Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Luglio 2013
RICERCATORI RICREANO LA FOTOSINTESI PER ALIMENTARE I DISPOSITIVI ELETTRONICI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2013 - La natura ha perfezionato l´arte di usare il Sole per alimentare la crescita. Un team internazionale di ricercatori ha studiato cosa serve per ricreare questo processo artificialmente. I risultati potrebbero essere usati in vari modi, come alternativa al petrolio o in memorie di computer ultradense o celle solari super efficienti. La fotosintesi artificiale renderebbe possibile produrre carburante a partire dalla luce del sole, per caricare materiali biologici e trasferire energia e mentre la fonti di energia tradizionali sono in esaurimento, l´energia solare è abbondante. Raccoglierla per produrre carburante produrrebbe una fonte di energia alternativa. Il fulcro del progetto Bimore ("Bio-inspired Molecular Optoelectronics") è l´elettronica molecolare, che usa mattoni da costruzione molecolari per alimentare componenti elettronici con l´obiettivo di ridurre l´elettronica alla scala di una singola molecola. A queste dimensioni, i materiali hanno proprietà molto diverse, che devono essere comprese prima di poterle sfruttare. Biomore ha contribuito proprio a comprenderle meglio. Il team ha allevato batteri viola che raccolgono la luce, i quali sono stati poi studiati usando la spettroscopia a femtosecondi, una pratica equivalente a fare molte fotografie in velocissima successione. Questo ha permesso ai ricercatori di vedere in quale momento l´energia della luce salta da un gruppo di batteri a un altro. Sono riusciti a vedere anche quando la luce del sole raggiunge il "centro di reazione", dove l´energia della luce si trasforma in energia biochimica. L´osservazione di tutto il processo ha mostrato come il trasferimento di energia potrebbe essere gestito per ottimizzare l´efficienza nel campo dell´optoelettronica, una branca della tecnologia che associa elettricità e luce e che comprende celle solari e sensori. Il team ha creato anche un´antenna in grado di catturare la luce allo stesso modo in cui un´antenna cattura un segnale radio. L´antenna usa due punte di oro, separate da uno spazio in nanoscala, non più largo di un centomillesimo dello spessore di un capello umano. Le punte afferrano la luce e la concentrano in uno spazio piccolissimo, incrementandone l´intensità. La capacità di caricare molecole apre certo nuove opportunità, ma la capacità di attivarle e disattivarle sarebbe ancora più preziosa. Considerato questo, il team è riuscito a sviluppare un transistor che emette luce (Let) coperto da uno strato di molecole fotocromiche (che cambiano colore quando vengono esposte a una particolare luce) le cui proprietà di passaggio da uno stato all´altro sembrano promettenti. Il progetto Biomore ha ricevuto quasi 2,8 milioni di euro in finanziamenti, che sono stati usati anche per formare una rete di 19 giovani ricercatori (borsisti Marie Curie) nel campo delle optoelettronica ispirata alla biologia. La rete Biomore comprende nove istituti di sei paesi dell´Ue più Israele e Svizzera- Per maggiori informazioni, visitare: Bimore http://www.Umbodsmadur.de/bimore/index.html Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/82447_it.html  
   
   
NUOVO SOSTEGNO DELL´UE PER LA POLITICA DELLE ENERGIE RINNOVABILI IN NIGERIA  
 
Bruxelles, 8 luglio, 2013 - La Commissione europea il 4 luglio ha annunciato 27.000.000 € di aiuti finanziari per contribuire a migliorare la politica delle energie rinnovabili in Nigeria. Attualmente, una gran parte della popolazione nigeriana non ha accesso all´energia o si basa su combustibili inquinanti quali legno combustibile e carbone, con gravi conseguenze per la salute e per l´ambiente. Il Energizzante accesso lanciato di recente per programmare l´Energia Sostenibile (Ease) mira a migliorare le condizioni quadro che consentano per le energie rinnovabili e l´efficienza energetica in Nigeria e, in particolare, con una particolare attenzione per l´uso delle energie rinnovabili da parte di piccole e medie imprese (Pmi) e famiglie. "Al momento, l´80 per cento della popolazione rurale in Nigeria non ha accesso all´elettricità a tutti. Nostro obiettivo generale è quello di contribuire a ridurre questo numero in modo significativo, ma è anche importante per migliorare il benessere di coloro che hanno accesso, dal momento che spesso soffrono di fulmine inadeguato a svolgere il loro lavoro domestico e da inalazione di fumi tossici causati dai fornelli non in manutenzione ", ha dichiarato il commissario europeo per lo Sviluppo Andris Piebalgs. Il programma Ease affronterà anche la deforestazione massiccia e taglio di alberi per la legna da ardere, che è la principale fonte di energia per la maggior parte della popolazione, piantando più alberi. Inoltre, la Nigeria è il secondo paese più grande del gas flaring, che emettono circa 40 milioni di tonnellate di Co2 ogni giorno. Attraverso la promozione di gas flaring ridotta, il programma Ease contribuirà alla conservazione delle risorse e contribuire a combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas a effetto serra. Alcune altre attività da svolgere nell´ambito del programma saranno: disegno di valutazione energetica e strategie per aumentare l´accesso all´energia, fornendo una formazione essenziale su aspetti quali le norme, gli standard e le tariffe, o lo sviluppo di business plan per dimostrare la fattibilità commerciale di risorse di gas di piccole dimensioni. Il nuovo programma sarà gestito in collaborazione con la Banca mondiale (che contribuirà con oltre € 4,6 milioni) e la Giz (Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit) (con un contributo di € 9.000.000).  
   
   
SAVONA, PRESENTATO DA TIRRENO POWER IL PARCO CARBONE DA 40 MILIONI  
 
Savona, 8 luglio 2013 - Vale 40 milioni di euro e due anni di cantiere, con una presenza media costante di 80 unità lavorative, l’intervento per costruire il parco carbone coperto nella centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure – Quiliano. La presentazione dell’investimento e le sue ricadute sull’attività delle imprese locali sono state al centro della riunione del 4 luglio, alla Camera di Commercio di Savona, del “tavolo del lavoro” costituito nel 2011 allo scopo di cogliere tutte le opportunità offerte alle aziende locali dall’avvio dei programmi di ristrutturazione e ambientalizzazione degli impianti energetici. Nella Sala Magnano di Palazzo Lamba Doria erano presenti il direttore generale di Tirreno Power, Giovanni Gosio, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Renzo Guccinelli, il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza, i sindaci di Vado Ligure e di Quiliano, Attilio Caviglia e Alberto Ferrando, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria, oltre al presidente della Camera di Commercio di Savona, Luciano Pasquale. L’operazione carbonile è stata presentata dai tecnici di Tirreno Power. I numeri più significativi riguardano le dimensioni della struttura (circa 4 campi da calcio), che sarà a pianta rettangolare, lunga 216 metri per 175 metri di lunghezza, e alta, al culmine della volta, 50 metri. Il grande capannone a campata unica, collocato sulla stessa area dell’attuale deposito a cielo aperto, avrà una capacità di 212 mila tonnellate di carbone (60 mila tonn. Meno del parco scoperto). Le attività progettuali, che hanno richiesto costi per 600 mila euro, sono state in gran parte affidate a tecnici locali. Attualmente sono in corso le procedure di gara per individuare i tre main contractors (per le opere civili, la copertura e le macchine operatrici) e i lavori dovrebbero iniziare nel gennaio del 2014. Tirreno Power sta contattando le imprese locali interessate ad agire come subfornitrici. L’elenco di queste ditte, con le integrazioni che giungeranno da un confronto con la Camera di Commercio di Savona, sarà trasmesso ai main contractors, che interpelleranno le ditte e, sulla base della congruità della qualifica e dell’offerta economica presentata, passeranno gli ordini. “E’ chiaro che sulla base degli accordi sottoscritti – ha sottolineato il presidente camerale Luciano Pasquale – a parità di qualifica e di condizioni economiche gli ordini saranno aggiudicati alle imprese del territorio. L’intesa con Tirreno Power, inoltre, tutela le ditte della subfornitura anche dal punto di vista dei tempi di pagamento delle fatture”. Su questi due punti l’assicurazione del direttore generale di Tirreno Power è stata puntuale: “Non si tratta di raccomandare alcune ditte, ma di una precisa clausola contrattuale che dovrà essere rispettata dalle imprese che avranno in appalto l’opera” ha confermato l’ingegner Gosio. Il numero uno di Tirreno Power, tuttavia, non ha nascosto la sua preoccupazione sia per la situazione generale (“con la crisi gli impianti lavorano al 25% della loro potenzialità”) sia per la possibile evoluzione del Progetto Vado, che è incentrato sulla realizzazione di un nuovo gruppo a carbone e sulla profonda ristrutturazione delle due sezioni esistenti. “Sono preoccupato su tutto, anche sul progetto che abbiamo presentato oggi ma che andrà in cantiere all’inizio dell’anno nuovo – ha aggiunto -: gli scenari possono cambiare. Al territorio chiediamo un sostegno forte e coeso, perché temo che da soli non ce la faremo a difendere quello per cui abbiamo combattuto negli ultimi sei anni. Serve più fiducia verso questa azienda e non basta più dire che il progetto si deve fare perché significa dare respiro all’economia: c’è invece bisogno che cambi il clima intorno a questa azienda. L’interesse di Tirreno Power verso il progetto resta alto, la sua validità dal punto di vista ambientale è altrettanto alta. Ma non possiamo continuare ad essere ostaggio dei ricorsi alla magistratura”.  
   
   
BASILICATA: IPOTESI TRATTATIVE INTESE REGIONI ENI-SHELL TOTALMENTE INFONDATE DE FILIPPO: “IL PETROLIO, GLI INTERESSI CHE CELA E LE INTERCONNESSIONI CON LE DINAMICHE POLITICHE POSSONO DIVENTARE FENOMENO INQUINANTE ANCHE PER L’INFORMAZIONE”  
 
Potenza, 8 luglio 2013 - In merito all’articolo pubblicato il 4 luglio dal Quotidiano della Basilicata circa trattative per un ipotetico aumento delle estrazioni petrolifere che la presidenza della Regione starebbe conducendo in modo autonomo, si rileva la totale e assoluta infondatezza di tutto quanto sostenuto nel citato pezzo. La Regione, facendo ben altra cosa rispetto a quanto riportato nel citato pezzo, si è solamente tenuta informata degli accordi in discussione tra alcuni comuni e i titolari della concessione Val d’Agri i cui contorni sono ben noti e diffusi ampiamente proprio dalla stampa. Le ipotesi di un aumento della capacità estrattiva autorizzata, invece, restano tutte legate alle sorti del Memorandum, in attesa che da Roma si dia seguito alle previsioni dell’Articolo 16 della legge di conversione del decreto “Sviluppa Italia” e, comunque, affidate alla centralità del ruolo del Consiglio Regionale al quale l’esecutivo sottoporrebbe preventivamente ogni ipotesi di accordo in tal senso ritenendo tale passaggio imprescindibile sotto il profilo formale ma ancor più sotto quello democratico e politico. Del tutto destituita da ogni fondamento è anche l’ipotesi che la trattativa possa in qualche modo riguardare il posizionamento di alcuno agli interno degli organigrammi Eni e, anzi, sarebbe sicuramente ritenuto censurabile da parte del presidente della Regione l’eventuale passaggio nei ruoli della Compagnia di chi avesse avuto in precedenza funzioni di controllo della stessa. Questo anche nel rispetto delle professionalità che hanno portato il presidente De Filippo a inizio consiliatura ad accettare la proposta avanzatagli di coinvolgere il dottor Viggiano ai massimi livelli dell’amministrazione Regionale e del rapporto di stima puramente professionale, oltre che personale, che nel tempo si è consolidato. L’assoluta e totale infondatezza delle notizie contenute nell’articolo è motivo per invitare gli operatori dell’informazione alla prudenza e ad una più puntuale di notizie che potrebbero essere diffuse ad arte da qualcuno interessato ad agitare ulteriormente una delicata fase della vita politica regionale. “Il petrolio, gli interessi che cela e le interconnessioni con le dinamiche politiche – ha commentato il presidente Vito De Filippo – possono diventare fenomeno inquinante anche per l’informazione”.  
   
   
ECOBONUS DEL 65% ANCHE PER LE POMPE DI CALORE CON L’EMENDAMENTO PRESENTATO DAL GOVERNO AL DECRETO EFFICIENZA ENERGETICA SI DÀ NUOVO SLANCIO AL MERCATO  
 
Milano, 8 luglio 2013 - E´ in arrivo l´estensione dell´ecobonus al 65% anche per le pompe di calore, escluse espressamente nel testo iniziale del Decreto 63/2013. “Con un emendamento presentato dal Governo al decreto efficienza energetica e utilizzando dei fondi presso il ministero dello Sviluppo Economico è stato possibile trovare risorse che consentiranno di sostenere un comparto importante, contribuendo in questo modo a dare un sostegno deciso al made in Italy – ha dichiarato la senatrice Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo economico – Si tratta di un impegno notevole del governo in questa difficile congiuntura economica nell´investire per il rilancio e lo sviluppo. Questa misura contribuirà senza dubbio a finanziare tutta la filiera collegata alla produzione e installazione delle pompe di calore, producendo effetti positivi su tutto l’indotto”. Il Co.aer plaude alla decisione di tornare ad estendere la detrazione del 65% (ex 55%) per i lavori di riqualificazione energetica anche alle pompe di calore, riconoscendo così il grande contributo che questa tecnologia può dare in termini di riduzione dei consumi energetici e di incremento nell’utilizzo di rinnovabili. “Il potenziale delle pompe di calore – dichiara Bruno Bellò, Presidente Co.aer – è riconosciuto da tempo, era quindi incomprensibile la loro esclusione da questo strumento straordinario che intende ridare slancio al mercato. Questo importante risultato è stato ottenuto anche grazie all’impegno del Co.aer, che in questi ultimi mesi ha attivamente partecipato a una serie di incontri con le Istituzioni per evidenziare l’importanza delle aziende che operano nel settore della climatizzazione, un settore con una forte tipicità italiana, e di tutta la filiera”.  
   
   
ENERGIA, LUNEDÌ 8 LUGLIO SI RIAPRONO I TERMINI DEL FONDO ROTATIVO DI FINANZA AGEVOLATA PER LA GREEN ECONOMY. DURANTE LA PRIMA CALL, SOSTENUTI 59 PROGETTI, PER UN VALORE DI INVESTIMENTI CHE SFIORA I 14 MILIONI DI EURO.  
 
Bologna, 8 luglio 2013 - Ben 59 progetti presentati dalle imprese, che attiveranno investimenti per quasi 14 milioni di euro e consentiranno di risparmiare oltre 6.600 tonnellate equivalenti di petrolio, evitando l’emissione in atmosfera di circa 21.200 tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Questi alcuni numeri del Fondo rotativo di finanza agevolata per la green economy, i cui termini saranno riaperti lunedì 8 luglio. Finanziati con 5,5 milioni di euro di risorse pubbliche provenienti dal Programma Fesr – più ulteriori 8,2 milioni erogati dagli istituti di credito – i progetti presentati, dall’importo medio pari a 233mila euro, hanno riguardato in particolare le misure per il miglioramento dell’efficienza energetica delle imprese, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la creazione di beni e servizi destinati a tali finalità. Un solo progetto ha riguardato la creazione di reti condivise per la produzione e/o l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, mentre per la tipologia relativa allo sviluppo di reti intelligenti non è pervenuto alcun progetto. Preponderanti, in assoluto, gli investimenti per la realizzazione di impianti fotovoltaici – pari a circa il 25% del totale – e per l’efficientamento energetico dell’impresa (circa un progetto su cinque). I territori che hanno espresso il maggior numero di progetti sono, nell’ordine, la provincia di Bologna (17), la provincia di Ravenna (12) e la provincia di Reggio Emilia (10). «La quantità e la qualità dei progetti presentati – osserva l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli – sottolinea la voglia delle imprese di investire, mettendosi in gioco anche in questa difficilissima fase economica. Da anni la Regione Emilia-romagna ha individuato nella green economy la chiave di volta per una crescita intelligente, sostenibile, inclusiva. In questo senso, il ‘fondo energia’ rappresenta un importante banco di prova sia per la capacità delle politiche pubbliche di dare risposte, con strumenti finanziari innovativi, al problema del credito per le imprese, sia per le imprese stesse, che stanno dimostrando la propria capacità di guardare oltre la crisi e di investire sul futuro». Un risultato importante anche per il soggetto gestore del fondo, la Ati formata dai maggiori consorzi fidi regionali, Unifidi e Fidindustria: «Il successo ottenuto dalla prima fase di apertura dei termini – sottolinea Nicola Gobbi, responsabile area Mercato di Unifidi Emilia-romagna – è il risultato dell’impegno corale da parte dei Consorzi e della Regione Emilia-romagna, per vincere una comune scommessa: investire sul futuro delle pmi emiliano-romagnole offrendo risposte, innovative ed efficaci, al problema della stretta creditizia». Finanziato dal Programma Fesr con 9,5 milioni di euro a valere sull’Asse 3 (“Qualificazione energetico-ambientale e sviluppo sostenibile), il fondo dispone di un plafond iniziale di risorse pari a 24 milioni di euro e concede finanziamenti agevolati con provvista mista, della durata massima di 4 anni, nella misura minima di 75mila euro e nella misura massima di 300mila euro per progetto. Il 40% del totale del finanziamento è a valere su risorse Por Fesr, il restante 60% su risorse di provvista privata, messe a disposizione dagli istituti di credito. Il risultato, un tasso effettivo praticato alle imprese di poco superiore – ai valori attuali di Euribor – ai 3 punti percentuali.Mn Possono fare ricorso al “fondo energia” le piccole e medie imprese operanti – in base alla classificazione delle attività economiche Ateco 2007 – nei settori dell’industria, dell’artigianato e dei servizi alla persona aventi localizzazione produttiva in Emilia-romagna. Informazioni e modulistica per le domande di finanziamento sui siti www.Fondoenergia.eu e http://fesr.Regione.emilia-romagna.it .  
   
   
MERCATO IMMOBILIARE E IMPRESE ITALIANE, INDAGINE TECNOBORSA 2013  
 
Roma, 8 luglio 2013 - Sono 383.883 le imprese nate nel 2012 (il valore più basso degli ultimi otto anni e 7.427 in meno rispetto al 2011), a fronte delle quali 364.972 - mille ogni giorno - sono quelle che hanno chiuso i battenti, 24mila unità in più rispetto all’anno precedente. Come conseguenza, il saldo tra nuove imprese e cessate si è attestato sul valore di 18.911 imprese, il secondo peggior risultato del periodo considerato - dopo due anni consecutivi di recupero - e vicino a quello del 2009, l’anno peggiore dall’inizio della crisi. In questa situazione, non sorprende che anche il mercato degli immobili nel nostro Paese stia registrando un andamento estremamente negativo; ciò è vero per gli immobili residenziali ma anche per quelli non residenziali, e la crisi riguarda sia le locazioni che le compravendite. In un contesto così incerto Tecnoborsa, attraverso il proprio Osservatorio di Economia Immobiliare, ha voluto approfondire la conoscenza del fenomeno, esplorando il rapporto tra imprese e mercato immobiliare: per il secondo anno consecutivo viene, dunque, realizzata un’Indagine sulle aziende italiane che operano nei settori del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato, il cui scopo è quello di costituire una base di dati e informazioni utili alla comprensione di come sta cambiando il mercato immobiliare a supporto dell’attività dell’impresa. In questo senso si sono approfonditi: a. I cambiamenti in atto nel mercato immobiliare business: immobili per uffici, vendita al pubblico, produzione (sono esclusi gli impianti industriali); b. Le tendenze e le aspettative per il prossimo futuro. L’indagine consente di comprendere meglio il mercato immobiliare non residenziale fornendo alcune chiavi interpretative per la lettura dei fenomeni. Inoltre, nella presente Indagine per la prima volta si è voluta anche analizzare l’attenzione che le aziende dedicano al risparmio energetico e all’impatto ambientale, per verificare se e come le imprese italiane sono pronte a contribuire alla sfida lanciata dall’Unione Europea di incrementare l’efficienza energetica senza diminuire, bensì migliorando, gli standard di produzione e di vita del Paese. Dall’indagine Tecnoborsa sulle imprese operanti nelle 12 aree metropolitane analizzate è emerso che il 16% di queste sono state fondate negli ultimi dodici anni, mentre la quasi totalità ha una sede unica, confermando che il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è fortemente caratterizzato dalla presenza di micro e medie imprese. Andando a esaminare le funzioni d’uso cui sono adibite le sedi aziendali si rileva che il 28,5% di esse sono utilizzate a ufficio, il 21,5% a vendita al pubblico, il 15,1% a produzione, l’11,8% sia a ufficio che a produzione, un ulteriore 17,9% a ufficio e vendita al pubblico, il 3,8% a vendita al pubblico e produzione; infine, l’1,5% delle sedi vengono utilizzate per tutte e tre le funzioni considerate; dunque, per il 65,1% delle imprese i locali sono utilizzati per un’unica funzione d’uso, mentre per il rimanente 34,9% la sede è plurifunzionale. L’utilizzo della sede di riferimento come ufficio prevale ovviamente per aziende operanti nel ramo dei servizi (87,2%), mentre l’attività di produzione è logicamente diffusa per le attività manifatturiere di tipo artigianale (92,5%) . Per quanto concerne il titolo di utilizzo dei locali, si rileva che ben il 54,7% delle aziende opera in sedi prese in affitto, fenomeno ormai consolidato nel tempo; il 16,8% è localizzato in strutture di proprietà e il 28,6% utilizza in leasing la sede analizzata. Rispetto all’Indagine precedente è in calo la quota di imprese che sono in affitto (-2,1 punti percentuali); viceversa, è in crescita la percentuale di quelle che lavorano in immobili di proprietà (+2,6 punti percentuali); infine, cresce l’impiego del leasing immobiliare. L’affitto prevale tra le imprese commerciali e turistiche e, più in generale, nei servizi (dove, peraltro, la variabilità dei fatturati sconsiglia spesso l’acquisizione), mentre il leasing e la proprietà crescono nei settori artigiani. Dall’analisi territoriale emerge che le aziende in affitto prevalgono a Parma, Pisa e Napoli; quelle in leasing a Roma, Bari, Brescia, Perugia e Ancona; quelle di proprietà a Pisa, Ascoli Piceno e Cagliari. Invece, dalla relazione tra funzione d’uso e titolo di utilizzo dell’immobile si evince, in particolare, come il leasing risulti superiore nel caso di utilizzazione dell’immobile come ufficio. Tra le imprese che hanno dichiarato di operare in un immobile di proprietà, è interessante notare come nel 41% dei casi l’acquisto sia avvenuto attraverso il ricorso a un mutuo, nel 14,3% con mezzi propri e nel 4,3% si è utilizzata la formula del leasing con riscatto, mentre nel 40,4% si riscontra che il locale era nelle disponibilità aziendali. Si può evidenziare, inoltre, come il settore di appartenenza influisca nella scelta del ricorso al mutuo; infatti, le aziende che hanno fatto ricorso a un mutuo prevalgono nettamente nel commercio e nei servizi, mentre le imprese artigiane operano in locali che erano nelle loro disponibilità. Il ricorso a un mutuo per finanziare l’acquisto dell’immobile risulta particolarmente significativo nelle aree metropolitane di Milano, Brescia, Parma, Perugia, Pisa e Cagliari. Più in generale, il finanziamento prevale ampiamente nelle regioni settentrionali del Paese, certamente per una migliore performance economica ma anche per le note difficoltà di accesso al credito che si riscontrano nelle regioni del Sud. Circa il 16,9% delle imprese dichiara di aver cambiato la sede negli ultimi 10 anni: il 10% lo ha fatto tra il 2002 e il 2007; il 5,2% tra il 2008 e il 2010 e l’1,8% nel biennio tra il 2011 e il 2012. Da un focus sugli ultimi due bienni, 2009-2010 e 2011-2012, si registra comunque un decremento di quasi il 50% tra chi ha dichiarato di aver cambiato la sede e, infatti, si passa dal 3,4% all’1,7%. Andando a vedere l’aggregato delle aziende che negli ultimi dieci anni hanno cambiato almeno una volta la propria sede, il fenomeno ha riguardato il 21,8% di chi oggi è in affitto, il 12,9% di chi è ricorso a un leasing e solo l’8,1% di chi è in locali di proprietà. Rispetto all’uso cui sono adibiti attualmente i locali, la mobilità è stata piuttosto elevata per gli uffici (il 21,8% ha cambiato sede almeno una volta nell’ultimo decennio), e per le unità immobiliari destinate alla produzione (19,6%); viceversa, è bassa per quelli destinati alla vendita, fenomeno questo strettamente correlato al fatto che un cambiamento di sede può comportare una perdita o comunque un disorientamento della clientela, particolarmente difficile da recuperare nel commercio. Con riferimento alle aree metropolitane osservate, quelle nelle quali il fenomeno è stato rilevato più frequentemente sono state Milano, Parma, Perugia, Vicenza e Pisa. Le ragioni che hanno spinto negli ultimi dieci anni le aziende a cambiare sede sono sostanzialmente tre: l’esigenza di locali più ampi, ragion per cui il 46% delle aziende ha cambiato sede; il 24,1% lo ha fatto per andare in locali più piccoli; il 23,9% per l’esigenza di ridurre i costi; infine, con un notevolissimo divario, seguono tutte le altre motivazioni. Le prime due motivazioni indicate sono le stesse riscontrate nella precedente Indagine anche se, per quanto riguarda la necessità di spazi più grandi, si riscontra un calo di 8 punti percentuali. Nell’ultimo decennio l’esigenza di locali più ampi è stata una delle ragioni determinanti del cambiamento di sede delle aziende di Brescia, Parma, Perugia, Ancona, Pisa e Ascoli Piceno. Inoltre, è risultata particolarmente sentita dalle aziende di piccole dimensioni (1-49 addetti), dalle aziende artigiane, nonché dalle aziende del commercio. Viceversa, la necessità di andare in locali più piccoli è stata una delle motivazioni principali per le imprese che operano sul territorio di Roma e Milano, non a caso le città in cui i costi legati agli immobili sono tra i più alti in Italia. A coloro che non hanno mai cambiato sede negli ultimi dieci anni è stato chiesto se hanno mai preso in considerazione l’idea: il 4,6% ha risposto positivamente ma afferma altresì di aver scartato l’idea in un secondo momento; ben il 92,8% ha detto di non aver mai considerato questa possibilità e solo il 2,6% ha preso in considerazione tale eventualità. Rispetto all’Indagine 2012, dunque, non si sono rilevate variazioni significative, confermandosi il dato di una mobilità estremamente intenzionale e consapevole da parte delle aziende. Alla base dell’abbandono del progetto di trasferimento ci sono prevalentemente le difficoltà organizzative e i costi che il cambiamento comporta. Va sottolineato che la quota di imprese che ha dovuto abbandonare il progetto di un trasferimento a causa delle difficoltà di trovare le risorse finanziarie necessarie è aumentata di ben 18,7 punti percentuali rispetto a quanto rilevato nel 2012 e sicuramente ciò è dovuto tanto alla crisi economica generale quanto all’ulteriore stretta nella concessione dei mutui e dei finanziamenti attuata dagli istituti di credito. Tra le aziende che hanno scartato l’idea di cambiare location prevalgono quelle che operano nei settori dei servizi e dell’artigianato, situate, in particolare, nei Comuni di Roma, Brescia e Vicenza. La quasi totalità delle imprese che non hanno mai valutato un trasferimento di sede afferma che l’attuale location è sostanzialmente adatta alle proprie esigenze (94,7%), mentre il 4,6% sta valutando l’idea di cessare l’attività e il restante 0,7% ritiene di chiudere la sede oggetto di analisi della presente Indagine. Va sottolineato il fatto decisamente rilevante che, rispetto al 2012, sono quasi raddoppiate le aziende che stanno valutando di chiudere l’attività. Tra queste prevalgono le imprese del settore del commercio localizzate a Milano, Bari, Parma, Ascoli Piceno e Cagliari. Infine, tra le (peraltro pochissime) aziende che hanno affermato di stare considerando l’idea di cambiare la propria sede, il 7,6% ha dichiarato che certamente cambierà sede nei prossimi 12 mesi, il 90,5% probabilmente cambierà sede nei prossimi 12 mesi, mentre il restante 1,9% ha deciso di cambiare sede, ma più avanti nel tempo. Pensano di cambiar sede nel prossimo futuro prevalentemente le aziende del commercio e del turismo che operano a Napoli, Brescia, Vicenza e Cagliari. Le ragioni principali che spingono le imprese al trasferimento della propria sede entro i prossimi 12 mesi e oltre sono risultate: l’esigenza di locali più ampi (44,4%); l’esigenza di ridurre i costi (30,4%) e la necessità di andare in zone con maggiore accessibilità (23,4%). Sempre considerando le sole aziende che hanno manifestato l’intenzione di voler cambiar sede, si riscontra che il 59,2% andrà in affitto, il 24,6% prevede l’acquisto, il 14,7% si sposterà in un immobile che è già nelle disponibilità della società e il restante 1,4% in uno che si sta acquistando. Infine, l’86,2% del campione delle aziende ha dichiarato di essere molto o abbastanza soddisfatto della sede utilizzata attualmente, il 9,1% ha affermato di essere mediamente soddisfatto e il 4,7% di essere poco o per nulla soddisfatto. L’attenzione dell’impresa italiana ai temi energetici - esplorati per le prima volta in questa nuova Indagine - si conferma molto contenuta, nonostante il costo crescente della bolletta: circa l’80% delle imprese intervistate ha, infatti, dichiarato che nella scelta del locale ha influito poco o per niente il costo della gestione energetica dell’immobile. In particolare, è stata data pochissima importanza alle spese energetiche nella valutazione delle dotazioni delle location nelle città di Brescia e Cagliari; viceversa, ha pesato abbastanza/molto a Milano, Ancona e Ascoli Piceno. Non si riscontrano valori molto differenti a quelli medi studiando il fenomeno rispetto alla dimensione dell’impresa e al settore di attività - il che appare per certi versi paradossale, in quanto l’incidenza della bolletta energetica è molto diversa proprio a seconda della tipologia di attività. Anche per quanto concerne i costi per la riduzione dell’impatto ambientale nel rispetto delle norme del costruire verde, più dell’80% delle aziende ha affermato che ha influito per niente/poco nella scelta dell’immobile. Rispetto alle variabili descrittive (area, settore, dimensione), la situazione riscontrata è analoga a quella emersa riguardo l’attenzione al costo energetico. Nel 68,9% degli immobili non sono stati fatti interventi per migliorare le prestazioni energetiche della sede in cui risiede l’azienda; tuttavia, il 4,1% di queste stesse manifesta l’intenzione di farli entro il prossimo biennio. Ben l’80,3% delle imprese non ha eseguito interventi per ridurre l’impatto sull’ambiente della sede in cui si trova l’azienda oggetto di campionamento. Le aree in cui è stata mostrata una maggiore sensibilità verso l’ambiente sono state Roma, Bari e Vicenza, mentre il settore più attivo è stato quello del turismo. Da questi risultati emerge, quindi, che circa il 20% delle imprese che operano sul territorio italiano (una quota invero abbastanza contenuta), mostra una certa attenzione sia al risparmio economico che alla riduzione dell’impatto sull’ambiente della propria attività. Si può inoltre notare come, nel 35,9% dei casi, il fattore mobilità/condizione dei trasporti ha influito nella scelta dell’immobile e le percentuali più alte sono state rilevate nelle aziende situate a Napoli, Vicenza e Cagliari.  
   
   
MERCATO IMMOBILIARE E IMPRESE DEL LAZIO 2013  
 
Roma, 8 Luglio 2013 - Tecnoborsa, attraverso il proprio Osservatorio di Economia Immobiliare, ha sviluppato l’attività di monitoraggio e analisi sul rapporto tra il mercato immobiliare e le imprese italiane che operano nei settori del commercio, dei servizi, del turismo e dell’artigianato e ha realizzato un approfondimento sulle cinque Province del Lazio con un focus specifico per il Comune di Roma. L’obiettivo generale dell’attività di ricerca è quello di rilevare un set di informazioni in grado di analizzare il settore in funzione del contesto territoriale. Infatti, l’andamento congiunturale del segmento degli immobili ad uso non residenziale – così come quello residenziale – presenta un forte rallentamento e non trapelano segnali di ripresa. La presente Indagine – come avvenuto per quella nazionale – mira a monitorare tanto il decennio trascorso quanto le intenzioni future in termini di funzione d’uso, titolo di godimento, incidenza dei costi, grado di soddisfazione e finanziamento per l’acquisto; inoltre, vengono esaminati il cambiamento di sede già effettuato oppure previsto e, infine, approfonditi temi rilevanti quali il risparmio energetico e l’attenzione all’impatto ambientale. Dall’indagine Tecnoborsa sulle imprese operanti nel Lazio è emerso che l’87,3% delle aziende opera in una sola sede e circa il 70% è stato fondato prima del 2000, mentre dall’Indagine sulle 12 aree metropolitane italiane queste aziende risultano l’84%, quindi il tessuto imprenditoriale del Lazio appare relativamente più giovane. Il 29,6% delle aziende utilizza la sede oggetto di analisi solo come ufficio; il 20,7% esclusivamente per la vendita al pubblico (si tratta essenzialmente di attività commerciali), e il 22,5% solo per la produzione (es. Capannoni, magazzini, ecc.); il 5,5%, inoltre, adibisce la sede sia a ufficio che ad attività di produzione; un ulteriore 12,4% sia a ufficio che a vendita al pubblico; il 5,7% a vendita al pubblico e produzione, mentre il 3,7% delle imprese utilizza i locali per tutte e tre le funzioni considerate; quindi, per il 72,8% delle aziende intervistate la sede ha una sola funzione d’uso. L’utilizzo della sede di riferimento come ufficio prevale, ovviamente, nei servizi (49%) e nel turismo (37,1%); quella come vendita al pubblico nel commercio (37,5%) e nel turismo (38,6%). L’attività di produzione è invece maggiormente diffusa per le attività manifatturiere di tipo artigianale (24%). L’analisi territoriale mostra che i locali adibiti a ufficio prevalgono nel Comune di Roma e nella Provincia di Frosinone; quelli alla vendita al pubblico nel Comune di Roma e nella Provincia di Viterbo; infine, quelli per la produzione nella Provincia di Frosinone e di Latina. Gli immobili nei quali operano le aziende, con riferimento alle sedi considerate, sono per lo più in affitto (52,4% delle imprese), sono in leasing per il 14,2% mentre, per il 33,4%, risultano nella proprietà o comunque nella disponibilità delle stesse. Da un’analisi a livello geografico si rileva che è sopra la media regionale l’utilizzo di strutture in affitto nelle Province di Roma, Rieti e Viterbo; quelle in leasing nel Comune di Roma; quelle di proprietà nelle Province di Frosinone e Latina. Andando ad analizzare la situazione immobiliare delle sole imprese che sono localizzate in una sede di proprietà, nel 56,5% si riscontra che l’immobile era nelle disponibilità aziendali; rientrano nell’ambito di tale risposta anche le situazioni in cui l’immobile è di proprietà del titolare dell’impresa o di uno dei soci, ma non propriamente dell’impresa stessa; nel 15,1% dei casi, inoltre, l’impresa ha provveduto all’acquisto con i propri mezzi o, ad esempio, con i mezzi di una capogruppo, di un consorzio del quale fa parte, ecc.; il 22,4% delle aziende, invece, ha fatto ricorso a un mutuo per acquistare l’immobile nel quale trova localizzazione la sede attuale; infine, solo il 6,1% ha utilizzato la formula del leasing. Rispetto a quanto emerso a livello nazionale, nel Lazio appare inferiore la quota di coloro che sono ricorsi a un mutuo, mentre è più elevata la percentuale di chi opera in locali nelle disponibilità dell’azienda. A livello territoriale l’acquisto dell’immobile attraverso un mutuo è risultato particolarmente alto nel Comune di Roma, mentre le imprese della Provincia di Roma operano prevalentemente in immobili nelle loro disponibilità. Hanno dichiarato di aver cambiato sede almeno una volta negli ultimi dieci anni il 15,2% delle imprese che operano nel Lazio, un valore leggermente inferiore a quello riscontrato nell’Indagine sul territorio nazionale (16,9%) e le aree in cui c’è stata maggiore mobilità sono state le Province di Roma e di Frosinone. Da un confronto tra gli ultimi due bienni, 2009-2010 e 2011-2012 e, dunque, a partire dai primi anni di crisi economica, si riscontra un decremento del 10% circa di cambiamenti di sede, mentre dall’analisi nazionale il calo poteva essere stimato attorno al 50%. Da un focus sulle aziende del Lazio che nell’ultimo decennio si sono trasferite risulta che il fenomeno ha riguardato il 46,7% di quelle che utilizzano la sede attuale come ufficio, il 20% di quelle che la utilizzano per la vendita al pubblico e il 20% di chi la utilizza per la produzione. Rispetto al titolo di utilizzo, il 60% delle imprese che hanno cambiato sede risultano in affitto, l’8,9% in leasing e il 31,1% in proprietà; rispetto al dato nazionale tra quelle che si sono trasferite nell’ultimo decennio sale la quota di chi va in affitto, mentre scende quella di chi opera in sedi in leasing o di proprietà. Tra le imprese che stanno ancora valutando l’ipotesi di un eventuale trasferimento l’1,4% si dichiara ragionevolmente certo di cambiare location nei prossimi 12 mesi, il 4,3% ritiene di farlo nei prossimi 12 mesi ma non ne è sicuro, mentre ben il 94,3% pensa di farlo in un futuro più lontano. Così come rilevato a livello nazionale, le ragioni prevalenti che spingono le aziende a cercare una nuova postazione sono la necessità di spazi maggiori (49,2%), la necessità di ridurre i costi (26,2%) e il bisogno di andare in zone in cui l’accessibilità è maggiore (13,8%); anche a livello locale il quadro emerso non presenta differenze significative. Considerando ancora le sole imprese che pensano di trasferirsi, si è rilevato che il 73,8% ritiene che la nuova sede sarà in affitto, il 20% andrà in un immobile che verrà acquistato, il 4,6% in uno che è già nelle disponibilità della società e l’1,5% in uno che si sta acquistando. Rispetto a quanto rilevato a livello nazionale, nel Lazio appare più alta la quota di imprese che prevedono di andare in affitto, mentre è inferiore la quota di quelle che si trasferiranno in una location che è già nelle disponibilità aziendali. Come riscontrato nell’Indagine nazionale, per circa l’80% delle imprese del Lazio il costo della gestione energetica ha influito poco o per niente nella scelta dell’immobile. A livello locale sale leggermente la quota di chi ha dato molto o abbastanza peso a questo fattore nelle Province di Viterbo e Frosinone, mentre da un’analisi settoriale è risultata decisamente sopra la media la percentuale delle imprese che hanno dato una scarsa importanza a tale fattore nella valutazione delle dotazioni delle location. Ancora meno attenzione è stata dedicata ai costi per la riduzione dell’impatto ambientale, infatti circa l’85% delle imprese che operano nel Lazio hanno affermato di aver considerato poco o per niente questo fattore nella scelta della sede attuale. Tale percentuale sale tra le imprese dei servizi e quelle che operano nella Provincia di Roma; viceversa hanno manifestato una maggiore sensibilità a questo fattore quelle localizzate nelle Province di Frosinone e Viterbo. Analogamente a quanto riscontato nell’Indagine nazionale, solo un terzo delle imprese ha effettuato interventi che mirano a migliorare le prestazioni energetiche della sede in cui opera. A livello locale la situazione è piuttosto eterogenea, infatti emerge che nella Provincia di Latina la quota delle aziende che hanno investito sul risparmio energetico sono state il 44,7% e in quella di Rieti il 56,1%. Per quanto riguarda i settori di appartenenza è emerso che le imprese più sensibili al risparmio energetico sono state quelle che operano nel commercio (42,5%) e nel turismo (40,9%). Solo il 15% delle imprese ha dichiarato di aver effettuato interventi che mirano a ridurre l’impatto sull’ambiente della sede in cui si trovano attualmente e il valore rilevato nella Regione Lazio è più basso di quello riscontrato sul territorio nazionale di ben 5 punti percentuali. I settori che si sono dimostrati più attenti al fenomeno sono quelli del commercio (21,2%) e del turismo (24,9%), mentre le aree in cui si è riscontrata una maggiore sensibilità sono state le Province di Rieti (46,4%), di Viterbo (22,5%) e di Latina (22,3%); viceversa, il primato negativo spetta al Comune di Roma (4,2%).  
   
   
ELEMENTI PREFABBRICATI PER EDIFICI PIÙ SICURI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2013 - Le strutture edilizie prefabbricate o preparate in precedenza offrono numerosi vantaggi, in termini di tempo e riduzione dei costi, se confrontate con le tecniche di costruzione più tradizionali. Tuttavia, la fragilità delle giunzioni e delle connessioni tra elementi prefabbricati assemblati è ampiamente considerata come un possibile problema di sicurezza, particolarmente in aree soggette a terremoti. Il progetto Safecast ("Prestazione di innovative connessioni meccaniche in strutture edilizie prefabbricate in condizioni sismiche"), finanziato dall´Ue, si è proposto di sviluppare nuove procedure e linee guida per progettare giunzioni e connessioni per strutture prefabbricate in grado di resistere alle forze sismiche. Le strutture edilizie prefabbricate sono prodotte con colate di calcestruzzo in uno stampo o forma che vengono poi asciugate in un ambiente controllato, trasportate al sito di costruzione e sollevate al loro posto. Il processo fa risparmiare tempo e costa meno rispetto alla convenzionale colata di calcestruzzo in loco. Guidato dall´italiana Assobeton, Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi, il progetto ha adottato un approccio unificato innovativo, esaminando tutti i requisiti di base delle prestazioni, compresi durata, limiti di deformabilità e dissipazione dell´energia. I partner affermano che il loro consorzio rappresenta una combinazione unica di paesi, che comprende Italia, Grecia, Germania, Portogallo, Slovenia, Spagna e Turchia. Per tutti i paesi partner, l´attività sismica è una considerazione fondamentale nel settore delle costruzioni, e in tutti questi paesi il calcestruzzo rappresenta il principale materiale usato in edilizia. Uno dei risultati chiave del progetto è stata la nuova pubblicazione "Design Guidelines for Connections of Precast Structures under Seismic Actions" (Linee guida per la progettazione antisismica di connessioni di strutture prefabbricate), un importante documento che include un´ampia gamma di tecniche meccaniche di congiunzione, che sono state tutte studiate accuratamente, sia sperimentalmente che numericamente. Le linee guida sono indirizzate a progettisti di edifici che usano strutture prefabbricate, in particolare in situazioni dove non esistono ancora norme specifiche o disposizioni obbligatorie. Mettendo assieme le nuove conoscenze acquisite durante il progetto con le informazioni all´avanguardia esistenti, Safecast ha fornito un´ampia gamma di linee guida che include una lista quasi completa di tipi di connessione. Un´eccezione degna di nota è quella dell´uso di elementi di rivestimento. Nel settore delle costruzioni, il rivestimento è la sovrapposizione di un materiale o elemento sopra un altro, per formare uno strato impermeabile. I partner del progetto hanno menzionato questa tecnica come possibile soggetto di ulteriori ricerche. Presi tutti assieme, i risultati del progetto promettono una migliore competitività per i prefabbricati europei in edilizia. All´interno del settore, le nuove linee guida rappresentano un mezzo per ottenere reali miglioramenti nella qualità dei nuovi edifici, con maggiore affidabilità e prestazioni di sicurezza in caso di terremoto. Per maggiori informazioni, visitare: Safecast http://www.Youtube.com/watch?v=lmvkpuo6_ke Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/90245_it.html Assobeton http://www.Assobeton.it/assobeton/gestsito_new.nsf Design Guidelines for Connections of Precast Structures under Seismic Actions http://elsa.Jrc.ec.europa.eu/publications/lbna25377enn.pdf  
   
   
ELBA, LO STATO DEI LAVORI POST ALLUVIONE. ROSSI: “IL CAMMINO DI RICOSTRUZIONE PROCEDE”  
 
Firenze, 8 luglio 2013 – Metà lavori completati o sul punto di esserlo, metà pronti a partire subito dopo l’estate per essere completati entro la primavera del 2014. E i rimborsi a privati in fase di liquidazione, quelli alle imprese a uno stadio avanzato dell’iter previsto. E’ questo in estrema sintesi, lo stato di attuazione degli interventi programmati all’isola d’Elba dopo l’alluvione del novembre 2011, secondo il monitoraggio presentato nel corso dell’ultima riunione tenuta dal presidente della Regione, dai tecnici e dai rappresentanti di Provincia di Livorno e dei comuni elbani interessati. “Il cammino di ricostruzione procede e entro la prossima primavera sarà pressoché completato – è il commento del presidente Rossi – Complessivamente stiamo impegnando in quest’opera di ricostruzione quasi otto milioni di euro e di questi ben 5 li ha messi la Regione evidenziando l’attenzione al problema e ai disagi che le ferite dell’alluvione hanno provocato”. I quattordici interventi previsti all’isola d’Elba sono mirati a ricostruire ciò che la furia della natura aveva distrutto o danneggiato, ma anche (è il caso della cassa di deposito che sarà realizzata sul fosso Alzi) a realizzare alcuni azioni per aumentare la capacità di difesa idrogeologica del territorio. L’ultimo, importante lavoro giunto alla conclusione prima della fase clou delle vacanze estive è stato l’escavo del porto di Marina di Campo e il ripristino della linea di riva per un importo di 570.000 euro (i lavori sono stati seguiti dalla Provincia di Livorno) . In questo momento sono in dirittura di arrivo altri due interventi nell’area di Marina di Campo: riguardano la manutenzione straordinaria della viabilità sul lungomare Mibelli via Montecristo e la manutenzione straordinaria di piazza Torino mentre altri piccoli, ma importanti interventi sulla viabilità di Marina di Campo (la manutenzione di via della Costa, via della Lecciola, via Ayali, viale Pietri, piazza da Verrazzano), la rimessa in efficienza del ponte su Bovalico e la sostituzione delle isole a scomparsa per la raccolta dei rifiuti che, dopo l’alluvione, si erano rese inutilizzabili avverranno dopo l’estate. Questi ultimi interventi vengono tutti seguiti dal Comune di Campo nell’Elba. E’ previsto nel corso dell’autunno anche l’avvio di altri tre importanti cantieri che vengono seguiti dalla Provincia di Livorno e che riguardano il ripascimento delle sabbie Alzi a Marina di Campo, la realizzazione di un muro di contenimento sul fosso Alzi in località Olmi e la realizzazione del muro di sponda con risagomatura dell’alveo del fosso Bovalico. Nello stesso periodo prenderanno il via i lavori per la realizzazione dei tre interventi che vengono seguiti dal Genio civile: innanzitutto la realizzazione della cassa di deposito fosso Alzi: è l’intervento anche economicamente più impegnativo (sono stati stanziati 1 milione 480.000 euro) ma di grande importanza in termini di prevenzione. Accanto a questo gli altri due interventi sono l’attraversamento del fosso Galea e del fosso Alzi. L’unico dei 14 cantieri che non si chiuderà entro la prossima primavera riguarda l’intervento di manutenzione straordinaria alla scuola media Giusti: la progettazione è in corso, i lavori saranno appaltati entro il mese di aprile del 2014 per concludersi prima della ripresa della scuola (settembre 2014). Per realizzare tutti questi interventi sono stati stanziati 4 milioni e 750.000 euro. Ma nel budget della ricostruzione all’isola d’Elba è necessario aggiungere i 3 milioni di euro per i rimborsi ai privati e alle imprese. In fase di completamento è la liquidazione dei contributi per i beni mobili (auto e moto danneggiati): in tutto ne hanno già usufruito 126 persone (complessivamente le domande che sono state accolte sono 179). E in dirittura d’arrivo è l’iter per i contributi alle imprese: sono state presentate 171 domande, 10 delle quali non sono state ammesse. Le restanti 161 potranno ora presentare le documentazione richiesta: Sviluppo Toscana aprirà un ufficio nel comune di Campo nell’Elba per facilitare questo passaggio e rendere più rapido così l’iter verso la liquidazione.  
   
   
FVG: RECUPERARE CENTRI URBANI E NO SPECULAZIONI  
 
Gorizia, 8 luglio 2013 - "La crisi in atto ci impone di superare la logica delle speculazioni: non abbiamo più territorio da svendere ma da valorizzare. La riqualificazione dei centri urbani ed il recupero di quanto esistente è una via obbligata per mantenere o riconquistare identità, valori sociali, sicurezza e sostenibilità dello sviluppo". Lo ha affermato l´assessore regionale alla Pianificazione territoriale, Mariagrazia Santoro, intervenuta il 4 luglio alla prima giornata del commercio della città di Gorizia. "In questa visione politica - ha proseguito Santoro - si inserisce il piano paesaggistico regionale a cui stiamo già lavorando per giungere in tempi brevi alla sua definizione. E´ uno strumento di cui la regione ha assoluta necessità per rendere certa l´applicazione della norma statale e per accelerare le procedure senza aggiungere vincoli ma, piuttosto, rendendo chiara la loro vestizione sul territorio". "Così facendo - ha evidenziato l´assessore - arriveremo ad una pianificazione territoriale ragionata anche alla luce della necessaria ottimizzazione delle sempre minori risorse disponibili". "Con questa prospettiva - ha aggiunto - diventa centrale riaccorpare i centri urbani, renderli nuovamente vivi e vivibili riportando commercio e attività produttive al loro interno. Bisogna procedere ad una pianificazione di area vasta, per giungere a fare ciò che serve e non ciò che crea vantaggio ad un singolo comune, ente o categoria". Santoro si è infine rivolta al presidente di Confcommercio Imprese per l´Italia, Carlo Sangalli, sottolineando che "il laboratorio di progettazione partecipata che parte da qui oggi deve essere indicato come esempio nazionale di nuovo governo delle relazioni tra spazi urbani e commercio, in maniera tale che possa inserirsi in un processo di rinascita economica del Paese".  
   
   
122 MILIONI PER CITTA´ PIU´ BELLE E VIVE. TRA I PIANI IL RESTYLING DI PORTA PORTESE A ROMA  
 
Roma, 8 luglio 2013 - 183 interventi di cui 73 opere pubbliche, con un finanziamento di oltre 122 milioni di euro per 16 Comuni. Sono i numeri del progetto ‘Plus - Piani Locali e Urbani di Sviluppo’ realizzato grazie ai fondi dall’Europa. Si tratta di interventi per la riqualificazione ambientale e dei centri storici, della mobilità sostenibile e dei servizi per l’infanzia che produrranno sviluppo e lavoro. I Comuni beneficiari sono: Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo, sette comuni in provincia di Roma (Albano, Fonte Nuova, Guidonia, Marino, Monterotondo, Pomezia, Velletri) e quattro in provincia di Latina (Aprilia, Cisterna, Formia, Fondi). Roma ha ricevuto un contributo di 8,8 milioni di euro per il restyling di Porta Portese, una zona dove sono presenti aree di degrado, nonostante si tratti di un’area importante anche per la presenza del mercato domenicale più noto della Capitale. Cosa prevede il progetto? Ci sarà la ristrutturazione della parte esterna del complesso sportivo comunale in largo Ascianghi (piscina, palestra, area pesi e zona scherma) e la vicina ex Casa della gioventù di Luigi Moretti, l’area ex Gil, il cinema Troisi, l’area che ospita i campetti di calcetto e di pallavolo, il centro anziani e il parco lineare delle Mura da Ponte Sublicio, fino a largo Toja. “Siamo soddisfatti – ha affermato il presidente Nicola Zingaretti – perché abbiamo ridotto i tempi delle procedure, sia per non correre il rischio di perdere le risorse europee, sia per garantire a cittadini e imprese la rapida realizzazione e conclusione delle opere”. L’opera di riqualificazione dell’area di Porta Portese prevede anche incentivi alle microimprese e alle start up, l’attivazione di tirocini formativi e corsi di formazione per l’inclusione sociale di soggetti svantaggiati. Il progetto della Regione si dovrebbe fondere anche con il recupero dell’ex Arsenale pontificio, e l’ex Palazzo degli esami, ristrutturato esternamente e messo in sicurezza a Trastevere. “In questo momento critico per il sistema produttivo e considerate le difficoltà per i Comuni di avviare opere pubbliche – ha detto Guido Fabiani, assessore allo Sviluppo Economico – il piano è una boccata d’ossigeno per le imprese e per gli enti locali.  
   
   
LEZIONE CONCLUSIVA “GEOFORMA”  
 
Salerno, 8 luglio 2013 - Sul tema “Il geometra del futuro. Formazione pratica in gestione e controllo del territorio in un’ottica di area vasta” si è svolta il 5 luglio la lezione conclusiva della prima edizione di Geoforma, il percorso formativo teorico-pratico per giovani geometri, organizzato dall’Ance Salerno e dal Collegio dei Geometri di Salerno. Ad introdurre i lavori sono stati Antonio Lombardi, presidente Ance Salerno e Francesco Amendola, presidente del Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri laureati. Presenti anche il direttore scientifico del progetto formativo, Pasquale Persico e il consigliere nazionale del Collegio dei Geometri Giuliano Villi. Sul tema Il ruolo degli Enti nella formazione dei giovani geometri sono inoltre intervenuti l’Onorevole Fulvio Bonavitacola, e l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Salerno Domenico De Maio. Il presidente Lombardi si è soffermato sulle difficoltà contingenti del mondo delle costruzioni, sottolineando che «le imprese, come i giovani professionisti, hanno oggi più che mai bisogno di certezze. Il presidente del Consiglio Letta, tornando da Bruxelles con la nuova disponibilità di risorse, ha detto che ora non ci sono più alibi per evitare le assunzioni. È il segno evidente che nella classe politica ancora non c’è la minima percezione di quanto sta avvenendo». Ha rimarcato le enormi difficoltà rese ancor più intollerabili «dai tesoretti su cui siamo seduti e non siamo capaci di utilizzare: 30 miliardi di fondi europei, più di 5 solo in Campania», quindi ha ribadito «che occorre puntare sui giovani che sono la vera risorsa di questo paese. Il decreto del fare dovrebbe chiudere questa strana denominazione con i puntini sospensivi, giacché di concreto abbiamo fin qui visto davvero poco, tranne la cancellazione del ponte sullo stretto di Messina». Il presidente Amendola ha annunciato che il Collegio nazionale dei Geometri ha avviato un’attività di monitoraggio sull’iniziativa Geoforma, per valutare la fattibilità di un percorso formativo analogo a livello nazionale. «Siamo stanchi – ha poi aggiunto – di sentir parlare di crisi. Vogliamo vederla in positivo: la crisi è anche apertura delle menti e delle idee. In tempi di crisi è possibile lavorare di più e meglio sul costruito. Stiamo vivendo un momento di transizione: Geoforma vuole essere uno strumento per aiutare i giovani professionisti a rapportarsi con i loro interlocutori istituzionali e con il mondo del lavoro». L’onorevole Bonavitacola ha evidenziato la strategicità dell’edilizia in questo particolare momento di difficoltà economica: «Occorre puntare all’aumento del bagaglio delle nostre conoscenze – ha detto – e fare scelte strategiche. La crisi non si combatte con gli F35 e il ponte sullo stretto. Si combatte sostenendo le costruzioni attraverso investimenti che guardino alla manutenzione straordinaria ed alla messa in sicurezza degli immobili esistenti. Per questo mi farò promotore di specifici emendamenti al cosiddetto “Decreto del fare”». Il professore Persico, sempre in tema di crisi, ha auspicato «una esperienza di governance del territorio più grande che insegni a giovani e meno giovani a vedere ciò che fino a ieri non vedevamo per vivere la crisi in termini di opportunità ed avere una diversa visione prospettica del territorio e delle sue potenzialità». L’architetto Iole Giarletta del Comitato scientifico Geoforma ha illustrato il progetto formativo Geoforma soffermandosi sull’obiettivo fondante di creare una professionalità diffusa sui temi dell’area vasta, tale per cui tecnici ed esperti con diverse competenze abbiano un visione comune di sviluppo del territorio. Subito dopo il dibattito, i 24 giovani partecipanti a questa prima edizione hanno illustrato brevemente le attività di stage svolte presso enti ed uffici pubblici della provincia di Salerno. Unanime l’auspicio di un intervento politico volto alla semplificazione del quadro normativo, troppo spesso (e più che mai nel governo del territorio) caratterizzato da una pletora di leggi susseguitesi nel tempo, senza alcun efficace coordinamento, che finiscono per fomentare dubbi interpretativi e ritardare, se non frenare, gli ambiti di operatività.  
   
   
ABRUZZO: ATER: DI PAOLO, 29 MILIONI DI EURO PER ALLOGGI ´E´ PROGETTO EDILIZIA RESIDENZIALE. ACQUISTATA NUOVA SEDE  
 
L´aquila, 8 luglio 2013 - 29 milioni di euro per la ricostruzione di parte delle case E affidate all´Ater, acquistata una nuova sede e al via un progetto di Edilizia residenziale pubblica per la realizzazione di un edificio unico comprensivo dei 15 alloggi distrutti dal sisma. Sono alcune delle novità presentate oggi nel corso di una conferenza stampa dall´assessore ai Lavori Pubblici, Angelo Di Paolo e dall´Amministratore Unico Ater dell´Aquila, Francesca Aloisi, insieme al Direttore generale, Venanzio Gizzi. Il completamento della procedura di acquisto della nuova sede Ater è avvenuto in questi giorni in risposta ai solleciti dei sindacati e della Asl per lo stato di degrado in cui sono costretti a lavorare i dipendenti che da quattro anni e mezzo sono nei container. Dopo questo atto di acquisto, necessario per rendere possibile un adeguato funzionamento delle strutture dell´Azienda, è stata predisposta l´ultimazione della delibera riguardante la programmazione dei 29 milioni di euro per la ricostruzione di parte delle case ´E´ affidate all´Ater. "Questi fondi ? ha commentato Di Paolo - sono il frutto di una delibera Cipe del Dicembre 2012 ed accreditati presso la tesoreria dell´Azienda nella settimana precedente all´insediamento dell´Avv. Aloisi e saranno utilizzati immediatamente per la programmazione della ricostruzione di un centinaio di alloggi (circa 80 in Via Antica Arischia - complesso Il Moro -, circa 22 a Gignano)". "I fondi a disposizione - ha spiegato l´Amministratore - saranno utilizzati anche per la programmazione dei finanziamenti relativi ai condomini privati dove l´Azienda è minoranza. Stiamo parlando, sebbene di una proprietà di minoranza pubblica, di ben 131 alloggi di Edilizia residenziale pubblica che saranno finanziati con questo primo step. Proprio oggi, inoltre - ha aggiunto Francesca Aloisi - vengono depositati presso il Comune di L´aquila gli elaborati di area breve relativi agli edifici - da abbattere - siti in via Fonte Preturo (2 alloggi), in via Castiglione (5 alloggi) ed in via Xx Settembre ( palazzina Ater crollata comprendente 8 alloggi). Questi elaborati sono frutto di una fitta e proficua collaborazione tra Ater, Anas e Comune di L´aquila e daranno vita ad un progetto di Edilizia residenziale pubblica per la realizzazione di un edificio unico comprensivo dei 15 alloggi distrutti dal sisma".  
   
   
ANNUNCI IMMOBILIARI GRATUITI IN RETE ?  
 
Fontanafredda – Pordenone, 9 luglio 2013 - Secondo il sito case-appartamenti.Eu, i più importanti siti di annunci immobiliari non sono completamente gratuiti, in quanto, gestiti da multinazionali che pensano a fare il proprio business su un servizio che dovrebbe essere gratis e alla portata di tutti. Molti portali si definiscono "completamente gratuiti" in realtà i più grossi portali sono gestiti da multinazionali le quali fanno quindi pagare un servizio che dovrebbe essere gratuito. Secondo il sito http://www.case-appartamenti.eu/  la rete deve essere completamente gratuita soprattutto quando si parla di annunci immobiliari in quanto è giusto dare la possibilità a chiunque di trovare, affittare e comprare casa. La casa il bene che permette di poter creare il proprio nucleo familiare, prosegue il sito case-appartamenti.Eu, che ci permette di coltivare la nostra felicità, i sogni e la vita, ogni giorno, con i propri cari.  
   
   
TERREMOTO/EMILIA - RICOSTRUZIONE: LA REGIONE SCRIVE A GOVERNO E AGENZIA DELLE ENTRATE.  
 
Bologna, 8 luglio 2013 – La Regione - dopo approfondimenti normativi e un primo confronto tecnico con l’Ordine dei notai - scrive al Governo e all’Agenzia delle Entrate affinché per la demolizione e ricostruzione di immobili danneggiati dal sisma si eviti il pagamento ex-novo dell’imposta di registro unitamente al costo degli atti pubblici necessari alla ridefinizione delle quote di proprietà individuali. La richiesta è contenuta in una missiva dell’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli inviata, oggi, a al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi e al direttore dell’ Agenzia delle Entrate Attilio Befera. «Ora che la ricostruzione è avviata, occorre evitare che sorgano altri problemi. Per questo raccogliamo e facciamo nostre le preoccupazioni espresse dall’Ordine dei Notai, e da associazioni economiche in base alle quali la demolizione e ricostruzione comporterebbe per i singoli proprietari il pagamento ex-novo dell’imposta di Registro unitamente al costo degli atti pubblici necessari alla ridefinizione delle quote di proprietà individuali, come se si trattasse di nuova costruzione. Questo prefigurerebbe un ulteriore aggravio amministrativo e finanziario per le famiglie e le imprese che sono state maggiormente danneggiate dagli eventi sismici del 2012». Inoltre, la Regione chiede di attivare al più presto un confronto in sede nazionale mentre a livello regionale aprirà essa stessa un Tavolo di confronto con gli Ordini dei Notai delle quattro province interessate dal sisma e con l’Agenzia regionale delle Entrate».  
   
   
LOMBARDIA. CASA: 13 MLN PER SOSTEGNO AFFITTI CONTRIBUTI FINO A 1.500 EURO RISERVATI ALLE FASCE PIÙ DEBOLI  
 
Milano, 8 luglio 2013 - Ammontano a 13 milioni di euro i fondi che Regione Lombardia, su proposta dell´assessore alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità, Paola Bulbarelli, ha stanziato come contributo per il pagamento del canone di locazione. In particolare, 10 milioni andranno a coloro che si trovano in situazione di grave disagio acuto e gli altri 3 a coloro che si trovano in situazione di morosità incolpevole. ´Lo Stato - ha spiegato Bulbarelli - ha completamente azzerato i contributi destinati all´abbattimento dei canoni di locazione, noi invece riteniamo che, in particolare alcune fasce, vadano comunque aiutate e quindi abbiamo fatto ogni sforzo possibile per recuperare questi fondi´. 10 Milioni Per Il Grave Disagio Economico - A coloro che si trovano in questa condizione sarà dato un contributo massimo di 1.000 euro. I beneficiari devono avere un reddito Isee/fsa (dunque non imponibile) non superiore a 4.131 euro o 8.263 euro in caso di nucleo famigliare di due persone anziane con pensione minima. 3 Milioni Per La Morosita´ Incolpevole - Possono richiedere il contributo (massimo di 1.500 euro) coloro che si trovano in situazione di morosità incolpevole perché non hanno pagato almeno 3 mensilità del canone (per perdita del lavoro o aggravamento della situazione economica) e coloro che hanno reddito Isee/fsa pari o inferiore al canone di locazione annuo che, comunque, non deve essere superiore a 6.000 euro. Domande Dal 2 Settembre - Le domande possono essere presentate dal 2 settembre al 31 ottobre presso i Comuni e i Centri Autorizzati di Assistenza Fiscale (Caaf) convenzionati. I Comuni Rimpingueranno I Fondi Regionali - ´Per effetto delle minori risorse disponibili - ha concluso Bulbarelli - dobbiamo limitare l´accesso al sostegno alla sola fascia sociale più debole, come previsto e condiviso nel ´Patto per la Casa´. Ci è sembrato comunque importante mantenere questo sostegno che, non dimentichiamolo, sarà reso più sostanzioso dai contributi dei Comuni che concorreranno con una cifra pari al 40% di quella messa da Regione Lombardia´. Tutte le informazioni sul sito http://www.casa.regione.lombardia.it/  
   
   
NATUZZI, PROCEDURA DI MOBILITA’ SOSPESA GRAZIE ALL’IMPEGNO DI TUTTI L’AZIENDA DICE SI’ AL GOVERNO, DE VINCENTI: ATTEGGIAMENTO APPREZZABILE  
 
Roma, 8 luglio 2013- Lancette dell’orologio ferme, per la vertenza Natuzzi. L’azienda, infatti, ha accolto la richiesta del governo di “sospendere” la procedura di mobilità per 1726 addetti e di aprire un confronto sul piano industriale. Primo appuntamento, il 15 luglio, giorno in cui si riunirà un ristretto gruppo di lavoro per avviare il confronto sulle prospettive produttive ed occupazionali del Gruppo. E’ questo il risultato della riunione che- presieduta dal Sottosegretario Claudio De Vincenti- si è svolta il 5 luglio al Ministero dello Sviluppo Economico. Al confronto, lungo e- in alcuni passaggi- anche vivace, hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni territoriali (Regioni Puglia e Basilicata, Comuni interessati), i rappresentanti dell’azienda, di Confindustria Bari e di tutte le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali. “Il Governo- ha affermato De Vincenti tirando le fila della discussione- esprime apprezzamento per la decisione della Natuzzi di accogliere la nostra proposta. Che non è quella di chiedere la revoca della procedura di mobilità, ma è quella di una sospensione del provvedimento per permettere un confronto sereno e approfondito sul piano industriale che l’azienda è invitata a presentare. E al tempo stesso, il Governo apprezza l’atteggiamento dei lavoratori che, pur di garantire un futuro produttivo all’impianto e a quanti vi sono impiegati, si sono dichiarati disponibili al negoziato ”. “Un senso di responsabilità, da entrambe le parti- ha concluso il Sottosegretario- che, anche di fronte alle gravi difficoltà della situazione, ci fa essere fiduciosi sulla possibilità di imprimere una svolta ad una crisi produttiva che si trascina da anni. Perché l’obiettivo di tutti è tornare ad avere una Natuzzi in grado di competere sui mercati internazionali”.  
   
   
PAGAMENTI AI FORNITORI, TOSCANA: IN ARRIVO 488 MILIONI  
 
Firenze, 8 luglio 2013 – “E’ in dirittura di arrivo la prima tranche dell’anticipazione di cassa che a maggio abbiamo chiesto al Ministero, 231 milioni che saranno utilizzati dalle aziende e dagli Estav per la riduzione dell’esposizione debitoria nei confronti dei fornitori. Tale finanziamento si aggiunge, oltre alle normali rimesse mensili, anche ai 257 milioni che, in questi mesi, sono in corso di trasferimento alle aziende sanitarie quale erogazione straordinaria di cassa. Si ricorda inoltre che entro fine anno arriverà dal Ministero una seconda importante tranche finanziaria”. L’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni risponde a Stefano Mugnai, vicepresidente della Commissione sanità in Consiglio regionale, che riporta la relazione dei revisori dei conti sui mancati pagamenti da parte dei tre Estav (Enti per i servizi amministrativi di Area Vasta) e annuncia tre interrogazioni sulla questione. “Alla fine di maggio – ricorda Marroni – la Toscana ha chiesto al Mef di accedere all’anticipazione di cassa , ex D.l. 35-2013, per un importo di 230.753.000 euro. Faremo una variazione di bilancio, la legge di variazione è attualmente in commissione consiliare”. La legge di variazione dovrebbe essere approvata dal Consiglio entro fine luglio, e a fine agosto i soldi dovrebbero essere disponibili per le aziende. Entro il 30 novembre è prevista una seconda tranche d’importo, ancora da definire.  
   
   
LOMBARDIA, LAVORO: POSITIVO INCONTRO CON MARCEGAGLIA  
 
Milano, 8 luglio 2013 - L´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia Valentina Aprea ha giudicato ´molto positivo´ l´incontro avvenuto il 5 luglio con l´amministratore delegato del gruppo Marcegaglia, Emma Marcegaglia, circa la situazione industriale del gruppo. In Lombardia Piu´ Del 50 Per Cento Degli Occupati - Al 31 dicembre 2012, il Gruppo occupava complessivamente in Italia più di 5.000 dipendenti (su un totale di 6.855 a livello mondiale), con un incremento occupazionale rispetto al 2011. Inoltre, più del 50% degli occupati riguarda siti produttivi ubicati in Lombardia. Nonostante la congiuntura sfavorevole, le attività industriali del gruppo registrano una tenuta positiva, favorita soprattutto dall´incremento delle esportazioni, che hanno compensato la caduta di domanda del mercato nazionale. L´assessore: Riferiro´ Al Consiglio Regionale - ´Mi impegno in prima persona - ha commentato l´assessore Aprea - a documentare l´impegno del gruppo Marcegaglia anche al Consiglio regionale e alle Commissioni consiliari perché possano essere noti i risultati significativi del suo lavoro´. Marcegaglia:ridurremo Al Minimo Ammortizzatori Sociali - ´Il gruppo Marcegaglia ha investito molto negli ultimi anni - ha sottolineato Emma Marcegaglia - e vogliamo continuare a farlo. Sono state sviluppate nuove linee produttive che saranno mantenute attive e operative, cercando di ridurre al minimo il ricorso agli ammortizzatori sociali, come confermato dai dati. La Lombardia è e resterà al centro dell´attenzione e degli interessi del gruppo, dove è presente con 11 stabilimenti e 2.500 dipendenti. Dialogo Con Sindacati - Le uniche criticità riguarderanno le attività ´no core´ del gruppo, strettamente collegate al settore eldom e dell´edilizia. Comparti le cui imprese versano tutte in una situazione di grande difficoltà. ´La gestione del piano di razionalizzazione - ha precisato - è oggetto di dialogo con le organizzazioni sindacali territoriali e con le rappresentanze sindacali unitarie aziendali. Gli accordi specifici sono già stati raggiunti, nel pieno rispetto delle parti sociali e delle realtà locali interessate´. ´L´incontro di oggi - ha concluso Aprea - apre a una ulteriore collaborazione che speriamo possa portare significativi frutti per la Lombardia´.  
   
   
IMPRESA: DA ´SUPER G´ NUOVO BANDO PER START-UP A TREVISO. ZAIA: SOSTEGNO ALLE INIZIATIVE CHE OFFRONO OCCASIONI AI GIOVANI  
 
Venezia, 8 luglio 2013 - “Puntare con forza sui giovani è imperativo, non solo per dare fiducia alla loro creatività, ma anche per guardare oltre la crisi e costruire per il Veneto un futuro fatto di innovazione e sostenibilità”. Esprime pieno appoggio ed apprezzamento il presidente della Regione Luca Zaia per il nuovo bando destinato a giovani imprenditori e professionisti, presentato oggi da ´´Super G´´, organizzazione composta dai rappresentanti dei gruppi giovani delle principali associazioni di categoria di Treviso. Il concorso di progetti, giunto alla seconda edizione, prevede un premio da 10 mila euro al primo classificato e la possibilità di finanziamenti agevolati fino a 20 mila euro per le cinque migliori idee. L’iniziativa vede anche la collaborazione dell´incubatore ´´La fornace dell´innovazione´´, di Asolo (Treviso), e della Fondazione delle Banche di Credito Cooperativo e Casse rurali. “Anche questo è un aspetto dell’iniziativa che mi piace evidenziare – aggiunge Zaia – perché vede in campo, schierati dalla stessa parte, chi ha come mission quella di incentivare l’innovazione sul territorio e gli istituti bancari”. “Oggi più che mai – conclude Zaia – occorre offrire tutte le occasioni possibili ai giovani che hanno idee e il coraggio di realizzarle, diventando imprenditori di sé stessi. Mi sembra che quanto proposto da “Super G” vada concretamente in questa direzione e non possa che essere sostenuto”.  
   
   
COMMERCIO E RISTORAZIONE A CUNEO NEL I TRIMESTRE 2013  
 
Cuneo, 8 luglio 2013 - Le criticità che continuano a caratterizzare la fase congiunturale odierna si manifestano anche nell’andamento dei principali indicatori riferiti ai settori di attività del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione. Nel I trimestre 2013, infatti, il fatturato (valori correnti, I.v.a. Esclusa) delle imprese cuneesi del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione ha registrato un decremento dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. La flessione risulterebbe ancora più intensa se valutata al netto della componente inflativa: nel periodo gennaio-marzo 2013, infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) della provincia di Cuneo ha registrato un aumento dell’1,0% in confronto al corrispondente trimestre del 2012. È quanto emerge dall’indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al I trimestre 2013, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di aprile e maggio 2013 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2013, e ha coinvolto 1.108 imprese piemontesi dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione, per un volume d’affari complessivo pari a circa 3,6 miliardi di euro. A livello locale, la rilevazione ha riguardato 215 imprese della provincia di Cuneo, per un fatturato complessivo pari a 518 milioni di euro. “In un contesto economico che permane critico, emergono segnali di difficoltà anche all’interno dei settori del commercio e della ristorazione: nei primi tre mesi dell’anno, infatti, le imprese cuneesi appartenenti a tali comparti hanno registrato una flessione del proprio fatturato. Purtroppo anche le previsioni degli imprenditori cuneesi per il brevissimo periodo non sono incoraggianti e contribuiscono a delineare uno scenario caratterizzato ancora da una contrazione di tutti i principali indicatori. Restano, pertanto, indispensabili efficaci interventi di supporto per far sì che le imprese non si arrendano e non perdano il coraggio di andare avanti” ha dichiarato Ferruccio Dardanello, presidente della Camera di Commercio di Cuneo. Scendendo nel dettaglio delle categorie merceologiche oggetto di analisi, si presenta il seguente andamento del fatturato: gli esercizi commerciali appartenenti al dettaglio tradizionale - esercizi di vicinato - hanno realizzato un decremento del fatturato dell’1,1% rispetto al I trimestre 2012, quelli della grande distribuzione organizzata - medie e grandi strutture di vendita – hanno scontato una diminuzione tendenziale dello 0,8%. Il volume d’affari complessivamente generato dalle imprese della ristorazione è diminuito del 3,3% rispetto al periodo gennaio-marzo 2012. Per ciò che concerne gli esercizi di vicinato, si rileva la contrazione del fatturato scontata dai settori dell’abbigliamento (-5,6%), dell’alimentare (-2,8%) e della cultura e tempo libero (-1,8%); risultati migliori si registrano, invece, per gli esercizi di vicinato che operano nella vendita di prodotti legati alle sfere degli altri prodotti (+9,5%) e dei prodotti per la casa e Ict (+5,9%). I settori del commercio al dettaglio e della ristorazione della provincia di Cuneo manifestano una contrazione inferiore rispetto ai corrispondenti comparti piemontesi. A livello piemontese, infatti, il volume d’affari generato dalle imprese del commercio e della ristorazione è diminuito dell’1,9% rispetto al I trimestre 2012. Alla flessione del fatturato si accompagna il giudizio tutt’altro che positivo fornito dagli imprenditori intervistati in merito all’andamento degli ordini ai fornitori: il 65% delle imprese cuneesi ne ha dichiarato una contrazione nel trimestre in esame (rispetto allo stesso periodo del 2012), solo il 4% un incremento generando, così, un saldo di opinione negativo per ben 61 punti percentuale. Le previsioni degli imprenditori cuneesi per il periodo aprile-giugno 2013 registrano segnali negativi per tutte le principali voci, in particolare, per quanto concerne gli ordini effettuati ai fornitori (con un saldo di opinione negativo per 37 punti), il fatturato (con un saldo di opinione di -36 punti) e l’occupazione (per cui si registra un saldo negativo per 13 punti).  
   
   
ACCORDO CAMPANIA INNOVAZIONE E HUB S.P.A: CRESCE LA RETE PER SUPPORTARE I TALENTI IMPRENDITORIALI CAMPANI  
 
Napoli, 8 luglio 2013 - Campania Innovazione - Agenzia Regionale per la promozione della Ricerca e dell’Innovazione - e Hub S.p.a, acceleratore d´impresa e sede di uno dei 4 fablab regionali, hanno siglato un accordo di collaborazione finalizzato al potenziamento e alla promozione di interventi sul territorio per la diffusione della cultura della Ricerca e dell’Innovazione nel tessuto imprenditoriale regionale. L´attività in partnership, con l’adesione di Hub alla costituenda Rete Regionale degli Incubatori, prevista nella legge finanziaria 2013, mira al consolidamento di un sistema di creazione d’impresa ad alto contenuto tecnologico ed innovativo, attraverso l’ascolto dei fabbisogni di startupper, professionisti, ricercatori ed imprenditori campani, in materia di politiche regionali e misure per la crescita competitiva del settore. La firma è avvenuta a margine della tappa del Barcamper #Wcap, in partnership con l´acceleratore di Telecom Italia "Working Capital", svoltasi nella sede di Hub Spa. "Maggiore sarà l´integrazione tra gli attori regionali che si occupano di creazione d´impresa - sottolinea l´assessore alle Attività produttive della Regione Campania Fulvio Martusciello - maggiori saranno le opportunità offerte a startupper e potenziali imprenditori per creare nuove realtà imprenditoriali in grado di far compiere al nostro sistema produttivo un salto di qualità, in linea con le strategie regionali. "Abbiamo previsto in finanziaria 2013 la Rete regionale degli incubatori proprio allo scopo di mettere a sistema la piattaforma di programmi e servizi per chi vuole creare nuova impresa nella nostra regione. Pensiamo anche ad un sistema di supporto finanziario alle buone idee. A tale scopo sono appostati 75 milioni di euro nell´ambito del Piano di Azione e Coesione, finalizzati proprio alle azioni di sostegno alle imprese in fase start up", conclude Martusciello. Il prossimo 23 luglio, Campania Innovazione terrà una giornata informativa sui recenti provvedimenti del Mise in tema di startup innovative, incubatori certificati, regimi di aiuto a sostegno della creazione di impresa, in particolare al Sud.  
   
   
ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA MACERATA  
 
Ancona, 8 luglio 2013 - “La crisi ha creato una situazione in cui o il Paese recupera una visione generale d’insieme per uscirne, attraverso una riflessione complessiva sul modello di sviluppo da perseguire che porti a una strategia condivisa, all’interno della quale Regioni e territori facciano la loro parte, oppure le singole azioni realizzate dai governi regionali diventano meno efficaci, malgrado la buona volontà e la correttezza degli strumenti messi in campo. La Regione Marche sta facendo la sua parte, come con le risorse liberate nell’ambito del patto di stabilità interno, che permette agli enti locali di spendere 37,5 milioni soprattutto per i pagamenti ai creditori, o come con le risorse per il made in Italy e la riduzione dell’Irap su cui stiamo lavorando. Ma senza una strategia nazionale, analogamente a quanto stanno facendo altri paesi europei, ci sono meno chance di incidere su una crisi la cui portata e le cui cause, superano i confini e le possibilità delle autonomie locali”. Così Sara Giannini, assessore regionale alle Attività produttive, prendendo parte all’assemblea generale di Confindustria Macerata “Capitale umano, Capitale del futuro”, organizzata il 4 luglio all’Abbadia di Fiastra a Tolentino (Mc).  
   
   
LOMBARDIA. VIA AI SALDI: UN VADEMECUM CON REGOLE  
 
Milano, 8 luglio 2013 - Come previsto dal documento unitario delle Regioni, domani, primo sabato del mese di luglio, avranno inizio in Lombardia i saldi estivi. Alla vigilia della partenza ufficiale, l´assessore al Commercio, Turismo e Tutela dei Consumatori di Regione Lombardia, Alberto Cavalli, è intervenuto ricordando le regole che disciplinano la materia, con obblighi e diritti per tutti i soggetti interessati. Opportunita´ Di Ripresa - ´Sono cosciente che per gli operatori del settore - ha affermato l´assessore - questo sia un appuntamento carico di aspettative, in modo particolare alla luce della crisi che, almeno per ora, sembra non mollare la presa. Mi auguro dunque che questa tornata di saldi estivi possa in qualche modo aiutare le numerose attività messe in ginocchio dallo scarso risultato di vendita registrato lo scorso inverno se, come emergerebbe dai dati, i saldi valgono ormai il 30 per cento delle vendite complessive del comparto´. Momento Di Verifica - Questa fase sarà importante anche per Regione Lombardia, che a fine stagione verificherà i risultati economici raggiunti. ´Ci metteremo intorno a un tavolo, come abbiamo già convenuto nell´ultima seduta dell´Osservatorio sul Commercio - ha spiegato l´assessore - per capire come abbiano effettivamente inciso sul modello dei consumi e il volume dei ricavi, la sperimentazione sulle vendite promozionali da tempo conclusasi e la recente ripresa del regime ordinario. Quindi prenderemo una decisione definitiva in merito, garantendo come sempre l´ascolto di tutte le parti interessate.´ Rispetto Per Il Consumatore - L´assessore Cavalli, che mercoledì 3 luglio ha insediato a Palazzo Lombardia la Commissione regionale per la tutela dei consumatori, assumendone la presidenza, ha voluto cogliere quest´occasione anche per ricordare che ´I saldi devono costituire una sana opportunità per il rilancio dell´economia. Essi contribuiscono a qualificare positivamente il servizio di vendita sia dal punto di vista tecnico (garantendo il rispetto di requisiti fondamentali come la qualità del prodotto e la giustezza del prezzo), sia dal punto di vista della relazione instaurata tra acquirente e venditore. Relazione - ha sottolineato- che deve essere improntata al rispetto del quadro normativo attualmente in vigore´. Il Regolamento Dei Saldi - Queste le norme da non dimenticare: i commercianti hanno l´obbligo di esporre, accanto al prodotto, il prezzo iniziale e la percentuale dello sconto o del ribasso applicato (è invece facoltativa l´indicazione del prezzo di vendita conseguente allo sconto o ribasso); i prodotti in saldo devono essere separati da quelli eventualmente posti in vendita a prezzo normale e, se ciò non è possibile, cartelli o altri mezzi devono fornire al consumatore informazioni inequivocabili e non ingannevoli; se il prodotto risulta difettoso il consumatore può richiederne la sostituzione o il rimborso del prezzo pagato dietro presentazione dello scontrino, che occorre quindi conservare. Tutte le normative sono pubblicate e consultabili sul portale di Regione Lombardia nella sezione dedicata al Commercio.  
   
   
OGGI CONVEGNO INTERNAZIONALE SU ACQUACOLTURA A TARANTO  
 
Taranto, 9 luglio 2013 - Rafforzare la competitività e produttività dell’acquacoltura, migliorare le performance di un comparto di sviluppo eco-sostenibile, offrire chance di relazione e confronto con il mondo della pesca nel Mediterraneo. E’ quanto intende promuovere la Tavola Rotonda che si svolgerà lunedì 8 luglio a partire dalle 17.00 nell’Aula Magna della Università di Taranto al Convento di San Francesco (Via Duomo), a cui hanno già dato adesione eminenti personalità del mondo della ricerca, della scienza e delle istituzioni ed esponenti del mondo associativo nazionale ed internazionale. Facciamo il punto in Puglia e a Taranto in particolare richiamando l’attenzione su un comparto produttivo che negli ultimi anni ha avuto un consolidamento della base produttiva, ma che ha ancora bisogno di cure e interventi strutturali per sviluppare elementi di dinamicità sul fronte della competitività internazionale, degli asset commerciali e distributivi – spiega l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni. L’appuntamento voluto dall’assessorato regionale e sviluppato in collaborazione con Ciheam Iam Bari Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Mèditerranèennes – Istituto Agronomico del Mediterraneo – ndr) punta a realizzare focus di discussione e avviare buone pratiche operative e programmatiche per lo sviluppo del comparto e per il miglior utilizzo del nuovo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (Feamp 2014-2020 con dotazione prevista di circa 6,5 miliardi di euro - ndr). La giornata tarantina si svilupperà in due momenti. Dalle 11.00 alle 13.00 si svolgerà il Tavolo tecnico regionale su “Lo sviluppo dell’acquacoltura e mitilicoltura in Puglia” alla presenza del Direttore Area Politiche dello Sviluppo Rurale della Regione Puglia, Gabriele Papa Pagliardini e dei rappresentanti di Arpa Puglia, Asl Taranto, Inea, Coispa, Conisma, Università di Bari e Università del Salento, organizzazioni sindacali, Lega Pesca, Confcooperative, Agci Pesca e Coldiretti. Nel pomeriggio, a partire dalle 17.00 nell’Aula Magna dell’Università di Taranto si svolgerà, invece, la tavola rotonda su “Rafforzamento della competitività e produttività dell’acquacoltura per uno sviluppo locale sostenibile”. I lavori coordinati dal giornalista Rai, Attilio Romita, cominceranno con i saluti del Sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, del Direttore dello Iam di Bari, Cosimo Lacirignola, del Rettore Antonio Uricchio e dell’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni. Seguiranno gli interventi tecnici di Gabriele Papa Pagliardini, di Pietro Gasparri, dirigente Direzione Generale Pesca e Acquacoltura del Mipaaf, Francesca Carbonari, responsabile settore pesca Ismea, Silvio Greco, del Comitato Scientifico di Slow Fish (Slow Food), Angelo Petruzzella, vice presidente Legacoop, Gilberto Ferrari, direttore Federcoopesca, Luigi Giannini, Presidente Federpesca, Pietro Spagnoletti, responsabile regionale Coldiretti. Atteso l’intervento di Abdellah Srour, segretario Esecutivo della Commissione Generale della Pesca per il Mediterraneo (Cgpm). Le conclusioni saranno affidate all’Assessore regionale, Fabrizio Nardoni.  
   
   
FORLÌ-CESENA - PERCORSI ERRATICI: PRESENTATI I BANDI  
 
Forlì-Cesena, 8 luglio 2013 saranno pubblicati, sul sito della Camera di Commercio di Forlì-cesena http://www.fc.camcom.it/   e sul sito web dell’iniziativa http://www.percorsierratici.it/  i bandi attraverso i quali le Imprese ed i Giovani potranno inviare le proprie candidature per partecipare ai “Percorsi Erratici”. Percorsi Erratici è un progetto di rete, della durata iniziale di 10 mesi, dal carattere fortemente sperimentale, che ha l´obiettivo di generare prodotti/servizi innovativi; è prevista la partecipazione di 6 grandi imprese, 18 Pmi e 6 giovani, individuati mediante bandi che resteranno aperti fino al 30 agosto (per i Giovani), e fino al 20 settembre (per le Imprese). Il progetto, promosso dalle Camere di Commercio di Forlì-cesena e Ravenna, in collaborazione con le rispettive Aziende Speciali Cise e Sidi Eurosportello, si avvale della collaborazione di Multifor per la selezione dei giovani partecipanti e per il coinvolgimento del sistema imprenditoriale e di Romagna Innovazione per le fasi di sviluppo tecnico e di progettazione, nonché di numerosi esperti primo piano in tematiche quali: design, estetica, energia, strategie digitali e crowdsourcing, nanotecnologie, biotecnologie, marketing, sociologia, arte, ecc.. L’obiettivo è quello di dare una risposta al fabbisogno delle imprese che ogni giorno devono governare una quantità di variabili sempre maggiore, al fine di mantenere e, nel migliore dei casi, ampliare il proprio mercato. Per poter gestire tutte queste sollecitazioni i mezzi della singola azienda spesso non risultano sufficienti; tale situazione rischia di penalizzare il processo innovativo dal momento che le risorse vengono in primo luogo impiegate nei processi di ordinaria gestione. Per superare queste difficoltà le imprese hanno oggi l´opportunità di cooperare o in forma associata, o di rete, riducendo in questo modo il carico di investimenti che ciascuna di esse deve sostenere per generare innovazione “radicale”, cioè per creare nuove categorie di prodotti/servizi tali da definire una separazione fra un “prima” e un “dopo” l’innovazione stessa. I giovani, inoltre, anche i più capaci, faticano a trovare un posizionamento adeguato nel mondo delle Imprese, considerate le difficoltà del momento attuale. Per questo i Percorsi Erratici prevedono il coinvolgimento di ragazzi intraprendenti e motivati che potranno dare un importante contributo per il raggiungimento degli obiettivi individuati nel processo di generare innovazione. Le imprese saranno selezionate in base ai seguenti criteri: vincolo di non concorrenza diretta con altri partecipanti, territorio di appartenenza, grado di salute economico/finanziaria, data di ricezione della domanda. I Giovani, - non dovranno avere ancora compiuto i 30 anni di età, dovranno essere preferibilmente laureati ed almeno in possesso del diploma di scuola media superiore, - saranno selezionati in base ad una valutazione attitudinale in merito a: motivazione, intraprendenza, capacità logiche e di immaginazione, predisposizione al lavoro di gruppo. Per le imprese interessate ad aderire l’iniziativa è previsto un incontro, a loro riservato, di presentazione del progetto di rete che si terrà Martedì 10 settembre prossimo, dalle ore 11.30 alle 12.30, nella Sala del Consiglio della Camera di Commercio di Forlì-cesena (Forlì, Corso Repubblica 5).  
   
   
VERTENZA HAEMONETICS: LA POSIZIONE DELLA REGIONE MARCHE  
 
Ancona, 8 luglio 2013 - La Regione si sta impegnando attivamente sulla vertenza Haemonetics. L’assessore al Lavoro Marco Luchetti ha incontrato il 4 luglio al Ministero il Sottosegretario allo Sviluppo Economico De Vincenti che si è impegnato a convocare un tavolo già per la prossima settimana. Gli assessorati al Lavoro e al Piceno si sono subito attivati per affrontare le problematiche dell’azienda, non solo attraverso il rapporto con il Ministero, ma anche lavorando su ipotesi di continuità e diversificazione produttiva con il coinvolgimento di Assindustria di Ascoli Piceno e di imprenditori locali. A tal fine hanno ottenuto la disponibilità dell’attuale management aziendale a collaborare anche nell’ottica di una eventuale partecipazione in una nuova società con l’obiettivo di garantire la continuità produttiva del sito.  
   
   
LOMBARDIA: REGIONE NON HA DEBITI SCADUTI LE AZIENDE PAGATE ENTRO 65 GIORNI  
 
Milano, 8 luglio 2013 - ´In riferimento all´odierno articolo del Sole 24 Ore che non inserisce la Regione Lombardia nell´elenco delle Regioni che pagano i propri debiti scaduti verso le aziende che li vantano, chiariamo che questa esclusione ha una spiegazione semplicissima ovvero che la Regione Lombardia non ha debiti scaduti´. Lo ha affermato il 6 luglio l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia. ´Regione Lombardia infatti - ha spiegato l´assessore - paga i propri debiti entro 65 giorni, quasi in linea con la direttiva europea, come del resto ha recentemente sottolineato, molto positivamente, la Corte dei Conti nel giudizio di parificazione´. ´Proprio per questo motivo - ha continuato Garavaglia - non avendo debiti come Regione, in conferenza Stato-regioni abbiamo fatto togliere circa 1,7 miliardi dal fondo per i pagamenti dei debiti delle Pa per spostarli sul patto di stabilità territoriale e in virtù di questa modifica la Lombardia ha girato ai propri comuni la quota spettante di 210 milioni senza metterceli di tasca propria´. ´Questo non significa che ci accontentiamo: il nostro obiettivo - ha concluso l´assessore Garavaglia - è di ridurre ulteriormente i tempi di pagamento a 45 giorni, un dato che per il resto del Paese è semplicemente fantascienza, visto che la media per le altre regioni è di 180 giorni con punte nelle regioni del Sud sopra i 250 giorni´.  
   
   
PIRELLI DI FIGLINE: RISPOSTE INSODDISFACENTI.  
 
Firenze, 8 luglio 2013 – “Comprendiamo le strategie d’impresa, ma vogliamo che queste tengano conto di un quadro di garanzie tali da salvaguardare il mantenimento dell’occupazione e una dimensione strategica per lo stabilimento di Figline”. Così l’assessore regionale al Lavoro, Gianfranco Simoncini, introducendo una riunione tenuta il 4 luglio – nei suoi uffici di via Pico della Mirandola, a Firenze – con il responsabile relazioni industriali del gruppo Pirelli, Vittorio Biagioni, cui è seguito un incontro con tutte le rappresentanze sindacali. Ascoltate le posizioni dell’azienda, Simoncini si è dichiarato “insoddisfatto” per quanto ascoltato (insieme a Biagioni erano anche presenti altri due manager aziendali: Marco Cipparrone e Gianluca Zonta). “Ho chiesto garanzie ma, almeno per il momento, non le ho ottenute – aggiunge Simocini facendo presente “la volontà di Regione Toscana, insieme agli enti locali, di continuare ad adoperarci per ottenerle”. Per parte pubblica all’incontro sono stati presenti Andrea Barducci e Riccardo Nocentini, presidente della Provincia e sindaco del Comune sul cui territorio è presente il sito produttivo (quasi 400 dipendenti) specializzato nella ricerca, e nella produzione di steel-cord, la cordicella metallica utilizzata negli pneumatici. Da qualche tempo il Gruppo Pirelli (che per questa specifica produzione ha stabilimenti in Brasile, Romania, Turchia avendone recentemente chiuso uno in Germania) sta cercando un partner proprio per sostenere la produzione di questo prodotto. La multinazionale si è per questo affidata a istituti bancari. “Temiamo – ha ribadito più volte Simoncini – il rischio del depotenziamento e vogliamo capire bene che tipo di garanzie potranno esserci per l’azienda toscana e per chi vi lavora. Per adesso le risposte sono insoddisfacenti ed è per questo che proseguiamo a chiedere, nell’interesse della comunità, garanzie: i costi dei nuovi equilibri aziendali non possono scaricarsi sul territorio”. Tali posizioni sono state ribadite durante l’incontro con i sindacati.  
   
   
GENOVA - LANCIATO IL PROGETTO "CAMERA HUB"  
 
Genova, 8 luglio 2013 - Il progetto “Camera Hub”, è incentrato sulle imprese ad alto potenziale di sviluppo. “Questa iniziativa – commenta il presidente Paolo Odone – dimostra come le Camere siano sempre pronte a creare strumenti innovativi e dinamici per aiutare le imprese a crescere. Accanto a quello delle start up innovative, che vengono iscritte nel registro imprese, quello delle imprese ad alto potenziale di sviluppo è un ulteriore strumento, più duttile e più facilmente gestibile da parte delle Camere, per identificare e valorizzare le imprese maggiormente in grado di competere sul mercato nazionale e soprattutto su quello internazionale”. Come sottolinea il direttore del Consorzio camerale per il Credito e la Finanza Pier Andrea Chevallard: “L’abbiamo chiamato Camera Hub per richiamare i due elementi centrali su cui puntiamo: il sistema camerale, che sarà il fulcro dell’iniziativa, e l’hub, ovvero il contenitore, il raccordo tra i diversi soggetti che saranno chiamati a interagire per aiutare a crescere queste imprese. Il primo step sarà la mappatura delle imprese ad alto potenziale dei rispettivi territori: si tratterà di società di capitali, con non più di 4 anni e non meno di 1, di diversi settori, che possiedono brevetti o marchi e hanno investito in ricerca e sviluppo tecnologico”. Presenti all’incontro svoltosi oggi nella sala dorata di Palazzo Tobia Pallavicino, i presidenti delle Camere di Commercio di Genova (Paolo Odone), Udine (Giovanni Da Pozzo), Firenze (Vasco Galgani), Bari (Alessandro Ambrosi), Rieti (Vincenzo Regnini), Napoli (Maurizio Maddaloni) e Salerno (Guido Arzano). Con loro anche il presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi e la presidente del Clp (Centro Ligure Produttività) Patrizia De Luise.  
   
   
AMMORTIZZATORI IN DEROGA, SBLOCCATI 550 MILIONI. LA TOSCANA PRENDR ATTO MA NON BASTANO NEANCHE PER APRILE  
 
Firenze 8 luglio 2013 – “Prendiamo atto che il decreto di attribuzione alle Regioni delle risorse è stato firmato, confidiamo che Inps sia immediatamente autorizzato a erogare le indennità. Purtroppo, come abbiamo già detto più volte, queste risorse sono insufficienti a far fronte alle domande presenti negli uffici regionali. In Toscana, ad esempio, le risorse assegnate permetteranno di coprire le richieste pervenute entro i primi giorni di aprile. Per tanti lavoratori proseguirà purtroppo una situazione di pesante disagio e sofferenza, che non è tollerabile. Continua perciò ad essere impellente che il Governo trovi ulteriori risorse per arrivare fino alla fine dell’anno”. L’assessore alle attività produttive lavoro formazione Gianfranco Simoncini commenta così il decreto di assegnazione dei 550 milioni che il governo ha destinato alle Regioni per il finanziamento della cassa integrazione in deroga. “Confidiamo nel fatto che l’Inps ci dia quanto prima la comunicazione con il via libera a trasmettere gli importi. Come Regione Toscana abbiamo già fatto le istruttorie e siamo pronti a trasmettere le domande per evitare di perdere ancora tempo. Resta il fatto che, come abbiamo ribadito anche pochi giorni fa, serve una copertura che consenta di arrivare a fine anno e una modifica normativa che porti a garantire gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori al di la della loro collocazione in azienda con più o meno 15 dipendenti, una garanzia in grado di assicurare pari trattamento a tutti i lavoratori e le Lavoratrici”. Per cercare di venire incontro alla situazione di disagio di molti lavoratori, mentre continuiamo a fare pressione su Governo e Parlamento, con le organizzazioni sindacali stiamo lavorando per attivare una linea di microcredito che possa intervenire in questa situazione.  
   
   
MODA. DA COMUNE DI MILANO E ELLE DECOR IMPEGNO CONTRO LA CONTRAFFAZIONE ”IL DESIGN E LA CREATIVITÀ ITALIANA, UN PATRIMONIO DA TUTELARE”  
 
Milano, 8 luglio 2013 - Si è svoltoil 4 luglio, presso gli spazi di Palazzo Reale, il convegno “Be Original” promosso da Elle Decor Italia con il patrocinio del Comune di Milano, con l’obiettivo di sostenere il diritto d’autore nel mondo del design, divulgando e migliorando la tutela della creatività “originale”. Il convegno ha visto la partecipazione dei principali esponenti del mondo del design, del sistema dell’arredo italiano, della politica e della cultura. Obiettivo del dibattito la presentazione del “Manifesto a tutela della creatività e dell’innovazione” con 15 proposte concrete nate dalle sollecitazioni dei lettori/consumatori e da tre tavole rotonde che si sono svolte nei mesi scorsi a Milano: vi hanno partecipato i principali attori del settore: associazioni e aziende del sistema arredo italiano, creativi, designer, fondazioni. “Il manifesto presentato oggi e il convegno cui ho avuto il piacere di partecipare – precisa l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Ricerca, Moda e Design Cristina Tajani – si pongono in continuità con l’azione delle ´Sentinelle anticontraffazione´: il progetto informativo che il Comune di Milano ha realizzato, da dicembre a maggio, per sensibilizzare e spiegare ai cittadini e ai turisti i rischi dell’acquisto di prodotti contraffatti con gazebo allestiti nelle vie principali dello shopping. Un’iniziativa di successo, che ha visto partecipare più di 65mila persone e ha coinvolto anche diversi istituti scolastici superiori di Milano". "All’attività informativa – ha concluso Cristina Tajani - si è affiancata un’intensificazione dei controlli della Polizia locale di Milano a contrasto dei reati legati alla contraffazione, con il sequestro di oltre 20mila pezzi tra abbigliamento e accessori, telefoni, profumi, dvd e cd, giocattoli, alimentari su tutto il territorio cittadino. E´ chiaro però che, alla repressione dei reati e all´investigazione, deve accompagnarsi l´attività di innovazione e cura del prodotto, affidata al sistema manifatturiero e alla creatività di designer e stilisti. Miglioramento della legislazione e dei controlli e investimento sulla qualità del prodotto devono camminare insieme”. A conferma dell’importanza della lotta alla contraffazione anche i dati emersi dalla ricerca presentata oggi da Astra Ricerche, condotta su oltre 10mila lettori, il 70,4% dei quali possiede almeno un oggetto di design d’autore a casa. Per il 96,7% è importante tutelare il diritto d’autore. Oltre la metà (il 53,1%) ritiene che realizzare un’imitazione sia una mancanza di rispetto della proprietà intellettuale e un disincentivo allo sviluppo di nuove idee e dell’economia, anche se l’83,5% degli intervistati dichiara che è l´incidenza della spesa economica a indurre a preferire la copia rispetto all’originale.  
   
   
INIZIATIVA ORGANIZZATA DA ARIES CON IL SISTEMA CAMERALE FVG OGGI E DOMANI 550 INCONTRI D´AFFARI TRA IMPRESE FVG DELL´ARREDO E 22 BUYER STRANIERI OPERATORI GIUNTI DA COREA, EMIRATI ARABI, GIAPPONE, HONG KONG, ISRAELE, TURCHIA E RUSSIA  
 
Trieste, 8 luglio 2013 - Sono in corso e proseguiranno per tutta la giornata di domani gli oltre 550 incontri d´affari tra una settantina di imprese del Friuli Venezia Giulia del settore arredo e gli operatori stranieri giunti da Corea, Emirati Arabi, Giappone, Hong Kong, Israele, Turchia e Russia per conoscerle e cercare nuove partnership. Si tratta di un evento, organizzato da Aries – Camera di Commercio di Trieste in cooperazione con il sistema camerale regionale, volto a promuovere e valorizzare la filiera dell´arredo regionale, che ha preso il via questa mattina allo Starhotels Savoia Excelsior di Trieste. <Con questa iniziativa permettiamo a designer, architetti e importatori esteri di conoscere e di incontrare i tanti imprenditori e le molte realtà che fanno del Friuli Venezia Giulia un territorio leader nel settore del legno e arredo – ha notato Antonio Paoletti, in apertura all´evento -. Aziende che interpretano il “Made in Italy” in un mix di artigianalità e innovazione e che da più di 150 portano avanti la cultura del bello, dell´innovazione e della qualità. Con questa iniziativa riuniamo 22 buyer esteri del settore arredo, 3 giornalisti di importanti testate dell´arredo e design da Turchia Emirati Arabia e Corea, i segretari generali delle camere Italiane di Hong Kong e del Giappone e 68 aziende italiane e parallelamente anche 3 giornalisti stranieri del settore navale>. Il Friuli Venezia Giulia rappresenta il 10% del macro – sistema arredamento italiano, impiega circa 17.500 persone e coinvolge, direttamente o indirettamente, oltre 1.400 imprese. Nel 2012 sono stati esportati mobili per un valore di 1.200.366.312€, corrispondenti al 15,5% del totale esportato italiano, ponendo il Friuli Venezia Giulia come terza regione esportatrice italiana dopo Veneto e Lombardia <Questa regione ha una lunghissima tradizione nel settore - nota Franco Iacop, presidente del Consiglio della Regione Fvg -. Mi auguro che anche grazie a questa iniziativa continui a esserci il giusto spazio per riconoscere in Italia e all´estero il valore del lavoro, dell´eccellenza nel produrre, dell´esperienza e della tradizione di questo comparto>. <La Regione sta continuando a sostenere la crescita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese – aggiunge Lucio Chiarelli, Direzione Attività Produttive Regione Fvg – in particolare con iniziative volte a potenziarne la vocazione internazionale e a sostegno della ricerca e sviluppo non solo industriale ma anche nel campo artigiano>. Agli incontri d´affari allo Starhotel Savoia faranno seguito visite degli operatori stranieri direttamente in azienda. Si tratta dell´evento conclusivo del progetto "Filiera Abitare Fvg" attuato da Unioncamere Fvg e realizzato grazie alla Regione Fvg, sviluppato dal 2011, che ha visto le quattro camere regionali sostenere i processi di internazionalizzazione in importanti mercati di riferimento o in forte espansione per le aziende del settore dell’edilizia e dell’arredo, grazie alla realizzazione di studi, all´organizzazione di incontri con consulenti di mercato, missioni all´estero e alla partecipazione a importanti fiere internazionali: il tutto per supportare un importante comparto dell’eccellenza regionale.  
   
   
IMPRESE DE MASI, LA REGIONE CALABRIA COMUNICA L’APERTURA DI UN TAVOLO CON I MINISTERI COMPETENTI  
 
Catanzaro, 8 luglio 2013 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’Assessore al lavoro Nazzareno Salerno, comunicano che, dopo l’incontro del 2 luglio scorso con l’imprenditore Antonio De Masi per approfondire la situazione delle sue imprese, hanno sottoposto all’attenzione del Sottosegretario al lavoro ed alle politiche sociali Jole Santelli e del Direttore generale Paolo Onelli la condizione del gruppo De Masi, sottolineando il fatto che le aziende non si trovano coinvolte in crisi di carattere industriale, che anzi potrebbero avviare una fase di espansione anche per effetto dell’introduzione sul mercato di prodotti innovativi, ma vivono sofferenze di liquidità finanziaria. Per questo De Masi aveva annunciato alle organizzazioni sindacali la chiusura delle attività determinata, a suo avviso, dai tassi d’interesse applicati dalle banche e dalle intimidazioni perpetrate dalla criminalità. “Il nostro – hanno spiegato il Presidente Scopelliti e l’Assessore Salerno – è un intervento dovuto, che traduce l’indispensabile impegno che le Istituzioni devono mettere in campo per cercare di evitare la chiusura di aziende che hanno importanti prospettive di mercato e che chiedono il sacrosanto rispetto della legalità. In più, la necessità di salvaguardare i lavoratori, soprattutto in un momento storico estremamente delicato quale quello attuale, è di assoluta rilevanza. La Regione – hanno concluso – farà la sua parte fino in fondo dimostrando un sostegno reale a favore di chi vuole continuare ad investire in Calabria e contribuire al cammino di crescita civile, democratica ed economica”. Durante l’incontro è stata inoltre ribadita la forte valenza delle battaglie per l’affermazione della legalità condotte dall’imprenditore operante su Gioia Tauro che non è ancora riuscito a veder soddisfatte le proprie richieste per l’accesso al Fondo di solidarietà per le vittime di racket ed usura. L’intervento istituzionale, tramite il quale è stata riscontrata la possibilità di attuare dei contratti di solidarietà per i lavoratori, ha permesso la programmazione di un tavolo tecnico con il coinvolgimento dei Ministeri dello sviluppo economico e dell’interno.  
   
   
ARTIGIANATO ARTISTICO, DALLA REGIONE TOSCANA RISORSE MIRATE PER SOSTENERE IL SETTORE  
 
Firenze, 8 luglio 2013 – Con 33 mila imprese, oltre 177 mila addetti e un fatturato di export annuo che, prima della crisi, ammontava a circa 10 miliardi, l’artigianato artistico e tradizionale rappresenta in Toscana il 9% delle imprese della regione, il 12% di tutti gli occupati e circa la metà degli addetti dell’industria. Un ruolo di grande rilievo, che la crisi non ha cambiato più di tanto e che dimostra l’importanza dell’impegno della Regione, attraverso Artex, per sostenere il settore. Un impegno riconfermato con l’approvazione da parte della giunta – su proposta dell’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini – del programma 2013 di Artex, il Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana, che la Regione ha da tempo individuato, in accordo con le associazioni di categoria, per il sostegno al settore. Per il cofinanziamento delle attività previste per quest’anno la Regione ha destinato risorse per un totale di 990 mila euro. “Le produzioni artistiche e tradizionali – spiega l’assessore Simoncini – sono profondamente radicate nei territori toscani ed è proprio in questo legame uno dei principali punti di forza del settore. Per questo ci proponiamo, anche attraverso Artex, di far crescere e rafforzare le tante piccole e piccolissime imprese, aiutandole ad essere più competitive, valorizzandone la capacità di innovazione e la qualità. Nella maggior parte dei casi siamo di fronte ad una tradizione che è frutto di un saper fare trasmesso quasi sempre di generazione in generazione. E’ un patrimonio che non deve andare disperso perchè costituisce il marchio di qualità della nostra regione, il suo biglietto da visita nel mondo”. Le attività di Artex per il 2013 ruotano attorno a cinque filoni: comunicazione, documentazione e rapporto internazionali; attività espositiva e seminariale, ricerca e innovazione; internazionalizzazione e commercializzazione; rapporti con il territorio, il turismo e il sistema museale e culturale (per l’elenco completo si veda la scheda). Le iniziative Sul piano internazionale prosegue il lavoro partito attorno alla Carta internazionale dell’artigianato artistico,sottoscritta nel 2010 a Parigi grazie ad una iniziativa della Toscana, prima regione firmataria (tra i promotori : Cna, Confartigianato Imprese, Ateliers d’Art de France cui sono poi seguite numerose adesioni, internazionali e nazionali). “La Carta – ricorda l’assessore – rappresenta il primo strumento internazionale che riconosce nell’artigianato artistico un settore produttivo ed economico e ne definisce le attività, costituendo il primo nucleo di una rete internazionale specializzata”. Nell’ambito della Carta, che conta l’adesione di numerose altre regioni italiane (Liguria, Lazio, Molise, Provincia Autonoma di Trento, Calabria, Emilia-romagna, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto) verrà esteso a livello nazionale il progetto “Artour”, itinerari dell’artigianato artistico in Toscana (www.Artour.toscana.it) con tappe (“Artour il bello in piazza”) in alcune grandi città, percorsi in negozi, gallerie, musei (“Artour i luoghi del fare”) con la prossima creazione di un sito dedicato. Da citare, fra le numerose azioni previste, l’ampliamento del circuito dei temporary store: dopo Colle Val d’Elsa e Anghiari, si punta a un nuovo punto vendita a Seravezza, in cui presentare nei mesi estivi i prodotti tipici della Versilia, in un progetto integrato che include il marmo, il parco delle Apuane, i prodotti enogastronomici. Tuscan Home: 20 negozi statunitensi hanno visitato qualche settimana fa 50 aziende toscane, oltre 200 incontri con l’obiettivo di raccogliere ordini per rifornire gli esercizi commerciali americani con i prodotti di alto artigianato. E’ l’ultimo passo di un progetto promosso dalla Regione, Artex, Toscana Promozione insieme a Ice Atlanta, con l’obiettivo di promuovere le imprese toscane dei settori tavola e cucina, decorazione domestica e regalo, potenziare l’internazionalizzazione, sostenere l’attività all’estero e migliorare la competitività delle imprese negli Usa (catalogo elettronico mirato al mercato Usa , attività di scouting di nuovi negozi, raccolta ordini, visite in Usa, assistenza ai negozi Usa con l’invio di materiale promozionale). I risultati sono positivi, con un incremento del numero di negozi coinvolti, degli ordini e soddisfazione generale delle aziende. A queste attività, che contribuiscono a rafforzare una immagine positiva della Toscana nel mondo, si intreccia quella della creazione di reti di imprese e strutture professionali, con progetti che vanno anche al di là dei confini nazionali ed europei. “Per queste imprese – ricorda l’assessore – è vitale riuscire a porsi nei confronti del mercato con logiche integrate, sviluppare una cultura del fare rete che vada anche al di là dai confini regionali e nazionali. La Regione ha messo a disposizione, grazie a diversi bandi, incentivi per favorire i processi d’integrazione fra imprese, per ovviare alle piccole dimensioni e aumentarne la competitività, potenziare le iniziative per l’internazionalizzazione, mentre particolare attenzione viene posta all’innovazione, alla ricerca e formazione di lavoratori e imprenditori, essenziale per consentire anche alle piccole imprese artigiane di coniugare qualità e modernità”. Artex, un bilancio positivo “Nonostante le difficoltà crescenti nel reperire risorse – avverte Simoncini – abbiamo voluto sostenere anche per il 2013 Artex che, a cinque anni dalla sua ufficializzazione, ha saputo far uscire dall’ambito strettamente locale le politiche per l’artigianato artistico, diventando capofila di iniziative di respiro nazionale ed internazionale. Alle iniziative già citate, voglio aggiungere anche quelle nel campo formativo, come la sperimentazione partita da poco sulla Bottega scuola, i corsi di formazione per stranieri e le attività di raccordo fra gallerie e musei e realtà produttive locali”.  
   
   
MOBILE IMBOTTITO; FRONTE COMUNE PER SCONGIURARE MOBILITÀ CON L’OBIETTIVO DI SCONGIURARE L’AVVIO DELLA MOBILITÀ PER I LAVORATORI IMPIEGATI NEGLI STABILIMENTI NATUZZI TRA BASILICATA E PUGLIA.  
 
Potenza, 8 luglio 2013 - Ritiro immediato della previsione di avvio delle procedure di mobilità per 1726 lavoratori tra Puglia e Basilicata impegnati nelle aziende del distretto murgiano della Natuzzi; richiesta di rivedere il piano industriale di salvaguardia annunciato dall’azienda per avviare un vero rilancio del settore del mobile imbottito di qualità senza che si perda un posto di lavoro; appello al Governo nazionale affinché ponga massima attenzione anche su questa vicenda e consideri la drammatica vertenza Natuzzi come un caso di “vertenza Sud” al pari della altre vertenze che si sono aperte nel Centro Nord e che hanno visto il governo ricoprire, giustamente, un ruolo di primo piano per la soluzione dell’emergenza lavoro. È questa la posizione espressa oggi all’unisono al tavolo congiunto tra Regione Basilicata, rappresentata dagli assessori regionali Marcello Pittella (Attività produttive), Luca Braia (Infrastrutture), Cgil (Angelo Vaccaro), Cisl (Nino Falotico) e Uil (Carmine Vaccaro), oltre ai rappresentanti delle categorie, alla presenza del sindaco di Matera Salvatore Adduce e dell’assessore della Provincia di Matera Angelo Garbellano. C’è un fronte comune compatto, e distinto solo per ruoli, che accompagnerà l’incontro di domani a Roma al Ministero dello Sviluppo economico dei presidenti delle due Regioni Basilicata e Puglia e dei sindacati con i rappresentanti dell’azienda Natuzzi, che nei giorni scorsi ha annunciato la chiusura di due stabilimenti tra la Puglia (a Ginosa) e la Basilicata (a Matera). Nel tavolo regionale della Basilicata, chiesto dai sindacati e convocato dalla Regione come momento di coordinamento utile in vista dell’incontro di domani, è emersa chiaramente la necessità di un’azione comune per fermare, già a monte, l’avvio della messa in mobilità di lavoratori lucani e pugliesi, poiché esistono le condizioni per operare una scelta industriale di difesa di un perimetro significativo di volumi produttivi collocati in uno scenario di produzione di alta qualità qual è quello situato nel distretto murgiano. Regione e sindacati, in particolare, hanno manifestato la volontà di avviare un percorso che incrocia la necessità di stoppare l’avvio delle procedure di mobilità, di far sì che la “vertenza Sud” assuma connotazioni nazionali e, insieme con i rappresentanti istituzionali e sindacali della Puglia, di tenere un livello di attenzione altissimo su una vertenza che, così come prospettato dal piano industriale presentato da Natuzzi, si annuncia particolarmente drammatica per gli effetti che coinvolgerebbero migliaia di persone, tra lavoratori e le loro famiglie.