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25 FEBBRAIO 2002
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europee,2001 http://www.cordis.lu ) |
POLITICI, SCIENZIATI E FUNZIONARI
COMINCIANO A DARE FORMA AL CONSIGLIO EUROPEO DELLE RICERCHE (CER)
Bruxelles, 25 febbraio 2003 - Mentre
s'intensifica il dibattito sulla possibile creazione di un Consiglio europeo
delle ricerche (Cer), il Notiziario Cordis analizza le opinioni espresse da
illustri politici, scienziati e funzionari durante una manifestazione
tenutasi a Parigi il 19 febbraio, per cercare di comprendere la possibile
struttura di un futuro Cer. Dal dibattito svoltosi a Parigi è emersa una
precisa conclusione: la creazione del Cer beneficia ormai di un ampio
consenso all'interno della comunità scientifica. Il dibattito concreto
verte ora sui principi fondanti, la struttura e i meccanismi di
finanziamento di quest'organismo, e sebbene vi siano ancora opinioni
contrastanti in merito a tali aspetti, le posizioni delle varie parti
interessate vanno delineandosi con maggiore chiarezza. Per i ricercatori e
gli scienziati, le questioni più importanti riguardano l'autonomia di
quest'organismo e il tipo di ricerca che finanzierà. Il premio Nobel Rolf
Zinkernagel sostiene che, sebbene sia opportuno consultare ampiamente le
istituzioni europee e nazionali prima della creazione del Cer, una volta
istituito, l'organismo dovrebbe essere dotato di una totale autonomia
decisionale. "Se osserviamo i migliori programmi statunitensi di
ricerca, noteremo che hanno un approccio a lungo termine e che sono gestiti
dagli scienziati stessi", ha spiegato il prof. Zinkernagel,
sottolineando altresì che senza sufficienti finanziamenti, il Cer avrebbe
solo una parvenza di autonomia: "L'Europa non ha bisogno di un altro
club di discussione. Ciò che occorre è un comitato scientifico dotato di
un reale potere e della libertà di esercitarlo". In risposta a tali
affermazioni, il ministro portoghese della Scienza e della Tecnologia José
Mariano Gago ha messo in guardia contro il rischio di un'eccessiva enfasi
sull'autonomia. A tal proposito, egli ha fornito l'esempio di altre agenzie
che hanno raggiunto una completa autonomia, ma che, proprio a causa di tale
libertà d'azione, non sono riuscite ad assicurare livelli di finanziamento
adeguati. La quasi totalità degli scienziati ritiene che i finanziamenti
del Cererc dovrebbero sostenere iniziative di ricerca di base o
fondamentale, indipendentemente dal principio della "giusta
remunerazione". Alcuni fra i ricercatori più illustri, come il prof.
Zinkernagel e il prof. Jean-Patrick Connerade, presidente di Euroscience,
hanno evidenziato, inoltre, l'effetto positivo che la concorrenza fra il Cer
e i consigli nazionali delle ricerche eserciterebbe sulla scienza europea.
Tuttavia, il dott. Peter Kind, responsabile della Direzione "Ser:
aspetti strutturali" in seno alla DG Ricerca, ha espresso il suo
dissenso su quest'ultimo punto. "Il Cer non dovrebbe duplicare il
lavoro delle strutture di finanziamento esistenti a livello nazionale o
europeo, oppure far loro concorrenza: vi è ampio spazio per la
complementarità", ha affermato il dott. Kind, illustrando quello che a
suo avviso costituisce uno dei principi fondanti del nuovo organismo. Egli
sostiene, infatti, che "i padri fondatori del Cer saranno
verosimilmente i consigli nazionali delle ricerche", fattore che
rafforzerebbe sicuramente l'ipotesi della complementarità rispetto a quella
della concorrenza. I consigli nazionali delle ricerche potrebbero davvero
diventare un'importante fonte di finanziamento per quest'organismo, poiché,
come ha dichiarato il commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin,
il Cer non deve attendersi di ricevere significativi finanziamenti
nell'ambito dei programmi quadro comunitari per la ricerca. Enfatizzare
l'elemento concorrenziale del Cer potrebbe rivelarsi una strategia
rischiosa. Uno dei possibili scenari consiste in un Cer dotato di forti
legami esecutivi con le istituzioni e gli organismi finanziari europei e
nazionali esistenti, condizione che garantirebbe una maggioranza di
consiglieri in possesso di una formazione scientifica. Per quanto concerne i
finanziamenti, la Commissione è fermamente convinta che il Cer dovrebbe
cercare di attirare nuovi fondi per la ricerca, contribuendo così al
raggiungimento dell'obiettivo comunitario di elevare la spesa per la R&S
al tre per cento del PIL. La maggior parte degli scienziati concorda su
questo punto, tuttavia una minoranza continua a sostenere la creazione di un
Cer sulla base di una ridistribuzione delle attuali risorse finanziarie per
la ricerca. Un consenso pressoché unanime si registra fra tutte le parti in
merito a quelle che dovrebbero essere le fasi successive del dibattito sul
Cer. Un gruppo di esperti di alto livello, nominato dalla Fondazione europea
della scienza per esaminare il progetto di creazione del Cer, si è riunito
il 18 febbraio e nel novembre del 2003 pubblicherà una relazione finale
sugli obiettivi, la struttura e il modello di finanziamento proposti. Tale
relazione fungerà da base per le discussioni, che i fautori del Cer
auspicano possano avvenire durante la Presidenza irlandese nel primo
semestre del 2004. Scienziati e politici hanno chiesto entrambi un'attività
di pressione professionale e mirata, sulla base di un modello di Cer
definito chiaramente. Il commissario Busquin ha dichiarato di essere
"pienamente favorevole all'idea di un Cer, ma spetta alla comunità
scientifica far avanzare il progetto. Per affrontare tale compito occorre
definire meglio l'organizzazione e specificarne il regime finanziario".
Pertanto, sebbene le opinioni restino ancora divise su determinati aspetti
del Cer, perfino su alcune delle questioni fondamentali, è possibile
identificare i principi, le strutture e i modelli di finanziamento che
incontrerebbero il favore della maggioranza delle parti interessate.
L'emergere di reali elementi di consenso alla conferenza di Parigi trova
conferma nel sincero stupore espresso da numerosi partecipanti in merito
allo svolgimento estremamente lineare dell'incontro. Il risultato finale del
dibattito è forse solo una questione di tempo, ma il prof. François Gros,
sostenitore del Cer, ha affermato: "Come disse Victor Hugo, c'è una
cosa più forte di tutti gli eserciti del mondo, e questa è un'idea il cui
momento è ormai giunto".
SECONDO IL COMMISSARIO LIIKANEN, L'ECONFIDENCE
È ESSENZIALE PER GARANTIRE UNA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE PER TUTTI
Bruxelles, 25 febbraio 2003 - Lo sviluppo dell'eConfidence è un fattore
essenziale per garantire una società dell'informazione per tutti, ha
dichiarato il commissario per le Imprese e la Società dell'informazione
Erkki Liikanen. In un discorso pronunciato il 18 febbraio in occasione di
una conferenza sulla sicurezza, la fiducia e i vantaggi della società
dell'informazione, Liikanen ha sottolineato non soltanto l'esigenza di
attuare misure per l'eConfidence, ma di assicurare altresì che la gente
acquisisca familiarità con i nuovi tipi di tecnologie ed abbia fiducia nei
fornitori e nei marchi di fabbrica. "In realtà, accrescere la fiducia
del consumatore [.] ha rappresentato un obiettivo fondamentale nell'ambito
della nostra strategia "eEurope", in particolare nel contesto del
commercio elettronico", ha affermato il Commissario. Un maggior dialogo
con le parti interessate, l'attenta osservazione degli sviluppi di mercato,
come pure le iniziative legislative e non nell'ambito del piano d'azione
"eEurope" hanno favorito il rafforzamento della fiducia del
consumatore nelle nuove tecnologie, ha asserito Liikanen. Fra le altre
misure per lo sviluppo dell'eConfidence realizzate dalla Commissione
figurano i codici di condotta, i marchi di affidabilità, le procedure per
la definizione dei reclami, nonché l'accesso economicamente conveniente ai
sistemi alternativi di composizione delle controversie con le terze parti (Adr).
Liikanen ha concluso sottolineando il ruolo decisivo che l'eConfidence
svolge nella strategia globale dell'agenda di Lisbona, mirata a promuovere
una più ampia diffusione delle diverse applicazioni e dei vari servizi
relativi alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic) che
determineranno, a loro volta, una produttività ed una competitività
maggiori, recando benefici alla società nel suo insieme. Infolink: http://econfidence.jrc.it
http://europa.eu.int/information_society/eeurope/index_en.htm
SECONDO IL COMMISSARIO BUSQUIN ED IL MINISTRO HAIGNERÉ,
IL PROGETTO ITER È FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO DI FORME DI ENERGIA
SOSTENIBILE IN EUROPA
Bruxelles, 25 febbraio 2003 - Il commissario per la Ricerca Philippe Busquin
ha incontrato il 19 febbraio Claudie Haigneré, ministro francese della
Ricerca e delle Nuove tecnologie, per dibattere numerose questioni altamente
prioritarie, fra cui il progetto Iter (reattore sperimentale internazionale
termonucleare). Il progetto Iter valuterà la fattibilità scientifica e
tecnologica della produzione di energia generata da fusione. La Haigneré e
Busquin hanno entrambi convenuto che il reattore Iter riveste un'importanza
fondamentale per il raggiungimento dell'obiettivo dell'Europa di sviluppare
forme di energia sostenibile, poiché è il primo impianto di fusione in
grado di produrre energia termica a livello di una centrale elettrica. È
stata valutata l'esigenza di considerare tutte le alternative possibili, al
fine di avanzare una valida proposta europea per l'ubicazione del reattore
ter: il primo ministro francese Jean Pierre Raffarin ha suggerito di recente
una località situata nel dipartimento delle Bocche del Rodano quale sede
del reattore. Anche la Spagna, il Giappone ed il Canada hanno proposto
possibili siti ubicati nei loro rispettivi paesi. Sono stati espressi altresì
pareri unanimi sull'importanza strategica di una politica spaziale europea e
sulla necessità di un miglior coordinamento da parte di tutti i
partecipanti a livello europeo. Al termine della riunione la Haigneré e
Busquin hanno ribadito il proprio impegno di raggiungere l'obiettivo fissato
al Consiglio europeo di Barcellona di elevare la spesa per la ricerca e
sviluppo (R&S) al 3 per cento del PIL (prodotto interno lordo) entro il
2010. Infolink: http://www.recherche.gouv.fr/discours/2003/busquin.htm
http://www.iter.org/
EU BANKING SECTOR STABILITY
Francoforte: 24 February 2003 The European Central Bank (Ecb) is today
releasing a report on the stability of the EU banking sector. The report was
prepared by the Banking Supervision Committee of the European System of
Central Banks, which comprises representatives from the national central
banks and banking supervisory authorities of the EU and the Ecb. The report
summarises the outcome of the Committee's regular monitoring of sources of
vulnerability in the EU banking sector. This activity is based on a wide
range of indicators drawn from different data sources as well as on an
exchange of qualitative information and assessments by the Committee's
member organisations. The main purpose of the report is to review the
resilience of the EU banking sector and to provide an overview of potential
threats to its stability. The report also contains some new data on the
aggregate profitability and solvency of EU banks. The main findings of the
report can be summarised as follows: Bank profitability has been declining
significantly. The deterioration of global economic conditions and the
difficulties faced by some industries have affected the quality of EU banks'
international and domestic assets. As a consequence, they raised provisions
markedly in 2001, which affected their results. The large banking groups
continued to increase their provisions in the first half of 2002, and appear
to have done so further in the latter part of the year. Bank profitability
has also been affected by the weakened conditions in equity and other
financial markets, as their income from investment banking and asset
management activities has declined. Banks that focus on retail banking and
have a strong competitive position in domestic markets have fared best in
this environment. The banking sector has remained stable. EU bank solvency
levels remained strong in 2001, allowing them to withstand the shocks in
their operating environment. The total regulatory capital ratio for the EU
banking system as a whole stood at 12.0%, i.e. well above the required
minimum level of 8%. The ratio also remained stable in 2002. This stability
is partly due to the fact that the sector as a whole had relatively good
profitability at the end of 2001 and into 2002 and to active capital
management by the banks. There are reportedly no strong credit availability
constraints in any Member State. EU banks seem to have appropriately
tightened credit standards in line with increased risks, rather than become
restrictive in lending because of capital shortages. The tightening of loan
contract terms has resulted mainly from the introduction of more risk-driven
approaches to lending. Potential threats. The main sources of vulnerability
in the EU banking sector in the near future stem from potential fragilities
in the EU economy as well as possible shocks to the global economy and
financial markets. Adverse macroeconomic developments could affect EU bank
profits quite strongly through an increase in provisioning needs and a
reduction in income from traditional retail banking. Provisions could
continue to increase even if no further shocks materialised, owing to the
time lag between the emergence of risks and their reflection in banks'
balance sheets. However, the EU banking sector has the potential to
withstand further shocks especially by enforcing strategies aimed at
restoring profitability levels and maintaining adequate capital buffers. The
report can be downloaded from the Publications section of the Ecb's website http://www.ecb.int
Printed copies are also available free of charge from the Ecb's Press and
Information Division (fax: +49 69 1344 7404 or email: info@ecb.int
ACCORDO DI SETTORE TRA IL MINISTERO DELLE ATTIVITÀ
PRODUTTIVE E LA CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA.
Milano, 25 febbraio. E' stato firmato nella città italiana riconosciuta in
campo internazionale come "il centro della moda" un accordo di
durata triennale, rinnovabile che si legge: Viste le funzioni svolte dal
Ministero delle Attività Produttive in materia di sostegno alla politica di
internazionalizzazione del sistema produttivo italiano, di gestione della
politica promozionale e del relativo coordinamento su base nazionale;
premesso che La Camera Nazionale della Moda Italiana si propone di operare a
sostegno dell'internazionalizzazione della "Moda made in Italy";
viste le "Linee direttrici per l'attività promozionale" emanate
dal Ministero delle Attività Produttive; -considerata l' opportunità di
operare nel contesto di una programmazione congiunta di iniziative
promozionali in materia di internazionalizzazione, in una strategia di
Sistema-Paese che veda il concorso dei soggetti pubblici e privati e
l'apporto integrato di risorse; -ritenuto, pertanto, utile al fine predetto
definire uno specifico " Accordo di settore"; viene concluso tra
il Ministero delle Attività Produttive e la Camera Nazionale della Moda
Italiana il seguente Accordo: Art. 1 Finalita' - Con il presente Accordo le
parti intendono massimizzare le sinergie tra l'azione nazionale pubblica , e
privata nel processo di internazionalizzazione dei settori produttivi di
eccellenza dello stile e della moda che la Camera rappresenta, attraverso la
realizzazione di attività articolate sul piano della: - promozione,
operando per dare una più ampia visibilità alla produzione italiana nei
mercati di maggiore interesse, fornendo i necessari servizi alle imprese; -
immagine e comunicazione -sia nei mercati tradizionali che in quelli
emergenti -al fine di , "rendere centrali ed irrinunciabili gli
appuntamenti di presentazione delle collezioni in Italia, con particolare
riferimento a quelle di pret-à-porter di alto livello che sviluppano il
maggior positivo indotto anche sulla filiera a monte. Art. 2 - Obiettivi
Programmatici Le azioni derivanti dal presente Accordo sono individuate in
coerenza con le Linee direttrici ministeriali in materia di attività
promozionale, tenendo conto degli interventi previsti negli accordi
sottoscritti con le Regioni e con altri enti, e saranno volte, in una prima
applicazione, a: 1) consolidare l'attività della Camera Nazionale della
Moda Italiana, con fini di promozione, attraverso una serie di azioni di
comunicazione e pubbliche relazioni; 2) fornire servizi alle P.M.I. del
settore per rafforzarne la capacità esportativa; 3) svolgere studi di
prefattibilità e fattibilità per l'individuazione di concrete modalità
operative da avviare per un piano di attività di immagine e comunicazione
durante gli appuntamenti legati alla presentazione delle collezioni di
pret-a-porter di alto livello. Art.3 Metodologia Operativa . - Il presente
accordo diventa operativo mediante la sottoscrizione di Intese operative
annuali tra Ministero, Camera ed Ice e gli altri soggetti eventualmente
individuati (Sace, Simest, Consorzi, ecc.), per la realizzazione delle
singole azioni concordate e l'attivazione delle relative risorse
finanziarie, tenendo anche conto della possibilità di utilizzare procedure
e finanziamenti comunitari e internazionali. Il piano delle azioni potrà
avere copertura con una partecipazione del Ministero fino al 50% dei costi.
Art. 4 Durata - Il presente Accordo di settore ha la durata di tre anni ed
è rinnovabile tacitamente, salvo disdetta da comunicare da una parte
all'altra almeno sei mesi prima della scadenza, per un periodo di uguale
durata. A conclusione della cerimonia della firma dell'accordo l'Assessore
con delega alla Moda e al Turismo del Comune di Milano, Giovanni Bozzetti ha
commentato:"La moda rappresenta la nuova frontiera del nazionalismo,
nell'epoca globalizzata del terzo millennio. Portando il Made in Italy e
l'immagine dell'Italia all'estero, rappresentando l'avanguardia
dell'immagine della Nazione all'estero, il governo dia sempre più aiuti
concreti a questo settore per valorizzare la tipica capacità italiana di
realizzare come sempre nella storia qualcosa di unico, bello e creativo.
Milano, puntando sull'immagine di eccellenza della moda che ha nel mondo,
deve farsi motore propulsore del Sistema Nazione, ma per far ciò deve prima
rafforzare il coordinamento tra tutti i soggetti del settore facendo Sistema
Milano". Infolink: www.comune.milano.it
LE
RETI DI PROMOTORI FINANZIARI IN ITALIA: ALCUNE RIFLESSIONI SULLA TENDENZA
ALLA CONCENTRAZIONE REPORT ATKEARNEY SULLE RETI DI PF IN ITALIA
Milano, 25 febbraio 2003 - L'obiettivo di questa nota è di commentare il
trend e le dinamiche di concentrazione delle reti di Promotori Finanziari in
Italia. Executive Summary Il settore delle reti di Promotori Finanziari in
Italia sta attraversando una fase di consolidamento. Questa tendenza è
largamente dovuta ad alcuni fattori ambientali e di economics del settore,
quali ad esempio: Economics del settore; Quadro macroeconomico negativo;
Trend di concentrazione e internazionalizzazione di settori contigui;
Opportunità di dare un forte impulso alla crescita dei ricavi al
raggiungimento di dimensioni rilevanti, grazie alla maggiore visibilità del
brand. Nell'attuale contesto di alta volatilità e incertezza delle borse,
che rendono poco probabili scenari di crescita interna degli operatori, la
principale conseguenza dei fattori ambientali sopra descritti sembra in
effetti essere la ricerca di assetti più efficienti, teoricamente
raggiungibili tramite la razionalizzazione della struttura o l'integrazione
con altri operatori del settore. La razionalizzazione della struttura non
sembra sufficiente a permettere alle società di compiere un "quantum
leap" e ad assicurare un'efficace presenza sul mercato. L'integrazione
con altri operatori del settore sembra quindi essere una valida strategia,
almeno per le reti indipendenti, che devono conseguire economie di scala e
complementarietà. Diversa può essere la situazione di Reti di Promotori
che fungono da canale distributivo per Gruppi Bancari o Assicurativi, per le
quali le eventuali inefficienze dovute alla ridotta dimensione sono
finanziate-direttamente o indirettamente-dalla Capogruppo, e l'aspetto di
visibilità del marchio viene agevolato dalla stessa appartenenza a un
Gruppo. La strada dell'integrazione non è immune da criticità che devono
essere adeguatamente prevenute attraverso una metodologia "end to
end" nella gestione dell'integrazione. A.T. Kearney ha sviluppato a
tale scopo una metodologia che affronta il tema distinguendo tre snodi
critici: l'integrazione delle strutture di rete e dei sistemi di
compensation, la distribuzione territoriale e l'integrazione della struttura
centrale e di supporto. Trend di concentrazione delle Reti di Promotori
Finanziari in Italia Il fenomeno della concentrazione delle Reti di
Promotori Finanziari in Italia è determinato dal combinarsi di vari
fattori, quali gli economics del settore, il trend di concentrazione e
internazionalizzazione di settori contigui (le Banche, le società di Asset
Management, etc.), il quadro macroeconomico negativo. Tale fenomeno non è
ancora concluso, per cui si assisterà ad altre operazioni di crescita per
aggregazione, che potranno essere apportatrici di valore a patto di
fronteggiare opportunamente alcune criticità proprie della crescita
esterna. Di seguito si illustrano alcune evidenze in questo senso raccolte
nel corso di una ricerca effettuata da A.T. Kearney. Il mercato italiano del
collocamento del risparmio tramite Promotori Finanziari è oggi dominato da
9 Reti che gestiscono l'80% degli Asset under Management. Il trend di
concentrazione è in corso da vari anni, come dimostrato ad esempio dai
seguenti fatti: 1) Il numero delle Sim in Italia si è più che dimezzato in
dieci anni, passando da oltre 350 Sim iscritte all'albo nel 1992 a circa 150
nel 2002. Tra le circa duecento società non più esistenti, circa due terzi
sono uscite dal business o sono state oggetto di consolidamenti 2) Gli
ultimi anni hanno visto il verificarsi di diverse aggregazioni di reti di
Promotori Finanziari, alcune delle quali hanno coinvolto anche entità di
notevole rilievo in termini di Asset under Management, quali ad esempio
l'aggregazione tra Banca Fideuram e Banca SanPaolo Invest, ultima in ordine
di tempo e la più rilevante per dimensioni I vari fattori abilitanti di
tale trend sono riconducibili a quattro categorie: Economics del settore;
Economie di scala dovute ai costi fissi di back-office, sistemi e overhead;
Opportunità di sfruttamento della complementarietà geografica, di gamma e
di competenza professionale; Quadro macroeconomico negativo; Necessità di
volume per competere in un mercato con margini d'intermediazione in
contrazione; Trend di concentrazione e internazionalizzazione di settori
contigui; Consolidamento dei Gruppi Bancari e conseguente integrazione delle
Reti di Promotori Finanziari da essi possedute; Necessità di raggiungere
volumi tali da bilanciare il potere negoziale delle società di Asset
Management, anch'esse sempre più concentrate; Necessità di raggiungere
massa critica per competere con player esteri già consolidati in un mercato
che va oltre i confini nazionali; Opportunità di dare un forte impulso alla
crescita dei ricavi al raggiungimento di dimensioni rilevanti, grazie alla
maggiore visibilità del brand; Esistenza di soglie dimensionali minime
necessarie per investimenti destinati alla creazione e al rafforzamento del
brand E' prevedibile che il mercato continuerà a concentrarsi: 1) La
crescita degli Asset under Management risulta da alcuni anni limitata e il
product mix si sta spostando verso forme tecniche a minore margine. Nel
periodo compreso tra l'ultimo trimestre 2000 e il secondo trimestre 2002 gli
AuM totali delle reti di Promotori non sono praticamente cresciuti (+1.6%),
a fronte di un aumento dell'83% della parte di risparmio amministrato. In
presenza di un mercato con questo tipo di andamento i ricavi delle Reti di
Promotori tendono a diminuire, rendendo ancora più urgente la necessità di
aggregarsi per ottenere economie di scala 2) Solo un numero limitatissimo di
operatori supera la soglia di break-even nell'attività di collocamento del
risparmio gestito. Secondo una stima A.T. Kearney, il livello di Asset under
Management di break-even, nell'ipotesi di un perdurare delle correnti
condizioni di mercato, si aggira tra i 10 e i 12 miliardi di Euro. A giugno
2002 solo i primi tre competitor superavano tale soglia In questo contesto,
si assisterà a due end game principali per le Reti di Promotori Finanziari
che non hanno già raggiunto la massa critica sufficiente per rendere il
collocamento del risparmio un business sostenibile: * Le Reti facenti parte
di grandi Gruppi Bancari o Assicurativi potranno eventualmente essere
"sovvenzionate". Gli operatori che fanno parte di grandi Gruppi
Bancari o Assicurativi potrebbero avere minore esigenza di arrivare al
break-even su base stand-alone: la Rete dei Promotori Finanziari, infatti,
è molto spesso complementare (ad esempio geograficamente) agli altri canali
di distribuzione della Banca e/o viene utilizzata come canale privilegiato
di collocamento della società di Asset Management del Gruppo. Di
conseguenza la sopravvivenza delle Reti di Promotori Finanziari è spesso,
implicitamente o esplicitamente, "sovvenzionata" dal Gruppo di
appartenenza, in virtù delle sinergie, attuali o potenziali, con gli altri
business, ad esempio attraverso assegnazioni ad hoc di quote di collocamento
di emissioni di titoli di cui il Gruppo è distributore o l'attribuzione di
parte dell'operatività di cassa del Gruppo Le Reti autonome e quelle
appartenenti a grandi Gruppi, ma da questi ritenute non strategiche,
dovranno crescere al di sopra della soglia di Asset under Management di
"break-even" e/o efficientare la propria struttura oppure
aggregarsi. La strategia di crescita interna degli AuM soffre una serie di
vincoli legati all'andamento del mercato: scarsa raccolta netta e mercati
prevalentemente di sostituzione fra classi di asset, con product mix
spostato su prodotti a basso margine, principalmente a causa della bassa
mobilità della clientela in periodi con tendenza negativa, distribuzione
dei ricavi dei Promotori Finanziari spostata verso le "management fees"
anziché verso le "front fees", "commoditizzazione" di
un'offerta differenziata di prodotti/servizi. Tali vincoli rendono questa
strategia poco controllabile attivamente dalla Rete, e comunque permettono
spazi di crescita contenuti. L'efficientamento della struttura, d'altra
parte, è un approccio necessario per permettere alla Rete di sostenere la
pressione competitiva, ma risolutivo solo per i pochi operatori con AuM
ormai prossimi al punto di break-even. La crescita per integrazione di più
Reti può essere pertanto un'alternativa praticabile e appetibile per
operatori autonomi ancora al di sotto della soglia di break-even, così come
per grandi operatori che vogliano consolidare la propria posizione o
integrare la propria copertura, attraverso il raggiungimento di economie di
scala e la ricerca di partner complementari dal punto di vista geografico
e/o della clientela target La strada dell'integrazione presenta tuttavia
alcune criticità potenziali che potrebbero pregiudicarne il successo e che
è pertanto necessario prevenire attraverso un approccio completo, quali ad
esempio: Refrattarietà all'integrazione da parte degli attori di Direzione
responsabili del cambiamento e/ o mancanza di consenso all'integrazione da
parte dei Promotori e soprattutto dei Manager di rete, alcuni dei quali
potrebbero percepire l'integrazione come una minaccia Diseconomie di scala
dovute all'aumento della burocrazia interna o alla difficoltà di
integrazione delle piattaforme tecnologiche; Sovrapposizione fra gruppi di
Promotori Finanziari provenienti dalle Reti originarie ed operanti sullo
stesso territorio; Ridondanza delle strutture operative sul territorio;
Ridondanza delle strutture centrali di supporto; Barriere di tipo culturale
e organizzativo fra le Reti originarie. A.T. Kearney ha sviluppato una
metodologia per il supporto ai processi di aggregazione tra Reti di
Promotori Finanziari che si propone di fronteggiare alcune di queste
criticità. Tale metodologia è illustrata nel capitolo successivo.
Metodologia A.T. Kearney per il supporto ai processi di aggregazione tra
Reti di Promotori Finanziari L'approccio A.T. Kearney si propone di
affrontare l'integrazione fra reti di promotori ponendo l'accento su tre
aree particolarmente critiche: Struttura della rete e struttura della
compensation; Distribuzione territoriale; Struttura centrale e di supporto
1. Struttura della rete e struttura della compensation Il disegno della
struttura di rete derivante da un'operazione di integrazione deve partire da
un modello target disegnato per raggiungere la copertura geografica
desiderata, ottimizzando lo span of control dei ruoli manageriali. Questo
modello deve essere calato sul patrimonio delle reti originarie,
valorizzandolo: l'obiettivo critico è quello di minimizzare situazioni di
conflitto e sovrapposizione, sia essa culturale, geografica o di clientela,
sia al momento della fusione, sia da un punto di vista dinamico, nel
disegnare i futuri percorsi di sviluppo della rete e di carriera dei
Promotori Finanziari e dei Manager. L'approccio proposto da A.T. Kearney per
la definizione della struttura di Rete parte dalla definizione di un modello
teorico di copertura delle aree territoriali, che incrocia criteri
oggettivi-quali ad esempio il potenziale economico delle diverse aree
geografiche, lo span of control gestibile da ogni Manager, gli Asset under
Management gestiti a livello consolidato all'interno di ogni area ed
elementi caratteristici della geografia delle aree (presenza di
collegamenti, "dorsali", ecc.)-con valutazioni soggettive sui
Manager in forza alle Reti in via di fusione-quali ad esempio il potenziale
personale, lo span of control attuale, il portafoglio attualmente
coordinato/ gestito, le valutazioni qualitative della Direzione su ciascun
Manager. Sulla base di questo modello, opportunamente rettificato per tenere
conto delle previsioni e degli obiettivi di crescita aziendale, si arriva al
disegno, al dimensionamento e alla designazione del Manager responsabile
delle Aree Territoriali a tendere della futura Rete di Promotori Finanziaria
derivante dalla fusione. All'interno delle Aree Territoriali così disegnate
sono quindi assegnate le responsabilità di Branch Manager, a partire da un
modello di mappatura dei management skills, ottimizzazione della copertura
del territorio-minimizzando i rischi di sovrapposizione fra i gruppi di
Promotori Finanziari coordinati e alleggerendo la presenza ove troppi
Promotori Finanziari delle Reti da fondere fossero presenti rispetto al
potenziale-e sostenibilità economica dei gruppi così configurati,
procedendo, se del caso, alla riallocazione di Promotori Finanziari e
risorse a ciascun Manager. Il modello di compensation si basa su principi
analoghi a quelli che guidano il ridisegno della struttura di rete: i valori
su cui l'operazione deve essere costruita sono la trasparenza e la semplicità
delle regole di compensation. E' necessario che le nuove regole siano
contraddistinte da facilità di comprensione, equità e rispetto delle
figure professionali provenienti dall'una o dall'altra parte. Ogni qualvolta
si renda necessario gestire situazioni conflittuali -ad esempio attraverso
l'utilizzo di "scivoli di ingresso" nella nuova struttura- la
comunicazione e la condivisione di tale situazione sono fondamentali per il
successo delle regole stesse. Solo così il sistema di compensation sarà in
grado di massimizzare l'adesione al mandato della nuova rete e di motivare i
professionisti, promotori o manager, nel lungo termine. In questo senso
l'integrazione può anche diventare l'occasione per sciogliere i nodi via
via accumulatisi nei meccanismi di compensation originari. La struttura di
compensation della Rete che nasce dalla fusione viene definita in base a un
modello che confronta la compensation totale attuale e la compensation
totale a tendere per ogni figura professionale. Il modello viene costruito
in modo da potere manovrare alcune leve critiche in situazione di
aggregazioni di varie realtà, che nell'esperienza A.T. Kearney sono: Numero
di Promotori Finanziari che con la nuova struttura di compensation sono
sfavoriti; Costo totale aziendale; Allineamento della struttura di
compensation agli obiettivi commerciali (ad esempio, aumento incidenza front
fee per una realtà che vuole crescere nel breve anche a costo di una minore
fidelizzazione della clientela). L'obiettivo è naturalmente quello di
trovare il compromesso più adeguato tra questi tre elementi, eventualmente
prevedendo meccanismi di integrazione ad hoc per risolvere i casi più
delicati (ad esempio, "scivoli di ingresso" nei nuovi ruoli) per
massimizzare l'adesione della Rete al nuovo mandato, favorendo
l'integrazione delle reti originarie e minimizzando gli impatti rispetto
alla situazione originaria, nel rispetto di principi di trasparenza ed equità,
necessari per il funzionamento della rete a tendere. 2. Distribuzione
territoriale L'obiettivo primario nella costituzione della struttura di
distribuzione territoriale è il conseguimento di una situazione di
efficienza, dove siano eliminate le ridondanze e le duplicazioni dei punti
operativi dislocati sul territorio, mantenendo al contempo un adeguato
livello di servizio ai Promotori Finanziari e conseguentemente ai clienti.
Questo significa che il modello di distribuzione territoriale viene definito
a partire dal disegno della struttura di rete, quindi tramite una copertura
territoriale coerente con il potenziale di ogni area geografica, eliminando
ogni sovrapposizione non necessaria allo svolgimento dell'attività dei
promotori, valorizzando i punti operativi più adeguati provenienti dalle
reti originarie e al contempo permettendo ai Manager di Rete di raggiungere
una situazione di sostenibilità e di equilibrio fra ricavi attesi
dall'attività di promozione e i costi della struttura fisica. Il modello
economico di ripartizione dei costi dei punti operativi fra azienda, manager
e promotori finanziari, naturale estensione del modello di compensation,
viene disegnato in modo da omogeneizzare le strutture esistenti evitando
situazioni peggiorative per i promotori e per i manager. A livello di
singolo punto operativo, il disegno del lay-out deve essere coerente con la
strategia aziendale e con la clientela target prescelta, fungendo anche da
elemento di integrazione fra le culture delle reti originarie. L'approccio
A.T. Kearney parte dall'ottimizzazione della copertura geografica delle
singole reti, analizzata per ogni provincia, valutando l'adeguatezza di ogni
punto operativo al potenziale economico rappresentato dalla provincia, al
numero di promotori che il punto supporterà, al loro portafoglio
complessivo e alla tipologia di clientela target. Si definiscono poi le
tipologie di punti operativi (ad esempio, punti operativi di proprietà e
punti operativi in franchising), e, a partire dalle caratteristiche delle
strutture esistenti, i relativi standard in termini di layout, logistica,
dotazioni. Infine, sulla base dei costi previsti per la struttura così
definita, si disegna un modello di ripartizione dei costi fra Azienda,
Manager e Promotori Finanziari con le seguenti caratteristiche: Permetta
alla rete di raggiungere una situazione di sostenibilità economica; Funga
da meccanismo di incentivazione per la crescita della raccolta e degli Asset
under Management. Minimizzi le situazioni peggiorative per i promotorri
finanziari delle varie Ret; Minimizzi gli impatti sul Conto Economico
dell'Azienda derivante dalla fusione delle Reti originarie 3. Struttura
centrale e di supporto L'integrazione della struttura centrale e di supporto
riguarda orizzontalmente tutte le funzioni della struttura aziendale. In
particolare, gli obiettivi di razionalizzazione riguardano tipicamente:
L'integrazione dei sistemi informativi, per quanto riguarda colloquio con le
Società Prodotto, Legacy e interfaccia Promotore Finanziario/ cliente:
L'omogeneizzazione di processi e procedure; L'efficientamento della macchina
operativa La metodologia presentata prevede un importante sforzo di
pianificazione delle attività dei cantieri di integrazione delle varie
funzioni aziendali all'interno di un Program Office. Il suo obiettivo è di
consentire la stesura di "gant" di lavoro di dettaglio, il
controllo delle criticità e della tempistica e il monitoraggio delle
interrelazioni fra attività e responsabili dei diversi cantieri. La
metodologia adottata prevede una forte responsabilizzazione dei responsabili
di ciascun cantiere e la facilitazione continua dell'interazione tra i
responsabili, in particolare nello svolgimento di quelle attività che
prevedono input da altri cantieri: Incontri preparatori individuali con i
responsabili di cantiere per elaborare la prima bozza dei piani di cantiere,
evidenziando tempistica di massima e interazioni con altri cantieri;
Formalizzazione dei piani di lavoro in un unico master plan complessivo che
evidenzi interazioni tra cantieri e principali criticità di progetto;
Incontri individuali con i responsabili di cantiere per verificare lo stato
di avanzamento, evidenziare le criticità riscontrate nelle attività dei
singoli cantieri e consentire il costante aggiornamento del piano
complessivo; Incontri plenari di Program Management per comunicare e
condividere stati di avanzamento e criticità dei singoli cantieri, con
focus su interazioni e impatto dei ritardi sugli altri cantieri; Incontri
focalizzati, con numero ristretto di partecipanti, per affrontare in
dettaglio temi di particolare rilevanza e prendere decisioni specifiche;
Redazione e circolarizzazione dei verbali degli incontri plenari e ristretti
per evidenziare criticità emerse, decisioni prese e loro impatto
sull'attività dei singoli cantieri Parallelamente all'avvio delle attività
sopra descritte, uno stream di lavoro di definizione del piano industriale
sintetizza l'assetto della nuova realtà derivante dall'integrazione delle
Reti di Promotori Finanziari e contribuisce ad identificare le aree di
risparmio ottenibili a integrazione perfezionata, sia al livello centrale
che al livello di rete distributiva. Nell'esperienza A.T. Kearney, le
iniziative a maggior impatto in termini di risparmio nell'ambito delle
integrazioni vengono dall'efficientamento delle "operations",
dalla razionalizzazione della presenza sul territorio, dalla revisione dei
costi discrezionali e dalla riorganizzazione dell'area commerciale, con
risparmi totali del 15-20% della base di costo cumulata delle realtà
aziendali precedenti la fusione.
BANCA
INTESA: NUOVA CARTOLARIZZAZIONE "JUMBO"
Milano, 25 febbraio 2003 - Banca Intesa si propone sui mercati
internazionali con una securitisation di mutui ipotecari residenziali
"in bonis" per un totale di Euro 2.026.000.000. L'operazione,
strutturata da Intesa come Sole Arranger e collocata da Caboto IntesaBci, Crédit
Agricole e Morgan Stanley (Lead Managers e Bookrunners) si articolerà in
quattro tranche. Qui di seguito i termini indicativi: una tranche Classe A1
di Eur 405 milioni con rating Aaa (Moody's) e AAA (Standard & Poor's e
Fitch Ratings) con scadenza legale 2023 e vita attesa di circa 1,5 anni,
prezzo di emissione 100%, con cedola trimestrale a tasso variabile - Spread
Euribor 3 mesi più 17 bps, una tranche Classe A2 di Eur 1.519,6 milioni con
rating Aaa (Moody's) e AAA (Standard & Poor's e Fitch Ratings) con
scadenza legale 2023 e vita attesa di circa 4,6 anni, prezzo di emissione
100%, con cedola trimestrale a tasso variabile, - Spread Euribor 3 mesi più
28 bps, una tranche Classe B di Eur 40,6 milioni con rating Aa2 (Moody's) e
AA (Standard & Poor's e Fitch Ratings) con scadenza legale 2023 e vita
attesa di circa 8,5 anni, prezzo di emissione 100%, con cedola trimestrale a
tasso variabile, - Spread Euribor 3 mesi più 51 bps, una tranche Classe C
di Eur 60,8 milioni con rating Baa2 (Moody's) e BBB (Standard & Poor's e
Fitch Ratings) con scadenza legale 2023 e vita attesa di circa 8,5 anni,
prezzo di emissione 100%, con cedola trimestrale a tasso variabile. - Spread
Euribor 3 mesi più 145 bps. Condizioni comuni: Prezzo di riofferta: 100%.
Data di pagamento e closing: 27/2/2003; Call "clean-up": 10%.
Legge Italiana. IntesaBci Sec. 2 S.r.l, l'emittente dei titoli, è una
società veicolo costituita ai sensi della Legge 30 aprile 1999, n. 130. I
crediti oggetto della cartolarizzazione si riferiscono a circa 67.000
contratti di mutuo in bonis, erogati prevalentemente nel Nord Italia (circa
76%). Si tratta della terza operazione di cartolarizzazione di mutui
fondiari per Banca Intesa, la seconda su mutui performing (dopo l'emissione
del 2000) e, ad oggi, è la più grande cartolarizzazione di mutui
residenziali performing mai effettuata nel sistema bancario italiano. Tutte
e quattro le tranche saranno quotate presso la Borsa del Lussemburgo ed
accentrate su Montetitoli (anche per conto di Euroclear e Clearstream). I
titoli potranno essere trattati sia sul mercato domestico che sull'Euromercato.
ANTONVENETA
CHIUDE IN CRESCITA IL 2002 E NOMINA PIERO LUIGI MONTANI AMMINISTRATORE
DELEGATO UTILE NETTO CONSOLIDATO PREVISTO IN LEGGERO INCREMENTO SUL 2001 -
RACCOLTA GLOBALE CONSOLIDATA A 63.287 MILIONI DI EURO (+4,3%) - IMPIEGHI
ALLA CLIENTELA, A LIVELLO DI GRUPPO, +9,5%, A 36.927 MILIONI DI EURO
Padova, 25 febbraio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca
Antonveneta nel corso della seduta del 24 febbraio ha preso in esame il
preconsuntivo 2002 a livello individuale e le prime risultanze a livello
consolidato, che confermano il positivo trend di crescita dell'Istituto, in
un contesto particolarmente difficile per i mercati finanziari. Il Consiglio
ha, inoltre, fissato la prossima seduta al 18 marzo 2002, per esaminare il
progetto di bilancio individuale e consolidato, nonché la proposta di
ripartizione degli utili e la determinazione del dividendo, da sottoporre
alla prossima Assemblea dei Soci. Il risultato lordo di gestione, sulla base
dei dati di preconsuntivo delle diverse società del Gruppo, si attesta a
1.189 milioni di euro, valore inferiore del 3,1% rispetto al 31 dicembre
2001, riflettendo i minori livelli di utili non ricorrenti. L'utile netto
consolidato del 2002 si prevede chiuderà in leggero incremento rispetto a
quello dell'anno precedente. Al 31 dicembre 2002, la raccolta complessiva
del Gruppo ha superato i 63.287 milioni di euro, con una crescita annua del
4,3%. Gli impieghi alla clientela sono ammontati a 36.927 milioni di euro,
con un incremento annuo del 9,5%. Al 31 dicembre 2002 la rete territoriale
del Gruppo si avvaleva di 1.055 sportelli bancari. Preconsuntivo individuale
di Banca Antonveneta - Il risultato lordo di gestione supera 987 milioni di
euro (-1,7%). Il risultato mostra un significativo incremento rispetto al
2001, ove si consideri la presenza nello scorso esercizio di partite non
ricorrenti riconducibili all'operazione Bell. Il margine di gestione denaro
ammonta a 1.336 milioni di euro (+1,5% sul corrispondente periodo dell'anno
precedente) ed il margine da servizi sale a 687 milioni di euro, segnando,
sempre sui dodici mesi, un +6,3%. In base al preconsuntivo, l'utile netto
della Capo Gruppo Banca Antonveneta giunge quindi a oltre 180 milioni di
euro, contro i 244 milioni di euro dell'esercizio 2001. A fini di
comparazione va tenuto conto di utili non ricorrenti presenti nel 2001, di
rettifiche forfettarie aggiuntive su crediti per circa 70 milioni di euro e
del maggiore carico fiscale. Al 31 dicembre 2002, i dati patrimoniali
individuali evidenziavano una raccolta complessiva pari a 53.521 milioni di
euro, con un incremento del 4,7% sull'anno precedente, con una raccolta
diretta in crescita a 28.516 milioni di euro (+14,6%). Gli impieghi alla
clientela sono ammontati a 28.924 milioni di euro, con un incremento annuo
del 14,4%, ed il rapporto tra sofferenze nette e impieghi netti si è
attestato al 2,4%. Il Consiglio di Amministrazione di Banca Antonveneta ha,
inoltre, cooptato Piero Luigi Montani, nominandolo Amministratore Delegato.
Montani avrà il compito di assumere la guida della definizione e
realizzazione del progetto di riorganizzazione aziendale di Banca
Antonveneta, già presentato, nelle sue linee generali, al Mercato. Il
Consiglio di Amministrazione ha espresso unanime riconoscimento a Giorgio
Cirla, che ha rassegnato le dimissioni dal C.d.A. di "Antonveneta"
ritenendo di dover concentrare la sua attività nel ruolo che il piano di
sviluppo in corso assegnerà ad Interbanca.
BANCA
C.R. FIRENZE S.P.A.: NEL 2002 L'UTILE NETTO SALE DEL 7,7%
Firenze, 25 febbraio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca C.R.
Firenze Spa, presieduto da Aureliano Benedetti ha preso atto nell'odierna
riunione di alcuni dati, non ancora definitivi, relativi al progetto di
bilancio 2002 della Banca capogruppo, presentati dal Direttore Generale Lino
Moscatelli. Pe i confronti con l'anno precedent è stato reso pro-forma il
bilancio al 31 dicembre 2001, tenendo conto che dal 1 gennaio 2002 il Ramo
Riscossione Tributi è stato conferito alla Società Cerit Spa, totalmente
posseduta dalla Banca C.R. Firenze Spa. Il risultato economico, rispetto
all'anno precedente, presente un utile netto di 90,1 milioni di Euro, in
crescita del 7,7%. Il margine di intermediazione, pari a 624 milioni di
Euro, pur in presenza di un persistente negativo andamento dei mercati,
scontano una riduzione del 3,2%, peraltro contenuta grazie alla capacità
commerciale della Banca ed alla gamma e al livello dei prodotti offerti alla
clientela. Il risultato di gestione ha risentito positivamente dell'opera di
contenimento dei costi (ridotti di circa 16 milioni di Euro), ed è stato
pari ad 220 milioni di Euro, con un incremento del 14,4% rispetto all'anno
precedente. Gli accantomenti per rischi ed oneri ed a presidio dei crediti
sono aumentati del 10,6% pur in presenza di una rischiosità di livello
stabile e contenuto. L'utile ante-imposte, dopo proventi straordinari netti
limitati a 2 milioni di Euro contro gli 8,3 milioni del precedente
esercizio, risulta infine pari a 164,5 milioni di Euro, con un incremento
del 10,8%. Come già a suo tempo comunicato, è convocato per il giorno 24
Marzo 2003 il Consiglio di Amministrazione dove all'ordine del giorno è
prevista, fra l'altro, l'approvazione del progetto di bilancio di esercizio
e del bilancio consolidato.
RAS
COSTITUISCE UNA COMPAGNIA VITA IN IRLANDA SIGLATO CON RASBANK IL PRIMO
ACCORDO DI DISTRIBUZIONE
Milano, 25 febbraio 2003 - Si chiama Darta Saving la nuova compagnia Vita
con sede in Irlanda costituita da Ras per realizzare prodotti assicurativi a
elevato contenuto finanziario, destinati a clienti di fascia "affluent".
Darta Saving, la cui attività ha preso il via nei giorni scorsi, lancerà
nella seconda metà di marzo una unit linked. Nei mesi successivi la gamma
di offerta verrà quindi ampliata con nuovi prodotti multimanager che
investiranno in fondi del gruppo Allianz o di altre primarie case di
investimento internazionali. L'offerta di Darta Saving, per la tipologia di
prodotti e le soglie di ingresso, è rivolta in particolare ai
sottoscrittori con elevate disponibilità patrimoniali e alla ricerca di
prodotti finanziariamente evoluti oggi non realizzabili in Italia. Il primo
accordo di distribuzione di Darta Saving è stato siglato con RasBank: i
2.200 promotori finanziari ampliano così la loro gamma di prodotti con una
unit linked di diritto irlandese a capitale protetto e rendimento minimo
garantito (25%). "Abbiamo siglato un accordo di distribuzione con
RasBank perché riteniamo che i promotori finanziari siano gli intermediari
più indicati per la tipologia di prodotti che realizzeremo in
Irlanda", ha commentato Alessandro Scarfò, Presidente di Darta Saving.
"Intendiamo ampliare presto gli accordi distributivi, estendendoli
anche a realtà indipendenti in Italia o all'estero. Considereremo inoltre
la possibilità di realizzare in futuro sinergie distributive con le altre
reti del gruppo Allianz in Europa". Darta Saving è caratterizzata da
una struttura estremamente snella, costituita da cinque persone che fanno
capo all'Amministratore Delegato, Cesare Medina. Tutte le attività
collaterali, dalla piattaforma tecnologica alle operations, sono gestite in
outsourcing da fornitori irlandesi, che rappresentano la best practice di
mercato su scala europea. Tutto ciò consente la massima flessibilità ed
efficienza dei costi.
SNAM
RETE GAS: IL CONSOLIDATO PRECONSUNTIVO 2002 CHIUDE CON L'UTILE NETTO DI 431
MILIONI DI EURO. DIVIDENDO PROPOSTO: 0,16 EURO PER AZIONE
San Donato Milanese, 25 febbraio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di
Snam Rete Gas S.p.A., il 24 febbraio , ha esaminato il bilancio consolidato
preconsuntivo al 31 dicembre 2002, che chiude con l'utile netto di 431
milioni di euro. Il Consiglio intende proporre all'Assemblea degli
Azionisti, che sarà convocata il 29 e 30 aprile rispettivamente in prima e
seconda convocazione, un dividendo di 0,16 euro per azione. Il dividend
yield, al valore corrente del titolo, è pari a 5%. La data di stacco del
dividendo sarà il 19 maggio 2003; il dividendo sarà messo in pagamento dal
22 maggio 2003. Consolidato preconsuntivo 2002 Scenario operativo I volumi
di gas immessi nella rete nazionale gasdotti nel 2002 sono stati pari a 74,4
miliardi di metri cubi con un incremento di 4 miliardi di metri cubi, pari a
5,7%, rispetto all'anno precedente. La crescita è stata favorita da una
consistente campagna di ricostituzione degli stoccaggi, mentre si è
registrata una stasi nei consumi di gas naturale, in conseguenza delle miti
condizioni climatiche, che hanno ridotto i consumi nel settore
residenziale/civile. I volumi di Gnl rigassificati nel terminale di
Panigaglia sono stati pari a 3,6 miliardi di metri cubi, in linea con il
2001 e riflettono la piena utilizzazione dell'impianto. Il bilancio
consolidato preconsuntivo dell'esercizio 2002 chiude con un utile operativo
di 789 milioni di euro, che tiene conto dell'onere sostenuto per il tributo
della Regione Sicilia sulla proprietà dei gasdotti di 86 milioni di euro e
un utile netto consolidato di 431 milioni di euro che beneficia del positivo
andamento della gestione finanziaria, conseguente alla riduzione
dell'indebitamento medio e al livello dei tassi di interesse, e del
risparmio sulle imposte a seguito della piena applicazione della Legge
383/2001 che premia le società che realizzano nuovi investimenti. I ricavi
della gestione caratteristica di 1.747 milioni di euro sono relativi per il
98% alle attività regolate di trasporto e rigassificazione del gas
naturale. I ricavi delle attività non regolate riguardano essenzialmente i
corrispettivi per il servizio di compressione per l'attività di stoccaggio
(cessato il 31 marzo 2002), per l'affitto e la manutenzione dei cavi di
telecomunicazione in fibra ottica, per servizi di dispacciamento e per
prestazioni tecniche effettuate a terzi. Sono proseguite anche nel 2002 le
azioni finalizzate al miglioramento dell'efficienza, focalizzate
sull'introduzione di nuove politiche manutentive, sulla maggiore automazione
dei processi di controllo della rete e delle centrali di compressione, e
sulla revisione dell'organizzazione aziendale. Il costo lavoro, che nel 2002
ammonta a 97 milioni di euro, rappresenta il 19% del totale dei costi
operativi. Il personale in servizio al 31 dicembre 2002 (2.646 unità) si è
ridotto di 327 persone rispetto al 31 dicembre 2001 a seguito degli
interventi di miglioramento nei processi produttivi, degli accordi sindacali
e delle politiche di incentivazione all'uscita. I costi operativi includono
il pagamento, da aprile fino a novembre 2002, del tributo sui gasdotti
istituito dalla Regione Sicilia. In conseguenza della sentenza del Tar della
Lombardia del 20 dicembre 2002, che ha dichiarato il tributo in contrasto
con l'ordinamento comunitario, la Società ha sospeso i pagamenti a partire
dalla rata di dicembre 2002. Nel rispetto del principio della prudenza, la
Società non ha rilevato a conto economico il recupero degli oneri sostenuti
nel 2002, in considerazione della incertezza sulle fasi del contenzioso
avviato, nonché dei tempi tecnici necessari per giungere alla sentenza
definitiva. Il capitale investito netto di 9.007 milioni di euro si riduce
di 389 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2001 a seguito principalmente
della riduzione del capitale di esercizio, connessa allo stanziamento al
fondo imposte differite e, in minor misura, della riduzione del capitale
immobilizzato, a seguito di ammortamenti di periodo superiori agli
investimenti. Gli investimenti effettuati nel 2002 ammontano a 385 milioni
di euro e si riferiscono per 270 milioni di euro a progetti destinati ad
estendere e potenziare la capacità di trasporto e per 115 milioni di euro a
progetti destinati a garantire l'efficienza e la sicurezza degli impianti in
esercizio e ai progetti di sviluppo di sistemi informativi a supporto
dell'integrazione dei processi operativi con quelli amministrativi.
L'indebitamento finanziario netto ammonta a 3.556 milioni di euro con una
riduzione di 637 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2001. Operazioni
con parti correlate Il Consiglio di Amministrazione, in ottemperanza alle
disposizioni contenute nell'art. 1, comma 2 del Codice di Autodisciplina
redatto dal Comitato per la corporate governance delle società quotate, ha
approvato i "Principi di comportamento in materia di operazioni con
parti correlate". Comitato per il controllo interno In applicazione
delle disposizioni contenute nel Codice di Autodisciplina, il Consiglio di
Amministrazione ha provveduto a ridefinire le funzioni dell'Audit Committee.
Il Comitato per il controllo interno dalla data odierna è composto dai
seguenti amministratori indipendenti: Giuseppe Airoldi, Giuseppe Colaiacovo
e Roberto Lugano.
IL
CDA DI EPLANET HA DELIBERATO LA FUSIONE CON INIZIATIVE TECNOLOGICHE (GRUPPO
EVIA). EPLANET DIVENTA LA PRIMA SOCIETÀ ITALIANA QUOTATA CHE POSSIEDE UNA
RETE MODERNA, INDIPENDENTE ED ESTESA SUL TERRITORIO NAZIONALE.
Milano, 25 febbraio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di ePlanet S.p.A.
si è riunito in data odierna ed ha deliberato la Fusione per incorporazione
in ePlanet di Iniziative Tecnologiche S.p.A., Società che controlla oltre
il 99% di eVia S.p.A.. Il rapporto di cambio, determinato con l'assistenza
di Banca Intesa, per parte ePlanet, e di Interbanca, per parte Iniziative
Tecnologiche, è stabilito in numero 11 azioni ePlanet ogni 5 azioni di
Iniziative Tecnologiche e corrisponde ad un valore relativo di Iniziative
Tecnologiche rispetto ad ePlanet di 1,51. L'acquisizione avviene attraverso
la valorizzazione del titolo ePlanet, mediante un aumento di capitale di
Euro 104.779.951,64. All'esito dell'aumento di capitale al servizio della
Fusione, i principali azionisti saranno Sirti S.p.A., 20,1%, il Gruppo
Holger van den Heuvel, 7,4%, S.I.T.E. S.p.A. 5,2%, Marconi Communications
S.p.A. 4,9%, Kiwi II, 4,4%, Kabuto, 3,7%, Impresa C. Valtellina S.p.A., 3%,
Fidicontrol S.p.A., 2,8%, 2Net S.p.A., 2,7%, Mediatel Management S.A., 2,5%.
In occasione dell'Assemblea chiamata ad approvare la Fusione, prevista per
il mese di Aprile, verrà proposta la nomina di un nuovo Consiglio di
Amministrazione, di sette membri: Presidente e Amministratore indipendente
Prof. Roberto Ruozi, Amministratore Delegato Ing. Paolo Brunetti,
consiglieri Avv. Stefano Borghi, Ing. Umberto De Julio, Ing. Ambrogio Lualdi,
Dott. Nicolò F. Rienzi. La proposta di nomina del settimo consigliere, che
dovrà ricoprire il ruolo di secondo Amministratore indipendente, verrà
formulata in prossimità dell'Assemblea. Il patto prevede che, entro la data
dell'Assemblea di Fusione, gli azionisti di Iniziative Tecnologiche assumano
nei confronti di ePlanet i seguenti impegni: (i) impegni di intrasferibilità
(di seguito, il "lock up") - per un periodo di 6 mesi a partire
dalla data di efficacia della Fusione verso terzi - delle azioni ePlanet che
saranno loro assegnate per effetto della Fusione; (ii) impegni di Orderly
Market - per un periodo di 18 mesi successivi alla scadenza del periodo di
lock up - che prevedono la vendita centralizzata dei titoli e sono
finalizzati a favorire la stabilità del titolo e ad evitare turbative
nell'interesse di ePlanet e dei suoi soci. Con la Fusione, il patto
parasociale attualmente esistente in ePlanet decadrà automaticamente e non
è prevista la stipula di nuovi patti parasociali. Le operazioni della
Società incorporanda Iniziative Tecnologiche saranno imputate al bilancio
di ePlanet a partire dalla data del 1° gennaio 2003. La sede di ePlanet
verrà trasferita in Milano, via Felice Casati n. 16. L'importanza
dell'operazione è data dal risvolto industriale. La Società incorporata
Iniziative Tecnologiche possiede, come unico asset, la partecipazione di
oltre il 99% in eVia, Società che ha realizzato un backbone nazionale in
fibra ottica per oltre 2.500 km. ePlanet con la Fusione si posiziona come
uno dei principali operatori nel mercato della vendita di connettività ad
operatori di servizi di telecomunicazioni, pubblica amministrazione, banche
ed altri grandi clienti grazie alla copertura nazionale e capillare della
propria rete ed alla qualità del servizio offerto. Il controllo della rete
"end-to end", ovvero la sicurezza e la qualità del trasporto dal
punto di allacciamento presso la sede del cliente fino alla sua destinazione
finale, è un requisito prioritario nella scelta del proprio operatore di
rete a banda larga. Le due Società arrivano alla Fusione dopo aver
completato e messo in servizio le proprie reti che raggiungono una
estensione nazionale pari a circa 3.000 km di rete in fibra ottica
realizzata mediante il robusto network nazionale di eVia e la capillare
copertura delle reti metropolitane di ePlanet. L'offerta di connettività
"wholesale" punto a punto e di servizi basati su protocollo IP, si
estende, nella fase iniziale, alle città di Torino, Milano, Padova, Reggio
Emilia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari. Il Business Plan di ePlanet
post-Fusione, che verrà presentato in prossimità dell'Assemblea, prevede
il raggiungimento dell'Ebitda positivo già nel 2004. ePlanet diventa con la
Fusione la prima Società italiana quotata che possiede una rete moderna,
indipendente ed estesa sul territorio nazionale e rappresenta il polo
naturale di aggregazione per altre realtà operanti nel settore delle
infrastrutture di telecomunicazioni. Il Consiglio di Amministrazione ha
anche deliberato che, in occasione dell'Assemblea di Fusione, venga proposto
il conferimento al Consiglio di Amministrazione della facoltà di aumentare
a pagamento e in opzione, in una o più volte, entro 5 anni dalla data della
deliberazione, il capitale sociale di ePlanet - quale risultante all'esito
della Fusione - per un importo massimo di Euro 100.360.000. La delega per un
nuovo aumento di capitale è opportuna sia per finanziare eventuali nuove
acquisizioni, rafforzandosi così nel ruolo di polo di aggregazione del
settore, sia per permettere la conversione in capitale dei finanziamenti
soci deliberati dall'odierno Consiglio di Amministrazione. A questo
riguardo, il Consiglio di Amministrazione ha approvato un contratto di
finanziamento in virtù del quale Sirti, il Gruppo Holger van den Heuvel,
Cuneo e Associati e Kabuto si sono impegnati a finanziare la Società per un
ammontare ricompreso fra Euro 28.000.000 ed Euro 32.500.000. Il tasso di
interessi è il prime rate Abi meno un punto. La Società potrà richiedere
la conversione del finanziamento in capitale entro il presente anno,
esercitando la delega relativa all'aumento di capitale, da deliberarsi in
opzione e al nominale. I soci fondatori avranno, in alternativa, la facoltà
di optare per la conversione del finanziamento a breve in un finanziamento a
medio periodo (massimo cinque anni). Infine, ePlanet prende atto che in data
odierna i soci Alessandro Acerbi, Kabuto, Holger van den Heuvel, Cuneo e
Associati, Sirti, Fidicontrol, Me. Fin. International, En Avant Limited,
Monica Cantone, Dario Cassinelli, Selin, Sevian, aderenti al patto
parasociale in essere, hanno stipulato un accordo con il quale, ciascuno per
quanto lo concerne, dichiarano di ritenere superati (i) la disposizione che
attribuisce a Kabuto la facoltà di designare la maggioranza degli
amministratori della Società; (ii) l'impegno di lock up di Kabuto e quindi
hanno rinunciato a pretenderne l'adempimento. Il Consiglio di
Amministrazione ha dato mandato al Presidente, Prof. Roberto Ruozi, di
convocare l'Assemblea, prevista per il mese di aprile. Copia del Progetto di
Fusione sarà disponibile sul sito della Società all'indirizzo www.eplanet.it
NASCE
IL GRUPPO D'ACQUISTO ENERGY SAVING PER RISPARMIARE CON SICUREZZA ED
AFFIDABILITA' NELL'ACQUISTO DI ENERGIA ELETTRICA E GAS NATURALE
Milano, 25 febbraio 2003 - La liberalizzazione dei mercati energetici,
avviata in Italia gia' da alcuni anni per le grandi utenze, e' giunta
finalmente nell'anno 2003 ad una svolta importante anche per le piccole e
medie imprese. Le Aziende hanno oggi, infatti, una opportunita' in piu' per
ottenere concreti risparmi: il Gruppo d'Acquisto Energy Saving. Questo
Gruppo d'Acquisto offre un risparmio certo nell'acquisto di gas ed
elettricita', nella piena indipendenza operativa e contrattuale con i
fornitori e con la garanzia di disporre al proprio fianco della competenza e
dell'affidabilita' di Energy Saving Srl, primaria societa' di consulenza
energetica. Con l'adesione al Gruppo d'Acquisto Energy Saving si ha la
garanzia contrattuale di ottenere forniture energetiche a prezzi
competitivi, mediante una economia di scala aggregata ed una organizzazione
comune. Inoltre il Gruppo d'Acquisto Energy Saving ottiene il massimo
risparmio a favore del cliente controllando e ottimizzando tutte le voci
della fattura energetica. Anche i costi di trasporto, gli oneri di sistema,
le accise fiscali sono sottoposti a continua verifica, per offrire agli
aderenti al Gruppo d'Acquisto un servizio di massimo risparmio economico
anche su queste voci di spesa. Il Contesto Normativo Gas Naturale: a partire
dal 1° gennaio 2003 tutti gli utenti del gas sono liberi di accedere a
forniture alternative a quella offerta dall'attuale fornitore. Qualora
l'utente aderisca al Gruppo d'Acquisto Energy Saving, il fornitore esistente
continuera' a norma di legge a garantire il regolare servizio di trasporto e
di manutenzione della rete distributiva, con i medesimi parametri e
requisiti di qualita', affidabilita' e sicurezza. Energia Elettrica: a
partire dal 1° maggio 2003 tutti gli utenti elettrici a consumi annui
superiori a 100.000 kWh (spesa elettrica equivalente pari a circa 15.000
Euro/anno) sono liberi di accedere a fornitori elettrici alternativi
all'esistente. Cio' significa che anche la piccola e media impresa (sinora
esclusa dal mercato energetico libero) attraverso il Gruppo d'Acquisto
Energy Saving potra' ottenere forniture economicamente migliorative. Come
per il gas naturale, l'attuale fornitore continuera' a norma di legge a
garantire il servizio di trasporto e di manutenzione della rete elettrica di
distribuzione, nella massima affidabilita' e qualita' del servizio di
fornitura. I servizi di risparmio disponibili nel gruppo d'acquisto energy
saving Risparmio Fornitura Elettrica - sono garantiti con questo servizio:
fornitura elettrica con un risparmio certo, negoziato per tutto il Gruppo
d'Acquisto; possibilita' di accedere a forniture contrattuali personalizzate
in funzione dei prelievi; verifica dei costi praticati dal precedente
fornitore; applicazione della tariffa di trasporto piu' conveniente;
controllo dei picchi di prelievo energetico al fine di evitare penalita' di
consumo o supero Risparmio Gas Naturale- sono garantiti con questo servizio:
fornitura di gas con un risparmio garantito, negoziato per tutto il Gruppo
d'Acquisto; verifica dei costi praticati dal precedente fornitore; prezzi
scontati e definiti in modo personalizzato, in funzione dei cicli produttivi
e della stagionalita' dei prelievi annui. A scelta, l'utente energetico puo'
aderire ad uno od entrambi i servizi di risparmio proposti. Infolink: http://www.EnergySaving.it
GRIGNASCO
GROUP NEL 2002 LA PERFORMANCE DEL GRUPPO GRIGNASCO NEL 2002 È DA RITENERSI
POSITIVA
Milano, 25 febbraio 2003 - Un quadro generale contrassegnato da difficoltà
ed incertezze sui principali mercati mondiali, il Gruppo ha fatturato un
valore di oltre 81 milioni di euro, con una lieve flessione del 3% sul
fatturato 2001. Il fatturato in quantità è pari a oltre 5.000.000 kg,
sostanzialmente equivalente all'anno precedente . I dati confermano che a
quantità costanti il decremento del fatturato in valore è da imputare al
deprezzamento del $ USA; il Gruppo ha di fatto acquisito quote di mercato.
E' importante sottolineare che Grignasco Group ha saputo rispettare i piani
strategici consolidando la sua presenza sui mercati internazionali, con
l'apertura dell'ufficio commerciale di Shanghai e il Promotional Centre di
Tokyo , con relative show-room. Gli uffici promozionali di New York e Londra
hanno proceduto nel loro piano di implementazione . Gli obiettivi e gli
investimenti tecnologici previsti nel 2002 sono stati realizzati ed il piano
d'integrazione di prodotto fra le divisioni dei filati lineari e fantasia ha
dato i risultati attesi con una caratterizzazione più mirata del prodotto
fantasia ed una miglior copertura dei mercati. Per il 2003 la R&D di
Grignasco Group sarà ulteriormente mirata a quella tipologia di prodotto
che conferisce valore aggiunto al consumatore finale, in modo da soddisfare
le aspettative che l'end-user oggi richiede. Il 2003 prevede inoltre
importanti investimenti di processo, affiancati da altrettanto importanti
investimenti relativi al miglioramento del servizio. Nell'ottica di
potenziare la presenza di Grignasco a livello internazionale nel 2003, si
prevede di sviluppare i mercati dell'Est e la Russia con l'impegno di
risorse specialmente dedicate.
GIORGIO ARMANI TO RECEIVE FIRST AWARD
ON RODEO DRIVE WALK OF STYLE ON MARCH 19 IN BEVERLY HILLS
Beverly Hills, Calif. 25 febbraio 2003 - - The City of Beverly Hills and the
Rodeo Drive Committee have announced that Giorgio Armani will receive the
first-ever Rodeo Drive Walk of Style Award on March 19. The on-going award
will honor style legends for their contributions to the worlds of fashion
and entertainment. Sculptor Robert Graham's "Torso," standing
14-feet tall at the intersection of Rodeo Drive and Dayton Way, will also be
unveiled as the new symbol for the Rodeo Drive Walk of Style along with a
permanent plaque honoring Mr. Armani in the sidewalk along the famous
street. Mercedes-Benz USA will be the presenting sponsor of the evening
celebration. "Giorgio Armani was the first designer to recognize
stardom and its immense influence on fashion," said Fred Hayman, a
founder of the Rodeo Drive Committee and Fashion Coordinator for the Academy
Awards for 12 years. "His contributions to the world of fashion and
entertainment are legendary, and we are delighted to acknowledge Mr. Armani
as the first Walk of Style Award recipient." Armani is the first
recipient of an exclusive group of style legends who will be honored and
inducted into the Walk of Style with permanent plaques featuring quotes and
signatures. "Throughout his career, Giorgio Armani has helped actresses
and actors radiate true star power with his consistently elegant collections,"
said Patrick McCarthy, Chairman and Editorial director of Fairchild
Publications. W magazine, published by Fairchild, is also a sponsor of the
induction ceremony. Often dubbed "the thinking man and woman's
designer," Giorgio Armani's elegant and sophisticated creations have
been seen on such celebrities as Jodie Foster, Michelle Pfeiffer, Julia
Roberts, Ashley Judd, Annette Bening, Russell Crowe, Samuel L. Jackson,
Robert DeNiro, Benicio Del Toro and Leonardo DiCaprio. His work has also
been featured in numerous films. Since his inaugural film project, in which
he provided Richard Gere's wardrobe in American Gigolo in 1980, Mr. Armani
has continued to design and select costumes for many other feature films
including The Untouchables, Shaft, I Am Sam, Father of the Bride, Batman,
What Women Want and the upcoming projects The Italian Job and Hollywood Cops.
Giorgio Armani served as the executive producer for Martin Scorsese's
documentary on Italian cinema entitled Il Mio Viaggio in Italia. He has also
been involved in the music world, clothing the world tours of artists such
as Ricky Martin, Lauryn Hill, Eric Clapton, Tina Turner, and Craig David. In
addition, Mr. Armani wardrobed the Los Angeles Opera production of
Rigoletto, and the Guggenheim Museum in New York honored him with a
comprehensive exhibition in 2000. Armani was selected by an independent
group of representatives from the media, entertainment and fashion
industries who were invited to nominate style legends for their
contributions to fashion and entertainment for the Rodeo Drive Walk of Style
Award. Internationally famous, Robert Graham is known for his understanding
of the human body as evidenced in his sculptures. Some of his renowned works
include: Franklin Delano Roosevelt at the FDR Memorial in Washington, D.C.,
the Duke Ellington Memorial in New York City, the Olympic Gateway at the
Memorial Coliseum in Los Angeles, and most recently the Great Bronze Doors
at the Cathedral of Our Lady of the Angels also in Los Angeles. The Walk of
Style Award, also designed by Mr. Graham, is a maquette of
"Torso."
8° EDIZIONE
DEL CONCORSO INTERNAZIONALE CHALLENGES OF PLASTIC, CRESPI TROPHY 2003 CRESPI
S.P.A. PREMIA GLI STILISTI DI DOMANI
Legnano, 24 febbraio 2003 - Si è tenuta ieri , nella giornata inaugurale
della Fiera Internazionale Milano Moda Donna, la cerimonia di premiazione
dell'8° edizione del premio biennale di design "Challenges of
Plastic", ideato da Giovanni Crespi S.p.A., società quotata sul Mta
della Borsa di Milano. Considerato dalla stampa internazionale come uno dei
più autorevoli riconoscimenti per aspiranti stilisti, il concorso ha
coinvolto 28 scuole di design di tutto il mondo, i cui giovani talenti si
sono cimentati su capi di abbigliamento e accessori realizzati con i
materiali sintetici ideati e prodotti dal Gruppo Crespi. Questo concorso si
pone l'obiettivo di coniugare due differenti "aspetti" del sistema
moda: far emergere nuovi talenti ed esaltare la capacità di innovazione e
ricerca & sviluppo di nuovi materiali dell'industria della moda
italiana, di cui Crespi è, da sempre, uno dei maggiori esponenti. Il volume
che illustrerà tutte gli studi esaminati dalla giuria contiene
l'introduzione di Giuseppe Modenese, Presidente Onorario della Camera moda
Italiana con una postazione di Anna Piaggi, Cosulente Creativo di Vogue
Italia.
MILANO VISTA
DALL'ESTERO? MODA , CALCIO E QUALITA' DELLA VITA E L'IMMAGINE DEI MILANESI
NEL LAVORO? "ELEGANTI"... LA PAGELLA DELLA COMPETITIVITÀ: BENE IN
EUROPA L'AMBIENTE ECONOMICO
Milano, 25 febbraio 2003 - Milano vista dall'estero è più bella di quanto
si pensi. La qualità della vita (scelta dal 23,2% degli intervistati) è il
punto di forza, appena dietro l'apertura internazionale (22,6%), l'ambiente
economico (17,4%) e alberghi e ristoranti (14,8%). E' conosciuta per la moda
(27%), per il calcio (18%) e per lo shopping (14%). Il milanese più noto è
Armani. I milanesi? Eleganti (22,5%), preparati (14,7%) e
"flessibili" (13,2%). Poco mediatori (3,9%) ed affatto puntuali
(0,8%). E' quanto emerge da un'indagine tra 400 imprenditori che lavorano
stabilmente con Milano, svolta dal Lab-Mim della Camera di commercio di
Milano e da Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per
l'internazionalizzazione. Milano è poi a corrente alternata nella sfida
della competitività: è quinta per ambiente economico superata tra le 12
principali città europee in competizione con lei solo da Zurigo, Stoccolma,
Vienna e Bruxelles, nona per apertura verso l'esterno, dietro Francoforte,
Bruxelles, Vienna e Zurigo. Sono questi alcuni dei dati tratti
dall'"Osservatorio europeo" della Camera di Commercio di Milano,
in collaborazione con il Certet - Centro di Economia Regionale, dei
Trasporti e del Turismo dell'Università Bocconi di Milano. L'occasione è
stata la firma del "Protocollo di Intesa per la definizione di
obbiettivi e strumenti per il marketing territoriale dell'area
milanese". "Il procedere dell'integrazione europea- ha commentato
Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - ha
incentivato ancor di più la competizione tra i territori e le città.
Milano è da sempre città europea, ma per diventare "capitale
europea" occorre un impegno comune di istituzioni e società civile.
Milano può contare su un ambiente economico forte e competitivo, su
eccellenze da capitale. Proprio per questo la Camera di Commercio partecipa
alla creazione di un'agenzia per il marketing territoriale in collaborazione
con le istituzioni milanesi. Ed è probabilmente questo il vero valore
aggiunto da cui le istituzioni della città dovrebbero partire per rendere
Milano non soltanto un'ottima città per localizzare una impresa, ma anche
un posto in cui si vive bene". "Fare marketing per Milano - ha
commentato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della
Camera di Commercio di Milano per l'internazionalizzazione delle imprese -
significa molte cose. Vuol dire migliorare le infrastrutture di trasporto di
fronte ad una sfida che diventa di giorno in giorno sempre più globale;
vuol dire investire nella cultura, a partire dall'istruzione; vuol dire
accrescere l'attrattività di Milano. Partendo anche dal quotidiano: vale a
dire dal traffico, dall'inquinamento, dalla sicurezza, perché è la qualità
della vita uno dei fattori che rendono davvero competitiva un'area
territoriale". Competitivita' In Europa Osservatorio Europeo - Camera
di Commercio-Certet Bocconi Indice dell'ambiente economico. Questo indice,
inteso nel senso di clima economico favorevole alla localizzazione e
attrazione di imprese, è stato costruito utilizzando dieci categorie: PIL
pro capite; valore aggiunto al costo dei fattori; indice dei prezzi al
consumo - ovvero costo della vita; saldo movimento imprese; servizi alle
imprese (intermediazione finanziaria; imprese di trasporti, logistica e
telecomunicazioni); occupati nel settore dei servizi alle imprese; imprese
quotate in borsa; imprese quotate con sede in città; tasso di
disoccupazione; tasso di attività. Complessivamente, Milano conquista un
buon quinto posto, con un valore pari a 3,65 che la pone fra le città più
competitive, superata solo da Zurigo, Stoccolma, Vienna e Bruxelles. Per
quanto riguarda le variabili tradizionalmente considerate nella misurazione
della performance economica di un territorio, Milano è al sesto posto per
quanto riguarda il valore del PIL pro capite (al primo posto Francoforte,
seguita da Bruxelles), al terzo per il valore aggiunto al costo dei fattori
(dietro Bruxelles e Francoforte), e infine al quinto per il tasso di
disoccupazione (al vertice Zurigo e Stoccolma). Molto bene la situazione di
Milano per il settore dei servizi alle imprese: prima sia per numero di
imprese nel settore dei servizi, che in quello dell'intermediazione
finanziaria, che in quello del numero di imprese in trasporti, logistica e
telecomunicazioni. Bene la situazione anche per quanto riguarda gli occupati
ai servizi, dove Milano è quarta (dietro a Zurigo, Stoccolma e Bruxelles),
per numero di società con sede in città quotate in Borsa (terza) e per il
saldo movimento imprese (sesta). Da migliore invece l'aggregato relativo al
numero di imprese quotate in Borsa (qua Milano è soltanto decima), e quello
relativo al tasso di attività (nona). Indice apertura verso l'esterno. Tale
indicatore valuta l'apertura verso l'esterno dell'intero "sistema città",
in particolare la capacità delle infrastrutture per la mobilità
(aeroporti, ferrovie, autostrade e strade) e la disponibilità di servizi
idonei ad accogliere flussi turistici, in particolare il turismo d'affari.
In una scala da 0 a 5 (dove 0 è il minimo), Milano ottiene 2,28 - al nono
posto tra le 12 principali città europee in competizione con lei. Al primo
posto in questo indice Francoforte, seguita da Bruxelles, Vienna e Zurigo.
Se si scompone l'indice e si considerano le sue componenti, la situazione in
parte cambia: per quanto riguarda l'accessibilità aeroportuale, Milano si
situa al quarto posto, dietro ancora una volta a Francoforte, Amsterdam e
Zurigo. Per quanto riguarda la dotazione infrastrutturale di tipo
tradizionale (trasporti), scivola al settimo posto con un valore decisamente
modesto (0,76): in particolare al quinto posto per dotazione di autostrade,
all'ottavo per le strade e al nono posto per la rete ferroviaria. Per
finire, per quanto riguarda la vacazione al turismo d'affari, Milano arretra
al nono posto, precedendo soltanto Zurigo, Amsterdam e Torino. Tuttavia, la
bassa posizione per questa categoria è dovuta soprattutto alla scarsa
dotazione di sale convegno (ultimo posto) e ai posti letto in albergo
(ottavo posto), mentre decisamente meglio va la situazione per quanto
riguarda la manifestazioni fieristiche (al secondo posto subito dopo
Birmingham). Indice dell'ambiente economico Fonte: Elaborazioni Camera di
Commercio di Milano - Certet Bocconi Indice di apertura verso l'esterno
Fonte: Elaborazioni Camera di Commercio di Milano - Certet Bocconi
L'immagine Di Milano Per Gli Imprenditori Esteri Il campione utilizzato.
L'analisi è stata effettuata dal Lab-Mim della Camera di commercio di
Milano e da Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per
l'internazionalizzazione su un campione di 400 imprenditori stranieri che
hanno instaurato rapporti d'affari continuativi con l'Italia e Milano,
operanti principalmente in Europa, ma anche nel Nord America. La maggior
parte degli imprenditori intervistati (41,4%) ha dichiarato di operare nel
settore privato dei servizi, mentre il restante 58,6% è così ripartito:
30% altra attività privata (in genere si tratta di banche, istituzioni
finanziarie o di imprese a partecipazione statale), 15,7% settore del
commercio, 8,6% industria ed infine il 4,3% nei servizi pubblici. La
visibilità internazionale di Milano. Per il 55,6% degli intervistati Milano
è una metropoli conosciutissima. Ciò è particolarmente sentito dagli
imprenditori operanti nei Paesi Scandinavi (18,42%), in Inghilterra (15,7%),
in altri Paesi (Belgio, Olanda...) 23,7% e in Germania (21%). Per il 27,8%
degli imprenditori esteri è molto conosciuta e solo per il 5,6% è poco
conosciuta, ed appena l'1,4% ha dichiarato "per nulla". Come viene
valutata la competitività internazionale di Milano. Il 47,2% degli
intervistati ha indicato come grado di competitività internazionale
"molto". Il 27,8% ha indicato "abbastanza" ed
addirittura l'11,1% ha dichiarato "moltissimo". Solo il 9,7% ha
dichiarato " poco". Ancora una volta l'elevato livello competitivo
di Milano è avvertito soprattutto dai Paesi Scandinavi (35%) e dal Regno
Unito ( 18%). Ad avere una bassa opinione di Milano sono invece soprattutto
i francesi. Aprire un'attività a Milano può rappresentare un vantaggio
competitivo? Il 43,7% degli intervistati ha indicato abbastanza. Il 21,1%
molto e addirittura il 7% "moltissimo". Solo l'11,3% ha dichiarato
" poco". Perché aprire un'attività a Milano può rappresentare
un vantaggio competitivo? Alla maggior parte degli interpellati fa gola la
posizione strategica del capoluogo lombardo: per il 36% Milano rappresenta
una porta d'ingresso privilegiata per entrare nel mercato italiano e per il
20% è un nodo importante di connessione fra l'Europa e i paesi del
Mediterraneo. Il 10,8% ritiene invece che sia un ottimo mercato potenziale,
l'8,8% spera di aumentare la visibilità, l'8% è attratto dalla crescita
del contesto economico, il 7,2% dal potenziale delle risorse umane. Solo
l'1,6% ritiene che ci sia facilità e velocità di apertura e appena lo 0,8%
facilità di accesso alle informazioni e la stessa percentuale assistenza
nelle diverse fasi di apertura, così come la presenza di materie prime. Ma
Milano è conosciuta per...La moda per il 27% degli intervistati, subito
dopo per il calcio (Milan ed Inter) con il 18%, poi lo shopping e i negozi
14%, quindi la Scala per 11,7% che sorpassa il Duomo 7,8%, la Fiera 6,5%, la
finanza 5,2%. I punti di forza di Milano? Sorpresa, la qualità della
vita... Gli imprenditori stranieri preferiscono la qualità della vita
(23,2%), l'internazionalità (22,6%), l'ambiente economico (17,4%), gli
alberghi e i ristoranti (14,8%), gli eventi fieristici (9%), gli aeroporti
(5,8%). I trasporti pubblici sono scelti per il 2,6% degli intervistati.
Qual è l'immagine del milanese? Elegante. Gli imprenditori stranieri
apprezzano dei milanesi l'eleganza (22,5%), la preparazione (14,7%), la
flessibilità (13,2%), l'efficienza (10,1%), la comunicativa (8,5%), la
novità delle idee (6,2%). Bocciate la capacità di mediazione (3,9%) e
soprattutto la puntualità (0,8%).
"GREEN
ICE", L'ULTIMA NATA IN CASA EUROFOOD
Milano, 25 febbraio 2003 - Con un fatturato di circa 80 milioni di euro nel
2002, il Gruppo Eurofood, leader nell'importazione e distribuzione di
specialità gastronomiche, ha costituito nel gennaio 2003 Green Ice SpA
facendovi confluire le due storiche controllate Lazzati (6 milioni di euro)
e Micos (10 milioni di euro). Obiettivo di fatturato della nuova società
per il 2003: 20 milioni di euro, con una crescita stimata del 25%. Eurofood
consolida così la propria presenza nel settore del "freddo". Al
posto della vecchia struttura di Bagnarla presso Varzi (Pv), sorge oggi il
nuovo stabilimento Green Ice. L'impianto, che ha richiesto un investimento
superiore ai 2 milioni di euro, permetterà di aumentare l'attuale
produzione del 40% e impiegherà circa 30 addetti. La struttura occupa
un'area di 16.000 mq di cui 6.000 coperti con una capacità di 5.000 posti/paller
e di magazzini completamente automatizzati a meno 20°. La gamma dei
surgelati prodotti viene commercializzata con il marchio "BoscoBuono"
e comprende funghi (porcini, chiodini e misti), piatti pronti (porcini
conditi, polenta e funghi, misto funghi conditi) e frutti di bosco (fragole,
mirtilli, more, lamponi e misto bosco). Green Ice distribuisce inoltre in
esclusiva le mitiche specialità siciliane, gelati e sorbetti, "Duca di
Salaparuta". Infolink: www.eurofood.it
100MILA EURO
PER STUDI SULL'ENERGIA RINNOVABILE COFINANZIATI DUE PROGETTI IN PARTNERSHIP
CON AGENZIE ED ENTI EUROPEI
Milano, 25 febbraio 2003 - Contenere la dispersione del calore negli edifici
e approntare regolamenti edilizi che facilitino il risparmio di energia;
studiare le possibilà di applicazione dell'energia solare nel settore
terziario.Sono questi gli obiettivi di due progetti, denominati
rispettivamente Intereb e Climasol, che la Giunta regionale,su proposta
dell'assessore ai Servizi di Pubblica Utilità Maurizio Bernardo, ha deciso
di cofinanziare con 100mila euro. Entrambi i progetti infatti vengono
realizzati in collaborazione con partner europei. In particolare, il
progetto Intereb è realizzato con le Agenzie Energetiche della Regione
francese Rhone Alpes, di quella bulgara di Plovdiv e di quella nazionale
della Polonia. Il progetto Climasol viene invece realizzato in partnership
con Rhones Alpenergie, Esv (Austria), Cres (Grecia), Sintra (Portogallo) e
Spagna.
IL CORRIERE
EXECUTIVE A GENOVA CAMBIA SEDE. UFFICI PIÙ FUNZIONALI PER UN SERVIZIO OGNI
GIORNO PIÙ EFFICIENTE.
Milano, 25 febbraio '03 - Trasferimento avvenuto per la Sede del Corriere
Executive di Genova. Da gennaio sono infatti operativi i nuovi uffici in Via
Sardorella 45 o Rosso che vanno a sostituire la vecchia sede di Via Ferri
40. Un'iniziativa all'insegna di un servizio più efficiente e dotato di
alti standard qualitativi. La nuova Sede infatti è più funzionale nonché
strategicamente vicina alle principali arterie stradali e autostradali della
città. L'obiettivo è quello di essere facilmente raggiungibile dai
clienti, e allo stesso tempo, una piattaforma adatta a supportare le attività
operative necessarie per la spedizione delle merci. Il tutto in linea con la
politica del Corriere Executive che, da sempre, punta ad offrire un servizio
qualitativamente eccellente che risponda alle precise esigenze della
clientela. L'attenzione alla completa soddisfazione dei clienti è una
chiave fondamentale del nostro successo. - afferma Alfredo Gabriele,
Direttore Generale della Direzione Gruppo Executive (Dge) - E il caso di
Genova ne è un esempio: dopo che nei mesi scorsi la Dge ha preso in mano la
gestione del servizio di Corriere Espresso in Liguria, ci siamo attivati per
essere più presenti e attenti alle richieste dei clienti con lo scopo di
rispondere in maniera sempre più adeguata e puntuale alle loro necessità.
Ne è una dimostrazione il fatto che la filiale di Genova si sia spostata in
una struttura più adatta a rendere agevoli le procedure operative
necessarie a garantire la qualità e la tempestività del servizio".
L'indirizzo della nuova Sede Executive di Genova è: Via Sardorella, 45 o
Rosso 16162 Genova -Ge- Tel. 010 740591 Fax 010 7405937
WELFARE E
RIFORME, I GIOVANI SI RIUNISCONO IN UN FORUM NAZIONALE PER CONTARE DI PIU'
Roma, 25 febbraio 2003 - Conferenza stampa di presentazione mercoledì 26
febbraio alle ore 11.00, a Roma, presso Palazzo Marini (in via del Pozzetto
158), con oltre 40 associazioni giovanili. "Per costituire il Forum
Nazionale dei Giovani non c'è più tempo da perdere". Lo hanno deciso
40 associazioni giovanili, le più diverse tra loro, senza aspettare, né il
Governo, né il Parlamento. Non intendono rappresentare tutti i giovani, ma
ambiscono a rappresentarne la maggioranza per contribuire in termini
propositivi al dibattito sul mondo del lavoro che cambia, sulla riforma
delle pensioni, sul nuovo stato sociale e su tutte le politiche che li
riguardano da vicino. Tra i promotori dell'iniziativa i GiovaniEuropei.com,
autori di una proposta di legge in materia. Saranno presenti il Ministro del
Welfare on. Roberto Maroni, il Sottosegretario con delega alle politiche
giovanili on. Grazia Sestini, gli on. Rutelli e Fassino, l'On. Chiara Moroni,
il portavoce del Forum del Terzo Settore Edo Patriarca e il Presidente dello
Youth Forum Giacomo Fillibeck. Tra le associazioni che hanno già aderito:
A.I.G. (Associazione Italiana Alberghi Per La Gioventù); Agesci; Arci Nuova
Associazione; Azione Giovani, Csi (Centro Sportivo Italiano); Ctg (Centro
Turistico Giovanile); Fabi Giovani (Federazione Assicuratori e Bancari
Italiani); Fgs (Federazione Dei Giovani Socialisti); Giovani Delle Acli;
Ugei (Unione Giovani Ebrei d'italia); Giovanieuropei.Com; Gfe (Giovani
Federalisti Europei); Giovani Fim - Cisl; Giovani Insieme; Gmi (Giovani
Musulmani D'italia); SG (Sinistra Giovanile); Studenti.Net; Giovani Udc
(Unione Democratici Cristiani); Uil Giovani; Uniparzifal. Per informazioni:
Matteo Costantini, 335 376682 Maura Satta Flores, 333 1132973
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