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di
MARTEDI'
18 NOVEMBRE 2003
pagina 1
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ROMANO
PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA INTERVIENE A MILANO
ALL’APERTURA DELLA CONFERENZE “I SERVIZI FINANZIARI NEL FUTURO
DELL'UNIONE EUROPEA “
Milano,
18 novembre 2003 – Di seguito il discorso sui servizi finanziari nel
futuro dell'Unione Europea che il Presidente della Commissione europea,
Professor Romano Prodi, ha pronunciato ieri mattina, alla Borsa di Milano
all'apertura della conferenza "After enlargement: financial services in
the wider EU marketplace": “Signore e signori, sono lieto di parlarvi
nel cuore del mercato finanziario italiano. Qui, meglio che altrove, si può
parlare dell'importanza dei servizi finanziari nel quadro dell'Unione
allargata a 25 paesi. Oggi passerò in rassegna ciò che ha fatto questa
Commissione in passato e le sfide che ci attendono in futuro. Ma voglio
premettere qualche considerazione spiegando perché credo che i mercati
finanziari siano al crocevia fra le norme di regolamentazione e quelle
etiche. In primo luogo, vediamo perché l’integrazione dei mercati
finanziari è un obiettivo valido. L'integrazione dei nostri mercati
finanziari è essenziale per il settore finanziario e per il futuro di tutta
l'economia europea. Un mercato dei capitali unificato, stabile e liquido
presenta enormi vantaggi dinamici: 10 mila miliardi di euro in risparmi
privati investiti dai cittadini europei nei fondi in tutta Europa sono una
straordinaria risorsa per la crescita. Si deve investire questi fondi nella
ricerca, nello sviluppo tecnologico, nell'innovazione e nelle nuove
infrastrutture. Oggi, inoltre, con l'allargamento la frontiera delle
opportunità nell’Unione si allarga e le istituzioni finanziarie europee
hanno già investito somme ingenti nei sistemi bancari recentemente
privatizzati dei paesi aderenti. I mercati dei capitali e delle
assicurazioni che stanno nascendo nei nuovi Stati membri hanno un grande
potenziale di crescita e in questa fase di transizione i dieci paesi che
stanno per entrare nell’Unione avranno bisogno di finanziamenti rilevanti.
Tale situazione farà crescere la domanda di capitali e di esperti
finanziari nell'Unione europea. L'allargamento è un gioco a somma positiva.
Ricade su tutti noi l'onere di sfruttare al massimo questa opportunità
storica. Per farlo, dobbiamo integrare con rapidità i nuovi Stati membri in
un mercato finanziario comune. Signore e signori,
La Commissione
europea tenta di trasformare questa occasione in realtà con il Piano
d'azione per i servizi finanziari che eliminerà le barriere di
regolamentazione e quelle erette dall'autorità pubblica garantendo una
serie di libertà commerciali agli operatori su base continentale. Prima
mettere mano a quest’opera, l'integrazione finanziaria era la frontiera
dimenticata del mercato comune europeo. I mercati di capitali erano
frammentati da profonde barriere transfrontaliere che ostacolavano l'offerta
di titoli e valori nonché dalla duplicazione delle regole o da norme
contraddittorie. In seguito, l'introduzione dell'euro ha creato una
situazione paradossale nella quale avevamo sì una sola moneta ma non un
mercato finanziario unificato. Il Piano d'azione è un progetto per
risolvere questi problemi, eliminare i confini per i mercati finanziari come
sono stati già eliminati, con il sistema di Schengen, per la circolazione
delle persone. Tuttavia, abbattere le frontiere non significa però fare a
meno di qualsiasi regola, infatti se la finanza europea non avrà più
frontiere ciò non significa che avremo un’Unione senza regolamentazione.
È proprio l'integrazione che impone un’armonizzazione totale delle
regole. Perché? Perché le crisi di mercato e il rischio sono
caratteristiche proprie del sistema finanziario che possono avere
conseguenze disastrose. Senza regole chiare, si deprime sia il livello
dell'intermediazione finanziaria che il volume complessivo degli
investimenti. Il Piano d'azione è stato lanciato durante l'euforia
finanziaria degli ultimi anni ‘90 ma, nonostante questo, non ha mai perso
di vista certi obiettivi di fondo: stabilità finanziaria, integrità del
mercato e protezione degli investitori e la sua fondamentale vocazione
etica. La solidità delle norme di regolamentazione e salvaguardia e una
supervisione intelligente hanno avuto un ruolo importantissimo
nell’evitare le crisi istituzionali più serie e l'instabilità
finanziaria. Gli architetti di un mercato finanziario integrato non devono
mai perdere di vista l'importanza di una regolamentazione solida e di una
supervisione efficace come componenti centrali dell'interesse pubblico
europeo. A questo punto dobbiamo fare tesoro di quanto abbiamo già fatto
per dare attuazione al Piano d'azione e per capire quanta strada abbiamo
percorso verso l’integrazione dei mercati dei servizi finanziari. In
termini di produzione legislativa, le cifre parlano da sole: sono state
concordate 36 disposizioni di legge su un totale di 42. Direi che non è
male. Ma una cosa è proporre una legge, un'altra è seguirne l'intero
processo di approvazione e di adozione da parte del Parlamento e del
Consiglio. Un'altra ancora, infine, è garantire che la norma europea venga
recepita nelle legislazioni nazionali e, soprattutto, che sia messa in
pratica. Quindi c'è ancora molta strada da fare prima di poter parlare di
un mercato dei servizi finanziari effettivamente integrato entro il 2005.
Spero che le Presidenze italiana e irlandese rimuovano gli ultimi ostacoli
su alcune proposte chiave come le due Direttive sui servizi di investimento
e sulle offerte pubbliche di acquisto. Alcuni punti specifici di certe
proposte hanno spesso scatenato reazioni energiche, tuttavia da un punto di
vista più generale, il progetto nel suo insieme ha gettato le basi
giuridiche per una integrazione autentica dei mercati finanziari. Il mercato
finanziario unico non è più un sogno ma una prospettiva realistica. Il
Parlamento,
la Commissione
e il Consiglio hanno mostrato sulla questione un livello di cooperazione
senza precedenti e questo ha costituito un fattore di successo cruciale. Un
altro fattore cruciale è la qualità stessa della legislazione. Nella
nostra ampia opera di consultazione abbiamo coinvolto le autorità nazionali
di regolamentazione e di controllo nella preparazione delle proposte
legislative e ci siamo avvalsi del prezioso aiuto del Comitato dei
regolatori dei titoli europei che ha assistito
la Commissione
in merito alle misure di attuazione della legislazione più recente. Molte
delle disposizioni chiave devono ancora entrare in vigore ma il Piano
d'azione ha dato il via a una profonda ristrutturazione del panorama
finanziario dell'Unione. Le imprese danno per scontata l'introduzione di un
quadro giuridico coerente e questo, assieme all'introduzione dell'euro, ha
catalizzato il cambiamento. Abbiamo visto nascere nuovi mercati e nuove
tecniche finanziarie. Il capitale di rischio e i mercati di capitali
privati, organizzati su base transnazionale, sono diventati fonti importanti
per di finanziamento per le nuove imprese. Queste trasformazioni favoriscono
la riorganizzazione e il consolidamento delle borse valori e delle
infrastrutture di compensazione e di liquidazione che vanno verso un
ambiente completamente nuovo per le transazioni e nelle fasi successive agli
scambi. I clienti finali europei godono già dei vantaggi di una maggiore
concorrenza e di una scelta più ampia: oggi il 33% dei fondi comuni
dell'Unione si vendono e si distribuiscono su base transnazionale.
L'integrazione di fondo dei mercati finanziari beneficia indirettamente le
famiglie europee grazie ai minori costi per le operazioni di mutuo e di
prestito. Signore e signori, diamo ora uno sguardo alle sfide che ci
aspettano. Queste sfide non si limitano all'Unione europea e perché quello
dei mercati finanziari è in assoluto il settore più globalizzato. Ma anche
a livello mondiale vediamo crescere il bisogno di fiducia, di trasparenza e
di simmetria delle informazioni. L'interdipendenza dei mercati finanziari di
tutto il mondo è innegabile. La brusca correzione dei mercati azionari nel
2001 illustra con chiarezza brutale che cosa succede quando si trasmette
incertezza a tutto il sistema finanziario internazionale. I danni finanziari
collaterali possono essere ingenti. I mercati di capitali europei hanno
risentito più di quelli americani degli scandali contabili avvenuti negli
Stati Uniti. D'altra parte, gli Stati Uniti e l'Europa rappresentano insieme
oltre l’80% del mercato di capitali mondiale. Quindi la nostra priorità
più alta deve essere quella di trovare le soluzioni assieme ai nostri
partner d'oltreoceano. Non v’è dubbio che superare le divergenze sia
nell'interesse comune dell'Unione europea e degli Stati Uniti, perché i
vantaggi per entrambi sono enormi. Ripeto che il processo legislativo non si
è ancora concluso: dobbiamo fare ancora un grande sforzo per trasporre le
proposte che sono passate in Parlamento e al Consiglio nelle legislazioni
nazionali e per dar loro attuazione effettiva. Il compito della Commissione
sarà soprattutto quello di attuare le disposizioni del Piano d'azione in
modo coerente e di farle rispettare con equità e senza eccessi. Signore e
signori, Negli ultimi anni il centro di gravità della legislazione
finanziaria nell'Unione Europea si è spostato verso le nostre istituzioni.
Ciò non significa l'imminente abbandono del tradizionale sistema di
regolamentazione o delle strutture di supervisione a favore di soluzioni
centralizzate. Tuttavia, abbiamo ormai un impegno irrevocabile verso un
approccio collettivo per la progettazione e l'attuazione della legislazione
finanziaria. Questo sviluppo è per l'Europa l’occasione di migliorare la
sua performance. Ma sono anche consapevole che la transizione imporrà
cambiamenti di ampia portata nell'ambiente della regolamentazione, nonché
alcuni costi di adattamento e dei rischi per gli operatori e le autorità di
mercato. Tocca alla Commissione mettere in moto quei processi che possano
rassicurare i mercati che si terrà conto dei loro bisogni e delle loro
preoccupazioni. Faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità. Auspico
che in futuro la comunità finanziaria e le autorità nazionali continuino a
offrirci sostegno e determinazione per tradurre in realtà il progetto del
mercato finanziario comune. Sarà un bene per tutti: per il settore dei
servizi finanziari, per i suoi clienti e, in ultima analisi, per tutti i
cittadini dell'Europa allargata".
L'UE
FINANZIERÀ PROGETTI DI RICERCA PER 5 MILIARDI DI EURO
Bruxelles, 18 novembre 2003 - Oltre 100 000 partecipanti di più di 50 paesi
hanno sottoposto circa 12 000 progetti in risposta al primo invito a
presentare proposte per il Sesto programma quadro di ricerca (6º Pq),
dotato di un bilancio di 20 miliardi di euro. La prima tornata di inviti,
chiusasi nei primi mesi dell'anno e dotata di un bilancio di 5 miliardi di
euro, ha rivelato una partecipazione omogenea attraverso le tematiche di
ricerca e i vecchi e nuovi strumenti di finanziamento. Il 40% circa dei
progetti vede inoltre la partecipazione di soggetti dei paesi in via di
adesione e dei paesi candidati(1). Sono attualmente in corso i negoziati per
la conclusione dei contratti in tutti i settori, che spaziano
dall'invecchiamento alle allergie, alle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione, alle scienze marine, alle nanotecnologie fino al confinamento
del carbonio. "La reazione massiccia ed equilibrata ai primi inviti a
presentare proposte è incoraggiante in quanto dimostra che la comunità
europea dei ricercatori e delle imprese è dinamica e disposta ad accomunare
le risorse a livello europeo", ha affermato Philippe Busquin,
commissario europeo per la ricerca. "Per quanto importante, il nostro
programma di finanziamento della ricerca" ha aggiunto il commissario
Busquin "rappresenta appena il 5% della spesa complessiva europea in
questo settore. Spetta agli Stati membri e all'industria unire le loro forze
per far fronte all'attuale frammentazione delle risorse. Il nuovo programma
quadro di ricerca dell'Ue potrà contribuire allo sforzo in questo senso
aiutando a costituire una massa critica nelle principali discipline
scientifiche." Il programma di finanziamento della ricerca più
importante al mondo - Grazie ad una dotazione finanziaria di 17,5 miliardi
di euro (20 miliardi se si sommano i contributi dei paesi in via di adesione
e dei paesi candidati), il 6º Pq figura tra i principali programmi di
ricerca al mondo. Sostenendo progetti in una serie di discipline strategiche
il programma favorirà la creazione dello Spazio europeo della Ricerca, un
vero e proprio mercato interno della scienza e della conoscenza. Per la
prima volta il programma finanzierà anche progetti di coordinamento delle
azioni e delle politiche nazionali. La prima tornata di inviti a presentare
proposte nell'ambito del 6º Pq è stata pubblicata il 17 dicembre 2002 (cfr.
Ip/02/1889) e si è chiusa in marzo-aprile 2003. Quasi 12 000 proposte - Le
11 596 proposte ricevute sono state valutate da esperti indipendenti e sono
stati avviati i negoziati per la conclusione dei contratti relativi ai
progetti selezionati in vista di un finanziamento. I principali risultati
dei primi inviti sono i seguenti (cfr. L'allegato 1 contenente una tabella
con il numero di proposte e di partecipanti per ogni parte del 6º Pq e il
Memo/03/230 contenente alcuni esempi di progetti e informazioni sul Sesto
programma quadro): 11 596 proposte ricevute per un totale di 106 117
partecipanti di oltre 50 paesi; le proposte vertono su tutte le priorità
tematiche del 6º Pq e il loro livello qualitativo è alto; i progetti
integrati costituiscono il nuovo strumento di finanziamento che ha riscosso
il maggiore successo; il livello di partecipazione delle imprese alle reti
di eccellenza è stato relativamente limitato. Alcune proposte rivelano
peraltro che l'uso di questo strumento non è ancora chiaro a tutti i
partecipanti.
La Commissione
opera attivamente per garantire una migliore comprensione di questo
strumento; il grande interesse suscitato dal primo invito a presentare
proposte fa sì che probabilmente sarà possibile finanziare solo un
progetto su sei. Per correggere questa situazione i futuri inviti dovranno
essere più mirati e dovrà generalizzarsi l'uso della procedura di
presentazione della proposta in due fasi. Maggiore partecipazione,
soprattutto dei paesi in via di adesione e dei paesi terzi : Il numero di
partecipanti per proposta è aumentato rispetto al 5º Pq. Nell'ambito del
6º Pq il numero varia da
14 a
53 a
seconda dell'area tematica e del tipo di finanziamento, rispetto ad una
media generale di 7 partecipanti per il 5º Pq; i paesi in via di adesione e
i paesi candidati1 sono coinvolti nel 40% delle proposte. Sono in atto
misure tese a migliorare il flusso di informazioni sul 6º Pq verso questi
paesi in modo da aumentare il loro numero di coordinatori nella prossima
tornata di inviti a presentare proposte. È inoltre in via di conclusione la
fase di valutazione di un invito riservato a questi paesi; i paesi
associati(2) sono coinvolti nel 24% delle proposte mentre la partecipazione
degli altri paesi terzi è del 19%; per quanto riguarda i negoziati per i
contratti nelle priorità tematiche, le piccole e medie imprese (Pmi)
rappresentano il 13% del volume di finanziamenti e il 17% del numero di
partecipanti; è in fase di preparazione la pubblicazione della seconda
tornata di inviti, basata sui risultati della prima tornata e sui consigli
del gruppo consultivo del 6º Pq. Per ottenere informazioni su tutti gli
inviti si invita a consultare il sito Europa della Commissione e il sito
Cordis: Infolink: http://europa.Eu.int/comm/research/fp6/calls_en.cfm
http://fp6.Cordis.lu/fp6/calls.cfm
STRAGE
DI NASSIRIYA: SUL PORTALE DEGLI ITALIANI ITALIA.GOV.IT I CITTADINI POTRANNO
APPORRE LE FIRME DI SOLIDARIETÀ PER LE VITTIME
Roma, 17 novembre 2003 - Il “libro del dolore e del cordoglio” degli
Italiani per le vittime della strage terroristica di Nassiriya è
sottoscrivibile on line da quanti non possono partecipare al rito funebre in
programma domani, martedì 18 novembre, giornata di lutto nazionale, alle
ore 11.30 nella basilica di San Paolo fuori le mura a Roma. Su iniziativa
del ministro per l’Innovazione le Tecnologie Lucio Stanca, infatti, sul
Portale degli Italiani www.Italia.gov.it i cittadini potranno esprimere la
loro solidarietà alle vittime e alle loro famiglie, apponendo le proprie
firme che saranno poi messe a disposizione del Ministero della Difesa e dei
congiunti delle vittime. Infolink: www.Italia.gov.it
E-GOVERNMENT:
ALLEANZA TRA GOVERNO ITALIANO E ONU PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO (PVS)
New York, 18 novembre 2003 - Parlerà italiano il programma dell’Onu per
dotare i Paesi in Via di Sviluppo-pvs di strumenti tecnologici che
consentano il buon governo della Pubblica amministrazione. Lucio Stanca,
ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, e Mark Malloch Brown,
amministratore dell’Undp, il Programma dell’Onu per lo sviluppo, al
termine di un incontro al Palazzo di Vetro di New York hanno infatti
annunciato, con una nota congiunta, che il Governo italiano concederà un
contributo di 2,3 milioni di dollari, ossia 2 milioni di euro, al Programma
per lo Sviluppo dell’Unpd allo scopo di promuovere l’applicazione delle
Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (Ict) alla Pubblica
amministrazione dei Paesi in Via di Sviluppo. Le risorse verranno assegnate
al Thematic Trust Fund dell’Undp, specifico per le Tecnologie
dell’Informazione e della Comunicazione, attingendole a quelle
dell’iniziativa Italiana di e-Government per lo Sviluppo, lanciata dal
Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla Conferenza internazionale
sull’e-Government di Palermo (aprile 2002). "Con questa
iniziativa", ha spiegato il ministro Lucio Stanca, "l’Italia
mette a disposizione dell’Onu la propria esperienza tecnologica ed
organizzativa in una materia delicata come quella dell’e-Government per lo
sviluppo, che abbiamo già avviato in diversi paesi, tra cui Mozambico,
Giordania, Nigeria, Tunisia e Albania". Nel ringraziare il ministro
Stanca per il contributo dell’Italia, Mark Malloch Brown ha spiegato che
le "risorse verranno usate per sostenere la realizzazione del ‘buon
governo’ (good governance) nei Paesi in Via di Sviluppo, aumentando così
l’efficienza e la trasparenza della loro azione amministrativa, ma anche
il monitoraggio delle operazioni e transazioni del governo pubblico".
Un accordo per l’uso di questi fondi è in discussione e sarà firmato
dall’Italia con l’Onu proprio al "Forum mondiale sulla Società
dell’Informazione-wfis", promosso dalla stessa organizzazione
internazionale a Ginevra per dicembre 2003. Questo programma congiunto -
precisa la nota - sarà la base di una collaborazione che si prospetta lunga
e produttiva.
IL
MINISTRO LETIZIA MORATTI: "FINANZIARIA 2004: PIÙ 1,6-1,7 MILIARDI DI
EURO PER
LA RICERCA
" "IL SISTEMA PUBBLICO ITALIANO PER
LA PRIMA VOLTA
AL PASSO CON L'EUROPA" "IN DUE ANNI ABBIAMO AUMENTATO IL NUMERO
DEI RICERCATORI E DEI DOCENTI UNIVERSITARI DEL 10,7 PER CENTO"
Milano, 18 novembre 2003 - Intervenendo a Milano alla celebrazione del
decimo anniversario di fondazione del Dibit, Centro di ricerca dell'Ospedale
San Raffaele, il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca,
Letizia Moratti, ha detto: "Il Governo nella Finanziaria
2004 ha
previsto un'ampia manovra per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo, con
un incremento complessivo che si aggira intorno a 1,6-1,7 miliardi di euro.
La manovra interviene su più fronti: detassazione di parte dei costi per le
imprese che fanno investimenti in ricerca e sviluppo, con un costo stimato
oscillante tra 250 e 650 milioni di euro a seconda delle richieste delle
aziende italiane; bonus fiscale a favore dei ricercatori che rientreranno in
Italia entro i prossimi anni (20 milioni) cartolarizzazione, e quindi
anticipazione, per circa 600 milioni di euro, dei crediti dello Stato e di
altri enti pubblici relativi ai finanziamenti per investimenti in ricerca ed
innovazione, da utilizzare per il finanziamento dei programmi di ricerca
industriale; prestiti fiduciari pari a 10 milioni di euro per studenti
capaci e meritevoli e borse di studio per altri 20 milioni di euro; lancio
dell'Istituto Italiano di Tecnologia, 50 milioni di euro nel 2004 e 100
negli anni successivi allo scopo di promuovere lo sviluppo tecnologico del
paese in sinergia ed in rete con le università ed i centri di ricerca;
Incremento di circa 310 milioni di euro per il Fondo per il Funzionamento
Ordinario degli atenei, e per il finanziamento degli atenei privati, e di 40
milioni di euro per le assunzioni di ricercatori vincitori di concorso. E'
stimabile che di tali fondi ca 195 milioni siano addebitabili ad attività
di ricerca; stanziamenti nella finanziaria di 20 milioni di euro finalizzati
alla realizzazione di progetti di ricerca strategici di rilevante interesse
nazionale; A questi fondi attualmente previsti dalla legge finanziaria si
aggiungono 246 milioni di euro per il 2004 attribuiti dal Cipe alle attività
di R&s sul fondo aree depresse. In sintesi l'incremento previsto nelle
spese di R&s a carico del bilancio dello Stato per il 2004 è circa
1,6-1,7miliardi di euro, e ciò corrisponde - tenendo conto delle spese
totali in ricerca per il 2002 del settore pubblico, che secondo il
recentissimo rapporto dell'Istat, ammontano a 6.911 miliardi di euro -, ad
un incremento intorno allo 0,1% del Pil. Il rapporto tra investimenti
pubblici per R&s e Pil per il 2004 salirebbe così dall'attuale 0,53%
allo 0,63% del Pil contro una media Ue dello 0,66% (1999, ultimo dato). Ciò
corrisponde ad un incremento per il 2004 dei finanziamenti a carico dello
Stato per ricerca pari a circa il 22-25%. Con questi stanziamenti si riduce
praticamente a zero il gap nei finanziamenti pubblici tra l'Italia e la
media degli altri paesi della Ue a carico del bilancio dello Stato. Ma a
documentare il forte contributo dello Stato al problema dell'incremento del
personale dedicato alla ricerca vorrei fornire le seguenti cifre. Al 31
dicembre 2000, all'atto della formazione del nuovo Governo (dati Cineca) i
professori ordinari o straordinari in attività nelle nostre università
erano complessivamente 15.026, gli associati 17.259 e i ricercatori 19.668,
per un totale di 51.953 docenti assunti in ruolo - a questo numero devono
essere aggiunti per le Università i dottorandi di ricerca, gli assegnisti
di ricerca, e altro personale assunto con contratti a termine -. Al 31.12
2002 gli stessi dati sono così aggiornati: 18.131 ordinari e straordinari,
18.502 associati, 20.900 ricercatori per un totale di 57.533 docenti in
ruolo. E così, in solo due anni il numero dei docenti universitari è
aumentato in questi due anni di 3105 unità pari a +20,6%, per i professori
ordinari e straordinari; di 1243 unità per gli associati (+7,2%); e di
1232, pari a + 6,2%, per i ricercatori. L'incremento del numero totale del
personale universitario docente e ricercatore di ruolo nei due anni del
nuovo Governo è risultato quindi di 5.580 unità pari al 10,7%. Credo che
queste cifre, meglio di ogni parola documentino la costante attenzione del
sistema pubblico al problema dei docenti e dei ricercatori operanti nelle
Università. Purtroppo devo rilevare che le Università italiane, che
attualmente godono da questo punto di vista di piena autonomia, hanno scelto
la strada di privilegiare il settore dei professori ordinari (+20,6%)
rispetto all'immissione di nuovi giovani ricercatori (+6,2%). E ciò,
ovviamente implica una spesa proporzionalmente assai più elevata poiché lo
stipendio di un professore ordinario è due volte e mezzo rispetto a quello
di un ricercatore. Le previsioni attuali della Finanziaria potranno infatti,
permettere di inserire in ruolo circa altri 1700 ricercatori, consentendo
deroghe per i professori ordinari ed associati al blocco delle
assunzioni".
ZADRA:
MAI DETTA
LA FRASE RIPORTATA
NEI TITOLI DELLE AGENZIE
Roma, 18 novembre 2003 - “Non ho mai detto la frase che mi sarebbe
attribuita dai titoli delle agenzie di stampa”. Lo afferma il Direttore
generale dell’Abi Giuseppe Zadra in relazione a quanto diffuso dopo la sua
partecipazione ad una trasmissione in onda su Radio24 questa mattina. Nel
corso della trasmissione, a domanda del giornalista, Zadra ha infatti
risposto: “Se mi sta chiedendo – ha detto Zadra – cosa accade se un
bancario o una banca ha violato le regole, le rispondo che in questo caso
basta contestarlo e si avvia un meccanismo sanzionatorio e rimediativo”.
Zadra ha quindi ribadito un concetto più volte sottolineato dall’Abi e
cioè che “la questione riguarda le singole banche e va valutata caso per
caso. Sono in corso indagini e attendiamo l’esito degli accertamenti tesi
a verificare il rispetto delle norme”.
BNL
E BCC AVVIANO UNA PARTNERSHIP INDUSTRIALE IN ARTIGIANCASSA L’ACCORDO
QUADRO È STATO DEFINITO IERI A ROMA DA BNL E ICCREA HOLDING
Roma, 18 novembre 2003 - Banca Nazionale del Lavoro S.p.a. Ed Iccrea Holding
S.p.a., la capogruppo del Gruppo Bancario Iccrea posseduta dalle Banche di
Credito Cooperativo e dalle Casse Rurali e Artigiane, hanno definito un
accordo quadro per l’ingresso di Iccrea Holding nel capitale Artigiancassa,
partecipata da Bnl per il 73,856% e per il 26,143% da Agart Spa
(rappresentativa di Confartigianato, Confederazione Nazionale
dell'Artigianato, Confederazione Autonoma Sindacati Artigiani e Fedart –
Federazione Nazionale Unitaria delle Cooperative e dei Consorzi Artigiani di
garanzia). Anche dopo l’ingresso del nuovo socio, Bnl manterrà la
maggioranza del capitale sociale di Artigiancassa. Tale partnership sarà
definitivamente realizzata a conclusione di un processo di approfondimento e
deliberazione che richiederà anche le necessarie autorizzazioni delle
competenti autorità di Vigilanza, nonché la condivisione ed il
coinvolgimento nel progetto di rilancio da parte delle associazioni di
categoria rappresentate nell’Agart Spa. Il progetto industriale avrà lo
scopo di rilanciare il ruolo di Artigiancassa quale banca specialistica di
riferimento per il mondo artigiano, anche attraverso il supporto offerto
dalla rete distributiva delle Banche di Credito Cooperativo e delle Casse
Rurali ed Artigiane (Bcc/cra), costituita da oltre 3.300 sportelli diffusi
su tutto il territorio nazionale. La partnership, tra l’altro, permetterà
una migliore focalizzazione dell’offerta commerciale di Artigiancassa su
servizi di erogazione di fondi agevolativi pubblici e attività di credito a
medio lungo termine in favore delle imprese artigiane. Il mercato degli
impieghi a favore delle imprese artigiane ammontava, a fine
2001, a
circa 47,5 miliardi di euro, di cui il 45% a medio-lungo termine e
rappresentava il 4,9% del credito bancario all’intero sistema delle
imprese. Il peso economico dell’artigianato, nello stesso anno, realizzava
a livello nazionale, quasi il 14% del Pil, il 21% dell’occupazione nelle
imprese ed il 18% dell’export. "L’accordo siglato oggi – ha detto
Luigi Abete, presidente di Bnl - permetterà di valorizzare al meglio le
potenzialità di Artigiancassa quale banca dedicata agli artigiani e ai
piccoli operatori economici e di affiancarli nelle loro esigenze finanziarie
attraverso una significativa rete di sportelli ben radicata sul territorio".
"L’intesa con Bnl – ha detto il presidente di Federcasse e Iccrea
Holding Alessandro Azzi – rappresenta un risultato di grande importanza
per il credito cooperativo. Attraverso la rete capillare degli sportelli
delle Banche di Credito Cooperativo, le imprese artigiane saranno ancor più
facilitate nell’accesso al credito non solo in termini quantitativi, ma
soprattutto qualitativi. Ai tradizionali prodotti di Artigiancassa, difatti,
si.Aggiunge il know how delle Bcc in termini di conoscenza del territorio e
di relazione con la clientela. Anche in questo senso, la collaborazione con
le associazioni artigiane è indispensabile". Bnl, con questo accordo,
punta ad unire nell’azionariato di Artigiancassa le principali entità a
supporto dello sviluppo del sistema artigiano rappresentate da associazioni
di categoria, confidi e Bcc/cra. Le Bcc, da parte loro, intendono
arricchire, grazie all’offerta specialistica di Artigiancassa, la propria
gamma di prodotti e servizi, rispondendo così - in maniera sempre più
efficace e mirata - alle esigenze manifestate dalle imprese artigiane,
importante segmento della loro clientela (i crediti erogati dalle Bcc
italiane rappresentano difatti il 19% di quelli che l’intero sistema
bancario eroga alle piccole imprese artigiane). Advisor finanziario
dell’operazione per Bnl è Mediobanca.
MELIORBANCA
PERFEZIONA ACQUISTO DI GESFID SA
Milano, 18 Novembre 2003 - Meliorbanca, in esecuzione delle delibere già
assunte dal Consiglio di Amministrazione, ha perfezionato l’acquisto del
49% di Rinascita Holding Sa, di cui già possiede il 51%, e che controlla
interamente Gesfid Sa, società svizzera attiva nel risparmio gestito. La
partecipazione è stata acquisita dalla famiglia Saladino; Antonino Saldino
è altresì membro del Consiglio di Amministrazione di Meliorbanca. Gesfid
ha generato nei primi nove mesi dell’anno un utile lordo di 4,4 milioni di
euro, a fronte di un margine di intermediazione di 10,5 milioni di euro. Al
30 settembre vanta una massa in gestione di 1,1 miliardi di euro.
DISPONIBILE FINO AL 22 DICEMBRE IN
TUTTI GLI UFFICI POSTALI L'OBBLIGAZIONE MIX BANCOPOSTA VI BIMESTRE 2003
NELLA SCADENZA A TRE E A CINQUE ANNI
Roma, 18 novembre 2003 Fino al 22 dicembre 2003 è possibile
sottoscrivere, presso tutti gli uffici postali, l'obbligazione con capitale
garantito a scadenza e pagamento annuale degli interessi denominata
"Mix Bancoposta Vi Bimestre 2003". L'obbligazione è disponibile
con scadenza a tre e cinque anni. Il lotto minimo di collocamento è di soli
1.000 euro. Mix Bancoposta Vi Bimestre 2003 offre un rendimento annuo a
tasso fisso garantito al quale si aggiunge un rendimento annuo variabile
legato all'andamento di un paniere selezionato di 20 azioni di grandi
aziende internazionali appartenenti a quattro settori economici affidabili e
protettivi: alimentare, servizi di pubblica utilità, farmaceutico e
bancario. Le azioni che compongono il "paniere" di Mix a 3 e 5
anni sono state selezionate sulla base del "consensus" espresso da
analisti internazionali, che ne suggeriscono l'acquisto e/o il mantenimento
in portafoglio. Tale circostanza lascia presupporre ottime possibilità di
crescita del valore di tali azioni e, quindi, una significativa probabilità
di riscossione del valore massimo della cedola premio variabile. Il
rendimento nominale massimo conseguibile a scadenza è del 15,05% lordo con
Mix Bancoposta a tre anni e del 31,35% lordo con Mix Bancoposta a 5 anni.
Mix Bancoposta Vi Bimestre
2003 a
3 anni offre: - il pagamento annuale di una cedola fissa garantita pari al
4,25% lordo il primo anno e all' 1,15% lordo il secondo e il terzo anno; -
il pagamento annuale di una cedola premio variabile massima pari al 4,25%
lordo per il secondo e il terzo anno; Il rendimento nominale massimo
conseguibile a scadenza è quindi del 15,05% lordo. Il valore della cedola
premio variabile è legato all'andamento di 20 azioni internazionali e sarà
interamente corrisposto, nell'anno di riferimento, qualora il valore di
ciascuna delle venti azioni sarà uguale o maggiore al 90% di quello
iniziale. Tale meccanismo rende particolarmente protettivo il prodotto,
poiché anche in presenza di una perdita per ciascuna azione pari al 10%, il
risparmiatore percepirebbe interamente la cedola premio variabile. Nel caso
in cui il valore, a fine periodo, di una delle 20 azioni, fosse inferiore al
90% di quello iniziale, l'ammontare della cedola variabile verrebbe ridotto
dello 0,85%. Nel caso in cui le azioni con una perdita superiore al 10%
fossero due, la riduzione della cedola premio variabile sarebbe di 1,7% e
così via. I titoli che compongono il paniere di riferimento sono: Abbott
Labs, Ajinomoto, Aventis Sa, Banca Popolare Verona/novara, Bank of America,
Bnp, Carrefour Sa, Conocophillips, E.on Ag, Enel, General Mills, Heineken Nv,
Iberdrola, Novartis, Pfizer, Royal Bank of Scotland, Seven-eleven Japan Co.,
Suez Sa, Takeda Chemical Industries Ltd, Unilever Nv.
GRUPPO
TREVI: NEL TERZO TRIMESTRE CRESCITA IN LINEA CON LE ATTESE RICAVI TOTALI A
274,8 MILIONI DI EURO (+11,3%), EBITDA A 33,4 MILIONI, EBIT A 14,1 MILIONI E
RISULTATO ANTE IMPOSTE A 4,5 MILIONI DI EURO.
Cesena, 18 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Trevi -
Finanziaria Industriale S.p.a. (Mi:tfi), holding del Gruppo Trevi,
presieduto dal Cav. Del Lavoro Davide Trevisani ha approvato la relazione
trimestrale consolidata al 30 settembre 2003. Nei primi nove mesi emergono
ricavi totali per 274,8 milioni di euro (247,0 milioni al 30 settembre 2002
pari a +11,3%); il margine operativo lordo è di 33,4 milioni di euro
(contro i 24,1 milioni dello stesso periodo 2002) e un risultato operativo
netto pari a 14,1 milioni di euro (7,6 milioni al 30 settembre 2002). Il
risultato netto ante imposte di pertinenza del Gruppo è positivo per 4,5
milioni di euro (contro un risultato negativo di 2,3 milioni di euro
registrata al 30 settembre 2002), grazie alle azioni intraprese nel
trimestre principalmente a copertura dai rischi di cambi. I dati evidenziano
una crescita della redditività: il rapporto percentuale tra Ebitda e ricavi
totali (12,1%) risulta infatti in crescita rispetto all’analogo periodo
del 2002, così pure il rapporto tra Ebit e ricavi totali (5,1%), in linea
con il budget 2003 comunicato. Se le operazioni di consolidamento fossero
eseguite a cambi costanti del 30 settembre 2002, i ricavi totali sarebbero
ammontati a circa 304 milioni di Euro, il risultato operativo sarebbe salito
a 15.8 milioni di Euro e il Patrimonio netto a 85,3 milioni di Euro. Al 30
settembre 2003 il portafoglio ordini si attesta sui 332,4 milioni di euro.
La posizione finanziaria netta, è negativa per 129,1 milioni di euro, in
linea con quella al 30 giugno 2003, contro i –118,7 milioni di euro
registrati al 31/12/02. Nel terzo trimestre è confermata la crescita nel
settore “core business” sia per quanto riguarda i servizi di ingegneria
delle fondazioni e soprattutto per quanto riguarda la produzione di macchine
di fondazione. “Il terzo trimestre 2003 - ha dichiarato il Presidente
Davide Trevisani - ha evidenziato un netto miglioramento di tutti i
parametri di redditività rispetto all’analogo periodo dell’esercizio
precedente, in linea con le attese. Nonostante la difficile congiuntura
internazionale, questi dati ci consentono di confermare le stime fatte per
l’anno in corso, con ricavi totali in aumento di oltre il 6% rispetto
all’esercizio precedente. Da sottolineare il positivo trimestre della
divisione metalmeccanica Soilmec. Per il quarto trimestre sono positive le
prospettive delle controllate operanti in Africa Occidentale, negli Emirati
Arabi Uniti ed in sud America”.
ERICSSON
S.P.A RISULTATI DEL TERZO TRIMESTRE 2003 : FATTURATO CONSOLIDATO DI 211
MILIONI DI EURO CONTRO I 233 MILIONI DI EURO DEL TERZO TRIMESTRE 2002
Milano, 18 novembre 2003 – Il consiglio di amministrazione ha approvato il
14 novembre i risultati del terzo trimestre 2003 del Gruppo Ericsson. A
parità di area di consolidamento, il fatturato consolidato del Gruppo è
stato di 211 milioni di euro contro i 233 milioni di euro del terzo
trimestre 2002, con un decremento del 9 per cento rispetto al corrispondente
periodo del precedente esercizio. Il valore progressivo del fatturato alla
fine del terzo trimestre ammonta a 617 milioni di euro rispetto ai 749
milioni al 30 settembre 2002, con una diminuzione del 17,6 per cento. Il
risultato operativo del trimestre, pari alla differenza tra il valore ed i
costi della produzione, è stato di -2,0 milioni di euro rispetto ai 12,4
milioni di euro del terzo trimestre 2002. Il decremento della redditività
è da attribuire principalmente al maggiore importo di accantonamenti
effettuati. In termini progressivi il risultato operativo è stato di 8,5
milioni di euro (1,4 per cento del fatturato) rispetto ai 76,5 milioni di
euro (9,6 per cento del fatturato) al 30 settembre 2002. Il decremento del
risultato è dovuto al citato incremento degli accantonamenti, ancora più
rilevante sull’intero periodo, al minore assorbimento dei costi fissi, pur
in presenza di un loro contenimento, a un impatto negativo del mix dei
prodotti oltre al venire meno di alcuni proventi non ricorrenti che avevano
influenzato positivamente per circa 22 milioni di euro il risultato dello
scorso esercizio. Le disponibilità finanziarie nette al 30 settembre 2003
ammontavano a 262 milioni di euro (41 milioni di euro alla fine
dell’esercizio 2002). Il numero dei dipendenti al 30 settembre 2003 era di
2.019 unità, contro 2.107 della fine del 2002. Il consiglio di
amministrazione ha nominato Timothy Lucie-smith responsabile delle relazioni
con gli investitori.
AMPLIFON:
CONCLUSO ACCORDO PRELIMINARE PER L’ACQUISIZIONE DEL 100% DI HOREN
NEDERLAND, SOCIETÀ OLANDESE DI COMMERCIALIZZAZIONE DI APPARECCHI ACUSTICI
Milano, 18 novembre 2003 - Amplifon, il Gruppo leader mondiale nella
distribuzione ed applicazione di apparecchi acustici, ha siglato oggi un
accordo preliminare per l’acquisizione del 100% di Horen Nederland, società
olandese di commercializzazione di apparecchi acustici. Con un fatturato
2003 stimato in 15.5 milioni di Euro e una quota di mercato del 9%, Horen è
presente in Olanda attraverso 23 punti vendita, principalmente localizzati
nel nord-est del paese. L’acquisizione, che dovrebbe essere finalizzata
nel mese di gennaio
2004, ha
un valore di 17 milioni di Euro, di cui 1 milione di Euro di debito
finanziario, con un prezzo d’acquisto che è inferiore a cinque volte il
valore dell’Ebitda incrementale prospettico 2004. Il Gruppo Amplifon,
presente sul mercato olandese attraverso Acoudire, società leader di
mercato con una quota del 27%, è già fornitore di prodotti e servizi della
neo acquisita Horen Nederland, con cui condivide, tra l’altro, la
logistica e i sistemi informativi. L’effetto dell’acquisizione sul
fatturato consolidato del Gruppo Amplifon, al netto della quota di fatturato
che già deriva dai prodotti forniti a Horen, è di oltre 10 milioni di
Euro. L’operazione, coerente con la strategia del Gruppo di espansione
internazionale in quei paesi in cui è già presente, è particolarmente
rilevante in quanto consolida ulteriormente la leadership sul mercato
olandese e permette una copertura territoriale completa del mercato. Con
Horen Nederland, infatti, il Gruppo Amplifon, già presente in Olanda con
Acoudire, raggiunge una market share di oltre il 35% in un mercato, quello
olandese, con interessanti prospettive di crescita. In termini di copertura
territoriale, l’operazione è strategica in quanto il Gruppo Amplifon,
attraverso Acoudire, ha solo tre punti vendita nel nord/est del paese, area
in cui Horen ha, invece, una posizione di leadership. La completa copertura
territoriale rappresenta, inoltre, un vantaggio competitivo del Gruppo nei
confronti delle assicurazioni, soggetti attivi nei processi decisionali del
consumatore olandese; le assicurazioni, infatti, tendono a privilegiare
quegli interlocutori che garantiscono una fornitura di servizi su tutto il
territorio nazionale. Un ulteriore aspetto rilevante è rappresentato dalle
sinergie già esistenti tra le due società, Acoudire e Horen Nederland,
che, come detto, condividono i sistemi informativi e la logistica, essendo
Accudire già fornitore di servizi di Horen. “L’acquisizione di Horen
Nederland – ha affermato Alessandro Baldissera Pacchetti, Amministratore
Delegato del Gruppo Amplifon – ci permetterà di consolidare ulteriormente
la leadership sul mercato olandese e di raggiungere una copertura
territoriale completa.” “L’operazione - ha continuato Alessandro
Baldissera Pacchetti – è coerente con la strategia dichiarata del Gruppo
di espansione internazionale in quei paesi in cui siamo già presenti.”
“Riteniamo – ha concluso Alessandro Baldissera Pacchetti – che, grazie
alle elevate sinergie esistenti tra la società acquisita e Acoudire, saremo
in grado di migliorare ulteriormente la redditività di Acoudire e di
integrare efficacemente le due realtà.
ASSOGESTI
2° CONVEGNO NAZIONALE : " REGOLE E POLITICHE PER L'INDUSTRIA
DEI SERVIZI IMMOBILIARI "
Milano, 18 novembre 2003 - L'ASSOGESTI - Associazione Gestori Patrimoni
immobiliari - dopo il successo dello scorso anno, il 20 novembre 2003 terrà
il suo 2° Convegno Nazionale dal titolo " Regole e politiche per
l'industria dei servizi immobiliari ".
L'evento si svolgerà a Roma, presso Palazzo Marini - Camera dei Deputati.
Professionalità, qualità dei servizi, esigenza di un'interfaccia attiva
della P.A., questi ed altri saranno i temi che verranno trattati dai vari
Relatori nel corso dell'evento con l'abile regia del moderatore Prof.Gualtiero
Tamburini. Il convegno vedrà la partecipazione dei principali
Rappresentanti delle Imprese del settore (C.Puri Negri, L.Zunino,G.Camerani,
M Cimatti, G. De Rita, G.M. Paviera, C.Ferrero) e delle Istituzioni (On.
Armosino, On. Armani, On. Aracu,On. E.Letta, E. Splitz e M.Ponzellini).
Per essere iscritti all'evento gratuito, è necessario inviare
un'e-mail (Società/Ente - Nome/Cognome - Funzioni) ad info@assogesti.it
GRUPPO BANCA LOMBARDA E
GE MORTGAGE INSURANCE (GRUPPO GENERAL ELECTRIC) LANCIANO "MUTUO CHIARO
LINEA GIOVANI SINO AL 100%"
LA NUOVA SOLUZIONE
RIVOLTA AI GIOVANI PER L'ACQUISTO DELLA PRIMA CASA CON UN FINANZIAMENTO FINO
AL 100% DEL VALORE DELL'IMMOBILE
Milano/Brescia, 18 novembre 2003 - Dalla collaborazione tra il Gruppo Banca
Lombarda, che si colloca tra i primi dieci gruppi bancari in Italia, e Ge
Mortgage Insurance Italia, società di assicurazione del Gruppo General
Electric, nasce "Mutuo Chiaro Linea Giovani sino al 100%", la
formula innovativa di finanziamento rivolta ai giovani per l'acquisto della
prima casa. Grazie a questa nuova linea di mutui, il Gruppo Banca Lombarda
offre ai clienti di età inferiore ai 35 anni soluzioni di finanziamento
personalizzate con scadenza fino a 25 anni, che possono arrivare a coprire,
a seconda delle esigenze, oltre l'80% del valore dell'immobile (percentuale
massima finanziabile in base all'attuale legislazione sul credito
fondiario), fino al suo valore complessivo (per un importo massimo di
150.000 Euro). L'accordo siglato con il Gruppo Banca Lombarda rafforza
altresଠla presenza sul mercato italiano di Ge Mortgage Insurance,
attraverso la fornitura di una polizza assicurativa integrativa con cui il
gruppo bancario offre attraverso la propria rete (Banco di Brescia, Banca
Regionale Europea, Banca di Valle Camonica, Banca Cassa di Risparmio di
Tortona, Banco di San Giorgio) il "Mutuo Chiaro Linea Giovani sino al
100%". "Siamo molto soddisfatti. L'accordo appena concluso con
Banca Lombarda, uno dei principali gruppi bancari italiani, rappresenta
un'importante conferma della validità del nostro prodotto -
la Mortgage Insurance
- anche per il mercato italiano, per il quale è una novità assoluta. I
vantaggi di questo prodotto assicurativo sono notevoli sia per le banche, in
termini di migliore gestione del rischio di credito, sia per i consumatori,
favorendo l'accesso alla proprietà immobiliare anche a coloro che
desiderano acquistare una casa senza anticipare elevate somme di
denaro" ha dichiarato Valeria Picconi, Director, Business Development
& Operations, Ge Mortgage Insurance Italia. "La struttura e le
caratteristiche di questo prodotto - ha dichiarato Fernando Roaro,
Responsabile Marketing Strategico Prodotti e Canali del Gruppo Banca
Lombarda - riflettono la volontà del nostro Gruppo di porsi come un
operatore alla ricerca continua di soluzioni e servizi che semplifichino la
vita e siano in grado di soddisfare le esigenze della propria
clientela".
LEGGE FINANZIARIA: "METTE LE
MANI IN TASCA AGLI ITALIANI", PREVEDENDO MISURE DOLOROSE PER
AVVANTAGGIARE LE "BENEAMATE" COMPAGNIE DI ASSICURAZIONI! SOLO LE
POLIZZE ANTICALAMITA’ PREVISTE DALL’ART.40 AVRANNO UN COSTO ANNUO DA
300 A
500 EURO A FAMIGLIA
Roma, 18 novembre 2003 - L’estensione obbligatoria del rischio calamità
naturali alle nuove polizze che garantiscono i fabbricati privati contro
l'incendio, nonché la graduale estensione del medesimo rischio alle polizze
della medesima natura già in atto; previsto dall’art. 40,sezione terza
della legge finanziaria,Disposizioni in materia di protezione civile”
,introduce un ulteriore balzello a carico delle famiglie che l’Intesa dei
consumatori stima in un aggravio complessivo annuo a regime fino a 13
miliardi di euro. Dopo la legge truffa Rc Auto e la polizza “Rc
cani”,per le famiglie arriva il colpo di grazia con la “polizza
anticalamità” a carico dei proprietari del bene primario
dell’abitazione,che –tanto per cambiare- obbliga i cittadini a pagare i
premi,limitando le garanzie e subordinando i rimborsi ad una serie di eventi
dichiarati o meno dall presidenza del Consiglio dei ministri. Poiché in
Italia, secondo il censimento 2001,il numero delle abitazioni era pari a
26.525.873, nell’ipotesi che alla polizza obbligatoria si applichi un
premio medio di 300 euro, il monte premi incassato dalle compagnie di
assicurazione sarebbe di 10 miliardi e 610 milioni di euro ( oltre 20.500
miliardi di vecchie lire); se il premio dovesse definirsi a 500 euro (valore
medio in Francia) il piatto da dividersi ammonterebbe a 13 miliardi e 262
milioni di euro (25.680 miliardi di lire). E’ evidente che, in caso di più
abitazioni di proprietà, la spesa a carico della famiglia aumenterebbe di
conseguenza. La legge prevede l’obbligo della polizza, ma rimanda ad
eventuali decreti attuativi la quantificazione di alcune variabili quali: -
definizione dei parametri cui fare riferimento per la determinazione del
valore delle diverse tipologie di beni danneggiati e delle modalità per
l'accertamento e la liquidazione dei danni da parte del sistema
assicurativo; - copertura dei soli danni verificatisi a seguito di eventi
per i quali sia stato deliberato lo stato di emergenza; - correlazione dei
premi assicurativi agli indici di rischio delle diverse aree del territorio
nei diversi settori; - definizione tassativa delle tipologie di calamità
naturali da considerare ai fini del presente regime assicurativo; -
previsione di franchigie e limiti di indennizzo; - esclusione
dell'intervento statale per i danni subiti da fabbricati non assicurati,
appartenenti a persone giuridiche private, ovvero a persone fisiche con
redditi ai fini Irpef superiori a soglie da determinare per lo scopo.
L’intesa dei Consumatori,nel segnalare le contraddizioni di un Governo che
per bocca del ministro Tremonti, aveva dichiarato che: “la legge
finanziaria non mette la mani nelle tasche dei cittadini”, denuncia
l’ennesimo “scippo con destrezza” inserito in finanziaria a danno
delle famiglie,che si aggiunge alla tassa da 1 euro sui voli e ad altri
tagli praticati agli enti locali che per quadrare i bilanci dovranno
aumentare tassi,tributi ed inserire nuovi balzelli. L’intesa dei
Consumatori,in una lettera inviata al Garante della Privacy, denuncia infine
la palese violazione della legge sulla privacy,poiché l’art. 50 della
finanziaria,con il pretesto di contenere la spesa sanitaria,introduce una
odiosa schedatura degli italiani e la restrizione del diritto alla salute ed
alla integrità fisica costituzionalmente garantiti.
AVIOLINEE: COMUNICAZIONE SULLA
GAZZETTA EUROPEA PER I COLLEGAMENTI CON
LA SARDEGNA
Roma
, 18 novembre 2003 - Con l’approssimarsi del 31 dicembre 2003, termine di
scadenza delle convenzioni biennali stipulate con le compagnie aeree
Alitalia, Air One e Meridiana per l’esercizio delle rotte con
la Sardegna
soggette a oneri di servizio pubblico, l’Ente Nazionale per l'Aviazione
Civile ha ricevuto da altre compagnie comunicazioni circa la loro
disponibilità ad effettuare gli stessi servizi a pari condizioni di tariffe
e capacità per singoli voli, ma senza richiedere alcuna compensazione
finanziaria. L’enac, pertanto, ha chiesto al Ministero per le
Infrastrutture ed i Trasporti di attivare le procedure per la pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea di una comunicazione volta
ad accertare, in maniera pubblica e trasparente, l’effettiva disponibilità
da parte di compagnie aeree nazionali e comunitarie all’effettuazione di
un servizio che rispetti integralmente il regime di continuità
territoriale, ma che non comporti l’esclusiva di esercizio né la
compensazione finanziaria, favorendo in questo modo un risparmio rilevante
per le casse dello Stato. All’esito di tale verifica pubblica, l’Enac
potrà, quindi, assegnare le tratte in questione a nuovi vettori che avranno
fatto pervenire la propria disponibilità, oppure potrà rinnovare le
convenzioni con le compagnie attualmente aggiudicatarie delle rotte. Le
tratte interessate da oneri di servizio da e per
la Sardegna
sono Alghero-milano, Alghero-roma, Cagliari-milano, Cagliari-roma,
Olbia-milano, Olbia-roma e viceversa.
SECONDO
PACCHETTO FERROVIE: «SÌ» ALLA LIBERALIZZAZIONE
Strasburgo, 18 novembre 2003 - Il Parlamento ha compiuto un passo importante
verso la liberalizzazione delle ferrovie europee. I deputati si sono
espressi a favore del libero accesso, per le società private, alle
infrastrutture ferroviarie a livello transnazionale: entro il 1° gennaio
2006 per i servizi di trasporto merci e per il trasporto combinato ed entro
il 1° gennaio 2008 per il trasporto passeggeri. Il Parlamento ha così
assunto una posizione discordante rispetto a quella del Consiglio sul
calendario per la liberalizzazione del mercato ferroviario europeo,
soprattutto per quanto concerne il trasporto passeggeri a livello nazionale
e internazionale. Si dovrà quindi dare avvio alla procedura di
conciliazione. Il voto interessa quattro relazioni, conosciute con il nome
di «secondo pacchetto ferroviario». Oltre alla liberalizzazione, i testi
riguardano lo sviluppo di un nuovo sistema europeo per la sicurezza
ferroviaria, l'estensione dell'attuale normativa sull'interoperabilità
delle reti ferroviarie e la creazione di un'Agenzia ferroviaria europea. I
deputati hanno sottolineato che è venuto il momento di rilanciare le
ferrovie comunitarie e di realizzare il mercato unico dell'industria
ferroviaria. I confini nazionali non dovrebbero più essere un ostacolo alla
libera circolazione ferroviaria: in futuro, i treni potranno viaggiare da
Rotterdam a Roma, da Berlino a Bordeaux o da Cardiff a Colmar senza dover
cambiare personale o locomotive. Per i deputati, tuttavia, una normativa
severa sulla sicurezza costituisce la condizione indispensabile per
l'apertura del mercato ferroviario europeo. Il Parlamento afferma che lo
sviluppo di un sistema comune sicuro richiede condizioni armonizzate per il
rilascio delle patenti di guida ai macchinisti e per le qualifiche
professionali del personale addetto a mansioni essenziali per la sicurezza.
Gli Stati membri dovrebbero evitare d'introdurre a livello nazionale nuove
norme di sicurezza divergenti rispetto a quelle europee. Essi dovrebbero
invece assicurare che il personale viaggiante abbia sufficiente
dimestichezza con i codici, la terminologia e le lingue necessarie per le
comunicazioni di ordine operativo sulle tratte gestite. Il Parlamento chiede
inoltre l'installazione obbligatoria sui treni di sistemi di registrazione
(scatole nere), simili a quelli che già esistono a bordo degli aerei. I
dati raccolti e il trattamento delle informazioni dovranno essere
armonizzati. È stato infine sottolineato il ruolo delle organizzazioni
rappresentative dei lavoratori e dell'industria: l'Aula ha chiesto che,
oltre all'industria, alle società ferroviarie, ai gestori d'infrastrutture
e ai clienti, anche i sindacati dei lavoratori siano rappresentati nel
consiglio d'amministrazione dell'Agenzia ferroviaria europea.
UN ANNO DOPO
LA CATASTROFE DELLA
PETROLIERA PRESTIGE,
LA COMMISSIONE PUBBLICA
IL PRIMO ELENCO DELLE NAVI ALLE QUALI È RIFIUTATO DEFINITIVAMENTE L'ACCESSO
AI PORTI DELL'UE
Bruxelles, 18 novembre 2003 -
La Commissione
ha pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea la lista nera
delle navi oggetto di un provvedimento di rifiuto di accesso ai porti degli
Stati membri tra il 22 luglio e il 1° novembre 2003. Tale pubblicazione è
prevista dalle nuove norme europee sul controllo delle navi da parte dello
Stato di approdo(1).
La Commissione
pubblica inoltre sul server Internet Europa, a titolo di avvertimento,
l'elenco indicativo delle navi che rischiano di vedersi rifiutato l'accesso
qualora dovessero essere colpite da un nuovo provvedimento di fermo in uno
dei porti dell'Ue. « Al giorno d'oggi, petroliere come
la Prestige
e l'Erika non potrebbero più navigare nelle acque europee: è ormai
definitivamente escluso che una petroliera di quel tipo e di quell'età
possa approdare nei nostri porti e che gli idrocarburi pesanti siano
trasportati in petroliere a scafo singolo. Il controllo delle navi nei porti
dell'Ue rappresenta un'altra misura essenziale: dobbiamo dare la caccia alle
“carrette del mare”. Mi auguro che la pubblicazione delle navi che d'ora
in poi non potranno più approdare nei porti dell'Ue e di quelle che
rischiano un provvedimento analogo se saranno oggetto di una nuova ispezione
con risultati allarmanti induca gli armatori e gli Stati di bandiera a
prendere le necessarie misure di sicurezza per l'insieme della flotta », ha
dichiarato la signora Loyola de Palacio, vicepresidente della Commissione
competente per i trasporti e l'energia. « Questa misura fa parte
dell'arsenale legislativo adottato dopo i disastri dell'Erika e della
Prestige per combattere l'inquinamento da petrolio e rendere i mari più
sicuri. Tutta questa legislazione rappresenta un formidabile passo avanti,
ma dobbiamo continuare a far pressione perché la sicurezza marittima
migliori a livello mondiale e perché le norme siano rigorosamente applicate
dagli Stati. » Dal 22 luglio 2003, data dell'entrata in vigore degli
emendamenti alla direttiva sul controllo delle navi da parte dello Stato di
approdo, adottati nell'ambito del pacchetto Erika-ii, dieci navi sono già
state bandite dai porti dell'Ue. Esse battono bandiera di sette Stati
diversi : Cambogia (4), Cipro (1), Honduras (1), Libano (1), Panama (1),
Saint Vincent e Grenadine (1) e Turchia (1). L'elenco comprende in
maggioranza navi portarinfuse (7 su 10), nonché due chimichiere e una
petroliera. E' la prima volta che
la Commissione
pubblica un siffatto elenco nella Gazzetta ufficiale. In un intento di
trasparenza e di dissuasione nei confronti di chi non rispetta le norme di
sicurezza, l'ultima modifica della normativa europea sul controllo delle
navi da parte dello Stato di approdo, adottata nel 2001 ed entrata in vigore
nel luglio 2003, prevede infatti che
la Commissione
pubblichi l'elenco delle navi alle quali è stato rifiutato l'accesso ai
porti dell'Ue (allegato I). Detto elenco può essere consultato al seguente
indirizzo : http://europa.Eu.int/eur-lex/it/oj/index.html
Sono state oggetto di rifiuto di accesso ai porti dell'Ue le navi colpite da
più provvedimenti di fermo(2) e che figurano nella lista nera pubblicata
nel rapporto annuale previsto dal memorandum d'intesa di Parigi relativo al
controllo delle navi da parte dello Stato di approdo(3).
La Commissione
lancia inoltre un avvertimento agli armatori e agli Stati di bandiera
interessati pubblicando su Internet l'elenco delle navi alle quali sarà
rifiutato l'accesso se saranno colpite ancora una volta da un provvedimento
di fermo motivato da carenza di sicurezza (allegato Ii). Questo elenco è da
considerarsi come una specie di ultimatum rivolto alle parti interessate per
avvertirle del rischio che corrono se la nave in questione viene interdetta
a seguito di un'ispezione, cioè che la nave stessa non possa più approdare
in futuro nei porti dell'Ue. Detto elenco può essere consultato al seguente
indirizzo : http://europa.Eu.int/comm/transport/maritime/safety/index_fr.htm
Il riepilogo di tutte le azioni
intraprese può essere consultato al seguente indirizzo : http://europa.Eu.int/comm/transport/maritime/safety/prestige_fr.htm
LOCOMOTIVE E BATTELLI DOVRANNO ESSERE MENO
INQUINANTI
Strasburgo, 18 novembre 2003 - La legislazione europea sulle emissioni
inquinanti di ossido di azoto e di particolato prodotte da motori diesel di
macchine mobili non stradali (macchine agricole, gru, bulldozer ecc.) sarà
poco per volta estesa ai veicoli ferroviari – in particolare alle
locomotive – e alle imbarcazioni per la navigazione interna. È questo il
risultato dei negoziati tra Parlamento e Consiglio, approvato dall'Aula. Il
compromesso prevede una riduzione scaglionata, fino al 2014, delle emissioni
di ossido di azoto (precursore dell'ozono) e di particelle cancerogene. Tale
riduzione costringerà l'industria, nel medio termine, a introdurre filtri
per le particelle. I requisiti fissati per i battelli per la navigazione
interna saranno per ora minimi e ciò è stato deciso «per motivi politici»,
come ha spiegato il relatore Bernd Lange(pse, D) nel dibattito di lunedì
sera. Anche i valori limite per le locomotive saranno minimi e soggetti a
revisione: il rapporto costi-benefici di un'ulteriore riduzione in vista
dell'applicazione della tecnologia di post-trattamento di Nox dovrà essere
valutato entro il 2007. Nonostante qualche restrizione per alcuni motori, è
chiaro che ci si avvicina all'obiettivo dei deputati, ovvero a valori limite
di emissioni uniformi per tutti i motori diesel, indipendentemente dalla
macchina su cui sono montati. Nel corso del dibattito, il relatore si è
rallegrato dell'estensione della legislazione ai motori diesel piccoli e
medi. Il successo di «aria pulita per l'Europa» prosegue, ha affermato.
Anche alcuni deputati conservatori, che si erano espressi contro la
relazione durante il voto in commissione, sostengono ora il compromesso, il
quale non comporta spese sproporzionate per le industrie interessate.
Diversi parlamentari hanno inoltre fatto riferimento a una proposta
legislativa statunitense, a cui dovrebbe uniformarsi la legislazione
europea: si spera così di creare un mercato mondiale delle macchine diesel.
Il compromesso prevede i punti seguenti: Qualora i motori in questione siano
in regola rispetto ai valori limite prima delle date ufficiali previste, i
produttori potranno segnalarlo e ottenere così un vantaggio competitivo. Un
meccanismo di flessibilità permetterà al produttore di immettere sul
mercato, nel periodo compreso tra due fasi successive di applicazione dei
valori limite, un numero limitato di motori per macchine mobili non stradali
che soddisfano unicamente i valori limite della fase precedente. La
legislazione futura, come quella in vigore attualmente, non si applica ai
motori già in uso, anche quando il motore deve essere sostituito. La
concentrazione di emissioni nocive può essere particolarmente elevata nei
luoghi in cui vengono utilizzate macchine a motore non stradali, ad esempio
nei cantieri o nelle stazioni. I deputati ritengono quindi che limiti più
severi, soprattutto per i battelli e le locomotive, contribuirebbero a
sostenere la politica europea in materia di trasporto delle merci, che tende
a favorire la ferrovia e le vie di navigazione interna rispetto al trasporto
stradale.
SECONDO L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA, DOVREMO
ATTENDERCI DELLE DIFFICOLTÀ INIZIALI CON I NUOVI STRUMENTI DEL 6PQ
Bruxelles, 18 novembre 2003 - Le esperienze dell'industria dei trasporti su
strada in merito all'utilizzo degli strumenti introdotti dal Sesto programma
quadro (6Pq) sono state definite un "incubo e un sogno", in
occasione del Consiglio europeo di ricerca e sviluppo nel settore
automobilistico (Eucar), tenutosi il 13 novembre. Quest'antonimia, evocata
dal direttore della ricerca presso
la Daimler Chrysler
, nonché membro del Comitato consultivo europeo della ricerca (Eurab) Horst
Soboll, sintetizza le diverse esperienze dei presenti per ciò che concerne
i progetti integrati e le reti di eccellenza. Soboll ha definito un
"incubo" l'eccessivo numero di candidature, il taglio del 20-30
per cento al bilancio proposto durante la fase di negoziazione, la vaga
definizione di rete di eccellenza e il tempo necessario per la fase di
verifica. Tuttavia, egli ha affermato che il sostegno ricevuto dalla
Commissione è stato davvero un "sogno". Secondo diversi
partecipanti, occorre attendersi dei problemi iniziali, semplicemente perché
si tratta di strumenti nuovi, ma molti altri hanno ricordato anche il
potenziale offerto da tali meccanismi. Nel suo intervento a nome della
Commissione, il capo dell'Unità "Trasporti terrestri e tecnologie
marine" Christos Tokamanis ha sottolineato l'impossibilità di misurare
l'efficacia dei nuovi strumenti finché non si comprenderanno le politiche
alla base di tali meccanismi. Egli ha spiegato che i nuovi strumenti sono
stati elaborati per superare il problema della frammentazione, per garantire
l'assunzione di responsabilità e per promuovere un nuovo livello di
governance nel settore europeo della ricerca, che assicuri la partecipazione
dei leader dell'industria. "Se osservate gli obiettivi del programma
(sicurezza integrata e prossima generazione di treni elettrici), noterete
che abbiamo raggiunto una notevole capacità di finanziamento. Il 1°
gennaio verranno avviati diversi progetti con finanziamenti superiori ai 30
milioni di euro. Siamo riusciti ad effettuare un'azione mirata e di
mobilitazione e non abbiamo dimenticato le tecnologie chiave". Soboll
ha ricordato ai partecipanti che i programmi quadro finanziati dall'Ue non
sono che una minima parte della ricerca sostenuta mediante fondi pubblici e
ha invitato la comunità scientifica ad una più ampia riflessione sulla
collaborazione nel settore della ricerca. "La risposta risiede nel
metodo aperto di coordinamento", ha affermato Soboll. Quest'opinione è
stata condivisa da Paul Mehring di Eureka, secondo il quale incrementare la
cooperazione è essenziale per rispondere ad un cruciale interrogativo:
"chi vincerà la sfida della competitività?". "Formiamo un
comitato, riuniamoci per creare davvero una massa critica", ha
affermato Mehring. Tale posizione è stata sostenuta anche dall'eurodeputato
britannico Malcolm Harbour, il quale ha citato la questione delle celle a
combustibile, che a suo avviso potrebbe essere affrontata in modo molto più
efficace a livello globale, piuttosto che nell'ambito di numerosi progetti
più piccoli a livello nazionale. I governi, ha affermato, spesso varano i
programmi nazionali in funzione delle loro strategie: "I programmi
nazionali sono spesso elaborati per ragioni politiche, al fine di dimostrare
che i governi sono a conoscenza delle questioni. Temo che talvolta ciò
accada". Harbour, inoltre, ha colto l'occasione per ricordare alla
Commissione e ai rappresentanti dell'industria che il Parlamento europeo ha
partecipato molto più attivamente alla politica di ricerca durante i
negoziati sul 6Pq e che, pertanto, è interessato allo sviluppo e al
successo del programma. "Non vogliamo essere estromessi dal
circuito", ha dichiarato Harbour. "Vogliamo affrontare le
questioni sollevate, a livello formale o informale". Infolink: http://www.Acea.be/eucar
CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLE TIC PER
LA LOGISTICA E
IL TRASPORTO MERCI
Bologna, 18 novembre 2003 -
La Regione Emilia-romagna
organizzerà una conferenza di due giorni sulle applicazioni delle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic) nei settori della
logistica e del trasporto merci, che si svolgerà a Bologna il 1° e il 2
dicembre. Alla manifestazione parteciperanno i massimi esperti
internazionali e le più alte cariche istituzionali europee in materia di
trasporti e di innovazione tecnologica. Fra i temi di discussione figurano:
- scenari: esempi e prassi organizzative del trasporto merci, modelli di
business e sistemi logistici; - tecnologie: maturità tecnologica,
applicabilità, accessibilità di mercato, disponibilità di apparati e
sistemi, nuovi servizi e nuove architetture; - sicurezza: rischi, pericoli,
problemi, soluzioni prescritte e auspicate per la sicurezza di merci,
operatori e strutture del trasporto e per la prevenzione ambientale; -
progetti e esperienze: specifiche sperimentazioni sul campo e attuale
situazione dell'applicazione delle Tic nel contesto della logistica e del
trasporto delle merci.
MAGGIORI INDENNIZZI PER LE VITTIME DI
INCIDENTI AUTO
Strasburgo, 18 novembre 2003 - Il Parlamento europeo ha approvato con 525 voti
favorevoli, 9 contrari e 6 astensioni la relazione di Willy Rothley(pse, D)
sull'assicurazione della responsabilità civile risultante dalla
circolazione di autoveicoli. La quinta direttiva «assicurazioni» mira a
colmare le lacune delle quattro precedenti e rispondere alle attese dei
cittadini, garantendo la conclusione dei contratti di assicurazione di breve
durata per soggiorni temporanei. La direttiva dovrebbe inoltre facilitare
l'acquisto di auto in altri Stati membri, prevedendo la possibilità di
concludere contratti di assicurazione di 30 giorni, cioè il tempo di
reimmatricolare il veicolo nel paese d'origine dell'acquirente. L'aspetto più
delicato riguarda gli importi maggiori di garanzia previsti dagli Stati
membri.
La Commissione
, infatti, prevedeva un importo pari a un milione di euro per vittima nel
caso di danni alle persone e di 500.000 euro per sinistro nel caso di danni
alle cose, indipendentemente dal numero di vittime. Il Parlamento ha invece
aumentato gli importi rispettivamente a 5 milioni di euro e 2 milioni di
euro. Secondo i deputati, infatti, la copertura di un milione a vittima è
insufficiente per chi ha riportato lesioni gravissime. La sua
moltiplicazione per il numero di vittime, inoltre, metterebbe in pericolo le
finanze delle compagnie di assicurazione. Queste ultime, a loro volta,
aumenterebbero i premi assicurativi a danno dei consumatori e ciò sarebbe
controproducente, hanno osservato i deputati durante il dibattito. Essi
hanno poi aggiunto una disposizione onde permettere agli Stati membri di
chiedere alla Commissione un periodo transitorio di 5 anni per adattare gli
importi minimi. È stato inoltre chiesto all'Esecutivo di rivedere al rialzo
gli importi, 5 anni dopo il termine del periodo di transizione e a seguito
di un'analisi degli effetti dell'applicazione di tali misure. D'altra parte,
i parlamentari hanno aggiunto alla copertura dell'assicurazione dei veicoli
a motore i costi per sostenere spese legali. Questi ultimi dovrebbero
coprire le spese sostenute dalla vittima dell'incidente (spese telefoniche,
postali ecc.), le spese per i periti medici e tecnici, la consulenza legale
extragiudiziale, le spese per l'avvocato in tribunale e quelle del
tribunale. I parlamentari hanno invece respinto la proposta della
Commissione di far coprire da tale assicurazione anche le lesioni subite da
pedoni e ciclisti in conseguenza di un incidente nel quale sia stato
coinvolto un veicolo. Essi ritengono che tale questione, molto delicata,
debba essere disciplinata in uno strumento normativo ad hoc. Nel corso del
dibattito, il presidente della commissione giuridica, Giuseppe Gargani (Ppe/de,
I), ha espresso soddisfazione nel vedere questa procedura arrivare in porto.
Il Parlamento è infatti all'origine della proposta della Commissione,
grazie all'articolo 192 del Trattato che consente all'Aula di chiedere
all'Esecutivo di presentare una proposta. Il 3 luglio 2001 i deputati
avevano per l'appunto adottato una risoluzione che chiedeva alla Commissione
di proporre una quinta direttiva al fine di migliorare la protezione
giuridica delle vittime d'incidenti.
IL GIUDICE DI PACE DI AMELIA CONDANNA
LA WINTERTHUR A
RIMBORSARE IL 20% DELLA POLIZZA A UN AUTOMOBILISTA L’INTESA DEI
CONSUMATORI AVVIA UNA NUOVA CAMPAGNA PER FAR OTTENERE I RIMBORSI AGLI
AUTOMOBILISTI ITALIANI. SUI SITI DELLE ASSOCIAZIONI LE ISTRUZIONI UTILI E IL
MODELLO PER IL RICORSO
Roma, 18 novembre 2003 - Buone notizie per gli automobilisti italiani. E’
arrivata infatti una nuova sentenza di un Giudice di Pace che riconosce il
rimborso del 20% della polizza rc auto, in relazione al cartello
anticoncorrenza messo in atto dalle compagnie d’assicurazione, ma con una
decisione molto particolare. Mentre infatti il Giudice di pace di Lecce
aveva riconosciuto il diritto al rimborso dell’assicurato “per
diritto” a seguito delle modifiche introdotte da decreto salva-compagnie,
la sentenza del Giudice di Pace di Amelia, dott. Francesco Romanelli, ignora
del tutto questo decreto e riconosce il rimborso all’automobilista
assistito dall’Intesa dei consumatori. Motiva infatti il Giudice nel suo
provvedimento: “l’atto di citazione non appare volto ad ottenere né il
risarcimento di un danno, né un provvedimento di urgenza, né la nullità
di un contratto. In effetti il contratto viene ritenuto pienamente valido e
non si vede quale interesse potrebbe avere l’assicurato attore a vederlo
annullato. Dalla lettura dell’atto di citazione l’azione svolta
dall’attore appare chiara e lampante. Essa è volta ad ottenere il ristoro
di somme che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha
ritenuto pagate in eccesso, per ingiustificati aumenti applicati
illecitamente da un gruppo di compagnie di assicurazione alle tariffe R.c.a.
[…] Pertanto la domanda trova il suo fondamento nel rilievo evidenziato
dalla Autorità che l’illecito patto era teso a determinare una
maggiorazione dei premi assicurativi”. Il Giudice di pace di Amelia sulla
base di queste motivazioni ha dunque condannato la compagnia Winterthur a
restituire all’attore la somma di 611,07 euro più interessi e spese
legali. L’intesa dei consumatori plaude le ultime decisioni dei Giudici di
pace poiché riaprono la strada agli automobilisti italiani che negli anni
del cartello hanno ingiustamente pagato tariffe rc auto illecitamente
maggiorate. Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori stanno quindi
predisponendo migliaia di cause per far ottenere agli assicurati il rimborso
del famoso 20%, rimborso che nemmeno il decreto salva-comapgnie, ora
addirittura ignorato dai giudici, riesce a bloccare. Tutte le informazioni
utili e i modelli per il ricorso sui siti delle 4 associazioni www.Intesaconsumatori.,it
www.Adoc.org www.Adusbef.it
www.Codacons.it e www.Federconsumatori.it
LA PREFETTURA DI
BERGAMO METTE IN RETE I DATI SUGLI INCIDENTI STRADALI CITTADINI SUL SITO
PREFETTURA.BERGAMO.IT
Bergamo, 18 novembre 2002 - Nella prospettiva di raggiungere l’obiettivo,
per certi versi ambizioso ma certamente ineludibile, di ridurre il numero
dei morti e dei feriti negli incidenti stradali sul territorio bergamasco,
la Prefettura
di Bergamo ha promosso dall’ottobre 2001 una forte campagna di
comunicazione sociale, rivolta a tutti, ed in particolare ai giovani, tesa a
richiamare gli utenti della strada a porre in essere comportamenti che siano
maggiormente improntati all’osservanza delle regole sulla circolazione
stradale. A tale iniziativa hanno collaborato
la Provincia
ed il Comune di Bergamo,
la Camera
di Commercio, l’Aci, l’Unione Industriali, l’Api, l’Ascom,
la Confesercenti
,
la Banca Popolare
di Bergamo ed il Credito Bergamasco. Il progetto “Sicurezza stradale”
prevedeva la pianificazione e lo svolgimento di una serie di azioni
riconducibili, in sintesi, nell’ambito dei due comparti della prevenzione
e della repressione. Così accanto all’attività svolta dalle Forze di
polizia e dalle Polizie locali relativa al controllo straordinario della
viabilità sulle strade della provincia ritenute più a rischio di gravi
incidenti, con particolare intensità nei fine settimana e nei pressi delle
discoteche e dei locali pubblici, altre sono state realizzate da soggetti
istituzionali diversi. L’ufficio Scolastico Provinciale e
la Curia Vescovile
, in sinergia con gli Enti locali, sono stati impegnati nelle molteplici
iniziative di sensibilizzazione, attuate presso i 140 comprensori scolastici
della provincia, i 494 tra oratori e parrocchie della Diocesi di Bergamo ed
i numerosi centri di aggregazione sociale presenti nella bergamasca; ad
un’Agenzia di comunicazione, l’“Informa” s.R.l. Di Bergamo, è stata
affidata l’attività di sensibilizzazione dell’utenza, avvalendosi degli
strumenti mutuati dalle strategie del marketing: locandine e manifesti che
sono stati affissi in pubs, discoteche, esercizi commerciali e pompe di
benzina nonché nei luoghi di aggregazione culturale sociale e religiosa,
messaggi che sono stati veicolati a mezzo della stampa quotidiana e
periodica e della televisione con spot pubblicitari. Tramite la
realizzazione del portale www.Prefettura.bergamo.it
sono state poste le basi per
l’informatizzazione dei dati sull’incidentalità al fine di individuare
i possibili interventi correttivi, in quanto solo attraverso una conoscenza
approfondita e dettagliata del fenomeno “incidente stradale”, è
possibile capire dove e come intervenire, dove e come orientare meglio
l’azione di contrasto e valutare i benefici degli eventuali interventi. Ed
ora anche quest’ultimo step del progetto sicurezza si realizza. Dopo un
periodo di sperimentazione avviato con le Forze di polizia e con la polizia
locale, è stata realizzata, a cura della Ic Team S.p.a. Di Grassobbio, una
extranet, ossia un sistema di raccolta in remoto, che consente agli organi
di polizia di trasmettere on-line elementi conoscitivi della sinistrosità
stradale. In tempo reale, via internet, l’archivio elettronico riceverà i
dati sull’infortunistica stradale costituendo, così, un “ambiente
informativo”, che consentirà l’analisi e la valutazione dei dati
necessari per poter progettare linee strategiche da tradurre, poi, in
attività operative orientate ad una più efficace attività di prevenzione
e di repressione delle Forze di polizia e delle polizie locali. E non solo:
consentirà inoltre di sviluppare studi e riflessioni sulla sicurezza
stradale per modulare gli interventi finalizzati a rendere più sicure le
infrastrutture stradali e la sicurezza e la fluidità della circolazione.
L’archivio elettronico è strutturato con una serie di notizie quali il
Comune ove si è verificato l’incidente, il numero ed il nome della
strada, la natura dell’evento - incidente mortale o con feriti -, le
possibili cause o concause che hanno determinato l’evento, le condizioni
della strada, l’alta velocità, la mancanza dell’uso del casco o delle
cinture di sicurezza, l’uso di alcool o di sostanze stupefacenti, gli
elementi temporali, quali la data, il giorno (lunedì, martedì ecc.) e
l’ora, il numero e la tipologia dei veicoli coinvolti (bici, auto, mezzi
pesanti). Tutti i dati raccolti vengono rielaborati in tempo reale in un
database in grado di creare report diversi che consentono di dare risposte a
necessità informative quali la conoscenza dei luoghi ove si sono verificati
gli incidenti, le fasce orarie, la pericolosità dei tratti stradali. La
visualizzazione dei report è accessibile via internet da personale
autorizzato di questa Prefettura e a breve lo sarà anche da personale
autorizzato presso il Ministero dell’Interno.
PERIODO DI RIFERIMENTO TOTALE PERCENTUALE
dal 23/04/2003 al 30/07/2003
totale incidenti
310
incidenti con morti
9 2.9 %
incidenti con feriti 301 97.1 %
totale morti
9
totale feriti
475
Incidenza del fattore condizione della strada sul totale degli
incidenti 11
3.55 %
Incidenza del fattore condizione della strada negli incidenti con
morti 0 0%
Incidenza del fattore condizione della strada negli incidenti con
feriti 11
3.65 %
Incidenza del fattore alta velocita sul totale degli incidenti
114 36.77 %
Incidenza del fattore alta velocita negli incidenti con morti
6 66.67 %
Incidenza del fattore alta velocita negli incidenti con feriti
108 35.88 %
Incidenza del fattore casco-cinture sul totale degli incidenti
25 8.06 %
Incidenza del fattore casco-cinture negli incidenti con morti
2 22.22 %
Incidenza del fattore casco-cinture negli incidenti con feriti
23 7.64 %
Incidenza del fattore ubriachezza sul totale degli incidenti
21 6.77 %
Incidenza del fattore ubriachezza negli incidenti con morti
0 0%
Incidenza del fattore ubriachezza negli incidenti con feriti
21 6.98 %
Incidenza del fattore stupefacenti sul totale degli incidenti
4 1.29 %
Incidenza del fattore stupefacenti negli incidenti con morti
0 0%
Incidenza del fattore stupefacenti negli incidenti con feriti
4 1.33 %
totale biciclette coinvolte 38
totale moto coinvolte
119
totale auto coinvolte
439
totale camion coinvolti 88
Distribuzione incidenti per giorno della settimana
totale incidenti di lunedi'
36 11.61 %
totale incidenti di martedi'
40 12.9 %
totale incidenti di mercoledi'
42 13.55 %
totale incidenti di giovedi'
55 17.74 %
totale incidenti di venerdi'
55 17.74 %
totale incidenti di sabato
45 14.52 %
totale incidenti di domenica
37 11.94 %
Distribuzione incidenti per fasce orarie
00 - 01 4
1.29 %
01 - 02 8
2.58 %
02 - 03 9
2.9 %
03 - 04 3
0 .97 %
04 - 05 10 3.23
%
05 - 06 4
1.29 %
06 - 07 4
1.29 %
07 - 08 15 4.84
%
08 - 09 14 4.52
%
09 - 10 10 3.23
%
10 - 11 22 7.1 %
11 - 12 16 5.16
%
12 - 13 24 7.74
%
13 - 14 12 3.87
%
14 - 15 11 3.55
%
15 - 16 21 6.77
%
16 - 17 16 5.16
%
17 - 18 24 7.74
%
18 - 19 30 9.68
%
19 - 20 15 4.84
%
20 - 21 8
2.58 %
21 - 22 10 3.23
%
22 - 23 10 3.23
%
23 - 24 10 3.23
%
IL SITO EUROPEO CANDIDATO AD ACCOGLIERE IL
REATTORE SPERIMENTALE TERMONUCLEARE INTERNAZIONALE (ITER) POTREBBE ESSERE
DECISO CON UNA VOTAZIONE
Bruxelles, 18 novembre 2003 - La sede che l'Ue proporrà per ospitare il
reattore sperimentale termonucleare internazionale (Iter) potrebbe essere
decisa con una votazione, dopo che i ministri europei della Ricerca non sono
riusciti a raggiungere un consenso sulle due sedi di Francia e Spagna. La
candidatura europea concorrerà con quelle avanzate da Giappone e Canada,
due altri partner del progetto che costerà approssimativamente 10 miliardi
di euro e contribuirà a creare circa 10.000 nuovi posti di lavoro. I due
eventuali siti europei sono Cadarache in Francia e Vandellós in Spagna. Uno
degli aspetti sul quale concordano tutte le parti è che, se si proporrà
una sola candidatura, le possibilità di ospitare Iter in Europa
aumenteranno. "[La votazione] rappresenta certamente uno degli scenari
possibili", ha dichiarato un portavoce della Commissione. "Sembra
che non ci sia una forte volontà di giungere ad un mutuo accordo, e
la Presidenza
italiana dell'Ue ha dovuto avanzare diverse minacce, se pur discrete,
riguardanti la possibilità di dover ricorrere al voto".
La Commissione
, all'inizio di quest'anno, ha cercato di agevolare la decisione da parte
dei ministri della Ricerca, commissionando uno studio indipendente su tutti
gli aspetti riguardanti le due sedi. Tuttavia, i responsabili dello
svolgimento dell'analisi non sono stati in grado di raccomandare un sito
rispetto all'altro, concludendo che Francia e Spagna avevano entrambe
presentato "candidature eccellenti". Qualora fosse necessario
ricorrere ad una votazione, ciò avverrà probabilmente nel corso del
prossimo Consiglio "Competitività" previsto per il 27 novembre, e
la decisione sull'ubicazione della sede sarà adottata a maggioranza
semplice. Si auspica il raggiungimento di una decisione finale prima del
forum internazionale "Iter" che si terrà all'inizio di dicembre.
La Commissione
, tuttavia, confida che tale votazione non sarà necessaria. "Stiamo
lottando duramente per evitare che la situazione sia risolta in modo così
controverso, poiché ciò comporterà sicuramente l'insoddisfazione di
qualcuno nei confronti del risultato", ha dichiarato il portavoce della
Commissione. "Stiamo collaborando intensamente con Francia e Spagna per
trovare un accordo, vale a dire un pacchetto di concessioni accettabile per
tutte le parti". Il portavoce ha ammonito che il mancato raggiungimento
di un consenso sul candidato europeo legittimerà di fatto uno dei
concorrenti, probabilmente il Giappone, a dichiarare vittoria. "Al
momento, il Giappone è il candidato più forte al di fuori dell'Europa,
dopo che il Canada ha dichiarato che potrebbe non disporre degli
stanziamenti necessari a sostenere la sua candidatura iniziale. Sono certo
che il Giappone gradirebbe che in Europa non venisse adottata una decisione,
poiché la scelta finale delle sedi sembra restringersi a Giappone ed
Europa". Infolink: http://www.Iter.org
A FALCK E BUSI
LA DIVISIONE IMPIANTISTICA
DI ALSTOM POWER ITALIA
Milano, 18 novembre 2003 – Si è concluso ieri con una firma l’accordo
che prevede la cessione al raggruppamento Falck-busi Impianti della
divisione Plant di Alstom Power Italia. Un atto che completa rientra nelil
piano di riorganizzazione Alstom varato all’inizio dell’anno a livello
mondiale - presentato in Italia ad aprile - e che si inserisce nel piano
strategico di Falck e Busi per i settori energetico e infrastrutturale.
L’accordo prevede la cessione della divisione Plant di Alstom Power Italia
e comporta il passaggio del personale e delle relative infrastrutture
tramite conferimento alla società Sadelmi, che opererà come contrattista
indipendente nei settori energia e infrastrutture con una governance
paritetica tra Falck e Busi. Complessivamente la divisione conta 100 persone
con sede operativa a Milano. “È un importante traguardo – afferma
Alfredo Sala, Amministratore Delegato di Alstom Power Italia – a cui
abbiamo lavorato con grande impegno anche con le Organizzazioni Sindacali
affinché il piano di ristrutturazione di Alstom in Italia gestito da Emilio
Gallocchio, Country President Alstom Italia, abbia l’impatto il minore
impatto possibile sul personale”. “L’acquisizione della divisione
impiantistica di Alstom Italia – commenta Achille Colombo, consigliere
delegato di Falck – è un ulteriore rafforzamento del piano di sviluppo
industriale di Falck. Infatti, ora Falck è in grado non solo di sviluppare,
gestire e mantenere i propri impianti, ma anche di seguirne la fase
progettuale e realizzativa“. Questa acquisizione permette a Busi Impianti
di consolidare la presenza nel mercato dell’impiantistica nel settore
energia ed infrastrutture, che viene così ad affiancarsi con pari
importanza al suo settore di attività tradizionale. Falck, che ha condotto
questa operazione insieme a Busi Impianti (la società impiantistica di
Bologna presieduta da Stefano Aldorovrandi), potrà avvalersi anche della
nuova struttura per attuare il piano di realizzazione di impianti per la
produzione di energia da fonti rinnovabili per entrambe le sue controllate,
Actelios e Falck Renewables. Alstom continuerà ad operare sul mercato
energetico italiano con una forte presenza nelle attività che non rientrano
nel contratto di cessione: progettazione, fabbricazione, commercializzazione
e montaggio di caldaie, “air pollution control systems”, componentistica
e “after market customer service” per centrali elettriche di customer
service e nella fornitura di componenti strategici quali caldaie, turbine,
alternatori e sistemi ambientali. Con oltre 500 dipendenti nelle sedi di
Milano e Sesto San Giovanni, Alstom Power annovera tra i propri clienti i
maggiori players nel mercato dell’energia in Italia. Falck è stata
assistita nell’operazione da Ubm - Unicredit Banca Mobiliare Spa,
l’investment bank del Gruppo Unicredito. Busi Impianti è stata assistita
da Efi Banca, merchant bank del Gruppo Bipielle.
PROGRAMMA EURATOM DI RICERCA E FORMAZIONE: INVITO A
PRESENTARE PROPOSTE
Bruxelles, 18 novembre 2003 -
La Commissione
europea ha pubblicato un invito a presentare proposte relativo al programma
Euratom di ricerca e formazione in materia di energia nucleare, nell'ambito
dell'attività "Gestione dei rifiuti radioattivi, radioprotezione e
altre attività nel settore delle tecnologie e della sicurezza
nucleare" del Sesto programma quadro. I settori che riguardano il
presente invito sono i seguenti: smaltimento geologico (settore 3.2.1.1-1
del programma di lavoro); suddivisione e transmutazione e altri concetti per
produrre meno residui nella generazione di energia nucleare (settore
3.2.2.1-1 del programma di lavoro); quantificazione dei rischi associati ad
esposizioni basse e protratte (settore 3.3.1.1-2 del programma di lavoro);
esposizioni mediche e sorgenti naturali di radiazione (settore 3.3.2.1-1 del
programma di lavoro); protezione dell'ambiente e radioecologia (settore
3.3.3.1-1 del programma di lavoro); gestione rischi ed emergenze (settore
3.3.4.1-1 del programma di lavoro); protezione sul luogo di lavoro (settore
3.3.5.1-1 del programma di lavoro); concetti innovativi (settori 3.4.1.1-1,
3.4.1.1-2, e 3.4.1.1-3 del programma di lavoro); insegnamento e formazione
(settore 3.4.2.1-1 del programma di lavoro); sicurezza degli impianti
esistenti (settori 3.4.3.1-1 e 3.4.3.1-2 del programma di lavoro). Nello
specificare gli strumenti da utilizzare in questi settori, l'invito
richiede: progetti integrati, azioni di coordinamento e progetti di ricerca
specifici mirati. Si consiglia ai proponenti di consultare il testo completo
dell'invito all'indirizzo sottoindicato per identificare gli strumenti
specifici richiesti per ciascun settore. Importo indicativo globale: 61
milioni di euro. Le date di scadenza per l'invito aperto Euratom sono state
modificate. Anziché 6 maggio 2003, 14 ottobre 2003, 13 aprile 2004, 12
ottobre 2004, 12 aprile 2005, 11 ottobre 2005 e 11 aprile 2006. Leggi: 6
maggio 2003, 14 ottobre 2003, 14 aprile 2004, 12 ottobre 2004, 12 aprile
2005, 11 ottobre 2005 e 11 aprile 2006. Inoltre, anziché "Bilancio
totale indicativo: 2 milioni di euro per le proposte valutate nel
2003", leggi "Bilancio totale indicativo: 1,5 milioni di euro per
data di scadenza nel 2004". Per consultare il testo completo della
rettifica, visitare il seguente indirizzo web: ftp://ftp.Cordis.lu/pub/fp6-euratom/docs/v_cor1_200201_en.pdf
Per consultare il testo
completo dell'invito, visitare il seguente indirizzo web: http://fp6.Cordis.lu/fp6/call_details.cfm?call_id=46
DANIELE CABIATI È IL NUOVO DIRETTORE GENERALE
DI BIPIEMME PRIVATE BANKING SIM
Milano, 18 novembre 2003 - Daniele Cabiati è il nuovo direttore generale di
Bipiemme Private Banking Sim. Cabiati assumerà l’ incarico nelle prossime
settimane. Piemontese, 50 anni, laureato in economia aziendale e
specializzato in marketing strategico all’Insead, per assumere la nuova
posizione Cabiati lascia quella di direttore generale della Banca Generali,
la banca del Gruppo triestino dove fu chiamato sei anni fa dopo aver
lavorato al Gruppo Sanpaolo e al Banco Lariano. Cabiati dirigerà una società
– Bipiemme Private Banking Sim – presente sul territorio con 14
“centri private”, dislocati prevalentemente nell’area lombarda, e che
attualmente assiste circa 3 mila clienti detentori di un patrimonio di oltre
due miliardi di euro. Bipiemme Private Banking Sim, interamente posseduta
dal Gruppo Banca Popolare di Milano, è stata costituita nell’ottobre 2001
al fine di fornire un servizio personalizzato di consulenza in materia
finanziaria e non finanziaria al segmento “private” del Gruppo Bipiemme.
EX AREA INDUSTRIALE DISMESSA DI FARMITALIA:
PRESENTATO IL PROGETTO DEL NUOVO CENTRO SERVIZI DELLA BANCA POPOLARE DI
MILANO
Milano, 18 novembre 2003 - L’assessore allo Sviluppo del Territorio del
Comune di Milano Gianni Verga e il Presidente della Banca Popolare di Milano
Roberto Mazzotta hanno illustrato questa mattina il progetto del nuovo
Centro Servizi della Banca Popolare di Milano e la relativa mostra che sarà
allestita all’Urban Center fino al 5 dicembre. I dettagli del progettosono
stati spiegati da Maria Martellini Presidente di Bipiemme Immobili e da
Giovanni Bonini responsabile Real Estate, General Planning. La mostra
illustra, attraverso un plastico e otto pannelli, il nuovo Centro Servizi
della Banca Popolare di Milano la cui apertura è prevista per il 2006
nell’area di viale Bezzi, dismessa negli anni Ottanta, occupata in passato
dall’industria farmaceutica Farmitalia. “Il nuovo Centro Servizi della
Banca Popolare di Milano – ha sottolineato l’assessore Gianni Verga -
rappresenta un progetto importante per la nostra città sia per la sua
natura strategica che si inserisce nel filone storico della banca “al
servizio dei milanesi”, sia per il processo di riqualificazione di
un’area fino ad oggi fortemente dismessa che con esso prende il via”. La
posizione strategica nell’ambito cittadino, appena oltre la grande cerchia
della circonvallazione e la possibilità di realizzare il Centro inserendolo
nel contesto sociale e territoriale, restituiranno all’area di viale Bezzi
il ruolo originario di luogo di lavoro e quello altrettanto importante di
spazio di socialità. Questo grazie anche alla realizzazione di un parco
pubblico offerto in concessione al Comune ma gestito dal Gruppo Bipiemme che
permetterà al quartiere, e più in generale alla città, di disporre di
un’area verde di qualità elevata che si inserirà in un sistema di spazi
aperti che da Piazza Tripoli si estende fino a Piazzale Gambara. Il progetto
del nuovo Centro Servizi si inserisce nelle strategie volte alla
riqualificazione delle aree dismesse che l’Amministrazione comunale sta
promuovendo con impegno e decisione. Strategie che stanno portando alla
trasformazione e alla riqualificazione di tutte le aree dismesse della città:
7 milioni di metri quadrati, circa 100 progetti, che vanno dalle piccole
dimensioni (poche centinaia di metri quadri) fino al grande programma di
Montecity – Rogoredo che, con la sua estensione di 1.200.000 mq è, oggi,
il più grande intervento di riqualificazione urbana di tutta Europa. Un
processo di trasformazione attivo ed efficace reso possibile da quando
l’Amministrazione ha intrapreso la strada del dialogo e della
collaborazione con i soggetti privati che sono stati chiamati a collaborare
con l’Amministrazione Pubblica per lo sviluppo della città, attraverso
proposte e progetti strategici di utilità comune in una prospettiva di
sussidiarietà.
DET NORKE VERITAS RILASCIA
LA CERTIFICAZIONE VISION
2000 AD AIR DOLOMITI: UN’ULTERIORE CONFERMA DI QUALITÀ.
Milano, 18 novembre 2003 - Nel corso del mese di settembre si è concluso
positivamente il percorso di ottenimento di conformità del sistema qualità
Uni En Iso 9001 già esistente rispetto alla nuova normativa "Vision
2000" formalizzando così il grande impegno della Compagnia nella
ricerca di eccellenza in tutti gli aspetti che la compongono. La prova di
certificazione sostenuta da Air Dolomiti ha riguardato tutta la catena di
progettazione ed erogazione del proprio servizio. Air Dolomiti è riuscita
infatti a dimostrare all’Ente di Certificazione prescelto, Det Norske
Veritas, il più autorevole sul mercato, di possedere una struttura
organizzativa solida e competente e dei processi efficienti e coerenti alla
norma di riferimento. Il campo applicativo del certificato è il più ampio
mai ricevuto da un vettore di trasporto aereo: Progettazione, pianificazione
ed erogazione di servizi di trasporto aereo passeggeri. La nuova normativa
"Vision 2000" ha centralizzato ancora di più l’orientamento al
cliente ed i processi finalizzati al miglioramento continuo dell'efficienza
della struttura: questo senza dubbio si coniuga coerentemente con la
filosofia di Compagnia il cui valore principale e strategico è da sempre
stato il passeggero e la qualità del servizio. Questa Certificazione è
un’ulteriore garanzia di qualità al cliente peraltro già dimostrata dai
numerosi riconoscimenti mondiali ottenuti da Air Dolomiti nei suoi anni di
attività. L’impegno per raggiungere questo obiettivo ha permesso alla
Compagnia di ottimizzare ulteriormente la propria efficienza e ha posto le
basi per un processo di miglioramento continuo.
RISPARMIARE E NON INQUINARE DIFFUSIONE GRATUITA DEI NUOVI LIBRETTI DI
IMPIANTO PER
LA MANUTENZIONE DELLE
CALDAIE
Milano, 18 novembre 2003 - Risparmiare sul riscaldamento e non inquinare
l’aria che respiriamo. È questo l’obiettivo dell’iniziativa
organizzata da Cna Milano e dall’Assessore all’Ambiente Domenico
Zampaglione. Il libretto di manutenzione delle caldaie, obbligatorio per
legge, serve a garantire la sicurezza di tutti i cittadini, aiuta a
migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e a risparmiare sulle
bollette. Una caldaia che lavora con efficienza, rispettando gli standard
indicati dal decreto ministeriale del 17 marzo 2003, che prevede
l’obbligatorietà del libretto, significa un contributo fondamentale per
una città più vivibile. È sufficiente rivolgersi a un tecnico abilitato.
Gli elenchi sono facilmente reperibili sia presso
la Cna
che presso gli uffici del Comune. “Abbiamo pensato che distribuire il
libretto attraverso un giornale di grande diffusione come il Corriere della
Sera – spiega l’assessore Domenico Zampaglione – sarebbe stato un
servizio utile per i cittadini che avevamo il dovere di informare sugli
obblighi di legge”. “La nostra associazione – aggiunge Maurizio
Calzolari, presidente di Cna Milano – è da tempo impegnata nella tutela
dell’ambiente e sul fronte del risparmio energetico. Salutiamo, quindi con
particolare soddisfazione la collaborazione con il Comune di Milano nella
realizzazione di questa iniziativa a favore della realtà milanese”.
FORUM INDUSTRIA E RISORSE UMANE AUMENTARE
L'EFFICIENZA AZIENDALE ATTRAVERSO
LA GESTIONE E
LA VALORIZZAZIONE DEL
CAPITALE UMANO
Milano, 18 novembre 2003 - In una situazione di crescente complessità, con
competitors esteri che fanno della manodopera a basso costo il proprio
fattore di successo, la competitività dell’ Industria Italiana si deve
basare sempre più sull’innovazione e sulla qualità dei propri prodotti.
Le risorse umane non possono essere più intese solo come forza produttiva,
sono parte integrante del ‘sapere dell’impresa’, della sua capacità
di rispondere velocemente alle esigenze di mercato. Il fattore vincente di
sviluppo delle aziende sono le persone, i loro profili, le loro capacità,
il loro potenziale e le loro attività; è il capitale umano che produce
innovazione e cambiamento. La velocità di risposta dell’impresa in questo
scenario è intimamente connessa all’efficienza nel gestire il proprio
capitale umano e le risorse immateriali ad esso correlate, veri e propri
motori dell’innovazione e dello sviluppo. Il “Forum Industria e Risorse
Umane”, che si terrà il 21 novembre, rappresenta un momento di confronto
sugli strumenti e sulle tecniche di gestione e valorizzazione di tale
risorsa ed è rivolto ad Imprenditori, Amministratori Delegati, Direttori
Generali, Direttori Risorse Umane e Direttori Amministrativi
dell’Industria Meccanica Italiana. Sede Uni, via Battistotti Sassi 11/B -
dalle 9.30 alle 15.30 Infolink: www.Italianmec.com
VACANZE ITALIANE RIAPRE
LA STRUTTURA DI
TORRE DEL FARO (SCANZANO IONICO) A SOSTEGNO DELLA POPOLAZIONE
Roma 18 novembre 2003 - L’Amministratore Delegato di Vacanze Italiane,
Arcangelo Taddeo, di concerto con il Presidente del Gruppo 17 Holding,
Gianvittorio Gandolfi, in questo momento di ansia e tensione per tutta la
popolazione di Scanzano Jonico e dei paesi limitrofi, sentendo il dovere di
stare vicini a tutti e di sostenerli nell’azione di tutela del territorio,
hanno deciso di riaprire la struttura ricettiva di Torre del Faro in modo da
poter fornire un sostegno a chi in questo momento è direttamente impegnato
a difendere la propria terra. Infatti
a partire dalla data 17 nov. 03 è stata aperta, per tutti coloro che
vorranno la mensa del Villaggio Torre del Faro sia
per pranzo, dalle ore 12.30 alle ore 14.30, che per cena dalle ore
18.30 alle ore 20.30. Inoltre,
direttamente sui presidi saranno forniti, dal personale di Vacanze Italiane,
generi di conforto, di prima necessità atti a dare un minimo di sollievo
alla popolazione. Il tutto in
una logica di solidarietà e di sostegno che ci vede impegnati, ancora una
volta, per la tutela di un area del Mezzogiorno del Paese votata
all’agricoltura ed al turismo quale fonte primaria della propria economia.
E dove l’attaccamento alla
terra di origine e alle proprie bellezze naturali rappresentano gli elementi
che ci accomunano e ci hanno fatto sentire sempre parte integrante della
gente del Metapontino.
REVOCATO LO SCIOPERO COMU DI MARTEDI’ 18
NOVEMBRE 2003
Milano 18 novembre 2003 - Atm comunica che lo sciopero previsto per oggi è
stato revocato. Il servizio di trasporto pubblico sarà quindi regolare
sull’intera rete di trasporto pubblico gestita da Atm Spa. Per ulteriori
informazioni i Clienti Atm possono contattare il Numero Verde 800808181,
operativo tutti i giorni dalle 7.30 alle 19.30, o consultare il sito
Internet www.Atm-mi.it
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