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di
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16 LUGLIO 2003
pagina 1
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I MINISTRI MARZANO E STANCA PRESENTANO IL "PIANO PER
L'INNOVAZIONE DIGITALE NELLE IMPRESE" SOSTENERE A 360°, CON UN QUADRO
ORGANICO DI INTERVENTI, L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA DELLE IMPRESE E LA NASCITA DI
NUOVE AZIENDE INNOVATIVE OGNI € INVESTITO IN ICT FA CRESCERE IL PRODOTTO DI
CIRCA 1,8 €
Roma, 16 luglio 2003 - Il Governo vuole far crescere l'innovazione, soprattutto
quella digitale, nelle imprese, a partire da quelle medie e piccole, per dare
maggiore competitività al Sistema Italia. Con l'obiettivo di sostenere, con un
quadro organico di interventi, l'innovazione tecnologica e la nascita di nuove
aziende innovative, i Ministri Antonio Marzano e Lucio Stanca hanno predisposto
un "Piano per l'innovazione digitale nelle imprese", teso a stimolare
e coordinare gli investimenti pubblici e privati in innovazione tecnologica
digitale nei settori tradizionali e ad alta tecnologia. In una conferenza stampa
alla Camera dei Deputati, il Ministro delle Attività Produttive e il Ministro
per l'Innovazione e le Tecnologie hanno spiegato che con questo Piano si punta a
rafforzare l'innovazione nei settori del made in Italy tramite l'utilizzo delle
tecnologie Ict nei processi cardine in modo da: migliorare la produttività e
conseguentemente la competività aziendale; attuare una politica di sostegno per
lo sviluppo di selezionati settori hi-tech; migliorare l'attrattività del
Sistema Italia qualificandolo come un ambiente favorevole a ricerca, sviluppo
tecnologico e innovazione; favorire il trasferimento tecnologico dai centri di
ricerca pubblici alle imprese. Il Piano per l'Innovazione Digitale nelle imprese
si articola in due fasi, una a breve termine e una a medio termine. Nella prima,
in particolare, la leva è data dalle misure economiche con strumenti di
incentivazione già esistenti, come l'utilizzo della Legge 46/82, attraverso
bandi tematici, su una dotazione finanziaria complessiva di 62 milioni di €;
l'inserimento di meccanismi di premialità per chi investe anche in innovazione
tecnologica attraverso la Legge 488/92 la cui attuale dotazione finanziaria è
di 530 milioni di €; la Legge 388/00 (venture capital) la cui attuale
dotazione finanziaria è di 227 milioni di €; l'art. 56 della Finanziaria 2003
per una dotazione finanziaria di 25 milioni di €. Nella seconda fase è
ipotizzata una norma di legge che potrebbe essere inserita nella prossima Legge
Finanziaria per attivare interventi: (a) di carattere economico finanziario
quali misure fiscali, vouchers e misure di sostegno a spin-off ed early stages;
(b) regolamentari per la tutela dei brevetti e della proprietà industriale ;
(c) di comunicazione e formazione per la diffusione della cultura dell'
innovazione nelle imprese; (d) di tipo organizzativo quali la creazione di un
Comitato per il raccordo delle iniziative promosse dalle Istituzioni competenti
in materia di innovazione tecnologica nelle imprese. Prendendo come riferimento
il suggerimento emanato recentemente dalla Commissione Europea ("Politica
dell'innovazione: aggiornare l'approccio all'Unione Europea nel contesto della
strategia di Lisbona"), secondo la quale il fenomeno dell'innovazione deve
essere percepito in tutta la sua estensione, i Ministri Marzano e Stanca hanno
perciò focalizzato risorse e sinergie in questa specifica direzione
puntualizzando che l'innovazione nelle imprese non si realizza soltanto
attraverso le attività di Ricerca&Sviluppo, su cui si sono concentrati gli
investimenti fino ad oggi, ma attraverso l'introduzione di nuove tecnologie
digitali nelle fasi del design, della progettazione, della produzione, della
distribuzione dei prodotti. Il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie ha
citato ad esempio una serie di dati di scenario: "negli USA la produttività
media del lavoro è cresciuta tra il 1995 ed il 2000 del 2,2%, a fronte di un
incremento percentuale nell'Ict di circa il 62%; viceversa, i minori tassi di
sviluppo dell'Europa, dove si è investito molto meno nelle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione (Ict), si sono accompagnati nello stesso
periodo ad una crescita della produttività più bassa, 1,43% a fronte di un
contributo Ict del 49,65%". Da un punto di vista strettamente economico, in
generale per ogni € in più investito in Ict si registra una crescita del
prodotto pari a circa 1,8 €; mentre nel caso di investimenti in capitale non
Ict la crescita è di 1,1 €. "A questo si aggiunga che investire in Ict
comporta anche un aumento in termini di attrattività, in quanto per ogni €
speso in ricerca ed innovazione si registra un aumento degli investimenti
diretti esteri pari a 4 €", ha detto Stanca sottolineando che
"quest'ultimo dato appare particolarmente significativo se letto
nell'ottica del processo di globalizzazione in atto, che sta interessando
l'economia internazionale, considerando ad esempio esperienze come quella
Irlandese, dove gli ingenti flussi di capitali esteri hanno rilanciato l'intero
sistema produttivo". Il "Piano per l'innovazione digitale nelle
imprese", in sostanza, si pone l'obiettivo di recuperare il gap competitivo
dell'Italia rispetto ai Paesi UE ed agli USA che presenta una situazione di
ritardo dovuta alla scarsa propensione delle imprese italiane, in particolare
quelle piccole, ad introdurre innovazioni basate sulle Ict. Ad esempio, nella
classifica Eurostat 2001 nella spesa per Ict rispetto al Pil abbiamo dietro solo
Spagna e Grecia
OFFENSIVA DELLA COMMISSIONE EUROPEA CONTRO LO "SPAMMING"
( POSTA ELETTRONICA NON RICHIESTA)
Bruxelles, 16 luglio 2003 - Erkki Liikanen, commissario europeo per le Imprese e
la Società dell'informazione, ha annunciato ieri a Bruxelles i programmi della
Commissione per far fronte alla proliferazione di messaggi commerciali di posta
elettronica non richiesti, il cosiddetto fenomeno dello "spamming". A
seguito dell'adozione, lo scorso anno, della direttiva sulla tutela della vita
privata nel settore delle comunicazioni elettroniche, entro il mese di ottobre
2003 gli Stati membri sono tenuti a recepire disposizioni antispamming
nell'ordinamento nazionale. Per la seconda fase di questa strategia, la
Commissione prevede che in autunno sia approvata una comunicazione sullo
spamming. L'azione concreta verterà sull'effettiva applicazione della
normativa, in particolare mediante la cooperazione internazionale, misure
tecniche antispamming e la sensibilizzazione dei consumatori. Le misure proposte
saranno dapprima collaudate dagli Stati membri e dalle parti interessate nel
quadro di un seminario che sarà organizzato in ottobre. La proliferazione di
e-mail commerciali indesiderate, il cosiddetto spamming, ha raggiunto livelli
tali da rappresentare un grave ostacolo per lo sviluppo del commercio
elettronico e della società dell'informazione. Sia le imprese che i privati
cittadini dedicano sempre più tempo e denaro alla ripulitura delle loro mailbox
elettroniche. Per le imprese dell'Unione, la perdita di produttività è stimata
a 2,5 miliardi di euro per il 2002. Si prevede inoltre che, entro la fine di
quest'estate, lo spamming rappresenterà oltre il 50% del traffico mondiale di
posta elettronica. Questo fenomeno rischia di vanificare i principali vantaggi
di servizi quali la posta elettronica e gli Sms. Erkki Liikanen ha affermato:
"La lotta allo spamming riguarda tutti noi ed è ormai una delle principali
sfide a cui si confronta Internet. La lotta al fenomeno va condotta su diversi
fronti. L'Unione europea, gli Stati membri, l'industria e i consumatori possono
svolgere un ruolo attivo nella lotta antispamming sia a livello nazionale che
internazionale. È necessario intervenire prima che gli utilizzatori di posta
elettronica ed Sms cessino di usare Internet e i servizi mobili o limitino, a
causa dello spamming, l'uso di tali servizi". L'Unione europea è stata la
prima a muoversi sul piano normativo adottando, sin dal luglio 2002, una
direttiva che condurrà ad un divieto paneuropeo dello spamming destinato ai
privati cittadini. Con la sola eccezione applicabile alle relazioni commerciali
esistenti la prospezione commerciale mediante e-mail sarà autorizzata solo
previo consenso dell'abbonato (cfr. articolo 13 della direttiva 2002/58/CE del
12 luglio 2002 sulla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni
elettroniche). Questo regime, detto di 'opt-in', disciplina anche i messaggi Sms
e gli altri messaggi elettronici ricevuti su terminali mobili o fissi. Gli Stati
membri possono inoltre vietare l'invio di e-mail commerciali indesiderate alle
imprese. Questo regime deve essere applicato e fatto rispettare entro il 31
ottobre 2003. Le altre azioni esaminate oggi riguardano vari aspetti giuridici,
tecnici ed educativi legati al fenomeno dello spamming. Gli Stati membri,
l'industria e i consumatori devono contribuire insieme alla loro efficace
attuazione; si tratta in particolare di misure che riguardano l'applicazione
delle norme da parte della pubblica autorità, la cooperazione con l'industria
(filtri, codici di condotta), la sensibilizzazione dei consumatori (e
dell'industria) e la cooperazione internazionale bilaterale e multilaterale. Dal
canto suo, la Commissione collaborerà con le autorità nazionali garanti della
protezione dei dati nel quadro del gruppo di lavoro "Articolo 29".
Queste azioni saranno in un primo tempo collaudate con gli Stati membri e le
parti interessate nel quadro di seminario che la Commissione organizzerà nel
prossimo mese di ottobre. Il seminario, principalmente destinato agli Stati
membri, alle imprese e alle associazioni di consumatori, si prefigge di definire
una serie di azioni in merito alle quali raccogliere l'adesione e l'impegno
degli Stati membri e delle parti interessate. Poiché gran parte dello spamming
ha origine al di fuori dell'UE, la cooperazione internazionale deve essere un
elemento cardine dell'azione della Commissione. In occasione di una visita alla
US Federal Trade Commission, nello scorso mese di giugno, il commissario
Liikanen ha posto in evidenza la necessità di una risposta mondiale ad un
problema di portata mondiale. Al riguardo, ha offerto oggi la disponibilità
della Commissione ad ospitare, all'inizio del 2004, un seminario dei paesi Ocse
dedicato allo spamming, al quale invitare esperti di tutte le regioni del mondo.
L'UE ha inoltre chiesto che la questione della cooperazione internazionale nella
lotta antispamming figuri nel piano d'azione che dovrà essere approvato nel
prossimo vertice mondiale sulla società dell'informazione che si terrà a
Ginevra dal 10 al 12 dicembre di quest'anno, in modo da richiamare l'attenzione
del mondo politico su questa problematica e favorire le sinergie tra le varie
iniziative avviate in questo campo. Il commissario Liikanen ha inoltre accolto
favorevolmente l'annuncio che il dialogo transatlantico dei consumatori ha
considerato la lotta allo spamming una delle priorità del 2003 e che dedicherà
una parte della sua prossima riunione annuale all'esame di questa problematica.
Altre misure stabilite dal nuovo quadro normativo sulle comunicazioni
elettroniche La direttiva sulla tutela della vita privata nel settore delle
comunicazioni elettroniche fa parte di un più ampio quadro normativo che
disciplina le comunicazioni elettroniche cfr. IP/01/1801 e IP/02/259 Il
commissario Liikanen ha ricordato oggi che, ad eccezione di suddetta direttiva,
il nuovo quadro normativo entra in vigore il 25 luglio 2003. Malgrado nella
maggior parte degli Stati membri si registrino notevoli progressi al riguardo,
il commissario Liikanen ha annunciato che la Commissione adotterà i necessari
provvedimenti nei confronti degli Stati membri che non daranno attuazione alla
nuova disciplina entro la scadenza prevista.
DATI DI SINTESI DEL CONTO DEL SETTORE STATALE - MAGGIO
2003
Roma, 16 luglio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica i
dati di sintesi del conto del settore statale del mese di maggio 2003.
Fabbisogno del settore statale del mese di maggio 2003
|
Milioni di euro
|
|
|
Formazione del fabbisogno
|
|
Entrate
|
35.302
|
Spese
|
39.094
|
di cui: spesa per interessi
|
8.287
|
|
|
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+)
|
-3.792
|
Copertura
|
|
Totale
|
3.792
|
Titoli a breve termine
|
570
|
Titoli a medio-lungo termine
|
6.207
|
Titoli esteri
|
569
|
Altre operazioni (1)
|
-3.554
|
1. Comprendono la raccolta postale e il
conto di disponibilità.
A RISCHIO I CREDITI PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE MOLTO
CRITICO IL RAPPORTO TRA BANCHE E IMPRESE SECONDO UNA RICERCA DELL'UNIVERSITÀ
BOCCONI PRESENTATA OGGI IN UN CONVEGNO PROMOSSO DA ASSOLOMBARDA E DA LA
COMPAGNIA FINANZIARIA
Milano, 16 luglio 2003 - Si è tenuto ieri a Milano il convegno sul tema
"Il futuro del credito alle imprese. Come cambia il rapporto con le
banche" promosso da Assolombarda e da La Compagnia Finanziaria, merchant
bank milanese. Al dibattito hanno partecipato tra gli altri: Michele Perini,
Presidente di Assolombarda; Guidalberto Guidi, Vice Presidente di Confindustria;
Antonio Patuelli, Vice Presidente Associazione Bancaria Italiana e Acri; Luigi
Dante, Direttore Generale Iccrea Holding; Corrado Faissola, Amministratore
Delegato di Banca Lombarda; Aldo Fumagalli Romario, Presidente e Amministratore
Delegato Sol; Fabrizio Palenzona, Presidente Federazione Autotrasportatori
Italiani e Vice Presidente di Unicredito Italiano. Nel corso del convegno sono
stati presentati due lavori: una ricerca dal titolo: "Il Futuro del Credito
alle Imprese: come Cambia il Rapporto con le Banche. Le Medie Imprese e le Nuove
Strategie de Sistema Bancario" realizzata in collaborazione con La
Compagnia Finanziaria dal Prof. Roberto Ruozi e dal Prof. Claudio Zara
dell'Università Bocconi ed i risultati di un sondaggio su 140 imprese e 50
banche preparato dalla Merchant Bank. "La ricerca - ha dichiarato Stefano
di Tommaso, Amministratore Delegato de La Compagnia Finanziaria - ha prodotto
risultati molto interessanti e, in un certo senso, preoccupanti. Da un lato è
concreta la possibilità che molte meno risorse finanziarie si renderanno in
futuro disponibili per le imprese ed è perciò evidente che le aziende dovranno
assumere atteggiamenti più virtuosi e trasparenti nella gestione amministrativa
e finanziaria per poter ricorrere ancora al credito bancario, dall'altro emerge
come importantissima la figura delle Banche di prossimità!" "La
gestione finanziaria e il mercato finanziario - ha dichiarato Michele Perini,
Presidente di Assolombarda - sono una variabile strategica per la competitività
della singola impresa e del sistema economico. Dalle relazioni della nostra
Associazione con le imprese, emerge con sempre maggior frequenza una crescente
insoddisfazione per la grande difficoltà di dialogo con gli intermediari
finanziari. Sempre più insistentemente le aziende avvertono una crisi del
rapporto fiduciario tra banca e impresa. Le Pmi che cominciano a gestire
consapevolmente il proprio capitale e quindi i rapporti con il mercato
creditizio/finanziario cercano partner in grado di offrire una consulenza e
un'assistenza globali, di guidare la finanza aziendale verso forme stabili di
equilibrio finanziario, di rispondere in modo pronto e flessibile alle
opportunità di business," continua il Presidente di Assolombarda.
"Queste aziende - ha concluso Perini - avvertono il bisogno di una
relazione con l'interlocutore finanziario che sia fiduciaria, stabile,
reciprocamente aperta e orientata al problem solving che implichi anche da parte
loro la massima trasparenza.
IL FUTURO DEL CREDITO ALLE IMPRESE: COME CAMBIA IL
RAPPORTO CON LE BANCHE UNA SINTESI DELLA RICERCA DI ROBERTO RUOZI E CLAUDIO ZARA
UNIVERSITÀ COMMERCIALE L. BOCCONI COMMISSIONATA DA LA COMPAGNIA FINANZIARIA
Milano, 16 luglio 2003 - Il lavoro parte dall'assunto che la sola dimensione
aziendale è una variabile inadeguata al fine di segmentare la clientela
corporate nell'ambito dell'attività bancaria verso l'impresa e che è opportuno
introdurre un concetto più discriminante quale è quello della complessità.
Adottando questo punto di vista tutte le aziende complesse, anche se piccole,
determinano una funzione finanziaria più spessa e sofisticata rispetto a quella
di un prenditore "normale" e quindi richiedono un interlocutore
finanziario in grado di avanzare un'offerta di adeguato livello. Da qui
discendono le domande principali alle quali il lavoro da una risposta: Esiste
una consapevolezza, dal lato sia della domanda sia dell'offerta, della
specificità dell'impresa complessa all'interno del segmento più ampio delle
Pmi? Vi sono intermediari finanziari che, per vocazione e per scelta, si
candidano a diventare partner finanziari delle Pmi complesse? Quali sono le
condizioni per le quali si sviluppi anche in Italia un mercato della finanza
dedicato alla Pmi complessa? Le banche sono all'inizio di una fase di profonda
revisione delle loro strategie aziendali e delle loro soluzioni organizzative
riguardo all'attività corporate, spinte da un insieme di stimoli esterni tra i
quali è spesso indicato quello collegato alle novità normative denominate
Basilea 2. La sperimentazione sull'applicazione delle nuove norme di vigilanza
che è partita da circa un anno sembrerebbe indicare il rischio che, con
riferimento al finanziamento alle Pmi, le grandi banche possano procedere ad un
progressivo disimpegno a causa della difficoltà di applicazione delle
metodologie di rating più avanzate (in particolare l'Irb advanced) a soggetti
che sono scarsamente trasparenti e a causa del fatto che in questa attività,
fatto salvo l'aspetto ordinario, è difficile seguire strategie di scaling. Con
riferimento a questo ultimo elemento, esso è effetto del processo di
concentrazione in atto nel settore bancario. Si consideri che in Italia c'erano
alla fine del 2002 814 banche contro le 1073 di dieci anni prima; di queste 17
sono maggiori e grandi e 461 sono banche di credito cooperativo; 231
appartengono a 78 gruppi bancari. Come è possibile osservare, tale processo di
concentrazione tende a spingere ad una polarizzazione degli attori: (a) poche
banche, di grandi dimensioni, che competono a livello europeo/mondiale e che
dovrebbero concentrare la loro funzione produttiva nelle attività di scala -
mercati mobiliari e sistema dei pagamenti in primis - in modo tale da sfruttare
la dimensione come vantaggio competitivo; (b) molte banche locali/di prossimità,
che poggiano il loro vantaggio competitivo sulla superiore capacità
informativa, nell'ambito della funzione allocativa delle risorse, verso i
prenditori poco trasparenti - le Pmi - e quindi lontani dalla finanza diretta.
Le banche locali presenti sul territorio, dunque, potrebbero riempire gli spazi
lasciati liberi dalle grandi banche, ma anch'esse presentano potenziali
perplessità con riferimento a: (a) la loro capacità di fronteggiare elevati
assorbimenti di capitale a rischio, a causa del basso standing dei prenditori
clienti; (b) le loro capacità tecniche e organizzative di venire effettivamente
incontro alle richieste della domanda più sofisticata; (c) la struttura
dell'offerta che è tradizionale e standardizzata, ossia un'offerta di tipo
povero; (d) la tenuta della loro raccolta diretta, intesa come "materia
prima" per poter svolgere l'attività di impiego. In questo scenario
evolutivo, che sembrerebbe avere validità su scala mondiale, anche se con
diversi livelli di manifestazione, bisogna considerare, con riferimento al
mercato bancario italiano, l'osservazione empirica della realtà domestica.
Caratteristiche specifiche della realtà italiana sono: il sovradimensionamento
che le Pmi hanno nel sistema produttivo domestico; considerato pari a 1 il
numero medio di addetti per impresa nell'Unione Europea, l'Italia fa registrare
un indicatore di 0.57 contro 1.59 in Germania, lo 0.98 in Francia e lo 0,63 in
Spagna; la forte dipendenza delle Pmi verso il credito bancario; in Italia la
percentuale di debiti bancari delle imprese sul totale fatturato nel 2001 era
pari al 20,1% contro il 4,8% della Germania, il 6,6% della Francia e il 10% in
Spagna; le recenti aggregazioni delle banche italiane che non seguono una
strategia focalizzata sul core business ma un più generale obiettivo di
aggregazione dimensionale; una storia di assenza di razionamento del credito
volontario da parte delle banche alle imprese. Accanto a questi elementi, altri
fattori intervengono sulla relazione tra imprese e banche, tra i quali: (a)
anche le banche grandi, forse proprio perché sono il risultato di processi di
aggregazione defocalizzati, stanno cercando, attraverso la costituzione di unità
organizzative dedicate, di competere nel mercato small & middle corporate;
(b) le Pmi italiane presentano elementi di opacità che li accomunano tra di
loro e li fanno diventare condizione strutturale del mercato, rendendo ancora più
difficile di quanto lo è già di per sé l'applicazione delle nuove tecnologie
"automatizzate" dell'informazione all'ambito di decisioni complesse
quali sono quelle di finanziare un'impresa. Di conseguenza, il quadro
complessivo come si presenta oggi non da indicazioni univoche riguardo la
presunta "specializzazione" del sistema bancario italiano - ad esempio
sul modello di quello americano - e su "chi" si specializzerebbe sul
finanziamento alle Pmi, anche se sembrerebbe sufficientemente assodato che il
modello della banca universale, tanto in voga negli anni '90 dello scorso
secolo, sia ormai fallito e tramontato come modello di adozione diffusa e che
anche le banche italiane dovrebbero convergere verso una qualche forma di
modello di specializzazione. Elemento di particolarità del caso italiano, che
non può non tenere conto della prevalenza di Pmi all'interno del tessuto
economico nazionale, è la presenza delle banche di medie dimensioni, né grandi
né piccole, alcune delle quali hanno già sviluppato e stanno sviluppando delle
strategie dedicate al segmento corporate, che potrebbero realizzare una
specializzazione verso il finanziamento di questo tipo di domanda. Dall'esame
dell'offerta di finanza alla Pmi complessa derivano quindi i seguenti
interrogativi: Le Pmi complesse andranno incontro ad un finance gap strette tra
grandi banche disinteressate e piccole banche inadeguate? Le banche medie, che
sono in mezzo alle due polarizzazioni strategiche, sopravviveranno nel segmento
della finanza d'impresa e se sì che cosa faranno? La complessità di impresa si
esplica nel posizionamento che le tipiche variabili operative hanno all'interno
della sua strategia. Tale posizionamento è descritto attraverso
l'individuazione di 42 variabili che sono riconducibili a sei costrutti logici:
- l'ambiente competitivo di appartenenza; - la strategia competitiva adottata; -
l'organizzazione interna aziendale; - il modello di corporate governance
adottato; - l'appartenenza ad un aggregato interaziendale; - la tipologia di
rapporti con gli stakeholders finanziari. L'assunto di fondo è che, in
un'ipotesi di posizionamento bipolare azienda semplice vs. azienda complessa,
quest'ultima faccia registrare un'elevata intensità di presenza delle variabili
descrittive riconducibili ai costrutti sopra introdotti e che, maggiore è il
livello d'intensità della presenza, maggiore sia il grado di sofisticazione del
fabbisogno finanziario che l'impresa stessa esprime. Tra l'altro, un elevato
grado di sofisticazione del fabbisogno finanziario dovrebbe trovare un'ulteriore
manifestazione nella presenza in azienda di una funzione finanziaria autonoma,
sufficientemente sviluppata, e posizionata all'interno dell'azienda di
appartenenza più come attività generatrice di valore piuttosto che come
ancillare alle altre funzioni aziendali. Il ruolo principale che la finanza
viene ad assumere nella Pmi complessa dovrebbe trovare riscontro
nell'espressione di una domanda verso i finanziatori altrettanto sofisticata,
attenta al servizio, alle personalizzazioni, al problem solving e non
prevalentemente orientata alla variabile prezzo nel processo di acquisto.
Sebbene negli ultimi anni numerosi fattori esterni abbiano spinto verso
un'accentuazione della complessità di impresa, è quanto meno anomalo osservare
come fino ad ora essa non si sia manifestata, in termini di sollecitazione da
parte della domanda e di risposta da parte dell'offerta, nella creazione di un
segmento di mercato dedicato al finanziamento delle Pmi complesse. Tale
comportamento sembrerebbe essere giustificato dal fatto che le stesse Pmi
complesse hanno manifestato deboli esigenze in tale direzione solo nell'ambito
della finanza straordinaria, appiattendosi anch'esse, nell'ambito ordinario,
verso l'offerta standardizzata e tradizionale a fronte dei vantaggi dati dallo
sfruttamento della leva prezzo, della prassi del multiaffidamento e della bassa
richiesta di informativa riservata. Anche nell'ambito dell'impresa siamo agli
inizi di una profonda trasformazione del proprio modello di comportamento in
campo finanziario. In particolare, le pressioni provenienti dal mondo bancario a
seguito in particolare dell'adozione di modelli di IRB, a causa sia
dell'applicazione degli obblighi di vigilanza (gestione del rischio) sia di una
più efficace capacità di pricing (rapporto rendimento/rischio), dovrebbero
riverberarsi anche sulla finanza ordinaria della Pmi e anche in termini di
razionamento del credito. L'esistenza di pressioni nell'ambito ordinario sarà
una forte spinta per le aziende stesse ad affrontare il problema della
trasparenza aziendale, risolvendolo in termini di un miglioramento, perlomeno
graduale nel tempo. Infatti, le conseguenze negative per le imprese
dell'introduzione di Basilea 2 sono riassumibili in: (a) il ricorso alla
tecnologia dell'informazione per la determinazione della capacità di credito
spinge il processo di allocazione delle risorse verso il "modello dei
mercati mobiliari" che è fortemente orientato alla formalizzazione
d'impresa, ossia al livello di informazione pubblica disponibile; (b)
l'applicazione del concetto rischio/rendimento avrà forti impatti sul prezzo e
sulla quantità del credito che le banche vorranno concedere alle imprese; (c)
l'allocazione/assorbimento del capitale a rischio, inteso come risorsa scarsa e
costosa, potrebbe avere come conseguenza una perdita di interesse verso il
mercato small & middle corporate da parte delle banche grandi e comunque, a
parità di condizioni, una maggiore difficoltà da parte delle Pmi, intese come
soggetti opachi e quindi a basso standing, ad accedere al credito (effetto
quantità) e a prezzi competitivi (effetto prezzo), fino ad arrivare al rischio
di razionamento del credito. A fianco degli aspetti negativi vi sono anche delle
positività che le Pmi possono sfruttare affinché le banche continuino a
tenerle all'interno dei propri portafogli di impieghi: (a) esiste un vantaggio
di diversificazione del portafoglio corporate dato dalla presenza al suo interno
di finanziamenti concessi anche alle Pmi (cd. granularity); (b) l'opportunità
data dalla maggiore capacità delle banche di valutare lo standing del
finanziato; è indubbio che vi possano essere prenditori che comunque sono molto
rischiosi e che quindi si troverebbero in ogni caso ad avere un basso rating, ma
quelle imprese che potrebbero avere uno standing migliore se fossero più
trasparenti, e quindi più vicine al "modello dei mercati mobiliari",
attraverso un incremento della trasparenza informativa potranno conseguire un
miglioramento del loro merito creditizio e di conseguenza una maggiore raccolta
di fondi e a costi più convenienti (opportunità di sviluppo delle capacità di
funding a costi convenienti). La risposta sistemica da parte dell'universo delle
Pmi sul piano della trasparenza informativa e del miglioramento della propria
struttura finanziaria data dallo spettro di un effetto prezzo e/o quantità
nell'ambito del finanziamento ordinario d'impresa, ciò che fino ad ora è
sempre mancato, potrebbe finalmente mettere i soggetti specializzati nel
finanziamento della Pmi a definire meglio il profilo di rischio/rendimento delle
aziende clienti, concentrandosi sulle aziende complesse in quanto soggetti
veicolanti operazioni a maggiore valore aggiunto, e nel contempo creando una
base di clientela sufficientemente ampia (grazie alla sua maggiore trasparenza)
per favorire il rafforzamento della specializzazione. D'altro canto sarà
necessario che ci siano soggetti finanziari in grado sia di soddisfare
tecnicamente le richieste della domanda sia di assumere concentrazioni
significative su singoli prenditori, il che significa che i finanziatori
dovranno affrontare in termini positivi le grandi tematiche strategiche della
finanza d'impresa quali la volontà di essere banca di riferimento,
l'accettazione del rischio di concentrazione del portafoglio, le scelte
organizzative adeguate per essere operatori del corporate banking. In
conclusione, l'introduzione della normativa nota come Basilea 2 può
rappresentare una condizione irripetibile affinché anche in Italia si riconosca
un mercato corporate della Pmi complessa. Infatti, il rischio di razionamento
del credito (si consideri che a fine 2000 già il 31,4% delle imprese italiane
avrebbero desiderato una maggiore quantità di credito senza riuscire ad
ottenerla) e di aumento del costo del denaro che potenzialmente soffrono i
prenditori più opachi e con strutture finanziarie molto indebitate pone anche
sul tavolo dell'ambito ordinario del finanziamento d'impresa i temi di una
corretta rappresentazione della realtà aziendale e di valutazione dell'impresa
stessa secondo una logica di rischio/rendimento. Tale minaccia riguarda in
primis la categoria delle Pmi che, tradizionalmente, presentano i suddetti
problemi di rappresentazione e di comportamenti poco virtuosi in ambito
finanziario. D'altro canto, la costituzione di un mercato small & middle
dell'impresa complessa è la risultante di un movimento sistemico che tocca,
oltre al vertice della regolamentazione bancaria e delle norme del sistema Paese
(si pensi, a titolo di esempio, in positivo alla prossima riforma del diritto
societario e in negativo a quella mancante sulle procedure fallimentari), altri
due capoversi fondamentali che sono il comportamento delle imprese e quello
delle stesse banche intese come singole aziende (cfr. fig.1). Nell'ambito della
domanda, le condizioni che sono alla base di un comportamento favorevole alla
nascita del mercato sono sintetizzabili in: (1) evoluzione della funzione
finanziaria in termini di maggiore professionalità e innalzamento del suo ruolo
all'interno dell'impresa; (2) impostazione di una comunicazione trasparente e in
linea con un modello di comportamento quale è quello della "finanza
diretta"; (3) adozione di un modello di corporate governance dove sia
affrontato e risolto il tema della separazione tra la proprietà e il controllo
e dove gli azionisti siano orientati a valutare le performance della loro
impresa anche in termini di contributo alla creazione di valore finanziario. A
queste condizioni vi è da aggiungerne un'altra, che in realtà è un
prerequisito, ossia la presenza di una strategia complessa che esprima
un'effettiva esigenza di fabbisogno finanziario di sofisticato livello.
Nell'ambito dell'offerta, a sua volta, le condizioni fondamentali appaiono
essere: (1) l'adozione di un orientamento strategico di specializzazione verso
l'attività di corporate finance con tutte le conseguenze operative e di
decisioni di investimento che ne conseguono; (2) la volontà di offrire non solo
prodotti finanziari ma anche di aprirsi alle attività di servizio, orientandosi
verso una proposta dove componente di natura consulenziale e componente di
prodotto si combinino con l'obiettivo di individuare soluzioni sostenibili ai
bisogni dell'impresa cliente; (3) la capacità di trasferire i prodotti della
c.d. finanza innovativa anche al segmento della Pmi e non lasciarli ad
appannaggio del solo segmento delle imprese maggiori; (4) l'abbandono della
logica del "tutto interno" e la contestuale adozione di politiche di
outsourcing che siano volte ad acquisire prodotti specialistici o per i quali
non sia economicamente conveniente la produzione interna, al fine di essere
nelle condizioni di offrire al cliente un bundling di prodotti che vengono
assemblati rivolgendosi anche a partner specializzati e scelti secondo un
criterio di efficacia e di efficienza. Solo attraverso una combinazione
sistemica dei tre soggetti individuati si riuscirà sia ad evitare pericoli di
credit crunck dovuti all'applicazione rigida delle nuove normative sia ad
attivare un'offerta che sia veramente in linea con i fabbisogni finanziari delle
Pmi complesse, che rappresentano il nerbo del sistema produttivo del Paese,
fabbisogni il cui grado di sofisticazione li rende diversi da quelli espressi
dalle Pmi semplici. Chi potrà cogliere, dal lato dell'offerta, tale opportunità
di mercato? Molto dipenderà dalla dimensione, e quindi dal livello di
redditività assoluta, che il mercato small & middle dell'impresa complessa
potrà assumere, ma, ipotizzando che esso possa raggiungere in termini numerici
il 20% della clientela corporate che le banche e gli altri intermediari hanno in
Italia, esso dovrebbe interessare almeno tre tipologie di intermediari (cfr.
fig. 2). Dovrebbero essere interessate le banche/i gruppi di medie dimensioni,
che hanno già al loro interno una divisione corporate e/o delle aziende
prodotto, poiché riuscirebbero a sostituire al vantaggio competitivo di origine
dato dal localismo quello della specializzazione per tipologia di clientela.
Queste banche, attraverso l'effettuazione degli opportuni investimenti sopra
indicati, potrebbero, almeno in via di principio, competere da soli nel mercato
e quindi sviluppare un approccio integrato prodotti e servizi. Anche le banche
locali, di più piccole dimensioni rispetto a quelle medie e ancora oggi con una
più radicata presenza territoriale, possono provare ad entrare il mercato
principalmente come soggetto di relazione con le imprese clienti. Però, la loro
piccola dimensione rende improbabile, o quantomeno molto lontano nel tempo, la
possibilità di presidiare "tecnicamente" il cliente secondo quanto
richiesto dalla Pmi complessa. Al fine di ovviare a questo problema, gli
intermediari specializzati possono rappresentare un'importante soluzione. Se gli
intermediari specializzati, o altrimenti detti società prodotto, sapranno e
potranno realizzare accordi di collaborazione e di co-produzione con le banche
locali nell'ambito della finanza straordinaria e in quello della finanza
ordinaria con contenuti sofisticati, potranno sfruttare il patrimonio di
relazione detenuto da esse e penetrare commercialmente il mercato della Pmi
complessa. D'altra parte, la banca locale, adottando la politica dell'outsourcing,
potrà realizzare quella strategia di bundling di prodotti e servizi che le
permetteranno di mantenere il presidio di clientela. Un'ultima osservazione
riguarda le banche grandi italiane. Esse vorranno competere in tale mercato
oppure ne staranno all'esterno? Molto dipenderà da come queste banche si
percepiscono, se continental player oppure se domestic player. Nel primo caso
esse si orienteranno sulle strategie di volume ricordate in precedenza e quindi
non dovrebbero giudicare attraente un mercato small & middle dell'impresa
complessa; nel secondo caso esse potrebbero ribaltare il proprio giudizio di
attrattività del segmento e, di conseguenza, "appiattirsi" sulle
posizioni definite per le banche di medie dimensioni.
SINTESI DEI RISULTATI DEL SONDAGGIO REALIZZATO DA LA
COMPAGNIA FINANZIARIA
Milano, 16 luglio 2003. Sono state intervistate 140 aziende e 50 banche. I
risultati sono tuttora in corso di valutazione dall'Ufficio Studi de La
Compagnia Finanziaria con la supervisione del prof. Zara dell'Università
Bocconi. Ad oggi è possibile anticipare i dati riportati negli allegati. Le
elaborazioni potrebbero subire lievi variazioni a seguito di verifiche in corso
da parte dell'Università Bocconi. In sintesi le risultanze possono essere così
espresse: Dal punto di vista delle aziende: Cresce la cultura finanziaria delle
Pmi. L'88% ha un direttore finanziario. Cresce la sensibilità alla
comunicazione finanziaria, ma con una maggior propensione alla pubblicazione dei
consuntivi (97%) piuttosto che i dati prospettici, ovvero budget e/o business
plan (43%). La questione del rating e di Basilea 2 non è sostanzialmente ancora
all'attenzione delle imprese: il 51% dichiara di non essere interessato alla
questione e solo il 9% ha impostato una vera e propria azione sui fondamentali
per ottemperare ai nuovi criteri. È ancora scarsa l'evoluzione dei modelli di
corporate governance. Non è ancora chiara la divisione tra proprietà e
controllo. Solo nell'11% dei casi gli amministratori indipendenti superano il 50
%, mentre i familiari proprietari rappresentano la maggioranza del management
nel 40% dei casi. Il numero medio di banche con cui le aziende lavorano è
ancora molto alto. Nel 63% dei casi supera le 10, nell'11 % supera le 20. In
base a quali criteri l'azienda sceglie la banca? 69 % per la disponibilità a
finanziare; 23% per il costo del finanziamento; 14% per la qualità del
servizio. Dal punto di vista delle banche: Valutano i clienti imprese ancora in
gran parte per la dimensione e solo in via subordinata per il rischio. Il 27%
sta lavorando per diluire il rischio, frazionando i crediti tra le imprese. L'
82 % presenta un sistema di rating, ma non lo sta usando. Lo userà
probabilmente entro il 2004. I rating di Basilea sono utilizzati per decidere
gli affidamenti e non per quantificare il tasso applicato. Solo il 18 % delle
banche è propensa ad entrare nel capitale delle aziende clienti.
STUDIO DI FATTIBILITÀ RELATIVO AD UNO STATUTO EUROPEO
PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE: PREINFORMAZIONE
Bruxelles, 16 luglio 2003 - La DG Imprese della Commissione europea ha
pubblicato la preinformazione di una gara d'appalto con procedura aperta per
l'esecuzione di uno studio di fattibilità relativo ad uno statuto europeo per
le piccole e medie imprese (Pmi). Il valore del contratto sarà di circa 450.000
euro. Il bando di gara sarà pubblicato alla fine di luglio 2003. Per consultare
il testo completo della preinformazione, visitare: http://ted.publications.eu.int/static/doccur/it/it/118185-2003.htm
MEDIOBANCA: RILIEVO DEL CONTROLLO DELLA COMPAGNIE MONÉGASQUE
DE BANQUE NUOVA COMPOSIZIONE DEL PORTAFOGLIO PARTECIPAZIONI
STRATEGICHE/PERMANENTI COOPTAZIONE DI CONSIGLIERE E INTEGRAZIONE DEL COMITATO
ESECUTIVO
Milano, 16 luglio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca,
riunitosi ieri sotto la presidenza del dott. Gabriele Galateri di Genola, ha
deliberato, in esecuzione degli accordi comunicati il 3 maggio 2002, di
acquistare per contanti il 34,35% del capitale della Compagnie Monégasque de
Banque attualmente detenuto da Commerzbank nonché il 10% di proprietà del
gruppo di azionisti locali con un investimento di circa € 250 milioni. Per
effetto di tale acquisto la partecipazione di Mediobanca salirà al 61,64% e CMB
entrerà a far parte del Gruppo Bancario Mediobanca. Il rilievo del controllo
della Compagnie rientra nel piano strategico dell'Istituto che prevede la
crescita, anche per linee esterne, nel campo del Private Banking; l'Istituto
monegasco ha una massa amministrata di € 6,3 miliardi ed ha chiuso il bilancio
2002 con un utile netto di € 22,3 milioni. Il Consiglio ha altresì deliberato
una nuova composizione del portafoglio partecipazioni strategiche/permanenti
dell'Istituto che risulta composto dai possessi in Assicurazioni Generali, Rcs
MediaGroup, Italmobiliare, Pirelli, Olivetti, Fiat e Gemina oltre alle
"strumentali" Banca Esperia e Compagnie Monégasque de Banque. Infine
il Consiglio di Amministrazione ha deciso all'unanimità la cooptazione, in
sostituzione dello scomparso Dott. Giorgio Brambilla, del Dott. Matteo Arpe
chiamandolo anche a far parte del Comitato Esecutivo unitamente al Presidente e
ai Vice Presidenti - componenti di diritto - e ai Consiglieri Vincent Bolloré,
Carlo Buora, Ennio Doris, Alessandro Profumo e Axel von Ruedorffer. Il Consiglio
ha altresì deciso di mettere all'ordine del giorno della prossima riunione
prevista per il 15 settembre la cooptazione dei Signori Jean Azema e Tarak Ben
Ammar.
DEBUTTA "ALL.GAR.", ALLEANZA TRA CONFIDI IN
ARRIVO DAL FEI 415 MILIONI DI GARANZIE IL PLAFOND, A VALERE SUL 2003-2004,
MOBILITERÀ OLTRE 1 MILIARDO DI EURO DI INVESTIMENTI DELLE PMI
Padova, 16 luglio 2003 - Un'alleanza di garanzia fra i sette maggiori confidi in
Italia. E un contratto con il Fondo Europeo Investimenti (Fei) che mette a
disposizione 415 milioni di garanzie per il 2003-2004, in grado di generare nel
biennio oltre 1 miliardo di euro di investimenti delle piccole e medie imprese.
E' l'iniziativa dei principali organismi di garanzia aderenti a Federconfidi
(federazione nazionale dei confidi di Confindustria) per facilitare l'accesso al
credito delle Pmi in una fase delicata della congiuntura, reso ancor più
critico dalle norme di Basilea 2 in vigore dal 2006. Il raggruppamento
temporaneo, denominato All.Gar. - Alleanza di Garanzia - è stato presentato
questa mattina a Padova, nella sede della locale Unione Industriali. Ne fanno
parte Interconfidi Nordest, capofila del progetto, Confidi Milano, Confidi
Trento, Federfidi Lombarda, Fidindustria Emilia Romagna, Neafidi, Unionfidi
Piemonte. Un'alleanza inedita in Italia e in Europa, per dimensioni e operatività,
forte di 13.700 aziende consorziate e 1,7 miliardi di garanzie erogate nel 2002.
Tra i soci fondatori non figurano i confidi del Sud Italia, che godono di
particolari vantaggi sulle garanzie del Fondo Centrale (Mcc). Tutti i confidi
potranno comunque utilizzare le controgaranzie erogate da All.Gar. per
riassicurare parte del proprio rischio. Proprio la massa critica raggiunta, in
termini di operatività e gestione del rischio, ha consentito ad All.Gar. di
contrattare con il Fei il nuovo plafond, che ridurrà fino al 50% il rischio
sulle operazioni finanziarie gestite dai confidi. "La nascita dell'Alleanza
e la stipula del plafond Fei - spiega il presidente di Federconfidi, Giovanni
Lasagna - rafforzano i processi di trasformazione degli organismi di garanzia,
nell'ottica di Basilea 2. Grazie al sistema di controgaranzie, le imprese
potranno contare su garanzie più sicure e confidi più solidi, meglio
attrezzati a superare i processi di accreditamento previsti dall'accordo
interbancario europeo". Il nuovo plafond agirà come un volano degli
investimenti aziendali: i 415 milioni di garanzie Fei mobiliteranno, grazie
all'effetto "moltiplicatore", oltre 1 miliardo di investimenti delle
aziende di minori dimensioni. Il meccanismo delle controgaranzie ha infatti il
duplice effetto di aumentare la percentuale di garanzia concessa dai confidi sul
finanziamento (fino all'80%), e di ridurre le garanzie reali richieste alle
imprese dalle banche. Ampli i criteri di accesso alle garanzie: sono
finanziabili le aziende di qualunque settore produttivo, con meno di 100 addetti
e fatturato inferiore ai 40 milioni di euro, che abbiamo progetti di
investimento a medio lungo termine, in beni materiali e immateriali, con
sviluppo dell'occupazione. Facilitazioni sono previste per nuove aziende in fase
di start up. "L'Alleanza - conclude Lasagna - per dimensioni e importanza
si colloca ai primi posti in Europa. Lo spirito con cui è nata è l'espressione
di una strategia di sistema nel mondo dei confidi, di cui il Governatore Fazio
ha recentemente sottolineato il ruolo fondamentale nel passaggio verso Basilea
2, non privo di insidie per le Pmi".
FINO AL 30 AGOSTO NEGLI UFFICI POSTALI LE OBBLIGAZIONI
"CONCERTO N. 4"
Roma, 16 luglio 2003 - Fino al 30 agosto è possibile prenotare in tutti gli
uffici postali le obbligazioni "Concerto n. 4", distribuite in
esclusiva da Poste Italiane. Le obbligazioni sono emesse per un importo massimo
di 500 milioni di Euro, hanno durata quinquennale e garantiscono, alla scadenza,
la restituzione del capitale investito e una cedola di interesse minima
garantita del 5%. Il taglio di sottoscrizione è di 1.000 Euro (quota minima) o
suoi multipli. L'obbligazione "Concerto n. 4" consente di impiegare a
medio termine i risparmi e di ottenere, a scadenza, un rendimento legato
all'andamento di 18 Fondi Comuni di Investimento internazionali (azionari ed
obbligazionari) di 9 società di gestione di prestigio mondiale (cfr. Tabella).
Tramite "Concerto n. 4" Poste Italiane permette anche ai piccoli
risparmiatori di sottoscrivere quote di Fondi, investendo contemporaneamente su
più mercati internazionali. Un altro vantaggio per il risparmiatore è
l'assenza di rischi di cambio: l'obbligazione "Concerto n. 4",
infatti, è strutturata in modo da eliminare gli effetti delle possibili
fluttuazioni dei tassi di cambio fra le valute. Alla scadenza dei cinque anni
"Concerto n. 4", oltre al rimborso del capitale, pagherà, al lordo
delle imposte vigenti, una cedola di interesse minima garantita del 5% oppure,
se maggiore, una cedola di interesse pari al 52% dell'apprezzamento conseguito
dal paniere dei 18 Fondi Comuni di Investimento internazionali nei 5 anni di
vita dell'obbligazione. Poste Italiane ha affidato la strutturazione di
"Concerto n. 4" a Bnp Paribas Arbitrage Snc, leader internazionale
nella ideazione di prodotti legati a Fondi di investimento. L'istituto emittente
Credem richiederà la quotazione del titolo sul Mot. In attesa della quotazione,
le obbligazioni potranno comunque essere negoziate sulla base dei prezzi fissati
giornalmente dal "market maker" Bnp Paribas Arbitrage Snc. La
quotazione del titolo sarà pubblicata su quotidiani economici. Infolink: www.poste.it
CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA: +4,9% A GIUGNO NEL PRIMO
SEMESTRE DEL 2003 LA DOMANDA CRESCE DEL 2,8%. RAGGIUNTO UN NUOVO RECORD ESTIVO
DI POTENZA RICHIESTA: 52.385 MW.
Roma, 16 luglio 2003 - Più 4,9% è la crescita della domanda di energia
elettrica nel mese di giugno 2003 rispetto al corrispondente mese dell'anno
2002. Il totale dell'energia richiesta in Italia è stato pari 27,9 miliardi di
kWh. Va sottolineato che un aumento così consistente dei consumi elettrici non
si registrava dal gennaio del 2001, quando la variazione rispetto a gennaio 2000
segnò lo stesso valore del 4,9%. A ciò si aggiunga che, considerando l'energia
sospesa alle utenze interrompibili nel corso del mese nonché quella distaccata
alle utenze civili il 26 giugno 2003 in attuazione del piano di emergenza per la
sicurezza del sistema elettrico, l'incremento della domanda avrebbe raggiunto il
5%. Il risultato del mese di giugno 2003, ottenuto a parità di giornate
lavorative rispetto a giugno 2002, ha risentito di fattori climatici
(temperatura media mensile superiore di 1,3 gradi centigradi rispetto allo
stesso mese dell'anno precedente). La potenza massima richiesta sulla rete
elettrica nel mese di giugno 2003 ha toccato i 52.385 megawatt. Questo valore,
che è il nuovo record estivo di potenza richiesta sulla rete elettrica, è
stato raggiunto mercoledì 25 giugno alle ore 11, ed è superiore del 2,8%
rispetto al valore registrato alla punta nel corrispondente mese dello scorso
anno. Si ricorda, inoltre, che il giorno 26 giugno sono intervenute interruzioni
della fornitura di energia elettrica alle utenze civili, in assenza delle quali
si sarebbe potuto registrare una richiesta di potenza dell'ordine di 53.000
megawatt. Tale valore, nettamente superiore al record del 12 dicembre 2002
(52.590 MW), avrebbe, quindi, rappresentato il nuovo record assoluto di domanda
superando, per la prima volta nella storia del sistema elettrico italiano, la
punta invernale. Dall'analisi effettuata dal Gestore della rete emerge che la
crescita dei consumi, registrata a giugno 2003, rispetto a giugno 2002, ha
interessato tutto il territorio nazionale risultando superiore al Centro
(+5,7%), allineata alla media nazionale al Nord (+4,9), di poco inferiore al Sud
(+4,4). I 27,9 miliardi di kWh richiesti nel mese di giugno 2003 risultano
distribuiti per il 45,8% al Nord, per il 30,5% al Centro e per il 23,7% al Sud.
Rispetto a giugno 2002, la dinamica tendenziale della richiesta di energia
elettrica sul territorio, nel mese di giugno 2003, ha fatto registrare un +9,9%
nell'area territoriale della Toscana ed Emilia Romagna. Nel mese di giugno 2003
il fabbisogno nazionale di energia elettrica è stato coperto per l'85,3% con la
produzione nazionale e per la quota restante (14,7%) facendo ricorso alle
importazioni, in aumento (+5,2%) rispetto a giugno 2002. In particolare si è
avuto un marcato aumento delle produzioni termoelettrica (+8,6%) e
geotermoelettrica (+16,4%). In diminuzione la produzione idroelettrica (-9,9%)
ed eolica (-28,1%). Complessivamente la produzione nazionale a giugno 2003 (24,6
miliardi di kilowattora) è aumentata del 4,6% rispetto a giugno 2002. Il
profilo congiunturale della domanda elettrica a giugno 2003 si è posizionato su
livelli decisamente positivi (+2,3%). Nei primi sei mesi dell'anno la richiesta
di energia elettrica è aumentata complessivamente del 2,8% rispetto al
corrispondente periodo dello scorso anno. Nello stesso periodo, rispetto al
primo semestre 2002, è migliorata la qualità del servizio elettrico. Non
considerando, infatti, i distacchi alle utenze civili del 26 giugno, l'indice di
disalimentazione - il parametro che secondo gli standard internazionali
considera conforme un sistema elettrico che registra indici inferiori a 10
minuti - è stato pari 49 secondi, contro i 57 del primo semestre 2002.
Ulteriori informazioni sono disponibili nella pubblicazione "Rapporto
Mensile sul Sistema Elettrico", che commenta in modo analitico l'andamento
dei consumi elettrici mensili, consultabile alla voce "dati
statistici" del sito www.grtn.it
ENEL: CONTATORI ELETTRONICI, L'INTESA HA RICHIESTO UN
INCONTRO URGENTE PER LA DEFINIZIONE DI PIANO TARIFFARIO DIFFERENZIATO PER FASCIA
ORARIA
Roma, 16 lugli o2003 - L'Intesa dei consumatori ha richiesto in data odierna
alla Direzione dell' Enel un incontro urgente per una chiara e puntuale
definizione di un piano tariffario differenziato per fascia oraria. Ciò in
coerenza con gli affidamenti intercorsi tra l'Enel e le Associazioni dei
consumatori in merito all' accordo sull'istallazione dei nuovi contatori
elettronici. In tale accordo, dopo aver modificato i parametri nei tempi e nella
potenza, per ovviare facili "scatti"del contatore elettronico che
causavano gravi inconvenienti alle famiglie, era altresì prevista la
realizzazione di un piano tariffario basato su fasce orarie differenziate.
Stupefacente è per l'Intesa che in una fase come questa, carica di
problematiche sia idriche che energetiche, non ci sia stato un intervento
immediato del Enel che andasse nella direzione concordata. Quindi l'Intesa dei
consumatori, ritiene importante accelerare la definizione di queste tariffe
biorarie, poiché tale realizzazione comporterà non solo risparmi economici per
le famiglie ma, un più equilibrato consumo di energia elettrica durante la
giornata. Con ricadute sicuramente positive in relazione ad un più razionale
utilizzo dell'energia elettrica.
SOSTEGNO DELLE ONG EUROPEE ALLA SEPARAZIONE TRA EURATOM E
TRATTATI UE
Bruxelles, 16 luglio 2003 - Il Presidium della Convenzione europea ha deciso di
abbandonare l'iniziale proposta di includere il trattato Euratom nella futura
costituzione dell'Unione. La decisione di introdurre un allegato che preveda la
separazione formale tra l'Unione europea e l'Euratom è stata presa in data 10
luglio. Le Ong europee hanno reagito positivamente, affermando che la decisione
sottolinea la crescente opposizione al sostegno dell'energia nucleare, previsto
dal trattato Euratom. "Viene così finalmente riconosciuto che il trattato
Euratom è oltremisura sorpassato e antidemocratico per trovare posto in una
costituzione di tipo moderno", ha affermato Mark Johnston, membro di Amici
della Terra Europa. Greenpeace e Amici della Terra ritengono che l'esclusione
del trattato Euratom dalla costituzione europea consentirà agli Stati Membri di
non aderire al trattato senza essere al contempo costretti a lasciare l'Unione.
Gli ambientalisti sperano che, a livello politico, durante la prossima
conferenza intergovernativa verrà presa in considerazione la completa
abolizione del trattato Euratom. "Conservare il sostegno al nucleare
nell'ambito delle norme europee fondamentali rischia di rendere l'Unione
altamente impopolare tra i suoi stessi cittadini", ha affermato Bridget
Woodman, membro di Greenpeace Europa. Il Sesto programma quadro ha previsto, per
le attività connesse al trattato Euratom, un budget complessivo di 1,23
miliardi di euro, il 60 per cento del quale sarà utilizzato per finanziare la
ricerca nel campo della fusione termonucleare. Infolink: ftp://ftp.cordis.lu/pub/fp6/docs/euratom_challenge_21stcentury.pdf
PATENTE A PUNTI: ESSENZIALI RIGORE E COERENZA
DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE ANIA FABIO CERCHIAI
Roma, 16 luglio 2003 - Dai primi dati emerge che l'introduzione della patente a
punti sta portando risultati concreti in termini di maggiore sicurezza sulle
strade. Gli incidenti, specialmente quelli più gravi, sono in diminuzione. E'
un primo risultato di grande importanza, che auspichiamo possa essere confermato
nel tempo. Apprezziamo il gravoso impegno delle forze dell'ordine, il cui
contributo in questi giorni è stato essenziale. E' importante che le misure
adottate restino valide per tutte le categorie di conducenti e non vengano
annacquate da eccezioni che rischiano di essere interpretate come un'implicita
autorizzazione a violare le norme del codice e, dunque, di annullare i benefici
che si stanno ottenendo . In paesi in cui si è adottato un maggior rigore sulle
strade, come la Francia in cui vige la linea della "tolleranza zero",
la frequenza degli incidenti è del 5,9% , circa la metà di quella italiana,
che è del 9,5%. Nel nostro ruolo di assicuratori, non possiamo non sottolineare
che comportamenti prudenti e rispettosi delle regole del codice della strada
sono una condizione necessaria per poter contenere il costo dei risarcimenti a
carico del sistema rc auto e dunque, in prospettiva, il livello delle tariffe.
Per questo abbiamo lanciato la proposta di un patto sociale per la sicurezza
stradale all'interno del quale intendiamo fare le parte che ci spetta. Peraltro,
con il patto siglato il 5 maggio scorso fra l'Ania, il Governo e le Associazioni
dei consumatori, le compagnie di assicurazione si sono impegnate a contenere per
quest'anno la dinamica tariffaria. L'obiettivo oggi è di fare in modo che si
creino le condizioni perché tale politica possa mantenersi economicamente
sostenibile nel tempo. Una applicazione coerente e rigorosa della normativa che
riguarda la patente a punti è una condizione necessaria per conseguire questo
risultato.
SU RADIO CAPITAL E RDS LE INFORMAZIONI ISTANTANEE SUL
TRAFFICO DI BCONNECT
Torino 15 luglio 2003 - Bconnect, il primo provider nei servizi di infomobilità
per privati ed aziende in tutta Europa di Fiat Auto, ha scelto Radio Capital e
Rds come canali radiofonici per diffondere le informazioni istantanee sul
traffico e raggiungere milioni di ascoltatori in movimento. Secondo un accordo,
infatti, dalla fine di giugno e per tutta l'estate 2003, Radio Capital e Rds
(nell'ambito dei rispettivi programmi "Drivetime" e "Viabilità")
diffonderanno tutti i giorni le informazioni più importanti sulla viabilità di
autostrade e tangenziali italiane, attingendo alla base dati di Bconnect.
Ulteriori approfondimenti e aggiornamenti per chi viaggia sono disponibili
collegandosi direttamente ai servizi Bconnect Infotraffico, attivi 24 ore su 24.
Si tratta di una novità nel panorama nazionale sia per la qualità delle
informazioni sia per la tempestività nella loro diffusione. Bconnect, infatti,
è la prima realtà italiana a fornire notizie sulla viabilità, come il ritardo
accumulato sul percorso e la velocità del flusso veicolare. Ciò permette
all'automobilista di conoscere subito e con precisione se il ritardo sulla
propria tabella di marcia sarà di dieci minuti o di ore. In dettaglio, ecco
come funziona. Grazie ad uno specifico applicativo informatico, Bconnect può
trasmettere tempestivamente via Internet le informazioni sul traffico raccolte
ed elaborate a Radio Capital e Rds, riducendo così "quasi a zero" il
lasso di tempo fra la raccolta delle notizie e la loro diffusione radiofonica.
Bconnect vanta un innovativo sistema a sensori mobili, installato a bordo di
alcune decine di migliaia di veicoli di grandi viaggiatori, che
"fotografano" istantaneamente, 24 ore su 24, lo stato della viabilità
di autostrade e tangenziali italiane per oltre 6.000 km di rete stradale. Quando
la velocità "scende" al di sotto dei livelli stabiliti, il sensore
invia un SMS anonimo alla centrale operativa di Bconnect, informandola della
presenza di rallentamenti, congestioni o code nel tratto interessato. La
centrale rielabora statisticamente l'informazione ricevuta insieme alle altre
centinaia di dati e fornisce gli aggiornamenti sulla velocità media di
percorrenza, sulla lunghezza delle code e sui ritardi accumulati, consentendo
all'automobilista di valutare tempestivamente il comportamento da adottare.
Inoltre, fornisce suggerimenti di percorsi alternativi e previsioni circa
l'andamento del traffico. Dunque, l'accordo con Radio Capital e Rds consente a
Bconnect di completare la gamma dei canali di diffusione delle informazioni
istantanee sul traffico. Infatti, grazie ad una serie di collaborazioni con
partner internazionali di telefonia mobile, i servizi Bconnect sono erogati
anche attraverso i telefoni cellulari Gsm e Gprs, oltre che i dispositivi
personali Pda e Internet. Infine, da sottolineare che i servizi Bconnect sono
oggi disponibili su tutti i nuovi modelli del Gruppo Fiat. Per accedervi è
sufficiente premere il tasto verde "connect" posto sulla plancia
dell'auto, o attraverso il proprio telefono cellulare. In questo modo il cliente
può collegarsi da qualsiasi Paese europeo al Centro Servizi di Bconnect, per
richiedere, nella lingua desiderata o via dati, informazioni in tempo reale sul
traffico o suggerimenti utili per il viaggio, consulenza medica e assistenza
stradale, con la possibilità anche di scaricare sul proprio telefonino mappe e
percorsi di proprio interesse. Tra i tanti servizi offerti ricordiamo: le
informazioni istantanee sul traffico raccolte attraverso sofisticati sensori;
Bconnect Fleetweb con il quale gestire le flotte aziendali; e, infine, il
Cercauto che aiuta a ritrovare il proprio veicolo.
AL VIA I CORSI PER OTTENERE IL PATENTINO
Roma, 16 luglio 2003 - In attesa che il patentino per i minorenni alla guida dei
ciclomotori diventi obbligatorio (dal primo luglio 2004), i giovani tra i 14 e i
18 anni potranno cominciare a prepararsi per sostenere l'esame per il rilascio
del certificato. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato
infatti un decreto (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'8 luglio scorso)
che stabilisce le regole per ottenere il cosiddetto "patentino". I
corsi potranno essere organizzati sia dalle Autoscuole sia direttamente svolti
negli istituti scolastici, pubblici o privati. Questi ultimi saranno gratuiti.
Per essere ammessi all'esame, che consiste in una prova teorica mediante un
questionario di 10 domande) non bisogna superare le tre ore di assenza su un
totale di 12 ore di corso (per quelli svolti presso le autoscuole) o di 20 (per
quelli svolti dalle scuole). Per superare l'esame sono ammessi solo 4 errori, al
quinto si e' bocciati. http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/patentino_moto/index.html
LA LOMBARDIA AL QUARTO POSTO IN ITALIA PER IL RICAMBIO
DEI PNEUMATICI DELLE AUTOVETTURE
Milano, 16 luglio 2003 - Nel 2002, con 72 pneumatici acquistati per ogni 100
vetture circolanti, gli automobilisti lombardi si sono classificati al quarto
posto in Italia per frequenza di ricambio delle gomme delle proprie auto. Nella
graduatoria nazionale per regioni la Lombardia è infatti preceduta da Liguria
(77) al primo posto, dalla Valle D'Aosta (76) in seconda posizione e dall'Emilia-Romagna
(75) al terzo posto. Questi dati emergono da un'analisi realizzata
dall'Osservatorio di Tyre Team, catena di gommisti indipendenti con 600 punti
vendita distribuiti sull'intero territorio nazionale. In Lombardia, Cremona (75
gomme sostituite per ogni 100 auto) si classifica al primo posto della
graduatoria regionale per province, precedendo Milano (74) al secondo posto,
Pavia (73) in terza posizione e Mantova (72) al quarto posto. Seguono Brescia,
Como e Lecco (tutte con un rapporto di 70) rispettivamente al quinto, al sesto e
settimo posto, Varese (69) in ottava posizione, mentre Bergamo e Lodi (entrambe
con un rapporto di 68) si collocano in nona e decima posizione. Sondrio, con un
rapporto di 67 pneumatici acquistati ogni 100 autovetture, chiude la graduatoria
delle province lombarde. Dallo studio di Tyre Team emergono altri dati di
notevole interesse e piuttosto allarmanti per il nostro Paese. L'Italia è
infatti tra le ultime nazioni in Europa per la sostituzione dei pneumatici: nel
2002 per ogni 100 auto circolanti sono stati infatti acquistati 61 pneumatici di
ricambio contro i 94 di Germania, Francia e Gran Bretagna ed i 64 della Spagna.
Si tratta di una situazione tutt'altro che positiva per quanto riguarda la
sicurezza della circolazione. E' ben noto infatti come i pneumatici, che
rappresentano l'unico punto di contatto tra il veicolo ed il suolo, siano
essenziali per assicurare una frenata efficiente e una buona tenuta di strada.
Ciò nonostante, come i dati mostrano, sulle nostre strade circolano veicoli con
pneumatici mediamente più vecchi e più usurati che negli altri paesi europei.
Questa situazione acquista particolare gravità negli esodi estivi che vedono
milioni e milioni di persone spostarsi sulle strade della penisola. Sulla base
dei dati dell'Osservatorio Tyre Team, è quanto mai opportuno raccomandare agli
automobilisti italiani di far controllare i pneumatici prima della partenza per
le vacanze estive e di procedere senza indugio alla loro sostituzione se la
profondità della scultura del battistrada è inferiore al minimo di legge, che
è di 1,6 millimetri. Ma la prudenza consiglia comunque di non scendere al di
sotto dei tre millimetri e di sostituire anche immediatamente i pneumatici che
presentino tagli, screpolature o rigonfiamenti e che siano stati costruiti da più
di cinque anni (la data di fabbricazione è impressa sullo stesso pneumatico con
un codice che il gommista è facilmente in grado di verificare). Infolink: www.tt-point.com
CDA ALITALIA: PROSEGUONO LE TRATTIVE CON MERIDIANA
Roma, 16 luglio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia, preso atto
dei positivi sviluppi del negoziato fin qui intercorso con Meridiana, ha
deliberato positivamente sull'estensione del periodo di trattativa in esclusiva
fino al 30 settembre 2003, finalizzato alla definizione di una operazione di
integrazione della compagnia sarda nel Gruppo Alitalia. Le modalità, i tempi ed
i termini verranno convenuti successivamente al completamento delle ulteriori
analisi di fattibilità da sviluppare. Il Consiglio di Amministrazione ha
approvato lo sviluppo delle trattative contrattuali in ordine alla cessione
dell'80% del pacchetto azionario della controllata Eurofly nell'ambito del quale
è altresì prevista la cessione di aeromobili MD80 in misura e con modalità e
termini da definire; il Consiglio ha quindi conferito mandato all'Amministratore
Delegato di definire il negoziato riferendone al Consiglio di Amministrazione
previsto per il 30 luglio p.v.. In ultimo, il Consiglio di Amministrazione ha
preso positivamente atto della conclusione del contratto di consulenza con la
Turn Works di Gregg Brenneman e soci in ordine al quale lo stesso Consiglio,
nella precedente riunione del 18 giugno u.s., aveva conferito mandato
all'Amministratore Delegato, Francesco Mengozzi.
AUSTRIAN AIRLINES VOLA A BAKU DAL 20 AGOSTO E DIVENTERÀ
L'UNICO VETTORE EUROPEO AD OFFRIRE COLLEGAMENTI PER L'INTERA REGIONE DEL CAUCASO.
Milano, 16 luglio 2003 - A partire dal 20 agosto Austrian Airlines continua la
sua espansione verso l'Europa Centro-Orientale servendo una nuova destinazione:
Baku la capitale dell'Azerbaijan. Grazie all'introduzione di questa nuova rotta
Austrian Airlines, che già offre collegamenti con le città di Tbilisi in
Georgia e di Erevan in Armenia, diventerà, con 8 frequenze settimanali, l'unica
compagnia europea a servire l'intera area caucasica. Il collegamento con la
repubblica più ricca ed estesa del Caucaso sarà operato da Vienna. Ottime le
coincidenze con i voli in partenza dagli scali italiani. A partire dal 20 agosto
2003 Austrian Airlines opererà, con un F70, 3 voli settimanali (lunedì,
mercoledì e venerdì) in partenza da Vienna alle ore 20:50 con arrivo a Baku
alle 3:55. Il volo di ritorno partirà da Baku alle 4:45 per raggiungere Vienna
il mattino seguente alle ore 6:15. Ottime le concidenze con i voli in partenza
dagli scali italiani. Con 8 milioni di abitanti Azerbaijan è la più grande e
più ricca delle tre repubbliche caucasiche e sta attualmente vivendo un vero e
proprio boom economico. Basata sullo sfruttamento delle riserve di petrolio e
gas naturale, Azerbaijan prevede per l'anno prossimo una crescita economica
intorno all'8%. La recente costruzione di un oleodotto da Baku a Ceyhan
(Turchia) via Tiflis ha permesso a numerose società petrolifere e di
costruzioni di stabilirsi in Azerbaijan. Con una superficie di 86.000 km
quadrati Baku, la capitale affacciata sulle rive del Mar Caspio, è la città più
grande dell'Azerbaijan. Questa antica ed affascinante città, un tempo una delle
tappe principali sulla Via della Seta, costituisce inoltre un'interessante meta
turistica. Si possono ammirare incisioni rupestri dell'età del bronzo, minareti
e moschee medievali oltre ai famosi tappeti dell'Adzerbaijan. Complessivamente
Austrian Airlines serve oltre110 destinazioni in 64 paesi di cui 34 destinazioni
in Europa centro-orientale. Gli agenti di viaggio potranno prenotare nei Crs o
contattare l'Agent Help Desk di Austrian Airlines attivo da lunedì a venerdì
dalle 9:00 alle 17:30 al seguente numero unico per tutta Italia: Tel:
02.80.660.600 Fax: 02.80.660.230. Dalle 17:30 alle 21:00 dei giorni
feriali, durante i week-end e nei giorni festivi, gli agenti di viaggio potranno
rivolgersi al Call Center per il pubblico ai numeri: Nord Italia: 02.80.663.095
Centro/Sud Italia: 06.65.684.018
RYANAIR TRASPORTA IL SUO MILIONESIMO PASSEGGERO DA MILANO
ORIO AL SERIO E LANCIA 100.000 POSTI A €1 PER FESTEGGIARE
Milano, 16 luglio 2003 - Ryanair, la linea aerea a basse tariffe N.1 in Europa,
ha raggiunto un traguardo eccezionale: il milionesimo passeggero dall'aeroporto
di Milano Orio al Serio. Per celebrare questo avvenimento Ryanair ha regalato 2
voli al milionesimo passeggero e ha lanciato un'offerta speciale di 100.000
posti a €1 prenotabili da oggi fino al 17 luglio per viaggiare sulle rotte da
Milano Orio al Serio a Londra, Bruxelles, Parigi, Francoforte e Amburgo. Peter
Sherrard, Coordinatore Marketing e Vendite Ryanair per l'Italia, ha detto:
"Ryanair ha ottenuto risultati fantastici dal lancio delle rotte della
nuova base di Milano Orio al Serio con un forte incremento dei passeggeri
trasportati da febbraio in poi (600.000 passeggeri) fino a raggiungere
l'eccezionale traguardo del milionesimo passeggero. Abbiamo cominciato ad
operare qui il giorno di San Valentino del 2002 con una rotta su Francoforte
Hahn seguita poco dopo da una rotta su Londra Stansted nell'aprile del 2002. È
stato immediatamente amore fra la Lombardia e Ryanair, che ha portato nel
febbraio del 2003 al lancio della prima base italiana con 7 rotte verso le
maggiori città e capitali Europee. Per festeggiare saranno disponibili sul sito
Internet www.ryanair.com 100.000 posti a €1 da oggi fino alla mezzanotte del
17 luglio. L'offerta è valida per viaggiare anche durante l'estate, dal 29
luglio, durante tutto il mese di agosto, fino al 30 di settembre." Giorni
di Viaggio Lunedì - Giovedì. Acquisto: On Line 14 Giorni prima
APERTURA DELLE ISCRIZIONI ALL' MBA INDIRIZZO ACQUISTI
DELL'EIPM
Ginevra, 16 luglio 2003. L'E.I.P.M., The Institute of Purchising Management,
centro europeo di management per la Funzione Acquisti, apre a tutta l'Europa le
iscrizioni alla sessione 2004 del suo Mba Acquisti. L'Eipm é il riferimento
europeo degli istituti di formazione nella funzione Acquisti. L'Eipm forma a
questa professione tutti i livelli, dal principiante al professionista,
attraverso corsi su misura in alternanza, cioè opportunamente suddivisi tra
periodi lavorativi e di studio. L'Eipm è il solo e unico organismo europeo che
propone a quadri ad elevato potenziale un Mba "indirizzo Acquisti" in
lingua inglese, permettendo di sviluppare competenze manageriali personali e
fornendo i mezzi per mettere in opera le migliori strategie negli acquisti in
impresa. In dodici anni si sono diplomate centoventi persone provenienti da
quaranta nazionalità diverse. L' Mba Acquisti valorizza l'uomo e l'impresa...
L'Mba "indirizzo Acquisti" si rivolge a quadri che svolgono già
un'attività nella Funzione Acquisti. Il profilo dello studente-tipo é quello
di un professionista di circa trent'anni, dotato al 50% di una formazione di
ingegnere e al 50% di una formazione superiore in business, fornito inoltre di
un "vissuto internazionale". Questo Mba specialistico permette di
arricchire notevolmente le conoscenze personali grazie alla varietà degli
argomenti trattati ( finanza, strategie industriali, economia internazionale,
sviluppo di stategie negli acquisti, supply-chain e logistica, giurisdizione,
leadership, change management, global social responsability, comunicazione e
marketing industriale, ecc...). Grazie all'eccellente livello dei relatori
(professori internazionali specializzati) e alla provenienza internazionale
degli studenti (10 nazionalità per sessione) l' Mba è un mezzo perfetto per
tessere l'indispensabile rete di relazioni alla base della professione, al fine
di condividere e scambiare conoscenze per l'arricchimento delle esperienze
personali. L'alumni dell'Eipm non è forse il più richiesto d'Europa? Arrivati
ad un terzo della formazione, gli studenti scelgono un progetto (approvato dalla
propria impresa) che svilupperanno, seguiti dal loro coordinatore dell'Eipm,
fino al termine del corso. Il successo di tale progetto condizionerà il
conseguimento del diploma finale. Il programma in alternanza é pianificato in
diciotto mesi con quindici moduli di una settimana. L'investimento in questa
formazione garantisce all'impresa lo sviluppo di una strategia di acquisto.
Mentre l'impegno e la motivazione dell'allievo dipendono dalla volontà
personale avente per scopo un'evoluzione di carriera, l'investimento di 18.000
euro è finanziato dalle imprese. In effetti i managers della funzione acquisti
titolari di un Mba specialistico si rivelano preziosi all'interno delle grandi
imprese le quali non esitano, quindi, ad investire in queste risorse a forte
valore aggiunto che incidono per circa il 70% sul prezzo di costo dei prodotti
commercializzati. La prossima sessione dell' Mba Acquisti comincia nel gennaio
2004, ma l'Eipm apre sin da ora le iscrizioni a tutta l'Europa. I candidati
saranno innanzitutto selezionati in base al loro curriculum, poi saranno
invitati ad un colloquio all'Eipm. Al test Toefl (valutazione della pratica
della lingua inglese) è richiesto un minimo di 600 punti, in quanto la
formazione è esclusivamente in lingua inglese. Si tratta di un vero Mba
europeo, nel cuore dell' Europa alla periferia di Ginevra presso il campus di
Archamps, in Alta Savoia. Mba acquisti - Informazzioni : Werner Jost - wjost@eipm.org
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