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di
VENERDI'
6 FEBBRAIO 2004
pagina 4
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IPERTENSIONE: L'EUROPA FA
SCUOLA NEL MONDO
Milano, 6 febbraio 2004 - I migliori specialisti internazionali nella
diagnosi e nel trattamento dell'ipertensione arteriosa sembrano preferire
l'approccio europeo a quello americano. «Il Giappone, per esempio, modellerà
le proprie Linee guida nazionali su quelle delle Società europee
dell'Ipertensione e di Cardiologia, anziché su quelle dell'American Heart
Association statunitense» commenta con soddisfazione il clinico milanese
Giuseppe Mancia, presidente della Società Italiana dell'Ipertensione
Arteriosa, che oggi ha inaugurato nel capoluogo lombardo l'Hypertension
Forum, che proseguirà fino a sabato. Al Forum, organizzato dall'Università
di Milano-bicocca con il contributo di Pfizer Italia e con la partecipazione
di clinici e giornalisti italiani ed europei, si parla di questo e di
rischio cardiovascolare globale: un argomento di grande attualità, dato che
in Italia vivono 13 milioni di ipertesi e che le malattie di cuore e vasi
sono il killer numero uno. Quali sono dunque le maggiori differenze tra
Linee guida europee e statunitensi? «Premesso che c'è pieno accordo sul
fatto che valori pari o superiori a 140/90 mmHg sono ipertensione, che a sua
volta è un importante fattore di rischio cardiovascolare modificabile, le
opinioni sono diverse sul rischio cardiovascolare globale, cui gli americani
sembrano dare poco peso, e sul concetto di preipertensione, che gli europei
non condividono» aggiunge Mancia. Per le Linee guida Usa, infatti, chi ha
una pressione arteriosa compresa tra 120-139 e 80-89 mmHg è candidato a
sviluppare in futuro una vera e propria ipertensione e dovrebbe cambiare
stile di vita: dieta ricca di vegetali e frutta con pochi grassi e sale,
eliminare fumo e limitare l'alcool, fare movimento. Per le Linee guida Eu
tale concetto è fuorviante, perché potrebbe creare un'errata convinzione
di malattia. In questi soggetti, invece, si dovrebbe considerare proprio il
"rischio cardiovascolare globale", cioè la presenza di altri
fattori che aumentano la probabilità di sviluppare malattie come infarto e
ictus: età, sesso maschile, diabete, fumo, obesità, ipercolesterolemia e
soprattutto danno d'organo (ipertrofia ventricolare sinistra, insufficienza
renale, aterosclerosi). Quando il rischio cardiovascolare globale è alto,
si può instaurare una terapia antipertensiva, che in caso contrario non è
indicata. «Gli americani non tengono conto del rischio cardiovascolare
globale perché lo considerano troppo complicato, ma per gli ipertensiologi
europei è un criterio di scelta terapeutica irrinunciabile» riprende
Mancia. «In assenza di altri fattori di rischio, per esempio, il
trattamento di un paziente con ipertensione lieve (tra 140/159 e 90/99) può
essere differito, mentre un paziente con valori normali alti (tra 130/139 e
85/89) ma ad alto rischio va posto subito in terapia». Alquanto diverso è
anche l'atteggiamento nei confronti dei farmaci: se per gli americani i
diuretici sono sempre e comunque di prima scelta, per gli europei nulla
vieta di scegliere in prima istanza una molecola di un'altra classe ed
eventualmente una terapia di associazione. Il controllo della pressione e la
prevenzione cardiovascolare richiedono però anche l'educazione del
paziente, spesso poco attento ai controlli, alle terapie e allo stile di
vita. A partire da questo presupposto, l'Hypertension Forum ha voluto
riservare in esclusiva uno spazio alla divulgazione scientifica. La quarta e
ultima sessione del Forum, sabato 7 febbraio, sarà infatti dedicata a una
Tavola rotonda sulla comunicazione, dove i giornalisti della stampa medico
scientifica - laica e specializzata - si confronteranno tra loro e con i
clinici nel difficile compito di delineare il linguaggio più appropriato
per parlare di salute cardiovascolare ai lettori. Sempre alla divulgazione
scientifica è dedicato anche il premio giornalistico "Pfizer per il
Cuore", dedicato ai migliori prodotti giornalistici nell'area
cardiovascolare pubblicati nel corso del 2003. La giuria, presieduta dal
professor Mancia e composta da medici e giornalisti, assegnerà tre premi:
uno al miglior articolo su carta stampata, uno al miglior servizio
televisivo e infine uno al migliore tra i radiofonici.
GRAZIE
ALLA RETE L’INFARTO IN TOSCANA FA MENO PAURA CARDIOLOGI DA TUTTA EUROPA AL
CONGRESSO FLORENCE HEART 2004 PER STUDIARE IL MODELLO SANITARIO DELL’AREA
VASTA.
Firenze, 6 febbraio 2004 - Morire d’infarto in Toscana è diventato
difficile. Tutto ciò grazie a una rete organizzativa capillare impostata
sulla rapidità dell’intervento territoriale e sull’integrazione tra i
diversi operatori e i principali centri ospedalieri. Affermatosi negli
ultimi due anni, questo modello è ormai punto di riferimento della sanità
nazionale ed europea ed è perciò al centro del simposio internazionale
Florence Heart 2004 che si apre oggi al Palacongressi di Firenze (fino al 7
febbraio). Procedure e tempi sono analoghi nelle tre aree vaste che hanno
come baricentro gli ospedali di Firenze-careggi, Pisa e Siena. Ecco, come
esempio, quanto accade oggi nell’Area Vasta fiorentina. Lo spiega il
professor Gian Franco Gensini, preside della Facoltà di Medicina
dell’Università di Firenze che insieme all’ateneo di Pisa organizza
Florence Heart. Come noto, dice, per salvare un paziente con infarto acuto
al miocardio occorre fare molto in fretta. La rete della cardiologia toscana
serve dunque per eseguire quanto prima un’angioplastica coronarica, ovvero
l’allargamento delle arterie con un palloncino per ristabilire il flusso
sanguigno. L’organizzazione è assai simile a Firenze e a Pisa. Per
Firenze abbiamo i dati di uno studio, condotto in modo indipendente
dall’Agenzia regionale di Sanità, che consentono un’analisi puntuale
del processo di cura del paziente con infarto miocardico acuto. Ecco i tre
momenti organizzativi fondamentali: 1) trasferimento del paziente a Careggi:
per l’angioplastica sono attive 24 ore al giorno, per 7 giorni alla
settimana, due equipe (quella del dottor Antoniucci e quella della Clinica
Medica) su due sale di emodinamica; 2) possibilità, di avvio, già
sull’ambulanza di trasferimento, di una terapia riperfusiva a base di
farmaci; 3) trasferimento dello specialista nella struttura periferica di
ricovero dotata di emodinamica, se il paziente non è in condizioni di
arrivare a Careggi in tempi appropriati (non superiori ai 60 minuti). Questo
modello (la cardiologia toscana è da sempre all’avanguardia grazie anche
alla presenza di importanti figure di specialisti come i professori Mariani,
Maseri e Donato a Pisa, Fazzini e Neri Serneri a Firenze) si basa
sull’efficienza e la razionale distribuzione territoriale del 118. Dotato
di ambulanze per il pronto soccorso avanzato e di un elicottero, oggi il 118
dell’area fiorentina assicura tempi di risposta (dalla chiamata
all’arrivo del mezzo) in oltre l’80% dei casi inferiori a 8 minuti per
la città e a 20 per le zone rurali. Grazie alla rete e alla capacità degli
operatori, negli ultimi anni le statistiche della morte per infarto in
Toscana sono crollate verticalmente, considerando in particolare che l’angioplastica
consente di salvare la vita alla grandissima maggioranza dei pazienti. Dal
2001, quando fu realizzato lo studio Ami-florence, l’efficienza della rete
è ulteriormente migliorata con la istituzione delle Aree Vaste (2002). Ma
già allora i vantaggi di un intervento rapido e coordinato risultavano
evidentissimi. Ami-florence, ricorda Gensini, è uno studio sul rapporto tra
tipo di trattamento (con sopravvivenza ospedaliera e a distanza) e percorsi
diagnostici e terapeutici dei pazienti colpiti da infarto miocardico acuto a
Firenze e nell’area metropolitana (circa 800.000 abitanti, una struttura
sanitaria che fa perno sui sei ospedali di Torregalli, S. Maria Annunziata,
S. Maria Nuova, Borgo S. Lorenzo, Figline e Careggi. Esaminati, in totale,
930 pazienti: 540 (58%) ricoverati nei cinque ospedali territoriali e 390
(42%) a Careggi. Di questi ultimi, 298 (76%) sono stati trattati con
angioplastica. Degli altri, 163 (30,2%) sono stati trasferiti a Careggi per
l’angioplastica con una mortalità intra-ospedaliera del 6,6%. Tra i 334
(62%) trattati con terapia conservativa la mortalità è stata invece del
15,5%. Proporzionale il differente tasso di mortalità nei mesi successivi:
10.1% contro 26%. Considerati gli ottimi risultati quale futuro aspetta la
rete toscana? Si può migliorarne ulteriormente l’efficienza? Gensini ne
è sicuro ed elenca una serie di obiettivi. Alcuni tecnici (maggior
coordinamento tra 118, centri periferici, dipartimenti di emergenza e
laboratori di emodinamica; interventi di angioplastica (cosiddetta
facilitata) con inizio del pretrattamento con farmaci “sciogli-trombo”
già sull’ambulanza; nuovi strumenti per ottimizzare anche a distanza i
risultati dell’angioplastica obiettivi), altri sociali: educazione
sanitaria della popolazione per cercare di ridurre al minimo il ritardo
delle decisioni iniziali. “Spesso”, spiega il professore, “la vita di
una persona dipende anche dalla rapidità con cui familiari o amici decidono
il da farsi”
MODERNA BIOLOGIA E VISIONE
DELL'UMANITÀ
Genova, 6 febbraio 2004 - Il 22 e 23 marzo si svolgerà a Genova (Italia)
una conferenza su biologia moderna e visione dell'umanità. Alla conferenza,
organizzata dall'European Group on Life Sciences (Gruppo europeo per le
scienze umane), parteciperanno esperti di un gran numero di discipline
differenti: scienziati, psichiatri, filosofi, sociologi, politici,
giornalisti, scrittori e poeti. I partecipanti si occuperanno in particolare
dell'affacciarsi della biotecnologia come nuovo settore industriale e
cercheranno di chiarire quale sia l'impatto della nuova conoscenza sui
singoli individui, sulla società e sulla percezione che l'uomo ha di se
stesso e del proprio destino. In fin dei conti, le conseguenze dei recenti
sviluppi - ad esempio la mappatura del genoma umano - non possono limitarsi
alle pareti di un laboratorio o ad una provetta. Infolink:
http://europa.Eu.int/comm/research/conferences/2004/biology/index_en.html
SCIOPERO SANITÀ DEL 9 FEBBRAIO 2004
Roma, 6 febbraio 2004 - Le Organizzazioni sindacali Anaao Assomed, Amsce,
Anpo, Aupi, Cimo-asmd, Cisal Medici, Civemp (Sivemp-simet), Confedir
Sanita’ (Sicus-sidas), Federazione Cisl Medici-cosime (Dirsan Medici-cisas
Medici-sapmi-uspi), Federazione Medici aderente Uil Fpl (Uil Fpl Medici,
Coas, Cumi-aiss, Fapas, Fials, Fnam, Nuova Ascoti, Sapmi, Umi, Umus),
Federspecializzandi (Amsur-amspes-medspi Specmi-spem), Fesmed (Acoi-anmco-aogoi-sumi-sedi-femepa-anmdo),
Sinafo, Snabi Sds, Snami Ospedalieri, Ugl Medici, Umsped (Aaroi-aipac-snr)
Unione Medica, S.i.dir.s.s, hanno proclamato lo sciopero del personale della
dirigenza dei ruoli professionale, tecnico, amministrativo e sanitario e
della dirigenza medica del Servizio sanitario nazionale per l’intera
giornata del 9 febbraio 2004. Per la medesima giornata le Oo.ss. Anaao,
Assomed e Civemp hanno proclamato lo sciopero anche del personale medico e
veterinario del Ministero della Salute precisando che per coloro che operano
nel settore aeroportuale l’astensione dal lavoro sarà limitata alla
fascia oraria 10,00-14,00. L’organizzazione sindacale Fp Cgil ha inoltre
comunicato l’adesione allo sciopero del personale del Comparto della
Dirigenza della Sanità area Iv (medica e veterinaria) e area Iii.
Relativamente a quest’ultima area ha comunicato l’astensione dal lavoro
anche l’organizzazione sindacale Cisl Fps. Si assicura, comunque, che sono
state impartite le direttive alle Regioni e Province Autonome al fine di
garantire l’erogazione ai cittadini delle prestazioni indispensabili, così
come previsto dalla vigente normativa sul diritto allo sciopero.
UN OCCHIO E UNA MANO PER
L'ALZHEIMER
Verona, 6 febbraio 2004 - Nasce a Verona l’ Associazione Familiari Malati
di Alzheimer. Il presidente Gianna Elisa Todeschini l’ha così illustrata,
in una recente conferenza stampa: “l’Associazione Familiari Malati di
Alzheimer raccoglie l’esperienza maturata sin dal 1992: aiutare le
famiglie ad esprimere i loro bisogni, diffondere corrette informazioni sulla
malattia e promuovere la ricerca.”
La Todeschini
ha aggiunto inoltre che “ l’obiettivo è aiutare il malato congiungendo
l’aspetto sanitario e sociale, per creare una rete fra le istituzioni e
promuovere la formazione degli operatori e dei familiari”.
L’associazione ha affidato a Coo’ee Italia, agenzia di comunicazione
guidata da Mauro Miglioranzi, la realizzazione “ no-profit” del marchio
e dell’immagine coordinata. L’associazione Familiari Malati di Alzheimer,
ha scelto un marchio forte con un simbolo ad effetto: un occhio che vede ed
una mano che tende aiuto.
“PORTA A CASA IL TUO DNA” SABATO 7,
ORE 15.00 - DOMENICA 8 FEBBRAIO ORE 12.00 E ORE 17.00
Milano, 6 febbraio 2004 - All’interno della mostra “La doppia elica del
Dna 50 anni dopo”, realizzata anche a Roma, Padova e Napoli grazie al
sostegno del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
e della Fondazione Buzzati-traverso, dal prossimo week-end sarà possibile
assistere ad un nuovo evento scientifico: “Porta a casa il tuo Dna”. Nel
laboratorio dedicato alle attività didattiche, i visitatori potranno
estrarre il proprio Dna dalle cellule della bocca e conservarlo portandolo a
casa in una provetta. Inoltre, all’interno dello spazio dedicato alle
esperienze interattive, i visitatori possono provare procedure di estrazione
del Dna da campioni vegetali (pomodoro, cipolla, etc.) utilizzando sostanze
di uso comune e, insieme agli animatori, preparare e colorare dei vetrini in
cui osservare cellule vegetali e le loro strutture evidenziando il nucleo.
Per i più piccoli sono previste attività manuali inserite in un contesto
di gioco come la realizzazione con carta di un modello di doppia elica di
Dna da un semplice origami. Gli eventi scientifici, consigliati ai bambini
dagli 8 anni in su, durano circa 40 minuti. Per la visita guidata alla
mostra e l’attività didattica nel laboratorio é necessaria la
prenotazione all’Infopoint del Museo il giorno stesso. Durante il week-end
l’ingresso alla mostra, le attività didattiche e/o visite guidate sono
comprese nel prezzo del biglietto: 7 Euro (intero) - 5 Euro (ridotto) - 3
Euro (scuole) Per le prossime settimane, é possibile consultare il
calendario delle attività didattiche che si svolgono nel week-end,
collegandosi al sito: www.Museoscienza.org “La doppia elica del Dna 50
anni dopo”, che si svolgerà al Museo fino al 31 marzo, nei prossimi mesi
sarà riallestita all’interno del Laboratorio di Genetica e Biotecnologie
del Progetto Est (Educare alla Scienza e alla Tecnologia), finanziato dalla
Fondazione Cariplo in collaborazione con
la Regione Lombardia
e
la Direzione Scolastica
Regionale per
la Lombardia. Tra
i sostenitori del Laboratorio hanno già aderito
la Fondazione Italiana
Accenture, l’Università degli Studi di Milano e
la Fondazione Marino
Golinelli.
E OGGI S’INAUGURA
ERBEXPO 2004 OLTRE 150 ESPOSITORI, TISANE, CREME, DECOTTI, FARMACI E
PRODOTTI ALIMENTARI AL SALONE DEL NATURALE. TAGLIANO IL NASTRO L’ASSESSORE
REGIONALE SUSANNA CENNI E MARCO COLUMBRO
Firenze, 6 febbraio 2004 – L’assessore regionale Susanna Cenni e Marco
Columbro inaugurano domani a Carrara Erbexpo 2004, seconda edizione del
salone dell’erboristeria e del termalismo (6 - 8 febbraio, www.Erbexpo.it
Oltre 150 gli espositori (11
dall’estero) con il meglio della produzione di tisane, creme, decotti,
farmaci e prodotti alimentari.
6.000 metri quadrati
la superficie della rassegna. Tra gli espositori anche Columbro con il suo
centro benessere,
la Locanda Vesuna
www.Vesuna.com dove
la sua Accademia per il Risveglio della Consapevolezza www.Arisco.it
pratica attività rigeneranti:
meditazioni, digiuni, medicina della risonanza, test energetici e vari tipi
di ginnastiche e psicoterapie. Erbexpo è organizzata da Carrarafiere,
promossa dalla Regione Toscana e patrocinata da Federterme e
Fei-confcommercio (Federazione erboristi italiani). Prezioso il contributo
della Provincia di Massa Carrara, della Cassa di Risparmio di Carrara e di
Toscana Promozione. La rassegna si struttura in cinque sezioni: Erbe e
derivati, Termalismo, Cosmetica Naturale, Nutrizione, Ricerca e tecnologie,
uno schema studiato per consentire ai visitatori di orientarsi al meglio e
agli operatori di aggiornarsi grazie ai molti convegni e dibattiti su novità
e problemi del settore. Domani ne sono in programma due, uno organizzato
dalla Fei (sulla Forest Medicine, ossia sull’attualità delle pratiche
popolari di cura), l’altro da Ecm su Le piante: tra terapia e
manipolazione. Informazioni sulla salute e percezione dell’informazione e
un corso di Fitoterapia pratica per farmacisti del professor Mauro Serafini,
docente all’Università
La Sapienza
di Roma.
MARCO COLUMBRO
LOCANDIERE DELL’ANIMA A ERBEXPO IL POPOLARE ATTORE INAUGURERÀ IL SALONE
DI CARRARA E PARTECIPERÀ COME ESPOSITORE.
Firenze, 6 febbraio 2004 – Nella campagna di Pienza, a due passi dall’ospedalino
Premio Oscar del Paziente Inglese, Marco Columbro restaura anima e corpo
dagli stress televisivi, coltiva cereali, verdure e ulivi biologici “come
faceva a Viareggio il mi’ nonno Guglielmo”, e gestisce un centro
benessere,
la Locanda Vesuna
www.Vesuna.com
dove la sua Accademia per il
Risveglio della Consapevolezza www.Arisco.it
pratica molte attività
rigeneranti: meditazioni, digiuni, medicina della risonanza, test energetici
e vari tipi di ginnastiche e psicoterapie. In questa sua ormai nota veste di
albergatore dello spirito, figlia di un’esigenza interiore radicata e di
una convinta frequentazione con le culture buddiste-tibetane, Columbro
inaugura domani a Carrara la seconda edizione di Erbexpo, Salone
dell’erboristeria e del termalismo, dove appunto presenterà quella che in
qualche modo è l’altra faccia del Grande bluff e di Paperissima. Negli
studios Mediaset l’artificio l’estremo, qui la natura e i suoi prodotti
da non tradire. "Riscoprire il piacere del cibo in armonia con il ritmo
della natura" è del resto un credo di cui non fa mistero e che
conferma in questa intervista a Lucca tra una replica e l’altra del suo
Funny Money con cui è in tournée in Italia “Stiamo stravolgendo
tutto”, dice, “Ogm, meloni a Natale, fragole tutto l’anno. Assurdità
di cui già scrivevo anni fa nel mio Mangiamoci su. Anche la cucina, che
rappresenta l'anima di un popolo, è omologata. Ovunque ti servono la stessa
zuppa con gli stessi ingredienti industriali. Pessime abitudini da cambiare
per difendere l’ambiente e la nostra salute. C’è che il biologico
spesso costa molto. Colpa dei troppi passaggi di mano. Deve arrivare alla
portata di tutte le tasche Non bevi, non fumi, sei vegetariano. Come hai
fatto? “Mai bevuto, mai fumato. Quindi è stato facile. Vegetariano lo
sono per tradizione familiare. In casa mia si mangiavano tonnellate di
verdura e anche mio figlio, che ha 10 anni, è uno dei pochi ragazzini a
preferire un piatto d’insalata alla Nutella. Nei primi anni Ottanta ho
fatto esperienze di digiuno. Coscienza e sensi si dilatano, si percepiscono
elementi ignoti. È una purificazione. Ho scoperto che si può vivere a
lungo senza mangiare. Da allora e per molti anni non ho toccato carne, ne’
pesce. Poi ho ricominciato, ma solo carni bianche. E, naturalmente, verdure
e cereali. D’accordo, racconta il tuo menù ideale. “Prima regola,
sempre una bella porzione d’insalata mista in apertura. Vanno bene tutti i
tipi di verdure, purché biologiche, e molte foglie perché lavorano sui
polmoni. Come condimento, olio extra vergine d’oliva, poco sale, semmai
olio aromatizzato o aceto balsamico. Oppure soja. Poi un bel primo,
spaghetti alle erbe. Il pesto è fatto di salvia, timo e rosmarino
abbondante. Si trita tutto con uno scalogno, si mette in padella con un
po’ d’olio e mezzo bicchiere di vino rosso. Si fa sfumare il vino, si
amalgamano le erbe ed ecco fatto. Dopo un piatto del genere mai carne o
pesce. Ovvero, mai mischiare proteine e vitamine. La sera, invece, carne o
pesce al posto della pasta. Ma non prima dell’insalata mista. Ricordare,
infine, di alternare riso, orzo, farro e altri cereali. Un menù così fa
resuscitare i morti. Perfetto. Ti manca solo un programma Tv su queste tue
passioni. “La verità è che lo sto studiando da anni. Nascita
dell’uomo, paleoarcheologia, extraterrestri, ambiente, bioarchitettura,
agricoltura biologica, senza dimenticare la spiritualità. Lo chiamerò
“Tra Cielo e Terra” che è il posto dove vive l’uomo. Dieci anni fa mi
bocciarono il progetto. Oggi, forse, è arrivato il momento giusto”.
DAL 5 AL 9 MAGGIO 2004 PRESSO
L’ABBADIA DI FIASTRA DI TOLENTINO (MC) SI SVOLGERÀ LA 3^ EDIZIONE DELLA
“BORSA ITALIANA DEL TURISMO IN CAMPAGNA”
Milano, 6 febbraio 2006 - Agriturismo: in tredici anni, triplicati gli
arrivi e quasi decuplicato il volume d’affari. “Colletti bianchi” e
laureati i clienti tipo Cresce anche la presenza giovanile: 500 mila
persone, tra i 18 e i 35 anni, hanno trascorso in agriturismo le ultime
festività natalizie Novità edizione 2004: nasce l’Osservatorio Nazionale
sul Turismo in Campagna Sarà per il traffico e l’inquinamento che
affliggono i cittadini tutto l’anno; per il diverso modo di concepire la
vacanza, sempre più short break o per gli scenari internazionali poco
rassicuranti. Sta di fatto che il turismo in campagna si presenta come uno
dei comparti turistici più vitali e in forte espansione. Dello stato
dell’arte, si parlerà alla 3^ edizione della “Borsa Italiana del
Turismo in Campagna”, promossa da Regione Marche e Province di Ascoli
Piceno e Macerata e che si svolgerà dal 5 al 9 maggio 2004 presso
l’Abbadia di Fiastra di Tolentino (Mc). Dati - Tra le novità
dell’edizione 2004, spicca l’ufficializzazione della nascita
dell’Osservatorio Nazionale sul Turismo in Campagna. L’organismo,
promosso e coordinato dagli enti promotori dell’evento fieristico, si è
reso necessario per monitorare un comparto la cui estrema diversificazione
tipologica dell’offerta ha reso fino ad oggi difficoltoso quantificarne
arrivi e giro d’affari. Dati più sicuri si hanno infatti solo in
relazione all’agriturismo, che Confederazione Italiana Agricoltori e
Coldiretti danno in netto aumento: nell’arco di tredici anni, gli arrivi
sono triplicati passando dal milione del 1990 ai 3 milioni del 2003 con un
volume d’affari salito da
120 a
750 milioni di euro.Fruitori tipo della vacanza in agriturismo sono i
laureati (30%) e le persone che praticano un lavoro d’ufficio (50%). Un
altro dato interessante è quello che riguarda i giovani tra i 18 e 35 anni:
ben 500 mila di loro hanno trascorso le ultime festività natalizie in
agriturismo. Qualità ambientale e opportunità enogastronomiche le
motivazioni fondamentali (75%) che guidano la scelta a questa tipologia di
vacanza.
La Borsa
– “L’iniziativa vuole essere motivo d’incontro fra gli operatori ma
soprattutto luogo privilegiato in cui evidenziare, attraverso dibattiti e
incontri specifici, i molteplici aspetti che caratterizzano la campagna
vista come “contenitore” di natura, cultura e arte”, sottolineano
Renato Pasqualetti, Assessore al Turismo della Provincia di Macerata, ente
capofila dell’evento fieristico, Lidio Rocchi, Assessore al Turismo
Regione Marche e Giulio Silenzi, Assessore all’Agricolutra Regione Marche.
Oltre ad un’area workshop destinata all’incontro tra domanda (buyer
esteri e grandi tour operator italiani specializzati nel turismo in
campagna) e offerta (agriturismi, country house, ville, fattorie, castelli,
bed & breakfast, hotel, golf club, albergo diffuso di paese) la fiera
ospita: un’area espositiva con gli stand di rappresentanza degli Enti
(Regioni, Province, Comunità Montane, Parchi); un’area consulenza, che
darà spazio a quanto di nuovo c’è in fatto di formazione, finanziamenti,
modelli di sviluppo e certificazioni di qualità; un’area approfondimenti,
tra i quali segnaliamo la conferenza “Vacanza in campagna come
riabilitazione psico-fisica del turista” (venerdì 7 maggio 2004, ore
11.00) e un’area per le degustazioni guidate di prodotti tipici, vino in
primis. Previsti anche la presenza dell’editoria di settore e
l’organizzazione di educational nel territorio. L’appuntamento
fieristico si rivelerà interessante non solo per gli addetti ai lavori ma
anche per il pubblico, che avrà modo di conoscere l’offerta turistica del
settore disponibile su tutto il territorio nazionale per la prossima estate
(ingresso libero in tutti i giorni dell’evento). L’abbadia di Fiastra
–
La Borsa Italiana
del Turismo in Campagna si svolge nell’eccezionale scenario dell’Abbadia
di Fiastra, una delle riserve naturali più belle d’Italia, che si estende
per circa
1.800 ettari
nel territorio dei comuni di Tolentino e Urbisaglia, nella fascia
medio-collinare (130-
306 m
) della provincia di Macerata. Info: Tec, tel. 0733.263811 www.Fiereturismo.it
MUSEO GALLETTI QUANDO
LA MEMORIA D
¹IMPRESA DIVENTA PROGETTO
Bologna. 6 Febbraio 2004 - Una Storia di Uomini e Idee. Questa la filosofia
di progetto che caratterizza l¹ideazione concettuale dell¹archivio storico
della Galletti Spa. La storia della Galletti è una storia fatta di uomini,
di innovazione e di tradizione, una vera e propria avventura collettiva
testimoniata dai documenti tecnici, commerciali, amministrativi, dalle
macchine, dagli edifici, dal vissuto stesso dei protagonisti e dei loro
collaboratori e, ovviamente, dal prodotto. Il Museo Galletti nasce con lo
scopo di rappresentare un vero e proprio archivio d¹impresa inteso come un
luogo aperto ai saperi multidisciplinari e alle nuove conoscenze, ma
contemporaneamente collegato all¹impresa d¹origine, in una sintesi tra
alcune funzioni strettamente imprenditoriali e alcune esigenze più generali
di cultura e ricerca. Il progetto di comunicazione espositiva del Museo
Galletti si sviluppa attraverso un percorso narrativo, in cui la storia dell¹azienda
si intreccia con la storia della società e del costume, raccontati e
salvati attraverso la presenza fisica e la rappresentazione iconografica dei
prodotti e delle immagini che hanno segnato il percorso generazionale della
famiglia Galletti e, quindi, dell¹azienda. Uno spazio complesso, costruito
attraverso la combinazione di elementi diversi volti a scandire ritmicamente
la storia dell¹azienda, con una particolare attenzione per le scelte
cromatiche dell¹ambiente, la disposizione delle luci e i diversi materiali
costruttivi. Ed è attraverso questa architettura della comunicazione che
partendo dal 1906, con la nascita di un piccolo opificio artigianale dedito
alla lavorazione del ferro, si arriva al 1920, anno in cui l¹azienda
Galletti ha il suo primo approccio nel freddo con la produzione di stampi
per il ghiaccio. Per poi ripercorrere tutte le tappe fondamentali dell¹azienda:
dagli anni ¹50 con la lavorazione della lamiera dei telai per motoscooter,
agli anni ¹70 con l¹ingresso ufficiale nel settore del condizionamento,
agli anni ¹80 caratterizzati da una felice partnership commerciale con un¹importante
azienda giapponese, fino ad arrivare agli anni Œ2000 con il
riposizionamento e il rinnovamento dell¹immagine aziendale. Il Museo
Galletti è destinato a diventare sempre più una sede di formazione
continua di un insieme di segni materiali e di valori che sono a pieno
titolo beni culturali. Segni e valori che, originati in una sfera privata,
diventano oggetto di un interesse pubblico alla loro fruizione e
valorizzazione storico-documentale. Museo Galletti, Bentivoglio (Bo) Aperto
il primo lunedì del mese, su prenotazione. Ingresso gratuito. Tel. 051
8908111
GIOVANNI FRANGI NOBU
AT ELBA VILLA MENAFOGLIO LITTA PANZA, BIUMO (VARESE) 15 FEBBRAIO - 21 MARZO
2004
Milano, 6 febbraio 2004 - L’ “opera pazzesca” di Giovanni Frangi è
dipinta. Le 4 enormi tele (le due maggiori misurano ben
15 metri
di lato) che l’artista milanese ha realizzato per la mostra ad esse
dedicata in Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo, stanno asciugandosi
all’interno del capannone industriale che ha accolto Frangi negli ultimi
mesi. Tra una decina di giorni le tele saranno arrotolate per essere
riallestite all’interno della Scuderia che le accoglierà dal 15 febbraio
al 21 marzo. “Nobu at Elba non è però conclusa, resta ancora un’opera
aperta” ha affermato Giovanni Frangi dopo aver dato le ultime pennellate a
queste sue immense tele. “Sto ancora lavorando su delle sculture in
gommapiuma che forse ho finalmente capito come risolvere: le brucio col
fuoco e prendono forme magnifiche”. “Certamente i quadri sono terminati
e la sensazione di trovarsi di fronte ad una unica grande opera che in
qualche modo ti circonda da tutte le parti mi sembra molto forte.
L’impatto mi pare lento ma inesorabile, ci si gira da una parte e poi
dall’altra e c’è sempre questo immenso fiume che non finisce mai,
almeno così a me sembra. Ho dato certamente il massimo e penso che sarà
inevitabile pensare in futuro dei Nobu at Elba a colori”. L’intensa
genesi dell’opera sarà documentata in uno dei due volumi che Giovanni
Agosti ha dedicato a quest’ultimo lavoro di Frangi. Il secondo volume,
invece, descriverà l’incedibile risultato di questa lunga ricerca
espressiva. Nobu al Elba è l’”opera in nero” di Frangi. Le quattro
tele sono tutte sviluppate su questo colore. Alla base del progetto,
studiato insieme a Giovanni Agosti, c’è la volontà di trasmettere allo
spettatore l’impressione che si prova stando in una notte di plenilunio,
in aperta campagna, vicino ad un corso d’acqua. I sensi sono obbligati
dalle circostanze ad acutizzarsi; i dettagli, anche minimi, acquistano
risonanze inaspettate. L’immagine, che è naturalista solo in apparenza,
sconfina da un dipinto all’altro, dando l’impressione agli spettatori di
essere immersi in un panorama di oltre quaranta metri di pittura, senza
soluzione di continuità, dove un fiume lambisce una boscaglia, una cascata
canta alla luna, il profilo delle montagne orla l’orizzonte. I quadri
sembrano sorgere direttamente dal pavimento di pietra, su cui sono disposte
delle sculture che assomigliano a pezzi di legno trascinati dalla corrente.
Ad imbrogliare i giochi le luci dell’ambiente, come in un presepio, mutano
ciclicamente modificando senza sosta l’immagine. “Nobu al Elba” sarà
svelata il 14 febbraio.
La Vernice
, presenti l’Artista e Giovanni Agosti, alle ore
18.30 a
Villa Panza di Biumio
A BERGAMO DAL 6 FEBBRAIO AL 2
MAGGIO 2004
LA MOSTRA ANOTHER
ZERO
Bergamo, 6 febbraio 2004 - Dal 6 febbraio al 2 maggio 2004
la Gamec
– Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita la mostra
collettiva Another Zero curata da November Paynter, vincitrice della prima
edizione del “Premio Lorenzo Bonaldi per L’arte – Enterprize”. Il
premio, unico nel suo genere, è nato dalla volontà di ricordare la
passione per l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi ed è volto
a sostenere la ricerca di un giovane curatore e il suo progetto di mostra
inedita. Con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralità e il
significato che la figura del curatore ha assunto non solo nel panorama
artistico internazionale ma, anche, nel più ampio contesto delle pratiche
culturali contemporanee, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un
giovane curatore in un momento estremamente vitale all’interno del suo
percorso professionale. La mostra si intitola "Another Zero".
Allestita nella grande sala della nuova ala della Gamec, recentemente
ristrutturata dallo Studio Gregotti e Associati, prevede la partecipazione
di sei artisti internazionali, Haluk Akakçe, Tobias Bernstrup, Tobias
Collier, Tom Friedman, Saskia Olde Wolbers e Keith Tyson Il progetto
espositivo di "Another Zero" prende spunto dal film "Powers
of Ten" - della durata di nove minuti - realizzato nel 1977, da Charles
e Ray Eames, che gioca sulla relatività dei concetti di spazio e di tempo.
Il film, infatti, inizia con l'inquadratura di un uomo addormentato su una
tovaglia da pic-nic. L'obiettivo si allontana progressivamente – dieci
volte ogni dieci secondi – fino a inquadrare la terra dallo spazio.
Quindi, la telecamera segue un percorso inverso, fino a inquadrare l'atomo
della mano dello stesso uomo addormentato. Ciascuno degli artisti invitati
ad esporre da November Paynter interpreta questo concetto di relatività
spazio-temporale, in maniera differente a seconda della sensibilità e dei
linguaggi espressivi che sente più propri. Ad esempio, Haluk Akakçe ha
creato una pittura su muro appositamente realizzata per
la Gamec
, e che funziona come strumento compositivo per ambientare tutta la mostra.
Costituito da sistemi geometrici e strutture architettoniche, l'opera di
Akakçe produce diversi angoli di prospettiva dentro la galleria. La
scultura di Tom Friedman, sospesa nel vuoto, è creata grazie a una
combinazione di materiali domestici. Keith Tyson e Tobias Collier si
sforzano di capire il complesso sistema che governa il nostro universo. Per
Another Zero Tyson ha elaborato un nuovo “lecture work”, ovvero una
delle sue tipiche installazioni a muro che combinano disegno, diagrammi e
flussi di informazioni. Nel lavoro di Collier, invece, luoghi e oggetti
comuni della vita quotidiana sono messi in relazione alle più grandi
questioni esistenziali. Saskia Olde Wolbers presenta un video inedito per il
pubblico italiano, in cui piccole costruzioni fatte a mano diventano i set
di ripresa e gli scenari per storie che narrano relazioni intrecciate tra
persone diverse. In modo analogo Tobias Bernstrup utilizza la tecnologia
informatica per presentare ambienti immaginari dove i mondi esistono
all’interno di altri mondi. Infolink: www.Gamec.it
A VILLA VECELLI CAVRIANI DI MOZZECANE
(VERONA) DAL 1° FEBBRAIO AL 30 MAGGIO
LA MOSTRA
“DE NITTIS. A LEONTINE” IL FASCINO FEMMINILE, TRA ARTE E MODA, AL TEMPO
DEGLI IMPRESSIONISTI
Mozzecane (Vr) 6 febbraio 2004 - I suggestivi ambienti della settecentesca
Villa Vecelli Cavriani di Mozzecane (Verona), da poco restaurati,
accoglieranno dal 1° febbraio al 30 maggio la mostra “De Nittis. A
Leontine” che presenta oltre 50 opere di un protagonista dell’arte
europea e di alcuni suoi contemporanei. Il tema dell’esposizione, promossa
dalla Provincia di Verona e dalla Fondazione Vecelli Cavriani e curata, come
il catalogo (Silvana Editoriale), da Ismaele Chignola e Paolo Bertelli,
ruota attorno alla donna nell’arte di De Nittis (1846-1884), degli altri
due massimi esponenti della pittura italiana a Parigi, Giovanni Boldini e
Federico Zandomeneghi, e di altri pittori italiani di fine Ottocento. Le
opere di De Nittis sono state concesse dall’Amministrazione Comunale di
Barletta. La totale disponibilità di quest’Ente ha avuto un ruolo
decisivo nella realizzazione di un evento che si annuncia davvero
imperdibile. L’esposizione ha ottenuto il Patrocinio della Regione Veneto
e della Regione Puglia, del Comune di Verona e del Comune di Barletta, e si
realizza grazie alla fondamentale collaborazione del Museo Pinacoteca De
Nittis di Barletta, della Galleria d’Arte Moderna e Galleria del Costume
di Palazzo Pitti di Firenze. Particolare attenzione verrà posta al ruolo
della moglie di De Nittis, Leontine – cui viene dedicata l’esposizione
– come principale ispiratrice dell’opera del pittore barlettano.
Leontine era una donna colta e raffinata che amava vestirsi alla moda,
caratterizzata in quegli anni da attillati corpetti, cappellini sbarazzini,
voluttuosi strascichi; e fu proprio grazie a lei che De Nittis rimase
influenzato da questo mondo e dagli abbigliamenti eleganti dell’epoca. In
maniera più allargata, sarà quindi la figura femminile a essere il motivo
conduttore di tutta l’esposizione, intesa come soggetto privilegiato della
creazione artistica, come testimone del cambiamento della moda e
dell’evoluzione del costume. Per questo motivo protagonisti
dell’esposizione saranno anche i capi d’abbigliamento selezionati da
Caterina Chiarelli e provenienti dalla Galleria del Costume di Palazzo
Pitti, che saranno presentati accanto ai quadri per offrire un raffronto
diretto tra vestito vissuto e vestito dipinto. Le trentasette opere di De
Nittis – 30 dipinti, 7 grafiche - saranno messe a confronto con artisti
suoi contemporanei; in primo luogo, con i ‘parigini’ naturalizzati,
Giovanni Boldini e Federico Zandomeneghi, presenti entrambi con quattro
opere, quindi con altri autori quali Antonio Mancini, Tranquillo Cremona,
Leonardo Bazzaro, Angelo Dall'oca Bianca, Napoleone Nani, Amos Cassioli. Le
opere provengono da importanti istituzioni: oltre ai già citati, Museo
Pinacoteca De Nittis di Barletta e Galleria d’Arte Moderna e Galleria del
Costume di Palazzo Pitti di Firenze, dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza,
dal Museo Civico di Palazzo Te di Mantova, dai Musei Civici del Castello
Visconteo di Pavia, dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Forti di
Verona, dal Museo Civico di Canneto sull’Oglio e dalla Fondazione Enrico
Piceni di Milano. Il rapporto di passione che ha legato Giuseppe De Nittis a
sua moglie, presenza rassicurante nei momenti di esaltazione creativa e in
quelli di delusione, sarà analizzato nella sezione introduttiva. Il periodo
e l’ambiente in cui le opere d’arte sono state realizzate sarà
contestualizzato da due sale dedicate alle tavole illustrate
dell’Ottocento pubblicate sul periodico “Il Corriere delle Dame”,
versione italiana del “Journal des Demoiselles” che dettava le tendenze
della moda parigina. Rari oggetti d’antiquariato dell’epoca (biciclette,
radio, grammofoni) contribuiranno, inoltre, a ricostruire l’atmosfera fin
de siécle. “De nittis. A leontine. Il fascino femminile, tra arte e moda,
al tempo degli Impressionisti” Mozzecane (Verona), Villa Vecelli Cavriani
(via Caterina Bon Brenzoni 7) fino al– 30 maggio 2004 Catalogo Silvana
Editoriale Informazioni: tel. 045/6340799
PERSONALE DI LILIANA GUARINO A MILANO,
BANCA AGRICOLA POPOLARE DI RAGUSA DAL 13 FEBBRAIO AL 13 MARZO
2004 M
ilano, 6 febbraio 2004 - Energia, vitalità, colori, passione, amore,
allegria, tristezza: è l’arte sentimentale di Liliana Guarino, in mostra
a Milano, presso
la Banca Agricola
Popolare di Ragusa, in largo Augusto 7. Oltre 50 le opere di arte
contemporanea presentate dall’artista siciliana, che vive e lavora a
Modica, in provincia di Ragusa, nel cuore di quel gioiello barocco che è
la Val
di Noto, appena dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, e che
per la prima volta, dopo le esposizioni di Catania e Milano, sono approdate
nella Capitale. Oggi, a Milano, in un contesto inusuale per le esposizioni
d’arte come è l’interno di una banca, Liliana Guarino presenta un nuovo
corso del suo viaggio artistico. Le sue mutazioni stilistiche sono evidenti
ma, per chi ha avuto modo di seguire la sua evoluzione, mantengono un filo
conduttore che non può sfuggire al visitatore. Rimangono inalterati
l’intensa matericità, il deciso astrattismo, la massiccia presenza del
colore che, grazie alla naturale espressione, delinea un indefinito
simbolismo, apparentemente impercettibile, ma evidente per l'occhio attento
ed esperto. Rimangono l’introspezione psicologica e la ricerca interiore
che, attraverso le “forme informi”, attraverso i mille colori, svelano
il paesaggio interiore. Cambia invece la musa ispiratrice, cercata nel
simbolo dell’allegria, della spensieratezza, della positività, che appena
tolta la maschera, rivela il lato malinconico, volte commuovente.
Un'apparente contraddizione che genera turbamento e che, lo spirito creativo
dell’artista manifesta attraverso grandi tele impregnate di infiniti
colori caldi, forti, decisi, richiamando i tratti caratteristici della
maschera di Arlecchino. Le gabbie rotte di Liliana Guarino: tra le sbarre,
si fanno largo colori, palpiti di una vita che reclama di essere vissuta,
fuori da ogni soglia e da ogni costrizione. Immediata è la percezione di
avere di fronte un’artista-bambina: la sua arte trasmette tutta
l’innocenza di due occhi che si affacciano al mondo da poco e che
reclamano attenzione, amore, dolcezza, voglia di giocare. E come una bambina
Liliana è prepotentemente gelosa di ciò che le appartiene. Non chiedetele
cosa rappresenta quell’opera e perché le ha dato proprio quel nome; è
come chiederle di confessarvi i suoi più intimi sentimenti, lo stato di
passione, rabbia, amore, felicità, dolore, allegria, angoscia, nostalgia
nel momento in cui la sua mano e tutto il suo corpo hanno dato vita a ciò
che ci si trova davanti. Liliana Guarino, quando crea si fonde con la sua
opera: la ama, la odia, la coccola o la “distrugge”, la ferisce, la
possiede in un indescrivibile tormento e una passione travolgente che è
alla base di tutta la sua produzione. Non a caso la sua indole può essere
considerata assolutamente mediterranea, calda, passionale, a volte
struggente ma con una costante: l’evidente tratto vulcanico che la fa
percepire come un’artista decisamente innovativa, lontana dai
palcoscenici, dalle apparenze, da tutto quanto non è autentico e originale.
Lei, donna solare, allegra, schietta e sincera, rifiuta qualsiasi paragone,
ama l’arte, ama i pilastri dell’arte mondiale, ma quando “mi trovo
davanti ad una tela tutto ciò che i miei occhi hanno visto lo rimuovono.
Quando sento l’esigenza di creare un’opera non so mai cosa farò, sento
solo un grande turbamento, una forza dentro di me che si sprigiona e che
scarico attraverso i colori e le forme indefinite che man mano prendono
corpo”. La sua fonte d’ispirazione è l’istinto che varia col mutare
del clima, dell’atmosfera che la circonda, delle emozioni del momento. La
sua pittura ricusa qualsiasi etichettatura. Vive, evolutivamente, di vita
propria. Essa è indifferente alle mode più o meno usurate, agli
adattamenti convenzionali, agli estetismi di comodo. Si affida anzitutto
all’istinto. Di lei è stato detto: “quest’artista con le
immagini…con la luce…con le lacrime sempre presenti nei quadri…entra
nel cuore e a tratti spara raggi stroboscopici agli occhi”. Nella pittura
di Liliana Guarino sono presenti, contemporaneamente più elementi:
l’uomo, la natura, l’invisibile, la luce, le ombre, il tempo. Quest’ultimo,
in particolar modo, scandisce le diverse fasi dell’artista. “Ciò che
sono mi porta a pensare che sono nata in un’epoca sbagliata. Non che in
passato tutto andasse bene, ma l’orrore di certi fatti e la costante
perdita dei valori più veri mi fa sentire spaesata. A volte penso che con
questo mondo non ho niente a che fare”. E infatti guardando le sue opere
non si può non cogliere la rabbia verso le ingiustizie e gli orrori. Ma non
si può non cogliere, allo stesso tempo, l’amore per la vita, per la
natura, per la terra a volte in modo chiaro ed esplicito, a volte solo
mediante accenni. Ora le figure, i paesaggi, i volti, gli oggetti, certi
dettagli sono ben definiti, afferrati in quel magico momento con cui la
migliore pittura sa rendere le cose al mondo della visione; ora, in maniera
assolutamente opposta, sono divorati in un’autentica action painting, da
un gesto rabbioso ed espressivo o da un’astrazione matematica che cancella
ogni ipotesi di figurare forse in favore di una autoreferenzialità che
mette in mostra più i procedimenti del vedere stesso, che le cose in sé,
più il sistema nervoso che il falso centro d’equilibrio anatomico e
logico di un pittore. Catalogo Gangemi Editore, disponibile in mostra
Informazioni: tel. 02.76419201 - 335.5979705
UNA NUOVA "ANTENNA"
PROVENZA A MAISON DE
LA FRANCE
- ITALIA
Milano, 6 febbraio 2004 - Una regione nel segno dello charme e dell'arte di
vivere Quella luminosità speciale che ha affascinato i più grandi pittori,
da Van Gogh a Cézanne, a Matisse, Dufy… I paesaggi che hanno ispirato gli
scrittori, da Petrarca a Mistral, da Daudet a Giono, a Pagnol…e poi i
profumi della macchia e della lavanda, i villaggi di pietra e le città
d'arte, l'archeologia romana e le chiese romaniche, i grandi siti inseriti
dall'Unesco nel Patrimonio dell'Umanità - il Palazzo dei Papi di Avignone,
il Teatro Romano di Orange, il cuore antico di Arles…. Il mare e il verde,
la montagna, i parchi naturali…
La Provenza
ha una ricchezza e un fascino davvero unici. Non a caso è una delle regioni
più visitate e amate di tutta
la Francia. Dove
lo charme dei luoghi e delle atmosfere si accompagna a un'arte di vivere che
si declina fra tradizioni e feste, grandi festival e artigianato - i tessuti
e le ceramiche, i profumi e i saponi…- hotel e b&b di fascino, magari
in antichi mas tradizionali… Il miele, le confetture, il torrone, le
olive…Senza dimenticare i grandi vini: merito di una natura dolce e
generosa, la regione à stata da sempre una terra ideale per i vigneti.
Molto amata dai turisti italiani,
la Provenza
dedica da sempre all'Italia un'attenzione Particolare. E per il 2004
pubblica in italiano tre nuove brochure, dedicate alla Strada dei Pittori
della Luce, alla Strada dei Vigneti e svariate proposte per Week-end di
scoperta. Tre pubblicazioni particolarmente ricche di suggerimenti e spunti
per visite, curiosità, indirizzi. E per rispondere a tutte le esigenze del
mercato italiano dei giornalisti e operatori in modo sempre più presente e
incisivo, da quest'anno
la Provenza
ha scelto di essere rappresentata in esclusiva presso Maison de
la France
di Milano da una nuova "antenna", Fabiana Sorrento, che è fin da
ora a disposizione per tutte le informazioni e per l'organizzazione di
viaggi su misura. Per informazioni: Fabiana Sorrento Presso Maison de
la France
/italia Via Larga, 7 20122 – Milano Tel.: +39.02.58.48.655 Fax: +39.02.58.48.62.22
E-mail: provenza.It@franceguide.com
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