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2003 anno 6°  

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MERCOLEDI'
1  OTTOBRE 2003

pagina 1

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INDAGINE UNIONCAMERE-MEDIOBANCA SULLE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI

Roma, 1 ottobre 2003 - Sono ancora poche. In compenso sono le più dinamiche in termini di fatturato, valore aggiunto, export e occupazione. Ma sono anche scarsamente presenti in Borsa e sopportano la pressione fiscale più elevata. Questo il ritratto delle medie imprese industriali italiane che emerge dalla terza Indagine realizzata da Unioncamere e Mediobanca, che verrà presentata in un convegno oggi   a Roma, presso la sede di Unioncamere (Piazza Sallustio 21, ore 10,30-13,30). La ricerca, fondata sull'analisi dei bilanci depositati dal 1996 al 2000 da tutte le medie imprese industriali con fatturato di 13-260 milioni di euro, con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 499 e con un assetto proprietario autonomo, copre per la prima volta l'intero territorio nazionale e presenta anche un nuovo criterio di classificazione delle imprese sul territorio, identificando 77 distretti in senso stretto e altri 92 sistemi di produzione locale. L'indagine verrà presentata e commentata da Fulvio Coltorti (Ufficio studi Mediobanca), Claudio Gagliardi (Centro studi Unioncamere), Giovanni Ferri (Università di Bari), Riccardo Gallo (Università di Roma La Sapienza). Antonella Barbetti (Cementerie Aldo Barbetti) e Antonio Pasquini (Cartiera Lucchese) porteranno le loro riflessioni quale testimonianza di imprenditori. Aprirà il convegno il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli. La conclusione dei lavori è affidata al ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano. 

DICHIARAZIONE DI MASSIMO CAPUANO, A.D. DI BORSA ITALIANA, IN MERITO AGLI INCENTIVI FISCALI APPROVATI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Milano, 1 ottobre 2003 - Borsa Italiana apprezza i provvedimenti approvati ieri dal Consiglio dei Ministri che centrano il duplice obiettivo di sviluppare l'offerta e la domanda di azioni quotate, incidendo con misure semplici ed efficaci sia sul lato delle imprese che si apprestano alla quotazione sia su quello dei fondi che investono in piccole e medie imprese. Gli incentivi decisi dal Ministero dell'Economia rappresenteranno un forte stimolo per le società che vorranno finanziare la loro crescita con capitale di rischio - 1200, secondo le analisi di Borsa Italiana, sono già oggi potenzialmente in grado di accedere al listino - e un fondamentale acceleratore per l'ampliamento del mercato azionario italiano, in grado di renderlo a livello internazionale effettivamente rappresentativo della realtà economica del nostro Paese. L'ampio bacino di piccole e medie imprese, asse portante del tessuto industriale italiano, potrà così trovare nella leva fiscale un'ulteriore ragione per la quotazione, che si affianca al finanziamento della crescita e dei progetti di sviluppo, al riequilibrio della struttura finanziaria e ai cambiamenti organizzativi necessari per fronteggiare la concorrenza su scala internazionale. Nel contempo lo sviluppo di nuovi fondi specializzati nelle mid e small caps consentirà un ampliamento delle opportunità per gli investitori e la valorizzazione di questa importante asset class. Ci sono quindi tutte le premesse perché si attivi un circolo virtuoso affinché le imprese, gli intermediari e gli investitori possano cogliere un'importante opportunità per il loro sviluppo.

ENTRANO IN VIGORE OGGI LE NUOVE NORME EUROPEE SUI PREZZI DELLE AUTOMOBILI E DEI SERVIZI DI ASSISTENZA
Bruxelles, 1 ottobre 2003 - Oggi diventerà applicabile gran parte delle nuove norme Ue sulla distribuzione degli autoveicoli, entrate in vigore il 1° ottobre 2002. Il 1° ottobre 2003 termina il periodo transitorio per tutti i contratti giunti a scadenza dopo il 1° ottobre 2002. Dopo un ulteriore periodo transitorio, il 1° ottobre 2005 verrà abolita la cosiddetta “clausola di ubicazione”, rendendo finalmente pienamente efficaci le nuove norme. Queste ultime, che entrano in vigore il 1° ottobre 2003, aprono al via a nuove tecniche di distribuzione, come le vendite via Internet e le vendite multimarca con un aumento della concorrenza fra canali di vendita al dettaglio diversi. Le nuove norme eliminano anche le ultime barriere agli acquisti transfrontalieri e consentono ai concessionari di diffondere messaggi pubblicitari o mail shot in tutto il mercato unico. I proprietari di veicoli avranno una scelta più ampia per quanto riguarda i fornitori di servizi post-vendita che sia tramite officine di riparazione autorizzate o indipendenti. Non si può vietare alle officine di fornire assistenza a varie marche e sono sollevate dall'obbligo di esercitare anche un'attività di concessionario. Alla vigilia della fine del periodo transitorio per le nuove norme applicabili alla distribuzione degli autoveicoli, il commissario per la concorrenza Mario Monti ha dichiarato: "Una maggiore concorrenza nella distribuzione degli autoveicoli fa abbassare i prezzi. Con l'eliminazione degli ultimi ostacoli agli acquisti transfrontalieri di veicoli, i consumatori potranno finalmente sfruttare tutto il potenziale del mercato unico in questo settore. A partire da oggi, ci saranno anche nuove possibilità quanto alla fornitura esclusivamente di servizi post-vendita e prevedo che i nuovi fornitori di questi servizi eserciteranno una pressione verso il prezzo sui loro prezzi elevati.” Le nuove norme coprono la vendita e i servizi di assistenza post-vendita di tutti gli autoveicoli (autovetture, veicoli commerciali leggeri, autocarri e autobus). Le nuove norme consentono ai produttori di automobili di scegliere fra la distribuzione esclusiva - ad ogni concessionario autorizzato viene assegnato un territorio di vendita - e la distribuzione selettiva - i concessionari sono selezionati in base a una serie di criteri oggettivi ma non viene a assegnato loro un territorio di vendita1. Quasi tutti i produttori hanno scelto la distribuzione selettiva in tutto il mercato unico. Le principali novità introdotte dalle nuove norme Le principali novità che entreranno in vigore il 1° ottobre 2003 sono le seguenti: vendita multimarca; officine di riparazione che forniscono solo servizi post-vendita; officine di riparazione indipendenti, non affiliate a una marca particolare; norme meno restrittive sull'utilizzo dei pezzi di ricambio e (5) maggiori possibilità per i concessionari di vendere ad acquirenti stranieri. Oltre a ciò, dal 1° ottobre 2005, i concessionari avranno anche la possibilità di aprire punti di vendita o di consegna in Stati membri diversi dal loro. Attività di vendite multimarca A partire dal 1° ottobre 2003 i concessionari potranno vendere più di una marca nello stesso salone. Questa “attività di vendite multimarca” rafforza la loro indipendenza commerciale nei confronti dei fornitori e consente ai concessionari in zone scarsamente popolate di mantenere redditizia la loro attività. Le nuove norme forniscono pertanto ai rivenditori al dettaglio un'effettiva possibilità di scegliere se vendere più di un marca. I produttori possono solo imporre che i loro veicoli vengano esposti in una sezione del salone riservata alla loro marca. La maggior parte dei produttori ha accettato tale possibilità. In alcuni casi si sta ancora valutando se le esigenze dei produttori in materia di esposizione delle vetture nel salone rendano redditizio questo sistema di vendita. Più officine di riparazione che forniscono solo servizi post-vendita In base alle vecchie norme, chiunque vendesse vetture nuove era obbligato a offrire anche i servizi di riparazione. Con le nuove norme i concessionari possono scegliere se eseguire da soli le riparazioni o subappaltarle a un altro membro autorizzato della rete del produttore, che si tratti di un altro "concessionario/riparatore integrato" o esclusivamente di un'officina di riparazione. Le nuove norme consentono anche a qualsiasi officina di riparazione che soddisfi i criteri qualitativi fissati dal produttore di diventare un'officina autorizzata nell'ambito della rete di quel produttore senza essere obbligata a vendere vetture nuove. I produttori non possono limitare il numero di riparatori autorizzati, né circoscrivere il diritto di un riparatore autorizzato di riparare veicoli di altre marche. Gli studi hanno dimostrato che i consumatori preferiscono una densa rete di officine di riparazione e che le modifiche proposte dovrebbero contribuire a mantenere tale densità, rafforzando nel contempo l'attuale livello di competenza tecnica all'interno della rete. Mentre la maggior parte dei produttori accetta la separazione fra la gestione di un punto vendita e quella di un'officina di riparazione, stiamo ancora esaminando alcuni casi isolati in cui un vecchio concessionario non riceve l'autorizzazione soltanto come riparatore. Più officine di riparazione indipendenti Le nuove norme prevedono inoltre che i produttori di autoveicoli siano obbligati a consentire, ai riparatori che scelgono di restare indipendenti da marchi specifici, di avere accesso a tutte le informazioni tecniche, apparecchiature e attrezzi, comprese le attrezzature di diagnostica, e alla formazione necessarie. Oltre a ciò le nuove norme vietano anche le clausole volte a impedire ai riparatori autorizzati di fornire pezzi di ricambio originali o di qualità corrispondente ai riparatori indipendenti. Queste disposizioni mirano a garantire che i riparatori indipendenti possano continuare a concorrere in maniera efficace con la rete di riparatori autorizzati del produttore. I consumatori potranno dunque scegliere dove far riparare il proprio autoveicolo. Una maggiore varietà di pezzi di ricambio Il regolamento intende inoltre dare ai consumatori la scelta dei pezzi di ricambio da utilizzare per riparare il proprio veicolo. I produttori non possono più impedire ai riparatori autorizzati di procurarsi i pezzi di ricambio da altre fonti, o limitare il loro diritto di utilizzare pezzi di ricambio di qualità corrispondente a quella dei pezzi originali. Con queste misure i produttori di pezzi di ricambio dovrebbero vendere un numero maggiore di pezzi di ricambio direttamente ai riparatori, fornendo una scelta più ampia ai consumatori e aumentando la concorrenza per la fornitura di pezzi di ricambio. Tuttavia, visto il coinvolgimento contrattuale diretto del produttore dei veicoli nel servizio assistenza gratuito, nel servizio in caso di operazioni di revisione di autoveicoli difettosi, nonché nelle riparazioni coperte da garanzia, i riparatori autorizzati potranno essere obbligati ad utilizzare per tali riparazioni solo i pezzi di ricambio originali forniti dal produttore degli autoveicoli. Maggiori possibilità di vendere autovetture ad acquirenti in altri Stati membri È già la regola che non si possa vietare ad alcun concessionario di fornire autovetture a consumatori residenti all'estero. Ciò consente ai consumatori di effettuare acquisti transfrontalieri e ha consentito, ad esempio, ai consumatori britannici e irlandesi di procurarsi veicoli con la guida a destra da concessionari continentali a prezzi inferiori. La relazione semestrale della Commissione sui prezzi delle automobili ha infatti sottolineato notevoli differenze di prezzo per le autovetture nuove nei vari Stati membri dell'Ue. Uno studio pubblicato per la Commissione un anno fa ha concluso che queste differenze non erano interamente dovute a differenze nel livello di tassazione2. Pertanto, verranno eliminate le restrizioni per gli operatori che agiscono su mandato di un consumatore nell'acquisto di un autoveicolo. In futuro questi rappresentanti, comunemente definiti intermediari, dovranno semplicemente esibire un mandato che dimostri che agiscono per conto di un consumatore. Inoltre, i concessionari in un sistema di distribuzione selettiva possono diffondere messaggi pubblicitari in tutto il mercato unico e inviare mail shot e messaggi elettronici personalizzati ai consumatori in tutta l'Unione Europea. I concessionari non possono essere in alcun modo penalizzati per l'utilizzo di questo sistema di vendita. I concessionari nel sistema di distribuzione esclusiva possono vendere attivamente a rivenditori indipendenti nell'ambito del loro territorio di esclusiva e possono anche, se viene loro richiesto, vendere a consumatori finali o a rivenditori al di fuori del territorio. Queste vendite attive all'interno del territorio e passive al di fuori di esso creeranno le condizioni per una maggiore concorrenza basata sui prezzi in tutta l'Unione rispetto al sistema attuale, che vietava qualsiasi vendita attiva al di fuori del territorio, nonché le vendite a operatori indipendenti. Punti di vendita o di consegna in vari Stati membri Infine, a partire dal 1° ottobre 2005, i concessionari in un sistema di distribuzione esclusiva potranno impiantare punti di vendita o di consegna secondari in un'altra parte del loro paese o in un altro Stato membro dell'Unione europea. Ciò significa che un concessionario in Spagna che vende di frequente veicoli a consumatori francesi può aprire un punto di vendita o di consegna a Marsiglia. Con la caduta della cosiddetta “clausola di ubicazione” non esisterà più alcuna protezione territoriale per i concessionari in una rete di distribuzione selettiva. Queste misure dovrebbero contribuire a garantire il funzionamento del mercato unico in modo che i consumatori possano trarre vantaggio dalle considerevoli differenze di prezzo che esistono fra i vari Stati membri dell'Unione europea. Applicazione La Commissione continuerà a tenere sotto controllo gli accordi di distribuzione degli autoveicoli e ad assicurarsi che i produttori applichino correttamente le nuove norme tanto sul mercato di vendita quanto su quello di assistenza post-vendita. In caso di disaccordo fra produttori e concessionari, la Commissione prenderà le misure legali necessarie perché i consumatori traggano il massimo vantaggio dalle nuove norme sulla distribuzione di autoveicoli. 1 I produttori non possono tuttavia combinare, per uno stesso concessionario, esclusività (assegnazione di un territorio di vendita esclusivo) e selettività (divieto di vendere a operatori indipendenti). I produttori sono tuttavia liberi di applicare, in base alle loro esigenze, sistemi esclusivi in alcuni mercati Ue e selettivi in altri. 2 Lo studio e altri materiali relativi al processo di revisione sono reperibili sul sito web della Commissione all'indirizzo
http://europa.Eu.int/comm/competition/car_sector/

"CITTÀ DELLA MODA": IL COMUNE DI MILANO ANNUNCIA I PROGRESSI DEL PROGETTO GARIBALDI REPUBBLICA: - DIECI GRANDI PAESAGGISTI IN GARA PER IL CAMPUS MODAM, IL NUOVO MUSEO PER LA CREATIVITA'CONTEMPORANEA
Milano, 1 ottobre 2003 - Si è tenuta ieri all'Urban Center la conferenza stampa sullo stato di avanzamento del progetto Garibaldi Repubblica. Per la "Città della Moda". Sono intervenuti: il Sindaco di Milano Gabriele Albertini, nella sua qualità di Presidente della Fondazione Città della Moda-design-comunicazione, Beatrice Trussardi, nella sua qualità di Vicepresidente della Fondazione Città della Moda-design-comunicazione, l'assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano Gianni Verga, Riccardo Catella, Amministratore Delegato di Hines Italia, Manfredi Catella, Direttore Generale di Hines Italia e César Pelli che coordinerà il master plan del progetto. A meno di tre mesi di distanza dalla firma dei protocolli d'intesa con Regione e privati, il progetto Garibaldi Repubblica (che interessa un'area complessiva di 325.000 mq) è già entrato nella fase operativa, registrando importanti passi avanti. Il Comune di Milano sta svolgendo con grande impegno e determinazione il ruolo di promotore, coordinatore e regista dell'intero processo, sta perseguendo gli obiettivi di eccellenza che si era proposto e sta ottenendo una pronta risposta da parte del mondo culturale, economico e imprenditoriale. Www.comune.milano.it  Il compito che l'Amministrazione si è posta è stato quello di implementare e coordinare le proposte che possano contribuire, con spirito innovativo e caratteri di prestigio, alla definizione di un progetto di richiamo internazionale riducendo i tempi e procedendo in parallelo in tutte le fasi necessarie al suo completamento. L'amministrazione registra oggi importanti passi in avanti per le tre grandi funzioni che andranno a comporre Garibaldi Repubblica: il Campus, la Città della Moda e il Polo Istituzionale. Per il Campus, attorno al quale sorgeranno la Città della Moda e il Polo Istituzionale, sono stati selezionati i 10 finalisti tra gli oltre 50 gruppi italiani e stranieri che hanno partecipato al concorso di progettazione "Giardini di Porta Nuova", indetto dal Comune di Milano lo scorso aprile. Il Campus sarà il grande polmone verde di 100.000 mq e costituisce il primo intervento pubblico che dà il via all'intero progetto. L'architetto César Pelli sarà il coordinatore del master plan della Città della Moda. Il master plan prevede la partecipazione di altri architetti allo scopo di fare della Città della Moda il luogo non solo "della moda" ma "per la moda", ovvero il luogo dove università, spazi, creatività, comunicazione, produzione si incontrano, si studiano, si combinano fino a creare tutto quell'universo che c'è davanti e dietro al sistema moda. Beatrice Trussardi, vicepresidente operativo della Fondazione Città della Moda, ha presentato due iniziative non-profit di rilevante importanza all'interno del progetto Città della Moda: il Modam, nuovo centro di esposizione e ricerca della creatività contemporanea e il Progetto di Alta Formazione. Il Modam, sintesi di "moda" e "modem", si presenta come la prima istituzione al mondo che sappia riflettere gli intrecci della realtà contemporanea. Modam raccoglie la vocazione interdisciplinare del Made in Italy e della città di Milano per collocare la moda al centro delle connessioni tra i linguaggi del presente, dall'arte al design passando per la comunicazione. Il Progetto di Alta Formazione nasce dalla sinergia tra l'Università Bocconi, l'Università Cattolica e il Politecnico di Milano. Nel piano formativo saranno coinvolti studiosi e ricercatori delle discipline economico-gestionali, socio-comunicative, estetico-progettuali. Il progetto si propone di lanciare una serie di master su aree strategiche del settore della moda. Per quanto attiene il Polo Istituzionale, sarà pronta entro l'anno la gara pubblica che prevede la costruzione della nuova sede degli uffici tecnici del Comune e la valorizzazione della sede esistente di via Pirelli, destinata a essere data in concessione. Inoltre, è già stato pubblicato il bando per il concorso di progettazione del nuovo palazzo della Regione Lombardia. Lo scorso luglio Regione e Comune hanno siglato il protocollo d'intesa con cui la Regione ha acquistato dal Comune, per 78 milioni di euro, l'area dove sorgerà il suo nuovo palazzo. Garibaldi Repubblica è destinato ad essere un progetto di eccellenze che sarà completato nel 2009, a costo zero per l'Amministrazione comunale. Il gruppo Hines, infatti, ha deciso di investire nell'acquisto delle aree e nella realizzazione del progetto che, complessivamente, renderà al Comune, in termini di oneri di urbanizzazione, 75 milioni di euro Nel corso del 2003 il gruppo Hines ha raggiunto accordi con 7 proprietari privati nell'ambito del progetto Garibaldi Repubblica controllando l'86% dei diritti edificatori privati. Questo ha reso possibile, grazie alle intese con gli altri proprietari privati, di raggiungere, lo scorso 11 luglio, la firma del protocollo di intesa con il Comune e quindi di avviare effettivamente il progetto Garibaldi Repubblica. Hines sta finanziando l'operazione tramite uno dei propri fondi chiusi europei che includono partecipazioni anche da parte di alcuni dei più importanti investitori istituzionali europei. Sono inoltre in corso trattative con alcuni investitori istituzionali italiani e con gli istituti di credito. L'effettivo perfezionamento dell'investimento avverrà al momento in cui l'iter urbanistico si sarà positivamente concluso. Recentemente è stato incaricato César Pelli per la predisposizione del master plan relativo all'area dove verrà sviluppato il progetto della Città della Moda nell'ambito del piano urbanistico Garibaldi Repubblica predisposto dall'arch. Nicolin. Una volta definito l'assetto strategico dell'area tramite il master plan, verranno selezionati studi di architettura per progettare i singoli edifici che sorgeranno nell'area. Il Concorso Giardini Di Porta Nuova E' arrivato alla seconda fase il concorso internazionale bandito dal Comune di Milano lo scorso aprile per la progettazione dei "Giardini di Porta Nuova", ovvero il Campus di 100.000 mq all'interno di Garibaldi Repubblica. Le candidature, giunte da tutto il mondo e vagliate dalla giuria, sono state oltre 50 di cui circa la metà di grandi gruppi esteri. I 10 finalisti, 6 stranieri e 4 italiani, sono stati scelti dalla giuria presieduta da Stefano Boeri in base ai curricula e a una relazione sul lavoro da svolgere. I gruppi in gara hanno ancora circa 4 mesi di tempo per elaborare e presentare i loro progetti preliminari. Il vincitore, che verrà proclamato entro metà febbraio 2004, riceverà l'incarico della progettazione definitiva ed esecutiva. "Uno dei nostri compiti - ha sottolineato l'assessore Verga -è quello di perseguire l'obiettivo della competitività di Milano nel contesto internazionale che si raggiunge attraverso il coinvolgimento di risorse intellettuali italiane e straniere. Il Concorso di progettazione costituisce un valido strumento per ridisegnare la città e consente a queste risorse di mettersi al servizio di uno sviluppo urbano di alta qualità. L'alta partecipazione di grandi gruppi italiani e internazionali - ha continuato Verga- dimostra come Milano sia oggi, a tutti gli effetti, una città con forte attrattività alla quale si guarda con grande interesse e attenzione tanto da far prevedere a studiosi e statistici che Milano, nel 2005, diventerà la quarta città più importante a livello europeo dopo Londra, Parigi e Madrid". I nomi dei Capigruppo finalisti : Marco Bay; Andrea Branzi; Giancarlo De Carlo (studio Giancarlo De Carlo Associati); Marco Navarra., dall'Italia, da Amsterdam Ir. Mathias Lehner Msca (Inside Outside); da Londra Kathryn Gustafson (Gustafson-porter Ltv); da Cambridge, Usa, Martha Schwartz (Martha Schwartz Inc.); da Rotterdam Adriaan Geuze (West 8); da Tokyo Michio Sugawara (Ishimoto Architectural & Engineering Firm Inc.); da Berkley Peter Walker (Peter Walker & Partners Landscape Architecture Limited). La composizione della Giuria. Presidente: Stefano Boeri Membri effettivi: Giovanna Giannachi, Pierluigi Nicolin, Joao Nunes, Ippolito Pizzetti, Ermanno Ranzani, Umberto Riva, Donato Durbino, Giancarlo Tancredi, Supplente: Bruno Eduardo Viganò. Il calendario del concorso: 21 gennaio 2004: consegna degli elaborati , 3-4-5 febbraio 2004: lavori della giuria , Entro metà febbraio 2004: proclamazione del vincitore. Il costo massimo di realizzazione dell'intervento da progettare è di euro 20.000.000,00. Il vincitore del concorso riceverà la somma di euro 61.974,83 a titolo di premio, che vale quale anticipazione del compenso professionale dovuto per la progettazione. A ciascun progettista selezionato sarà riconosciuto un rimborso spese lordo di euro 20.658,28. La Fondazione Città della Moda e del Design è stata fondata nell'ottobre del 2000 allo scopo di promuovere i valori della cultura, della formazione, della comunicazione e della documentazione, e con il preciso obiettivo di valorizzare l'immagine della moda in rapporto con la città di Milano anche attraverso il sostegno di forme di collaborazione tra pubblico e privato. La Fondazione Città della Moda e del Design vede come soci fondatori il Sindaco del Comune di Milano Gabriele Albertini, che ne è Presidente, Beatrice Trussardi, nel ruolo di Vicepresidente operativo, Roberto Formigoni, Regione Lombardia, Paola Iannace, Provincia di Milano, Mario Miscali, Fondazione Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, Luigi Roth, Ente Autonomo Fiera Internazionale di Milano, Mario Boselli, Camera Nazionale della Moda Italiana. La moda vive in continuo dialogo con altri mondi, è la sintesi delle discipline che compongono la realtà contemporanea: la moda genera energia dal cortocircuito continuo con i segnali più vivi della cultura del presente. Per la realizzazione dei suoi progetti culturali la Fondazione Città della Moda ha scelto di affiancarsi a due gruppi di lavoro. Per lo sviluppo del Programma di Alta Formazione la Fondazione Città della Moda ha avviato una collaborazione esclusiva con l'Università Bocconi, l'Università Cattolica e il Politecnico. Per l'istituzione del nuovo centro di esposizione e di ricerca Modam la Fondazione Città della Moda si avvarrà di esperti scelti nei campi della gestione museale, del marketing e della comunicazione e della moda. Il Modam e il Programma di Alta Formazione sono coordinati dal vicepresidente della Fondazione Città della Moda, Beatrice Trussardi.modam Il nuovo centro di esposizione e di ricerca della creatività contemporanea Il nuovo centro di esposizione e di ricerca Modam si presenta come la prima istituzione al mondo che sappia collegare la moda ai processi produttivi della comunicazione, dell'arte e della creatività. Il Modam - sintesi linguistica di moda e modem - riflette l'intreccio dei linguaggi contemporanei. Raccogliendo la vocazione interdisciplinare del Made in Italy e della città di Milano, il Modam aspira a collocare la moda al centro delle connessioni tra tutti i mondi della cultura contemporanea, dall'arte al design passando per la comunicazione: non solo un museo, quindi, ma un laboratorio, un progetto integrato, una realtà flessibile - vero specchio del contemporaneo. La moda non è più associata esclusivamente ai capi d'abbigliamento. E' parte della nostra cultura e della nostra società. La moda riflette sempre più la molteplicità del presente, traendo linfa dai mondi paralleli dell'industria, della comunicazione, della musica, del cinema e dell'arte. Il Modam ospiterà e organizzerà esposizioni temporanee che andranno a costituire una collezione permanente dei materiali della cultura del presente. Nei suoi spazi il Modam raccoglierà anche il primo archivio permanente di stampa specializzata in moda e lifestyle: una raccolta dinamica di connessioni che registra la memoria del presente, mentre gioca con la storia del futuro. Il centro di esposizione e di ricerca Modam, quindi, si articolerà come un catalizzatore delle energie e dei segnali più vivi del contemporaneo, un ricettore di espressioni a contatto con le discipline del presente. Programma Di Alta Formazione La Fondazione Città della Moda e del Design prevede di sviluppare un programma di alta formazione per la progettazione del quale ha dato mandato a tre istituzioni universitarie milanesi: l'Università Bocconi, l'Università Cattolica e il Politecnico. Si tratta di una iniziativa unica in Europa per tipo di competenze cha ad essa prestano le diverse realtà accademiche. Saranno infatti coinvolti studiosi e ricercatori delle discipline economico-gestionali, socio-comunicative, estetico-progettuali. Il programma si propone di fornire agli studenti, già dotati di una solida preparazione di base, competenze specialistiche per gestire efficacemente particolari aspetti della filiera, maturando una elevata consapevolezza delle problematiche interconnesse dell'intero processo. Il programma formativo è focalizzato su corsi Master di durata annuale in quattro aree, che nel mondo delle imprese di moda sono considerate strategiche: 1) 1) Retail e vendite L'obiettivo è la formazione di figure in grado di gestire le complessità degli aspetti distributivi e commerciali del settore moda 2) 2) Prodotto: abbigliamento donna/uomo, accessori pelle, casa Formazione di figure in grado di gestire in modo integrato la progettazione dei sistemi di prodotto per la moda 3) 3) Sourcing internazionale Quest'area riguarda il complesso insieme di attività e competenze per individuare e coinvolgere partners stranieri nei processi produttivi del prodotto moda italiano 4) 4) Eventi e Comunicazione Questo è un ideale punto di contatto tra la cultura accademica dei tre atenei coinvolti toccando da un lato problematiche organizzative e gestionali (Bocconi), dall'altro capacità creative e di innovazione nel campo del design degli allestimenti e della comunicazione (Politecnico) ed infine capacità di comprensione delle dinamiche della comunicazione sociale e mediatica (Cattolica) I Master potranno comprendere sia master universitari sia master non universitari con accesso anche senza laurea e vincolato al possesso di esperienze da valutare. Le attività formative verranno svolte e organizzate a stretto contatto con quelle del Modam. Dalla sinergia tra attività di formazione/ricerca e attività museale potrebbe scaturire un piano strategico e integrato di documentazione relativa al mondo della moda, utile sia in vista di un efficace trasferimento ai nuovi aspiranti professionisti dei saperi accumulati, sia in vista della progettazione di forme innovative nell'organizzazione e gestione delle attività imprenditoriali. 

BANCA AKROS (GRUPPO BANCA POPOLARE DI MILANO) APRE IL MERCATO DEI CAPITALI USA ALLE MEDIE IMPRESE EUROPEE, ACQUISENDO IL 25% DI ESN NORTH AMERICA A NEWYORK
Milano, 1 ottobre 2003 - Banca Akros (Gruppo Banca Popolare di Milano) acquisisce il 25% di Esn North America (Esn N.a.), broker/dealer americano con sede a New York, per offrire anche alle "Mid Caps" europee l'accesso al mercato dei capitali più importante del mondo. Insieme a Banca Akros in Esn N.a. La francese Cic Securities (Gruppo Crédit Mutuel-cic) e l'olandese F.van Lanschot Bankiers, già partners di Banca Akros nel network Esn di ricerca azionaria indipendente. Le tre banche d'investimento europee negli Usa offrono alla clientela istituzionale, statunitense e canadese, idee d'investimento e possibilità di esecuzione sui tutti i mercati azionari europei. Esn N.a. Anche per le "Mid Caps" europee La presenza di tre banche d'investimento europee (Banca Akros, Cic Securities e F.van Lanschot Bankiers) negli Usa apre anche alle medie imprese europee in crescita il mercato dei capitali più importante del mondo; l'obiettivo è di accompagnare il loro percorso di sviluppo con accesso a capitali di rischio (Ipo, aumenti di capitale e private equity) e di debito (corporate bonds e debt private placements). Al management delle società è data l'opportunità di incontrare direttamente gli investitori istituzionali. Esn N.a. Svolge attività di broker/dealer per gli investitori istituzionali americani (prevalentemente fondi d'investimento, fondi pensione e compagnie di assicurazione): la società, esempio concreto di unione di risorse europee per un comune obiettivo negli Usa, offre le idee d'investimento dei 130 analisti del network Esn su un campione di 1000 società europee quotate e la possibilità di eseguire ordini su tutti i mercati azionari europei. L'operazione, già autorizzata dall'organo di vigilanza italiano, è soggetta all'approvazione delle Autorità americane. Il capitale di Esn N.a. È aperto all'ingresso di altri partners del network europeo Esn. La formula di successo di European Securities Network (Esn) Banca Akros è una delle istituzioni fondatrici del network multilocale European Securities Network Llp (Esn Llp), la società di ricerca azionaria indipendente pariteticamente partecipata da 10 primarie banche ed intermediari europei, attivi nella negoziazione e nella produzione di ricerca azionaria comune su 1000 titoli, 30 settori e con 130 analisti dedicati ai mercati azionari europei. La storia di Esn nasce verso la fine degli anni '90, si trasforma in accordo contrattualizzato tra i partners nel 1999 ed in società pariteticamente posseduta dal 2002. Oggi si sviluppa anche negli Usa. I membri europei di Esn Llp insieme a Banca Akros sono Cic Securities in Francia, F.van Lanschot Bankiers in Olanda, Caja Madrid Bolsa in Spagna, Teather & Greenwood in Uk, Bankgesellshaft Berlin in Germania, Bank Degroof in Belgio, Ncb Stockbrokers in Irlanda, Egnatia Securities in Grecia e Caixa Banco Investimento in Portogallo.

DISPONIBILI IN 6.000 UFFICI POSTALI I FONDI DI INVESTIMENTO "BANCOPOSTA PROFILO"
Roma, 1 ottobre 2003 - Poste Italiane lancia "Bancoposta Profilo", una nuova famiglia di Fondi comuni di Investimento aperti disponibile in 6.000 uffici postali. I Fondi della famiglia "Bancoposta Profilo" sono gestiti da Bancoposta Fondi Sgr, società al 100% del Gruppo Poste Italiane, in collaborazione con Pioneer Investments, una delle più prestigiose società di gestione a livello internazionale. La famiglia "Bancoposta Profilo" offre una gestione finanziaria semplificata per profilo cliente, realizzata attraverso l'investimento diversificato in strumenti monetari, obbligazionari ed azionari. I nuovi fondi sono 5 e si differenziano per il crescente peso della quota azionaria in portafoglio e per l'orizzonte temporale dell'investimento. Ogni investitore può scegliere il fondo coerente con il proprio obiettivo di rendimento e profilo di rischio, individuando quello che realizza il giusto punto d'equilibrio tra livello di protezione e possibilità di guadagno. Bancoposta Profilo "Protezione" investe esclusivamente in titoli monetari e obbligazionari e per questo viene offerto da Poste Italiane ai risparmiatori particolarmente prudenti. "Rendimento", "Opportunità" e "Crescita" , che presentano una componente azionaria media rispettivamente del 10, del 25 e 40%, sono dedicati ai risparmiatori che cercano, nel tempo, un incremento maggiore del patrimonio pur mantenendo una prevalenza di strumenti obbligazionari. Agli investitori più dinamici viene proposto "Sviluppo" nel quale la componente azionaria è leggermente prevalente (60%). Ognuno dei cinque fondi di "Bancoposta Profilo" ha un orizzonte temporale in linea con il proprio obiettivo, dai 18-24 mesi di "Protezione" ai 5-6 anni di "Sviluppo". Nel rispetto del regolamento ciascun fondo adeguerà continuamente alle condizioni di mercato la percentuale delle diverse componenti, in modo da garantire sempre un corretto equilibrio nella composizione del "portafoglio". In questo modo si semplifica al risparmiatore la gestione dei propri investimenti, ottenendo con un solo prodotto un'ampia diversificazione sempre coerente con le scelte iniziali . I risparmiatori che decideranno di sottoscrivere "Bancoposta Profilo" potranno inoltre avvalersi di una gestione attiva del loro investimento: il gestore potrà aumentare o diminuire, temporaneamente ed entro limiti prefissati, le percentuali delle diverse componenti in modo da cogliere le opportunità di crescita che si possono presentare nel breve periodo. Per sottoscrivere i Fondi "Bancoposta Profilo" non è necessario aprire un deposito titoli o essere titolari di un conto corrente. La quota minima d'investimento, di soli 500 euro, le commissioni di sottoscrizione particolarmente contenute, l'assenza di commissioni di "performance", di passaggio tra fondi all'interno della famiglia, di rimborso e di costi fissi a carico del sottoscrittore rendono i Fondi "Bancoposta Profilo" convenienti e accessibili anche ai piccoli risparmiatori. I titolari di "Protezione" e "Rendimento" possono anche chiedere il rimborso programmato del proprio investimento, decidendo importo e periodicità della liquidazione. Il rimborso programmato può anche corrispondere al 50% o al 100% delle performance semestrali del fondo. Dopo aver sottoscritto la quota iniziale, si possono sottoscrivere nuove quote in qualsiasi momento, con un investimento minimo di soli 100 euro. Il risparmiatore può aumentare progressivamente la propria partecipazione ai fondi anche grazie a un piano di accumulo che prevede un versamento iniziale di almeno 500 Euro e successivi versamenti da 50 Euro (o multipli), con un minimo di 24 e un massimo di 120, che possono essere effettuati con cadenza mensile, bimestrale, trimestrale o semestrale. Naturalmente è sempre possibile: sospendere o interrompere il piano di accumulo; passare liberamente da un Fondo Bancoposta ad un altro in qualsiasi momento, trasferendo integralmente o solo in parte il proprio investimento; disinvestire e disporre di una pronta liquidità. Bancoposta Fondi Spa Sgr è la società di gestione del risparmio di Poste Italiane che da maggio 2001 colloca attraverso gli uffici postali i 3 fondi comuni di investimento della famiglia "Bancoposta Fondi" (Bancoposta Monetario, Bancoposta Obbligazionario Euro e Bancoposta Azionario Internazionale). Presidente della società di gestione è Francesco Valsecchi; Amministratore Delegato è Enrico Ajello. Sono già 170.000 i clienti che hanno scelto i fondi Bancoposta, per un patrimonio complessivo che ha raggiunto i 2 mld. Di euro; nei primi 6 mesi del 2003 la raccolta netta è stata superiore a 1,1 miliardi di Euro (6º posto nella classifica dei Gruppi italiani per la raccolta netta nel 2003). Per maggiori informazioni sui fondi comuni di investimento di Poste Italiane della famiglia "Bancoposta Fondi" e della famiglia "Profilo" è possibile consultare il sito Internet www.Poste.it o chiamare il numero gratuito 803.160.

DAL GRUPPO BANCA SELLA 10 CONSIGLI PER L'INVESTITORE UNA GUIDA INDIRIZZATA ALLA CLIENTELA PER PERMETTERLE DI EFFETTUARE SCELTE DI INVESTIMENTO PIÙ RAGIONATE E CONSAPEVOLI.
Biella, 1 ottobre 2003 - Fornire al cliente alcuni spunti per valutare meglio la propria propensione al rischio, per approfondire le caratteristiche di un prodotto, per ponderare la diversificazione del portafoglio: sono questi alcuni degli obiettivi che il Gruppo Banca Sella si è posto con la diffusione de I 10 Consigli per l'Investitore, una guida creata per aiutare la clientela a effettuare scelte d'investimento più ragionate e consapevoli. I 10 Consigli per l'Investitore trattano in maniera semplice concetti riferiti a rischio, rendimento, orizzonte temporale, diversificazione, controllo. Lo scopo è infatti quello di evidenziare al cliente, e di diffondere, alcune regole semplici da prendere in considerazione prima di effettuare un investimento in modo che questo mondo appaia il più chiaro e trasparente possibile. "Investire in campo finanziario richiede, oltre che cura, attenzione ed interesse, soprattutto preparazione - spiega Pietro Sella, amministratore delegato di Banca Sella - Per questo il nostro documento nasce come strumento per aumentare la conoscenza e la consapevolezza della clientela, un'accresciuta preparazione del cliente che per noi diventa un impegno alla qualità e a fornire servizi sempre migliori". Contemporaneamente, per accrescere competenza e professionalità anche all'interno del Gruppo, è stato avviato un piano formativo che vede coinvolti i dipendenti preposti agli investimenti del Gruppo Banca Sella. E' infatti stato predisposto un intenso piano di formazione che, partendo dai neo assunti per arrivare ai capi succursale, si propone di accrescere ulteriormente il livello di preparazione del personale interno con lo scopo di offrire al cliente una consulenza sempre migliore e personalizzata. I 10 Consigli per l'Investitore sono stati inviati ai clienti del Gruppo Banca Sella unitamente agli estratti conto titoli; il documento è inoltre pubblicato sul sito www.Sella.it nella sezione Risparmio - Area Investitore, e si trova in tutte le succursali del Gruppo Banca Sella in appositi espositori. I 10 Consigli per l'Investitore sono una delle iniziative all'insegna della chiarezza e della trasparenza partite lo scorso febbraio con il lancio della Carta dei Servizi e proseguite con la nascita della nuova Linea Colorata di conti, una serie di conti che offrono la possibilità di scegliere il più adatto alle proprie esigenze sapendone in anticipo il costo. Tutte le banche del Gruppo Banca Sella (Banca Sella, Banca Bovio Calderari, Banca di Palermo, Banca Arditi Galati, Sella Investimenti Banca) aderiscono all'iniziativa 10 Consigli per l'Investitore. I 10 consigli per l'investitore 1) Ricorda sempre che il rischio è direttamente proporzionale al rendimento: se ricerchi un alto rendimento considera che ti stai esponendo ad un rischio altrettanto elevato. Allo stesso modo, se non desideri correre rischi, sappi che i rendimenti conseguiti saranno probabilmente contenuti. 2) Definisci bene l'orizzonte temporale dei tuoi investimenti, ossia fai una valutazione di quanto denaro potrai aver bisogno per le tue necessità nel breve e medio periodo, e quanta disponibilità, invece, puoi destinare per un certo periodo all'investimento in strumenti finanziari. 3) Approfondisci tutte le caratteristiche del prodotto in cui stai investendo, chiedendo sempre spiegazioni sui concetti che non ti sono chiari. Sottoscrivi il prodotto solo quando puoi dirti veramente consapevole di costi, benefici, caratteristiche, rischi, condizioni contrattuali. 4) Diversifica il tuo portafoglio ed evita concentrazioni: abbinare titoli diversi diminuisce la rischiosità del portafoglio. Investire in un unico mercato o in un singolo strumento finanziario comporta assumersi un rischio molto elevato, in quanto il rendimento del portafoglio è esclusivamente condizionato all'andamento di quel mercato o strumento. 5) Stabilisci quale sia la tua propensione al rischio, quanto insomma sei disposto a "rischiare" delle somme che investi, e soprattutto accertati che i tuoi investimenti siano coerenti con le tue aspettative. 6) La fretta non è amica del "buon" investitore: non avere mai fretta di entrare o uscire dai mercati; le scelte fatte seguendo l'entusiasmo o lo sconforto del momento ti espongono a maggiori rischi. 7) Tieni sotto controllo i tuoi investimenti, verificandone l'andamento regolarmente con il supporto del tuo consulente, ed eventualmente modifica il tuo portafoglio, sempre nel rispetto della tua propensione al rischio. 8) In un mercato obbligazionario efficiente, da emittenti di massima qualità e investendo a brevissimo termine, otterrai un rendimento molto contenuto, ma privo di rischio. Se ricerchi rendimenti più elevati, sappi che questi incorporano dei rischi maggiori. Fatti ben spiegare dove sono i rischi che derivano dall'investimento: nella valuta, nella durata, nella poca liquidità del titolo, nella scarsa qualità dell'emittente, nella complessità della struttura del titolo, ecc... 9) Non basarti sui rendimenti di ieri per investire oggi: non c'è infatti necessariamente relazione con i rendimenti passati, che non offrono appunto alcuna garanzia o riferimento sui rendimenti attesi. 10) Ogni volta che desideri fare un nuovo investimento riconsidera il rischio complessivo del tuo portafoglio, e fai la tua scelta basandoti, oltre che sul rischio del singolo prodotto, soprattutto sul rischio complessivo che, di conseguenza, il portafoglio va così ad assumere. Su ognuno di questi punti ci impegniamo ad essere sempre a tua disposizione per verificarne insieme l'applicazione nella gestione degli investimenti.

MERCATO DELLE CARTE DI CREDITO: +26% TRA IL 1999 E IL 2003 QUADRO COMPETITIVO PIÙ ARTICOLATO E COMPLESSO È QUANTO EMERGE DALLA PRIMA EDIZIONE DELL’OSSERVATORIO CRIF DECISION SOLUTIONS - EURISKO SULLE CARTE DI CREDITO
Milano, 1 ottobre 2003 – L’euro, accusato più o meno ingiustamente di aver peggiorato la vita degli italiani, ha indubbiamente contribuito a modernizzare il nostro sistema dei pagamenti. L’uso delle plastic card ha conosciuto in questi ultimi anni un incremento significativo e questi segnali di modernizzazione non sembrano conclusi. Sono 11.605.000 le carte di credito personali attive in Italia dove, tra il 1999 e il 2003, si è registrato un tasso di crescita del 26%. Sono invece 24.527.000 le carte di debito circolanti nel nostro Paese. Questi dati emergono dalla prima edizione dell’Osservatorio sulle Carte di Credito, nato dalla collaborazione tra Crif Decision Solutions ed Eurisko. L’osservatorio si propone di raccogliere e razionalizzare le informazioni di prodotto spesso frammentarie e difficilmente reperibili, integrandone di nuove ed uniche, con l’obiettivo di fornire una visione integrata ed una fotografia del mercato attuale, del quale si analizza la domanda e l’offerta, unitamente a rischiosità e opportunità di sviluppo in Italia. La domanda Lo studio della domanda di carte di credito si basa sui dati raccolti attraverso le fonti di ricerca Eurisko e, in particolare, attraverso le indagini annuali Sinottica e Multifinanziaria Retail Market. Nel periodo 1994 - 2003, i titolari di carta di credito hanno subito importanti variazioni: sono più che raddoppiati in numerosità, salendo dal 16% del mercato nel 1994 (circa 3 milioni di decisori) all’attuale 34% (6,3 milioni), ma hanno anche attenuato, in questa espansione, le caratteristiche élitarie che li contraddistinguevano. I primi titolari infatti erano fortemente concentrati nelle regioni nord occidentali del Paese (storicamente di élite ma anche fucina dei segmenti più innovativi), registravano una presenza quasi tripla rispetto alla media nazionale presso i laureati, liberi professionisti e dirigenti, ed avevano concentrazione doppia rispetto alla media Italia presso lo stile finanziario a più alta caratura - i Facoltosi - e di sei volte rispetto alla media nello stile dinamico ed aperto al nuovo degli Innovatori. Oggi, invece, il titolare carte di credito, pur mantenendo caratteristiche socio-economiche e culturali di buon livello, ha perso quell’aurea di “esclusività” che lo caratterizzava nel recente passato, è diventato un italiano come gli altri, solo decisamente più aperto a comportamenti diffusi negli altri paesi europei. In particolare, la maggiore concentrazione di carte di credito è registrata nei centri con almeno 100.000 abitanti, nelle fasce di età comprese tra i 25 e i 54 anni, con più elevata scolarità e con reddito familiare più alto. L’ampliamento del parco utenti rappresenta, comunque, un positivo cambiamento in direzione di un’ulteriore espansione di questo mercato, espansione che deve però fare i conti con il substrato culturale del nostro Paese, differente e, forse, più ostico rispetto alle vicine nazioni europee. Infatti, pur avendo una quota di élite socioculturale in linea, per dimensioni e caratteristiche, con i principali stati d’Europa (Regno Unito, Germania, Francia), l'Italia risulta essere il paese meno evoluto dal punto di vista socio-culturale (maggiore quota di popolazione a bassa scolarità), in cui il desiderio di spesa è molto spesso bilanciato da una cultura tradizionale fondata sul risparmio. Inoltre, rispetto ad altri paesi europei (Francia e Regno Unito in particolare) l'Italia risulta più arretrata nella bancarizzazione di massa e nella cultura d’uso degli strumenti finanziari ed in particolare in relazione alle plastic cards, in cui nel panorama Europeo è preceduta anche dalla Spagna. Il fenomeno di crescita dei comportamenti moderni di spesa e pagamento registrato negli ultimi anni tende ad erodere in qualche misura queste differenze e ci porta più a ridosso degli altri paesi evoluti (Spagna compresa). In relazione alla diffusione attuale, l’analisi condotta presso il mercato porta ad evincere che il criterio guida ispiratore delle attività di push commerciale delle carte di credito sia stato, almeno fino ad oggi, un criterio prevalentemente legato al “valore” del cliente in senso strettamente economico, criterio garante anche sotto il profilo del controllo del rischio. Infatti le carte si sono particolarmente diffuse (con percentuali prossime alla saturazione: circa il 70% del segmento) presso: ü gli elevati redditi (oltre i 4.000 Euro netti mensili di reddito familiare); ü i cospicui stock finanziari; ü le più elevate posizioni professionali (dirigenti, liberi professionisti/imprenditori) e culturali (laureati). Proprio da quest’analisi emergono però anche le prime potenzialità di diffusione della carta di credito: ü i redditi e i patrimoni intermedi; ü le categorie con cultura medio elevata (impiegati, insegnanti); ü i segmenti che vivono in contesti metropolitani, e quindi più di altri in grado di apprendere/mutuare dal contesto sociale di vita la familiarità con strumenti innovativi di gestione finanziaria; ü in ultimo, gli Stili Finanziari più giovani ed alla ricerca di soluzioni di facilitazione nella gestione finanziaria (gli Spensierati) o anche di soluzioni di “status”/esibitive (gli Aspiranti). Complessivamente la quota di clienti soddisfatti dalla carta di credito posseduta (ovvero chi esprime voto 7 oppure 8 sulla scala di valutazione da 3 a 8 utilizzata) è pari, in media, a circa la metà dei titolari. Per contro l’insoddisfazione (intesa come quota di chi esprime voti 3, 4 o 5 di valutazione) è pari al 17% dei titolari. Analizzando i due target (soddisfatti e insoddisfatti della carta) nella loro relazione con la carta di credito emerge un’interessante evidenza: i titolari che manifestano la più elevata soddisfazione per la carta sono coloro che utilizzano maggiormente lo strumento. Infatti, la quota di soddisfatti sale dal 47% al: ü 58% presso i titolari di più carte; ü 62% presso gli heavy users (chi utilizza la carta più di 4 volte al mese per i propri acquisti); ü 57% presso chi utilizza la carta fuori dai confini nazionali; Questo a riprova che è l’uso e l’incentivo all’uso dello strumento e non il semplice possesso ad essere la leva di fidelizzazione più forte. L’area che risulta più importante nel determinare la soddisfazione verso la carta è costituita dalla capacità dello strumento di far percepire al titolare il vantaggio insito nello strumento, inteso sia in senso economico (bilanciamento fra qualità e prezzo), ma anche collegato all’area dei benefits a valore aggiunto. In seconda posizione per importanza si trova il fattore “servizio/orientamento al cliente” e quindi la capacità dello strumento di attagliarsi ai bisogni del titolare in termini di accettabilità presso gli esercenti e copertura delle esigenze. L’istituzionalità (quindi il prestigio del brand, la modernità della carta), pur essendo un’area importante, assume un ruolo meno centrale rispetto agli altri fattori, in quanto costituisce, oggi, un pre-requisito, una condizione necessaria per la scelta della carta, ma ormai non più sufficiente per generare soddisfazione verso il prodotto. Da queste considerazioni emerge una grande opportunità per i player del settore più dinamici di differenziarsi in termini di servizio e valore del prodotto effettivamente percepito e non solo dichiarato a mezza voce. Un mercato ancora poco competitivo non può che costituire un fertile terreno per iniziative di singoli brand (italiani od esteri) finalizzati ad acquisire visibilità e distintività sul mercato, con ritorni interessanti. La rischiosità In termini di rischio, inteso come la capacità dei possessori di fronteggiare gli impegni creditizi assunti, il mercato attuale si suddivide quasi equamente nelle quattro fasce di un indice appositamente definito all’interno dello studio: Indice di rischiosità: le quote sul mercato attuale – Base: titolari carta di credito personale L’analisi delle caratteristiche di profilo dei segmenti ad “alto rischio“ mette in luce la prevalenza presso: ü i territori del Sud e delle Isole, ma anche del Nord Est (il rischio minore si registra, invece presso i residenti nel Nord Ovest); ü i target femminili; ü i giovanissimi o chi ha un’età giovane/centrale (35 - 44 anni); ü i segmenti con basso livello culturale; ü le posizioni professionali di livello medio/medio-basso; ü chi ha disponibilità reddituali non elevate; ü chi ha patrimoni finanziari molto contenuti. L’analisi per Stili Finanziari evidenzia come segmenti ad alto rischio principalmente gli stili che fanno capo a soggetti in età giovane e con poche risorse economiche: Aspiranti, Nullatenenti, ma anche Spensierati, mentre si caratterizzano per rischiosità modesta l’elite degli Innovatori ed i Facoltosi. Le opportunità di sviluppo In un’accezione molto ampia, il mercato potenziale delle carte di credito in Italia è molto cospicuo: presso il mercato famiglie analizzato (decisori in età 18 - 74 anni) i non titolari carte sono pari a 12,3 milioni (66%). Analizzando le resistenze alla sottoscrizione del prodotto riscontrate presso i non titolari di carte si desume che le principali cause di non possesso sono da ascrivere ad una mancanza di reason why ravvisata nella titolarità del prodotto (citata dal 40% dei non possessori e in quota costante nell’ultimo triennio), in parte derivante dal possesso di carte di debito, esaustive, dal punto di vista del mercato potenziale, nel rispondere alle esigenze (circa un terzo adduce infatti questa motivazione alla base del non possesso carte di credito). Ancora una volta, anche sui non clienti, si ripropone il tema del valore percepito della carta - cioè i temi della “brand equity” e del “value for money” - già emerso dall’analisi sui clienti. Circa un quarto del mercato potenziale, con quota in lieve crescita nel corso degli ultimi anni, si rivela inoltre molto ancorato al contante, rifuggendo quindi qualsiasi forma di pagamento non cash. Un peso molto minore hanno invece le remore legate al costo dello strumento e ad una sorta di timore che la carta possa privare della capacità di controllo della contabilità individuale/familiare. Indici, questi ultimi due, di quanto siano ancora presenti le resistenze culturali nel nostro paese. È importante inoltre segnalare l’elevata quota di mancate risposte, indice dell’incapacità di valutare il prodotto da parte del target, aspetto che segnala anche la necessità di un intervento dell’offerta finalizzato alla valorizzazione del prodotto agli occhi del mercato sia dal punto di vista della sua immagine “sociale”, sia diretto all’esaltazione delle motivazioni legate alla sua titolarità. Le potenzialità di un ampliamento del bacino attuale dei titolari sono comunque molto incoraggianti: il mercato potenziale delle carte di credito può variare, in termini di dimensioni e caratteristiche dei componenti, in relazione alla logica di approccio che i player di offerta vorranno seguire: ü in una logica ampia, che considera bacino di utenza potenziale tutti i non titolari attuali del prodotto, le dimensioni sono molto estese (66% dell’intero mercato, a prescindere dal livello di bancarizzazione), ma il profilo del bacino evidenzia una elevata quota di individui con caratteristiche meno sintoniche al prodotto; ü in una logica più mirata, che tiene conto non solo del presupposto oggettivo di non titolarità attuale del prodotto, ma anche della presenza nel bacino target di caratteristiche di “vicinanza” alla carta, siano esse culturali e/o di approccio al prodotto (propensione, motivazione all’acquisto, valorizzazione del prodotto), il bacino potenziale si riduce in numerosità (diviene il 13% del mercato), lasciando però emergere i segmenti dal profilo e le potenzialità economiche medio elevate attualmente ai margini del mondo carte. Ciascuno dei due bacini di partenza risponde ad esigenze e strategie differenziate e quindi saranno i singoli player di offerta ad individuare il target che meglio risponde agli specifici obiettivi di business.

GRUPPO AMGA S.P.A.: APPROVATI I RISULTATI AL 30 GIUGNO 2003. VALORE DELLA PRODUZIONE A 204,3 MILIONI DI EURO (+11,5%), EBITDA A 43,7MILIONI DI EURO (27,5%) EBIT A 31 MILIONI DI EURO (+31,5%), UTILI ANTE IMPOSTE A 31,9 MILIONI DI EURO (+74,2%)
Genova, 1 settembre 2003 - Si è riunito il 30 settembre a Genova il Consiglio di Amministrazione di Amga - Azienda Mediterranea Gas e Acqua S.p.a., quotata al segmento Star della Borsa Italiana -, che ha esaminato ed approvato i risultati relativi al 30 giugno 2003. Nel primo semestre 2003 il valore della produzione del Gruppo ha raggiunto i 204,3 milioni di Euro (183,3 nel 1° semestre 2002), l’Ebitda si è attestato a 43,7 milioni di Euro (34,2 milioni di Euro nel 1° semestre 2002), l’Ebit è aumentato a 31 milioni di Euro (23,5 milioni di Euro nel 1° semestre 2002), gli utili ante imposte sono saliti a 31,9 milioni di Euro (18,3 milioni di Euro nel 1° semestre 2002), il cash flow è salito a 44,7 milioni di Euro (31,1 milioni di Euro nel 1° semestre 2002) e la posizione finanziaria netta è pari a -101,6 milioni di Euro (-85,9 al 31 dicembre 2002). Nella redazione del rendiconto al 30 giugno 2003 non si segnalano criteri di stima e principi contabili diversi da quelli adottati nella redazione dei bilanci consolidati. Il valore della produzione ed i margini si sono incrementati soprattutto per effetto dell’attività di vendita gas ed energia elettrica. Per ciò che riguarda i singoli settori, per il gas il semestre è caratterizzato da un sensibile incremento dei margini unitari e da un maggior quantitativo di volumi venduti che, per il mercato dei clienti civili e industriali, ha raggiunto i 250 milioni di mc contro 228 del corrispondente periodo dell’anno precedente. Con riferimento alla commercializzazione di gas a società partecipate (Cae, Acos, Gea Grosseto, Aspea e altre) si segnala un incremento di vendite passate da 67 milioni di mc nel primo semestre 2002 a 101 milioni di mc dell'attuale esercizio. Per quanto riguarda il settore dei servizi idrici, i ricavi ed i margini si mantengono costanti nonostante una riduzione dei volumi fatturati dovuta all’eliminazione del minimo impegnato a seguito della delibera 52 / 01. L’incremento dei ricavi della linea elettrica è attribuibile alla maggior produzione (116 milioni di Kwh nel 1° semestre 2003 contro i 92 Kwh del 1° semestre 2002) e all’aumento delle quantità compravendute (194 milioni di Kwh nel 1° semestre 2003 contro i 72 kwh del 1° semestre 2002) a seguito dell’aggiudicazione delle bande di energia elettrica Cip 6, di bande di energia di importazione e della produzione di Tirreno Power. L’andamento della “gestione calore” ha registrato un incremento del fatturato (+14,3% rispetto al 1° semestre 2002) dovuto ai Contratti Servizio Energia attivati nel corso del semestre a favore dell’utenza condominiale privata. La posizione finanziaria netta al 30 giugno 2003 risulta di -101,6 milioni di Euro contro gli -85,9 milioni di Euro del 31/12/2002 ed i -105,6 al 30/06/2002 per effetto dell’andamento stagionale dell’attività. Da notare che nel semestre si sono verificati esborsi per operazioni straordinarie relativi al pagamento della seconda tranche per l’acquisizione di Tirreno Power per 13,7 milioni di Euro e all’acquisizione della partecipazione in Atena S.p.a. E in Atena Patrimonio S.p.a. Per 15,4 milioni di Euro. Gli investimenti del semestre sono complessivamente pari a 12 milioni di Euro contro i 14 milioni di Euro (-14,1%) del corrispondente periodo dello scorso esercizio. Tale riduzione è dovuta sostanzialmente alla conclusione del progetto di cablatura in fibra ottica della città di Genova. Fra i fatti di rilievo avvenuti durante il periodo si segnalano: l’affidamento ad Amga della gestione per il periodo “transitorio” del Servizio Idrico Integrato dell’Ato Genovese che raggruppa complessivamente 67 Comuni pari a 950.000 abitanti serviti; l’uscita dal capitale di Fastweb Mediterranea ed il contestuale acquisto da Fastweb del 10% del capitale di Sasternet, operazione che consente di realizzare una plusvalenza di 2,6 milioni di Euro; l’avvio della procedura di cessione della partecipazione detenuta nella Società per Azioni per l’Autostrada Serravalle Milano Ponte Chiasso che consentirà al Gruppo Amga di realizzare una plusvalenza di 8,6 milioni di Euro.

CIT S.P.A.:SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2003: IL FATTURATO CONSOLIDATO A 125 MILIONI DI EURO, APPROVATO PIANO INDUSTRIALE 2003-2006 CONFERMATO IL MANDATO DI SPONSOR AD ABAXBANK S.P.A.
Varese, 1 ottobre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione del 30 settembre ha approvato la Relazione Semestrale del Gruppo Cit al 30 giugno 2003. Rispetto al primo semestre del 2002, la Cifra d’Affari del Gruppo evidenzia una contrazione dell’ 11% circa, attestandosi ad Euro 198 milioni (Euro 223 milioni al 30 giugno 2002), mentre il fatturato consolidato si contrae dell’ 8,6% circa, raggiungendo Euro 125 milioni (Euro 137 milioni al 30 giugno 2002), essendo risultato il business ancora negativamente influenzato dalla ridotta propensione alla spesa ed alla mobilità internazionale da parte del pubblico, in un contesto economico e di mercato generalmente debole ed influenzato dai noti eventi bellici in medio oriente oltre che dal problema sanitario introdotto dalla “sars”. L’ Ebitda del primo semestre, negativo per Euro 14,6 milioni (Euro 10,5 milioni negativi al 30 giugno 2002), risente dell’andamento del mercato oltre che della stagionalità delle vendite, tipica del settore, che vede i maggiori volumi nei mesi successivi a quello di giugno, inoltre, nel primo semestre 2003 i ricavi dell’attività di sviluppo sono stati inferiori rispetto all’anno precedente per Euro 2,1 milioni, oltre all’impatto negativo delle società neoacquisite Italiatour per Euro 0,7 milioni di Euro. L’ Ebit del primo semestre, negativo per Euro 24,1 milioni (Euro 18,7 milioni negativo al 30 giugno 2002), sconta ammortamenti ed accantonamenti per Euro 7,9 milioni, oltre ad oneri straordinari netti e proventi netti da cessione immobilizzazioni per Euro 3 milioni ed Euro 2 milioni, rispettivamente, connessi all’avvio dell’annunciato piano di focalizzazione e riorganizzazione del Gruppo oltre ai costi del Condono per Euro 0,8 milioni circa, ed allo svolgersi delle attività, già iniziate a fine 2002, inerenti il programma di spin-off immobiliare. Il risultato consolidato prima delle imposte del primo semestre è negativo per Euro 26,8 milioni (Euro 22,6 milioni negativo al 30 giugno 2002), dopo il sostenimento di oneri finanziari netti per Euro 2,9 milioni (Euro 4 milioni al 30 giugno 2002), conseguenti alla posizione finanziaria netta del gruppo che risulta in linea con quella dello stesso periodo dello scorso anno, attestandosi ad Euro 73,1 milioni. Il Consiglio di Amministrazione ha altresì approvato il piano industriale 2003-2006 e nominato Abaxbank S.p.a. Quale Sponsor per l’operazione di passaggio della quotazione delle azioni Cit dal Mercato Ristretto al Mercato Telematico Azionario, eventualmente sul segmento Star ove ne sussistano i requisiti. L’amministratore Delegato Giovanni Natali ha dichiarato: “l’avviato piano di focalizzazione e riorganizzazione unitamente allo spin-off immobiliare in atto, hanno la duplice finalità di un recupero di redditività e di un riordino della struttura dell’indebitamento destinate a compiersi dall’esercizio prossimo; nel contempo il Gruppo è impegnato nelle attività di rafforzamento del marchio sul mercato ed all’arricchimento dell’offerta di prodotti turistici. Alla luce degli eventi accaduti in questi primi mesi dell’anno, che hanno impattato negativamente sia sull’economia mondiale che sul mercato del turismo (sars), possiamo considerare comunque positivamente i risultati conseguiti in questo primo semestre. Inoltre le vendite dei mesi di luglio e agosto di quest’anno sono state rispettivamente Euro 55 milioni e 56 milioni registrando una flessione intorno al 5% rispetto all’anno precedente. Cit, ora divenuta “public company” si sta avviando alla ammissione dei titoli sul Mercato Telematico e si sta adoperando, in termini reattivi, al fine di presentarsi fra gli attori primari nell’atteso momento di svolta del ciclo, ancora negativo, in cui versa il settore turistico, coerentemente con l’obiettivo prefissato di offrire servizi turistici con specializzazione sulle destinazioni europee e segnatamente in Italia e Francia.”

CEMBRE (STAR): AUMENTA IL FATTURATO CONSOLIDATO (+6,6%) IN CRESCITA GRAZIE ANCHE ALLO SVILUPPO DI NUOVI PRODOTTI E AL RINNOVAMENTO DELL'INTERA GAMMA
Brescia, 1 ottobre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Cembre, Società tra i primi produttori europei di connettori elettrici e il principale produttore mondiale di utensili per la loro installazione, riunitosi il 29 settembre a Brescia sotto la presidenza di Carlo Rosani, ha approvato la Relazione semestrale al 30 giugno 2003. Il primo semestre dell'esercizio in corso si è chiuso con ricavi consolidati pari a 30,9 milioni di Euro, in crescita del 6,6% rispetto ai 28,9 milioni di Euro del primo semestre 2002. L'andamento del periodo è stato caratterizzato dal perdurare della fase di stagnazione dei mercati di riferimento, ad eccezione di quello spagnolo, che ha favorito una marcata volatilità della domanda dei prodotti Cembre. A fronte di questa situazione, però, Il Gruppo Cembre ha fatto registrare, oltre all'incremento del 6,6% dei ricavi consolidati, un aumento ancora più marcato e pari al +7,5% delle vendite in Italia, mentre la crescita è stata del 6,1% negli altri Paesi europei. Anche le vendite al di fuori dei mercati europei hanno fatto registrare un incremento pari al 4,2% sul corrispondente periodo dell'anno prima. In sintesi i ricavi, suddivisi per aree geografiche sono stati realizzati per il 49,3% in Italia per il 42,3% in Europa e per l'8,4% fuori dal mercato continentale. Il margine operativo lordo consolidato (Ebitda) dei primi sei mesi del 2003 è stato pari a 5,7 milioni di Euro, attestandosi al 18,5% dei ricavi, in lieve contrazione rispetto a quello del primo semestre 2002 (5,8 milioni di Euro). Il risultato operativo consolidato (Ebit) del primo semestre 2003 è stato pari a 3,5 milioni di Euro, corrispondenti ad un margine dell'11,4% dei ricavi, anch'esso in lieve riduzione a seguito della maggiore incidenza degli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali, rispetto ai 3,9 milioni di Euro del primo semestre 2002. L'utile netto consolidato del primo semestre 2003 è di 1,59 milioni di Euro, pari al 5,1% delle vendite, inferiore a quello del primo semestre dell'anno scorso (2 milioni di Euro) L'indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2003 si è attestato a 9,9 milioni di Euro contro i 9,7 dei primi sei mesi dell'anno scorso. 'Data la situazione di stagnazione del mercato a livello mondiale riteniamo accettabile l'andamento del primo semestre 2003. Prevediamo per fine anno, con l'incremento dell'attività, anche il mantenimento di positivi risultati reddituali', ha dichiarato Carlo Rosani, Presidente e Amministratore Delegato di Cembre. 'La buona riuscita dei nuovi prodotti e la reazione positiva dei potenziali acquirenti, ci confermano risultati più gratificanti per il 2004', ha concluso Carlo Rosani. Cembre progetta, produce e distribuisce connettori elettrici ed accessori per cavo, settore nel quale ha raggiunto una posizione di leadership in Italia e ha conquistato importanti quote di mercato a livello europeo. Cembre è tra i principali produttori mondiali di utensili (meccanici, pneumatici e oleodinamici) per l'installazione di connettori e per la tranciatura di cavi. I prodotti sviluppati per la connessione alla rotaia e per altre applicazioni ferroviarie sono stati adottati dalle principali società del settore in tutto il mondo. Cembre ha saputo conquistare questi primati grazie alla ricerca continua di prodotti innovativi e di elevato standard qualitativo, alla gamma di prodotti vasta e completa, ad una rete distributiva capillare ed estesa sia in Italia sia all'estero.

DIGITAL BROS: CALENDARIO EVENTI SOCIETARI 2003/04
Milano, 1 ottobre 2003 - Il 24 ottobre 2003: Assemblea Approvazione Bilancio al 30 giugno 2003 ( Seconda convocazione 26 ottobre 2003); 5 novembre 2003: Cda approvazione dei dati relativi al primo trimestre; 26 febbraio 2004: Cda approvazione dei dati relativi alla semestrale; 13 maggio 2004: Cda approvazione dei dati relativi al terzo trimestre; 30 agosto 2004: Cda approvazione del progetto di Bilancio al 30 giugno 2004.

ALBACOM: MICHELE PREDA CONFERMATO AMMINISTRATORE DELEGATO
Milano, 1 ottobre 2003 - Il nuovo Consiglio d’Amministrazione di Albacom S.p.a., nella sua prima riunione, svoltasi il 29 settembre sotto la Presidenza di Sergio Primus, ha confermato Michele Preda nella carica di Amministratore Delegato della Società. Michele Preda, nato a Milano nel 1953, prima di diventare Amministratore Delegato di Albacom nel giugno del 2000, è stato Chief Financial Officer di Mediaset (‘97÷’00), Presidente di Mediadigit (’99÷’00), Direttore Generale di Coin (‘95÷’97), Direttore Merchant Banking di Gemina (‘89÷’94) ed in precedenza docente universitario e Direttore del Master Biennale della Sda Bocconi. Nel corso degli ultimi tre anni, sotto la guida di Michele Preda, Albacom ha rafforzato il suo ruolo di primo operatore italiano specializzato nelle telecomunicazioni per le imprese, portando il numero dei propri clienti attivi da 20.000 a 200.000 (tutte aziende), ha raddoppiato la propria quota di mercato nel segmento business delle Tlc fisse, ha incrementato il suo fatturato a 675 milioni di Euro, con un progresso medio annuo del 25% rispetto ad un mercato sostanzialmente piatto. Albacom, inoltre, da due esercizi mostra un margine positivo a livello di Ebitda, obiettivo che è stato raggiunto con un anno di anticipo rispetto alle previsioni. I soci di Albacom, Eni (35%), Bt (26%), Bnl (19,5%) e Mediaset (19,5%), con un accordo firmato a marzo scorso, hanno assicurato il completo finanziamento del Piano Industriale della Società fino a tutto l’esercizio fiscale che chiuderà al 31 marzo 2004, dopo il quale è previsto il raggiungimento dell’equilibrio gestionale e dell’autonomia finanziaria di Albacom.

AF-KLM DIVENTANO IL PRIMO GRUPPO EUROPEO DI TRASPORTO AEREO
Parigi, 1 ottobre 2003 - Paris, France and Amstelveen, The Netherlands - September 30, 2003 - Air France (Euronext: Airf.pa) and Klm Royal Dutch Airlines (Euronext: Klm; Nyse: Klm).  Air France and Klm  announce that they expect to conclude an agreement that would lead to the creation of Europe's leading airline group through a share exchange offer by Air France for Klm common shares. The new group will be called Air France-klm and will capitalize on two well-known brands, strong hubs and complementary networks. This major strategic step is unprecedented in the European airline industry and is expected to create substantial value for shareholders. The Boards of both companies believe that this proposed combination is in the best interest of customers, shareholders and employees of both groups and represents a significant opportunity for further growth. Jean-cyril Spinetta, Chairman and Chief Executive Officer of Air France, said: We have always been convinced of the necessity of consolidation in the airline industry. Today, we announce a combination with Klm that will create the first European airline group, which is a milestone in our industry. This will bring significant benefits to customers, shareholders and employees. Capitalizing on the two brands and on the complementary strengths of both companies, we should, within Skyteam, be able to capture enhanced growth opportunities."Leo van Wijk, President and Chief Executive Officer of Klm, said: "Klm has been pointing out the need for consolidation in light of the challenges facing our industry, and we have not made it a secret we were looking for a strong European partner. Through this innovative partnership with Air France and our subsequent expected participation in the Skyteam alliance, we are confident that we have secured a sustainable future for our company. Our valuable Schiphol hub will be an integral part of the dual hub strategy of the new airline group, allowing us to build on what Klm and its staff have achieved over nearly 85 years." The Supervisory Board and Board of Managing Directors of Klm have unanimously recommended the transaction. The Air France Board has authorized the Chairman and Ceo of Air France, Jean-cyril Spinetta, to sign the agreement enabling the implementation of the combination between the two airline companies. Air France and Klm expect to sign the transaction agreement within the next few weeks. Main Financial Terms of the Proposed Exchange Offer Exchange offer11 Air France shares and 10 Air France warrants for 10 Klm common shares Including New York Registry Shareswarrants3 Air France warrants give the right to subscribe or to acquire 2 Air France To be subsequently renamed Air France-klm shares at an exercise price of Eur 20; maturity of 3.5 years after the closing of the transaction, exercisable after 18 monthsIndicative value of the offerEur 16.74 per Klm common share Based on closing share prices as at September 29, 2003 and warrant valuation as set out in Appendix 2. The envisaged transaction values the common share capital of Klm at approximately Eur 784 million (including the theoretical value of the warrants) and the exchange offer represents a premium of 40 per cent over the closing share prices of Klm at September 29, 2003 and 77 per cent based on the average closing share prices of Air France and Klm shares over the last three months. Assuming 100 per cent acceptance of the offer and before exercise of the warrants: - Current Klm common shareholders would own 19 per cent of the enlarged group. - The shareholding of the French State in Air France would mechanically be diluted from 54 per cent to 44 per cent. - The other Air France shareholders would own 37 per cent of the enlarged group. Air France will make an offer to all Klm common shareholders, including those in the Us. Shares and warrants of Air France are expected to be listed on Euronext Paris (primary listing), Euronext Amsterdam and on the New York Stock Exchange (in the form of American Depository Shares). One Group - Two Airlines - Three Core Businesses Combined, Air France and Klm have Eur 19.2 billion in aggregate annual revenues, serve 226 destinations worldwide, operate a fleet of some 540 aircraft and employ approximately 106,000 people (in the fiscal year 2002/03). In creating one group, while maintaining two operating companies and building on the strengths of their respective brands, hubs and networks, the group will continue to focus on three core businesses: Passengers (77 per cent of aggregate revenues), Cargo (14 per cent) and Maintenance (4 per cent Share in combined revenues only takes into account third party turnover). Based on fiscal year 2002/03 The proposed transaction will strengthen the Skyteam alliance, which will become the second largest alliance worldwide. In most areas, the group will also continue to benefit from ongoing cooperation with the respective partners of both airlines. Furthermore, in the medium term, the combined group could be reinforced by the potential integration of Alitalia. Synergies Air France and Klm have identified and evaluated a number of areas for potential synergies. These are expected to gradually increase and have a positive impact on the consolidated operating income of at least of Eur 385-495 million as of the fifth year on an annual basis. Synergy benefits should be realized through network optimization, improved deployment of assets (both for the passenger and cargo businesses), better offerings in maintenance and cost savings in the fields of procurement, sales and distribution, maintenance and information technology. Customers can expect to benefit from these synergies through an extended route network with increased flight frequencies, attractive pricing and seamless service throughout the network. The Klm restructuring plan announced in April 2003 will not be impacted by the implementation of the above-mentioned synergy plan and Klm management remains committed to delivering the Eur 650 million improvements in operating income by April 1, 2005. Structure of the New Group Following the proposed combination of Air France and Klm and as soon as legally possible, it is the intention that all Air France assets will be contributed to a newly created operating company (Air France). The currently listed Air France Company, renamed Air France-klm, will then hold two operating companies: Air France and Klm. The combination is structured to ensure and protect Klm's international traffic rights going forward. Notably, 51 per cent of voting interest in Klm will be held by two Dutch Foundations and the Dutch State during a transitional period of three years. The current option agreement with the Dutch State will remain in place, subject to certain amendments. Governance The Chairman and Ceo of Air France will be Chairman and Ceo of Air France-klm. The Ceo of Klm will be Vice Chairman of the Air France-klm Board. A Strategic Management Committee at Air France-klm's level will be responsible for the overall group strategy. Stakeholders' Assurances To protect specific interests of Klm and its stakeholders (including, amongst others, securing traffic rights, fair long-term hub development of Amsterdam Airport Schiphol and preservation of the Klm brand and Klm's Dutch identity), Air France will agree to give certain assurances to Klm and the Dutch State, whilst preserving the interests of the new group and its shareholders. Under Dutch law, a separate Klm assurances foundation will be established, whose Board will have certain powers of oversight concerning these assurances. The duration of these assurances has been agreed for the period of five years with respect to the Klm assurances and has been agreed for the period of eight years with respect to assurances granted to the Dutch State. Indicative Timetable September 30, 2003Initial public announcementOctober 15, 2003Signing of the final transaction agreement (expected)Expected October 2003Filing with Department of Justice and European Commissionfirst half of March 2004 (*)Exchange offer to be launchedSecond half of March 2004Extraordinary General Meetings of Air France and Klm shareholdersFirst half of April 2004Closing of the proposed exchange offer (*) The timeframe between this initial public announcement and the launch of the exchange offer is primarily driven by regulatory requirements relating to the listing of Air France-klm shares in the United States. The Dutch Authority for the Financial Markets ('Afm') will be duly involved and will, to the extent required, be requested to grant exemptions, in order to comply with applicable legal requirements for public offers. Financial Advisors Lazard acted as financial advisor to Air France in this transaction. Each of Abn Amro (lead) and Citigroup acted as financial advisor to Klm in providing a fairness opinion, stating that the consideration is fair, from a financial point of view, to the Klm common shareholders. Table of contents of the appendices - Strategic rationale of the transaction - Key terms and conditions of the proposed transaction - A value-creating transaction - Organization and Management - Assurances

SKYTEAM DA' IL BENVENUTO ALLA RICHIESTA DI ADESIONE DI KLM UN'ADESIONE CHE FORNIRÀ ULTERIORE ACCESSO ALLE ROTTE CHE IL MONDO, PER ECCELLENZA, PREFERISCE.
Parigi, 1 ottobre 2003 - Il Consiglio d'Amministrazione di Skyteam ha salutato ieri con il proprio benvenuto la decisione di Klm di presentare la domanda per entrare a far parte dell'alleanza Skyteam, nell'ambito di un progetto annunciato da Air France e da Klm che mira a creare un nuovo gruppo di compagnie aeree leader in Europa, con l'ausilio della partecipazione delle quote di entrambe le compagnie aeree. "L'adesione da parte di Klm, permetterà ai nostri clienti di usufruire in maniera incomparabile di un ulteriore accesso alle rotte di gran lunga più frequentate e preferite del mondo" è quanto ha detto Jean-cyril Spinetta, Presidente e Ceo di Air France, per conto del Consiglio d'Amministrazione. "L'aeroporto di Schiphol, hub internazionale di Klm, diventerà parte integrante della strategia di estensione della rete Skyteam, ed aggiungerà questo nuovo e potente hub alla già estesa rete dell'alleanza la quale comprende già gli hub di Atlanta, Città del Messico, Milano-malpensa, Parigi-cdg2, Praga, Roma e Seoul. Ciò permetterà di offrire ai nostri clienti una più ampia gamma di collegamenti che offrono convenienza ed un ancor maggiore numero di destinazioni". Il network dell'alleanza Skyteam fornirà ai passeggeri l'opportunità di ricevere tutti i benefici derivanti da un viaggio con la compagnia aerea preferita usufruendo allo stesso tempo di uno dei vettori Skyteam. Questa ulteriore adesione fornirà ai clienti un più ampio network che grazie al sistema globale di multi-hub, sarà in grado di offrire collegamenti con centinaia di città di tutto il mondo. Ciò permetterà di snellire i servizi di biglietteria, di check-in e di bagaglio a mano e consentirà ai clienti di ricevere allo stesso tempo, e su tutti i vettori, i ben noti vantaggi del frequent flyer. Tutto ciò servirà a rendere il viaggio con una qualsiasi delle compagnie aeree Skyteam una piacevole esperienza che non subirà interruzioni! Non è stata ancora fissata una data ufficiale di adesione di Klm con Skyteam. Ciononostante alleanza può anticipare ai suoi passeggeri che i vantaggi connessi con l'arrivo della nuova compagnia aerea partner saranno visibili entro i prossimi sei o nove mesi.

ALITALIA: CONTRATTI CON AIR FRANCE E KLM
Roma, 1 ottobre 2003 - Alitalia comunica di aver sottoscritto ieri ad Amsterdam un contratto bilaterale con Air France, un contratto trilaterale con Air France e Klm ed un contratto bilaterale con Klm, nell'ambito dell'accordo di integrazione societaria tra Air France e Klm, annunciato nella stessa giornata, che rappresenta l'orizzonte di riferimento anche per la Compagnia italiana. Tali accordi costituiscono un altro importante passo nel percorso di integrazione tra Alitalia ed Air France intrapreso dalle due Compagnie nel luglio 2001 con la sottoscrizione dell'Alliance Coordination Agreement (Aca) di cui gli accordi odierni costituiscono la naturale evoluzione. Le due Compagnie siglarono allora un'importante collaborazione strategica che si è concretizzata tra l'altro in una proficua Joint Venture sul fascio di rotte Italia-francia, in uno scambio azionario reciproco pari al 2% dei rispettivi capitali sociali e nella nomina dei due Ceo (Chief Executive Officer), Francesco Mengozzi e Jean Cyril Spinetta, nei rispettivi consigli di amministrazione. Nel contratto bilaterale Air France ed Alitalia si sono reciprocamente date il consenso a concludere accordi con Klm, seppure di diversa intensità. Il contratto prevede per Alitalia l'immediata possibilità di avviare le negoziazioni per la sua sollecita integrazione nella nuova combinazione Air France-klm, non appena lo Stato italiano abbia cessato di averne il controllo. L'accordo inoltre prevede, coerentemente con quanto contenuto nelle linee guida strategiche del nuovo Piano Industriale recentemente approvate dal Consiglio di Amministrazione di Alitalia, un impegno delle parti a negoziare l'attivazione di una full joint venture sul business cargo e definisce alcune linee strategiche per lo sviluppo di un'ulteriore integrazione delle proprie attività nel settore del trasporto passeggeri. Il contratto trilaterale tra Alitalia, Air France e Klm contribuisce a definire le modalità di estensione a Klm dell'esistente alleanza tra Alitalia ed Air France. Principio cardine dell'alleanza è la creazione di una forte integrazione industriale e commerciale trilaterale, accrescendo la qualità e la gamma dei servizi integrati da offrire al pubblico ed in tal modo aumentando le capacità competitive dei partner sul mercato europeo. Il contratto bilaterale tra Alitalia e Klm stabilisce le linee essenziali della collaborazione che verrà posta in essere tra le due compagnie all'indomani dell'ingresso del vettore olandese in Skyteam e nell'ambito dell'alleanza a tre. Gli accordi siglati in data odierna da Klm con Air France ed Alitalia, congiuntamente agli accordi di agosto 2002 tra Delta, Continental e Northwest, porteranno all'allargamento dell'alleanza globale Skyteam di cui Alitalia è membro dal 2001. Quando l'ingresso dei nuovi membri sarà completato, Skyteam, a soli tre anni dalla nascita, diventerà la seconda alleanza su scala mondiale.

AUTOGRILL SPA : LA CONTROLLATA AMERICANA ANTON AIRFOOD VINCE NUOVI CONTRATTI NEGLI AEROPORTI DI TULSA E ISLIP-LONG ISLAND E RAFFORZA COSÌ LA SUA PRESENZA NEGLI AEROPORTI USA DI MEDIE DIMENSIONI
Milano, 1 ottobre 2003 - Anton Airfood, la società attiva nel settore dei servizi di ristorazione negli aeroporti di medie dimensioni, passata nel primo semestre del 2003 sotto il pieno controllo di Autogrill, ha siglato due importanti contratti di concessione relativi agli aeroporti di Tulsa (Ocklahoma) e di Islip, a Long Island. Il primo è legato al progetto di espansione del nuovo terminal dell'aeroporto Internazionale di Tulsa, che ogni anno accoglie 4 milioni di passeggeri. Ha durata decennale e i ricavi previsti nel periodo da Autogrill ammontano a oltre 60 milioni di dollari. In base all'accordo, Anton Airfood avvierà le sue attività di ristorazione negli spazi esistenti a partire dal 1° gennaio 2004, e le espanderà via via negli spazi che verranno realizzati nei mesi successivi fino a un totale, a regime, di nove ristoranti. La gamma comprenderà ristoranti con servizio al tavolo, formule di casual dining e locali quick service, con un portafoglio di marchi che comprenderà insegne note a livello nazionale ma anche insegne regionali, locali e concepite ad hoc per l'aeroporto di Tulsa. L'aeroporto Macarthur di Islip, Long Island, accoglie ogni anno 1,3 milioni di passeggeri. Il contratto siglato da Anton Airfood per i servizi di ristorazione ha una durata di 15 anni e prevede l'apertura di 7 ristoranti che genereranno nel periodo ricavi di circa 76 milioni di dollari. Anche in questo caso l'offerta consisterà in un mix di formule con insegne nazionali, regionali e locali, con soluzioni stand alone (un unico ristorante in uno spazio ben definito) e food court che ospiteranno invece, in spazi più aperti come quelli delle piazze cittadine, diversi concetti di ristorazione. Autogrill negli aeroporti americani Negli scali del Nord America, Autogrill ha realizzato nel primo semestre 2003 ricavi pari a 598,3 milioni di dollari, contro i 549,6 del primo semestre 2002 (+8,9%). Su base comparabile, la crescita è stata del 4% a fronte di una diminuzione del traffico del 3,6%. Il consolidamento di Anton Airfood ha contribuito per 32,9 milioni di dollari. Un forte potenziale negli scali di medie dimensioni "A pochi mesi dall'acquisizione di Anton Airfood siamo orgogliosi di poter annunciare la vincita di due contratti che dimostrano il valore della società guidata da William e Patricia Anton - commenta Gianmario Tondato, Amministratore delegato di Autogrill -. Quella degli aeroporti di medie e piccole dimensioni è una frontiera importante per il nostro Gruppo, che tradizionalmente concentrava le proprie attività negli scali di dimensioni maggiori. Il know how e l'eccellenza di Anton Airfood, testimoniata anche dai numerosi riconoscimenti e premi che la società ottiene ogni anno, aggiunge ulteriore valore alla partnership che di anno in anno il nostro Gruppo consolida con le principali Autorità Aeroportuali americane".

SEAT PAGINE GIALLE: CONVOCATA L’ASSEMBLEA SPECIALE DEGLI AZIONISTI POSSESSORI DI AZIONI DI RISPARMIO
Torino, 1 ottobre 2003 - A seguito del mandato ricevuto dal Consiglio di Amministrazione del 23 settembre 2003, il Presidente di Seat Pagine Gialle ha convocato in Torino, per i giorni 4, 5 e 6 novembre 2003 - rispettivamente in prima, seconda e terza convocazione - l’Assemblea Speciale degli azionisti possessori delle azioni di risparmio per deliberare in ordine alla nomina del Rappresentante comune.

CTO:APPROVAZIONE BILANCIO AL 31-03-2003
Zola Predosa, 1 ottobre 2003 - L'assemblea del 30 settembre dei soci ha approvato a larghissima maggioranza, con nessun voto contrario, il bilancio dell'esercizio chiuso al 31 marzo 2003. I soci presenti sono stati sette portatori, in proprio o per delega, di n. 5.365.889 azioni sulle n. 10.000.000 formanti l'intero capitale sociale. Nella stessa assemblea non sono stati trattati i successivi punti all'ordine del giorno, riguardanti le nomine di alcuni componenti gli organi sociali e le retribuzioni da attribuire ai componenti il Consiglio di Amministrazione. Infatti, viste le dimissioni di due consiglieri di amministrazione nelle persone del Dr. Paolo Penzo e del Dr. Renzo Canova, presentate per contrasti di natura gestoria e per contrasti concernenti aspetti del bilancio oggi approvato, l'Assemblea ha rimandato tali decisioni alla successiva Assemblea dei soci, sia in sede ordinaria che straordinaria, già convocata per il giorno 31 ottobre 2003 in prima convocazione e, occorrendo, per il giorno 7 novembre 2003 in seconda convocazione, il cui ordine del giorno riporta tale argomento. Le anzidette dimissioni hanno comportato il venir meno della metà del numero di amministratori di ultima nomina assembleare, circostanza la quale, ai sensi di disposizione statutaria (art. 11), determina che l'intero Consiglio di Amministrazione sia dimissionario. Tale attuale situazione dell'organo amministrativo è peraltro destinata a trovare superamento per effetto e in occasione della già menzionata prossima assemblea, convocata per i giorni 31 ottobre 2003 ed eventualmente 7 novembre 2003, in quanto la convocazione di detta riunione assembleare reca già all'ordine del giorno la nomina di nuovo organo amministrativo.

PRECISAZIONI DMAIL GROUP S.P.A.
Milano, 1 ottobre 2003 - Come ribadito ad alcune fonti di stampa, Dmail Group conferma che, pur non essendo in possesso di previsioni quantitative specifiche, l’esercizio 2004 presumibilmente si concluderà con Ebitda positivo e un Ebit negativo.

VITTORIO ROSSI PRESIDENTE DI SIEMENS MOBILE COMMUNICATIONS SPA
Milano, 1 ottobre 2003 – il 29 settembre il consiglio di amministrazione di Siemens Mobile Communications - società del Gruppo Siemens attiva nel settore delle telecomunicazioni mobili - ha nominato Presidente della società Vittorio Rossi. Rossi, country speaker del Gruppo in Italia, subentra a Fausto Plebani che completa il suo mandato. Fausto Plebani, Presidente di Siemens Informatica Spa e membro del consiglio di amministrazione di Siemens Spa, rimane nel consiglio di Siemens Mobile Communications Spa in qualità di Vice-presidente. Siemens Mobile Communications, guidata dall’amministratore delegato Luigi de Vecchis, è leader mondiale nella realizzazione, sviluppo e fornitura di tecnologia radio mobile, con un’offerta globale per reti Gsm/gprs, Edge e Umts. La società, con sede a Milano, dispone di due centri R&s (Cinisello e Cassina dè Pecchi - Milano) e due unità produttive (Marcianise - Caserta e Cassina).

GRUPPO TECNODIFFUSIONE ITALIA: AGGIORNAMENTO MENSILE SUI RISULTATI FINANZIARI
Ponsacco, 1 ottobre 2003 - Nell’ambito della periodica informativa al mercato richiesta dalla Consob, Tecnodiffusione Italia rende noto che, al 31 Agosto 2003, la Posizione Finanziaria Netta è negativa per 126,8 milioni di Euro, praticamente invariata rispetto al 31 luglio scorso. Anche il dato relativo all’indebitamento verso il sistema bancario e para-bancario, al netto del prestito obbligazionario con warrant (25,5 milioni di Euro), risulta immutato, essendo pari a 101,3 milioni di Euro. I dati relativi a fatturato consolidato e margini di redditività non sono significativi, essendo Agosto il mese di chiusura degli esercizi commerciali. Si ricorda infine che i risultati della gestione nel terzo trimestre 2003 verranno approvati dal Consiglio di Amministrazione il 14 novembre prossimo.

SCHIAPPARELLI 1824 SPA: GLI AZIONISTI DELLA SOCIETÀ RIUNITI IN ASSEMBLEA DELIBERANO IN MERITO ALLA RINUNZIA ALL’ESERCIZIO DELL’AZIONE DI RESPONSABILITÀ NEI CONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI.
Bologna, 1 ottobre 2003 - Ieri si è svolta in Bologna, Via Ragazzi del ’99 n. 5, presso la Sede Amministrativa della Controllante Alfa Wassermann Spa, l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti di Schiapparelli 1824 Spa, società quotata in Borsa ed a capo del Gruppo omonimo. Nel corso dell’Assemblea è stata approvata la proposta di rinunzia all’azione di responsabilità nei confronti degli Amministratori attualmente in carica, ai sensi dell’art. 2393, quarto comma, del Codice Civile. Per quanto riguarda il secondo punto all’ordine del giorno, la discussione del medesimo è stata sospesa ed aggiornata al 2 ottobre p.V., alle ore 13.00, presso la Sede Amministrativa della Controllante Alfa Wassermann Spa, in Bologna, Via Ragazzi del ’99 n. 5.

UGUCCIONE RANIERI DI SORBELLO FOUNDATION: APPUNTAMENTI CON IL SEMESTRE DI PRESIDENZA ITALIANA
Perugia, 1 ottobre 2003 - Anche l’Umbria e Perugia in particolare intendono offrire un proprio contributo scientifico e culturale al Semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea. Ed è attraverso la Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation, la Cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali e il Modulo europeo Jean Monnet dell'Università di Perugia che l’obiettivo potrà essere perseguito: due gli eventi programmati nel mese di ottobre, tali da costituire un valido punto di riferimento per tutti coloro che vogliono approfondire le tematiche connesse all’unità dell’Europa. Il primo è previsto per il prossimo venerdì 3 ottobre ’03, presso la Sala Carlo Iii della Fondazione perugina sita in piazza Piccinino 9 con inizio alle ore 16: si tratta di un dibattito sul tema “Più o meno Europa? I cambiamenti istituzionali nella Unione allargata”, in cui verranno affrontati i problemi istituzionali conseguenti l'ingresso nell'Unione Europea di dieci nuovi Paesi membri. Un importante obiettivo per la nuova Europa a 25 è quello di darsi un nuovo assetto istituzionale, che allarghi la partecipazione e renda possibile un processo decisionale efficace. Di questo ed altro si parlerà nell’incontro cui interverranno il Consigliere di Stato Luigi Carbone, il professor Roberto De Mattei del Gabinetto di Vicepresidenza del Consiglio, il professor Antonio Majocchi dell’Università dell’Insubria, l’ambasciatore Enrico Pietromarchi e il professor Fabio Raspadori dell’Università di Perugia. I lavori saranno introdotti dal professor Ruggero Ranieri, presidente della Fondazione, mentre il coordinamento verrà affidato al professor Luciano Tosi dell’Università di Perugia. Si tratta di un panel di studiosi e di addetti ai lavori di primissimo livello che, nelle intenzioni, dovrà suggerire spunti di riflessioni sui nuovi scenari politici, economici e sociali che verranno delineati dall’ingresso di dieci nuovi Paesi nell’Unione. Il secondo incontro, invece si terrà il prossimo 24 ottobre e verterà sul tema “L’europa quotidiana. Le politiche europee alle soglie del terzo millennio”. Per informazioni ci si può rivolgere alla segreteria organizzativa ai seguenti recapiti: tel.: 075/5732775, fax: 075/5726227, sito internet www.Fondazioneranieri.org  e-mail  biblioteca@fondazioneranieri.Org   

IL COMMISSARIO EUROPEO DE PALACIO SOTTOLINEA L’IMPORTANZA DEL MERCATO UNICO DELL’ENERGIA PER GARANTIRE L’APPROVVIGIONAMENTO DELL’UE
Bruxelles, 1 ottobre 2003 - Commentando il recente blackout in Italia, Loyola de Palacio, Commissario europeo responsabile per l'energia e i trasporti, ha ricordato che il pacchetto legislativo sul mercato unico dell'energia, adottato lo scorso luglio, è volto proprio ad impedire situazioni analoghe: "La creazione di un mercato unico - ha spiegato - permetterà il collegamento in rete del territorio e di porre fine alla situazione di certi paesi che risentono del loro attuale isolamento". Il Commissario de Palacio ha poi ricordato la "congestione cronica" di cui risente la rete elettrica in diverse regioni europee, e il crescente fabbisogno energetico che aumenta la dipendenza da fonti di energia esterne, come il gas. Ciò di cui oggi l'Ue ha bisogno, ha concluso la de Palacio, è una autentica dimensione europea per le infrastrutture energetiche dell'Unione e la realizzazione dei piani d'interconnessione sviluppati dalla Commissione, che ha tra l'altro già previsto per il prossimo autunno una comunicazione sullo sviluppo delle infrastrutture elettriche. 

BLACKOUT,REVIGLIO ALL’ANSA: POCHE CENTRALI IN CANTIERE,2 ANNI CRITICI NUCLEARE NON E' SOLUZIONE PER L'IMMEDIATO
Torino, 1 ottobre 2003 - Per evitare black out come quello di domenica notte la soluzione è una sola: costruire centrali. Ma quelle in cantiere sono poche e questo fa sì che i prossimi due anni si prospettino per l'Italia davvero critici. Quanto al nucleare può essere una soluzione, ma non nell'immediato. E' lo scenario che delinea Franco Reviglio, presidente dell'Aem Torino e per sette anni, dal 1983 al 1989, alla guida dell'Eni. "Sono state autorizzate - ricorda Reviglio, in passato più volte ministro - licenze per costruire centrali che porteranno complessivamente 14.000 megawatt in più, ma gli impianti che entreranno in funzione nei prossimi due anni ne produrranno solo 4.100. Per far fronte all'aumento della domanda servirebbe un incremento all'anno di circa 2.500 megawatt, mentre secondo i dati forniti dal Gestore della rete Nazionale di Trasmissione nel corso dell'audizione in Parlamento del 23 settembre, nel 2001 ne sono entrati in esercizio 706 a fronte di un aumento della punta di domanda di oltre 1.251 megawatt rispetto al 2000. L'anno scorso i megawatt di nuova capacità sono 740 contro più di 2.300 megawatt di incremento della punta di domanda rispetto al 2001". "Il problema dell'Italia - osserva Reviglio - tenderà ad aggravarsi. L'incertezza del quadro regolatorio sulle tariffe spinge le banche internazionali a ritenere l'investimento in centrali particolarmente rischioso. Per questo chiedono a chi lo deve effettuare un capitale di rischio superiore al 50 per cento contro il 25% di due o tre anni fa". Che cosa si può fare nei prossimi due anni? "Innanzitutto - osserva Reviglio - aumentare la flessibilità e l'elasticità del Grtn che deve poter aumentare i contratti interrompibili con grandi operatori industriali e poter mettere a fuoco interruzioni programmate ai privati che se contenute non sono drammatiche". L'ipotesi di un ritorno al nucleare, secondo il presidente dell'Aem Torino, "é percorribile dal punto di vista economico, anche se c'é chi sostiene che il prezzo attuale del greggio rende non economico il nucleare sicuro. In ogni caso ripartire con il nucleare sicuro produrrebbe effetti solo fra quattro-cinque anni, non risolverebbe quindi i problemi dei prossimi due anni". Reviglio osserva che "anche per aver detto no al nucleare gli italiani pagano oggi di più l'energia". Quanto allo sviluppo della produzione di energie alternative, l'ex ministro osserva che "oggi rappresentano meno dell'1% della domanda. Si potranno incentivare, ma non sono la soluzione al problema". Il gruppo Aem ha un piano di investimenti dal 2003 al 2005 di 400 milioni di euro, finalizzati al potenziamento dell'impianto di Moncalieri e alla conclusione di quello di Pont Ventoux: entrambi entreranno in funzione nel 2005.
 

NESSUN BLACK OUT PER I CLIENTI DI REDBUS INTERHOUSE ITALY SPA. LA RIDONDANZA DEI SISTEMI DI ALIMENTAZIONE ELETTRICA PREVIENE I DANNI COMMERCIALI CAUSATI DALLA INTERRUZIONE DI CORRENTE.
Milano 1 ottobre 2003 Mentre la maggior parte delle attività commerciali e manifatturiere italiane sono state lasciate letteralmente senza corrente elettrica Domenica mattina a causa di un generale malfunzionamento del sistema di distribuzione elettrica nazionale, che ha colpito l’intero paese, I clienti di Redbus Italia hanno potuto dormire tranquilli sapendo che le loro apparecchiature ospitate nel centro dati di via Savona 125 avrebbero continuato a funzionare senza intoppi. Infatti, grazie alle avanzate specifiche tecniche del centro dati Redbus a Milano, non un solo cliente, comprese importanti società di telecomunicazioni internazionali, ha sofferto alcun tempo di fermo, o alcun altro conseguente danno economico da perdita di affari. Quando l’alimentazione elettrica è venuta a mancare a Milano, precisamente alle 3,30 di domenica mattina, le due reti di alimentazione elettrica del centro dati hanno cessato di funzionare, le 19 tonnellate di batterie dei sistemi di sicurezza Ups in dotazione all’impianto hanno provveduto automaticamente alla fornitura elettrica necessaria a garantire l’operatività, la connettività e la continuità dei siti web e dei sistemi di commercio elettronico e transazioni on line. Nello stesso istante, i due generatori di riserva, entrambi capaci di 1,7 Mva di potenza generata sono entrati in funzione e successivamente hanno preso il posto delle batterie. Alle 6.15 l’alimentazione elettrica della rete nazionale è tornata a disposizione ma i generatori di corrente hanno continuato a funzionare per qualche minuto, pur avendo la possibilità tecnica di continuare initerrottamente all’infinito, allo scopo di fonire ai clienti di Redbus, una sicurezza addizionale nel caso del ripetersi di un black out, fino al momento in cui la Redbus è stata convinta che la fornitura di corrente nazionale si era totalmente ristabilizzata. A questo punto l’alimentazione del data center è stata trasferita sulle due reti di alimentazione principale ed i generatori sono stati tenuti in "stand by" per qualche tempo prima di essere spenti. Luca Beltramino, Amministratore Delegato di Redbus Interhouse Italy Spa ha commentato: l’interruzione della fornitura di corrente elettrica a livello nazionale verificatasi Domenica mattina è stata disastrosa per il paese, ci sono state vittime e gravi incidenti. Inoltre abbiamo avuto pesanti conseguenze sia dal punto di vista economico che da quello dei consumatori. Sono comunque estremamente soddisfatto di essere in grado di affermare che, a differenza di un gran numero di concorrenti che non hanno generatori di riserva, le alte specifiche tecniche del nostro centro dati sono state interamente giustificate da questo evento. La ridondanza elettrica è stata troppo spesso sottovalutata da società che danno in "outsourcing" i loro servers ed i servizi di connettività. Inoltre visto che l’incidenza del verificarsi di interruzioni della fornitura di corrente elettrica delle reti nazionali in Europa sembra in aumento, è maggiormente vero che l’importanza dei sistemi di ridondanza elettrica non può essere minimizzata. I nostri clienti potranno certamente garantircelo.
Infolink: www.Redbus.it  

TRIMESTRE OTTOBRE-DICEMBRE 2003: NUOVO CALO DELL'ELETTRICITÀ (-1,9% IN MEDIA NAZIONALE, -1,4% SETTORE DOMESTICO); ANCORA STABILE IL GAS
Milano, 1 ottobre 2003 - Secondo calo trimestrale consecutivo della tariffa elettrica e ancora stabilità della tariffa di riferimento del gas. L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha provveduto al previsto aggiornamento trimestrale delle tariffe deliberando una riduzione per l'elettricità dell'1,9% in media nazionale (-1,4% il settore domestico) e confermando i valori economici già in vigore per il gas. La riduzione dell'elettricità riflette l'andamento calante negli ultimi mesi dei prezzi internazionali del petrolio e dei costi dei combustibili utilizzati per la produzione di elettricità. Parte della riduzione dovuta al calo dei costi per il combustibile è stata destinata alla copertura delle componenti tariffarie che incentivano le fonti rinnovabili ed assimilate ed agli oneri sostenuti dal Gestore della rete per compensare la differenza tra perdite effettive e perdite standard della rete di trasmissione nazionale. Elettricità. L'andamento dei prezzi internazionali dei combustibili utilizzati per la produzione di energia elettrica nel semestre marzo-agosto, rispetto ai sei mesi precedenti, ha determinato una riduzione del 6,8% (0,32 centesimi di euro/kWh) della relativa componente tariffaria. La componente tariffaria che copre i costi dell'incentivazione alle energie prodotte da fonti rinnovabili e assimilate è aumentata di 0,07 centesimi di euro per kWh, destinati alla restituzione alle imprese della "rendita idroelettrica" (extraprofitto realizzato con la vendita dell'energia idroelettrica nel mercato liberalizzato) come stabilito dalla legge 17 aprile 2003, n. 83. E' stato anche necessario aumentare di 0.05 centesimi di euro per kWh l'aliquota a copertura dei costi relativi alle differenze tra perdite effettive e perdite standard della rete, in seguito ai primi risultati dell'istruttoria conoscitiva avviata dall'Autorità nel luglio 2003 sulle perdite di sistema. Tutte le altre componenti tariffarie destinate alla copertura degli oneri di sistema non hanno subito variazioni. Per la famiglia residente con una potenza impegnata di 3 kW e consumi di 225 kWh mensili, che rappresenta la grande maggioranza dell'utenza domestica, la riduzione decisa dall'Autorità è dell'1,4%, pari ad una minore spesa, comprese le tasse, di circa 0,80 euro per bolletta bimestrale, 4,80 euro su base annua. La tariffa media nazionale al netto delle imposte per il prossimo trimestre è composta da: 4,39 centesimi di euro per kWh a copertura del costo dei combustibili (pari al 45% del totale); 2,27 centesimi di euro per i costi fissi di generazione (21,7%), 2,52 centesimi di euro per i costi fissi di trasporto e distribuzione (24,1 %); 0,99 centesimi di euro per gli oneri generali (energie rinnovabili, ricerca, nucleare, stranded cost, rimborsi alle reti isolate (8,3%) e 0,09 centesimi di euro per i certificati verdi (0,9%). Delibera n. 109/03 Gas metano. E' confermata la tariffa di riferimento in vigore nel trimestre precedente, che i venditori del mercato liberalizzato del gas devono offrire ai clienti accanto alle proprie eventuali diverse offerte, e che è composta da: 14,02 centesimi euro al metro cubo per la materia prima (gas prodotto in Italia ed importato), pari al 24% del totale; 8,54 centesimi per l'attività di trasporto, pari al 14%; 10,32 centesimi per la distribuzione locale, pari al 18%; 26,08 centesimi per le tasse, pari al 44%. Delibera n. 110/03

PROGRAMMA TETTI FOTOVOLTAICI 2003
Roma, 1 ottobre 2003 - Il decreto Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio sul Programma tetti fotovoltaici 2003, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 settembre 2003, impegna e ripartisce le risorse finanziarie tra le Regioni e le Province autonome che hanno aderito al programma.Si tratta di 10 milioni e 337 mila euro. Il finanziamento è finalizzato alla realizzazione di impianti fotovoltaici di potenza da 1 a 20 Kw collegati alla rete elettrica di distribuzione, con un finanziamento pubblico non superiore al 75% del costo di ogni impianto. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/programma_fotovoltaici/index.html  

PROSEGUE LA RIFORMA DELL'AGRICOLTURA: LA COMMISSIONE PROPONE UN MODELLO SOSTENIBILE PER IL SETTORE DEL LUPPOLO
Bruxelles, 1 ottobre 2003 - La Commissione europea ha presentato in data odierna una proposta per una riforma radicale dell'organizzazione comune di mercato (Ocm) del luppolo. Essa si accorda con la riforma generale della politica agricola comune (Pac) varata dal Consiglio nel giugno 2003. Per il luppolo, la Commissione propone di scindere la totalità o gran parte delle sovvenzioni comunitarie dalla produzione e di integrarle nel pagamento unico disaccoppiato per azienda, la chiave di volta della nuova Pac scaturita dalla riforma. Secondo la proposta, gli Stati membri possono optare per un disaccoppiamento totale o parziale; in quest'ultimo caso, essi possono scegliere di mantenere un aiuto accoppiato fino ad un massimo del 25% dell'aiuto alla produzione per far fronte a particolari condizioni di produzione o a peculiarità regionali.Il pagamento unico, al pari di altri aiuti diretti, sarà subordinato al rispetto di determinati criteri ambientali e di sicurezza alimentare (la cosiddetta “condizionalità”). La Commissione intende approntare il testo legislativo sul luppolo entro la fine dell'anno. “Il nostro obiettivo è un sistema semplice e flessibile, che consenta una produzione di luppolo sostenibile e orientata verso il mercato nell'Ue”, ha dichiarato Franz Fischler, il commissario competente per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca. La proposta di riforma del settore luppolo è basata sulla relazione valutativa richiesta dal Consiglio entro il 31 dicembre 2003. Da quest'analisi emerge chiaramente che il futuro sistema dovrà ottemperare a tre esigenze capitali: mantenere la produzione redditizia, assicurare condizioni economiche propizie alla produzione e adeguarsi alle tendenze di mercato. Quanto al primo requisito, gli elementi salienti dell'attuale Ocm, ossia il regime di certificazione e il ruolo centrale svolto dalle organizzazioni di produttori, resteranno in vigore essendosi dimostrati particolarmente efficienti. L'integrazione dell'aiuto alla produzione nel regime del pagamento unico risponde al meglio al secondo e al terzo requisito. Dal punto di vista dei coltivatori, il sistema è semplice, flessibile e sostenibile e garantisce la stabilità dei redditi grazie ad un aiuto equivalente a quello attuale e ad un sistema più efficiente e diretto di erogazione dei sussidi. Inoltre, esso offre ai produttori soluzioni alternative in caso di crisi di mercato, sia congiunturale che strutturale, con la possibilità di sospendere temporaneamente la produzione o di cessarla definitivamente e di adibire il terreno ad altre colture. Per incoraggiare i produttori ad organizzarsi, gli Stati membri avranno la facoltà di condizionare l'erogazione dell'aiuto accoppiato all'appartenenza ad un'organizzazione di produttori. La relazione della Commissione sull'evoluzione del settore del luppolo è disponibile sul sito Internet:
http://europa.Eu.int/comm/agriculture/publi/reports/hops/index_en.htm

INDIRIZZI OPERATIVI PER LE EMERGENZE IDROGEOLOGICHE
Roma, 1 ottobre 2003 - Per impedire o mitigare gli effetti dannosi dei fenomeni alluvionali e franosi e ottimizzare la risposta di protezione civile in fase di emergenza è necessario che ciascuna Regione e Provincia autonoma definisca le procedure per l'attivazione del sistema di protezione civile su scala territoriale in modo da garantire il necessario raccordo tra il livello nazionale e quello locale. In tal senso si è espresso il Presidente del Consiglio con un comunicato indirizzato a tutte le Autorità di governo regionale e locale del nostro paese. E' necessario inoltre che le Amministrazioni locali effettuino un censimento delle risorse pubbliche e private, presenti sul proprio territorio, avendo cura di verificarne la dislocazione, l'efficienza, i tempi e le modalità di attivazione, così da contare su un quadro aggiornato dell'effettiva disponibilità in uso di emergenza per ridurre, quanto più è possibile, il rischio per la popolazione.
Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/direttiva_idrogeologici/index.html

BANDO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Roma, 1 ottobre 2003 - Con il decreto del Ministro delle Attività Produttive del 19 settembre 2003, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, è stato aperto il bando della legge n. 488/1992 concernente una specifica graduatoria finalizzata al raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli investimenti agevolabili dovranno essere finalizzati al conseguimento di miglioramenti ambientali riguardanti uno dei seguenti quattro temi: rifiuti, risorsa idrica, energia e multisettore (interventi concernenti almeno due dei precedenti temi). Le domande potranno essere presentate a partire dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto nella G.u. E fino al 23 gennaio 2004. Http://www.minindustria.it/pdf_upload/documenti/phpfdeznn.pdf   
http://www.Minindustria.it/pdf_upload/documenti/phpmtr5ug.pdf

 

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