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20 DICEMBRE 2002
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LA COMMISSIONE EUROPEA ESAMINA LA
PROPRIA POLITICA INDUSTRIALE NEL CONTESTO DELL'ALLARGAMENTO
Bruxelles, 20 dicembre 2002 - La
Commissione ha pubblicato una comunicazione che analizza il ruolo e
l'efficacia della politica industriale europea, auspicando che la relazione
porti ad un riesame a livello europeo del quadro della politica industriale.
La comunicazione "La politica industriale in un'Europa allargata"
offre una rassegna dello stato attuale dell'industria e delle sfide che essa
deve affrontare, esamina le implicazioni dell'allargamento e delinea gli
obiettivi della Commissione in materia di industria ed i provvedimenti
proposti per conseguirli. Il presidente della Commissione Romano Prodi ha
dichiarato: "Questa comunicazione dimostra il nostro impegno a
mantenere l'industria e la sua competitività al centro dell'attività
politica della Commissione. Solo le imprese competitive possono creare
l'occupazione ed il benessere di cui abbiamo bisogno per realizzare gli
obiettivi strategici stabiliti dai vertici di Lisbona e Göteborg". Il
futuro ampliamento dell'Unione europea è evidenziato nella relazione come
"una grande fonte di opportunità per l'industria sia degli attuali sia
dei prossimi Stati membri". Il documento avverte però che esistono
ancora fortissime differenze tra l'industria manifatturiera dell'UE e quella
dei paesi candidati, dove essa tende ad essere meno specializzata e più
concentrata in settori a bassa tecnologia. La crescita dell'imprenditorialità
e l'impatto delle piccole e medie imprese sull'industria sono stati inoltre
meno significativi nei paesi candidati che nell'UE; la comunicazione
suggerisce di porre in atto provvedimenti specifici al fine di aumentare il
sostegno in tali settori. Nell'insieme, si afferma nella relazione,
"l'obiettivo dei paesi candidati è sviluppare le competenze, nonché
il quadro economico ed istituzionale, per migliorare le possibilità delle
imprese locali d'integrarsi con successo nelle reti produttive
internazionali". Esaminando i fattori che influenzano la competitività
industriale in Europa nell'insieme, la relazione pone in risalto tre fattori
decisivi: la conoscenza, l'innovazione e l'imprenditorialità. Al fine di
migliorare le prestazioni dell'Europa in questi ambiti, e quindi di
aumentare la competitività generale dell'industria, la comunicazione esorta
ad una maggiore attenzione verso l'istruzione e la ricerca, la
specializzazione ed il perfezionamento di prodotti, servizi e processi,
nonché a stimolare maggiormente l'assunzione di rischi nell'attività
economica. Poiché le prestazioni dell'industria dipendono da questa ampia
gamma di fattori, il documento argomenta che molti degli strumenti di cui
avvalersi sono strumenti propri di altri campi politici, quali la
concorrenza, ricerca e sviluppo, l'istruzione, il commercio e lo sviluppo
sostenibile. Esso afferma quindi che i responsabili della politica
industriale in Europa devono inoltre provvedere affinché le politiche
svolte in questi altri settori contribuiscano anch'esse alla competitività
dell'industria. In conclusione, la Commissione propone una verifica in tre
punti della politica industriale in Europa per dare seguito alla
comunicazione. In primo luogo, essa invita le altre istituzioni dell'UE ed i
soggetti interessati a discutere e reagire alla strategia delineata nella
relazione; in secondo luogo, la Commissione annuncia l'intento di verificare
l'efficacia delle proprie politiche industriali; in terzo luogo, l'Esecutivo
sollecita gli Stati membri a riconsiderare i loro provvedimenti a sostegno
della competitività industriale. Nell'annunciare la pubblicazione della
comunicazione, il commissario per le Imprese e la Società dell'informazione
Erkki Liikanen ha posto in rilievo le implicazioni più ampie della
relazione e dei temi affrontati. Egli ha dichiarato che la comunicazione si
poneva l'obiettivo di "mantenere il corretto equilibrio tra i tre
pilastri (sociale, ambientale ed economico) dello sviluppo sostenibile. Se
il pilastro economico non è abbastanza robusto diventerà impossibile
conseguire i nostri ambiziosi obiettivi in tema di sviluppo sostenibile.
Solo se l'industria europea è competitiva si possono generare le risorse
finanziarie necessarie per raggiungere gli altri obiettivi".
E-GOVERNMENT:
FIRMATO PROTOCOLLO TRA STANCA E DOMINICI* - L'INTESA TRA MINISTERO E ANCI
PONE LE BASI PER LO SVILUPPO DI STRATEGIE COMUNI NEL PROCESSO DI
MODERNIZZAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Roma, 20 dicembre 2002 - Il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie,
Lucio Stanca, e il Presidente dell'Associazione Nazionale dei Comuni
Italiani, Leonardo Dominici, hanno sottoscritto oggi a Roma, nella sede
dell'Anci, un protocollo d'intesa per lo sviluppo e l'attuazione di
strategie comuni nel processo di modernizzazione della Pubblica
Amministrazione del Paese e per la promozione, a livello locale, della
Società dell'Informazione. L'accordo prevede, tra l'altro, la stretta
collaborazione tra Ministero e Anci per la creazione dello "Sportello
elettronico per le imprese", che dovrà essere il punto d'incontro tra
i processi innovativi già in corso, quali lo sportello unico per le attività
produttive, il Portale nazionale per le imprese, i servizi previsti dai
progetti di e-Government in via di realizzazione. Tra gli obiettivi del
Protocollo, inoltre, la realizzazione di strategie per lo sviluppo dell'e-Learning
per il personale comunale, del telelavoro, e per la diffusione di
infrastrutture a banda larga nei territori comunali. In particolare tra gli
ambiti di collaborazione nella Società dell'Informazione se ne segnalano
due: lo sviluppo di servizi avanzati per la mobilità, che riguarda
soprattutto le grandi aree metropolitane, e quello relativo alla
"inclusione sociale", che riguarda i servizi per gli anziani, per
i disabili, per gli abitanti dei centri minori. La firma del protocollo di
oggi, è un nuovo e importante passo nella realizzazione di una
"visione condivisa" nello sviluppo dell'e-Government, che
rappresenta il riferimento complessivo delle future collaborazioni tra
Governo, Regioni Comuni e Comunità Montane. Nell'ottica della nuova
concezione di Stato federale - in cui l'architettura istituzionale del Paese
non è più gerarchica ma di cooperazione paritaria fra le amministrazioni -
questa nuova "visione" trova una straordinaria opportunità di
cooperazione nelle nuove tecnologie. L'attuazione dell'e-Government,
infatti, non è solo una risorsa per la competitività del Paese, ma è la
premessa per migliorare il rapporto fra cittadini e istituzioni. L'intesa
tra Ministero e Anci assume un'importanza ancora maggiore in vista della
prossima apertura dei 138 "cantieri" - frutto del primo Avviso per
il cofinanziamento da parte del Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie
dei progetti di e-Government presentati da Regioni, Province, Comuni e
Comunità Montane - per la fornitura in rete di servizi ai cittadini e alle
imprese.
PREMIER
ANNIVERSAIRE DES PIECES ET DES BILLETS EN EUROS
Bruxelles, le 20 décembre 2002- Près d'un an après l'introduction des pièces
et des billets, l'euro fait partie intégrante de la vie quotidienne des
citoyens européens. La majorité des Européens sont satisfaits d'avoir
l'euro comme monnaie et manipulent facilement les pièces et les billets.
Selon M. Pedro Solbes, commissaire responsable des affaires économiques et
monétaires, "le passage réussi à la monnaie unique a marqué le début
d'une ère nouvelle pour l'Europe, une ère durant laquelle les Européens réaliseront
plus de projets ensemble. Nous devons avant tout moderniser nos économies
afin d'offrir une Union plus prospère à l'ensemble des citoyens".
L'euro est de plus en plus utilisé comme moyen de paiement dans de nombreux
pays en dehors de la zone euro, en particulier dans les grandes villes et
les régions touristiques. Les commerçants sont encore nombreux à
pratiquer le double affichage des prix. Bien qu'elle ait aidé un grand
nombre de citoyens en 2002, cette pratique est également susceptible d'avoir
retardé le passage "psychologique" à l'euro, qui est en cours
mais qui est loin d'être achevé. La plupart des citoyens continuent à
calculer en monnaie nationale, en particulier pour les achats importants. En
accord avec Eurocommerce, la Commission recommande donc au secteur du
commerce de détail de renoncer progressivement au double affichage des prix
et de le supprimer entièrement d'ici le 30 juin 2003. Le commissaire
responsable de la santé et de la protection des consommateurs, M. David
Byrne, a déclaré: "Les consommateurs ont généralement bien réagi
à la nouvelle monnaie. Nous connaissons tous désormais les pièces et les
billets en euros qui se trouvent dans nos poches. Après un an, la compréhension
des prix en euros est presque totale, mais des problèmes subsistent. Le cas
échéant, nous devons faire un dernier effort pour rendre l'euro aussi réel
dans nos têtes que dans nos poches". Les résultats de l'enquête
Eurobaromètre du mois de novembre fournissent de nouvelles informations sur
le passage réussi à l'euro. Seule une personne sur cinq éprouve encore
quelques difficultés. La vaste majorité des citoyens s'est rapidement
accoutumée aux espèces en euros: si plus des deux tiers (68,8 %)
manipulent facilement les pièces, cette proportion est encore plus élevée
pour les billets (92,8 %). La plupart des Européens estiment également que
le nombre des valeurs choisies pour les billets et les pièces est le bon
(83,7 % et 53,5 % respectivement). Il est intéressant de noter que 76 % des
citoyens n'aimeraient pas avoir de billets d'un euro (cette proportion étant
de 72 % pour les billets de deux euros). Les citoyens connaissent bien désormais
les pièces des autres pays de la zone euro. Dans les régions frontalières,
les grandes villes et les régions touristiques notamment, une proportion
croissante des pièces en circulation sont d'origine "étrangère".
Il est indéniable que les différentes faces nationales des pièces
suscitent un grand intérêt et 92,6 % des personnes interrogées confirment
que la diversité des pièces ne leur pose aucun problème. À vrai dire,
nombreux sont les citoyens qui ont commencé à en faire collection. Les
numismates se sont également intéressés aux 80 pièces de collection en
euros qui ont été émises dans le courant de 2002 par différents États
membres et qui ne sont pas destinées à des fins de paiement ordinaire. L'introduction
des billets et des pièces en euros renforce l'intégration des marchés
dans l'UE. La création d'une monnaie unique a non seulement éliminé le
risque de change et le coût des opérations, mais elle a également supprimé
une barrière psychologique au commerce transfrontalier, puisque la
transparence des prix facilite les comparaisons. Depuis l'introduction des
billets et des pièces en euros, 12 % des consommateurs européens sont plus
intéressés par l'achat de biens dans un autre pays de l'UE, tandis que les
entreprises sont 32 % en moyenne à être plus intéressées par la vente de
leurs produits à l'étranger. L'introduction des pièces et des billets en
euros a eu un impact manifeste sur l'utilisation de la monnaie unique en
dehors de la zone euro, et ce, tant en Europe que dans d'autres régions du
monde. Le comportement des voyageurs européens joue un rôle à cet égard,
puisque 53 % des ressortissants de la zone euro voyageant en dehors de cette
zone déclarent emporter des espèces en euros, alors que 16 % seulement se
munissent de dollars. Il s'avère que les trois États membres n'appartenant
pas à la zone euro (Danemark, Suède et Royaume-Uni) ainsi que les douze
pays candidats acceptent parfois les paiements liquides en euros, même si
cette pratique se limite généralement aux capitales et aux régions
touristiques. Certains commerçants affichent même les prix en euros. L'introduction
des pièces et des billets en euros a également eu un impact, bien que
moindre, sur d'autres continents. Hormis les départements français d'outre-mer,
qui bien que géographiquement situés en dehors de l'Europe, font partie
intégrante de l'UE et ont adopté l'euro en remplacement du franc français,
l'euro est également accepté comme moyen de paiement dans les régions
touristiques de certains pays d'Amérique, d'Asie et d'Afrique, où l'on
peut voir des prix affichés en euros. Dans la plupart des pays, les
citoyens ont associé le passage à l'euro à des augmentations
significatives de prix. Dans la pratique, l'analyse statistique réalisée
par Eurostat au terme du premier mois, du premier trimestre et du premier
semestre (Stat/84/2002) de cette année montre que les effets
inflationnistes du passage à l'euro s'élèvent tout au plus à 0,2 %.
Toutefois, il existe cette année un écart exceptionnellement marqué entre
l'inflation perçue et l'inflation mesurée, ce qui s'explique par les
hausses plus sensibles de certains biens et services fréquemment achetés
qui marquent plus fortement l'esprit des consommateurs. La récente enquête
Eurobaromètre confirme que les Européens commencent à penser en euros,
mais que le chemin est encore long: si 42,2 % des consommateurs calculent déjà
le plus souvent en euros, ce pourcentage chute à 12,5 % lorsqu'il s'agit d'achats
importants, comme une maison ou une voiture, pour lesquels les citoyens
pensent encore en monnaie nationale. Les détaillants continuent de
pratiquer le double affichage des prix, ce qu'apprécient de nombreux
consommateurs, notamment ceux qui calculent encore en monnaie nationale.
Tandis qu'une majorité des personnes interrogées (50,6 %) ne souhaitent
pas que les commerçants maintiennent le double affichage, 47,2 % sont d'un
avis contraire. Dans le même temps, il faut bien reconnaître que la
poursuite de cette pratique retarde le passage "psychologique" à
l'euro et risque même d'aller à l'encontre du but recherché qui est d'assurer
une transition sans heurts. En accord avec Eurocommerce, la Commission
recommande donc au secteur du commerce de détail de renoncer
progressivement au double affichage et de le supprimer entièrement d'ici le
30 juin 2003, en informant les consommateurs en temps utile. Cette
recommandation s'applique aussi à d'autres secteurs où les montants et les
prix continuent de figurer en euros et en monnaie nationale, par exemple,
sur les factures de certaines entreprises ou les relevés de compte fournis
par les banques à leurs clients.
UN EURODEPUTATO
CHIEDE DI ATTRIBUIRE MAGGIORE IMPORTANZA AL RUOLO SVOLTO DALLE DONNE E DAL
CCR NELLA RICERCA COMUNITARIA
Bruxelles, 20 dicembre 2002 - Il 17 dicembre il Parlamento europeo ha
adottato due risoluzioni sulle attività di ricerca e sviluppo tecnologico,
nelle quali si sollecita un'ulteriore partecipazione delle donne ai
programmi di ricerca dell'UE e si auspica che il Centro comune di ricerca (Ccr)
possa svolgere un ruolo significativo nella realizzazione dello Spazio
europeo della ricerca (Ser). Le risoluzioni si basano su due relazioni
presentate dall'europarlamentare francese Yves Piétrasanta in risposta a
due documenti della Commissione: il rapporto annuale 2001 sulle attività di
ricerca e sviluppo dell'Unione europea e il rapporto annuale del Ccr per il
2001. Secondo il deputato, il 2001 è stato "particolarmente
importante", perché ha coinciso con l'ultimo anno del quinto programma
quadro (5PQ) e con l'anno del varo del Ser. Il relatore si augura che
l'obiettivo di partecipazione delle donne nell'ambito del sesto programma
quadro (6PQ) sia pari al 50 per cento e deplora nel contempo che l'auspicato
tasso di partecipazione del 40 per cento, previsto per il 5PQ, non sia stato
raggiunto. In base alla relazione, "l'estrema esiguità della
rappresentanza femminile nel campo della ricerca mostra come l'UE non sia
ancora in grado di utilizzare adeguatamente le sue risorse umane e quindi di
impegnarsi nell'attuazione dell'obiettivo che si è prefissata e cioè di
diventare "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e
dinamica del mondo", come stabilito nella strategia di Lisbona."
Nel documento, Piétrasanta insiste altresì affinché la Commissione
imponga e sostenga fortemente un aumento dei finanziamenti a studi sulla
parità tra uomini e donne e per la creazione di un Istituto europeo sui
problemi di genere. Secondo la relazione dell'europarlamentare, la
realizzazione dello Spazio europeo della ricerca si basa su sei pilastri: la
creazione di un brevetto comunitario, l'analisi comparativa dei risultati
("benchmarking") delle politiche nazionali di ricerca e di
innovazione, la cartografia dell'eccellenza scientifica in Europa,
l'allestimento delle reti dei programmi nazionali, il miglioramento della
mobilità dei ricercatori individuando gli ostacoli che si frappongono a
detta mobilità, il varo di un sistema di riferimento scientifico e tecnico
che faccia capo al Ccr. In effetti, il documento sostiene che "quale
organismo europeo dedicato alla ricerca, il Ccr partecipa alla creazione
dello Spazio europeo della ricerca nella misura in cui può costituire una
piattaforma che offre un vero e proprio valore aggiunto comunitario grazie
al lavoro in rete e alla collaborazione scientifica." Inoltre Piétrasanta
sostiene il potenziamento della funzione del Centro comune di ricerca:
"il Ccr dovrebbe poter svolgere un ruolo più importante per i politici
e per coloro che gestiscono l'UE, tramite la sua missione di sostegno
scientifico e tecnico e tenendo conto del fatto che si tratta di uno
strumento operativo in grado di compiere ricerche fondamentali nei suoi
laboratori."
MECCANICA
VARIA: LA CRISI FRENA LA CRESCITA
Milano, 20 dicembre 200 - Il settore risente meno di altri della congiuntura
sfavorevole dei mercati, ma sta comunque attraversando una fase di stallo.
La ripresa arriverà solo nel II semestre 2003. Lo dicono i preconsuntivi
2002 e le previsioni per il 2003 diffusi ieri da Anima. Nel corso dell'anno
le imprese meccaniche hanno raggiunto un fatturato di 32.958 milioni di euro
(+2,3% sul 2001). +5,2% l'export (16.386 milioni di euro, pari a 49,7% del
totale), e -0,4% le vendite Italia (16.572 milioni di euro). Nel 2003 il
giro d'affari dovrebbe raggiungere i 34.203 miliardi di euro (+3,8%).
Secondo il Presidente Rizzio: "L'unico mezzo per confermare e
migliorare le performance delle nostre aziende è investire nella ricerca,
scientifica ed economica, che deve essere sostenuta ed applicata
all'innovazione dei materiali, dei prodotti, dei processi, ma anche
all'individuazione di nuovi possibili mercati di sbocco". Una meccanica
varia in stallo, che risente tuttavia meno di altri settori della
congiuntura sfavorevole che caratterizza i mercati. Per un'effettiva ripresa
bisognerà tuttavia attendere il II semestre dell'anno venturo. E' questa la
fotografia che emerge dal preconsuntivo 2002 e dalle previsioni per il 2003
diffuse questa mattina dall'Anima, la Federazione delle Associazioni
Nazionali dell'Industria Meccanica varia ed Affine. Secondo i dati elaborati
dall'Ufficio Studi di Anima, le imprese italiane nel 2002 hanno realizzato
un fatturato pari a 32.958 milioni di euro (erano 32.202 nel 2001), con un
incremento del 2,3% in valore (1,5% in volume). Si tratta di un aumento
sostenuto principalmente dalla domanda estera che ha segnato un +5,2%
passando dai 15.572 milioni di euro del 2001 ai 16.386 milioni di euro del
2002. Inferiore alle attese l'andamento del mercato nazionale, che, malgrado
gli incentivi della legge Tremonti, ha accusato un calo dello 0,4% (contro
le previsioni di un aumento sempre dello 0,4% formulate nel luglio scorso),
passando dai 16.630 milioni di euro del 2001 ai 16.572 milioni di euro del
2002. L'occupazione ha mostrato una sostanziale stabilità (186.000 addetti
circa). Le previsioni per il 2003 indicano una crescita della produzione
dell'ordine del 3,8% in valore (pari a 1,9% in volume), raggiungendo i
34.203 miliardi di euro. Tale incremento dovrebbe essere sostenuto ancora
una volta dalla domanda internazionale. I livelli occupazionali dovrebbero
rimanere pressoché inalterati. Commentando l'andamento del settore il
Presidente Rizzio ha sottolineato che "è arrivato il momento di
superare le tecnologie correnti e di ricorrere alla ricerca economica e
scientifica, da applicare sia all'individuazione di futuri mercati che ad
una ricerca vera e propria da effettuare sui materiali, sui prodotti e sulle
prestazioni che saranno richieste a breve e medio termine. Questa è una
direzione non eludibile. Chi non capisce questa esigenza tra pochi anni
scivolerà in un decoroso artigianato, ma non sarà più industria. Anche il
Governo dovrebbe destinare maggiori risorse alla ricerca. Il rischio, lo
ripeto, è che scompaia l'industria. Il nostro Paese si è di fatto ritirato
dall'elettronica, dalla chimica: oggi è in dubbio su cosa fare
dell'automobile.....Dio non voglia che debba ritirarsi anche dalla nostra
meccanica."E necessario, comunque, muoversi lungo molteplici
direttrici" - ha proseguito Rizzio - "per favorire la competitività
delle nostre imprese. Ed è quanto stiamo facendo, attraverso attività di
promozione e di formazione e tramite interventi a livello istituzionale.
Abbiamo chiesto al Governo per il tramite dei massimi vertici della pubblica
Amministrazione di dare un assetto alle direttive europee recepite in modo
da agevolare l'attività delle nostre imprese". Da segnalare in questo
senso l'intervento di Anima presso i ministeri interessati per accelerare
l'emanazione del decreto che stabilisce i criteri per la notifica degli
organismi in grado di rilasciare le certificazioni relative alla direttiva
89/106/CEE in materia di prodotti da costruzione (CPD). La Federazione è
inoltre intervenuta presso la Commissione europea ed il Ministero delle
attività produttive per fermare il processo di revisione della direttiva
macchine, nella quale la Commissione sta introducendo modifiche che
renderebbero vani tutti gli sforzi fatti dai costruttori negli ultimi anni
per uniformarsi alla direttiva. Anima ha inoltre partecipato attivamente ai
gruppi di lavoro creati all'interno dell'Ispesl e del Ministero delle
Attività Produttive per la stesura della proposta del decreto relativo
all'esercizio delle attrezzature a pressione, previsto dall'articolo 19 del
D.Lgs. n. 93/2000, esercitando inoltre forti pressioni affinché il
documento, atteso da oltre un anno, venga finalmente pubblicato. Anima ha
poi stipulato con Icim una convenzione che permette alle aziende associate
di usufruire a condizioni vantaggiose dei servizi dell'ente, che da oltre
dieci anni opera nel campo della certificazione di prodotto e di sistema e
che rappresenta ormai il punto di riferimento delle aziende meccaniche.
Nell'ambito della formazione, attraverso la sua società di servizi Formamec,
Anima ha realizzato con il Politecnico di Milano un Progetto di
"Assunzioni Programmate", che si giova del contributo del Fondo
Sociale Europeo erogato tramite la Regione Lombardia. Il progetto ha finora
coinvolto 130 laureati e 110 aziende, il 45% delle quali ha richiesto
candidati nell'area ICT, il 25% candidati con specializzazione meccanica su
temi di innovazione di processo e di prodotto, il 15% con specializzazione
in industrial design, e il rimanente 15% con specializzazione nei campi
della sperimentazione di processo nella gestione dei sistemi qualità
aziendali, nel marketing e nella gestione della documentazione tecnica. Tra
le iniziative di promozione messe in atto da Anima, con lo specifico
obiettivo di sostenere l'internazionalizzazione delle imprese meccaniche,
segnaliamo l'accordo di collaborazione con I.B. Market - società di servizi
di commercio internazionale con sede a Roma e uffici a Tehran - per
promuovere e assistere le nostre aziende interessate a introdursi o
consolidarsi nel mercato iraniano. Dalle verifiche fatte sono infatti emerse
interessanti opportunità per le imprese meccaniche in questo paese, tanto
che nel 2001 il principale gruppo di prodotti che il nostro paese ha
esportato in Iran era costituito da macchine e apparecchi meccanici, per un
valore di 621 milioni di Euro (su un export complessivo di 1.163 milioni di
Euro) con un incremento del 52% sul 2000. Tra gli altri mercati di
potenziale interesse per le imprese italiane c'è l'area del Bacino
Mediterraneo, anche per ovvie ragioni di prossimità geografica. Anima ha
quindi ritenuto strategico contribuire con iniziative di formazione in aula
al progetto promosso da Ministero degli Affari Esteri e Regione Sicilia e
sviluppato da Mondimpresa per la formazione di 90 Quadri di Centri Servizi
per lo sviluppo delle Pmi dei paesi del Bacino Mediterraneo, del medio e
vicino oriente e dell'area balcanica. Obiettivo del progetto è la creazione
e il rafforzamento di una rete di Centri Servizi tra ltalia e 22 paesi di
queste aree per favorire lo sviluppo e la cooperazione transnazionale tra le
piccole e medie imprese e tra sistemi economico-produttivi. Sempre
nell'ambito delle iniziative di promozione del settore, la Federazione ha
recentemente avviato insieme ad ItalianMec.com un Progetto di banca dati
fiere, con l'obiettivo di individuare, nei vari paesi e per tutti i settori
di interesse delle imprese meccaniche, le iniziative più importanti o
significative, fornendo indicazioni che possano meglio orientare le loro
scelte e i loro investimenti promozionali. La selezione contempla un
migliaio di manifestazioni, selezionate tra le almeno 20.000 iniziative che
si contano a livello mondiale ed è a disposizione degli utenti sul sito
www.anima.it. Anche ItalianMec.com, nel rispetto della sua mission,ha
avviato una serie di iniziative rivolte ai Soci Anima, che proseguiranno nel
corso di tutto il 2003, e che mirano a rispondere alle effettive necessità
rilevate dal contatto diretto con gli imprenditori, offrendo loro gli
strumenti e le soluzioni più idonee per consentire un avanzamento verso
l'innovazione, requisito fondamentale affinché le aziende italiane possano
mantenere e migliorare il proprio posizionamentoed affacciarsi a nuovi
potenziali mercati. Attraverso la collaborazione con il gruppo di lavoro
marketing di Anima, sono stati messi a punto 3 progetti prioritari:
un'indagine sulla gestione dei processi aziendali, un progetto rivolto alle
selezione delle risorse umane e infine un'iniziativa mirata a risolvere le
problematiche assicurative delle imprese.. L'indagine sulla gestione dei
processi aziendali, attualmente in corso d'opera, è stata sottoposta alle
aziende associate con l'obiettivo di rilevarne lo stato di
informatizzazione. L'analisi dei dati raccolti permetterà di conoscere le
reali esigenze connesse a tale argomento e sulla base di ciò Italianmec.com
procederà alla ricerca di Partner qualificati con i quali avviare progetti
capaci di integrare formazione, consulenza e fornitura di prodotti a
condizioni economiche vantaggiose. Il Progetto Lavoro è un'iniziativa
studiata e sviluppata per offrire servizi innovativi ed informazioni
nell'ambito del recruiting alle imprese del settore meccanico, proponendo un
panorama completo degli attori più qualificati nel campo delle risorse
umane. Ad oggi i Partner che partecipano al progetto sono Stepstone,
specializzata nell'acquisizione di personale online, e Start, una delle
realtà più significative nel campo del lavoro temporaneo. A questi due
partner si affiancherà a breve anche un'altra società di ricerca e
selezione del personale tradizionale. Grazie al supporto di Consultass,
partner specializzato nella consulenza assicurativa e finanziaria,
Italianmec.com poi ha dato vita a un progetto in ambito assicurativo a
diffusione nazionale, che offre alle associate Anima la possibilità di
affidarsi per ogni tipo di problematica assicurativa ad esperti del settore,
che offrono servizi e prodotti personalizzati a prezzi competitivi. Infolink:
www.anima-it.com
BANCHE:
AL VIA LA MAPPA DEI PRODOTTI "A BASSO RISCHIO" ENTRO LA METÀ DEL
2003, PER I RISPARMIATORI SARÀ PIÙ FACILE PERCEPIRE SUBITO E VALUTARE
APPROFONDITAMENTE LA RISCHIOSITÀ DEGLI INVESTIMENTI FINANZIARI
Roma, 20 dicembre 2002 - Entro la prima metà del 2003 i risparmiatori
potranno contare su un nuovo e agile strumento informativo per scegliere i
propri investimenti. Il Comitato esecutivo dell'Associazione Bancaria
Italiana ha infatti approvato oggi la bozza operativa del progetto
"Individuazione di strumenti finanziari a basso rischio". Entra
così nel vivo la costruzione della procedura diretta a selezionare i
diversi strumenti finanziari in funzione della loro rischiosità, in modo da
far emergere una classe che comprenda quei prodotti per i quali sia
contenuto il rischio di perdita. Un ente esterno al sistema bancario in
corso di identificazione, il Processor, si occuperà di raccogliere le
informazioni e di applicare le regole stabilite per classificare una prima
fascia di titoli veramente "a basso rischio". Il Processor
attribuirà così solo ad alcuni strumenti finanziari la qualifica "a
basso rischio" e produrrà una apposita lista, seguendo successive fasi
di dirette a: 1. individuare gli strumenti in funzione dell'emittente, della
natura del titolo e della sua quotazione; 2. raccogliere i rating assegnati
ai titoli dalle società di rating; 3. escludere gli strumenti con un
livello di rischio di mercato superiore ad un valore fissato in ottica
prudenziale. Per rendere più immediata la percezione da parte degli
investitori, i titoli "a basso rischio" saranno raggruppati in
sottoclassi omogenee. Il Processor curerà la rilevazione e metterà a
disposizione le informazioni sui "titoli a basso rischio" con
cadenza giornaliera, consentendo agli intermediari finanziari l'accesso alle
notizie attraverso un collegamento telematico. Il Processor renderà queste
stesse informazioni disponibili per la predisposizione e l'aggiornamento di
un apposito sito Internet, al quale il pubblico potrà accedere liberamente.
Sul sito sarà assicurata massima evidenza alle variazioni che dovessero
intervenire nell'attribuzione della qualifica "a basso rischio".
Questo lo schema che verrà messo a punto per rendere concretamente
operativa la procedura nel più breve tempo possibile.
UNICREDITO
ITALIANO: INTERNAL DEALING: APPROVATO IL CODICE DI COMPORTAMENTO
Milano, 20 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di UniCredito
Italiano ha approvato ieri un Codice di Comportamento in materia di internal
dealing. Per internal dealing si intendono le operazioni di acquisto e
vendita effettuate dagli amministratori e da quelle che il Codice definisce
"persone rilevanti" sui titoli della società di appartenenza. In
linea con quanto prescritto dal Regolamento di Borsa, il Codice di UniCredit
contiene: l'identificazione delle "persone rilevanti" tenute alle
necessarie comunicazioni nei confronti della società; la definizione degli
obblighi di comportamento e informativi che queste persone devono rispettare
nei confronti della società ai fini delle comunicazioni a cui essa è
tenuta; la disciplina dei flussi informativi (tempi, contenuti e modalità
di trasmissione) dalle "persone rilevanti" alla società;
l'individuazione del soggetto preposto a ricevere, gestire e diffondere al
mercato le informazioni ricevute. Il Codice approvato da UniCredit è più
restrittivo delle indicazioni della Borsa Italiana. Per esempio sulla
riduzione della soglia di rilevanza delle operazioni da comunicare al
mercato. In determinati periodi dell'anno, inoltre, è fatto divieto alle
"persone rilevanti" di effettuare qualsiasi operazione di
negoziazione su titoli della propria società. In caso di mancata osservanza
degli obblighi, come raccomandata da Borsa Italiana, sono previste diverse
tipologie di sanzioni a carico degli inadempienti. Il nuovo Codice di
Comportamento, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2003 affiancandosi al
Codice Etico di Gruppo, si propone di migliorare la trasparenza e
l'omogeneità informativa e si pone a complemento delle disposizioni
normative e regolamentari sul trattamento delle informazioni price
sensitive.
CAPITALIA:
APPROVATO IL CODICE DI COMPORTAMENTO PER L'INTERNAL DEALING PROPOSTA LA
RICONFERMA DELL'INCARICO DI REVISORE A RECONTA ERNST & YOUNG
Tripoli, 20 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Capitalia,
riunitosi ieri sotto la Presidenza del Dr. Cesare Geronzi, ha approvato il
Codice di Comportamento in materia di Internal Dealing, in osservanza alle
disposizioni regolamentari dettate da Borsa Italiana, che entrerà in vigore
il prossimo 1° gennaio 2003. Il codice approvato contiene alcune
disposizioni più stringenti rispetto a quelle emanate in materia dalla
Borsa Italiana, allo scopo di corrispondere al meglio all'interesse del
mercato di disporre dell'informativa nei termini e con modalità più
puntuali ed esaustivi e si caratterizza per i seguenti elementi
qualificanti: dimezzamento della soglia di rilevanza a € 125.000 (da €
250.000 prevista dalla Borsa Italiana) delle "Operazioni
Significative" eseguite da Persone Rilevanti da comunicare al mercato
senza indugio e comunque entro due giorni di borsa aperta dal ricevimento
delle informazioni. Resta ferma la soglia di € 50.000 relativa alle
operazioni eseguite da Persone Rilevanti, da comunicare al mercato con
periodicità trimestrale entro il decimo giorno di borsa aperta successivo
all'ultimo giorno del trimestre; formano oggetto di comunicazione anche
l'esercizio di eventuali diritti di opzione relativi agli Strumenti
Finanziari definiti dal Codice; aggiornamento tempestivo sul sito internet
Capitalia delle quantità di Strumenti Finanziari emessi da Capitalia
posseduti da ciascun componente degli organi sociali e dal Direttore
Generale di Capitalia, in raffronto con la fine del trimestre solare
precedente e con il dettaglio delle operazioni effettuate nel trimestre
solare in corso; divieto per le "persone rilevanti" di compiere
operazioni (escluse le stock options) durante i seguenti "blocking
periods": o nei 15 giorni precedenti l'approvazione, da parte del
Consiglio di Amministrazione, dei risultati trimestrali di ogni esercizio di
Capitalia e FinecoGroup; o nei 30 giorni precedenti l'approvazione, da parte
del Consiglio di Amministrazione, del progetto di bilancio annuale e della
relazione semestrale di Capitalia e FinecoGroup; E' inoltre previsto che
l'Amministratore Delegato e il Direttore Generale, anche disgiuntamente tra
loro, abbiano la facoltà di limitare o vietare il compimento delle
operazioni in concomitanza di eventi particolari. Infine, il Consiglio di
Amministrazione ha deciso di sottoporre all'Assemblea degli Azionisti,
chiamata ad approvare il bilancio d'esercizio al 31 dicembre 2002, il
conferimento dell'incarico professionale alla Reconta Ernst & Young per
la revisione contabile del bilancio d'esercizio (individuale) e consolidato
relativamente al triennio 2003/2005, nonché per la relazione semestrale
individuale e consolidata al 30 giugno 2003, 2004 e 2005.
TRASPARENZA
INFORMATIVA: BANCAETRURIA ADOTTA IL CODICE SULL'INTERNAL DEALING
Arezzo, 20 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di BancaEtruria,
riunitosi in data odierna, ha approvato il "Codice di Comportamento
sull'Internal Dealing", finalizzato a dare la massima trasparenza e
omogeneità informativa alle operazioni di acquisto e di vendita sui titoli
della società effettuate dagli Amministratori, dai Sindaci, dai Componenti
della Direzione Generale e dal Responsabile della Finanza, identificati
quali "persone rilevanti" ai sensi della specifica normativa di
Borsa. Il "Codice entrerà in vigore il 1° gennaio 2003. BancaEtruria,
scegliendo di perseguire una ulteriore trasparenza nelle comunicazioni, ha
deciso di dimezzare la soglia degli importi prevista per le comunicazioni,
stabilendo segnalazioni: - con cadenza trimestrale per le operazioni che,
singolarmente o cumulate con altre effettuate in ciascun trimestre di
riferimento, siano di ammontare pari o superiore a Euro 25.000 per
dichiarante; - senza indugio per le operazioni, anche cumulate con altre del
periodo di rilevazione e non precedentemente dichiarate, il cui ammontare
sia pari o superi l'importo di Euro 125.000 per dichiarante. Gli obblighi di
comunicazione non riguardano gli atti di esercizio di stock option o di
diritti di opzione ed è inoltre introdotto il divieto al compimento di
operazione sui titoli della società nei trenta giorni dell'anno che
precedono l'approvazione del progetto di Bilancio e della relazione
semestrale e nei quindici giorni che precedono l'approvazione delle
relazioni trimestrali, con riserva di facoltà del Consiglio di
Amministrazione di vietare o di limitare il compimento delle operazioni
anche in altri periodi dell'anno. Il "Codice di comportamento sull'Internal
Dealing è integralmente pubblicato sul sito internet della Banca www.bancaetruria.it
nella sezione dedicata all'investor relation.
LA
TESORERIA DELLA PROVINCIA VA ALLA BANCA POPOLARE DI VICENZA
Vicenza, 19 dicembre 2002 - Provincia di Vicenza e Banca Popolare di Vicenza
hanno firmato ieri a Palazzo Nievo, la convenzione per il servizio di
tesoreria dell'Ente. Questo sarà gestito, dal 1. Gennaio 2003 a tutto il
2005, dalla Banca Popolare di Vicenza che si è aggiudicata la pole position
nella gara indetta dall'Amministrazione. La BPVI si è aggiudicata il
servizio grazie alle migliori condizioni economiche per ciò che riguarda i
tassi d'interesse e la disponibilità di una capillare rete di sportelli in
grado di coprire in maniera omogenea il territorio provinciale. L'accordo ha
un forte significato per il territorio e segna una svolta storica per
l'Istituto di credito vicentino, per la prima volta responsabile di questo
servizio, in precedenza condotto dal Gruppo Unicredito. Alla tesoreria
provinciale targata BPVI spetterà l'intero complesso delle operazioni
inerenti la gestione finanziaria dell'Ente ed in particolare la riscossione
delle entrate ed il pagamento delle spese facenti capo alla Provincia
stessa. A firmare la convenzione erano presenti per la Provincia il
direttore generale Pio Saverio Porelli e il segretario generale Lorenzo
Camarda, per la Banca Popolare di Vicenza il dirigente Fausto Gelati. Alla
Presidente Manuela Dal Lago, Gelati ha espresso la disponibilità della
Banca a fornire agevolazioni particolari per i dipendenti dell'Ente ed una
serie di altre opportunità, sia in servizi, sia di consulenza, adeguate
alla dimensione dell'"azienda" Provincia. Viva soddisfazione per
l'intesa raggiunta è stata espressa dai contraenti. Il Presidente della
Popolare di Vicenza Gianni Zonin si è detto particolarmente lieto "che
l'Amministrazione Provinciale e la BPVI si siano incontrati anche sul
versante della tesoreria, a riprova che gli ottimi rapporti già esistenti
tra le due realtà locali stanno assumendo sempre più i connotati di una
vera e propria collaborazione a tutto campo e ciò nell'interesse di tutti i
vicentini". Soddisfazione espressa anche dalla Presidente di Palazzo
Nievo. "La convenzione firmata oggi - ha detto - rappresenta un
importante passo in avanti nel cammino di una sempre più stretta
cooperazione tra Enti pubblici e organismi privati che appartengono per
storia e finalità operative alla città ed alla provincia di
Vicenza."
BANCO
POPOLARE DI VERONA: DELIBERE DI FINE ANNO
Verona, 20 dicembre 2002 - Aggiornamento Piano Triennale 2003/2005
Preliminare di vendita del complesso immobiliare L. Manfredini di Modena
Adozione di nuovi criteri di valutazione dei titoli e delle operazioni fuori
bilancio Verifica del requisito di indipendenza degli amministratori del
Banco Aggiornamento del piano triennale 2003/2005 Il Consiglio di
Amministrazione del Banco, a sette mesi dalla fusione e alla luce dei
positivi risultati raggiunti nei primi nove mesi dell'anno, ha aggiornato il
Piano Triennale 2003/2005 sulla base del nuovo scenario economico che si è
venuto delineando sia a livello nazionale che internazionale. Sono
confermati tutti gli elementi cardine del Piano presentato nel gennaio
scorso: sinergie di costo e di ricavo; rafforzamento del radicamento
territoriale nelle zone storiche; valorizzazione del settore retail;
particolare attenzione nei confronti delle piccole e medie imprese e
progressivo allineamento della redditività delle filiali del nord-ovest
alla media del Gruppo. In maggior dettaglio il Piano 2003/2005 (dati
consolidati di Gruppo) indica un aumento medio annuo degli impieghi del
7,1%, della raccolta diretta del 5,1% e di quella indiretta dell'8,9%. Il
margine finanziario presenta una crescita media annua nel triennio
dell'8,3%; il margine da servizi indica un incremento medio, nello stesso
periodo, dell'8,5%. Per quanto riguarda i costi è previsto un decremento
medio annuo dello 0,7%. Ne derivano, al 2005, un cost/income ratio (totale
dei costi operativi sul margine di intermediazione) inferiore al 50% e un
ROE rettificato nell'ordine del 20%. Il tier-one capital ratio raggiungerà
l'8% e il coefficiente di solvibilità il 10% circa mentre l'indice delle
sofferenze lorde su impieghi lordi è previsto migliorare costantemente sino
a circa il 3,5% di fine triennio. Cessione del complesso immobiliare "L.Manfredini"
di Modena Il CdA del Banco Popolare ha deliberato di sottoscrivere, con una
qualificata controparte, un preliminare di vendita per il complesso
immobiliare "L. Manfredini" sito in Modena, Viale Corassori 110,
che da tempo non risultava più funzionale all'attività bancaria, per un
ammontare di 32,5 milioni di Euro. La conclusione dell'operazione è
prevista entro il 31 marzo 2003. Le attività della Banca proseguiranno,
come attualmente, negli immobili di proprietà ubicati nel centro storico
della città. L'operazione determinerà risparmi di rilevanti costi annui di
gestione e manutenzione, ordinaria e straordinaria, oltre ai connessi
ammortamenti, e comporterà ricavi dall'investimento della liquidità
derivante dalla cessione in grado di compensare, già nel 2003, la relativa
minusvalenza. Adozione di nuovi criteri di valutazione dei titoli e delle
operazioni "fuori bilancio" quotati in mercati regolamentati che
non costituiscono immobilizzazioni finanziarie Il CdA ha deliberato di
modificare l'attuale criterio di valutazione dei titoli e delle operazioni
"fuori bilancio" quotati in mercati regolamentati che non
costituiscono immobilizzazioni finanziarie, passando dal criterio
"minore tra il costo di acquisto e valore di mercato" a quello di
"valore di mercato" (mark to market). L'adozione di tale criterio
comporta diversi vantaggi: anticipa le previsioni comunitarie in materia;
semplifica le rilevazioni contabili dei risultati economici generati dalla
finanza; allinea i criteri di rilevazione contabile a quelli gestionali;
rappresenta puntualmente la situazione patrimoniale, economica e
finanziaria. Infine con tale modifica il Gruppo si allinea alla "best
practice" in quanto questo criterio di valutazione è utilizzato dai
principali concorrenti sia italiani che esteri. Verifica dei requisiti di
indipendenza degli Amministratori del Banco Il Consiglio di Amministrazione
del Banco Popolare ha verificato la sussistenza del requisito di
indipendenza in relazione ai criteri previsti in proposito dal Codice di
Autodisciplina. Applicando la definizione fornita al riguardo dalla Borsa
Italiana, tutti gli amministratori non esecutivi, e cioè non coinvolti in
prima persona nella gestione della Società, sono indipendenti. Tale
requisito di indipendenza è stato riconosciuto al Presidente Carlo Fratta
Pasini, al Vice Presidente Vicario, Siro Lombardini, al Vice Presidente
Alberto Bauli e ai Consiglieri: Gian Carlo Bellentani, Marco Boroli, Pietro
Buzzi, Maurizio Comoli, Ugo Della Bella, Giuseppe Fedrigoni, Federico
Guasti, Sergio Loro Piana, Aldo Marchi, Giuseppe Nicolò, Francesco Pasti,
Claudio Rangoni Machiavelli, Maurizio Marino, Luigi Righetti, Gian Carlo
Vezzalini e Franco Zanetta. In relazione ai poteri attribuitegli dal
Consiglio di Amministrazione, al Consigliere Delegato Fabio Innocenzi è
stato riconosciuta la qualità di Amministratore Esecutivo.
EMISSIONE
DI TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE
Roma, 20 dicembre 2002 Il Ministro dell'Economia e delle Finanze dispone
l'emissione di titoli di Stato, rappresentati dai seguenti prestiti: -
Certificati di Credito del Tesoro:- settennali - decorrenza: 1° ottobre
2002; quinta tranche; scadenza: 1° ottobre 2009: tasso d'interesse
semestrale lordo: pari al tasso di rendimento semestrale dei Bot a sei mesi
relativo all'asta tenutasi alla fine del mese precedente la decorrenza della
semestralità, maggiorato di uno spread di 0,15 punti percentuali; la prima
cedola, di scadenza 1° aprile 2003, è risultata pari a 1,65%. - Buoni del
Tesoro Poliennali:- triennali - decorrenza: 15 settembre 2002; undicesima
tranche; scadenza: 15 settembre 2005; tasso d'interesse annuo lordo: 3,50%.
- "decennali" - decorrenza: 1° agosto 2002; settima tranche;
scadenza: 1° febbraio 2013; tasso d'interesse annuo lordo: 4,75%. Tutti i
titoli suddetti, il cui importo minimo sottoscrivibile è di mille euro,
sono emessi con il sistema dell'asta marginale riferita al prezzo, senza
indicazione di prezzo base di collocamento e con esclusione delle richieste
effettuate a prezzi inferiori al "prezzo di esclusione". Sono
ammesse a partecipare all'asta le banche italiane, comunitarie ed
extracomunitarie, nonchè le società di intermediazione mobiliare e le
imprese di investimento comunitarie ed extracomunitarie indicate nei decreti
recanti l'emissione dei suddetti titoli. Detti operatori partecipano in
proprio e per conto terzi. Le domande di partecipazione devono essere
inoltrate con indicazione, per ogni richiesta, del relativo prezzo offerto.
Ciascun operatore può formulare sino ad un massimo di tre offerte, ciascuna
ad un prezzo diverso e per un importo non inferiore a 500.000 euro di
capitale nominale; eventuali offerte di importo inferiore non verranno prese
in considerazione. Ciascuna offerta non deve essere superiore all'importo in
emissione; eventuali offerte di ammontare superiore verranno accettate
limitatamente all'importo medesimo. I prezzi indicati varieranno di un
importo minimo di un centesimo di euro; eventuali variazioni di importo
diverso vengono arrotondate per eccesso. Le domande di partecipazione degli
operatori devono essere avanzate - nel termine previsto dal sottoindicato
calendario - mediante trasmissione di richiesta telematica da indirizzare
alla Banca d'Italia tramite Rete Nazionale Interbancaria con le modalità
tecniche stabilite dalla Banca d'Italia medesima e conosciute dagli
operatori. L'assegnazione dei titoli verrà effettuata, nella giornata in
cui si perfezioneranno le operazioni d'asta, al prezzo meno elevato tra
quelli offerti dai concorrenti rimasti aggiudicatari. Nel caso che le
offerte al prezzo marginale non possano essere totalmente accolte, si
procede al riparto pro-quota, con i necessari arrotondamenti. Il prezzo di
aggiudicazione ed il prezzo di esclusione saranno resi noti mediante
comunicato stampa, nel quale verranno pure indicati gli importi attribuiti
agli "specialisti" nelle ultime tre aste. Gli operatori
partecipanti all'asta provvederanno ad attribuire ai sottoscrittori i titoli
assegnati, senza alcun onere aggiuntivo rispetto al prezzo di
aggiudicazione. Il regolamento dei titoli assegnati, da parte degli
operatori, verrà effettuato in via automatica tramite la procedura
giornaliera "Liquidazione titoli", al prezzo di aggiudicazione e
con corresponsione dei dietimi d'interesse dal giorno successivo alla data
di godimento dei titoli al giorno del regolamento. Agli operatori viene
riconosciuta, quale compenso dell'impegno assunto di raccogliere le
prenotazioni del pubblico, una provvigione - commisurata all'ammontare
nominale dei titoli assegnati - pari allo: 0,30% per i CCT settennali; 0,20%
per i BTP triennali ; 0,40% per i BTP "decennali". Il pubblico
potrà prenotare i titoli presso le suddette categorie di operatori nel
termine previsto dal sottoindicato calendario; gli intermediari potranno
richiedere, a garanzia del buon fine della sottoscrizione, l'eventuale
versamento di un acconto sull'importo nominale prenotato. Alla data prevista
per il regolamento, il sottoscrittore verserà l'importo corrispondente ai
titoli assegnati, sulla base del prezzo di aggiudicazione, nonché ai
dietimi d'interesse dovuti; a fronte di tale versamento, gli verrà
rilasciata apposita ricevuta. Il calendario delle operazioni di
sottoscrizione è il seguente:
|
CCT
|
BTP triennali
|
BTP decennali
|
Prenotazione
da parte del pubblico entro il
|
27 dicembre 2002
|
27 dicembre 2002
|
27
dicembre 2002
|
Presentazione
domande in asta: entro le ore 11,00 Del
|
30 dicembre 2002
|
30 dicembre 2002
|
30 dicembre 2002
|
Regolamento
sottoscrizioni
|
2 gennaio 2003
|
2 gennaio 2003
|
2 gennaio 2003
|
Dietimi
d'interesse da corrispondere
|
93 giorni
|
109 giorni
|
154 giorni
|
Gli operatori "specialisti in titoli di
Stato" hanno facoltà di partecipare ai collocamenti dei titoli di
Stato, previsti automaticamente, in via supplementare alle aste di
emissione; le domande per tali assegnazioni dovranno essere presentate entro
le ore 17 del medesimo giorno 30 dicembre 2002. L'offerta della tranche
supplementare è stabilita, per ogni emissione, per un importo massimo non
superiore al 10% dell'ammontare nominale . Gli "specialisti" che
non hanno partecipato all'asta di emissione non sono ammessi al collocamento
supplementare. L'assegnazione supplementare avrà luogo al prezzo di
aggiudicazione determinato nell'asta della presente emissione. Le modalità
e le condizioni per la partecipazione degli "specialisti" alle
assegnazioni supplementari vengono indicate nei rispettivi decreti recanti
l'emissione dei titoli suddetti. Con successivo comunicato stampa verrà
reso noto l'ammontare nominale dei titoli in emissione.
PATRIMONIO
SPA: EMANATA LA DIRETTIVA DEL CIPE
Roma, 20 dicembre 2002 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze informa
che, in osservanza della legge istitutiva della Patrimonio S.p.A., il Cipe
ha emanato la Direttiva propedeutica alla definizione degli indirizzi
strategici, cui la società dovrà attenersi nel raggiungimento dei propri
obiettivi. La direttiva si articola in sette punti. 1. Obiettivi E Vincoli:
la società valorizzerà, gestirà con efficienza ed alienerà il patrimonio
dello Stato rispettando requisiti, vincoli e finalità proprie dei beni
pubblici e tutte le tutele esistenti su di essi. 2. Definizione dell'ambito
dei beni trasferibili: potranno essere trasferiti alla Patrimonio S.P.A
crediti, concessioni, beni immateriali, beni mobili ed immobili, ogni
componente dell'attivo dello Stato incluse le partecipazioni in società nel
caso in cui esse operino esclusivamente nel settore immobiliare. 3. Beni di
particolare valore storico, artistico, culturale ed ambientale: il loro
trasferimento alla società non modificherà in alcun modo i vincoli
gravanti su di essi. La loro alienazione potrà avvenire esclusivamente se
(e nelle modalità in cui) la legge vigente lo consente e in ogni caso
previa autorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali o
del Ministero per l'Ambiente e la Tutela del Territorio. 4. Tutela Del
Patrimonio: Patrimonio S.p.A osserverà tutte le forme di tutela previste
per la difesa del demanio e del patrimonio indisponibile, rispettando in
materia il ruolo di ogni Amministrazione competente. In particolare porrà
particolare attenzione alla tutela dei beni di valore artistico, storico,
paesistico ed ambientale, rispettando i ruoli e collaborando con i due
Ministeri competenti, ai quali fornirà periodiche relazioni dettagliate. 5.
Struttura operativa e principi: la struttura operativa della società sarà
snella; inoltre Patrimonio S.p.A opererà seguendo i principi di imparzialità,
trasparenza, efficienza ed economicità. 6. Codice etico e relazione
annuale: la società si doterà di un proprio Codice Etico di comportamento.
Inoltre, attraverso il Dipartimento del Tesoro, presenterà al Cipe, per il
successivo inoltro al Parlamento, una relazione di sintesi annuale
sull'attività svolta. 7. Collaborazione con le amministrazioni coinvolte:
Patrimonio SpA manterrà una stretta collaborazione, per i rispettivi ambiti
di competenza, con: Ministero dell'Economia e delle Finanze, Ministero per i
Beni e le Attività Culturali, Ministero per l'Ambiente e la Tutela del
Territorio, Amministrazioni centrali dello Stato, Agenzia del Demanio ed
Enti locali coinvolti.
CIPE:
DELIBERA DEL 19/12/02
Roma, 20 dicembre 2002 Il Ministero dell'Economia e Finanze comunica che
nella riunione odierna il Cipe ha approvato, con conseguente delibera: La
revisione degli indirizzi per la riduzione delle emissioni di gas serra
(Protocollo di Kyoto) le direttive di massima a cui si dovrà attenere
Patrimonio SpA; il programma quadro, predisposto da Sviluppo Italia, per
realizzare gli obbiettivi indicati dal governo con il Documento di
programmazione economica e finanziaria; la modifica del contratto di
programma 1999-2002 con Poste SpA, riconoscendo all'azienda un maggior
importo di 428,66 milioni di euro per l'anno in corso, a copertura di oneri
per il servizio universale. La riunione del Cipe ha approfondito anche il
problema del servizio idrico. Si è preso atto del piano di attività che la
Sogesid, Società di gestione degli impianti idrici, ha avviato quest'anno e
che svilupperà anche nel 2003. Alla Sogesid sono stati assegnati 25,8
milioni di euro, aggiuntivi alle risorse già definite. All'interno del
programma Grandi opere, poi, il Comitato interministeriale ha approvato il
finanziamento degli schemi idrici della Sicilia e della Puglia.
All'acquedotto di Gela-Aragona andranno 53,57 milioni di euro, a fronte di
un costo totale di 89,21 milioni di euro; a quello di Favara di Burgio è
andato un finanziamento di 39,56 milioni di euro, a fronte di un costo
complessivo di 65,90 milioni di euro. Per la Puglia, i finanziamenti
riguardano l'adduttore del Sinni, con 18,4 milioni di euro, a fronte di un
costo di 20 milioni di euro; l'acquedotto del Frida, Sinni e Pertusillo con
16 milioni di euro che coprono interamente il primo lotto funzionale; il
completamento ed ammodernamento degli impianti riguardanti il comprensorio
destro dell'Ofanto e destro del Rendina, con 20 milioni di euro che coprono
interamente il costo previsto.
TELECINCO:
MEDIASET CONSOLIDA L'ALLEANZA CON CORREO, DA CUI ACQUISTA IL 12% DELLA TV
SPAGNOLA
Cologno Monzese, 20 dicembre 2002 - Mediaset e il gruppo editoriale spagnolo
Correo rafforzano l'alleanza che li vede soci in Telecinco, la prima rete
commerciale spagnola. Le due società hanno firmato oggi a Madrid un accordo
che prevede l'avvio del progetto di quotazione in Borsa della società, da
realizzarsi non appena la situazione dei mercati lo consentirà, e
l'acquisto da parte di Mediaset del 12% in portafoglio a Correo di
Gestevision Telecinco S.A. e di Publiespana S.A., cui fanno capo
rispettivamente le attività televisive e pubblicitarie del Gruppo Telecinco.
L' investimento per Mediaset sarà pari a 276 milioni di euro inclusivo del
premio di maggioranza. L'accordo è coerente con i patti già siglati con
Ice Finance che rimangono pertanto in vigore. L'operazione è naturalmente
condizionata alla modifica della legge spagnola sulle tv private che
dovrebbe quanto prima eliminare il limite massimo del 49% consentito ad ogni
singolo azionista. Con questo accordo il Gruppo Mediaset porterà dal 40% al
52% la propria partecipazione in Gestevision e in Publiespana e
contestualmente il Gruppo Correo passerà dal 25% al 13%. Non cambia invece
il contributo di Correo alla conduzione della società; manterrà infatti la
Presidenza del Gruppo, avrà diritto alla nomina di un consigliere di
amministrazione in aggiunta al Presidente e continuerà ad avere la
responsabilità dei rapporti istituzionali e della gestione
dell'informazione giornalistica della rete televisiva. Restano così
inalterate le caratteristiche nazionali dell'emittente. Telecinco nel 2001
ha registrato ricavi netti pari a 556 milioni di euro e un utile netto di
112,1 milioni di euro. Inoltre è leader nel target commerciale con
un'audience pari al 23,9% e del mercato pubblicitario televisivo con il
28,4%.
MEDIASET
ACQUISTA DA FINGRUPPO IL 2,73% DI HOPA
Cologno Monzese, 20 dicembre 2002 Come annunciato nei giorni scorsi,
Mediaset ha il 18 dicembre ha acquistato n. 37.289.973 azioni di Hopa S.p.A.
pari al 2,73% del capitale sociale, al prezzo di 2,583 euro per
azione.
MEDIASET:
STIPULATO L'ATTO DI CESSIONE D'AZIENDA MEDIADIGIT
Cologno Monzese, 20 dicembre 2002 - Ieri è stato stipulato l'atto di
cessione dell'azienda Mediadigit da Mediadigit S.p.A. a R.T.I. S.p.A.,
società interamente controllata da Mediaset S.p.A., i cui effetti
decorreranno dal prossimo 31 dicembre 2002. Si tratta di un'operazione
prevista nell'ambito del progetto di evoluzione dell'assetto societario, che
riguarda alcune realtà aziendali del Gruppo, varato dal Consiglio di
Amministrazione di Mediaset S.p.A. in data 2 luglio 2002.
HDP
- STIPULATO L'ATTO DI SCISSIONE CON EFFETTO DAL PRIMO GENNAIO
Milano, 20 dicembre 2002 - HdP, Rcs Editori ed Rcs Pubblicità hanno firmato
ieri l'atto di scissione parziale di Rcs Editori già annunciata lo scorso
25 ottobre. Tale operazione, che si è stabilito abbia efficacia dal
prossimo primo gennaio, prevede la scissione da Rcs Editori S.p.A. del ramo
d'azienda Pubblicità a beneficio di Rcs Pubblicità S.p.A (già controllata
da HdP) e a beneficio di HdP S.p.A. delle partecipazioni nelle società: Rcs
Libri S.p.A., Rcs Periodici S.p.A., altre società partecipate nell'area
periodici, Rcs Diffusione S.p.A, nonché delle partecipazioni finanziarie.
La scissione realizza la modifica della struttura del Gruppo che permette di
configurare ogni "business unit" in forma societaria.
HDP
APPROVA IL "CODICE DI COMPORTAMENTO" SULL' INTERNAL DEALING.
GAETANO MELE DIRETTORE GENERALE HDP.
Milano, 18 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di HdP, riunitosi
il 18 dicembre , sotto la presidenza di Franco Tatò, ha approvato il
"Codice di Comportamento" in materia di Internal Dealing, ai sensi
degli articoli 2.6.3 e 2.6.4 del Regolamento di Borsa, volto a disciplinare
gli obblighi informativi e di comportamento in relazione alle operazioni su
titoli della società, o ad essa collegati, effettuate dalle persone
rilevanti e l'informativa di tali operazioni al mercato a cui la Società è
tenuta. Il "Codice" approvato, che entrerà in vigore dal 1
gennaio 2003, in particolare disciplina i termini per le comunicazioni al
mercato: entro dieci giorni di borsa aperta dalla chiusura di ciascun
trimestre, per le operazioni aventi un controvalore anche cumulato pari o
superiore a € 30.000; tempestivamente e comunque entro due giorni di borsa
aperta dalla relativa comunicazione da parte della persona rilevante, per
quelle di controvalore, anche cumulato, superiore a €150.000 e non in
precedenza comunicate. Dalle operazioni soggette agli obblighi di
comunicazione sono esclusi gli atti di esercizio di stock options o di
diritti di opzione attribuiti nell'ambito di piani di assegnazione adottati
da HdP o società da essa controllate. Il "Codice", inoltre, vieta
alle persone rilevanti il compimento delle operazioni, indipendentemente dal
loro ammontare, dal quindicesimo giorno precedente le riunioni di Consiglio
di Amministrazione di HdP aventi nell'ordine del giorno l'approvazione di
dati economico - finanziari di periodo e sino alla diffusione del previsto
comunicato al pubblico in merito ai medesimi. Il "Codice di
Comportamento" della Società sarà disponibile sul sito della Società
www.hdp.it a partire da gennaio 2003.
Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, ha dato seguito al progetto di
integrazione delle attività di HdP e Rcs Editori che prevede, tra l'altro,
l'attribuzione in capo alla Holding di tutte le funzioni "corporate",
con la nomina di Gaetano Mele a Direttore Generale di HdP, con efficacia dal
prossimo 1 gennaio.
SNAM
RETE GAS: IL CONSIGLIO APPROVA IL CODICE SULL'INTERNAL DEALING, LA PROCEDURA
DI COMUNICAZIONE AL MERCATO, INDIVIDUA GLI AMMINISTRATORI NON ESECUTIVI
INDIPENDENTI E DEFINISCE IL CALENDARIO DELLE PRINCIPALI ADUNANZE DEL
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
San Donato Milanese, 20 dicembre 2002 - Internal dealing Il Consiglio di
Amministrazione, riunitosi ieri , in ottemperanza alle disposizioni
contenute nel Regolamento dei mercati organizzati e gestiti dalla Borsa
Italiana S.p.A., nel testo modificato dalla delibera Consob n. 13655 del 9
luglio 2002, ha approvato il Codice in materia di negoziazione di strumenti
finanziari emessi da Snam Rete Gas S.p.A. ("Internal dealing"). Il
Codice entra in vigore il 1° gennaio 2003 e contiene le disposizioni che
disciplinano gli obblighi informativi e le limitazioni inerenti le
operazioni sugli strumenti finanziari emessi da Snam Rete Gas S.p.A.
effettuate per conto proprio dalle persone rilevanti, e cioè il Presidente,
gli Amministratori, i Sindaci effettivi di Snam Rete Gas S.p.A., nonché i
Direttori Generali ed i responsabili delle funzioni direttamente dipendenti
da loro e dal Presidente, il Responsabile Amministrazione, il Responsabile
Budget e Controllo, il Responsabile Finanza ed il Responsabile Segreteria
Societaria. Il Codice, per le persone rilevanti che hanno effettuato
operazioni su strumenti finanziari emessi da Snam Rete Gas, determina in
35.000 euro, a fronte del limite di 50.000 euro stabilito dal Regolamento di
Borsa, il controvalore delle operazioni compiute in ciascun trimestre solare
il cui superamento comporta l'obbligo di comunicazione al mercato e in
175.000 euro, a fronte del limite di 250.000 euro stabilito dal Regolamento
di Borsa, il controvalore delle operazioni compiute nel trimestre solare il
cui superamento comporta la comunicazione senza indugio. Il Codice comprende
tra le operazioni da considerare ai fini della verifica delle soglie sopra
indicate l'esercizio del diritto di opzione a fronte di piani di stock
option e la cessione di azioni acquisite a fronte di piani di stock option e
di stock grant. Il Codice, infine, vieta alle persone rilevanti di eseguire
operazioni sugli strumenti finanziari emessi da Snam Rete Gas S.p.A. nei
quindici giorni lavorativi che precedono le adunanze consiliari di Snam Rete
Gas S.p.A. nelle quali sono esaminati i rendiconti periodici obbligatori e
il preconsuntivo nonché, il giorno in cui viene definita la proposta di
dividendo all'assemblea. Il divieto non si applica all'esercizio dei diritti
attribuiti nell'ambito di piani di stock option e di stock grant, fermo
restando l'obbligo di non procedere alla vendita delle azioni nei periodi
indicati (il Codice è pubblicato sul sito internet di Snam Rete Gas
www.snamretegas.it). Procedura di comunicazione al mercato Il Consiglio, in
ottemperanza alle disposizioni contenute nel Testo Unico della Finanza e nel
Codice di autodisciplina delle società quotate (al quale Snam Rete Gas ha
aderito con delibera del 27 luglio 2001) ha approvato la Procedura di
comunicazione al mercato di documenti e informazioni riguardanti le attività
del Gruppo. La procedura accoglie le indicazioni formulate nella "Guida
per l'informazione al mercato" emessa nel giugno 2002 dal Forum ref
sull'informativa societaria (la Procedura è pubblicata sul sito internet di
Snam Rete Gas www.snamretegas.it
). Amministratori indipendenti Il Consiglio, in ottemperanza alle
indicazioni contenute nel Codice di autodisciplina, ha provveduto a
individuare come indipendenti i seguenti Amministratori non esecutivi: prof.
Giuseppe Airoldi, dott. Giuseppe Colaiacovo e dott. Roberto Lugano, sulla
base delle dichiarazioni rese dagli stessi. Il Consiglio comunicherà al
mercato le eventuali future modifiche della situazione presente. Intervento
dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato L'Autorità ha
completamente prosciolto la Società, il 21 novembre 2002, da qualsiasi
addebito relativo all'istruttoria avviata in data 25 ottobre 2001 su
segnalazione di Blugas S.p.A. anche nei confronti di Snam Rete Gas per
accertare un presunto abuso di posizione dominante nel settore del trasporto
del gas. Calendario delle principali adunanze Le date previste di diffusione
al mercato dei dati economico-finanziari che saranno esaminati dal Consiglio
di Amministrazione nel corso del 2003 sono le seguenti: 24 febbraio:
bilancio preconsuntivo di Snam Rete Gas al 31 dicembre 2002; 18 marzo:
bilancio consolidato e bilancio di esercizio di Snam Rete Gas S.p.A. al 31
dicembre 2002; 7 maggio: relazione trimestrale al 31 marzo 2003; 30 luglio:
relazione trimestrale al 30 giugno 2003; 15 settembre: relazione semestrale
al 30 giugno 2003; 11 novembre: relazione trimestrale al 30 settembre 2003.
Snam Rete Gas comunica altresì che l'Assemblea che esaminerà il bilancio
di esercizio al 31 dicembre 2002 e delibererà l'attribuzione dell'utile è
fissata il 29 e 30 aprile 2003, rispettivamente in prima e seconda
convocazione. Ai sensi dell'art. 82, comma 2, della deliberazione Consob
11971/99, il bilancio al 31 dicembre 2002 sarà reso pubblico il 18 marzo
2003; la Società è pertanto esonerata dalla pubblicazione della relazione
trimestrale riferita al periodo che scade alla fine dell'anno 2002.
Eventuali variazioni alle date indicate saranno comunicate
tempestivamente.
ENI:
GILBERTO CALLERA È STATO NOMINATO DIRETTORE GENERALE DELLA DIVISIONE
REFINING & MARKETING
San Donato Milanese, 20 dicembre 2002 L'Eni comunica che l'atto di fusione
nell'Eni dell'AgipPetroli sarà stipulato il 20 dicembre 2002, con efficacia
1° gennaio 2003 e che da questa data diventerà operativa la Divisione R
& M (Refining and Marketing) alla quale è affidata la gestione delle
attività di raffinazione e commercializzazione rete ed extra rete di
prodotti petroliferi; Gilberto Callera, attuale Presidente dell'AgipPetroli,
ne è stato nominato Direttore Generale.
CONSOB
SU VICENDA SAI-FONDIARIA
Roma, 20 dicembre 2002 - 1. In data 10 agosto 2001, la Consob, con riguardo
al contratto di compravendita del 28,7% circa del capitale ordinario di
Fondiaria stipulato il 1° luglio 2001 tra la Montedison S.p.A. e la Sai
S.p.A., aveva reso noto che le modalità con cui era avvenuta la transazione
facevano desumere, al momento, l'esistenza di un patto parasociale, anche in
forma non scritta, rilevante ai sensi dell'art. 122, comma 5, lett. c) e d),
del d.lgs. 58/98 (Tuf), fra Sai e Mediobanca per l'acquisto di azioni
Fondiaria e per la gestione di quella società. Pertanto, rendeva noto la
Consob, se e quando si fosse concluso il trasferimento da Montedison a Sai
della predetta partecipazione, Sai e Mediobanca, che a sua volta possedeva
il 13,78% di Fondiaria, si sarebbero trovate a detenere complessivamente
oltre il 30% di Fondiaria determinando così un obbligo solidale di opa
secondo quanto previsto dall'art. 109 Tuf. 2. In data 17 maggio 2002 la
Consob, in un contesto significativamente modificato, nell'esaminare i
successivi comportamenti delle parti interessate - per quanto era stato
possibile conoscere - non aveva rinvenuto indizi gravi, precisi e
concordanti tali da poter affermare che il citato patto parasociale tra Sai
e Mediobanca potesse essere considerato ancora vigente, ovvero idoneo a
configurare altri patti rilevanti ai sensi dell'art. 122 Tuf. 3. In data 10
ottobre 2002 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, avendo
acquisito elementi documentali aventi ad oggetto l'operazione Sai/Fondiaria,
ha ritenuto necessario avviare un'istruttoria su siffatta operazione nei
confronti di tutte le imprese che ne erano parte (Premafin, Mediobanca, Sai
e Fondiaria). 4. La Consob ha reputato necessario riaprire la relativa
istruttoria nello svolgimento della quale è stato possibile acquisire nuova
documentazione individuabile nel provvedimento di detta Autorità Garante
utile ai fini degli accertamenti di competenza. Nel corso dell'istruttoria
sono stati anche auditi i soggetti che lo avevano espressamente richiesto.
Avendo debitamente valutati i nuovi documenti, quanto dichiarato dalle parti
audite nonché le memorie presentate al riguardo dalle stesse, la
Commissione ha ritenuto di avere acquisito elementi circostanziati prima non
disponibili circa l'effettivo comportamento delle parti, i quali oggi le
consentono di valutare altresì in una diversa prospettiva i fatti esaminati
in occasione della decisione del 17 maggio. A conclusione dell'avvenuto
esame degli elementi documentali e di quanto rappresentato dalle parti la
Commissione ha ritenuto che: dai nuovi documenti acquisiti sono emersi
indizi gravi, precisi e concordanti tali da poter desumere che un patto
occulto fra Sai e Mediobanca, rilevante ai sensi dell'articolo 122, comma 5,
lett. c) e d), Tuf, rilevato dalla Consob nell'agosto 2001, ha continuato a
produrre effetti; dai nuovi documenti sono emersi, inoltre, elementi tali da
configurare la partecipazione a tale patto anche da parte di Premafin S.p.A.;
dai nuovi documenti acquisiti sono emersi indizi gravi, precisi e
concordanti tali da poter desumere che i cinque investitori a cui, in data
18 febbraio 2002 sono state trasferite le azioni Fondiaria ancora in
possesso di Montedison nonché le azioni Fondiaria in possesso di Sai, sono
da considerare soggetti interposti della Sai nell'acquisto delle azioni
Fondiaria; la partecipazione complessiva posseduta dai predetti investitori
come soggetti interposti è quindi, ai sensi dell'art. 105 del Tuf, da
attribuire indirettamente alla stessa Sai. Pertanto, sin dal 18 febbraio
2002, data in cui le azioni Fondiaria sono state trasferite agli
investitori, Sai/Premafin e Mediobanca, unite dal predetto patto
parasociale, hanno congiuntamente superato la soglia del 30% in Fondiaria
divenendo pertanto obbligate in solido a promuovere entro trenta giorni un'opa
totalitaria sulle azioni Fondiaria secondo quanto previsto dagli artt. 106 e
109 Tuf. Riguardo all'obbligo di promuovere l'offerta, le condizioni e le
modalità temporali di adempimento sono da considerare non derogabili, non
essendo previsto in capo all'Autorità di controllo alcun potere di
intervento rispetto a tali profili: nel sistema delineato dal Tuf, infatti,
l'obbligo di promuovere l'offerta entro trenta giorni discende, in capo ai
soggetti tenuti, direttamente dalla legge e non può in alcun modo derivare
da determinazioni della Consob. Quanto sopra, trova conferma oltrechè nel
dettato letterale della norma anche nella ratio sottesa all'istituto dell'opa
successiva totalitaria, considerando che: per poter rispettare le finalità
dell'istituto, l'offerta promossa dopo i trenta giorni stabiliti dall'art.
106, comma 1, del Tuf, dovrebbe essere in grado di garantire il medesimo
risultato di un'opa effettuata tempestivamente, ossia dovrebbe poter essere
realizzata a condizioni del tutto analoghe a quelle che si sarebbero avute
in caso di effettuazione nei termini, con particolare riferimento al prezzo
e ai destinatari dell'offerta; detta equivalenza non è realizzabile con
riguardo a quegli ipotetici destinatari dell'offerta originaria che abbiano
nel frattempo dismesso la propria partecipazione nella società interessata,
e che verrebbero pertanto a trovarsi nella materiale impossibilità di
apportare i titoli ad un'offerta successivamente promossa. La Consob ha
inoltre rilevato che, essendo decorso fin dal 21.3.2002 il citato termine di
trenta giorni previsto per la promozione dell'opa obbligatoria, si applicano
sin dal precedente 18 febbraio le disposizioni di cui all'art. 110 del Testo
Unico. Per cui, a decorrere dal 18 febbraio 2002, opera la sospensione del
diritto di voto relativo alle azioni Fondiaria detenute da Sai - anche
indirettamente tramite i soggetti interposti - e Mediobanca; sussiste
inoltre l'obbligo di alienare le azioni eccedenti la soglia del 30% rispetto
alla partecipazione complessivamente posseduta dalle parti interessate entro
i dodici mesi dall'insorgere dell'obbligo. Avuto riguardo alle assemblee
tenutesi successivamente all'insorgere dell'obbligo di opa solidale
(18.2.2002), rispettivamente, in data 30 maggio 2002 e 19 settembre 2002,
per le quali deve essere considerata operante la sospensione del diritto di
voto, dall'esame dei verbali assembleari è risultato che le relative
delibere sono state assunte senza che il voto dei destinatari del divieto
sia stato determinante: non ricorre, pertanto, il presupposto richiesto
dall'art. 14, comma 5 (richiamato dall'art. 110 Tuf) per l'esercizio del
potere di impugnativa da parte della Consob.
FALSE
COPERTURE RAMO R.C.AUTO
Roma, 20 dicembre 2002 - E' stato segnalato a questo Istituto dalla
Rappresentanza Generale per l'Italia della Chubb Insurance Company of Europe
s.a. che, da parte di ignoti, sono state messe in circolazione garanzie per
l'assicurazione della responsabilità civile auto intestate Chubb Insurance
Company S.A. Viene precisato che la citata Rappresentanza Generale per
l'Italia, autorizzata all'esercizio dell'attività assicurativa in Italia,
non è abilitata al ramo Responsabilità Civile Auto ed ha comunicato di
ritenere falsi gli eventuali contrassegni in circolazione recanti la propria
denominazione, non riconoscendoli come propri. Conseguentemente la stipula
di polizze R.C.Auto recanti tale intestazione comporta per l'utenza il
mancato assolvimento dell'obbligo assicurativo e per gli intermediari
coinvolti lo svolgimento di un'attività non consentita. Questo Istituto
raccomanda, pertanto, di verificare preventivamente che i contratti da
sottoscrivere siano emessi da imprese regolarmente autorizzate allo
svolgimento dell'attività assicurativa. A tale proposito chiarimenti ed
informazioni potranno essere richiesti direttamente all'Isvap (Via del
Quirinale, 21 - 00187 Roma - tel. 06.42.13.31 - telefax 06.42.13.32.06)
oppure acquisiti attraverso la consultazione del sito Internet www.isvap.it
AUSTRIAN AIRLINES HA STIPULATO
UN'ASSICURAZIONE DI RESPONSABILITÀ CIVILE PER RISCHI DI GUERRA E DI
TERRORISMO NEL SETTORE PRIVATO LO STATO AUSTRIACO, A PARTIRE DALLA FINE DI
NOVEMBRE 2002, NON GARANTISCE LA SUA RESPONSABILITÁ REALTIVA ALLA
RESPONSABILITÁ CIVILE PER I RISCHI DI GUERRA E DI TERRORISMO
Milano, 20 dicembre 2002 - Dal 1 dicembre 2002, l'Austrian Airlines si è
assicurata contro i rischi di guerra e terrorismo insieme a Sas Scandinavian
Airlines, Klm e Finnair, appartenenti al Ksaf, uno dei maggiori pool al
mondo nel settore del traffico aereo. I rischi complessivi della navigazione
aerea delle compagnie citate vengono coperti dalle seguenti compagnie di
assicurazioni dirette e di riassicurazione: Aig, Ace, Allianz, Francona,
Swiss Re, La Reunion Arienne, ecc. In percentuale minore partecipano anche
Wr. Städtische
e Uniqa. La
copertura del rischio di responsabilità civile verso terzi per atti
terroristici ammonta complessivamente a 750 milioni di dollari americani per
sinistro, anche se dopo l'11 settembre 2001, l'Austrian Airlines aveva già
stipulato privatamente un'assicurazione con copertura massima fino a 150
milioni di dollari americani. A fronte del pagamento di un premio, lo stato
austriaco si era assunto la responsabilità della differenza d'importo fino
a fine novembre 2002. Complessivamente la copertura assicurativa ora
acquistata sul libero mercato è più favorevole rispetto alla combinazione
citata in precedenza. Questo tipo di polizza assicurativa, inoltre, assume
una maggiore importanza dopo i tragici fatti dell'11 settembre. Il dott.
Thomas Kleibl, Chief Financial Officer di Austrian Airlines, commenta così
l'attuale situazione assicurativa nel settore della navigazione aerea:
"Anche se gli assicuratori diretti o riassicuratori vorrebbero ora
recuperare gli elevati pagamenti per sinistri versati in seguito agli eventi
dell'11 settembre e a svariate catastrofi naturali, con la nuova
combinazione siamo in grado di ridurre facilmente le nostre spese
assicurative complessive che nell'anno 2002 sono state di circa 30 milioni
di Euro. È però un dato di fatto che negli ultimi due anni le spese di
copertura assicurativa sono più che triplicate!" (Spese assicurative
annue dell'Austrian Airlines prima dell'11 settembre 2001: circa 8 milioni
di Euro).
ASSEMBLEA
AZIONISTI EUROFLY 2 EVIDENZIA UNA PERDITA PARI AD € 3.806.339
Roma, 20 dicembre 2002 - L'Assemblea degli Azionisti di Eurofly, riunitasi
ieri , ha approvato la situazione patrimoniale al 31 ottobre 2002 che
evidenzia una perdita pari ad € 3.806.339, sostanzialmente riconducibile
ad eventi contingenti ed ha deliberato, ai sensi dell'art. 2446 del codice
civile, di rinviare l'adozione di provvedimenti sul capitale sociale. In
particolare l'indisponibilità di aeromobili di lungo raggio nel periodo di
transizione tra l'utilizzo dei B767 Alitalia e quello dei nuovi A320 di
Eurofly ha causato necessarie riprotezioni del traffico commerciale con un
aggravio di costi pari ad € 2.438.000. A questo si aggiunge la mancata
disponibilità di un aeromobile A320 per un lungo periodo di tempo in un
momento di massimo traffico commerciale che ha causato un ulteriore aggravio
di costi pari ad € 2.100.000. Inoltre le variazioni intervenute negli
accordi tra Alitalia ed Eurofly in materia di code sharing, hanno comportato
minori proventi rispetto alle previsioni per circa € 2.800.000. Pertanto
alla luce dei fatti sopra esposti e in previsione delle conseguenze che
detti fatti avranno sulla chiusura di bilancio, l'Assemblea ha approvato la
situazione patrimoniale al 31 ottobre 2002 rinviando, così come consentito
dall'articolo 2446 C.C., l'adozione dei provvedimenti sul capitale
sociale.
VOLA
A LONDRA CON RYANAIR A PARTIRE DA ? 19,99 (SOLO ANDATA TASSE ESCLUSE) E
SCOPRI IL GIARDINO SPAZIALE DI STAR TREK
Milano, 20 dicembre 2002 - Ryanair, la più grande compagnia aerea a tariffe
basse d'Europa, ha ottenuto incredibili successi sulle sue dodici rotte
dall'Italia a Londra trasportando negli ultimi mesi milioni di passeggeri e
riconfermandosi la compagnia aerea N°.1 operante tra l'Italia e
l'Inghilterra. Londra, come è noto, è sempre stata la culla di eventi e
manifestazioni di grande interesse e suggestione. Nella moltitudine di
avvenimenti londinesi, Ryanair vi consiglia la visita del gigantesco
giardino spaziale allestito ad Hide Park in occasione della mostra dedicata
alla saga di Star Trek per il lancio del film Nemesis. La Paramount Pictures
di Hollywood ha trasportato oltreoceano per l'occasione un'enorme quantità
di materiale di scena, allestimenti di set, cimeli, costumi e riproduzioni
in realtà virtuale della serie fantascientifica divenuta un ¨cult¨ per
milioni di fans in tutto il mondo. La mostra resterà a Londra fino al 31
gennaio 2003. Grazie ai voli a bassa tariffa Ryanair, anche i fan italiani
della fortunata serie potranno raggiungere Londra usufruendo del servizio a
tariffe basse insieme alla cordialità, all'efficienza e alla puntualità di
Ryanair. Sempre più italiani volano con Ryanair quando viaggiano verso
l'Inghilterra ed il sito Internet www.ryanair.com offre, oltre alle
vantaggiose tariffe basse e speciali promozioni, ulteriori servizi quali il
noleggio auto, l'assicurazione di viaggio e la sistemazione alberghiera.
Rotte Ryanair dall'Italia: Ancona, Brescia, Genova, Pescara, Trieste,
Torino, Treviso, Forlì, Pisa, Alghero, Roma, Milano. Dal 6 febbraio 2003
sarà inoltre possibile volare sulla tratta Milano Orio - Londra Luton. Il
servizio andrà ad aggiungersi alla rotta già esistente Milano Orio -
Londra Stansted aumentando così ulteriormente la frequenza dei voli Ryanair
tra la Lombardia e Londra.
BIANCO
(CNR) REPLICA AL VICEMINISTRO POSSA (MIUR) "ANCORA UNA VOLTA CRITICHE
INGIUSTIFICATE"
Roma, 20 dicembre 2002 - In merito alla dichiarazione rilasciata dal
Viceministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca On. Guido
Possa, secondo cui sarebbe necessario riorganizzare il Consiglio Nazionale
delle Ricerche per "affiancare alle buone conoscenze scientifiche una
managerialità che è stata finora scarsa", il Presidente dell'Ente
Lucio Bianco si chiede su quali basi l'On. Possa fondi una simile opinione.
"Resto ancora una volta strabiliato - replica Bianco - dalla
semplificazione dei problemi della ricerca scientifica italiana fatta dal
Viceministro e mi convinco ogni giorno di più che c'è da parte sua un
grave pregiudizio verso il Cnr. Sono pronto comunque a qualsiasi tipo di
confronto per valutare obiettivamente le capacità manageriali esistenti
all'interno dell'Ente, a meno che queste critiche non siano strumentali e
servano solo a giustificare altri disegni sul futuro assetto di
vertice".
NICOLA
CORDONE ASSUME LA CARICA DI VICE DIRETTORE GENERALE DI SSB LA NOMINA DECISA
NELL'AMBITO DEL RIASSETTO ORGANIZZATIVO DELLA SOCIETÀ
Milano, 20 dicembre 2002 - Nicola Cordone è il nuovo Vice Direttore
Generale di SSB, società leader nel settore dei sistemi di pagamento - con
4 miliardi di transazioni gestite nel 2001 - nella sicurezza in rete e nella
realizzazione e gestione di sistemi informatici per le Banche. Classe '66,
Cordone intraprende la sua carriera professionale nel 1990 (anno in cui si
laurea con lode in Ingegneria Elettronica) seguendo progetti di sviluppo
nell'area IT per diverse aziende tra cui Ansaldo, Unisource Italia, Siemens
Telecomunicazioni, Italtel, fino ad approdare, nel 1997 in Servizi
Interbancari, dove si occupa dello sviluppo e dell'avviamento del Servizio
di Call Center. Nel 2000 entra nel Gruppo Ssb come Direttore della Divisione
Issuing con la responsabilità di un business che raggiunge nel 2001 29
milioni di carte e 1.600 milioni di transazioni. Consegue inoltre nel 2001
il Master in Business Administration presso la Scuola di Direzione Aziendale
dell'Università Bocconi. La carica nasce a completamento di una
riorganizzazione aziendale che prevede l'allocazione dei ruoli secondo
logiche di processo e concentra le responsabilità su tre strutture di linea
che riferiscono direttamente a Gian Bruno Mazzi, Direttore Generale di Ssb:
'Marketing e Vendite', 'Sviluppo Offerta', 'Gestione Operativa e Produzione'.
A Nicola Cordone viene affidato inoltre il ruolo di interlocutore unico per
le attività di delivery progettuale nella sua nuova funzione di Direttore
della nuova struttura 'Sviluppo Offerta'.
GLI
INDICI DELLA PROPENSIONE AL CONSUMO E DELLA FIDUCIA ECONOMICA DEGLI EUROPEI
SONO IN CALO.
Milano, 20 dicembre 2002 - Gli indici della propensione al consumo e della
fiducia economica dei cittadini europei sono in calo: è questa in estrema
sintesi la conclusione dell'ultima edizione del Barometro Agos Ipsos, la
prima ricerca - condotta dall'Istituto Ipsos per Sofinco su circa 6.662
persone con più di 15 anni - in grado di analizzare la propensione al
consumo dei cittadini europei, in particolare di Italia, Francia, Germania,
Regno Unito, Spagna, Belgio, Paesi Bassi e Portogallo, un campione
rappresentativo del 89% dei consumatori del Vecchio Continente. Il Barometro
Agos Ipsos attraverso l'Indice Europeo del Consumo permette di individuare
le tendenze di fondo e di anticipare l'evoluzione del clima dei consumi in
Europa. Se la rilevazione del maggio 2002 indicava un indice stabile (110)
rispetto al febbraio dello stesso anno, la rilevazione a novembre 2002
registra il valore più basso (indice 103: -7 punti) dalla nascita del
Barometro, dimostrando una sensazione di malumore generale tra tutti i
cittadini europei, senza eccezioni. Gli italiani si confermano i cittadini
europei con la maggior voglia di spendere (74% degli intervistati, comunque
in calo di 5 punti percentuali dal maggio scorso), ma con le minori capacità
di esaudire i propri desideri. Il 74% dichiara infatti di non aver mezzi
sufficienti per soddisfare la propria voglia di consumo, e questa
percentuale rimane stabile nel corso del semestre. A questa insoddisfazione
si aggiunge la difficoltà nella capacità di risparmiare: negli ultimi sei
mesi infatti la forbice tra chi ha mantenuto e chi ha diminuito la propria
capacità di risparmio si è allargata sempre di più. Questi dati spiegano
ampiamente come il potenziale di consumo nel nostro paese risulti diminuito
di una percentuale rilevante (-13%). Se poi si aggiungono le difficoltà
derivanti dall'aumento dei prezzi al consumo, si comprende come possano
giustificarsi le risposte del 56% dei nostri connazionali nel dichiararsi
pessimisti rispetto alla situazione economica attuale ed al proprio tenore
di vita. Uno scenario di questo genere lascia ampi spazi di manovra per il
settore del credito al consumo, rivelatosi negli ultimi anni uno strumento
di gestione delle finanze personali sempre più gradito dai cittadini
italiani. Alfredo Defilippi, Amministratore Delegato Agos Itafinco, ha
commentato: "I risultati del Barometro letti con attenzione lasciano
intuire come il credito al consumo in Italia sia un mercato in grado di
esprimere ancora ampi margini di crescita. Il desiderio di consumo degli
italiani è infatti sempre elevato, anzi risulta tra i più elevati nel
panorama europeo, ma è frenato dalle difficoltà di avere oggi un reddito
disponibile. In realtà la quasi totalità dei consumatori italiani ha una
potenziale capacità di ricorso al credito che ancora oggi non è pienamente
utilizzata, se raffrontata agli altri paesi europei. Da alcuni anni ormai
osserviamo che sempre più consumatori si sono abituati al credito al
consumo come strumento di acquisto facilitato e rimborso programmato.
Secondo Agos Itafinco questo trend, al di là delle contingenze economiche,
continuerà per molti anni. I gusti e le preferenze degli Italiani, in
relazione ai consumi, sono in continua evoluzione ed è per questo che Agos
sviluppa da sempre prodotti finanziari per soddisfare gli acquisti in tutti
i settori merceologici". L'analisi merceologica della ricerca Agos -
Ipsos dimostra come gli Italiani riscoprano il piacere di fare acquisti per
la casa, dichiarando che nei prossimi tre mesi vorrebbero spendere per
l'arredamento (+33,3%), per la televisione ed il videoregistratore (+15,38%)
e per gli elettrodomestici (+5,88%), a fronte di un calo nel settore dei
viaggi (-44%). Il Barometro Agos dipinge un panorama europeo molto cambiato.
Se infatti le rilevazioni precedenti facevano emergere il contrasto tra la
buona situazione in Gran Bretagna e Francia e le difficoltà di Germania e
Italia, dall'ultima indagine questa sensazione di un' Europa a due velocità
risulta notevolmente attenuata. Tutti i paesi europei, seppur a gradi
diversi, convergono oggi verso il basso e appaiono similarmente meno
fiduciosi nella situazione economica. In questo scenario l'Euro diventa la
cassa di risonanza del malumore dei consumatori europei. A poco meno di un
anno dalla sua introduzione gli europei non si sono ancora affezionati alla
moneta unica. Dalle indagini è infatti emerso che lo scetticismo nei
confronti della nuova valuta comunitaria, registrato nel maggio scorso, si
è ulteriormente diffuso. La maggioranza degli europei (56%, +9 punti
percentuali) ritiene che l'Euro abbia portato ai consumatori più
inconvenienti che vantaggi, mentre solo il 34% difende l'idea opposta.
E
I GIOVANI IMPRENDITORI MILANESI COPIANO I "VU CUMPRA'"
Milano, 20 dicembre 2002. Non sono solo ambulanti extracomunitari a vendere
bonghi, djambé e ganzà. La più bella idea milanese d'impresa è quella di
un giovane musicista che vorrebbe vendere strumenti musicali etnici e
costruirne di antichi. Sempre in tema di musica la giovane impresa milanese
premiata è quella che ha inventato un sistema interattivo per imparare a
suonare: il computer corregge gli errori e in breve tempo si suona una
filastrocca europea. Sono queste alcune delle diciassette idee ed imprese
premiate - per un totale di 41.500,00 euro - in Lombardia. Il Comitato Punto
Nuova Impresa - Formaper azienda speciale della Camera di commercio di
Milano ha premiato, per le "Imprese già avviate", Claudio
Sedazzari che gestisce la società Opto Engineering a Mantova, una società
che si occupa di produzione di sistemi ottici industriali; per la sezione
"Idea di impresa" ha vinto invece Simone Conca che si occupa di
artigianato e servizi a Milano. I secondi posti vanno rispettivamente a
Massioli Andrea di Milano che ha una società Informatica e a Massimo
Damiani di Milano per una liuteria e commercio di strumenti musicali etnici.
Si è tenuta ieri mattina in Camera di Commercio di Milano la cerimonia
conclusiva del concorso, alla sua quinta edizione, che premia le migliori
idee d'impresa proposte da giovani neo-imprenditori lombardi scelti tra gli
utenti del servizio regionale Punto Nuova Impresa. Un evento organizzato dal
Comitato Punto Nuova Impresa, iniziativa promossa da Regione Lombardia e
Unioncamere Lombardia, in collaborazione con Formaper, azienda speciale
della Camera di Commercio di Milano, Assolombarda, Unione del Commercio, del
Turismo e dei Servizi della provincia di Milano. "Il Comitato Punto
Nuova Impresa - ha dichiarato Paolo Galimberti, Presidente del Comitato
Punto Nuova Impresa - è nato nel 1992 con l'obiettivo principale di
sviluppare la cultura di impresa e il lavoro autonomo come positiva
opportunità di ingresso nel mondo del lavoro e per richiamare l'attenzione
dell'opinione pubblica nei confronti delle tematiche legate alla creazione
di impresa. Il nostro ruolo istituzionale è stimolare e supportare la
nascita di nuove imprese attraverso strumenti quali l'orientamento,
l'informazione, la formazione, l'assistenza. E' fondamentale aiutare
l'aspirante imprenditore a capire la fattibilità dell'idea imprenditoriale.
Ma anche seguirlo con un tutor nei primi 6/12 mesi di attività. Ai nostri
utenti inoltre diamo la possibilità di avere un riferimento per le pratiche
burocratiche. Una componente sempre più importante del nostro servizio sono
i servizi specifici per il lavoro autonomo. Così come l' informazione anche
attraverso Internet". I vincitori - I premi del Comitato Punto Nuova
Impresa, per la categoria "imprese già avviate" vanno a:
Sedazzari Claudio della società Opto Engineering srl di Mantova, per la
produzione di sistemi ottici industriali, che si aggiudica il primo posto;
Massioli Andrea di Milano, con la società informatica E-farma group,
secondo posto e Tarditi Maria che a Milano, ha la società Immagine che si
occupa di artigianato artistico è la terza. Per quanto riguarda la
categoria "idea di impresa", vince Conca Simone, di Milano, con
Artigianato e servizi seguito, al secondo posto, da Damiani Massimo, sempre
di Milano con la liuteria e commercio di strumenti musicali etnici. Al terzo
posto troviamo Cretti Elena di Lovere (Bg) con l'idea sui servizi per il
settore edile e delle costruzioni. I premi delle Camere di Commercio di
Milano, Varese, Pavia, Sondrio, Brescia e Lodi vanno a: Milano - per le
"imprese già avviate" a Kithratzis Nicola, per la fornitura
software e consulenza informatica ed inoltre per un nuovo metodo per
imparare a suonare il piano; per le "idee di impresa" a Fata Anna,
di Monza con l'idea Fad Psicologi. Varese - per le "imprese già
avviate" a Pasquali Chiara di Laveno per la società Capra e cavoli,
zootecnico allevamento di caprini; per le "idee di impresa"
Fornelli Federica di Gavirate con l'idea di servizi di consulenza area
ambiente e E-marketing. Pavia - per le "imprese già avviate" a
Martinelli Alessandra, con la società Arianna Piccola, Cooperativa di
servizi culturali; per le "idee di impresa" Ferrari Germana, di
Castana per l'idea di produzione e vendita sensori. Sondrio - per le
"imprese già avviate" a Branchimi Gigliola, di Caiolo, artigiana,
con la società Ma.Gi.; per le "idee di impresa" Signorelli
Roberto, per l'idea di apicoltura e coltivazione mirtilli. Brescia - per le
"imprese già avviate" a Leoni Victoria, di Roncadelle, per una
società di editoria musicale e servizi discografici; per le "idee di
impresa" Piccinelli Antonio, di Bagnolo Mella con un birrificio
artigianale. Lodi - per le "le idee di impresa", il premio va a
Mori Paola, di Cervignano D'Adda, dell'azienda "La chiocciola", si
occupa di Agricoltura. Premi importanti. Sono stati assegnati dal Comitato
Punto Nuova Impresa sei premi, tre da 3.500,00 Euro per la sezione
"Nuove imprese" e tre da 1.500,00 Euro per la sezione "Idea
d'impresa". Le Camere di Commercio di Milano, Varese, Pavia, Sondrio,
Brescia e Lodi hanno dato undici premi: cinque da 3.500,00 Euro per la
sezione "Nuove Imprese", cinque da 1.500,00 Euro per la sezione
"Idea d'impresa" e la Camera di Lodi un premio di 1.500,00 Euro
per la sezione "Idea d'impresa". Il servizio Punto Nuova Impresa.
Sono 15 gli sportelli del Pni presenti in Lombardia. A Milano e Provincia
sono 5 gli sportelli Punto Nuova Impresa il cui coordinamento tecnico è
affidato a Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano. A
Milano dal 1994 ad oggi sono stati 30.735 gli utenti che si sono rivolti
allo sportello PNI; in provincia l'affluenza è stata di 50.000 utenti. Solo
quest'anno ci sono stati 3.500 utenti a Milano e 6.000 in provincia. Le idee
imprenditoriali assistite dal Punto Nuova Impresa-Formaper - Le idee
imprenditoriali più "gettonate" presso i Punto nuova impresa
interessano per il 20% attività imprenditoriali nel campo del tempo libero
e dello sport, per il 20% in servizi di assistenza, asili nido e ludoteche,
il 10% servizi della cura della persona, il 9% agenti immobiliari, il 6% bed
& breakfast. I dati - Le imprese attive in Lombardia passano da 645.351
del '94 a 751.638 nel 2001. La Lombardia mantiene un elevato turnover
imprenditoriale: i tassi di creazione (66.951 nuove nate nel 2001) e di
cessazione (48.752 cessate nel 2001) delle imprese sono tra i più alti,
testimoniando una realtà economica molto vivace. E' aumentata la
propensione imprenditoriale le donne e gli immigrati. La natalità di
imprese ha interessato soprattutto i servizi alle imprese e sociali, le
produzioni legate alle traiettorie dell'informatica (sia nella manifattura
sia nei servizi) e dell'ambiente, le attività di intermediazione (nel
commercio, nei trasporti, nella finanza e assicurazioni).
CUSCUS
E PANETTONE COS'È CAMBIATO NEL MODO DI FESTEGGIARE IL NATALE NELLE PICCOLE
E MEDIA AZIENDE ITALIANE "IL PICCOLO IMPRENDITORE TROPPO SOLO
NELL'AFFRONTARE LE DIFFERENZE RELIGIOSE. IL CONTRATTO DI LAVORO NON PREVEDE
QUESTA SITUAZIONE."
Milano, 20 dicembre 2002 - Al panettone di Natale non dice no nemmeno chi
non riconosce il Natale come una festa. La presenza di un elevato numero di
extracomunitari di religione non cattolica nelle piccole e medie imprese
italiane non ha modificato di una virgola il modo di festeggiare la festa più
tradizionale dell'anno. Dopo una "schiscetta" di cuscus, insomma,
una fetta di panettone non guasta. E all'approccio magari freddino rispetto
al contenuto religioso del festeggiamento, si abbina l'allegria che porta
con sé la ricorrenza. Lo conferma George S. May International, società
americana, leader nella consulenza alle piccole e medie imprese italiane e
che contatta 400 aziende a settimana. "Nonostante le profonde
differenze culturali - spiega Carmine Tarsitano dirigente della George S.
May International - che a volte portano a piccole e grandi incomprensioni,
queste feste rappresentano un momento di incontro e scambio culturale
importante, che arricchiscono l'azienda. Non dimentichiamo però che durante
l'anno le differenze religiose portano ad un confronto molto forte, tra
colleghi. I mussulmani, per esempio, chiedono di vivere la loro religione
rispettandone le ricorrenze in un paese come l'Italia che ha già un
calendario di festività religiose abbastanza serrato. Il piccolo
imprenditore italiano si trova a dover accontentare un po' tutti conciliando
le esigenze di business. Il problema è che si trova ad affrontare queste
differenze troppo da solo, non è sostenuto da normative e regolamenti, che
possano aiutarlo a gestire questa situazione. Chi vuole prendere le ferie
per consacrare una sua festa religiosa che cade in un altro periodo
dell'anno rispetto alla nostra, naturalmente lo può fare. Si è creato un
tantino di confusione, forse vale la pena rivedere il contratto di lavoro,
che prevede l'esigenze di un popolo ormai multirazziale e con esigenze e
religioni differenti.
LA
COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA L'ACQUISIZIONE DELLA BIRRERIA TEDESCA
BRAUERGILDE DA PARTE DI INTERBREW
Bruxelles, 20 dicembre 2002 - La Commissione europea ha autorizzato a norma
del regolamento sulle concentrazioni l'acquisizione della birreria tedesca
Brauergilde Hannover S.A. da parte della società belga Interbrew S.A..
L'operazione non suscita preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza
in alcun mercato della birra nell'Unione europea. L'operazione riguarda la
produzione e distribuzione di birra in Germania e in minor misura nel Regno
Unito, in Italia ed in Belgio. In questi ultimi tre paesi l'impatto
dell'operazione sul mercato è comunque trascurabile. Dall'indagine della
Commissione sull'impatto dell'operazione è risultato che l'acquisizione non
avrebbe dato origine a problemi di concorrenza neppure in Germania in quanto
sul mercato tedesco, altamente frammentato, rimane un elevato numero di
concorrenti. Interbrew opera principalmente nella produzione,
commercializzazione e fornitura di birra nelle Americhe, nell'Europa
occidentale, centrale ed orientale e nell'Asia del Pacifico. Brauergilde è
la holding cui fa capo il gruppo Gilde di birrerie tradizionali in
Germania
VARATE
LE NORME CHE REGOLANO L'ATTIVITA' DELLE STRUTTURE SANITARIE PER I
DISABILI
Milano, 20 dicembre 2002 - Non sempre, purtroppo, le strutture sanitarie
pubbliche e private che si occupano dell'assistenza ai disabili e delle
attività riabilitative di portatori di handicap sono organizzate in modo
tale da garantire uno standard minimo della qualità dei servizi necessari.
E' un problema complesso che nel nostro Paese riguarda direttamente milioni
di portatori di handicap e di disabili (compresi quelli temporanei, da
infortuni) e diverse migliaia di strutture di assistenza e di
riabilitazione, sia pubbliche che private. Per migliorare le prestazioni
delle singole strutture e garantire, quindi, un'elevata qualità del
servizio di assistenza ai portatori di handicap, l'Uni, Ente Nazionale
Italiano di Unificazione, ha pubblicato di recente la norma Uni 11010
"Servizi residenziali e diurni per persone con disabilità - Requisiti
del servizio". La norma riguarda tutte le strutture pubbliche e private
che operano nell'ambito dei servizi sociali, educativi, assistenziali e
socio riabilitativi (sia di tipo residenziale che di tipo diurno)
proponendosi come un valido aiuto per razionalizzare funzioni e operatività
a beneficio degli ospiti. Per essere a norma, la struttura di assistenza
deve essere dotata di personale adeguato. Gli operatori, infatti, devono
avere capacità relazionali, esperienza specifica nel settore delle
disabilità. competenze organizzativo-gestionali, competenze specifiche sul
lavoro di gruppo e sul coordinamento di gruppi di lavoro. Ciascun ente deve
preparare un documento tecnico che descriva le pratiche, le procedure e le
strategie per l'erogazione dei servizi; deve coordinarsi ed integrarsi con
gli enti Locali (Asl, scuole, uffici pubblici, eccetera) promuovere attività
di ricerca in ambito riabilitativo; essere attrezzato per garantire sia i
servizi generali sia quelli specifici per ciascun ospite. In particolare, la
nuova norma Uni prevede da parte della struttura sanitaria, per ogni singolo
ospite, la definizione di un "progetto individualizzato" che per
tutta la durata della degenza sarà sottoposto a fasi di riesame, verifiche
e controlli. La nuova norma definisce tutto ciò che deve essere fatto
durante le fasi della permanenza del disabile nella struttura sanitaria:
dall'ammissione (occorre tracciare un profilo completo del paziente e, in
funzione dei suoi bisogni, stabilire il grado di recupero compatibile con
l'handicap), all'l'inserimento nella struttura (definizione e gestione del
progetto individualizzato con l'indicazione degli strumenti e dei metodi
d'intervento, tempi indicativi di realizzazione, modalità di verifica,
eccetera); dal trattamento (vengono individuati i responsabili e gli
operatori che dovranno seguire il paziente e assicurare lo sviluppo
progressivo del trattamento) fino alla dimissione (perché sono stati
raggiunti gli obiettivi prefissati oppure per necessità e/o volere dei
famigliari o del paziente stesso).
FORUM
DEGLI ASSESSORATI ALLE POLITICHE SOCIALI PRESENTAZIONE DELLE SCHEDE
DEMOGRAFICHE E DEI SERVIZI SOCIALI DELLA PROVINCIA DI AVELLINO
Avellino, 20 dicembre 2002 - Un'esigenza fondamentale di ogni
Ammi-nistrazione provinciale è quella di acquisi-re una base certa di
informazione sulle caratteristiche del territorio in ordine alla
programmazione delle attività e alla ge-stione razionale delle risorse
disponibili. Questo principio è oggi riconosciuto e so-stenuto dalla Legge
328/00, che all'art. 21 prevede la costituzione del Sistema Infor-mativo dei
Servizi Sociali. Il Forum, fin dal 1995, cura la costituzione di Osservatori
che hanno la funzione di affiancare gli As-sessorati alle Politiche Sociali
nella defini-zione di strategie comuni nel settore delle politiche sociali e
nella delineazione di li-nee guida per la promozione e la garanzia della
qualità degli interventi e dei servizi. Come è noto, l'Osservatorio
effettua il monitoraggio su tutti i servizi sociali presenti sul territorio
provinciale afferenti a tutta la popolazione della Provincia e rileva,
aggiornandoli, i principali indici e indicatori demografici. L'Obiettivo
oltre a quello di monitorare costantemente la realtà provinciale
relativamente alla situazione demografica e alla presenza dei servizi e
delle strutture sociali è quella di consentire alla amministrazione
provinciale di ottemperare a quanto indicato dalla Legge Quadro sui Servizi
Sociali (L.328/00) in tema politiche sociali. Le schede demografiche sono
state rea-lizzate con l'obiettivo di conoscere per ciascun Comune afferente
alla Provincia di Avellino la situazione in ordine alla po-polazione
residente per sesso, classi d'età e stato civile. Le schede relative alla
presenza sul territorio avellinese dei servi-zi sociali, invece, hanno come
obiettivo quello di presentare la realtà territoriale della Provincia come
sommatoria delle realtà comunali in ordine alla allocazione e alle
caratteristiche dei servizi sociali per gli anziani, minori, portatori di
handicap, tossicodipendenti, donne in difficoltà e co-sì via. Venerdì 20
dicembre alle ore 12:00 c/o la Sala Grasso della Provincia- Palazzo
Caracciolo, Piazza Libertà.
SIGLATO
L'ACCORDO TRA VALENTINO E SINV PER UNA NUOVA LINEA GIOVANE
Milano, 20 dicembre 2002 - Valentino S.p.A. e Sinv S.p.A. hanno firmato un
contratto per la produzione e distribuzione di una nuova linea giovane con
orientamento leisurewear. Il contratto, che si estende all'intero territorio
mondiale, prevede di superare nei prossimi cinque anni i 300 milioni di Euro
di fatturato retail con investimenti in comunicazione di oltre 15 milioni di
Euro. La prima collezione donna e uomo sarà presentata a Milano nel gennaio
2003 e verrà distribuita nel prossimo autunno/inverno in un limitato numero
di punti vendita, selezionati nei principali mercati. La nuova linea, pur
nel rispetto dei valori profondi che appartengono da sempre al marchio
Valentino, sarà moderna, giovane e fashion e si posizionerà nella fascia
alta del segmento di mercato di riferimento. "Io ed il mio team
creativo ci siamo divertiti ad applicare i più classici elementi couture di
Valentino ad una linea fatta per giovani e destinata ad una fascia prezzi
sportswear. Vedrete pizzi, rasi, ricami, tipici del mio lavoro, su jeans,
parkas, T-shirts" ha affermato Valentino Garavani. " Questo
progetto è il primo nel campo dell'abbigliamento realizzato dalla nuova
gestione di Valentino e rappresenta una grande opportunità per rendere più
accessibile il marchio ad un pubblico giovane e attento all'evoluzione della
moda. L'esperienza, la sensibilità ed il personale coinvolgimento del
Presidente Sinv Ambrogio Dalla Rovere saranno di sicuro supporto e
contribuiranno a garantire un accurato posizionamento della linea in un
mercato molto competitivo ma in significativa crescita in questo particolare
segmento" ha dichiarato Michele Norsa, Amministratore Delegato
Valentino S.p.A. "Siamo contenti di poter collaborare con Valentino a
questo nuovo progetto di abbigliamento giovane. Abbiamo condiviso sin
dall'inizio la volontà di offrire un prodotto di grande qualità attraverso
una distribuzione che ne sottolinei l'esclusività, consapevoli del fatto
che la creatività di Valentino e il prestigio del suo marchio, uniti alla
competenza del suo team e al nostro know how, possano posizionare in breve
tempo questa linea tra i player di riferimento" ha sottolineato
Ambrogio Dalla Rovere.
INAUGURATO
A SASSARI IL NUOVO NEGOZIO ROBERTO BIAGINI
Sassari, 20 dicembre 2002 - In uno spazio accogliente, distribuito su tre
piani su una superficie di 300 mq, dove la clientela troverà tutto il
total-look maschile proposto dalla griffe, è stato inaugurato ieri il nuovo
punto vendita. L'azienda nasce agli inizi degli anni Ottanta dall'iniziativa
del suo fondatore, l'allora ventenne Roberto Biagini. L'ambizione del
giovane imprenditore toscano è quella di soddisfare la richiesta del
mercato dell'abbigliamento di capi "moderni". La produzione di
tipo industriale, con richiami stilistici alle ultime tendenze provenienti
dal Nuovo Continente. Roberto Biagini si occupa della parte stilistica per
le collezioni Uomo e Donna, e del coordinamento del processo di produzione.
La rete di vendita copre l'intero territorio italiano attraverso un compatto
insieme di rappresentanti. Nel 1994 la svolta. Cessa la produzione delle
collezioni Donna. La ditta si specializza nella produzione di capi Uomo
accostandosi alla tradizione sartoriale toscana e al Made in Italy. Roberto
Biagini inizia la penetrazione dei mercati esteri con la firma del
significativo accordo di collaborazione con un distributore americano per la
diffusione della griffe sull'intero mercato statunitense. Viene aperto il
primo negozio monomarca di proprietà Roberto Biagini a Montecatini Terme.
Il fatturato, cresciuto costantemente nel giro di dieci anni del 30%,
decolla. La strategia è quella vincente, Roberto Biagini inizia a
realizzare la sua ambizione di creare una griffe che porta il suo nome,
rinomata a livello internazionale. Dal 1994 al 1998 l'Azienda cresce su
tutti i fronti. Il fatturato ha un incremento del 1000%. Vengono aperti
ulteriori quattro negozi monomarca di proprietà Roberto Biagini nei centri
storici di città molto importanti e strategiche quali Firenze, Montecatini,
Padova ai quali si aggiungono Pescara e Livorno nel 1999, Imperia, Cosenza e
ora Sassari. In particolare l'inaugurazione del negozio di Firenze suscita
la maggiore attenzione da parte del pubblico. Roberto Biagini può adesso
confrontarsi con i marchi che lo circondano. L'esigenza adesso è quella di
potenziare le capacità di vendita attraverso una politica di lancio del
marchio ad alti livelli. Dal 1997 Roberto Biagini fa parte della Camera
Nazionale della Moda, è presente su riviste e periodici specializzati con
redazionali, pagine pubblicitarie, articoli che parlano della sua griffe.
Ogni anno effettua a Milano e Firenze due presentazioni delle nuove
collezioni presso Hotel o Location di prima categoria. Come le prossime di
Venerdì 10 Gennaio 03 a Firenze, in occasione del Pitti, presso l'hotel
Savoy dalle 17 alle 20 e la presentazione durante Milano Collezioni Uomo
presso il Grand Hotel et de Milan in Via Manzoni al 29 dalle 10 alle 20
decisa per il 12 Gennaio 03 Negli ultimi anni Roberto Biagini attua la
differenziazione del prodotto con l'introduzione dell'intera linea di
accessori, camicie, cravatte, cinture, scarpe, borse, portachiavi, ecc.
tutti rigorosamente Made in Italy. Attualmente, dopo aver rafforzato la
produzione di capi spalla maschili di alta qualità di tipo sartoriale, è
in atto il potenziamento del servizio Atelier prestato direttamente presso i
punti vendita monomarca. Servizio inizialmente rivolto alla cerimonia che in
seguito si è gradualmente ampliato fino ad arrivare a coprire l'intera
gamma di prodotti, accessori inclusi. Ancora alla prima generazione,
l'Azienda vanta un'indiscussa crescita effettiva, nonché stabilità di
strategie di marketing. I prossimi passi, ormai imminenti, saranno
l'apertura di ulteriori negozi monomarca di proprietà, corner-shop in
grandi magazzini di tutto il mondo, la creazione di una rete di franchising,
il potenziamento della comunicazione dell'immagine attraverso
l'organizzazione di eventi e una presenza maggiore sulla stampa. D'altronde
i punti di forza sui quali si basa, tra i quali prima di tutto una struttura
globale organizzata per seguire tutte le fasi delle collezioni dalla
creazione alla distribuzione compreso anche il processo produttivo, senza
dimenticare l'offerta completa che si snoda in tutte le direzioni, le
permettono di guardare al futuro con lungimiranza e solidità. Largo
Cavallotti 1 Sassari Tel 079231078.
PIANI
DI STUDIO DELLA NUOVA SCUOLA SECONDARIA: AL LAVORO 250 ESPERTI DEL MONDO
DELLA SCUOLA, DELL'UNIVERSITÀ E DELLA CULTURA
Roma, 20 dicembre 2002 - Letizia Moratti, ministro dell'Istruzione,
Università e Ricerca ha aperto i lavori del convegno "Il profilo dello
studente al termine del secondo ciclo di istruzione e formazione" cui
hanno partecipato 250 esperti del mondo della scuola, università, cultura e
del lavoro incaricati di fornire indicazioni e suggerimenti per la stesura
dei piani di studio. Il ministro nell'indirizzo di saluto ai partecipanti ha
sottolineato i punti fondamentali del lavoro che attende gli esperti:
"Un profilo che abbiamo voluto unitario, perché siamo convinti che il
sistema di istruzione e formazione debba consistere di due percorsi
comunicanti che, ancorché distinti, abbiano obiettivi e valori di
riferimento comuni. Abbiamo voluto in tal modo riconoscere in concreto la
legittimità, anzi, la necessità di istituire nell'ordinamento una pluralità
di percorsi, di tempi, di contenuti, di modalità, di metodologie di
insegnamento e di apprendimento, ed anche di sedi in cui potrà svolgersi
l'attività formativa. Questa scelta mette al centro lo studente, i suoi
progetti, le sue doti e capacità, l'autonomia delle sue scelte e le sue
responsabilità." Il Ministro ha aggiunto: "Dopo un prolungato
periodo di sperimentazione, che ha prodotto una proliferazione enciclopedica
di materie e un conseguente aumento del carico delle lezioni, è necessario
- pur tenendo conto delle opportune innovazioni - ritornare al più prezioso
messaggio della tradizione liceale e cioè quello di "insegnare poche
cose, ma insegnarle molto bene", lasciando ai ragazzi tutto il tempo
necessario per la rielaborazione personale, l'approfondimento, l'autonoma
costruzione del proprio percorso di crescita culturale e umana. Ci
aspettiamo, per questo, che il liceo riconquisti la sua dimensione unitaria,
essenziale, centrata sull'elaborazione critica e sull'apertura
mentale." Il Ministro ha concluso: " A voi chiediamo di
individuare gli obiettivi generali e specifici di ciascun liceo all'interno
del quadro stabilito dal documento di base e di validare la coerenza interna
del sistema, dal primo al secondo ciclo, e quella esterna riferita alla
spendibilità ed efficacia dei profili in uscita nelle Università,
nell'Istruzione e Formazione Superiore e nell'Alta Formazione Artistica,
Musicale e Coreutica. La presenza qui oggi di esperti del primo e del
secondo ciclo vuole significare proprio questo: la volontà di costruire un
sistema scolastico che ha nella continuità verticale ed orizzontale e nella
coerenza complessiva i suoi punti di forza e di garanzia di unitarietà e di
flessibilità per i ragazzi e le loro famiglie. Oggi avviamo i lavori che
prevedono un grande dibattito sulla definizione dei profili, cui seguirà un
forum dedicato. Ci sarà poi una seconda fase per approfondire i profili dei
singoli licei. Subito dopo comincerà il confronto con le Associazioni dei
genitori, con i docenti, i sindacati e gli editori. Infine, in una terza
fase istituzionale, il documento sarà presentato al CnpiI, al Consiglio di
Stato e alle Commissioni parlamentari." Il sottosegretario Valentina
Aprea ha poi condotto i lavori della giornata di studi, svolgendo una
relazione per illustrare i contenuti e gli effetti del disegno di legge
sulla riforma degli ordinamenti scolastici attualmente in discussione alla
Camera dei Deputati.
ARCHEOLOGIA:
SCOPERTO A CIPRO ANTICHISSIMO OLEIFICIO
Roma, 20 dicembre 2002 - Un oleificio preistorico risalente al II millennio
a.C., capace di produrre enormi quantitativi di olio d'oliva con una
tecnologia all'avanguardia: una scoperta di straordinaria rilevanza
archeologica fatta dall'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni
Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) nel sito di Pyrgos/Mavroraka,
a Cipro. "L'impianto industriale - spiega la ricercatrice del Cnr Maria
Rosaria Belgiorno, direttrice dello scavo - copre un'area di 600 metri
quadri e fa parte di un vasto edificio risalente all'inizio del II millennio
a.C. Strutturato scientificamente con approvvigionamento idrico costante,
dispone di un sistema di recupero dell'olio per tracimazione in vasche
scavate nel terreno a diversi livelli, del diametro complessivo di 3 metri e
mezzo, in grado di produrre ingenti quantità di olio d'oliva, conservato in
preziose giare (pithoi) di terracotta collocate al lato dell'impianto".
Un impianto di notevoli dimensioni, come dimostra l'ampiezza dell'ambiente,
che misura più di quindici metri per sei; inoltre una delle giare
restaurate poteva contenere fino a 500 litri di olio d'oliva: una misura
eccezionale per l'epoca, che testimonia l'esistenza di un'altra tecnologia
avanzata, quella della ceramica, attraverso la quale, senza l'uso del
tornio, si riusciva a costruire e cuocere vasi di enormi dimensioni, mai
rinvenuti precedentemente sull'isola. "La connessione tra le due
attività industriali - prosegue Maria Rosaria Belgiorno - non è casuale e
fa pensare che ci si trovi di fronte alla più antica testimonianza dell'uso
dello scarto della lavorazione dell'oliva, "la sansa", come
combustibile ad alto potenziale calorico per la lavorazione dei
metalli". Di elevata fattura sono anche le decine di vasi rinvenuti
nell'area e affidati per il restauro all'Istituto per l'Arte ed il Restauro
"Palazzo Spinelli" di Firenze. La scoperta apre nuovi orizzonti
storici sull'evoluzione della tecnologia nell'Egeo insulare e pone Cipro,
per la prima volta, a un livello di parità nei confronti delle coeve civiltà,
che all'inizio del II millennio a.C. si affacciavano nel bacino del
Mediterraneo Orientale.
LEGISLAZIONE
IN MATERIA DI RIFIUTI: LA COMMISSIONE APRE PROCEDIMENTI NEI CONFRONTI DI
NOVE STATI MEMBRI
Bruxelles, 20 dicembre 2002 - La Commissione europea interviene a protezione
dell'ambiente in Europa avviando procedimenti di infrazione nei confronti di
nove Stati membri per mancata osservanza della normativa UE in materia di
rifiuti. Mediante una lettera di costituzione in mora trasmessa ai sensi
dell'articolo 228 del trattato Ce la Commissione ha ingiunto ad Italia,
Francia e Lussemburgo di conformarsi a precedenti sentenze della Corte di
giustizia europea. La Commissione ha inoltre adito la Corte di giustizia nei
confronti di Italia, Grecia (per due casi distinti) e Svezia. Infine, la
Commissione ha trasmesso un parere motivato a Italia, Grecia, Spagna,
Austria, Irlanda e Belgio. I procedimenti in questione vertono sulla
violazione di un regolamento sulle spedizioni di rifiuti e di una serie di
direttive relative alla gestione generale dei rifiuti, ai rifiuti
pericolosi, alle discariche, all'eliminazione degli oli usati, allo
smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili (Pcb/Pct) e ai
rifiuti di imballaggio. I suddetti strumenti legislativi stabiliscono che le
operazioni di smaltimento debbano svolgersi in modo sicuro, avvengano solo
se debitamente autorizzate e non comportino rischi per la salute dell'uomo e
per l'ambiente. Fissano inoltre una serie di requisiti per la sicurezza del
trasporto di rifiuti, prevedono condizioni rigorose per il funzionamento
delle discariche e mirano a ridurre il volume dei rifiuti di imballaggio. La
Commissione teme che un'applicazione inadeguata delle suddette disposizioni
esponga gli Stati membri a problemi quali le discariche abusive o
inefficienti. Queste discariche causano infatti gravi disturbi alle
popolazioni locali, in particolare problemi legati alle montagne di rifiuti,
che possono avere conseguenze perniciose per la salute dell'uomo e per
l'ambiente, e problemi dovuti allo scarso controllo esercitato sul trasporto
dei rifiuti. Commentando le decisioni della Commissione, Margot Wallström,
Commissario per l'ambiente, ha affermato che la legislazione dell'UE in
materia di rifiuti è finalizzata ad impedire danni all'ambiente e alla
salute dell'uomo e che tale obiettivo essenziale potrà essere realizzato
solo se gli Stati membri si adegueranno alla legislazione da essi stessi
sottoscritta. Procedimenti aperti nei confronti dei singoli Stati membri
Italia Il 24 gennaio 2002 la Corte di giustizia europea ha stabilito che
l'Italia non aveva assolto all'obbligo di comunicare alla Commissione le
necessarie informazioni in merito ai programmi di gestione dei rifiuti
normali e pericolosi in Sicilia e Basilicata. L'Italia ha inoltre omesso di
comunicare i piani di gestione nazionali per gli imballaggi e i rifiuti di
imballaggio (Causa C-466/99). Da quella data l'Italia ha trasmesso alla
Commissione alcune informazioni relative alle misure prese ma non ha ancora
comunicato il piano di gestione dei rifiuti relativo alla Sicilia. Numerose
regioni italiane, inoltre, non hanno ancora adottato o comunicato i piani di
gestione dei rifiuti previsti dalle norme in materia di imballaggi e rifiuti
di imballaggio. La Commissione ha pertanto deciso di avviare un secondo
procedimento di infrazione ai sensi dell'articolo 228 del trattato CE nei
confronti dell'Italia per mancata esecuzione della sentenza della Corte. I
procedimenti di questo tipo possono dar luogo all'imposizione di notevoli
sanzioni pecuniarie nei confronti degli Stati membri che non danno
esecuzione alle sentenze della Corte. In una causa distinta la Corte di
giustizia verrà adita perché l'Italia non ha pienamente osservato una
disposizione della direttiva quadro sui rifiuti. Tale disposizione
stabilisce che le imprese che procedono alla raccolta o al trasporto dei
rifiuti o provvedono allo smaltimento o al recupero dei rifiuti per conto
terzi (commercianti o intermediari) e non dispongono di un'autorizzazione
devono essere iscritte presso le competenti autorità. La legge italiana
dispone che gli operatori che raccolgono o trasportano i propri rifiuti non
devono essere iscritti (per i rifiuti pericolosi sono previsti quantitativi
massimi autorizzati). La Commissione ritiene che la norma italiana faccia sì
che i controlli sulla raccolta e il trasporto di rifiuti siano meno rigorosi
di quelli stabiliti dalla direttiva. La Commissione trasmetterà infine
all'Italia un parere motivato relativo alle norme nazionali che escludono
dalla definizione di rifiuti i terreni e le pietre risultanti da escavazione
destinati ad essere riutilizzati per fini di bonifica, rinterro, terrapieni
e operazioni di triturazione. Tale disposizione non è conforme al diritto
comunitario sui rifiuti e in particolare alla direttiva quadro sui rifiuti.
Francia Il 6 giugno 2002 la Corte di giustizia europea ha stabilito che la
Francia non aveva comunicato alla Commissione le misure necessarie per
l'applicazione della direttiva sullo smaltimento dei policlorodifenili e dei
policlorotrifenili (Pcb/Pct). Le misure in questione consistono in una
sintesi degli inventari degli apparecchi contenenti elevati volumi di Pcb,
un piano per la decontaminazione degli apparecchi inventariati nonché una
bozza di piano per la raccolta e il successivo smaltimento degli apparecchi
non soggetti ad inventario ma contemplati dalla direttiva (Causa C-177/01).
Dall'esame effettuato dalla Commissione dei provvedimenti comunicati dalle
autorità francesi dopo la sentenza della Corte risulta che la Francia ha
fornito la sintesi richiesta ma non ancora adottato, pur avendo già
presentato progetti al riguardo, il piano di decontaminazione e la bozza di
piano di raccolta e smaltimento. La Commissione ha pertanto deciso di
avviare, nei confronti della Francia, un secondo procedimento di infrazione
ai sensi dell'articolo 228 del trattato per mancata esecuzione della
sentenza della Corte. Lussemburgo Il 15 gennaio 2002 la Corte di giustizia
europea ha stabilito che il Lussemburgo era venuto meno all'obbligo di
adottare l'elenco dei rifiuti previsto dalla direttiva sui rifiuti
pericolosi (Causa C-196/01). Poiché dalla data della sentenza della Corte
le autorità lussemburghesi non hanno comunicato ulteriori informazioni la
Commissione ha trasmesso al Lussemburgo una lettera di messa in mora,
avviando in tal modo il procedimento di infrazione ai sensi dell'articolo
228 del trattato per mancata esecuzione della sentenza della Corte. Grecia
Preoccupata dal gran numero di discariche abusive o non controllate
esistenti in Grecia, la Commissione ha deciso di avviare un procedimento nei
confronti di questo paese. Le autorità elleniche stanno applicando nuovi
programmi regionali di riduzione del numero di discariche che operano
abusivamente ed hanno affermato che, tra la fine del 2001 e il maggio 2002,
il numero di tali discariche era passato da 2 810 a 1 458. Malgrado
l'impegno delle autorità, tuttavia, il problema persiste e grandi
quantitativi di rifiuti continuano ad essere scaricati abusivamente mettendo
a repentaglio la salute dell'uomo e l'ambiente. La Commissione trasmetterà
pertanto un parere motivato alla Grecia. Nel quadro di una causa distinta,
la Commissione adirà la Corte per la mancata realizzazione, da parte della
Grecia, di un piano adeguato di gestione dei rifiuti pericolosi nella
regione di Thriassio Pedio (vicino Atene). Il ricorso alla Corte di
giustizia verte anche sul fatto che la Grecia è venuta meno all'obbligo,
stabilito dalla direttiva sui rifiuti pericolosi, di evitare l'inquinamento
delle acque freatiche da parte di rifiuti pericolosi. La Commissione adirà
inoltre la Corte perché la Grecia non ha dato piena attuazione a diverse
disposizioni della direttiva sugli oli usati. In particolare, le autorità
elleniche non hanno preso provvedimenti sufficienti per la sicurezza delle
operazioni di raccolta e smaltimento ed omesso di dare precedenza alla
rigenerazione degli oli usati quando non vi sono ostacoli di tipo tecnico,
economico od organizzativo che la impediscano. Svezia La Commissione adirà
la Corte di giustizia per inadempienza, da parte della Svezia, all'obbligo
di ricorrere prioritariamente alla rigenerazione previsto dalla direttiva
sugli oli usati. Tra il 1995 e il 2000 il tasso di rigenerazione di oli
usati in Svezia è stato dello 0% e non vi sono impianti di rigenerazione
attualmente in servizio. Inoltre, non sono stati concessi aiuti o incentivi
per la rigenerazione degli oli usati. Le autorità svedesi stanno esaminando
la situazione ma non hanno preso al momento alcun provvedimento concreto.
Spagna La Commissione trasmetterà alla Spagna un parere motivato relativo
ad una discarica di Olvera (Cadice) che, essendo sprovvista di impianto di
trattamento dei rifiuti, causa il filtraggio dell'acqua, attraverso le
caverne, fino al corso del fiume Salado. Dati concreti dimostrano che ciò
minaccia la qualità della falda freatica. Si osservano inoltre inadempienze
per quanto riguarda gli obblighi in materia di autorizzazioni ed ispezioni
stabiliti dalla direttiva quadro sui rifiuti. La Commissione ritiene che la
discarica debba essere chiusa e che debba essere posto in essere un piano di
decontaminazione del sito. Il procedimento di infrazione è stato avviato a
seguito di un reclamo. La Commissione trasmetterà inoltre alla Spagna un
parere motivato relativo ad un sito abusivo situato a La Gomera, nelle Isole
Canarie, dove sono stati scaricati anche rifiuti pericolosi. Anche in questo
caso il procedimento di infrazione è stato avviato a seguito di un reclamo.
Austria L'Austria sarà destinataria di un parere motivato della Commissione
per il mancato adeguamento della legislazione nazionale alla disposizione
della direttiva sui rifiuti di imballaggio relativa alla definizione di
"riciclaggio organico". Poiché la legislazione austriaca non
definisce tale concetto, il riciclaggio organico potrebbe comprendere anche
l'interramento in discarica, allorché la direttiva esclude esplicitamente
tale possibilità. L'interramento è una forma di smaltimento e in quanto
tale rappresenta la forma meno opportuna di gestione del flusso di rifiuti.
L'interramento di rifiuti organici presenta inoltre effetti nocivi per
l'ambiente; è particolarmente difficile, in particolare, garantire un
trattamento sicuro di gas quali il metano e il solfuro di idrogeno, prodotti
dalla decomposizione di tali rifiuti. Il riciclaggio di rifiuti organici può
presentare invece vantaggi sotto il profilo ambientale, in particolare se
realizzato sotto forma di compostaggio. Occorre pertanto provvedere ad un
completo e corretto recepimento di questa definizione nella legislazione
nazionale per garantire un'adeguata gestione dei rifiuti organici di
imballaggio e ottemperare agli obblighi di informazione sulla realizzazione
degli obiettivi di riciclaggio stabiliti dalla direttiva. Belgio La
Commissione trasmetterà al Belgio un parere motivato per il rifiuto delle
autorità belghe di autorizzare il trasporto di rifiuti oltre frontiera.
Nella fattispecie si trattava di autorizzare l'esportazione di rifiuti
biologici dalle Fiandre ai Paesi Bassi. I motivi addotti dalle autorità
fiamminghe a sostegno del loro rifiuto non sono conformi alle disposizioni
del regolamento sulle spedizioni di rifiuti che disciplina le spedizioni
transfrontaliere di rifiuti. La decisione delle autorità fiamminghe viola
inoltre le disposizioni del trattato CE. Infatti, le spedizioni di rifiuti
possono essere vietate solo se è dimostrata l'esistenza di un rischio
potenziale per la salute umana o per l'ambiente. Irlanda La Commissione
trasmetterà un parere motivato all'Irlanda per la mancata applicazione di
talune disposizioni della direttiva sui rifiuti di imballaggio e per le
lacune della legislazione irlandese che dà attuazione alla legislazione UE
relativa a questo tipo di rifiuti. La direttiva stabilisce che entro il 2005
gli Stati membri debbano raggiungere determinati obiettivi minimi in materia
di recupero dei rifiuti di imballaggio. Per realizzare i suddetti obiettivi
l'Irlanda dovrà raddoppiare i livelli di recupero attuali. Non sono stati
tuttavia posti in essere i necessari provvedimenti legislativi a livello
nazionale. Antefatti La legislazione dell'UE in materia di rifiuti La
direttiva quadro sui rifiuti(1) stabilisce gli obblighi principali in
materia di trattamento dei rifiuti. Gli Stati membri devono provvedere
affinché le operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti non presentino
rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, la flora e la fauna. Devono inoltre
evitare che lo smaltimento causi inconvenienti dovuti al rumore eccessivo o
a odori sgradevoli o provochi danni alla natura e al paesaggio. Gli Stati
membri devono vietare lo scarico e lo smaltimento incontrollato di rifiuti,
creare una rete integrata ed efficace di impianti di smaltimento, elaborare
piani di gestione dei rifiuti, garantire che i detentori di rifiuti li
gestiscano in modo adeguato e provvedere affinché le operazioni di
trattamento dei rifiuti siano soggette ad autorizzazione. Gli operatori
addetti alla raccolta dei rifiuti devono essere soggetti ad autorizzazione o
registrazione. Le imprese incaricate della raccolta o dello smaltimento
devono altresì essere sottoposte a regolari ispezioni e mantenere un
registro dei rifiuti trattati. Il termine di attuazione della direttiva
originaria era stato fissato al 1977 mentre le modifiche adottate per
rafforzarne e chiarificarne la portata sono entrate in vigore nel 1993. La
direttiva sui rifiuti pericolosi(2) fissa un quadro di riferimento per le
norme UE in materia di gestione dei rifiuti pericolosi. Essa integra la
direttiva quadro sui rifiuti che stabilisce il quadro legislativo per tutti
i tipi di rifiuti, pericolosi e non, e definisce concetti fondamentali quali
quelli di rifiuti, smaltimento e recupero. Il concetto di rifiuti pericolosi
è invece definito dall'omonima direttiva ed è collegato ad un elenco
vincolante detto elenco dei rifiuti pericolosi. La direttiva sulle
discariche di rifiuti(3) fissa una serie di precisi requisiti che devono
soddisfare le discariche. La direttiva contribuisce ad evitare od attenuare
gli effetti negativi di discariche abusive e inaccettabili sull'ambiente,
quali l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque freatiche, del
suolo e dell'atmosfera; le ripercussioni sull'ambiente globale, ad esempio
l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana. La direttiva vieta la
discarica di determinati rifiuti, ad esempio le gomme usate, ed impone agli
Stati membri l'obbligo di ridurre i rifiuti biodegradabili messi a discarica
al 35% dei rifiuti biodegradabili prodotti nel 1995. Questa misura
contribuirà a ridurre gli effetti negativi delle discariche ed a promuovere
le operazioni di recupero. La data per il recepimento della direttiva era
stata fissata al 16 luglio 2001. La direttiva sugli oli usati(4) istituisce
un sistema armonizzato per la raccolta, il trattamento, la conservazione e
lo smaltimento di oli usati quali i lubrificanti di veicoli e motori e mira
a proteggere l'ambiente dagli effetti nocivi di tali operazioni. Gli oli
usati sono rifiuti pericolosi perché cancerogeni. Gli oli usati che
finiscono in fiumi, laghi e torrenti minacciano la vita acquatica mentre
quelli riversati sul terreno possono contaminare il suolo. La direttiva
obbliga gli Stati membri a dare precedenza alla rigenerazione degli oli
usati rispetto ad altre forme di smaltimento. La direttiva su
policlorodifenili e policlorotrifenili (Pcb/Pct)(5) verte su una serie di
sostanze chimiche pericolose che rappresentano una grave minaccia per
l'ambiente a causa della loro tossicità, durata d'azione e tendenza al
bioaccumulo (accumulo di organismi viventi). La direttiva intende
semplificare la normativa degli Stati membri in materia di decontaminazione
o smaltimento di apparecchiature contenenti PCB per garantire la totale
eliminazione di tali sostanze. La direttiva sui rifiuti di imballaggi(6) si
propone di ridurre l'incidenza degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio
sull'ambiente. Fissa obiettivi precisi in termini di recupero e riciclaggio
di tali rifiuti ed impone agli Stati membri l'obbligo di elaborare programmi
di raccolta, riciclaggio e recupero di questo flusso di rifiuti. Il
regolamento sulle spedizioni di rifiuti(7) impone l'obbligo di applicare
severi criteri ambientali nelle operazioni di sorveglianza e controllo delle
spedizioni di rifiuti all'interno dell'Unione europea, nonché in entrata e
in uscita dal suo territorio. Scopo del regolamento è garantire un alto
livello di protezione dell'ambiente e della salute umana tutelando nel
contempo i diritti commerciali nel mercato interno. Il regolamento opera una
distinzione tra rifiuti destinati allo smaltimento e rifiuti destinati al
recupero. Iter giuridico L'articolo 226 del trattato autorizza la
Commissione ad avviare un procedimento giuridico nei confronti di uno Stato
membro inadempiente. Se la Commissione ritiene che il comportamento dello
Stato membro costituisce una violazione del diritto comunitario che
giustifichi l'apertura di un procedimento di infrazione invia allo Stato
membro in questione una "lettera di costituzione in mora"
chiedendogli di presentare le proprie osservazioni entro un termine
generalmente fissato a due mesi. Alla luce della risposta o della mancata
risposta, la Commissione può decidere di trasmettere allo Stato membro un
"parere motivato" nel quale chiarisce in modo chiaro ed
inequivocabile perché ritiene che il diritto comunitario sia stato violato
ed invita lo Stato membro a conformarvisi entro un preciso termine, in
genere di due mesi. Qualora lo Stato membro non si conformi al parere
motivato, la Commissione può adire la Corte di giustizia europea.
L'articolo 228 del trattato conferisce alla Commissione il potere di agire
contro uno Stato membro che non si conforma ad una precedente sentenza della
Corte di giustizia europea. L'articolo consente anche alla Commissione di
chiedere alla Corte di comminare una sanzione finanziaria allo Stato membro
inadempiente.
NASCE
A BOLOGNA IL PADIGLIONE INFORMATIVO SUI PROGETTI PER LA CITTÀ SI ISPIRA AL
MODELLO DELL'URBAN CENTER DI MILANO CHE È STATO IL PRIMO AD APRIRE IN
ITALIA
Milano, 20 dicembre 2002 - L'assessore allo Sviluppo del Territorio Gianni
Verga, insieme al ViceSindaco di Bologna Giovanni Salizzoni e a Mario
Cucinella, autore del progetto architettonico e direttore dello studio Mca.,
ha presentato ieri all'Urban Center il Padiglione informativo sui progetti
per la città del Comune di Bologna. Si tratta di un grande contenitore di
informazioni in grado di soddisfare l'esigenza dei cittadini di essere
informati sugli interventi infrastrutturali e architettonici in fase di
realizzazione e che saranno realizzati in futuro a Bologna. Esperienze
analoghe in Europa si trovano a Berlino e a Parigi, ma soprattutto a Milano
con l'Urban Center di Galleria Vittorio Emanuele che, a poco più di un anno
dalla sua nascita, è un centro di informazione e discussione sullo sviluppo
urbano e sui 'contenuti'della città. Uno spazio, il primo in Italia,
dedicato alla comunicazione e al dibattito sui progetti di sviluppo urbano e
sul grande patrimonio culturale e architettonico della città che ha come
obiettivo primario non solo favorire il rapporto tra Amministrazione
comunale e cittadini sulla base di una crescente informazione sui piani di
trasformazione urbana, ma anche promuovere il dibattito pubblico attorno ai
progetti in corso e valorizzare il patrimonio architettonico di Milano. L'Urban
Center è oggi il luogo privilegiato per conoscere la città e la sua
storia, per promuovere l'efficacia delle politiche territoriali, per
migliorare la qualità urbana e per intessere una rete di scambi di
esperienze, di confronto e di collaborazione con altre realtà territoriali.
Proprio a sottolineare il rapporto di proficua collaborazione tra il Comune
di Bologna e il Comune di Milano, l'Urban Center, oltre alla conferenza di
presentazione del Padiglione informativo sui progetti per Bologna, ospiterà
anche una piccola esposizione del progetto. E' inoltre proprio in questi
giorni in fase di aggiudicazione il premio "il Principe e
l'Architetto", coordinato dall'Urban Center in collaborazione con il
Comune di Bologna. Il Padiglione informativo sui progetti per la città del
Comune di Bologna. Progettata dall'architetto Mario Cucinella, la struttura,
moderna e funzionale, sarà facilmente raggiungibile e chiaramente visibile.
Un luogo dove ricevere informazioni chiare e immediate; un luogo al servizio
della città, dove i cittadini possono conoscere in tempo reale i progetti e
lo stato di avanzamento dei lavori. Il Padiglione informativo sui progetti
per la città sorgerà in piazza Re Enzo, nel 'cuore' del centro storico di
Bologna. Il Comune di Bologna fa da capofila coinvolgendo le realtà che
hanno investito ed investiranno su Bologna con progetti in grado di cambiare
il volto della città, concependo il Padiglione di Piazza Re Enzo come una
galleria espositiva in continuo divenire dove immagini, modelli, video,
installazioni, animazioni multimediali e software di visualizzazione
tridimensionale d'avanguardia raccontano nel dettaglio quello che accade e
accadrà in città. I cittadini potranno così seguire passo dopo passo il
percorso individuato per migliorare Bologna scoprendo numerosi ed importanti
progetti, quali, ad esempio, la realizzazione del sistema integrato del
trasporto urbano (dalla Tramvia alla Metropolitana, dall'Alta Velocità al
Servizio Ferroviario Metropolitano), lo sviluppo dell'ex Mercato
ortofrutticolo che comprenderà l'edificazione della sede unica degli uffici
comunali e la riqualificazione dell'area della Manifattura Tabacchi
destinata a diventare un grande comparto culturale (dalla Cineteca, alla
Galleria d'arte moderna, dalla sede del Dams a quella di Scienze della
Comunicazione). Il Padiglione sarà gestito e realizzato da un Comitato,
costituito su iniziativa del Comune di Bologna cui partecipano Seabo srl
(Società energia e ambiente Bologna), Atc spa (Azienda trasporto pubblico)
e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Il Comitato - aperto
all'adesione di soggetti, pubblici e privati, interessati a promuovere
attività di informazione e comunicazione su progetti rilevanti per lo
sviluppo del territorio - si avvarrà della struttura e dell'esperienza
operativa di Finanziaria Bologna Metropolitana spa. Il Comune di Bologna
partecipa al Comitato senza sostenere oneri finanziari diretti, ma mettendo
a disposizione dello stesso l'area di Piazza Re Enzo. I lavori di
realizzazione del Padiglione, che resterà in funzione almeno quattro anni,
termineranno entro marzo del 2003 e avranno un costo di circa 1,6 milioni di
euro.
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