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ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA AL PARLAMENTO EUROPEO LA NUOVA STRUTTURA ISTITUZIONALE DELL'UNIONE 

Bruxelles, 6 dicembre 2002- Di seguito riportiamo la dichiarazione di ieri del presidente della Commissione europea Romano Prodi in merito alla nuova struttura istituzionale dell' unione: "La Commissione presenterà oggi il suo secondo contributo alla Convenzione che tratterà della futura architettura istituzionale dell'Unione. Voglio chiarire fin dal principio, per evitare equivoci alimentati da notizie di stampa, che oggi presento, come era previsto un solo testo che la Commissione ha adottato. Quanto al documento sulla Costituzione dell'Unione europea, di cui vi sono echi sulla stampa, esso non rappresenta altro che un esercizio tecnico, uno studio di fattibilità che i Commissari Barnier, Vitorino ed io stesso abbiamo commissionato ad un gruppo di esperti giuristi della Commissione per avere una prima idea di come potrebbe essere organizzato un Trattato. Tale documento è fondamentalmente basato sulla struttura dell'avanprogetto presentato dal Presidium alla Convenzione. Trattandosi, ripeto, di uno strumento tecnico di lavoro, esso non è stato sottoposto né a discussione né tantomeno ad approvazione del Collegio, il quale non è quindi politicamente responsabile del suo contenuto. Benché concepito principalmente ad uso interno, mi è sembrato tuttavia doveroso informarne il Presidente Giscard e, a fini di trasparenza, abbiamo deciso di renderlo disponibile su internet entro questa sera per offrire--come altri hanno già fatto in precedenza--uno strumento di lavoro alla Convenzione e a chiunque lo ritenga utile. Per dare il giusto tono alla mia presentazione e al dibattito che seguirà voglio ricordare un protagonista della prima grande fondazione del progetto europeo. Illustrando il suo famoso metodo, Jean Monnet ha detto: "Non ho mai pensato che possiamo cambiare la natura umana, possiamo però modificare il contesto in cui le persone operano. Dando le stesse regole e le stesse istituzioni democratiche, possiamo indurre gli uomini a comportarsi diversamente fra di loro. Nella Comunità, gli europei imparano così a vivere insieme come un solo popolo. Noi non coalizziamo gli Stati, noi uniamo gli uomini". Se oggi vogliamo guardare avanti, molto avanti, dobbiamo salire sulle spalle dei grandi statisti che ci hanno preceduto. Si tratta di un gesto di umiltà, ed è con umiltà che propongo di riprendere l'intuizione di Monnet in vista delle grandi sfide del futuro. Per unire tutti i cittadini d'Europa noi dobbiamo creare armonia fra gli Stati. Il dibattito di questi mesi, da quando la Convenzione si è insediata, ha già chiarito molti dubbi e ha già dato risposte a molte domande. In primo luogo questo dibattito ha reso chiaro che i cittadini non vogliono che l'Unione si ritiri dai campi nei quali è presente. Anzi, la gente chiede più Europa in politica estera, nel campo della giustizia e della sicurezza e sulle questioni sociali. Inoltre, c'è un ampio consenso sul metodo comunitario, che è alla radice di tanti nostri successi. I rapporti fra le istituzioni principali vanno snelliti e chiariti, ma anche i più scettici hanno capito che senza un forte elemento comunitario l'Europa diventerebbe meno democratica e meno efficiente. Il nostro contributo alla Convenzione fa proprie queste istanze. In sintesi, esso si pone tre obiettivi: l'Unione deve diventare più democratica, più efficace e più chiara. La strada da percorrere per realizzarli non è ancora tracciata nei dettagli, ma conosciamo già i punti di partenza e di arrivo. La rifondazione dell'Europa deve partire dalla doppia natura dell'Unione, che è unione di popoli e di Stati a cui si aggiunge una terza fonte di legittimità dell'Unione ovvero la difesa dell'interesse comune. E il nostro cammino deve portarci a costruire la prima vera democrazia sovranazionale del mondo. Per dare più spessore democratico alla nostra struttura, occorre definire meglio il ruolo e le responsabilità delle principali istituzioni. Proponiamo quindi due innovazioni. La prima riguarda la procedura di nomina della Commissione. 1. Il Presidente della Commissione viene eletto dal Parlamento europeo con almeno i due terzi dei voti e a scrutinio segreto. 2. Il Consiglio, una volta confermata la nomina del Presidente, di concerto con lui o con lei designa gli altri membri della Commissione. 3. Il Parlamento europeo, infine, approva tutto il Collegio così formato. La seconda, riguarda la doppia responsabilità della Commissione davanti al Parlamento europeo e al Consiglio. Proponiamo infatti che entrambe le istituzioni abbiano il diritto di censurare l'azione della Commissione. In questo modo acquista maggior equilibrio il triangolo istituzionale e si consolida la posizione della Commissione come garante dell'interesse generale. È chiaro che il sistema proposto ripartisce più equamente il potere decisionale fra i rappresentanti dei governi degli Stati e i rappresentanti dei popoli dell'Unione, ovvero fra Consiglio e Parlamento. Per lo stesso motivo proponiamo di generalizzare il metodo della codecisione. Tutte le leggi europee, sempre proposte dalla Commissione, devono essere adottate a maggioranza dal Consiglio e decise anche dal Parlamento europeo. Infine, come ho ripetuto spesso in quest'aula, è arrivato il momento di portare questa Assemblea a livello di ogni altro Parlamento democraticamente eletto del mondo passando per la riforma del finanziamento dell'Unione. Vogliamo dare al Parlamento europeo più potere di decidere sulle risorse. Il bilancio dell'Unione deve essere adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio seguendo una procedura derivata dalla codecisione. Come riconosce anche la bozza di Trattato presentata dal Presidio, le risorse dell'Unione dovrebbero avere carattere proprio; cade così la distinzione tra spese obbligatorie e spese non obbligatorie. Onorevoli parlamentari, I punti salienti della comunicazione fanno tutti parte di un solo sistema. La legittimità democratica delle nostre istituzioni, per esempio, è strettamente legata alla loro funzionalità. Le nostre principali proposte a questo riguardo si riassumono in tre punti. Il primo è l'abolizione del voto all'unanimità. I momenti più bui della storia recente dell'Unione sono legati a questa regola. Se il diritto di veto ha portato a volte alla paralisi decisionale con 15 membri, figuriamoci cosa può accadere con 25 o più. Per questo, ritengo che la regola del voto a maggioranza debba essere generale. Tuttavia, l'attuale sistema di ponderazione è molto complesso e risulta arcano ai cittadini. Proponiamo quindi che il Consiglio prenda quasi tutte le decisioni a doppia maggioranza semplice, vale a dire con un voto che rappresenta contemporaneamente la maggioranza degli Stati membri e la maggioranza dei cittadini dell'Unione. Per le decisioni più delicate prevediamo l'uso di una maggioranza rafforzata. Il secondo punto riguarda la Presidenza del Consiglio, un argomento che ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro. Secondo me, la proposta avanzata da più parti di creare la figura di un Presidente dell'Unione crea più problemi di quanti ne risolva. Se da una parte contribuisce alla continuità e alla visibilità dell'Unione, dall'altra nega agli Stati membri, e sottrae a tutti noi, la forte partecipazione al progetto europeo. Ci sono altri problemi. Chi eleggerebbe il Presidente dell'Unione? A chi dovrebbe rispondere? E soprattutto, come ha detto il Primo ministro Verhofstadt, che cosa farebbe per "360 giorni all'anno quando il Consiglio non è riunito e George Bush non lo chiama?" È chiaro che questa carica aprirebbe una falla nella nostra struttura istituzionale. Raccomandiamo pertanto di mantenere il sistema di rotazione per la Presidenza del Consiglio europeo, del Consiglio affari generali e del Comitato dei rappresentanti permanenti. Per tutte le altre formazioni, proponiamo una nuova formula: i componenti delle formazioni del Consiglio eleggono fra di loro un Presidente che resta in carica per un anno. Questa formula dà maggiore continuità ai lavori e affida le Presidenze a personalità che godrebbero della piena fiducia dei loro pari. Il terzo punto riguarda la rappresentanza esterna. L'Unione deve muoversi sulla scena internazionale come un attore unico per difendere i suoi valori e promuovere il suo modello di società. In campo commerciale l'Unione tratta già alla pari con gli altri protagonisti della scena internazionale, perché non riusciamo a essere altrettanto credibili sul piano politico? Qui dobbiamo avere immaginazione e coraggio perché è assolutamente necessario dare all'Unione una voce sola in politica internazionale. La nostra soluzione è il Segretario dell'Unione per gli affari esteri. Questa nuova figura viene nominata dal Consiglio europeo congiuntamente al Presidente della Commissione ed è anche vicepresidente della Commissione. Analogamente, il Segretario dell'Unione risponde in prima persona sia al Consiglio europeo che al Presidente della Commissione. In quanto componente della Commissione, però, condivide la responsabilità del Collegio nei confronti del Parlamento europeo. Come vedete, si tratta di un'innovazione importante ma, ripeto, inevitabile. Data l'entità del cambiamento, abbiamo previsto un periodo di transizione alla fine del quale il Segretario dell'Unione assumerebbe in pieno le sue funzioni. Le voglio indicare brevemente. Il Segretario dell'Unione esercita autonomamente il diritto di iniziativa della Commissione in politica estera nel quadro degli orientamenti del Consiglio. Il Consiglio o un gruppo di Stati membri, tuttavia, possono chiedergli di presentare al Consiglio stesso proposte opportune per raggiungere gli obiettivi comuni. Il Segretario dell'Unione per gli affari esteri è anche responsabile dell'attuazione delle decisioni comuni e, ciò che più conta, è il rappresentante unico dell'Unione in politica estera nei confronti dei paesi terzi e delle altre entità internazionali. Diverse attività dell'Unione sono collegate alla politica estera, ad esempio la politica commerciale e la cooperazione allo sviluppo. La continuità di queste azioni sarà assicurata dalla collaborazione fra il Segretario dell'Unione e il Presidente della Commissione. La questione della rappresentanza esterna dell'Unione si pone anche in campo economico. Infatti, occorre risolvere la questione della rappresentanza della zona euro in sede internazionale. L'euro è già una forza economica riconosciuta. Esso deve essere anche una forza politica e deve far sentire la nostra voce all'esterno. Passo ora al terzo e ultimo punto qualificante della nostra proposta alla Convenzione: la semplificazione e la chiarezza. L'attuale acervo di direttive, decisioni e regolamenti che, insieme, costituiscono la nostra attività legislativa è forse la barriera più alta fra i cittadini e le istituzioni europee. La Commissione ritiene che sia ora di mettere ordine negli strumenti a nostra disposizione. Proponiamo pertanto di classificare le norme in tre categorie: 1. Le leggi organiche adottate con maggioranze rafforzate al Parlamento europeo e al Consiglio. 2. La leggi, che devono essere adottate in codecisione fra il Parlamento e il Consiglio. 3. I regolamenti esecutivi, adottati dalla Commissione in applicazione delle leggi. Il Trattato costituzionale deve tracciare una distinzione netta fra le leggi e le norme esecutive. Inoltre, occorre stabilire chiaramente chi mette in pratica la legislazione europea. Proponiamo di riservare le competenze esecutive esclusivamente alla Commissione che, come ho detto, ne risponderà sia al Parlamento che al Consiglio. Il principio di trasparenza si deve applicare anche alla "comitatologia", quindi crediamo opportuno conservare solamente i comitati consultivi. Ripeto, nel momento in cui il legislatore decide di attuare una legge a livello europeo, la responsabilità esecutiva spetta solo alla Commissione. Laddove invece la Commissione dovesse esercitare una funzione legislativa delegata, è corretto che i due rami del legislativo (Consiglio e Parlamento) siano messi sullo stesso piano quanto alla possibilità di esercitare il controllo sull'attività della Commissione (call back). Signor Presidente, Onorevoli parlamentari, All'inizio, ricordando le parole di Jean Monnet, ho detto che in questa fase della costruzione dell'Europa unita dobbiamo guardare lontano. Il dibattito stimolato dalla Convenzione nei mesi scorsi ha già allargato i nostri orizzonti. I Parlamenti e i governi nazionali vi hanno creduto sin dall'inizio e hanno inviato personalità di primo piano a rappresentarli. L'obiettivo della Convenzione è diventato più ambizioso. Non si tratta più di assicurare semplicemente il funzionamento delle istituzioni dopo l'allargamento ma di definire la fisionomia generale della nostra Unione per le prossime generazioni. Sono felice di questo sviluppo. La Convenzione, che il vostro Parlamento e io abbiamo fortemente voluto, offre ai nostri cittadini e al mondo intero una riflessione su tutti gli aspetti delle nostre istituzioni. E sono felice che lo faccia alla luce del sole. Nei prossimi mesi nascerà una nuova Europa unita, e potremo vantarci di averla fatta nascere in modo trasparente e democratico. 

STANCA, ALLA CONFERENZA EUROPEA SU E-GOVERNMENT ANNUNCIA CHE SARA' A COMO PRIMO EVENTO DI PRESIDENZA DI TURNO ITALIANA 
Bruxelles, 6 dicembre 2002 - L'Italia si presentera' alla guida dell'Europa nel secondo semestre dell'anno prossimo con un'iniziativa sull'e-government, l'uso di internet da parte del cittadino nel suo rapporto con le istituzioni. Lo ha preannunciato ieri a Bruxelles il ministro per l'Innovazione e le tecnologie, Lucio Stanca, precisando che il 3 e 4 luglio si svolgera' sul lago di Como una Conferenza europea ministeriale sull'e-government quale ''primo evento'' della presidenza di turno italiana dell'Ue, il cui semestre iniziera' il primo luglio. La decisione di tenere conferenza, ha sottolineato con soddisfazione il ministro, e' stata segnalata nelle conclusioni del consiglio dei ministri Tlc svoltosi oggi a Bruxelles. L'e-government, ha affermato Stanca, e' ''uno degli elementi di traino'' per la competitivita' del sistema economico e sociale europeo. La conferenza, si e' appreso a Bruxelles, riunira' fra gli altri tutti i ministri europei responsabili per la societa' dell'informazione e la funzione pubblica. L'incontro servira' ad impostare una strategia per ''mettere in rete servizi a livello europeo''. 

BCE: DECISIONI DI POLITICA MONETARIA SUL TASSO MINIMO DI OFFERTA 
Francoforte, 5 dicembre 2002 Nella riunione di ier il Consiglio direttivo della Bce ha adottato le seguenti decisioni di politica monetaria. 1. Il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali è ridotto di 0,50 punti percentuali, al 2,75%, a decorrere dall'operazione con regolamento l'11 dicembre 2002. 2. Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale è ridotto di 0,50 punti percentuali, al 3,75%, con effetto dal 6 dicembre 2002. 3. Il tasso di interesse sui depositi overnight è ridotto di 0,50 punti percentuali, all'1,75%, con effetto dal 6 dicembre 2002. 4. Il valore di riferimento per il tasso di crescita sui dodici mesi dell'aggregato monetario ampio M3 è mantenuto al 41/2%. Bce: 

REVISIONE DEL VALORE DI RIFERIMENTO QUANTITATIVO PER LA CRESCITA DELLA MONETA 
Francoforte: 6 dicembre 2002 Nella riunione tenuta il 5 dicembre 2002 il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha riesaminato il valore di riferimento per l'espansione della moneta e ha deciso di riconfermare l'attuale valore, rappresentato da un tasso annuo di crescita del 41/2 per cento per l'aggregato monetario ampio M3. Le attuali evidenze continuano, infatti, a confortare le ipotesi assunte per il calcolo del primo valore di riferimento nel dicembre 1998, relative al trend di crescita potenziale, del 2-21/2 per cento annuo, e alla diminuzione tendenziale della velocità di circolazione di M3, compresa fra lo 0,5 e l'1 per cento annuo, nell'area dell'euro. Per quanto concerne l'ipotesi sul trend di crescita potenziale, secondo il Consiglio direttivo non vi sono indicazioni del fatto che nell'area dell'euro si siano prodotti mutamenti strutturali tali da richiederne una revisione. Il conseguimento di un più elevato tasso di crescita potenziale nell'area, che occorre realizzare con urgenza, resta subordinato a ulteriori progressi nel campo delle riforme strutturali, in particolare nei mercati del lavoro e dei beni. Il Consiglio continuerà pertanto a seguire con attenzione le evidenze relative alla dinamica della produttività nell'area dell'euro, e la politica monetaria della Bce ne terrà conto in maniera adeguata. Quanto all'ipotesi sulla velocità di circolazione tendenziale di M3, le evidenze attualmente disponibili continuano a confermarne la validità. Il Consiglio direttivo effettuerà la prossima revisione del valore di riferimento nel dicembre 2003. La strategia di politica monetaria della Bce e il valore di riferimento Il Consiglio direttivo desidera rammentare le seguenti caratteristiche del valore di riferimento e il ruolo che esso svolge nell'ambito della strategia di politica monetaria della Bce. 1. Il primo pilastro della strategia attribuisce un ruolo preminente alla moneta, riflettendo le origini fondamentalmente monetarie dell'inflazione nel medio-lungo termine. Lo stretto legame esistente tra moneta e prezzi nel medio periodo, uno dei principi basilari dell'economia, suggerisce che l'analisi del trend della moneta riveste cruciale importanza per una banca centrale il cui obiettivo consiste nel mantenimento della stabilità dei prezzi. Il contenuto informativo degli aggregati monetari e creditizi aiuta la banca centrale a vedere oltre l'impatto transitorio dei singoli shock e a perseguire un orientamento a medio termine nella conduzione della politica monetaria. Ciò trova, altresì, riscontro nell'esperienza maturata dal Consiglio direttivo in base alla quale fin dall'avvio della Terza fase dell'Unione economica e monetaria l'analisi degli andamenti della moneta, in particolare di M3, ha fornito preziose informazioni per la valutazione della situazione economica e l'adozione delle decisioni di politica monetaria. Inoltre, l'esperienza storica dimostra che episodi di sopravvalutazione dei prezzi delle attività sono stati tendenzialmente accompagnati da una forte espansione degli aggregati monetari e creditizi. L'analisi di questi ultimi può aiutare a individuare il prodursi di squilibri finanziari, che a loro volta possono avere implicazioni per la stabilità dei prezzi. 2. Per segnalare questo ruolo all'opinione pubblica, nell'ottobre 1998 il Consiglio direttivo ha deciso di annunciare un valore di riferimento per il tasso di crescita sui dodici mesi di un aggregato monetario ampio. Nel dicembre dello stesso anno il Consiglio ha quindi reso noto, per la prima volta, il valore di riferimento relativo a M3, pari al 41/2 per cento. Le evidenze empiriche emerse da una serie di ricerche confermano che l'area dell'euro soddisfa la condizione necessaria per l'annuncio di tale valore, ossia la stabilità della funzione di domanda di moneta. Inoltre, diversi studi dimostrano che M3 risulta un buon indicatore anticipatore per l'evoluzione dei prezzi in un orizzonte di medio periodo. 3. Il valore di riferimento è derivato in modo tale da essere coerente con la stabilità dei prezzi e da contribuire al suo conseguimento. Il calcolo si fonda, pertanto, sulla definizione di stabilità dei prezzi adottata dalla Bce, che consiste in un incremento sui dodici mesi dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Iapc) per l'area dell'euro inferiore al 2 per cento. Per coerenza con l'orientamento a medio termine della strategia di politica monetaria della Bce, il valore di riferimento è calcolato sulla base delle ipotesi riguardanti l'andamento tendenziale della velocità di circolazione di M3 e della crescita potenziale nel medesimo orizzonte temporale. Nella riunione tenuta il 5 dicembre 2002 il Consiglio direttivo ha quindi riesaminato e confermato le seguenti ipotesi di medio periodo assunte per il calcolo del valore di riferimento: a. un tasso di diminuzione tendenziale della velocità di circolazione di M3 compreso fra lo 0,5 e l'1 per cento annuo; b. un tasso di crescita tendenziale del prodotto potenziale compreso fra il 2 e il 21/2 per cento annuo. Tenendo conto della definizione di stabilità dei prezzi e delle due ipotesi menzionate, il Consiglio direttivo ha deciso di riconfermare l'attuale valore di riferimento per la crescita della moneta, rappresentato da un tasso di incremento annuo dell'aggregato M3 pari al 41/2 per cento. Il Consiglio continuerà a seguire da vicino gli andamenti monetari in relazione al valore di riferimento, basandosi sull'analisi di una media mobile a tre termini del tasso di crescita sui dodici mesi, nonché a incentrare la propria valutazione delle condizioni di liquidità presenti nell'area sull'esame degli scostamenti persistenti dal valore di riferimento e delle relative determinanti. 4. Il Consiglio direttivo rileva che il valore di riferimento per la crescita della moneta riflette un orientamento di medio periodo, basato su ipotesi circa l'evoluzione delle sue determinanti fondamentali nel medesimo orizzonte temporale. In generale, gli andamenti della moneta nel breve termine possono risultare di difficile interpretazione ed essere legati a diversi fattori di carattere temporaneo che non comportano necessariamente implicazioni per la futura evoluzione dei prezzi. Per questo motivo, nel 1998 il Consiglio aveva già precisato che l'annuncio del valore di riferimento non presuppone un impegno da parte della Bce a correggere automaticamente le deviazioni della crescita della moneta rispetto a tale valore. Quest'ultimo costituisce piuttosto uno strumento fondamentale per l'analisi monetaria, in quanto definisce esplicitamente il tasso di espansione della moneta ritenuto compatibile con il mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio periodo. Ai fini della politica monetaria, esso rappresenta una "bussola" che consente alla banca centrale di rispondere alla molteplicità di shock suscettibili di colpire nel tempo il sistema economico e altresì di non perdere di vista il fatto che, su un periodo sufficientemente lungo, il tasso di crescita della moneta deve essere in linea con l'obiettivo della stabilità dei prezzi. 5. L'esame delle deviazioni della crescita annua di M3 dal valore di riferimento costituisce un importante elemento nella valutazione degli andamenti monetari e delle relative implicazioni per la futura stabilità dei prezzi. Tuttavia, l'analisi monetaria non si limita a questo. Anche altri indicatori monetari (quali M1 e i prestiti al settore privato) hanno un rilevante contenuto informativo. Inoltre, al fine di formulare una valutazione di ampio respiro delle condizioni di liquidità nell'area dell'euro, è importante tenere conto delle passate deviazioni della crescita di M3 dal valore di riferimento. Infine, per poter comprendere la natura degli shock che incidono sugli andamenti monetari e ricavarne indicazioni sulla futura evoluzione dei prezzi nel miglior modo possibile, la dinamica di M3 deve essere analizzata congiuntamente ad altre variabili non monetarie (quali il Pil, i prezzi, i tassi di interesse e altri indicatori dei mercati finanziari). 6. La forte espansione di M3 osservata negli ultimi diciotto mesi deve essere, pertanto, valutata alla luce delle considerevoli riallocazioni di portafoglio effettuate dai soggetti del settore privato dell'area dell'euro diversi dalle Ifm. Tali riallocazioni sono state innescate dalle notevoli incertezze e turbolenze sui mercati finanziari, in particolare dal calo senza precedenti delle quotazioni azionarie registrato negli ultimi due anni. Questi andamenti di carattere eccezionale hanno indotto i residenti nell'area non appartenenti al settore delle Ifm a ridurre le proprie disponibilità in attività relativamente rischiose, quali le azioni, e ad incrementare la domanda di strumenti più liquidi e sicuri compresi in M3. La prolungata fase di incertezza finanziaria ha generato negli ultimi tempi alcuni segnali di instabilità nella dinamica di breve periodo dell'aggregato M3, come evidenziano i modelli della domanda di moneta disponibili per l'area dell'euro. Tuttavia, poiché il valore di riferimento riflette un orientamento a medio termine, esso non deve essere valutato su brevi intervalli di tempo. A questo proposito, data l'eccezionalità dei recenti andamenti dei mercati azionari in termini di entità e durata, eventi analoghi a quelli degli ultimi due anni non dovrebbero comunemente verificarsi. Ancor più rilevante risulta il fatto che non vi sono al momento segnali di discontinuità né di mutamenti strutturali nella relazione fondamentale di lungo periodo tra moneta e prezzi nell'area dell'euro, sulla quale si fonda il calcolo del valore di riferimento. In futuro sarà, nondimeno, necessario continuare a vigilare sulla stabilità di tale relazione. 7. A causa dell'incertezza che caratterizza al momento i mercati finanziari e il contesto economico nel suo insieme, l'interpretazione degli andamenti monetari risulta più difficoltosa che in circostanze normali. In particolare, l'incertezza riguarda i tempi di normalizzazione della situazione sui mercati finanziari. Allo stadio attuale, il perdurare della sostenuta dinamica di M3, rafforzata anche dal basso costo opportunità di detenere moneta, ha determinato un considerevole accumulo di liquidità nell'area dell'euro. Date le attuali condizioni di relativa debolezza dell'attività economica, non si ritiene che tale situazione segnali rischi per la stabilità dei prezzi nel prossimo futuro. 8. Il Consiglio direttivo desidera inoltre rammentare che, ai fini della valutazione dei rischi per la futura stabilità dei prezzi, la strategia di politica monetaria della Bce si fonda sulle informazioni relative a due pilastri. I risultati dell'analisi monetaria, effettuata nell'ambito del primo pilastro, vanno sempre considerati congiuntamente ai dati provenienti dagli altri indicatori economici e finanziari compresi nel secondo pilastro. Questo approccio diversificato incoraggia a effettuare una verifica incrociata delle informazioni, che riduce i rischi di errore nell'impostazione della politica monetaria in un contesto caratterizzato da incertezza. 

MILANO OSPITA UN SEMINARIO SULL'ANALISI DEGLI STRUMENTI DEL SESTO PROGRAMMA QUADRO (6PQ) 
Milano, 6 dicembre 2002 - L'Euro Info Centre della Camera di commercio di Milano sta organizzando un seminario sui nuovi strumenti del sesto programma quadro (6PQ), che si svolgerà il 13 dicembre 2002. La manifestazione presenterà gli strumenti del 6PQ, le nuove regole di partecipazione e i nuovi contratti, nonché le procedure di valutazione. Fra gli oratori figurano Christos Profilis ed Irene Bonetti della DG Ricerca e Brunella Castelli del ministero italiano della Ricerca. Per informazioni : Angela Cappello, tel. +39 02 8515 5243 E-mail: eic@mi.camcom.it 

FONDAZIONI: IL MINISTERO RICORRERÀ AL CONSIGLIO DI STATO 
Roma, 6 dicembre 2002 - Con riferimento alla decisione resa nota oggi dal Tar del Lazio, il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica il proprio intendimento di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sospensiva e, nell'interesse del sistema, auspica il più rapido giudizio da parte della Corte Costituzionale. 

UNION INVESTMENT : RECUPERO DEI MERCATI AZIONARI NEL MEDIO TERMINE ANCORA FORTE VOLATILITÀ NEL BREVE MENTRE IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO SI MANTIENE STABILE 
Milano, 6 dicembre 2002 - Secondo Jens Wilhelm, responsabile equity di Union Investment, gli attuali prezzi dei titoli offrono interessanti opportunità di investimento per chi volesse investire in un'ottica di lungo termine; pur dovendo scontare nell'immediato una consistente volatilità, a medio termine ci si aspetta una ripresa dei mercati azionari, malgrado i segnali e i dati macroeconomici non particolarmente positivi. Prospettive di crescita riviste al ribasso - Nel corso degli ultimi mesi alcuni bilanci ancora poco trasparenti, i timori di un prossimo conflitto militare e una debole crescita economica, sono stati i fattori che più hanno influenzato l'andamento dei mercati finanziari in tutto il mondo, provocando un netto andamento ribassista delle Piazze internazionali. Secondo Wilhelm, tutti i principali indicatori economici portano a prevedere che, in un futuro molto prossimo, si possa assistere a una ripresa incerta nel settore investimenti: per quanto riguarda il 2003, ad esempio, Wilhelm ritiene che il Pil aumenterà del 2,5 per cento negli Stati Uniti e dell'1,5 per cento nell'area Euro, sempre però in presenza di altri rischi quali un crollo dei consumi (risultato di un più elevato tasso di disoccupazione e la fusione dei patrimoni privati negli Usa) che, al momento, si mantengono a livelli sostenuti. Purtroppo la fiducia dei consumatori si sta deteriorando in modo fin troppo evidente a indicare come, uno dei più importanti pilastri che sorregge l'economia globale, rischi di indebolirsi nei mesi a venire. Wilhelm valuta con particolare preoccupazione l'attuale e crescente indebitamento di molte società americane e l'incerto andamento della produzione industriale negli Stati Uniti; l'utilizzo della capacità produttive, attualmente al 74 per cento, resta ben al di sotto della media storica dell' 80 per cento. Negli ultimi mesi la situazione è migliorata solo marginalmente in questo settore e ciò potrebbe precludere una crescita significativa degli investimenti. Volendo guardare il lato positivo, Wilhelm fa notare come le scorte di magazzino siano però attualmente a livelli molto bassi. Attesa una modesta crescita degli utili Secondo Wilhelm, la situazione vendite e utili della maggior parte delle società resterà ancora difficile nell'immediato futuro, essendo necessario un certo lasso di tempo prima di poter vedere nuovamente tassi di crescita dei profitti simili a quelli che hanno accompagnato gli ultimi anni novanta. Sulla scia di una debole tendenza di crescita registrata nei primi due trimestri del 2002, vi sono segnali però che indicano un miglioramento: nel secondo trimestre infatti, i profitti delle prime 500 società americane sono cresciuti mediamente del 1,4 per cento, un andamento positivo registrato per la prima volta dall'ultimo trimestre 2000. Un ulteriore segnale positivo viene individuato da Wilhelm nei dati del terzo trimestre: malgrado i volumi delle vendite siano rimasti invariati o siano stati addirittura in calo, molte importanti società hanno registrato un aumento degli utili e questo grazie a una politica di taglio dei costi e di ristrutturazioni che sembrano portare i primi frutti. "Non ci sono motivi per una grande euforia" ha continuato, "ma per gli anni a venire ci aspettiamo una contenuta crescita dei profitti, pur partendo da livelli molto bassi." Wilhelm aggiunge che gli analisti ritengono possibile che, nei prossimi mesi, gli utili societari possano addirittura rimbalzare maggiormente e le stime utili che si registrano attualmente negli Stati Uniti, in Eurolandia e in Germania confermano queste ipotesi. Una corretta valutazione dei titoli Attualmente, i dati relativi agli utili non hanno ancora avuto un impatto significativo sulle valutazioni societarie: con un PER di circa il 20 per cento, l'equity USA in termini assoluti, pur non essendo particolarmente oneroso, non costituisce una reale occasione d'investimento. "Le correzioni dei prezzi, negli ultimi mesi, hanno chiaramente ridimensionato i livelli esorbitanti registrati nel 1999 e 2000 che, visti alla luce della situazione attuale, ci sembrano elevatissimi" continua il direttore del settore azionario di Union Investment, "e questo ha allentato un po' la pressione sui prezzi azionari. Se poi li si confronta con i titoli obbligazionari (che al momento offrono rendimenti nominali bassissimi) gli azionari risultano addirittura a buon mercato. Ripresa a medio termine ma con una persistente alta volatilità Wilhelm ritiene che nel medio termine assisteremo ad una ripresa delle quotazioni azionarie. Attualmente si hanno segnali che lasciano prevedere un ritorno degli investitori istituzionali e la loro disponibilità nel ricominciare a correre rischi, tendenza questa confermata anche dalla sempre più crescente domanda di obbligazioni societarie. Secondo l'esperto di Union Investment questa tendenza è destinata a estendersi nei prossimi mesi a tutte le Borse mondiali. "Considerate le basse quotazioni dei titoli" prosegue Wilhelm, "gli investitori che operano nel lungo periodo possono avvantaggiarsi di occasioni davvero interessanti." "In un primo momento" dice Wilhelm, "il sentiment di mercato continuerà a registrare un'elevata volatilità a causa dell'incertezza dei mercati. Si pensi, ad esempio, ai rischi di uno scontro in Irak o all'intensificarsi della crisi mediorientale che potrebbero portare a correzioni dei prezzi nel breve termine rischiando così di interrompere il trend di recupero per i mesi a venire." I mercati obbligazionari rimangono stabili "Ci aspettiamo che, nel breve termine, i mercati obbligazionari restino stabili su entrambe le sponde dell'Oceano Atlantico" prosegue Wilhelm, il quale, mentre ritiene concluso il ciclo dei tagli dei tassi d'interesse negli Stati Uniti dopo l'ultima riduzione di 50 punti base, é convinto che la Banca Centrale Europea disponga ancora di un certo margine di manovra in politica monetaria. Le pressioni inflazionistiche si stanno allentando grazie ad una accresciuta forza dell'Euro e ciò dovrebbe indurre la Bce a decidere a favore di tassi d'interesse più bassi. Indubbiamente però non si può sottovalutare il fatto che il comportamento dei mercati azionari condiziona profondamente anche l'andamento dei mercati obbligazionari. Ecco perché, a medio termine, qualora i mercati azionari si stabilizzassero e il debito governativo diminuisse, ci si potrebbe trovare di fronte a una notevole pressione sul settore obbligazionario. Wilhelm conclude affermando che al momento, viste la spiccata curva dei tassi d'interesse e le maggiori potenzialità che si delineano, sono di particolare interesse le scadenze a medio termine. Per quanto riguarda le specifiche operazioni di Union Investment recentemente c'è da registrare la revisione subita dall'allocazione dei principali portafogli azionari europei: il peso dei titoli azionari tedeschi è stato nettamente ridotto dal precedente 15 per cento all'attuale 12 per cento. Nell'indice MSCI Europe il peso dedicato all'equity Germania ammonta solo al 9 per cento e pertanto il peso rispetto al benchmark rimane invariato. Esistono eccedenze di peso anche per Francia e Olanda, mentre Italia, Spagna e Finlandia coprono all'interno dei fondi un peso inferiore rispetto al benchmark. Per ciò che riguarda la Gran Bretagna, il management di Union Investmnet ha costituito importanti posizioni soprattutto attraverso nuovi acquisti di titoli utility, portando il peso investito su Londra leggermente al di sopra di quello indicato dal benchmark. Parlando di comparti, si osserva attualmente un sovrappeso nel settore energia (che include il petrolifero), nel settore farmaceutico-biotech, nel settore delle telecomunicazioni e nel settore delle utility. Al contrario, nel settore alimentare, beverage e affini si evidenzia il più grosso scostamento dal benchmark con una posizione inferiore di oltre due punti percentuali. 

UNION INVESTMENT ITALIA: ATTIVITÀ 2002 RALF BRANDA, DIRECTOR ITALY 
Milano, 6 dicembre 2002 - Malgrado la difficile congiuntura economica e la crisi dei mercati finanziari internazionali, Union Investment, pur in presenza di una ristrutturazione delle proprie attività internazionali, continua a crescere sul mercato italiano. In questa direzione si inquadra l'allargamento a 4 persone del team di relationship management composto da Ralf Branda a Francoforte, Massimo Realini e Stefano Vighi a Milano e Massimiliano Dazzi a Roma. Il team si prefigge l'obiettivo di ampliare le partnership distributive da un lato e, dall'altro, di rafforzare le relazioni esistenti prestando particolare riguardo e attenzione alle banche popolari e al credito cooperativo che condividono con Union la stessa matrice. Al fine di completare la copertura territoriale di Union nell'Italia centro-meridionale, é stato potenziato l'ufficio di rappresentanza di Roma con l'inserimento di un responsabile residente a Roma. L'apertura nella capitale consente inoltre, unitamente alla collaborazione con un nostro partner storico operante in loco quale la PAX Bank, banca della Chiesa cattolica tedesca, di sviluppare importanti collegamenti con le numerose congregazioni religiose presenti in Vaticano. Malgrado le difficili condizioni di mercato, Union ha più che raddoppiato i volumi italiani grazie ad accordi commerciali stipulati con alcuni tra i principali operatori del risparmio gestito in Italia che, credendo nelle nostre capacità di gestione, hanno deciso di affidarci parte dei loro patrimoni a fianco delle maggiori società d'investimento internazionali. Nel corso dell'anno Union Investment é stata nominata miglior gestore di fondi obbligazionari in Germania dalla prestigiosa società Greenwich Associates. Anche in Italia il marchio Union acquisisce sempre maggiore visibilità e notorietà sia presso il pubblico dei risparmiatori che nei confronti degli investitori istituzionali, facendoci ben sperare circa l'evoluzione delle attività. Per rispondere alle richieste di un mercato sempre più esigente e in continua evoluzione, abbiamo ampliato e completato la gamma prodotti disponibili in Italia puntando, soprattutto, sul settore obbligazionario sul quale vantiamo brillanti risultati. Ecco dunque la registrazione di 2 fondi obbligazionari. Tra questi ci sono due fondi che in Germania nel 2002 hanno ottenuto importanti riconoscimenti da parte dell'agenzia Standard&Poor's : UniEuroAspirant - miglior fondo European Fixed Income a 1 anno - e UniKapital - miglior fondo Euroland Short Term Fixed Income a 5 anni. Da notare anche l'offerta di 10 Etf, sette dei quali quotati dal marzo 2002 alla Borsa di Francoforte, mentre nei prossimi mesi pensiamo di estendere ulteriormente la nostra gamma con muovi prodotti nel settore degli investimenti etici. In Germania é stato lanciato il fondo azionario globale etico Liga-Pax-Cattolico-Union, che l'anno prossimo vorremmo offrire insieme al nostro partner Pax-Bank alla clientela italiana. Il fondo si orienta all'indice Ethical Index Global Return die E. Capital Partners ed è rivolto ad investitori che vogliono rispettare criteri etici nella scelta dei loro investimenti senza rinunciare alle prospettive di crescita offerte dai mercati azionari internazionali. Relativamente allo sviluppo dell'attività in Italia, Union Investment non esclude alleanze o partnerships con istituzioni finanziarie locali: in tal senso stiamo valutando alcune delle opportunità offerte dal mercato, mentre continuano proficuamente le collaborazioni e gli accordi distributivi siglati negli anni passati. 

BORSA ITALIANA SPA: IN NOVEMBRE FORTE RIPRESA DEI VOLUMI DI NEGOZIAZIONE E DEGLI INDICI. NUOVO MASSIMO STORICO PER GLI SCAMBI AFTER HOURS. LA CAPITALIZZAZIONE SALE A 501 MILIARDI DI EURO. CRESCONO GLI SCAMBI DI OPZIONI SU AZIONI. 
Milano, 5 dicembre 2002 - Nel mese di novembre il mercato azionario è stato caratterizzato da una crescita dei volumi di negoziazione e da una forte ripresa degli indici; gli scambi di azioni hanno fatto registrare i maggiori volumi dell'anno in corso, mentre quelli della fase after hours hanno raggiunto il nuovo massimo storico, con scambi per 942 milioni di euro. In novembre l'indice Mib è stato interessato da una forte ripresa che ha proseguito il trend ascendente avviato nella seconda metà di ottobre. La serie di sedute positive (15 contro 6 negative) ha portato l'indice a chiudere il mese a quota 18.522, con una crescita del 9,0% rispetto a fine ottobre. Si tratta della crescita più elevata su base mensile a partire dal febbraio 2000, periodo in cui furono raggiunti i massimi storici. Anche l'indice Numex del Nuovo Mercato ha evidenziato una performance mensile ampiamente positiva: +16,4%, che segue il +17,2% registrato in ottobre. Gli indici continui hanno evidenziato un andamento differenziato, con il Mib30 (+10,0%) più brillante del Mibtel (+8,6%). L'indice Mibstar è cresciuto del 3,3%; rispetto a fine 2001 il Mibstar continua a evidenziare un andamento migliore degli altri indici, con un calo del 3,6% a fronte del -16,7% del Mib e del -18,9% del Mib30. Tutti i tre macrosettori hanno evidenziato un andamento mensile positivo: Finanziari +10,9%, Servizi +7,9% e Industriali +5,4%; su fine dicembre 2001 permangono performance negative e diversificate: Industriali -9,9%, Servizi -12,3%, Finanziari -23,7%. Tutti i principali settori (rappresentativi almeno dell'1% della capitalizzazione) hanno registrato variazioni mensili positive (in particolare evidenza Media-Editoriali +17,9% e Auto +16,9%), con l'eccezione di Tessili (-3,4%) e Immobiliari (-1,7%). Nei primi undici mesi del 2002 il solo a evidenziare una crescita è Impianti-Macchine (+14,8%), mentre continuano a risaltare le flessioni di Auto (-41,0%) e Assicurazioni (-30,0%). La volatilità, in calo dai livelli elevati dei mesi precedenti, si è attestata al 21,3% per la Borsa (dove rimane sensibilmente più contenuta quella del segmento Star, pari al 7,9%) e al 37,5% per il Nuovo Mercato. Capitalizzazione e listino - Il recupero dei corsi azionari ha fatto crescere la capitalizzazione delle società nazionali quotate, passata da 460,6 miliardi di euro di fine ottobre a 501,3 (pari al 40,0% del Pil). Nel dettaglio la ripartizione dei mercati vede la Borsa a quota 489,1 miliardi di euro, il Nuovo Mercato a 7,7 e il Mercato Ristretto a 4,4. In novembre il Mercato Ristretto è stato interessato da due variazioni del listino: il 1° è stata revocata la Banca di Credito Popolare di Siracusa (incorporata in Banca Antonveneta, quotata in Borsa); il 27 è stata ammessa alle negoziazioni la Cit Spa, a seguito dell'offerta pubblica di sottoscrizione effettuata tra il 14 e il 20, che ha portato alla raccolta di 18,4 milioni di euro. Nel corso del mese sono state inoltre annunciate le ammissioni a quotazione di Tenaris, Fiera Milano e Socotherm, destinate a essere realizzate in dicembre. Le società quotate sono 293: 236 per la Borsa (di cui 5 estere), 45 per il Nuovo Mercato (1 estera) e 12 per il Mercato Ristretto. A seguito di 172 ammissioni e 94 revoche, il numero degli strumenti quotati su MCW è salito da 5.450 a 5.528. Scambi - In novembre gli scambi azionari (194.500 contratti e 2,94 miliardi di euro al giorno) sono stati interessati da un'ulteriore ripresa. Nel dettaglio, la media giornaliera è stata di 177.000 contratti e 2,89 miliardi di euro per le azioni quotate in Borsa (+6,5% e +17,0% rispetto a ottobre) e di 17.300 contratti e 55,5 milioni di euro per quelle del Nuovo Mercato (+34,0% e +65,8%). Per la Borsa si tratta dei volumi più elevati dell'anno e dei secondi a partire dalla fine del 2000 (solo settembre 2001 ha registrato livelli maggiori). Al netto della crescita dei corsi i volumi di novembre risultano i secondi di tutti i tempi, di poco inferiori a quelli di febbraio 2000. Tim è risultata ancora l'azione più scambiata per controvalore, con il 15,2% degli scambi totali, seguita da Stmicroelectronics (13,2%) e Telecom Italia (8,7%). La dimensione media dei contratti su azioni (Borsa, fase diurna), anche grazie alla crescita dei corsi, è cresciuta passando dai 15.267 euro di ottobre a 16.721. Gli scambi di covered warrant sono stati interessati da una leggera crescita dei contratti (media giornaliera 24.600, +3,8% su ottobre) accompagnata da una flessione del controvalore (media giornaliera 42,0 milioni di euro, -24,3%). Gli scambi dell'after hours sono cresciuti sensibilmente dai livelli già elevati di ottobre: rispetto al mese precedente la media giornaliera è passata da 8.409 a 10.378 contratti (+23,4%) e da 34,3 a 47,1 ML euro (+37,1%), determinando il nuovo massimo storico in termini di controvalore. L'intensità degli scambi rispetto alla fase diurna è salita al 18,3% per i contratti e al 5,6% per il controvalore. Gli Etf, negoziati dalla fine di settembre, hanno fatto registrare in novembre scambi per 1.752 contratti e 54,0 milioni di euro. La dimensione media dei contratti relativamente elevata (30.800 euro) denota una chiara prevalenza - in queste prime fasi - della partecipazione di investitori di natura istituzionale e professionale rispetto a quelli retail. Gli scambi dei titoli a reddito fisso del Mot sono passati per i titoli di Stato da una media giornaliera di 572 a 491 milioni di euro (-14,1%) e per le obbligazioni private da a 31,0 a 29,8 (-4,0%). L'Euromot si è mantenuto stabile sui livelli di ottobre, con una media giornaliera di 326 contratti e 9,0 milioni di euro. I volumi di negoziazione dei derivati azionari dell'Idem hanno evidenziato un andamento alterno: in un quadro di sostanziale stabilità dei volumi complessivi, i derivati su indice hanno fatto registrare una flessione dell'attività di negoziazione, mentre i derivati su singole azioni sono cresciuti. I futures sul Mib30 hanno fatto registrare una media giornaliera di 17.364 contratti standard (-15,6% rispetto a ottobre); il minifib si è attestato a 8.981 contratti standard (-10,9%); le opzioni sul Mib30 sono scese a una media di 10.430 contratti standard (-11,6%). I futures su azioni, negoziati da fine luglio su cinque sottostanti, hanno fatto registrare giovedì 14 novembre il nuovo massimo storico, con scambi per 7.082 contratti standard e 35,1 ML euro di controvalore nozionale. Nel mese, per gli scambi di futures su azioni la media giornaliera è stata pari a 1.245 contratti standard (+167,2% rispetto a ottobre). Con una media giornaliera di 35.429 contratti standard in novembre gli scambi delle opzioni su azioni hanno registrato una crescita del 10,6% sul mese precedente. 

LE PRIME 500 SOCIETÀ EUROPEE HIGH-TECH IN PIÙ RAPIDA CRESCITA SONO STATE INDIVIDUATE DALLA DELOITTE TOUCHE TOHMATSU, SOCIETÀ INTERNAZIONALE DI SERVIZI PROFESSIONALI. 
Bruxelles, 6 dicembre 2002 - La società che presenta il maggior tasso di crescita è la Danionics A/S, azienda danese produttrice di batterie agli ioni di litio con elettrolita polimerico. Fra le prime dieci figurano altresì due società norvegesi, tre britanniche, una olandese e due israeliane. La crescita media triennale delle entrate di tutte le 500 società è pari al 528 per cento. Igal Brightman, direttore generale del gruppo Tmt (Technology, Media and Telecommunications) della Deloitte ha dichiarato che "l'intuizione, le strategie e la forza innovativa di queste società, non soltanto hanno determinato il loro successo, ma le hanno rese altresì vere aziende leader nella crescita del settore Tmt". "Nonostante il settore tecnologico sia stato severamente minacciato da un forte rallentamento economico, tali società hanno individuato modalità efficaci di sviluppare prodotti e servizi che soddisfano le esigenze del mercato delle tecnologie e si impongono sulla concorrenza", ha aggiunto Karel Bakkes socio della Deloitte incaricato dello svolgimento dell'indagine. Le società tecnologiche pubbliche e private situate in Europa, Israele, Russia e Sudafrica figurano fra le prime 500. Per la redazione della classifica, l'indagine ha utilizzato i dati relativi alla crescita media triennale delle entrate di ciascuna società fra il 1999 ed il 2001. Se da un lato tutte le industrie Tmt sono presenti nella classifica per il 2002, dall'altro il settore industriale prevalente è quello dei software, rappresentando 179 società o il 36 per cento delle imprese presenti nell'elenco. Le regioni in cui si trovano le società con il maggior tasso di crescita sono il Regno Unito con 142 imprese, la Francia con 99, la Germania con 54 e la Norvegia con 50. Per visionare l'elenco completo delle prime 500 società visitare il sito: http://www.fast500europe.com 

OFFERTA PUBBLICA DI SOTTOSCRIZIONE DELLE OBBLIGAZIONI "FINMECCANICA FINANCE CAP&FLOOR FRN BOND 2002-2008"
Milano, 6 dicembre 2002 - Sarà proposto dal 9 al 19 dicembre il prestito obbligazionario "Finmeccanica Finance Cap&Floor Frn Bond 2002-2008", sotto forma di Offerta Pubblica di Sottoscrizione (Ops) per un ammontare fino a 330 Milioni di euro, emesso da Finmeccanica Finance S.A. e garantito da Finmeccanica S.p.A., quotata presso la Borsa Italiana e presente al listino del Mib30. Le obbligazioni saranno offerte in sottoscrizione dal consorzio di collocamento coordinato da Unicredit Banca Mobiliare e potranno essere sottoscritte presso gli sportelli della rete di Unicredit Banca. La struttura cedolare propone un tasso variabile indicizzato all'Euribor a 6 mesi, a cui va aggiunto un premio di 90 punti base; inoltre, ogni cedola non potrà essere superiore o inferiore di 25 punti base rispetto alla cedola precedente. Il prestito obbligazionario ha un merito di credito espresso da un rating ufficiale pari a Baa2 (outlook stabile) per Moody's e Bbb (outlook stabile) per Fitch, rating che riflette quello del garante Finmeccanica. Il prospetto informativo relativo all'operazione è stato depositato in data odierna presso la Consob. Dalla collaborazione fra UniCredit Private Banking e VISA nasce Infinite, la carta Top 

PIÙ DI UNA CARTA, UNO STATUS SYMBOL: UNICREDIT BANCA PRIVATE BANKING, SELEZIONA IL MEGLIO NEL MONDO PER IL PROPRIO CLIENTE E INTRODUCE PER LA PRIMA VOLTA IN EUROPA CONTINENTALE INFINITE, LA CARTA DI CREDITO "PRESTIGE". 
Milano, 6 dicembre 2002 - Emessa da Clarima, Banca del Gruppo UniCredito Italiano, specializzata nell'emissione e gestione di carte di credito, Infinite è una carta Visa, il maggior circuito mondiale di pagamento al consumo (1 miliardo e 200 milioni di carte, 29 milioni di punti di accettazione in tutto il mondo, un volume di spesa annue di 2.300 miliardi di dollari). Top della gamma Visa, è la risposta nel settore delle carte "prestige", affermate oltreoceano come vero è proprio fenomeno sociale: il cosiddetto "Black Power", verso cui si sta sempre più spostando l'interesse della clientela top, nato e già affermato negli Usa. Riconosciute dal Black design come vero e proprio status symbol fortemente distintivo, sono connotate da un'offerta di altissima fascia, superiore alle "tradizionali" carte Gold e Platinum. Il mondo a portata di "carta". Infinite è stata pensata per essere un passaporto di esclusività che, come lo stesso nome evoca, offre infinite possibilità di utilizzo con altrettanti servizi top di assistenza e supporto. Unica ed esclusiva ad iniziare dal mercato. Primo prodotto di fascia così alta in Italia, sarà consegnata solo al Cliente di UniCredit Banca Private Banking. Unica ed esclusiva nei servizi garantiti attraverso accordi con i più prestigiosi operatori al mondo nel settore dei viaggi, dell'intrattenimento e del commercio. Unica ed esclusiva anche nelle condizioni con un elevato plafond di spesa mensile (da 20 mila Euro) e spendibilità senza confini è accettata in più paesi del mondo rispetto a qualsiasi altra carta "Premium" (oltre un milione e duecentomila esercizi convenzionati in Italia e oltre 29 milioni nel mondo). Infinite quindi può sostituire tutte le carte già presenti nel portafoglio del Cliente. Per il Gruppo UniCredito Italiano, Infinite è un atto di tangibilità della filosofia della nuova Banca Private che nascerà a gennaio, fondata sull'esclusività come missione nel rapporto con il Cliente e quindi nella ricerca, a livello internazionale, delle migliori soluzioni per soddisfarne gli interessi. La carta sarà disponibile nei prossimi giorni ma sono già stati sottoscritti, in due settimane, oltre 5000 contratti anche da parte di personalità del mondo dello spettacolo, della politica, dell'industria. 

LOCAT: ACCORDO CON SAVALEASING PER L'ACQUISIZIONE DI 158,8 MILIONI DI EURO DI PORTAFOGLIO CONTRATTI 
Milano, 6 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Locat S.p.A., presieduto da Francesco Mezzadri Majani, il 4 dicembre ha dato il proprio consenso all'accordo con Savaleasing S.p.A. - società appartenente al Gruppo Fiat - per l'acquisizione in blocco da parte di Locat S.p.A. di n. 10.876 contratti per un controvalore di complessivi 158,8 milioni di euro. Il portafoglio ceduto è composto per oltre il 60% da contratti di leasing automobilistico e, per il residuo, da contratti di leasing immobiliare e strumentale. Il Consiglio ha inoltre approvato il budget relativo all'anno 2003 ed il Piano strategico 2003 - 2005. Gli obiettivi societari sono focalizzati sul miglioramento della profittabilità mediante una attenta politica di pricing, un ampliamento dei servizi offerti, con particolare attenzione a quelli con revenues free-risk (assicurazioni, convenzioni con fornitori, etc.) ed una costante attenzione alla struttura dei costi. Con una produzione attesa per il 2005 di 4,5 miliardi di euro, Locat prevede il mantenimento della leadership del mercato del leasing italiano con una quota dell'11,7%. Per quanto riguarda l'aspetto economico, gli utili netti previsti per il triennio evidenziano un costante miglioramento annuale con il raggiungimento a fine triennio di un Roe pari al 19,3% contro il 14,0% previsto per il 2002. Per l'anno 2005, infine, grazie alla continuazione delle politiche di razionalizzazione delle strutture, è atteso un indice di cost-income pari al 28,1%, in ulteriore riduzione sul 32,8% previsto per il corrente anno. Infine, il Consiglio di Amministrazione ha adottato il Codice di Comportamento in materia di Internal dealing redatto in ottemperanza della disciplina recentemente introdotta da Borsa Italiana. 

HDP: CONFERMATO FRANCO TATÒ QUALE PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ E DEL COMITATO ESECUTIVO E PAOLO FRESCO QUALE COMPONENTE DI QUEST'ULTIMO. 
Milano, 6 dicembre 2002 - L'Assemblea ordinaria e straordinaria degli azionisti di HdP tenutasi ieri ha confermato, per la parte ordinaria, Consiglieri Paolo Fresco, Corrado Passera e Franco Tatò, già cooptati il 10 settembre scorso, ed ha inoltre nominato Consigliere Raffaele Agrusti in sostituzione di Gianfranco Gutty. Per la parte straordinaria è stato approvato il trasferimento della sede sociale di HdP da Via Filippo Turati 16/18 a Via Angelo Rizzoli 2, con efficacia dal 1° gennaio prossimo ed il progetto di scissione parziale da Rcs Editori S.p.A. del ramo d'azienda Pubblicità a beneficio della Rcs Pubblicità S.p.A, controllata da HdP, e, a beneficio di HdP S.p.A., delle partecipazioni controllate, dirette e indirette, nelle società: Rcs Libri S.p.A., Rcs Periodici S.p.A., società partecipate nell'area periodici, Rcs Diffusione S.p.A, partecipazioni finanziarie e quelle ritenute "non core" oltre all'attribuzione delle funzioni "corporate". Il progetto di scissione è già stato approvato dalle Assemblee delle controllate partecipanti all'operazione (Rcs Pubblicità e Rcs Editori). Il Consiglio di Amministrazione tenutosi al termine dell'Assemblea ha confermato Franco Tatò quale Presidente della Società e del Comitato Esecutivo e Paolo Fresco quale componente di quest'ultimo. 

UN MICROBO VUOLE COALIZZARE TANTE FORZE CONTRO UN ELEFANTE. OVVERO COME LA ZUCCHETTI VUOLE CREARE LE PREMESSE PER CONTRASTARE - A LIVELLO MONDIALE - LE NUOVE STRATEGIE DI MICROSOFT 
Milano, 6 dicembre 2002 - Si è svolta il 5 mattina al Circolo della Stampa di Milano la conferenza stampa del gruppo Zucchetti, alla presenza di molti giornalisti sia della stampa di settore che dei quotidiani, avente per argomento le iniziative che l'azienda lodigiana vuole promuovere per contrastare le nuove strategie di Microsoft. La società americana, infatti, ha annunciato la propria intenzione di entrare anche nel mercato dei gestionali per le Pmi e dei loro componenti, con il rischio concreto che possa diventare monopolista anche in questo mercato, con notevoli conseguenze negative sia in termini di ricerca nel settore delle nuove tecnologie, sia per il mantenimento della propria autonomia nell'area delle applicazioni, sia nella creazione di nuovi posti di lavoro in tanti settori. L'incontro è stato aperto dall'intervento di Domenico Zucchetti, che ha spiegato i motivi che lo hanno convinto ad indire la conferenza stampa. In seguito sono intervenuti: Giorgio Mini (Zucchetti spa), che ha spiegato la strategia di Microsoft relativa al mercato dei gestionali per le piccole e medie imprese e dei loro componenti; Federico Del Freo (Zucchetti spa), che ha parlato dell'orientamento che la Pubblica Amministrazione sta assumendo sia in Italia che in Europa e che sta andando verso gli ambienti Open; Sergio Mello-Grand (Zucchetti.Com) che ha illustrato come, in quasi tutte le situazioni, si possa realmente ricorrere a soluzioni alternative in ambienti Open caratterizzate da elevata qualità. Di seguito l'intervento di Domenico Zucchetti : " Un pericolo sicuro - Come avete letto sull'invito, Vi abbiamo convocati perché noi, non solo come società d'informatica, ma anche come cittadini italiani, europei e del mondo, siamo seriamente preoccupati delle decisioni di Microsoft di entrare in altri mercati, in particolare in quello delle applicazioni gestionali e dei loro componenti, perché questa società, in quasi tutti i settori in cui entra, col tempo, acquisisce quote di mercato ed instaura un regime di oligopolio se non di monopolio, conquistando alla fine una posizione dominante e ciò può costituire un pericolo, non solo per gli utenti (privati e aziende), ma anche per gli Stati.La forza di Microsoft - Dal bilancio ufficiale di Microsoft (salvo errori nella rilevazione dei dati) appare che a fronte di un fatturato di 28,4 Md. $ l'azienda presenta un utile operativo di 11,9 Md. $, con una disponibilità liquida (costituita da cassa e investimenti a breve) di 38,7 Md. $, derivante prevalentemente dai profitti accumulati negli anni. Gli utili evidenziano una situazione che non solo mostra margini da monopolista, ma che mette Microsoft in grado di praticare politiche di aggressione di nuovi mercati, di fronte alle quali la difesa da parte delle singole aziende locali è praticamente impossibile, pertanto esse saranno costrette a lasciare campo libero al suo monopolio. Finora Microsoft ha sempre creato l'infrastruttura sulla quale le software house di tutto il mondo, che considerava "partner strategici", realizzavano le proprie applicazioni; ora invece è diventata loro concorrente, in quanto è entrata direttamente anche nel mercato del gestionale per le piccole e medie aziende, nonché in quello dei componenti. La strategia di Microsoft la porterà sicuramente verso una situazione in cui essa, da monopolista, controllerà sia la produzione della tecnologia che la fornitura del software. Per questo motivo, quando Microsoft Italia, il 07 ottobre, ha comunicato ad alcune software house le sue strategie, in Zucchetti siamo rimasti disorientati. Le nostre preoccupazioni - Non ci preoccupano tanto le acquisizioni di Navision e Great Plains e le recenti dichiarazioni rilasciate da dirigenti Microsoft in cui confermano "di poter conquistare un'ottima fetta di mercato1" anche in Italia, ma il fatto che Microsoft voglia cercare di imporre come "standard" le sue componenti software applicative (Crm, Automazione Forza Vendita, Workflow, Corporate Portal ecc.). Ciò significa che Microsoft non solo vorrà vendere tali componenti ai propri clienti, ma li vorrà anche integrare con i gestionali delle altre case di software, togliendo lavoro a queste ultime, che, quindi, diventerebbero inevitabilmente ancor più dipendenti dai prodotti Microsoft e asfittiche economicamente; le software house, inoltre, riverseranno sugli utenti finali la propria dipendenza tecnologica da Microsoft impedendo, di fatto, agli stessi utenti una migrazione verso piattaforme alternative Open. Pertanto abbiamo deciso di sensibilizzare tutte le categorie interessate per creare un movimento che intraprenda iniziative allo scopo di evitare che Microsoft, traendo vantaggio dalla sua posizione, diventi monopolista anche nel settore (che è strategico sia per le aziende che per gli Stati) delle applicazioni gestionali e dei loro componenti. Se non reagiremo, la strategia di Microsoft, nel medio-lungo periodo, farà scomparire o renderà quantomeno vassalle, dal punto di vista tecnologico, quasi tutte le software house mondiali che oggi fanno ancora sviluppo indipendente; infatti Microsoft vuole lasciare ad esse la sola area dei verticali2; conseguentemente, per il resto, le software house non avrebbero più né il know-how tecnologico né quello applicativo dei prodotti gestionali, diventando solo distributrici di quelli di Microsoft. Tra l'altro una volta perse, diventerebbe difficilissimo, se non impossibile, ricreare certe competenze, con la conseguenza che molti "cervelli" creativi non verrebbero adeguatamente utilizzati né valorizzati per migliorare la competitività dell'intero paese. Salviamo i posti di lavoro - Come conseguenza ne risentirebbe pesantemente la bilancia commerciale relativa al settore informatico, si perderebbero, sia direttamente che indirettamente, diverse decine di migliaia di posti di lavoro in Italia e la stessa cosa potrebbe succedere in molti altri Stati. Tra le tante conseguenze negative elencate, secondo noi quella più grave è proprio il fatto che molte "menti" eccezionali non verrebbero valorizzate né utilizzate in base alle loro potenzialità; inoltre sparirebbe la ricerca e lo sviluppo nell'area informatica e, quindi, la capacità di dare vantaggi competitivi alle aziende nazionali, in quanto tutti gli Stati diventerebbero dipendenti da Microsoft nel settore informatico e in tutte le altre aree correlate: possiamo dire che si tratta, di fatto, dell'intera economia, perché ormai non c'è più settore che prescinda dall'informatica. Tutto ciò porterebbe pure ad una notevole perdita di competitività e, quindi, ad una riduzione del prodotto interno lordo. Per evitare la sudditanza tecnologica, economica e culturale andiamo verso il mondo Open Anche noi in Zucchetti, sia in passato che ancora oggi in molte aree, sbagliando, abbiamo privilegiato il modello proposto da Microsoft ed abbiamo basato le soluzioni applicative sulla sua piattaforma tecnologica, per cui praticamente il 100% dei nostri clienti usa prodotti Microsoft; così facendo abbiamo facilitato le vendite dei suoi prodotti e favorito il suo monopolio. Ora, però, abbiamo preso decisioni che ci consentiranno di realizzare applicazioni tali da permettere agli utenti di effettuare anche altre scelte. Prendere coscienza del problema e passare da azioni singole ad iniziative comuni e coordinate Di fronte a questa situazione, secondo noi è necessaria una chiara presa di coscienza e una svolta nel modo di contrastare la strategia di Microsoft, contrapponendo a delle azioni singole (anche se portate avanti da società di notevole peso a livello internazionale) quelle di tutte le categorie interessate. Molte grandi aziende del settore informatico di base (es.: Ibm, Sun e Hp) e un vastissimo insieme di microstrutture e singoli individui che hanno a cuore la futura libertà di sviluppo del software, stanno operando, sia pure ciascuna autonomamente, per contrastare le strategie di continua avanzata ed espansione di Microsoft, mediante la definizione e lo sviluppo di una comune piattaforma tecnologica standard alternativa e aperta, che ha trovato negli standard di Internet, oltre che in Linux, Apache e Java i suoi punti di riferimento; tra l'altro, come tutti sanno, alcuni di questi componenti, pur essendo di qualità elevata, sono addirittura gratuiti. In Zucchetti abbiamo pensato di avviare un processo di sensibilizzazione che coinvolga le azioni di più attori: non solo chi sviluppa e utilizza software applicativo e le società di hardware e di informatica in genere, ma anche la Pubblica Amministrazione e tutti gli utenti, cercando di prevenire e fermare sul nascere la situazione pericolosa conseguente all'entrata di Microsoft anche nell'area dei gestionali, che rischia di portare aziende e Stati ad una "colonizzazione" tecnologica, applicativa e culturale. Creare un movimento di sensibilizzazione - Ribadiamo che la nostra idea è quella di creare un movimento che riesca a sensibilizzare e coalizzare molte forze: Pubblica Amministrazione, utenti privati, software house e utenti business. Noi crediamo che la cosa sia possibile e che la nostra causa troverà sulla sua strada molti proseliti. Naturalmente la Zucchetti non vuole fare la mosca cocchiera e lascerà la regia delle azioni da effettuare alle associazioni di categoria rappresentanti sia le software house sia tutte le società d'informatica, sia gli utenti. Costituire un comitato - Tutte queste forze potrebbero operare attraverso un comitato presieduto da un avvocato di notevole valore che sappia muoversi disinvoltamente anche a livello internazionale, che sia anche esperto di problematiche antitrust, che naturalmente possa essere al di sopra di pressioni e condizionamenti di sorta e che abbia a cuore la valorizzazione della creatività e delle capacità individuali, la difesa di decine di migliaia di posti di lavoro così pure gli interessi dei consumatori . La nostra idea di contrastare le strategie di Microsoft nel campo gestionale, è nata per caso durante lo Smau di quest'anno ed è subito iniziata un'azione di sensibilizzazione: abbiamo cercato di convincere altre software house a modificare la strategia d'offerta, al fine di operare anche con piattaforme alternative, iniziando così, come abbiamo fatto noi, un processo di affrancamento dall'eccessiva dipendenza tecnologica che molte aziende che sviluppano software (Zucchetti compresa) hanno ancora nei confronti dei prodotti di questa società. Le aziende utenti, i manager e gli utilizzatori di tutto il mondo, infatti, non devono essere obbligati, anche come conseguenza delle scelte tecnologiche di chi ha realizzato applicazioni gestionali, a continuare a comperare solo prodotti Microsoft, ma devono avere diritto di poter scegliere le piattaforme hardware e software di base sulle quali utilizzare le proprie applicazioni, optando per la soluzione che ritengono più sicura, produttiva e vantaggiosa in funzione delle proprie esigenze. Sicuramente le associazioni di categoria porteranno avanti numerose iniziative; noi, nel frattempo, Vi elenchiamo quelle che riteniamo più efficaci per conseguire l'obiettivo, sia in Italia che a livello mondiale. Ecco le azioni che abbiamo pensato di attuare A) In Italia: creare un comitato nazionale che coordini le attività delle singole società e delle varie associazioni; informare tutto l'Esecutivo: dal Capo del Governo al Ministro per l'innovazione e le tecnologie, nonché tutti gli altri Ministri e Ministeri, sensibilizzandoli sul fatto che diventa indispensabile per la Pubblica Amministrazione italiana non contribuire ulteriormente a rafforzare il monopolio di Microsoft, come invece avviene ancora attualmente in molti bandi di gara che richiedono, esplicitamente o implicitamente, piattaforme Microsoft;* informare e sensibilizzare l'antitrust italiana; informare e sensibilizzare tutte le società di informatica italiane; ogni società di software, nei progetti di sviluppo futuri, dovrà impegnarsi ad utilizzare ambienti che non usino solo tecnologie Microsoft, cercando di orientare i propri clienti a servirsi anche di prodotti alternativi; creare un sito web dedicato all'iniziativa, per raccogliere e promuovere tutte le idee utili che perverranno, da pubblicare anche sui siti delle varie associazioni o gruppi di società d'informatica; ogni società d'informatica dovrà sensibilizzare i suoi distributori, affinché anch'essi utilizzino, supportino e consiglino pure prodotti alternativi a Microsoft; ciascuna società d'informatica si dovrà impegnare a divulgare l'idea del software Open e a fare proseliti sia presso le altre software house, sia verso tutti i clienti, soprattutto quelli di maggiori dimensioni che possono fungere da traino per gli altri; si dovranno effettuare continui dibattiti, per discutere della questione con società d'informatica e utenti; si dovrà fare in modo che ne parli continuamente la stampa, sia di settore che non. bisognerà pertanto che sui vari media si illustrino i vantaggi dei prodotti Open alternativi a Microsoft, invitando i clienti a valutarne l'adozione. B) All'estero: costituire un comitato in ogni stato per organizzare le attività da attuare; creare, inoltre, un comitato sovranazionale che coordini le azioni dei comitati dei vari paesi; scrivere a tutti i capi di governo dei vari paesi ed a tutti i loro ministri; sensibilizzare sulla questione la Pubblica Amministrazione di tutti i paesi del mondo; scrivere al Presidente dell'Unione Europea Romano Prodi; scrivere al Commissario sulla Concorrenza , Mario Monti; replicare tutte le iniziative efficaci che verranno realizzate in Italia. L'Italia e ogni altro paese, a loro volta, sotto la regia del comitato sovranazionale dovranno replicare le iniziative nuove ed efficaci che dovessero nascere in altri Stati, sempre con l'intento di creare, in tutti i paesi, movimenti di opinione affinché gli utenti utilizzino pure prodotti alternativi a Microsoft, sia nel mondo business che in quello consumer. Il contributo dei giornalisti Certo la riuscita della nostra azione dipenderà moltissimo anche da Voi giornalisti ed anche dai Vostri editori, perché se il comportamento di diversi giornali, anziché di massima sensibilizzazione nei confronti di Pubbliche Amministrazioni, aziende e privati, sarà di allineamento alle strategie di Microsoft e di riverenza, condizionata direttamente o indirettamente dalla pubblicità di questo colosso, sicuramente Microsoft, col tempo, diventerà monopolista non solo nell'area dei gestionali, ma anche in altri settori, nei quali potrà fare il bello e il cattivo tempo; infatti, come ha scritto Franco Carlini sul Corriere della Sera di sabato 30 novembre, a pagina 24 le "....nuove licenze per l'uso del software che Microsoft ha adottato nella scorsa estate...." hanno portato "......un aumento dei costi che gli analisti di Gartner valutano fra il 33 e il 107%. Con questa operazione la casa di Redmond non solo incatena i clienti, rendendo più onerosa la migrazione ad altri prodotti, ma...... le "garantisce un flusso di cassa programmato.... per gli anni a venire". Attenzione quindi: se l'azione dei mass media non sarà anch'essa coraggiosa, è pacifico che le iniziative avranno minor successo e Microsoft resterà sul mercato sola e incontrastata. In tal caso essa, in futuro, potrebbe non aver più nemmeno bisogno di fare pubblicità. Siamo però sicuri che non solo Voi che siete presenti, ma anche i giornalisti assenti e tutti gli altri si renderanno conto dell'importanza strategica e vitale (anche per gli utenti e gli Stati), della questione di cui parliamo e delle notevoli conseguenze negative che ne deriverebbero se non la si affrontasse con un'ampia visione strategica, con metodo e con continuità. Siamo pertanto ottimisti e crediamo che tutti i giornalisti contribuiranno, in modo determinante, ad evitare che nei vari stati cessi la ricerca informatica, che spariscano molte software house e moltissimi posti di lavoro e che si instauri una vera e propria sudditanza tecnologica, economica e culturale nei confronti di Microsoft. 

COMPANY PORTFOLIO MANAGER: GESTIRE UN'AZIENDA COME UN'INVESTMENT BANK? IL SOFTWARE DI Ors È IL PRIMO STRUMENTO PREVISIONALE SUL MERCATO ITALIANO DEDICATO ALLA DIREZIONE FINANZIARIA DELLE AZIENDE PER LA GESTIONE OTTIMALE DEGLI INVESTIMENTI DELLA LIQUIDITÀ SU QUALUNQUE TIPO DI TITOLO FINANZIARIO NAZIONALE E INTERNAZIONALE 
Alba, 6 dicembre 2002 - Ors, software house di Alba specializzata nella creazione di soluzioni tecnologiche nel settore finanziario, ha messo a punto il software CPM, Company Portfolio Manager, il primo strumento completamente dedicato a supportare la direzione finanziaria delle aziende nella gestione del portafoglio titoli. "Anche chi utilizza software Erp di tipo complesso, - dice Pierluigi Riva, docente di Ricerca Operativa presso la Facoltà di Economia di Torino e presidente di Ors - di fatto è solamente in grado di verificare l'andamento complessivo della liquidità tramite strumenti di gestione contabile o fogli excel. Con Cpm ci siamo proposti di offrire finalmente alle aziende che movimentano ingenti capitali in titoli diversi (azioni, obbligazioni, valute, etc) uno strumento che permetta anche di fare previsioni sul ritorno degli investimenti effettuati. Strumento che fino ad oggi era disponibile unicamente per istituti di credito di grandi dimensioni". Frutto diretto dell'evoluzione di soluzioni realizzate da Ors per la gestione Private delle banche, Cpm, invece, presenta numerose funzioni di pianificazione e previsione finanziaria e controllo del rischio. Innanzitutto, Cpm dà la possibilità di tenere sotto controllo in tempo reale la valorizzazione del portafoglio titoli, perché permette di effettuare analisi sulla composizione dei propri investimenti rispetto ad eventuali altri portafogli "ideali" o benchmark, al fine di rivederne progressivamente l'allocazione e ottenerne così la miglior performance possibile in un determinato periodo. Cpm consente, poi, di valutare il rendimento del portafoglio, in termini di miglioramenti e peggioramenti, in modo scomponibile per famiglie di caratteristiche (settore, categoria, valuta, emittente, duration etc) fino al singolo asset di interesse in un determinato intervallo di tempo per poter così intervenire con opportune correzioni "in corso d'opera". A queste funzioni si aggiunge la possibilità di valutare il rischio del medesimo portafoglio secondo i principali indici (Jensen, Sortino, etc) e un modello Var (valueatrisk) che calcola l'eventuale massima futura perdita, permettendo una gestione più consapevole del portafoglio stesso. Anche simulazioni effettuate con l'inserimento successivo di un nuovo titolo o di un nuovo portafoglio sono molto semplici: Cpm può caricare dati di qualunque formato e ha, come unica condizione, la disponibilità della serie storica necessaria per valutarne le performance. Cpm prevede, inoltre, due moduli supplementari: il primo per l'integrazione della gestione del portafoglio con i flussi investibili del cash budget, ovvero la possibilità di scegliere investimenti a scadenza in base alla necessità di assolvere a uscite di cassa già programmate. Il secondo modulo offre, invece, la possibilità di predisporre attività di copertura dei rischi sul portafoglio, tra cui soprattutto l'immunizzazione del portafoglio rispetto all'andamento delle valute e dei tassi di interesse, suggerendo a seconda della composizione del portafoglio, tramite una simulazione, la contromisura più adeguata. Infine, da notare che Cpm è perfettamente adattabile e integrabile con i più diffusi pacchetti gestionali aziendali, in modo da evitare possibili disallineamenti. 

MILANO, LOMBARDIA E SUD AMERICA: UN LEGAME PROFONDO GRAZIE ALLE IMPRESE UN PRODOTTO ITALIANO SU CINQUE VENDUTO IN SUD AMERICA VIENE DA MILANO. SOPRATTUTTO TELEVISORI, HI-FI E TELEFONIA 
Milano, 6 dicembre 2002. "Il continente latino-americano è una regione del mondo a cui il nostro Paese è vicino per cultura ed economia: grazie a queste basi e all'impegno delle nostre istituzioni Milano, nel 2003 ospiterà un grande evento come l'Assemblea annuale della Banca Interamericana di Sviluppo" ha detto Bruno Ermolli, Presidente di Promos, l'azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l'internazionalizzazione, in occasione dell'apertura dei lavori del convegno Le imprese italiane in America Latina: rischi e opportunità, organizzato dall'Ispi e dal Comitato Promotore dell'Annual Meeting Bid Milano 2003. "Quello latino-americano è un mercato che sta attraversando una fase difficile - ha continuato Ermolli. Basti pensare che le esportazioni italiane nei primi sei mesi del 2002 rispetto a un anno prima si sono ridotte del 21,7% e quelle lombarde, nello stesso periodo, del 28,4%. La Lombardia e Milano, comunque, rappresentano dei partner economici importanti e possono svolgere un ruolo prezioso nel processo di ripresa dell'area sudamericana. Le nostre imprese sono capaci di essere investitori responsabili e innovativi". Nonostante la fase non facile per l'economia internazionale e in particolare sudamericana, l'America Latina mantiene un ruolo importante come partner commerciale per la Lombardia e Milano. La Lombardia esporta in Sud America il 34,6% del totale italiano ed importa il 18,3% . Milano esporta il 20,5% del totale nazionale e importa l'11,6%. È quanto emerge da un'elaborazione della Camera di Commercio di Milano, attraverso il Lab.Mim. Lombardia: le province più attive. Tra le province lombarde più attive nel commercio con il Sud America: Milano (con il 63,2% dell'import e il 59,2% dell'export), Brescia (18,4% dell'import e 9,4% dell'export), Bergamo (7% dell'import e 11,3% dell'export), Varese (2,9%, 6,5%). Seguono Como (2,6%, 4,3%) e Mantova (1%, 3,1%) e, in percentuali minori, Cremona (2,7%, 1,4%), Pavia (1%, 2,5%), Lecco (0,4%, 1,7%), Sondrio (0,5%, 0,5%) e Lodi (0,2%, 0,3%). Rispetto al 2000, positive le percentuali di crescita per l'import di Lodi (+435%), di Mantova (+41,5%), di Pavia (+38,8%) e di Brescia (+30,4%), mentre la Lombardia registra un calo del 2,7%. Le esportazioni crescono invece soprattutto per Bergamo (+21,1%), Como (+9,2%), Cremona (7,2%) e Milano (6,5%); e il segno è positivo anche per l'intera regione lombarda (+2,3%). In dieci anni le performance di crescita più felici si registrano nell'export verso l'America Latina per Mantova (+1925%) e per Sondrio (+1649%), per Bergamo (+261,8%) e per Brescia (225,2%) nell'import. I prodotti dell'export e dell'import milanese. Tra i prodotti che caratterizzano gli scambi commerciali fra Milano e il Sud America, quelli più esportati sono le apparecchiature per la comunicazione: il 12,5% dell'export meneghino di telefonia, televisori, radio, ecc. è destinato all'America centro-meridionale. Ma è anche elevato l'export di macchinari di vario genere: finisce in America Latina il 4,9% delle macchine per impieghi speciali e il 2,1% di quelle generiche, il 3,7% delle macchine utensili e l'1,6% dei macchinari usati per la produzione di energia e il 2,9% delle apparecchiature per la distribuzione e il controllo di energia. Arrivano dal Sud America il 17,5% delle importazioni milanesi di metalli preziosi, il 14,4% dei pesci in scatola, il 12,9% del cuoio, l'8,4% della carne. Ma è anche sudamericano il 7,4% dei prodotti agricoli importati nel milanese, il 5,5% degli oli grassi vegetali e animali e il 4,3% degli articoli in gomma. 

INCIDENTI STRADALI E LIMITI DI VELOCITÀ: COSA NE PENSANO GLI ITALIANI LA VELOCITÀ È UNA DELLE PRIME CAUSE DI INCIDENTI IN AUTOSTRADA, MA GLI ITALIANI SI DIVIDONO SULL'AUMENTO DEL LIMITE. IN CITTÀ LA DISTRAZIONE È RITENUTA LA PRIMA CAUSA DI INCIDENTI.E' QUESTO 
Milano, 6 dicembre 2002 - Il 75% degli Italiani ritiene che la velocità sia la prima delle tre principali cause di incidenti in autostrada, seguita dalla distrazione (62%) e dalle condizioni di chi è al volante (40%). La classifica si inverte invece nei centri urbani. In città infatti sarebbe la distrazione il primo motivo di incidenti (78%), seguita dall'eccessiva velocità (45%) e dalla distanza di sicurezza (42%). Anche geograficamente emergono delle differenze. Sebbene la velocità in autostrada sia vista come prima causa in tutte le classi di età ed in tutte le aree geografiche, tuttavia al Nord Ovest viene citata più significativamente che al Sud. "Ancora una volta desideriamo sensibilizzare tutti gli automobilisti italiani su come la prudenza alla guida sia fondamentale per salvare vite umane- afferma Jamie Brown, Amministratore Delegato di Direct Line Italia. "L'alto numero di incidenti proietta l'Italia al primo posto della classifica europea e deve indurci a tramutare quello che pensiamo in comportamento effettivo. Purtroppo questo a volte non succede, come emerge dal sondaggio. E' sempre in questa direzione che quest'anno Direct Line ha deciso di intervenire al Motor Show, come assicurazione ufficiale della manifestazione, dove è presente con un laboratorio creativo per portare avanti la propria campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza". Nuovo Codice della Strada: gli italiani si dividono sull'aumento del limite di velocità Nonostante gli Italiani identifichino nella velocità eccessiva una delle principali cause di incidenti, dalla ricerca Direct Line- Doxa emerge che il 51,6% è comunque favorevole all'aumento del limite di velocità in autostrada da 130 a 150 Km/h previsto dal Nuovo Codice della Strada. La percentuale degli uomini favorevoli all'aumento della velocità consentita in autostrada (62%) è superiore a quella delle donne (40%), mentre quella dei giovani (62%) si distacca nettamente da quella dei più anziani (32%). Anche geograficamente il dato non è omogeneo perché il 55% di chi vive al Nord Ovest si contrappone al 49% di chi sta al Sud e nelle isole. Chi è favorevole all'aumento del limite di velocità motiva la propria convinzione sostenendo che oggi le auto sono dotate di sistemi di sicurezza più efficaci e possono sostenere velocità più elevate con una migliore tenuta di strada (39%). Un opinione altrettanto diffusa (36%) vede nell'alta velocità un elemento che contribuisce a rendere il traffico più scorrevole e ad evitare gli ingorghi. Le motivazioni degli automobilisti contrari si concentrano prevalentemente nel ribadire la pericolosità in termini di aumento del numero degli incidenti (53%) e della loro gravità (24%). "L'alto numero di incidenti, insieme al problema delle truffe ai danni delle assicurazioni" - continua Brown -"si traduce anche in un elevato costo per la gestione dei sinistri, che a sua volta si riflette sulle tariffe. È questo uno dei motivi principali per cui, non solo in Italia ma anche in Europa, le tariffe sono più elevate in alcune zone che in altre. Maggiore responsabilità sulla strada può tradursi quindi anche in maggiore risparmio". La Polizia Stradale ricorda che chi guida non ha il diritto di viaggiare in ogni caso in prossimità del limite di velocità, ma deve adeguare la velocità dell'auto alle condizioni, soggettive e oggettive, specifiche del momento. Le cause degli incidenti e i comportamenti degli italiani L'80% degli automobilisti ritiene che il numero maggiore degli incidenti avvenga in autostrada, in superstrada e sulle statali. Sono soprattutto i più giovani e gli anziani a mettere in evidenza il rischio di incidenti gravi nei centri abitati. A questo proposito la Polizia Stradale lancia però un forte avvertimento a non sottovalutare i rischi della guida in città. I dati Istat del 2000 - l'aggiornamento al 2001 è ancora in corso - dimostrano infatti come la percezione degli automobilisti sia smentita dai fatti: i centri urbani sono stati il teatro del 74,4% degli incidenti e in città si registra anche il maggior numero di feriti (71,5%), con una percentuale di decessi del 41,6% sul totale dell'anno. Il maggior numero di morti avviene sulla viabilità extraurbana non autostradale (46,7% del totale) Senza dubbio le aree prevalenti di rischio, sia per le autostrade che per i centri urbani, riguardano la velocità, la distrazione e le condizioni di chi guida, che possono essere legate a fattori come la stanchezza o l'abuso di alcool. Gli Italiani del resto chiedono controlli più severi per questi comportamenti, in particolare per la guida in stato di ebbrezza (89,4%), la irregolarità dei sorpassi (77,3%), l'uso del cellulare al volante (77%) e l'uso improprio delle corsie di emergenza (76%). Anche se la necessità di maggiori controlli cresce proporzionalmente all'età, i ragazzi tra i 24 e i 35 anni sono, invece, quelli che mostrano più attenzione verso il problema delle guida in stato di ebbrezza e verso la irregolarità dei sorpassi e dell'uso delle corsie di emergenza. Ma è proprio in tema di rispetto delle norme che a volte si cade in contraddizione. Se l'82% degli intervistati ritiene che guidare con il cellulare in mano sia un atteggiamento non perdonabile perché riduce molto l'attenzione, il 35% ammette però di comportarsi comunque in questo modo. Infine il 57% ammette di non allacciare le cinture di sicurezza sui sedili anteriori e il 73% su quelli posteriori, sebbene affermi che ci vorrebbero controlli più severi e che non è perdonabile non osservare queste norme. La Polizia Stradale ricorda che il corretto utilizzo delle cinture di sicurezza dà maggiori vantaggi soprattutto in città dove le velocità medie dell'impatto non superano i 50-60 km/h. E' pertanto fondamentale allacciare sempre le cinture, anche per brevi spostamenti. 

NEL NORD DI MILANO IL PRIMO CENTRO PER LA SICUREZZA STRADALE 
Milano, 6 dicembre 2002 - Oltre 30 mila incidenti rilevati nel 2001, mentre sono 26.782, con 71 morti, quelli registrati nei primi 10 mesi di quest'anno, quasi quanti quelli accaduti in tutto il 2000. Anche a Milano, dove il Comune ha promosso iniziative e interventi anche d'avanguardia per rendere meno pericoloso il traffico, è molto elevato il costo sociale dei sinistri stradali, causati per quasi l'80 per cento da violazioni al Codice della strada e inosservanza alle norme di comportamento. C'è scarsa attenzione ai temi della sicurezza e dell'educazione stradale. Di qui la necessità di interventi concreti per ridurre il numero degli incidenti, in linea anche con le direttive dell'Unione Europea che impegnano gli stati membri a diminuire entro il 2010 del 40 per cento i sinistri stradali. A Milano, nell'area nord, presso la cascina Merlata, con fondi Ue e del Comune (9 milioni di euro) nasce, per decisione di Palazzo Marino, nell'ambito del progetto Urban, il primo Centro permanente di informazione e formazione sulla sicurezza stradale. Corsi ai docenti delle scuole, test di autovalutazione, con aree destinate a prove pratiche, esposizione di tecnologie e apparecchiature innovative sulla sicurezza: ecco quello che garantirà la nuova struttura. I primi esperti saranno i giovani diplomati dal Corso per Operatori della sicurezza stradale, organizzato dall'assessorato ai Trasporti, con Acinnova, società dell'Automobil Club e l'Irsa, istituto di ricerca delle Imprese di Assicurazione, che sarà inaugurato poco prima della pausa natalizia. Con questo corso (le adesioni sono aperte sino al 10 dicembre, tel. 72.30.42.36) nasce una nuova figura professionale. Si calcola che nel giro del triennio possano essere almeno 250 le assunzioni di questi operatori specializzati decise da pubbliche amministrazioni, società ed enti privati. 

OTTIMI RISULTATI PER GLI GLI ETNOTEAM LABS 
Milano, 6 dicembre 2002 - Etnoteam, tra i principali fornitori in Italia di soluzioni per Internet e per le Telecomunicazioni, conferma la sua leadership nel settore della ricerca applicata sulle tecnologie wireless e di telefonia mobile. Nel corso del 2002, gli Etnoteam Labs hanno svolto numerose attività centrate sul technology scouting, ricercando i prodotti ed i semilavorati che meglio potessero soddisfare le esigenze espresse o desiderate dai clienti, e sviluppando prototipi di soluzioni applicative che fossero in grado di verificare la fattibilità dei progetti in via di definizione. La proposizione innovativa di Etnoteam è stata presentata a più di 50 aziende clienti, nei mercati delle Telecomunicazioni, del Finance, dell'Industria e della Pubblica Amministrazione, con molte delle quali, poi, sono state avviate attività di ricerca congiunte. Durante il suo primo anno di attività, dunque, gli Etnoteam Labs hanno lavorato sull'edge tecnologico. Sono stati approfonditi i diversi risvolti del mondo J2ee (Java 2 Enterprise Edition) ed effettuati i primi sviluppi di rilievo in ambito europeo sulla tecnologia emergente .Net. E' stato dato, inoltre, grande impulso alla promozione e realizzazione di servizi che utilizzano il modello dei Web Services, anticipando le necessità dei nostri clienti più esigenti, operanti in diversi settori merceologici. Va poi sottolineato che nei Laboratori si lavora su terminali di nuova concezione, concentrando l'attenzione sull'utente finale e la sua percezione del servizio, con l'obiettivo prioritario di rendergli sempre più semplice l'utilizzo delle nuove tecnologie. Gli Etnoteam Labs pongono grande attenzione anche alle tecnologie abilitanti per le applicazioni mobili, ed in particolare al Wi-Fi ed alla telefonia Gprs ed Umts. I ricercatori dei Labs hanno valutato decine di prodotti e piattaforme, applicando un metodo d'analisi snello e rigoroso, che consente di proporre diverse soluzioni in modo comparativo. Gli Etnoteam Labs svolgono, infine, una quotidiana attività di divulgazione verso l'interno del Gruppo Etnoteam, che trova la sua principale espressione nel sito internet dei laboratori, all'interno del quale è disponibile, al momento ad esclusivo uso interno, una grande quantità di documentazione selezionata. A breve sarà rilasciata una versione pubblica del sito degli Etnoteam Labs, volta a migliorare la condivisione delle conoscenze anche con i clienti ed i partner. Sono previste, inoltre, la nascita di una Newsletter mensile e l'apertura di un terzo laboratorio (dopo quelli di Milano e Roma) presso E-Tree, la web company del Gruppo Etnoteam con sede a Treviso. "L'attuale situazione del mercato dell' Ict, - ha commentato Marco Zamperini, Vp & Chief Technology Evangelist di Etnoteam - pur manifestando crisi ed incertezza, presenta grandi opportunità, grazie alle tecnologie che si stanno rendendo disponibili e a quelle che stanno arrivando a maturazione. In un periodo in cui l'attenzione ai costi ed al ritorno degli investimenti è altissima, la mobilizzazione delle applicazioni e la realizzazione di soluzioni che vadano ad abbattere costi ed a creare efficienza, diventano necessità d'importanza strategica". 

EIGNER E ZF SIGLANO UN CONTRATTO DA 7 MILIONI DI DOLLARI PER IL PRODUCT LIFECYCLE MANAGEMENT L'IMPORTANTE COSTRUTTORE AUTOMOBILISTICO ESTENDERÀ L'IMPLEMENTAZIONE DEL PLM EIGNER 
Waltham, Mass., 6 dicembre, 2002 - Eigner, sviluppatore leader di soluzioni Plm (product lifecycle management), ha annunciato di essersi aggiudicata un contratto da 7 milioni di dollari da ZF, una delle maggiori industrie automobilistiche modiali. Con sede in Germania, Zf è uno dei più grandi costruttori di telai e trasmissioni: la società vanta un fatturato di 9,1 miliardi di euro (9 miliardi di dollari) e più di 56.000 dipendenti in 117 sedi sparse in 22 nazioni. I prodotti Zf sono utilizzati in numerose applicazioni, tra le quali velivoli, auto, bus, autobetoniere, veicoli da cantiere, camion, gru, macchine utensili, macchinari nautici, fuoristrada, pullman da turismo, trattori e furgoni. Secondo i termini dell'accordo, Eigner estenderà l'attuale implementazione Plm di Zf, la quale gestisce correntemente 7 milioni tra documenti voci e oggetti facenti capo a più di 8.000 utenti in tutto il mondo. L'implementazione estesa assicurerà funzionalità specifiche dell'Automotive Solution del Plm Eigner e garantirà l'integrazione con i sistemi e le soluzioni Zf esistenti , tra le quali Pro/Engineer, Catia, Pro/Cdm, Ccd, Promis, Sap e Microsoft Office. "Zf fa girare il proprio business su tre sistemi software aziendali -- Microsoft, Sap ed Eigner. Il product lifecycle management è un elemento vitale del nostro successo come fornitore di componenti e sistemi base per automotive: Eigner ha dimostrato tempestivamente e nuovamente che dispone dell'esperienza e delle capacità necessarie per adeguarsi e proiettarsi nel futuro," ha dichiarato Peter Kraus, Cio di Zf. "Questa nuova fase della partnership con Eigner estenderà ulteriormente le nostre capacità Plm rendendole disponibili a un gruppo sempre più ampio di dipendenti e di sedi Zf, aiutando la nostra organizzazione a raggiungere livelli sempre maggiori di produttività ed efficienza." "Eigner ha basato il proprio business sull'abilità di fornire soluzioni di product lifecycle management efficienti e capaci di assicurare benefici reali e tangibili più rapidamente possibile. Affrontare un investimento tecnologico di tale portata in periodi difficili come questi è un tributo ai numerosi successi che Zf ha avuto come cliente Eigner sin dal 1995," ha dichiarato Frank Azzolino, presidente e Ceo Eigner. "La nostra partnership ha permesso ad Eigner di ottenere una visione ancora più approfondita dei problemi ingegneristici associati all'industria automotive, aiutandoci a mettere a fuoco e a sviluppare soluzioni specifiche alla loro soluzione. Siamo orgogliosi della nostra abilità nel contribuire al successo dei clienti: questo ha permesso la crescita constante della nostra società." Infolink: www.eigner.com 

PLANETWORK, A RISCHIO 99 POSTI DI LAVORO. LA SOLIDARIETÀ DI GIOVANIEUROPEI.COM PAOLO TOMASINI: PERCHÉ IN BORSA TUTTO VA BENE? 
Roma, 6 dicembre 2002 - Strano caso quello di ePlanet, società di telecomunicazioni (fibre ottiche) quotata al Nuovo Mercato. Una storia di successo imprenditoriale, ostentata con orgoglio dai vertici dell'azienda. Di ricavi in costante crescita, di alleanze strategiche e nuovi piani di sviluppo. Di magnifiche sorti e progressive acquisizioni. Ma anche di licenziamenti. Il 13 novembre 2002 e un comunicato della società annuncia l'approvazione dell'ultima relazione trimestrale (al 30 settembre 2002). "Il Gruppo ePlanet, nel terzo trimestre del 2002", si legge, "ha raggiunto un valore della produzione di 11.304 migliaia di euro, in crescita del 91% rispetto al valore dell'equivalente periodo del 2001 (pari a 5.909 migliaia di euro). Al 30 settembre 2002 il valore della produzione risulta pari a 36.129 migliaia di euro rispetto alle 20.795 migliaia dei primi nove mesi del 2001 (+ 74%)". E ancora: "Il risultato operativo consolidato ante ammortamenti non operativi (Ebitda) del terzo trimestre 2002, sia pur negativo per 6.599 migliaia di euro, è in netto miglioramento rispetto al risultato dello stesso periodo del 2001 (negativo per 8.784 migliaia di Euro)". Infine: "La posizione finanziaria netta del Gruppo al 30 settembre 2002 è risultata positiva per 19.499 migliaia di euro, con una liquidità totale pari a 19.772 migliaia di euro". Tutto bene, dunque. Conti positivi e quotazione a Piazza Affari che schizza in alto. Peccato che mentre la società presentava alla comunità finanziaria questi risultati incoraggianti e inaspettati, stesse già pensando a una ristrutturazione, "dolorosa", ma "indispensabile a riportarla in una situazione di equilibrio gestionale e permetterle di procedere nel nuovo indirizzo strategico che prevede la focalizzazione nella vendita di capacità trasmissive e di servizi a banda larga. Attività, quest'ultima, che richiede un impiego inferiore di risorse umane". Risultato: il 19 novembre 2002, nemmeno una settimana più tardi, arriva l'annuncio che 99 lavoratori su 141 (il 70%) di Planetwork, società controllata al 100% da ePlanet, non servono più. Dovrebbero gentilmente raccogliere le loro cose e andarsene a casa. Strana storia, che non convince i lavoratori e li spinge ad avanzare qualche obiezione. Lunedì 2 dicembre, a Milano, si apre il tavolo delle trattative. Mentre i sindacati e i vertici di ePlanet discutono presso l'Unione del Commercio e del Turismo in C.so Venezia a Milano, i lavoratori di Planetwork in sciopero scendono in strada per far sentire la loro voce. E tutto il loro disappunto. Impossibile per i Giovanieuropei.com non esprimere la propria, sentita, solidarietà. E sottolineare lo stupore per un'azienda che da un lato illustra solidi piani finanziari al mercato e dall'altro non mostra altrettanta fiducia nei confronti dei propri lavoratori. 

ALITALIA: PRECISAZIONE SUL LODO ARBITRALE ALITALIA-KLM 
Roma, 6 dicembre 2002 - In relazione a quanto pubblicato da un quotidiano circa gli effetti dell'esito dell'arbitrato internazionale relativo alla rottura dell'alleanza tra Alitalia e Klm, Alitalia precisa che la decisione determina un beneficio finanziario netto pari a 150 milioni di euro a cui dovranno essere aggiunti i relativi interessi e 3,3 milioni di euro a titolo di rimborso dei costi dell'arbitrato. Per quanto concerne l'effetto della decisione sui risultati economici, questo risulta pari all'intera somma di 250 milioni di euro - riconosciuta dagli arbitri quale penale a favore di Alitalia - oltre agli interessi ed al rimborso dei costi dell'arbitrato, in quanto l'onere derivante dalla restituzione dei 100 milioni di euro versati dalla Klm quale contributo per lo sviluppo dell'hub di Malpensa - anch'essa disposta dalla decisione arbitrale - era stato dalla Compagnia già prudenzialmente accantonato in un fondo rischi. 

WOLFGANG MAYRHUBER SUCCEDE A JÜRGEN WEBER IN QUALITÀ DI PRESIDENTE E CEO DI LUFTHANSA IL COMITATO DI SUPERVISIONE ASSICURA CONTINUITÀ CON LA NUOVA NOMINA 
Milano, 6 dicembre 2002 - Il Comitato di Supervisione di Lufthansa ha annunciato ieri di aver designato il Vicepresidente del Comitato Esecutivo della Deutsche Lufthansa AG, Wolgang Mayrhuber, come il successore dell'attuale Presidente e Ceo, Jürgen Weber. Il cambio al timone del Gruppo avrà luogo durante la prossima Assemblea Generale prevista a Colonia il 18 giugno 2003. "Questa decisione garantirà continuità ai vertici del Gruppo," ha dichiarato Dr. Klaus Schlede, Presidente del Comitato di Supervisione che ha reso omaggio a Jürgen Weber per i 35 anni di servizio alla Lufthansa. Durante i 12 anni trascorsi come Presidente e Ceo Jürgen Weber ha varato politiche decisive e di successo come la riorganizzazione del Gruppo e la privatizzazione della società. Sotto la guida di Weber Lufthansa e Star Alliance, sono diventate i principali attori nell'industria del trasporto aereo. A nome di tutti i membri del Comitato Esecutivo Jürgen Weber si è congratulato con Wolfgang Mayrhuber: "Con Wolgang Mayrhuber alla guida, in questo periodo di difficoltà per il trasporto aereo, il futuro della società è al sicuro. Un importante segnale per i nostri clienti, azionisti e dipendenti." Durante la prossima Assemblea Generale il 18 giugno 2003 sarà proposta la nomina di Jürgen Weber al Comitato di Supervisione. In qualità di membro del Comitato Esecutivo di Lufthansa, Wolgang Mayrhuber è responsabile della divisione passeggeri. A partire dal 1 aprile 2002 era stato nominato Vicepresidente del Gruppo Lufthansa. La responsabilità generale per la divisione passeggeri comprende oltre alle tradizionali attività della compagnia aerea anche aree di importanza strategica quali "Corporate Infrastructure", "Alliances and Airline Stakes" e "Operational Excellence". Wolgang Mayrhuber è così responsabile delle più importanti operazioni del Gruppo che impiega oltre 30.000 dipendenti tra equipaggio e personale di terra negli aeroporti in Germania e in tutto il mondo, e forza vendita. L'elevata competenza tecnica e aeronautica, standard di servizio riconosciuti e una rete di collegamenti globale, operata da Lufthansa e in collaborazione con i partner Star Alliance, costituiscono i valori principali attribuiti alla compagnia aerea nel mondo. Wolfgang Mayrhuber vanta 30 anni di servizio nel Gruppo Lufthansa. Entra in Lufthansa il 1 febbraio 1970 in qualità di ingegnere elettrico presso la sede di Amburgo dove si svolgono i servizi di manutenzione agli aeromobili. Dopo aver ricoperto diversi ruoli manageriali presso la divisione Mro (assistenza, manutenzione e riparazione) di Amburgo, Wolfgang Mayrhuber è nominato il 1 novembre 1992 Vicepresidente esecutivo e Chief Operating Officer Technical di Lufthansa. Nei primi anni novanta Wolfgang Mayrhuber entra a far parte del gruppo dirigenziale chiamato a sviluppare le strategie per il rilancio e lo sviluppo di Lufthansa. Successivamente, in occasione dello scorporo di Lufthansa Technik nell'ottobre 1994 è nominato Presidente del Comitato Esecutivo della società di ingegneria e manutenzione. Wolfgang Mayrhuber è nominato Presidente e Ceo di Deutsche Lufthansa Ag nel gennaio del 2001. Nato a Waizenkirchen in Austria il 22 marzo del 1947 Wolfgang Mayrhuber ha studiato ingegneria meccanica al collegio tecnico di Steyr in Austria e al Bloor Institute in Canada. Nell'autunno del 1990 ha completato il corso di Executive Management Training al Massachussets Institute of Technology (Mit) a Boston. 

GALGANO RAFFORZA IL TEAM:LUCIANO BRAY NUOVO PARTNER 
Milano, 6 dicembre 2002 - Il Gruppo Galgano, società leader nella consulenza di direzione con capitale interamente italiano, rafforza il team e lo fa con un esperto di punta di Customer Relationship Management. Di recente, infatti, la squadra dei partner del Gruppo Galgano si è arricchita con l'arrivo di Luciano Bray. Luciano Bray, è nato nel 1959; laurea in ingegneria nucleare presso l'Università "La Sapienza" di Roma con studi post-laurea in Economia aziendale alla Bocconi di Milano. Luciano Bray è stato protagonista di successo della politica di internazionalizzazione della Galgano, avendo avuto la responsabilità della direzione della joint venture iberica fra il Gruppo Galgano e la Coopers&Lybrand all'inizio degli anni '90. Con la carica di partner di Coopers & Galgano Spagna, dal 1996, ha coordinato le aree di consulenza in Strategia e Coporate Transformation per tutta la penisola iberica. Successivamente, Luciano Bray, entrato nella società nata dalla fusione tra Price Waterhouse e Coopers&Lybrand, ha avuto la responsabilità del lancio e dello sviluppo dell'area di consulenza Customer Relationship Management in Italia. Forte di questa esperienza, in un'area cruciale per il successo di ogni tipologia di organizzazione, Luciano Bray far parte oggi del team direzionale Galgano con la missione specifica, che il presidente del Gruppo Alberto Galgano gli ha affidato, di sviluppare l'area di mercato delle aziende di servizi 

ACCORDO TRA LOCAT SPA E SAN MARCO BIOENERGIE SPAPER IL FINANZIAMENTO DI UN IMPIANTO ENERGETICO A BIOMASSE 
Milano, 6 dicembre 2002 - Locat SpA - società del Gruppo UniCredito Italiano - e San Marco Bioenergie SpA - posseduta pariteticamente da Carlo Gavazzi Green Power SpA e Pseg Italia Bv - hanno perfezionato il contratto di leasing per il finanziamento della costruzione di una centrale di produzione di energia elettrica, alimentata a biomasse, in località Bando d'Argenta (Fe). Per la prima volta in Italia, un impianto del valore di 68 milioni di euro per la produzione di energia da fonti rinnovabili, viene interamente finanziato attraverso la formula del leasing. La centrale a biomasse di Bando d'Argenta ha una potenza elettrica lorda di circa 24 Mw, ripartita su due linee indipendenti da 12 Mw ciascuna, al fine di consentire un' ottimale modularità Impiantistica e gestionale. L'impianto - già in esercizio commerciale per la prima linea di 12 Mw, entrerà in piena produzione entro la fine del corrente anno. "Attraverso questo accordo - afferma l'avv. Domenico Ponciroli, presidente di Carlo Gavazzi Green Power - si realizza una cooperazione importante tra un grande soggetto finanziario quale Locat, ed un'azienda leader nel settore della generazione di energia da fonti rinnovabili. Locat ha percepito positivamente l'iniziativa San Marco Bioenergie, operando una valutazione di merito della società e dei suoi soci, facendo propria la convinzione della proprietà sulla redditività e utilità ambientale di questi impianti". "L'esperienza maturata nel finanziamento di impianti energetici - sottolinea ii dottor Rosario Corso, amministratore delegato di Locat -, ci ha permesso di affiancare adeguatamente il Gruppo Gavazzi, supportandolo in tutte le fasi progettuali ed operative dell'operazione. Centrali come questa, alimentate esclusivamente con materiali naturali, rappresentano un' importante iniziativa imprenditoriale anche in termini di salvaguardia dell'equilibrio ambientale. Nella produzione di energia, infatti, l'impatto ecologico è oggi un aspetto quanto mai rilevante che Locat ha tenuto in considerazione nella fase di concessione del finanziamento. L'intesa creatasi con il Gruppo Gavazzi in occasione della presente operazione, ritengo possa portare ad ulteriori proficue opportunità di collaborazione tra le nostre società". "Carlo Gavazzi Green Power - aggiunge l'avv. Domenico Ponciroli - ha attualmente all'attivo la partecipazione in tre impianti di produzione alimentati a biomasse per circa 80 Mw complessivi; altri importanti progetti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sono in corso di sviluppo in alcune regioni dei Mezzogiorno d'Italia: costante di tutti le iniziative è la tutela ed il rispetto delle prerogative e delle caratteristiche ambientali ".

NUOVA SEDE A PARMA PER LO STUDIO LEGALE TREVISAN & CUONZO SARÀ GUIDATA DA DANIELA AMPOLLINI 
Milano, 6 dicembre 2002 - Trevisan & Cuonzo, Studio legale specializzato in proprietà intellettuale e industriale, con sede a Milano, in via Brera, 6, apre una nuova sede a Parma. Responsabile dei nuovi uffici, situati nel cuore della città, nello storico palazzo Lusignani di Borgo Antini, 4, sarà Daniela Ampollini. Ampollini, 30 anni, entrata a far parte dello Studio nel 1999, si occuperà di diritto industriale, inclusi gli aspetti che lo collegano al settore alimentare (per esempio, le problematiche collegate alla tutela delle denominazioni di origine, pubblicità ingannevole legata a prodotti alimentari, problematiche collegate alla presentazione al pubblico dei prodotti). Lo Studio di Parma rivolgerà la propria attività di consulenza non solo alle grandi aziende (target tradizionale dello studio Trevisan & Cuonzo) ma anche alle piccole e medie imprese della zona. Fondato da Luca Trevisan e Gabriel Cuonzo nel 1993, lo Studio legale Trevisan & Cuonzo è stato votato nel 1999 il miglior litigation team italiano nel settore della proprietà industriale e intellettuale dalla rivista inglese Managing Intellectual Property. Conta oggi 30 professionisti, tra cui avvocati di altre giurisdizioni europee e ha un dipartimento dedicato all'attività contenziosa che annovera alcuni degli avvocati più prestigiosi d'Europa, specializzati nel settore del diritto della proprietà industriale ed intellettuale. Lo Studio è noto per rappresentare legalmente, fra gli altri, Black & Decker, DaimlerChrysler, Porsche, Philips, Ibm, Bsa Business Software Alliance, Harley-Davidson, Caterpillar, Nintendo, Fujitsu, Rambus, Marconi Communications, Action Time, Saint Gobain, Abb, Emhart, Fimi Federazione Industria Musicale Italiana. 

SIRACUSA LA PRIMA CONFERENZA EUROPEA SULLA TRATTA DELLE DONNE OGGI SARÀ PRESENTE LA COMMISSARIA ANNA DIAMANTOPOULOU 
Siracusa, 6 dicembre 2002 - Si è aperta ieri a Siracusa la prima Conferenza europea sulla tratta delle donne, organizzata dalla Commissione europea. Obiettivo, dare visibilità a quanto sinora fatto dall'Unione europea sul fronte della lotta contro la tratta, la violenza e lo sfruttamento degli esseri umani, con uno sguardo particolarmente attento alla condizione femminile. Durante i lavori si farà il punto sui risultati sinora conseguiti dalla politica "antitratta" portata avanti in questi ultimi anni dai 15 Stati membri dell'Unione, al fine di sensibilizzare ulteriormente azioni di contrasto e prevenzione. In particolare si farà il punto su: le disposizioni di legge esistenti in Europa per la prevenzione e la lotta al traffico degli esseri umani e delle donne in particolare; le misure esistenti per fornire assistenza alle vittime della tratta; il ruolo del network europeo nella lotta contro la tratta; le prospettive di intervento per il futuro. Parteciperanno alla conferenza, tra gli altri, Nicole Ameline, Ministro francese degli Affari sociali delegato alla parità e all'uguaglianza professionale; Pier Luigi Vigna, Procuratore nazionale antimafia; Renate Augstein del Ministero per gli Affari familiari della Germania. Concluderanno la conferenza la Commissaria Anna Diamantopoulou, responsabile per l'occupazione e per gli affari sociali, e il Ministro per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo - le quali parteciperanno anche ad un incontro-stampa che avrà luogo venerdì 6 dicembre 2002 alle ore 13,30 (Grand Hotel Villa Politi, via Maria Politi Laudien, 2 - Siracusa). 

CERTIFICAZIONE UNI EN ISO 9001/2000 PER LA ROSSINI TRADING AZIENDA CON SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ CERTIFICATO DAL DNV ITALIA 
Milano, 6 dicembre 2002 - La Rossini Trading può ora vantare l¹avvenuta certificazione del proprio Sistema Qualità. Un traguardo importante che conferma la vocazione dell¹azienda bergamasca da sempre rivolta alla qualità dei propri prodotti e all'ottimizzazione dei servizi offerti. Più di 1200 articoli con 8 mila referenze e 400 addetti alla produzione in Italia e all¹estero, un settore commerciale che vede impegnate 90 persone. Una struttura finanziaria solida, una politica di investimenti tesa a migliorare costantemente l¹informatizzazione e la logistica aziendale. Tutto questo è la Rossini Trading che ha ottenuto il riconoscimento Uni En Iso 9001/2000 dal Dnv Italia. Nata oltre 30 anni fa come fabbrica di abiti da lavoro, l¹azienda, che ha sede a Bergamo, è cresciuta fino a diventare una delle più importanti realtà industriali nella produzione e commercializzazione di prodotti dedicati al mondo del lavoro, dal tradizionale settore dell¹abbigliamento alle soluzioni antinfortunistiche o per condizioni di lavoro estreme.L'Ufficio Tecnico, i reparti di progettazione e produzione, tutti i servizi logistici sono riuniti presso la sede di Bergamo che occupa un¹area industriale con un volume complessivo di 77 mila metri cubi e uno spazio di oltre 12 mila metri quadrati situata in posizione strategica nelle immediate vicinanze dell'uscita autostradale. L'ampiezza della struttura e l'efficienza dell'organizzazione consentono di offrire un servizio fra i più avanzati, dalla realizzazione di capi speciali al "pronto magazzino" in grado di evadere anche ordinazioni importanti in 48 ore. La forte motivazione di tutta la struttura manageriale, unita ad una spinta politica di investimenti, ha prodotto negli ultimi anni un continuo miglioramento del servizio al cliente (come la gestione degli ordini tramite terminali a radiofrequenza e l¹introduzione di un complesso ed efficiente sistema di carrelli commissionatori e trasloelevatori completamente automatizzato) che, anno dopo anno, consolida il successo della Rossini Trading. Un'azienda, però, sempre attenta al mondo che la circonda e che fa della prevenzione uno degli obiettivi più importanti, tanto da promuovere un concorso nazionale "Primi in sicurezza premio Emilio Rossigni" rivolto a tutte le scuole d¹Italia, per sensibilizzare i giovani, lavoratori e datori di lavoro di domani. Un invito a riflettere sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro al quale gli studenti, dai bambini delle scuole materne ai ragazzi delle superiori, stanno rispondendo con entusiasmo. Addirittura, nonostante il concorso preveda la consegna dei lavori entro il 15 marzo 2003, alcune classi hanno già presentato i propri lavori. 

DIDAMATICA 2003: A GENOVA IL 27-28 FEBBRAIO IL CONVEGNO SULL'INFORMATICA PER LA DIDATTICA 
Milano, 5 dicembre 2002 - Si terrà a Genova, tra il 27 e il 28 febbraio prossimi, la sedicesima edizione di Didamatica, il convegno-rassegna che Aica - Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo Automatico - promuove ogni anno per fare il punto e tracciare le prospettive dell'uso dell'informatica per l'apprendimento e l'insegnamento. Si rinnova così l'appuntamento per una manifestazione che quest'anno verrà ospitata nell'ambito di Ted (l'evento guida nel settore dell'innovazione per l'apprendimento, patrocinato da Ministero per l'Istruzione, la Ricerca e l'Università) e che offrirà una preziosa occasione di confronto per studiosi, formatori, Istituti di Ricerca, aziende e soprattutto per un gran numero di docenti, di tutte le discipline, della Scuola e dell'Università. Al centro delle relazioni e dei dibattiti sarà l'innovazione formativa legata all'uso delle reti e l'e-learning (formazione a distanza via Internet): dalle classi virtuali all'apprendimento collaborativo, agli strumenti in rete volti a favorire l'apprendimento dei disabili, e così via. Per partecipare a Didamatica 2003 è necessario iscriversi. La partecipazione è però gratuita e potrà essere fatta in loco, oppure sui siti Aica www.aicanet.it o Didamatica http://didamatica2003.itd.cnr.it Per gli insegnanti di ogni ordine e grado interessati a Didamatica 2003, sarà anche possibile ottenere l'esonero dalle attività scolastiche: la partecipazione rientra infatti nel novero delle attività formative di Università e Cnr previste dalle direttive ministeriali. La partecipazione a Didamatica permette anche di avere libero accesso all'area espositiva di Ted. L'iniziativa è parte di un programma più ampio promosso da Aica, Associazione che ha come finalità lo sviluppo delle conoscenze di Information & Communication Technology (Ict) in tutti i suoi aspetti scientifici, economici, sociali ed educativi . 

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