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di
MARTEDI'
6 MAGGIO 2003
pagina 1
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IL BILANCIO UE PER IL 2004: IL PRIMO BILANCIO DELL'UNIONE
ALLARGATA
Bruxelles, 6 maggio 2003 - La Commissione ha adottato la sua proposta per il
bilancio 2004 (Progetto preliminare di bilancio Ppb). A partire dal 1° maggio
2004 il bilancio UE sarà dotato degli stanziamenti necessari per 25 Stati
membri. Secondo la proposta della Commissione, il volume delle spese per
l'Unione allargata raggiungerà i 100 miliardi di euro. Il commissario Michaele
Schreyer ha osservato: "Il 2004 è una data storica per il bilancio UE.
Oltre agli stanziamenti per gli Stati membri, attuali esso copre anche gli
stanziamenti per dieci nuovi Stati membri. Nonostante ciò, la parte del
bilancio comunitario nell'RNL degli Stati membri scenderà al di sotto dell'1%.
Ciò mostra che il finanziamento dell'ampliamento ha basi solide. Siamo quindi
riusciti a conciliare la disciplina di bilancio e ambiziosi programmi di spesa
per l'Unione allargata." Il bilancio 2004 si distingue anche per un
ulteriore motivo, cioè che per la prima volta verrà esaminato nella nuova
struttura basata sui settori. Per la prima volta, inoltre, l'allargamento non ha
luogo il 1° gennaio, ma il 1°maggio. Per questo il Ppb contiene le previsioni
di bilancio relative all'UE-15 e all'UE-25. All'inizio del 2004 entrerà in
vigore il bilancio per l'UE-15, mentre l'aumento a titolo dell'allargamento avrà
luogo con l'adesione il 1° maggio. La grande priorità per il 2004 è
l'allargamento e, in particolare per i Fondi strutturali e le Politiche interne,
la proposta di bilancio prevede sostanziali aumenti a questo fine. Tuttavia,
tanto in questi settori quanto in quello delle spese agricole, il presente Ppb
resta entro i limiti del quadro finanziario negoziato a Copenaghen e approvato
dal Parlamento il 9 aprile. Per quanto riguarda le spese (stanziamenti di
pagamento), il bilancio 2004 resta ben al di sotto dei massimali fissati. Il
volume del bilancio nella proposta della Commissione Con 100,6 miliardi di euro,
il volume delle spese (stanziamenti di pagamento(1)) proposto dalla Commissione
per l'Unione allargata nel 2004, presenta un aumento contenuto, pari solo al
3,3% rispetto al bilancio 2003, che d'altronde riguardava esclusivamente i
quindici Stati membri attuali. Questo aumento relativamente modesto si spiega
con una diminuzione del volume delle spese per l'UE-15, pari al 2% circa. Le
spese previste per i dice nuovi Stati membri nel 2004 ammontano a 5 miliardi di
euro. Le spese iscritte nel Ppb per il 2004 rappresentano lo 0,99% del reddito
nazionale lordo dell'UE-25. Ciò mostra che, anche dopo l'allargamento, resterà
un margine consistente al di sotto del massimale per il bilancio UE (1,24%). Il
volume delle spese del Ppb resta anzi, nonostante l'allargamento,
considerevolmente al di sotto della cifra, già relativa, del bilancio 2003
(1,04% dell'RNL dell'UE-15). Il Ppb è nettamente inferiore - 10,9 miliardi di
euro - rispetto al massimale convenuto per il 2004. Gli stanziamenti di impegno
- gli impegni finanziari che l'Unione può contrarre nell'esercizio 2004 -
ammontano per l'Unione allargata a 112,2 miliardi di euro, di cui 11,8 miliardi
di euro destinati ai nuovi Stati membri. Per l'UE-15 è previsto nel 2004 solo
un aumento molto modesto dello 0,7% per raggiungere 100,3 miliardi di euro.
L'importo globale lascia un margine di 3,4 miliardi di euro al di sotto del
massimale previsto per il 2004. Agricoltura Il fabbisogno complessivo per
l'UE-15 ammonta a 45,8 miliardi di euro, 4,8 miliardi di euro dei quali per lo
sviluppo rurale (+ 2,2% rispetto al 2003). L'importo assegnato ai nuovi Stati
membri si assesta a 2 miliardi di euro, 1,7 miliardi di euro dei quali per lo
sviluppo rurale. L'importo per le spese di mercato nei nuovi Stati membri è
pertanto relativamente modesto, perché l'impatto degli aiuti diretti si
avvertirà solo a partire dal 2005. Gli aumenti iscritti nel Ppb per l'UE-15
riguardano in particolare le spese per i seminativi, da un lato a causa della
situazione del mercato dei cereali e, dall'altro, perché il 2003 è un anno
eccezionale caratterizzato dall'anticipazione di pagamenti all'anno precedente
(inondazioni). Per il 2004 si è applicato un tasso di cambio pari a 1€=1,07$.
L'esame intermedio della politica agricola comune per gli alimenti per animali e
il settore lattiero-caseario comincerà ad avere un effetto sul bilancio nel
2004, ma l'impatto maggiore è atteso solo a partire dal 2005. Nell'ottobre 2003
la Commissione presenterà una lettera rettificativa con le stime più recenti
relative alle spese agricole. Azioni strutturali I Fondi strutturali presentano
grande importanza nell'Unione allargata. Il volume degli stanziamenti di impegno
per i Fondi strutturali presenta un aumento del 20,8% per l'Unione allargata
rispetto alla cifra del 2003 per quindici Stati membri. Per i nuovi Stati membri
sono previsti 6,7 miliardi di euro, conformemente alle decisioni di Copenaghen.
Le spese (stanziamenti di pagamento) per i Fondi strutturali si assestano, per
l'Unione allargata, a 30,68 miliardi di euro, vale a dire un 7,5% in meno
rispetto al bilancio 2003. Tale calo considerevole va ricondotto al fatto che
nel 2003 è stata finanziata la chiusura dei programmi precedenti al 2000. Nel
2004 le spese per i dieci nuovi Stati membri consisteranno principalmente in
anticipi. Nel bilancio 2004 le spese a titolo del Fondo di coesione per Spagna,
Portogallo, Grecia e Irlanda presentano un importo identico a quello del 2003.
Politiche interne Le previsioni di bilancio 2004 per le politiche interne
risentono delle tre priorità politiche: allargamento, stabilità, e crescita
sostenibile. Gli stanziamenti di pagamento ammontano a 8,63 miliardi di euro, e
gli stanziamenti di pagamento a 7,5 miliardi di euro, con un aumento del 21%.
Per l'integrazione dei nuovi Stati membri nei programmi comunitari già
esistenti sono previsti 938 milioni di euro. La maggior parte di tali programmi
era già aperta ai paesi candidati negli anni scorsi. Interamente nuovo è il
programma per l'applicazione dell'acquis di Schengen, che è stato deciso a
Copenaghen per i nuovi Stati membri e ha una dotazione di 317 milioni di euro.
221 milioni di euro sono disponibili per il rafforzamento della struttura
amministrativa dei nuovi Stati membri, in settori quali ad esempio la giustizia,
e 138 milioni di euro per la chiusura di reattori in Lituania e in Slovacchia.
Il Ppb 2004 prevede inoltre aumenti particolarmente elevati per le misure volte
alla realizzazione di uno Spazio europeo di sicurezza (comprese la salute e la
tutela dei consumatori, la sicurezza alimentare, la sicurezza stradale, la
sicurezza delle transazioni finanziarie e delle telecomunicazioni), libertà e
giustizia. Va ricordata in particolare un'azione preparatoria, dotata di 15
milioni di euro, per il miglioramento delle capacità scientifiche, tecnologiche
e industriali europee nel settore della sicurezza. Queste misure si traducono in
aumenti del 248% per la giustizia e gli affari interni, del 33% per i trasporti
e l'energia, e del 24% per la salute e la tutela dei consumatori. Alcuni di
questi aumenti sono stati possibili solo grazie all'aumento del massimale delle
prospettive finanziarie, ottenuto dal Parlamento nel quadro dell'adeguamento per
l'allargamento. Alle spese per la ricerca sono destinati 4,8 miliardi di euro
(stanziamenti di impegno), a dimostrazione del fatto che anche nell'Unione
allargata viene riconosciuta agli obiettivi di Lisbona un'elevata priorità.
Aiuto esterno Nel 2004 la Commissione potrà impegnare stanziamenti per quasi 5
miliardi di euro per le misure di politica esterna, lo stesso livello del 2003.
Il margine di manovra in questo settore, peraltro, è aumentato in quanto, in
futuro, il sostegno finanziario concesso a Cipro, a Malta e alla Turchia non sarà
più finanziato a partire da questa rubrica. Di conseguenza, l'importo
disponibile per le altre attività è di fatto del 4,5% superiore rispetto a
quello del 2003. I margini finanziari aggiuntivi verranno utilizzati per il
rafforzamento delle relazioni di vicinato. I finanziamenti aumentano del 14% per
il bacino del Mediterraneo (complessivamente 859 milioni di euro per MEDA) e del
6% per l'Europa orientale e l'Asia centrale. Per i Balcani, dopo gli anni della
ricostruzione, è prevista un stabilizzazione del livello di aiuti (610 milioni
di euro). L'Unione europea potrà così continuare ad adempiere ai suoi impegni
politici in questa regione dell'Europa. Anche gli stanziamenti previsti per
l'Asia hanno registrato un considerevole aumento, per proseguire il sostegno
alla ricostruzione dell'Afganistan (184 milioni di euro). Nella priorità
"Stabilizzazione" rientra anche la collaborazione con i paesi terzi
nel campo della migrazione e l'aiuto umanitario aumenterà dell'11% rispetto
all'esercizio precedente. Nel settore della crescita sostenibile, nel 2004 gli
aiuti si concentrano essenzialmente sui programmi per la tutela dell'ambiente e
della salute, che avevano già registrato un rafforzamento nel 2003. La
Commissione propone di portare gli stanziamenti per la politica estera e di
sicurezza comune a 51 milioni di euro (stanziamenti di impegno). La missione
congiunta di polizia in Bosnia riveste in questo contesto un ruolo molto
importante. Nel 2004 verrà proseguita la riforma della gestione dei programmi
nel settore della politica estera, la cui attuazione verrà affidata in misura
maggiore alle delegazioni della Commissione. La strategia di preadesione
riguarda ormai solo la Romania, la Bulgaria e la Turchia. L'assistenza a favore
di questi tre paesi verrà considerevolmente incrementata a partire 2004. Tale
aumento raggiungerà il 20% rispetto all'anno precedente per la Romania e la
Bulgaria. Per la Turchia sono disponibili 250 milioni di euro (stanziamenti di
impegno). Il livello delle spese in questa categoria continua inoltre ad essere
influenzato dagli aiuti di preadesione agli Stati membri che aderiranno
all'Unione europea il 1° maggio 2004, poiché i programmi in corso devono
ancora essere condotti a termine. Fondi supplementari sono disponibili per la
chiusura della centrale di Kozloduy. In conformità delle conclusioni di
Copenaghen, saranno previsti nel bilancio 2004 versamenti forfetari per 1,4
miliardi di euro a favore dei nuovi Stati membri al fine di garantire che, dopo
l'adesione, essi continuino ad essere beneficiari netti. Spese amministrative La
dotazione prevista per le spese amministrative delle istituzioni dell'Unione
europea (rubrica 5) è pari a 6,11 miliardi di euro (+ 14% rispetto al 2003).
Vale a dire un aumento del 9,8% per la Commissione, escluse le pensioni. Tale
aumento copre le spese per i nuovi commissari, i posti di funzionari
supplementari per la pubblicazione della legislazione nelle nuove lingue
ufficiali e varie spese amministrative che subiscono un aumento a seguito
dell'allargamento. Economie dell'ordine di 20 milioni di euro potranno invece
essere realizzate se il nuovo statuto dei funzionari entrerà in vigore il 1°
gennaio 2004. La prevista entrata in vigore del nuovo statuto, che comporterà
economie per la Commissione, nonché l'esternalizzazione di alcuni compiti e la
rioccupazione del Berlaymont hanno svolto un ruolo importante nel calcolo dei
fabbisogni. Con l'introduzione dell'Abb (activity-based budgeting), la maggior
parte delle spese amministrative viene ora contabilizzata nei settori
corrispondenti e vengono presentate separatamente solo le spese specifiche, come
ad esempio le pubblicazioni o gli uffici di rappresentanza. Per quanto riguarda
le risorse umane, per il 2004 la Commissione chiede 780 nuovi posti per
l'allargamento, in aggiunta ai 500 posti temporanei già concessi nel 2003.
Alcuni di questi 244 posti verranno assegnati ai servizi linguistici, ma la
maggior parte sarà utilizzata per compiti operativi supplementari connessi
all'allargamento. Il personale assegnato alle priorità "Stabilità" e
"Crescita sostenibile" proverrà interamente dalla riassegnazione di
risorse già concesse. Fasi successive La procedura di bilancio prevede una
prima lettura da parte del Consiglio nel luglio 2003, seguita dalla prima
lettura del Parlamento europeo in ottobre. L'obiettivo è adottare in dicembre
il bilancio per i quindici Stati membri per il periodo fino al 1° maggio 2004,
nonché raggiungere già un accordo sulle cifre per l'Unione allargata.
Presentazione politica generale; Presentazione dettagliata degli stanziamenti:
le cifre; Programma indicativo di spesa per il periodo 2004-2006; Activity
statements, descrizione e spiegazione delle spese per ciascun settore. Una volta
definiti, i documenti saranno disponibili sul seguente sito web: http://europa.eu.int/comm/budget/furtherinfo/index_en.htm#budget
LA
COMMISSIONE EUROPEA PUBBLICA UN PIANO D'AZIONE PER RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO DEL
TRE PER CENTO
Bruxelles, 6 maggio 2003 - Il 29 aprile, il commissario europeo per la Ricerca
Philippe Busquin ha presentato un nuovo piano d'azione contenente una serie di
misure, volte ad aiutare l'UE a raggiungere l'obiettivo del tre per cento entro
il 2010. Nel marzo 2002, durante il Consiglio di Barcellona, i Capi di Stato e
di governo hanno avallato l'obiettivo, proposto dalla Commissione, di elevare il
livello medio degli investimenti per la ricerca nell'UE dall'1,9 al 3 per cento
entro il 2010. Due terzi di tali investimenti dovrebbero provenire dal settore
privato. Il piano d'azione illustra una serie di iniziative volte a rafforzare
la base di ricerca pubblica in Europa e ad aumentare il grado di attrattiva
della regione in termini di investimenti privati nella ricerca e innovazione.
"Spesso i politici non prestano sufficiente attenzione alla ricerca e
all'innovazione", ha dichiarato Busquin, aggiungendo: "Non voglio fare
allarmismi [...]. Si tratta di una politica fondamentale che non può essere
trascurata". Ad illustrare il punto di vista dell'industria è stato Erkki
Ormala di Nokia. "Attualmente, gli investimenti per la R&S [ricerca e
sviluppo] tendono ad aumentare più rapidamente al di fuori dell'Europa, negli
Stati Uniti e in Asia", ha spiegato Ormala, ponendo l'accento su un
concorrente relativamente nuovo dell'UE: la Cina. Ogni anno questo paese produce
500.000 ingegneri con un elevato grado di preparazione, fattore che si riflette
sui luoghi in cui i paesi europei decidono di investire. Il piano d'azione
propone una serie di misure, suddivise in quattro aree: progredire insieme;
migliorare il sostegno pubblico per la ricerca e l'innovazione; riorientare la
spesa pubblica verso la ricerca e l'innovazione; e migliorare le condizioni
quadro per gli investimenti privati nella ricerca. Più specificamente, tali
misure includono la creazione di "Piattaforme tecnologiche europee",
volte a riunire i principali operatori attorno alle tecnologie chiave, al fine
di elaborare e attuare una strategia comune ed evitare le duplicazioni. Il piano
d'azione, inoltre, esorta le autorità pubbliche ad eliminare, entro il 2005, le
attuali regole e pratiche dei programmi di finanziamento pubblici che ostacolano
la cooperazione transnazionale. Busquin ha definito tali politiche
"obsolete" e ha ricordato l'epoca in cui egli, in qualità di ministro
della Ricerca per la regione belga della Vallonia, aveva il compito di garantire
il rispetto di tali regole. Per ottenere un finanziamento pubblico, il progetto
presentato doveva essere condotto interamente nella regione. "Oggi non è
più possibile impedire ad una società di cooperare con un'azienda di un altro
paese per via delle condizioni restrittive imposte dai finanziamenti", ha
dichiarato il Commissario. Il piano d'azione è frutto di un anno di lavoro da
parte di cinque gruppi di esperti, i quali hanno stilato una lista di 32 misure
volte ad attirare la capacità di R&S delle multinazionali, ad incrementare
gli investimenti in tale settore, a creare Pmi (piccole e medie imprese) ad
intensa attività di ricerca e sviluppo e ad introdurre la R&S nei settori a
basso contenuto tecnologico. Gli esperti hanno indicato il grado di importanza
di ciascuna misura per il raggiungimento di ogni singolo obiettivo. Per esempio,
le regole favorevoli in materia di aiuti di Stato sono considerate molto
importanti per incrementare gli attuali investimenti nella R&S, importanti
per attirare le multinazionali e meno importanti per la creazione di PMI ad
intensa attività di R&S e per promuovere la R&S nei settori low-tech.
Isi Saragossi, capo unità in seno alla Direzione "Economia e società
basata sulla conoscenza" della Commissione europea e coordinatore dei
gruppi di lavoro, ha spiegato al Notiziario Cordis che nessuna delle 32 misure
può essere considerata più importante delle altre. "È una catena: se un
anello è debole, non serve a nulla", ha affermato Saragossi. Egli ha
sottolineato, inoltre, la necessità di riconoscere che i problemi non sono
comuni a tutte le discipline, ma variano da settore a settore. "Occorrono
provvedimenti politici più intelligenti", ha dichiarato Saragossi. Nel suo
intervento, il dott. Ormala ha evidenziato la necessità di cambiare
atteggiamento e di collaborare, affermando: "Dobbiamo mettere in dubbio
molti dei nostri ragionamenti convenzionali. Nessun gruppo è in grado, da solo,
di creare le condizioni per realizzare un tale incremento degli
investimenti". La Commissione si occuperà di monitorare i progressi
compiuti verso il raggiungimento dell'obiettivo del tre per cento, stilando dei
resoconti annuali. Tali relazioni saranno pubblicate con largo anticipo rispetto
al Consiglio europeo di primavera, affinché i Capi di Stato e di governo
possano seguire i progressi ed adeguare, all'occorrenza, le loro strategie. Per
consultare il piano d'azione e per ottenere ulteriori informazioni, visitare il
seguente indirizzo web: http://europa.eu.int/comm/research/era/3pct/pdf/com2003_en.pdf
IL
QUADRO DI VALUTAZIONE DEL MERCATO INTERNO RIVELA ULTERIORI RITARDI DI
RECEPIMENTO A LIVELLO NAZIONALE DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA
Bruxelles, 6 maggio 2003 - La più recente edizione del quadro di valutazione
del mercato interno mostra che il deficit di recepimento delle direttive del
mercato interno si aggira ora intorno al 2,4% per Stato membro, contro l'1,8% di
un anno fa. Il deficit di recepimento è la percentuale di direttive non ancora
trasposte nel diritto nazionale, nonostante la scadenza dei termini. Solo 5
Stati membri (Danimarca, Svezia, Finlandia, Spagna, Regno Unito) colgono
l'obiettivo del Consiglio europeo di un deficit dell'1,5% o inferiore. L'Italia
è ora all'ultimo posto, seguita a ruota da Portogallo e Irlanda. Il numero
delle procedure d'infrazione è aumentato del 6% rispetto all'anno scorso.
Inoltre, secondo il quadro di valutazione i prezzi dei futuri Stati membri sono
in media quasi del 50% inferiori alla media Eu15. Nei futuri Stati membri, i
servizi costano in genere molto meno mentre ad esempio i prezzi per
l'elettronica di consumo sono più vicini alla media Eu15. Se dai precedenti
allargamenti è scaturita una convergenza dei prezzi, anche questo avrà
conseguenze analoghe. Il commissario per il mercato interno Frits Bolkestein ha
affermato che "gli Stati membri che non recepiscono in tempo le direttive
rinnegano impegni da essi assunti. Peggio, essi creano inutili ostacoli che
impediscono il pieno sviluppo dell'economia europea e frenano le aziende e i
cittadini. Essi danneggiano inoltre la prospettiva di un regolare processo
d'allargamento. I capi di governo hanno ripetuto a vari Consigli europei
l'importanza di ridurre il mancato recepimento. Chiedo ai capi di governo di far
seguire i fatti alle parole, facendo del rispetto della legislazione europea un
loro obiettivo personale per l'anno in corso."
FORUM
PA 2003: LE INIZIATIVE DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Roma, 6 maggio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze è presente da
oggi, 5 maggio, alla manifestazione Forum PA - Padiglione 22 - a Roma, in una
struttura che quest'anno accoglie in maniera unitaria tutti gli uffici, i
Dipartimenti, le Direzioni e le Agenzie che fanno capo al Ministro, e che
ricopre un'area di ben 850 metri quadrati. Il Ministero propone una serie di
iniziative innovative che si inseriscono all'interno dell'ampio processo di
modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Di seguito le principali.
Dipartimento del Tesoro. Vengono presentati i seguenti servizi: a) Come e perché
investire in titoli di Stato; b) L'antifalsificazione dell'euro e degli altri
mezzi di pagamento; c) La valorizzazione delle risorse umane; d) il processo di
Cardiff e le riforme dell'Italia nel mercato dei prodotti. Si segnala, infine,
il convegno dell' 8 maggio 2003, alle ore 15,00, dal titolo: Perché comprare i
titoli di Stato, al quale interverrà la Dott.ssa Maria Cannata, alla guida
della Direzione Debito Pubblico. Ragioneria Generale dello Stato. Presenta al
Forum Pa 2003, tra l'altro: a) Il Progetto "Athena", realizzato dalla
collaborazione di Ragioneria Generale e Miur con cui si mette la tecnologia e
l'esperienza in materia di contabilità pubblica della Rgs al servizio della
nuova organizzazione degli ambiti scolastici e della loro autonomia. Il Progetto
verrà presentato il 6 maggio, alle ore 9,30 dai dirigenti di Rgs e Miur; b)
Nuovi strumenti di bilancio e contabilità economica: venerdì 9 maggio, alle
ore 15,00, si parlerà di nuovi strumenti di supporto al processo di bilancio e
di gestione nelle Amministrazioni Pubbliche, giunto quest'anno ad un punto di
svolta; c) Rapporti con l'Unione Europea: la banca dati dei fondi europei della
Rgs. Brochure, opuscoli, video: con nuovo materiale la Rgs spiega ai cittadini
cosa sia e come funzioni la banca dati dei fondi europei attivata dalla
Ragioneria generale dello Stato e il ruolo di partnership finanziaria della Rgs
rispetto al contesto comunitario. Dipartimento Politiche di Sviluppo. Verranno
organizzati due convegni. Il primo (7 maggio alle 9.30) è dedicato a uno
specifico strumento di incentivazione dello sviluppo locale, il meccanismo della
premialità, e coordinato dal Capo del Dipartimento, Fabrizio Barca. Il secondo
(8 maggio, ore 9.30) è interamente dedicato agli strumenti per lo sviluppo
locale: Patti Territoriali, Progetti integrati territoriali, Accordi di
Programma Quadro. Quest'ultimo convegno sarà chiuso dal Vice ministro
Gianfranco Miccichè che con l'occasione presenterà il volume "Progetti
per lo sviluppo", la prima rassegna di infrastrutture e servizi realizzati
nel Sud Italia con investimenti pubblici. Dipartimento Politiche Fiscali.
Nell'area del Dipartimento, alla quale è possibile accedere tramite il sito www.finanze.gov.it
portale d'accesso a tutti i siti, i servizi e le informazioni del sistema della
fiscalità, sono presenti le 4 agenzie fiscali: 1) Agenzia delle Entrate:
presenta il nuovo annuario del contribuente e fornisce informazioni sui servizi
telematici realizzati per aiutare i contribuenti in occasione delle scadenze
fiscali come la presentazione della dichiarazione dei redditi o i versamenti
delle imposte. Oltre a questi servizi, disponibili tramite il sito
www.agenziaentrate.it, l'Agenzia presenta le novità più recenti nell'ambito
telematico, come, ad esempio il cassetto fiscale che consente ai cittadino di
poter consultare i propri dati anagrafici e dichiarativi direttamente dal
proprio computer. 2) Agenzia delle Dogane: mostra i servizi offerti dai suoi
Laboratori Chimici per tutto il settore chimico-merceologico e, in particolare,
le analisi gemmologiche per il rilascio di certificati di autenticità delle
gemme, di titolazione dei metalli e di stime e valutazioni di gioielli. Allo
stand è possibile anche assistere a una simulazione di queste analisi. 3)
Agenzia del Demanio: illustra la propria attività. In particolare l'Agenzia
presenta il nuovo sistema di riscossione dei canoni demaniali attraverso il
modello F23 e l'attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico.
4) Agenzia del Territorio: presenta i propri servizi on line (consultazioni
catastali e ipotecarie) e le principali attività in materia di consulenze e
stime. E' possibile inoltre consultare la Banca dati dell'Osservatorio del
Mercato immobiliare. Dipartimento Amministrazione Generale del Personale. Sono
presentati: a) il servizio acquisti in rete (Portale marketplace); b) il
progetto Wfm, la nuova procedura di workflow, termine con il quale è indicata
l'automatizzazione dei processi di lavoro, dedicata alla lavorazione dei Ricorsi
in materia di invalidità civile; c) la verifica tecnica qualitativa degli
arredi nella P.A.; d) Service personale Tesoro; e) Sistema controllo di
gestione. I servizi proposti saranno illustrati presso la saletta convegni dello
stand. Il tema dell'E-procurement è ripreso nel corso del convegno "E-procurement,
Pubblica amministrazione e imprese" che si svolge il 7 maggio alle ore 9,30
introdotto dal dr. Giancarlo Del Bufalo con la partecipazione del Vice ministro
Mario Baldassarri. Il convegno "Space management nella P.A.: un campo
innovativo di gestione delle risorse" che si svolgerà il 6 maggio alle ore
9,30 vede la partecipazione del Sottosegretario Maria Teresa Armosino.
Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Gestore della modernizzazione in
atto dell'intero settore dei giochi e dei concorsi pronostici e sportivi dedica
un convegno (6 maggio, ore 10) al "Rilancio del Totocalcio e del Totogol".
Partecipa al Forum P.A. anche la Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze,
nel cui spazio espositivo si colloca il Centro Ricerche e Documentazione
Economica e Finanziaria, che cura, tra l'altro, la Banca dati di norme, prassi,
giurisprudenza e dottrina in materia economica e finanziaria. Un apposito
spazio, inoltre, è dedicato al Consiglio di Presidenza della Giustizia
Tributaria, che offre informazioni e servizi sul processo tributario. Presenti
anche la Sogei - Società generale d'Informatica, partner tecnologico
dell'Amministrazione finanziaria per il sistema informativo della fiscalità e
la Consip che illustra l'innovatività e l'efficacia della propria azione con un
logo rinnovato. Nel suo stand è disponibile il primo Annual Report
dell'esercizio 2002.
EMIRATES
CHIUDE L'ANNO CON PROFITTI DA RECORD +74% L'UTILE RECORD DEL GRUPPO, LA
DIVISIONE ITALIANA CRESCE DEL 33%
Milano, 6 maggio 2003 - Il Gruppo Emirates, grazie alla crescente fiducia dei
suoi clienti e al contributo delle società partner, annuncia un incremento del
74% degli utili pari a 285,2 milioni di Euro nell'anno fiscale 2002-2003,
conclusosi il 31 marzo 2003. L'utile della compagnia aerea ha segnato una
crescita di fatturato straordinaria pari a +94%, chiudendo a 247,1 milioni di
Euro rispetto ai 127,6 milioni dell'anno precedente. Il load factor è salito al
76,6%, superando ogni precedente record ed il trasporto merci ha rappresentato
19,6% del ricavato. Eccellente la performance della divisione italiana che, con
+33% di entrate rispetto al 2001, supera il target prefissato dell'11%.
Nell'anno fiscale conclusosi il 31 marzo 2003, il fatturato complessivo del
Gruppo ha segnato un aumento del 31% salendo a 2,8 miliardi di Euro rispetto ai
2,1 miliardi di Euro dell'anno precedente. Dnata ha fatto registrare un utile
netto di 38,6 milioni di euro, incrementando i 36,7 milioni di Euro dell'anno
precedente. Il Gruppo, a fine esercizio, ha fatto registrare un saldo attivo di
1,3 miliardi di Euro, rispetto ai 0,9 miliardi di Euro dello stesso periodo
dell'anno precedente. A comunicare il resoconto finanziario del Gruppo Emirates,
di cui fanno parte Emirates Airline e Dnata, è stato il presidente di Emirates,
Sua Altezza Reale lo Sceicco Ahmed bin Saeed Al-Maktoum, durante l'annuale
conferenza stampa a Dubai. "Quando viaggio per il nostro network, i
giornalisti mi chiedono sempre la stessa cosa: qual è il vostro segreto? Io
sono convinto che la risposta sia la nostra passione per la qualità, visibile
in ogni aspetto del lavoro del Gruppo," ha commentato lo Sceicco.
"Questo è un successo che non si raggiunge automaticamente, o per caso, ma
è la combinazione fra un management professionale ed esperto, la gestione
oculata delle spese e un lavoro di squadra, il cui punto di forza è il tocco
nel rapporto personale con i clienti" ha aggiunto lo Sceicco. Anche la
divisione italiana della compagnia ha raggiunto risultati positivi con un
incremento di fatturato del 33% rispetto all'anno precedente, superando il
target assegnato dell'11%: la Business Class ha registrato una crescita del 32%,
anche l'Economy ha migliorato la performance ed il trasporto merci ha registrato
un aumento del tonnellaggio del 24%. "Siamo davvero soddisfatti dei
risultati di quest'anno, che attestano la continua crescita di fiducia dei
nostri passeggeri e confermano ancora una volta l'eccellenza del nostro
servizio," ha commentato Massimo Massini, direttore generale di Emirates
per l'Italia, Malta e Penisola Iberica. "Siamo orgogliosi della nostra
performance, poiché dimostra quanto il mercato italiano sia importante per lo
sviluppo di Dubai quale meta prescelta sia dal turismo d'affari che di svago.
Nell'ultimo anno, infatti, il numero di turisti italiani negli alberghi di Dubai
è cresciuto del 5%, il che dimostra la fiducia degli italiani nella
destinazione, meta sicura per tutto l'anno e per tutta la famiglia". Lo
Sceicco Ahmed ha ringraziato il governo di Dubai, che continua a pianificare e
sviluppare la città per il futuro: "Anche nell'aeroporto, il governo sta
facendo un importante investimento multimilionario per una nuova e
rivoluzionaria espansione del già futuristico complesso. Infatti ne sarà
aumentata la capacità fino a 60 milioni di passeggeri l'anno entro il 2012; sarà
predisposto un centro merci capace di sopportare un carico di 1 milione di
tonnellate, e sarà creato, a partire dal 2007, un terminal esclusivo per
Emirates." Lo sceicco, nel sottolineare l'impegno del Gruppo Emirates, ha
detto che oltre ai vantaggi di un servizio aereo per la comunità, il Gruppo
contribuisce significativamente al Prodotto Interno Lordo di Dubai.
"Durante l'anno fiscale, il contributo diretto del Gruppo all'economia di
Dubai è stato di 1,1 miliardi di Euro, che con altri contributi esterni di 1,65
miliardi di Euro ha raggiunto un totale di 2,75 miliardi di Euro" ha
aggiunto lo sceicco. L'anno scorso è stato un anno difficile per l'industria
dell'aviazione che ha accusato perdite per 13 miliardi di dollari. Emirates,
come altre compagnie internazionali, ha dovuto affrontare problemi economici e
politici mondiali, ma la sua rapida reazione a queste difficoltà, attraverso
l'intero network, ha attutito gli effetti negativi sulle performances.
"Siamo fortunati ad essere in una parte del mondo dove l'economia è in
continua crescita, per questo quando confrontiamo i nostri risultati con quelli
dell'industria dell'aviazione nel mondo, in generale, sembrano quasi
surreali" ha detto lo Sceicco Ahmed. Lo Sceicco Ahmed ha evidenziato che
Emirates non riceve alcun tipo di sussidio dal governo di Dubai oltre a non
godere di politiche di protezione.
FINCANTIERI:
APPROVATO IL BILANCIO 2002 CON UN UTILE NETTO DI GRUPPO DI 80 MLN DI EURO
Milano, 6 maggio 2003 - "L''assemblea ha approvato il bilancio 2002 con un
utile netto, a livello di gruppo, di 80 milioni di euro, il migliore risultato
economico finora conseguito". Lo ha detto il presidente di Fincantieri,
Corrado Antonini durante la cerimonia per il varo a Palermo del traghetto
"Grande San Paolo", commissionato dal Gruppo Grimaldi. "Occorre
però rilevare - ha aggiunto Antonini - che le aspettative dell'industria in
materia di normative nazionali a favore del settore cantieristico sono state
purtroppo finora disattese. Abbiamo pertanto sollecitata il governo a
predisporre nell'ambito del prossimo Dpef il rifinanziamento delle leggi di
settore vigenti e a dare attuazione alle misure di sostegno temporaneo gia' in
vigore negli altri paesi dell'Ue". La nave varata durante il fine settimana
nel cantiere navale di Palermo, alla presenza dei vertici di Fincantieri e di
Grimaldi, con in testa il patriarca Guido, del presidente della Regione,
Salvatore Cuffaro, di quello della Provincia, Francesco Musotto, e del sindaco,
Diego Cammarata, è una delle più grandi in Europa tra quelle appartenenti alla
classe car-truck-carrier, ha una stazza lorda di 58.500 tonnellate, è lunga 195
metri, larga 32, alta 26 ed è in grado di raggiungere la velocità di 20 nodi
con una capacità di carico di 2.500 auto e furgoncini, oltre a 2.500 metri
lineari di carico per veicoli pesanti, nonchè 850 contenitori da 20 piedi. Del
valore di circa 65 milioni di euro, la "Grande San Paolo", destinata
alla linea Nord Europa-West Africa-Brasile-Argentina, è la terza di cinque navi
commissionate a Fincantieri dall'armatore partenopeo con un contratto siglato
alla fine del 2000. Segue la "Grande Francia", consegnata a
Castellammare di Stabia nel novembre 2002, e la "Grande Nigeria",
presentata ad Ancona lo scorso gennaio, e precede la "Grande Buenos
Aires" (cantieri di Palermo e Ancona) e la "Grande Amburgo"
(cantiere stabiese), che saranno consegnate entro la fine del 2003. "Questa
nave - ha commentato ancora Antonini - testimonia la svolta evolutiva del
cantiere di Palermo che, accanto all'attività di trasformazione e riparazioni
navali, affianca anche quella di costruzione di navi all'avanguardia". Ma
ci sono anche aspetti più problematici. E' lo stesso numero uno di Fincantieri
ad introdurli: "Permangono infatti condizioni di grande criticità nel
settore delle navi da trasporto e il motivo è noto a tutti: qui la concorrenza
a livello mondiale non solo è più agguerrita, ma trova terreno facile per la
politica di dumping praticata da alcuni produttori del Far East asiatico".
Così, ecco l'annuncio: "Stiamo promuovendo - ha concluso - una causa al
Wto per riproporre il tema delle regole della libera concorrenza davanti
all'evidenza di strategie adottate da alcuni cantieri orientali i cui prezzi
sono fuori mercato". Infolink: www.fincantieri.it
ST
TELEMEDIA AUMENTA LA SUA QUOTA DI PARTECIPAZIONE IN GLOBAL CROSSING
L'INVESTIMENTO CONSOLIDERÀ L'USCITA DI GLOBAL CROSSING DAL CAPITOLO 11, CHE È
ATTESA PER I PROSSIMI MESI, DOPO AVER OTTENUTO LE APPROVAZIONI NECESSARIE.
Florham Park, NJ e Singapore, 5 maggio 2003 - Global Crossing e Singapore
Technologies Telemedia Pte. Ltd. (St Telemedia) hanno reso noto che ST Telemedia
si accollerà i diritti e le obbligazioni di Hutchison Telecommunications
Limited (Hutchison) per investire in Global Crossing, in base al contratto di
garanzia e collocamento titoli firmato il 9 agosto 2002. St Telemedia aumenterà
così il suo originale investimento passando da 125 milioni di dollari a un
totale di 250 milioni, pari al 61.5% del capitale della nuova Global Crossing
così come emergerà nei prossimi mesi dal Capitolo 11 dopo aver ricevuto le
necessarie autorizzazioni. Hutchison ha inoltre reso noto di volersi ritirare
dal contratto di garanzia e collocamento titoli di Global Crossing. Il
contratto, approvato dalla Corte per l'amministrazione controllata degli Stati
Uniti del Southern District di New York il 9 agosto 2002, consente a ciascun
investitore di rilevare le opportunità di investimento dell'altro tramite una
sorta di ritiro di fondi. ST Telemedia ha deciso di accollarsi la quota di
partecipazione di Hutchison del 30,75% nella nuova Global Crossing. "ST
Telemedia sarà il partner ideale e sosterrà il posizionamento di Global
Crossing come fornitore leader di servizi di telecomunicazione di prossima
generazione su scala globale", ha dichiarato John Legere, Ceo di Global
Crossing. "Essendo un'azienda innovativa che ha una solida posizione
finanziaria e piani di crescita aggressivi, St Telemedia si evidenzia in modo
inequivocabile come un investitore complementare alla visione e alla missione di
Global Crossing." Le azioni intraprese da St Telemedia e Hutchison non
modificheranno la distribuzione ai creditori sulla base del Piano di
Riorganizzazione del Capitolo 11 accettato dai creditori e confermato dalla
Corte per l'amministrazione controllata a dicembre 2002. "Siamo entusiasti
del futuro di Global Crossing," ha affermato Lee Theng Kiat, presidente e
Ceo di St Telemedia. "La transazione aiuterà a garantire che la società e
i suoi dipendenti continuino a fornire servizi di telecomunicazioni eccellenti
ai clienti di tutto il mondo." "Siamo riconoscenti per l'interesse di
Hutchison in Global Crossing e per la flessibilità che esercita nell'adattarsi
alle circostanze della proposta di investimento," ha aggiunto John Legere.
"Speriamo che Hutchison continui con successo a innalzare il livello dei
servizi di telecomunicazioni, laddove ha già stabilito una raffinato percorso
vincente tramite i suoi investimenti in tutto il mondo."
TRUE
NORTH GEMS PORTA GLI SMERALDI CANADESI ALLA BORSA DI BERLINO
Vancouver, British Columbia, 6 maggio 2003 - True North Gems Inc, ha ricevuto
l'autorizzazione per poter scambiare titoli sul Terzo Mercato della Borsa di
Berlino con il simbolo Tfn e con il codice di sicurezza tedesco (Wkn) 157748.
Per conoscere le stock quotes della societa' collegarsi al sito
http://www.comdirect.de e digitare il codice Wkn 157748 nel riquadro superiore a
sinistra. ''Siamo davvero soddisfatti di aver ricevuto l'autorizzazione a
effettuare le contrattazioni presso la borsa di Berlino. La Borsa di Berlino
permettera' agli azionisti tedeschi ed europei di ottenere azioni senza problemi
e ci permettera' di raggiungere una maggiore liquidita' delle nostre azioni
ordinarie'', ha dichiarato Andrew Lee Smith, amministratore delegato della True
North Gems. True North Gems e' una societa' canadese per la ricerca di pietre
preziose e detiene il 100% della proprieta' della prima scoperta di smeraldi
avvenuta in Canada. A tutt'oggi, nella proprieta' della societa' denominata
Regal Ridge, situata nei pressi dello Yukon Territory, sono stati ritrovati
numerosi tipi di smeraldi di varia qualita' (qualita' gemma e quasi gemma) dai
colori e dalla chiarezza ottimi. Nel 2002, nella zona sud-occidentale della
proprieta', e' stato ritrovato un esemplare da 6,36 tonnellate che ha poi
fornito 121,42 grammi di smeraldo di qualita' gemma (19.09g/t) e 587,33 grammi
di pietra preziosa di qualita' quasi gemma (92,35 g/t). Per il 2003 sono stati
stanziati 2,1 milioni di dollari canadesi per lo svolgimento di un programma di
scoperta rivolto all'ampliamento delle zone in cui si estraggono gli smeraldi,
alla ricerca di nuove aree che comprendono 1.250 metri di terreno per
l'effettuazione di scavi e la ricerca di diamanti. Inoltre, un programma per lo
sviluppo sotterraneo prevede l'installazione di almeno tre ponti per poter
accedere alla zona di estrazione di smeraldi e prevede altresi' uno sviluppo in
senso laterale di almeno 300 metri. Lo sviluppo delle infrastrutture comprende
anche la realizzazione di una pista d'atterraggio di 750 metri di lunghezza, in
modo da migliorare il campo e di favorire l'espansione dell'impianto pilota. Il
management della True North Gems questa settimana sara' in Inghilterra e in
Germania per incontrare i membri della comunita' di investitori. Infolink: http://www.truenorthgems.com/
1A
GIORNATA DELL'ECONOMIA - ECONOMIA MILANESE: ANCORA PIÙ FORTE. ANCHE IN TEMPI
DIFFICILI CRESCONO LE IMPRESE, IL LAVORO, L'INNOVAZIONE. MA RALLENTANO GLI
SCAMBI CON L'ESTERO. LE IMPRESE? SI RIORGANIZZANO IN GRUPPO. E DANNO LAVORO A
QUASI MEZZO MILIONE DI ITALIANI ...A CASA LORO
Milano, 6 maggio 2003. Imprese che aumentano (quasi 5 mila in più), 31 mila
nuovi occupati, soprattutto donne (23 mila), la più elevata produttività del
lavoro in Italia (64,3 mila euro per addetto), una sempre più accentuata
domanda di lavoro ad alta qualifica (un terzo del tot. delle nuove domande del
lavoro), il 50% delle imprese high-tech di tutta la Lombardia e il 13,6% di
tutta l'Italia, il 30% dei brevetti nazionali. Milano si appresta alla sfida
della globalizzazione ben attrezzata, nonostante le difficoltà congiunturali a
livello internazionale dell'ultimo anno. In particolare, si registra una
flessione nell'import (-4,1%) e nell'export (-4,4%), nonché nella congiuntura
manifatturiera (-0,7%). Oltre che forte quella milanese si scopre un'economia
organizzata: sono oltre 22.000 le imprese che operano in una logica di gruppo. E
con ricadute in tutta Italia, grazie a quasi 24.000 imprese delocalizzate che
hanno creato quasi 441.000 posti di lavoro. Sono questi alcuni dei dati del
rapporto dell'ufficio studi della Camera di Commercio di Milano presentati oggi
alla 1a Giornata dell'Economia, organizzata dalla Camera di Commercio in
collaborazione con Unioncamere Lombardia. La Giornata dell'Economia, che si è
svolta contemporaneamente presso tutte le Camere di Commercio d'Italia, nasce
con l'obiettivo di fornire una lettura approfondita dei principali fenomeni
economici territoriali e di consentire un monitoraggio dello stato di salute
delle economie locali. "Oggi - ha commentato Carlo Sangalli, presidente
della Camera di Commercio di Milano e di Unioncamere, l'Unione italiana delle
Camere di Commercio - inauguriamo la prima Giornata dell'Economia. Un evento che
non a caso si tiene nello stesso giorno, e più o meno alla stessa ora, in tutte
le 102 Camere di Commercio d'Italia. Partendo dall'esigenza di fare il punto
sullo stato di salute delle varie realtà locali, questa occasione vuole infatti
essere l'espressione concreta di una volontà di lavorare in rete per lo
sviluppo di tutto il territorio. In questo quadro, le prospettive per Milano
appaiono confortanti. E' vero, si esce da un anno di bassa congiuntura, anche
per effetto della crisi internazionale. Ma l'economia milanese sembra aver retto
bene questo periodo di difficoltà: lo dimostrano i dati sulla vitalità
imprenditoriale e quelli sull'occupazione, due punti decisivi che fanno ben
sperare per il rilancio. D'altra parte Milano si conferma nodo di primaria
importanza nella generazione e nell'attrazione dei flussi, nazionali e
internazionali, che ne fanno l'area metropolitana italiana maggiormente
proiettata tra il locale e il globale. E non solo: il diffondersi dei nuovi
modelli organizzativi a rete tra piccole imprese, che si mettono assieme per
contare e fare di più, l'innovazione tecnologica, gli investimenti in ricerca,
la qualità delle risorse umane, tutti settori dove Milano eccelle, dimostrano
che le basi per vincere la sfida della competitività a livello europeo e
internazionale ci sono tutte. Occorre adesso riuscire a pensare in grande, a
partire dal mondo delle istituzioni più vicine al territorio"
www.mi.camcom.it Il mondo delle imprese Sviluppo imprenditoriale. Nonostante la
crisi internazionale e il clima di incertezza che hanno contrassegnato
l'evoluzione congiunturale del 2002, non si è arrestata la voglia di "fare
impresa" dei milanesi: a fine 2002 le imprese milanesi registrate toccano
le 417.296 unità, con un aumento di 4.664 imprese (+1,1%) rispetto al 2001 (il
saldo nel 2001 era del +2,4%). Il saldo imprenditoriale di Milano è in linea
con quello regionale (+1,2%) e nazionale (+1,2%), mentre è migliore rispetto a
quello del Nord Ovest (+0,9%) e soprattutto del Nord Est (+0,3%). Tra le forme
giuridiche, il saldo migliore si registra per le società di capitale (+2,4%;
+3.541 imprese), rispetto alle ditte individuali (+0,5%) e alle società di
persone (sostanzialmente immutato). Tra le attività economiche, si registra un
saldo negativo per le attività manifatturiere (-2,2%; -1.402 imprese), con
l'eccezione dell'industria alimentare e delle bevande (+32 imprese); la
negatività del ciclo economico ha toccato anche il settore dell'intermediazione
finanziaria (-2%). In controtendenza: costruzioni (+632 imprese; +1,4%) e
istruzione (+33 imprese; +5%). I nuovi imprenditori in salsa milanese. Le
imprese milanesi "effettivamente" nuove (ossia al netto delle
trasformazioni, degli scorpori, ecc.) rappresentano in termini relativi il 49,8%
del tot. delle iscrizioni effettuate (ultimo dato disponibile: inizio 2001).
L'incidenza più elevata di nuove imprese si riscontra nell'industria
dell'abbigliamento (69,3%); degli alimentari (63%) e dei mobili (59,8%). Tra i
servizi: costruzioni (64,5%); commercio al dettaglio (59,9%); trasporti (61,9%);
poste e telecomunicazioni (78,9%). Per quanto riguarda l'identità dei nuovi
imprenditori milanesi, per il 74,5% sono maschi, e per lo più giovani: il 40,4%
ha tra i 25 e i 35 anni; il 32,2% tra i 35 e i 49 anni. L'incidenza di nuove
imprenditrici è maggiore nella confezione di articoli di vestiario (47,6%);
nella ricerca e sviluppo (50%); nella sanità e altri servizi sociali (66,7%).
La congiuntura manifatturiera. L'industria manifatturiera milanese nel corso del
2002 ha registrato complessivamente un -0,7% nella produzione, perfettamente
allineata al dato medio lombardo. A partire dalla seconda parte dell'anno si è
tuttavia verificata una inversione di tendenza: in particolare, nel corso del 4°
trimestre 2002, la produzione è aumentata dell'1,3%; il fatturato dell'1,6% e
gli ordini dell'8,3%. I gruppi di imprese. Sono 22.619 le imprese milanesi che
operano in una logica di gruppo (cioè che controllano altre imprese o sono
controllate da altre società), quasi il 30% del tot. delle società di capitale
(contro il 28,1% lombardo e il 24,6% italiano). Se si considerano anche le
imprese aventi forma giuridica diversa dalle società di capitale, il numero
delle imprese in gruppo sale a quasi 24 mila, pari all'8% di tutte le imprese
attive nell'area milanese (6% in Lombardia). Alle imprese di gruppo è
ascrivibile il 94,4% degli addetti sul tot. delle società di capitale (in
Lombardia l'88%; in Italia il 76,6%) ed il 77,6% di tutto il fatturato prodotto
(in Lombardia il 71,9%; in Italia il 66,4%). Se consideriamo la classe
dimensionale, il 68,3% delle imprese che operano in gruppo ha meno di 9 addetti;
l'8,3% tra 10 e 15; il 13,6% tra 16 e 49; il 4,3% tra 50 e 99; il 5,5% oltre 100
addetti. Il ricorso alla creazione di gruppi di impresa è un fenomeno che
interessa tutti i settori di attività. In particolare, il settore dove è più
alta la percentuale di società di capitale unite da un legame di gruppo è
quello dell'intermediazione monetaria (58,2%); seguito dall'agricoltura (37,6%);
e dalla chimica, gomma e plastica (33,3%). In termini assoluti, invece, il
maggior numero di imprese che a Milano operano in una logica di gruppo
appartiene al settore delle attività immobiliari e dei servizi avanzati alle
imprese (9.802 unità); seguite dal commercio e dalla ristorazione (4.555) e dal
settore metalmeccanico (2.190). Mercato del lavoro e capitale umano Il mercato
del lavoro. Nel corso del 2002 c'è stato un incremento di 31.000 occupati a
Milano (+1,9%, rispetto al +1,6% lombardo e al +1,5% italiano), di cui 23.000
donne (+3,4% rispetto al +2,5% lombardo e al +2,2% italiano). L'andamento del
tasso di attività conferma l'ottima performance del mercato del lavoro
femminile nella provincia di Milano: la partecipazione al mercato del lavoro è
risultata pari al 53,2% (rispetto al 48,8% nazionale. In particolare: 64,1% per
gli uomini (dato nazionale: 61,7%); 43,3% per le donne (dato nazionale: 36,8%).
Per quanto riguarda la distribuzione tra i settori, la maggior parte degli
occupati (65,9%) è impiegata nel terziario; segue l'industria (33,5%) e
l'agricoltura (0,6%). La crescita dell'occupazione ha riguardato in particolare
il lavoro dipendente (+50.000 occupati), mentre scende il lavoro indipendente
(-19.000). Il tasso di disoccupazione rimane sostanzialmente stabile al 4,6%
(3,6% uomini; 6% donne). Valore aggiunto e costo del lavoro. Milano si pone come
la provincia italiana con la più elevata produttività nominale del lavoro: il
valore aggiunto per addetto raggiunge infatti i 64,3 mila euro, il dato di gran
lunga più elevato tra le altre province lombarde (seconda Lodi con 51,4 mila
euro), nonché rispetto alla Lombardia (56,1), e alle altre ripartizioni
geografiche: Nord-Ovest (54); Nord-Est (45,4); Centro (45,5); Sud-Isole (41,8).
Il dato per l'Italia raggiunge invece i 48 mila euro. La più alta produttività
delle imprese milanesi si spiega principalmente con la relativa maggior presenza
di imprese aventi più grandi dimensioni, operanti nei settori a più elevato
contenuto tecnologico e più esposte alla concorrenza internazionale. Per quanto
riguarda la ripartizione settoriale, il dato più elevato si riscontra
nell'industria (valore aggiunto per addetto: 71 mila euro); seguito dai servizi
(58 mila) e infine dall'agricoltura (28 mila). Se consideriamo invece la
ripartizione per classe di fatturato delle imprese, il valore aggiunto raggiunge
i 102 mila euro per addetto per le imprese che fatturano oltre 50 milioni di
euro annuali; scende a 58 mila euro per le imprese tra 5-50 milioni di euro; e a
32 mila euro per quelle che fatturano meno di 5 milioni di euro. Per quanto
riguarda il costo del lavoro per addetto, a Milano si raggiungono i 34 mila
euro, rispetto ai 30,7 mila euro della Lombardia; ai 30 mila del Nord-Ovest; ai
26,6 mila del Nord-Est; ai 27,4 mila del Centro; ai 23,6 mila del Sud-Isole. A
livello nazionale, il costo per addetto tocca i 27,5 mila euro. La differenza
tra valore aggiunto e costo del lavoro per addetto raggiunge quindi i 30,3 mila
euro nella Provincia di Milano, a testimonianza della sua elevata produttività.
Il dato è infatti il più elevato rispetto alle altre province lombarde
(seconda Cremona con 29,5 mila euro). In Lombardia questa differenza raggiunge i
25,4 mila euro; Nord-Ovest (24 mila euro); Nord-Est (18,8); Centro (18,1);
Sud-Isole (18,2); Italia (20,5). Nel biennio 2000-2001 (ultimo dato disponibile)
l'indicatore della ricchezza prodotta dal sistema economico milanese ha
registrato un incremento del 5,4%, rispetto al 5,5% della Lombardia, al 5% del
Nord Ovest, al 5,2% del Nord Est e al 5,2% dell'Italia. L'incremento è dovuto
in particolare all'andamento del settore dei servizi (valore aggiunto prodotto:
+6,5%), rispetto all'agricoltura (+4,6%) e all'industria (2,8%). La qualità
delle risorse umane e l'investimento in formazione. Rispetto al resto del
panorama regionale e nazionale, nella provincia di Milano è decisamente più
elevata la richiesta da parte delle imprese di lavoratori ad elevato capitale
umano (dato relativo al 2002): la richiesta di dirigenti è pari all'1,1% del
tot. (rispetto allo 0,7% della Lombardia e allo 0,4% dell'Italia); quella delle
professioni intellettuali e scientifiche raggiunge il 12,4% del tot. (Lombardia:
7,8%; Italia: 5,4%); quella delle professioni tecniche il 19% (Lombardia: 15,5%;
Italia: 11,8%). Complessivamente, il gruppo dei dirigenti degli impiegati con
elevata specializzazione e dei tecnici conta 21.445 unità, pari al 32,5% del
totale delle assunzioni programmate nella provincia (in Lombardia sono il 24% e
in Italia il 17,6%). Sono invece meno ricercate le professioni legate
all'industria tradizionale: operai specializzati (14,7% del tot. rispetto al
21,4% della Lombardia e al 25,4% dell'Italia); conduttori impianti (9,2%
rispetto al 13,3% della Lombardia e al 13,4% dell'Italia), a causa della
maggiore terziarizzazione che caratterizza il sistema produttivo milanese. Per
quanto riguarda gli investimenti in formazione, nel corso del 2001 (ultimo dato
disponibile), le aziende milanesi hanno speso 131 milioni di Euro per la
formazione dei propri lavoratori (+8,6% rispetto al 2000: +11 milioni di Euro;
rispetto al +11,5% in Lombardia e al +2,4% italiano). I programmi di formazione
hanno coinvolto 187 mila dipendenti (il 16% del tot.), e il costo pro capite è
stato di circa 700 euro (686 in Lombardia; 649 in Italia). A Milano si concentra
il 52,2% dei formati totali lombardi e il 13% di quelli italiani. Il contributo
fornito dai fondi pubblici ai programmi di formazione è invece sceso del 50%:
da 10 milioni di euro a 5 milioni. Rispetto ai diversi settori produttivi, sono
le aziende del terziario (in particolare dei servizi alle imprese) che investono
di più nella formazione: il 44,6% della spesa totale nella formazione a Milano
è infatti sostenuta da queste imprese; seguono: industrie estrattive e chimiche
(15,9% della spesa) e quelle meccaniche (11,6%). Per quanto riguarda le
dimensioni delle aziende, i maggiori investimenti in formazione provengono dalla
aziende con più di 250 dipendenti (76 milioni di euro); seguite da quelle fino
a 50 dipendenti (39 milioni di euro), e da quelle con 50-249 addetti (15,5
milioni di euro). La proiezione sul territorio Commercio con l'estero. Le
difficoltà a livello internazionale durante il 2002 si sono fatte sentire sulla
dinamica del commercio estero, in particolare per una area come quella milanese
da sempre integrata nel sistema economico globale. Le esportazioni milanesi sono
infatti scese del 4,4% (rispetto al -4,5% lombardo e al -2,8% italiano), le
importazioni del 4,1% (rispetto al -3,7% lombardo e al -2,6% italiano). Le
esportazioni milanesi si concentrano soprattutto nel settore metalmeccanico
(49,9% del tot.); in quello chimico, gomma e plastica (26,8%) e nel sistema moda
(9,7%); un andamento simile si ha per quanto riguarda le importazioni:
metalmeccanico (56,8%); chimica (20,1%); altra industria (10,6%). I principali
mercati di sbocco delle merci milanesi risiedono in Europa (64% del tot., di cui
l'UE ne rappresenta il 48%), seguiti dall'Asia (17,2%) e dall'America del Nord
(9,9%). Riguardo all'origine geografica delle importazioni, anche in questo caso
prevale l'Europa (oltre l'80% delle importazioni; l'UE rappresenta il 68%),
seguita dall'Asia (11,2%). L'attrattività del territorio: localizzazione e
delocalizzazione d'impresa. Le imprese milanesi hanno creato 440.995 posti di
lavoro sul territorio italiano, grazie al fatto di aver delocalizzato 23.911
unità. L'indice di delocalizzazione (rapporto tra il numero dei dipendenti che
lavorano in unità locali fuori provincia con la totalità dei dipendenti
occupati nelle imprese di una provincia) raggiunge il 31,7%, il valore più
elevato rispetto alle altre province lombarde. E' più elevato rispetto anche
alla Lombardia (15%); al Nord-Ovest (12%); al Nord-Est (5,1%); al Centro
(14,9%); al Sud-Isole (3%); all'Italia 17%. Per quanto riguarda la distribuzione
geografica del lavoro creato dalle imprese milanesi, 119.897 posti di lavoro
sono stati creati in Lombardia; oltre 72 mila nel resto del Nord-Ovest; quasi 86
mila nel Nord-Est; oltre 82 mila nel Centro; 80,5 mila nel Sud e Isole. Milano
ha invece attratto 10.585 imprese italiane sul suo territorio, che occupano
oltre 140 mila addetti. L'indice di attrazione (rapporto tra il numero di
dipendenti che lavorano in unità locali di imprese che hanno sede in un'altra
provincia e la totalità dei dipendenti impiegati nel settore analizzato)
raggiunge per Milano il 12,9%, superiore a quello Lombardo (e pari all'8,3%), ma
inferiore a quello nazionale (pari al 17%). Da qua emerge che per ogni 100 posti
di lavoro che le imprese milanesi creano al di fuori del territorio provinciale,
circa 32 vengono creati da imprese extraprovinciali sul territorio provinciale
milanese. La proiezione internazionale. Sebbene nel corso degli anni '90
l'internazionalizzazione produttiva dell'industria milanese abbia conosciuto una
dinamica rallentata, Milano - con le 547 imprese estere partecipate da 187
imprese milanesi - rappresenta l'area con la maggiore propensione multinazionale
d'Italia (assorbendo quasi il 20% del totale delle imprese estere partecipate
dall'intera industria nazionale, un peso che sale 37% se si considerano i
settori a elevata intensità tecnologica, quali la filiera
chimica-farmaceutica-plastica e quella dei prodotti elettrici-elettronici). Gli
ultimi tre anni (1998-2001) hanno visto una significativa e più intensa
crescita, rispetto agli anni precedenti, del numero delle multinazionali
milanesi (da 143 a 187) e delle loro partecipate industriali all'estero (da 430
a 547). La presenza all'estero delle imprese milanesi vede inoltre un maggiore
radicamento nei mercati più ricchi dell'Occidente (Unione Europea e Nord
America) e in America Latina, mentre minore risulta la propensione a investire
nei paesi a più basso costo del lavoro dell'Europa centro-orientale e del
Nord-Africa. Milano detiene una posizione di leader anche sul fronte degli
investimenti esteri in entrata (28% del totale nazionale, un peso peraltro
inferiore al 34% del 1990), che nel periodo 1998-2001 registrano un discreto
aumento (il numero delle imprese industriali milanesi partecipate da imprese
estere passa da 527 a 537). Innovazione Il rendimento degli investimenti.
Utilizzando l'indicatore ROI per valutare la redditività delle risorse
finanziarie impiegate nelle imprese milanesi, si può constatare un aumento
costante di Milano: dal 6,2% del 1997 al 6,7% del 2000 (ultimo dato
disponibile), rispetto al 6,5% lombardo e al 5,7% italiano. A livello di
settore, la redditività più elevata si riscontra nella provincia di Milano nei
servizi alle imprese (dal 4,4% del 1997 al 7,7% del 2000); e in quello
manifatturiero (sebbene in leggero calo: dal 7,9% al 7%). Bene anche gli altri
servizi (dall'8,1% al 9%). Oltre al 6% anche gli alberghi e ristoranti (dal 3,9%
al 6,4%) e il commercio (dal 5,7% al 6,2%). I valori più contenuti si
registrano nel settore delle costruzioni (dall'1,7% al 3,3%); nell'agricoltura
(dal 2% al 2,6%) e nei trasporti (dal 3,6% all'1%). Propensione all'innovazione:
il settore high-tech. Nel 2002 il settore high-tech nel suo complesso
(informatica, telecomunicazioni, servizi telematici, manifatturiero avanzato,
servizi di ricerca e sviluppo) ha fatto registrare 18.264 imprese operanti nella
provincia di Milano, pari al 52,2% del tot. della imprese attive in Lombardia
nello stesso settore e al 13,6% del tot. nazionale. In particolare: il solo
settore dell'informatica e telecomunicazioni rappresenta con 9.065 il 58,5% del
tot. lombardo e il 13,9% di quello nazionale. Il settore del manifatturiero
avanzato raggiunge le 8.820 imprese, pari al 52,4% lombardo e al 13,2% italiano
(tra cui: quello della fabbricazione di prodotti chimici e fibre sintetiche il
63,6% lombardo e il 23% nazionale); infine il settore della ricerca e sviluppo
con 379 imprese rappresenta il 69,4% del tot. regionale e il 17,7% del tot.
nazionale. Rispetto al 2001, il settore high-tech nel suo complesso ha fatto
segnare una crescita dello 0,7%, risentendo anch'esso del generale rallentamento
dell'economia. In particolare, il settore manifatturiero avanzato ha segnato un
-2%; una variazione positiva è stata invece fatta registrare dalla ricerca e
sviluppo: +2,7%; e dall'informatica e telecomunicazioni: +3,5%. Propensione
all'innovazione: numero di brevetti. Milano detiene il primato italiano dei
brevetti nazionali ed internazionali depositati. Nel solo 2002 sono stati
depositati a Milano 2.784 domande di brevetto, pari all'89,1% dei depositi della
Lombardia e al 31,5% del tot. nazionale. Rispetto al 2001 c'è stata una
diminuzione del 2%, che rispecchia sia l'andamento regionale che nazionale. Per
quanto riguarda i brevetti europei, le aziende milanesi nel 2000 (ultimo anno
disponibile) hanno depositato 386 domande di brevetto europeo, pari al 55,9%
delle domande lombarde e al 16,3% di quelle italiane.
WATERFRONT:
ILCOMUNE DI GENOVA PREMIATO AL FORUM NAZIONALEDELLA PUBBLICAAMMINISTRAZIONE
Roma, 6 maggio 2003 - Il Comune di Genova ha vinto, grazie al progetto
"Water Front", la sfida di..."Sfide 2002-2003". "Water
Front" rappresenta una delle più importanti ed imponenti attività di
valorizzazione sociale, urbanistica ed economica di un'area portuale
"metropolitana" in corso in Europa. Martedì 6 maggio, nel corso della
14° edizione del Forum della Pubblica Amministrazione, che si terrà a Roma dal
5 al 9 maggio, l'assessore alla Comunicazione Anna Castellano riceverà l'"Award
di Qualità" per le "Azioni innovative per lo sviluppo
territoriale". "Sono molto onorato - ha dichiarato il Sindaco Giuseppe
Pericu - che la città di Genova venga premiata al Forum P.A. 2003 con alcuni
importanti riconoscimenti tra cui il premio di qualità per il progetto relativo
al parco urbano portuale - la grande operazione "waterfront". Il
recupero dell'area del porto antico, situato nel cuore storico della città,
un'operazione iniziata nel 1992 su progetto del "nostro" architetto
Renzo Piano, prosegue anche grazie ai finanziamenti previsti per il grande
evento che vedrà Genova capitale europea della cultura nel 2004. In particolare
verrà recuperata l'area della vecchia darsena in cui avrà sede il museo del
mare e della navigazione (uno tra i più grandi in Europa) mentre altri
interventi importanti riguarderanno la zona di Ponte Parodi dove verrà
realizzata un'imponente piazza sul mare, ed ampi spazi saranno dedicati ad
attività artistico-culturali e sportive. Questi riconoscimenti - ha concluso il
Sindaco - ci confortano e ci incoraggiano ad andare avanti verso una
riqualificazione complessiva della città di Genova che nel 2004 avrà
un'irrinunciabile occasione per rilanciare su scala europea ed internazionale la
propria immagine rinnovata di città a molteplici vocazioni: portuale,
industriale, commerciale, high tech, turistica e culturale".
"Sfide", che per la prima volta propone alle amministrazioni locali di
mettersi in gioco, accettando di essere esaminate non solo sui progetti, ma
sulla capacità di realizzarli, è un concorso patrocinato dalla Presidenza del
Consiglio e dal Forum della Pubblica Amministrazione. Diversi sono stati gli
esami che il progetto "Parco Urbano Portuale - La grande operazione Water
Front" ha dovuto superare per imporsi su tutti quelli presentati. Una
commissione formata da Sda Bocconi, Italialavoro-Formez, ha verificato sul campo
i risultati conseguiti riconoscendo la qualità del progetto, che dal suo avvio
(1992) alla sua conclusione (2010) comporta un investimento di 1.113 miliardi di
vecchie lire, di cui circa 602 con finanziamenti pubblici e circa 510 con
finanziamenti privati, il recupero di 85 ettari di porto alla città, la
rimozione delle barriere urbanistiche e sociali che hanno ridotto negli ultimi
trent'anni il rapporto tra la città e il mare. Ma i punti di forza del progetto
non finiscono qui. La creazione di un parco portuale affacciato sul mare, cioè
lo spostamento del baricentro della città, porterà delle ricadute positive
sulla riqualificazione del Centro Storico, nell'ambito del progetto Genova 2004
- Città della Cultura. Nello sviluppo del progetto Water-Front, un ruolo di
spicco riveste la Porto Antico Spa, società mista a maggioranza di capitale
comunale che gestisce spazi strutture e servizi. L'intervento di valorizzazione
del Porto Antico proseguirà sino al 2010. Su questi temi si terrà, martedì 6
alle ore 14.30 nella sala stampa del Forum, una conferenza su: "Genova
2004: la città riconquista il suo mare". Inoltre al Comune di Genova,
presente al Forum con uno stand , sono stati assegnati altri due riconoscimenti:
il premio P.A Aperta - ottenuto per le azioni che rendono accessibili i servizi
ai disabili - per il progetto Testlab - nuove tecnologie per l'accesso dei
servizi bibliotecari ai non vedenti; premio Chiaro - per la semplificazione del
linguaggio amministrativo; per l'opuscolo informativo su Isee - indice
situazione economica equivalente per i servizi di ristorazione scolastica. Un
altro prestigioso riconoscimento ai progetti urbani di Genova per il Porto
Antico è stato attribuito alla nostra città dal Ministero dei Trasporti e del
Turismo francese che ha scelto il capoluogo ligure come sede del 28° Atelier
Projeturbain, che si svolgerà i prossimi 15 e 16 maggio e vedrà la
partecipazione di progettisti, architetti e urbanisti tra cui Guillermo Vasquez
Consuegra, l'architetto di Amsterdam Ben Van Berkel, Donald Hart dello studio di
Renzo Piano e l'assessore all'urbanistica Bruno Gabrielli. Infolink www.comune.genova.it
SERVIZI
ALLE PERSONE: MENO SPRECHI E MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA' - NUOVO SEMINARIO
DELLA GALGANO FORMAZIONE A MILANO IL 20 E 21 MAGGIO
Milano, 6 maggio 2003 - Si chiama ''Aziendalizzazione dei servizi alla persona,
modelli ed esperienze'' il seminario organizzato dalla Galgano Formazione a
Milano per martedi' 20 e mercoledi' 21 maggio. La nuova iniziativa Galgano si
propone di illustrare i modelli operativi piu' innovativi presenti in Italia in
tema, appunto, di ''aziendalizzazione'' dei servizi alla persona e di presentare
l'esperienza (che ormai ha superato i cinque anni) dell'Aspef, l'Azienda dei
servizi alla persona del Comune di Mantova, nella gestione dei servizi
socio-sanitari. In particolare, il confronto con l'esperienza dell'Aspef e' di
grande utilita' per gli operatori del settore in termini di acquisizione di
informazioni su regolamenti, schede di programma e bilancio di utilita' sociale,
nonche' per la concreta valutazione del vantaggio qualitativo ed economico
realmente ottenuto in questi anni di funzionamento. Il nuovo seminario del
Gruppo Galgano e' indirizzato a: dirigenti degli Enti Locali, Amministratori,
dirigenti della Cooperazione sociale, dirigenti delle Associazioni del
Volontariato, funzionari della Pubblica Amministrazione, Operatori
sociali-assistenziali-sanitari, dirigenti sanitari. Oggi gli enti locali si
trovano a dover operare in una logica di ''mercato'' che li ''costringe'' a
fronteggiare sfide impegnative e improrogabili. Tra queste segnaliamo: fornire
piu' servizi e di migliore qualita' a fronte di risorse finanziarie in
contrazione; recuperare credibilita' presso una opinione pubblica sempre piu'
preparata, selettiva e critica; fornire risposte positive ai bisogni ed alle
attese dei cittadini. A queste si aggiungono altre sfide ''interne'', che
costituiscono il presupposto per dare giuste risposte alle sollecitazioni
esterne. Su questo fronte si tratta di lavorare per ottenere: riduzione dei
costi della ''non qualita'''; recupero di produttivita' delle strutture;
soddisfacimento dei nuovi bisogni del lavoratore in termini di coinvolgimento;
partecipazione, affermazione, valorizzazione e comunicazione. In tale contesto,
particolarmente riferibile ai ''Servizi alla Persona'', occorrono nuovi
riferimenti organizzativi e gestionali, con una particolare attenzione all'''aziendalizzazione''
del servizio stesso. Le esperienze maturate in tal senso da alcune realta'
eccellenti, hanno saputo cogliere i benefici di tale forma di gestione:
miglioramento del livello di qualita'; recupero di efficienza; aumento dei
servizi offerti. In particolare, nel corso del seminario verranno illustrate: le
modalita' di realizzazione dello studio per l'''aziendalizzazione'' del servizio
stesso, un tema di sempre maggiore attualita', anche in seguito alle spinte
provenienti dalle leggi finanziarie dello Stato o da specifiche normative di
settore (per esempio le leggi 207 e 328 del 2000) che impongono agli enti locali
di definire la propria strategia ed i modelli operativi per cogliere le
opportunita' presenti. Alcune realta' di eccellenza hanno gia' colto questa
occasione per migliorare significativamente il livello di qualita' e di servizi
offerti alla comunita' locale, coniugandola al recupero di efficienza interna.
Verranno anche discussi i rapporti con le cooperative fornitrici di servizi e,
soprattutto, la doppia identita' del cittadino-paziente come ''utente-cliente''.
Nel corso del seminario verranno date ai partecipanti due opportunita'
importanti: il confronto con modelli di ''aziendalizzazione'' realmente
applicati e ormai ampiamente sperimentati; l'analisi e l'approfondimento degli
strumenti operativi utilizzati dall'Aspef di Mantova.
GLI
EUROPEI E L'APPRENDIMENTO LUNGO TUTTO L'ARCO DELLA VITA: I PRINCIPALI RISULTATI
DI UN'INDAGINE EUROBAROMETRO
Bruxelles, 6 maggio 2003 - Gli europei considerano l'apprendimento lungo tutto
l'arco della vita un importante strumento per il proprio sviluppo personale e
professionale e percepiscono il divario tra quello che sanno e le competenze
necessarie per affermarsi nell'Europa della conoscenza. Tuttavia in media più
di un terzo dei cittadini europei non partecipa attualmente ad alcuna forma di
istruzione o formazione e uno su dieci non desidera farlo. Problemi di tempo e
di denaro sono spesso indicati come ostacoli al perseguimento di tale obiettivo.
Questi sono alcuni dei risultati dell'indagine Eurobarometro relativa
all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, effettuata per conto della
direzione generale Istruzione e cultura con l'assistenza del Cedefop.
L'indagine, svolta dal 15 gennaio al 28 febbraio 2003 nei 15 Stati membri, in
Norvegia e in Islanda, ha comportato più di 18 000 interviste dirette. Nel
presentare l'indagine Eurobarometro, Viviane Reding, Commissario europeo
responsabile di Istruzione e cultura, ha affermato: "I risultati
dell'indagine confermano gli obiettivi politici definiti dalla strategia di
Lisbona e sottolineano l'importanza del nostro lavoro nei settori
dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e dell'e-learning. I risultati
evidenziano inoltre elementi importanti per futuri sviluppi a livello europeo e
nazionale. In particolare, occorre convincere i cittadini europei
dell'importanza dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita sia sul piano
personale che sociale e incoraggiarli a migliorare e ad aggiornare le proprie
competenze, soprattutto nei settori delle TIC e delle lingue straniere". La
signora Reding ha aggiunto: "Il nostro obiettivo deve consistere
nell'impegno a mettere l'apprendimento permanente alla portata di tutti,
specialmente di coloro che ne hanno maggior bisogno e che vi accedono meno
facilmente. E' necessario mobilitare un maggior numero di risorse e scambiare e
diffondere esempi di buone prassi e strategie, come ha sottolineato la
Commissione nella recente comunicazione intitolata "Investire
efficientemente nell'istruzione e nella formazione". La presente indagine
Eurobarometro fa parte delle azioni concrete intraprese successivamente alla
comunicazione della Commissione "Realizzare uno spazio europeo
dell'apprendimento permanente" del novembre 2001. In questo contesto la
signora Reding ha rilevato inoltre che agli Stati membri è stato chiesto di
presentare relazioni nazionali sull'attuazione dell'apprendimento lungo tutto
l'arco della vita entro la fine di maggio 2003. Su questa base la Commissione
prevede di presentare una comunicazione nel novembre 2003. I principali
risultati di questo studio sono esposti qui di seguito. L'apprendimento lungo
tutto l'arco della vita è importante per motivi sia economici che sociali Nove
cittadini europei su dieci pensano che l'apprendimento permanente sia
importante, sebbene il grado di consenso si differenzi nei singoli paesi. I
tedeschi e gli islandesi sono quasi unanimi riguardo alla sua importanza, mentre
i cittadini del Belgio, dell'Irlanda, dei Paesi Bassi e della Grecia sono più
scettici della media. La grande maggioranza dei cittadini (otto su dieci)
considera l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita uno strumento per
perseguire obiettivi economici e sociali. L'apprendimento aiuta le persone a far
fronte ai cambiamenti e alle domande del mercato, ma anche a prendere in mano le
proprie vite e a realizzarsi pienamente. Inoltre numerosi cittadini europei
ritengono che l'apprendimento permanente riguardi tutte le fasce d'età. In
altri termini, non dovrebbe essere limitato ai giovani o agli anziani ma
consistere piuttosto in un processo ininterrotto lungo l'intera vita di
ciascuno. Questa visione tuttavia è lontana dal rappresentare l'unanimità e
l'idea che l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita concerne tutti, ad ogni
livello, deve essere rinforzata in alcuni paesi e per alcuni gruppi. Le persone
pensano di avere competenze inadeguate nelle TIC e nelle lingue straniere Quasi
tutti i cittadini riconoscono che la lettura, la scrittura e l'aritmetica sono
le competenze più utili in tutti gli ambiti della vita. Allo stesso tempo molti
sono consapevoli della necessità di possedere una gamma più ampia di
competenze per affermarsi nell'Europa della conoscenza, sia per quanto concerne
le competenze sociali e comunicative, sia nel settore delle TIC o delle lingue
straniere. Sebbene la maggior parte degli europei ritenga di saper leggere,
scrivere e far di conto, mostra tuttavia minore sicurezza quando si tratta di
nuove competenze chiave. Solo il 58% degli interpellati ha risposto di saper
utilizzare il computer. La metà di loro ha dichiarato di non saper fare uso di
Internet. Il 60% non è in grado di servirsi di lingue straniere. L'assenza di
competenze nelle TIC è particolarmente marcata in Grecia e in Portogallo dove
due terzi degli interpellati ha dichiarato di non saper utilizzare il computer.
Circa il 70% delle persone intervistate in Spagna, in Irlanda e nel Regno Unito
ha affermato di non saper servirsi di lingue straniere. La maggior parte dei
cittadini ritiene di poter apprendere meglio in contesti informali I cittadini
europei ritengono che le loro esperienze d'apprendimento siano maggiormente
proficue in contesti informali, per esempio quando si dedicano ad attività in
casa, durante il tempo libero, o quando apprendono in modo informale al lavoro,
nei centri di formazione locali o nelle biblioteche. Solo il 17% degli
interpellati ha indicato contesti d'apprendimento formali (scuole, università,
istituti d'insegnamento superiore) tra i luoghi d'apprendimento recenti e
pertinenti. E' opportuno notare inoltre che le modalità dell'apprendimento a
distanza e le esperienze d'apprendimento all'estero (nel quadro di programmi di
scambio) figurano tra i contesti d'apprendimento meno apprezzati. Per i più
giovani e per le persone più qualificate l'apprendimento è possibile in
contesti molto differenziati. Anche coloro che vivono in Finlandia, in Svezia e
in Islanda dichiarano frequentemente di aver appreso in contesti diversi,
contrariamente ai cittadini della Grecia o del Portogallo. La gamma dei contesti
d'apprendimento è più varia nel caso degli studenti, che imparano a scuola, a
casa, durante il tempo libero e anche attraverso i viaggi. I lavoratori
dipendenti in genere dichiarano di apprendere sul luogo del lavoro, soprattutto
gli uomini. Le donne invece tendenzialmente dichiarano di aver appreso a casa e
nei centri di apprendimento locali o nelle biblioteche. Da un lato le persone
ritengono di imparare meglio in contesti informali, dall'altro citano contesti
formali quando pensano al miglioramento o all'aggiornamento delle proprie
competenze professionali. Questo è connesso al persistere di idee tradizionali
in merito luogo in cui si deve apprendere, ossia le scuole, gli istituti
d'insegnamento superiore, i centri di formazione, le università, ecc. Nella
vita quotidiana tuttavia le persone riconoscono di apprendere in contesti molto
più differenziati, circostanza che conferma l'enfasi accordata a livello
europeo al riconoscimento dei contesti non formali e informali. Principali
ostacoli all'apprendimento permanente: tempo e denaro Nei paesi nordici meno
della metà degli interpellati non partecipa a programmi d'istruzione o di
formazione, mentre in Grecia e in Portogallo solo due cittadini su dieci vi
hanno preso parte l'anno scorso. La proporzione di coloro che dichiarano di non
avere semplicemente alcun interesse nell'apprendimento è particolarmente
elevata in Spagna (47%) e in Portogallo (50%). L'indagine conferma inoltre che
le persone con un grado d'istruzione superiore e un livello professionale
elevato tendono maggiormente a partecipare a corsi d'istruzione e di formazione.
Sebbene i cittadini europei riconoscano i vantaggi personali e sociali
dell'apprendimento, sottolineano che la mancanza di tempo legata al lavoro e
agli impegni familiari rappresenta un ostacolo di rilievo. Modalità di
apprendimento individualizzate e flessibili si sono tuttavia dimostrate
incentivi efficaci all'apprendimento. In generale il denaro costituisce un
ostacolo maggiore: la metà degli interpellati si è dichiarata contraria a
qualsiasi forma di pagamento. E' interessante notare tuttavia che le persone
sono disposte ad apportare un contributo finanziario se ritengono che il
beneficio sia unicamente personale, ma a loro avviso l'apprendimento legato al
mondo del lavoro non dipende unicamente dalla loro responsabilità. Infolink: http://europa.eu.int/comm/dgs/education_culture/index_fr.htm
http://www.cedefop.eu.int/
TERMINATO
IL PRIMO STEP DEL PERCORSO FORMATIVO CHE IL BANCO AZZOAGLIO HA AFFIDATO A
STUDIOASCHEI, SOCIETÀ DI FORMAZIONE E CONSULENZA AZIENDALE, CON SEDI OPERATIVE
A MILANO E ROMA
Milano, 6 maggio 2003 - L'Italia è tra i paesi dove si registra la più alta
diffusione e la più consolidata tradizione delle cosiddette "banche di
minore dimensione". Le motivazioni hanno radici antiche e derivano non solo
dalla frammentazione politica del territorio, al tempo dei comuni, ma anche dai
valori di appartenenza e dallo spirito locale che la stratificazione di culture
spesso diverse da luogo a luogo ha prodotto nell'organizzazione geopolitica del
Paese. Le peculiarità di tali istituti bancari rischiano oggi, secondo alcuni,
di venire compromesse e perdere parte del loro valore, salvo che esse sappiano
dotarsi di strumenti di conoscenza e relazione con il territorio di cui fanno
parte. Secondo il parere di Luca Maria Aschei, titolare dell'omonimo studio di
formazione e consulenza aziendale, "in un momento qual è quello attuale,
assume ancora maggiore rilevanza la capacità di saper ben recepire e rispondere
ai bisogni di sicurezza e di garanzia dell'utente bancario. La formazione del
personale diventa elemento distintivo e qualificante del servizio al cliente
soprattutto quando è 'erogata' su misura e cioè predisposta in modo da
consolidare le relazioni tra la banca e il suo territorio tanto da riuscire a
colmare l'innegabile dislivello di immagine e 'affidabilità' con i competitors
che possono contare su costose azioni di immagine verso un mercato che va oltre
i ristretti confini di una banca di minori dimensioni". Il percorso
formativo, di circa centosessanta ore, condotto per BancoAzzoaglio
http://www.azzoaglio.it da StudioAschei ha impegnato oltre cento persone sulle
metodiche linguistiche e comportamentali applicate a una relazione con il
cliente corretta e trasparente attraverso una sezione teorica ed esercitazioni
pratiche. "La famiglia Azzoaglio", sempre molto attenta alle nuove
realtà di mercato "ha inteso promuovere - ha commentato Simone Azzoaglio,
responsabile delle Relazioni esterne del Banco - "la conoscenza e la
condivisione dei valori che la banca ritiene cruciali per costituire una squadra
di valore e per dare valore alla squadra. Attraverso il coinvolgimento dei
responsabili di area, di servizio e di filiale è stato avviato un processo di
verifica e approfondimento delle competenze relazionali e professionali che il
corso appena concluso ha contribuito a migliorare così da completare il
programma di interventi formativi programmati a medio e lungo periodo".
Giudizio molto positivo da parte dei partecipanti il corso (il 95% è favorevole
a ripetere l'esperienza). "Per il futuro - ha concluso Aschei - lo studio
sta elaborando un nuovo pacchetto formativo rivolto alle banche in cui sono
comprese attività di monitoraggio, verifica e valorizzazione dei risultati
ottenuti applicando 'sul campo' le metodiche apprese in aula". Infolink: http://www.studioaschei.it
ANCHE
QUELLO DEL "CAPO" E' UN VERO E PROPRIO MESTIERE
Reggio Emilia, 6 maggio 2003 - Si terrà mercoledì prossimo 7 maggio 2003,
presso le aule di Centro Servizi P.M.I. di Via Che Guevara 2, il sesto incontro
del progetto "Ulisse", il ciclo di 16 seminari sulla gestione a 360
gradi delle risorse umane organizzato dalla società di formazione dell'Api di
Reggio Emilia e avviato lo scorso febbraio. Il seminario, dal titolo "Il
mestiere di capo" si rivolge a imprenditori, responsabili di funzione e
capi intermedi, con l'obiettivo di dimostrare quanto e come una gestione
adeguata del proprio ruolo di capo rappresenti un valore aggiunto irrinunciabile
per l'azienda, non solo per un efficace coordinamento delle risorse umane, ma
anche in termini di innovazione e quindi fronteggiamento della concorrenza:
l'organizzazione del proprio tempo e la delega di alcune attività operative
consente infatti di lasciare spazio alla formulazione di nuove procedure
aziendali o strategie. E saranno proprio l'organizzazione dell'attività e dei
tempi del capo due degli argomenti di riflessione per le aziende reggiane
presenti al seminario: partendo dalla definizione del ruolo del capo all'interno
di un'impresa, il Dott. Gianmarco Falzi descriverà la condizione molto comune
di "Responsabile metà capo e metà operativo", soffermandosi
sull'importanza di sottrarre tempo all'operatività - comunque necessaria - per
concentrarsi sui quattro reali "mestieri" del capo: pianificare,
organizzare, motivare e controllare. Le otto ore di seminario - dalle ore 9,00
alle ore 13,00 e dalle ore 14,00 alle ore 18,00 - si concluderanno con una
panoramica dei cosiddetti "ferri del mestiere": dalla delega alle
tecniche di comunicazione per il coinvolgimento attivo delle risorse umane e
dagli strumenti di organizzazione del proprio tempo fino alle tecniche di
analisi del proprio ruolo e di controllo e incentivazione dell'attività dei
propri collaboratori. Infolink: www.cspmi.it
COPIA
DELL'ATTO DI DIFFIDA E COSTITUZIONE IN MORA TRASMESSO ALL'AUTORITÀ PER
L'ENERGIA ELETTRICA ED IL GAS
Roma, 6 Maggio 2003 - "L'associazione Nazionale Impiantisti Manutentori
Anim - Cna in persona del Presidente Maurizio Calzolari, con sede in Roma in via
G.A. Guattani 13, ed elettivamente domiciliata ai fini del presente atto in
Roma, via G. Vico, 31, presso lo studio dell'avv. Enrico Scoccini, Premesso 1)
L'associazione Nazionale Impiantisti Manutentori Anim - Cna (Anim per il
prosieguo) è l'associazione di categoria degli impiantisti e manutentori che
operano nel mercato del dopo contatore nelle reti di distribuzione del Gas; essa
associa e rappresenta n. 18.000 imprese artigiane o piccole imprese,
regolarmente iscritte negli appositi elenchi presso le Ccia. 2) Il mercato del
"dopo contatore" relativamente all'attività di istallazione e
manutenzione nel settore della distribuzione del gas, presenta gravissime
distorsioni alla libera concorrenza, in quanto: a) da un lato le grandi imprese
di vendita e distribuzione del gas hanno da tempo costituito società, di cui
detengono l'intero capitale sociale o comunque ne hanno il completo controllo,
attraverso le quali operano nel mercato della istallazione e manutenzione degli
impianti a gas per uso domestico o industriale, fruendo, in tale mercato, dei
vantaggi che derivano dalla posizione assolutamente dominate di cui godono nel
mercato a monte della distribuzione del gas. Come è noto l'Autorità Antitrust
nazionale è ripetutamente intervenuta su singoli episodi di abuso di posizione
dominate da parte delle società venditrici o distributrici di gas, contestando
loro fatti costituenti abusi di posizione dominate ed applicando loro anche
sanzioni, tuttavia gli abusi continuano sotto altri e non meno gravi profili; b)
dall'altro l'art. 16 del D. Lgs. 23/5/2000 n. 164, 5° comma, non solo rafforza
ulteriormente la posizione dominate delle imprese di distribuzione nel mercato
del dopo contatore, ma attribuisce loro addirittura, su una parte di tale
mercato, il diritto di esclusiva della certificazione della sicurezza dei nuovi
impianti e di quelli già esistenti ove modificati. Il cit. art. 16, 5° comma
attribuendo alla sole imprese di distribuzione, relativamente agli impianti di
utenza non industriali o artigianali, il potere di "accertare attraverso
personale tecnico che gli stessi impianti sino eseguiti e siano mantenuti in
stato di sicuro funzionamento nei riguardi della pubblica incolumità", per
certo è in contrasto con il disposto dell'art. 82 del Trattato CE e dell'art. 3
della L. 287/90. Tuttavia la noma in esame, per tentare di attenuare la propria
intrinseca ed immediata valenza anticoncorrenziale, prevede nel medesimo 5°
comma, l'obbligo per l'Autorità per l'Energia elettrica ed il Gas (Aeeg) di
emanare un regolamento "per lo svolgimento di tali attività in regime di
concorrenza". 3) Dopo quasi tre anni dall'entrata in vigore del D. Lgs.
164/00, l'aeeg non ha emanato alcun regolamento, sebbene da oltre un anno sia
stata presentata un bozza, e le parti interessate siano state ripetutamente
sentite. La Anim - Cna ha esposto le proprie osservazioni critiche sul testo del
regolamento predisposto, anche perché in contrasto con i principi e le
indicazioni fissate al riguardo dall'Antitrust nazionale Ritenuto che l'assenza
di una regolamentazione dello svolgimento in via esclusiva delle attività di
certificazione della sicurezza dei nuovi impianti e di quelli modificati da
parte delle imprese di distribuzione del gas rafforza ulteriormente la posizione
dominate di tali imprese e di quelle di loro emanazione nel mercato in cui
operano anche le imprese associate all' Anim - Cna; che le imprese associate
all' Anim - Cna stanno subendo un danno oggettivamente grave ed irreparabile,
essendo costrette, per causa di una legge illegittima, ad uscire dal mercato
della certificazione di conformità, in cui pure, ai sensi della L. 46/1990 ben
poterebbero operare, o comunque sono impedite ad accedervi; che il diritto alla
libera concorrenza è un diritto fondamentale dell'ordinamento interno e
comunitario; che la mancata emanazione del regolamento ai sensi dell'art. 16, 5°
comma D. Lgs. 164/00, rappresenta una grave violazione degli obblighi
istituzionali da parte dell'Aeeg ai sensi della L. 14/11/1995 n. 481; tutto ciò
premesso, la Anim - Cna, come sopra rappresentata e domiciliata Diffida
L'autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas, in persona del suo Presidente
prof. Pippo Ranci, con sede in Milano, piazza Cavour, 5 a voler emanare il
regolamento previsto dall'art. 16, 5° comma D. Lgs. 23/5/00 n. 164, Avverte Che
decorsi i termini di legge impugnerà il silenzio rifiuto innanzi alla
competente Autorità Giudiziaria, con riserva di richiedere in tale sede i danni
subiti, impregiudicato in ogni caso il diritto di richiedere l'intervento della
Commissione Europea al fine di accertare la violazione, da parte dello Stato
italiano, degli art. 5 e 82 del Trattato CE in riferimento all'art. 16, 5°
comma D. Lgs. 164/00 e del regolamento dell'Aeeg ove mai emanato. Roma, aprile
2003 Il Presidente Anim - Cna Maurizio Calzolai"
ANIM
E CNA IN ALLARME: IN PERICOLO 350 MILA POSTI DI LAVORO
Milano, 5 maggio 2003 - Distributore e venditore d'energia, installatore,
manutentore e terzo responsabile (ossia il garante dei lavori eseguiti)
dell'impianto sono tutte attività che fanno parte di un'identica filiera:
quella della fornitura e del godimento dell'energia garantendo la sicurezza
degli impianti, la tutela dei cittadini utenti e la promozione del risparmio
energetico. All'interno della filiera esiste una linea di demarcazione: il
contatore, una sorta di spartiacque che distingue la tipologia dei servizi e le
realtà ad essi preposte. Distribuzione e vendita di gas ed energia elettrica
sono attività precontatore e se ne occupano i grandi distributori (Enel, Eni,
ecc.), installazione e manutenzione degli impianti sono postcontatore e ad esse
provvedono oltre 100 mila imprese (artigiane per il 92%) con oltre 350 mila
addetti. L'impianto legislativo Dal 5.3.1990 esiste una Legge, la n. 46, che
definisce precisi requisiti che le imprese devono possedere per poter svolgere
questa attività. La stessa legge prevede che gli installatori attestino, con
dichiarazioni di conformità, che hanno valore giuridico e implicazioni sia
civilistiche che penali, le regole di buona tecnica di quanto da loro stessi
eseguito. Non solo: la Legge 1083 del 1971, impone agli operatori il rispetto
delle norme di buona tecnica elaborate dall'Uni e dal Cig (gli enti normatori
italiani per quanto concerne il gas) pena sanzioni amministrative e penali a
carico dei titolari delle imprese. E ancora la stessa Legge 46/90 impone ai
Sindaci di rilasciare l'autorizzazione di abitabilità dei locali solo dopo
avere acquisito la dichiarazione di conformità degli impianti e avere
provveduto a controllare a campione che la legge venga applicata. Tutto ciò in
un contesto che, per quanto riguarda gli impianti elettrici, assegna
all'installatore un ruolo certificatore della sicurezza e della funzionalità
dell'impianto elettrico al servizio di luoghi di lavoro, così come previsto dal
Dpr 22 ottobre 2001, n. 462 che all'articolo 2 afferma che la dichiarazione di
conformità rilasciata dall'installatore dell'impianto "acquisisce a tutti
gli effetti validità di omologazione dell'impianto". La legge 10/91 con
tutti i regolamenti d'applicazione (Dpr 412/93 e 551/99) interviene per la
regolamentazione del risparmio energetico nel settore riscaldamento, con
l'obbligo da parte degli Enti Locali di procedere alla verifica dello stato di
manutenzione e sicurezza di tutti gli impianti. Un impianto legislativo che
garantisce la soddisfazione di tutti gli obiettivi possibili. Il "Decreto
Letta" In questo stato di cose è intervenuto il Decreto Legislativo 23
maggio 2000, n. 164, "Decreto Letta", che doveva limitarsi a recepire
una normativa europea per la liberalizzazione del mercato del gas ma che è
andato ben oltre le proprie competenze assegnando alle aziende distributrici
anche il compito di controllare gli impianti a gas di proprietà degli utenti
della rete, favorendole per ogni attività di postcontatore comprese quelle di
verifica del lavoro svolto dalle imprese in un mercato che dovrebbe essere
libero. Infine sono arrivati i Decreti dell'Aprile 2001, sul risparmio
energetico, che assegnano alle imprese distributrici di gas e di energia
elettrica il compito di presidiare le iniziative ed i progetti finalizzati al
recupero di energia Un sistema in conflitto anche con l'UE Come si vede si
tratta di due percorsi legislativi davvero diversi e divaricanti, in conflitto
fra di loro e, per quanto attiene il "Decreto Letta", in contrasto
anche con gli articoli 82 e 87 del trattato dell'Unione Europea. È stato
partorito un mostro legislativo. In assenza di reale concorrenza, un'azienda di
distribuzione di energia può produrre, vendere, assistere, verificare tutto il
mercato dell'energia e presiedere attività di risparmio energetico a sostegno
delle quali sono previsti finanziamenti pubblici. Infatti i vantaggi per
l'utente sono velocemente riassumibili: paga meno quando consuma meno. Ogni
altro, eventuale supporto economico spetta all'azienda di distribuzione.
Operando attraverso società controllate e partecipate un'azienda di
distribuzione di energia può lavorare utilizzando capitali di rischio di
proprietà pubblica, che derivano da una attività svolta a tariffa, occupando
una posizione di assoluto privilegio che non ha eguali tra i propri potenziali
concorrenti. Anche le statistiche non offrono attenuanti Né esistono
motivazioni statistiche che possano giustificare un diverso
"trattamento" per gli impianti domestici a gas. Infatti le
informazioni emesse dal Comitato Italiano Gas (Cig), Ente federato all'Uni, che
ogni anno raccoglie i dati sugli incidenti domestici derivanti dal
malfunzionamento di impianti a gas domestici, dimostrano come nel 2000 il numero
degli incidenti abbia raggiunto il minimo storico: 138 nell'anno su un parco di
14,8 milioni di impianti. Un dato che si conferma in costante diminuzione a
dimostrazione del buon livello di affidabilità e qualità degli operatori. Anim
e Cna lanciano un grido d'allarme... Anim E Cna ritengono incompatibile con i
principi della libera concorrenza, al centro dei programmi dell'Unione Europea,
che i distributori di gas e di energia elettrica possano creare società o
insediare reti di franchising per offrire a milioni di utenti (che nel mercato
elettrico saranno vincolati fino al 2007) servizi attraverso società che
riportano lo stesso acronimo dell'azienda holding, godono di capitali a
maggioranza pubblici, operano in un mercato, quello della vendita ai clienti
vincolati, nel quale la concorrenza non esiste perché la tariffa è stabilita
dall'Autorità dell'Energia. Se le norme rimarranno queste, se neppure in questa
legislatura si riuscirà ad ottenere quella trasparenza e quella concorrenza
necessaria, allora le piccole imprese saranno condannate ad una progressiva
emarginazione in nome della ragione del più forte. ...che è arrivato in
Parlamento Numerosi parlamentari della Xa Commissione Attività Produttive della
Camera e del Senato si sono già fatti portavoce di questo stato di difficoltà
e dal mese di aprile la Proposta di legge 1580 del sen. Giuseppe Valditara è in
discussione al Senato e affianca il Disegno di legge 3297 sul riordino del
settore energetico (relatore on. Saglia), presentato dal Ministro alle Attività
Produttive, Antonio Marzano, in discussione alla Camera dallo scorso 22 ottobre.
RICONOSCIMENTO
INTERNAZIONALE PER IL SISTEMA PRE-SAFE AL NEW YORK WORLD TRAFFIC SYMPOSIUM
(SIMPOSIO MONDIALE SUL TRAFFICO DI NEW YORK)
Stoccarda, 6 maggio 2003 - Per la quarta volta nel corso del 2003 il sistema di
sicurezza preventiva Pre-Safe, sviluppato da Mercedes-Benz, ha ricevuto un
importante riconoscimento. In occasione del New York International Auto Show, il
World Traffic Symposium ha conferito a questo sistema innovativo Mercedes-Benz
il Traffic Safety Achievement Award. Il premio, riconosciuto in ambito
internazionale, viene conferito ogni anno dal Symposium ai progetti che hanno
contribuito maggiormente a ridurre il numero di incidenti gravi sulle strade
americane. Il sistema Pre-Safe ha già ricevuto il premio Paul-Pietsch dalla
rivista di motori "auto motor und sport", il premio "Europe's No.
1 Car" per l'innovazione, conferito dalla rivista "Auto Bild",
unitamente alle 13 pubblicazioni europee dello stesso gruppo editoriale, oltre
al premio "Most Sensible Innovation" conferito da una rivista tedesca
di tutela per i consumatori. Pre-Safe inaugura una nuova era per la sicurezza.
Il sistema è in grado di individuare in anticipo la criticità di una
situazione e reagisce immediatamente per fornire agli occupanti il livello
ottimale di protezione nel caso dell'eventuale collisione. Nell'autunno 2002, il
sistema Pre-Safe ha fatto il suo debutto nella produzione di serie delle vetture
Classe S Mercedes-Benz.
SEMINARIO
ARUP E UNA CASA PER IL FUTURO DELL'AFRICA COSTRUIRE LA SOSTENIBILITÀ IL
CONTRIBUTO DELL'ARCHITETTURA ALLA SOSTENIBILITÀ DELLO SVILUPPO: EDIFICI
SOSTENIBILI PER IL MONDO IN VIA DI SVILUPPO
Bergamo, 6 maggio 2003 - E' possibile "costruire la sostenibilità"
partendo dai paesi in via di sviluppo? Il Centro di Architettura Sostenibile e
Ambientale (C.A.S.A.) di Servitec ha promosso, in collaborazione con la Scuola
Edile di Bergamo, una ricerca sul potenziale contributo dell'architettura alla
sostenibilità dello sviluppo, dal titolo "una casa per il futuro
dell'Africa". L'arch. Gian Carlo Magnoli, responsabile del Centro, ha vasta
esperienza nel campo delle costruzioni sostenibili in paesi in via di sviluppo.
Ha lavorato per le Nazioni Unite in America Latina e nei Caraibi, ed in qualità
di co-direttore del Kinetic Design Group del M.I.T. ha vinto nel 2001 un premio
di progettazione internazionale per la realizzazione di un villaggio sostenibile
in Egitto, vicino al Cairo. (descrizione in inglese ai siti) http://lfee.mit.edu/calendar/item?scope=public&calendar_id=50
http://architecture.mit.edu/~carlo/medinaindex.htm
L'esperienza precedente servirà da base per la ricerca futura: il villaggio
egiziano venne infatti progettato nel rispetto della realtà locale, utilizzando
le innovazioni tecnologiche compatibili con l'ambito geografico per supportare
la pianificazione della crescita sostenibile del centro abitato, considerando la
posizione del sole, la facilità costruttiva, i materiali locali, le tecnologie
locali e la necessità di realizzare manufatti le cui costruzione e manutenzione
siano culturalmente, economicamente e tecnicamente compatibili al contesto: ciò
che viene definito: "alta scienza a bassa tecnologia". Come e' noto il
Centro dedicherà i prossimi tre anni alla realizzazione di prototipi di
"casa del futuro", da costruirsi a Seriate presso la Scuola Edile Di
Bergamo, beneficiando così di esperienza e tradizioni locali. Verranno abbinate
tradizione e innovazione, nel tentativo di ottimizzare il contesto esistente. La
ricerca viene dunque intesa come strumento per aggiornare i processi produttivi
contemporanei e migliorarne le tecnologie, valorizzando l'esperienza dei
costruttori. Più che mutuare un modello da altre realtà, si intende
"costruire un metodo" che porti alla realizzazione dei prototipi
considerando e valorizzando le tecniche, l'economia, il clima, la cultura e i
materiali del contesto locale, per aggiornare il processo attuale e renderlo più
competitivo anche nel mercato globale. I prototipi ambiscono a ridurre
l'impronta ecologica delle costruzioni: l'obiettivo è ridurre la dimensione
dell'area da cui vengono fatte arrivare le materie prime e i componenti per
l'edilizia. Cosi facendo viene incentivata l'economia locale e vengono ridotti
costi, traffico e inquinamento. In questo modo l'innovazione, necessaria e
inevitabile, può essere gestita in maniera graduale e progressiva, senza
generare possibili quanto inutili "rotture" nel contesto produttivo. I
primi due prototipi saranno molto diversi: Prototipo per paesi sviluppati
"high science + high tech": servirà a studiare il contributo
dell'automazione all'edilizia sostenibile e si occuperà di sistemi passivi,
domotica, prefabbricazione su domanda con mass customization, applicazioni
internet; ed Prototipo per paesi in via di sviluppo "hig science + low tech":
servirà a studiare il contributo della prefabbricazione alle costruzioni
sostenibili usando materiali poveri, come fibre vegetali e argilla, studiando
elementi costruttivi comunque compatibili con le esigenze del mercato locale. Il
prototipo di casa "per il futuro dell'Africa" verrà studiato secondo
le esigenze del peculiare contesto dell'Africa centrale, con la collaborazione e
grazie ai contatti della Scuola Edile di Bergamo con le missioni bergamasche.
Dati 2002 delle Nazioni Unite dimostrano che le recenti ininterrotte
urbanizzazioni stanno danneggiando l'ambiente naturale e la qualità della
stessa vita umana. Il paradosso è evidente: gli esseri umani
"costruiscono" un ambiente urbano che "consuma" l'ambiente
naturale, da cui l'uomo dipende. Nella storia dell'uomo la relazione tra
"Ambiente Costruito" e "Ambiente Naturale" è invece sempre
stata di muto interesse: il "costruito" può essere uno strumento per
arricchire il territorio, ed e' in questa direzione che si orienta il lavoro di
C.A.S.A. Il Centro Architettura Sostenibile Ambientale (C.A.S.A.) di Servitec è
frutto di una collaborazione di associazioni ed enti bergamaschi (tra cui Aceb,
Scuola Edile di Bergamo di Seriate, Camera di Commercio di Bergamo, Università
di Bergamo) con laboratori di ricerca di Boston (Mit- Usa), Porto (Portogallo)
ed Helsinky (Finlandia). Il Centro C.A.S.A. ha organizzato un ciclo di seminari
per presentare l'iniziativa, nell'intento di condividere la propria missione con
tutti gli operatori del settore e per sviluppare collaborazioni improntate alla
pubblica utilità. Obiettivo di questo ciclo di eventi chiamato "Costruire
la Sostenibilità" è offrire al Centro C.A.S.A., ed a chiunque operi nel
settore dell'ambiente costruito, la possibilità di "sedere sulle spalle
dei giganti", ovvero organizzare il lavoro partendo dai risultati concreti
degli ultimi anni di ricerca operativa in Europa ed in U.S.A. Vogliamo conoscere
e diffondere le conclusioni tratte recentemente da rinomati operatori nel
settore delle costruzioni, come Thirdwave, Mit Medialab e Ove Arup &
Partners, per poter innovare in maniera convincente nel contesto bergamasco,
europeo e globale. Infolink: http://www.servitec.it/casa/
seminari : http://www.servitec.it/casa/seminari.html
CONVEGNO
SUI CRITERI ESSENZIALI CHE I PRODOTTI LAPIDEI DEVONO SODDISFARE PER OTTENERE IL
MARCHIO CE
Bergamo, 6 maggio 2003 - Il marchio CE è il contrassegno di riconoscimento
obbligatorio per l'immissione in commercio dei prodotti lapidei, che tutti gli
operatori del settore dovranno, a breve, apporre sui loro materiali, per poterli
commercializzare in tutti i mercati della comunità europea. In particolare la
Direttiva del Consiglio Ce 89/106/Cee, recepita in Italia con il D.P.R. del 21
aprile 1993 n. 246, ha stabilito i criteri essenziali che i prodotti lapidei
devono soddisfare per ottenere il marchio Ce ed essere immessi sul mercato
europeo. L'iter legislativo prevede l'entrata in vigore di tali norme il
prossimo 01 ottobre 2003. L'incontro, che si terrà presso la Sala del Mosaico
in via Petrarca 10 a Bergamo il prossimo 06 maggio alle ore 14.30, intende
illustrare le regole specifiche concernenti i metodi di prova, la terminologia
tecnica ed i criteri per la denominazione delle pietre e, infine, le norme di
prodotto. Queste ultime, in particolare, indicano caratteristiche, costituzione
e comportamento dei prodotti da costruzione ed in particolare dei prodotti
lapidei e sarà dunque rispetto ad esse che sarà valutata l'idoneità dei
materiali alla marcatura CE. L'iniziativa si inserisce nell'ambito dei progetti
svolti da Servitec, su iniziativa della Camera di Commercio, che hanno portato
alla creazione del marchio "Pietre Originali della Bergamasca". Il
marchio, realizzato con il contributo tecnico-scientifico del Cnr di Bergamo,
anticipa per alcuni aspetti, ma ovviamente non sostituisce nei suoi
disciplinari, quanto verrà richiesto dalle direttive europee. Il convegno
intende dunque fornire, attraverso le relazioni della prof.ssa Angelica Frisa
Morandini del Politecnico di Torino e della dott.ssa Annamaria Ferrari del
Centro Prove Materiali Lapidei di Verona, informazioni specifiche su cosa
cambierà nei rapporti commerciali a partire dal 1° ottobre 2003 e i passi che
le aziende dovranno compiere per adeguarsi ai nuovi parametri. Per informazioni
e-mail: info@servitec.it
SEMINARIO
SUL TEMA IL RICONOSCIMENTO DI AFFIDABILITA' NELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
CONSUMATORI ED AZIENDE A CONFRONTO
Roma, 6 maggio 2003 - Organizzato da Intesa Consumatori domani 7 maggio 2003
alle ore 10,30 al Complesso de I Dioscuri Al Quirinale via Piacenza 1 si terrà
un seminario sul tema: " Il riconoscimento di affidabilita' nelle attività
produttive: consumatori ed aziende a confronto" coordina: Piero Di Pasquale
(giornalista Rai); relazione: Francesco Tamburella (Markon.net): " Le
esigenze dei consumatori, il parere di" Carlo Pileri, Presidente Adoc; Elio
Lannutti, Presidente Adusbef; Carlo Rienzi, Presidente Codacons; Rosario
Trefiletti, Presidente Federconsumatori. "LE esigenze delle imprese, il
parere di": Paolo Bedoni, Presidente Col diretti; Guido Gamberale,
Amministratore Delegato Autostrade; Roberto Gradnik, Amministratore Delegato
Farmaceutica Serono; Mario Greco, Amministratore Delegato Ras Enrico Pirovano,
Presidente Federmobili; Massimo Sarmi, Amministratore Delegato Poste Italiane;
Luciano Sita, Amministratore Delegato Granarolo; Andreas Shneider,
Amministratore Delegato Deutsche Telecom; Vincenzo Tassinari, Presidente Coop
Italia; Marco Venturi, Presidente Confesercenti Tema: Dopo lo scontro con le
Banche per i mutui usurari, con le Assicurazioni per i rimborsi, con le Telecom
per la pubblicità ingannevole e con altre Aziende per crescenti scorrettezze,
alla luce delle incalzanti proteste esposte in trasmissioni tv per denunciare
comportamenti irresponsabili, cosa fare per aumentare le garanzie per i
Consumatori? Come rendere un servizio ai Consumatori senza smettere di criticare
chi sbaglia? Mentre le Aziende investono in pubblicità martellante per
"rassicurare i clienti", l'Intesa Consumatori progetta il
"riconoscimento di Affidabilità". I Consumatori italiani, nelle loro
motivazioni d'acquisto, danno sempre maggiore importanza alla responsabilità
sociale nella conduzione d'impresa; da un sondaggio Bocconi per il Governo
emerge che in tre anni questa attenzione ha triplicato la sua importanza,
coinvolgendo oltre il sessanta per cento degli intervistati. Da altri due nostri
sondaggi è emerso che: 1) i cittadini hanno fiducia nelle Associazioni dei
Consumatori per il 68% dei casi, mentre la fiducia nelle Aziende si ferma al
36%; 2) i Consumatori, nel 44% dei casi, cominciano ad orientare le preferenze
di acquisto oltre che sul valore materiale del prodotto anche sul valore sociale
di chi lo produce. Occorre un chiarimento ed un coordinamento per migliorare la
collaborazione tra rappresentanze dei Consumatori ed Aziende. L'Intesa
Consumatori, per facilitare la scelta di prodotti e servizi offerti sul mercato,
ha realizzato uno schema per il riconoscimento di Affidabilità, con lo scopo di
contraddistinguere le attività produttive attente al rispetto dei diritti e
degli interessi dei Consumatori e consapevoli della responsabilità sociale che
spetta alla conduzione dell'impresa. Il riconoscimento di Affidabilità,
rilasciato gratuitamente dall'Intesa Consumatori, comporta una verifica del
funzionamento e del grado di efficienza del servizio clienti, della sua capacità
di soddisfare le attese ed eliminare le controversie; si estende alla
valutazione della trasparenza della comunicazione con l'esterno, oltre che del
codice etico e del bilancio sociale adottati. La verifica è effettuata da
Consulenti esterni indipendenti, che possono anche assistere le Aziende a
dotarsi dei requisiti richiesti. L'Intesa Consumatori si sta confrontando con
diverse Aziende per ottimizzare l'iniziativa: questo seminario è il primo
passo. Segreteria organizzativa 06.32869.1 o sul sito www.markon.net
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