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SABATO
13 DICEMBRE  2003

pagina 5

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CONTINUA LA GRANDE PROMOZIONE FESTIVAL CROCIERE E RICHARD GINORI

La collaborazione fra Festival Crociere, I Maestri Europei delle Crociere, e Richard Ginori, il leader italiano delle liste nozze, continua a tutto vantaggio dei promessi sposi. Fino a luglio 2004 per chi sceglie di aprire una lista di nozze presso uno dei punti vendita autorizzati Richard Ginori, lo sconto per una crociera a bordo di una nave Festival è davvero speciale: 350 euro a coppia. Ma le sorprese non sono finite... chi parte in crociera potrà festeggiare l'inizio della nuova vita insieme con un esclusivo regalo: in dono per tutti gli sposi un romantico servizio da colazione della preziosa Manifattura di Laveno (Richard Ginori Group), che unisce alla purezza dei materiali impiegati e all'accuratezza delle tecniche di lavorazione, il fascino dell'oggetto d'arte. Parti e scopri ... una fantastica sorpresa per te. "Parti e scopri" è la promozione riservata a chi si reca in agenzia di viaggi: è sufficiente scegliere una tra le tante proposte di crociere Festival alla scoperta dei mari più belli del mondo, dal blu del Mediterraneo al turchese dei Caraibi senza dimenticare la natura incontaminata dei Mari del Nord, per scoprire di aver diritto a ricevere subito un buono sconto, da utilizzare per l'acquisto di uno dei prodotti Richard Ginori, Pagnossin, Manifattura di Laveno o per personalizzare un servizio Richard Ginori 1735 con le iniziali in oro o platino.
Infolink: www.festivalcrociere.it

200 CHEF D.O.C. SI DANNO APPUNTAMENTO ALLO SHERATON ROMA, DOMENICA 14 DICEMBRE.
Lo Sheraton Roma con una singolare cena di gala, domenica 14 dicembre, schiude le porte dell'imponente Salone delle Signorie ai 200 cuochi dell'Unione Regionale Lazio. Gli Chef, tutti italiani D.o.c., come di consueto si riuniscono a fine anno per festeggiare il Santo Natale con ricette sfiziose e tradizionali. A fare gli onori di casa, l'Executive Chef dell'albergo Donato Savino, nonchè Vice Presidente dell'Associazione. Sotto lo sguardo attento di "Giudici" esperti, sfileranno sulla tavola: calamari alle verdure con pomodori e mango in agrodolce, sformatino di alici e zucchine in fiore con ricotta e menta, cavatelli con anatra e carciofi al passito di pantelleria, filetto di orata alle erbe aromatiche con tortino di patate, costolette d'agnello al foie gras e carne secca con scrigno di verza e carotine glassate. "Dulcis in fundo" soufflè ghiacciato alla vaniglia con salsa al prosecco e torta di Natale. Le origini dell'Unione Regionale Cuochi Lazio si perdono nel tempo, allorquando nel 1896 alcuni cuochi riunitisi in un club romano, diedero vita ad una associazione di mutuo soccorso, con l'idea di aiutare i colleghi più bisognosi a trovare una migliore collocazione lavorativa. Lo Sheraton Roma, albergo dell'Eur completamente ristrutturato, organizza periodicamente eventi di vario genere. Da sempre attento alle esigenze culinarie dei propri ospiti, l'albergo offre un'ampia scelta nei menù, nella carta dei vini e nei ristoranti, passando dall'informale "Il Vigneto" all'elegante gourmet "Tre Fontane" o all'accogliente "Tuttaroma Bar". Infolink: Www.sheraton.com

LA GRANDE MOSTRA DI ROMANO CAGNONI, TRA I PIÙ IMPORTANTI FOTOGIORNALISTI DEL MONDO ALL'ARENGARIO DI MILANO CON CATALOGO ELECTA
Milano ospita per la prima volta il percorso professionale di Romano Cagnoni, fotografo di fama internazionale. Chiaroscuro, allestita al Palazzo dell'Arengario dal 5 dicembre 2003 all'8 febbraio 2004, metterà in mostra circa 135 immagini, alcune delle quali inedite: testimonianze di dolore, raccolte per anni sul fronte, si alternano a scene di gioia da tutto il mondo. Scatti intensi e divertenti in un gioco di luci e ombre, di sfumature, 'di chiari e scuri della vita'. Dalla amata Inghilterra, dove Cagnoni ha vissuto per anni, alla madrepatria, anche se meno conosciute, attraverso Africa, Asia, Medio Oriente, le sue immagini hanno parlato e continuano a parlare per lui, varcando ogni confine e diventando vere e proprie icone del nostro tempo. In prima linea fin dall'inizio degli anni '60, Romano Cagnoni ha pubblicato sulle più importanti testate del mondo numerosi servizi realizzati su fronti che nessuno aveva ancora fotografato, come la guerra in Biafra nel 1968. Nel 1965 è stato il primo fotografo non legato ad alcun partito, cui sia stato concesso di entrare nel Vietnam del Nord. Nel 1995 ha realizzato un reportage esclusivo in Cecenia sui guerriglieri di Grozny e nel 2000 è stato in Medio Oriente su incarico del Newsweek. I suoi scatti si sono guadagnati più volte le copertine dei più importanti magazine del mondo. Nella mostra di Palazzo dell'Arengario, curata da Enrica Viganò, insieme ai drammatici reportages di guerra sono presentati, con effetto volutamente contrastante, frammenti di  una vita quotidiana serena e carica di divertente ironia. Ne sono un esempio i 'ritratti' dei personaggi: volti noti o sconosciuti - da quello della madre dell'artista, al filosofo Bertrand Russel fino ai malati degli ospedali psichiatrici - sui quali Cagnoni opera vere e proprie ricerche psicologiche. Una filosofia, quella del contrasto, confermata anche dall'alternarsi di testimonianze dei piccoli e grandi conflitti del pianeta Terra, a immagini di luoghi più vicini (il sud-Italia, la città natale di Pietrasanta), in un continuo scorrere di luoghi, situazioni e soprattutto stati d'animo. Elemento unificante di Chiaroscuro e dell'intera produzione di Romano Cagnoni è l'uomo. Al centro del suo obbiettivo, in guerra e in pace, si trova sempre la descrizione del senso umano che non è solo tragedia ma anche, come Cagnoni ci ricorda, commedia. "Ho sempre tenuto a guardare il mondo anche con un occhio divertito e divertente, quasi a voler compensare tanti anni passati a documentare il dolore. Se non piangi, non ridi". Romano Cagnoni nasce a Pietrasanta nel 1935, ma giovanissimo si trasferisce a Londra, dove riesce ben presto ad affermarsi nel giornalismo internazionale; dal suo studio londinese inviava infatti i servizi alle redazioni di Life, Stern, Observer, Paris Match, Times, Newsweek, Sunday Times, nonché Epoca, L'Espresso, e molti altri Nel 1962 inizia a lavorare con Simon Guttmann, il maestro di Robert Capa. Nel 1963 fotografa per conto del Partito Laburista la campagna elettorale. A partire dal 1965 Romano Cagnoni è su tutti i fronti caldi delle guerre che devastano il mondo: Vietnam, Biafra, Suez, Bangladesh (dove riesce ad entrare clandestinamente nella città occupata di Dakka), Sudamerica, Israele, Cambogia, Afghanistan (dove riesce a fotografare l'armata rossa con una fotocamera nascosta). Inoltre documenta le rivolte in Polonia, la caduta del muro di Berlino, la rivoluzione romena, le devastazioni della guerra in Jugoslavia e l'orgoglio dei guerriglieri ceceni. Senza dimenticare l'Italia, sua patria natale, dove è tornato a stabilirsi e a cui ha dedicato vari lavori. Milano ha deciso di celebrarlo mettendo in mostra le sue immagini scolpite nel tempo, a testimonianza della dedizione e del coraggio che professioni come queste richiedono.
Milano, Palazzo dell'Arengario fino all'8 febbraio 2004

SUONI, COLORI, LUCI ED OMBRE, ANIMALI NELLA PITTURA SUGGESTIVA DI CARLA CHIUSANO IN MOSTRA A MILANO
Suoni, colori, luci ed ombre, animali perfettamente inseriti nella natura che comunicano una sensazione di libertà ormai raramente percepibile nella realtà urbana; l'eleganza della natura così perfetta e difficilmente raggiungibile. Carla Chiusano è riuscita non solo a trasformare la sua passione per la pittura in una personale oasi di pace ma anche a trasmettere questa pace a chi guarda le sue opere. Dipingendo animali, prevalentemente africani perché in Africa ha vissuto, ma anche coccinelle e delfini, raffigurati in formati appariscenti, usando primi piani e a volte proiettando l'attenzione su particolari macchie o sulle caratteristiche del manto. A Carla Chiusano non interessa che i suoi animali siano "veri", è piuttosto attratta dal loro aspetto estetico, come se l'immagine fosse semplicemente un pretesto per fare una riflessione sul colore. E ai colori viene data estrema importanza, utilizzati senza seguire tecniche o stili particolari, per evitare effetti puramente descrittivi, ma lasciando spazio a pennellate disposte con grande libertà spesso ascoltando il lounge del Buddha Bar di Parigi. In "Zebre", ad esempio, tutto è basato sull'armonia del bianco e del nero, sull'alternanza cromatica che rende l'immagine dell'animale in equilibrio con tutto ciò che gli sta intorno perché - come afferma l'artista - l'eleganza è nella Natura, così semplice e così straordinaria, più in là della realtà tangibile, vera nella sua ragione d'essere, difficile da raggiungere come la felicità. Carla Chiusano ha già esposto con grande successo di pubblico a Montecarlo, e dal 12 novembre per la prima volta sarà possibile vedere i suoi lavori a Milano presso The Gallery di Amalia Pizzardi. The Gallery Art & Design è uno spazio dedicato all'arte, con una proposta singolare che si inserisce deliberatamente nelle correnti più d'avanguardia, in un ambiente d'intensa attività culturale. The Gallery funziona come punto d'incontro per giovani artisti di talento e la sua fondatrice Amalia Pizzardi, che ama l'avanguardia nell'arte e negli artisti lo sguardo nuovo che questi sanno dare alle cose, ha deciso di ospitare nella sua galleria di via Santa Marta le tigri, le zebre, l'orso, il bufalo e tutti gli animali di Carla, con una esposizione che promette di essere ad "alta risoluzione" e ad "alto contenuto di adrenalina", un incontro ravvicinato con animali lontani che acquistano consistenza nelle pennellate, nei colori, nelle luci e nei formati delle tele in mostra. Cosa sia stato a colpire l'immaginario di una gallerista come Amalia Pizzardi, da sempre affezionata al concettuale, lo spiega bene Martina Corgnati nell'introduzione al catalogo, quando afferma: Ceci n'est pas an fauve, questa non è una belva. È invece un gioco pittorico, quasi una manifestazione dell'intelligenza della materia cromatica, che dilaga sapientemente oltre i contorni. Carla Chiusano si muove fra finzione e iperrealismo da cartolina, secondo una logica di matrice concettuale. La mostra rimarrà a Milano fino a fine gennaio per spostarsi successivamente a Madrid, Città del Messico e Washington.

DI FRONTE ALLA CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE A FIRENZE, IL SECENTESCO PALAZZO NICCOLINI AL DUOMO OFFRE UN'OSPITALITÀ ESCLUSIVA E ARISTOCRATICA
Dormire a palazzo e svegliarsi in un letto a baldacchino con la cupola di Santa Maria del Fiore che splende a pochi metri di distanza. E' questa l'esperienza privilegiata degli ospiti di Palazzo Niccolini al Duomo appena inaugurato a Firenze, nel cuore della città, dove si intrecciano la "shopping area" e i principali monumenti e musei fiorentini. Una esperienza privilegiata anche perché solo sette camere sono riservate agli ospiti in questa dimora aristocratica ricavata nel palazzo secentesco della famiglia dei marchesi Niccolini di Camugliano. La loro storia si fonde con quella della famiglia Naldini, mercanti, banchieri e soldati che cominciarono a costruire il palazzo nel 1532 in un quartiere d'angolo affacciato sulla piazza della Cattedrale. Un quartiere dove si respirava il gusto per la bellezza degli artisti fiorentini. Il grande Donatello aveva laboratorio qui, come ricorda la targa posta sulla facciata del palazzo. La stessa armonia dell'arte rinascimentale rivive oggi a Palazzo Niccolini: negli affreschi di grande pregio, negli alti soffitti decorati, negli arredi sontuosi disposti con la disinvoltura e il gusto raffinato di una dimora storica tuttora abitata. Fino ai bagni che hanno tutti preziose rifiniture in marmo. Trascorrere qualche notte a Palazzo Niccolini al Duomo vuol dire assaporare un rituale nobile e ricercato, ma allo stesso tempo rilassante. I proprietari attuali, Filippo e Ginevra Niccolini di Camugliano  desiderano che gli ospiti, immersi in questa atmosfera sognante di un'epoca passata, si sentano accolti come in una casa privata. Con l'affabilità e la cortesia dei signori del Rinascimento.


DAL 18 DICEMBRE, AL TEATRO STREHLER "COSI' FAN TUTTE", UNO SPETTACOLO DI GIORGIO STREHLER
Da giovedì 18 dicembre, al Teatro Strehler (ore 19.30), torna la memorabile lettura di Così fan tutte  di Mozart/Da Ponte, ideata da Giorgio Strehler prima che la morte (25 dicembre 1997) ne impedisse il completamento (la regia è firmata da Carlo Battistoni). La ripresa dello spettacolo rientra in un progetto speciale del Ministero dei Beni Culturali che coinvolgendo, oltre al Piccolo Teatro di Milano e il Teatro "Giuseppe Verdi" di Trieste, la Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari e l'Ente Autonomo Arena Verona, si propone di rinnovare una grande lezione di teatro e di umanità, un patrimonio di gesti, atmosfere, emozioni. Lo spettacolo, con cui fu inaugurato il Teatro Strehler nel gennaio 1998, rappresenta un unicum nell'ambito del teatro musicale: infatti è entrato nel Guinness dei Primati per il più alto numero di repliche mai realizzato da un'opera lirica (43 repliche consecutive nella stagione 1998/99), esito, quest'ultimo, dell'organizzazione delle recite e dei cast, due cast di giovani cantanti, di equivalente valore artistico che si alternano in scena, fortemente voluta da Giorgio Strehler e finalizzata ad avvicinare un pubblico allargato ad un genere ancora elitario quale il melodramma. Presenza costante dell'opera di Strehler, in filigrana alle rappresentazioni di prosa, quale riferimento estetico e formale nelle pagine di riflessione critica, e protagonista di alcune delle sue regie liriche più note e amate, Mozart giunge ad incarnare un sentimento di profonda "affinità elettiva" tra i due autori: "l'idea di Mozart quale tramite fulmineo tra il quotidiano e l'infinito, era al centro delle ossessioni registiche di Strehler- scrive Lorenzo Arruga - Mozart per lui era più semplice e totale d'ogni nostra realtà, anzi, era più misterioso e complesso, ma più immediato e insieme più vitale e convincente". Il Mozart di Così fan tutte suggerisce a Strehler una lettura solare e profondamente umana. "In Così fan tutte c'è tanto sorriso, dolce e farsesco - ebbe ad affermare il regista - ma c'è anche, alla fine, tanta pietà per noi povere marionette che recitiamo con relativa sincerità l'amore... La coppia è un fatto provvisorio, può sempre rompersi e rovesciarsi. Le passioni non sono mai definitive, ma momentanee. L'eros è sempre al di là delle convenienze. Questo gioco che è proprio della vita umana, Mozart l'ha colto in una luce crudele, ridicola e pietosa al tempo stesso". Nella suggestiva scenografia di Ezio Frigerio e con i magnifici costumi di Franca Squarciapino, due compagnie di cantanti-attori si alterneranno nelle cinque serate milanesi, guidate dalla bacchetta del maestro Paolo Olmi. Teatro Strehler - dal 18 al 22 dicembre 2003. Così fan tutte, dramma giocoso in due atti, su libretto di Lorenzo Da Ponte. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart (edizione Bärenreiter-Verlag Kassel rappresentante per l'Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano), uno spettacolo di Giorgio Strehler realizzato da Paolo Olmi, direttore d'orchestra. Orari giovedì, venerdì, sabato, lunedì ore 19.30; domenica ore 16. Durata 3 ore. Per informazioni e prenotazioni: tel. 02 72 333 222. prezzi: platea 70 euro, balconata 49 euro.
Infolink: www.piccoloteatro.org 

I LEGNANESI, DA 53 ANNI L'UNICA E INIMITABILE COMPAGNIA DIALETTALE LEGNANESE PRESENTANO "UN DUE TRE...... GHE' FINI' I DANE'!" AL TEATRO SMERALDO DI MILANO
Dopo essersi riconfermati campioni d'incassi con "Zucc e melòn a la sua stagiòn?" nella passata stagione teatrale, con un trionfale tributo di pubblico senza precedenti, rieccoli "I Legnanesi", eredi artistici di Felice Musazzi con un nuovissimo, scintillante, esilarante spettacolo "Un due tre ...ghe finì i danè!". Il titolo è la rivisitazione di un'esclamazione del linguaggio popolare Lombardo, una burla, un modo scherzoso per dire "...ti ho gabbato": Conto tre e già te l'ho fatta! E' il gioco della vita: quando meno te l'aspetti, ti accorgi che qualcuno ti ha fregato! Questo detto, ricorre di frequente nel nuovo spettacolo: 150 minuti di risate travolgenti, una comicità dirompente, con tante novità tutte da vedere. A 15 anni dalla scomparsa del maestro Felice Musazzi (alias Teresa) e a poco tempo dall'addio dell'insuperabile Tony Barlocco (alias Mabilia), I Legnanesi, che con loro hanno vissuto e condiviso per tanti anni le gioie del successo, rendono omaggio ai due fondatori riportando sulla scena i nomi di Teresa e Mabilia. Due grandi attori, dei quali si vogliono far rivivere i nomi d'arte, senza però incappare in facili imitazioni, senza deformarne il ricordo e l'originalità! La Scuola di Teatro, inventata da Felice Musazzi e Tony Barlocco, di cui i Legnanesi sono gli allievi eredi, è rimasta l'originale di allora, costruita sulle colonne portanti: Giuseppe Parini, (alias Cornelia) co-fondatore della Compagnia, sulla scena dal 1949, continua a interpretare la donna di cortile; Angelo Mortarino (che ricorda la Teresa) in compagnia da 35 anni, che con la sua personale interpretazione fa rivivere questo personaggio; Lino Mario (che reinventa la Mabilia) reclutato da Musazzi nel 1970, attualizza il personaggio della ragazza di belle speranze; Rino Maraschi (la Rina) vestì i panni femminili nel 1974, e ancor prima, creatore come oggi delle incredibili parrucche di scena. Per decenni, sotto la guida di Musazzi e Barlocco, questi "allievi" hanno assimilato l'arte istrionica del "far teatro" e l'hanno trasmessa alle nuove leve. Danilo Parini (il Giovanni) che reinterpreta la figura dal 1990; Giovanni Mercuri (la Mistica) dal 1991 si cala nel personaggio della beghina del paese; Franco Curia (la Carmela) straordinaria terròna doc dal 1994. E poi, la rivelazione recente, Massimo Albini (la Maby), la cugina americana, la ragazza super, quella che tutte vorrebbero essere: giovane, bellissima e ambiziosa. A fare da contorno, tanti altri personaggi e ballerini, tutti dilettanti. Questa è la compagnia dei Legnanesi, la più imitata d'Italia, ma mai eguagliata. Lo spettacolo ha inizio! In una fantasmagorica Las Vegas, scintillante di lustrini e paillettes, si celebra il trionfo dell'avanspettacolo. Parodiando il più famoso musical "Chicago", ecco la Maby d'oro scendere le scale della felicità, attorniata da 12 'boys' che con lei cantano e ballano in una travolgente coreografia. Ma subito si ritorna alla realtà, nel grande maestoso cortile, attualizzato dall'insediamento abitativo multietnico. Un cortile poliglotta, fatto di lombardi, meridionali, extracomunitari, nel quale ognuno si racconta, attraverso le vicende quotidiane nel dialetto popolare, spontaneo e vivace, di un verismo disarmante. Un linguaggio corposo e graffiante che interpreta le espressioni più genuine, sottolineando i caratteri, le speranze e le delusioni, ambizioni e difetti della classe operaia dei "Pover Christ". Storie di varia umanità: la Mabilia, finalmente realizza il suo desiderio, e apre in cortile, proprio vicino alle stalle, un negozio di estetista. La Rina, infermiera di notte, fa tremare le ringhiere al suo ingombrante ingresso dal portone del cortile. La Teresa e il Giovanni, sono vittime e arbitri del variegato microcosmo. Ma l'evento scatenante, che è il pretesto sul quale si srotola la storia, è il matrimonio della nipote americana: la Maby! La cerimonia nuziale, riservata a pochi intimi blasonati, subisce il boicottaggio delle cortigiane deluse per non essere state invitate, e con un escamotage improvvisano un sit in di protesta nella piazza della chiesa, e rovinano così l'evento. L'arrivo del misterioso sposo, fornisce lo spunto alla famiglia Colombo per progettare un nuovo business: scafisti, per traghettare coi gommoni i clandestini padani verso le terre dell'est! E inevitabilmente ci si ritrova in un fantasmagorico finale ambientato in Russia, con impeccabili Ussari, divertenti matrioske, Zar e Zarine con costumi meravigliosi. La seconda parte, vede schierato nella piazza del Duomo di Milano, un drappello di Corazziere Padane, che attendono l'arrivo dei Savoia in visita alla città. Puntualmente l'aereo atterra fra la folla esultante, e fra questi, le donne del cortile, che offrono la reggenza della neonata repubblica transpadana ai reali, illustrandone confini e progetti. La realtà riporta i Legnanesi a celebrare un omaggio alla terra Lombarda, un quadro oleografico che esalta il costume, le radici e le bellezze della nostra terra contadina. Non poteva mancare il quadro finale, sempre atteso: il letto, tutto speciale, che strapperà risate e applausi, sorprendente per la sua originalità, e sicuramente farà sbellicare il pubblico dalle risa. Tanti siparietti comici e coreografici contribuiscono a compattare il nuovo spettacolo, con scenografie e costumi nuovissimi, disegnati dall'affermato Angelo Poli. Le travolgenti musiche originali, sono scritte e orchestrate  da Gianni Gastaldo. Le coreografie, appositamente create da Luigi Sironi, già ètoile del teatro alla Scala. I testi e la regia, sono firmati da Alvaro Testa, che da oltre 10 anni firma i successi dei Legnanesi. Lo spettacolo, è prodotto da Enrico Barlocco, nipote di Tony Barlocco, la più famosa Mabilia. E per finire, gran finale al circo! Sotto il grande tendone, i Legnanesi si presentano come sono nella realtà: operai, impiegati, studenti, gente comune, con la grande passione per il teatro. Ogni sera, parte da Legnano il pullman dell'allegria, per dare al pubblico due ore di buonumore: ridere e far ridere, per continuare questa grande avventura, che  doveva durare una sera, ma che va avanti da 55 anni! Orario spettacoli: feriali ore 20.45, domenica ore 16, lunedì riposo. 1 gennaio ore 17 - 6 gennaio ore 16 e 20.45
Piazza XXV Aprile, 10 - 20121 Milano - tel. 02/29006767 - www.smeraldo.it

VARIETÀ DI SPETTACOLI SUI PALCOSCENICI MILANESI: CULTURA E DIVERTIMENTO CON IL DIDEROT DI PAOLO POLI AL CARCANO, IL FANTASMA DI CANTERVILLE DI OSCAR WILDE, I LEGNANESI, IL MUSICAL "FAME", I CLASSICI AL PICCOLO TEATRO 
Promettono bene la stagione delle feste e l'inizio dell'anno nuovo, anche se rimaniamo in città e non abbiamo intenzione di cambiare aria al sole o sulla neve. Uno spettacolo a teatro ci farà evadere come un bel viaggio. Dopo essersi riconfermati campioni d'incassi nel 2002, riecco I Legnanesi con il nuovo esilarante spettacolo : "Un due tre ...ghe finì i danè!" al Teatro Smeraldo in cui si alternano una fantasmagorica Las Vegas, scintillante di lustrini e paillettes, e la realtà popolare del cortile, abitato da milanesi ed extracomunitari, che raccontano le loro vite nel dialetto spontaneo, corposo e graffiante che ha fatto il successo dei Legnanesi. L'evento scatenante di tutta la storia è il matrimonio della nipote americana: la Maby! con una serie di trovate surreali e travolgenti. Risate, ironia sottile, battute pungenti e colori sfavillanti al Teatro Carcano dove ci attende fino al 25 gennaio Paolo Poli con "Jacques il fatalista" di Diderot: protagonista un servitore imperturbabile e disincantato di un padrone pasticcione e sempliciotto. Il loro viaggio in compagnia è uno scoppiettio di battute e di commenti su un  mondo stravagante, compresa una vergine incinta e falsi gentiluomini che inventano tre quarti di nobiltà. Teatro di parola, stile filosofeggiante anche al Teatro Leonardo che dall'Epifania fino al 18 gennaio propone "Progetto Renard: lessico amoroso" basato su un gioco di coppia, seduzione, tradimenti, amore: ma soprattutto un gioco sulla verità dei sentimenti che forse non approdano mai alla totalità. Sono due atti unici da vivere come piccoli gioielli di recitazione e di riflessione. Al Teatro Filodrammatici da non perdere in questo scorcio di anno  "Il fantasma di Canterville" di Oscar Wilde interpretato da un'altra Poli, Lucia, la sorella di Paolo, altrettanto brava e brillante, che alterna in questa opera il tono humour all'horror, commenti, borbottii, sogni, nei panni di una governante alle prese con il famoso fantasma aristocratico inglese. Poi sarà in scena per tutto il mese di gennaio il classico commovente "Spoon river", l'antologia sulle vite private di una piccola città rimasta alla storia per merito di Edgar Lee Masters. E non si può rinunciare al brillante "Pigiama per sei" al Teatro San Babila dove il duo inossidabile Ric & Gian presenta una commedia degli equivoci con un marito tradito, un amante coinvolto negli intrecci sentimentali del marito che lui ha ingannato, una moglie che nasconde i suoi tradimenti e nel contempo si sente costretta a nascondere anche rabbia e sospetti fino ad un crescendo finale di risate, complicazioni e inganni che si risolvono nell'immancabile lieto fine. Grande attesa a Milano per il musical "Fame. Saranno famosi" sul palcoscenico del Teatro Nuovo, la storia entusiasmante di un gruppo di giovani studenti della New York School che si impegnano per ottenere un ruolo nello show a Broadway. Fatica, ambizione, speranza,  delusioni li legano per sempre in una mescolanza di amore, competizione, sogni comuni. Bellissimi tutti i balletti e la forza trascinante della musica che mostra anche il valore educativo dell'arte teatrale. Danza e danza altissima anche sul palcoscenico del Teatro Franco Parenti con Luciana Savignano, mitica ballerina italiana con "Tango di luna", surreale, delicato, sognante proprio come una serata al chiaro di luna. La stagione natalizia con le belle favole dei Fratelli Colla e la ripresa di Anna Marchesini, eccellente e caustica protagonista di "La cerimonia del massaggio", prosegue sui palcoscenici del Piccolo Teatro che propongono importanti opere drammatiche: al Teatro Studio "Peccato che fosse puttana" di John Ford centrato su una difficile storia di un amore incestuoso ambientato nel Seicento al quale Ronconi attribuisce una cifra di "ambiguità" che fa giocare con due cast diversi di attori e al Teatro Grassi "La brocca rotta" di Heinrich von Kleist, un'analisi inquietante di vizi e  virtù di un piccolo villaggio danese, dove un giudice disonesto colpevole di violenza deve a sua volta giudicare. Quale giustizia emergerà dalla vicenda? I due spettacoli promettono grandi emozioni, uno affidato alla regia del più celebre regista italiano, Luca Ronconi, l'altro alla regia di Cesare Lievi con gli attori pluripremiati Franca Nuti e Giancarlo Dettori.

SPLENDIDO POKER DI ACKERMANN NELLA COMBINATA DI COPPA DEL MONDO
Val di Fiemme (Tn) - E’ Ronny Ackermann il dominatore assoluto del pianeta della combinata nordica. Il ventiseienne campione tedesco di Oberhof ottiene sulle nevi della Val di Fiemme la sua quarta vittoria stagionale in Coppa del Mondo, dominando praticamente tutte le prove sin qui disputate, e conquistando oggi da vero padrone la gara “Gundersen” della tappa italiana del massimo circuito mondiale. Ackermann dopo aver concluso al primo posto la prova di salto (99.5 e 96.5 le misure dei suoi salti) disputata stamane sul trampolino K 95 di Predazzo, ha dominato anche la prova di fondo sui 15 chilometri , disputata nel pomeriggio sul tracciato di 2,5 chilometri ricavato nel centro del fondo di Passo Lavazè. Il campione tedesco che partiva con un vantaggio di 28 secondi sull’austriaco Felix Gottwald ha incrementato chilometro dopo chilometro il suo vantaggio concludendo la sua gara in solitaria con 1’05.1 sugli inseguitori. Gara combattuta alle spalle del campione del mondo in carica (titolo ottenuto nel febbraio scorso ai Mondiali di Fiemme 2003), con il tedesco Sebastian Haseney che recuperava ben sette posizioni e riusciva a precedere allo sprint anche l’austriaco Felix Gottwald, secondo al termine della frazione di salto. Quinto e sesto posto per i finlandesi Samppa Lajunen (in grado di recuperare ben sette posizioni nel fondo) e Hannu Manninen autore di un grande recupero nella frazione di fondo (per lui il secondo tempo assoluto), dopo aver concluso il salto solo in 22^ posizione. Manninen riesce così a conservare il secondo posto in Coppa del mondo alle spalle di Ackermann ma davanti all’altro tedesco Haseney. Bel recupero sui 15 chilometri finali di fondo dell’altoatesino Jochen Strobl che dopo aver concluso i due salti di gara solo al 43° posto, è riuscito stabilire il 6° tempo parziale, risalendo sino al 32° posto finale, e recuperando ben nove posizioni. Più staccati gli altri giovani azzurri con Daniele Munari 38° e con Giuseppe Michielli e Michele Giuliani che non hanno preso parte alla gara di fondo dopo il 46° e 47° posto nella prova di salto. Il programma della coppa del mondo di combinata prosegue domani sempre sui trampolini e sulle piste della Val di Fiemme con la gara mass-start, che dopo una frazione iniziale di 10 chilometri di fondo con partenza in linea (il via alle 11,30 a Passo Lavazè), proporrà due salti di finale sempre dal trampolino K 95 di Predazzo (inizio ore 15.30) . Individual Gundersen - Results 1) Ackermann Ronny (Ger) 35.23.1; 2) Haseney Sebastian (Ger) +1.05.1; 3) Gottwald Felix (Aut) +1.06.4; 4) Takahashi Daito (Jpn) +1.33.4; 5) Lajunen Samppa (Fin) +1.57.3; 6) Manninen Hannu (Fin) +2.03.6; 7) Gruber Michael (Aut) +2.03.9; 8) Lodwick Todd (Usa) +2.04.7; 9) Roux Ludovic (Fra) +2.05.8; 10) Kaitainen Jouni (Fin) +2.06.9; 11) Moan Magnus (Nor) +2.35.3; 12) Hammer Kristian (Nor) +2.36.2; 13) Tallus Jaakko (Fin) +2.36.3; 14) Stecher Mario (Aut) +2.56.9; 15) Rygl Ladislav (Cze) +3.04.3; 16) Tande Setter (Nor) +3.09.8; 17) Schmitt Thorsten (Ger) +3.32.5; 18) Bieler Christoph (Aut) +3.37.8; 19) Klemetsen Havard (Nor) +3.41.2; 20) Rotevatn Sverre (Nor) +3.45.6.
INTERVISTE:
RONNY ACKERMANN
Oggi è davvero una giornata eccezionale per me, ho ottenuto la mia quarta vittoria consecutiva in coppa del mondo, e così posso dire di essere entrato nella storia. Il mio primo salto non è stato dei migliori, poi sono riuscito a migliorarmi. Oggi era molto difficile, le condizioni del vento e di visibilità erano molto variabili. Era molto difficile trovare le giusta concentrazione. Nel fondo avevo degli sci veloci e preparati molto bene, la mia condizione è molto buona ed ho ottenuto davvero un ottimo risultato.
SEBASTIAN HASENEY
Non ho saltato molto bene stamane. Nella prova di fondo invece sono riuscito a recuperare posizioni importanti. Ho sofferto un po’ per il ghiaccio sulle piste, ma sono molto contento del mio risultato di oggi.
FELIX GOTTWALD
Davvero una gara difficile per me nel fondo. Forse ho sofferto troppo l’altitudine. Mi sono sentito davvero stanco dopo il primo salto, peccato perché la gara di salto era iniziata bene, ma non sono riuscito a confermarmi nel fondo. Allo sprint non avevo le energie sufficienti per resistere a Sebastian Haseney, i miei sci non erano particolarmente veloci. Penso che Ackermann abbia potuto contare su sci velocissimi, comunque complimenti a lui. Domani è un altro giorno, speriamo in meglio. Sono davvero felice per miei salti di oggi.  Mi piacciono i trampolini di Predazzo, dove ho disputato anche delle buone prove durante gli ultimi Mondiali.
JOCHEN STROBL
Sono soddisfatto della mia prestazione nel fondo, penso sia una delle mie migliori gare disputate quest’anno, peccato, ho sbagliato troppo nel salto. Sto andando bene in allenamento, ma in gara non riesco a trovare le sensazioni giuste. All’inizio di stagione sono riuscito a saltare molto meglio, in queste ultime settimane non riesco a trovare la giusta concentrazione. Domani speriamo di affrontare meglio la prova di salto. 
MICHELE GIULIANI
Mi sentivo un po’ emozionato, era la mia prima gara di stagione. Devo ancora migliorare molto. Perfette le condizioni qui a Predazzo, sono trampolini che conosco molto bene. Peccato per i miei salti, ho subito un po’ il vento da dietro. Ora mi aspetta l’Alpen Cup qui in Val di Fiemme la settimana prossima. Speriamo di preparare al meglio questo evento, uno degli obiettivi principali della mia stagione.

VISITA ALLA MOSTRA ARMATURE DA PARATA DEL CINQUECENTO
Per rispondere alle numerose richieste del pubblico, il Museo Poldi Pezzoli realizza un ricco programma di visite guidate alla mostra Armature da parata del Cinquecento. Un primato dell’arte lombarda, in corso fino al 18 gennaio 2004. Il prossimo appuntamento in programma è: Domenica 14 dicembre ore 16.00 Verrà illustrata l’altissima qualità dei pezzi esposti, veri e propri capolavori usciti dalle botteghe degli armaioli milanesi. Opere stupefacenti non solo per l’abilità tecnica, ma soprattutto per l’invenzione decorativa, che li rende oggetti comparabili con le sculture e più in generale con le opere dei maggiori artisti del Cinquecento. Milano e la Lombardia , infatti, esercitavano nel Xvi e nel Xvii secolo un primato assoluto nel mercato europeo della produzione di armi e armature che raggiunse livelli di perfezione mai conosciuti prima.

FIABA-GIOCO PER BAMBINI AL MUSEO POLDI PEZZOLI IN OCCASIONE DELLA MOSTRA ARMATURE DA PARATA DEL CINQUECENTO.
Un primato dell’arte lombarda il Museo Poldi Pezzoli di Milano dedica momenti speciali di incontro riservati ai bambini dai 5 agli 8 anni. I piccoli visitatori sono invitati ad ascoltare la fiaba del Cavaliere Pigro: Domenica 14 novembre ore 11.00 e ore 15.00 I bambini sono accolti da guide didattiche che raccontano loro la favola Il Cavaliere pigro e li accompagnano nelle sale del Museo; seguendo le vicende del protagonista, i piccoli hanno modo di visitare l’Armeria del Museo e le sale della mostra, dove incontreranno un’armatura davvero curiosa. Ogni partecipante, inoltre, riceve una copia della fiaba, una scheda della mostra e le istruzioni e il materiale per creare il suo scudo personale. Attraverso questa esperienza i bambini possono, non solo scoprire e osservare gli oggetti conservati nelle splendide collezioni di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, ma anche sperimentare un tipo di apprendimento non convenzionale in grado di stimolare lo spirito di osservazione e la fantasia. Per partecipare è necessario prenotare telefonando da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00 ai numeri 02.794889 02.796334 Le visite per i bambini sono realizzate grazie al sostegno di www.Museopoldipezzoli.it

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