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14 MAGGIO 2003

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LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA CONDANNA I REGIMI SPAGNOLO E BRITANNICO CHE RIGUARDANO LE "GOLDEN SHARES" [AZIONI CHE CONFERISCONO POTERI SPECIALI] LA LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI OSTA AI SISTEMI CHE SI APPLICANO ALLE IMPRESE REPSOL, TELEFÓNICA, ARGENTARIA, TABACALERA, ENDESA E BRITISH AIRPORTS AUTHORITIES 

Bruxelles, 14 maggio 2003 - La Commissione ha proposto due ricorsi diretti contro la Spagna e il Regno Unito per violazione del principio della libera circolazione dei capitali. La legge spagnola n. 5/1995 "recante norme in materia di alienazione delle partecipazioni pubbliche in determinate imprese" stabilisce le condizioni di privatizzazione di varie imprese spagnole del settore pubblico. Tale legge e i regi decreti di attuazione della medesima sono applicabili a imprese quali Repsol (petrolio e energia), Telefónica (telecomunicazioni), Argentaria (banca), Tabacalera (tabacco) e Endesa (elettricità). Il regime di previa autorizzazione instaurato dalla normativa spagnola include le decisioni importanti relative allo scioglimento volontario, alla scissione, alla fusione, alla modifica dell'oggetto sociale, alla cessione di beni patrimoniali o alla partecipazione al capitale sociale di talune imprese. Lo statuto della British Airports Authority plc (Baa), impresa privatizzata che gestisce taluni aeroporti internazionali nel Regno Unito, crea una "golden share" a favore del governo britannico che attribuisce a quest'ultimo il potere di autorizzare talune operazioni della società (scioglimento volontario, cessione di un aeroporto). Inoltre, gli statuti della BAA impediscono l'acquisto di azioni che diano diritto di voto per oltre il 15% del capitale sociale. La Corte di giustizia dichiara, in primo luogo, che il Trattato CE vieta tutte le restrizioni ai movimenti di capitali tra Stati membri, nonché tra Stati membri e paesi terzi. Gli investimenti sotto forma di partecipazione costituiscono movimenti di capitale secondo la normativa comunitaria. La Corte sottolinea, quindi, che il regime spagnolo e quello britannico comportano restrizioni ai movimenti di capitali tra gli Stati membri. Tuttavia, la Corte ricorda che una certa influenza degli Stati membri è giustificata nelle imprese inizialmente pubbliche e successivamente privatizzate, qualora tali imprese operino nei settori dei servizi di interesse generale o strategico. Infatti, tali restrizioni, quando sono indistintamente applicate ai cittadini nazionali e ai cittadini comunitari, possono essere giustificate da ragioni imperative di interesse pubblico. Per essere così giustificate, tali restrizioni devono soddisfare il principio di proporzionalità, e cioè non possono andare oltre quanto necessario per garantire il conseguimento dello scopo perseguito. Come la Corte ha già dichiarato, un regime di previa autorizzazione amministrativa soddisfa il principio di proporzionalità se: è fondato su criteri oggettivi, non discriminatori e noti in anticipo alle imprese interessate; e qualsiasi soggetto colpito da una misura restrittiva dispone di un rimedio giurisdizionale. Il regime spagnolo La Corte non accetta che, per quanto riguarda Tabacalera (tabacco) e Argentaria (gruppo di banche commerciali operanti nel settore bancario tradizionale), la normativa possa essere giustificata da ragioni di interesse pubblico collegate a bisogni strategici, nonché alla necessità di garantire la continuità dei servizi pubblici. Tali imprese non sono soggetti destinati a fornire servizi pubblici. Per quanto riguarda Repsol (petrolio), Endesa (elettricità) e Telefónica (telecomunicazioni), la Corte ammette che gli ostacoli alla libera circolazione dei capitali possono essere giustificati da una ragione di pubblica sicurezza. Viene ammesso l'obiettivo di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di tali prodotti o la fornitura di tali servizi, in caso di crisi, quando vi sia una minaccia effettiva ed abbastanza grave ad uno degli interessi fondamentali della collettività. Tuttavia, il principio di proporzionalità non è rispettato in quanto: l'amministrazione dispone di un potere discrezionale molto esteso il cui esercizio non è sottoposto ad alcuna condizione; gli investitori non sono informati circa le circostanze specifiche e obiettive in cui una previa autorizzazione sarà concessa o rifiutata; si tratta di un regime di previa autorizzazione; le operazioni considerate costituiscono decisioni fondamentali nella vita di un'impresa; benché un ricorso giurisdizionale appaia possibile, la normativa spagnola non fornisce al giudice nazionale criteri precisi per controllare l'esercizio del potere discrezionale dell'autorità amministrativa. Analogamente, la Corte rileva che il fatto che il regime abbia una durata limitata (dieci anni) non modifica la sua qualificazione come inadempimento. Il regime britannico Il governo britannico ha fatto valere che nel suo caso non si trattava di una restrizione alla libera circolazione dei capitali, in quanto non sarebbe limitato l'accesso al mercato e lo statuto della BAA rientrerebbe nel diritto civile delle società e non nel diritto pubblico. Il detto governo ha quindi espressamente dichiarato che non intendeva avvalersi di ragioni imperative di interesse pubblico per giustificare la propria normativa. La Corte respinge gli argomenti del governo britannico e non prende in esame giustificazioni. In tali circostanze, la Corte dichiara che i regimi spagnolo e britannico sono contrari alla libera circolazione dei capitali. 

L'UNICE CHIEDE UN'AZIONE DECISIVA DA PARTE DEL CONSIGLIO "COMPETITIVITÀ" 
Milano, 14 maggio 2003 - L'Unione delle confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro (Unice) ha scritto all'attuale presidente del Consiglio "Competitività" dell'UE Apostolos Tsohatzopoulos, chiedendo la rapida attuazione delle politiche volte al raggiungimento dell'obiettivo del tre per cento entro il 2010. Il Consiglio "Competitività", che si riunirà a Bruxelles il 13 maggio, discuterà, fra i vari argomenti, il piano d'azione della Commissione "Investire nella ricerca: un piano d'azione per l'Europa". Tale iniziativa prevede una serie di misure per elevare gli investimenti europei nella ricerca al tre per cento del PIL entro il 2010, così come stabilito dal Consiglio di primavera del 2002, tenutosi a Barcellona. Il piano d'azione dovrebbe contribuire altresì al conseguimento dell'obiettivo di Lisbona, che consiste nel trasformare l'Europa nell'economia più competitiva al mondo entro il 2010. "L'Unice attribuisce grande importanza all'obiettivo fissato al vertice di Barcellona di elevare la spesa per la R&S [ricerca e sviluppo] al tre per cento del Pil europeo entro il 2010. A tal fine, occorre creare un ambiente favorevole agli investimenti dell'industria nella ricerca e sviluppo all'interno dell'UE", recita il documento di posizione dell'Unice. L'organizzazione giudica particolarmente positive le misure volte a migliorare la coerenza fra gli Stati membri in materia di R&S, ad incrementare la spesa pubblica per la ricerca, ad estendere i provvedimenti fiscali per la promozione degli investimenti privati e a riesaminare le norme in materia di aiuti di Stato per la R&S. Pur apprezzando la recente proposta della Commissione di rivedere l'esenzione per categoria a favore delle piccole e medie imprese (Pmi), definendola "un segnale positivo, in linea di principio", l'Unice auspica l'adozione di simili misure per l'industria nel suo complesso. L'organizzazione, inoltre, chiede ai governi degli Stati membri di accordare ai ministeri rappresentati al Consiglio sufficienti poteri a livello nazionale, affinché possano dar seguito agli accordi assunti durante la riunione. Oltre al piano d'azione concernente l'obiettivo del tre per cento, i ministri discuteranno di politica dell'innovazione. Il Consiglio inviterà gli Stati membri e la Commissione ad intensificare la loro cooperazione e a creare un quadro di obiettivi comuni per rafforzare l'innovazione nell'UE. Nell'ordine del giorno della riunione del 13 maggio figurano altresì la definizione di una politica europea nel settore spaziale, il progetto Iter (reattore sperimentale internazionale termonucleare), l'iniziativa "Go Digital"e il settore delle scienze della vita e delle biotecnologie. Il Consiglio illustrerà una relazione intermedia in materia di biotecnologie, presentata dalla Commissione al Consiglio di primavera di quest'anno, e commenterà i progressi compiuti fino ad oggi in merito allo sviluppo di una politica biotecnologica europea. Infolink: http://www.unice.org 

UN PROGETTO FINANZIATO DALL'UE ISTITUISCE UN FORUM PER PROMUOVERE L'ECONOMIA EUROPEA BASATA SULLA CONOSCENZA 
Bruxelles, 14 maggio 2003 - I partecipanti ad un progetto finanziato dall'UE sono impegnati nella costruzione della massa critica di conoscenze necessaria per garantire all'Europa la possibilità di raggiungere l'obiettivo di Lisbona, ovvero diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva al mondo entro il 2010. Il Km Forum (Forum europeo per la gestione delle conoscenze) è una rete tematica triennale finanziata nell'ambito del programma Tsi (tecnologie per la società dell'informazione), facente parte del quinto programma quadro (5PQ). La rete dispone di un bilancio complessivo pari a 1,7 milioni di euro e include la partecipazione di partner provenienti da cinque Stati membri. Sin dalla sua istituzione, il forum ha già creato una comunità di oltre 5.000 professionisti ed esperti nel settore della gestione delle conoscenze, i quali condividono informazioni, opinioni ed esperienze sul futuro della gestione del sapere. Al forum partecipano accademici, ricercatori, venditori di software e utenti finali di oltre 100 paesi. Il principale obiettivo del forum è creare e mantenere un'efficace infrastruttura di sostegno in Europa, consentendo agli esperti in materia di gestione delle conoscenze di coordinare le loro attività di ricerca e di collegarsi in rete, sia su base formale che informale. In questo modo, gli ideatori del forum auspicano di superare la frammentazione delle attività di ricerca. Frithjof Weber, coordinatore del progetto Km Forum spiega l'importanza della rete: "La gestione della conoscenza attinge da numerose discipline: la teoria organizzativa, la psicologia, l'antropologia e le TI [tecnologie dell'informazione], per citarne solo alcune. Di norma, gli operatori di ciascun settore analizzano l'argomento dal proprio punto di vista, senza mai interagire. Pertanto, abbiamo ritenuto opportuno contribuire alla condivisione dei risultati fra i partecipanti ai progetti europei in materia di gestione della conoscenza e, più in generale, al collegamento in rete della vasta comunità di ricercatori e professionisti che operano in tale settore. Definiamo tale approccio con lo slogan "KM made in Europe". Il forum utilizza una serie di strumenti per facilitare il dialogo fra esperti ed utenti. Il più importante è rappresentato dal portale web "KnowledgeBoard", che i professionisti possono impiegare per trovare partner con simili obiettivi ai propri, creare gruppi d'interesse specifico o discutere di potenziali sinergie. Attraverso l'utilizzo di tecnologie intelligenti, il portale consente un'interazione in "tempo reale" durante lo svolgimento di workshop, spazi multilinguistici e forum di discussione. Ogni mese, inoltre, il sito seleziona, analizza e discute un aspetto diverso della gestione delle conoscenze, compresi i risultati, le relazioni e le interviste ad esperti del settore. L'attiva partecipazione dei ricercatori al forum è la prova tangibile del successo del portale: "La comunità permette alla gente di incontrarsi. È il luogo ideale per farsi notare e scoprire cosa accade nel mondo. Ho sentito di persone che citano la loro partecipazione a KnowledgeBoard nei loro curricula e di società che hanno ottenuto delle commesse tramite il portale", ha affermato Weber. Oltre a gestire il sito web, il forum Km organizza corsi, conferenze ed esposizioni per consentire ai ricercatori e agli utenti dei sistemi di gestione delle conoscenze di scambiare idee ed esperienze. Secondo Weber, il Km Forum soddisfa le esigenze di un mondo in rapida evoluzione, all'interno del quale le imprese, oggi, devono pensare in termini di cicli di pianificazione trimestrali o semestrali. "Le aziende mirano a rendimenti molto rapidi. I ricercatori accademici devono rispondere a tale esigenza accelerando il tasso di adozione e utilizzo dei loro risultati". I responsabili del Km Forum stanno già guardando al futuro e intendono partecipare alle attività di ricerca nell'ambito del sesto programma quadro (6PQ). Secondo Weber, il forum sarà in grado di fornire una piattaforma per i progetti integrati (IP) e le reti di eccellenza (NoE), a sostegno dell'economia della conoscenza. "Siamo un esempio vivente del nuovo modello di rete d'eccellenza, caratterizzato da una forte interazione fra il mondo accademico e l'industria", ha affermato Weber. Infolink: http://www.knowledgeboard.com/ 

ATENE OSPITA UN WORKSHOP SULLA POLITICA COMUNITARIA PER L'INIZIATIVA "E-INFRASTRUCTURES" 
Bruxelles, 14 maggio 2003 - Il 12 giugno si svolgerà ad Atene (Grecia) un workshop dedicato al tema dello sviluppo di una nuova politica comunitaria a favore delle infrastrutture che consentono di eseguire transazioni commerciali on line (e-infrastructures). Il workshop, dal titolo "Verso l'integrazione delle infrastrutture grid e di collegamento in rete nel settore dell'e-science e oltre: l'iniziativa e-infrastructures dell'UE", discuterà le azioni necessarie a sviluppare un quadro più semplice ed economicamente più vantaggioso per condividere le risorse della ricerca e della società dell'informazione in tutta l'Europa. Ai partecipanti sarà inoltre chiesto di individuare il metodo migliore per applicare un tale modello all'interno dello Spazio europeo della ricerca. Il workshop è organizzato dalla Presidenza greca, dal ministero dello Sviluppo, dal Segretariato generale per la ricerca e la tecnologia (Gsrt), dalla Commissione europea e dalla Rete ellenica per la ricerca e la tecnologia (Grnet), in collaborazione con il Centro nazionale greco di documentazione (Ekt). Infolink: http://www.cordis.lu/greece/events120603.htm 

ENTRATE FISCALI GENNAIO-APRILE 2003: DATI DI CASSA 
Roma, 13 maggio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che il totale delle entrate fiscali incassate nel periodo gennaio-aprile 2003 risulta essere pari a 124.264 milioni di euro, con un aumento di 4.356 milioni di euro (+3,6%) rispetto allo stesso periodo del 2002. L'aggregato registra i dati di cassa, comprendendo cioè il bilancio dello Stato, i bilanci delle Regioni e quelli degli enti previdenziali. In particolare, nei primi quattro mesi le entrate tributarie sono state di 90.250 milioni di euro, con un incremento di 2.924 milioni (+3,3 %). I contributi sociali sono risultati pari a 34.014 milioni di euro con un incremento di 1.433 milioni di euro (+4,4%) rispetto ai 32.581 del primo quadrimestre dello scorso anno. I dati relativi al periodo gennaio-aprile mostrano: un buon andamento dell'Irpef (+4,6%, nonostante la riduzione delle aliquote previste dal primo modulo della riforma fiscale) e dell'Irpeg; una buona evoluzione dell'Iva (+6,9 %); il recupero delle imposte di produzione e degli introiti di lotto e lotterie. Per quanto riguarda il solo mese di aprile, gli incassi hanno totalizzato 27.761 milioni di euro, con un peggioramento di 655 milioni di euro rispetto allo stesso mese del 2002. Nel dettaglio, le entrate tributarie sono diminuite, nello stesso mese di aprile, di 913 milioni di euro, per un totale di 21.566 milioni di euro, mentre i contributi sociali hanno registrato un aumento di 258 milioni di euro, attestandosi su 6.195 milioni di euro contro i 5.937 dell'analogo periodo, con una variazione positiva del 4,4%. L'andamento registrato dagli incassi in aprile è stato condizionato negativamente dal recupero da parte dei concessionari della riscossione del maggiore acconto versato a dicembre 2002 (oltre 1.500 milioni di euro). Considerando sia questa partita di aprile che l'anticipo delle accise (750 milioni di euro versati a dicembre 2002), già recuperato dai concessionari a gennaio, il tasso di crescita degli incassi fiscali risulterebbe, nel primo quadrimestre, del 5,5 % . Gennaio-Aprile 2003 Gennaio-Aprile 2002 Variazione % Entrate tributarie 90.250 87.326 +3,3% Contributi sociali 34.014 32.581 +4.4% Totale entrate 124.264 119.908 +3,6% (dati in milioni di euro) Aprile 2003 Aprile 2002 Variazione% Entrate tributarie 21.566 22.479 -4,1% Contributi sociali 6.195 5.937 4,4% Totale entrate 27.761 28.416 -2,3% (dati in milioni di euro) Nota metodologica Il dato mensile relativo agli incassi tributari e ai contributi sociali comunicato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze è costituito dalle seguenti componenti: A)Entrate tributarie : comprendono le entrate tributarie del bilancio statale - inclusi gli introiti di tesoreria relativi al gioco del lotto e del superenalotto - , gli introiti Irap ed addizionale regionale Irpef e le entrate tributarie della regione Sicilia riscosse tramite il modello F24; B)Contributi sociali : considerano i contributi sociali relativi all'nps,all'Inail, all'Inpdai e all'Enpals riscossi tramite il modello F24. Al fine di consentire un confronto omogeneo fra i vari mesi il dato mensile viene depurato da eventuali regolazioni contabili, considerate mere partite di giro tra entrata e spesa, e da ritardi di contabilizzazioni; viene altresì integrato, per quanto concerne le entrate riscosse tramite la "delega unica" (modello F24) delle somme contabilizzate, nei primi giorni del mese successivo, al bilancio dello Stato o nei conti di tesoreria degli enti titolari dei singoli tributi. Inoltre, il dato fornito è al netto delle compensazioni operate direttamente dai contribuenti e delle agevolazioni alle imprese date sotto forma di crediti di imposta. Queste ultime sono, infatti, contabilizzate nei conti delle Pubbliche Amministrazioni tra le spese. Il dato non comprende le entrate riscosse direttamente dagli altri enti pubblici, tra cui si segnala l'Ici, ed i contributi assistenziali e previdenziali a carico delle amministrazioni pubbliche e dei loro dipendenti, in quanto questi ultimi sono "neutri" rispetto al fabbisogno del settore statale. Il dato mensilmente così rappresentato costituisce circa l'80 percento del totale degli incassi tributari e dei contributi sociali di tutte le pubbliche amministrazioni, costituendo,quindi, un valido indicatore ai fini dell'analisi delle variazioni del fabbisogno del settore statale. 

PRIVATE BANKING: UN MERCATO SEMPRE PIU' COMPETITIVO PER CLIENTI SEMPRE PIU' ESIGENTI 
Segrate, 14 maggio 2003 - Una ricerca svolta da Ibm Business Consulting Services evidenzia l'urgente necessita' di ristrutturare il settore del Private Banking e del Wealth Management: I clienti piu' facoltosi richiedono un livello migliore di servizio e maggior valore, dato che per la prima volta molti di loro hanno perduto denaro per piu' anni consecutivi; Il tradizionale modello offshore europeo sta gradualmente scomparendo, mentre il modello onshore offre migliori opportunita'; Le banche, dopo anni di redditivita' e crescita, devono affrontare un aumento dei costi e una discesa dei margini mai sperimentati finora: la ristrutturazione e' dunque un imperativo per la sopravvivenza; Tutti gli Istituti sono convinti di riuscire, ma non tutti avranno successo; Un clima difficile fa diminuire il numero di Istituti di Private Banking capaci di creare valore: si ampia il distacco tra i leader di settore e gli operatori di medio livello; Il consolidamento e la scala dimensionale diverranno sempre piu' importanti ma difficili da gestire. La sesta edizione della ricerca condotta da Ibm Business Consulting Services indica come - secondo gli operatori del settore - la redditivita' del private banking onshore stia crescendo del 10% mentre quella generata dal private banking offshore sia in flessione del 5%. La ricerca intitolata "European Wealth and Private Banking - Industry Survey 2003" ha visto la partecipazione di 105 importanti Istituti di Private Banking e di Wealth Management di tutta Europa che hanno affermato di prevedere un ritorno a una modesta crescita - otto punti percentuali entro il 2005 - da parte delle attivita' offshore, a fronte di una assai piu' marcata espansione delle attivita' onshore per le quali si attende un incremento del 25% entro il 2005. Si delinea dunque un ulteriore allargamento del distacco che separa le due attivita', con un corrispondente aumento della pressione sugli istituti offshore affinche' diversifichino le proprie fonti di ricavo. "Gli Istituti di Private Banking devono fare molto di piu' per comprendere le esigenze dei loro clienti e definire i prezzi secondo il valore effettivamente erogato", ha dichiarato Massimo Cova, Associated Partner di Ibm Business Consulting Services. "Gli Istituti offshore devono adattare il loro tradizionale modello basato sulla segretezza per spostarsi verso un approccio piu' internazionale in modo da sfruttare la rapida crescita del segmento cross-border". Conoscere meglio i clienti Le banche, abituate ad anni di notevole redditivita' e crescita, hanno perso di vista la comprensione delle necessita' e delle esigenze base dei loro clienti. Incapaci di soddisfare la domanda di servizi ad alto valore aggiunto proveniente dal mercato, gli operatori hanno difficolta' a mantenere elevati livelli di prezzo, imponendo un'ulteriore pressione sulla redditivita' nel periodo piu' difficile e turbolento mai affrontato da questo settore. In alcuni paesi, fino al 50% degli interpellati ha affermato di praticare alla propria clientela sconti compresi tra l'11% e il 20%; inoltre, piu' del 50% del totale degli intervistati dispone di una comprensione definita "limitata o media" degli obiettivi finanziari dei propri interlocutori. I responsabili delle relazioni con la clientela (Customer Relationship Officer) devono assumere un atteggiamento maggiormente imprenditoriale. Gli Istituti di Private Banking devono inoltre ristabilire la fiducia di clienti insoddisfatti, molti dei quali - per la prima volta - hanno perduto denaro per piu' anni consecutivi a causa della volatilita' del mercato. Chi si occupa della clientela deve essere "riqualificato" per poter dare consulenza su una gamma di prodotti piu' ampia e servizi piu' sofisticati studiati per mercati sempre piu' imprevedibili. Devono essere meglio supportati nella loro azione verso il cliente; le banche devono trasformare il loro modello di front-office per consentire agli advisor di proporre soluzioni di maggior valore ed erogare prodotti e servizi di consulenza piu' vicini al cliente. Ripensare il modello operativo Il settore deve ripensare il proprio modello operativo al fine di ridurre i costi: un terzo degli interpellati ha ammesso di possedere un rapporto costi/ricavi superiore all'80%. Nel report appena pubblicato che delinea i risultati dello studio e propone una prospettiva sul futuro del private banking, Ibm Business Consulting Services mette in dubbio la fattibilita' economica dei tradizionali modelli integrati verticali ad alto costo, suggerendo invece l'adozione di piu' flessibili modelli a rete. "Le banche devono portarsi verso cio' che Ibm definisce un modello 'on demand'", ha aggiunto Cova. "In futuro, le banche dovranno operare nell'ambito di modelli a rete flessibili, al fine di focalizzarsi su competenze specifiche rivolgendosi nel contempo a interlocutori esterni per la fornitura di know-how di prodotto a valore aggiunto e per l'erogazione efficiente di servizi di commodity. Inoltre, dovranno migliorare l'integrazione dei processi di business - sia a livello interno che nei confronti di partner, fornitori e clienti - adottando una rete operativa estesa. Questo non solo migliorera' la prontezza di risposta e aiutera' a ottimizzare il servizio ai clienti, ma permettera' anche di aumentare l'efficienza e ridurre i costi". Ulteriori consolidamenti all'orizzonte I partecipanti alla ricerca ritengono che, a livello europeo, consolidamenti ed economie di scala siano destinati a diventare sempre piu' importanti, per quanto di difficile gestione. Se da una parte i costi delle acquisizioni in questo campo sono notevolmente diminuiti negli ultimi due anni, dall'altra i recenti problemi che hanno coinvolto fusioni e alleanze all'interno del comparto hanno evidenziato le difficolta' dei processi di integrazione post-merger. "Nonostante cio'", ha proseguito Cova, "gli operatori si attendono ulteriori azioni di consolidamento in vista di tempi ancora piu' difficili". I mercati onshore e offshore classificano diversamente le fasce di valore dei loro clienti. La ricerca ha evidenziato notevoli differenze nella classificazione della clientela da parte degli Istituti di Private Banking, con alcuni istituti che accettano clienti con patrimoni da gestire anche di solo mezzo milione di euro, mentre altri rifiutano clienti con patrimoni da cinque milioni di euro. Gli autori dello studio hanno fatto leva sull'esperienza maturata in oltre un decennio di ricerche svolte sul settore del private banking nell'ambito di PricewaterhouseCoopers Consulting, nonche' sul know-how accumulato lavorando a stretto contatto con i maggiori Istituti di Private Banking del mondo per aiutarle a migliorare le performance in un contesto economico difficile. Lo studio, il primo ad essere condotto nel settore del private banking da quando PricewaterhouseCoopers Consulting e' stata acquisita da Ibm, si basa sulle risposte fornite da 105 importanti gestori patrimoniali e Istituti di Private Banking di 13 primarie piazze europee (Austria, Belgio, Francia, Germania, Guernsey, Italia, Jersey, Liechtenstein, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera e Regno Unito) 

UNICREDITO ITALIANO: PIÙ PROFITTI E MAGGIORE EFFICIENZA NEL PRIMO TRIMESTRE 2003 CRESCITA DELL'UTILE NETTO (+5.5% A/A, +14% SULLA MEDIA DEL 2002), IN UN CONTESTO ECONOMICO NON FAVOREVOLE 
Milano, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di UniCredito Italiano ha approvato ieri i risultati consolidati del primo trimestre del 2003 L'utile netto di pertinenza del Gruppo del primo trimestre 2003 si attesta a 515 milioni, con una crescita del 5,5% sul risultato del corrispondente periodo del 2002 (488 milioni considerando anche le quote di terzi di Rolo Banca 1473 rivenienti dal perfezionamento dell'operazione S3). Tale risultato è stato conseguito in presenza di uno scenario esterno non favorevole, caratterizzato dalla perdurante debolezza del ciclo economico e variabilità dei mercati finanziari, oltre che di una profonda riorganizzazione del Gruppo. Il Roe si attesta al 18,3%, in termini annualizzati, allineato a quello del corrispondente periodo dell'anno precedente, ma in crescita rispetto al 17,2% dell'intero esercizio 2002. Al netto delle rettifiche su avviamenti il ROE si porta al 20,7% dal 19,6% di fine 2002. La formazione del risultato di gestione Il risultato di gestione, nonostante la persistente debolezza dei fattori di mercato che alimentano lo sviluppo dei ricavi, si è mantenuto nel primo trimestre ben al di sopra dei livelli medi dell'anno precedente (+7,8%). Con una crescita di oltre il 20% rispetto al trimestre precedente il consuntivo dei primi tre mesi ha infatti raggiunto i 1.257 milioni, registrando una flessione del 3,5% a/a. Il confronto rispetto all'anno precedente è peraltro negativamente influenzato dall'effetto dei cambi sulla traduzione dei conti economici delle banche della Nuova Europa. Al netto di tale effetto il risultato di gestione del primo trimestre mostra solo una lieve flessione rispetto al primo trimestre 2002 (-0,9%). La significativa crescita del risultato di gestione rispetto al trimestre precedente è la risultante della favorevole evoluzione sia del margine d'intermediazione (+5,9%) sia dei costi operativi (-4,4%), mentre la sostanziale stabilità rispetto al primo trimestre 2002 a cambi costanti deriva da una crescita dell'1,7% dei ricavi, sostenuta dai proventi di intermediazione e diversi, peraltro interamente compensata dall'aumento dei costi operativi (+4,2%). Il rapporto tra costi e ricavi si mantiene pertanto su un livello contenuto, 52,7% rispetto al 51,3% del primo trimestre 2002 ricostruito, comunque inferiore a quello dell'intero esercizio (pari al 54,5%). Il margine d'interesse, al netto dei dividendi, si attesta a 1.258 milioni, in crescita (1,5% e 3,7% a cambi costanti) rispetto al trimestre precedente e in lieve flessione a cambi costanti sul primo trimestre 2002 (-0,6%). Rispetto a quest'ultimo periodo la riduzione a cambi storici è pari al 3,9%. La tenuta rispetto al trimestre precedente è la risultante di diversi fattori. Si registra in primo luogo un aumento del margine delle banche commerciali in Italia grazie al miglioramento dello spread (-12 punti base nel trimestre), anche per effetto di ricomposizioni del portafoglio e alla tenuta dei volumi medi di impiego. Evolvono positivamente anche il margine della Capogruppo e quello delle società di finanziamento beneficiando entrambe dei minori oneri di provvista sull'interbancario a fronte rispettivamente di immobilizzazioni superiori al patrimonio per la prima e di impieghi a tasso fisso per le seconde. Le banche della Nuova Europa registrano invece una flessione del margine d'interesse (-7,5% a cambi costanti) causato dalla riduzione dei tassi che si riflette anche in una contrazione dello spread. L'evoluzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente risente invece dei minori volumi di impiego delle banche italiane, il cui effetto è solo parzialmente compensato dall'ampliamento dello spread, mentre gli altri fattori evidenziati in precedenza agiscono nella stessa direzione. I proventi da intermediazione si attestano a 1.392 milioni, in crescita rispetto al primo trimestre 2002 del 4% a cambi storici e del 5,7% a cambi costanti, grazie all'apporto dei profitti su operazioni finanziarie e degli altri proventi netti di gestione che compensano la flessione delle commissioni nette (il confronto con il trimestre precedente, ampiamente positivo, è meno significativo per la stagionalità dei profitti su operazioni finanziarie). La dinamica delle commissioni nette, -2,7% a cambi storici e -1,4% a cambi costanti, è determinata dal minor gettito delle commissioni relative ai servizi di gestione e amministrazione del risparmio (-4,9% sul primo trimestre 2002 a cambi storici), che evidenziano peraltro una ripresa rispetto al trimestre precedente. Il flusso di commissioni è stato ancora sostenuto dal marcato incremento di quelle sul collocamento dei prodotti assicurativi (1.766 milioni di nuova produzione), in particolare di quelli a premio ricorrente. Si riducono, invece, rispetto al primo trimestre 2002 sia le commissioni sui fondi d'investimento, nonostante l'aumento delle sottoscrizioni e una raccolta netta di Pioneer per 2,1 miliardi), per effetto della ricomposizione del portafoglio della clientela da fondi azionari e bilanciati, con commissioni più elevate, a obbligazionari e monetari, sia quelle sulle gestioni patrimoniali, particolarmente elevate nella prima parte dello scorso esercizio. I profitti da operazioni finanziarie raggiungono i 433 milioni, un livello superiore del 19,9% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente (+22% a cambi costanti). Tale crescita è stata ancora sostenuta dallo sviluppo dell'attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate. I costi operativi, pari a 1.399 milioni, registrano un incremento rispetto al primo trimestre 2002 dell'1,9% a cambi storici e del 4,2% a cambi costanti. Tale aumento è anche riconducibile agli oneri per la riorganizzazione in corso e per gli investimenti effettuati. Registrano infatti una crescita più elevata le rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali (+4,9% a cambi storici e +9,2% a cambi costanti) e le altre spese amministrative (+2,6% e +4,8% rispettivamente a cambi storici e costanti). Tra queste ultime crescono in particolare quelle per prestazioni per servizi vari resi da terzi. Le spese relative al Personale evidenziano infine un incremento piuttosto contenuto, pari all'1,1%, sull'anno precedente. La formazione dell'utile netto Tenuto conto di accantonamenti e rettifiche per complessivi 285 milioni (280 milioni nello stesso periodo dell'anno precedente), si perviene ad un utile ordinario per il primo trimestre di 972 milioni di euro, con una flessione del 4,9% a cambi storici e del 3,4% al netto dell'effetto cambi. In particolare si registrano: · rettifiche di valore su avviamenti e su differenze positive di consolidamento per 66 milioni di euro, contro i 69 milioni del primo trimestre 2002, di cui circa 30 milioni relativi al Gruppo Pioneer e circa 17 milioni a Pekao. Nel trimestre sono iniziati gli ammortamenti relativi a Zivnostenska Banka e Koc per complessivi 4 milioni che compensano parzialmente l'effetto positivo della svalutazione del dollaro sulla rettifica del goodwill di Pioneer USA (circa 8 milioni); · accantonamenti a fondi rischi ed oneri per 40 milioni contro i 21 milioni del corrispondente periodo dell'anno precedente; · rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni, al netto delle riprese, per 164 milioni di euro, contro i 186 milioni del primo trimestre 2002; · rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie (al netto delle riprese) per 15 milioni, comprensive di una svalutazione di 18 milioni relativa a Commerzbank; L'apporto della componente straordinaria è stato positivo per 20 milioni, contro una perdita di 15 milioni del primo trimestre 2002, e comprende utili su cessioni di partecipazioni per circa 17 milioni. Le imposte sul reddito sono pari a 437 milioni, con una riduzione del 2% sul 2002. In rapporto all'utile lordo le imposte incidono per il 44,1% rispetto al 44,3% del primo trimestre 2002. L'utile d'esercizio si porta così su un livello di 555 milioni, contro i 561 milioni del corrispondente periodo del 2002. Dopo l'assegnazione dell'utile a terzi per 40 milioni (73 milioni nel primo trimestre 2002, comprensivi di 25 milioni relativi all'utile ante acquisizione del Gruppo Zagrebacka Banka), si perviene all'utile netto di pertinenza del Gruppo di 515 milioni, rispetto ai 488 milioni dell'anno precedente. I principali aggregati patrimoniali Dopo il rallentamento registrato nel corso del 2002, la dinamica degli impieghi del sistema bancario in Italia e nell'area Euro si è stabilizzata sui ritmi di inizio anno, pari a circa il 4% su base annua nel complesso dell'area ed al 6%, al netto delle operazioni pronti contro termine, in Italia. In tale scenario il Gruppo ha evidenziato un rallentamento più marcato per effetto di diversi fattori. In primo luogo da diversi trimestri è in atto una politica creditizia più selettiva e maggiormente attenta alla combinazione di rischio e rendimento. A questo si aggiunge l'effetto di un particolare rallentamento della domanda di credito in alcune aree di significativa presenza, quale ad esempio la Polonia, e quello dell'andamento dei cambi, in particolare la svalutazione rispetto all'euro sia dello zloty (-18,8% nei dodici mesi) sia del dollaro (-19,9% rispetto a marzo 2002 e -3,7% nel trimestre). Gli impieghi del Gruppo, al netto delle operazioni pronti contro termine, hanno così registrato una lieve flessione da inizio anno (-1,3%) e nei dodici mesi (-1,6%). Considerando anche le operazioni pronti contro termine (1,4 miliardi a marzo 2003), che hanno evidenziato una marcata contrazione sia nel trimestre (-44,6%), sia rispetto a marzo 2002 (-77,5%), il complesso dei crediti verso clientela si porta su un livello di circa 112 miliardi, inferiore di circa 2,7 miliardi rispetto a fine 2002 (-2,3%). I crediti dubbi al valore di bilancio si mantengono al di sotto del livello di inizio anno a perimetro costante, portandosi a 4.227 milioni (-0,8% su dicembre ricostruito), grazie alla riduzione registrata in tutte le principali categorie. Tenuto peraltro conto della più marcata riduzione del totale dei crediti verso clientela, l'incidenza sugli stessi del complesso dei crediti dubbi registra nel trimestre un incremento passando dal 3,71% al 3,77% ai valori di bilancio, e dal 6,87% al 6,96% al valore nominale, con un rapporto di copertura stabile su un livello di poco superiore al 48%. Le sofferenze, pari a 2.145 milioni (-0,2% su dicembre), si portano, in rapporto ai crediti , al 4,62% al valore nominale (4,57% a dicembre) ed all'1,91% ai valori di bilancio (1,87% a fine anno precedente), con un rapporto di copertura del 60,3%. La raccolta diretta si è portata su un livello di 121,6 miliardi, con una riduzione del 5,2% nel trimestre e del 7,9% su base annua. Tale evoluzione è influenzata in particolare dalla flessione nelle operazioni di raccolta in pronti contro termine (circa 3 miliardi in meno tra marzo e dicembre e 3,5 miliardi rispetto a marzo 2002) e dalle scelte attuate nelle politiche di emissione con il parziale rinnovo dei titoli in scadenza (lo stock di obbligazioni in circolazione si è ridotto di 5 miliardi nell'arco dei dodici mesi). Inoltre, come per gli impieghi, anche la dinamica della raccolta è stata sensibilmente influenzata dall'andamento dei cambi, sia per le banche della Nuova Europa (con un effetto di oltre un miliardo nel trimestre e di circa 3 miliardi su base annua), sia per le passività in dollari delle filiali estere della Capogruppo (con un ulteriore effetto di circa due miliardi su base annua). La consistenza della raccolta indiretta si porta su un livello di 215,3 miliardi, registrando un incremento dell'1,7% rispetto a fine 2002, nonostante l'ulteriore caduta dei principali mercati azionari (MSCI: -5,6% sul Dic02) e la svalutazione del dollaro (-3,7% rispetto all'euro da fine 2002), valuta nella quale è denominata una quota significativa delle attività in gestione del Gruppo. A marzo si è registrata una ricomposizione della raccolta indiretta a favore della componente amministrata che, superando in valore assoluto quella gestita, passa nell'arco dei dodici mesi dal 49,8% al 53,2% del totale. Nel corso del primo trimestre 2003 le attività gestite dal Gruppo, comprensive della liquidità e dei titoli di propria emissione, si sono mantenute sostanzialmente invariate rispetto al valore di fine dicembre 2002 (-0,6%) attestandosi a 101,8 miliardi mentre rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente il valore è diminuito dell' 11,8%. Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo si attesta al 31 marzo 2003 a 12.741 milioni. A fine dicembre il Gruppo aveva un organico di 67.922 dipendenti, in riduzione di 417 unità rispetto alla situazione "proforma" del dicembre 2002, una rete di 4.507 agenzie e 1.730 promotori. Partono bene le banche di segmento Di seguito alcuni dettagli di conto economico e stato patrimoniale riguardanti le tre banche di segmento, che hanno avviato la loro operatività nel gennaio 2003, e la Divisione Nuova Europa. UniCredit Banca Il risultato di gestione raggiunge i 431,8 milioni. Il margine di intermediazione è pari a 1.097 milioni, di cui il 54% circa rappresentato dal margine di interesse, il 44% dai proventi da intermediazione e diversi e il restante 2% dai dividendi rilevati per maturazione di periodo. Le spese amministrative ammontano a 639,3 milioni: il 57% è costituito dal costo del personale, il 37% dai costi operativi funzionali e il restante 6% dalle imposte indirette. Il Cost/Income è pari al 60,6%, mentre i costi di struttura rappresentano il 21,7% del totale dei ricavi. L'utile netto del primo trimestre 2003 di UniCredit Banca si attesta a 219,4 milioni. La massa amministrata per conto della clientela (raccolta diretta e raccolta indiretta) ammonta, alla fine del primo trimestre 2003, a 161.417 milioni, dei quali 54.290 milioni di raccolta diretta da clientela e 107.127 milioni di raccolta indiretta. Per quanto attiene il risparmio gestito (47.049 milioni a fine marzo 2003) si assiste ad una sostanziale tenuta nel trimestre, grazie al forte apporto derivante dagli atti di vendita commerciali riguardanti il settore della bancassicurazione. I crediti alla clientela ammontano, al 31 marzo 2003, a 37.127 milioni. I crediti in sofferenza al valore nominale, ammontano a 1.442 milioni con un rapporto rispetto agli impieghi intorno al 3,7%. UniCredit Banca opera con una struttura operativa composta da 2.752 agenzie, distribuite su tutto il territorio nazionale e coordinate da 11 Regioni Commerciali. A fine marzo i dipendenti erano 24.299. UniCredit Banca d'Impresa UniCredit Banca d'Impresa ha chiuso il primo trimestre del 2003 registrando un utile netto di periodo pari a 166,5 milioni, un Roe annualizzato del 18,1% e un cost/income ratio del 26,9%. Il margine di intermediazione, che si attesta a 474,7 milioni, è costituito per il 37,5% da margine da servizi, nell'ambito del quale è stata particolarmente significativa la performance del collocamento di prodotti derivati. Spese amministrative inferiori al budget anche nella componente relativa al personale portano a un risultato lordo di gestione di 346,9 milioni. A fine marzo il totale dell'attivo si attesta a 46.284 milioni ed è costituito per più dell'86% dai crediti verso la clientela, che ammontano a 39.976 milioni con una dinamica particolarmente vivace della componente a breve. I crediti in sofferenza rappresentano l'1,1% del credito erogato alle imprese clienti (al lordo delle svalutazioni l'incidenza è dell'1,8%). Sul versante del passivo, la raccolta diretta ammonta a 8.656 milioni. La provvista da clientela è pressoché interamente costituita da giacenze in conto corrente, che rappresentano il 93,8% del totale. La raccolta indiretta ammonta a 21.817 milioni di euro. Il personale in servizio a fine marzo era di 3.563 unità, l'88% delle quali impegnate nella rete commerciale, composta di 238 punti vendita e 46 centri estero. UniCredit Private Banking La banca, su cui sono convogliate le attività private di UniCredit, al 31 marzo 2003 amministra masse per 36.926 milioni con oltre 95.000 clienti, pari a 43.451 nuclei familiari o commerciali. I risultati reddituali della banca mostrano nel primo trimestre un utile netto di 20,8 milioni con un ROE annualizzato che si attesta ad oltre il 35%. La struttura patrimoniale evidenzia un rilevante ammontare della raccolta indiretta pari a 33.637 milioni, costituita per circa la metà (16.684 milioni) da risparmio gestito. La Banca è presente sul territorio nazionale con 160 filiali e si avvale di 1.036 professionisti. Nuova Europa Per la Nuova Europa un trimestre a risultati variegati, con Bank Pekao che "soffre" la mancata ripresa dell'economia polacca mentre le altre banche hanno registrato un avvio positivo, in linea con le attese di crescita. 

SANPAOLO IMI - IL CDA APPROVA I RISULTATI DEL PRIMO TRIMESTRE 2003: IN AUMENTO TUTTE LE PRINCIPALI GRANDEZZE OPERATIVE ?UTILE NETTO A 280 MILIONI DI EURO, IN AUMENTO DELLO 0,7% RISPETTO AL PRIMO TRIMESTRE 2002 E UTILE ORDINARIO A 441 MILIONI DI EURO, IN CRESCITA DEL 7,8% 
Torino, 14 Maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il 13 i risultati del Gruppo Sanpaolo Imi relativi al primo trimestre del 2003, che pur in condizioni di mercato ancora difficili, confermano i segnali di ripresa già emersi negli ultimi mesi del 2002. In uno scenario caratterizzato da una generalizzata debolezza dell'economia, il Gruppo ha realizzato un utile ordinario di 441 milioni di euro (+7,8% rispetto al corrispondente periodo del 2002) ed un netto miglioramento del margine di interesse (+3,0%), che ha contribuito alla buona tenuta del margine di intermediazione (+0,6%), dimostrando una minore vulnerabilità al calo dei tassi di interesse e alle performance negative dei mercati finanziari rispetto al 2002. L'utile ordinario ha beneficiato sia di una vivace dinamica delle principali grandezze operative, che dell'elevata qualità del portafoglio crediti. L'utile netto si è attestato a 280 milioni di euro, in aumento dello 0,7% rispetto a quello registrato nel primo trimestre del 2002. Il risultato è in linea con il percorso di crescita tracciato in sede di budget 2003: il Gruppo conferma i suoi obiettivi per il 2005, che puntano al raggiungimento di un ROE pari a circa il 15% e di un cost/income ratio al di sotto del 55%. Il margine di interesse realizzato nei primi tre mesi del 2003 si è attestato a 955 milioni di euro, mostrando un'inversione di tendenza rispetto al 2002, sostanzialmente riconducibile al miglioramento dello spread verso clientela ed al positivo andamento dei crediti. Gli impieghi netti a clientela si sono attestati a 126,4 miliardi di euro, in crescita del 2,5% rispetto a fine marzo 2002. L'incremento è dato dal riposizionamento dei crediti dal breve al medio/lungo termine, settore in crescita nei dodici mesi del 7,7%: in questo comparto è infatti proseguito il buon andamento dei finanziamenti destinati al settore retail (0,8 miliardi di euro i mutui fondiari erogati dalle reti bancarie domestiche) e dei crediti al settore opere pubbliche ed infrastrutture erogati (il totale dei mutui di Banca Opi si attesta a fine periodo intorno a 18,1 miliardi di euro ). La raccolta diretta presenta una dinamica positiva sia da inizio anno (+1,1%), sia sui dodici mesi (+2,3%). A fine marzo la consistenza si è attestata a 138,4 miliardi di euro, beneficiando di un aumento generalizzato delle forme di raccolta. Le preferenze della clientela si sono orientate in particolar modo sulle forme di investimento a breve, nell'attesa che le prospettive di mercato assecondino un profilo di rischio più elevato. A fine marzo le quote del Gruppo sul mercato domestico risultano pari all'11,2% nel settore degli impieghi ed al 10,6% per la raccolta diretta. Le commissioni nette del Gruppo si sono attestate a 692 milioni di euro, in flessione del 2,1% rispetto al corrispondente periodo del 2002. Tale dinamica è il risultato di andamenti difformi delle diverse aree: i ricavi derivanti dai conti correnti (+18,6%) e dai finanziamenti e garanzie (+8,9%) hanno solo in parte compensato le variazioni negative derivanti da settori come quelli del risparmio gestito (-8,3%) e dell'intermediazione mobiliare (-5,7%), più sensibili alle performance dei mercati. Lo stock di raccolta indiretta si è attestato a 227,8 miliardi di euro, in recupero da inizio anno (+1,1%), nonostante l'andamento ancora negativo dei mercati. In particolare l'evoluzione del risparmio gestito (+1,2%) è dovuta alla raccolta netta conseguita dalle reti distributive, che ha ampiamente compensato la svalutazione delle quotazioni degli assets in gestione. Lo stock di risparmio gestito ha raggiunto a fine marzo i 139,7 miliardi di euro, con un flusso incrementale da inizio anno di 1,7 miliardi di euro. Il Gruppo Sanpaolo Imi continua ad occupare nell'ambito della gestione di fondi comuni di investimento la prima posizione sul mercato domestico, con una quota di mercato del 21,3%. Le riserve tecniche vita confermano la crescita già evidenziata nel corso del 2002 (+33,2% rispetto a fine marzo 2002, +6,4% da inizio anno): i prodotti assicurativi del ramo vita hanno rappresentato il prodotto trainante del risparmio gestito ed una delle forme di investimento preferite dalla clientela. La raccolta netta realizzata dalle reti distributive nel trimestre è stata pari a 1,6 miliardi di euro ed ha portato le riserve tecniche vita a 28,9 miliardi di euro. Le spese amministrative si sono attestate a 1.142 milioni di euro (+1,2%): l'aumento è riconducibile alle imposte indirette e tasse (+9,7%) e alle spese per il personale (+1,4%), solo in parte compensato dal calo delle altre spese amministrative (-0,8%). In particolare le spese per il personale sono state influenzate dagli aumenti stabiliti in sede di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, in parte compensati dalle azioni di ottimizzazione degli organici (-2,2% in termini medi). Gli accantonamenti e le rettifiche di valore si sono attestati a 135 milioni di euro a fronte dei 156 milioni di euro dei primi tre mesi del 2002 (-13,5%). Il flusso comprende 27 milioni di euro per accantonamenti al fondo rischi e oneri e 69 milioni di euro per accantonamenti e rettifiche per rischi creditizi, derivanti dall'adeguamento ai valori di presunto realizzo di specifiche posizioni e dall'allineamento di alcune società agli standard qualitativi della Capogruppo. In uno scenario economico ancora connotato da un elevato grado di incertezza, il Gruppo ha scelto di mantenere invariato il presidio sul rischio creditizio, tenendo conto delle indicazioni emergenti da modelli di credit risk management : a fronte di un incremento del portafoglio crediti, l'ammontare della riserva generica si è collocata intorno a 1,1 miliardi di euro, pari allo 0,9% del portafoglio crediti in bonis; tale livello di copertura del rischio si ritiene rappresenti un giusto equilibrio tra l'elevata qualità del portafoglio creditizio e l'instabilità dello scenario economico. Le rettifiche di valore apportate al portafoglio partecipativo sono state pari a 39 milioni di euro (14 milioni nel primo trimestre 2002), imputabili principalmente alle quote detenute in FIAT, il cui valore di libro è stato prudenzialmente allineato a 6,1 euro per azione: la svalutazione ha comportato l'iscrizione di una minusvalenza di 24 milioni di euro. Rispetto ai primi tre mesi del 2002 sono in calo del 4,9% le sofferenze nette (1.338 milioni di euro), mentre le partite incagliate nette (compresi i crediti ristrutturati) sono aumentate dell'1,2% (1.466 milioni di euro): le percentuali di copertura sono pari rispettivamente al 68,7% ed al 30,2%. A fine marzo 2003 i coefficienti di solvibilità del Gruppo si attestano al 7,4% per quanto riguarda il tier 1 ratio (rispetto al 6,9% di marzo 2002) e al 10,7% per quanto riguarda il total ratio (rispetto al 9,1% di marzo 2002). I proventi straordinari ammontano a 42 milioni di euro (56 milioni del corrispondente periodo del 2002, -25%); l'utile lordo è di 483 milioni di euro (+3,9%). Il tax rate è risultato pari al 40,2%. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre preso atto che, alla luce del codice di autodisciplina previsto per le società quotate, il Consigliere Antonio Maria Marocco è da considerarsi un Amministratore "indipendente" 

CAPITALIA TRIMESTRALE - RISULTATI CONFERMANO LE DINAMICHE POSITIVE DEL 4° TRIMESTRE 2002: TENUTA MARGINE D'INTERESSE CRESCITA COMMISSIONI NETTE (+2,2%). CONSISTENTE CRESCITA RISULTATO LORDO DI GESTIONE (+27,5%). UTILE NETTO: € 11 MLN (PERDITA MEDIA TRIM. 2002: € 81 MLN). ULTERIORE RAFFORZAMENTO TIER 1 A 6,4% 
Roma, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Bancario Capitalia, si è riunito il 13 maggio sotto la Presidenza di Cesare Geronzi e ha approvato la relazione trimestrale al 31 marzo 2003. La relazione evidenzia che l'andamento del Gruppo, in linea con gli obiettivi fissati dal Piano Industriale, conferma la positiva dinamica di tutte le principali grandezze economiche già registrata nel quarto trimestre 2002. Per consentire un confronto omogeneo e quindi un'analisi più significativa dei risultati del primo trimestre 2003, alle tabelle ufficiali è allegato un prospetto aggiuntivo che riporta anche i dati ricostruiti per il primo trimestre e per la media dei quattro trimestri del 2002. I dati sono stati ricostruiti per tenere conto, fra l'altro, del radicale cambiamento del perimetro del Gruppo dovuto sia all'ingresso del Gruppo Bipop-Carire al 1° luglio 2002, sia alla cessione di 147 sportelli effettuata a fine 2002 (vedi tabella n.3). A partire dal 2003 è stato, inoltre, deciso l'allineamento alla best practice del mercato, procedendo all'elisione nel Conto Economico consolidato del credito d'imposta sui dividendi delle società consolidate e all'eliminazione del correlato effetto fiscale (anche i dati del 2002 sono stati resi omogenei). Dati Economici Nel primo trimestre 2003 il margine di interesse ammonta a € 647 milioni, sostanzialmente in linea con la media dei trimestri dell'esercizio precedente. Ciò è dovuto, principalmente, alla politica di repricing del portafoglio crediti, che ha controbilanciato l'effetto della riduzione degli attivi ponderati per il rischio (Risk Weighted Assets) effettuata nel corso del 2002. Le commissioni nette ammontano a € 332 milioni, registrando un incremento del 2,2% rispetto alla media dei trimestri 2002. La crescita è dovuta soprattutto allo sviluppo del business bancassicurazione e dei prodotti strutturati, che ha bilanciato la riduzione delle commissioni da gestioni patrimoniali. Le commissioni bancarie tradizionali si sono mantenute stabili, nonostante il calo normalmente associato a questo periodo dell'anno. I profitti da operazioni finanziarie risultano nel trimestre pari a € 85 milioni, per circa un terzo derivanti dalle attività legate al Wealth Management. Il margine di intermediazione nel 1° trimestre cresce dell'1,9% rispetto alla media dei trimestri 2002, raggiungendo € 1.163 milioni. I costi operativi ammontano a € 848 milioni, registrando un calo del 5,1% rispetto alla media trimestrale 2002. I costi del personale rimangono sostanzialmente stabili, in quanto gli effetti del piano di risparmi sono attesi solo a partire dal secondo trimestre di quest'anno. A seguito dell'accordo sindacale raggiunto il 18 marzo 2003 è stata avviata una campagna di incentivazione all'esodo, cui hanno aderito al 30 aprile 2003 oltre 300 dipendenti e una campagna di adesione al fondo di solidarietà cui hanno aderito sempre alla stessa data oltre 1.600 dipendenti del Gruppo. Significativo è il calo (-11,1%) delle spese generali e amministrative, pari a € 287 milioni nel 1° trimestre 2003 a fronte di una media trimestrale 2002 di € 323 milioni. La forte contrazione è il risultato del rigoroso programma di contenimento e di razionalizzazione dei costi. Il risultato lordo di gestione è positivo per € 315 milioni, in forte crescita (+27,5%) rispetto alla media dei trimestri 2002 (positiva per € 247 milioni). Tale risultato, ottenuto grazie ad un aumento dei margini e alla contrazione delle spese, è in linea con il budget e con il piano industriale 2003-2005. Le rettifiche nette di valore su crediti e immobilizzazioni finanziarie e gli accantonamenti per rischi, complessivamente pari a € 250 milioni, sono in diminuzione del 57,1% rispetto alla media trimestrale 2002. In particolare, le rettifiche nette di valore sui crediti sono in linea con quelle previste dal piano a fine esercizio. Dopo le imposte sul reddito e il risultato di pertinenza di terzi, il risultato netto è positivo per € 11 milioni, rispetto alla perdita media di € 81 milioni registrata nei trimestri 2002. Dati Patrimoniali A fine periodo, la raccolta diretta da clientela, incluse le passività subordinate, ammonta a € 83,1 miliardi, in discesa dello 0,7%. Il totale della raccolta indiretta è pari a € 90,5 miliardi, di cui: la raccolta amministrata è pari a € 47,8 miliardi, il risparmio gestito è pari a € 32,2 miliardi, e le riserve tecniche dei premi di bancassurance sono pari a € 10,5 miliardi. Gli impieghi con clientela sono pari a € 79,8 miliardi, in linea col dato al 31 dicembre 2002 (€ 80,1 miliardi). Lo stock dei crediti classificati, nel primo trimestre 2003, si è mantenuto sostanzialmente stabile. La posizione netta interbancaria si è ulteriormente ridotta, passando da € 11,2 miliardi al 31 dicembre 2002 a € 10,3 miliardi a fine marzo 2003. Anche il portafoglio titoli, pari a € 16,2 miliardi, è calato rispetto a € 18,0 miliardi di fine 2002. Il Tier 1 ratio al 31 marzo 2003 registra un'ulteriore significativa crescita al 6,4% dal 6,2% di fine 2002, avvicinandosi al target di fine 2003 del 6,5%. Tale incremento, peraltro, non considera i benefici derivanti dall'accordo per la cessione di Entrium. 

ANTONVENETA APPROVA LA TRIMESTRALE CONSOLIDATA MENTRE PROSEGUONO LE ATTIVITÀ CONNESSE ALLA STESURA DEL NUOVO PIANO STRATEGICO. MARGINE GESTIONE DENARO A 342,5 MILIONI DI EURO (+ 11,4% SU BASE OMOGENEA). RISULTATO LORDO DI GESTIONE A 244,5 MILIONI DI EURO (+ 3,3% SU BASE OMOGENEA). UTILE NETTO A 22,3 MILIONI DI EURO
Padova, 14 maggio 2003: Il Consiglio di Amministrazione di Banca Antonveneta ha approvato il 13 maggio i risultati consolidati al 31 marzo 2003 che, sia pure nel difficile contesto che ha caratterizzato il mercato nel primo trimestre, indicano un consolidamento della posizione competitiva del Gruppo ed un miglioramento della redditività gestionale. Il Consiglio di Amministrazione inoltre, all'indomani dell'Assemblea degli Azionisti, svoltasi lo scorso sabato 10 maggio a Padova, ha preso in esame le iniziative che sono attualmente in corso in vista della presentazione del nuovo piano industriale. L'Amministratore Delegato Piero Montani ha illustrato tutte le attività propedeutiche a tale piano, che stanno procedendo con grande speditezza. Le linee guida già individuate, e che prevedono la costituzione di una Holding quotata, da cui dipenderanno tre società impegnate nei segmenti del retail, dell'asset management e del merchant e investment banking, esprimono la volontà di cogliere tutte le opportunità di creazione di valore, ed intendono garantire le più ampie possibilità di sviluppo dell'Istituto, che vuole tenere fede alla sua natura di banca fortemente radicata nel territorio, dove è presente con 1.050 filiali in 85 province di 19 regioni. I risultati consolidati del Gruppo al 31 marzo 2003 I risultati del primo trimestre 2003 confermano, come detto, un consolidamento della posizione competitiva del Gruppo ed un miglioramento della redditività gestionale. Ciò, in particolare, emerge dal confronto con i dati del primo trimestre del 2002 "normalizzati" dall'effetto dei profitti non ricorrenti allora pervenuti al Gruppo dall'"operazione Olivetti-Bell" e dell'aumento dal 52,29% al 96%, realizzatosi nel periodo, della partecipazione della Capogruppo in Interbanca. I risultati economici Il margine di gestione denaro nei primi tre mesi è ammontato a 342,6 milioni di euro, con un decremento del 18,4% sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Occorre considerare che al 31 marzo 2002 erano stati contabilizzati i dividendi incassati da Interbanca in relazione all'"operazione Olivetti-Bell". Al netto di tali dividendi, il margine di gestione denaro mostra una crescita del + 11,4 %. Il margine da servizi è ammontato a 179,5 milioni di euro, in crescita del 14,5 % rispetto a quello del corrispondente periodo del 2002 (-9,6% in termini di "importi normalizzati"). Nel dettaglio, i profitti da operazioni finanziarie sono stati pari a 9,4 milioni di euro e i proventi netti per servizi a oltre 170 milioni di euro. Tale ultimo importo, da un lato, beneficia dei positivi ritorni dello sviluppo dei servizi connessi all'attività bancaria e, dall'altro, è conseguenza del trend negativo dei mercati finanziari. Il margine di intermediazione, pari a 522,1 milioni di euro, è diminuito del 9,4%, mentre, al netto degli effetti sul 31 marzo 2002 dell'"operazione Olivetti-Bell", mostra una crescita del 3,2%. Le spese amministrative, nel loro complesso, sono risultate pari a 277,6 milioni di euro (+3,0%); il rapporto "cost/income" è sceso dal 65,2% del 31 marzo 2002, normalizzato dei proventi dell'"operazione Bell", al 64,8% dei primi tre mesi del 2003. Il risultato lordo di gestione si è pertanto attestato a 244,5 milioni di euro, con una diminuzione del 20,3% rispetto al I trimestre 2002. Al netto degli effetti dell'"operazione Olivetti-Bell ", il risultato lordo di gestione mostra una crescita del 3,3% rispetto al 31 marzo 2002. Le rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni sono ammontate a 126 milioni di euro, contro i 102 milioni del 31 marzo 2002. L'aggregato comprende 30 milioni quale quota di ammortamento del periodo relativa alle operazioni di cartolarizzazioni di crediti dubbi. L'utile delle attività ordinarie è ammontato a 63,6 milioni di euro, rispetto ai 144,7 milioni dei primi tre mesi del 2002 (-56,1%). Al netto degli effetti dell'"operazione Olivetti-Bell ", l'utile delle attività ordinarie mostra una flessione del 14,6% rispetto al 31 marzo 2002. Il risultato straordinario è stato negativo per 12 milioni di euro (+16,2 milioni al 31 marzo 2002), 8,7 milioni dei quali riconducibili agli oneri sostenuti dalla Capogruppo per l'OPA su Interbanca. L'utile netto al 31 marzo 2003, è quindi risultato pari a 22,3 milioni di euro a fronte dei 63,9 milioni di euro (circa 45 milioni "normalizzato") dello stesso periodo del 2002. Principali aggregati patrimoniali Al 31 marzo 2003, la raccolta complessiva è risultata pari a 61.640 milioni di euro, con una crescita annua dello 0,2% (-1,6% rispetto al 31 dicembre 2002). La raccolta diretta è stata di euro 35.337 milioni, con un incremento del 6,7% nei confronti del primo trimestre 2002 ed una flessione del 2,2% rispetto al 31 dicembre 2002, riconducibile, quest'ultima, al processo connesso alla prossima chiusura di due filiali estere della Capogruppo ed all'ottimizzazione della gestione della tesoreria da parte di Interbanca. La raccolta indiretta si è attestata a euro 26.303 milioni, con una diminuzione, rispetto al 31 marzo 2002, del 7,4% (-0,9% rispetto al 31 dicembre 2002). Gli impieghi alla clientela sono ammontati a 36.322 milioni di euro, con un incremento annuo del 4,1% ed una flessione dell'1,6% rispetto al 31 dicembre 2002. Detta flessione è riconducibile al rimborso del finanziamento concesso dalla Capogruppo alla società veicolo "Giotto Finance 2 S.p.A." - cessionaria di crediti performing cartolarizzati nel dicembre 2002 da Banca Antonveneta -al netto del quale, l'ammontare degli impieghi al 31 marzo scorso è risultato allineato (+0,3%) a quello del 31 dicembre 2002. Di rilievo, nel trimestre, la crescita dei mutui (+13%), anche a seguito delle campagne di commercializzazione attuate dalla Capogruppo. I crediti netti in sofferenza sono passati da 641 milioni di euro del 31 marzo 2002 a 852 milioni del 31 marzo scorso; il rapporto sofferenze/impieghi si è attestato al 2,35% (2,12% al 31 dicembre 2002). Al 31 marzo 2003, il grado di copertura dei crediti in bonis è risultato dello 0,33%, quello delle posizioni incagliate del 21,4% e quello relativo alle sofferenze del 51,1%; al 31 dicembre 2002 era risultato rispettivamente dello 0,22%, del 21,1% e del 50,7%. Al 31 marzo 2003 il patrimonio netto consolidato - comprensivo del "fondo per rischi bancari generali" e al netto dell'utile di periodo - è risultato pari a 2.808 milioni di euro (+2,3% rispetto al 31 dicembre 2002). 

BANCA PROFILO: APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2003 UTILE NETTO A 1,45 MILIONI DI EURO, IN CRESCITA DEL 97% 
Milano, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Profilo, investment bank specializzata nel Private Banking e Capital Market, ha approvato i dati sull'andamento del 1° Trimestre 2003. .....Banca Profilo chiude il 1° Trimestre dell'anno con un utile lordo di 2.566 milioni di Euro, in crescita del 139% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Pur con un onere fiscale sensibilmente superiore rispetto a quello goduto in regime di Dual Income Tax (società di neo quotazione), l'utile netto di periodo è stato pari a 1,45 milioni di euro, in crescita del 97% rispetto al primo trimestre 2002, un dato molto positivo che conferma la ripresa già evidenziata dal risultato al 31-12-2002 e che è frutto di uno sforzo congiunto sul fronte della produzione di ricavi e sul versante del contenimento dei costi. Il margine di intermediazione si attesta a 9,8 milioni di euro, +8,4% rispetto allo stesso periodo del 2002 mentre la raccolta è ammontata a 1.918 milioni di euro, -2,3 % rispetto al 31/12/2002. Il patrimonio netto della Banca al 31 marzo 2003 ammonta a 109 milioni di euro. I costi passano dai 7.126 mila Euro del 31 marzo 2002 ai 6.441 mila Euro del primo trimestre 2003, complessivamente in calo del 9,6% e in linea con il trend discendente evidenziato a fine anno. Quella di oggi è stata la prima riunione del Consiglio di Amministrazione, approvato dall'Assemblea del 24 aprile 2003 e in carica per il triennio 2003-2005, con la partecipazione dei nuovi membri Silvana Cavanna, Responsabile Direzione Relazioni con la Clientela di Banca Profilo, e Giorgio Angelo Girelli, Amministratore Delegato di Banca Generali. 

UTILE NETTO CONSOLIDATO A 78 MILIONI DI EURO, RICAVI IN CRESCITA DEL 2,9%, RACCOLTA TOTALE +2,9% PER IL GRUPPO BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA. 
Verona, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione del Banco Popolare di Verona e Novara ha approvato la Relazione trimestrale consolidata del Gruppo che si è chiusa con dati patrimoniali e reddituali in crescita, con un miglioramento della qualità dell'attivo e con un ulteriore rafforzamento patrimoniale. La raccolta diretta (esclusi i pronti contro termine) è pari a 30.834 milioni di Euro, in crescita dello 0,2% rispetto al dato proforma del primo trimestre 2002. I pronti termine scendono da 4.348 a 2.992 milioni, la raccolta indiretta sale da 50.753 a 54.349 milioni (+7,5% sul primo trimestre 2002). La raccolta totale è quindi di 88.176 milioni in aumento del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Gli impieghi a clientela al 31 marzo 2003 sono pari a 32.217 milioni, in crescita dell'1,5% sul primo trimestre 2002 (+1,4% al netto delle operazioni pronti contro termine). La qualità del credito è in lieve miglioramento sia rispetto al primo trimestre 2002 che rispetto a fine 2002. Il rapporto tra sofferenze ed impieghi (entrambi al netto delle rettifiche di valore) è pari allo 3,02% contro il 3,07% di fine anno e al 3,29% di marzo 2002. Anche il rapporto tra incagli netti e impieghi netti, che era salito dal 2,06 di marzo 2002 al 2,25% di dicembre, è lievemente calato al 2,24%. Il rapporto tra crediti ristrutturati netti ed impieghi netti è pari allo 0,18% in diminuzione dallo 0,20% di marzo 2002 e dallo 0,22% di dicembre. Il rapporto totale tra crediti dubbi netti ed impieghi netti è conseguentemente sceso dal 5,59% di marzo 2002 al 5,55% di dicembre 2002 al 5,45% al 31/3/2003. Il margine d'interesse è di 304 milioni di Euro, in calo dell'1,5% rispetto ai 309 milioni del primo trimestre 2002. Il calo deriva dal minore contributo del portafoglio titoli quale effetto della flessione dei tassi di mercato, solo parzialmente compensato dall'aumento dello spread tra depositi ed impieghi (da 339 a 343 punti base). In crescita del 9% invece il margine da servizi che sale da 215 a 234 milioni di Euro. Scomponendo l'aumento di 19 milioni di Euro del margine da servizi, si rileva un aumento di 36 milioni di Euro dei profitti da operazioni finanziarie (sostanzialmente dovuto ai servizi in derivati alla clientela), un calo di 14 milioni di Euro delle commissioni nette (prevalentemente commissioni di gestione) ed un lieve calo degli altri proventi. Il margine d'intermediazione sale quindi del 2,9% da 527 milioni di Euro a 542 milioni di Euro. I costi operativi salgono da 321 a 341 milioni di Euro (+6,2%). Le spese una tantum legate al processo di integrazione nel primo trimestre sono state pari a 5,6 milioni di Euro. Si deve sottolineare che il dato trimestrale 2002 risentiva di un diverso criterio di stima dei costi operativi di competenza del trimestre. Con criteri omogenei di rilevazione delle spese di competenza, il dato 2002 sarebbe stato maggiore di 10 milioni di euro, raggiungendo i 331 milioni. Ne segue che, su base omogenea e al netto delle spese non ripetibili di integrazione, i costi operativi sono saliti da 331 a 335 milioni di Euro (+1,3%). Il risultato della gestione è quindi pari a 200,9 milioni di Euro. Il dato è in calo del 2,3% rispetto ai 205,6 milioni pro forma del primo trimestre 2002. Considerando però le spese ordinarie su base omogenea e al netto dei costi di integrazione, il dato è in crescita del 5,6% (da 195 a 206 milioni di Euro). Dopo le rettifiche per gli avviamenti (16 milioni), gli accantonamenti per rischi ed oneri (1,5 milioni) e le rettifiche nette su crediti (30 milioni di Euro), l'utile delle attività ordinarie è pari a 153 milioni di Euro, in calo del 7,5% rispetto al dato del primo trimestre 2002. Facendo però il confronto su basi omogenee per le spese, il dato è in crescita del 2,0%. Il costo del credito (rapporto su base annua tra rettifiche nette e impieghi) è stato pari allo 0,38% contro lo 0,25% del primo trimestre 2002 e lo 0,52% totale del 2002 e conferma la prudente politica valutativa applicata dal Gruppo dopo la fusione del maggio scorso. Dopo una perdita straordinaria di 0,3 milioni di Euro, la stima delle imposte di competenza (70,4 milioni di Euro) e l'utile di pertinenza di terzi (4,5 milioni), ne deriva un utile netto di 78,2 milioni di Euro. Nel 2002 l'utile netto ordinario era stato complessivamente pari a 287 milioni di Euro corrispondente a 72 milioni medi su base trimestrale. Il risultato del primo trimestre 2003 si confronta favorevolmente anche con i dati trimestrali di budget sia a livello di risultato di gestione che di utile netto. Il numero dei dipendenti scende a 12.908 al 31 marzo 2003 dai 13.013 del dicembre 2002, evidenziando una riduzione di 105 unità. Il Consiglio di Amministrazione del Banco ha inoltre provveduto alla verifica dei requisiti di professionalità e onorabilità per gli Amministratori eletti dall'Assemblea dei Soci del 3/5/2003, secondo quanto previsto dalle disposizioni di legge. In conformità al Codice di Autodisciplina si è provveduto inoltre alla verifica dei requisiti di indipendenza degli Amministratori del Banco. In applicazione alla definizione fornita in proposito dalla Borsa Italiana e dal Codice di Autodisciplina della Società, tutti gli amministratori non esecutivi sono risultati indipendenti. Tale requisito di indipendenza è stato riconosciuto al Presidente Carlo Fratta Pasini, al Vice Presidente Vicario Siro Lombardini, al Vice Presidente Alberto Bauli e ai consiglieri: Marco Boroli, Pietro Buzzi, Maurizio Comoli, Vittorio Corradi, Ugo Della Bella, Giulio Dolcetta, Giuseppe Fedrigoni, Federico Guasti, Sergio Loro Piana, Giuseppe Nicolò, Francesco Pasti, Claudio Rangoni Machiavelli, Maurizio Marino, Luigi Righetti, Giancarlo Vezzalini e Franco Zanetta. In relazione ai poteri attribuitigli dal Consiglio di Amministrazione, al Consigliere Delegato Fabio Innocenzi è stata riconosciuta la qualità di Amministratore Esecutivo.

GRUPPO GENERALI: RISULTATI DI GRUPPO AL 31 MARZO 2003 UTILE CONSOLIDATO A 171 MLN PREMI CONSOLIDATI A 12.724 MLN (+2,4%) 
Milano, 13 maggio 2003. Il Consiglio di Amministrazione delle Assicurazioni Generali, presieduto da Antoine Bernheim, ha approvato il 13 maggio la relazione consolidata al 31 marzo 2003. Prosegue il miglioramento della gestione tecnica complessiva che ha invertito il segno registrando un saldo positivo di 127 milioni. Tale miglioramento è dovuto ai rami danni che hanno beneficiato di una contrazione della sinistralità e dei costi di gestione riducendo significativamente il passivo a -133 milioni (-335 milioni registrati nei primi tre mesi del 2002). Il risultato tecnico del ramo vita si è mantenuto sostanzialmente stabile attestandosi a 260 milioni. Il volume premi consolidato nel primo trimestre è ammontato a 12.724 milioni con una crescita del 2,4% a condizioni omogenee. In particolare, la raccolta nei rami danni è cresciuta del 5,2% attestandosi a 5.792 milioni; nel ramo vita è stata pari a 6.932 milioni in linea con il corrispondente periodo del 2002. Il rapporto sinistri a premi nei rami danni, al netto della riassicurazione, è ulteriormente diminuito di 3,6 punti percentuali attestandosi a 76,1%, determinando un miglioramento di 4 punti percentuali della combined ratio che si è portata a 97,8%. I risultati della gestione finanziaria sono stati ancora condizionati dal perdurare della sfavorevole congiuntura dei mercati borsistici, che ha portato a contenute plusvalenze da negoziazione e significative svalutazioni del portafoglio azionario. Il risultato operativo ante rettifiche di valore si è attestato a 1.421 milioni in miglioramento rispetto ai 918 milioni del primo trimestre del 2002. Il significativo miglioramento del risultato tecnico, nonostante il negativo andamento dei mercati finanziari, ha consentito al Gruppo Generali di registrare un utile di 171 milioni (202 milioni nei primi tre mesi del 2002). Gestione Assicurativa I premi consolidati hanno raggiunto 12.724 milioni registrando una crescita del 2,4% rispetto al primo trimestre del 2002. Alla raccolta del lavoro diretto pari a 12.458 milioni (+2,5%) hanno contribuito i Paesi dell'Unione europea per l'89,8% (l'Italia per il 31%, la Germania per il 28,5%, la Francia per il 16,1%). Nel complesso, nei rami danni la raccolta è stata di 5.792 milioni (+5,2%), i premi vita si sono attestati a 6.932 milioni in linea con il primo trimestre del 2002. L'incidenza dei costi complessivi sui premi è ulteriormente scesa da 16,8% a 16%. Il rapporto sinistri a premi nei rami danni, al netto della riassicurazione, è diminuito da 79,7% a 76,1%. La combined ratio nei rami danni è migliorata a 97,8% (101,8% nei tre primi mesi del 2002). Le riserve tecniche nette sono ammontate complessivamente a 200.267 milioni (171.620 milioni nel ramo vita e 28.647milioni nei danni) rispetto a 199.141 milioni alla fine del 2002. Per quanto riguarda l'andamento della raccolta premi in Italia, il principale mercato di operatività del Gruppo, si è registrata una crescita dei premi nel settore danni (+9,1%) e una tenuta della raccolta nel settore vita in linea con il primo trimestre 2002 dove si è registrato uno sviluppo superiore al 10% delle reti agenziali. Gestione patrimoniale e finanziaria In un quadro dell'economia internazionale ancora debole, caratterizzato da un ulteriore ribasso dei corsi azionari e dei tassi, la gestione finanziaria nei primi mesi del 2003 del Gruppo ha proseguito nella strategia volta a contenere gli effetti dell'elevata volatilità dei mercati, attraverso una riduzione degli investimenti azionari, che rappresentano il 7,9% rispetto al totale degli investimenti (8,5% al 31 dicembre 2002). Nel contempo nel comparto obbligazionario si è puntato ad allungare la durata media dei portafogli ma sempre nel rispetto dei criteri di congruenza con gli impegni tecnici. Gli investimenti complessivi sono ammontati a 206.952 milioni. L'ammontare degli investimenti, escludendo quelli il cui rischio è a carico degli assicurati, è salito a 182.919 milioni (181.644 milioni a fine 2002). I redditi ordinari da investimenti, al netto dei corrispondenti oneri, sono ammontati a 2.280 milioni (2.245 milioni nel corrispondente periodo del 2002). Gli utili realizzati dall'attività di negoziazione di titoli sono ammontati a 398 milioni (255 milioni nel primo trimestre 2002). Le minusvalenze nette da valutazione sono stati pari a 1.023 milioni (441 milioni nei primi tre mesi del 2002) ascrivibili quasi esclusivamente al comparto azionario. Le componenti straordinarie sono ammontate a 132 milioni relative prevalentemente alla plusvalenza realizzata dalla cessione della controllata statunitense Bma. Le plusvalenze latenti sul portafoglio titoli alla fine del trimestre sono ammontate a 5.526 milioni (5.531 milioni a fine 2002). La prevedibile evoluzione dell'attività Nel primo trimestre 2003 le Generali hanno conseguito un risultato positivo, nonostante il negativo andamento dei mercati finanziari, grazie a un sensibile miglioramento dell'attività industriale. Si ritiene che tale miglioramento sia destinato a interessare l'intero esercizio grazie alle favorevoli condizioni dei tassi di premio e al significativo cambiamento della politica sottoscrittiva, caratterizzata da una crescente presenza in portafoglio dei rischi persone e delle piccole aziende, nonché ad interventi strutturali di contenimento dei costi. Per quanto riguarda la gestione finanziaria, in presenza della persistente situazione di incertezza nello scenario economico di riferimento e di elevata volatilità dei corsi azionari, le Generali proseguiranno nella prudente politica di investimento volta a contenere gli effetti di tali andamenti sui risultati di esercizio. Il Consiglio di Amministrazione ha infine deliberato un aumento di capitale, per l'importo massimo di 4.500.000 euro, a favore di dirigenti e quadri del Gruppo al servizio di un piano di stock option relativo agli obiettivi previsti dal Piano Industriale per l'esercizio 2003. 

ALLEANZA RISULTATI DEL PRIMO TRIMESTRE 2003: L'UTILE CONSOLIDATO SALE A 110,2 MILIONI (+5,6%) E CONFERMA LA VALIDITÀ DELLA STRATEGIA DI CRESCITA NELLA PROFITTABILITÀ. POSITIVO ANDAMENTO DEL CANALE AGENTI (+18,7%); IN PARTICOLARE È CONFORTANTE LA CRESCITA (+9%) DEI PREMI ANNUI IN UN MERCATO CHE RISULTA IN FLESSIONE (-4%).
Milano, 13 maggio 2003 - Il Consiglio d'Amministrazione dell'Alleanza Assicurazioni S.p.A. si è riunito in data odierna sotto la Presidenza di Sandro Salvati ed ha esaminato l'attività del primo trimestre dell'esercizio 2003 che si è chiuso con un utile netto di 110,2 milioni, (+ 5,6%) pari al 48% dell'intero risultato del 2002. Il risultato della gestione ordinaria sale a 149,1 milioni con un incremento del 5,7%. Al netto del prelievo da fondi di stabilizzazione effettuato nel primo trimestre del 2002, il risultato della gestione ordinaria risulterebbe incrementato del 45,6%. I premi e accessori sono ammontati a 941,3 milioni (1.031,1 al termine del primo trimestre 2002). La nuova produzione al trimestre è ammontata a 400,9 milioni (465,7 milioni al 31.03.2002). La rete agenziale ha complessivamente raccolto 162 milioni (+18,7%); da segnalare in particolare i premi annui della rete Alleanza che, con una nuova raccolta di 65 milioni, sono cresciuti del 9%; I premi annui consolidati sono ammontati a 67,4 milioni. L'attività svolta tramite Banca Intesa, che ha risentito di un contesto organizzativo in evoluzione all'interno della struttura di riferimento, ha apportato nuova produzione per 142,3 milioni (-45,5%). La Venezia Assicurazioni ha prodotto 96,6 milioni (+71,3%). Le somme pagate agli assicurati sono risultate pari a 615,8 milioni ( 386,1 milioni al termine del primo trimestre 2002): 391,2 milioni si riferiscono a scadenze, 29,7 milioni a sinistri e 194,9 milioni a riscatti. Quest'ultimi hanno registrato un andamento fisiologico per quanto riguarda la rete agenziale, mentre registrano tecnicamente la prevista uscita di alcuni contratti corporate di bancassurance. I costi complessivi sono ammontati a 87,6 milioni (100,5 milioni al primo trimestre 2002) e la loro incidenza rispetto ai premi lordi contabilizzati è pari al 9,3%, in ulteriore decremento rispetto al 31.03.2002 a conferma della costante politica di riduzione dei costi. Pur in mercati finanziari che hanno continuato a manifestare elevata volatilità, i risultati della gestione finanziaria hanno mantenuto una ulteriore crescita dei proventi finanziari ordinari e delle plusvalenze conservate. I proventi da investimenti sono ammontati a 216,6 milioni ( 135,1 milioni al 31.3.2002), di cui 72,7 milioni si riferiscono a profitti netti da attività da negoziazione. Le plusvalenze non contabilizzate di portafoglio azionario e obbligazionario a 1.273,7 milioni ( 1.244,1 milioni a fine 2002). Le plusvalenze non contabilizzate del portafoglio immobiliare ammontano a 104,6 milioni. A questi giorni, le plusvalenze conservate del portafoglio finanziario ammontano a 1.496,5 milioni. Gli investimenti hanno raggiunto 23.993,8 milioni ( 23.916,5 milioni a fine 2002). Sono in piena attuazione i progetti e le iniziative del piano strategico tese a rafforzare ulteriormente il modello industriale di Alleanza, che per il 2003 ha come obiettivo chiave la "crescita nella profittabilità"; incremento dei premi con la condizione di una adeguata redditività della gestione. Queste le linee guida strategiche di Alleanza quale player globale nella gestione del risparmio: Crescita nella profittabilità: massima spinta produttiva con presidio dei margini industriali attraverso i premi annui e continua ricerca di una relazione di lunga durata con il cliente. Rete di Vendita: potenziamento della rete di vendita diretta di Alleanza attraverso nuovi processi di reclutamento e valorizzazione delle risorse presenti. Promotori Finanziari: la rete di Alleanza conta oggi su un organico di 1.105 promotori finanziari, l'obiettivo è di giungere, entro il 2003, a 1.300 promotori e aumentare la raccolta pro-capite. "Piramide dei Servizi": gestione di tutte le leve del profitto con l'offerta completa e integrata di nuovi prodotti e servizi per soddisfare tutti i bisogni della clientela: previdenziali, di protezione e di investimento. Reinvesto: forte capacità di consulenza soprattutto nei confronti dei clienti giunti a scadenza contrattuale che grazie ad un alto tasso di fidelizzazione decidono di reinvestire con Alleanza. Centralità del cliente: costante orientamento al cliente attraverso servizi qualitativi e professionali e il pieno utilizzo di strumenti consulenziali avanzati. Intesa Vita: la nuova joint venture (Alleanza 45%, Banca Intesa 45%, Crédit Agricole 10%) è estremamente importante, rappresenta un player già con caratteristiche tali che la collocano ai primi posti nelle graduatorie assicurative e si pone in posizione di preminenza per sfruttare appieno tutte le potenzialità di un mercato in espansione. Le rispettive capacità dei partner garantiranno una notevole crescita dei volumi di produzione e al contempo il know how tecnico gestionale e le capacità distributive consentiranno di abbinare allo sviluppo del fatturato importanti risultati. Le linee guida del piano strategico e i progetti di sviluppo commerciale in corso, lasciano confidare in un positivo andamento della raccolta dei premi annui di lungo periodo. A tale proposito, le prime risultanze del mese di aprile indicano per il canale degli agenti un ulteriore aumento del ritmo di sviluppo al 19% a cui si aggiunge un'eccellente crescita de La Venezia Assicurazioni. 

VITTORIA ASSICURAZIONI S.P.A. - RISULTATI 1° TRIMESTRE 2003 L'UTILE NETTO DI GRUPPO AMMONTA A 4,9 MILIONI DI EURO (4,3 MILIONI DI EURO NELL'ANALOGO PERIODO DEL 2002). 
Milano, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione della Vittoria Assicurazioni riunitosi il 12 maggio a Milano per esaminare i risultati del 1° trimestre 2003, ha approvato la relazione trimestrale consolidata. L'utile netto di Gruppo ammonta a 4,9 milioni di euro (4,3 milioni di euro nell'analogo periodo del 2002). I premi emessi ammontano complessivamente a 92,8 milioni di euro. La massa gestita dei Rami Vita ammonta a 575,4 milioni di euro in linea con l'analogo periodo dell'esercizio precedente; i premi del lavoro diretto dei Rami Vita presentano un decremento del 24,9% a seguito della contrazione registrata nei prodotti unit linked, ma soprattutto dovuto ad una diversa acquisizione temporale dei contratti. I premi dei Rami Auto registrano un incremento del 9,9%. I premi dei rami elementari sono cresciuti del 15,7%, mentre si registra una contrazione dei rami speciali pari al 39,0% per la ridotta produzione nei rischi spaziali. Il complesso dei premi del lavoro diretto dei Rami Danni registra un incremento del 8,9%. Gli investimenti ammontano complessivamente a 1.076,0 milioni di euro di cui 97,5 milioni di euro con rischio a carico degli Assicurati e 978,5 milioni di euro con rischio a carico della Società. I proventi ordinari relativi agli investimenti con rischio a carico della Società ammontano a 10,3 milioni di euro (+6,9%). Il patrimonio netto di Gruppo al netto di quanto destinato al servizio dividendi ammonta a 108,2 milioni di euro e le quote di terzi sono pari a 3,0 milioni di euro. In considerazione dell'andamento del periodo e delle previsioni per la restante parte dell'esercizio, è ragionevole prevedere un risultato finale in progressione al confronto con l'anno precedente, in linea con gli obiettivi aziendali, che prevedono un Roe del 13,5% (12,6% nel 2002). 

BAYERISCHE VITA S.P.A. APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2003:POSITIVO RISULTATO DEL 1° TRIMESTRE IN LINEA CON LE ATTESESIGNIFICATIVO MIGLIORAMENTO DEI RISULTATI DELLA GESTIONE FINANZIARIA 
Milano, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Bayerische Vita S.p.A., società appartenente al gruppo assicurativo tedesco Ergo Versicherungsgruppe AG, ha approvato il 12 maggio la relazione trimestrale al 31 marzo 2003. Globalmente i primi tre mesi dell'esercizio evidenziano un risultato netto positivo di Euro 0,6 milioni che conferma la definitiva e positiva inversione di tendenza rispetto all'andamento rilevato nella parte centrale dello scorso esercizio. Pur registrando una flessione rispetto al risultato netto positivo del corrispondente periodo dello scorso esercizio (pari ad Euro 2,0 milioni), da valutarsi anche tenendo conto del limitato orizzonte temporale rappresentato da un singolo trimestre, l'utile del periodo risulta in linea con le attese di fine esercizio 2003, previsto in crescita rispetto al 2002. La prudente strategic asset allocation seguita nel corso di tutto il 2002, caratterizzata dalla riduzione dei rischi finanziari connessi al business vita tradizionale, accompagnata da criteri di valutazione prudenziali, consente di prevedere maggiori apporti positivi nella seconda metà dell'esercizio a motivo della tradizionale preponderanza della raccolta (e dei relativi margini tecnici) in tale parte dell'anno. Il dato della raccolta complessiva evidenziato nei primi tre mesi dell'esercizio, risulta in diminuzione dell'11,6% rispetto al pari periodo del 2002. Tale variazione, già prevista nella prima parte dell'anno, è in realtà la risultante di diversi fattori strutturali e contingenti, che permettono comunque di confermare una previsione di crescita per l'esercizio 2003 tra il 5% e l'8%. In significativo incremento risulta la raccolta, ci sono i primi risultati che evidenziano un incremento della raccolta dei premi unici (24,9%), anche a seguito delle prime azioni volte alla realizzazione di un armonico sviluppo dei diversi canali. Di converso, la flessione intervenuta nei premi annui di nuova produzione (27,2 %) e nei rinnovi (11,6%) risulta influenzata sia dal cambio prodotto conseguente all'introduzione della nuova regolamentazione riguardante la distribuzione multilevel, che dal fisiologico riallineamento dei rinnovi. Come già sopra richiamato la gestione finanziaria, condotta in una corretta ottica di medio e lungo periodo, ha evidenziato un risultato netto positivo pari a Euro 10,3 milioni, in incremento del 217% rispetto al primo trimestre 2002 (Euro 3,2 milioni). La positiva diminuzione delle spese di gestione nette pari al 19,1% rispetto al primo trimestre 2002, pur essendo principalmente conseguente alla variazione rilevata nella raccolta netta, evidenzia un significativo miglioramento degli oneri di acquisizione netti, passati da un rapporto del 15,1% del primo trimestre 2002, all'11,2% del primo trimestre 2003. A completamento del quadro complessivo, va aggiunto che la gestione attuale e prospettica avviene in un contesto di elevata solidità patrimoniale, improntato alla crescita di valore per gli azionisti, in un business che per caratteristiche intrinseche richiede una visione di medio-lungo periodo supportata da adeguati mezzi patrimoniali e finanziari. Su queste basi è stato possibile costruire un piano triennale che sarà presentato nel corso del programmato incontro con investitori, analisti finanziari e giornalisti il giorno 27 maggio 2003. Il cambio di denominazione sociale da Bayerische Vita S.p.A. ad "ERGO Previdenza S.p.A." (già approvato da parte dell'assemblea degli azionisti del 30 aprile 2003 con decorrenza 1° agosto 2003) costituisce un importante passo della strategia commerciale volta a portare la Compagnia ad assumere un ruolo di primo piano nel mercato assicurativo italiano. Il cambio di denominazione al fine di garantire la massimizzazione delle opportunità derivanti dalla diretta riconducibilità al Gruppo di appartenenza, sarà accompagnato da una adeguata campagna di informazione e da iniziative di marketing ad essa collegate. Durante la riunione odierna il C.d.A. di Bayerische Vita S.p.A. ha inoltre preso atto delle dimissioni da consigliere della società del Dott. Josef Kreiterling, ed ha cooptato il dott. Klaus Flemming, Membro del Comitato Direttivo (Vorstand) della Ergo Versicherungsgruppe AG, nel Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione ha altresì deliberato, anche in conformità a quanto previsto dall'art.12 del Codice di Autodisciplina adottato dalla Società, di nominare quale Investor Relations Manager il Dott. Stefano Longo. 

MONDADORI: APPROVATI DAL CDA I DATI AL 31 MARZO 2003?FATTURATO IN CRESCITA A 360,5 MILIONI DI EURO (+7,9%) RISULTATO ANTE IMPOSTE IN NETTO PROGRESSO A 26,3 MILIONI DI EURO (+13,9%)
Segrate, 14 maggio 2003 - Si è riunito il 9 maggio sotto la presidenza di Marina Berlusconi, il Consiglio di Amministrazione della Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che ha esaminato e approvato la relazione trimestrale al 31 marzo 2003, presentata dal Vice Presidente e Amministratore Delegato Maurizio Costa. Il Gruppo Mondadori, pur in uno scenario economico mondiale ancora incerto, ha saputo reagire ricercando in tutti i settori in cui opera progetti innovativi che consentissero di cogliere, a seconda delle diverse situazioni congiunturali, nuove opportunità di business. A commento dei primi tre mesi del 2003 possiamo confermare il successo di tale strategia, che ha visto impegnato il settore periodici nell'incremento dei ricavi diffusionali, in attesa di una ripresa sul fronte della raccolta pubblicitaria, mentre il settore libri ha confermato la propria leadership in un mercato che ancora una volta si è dimostrato in contro tendenza, con incrementi di vendita sensibili sia in termini di copie che di valore. L'andamento della gestione del gruppo al 31 marzo 2003 Nei primi tre mesi del 2003 il fatturato consolidato ha raggiunto 360,5 milioni di euro, con un incremento del 7,9% rispetto ai 334,1 milioni di euro dello stesso periodo dell'anno precedente. Il margine operativo lordo ha toccato i 42,9 milioni di euro contro i 42,5 milioni di euro del 31 marzo 2002, con un incremento dello 0,9%. L'incidenza sul fatturato è passata dal 12,7% all'11,9%. E' opportuno segnalare che sull'incremento del costo del venduto e di gestione e sulla conseguente riduzione dell'incidenza del margine operativo lordo sul fatturato hanno inciso sia il diverso mix dei ricavi che i rilevanti costi non ricorrenti dovuti al lancio e preparazione delle nuove iniziative editoriali (Flair ed Economy) che sono interamente spesate nell'esercizio. L'utile operativo è pari a 33,7 milioni di euro, con un leggero incremento (+0,9%) nei confronti dei 33,4 milioni di euro al 31 marzo 2002; l'incidenza sui ricavi è passata dal 10% al 9,3%. Il risultato prima delle imposte è cresciuto a 26,3 milioni euro, in netto progresso rispetto ai 23,1 milioni di euro dello stesso periodo dell'anno precedente, con un incremento del 13,9%; l'incidenza sul fatturato è salita dal 6,9 al 7,3%. Il cash-flow lordo è risultato pari a 41,1 milioni di euro contro i 37,8 milioni di euro dell'analogo periodo del 2002. Settori di attività Per quanto riguarda i primi tre mesi dell'anno, si evidenzia la decisa crescita dei ricavi della Divisione Libri, che hanno registrato un +16,5% (75,6 milioni di euro). All'interno del settore, che ha saputo cogliere il positivo andamento del mercato con tutti i marchi con cui opera il Gruppo, segnaliamo tra le altre l'ottima performance delle edizioni Mondadori (33,9 milioni di euro, +17,8%) ed Einaudi (11 milioni di euro, +19,6%). La Divisione Periodici ha realizzato nel primo trimestre ricavi complessivi per 204,3 milioni di euro, rispetto ai 195,7 dello stesso periodo del 2002, con un incremento del 4,4%. Tale risultato deriva da un incremento deciso dei ricavi da diffusione (+11,4%), ottenuto grazie al successo delle vendite opzionali di Dvd Cd musicali e Vhs, e da una flessione dei ricavi pubblicitari (-7,7%) in un mercato che risente particolarmente della scarsa ripresa dei consumi e degli investimenti; la diminuzione dei ricavi pubblicitari, depurati della raccolta di Famiglia Cristiana in concessione lo scorso anno, è pari al 2,6%. Nel panorama in cui opera la Divisione Grafica non si sono verificate significative inversioni di tendenza rispetto al secondo semestre 2002: permane quindi la forte concorrenza tra gli stampatori europei a fronte di una domanda che resta debole. Pur in un contesto simile, il settore è riuscito a incrementare il fatturato del 3,2% rispetto al primo trimestre del 2002 (105,4 milioni di euro di fatturato contro 102,1 milioni di euro dell'analogo periodo dello scorso anno). La Divisione Direct ha registrato un sostanziale consolidamento del fatturato relativo alle vendite per corrispondenza (Mondolibri), mentre si è registrato un leggero calo nel fatturato dei servizi per il direct marketing (Cemit); decisamente in crescita invece il fatturato retail, sia nelle librerie in franchising che in quelle dirette e nei multicenter. Evoluzione della gestione per l'anno in corso Nel periodo successivo alla chiusura del primo trimestre il contesto economico in cui il Gruppo opera non manifesta ancora significative inversioni di tendenza. Le previsioni di andamento dei consumi e degli investimenti sono state infatti ulteriormente aggiornate al ribasso, confermando i timori di un ulteriore rinvio di una nuova fase di espansione economica al secondo semestre dell'anno in corso. In questo scenario il Gruppo Mondadori si è posto per il 2003 obiettivi economici di conferma dei buoni andamenti registrati nell'esercizio precedente. Il Consiglio di Amministrazione ha verificato, sulla base dei criteri del Codice di Autodisciplina delle società quotate, la sussistenza dei requisiti di indipendenza in capo agli amministratori Martina Mondadori, Mario Resca e Marco Spadacini. Lo stesso CdA ha inoltre nominato il nuovo Comitato per il Controllo Interno composto dagli amministratori non esecutivi Roberto Poli, Mario Resca e Marco Spadacini. 

PRIMO TRIMESTRE ESERCIZIO 2003 GRUPPO MEDIASET: RICAVI NETTI: 777,1 MILIONI DI EURO (+22,6%) RISULTATO OPERATIVO: 208,6 MILIONI DI EURO (+12,2 MIL. DI EURO) UTILE PRE-IMPOSTE: 191,1 MILIONI DI EURO (+10,5 MIL. DI EURO) 
Cologno Monzese, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Mediaset, riunitosi ieri sotto la Presidenza di Fedele Confalonieri, ha approvato la relazione sul primo trimestre 2003 del Gruppo. In una situazione internazionale incerta, sfociata poi nell'intervento militare anglo-americano in Irak, sia le Reti Mediaset sia Telecinco hanno saputo raggiungere i propri obiettivi. I ricavi pubblicitari televisivi di Publitalia 80 sulle reti Mediaset nel primo trimestre 2003 hanno eguagliato quelli registrati nello stesso periodo dell'anno precedente, quindi ancora a un livello superiore rispetto al fatturato registrato nello stesso periodo del 2000, l'anno caratterizzato da una crescita record della raccolta pubblicitaria. Si tratta di un risultato in controtendenza rispetto al mercato pubblicitario italiano che, nei primi tre mesi del 2003, ha registrato un calo generalizzato. In crescita anche i risultati d'ascolto delle reti Mediaset che superano i risultati record conseguiti nel 2002. In Prime Time (dal 29 dicembre al 29 marzo) le tre reti ottengono una share del 46,2% (+2,3 punti rispetto allo scorso anno) e superano per la prima volta le tre reti Rai (43,9%). Canale 5 si conferma prima rete italiana in prime time con il 24% di share rispetto al 23,4% di Rai 1. Italia 1 rafforza il proprio ruolo di terza rete nazionale allargando il distacco da Rai 2: 14,3% per Italia 1 contro il 10,9% della seconda rete Rai. Retequattro centra i propri obiettivi e prosegue nel processo di riposizionamento verso un pubblico maschile adulto attraverso una programmazione maggiormente orientata all'info-tainment. Ancora migliori i risultati nel periodo di garanzia: dal 26 gennaio al 29 marzo (esclusa la settimana del Festival di Sanremo) le reti Mediaset distanziano le reti Rai di quasi 5 punti con il 47,4% contro il 42,5%. La crescita degli ascolti si è accompagnata anche nei primi mesi del 2003 ad un'attenta politica di contenimento dei costi operativi televisivi che hanno registrato una calo del 2,2%, passando da 156,2 milioni di euro a 152,8 milioni di euro. L'incremento dei costi televisivi complessivi, comprensivi anche del costo del lavoro e degli ammortamenti tv (+1,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente), diminuisce rispetto agli anni passati: nel primo trimestre 2002 l'incremento era stato del 4,1%, nei primi tre mesi 2001 del 7,7%. Il Gruppo Telecinco ha registrato nel corso dei primi tre mesi del 2003 eccellenti performance. In particolare la raccolta pubblicitaria è cresciuta nel periodo ad un ritmo estremamente sostenuto pari al 28,2% rispetto al primo trimestre del 2002. In crescita anche gli ascolti che nelle 24 ore hanno raggiunto il 21,4% (18,4% nello stesso periodo del 2002). Si rafforza anche la leadership detenuta a livello nazionale sul target commerciale che si è attestata al 24,7% in decisa crescita rispetto al 20,8% dei primi tre mesi del 2002 bilancio consolidato Gruppo Mediaset Il primo trimestre 2003 recepisce per la prima volta il consolidamento integrale delle società del gruppo Telecinco di cui Mediaset è da quest'anno socio di maggioranza con una quota pari al 52%. L'andamento dei primi tre mesi del 2003 è sintetizzato nei seguenti risultati: i ricavi netti consolidati ammontano a 777,1 milioni di euro, di cui 142,3 milioni di euro relativi al consolidamento del Gruppo Telecinco. il margine operativo lordo (Ebitda) sale a 468,0 milioni di euro (il contributo di Telecinco risulta pari a 76,9 milioni di euro). il risultato operativo (Ebit) (inclusivo del risultato generato dal Gruppo Telecinco per 27,9 milioni di euro) è pari a 208,6, al netto di ammortamenti e svalutazioni pari a 259,4 milioni di euro che include la quota di ammortamento dell'avviamento generato nel periodo dal consolidamento del Gruppo Telecinco pari a 10,8 milioni di euro. L'incidenza percentuale del risultato operativo sui ricavi netti consolidati (redditività operativa) si mantiene elevata collocandosi al 26,8%. Il risultato pre-imposte è pari a 191,1 milioni di euro (173,6 milioni di euro al netto dell'effetto del consolidamento del Gruppo Telecinco) La posizione finanziaria netta di Gruppo sulla quale incide nel trimestre in esame l'esborso di 276 milioni di euro sostenuto a fronte dell'acquisizione delle partecipazioni del 12% di Telecinco e Publiespana, passa da -170,8 milioni di euro del 31 dicembre 2002 a -59,5 milioni di euro al 31 marzo 2003, inclusivo della liquidità netta del Gruppo Telecinco pari a 185,8 milioni di euro. Italia I ricavi netti consolidati delle attività in Italia hanno registrato nel primo trimestre 2003 un leggero incremento (+0,2%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente passando da 633,6 milioni di euro a 634,8 milioni di euro. i costi operativi delle attività italiane evidenziano un decremento di 5,0 milioni di euro (-2,0%) passando da 248,7 milioni di euro a 243,7 milioni di euro. Grazie al contenimento dei costi operativi il margine operativo lordo (Ebitda) è cresciuto di 6,2 milioni di euro e passa dai 384,9 milioni di euro del primo trimestre 2002 a 391,1 milioni di euro . il risultato operativo (Ebit) è stato di 191,5 milioni di euro rispetto ai 196,4 milioni di euro del 2002. Spagna Nei primi tre mesi del 2003 i ricavi netti consolidati generati dal Gruppo Telecinco sono stati pari a 142,3 milioni di euro, in crescita del 26,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La principale componente dei ricavi è costituita dai ricavi pubblicitari televisivi relativi all'attività di vendita di spazi pubblicitari svolta in esclusiva per Telecinco da Publiespana. La raccolta pubblicitaria, pari a 139,9 milioni di euro, ha avuto nei primi mesi del 2003 un andamento estremamente sostenuto, registrando una crescita pari al 28,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I costi operativi del Gruppo Telecinco si sono attestati nel primo trimestre 2003 a 65,4 milioni di euro (54,6 milioni di euro nel primo trimestre 2002). Grazie al forte incremento dei ricavi netti, il margine operativo lordo cresce nel primo trimestre 2003 di 19,4 milioni di euro e raggiunge i 76,9 milioni di euro. Il risultato operativo di Telecinco nel primo trimestre 2003 è stato pari a 27,9 milioni di euro. Al fine di un più corretto apprezzamento del risultato di periodo, si evidenzia che a fronte di una crescita dei ricavi pubblicitari televisivi netti del 28,2%, i costi complessivi del Gruppo Telecinco, inclusivi anche delle componenti legate al costo del lavoro ed agli ammortamenti e svalutazioni, ha mostrato nel trimestre in esame una crescita estremamente contenuta pari allo 0,9%, in linea con gli obiettivi di razionalizzazione dei processi produttivi e di forte contenimento dei costi previsti per l'esercizio in corso. Eventi successivi al 31 marzo 2003 Anche nei primi quattro mesi prosegue l'andamento positivo dei dati di ascolto In particolare, nelle 24 ore Mediaset incrementa i propri ascolti passando dal 43.7% del primo trimestre al 44,0% di fine aprile; in Prime Time Canale 5 e Italia 1 si confermano prima e terza rete, mentre Retequattro migliora di 0,3 punti; in Day Time tutte e tre le reti aumentano le loro quote d'ascolto. Dopo i brillanti risultati conseguiti nei primi tre mesi dell'anno Telecinco ha ottenuto ottimi risultati d'ascolto anche nel mese di aprile, confermando una netta prevalenza sia nella media della giornata che in Prime Time rispetto alle altre emittenti private commerciali, superando addirittura l'emittente pubblica in Day Time e confermando l'indiscussa leadership nazionale sul target commerciale nelle principali fasce orarie. Evoluzione prevedibile della gestione Sulla base delle evidenze attualmente disponibili relativamente all'andamento della raccolta pubblicitaria delle reti Mediaset si prevede, per i primi cinque mesi dell'anno, il raggiungimento di un fatturato pubblicitario televisivo allineato a quello dello stesso periodo dell'anno precedente. L'eccezionale crescita dei ricavi pubblicitari di Telecinco registrata nei primi tre mesi del 2003 va valutata anche in relazione all'andamento sfavorevole dell'equivalente periodo del 2002. Successivamente al 31 marzo, Telecinco conferma una crescita dei ricavi pubblicitari rispetto al 2002, anche se percentualmente inferiore a quella registrata nel primo trimestre. 

GRUPPO MONDO TV: CRESCE NETTAMENTE NEL PRIMO TRIMESTRE 2003. RICAVI CONSOLIDATI +51% (EUR 12,2 MILIONI). EBITDA CONSOLIDATO +34% (EUR 8,7 MILIONI). UTILE ANTE-IMPOSTE CONSOLIDATO +19% (EUR 3,2 MILIONI). 
Roma, 14 maggio 2003 - In crescita significativa anche nel primo trimestre 2003, tutti i risultati economici e reddituali del Gruppo Mondo Tv - primario operatore in Europa nella creazione e distribuzione di "cartoons" per la TV ed il cinema ed attivo nei settori correlati - con ricavi consolidati in crescita del 51% a 12,2 milioni di Euro rispetto agli 8 milioni di Euro nel medesimo trimestre 2002. Prosegue anche lo sviluppo della "library".Cresce sensibilmente (+34%) anche il Margine Operativo Lordo (Ebitda) consolidato che ha raggiunto gli 8,7 milioni di Euro rispetto ai 6,5 milioni di Euro del 1° trimestre dell'esercizio precedente. Il dato è ancor più significativo se visto nell'ambito del difficile momento congiunturale del settore media. L'utile ante-imposte consolidato, sempre nel periodo gennaio-marzo 2003, è risultato in crescita del 19% attestandosi a 3,2 milioni di Euro rispetto ai 2,7 milioni di Euro del corrispondente trimestre 2002 evidenziando chiaramente la crescita di redditività. La redditività di Mondo Tv, e la sensibile sottovalutazione di mercato, è confermata anche dall'indicatore P/E 2003 più basso di settore: il Price/Earning di Mondo Tv previsto per il 2003 (ovvero il rapporto tra corso del titolo in Borsa e utile per azione previsto per l'esercizio 2003) è pari a 10,69 contro una media pari a 30,10 del settore dei media. nte: una media di settore di (di settore di (30,10).zentual decrease of the Asias quota, this underlines the sharp dynamism of Questi, in sintesi, i principali dati economico-finanziari inclusi nella relazione trimestrale al 31 marzo 2003 approvata oggi dal Consiglio di Amministrazione di Mondo Tv S.p.A. alla presenza di Orlando Corradi, Presidente del Gruppo. Gli ammortamenti ed accantonamenti sono incrementati sensibilmente passando da 2,9 milioni di Euro dei primi tre mesi 2002 fino a 5,2 milioni di Euro nel trimestre in esame in virtù dell'ingente sforzo in investimenti, già realizzati e in corso, di nuove produzioni. Nell'intero esercizio 2002 sono stati infatti sostenuti investimenti per 74 milioni di Euro contro i 45 milioni di Euro del 2001. Nonostante il forte impegno in investimenti, Mondo Tv ha comunque conseguito un Risultato Operativo (Ebit) di Gruppo sostanzialmente in linea con il valore relativo al primo trimestre del 2002 e pari a circa 3,4 milioni di Euro (28% in rapporto al Valore della Produzione). Più in dettaglio, i ricavi sono stati ottenuti per l'82% nei settori correlati (tra cui home video, merchandising e cinema) e per il rimanente 18% nella produzione televisiva; si segnala che, sebbene tale mix non sarà riproducibile su base annua in maniera così netta, il dato conferma ulteriormente la strategia di diversificazione verso tale segmento di business. Dal punto di vista geografico i ricavi sono aumentati (in assoluto e in percentuale) in Italia, mentre sono invariati quelli conseguiti in Europa; se connesso con la diminuzione, solo percentuale, della quota realizzata in Asia, il dato evidenzia una chiara vitalità del Gruppo sul mercato domestico. Sempre con riferimento ai ricavi, si segnala infine che i risconti passivi sono, al termine del trimestre, pari a 56,6 milioni di Euro; tale informazione è rilevante in quanto rappresentativa, in pratica, dei ricavi futuri il cui riconoscimento economico è infatti differito nel tempo rispetto alla data di fatturazione. La gestione finanziaria e la gestione straordinaria non presentano variazioni significative. La posizione finanziaria netta è ancora positiva a 2,8 milioni di Euro (3,4 milioni al termine del 2002). Sul fronte delle controllate, Mondo Home Entertainment ha proseguito con efficacia l'attività di vendita Vhs e Dvd ed ha siglato accordi di distribuzione con numerosi produttori tra cui Monaco Distribuzione, Elle U, Istituto Luce e Ripleys Home Video. Mondo Licensing ha a sua volta proseguito l'attività di vendita di album di figurine e pubblicazione di nuovi prodotti. I ricavi derivanti da queste due società sono pari a circa 2 milioni di Euro e presentano, a poco più di un anno dal loro start-up, un risultato netto di periodo positivo. Lo scorso 7 maggio, il Consiglio di Amministrazione (in carica fino all'Assemblea di approvazione del bilancio 2005) ha attribuito le deleghe operative nominando Orlando Corradi, Amministratore Delegato con pieni poteri di gestione ordinaria e straordinaria; il Prof. Roberto Pessi è stato nominato Vice Presidente non esecutivo ed stata riconfermata a Matteo Corradi la delega per le attività di Investor Relations. E' stato inoltre rinnovato il Comitato di controllo interno composto da Roberto Pessi (Presidente), Massimiliano Bertolino, Matteo Corradi e Ugo Girardi. A pochi mesi dalla nascita, Mondo Distribution S.r.l., costituita attraverso la controllata Mondo Home Entertainment, focalizza in modo preciso il proprio core business nell'edizione e distribuzione di libri per ragazzi, segmento decisamente strategico nell'ambito della politica di progressiva diversificazione verso i settori correlati, intrapresa in modo programmatico da Mondo Tv. Un'opportunità che per Mondo Distribution si traduce in una priorità da cogliere appieno e su cui concentrare le proprie energie, tanto da aver deciso di congelare il progetto finalizzato alla distribuzione nel canale libreria di prodotti home video. 

MECCANICA ITALIANA IN STALLO 
Milano, 14 maggio 2003 - E' passato da +29,3% a -14,20% il saldo tra le aziende che denunciano un fatturato migliorato e quelle che lo giudicano peggiorato. In calo sia il mercato interno che quelli esteri. Lo rivela l'indagine trimestrale ANIMA. Per il Presidente Rizzio: "La flessione dei mercati è principalmente da ascriversi all'ordinaria ciclicitò della domanda, condizionata all'estero anche dall'apprezzamento dell'euro sul dollaro. Più circoscritto invece l'effetto della crisi politica culminata nel conflitto iracheno. Si registrano comunque previsioni di un recupero per il trimestre in corso ". Non si sono realizzate le previsioni positive annunciate a fine 200 per le aziende della meccanica varia italiana, che nei primi tre mesi del 2003 denunciano un diffuso calo dei fatturati. E' quanto emerge dai risultati dell'indagine trimestrale sull'andamento del settore resi noti dall'Anima (Federazione delle Associazioni nazionali dell'Industria Meccanica varia ed fffine), secondo i quali, dopo un quarto trimestre 2002, che aveva mostrato segnali di ripresa: il I trimestre 2003 segna decisamente il passo. Principale causa della flessione, la consueta ciclicità della domanda, in parte aggravata sul fronte estero dalla difficile congiuntura internazionale legata alla crisi irachena e dall'incremento del valore dell'euro. Analizzando i dati elaborati dalla Federazione su un campione di 371 imprese associate, emerge infatti che tra gennaio e marzo il saldo ti-a le aziende che denunciano una situazione di fatturato migliorata" e quelle che invece la giudicano "peggiorata è in forte calo, essendo passato da +-29,3%%ó del IV trimestre 2002 a -14,2% del I trimestre 2003. Il fatturato complessivo rispetto al periodo ottobre,'dicembre 2002 è aumentato per il 21% delle aziende (42,7% nel IV trimestre 2002) ed è rimasto stabile per il 43,8%; aumentano le aziende che dichiarano peggiorata la situazione: dal 13,4% del periodo precedente al 35,2%. Situazione lievemente meno critica sui mercati esteri, con un saldo negativo pari a -13,5% (era + 17,1% nel trimestre precedente.).. che su quello interno, che ha fatto registrare un saldo pari a -14,2% (31,4% del IV trimestre). Le aziende che dichiarano infatti migliorato il fatturato Italia sono il 19,9% (43,1% nel IV trimestre 2002), contro il 34,9% che lo indica peggiorato (era 1'11_7% nel trimestre precedente), mentre per quanto riguarda i mercati esteri le imprese che nel periodo gennaio marzo giudicano migliorato il fatturato sono il 17,4% (31,7°%ó nel IV trimestre 200 .) contro il 30,9% che invece registra un peggioramento (14,6% nel periodo precedente). La situazione ordini è preoccupante con un carnet che copre mediamente 2,3 mesi di lavoro (2,9 nel trimestre precedente)- Anche l'occupazione denuncia una sostanziale stagnazione Più favorevoli le prospettive economiche, anche grazie al ripristinarsi della stabilità politica sul piano internazionale: a partire dal II trimestre è infatti attesa una ripresa che dovrebbe interessare sia il mercato interno che le esportazioni. Per il periodo aprile; giugno si prospetta un incremento del fatturato per il 29,9% delle aziende, mentre il 56,1% non prevede variazioni di rilievo. Diminuisce sensibilmente (da 35,2% a 14,0%) il numero di chi si attende un calo. Le aspettative sono più positive sul mercato interno che su quello estero. Il 28,2% delle aziende si attende un aumento della domanda in Italia ed 23,0% sul mercato internazionale. Non si prevedono tuttavia riflessi particolarmente rilevanti sull'occupazione (attesa stabile dall' 33,1 ° ó delle aziende) e sugli investimenti, annunciati in crescita solo dal 14,2% delle aziende. Cauto ottimismo da parte di Savino Rizzio, Presidente ANIMA, che ha così commentato: "I dati rilevati nel trimestre appena trascorso sono legati essenzialmente alla consueta ciclicità della domanda, solo in parte condizionata dal clima di incertezza che ha accompagnato il coi'flitto iracheno e la fase pre-bellica. Possiamo comunque dirci "fiduciosi per una ripresa nel trimestre in corso, anche grazie anche al ristabilirsi degli equilibri politici a livello internazionale, che dovrebbe consentire un rilancio dei mercati esteri. Le esportazioni sembrano essere in qualche mondo ci fitte dall'incremento del valore dell'euro. Importante il contributo atteso del mercato interno ". Analisi Settoriale Dall'analisi dell'andamento dei settori emerge una situazione non omogenea. A conferma delle previsioni, il comparto "sistemi di sollevamento e movimentazione" ha registrato nel I trimestre 2003 una netta flessione dei volumi di fatturato che ha interessato sia il mercato nazionale che quelli esteri. Il 57,1% degli intervistati denuncia un peggioramento, il 35,7% una stabilità e solo il 7,2% un miglioramento. Anche la situazione ordini non è confortante: si passa da 3,9 a 3 mesi di lavoro assicurato. I risultati del comparto "macchine edili, stradali, minerarie ed affini" sono stati decisamente meno positivi sia di quelli del trimestre precedente che di quelli dell'analogo periodo del 2002. Si attende un leggero recupero nei prossimi mesi. Battuta d'arresto anche nell'attività del comparto "macchine ed impianti per l'industria alimentare" con saldi negativi sia per quanto riguarda l'Italia che l'estero (.entrambi pari al - 15,8%) così coi-ne per "affettatrici, tritacarne ed affini". Indicazioni fortunatamente ancora confortanti provengono dai produttori di "attrezzature frigorifere per il commercio". L'80% delle aziende dichiara un migliorarnento del fatturato Italia, il 50% di quello estero e performance superiori anche a quelle dello stesso periodo del 2002. Nel comparto "macchine per caffè espresso" si segnala una ripresa che ha interessato prevalentemente i mercati esteri (50% del campione). Si prevede però un rallentamento nel II trimestre. Una battuta d'arresto ha caratterizzato l'inizio d'anno per le "macchine per la lavorazione delle carni" in particolare per quel che riguarda il fatturato nazionale, in peggioramento per il 33,3% delle aziende. Nel comparto "apparecchiature aerauliche" il 32 % degli intervistati evidenzia un aumento di fatturato, il 36% una stabilità e il 32% un calo rispetto al trimestre precedente. Da un raffi-ont.o con l'analogo periodo dell'anno precedente si evince una migliorata performance sul mercato nazionale e un peggioramento dell'estero. Positiva l'evoluzione attesa per il II trimestre sia in termini di fatturato che di occupazione e di investimenti. Una situazione pressoché analoga ha contraddistinto anche il comparto "apparecchi e componenti per impianti termici". Ulteriore peggioramento della situazione nel comparto "serrature e ferramenta" con una situazione ordini giudicata bassa dal 37,4% degli intervistati, stabile dal 56,3% e alta solo dal 6,3% e un carnet ordini passato da 2,6 a 1,6 mesi. E' ipotizzabile una leggera ripresa nel prossimo trimestre. Ancora in calo anche il fatturato del comparto "casseforti, porte corazzate e cassette di sicurezza". Con una situazione ordini insoddisfacente per il 62,5% delle aziende, le attese per il II trimestre indicano cali di fatturato, occupazione ed investimenti. Sempre differenziata la situazione nel comparto "posateria, coltelleria, vasellame, pentolame ed affini". Il 46,1% delle aziende ha realizzato un fatturato superiore al periodo precedente, mentre il 30,8% denuncia una stabilità e il 23,1% un calo. Le performance migliori sono state realizzate sul mercato nazionale. Il carnett medio degli ordini è sceso a 1,6 mesi. Un inizio anno di basso profilo anche per i produttori di "impianti di finitura" che, tuttavia, si attendono una ripresa nel II trimestre legata anche alla conclusione del conflitto in Iraq. Risulta leggermente migliorato il livello di attività delle aziende produttrici di "rubinetteria sanitaria", in particolare per quel che riguarda il mercato interno. Il portafoglio ordini si mantiene comunque molto ridotto (1,1 mese); le aspettative per il II trimestre sono improntate ad un cauto ottimismo. Anche il comparto "valvolame in bronzo e ottone" ha beneficiato di una certa ripresa della domanda nazionale (35,3% degli intervistati). Più stabile la situazione all'estero dopo un buon fine 2002. Ancora positiva la situazione nel comparto "valvolame ad uso industriale": il 30% delle aziende dichiara una crescita del fatturato, il 50% una stabilità e il 20% una diminuzione. Risultati decisamente superiori a quelli dell'analogo periodo del 2002 e che inducono il 30% delle aziende a programmare maggiori investimenti. Per quel che riguarda gli "strumenti di misura, controllo e regolazione" si segnala una sostanziale stabilità per i "misuratori per acqua" e un calo per i "misuratori per gas". La flessione delle vendite registrata nel comparto dei "distributori di carburante" rispetto al trimestre precedente, va attribuita al normale carico di lavoro di fine anno. Le indicazioni negative che emergono dal raffronto con l'analogo trimestre del 2002 sono riconducibili invece all'eccezionalità dei risultati di tale periodo dovuti alla coda delle vendite legate all'adeguamento dell' euro. Infine, una congiuntura favorevole ha caratterizzato il compatto "dispositivi per la protezione individuale sul lavoro" con il 50% delle aziende che denuncia una crescita del fatturato; in particolare aumento la domanda nazionale. 

ASTALDI, CDA APPROVA I RISULTATI DEL PRIMO TRIMESTRE 2003 MOL IN CRESCITA DEL 21%, L'UTILE NETTO CONSOLIDATO SALE DEL 47% PROGETTO MOSE : ASTALDI CAPOFILA PER LA BOCCA DI LIDO TREPORTI 
Roma, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Astaldi S.p.A. ha esaminato e approvato il risultato consolidato del Gruppo Astaldi al 31 marzo 2003. L'andamento del Gruppo nel primo trimestre 2003 presenta una sensibile crescita sia sul fronte dei ricavi che della redditività. Nel trimestre in esame i ricavi per prestazioni e appalti sono ammontati a circa 190 milioni di euro, con un aumento del 9,2% rispetto al primo trimestre 2002 (*), una crescita dovuta sia all'inizio delle attività di costruzione del Nuovo Polo Fieristico di Milano, per la parte domestica, sia al buon andamento delle attività all'estero (in particolare Venezuela, Stati Uniti e Centro America). Il totale del valore della produzione nel trimestre è stato pari a 211,4 milioni di euro, con un incremento del 4,8% rispetto al primo trimestre del precedente esercizio. Il margine operativo lordo è ammontato a 34,9 milioni di euro, pari al 16,5% del valore della produzione, con un aumento di oltre il 21% rispetto ai 28,7 milioni di euro del corrispondente trimestre 2002. L'Ebit è pari a circa 15 milioni di euro (7,1% del valore della produzione) e risulta in aumento di circa il 16% rispetto ai 12,9 milioni di euro del primo trimestre 2002. L'utile netto consolidato è superiore a 5 milioni di euro, in crescita del 47% nei confronti dei 3,4 milioni di euro del trimestre corrispondente del 2002. L'indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2003 si attesta a 167 milioni di euro contro 187 milioni di euro del primo trimestre 2002 e nel risentire del tipico andamento stagionale legato al ciclo produttivo, esprime tuttavia la buona struttura finanziaria del Gruppo connotata da un rapporto debt/equity pari a 0,77. Nel corso del primo trimestre 2003 sono state portate a termine acquisizioni di nuovi lavori per un importo di 212 milioni di euro, che elevano il valore complessivo del portafoglio di Gruppo a 3.462 milioni di euro. Sulla base dei risultati del primo trimestre 2003, il Consiglio di Amministrazione ha confermato le aspettative di crescita per l'intero esercizio, che prevedono un valore della produzione complessiva in progresso per oltre il 9% a circa 936 milioni di euro, un Ebit in aumento a circa 66 milioni di euro e un utile netto superiore ai 21 milioni di euro con un aumento di circa il 40% rispetto al 2002. Il Consiglio di Amministrazione, infine, ha espresso la propria soddisfazione per l'inizio dei lavori del progetto del Mose per la laguna di Venezia, nell'ambito del quale Astaldi - in qualità di General Contractor capofila del raggruppamento con le imprese Mantovani, Grassetto e Consorzio Lepanto - effettuerà la costruzione delle opere per lo sbarramento della Bocca di Lido Treporti. (*) I dati sono confrontati con quelli del medesimo trimestre del 2002 che sono stati tratti dalla contabilità gestionale così come esposti nel prospetto informativo di quotazione. 

GRUPPO CREMONINI: EBIT IN CONTINUA CRESCITA (+85,2%) NEL PRIMO TRIMESTRE 2003. IN PROGRESSO ANCHE I RICAVI TOTALI A 367,5 MILIONI DI EURO (+9,4%) E EBITDA (+19,8%). 
Castelvetro di Modena, 14 maggio 2003 - Il Gruppo Cremonini ha chiuso il primo trimestre 2003 con un positivo andamento del fatturato e significative performance di tutti gli indicatori reddituali. I ricavi totali consolidati hanno raggiunto 367,5 milioni di Euro in crescita del + 9,4% rispetto ai 336,0 milioni di Euro dello stesso periodo dell'esercizio precedente. L'Ebitda ha registrato un incremento del +19,8%, attestandosi a 19,3 milioni di Euro contro i 16,1 milioni di Euro del primo trimestre 2002, mentre l'Ebit ha fatto segnare un aumento del + 85,2%, attestandosi a 6,0 milioni di Euro contro i 3,2 milioni di Euro del 2002. Questi risultati, ottenuti in un contesto di mercato contraddistinto da una generale stasi dei consumi alimentari, confermano la validità delle strategie di sviluppo e l'elevata competitività raggiunta dalle aziende del Gruppo nei relativi business. In particolare, nel trimestre in esame, tutti e tre i settori operativi sono cresciuti sia in termini di volumi d'affari che di redditività. Il settore della produzione ha registrato ricavi totali per 193,1 milioni di Euro (+11,4%) rispetto ai 173,4 milioni di Euro dello stesso periodo del 2002, il margine operativo lordo ha raggiunto 10,4 milioni di Euro (+28,4%) contro gli 8,1 milioni di Euro del primo trimestre dell'esercizio precedente, mentre il risultato operativo è salito a 3,4 milioni di Euro, in crescita del +123,1% rispetto agli 1,5 milioni di Euro del 2002. Il settore della distribuzione ha conseguito ricavi per 135,6 milioni di Euro, in crescita del +6,1% contro i 127,8 milioni di Euro del primo trimestre 2002, il margine operativo lordo è stato pari a 5,4 milioni di Euro, in crescita del +1,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ed il risultato operativo ha raggiunto i 2,1 milioni di Euro, in crescita del 5,1% rispetto al 2002. Il settore della ristorazione ha fatto segnare tassi di crescita a due cifre per tutti gli indicatori economici: ricavi totali a 47,6 milioni di Euro, in crescita del +14,8% rispetto ai 41,5 milioni di Euro del 2002; margine operativo lordo a 4,1 milioni di Euro, in crescita del +28,9% rispetto ai 3,2 milioni di Euro del 2002, e risultato operativo a 2,2 milioni di Euro, in aumento del +54,8% rispetto agli 1,4 milioni di Euro dell'esercizio precedente. 

I VIAGGI DEL VENTAGLIO : IL CDA DISCUTE L'ANDAMENTO DEL PRIMO SEMESTRE 2003 FORTE CRESCITA DEL VALORE DELLA PRODUZIONE, OLTRE 180 MILIONI (INCREMENTO OLTRE IL 50% RISPETTO AL PRIMO SEMESTRE 2002) RITORNO DELL'EBITDA AI LIVELLI DELL'ESERCIZIO 2001 
Milano, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di I Viaggi Del Ventaglio S.P.A., sotto la presidenza di Bruno Virginio Colombo, ha esaminato l'andamento gestionale del Gruppo nel primo semestre del 2003 in una seduta chiusasi nella tarda serata di ieri. Nonostante la difficile congiuntura economica globale, influenzata oltre che dal conflitto bellico appena conclusosi anche dalle preoccupazioni sull'epidemia che sta interessando il territorio cinese, il valore della produzione del semestre è atteso superiore ai 180 milioni di euro, con un incremento di oltre il 50% rispetto al primo semestre dell'esercizio 2002. Le destinazioni tradizionali più richieste sono state Messico, Mar Rosso, Santo Domingo e Maldive. Considerevole la performance del Brasile (con l'introduzione di un nuovo villaggio) e della new entry Capo Verde. Positivo l'andamento del prodotto generalista in area caraibica, affidato da questo esercizio alla controllata Columbus. Ricordiamo comunque che il peso del primo semestre sul valore della produzione totale è storicamente intorno al 25%. L'Ebitda è previsto in linea con quello del primo semestre dell'esercizio 2001, e quindi in forte ripresa rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio 2002. "Le attese per l'esercizio in corso - ha dichiarato Il Presidente Bruno Virginio Colombo - si riconfermano positive, anche grazie al procedere dell'integrazione con la recente acquisizione Lauda Air S.p.A., il cui positivo impatto si registrerà a partire dal secondo semestre. Stiamo iniziando a raccogliere i frutti della nostra flessibilità e velocità di reazione alle esigenze dettate dal mercato, qualità vincenti in una situazione congiunturale tutt'altro che semplice o prevedibile." 

GRUPPO BEGHELLI: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA I DATI AL 31 MARZO 2003. RITORNO ALL'UTILE DEL GRUPPO (355 MILA EURO RISPETTO AI .3,7 MILIONI AL 31 MARZO 2002). 
Milano, 14 maggio 2003 - Sono stati approvati ieri dal Consiglio di Amministrazione dati al 31 marzo 2003 dei Gruppo Beghelli, che progetta, produce e distribuisce sistemi elettronici per la sicurezza industriale e domestica ed è leader italiano nel settore dell'illuminazione di emergenza e dell'illuminazione a risparmio energetico. Il 2003 si apre con il ritorno all'utile di gruppo per 355 mila Euro, risultato particolarmente significativo se confrontato con la perdita di -3,7 milioni di Euro al 31 marzo 2002 e se inquadrato in un clima internazionale di generale incerteZza e in un contesto economico di sostanziale stagnazione. II fatturato consolidato al 31 marzo 2003 si attesta a 30,5 milioni di Euro, con un +7,3% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Queste dato conferma la fase di decisa crescita cominciata nella seconda metà del 2002. Analizzando i ricavi per settore di attività, crescono in particolare il comparto dell'illuminazione (+27,5% rispetto al 31 marzo 2002) e dell'illuminazione d'emergenza (+18,7%), core business della società, confermando l'apprezzamento del mercato per una gamma di prodotti di assoluto livello qualitativo, A livello di area geografica meritano di essere evidenziate le crescite delle vendite sia della capogruppo all'estero (+9,4%), sia delle società controllati, la tedesca Praezisa (+14,5%) e la ceca Beghelli Elplast (+41,3°/x), nonostante la congiuntura economica poco favorevole. In netto miglioramento anche la redditività del gruppo, con il margine operativo lordo - pari a 4,6 milioni di euro (triplicato rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente) che mostra un'incidenza del 15,2% sul fatturato contro il 4% del primo trimestre 2002. Il risultato operativo si attesta a 1,9 milioni di Euro, confermando l'evoluzione positiva della gestione rispetto ai -2,3 milioni del 2002 grazie ad una sensibile riduzione degli ammortamenti. La posizione finanziaria netta alla fine del periodo (-60,4 milioni di Euro) migliora di 9,8 milioni rispetto ai -70,2 milioni di Euro al 31 dicembre 2002. Pur mantenendo il proprio core business nell'illuminazione d'emergenza, la Beghelli ha ampliato progressivamente la propria attività nei nuovi settori di business - illuminazione a risparmio energetico ed home automation - che rappresentano aree nelle quali la società valorizza pienamente il proprio know-how sviluppato sul binomio innovazione tecnologica-sicurezza. Le buone prospettive di crescita di questi settori sono confermate anche dai recenti provvedimenti legislativi comunitari e nazionali: la Comunità Europea, attraverso la recente Direttiva Ballast - che prevede la progressiva sostituzione delle lampade fluorescenti tradizionali con quelle a risparmio energetico - ha riconosciuto l'importanza del settore illuminazione nell'ambito della riduzione dei consumi energetici. 

IL SETTIMO RAPPORTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLA CANTIERISTICA METTE IN LUCE UNA SITUAZIONE DI MERCATO PROBLEMATICA 
Bruxelles, 14 maggio 2003 - La cantieristica mondiale sta attraversando un periodo di crescenti difficoltà, come dimostra l'ulteriore flessione negli ordini di nuove navi registrata durante il 2002 nelle regioni di maggior importanza per questo settore. È quanto afferma la Commissione europea nel settimo rapporto al Consiglio sulla situazione del mercato cantieristico mondiale(1). Questo rapporto, che integra l'analisi del mercato cantieristico nel 2002 effettuata dalla Commissione, attribuisce il rallentamento dell'attività commerciale agli eccessi d'offerta del passato, ad un rallentamento delle economie in tutto il mondo, agli effetti dell'11 settembre ed all'incertezza politica in Medio Oriente. L'evoluzione negativa ha interessato in particolare i segmenti di mercato di maggior rilievo per i cantieri dell'Unione. Per i produttori dell'Unione nel 2002 i nuovi ordini sono calati di più del 50% rispetto al 2001 e di più del 70% rispetto al 2000. Di conseguenza i cantieri dell'Unione stanno rapidamente restando senza lavoro e si sono già verificati diversi casi di fallimento e licenziamenti in massa. La quota del mercato globale spettante ai cantieri dell'Unione è crollata, passando al 7% dal 13% del 2001 e dal 19% del 2000. Erkki Liikanen, commissario responsabile per le imprese, ha dichiarato: "Guardando al quadro globale per il 2002 dobbiamo riconoscere che la situazione nel mercato cantieristico mondiale non sta migliorando. L'ultimo rapporto evidenzia il rallentamento dell'attività del settore nel corso degli ultimi due anni e conferma ancora una volta che le difficoltà provocate ai cantieri dell'UE da pratiche commerciali scorrette stanno raggiungendo livelli critici. La Commissione, che già in passato è intervenuta per difendere la cantieristica europea contro la concorrenza sleale, continuerà a adoperarsi insieme agli operatori del settore per aumentare la concorrenzialità dei cantieri europei, come ha iniziato a fare con l'iniziativa Leadership 2015." L'iniziativa Leadership 2015 è stata varata da un gruppo consultivo d'alto livello nel gennaio 2003. Un piano strategico globale, della cui elaborazione si stanno attualmente occupando rappresentanti del settore e la Commissione, verrà esaminato dal gruppo consultivo nel mese di luglio nell'intento d'individuare una prima serie di provvedimenti concreti ed efficaci da attuare entro la fine dell'anno. La Commissione riferisce che a livello mondiale gli ordini di nuove navi nel 2002 hanno subito una flessione di più del 12% rispetto al 2001, che fa seguito ad un'altra di più del 20% nel periodo 2000-2001. Le navi più colpite dalla crisi sono le portacontainer e quelle da crociera, ma è diminuita anche la domanda di petroliere per il greggio e metaniere. La domanda è aumentata soltanto nel segmento delle petroliere per prodotti finiti, a causa delle sostituzioni rese necessarie dalla nuova legislazione comunitaria in tema di sicurezza marittima, e nel segmento delle portacarichi alla rinfusa, nel quale una nuova normativa in tema di progettazione e la domanda interna di Cina e Giappone offrono alcune occasioni commerciali per i cantieri. Nel corso del 2002 i prezzi delle navi hanno toccato nuovi minimi prossimi ai livelli del 1989. I cantieri sudcoreani hanno ulteriormente abbassato i prezzi all'offerta, nonostante forti aumenti di tutti i principali fattori di costo e l'apprezzamento della valuta coreana, allo scopo d'incoraggiare una nuova domanda e di far fronte alla concorrenza cinese. I cantieri coreani devono concentrarsi sempre più sulla domanda esistente di petroliere, sia per il greggio che per prodotti petroliferi, nonostante abbiano in precedenza affermato che questi segmenti di mercato non presentano più interesse per i cantieri coreani a causa del basso valore di queste navi e della decrescente concorrenzialità dei produttori coreani in termini di costi. Le approfondite indagini svolte dalla Commissione sui costi relativi agli ordini piazzati presso i cantieri sudcoreani confermano quanto risulta dai rapporti precedenti, segnatamente che le navi sono offerte a prezzi tali da non coprire pienamente i costi di produzione. In particolare non sono contabilizzati i costi derivanti dall'inflazione e dai finanziamenti. Le indagini dimostrano che il divario tra i prezzi offerti ed il prezzo normale calcolato sta nuovamente allargandosi. 

LUMENGEN: LA RICERCA COME COSTANTE. 
Milano, 14 maggio 2003 - Sappiamo ormai essere realistico il prospettarsi di un esaurimento delle fonti energetiche così come le conosciamo (siano esse carbone, petrolio, metano), unito all'impossibilità di implementare il ricorso all'energia idrica (fiumi, bacini montani) o eolica senza il quasi insormontabile ostacolo di ingentissimi investimenti economici. Tutto questo ha portato al formarsi di un vivo interesse dell'ambito scientifico nei confronti di una serie di fonti energetiche rinnovabili. Fortunatamente ogni giorno camminiamo su una potente fonte di energia, pur se non sempre ce ne rendiamo pienamente conto: il nostro pianeta. Il sottosuolo, nello specifico, è ricchissimo dell'energia termica prodotta dal nucleo incandescente della Terra: una risorsa destinata ad estinguersi non prima di un miliardo di anni. L'energia geotermica si ottiene dal vapore ad alta temperatura che fuoriesce in corrispondenza dei campi geotermici, cioè di zone del sottosuolo in cui circola acqua caldissima. Normalmente la temperatura aumenta scendendo nel sottosuolo di circa 1 grado ogni 30 metri, ma nei campi geotermici si raggiungono alte temperature a profondità relativamente basse. Questa energia termica può essere convertita in elettricità, se adeguatamente sfruttata. Lumengen, il centro di ricerca sviluppato da Lumenergia,dopo aver conseguito oltre 50 brevetti nello sviluppo delle tecnologie energetiche, ha annunciato la possibilità di acquisire i diritti di sfruttamento di un nuovissimo brevetto per la geotermia artificiale, che prevede un inedito sistema di creazione del vapore, in grado di eludere qualsiasi forma di inquinamento ambientale, compresi fumi ed odori. Secondo gli studi effettuati da Lumengen esisterebbe in Italia la concreta possibilità di costruire, a profondità accettabili, centrali di piccole medie e grandi dimensioni. Ancora una volta, quindi, la ricerca lumezzanese si orienta verso soluzioni innovative che anticipano i bisogni e le richieste della collettività, preoccupata di poter sostituire le attuali fonti energetiche che sa non essere più eterne. Ugualmente prioritario per Lumengen è, però, tenere conto delle esigenze di tutela ambientale, quindi la sua ricerca si spinge e si spingerà esclusivamente verso quelle soluzioni che siano in grado di garantire il minor impatto ambientale. 

PREMIATE 18 AZIENDE CON PRODOTTI ECOCOMPATIBILI CON 7 VINCITORI MILANO E PROVINCIA SONO LE REALTÀ PIÙ 'VIRTUOSE' 
Milano, 14 maggio 2003 - Potranno utilizzare il logo "Premio Ecoprodotto 2002" per le attività di comunicazione commerciale dell'impresa, sono testimonial dell'eccellenza lombarda per l'attenzione riservata ai criteri ecologici con cui realizzano i loro prodotti, diventano ambasciatrici del marchio di qualità europeo "Ecolabel". Sono le imprese vincitrici del Premio Ecoprodotto 2002 che hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento dall'assessore regionale all'artigianato, new economy, ricerca e innovazione tecnologica, Giorgio Pozzi, e dal presidente di Unioncamere Lombardia, Vico Valassi. L'iniziativa, sostenuta da Regione Lombardia in collaborazione con Unioncamere, rientra nell'ambito della Convenzione Artigianato ed è giunta alla sua seconda edizione. Le 14 imprese vincitrici hanno ricevuto un premio in denaro (corrispondente a 4 mila euro), un attestato e la possibilità di utilizzo del logo. Altre 4 sono state insignite di una menzione speciale e da un premio di 1.000 euro. Le 18 aziende sono state selezionate da un'apposita giuria che ha valutato le 35 domande di partecipazione al premio. E' la provincia di Milano quella che ha registrato il maggior numero di vincitori (2 aziende con sede nel capoluogo e 5 in provincia), seguita da Lecco con 4, Brescia con 3, Mantova con 2, Bergamo e Sondrio con uno. Ecco in dettaglio le aziende, suddivise per categoria e provincia: - Per la categoria articoli arredamento in legno: Meroni Francesco e figli di Seveso (Milano) per la produzione di "Gruppo letto collezione 300"; Franco Bevilacqua di Milano per la produzione di "Letto Barca a secco". Menzione speciale all'impresa: Possenti Alberto di Lecco per la produzione di "Mobili in legno". Per la categoria carta, cartone, buste e sacchetti di carta: Segheria Imballaggi Battistacchi Stefano e Gianluca & C. di Pomponesco (Mantova) per la produzione di "Travetto autoadesivo". Per la categoria materassi da letto: A.T.A. Imbottiti di Arluno (Milano) per la produzione del materasso "Stop Fire Water". Menzione speciale all'impresa: Ma.Gi Sas di Caiolo (Sondrio) per la produzione del "Sacco materasso" realizzato con foglie di mais. Per la categoria prodotti tessili per la casa: Il Mandorlo Biologico di Milano per la produzione di "Biancheria per la casa"; Texil Perego di Perego (Lecco) per la produzione di "Tessuto Lisere Omar". Per la categoria prodotti tessili per l'abbigliamento: Disco Blu Calze di Brescia per la produzione di "Calze". Per la categoria prodotti vernicianti per interno: Leccocolor di Perego (Lecco) per la produzione di "Pittura Biocolor"; Solas di Cernusco Lombardone (Lecco) per la produzione di "Idropittura Smagliante M13". Per la categoria produzione articoli in legno: Fabo di Mezzago (Milano) per la produzione di "Porta 1941". Menzione speciale alle imprese: La Panca di Misinto (Milano) per la produzione di "Kayu parquet prefinito". Profili Legno di Capriolo (Brescia) per la produzione di "Profilati in legno". Per la categoria produzione di articoli in gomma e plastica: Cabl-Ass di Soiano del lago (Brescia) per la produzione di "Capsule chiusure e nastro segnaletico". Per la categoria produzione di articoli in metallo: I.S.T.A. Inox di Trescore Balneario (Bergamo) per la produzione di "Taglia grana a roccia". Per la categoria bioedilizia: Edilgo di Bollate (Milano) per la costruzione di "Nuovo complesso spogliatoi ad uso sportivo". Per la categoria autolavaggi: Gruppo Autocisterne Mantova di Frassino Mantovano (Mantova) per il servizio di "Lavaggio interno ed esterno di autoveicoli industriali". 

BIANCO (CNR): "HO SERVITO PER SEI ANNI L'ISTITUZIONE E MI DIMETTO RIBADENDO LE CRITICHE ALLA RIFORMA DELL'ENTE"
Roma, 13 maggio 2003 - "Ho svolto le mie funzioni, negli ultimi sei anni, al servizio e a tutela della Istituzione". Con queste parole il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Lucio Bianco, comunica di aver inviato questa mattina al Capo del Governo, Silvio Berlusconi, una lettera per annunciargli la sua decisione di lasciare l'incarico con decorrenza odierna, restando a disposizione per il tempo necessario al formale passaggio delle consegne. Dopo mesi di contrasti tra il Presidente del Cnr e il Ministro dell'Istruzione e della Ricerca Scientifica, Letizia Moratti, sui contenuti del decreto di riordino dell'Ente, Bianco lascia l'incarico sottolineando di avere sempre agito nell'interesse della comunità scientifica: "Ero già intervenuto - ricorda Bianco - nel dibattito sulla riforma dell'Ente del 1999, contestando le norme che tendevano a limitare o ridurre l'autonomia del Cnr rispetto a quanto stabilito dalla legge 168/1989 ("Istituzione del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica")". Ed è sempre per avere la possibilità di difendere i ricercatori che Bianco si è opposto al decreto di commissariamento dell'Ente, deciso dal Consiglio dei Ministri il 31 gennaio scorso e successivamente annullato dal Tar: "Perchè - spiega il Presidente del Cnr - a parte gli evidenti profili di illegittimità amministrativa il commissariamento avrebbe impedito la partecipazione degli ordinari organi di governo al dibattito sulle nuove regole e sui nuovi indirizzi proposti". In questo modo Bianco è in effetti riuscito a illustrare la sua posizione, fortemente critica verso il riordino dell'Ente voluto dalla Moratti, in Parlamento ed in altre occasioni istituzionali. Una critica indirizzata ad un disegno di riforma radicale, che non tiene in alcun conto i risultati della precedente riforma avviata soltanto quattro anni fa. E in ogni occasione, il Presidente del principale ente di ricerca pubblico italiano ha rivendicato la necessità di conservare al Cnr la sua autonomia, garantita dalla Costituzione, e di assicurare una adeguata rappresentanza della comunità scientifica nei nuovi organi di governo. Con la conclusione del dibattito parlamentare e con l'approssimarsi dell'approvazione del decreto legislativo di riordino del Cnr Bianco ritiene di aver completato il confronto, che per lui non ha mai avuto valenze partitiche, e di avere compiutamente svolto il ruolo istituzionale che gli competeva in qualità di Presidente. Conseguentemente Lucio Bianco ha rassegnato le dimissioni dall'incarico con decorrenza immediata. 

DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO, IN COLLABORAZIONE CON L'AGENZIA SDI DELLA FACOLTÀ DEL DESIGN DEL POLITECNICO DI MILANO CITTÀ E DESIGN: MA LO "STILE DI MILANO" È ANCORA VINCENTE? 
Milano, 14 maggio 2003 - Chi sono i protagonisti del design milanese e lombardo? Come viene utilizzata la "risorsa design" dalle imprese? E qual è il suo contributo alla diffusione e promozione del made in Italy? E' questo l'obiettivo della ricerca sul ruolo del design nel sistema delle piccole e medie imprese milanesi e lombarde promossa dalla Camera di Commercio di Milano, in collaborazione con l'Agenzia Sdi della Facoltà del Design del Politecnico di Milano. Sarà presentata al convegno "Comprendere il sistema del design", che vuole stimolare una riflessione sulle potenzialità del design quale fattore produttivo. In questo contesto si colloca l'ipotesi di un Osservatorio del Design che potrebbe diventare un luogo di incontro e di collaborazione progettuale tra i diversi attori (imprese, istituzioni, professionisti) interessati alla promozione del design quale leva strategica dello sviluppo locale. Agli interventi istituzionali seguirà una tavola rotonda. Il convegno si terrà: mercoledì 14 maggio, ore 9.30 - 12.30, Palazzo Affari ai Giureconsulti, Via Mercanti, 2 - Milano Interverranno tra gli altri: Danilo Broggi, membro di Giunta della Camera di Commercio di Milano; Alberto Seassaro, preside Facoltà del Design del Politecnico di Milano; Stefano Maffei, responsabile della ricerca per l'Agenzia SDI Politecnico di Milano; Paolo Ciuccarelli, coordinatore Progetto Design Net Politecnico di Milano; Sandro Lecca, responsabile Servizio Studi Camera di Commercio di Milano. Coordina la tavola rotonda Giuliano Simonelli del Politecnico di Milano. Partecipano tra gli altri: Marco Accornero, vice segretario Unione artigiani della provincia di Milano; Daniele Baroni, responsabile Osservatorio Permanente sul Design Adi; Rodrigo Rodriquez, past president Federlegno-Arredo; Riccardo Sarfatti, amministratore delegato Luceplan Spa; Massimo Zanello, assessore all'Industria, Piccola e Media Impresa e Cooperazione e Turismo Regione Lombardia. 

VALENTINA D'ANGELO VINCE "INFIL AWARD 2003" 
Milano, 14 maggio 2003 - Valentina D'Angelo , 22 anni di Milano, si è imposta alla Giuria di "Infil Award 2003" per le sue creazioni, ove la fantasia si intreccia alla tecnica e alla fattibilità. Il Premio è stato promosso da Infil, azienda italiana leader nel settore della maglieria intima in collaborazione con Corriere Lavoro, supplemento del Corriere della Sera. Il curriculum della stilista lombarda, seppure ancora giovane, con gli studi realizzati presso la N.A.B.A ., Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, gli dà sicuramente le basi per affermarsi nel mondo dell'intimo. Valentina D'Angelo si aggiudica quindi una borsa di studio di 3.000 Euro , uno stage di 3 mesi presso l'Ufficio Stile della Infil, e l'opportunità di presentare i suoi modelli nel gennaio 2004 al Sil (Salon International de la Lingerie) di Parigi, la più prestigiosa vetrina, su scala internazionale, di intimo. La giovane fashion designer milanese verrà premiata dalla Giuria a Milano nel mese di giugno. La vincitrice è stata selezionata tra gli oltre quattrocento elaborati in gara, dalla Giuria composta da Chiara Boni, (stilista), Stefano Guindani, (fotografo) Walter Passerini, (direttore di Corriere Lavoro, Nanni Strada, (fashion designer) e Mathieu Brissaud (Direttore Generale di Infil). I criteri, a cui la Giuria di "Infil Award 2003" si è attenuta vanno dalla creatività alla ricerca di nuove mischie di filati e tessuti, alle forme innovative, alla progettualità e alla fattibilità. Come nelle passate edizioni, il Premio "Infil Award 2003", si propone di individuare e lanciare giovani talenti nel settore della maglieria intima e questo a vantaggio non solo dell'Azienda organizzatrice del Premio ma di tutto il comparto dell'intimo. A "Infil Award 2003" hanno aderito i più importanti istituti italiani di moda e costume, dall'Istituto Europeo di Design di Milano e Roma, al Centro Moda Regione Lombardia, al Polimoda di Firenze, all'Istituto Statale d'Arte di Napoli e tanti altri in tutta la Penisola. I criteri di ammissione consideravano ragazzi e ragazze fino ai 30 anni, italiani e stranieri residenti in Italia, che avessero maturato esperienze nel settore del fashion/design. 

ATOS ORIGIN E IL MIP-POLITECNICO DI MILANO INSIEME PER UN'INDAGINE SULLA CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY PRENDE IL VIA UN PROGETTO DI RICERCA SULLA CSR NELLE AZIENDE ITALIANE DEL SETTORE ALIMENTARE. 
Milano,13 Maggio 2003 - Atos Origin, Gruppo internazionale leader nella consulenza, nell'outsourcing e nei servizi d'Information&Communication Technology, e il Mip, la Business School del Politecnico di Milano, hanno avviato un'indagine finalizzata a valutare la percezione del tema della Corporate Social Responsibility (CSR) all'interno delle aziende del settore alimentare. Il progetto si inquadra nell'ambito di un più ampio programma di investimento che entrambi i partner stanno portando avanti sul tema della responsabilità sociale d'impresa e, più in generale, della sostenibilità. In questo senso, Atos Origin ha tra l'altro recentemente aderito, in qualità di socio-sostenitore, a Sodalitas, associazione senza fini di lucro per lo sviluppo dell'imprenditoria nel sociale. Il Mip, parallelamente, ha in corso altri progetti di ricerca su questo tema, in collaborazione le altre strutture che danno luogo alla Scuola di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano e sta gradualmente introducendo questa tematica nell'ambito dei suoi programmi formativi di eccellenza (quali il Master in Business Administration e l'Executive Master in Business Administration). La collaborazione tra Mip e Atos Origin consente all'indagine di beneficiare sia dell'ampio patrimonio di competenze tecnico-scientifiche e di metodologie di ricerca, che da sempre caratterizzano l'attività del Mip-Politecnico di Milano, sia della profonda conoscenza dei processi e delle problematiche di business sviluppate da Atos Origin nelle sue attività di collaborazione con le maggiori aziende italiane e internazionali del settore alimentare. La fase di ricerca si struttura in due parti: la prima parte è volta a valutare come il tema sia vissuto dal top management delle imprese analizzate, la seconda è basata sull'analisi di alcuni case study di eccellenza. L'indagine si propone di individuare le peculiarità che la problematica della responsabilità sociale presenta nel settore alimentare, le opportunità e i rischi potenziali per le imprese del settore, le linee di comportamento emergenti, nonché i principali fattori di contesto che, a giudizio del management, potranno avere impatto sull'importanza strategica del tema CSR nel prossimo futuro. I risultati dell'indagine saranno presentati il prossimo 29 Maggio a Milano, presso lo Spazio Sironi, durante un workshop di confronto e riflessione moderato da Ernesto Illy, Presidente di Centromarca sul tema: "La Corporate Social Responsability nel settore alimentare: impatti e opportunità. Normativa, Tracciabilità, Trasparenza". "E' indispensabile oggi valutare i comportamenti delle aziende in un'ottica più estesa, anche alla luce delle nuove problematiche sociali e ambientali - sottolinea Danilo Bonato, Managing Director Executive Partner. - Il nostro obiettivo è affiancare i clienti nello sviluppo di un percorso di sostenibilità finalizzato a consolidare una reputazione di impresa socialmente responsabile. Per fare ciò, forniamo un supporto molto operativo e centrato su esperienze concrete facendo leva sul patrimonio di competenze che il nostro Gruppo possiede a livello internazionale". "I recenti problemi di governance che hanno coinvolto alcune grandi multinazionali e la crescente attenzione e sensibilità delle persone (nei loro diversi ruoli di cittadini/lavoratori/consumatori) verso le problematiche ambientali e sociali hanno portato alla ribalta il tema della responsabilità dell'impresa nei confronti dei diversi stakeholders con cui essa si relaziona - afferma Emilio Bartezzaghi, Presidente del Mip. - Appare però indispensabile affrontare il tema, di per sé molto complesso e articolato, in modo il più possibile organico e strutturato, al fine di evitare facili strumentalizzazioni o soluzioni affrettate o inapplicabili dalle imprese". 

MOBILEKIDS VILLAGE A PERUGIA: UNA CITTÀ A MISURA DI BAMBINO REALIZZATA DA DAIMLERCHRYSLER ITALIA 
Perugina, 14 maggio 2003 - Ha preso il via ieri da Perugia Mobilekids Village: il villaggio itinerante che unisce il gioco all'educazione verso la sicurezza stradale. Il Villaggio sarà a disposizione dei bambini umbri dal 13 al 16 maggio, presso Piazzale Umbria Jazz a Pian di Massiano. Mobilekids Village è realizzato nell'ambito del progetto di educazione alla mobilità promosso da DaimlerChrysler Italia e dedicato ai bambini tra gli 8 e i 12 anni. La sicurezza stradale è oggi un tema di estrema attualità che coinvolge istituzioni, aziende automobilistiche, associazioni e cittadini, non solo a livello italiano ma anche, e soprattutto, a livello europeo e mondiale. DaimlerChrysler Italia ha ritenuto necessario realizzare il progetto Mobilekids che ha l'obiettivo fondamentale di educare i bambini alla mobilità in senso ampio: stimolarne la conoscenza delle norme e regole della strada ma anche far crescere nei bambini la capacità di rapportarsi in modo autonomo e responsabile con l'universo complesso rappresentato dall'ambiente circostante. Il Gruppo DaimlerChrysler fornisce da sempre un contributo reale alla riduzione delle cause di incidenti, lavorando attivamente in due direzioni: le tecnologie per la sicurezza e l'educazione. E proprio in questo ultimo ambito si concentra l'iniziativa Mobilekids che, attraverso l'attività di educazione delle giovani generazioni, costituisce la premessa indispensabile per creare in futuro una mobilità più sicura e per formare responsabili cittadini di domani. DaimlerChrysler, infatti, insegue da anni una ambiziosa visione: il traguardo di "un mondo senza incidenti stradali". Mobilekids, sviluppato in collaborazione con un Comitato scientifico composto da rappresentanti del Ministero dell'Istruzione, del Ministero dell'Ambiente, dell'Unione Italiana Genitori, dell'Intesa dei Consumatori e da alcuni esperti esterni, adotta forme e linguaggi vicini alla sensibilità ed alla vita quotidiana dei bambini, trattando il tema dell'educazione alla mobilità in modo efficace e comprensibile. Il progetto, grazie ai suoi contenuti originali ed innovativi, ha ottenuto il Patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dei Comuni di Pescara e Perugia. Mobilekids si rivolge a bambini di età tra gli 8 ed i 12 anni, sfruttando la loro naturale predisposizione al movimento, alla curiosità ed all'esplorazione del mondo che li circonda. Mobilekids è costituito da una fase teorica, svolta nelle scuole, ed una più ludica all'interno del Mobilekids Village. In questa prima fase sperimentale, l'iniziativa sta coinvolgendo circa 50 scuole delle regioni Lazio, Abruzzo ed Umbria. Da settembre Mobilekids verrà esteso anche ad altre scuole italiane per un periodo di tre anni. Ulteriori informazioni sul progetto sono reperibili alla e-mail: mobilekids@daimlerchrysler.it. L'obiettivo del Villaggio è dare ai bambini la possibilità di vedere e applicare nella pratica gli insegnamenti e le regole di una mobilità sicura, all'interno di un ambiente appositamente costruito per loro, in cui sperimentare, in forma semplificata, le situazioni più usuali attraverso giochi di ruolo e attività guidate. Il villaggio è in grado di ospitare un totale di circa 150 bambini al giorno, suddivisi in due sessioni, una mattutina ed una pomeridiana, con un percorso interno di attività della durata di un'ora e mezza circa per gruppo, che si compone di sei aree di apprendimento ludico che vanno dalla comprensione del significato dei propri atteggiamenti, alla conoscenza dei segnali stradali e del linguaggio' delle vetture, fino al comportamento da mantenere sui mezzi pubblici ed alle ultime novità in termini di veicoli ecologici. Mobilekids Village, in questa seconda tappa a Perugia, coinvolgerà circa 600 bambini di 10 istituti comprensivi selezionati sul territorio umbro. Prosegue quindi il viaggio di Mobilekids Village con l'obiettivo di trasformare la cultura della mobilità in gioco. Il tour del villaggio Mobilekids si svolgerà per l'intero mese di maggio e, dopo essere partito da Pescara lo scorso 5 maggio, tocca Perugia, dal 13 al 16, e Roma, dal 21 al 30. 

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