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SABATO
25 OTTOBRE 2003

pagina 5

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AUSTRIA: IN CARINZIA IL "SENTIERO DEGLI ASSAGGI" E VISITE ALLE DISTILLERIE DI GRAPPA  

Mucche al pascolo e prati verdi, profumi di grigliate e fiumi di birra. Siamo in Carinzia, la dolce regione meridionale dell'Austria al confine con l'Italia. Pochi chilometri separano Tarvisio da Villach e dalla splendida zona dei laghi vicini come il Faaker See e l'Ossiacher See, famosi perché la loro acqua è potabile! La gastronomia carinziana è una piacevole scoperta, aldilà degli stereotipi che vogliono le cucine extraitaliane monotone e con accostamenti insoliti. Una gastronomia piacevole soprattutto se abbinata a passeggiate corroboranti in mezzo al verde e all'aria pura. Bellissima ad esempio è la zona intorno a Gerlitzen, il monte più soleggiato della Carinzia che porta a godere un fantastico panorama a 360° sulla Carinzia centrale. Gli abeti altissimi costeggiano la strada che si inerpica fino a 2000 metri fino all'altopiano dove si apre un bell'osservatorio astronomico disponibile per visite organizzate anche notturne. La vista spazia dall'Italia alla Slovenia, dalle Dolomiti alla Stiria, al Glossglokner alle Caravanche ai monti del Triglav agli Alti Tauri. In estate i colori del parapendio rallegrano il cielo, in inverno il bianco della neve invita a passeggiare lungo il sentiero tra gli abeti o a inforcare gli sci. Da qui parte un originale Kostaleweg o "sentiero degli assaggi" che porta a visitare comodamente alcune malghe/rifugio. Ogni malga offre una degustazione di specialità carinziane in modo che nel corso della giornata si possono assaggiare con un percorso completo tutti i piatti più tipici della tradizione. Per 16 euro si ha diritto a quattro soste con quattro assaggi che certamente sono sufficienti a restituire le calorie perse con la camminata. Strudel farcito di ricotta, papavero, miele e fragole servito con salsa di vaniglia, ravioloni di ricotta, funghi, erba menta e cipolla, manzo di pascolo saporitissimo con salsine di rafano, spatzle o gnocchi al formaggio di pecora. Assaggi sì, ma che assaggi! Un giorno all'aria aperta merita questa ricompensa! Il tutto annaffiato da un'ottima grappa alle mele o alle albicocche o al ribes o al corbezzolo. (www.gerlitzen.com) Per acquistare queste specialità si può scendere a valle ad Arriach dove un circuito di fattorie associate propone agriturismi idillici incorniciati da ghirlande di fiori. Il loro simbolo è una simpatica mascotte a forma di pigna che indica le malghe dislocate nella regione. Ai bambini piacerà anche visitare ad Arriach lo scarpone di legno più grande del mondo, punto di partenza per il sentiero delle frasche (www.arriach.at). Gli appassionati di grappa, invece, potranno partecipare presso Treffen alla produzione di distillati pregiati ricavati da frutta pura. Un mastro distillatore nella distilleria Wilhelm Jesche a Winklern spiega i suoi segreti e poi invita a provare. A richiesta si può assaporare anche una bella merenda con prodotti agricoli genuini di coltivazione locale. Senza fare fatica invece e per gustare appieno tutte le specialità carinziane, basta seguire il simbolo dei locandieri carinziani che per ogni mese dell'anno propongono un menù particolare: asparagi in maggio, zucca in settembre, oca di San Martino a novembre, carpa in dicembre e gennaio (www.spargelwirte.at). E per completare questo tour gastronomico? Niente di meglio dell'hotel Karnerhof sul lago Faaker che invita ad assaporare le specialità dello chef autore dei due cappelli conquistati nel Gault Millau e le tre corone della rivista "à la carte". Cucina e cantina sono interamente all'insegna delle erbe e in particolari periodi dell'anno si possono apprendere i segreti delle salse per fondue, dell'aceto balsamico, della preparazione degli asparagi, della zucca e della selvaggina. Per smaltire gli stravizi i più coraggiosi affronteranno un bagno nel lago Faaker, il lago più caldo della Carinzia balneabile tutto l'anno, i meno coraggiosi avranno a disposizione un'area benessere con saune, trattamenti ayurvedici, massaggi riequilibranti agli oli aromatici (e-mail: hotel@karnerhof, www.karnerhof.com ). Per viaggiare in tutta la regione consigliabile la Guida Verde TCI "Austria"


ECUADOR E GALAPAGOS, LA VIA DEI VULCANI E LA MAGIA DELLE ISOLE INCANTATE

Dal 22 dicembre 2003 al 6 gennaio 2004, giorno per giorno alla scoperta dell'Ecuador e delle Galapagos, lungo la Via dei Vulcani lasciandosi catturare dalla magia delle isole incantate. Si parte da Milano per Quito dove i viaggiatori avranno la giornata a disposizione per visite ed escursioni individuali. La Vigilia di Natale si trascorrerà il pomeriggio visitando la Quito coloniale che ha mantenuto intatta per oltre quattro secoli la sua struttura architettonica. Situata a 2850 metri di altitudine in uno scenario di composta bellezza, la capitale dell'Ecuador si estende nel cuore delle Ande, alle falde del maestoso vulcano Pichinca che domina la città dall'alto dei suoi 4800 metri. Dichiarata "Patrimonio dell'Umanità" dall'Unesco, Quito è considerata, per le splendide testimonianze del suo passato coloniale, le chiese barocche dagli interni decorati in oro, i conventi cinquecenteschi e gli antichi palazzi della nobiltà spagnola, una delle più belle e suggestive città del Sud America. Il giorno di Natale si partirà per Otavalo seguendo la Panamericana in direzione Nord tra paesaggi suggestivi di fertili vallate, pascoli verdeggianti, laghi e lagune, piccoli villaggi indigeni sovrastati dall'imponenza delle montagne tra le quali si staglia il Cayambe, terza vetta dell'Ecuador con i suoi 5790 metri di altezza. La regione di Otavalo, situata a 130 chilometri circa da Quito, è una delle più interessanti del Paese per le sue tradizioni e il suo folclore. La mattinata sarà dedicata alla visita del mercato di Otavalo, una festa di colori, di suoni, di variopinte bancarelle che riunisce, ogni mattina, una moltitudine di indios provenienti dai villaggi vicini. Abili tessitori e mercanti, gli otavalenos sono facilmente riconoscibili per il loro tipico costume. Nel pomeriggio si farà ritorno a Quito e durante il percorso si effettueranno brevi deviazioni per la visita di alcune comunità indigene tra cui Cotacachi, centro artigianale rinomato per la lavorazione del cuoio. Il giorno successivo, Santo Stefano, si partirà lungo la Panamericana Sud con escursione al Parco Nazionale Cotopaxi (nome dal vulcano Cotopaxi 5897 m), istituito per la rarità della flora esotica, della fauna e per la particolarità delle sue formazioni rocciose. Nelle giornate limpide il cono del vulcano si staglia perfettamente simmetrico con le sue pendici innevate e con un po' di fortuna è possibile cogliere il volo maestoso del condor andino. Nel pomeriggio si proseguirà per Lasso dove si sosterà con sistemazione in una tipica "hacienda". Il 27 dicembre si percorrerà la famosa "Via dei Vulcani" verso Riobamba, tipica città andina denominata "La Sultana delle Ande", punto di partenza per salire sul vulcano Chimborazo (6310 m) il più alto dell'Ecuador. Sosta a Latacunga per vedere il tipico mercato settimanale andino prima di proseguire per Riobamba. Arrivo nel pomeriggio e sistemazione in una hosteria per la notte. Il giorno successivo si partirà per Alausi, da dove si proseguirà con il treno locale fino a Sibambe (poiché alcune volte il treno non parte senza preavviso, tutto il tragitto viene effettuato con l'auto). Lungo il percorso visita della fortezza di Ingapirca con l'annesso museo che espone una collezione di antichissime ceramiche e gioielli. Dopo pranzo si proseguirà per Cuenca dove ci si fermerà per la notte. Il 29 dicembre sarà una giornata dedicata ad escursioni nella fertile valle di Gualaceo, ambiente di bucolica bellezza che si raggiunge con un percorso di due ore circa. Visita delle cittadine di Gualaceo e Chordeleg, centri artigianali rinomati per la tecnica di lavorazione dei tessuti, la finezza delle ceramiche e dell'argenteria, prima di far ritorno, nel pomeriggio, a Cuenca. Il 30 dicembre la mattinata sarà dedicata alla visita della città che conserva deliziose testimonianze del suo passato coloniale nelle antiche chiese seicentesche, nelle pittoresche piazze, nelle stradine dove si affacciano le botteghe degli artigiani. Nel pomeriggio si proseguirà in direzione di Guayaquil scendendo dalla Cordigliera verso le pianure coperte dalle piantagioni di banane, caffè e cacao. L'ultimo giorno del 2003 si apre con il trasferimento in aeroporto e partenza per le Galapagos con volo di linea. Arrivo e imbarco a bordo della nave Ambassador dove avrà inizio il programma delle visite con guida naturalista. I primi tre giorni dell'anno nuovo saranno dedicati ad escursioni sulle isole con guida naturalista parlante spagnolo e inglese, seguendo i sentieri tracciati dalla direzione del Parco che conducono nei posti più suggestivi di ciascuna isola. Il 4 gennaio 2004 si rintrerà a Quito con volo di linea prima di proseguire, il 5 gennaio, per Milano (via Amsterdam) dove si arriverà il 6 gennaio.
Info: Filo Diretto Viaggi tel 039/6898540


FINLANDIA: LE FORZE DELLA LUCE DI HELSINKI, IL FESTIVAL CITTADINO CHE OGNI ANNO RISCHIARA LE VIE DELLA CAPITALE CON SOLUZIONI INASPETTATE. DA NOVEMBRE 2003 A GENNAIO 2004

Viene organizzata per la nona volta quest'anno (novembre/gennaio) nel centro della capitale affacciata sul mare, che offre infinite possibilità di relax e divertimento: "Forces of Light", il festival della luce. Un evento cittadino che illumina le giornate più corte dell'anno con le performance dei mangiatori di fuoco e installazioni di luci e colori e che interessa soprattutto la zona del Parco di Esplanadi. La finalità principale dell'evento è quella di creare un network di artisti, produttori, istituzioni e osservatori di diverse città, attenti alle esigenze di aree pubbliche e della comunità cittadina nella generazione di progetti locali, che possano attrarre anche collaborazioni di tipo internazionale. "Forces of Light" di Helsinki è un evento collettivo che tocca molto da vicino la realtà quotidiana della capitale finlandese, coinvolgendo fattori economici, ambientali, sociali e culturali. Luce e ombra, luminosità e oscurità: sono questi gli elementi su cui si fonda il dialogo da cui ha origine questa festa. "Forces of Light" riveste un ruolo importante nello sviluppo delle innumerevoli espressioni che il design urbano può assumere con giochi d'illuminazione che rispecchiano la vitalità di una piccola metropoli, attiva e vibrante. Da novembre 2003 a gennaio 2004 Helsinki diventa così uno spazio aperto dedicato all'arte, alla luce, ai suoni e ai colori, dove ogni struttura può diventare un ottimo spunto per la fantasia e la creatività: dai negozi alle strade, dagli autobus alle gallerie, dai parchi ai musei, è possibile ammirare combinazioni sonore e cromatiche che brillano nelle limpide notti finlandesi, dando vita ad effetti ed esibizioni sorprendenti, ideali per tutta la famiglia. Il tema dell'edizione di quest'anno è sviluppato sul concetto di "itinerario" attraverso la città (Suomenlinna, piazza del Mercato, Esplanadi, chiesa vecchia Boulevardi, Sinebrychoff, Haitaluna e termina alla vecchia fabbrica di cavi) creando le basi all'esposizione d'arte e ambiente. Ogni tappa rappresenta anche singolarmente un'esperienza completa, poiché offre tutti gli aspetti del festival, con effetti di illuminazione di diversa natura, performance varie tra cui spettacoli con il fuoco, concerti e altre animazioni. Le linee guida sulle quali è strutturato l'itinerario di Forces of Light sono: la vicinanza al mare, la storia, l'architettura e i parchi.
Infolink: www.hel.fi/valonvoimat 


GERMANIA: NEL MONDO DELLE FAVOLE IN ATTESA DEL NATALE

In tutte le stagioni la Deutsche Märchenstrasse è tra le strade turistiche più battute della Germania. Tappa dopo tappa, questo famoso itinerario che si snoda in uno degli angoli più verdi della Germania richiama alla memorie racconti e personaggi resi celebri dai fratelli Grimm, come Cappuccetto Rosso o la Bella Addormentata nel Bosco. Nel periodo dell'Avvento, la Strada delle fiabe consente anche di tuffarsi nell'affascinante mondo delle tradizioni natalizie tedesche e di visitare alcuni dei più suggestivi mercatini di Natale della Germania settentrionale. Da non perdere, per esempio, quello che si tiene a Hannoversch Münden in un affascinante scenario di antiche case a graticcio, mentre una delle torri cittadine, eretta nel Medioevo, si trasforma, per tutta la durata dell'Avvento, in una gigantesca candela natalizia. Dopo la visita del mercatino ispirato al Dottor Barbadiferro, simpatico ciarlatano che anima le leggende medioevali locali, la sera si può partecipare alla ronda notturna con il guardiano della città. Fino alla vigilia di Natale c'è poi il richiamo di una mostra di stampi per la preparazione di Babbi Natale di cioccolata provenienti da tutto il mondo. Anche a Kassel, sede di un interessante museo dedicato ai fratelli Grimm, il Natale si ispira al mondo delle fiabe. Ogni anno il Märchenweihnachtsmarkt del centro storico, tra Königsplatz e Friedrichsplatz, è dedicato a un personaggio diverso, come del resto sono "fiabeschi" molti dei giocattoli e delle decorazioni natalizie in vendita sulle bancarelle. A rubare la scena c'è un enorme calendario dell'Avvento alto cinque metri; dal 1 al 24 dicembre, ogni giorno alle 16, si apre una nuova porticina da cui fa capolino un personaggio delle favole scelto tra i più famosi. Da Hänsel e Gretel alla Bella Addormentata, gli eroi delle fiabe hanno ora trovato una nuova dimora. E’ la "Märchenhaus" (casa delle fiabe) di Neukirchen, nella terra di Cappuccetto Rosso vicino alla storica cittadina di Alsfeld. In una bella casa del Cinquecento rimessa a nuovo si può ammirare la collezione di cimeli di Gudrun Grünberg, una narratrice che ha minuziosamente ricostruito molte scene delle fiabe più amate dai bambini. Lo stesso edificio, un fitto labirinto di camerette, sembra essere uscito dalla fantasia dei fratelli Grimm.
Infolink: www.german-fairytail-route.com 


GERMANIA: UN TRENO CHIAMATO NOSTALGIA

Nell'era dei jet e delle astronavi, le ferrovie d'epoca continuano a riscuotere grande successo. Ne è testimone la seconda giovinezza di convogli leggendari come gli Orient-Express, ma anche delle numerose piccole ferrovie locali sparse in tutto il mondo. In Germania orientale, per esempio, dopo la riunificazione tedesca sono tornati in auge gli storici trenini a vapore che si arrampicano sulle montagne dell'Harz o che sbuffano lungo le coste del Baltico a est di Lubecca. E ha un sapore nostalgico anche la mostra ospitata fino al 29 febbraio nella sezione ferroviaria dal Bahnmuseum di Norimberga (www.db-bahnmu-seum.de), il cui tema è la famosa ferrovia di Bagdad e dell'Hedjaz. Da Lawrence d'Arabia ad Agatha Christie, sono molti i personaggi che hanno contribuito a fare un mito di questa linea costruita da ingegneri tedeschi verso la fine dell'impero ottomano. La mostra di Norimberga offre un quadro molto vivo degli antichi viaggi attraverso i deserti di Iraq, Siria e Giordania; oltre a una mostra fotografica, vi sono ricostruzioni di oasi e di un bazar delle spezie, sontuosi doni offerti dai sultani agli ambasciatori tedeschi dell'epoca, abiti beduini e molte altre curiosità. Oriente a parte, la visita del museo di Norimberga offre l'opportunità di ripercorrere le maggiori tappe della storia ferroviaria tedesca, documentata anche da altri musei ferroviari locali. Sempre in Baviera, meritano una visita il Bayerisches Eisen-bahnmuseum di Nördlingen, sulla Strada Romantica, e il Deutsches Dampflokomotiv Museum di Neuenmarkt.
Infolink: www.vacanzeingermania.com  - www.germany-tourism.com 


GERMANIA: NON SOLO MODA A MONACO

Mentre sulle passerelle di Milano e Parigi vanno in scena le scintillanti creazioni dei grandi stilisti per le prossime stagioni, il Modemuseum di Monaco di Baviera compie un interessante tuffo nel passato. Da ottobre le sue sale ospitano una mostra dedicata all'abbigliamento maschile dal rococò ai nostri giorni, che testimonia quanto gli uomini fossero frivoli e pavoni anche in passato. Non solo grisaglie, insomma, ma anche abiti sorprendentemente eccentrici e accessori da divo (fino al 14 aprile al Modemuseum). Lusso e frivolezze caratterizzano anche la rassegna che la Kunsthalle Hypo-Kulturstiftung dedica a Cartier e Fabergé, celebri gioiellieri che ai primi del Novecento rifornivano la corte degli zar a San Pietroburgo. In mostra oltre 500 pezzi di grande valore e raffinatezza, riconoscibili anche sui ritratti di zar e zarine che completano la mostra (info: www.hypo-kun-sthalle.de ). Agli appassionati di musica Monaco riserva un altro appuntamento da non perdere. Dal 17 ottobre al 25 gennaio lo Stadt-museum (stessa sede del Modemuseum in Sankt-Jakobs-Platz 1, www.stadtmuseum-online.de) illustra i "Mondi di Wagner" attraverso una raccolta di dipinti, documenti e altri reperti che documentano la vita e le opere del celebre compositore. Tramite le testimonianze di grandi personaggi della cultura, a cominciare da Thomas Mann, vengono scandagliati la complessa personalità e il grande talento di Wagner in tutti i suoi aspetti. Ma la mostra riserva anche piacevoli sorprese sonore, con diverse sale dedicate ciascuna alle opere wagneriane di maggiore rilievo.
Infolink: www.vacanzeingermania.com  - www.germany-tourism.com 


GERMANIA: "PAUL KLEE IM NORDEN", RASSEGNA DEDICATA AL GRANDE PITTORE SVIZZERO

Si intitola "Paul Klee im Norden" la rassegna dedicata al grande pittore svizzero, che si annuncia come uno degli appuntamenti più importanti dell'inverno in Germania. La mostra nasce dalla collaborazione tra tre grandi musei d'arte del nord e si articola in altrettante esposizioni. Dal 30 novembre al 29 febbraio la Kunsthalle di Brema illustra il periodo in cui Klee insegnava al Bauhaus, mentre alla Hamburger Kunsthalle di Amburgo (dal 12 dicembre al 7 marzo) si ammirano le opere realizzate dal maestro nel 1933. Allo Sprengel-Museum di Hannover è invece affidato il compito di esporre (dal 30 novembre al 15 febbraio) un centinaio di dipinti che risalgono agli ultimi anni di vita dell'artista.
Infolink: www.klee-im-norden.de 


GERMANIA: AL MUSEO DELLA PELLETTERIA

Come nascono un pallone da football o una giacca di pelle? La risposta si trova nel Leder- und Gerbermuseum di Mülheim, città della Ruhr famosa da secoli per le sue industrie conciarie. Il museo, appena inaugurato nelle sale della storica azienda Abel, illustra ogni segreto dell'arte di lavorare la pelle. Oltre a esporre attrezzi e curiosità, offre ai visitatori l'opportunità di cimentarsi come artigiani in un laboratorio per il trattamento del cuoio. Per restare in tema, sempre a Mülheim c'è l'Hotel Lederfabrik (www.hotellederfabrik.de), un moderno albergo ricavato da un'ex fabbrica di pellami. Il Leder- und Gerbermuseum di Mülheim si trova in Düsseldorfer Strasse 269 ed è aperto dal mercoledì alla domenica con orario 14-18.
Infolink: www.leder-und-gerbermuseum.de 

GERMANIA: SLOW FOOD IN SALSA TEDESCA

Prende piede anche in Germania la filosofia slow food. Di fronte al dilagare di chioschi e punti di ristoro che servono cibi industriali, due locali gemelli di Colonia e Bonn hanno dichiarato guerra alle solite, untuose patatine fritte. Da "3Frits", nuovi templi della gastronomia veloce con ambiente ultramoderno, si gustano solo patate di origine controllata, rese dorate e croccanti secondo i dettami dei migliori chef del vicino Belgio. Le pommes frites vengono servite in calici d'acciaio con speciali forchettine studiate da un designer. Altre specialità della casa, accompagnate da vini d'annata e champagne, sono le salsicce al curry, le coquilles Saint-Jacques alla griglia e gli spiedini di scampi con citronella.
Infolink: www.3frits.de 


GERMANIA: NOVITÀ DA BERLINO

In attesa dei festeggiamenti di fine anno, diventati un richiamo irrinunciabile per i fan della capitale tedesca, Berlino lancia alcuni nuovi strumenti a disposizione dei visitatori. Fresca di stampa l'edizione 2004 della "Shopping Guide", una brochure ricca di suggerimenti per destreggiarsi nella vastissima offerta di gallerie di negozi, boutique di tendenza ed empori insoliti. Altrettanto utile "Berlin von A bis Z", in tedesco e inglese, che elenca il meglio della città: monumenti, musei, ristoranti, locali, negozi e attrazioni varie. Prima di partire, conviene visitare anche due siti internet: www.MagicMountain.de  dedicato a un insolito centro di alpinismo indoor, e www.berlin-hidden-places.de  con molti spunti curiosi ed esclusivi.
Infolink: www.berlin-tourist-information.de 


AGRITURISMO IN SLOVENIA

Anche in Slovenia l'agriturismo sta guadagnando notevoli consensi. E non soltanto perché si tratta di una formula economica per regalarsi una vacanza sana e rilassante, a contatto con la natura e con i suoi molteplici ingredienti, adatta a tutti, grandi e piccoli.  In questa giovane nazione intervengono anche altri fattori, a cominciare dalla geografia e dal carattere dei suoi abitanti. La Slovenia infatti è piccola (più piccola della Lombardia), prevalentemente montuosa o collinare, con la maggior superficie boscosa dell'Europa continentale (oltre il 56%) e dove l'agricoltura riveste ancora un ruolo importante.  Anche le città sono piccole (la stessa capitale Lubiana non arriva a 300 mila abitanti) e la dicotomia tra città e campagna risulta decisamente meno marcata che da noi. Molti lavorano in città ma abitano in campagna, mai troppo distante, continuando a coltivare nel tempo libero i campi aviti, mentre quanti abitano in città spesso possiedono una seconda casa in campagna. E poi gli sloveni, piuttosto tradizionali e legati al loro passato, amano molto la natura, la cucina genuina e prediligono gli sport all'aria aperta: in nessuna altra nazione troverete tante persone che praticano abitualmente escursionismo, sci, alpinismo, ciclismo, canoa o equitazione, oppure che si cibano di miele, che raccolgono personalmente funghi e frutti di bosco, che fanno marmellate, che curano l'orto e si fanno il vino. L'agriturismo finisce quindi per essere un punto d'incontro tra città e campagna, tra presente e passato, tra dovere e piacere. Molti contadini sloveni, che possiedono sempre case dignitose e ben curate, hanno trovato nel turismo una formula interessante di integrazione economica e sociale, mentre i cittadini trovano quiete e relax nel verde, una vita semplice e tranquilla a contatto con l'ambiente, una cucina sana e genuina, e i bambini giochi senza confini in un mondo nuovo e sconosciuto. Poiché le fattorie agrituristiche attirano un numero sempre crescente anche di ospiti stranieri, l'Ente sloveno per il turismo e l'Associazione slovena per l'agriturismo hanno realizzato un opuscolo in italiano dal titolo "L'agriturismo in Slovenia" che costituisce un'ottima guida per una scelta appropriata. Oltre ad una cartina con l'ubicazione sul territorio, contiene infatti una dettagliata descrizione, anche con foto, di ben 166 strutture; di ciascuna vengono riportati indirizzi (parecchie dispongono di e-mail e sito internet), una doppia classificazione di tipo alberghiero con stelle e mele per gli edifici e le attività, l'elenco delle attività praticabili, le lingue straniere parlate (quasi un terzo parla italiano, parecchie inglese e tedesco), un'ampia descrizione del luogo e delle attività turistiche e sportive nelle vicinanze, come arrivarci e i prezzi. La maggior parte offre vitto e alloggio in camere o appartamenti, per un mese o un giorno, altre soltanto l'uno o l'altro, quasi tutte la possibilità di acquistare prodotti.  Qualcuna si limita ad una sosta per uno spuntino con prodotti della casa. Ovviamente le strutture sono tutte una diversa dall'altra, chi grande chi piccola, in montagna o in collina, vicino a piccoli centri, a fiumi o laghi, tra i campi o nei boschi; qualcuno alleva animali, altri coltivano i campi, altri ancora producono soltanto vino. Può esserci la piscina o il maneggio, oppure soltanto l'aia; unici denominatori comuni comfort, dignità, pulizia e gentilezza, perché gli sloveni tengono alla loro casa quanto a se stessi.  Anche la cucina varia da regione a regione: le migliori iote si mangiano verso il confine con l'Italia, le trote sull'Isonzo, il prosciutto più gustoso nel Carso, la polenta nelle zone alpine, il gulasch e i dolci nel Pomurje verso l'Ungheria; i vini sono invece buoni ovunque. In appendice un elenco con altre 336 strutture minori, con indirizzi e dati sintetici. L'opuscolo può essere richiesto gratuitamente all'Ufficio del Turismo Sloveno in Italia slovenia@tin.it 
Infolink: www.slovenia-tourism.si/touristfarms 



SLOVENIA: IL MUSEO DELLA GUERRA DI CAPORETTO

Caporetto non è certamente un nome che gode buona fama in Italia.  Veniva citato con rammarico nei racconti rievocativi dei nostri nonni sulla Grande Guerra, lo si usa nel gergo figurato per indicare un totale fallimento o una sonora sconfitta, compare nei libri di scuola per ricordare una delle pagine più nere nella storia d'Italia, tanto che avrebbe anche potuto cambiare radicalmente le sorti del nostro paese, vanificando l'intero Risorgimento. Il nome di Caporetto ci riporta al 24 ottobre 1917, nel pieno della I Guerra Mondiale quando, dopo un facile successo iniziale che ci portò a conquistare tra l'altro un tratto di territorio sloveno nella vallata dell'Isonzo (allora facente parte dell'impero austro-ungarico) e 29 mesi di stallo nelle gelide trincee sulle alte vette delle Alpi Giulie, gli eserciti asburgico e tedesco scatenarono una massiccia offensiva che colse del tutto impreparate le truppe italiane, travolgendo ogni nostra difesa e spalancando al nemico la porta per la conquista della Pianura Padana, evento a cui riuscimmo a rimediare solo con l'eroica controffensiva del Piave, quella operata dai famosi ragazzi del 99 (che avevano solo 18 anni).  Tragici avvenimenti magistralmente descritti da Ernest Hemingway nel suo celebre libro "Addio alle armi" e che ancora oggi i testi militari definiscono come la più grande battaglia combattuta in montagna e la più cruenta in assoluto nella storia di tutte le guerre.  Vi presero parte ben 615 mila soldati e a noi italiani costò, tra militari e civili morti, feriti o prigionieri, qualcosa come 300 mila persone, senza considerare gli ingenti danni civili e il materiale bellico perduto. Ovvio che, con simili premesse, Caporetto non possa godere tra di noi di buona fama, tanto che molti non sanno nemmeno dove si trova.  Le bizzarre e imprevedibili vicende della geopolitica hanno fatto si che oggi questa località non si trovi nemmeno più in Italia, bensì in Slovenia (anche se ad appena 18 km da Cividale del Friuli e a 9 dal confine italo-sloveno), lungo la bellissima alta vallata del fiume Isonzo (il cui nome in sloveno è Soca), e che non si chiami neanche più Caporetto ma Kobarid, come è giusto che sia trattandosi di terra slovena, anche se per gli italiani rimarrà sempre Caporetto. Se in questa regione delle Alpi Giulie con il tempo sono cambiate tante cose, le testimonianze materiali di quei tragici avvenimenti costellano ancora numerose montagne e vallate, tanto che qualcuno ha pensato bene di raccoglierle e di riunirle, non per riaprire ferite sopite ma affinché potessero servire da monito per le future generazioni, perché dolori, sofferenze e morte hanno albergato in uguale misura in entrambi gli schieramenti. Così nelle 18 sale di un bell'edificio settecentesco di Kobarid è sorto nel 1990 il Museo del Fronte dell'Isonzo, che attraverso immagini fotografiche dell'epoca, cartine, plastici, ricostruzioni ambientali, armi, oggetti, divise e cimeli di ogni genere, nonché un audiovisivo multilingue, documenta le tristi vicende di quei giorni ormai lontani.  Commovente anche la ricostruzione di un precario alloggio militare, dove un giovane alpino scrive l'ultima lettera ai genitori. Altre due sale rievocano la storia di Caporetto, dalla preistoria ad oggi.  Se passate da quelle parti - ma la valle isontina merita una visita apposita - non perdetevi la visita di questo istruttivo museo, nonché al vicino sacrario contenente le spoglie di 7 mila soldati italiani.  Forse qualche nome potrà suonarvi familiare, e rappresenta comunque un pezzo importante della nostra storia recente.
Info: slovenia@tin.it 


SLOVENIA: POSTUMIA, INCANTO SOTTERRANEO

Quando si parla di grotte, il primo nome che viene in mente è quello di Postumia, la cavità più famosa e visitata d'Europa, regina e madre di tutte le grotte. Postumia, o meglio Postojnska Jame, non si trova in Italia (italiana lo è stata soltanto dal 1918 al 1945) ma in Slovenia, ad appena 30 km dal confine di Trieste, nel cuore del Carso, parola che in ogni lingua indica quei processi geochimici che sono alla base della formazione delle cavità naturali. Si tratta di un intricato complesso di caverne e gallerie, lungo in tutto 19,5 km, scavato in un arco di tempo misurabile in alcuni milioni d'anni dalle acque del fiume Piuca, che si inabissa nei pressi dell'ingresso e scorre tuttora nei suoi livelli inferiori.  Potrà sembrare curioso il fatto che queste acque, pur nascendo a breve distanza dall'Adriatico, per un singolare gioco di spartiacque e dopo aver cambiato più volte nome, finiscano nel Mar Nero, posto ad oltre 2.000 km di distanza. Successivamente il carbonato di calcio contenuto nelle acque di stillicidio ha adornato gli ambienti ipogei con stupende e policrome concrezioni di calcite sotto forma di drappeggi, trine, colate, colonne, stalattiti e stalagmiti, minuscole o gigantesche, tanto curiose nell'aspetto da superare anche la più fervida fantasia. Dopo una visita nel 1955 il grande scultore inglese Henry Moore la definì "una straordinaria mostra di madre natura". Una serie di gallerie suborizzontali, ormai abbandonate dalle acque della Piuca da centinaia di migliaia di anni, raccorda numerose caverne di vaste dimensioni, come il Grande Duomo (m 120x50x30) o la Sala dei Concerti, dove si esibirono anche Pietro Mascagni e Enrico Caruso, capace di contenere 10 mila spettatori. Soltanto il primo tratto, per una lunghezza di 5.200 metri, risulta attrezzato per le visite del pubblico, che richiedono un'ora e mezza; di questi 3.500 vengono compiuti a bordo di un trenino elettrico, l'unico in una grotta turistica. Postumia ha attirato da sempre l'interesse dell'uomo: nel tratto iniziale si osservano ancora firme di visitatori e date risalenti fino al 1213. La sua turistizzazione risale al lontano 1819 e nel 1848 fu dotata di luce elettrica, quando molte città europee erano ancora illuminate a gas; dal 1872, per rendere le visite più brevi e meno faticose, i visitatori vennero trasportati su vagoncini a due posti spinti a mano, sostituiti nel 1918 da una locomotiva a motore diesel e nel 1959 dall'attuale trazione elettrica. Da allora oltre 29 milioni di persone hanno potuto ammirare comodamente quest'incanto sotterraneo, che raggiungeranno la soglia dei 30 milioni nel corso del 2003, un record forse unico per un fenomeno naturale. E ogni anno nel periodo di Natale alloggia anche un singolare presepe vivente. Da quest'anno una nuova attrazione attende i visitatori di Postumia: si tratta della stazione di speleobiologia Proteus,  dedicata al nome del curiosissimo animale che vive nelle acque sotterranee della Piuca e di pochi altri fiumi carsici dinarici. Questo misterioso anfibio simile ad una salamandra, cieco, depigmentato e capace di vivere per anni senza mangiare, costituisce per dimensioni il maggior rappresentante della fauna ipogea ed è un vero fossile vivente, non a caso assunto a simbolo di questa grotta. Fino al 1831 si pensava che il difficile ambiente delle caverne non potesse ospitare alcuna forma di vita, né animale né vegetale.  In quell'anno proprio a Postumia venne scoperto un minuscolo coleottero cieco, il primo di una lunga serie di insetti, ragni, lumache, millepiedi, gamberetti e altri - molti dei quali scoperti nella stessa grotta - che costituiscono la superspecializzata fauna troglobia, di estremo interesse ecologico e scientifico; oggi sappiamo che solo a Postumia vivono ben 130 specie diverse, che rappresenta un vero primato.  Molti di questi animaletti possono ora essere comodamente osservati nei vivarium della grotta, unitamente ad una proiezione multimediale sul Carso. Le grotte di Postumia possono essere visitate tutto l'anno.
Infolink: www.postojna-cave.com 


SLOVENIA: VALVASOR E IL CASTELLO DI BOGENSPERK

Sulle banconote slovene da 20 talleri campeggia l'effigie del barone Janez Vajkard Valvasor (1641-1693), uno dei figli più illustri di questa terra, tanto che un suo monumento bronzeo sorge nel parco antistante il Museo Nazionale di Lubiana. Difficile definire in poche parole questo personaggio poliedrico, perché durante la sua breve vita si occupò un po' di tutto: fu storiografo, etnografo, naturalista, geografo, geologo, alchimista e numismatico, ma anche scrittore, editore, cartografo, disegnatore e incisore. Il suo colto eclettismo lo fa annoverare tra gli antesignani dell'enciclopedismo illuminista settecentesco e non a caso fu accolto come membro della Royal Geographical Society inglese, la più prestigiosa accademia culturale dell'epoca. Tra i tanti meriti gli va riconosciuto quello di essere stato il primo a spiegare scientificamente il complesso meccanismo idrologico di intermittenza dei laghi carsici di Cerknica e Planina, di aver intuito e verificato i percorsi ipogei dei fiumi carsici Reka-Timavo, Piuca e Lokva, a descrivere il proteo, il più straordinario abitante delle grotte slovene, a tramandarci l'avventurosa storia del cavaliere Erasmo Lueger, il Roobin Hood della Carniola, e dell'imprendibile castello di Predjama, a descriverci i primitivi sci con cui si spostavano d'inverno i montanari carniolani. E l'elenco potrebbe continuare a lungo. Nato a Lubiana nel 1641 da nobile famiglia di antica origine bergamasca, il giovane Janez studiò dai Gesuiti prima in patria poi in Germania, combattè assieme agli Ungheresi contro i Turchi e viaggiò parecchio per la sua epoca, visitando Germania, Svizzera, Francia, Italia e nord Africa.  Ma soprattutto visitò accuratamente le regioni slovene di allora, che oltre alla Carniola comprendevano anche la Carinzia e l'Istria, descrivendola nella monumentale opera "La Gloria del ducato carniolano", un libro in 4 volumi pubblicato a proprie spese a Norimberga nel 1689.  Se le sue 3.532 pagine costituiscono ancora oggi la più ricca messe di informazioni geografiche, storiche, etnografiche, naturalistiche e descrittive sulla Slovenia del 1600, le 535 stupende incisioni allegate illustrano e fotografano città, villaggi, castelli e monasteri, chiese e monumenti come erano a quei tempi, che ne fanno la più antica e completa guida turistica ante litteram di una regione europea. La presenza del colto barone si può cogliere ancora oggi visitando l'elegante bianco castello rinascimentale di Bogensperk, 40 km ad est della capitale Lubiana nella valle del fiume Krka, che Valvasor acquistò nel 1672 per trasferirvi la sua ampia biblioteca e le sue molteplici collezioni e per impiantarvi la sua preziosa stamperia, la più antica della Slovenia. A quei tempi infatti per fare l'editore occorreva per prima cosa produrre la carta e per tradurre i disegni in immagini incidere lastre di rame e poi stamparle con inchiostro e pressa. L'attività di scrittore, ricercatore ed editore, se da un lato gli garantì una fama imperitura, dal punto di vista economico non si può purtroppo dire che gli portò fortuna.  Oberato dai debiti, nel 1692 fu infatti costretto a vendere tutte le sue proprietà, compreso il bel castello, per ritirarsi a vivere in una modesta abitazione a Krsko, dove morì un anno dopo solo, povero e negletto. A Bogensperk, ora trasformato in museo, la presenza di Valvasor è rimasta però immutata nel tempo: c'è ancora il suo studio, una copia originale del suo ponderoso libro, il laboratorio della carta e la macchina per la stampa, un'esposizione delle sue suggestive incisioni, gli strumenti cartografici e geodetici, i trofei di caccia, una raccolta di costumi sloveni seicenteschi e una curiosa collezione di oggetti di medicina popolare, di magia e di stregoneria.
Infolink: www.slovenia-tourism.si

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