NOTIZIARIO
MARKETPRESS
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di
MERCOLEDI'
1 OTTOBRE 2003
pagina 1
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INDAGINE UNIONCAMERE-MEDIOBANCA SULLE
MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI
Roma, 1 ottobre 2003 - Sono ancora poche. In compenso sono le più dinamiche
in termini di fatturato, valore aggiunto, export e occupazione. Ma sono
anche scarsamente presenti in Borsa e sopportano la pressione fiscale più
elevata. Questo il ritratto delle medie imprese industriali italiane che
emerge dalla terza Indagine realizzata da Unioncamere e Mediobanca, che verrà
presentata in un convegno oggi a Roma, presso la sede di
Unioncamere (Piazza Sallustio 21, ore 10,30-13,30). La ricerca, fondata
sull'analisi dei bilanci depositati dal 1996 al 2000 da tutte le medie
imprese industriali con fatturato di 13-260 milioni di euro, con un numero
di dipendenti compreso tra 50 e 499 e con un assetto proprietario autonomo,
copre per la prima volta l'intero territorio nazionale e presenta anche un
nuovo criterio di classificazione delle imprese sul territorio,
identificando 77 distretti in senso stretto e altri 92 sistemi di produzione
locale. L'indagine verrà presentata e commentata da Fulvio Coltorti
(Ufficio studi Mediobanca), Claudio Gagliardi (Centro studi Unioncamere),
Giovanni Ferri (Università di Bari), Riccardo Gallo (Università di Roma La
Sapienza). Antonella Barbetti (Cementerie Aldo Barbetti) e Antonio Pasquini
(Cartiera Lucchese) porteranno le loro riflessioni quale testimonianza di
imprenditori. Aprirà il convegno il presidente di Unioncamere, Carlo
Sangalli. La conclusione dei lavori è affidata al ministro delle Attività
produttive, Antonio Marzano.
DICHIARAZIONE DI MASSIMO CAPUANO, A.D. DI BORSA ITALIANA, IN MERITO AGLI
INCENTIVI FISCALI APPROVATI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Milano, 1 ottobre 2003 - Borsa Italiana apprezza i provvedimenti approvati
ieri dal Consiglio dei Ministri che centrano il duplice obiettivo di
sviluppare l'offerta e la domanda di azioni quotate, incidendo con misure
semplici ed efficaci sia sul lato delle imprese che si apprestano alla
quotazione sia su quello dei fondi che investono in piccole e medie imprese.
Gli incentivi decisi dal Ministero dell'Economia rappresenteranno un forte
stimolo per le società che vorranno finanziare la loro crescita con
capitale di rischio - 1200, secondo le analisi di Borsa Italiana, sono già
oggi potenzialmente in grado di accedere al listino - e un fondamentale
acceleratore per l'ampliamento del mercato azionario italiano, in grado di
renderlo a livello internazionale effettivamente rappresentativo della realtà
economica del nostro Paese. L'ampio bacino di piccole e medie imprese, asse
portante del tessuto industriale italiano, potrà così trovare nella leva
fiscale un'ulteriore ragione per la quotazione, che si affianca al
finanziamento della crescita e dei progetti di sviluppo, al riequilibrio
della struttura finanziaria e ai cambiamenti organizzativi necessari per
fronteggiare la concorrenza su scala internazionale. Nel contempo lo
sviluppo di nuovi fondi specializzati nelle mid e small caps consentirà un
ampliamento delle opportunità per gli investitori e la valorizzazione di
questa importante asset class. Ci sono quindi tutte le premesse perché si
attivi un circolo virtuoso affinché le imprese, gli intermediari e gli
investitori possano cogliere un'importante opportunità per il loro
sviluppo.
ENTRANO IN VIGORE OGGI LE NUOVE NORME
EUROPEE SUI PREZZI DELLE AUTOMOBILI E DEI SERVIZI DI ASSISTENZA
Bruxelles, 1 ottobre 2003 - Oggi diventerà applicabile gran parte delle
nuove norme Ue sulla distribuzione degli autoveicoli, entrate in vigore il 1°
ottobre 2002. Il 1° ottobre 2003 termina il periodo transitorio per tutti i
contratti giunti a scadenza dopo il 1° ottobre 2002. Dopo un ulteriore
periodo transitorio, il 1° ottobre 2005 verrà abolita la cosiddetta
“clausola di ubicazione”, rendendo finalmente pienamente efficaci le
nuove norme. Queste ultime, che entrano in vigore il 1° ottobre 2003,
aprono al via a nuove tecniche di distribuzione, come le vendite via
Internet e le vendite multimarca con un aumento della concorrenza fra canali
di vendita al dettaglio diversi. Le nuove norme eliminano anche le ultime
barriere agli acquisti transfrontalieri e consentono ai concessionari di
diffondere messaggi pubblicitari o mail shot in tutto il mercato unico. I
proprietari di veicoli avranno una scelta più ampia per quanto riguarda i
fornitori di servizi post-vendita che sia tramite officine di riparazione
autorizzate o indipendenti. Non si può vietare alle officine di fornire
assistenza a varie marche e sono sollevate dall'obbligo di esercitare anche
un'attività di concessionario. Alla vigilia della fine del periodo
transitorio per le nuove norme applicabili alla distribuzione degli
autoveicoli, il commissario per la concorrenza Mario Monti ha dichiarato:
"Una maggiore concorrenza nella distribuzione degli autoveicoli fa
abbassare i prezzi. Con l'eliminazione degli ultimi ostacoli agli acquisti
transfrontalieri di veicoli, i consumatori potranno finalmente sfruttare
tutto il potenziale del mercato unico in questo settore. A partire da oggi,
ci saranno anche nuove possibilità quanto alla fornitura esclusivamente di
servizi post-vendita e prevedo che i nuovi fornitori di questi servizi
eserciteranno una pressione verso il prezzo sui loro prezzi elevati.” Le
nuove norme coprono la vendita e i servizi di assistenza post-vendita di
tutti gli autoveicoli (autovetture, veicoli commerciali leggeri, autocarri e
autobus). Le nuove norme consentono ai produttori di automobili di scegliere
fra la distribuzione esclusiva - ad ogni concessionario autorizzato viene
assegnato un territorio di vendita - e la distribuzione selettiva - i
concessionari sono selezionati in base a una serie di criteri oggettivi ma
non viene a assegnato loro un territorio di vendita1. Quasi tutti i
produttori hanno scelto la distribuzione selettiva in tutto il mercato
unico. Le principali novità introdotte dalle nuove norme Le principali
novità che entreranno in vigore il 1° ottobre 2003 sono le seguenti:
vendita multimarca; officine di riparazione che forniscono solo servizi
post-vendita; officine di riparazione indipendenti, non affiliate a una
marca particolare; norme meno restrittive sull'utilizzo dei pezzi di
ricambio e (5) maggiori possibilità per i concessionari di vendere ad
acquirenti stranieri. Oltre a ciò, dal 1° ottobre 2005, i concessionari
avranno anche la possibilità di aprire punti di vendita o di consegna in
Stati membri diversi dal loro. Attività di vendite multimarca A partire dal
1° ottobre 2003 i concessionari potranno vendere più di una marca nello
stesso salone. Questa “attività di vendite multimarca” rafforza la loro
indipendenza commerciale nei confronti dei fornitori e consente ai
concessionari in zone scarsamente popolate di mantenere redditizia la loro
attività. Le nuove norme forniscono pertanto ai rivenditori al dettaglio
un'effettiva possibilità di scegliere se vendere più di un marca. I
produttori possono solo imporre che i loro veicoli vengano esposti in una
sezione del salone riservata alla loro marca. La maggior parte dei
produttori ha accettato tale possibilità. In alcuni casi si sta ancora
valutando se le esigenze dei produttori in materia di esposizione delle
vetture nel salone rendano redditizio questo sistema di vendita. Più
officine di riparazione che forniscono solo servizi post-vendita In base
alle vecchie norme, chiunque vendesse vetture nuove era obbligato a offrire
anche i servizi di riparazione. Con le nuove norme i concessionari possono
scegliere se eseguire da soli le riparazioni o subappaltarle a un altro
membro autorizzato della rete del produttore, che si tratti di un altro
"concessionario/riparatore integrato" o esclusivamente di
un'officina di riparazione. Le nuove norme consentono anche a qualsiasi
officina di riparazione che soddisfi i criteri qualitativi fissati dal
produttore di diventare un'officina autorizzata nell'ambito della rete di
quel produttore senza essere obbligata a vendere vetture nuove. I produttori
non possono limitare il numero di riparatori autorizzati, né circoscrivere
il diritto di un riparatore autorizzato di riparare veicoli di altre marche.
Gli studi hanno dimostrato che i consumatori preferiscono una densa rete di
officine di riparazione e che le modifiche proposte dovrebbero contribuire a
mantenere tale densità, rafforzando nel contempo l'attuale livello di
competenza tecnica all'interno della rete. Mentre la maggior parte dei
produttori accetta la separazione fra la gestione di un punto vendita e
quella di un'officina di riparazione, stiamo ancora esaminando alcuni casi
isolati in cui un vecchio concessionario non riceve l'autorizzazione
soltanto come riparatore. Più officine di riparazione indipendenti Le nuove
norme prevedono inoltre che i produttori di autoveicoli siano obbligati a
consentire, ai riparatori che scelgono di restare indipendenti da marchi
specifici, di avere accesso a tutte le informazioni tecniche,
apparecchiature e attrezzi, comprese le attrezzature di diagnostica, e alla
formazione necessarie. Oltre a ciò le nuove norme vietano anche le clausole
volte a impedire ai riparatori autorizzati di fornire pezzi di ricambio
originali o di qualità corrispondente ai riparatori indipendenti. Queste
disposizioni mirano a garantire che i riparatori indipendenti possano
continuare a concorrere in maniera efficace con la rete di riparatori
autorizzati del produttore. I consumatori potranno dunque scegliere dove far
riparare il proprio autoveicolo. Una maggiore varietà di pezzi di ricambio
Il regolamento intende inoltre dare ai consumatori la scelta dei pezzi di
ricambio da utilizzare per riparare il proprio veicolo. I produttori non
possono più impedire ai riparatori autorizzati di procurarsi i pezzi di
ricambio da altre fonti, o limitare il loro diritto di utilizzare pezzi di
ricambio di qualità corrispondente a quella dei pezzi originali. Con queste
misure i produttori di pezzi di ricambio dovrebbero vendere un numero
maggiore di pezzi di ricambio direttamente ai riparatori, fornendo una
scelta più ampia ai consumatori e aumentando la concorrenza per la
fornitura di pezzi di ricambio. Tuttavia, visto il coinvolgimento
contrattuale diretto del produttore dei veicoli nel servizio assistenza
gratuito, nel servizio in caso di operazioni di revisione di autoveicoli
difettosi, nonché nelle riparazioni coperte da garanzia, i riparatori
autorizzati potranno essere obbligati ad utilizzare per tali riparazioni
solo i pezzi di ricambio originali forniti dal produttore degli autoveicoli.
Maggiori possibilità di vendere autovetture ad acquirenti in altri Stati
membri È già la regola che non si possa vietare ad alcun concessionario di
fornire autovetture a consumatori residenti all'estero. Ciò consente ai
consumatori di effettuare acquisti transfrontalieri e ha consentito, ad
esempio, ai consumatori britannici e irlandesi di procurarsi veicoli con la
guida a destra da concessionari continentali a prezzi inferiori. La
relazione semestrale della Commissione sui prezzi delle automobili ha
infatti sottolineato notevoli differenze di prezzo per le autovetture nuove
nei vari Stati membri dell'Ue. Uno studio pubblicato per la Commissione un
anno fa ha concluso che queste differenze non erano interamente dovute a
differenze nel livello di tassazione2. Pertanto, verranno eliminate le
restrizioni per gli operatori che agiscono su mandato di un consumatore
nell'acquisto di un autoveicolo. In futuro questi rappresentanti,
comunemente definiti intermediari, dovranno semplicemente esibire un mandato
che dimostri che agiscono per conto di un consumatore. Inoltre, i
concessionari in un sistema di distribuzione selettiva possono diffondere
messaggi pubblicitari in tutto il mercato unico e inviare mail shot e
messaggi elettronici personalizzati ai consumatori in tutta l'Unione
Europea. I concessionari non possono essere in alcun modo penalizzati per
l'utilizzo di questo sistema di vendita. I concessionari nel sistema di
distribuzione esclusiva possono vendere attivamente a rivenditori
indipendenti nell'ambito del loro territorio di esclusiva e possono anche,
se viene loro richiesto, vendere a consumatori finali o a rivenditori al di
fuori del territorio. Queste vendite attive all'interno del territorio e
passive al di fuori di esso creeranno le condizioni per una maggiore
concorrenza basata sui prezzi in tutta l'Unione rispetto al sistema attuale,
che vietava qualsiasi vendita attiva al di fuori del territorio, nonché le
vendite a operatori indipendenti. Punti di vendita o di consegna in vari
Stati membri Infine, a partire dal 1° ottobre 2005, i concessionari in un
sistema di distribuzione esclusiva potranno impiantare punti di vendita o di
consegna secondari in un'altra parte del loro paese o in un altro Stato
membro dell'Unione europea. Ciò significa che un concessionario in Spagna
che vende di frequente veicoli a consumatori francesi può aprire un punto
di vendita o di consegna a Marsiglia. Con la caduta della cosiddetta
“clausola di ubicazione” non esisterà più alcuna protezione
territoriale per i concessionari in una rete di distribuzione selettiva.
Queste misure dovrebbero contribuire a garantire il funzionamento del
mercato unico in modo che i consumatori possano trarre vantaggio dalle
considerevoli differenze di prezzo che esistono fra i vari Stati membri
dell'Unione europea. Applicazione La Commissione continuerà a tenere sotto
controllo gli accordi di distribuzione degli autoveicoli e ad assicurarsi
che i produttori applichino correttamente le nuove norme tanto sul mercato
di vendita quanto su quello di assistenza post-vendita. In caso di
disaccordo fra produttori e concessionari, la Commissione prenderà le
misure legali necessarie perché i consumatori traggano il massimo vantaggio
dalle nuove norme sulla distribuzione di autoveicoli. 1 I produttori non
possono tuttavia combinare, per uno stesso concessionario, esclusività
(assegnazione di un territorio di vendita esclusivo) e selettività (divieto
di vendere a operatori indipendenti). I produttori sono tuttavia liberi di
applicare, in base alle loro esigenze, sistemi esclusivi in alcuni mercati
Ue e selettivi in altri. 2 Lo studio e altri materiali relativi al processo
di revisione sono reperibili sul sito web della Commissione all'indirizzo http://europa.Eu.int/comm/competition/car_sector/
"CITTÀ
DELLA MODA": IL COMUNE DI MILANO ANNUNCIA I PROGRESSI DEL PROGETTO
GARIBALDI REPUBBLICA: - DIECI GRANDI PAESAGGISTI IN GARA PER IL CAMPUS MODAM,
IL NUOVO MUSEO PER LA CREATIVITA'CONTEMPORANEA
Milano, 1 ottobre 2003 - Si è tenuta ieri all'Urban Center la conferenza
stampa sullo stato di avanzamento del progetto Garibaldi Repubblica. Per la
"Città della Moda". Sono intervenuti: il Sindaco di Milano
Gabriele Albertini, nella sua qualità di Presidente della Fondazione Città
della Moda-design-comunicazione, Beatrice Trussardi, nella sua qualità di
Vicepresidente della Fondazione Città della Moda-design-comunicazione,
l'assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano Gianni Verga,
Riccardo Catella, Amministratore Delegato di Hines Italia, Manfredi Catella,
Direttore Generale di Hines Italia e César Pelli che coordinerà il master
plan del progetto. A meno di tre mesi di distanza dalla firma dei protocolli
d'intesa con Regione e privati, il progetto Garibaldi Repubblica (che
interessa un'area complessiva di 325.000 mq) è già entrato nella fase
operativa, registrando importanti passi avanti. Il Comune di Milano sta
svolgendo con grande impegno e determinazione il ruolo di promotore,
coordinatore e regista dell'intero processo, sta perseguendo gli obiettivi
di eccellenza che si era proposto e sta ottenendo una pronta risposta da
parte del mondo culturale, economico e imprenditoriale. Www.comune.milano.it
Il compito che l'Amministrazione si è posta è stato quello di implementare
e coordinare le proposte che possano contribuire, con spirito innovativo e
caratteri di prestigio, alla definizione di un progetto di richiamo
internazionale riducendo i tempi e procedendo in parallelo in tutte le fasi
necessarie al suo completamento. L'amministrazione registra oggi importanti
passi in avanti per le tre grandi funzioni che andranno a comporre Garibaldi
Repubblica: il Campus, la Città della Moda e il Polo Istituzionale. Per il
Campus, attorno al quale sorgeranno la Città della Moda e il Polo
Istituzionale, sono stati selezionati i 10 finalisti tra gli oltre 50 gruppi
italiani e stranieri che hanno partecipato al concorso di progettazione
"Giardini di Porta Nuova", indetto dal Comune di Milano lo scorso
aprile. Il Campus sarà il grande polmone verde di 100.000 mq e costituisce
il primo intervento pubblico che dà il via all'intero progetto.
L'architetto César Pelli sarà il coordinatore del master plan della Città
della Moda. Il master plan prevede la partecipazione di altri architetti
allo scopo di fare della Città della Moda il luogo non solo "della
moda" ma "per la moda", ovvero il luogo dove università,
spazi, creatività, comunicazione, produzione si incontrano, si studiano, si
combinano fino a creare tutto quell'universo che c'è davanti e dietro al
sistema moda. Beatrice Trussardi, vicepresidente operativo della Fondazione
Città della Moda, ha presentato due iniziative non-profit di rilevante
importanza all'interno del progetto Città della Moda: il Modam, nuovo
centro di esposizione e ricerca della creatività contemporanea e il
Progetto di Alta Formazione. Il Modam, sintesi di "moda" e
"modem", si presenta come la prima istituzione al mondo che sappia
riflettere gli intrecci della realtà contemporanea. Modam raccoglie la
vocazione interdisciplinare del Made in Italy e della città di Milano per
collocare la moda al centro delle connessioni tra i linguaggi del presente,
dall'arte al design passando per la comunicazione. Il Progetto di Alta
Formazione nasce dalla sinergia tra l'Università Bocconi, l'Università
Cattolica e il Politecnico di Milano. Nel piano formativo saranno coinvolti
studiosi e ricercatori delle discipline economico-gestionali,
socio-comunicative, estetico-progettuali. Il progetto si propone di lanciare
una serie di master su aree strategiche del settore della moda. Per quanto
attiene il Polo Istituzionale, sarà pronta entro l'anno la gara pubblica
che prevede la costruzione della nuova sede degli uffici tecnici del Comune
e la valorizzazione della sede esistente di via Pirelli, destinata a essere
data in concessione. Inoltre, è già stato pubblicato il bando per il
concorso di progettazione del nuovo palazzo della Regione Lombardia. Lo
scorso luglio Regione e Comune hanno siglato il protocollo d'intesa con cui
la Regione ha acquistato dal Comune, per 78 milioni di euro, l'area dove
sorgerà il suo nuovo palazzo. Garibaldi Repubblica è destinato ad essere
un progetto di eccellenze che sarà completato nel 2009, a costo zero per
l'Amministrazione comunale. Il gruppo Hines, infatti, ha deciso di investire
nell'acquisto delle aree e nella realizzazione del progetto che,
complessivamente, renderà al Comune, in termini di oneri di urbanizzazione,
75 milioni di euro Nel corso del 2003 il gruppo Hines ha raggiunto accordi
con 7 proprietari privati nell'ambito del progetto Garibaldi Repubblica
controllando l'86% dei diritti edificatori privati. Questo ha reso
possibile, grazie alle intese con gli altri proprietari privati, di
raggiungere, lo scorso 11 luglio, la firma del protocollo di intesa con il
Comune e quindi di avviare effettivamente il progetto Garibaldi Repubblica.
Hines sta finanziando l'operazione tramite uno dei propri fondi chiusi
europei che includono partecipazioni anche da parte di alcuni dei più
importanti investitori istituzionali europei. Sono inoltre in corso
trattative con alcuni investitori istituzionali italiani e con gli istituti
di credito. L'effettivo perfezionamento dell'investimento avverrà al
momento in cui l'iter urbanistico si sarà positivamente concluso.
Recentemente è stato incaricato César Pelli per la predisposizione del
master plan relativo all'area dove verrà sviluppato il progetto della Città
della Moda nell'ambito del piano urbanistico Garibaldi Repubblica
predisposto dall'arch. Nicolin. Una volta definito l'assetto strategico
dell'area tramite il master plan, verranno selezionati studi di architettura
per progettare i singoli edifici che sorgeranno nell'area. Il Concorso
Giardini Di Porta Nuova E' arrivato alla seconda fase il concorso
internazionale bandito dal Comune di Milano lo scorso aprile per la
progettazione dei "Giardini di Porta Nuova", ovvero il Campus di
100.000 mq all'interno di Garibaldi Repubblica. Le candidature, giunte da
tutto il mondo e vagliate dalla giuria, sono state oltre 50 di cui circa la
metà di grandi gruppi esteri. I 10 finalisti, 6 stranieri e 4 italiani,
sono stati scelti dalla giuria presieduta da Stefano Boeri in base ai
curricula e a una relazione sul lavoro da svolgere. I gruppi in gara hanno
ancora circa 4 mesi di tempo per elaborare e presentare i loro progetti
preliminari. Il vincitore, che verrà proclamato entro metà febbraio 2004,
riceverà l'incarico della progettazione definitiva ed esecutiva. "Uno
dei nostri compiti - ha sottolineato l'assessore Verga -è quello di
perseguire l'obiettivo della competitività di Milano nel contesto
internazionale che si raggiunge attraverso il coinvolgimento di risorse
intellettuali italiane e straniere. Il Concorso di progettazione costituisce
un valido strumento per ridisegnare la città e consente a queste risorse di
mettersi al servizio di uno sviluppo urbano di alta qualità. L'alta
partecipazione di grandi gruppi italiani e internazionali - ha continuato
Verga- dimostra come Milano sia oggi, a tutti gli effetti, una città con
forte attrattività alla quale si guarda con grande interesse e attenzione
tanto da far prevedere a studiosi e statistici che Milano, nel 2005,
diventerà la quarta città più importante a livello europeo dopo Londra,
Parigi e Madrid". I nomi dei Capigruppo finalisti : Marco Bay; Andrea
Branzi; Giancarlo De Carlo (studio Giancarlo De Carlo Associati); Marco
Navarra., dall'Italia, da Amsterdam Ir. Mathias Lehner Msca (Inside Outside);
da Londra Kathryn Gustafson (Gustafson-porter Ltv); da Cambridge, Usa,
Martha Schwartz (Martha Schwartz Inc.); da Rotterdam Adriaan Geuze (West 8);
da Tokyo Michio Sugawara (Ishimoto Architectural & Engineering Firm Inc.);
da Berkley Peter Walker (Peter Walker & Partners Landscape Architecture
Limited). La composizione della Giuria. Presidente: Stefano Boeri Membri
effettivi: Giovanna Giannachi, Pierluigi Nicolin, Joao Nunes, Ippolito
Pizzetti, Ermanno Ranzani, Umberto Riva, Donato Durbino, Giancarlo Tancredi,
Supplente: Bruno Eduardo Viganò. Il calendario del concorso: 21 gennaio
2004: consegna degli elaborati , 3-4-5 febbraio 2004: lavori della giuria ,
Entro metà febbraio 2004: proclamazione del vincitore. Il costo massimo di
realizzazione dell'intervento da progettare è di euro 20.000.000,00. Il
vincitore del concorso riceverà la somma di euro 61.974,83 a titolo di
premio, che vale quale anticipazione del compenso professionale dovuto per
la progettazione. A ciascun progettista selezionato sarà riconosciuto un
rimborso spese lordo di euro 20.658,28. La Fondazione Città della Moda e
del Design è stata fondata nell'ottobre del 2000 allo scopo di promuovere i
valori della cultura, della formazione, della comunicazione e della
documentazione, e con il preciso obiettivo di valorizzare l'immagine della
moda in rapporto con la città di Milano anche attraverso il sostegno di
forme di collaborazione tra pubblico e privato. La Fondazione Città della
Moda e del Design vede come soci fondatori il Sindaco del Comune di Milano
Gabriele Albertini, che ne è Presidente, Beatrice Trussardi, nel ruolo di
Vicepresidente operativo, Roberto Formigoni, Regione Lombardia, Paola
Iannace, Provincia di Milano, Mario Miscali, Fondazione Cassa di Risparmio
delle Province Lombarde, Luigi Roth, Ente Autonomo Fiera Internazionale di
Milano, Mario Boselli, Camera Nazionale della Moda Italiana. La moda vive in
continuo dialogo con altri mondi, è la sintesi delle discipline che
compongono la realtà contemporanea: la moda genera energia dal
cortocircuito continuo con i segnali più vivi della cultura del presente.
Per la realizzazione dei suoi progetti culturali la Fondazione Città della
Moda ha scelto di affiancarsi a due gruppi di lavoro. Per lo sviluppo del
Programma di Alta Formazione la Fondazione Città della Moda ha avviato una
collaborazione esclusiva con l'Università Bocconi, l'Università Cattolica
e il Politecnico. Per l'istituzione del nuovo centro di esposizione e di
ricerca Modam la Fondazione Città della Moda si avvarrà di esperti scelti
nei campi della gestione museale, del marketing e della comunicazione e
della moda. Il Modam e il Programma di Alta Formazione sono coordinati dal
vicepresidente della Fondazione Città della Moda, Beatrice Trussardi.modam
Il nuovo centro di esposizione e di ricerca della creatività contemporanea
Il nuovo centro di esposizione e di ricerca Modam si presenta come la prima
istituzione al mondo che sappia collegare la moda ai processi produttivi
della comunicazione, dell'arte e della creatività. Il Modam - sintesi
linguistica di moda e modem - riflette l'intreccio dei linguaggi
contemporanei. Raccogliendo la vocazione interdisciplinare del Made in Italy
e della città di Milano, il Modam aspira a collocare la moda al centro
delle connessioni tra tutti i mondi della cultura contemporanea, dall'arte
al design passando per la comunicazione: non solo un museo, quindi, ma un
laboratorio, un progetto integrato, una realtà flessibile - vero specchio
del contemporaneo. La moda non è più associata esclusivamente ai capi
d'abbigliamento. E' parte della nostra cultura e della nostra società. La
moda riflette sempre più la molteplicità del presente, traendo linfa dai
mondi paralleli dell'industria, della comunicazione, della musica, del
cinema e dell'arte. Il Modam ospiterà e organizzerà esposizioni temporanee
che andranno a costituire una collezione permanente dei materiali della
cultura del presente. Nei suoi spazi il Modam raccoglierà anche il primo
archivio permanente di stampa specializzata in moda e lifestyle: una
raccolta dinamica di connessioni che registra la memoria del presente,
mentre gioca con la storia del futuro. Il centro di esposizione e di ricerca
Modam, quindi, si articolerà come un catalizzatore delle energie e dei
segnali più vivi del contemporaneo, un ricettore di espressioni a contatto
con le discipline del presente. Programma Di Alta Formazione La Fondazione
Città della Moda e del Design prevede di sviluppare un programma di alta
formazione per la progettazione del quale ha dato mandato a tre istituzioni
universitarie milanesi: l'Università Bocconi, l'Università Cattolica e il
Politecnico. Si tratta di una iniziativa unica in Europa per tipo di
competenze cha ad essa prestano le diverse realtà accademiche. Saranno
infatti coinvolti studiosi e ricercatori delle discipline
economico-gestionali, socio-comunicative, estetico-progettuali. Il programma
si propone di fornire agli studenti, già dotati di una solida preparazione
di base, competenze specialistiche per gestire efficacemente particolari
aspetti della filiera, maturando una elevata consapevolezza delle
problematiche interconnesse dell'intero processo. Il programma formativo è
focalizzato su corsi Master di durata annuale in quattro aree, che nel mondo
delle imprese di moda sono considerate strategiche: 1) 1) Retail e vendite
L'obiettivo è la formazione di figure in grado di gestire le complessità
degli aspetti distributivi e commerciali del settore moda 2) 2) Prodotto:
abbigliamento donna/uomo, accessori pelle, casa Formazione di figure in
grado di gestire in modo integrato la progettazione dei sistemi di prodotto
per la moda 3) 3) Sourcing internazionale Quest'area riguarda il complesso
insieme di attività e competenze per individuare e coinvolgere partners
stranieri nei processi produttivi del prodotto moda italiano 4) 4) Eventi e
Comunicazione Questo è un ideale punto di contatto tra la cultura
accademica dei tre atenei coinvolti toccando da un lato problematiche
organizzative e gestionali (Bocconi), dall'altro capacità creative e di
innovazione nel campo del design degli allestimenti e della comunicazione
(Politecnico) ed infine capacità di comprensione delle dinamiche della
comunicazione sociale e mediatica (Cattolica) I Master potranno comprendere
sia master universitari sia master non universitari con accesso anche senza
laurea e vincolato al possesso di esperienze da valutare. Le attività
formative verranno svolte e organizzate a stretto contatto con quelle del
Modam. Dalla sinergia tra attività di formazione/ricerca e attività
museale potrebbe scaturire un piano strategico e integrato di documentazione
relativa al mondo della moda, utile sia in vista di un efficace
trasferimento ai nuovi aspiranti professionisti dei saperi accumulati, sia
in vista della progettazione di forme innovative nell'organizzazione e
gestione delle attività imprenditoriali.
BANCA AKROS (GRUPPO BANCA POPOLARE DI MILANO) APRE IL MERCATO DEI
CAPITALI USA ALLE MEDIE IMPRESE EUROPEE, ACQUISENDO IL 25% DI ESN NORTH
AMERICA A NEWYORK
Milano, 1 ottobre 2003 - Banca Akros (Gruppo Banca Popolare di Milano)
acquisisce il 25% di Esn North America (Esn N.a.), broker/dealer americano
con sede a New York, per offrire anche alle "Mid Caps" europee
l'accesso al mercato dei capitali più importante del mondo. Insieme a Banca
Akros in Esn N.a. La francese Cic Securities (Gruppo Crédit Mutuel-cic) e
l'olandese F.van Lanschot Bankiers, già partners di Banca Akros nel network
Esn di ricerca azionaria indipendente. Le tre banche d'investimento europee
negli Usa offrono alla clientela istituzionale, statunitense e canadese,
idee d'investimento e possibilità di esecuzione sui tutti i mercati
azionari europei. Esn N.a. Anche per le "Mid Caps" europee La
presenza di tre banche d'investimento europee (Banca Akros, Cic Securities e
F.van Lanschot Bankiers) negli Usa apre anche alle medie imprese europee in
crescita il mercato dei capitali più importante del mondo; l'obiettivo è
di accompagnare il loro percorso di sviluppo con accesso a capitali di
rischio (Ipo, aumenti di capitale e private equity) e di debito (corporate
bonds e debt private placements). Al management delle società è data
l'opportunità di incontrare direttamente gli investitori istituzionali. Esn
N.a. Svolge attività di broker/dealer per gli investitori istituzionali
americani (prevalentemente fondi d'investimento, fondi pensione e compagnie
di assicurazione): la società, esempio concreto di unione di risorse
europee per un comune obiettivo negli Usa, offre le idee d'investimento dei
130 analisti del network Esn su un campione di 1000 società europee quotate
e la possibilità di eseguire ordini su tutti i mercati azionari europei.
L'operazione, già autorizzata dall'organo di vigilanza italiano, è
soggetta all'approvazione delle Autorità americane. Il capitale di Esn N.a.
È aperto all'ingresso di altri partners del network europeo Esn. La formula
di successo di European Securities Network (Esn) Banca Akros è una delle
istituzioni fondatrici del network multilocale European Securities Network
Llp (Esn Llp), la società di ricerca azionaria indipendente pariteticamente
partecipata da 10 primarie banche ed intermediari europei, attivi nella
negoziazione e nella produzione di ricerca azionaria comune su 1000 titoli,
30 settori e con 130 analisti dedicati ai mercati azionari europei. La
storia di Esn nasce verso la fine degli anni '90, si trasforma in accordo
contrattualizzato tra i partners nel 1999 ed in società pariteticamente
posseduta dal 2002. Oggi si sviluppa anche negli Usa. I membri europei di
Esn Llp insieme a Banca Akros sono Cic Securities in Francia, F.van Lanschot
Bankiers in Olanda, Caja Madrid Bolsa in Spagna, Teather & Greenwood in
Uk, Bankgesellshaft Berlin in Germania, Bank Degroof in Belgio, Ncb
Stockbrokers in Irlanda, Egnatia Securities in Grecia e Caixa Banco
Investimento in Portogallo.
DISPONIBILI
IN 6.000 UFFICI POSTALI I FONDI DI INVESTIMENTO "BANCOPOSTA
PROFILO"
Roma, 1 ottobre 2003 - Poste Italiane lancia "Bancoposta Profilo",
una nuova famiglia di Fondi comuni di Investimento aperti disponibile in
6.000 uffici postali. I Fondi della famiglia "Bancoposta Profilo"
sono gestiti da Bancoposta Fondi Sgr, società al 100% del Gruppo Poste
Italiane, in collaborazione con Pioneer Investments, una delle più
prestigiose società di gestione a livello internazionale. La famiglia
"Bancoposta Profilo" offre una gestione finanziaria semplificata
per profilo cliente, realizzata attraverso l'investimento diversificato in
strumenti monetari, obbligazionari ed azionari. I nuovi fondi sono 5 e si
differenziano per il crescente peso della quota azionaria in portafoglio e
per l'orizzonte temporale dell'investimento. Ogni investitore può scegliere
il fondo coerente con il proprio obiettivo di rendimento e profilo di
rischio, individuando quello che realizza il giusto punto d'equilibrio tra
livello di protezione e possibilità di guadagno. Bancoposta Profilo
"Protezione" investe esclusivamente in titoli monetari e
obbligazionari e per questo viene offerto da Poste Italiane ai risparmiatori
particolarmente prudenti. "Rendimento", "Opportunità" e
"Crescita" , che presentano una componente azionaria media
rispettivamente del 10, del 25 e 40%, sono dedicati ai risparmiatori che
cercano, nel tempo, un incremento maggiore del patrimonio pur mantenendo una
prevalenza di strumenti obbligazionari. Agli investitori più dinamici viene
proposto "Sviluppo" nel quale la componente azionaria è
leggermente prevalente (60%). Ognuno dei cinque fondi di "Bancoposta
Profilo" ha un orizzonte temporale in linea con il proprio obiettivo,
dai 18-24 mesi di "Protezione" ai 5-6 anni di
"Sviluppo". Nel rispetto del regolamento ciascun fondo adeguerà
continuamente alle condizioni di mercato la percentuale delle diverse
componenti, in modo da garantire sempre un corretto equilibrio nella
composizione del "portafoglio". In questo modo si semplifica al
risparmiatore la gestione dei propri investimenti, ottenendo con un solo
prodotto un'ampia diversificazione sempre coerente con le scelte iniziali .
I risparmiatori che decideranno di sottoscrivere "Bancoposta
Profilo" potranno inoltre avvalersi di una gestione attiva del loro
investimento: il gestore potrà aumentare o diminuire, temporaneamente ed
entro limiti prefissati, le percentuali delle diverse componenti in modo da
cogliere le opportunità di crescita che si possono presentare nel breve
periodo. Per sottoscrivere i Fondi "Bancoposta Profilo" non è
necessario aprire un deposito titoli o essere titolari di un conto corrente.
La quota minima d'investimento, di soli 500 euro, le commissioni di
sottoscrizione particolarmente contenute, l'assenza di commissioni di
"performance", di passaggio tra fondi all'interno della famiglia,
di rimborso e di costi fissi a carico del sottoscrittore rendono i Fondi
"Bancoposta Profilo" convenienti e accessibili anche ai piccoli
risparmiatori. I titolari di "Protezione" e "Rendimento"
possono anche chiedere il rimborso programmato del proprio investimento,
decidendo importo e periodicità della liquidazione. Il rimborso programmato
può anche corrispondere al 50% o al 100% delle performance semestrali del
fondo. Dopo aver sottoscritto la quota iniziale, si possono sottoscrivere
nuove quote in qualsiasi momento, con un investimento minimo di soli 100
euro. Il risparmiatore può aumentare progressivamente la propria
partecipazione ai fondi anche grazie a un piano di accumulo che prevede un
versamento iniziale di almeno 500 Euro e successivi versamenti da 50 Euro (o
multipli), con un minimo di 24 e un massimo di 120, che possono essere
effettuati con cadenza mensile, bimestrale, trimestrale o semestrale.
Naturalmente è sempre possibile: sospendere o interrompere il piano di
accumulo; passare liberamente da un Fondo Bancoposta ad un altro in
qualsiasi momento, trasferendo integralmente o solo in parte il proprio
investimento; disinvestire e disporre di una pronta liquidità. Bancoposta
Fondi Spa Sgr è la società di gestione del risparmio di Poste Italiane che
da maggio 2001 colloca attraverso gli uffici postali i 3 fondi comuni di
investimento della famiglia "Bancoposta Fondi" (Bancoposta
Monetario, Bancoposta Obbligazionario Euro e Bancoposta Azionario
Internazionale). Presidente della società di gestione è Francesco
Valsecchi; Amministratore Delegato è Enrico Ajello. Sono già 170.000 i
clienti che hanno scelto i fondi Bancoposta, per un patrimonio complessivo
che ha raggiunto i 2 mld. Di euro; nei primi 6 mesi del 2003 la raccolta
netta è stata superiore a 1,1 miliardi di Euro (6º posto nella classifica
dei Gruppi italiani per la raccolta netta nel 2003). Per maggiori
informazioni sui fondi comuni di investimento di Poste Italiane della
famiglia "Bancoposta Fondi" e della famiglia "Profilo"
è possibile consultare il sito Internet www.Poste.it o chiamare il numero
gratuito 803.160.
DAL
GRUPPO BANCA SELLA 10 CONSIGLI PER L'INVESTITORE UNA GUIDA INDIRIZZATA ALLA
CLIENTELA PER PERMETTERLE DI EFFETTUARE SCELTE DI INVESTIMENTO PIÙ
RAGIONATE E CONSAPEVOLI.
Biella, 1 ottobre 2003 - Fornire al cliente alcuni spunti per valutare
meglio la propria propensione al rischio, per approfondire le
caratteristiche di un prodotto, per ponderare la diversificazione del
portafoglio: sono questi alcuni degli obiettivi che il Gruppo Banca Sella si
è posto con la diffusione de I 10 Consigli per l'Investitore, una guida
creata per aiutare la clientela a effettuare scelte d'investimento più
ragionate e consapevoli. I 10 Consigli per l'Investitore trattano in maniera
semplice concetti riferiti a rischio, rendimento, orizzonte temporale,
diversificazione, controllo. Lo scopo è infatti quello di evidenziare al
cliente, e di diffondere, alcune regole semplici da prendere in
considerazione prima di effettuare un investimento in modo che questo mondo
appaia il più chiaro e trasparente possibile. "Investire in campo
finanziario richiede, oltre che cura, attenzione ed interesse, soprattutto
preparazione - spiega Pietro Sella, amministratore delegato di Banca Sella -
Per questo il nostro documento nasce come strumento per aumentare la
conoscenza e la consapevolezza della clientela, un'accresciuta preparazione
del cliente che per noi diventa un impegno alla qualità e a fornire servizi
sempre migliori". Contemporaneamente, per accrescere competenza e
professionalità anche all'interno del Gruppo, è stato avviato un piano
formativo che vede coinvolti i dipendenti preposti agli investimenti del
Gruppo Banca Sella. E' infatti stato predisposto un intenso piano di
formazione che, partendo dai neo assunti per arrivare ai capi succursale, si
propone di accrescere ulteriormente il livello di preparazione del personale
interno con lo scopo di offrire al cliente una consulenza sempre migliore e
personalizzata. I 10 Consigli per l'Investitore sono stati inviati ai
clienti del Gruppo Banca Sella unitamente agli estratti conto titoli; il
documento è inoltre pubblicato sul sito www.Sella.it nella sezione
Risparmio - Area Investitore, e si trova in tutte le succursali del Gruppo
Banca Sella in appositi espositori. I 10 Consigli per l'Investitore sono una
delle iniziative all'insegna della chiarezza e della trasparenza partite lo
scorso febbraio con il lancio della Carta dei Servizi e proseguite con la
nascita della nuova Linea Colorata di conti, una serie di conti che offrono
la possibilità di scegliere il più adatto alle proprie esigenze sapendone
in anticipo il costo. Tutte le banche del Gruppo Banca Sella (Banca Sella,
Banca Bovio Calderari, Banca di Palermo, Banca Arditi Galati, Sella
Investimenti Banca) aderiscono all'iniziativa 10 Consigli per l'Investitore.
I 10 consigli per l'investitore 1) Ricorda sempre che il rischio è
direttamente proporzionale al rendimento: se ricerchi un alto rendimento
considera che ti stai esponendo ad un rischio altrettanto elevato. Allo
stesso modo, se non desideri correre rischi, sappi che i rendimenti
conseguiti saranno probabilmente contenuti. 2) Definisci bene l'orizzonte
temporale dei tuoi investimenti, ossia fai una valutazione di quanto denaro
potrai aver bisogno per le tue necessità nel breve e medio periodo, e
quanta disponibilità, invece, puoi destinare per un certo periodo
all'investimento in strumenti finanziari. 3) Approfondisci tutte le
caratteristiche del prodotto in cui stai investendo, chiedendo sempre
spiegazioni sui concetti che non ti sono chiari. Sottoscrivi il prodotto
solo quando puoi dirti veramente consapevole di costi, benefici,
caratteristiche, rischi, condizioni contrattuali. 4) Diversifica il tuo
portafoglio ed evita concentrazioni: abbinare titoli diversi diminuisce la
rischiosità del portafoglio. Investire in un unico mercato o in un singolo
strumento finanziario comporta assumersi un rischio molto elevato, in quanto
il rendimento del portafoglio è esclusivamente condizionato all'andamento
di quel mercato o strumento. 5) Stabilisci quale sia la tua propensione al
rischio, quanto insomma sei disposto a "rischiare" delle somme che
investi, e soprattutto accertati che i tuoi investimenti siano coerenti con
le tue aspettative. 6) La fretta non è amica del "buon"
investitore: non avere mai fretta di entrare o uscire dai mercati; le scelte
fatte seguendo l'entusiasmo o lo sconforto del momento ti espongono a
maggiori rischi. 7) Tieni sotto controllo i tuoi investimenti, verificandone
l'andamento regolarmente con il supporto del tuo consulente, ed
eventualmente modifica il tuo portafoglio, sempre nel rispetto della tua
propensione al rischio. 8) In un mercato obbligazionario efficiente, da
emittenti di massima qualità e investendo a brevissimo termine, otterrai un
rendimento molto contenuto, ma privo di rischio. Se ricerchi rendimenti più
elevati, sappi che questi incorporano dei rischi maggiori. Fatti ben
spiegare dove sono i rischi che derivano dall'investimento: nella valuta,
nella durata, nella poca liquidità del titolo, nella scarsa qualità
dell'emittente, nella complessità della struttura del titolo, ecc... 9) Non
basarti sui rendimenti di ieri per investire oggi: non c'è infatti
necessariamente relazione con i rendimenti passati, che non offrono appunto
alcuna garanzia o riferimento sui rendimenti attesi. 10) Ogni volta che
desideri fare un nuovo investimento riconsidera il rischio complessivo del
tuo portafoglio, e fai la tua scelta basandoti, oltre che sul rischio del
singolo prodotto, soprattutto sul rischio complessivo che, di conseguenza,
il portafoglio va così ad assumere. Su ognuno di questi punti ci impegniamo
ad essere sempre a tua disposizione per verificarne insieme l'applicazione
nella gestione degli investimenti.
MERCATO
DELLE CARTE DI CREDITO: +26% TRA IL 1999 E IL 2003 QUADRO COMPETITIVO PIÙ
ARTICOLATO E COMPLESSO È QUANTO EMERGE DALLA PRIMA EDIZIONE
DELL’OSSERVATORIO CRIF DECISION SOLUTIONS - EURISKO SULLE CARTE DI CREDITO
Milano, 1 ottobre 2003 – L’euro, accusato più o meno ingiustamente di
aver peggiorato la vita degli italiani, ha indubbiamente contribuito a
modernizzare il nostro sistema dei pagamenti. L’uso delle plastic card ha
conosciuto in questi ultimi anni un incremento significativo e questi
segnali di modernizzazione non sembrano conclusi. Sono 11.605.000 le carte
di credito personali attive in Italia dove, tra il 1999 e il 2003, si è
registrato un tasso di crescita del 26%. Sono invece 24.527.000 le carte di
debito circolanti nel nostro Paese. Questi dati emergono dalla prima
edizione dell’Osservatorio sulle Carte di Credito, nato dalla
collaborazione tra Crif Decision Solutions ed Eurisko. L’osservatorio si
propone di raccogliere e razionalizzare le informazioni di prodotto spesso
frammentarie e difficilmente reperibili, integrandone di nuove ed uniche,
con l’obiettivo di fornire una visione integrata ed una fotografia del
mercato attuale, del quale si analizza la domanda e l’offerta, unitamente
a rischiosità e opportunità di sviluppo in Italia. La domanda Lo studio
della domanda di carte di credito si basa sui dati raccolti attraverso le
fonti di ricerca Eurisko e, in particolare, attraverso le indagini annuali
Sinottica e Multifinanziaria Retail Market. Nel periodo 1994 - 2003, i
titolari di carta di credito hanno subito importanti variazioni: sono più
che raddoppiati in numerosità, salendo dal 16% del mercato nel 1994 (circa
3 milioni di decisori) all’attuale 34% (6,3 milioni), ma hanno anche
attenuato, in questa espansione, le caratteristiche élitarie che li
contraddistinguevano. I primi titolari infatti erano fortemente concentrati
nelle regioni nord occidentali del Paese (storicamente di élite ma anche
fucina dei segmenti più innovativi), registravano una presenza quasi tripla
rispetto alla media nazionale presso i laureati, liberi professionisti e
dirigenti, ed avevano concentrazione doppia rispetto alla media Italia
presso lo stile finanziario a più alta caratura - i Facoltosi - e di sei
volte rispetto alla media nello stile dinamico ed aperto al nuovo degli
Innovatori. Oggi, invece, il titolare carte di credito, pur mantenendo
caratteristiche socio-economiche e culturali di buon livello, ha perso
quell’aurea di “esclusività” che lo caratterizzava nel recente
passato, è diventato un italiano come gli altri, solo decisamente più
aperto a comportamenti diffusi negli altri paesi europei. In particolare, la
maggiore concentrazione di carte di credito è registrata nei centri con
almeno 100.000 abitanti, nelle fasce di età comprese tra i 25 e i 54 anni,
con più elevata scolarità e con reddito familiare più alto.
L’ampliamento del parco utenti rappresenta, comunque, un positivo
cambiamento in direzione di un’ulteriore espansione di questo mercato,
espansione che deve però fare i conti con il substrato culturale del nostro
Paese, differente e, forse, più ostico rispetto alle vicine nazioni
europee. Infatti, pur avendo una quota di élite socioculturale in linea,
per dimensioni e caratteristiche, con i principali stati d’Europa (Regno
Unito, Germania, Francia), l'Italia risulta essere il paese meno evoluto dal
punto di vista socio-culturale (maggiore quota di popolazione a bassa
scolarità), in cui il desiderio di spesa è molto spesso bilanciato da una
cultura tradizionale fondata sul risparmio. Inoltre, rispetto ad altri paesi
europei (Francia e Regno Unito in particolare) l'Italia risulta più
arretrata nella bancarizzazione di massa e nella cultura d’uso degli
strumenti finanziari ed in particolare in relazione alle plastic cards, in
cui nel panorama Europeo è preceduta anche dalla Spagna. Il fenomeno di
crescita dei comportamenti moderni di spesa e pagamento registrato negli
ultimi anni tende ad erodere in qualche misura queste differenze e ci porta
più a ridosso degli altri paesi evoluti (Spagna compresa). In relazione
alla diffusione attuale, l’analisi condotta presso il mercato porta ad
evincere che il criterio guida ispiratore delle attività di push
commerciale delle carte di credito sia stato, almeno fino ad oggi, un
criterio prevalentemente legato al “valore” del cliente in senso
strettamente economico, criterio garante anche sotto il profilo del
controllo del rischio. Infatti le carte si sono particolarmente diffuse (con
percentuali prossime alla saturazione: circa il 70% del segmento) presso: ü
gli elevati redditi (oltre i 4.000 Euro netti mensili di reddito familiare);
ü i cospicui stock finanziari; ü le più elevate posizioni professionali
(dirigenti, liberi professionisti/imprenditori) e culturali (laureati).
Proprio da quest’analisi emergono però anche le prime potenzialità di
diffusione della carta di credito: ü i redditi e i patrimoni intermedi; ü
le categorie con cultura medio elevata (impiegati, insegnanti); ü i
segmenti che vivono in contesti metropolitani, e quindi più di altri in
grado di apprendere/mutuare dal contesto sociale di vita la familiarità con
strumenti innovativi di gestione finanziaria; ü in ultimo, gli Stili
Finanziari più giovani ed alla ricerca di soluzioni di facilitazione nella
gestione finanziaria (gli Spensierati) o anche di soluzioni di “status”/esibitive
(gli Aspiranti). Complessivamente la quota di clienti soddisfatti dalla
carta di credito posseduta (ovvero chi esprime voto 7 oppure 8 sulla scala
di valutazione da 3 a 8 utilizzata) è pari, in media, a circa la metà dei
titolari. Per contro l’insoddisfazione (intesa come quota di chi esprime
voti 3, 4 o 5 di valutazione) è pari al 17% dei titolari. Analizzando i due
target (soddisfatti e insoddisfatti della carta) nella loro relazione con la
carta di credito emerge un’interessante evidenza: i titolari che
manifestano la più elevata soddisfazione per la carta sono coloro che
utilizzano maggiormente lo strumento. Infatti, la quota di soddisfatti sale
dal 47% al: ü 58% presso i titolari di più carte; ü 62% presso gli heavy
users (chi utilizza la carta più di 4 volte al mese per i propri acquisti);
ü 57% presso chi utilizza la carta fuori dai confini nazionali; Questo a
riprova che è l’uso e l’incentivo all’uso dello strumento e non il
semplice possesso ad essere la leva di fidelizzazione più forte. L’area
che risulta più importante nel determinare la soddisfazione verso la carta
è costituita dalla capacità dello strumento di far percepire al titolare
il vantaggio insito nello strumento, inteso sia in senso economico
(bilanciamento fra qualità e prezzo), ma anche collegato all’area dei
benefits a valore aggiunto. In seconda posizione per importanza si trova il
fattore “servizio/orientamento al cliente” e quindi la capacità dello
strumento di attagliarsi ai bisogni del titolare in termini di accettabilità
presso gli esercenti e copertura delle esigenze. L’istituzionalità
(quindi il prestigio del brand, la modernità della carta), pur essendo
un’area importante, assume un ruolo meno centrale rispetto agli altri
fattori, in quanto costituisce, oggi, un pre-requisito, una condizione
necessaria per la scelta della carta, ma ormai non più sufficiente per
generare soddisfazione verso il prodotto. Da queste considerazioni emerge
una grande opportunità per i player del settore più dinamici di
differenziarsi in termini di servizio e valore del prodotto effettivamente
percepito e non solo dichiarato a mezza voce. Un mercato ancora poco
competitivo non può che costituire un fertile terreno per iniziative di
singoli brand (italiani od esteri) finalizzati ad acquisire visibilità e
distintività sul mercato, con ritorni interessanti. La rischiosità In
termini di rischio, inteso come la capacità dei possessori di fronteggiare
gli impegni creditizi assunti, il mercato attuale si suddivide quasi
equamente nelle quattro fasce di un indice appositamente definito
all’interno dello studio: Indice di rischiosità: le quote sul mercato
attuale – Base: titolari carta di credito personale L’analisi delle
caratteristiche di profilo dei segmenti ad “alto rischio“ mette in luce
la prevalenza presso: ü i territori del Sud e delle Isole, ma anche del
Nord Est (il rischio minore si registra, invece presso i residenti nel Nord
Ovest); ü i target femminili; ü i giovanissimi o chi ha un’età
giovane/centrale (35 - 44 anni); ü i segmenti con basso livello culturale;
ü le posizioni professionali di livello medio/medio-basso; ü chi ha
disponibilità reddituali non elevate; ü chi ha patrimoni finanziari molto
contenuti. L’analisi per Stili Finanziari evidenzia come segmenti ad alto
rischio principalmente gli stili che fanno capo a soggetti in età giovane e
con poche risorse economiche: Aspiranti, Nullatenenti, ma anche Spensierati,
mentre si caratterizzano per rischiosità modesta l’elite degli Innovatori
ed i Facoltosi. Le opportunità di sviluppo In un’accezione molto ampia,
il mercato potenziale delle carte di credito in Italia è molto cospicuo:
presso il mercato famiglie analizzato (decisori in età 18 - 74 anni) i non
titolari carte sono pari a 12,3 milioni (66%). Analizzando le resistenze
alla sottoscrizione del prodotto riscontrate presso i non titolari di carte
si desume che le principali cause di non possesso sono da ascrivere ad una
mancanza di reason why ravvisata nella titolarità del prodotto (citata dal
40% dei non possessori e in quota costante nell’ultimo triennio), in parte
derivante dal possesso di carte di debito, esaustive, dal punto di vista del
mercato potenziale, nel rispondere alle esigenze (circa un terzo adduce
infatti questa motivazione alla base del non possesso carte di credito).
Ancora una volta, anche sui non clienti, si ripropone il tema del valore
percepito della carta - cioè i temi della “brand equity” e del “value
for money” - già emerso dall’analisi sui clienti. Circa un quarto del
mercato potenziale, con quota in lieve crescita nel corso degli ultimi anni,
si rivela inoltre molto ancorato al contante, rifuggendo quindi qualsiasi
forma di pagamento non cash. Un peso molto minore hanno invece le remore
legate al costo dello strumento e ad una sorta di timore che la carta possa
privare della capacità di controllo della contabilità
individuale/familiare. Indici, questi ultimi due, di quanto siano ancora
presenti le resistenze culturali nel nostro paese. È importante inoltre
segnalare l’elevata quota di mancate risposte, indice dell’incapacità
di valutare il prodotto da parte del target, aspetto che segnala anche la
necessità di un intervento dell’offerta finalizzato alla valorizzazione
del prodotto agli occhi del mercato sia dal punto di vista della sua
immagine “sociale”, sia diretto all’esaltazione delle motivazioni
legate alla sua titolarità. Le potenzialità di un ampliamento del bacino
attuale dei titolari sono comunque molto incoraggianti: il mercato
potenziale delle carte di credito può variare, in termini di dimensioni e
caratteristiche dei componenti, in relazione alla logica di approccio che i
player di offerta vorranno seguire: ü in una logica ampia, che considera
bacino di utenza potenziale tutti i non titolari attuali del prodotto, le
dimensioni sono molto estese (66% dell’intero mercato, a prescindere dal
livello di bancarizzazione), ma il profilo del bacino evidenzia una elevata
quota di individui con caratteristiche meno sintoniche al prodotto; ü in
una logica più mirata, che tiene conto non solo del presupposto oggettivo
di non titolarità attuale del prodotto, ma anche della presenza nel bacino
target di caratteristiche di “vicinanza” alla carta, siano esse
culturali e/o di approccio al prodotto (propensione, motivazione
all’acquisto, valorizzazione del prodotto), il bacino potenziale si riduce
in numerosità (diviene il 13% del mercato), lasciando però emergere i
segmenti dal profilo e le potenzialità economiche medio elevate attualmente
ai margini del mondo carte. Ciascuno dei due bacini di partenza risponde ad
esigenze e strategie differenziate e quindi saranno i singoli player di
offerta ad individuare il target che meglio risponde agli specifici
obiettivi di business.
GRUPPO
AMGA S.P.A.: APPROVATI I RISULTATI AL 30 GIUGNO 2003. VALORE DELLA
PRODUZIONE A 204,3 MILIONI DI EURO (+11,5%), EBITDA A 43,7MILIONI DI EURO
(27,5%) EBIT A 31 MILIONI DI EURO (+31,5%), UTILI ANTE IMPOSTE A 31,9
MILIONI DI EURO (+74,2%)
Genova, 1 settembre 2003 - Si è riunito il 30 settembre a Genova il
Consiglio di Amministrazione di Amga - Azienda Mediterranea Gas e Acqua
S.p.a., quotata al segmento Star della Borsa Italiana -, che ha esaminato ed
approvato i risultati relativi al 30 giugno 2003. Nel primo semestre 2003 il
valore della produzione del Gruppo ha raggiunto i 204,3 milioni di Euro
(183,3 nel 1° semestre 2002), l’Ebitda si è attestato a 43,7 milioni di
Euro (34,2 milioni di Euro nel 1° semestre 2002), l’Ebit è aumentato a
31 milioni di Euro (23,5 milioni di Euro nel 1° semestre 2002), gli utili
ante imposte sono saliti a 31,9 milioni di Euro (18,3 milioni di Euro nel 1°
semestre 2002), il cash flow è salito a 44,7 milioni di Euro (31,1 milioni
di Euro nel 1° semestre 2002) e la posizione finanziaria netta è pari a
-101,6 milioni di Euro (-85,9 al 31 dicembre 2002). Nella redazione del
rendiconto al 30 giugno 2003 non si segnalano criteri di stima e principi
contabili diversi da quelli adottati nella redazione dei bilanci
consolidati. Il valore della produzione ed i margini si sono incrementati
soprattutto per effetto dell’attività di vendita gas ed energia
elettrica. Per ciò che riguarda i singoli settori, per il gas il semestre
è caratterizzato da un sensibile incremento dei margini unitari e da un
maggior quantitativo di volumi venduti che, per il mercato dei clienti
civili e industriali, ha raggiunto i 250 milioni di mc contro 228 del
corrispondente periodo dell’anno precedente. Con riferimento alla
commercializzazione di gas a società partecipate (Cae, Acos, Gea Grosseto,
Aspea e altre) si segnala un incremento di vendite passate da 67 milioni di
mc nel primo semestre 2002 a 101 milioni di mc dell'attuale esercizio. Per
quanto riguarda il settore dei servizi idrici, i ricavi ed i margini si
mantengono costanti nonostante una riduzione dei volumi fatturati dovuta
all’eliminazione del minimo impegnato a seguito della delibera 52 / 01.
L’incremento dei ricavi della linea elettrica è attribuibile alla maggior
produzione (116 milioni di Kwh nel 1° semestre 2003 contro i 92 Kwh del 1°
semestre 2002) e all’aumento delle quantità compravendute (194 milioni di
Kwh nel 1° semestre 2003 contro i 72 kwh del 1° semestre 2002) a seguito
dell’aggiudicazione delle bande di energia elettrica Cip 6, di bande di
energia di importazione e della produzione di Tirreno Power. L’andamento
della “gestione calore” ha registrato un incremento del fatturato
(+14,3% rispetto al 1° semestre 2002) dovuto ai Contratti Servizio Energia
attivati nel corso del semestre a favore dell’utenza condominiale privata.
La posizione finanziaria netta al 30 giugno 2003 risulta di -101,6 milioni
di Euro contro gli -85,9 milioni di Euro del 31/12/2002 ed i -105,6 al
30/06/2002 per effetto dell’andamento stagionale dell’attività. Da
notare che nel semestre si sono verificati esborsi per operazioni
straordinarie relativi al pagamento della seconda tranche per
l’acquisizione di Tirreno Power per 13,7 milioni di Euro e
all’acquisizione della partecipazione in Atena S.p.a. E in Atena
Patrimonio S.p.a. Per 15,4 milioni di Euro. Gli investimenti del semestre
sono complessivamente pari a 12 milioni di Euro contro i 14 milioni di Euro
(-14,1%) del corrispondente periodo dello scorso esercizio. Tale riduzione
è dovuta sostanzialmente alla conclusione del progetto di cablatura in
fibra ottica della città di Genova. Fra i fatti di rilievo avvenuti durante
il periodo si segnalano: l’affidamento ad Amga della gestione per il
periodo “transitorio” del Servizio Idrico Integrato dell’Ato Genovese
che raggruppa complessivamente 67 Comuni pari a 950.000 abitanti serviti;
l’uscita dal capitale di Fastweb Mediterranea ed il contestuale acquisto
da Fastweb del 10% del capitale di Sasternet, operazione che consente di
realizzare una plusvalenza di 2,6 milioni di Euro; l’avvio della procedura
di cessione della partecipazione detenuta nella Società per Azioni per
l’Autostrada Serravalle Milano Ponte Chiasso che consentirà al Gruppo
Amga di realizzare una plusvalenza di 8,6 milioni di Euro.
CIT S.P.A.:SEMESTRALE
AL 30 GIUGNO 2003: IL FATTURATO CONSOLIDATO A 125 MILIONI DI EURO, APPROVATO
PIANO INDUSTRIALE 2003-2006 CONFERMATO IL MANDATO DI SPONSOR AD ABAXBANK
S.P.A.
Varese, 1 ottobre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione del 30 settembre ha
approvato la Relazione Semestrale del Gruppo Cit al 30 giugno 2003. Rispetto
al primo semestre del 2002, la Cifra d’Affari del Gruppo evidenzia una
contrazione dell’ 11% circa, attestandosi ad Euro 198 milioni (Euro 223
milioni al 30 giugno 2002), mentre il fatturato consolidato si contrae
dell’ 8,6% circa, raggiungendo Euro 125 milioni (Euro 137 milioni al 30
giugno 2002), essendo risultato il business ancora negativamente influenzato
dalla ridotta propensione alla spesa ed alla mobilità internazionale da
parte del pubblico, in un contesto economico e di mercato generalmente
debole ed influenzato dai noti eventi bellici in medio oriente oltre che dal
problema sanitario introdotto dalla “sars”. L’ Ebitda del primo
semestre, negativo per Euro 14,6 milioni (Euro 10,5 milioni negativi al 30
giugno 2002), risente dell’andamento del mercato oltre che della
stagionalità delle vendite, tipica del settore, che vede i maggiori volumi
nei mesi successivi a quello di giugno, inoltre, nel primo semestre 2003 i
ricavi dell’attività di sviluppo sono stati inferiori rispetto all’anno
precedente per Euro 2,1 milioni, oltre all’impatto negativo delle società
neoacquisite Italiatour per Euro 0,7 milioni di Euro. L’ Ebit del primo
semestre, negativo per Euro 24,1 milioni (Euro 18,7 milioni negativo al 30
giugno 2002), sconta ammortamenti ed accantonamenti per Euro 7,9 milioni,
oltre ad oneri straordinari netti e proventi netti da cessione
immobilizzazioni per Euro 3 milioni ed Euro 2 milioni, rispettivamente,
connessi all’avvio dell’annunciato piano di focalizzazione e
riorganizzazione del Gruppo oltre ai costi del Condono per Euro 0,8 milioni
circa, ed allo svolgersi delle attività, già iniziate a fine 2002,
inerenti il programma di spin-off immobiliare. Il risultato consolidato
prima delle imposte del primo semestre è negativo per Euro 26,8 milioni
(Euro 22,6 milioni negativo al 30 giugno 2002), dopo il sostenimento di
oneri finanziari netti per Euro 2,9 milioni (Euro 4 milioni al 30 giugno
2002), conseguenti alla posizione finanziaria netta del gruppo che risulta
in linea con quella dello stesso periodo dello scorso anno, attestandosi ad
Euro 73,1 milioni. Il Consiglio di Amministrazione ha altresì approvato il
piano industriale 2003-2006 e nominato Abaxbank S.p.a. Quale Sponsor per
l’operazione di passaggio della quotazione delle azioni Cit dal Mercato
Ristretto al Mercato Telematico Azionario, eventualmente sul segmento Star
ove ne sussistano i requisiti. L’amministratore Delegato Giovanni Natali
ha dichiarato: “l’avviato piano di focalizzazione e riorganizzazione
unitamente allo spin-off immobiliare in atto, hanno la duplice finalità di
un recupero di redditività e di un riordino della struttura
dell’indebitamento destinate a compiersi dall’esercizio prossimo; nel
contempo il Gruppo è impegnato nelle attività di rafforzamento del marchio
sul mercato ed all’arricchimento dell’offerta di prodotti turistici.
Alla luce degli eventi accaduti in questi primi mesi dell’anno, che hanno
impattato negativamente sia sull’economia mondiale che sul mercato del
turismo (sars), possiamo considerare comunque positivamente i risultati
conseguiti in questo primo semestre. Inoltre le vendite dei mesi di luglio e
agosto di quest’anno sono state rispettivamente Euro 55 milioni e 56
milioni registrando una flessione intorno al 5% rispetto all’anno
precedente. Cit, ora divenuta “public company” si sta avviando alla
ammissione dei titoli sul Mercato Telematico e si sta adoperando, in termini
reattivi, al fine di presentarsi fra gli attori primari nell’atteso
momento di svolta del ciclo, ancora negativo, in cui versa il settore
turistico, coerentemente con l’obiettivo prefissato di offrire servizi
turistici con specializzazione sulle destinazioni europee e segnatamente in
Italia e Francia.”
CEMBRE (STAR): AUMENTA IL FATTURATO CONSOLIDATO (+6,6%) IN CRESCITA
GRAZIE ANCHE ALLO SVILUPPO DI NUOVI PRODOTTI E AL RINNOVAMENTO DELL'INTERA
GAMMA
Brescia, 1 ottobre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Cembre, Società
tra i primi produttori europei di connettori elettrici e il principale
produttore mondiale di utensili per la loro installazione, riunitosi il 29
settembre a Brescia sotto la presidenza di Carlo Rosani, ha approvato la
Relazione semestrale al 30 giugno 2003. Il primo semestre dell'esercizio in
corso si è chiuso con ricavi consolidati pari a 30,9 milioni di Euro, in
crescita del 6,6% rispetto ai 28,9 milioni di Euro del primo semestre 2002.
L'andamento del periodo è stato caratterizzato dal perdurare della fase di
stagnazione dei mercati di riferimento, ad eccezione di quello spagnolo, che
ha favorito una marcata volatilità della domanda dei prodotti Cembre. A
fronte di questa situazione, però, Il Gruppo Cembre ha fatto registrare,
oltre all'incremento del 6,6% dei ricavi consolidati, un aumento ancora più
marcato e pari al +7,5% delle vendite in Italia, mentre la crescita è stata
del 6,1% negli altri Paesi europei. Anche le vendite al di fuori dei mercati
europei hanno fatto registrare un incremento pari al 4,2% sul corrispondente
periodo dell'anno prima. In sintesi i ricavi, suddivisi per aree geografiche
sono stati realizzati per il 49,3% in Italia per il 42,3% in Europa e per
l'8,4% fuori dal mercato continentale. Il margine operativo lordo
consolidato (Ebitda) dei primi sei mesi del 2003 è stato pari a 5,7 milioni
di Euro, attestandosi al 18,5% dei ricavi, in lieve contrazione rispetto a
quello del primo semestre 2002 (5,8 milioni di Euro). Il risultato operativo
consolidato (Ebit) del primo semestre 2003 è stato pari a 3,5 milioni di
Euro, corrispondenti ad un margine dell'11,4% dei ricavi, anch'esso in lieve
riduzione a seguito della maggiore incidenza degli ammortamenti delle
immobilizzazioni materiali, rispetto ai 3,9 milioni di Euro del primo
semestre 2002. L'utile netto consolidato del primo semestre 2003 è di 1,59
milioni di Euro, pari al 5,1% delle vendite, inferiore a quello del primo
semestre dell'anno scorso (2 milioni di Euro) L'indebitamento finanziario
netto al 30 giugno 2003 si è attestato a 9,9 milioni di Euro contro i 9,7
dei primi sei mesi dell'anno scorso. 'Data la situazione di stagnazione del
mercato a livello mondiale riteniamo accettabile l'andamento del primo
semestre 2003. Prevediamo per fine anno, con l'incremento dell'attività,
anche il mantenimento di positivi risultati reddituali', ha dichiarato Carlo
Rosani, Presidente e Amministratore Delegato di Cembre. 'La buona riuscita
dei nuovi prodotti e la reazione positiva dei potenziali acquirenti, ci
confermano risultati più gratificanti per il 2004', ha concluso Carlo
Rosani. Cembre progetta, produce e distribuisce connettori elettrici ed
accessori per cavo, settore nel quale ha raggiunto una posizione di
leadership in Italia e ha conquistato importanti quote di mercato a livello
europeo. Cembre è tra i principali produttori mondiali di utensili
(meccanici, pneumatici e oleodinamici) per l'installazione di connettori e
per la tranciatura di cavi. I prodotti sviluppati per la connessione alla
rotaia e per altre applicazioni ferroviarie sono stati adottati dalle
principali società del settore in tutto il mondo. Cembre ha saputo
conquistare questi primati grazie alla ricerca continua di prodotti
innovativi e di elevato standard qualitativo, alla gamma di prodotti vasta e
completa, ad una rete distributiva capillare ed estesa sia in Italia sia
all'estero.
DIGITAL BROS: CALENDARIO EVENTI SOCIETARI 2003/04
Milano, 1 ottobre 2003 - Il 24 ottobre 2003: Assemblea Approvazione Bilancio
al 30 giugno 2003 ( Seconda convocazione 26 ottobre 2003); 5 novembre 2003:
Cda approvazione dei dati relativi al primo trimestre; 26 febbraio 2004: Cda
approvazione dei dati relativi alla semestrale; 13 maggio 2004: Cda
approvazione dei dati relativi al terzo trimestre; 30 agosto 2004: Cda
approvazione del progetto di Bilancio al 30 giugno 2004.
ALBACOM: MICHELE PREDA CONFERMATO AMMINISTRATORE DELEGATO
Milano, 1 ottobre 2003 - Il nuovo Consiglio d’Amministrazione di Albacom
S.p.a., nella sua prima riunione, svoltasi il 29 settembre sotto la
Presidenza di Sergio Primus, ha confermato Michele Preda nella carica di
Amministratore Delegato della Società. Michele Preda, nato a Milano nel
1953, prima di diventare Amministratore Delegato di Albacom nel giugno del
2000, è stato Chief Financial Officer di Mediaset (‘97÷’00),
Presidente di Mediadigit (’99÷’00), Direttore Generale di Coin (‘95÷’97),
Direttore Merchant Banking di Gemina (‘89÷’94) ed in precedenza docente
universitario e Direttore del Master Biennale della Sda Bocconi. Nel corso
degli ultimi tre anni, sotto la guida di Michele Preda, Albacom ha
rafforzato il suo ruolo di primo operatore italiano specializzato nelle
telecomunicazioni per le imprese, portando il numero dei propri clienti
attivi da 20.000 a 200.000 (tutte aziende), ha raddoppiato la propria quota
di mercato nel segmento business delle Tlc fisse, ha incrementato il suo
fatturato a 675 milioni di Euro, con un progresso medio annuo del 25%
rispetto ad un mercato sostanzialmente piatto. Albacom, inoltre, da due
esercizi mostra un margine positivo a livello di Ebitda, obiettivo che è
stato raggiunto con un anno di anticipo rispetto alle previsioni. I soci di
Albacom, Eni (35%), Bt (26%), Bnl (19,5%) e Mediaset (19,5%), con un accordo
firmato a marzo scorso, hanno assicurato il completo finanziamento del Piano
Industriale della Società fino a tutto l’esercizio fiscale che chiuderà
al 31 marzo 2004, dopo il quale è previsto il raggiungimento
dell’equilibrio gestionale e dell’autonomia finanziaria di Albacom.
AF-KLM
DIVENTANO IL PRIMO GRUPPO EUROPEO DI TRASPORTO AEREO
Parigi, 1 ottobre 2003 - Paris, France and Amstelveen,
The Netherlands - September 30, 2003 - Air France (Euronext: Airf.pa) and
Klm Royal Dutch Airlines (Euronext: Klm; Nyse: Klm). Air France and Klm announce
that they expect to conclude an agreement that would lead to the creation of
Europe's leading airline group through a share exchange offer by Air France
for Klm common shares. The new group will be called Air France-klm and will
capitalize on two well-known brands, strong hubs and complementary networks.
This major strategic step is unprecedented in the European airline industry
and is expected to create substantial value for shareholders. The Boards of
both companies believe that this proposed combination is in the best
interest of customers, shareholders and employees of both groups and
represents a significant opportunity for further growth. Jean-cyril
Spinetta, Chairman and Chief Executive Officer of Air France, said: We have
always been convinced of the necessity of consolidation in the airline
industry. Today, we announce a combination with Klm that will create the
first European airline group, which is a milestone in our industry. This
will bring significant benefits to customers, shareholders and employees. Capitalizing on the two brands
and on the complementary strengths of both companies, we should, within
Skyteam, be able to capture enhanced growth opportunities."Leo van Wijk,
President and Chief Executive Officer of Klm, said: "Klm has been
pointing out the need for consolidation in light of the challenges facing
our industry, and we have not made it a secret we were looking for a strong
European partner. Through this innovative partnership with Air France and
our subsequent expected participation in the Skyteam alliance, we are
confident that we have secured a sustainable future for our company. Our
valuable Schiphol hub will be an integral part of the dual hub strategy of
the new airline group, allowing us to build on what Klm and its staff have
achieved over nearly 85 years." The Supervisory Board and Board of
Managing Directors of Klm have unanimously recommended the transaction. The
Air France Board has authorized the Chairman and Ceo of Air France,
Jean-cyril Spinetta, to sign the agreement enabling the implementation of
the combination between the two airline companies. Air France and Klm expect
to sign the transaction agreement within the next few weeks. Main Financial
Terms of the Proposed Exchange Offer Exchange offer11 Air France shares and
10 Air France warrants for 10 Klm common shares Including New York Registry
Shareswarrants3 Air France warrants give the right to subscribe or to
acquire 2 Air France To be subsequently renamed Air France-klm shares at an
exercise price of Eur 20; maturity of 3.5 years after the closing of the
transaction, exercisable after 18 monthsIndicative value of the offerEur
16.74 per Klm common share Based on closing share prices as at September 29,
2003 and warrant valuation as set out in Appendix 2. The envisaged
transaction values the common share capital of Klm at approximately Eur 784
million (including the theoretical value of the warrants) and the exchange
offer represents a premium of 40 per cent over the closing share prices of
Klm at September 29, 2003 and 77 per cent based on the average closing share
prices of Air France and Klm shares over the last three months. Assuming 100
per cent acceptance of the offer and before exercise of the warrants: -
Current Klm common shareholders would own 19 per cent of the enlarged group.
- The shareholding of the French State in Air France would mechanically be
diluted from 54 per cent to 44 per cent. - The other Air France shareholders
would own 37 per cent of the enlarged group. Air France will make an offer
to all Klm common shareholders, including those in the Us. Shares and
warrants of Air France are expected to be listed on Euronext Paris (primary
listing), Euronext Amsterdam and on the New York Stock Exchange (in the form
of American Depository Shares). One Group - Two Airlines - Three Core
Businesses Combined, Air France and Klm have Eur 19.2 billion in aggregate
annual revenues, serve 226 destinations worldwide, operate a fleet of some
540 aircraft and employ approximately 106,000 people (in the fiscal year
2002/03). In creating one group, while maintaining two operating companies
and building on the strengths of their respective brands, hubs and networks,
the group will continue to focus on three core businesses: Passengers (77
per cent of aggregate revenues), Cargo (14 per cent) and Maintenance (4 per
cent Share in combined revenues only takes into account third party
turnover). Based on fiscal year 2002/03 The proposed transaction will
strengthen the Skyteam alliance, which will become the second largest
alliance worldwide. In most areas, the group will also continue to benefit
from ongoing cooperation with the respective partners of both airlines.
Furthermore, in the medium term, the combined group could be reinforced by
the potential integration of Alitalia. Synergies Air France and Klm have
identified and evaluated a number of areas for potential synergies. These
are expected to gradually increase and have a positive impact on the
consolidated operating income of at least of Eur 385-495 million as of the
fifth year on an annual basis. Synergy benefits should be realized through
network optimization, improved deployment of assets (both for the passenger
and cargo businesses), better offerings in maintenance and cost savings in
the fields of procurement, sales and distribution, maintenance and
information technology. Customers can expect to benefit from these synergies
through an extended route network with increased flight frequencies,
attractive pricing and seamless service throughout the network. The Klm
restructuring plan announced in April 2003 will not be impacted by the
implementation of the above-mentioned synergy plan and Klm management
remains committed to delivering the Eur 650 million improvements in
operating income by April 1, 2005. Structure of the New Group Following the
proposed combination of Air France and Klm and as soon as legally possible,
it is the intention that all Air France assets will be contributed to a
newly created operating company (Air France). The currently listed Air
France Company, renamed Air France-klm, will then hold two operating
companies: Air France and Klm. The combination is structured to ensure and
protect Klm's international traffic rights going forward. Notably, 51 per
cent of voting interest in Klm will be held by two Dutch Foundations and the
Dutch State during a transitional period of three years. The current option
agreement with the Dutch State will remain in place, subject to certain
amendments. Governance The Chairman and Ceo of Air France will be Chairman
and Ceo of Air France-klm. The Ceo of Klm will be Vice Chairman of the Air
France-klm Board. A Strategic Management Committee at Air France-klm's level
will be responsible for the overall group strategy. Stakeholders' Assurances
To protect specific interests of Klm and its stakeholders (including,
amongst others, securing traffic rights, fair long-term hub development of
Amsterdam Airport Schiphol and preservation of the Klm brand and Klm's Dutch
identity), Air France will agree to give certain assurances to Klm and the
Dutch State, whilst preserving the interests of the new group and its
shareholders. Under Dutch law, a separate Klm assurances foundation will be
established, whose Board will have certain powers of oversight concerning
these assurances. The duration of these assurances has been agreed for the
period of five years with respect to the Klm assurances and has been agreed
for the period of eight years with respect to assurances granted to the
Dutch State. Indicative Timetable September 30, 2003Initial public
announcementOctober 15, 2003Signing of the final transaction agreement (expected)Expected
October 2003Filing with Department of Justice and European Commissionfirst
half of March 2004 (*)Exchange offer to be launchedSecond half of March
2004Extraordinary General Meetings of Air France and Klm shareholdersFirst
half of April 2004Closing of the proposed exchange offer (*) The timeframe
between this initial public announcement and the launch of the exchange
offer is primarily driven by regulatory requirements relating to the listing
of Air France-klm shares in the United States. The Dutch Authority for the
Financial Markets ('Afm') will be duly involved and will, to the extent
required, be requested to grant exemptions, in order to comply with
applicable legal requirements for public offers. Financial Advisors Lazard
acted as financial advisor to Air France in this transaction. Each of Abn
Amro (lead) and Citigroup acted as financial advisor to Klm in providing a
fairness opinion, stating that the consideration is fair, from a financial
point of view, to the Klm common shareholders. Table of contents of the
appendices - Strategic rationale of the transaction - Key terms and
conditions of the proposed transaction - A value-creating transaction -
Organization and Management - Assurances
SKYTEAM
DA' IL BENVENUTO ALLA RICHIESTA DI ADESIONE DI KLM UN'ADESIONE CHE FORNIRÀ
ULTERIORE ACCESSO ALLE ROTTE CHE IL MONDO, PER ECCELLENZA, PREFERISCE.
Parigi, 1 ottobre 2003 - Il Consiglio d'Amministrazione di Skyteam ha
salutato ieri con il proprio benvenuto la decisione di Klm di presentare la
domanda per entrare a far parte dell'alleanza Skyteam, nell'ambito di un
progetto annunciato da Air France e da Klm che mira a creare un nuovo gruppo
di compagnie aeree leader in Europa, con l'ausilio della partecipazione
delle quote di entrambe le compagnie aeree. "L'adesione da parte di Klm,
permetterà ai nostri clienti di usufruire in maniera incomparabile di un
ulteriore accesso alle rotte di gran lunga più frequentate e preferite del
mondo" è quanto ha detto Jean-cyril Spinetta, Presidente e Ceo di Air
France, per conto del Consiglio d'Amministrazione. "L'aeroporto di
Schiphol, hub internazionale di Klm, diventerà parte integrante della
strategia di estensione della rete Skyteam, ed aggiungerà questo nuovo e
potente hub alla già estesa rete dell'alleanza la quale comprende già gli
hub di Atlanta, Città del Messico, Milano-malpensa, Parigi-cdg2, Praga,
Roma e Seoul. Ciò permetterà di offrire ai nostri clienti una più ampia
gamma di collegamenti che offrono convenienza ed un ancor maggiore numero di
destinazioni". Il network dell'alleanza Skyteam fornirà ai passeggeri
l'opportunità di ricevere tutti i benefici derivanti da un viaggio con la
compagnia aerea preferita usufruendo allo stesso tempo di uno dei vettori
Skyteam. Questa ulteriore adesione fornirà ai clienti un più ampio network
che grazie al sistema globale di multi-hub, sarà in grado di offrire
collegamenti con centinaia di città di tutto il mondo. Ciò permetterà di
snellire i servizi di biglietteria, di check-in e di bagaglio a mano e
consentirà ai clienti di ricevere allo stesso tempo, e su tutti i vettori,
i ben noti vantaggi del frequent flyer. Tutto ciò servirà a rendere il
viaggio con una qualsiasi delle compagnie aeree Skyteam una piacevole
esperienza che non subirà interruzioni! Non è stata ancora fissata una
data ufficiale di adesione di Klm con Skyteam. Ciononostante alleanza può
anticipare ai suoi passeggeri che i vantaggi connessi con l'arrivo della
nuova compagnia aerea partner saranno visibili entro i prossimi sei o nove
mesi.
ALITALIA: CONTRATTI CON AIR
FRANCE E KLM
Roma, 1 ottobre 2003 - Alitalia comunica di aver sottoscritto ieri ad
Amsterdam un contratto bilaterale con Air France, un contratto trilaterale
con Air France e Klm ed un contratto bilaterale con Klm, nell'ambito
dell'accordo di integrazione societaria tra Air France e Klm, annunciato
nella stessa giornata, che rappresenta l'orizzonte di riferimento anche per
la Compagnia italiana. Tali accordi costituiscono un altro importante passo
nel percorso di integrazione tra Alitalia ed Air France intrapreso dalle due
Compagnie nel luglio 2001 con la sottoscrizione dell'Alliance Coordination
Agreement (Aca) di cui gli accordi odierni costituiscono la naturale
evoluzione. Le due Compagnie siglarono allora un'importante collaborazione
strategica che si è concretizzata tra l'altro in una proficua Joint Venture
sul fascio di rotte Italia-francia, in uno scambio azionario reciproco pari
al 2% dei rispettivi capitali sociali e nella nomina dei due Ceo (Chief
Executive Officer), Francesco Mengozzi e Jean Cyril Spinetta, nei rispettivi
consigli di amministrazione. Nel contratto bilaterale Air France ed Alitalia
si sono reciprocamente date il consenso a concludere accordi con Klm,
seppure di diversa intensità. Il contratto prevede per Alitalia l'immediata
possibilità di avviare le negoziazioni per la sua sollecita integrazione
nella nuova combinazione Air France-klm, non appena lo Stato italiano abbia
cessato di averne il controllo. L'accordo inoltre prevede, coerentemente con
quanto contenuto nelle linee guida strategiche del nuovo Piano Industriale
recentemente approvate dal Consiglio di Amministrazione di Alitalia, un
impegno delle parti a negoziare l'attivazione di una full joint venture sul
business cargo e definisce alcune linee strategiche per lo sviluppo di
un'ulteriore integrazione delle proprie attività nel settore del trasporto
passeggeri. Il contratto trilaterale tra Alitalia, Air France e Klm
contribuisce a definire le modalità di estensione a Klm dell'esistente
alleanza tra Alitalia ed Air France. Principio cardine dell'alleanza è la
creazione di una forte integrazione industriale e commerciale trilaterale,
accrescendo la qualità e la gamma dei servizi integrati da offrire al
pubblico ed in tal modo aumentando le capacità competitive dei partner sul
mercato europeo. Il contratto bilaterale tra Alitalia e Klm stabilisce le
linee essenziali della collaborazione che verrà posta in essere tra le due
compagnie all'indomani dell'ingresso del vettore olandese in Skyteam e
nell'ambito dell'alleanza a tre. Gli accordi siglati in data odierna da Klm
con Air France ed Alitalia, congiuntamente agli accordi di agosto 2002 tra
Delta, Continental e Northwest, porteranno all'allargamento dell'alleanza
globale Skyteam di cui Alitalia è membro dal 2001. Quando l'ingresso dei
nuovi membri sarà completato, Skyteam, a soli tre anni dalla nascita,
diventerà la seconda alleanza su scala mondiale.
AUTOGRILL SPA : LA CONTROLLATA AMERICANA ANTON AIRFOOD VINCE NUOVI
CONTRATTI NEGLI AEROPORTI DI TULSA E ISLIP-LONG ISLAND E RAFFORZA COSÌ LA
SUA PRESENZA NEGLI AEROPORTI USA DI MEDIE DIMENSIONI
Milano, 1 ottobre 2003 - Anton Airfood, la società attiva nel settore dei
servizi di ristorazione negli aeroporti di medie dimensioni, passata nel
primo semestre del 2003 sotto il pieno controllo di Autogrill, ha siglato
due importanti contratti di concessione relativi agli aeroporti di Tulsa (Ocklahoma)
e di Islip, a Long Island. Il primo è legato al progetto di espansione del
nuovo terminal dell'aeroporto Internazionale di Tulsa, che ogni anno
accoglie 4 milioni di passeggeri. Ha durata decennale e i ricavi previsti
nel periodo da Autogrill ammontano a oltre 60 milioni di dollari. In base
all'accordo, Anton Airfood avvierà le sue attività di ristorazione negli
spazi esistenti a partire dal 1° gennaio 2004, e le espanderà via via
negli spazi che verranno realizzati nei mesi successivi fino a un totale, a
regime, di nove ristoranti. La gamma comprenderà ristoranti con servizio al
tavolo, formule di casual dining e locali quick service, con un portafoglio
di marchi che comprenderà insegne note a livello nazionale ma anche insegne
regionali, locali e concepite ad hoc per l'aeroporto di Tulsa. L'aeroporto
Macarthur di Islip, Long Island, accoglie ogni anno 1,3 milioni di
passeggeri. Il contratto siglato da Anton Airfood per i servizi di
ristorazione ha una durata di 15 anni e prevede l'apertura di 7 ristoranti
che genereranno nel periodo ricavi di circa 76 milioni di dollari. Anche in
questo caso l'offerta consisterà in un mix di formule con insegne
nazionali, regionali e locali, con soluzioni stand alone (un unico
ristorante in uno spazio ben definito) e food court che ospiteranno invece,
in spazi più aperti come quelli delle piazze cittadine, diversi concetti di
ristorazione. Autogrill negli aeroporti americani Negli scali del Nord
America, Autogrill ha realizzato nel primo semestre 2003 ricavi pari a 598,3
milioni di dollari, contro i 549,6 del primo semestre 2002 (+8,9%). Su base
comparabile, la crescita è stata del 4% a fronte di una diminuzione del
traffico del 3,6%. Il consolidamento di Anton Airfood ha contribuito per
32,9 milioni di dollari. Un forte potenziale negli scali di medie dimensioni
"A pochi mesi dall'acquisizione di Anton Airfood siamo orgogliosi di
poter annunciare la vincita di due contratti che dimostrano il valore della
società guidata da William e Patricia Anton - commenta Gianmario Tondato,
Amministratore delegato di Autogrill -. Quella degli aeroporti di medie e
piccole dimensioni è una frontiera importante per il nostro Gruppo, che
tradizionalmente concentrava le proprie attività negli scali di dimensioni
maggiori. Il know how e l'eccellenza di Anton Airfood, testimoniata anche
dai numerosi riconoscimenti e premi che la società ottiene ogni anno,
aggiunge ulteriore valore alla partnership che di anno in anno il nostro
Gruppo consolida con le principali Autorità Aeroportuali americane".
SEAT PAGINE GIALLE: CONVOCATA L’ASSEMBLEA SPECIALE DEGLI AZIONISTI
POSSESSORI DI AZIONI DI RISPARMIO
Torino, 1 ottobre 2003 - A seguito del mandato ricevuto dal Consiglio di
Amministrazione del 23 settembre 2003, il Presidente di Seat Pagine Gialle
ha convocato in Torino, per i giorni 4, 5 e 6 novembre 2003 -
rispettivamente in prima, seconda e terza convocazione - l’Assemblea
Speciale degli azionisti possessori delle azioni di risparmio per deliberare
in ordine alla nomina del Rappresentante comune.
CTO:APPROVAZIONE BILANCIO AL 31-03-2003
Zola Predosa, 1 ottobre 2003 - L'assemblea del 30 settembre dei soci ha
approvato a larghissima maggioranza, con nessun voto contrario, il bilancio
dell'esercizio chiuso al 31 marzo 2003. I soci presenti sono stati sette
portatori, in proprio o per delega, di n. 5.365.889 azioni sulle n.
10.000.000 formanti l'intero capitale sociale. Nella stessa assemblea non
sono stati trattati i successivi punti all'ordine del giorno, riguardanti le
nomine di alcuni componenti gli organi sociali e le retribuzioni da
attribuire ai componenti il Consiglio di Amministrazione. Infatti, viste le
dimissioni di due consiglieri di amministrazione nelle persone del Dr. Paolo
Penzo e del Dr. Renzo Canova, presentate per contrasti di natura gestoria e
per contrasti concernenti aspetti del bilancio oggi approvato, l'Assemblea
ha rimandato tali decisioni alla successiva Assemblea dei soci, sia in sede
ordinaria che straordinaria, già convocata per il giorno 31 ottobre 2003 in
prima convocazione e, occorrendo, per il giorno 7 novembre 2003 in seconda
convocazione, il cui ordine del giorno riporta tale argomento. Le anzidette
dimissioni hanno comportato il venir meno della metà del numero di
amministratori di ultima nomina assembleare, circostanza la quale, ai sensi
di disposizione statutaria (art. 11), determina che l'intero Consiglio di
Amministrazione sia dimissionario. Tale attuale situazione dell'organo
amministrativo è peraltro destinata a trovare superamento per effetto e in
occasione della già menzionata prossima assemblea, convocata per i giorni
31 ottobre 2003 ed eventualmente 7 novembre 2003, in quanto la convocazione
di detta riunione assembleare reca già all'ordine del giorno la nomina di
nuovo organo amministrativo.
PRECISAZIONI DMAIL GROUP S.P.A.
Milano, 1 ottobre 2003 - Come ribadito ad alcune fonti di stampa, Dmail
Group conferma che, pur non essendo in possesso di previsioni quantitative
specifiche, l’esercizio 2004 presumibilmente si concluderà con Ebitda
positivo e un Ebit negativo.
VITTORIO
ROSSI PRESIDENTE DI SIEMENS MOBILE COMMUNICATIONS SPA
Milano, 1 ottobre 2003 – il 29 settembre il consiglio di amministrazione
di Siemens Mobile Communications - società del Gruppo Siemens attiva nel
settore delle telecomunicazioni mobili - ha nominato Presidente della società
Vittorio Rossi. Rossi, country speaker del Gruppo in Italia, subentra a
Fausto Plebani che completa il suo mandato. Fausto Plebani, Presidente di
Siemens Informatica Spa e membro del consiglio di amministrazione di Siemens
Spa, rimane nel consiglio di Siemens Mobile Communications Spa in qualità
di Vice-presidente. Siemens Mobile Communications, guidata
dall’amministratore delegato Luigi de Vecchis, è leader mondiale nella
realizzazione, sviluppo e fornitura di tecnologia radio mobile, con
un’offerta globale per reti Gsm/gprs, Edge e Umts. La società, con sede a
Milano, dispone di due centri R&s (Cinisello e Cassina dè Pecchi -
Milano) e due unità produttive (Marcianise - Caserta e Cassina).
GRUPPO TECNODIFFUSIONE ITALIA: AGGIORNAMENTO MENSILE SUI RISULTATI
FINANZIARI
Ponsacco, 1 ottobre 2003 - Nell’ambito della periodica informativa al
mercato richiesta dalla Consob, Tecnodiffusione Italia rende noto che, al 31
Agosto 2003, la Posizione Finanziaria Netta è negativa per 126,8 milioni di
Euro, praticamente invariata rispetto al 31 luglio scorso. Anche il dato
relativo all’indebitamento verso il sistema bancario e para-bancario, al
netto del prestito obbligazionario con warrant (25,5 milioni di Euro),
risulta immutato, essendo pari a 101,3 milioni di Euro. I dati relativi a
fatturato consolidato e margini di redditività non sono significativi,
essendo Agosto il mese di chiusura degli esercizi commerciali. Si ricorda
infine che i risultati della gestione nel terzo trimestre 2003 verranno
approvati dal Consiglio di Amministrazione il 14 novembre prossimo.
SCHIAPPARELLI 1824 SPA: GLI AZIONISTI DELLA SOCIETÀ RIUNITI IN ASSEMBLEA
DELIBERANO IN MERITO ALLA RINUNZIA ALL’ESERCIZIO DELL’AZIONE DI
RESPONSABILITÀ NEI CONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI.
Bologna, 1 ottobre 2003 - Ieri si è svolta in Bologna, Via Ragazzi del
’99 n. 5, presso la Sede Amministrativa della Controllante Alfa Wassermann
Spa, l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti di Schiapparelli 1824 Spa,
società quotata in Borsa ed a capo del Gruppo omonimo. Nel corso
dell’Assemblea è stata approvata la proposta di rinunzia all’azione di
responsabilità nei confronti degli Amministratori attualmente in carica, ai
sensi dell’art. 2393, quarto comma, del Codice Civile. Per quanto riguarda
il secondo punto all’ordine del giorno, la discussione del medesimo è
stata sospesa ed aggiornata al 2 ottobre p.V., alle ore 13.00, presso la
Sede Amministrativa della Controllante Alfa Wassermann Spa, in Bologna, Via
Ragazzi del ’99 n. 5.
UGUCCIONE
RANIERI DI SORBELLO FOUNDATION: APPUNTAMENTI CON IL SEMESTRE DI PRESIDENZA
ITALIANA
Perugia, 1 ottobre 2003 - Anche l’Umbria e Perugia in particolare
intendono offrire un proprio contributo scientifico e culturale al Semestre
di Presidenza Italiana dell’Unione Europea. Ed è attraverso la Uguccione
Ranieri di Sorbello Foundation, la Cattedra di Storia delle Relazioni
Internazionali e il Modulo europeo Jean Monnet dell'Università di Perugia
che l’obiettivo potrà essere perseguito: due gli eventi programmati nel
mese di ottobre, tali da costituire un valido punto di riferimento per tutti
coloro che vogliono approfondire le tematiche connesse all’unità
dell’Europa. Il primo è previsto per il prossimo venerdì 3 ottobre
’03, presso la Sala Carlo Iii della Fondazione perugina sita in piazza
Piccinino 9 con inizio alle ore 16: si tratta di un dibattito sul tema “Più
o meno Europa? I cambiamenti istituzionali nella Unione allargata”, in cui
verranno affrontati i problemi istituzionali conseguenti l'ingresso
nell'Unione Europea di dieci nuovi Paesi membri. Un importante obiettivo per
la nuova Europa a 25 è quello di darsi un nuovo assetto istituzionale, che
allarghi la partecipazione e renda possibile un processo decisionale
efficace. Di questo ed altro si parlerà nell’incontro cui interverranno
il Consigliere di Stato Luigi Carbone, il professor Roberto De Mattei del
Gabinetto di Vicepresidenza del Consiglio, il professor Antonio Majocchi
dell’Università dell’Insubria, l’ambasciatore Enrico Pietromarchi e
il professor Fabio Raspadori dell’Università di Perugia. I lavori saranno
introdotti dal professor Ruggero Ranieri, presidente della Fondazione,
mentre il coordinamento verrà affidato al professor Luciano Tosi
dell’Università di Perugia. Si tratta di un panel di studiosi e di
addetti ai lavori di primissimo livello che, nelle intenzioni, dovrà
suggerire spunti di riflessioni sui nuovi scenari politici, economici e
sociali che verranno delineati dall’ingresso di dieci nuovi Paesi
nell’Unione. Il secondo incontro, invece si terrà il prossimo 24 ottobre
e verterà sul tema “L’europa quotidiana. Le politiche europee alle
soglie del terzo millennio”. Per informazioni ci si può rivolgere alla
segreteria organizzativa ai seguenti recapiti: tel.: 075/5732775, fax:
075/5726227, sito internet www.Fondazioneranieri.org
e-mail biblioteca@fondazioneranieri.Org
IL COMMISSARIO
EUROPEO DE PALACIO SOTTOLINEA
L’IMPORTANZA DEL MERCATO UNICO DELL’ENERGIA PER GARANTIRE
L’APPROVVIGIONAMENTO DELL’UE
Bruxelles, 1 ottobre 2003 - Commentando il recente blackout in Italia,
Loyola de Palacio, Commissario europeo responsabile per l'energia e i
trasporti, ha ricordato che il pacchetto legislativo sul mercato unico
dell'energia, adottato lo scorso luglio, è volto proprio ad impedire
situazioni analoghe: "La creazione di un mercato unico - ha spiegato -
permetterà il collegamento in rete del territorio e di porre fine alla
situazione di certi paesi che risentono del loro attuale isolamento".
Il Commissario de Palacio ha poi ricordato la "congestione
cronica" di cui risente la rete elettrica in diverse regioni europee, e
il crescente fabbisogno energetico che aumenta la dipendenza da fonti di
energia esterne, come il gas. Ciò di cui oggi l'Ue ha bisogno, ha concluso
la de Palacio, è una autentica dimensione europea per le infrastrutture
energetiche dell'Unione e la realizzazione dei piani d'interconnessione
sviluppati dalla Commissione, che ha tra l'altro già previsto per il
prossimo autunno una comunicazione sullo sviluppo delle infrastrutture
elettriche.
BLACKOUT,REVIGLIO
ALL’ANSA: POCHE CENTRALI IN CANTIERE,2 ANNI CRITICI NUCLEARE NON E'
SOLUZIONE PER L'IMMEDIATO
Torino, 1 ottobre 2003 - Per evitare black out come quello di domenica notte
la soluzione è una sola: costruire centrali. Ma quelle in cantiere sono
poche e questo fa sì che i prossimi due anni si prospettino per l'Italia
davvero critici. Quanto al nucleare può essere una soluzione, ma non
nell'immediato. E' lo scenario che delinea Franco Reviglio, presidente dell'Aem
Torino e per sette anni, dal 1983 al 1989, alla guida dell'Eni. "Sono
state autorizzate - ricorda Reviglio, in passato più volte ministro -
licenze per costruire centrali che porteranno complessivamente 14.000
megawatt in più, ma gli impianti che entreranno in funzione nei prossimi
due anni ne produrranno solo 4.100. Per far fronte all'aumento della domanda
servirebbe un incremento all'anno di circa 2.500 megawatt, mentre secondo i
dati forniti dal Gestore della rete Nazionale di Trasmissione nel corso
dell'audizione in Parlamento del 23 settembre, nel 2001 ne sono entrati in
esercizio 706 a fronte di un aumento della punta di domanda di oltre 1.251
megawatt rispetto al 2000. L'anno scorso i megawatt di nuova capacità sono
740 contro più di 2.300 megawatt di incremento della punta di domanda
rispetto al 2001". "Il problema dell'Italia - osserva Reviglio -
tenderà ad aggravarsi. L'incertezza del quadro regolatorio sulle tariffe
spinge le banche internazionali a ritenere l'investimento in centrali
particolarmente rischioso. Per questo chiedono a chi lo deve effettuare un
capitale di rischio superiore al 50 per cento contro il 25% di due o tre
anni fa". Che cosa si può fare nei prossimi due anni?
"Innanzitutto - osserva Reviglio - aumentare la flessibilità e
l'elasticità del Grtn che deve poter aumentare i contratti interrompibili
con grandi operatori industriali e poter mettere a fuoco interruzioni
programmate ai privati che se contenute non sono drammatiche".
L'ipotesi di un ritorno al nucleare, secondo il presidente dell'Aem Torino,
"é percorribile dal punto di vista economico, anche se c'é chi
sostiene che il prezzo attuale del greggio rende non economico il nucleare
sicuro. In ogni caso ripartire con il nucleare sicuro produrrebbe effetti
solo fra quattro-cinque anni, non risolverebbe quindi i problemi dei
prossimi due anni". Reviglio osserva che "anche per aver detto no
al nucleare gli italiani pagano oggi di più l'energia". Quanto allo
sviluppo della produzione di energie alternative, l'ex ministro osserva che
"oggi rappresentano meno dell'1% della domanda. Si potranno
incentivare, ma non sono la soluzione al problema". Il gruppo Aem ha un
piano di investimenti dal 2003 al 2005 di 400 milioni di euro, finalizzati
al potenziamento dell'impianto di Moncalieri e alla conclusione di quello di
Pont Ventoux: entrambi entreranno in funzione nel 2005.
NESSUN
BLACK OUT PER I CLIENTI DI REDBUS INTERHOUSE ITALY SPA. LA RIDONDANZA DEI
SISTEMI DI ALIMENTAZIONE ELETTRICA PREVIENE I DANNI COMMERCIALI CAUSATI
DALLA INTERRUZIONE DI CORRENTE.
Milano 1 ottobre 2003 Mentre la maggior parte delle attività commerciali e
manifatturiere italiane sono state lasciate letteralmente senza corrente
elettrica Domenica mattina a causa di un generale malfunzionamento del
sistema di distribuzione elettrica nazionale, che ha colpito l’intero
paese, I clienti di Redbus Italia hanno potuto dormire tranquilli sapendo
che le loro apparecchiature ospitate nel centro dati di via Savona 125
avrebbero continuato a funzionare senza intoppi. Infatti, grazie alle
avanzate specifiche tecniche del centro dati Redbus a Milano, non un solo
cliente, comprese importanti società di telecomunicazioni internazionali,
ha sofferto alcun tempo di fermo, o alcun altro conseguente danno economico
da perdita di affari. Quando l’alimentazione elettrica è venuta a mancare
a Milano, precisamente alle 3,30 di domenica mattina, le due reti di
alimentazione elettrica del centro dati hanno cessato di funzionare, le 19
tonnellate di batterie dei sistemi di sicurezza Ups in dotazione
all’impianto hanno provveduto automaticamente alla fornitura elettrica
necessaria a garantire l’operatività, la connettività e la continuità
dei siti web e dei sistemi di commercio elettronico e transazioni on line.
Nello stesso istante, i due generatori di riserva, entrambi capaci di 1,7
Mva di potenza generata sono entrati in funzione e successivamente hanno
preso il posto delle batterie. Alle 6.15 l’alimentazione elettrica della
rete nazionale è tornata a disposizione ma i generatori di corrente hanno
continuato a funzionare per qualche minuto, pur avendo la possibilità
tecnica di continuare initerrottamente all’infinito, allo scopo di fonire
ai clienti di Redbus, una sicurezza addizionale nel caso del ripetersi di un
black out, fino al momento in cui la Redbus è stata convinta che la
fornitura di corrente nazionale si era totalmente ristabilizzata. A questo
punto l’alimentazione del data center è stata trasferita sulle due reti
di alimentazione principale ed i generatori sono stati tenuti in "stand
by" per qualche tempo prima di essere spenti. Luca Beltramino,
Amministratore Delegato di Redbus Interhouse Italy Spa ha commentato:
l’interruzione della fornitura di corrente elettrica a livello nazionale
verificatasi Domenica mattina è stata disastrosa per il paese, ci sono
state vittime e gravi incidenti. Inoltre abbiamo avuto pesanti conseguenze
sia dal punto di vista economico che da quello dei consumatori. Sono
comunque estremamente soddisfatto di essere in grado di affermare che, a
differenza di un gran numero di concorrenti che non hanno generatori di
riserva, le alte specifiche tecniche del nostro centro dati sono state
interamente giustificate da questo evento. La ridondanza elettrica è stata
troppo spesso sottovalutata da società che danno in "outsourcing"
i loro servers ed i servizi di connettività. Inoltre visto che
l’incidenza del verificarsi di interruzioni della fornitura di corrente
elettrica delle reti nazionali in Europa sembra in aumento, è maggiormente
vero che l’importanza dei sistemi di ridondanza elettrica non può essere
minimizzata. I nostri clienti potranno certamente garantircelo. Infolink:
www.Redbus.it
TRIMESTRE
OTTOBRE-DICEMBRE 2003: NUOVO CALO DELL'ELETTRICITÀ (-1,9% IN MEDIA
NAZIONALE, -1,4% SETTORE DOMESTICO); ANCORA STABILE IL GAS
Milano, 1 ottobre 2003 - Secondo calo trimestrale consecutivo della tariffa
elettrica e ancora stabilità della tariffa di riferimento del gas.
L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha provveduto al previsto
aggiornamento trimestrale delle tariffe deliberando una riduzione per
l'elettricità dell'1,9% in media nazionale (-1,4% il settore domestico) e
confermando i valori economici già in vigore per il gas. La riduzione
dell'elettricità riflette l'andamento calante negli ultimi mesi dei prezzi
internazionali del petrolio e dei costi dei combustibili utilizzati per la
produzione di elettricità. Parte della riduzione dovuta al calo dei costi
per il combustibile è stata destinata alla copertura delle componenti
tariffarie che incentivano le fonti rinnovabili ed assimilate ed agli oneri
sostenuti dal Gestore della rete per compensare la differenza tra perdite
effettive e perdite standard della rete di trasmissione nazionale.
Elettricità. L'andamento dei prezzi internazionali dei combustibili
utilizzati per la produzione di energia elettrica nel semestre marzo-agosto,
rispetto ai sei mesi precedenti, ha determinato una riduzione del 6,8% (0,32
centesimi di euro/kWh) della relativa componente tariffaria. La componente
tariffaria che copre i costi dell'incentivazione alle energie prodotte da
fonti rinnovabili e assimilate è aumentata di 0,07 centesimi di euro per
kWh, destinati alla restituzione alle imprese della "rendita
idroelettrica" (extraprofitto realizzato con la vendita dell'energia
idroelettrica nel mercato liberalizzato) come stabilito dalla legge 17
aprile 2003, n. 83. E' stato anche necessario aumentare di 0.05 centesimi di
euro per kWh l'aliquota a copertura dei costi relativi alle differenze tra
perdite effettive e perdite standard della rete, in seguito ai primi
risultati dell'istruttoria conoscitiva avviata dall'Autorità nel luglio
2003 sulle perdite di sistema. Tutte le altre componenti tariffarie
destinate alla copertura degli oneri di sistema non hanno subito variazioni.
Per la famiglia residente con una potenza impegnata di 3 kW e consumi di 225
kWh mensili, che rappresenta la grande maggioranza dell'utenza domestica, la
riduzione decisa dall'Autorità è dell'1,4%, pari ad una minore spesa,
comprese le tasse, di circa 0,80 euro per bolletta bimestrale, 4,80 euro su
base annua. La tariffa media nazionale al netto delle imposte per il
prossimo trimestre è composta da: 4,39 centesimi di euro per kWh a
copertura del costo dei combustibili (pari al 45% del totale); 2,27
centesimi di euro per i costi fissi di generazione (21,7%), 2,52 centesimi
di euro per i costi fissi di trasporto e distribuzione (24,1 %); 0,99
centesimi di euro per gli oneri generali (energie rinnovabili, ricerca,
nucleare, stranded cost, rimborsi alle reti isolate (8,3%) e 0,09 centesimi
di euro per i certificati verdi (0,9%). Delibera n. 109/03 Gas metano. E'
confermata la tariffa di riferimento in vigore nel trimestre precedente, che
i venditori del mercato liberalizzato del gas devono offrire ai clienti
accanto alle proprie eventuali diverse offerte, e che è composta da: 14,02
centesimi euro al metro cubo per la materia prima (gas prodotto in Italia ed
importato), pari al 24% del totale; 8,54 centesimi per l'attività di
trasporto, pari al 14%; 10,32 centesimi per la distribuzione locale, pari al
18%; 26,08 centesimi per le tasse, pari al 44%. Delibera n. 110/03
PROGRAMMA TETTI FOTOVOLTAICI 2003
Roma, 1 ottobre 2003 - Il decreto Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio sul Programma tetti fotovoltaici 2003, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale del 25 settembre 2003, impegna e ripartisce le risorse finanziarie
tra le Regioni e le Province autonome che hanno aderito al programma.Si
tratta di 10 milioni e 337 mila euro. Il finanziamento è finalizzato alla
realizzazione di impianti fotovoltaici di potenza da 1 a 20 Kw collegati
alla rete elettrica di distribuzione, con un finanziamento pubblico non
superiore al 75% del costo di ogni impianto. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/programma_fotovoltaici/index.html
PROSEGUE LA RIFORMA DELL'AGRICOLTURA: LA COMMISSIONE PROPONE UN MODELLO
SOSTENIBILE PER IL SETTORE DEL LUPPOLO
Bruxelles, 1 ottobre 2003 - La Commissione europea ha presentato in data
odierna una proposta per una riforma radicale dell'organizzazione comune di
mercato (Ocm) del luppolo. Essa si accorda con la riforma generale della
politica agricola comune (Pac) varata dal Consiglio nel giugno 2003. Per il
luppolo, la Commissione propone di scindere la totalità o gran parte delle
sovvenzioni comunitarie dalla produzione e di integrarle nel pagamento unico
disaccoppiato per azienda, la chiave di volta della nuova Pac scaturita
dalla riforma. Secondo la proposta, gli Stati membri possono optare per un
disaccoppiamento totale o parziale; in quest'ultimo caso, essi possono
scegliere di mantenere un aiuto accoppiato fino ad un massimo del 25%
dell'aiuto alla produzione per far fronte a particolari condizioni di
produzione o a peculiarità regionali.Il pagamento unico, al pari di altri
aiuti diretti, sarà subordinato al rispetto di determinati criteri
ambientali e di sicurezza alimentare (la cosiddetta “condizionalità”).
La Commissione intende approntare il testo legislativo sul luppolo entro la
fine dell'anno. “Il nostro obiettivo è un sistema semplice e flessibile,
che consenta una produzione di luppolo sostenibile e orientata verso il
mercato nell'Ue”, ha dichiarato Franz Fischler, il commissario competente
per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca. La proposta di riforma del
settore luppolo è basata sulla relazione valutativa richiesta dal Consiglio
entro il 31 dicembre 2003. Da quest'analisi emerge chiaramente che il futuro
sistema dovrà ottemperare a tre esigenze capitali: mantenere la produzione
redditizia, assicurare condizioni economiche propizie alla produzione e
adeguarsi alle tendenze di mercato. Quanto al primo requisito, gli elementi
salienti dell'attuale Ocm, ossia il regime di certificazione e il ruolo
centrale svolto dalle organizzazioni di produttori, resteranno in vigore
essendosi dimostrati particolarmente efficienti. L'integrazione dell'aiuto
alla produzione nel regime del pagamento unico risponde al meglio al secondo
e al terzo requisito. Dal punto di vista dei coltivatori, il sistema è
semplice, flessibile e sostenibile e garantisce la stabilità dei redditi
grazie ad un aiuto equivalente a quello attuale e ad un sistema più
efficiente e diretto di erogazione dei sussidi. Inoltre, esso offre ai
produttori soluzioni alternative in caso di crisi di mercato, sia
congiunturale che strutturale, con la possibilità di sospendere
temporaneamente la produzione o di cessarla definitivamente e di adibire il
terreno ad altre colture. Per incoraggiare i produttori ad organizzarsi, gli
Stati membri avranno la facoltà di condizionare l'erogazione dell'aiuto
accoppiato all'appartenenza ad un'organizzazione di produttori. La relazione
della Commissione sull'evoluzione del settore del luppolo è disponibile sul
sito Internet: http://europa.Eu.int/comm/agriculture/publi/reports/hops/index_en.htm
INDIRIZZI OPERATIVI PER LE
EMERGENZE IDROGEOLOGICHE
Roma, 1 ottobre 2003 - Per impedire o mitigare gli effetti dannosi dei
fenomeni alluvionali e franosi e ottimizzare la risposta di protezione
civile in fase di emergenza è necessario che ciascuna Regione e Provincia
autonoma definisca le procedure per l'attivazione del sistema di protezione
civile su scala territoriale in modo da garantire il necessario raccordo tra
il livello nazionale e quello locale. In tal senso si è espresso il
Presidente del Consiglio con un comunicato indirizzato a tutte le Autorità
di governo regionale e locale del nostro paese. E' necessario inoltre che le
Amministrazioni locali effettuino un censimento delle risorse pubbliche e
private, presenti sul proprio territorio, avendo cura di verificarne la
dislocazione, l'efficienza, i tempi e le modalità di attivazione, così da
contare su un quadro aggiornato dell'effettiva disponibilità in uso di
emergenza per ridurre, quanto più è possibile, il rischio per la
popolazione. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/direttiva_idrogeologici/index.html
BANDO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Roma, 1 ottobre 2003 - Con il decreto del Ministro delle Attività
Produttive del 19 settembre 2003, in corso di pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale, è stato aperto il bando della legge n. 488/1992 concernente una
specifica graduatoria finalizzata al raggiungimento di obiettivi di sviluppo
sostenibile. Gli investimenti agevolabili dovranno essere finalizzati al
conseguimento di miglioramenti ambientali riguardanti uno dei seguenti
quattro temi: rifiuti, risorsa idrica, energia e multisettore (interventi
concernenti almeno due dei precedenti temi). Le domande potranno essere
presentate a partire dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto
nella G.u. E fino al 23 gennaio 2004. Http://www.minindustria.it/pdf_upload/documenti/phpfdeznn.pdf
http://www.Minindustria.it/pdf_upload/documenti/phpmtr5ug.pdf
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