIENTE E INTRODUCE PER LA PRIMA VOLTA IN
EUROPA CONTINENTALE INFINITE, LA CARTA DI CREDITO "PRESTIGE".
Milano, 6 dicembre 2002 - Emessa da Clarima, Banca del Gruppo UniCredito
Italiano, specializzata nell'emissione e gestione di carte di credito,
Infinite è una carta Visa, il maggior circuito mondiale di pagamento al
consumo (1 miliardo e 200 milioni di carte, 29 milioni di punti di
accettazione in tutto il mondo, un volume di spesa annue di 2.300 miliardi
di dollari). Top della gamma Visa, è la risposta nel settore delle carte
"prestige", affermate oltreoceano come vero è proprio fenomeno
sociale: il cosiddetto "Black Power", verso cui si sta sempre più
spostando l'interesse della clientela top, nato e già affermato negli Usa.
Riconosciute dal Black design come vero e proprio status symbol fortemente
distintivo, sono connotate da un'offerta di altissima fascia, superiore alle
"tradizionali" carte Gold e Platinum. Il mondo a portata di
"carta". Infinite è stata pensata per essere un passaporto di
esclusività che, come lo stesso nome evoca, offre infinite possibilità di
utilizzo con altrettanti servizi top di assistenza e supporto. Unica ed
esclusiva ad iniziare dal mercato. Primo prodotto di fascia così alta in
Italia, sarà consegnata solo al Cliente di UniCredit Banca Private Banking.
Unica ed esclusiva nei servizi garantiti attraverso accordi con i più
prestigiosi operatori al mondo nel settore dei viaggi, dell'intrattenimento
e del commercio. Unica ed esclusiva anche nelle condizioni con un elevato
plafond di spesa mensile (da 20 mila Euro) e spendibilità senza confini è
accettata in più paesi del mondo rispetto a qualsiasi altra carta
"Premium" (oltre un milione e duecentomila esercizi convenzionati
in Italia e oltre 29 milioni nel mondo). Infinite quindi può sostituire
tutte le carte già presenti nel portafoglio del Cliente. Per il Gruppo
UniCredito Italiano, Infinite è un atto di tangibilità della filosofia
della nuova Banca Private che nascerà a gennaio, fondata sull'esclusività
come missione nel rapporto con il Cliente e quindi nella ricerca, a livello
internazionale, delle migliori soluzioni per soddisfarne gli interessi. La
carta sarà disponibile nei prossimi giorni ma sono già stati sottoscritti,
in due settimane, oltre 5000 contratti anche da parte di personalità del
mondo dello spettacolo, della politica, dell'industria.
LOCAT:
ACCORDO CON SAVALEASING PER L'ACQUISIZIONE DI 158,8 MILIONI DI EURO DI
PORTAFOGLIO CONTRATTI
Milano, 6 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Locat S.p.A.,
presieduto da Francesco Mezzadri Majani, il 4 dicembre ha dato il proprio
consenso all'accordo con Savaleasing S.p.A. - società appartenente al
Gruppo Fiat - per l'acquisizione in blocco da parte di Locat S.p.A. di n.
10.876 contratti per un controvalore di complessivi 158,8 milioni di euro.
Il portafoglio ceduto è composto per oltre il 60% da contratti di leasing
automobilistico e, per il residuo, da contratti di leasing immobiliare e
strumentale. Il Consiglio ha inoltre approvato il budget relativo all'anno
2003 ed il Piano strategico 2003 - 2005. Gli obiettivi societari sono
focalizzati sul miglioramento della profittabilità mediante una attenta
politica di pricing, un ampliamento dei servizi offerti, con particolare
attenzione a quelli con revenues free-risk (assicurazioni, convenzioni con
fornitori, etc.) ed una costante attenzione alla struttura dei costi. Con
una produzione attesa per il 2005 di 4,5 miliardi di euro, Locat prevede il
mantenimento della leadership del mercato del leasing italiano con una quota
dell'11,7%. Per quanto riguarda l'aspetto economico, gli utili netti
previsti per il triennio evidenziano un costante miglioramento annuale con
il raggiungimento a fine triennio di un Roe pari al 19,3% contro il 14,0%
previsto per il 2002. Per l'anno 2005, infine, grazie alla continuazione
delle politiche di razionalizzazione delle strutture, è atteso un indice di
cost-income pari al 28,1%, in ulteriore riduzione sul 32,8% previsto per il
corrente anno. Infine, il Consiglio di Amministrazione ha adottato il Codice
di Comportamento in materia di Internal dealing redatto in ottemperanza
della disciplina recentemente introdotta da Borsa Italiana.
HDP:
CONFERMATO FRANCO TATÒ QUALE PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ E DEL COMITATO
ESECUTIVO E PAOLO FRESCO QUALE COMPONENTE DI QUEST'ULTIMO.
Milano, 6 dicembre 2002 - L'Assemblea ordinaria e straordinaria degli
azionisti di HdP tenutasi ieri ha confermato, per la parte ordinaria,
Consiglieri Paolo Fresco, Corrado Passera e Franco Tatò, già cooptati il
10 settembre scorso, ed ha inoltre nominato Consigliere Raffaele Agrusti in
sostituzione di Gianfranco Gutty. Per la parte straordinaria è stato
approvato il trasferimento della sede sociale di HdP da Via Filippo Turati
16/18 a Via Angelo Rizzoli 2, con efficacia dal 1° gennaio prossimo ed il
progetto di scissione parziale da Rcs Editori S.p.A. del ramo d'azienda
Pubblicità a beneficio della Rcs Pubblicità S.p.A, controllata da HdP, e,
a beneficio di HdP S.p.A., delle partecipazioni controllate, dirette e
indirette, nelle società: Rcs Libri S.p.A., Rcs Periodici S.p.A., società
partecipate nell'area periodici, Rcs Diffusione S.p.A, partecipazioni
finanziarie e quelle ritenute "non core" oltre all'attribuzione
delle funzioni "corporate". Il progetto di scissione è già stato
approvato dalle Assemblee delle controllate partecipanti all'operazione (Rcs
Pubblicità e Rcs Editori). Il Consiglio di Amministrazione tenutosi al
termine dell'Assemblea ha confermato Franco Tatò quale Presidente della
Società e del Comitato Esecutivo e Paolo Fresco quale componente di
quest'ultimo.
UN
MICROBO VUOLE COALIZZARE TANTE FORZE CONTRO UN ELEFANTE. OVVERO COME LA
ZUCCHETTI VUOLE CREARE LE PREMESSE PER CONTRASTARE - A LIVELLO MONDIALE - LE
NUOVE STRATEGIE DI MICROSOFT
Milano, 6 dicembre 2002 - Si è svolta il 5 mattina al Circolo della Stampa
di Milano la conferenza stampa del gruppo Zucchetti, alla presenza di molti
giornalisti sia della stampa di settore che dei quotidiani, avente per
argomento le iniziative che l'azienda lodigiana vuole promuovere per
contrastare le nuove strategie di Microsoft. La società americana, infatti,
ha annunciato la propria intenzione di entrare anche nel mercato dei
gestionali per le Pmi e dei loro componenti, con il rischio concreto che
possa diventare monopolista anche in questo mercato, con notevoli
conseguenze negative sia in termini di ricerca nel settore delle nuove
tecnologie, sia per il mantenimento della propria autonomia nell'area delle
applicazioni, sia nella creazione di nuovi posti di lavoro in tanti settori.
L'incontro è stato aperto dall'intervento di Domenico Zucchetti, che ha
spiegato i motivi che lo hanno convinto ad indire la conferenza stampa. In
seguito sono intervenuti: Giorgio Mini (Zucchetti spa), che ha spiegato la
strategia di Microsoft relativa al mercato dei gestionali per le piccole e
medie imprese e dei loro componenti; Federico Del Freo (Zucchetti spa), che
ha parlato dell'orientamento che la Pubblica Amministrazione sta assumendo
sia in Italia che in Europa e che sta andando verso gli ambienti Open;
Sergio Mello-Grand (Zucchetti.Com) che ha illustrato come, in quasi tutte le
situazioni, si possa realmente ricorrere a soluzioni alternative in ambienti
Open caratterizzate da elevata qualità. Di seguito l'intervento di Domenico
Zucchetti : " Un pericolo sicuro - Come avete letto sull'invito, Vi
abbiamo convocati perché noi, non solo come società d'informatica, ma
anche come cittadini italiani, europei e del mondo, siamo seriamente
preoccupati delle decisioni di Microsoft di entrare in altri mercati, in
particolare in quello delle applicazioni gestionali e dei loro componenti,
perché questa società, in quasi tutti i settori in cui entra, col tempo,
acquisisce quote di mercato ed instaura un regime di oligopolio se non di
monopolio, conquistando alla fine una posizione dominante e ciò può
costituire un pericolo, non solo per gli utenti (privati e aziende), ma
anche per gli Stati.La forza di Microsoft - Dal bilancio ufficiale di
Microsoft (salvo errori nella rilevazione dei dati) appare che a fronte di
un fatturato di 28,4 Md. $ l'azienda presenta un utile operativo di 11,9 Md.
$, con una disponibilità liquida (costituita da cassa e investimenti a
breve) di 38,7 Md. $, derivante prevalentemente dai profitti accumulati
negli anni. Gli utili evidenziano una situazione che non solo mostra margini
da monopolista, ma che mette Microsoft in grado di praticare politiche di
aggressione di nuovi mercati, di fronte alle quali la difesa da parte delle
singole aziende locali è praticamente impossibile, pertanto esse saranno
costrette a lasciare campo libero al suo monopolio. Finora Microsoft ha
sempre creato l'infrastruttura sulla quale le software house di tutto il
mondo, che considerava "partner strategici", realizzavano le
proprie applicazioni; ora invece è diventata loro concorrente, in quanto è
entrata direttamente anche nel mercato del gestionale per le piccole e medie
aziende, nonché in quello dei componenti. La strategia di Microsoft la
porterà sicuramente verso una situazione in cui essa, da monopolista,
controllerà sia la produzione della tecnologia che la fornitura del
software. Per questo motivo, quando Microsoft Italia, il 07 ottobre, ha
comunicato ad alcune software house le sue strategie, in Zucchetti siamo
rimasti disorientati. Le nostre preoccupazioni - Non ci preoccupano tanto le
acquisizioni di Navision e Great Plains e le recenti dichiarazioni
rilasciate da dirigenti Microsoft in cui confermano "di poter
conquistare un'ottima fetta di mercato1" anche in Italia, ma il fatto
che Microsoft voglia cercare di imporre come "standard" le sue
componenti software applicative (Crm, Automazione Forza Vendita, Workflow,
Corporate Portal ecc.). Ciò significa che Microsoft non solo vorrà vendere
tali componenti ai propri clienti, ma li vorrà anche integrare con i
gestionali delle altre case di software, togliendo lavoro a queste ultime,
che, quindi, diventerebbero inevitabilmente ancor più dipendenti dai
prodotti Microsoft e asfittiche economicamente; le software house, inoltre,
riverseranno sugli utenti finali la propria dipendenza tecnologica da
Microsoft impedendo, di fatto, agli stessi utenti una migrazione verso
piattaforme alternative Open. Pertanto abbiamo deciso di sensibilizzare
tutte le categorie interessate per creare un movimento che intraprenda
iniziative allo scopo di evitare che Microsoft, traendo vantaggio dalla sua
posizione, diventi monopolista anche nel settore (che è strategico sia per
le aziende che per gli Stati) delle applicazioni gestionali e dei loro
componenti. Se non reagiremo, la strategia di Microsoft, nel medio-lungo
periodo, farà scomparire o renderà quantomeno vassalle, dal punto di vista
tecnologico, quasi tutte le software house mondiali che oggi fanno ancora
sviluppo indipendente; infatti Microsoft vuole lasciare ad esse la sola area
dei verticali2; conseguentemente, per il resto, le software house non
avrebbero più né il know-how tecnologico né quello applicativo dei
prodotti gestionali, diventando solo distributrici di quelli di Microsoft.
Tra l'altro una volta perse, diventerebbe difficilissimo, se non
impossibile, ricreare certe competenze, con la conseguenza che molti
"cervelli" creativi non verrebbero adeguatamente utilizzati né
valorizzati per migliorare la competitività dell'intero paese. Salviamo i
posti di lavoro - Come conseguenza ne risentirebbe pesantemente la bilancia
commerciale relativa al settore informatico, si perderebbero, sia
direttamente che indirettamente, diverse decine di migliaia di posti di
lavoro in Italia e la stessa cosa potrebbe succedere in molti altri Stati.
Tra le tante conseguenze negative elencate, secondo noi quella più grave è
proprio il fatto che molte "menti" eccezionali non verrebbero
valorizzate né utilizzate in base alle loro potenzialità; inoltre
sparirebbe la ricerca e lo sviluppo nell'area informatica e, quindi, la
capacità di dare vantaggi competitivi alle aziende nazionali, in quanto
tutti gli Stati diventerebbero dipendenti da Microsoft nel settore
informatico e in tutte le altre aree correlate: possiamo dire che si tratta,
di fatto, dell'intera economia, perché ormai non c'è più settore che
prescinda dall'informatica. Tutto ciò porterebbe pure ad una notevole
perdita di competitività e, quindi, ad una riduzione del prodotto interno
lordo. Per evitare la sudditanza tecnologica, economica e culturale andiamo
verso il mondo Open Anche noi in Zucchetti, sia in passato che ancora oggi
in molte aree, sbagliando, abbiamo privilegiato il modello proposto da
Microsoft ed abbiamo basato le soluzioni applicative sulla sua piattaforma
tecnologica, per cui praticamente il 100% dei nostri clienti usa prodotti
Microsoft; così facendo abbiamo facilitato le vendite dei suoi prodotti e
favorito il suo monopolio. Ora, però, abbiamo preso decisioni che ci
consentiranno di realizzare applicazioni tali da permettere agli utenti di
effettuare anche altre scelte. Prendere coscienza del problema e passare da
azioni singole ad iniziative comuni e coordinate Di fronte a questa
situazione, secondo noi è necessaria una chiara presa di coscienza e una
svolta nel modo di contrastare la strategia di Microsoft, contrapponendo a
delle azioni singole (anche se portate avanti da società di notevole peso a
livello internazionale) quelle di tutte le categorie interessate. Molte
grandi aziende del settore informatico di base (es.: Ibm, Sun e Hp) e un
vastissimo insieme di microstrutture e singoli individui che hanno a cuore
la futura libertà di sviluppo del software, stanno operando, sia pure
ciascuna autonomamente, per contrastare le strategie di continua avanzata ed
espansione di Microsoft, mediante la definizione e lo sviluppo di una comune
piattaforma tecnologica standard alternativa e aperta, che ha trovato negli
standard di Internet, oltre che in Linux, Apache e Java i suoi punti di
riferimento; tra l'altro, come tutti sanno, alcuni di questi componenti, pur
essendo di qualità elevata, sono addirittura gratuiti. In Zucchetti abbiamo
pensato di avviare un processo di sensibilizzazione che coinvolga le azioni
di più attori: non solo chi sviluppa e utilizza software applicativo e le
società di hardware e di informatica in genere, ma anche la Pubblica
Amministrazione e tutti gli utenti, cercando di prevenire e fermare sul
nascere la situazione pericolosa conseguente all'entrata di Microsoft anche
nell'area dei gestionali, che rischia di portare aziende e Stati ad una
"colonizzazione" tecnologica, applicativa e culturale. Creare un
movimento di sensibilizzazione - Ribadiamo che la nostra idea è quella di
creare un movimento che riesca a sensibilizzare e coalizzare molte forze:
Pubblica Amministrazione, utenti privati, software house e utenti business.
Noi crediamo che la cosa sia possibile e che la nostra causa troverà sulla
sua strada molti proseliti. Naturalmente la Zucchetti non vuole fare la
mosca cocchiera e lascerà la regia delle azioni da effettuare alle
associazioni di categoria rappresentanti sia le software house sia tutte le
società d'informatica, sia gli utenti. Costituire un comitato - Tutte
queste forze potrebbero operare attraverso un comitato presieduto da un
avvocato di notevole valore che sappia muoversi disinvoltamente anche a
livello internazionale, che sia anche esperto di problematiche antitrust,
che naturalmente possa essere al di sopra di pressioni e condizionamenti di
sorta e che abbia a cuore la valorizzazione della creatività e delle
capacità individuali, la difesa di decine di migliaia di posti di lavoro
così pure gli interessi dei consumatori . La nostra idea di contrastare le
strategie di Microsoft nel campo gestionale, è nata per caso durante lo Smau
di quest'anno ed è subito iniziata un'azione di sensibilizzazione: abbiamo
cercato di convincere altre software house a modificare la strategia
d'offerta, al fine di operare anche con piattaforme alternative, iniziando
così, come abbiamo fatto noi, un processo di affrancamento dall'eccessiva
dipendenza tecnologica che molte aziende che sviluppano software (Zucchetti
compresa) hanno ancora nei confronti dei prodotti di questa società. Le
aziende utenti, i manager e gli utilizzatori di tutto il mondo, infatti, non
devono essere obbligati, anche come conseguenza delle scelte tecnologiche di
chi ha realizzato applicazioni gestionali, a continuare a comperare solo
prodotti Microsoft, ma devono avere diritto di poter scegliere le
piattaforme hardware e software di base sulle quali utilizzare le proprie
applicazioni, optando per la soluzione che ritengono più sicura, produttiva
e vantaggiosa in funzione delle proprie esigenze. Sicuramente le
associazioni di categoria porteranno avanti numerose iniziative; noi, nel
frattempo, Vi elenchiamo quelle che riteniamo più efficaci per conseguire
l'obiettivo, sia in Italia che a livello mondiale. Ecco le azioni che
abbiamo pensato di attuare A) In Italia: creare un comitato nazionale che
coordini le attività delle singole società e delle varie associazioni;
informare tutto l'Esecutivo: dal Capo del Governo al Ministro per
l'innovazione e le tecnologie, nonché tutti gli altri Ministri e Ministeri,
sensibilizzandoli sul fatto che diventa indispensabile per la Pubblica
Amministrazione italiana non contribuire ulteriormente a rafforzare il
monopolio di Microsoft, come invece avviene ancora attualmente in molti
bandi di gara che richiedono, esplicitamente o implicitamente, piattaforme
Microsoft;* informare e sensibilizzare l'antitrust italiana; informare e
sensibilizzare tutte le società di informatica italiane; ogni società di
software, nei progetti di sviluppo futuri, dovrà impegnarsi ad utilizzare
ambienti che non usino solo tecnologie Microsoft, cercando di orientare i
propri clienti a servirsi anche di prodotti alternativi; creare un sito web
dedicato all'iniziativa, per raccogliere e promuovere tutte le idee utili
che perverranno, da pubblicare anche sui siti delle varie associazioni o
gruppi di società d'informatica; ogni società d'informatica dovrà
sensibilizzare i suoi distributori, affinché anch'essi utilizzino,
supportino e consiglino pure prodotti alternativi a Microsoft; ciascuna
società d'informatica si dovrà impegnare a divulgare l'idea del software
Open e a fare proseliti sia presso le altre software house, sia verso tutti
i clienti, soprattutto quelli di maggiori dimensioni che possono fungere da
traino per gli altri; si dovranno effettuare continui dibattiti, per
discutere della questione con società d'informatica e utenti; si dovrà
fare in modo che ne parli continuamente la stampa, sia di settore che non.
bisognerà pertanto che sui vari media si illustrino i vantaggi dei prodotti
Open alternativi a Microsoft, invitando i clienti a valutarne l'adozione. B)
All'estero: costituire un comitato in ogni stato per organizzare le attività
da attuare; creare, inoltre, un comitato sovranazionale che coordini le
azioni dei comitati dei vari paesi; scrivere a tutti i capi di governo dei
vari paesi ed a tutti i loro ministri; sensibilizzare sulla questione la
Pubblica Amministrazione di tutti i paesi del mondo; scrivere al Presidente
dell'Unione Europea Romano Prodi; scrivere al Commissario sulla Concorrenza
, Mario Monti; replicare tutte le iniziative efficaci che verranno
realizzate in Italia. L'Italia e ogni altro paese, a loro volta, sotto la
regia del comitato sovranazionale dovranno replicare le iniziative nuove ed
efficaci che dovessero nascere in altri Stati, sempre con l'intento di
creare, in tutti i paesi, movimenti di opinione affinché gli utenti
utilizzino pure prodotti alternativi a Microsoft, sia nel mondo business che
in quello consumer. Il contributo dei giornalisti Certo la riuscita della
nostra azione dipenderà moltissimo anche da Voi giornalisti ed anche dai
Vostri editori, perché se il comportamento di diversi giornali, anziché di
massima sensibilizzazione nei confronti di Pubbliche Amministrazioni,
aziende e privati, sarà di allineamento alle strategie di Microsoft e di
riverenza, condizionata direttamente o indirettamente dalla pubblicità di
questo colosso, sicuramente Microsoft, col tempo, diventerà monopolista non
solo nell'area dei gestionali, ma anche in altri settori, nei quali potrà
fare il bello e il cattivo tempo; infatti, come ha scritto Franco Carlini
sul Corriere della Sera di sabato 30 novembre, a pagina 24 le
"....nuove licenze per l'uso del software che Microsoft ha adottato
nella scorsa estate...." hanno portato "......un aumento dei costi
che gli analisti di Gartner valutano fra il 33 e il 107%. Con questa
operazione la casa di Redmond non solo incatena i clienti, rendendo più
onerosa la migrazione ad altri prodotti, ma...... le "garantisce un
flusso di cassa programmato.... per gli anni a venire". Attenzione
quindi: se l'azione dei mass media non sarà anch'essa coraggiosa, è
pacifico che le iniziative avranno minor successo e Microsoft resterà sul
mercato sola e incontrastata. In tal caso essa, in futuro, potrebbe non aver
più nemmeno bisogno di fare pubblicità. Siamo però sicuri che non solo
Voi che siete presenti, ma anche i giornalisti assenti e tutti gli altri si
renderanno conto dell'importanza strategica e vitale (anche per gli utenti e
gli Stati), della questione di cui parliamo e delle notevoli conseguenze
negative che ne deriverebbero se non la si affrontasse con un'ampia visione
strategica, con metodo e con continuità. Siamo pertanto ottimisti e
crediamo che tutti i giornalisti contribuiranno, in modo determinante, ad
evitare che nei vari stati cessi la ricerca informatica, che spariscano
molte software house e moltissimi posti di lavoro e che si instauri una vera
e propria sudditanza tecnologica, economica e culturale nei confronti di
Microsoft.
COMPANY
PORTFOLIO MANAGER: GESTIRE UN'AZIENDA COME UN'INVESTMENT BANK? IL SOFTWARE
DI Ors È IL PRIMO STRUMENTO PREVISIONALE SUL MERCATO ITALIANO DEDICATO ALLA
DIREZIONE FINANZIARIA DELLE AZIENDE PER LA GESTIONE OTTIMALE DEGLI
INVESTIMENTI DELLA LIQUIDITÀ SU QUALUNQUE TIPO DI TITOLO FINANZIARIO
NAZIONALE E INTERNAZIONALE
Alba, 6 dicembre 2002 - Ors, software house di Alba specializzata nella
creazione di soluzioni tecnologiche nel settore finanziario, ha messo a
punto il software CPM, Company Portfolio Manager, il primo strumento
completamente dedicato a supportare la direzione finanziaria delle aziende
nella gestione del portafoglio titoli. "Anche chi utilizza software Erp
di tipo complesso, - dice Pierluigi Riva, docente di Ricerca Operativa
presso la Facoltà di Economia di Torino e presidente di Ors - di fatto è
solamente in grado di verificare l'andamento complessivo della liquidità
tramite strumenti di gestione contabile o fogli excel. Con Cpm ci siamo
proposti di offrire finalmente alle aziende che movimentano ingenti capitali
in titoli diversi (azioni, obbligazioni, valute, etc) uno strumento che
permetta anche di fare previsioni sul ritorno degli investimenti effettuati.
Strumento che fino ad oggi era disponibile unicamente per istituti di
credito di grandi dimensioni". Frutto diretto dell'evoluzione di
soluzioni realizzate da Ors per la gestione Private delle banche, Cpm,
invece, presenta numerose funzioni di pianificazione e previsione
finanziaria e controllo del rischio. Innanzitutto, Cpm dà la possibilità
di tenere sotto controllo in tempo reale la valorizzazione del portafoglio
titoli, perché permette di effettuare analisi sulla composizione dei propri
investimenti rispetto ad eventuali altri portafogli "ideali" o
benchmark, al fine di rivederne progressivamente l'allocazione e ottenerne
così la miglior performance possibile in un determinato periodo. Cpm
consente, poi, di valutare il rendimento del portafoglio, in termini di
miglioramenti e peggioramenti, in modo scomponibile per famiglie di
caratteristiche (settore, categoria, valuta, emittente, duration etc) fino
al singolo asset di interesse in un determinato intervallo di tempo per
poter così intervenire con opportune correzioni "in corso
d'opera". A queste funzioni si aggiunge la possibilità di valutare il
rischio del medesimo portafoglio secondo i principali indici (Jensen,
Sortino, etc) e un modello Var (valueatrisk) che calcola l'eventuale massima
futura perdita, permettendo una gestione più consapevole del portafoglio
stesso. Anche simulazioni effettuate con l'inserimento successivo di un
nuovo titolo o di un nuovo portafoglio sono molto semplici: Cpm può
caricare dati di qualunque formato e ha, come unica condizione, la
disponibilità della serie storica necessaria per valutarne le performance.
Cpm prevede, inoltre, due moduli supplementari: il primo per l'integrazione
della gestione del portafoglio con i flussi investibili del cash budget,
ovvero la possibilità di scegliere investimenti a scadenza in base alla
necessità di assolvere a uscite di cassa già programmate. Il secondo
modulo offre, invece, la possibilità di predisporre attività di copertura
dei rischi sul portafoglio, tra cui soprattutto l'immunizzazione del
portafoglio rispetto all'andamento delle valute e dei tassi di interesse,
suggerendo a seconda della composizione del portafoglio, tramite una
simulazione, la contromisura più adeguata. Infine, da notare che Cpm è
perfettamente adattabile e integrabile con i più diffusi pacchetti
gestionali aziendali, in modo da evitare possibili disallineamenti.
MILANO,
LOMBARDIA E SUD AMERICA: UN LEGAME PROFONDO GRAZIE ALLE IMPRESE UN PRODOTTO
ITALIANO SU CINQUE VENDUTO IN SUD AMERICA VIENE DA MILANO. SOPRATTUTTO
TELEVISORI, HI-FI E TELEFONIA
Milano, 6 dicembre 2002. "Il continente latino-americano è una regione
del mondo a cui il nostro Paese è vicino per cultura ed economia: grazie a
queste basi e all'impegno delle nostre istituzioni Milano, nel 2003 ospiterà
un grande evento come l'Assemblea annuale della Banca Interamericana di
Sviluppo" ha detto Bruno Ermolli, Presidente di Promos, l'azienda
speciale della Camera di commercio di Milano per l'internazionalizzazione,
in occasione dell'apertura dei lavori del convegno Le imprese italiane in
America Latina: rischi e opportunità, organizzato dall'Ispi e dal Comitato
Promotore dell'Annual Meeting Bid Milano 2003. "Quello latino-americano
è un mercato che sta attraversando una fase difficile - ha continuato
Ermolli. Basti pensare che le esportazioni italiane nei primi sei mesi del
2002 rispetto a un anno prima si sono ridotte del 21,7% e quelle lombarde,
nello stesso periodo, del 28,4%. La Lombardia e Milano, comunque,
rappresentano dei partner economici importanti e possono svolgere un ruolo
prezioso nel processo di ripresa dell'area sudamericana. Le nostre imprese
sono capaci di essere investitori responsabili e innovativi".
Nonostante la fase non facile per l'economia internazionale e in particolare
sudamericana, l'America Latina mantiene un ruolo importante come partner
commerciale per la Lombardia e Milano. La Lombardia esporta in Sud America
il 34,6% del totale italiano ed importa il 18,3% . Milano esporta il 20,5%
del totale nazionale e importa l'11,6%. È quanto emerge da un'elaborazione
della Camera di Commercio di Milano, attraverso il Lab.Mim. Lombardia: le
province più attive. Tra le province lombarde più attive nel commercio con
il Sud America: Milano (con il 63,2% dell'import e il 59,2% dell'export),
Brescia (18,4% dell'import e 9,4% dell'export), Bergamo (7% dell'import e
11,3% dell'export), Varese (2,9%, 6,5%). Seguono Como (2,6%, 4,3%) e Mantova
(1%, 3,1%) e, in percentuali minori, Cremona (2,7%, 1,4%), Pavia (1%, 2,5%),
Lecco (0,4%, 1,7%), Sondrio (0,5%, 0,5%) e Lodi (0,2%, 0,3%). Rispetto al
2000, positive le percentuali di crescita per l'import di Lodi (+435%), di
Mantova (+41,5%), di Pavia (+38,8%) e di Brescia (+30,4%), mentre la
Lombardia registra un calo del 2,7%. Le esportazioni crescono invece
soprattutto per Bergamo (+21,1%), Como (+9,2%), Cremona (7,2%) e Milano
(6,5%); e il segno è positivo anche per l'intera regione lombarda (+2,3%).
In dieci anni le performance di crescita più felici si registrano
nell'export verso l'America Latina per Mantova (+1925%) e per Sondrio
(+1649%), per Bergamo (+261,8%) e per Brescia (225,2%) nell'import. I
prodotti dell'export e dell'import milanese. Tra i prodotti che
caratterizzano gli scambi commerciali fra Milano e il Sud America, quelli più
esportati sono le apparecchiature per la comunicazione: il 12,5% dell'export
meneghino di telefonia, televisori, radio, ecc. è destinato all'America
centro-meridionale. Ma è anche elevato l'export di macchinari di vario
genere: finisce in America Latina il 4,9% delle macchine per impieghi
speciali e il 2,1% di quelle generiche, il 3,7% delle macchine utensili e
l'1,6% dei macchinari usati per la produzione di energia e il 2,9% delle
apparecchiature per la distribuzione e il controllo di energia. Arrivano dal
Sud America il 17,5% delle importazioni milanesi di metalli preziosi, il
14,4% dei pesci in scatola, il 12,9% del cuoio, l'8,4% della carne. Ma è
anche sudamericano il 7,4% dei prodotti agricoli importati nel milanese, il
5,5% degli oli grassi vegetali e animali e il 4,3% degli articoli in
gomma.
INCIDENTI
STRADALI E LIMITI DI VELOCITÀ: COSA NE PENSANO GLI ITALIANI LA VELOCITÀ È
UNA DELLE PRIME CAUSE DI INCIDENTI IN AUTOSTRADA, MA GLI ITALIANI SI
DIVIDONO SULL'AUMENTO DEL LIMITE. IN CITTÀ LA DISTRAZIONE È RITENUTA LA
PRIMA CAUSA DI INCIDENTI.E' QUESTO
Milano, 6 dicembre 2002 - Il 75% degli Italiani ritiene che la velocità sia
la prima delle tre principali cause di incidenti in autostrada, seguita
dalla distrazione (62%) e dalle condizioni di chi è al volante (40%). La
classifica si inverte invece nei centri urbani. In città infatti sarebbe la
distrazione il primo motivo di incidenti (78%), seguita dall'eccessiva
velocità (45%) e dalla distanza di sicurezza (42%). Anche geograficamente
emergono delle differenze. Sebbene la velocità in autostrada sia vista come
prima causa in tutte le classi di età ed in tutte le aree geografiche,
tuttavia al Nord Ovest viene citata più significativamente che al Sud.
"Ancora una volta desideriamo sensibilizzare tutti gli automobilisti
italiani su come la prudenza alla guida sia fondamentale per salvare vite
umane- afferma Jamie Brown, Amministratore Delegato di Direct Line Italia.
"L'alto numero di incidenti proietta l'Italia al primo posto della
classifica europea e deve indurci a tramutare quello che pensiamo in
comportamento effettivo. Purtroppo questo a volte non succede, come emerge
dal sondaggio. E' sempre in questa direzione che quest'anno Direct Line ha
deciso di intervenire al Motor Show, come assicurazione ufficiale della
manifestazione, dove è presente con un laboratorio creativo per portare
avanti la propria campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza". Nuovo
Codice della Strada: gli italiani si dividono sull'aumento del limite di
velocità Nonostante gli Italiani identifichino nella velocità eccessiva
una delle principali cause di incidenti, dalla ricerca Direct Line- Doxa
emerge che il 51,6% è comunque favorevole all'aumento del limite di velocità
in autostrada da 130 a 150 Km/h previsto dal Nuovo Codice della Strada. La
percentuale degli uomini favorevoli all'aumento della velocità consentita
in autostrada (62%) è superiore a quella delle donne (40%), mentre quella
dei giovani (62%) si distacca nettamente da quella dei più anziani (32%).
Anche geograficamente il dato non è omogeneo perché il 55% di chi vive al
Nord Ovest si contrappone al 49% di chi sta al Sud e nelle isole. Chi è
favorevole all'aumento del limite di velocità motiva la propria convinzione
sostenendo che oggi le auto sono dotate di sistemi di sicurezza più
efficaci e possono sostenere velocità più elevate con una migliore tenuta
di strada (39%). Un opinione altrettanto diffusa (36%) vede nell'alta
velocità un elemento che contribuisce a rendere il traffico più scorrevole
e ad evitare gli ingorghi. Le motivazioni degli automobilisti contrari si
concentrano prevalentemente nel ribadire la pericolosità in termini di
aumento del numero degli incidenti (53%) e della loro gravità (24%).
"L'alto numero di incidenti, insieme al problema delle truffe ai danni
delle assicurazioni" - continua Brown -"si traduce anche in un
elevato costo per la gestione dei sinistri, che a sua volta si riflette
sulle tariffe. È questo uno dei motivi principali per cui, non solo in
Italia ma anche in Europa, le tariffe sono più elevate in alcune zone che
in altre. Maggiore responsabilità sulla strada può tradursi quindi anche
in maggiore risparmio". La Polizia Stradale ricorda che chi guida non
ha il diritto di viaggiare in ogni caso in prossimità del limite di velocità,
ma deve adeguare la velocità dell'auto alle condizioni, soggettive e
oggettive, specifiche del momento. Le cause degli incidenti e i
comportamenti degli italiani L'80% degli automobilisti ritiene che il numero
maggiore degli incidenti avvenga in autostrada, in superstrada e sulle
statali. Sono soprattutto i più giovani e gli anziani a mettere in evidenza
il rischio di incidenti gravi nei centri abitati. A questo proposito la
Polizia Stradale lancia però un forte avvertimento a non sottovalutare i
rischi della guida in città. I dati Istat del 2000 - l'aggiornamento al
2001 è ancora in corso - dimostrano infatti come la percezione degli
automobilisti sia smentita dai fatti: i centri urbani sono stati il teatro
del 74,4% degli incidenti e in città si registra anche il maggior numero di
feriti (71,5%), con una percentuale di decessi del 41,6% sul totale
dell'anno. Il maggior numero di morti avviene sulla viabilità extraurbana
non autostradale (46,7% del totale) Senza dubbio le aree prevalenti di
rischio, sia per le autostrade che per i centri urbani, riguardano la
velocità, la distrazione e le condizioni di chi guida, che possono essere
legate a fattori come la stanchezza o l'abuso di alcool. Gli Italiani del
resto chiedono controlli più severi per questi comportamenti, in
particolare per la guida in stato di ebbrezza (89,4%), la irregolarità dei
sorpassi (77,3%), l'uso del cellulare al volante (77%) e l'uso improprio
delle corsie di emergenza (76%). Anche se la necessità di maggiori
controlli cresce proporzionalmente all'età, i ragazzi tra i 24 e i 35 anni
sono, invece, quelli che mostrano più attenzione verso il problema delle
guida in stato di ebbrezza e verso la irregolarità dei sorpassi e dell'uso
delle corsie di emergenza. Ma è proprio in tema di rispetto delle norme che
a volte si cade in contraddizione. Se l'82% degli intervistati ritiene che
guidare con il cellulare in mano sia un atteggiamento non perdonabile perché
riduce molto l'attenzione, il 35% ammette però di comportarsi comunque in
questo modo. Infine il 57% ammette di non allacciare le cinture di sicurezza
sui sedili anteriori e il 73% su quelli posteriori, sebbene affermi che ci
vorrebbero controlli più severi e che non è perdonabile non osservare
queste norme. La Polizia Stradale ricorda che il corretto utilizzo delle
cinture di sicurezza dà maggiori vantaggi soprattutto in città dove le
velocità medie dell'impatto non superano i 50-60 km/h. E' pertanto
fondamentale allacciare sempre le cinture, anche per brevi
spostamenti.
NEL
NORD DI MILANO IL PRIMO CENTRO PER LA SICUREZZA STRADALE
Milano, 6 dicembre 2002 - Oltre 30 mila incidenti rilevati nel 2001, mentre
sono 26.782, con 71 morti, quelli registrati nei primi 10 mesi di
quest'anno, quasi quanti quelli accaduti in tutto il 2000. Anche a Milano,
dove il Comune ha promosso iniziative e interventi anche d'avanguardia per
rendere meno pericoloso il traffico, è molto elevato il costo sociale dei
sinistri stradali, causati per quasi l'80 per cento da violazioni al Codice
della strada e inosservanza alle norme di comportamento. C'è scarsa
attenzione ai temi della sicurezza e dell'educazione stradale. Di qui la
necessità di interventi concreti per ridurre il numero degli incidenti, in
linea anche con le direttive dell'Unione Europea che impegnano gli stati
membri a diminuire entro il 2010 del 40 per cento i sinistri stradali. A
Milano, nell'area nord, presso la cascina Merlata, con fondi Ue e del Comune
(9 milioni di euro) nasce, per decisione di Palazzo Marino, nell'ambito del
progetto Urban, il primo Centro permanente di informazione e formazione
sulla sicurezza stradale. Corsi ai docenti delle scuole, test di
autovalutazione, con aree destinate a prove pratiche, esposizione di
tecnologie e apparecchiature innovative sulla sicurezza: ecco quello che
garantirà la nuova struttura. I primi esperti saranno i giovani diplomati
dal Corso per Operatori della sicurezza stradale, organizzato
dall'assessorato ai Trasporti, con Acinnova, società dell'Automobil Club e
l'Irsa, istituto di ricerca delle Imprese di Assicurazione, che sarà
inaugurato poco prima della pausa natalizia. Con questo corso (le adesioni
sono aperte sino al 10 dicembre, tel. 72.30.42.36) nasce una nuova figura
professionale. Si calcola che nel giro del triennio possano essere almeno
250 le assunzioni di questi operatori specializzati decise da pubbliche
amministrazioni, società ed enti privati.
OTTIMI
RISULTATI PER GLI GLI ETNOTEAM LABS
Milano, 6 dicembre 2002 - Etnoteam, tra i principali fornitori in Italia di
soluzioni per Internet e per le Telecomunicazioni, conferma la sua
leadership nel settore della ricerca applicata sulle tecnologie wireless e
di telefonia mobile. Nel corso del 2002, gli Etnoteam Labs hanno svolto
numerose attività centrate sul technology scouting, ricercando i prodotti
ed i semilavorati che meglio potessero soddisfare le esigenze espresse o
desiderate dai clienti, e sviluppando prototipi di soluzioni applicative che
fossero in grado di verificare la fattibilità dei progetti in via di
definizione. La proposizione innovativa di Etnoteam è stata presentata a più
di 50 aziende clienti, nei mercati delle Telecomunicazioni, del Finance,
dell'Industria e della Pubblica Amministrazione, con molte delle quali, poi,
sono state avviate attività di ricerca congiunte. Durante il suo primo anno
di attività, dunque, gli Etnoteam Labs hanno lavorato sull'edge
tecnologico. Sono stati approfonditi i diversi risvolti del mondo J2ee (Java
2 Enterprise Edition) ed effettuati i primi sviluppi di rilievo in ambito
europeo sulla tecnologia emergente .Net. E' stato dato, inoltre, grande
impulso alla promozione e realizzazione di servizi che utilizzano il modello
dei Web Services, anticipando le necessità dei nostri clienti più
esigenti, operanti in diversi settori merceologici. Va poi sottolineato che
nei Laboratori si lavora su terminali di nuova concezione, concentrando
l'attenzione sull'utente finale e la sua percezione del servizio, con
l'obiettivo prioritario di rendergli sempre più semplice l'utilizzo delle
nuove tecnologie. Gli Etnoteam Labs pongono grande attenzione anche alle
tecnologie abilitanti per le applicazioni mobili, ed in particolare al Wi-Fi
ed alla telefonia Gprs ed Umts. I ricercatori dei Labs hanno valutato decine
di prodotti e piattaforme, applicando un metodo d'analisi snello e rigoroso,
che consente di proporre diverse soluzioni in modo comparativo. Gli Etnoteam
Labs svolgono, infine, una quotidiana attività di divulgazione verso
l'interno del Gruppo Etnoteam, che trova la sua principale espressione nel
sito internet dei laboratori, all'interno del quale è disponibile, al
momento ad esclusivo uso interno, una grande quantità di documentazione
selezionata. A breve sarà rilasciata una versione pubblica del sito degli
Etnoteam Labs, volta a migliorare la condivisione delle conoscenze anche con
i clienti ed i partner. Sono previste, inoltre, la nascita di una Newsletter
mensile e l'apertura di un terzo laboratorio (dopo quelli di Milano e Roma)
presso E-Tree, la web company del Gruppo Etnoteam con sede a Treviso.
"L'attuale situazione del mercato dell' Ict, - ha commentato Marco
Zamperini, Vp & Chief Technology Evangelist di Etnoteam - pur
manifestando crisi ed incertezza, presenta grandi opportunità, grazie alle
tecnologie che si stanno rendendo disponibili e a quelle che stanno
arrivando a maturazione. In un periodo in cui l'attenzione ai costi ed al
ritorno degli investimenti è altissima, la mobilizzazione delle
applicazioni e la realizzazione di soluzioni che vadano ad abbattere costi
ed a creare efficienza, diventano necessità d'importanza
strategica".
EIGNER
E ZF SIGLANO UN CONTRATTO DA 7 MILIONI DI DOLLARI PER IL PRODUCT LIFECYCLE
MANAGEMENT L'IMPORTANTE COSTRUTTORE AUTOMOBILISTICO ESTENDERÀ
L'IMPLEMENTAZIONE DEL PLM EIGNER
Waltham, Mass., 6 dicembre, 2002 - Eigner, sviluppatore leader di soluzioni
Plm (product lifecycle management), ha annunciato di essersi aggiudicata un
contratto da 7 milioni di dollari da ZF, una delle maggiori industrie
automobilistiche modiali. Con sede in Germania, Zf è uno dei più grandi
costruttori di telai e trasmissioni: la società vanta un fatturato di 9,1
miliardi di euro (9 miliardi di dollari) e più di 56.000 dipendenti in 117
sedi sparse in 22 nazioni. I prodotti Zf sono utilizzati in numerose
applicazioni, tra le quali velivoli, auto, bus, autobetoniere, veicoli da
cantiere, camion, gru, macchine utensili, macchinari nautici, fuoristrada,
pullman da turismo, trattori e furgoni. Secondo i termini dell'accordo,
Eigner estenderà l'attuale implementazione Plm di Zf, la quale gestisce
correntemente 7 milioni tra documenti voci e oggetti facenti capo a più di
8.000 utenti in tutto il mondo. L'implementazione estesa assicurerà
funzionalità specifiche dell'Automotive Solution del Plm Eigner e garantirà
l'integrazione con i sistemi e le soluzioni Zf esistenti , tra le quali Pro/Engineer,
Catia, Pro/Cdm, Ccd, Promis, Sap e Microsoft Office. "Zf fa girare il
proprio business su tre sistemi software aziendali -- Microsoft, Sap ed
Eigner. Il product lifecycle management è un elemento vitale del nostro
successo come fornitore di componenti e sistemi base per automotive: Eigner
ha dimostrato tempestivamente e nuovamente che dispone dell'esperienza e
delle capacità necessarie per adeguarsi e proiettarsi nel futuro," ha
dichiarato Peter Kraus, Cio di Zf. "Questa nuova fase della partnership
con Eigner estenderà ulteriormente le nostre capacità Plm rendendole
disponibili a un gruppo sempre più ampio di dipendenti e di sedi Zf,
aiutando la nostra organizzazione a raggiungere livelli sempre maggiori di
produttività ed efficienza." "Eigner ha basato il proprio
business sull'abilità di fornire soluzioni di product lifecycle management
efficienti e capaci di assicurare benefici reali e tangibili più
rapidamente possibile. Affrontare un investimento tecnologico di tale
portata in periodi difficili come questi è un tributo ai numerosi successi
che Zf ha avuto come cliente Eigner sin dal 1995," ha dichiarato Frank
Azzolino, presidente e Ceo Eigner. "La nostra partnership ha permesso
ad Eigner di ottenere una visione ancora più approfondita dei problemi
ingegneristici associati all'industria automotive, aiutandoci a mettere a
fuoco e a sviluppare soluzioni specifiche alla loro soluzione. Siamo
orgogliosi della nostra abilità nel contribuire al successo dei clienti:
questo ha permesso la crescita constante della nostra società."
Infolink: www.eigner.com
PLANETWORK,
A RISCHIO 99 POSTI DI LAVORO. LA SOLIDARIETÀ DI GIOVANIEUROPEI.COM PAOLO
TOMASINI: PERCHÉ IN BORSA TUTTO VA BENE?
Roma, 6 dicembre 2002 - Strano caso quello di ePlanet, società di
telecomunicazioni (fibre ottiche) quotata al Nuovo Mercato. Una storia di
successo imprenditoriale, ostentata con orgoglio dai vertici dell'azienda.
Di ricavi in costante crescita, di alleanze strategiche e nuovi piani di
sviluppo. Di magnifiche sorti e progressive acquisizioni. Ma anche di
licenziamenti. Il 13 novembre 2002 e un comunicato della società annuncia
l'approvazione dell'ultima relazione trimestrale (al 30 settembre 2002).
"Il Gruppo ePlanet, nel terzo trimestre del 2002", si legge,
"ha raggiunto un valore della produzione di 11.304 migliaia di euro, in
crescita del 91% rispetto al valore dell'equivalente periodo del 2001 (pari
a 5.909 migliaia di euro). Al 30 settembre 2002 il valore della produzione
risulta pari a 36.129 migliaia di euro rispetto alle 20.795 migliaia dei
primi nove mesi del 2001 (+ 74%)". E ancora: "Il risultato
operativo consolidato ante ammortamenti non operativi (Ebitda) del terzo
trimestre 2002, sia pur negativo per 6.599 migliaia di euro, è in netto
miglioramento rispetto al risultato dello stesso periodo del 2001 (negativo
per 8.784 migliaia di Euro)". Infine: "La posizione finanziaria
netta del Gruppo al 30 settembre 2002 è risultata positiva per 19.499
migliaia di euro, con una liquidità totale pari a 19.772 migliaia di
euro". Tutto bene, dunque. Conti positivi e quotazione a Piazza Affari
che schizza in alto. Peccato che mentre la società presentava alla comunità
finanziaria questi risultati incoraggianti e inaspettati, stesse già
pensando a una ristrutturazione, "dolorosa", ma
"indispensabile a riportarla in una situazione di equilibrio gestionale
e permetterle di procedere nel nuovo indirizzo strategico che prevede la
focalizzazione nella vendita di capacità trasmissive e di servizi a banda
larga. Attività, quest'ultima, che richiede un impiego inferiore di risorse
umane". Risultato: il 19 novembre 2002, nemmeno una settimana più
tardi, arriva l'annuncio che 99 lavoratori su 141 (il 70%) di Planetwork,
società controllata al 100% da ePlanet, non servono più. Dovrebbero
gentilmente raccogliere le loro cose e andarsene a casa. Strana storia, che
non convince i lavoratori e li spinge ad avanzare qualche obiezione. Lunedì
2 dicembre, a Milano, si apre il tavolo delle trattative. Mentre i sindacati
e i vertici di ePlanet discutono presso l'Unione del Commercio e del Turismo
in C.so Venezia a Milano, i lavoratori di Planetwork in sciopero scendono in
strada per far sentire la loro voce. E tutto il loro disappunto. Impossibile
per i Giovanieuropei.com non esprimere la propria, sentita, solidarietà. E
sottolineare lo stupore per un'azienda che da un lato illustra solidi piani
finanziari al mercato e dall'altro non mostra altrettanta fiducia nei
confronti dei propri lavoratori.
ALITALIA:
PRECISAZIONE SUL LODO ARBITRALE ALITALIA-KLM
Roma, 6 dicembre 2002 - In relazione a quanto pubblicato da un quotidiano
circa gli effetti dell'esito dell'arbitrato internazionale relativo alla
rottura dell'alleanza tra Alitalia e Klm, Alitalia precisa che la decisione
determina un beneficio finanziario netto pari a 150 milioni di euro a cui
dovranno essere aggiunti i relativi interessi e 3,3 milioni di euro a titolo
di rimborso dei costi dell'arbitrato. Per quanto concerne l'effetto della
decisione sui risultati economici, questo risulta pari all'intera somma di
250 milioni di euro - riconosciuta dagli arbitri quale penale a favore di
Alitalia - oltre agli interessi ed al rimborso dei costi dell'arbitrato, in
quanto l'onere derivante dalla restituzione dei 100 milioni di euro versati
dalla Klm quale contributo per lo sviluppo dell'hub di Malpensa - anch'essa
disposta dalla decisione arbitrale - era stato dalla Compagnia già
prudenzialmente accantonato in un fondo rischi.
WOLFGANG
MAYRHUBER SUCCEDE A JÜRGEN WEBER IN QUALITÀ DI PRESIDENTE E CEO DI
LUFTHANSA IL COMITATO DI SUPERVISIONE ASSICURA CONTINUITÀ CON LA NUOVA
NOMINA
Milano, 6 dicembre 2002 - Il Comitato di Supervisione di Lufthansa ha
annunciato ieri di aver designato il Vicepresidente del Comitato Esecutivo
della Deutsche Lufthansa AG, Wolgang Mayrhuber, come il successore
dell'attuale Presidente e Ceo, Jürgen Weber. Il cambio al timone del Gruppo
avrà luogo durante la prossima Assemblea Generale prevista a Colonia il 18
giugno 2003. "Questa decisione garantirà continuità ai vertici del
Gruppo," ha dichiarato Dr. Klaus Schlede, Presidente del Comitato di
Supervisione che ha reso omaggio a Jürgen Weber per i 35 anni di servizio
alla Lufthansa. Durante i 12 anni trascorsi come Presidente e Ceo Jürgen
Weber ha varato politiche decisive e di successo come la riorganizzazione
del Gruppo e la privatizzazione della società. Sotto la guida di Weber
Lufthansa e Star Alliance, sono diventate i principali attori nell'industria
del trasporto aereo. A nome di tutti i membri del Comitato Esecutivo Jürgen
Weber si è congratulato con Wolfgang Mayrhuber: "Con Wolgang Mayrhuber
alla guida, in questo periodo di difficoltà per il trasporto aereo, il
futuro della società è al sicuro. Un importante segnale per i nostri
clienti, azionisti e dipendenti." Durante la prossima Assemblea
Generale il 18 giugno 2003 sarà proposta la nomina di Jürgen Weber al
Comitato di Supervisione. In qualità di membro del Comitato Esecutivo di
Lufthansa, Wolgang Mayrhuber è responsabile della divisione passeggeri. A
partire dal 1 aprile 2002 era stato nominato Vicepresidente del Gruppo
Lufthansa. La responsabilità generale per la divisione passeggeri comprende
oltre alle tradizionali attività della compagnia aerea anche aree di
importanza strategica quali "Corporate Infrastructure", "Alliances
and Airline Stakes" e "Operational Excellence". Wolgang
Mayrhuber è così responsabile delle più importanti operazioni del Gruppo
che impiega oltre 30.000 dipendenti tra equipaggio e personale di terra
negli aeroporti in Germania e in tutto il mondo, e forza vendita. L'elevata
competenza tecnica e aeronautica, standard di servizio riconosciuti e una
rete di collegamenti globale, operata da Lufthansa e in collaborazione con i
partner Star Alliance, costituiscono i valori principali attribuiti alla
compagnia aerea nel mondo. Wolfgang Mayrhuber vanta 30 anni di servizio nel
Gruppo Lufthansa. Entra in Lufthansa il 1 febbraio 1970 in qualità di
ingegnere elettrico presso la sede di Amburgo dove si svolgono i servizi di
manutenzione agli aeromobili. Dopo aver ricoperto diversi ruoli manageriali
presso la divisione Mro (assistenza, manutenzione e riparazione) di Amburgo,
Wolfgang Mayrhuber è nominato il 1 novembre 1992 Vicepresidente esecutivo e
Chief Operating Officer Technical di Lufthansa. Nei primi anni novanta
Wolfgang Mayrhuber entra a far parte del gruppo dirigenziale chiamato a
sviluppare le strategie per il rilancio e lo sviluppo di Lufthansa.
Successivamente, in occasione dello scorporo di Lufthansa Technik
nell'ottobre 1994 è nominato Presidente del Comitato Esecutivo della società
di ingegneria e manutenzione. Wolfgang Mayrhuber è nominato Presidente e
Ceo di Deutsche Lufthansa Ag nel gennaio del 2001. Nato a Waizenkirchen in
Austria il 22 marzo del 1947 Wolfgang Mayrhuber ha studiato ingegneria
meccanica al collegio tecnico di Steyr in Austria e al Bloor Institute in
Canada. Nell'autunno del 1990 ha completato il corso di Executive Management
Training al Massachussets Institute of Technology (Mit) a Boston.
GALGANO
RAFFORZA IL TEAM:LUCIANO BRAY NUOVO PARTNER
Milano, 6 dicembre 2002 - Il Gruppo Galgano, società leader nella
consulenza di direzione con capitale interamente italiano, rafforza il team
e lo fa con un esperto di punta di Customer Relationship Management. Di
recente, infatti, la squadra dei partner del Gruppo Galgano si è arricchita
con l'arrivo di Luciano Bray. Luciano Bray, è nato nel 1959; laurea in
ingegneria nucleare presso l'Università "La Sapienza" di Roma con
studi post-laurea in Economia aziendale alla Bocconi di Milano. Luciano Bray
è stato protagonista di successo della politica di internazionalizzazione
della Galgano, avendo avuto la responsabilità della direzione della joint
venture iberica fra il Gruppo Galgano e la Coopers&Lybrand all'inizio
degli anni '90. Con la carica di partner di Coopers & Galgano Spagna,
dal 1996, ha coordinato le aree di consulenza in Strategia e Coporate
Transformation per tutta la penisola iberica. Successivamente, Luciano Bray,
entrato nella società nata dalla fusione tra Price Waterhouse e Coopers&Lybrand,
ha avuto la responsabilità del lancio e dello sviluppo dell'area di
consulenza Customer Relationship Management in Italia. Forte di questa
esperienza, in un'area cruciale per il successo di ogni tipologia di
organizzazione, Luciano Bray far parte oggi del team direzionale Galgano con
la missione specifica, che il presidente del Gruppo Alberto Galgano gli ha
affidato, di sviluppare l'area di mercato delle aziende di servizi
ACCORDO
TRA LOCAT SPA E SAN MARCO BIOENERGIE SPAPER IL FINANZIAMENTO DI UN IMPIANTO
ENERGETICO A BIOMASSE
Milano, 6 dicembre 2002 - Locat SpA - società del Gruppo UniCredito
Italiano - e San Marco Bioenergie SpA - posseduta pariteticamente da Carlo
Gavazzi Green Power SpA e Pseg Italia Bv - hanno perfezionato il contratto
di leasing per il finanziamento della costruzione di una centrale di
produzione di energia elettrica, alimentata a biomasse, in località Bando
d'Argenta (Fe). Per la prima volta in Italia, un impianto del valore di 68
milioni di euro per la produzione di energia da fonti rinnovabili, viene
interamente finanziato attraverso la formula del leasing. La centrale a
biomasse di Bando d'Argenta ha una potenza elettrica lorda di circa 24 Mw,
ripartita su due linee indipendenti da 12 Mw ciascuna, al fine di consentire
un' ottimale modularità Impiantistica e gestionale. L'impianto - già in
esercizio commerciale per la prima linea di 12 Mw, entrerà in piena
produzione entro la fine del corrente anno. "Attraverso questo accordo
- afferma l'avv. Domenico Ponciroli, presidente di Carlo Gavazzi Green Power
- si realizza una cooperazione importante tra un grande soggetto finanziario
quale Locat, ed un'azienda leader nel settore della generazione di energia
da fonti rinnovabili. Locat ha percepito positivamente l'iniziativa San
Marco Bioenergie, operando una valutazione di merito della società e dei
suoi soci, facendo propria la convinzione della proprietà sulla redditività
e utilità ambientale di questi impianti". "L'esperienza maturata
nel finanziamento di impianti energetici - sottolinea ii dottor Rosario
Corso, amministratore delegato di Locat -, ci ha permesso di affiancare
adeguatamente il Gruppo Gavazzi, supportandolo in tutte le fasi progettuali
ed operative dell'operazione. Centrali come questa, alimentate
esclusivamente con materiali naturali, rappresentano un' importante
iniziativa imprenditoriale anche in termini di salvaguardia dell'equilibrio
ambientale. Nella produzione di energia, infatti, l'impatto ecologico è
oggi un aspetto quanto mai rilevante che Locat ha tenuto in considerazione
nella fase di concessione del finanziamento. L'intesa creatasi con il Gruppo
Gavazzi in occasione della presente operazione, ritengo possa portare ad
ulteriori proficue opportunità di collaborazione tra le nostre società".
"Carlo Gavazzi Green Power - aggiunge l'avv. Domenico Ponciroli - ha
attualmente all'attivo la partecipazione in tre impianti di produzione
alimentati a biomasse per circa 80 Mw complessivi; altri importanti progetti
di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sono in corso di
sviluppo in alcune regioni dei Mezzogiorno d'Italia: costante di tutti le
iniziative è la tutela ed il rispetto delle prerogative e delle
caratteristiche ambientali ".
NUOVA
SEDE A PARMA PER LO STUDIO LEGALE TREVISAN & CUONZO SARÀ GUIDATA DA
DANIELA AMPOLLINI
Milano, 6 dicembre 2002 - Trevisan & Cuonzo, Studio legale specializzato
in proprietà intellettuale e industriale, con sede a Milano, in via Brera,
6, apre una nuova sede a Parma. Responsabile dei nuovi uffici, situati nel
cuore della città, nello storico palazzo Lusignani di Borgo Antini, 4, sarà
Daniela Ampollini. Ampollini, 30 anni, entrata a far parte dello Studio nel
1999, si occuperà di diritto industriale, inclusi gli aspetti che lo
collegano al settore alimentare (per esempio, le problematiche collegate
alla tutela delle denominazioni di origine, pubblicità ingannevole legata a
prodotti alimentari, problematiche collegate alla presentazione al pubblico
dei prodotti). Lo Studio di Parma rivolgerà la propria attività di
consulenza non solo alle grandi aziende (target tradizionale dello studio
Trevisan & Cuonzo) ma anche alle piccole e medie imprese della zona.
Fondato da Luca Trevisan e Gabriel Cuonzo nel 1993, lo Studio legale
Trevisan & Cuonzo è stato votato nel 1999 il miglior litigation team
italiano nel settore della proprietà industriale e intellettuale dalla
rivista inglese Managing Intellectual Property. Conta oggi 30
professionisti, tra cui avvocati di altre giurisdizioni europee e ha un
dipartimento dedicato all'attività contenziosa che annovera alcuni degli
avvocati più prestigiosi d'Europa, specializzati nel settore del diritto
della proprietà industriale ed intellettuale. Lo Studio è noto per
rappresentare legalmente, fra gli altri, Black & Decker, DaimlerChrysler,
Porsche, Philips, Ibm, Bsa Business Software Alliance, Harley-Davidson,
Caterpillar, Nintendo, Fujitsu, Rambus, Marconi Communications, Action Time,
Saint Gobain, Abb, Emhart, Fimi Federazione Industria Musicale
Italiana.
SIRACUSA
LA PRIMA CONFERENZA EUROPEA SULLA TRATTA DELLE DONNE OGGI SARÀ PRESENTE LA
COMMISSARIA ANNA DIAMANTOPOULOU
Siracusa, 6 dicembre 2002 - Si è aperta ieri a Siracusa la prima Conferenza
europea sulla tratta delle donne, organizzata dalla Commissione europea.
Obiettivo, dare visibilità a quanto sinora fatto dall'Unione europea sul
fronte della lotta contro la tratta, la violenza e lo sfruttamento degli
esseri umani, con uno sguardo particolarmente attento alla condizione
femminile. Durante i lavori si farà il punto sui risultati sinora
conseguiti dalla politica "antitratta" portata avanti in questi
ultimi anni dai 15 Stati membri dell'Unione, al fine di sensibilizzare
ulteriormente azioni di contrasto e prevenzione. In particolare si farà il
punto su: le disposizioni di legge esistenti in Europa per la prevenzione e
la lotta al traffico degli esseri umani e delle donne in particolare; le
misure esistenti per fornire assistenza alle vittime della tratta; il ruolo
del network europeo nella lotta contro la tratta; le prospettive di
intervento per il futuro. Parteciperanno alla conferenza, tra gli altri,
Nicole Ameline, Ministro francese degli Affari sociali delegato alla parità
e all'uguaglianza professionale; Pier Luigi Vigna, Procuratore nazionale
antimafia; Renate Augstein del Ministero per gli Affari familiari della
Germania. Concluderanno la conferenza la Commissaria Anna Diamantopoulou,
responsabile per l'occupazione e per gli affari sociali, e il Ministro per
le pari opportunità Stefania Prestigiacomo - le quali parteciperanno anche
ad un incontro-stampa che avrà luogo venerdì 6 dicembre 2002 alle ore
13,30 (Grand Hotel Villa Politi, via Maria Politi Laudien, 2 -
Siracusa).
CERTIFICAZIONE
UNI EN ISO 9001/2000 PER LA ROSSINI TRADING AZIENDA CON SISTEMA DI GESTIONE
PER LA QUALITÀ CERTIFICATO DAL DNV ITALIA
Milano, 6 dicembre 2002 - La Rossini Trading può ora vantare l¹avvenuta
certificazione del proprio Sistema Qualità. Un traguardo importante che
conferma la vocazione dell¹azienda bergamasca da sempre rivolta alla qualità
dei propri prodotti e all'ottimizzazione dei servizi offerti. Più di 1200
articoli con 8 mila referenze e 400 addetti alla produzione in Italia e all¹estero,
un settore commerciale che vede impegnate 90 persone. Una struttura
finanziaria solida, una politica di investimenti tesa a migliorare
costantemente l¹informatizzazione e la logistica aziendale. Tutto questo è
la Rossini Trading che ha ottenuto il riconoscimento Uni En Iso 9001/2000
dal Dnv Italia. Nata oltre 30 anni fa come fabbrica di abiti da lavoro, l¹azienda,
che ha sede a Bergamo, è cresciuta fino a diventare una delle più
importanti realtà industriali nella produzione e commercializzazione di
prodotti dedicati al mondo del lavoro, dal tradizionale settore dell¹abbigliamento
alle soluzioni antinfortunistiche o per condizioni di lavoro
estreme.L'Ufficio Tecnico, i reparti di progettazione e produzione, tutti i
servizi logistici sono riuniti presso la sede di Bergamo che occupa un¹area
industriale con un volume complessivo di 77 mila metri cubi e uno spazio di
oltre 12 mila metri quadrati situata in posizione strategica nelle immediate
vicinanze dell'uscita autostradale. L'ampiezza della struttura e
l'efficienza dell'organizzazione consentono di offrire un servizio fra i più
avanzati, dalla realizzazione di capi speciali al "pronto
magazzino" in grado di evadere anche ordinazioni importanti in 48 ore.
La forte motivazione di tutta la struttura manageriale, unita ad una spinta
politica di investimenti, ha prodotto negli ultimi anni un continuo
miglioramento del servizio al cliente (come la gestione degli ordini tramite
terminali a radiofrequenza e l¹introduzione di un complesso ed efficiente
sistema di carrelli commissionatori e trasloelevatori completamente
automatizzato) che, anno dopo anno, consolida il successo della Rossini
Trading. Un'azienda, però, sempre attenta al mondo che la circonda e che fa
della prevenzione uno degli obiettivi più importanti, tanto da promuovere
un concorso nazionale "Primi in sicurezza premio Emilio Rossigni"
rivolto a tutte le scuole d¹Italia, per sensibilizzare i giovani,
lavoratori e datori di lavoro di domani. Un invito a riflettere sul tema
della sicurezza nei luoghi di lavoro al quale gli studenti, dai bambini
delle scuole materne ai ragazzi delle superiori, stanno rispondendo con
entusiasmo. Addirittura, nonostante il concorso preveda la consegna dei
lavori entro il 15 marzo 2003, alcune classi hanno già presentato i propri
lavori.
DIDAMATICA
2003: A GENOVA IL 27-28 FEBBRAIO IL CONVEGNO SULL'INFORMATICA PER LA
DIDATTICA
Milano, 5 dicembre 2002 - Si terrà a Genova, tra il 27 e il 28 febbraio
prossimi, la sedicesima edizione di Didamatica, il convegno-rassegna che
Aica - Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo Automatico -
promuove ogni anno per fare il punto e tracciare le prospettive dell'uso
dell'informatica per l'apprendimento e l'insegnamento. Si rinnova così
l'appuntamento per una manifestazione che quest'anno verrà ospitata
nell'ambito di Ted (l'evento guida nel settore dell'innovazione per
l'apprendimento, patrocinato da Ministero per l'Istruzione, la Ricerca e
l'Università) e che offrirà una preziosa occasione di confronto per
studiosi, formatori, Istituti di Ricerca, aziende e soprattutto per un gran
numero di docenti, di tutte le discipline, della Scuola e dell'Università.
Al centro delle relazioni e dei dibattiti sarà l'innovazione formativa
legata all'uso delle reti e l'e-learning (formazione a distanza via
Internet): dalle classi virtuali all'apprendimento collaborativo, agli
strumenti in rete volti a favorire l'apprendimento dei disabili, e così
via. Per partecipare a Didamatica 2003 è necessario iscriversi. La
partecipazione è però gratuita e potrà essere fatta in loco, oppure sui
siti Aica www.aicanet.it o Didamatica http://didamatica2003.itd.cnr.it Per
gli insegnanti di ogni ordine e grado interessati a Didamatica 2003, sarà
anche possibile ottenere l'esonero dalle attività scolastiche: la
partecipazione rientra infatti nel novero delle attività formative di
Università e Cnr previste dalle direttive ministeriali. La partecipazione a
Didamatica permette anche di avere libero accesso all'area espositiva di Ted.
L'iniziativa è parte di un programma più ampio promosso da Aica,
Associazione che ha come finalità lo sviluppo delle conoscenze di
Information & Communication Technology (Ict) in tutti i suoi aspetti
scientifici, economici, sociali ed educativi .
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