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2003 anno 6°  

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LUNEDI'
10 MARZO 2003

pagina 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(* symbolcopyright c Comunitè europee,2001 http://www.cordis.lu )

 

I NUOVI VICINI DELL'UE DOPO L'ALLARGAMENTO 

Bruxellles, 10 marzo 2003 - "Ogni allargamento crea nuovi vicini. In passato, molti di questi vicini sono poi divenuti membri.(...) Che cosa abbiamo da offrire ai nostri nuovi vicini? Quale prospettiva possiamo dare loro? Dove finisce l'Europa?(...). Dobbiamo individuare soluzioni che ci consentiranno di condividere i vantaggi dall'allargamento con i nostri vicini.... verso una politica di 'prossimità'... che comprenda i vicini orientali e quelli del Mediterraneo". Così si esprimeva il Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, lo scorso dicembre alla sesta conferenza mondiale dell'Associazione sugli Studi della Comunità europea (Ecsa) e il Commissario Patten è chiamato ad esprimersi in Aula proprio sui principi che ispirarono quel discorso: il "cerchio di amici" che dovrebbe circondare l'Unione dopo l'allargamento, dal Marocco alla Russia al Mar Nero, il quadro politico entro il quale estendere al meglio l'area di stabilità senza allargare immediatamente di nuovo l'Unione, i tratti insomma, di una vera politica di prossimità rivolta a Est come a Sud. Si era già parlato del significato dell'idea di "condividere tutto tranne le istituzioni" e di varie proposte concrete per attuarla (dallo Spazio economico europeo comune con la Russia, ad esempio, al modello della Banca euro-mediterranea, alla Fondazione per il Dialogo fra culture e civiltà). L'intento è comunque quello di definire un approccio regionale nuovo e più ampio che consenta di mantenere e promuovere la pace, la stabilità e la sicurezza in tutto il continente, con una governance migliore. L'argomento era anche all'ordine del giorno dell'ultima riunione dei ministri degli esteri dei Quindici. E' chiaro che il dibattito su quali nazioni potranno eventualmente entrare a far parte dell'Unione e quali avranno solo rapporti speciali di cooperazione è molto complicato: la cooperazione può riguardare relazioni commerciali, trasporti e telecomunicazioni ma anche settori delicati come il rispetto dei diritti umani e i flussi migratori. Senza dimenticare le decisioni da adottare in merito all'adesione di un "vecchio vicino" come la Turchia, che ha già sollevato prese di posizione molto contrapposte. 

UNIONE ECONOMICA E MONETARIA 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - La discussione congiunta dell'11 marzo verterà su vari aspetti dell'Unione economica e monetaria. La prima relazione, elaborata da José Manuel García-Margallo Y Marfil (Ppe/De, E) sull'analisi dell'attuale situazione e gli orientamenti generali di politica economica, rileva che la ripresa economica europea, come quella mondiale, è rallentata sia a causa dei bassi livelli di investimenti pubblici e privati sia per la debole crescita della produttività. L'inflazione si è stabilizzata ma si mantiene su livelli elevati, mentre la disoccupazione si aggrava e l'invecchiamento della popolazione è sempre più marcato. Una politica basata sulla domanda a breve termine dovrebbe quindi evitare di mettere in questione la stabilità macroeconomica e di sottrarre risorse necessarie ad affrontare il problema dell'invecchiamento della popolazione. I parlamentari sono favorevoli ad un'applicazione intelligente e flessibile del Patto di stabilità e apprezzano le modifiche procedurali introdotte dalla Commissione che ha proposto orientamenti a medio termine della politica economica, ha reso interdipendenti gli indirizzi europei nel settore dell'occupazione, integrando la strategia per lo sviluppo sostenibile. Tali modifiche dovrebbero però essere completate aggregando le politiche fiscali e proponendo una riforma delle pensioni compatibile con la politica monetaria, utilizzando questa procedura unificata come base per l'adozione del bilancio dell'UE e dei bilanci nazionali. La liberalizzazione dei mercati, che deve essere ampliata e promossa dagli Stati membri, potrebbe comportare un calo delle pressioni inflazionistiche e dare finalmente alla BCE (costretta ora a mantenere una rigida sorveglianza monetaria) un maggiore margine di manovra per allentare la politica monetaria. Per raggiungere i progetti ambiziosi su scala europea e garantire gli investimenti in risorse umane e R&S, sono necessari maggiori impegni finanziari e una più ampia promozione dell'imprenditorialità. Il Piano d'azione per i servizi finanziari e il Piano d'azione per i capitali di rischio devono essere pienamente applicati per contribuire alla crescita economica, mentre il mercato del lavoro deve coinvolgere maggiormente le donne e i lavoratori anziani, aumentando magari l'età effettiva del pensionamento. Occorre infine sopprimere le regolamentazioni fiscali che falsano la concorrenza e attuare una graduale convergenza di molte tasse come l'IVA, la tassa sull'energia, l'imposta sulle società e la tassa sui fondi pensionistici. La risoluzione menziona la necessità di garantire la responsabilità sociale delle imprese nel settore privato e suggerisce di prendere in esame la fatturazione in euro delle forniture di materie prime ed energia, per avvalorare il ruolo di rappresentanza della zona euro nelle istituzioni internazionali e multilaterali. Programmi di stabilità e convergenza - La relazione di Bruno Trentin (Pse, I) sulla valutazione dell'esecuzione dei programmi di stabilità e convergenza esprime anzitutto una critica verso gli errori di previsione economica e monetaria commessi dalle istituzioni europee negli anni 2001 e 2002, risultato di una politica "attendista", che contava soprattutto sulla ripresa americana, senza portare avanti le riforme strutturali di cui l'Europa ha bisogno. Così si spiegherebbe il ritardo di varie economie europee nella realizzazione degli obiettivi fissati a Lisbona. Una spiegazione più coerente delle proposte della Commissione europea avrebbe invece permesso un coordinamento più efficace delle politiche economiche sociali ed ambientali. Occorre forse introdurre tra i criteri e gli obiettivi del Patto di crescita e stabilità alcuni indicatori che consentano una governance più efficace del Patto, per adattarlo alle varie realtà nazionali, senza incidere sugli obiettivi di riduzione del disavanzo e del debito pubblico. Tutti gli strumenti del coordinamento economico e finanziario dovrebbero integrare in modo coerente gli obiettivi della strategia di Lisbona definendo tappe intermedie (2005) per recuperare i ritardi accumulati e conseguire nel 2010 risultati sostanziali nell'attuazione della strategia. La commissione per i problemi economici e monetari chiede infine che in occasione del Vertice di primavera i capi di Stato e di governo intensifichino gli sforzi per introdurre le riforme necessarie affinché "gli ambiziosi obiettivi di Lisbona non restino semplice utopia". Criteri di convergenza: il caso svedese - La relazione di Olle Schmidt (Eldr, S) è dedicata alla valutazione della situazione svedese rispetto ai criteri di convergenza all'UEM. Ai sensi del Trattato di Maastricht, la Svezia è tenuta ad aderire alla cooperazione in ambito Uem quando saranno soddisfatti tali criteri. Diversamente dalla Danimarca e dal Regno Unito, la Svezia non dispone di una clausola di esclusione (opt-out) per quanto riguarda l'adesione all'Unione economica e monetaria ma è stata designata, insieme alla Grecia, come "Stato membro con deroga" e sarà tenuta, in quanto tale, a introdurre presto o tardi la moneta unica (il 14 settembre 2003 si terrà infatti un referendum nazionale in proposito). D'accordo con la Commissione europea, la relazione sottolinea che la Svezia attualmente non soddisfa tutti i criteri di convergenza, soprattutto per quanto riguarda la compatibilità della legislazione nazionale con gli impegni previsti dal Trattato, in particolare per quanto concerne l'indipendenza della banca centrale svedese. La Svezia, infine, dovrebbe mirare attivamente alle riforme strutturali e adottare misure volte a migliorare la concorrenza al fine di prepararsi all'adesione alla zona euro. Finanze pubbliche nell'Uem - La commissione per i problemi economici e monetari ha espresso sostegno al Patto di crescita e stabilità, adottando la relazione di Manuel Dos Santos (Pse, P), sull'analisi per il 2002 delle finanze pubbliche nell'Uem. L'organo parlamentare è favorevole ad un'applicazione flessibile del Patto che tenga conto dei disavanzi nazionali, come proposto dalla Commissione europea, ma scoraggia i tentativi di escludere alcune voci di spesa dal calcolo dei disavanzi. La relazione approvata sottolinea che la discussione sul miglioramento del Patto non ne giustifica comunque la mancata osservanza. Alcuni deputati hanno chiesto, senza successo, l'introduzione di una "regola d'oro" per alcune spese specifiche, mentre altri hanno proposto di adottare nuovi criteri nell'applicazione del Patto, come l'inflazione, l'occupazione o il carico finanziario determinato dall'invecchiamento della popolazione. L'organo parlamentare accoglie con favore l'impegno a ridurre annualmente il disavanzo strutturale dello 0,5% del Pil, specialmente in Germania, Francia, Italia e Portogallo, allo scopo di raggiungere una situazione prossima all'equilibrio, pur sottolineando che il Patto lascia sufficienti margini di manovra in periodi di crisi per i Paesi "che non hanno abusato del loro bilancio". I deputati consigliano di evitare le politiche di bilancio procicliche in generale e in qualunque frangente politico, non solo nei periodi di congiuntura favorevole, e chiedono che i principi di base del Patto di stabilità siano contenuti nel futuro trattato costituzionale. Al dibattito in Parlamento sarà presente il commissario Solbes, secondo il quale esistono differenze significative fra Francia e Germania in relazione all'applicazione del Patto di stabilità: in Germania l'economia soffre ancora degli effetti della riunificazione e il disavanzo strutturale sta diminuendo, mentre in Francia la crescita economica è più forte ma il disavanzo sta aumentando. La Francia dovrebbe cercare di ridurre di mezzo punto il disavanzo strutturale "entro il 2003" e la Germania potrebbe registrare maggiori successi avviando le riforme del mercato del lavoro e del sistema di assistenza sociale. Per quanto riguarda l'Italia, il commissario ha affermato, in un incontro con la commissione parlamentare competente, che il governo dovrebbe chiarire la propria strategia fiscale. 

PRECISAZIONI DELLA RAPPRESENTANZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA IN ITALIA: "NON C'È ALCUNA NORMATIVA O CIRCOLARE DELL'UNIONE EUROPEA CHE IMPONGA AGLI STATI MEMBRI DI CODIFICARE I COLORI DELLE LORO BANDIERE" 
Roma, 10 marzo 2003 - In seguito ad un articolo apparso sul quotidiano "Il Messaggero" giovedì 27 febbraio riguardo i colori della bandiera italiana, la Rappresentanza in Italia della Commissione europea desidera attirare l'attenzione su quanto segue: Non c'è alcuna normativa o circolare dell'Unione europea che imponga agli Stati Membri di codificare i colori delle loro bandiere. Tutto ciò che riguarda le bandiere nazionali è di competenza degli Stati membri e pertanto qualsiasi circolare emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al riguardo è una decisione interna all'Italia. 

LA COMMISSARIA VIVIANE REDING A GENOVA: LA DIMENSIONE MULTIPLA DELL'IDENTITÀ CULTURALE EUROPEA 
Genova, 10 marzo 2003 - In un discorso tenuto il 7 marzo a Genova, Viviane Reding, Commissaria europea responsabile per l'istruzione e la cultura, ha analizzato la specificità dell'identità culturale europea, basata sulla diversità. Reding ha ricordato che la nozione di identità culturale non appare in quanto tale nel Trattato CE. Secondo l'articolo 151, "la Comunità contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune": Reding ha affermato che le due nozioni - unità, diversità - sono sempre strettamente legate, indissociabili l'una dall'altra. La Commissaria ha anche ricordato che non spetta all'Europa favorire una forma di cultura piuttosto che un'altra, nè imporre una cultura unica, standardizzata, o una lingua comune. Essenziali sono i vari apporti storici all'identità europea, cui si affiancano più recentemente gli apporti delle popolazioni immigrate. Reding ha ricordato i numerosi progressi effettuati grazie ai programmi comunitari "Cultura 2000" e l'azione "Capitali europee della Cultura", come pure il programma MEDIA, inteso a rafforzare la competitività dell'industria audiovisiva italiana. Ha citato infine l'iniziativa comunitaria "Cinédays", inaugurata in Italia con la proiezione di un film restaurato: "La Ciociara" di Vittorio De Sica, con Sofia Loren. Questi programmi si propongono di creare uno spazio comune per tutti gli europei, come altrettanti esempi del progetto di costruzione della loro identità. 

ACCORDO SUL COMMERCIO DEI SERVIZI NEL QUADRO DELL'OMC 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - La Commissione europea illustrerà all'Aula la proposta che dovrebbe presentare a Ginevra alla fine di marzo 2003 nell'ambito dei negoziati dell'Omc relativi all'Accordo generale sul commercio dei servizi (Agcs). Il settore dei servizi è l'attività economica più importante dell'Unione europea e copre più dei due terzi del PIL e dei posti di lavoro. L'UE conta fra l'altro alcune fra le maggiori società mondiali in alcuni settori come le telecomunicazioni, i servizi finanziari e i servizi ambientali. I negoziati riguardano l'apertura del mercato a fornitori esteri e non la liberalizzazione dei servizi, molti dei quali sono strettamente regolamentati per garantire l'equo accesso ai servizi pubblici, i criteri di qualità o la coesione sociale e territoriale. L'Agcs non richiede reciprocità ai membri dell'Omc e non riguarda i servizi che non sono erogati su base commerciale o in concorrenza con altri fornitori. Ai sensi dell'Accordo, i membri hanno il diritto di scegliere le attività per le quali sono disposti ad aprire il mercato alla concorrenza di operatori esteri e possono mantenere, per i servizi pubblici, monopoli sia pubblici che privati ed imporre restrizioni ai fornitori esteri qualora ciò sia ritenuto necessario per la salvaguardia dell'interesse pubblico. Ogni membro dell'Omc può insomma decidere le condizioni in base alle quali un servizio può essere erogato da un fornitore estero, condizioni che non coincidono necessariamente con quelle imposte ad un fornitore nazionale. L'attuale negoziato, avviato nel 2000, aveva fissato al 30 giugno 2002 la scadenza per la presentazione di richieste di accesso al mercato e al 31 marzo 2003 la presentazione delle offerte. L'UE ha presentato nel luglio 2002 le proprie richieste per un migliore accesso al mercato ed ha ricevuto richieste da 27 Paesi. L'offerta elaborata dalla Commissione propone di aprire alla concorrenza estera settori come quello dei servizi professionali, i servizi informatici, il turismo e i servizi di trasporto, senza smantellare i servizi pubblici né privatizzare le società statali. Secondo il commissario al commercio estero Pascal Lamy, "la proposta rafforzerà la posizione europea ai negoziati di Doha perché tiene in considerazione gli interessi degli altri Paesi, soprattutto di quelli in via di sviluppo, garantendo al tempo stesso il mantenimento dei servizi di interesse pubblico come l'istruzione e la salute". Per migliorare l'accesso dei Paesi terzi al mercato dei servizi dell'UE la Commissione propone in concreto quanto segue: Servizi finanziari: garanzia di accesso totale in tutti i settori (assicurazioni, servizi bancari, investimento) al mercato europeo per gli istituti finanziari esteri, che potranno stabilirsi in Europa attraverso filiali e consociate. Servizi informatici: pieno accesso ai fornitori esteri, nell'intento di favorire i Paesi in via di sviluppo che cercano di entrare nel mercato europeo e i Paesi europei che hanno bisogno di servizi e attrezzature di altissimo livello. Esperti informatici stranieri potranno ad esempio fornire manutenzione e riparazioni a sistemi e reti informatiche nell'Unione. Servizi di telecomunicazione: accesso aperto ai Paesi terzi pur garantendo il diritto dell'UE a definire i propri obiettivi generali per tali servizi. Sarà permesso ad esempio alle società di telecomunicazioni di inserirsi in attività non-telecom (ad esempio i servizi relativi ai computer) e fornire l'intera gamma di servizi su tutto il territorio europeo (non solo all'interno di uno Stato membro). Trasporti: si garantisce il diritto ad un operatore straniero di fornire servizi di trasporto marittimo internazionale, incluse le attività connesse, come le operazioni di carico e i servizi di agenzia. Distribuzione: in base alla proposta, le licenze per l'apertura di grandi magazzini saranno rilasciate sulla base del merito del richiedente, indipendentemente dalla nazionalità delle società, garantendo ai cittadini non provenienti dall'UE lo stesso trattamento riservato ai cittadini europei. Servizi postali e di corriere: gli operatori stranieri potranno operare nel mercato europeo ed effettuare consegne all'interno dell'UE in tutta libertà. Servizi professionali: la Commissione propone di migliorare l'accesso al mercato per i cittadini non europei in categorie di particolare interesse per i Paesi in via di sviluppo consentendo, ad esempio, ai contabili stranieri in possesso delle qualifiche richieste dalla legislazione europea di esercitare la propria professione a vantaggio di clienti europei. Anche architetti e ingegneri stranieri potranno fornire progetti, piani, disegni, specifiche e stime di costi per i clienti dell'Unione. Turismo: le agenzie straniere che intendono stabilirsi sul territorio europeo potranno godere dello stesso trattamento riservato alle società europee. Movimento temporaneo di persone: le società di servizi potranno trasferire i propri manager (per un anno al massimo) presso una società affiliata all'interno dell'UE e inviare personale specializzato (fino ad un massimo di sei mesi) per servizi ai clienti. In tali casi si applicheranno le condizioni di lavoro e salariali nonché tutti gli accordi collettivi di remunerazione nazionali e comunitari. Gli Stati membri dell'UE potranno continuare a rifiutare l'ingresso a persone che costituiscono un rischio per la sicurezza o che sono sospettate di abusare delle condizioni per il loro ingresso. 

L'INIZIATIVA "B2EUROPE" MIRA AD AUMENTARE LA SINERGIA FRA LE RETI DI SOSTEGNO ALLE IMPRESE 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - Il 5 marzo, la Commissione europea ha adottato una nuova comunicazione volta ad incoraggiare la creazione di un ambiente commerciale migliore per gli imprenditori europei attraverso diversi metodi per il trasferimento della conoscenza. L'iniziativa "B2Europe" è volta a collegare le risorse e il know-how delle reti europee di sostegno alle aziende, al fine di offrire alle piccole e medie imprese (Pmi) un facile e rapido accesso ad informazioni pertinenti. "L'iniziativa B2Europe conferirà maggiore coerenza e chiarezza pubblica ai servizi forniti dalle reti di sostegno alle imprese in tutt'Europa. Tale iniziativa consentirà alle Pmi di individuare rapidamente la rete alla quale sottoporre una specifica richiesta e ottenere il servizio più appropriato", ha affermato il commissario per le Imprese e la Società dell'informazione Erkki Liikanen. A tal fine, l'iniziativa "B2Europe" prevede il lancio di un sito web e di un sistema Mep (multiple entry point) entro la fine del 2003, che si spera possano migliorare il trasferimento delle conoscenze fra società. Inoltre, nell'ambito dell'iniziativa verrà sviluppato un sistema di referenza e tracking mediante query (interrogazione) per indirizzare le imprese verso la rete di sostegno più adeguata. Fra le reti di sostegno alle imprese coinvolte in tale iniziativa figurano i Centri relais d'innovazione (Irc), che assistono le aziende nel trasferimento commerciale di tecnologie innovative in tutt'Europa, e i Centri d'impresa e innovazione (CII) che sostengono la creazione di nuove società innovative, nonché la modernizzazione e l'innovazione delle imprese esistenti. http://europa.eu.int/comm/enterprise/networks/rationalisation/
communication_rationalisation_2003_en.pdf

A VILLA D'ESTE WORKSHOP AMBROSETTI
Villa d'Este, 10 marzo 2003 -  Si è tenuto nella splendida località sul Lago di Como l'ormai "storico" seminario Ambrosetti che riunisce molte personalità dell' economia, della politica e dell'industria per uno scambio di vedute e di opinioni sulla situazione dell'economia italiana ed anche  mondiale.  Su questa edizione primaverile del 2003 ci è parsa aleggiare, rispetto al passato, una forte incertezza e molta preoccupazione dovute ai vari fattori di crisi internazionali, sia per la guerra ormai ritenuta generalmente imminente (anche se qualcuno ancora pensa....anzi spera in possibilità di evitarla) sia per la ritardata prevista (sperata) ripresa dell'economia americana, la debolezza del dollaro - aggravata dall'enorme debito degli USA e dalla situazione della Borsa. Una nota di (apparente) ottimismo è venuto dalle parole del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ha ssicurato che la situazione dei conti pubblici italiani è "abbastanza" sotto controllo, anche in un clima economico, sociale e politico difficile come l'attuale. In ogni modo, forse (magra) consolazione, pare che l'Italia da questo punto di vista stia meglio di altre nazioni sino ad ora considerate di esempio e di "locomotiva" per l'economia europea. Nessuno, in questo momento, si azzarda a fare previsioni a lungo (e a medio) termine, anche se il Presidente della Banca Mondiale, James Wolfensohn dice di avere molta fiducia - con il nuovo Presidente Lula - nella ripresa del Brasile, da tempo uno dei punti deboli mondiali; minori speranze di risolvere la situazione argentina sembrano in questo momento possibili. E' estremamente necessario, comunque, che le nazioni più industrializzate si adoperino per la ripresa di un rapporto più equo di scambi commerciali con quella parte - oltre la metà della popolazione mondiale  - che versa in condizioni di povertà. Una tale politica, in un mondo lacerato dai contrasti, alle porte di una nuova guerra, rappresenterebbe anche un modo per arginare rabbia e risentimento. "E' una questione vitale - ha affermato Wolfensohn - Oggi oltre 5 miliardi di persone sono a tutti gli effetti fuori dal mondo industrializzato, ma non dimentichiamoci che il loro atteggiamento ha un impatto notevole sullo stesso mondo industrializzato"  In altre parole, se ripresa ci sarà (si tratta solo di vedere quando) questa non potrà fare a meno di una diversa politica sociale ed economica verso i paesi "poveri" che - con il grande numero di persone coinvolte - potranno fors rappresentare una "chance" per i paesi "ricchi", anche per una maggiore tranquillità e sicurezza.  

ACCORDO TRA CAPITALIA, FIAT E TORO ASSICURAZIONI CHE DISCIPLINA I RECIPROCI RAPPORTI IN RELAZIONE ALLA PREVISTA DISMISSIONE, DA PARTE DI FIAT, DELLA PARTECIPAZIONE DI CONTROLLO IN TORO ASSICURAZIONI 
Roma, Torino 10 marzo 2003 - Capitalia S.p.A., Fiat S.p.A. e Toro Assicurazioni S.p.A. annunciano di aver firmato un accordo che disciplina i reciproci rapporti in relazione alla prevista dismissione, da parte di Fiat, della partecipazione di controllo in Toro Assicurazioni, con l'obiettivo di garantire la massima trasparenza al mercato e a tutti i soggetti coinvolti. Toro Assicurazioni è uno dei principali azionisti di Capitalia, con il 6,6% circa del capitale sociale. Il Gruppo Capitalia (attraverso FinecoGroup S.p.A.) e Toro Assicurazioni, inoltre, detengono il 47,5% ciascuna di RomaVita S.p.A., società assicurativa operante, attraverso la rete di sportelli di Capitalia, nel settore della bancassurance. A tutela degli interessi reciproci, le Parti hanno pertanto concordato che: a Capitalia sia garantito il diritto di individuare un terzo acquirente della partecipazione attualmente detenuta nella stessa Capitalia da Toro Assicurazioni. Nel caso di esercizio di tale facoltà l'acquirente del controllo di Toro Assicurazioni sarà obbligato a vendere la predetta partecipazione all'acquirente indicato da Capitalia, ad un prezzo correlato ai prezzi ufficiali di mercato delle azioni Capitalia incrementato di un premio del 25%; in caso di esercizio di tale diritto da parte di Capitalia, Toro Assicurazioni avrà facoltà di vendere a società del Gruppo Capitalia la propria partecipazione in RomaVita S.p.A., ad un prezzo di Euro 370 milioni. In caso di effettiva cessione da parte di Toro della partecipazione in RomaVita S.p.A., le parti avranno la facoltà di recedere da tutti gli accordi commerciali attualmente esistenti tra RomaVita e Toro; il diritto di Capitalia di far rilevare le azioni ed il conseguente diritto di Toro di cedere la partecipazione in RomaVita varrà anche nel caso in cui il controllo di Toro Assicurazioni venga trasferito nuovamente ad un nuovo acquirente nei tre anni successivi alla attuale dismissione da parte di Fiat. 

BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA INCREMENTAR LA PROPRIA PARTECIPAZIONE NEL CAPITALE DI ASSICURAZIONI GENERALI SPA 
Siena, 10 marzo 2003 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena , presieduto dal Prof. Pier Luigi Fabrizi, ha deliberato nella seduta del 6 marzo di incrementare la propria partecipazione nel capitale di Assicurazioni Generali Spa (attualmente pari a circa lo 0,40%) in un'ottica di medio periodo e alla luce dell'opportunità di un significativo ritorno economico dell'investimento. Il superamento della soglia del 2% sarà oggetto della comunicazione prevista dalla vigente normativa. 

ASSEGNATI I PRIMI PRESTITI DI SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI DELLA RIMOLDI-NECCHI DALLA BCC DI BUSTO GAROLFO E BUGUGGIATE 
Busto Garolfo, 10 marzo 2003 - Trentadue prestiti già erogati, più del doppio già richiesti e di cui sono in corso le pratiche burocratiche per erogarli. Praticamente il 50% dei lavoratori della Rimoldi - Necchi di Olcella si è rivolto con fiducia alla Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, che ha offerto un "anticipo" di 5mila euro sui loro emolumenti arretrati per affrontare con un po' più di tranquillità questi difficili mesi di vertenza. Il progetto studiato per i lavoratori della Rimoldi - Necchi di Olcella dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate si chiama "Non 6 solo". Nella pratica si traduce in un'anticipazione dei futuri emolumenti che i dipendenti della Rimoldi-Necchi devono ancora percepire dall'azienda. Per il finanziamento, al tasso fisso del 3%, non è richiesta alcuna garanzia e non ci sono spese da sostenere per l'istruzione della pratica. I dipendenti della Rimoldi-Necchi, a fronte della semplice presentazione della dichiarazione che attesta il rapporto di dipendenza e dell'impegno per l'accredito in conto corrente delle indennità spettanti al momento della corresponsione, potranno contare su un importo finanziato fino a 5mila euro per un periodo di sei mesi. Dopo di che potranno chiedere un ulteriore rinnovo per altri dodici mesi con riduzione dell'importo del 50%. I tempi di concessione sono quasi immediati alla presentazione della domanda di fido, si riducono al semplice tempo tecnico necessario per istruire la pratica. Dove si può inoltrare la domanda? In tutte le filiali della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Chi vuole richiederlo deve avere o deve aprire un contro corrente sul quale appoggiare il fido. Dopo il primo anno, inoltre, viene offerta la possibilità di mantenere un fido stipendio per l'importo di 2.500 euro alle condizioni previste per i lavoratori dipendenti, in continuità di rapporto. I sindacali della Rimoldi - Necchi hanno accolto con soddisfazione l'aiuto giunto da un istituto che, già in altre occasioni, ha dimostrato quanto siano profonde le sue radici nel tessuto economico del territorio. Il commento di Gianni Macchi, direttore della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate "Il nostro è un gesto di solidarietà verso delle persone in difficoltà. I lavoratori della Rimoldi Necchi sono una parte importante della compagine sociale della zona e con il loro lavoro hanno contribuito in maniera significativa alla crescita del territorio. Un atto di solidarietà nei loro confronti in questo momento critico mi è sembrato doveroso, il sostegno alle loro famiglie urgente. C'è un'urgenza: garantire ai lavoratori così duramente colpiti di poter contare almeno su una parte del reddito perduto. Per questo abbiamo deciso di metterci in gioco direttamente con un gesto concreto, come è tradizione della nostra banca" 

SALE AL 18% LA PARTECIPAZIONE DI CATTOLICA ASSICURAZIONI IN VEGAGEST SGR
Verona, 10 marzo 2003. Cattolica Assicurazioni ha sottoscritto un accordo con la Cassa di Risparmio di Ferrara per acquisire dall'istituto di credito emiliano 800.000 azioni ordinarie di Vegagest Sgr, pari all'8% del capitale sociale, al valore nominale di 1 euro ciascuna, per un corrispettivo complessivo di 800.000 euro. Con tale operazione la partecipazione diretta detenuta da Cattolica nel capitale sociale di Vegagest Sgr salirà dal 10% al 18%. Vegagest Sgr è una Società di Gestione del Risparmio, attiva da luglio 2001, partecipata, oltre che da Cattolica, da Cassa di Risparmio di Ferrara Spa, da Cassa di Risparmio di S. Miniato, da Cassa di Risparmio di Cento e da Véga Finance Société Financière, società controllata dal Gruppo Caisse des Dépots (Cdc). Vegagest è specializzata nella distribuzione di fondi d'investimento e nelle gestioni patrimoniali, nonché nella realizzazione di prodotti assicurativi unit-linked. Con questo accordo Cattolica rafforza le relazioni con istituti bancari di medie dimensioni caratterizzati da un forte radicamento territoriale, come la Cassa di Risparmio di Ferrara e la Cassa di Risparmio di S. Miniato, già partner esclusivi di Cattolica per la distribuzione di prodotti e servizi assicurativi. L'operazione è subordinata all'autorizzazione delle autorità competenti in materia. 

ITALCEMENTI: UTILE TOTALE CONSOLIDATO A 357 MILIONI DI EURO (+26%) NEL 2002 FATTURATO DI GRUPPO A 4.262 MILIONI DI EURO (+4,9%) UTILE NETTO DI GRUPPO A 274 MILIONI DI EURO (+36%)
Bergamo, 10 marzo 2003 - L'esercizio 2002, preso in esame il 7 marzo dal Consiglio di amministrazione di Italcementi Spa, evidenzia a livello consolidato un incremento del fatturato da 4.063 milioni di euro a 4.262 milioni di euro (+4,9%) e un margine operativo lordo di 1.109 milioni di euro (+7,8%). Il risultato operativo di 711 milioni di euro è aumentato dell'8,7% rispetto all'esercizio precedente e rappresenta il 16,7% dei ricavi. Il miglioramento della gestione operativa è stato sostenuto da un livello globalmente buono dell'attività e dal conseguimento degli obiettivi di riduzione dei costi operativi pianificati per il biennio trascorso. Gli oneri finanziari netti, pari 128 milioni di euro, sono diminuiti di 8 milioni di euro rispetto al 2001, nonostante la crescita dell'indebitamento conseguente agli importanti investimenti effettuati. Le rettifiche di valore di attività finanziarie e le componenti straordinarie hanno registrato un saldo netto negativo di circa 53 milioni di euro (14 milioni di euro nel 2001) per effetto di una politica di particolare prudenza nella valutazione dei beni patrimoniali e dei rischi connessi all'attività del gruppo. Le imposte pari a 174 milioni di euro sono risultate per contro in forte diminuzione (48 milioni di euro) rispetto al 2001 principalmente per effetto delle agevolazioni fiscali legate alla Tremonti bis in Italia e dell'adeguamento delle imposte differite a seguito della riduzione dell'aliquota fiscale intervenuta in Belgio alla fine del 2002. L'utile totale consolidato per l'esercizio 2002 è stato di 357 milioni di euro con un incremento del 26,2%, mentre l'utile di pertinenza del gruppo è salito a 274 milioni di euro (+36,1%). Per il sesto anno consecutivo il Gruppo Italcementi ha realizzato una netta crescita dei risultati. La capogruppo Italcementi Spa ha realizzato nell'esercizio 2002 risultati molto positivi. Sostenuto da ricavi pari a 891 milioni di euro (+6,1%), il margine operativo lordo di Italcementi Spa, pari a 273 milioni di euro (248 milioni nel 2001), ha registrato un aumento del 10,2% e rappresenta il 30,6% sui ricavi. Il risultato operativo, 216 milioni di euro (185 milioni nel 2001), rappresenta il 24,2% sui ricavi. L'utile netto è aumentato da 123 milioni di euro a 163 milioni di euro (+32,9%). Il Consiglio di amministrazione di Italcementi Spa proporrà all'Assemblea degli Azionisti convocata il 14 aprile prossimo in prima ed il 15 aprile in seconda convocazione (in sede ordinaria e straordinaria per il rinnovo della delega agli amministratori di aumentare il capitale sociale e di emettere obbligazioni convertibili e con warrant), la distribuzione di un dividendo di 0,30 euro alle azioni di risparmio (+11,1% rispetto all'esercizio 2001) e di Pagina 2 0,27 euro alle azioni ordinarie (+12,5%), con pieno credito d'imposta. Qualora la proposta fosse approvata dall'Assemblea degli Azionisti, il dividendo verrà posto in pagamento a partire dal 22 maggio prossimo. Evoluzione prevedibile della gestione - L'elevato livello di incertezza della situazione politico-economica globale condiziona in modo determinante la possibilità di sviluppare previsioni attendibili sui risultati dell'esercizio in corso. L'andamento del primo bimestre, di norma poco rappresentativo del settore, conferma tuttavia la tendenza al rallentamento di alcuni mercati maturi ed in particolare del Nord America contrapposta ad una dinamica generalmente positiva nei paesi emergenti. Nel quadro sopra esposto, anche alla luce dei rialzi intervenuti nei costi energetici, il gruppo è fortemente impegnato in un piano d'azione finalizzato all'ulteriore miglioramento dell'efficienza operativa ed a politiche di investimento particolarmente selettive. A livello di gruppo l'obiettivo per l'esercizio, qualora non intervengano ulteriori evoluzioni negative del quadro politico-economico globale, è il consolidamento dei risultati gestionali e la diminuzione dell'indebitamento. A livello di capogruppo Italcementi Spa l'obiettivo per l'esercizio in corso, qualora non intervengano ulteriori evoluzioni negative del quadro politico ed economico internazionale, è l'ottenimento di un risultato ante imposte comparabile con quello dell'esercizio precedente. Nel corso dell'esercizio è proseguita la strategia di espansione del gruppo nei paesi emergenti ad alto potenziale di crescita e sono stati realizzati importanti investimenti connessi ad operazioni finanziarie e di riorganizzazione societaria. Nel mese di gennaio il gruppo ha rafforzato la sua presenza in India con l'acquisizione, tramite Zuari Cement, di una partecipazione del 96,2% nella società cementiera Sri Vishnu Cement., localizzata nello stato dell'Andhra Pradesh, con un investimento pari a 37,6 milioni di euro. All'inizio del mese di febbraio il gruppo ha acquistato in Turchia, la società Marmara Cimento, che dispone di un terminale con impianto di macinazione di clinker con una capacità annua di circa 700 mila tonnellate, contiguo all'unità di Ambarli (Istanbul). L'investimento complessivo è stato pari a 24,3 milioni di euro. Sempre nel mese di febbraio, la sub holding per le attività internazionali Ciments Français ha acquistato in Egitto un ulteriore 2,8% del capitale sociale di Suez Cement Company, elevando la sua partecipazione a oltre il 34%, con un investimento complessivo, nel biennio 2001-2002, di 310,9 milioni di euro. In aprile si è conclusa in Thailandia l'offerta pubblica di acquisto lanciata in febbraio dalla controllata Asia Cement Public Company (Acc) sulle azioni di Jalaprathan Cement Public Company (Jcc) ad un prezzo unitario di 15 baht per azione. Acc ha effettuato successivi acquisti di azioni e ha lanciato una seconda offerta, sempre ad un prezzo di 15 baht per azione, prima del delisting di Jcc dalla Borsa di Bangkok, avvenuto lo scorso 3 dicembre. Il costo complessivo delle operazioni è stato pari a circa 12,8 milioni di euro. Negli Stati Uniti è stato formalizzato, in maggio, l'acquisto da parte di Essroc dell'intero capitale sociale di Riverton Investment Corporation, società che opera con il marchio di Capitol Materials e dispone di una cementeria nel West Virginia e attività nel settore degli inerti e della calce idraulica, con un investimento di 133,9 milioni di euro.Ciments du Maroc ha lanciato un'offerta pubblica d'acquisto sulle proprie azioni Pagina 3 conclusasi alla fine del mese di giugno con l'adesione di circa il 9,5% del capitale sociale e un costo complessivo di circa 56,2 milioni di euro. A seguito di tale operazione, il gruppo controlla il 61,8% di Ciments du Maroc (56,1% al 31 dicembre 2001). Nel mese di giugno Ciments Français ha lanciato un'offerta pubblica di acquisto su azioni ordinarie della controllata greca Halyps Building Materials, al prezzo di euro 9 per azione e si è impegnata ad acquistare sul mercato 339.821 azioni preferenziali (1,58% del capitale sociale) allo stesso prezzo. L'offerta si è conclusa il 2 settembre 2002 ed è stata successivamente avviata la procedura di delisting, perfezionatasi il 6 dicembre, di Halyps Building Materials dalla Borsa di Atene. La proposta di acquisto è proseguita fino al 31 dicembre 2002. Ciments Français ha raggiunto il 99,64% delle azioni ordinarie e il 99,49% delle azioni preferenziali. Il costo complessivo delle operazioni è stato pari a 11,6 milioni di euro. Nel corso dell'esercizio la capogruppo Italcementi ha incrementato la propria partecipazione in Ciments Français di complessive 1.396.652 azioni, con un investimento di circa 68 milioni di euro tramite società controllate. Al 31 dicembre 2002 la partecipazione complessiva detenuta in Ciments Français era pari al 71,8%. Successivamente alla chiusura dell'esercizio Italcementi ha incrementato la propria partecipazione indiretta portandola, al 28 febbraio 2003, al 73,7% con un ulteriore investimento di circa 35 milioni di euro. I ricavi consolidati di Gruppo si sono attestati a 4.262 milioni di euro: l'incremento del 4,9% è dovuto per il 3,5% all'evoluzione positiva dell'attività, per il 2,4% alle variazioni intervenute nell'area di consolidamento e per l'1% all'effetto negativo derivante dalla variazione dei tassi di cambio, in particolare dal deprezzamento del dollaro. Il margine operativo lordo (1.109 milioni di euro) e il risultato operativo (711 milioni di euro) hanno evidenziato, rispetto al 2001, una crescita pari rispettivamente al 7,8% e all'8,7%, grazie ai buoni livelli di attività, a un andamento dei prezzi di vendita complessivamente favorevole e al piano di riduzione dei costi che ha interessato il biennio trascorso determinando economie valutabili complessivamente in circa 48 milioni di euro. Il maggior apporto al miglioramento dei risultati di gestione è venuto dall'Unione Europea, in particolare da Italia, Spagna e Grecia. Un contributo significativo è stato anche fornito da Marocco e Bulgaria. A parità di perimetro e di tassi di cambio, il Nord America ha evidenziato una sostanziale tenuta, mentre la redditività in India e Thailandia è stata fortemente condizionata dall'andamento negativo dei prezzi di vendita. Gli oneri finanziari (128 milioni di euro), al netto dei proventi, hanno registrato una flessione rispetto al 2001 di circa 8 milioni di euro, con un calo dell'incidenza sui ricavi dal 3,3% al 3,0%, nonostante l'aumento dell'indebitamento finanziario netto. Su tale dinamica hanno influito l'impatto più contenuto della svalutazione della lira turca rispetto al 2001 e una generalizzata riduzione dei tassi di interesse. Per contro, le rettifiche di valore di attività finanziarie e le componenti straordinarie, hanno registrato nel loro complesso un saldo netto negativo in deciso aumento (38,8 milioni di euro) rispetto al 2001. Le rettifiche di valore di attività finanziarie hanno evidenziato un saldo netto negativo di 10,4 milioni di euro, in peggioramento di 16,8 milioni di euro rispetto al 2001 principalmente per effetto della svalutazione del goodwill relativo alla partecipazione in Suez Cement Company (Egitto). Gli oneri straordinari, al netto dei proventi, hanno registrato un aumento di 22,0 milioni di euro rispetto al 2001, evidenziando un saldo netto negativo di 42,2 milioni di euro formato principalmente da svalutazioni di attività, accantonamenti per contenziosi legali e fiscali in essere, adeguamenti a regimi previdenziali, ristrutturazioni organizzative e accantonamenti legati al condono fiscale di alcune società italiane. Il risultato ante imposte è stato pari a 531,0 milioni di euro, in crescita del 5,1% rispetto a quello del 2001 (505,1 milioni di euro). Sull'esercizio hanno gravato imposte per 174,1 milioni di euro (222,4 milioni di euro nel 2001). Le imposte di competenza del periodo hanno beneficiato, in Italia, degli incentivi fiscali legati alla detassazione del reddito d'impresa reinvestito (Tremonti bis) con un effetto positivo complessivo di circa 26 milioni di euro. Inoltre un impatto positivo di circa 25 milioni di euro è derivato dall'adeguamento delle imposte differite a seguito della riduzione dell'aliquota fiscale in Belgio, scesa dal 40,16% al 33,90% con un notevole effetto positivo sull'utile totale consolidato che è stato di 356,9 milioni di euro (+26,2% rispetto all'utile di 282,7 milioni di euro nel 2001). L'utile netto di competenza del gruppo, dopo un utile di competenza di terzi pari a 82,9 milioni di euro (81,4 milioni di euro nel 2001), è stato di 274,0 milioni di euro, in aumento del 36,1% rispetto al 2001 (utile di 201,3 milioni di euro). Nel 2002 l'esborso complessivo per investimenti in immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie è stato pari a 812,3 milioni di euro a fronte di 739,4 milioni di euro nel 2001. La crescita di 72,9 milioni di euro rispetto al precedente esercizio è soprattutto dovuta a maggiori investimenti in immobilizzazioni materiali (374,5 milioni di euro rispetto a 294,6 milioni di euro nel 2001) che hanno interessato Italia (nuova cementeria di Calusco), Francia, Stati Uniti, Spagna e Belgio. Circa il 20% degli investimenti in immobilizzazioni materiali è stato destinato in modo specifico alla tutela dell'ambiente, alla sicurezza e alle condizioni di lavoro, al miglioramento della qualità dei prodotti, del processo distributivo e dei servizi alla clientela. L'indebitamento finanziario netto ha evidenziato un aumento di 219,3 milioni di euro rispetto alla fine del precedente esercizio. Il saldo al 31 dicembre 2002 (esclusi i Tsdi, Titoli subordinati a durata indeterminata) era pari a 2.086,0 milioni di euro (1.866,8 milioni di euro al 31 dicembre 2001). Il rapporto tra l'indebitamento finanziario netto più il valore netto dei Tsdi e il patrimonio netto è pari al 76,2% a fronte del 67,1% al 31 dicembre 2001. Il rapporto tra indebitamento inclusivo del valore netto dei Tsdi e margine operativo lordo è pari a 1,95 in linea con l'esercizio precedente. Il patrimonio netto complessivo, pari a 2.837,1 milioni di euro, ha registrato un decremento di 93,4 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2001. Questa variazione è stata determinata principalmente dalla svalutazione rispetto all'euro di altre valute, soprattutto dollaro Usa, Lira egiziana, Baht thailandese e dalla riduzione del patrimonio netto di competenza di terzi per il rafforzamento della quota di partecipazione in società controllate (Ciments Français, Ciments du Maroc, Jalaprathan Cement Public Company, Halyps)

GRUPPO CIR: RESI NOTI I RISULTATI 2002 IN CRESCITA L'UTILE NETTO A 68,2 MILIONI DI EURO+ 87% L'UTILE DELLA GESTIONE ORDINARIA +24% IL FATTURATO 
Milano, 10 marzo 2003 Il Consiglio di Amministrazione di Cir SpA, riunitosi il 7 marzo a Milano sotto la presidenza dell'ing. Carlo De Benedetti, ha approvato la proposta di bilancio civilistico e il bilancio consolidato del Gruppo per l'esercizio 2002, che verranno sottoposti all'Assemblea degli Azionisti convocata per il prossimo 30 aprile in prima convocazione e per il 2 maggio in seconda convocazione. L'esercizio 2002 si è chiuso con un utile netto consolidato di 68,2 milioni di euro, rispetto a 55,6 milioni del 2001. Va sottolineato che l'utile netto 2001 era influenzato, al lordo degli effetti fiscali, dalla quota parte dei proventi straordinari netti pari a 51 milioni di euro, dovuti essenzialmente a plusvalenze da dismissioni, mentre l'utile netto 2002 include la quota parte dei proventi straordinari netti per 7,9 milioni di euro. Il risultato della gestione ordinaria 2002 è stato positivo per 207,8 milioni di euro, in aumento dell'86,7% rispetto a 111,3 milioni del 2001. I risultati molto positivi conseguiti dal Gruppo Cir nel 2002, pur in presenza di perduranti incertezze legate allo scenario macroeconomico, al quadro geopolitico internazionale e all'andamento congiunturale negativo in alcuni settori in cui il Gruppo opera, si devono alle azioni di sviluppo dei business avviate negli ultimi anni e alle iniziative di contenimento dei costi operativi intraprese nel precedente esercizio. Media - In questo settore di attività, nel 2002 i risultati hanno registrato un significativo miglioramento rispetto all'anno precedente. In presenza di una crescita del fatturato consolidato attestatosi a 963,7 milioni di euro (+4,4%), a seguito di un rilevante incremento dei ricavi diffusionali che ha più che compensato il calo di quelli pubblicitari, il Gruppo Espresso ha conseguito nel 2002 un utile netto consolidato di 46,1 milioni di euro, rispetto a 1,1 milioni nel 2001. Il sensibile miglioramento, pur in presenza dell'impatto del calo della raccolta pubblicitaria, è riconducibile all'importante successo dell'iniziativa "La biblioteca di Repubblica", al contenimento dei costi operativi, all'aumento del prezzo di vendita dei quotidiani, alla diminuzione del prezzo della carta e all'efficacia delle azioni di ristrutturazione dell'area Kataweb, che ne hanno dimezzato le perdite, a livello di margine operativo lordo. Utilities - Come nei precedenti esercizi, nel 2002 si è registrata una forte crescita del fatturato di Energia, che ha raggiunto 572,8 milioni di euro, contro 319,5 milioni dell'esercizio precedente (+79%), a seguito di un incremento molto significativo dei volumi venduti (da 3,777 miliardi a 5,302 miliardi di KWh di elettricità e da 113 a 781 milioni di metri cubi di gas). Nonostante il positivo andamento delle vendite di gas, tali risultati non si sono integralmente tradotti nell'utile netto della società, per effetto in particolare della discesa dei prezzi medi dei prodotti petroliferi di riferimento e dell'aumento della competizione nel settore elettrico. L'utile netto 2002 di Energia è stato infatti di 13,8 milioni di euro, sostanzialmente invariato rispetto a 13,9 milioni nell'esercizio precedente. Nel corso del 2002 Energia ha sviluppato i suoi programmi di realizzazione di una importante capacità produttiva di energia elettrica. A questo fine la società ha ottenuto l'autorizzazione unica dal Ministero delle Attività Produttive per la costruzione di una centrale di circa 800 MW a Termoli (Campobasso) e ha avviato l'iter autorizzativo per la realizzazione di altre centrali elettriche. Inoltre, nel gennaio 2003 Energia ha acquisito, insieme a Electrabel-Acea, Tirreno Power (ex Interpower), la terza genco privatizzata dall'Enel, rafforzando considerevolmente la propria posizione sul mercato. Per il finanziamento dell'operazione, l'esborso per Cir è stato di circa 70 milioni di euro, cui si aggiunge l'ulteriore impegno per il repowering degli impianti che avverrà nel corso dei prossimi anni, quantificabile in un massimo di circa 73 milioni di euro. Componentistica Per Autoveicoli - Il Gruppo Sogefi, tra i leader mondiali nei sistemi di filtrazione e nei componenti per sospensioni per autoveicoli, ha pienamente realizzato nel 2002 gli obiettivi di crescita attesi, pur in presenza di un andamento riflessivo della domanda sui principali mercati. Il Gruppo ha beneficiato del rafforzamento delle proprie quote nel mercato europeo della filtrazione dopo l'acquisizione di Filtrauto. L'integrazione e la riorganizzazione della società francese hanno consentito un sostanziale miglioramento della redditività del Gruppo, che nell'esercizio 2002 ha realizzato un piano di ristrutturazione con la chiusura di sette unità produttive. Il fatturato consolidato registrato dal gruppo Sogefi nell'esercizio 2002 è stato di 905,6 milioni di euro, rispetto a 678,7 milioni nel 2001 (+33,4%). A parità di perimetro di consolidamento e di cambi, il fatturato sarebbe stato di 686,7 milioni (+1,2%). L'utile netto consolidato del 2002 è stato di 23,5 milioni di euro, rispetto a 16,1 milioni (+46,2%). I risultati economici dell'esercizio Nel 2002 il Gruppo Cir ha realizzato un fatturato consolidato di 2.582 milioni di euro, rispetto a 2.078,6 milioni del 2001 (+24,2%). A parità di perimetro di consolidamento (vale a dire eliminando principalmente il fatturato 2002 del gruppo Filtrauto) e di cambi, il fatturato consolidato realizzato dal Gruppo Cir nel 2002 sarebbe stato di 2.361,9 milioni di euro, in crescita del 13,7%. Il risultato consolidato della gestione ordinaria è stato positivo per 207,8 milioni di euro (7,9% del valore della produzione), rispetto a 111,3 milioni dell'esercizio 2001 (5,2% del valore della produzione), con un incremento dell'86,7%. Tale variazione è dovuta principalmente al miglioramento dei risultati del Gruppo Espresso e del Gruppo Sogefi . L'utile ante imposte e quota di terzi prima dei proventi e oneri straordinari nel 2002 è stato di 186,7 milioni di euro, in significativo aumento rispetto a 76,7 milioni nel 2001 (+143,4%). Ad esso concorrono, oltre al risultato della gestione ordinaria di 207,8 milioni di euro, oneri finanziari netti e rettifiche di valore di attività finanziarie per 21,1 milioni. L' utile netto consolidato 2002 è stato di 68,2 milioni di euro, rispetto a 55,6 milioni nel 2001. Il patrimonio netto consolidato del Gruppo Cir passa da 833,5 milioni di euro al 31 dicembre 2001 a 848,8 milioni al 31 dicembre 2002, con un incremento netto di 15,3 milioni di euro, dopo aver pagato dividendi per 31,4 milioni. Il patrimonio netto totale al 31 dicembre 2002 ammonta a 1.146,1 milioni di euro, rispetto a 1.136,4 milioni al 31 dicembre 2001, con un incremento di 9,7 milioni di euro. L'indebitamento finanziario netto consolidato del Gruppo al 31 dicembre 2002 ammonta a 466,9 milioni di euro, rispetto a 506,4 milioni al 31 dicembre 2001. La posizione finanziaria netta aggregata di Cir e società finanziarie interamente controllate al 31 dicembre 2002 è negativa per 90,1 milioni di euro, rispetto a -105,3 milioni al 31 dicembre 2001). Al 31 dicembre 2002 il Gruppo Cir impiegava 10.728 dipendenti, rispetto a 11.467 al 31 dicembre 2001. Per quanto riguarda la capogruppo Cir SpA, l'esercizio 2002 chiude con un utile netto di 68,2 milioni di euro, che si confronta con un utile netto 2001 di 55,6 milioni. A fine 2002 il patrimonio netto è pari a 848,8 milioni di euro e la posizione finanziaria netta presenta un saldo positivo per 122,4 milioni (contro 833,5 milioni di patrimonio netto e una posizione finanziaria netta positiva per 132,6 milioni al 31 dicembre 2001). Il Consiglio di Amministrazione proporrà all'Assemblea degli Azionisti un dividendo di 0,0413 euro per azione, invariato rispetto al precedente esercizio. L'ammontare complessivo dei dividendi 2002 è pari a 31,4 milioni di euro. Il dividendo verrà messo in pagamento il 15 maggio 2003, contro stacco della cedola il 12 maggio 2003. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di sottoporre all'approvazione della prossima Assemblea degli Azionisti la proposta di revoca e di rinnovo della delega al Consiglio stesso per l'acquisto di massime 20 milioni di azioni proprie. Il Consiglio di Amministrazione ha anche approvato la relazione annuale sulla Corporate Governance e ha adottato un Codice Etico che stabilisce i principi di comportamento per gli Amministratori, dipendenti e collaboratori della società. Il Consiglio di Amministrazione, utilizzando la delega concessa dall'assemblea del 12 maggio 2000, ha infine deliberato di aumentare il capitale sociale per complessivi 1.183.750 euro, mediante emissione di n. 2.367.500 azioni, al prezzo unitario di 0,84 euro. Tale aumento di capitale è al servizio di un piano di stock options a favore dei dirigenti di Cir e della controllante Cofide. 

ANTICIPAZIONE CDA GRUPPO OLIVETTI - TELECOM ITALIA 
Milano, 10 marzo 2003 In relazione al progressivo diffondersi di informazioni circa operazioni straordinarie delle Società Olivetti e Telecom Italia in assenza di decisioni assunte dai competenti organi, Telecom Italia e Olivetti rendono noto che che le stesse società hanno dato mandato ai propri legali di valutare le più opportune iniziative, in ogni sede, anche penale, a tutela del pubblico risparmio e della propria immagine. E' stata altresì richiesta alle Autorità dei mercati di quotazione dei titoli delle singole Società - che verranno prontamente informate delle iniziative assunte - di valutare l'adozione di ogni più opportuno provvedimento per assicurare il corretto andamento del mercato, ivi inclusa la sospensione delle contrattazioni. E' stata infine decisa l'anticipazione dei Consigli di Amministrazione per l'esame di eventuali operazioni straordinarie al giorno 12 marzo 2003. 

GLOBAL CROSSING RENDE NOTI I RISULTATI OPERATIVI DEL 2002 E LE PREVISIONI DEL 2003 SOLIDE PERFORMANCE OPERATIVE E FINANZIARIE FORNISCONO LA BASE PER USCIRE DALLA BANCAROTTA CON UNA BASE CLIENTI E UN MANAGEMENT TEAM INTATTI. 
Madison, N.Y., 10 marzo 2003 - Global Crossing ha reso noti i risultati operativi più importanti del 2002 e ha dichiarato di essere in grado di aumentare la sua quota di mercato, grazie al processo di ristrutturazione e alla ripresa del business. "Abbiamo potenziato il business mantenendo inalterate le funzionalità della rete, la nostra base clienti e il nostro team management, nonostante la difficile situazione economica" - ha dichiarato John Legere, chief executive officer di Global Crossing. "Grazie agli sforzi di tutto il nostro team, siamo posizionati tra i protagonisti del mercato delle telecomunicazioni." Risultati finanziari e operativi - La ripresa di Global Crossing è stata segnata da risultati finanziari notevolmente in crescita in un contesto difficile. L'azienda ha soddisfatto gli obiettivi del 2002, stabiliti dal piano operativo presentato ai creditori lo scorso marzo, relativi alla liquidità, al fatturato e all'Ebitda dei servizi, alle spese di manutenzione e a quelle operative. Gli obiettivi raggiunti includono: una posizione di cassa sana per tutto il 2002. L'anno si è concluso con una disponibilità di contanti di 782 milioni di dollari, superiori ai 611 milioni previsti dal piano operativo. Il fatturato relativo ai servizi è stato di 2.878 milioni di dollari, con 160 milioni in più rispetto al piano. L'Ebitda dei servizi si è attestato su 243 milioni di dollari, con un incremento di 12 milioni di dollari rispetto alle previsioni. Le spese operative, compresi i costi di manutenzione per terze parti, sono stati di 1.074 milioni di dollari, superando le previsioni di 8 milioni. "La nostra rete globale basata su protocollo IP, che connette 200 città in 27 Paesi, ci differenzia dagli altri protagonisti del settore delle telecomunicazioni" continua John Legere. "Anche se abbiamo ridotto le nostre spese operative e di capitale, abbiamo aumentato con successo le performance della nostra rete, che opera con livelli di traffico e con velocità record." Questi i principali obiettivi raggiunti nel 2002: L'affidabilità della rete è rimasta al 99,999%, lo standard di mercato più elevato. La piattaforma VoIP, considerata la più ampia del mondo, ha superato il suo stesso record, trasportando un totale di 8,2 miliardi di minuti all'anno. Il traffico sulla rete IP, escluso il VoIP, è cresciuto del 200% nel corso dell'anno. Il volume di traffico IP è aumentato, passando da 10 Gbps a 30 Gbps. Global Crossing ha raggiunto un nuova velocità record su Internet con il trasferimento di 625 Mbps di dati per 7.800 miglia in 13 secondi - un tempo 7000 volte più breve di quanto si impieghi con una telefonata - nel maggio 2002. La rete avanzata di Global Crossing consente ai clienti di Europa, Asia e Nord America di implementare l'IPv6, la nuova generazione di protocollo IP. Global Crossing è stata inserita tra le aziende che utilizzano l'IT nel modo più innovativo dalla rivista InformationWeek. Global Crossing si è concentrata sul mantenimento dei clienti durante il 2002, pur senza trascurare di portarne di nuovi nel network. Nel 2002 l'azienda ha servito più di 75.000 clienti in tutto il mondo, tra cui circa il 40% delle compagnie annoverate nel Fortune 1000 e la maggioranza dei più grandi carrier telefonici. Seimila di questi clienti hanno scelto Global Crossing per i servizi IP. Dopo avere affrontato molte sfide nel 2002, Global Crossing è ora fermamente decisa a emergere dalla bancarotta, facendo crescere il business e gli introiti, attenendosi strettamente ai costi di struttura definiti più di recente e continuando a fare leva sulla sua rete globale di nuova generazione. Superata l'emergenza, l'azienda si troverà con debiti a lungo termine sostanzialmente ridotti. Alcuni dei più importanti obiettivi di Global Crossing per il 2003 sono: Farsi riconoscere come uno dei principali fornitori di servizi voce e dati sul mercato, cogliendo le opportunità di crescita e di espansione al fine di rendere più solida la propria posizione. Fare leva sullo stato dell'arte della propria rete IP/dati, unica sul mercato, per rendere disponibili all'utenza business soluzioni semplificate e altamente affidabili, aumentando la propria quota di mercato in questo segmento di offerta. Sviluppare innovativi servizi di voce e dati/IP, garantendo ai clienti la migrazione verso performance più elevate e soluzioni più economiche. Crescere ulteriormente nel traffico VoIP, utilizzando la propria rete, fino a farlo diventare il 25% del traffico totale alla fine del 2003 (nel dicembre 2002 era il 15%). Sostenere un tasso di crescita a tre cifre nel traffico di rete IP, aumentandolo di oltre il 100% durante il 2003. 

R.C. AUTO: COMPAGNIE DISPONIBILI A PROSEGUIRE NEGLI INCONTRI. INDISPENSABILE L'APPROVAZIONE DEL DECRETO LEGGE. 
Milano, 10 marzo 2003 - Gli orientamenti formulati dal Ministro Marzano in materia di rc auto rappresentano per l'Ania una interessante elaborazione per aprire un nuovo e positivo rapporto con gli assicurati. Le Compagnie oggetto di richieste di rimborsi rc auto, riunitesi oggi a Milano, confermano la disponibilità a proseguire negli incontri allo scopo di perfezionare un accordo sugli indirizzi proposti dal Ministro. L'approvazione del decreto legge 8/2/2003 n. 18 resta comunque indispensabile. 

TRE NUOVE "UNIT LINKED" PROPOSTE AI RISPARMIATORI 
Vicenza, 10 marzo 2003 - Vicenza Life, la compagnia assicurativa del Gruppo Bpvi, ha messo a punto una serie di nuovi e interessanti prodotti finanziari. Tre sono le tipologie di Unit Linked proposte: Guida Life 2° Grado, Guida Life 4° Grado e Guida Life 6° Grado. Con Guida Life 2° Grado abbiamo una soluzione assicurativa e finanziaria a premio unico, con versamento minimo di 5.000 euro, che permette un buon grado di diversificazione del capitale investito. Si può scegliere fra tre linee : Prudente, Dinamico e Brillante. Nel primo caso è prevista una ripartizione dell'investimento tra fondi obbligazionari e azionari, con un contenimento di questi ultimi in media al 20%. Nel secondo l'investimento viene bilanciato tra fondi obbligazionari e fondi azionari: rappresenta quindi la linea ideale per chi è disposto ad accettare un'esposizione sul mercato azionario, mantenendo tuttavia un'importante componente obbligazionaria. Infine, con la linea Brillante, il peso dell'investimento in fondi di tipo azionario è prevalente rispetto al comparto obbligazionario che normalmente viene contenuto al 25%. La seconda linea di Unit Linked è costituita da Guida Life 4° Grado che permette di pianificare l'investimento mediante un piano di accumulo, versando premi mensili minimi di 100 euro oppure annuali di 1.200 euro. Questa formula offre la possibilità all'investitore di acquistare un numero superiore di quote nelle fasi di ribasso dei mercati, quando il valore della quota diminuisce; allo stesso modo, la pianificazione del premio consente di attenuare anche l'incidenza delle fasi di rialzo, durante le quali il costo di ogni singola quota aumenta. Anche qui sono previste le tre linee gestite di investimento in fondi comuni e sicav di diverse società di gestione Prudente, Dinamico e Brillante, con le caratteristiche di ripartizione che abbiamo sopra indicato. Ogni linea è gestita da esperti internazionali, in grado di ripartire in qualsiasi momento il capitale investito nel modo più vantaggioso tra azioni e obbligazioni al fine di ottenere il rendimento più competitivo con il minimo rischio. Si può passare da una linea di investimento ad un'altra in ogni momento (operazione di switch), oppure recedere dall'investimento dopo il primo anno, senza alcun costo aggiuntivo. Scegliere, infine, Guida Life 6° Grado significa attrezzarsi al meglio per investire il proprio capitale sfruttando vari strumenti professionali, messi a disposizione da grandi esperti internazionali. Questa formula, a premio unico con versamento minimo pari a 10.000 euro, pur mantenendo le caratteristiche di prodotto assicurativo, è strumento finanziario altamente evoluto che consente di indirizzare il capitale sia verso le tre linee di investimento gestite sia verso comparti specializzati, con un elevato grado di diversificazione. 

BORSA ITALIANA SPA: ANDAMENTO DEI MERCATI IN FEBBRAIO 
Milano, 7 marzo 2003 - Nel mese di febbraio il mercato azionario è stato caratterizzato da una sostanziale stabilità dell'attività di negoziazione e da una ripresa degli indici. Si sono mantenuti elevati gli scambi di titoli a reddito fisso, mentre sono cresciuti quelli di strumenti derivati. Andamento degli indici - In febbraio l'indice Mib è stato interessato da una lieve ripresa che - con 10 sedute negative e 10 positive - lo ha portato a chiudere il mese a quota 16.557, +2,2% rispetto a fine gennaio. L'indice Numex del Nuovo Mercato è stato interessato da una diversa dinamica, con una variazione mensile di -1,7%. Gli indici continui hanno evidenziato un andamento differenziato: Mibtel +1,9%, Mib30 +2,3%, Midex -0,2%. L'indice MibSTAR ha sovraperformato l'indice generale, con una variazione mensile di +4,2%. In ambito europeo, il mercato italiano ha evidenziato una tenuta migliore di quello tedesco (-7,3%), francese (-6,3%) e svizzero (-6,2%). I tre macrosettori hanno registrato un andamento differenziato, con Finanziari in netta crescita (+7,8%), Servizi stabile (+0,1%) e Industriali in flessione (-2,6%). Tra i principali settori (pari ad almeno l'1% della capitalizzazione) si distinguono da un lato Assicurazioni (+14,1%) e Immobiliari (+12,6%), dall'altro Tessili (-7,1%) e Costruzioni (-4,7%). Rispetto alla fine dell'anno precedente le variazioni più significative sono state fatte registrare da Immobiliari (+14,0%) e Assicurazioni (+9,7%) e da Tessili (-14,8%) e Impianti-Macchine (-11,3%). Tra i principali titoli del Mib30, nel mese si sono distinti da un lato Generali (+21,9%) e Banca Antonveneta (+21,8%), dall'altro Parmalat Finanziaria (-30,0%) e Fineco Group (-14,6%). La volatilità è apparsa in sensibile riduzione rispetto ai mesi precedenti, attestandosi al 15,6% per la Borsa (dove rimane sensibilmente più contenuta quella del segmento STAR, pari al 6,8%) e al 19,6% per il Nuovo Mercato. Capitalizzazione e listino - La crescita dei corsi azionari ha aumentato leggermente la capitalizzazione delle società domestiche quotate, passata dai 439,2 miliardi di euro di fine gennaio a 442,7 (pari al 33,9% del Pil). Nel dettaglio, la ripartizione dei mercati, vede la Borsa a quota 431,8 miliardi di euro, il Nuovo Mercato a 6,1 e il Mercato Ristretto a 4,8. In febbraio la Borsa è stata interessata dalla revoca di Italgas, a seguito di Opa residuale. Il numero di società quotate è pari a 289: 232 in Borsa (di cui 6 estere), 44 sul Nuovo Mercato (1 estera) e 13 sul Mercato Ristretto. A seguito di 141 ammissioni e 88 revoche, il numero degli strumenti quotati su Mcw è salito da 3.851 a 3.904. Scambi - In febbraio gli scambi azionari (143.000 contratti e 2,57 miliardi di euro al giorno) sono stati interessati da una sostanziale stabilità rispetto al mese precedente (-6,7% i contratti, +4,8% il controvalore). La media giornaliera è stata di 134.500 contratti e 2,55 miliardi di euro per le azioni quotate in Borsa e di 8.200 contratti e 26,5 milioni di euro per quelle del Nuovo Mercato. In particolare il controvalore medio dei contratti su azioni (Borsa, fase diurna) è risultato in decisa crescita rispetto i livelli di gennaio (19.300 euro a fronte di 17.400). Generali è risultata l'azione più scambiata per controvalore, con il 14,4% degli scambi totali, seguita da Eni (10,7%) e Tim (9,9%). Gli scambi di covered warrant sono stati interessati da una stabilità dei contratti negoziati (media giornaliera 18.100), accompagnata da una flessione del controvalore (media giornaliera 29,8 milioni di euro). Gli scambi dell'after hours si sono attestati su una media giornaliera di 5.200 contratti e 25,4 milioni di euro. Gli Etf, negoziati dalla fine di settembre 2002, hanno fatto registrare in febbraio scambi complessivi per 1.469 contratti e 57,9 milioni di euro, in leggera flessione rispetto a gennaio. La dimensione media dei contratti (39.400 euro) continua a denotare una chiara prevalenza - in queste prime fasi - della partecipazione di investitori di natura istituzionale e professionale rispetto a quelli retail. Gli scambi dei titoli a reddito fisso del Mot si sono mantenuti sui livelli di gennaio: per i titoli di Stato la media giornaliera è stata di 514 milioni di euro (-3,1% su gennaio), mentre per le obbligazioni private è salita a 49 (+15,3%), raggiungendo il controvalore più elevato dal marzo 2000. L'EuroMot si è attestato al suo secondo miglior livello di sempre, con una media giornaliera di 568 contratti (+106,7% rispetto a febbraio 2002) e di 14,6 milioni di euro (+47,0%). L'attività di negoziazione dei derivati azionari dell'Idem ha evidenziato una ripresa, legata al positivo andamento delle opzioni su azioni. I futures sul Mib30 hanno fatto registrare una media giornaliera di 18.100 contratti standard; il minifib si è attestato a 10.300 contratti standard (quarto mese di sempre, +47,7% su febbraio 2002); le opzioni sul Mib30 sono leggermente scese a una media di 9.500 contratti standard. I futures su azioni sono scesi in febbraio a una media giornaliera di 564 contratti standard, mentre le opzioni su azioni sono cresciute a 33.800 contratti standard al giorno (+23,3% su gennaio, +16,3% sul corrispondente mese del 2002). In termini aggregati, il dato medio dell' Idem di 72.300 contratti standard al giorno evidenzia una crescita del 7,7% sul mese precedente e del 14,1% sul febbraio 2002. 

IL GOVERNO PRONTO A RITIRARE IL DECRETO SALVA-COMPAGNIE IN CASO DI ACCORDO TRA LE PARTI 
Milano, 10 marzo 2003 - Le associazioni dell'Intesa dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori), dalla cui azione è nata la querelle sull'rc auto e grazie alle quali gli assicurati hanno ottenuto le vittorie dinanzi all'Antitrust, al Tar, al Consiglio di Stato e alla Corte di Cassazione, sono state oggi ricevute dal Sottosegretario alle Attività Produttive Mario Valducci per discutere del tema rc auto. L'Intesa, attraverso i suoi dirigenti Carlo Pileri, Elio Lannutti, Carlo Rienzi e Rosario Trefiletti, ha ribadito la propria netta opposizione al decreto salva-compagnie e ai suoi emendamenti, e ha sostenuto l'incostituzionalità di questo decreto sottolineando come lo stesso vada ad unico ed esclusivo vantaggio di una sola parte in causa: le compagnie di assicurazione. Il Governo, da parte sua, ha auspicato il raggiungimento di un accordo tra le parti preannunciando che, qualora tale accordo dovesse essere raggiunto, l'esecutivo sarebbe pronto a ritirare il tanto contestato decreto. 

REVISONE ORDINARIA DEGLI INDICI MIB30 E MIDEX 
Milano, 10 marzo 2003 - Borsa Italiana S.p.A. comunica i risultati della revisione dei panieri degli indici Mib30 e Midex. Il calcolo degli indici con la nuova composizione prenderà avvio a partire dal prossimo 24 marzo 2003. Mib30 - L'applicazione della metodologia ufficiale e delle norme generali connesse alle operazioni di selezione ha permesso di individuare le trenta azioni che vengono riportate di seguito: Alleanza Assicurazioni; Autostrade ; Banca Antonveneta; Banca Fideuram; Banca Intesa Ord; Banca Monte Paschi di Siena; Banca Nazionale del Lavoro Ord; Banca Popolare Bergamo - Cr. Varesino; Banco Popolare di Verona e Novara ; Capitalia ; Enel ; Eni ; Fiat Ord ; Finmeccanica ; Generali Assicurazioni ; Mediaset; Mediobanca; Mediolanum Olivetti; Parmalat Finanziaria; Pirelli Ord; Ras Ord; Rete Gas; Saipem Ord; San Paolo Imi; Seat Pagine Gialle Ord ; Stmicroelectronics; Snam; T.I.M. Ord Telecom Italia Ord; Unicredito Italiano Ord. I tre "titoli di riserva" sono, nell'ordine: Autogrill, FinecoGroup e Bulgari. Si segnala in particolare che, rispetto alla composizione dell'indice attualmente in vigore, escono dal paniere le azioni FinecoGroup che verranno sostituite nel nuovo paniere dalle azioni Banca Popolare Bergamo - Cr. Varesino..Midex Con riferimento all'indice Midex, l'applicazione della metodologia ufficiale e delle norme generali connesse alle operazioni di selezione ha permesso di individuare le venticinque azioni che vengono riportate nella tabella seguente: Acea ; Aem; Alitalia ; Autogrill ; Banca Popolare Commercio e Industria; Banca Popolare di Lodi ; Banca Popolare di Milano; Benetton Group; Beni Stabili; Bulgari Buzzi Unicem Ord; Campari ; Credem; FinecoGroup; Fondiaria-Sai Ord; Gruppo Editoriale l'Espresso; Interbanca; Italcementi Ord; Lottomatica; Merloni Ord; Milano Assicurazioni Ord; Mondadori Editore Ord; Recordati; Tod's; Unipol Ord. I tre "titoli di riserva" sono, nell'ordine: Banca Popolare di Cremona, Autostrada To-Mi e Saeco Group. Si segnala in particolare che, rispetto alla composizione dell'indice attualmente in vigore, escono dal paniere le azioni Banca Popolare Bergamo - Cr. Varesino, Cassa di Risparmio di Firenze e Snia che verranno sostituite nel nuovo paniere dalle azioni Banca Popolare Commercio e Industria, FinecoGroup e Interbanca. Dal 24 marzo 2003 le azioni Cassa di Risparmio di Firenze e Snia cesseranno di essere negoziate sul Mercato "After Hours" (Tah) mentre, a partire dalla stessa data, saranno negoziate le azioni Banca Popolare Commercio e Industria e Interbanca Coerentemente con i criteri di calcolo degli indici, i pesi con cui le singole azioni entreranno nei panieri verranno determinati la mattina del 24 marzo p.v. utilizzando i prezzi di apertura delle stesse (prezzi base) e il numero di azioni in circolazione presenti sul Listino Ufficiale del 19 marzo 2003 (fatte salve le eccezioni previste dalla metodologia di calcolo per i titoli soggetti ad operazioni sul capitale) che verrà comunicato il 20 marzo p.v. Sarà cura della Borsa Italiana S.p.A. diffondere tempestivamente ogni ulteriore informazione relativa alla revisione, tramite i canali informativi abituali. 

FONDI COMUNI: BRUCIATI IN 3 ANNI 73 MILIARDI DI EURO,141.000 MILIARDI DI LIRE ! 
Milano, 10 marzo 2003 - Il patrimonio complessivo dei fondi comuni di investimento collocati in Italia è di circa 359 miliardi di euro (era di 433 miliardi nel 1999), in calo costante dal 2000, con una diminuzione del 17 per cento in poco più di tre anni. Particolarmente pesante il risultato dell'ultimo anno per i fondi azionari: oltre il 27 per cento del patrimonio è stato mediamente eroso. Ma i picchi negativi raggiungono il 49 per cento (Ducato Geo Eu Alto Pot), il 47 per cento (Ing It Fund), il 43 per cento (Ducato Set Tecnologia, Gestn AZ Tecnologia). Riportiamo l'andamento dei risultati dal dicembre 1995 a gennaio 2003, per gli azionari. Circa il 10 per cento di perdita in un anno, è invece l'altrettanto pessimo risultato dei fondi bilanciati. Qui le performances vanno dal meno 27 per cento di Generali Allocation A, al più 4,5 per cento di Alto Obbligazionario (bilanciato nonostante il nome). Appena positivo il risultato medio annuo degli obbligazionari (+ 1,09) e di poco superiore quello dei fondi monetari ( + 1,94). Anche questi, comunque, al di sotto dei rendimenti medi dei titoli di Stato. Ma se si considerano gli ultimi tre anni, i peggiori fondi azionari hanno avuto risultati tali da erodere oltre l'85 per cento del patrimonio gestito (meno l'85 per cento di Ing Internet; addirittura meno l'89 per cento di Ducato Geo Europa Alto Potenziale). A che serve affidarsi ai "professionisti" del risparmio gestito, se comunque vada, chi ci rimette è sempre e comunque il risparmiatore? Perchè se i Fondi perdono, i gestori comunque guadagnano: su 73 miliardi di euro di perdite conseguite nel triennio, l'industria del risparmio gestito si è messa in tasca la bellezza di circa 18,7 miliardi di euro di commissioni di gestione, commissioni di ingresso e d'uscita, oneri di gestione ed altri balzelli vari, puntualmente applicati nonostante i gestori stessi non abbiano realizzato uno solo dei "benchmark" (risultati minimi) prefissati ! Se il triennio 2000-2003 è stato terribile per la finanza ed il risparmio, quali risultati hanno raggiunto i Fondi Comuni in un arco di tempo più lungo e quali il "fai da te"e le azioni ? Anche qui i gestori, che perseguono prima i vantaggi propri e se ci restano quelli dei clienti, ne escono con le ossa rotte. Cento lire affidate ai gestori nel 1984, sono diventate 417,8 a fine 2001, ma il risparmiatore, nello stesso arco temporale che si è affidato al "fai da te" tanto osteggiato dai signori dei Fondi, ha realizzato 441,2 lire impiegando i suoi capitali sui Bot a 12 mesi ! I gestori dei Fondi Comuni, poichè dimostrano la loro elevata professionalità soltanto nell'addebitare salate provvigioni e commissioni, che seppur lievemente calate, restano tra le più elevate d'Europa e degli Stati Uniti, e che hanno realizzato rendimenti peggiori rispetto alle azioni ed ai titoli di Stato italiani, debbono cominciare a misurare le commissioni percepite con gli obiettivi raggiunti: a che serve fissare il "benchmark", se poi paga sempre e comunque il risparmiatore, se non si raggiunge l'obiettivo minimo prefissato ? I risparmiatori devono essere consapevoli che quando affidano i loro soldi ai professionisti del risparmio gestito,con le attuali condizioni, comunque vadano i mercati,le borse e le valute alle quali sono ancorati i Fondi, i gestori avranno guadagni certi con le commissioni che verranno automaticamente addebitate ! Considerando le commissioni di accesso e/o d'uscita e gli eventuali switch (passaggio da un fondo ad un altro dello stesso gestore) a diretto carico del sottoscrittore ; quelle di gestione e (se contrattualizzate) di performances percepite direttamente sul patrimonio del fondo (con ripercussione diretta sul valore della quota), possiamo dire che la qualità professionale dei gestori del risparmio gestito è al limite dell'indecenza. Molto più sicuro ed economico il "fai da te" in titoli di Stato. Per difendere i diritti degli investitori e la trasparenza del mercato, bisogna modificare la griglia di commissioni e provvigioni ,con le seguenti proposte dell'Intesa: 1. Un ristorno ai risparmiatori del 50 per cento delle commissioni percepite nel 2001 e 2002: è indecente far pagare commissioni su fondi che hanno conseguito risultati più negativi del"fai-da-te", bot, btp, obbligazioni; 2. L'abolizione delle commissioni d'ingresso e/o di uscita, pedaggi feudali che gravano sui risparmiatori a prescindere dai risultati, che non spingono i gestori a migliorare i rendimenti, ma a farli adagiare sugli allori; 3. Nessuna commissione di gestione in presenza di risultati negativi ed una scalettatura crescente di commissioni, in caso di guadagno, dallo 0,50 per cento per guadagni minimi, fino ad un massimo del 3 per cento, con rendimenti superiori al 10 per cento; Un intervento dell'Antitrust per far cessare l'abuso di posizione dominante di banche ed altri intermediari: i primi 6 gruppi bancari, controllano infatti il 70 per cento del mercato,con buona pace della concorrenza e dei diritti dei risparmiatori. 

LA COMMISSIONE AUTORIZZA L'ACQUISIZIONE DELLE ATTIVITÀ DI VIBORG NEL SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE E RICOSTRUZIONE DEI PNEUMATICI DA PARTE DI EUROMASTER (MICHELIN) 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - La Commissione europea ha concesso il nulla osta, previsto dalla normativa, all'acquisizione delle attività dell'impresa danese Viborg nel settore della distribuzione e ricostruzione dei pneumatici da parte dell'impresa francese Euromaster, di proprietà del produttore di pneumatici Michelin. L'operazione amplia la copertura geografica delle attività di Euromaster nella distribuzione e nella ricostruzione di pneumatici di ricambio, senza tuttavia sollevare serie preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza data la notevole presenza sul mercato di altre grosse imprese in questo settore, nonché di rivenditori indipendenti. Euromaster è l'impresa di distribuzione di Michelin, produttore francese di pneumatici. Viborg è un distributore indipendente di pneumatici di ricambio, che opera in Danimarca, Svezia, Austria, Germania, Francia e Paesi Bassi e che fa attualmente parte del gruppo Viborg Gruppen Holding A/S. L'analisi condotta dalla Commissione ha rivelato che i mercati della distribuzione dei pneumatici sono mercati aperti alla concorrenza, in quanto i proprietari di parchi autoveicoli sono clienti sempre più esigenti che cercano di ottenere l'offerta migliore al prezzo più basso. Alcuni concorrenti hanno espresso preoccupazione circa il fatto che Euromaster possa aumentare le vendite sui mercati nazionali grazie al rafforzamento della sua rete europea. Questo timore non è stato tuttavia confermato dall'indagine di mercato della Commissione, in quanto i clienti acquistano la maggior parte dei propri pneumatici di ricambio nel paese in cui è basato il proprio parco autoveicoli. I concorrenti hanno inoltre osservato che il rafforzamento delle attività di distribuzione di Michelin potrebbe consentirle di precludere l'accesso al mercato a marche di pneumatici concorrenti. L'indagine di mercato ha tuttavia confermato che i clienti richiedono ai distributori di mantenere una strategia indipendente di vendita di più marche e ha concluso che Euromaster, impedendo ai concorrenti di Michelin di accedere alla propria distribuzione, perderebbe molte più commesse rispetto a quante Michelin potrebbe guadagnarne imponendo le proprie marche. Per quanto riguarda la ricostruzione dei pneumatici, la nuova entità rafforzerà la propria posizione in Austria, Danimarca, Germania e Svezia, ma continuerà a dover affrontare la concorrenza di altre aziende del settore quali Bandag (Us), Kraiburg (Austria) e Marangoni (Italia), che hanno quote di mercato simili o più elevate sui mercati in questione. 

FILA HOLDING - ACCORDO PER LA VENDITA DI TUTTE LE SUE PARTECIPAZIONI DIRETTE A SPORT BRANDS INTERNATIONAL LLC 
Biella, 10 arzo 2003 - Fila Holding S.p.A ha raggiunto il 7 marzo l'accordo per la vendita di tutte le sue partecipazioni dirette Fila Nederland BV, Fila Sport S.p.A., Ciesse Piumini SRL e Fila USA Inc a Sport Brands International LLC, una controllata del fondo privato di investimenti americano Cerberus. Le società cedute costituiscono le attuali attività operative di Fila. Il prezzo di cessione (al lordo dell'indebitamento finanziario consolidato che al 31 dicembre 2002 è pari a € 295 milioni) è di US$ 351 milioni che saranno interamente versati al closing. Sport Brands International si assume tutti i debiti finanziari contratti da Fila a partire dal 1 gennaio 2003 oltre a tutti i debiti commerciali. Fila Holding prevede l'esecuzione della compravendita entro il prossimo giugno. Il closing è subordinato al verificarsi di alcune condizioni tra cui l'approvazione delle competenti autorità Antitrust. Il Consiglio di Amministrazione di Fila ha approvato la vendita anche tenuto conto dei risultati economici del Gruppo negli ultimi anni e delle difficoltà e incertezze nel raggiungere stabili risultati netti positivi nel prossimo futuro. Il Consiglio di Amministrazione comunica inoltre che ha in programma di reinvestire la liquidità disponibile una volta completata l'operazione, per nuove iniziative nel settore della comunicazione, che fin d'ora verranno messe allo studio. Fila Holding ha preso atto che il suo principale azionista Holding di Partecipazioni Industriali - HdP, dopo la conclusione della vendita delle attività di Fila, e comunque entro sei mesi da oggi, offrirà di acquistare tutte le azioni e gli Ads (American Depositary Shares) di Fila al prezzo di US$ 1.12 per ogni azione / ADS. Fila Holding S.p.A., con sede a Biella (Italia), è una delle aziende leader nel settore delle calzature e dell'abbigliamento per lo sport ed il tempo libero. Fila ha sviluppato un elevato livello di riconoscimento del marchio commercializzando prodotti ad alto contenuto di design e stile e assicurandosi al tempo stesso il supporto qualificato di atleti professionisti di tutto il mondo. 

TRASFERIMENTO AGLI USA DI DATI PERSONALI DEI VIAGGIATORI AEREI 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - La Commissione farà una dichiarazione in Aula sulle disposizioni, entrate in vigore il 5 marzo, che consentono al Servizio immigrazione degli Stati Uniti di accedere alle banche dati delle compagnie aeree europee acquisendo informazioni personali sui passeggeri che si recano negli Usa. In febbraio, a livello di Ue, era stata sottoscritta una dichiarazione congiunta che dà il via libera al trasferimento dei dati. Nel corso del dibattito, i deputati si esprimeranno sulle conseguenze di tali misure, in termini di tutela della privacy, ma anche di regolare svolgimento del trasporto aereo verso l'altra sponda dell'Atlantico. 

LA RUSSIA SMETTA DI TASSARE IL SORVOLO DEL SUO TERRITORIO! 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - La commissione per i trasporti chiede che la Russia ponga fine alla pratica di colpire i vettori aerei europei con un pesante carico di tasse per il sorvolo del suo territorio. La compagnie aeree europee dovrebbero concludere accordi con l'Aria (Aeroflot Russian International Airlines) per acquisire il diritto di sorvolare la Russia su rotte trasnsiberiane, transpolari e transasiatiche. È stato calcolato che queste tasse rappresentano, per l'insieme delle compagnie europee, un onere pari a circa 250 milioni di euro l'anno. Nella sua relazione d'iniziativa, Brian Simpson (Pse, Uk) constata che questa pratica non ha equivalenti nel mondo del trasporto aereo internazionale e costituisce una violazione dell'articolo 15 della Convenzione di Chicago, già ratificata dall'Unione sovietica. In base a tale articolo, nessun onere può essere prelevato per il solo diritto di transito. Il relatore, ritenendo questa prassi ingiustificata e senza alcun rapporto con la prestazione di servizi di controllo del traffico aereo, afferma che il problema "debba essere un argomento centrale degli attuali colloqui sull'adesione della Russia all'Organizzazione mondiale del commercio". Come contropartita per l'abolizione dei diritti di sorvolo è stata avanzata l'ipotesi di un "Fondo di modernizzazione per l'aviazione russa", ma tutto dipende dalla forma che il fondo stesso prenderà. Il testo in esame, concernente le relazioni esterne dell'Unione europea nel settore dei trasporti, sostiene inoltre che, essendo una delle principali potenze, l'UE non deve continuare ad essere esclusa dalla formulazione delle norme globali. Ciò vale in particolare per i due modi di trasporto che manifestavano una tendenza alla mondializzazione ben prima che l'Unione avviasse, verso la metà degli anni '80, la politica comune dei trasporti: l'aviazione civile e il trasporto marittimo. 

LUFTHANSA: NUOVI COLLEGAMENTI BUSINESS JET TRA MONACO E NEWARK E TRA DÜSSELDORF E CHICAGO 
Milano, 10 marzo 2003 - Lufthansa inaugura nuovi collegamenti intercontinentali comodi e veloci: dal 19 maggio 2003 infatti, sarà operativo il volo da Monaco a Newark e dal 9 giugno sarà inaugurata la tratta Düsseldorf-Chicago, utilizzando aeromobili della compagnia charter svizzera PrivatAir. I Business Jet, da 48 posti, opereranno un collegamento diretto tra il sud della Germania e la regione del Nord Renania - Westfalia con i più importanti centri economici degli Stati Uniti. "Il nuovo servizio è stato pensato principalmente per gli uomini d'affari. Oltre a fornire un collegamento diretto, i nuovi voli Lufthansa rappresentano il modo migliore di raggiungere sia le principali città della costa orientale sia quelle della regione del Mid-West. L'orario di partenza dei Business Jet da Monaco e da Düsseldorf garantisce la possibilità di comode coincidenze per i passeggeri provenienti da altri aeroporti" ha spiegato Wolfgang Mayrhuber, Deputy Chairman del Comitato Esecutivo di Deutsche Lufthansa AG e Chief Executive Ofifcer di Lufthansa. I voli possono essere prenotati con codici di volo Lufthansa e United Airlines. Sono previsti sei voli diretti Business Jet settimanali da Monaco a Newark, l'aeroporto di New York situato nel New Jersey. Il volo ha una durata di 9 ore, mentre per la tratta da Newark a Monaco di sole 7 ore e 45 minuti. I nuovi voli per Newark si aggiungono ai servizi di linea già operati da Lufthansa tra Monaco e New York, incrementando così le frequenze settimanali. I passeggeri possono ora scegliere tra 13 voli la settimana per New York, di cui sette per l'aeroporto John F.Kennedy e sei per quello di Newark. La durata del volo Düsseldorf-Chicago è di 8 ore e 50 minuti, mentre il volo di ritorno impiega circa un'ora in meno. Il modernissimo aeroporto di Chicago O'Hare è il più grande al mondo per transito di passeggeri e per numero di voli in partenza verso destinazioni di tutto il mondo. Considerato il successo ottenuto con il volo Düsseldorf-Newark, l'accordo tra Lufthansa e PrivatAir è stato prolungato a tempo determinato. Le tre tratte sono operate da Business Jets di proprietà di PrivatAir con una configurazione di sola classe business. Lufthansa si auspica di trasportare un numero di viaggiatori d'affari superiore alla media su tutte e tre le tratte transatlantiche. La partnership con PrivatAir consente infatti a Lufthansa di offrire ai propri passeggeri un prodotto di qualità che non ha uguali. 

LUFTHANSA DIVENTERÀ SOCIO DI MAGGIORANZA IN AIR DOLOMITI 
Milano, 10 marzo 2003 Lufthansa e l´azionista di maggioranza di Air Dolomiti hanno trovato un´intesa in merito all´aumento della partecipazione nel capitale sociale di Air Dolomiti già acquistata da Lufthansa nel 1999. Il presidente e azionista di maggioranza di Air Dolomiti, dott. Alcide Leali, ha oggi comunicato la decisione di esercitare il diritto di vendere il 31 % del capitale di Air Dolomiti a Lufthansa, sulla base degli accordi contrattuali gia´esistenti tra le parti. In seguito a cio´ il giorno 16 aprile Lufthansa arriverà a detenere la maggioranza di Air Dolomiti con il 51,9% del capitale, previa approvazione delle autorità Antitrust. Il valore della transazione si aggira sui 40 milioni di Euro. In una successiva fase sara´ prevista la presentazione di un´offerta pubblica di acquisto presso la Borsa di Milano nei confronti dell´intero azionariato residuale, ai sensi dell´art. 106 del T.U.F.. La collaborazione commerciale tra Lufthansa ed Air Dolomiti, iniziata gia´nel 1994, si e´sviluppata con estremo successo per entrambi i Partner: come vettore feeder di grande qualita´ per l´hub di Lufthansa a Monaco di Baviera, Air Dolomiti ha realizzato continuamente tassi di crescita a due cifre ed e´oggi il vettore regionale di maggiore successo in Ítalia. Come primo vettore straniero a Monaco per numero di voli, Air Dolomiti ha quindi significativamente contribuito al raggiungimento da parte dell´aeroporto di Monaco di una posizione tra i leader in ambito europeo. Con l´inaugurazione del nuovo Terminal nello scalo bavarese si schiudono per Air Dolomiti ulteriori opportunita´di crescita per i prossimi anni. Air Dolomiti rimarrà una realtà industriale autonoma, simbolo di eccellente qualità, servizio di alto livello e personale altamente motivato. Inoltre, la già proficua cooperazione con Lufthansa e gli altri Partners sarà ulteriormente intensificata. 

AIR DOLOMITI S.P.A ESERCITA L'OPZIONE DI VENDITA A LUFTHANSA, PREVISTA DAI PATTI PARASOCIALI, PARI AL 31% DEL CAPITALE. 
Milano, 10 marzo 2003 Air Dolomiti S.p.A., controllata dal Dott. Leali, azionista di riferimento di Air Dolomiti S.p.A. Linee Aeree Regionali Europee, comunica di aver esercitato l'opzione di vendita a Lufthansa, prevista dai patti parasociali, pari al 31% del capitale. La dichiarazione di volontà di esercizio dell'opzione è stata comunicata a Lufthansa in data odierna e fissa al 16 aprile il giorno per il passaggio di proprietà delle azioni. In assenza di modifiche agli accordi tra le parti, in tale giorno verrà effettuata la compravendita al prezzo di € 15,54 per azione, valore risultante dalla media degli ultimi 100 giorni di Borsa. Alcide Leali, azionista di controllo, commenta la decisione precisando la sua volontà di far focalizzare, proprio in un momento di repentini cambiamenti del settore, il Socio Lufthansa sulla mission, la strategia e il relativo sviluppo di Air Dolomiti: "L'alleanza con Lufthansa è stata uno dei cardini del successo di Air Dolomiti. Un'alleanza che si è sviluppata nel corso degli anni e che è stata riconosciuta come strategica anche da Lufhtansa stessa, che è entrata nel capitale nel '99. La successiva quotazione in Borsa e gli eccellenti risultati fanno di Air Dolomiti una delle più solide realtà nel settore. Sono convinto che le scelte strategiche del gruppo Lufthansa porteranno ad una ancora maggiore valorizzazione della Società e della Partnership. 

2 NUOVI A330-200 PER I PASSEGGERI DI QATAR AIRWAYS 
Milano, 10 marzo 2003 - I passeggeri di Qatar Airways potranno usufruire del comfort offerto dai migliori aeromobili sul mercato e dell'eccellente servizio a bordo grazie all'arrivo di due ulteriori Airbus A330-200. Il Ceo di Qatar Airways, Mr Akbar Al Baker, ha annunciato a Doha che la compagnia aerea ha ricevuto il terzo A330 lo scorso mese e che riceverà un quarto aeromobile A330-200 entro fine marzo. "L'arrivo di due A330-200 potenzierà ulteriormente la qualità del servizio di Qatar Airways offerta ai nostri passeggeri. "I nuovi A330-200 opereranno sulla rotta Doha-Parigi. "Gli A330-200 sono dotati in prima classe di poltrone reclinabili a 180° con pannelli divisori che assicurano il completo comfort e relax del passeggero. "In classe business sono stati installate confortevoli poltrone reclinabili a 160° attrezzate con supporto lombare e supporto poggiapiedi. "A bordo degli aeromobili A330-200 tutti i passeggeri potranno vedere film e brevi programmi sui propri schermi. "Sia in prima classe sia in Business, i passeggeri potranno scegliere tra 21 canali mentre in Economy la scelta sarà di 17 canali. "Saranno disponibili telefoni personali in prima classe e in Business; telefoni cordless saranno a disposizione di tutti i passeggeri. "Abbiamo inoltre installato connettori di alimentazione per PC sia in prima classe sia in Business." Con l'arrivo dei due A330-200 la flotta di Qatar Airways sarà di 22 aeromobili. Quale parte integrante della strategia per il miglioramento della qualità di servizio al passeggero, Qatar Airways, entro la fine del 2004, prevede di portare la propria flotta a più di 35 aeromobili. Infolink: www.qatarairways.com  www.qatarairways.it 

IL MINISTRO MARZANO ESPRIME SO\DDISFAZIONE PER L'INIZIATIVA DELL'ENEL IN BULGARIA 
Roma, 5 marzo 2003 - Il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, esprime "soddisfazione per l'espansione industriale del gruppo Enel con la joint venture con la società bulgara Nek. Tale iniziativa costituisce la prova della validità della strategia di politica energetica e industriale portata avanti dal mio ministero - ha continuato Marzano - che aveva sostenuto già dallo scorso anno la necessità per l'Enel di guardare all'estero. Questo sia per diversificare le fonti di approvvigionamento dell'elettricità in Italia, sia per diversificare la strategia di distribuzione e vendita alla clientela finale". Infine, per il ministro "l'iniziativa di oggi è particolarmente interessante dal punto di vista economico, dato che è entrato in funzione il cavo sottomarino Italia-Grecia, che consentirà di portare energia elettrica dall'area del Sud Est d'Europa a prezzi convenienti". Di questo argomento, della liberalizzazione dei mercati elettrici nei Balcani, dei nuovi investimenti per la ricostruzione energetica dell'area, si parlerà nella Energy Week sul Sud Est d'Europa, con i 15 ministri dei Paesi dell'area, a Roma dal 24 al 28 marzo. 

BIOGAS, NUOVA FRONTIERA DELL'ENERGIA RINNOVABILE 
Verona, 10 marzo 2003 - Viene considerato la nuova frontiera dell'agricoltura sostenibile, un elemento in grado di incidere notevolmente sul fabbisogno energetico del settore primario. Il biogas, a cui Veronafiere, in collaborazione con la Camera di commercio italiana per la Germania (Francoforte), ha dedicato un convegno, si presenta come un'energia alternativa rinnovabile, che può essere recuperata ed impiegata a fini produttivi. Negli ultimi dieci anni l'utilizzo del biogas si è diffuso in molti paesi europei, tra cui l'Italia. Gli impianti sono realizzati allo scopo non solo di recupero, ma anche per controllare le emissioni maleodoranti, stabilizzando le biomasse (cioè ogni sostanza organica derivante direttamente o indirettamente dalla fotosintesi clorofilliana) prima del loro utilizzo agronomico. L'incontro ha evidenziato che in Europa sono in funzione circa 2.500 macchinari del genere, con la Germania che fa la parte del leone, avendone attivi ben 2mila. La sua produzione energetica da biogas è di 470 mkw (mega chilowattora), che rappresentano l'1% della produzione energetica totale. In Italia, dove si contano circa 110 impianti (30 solo in Alto Adige, ma sono installati in tutta l'area di forte vocazione zootecnica: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto), alla fine degli anni '80 si è andata diffondendo una nuova generazione di impianti di biogas semplificati e a basso costo, realizzato sovrapponendo una copertura di materiale plastico ad una vasca di stoccaggio dei liquami zootecnici. Circa 70 di essi erano già operativi lo scorso anno. "E'un settore dalle grandi potenzialità", ha commentato Sergio Piccinini, dirigente della Crpa (Centro Ricerche Produzioni Animali) di Reggio Emilia, "che va nella direzione della nuova politica agricola, che premia sempre più la sostenibilità e la riduzione dell'inquinamento". 

AGROBIOTECNOLOGIE, UNO STUDIO FOTOGRAFA LA SITUAZIONE ITALIANA 
Verona, 10 marzo 2003 E' stata presentata a Fieragricola/Agrifood un'indagine dell'Università di Milano sul sistema agroindustriale italiano e l'innovazione biotec. Veronafiere collegata via satellite con Milano, Torino e Roma. Alla tavola rotonda hanno partecipato alcuni dei più importanti economisti agrari del mondo Un'analisi sull'universo degli organismi geneticamente modificati per capire, approfondire e valutare le loro possibili applicazioni in agricoltura. Questa mattina a Fieragricola/Agrifood, in collegamento via satellite con Milano, Torino e Roma, si è svolto il convegno dal titolo "Ogm e alimentazione animale: conoscere per decidere", organizzato da Veronafiere e Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici) allo scopo di presentare una ricerca del dipartimento di Economia e Politica agraria, agroalimentare ed ambientale dell'Università di Milano sull'utilizzazione delle agrobiotecnologie in Italia. L'indagine, dedicata al "Sistema agroindustriale italiano e l'innovazione biotec: conoscere per decidere", fotografa lo stato dell'agricoltura italiana, mettendola in relazione con la situazione internazionale e con le prospettive di affermazione delle biotecnologie su scala mondiale. Ad illustrarla c'erano, tra gli altri, alcuni dei massimi esperti mondiali di economia agraria: Clive James, direttore dell'Isaa (Servizio internazionale per l'acquisizione delle applicazioni agrobiotecnologiche), Eduardo Trigo, direttore del Gruppo Ceo (Consultores en Economia y Organizaciòn - Argentina). Leonard Gianessi, Program Director and Senior Research Associate del National Center for Food and Agricultural Policy degli Stati Uniti, Graham Brookes, economista, e Dario Casati, direttore del Dipartimento di Economia e politica agraria, nonché pro-rettore dell'Università di Milano. Dal convegno, a cui ha partecipato, da Roma, anche il viceministro delle Attività produttive Adolfo Urso, è emerso che nel 2002 la superficie mondiale complessiva stimata di colture geneticamente modificate (gm) ha raggiunto i 58.7 milioni di ettari, coltivati da circa 6 milioni di agricoltori in 16 paesi contro i 5 milioni di agricoltori in 13 paesi nel 2001. In pratica il dato in ettari equivale a 4 volte la superficie agricola dell'Italia o al 5% della superficie pianeggiante totale della Cina o degli Stati Uniti. L'aumento della superficie dal 2001 al 2002 è stato del 12%, pari a 6.1 milioni di ettari. Sempre lo scorso anno quattro paesi hanno realizzato il 99% delle colture gm globali. Gli Stati Uniti hanno coltivato 39 milioni di ettari (66% della superficie totale), seguiti dall'Argentina, che malgrado la congiuntura economica ha toccato i 13.5 milioni di ettari, dal Canada, arrivato a 3.5 milioni di ettari (6%) e dalla Cina, fermatasi a 2.1 milioni di ettari (4%). Sette paesi industrializzati ed ex comunisti hanno realizzato il 73% delle colture gm globali: in ordine decrescente di superficie si tratta di Stati Uniti, Canada, Australia, Romania, Spagna, Bulgaria e Germania. Dal '96 al 2002 le aree coltivabili a livello mondiale sono aumentate di ben 35 volte e tra i prodotti spiccano in particolare soia, mais, cotone e canola. Tra questi la soia è stata la più importante, con una copertura del 75% dei 58.7 milioni di ettari occupati da colture gm tolleranti agli erbicidi. Quanto all'Italia, i dati della ricerca indicano che il campo potenziale delle produzioni geneticamente modificate attualmente disponibili rappresenta il 50% del valore delle produzioni vegetali, il 30% della superficie agricola utile e poco meno del 60% della superficie a seminativi. "La giornata di oggi" ha commentato Francesco Ferrari, presidente di Assalzoo, "è servita ad uscire da inutili e sterili polemiche ideologiche sul tema degli Ogm e a confrontarci su quanto sta accadendo nel mondo, sulla realtà del nostro sistema agroindustriale e sui vantaggi offerti dalle nuove tecnologie. La chiusura verso gli Ogm non pone solo problemi di competitività economica, ma preclude l'accesso a tecnologie in grado di risolvere rischi presenti e rilevanti". Rischi che ha sottolineato Giordano Veronesi, già presidente di Assalzoo e tra i titolari del Gruppo Veronesi - Aia operante nel settore dei mangimi, dell'allevamento e dell'agroalimentare. "Gli Ogm in Italia, secondo la moratoria, non possono essere seminati. Per quanto riguarda l'industria dei mangimi senza la soia Ogm la nostra attività può chiudere i battenti. La produzione europea è di 500mila tonnellate, mentre il consumo europeo è di 37 milioni di tonnellate tra farina estratta dalla soia e semi di soia. Ed i principali fornitori soia Ogm sono l'Argentina, il Brasile e gli Stati Uniti. In realtà se vogliamo continuare ad alimentare i nostri animali servono i mangimi di questo tipo. Problemi di sicurezza non ce ne sono: al massimo si possono fare polemiche ideologiche". Una valutazione condivisa da Giorgio Poli, preside della Facoltà di medicina veterinaria dell'Università di Milano. "Quando parliamo di Ogm", ha osservato, "è bene sfatare alcuni luoghi comuni che non corrispondono alla realtà dei fatti scientifici. Per quanto riguarda l'alimentazione animale gli Ogm mettono a disposizione dell'industria mangimistica materie prime vegetali quali soia e mais, sicure e di migliore qualità. Questo si traduce in animali che si nutrono meglio, che crescono meglio e che, di conseguenza, sono anche più sani". "A tutt'oggi", ha proseguito, "i rischi paventati per il consumo, da parte di animali od uomo, degli Ogm autorizzati sono stati smentiti da tutte le sperimentazioni, anche commissionate da enti governativi e di controllo quali l'Organizzazione mondiale della Sanità e l'Unione europea. Tali sperimentazioni hanno chiaramente dimostrato l'infondatezza dei rischi come la trasmissione dell'antibiotico-resistenza, l'induzione di allergie, potenziali effetti tossici e trasferimento di geni". Dario Friso, docente associato dell'Università di Milano, ha ricordato che nel nostro paese "il sistema agro-zootecnico è nel suo insieme deficitario e dunque si rende in ogni caso necessario importare le materie prime base degli alimenti per il bestiame, ovvero soia e mais. La soia, oggi la maggiore fonte proteica nell'alimentazione animale, è per oltre il 50% della produzione mondiale geneticamente modificata. Occorre inoltre valutare con attenzione il fatto che le principali voci di export della bilancia agroalimentare del nostro paese, per quanto riguarda i prodotti tipici, interessano formaggi e derivati delle carni quali prosciutti e salami. Questi vengono prodotti a partire dalle materie prime che a monte dipendono da sistemi produttivi legati alle colture geneticamente modificate". "Già oggi in Lombardia, Veneto e Friuli", ha precisato Friso, "oltre il 50% della superficie agricola utilizzata è potenzialmente interessata dall'innovazione biotecnologica ed il mais insilato costituisce la principale risorsa foraggera per gli allevamenti bovini. La chiusura verso gli Ogm non pone solo problemi di competitività economica, ma preclude l'accesso a tecnologie in grado di risolvere rischi presenti e rilevanti, come nel caso delle micotossine, e rischi emergenti, come la diabrotica, che potrebbero pregiudicare la stessa possibilità di coltivazione del mais con gravi ripercussioni nella filiera zootecnica che è quella che produce i più importanti prodotti tipici nazionali (formaggi e salumi)". Secondo lo studio il sistema agroindustriale, "globalmente deficitario", italiano evidenzia una sostanziale debolezza nelle produzioni agricole di base: vengono infatti importati prodotti agro-alimentari per un controvalore di circa 20.9 miliardi di euro all'anno a fronte di esportazioni per 16.5 miliardi di euro all'anno. E' quindi necessario riflettere sul fatto che il mercato italiano dipende in maniera consistente dall'apporto di prodotti importati e che pertanto isolarsi dal contesto mondiale appare una strategia inapplicabile a prescindere dai vincoli di appartenenza all'Unione europea e da quelli derivanti dagli accordi internazionali del Wto. "Il sistema produttivo italiano", ha affermato Casati, "si presenta fortemente interconnesso con il mercato mondiale, al punto da rendere impensabile un suo isolamento che oltre tutto porrebbe la comunità nazionale di fronte alla drammatica realtà di un deficit alimentare importante e non sanabile a causa della carenza produttiva strutturale del paese. Sarebbe quindi più ragionevole", ha concluso, "avviare un approfondito esame del come si possa fare per governare l'introduzione di un'innovazione che sembra incontenibile per i motivi illustrati dallo studio, piuttosto che mantenere una posizione di rifiuto pregiudiziale che è destinata a far pagare all'Italia un duro prezzo". 

LE DINAMICHE DEI CONTESTI TERRITORIALI E LA GESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DELLO STATO 
Milano, 10 marzo 2003 - La collaborazione tra Fondazione Censis e Agenzia del Demanio si colloca nell'ambito dell'azione che quest'ultima sta svolgendo per disporre di un quadro conoscitivo sistematico a supporto del processo di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Lo specifico apporto offerto dal Censis riguarda in particolare la "collocazione" del bene demaniale nel contesto economico, territoriale e immobiliare entro cui è localizzato e che determina, in buona misura, l'effettiva possibilità di realizzare il valore del bene. Per poter rispondere alle esigenze operative dell'Agenzia, il Censis sta lavorando alla costruzione di uno specifico applicativo in grado di fornire una serie di indicazioni sintetiche sui contesti territoriali di supporto alla decisione, che derivano dall'elaborazione di dati statistici disponibili e pertinenti rispetto all'ambito della valorizzazione immobiliare. In particolare il primo livello informativo è rappresentato da una sezione dedicata alla descrizione della realtà socio-economica comunale. Oltre a presentare i dati numerici sulle principali variabili (popolazione, famiglie, unità locali, addetti, reddito disponibile), vengono individuati i profili tipologici che caratterizzano, dal punto di vista socio-economico l'unità territoriale di riferimento. Il secondo livello di approfondimento e di interrogazione si sostanzia in una sezione centrata sulla valutazione del posizionamento del comune rispetto alle principali tipologie funzionali di uso del territorio: la residenza, il terziario direzionale, il commercio, il turismo, i servizi, le attività culturali e del tempo libero. 

L'IMPEGNO DELL'AGENZIA DEL DEMANIO PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE PUBBLICO 
Milano, 10 marzo 2003 - L'Agenzia del Demanio, operativa da poco più di due anni, testimonia la crescente attenzione al tema della gestione economica e della valorizzazione del patrimonio pubblico che sta prendendo corpo in Italia. L'Agenzia agisce all'interno di un quadro istituzionale in progressiva evoluzione ed è proiettata sempre più ad interessarsi di tutte le tematiche tipiche del settore immobiliare anche grazie alla sua autonomia gestionale e organizzativa. L'assetto organizzativo dell'Agenzia è articolato su due livelli, uno centrale ed uno territoriale. La rete delle strutture territoriali, presenti in tutte le 103 province italiane, costituisce uno dei punti di forza dell'Agenzia, per la presenza di competenze di particolare esperienza, per la capacità di conoscere e presidiare "da vicino" il patrimonio immobiliare e per la possibilità di relazionarsi con grande efficacia con tutti gli interlocutori locali, pubblici e privati, anche grazie al supporto di una propria società di servizi strumentali (Demanio Servizi) appositamente costituita. Quello gestito dall'Agenzia è un patrimonio di ingenti dimensioni, composto da un considerevole numero di beni (circa 30.000) estremamente differenziati per tipologia, localizzazione geografica e utilizzo. Qualche dato per macro-tipologie: il patrimonio disponibile è formato da 3.300 fabbricati, per una superficie lorda di 1.675.000 metri quadrati, e da 7.900 terreni, per complessivi 14.700 ettari; il patrimonio indisponibile è invece formato da 15.450 fabbricati, per una superficie lorda di 30.500.000 metri quadrati, e da 1.900 terreni, per complessivi 57.600 ettari; - i beni del demanio storico-artistico ammontano a 1.650 fabbricati, per una superficie lorda di 7.600.000 metri quadrati, e da 810 terreni, per complessivi 2.600 ettari. Per quanto riguarda le destinazioni d'uso, il ventaglio di tipologie è quanto mai ampio: non solo alloggi, scuole ed uffici, ma anche caserme, carceri, ospedali, monumenti, chiese, spiagge, parchi, boschi. L'altro elemento di differenziazione interna del portafoglio riguarda la localizzazione dei beni, naturalmente molto frammentata (sono oltre 8.000 i comuni di riferimento), che comprende una vasta gamma di situazioni. Valorizzare tale patrimonio significa tener conto di questa eterogeneità, e prefigurare una gamma di strategie altamente diversificata, quali: dismissione; dismissione con progetto di valorizzazione; forme miste di compartecipazione nella progettualità; mantenimento della proprietà realizzando una gestione economica dei beni, al fine di ricavarne reddito confrontabile con il mercato nel caso di utilizzatori privati, ovvero ottimizzando le performance per i beni in uso alla pubblica amministrazione. In particolare l'Agenzia è impegnata nell'ambito delle politiche di valorizzazione del patrimonio ad operare una stretto collaborazione con le amministrazioni centrali e locali. Uno dei punti cardine dell'azione dell'Agenzia è quello di operare in coerenza con gli standard normalmente in uso nella comunità internazionale. In primo luogo questo impegno si sta concretizzando nell'attivazione del censimento qualitativo e quantitativo dei beni per il quale è stata già indetta una gara europea. Se la conoscenza dei caratteri specifici dei singoli beni rappresenta una premessa indispensabile, la prefigurazione di opportune strategie di valorizzazione non può prescindere dalla conoscenza del contesto in cui essi sono collocati. In quest'ottica l'Agenzia ha inteso dotarsi di strumenti di analisi del portafoglio immobiliare e dei contesti territoriali e di mercato in cui ricadono i beni in esso contenuti che disegnano una geografia delle opportunità molto più articolata di quanto spesso appaia in superficie. Il lavoro svolto sino ad oggi ha consentito di avviare alcune importanti operazioni che rappresentano un concreto esempio dell'impegno dell'Agenzia sul fronte delle valorizzazioni. In particolare: nel luglio 2002 è stato siglato un protocollo di intesa con il Comune di Genova e la Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio della Liguria per l'attuazione di un programma unitario di recupero, riqualificazione e valorizzazione dei Forti di Genova; nel novembre 2002 è stato firmato un protocollo d'intesa con il Comune di Roma per la valorizzazione di alcuni complessi immobiliari dello Stato di grande impatto urbano, in coerenza con le esigenze di sviluppo e di riqualificazione urbanistica del territorio capitolino; nel dicembre 2002 l'Agenzia ha firmato insieme al Comune di Venezia l'atto di costituzione di una società mista finalizzata alla valorizzazione del compendio denominato Arsenale la cui titolarità resta allo Stato; infine, è stato appena firmato un protocollo d'intesa con il Comune di Milano che ripercorre le linee guida di quello sottoscritto per Roma in termini di valorizzazione e di incremento di valore di alcuni complessi immobiliari dello Stato. La quantità ed il valore dei beni gestiti, il rappresentare un punto di riferimento nel settore pubblico, la vasta rete di strutture locali a presidio del territorio, la possibilità di operare anche con strutture di supporto flessibili e dinamiche rappresentano i principali punti di forza dell'Agenzia. In definitiva ci possiamo rivolgere al mercato garantendo: una grande varietà di immobili e terreni suscettibili di interventi di valorizzazione di notevole portata; una elevata capacità di interlocuzione con gli enti locali, indispensabile per ottenere una rapida procedura autorizzativa delle trasformazioni necessarie per convertire il patrimonio pubblico a nuove funzioni; un pacchetto di servizi tecnico-specialistici integrati che garantisca la massima trasparenza, tramite una conoscenza dettagliata dei beni, dei mercati immobiliari locali e del potenziale socio-economico dei contesti di riferimento. 

SETTIMANA DELLA FORMAZIONE IN TOSCANA E UMBRIA, FIRENZE 27/3-31/4 
Firenze, 10 marzo 2003 - Sono diciotto le aziende che aderiscono e sostengono la "Settimana della Formazione" organizzata in Toscana e Umbria dal Gruppo Galgano, leader nella consulenza di direzione e nella formazione manageriale, che si svolgerà a Firenze dal 27 marzo all'11 aprile 2003. L'iniziativa, replicata anche nel 2003 dopo il successo ottenuto nelle altre precedenti edizioni, ha l'obiettivo di rendere più facile e più economica, a quadri e dirigenti di aziende pubbliche e private, la partecipazione ad un gruppo di seminari di grande interesse, scelti tra numerosi corsi che la Galgano tiene solitamente a Milano. La "settimana" intende anche richiamare l'attenzione delle aziende sull'importanza della formazione per fare della capacità conoscitiva dei manager uno strumento vincente per la grande partita della competitività. A questa "Settimana della Formazione" aderiscono: Abiogen Pharma Industria Farmaceutica, Camera di Commercio di Firenze, Coats Cucirini, Comune di Firenze, Comune di Pontedera (Pi), Consiglio Regionale della Toscana, Fabio Perini, Inail Direzione Regionale Umbria, Italconverting, Itelco, La Magona D'Italia, Nuovi Cantieri Apuania, Piaggio & C., Sita, Tiberina Group, Trenitalia - Unità Tecnologie Materiale Rotabile, Trw Italia, Whirlpool Europe. I seminari programmati durante questa settimana sono stati progettati per trasmettere ai partecipanti una sintesi significativa di strategie, approcci, tecniche e metodi che si sono affermati nelle aziende di successo negli ultimi anni. Per informazioni rivolgersi a Segrateria Corsi Galgano Formazione: tel. 02.39.605.222 - fax 02.39.605.220 - e-mail infogf@galganogroup.it  Con l'iniziativa della "Settimana" si sono concentrati 18 incontri sul tema della conoscenza e sono stati selezionati momenti formativi di particolare interesse manageriale: tutti i seminari risultano caratterizzati dall'innovazione dei contenuti e dall'efficienza delle metodologie e delle tecniche proposte. L'operazione vuole anche essere un contributo alla diffusione di moderni approcci manageriali alla gestione industriale. www.galganogroup.it

SETTIMANA DELLA FORMAZIONE NELLE MARCHE, ANCONA 31/3-15-4 
Ancona, 10 marzo 2003 - Sono quindici le aziende che aderiscono e sostengono la "Settimana della Formazione" organizzata nelle Marche dal Gruppo Galgano, leader nella consulenza di direzione e nella formazione manageriale, che si svolgerà ad Ancona dal 31 marzo al 15 aprile 2003. L'iniziativa, replicata anche nel 2003 dopo il successo ottenuto nelle altre precedenti edizioni, ha l'obiettivo di rendere più facile e più economica, a quadri e dirigenti di aziende pubbliche e private, la partecipazione ad un gruppo di seminari di grande interesse, scelti tra numerosi corsi che la Galgano tiene solitamente a Milano. La "settimana" intende anche richiamare l'attenzione delle aziende sull'importanza della formazione per fare della capacità conoscitiva dei manager uno strumento vincente per la grande partita della competitività. A questa "Settimana della Formazione" aderiscono: A.C.R.A.F. Angelini, Camera di Commercio di Macerata, Cnh Italia, Comune di Falconara M.ma, Elica Gruppo, Fabriano Filter Media, Genny moda, Gruppo Pieralisi, I.M.E.S.A., Inail - Direzione Regionale Abruzzo, Inail - Direzione Regionale Molise, Magazzini Gabrielli, Pharmacia Italia, Rotosud, S.O.M.I.press Società metalli iniettati pressofusione. I seminari programmati durante questa settimana sono stati progettati per trasmettere ai partecipanti una sintesi significativa di strategie, approcci, tecniche e metodi che si sono affermati nelle aziende di successo negli ultimi anni. Per informazioni rivolgersi a Segrateria Corsi Galgano Formazione: tel. 02.39.605.222 - fax 02.39.605.220 - e-mail infogf@galganogroup.it  Con l'iniziativa della "Settimana" si sono concentrati 18 incontri sul tema della conoscenza e sono stati selezionati momenti formativi di particolare interesse manageriale: tutti i seminari risultano caratterizzati dall'innovazione dei contenuti e dall'efficienza delle metodologie e delle tecniche proposte. L'operazione vuole anche essere un contributo alla diffusione di moderni approcci manageriali alla gestione industriale. www.galganogroup.it  

INCONTRI DI ORIENTAMENTO AL MONDO DEL LAVORO "MANAGER DI DOMANI" 
Torino, 10 marzo 2003 - Riprenderanno, il 18 marzo 2003, gli incontri di orientamento al mondo del lavoro "Manager di domani", organizzati dall'Ufficio Job Placement della Facoltà di Economia di Torino (C.so Unione Sovietica, 218/bis). Con il fine di facilitare e di sviluppare il contatto diretto tra la realtà aziendale e quella universitaria, partecipano a questi incontri aziende di medie-grandi dimensioni, che presentano in particolare: la struttura organizzativa dell'azienda stessa; i requisiti soggettivi necessari e le dinamiche aziendali per realizzare una carriera di successo;le offerte di stage e/o assunzioni per laureandi e/o laureati della Facoltà di Economia. Aziende Ospiti: Martedì 18 marzo 2003, ore 15.30: Incontro organizzato dall'Atlec Junior con Wep; Mercoledì 19 marzo 2003, ore16: Deloitte, Touche, Tohmatsu, Abax Bank; Mercoledì 26 marzo 2003, ore 16: Kpmg, Fater, Assioma; Mercoledì 2 aprile 2003, ore 15,30: Michelin Martedì 8 aprile 2003, ore 16: Shell Italia Spa, Banca Primavera, Proquest Alison. Martedì 13 maggio 2003, ore 16: Eni Corporate University. Infolink: www.econ.unito.it 

PUBBLICITÀ OBBLIGATORIA PER ALCUNI TIPI DI SOCIETÀ 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - Con l'adozione all'unanimità della relazione di Klaus-Heiner Lehne (Ppe-De, D) la commissione giuridica e per il mercato interno ha accettato tutti gli emendamenti che il Consiglio Concorrenza ha presentato alla proposta della Commissione per l'aggiornamento della legislazione esistente sui requisiti di pubblicità per alcuni tipi di società. Lo scopo è quello di permettere al Consiglio di trovare un accordo al più presto sulla proposta, fin dalla prima lettura. I requisiti di pubblicità sono ritenuti molto significativi perché permettono a chi è coinvolto in relazioni o transazioni giuridiche o economiche di venire a conoscenza, attraverso mezzi semplici ed economici, della posizione degli attori del mercato. Le modifiche proposte dalla Commissione alla prima direttiva sulle società del 1968 mirano ad adeguare gli obblighi in materia di pubblicità all'era informatica e a tenere conto di nuove forme societarie emerse di recente. La nuova direttiva si applicherà a tutte le società dell'UE a responsabilità limitata, senza distinzioni fra settori commerciali, dimensioni dell'impresa o sede. Gli Stati membri potranno comunque prevedere alcune esenzioni per le piccole e medie imprese. Le modifiche proposte dal Consiglio e accettate dalla commissione parlamentare offrono agli Stati membri la possibilità di rinviare l'applicazione della direttiva di due anni, ovvero a partire dal 1° gennaio 2007 anziché il 1° gennaio 2005, come proposto dalla Commissione europea. Dopo tale data le società disporranno della facoltà di presentare tutti i documenti nei registri commerciali anche in forma elettronica; i registri commerciali cartacei degli Stati membri saranno gradualmente trasformati in registri elettronici e si potranno presentare richieste di estratti del registro anche in forma elettronica; la certificazione delle copie elettroniche dovrà avvenire in futuro attraverso la firma elettronica ai sensi della direttiva 1999/93/CE. 

ARMONIZZAZIONE DEL REDDITO NAZIONALE LORDO AI PREZZI DI MERCATO 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - Il progetto di risoluzione legislativa è stato approvato all'unanimità con una sola astensione dalla commissione per i problemi economici e monetari. La proposta presentata da Astrid Lulling (Ppe/De, L) lascia in sostanza immutati i metodi di calcolo, gli obblighi degli Stati membri in materia di trasmissione dei dati e la cooperazione tra gli Stati membri e la Comunità nei lavori di verifica e miglioramento. La relazione riguarda solo una ridefinizione del quadro giuridico dei lavori di Eurostat, per rafforzare la comparabilità, l'affidabilità e l'esaustività dei dati relativi al prodotto nazionale lordo (Pnl) negli Stati membri: adeguandosi alla decisione già presa nel 2000, il nuovo metodo per stabilire il Pnl prevede che a partire dall'esercizio finanziario 2002 non si utilizzerà più il Sec 79 ma il nuovo Sistema europeo dei conti (Sec 95). Il Pnl sarà perciò chiamato in futuro Rnl (Reddito Nazionale Lordo). Due questioni restano tuttavia ancora aperte: la prima riguarda la data in cui gli Stati membri devono fornire a Eurostat i dati dell'aggregato Rnl (il Consiglio ha fissato il 22 settembre, mentre la Commissione aveva proposto il 15 settembre). La seconda è relativa alla trasformazione del vecchio comitato Pnl di regolamentazione, composto da rappresentanti degli Stati membri e presieduto dalla Commissione, in semplice comitato consultivo Rnl. Il Consiglio ha optato per ripristinare la procedura di regolamentazione invece che quella di consultazione perché tale cambiamento ridurrebbe l'influenza degli Stati membri alla mera consultazione. 

PENSIONI COMPLEMENTARI TRANSNAZIONALI PIÙ VICINE 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - Il voto positivo della commissione per i problemi economici e monetari sulla posizione comune del Consiglio avvicina, dopo 12 anni, la possibilità di introdurre regimi di pensioni complementari transnazionali in tutta l'UE. La legislazione permetterà ai lavoratori che cambiano residenza di trasferire anche la loro pensione e sarà particolarmente utile per le multinazionali che operano nell'Unione: secondo la Commissione europea, infatti, potranno risparmiare fino a 40 milioni di euro se sarà data la possibilità di accorpare vari regimi in un fondo unico. Il cambiamento demografico e l'invecchiamento della popolazione, nonché il fatto che molti regimi pensionistici nazionali sono basati sul principio della "ripartizione", inoltre, richiedono lo sviluppo ulteriore degli schemi pensionistici aziendali e professionali quale secondo pilastro del sistema previdenziale. La legislazione è basata sulla supervisione dei regimi pensionistici del Paese di residenza e sul principio della "prudenza", ovvero l'obbligo per il fondo pensionistico di equilibrare gli investimenti fra crescita del capitale e reddito in base alla struttura dell'età dei membri del fondo, garantendo così dotazioni finanziarie sufficienti per chi va in pensione. La direttiva prevede, in effetti, che lo Stato di residenza fissi delle regole specifiche di investimento tali da garantire che i beni disponibili del fondo siano investiti nel miglior interesse dei membri, che l'istituto sia registrato e che presenti una relazione contabile annuale. E' stato fissato un tetto del 70% di beni da investire in azioni, titoli trattati come azioni e obbligazioni di società, con una disposizione per un limite inferiore per le pensioni, garantendo un tasso di interesse a lungo termine. L'attenzione è ora focalizzata su alcuni emendamenti proposti dalla commissione per gli affari economici e monetari. Non sono stati apportati cambiamenti alle regole di investimento tecnico, ma molti emendamenti riguardano questioni in merito alle quali le prassi variano da Paese a Paese sulle indennità di assistenza sociale come la disabilità o le pensioni di reversibilità e i limiti per la pensione erogata "una tantum". In un emendamento si cerca di assicurare che l'opzione della copertura della disabilità e la reversibilità sia offerta (il cosiddetto "rischio biometrico") se richiesta dalle parti sociali. Ciò non avviene, ad esempio, nel Regno Unito, dove l'industria ha espresso il timore di un significativo aumento dei costi. Nella posizione comune non si parla dell'uso di una pensione erogata "una tantum" (come avviene in Uk), mentre l'organo parlamentare introduce la condizione che sia utilizzata "allo scopo specifico di garantirsi una copertura finanziaria per la vecchiaia". Altri emendamenti mirano a chiarire il testo, a potenziare il controllo dei fondi pensionistici mediante la creazione di registri nazionali e a migliorare l'informazione obbligando il fondo a fornire ogni anno ai membri i dettagli sul valore del fondo e sul livello dei diritti individuali maturati.

RISOLUZIONE ALTERNATIVA DI CONTROVERSIE CIVILI E COMMERCIALI 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - Nella relazione di Diana Wallis (Eldr, Uk) adottata all'unanimità dalla commissione per gli affari giuridici e il mercato interno si sostiene lo strumento della risoluzione alternativa delle controversie (Adr) in materia civile e commerciale quale opzione potenzialmente meno costosa, più rapida, meno stressante e più facilmente accessibile, in particolare per i consumatori, rispetto ai servizi giuridici tradizionali. L'Adr dovrebbe quindi essere incoraggiata quale opzione non vincolante, sebbene gli Stati membri dovrebbero poterla rendere un requisito preliminare all'accesso ai tribunali, senza inficiare il diritto delle parti a ricorrere alle vie giudiziarie classiche. Il Libro verde della Commissione europea, in cui l'Adr è definita un processo extragiudiziale di risoluzione delle controversie che esclude l'arbitrato propriamente detto, tratta problemi innanzitutto di natura legale e questioni come le clausole Adr in contratti, i periodi di limitazione, la validità dell'assenso, la formazione di parti terze, le norme sull'affidabilità e l'assicurazione. La commissione per gli affari giuridici raccomanda comunque prudenza, analisi approfondite e consultazioni di ampio raggio prima che la Commissione proponga iniziative legislative, visto che gli Stati membri non dispongono di una legislazione quadro per l'Adr e i sistemi giuridici nazionali variano notevolmente in questo settore. La Commissione è invitata a preparare un ulteriore Libro Verde focalizzato sulla elaborazione di standard per le risoluzioni alternative delle controversie, in modo da garantire sia un certo grado di coerenza che la fiducia del consumatore nell'impiego di tale strumento. I deputati sottolineano che il nuovo Libro verde dovrà prendere in considerazione un futuro codice modello europeo atto a garantire almeno che il ricorso alle Adr nelle controversie transnazionali non pregiudichi in alcun modo il ricorso alla giustizia e che le parti, specialmente se di diversi Stati membri, riconoscano la procedura di risoluzione delle controversie. 

OBIETTIVI OBBLIGATORI PER L'USO DEI BIOCARBURANTI 
Bruxelles, 10 marzo 2003 - La commissione per l'industria ha adottato la relazione di María del Pilar Ayuso González (Ppe/De, E) sull'impiego dei biocarburanti nei trasporti, già discussa ed emendata dal Parlamento in prima lettura. I deputati non condividono la posizione comune del Consiglio, che ha soppresso l'obbligatorietà degli obiettivi fissati per l'uso dei biocarburanti, difesa, invece, dal Parlamento. Gli Stati membri sarebbero così autorizzati a fissare gli obiettivi indicativi mentre la direttiva si limiterebbe a indicare due valori di riferimento: il 2% entro il 2005 e il 5,75% entro il 2010. In alcuni emendamenti i parlamentari auspicano una maggiore coerenza del testo legislativo, facendo scomparire espressioni ambigue o poco chiare. I deputati ritengono che per mantenere un controllo rigoroso sui progressi realizzati in questo settore sia necessario potenziare il ruolo di sorveglianza della Commissione europea sugli Stati membri. Se alcuni Paesi intendono allontanarsi dai valori di riferimento, lo scarto fra questi ultimi e gli obiettivi nazionali dovrebbe essere motivato da due elementi: limitate possibilità nazionali di produzione di biocarburanti a partire dalla biomassa; risorse nazionali destinate alla produzione di biomassa per impieghi energetici diversi dai trasporti. Se gli obiettivi non sono raggiunti per motivi non giustificabili e/o non fondati su nuove prove scientifiche, essi devono essere considerati obbligatori. I parlamentari vogliono infine dare più peso alla clausola di revisione della direttiva a partire dal 2007. 

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