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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Marzo 2004
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LA COMMISSIONE EUROPEA CONCLUDE LE INDAGINI SUL CASO MICROSOFT, IMPONENDO MISURE CORRETTIVE ED INFLIGGENDO UN’AMMENDA DI 497 MILIONI DI EURO  
 
Bruxelles, 25 marzo 2004 - Dopo l'indagine durata cinque anni, la Commissione europea ha concluso che Microsoft Corporation ha violato le norme dell'Unione europea in materia di concorrenza sfruttando sui mercati dei sistemi operativi per server per gruppi di lavoro[1] e dei media player[2] il suo quasi monopolio sul mercato dei sistemi operativi per Pc. Poiché il comportamento illecito prosegue, la Commissione ha ordinato a Microsoft di comunicare ai propri concorrenti, entro 120 giorni, informazioni sulle interfacce[3] richieste per fare in modo che i loro prodotti siano in grado di “comunicare” con l'onnipresente sistema operativo Windows. Si intima inoltre a Microsoft di offrire, entro 90 giorni, una versione del sistema operativo Windows senza Windows Media Player ai produttori di Pc (versione che dovrà essere disponibile anche per la vendita diretta agli utenti finali). A Microsoft è inoltre inflitta un'ammenda di 497 milioni di euro per aver abusato del proprio potere di mercato nell'Ue. “Le imprese in posizione dominante hanno la responsabilità particolare di garantire che il modo in cui operano non impedisca la concorrenza in base al merito intrinseco dei prodotti e non vada a scapito dei consumatori e dell'innovazione” ha dichiarato il Commissario europeo responsabile della concorrenza Mario Monti, che ha inoltre precisato: “La decisione odierna ripristina le condizioni per un’equa concorrenza sui mercati interessati e fissa principi chiari per il comportamento futuro di un'impresa che detiene sul mercato una posizione dominante di questa portata”. Dopo indagini intense ed esaustive, durate più di cinque anni, e l'invio di tre comunicazioni degli addebiti[4], la Commissione ha adottato oggi una decisione in cui stabilisce che l'impresa statunitense di software Microsoft Corporation ha violato le regole di concorrenza del trattato Ce abusando della sua posizione di quasi monopolio[5] (articolo 82) sul mercato dei sistemi operativi per Pc. Microsoft ha abusato del proprio potere di mercato limitando deliberatamente l'interoperabilità tra Pc che operano in Windows e server per gruppi di lavoro non Microsoft ed abbinando il proprio programma Windows Media Player (Wmp), un prodotto sul quale doveva affrontare la concorrenza, a Windows, il proprio sistema operativo presente su praticamente tutti i Pc. Questo comportamento illegale ha consentito a Microsoft di acquisire una posizione dominante sul mercato dei sistemi operativi per server per gruppi di lavoro, che rivestono importanza essenziale per le reti It delle imprese, e rischia di eliminare completamente la concorrenza da tale mercato. Il comportamento di Microsoft, inoltre, ha significativamente indebolito la concorrenza sul mercato dei media player. Questi perduranti abusi frenano l'innovazione e danneggiano il gioco della concorrenza ed i consumatori, i quali finiscono per disporre di una scelta minore a prezzi più elevati. A causa dell’estrema gravità di questi abusi, proseguiti per cinque anni e mezzo, la Commissione ha imposto un'ammenda di 497.2 milioni di euro. Misure correttive Per ristabilire eque condizioni di concorrenza, la Commissione ha imposto le seguenti misure correttive: - Per quanto riguarda l'interoperabilità, Microsoft deve rendere pubbliche, entro 120 giorni, informazioni complete ed accurate sulle interfacce che consentano ai server per gruppi di lavoro non Microsoft di raggiungere la completa interoperabilità con i Pc e i server che operano in Windows. Questo consentirà ai venditori rivali di sviluppare prodotti che possano competere a pari condizioni sul mercato dei sistemi operativi per server per gruppi di lavoro. Le informazioni rese pubbliche dovranno essere aggiornate ogniqualvolta Microsoft immetterà sul mercato nuove versioni dei relativi prodotti. Nella misura in cui qualsiasi informazione sulle interfacce potrebbe essere protetta da diritti di proprietà intellettuale nello Spazio economico europeo[6], Microsoft avrebbe diritto ad una compensazione ragionevole. L'ordine di comunicare le informazioni si riferisce solo alla documentazione relativa alle interfacce e non al codice sorgente Windows, in quanto esso non è necessario per lo sviluppo di prodotti interoperativi. - Per quanto riguarda le vendite abbinate, Microsoft deve offrire ai produttori di Pc, entro 90 giorni, una versione del sistema operativo Windows per Pc client senza Wmp. Questa misura correttiva delle vendite abbinate non significa che i consumatori riceveranno Pc e sistemi operativi senza media player. La maggior parte dei consumatori acquista un Pc da un produttore di Pc che ha già assemblato per loro un abbinamento di un sistema operativo e di un media player. La conseguenza della misura correttiva imposta dalla Commissione sarà che la configurazione di tali abbinamenti rifletterà i desideri dei consumatori e non quanto imposto da Microsoft. Microsoft conserverà il diritto di offrire una versione del sistema operativo Windows per Pc client con Wmp, ma deve tuttavia astenersi dal praticare qualsiasi condizione commerciale, tecnologica o contrattuale che avrebbe l’effetto di rendere la versione di Windows non abbinata a Wmp meno interessante o capace di prestazioni minori. In particolare, non deve concedere ai produttori di Pc sconti che dipendano dall'acquisto di Windows con Wmp. La Commissione ritiene che le misure correttive porranno fine alle violazioni delle norme antitrust, che siano proporzionate e che stabiliscano principi chiari per il futuro comportamento dell'impresa. Onde garantire il rispetto effettivo della decisione entro i termini previsti, la Commissione nominerà un fiduciario di controllo che verificherà tra l'altro che le informazioni comunicate da Microsoft sulle interfacce siano complete ed accurate e che le due versioni di Windows siano equivalenti in termini di prestazioni. L'indagine Nel dicembre 1998 Sun Microsystems, un'altra impresa statunitense, ha presentato una denuncia in quanto Microsoft aveva rifiutato di fornire le informazioni sulle interfacce necessarie affinché Sun potesse sviluppare prodotti capaci di "dialogare" correttamente con i Pc dotati dell'onnipresente sistema Windows e fosse dunque in grado di competere ad armi pari sul mercato dei sistemi operativi per server per gruppi di lavoro. Le indagini della Commissione hanno rivelato che Sun non era l'unica impresa a cui erano state rifiutate queste informazioni e che la mancata comunicazione da parte di Microsoft era parte di una strategia più ampia destinata ad escludere i concorrenti dal mercato. Questo comportamento relegava la concorrenza in una posizione secondaria in termini di affidabilità, sicurezza e velocità, tra gli altri fattori, garantendo il successo di Microsoft sul mercato. Di conseguenza, una stragrande maggioranza di clienti ha informato la Commissione che la mancata comunicazione da parte di Microsoft delle informazioni relative alle interfacce alterava in modo artificiale la loro scelta a favore dei prodotti Microsoft per server. Le risposte ad un’indagine presentate dalla stessa Microsoft hanno confermato il legame tra il vantaggio in termini di interoperabilità che Microsoft aveva riservato a se stessa e le sue crescenti quote di mercato. Nel 2000 la Commissione ha ampliato di propria iniziativa le indagini per studiare gli effetti della vendita abbinata di Windows Media Player con il sistema operativo per Pc Windows 2000. Questa parte delle indagini ha concluso che l’onnipresenza di cui godeva immediatamente Wmp come conseguenza della vendita abbinata al sistema operativo per Pc Windows riduceva artificialmente gli incentivi per le imprese operanti nel settore della musica, dei film e di altri media, nonché per gli sviluppatori di software e per i fornitori di contenuti, a sviluppare le proprie offerte per adattarle a media player concorrenti. Di conseguenza, la vendita abbinata da parte di Microsoft del proprio media player determina una preclusione del mercato ai concorrenti, riducendo in ultima analisi la scelta dei consumatori, in quanto i prodotti concorrenti subiscono uno svantaggio che non è dovuto né ai loro prezzi né alla loro qualità. I dati disponibili indicano già una chiara tendenza a favore della tecnologia di Wmp e Windows Media. In caso di mancato intervento da parte della Commissione, è probabile che la vendita abbinata di Wmp con Windows farebbe definitivamente "sbilanciare" il mercato a favore di Microsoft. Questo consentirebbe all'impresa di controllare mercati collegati nel settore dei media digitali, quali la tecnologia di codifica, il software per la radiodiffusione di musica via Internet e la gestione di diritti digitali ecc. Più in generale, la Commissione è preoccupata del fatto che la vendita abbinata di Wmp da parte di Microsoft costituisca un esempio di un modello di attività commerciale più generale, che, dato il quasi monopolio di Microsoft nei sistemi operativi per Pc, scoraggia l'innovazione e riduce la scelta dei consumatori per tutte le tecnologie alle quali Microsoft potrebbe eventualmente interessarsi e alle quali potrebbe vincolare Windows in futuro. Nota ai redattori La Commissione europea applica le regole di concorrenza dell'Ue alle pratiche commerciali restrittive e agli abusi di un potere di mercato monopolistico delle imprese per l'insieme dell’Unione europea quando vi è un’incidenza sugli scambi transfrontalieri e sulla concorrenza. La Commissione ha il potere di imporre alle imprese di cambiare il loro comportamento e di infliggere sanzioni finanziarie per le violazioni delle norme antitrust fino ad un massimo del 10% del fatturato annuo mondiale delle imprese interessate. È possibile ricorrere contro le decisioni della Commissione dinanzi al Tribunale di primo grado sito a Lussemburgo. [1] Si tratta di sistemi operativi che funzionano su computer di rete centrali che forniscono servizi ad uffici in tutto il mondo per l’attività quotidiana, quali la condivisione di documenti e stampanti, la sicurezza e la gestione dell'identificazione degli utenti. [2] Un media player è un prodotto di software che è in grado di "riprodurre" contenuti musicali e video trasmessi attraverso Internet. [3] Le interfacce non riguardano il codice sorgente Windows in quanto esso non è necessario per realizzare lo sviluppo di prodotti interoperativi. Le interfacce sono gli agganci (“hook”) all’estremità del codice sorgente che consentono ai prodotti di dialogare tra loro. [4] Una comunicazione degli addebiti o delle obiezioni segna l'avvio di un procedimento d'indagine formale in quanto la Commissione comunica alla o alle imprese interessate gli addebiti o le obiezioni. [5] I sistemi operativi di Microsoft sono installati su più del 95% dei personal computer in tutto il mondo. [6] Unione europea più Norvegia, Islanda e Liechtenstein.  
   
   
LA PRESIDENZA IRLANDESE HA PUBBLICATO UN OPUSCOLO SUGLI ELEMENTI ISTITUZIONALI FONDAMENTALI E IL SISTEMA DI FINANZIAMENTO DEGLI ORGANISMI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI IN IRLANDA  
 
Bruxelles, 25 marzo 2004 - 'Science and Technology in Ireland' dedica una pagina a 'Irlanda e Ue', e afferma che l'Unione europea 'ha svolto un ruolo cruciale nell'affinare e favorire lo sviluppo delle strutture nazionali scientifiche e tecnologiche in Irlanda'. I fondi strutturali hanno dato un forte impulso alle risorse di R&s del paese e i programmi quadro hanno 'offerto ai ricercatori irlandesi la possibilità di collaborare con i partner europei in ricerche di punta'. Mary Harney, ministro irlandese per le Imprese, il commercio e l'occupazione, ha creato un gruppo direttivo nazionale ad alto livello per valutare le implicazioni dello Spazio europeo della ricerca e delle relative iniziative. Il gruppo deve preparare un piano d'azione e indicare gli obiettivi per l'Irlanda. L'opuscolo fornisce anche una visione globale dei risultati di R&s (ricerca e sviluppo) dei settori pubblico e privato in Irlanda. Anche se gli investimenti sono in aumento, con appena l'1,4% del Pil destinato alla R&s il paese resta ampiamente al di sotto dell'obiettivo della Commissione del 3%, e della media comunitaria dell'1,93%. Con il 67% degli investimenti nel 2001, l'industria è la maggiore fonte di finanziamento della R&s; la percentuale si è però andata riducendo tra il 1995 e il 2001. Nello stesso periodo il finanziamento pubblico è passato dal 23 al 28%. Il rimanente 5% è fornito da altre fonti, inclusi i programmi quadro comunitari. Anche in termini di risorse umane l'Irlanda risulta al di sotto della media comunitaria: 5,1 occupati su 1.000 sono ricercatori, contro una media globale comunitaria di 5,8. Ma anche in questa area l'Irlanda sta facendo registrare progressi. Tali progressi sono senza dubbio favoriti dal fatto che tra i 16 paesi Ocse, l'Irlanda è quello con la più elevata percentuale di laureati in scienze e ingegneria (35% del totale dei laureati). In massima parte si tratta di laureati in scienze. Il paese figura onorevolmente tra gli altri Stati europei in termini di potenziale gruppo di laureate in scienze, ingegneria e tecnologia. Nel 2002, le donne rappresentavano oltre il 50% dei laureati in scienze, mentre la media per l'insieme dell'Ue arriva appena al 41%. L'opuscolo contiene anche dettagli sugli organismi pubblici nazionali di finanziamento, ognuno dei quali dipende da uno degli otto dicasteri governativi. Per accedere alla pubblicazione online: http://www.Cordis.lu/ireland/sti.htm  
   
   
DEBITO DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI: SUL SITO L’AUDIZIONE DI SINISCALCO AL SENATO  
 
Roma, 25 marzo, 2004 - Il Mef comunica che sulla home page www.Mef.gov.it  tra gli "Ultimi documenti pubblicati" è disponibile il testo dell’Audizione del Direttore generale del Tesoro, Domenico Siniscalco, in Commissione 5° del Senato su "Effetti e tecniche di controllo dei flussi di finanza pubblica in ordine all’andamento del debito con particolare riferimento alla componente non statale".  
   
   
JULIUS BAER ENTRA NEL MERCATO ITALIANO DELL'ASSET MANAGEMENT ISTITUZIONALE CON LA COSTITUZIONE DI JULIUS BAER SGR  
 
Milano, 25 marzo 2004 - Julius Baer integra e completa la presenza delle proprie competenze strategiche nel mercato italiano avviando l'offerta di servizi di asset management dedicati alla clientela istituzionale attraverso Julius Baer Sgr. Julius Baer Sgr, costituita nel marzo 2003 e autorizzata da Banca d'Italia ad operare come società di gestione del risparmio nel febbraio 2004, potrà acquisire mandati di asset management dalla clientela istituzionale italiana e gestire investimenti collettivi e portafogli di investimento su base individuale. L'ingresso di Julius Baer nel mercato italiano dell'asset management istituzionale, con la scelta di costituire una società di gestione del risparmio di diritto italiano, segna una nuova tappa del percorso di sviluppo della presenza del gruppo in Italia e testimonia, a pochi mesi dall'avvio delle attività di Julius Baer Creval Private Banking S.p.a., l'alto livello di impegno, trasparenza e continuità che Julius Baer intende riservare ai propri partner e alla clientela istituzionale e privata di questo paese. Julius Baer Sgr, sotto la guida di Filippo La Scala, Amministratore Delegato, e di Riccardo Cervellin, Direttore Generale, entrambi da anni in prima fila nello sviluppo delle attività italiane del gruppo nel mercato dei fondi di investimento, affiancati da Carlo Benetti come Responsabile Asset Management, assicurerà alla clientela istituzionale italiana la stessa combinazione di professionalità e attenzione ai rapporti individuali che ha consentito a Julius Baer di affermarsi nel mondo come un partner solido, integro, esperto e affidabile, con cui condividere stabilmente i propri obiettivi di sicurezza e prosperità. Grazie alla peculiarità di questo approccio, che lo vede dedicare alla clientela istituzionale la stessa cura e riguardo con cui da oltre 100 anni assiste la clientela del private banking, Julius Baer è ai vertici del mercato dell'asset management istituzionale in Svizzera e tra i player di maggiore reputazione in Europa e negli Usa. L'offerta della Julius Baer Sgr è pertanto orientata a rispondere alle più ampie e sofisticate aspettative della clientela istituzionale italiana. La gamma dei prodotti e servizi di Julius Baer Sgr, tutti di altissima qualità, abbraccia sia la gestione di mandati tradizionali (obbligazionari, azionari e bilanciati) che la gestione di mandati innovativi total return basati sull'utilizzo di una più ampia gamma di strumenti finanziari che includono Hedge Fund, Private Equity, Futures su Commodities e Rea! Estate. A livello gestionale, la scelta strategica intrapresa prevede un'intensa collaborazione fra la nuova Sgr e le fabbriche prodotto del gruppo Julius Baer (Jbam Ag, Zurigo, Jbil Ltd. Londra e Jbim Inc., New York) per importare sul mercato italiano le competenze d'eccellenza sviluppate a livello internazionale. Tutte le funzioni non core-business (back office, controllo, It, etc.) saranno esternalizzate.  
   
   
NUOVO CENTRO DI PROMOZIONE FINANZIARIA A MILANO PER SELLA CONSULT L’OBIETTIVO 2004 SULL’AREA LOMBARDA È DI UNA RACCOLTA DI 200 MILIONI DI EURO  
 
Milano, 25 marzo 2004 – E’ stato inaugurato lunedì sera, nel corso di una serata che ha ospitato il quartetto d’archi dell’Orchestra filarmonica di Torino, il nuovo centro di promozione finanziaria che Sella Consult Simpa (la rete di promotori finanziari del Gruppo Banca Sella) ha aperto a Milano nella centralissima piazza Cavour, all’interno di quello che è conosciuto come il Palazzo dell’Informazione. La scelta di rafforzare la presenza nel capoluogo è espressione della volontà di Sella Consult di crescere ulteriormente in Lombardia, ove peraltro è già presente con altri quattro uffici (a Milano in via Parmigianino e in Galleria Unione, a Brescia, e a Lissone) e dove operano complessivamente 47 promotori finanziari. Obiettivo di crescita che è esteso anche alla raccolta dei promotori lombardi: se al 31 dicembre 2003, infatti, la raccolta ammontava a circa 163 milioni di euro, pari all’8% del dato societario complessivo, l’obiettivo del 2004 è di superare i 200 milioni di euro. “ Traguardo che contiamo di raggiungere – afferma il direttore di Sella Consult, Nicola Culicchia - forti dei risultati messi a segno dalla rete nel 2003 e rafforzando la presenza sul territorio con professionisti di elevata esperienza, per l’inserimento dei quali è in corso un’attenta attività di selezione”.  
   
   
GALILEO SGR: VARATO AUMENTO DI CAPITALE IL CDA PUNTA ALL’INGRESSO DI NUOVI SOCI. LA SGR FINANZIERÀ AZIENDE IN FASE DI START UP DAI FORTI CONNOTATI INNOVATIVI  
 
Padova – 25 marzo 2004 - L’assemblea straordinaria di Galileo Sgr, svoltasi ieri presso la sede di Unindustria Padova, ha deliberato l’aumento di capitale sociale per un importo massimo di 500.000 euro, dagli attuali 260.000 fino ad un tetto di 760.000 euro. Galileo Sgr è nata allo scopo di gestire fondi chiusi d’investimento di venture capital destinati al finanziamento di aziende di piccole e medie dimensioni a forte connotazione innovativa, legate al mondo delle università e dei centri di ricerca. L’aumento di capitale consentirà al fondo Galileo di avviare la fase di fund raising (con un primo closing step a 15 milioni di euro) e di iniziare quanto prima l’attività di investimento. Il completamento del processo di fund raising, fino al raggiungimento della soglia dei 25 milioni di euro, avverrà nei tempi stabiliti dalla normativa vigente della Banca d’Italia. L’aumento di capitale offre la possibilità anche ad altri soggetti di entrare nella compagine sociale, in considerazione del forte appeal del fondo Galileo, che costituisce uno strumento di promozione dell’industrializzazione della ricerca applicata e della valorizzazione della proprietà intellettuale, con ottime possibilità di emergere e di produrre risultati interessanti in termini di rendimento interno (Irr). “Nel caso residuino azioni inoptate - ha evidenziato Giampaolo Molon direttore generale di Galileo Sgr - l’aumento di capitale rappresenterà per i nuovi potenziali soci, con i quali sono in corso contatti informali, l’opportunità di entrare a far parte di una realtà nuova nel panorama finanziario italiano, notoriamente poco propenso al finanziamento delle imprese dai forti connotati tecnologici in fase di start up”. Il presidente del cda di Galileo Sgr, Luigi Rossi Luciani, al termine dell’assemblea straordinaria ha ringraziato i soci “storici” per il sostegno e la partecipazione all’operazione di aumento di capitale, ed ha auspicato di poter annoverare tra i nuovi soci proprio quei soggetti che hanno già manifestato vivo interesse per la società di gestione e per il Fondo. Nella attuale compagine sociale di Galileo Sgr sono presenti Confindustria Veneto, le Unioni Industriali di Padova, Treviso, Trento, i confidi delle Associazioni industriali di Udine, Trento e Bolzano, le Università di Padova, Venezia, Verona, Udine, Trieste, Trento, i parchi scientifici Galileo di Padova, Vega di Venezia, Star di Verona e Veneto Innovazione, Banca Antonveneta, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (Gruppo Sanpaolo Imi - Cardine), Banco Popolare di Verona e Novara, E-venture, Infracom Italia.  
   
   
GOVERNANCE FINANZIARIA: UN’ ESIGENZA PER TUTTE LE SOCIETA’ CHE EROGANO SERVIZI PUBBLICI  
 
 Firenze, 25 marzo 2004 - Intervenendo il 22 marzo a Firenze al convegno di Cispel Confservizi Toscana: “Assetti e strategie toscane nel panorama nazionale dei servizi pubblici”, il presidente di Fidi Toscana Silvano Gori ha sottolineato la necessità di una governance finanziaria per le società che erogano servizi pubblici. L’esigenza di ricorrere ai servizi di un advisor finanziario al di là delle responsabilità tipiche dei soci, pone infatti problematiche per le utilities di portata più ampia che investono la sfera della cultura d’impresa, la qualità del management, la capacità di governare processi di ristrutturazione e di riorganizzazione aziendale di notevole complessità. “Al di là delle scelte di percorso – ha sottolineato Silvano Gori, presidente di Fidi Toscana - la riflessione da affrontare non può prescindere da due aspetti di fondo che sembrano per molti aspetti ineludibili nella nostra regione: da una parte la necessità stringente di creare aziende di dimensioni più consistenti rispetto alle attuali, tali da poter raggiungere la necessaria massa critica per conseguire economie di scala e la capacità di fornire servizi efficienti su bacini di utenza allargati, dall’altra acquisire, attraverso la crescita dimensionale, la capacità tecnica e finanziaria di realizzare gli investimenti in impianti, tecnologie ed infrastrutture che si rendono necessari e che sono in molti casi previsti dalle normative di riferimento”. Riguardo alla proprietà delle reti il presidente di Fidi Toscana ha puntualizzato come con le modificazioni apportate dal decreto legge 269/03 all’articolo 113 comma 13, la società proprietaria degli assets (beneficiaria della scissione) deve essere a totale partecipazione degli enti locali. “Nell’ipotesi quindi di società “mista” pubblico-privata si rende necessaria la scissione non proporzionale, ipotesi che non comporterebbe (con il diritto attuale) esborsi dell’ente locale – ha dichiarato Silvano Gori - in quanto il socio privato vedrebbe accresciuta la sua partecipazione nella società scissa. Si potrebbe optare per la scissione proporzionale iniziale e la successiva liquidazione del socio privato nella società di proprietà. Il socio pubblico manterrebbe identica la partecipazione nella società scissa, ma dovrebbe sostenere l’onere per la liquidazione della partecipazione del socio privato nella società beneficiaria”. Grazie al ‘global approch’ di Fidi Toscana e all’ intervento di consulenza mirato ad imprese ed istituzioni locali, nel 2003 è cresciuta sensibilmente l’operatività della società finanziaria in tutta la Toscana. L’area Finanza di progetto è la divisione di Fidi Toscana dedicata all’attività di consulenza economico-finanziaria per lo sviluppo del territorio. L’attività è specificatamente indirizzata agli Enti Locali, alle società pubbliche, alle società miste pubblico-private ed alle società private interessate a realizzare e gestire infrastrutture e servizi di pubblica utililità. Fidi Toscana svolge la propria attività nell'ambito delle finalità statutarie, delle intese istituzionali e delle convenzioni vigenti, stipulate con le banche che partecipano al capitale della società e con gli organi rappresentativi delle autonomie locali, sulla base anche dei seguenti protocolli: Protocollo d'Intesa Regione Toscana e Banche stipulato nel 1999 tra Regione Toscana, Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, Banca Nazionale del Lavoro Spa, Cassa di Risparmio di Firenze Spa, Cassa di Risparmio di San Miniato Spa, Casse del Tirreno Spa, Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo Scrl che prevede iniziative congiunte nel campo della finanza innovativa ed affida a Fidi Toscana la funzione di direzione e di coordinamento delle attività di progetto per lo sviluppo del territorio. E il Protocollo d'Intesa tra la Regione Toscana, gli organismi regionali rappresentativi dei Comuni (Anci), delle Province (Urpt), delle Comunità Montane(uncem) che ha individuato dal 1999 in Fidi Toscana lo strumento tecnico della Regione e degli enti locali territoriali per l'analisi e lo studio delle problematiche economico-finanziarie inerenti il project financing. Di recente inoltre è stato siglato anche un accordo con Cispel Conservizi, teso a fornire quella consulenza alle aziende nel campo della finanza d’impresa provvedendo anche alla ricerca di finanziamenti necessari, sia per i fabbisogni di liquidità che per gli investimenti. In particolare potrà essere fornita la predisposizione di business plan, di studi di fattibilità economico-finanziaria, l’assistenza nelle operazioni straordinarie come fusioni, scissioni, scorpori, acquisizioni, operazioni sul capitale. Fidi Toscana inoltre si è attivata per agevolare l’accesso al credito alle imprese in particolare per realizzare piani di investimento e progetti di sviluppo, per smobilizzare crediti verso enti pubblici, mediante il rilascio di garanzie sussidiarie a fronte di operazioni bancarie a breve e medio/lungo termine e operazioni di leasing .  
   
   
PRUMERICA LIFE: NEL 2003 CRESCE DEL 16,12 % IL PATRIMONIO GESTITO E SALE FINO ALL’ 8,51% IL RENDIMENTO MEDIO ANNUALE DEL FONDO PRUMERICA FINANCIAL  
 
Milano, 25 marzo 2004 – Si chiude in crescita il 2003 per la compagnia assicurativa ramo vita Prumerica Life del Gruppo Prudential Financial. La compagnia assicurativa ha realizzato un aumento del patrimonio gestito legato alle gestioni separate del “Fondo Prumerica” e del “Fondo Prumerica Financial” pari al 16,12%, passando da 93 milioni di euro nel 2002 a 108 nel 2003. I due fondi hanno registrato rispettivamente un tasso medio di rendimento annuo del 6,34% il primo, e un tasso medio di rendimento semestrale del 4,28% il secondo, che su base annuale si traduce addirittura in un rendimento medio dell’8,51%. La raccolta premi diretta è cresciuta dell’ 11,3%, mentre la raccolta di prima annualità ha segnato un incremento del 38% rispetto allo scorso anno. Dati positivi che dimostrano la validità del prodotto vita tradizionale, perno dell’attività complessiva di Prumerica Financial, che per la distribuzione dei prodotti si affida esclusivamente alla propria rete diretta composta da Life Planner, figura professionale unica nel mercato assicurativo. Il Life Planner si distingue per l’elevata qualificazione e per l’ approccio che punta alla massima personalizzazione del servizio. In controtendenza quindi con il mercato, Prumerica Financial crede fermamente nell’insostituibilità del rapporto personale tra consulente e cliente. In questo senso va letto l’incremento del 22% della forza vendita avvenuta nel 2003 e la continua ricerca di talenti da attrarre. “L’anno 2003 si è chiuso in modo estremamente positivo soprattutto per le Gestioni interne separate e quindi per i nostri assicurati. I rendimenti ottenuti sono frutto di un’attenta politica d’investimento volta a garantire continuità e sicurezza” commenta Pier Giorgio Rota Baldini, amministratore delegato di Prumerica Financial, che aggiunge “In un momento così difficile per gli investitori e i risparmiatori italiani, credo che la trasparenza, la chiarezza e la cura costante e personalizzata siano le uniche vie percorribili per conquistare la fiducia del cliente”.  
   
   
BOND ARGENTINA CLAMOROSA PROTESTA DEI RISPARMIATORI PER INDURRE LO STATO ARGENTINO A RIMBORSARE 14 MILIONI DI EURO DI DEBITI BOICOTTAGGIO IN ITALIA E NEGLI ALTRI PAESI UE DEI PRODOTTI ARGENTINI  
 
Roma, 25 marzo 2005 - I risparmiatori passano al contrattacco. Di fronte all’impossibilità di vedere rimborsati i soldi che 450.000 famiglie hanno investito in titoli argentini, il Codacons ha organizzato una clamorosa iniziativa in tutta Italia per indurre lo Stato argentino a rimborsare i 14 miliardi di euro investiti dagli italiani: il Boicottaggio Dei Prodotti Argentini. Come noto il paese sudamericano esporta in Italia numerosi prodotti di vario genere, acquistati dai consumatori spesso inconsapevolmente. Questi prodotti, e non quindi le marche che li distribuiscono nel nostro paese, sono oggetto del boicottaggio del Codacons, che invita i consumatori a non acquistarli dirottando le proprie scelte su beni analoghi ma di diversa provenienza. Stessa richiesta è stata fatta agli importatori, invitandoli a scegliere fornitori di paesi diversi dall’Argentina. Così facendo sarà possibile lanciare un segnale forte al governo argentino e far capire che i risparmiatori sono stanchi delle promesse di rimborso non mantenute, e che dopo anni di trattative che non hanno portato a nulla ora vogliono fatti concreti. Il boicottaggio verrà effettuato in tutte le città d’Italia e coinvolgerà anche i paesi dell’Unione Europea. Il Codacons ha infatti contattato le principali associazioni di consumatori dell’Ue per adottare iniziative simili. Tra i prodotti argentini commercializzati in Italia da alcune aziende e oggetto del boicottaggio (la lista completa sul sito www.Codacons.it - cliccka qui - file .Rtf dim. 130 Kb) troviamo ad esempio: miele; carne; pesce; vini bianchi e rossi; cotone; pop corn; frutta varia; farine; formaggio; fagioli; arachidi; pelli. Olio di semi.  
   
   
ECCEZIONALE ACCOGLIENZA PER IL BOND UNICREDIT  
 
Milano, 25 marzo 2004 - Unicredito Italiano ha lanciato oggi sull'Euromercato un prestito obbligazionario a tasso variabile con durata 7 anni. L'offerta, partita da un'ipotesi di eseguire un'emissione benchmark, è stata chiusa ad 1,3 miliardi di Euro, vista l'eccezionale risposta del mercato, con ordini che in poche ore di book building hanno raggiunto 1,8 miliardi di Euro. L'emissione, curata da Abn Amro, Crèdit Agricole Idosuez - Credit Lyonnais, e Ubm consente ad Unicredito Italiano di stabilire un nuovo punto di riferimento per il mercato sulla "curva del credito senior", dopo il successo del precedente collocamento di un floater quinquennale da 625 milioni di Euro con scadenza ottobre 2008 e del bond decennale da 1 miliardo a tasso fisso collocato lo scorso mese di gennaio. Il bond avrà una cedola pari al tasso Euribor trimestrale maggiorato di 12,5 punti base ed un prezzo di riofferta pari a 99,77 (equivalente ad un rendimento all'emissione pari ad 3 mesi Euribor + 16 punti base) ed è stato oggetto di un'elevata domanda da parte degli investitori istituzionali (banche 68%; asset managers 21%) di tutta Europa, con un'allocazione geografica così ripartita: Italia 29%; Germania 21.5%; Regno Unito 17.7%; altri 31.8%. Il nuovo titolo, che scadrà il 5 aprile 2011, sarà emesso nell'ambito del Programma di Euro Medium Term Notes di Unicredito e verrà quotato presso la Borsa di Lussemburgo; sarà fatta inoltre richiesta di quotazione presso la Borsa Italiana (Euromot). Il rating atteso dell'emissione è di Aa2/aa-/aa- di Moody's, Standard & Poor's e Fitch rispettivamente, conformemente ai rating di Unicredito Italiano.  
   
   
RISPARMIO GESTITO. ASSOGESTIONI ORGANIZZA UN CORSO SULL’INDUSTRIA DEL RISPARMIO GESTITO E LANCIA LA NUOVA DIVISIONE “ASSOGESTIONI FORMAZIONE”  
 
 Milano, 25 marzo 2005 - Dal 3 maggio prossimo si svolgerà il primo corso di formazione intensivo sul Risparmio Gestito organizzato da Assogestioni Formazione, la nuova unità creata dall’Associazione dei gestori che si occuperà d’ora in avanti delle iniziative legate alla formazione e alla diffusione della cultura del Risparmio Gestito. Il corso è dedicato a tutti coloro che “muovono i primi passi” nell’Industria del Risparmio Gestito, per questo motivo è rivolto ai giovani addetti ai lavori interessati ad approfondire la conoscenza di questa Industria. Lo scopo è quello di formare i partecipanti sui meccanismi e i processi di funzionamento del Risparmio Gestito dal punto di vista della regolamentazione, dell’organizzazione, della normativa fiscale e della comunicazione. Il corpo docente del corso di formazione sarà composto dai migliori professionisti del settore e dai responsabili delle principali aree di azione di Assogestioni. Il programma del corso si articola in una serie moduli dedicati a diversi argomenti quali: la fiscalità, la regolamentazione, gli investimenti immobiliari, la previdenza complementare, la comunicazione, i dati e le statistiche, l’autoregolamentazione dell’Industria e l’etica. Oltre a questi sono stati previsti altri moduli relativi ai temi: storia, struttura del mercato e realtà europea, Gips, benchmark, analisi e controllo del rischio, teoria della finanza e corporate governance. Le lezioni del corso si svolgeranno tutti i giorni, dal lunedì al giovedì, dalle ore 16.00 alle ore 19.00 a Milano presso Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana. La conclusione delle lezioni è prevista per il 3 giugno prossimo. Alla fine del corso sarà rilasciato un attestato di partecipazione a tutti coloro che avranno partecipato all’intero ciclo di lezioni. Il numero massimo di partecipanti è di 60 persone. Assogestioni ha previsto l’istituzione di quattro borse di studio che saranno assegnate a fronte di una richiesta scritta indirizzata al Presidente di Assogestioni accompagnata da un breve profilo del candidato e da una sintesi delle sue motivazioni e delle informazioni utili per redigere una graduatoria. Per tutte le informazioni relative all’iscrizione è possibile scrivere all’indirizzo formazione@assogestioni.It  La presentazione delle domande di iscrizione dovrà avvenire entro il termine massimo di lunedì 26 aprile.  
   
   
LE AZIENDE ITALIANE E I RISCHI FINANZIARI ALLA LUCE DEI RECENTI CRACK “RISK MANAGEMENT E CORPORATE GOVERNANCE PER L ’IMPRESA ETICA”  
 
 Milano, 25 marzo 2004 – I recenti crack di importanti gruppi nazionali e internazionali hanno dimostrato come sia vitale per le aziende valutare con attenzione la propria esposizione ai rischi finanziari. La struttura organizzativa, i sistemi di controllo interni, la creazione di una figura istituzionale dedicata alla prevenzione e alla gestione di tali rischi, sono tutte misure imprescindibili per le aziende che vogliono competere sullo scenario internazionale. Per questo Cineas, il consorzio universitario per l’ingegneria nelle assicurazioni del Politecnico di Milano, ha voluto realizzare un’indagine tra le maggiori aziende del nostro paese volta ad analizzare il livello di Risk management e Corporate governance in Italia: quali sono i maggiori rischi a cui le aziende italiane sono esposte? Esiste una figura o un team di lavoro che preveda e gestisca tali rischi? Quali sistemi di controllo sono attivi in azienda per garantire correttezza e trasparenza verso il mercato? Sono solo alcune delle domande che sono state sottoposte al top management di 150 medie e grandi aziende italiane (il 25% delle quali quotate alla Borsa Italiana). I risultati di tale indagine saranno presentati nell’ambito del convegno “Risk Management e Corporate Governance per l’impresa etica” e saranno commentati da personaggi del calibro di Stefano Preda, Presidente Banca Esperia, Giampio Bracchi, Vice Presidente Banca Intesa, Umberto Bertelè, Presidente T.a.v. E Adolfo Bertani, presidente Cineas e Presidente Zurich. Giovedì 25 marzo 2004 ore 9,30 presso Sala delle Colonne Banca Popolare di Milano via S.paolo 12, Milano Programma: Ore 9.30 Apertura e registrazione dei partecipanti; Ore 9.45 Adolfo Bertani Presidente Cinea; Ore 10.00 Emerico Amari Partner Macfin Management Consultants Presentazione della ricerca; Ore 10.30 Stefano Preda Presidente Banca Esperia; Ore 10.50 Giovanni Grossi Presidente A.i.i.a.; Ore 11.10 Fernando Metelli Risk Manager Banca Popolare di Milano; Ore 11.30 Lucio Silvio Casati Responsabile Zurich Consultino; Ore 12.00 Tavola rotonda coordinata da: Gianfranco Fabi Vicedirettore Sole24ore; composta da: Umberto Bertelè Presidente T.a.v.; Giampio Bracchi Vice Presidente Banca Intesa; Marco Giorgino Professore associato Politecnico di Milano; Giovanni Grossi Presidente A.i.i.a; Fernando Metelli Risk Manager Banca Popolare di Milano; Stefano Preda Presidente Banca Esperia.  
   
   
CONTINUA LA CRESCITA DEL GRUPPO BIPIELLE BILANCIO CONSOLIDATO 2003 RISULTATO DI GESTIONE: 623,5 MLN EURO (+26,08%) UTILE ATTIVITÀ ORDINARIE: 84,9 MLN EURO (+6,08%) UTILE NETTO: 42,4 MLN EURO (+178,62%)  
 
Lodi, 25 marzo 2004 – Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Lodi, presieduto da Giovanni Benevento, ha approvato nella seduta di ieri il progetto di bilancio relativo all’esercizio 2003. Pur in presenza di un congiuntura economica difficile aggravata dalle crisi industriali di Parmalat e Cirio, i dati economici evidenziano un costante e significativo incremento dei risultati sia a livello consolidato, sia a livello individuale. I risultati del 2003 confermano quindi la crescita operativa e reddituale del Gruppo Bipielle, favorita anche dal riassetto societario (completato nel 2003 con la quotazione in Borsa di Reti Bancarie S.p.a. Al fianco di Bipielle Investimenti), che ha permesso di accelerare i processi di integrazione e migliorare l’attività di coordinamento delle banche reti e delle società prodotto. I dati consuntivi rispettano i target gestionali del business plan relativo al 2003 ed evidenziano come tutte le società del Gruppo abbiano raggiunto i budget assegnati con percentuali superiori al 95% a livello di margine d’interesse, di servizi e di intermediazione, confermando l’eccellente andamento dell’attività caratteristica. Il nuovo business plan 2004-2007 in fase di elaborazione, verrà presentato nel mese di maggio unitamente ai dati del primo trimestre 2004 che lasciano già intravedere ulteriori positivi riscontri. Nonostante gli accantonamenti e le rettifiche di valore stanziati principalmente per far fronte all’esposizione nei confronti del Gruppo Parmalat, il Gruppo Bipielle registra a livello consolidato un utile netto di 42,4 milioni di euro, che risulta quasi triplicato rispetto ai 15 milioni di euro pro-formati al 31 dicembre 2002 (+178,62%). Su livelli eccellenti si posiziona anche il risultato individuale della Banca Popolare di Lodi, che contribuisce in modo determinante alla formazione del risultato consolidato, grazie principalmente ai profitti provenienti dall’attività ordinaria. La Capogruppo chiude infatti il bilancio 2003 con un utile netto di 135,7 milioni di euro, con un incremento del 39,68% rispetto allo scorso anno. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea dei Soci, che si terrà in prima convocazione il 23 aprile 2003 e in seconda convocazione il 24 aprile 2003, l’attribuzione per ciascuna azione Banca Popolare di Lodi di un dividendo pari a 0,20 euro, contro 0,18 euro per azione distribuito nel 2002. Il dividendo segna pertanto un incremento del 11,11% rispetto allo scorso anno, nonostante il numero delle azioni sia passato da 150.266.895 dell’esercizio 2002, a 287.409.242 del 2003, in seguito all’aumento di capitale riservato in opzioni ai soci, che ha portato all’emissione di 90.394.950 di nuove azioni Banca Popolare di Lodi. Il monte dividendi è raddoppiato attestandosi a 57,5 milioni di euro, contro i 27,0 milioni di euro del 2002 (+112,52%). La prima data utile per il pagamento del dividendo proposto è il 27 maggio 2004, con preventivo stacco cedola in data 24 maggio 2004. I risultati consolidati del Gruppo Bipielle I risultati consolidati dell’esercizio 2003 evidenziano, su base omogenea rispetto al dato pro-formato del 31 dicembre 2002, un significativo miglioramento di tutte le principali voci del conto economico. Il margine d’interesse, si attesta a 876,2 milioni di euro e, pur in presenza di una politica prudenziale sugli impieghi e di una diminuzione dei tassi d’interesse, mostra un lieve miglioramento (+0,89%). Le commissioni nette salgono a 403,2 milioni di euro, con un incremento del 10,79% rispetto ai 363,9 milioni di euro del 2002, grazie soprattutto alla ripresa del risparmio gestito. Il margine da servizi raggiunge i 654,3 milioni di euro (+27,11%), con il positivo apporto dei profitti provenienti da operazioni finanziarie pari a 24,8 milioni di euro, sebbene il quarto trimestre del 2003 si sia chiuso con una perdita di 36 milioni di euro in seguito alla minusvalenza generata dalla cessione dei bond Parmalat. Il margine d’intermediazione ammonta a 1.530,5 milioni di euro facendo segnare un miglioramento del 10,64%, anche se incorpora i costi della ristrutturazione i cui benifici si manifesteranno appieno nei prossimi tre anni. Particolarmente significativo è il dato riferito al risultato di gestione che sale a 623,5 milioni di euro (+26,08%) nonostante i costi sostenuti nel 2003 per uniformare la piattaforma informatica e tecnologica delle banche aggregate. Le spese amministrative e gli oneri di gestione registrano un aumento contenuto (+2,05%), mentre le spese per personale si mantengono sostanzialmente sugli stessi livelli dello scorso anno anche con l’adeguamento contrattuale a livello nazionale (+2,70%). Il Cost/income conferma la maggior efficienza del Gruppo, scendendo di 5 punti percentuali rispetto al 31 dicembre 2002, attestandosi al 59,26%. Le rettifiche e le riprese di valore sui crediti salgono a 256,7 milioni di euro, contro i 167 milioni di euro del 2002, per far fronte anche all’esposizione nei confronti del Gruppo Parmalat, svalutata dal 60% al 75% in relazione alla tipologia del credito erogato. Queste ultime hanno condizionato l’utile dell’attività ordinaria che cresce comunque del +6,09%. Tale tendenza conferma l’efficientamento in corso della struttura e i benefici economici ottenuti dall’attività caratteristica che, in assenza delle rettifiche straordinarie, avrebbe evidenziato risultati in linea con i dati dei primi nove mesi, estremamente positivi. L’utile da attività ordinarie è di 84,9 milioni di euro (+6,09%) ed è inficiato da una serie di costi non ricorrenti quantificabili in circa 40 milioni di euro. L’utile netto si attesta a 42,4 milioni di euro, con una crescita del 178,62%. L’utile netto con l’utile di pertinenza di terzi sfiora i 90 milioni di euro, contro i 45,6 milioni di euro dello scorso anno (+112,96%), riequilibrando il rapporto con l’utile consolidato anche grazie alle operazioni straordinarie completate nel 2003. Per quanto riguardo lo stato patrimoniale, nei raffronti su base omogenea rispetto al 31 dicembre 2002, si segnala il totale attivo pari a 43.896 milioni di euro, registrando un incremento del 5,28%. La raccolta diretta da clientela supera i 30.000 milioni di euro con un incremento dell’8,18%, grazie alla crescita dei conti correnti (+11,47%), dei depositi al risparmio (+7,32%) e delle operazioni pronti contro termine (+11,65%). La raccolta indiretta da clientela sale a 29.937 milioni di euro (+5,29%), sostenuta da una sensibile ripresa del risparmio gestito che ammonta a 17.899 milioni di euro (+13,47%) tra le cui voci si segnalano le gestioni patrimoniali (+26,89%), i fondi comuni di investimento (+7,25%) e i prodotti assicurativi (+4,29%). La massa amministrata da clientela raggiunge 60.607 milioni di euro, con un incremento del 5,95%, mentre il totale generale della massa amministrata si attesta a 88.088 milioni di euro facendo registrare una crescita del 4,17%. Gli impieghi a clientela si confermano in crescita raggiungendo 26.181 milioni di euro (+2,60%) pur mantenendo un livello di rischiosità particolarmente limitato. Particolarmente positivo risulta l’andamento del credito al consumo (+29,89%) e dei mutui (+13,27%). Al 31 dicembre 2003, l’incidenza delle sofferenze sul totale dei crediti verso clientela è pari allo 1,18% (comprensivo di Parmalat) contro lo 0,52% del 2002. La struttura operativa del Gruppo Bipielle nel corso del 2003 è stata ulteriormente potenziata grazie all’inaugurazione di nuovi sportelli e all’ingresso nel Gruppo del Banco di Chiavari e della Riviera Ligure e della Banca Popolare di Cremona, oltre al consolidamento della Banca Caripe. Il numero delle filiali è passato così dalle 727 filiali del 31 dicembre 2002 alle attuali 928, mentre il numero dei dipendenti si è attestato a 8.800 unità, contro le 9.118 dello stesso periodo dello scorso anno, in seguito al piano esuberi. Le previsioni sono di un’ulteriore riduzione del personale di 400 unità, in relazione anche ai 200 dipendenti che hanno già aderito al fondo esuberi. Il numero dei promotori finanziari, grazie ai nuovi reclutamenti, ha raggiunto quota 733 contro i 612 del 31 dicembre 2002. I risultati individuali della Capogruppo Banca Popolare di Lodi I risultati della Banca Popolare di Lodi si mantengono su livelli eccellenti, anche se gli eventi che hanno contrassegnato il mercato italiano nel corso dell’anno hanno avuto un inevitabile riflesso sulla redditività. I dati della Capogruppo si confermano comunque in sensibile crescita e contribuiscono in modo determinante alla formazione del risultato consolidato, grazie all’eccellente andamento dell’attività bancaria tradizionale rivolta soprattutto alla clientela retail e alle piccole e medie imprese. I dati patrimoniali, raffrontati su base omogenea rispetto al 31 dicembre 2002, confermano il costante percorso di sviluppo intrapreso dall’istituto, confermato dalla crescita del totale attivo che supera i 29 miliardi di euro (+6,09%). La raccolta diretta da clientela sale a 16.854 milioni di euro con un incremento del 3,37%, grazie alla positiva dinamica dei conti correnti (+7,83%), dei depositi al risparmio (+17,21%) e delle operazioni pronti contro termine (+9,26%). Gli impieghi a clientela si attestano a 12.537 milioni di euro (+7,19%), grazie alla positiva dinamica dei finanziamenti euro (+27,48%) e ai mutui (+31,11%). Il risparmio gestito supera i 5.000 milioni di euro (+11,96%), sostenuto dalle gestioni patrimoniali (+20,87%) e dai fondi comuni d’investimento (+12,89%). Il totale generale della massa amministrata raggiunge i 53.288 milioni di euro con una crescita dell’8,61%. Il buon andamento della Capogruppo è confermato anche dai principali aggregati economici. Il margine d’interesse, nonostante la riduzione dei tassi di mercato, si porta a 564,8 milioni di euro (+8,69%), grazie anche al supporto dei dividendi che salgono a 201 milioni di euro. Le commissioni nette si attestano a 193 milioni di euro (+1,02%). Il margine da servizi sale a 292,9 milioni di euro (+ 19,28%). Il margine di intermediazione con 857,7 milioni di euro (+12,09%) contribuisce alla crescita del risultato di gestione che si attesta a 379,6 milioni di euro, facendo segnare un incremento del 16,35%. Il cost/income si attesta al 55,74% scendendo di quasi 2 punti percentuali rispetto al 31 dicembre 2002. Le rettifiche su crediti, per far fronte soprattutto all’esposizione nei confronti del Gruppo Parmalat, salgono a 122,1 milioni di euro; mentre il rapporto tra “rettifiche-accantonamenti netti e impieghi netti” si porta allo 0,97%, contro lo 0,74% del 31 dicembre 2002. L’utile da attività ordinaria sale a 108,9 milioni di euro, contro i 100,2 milioni di euro dello scorso anno (+8,76%). L’utile netto è di 135,7 milioni di euro, contro i 97,1 con un incremento del 39,68%. Il patrimonio netto si attesta a 3.013 milioni di euro, contro i 2.158 milioni di euro del 31 dicembre 2002 (+39,61%). La struttura operativa registra un significativo rafforzamento grazie anche ai processi di accentramento e di razionalizzazione della rete di vendita perfezionati nel 2003, che hanno visto l’integrazione delle reti del Banco di Chiavari, della Banca Popolare del Trentino e di Bipielle Adriatico nella Banca Popolare di Lodi. Il numero delle filiali Banca Popolare di Lodi è salito dalle 392 del 31 dicembre 2002 alle 537 attuali, mentre in numero dei dipendenti si è attestato a 4.377 unità, contro le 3.895 unità dello stesso periodo dello scorso anno.  
   
   
BANCA ANTONVENETA APPROVA IL BILANCIO 2003: POSITIVE LE PRIME INDICAZIONI DEL 2004 BALZO DEI MUTUI (+42%) GIANCARLO FOLCO NOMINATO VICE PRESIDENTE  
 
Padova, 25 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Antonveneta si è riunito il 24 marzo per approvare i risultati dell’esercizio 2003, a livello consolidato e individuale, i quali hanno confermato, da un lato, la capacità del Gruppo di mantenere la sua rilevante posizione nel mercato, dall'altro la puntuale opera di controllo dei rischi, ribadita dalle rettifiche di valore sull’attivo a rischio e dagli accantonamenti per rischi e oneri, concluse nel 2003, e la cui entità ha inciso in misura sostanziale sul risultato netto. Su quest’ultimo hanno altresì inciso gli stanziamenti per la ricostituzione delle riserve patrimoniali diminuite negli esercizi passati per le operazioni di cartolarizzazione delle sofferenze. Tali operazioni, finalizzate all'ulteriore rafforzamento dell'Istituto, garantiscono ad Antonveneta di guardare con grande e rinnovata fiducia al 2004, in linea con il Piano industriale 2004-2006, che verrà perseguito con la massima determinazione nei suoi obiettivi fondamentali, sia a livello di incremento dei ricavi che di contenimento dei costi. L'attività del Gruppo al 31 dicembre 2003 Con riguardo al trend delle aree di attività del Gruppo: l’attività bancaria tradizionale ha riflesso gli effetti di una politica mirata a privilegiare l’aspetto qualitativo rispetto a quello dimensionale, ad accrescere il frazionamento dei rischi e a favorire, a scadenza, la riallocazione di raccolta a tempo della clientela nei prodotti del risparmio gestito del Gruppo. In tale contesto si colloca la crescita della Raccolta complessiva (+3,2% rispetto al 31 dicembre 2002). In particolare, la Raccolta diretta si è mantenuta stabile nel corso dell’anno, attestandosi a 36.085 milioni di Euro al 31 dicembre 2003 rispetto ai 36.128 nel 2002 (-0,1%), mentre la Raccolta indiretta è cresciuta del 7,8%, trainata dal risparmio gestito (+14,5%, da 9.085 milioni di Euro nel 2002 a 10.400 milioni di Euro nel 2003). Nell’ambito degli Impieghi verso clientela lo sviluppo commerciale registrato soprattutto nel comparto dei mutui e del credito al consumo (cresciuti rispettivamente del 41,9% e dell’11,2% rispetto al 2002) ha compensato la pianificata riduzione dei “grandi rischi” (-1.792 milioni di Euro, da 3.620 del 31 dicembre 2002 ai 1.828 della fine dell’esercizio 2003) e dell’esposizione verso “Altre parti correlate” (da 2.023 milioni di Euro a fine 2002 a 1.090 milioni di Euro al 31 dicembre 2003). L’aggregato dei crediti verso clientela risulta in riduzione dell’1,3% su base annua (da 36.927 del 31 dicembre 2002 a 36.463 milioni di Euro nel 2003); nell’asset management, in coerenza con gli obiettivi del Piano Industriale, l’attività del Gruppo si è intensificata, favorita dal potenziamento dell’attività commerciale, dall’ampliamento dell’operatività e dall’affinamento della gamma dei prodotti offerti agli investitori. Il totale delle attività gestite dalle società del Gruppo è aumentato a 6.456 milioni di Euro, rispetto ai 6.106 milioni di Euro del 30 settembre 2003 e ai 4.139 milioni di Euro del 2002, con una raccolta netta (da inizio anno) di circa 2,2 miliardi di Euro; nella bancassicurazione è stata favorita, anche con l’innovazione di prodotto, una strategia di investimento della clientela tesa a preferire prodotti con garanzie di rendimento e di capitale. L’ammontare delle “riserve tecniche” ha raggiunto i 2.837 milioni di Euro, con un aumento del 54,2% rispetto al valore di fine 2002. La raccolta premi a fine 2003 è risultata pari a 1.068 milioni di Euro, in crescita del 32,2% rispetto al precedente esercizio; nel merchant banking, nonostante condizioni di mercato non favorevoli a tale attività, è proseguita positivamente l’operatività di Interbanca e delle sue controllate. Relativamente ad Interbanca, a fine 2003 l’investimento del comparto ammontava a 431 milioni di Euro (477 milioni a fine 2002); i nuovi investimenti si sono attestati a 24,7 milioni di Euro e le dismissioni hanno generato plusvalenze nette per 19,1 milioni di Euro (14,9 milioni nel 2002). In considerazione del generale degrado del quadro economico nazionale, nel corso dell’esercizio la Capogruppo ha accelerato e completato l’esame dell’attivo a rischio. Il volume delle rettifiche effettuato dalla Banca Antonveneta ha consentito di aumentare significativamente, a livello consolidato, il grado di copertura dei crediti in bonis (allo 0,57% dallo 0,2% circa di dicembre 2002), nonché di innalzare sensibilmente quello dei crediti dubbi (al 48,6% dal 35,1% del dicembre 2002). In particolare, il grado di copertura delle sofferenze a dicembre 2003 era pari a 61,8%. Copertura crediti:
Tipologia crediti 31.12.2003 % 31.12.2002 % 31.12.2001 % Var. Ass. Vs 2002
Sofferenze 61,8% 50,7% 51,7% +11,1%
Incagli 22,9% 21,1% 14,5% +1,8%
Ristrutturati 17,1% 4,1% 4,4% +13,0%
Paesi a rischio 28,1% 20,5% 22,5% +7,6 %
Totale crediti dubbi 48,6% 35,1% 33,2% 1,4 %
In bonis 0,57% 0,22% 0,15% +0,4%
Totale crediti 5,5% 2,9% 2,5% +2,6%
Le sofferenze nette sono ammontate a 1.021 milioni di Euro dai 782 milioni di Euro del 31 dicembre 2002, con un’incidenza sul totale dei crediti del 2,80% (2,12% a dicembre 2002); per contro, gli incagli netti sono risultati pari a 688 milioni di Euro, in flessione del 5,4% rispetto al 31 dicembre 2002 (-39 mln di Euro). I risultati economici del Gruppo I risultati economici del Gruppo evidenziano: Principali margini economici:
2003 2002 Var % 2003-2002
Margine di interesse 1.350 1.267 +6,5%
Margine da servizi 752 825 -8,8%
Margine di intermediazione 2.134 2.315 -7,8%
Risultato di gestione 975 1.189 -18,1%
margine di interesse: 1.350 milioni di Euro, in aumento del 6,5% rispetto al 2002, beneficiando di una crescita e ricomposizione dei volumi intermediati verso quelli a maggior contribuzione reddituale, nonostante la riduzione dei tassi di interesse; margine servizi: 752 milioni di Euro, in diminuzione dell’8,8%, risultato in parte indotto dall’incertezza sull’evoluzione dei mercati: ciò ha penalizzato, infatti, sia l’attività di intermediazione per conto della clientela, orientando gli investitori verso prodotti caratterizzati da livelli commissionali ridotti, sia la redditività commissionale dell’attività di merchant banking. I proventi da servizi hanno scontato gli effetti di una nuova strategia aziendale volta a mantenere in portafoglio mutui residenziali a bassa rischiosità. Nel 2002 la cartolarizzazione di una parte di questi aveva generato proventi netti per oltre 28 milioni di Euro. I profitti da operazioni finanziarie, pari a 16,8 milioni di Euro, sono sostanzialmente allineati ai 17,9 milioni di Euro del 2002; margine di intermediazione: 2.134 milioni di Euro, in riduzione del 7,8%; spese amministrative: 1.159 milioni di Euro, in lieve aumento rispetto al 2002 (+2,9%), valore che, pur in presenza di operazioni straordinarie, riflette una attenta politica di controllo dei costi gestionali; risultato di gestione: 975 milioni di Euro rispetto ai 1.189 del 2002; cost/income: 67,2% dal 63,3% del 2002; rettifiche nette e accantonamenti: 1.984 milioni di Euro rispetto ai 728 milioni di Euro del 2002. Tale risultato riflette tutti gli interventi assunti in merito al processo creditizio, al contenzioso e all’attivo di rischio in genere, per i quali sono scaturite rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni per circa 1.211 milioni di Euro, accantonamenti per rischi e oneri per un importo di 228 milioni di euro e rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie per 271 milioni di Euro. A formare tale importo concorrono oltre 199 milioni di Euro concernenti la svalutazione delle junior notes derivanti dalle cartolarizzazioni di crediti in sofferenza effettuate nei passati esercizi. Tale scelta rispecchia una politica tesa a non gravare i conti economici degli esercizi futuri con oneri non di loro competenza e, quindi, a far emergere, di volta in volta nella sua reale dimensione, la redditività della Banca; risultato straordinario: -158 mln di Euro, di cui -221 milioni di Euro relativi al ripristino della riserva “Sovrapprezzi di emissione” con addebito al conto economico dei residui “quinti” relativi alle citate operazioni di cartolarizzazione effettuate in passati esercizi; risultato economico netto: negativo per 843 milioni di Euro. Al 31 dicembre 2003 il patrimonio netto consolidato si attesta a 2.696 milioni di Euro (coefficiente di solvibilità all’8,2%). Al 31 dicembre 2003 il Gruppo si articolava in 1.050 filiali italiane e 4 dipendenze estere, con un totale di 11.060 dipendenti. Bilancio individuale Questi i principali risultati economici della Banca Antonveneta: margine di interesse: 1.241 milioni di Euro, in aumento del 7% rispetto al 2002; margine servizi: 639 milioni di Euro, in diminuzione del 7%. In particolare, il complesso delle commissioni e degli altri proventi netti è ammontato a 631 milioni di Euro, in flessione del 6,7% rispetto all’esercizio precedente. I profitti da operazioni finanziarie, pari a 8 milioni di Euro, hanno risentito della riduzione del portafoglio azionario di proprietà; margine di intermediazione: 1.971,2 milioni di Euro, in riduzione del 2,6% rispetto al 2002; spese amministrative: 1.103 milioni di Euro, in aumento del 6,4%. In particolare, le spese per il personale sono aumentate del 2% e le spese amministrative del 13,2%. Tale incremento è riconducibile ai fitti sugli immobili strumentali oggetto dello scorporo immobiliare e ai costi sostenuti per accrescere gli strumenti di controllo, destinati a generare ritorni positivi in termini di qualità del rischio e redditività; risultato di gestione: 869 milioni di Euro rispetto ai 987 milioni dell’esercizio precedente (-12%); rettifiche nette e accantonamenti: 1.888 milioni di Euro, rispetto ai 666 del 2002. Questo valore include 215 milioni di Euro per rettifiche su immobilizzazioni materiali e immateriali (rispetto ai 245 del 2002), 1.140 milioni di Euro di rettifiche di valore nette su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni e 303 milioni di Euro per rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie; risultato economico netto: negativo per 751 milioni di Euro. Tale risultato tiene conto, peraltro, della plusvalenza di 162 milioni di Euro e del relativo effetto fiscale, scaturiti dalla citata operazione di scorporo immobiliare varata nel primo semestre. Conseguentemente il progetto di bilancio 2003, che sarà sottoposto all'approvazione dell'Assemblea dei Soci, non prevede alcuna distribuzione di dividendi. Il Consiglio di Amministrazione di Banca Antonveneta ha anche preso in visione le prime risultanze gestionali al mese di febbraio 2004, che vedono una crescita dei margini economici in linea con il Piano Industriale. L'attuazione del Piano - alcuni indirizzi del quale sono già stati concretamente avviati (sistema dei controlli interni, riassetto della rete commerciale, contenimento dei costi) - è destinata a valorizzare la redditività di Banca Antonveneta e dell'intero Gruppo e a riportare il risultato economico, fin dal 2004, in utile. Giancarlo Folco nominato Vice Presidente Il Consiglio di Amministrazione di Banca Antonveneta nell'odierna seduta ha provveduto a nominare un secondo Vice Presidente nella persona del Cav. Lav. Giancarlo Folco, designando quale Vice Presidente Vicario il Dott. Francesco Spinelli. Assemblee dei Soci Il Consiglio di Amministrazione ha convocato a Padova, per il 29 aprile 2004 in prima convocazione, e per l'8 maggio 2004 in seconda convocazione, presso l’Ente Fiera, l’Assemblea ordinaria dei Soci, cui verrà sottoposto il progetto di bilancio dell'8° esercizio sociale. E' stata convocata anche un'Assemblea Straordinaria, chiamata a deliberare in ordine ad alcune modifiche statutarie, resesi necessarie a seguito dell'entrata in vigore della Riforma del Diritto Societario, nonché alla ratifica dell'utilizzo delle riserve di rivalutazione monetaria ed equiparate, conseguente al risultato dell'esercizio 2003. Corporate governance In linea con quanto raccomandato dal Codice di autodisciplina delle Società quotate, il Consiglio ha valutato sussistere i requisiti d’indipendenza, previsti per gli Amministratori non esecutivi, in capo al Presidente Dott. Tommaso Cartone ed ai Consiglieri Prof. Leopoldo Mazzarolli e Prof. Gilberto Muraro. Infine il Consiglio ha approvato la Relazione annuale sul sistema di corporate governance e sull'adesione al Codice di autodisciplina delle Società quotate. Tale relazione, conformemente alle norme regolamentari emanate da Borsa Italiana, verrà messa a disposizione degli Azionisti insieme alla documentazione prevista per l'Assemblea dei Soci.
 
   
   
UN 2003 POSITIVO PER IL GRUPPO BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA. APPROVATO IL PRIMO BILANCIO SOCIALE A LIVELLO DI GRUPPO  
 
Verona, 25 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione ha approvato la Relazione sulla Gestione del Gruppo e il relativo Bilancio Consolidato per l’esercizio 2003, il secondo dalla data di costituzione del Banco Popolare di Verona e Novara (Bpvn). I risultati sono positivi e la crescita del Conto Economico in linea con gli obiettivi del Piano Triennale malgrado un andamento dello scenario poco favorevole. Nel corso dell’intero 2003 è proseguito il processo di integrazione: tra i fatti di maggior rilievo, si segnala il completamento, nei tempi previsti dal Piano, dell’unificazione del sistema informatico della Banca Popolare di Novara con quello del Gruppo e la riarticolazione della rete distributiva territoriale che ha coinvolto 153 sportelli: 84 dalla Bpn al Bpvn; 33 da Bpn al Credito Bergamasco mentre quest’ultimo ne ha ceduti 36 allo stesso Bpvn, unitamente al marchio del Banco S. Marco. Il complesso di tale intensa attività organizzativa ha interessato direttamente più di 1.700 persone, oltre il 13% dell’intero personale del Gruppo e, pur dando luogo ad un impegno straordinario, non ha condizionato il raggiungimento dei risultati di crescita programmati. La raccolta diretta consolidata ha raggiunto i 37.588 milioni con un aumento del 6,7% rispetto ai 35.228 milioni risultanti a fine 2002. Al 31/12/2003 la raccolta indiretta a livello di Gruppo ha raggiunto la consistenza di 58.352 milioni con un incremento del 9,1% rispetto all’analogo dato dell’anno precedente pari a 53.468 milioni. Gli impieghi lordi a fine 2003 ammontavano a 32.876 milioni in linea con i 32.866 milioni dell’esercizio precedente. Al netto delle operazioni pronti contro termine l’aggregato ha raggiunto i 32.790 milioni, in crescita dell’1,3%. Il rapporto sofferenze nette/impieghi netti è sceso al 3% rispetto al precedente valore del 2002 pari al 3,1% a conferma del progressivo miglioramento della qualità dei nostri crediti, dato quest’ultimo tanto più apprezzabile in un anno che ha visto il repentino manifestarsi di crisi, di natura non solo industriale, da parte di grandi gruppi manifatturieri e che, sia pur in misura assai ridotta, hanno marginalmente interessato anche il nostro Gruppo. A tale riguardo va rilevato come l’esposizione nei confronti delle società soggette a procedure concorsuali o classificate prudenzialmente a sofferenza del Gruppo Parmalat e Parmatour, pari a circa 32 milioni, rappresenti nel suo complesso lo 0,11% degli impieghi lordi e il relativo rischio risulti già coperto per oltre l’81% da rettifiche di valore già addebitate al conto economico dell’esercizio 2003. Il margine di interesse consolidato di Gruppo si è attestato a 1.195 milioni rispetto ai 1.261 milioni dell'esercizio precedente con una flessione del 5,3% che riflette la riduzione dei tassi intervenuta nel periodo. Le commissioni nette sono state sostanzialmente in linea con l’anno precedente con un consuntivo che, a fine 2003, è risultato pari a 696 milioni rispetto ai 699 milioni di fine 2002. I profitti da operazioni finanziarie sono quasi raddoppiati arrivando alla consistenza di 129 milioni rispetto ai 67 milioni del 2002. L’incremento del 91,5% è stato reso possibile dal forte sviluppo dell’attività di vendita alle imprese clienti di strumenti idonei per la gestione dei propri rischi finanziari e di strutturazione di prodotti finanziari. Il margine dei servizi ha raggiunto i 995 milioni ponendo in luce una crescita dell’8,5% rispetto ai 917 milioni dell’anno prima ed ha quindi più che compensato la riduzione del margine di interesse. Il margine di intermediazione è salito a 2.233 milioni rispetto ai 2.214 milioni del 2002 con una crescita di circa l’1%. I costi operativi, che includono oneri non ricorrenti connessi al processo di integrazione per 30 milioni, sono scesi a 1.339 milioni evidenziando un calo del 2,0% rispetto all’importo di 1.366 milioni che si era registrato a fine 2002 e che includeva oneri non ricorrenti per 23 milioni. Al netto delle componenti straordinarie i costi operativi evidenziano un calo del 2,6%. Incisiva è stata l’azione di contenimento delle spese amministrative che hanno fatto registrare un ammontare di 372 milioni con una diminuzione del 7,1% rispetto ai 400 milioni dell’anno precedente (-5,3% al netto degli oneri non ricorrenti). In evidenza anche l’ammontare delle spese del personale che hanno raggiunto gli 830 milioni rispetto agli 815 milioni di fine 2002, con un aumento del 2%, risultato che va valutato positivamente considerando che sono stati addebitati a tale voce oneri non ricorrenti pari a 12 milioni. Al netto di tale componente straordinaria l’onere per le spese del personale avrebbe espresso un incremento dello 0,9%. Il cost income ratio è ulteriormente migliorato toccando il valore del 59,9% rispetto al 61,7% (rispettivamente il 58,6% e il 60,7% escludendo gli oneri non ricorrenti connessi al processo di integrazione). Il numero medio dei dipendenti è ulteriormente diminuito passando dalle 13.008 unità del 2002 ai 12.781 collaboratori del 2003 pur avendo aperto 12 nuovi sportelli. Il risultato della gestione ha raggiunto la consistenza di 895 milioni ponendo in luce una crescita del 5,5% rispetto a 848 milioni del 2002. Il totale complessivo delle rettifiche di valore su avviamenti, degli accantonamenti per rischi ed oneri, delle rettifiche nette di valore su crediti e delle rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie è ammontato a 246 milioni rispetto ai 277 milioni dell’anno precedente. L’utile delle attività ordinarie è risultato quindi pari a 649 milioni con un aumento del 13,5% rispetto ai 571 milioni di fine 2002. Non può invece essere confrontato l’utile lordo dell’esercizio 2003, pari a 569 milioni, con l’esercizio precedente (760 milioni) a causa del diverso apporto delle componenti straordinarie. L’esercizio 2002 ha beneficiato infatti della plusvalenza di 176 milioni rilevata per effetto della vendita dell’Impresol S.p.a. Mentre l’esercizio 2003 risulta penalizzato dalla integrale rilevazione degli oneri connessi al ricorso al Fondo di Solidarietà del Settore per la realizzazione dell’accordo di accompagnamento alla pensione del personale più anziano, ammontanti a 68 milioni. Il tax rate è del 40,2% grazie principalmente alla rettifica di valore di 102 milioni della partecipazione detenuta nel Credito Bergamasco, effettuata nel bilancio individuale del Banco esclusivamente a fini fiscali. Per le ragioni sopra esposte l’utile netto consolidato del 2003 ammontante a 323 milioni non è confrontabile con i 429 milioni registrati nel 2002. Escludendo le componenti straordinarie e il beneficio fiscale derivante dalla svalutazione della partecipazione nel Credito Bergamasco dai risultati dei due esercizi, l’utile netto consolidato, su basi omogenee, risulta pari a 336 milioni, in crescita del 13,4% rispetto ai 296 milioni dell’esercizio precedente. Alla fine dell’esercizio il numero delle Filiali del Gruppo ha raggiunto la consistenza delle 1.162 unità rispetto alle 1.150 dell’anno precedente. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato il Bilancio della Capogruppo. L’utile netto è pari a 203 milioni dopo i 102 milioni di rettifica di valore della partecipazione nel Credito Bergamasco, l’addebito integrale degli oneri straordinari connessi al ricorso al Fondo di Solidarietà del Settore ammontanti a 23 milioni ed aver utilizzato il Fondo Rischi Bancari Generali per 27 milioni. L’utilizzo del Fondo, a livello consolidato, non determina alcun impatto sull'utile netto del Gruppo in quanto compensato dagli accantonamenti effettuati allo stesso Fondo da Credito Bergamasco e Banca Popolare di Novara. E’ stato poi approvato il I° Bilancio Sociale a livello di Gruppo. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di convocare l’Assemblea dei Soci in prima convocazione, per il 30 aprile e, in seconda convocazione, il 1° maggio prossimo e conseguentemente ha deliberato di proporre un dividendo di 0,40 euro per azione, con stacco cedola n. 2 il 24 maggio e data di pagamento il 27 maggio 2004.  
   
   
BANCA POPOLARE DI VICENZA: APPROVATO IL PROGETTO DI BILANCIO 2003 UTILE NETTO PARI A 77,3 MILIONI DI EURO  
 
Vicenza, 25 marzo 2004 - Risultato di gestione pari a 166,25 milioni di Euro (+40% rispetto ai 118,58 milioni registrati nell'anno precedente). Utile netto pari a 77,3 milioni di Euro (in aumento di 0,2 milioni di Euro rispetto all’anno precedente). Proposta all’Assemblea Soci la distribuzione di un dividendo unitario di 0,95 Euro per azione. Incremento degli aggregati patrimoniali ed economici. Risultato di gestione consolidato pari a 137,74 milioni di Euro (+83,3%). Utile netto consolidato pari a 49,37 milioni di Euro (+418%). Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza, riunitosi sotto la presidenza di Gianni Zonin, ha approvato il progetto di Bilancio relativo all’esercizio 2003 da sottoporre all’Assemblea dei Soci, in programma a Vicenza il prossimo 24 aprile. Il conto economico presenta un margine di intermediazione pari a 519,94 milioni di Euro, in crescita del 14,1% rispetto all’anno precedente, grazie al progresso del margine da servizi e al brillante utile conseguito nelle operazioni finanziarie. Il margine operativo lordo, dopo un attenta politica dei costi, strada sulla quale la banca si è incamminata con decisione riorganizzando ed ottimizzando le risorse, si è attestato a 232,99 milioni di Euro in aumento del 28,3% rispetto al valore registrato nel 2002. Il positivo esercizio della Banca Popolare di Vicenza si sintetizza nel forte incremento del risultato di gestione, valore legato sostanzialmente alle attività ordinarie caratteristiche dell’istituto, che raggiunge 166,25 milioni di Euro, in aumento del 40% rispetto all’anno precedente. Il dato evidenzia come, pur nella persistente incertezza congiunturale, la Banca Popolare di Vicenza abbia saputo accentuare la propria capacità sia di presidio del proprio mercato sia di sostegno alle economie locali, anche grazie all’efficienza del nuovo modello distributivo che, ad appena un anno dalla sua adozione, ha già prodotto benefici tangibili sia nella relazione con la clientela sia sotto il profilo operativo. Il risultato lordo delle attività ordinarie, ante rettifiche effettuate a fini fiscali, raggiunge 94,76 milioni di Euro, in crescita del 146,5% rispetto a 38,4 milioni di Euro registrati nel corrispondente periodo del 2002. Anche alla luce di questo importante risultato, il Consiglio di Amministrazione, al fine di avvalersi delle opportunità fiscali previste dalle norme vigenti, ha proceduto alla svalutazione per l’importo di 57,8 milioni di Euro della partecipazione detenuta in Bnl, pur confermandone la valenza strategica, e ha così realizzato un beneficio fiscale di circa 16 milioni. Con l’obiettivo di non incidere sull’utile e non alterare la rappresentazione della gestione, l’effetto della svalutazione è stato neutralizzato utilizzando per 41,5 milioni di Euro il Fondo per Rischi Bancari Generali. L’utile netto da ripartire è pari a 77,3 milioni di euro, superiore di 0,2 milioni di Euro rispetto al risultato finale registrato nello scorso esercizio e consente al Consiglio di Amministrazione di proporre all’Assemblea dei Soci la distribuzione di un dividendo unitario di Euro 0,95, invariato rispetto all’esercizio precedente. E’ importante sottolineare come tale risultato sarebbe stato ancora migliore se il caso Parmalat non avesse imposto un doveroso atteggiamento di prudenza negli accantonamenti. Si ricorda che il credito commerciale nei confronti della predetta società è stato svalutato del 75%. Nel 2003 l’Istituto evidenzia, a conferma del grado di fiducia riposto nella Banca, un aumento del 12,1% delle masse di raccolta che si attestano a 17.139 milioni di Euro. In particolare la raccolta diretta ha raggiunto i 6.453 milioni di Euro, con un incremento del 9,2%, mentre la raccolta indiretta ha segnato un aumento dell’ 11,1% arrivando a quota 10.243 milioni. Sul fronte degli impieghi, l’attività di sostegno alle imprese ed alle famiglie sul territorio di riferimento è proseguita a ritmi sostenuti. A fine esercizio i crediti verso la clientela, al netto delle rettifiche di valore, hanno raggiunto i 7.897 milioni di Euro con un incremento del 7,9% rispetto all’anno precedente. Gli indici di rischiosità del credito si sono mantenuti su livelli ampiamenti inferiori a quelli medi di sistema, anche se hanno risentito degli effetti della congiuntura economica. Il rapporto fra sofferenze nette e crediti verso clientela è rimasto pressochè in linea con l’anno precedente; il dato passa infatti dall’1,41% del 2002 all’ 1,60% di fine 2003. Il bilancio consolidato registra nel 2003 miglioramenti significativi grazie all’eccellente performance realizzata da Banca Nuova e al positivo consuntivo di attività registrato nell’anno da Cariprato, pur in presenza di impegnativi processi di riorganizzazione e di migrazione informatica. A livello di consolidato il totale massa amministrata perviene a 23.240 milioni di Euro (+29,4%); il totale impieghi netti si attesta a quota 10.743 milioni di Euro (+37,8%). In particolare il risultato di gestione a livello consolidato ha registrato un incremento dell’83,3% rispetto al 2002, attestandosi a 138 milioni di Euro, mentre l’utile netto consolidato ha evidenziato una crescita nei dodici mesi di quasi 40 milioni di Euro passando da 9,5 milioni di Euro dell’esercizio precedente a 49,4 milioni di Euro di fine 2003. “Il Bilancio 2003 e gli ottimi risultati ottenuti – ha affermato il Presidente Gianni Zonin - consentono di guardare con serenità al nostro futuro di Banca autonoma ed aggregante, che è proiettata verso un ruolo di valenza nazionale e resta un solido e sicuro punto di riferimento per l’economia del Nord Est.” “ I risultati ottenuti sia a livello di capogruppo sia a livello consolidato, nonostante l’impegno ad ammortizzare in tempi brevi gli investimenti sostenuti – ha rilevato Divo Gronchi, Direttore Generale dell’Istituto - premiano la strategia di sviluppo dimensionale perseguita dalla Banca. Inoltre sintetizzano in modo efficace gli sforzi profusi negli ultimi due anni per consolidare e razionalizzare la struttura delle Società controllate, e rappresentano un passo concreto verso livelli sempre più soddisfacenti di redditività del Gruppo.”  
   
   
TELECOM ITALIA: IL CDA APPROVA IL BILANCIO 2003 CRESCE L’UTILE NETTO CHE SALE A 2.646 MILIONI DI EURO (+2.480 MILIONI DI EURO RISPETTO AL 2002)  
 
Milano, 25 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, riunitosi il 23 marzo sotto la presidenza di Marco Tronchetti Provera, ha approvato la relazione sulla gestione, il progetto di bilancio d’esercizio 2003 di Telecom Italia Spa e il bilancio consolidato del Gruppo al 31 dicembre 2003. Gruppo Telecom Italia Nel mese di agosto 2003 si è perfezionata l’operazione di fusione tra Olivetti e Telecom Italia ed è uscita dal perimetro di consolidamento la Nuova Seat Pagine Gialle S.p.a., che è stata consolidata nel Gruppo Telecom Italia per i primi sette mesi del 2003. Nel corso del 2002 inoltre, sono uscite dal perimetro di consolidamento il Gruppo 9Telecom, il Gruppo Telespazio, la Sogei S.p.a. E altre società minori. Gli effetti di tali variazioni di perimetro sono stati evidenziati nei principali dati economici, patrimoniali e finanziari consolidati per permettere confronti omogenei. I ricavi del Gruppo ammontano a 30.850 milioni di euro e registrano un incremento, rispetto al 2002, di 1.545 milioni di euro (+5,3%) a parità di cambio e perimetro. Non considerando tali effetti i ricavi consolidati registrano una flessione dell’1,8% (-558 milioni di euro) rispetto al 2002. Alla crescita organica dei ricavi consolidati ha contribuito il significativo apporto derivante dall’incremento dei ricavi della business unit Mobile e della business unit Wireline. Il margine operativo lordo (Mol) è pari a 14.280 milioni di euro e registra un incremento, rispetto all’esercizio precedente, di 755 milioni di euro (+5,6%) a parità di cambio e perimetro. Non considerando tali effetti, il Mol registra una crescita dell’1,9% (+265 milioni di euro) rispetto al 2002. L’incidenza sui ricavi è stata del 46,3% (44,6% nel 2002). Sul miglioramento del Mol hanno inciso la diminuzione dei consumi di materie e servizi esterni (-2,2% rispetto al 2002) e la flessione del costo del lavoro (-9,1% rispetto al 2002). Il risultato operativo ante goodwill, pari a 8.619 milioni di euro, registra un incremento di 419 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente (+5,1%), con un’incidenza sui ricavi che passa dal 26,1% del 2002 al 27,9% del 2003. L’incremento in valore assoluto è dovuto, oltre che alla crescita del margine operativo lordo, alla flessione degli ammortamenti, degli stanziamenti rettificativi e degli stanziamenti a fondi rischi e oneri. Il risultato operativo ammonta a 6.789 milioni di euro e registra un incremento, rispetto all’esercizio precedente, del 15,6% a parità di cambio e perimetro. Non considerando tali effetti, il risultato operativo registra una crescita del 12,1% (+731 milioni di euro) rispetto all’anno precedente. In particolare, gli ammortamenti delle differenze da consolidamento registrano una flessione di 312 milioni di euro passando da 2.142 milioni di euro del 2002 a 1.830 milioni di euro del 2003. L’incidenza sui ricavi è stata del 22% (19,3% nel 2002). I risultati riflettono gli effetti positivi del venir meno degli oneri connessi al contributo per l’esercizio di attività di telecomunicazioni, pari, per l’esercizio 2003, a 292 milioni di euro e contabilizzati nel bilancio 2002 per 395 milioni di euro. Il risultato prima dei componenti straordinari e delle imposte è pari a 4.525 milioni di euro (2.980 milioni di euro nel 2002) e ha beneficiato rispetto al 2002, oltre che del miglioramento del risultato operativo, di minori oneri finanziari e di cambio per 373 milioni di euro e di minori oneri da partecipazioni per 441 milioni di euro. I proventi e oneri straordinari presentano un saldo negativo di 1.083 milioni di euro (-5.496 milioni di euro nel 2002) e comprendono: • la sopravvenuta insussistenza di debiti e fondi per rischi ed oneri relativi al contributo per l’esercizio di attività di telecomunicazioni a seguito della sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee per euro 1.465 milioni; • la svalutazione della differenza da consolidamento di Ti Media, effettuata sulla base di valutazioni di esperti indipendenti, per 348 milioni di euro e la minusvalenza per la cessione dell’intera partecipazione detenuta nella Nuova Seat per 195 milioni di euro; • la svalutazione di immobilizzazioni immateriali relative a Latin American Nautilus per 235 milioni di euro; • le svalutazioni delle differenze da consolidamento e accantonamenti relativi a Entel Chile per 195 milioni di euro e Digitel Venezuela per 191 milioni di euro; • oneri connessi all’operazione di fusione Olivetti /Telecom per 118 milioni di euro; • oneri connessi all’operazione di scissione e vendita della nuova Seat Pg per 74 milioni di euro; • eliminazione di partite creditorie di anni precedenti per 241 milioni di euro; • adeguamento del valore delle schede telefoniche prepagate non consumate per 56 milioni di euro; • oneri ex-Lege 58/1992 per la ricongiunzione all’ex Fondo Previdenza Telefonici per euro 387 milioni; • oneri ed accantonamenti per esodi e mobilità del personale per euro 273 milioni; • onere relativo alla transazione con Pagine Italia a seguito del venir meno dell’accordo con quest’ultima per l’acquisto del ramo d’azienda Pagine Utili per euro 55 milioni; • saldo altri oneri e proventi straordinari per 180 milioni di euro Il risultato prima delle imposte è pari a 3.442 milioni di euro e registra una crescita di 5.958 milioni di euro rispetto al 2002 (-2.516 milioni di euro). L’utile netto consolidato prima delle differenze di consolidamento è pari a 2.983 milioni di euro (4.258 milioni di euro prima della quota di spettanza dei Terzi) e registra un incremento di 2.145 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, pari a 838 milioni di euro (1.836 milioni di euro prima della quota di spettanza dei Terzi) L’utile netto consolidato è pari a 1.192 milioni di euro (2.428 milioni di euro prima della quota di spettanza dei Terzi) e registra un incremento di 1.965 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, dove aveva registrato un valore negativo pari a 773 milioni di euro (negativo per 306 milioni di euro prima della quota di spettanza dei Terzi). Gli investimenti ammontano complessivamente a 11.454 milioni di euro (7.024 nel 2002) così ripartiti: 4.894 milioni di euro di investimenti industriali in linea con l’anno precedente (4.901 milioni di euro); 1.464 milioni di euro di investimenti finanziari e 5.096 milioni di euro di differenze da consolidamento, che comprendono l’Opa per 5.274 milioni di euro. Il free cash flow operativo (Mol + ammortamenti - investimenti industriali +/- variazione del capitale circolante operativo) pari a 9.233 milioni di euro, registra un aumento di 553 milioni di euro rispetto al 2002 ed è pari al 29,9% dei ricavi (27,6% nel 2002). L’indebitamento finanziario netto si riduce di 907 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2003, scendendo da 34.253 milioni di euro a 33.346 milioni di euro e registra una riduzione di 53 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2002 a valori storici (33.399 milioni di euro), nonostante l’esercizio anticipato della Put Option Jp Morgan su azioni Seat, iscritta nei conti d’ordine nel bilancio 2002 per un valore pari a 2.417 milioni di euro. Includendo pro forma l’onere per la Put Option Jp Morgan nell’indebitamento 2002, l’indebitamento finanziario netto si ridurrebbe di 2.470 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2002. Le efficienze realizzate nel corso dell’anno, pari a 619 milioni di euro, hanno permesso di raggiungere complessivamente, nel biennio 2002-2003, i 2.250 milioni di euro, pari all’86% del target di 2,6 miliardi di euro annunciato per il triennio 2002-2004. Il personale del Gruppo al 31 dicembre 2003 è pari a 93.187 unità (15.118 all’estero) e registra una riduzione di 13.433 unità (106.620 unità nel 2002), di cui 8.829 unità per la variazione dell’area di consolidamento e 4.604 unità per la riduzione degli organici connessa al turnover gestionale. Telecom Italia Spa I ricavi della Capogruppo ammontano a 16.033 milioni di euro, con una flessione del 6% rispetto al 2002 ricostruito. A parità di perimetro, i ricavi presentano una crescita di 56 milioni di euro (+0,4%) rispetto al 2002. Il margine operativo lordo (Mol), pari a 7.433 milioni di euro, registra una flessione di 76 milioni di euro rispetto al 2002 ricostruito (-1%). L’incidenza sui ricavi è pari al 46,4% in miglioramento rispetto al 2002 ricostruito (44%). A parità di perimetro, il margine operativo lordo presenta una crescita di 186 milioni di euro (+2,6%) rispetto al 2002. Il risultato operativo, pari a 4.139 milioni di euro, aumenta di 158 milioni di euro rispetto al 2002 ricostruito (+4%), con un’incidenza sui ricavi del 25,8% contro il 23,3% del 2002 ricostruito. Tale incremento è dovuto ai minori ammortamenti delle immobilizzazioni, ai minori stanziamenti rettificativi e ai minori stanziamenti ai fondi rischi e oneri. A parità di perimetro, il risultato operativo presenta una crescita di 292 milioni di euro (+7,6%) rispetto al 2002. Il risultato prima dei componenti straordinari e delle imposte è pari a 3.380 milioni di euro (-1.797 milioni di euro rispetto al 2002 ricostruito). Su tale risultato hanno influito la riduzione del saldo proventi e oneri da partecipazioni (-1.448 milioni di euro rispetto al 2002 ricostruito), che riflette la diminuzione dei crediti d’imposta (-1.332 milioni di euro), non più rilevati sui dividendi accertati in base al principio della maturazione a seguito della riforma fiscale, nonché il peggior andamento del saldo della gestione finanziaria (-507 milioni di euro rispetto al 2002 ricostruito). L’utile netto della Capogruppo è pari a 2.646 milioni di euro e registra un incremento di 2.480 milioni di euro rispetto al 2002 ricostruito (166 milioni di euro). Tale risultato è stato determinato dal miglioramento, pari a 4.277 milioni di euro, del saldo proventi e oneri straordinari (-1.652 milioni di euro) mentre le imposte sul reddito (positive per 918 milioni di euro) sono in linea con l’anno precedente, avendo beneficiato delle imposte differite attive divenute recuperabili grazie all’operazione di fusione (1.266 milioni di euro). L’indebitamento finanziario netto è pari a 35.327 milioni di euro, in leggero aumento (94 milioni di euro) rispetto al 30 settembre 2003 (35.233 milioni di euro) e registra un incremento di 4.705 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2002 ricostruito (30.622 milioni di euro) dovuto principalmente agli effetti dell’Opa e dei recessi derivanti dalla fusione per complessivi 5.285 milioni di euro. Eventi Successivi Al 31 Dicembre 2003 Emissione prestito obbligazionario Il 13 gennaio 2004 si è concluso il collocamento di una nuova emissione obbligazionaria di Telecom Italia S.p.a., che rientra nell’ambito dello “Euro Medium Term Note Program”, approvato dal Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia del 10 ottobre 2003, per un ammontare massimo di 10 miliardi di euro. La nuova emissione, articolata in tre tranches per complessivi 3 miliardi di euro, è stata perfezionata il 29 gennaio 2004. Brasil Telecom Nel mese di gennaio sono state avviate azioni legali nei confronti di Techold Partecipacoes e Timepart Partecipacoes, per l’adempimento dell’obbligazione di ritrasferimento a Telecom Italia International del 18,29% del capitale ordinario di Solpart (controllante di Brasil Telecom) già ceduta nell’agosto 2002. Si ricorda che la cessione era stata effettuata al fine, tra l’altro, di consentire a Tim l’avvio del servizio mobile, fintanto che Brasil Telecom non avesse raggiunto prefissati obiettivi di universalizzazione del servizio. Cessione di Telekom Austria Il 21 gennaio Telecom Italia International ha ceduto la partecipazione residua detenuta in Telekom Austria, pari al 14,78% del capitale sociale, per un controvalore complessivo lordo pari 780 milioni di euro. A livello consolidato è stata realizzata una plusvalenza netta di 62 milioni di euro. Rimborso anticipato di prestito obbligazionario Telecom Italia Utilizzando parte dei proventi rivenienti dall’emissione del prestito obbligazionario effettuata in gennaio, il prestito obbligazionario a tasso variabile Telecom Italia da 1.500 milioni di euro con scadenza 21 giugno 2005 è stato integralmente rimborsato il 22 marzo 2004. Cancellazione di titoli obbligazionari Olivetti Finance riacquistati Al fine di riportare i livelli lordi di indebitamento e liquidità in linea con le effettive esigenze finanziarie, sono stati cancellate obbligazioni, a suo tempo emesse da Olivetti Finance N.v. Per un importo complessivo di 850 milioni di euro. Rinnovo linea di credito bancaria Nel mese di aprile 2004 scadrà la prima tranche, pari a 4,5 miliardi di euro della linea di credito sindacata per un importo pari a 6,5 miliardi di euro, attivata da Olivetti nell’ambito dell’operazione di fusione con Telecom Italia. In vista di tale scadenza e a fini di suo rinnovo e di contestuale rifinanziamento anticipato anche della residua tranche da 2 miliardi di euro, in scadenza ad aprile 2006, si sta definendo una nuova facility, che sarà regolata a termini e condizioni migliorativi rispetto alla precedente. Cessione Netco Redes S.a. Il 4 marzo 2004 Telecom Italia International ha sottoscritto con Auna un contratto per la cessione dell’intera partecipazione detenuta in Netco Redes Sa, pari al 30%, per un corrispettivo di 30 milioni di euro. Il closing dell’operazione avrà luogo a valle del completamento dell’iter di autorizzazione presso le competenti autorità regolatorie spagnole. I Risultati Delle Business Unit Internet & Media E Mobile I dati relativi ai progetti di bilancio 2003 di Telecom Italia Media e di Tim sono stati riportati nei comunicati stampa diramati, rispettivamente il 19 marzo scorso e il 22 marzo scorso, a valle dei Consigli di Amministrazione che li hanno approvati. Wireline I dati della Business Unit di Telecom Italia per i servizi di rete fissa, confermano nel 2003 un significativo miglioramento della gestione industriale rispetto all’anno precedente. I ricavi, pari a 17.216 milioni di euro, presentano un incremento dell’1,0% rispetto al 2002, confermando il trend positivo mostrato per tutto il 2003. Tale incremento è stato ottenuto grazie ad un efficace presidio nel mercato core della fonia ed al significativo sviluppo di segmenti di business innovativi quali il Broadband, la trasmissione dati innovativa e i servizi a valore aggiunto Dati e Web per la clientela business. Nella fonia prosegue l’implementazione della strategia di fidelizzazione della clientela attraverso lo sviluppo delle offerte flat e la diffusione dei servizi e di Aladino, il nuovo telefono cordless di Telecom Italia. Ciò ha reso possibile la stabilizzazione della quota di mercato sul traffico, che ha registrato a dicembre 2003 una variazione di +0,6 punti percentuali rispetto a dicembre 2002. Gli accessi Broadband acquisiti da Telecom Italia Wireline a fine 2003 sono pari a 2.200.000 unità, con una crescita di 1.350.000 accessi rispetto a dicembre 2002. Tali dati includono anche gli accessi Broadband gestiti da Telecom Italia Wireline negli altri mercati europei, pari a 160.000 accessi a dicembre 2003. E’ inoltre proseguita la crescita dei ricavi nei servizi di trasmissione Dati per clienti business, guidata dallo sviluppo dei servizi di trasmissione dati innovativi, con un incremento del 42% rispetto al 2002, e dei servizi a valore aggiunto Dati e Web che presentano un incremento di circa il 30% rispetto allo scorso anno. Il margine operativo lordo, pari a 8.255 milioni di euro, presenta un incremento del 3,8% rispetto al 2002, raggiungendo un’incidenza sui ricavi del 47,9% contro il 46,6% del 2002. Il risultato operativo è pari a 4.969 milioni di euro, con un incremento del 6,2% rispetto allo scorso anno. L’incidenza del risultato operativo sui ricavi raggiunge il 28,9%, in miglioramento rispetto all’anno precedente (27,4%). Nel corso del 2003 Wireline conferma il suo impegno sul fronte degli investimenti industriali, in parte considerevole legati allo sviluppo dei servizi innovativi, con 2.302 milioni di euro, raggiungendo una incidenza sui ricavi pari al 13,4%. Sudamerica (Cile E Bolivia) I ricavi ammontano a 1.126 milioni di euro, con una riduzione del 20,1% rispetto al 2002, attribuibile principalmente alle dinamiche valutarie, che hanno determinato un impatto negativo di 236 milioni di euro. Escludendo tale effetto, i ricavi consolidati registrano un decremento del 3,3%. Il margine operativo lordo (Mol), pari a 400 milioni di euro, si riduce di 50 milioni di euro (-11,1%) rispetto al 2002, di cui circa 87 milioni di euro ascrivibili all'effetto cambi. Escludendo tale effetto, il Mol registra un aumento dell’8,2% rispetto al 2002. Il risultato operativo, pari a 137 milioni di euro, si riduce di 9 milioni di euro (-6,2%) rispetto al 2002, e risente di un effetto cambi pari a circa 27 milioni di euro. Escludendo tale effetto, la crescita del risultato operativo è del 12,3% rispetto al 2002. Information Technology Mercato La Business Unit It Mercato, che dal 2002 riunisce le aziende e le attività informatiche per il mercato esterno al Gruppo, ha chiuso il bilancio 2003 con risultati complessivamente positivi, pur in un momento di forte stagnazione del settore dei servizi It. I ricavi sono pari a 791 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto al 2002 ricostruito in termini omogenei. Il margine operativo lordo ha subito una lieve diminuzione, passando da 86 a 84 milioni di euro, nonostante una diminuzione media del mercato superiore al 3%. Il risultato operativo è migliorato fortemente (+57%) passando da 37 a 58 milioni di euro (7,3% del valore della produzione contro il 4,7% del 2002). L’attività della Bu It Mercato si è caratterizzata nella gestione del 2003 per una più incisiva focalizzazione sui mercati con le migliori prospettive di crescita operando una vigorosa azione sui costi, innovando ed ampliando l’offerta al mercato e razionalizzando il perimetro di riferimento. La Bu It Mercato, con 4.827 dipendenti, è tra le prime realtà nazionali nei servizi It e ha realizzato significativi miglioramenti nelle quattro realtà principali in cui opera: la Capogruppo Finsiel, cedute alcune partecipazioni non-core e conferita a It Telecom la divisione dedicata all’industria, si è focalizzata sui grandi sistemi per le amministrazioni centrali e territoriali, in forte sinergia con le società operanti sul territorio (Insiel, Webred); Tele Sistemi Ferroviari (Tsf) ha confermato la sua leadership nelle soluzioni per il settore del trasporto rafforzando la partnership con il Gruppo Ferrovie dello Stato e segnando successi importanti in due altri mercati strategici (aeroporti e trasporto pubblico locale); il Gruppo Banksiel ha ampliato la gamma d’offerta per supportare i principali gruppi bancari nei confronti delle nuove normative europee (Ias e Basilea 2); il Gruppo Webegg si è concentrato nel customer relationship management (Crm), nelle soluzioni web e nella sicurezza applicativa. Information Technology Di Gruppo L’unità operativa Information Technology di Gruppo (It Gruppo) è responsabile delle attività informatiche di servizio rivolte al Gruppo Telecom Italia. In questo ambito la società ha svolto un importante attività di razionalizzazione ed armonizzazione delle soluzioni architetturali ed infrastrutturali della capogruppo. I risultati dell’esercizio sono stati i seguenti: • I ricavi sono pari a 1.112 milioni di euro rispetto ai 955 dello scorso anno; • Il margine operativo lordo ha subito una lieve flessione dai 98 milioni di euro dello scorso anno ai 96 milioni di euro del 2003; • Il risultato operativo è negativo per 36 milioni di euro ed è migliorato rispetto al 2002 di 4 milioni di euro; A fronte dell’aumento del valore della produzione per 157 milioni di euro si è registrato un aumento di consumi di materie prime e servizi esterni per 163 milioni di euro; per contro il costo del lavoro del 2003 pari a 250 milioni di euro è diminuito di 4 milioni di euro. Per quanto attiene l’andamento dell’organico, si è passati dalle 5.039 unità nel 2002, alle 4.107 al 31.12.2003. Olivetti Tecnost I ricavi ammontano a 655 milioni di euro, con una riduzione di 259 milioni di euro (-28,3%); a parità di cambio e perimetro i ricavi si riducono del 14,4%. Tale riduzione è stata determinata dalla scelta di comprimere le vendite di prodotti a bassa redditività nell’Area Office, e dal rallentamento delle vendite in Cina e in Sud America nell’Area delle stampanti specializzate. Il margine operativo lordo e il risultato operativo riflettono tale andamento. Il Mol, che ammonta a 40 milioni di euro, si riduce di 19 milioni di euro rispetto al 2002, mentre il risultato operativo (2 milioni di euro) si riduce di 2 milioni di euro rispetto al 2002. Convocazione Dell’assemblea Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia ha deliberato di convocare l’Assemblea Ordinaria e Straordinaria degli azionisti nei giorni 4, 5 e 6 maggio 2004. Considerata la misura dell’utile netto d’esercizio e il favorevole andamento gestionale, viene proposto di distribuire un importo a titolo di dividendo pari a 0,1041 euro per ciascuna azione ordinaria e pari a 0,1151 euro per ciascuna azione di risparmio. Risulta così non solo rispettato l’impegno assunto verso il mercato di continuità nella politica dei dividendi, tenuto conto del rapporto di assegnazione applicato in sede di fusione in Olivetti, ma proposto un miglioramento degli importi da percepirsi dagli Azionisti. Il dividendo sarà messo in pagamento dal 27 maggio 2004, con stacco cedola in data 24 maggio 2004. Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia ha altresì deliberato di proporre all’Assemblea degli azionisti alcune modificazioni dello statuto della Società, essenzialmente funzionali al suo adeguamento alla riforma del diritto societario (c.D. Legge Vietti), nonché l’adozione di un Regolamento delle assemblee, sostanzialmente riproponendo quello già esistente nella “vecchia” Telecom Italia. L’assemblea dovrà infine provvedere al rinnovo del Consiglio di Amministrazione e al conferimento dell’incarico di revisione contabile per il triennio 2004-2006. Il Consiglio di Amministrazione ha adottato un nuovo Codice Etico e di Comportamento per il Gruppo Telecom Italia, che supera la precedente versione fatta propria dalla Società all’indomani dell’integrazione Olivetti/telecom Italia. Il nuovo documento si caratterizza per un più stretto coordinamento con gli altri strumenti di governance della Società, in particolare evidenziando la centralità del sistema del controllo interno per un corretto e proficuo svolgimento dell’attività di impresa e il tema delle operazioni con parti correlate. Come tutti i documenti in materia di corporate governance della Società, anche il nuovo Codice etico viene pubblicato sul sito www.Telecomitalia.it, nella sezione Investor Relations. Inoltre, in base a quanto previsto dal Codice di Autodisciplina della Società, il Consiglio di Amministrazione, tenuto conto delle informazioni fornite dagli amministratori, ha valutato sussistenti i requisiti di indipendenza in capo agli amministratori Umberto Colombo, Francesco Denozza, Luigi Fausti, Guido Ferrarini e Natalino Irti. Si rammenta che la convocazione in data odierna dell’Assemblea degli azionisti ordinari comporta la sospensione dell’esercitabilità dei “Warrant azioni ordinarie Telecom Italia ex Olivetti 1999-2004” a partire da domani, 24 marzo 2004, e fino al 25 maggio 2004, giorno successivo allo stacco del dividendo.  
   
   
GRUPPO MEDIOLANUM : RISULTATI DEFINITIVI 2003: UTILE NETTO CONSOLIDATO È STATO DI EURO 129 MILIONI, IN CRESCITA DEL 58%  
 
Basiglio - Milano 3 City, 23 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Mediolanum S.p.a., riunitosi il 23 marzo, ha approvato il progetto di bilancio d'esercizio e consolidato al 31 dicembre 2003. Il Consiglio di Amministrazione proporrà all'Assemblea dei Soci la distribuzione di un dividendo per Azione di Euro 0,11 pagabile a partire dal 27 maggio 2004. L'assemblea degli Azionisti convocata tra l'altro per l'approvazione del bilancio si terrà il giorno 27 aprile 2004 alle ore 16,00 in prima convocazione e, occorrendo, il giorno 30 aprile 2004 in seconda convocazione stessa ora, in Basiglio Milano Tre, Palazzo Meucci. Per quanto riguarda i Dati Consolidati Del Gruppo, che includono l'effetto delle nuove iniziative: · L'utile Netto Consolidato è stato di Euro 129 milioni, in crescita del 58% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. · Le Masse amministrate Consolidate sono cresciute del 12% rispetto al 31 dicembre 2002, attestandosi su Euro 23.514 milioni. · Particolarmente significativa è stata la Raccolta Netta del Risparmio Gestito del Gruppo che è stata di Euro 2.417 milioni, +16% rispetto al 2002. · L'organico complessivo delle Reti di Consulenti Globali (Italia, Spagna e Germania) è stato di 5.549 unità , in crescita del 3% rispetto al 31 dicembre 2002. Con riferimento all'Italia, sono stati registrati i seguenti risultati: · L'utile Netto è stato pari a Euro 164 milioni, con una crescita del 36% rispetto al risultato dello stesso periodo dell'anno precedente. · Le Masse amministrate sono cresciute del 10% rispetto al 31 dicembre 2002, attestandosi a Euro 19.549 milioni. · La Raccolta Netta del Risparmio Gestito, pari a Euro 1.856 milioni, è cresciuta dell'11%, rispetto al 2002, ed è stata positiva in tutti i dodici mesi. Un particolare contributo è giunto dal settore Vita, con una raccolta netta pari a Euro 1.411 milioni, in crescita del 26% rispetto al 31 dicembre 2002. · I Premi Lordi Vita sono ammontati complessivamente a Euro 2.063 milioni, in calo del 3% rispetto all'anno precedente. · I Fondi Comuni di Investimento e le Gestioni hanno registrato una Raccolta Lorda di Euro 1.620 milioni, -28% rispetto all'anno precedente. · Al 31 dicembre 2003 l'organico della Rete di vendita di Banca Mediolanum è stato di 5.002 Consulenti Globali - in linea con l'anno precedente (5.015) - di cui 4.052 promotori finanziari. · Il totale dei Clienti al 31 dicembre 2003 è stato di circa 778.200 primi intestatari, con una crescita del 2% rispetto alla stessa data dell'anno precedente. · L'embedded Value, elaborato da Tillinghast-towers Perrin con riferimento alle attività del Vita e dei Fondi in Italia, e che al momento non valorizza gli utili futuri della Banca e delle controllate estere, ha fatto registrare una crescita del 12%, da Euro 1.816 milioni del 2002 a Euro 2.029 milioni, dopo le acquisizioni. · Il Valore della Nuova Produzione di Premi Vita e prodotti Asset Management è stato positivo per Euro 155 milioni, in calo del 34% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ai suddetti valori si aggiungono, con riferimento alla Spagna e letti per la prima volta quest'anno, il valore del portafoglio Vita e Asset Management, pari a Euro 16 milioni, e il valore generato dalla nuova produzione, pari a Euro 7 milioni (al lordo delle quote di pertinenza di terzi). Con riferimento alle Nuove Iniziative, va sottolineato il contributo al Consolidato di Gruppo apportato dalle iniziative più avanzate. · La Spagna ha chiuso l'esercizio in pareggio, a fronte di una perdita nello stesso periodo dell'anno precedente di Euro 1 milione. Le Masse amministrate sono cresciute del 9% rispetto al 31 dicembre 2002, attestandosi a Euro 1.942 milioni. Da notare La Raccolta Netta totale, cresciuta del 146% rispetto all'anno precedente e che si è attestata su Euro 145 milioni. Il risparmio gestito ha fatto registrare Euro 113 milioni, +304% rispetto all'anno precedente. · Banca Esperia, nel suo secondo esercizio completo, ha fatto registrare un utile di Euro 2 milioni (Euro 1 milione di pertinenza del Gruppo Mediolanum). Le Masse amministrate hanno raggiunto Euro 3.102 milioni (Euro 1.505 milioni quota Mediolanum), in crescita del 38% rispetto alla stessa data dell'anno precedente.  
   
   
FINECOGROUP NEL 2003: RISULTATO DI GESTIONE POSITIVO PER € 35 MLN AMPIO RINNOVAMENTO MANAGERIALE CREATO IL POLO FINECOVITA  
 
Milano, 25 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Finecogroup (Gruppo Capitalia), riunitosi ieri a Milano sotto la presidenza di Francesco Carbonetti, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio 2003, che sarà sottoposto all’Assemblea degli Azionisti, già convocata per il 28 e il 29 aprile 2004, rispettivamente in prima e in seconda convocazione. Nell’esaminare i dati economico-patrimoniali riferiti all’esercizio 2003, va rilevato come, a seguito delle operazioni straordinarie effettuate nel corso del 2003 e dell’integrazione tra il gruppo Bipop Carire e il gruppo Banca di Roma, conclusa in data 1° luglio 2002, i valori al 31 dicembre 2003 non siano comparabili con quelli al 31 dicembre 2002, in quanto relativi a due realtà completamente diverse. A tale riguardo, i dati patrimoniali al 31 dicembre 2003 sono confrontati con quelli al 31 dicembre 2002 ricostruiti pro-forma, mentre, per quanto riguarda i dati economici, quelli del secondo semestre 2003 sono confrontati con quelli del primo semestre ricostruiti pro-forma. Per la ricostruzione pro-forma si è preso come riferimento lo stesso perimetro di consolidamento utilizzato al 31 dicembre 2003. In sintesi, l’esercizio 2003, grazie alla crescita delle fonti di reddito e al sostanziale controllo dei costi operativi, evidenzia a livello consolidato un risultato di gestione positivo di Euro 35 milioni. Tale risultato, al netto di costi di natura non ricorrente nel secondo semestre 2003, è in costante miglioramento nel corso sia del primo sia del secondo semestre. Il risultato netto, negativo per Euro 40 milioni, è influenzato soprattutto dagli effetti del processo di ristrutturazione delle partecipazioni e di razionalizzazione di alcune divisioni operative che ha caratterizzato l’intero esercizio 2003. Tali interventi hanno comportato rettifiche e accantonamenti per Euro 130 milioni (di cui 100 milioni a carattere straordinario) che, insieme ad una elevata incidenza delle imposte sul reddito, pari a Euro 43 milioni, hanno più che compensato la plusvalenza derivante dalla cessione della banca tedesca Entrium, pari a Euro 107 milioni. E’ stato ulteriormente accelerato l’ampio programma di riorganizzazione delle strutture operative e di rinnovamento manageriale, previsto dal Piano industriale del Gruppo Capitalia per dotare Finecogroup di una organizzazione competitiva. Al riguardo sono stati operati numerosi interventi, fra i quali: l’integrazione delle reti di promotori finanziari nel polo Finecocity, unica struttura specializzata nell’offerta dei prodotti e dei servizi bancari, finanziari e assicurativi del Gruppo Capitalia; l’integrazione di Cisalpina Previdenza e Roma Vita in Finecovita, il nuovo polo assicurativo del Gruppo Capitalia; la cessione della banca tedesca Entrium e del 51% di Holding Banca della Rete; la cessione di Fineco Factoring a Leasing Roma, finalizzata all’unificazione in un’unica struttura dei servizi di factoring offerti dal Gruppo Capitalia. Il rinnovamento delle posizioni manageriali ha riguardato, in particolare, le partecipate in Francia e Spagna, Finecovita, la business unit Finecocity, Finecoam Sgr, e la stessa struttura centrale Finecogroup. Dati economici consolidati Il margine d’interesse è pari a Euro 91,5 milioni (41 milioni nel primo semestre e 50,5 milioni nel secondo) ed è in progressiva crescita, grazie alla diminuzione del costo della raccolta e all’aumento del volume degli impieghi. Il costo della raccolta beneficia infatti delle migliori condizioni del funding fornito da Capitalia nell’ambito del nuovo modello di tesoreria accentrata. Le commissioni nette si attestano a Euro 200 milioni (95 milioni nel primo semestre e 105 milioni nel secondo), registrando un continuo progresso, dovuto sostanzialmente all’incremento dell’attività di intermediazione e di trading online, alla riduzione dei compensi pagati alle reti di vendita e al migliormanento dell’asset mix relativo ai fondi d’investimento. Gli altri proventi ed oneri presentano un saldo positivo di Euro 95 milioni, di cui 51 milioni nel primo semestre e 44 milioni nel secondo. I costi operativi sono pari a Euro 352 milioni, di cui 165 milioni nel primo semestre e 187 milioni nel secondo. L’incremento registrato nel secondo semestre è principalmente dovuto ad elementi non ricorrenti. Il risultato lordo di gestione è positivo per Euro 35 milioni. Nel secondo semestre del 2002 era negativo per Euro 41 milioni. Le rettifiche di valore ammontano complessivamente a Euro 56 milioni, di cui Euro 37 milioni su crediti (10 milioni nel primo semestre e 27 nel secondo, comprensivi di 4 milioni relativi a Parmalat) e Euro 19 milioni su immobilizzazioni finanziarie. Gli accantonamenti, pari complessivamente a Euro 74 milioni (33 nel primo semestre e 41 milioni nel secondo), sono essenzialmente relativi, per circa Euro 56 milioni, a rischi su partecipazioni presenti in portafoglio, o da acquistarsi a seguito di opzione put vendute. I proventi straordinari sono sostanzialmente dovuti alla plusvalenza realizzata dalla cessione di Entrium, per un importo di circa Euro 107 milioni. Gli oneri straordinari sono in gran parte legati alla svalutazione dell’avviamento del gruppo Safei per circa Euro 34,9 milioni, in considerazione della minor recuperabilità dell’avviamento a seguito della minor redditività presentata dal gruppo spagnolo rispetto alle previsioni iniziali. Il risultato netto, dopo imposte per Euro 43 milioni, è negativo per Euro 40 milioni, inclusi variazioni fondo rischi bancari generali e risultato di competenza terzi per complessivi Euro 9 milioni. Dati patrimoniali consolidati Gli impieghi a clientela continuano a mostrare una buona crescita, sebbene il settore del leasing evidenzi una dinamica meno sostenuta rispetto al 2002. Complessivamente i crediti verso la clientela ammontano a Euro 5.623 milioni (contro Euro 4.861 milioni pro-forma al 31 dicembre 2002), costituiti prevalentemente da crediti per contratti di leasing, pari a Euro 3.479 milioni, e da mutui ipotecari e crediti per cessioni del quinto concessi da Banca Fineco per Euro 1.181 milioni. L’incremento dei crediti a clientela rispetto al 31 dicembre 2002, pari a Euro 762 milioni, sale a Euro 1.964 milioni al netto delle due operazioni di cartolarizzazione realizzate da Banca Fineco nel corso dell’esercizio, principalmente per effetto della crescita dei finanziamenti in leasing per Euro 680 milioni e dei mutui ipotecari e crediti per cessione del quinto per Euro 1.046 milioni. Le sofferenze nette ammontano a Euro 82,5 milioni e costituiscono l’1,47% dei debiti verso clientela, in linea con i migliori benchmark di mercato. Esse registrano una crescita, in particolare nel comparto leasing, rispetto al 31 dicembre 2002, di Euro 47,1 milioni, quasi interamente dovuta alla difficile congiuntura economico-finanziaria. La raccolta diretta da clientela evidenzia un incremento, passando da Euro 3.563 milioni al 31 dicembre 2002 pro-forma a Euro 3.932 milioni al 31 dicembre 2003. Il dato a fine 2003 è da attribuire prevalentemente ai conti correnti on line per Euro 2.658 milioni e alla raccolta in pronti contro termine per Euro 450 milioni. La raccolta gestita al 31 dicembre 2003 risulta pari a Euro 45.106 milioni, con una crescita di Euro 7.164 milioni rispetto a fine esercizio 2002 (pro forma), che include gli effetti di due operazioni straordinarie effettuate nel corso del 2003: l’acquisizione del controllo, e successiva fusione, di Romavita, i cui asset, pari a Euro 7.224 milioni, sono quindi entrati a far parte della raccolta del Gruppo; e la cessione a Banca Antonveneta di masse per circa Euro 1.200 milioni. Al netto di queste operazioni, l’aumento è di circa Euro 1.250 milioni. Dati di struttura La rete di promotori finanziari Finecocity, una delle maggiori in Italia, contava al 31 dicembre 2003 circa 1.900 professionisti e oltre 260 negozi finanziari su tutto il territorio nazionale. I dipendenti di Finecogroup alla stessa data erano 1.815, contro i 2.378 al 31 dicembre 2002, con un calo dovuto fondamentalmente alla cessione di Entrium e al processo di riorganizzazione delle strutture Finecogroup. L’operatività Nel 2003 l’attività commerciale si è articolata lungo diverse direttrici, fra le quali in particolare: · il rafforzamento della rete di promotori finanziari, che oggi amministra un patrimonio di Euro 5,7 miliardi e una raccolta netta complessiva di oltre Euro 480 milioni; · la riorganizzazione e il supporto alle attività innovative come la bancassurance; · il consolidamento dell’attività di trading online, con un aumento dei volumi intermediati del 58% sul 2002 dei volumi intermediati, che conferma Fineco al primo posto in Europa; · l’ampliamento e l’omogeneizzazione del portafoglio prodotti di risparmio gestito, insieme con un capillare programma di assistenza e di formazione alla rete di vendita; · l’espansione delle attività consumer credit e leasing, facendo leva sulla forza del brand, dei prodotti e della rete distributiva; · lo sviluppo di sinergie tra i promotori finanziari di Finecogroup e le filiali del Gruppo Capitalia, con la possibilità per gli stessi promotori di Finecogroup di avvalersi del supporto fisico delle filiali, e per Capitalia di utilizzare pienamente un importante strumento di acquisizione di quote di mercato. Fatti rilevanti dopo la chiusura dell’esercizio Con il 1° gennaio 2004 è diventata a tutti gli effetti operativa in Banca Fineco, sotto il marchio Finecocity, un’unica struttura per la gestione dell’offerta fuori sede del Gruppo. Il 17 marzo 2004 il Consiglio di Amministrazione ha cooptato Carlo Enrico quale Consigliere in sostituzione del dimissionario Eusebio Trombi. Evoluzione prevedibile dell’esercizio 2004 L’esercizio corrente continuerà ad essere caratterizzato dall’intensificazione delle azioni manageriali secondo tre direttrici, corrispondenti ad altrettanti obiettivi strategici relativi ai core business (wealth management, servizi finanziari e rete distributiva): l’impulso alla crescita organica, mediante lo sviluppo e il consolidamento dei settori di eccellenza, ed in particolare il continuo miglioramento del servizio ai clienti; il rafforzamento della struttura di portafoglio, finalizzato alla valorizzazione delle expertise di prodotto e delle posizioni di leadership, mediante un processo di ulteriore razionalizzazione di attività non redditizie, in particolare nell’area delle partecipate estere; · le azioni sul versante costi/produttività, con il consolidamento della rete distributiva, l’ottimizzazione delle sinergie con il Gruppo Capitalia, la rinegoziazione di contratti di fornitura, il controllo rigoroso delle spese operative, la razionalizzazione nel settore della logistica. Il 2004 vedrà anche il completamento del programma di rinnovamento delle strutture di management a livello sia centrale sia periferico, già intrapreso nel corso del 2003. Dal punto di vista gestionale, i risultati operativi potranno beneficiare dei recuperi di efficienza e di redditività, mentre non sono attesi oneri di carattere straordinario tali da influenzare in modo significativo l’andamento dell’esercizio. Finecogroup S.p.a. Ha chiuso l’esercizio 2003 con un risultato negativo pari a Euro 16,3 milioni. Il Consiglio ha anche approvato la relazione sulla Corporate Governance, verificando l’esistenza di 9 amministratori indipendenti su un totale di 20 membri del Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, ha nominato Gino Bellotto Vice Direttore Generale di Banca Fineco con la responsabilità della Business Unit Rete. Bellotto ha, tra l’altro, guidato la rete commerciale di Banca Fideuram e ricoperto il ruolo di Amministratore Delegato di Ina Sim e di Commerzbank Asset Management Italia.  
   
   
UTILE DELLA CAPOGRUPPO CAMFIN SPA: 10,6 MILIONI DI EURO (10,0 MILIONI DEL 2002); PROPOSTO UN DIVIDENDO COMPLESSIVO DI 8,2 MILIONI DI EURO (5,1 , MILIONI NEL 2002) COOPTATO COME AMMINISTRATORE L’ING. FEDERICO FALCK  
 
Milano, 25 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Camfin S.p.a. Ha esaminato e approvato ieri i dati consolidati e il bilancio della Capogruppo relativi all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2003. Le vendite consolidate nel 2003 ammontano a 322,7 milioni di Euro, a fronte di 260,3 milioni di Euro del 2002 (+24% circa). Ai fini di un confronto a perimetro omogeneo, si segnala che nell'esercizio 2002 Cam Petroli era consolidata integralmente per i primi otto mesi e proporzionalmente per l'ultimo quadrimestre. Nel periodo in esame il gruppo ha conseguito un incremento dei volumi di vendita, sia per quanto riguarda i prodotti a basso impatto ambientale sia per quelli petroliferi tradizionali; ad essi ha offerto poi un primo tangibile contributo l’avvio dell’attività di Cam Gas. Cam Tecnologie ha commercializzato 113,4 milioni di litri del carburante “Gecam - il gasolio bianco” , con un incremento del 29% rispetto ai volumi venduti nell’anno precedente. La crescita ha consentito di elevare - a poco meno di cinque anni dall’inizio della commercializzazione - ad oltre 8.500 il numero degli automezzi in uso presso le aziende di trasporto pubblico e di igiene urbana che utilizzano il carburante Gecam , con una copertura del 20% circa del parco circolante su scala nazionale e con una punta di penetrazione di oltre il 40% nel Nord Italia. In termini monetari ciò si è tradotto in un fatturato di 50,8 milioni di Euro, in crescita del 12,1% rispetto all’esercizio precedente. I ricavi di Cam Petroli (joint-venture paritetica con il gruppo Eni-agip e perciò considerata solo proporzionalmente nel bilancio consolidato di Camfin), ammontano a Euro 571,9 milioni, contro Euro 326,6 milioni dell’esercizio precedente; l’incremento (+75%) è sostanzialmente legato ai pieni effetti del conferimento del ramo d’azienda Agip Fuel (ex Atriplex) avvenuto nel settembre 2002 ed al completamento del trasferimento della clientela legata al patto di non concorrenza, attuato nel corso dell’anno. In termini di volumi Cam Petroli ha commercializzato 897 mila tonnellate di prodotti petroliferi, contro le 542 mila tonnellate del precedente esercizio. A perimetro omogeneo le vendite risultano leggermente superiori a quelle del 2002, con un andamento migliore del trend dei consumi nazionali. Il consolidato 2003 del Gruppo Camfin, include inoltre per la prima volta le vendite relative a Cam Gas, società acquisita nel corso dell’esercizio e operativa dal mese di ottobre. Il fatturato è pari a Euro 2,4 milioni, derivanti dalla vendita di 9,6 milioni di metri cubi di gas, suddivisi equamente fra uso civile ed industriale; il dato, relativo solo agli ultimi mesi dell’esercizio, è equivalente su base annua a vendite per circa 24 milioni di metri cubi. Il margine operativo lordo consolidato è negativo per 0,7 milioni di Euro, a fronte di un dato positivo per 0,7 milioni di Euro del 2002. I margini in crescita dell’attività petrolifera tradizionale non sono riusciti a controbilanciare gli effetti della ritardata proroga della riduzione delle aliquote di accisa sulle emulsioni stabilizzate, che ha pesato negativamente sui risultati economici del carburante Gecam - Gasolio Bianco. Nel periodo 30 giugno – 30 settembre 2003 il ritardo legislativo ha causato per Cam Tecnologie 1,7 milioni di Euro di mancati introiti, assorbiti dalla maggiorazione delle accise. Come già anticipato in occasione della relazione sul terzo trimestre 2003, il ritorno alla normalità nei mesi successivi alla pubblicazione del decreto ha già concretizzato l’ipotizzato recupero di redditività. Il risultato operativo consolidato (che non include i risultati della partecipazione in Pirelli & C.) è negativo per 4,0 milioni di Euro contro 1,8 milioni di Euro, sempre negativi, del 2002. Il differenziale è sostanzialmente riconducibile al peso dei maggiori ammortamenti in Cam Petroli, relativi all’avviamento attribuito al ramo di azienda e al patto di non concorrenza. Il risultato della partecipazione nel Gruppo Pirelli & C., valutata al patrimonio netto, è negativo per 15,5 milioni di Euro, con un miglioramento rispetto all’esercizio scorso (quando il dato era negativo per 22,1 milioni di Euro) riconducibile ai primi positivi effetti della riorganizzazione del Gruppo Pirelli & C. Il risultato prima delle componenti straordinarie e imposte, anche in virtù delle minori rettifiche apportate alle immobilizzazioni finanziarie, riduce il proprio saldo negativo a 32,7 milioni di Euro dai 48,5 milioni del 2002. Il risultato netto consolidato è infine condizionato dagli effetti, puramente contabili, relativi alla partecipazione in Pirelli & C. L’operazione di fusione per incorporazione di Pirelli S.p.a. In Pirelli & C. Ha infatti comportato un effetto negativo di diluizione in Camfin dei valori della partecipazione in Pirelli & C. S.p.a. Tale effetto, pari a 64,7 milioni di Euro, viene recepito nel conto economico consolidato in ossequio ai principi contabili in vigore. Il conto economico, che al netto del citato effetto diluizione contabilizza un risultato negativo per 29,2 milioni di Euro, si chiude quindi con una perdita pari a 93,9 milioni di euro rispetto ai 22,9 milioni di Euro dell’esercizio 2002, peraltro influenzato da proventi straordinari per 25,4 milioni di Euro. Dal punto di vista patrimoniale va osservato come le principali variazioni siano riconducibili alle operazioni di carattere straordinario avvenute nel corso dell’anno: le immobilizzazioni finanziarie salgono da 731,6 a 882,1 milioni di Euro principalmente per effetto della partecipazione all’aumento di capitale in Pirelli & C. Mentre il patrimonio netto di pertinenza ammonta a 567,7 milioni di Euro, rispetto a 517,3 milioni di Euro a fine 2002, essenzialmente per il combinato effetto dell’aumento di capitale interamente sottoscritto in Camfin e dell’effetto diluitivo riconducibile alla fusione in Pirelli & C. Di Pirelli S.p.a. L’indebitamento netto del Gruppo al 31 dicembre 2003 è pari a 380,3 milioni di Euro contro 282,5 milioni di Euro al 31 dicembre 2002; l’incremento è sostanzialmente ascrivibile all’aumento di capitale effettuato dalla Capogruppo nella partecipata Pirelli & C. S.p.a. (Euro 288,4 milioni) solo parzialmente compensato dall’aumento di capitale in Camfin S.p.a (Euro 160,7 milioni) e dalla migliore generazione di cassa. Il Free Cash Flow, a riprova dello sforzo effettuato nel contenimento del capitale circolante e del miglioramento del mix della clientela, evidenzia un progresso di 14,3 milioni di Euro. Oltre alla già menzionata operazione di aumento di capitale e all’integrale sottoscrizione della quota di propria spettanza nell’aumento di capitale in Pirelli & C., nel corso dell’esercizio Camfin S.p.a. Ha effettuato operazioni di trading su titoli Pirelli & C. (azioni e warrant), sintetizzabili come segue: acquisti per complessivi 9,77 milioni di Euro e vendite per complessivi 11,54 milioni di Euro. Nel suo complesso, l’attività di trading su titoli Pirelli & C. Ha generato una plusvalenza pari a Euro 3,43 milioni; a valle di tutte le operazioni, al 31/12/2003, le azioni Pirelli & C. Possedute da Camfin S.p.a. Erano n° 790.824.664, pari al 23,78% del capitale ordinario. Eventi successivi alla chiusura dell’esercizio Dal mese di gennaio 2004 sono state effettuate operazioni di trading su azioni e warrant Pirelli & C. Al termine delle quali la partecipazione di Camfin in Pirelli & C. Si e' attestata a 802.387.164 azioni, pari al 24,12% del capitale ordinario, mentre il numero dei warrant Pirelli & C. In possesso di Camfin risulta attualmente pari a 504.547.142. Prospettive del Gruppo Camfin per l'esercizio in corso L’andamento dei primi due mesi del 2004 per le attività operative, insieme alla certezza di un quadro normativo stabile per tutto l’arco dell’anno relativamente all’accisa agevolata sui prodotti emulsionati, consente di ipotizzare un miglioramento del risultato operativo consolidato nel corso dell’anno. Considerando inoltre l’ulteriore rafforzamento reddituale atteso dal gruppo Pirelli & C. Quale effetto delle misure di efficienza attuate negli ultimi due esercizi, è possibile prevedere per l’esercizio in corso risultato netto positivo sia consolidato sia per la capogruppo. Camfin S.p.a. - società Capogruppo Il bilancio al 31.12.2003 di Camfin S.p.a. - società Capogruppo - chiude con un utile netto di 10,6 milioni di Euro, in progresso rispetto ai 10,0 milioni di Euro dell'esercizio 2002. Tale risultato include un dividendo deliberato dalla nuova Pirelli & C. Pari a 0,031 Euro per azione ordinaria. Le immobilizzazioni finanziarie passano da 468,9 milioni di Euro al 31 Dicembre 2002 a 736,2 milioni di Euro al 31 Dicembre 2003, principalmente per effetto del già citato aumento di capitale in Pirelli & C. Per effetto dell’operazione di ricapitalizzazione dello scorso luglio, il patrimonio netto passa da 264,2 milioni di Euro a 430,5 milioni di Euro al 31 Dicembre 2003. La posizione finanziaria netta si incrementa invece da 238,7 milioni di Euro a 346,3 milioni per effetto delle già citate operazioni su Pirelli & C. All'assemblea degli Azionisti il Consiglio di Amministrazione proporrà la distribuzione di un dividendo unitario di 0,04 Euro per azione che, distribuito ad un numero di azioni più che raddoppiato da 97,4 milioni a 204,5 milioni, equivale a un incremento in valore assoluto del 62%. Il Consiglio ha dato quindi mandato al Presidente di convocare per l’11 maggio (in prima convocazione) e per il 12 maggio (in seconda convocazione) l’Assemblea Ordinaria e Straordinaria degli Azionisti che approverà il Bilancio per l’esercizio 2003; il dividendo verrà posto in pagamento il 27 maggio 2004 (data stacco cedola 24 maggio 2004). In sede ordinaria l’assemblea sarà inoltre chiamata a deliberare in merito alla nomina del Consiglio di Amministrazione (il cui mandato scadrà nel mese di maggio, in occasione dell’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2003) ed alla determinazione del compenso spettante all’Organismo di Vigilanza nominato ai sensi del D. Lgs 231/2001. In sede straordinaria verrà sottoposta all’approvazione dell’assemblea una proposta avente ad oggetto l’adeguamento dello statuto sociale alle nuove norme di legge introdotte dalla recente riforma del diritto societario e l’aggiornamento di alcune previsioni ormai superate dalla prassi, nonché l’attribuzione al Consiglio di Amministrazione della facoltà di aumentare il capitale sociale ed emettere obbligazioni convertibili, ai sensi degli artt. 2443 e 2420-ter del codice civile. Il Consiglio di Amministrazione ha proceduto alla cooptazione dell’Ingegner Federico Falck, nominandolo altresì componente del Comitato per il Controllo Interno e per la Corporate Governance.  
   
   
EUPHON S.P.A.: A SEGUITO DEL PERFEZIONAMENTO DELL’OPERAZIONE SUL CAPITALE DI EUPHON DA PARTE DI LUPO S.P.A., ENZO BADALOTTI È STATO COOPTATO NEL CDA DELLA SOCIETÀ E NOMINATO NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO  
 
 Milano, 25 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Euphon S.p.a. - società quotata al Nuovo Mercato della Borsa Italiana e primaria realtà nel mercato della produzione televisiva e multimediale - riunitosi oggi pomeriggio a Torino, ha cooptato Enzo Badalotti nel Consiglio in qualità di Amministratore Delegato. Facendo seguito al perfezionamento dell’operazione di compravendita del 41% del capitale sociale della Euphon S.p.a., avvenuto oggi, tra la Lupo S.p.a. E gli azionisti di riferimento della società, Roberto e Giancarlo Rocchietti hanno rimesso le proprie deleghe al Consiglio di Euphon, il quale contestualmente ha conferito pieni poteri al nuovo Amministratore Delegato Enzo Badalotti. Alla luce del cambiamento avvenuto nella compagine sociale di Euphon i membri del Consiglio di Amministrazione hanno rassegnato le proprie dimissioni con effetto differito al giorno dell’Assemblea, prevista per il 22 aprile 2004; Roberto Rocchietti fino a tale data manterrà la carica di Presidente della società. Come convenuto con Lupo S.p.a., Roberto e Giancarlo Rocchietti resteranno nel Consiglio di Amministrazione in qualità di consiglieri, anche successivamente alla data dell’Assemblea, e rimarranno soci di Euphon con una partecipazione, ciascuno pari a circa il 5% del capitale sociale di Euphon, per contribuire all’analisi e alla valutazione di progetti di sviluppo futuri del Gruppo. Enzo Badalotti, 44 anni – laureato in Economia e Commercio – prima dell’ingresso in Euphon come A.d. E coinvestitore, ha maturato nel corso dell’ ultimo decennio rilevanti esperienze nel settore delle telecomunicazioni nazionali ed internazionali. Nel Gruppo Telecom Italia ha ricoperto il ruolo di Direttore delle Operazioni Internazionali del gruppo, dopo aver ricoperto i ruoli di Amministratore Delegato di Telespazio, di Presidente della stessa e di direttore delle attività satellitari del gruppo. Nel periodo 1996-99 Badalotti ha collaborato al risanamento del Gruppo Olivetti come Direttore delle Operations di Gruppo ed allo sviluppo del settore delle telecomunicazioni con Omnitel e Infostrada di cui è stato membro del consiglio di Amministrazione nel periodo 1997-98. Entrato con Omnitel nel settore delle telecomunicazioni nel 1994, anni in cui la società nasceva e segnava il suo debutto nel mercato delle comunicazioni, Badalotti – a capo delle attività di pianificazione e controllo operativo – ha contribuito allo start up della società, che si è affermata tra i migliori gestori europei di telefonia mobile. “Euphon - afferma Enzo Badalotti, nuovo Amministratore Delegato di Euphon - si posiziona in un incrocio interessante di mercati e tecnologie innovative e rappresenta certamente una delle realtà più importanti nel mercato italiano nel settore della comunicazione”. “L’obiettivo - conclude Badalotti - è di cogliere le opportunità di sviluppo dell’azienda in Italia e all’estero derivanti dall’evoluzione del settore multimediale e dalle sinergie tra le attività esistenti.”  
   
   
NEGRI BOSSI: APPROVATI DAL C.D.A I RISULTATI 2003, IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE PORTA AD UN PIENO RITORNO ALLA REDDITIVITÀ. A FRONTE DEL PREVISTO CALO DEL FATTURATO, MARGINE OPERATIVO LORDO E REDDITO OPERATIVO NUOVAMENTE POSITIVI E REDDITO NETTO IN SENSIBILE MIGLIORAMENTO.  
 
Milano, 25 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Negri Bossi - azienda leader in Italia nella progettazione e commercializzazione di macchine per lo stampaggio ad iniezione di materie plastiche, quotata nel segmento Star di Borsa Italiana - ha approvato il bilancio consolidato e civilistico al 31 dicembre 2003. A fronte del previsto decremento dei ricavi, attestatisi nel 2003 a 105,9 milioni di euro (138,3 milioni di euro il fatturato pro-forma 2002), i dati dell’esercizio presentano un sensibile miglioramento della redditività con: margine operativo lordo (Ebitda) a oltre 3 milioni di euro (-0,3 milioni al 31 dicembre 2002); - reddito operativo (Ebit) a 0,5 milioni di euro (- 2,5 milioni nel precedente esercizio); reddito netto negativo per 5,1 milioni di euro ma in progresso rispetto ai -8,2 milioni del 2002. E’ da sottolineare, nel confronto tra il risultato netto del 2003 con quello del precedente esercizio, come i - 5,1 milioni di euro siano comprensivi di costi straordinari non ripetibili per la ristrutturazione aziendale pari a circa 2,5 milioni, mentre i -8,2 milioni del 2002 furono, al contrario, positivamente influenzati da plusvalenze straordinarie per 4,3 milioni di euro. La crescita della redditività è il primo risultato del deciso piano di ristrutturazione aziendale intrapreso dal management nel corso dell’esercizio; il piano è, infatti, focalizzato su una riduzione dei costi fissi mediante la riorganizzazione dell’attività e l’esternalizzazione delle fasi produttive a minor valore aggiunto. A fronte di una consistente diminuzione degli addetti – passati dai 555 del 2002 agli attuali 368 – sono stati abbattuti rispetto al precedente esercizio sia i costi variabili (-28,2%), che i costi fissi (-20,4%), che infine i costi del personale (-19,7%). Grazie ad una attenta gestione dei flussi risulta poi fortemente ridimensionato anche il volume delle rimanenze di magazzino, diminuite di circa 7,9 milioni di euro (-14%) rispetto al 2002 La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2003, negativa per 64,7 milioni di euro, sebbene in miglioramento rispetto ai 71,5 milioni al 30 settembre 2003, è invece influenzata negativamente nel confronto con il 2002 (-55,8 milioni di euro) dai costi sostenuti per la ristrutturazione aziendale e dagli esborsi per la liquidazione di Tfr, che incidono per circa 6 milioni di euro. “Nel corso dell’esercizio – ha affermato Renzo Arletti, Amministratore Delegato di Negri Bossi dal novembre 2002 –- ci siamo concentrati sull’integrazione delle nuove società controllate Oima e Bm Biraghi (entrate nel Gruppo nel 2002 N.d.r.) al business model Negri Bossi attraverso la valorizzazione dei marchi e il mantenimento all’interno solo del know how e della logistica”. “In particolare – continua Arletti – stiamo ottenendo margini reddituali sempre più ampi grazie alla razionalizzazione del business e al netto taglio dei costi fissi, ottenuto del resto in pieno accordo con le parti sociali”. “I livelli di efficienza e di redditività raggiunti e in continuo miglioramento – ha concluso Arletti – se sostenuti da una crescita dei ricavi, mettono in condizione Negri Bossi di ritornare nell’esercizio in corso ad un risultato ante imposte positivo anche in una situazione di mercato difficile, come è quella attuale”.  
   
   
EXPORT - CRESCE LA PRESENZA DELLA PELLE ITALIANA SUL MERCATO GIAPPONESE: +12% RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE  
 
Tokio, 25 marzo 2004 – “L’italia continua a detenere la 7° posizione fra i paesi fornitori di pelle conciata nel mercato giapponese e addirittura la 3° posizione fra i paesi industrializzati dopo la Spagna e gli Stati Uniti; lo scorso anno, l’esportazione di pelle conciata dall’Italia verso il Giappone ha registrato un totale di 4 milioni di dollari americani”, questa l’affermazione di Roberto Pelo, Direttore dell’Ice di Tokio in occasione dell’ormai consueto incontro fra i rappresentanti del Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale e gli operatori nipponici del settore pelle promosso e sostenuto anche dal Ministero per le attività produttive. Alla sua sesta edizione questa manifestazione, in cui vengono presentate in anteprima le future collezioni della pelle conciata al vegetale, ha confermato anche questa volta un ottimo successo di pubblico, con la partecipazione di oltre 400 ospiti fra buyers, produttori, designers, stilisti e retailers fra i più noti nel mercato giapponese: nomi come quello di Onward, Seibu, Uniqlo, Madras, United Arrows Ltd., Five Foxes, Sazaby League, Mitsukoshi, Kitamura o Look, solo per citarne alcuni. Nell’occasione sono, inoltre, stati divulgati alla stampa i dati più recenti del giro d’affari del Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale nel mercato nazionale e nel mondo. Lo scorso anno il Consorzio ha registrato un fatturato complessivo di circa 157 milioni di euro producendo circa 4.299.000 mq di pelli conciate al vegetale, destinate rispettivamente ad articoli di arredamento (5,54%), pelletteria (66,38%), calzature (13,46%), cinture (13,54%) e la restante percentuale è stata utilizzata per la realizzazione di prodotti destinati a selleria, legatoria e ortopedia. L’esportazione di vera pelle italiana conciata al vegetale è concentrata prevalentemente in Europa, Usa ed Estremo Oriente dove il Giappone è uno dei mercati principali. “Momenti come quello di oggi – conclude Roberto Pelo – sono occasioni per apprezzare e far conoscere il valore di alcuni materiali unici del made in Italy, perché non riproducibili con altre tecniche, ma creati e sviluppati dalla nostra storia, cultura e tradizione”. “A garanzia della Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale, infatti, – afferma Simone Remi, Presidente del Consorzio -, le concerie consorziate concedono la possibilità di apportare al prodotto finito i cartellini con denominazione del Consorzio perché il consumatore finale possa avere la certezza di aver acquistato un prodotto realizzato secondo metodi tradizionali, nel rispetto delle leggi e della natura”. “Proprio per valorizzare la tipicità di prodotti realizzati con la Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale, il Consorzio organizza incontri stagionali nei più importanti centri della cultura visiva internazionale”. “Il punto di forza di questo materiale, infatti, è l’alta qualità della materia prima e della lavorazione: un valore aggiunto sul quale le aziende consorziato investono continuamente ottenendo risultati positivi anche in risposta alla crisi nazionale ed internazionale del comparto”. Le prossime tappe di questo incontro saranno a Milano (dal 23 marzo al 9 aprile) in un periodo in cui cadono tutte le principali iniziative del capoluogo lombardo dedicate alla moda pelle, a Bologna (durante Linea Pelle) e a Parigi presso il Centre Pompidou (18 maggio p.V.).  
   
   
IMPRENDITORI LOMBARDI A CACCIA DI OPPORTUNITA’ IN CINA  
 
Milano, 25 marzo 2004. Cresce nel 2003 l’interscambio lombardo con la Cina: +14,5% per l’import e +2,5% per l’export. E rappresenta una buona fetta, il 35%, del totale italiano. Al terzo trimestre 2003 il giro d’affari ha già superato i 3 miliardi e mezzo di euro. Tra le province Milano fa la parte del leone con il 65% dell’import regionale e il 52% dell’export. Ma esportano più di quanto importano dal Paese di mezzo, Bergamo con il 16% di export rispetto all’8% di import, Brescia 11% rispetto al 4%, Varese 9,5% rispetto al 6% di import. Aumenti consistenti in un solo anno per l’export di Lodi (+91%), Brescia (58%), Varese (+46%). Le importazioni crescono invece a Mantova (+28%), Cremona (+24%) e Brescia (17%). E i cinesi apprezzano soprattutto i macchinari “made in lombardy”: questo settore rappresenta infatti il 75% di tutto l’export regionale, 5% in più rispetto al 2002. Sono 1664 le imprese lombarde che commerciano attualmente con la Cina e rappresentano quasi il 30% del totale italiano che è di 5749. Hanno, in media, 37 addetti ciascuna e un fatturato di oltre 6,3 milioni di euro annui. Soprattutto milanesi (710), bresciane (204), e bergamasche (190). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio su dati Istat al Iii trimestre 2003 e sui dati delle imprese operanti con l’estero. E dal 27 marzo al 3 aprile, Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per le attività internazionali, organizza una missione imprenditoriale che toccherà la zona sud della Cina. In particolare, le destinazioni saranno Shanghai e la provincia di Guangdong, con la città di Shenzhen. L’obiettivo è quello di creare nuovi contatti d’affari per le imprese lombarde attive nei settori: subfornitura, macchinari, beni strumentali, e beni di consumo. Un’opportunità di business per le aziende interessate sia alla creazione di centri di produzione in loco che all’incremento dell’attività di export e commercializzazione dei propri prodotti. Visto l’interesse per il mercato cinese, sarà organizzata un’ulteriore missione imprenditoriale a metà giugno.Per informazioni: contattare Promos / Camera di Commercio di Milano, tel. 02.8515.5310-5374 fax 02.8515.5227-5394. E-mail: ostano@mi.Camcom.it; miglio.Mattia@mi.camcom.it “In questa fase così delicata a livello internazionale - ha dichiarato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l’internazionalizzazione – bisogna impegnarsi per essere competitivi sui mercati. E le missioni imprenditoriali sono uno dei mezzi per favorire questo processo Anche così le piccole imprese milanesi e lombarde, già attive da tempo nell’interscambio con questo paese, possono diventare protagoniste nel mercato più grande del mondo”. Interscambio Lombardia – Cina (Iii trimestre 2002- Iii trimestre 2003)
Iii trimestre 2002 Iii trimestre 2003 % var.02-03 % var.02-03 % su tot. Lomb. 03 % su tot. Lomb. 03
import export import export import export import export
Varese 143.661.303 63.655.451 158.418.127 93.199.336 10,3% 46,4% 6,1% 9,5%
Como 178.471.807 30.289.893 194.989.905 38.708.538 9,3% 27,8% 7,5% 4,0%
Sondrio 2.984.919 4.549.292 2.197.414 3.115.084 -26,4% -31,5% 0,1% 0,3%
Milano 1.473.906.195 516.084.425 1.703.779.794 507.659.211 15,6% -1,6% 65,4% 51,9%
Bergamo 184.508.276 199.395.241 205.472.229 157.970.811 11,4% -20,8% 7,9% 16,1%
Brescia 91.757.932 66.646.674 107.696.467 105.140.778 17,4% 57,8% 4,1% 10,7%
Pavia 35.427.408 18.021.874 36.120.064 17.630.587 2,0% -2,2% 1,4% 1,8%
Cremona 45.972.581 8.415.457 57.153.046 3.370.229 24,3% -60,0% 2,2% 0,3%
Mantova 79.560.413 17.118.463 101.630.307 22.844.825 27,7% 33,5% 3,9% 2,3%
Lecco 30.826.858 27.285.124 30.260.132 23.092.516 -1,8% -15,4% 1,2% 2,4%
Lodi 9.081.821 2.876.278 9.229.500 5.494.937 1,6% 91,0% 0,4% 0,6%
Lombardia 2.276.159.513 954.338.172 2.606.946.985 978.226.852 14,5% 2,5% 35,6% su tot. Italia 35,9% su tot. Italia
Tot.italia 6.232.862.140 2.985.841.757 7.325.796.712
2.727.045.628
17,5% -7,8% 100,0% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat Interscambio Lombardia – Cina nel settore macchine ed apparecchi meccanici, elettrici, elettronici ed ottici - (Iii trimestre 2002- Iii trimestre 2003)
Export Iii trimestre 2002 Export Iii trimestre 2003\ Variaz. % ’02-‘03 % su tot. Export tutti i settori
Varese 52.523.838 82.504.338 57,1% 8,4%
Como 13.805.005 18.559.681 34,4% 1,9%
Sondrio 3.259.135 2.692.262 -17,4% 0,3%
Milano 356.384.211 353.404.447 -0,8% 36,1%
Bergamo 162.672.505 120.772.406 -25,8% 12,3%
Brescia 52.807.956 91.011.618 72,3% 9,3%
Pavia 13.355.148 14.423.495 8,0% 1,5%
Cremona 4.047.563 2.760.199 -31,8% 0,3%
Mantova 10.689.056 16.390.217 53,3% 1,7%
Lecco 25.949.676 21.237.479 -18,2% 2,2%
Lodi 1.541.763 5.184.673 236,3% 0,5%
Lombardia 697.035.856 728.940.815 4,6% 74,5%
Tot. Lomb. Tutti i settori 954.338.172 978.226.852 2,5% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat Aziende che commerciano con la Cina per provincia lombarda
Provincia N. Aziende operanti % su tot. Lombardia % su tot. Italia
Sondrio 5 0,3% 0,1%
Lodi 9 0,5% 0,2%
Lecco 46 2,8% 0,8%
Pavia 50 3,0% 0,9%
Cremona 53 3,2% 0,9%
Mantova 80 4,8% 1,4%
Como 148 8,9% 2,6%
Varese 169 10,2% 2,9%
Bergamo 190 11,4% 3,3%
Brescia 204 12,3% 3,5%
Milano 710 42,7% 12,3%
Lombardia 1664 100% 28,9%
Italia 5749 / 100%
Fonte: Elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Sdoe, Servizio Ditte Operanti con l’Estero, Dicembre 2003.
 
   
   
MILANO E ROMA: IL VOLTO ECONOMICO DI DUE METROPOLI MILANO IN TESTA ANCHE PER ALBERGHI E FORCHETTE. IL 6,5% DELLE IMPRESE ITALIANE PARLA IL MILANESE; ROMA AL SECONDO POSTO  
 
Milano, 24 marzo 2004 -  Con oltre 326 mila imprese, Milano è la prima provincia in Italia per numero di imprese, precedendo Roma, che con 221 mila imprese si piazza al secondo posto. La “febbre imprenditoriale” dei milanesi è d’altra parte quasi doppia rispetto a quella dei romani (quasi 1 milanese su 10 è un imprenditore, rispetto ad 1 romano su 20), e anche il rapporto tra imprese iscritte e bambini nati nel corso dell’ultimo anno premia Milano. Tra i vari settori, Milano perde la sfida solo nel settore agricolo; mentre su 21 voci nella classifica provinciale italiana, Milano si piazza al primo posto ben quindici volte: in particolare nell’informatica (1 impresa su 7 è made in Milan); nella finanza (1 impresa su 4); nel settore manifatturiero; ma anche, e a sorpresa, nel settore alberghiero e ristorazione. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al quarto trimestre 2003. I primati: Milano e Roma testa a testa. Milano è la provincia italiana con più imprese di produzione e distribuzione di energia elettrica (8,5%), di costruzioni (6,2%), con il maggior numero di alberghi e ristoranti (5,5%), di attività ricreative, sportive e culturali (8,4%), di società di intermediazione monetaria e finanziaria (23,8%), di agenzie immobiliari (17,8%) e, neanche a dirlo, di aziende legate alla New Economy (13,5%). Il capoluogo lombardo è in testa anche per imprese legate al trasporto e alla logistica (9,3%), per industrie manifatturiere (7,8%), in particolare per la fabbricazione di televisioni, radio e telefoni (15%), per l’editoria (15,4%) e infine per la ricerca e sviluppo (16,8%). Roma occupa la seconda posizione nei settori dell’edilizia (4,5%), degli alberghi e ristoranti (5,2%), delle attività ricreative (5,6%), dell’informatica (5,9%), della ricerca e sviluppo (8,4%). La vocazione imprenditoriale. A Milano ogni 100 abitanti, ci sono 8,8 imprese: un dato superiore alla media italiana (che è di 8,7), e che posiziona il capoluogo lombardo al 59° posto nella classifica nazionale. A Roma, invece, la vocazione imprenditoriale colpisce (solo) quasi 6 cittadini ogni 100 (ultima tra le province italiane). Figli e (nuove) imprese. Ogni 100 cicogne, a Milano nascono quasi 77 imprese (rapporto tra imprese iscritte nate nel corso del 2003 e tasso di natalità 2002, ultimo dato disponibile): un dato che posiziona la provincia di Milano al 71° posto nella classifica nazionale; a Roma, il rapporto tra nuove imprese e nascita di bambini è leggermente più basso: 75,9% (72° posto in Italia). “Milano e Roma hanno un ruolo importante nell’economia del Paese, - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - una funzione di responsabilità ancora più viva oggi, in una fase difficile anche internazionale. E sono ancora più vicine tra loro quando mostrano una capacità di tenuta, di saper far fronte alle incertezze con il lavoro, con la forza delle imprese, a partire da quelle piccole e medie. Milano e Roma restano una fonte di nuova occupazione, dove le opportunità di lavoro si affermano ancora di più. Ed è compito delle istituzioni supportare queste forze positive, insieme, anche grazie al dialogo, come avviene oggi. In un mondo che sta cambiando occorre recuperare nuove forme di competitività. Anche grazie a una struttura d’impresa moderna, creativa e vivace”. Il campionato dell’impresa (posizione nella classifica provinciale italiana) Elaborazione Camera di Commercio di Milano – quarto trimestre 2003
Milano Roma
Numero di imprese 1 2
Vocazione imprenditoriale 59 103
Figli e imprese 71 72
Agricoltura 71 18
Energia 1 8
Estrazione minerali 5 7
Manifatturiero 1 4
Editoria 1 2
Commercio al dettaglio 2 3
Costruzioni 1 2
Alberghi e ristoranti 1 2
Milano Roma
Trasporti e logistica 1 2
Poste e telecomunicazioni 1 2
Attività immobiliari 1 12
Interm.finanziaria 1 4
Informatica 1 2
Ricerca e sviluppo 1 2
Istruzione 1 3
Sanità e servizi sociali 2 3
Attività ricreative, sport, cultura 1 3
Riciclo rifiuti 1 4
Tutti i dati della ricerca Agricoltura. Roma, con oltre 15 mila imprese attive nel settore dell’agricoltura (pari all’1,5% del tot. Italiano; al 18° posto) supera Milano di quasi 10 mila imprese (5.581 imprese attive a Milano nel settore agricolo; pari allo 0,6% del tot. Nazionale; 71° posto in Italia). Estrazione di minerali. Milano quinta in Italia (con il 2,9% del tot.; 125 imprese), mentre Roma si piazza settima (2,5%; 110 imprese). Attività manifatturiere. Nonostante le grandi trasformazioni produttive, Milano rimane ancora la prima città in Italia per numero di imprese manifatturiere (oltre 50 mila; 7,8% del totale). Roma si conferma città più terziaria, con “solo” 23 mila imprese manifatturiere (3,6% del tot.; 4° posto in Italia). Tra queste, Milano è prima in Italia nella fabbricazione di televisori, radio e telefoni con 1.219 imprese (15% del tot.); Roma seconda (5,9% con 478 imprese). Milano è anche provincia del mobile con 5.700 imprese (8,5% del totale nazionale; 1° posto tra le province); Roma seconda con quasi 3.400 imprese (5%). Editoria. Milano fa la voce grossa per quanto riguarda il settore dell’editoria: quasi 5 mila imprese (15,4% del tot. Nazionale; 1° posto); mentre Roma si deve accontentare del secondo posto (7,8% del tot. Con 2.471 imprese). Produzione e distribuzione di energia elettrica. Milano prima con 268 imprese (pari al 9,7% del tot. Italiano). Roma solo ottava (72 imprese; 2,6%). Commercio complessivo e al dettaglio. Milano si piazza al secondo posto nel settore del commercio (88 mila imprese; 6,3% del tot.), precedendo Roma (81 mila imprese; 5,8%). Costruzioni. Con quasi 42 mila imprese attive nel settore delle costruzioni, Milano è prima (6,2% del totale nazionale), seguita ancora una volta da Roma (30 mila imprese; 4,5%). Alberghi e ristoranti. A sorprese, Milano batte Roma sul filo di lana per numero di alberghi e ristoranti: 13.173 imprese (pari al 5,5% del tot. Nazionale; prima in Italia) contro 12.490 imprese (pari al 5,2% del tot.; secondo posto). Trasporti e logistica. Complessivamente, a Milano sono attive oltre 17.600 imprese nel settore trasporti e logistica (prima in Italia: 9,3% del tot.); a Roma si arriva a 13.280 (7% del tot.; 2° posto). Trasporti terrestri. Al primo posto Milano con 13.419 imprese attive (8,7% del tot.), seguita da Roma (6,9%; per 10.614 imprese). Trasporti aerei. Una impresa italiana su tre legata ai trasporti aerei ha la sua casa tra Milano e Roma: in particolare, il 22,6% del tot. È presente a Milano (43 imprese; 1° posto nazionale); il 13,2% a Roma (25 imprese; 2° posto). Poste e telecomunicazioni. Nettamente prima Milano con il 17,9% del tot. (803 imprese), seguita, ancora una volta, da Roma con 385 imprese (8,6% del tot.). Attività immobiliari. A Milano sono attive quasi 33 mila imprese del settore immobiliare (17,8% del tot. Italiano; 1° posto tra le province). Roma raggiunge invece solo il 12° posto con 3.900 imprese (pari al 2,1% del tot.). Attività ausiliarie e agenzie viaggi. I viaggiatori incalliti trovano a Milano e a Roma le loro due città ideali: Milano è al primo posto in Italia per numero di agenzie di viaggio (3.328 del tot.; pari all’11,9% del tot.); e Roma la tallona al secondo posto (2.228 imprese; 8% del tot.). Intermediazione monetaria e finanziaria. Un quinto della finanza italiana è concentrata a Milano: (2.883 imprese attive nel settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria; pari al 23,8% del tot.). Staccata Roma con 428 imprese (3,5% del tot.: quarto posto in Italia). Informatica. A Milano il computer è di casa: oltre 1 impresa ogni 7 in Italia (pari al 13,5%) attiva nel settore dell’informatica è made in Milan (quasi 10 mila imprese; 1° posto in Italia). Bene anche Roma: oltre 4.300 imprese, pari al 5,9% del tot. (secondo posto nazionale). Ricerca&sviluppo. La ricerca è di casa sia a Milano che a Roma: complessivamente, nelle due province, è concentrato oltre un quarto del numero di imprese che fanno ricerca e sviluppo in Italia. In particolare, a Milano sono presenti 372 imprese (pari al 16,8% dell’R&d italiano; primo posto in Italia). Segue Roma con 186 imprese (8,4% del tot.). Istruzione. Il maggior numero di imprese italiane legate all’istruzione ha sede a Milano (7,9% del totale nazionale; pari a 1.271 imprese). Terza in classifica Roma (849 imprese; 5,3 del tot.%). Sanità e servizi sociali. Milano è seconda in Italia con 1.673 imprese attive nel settore sanità e servizi sociali (8,5%). Roma è terza (1.073 imprese; 5,5% sul tot.). Attività ricreative, sportive e culturali. È la provincia di Milano quella più attenta a sport, cultura e divertimento, con oltre 4 mila imprese del settore (pari all’8,4% del totale). Roma si posiziona al terzo posto con 2.717 imprese (5,6%). Il settore dei rifiuti. A Milano sono presenti 387 imprese impegnate nel settore dei rifiuti (smaltimento e recupero/riciclaggio), pari al 5,6% del tot. (secondo posto in Italia). Roma con 252 imprese (3,6% del tot.) raggiunge il quarto posto.
 
   
   
IL PRESIDENTE RIGGIO DELL’ ENAC SCRIVE ALLA CONFERENZA STATO - REGIONI IN MERITO ALLA REALIZZAZIONE DI NUOVI AEROPORTI  
 
Roma, 24 marzo 2004 - Il Presidente dell’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, Vito Riggio, rende noto di aver inviato una lettera al Presidente della Conferenza Paritetica Permanente Stato - Regioni in merito alle iniziative in corso da parte delle Amministrazioni Regionali, finalizzate alla realizzazione di nuove infrastrutture aeroportuali. Con tale lettera, il Presidente dell’Enac informa che in data 21 ottobre 2003 il Consiglio di Amministrazione dell’Enac ha approvato la seconda edizione del Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti, che comporta una maggiore aderenza ai requisiti regolamentari vigenti ed alle prescrizioni dell’Annesso 14 dell’Icao (International Civil Aviation Organization). Il Regolamento, che può essere scaricato dal sito internet dell’Enac www.Enac-italia.it , si applica su tutto il territorio nazionale, e prescrive le norme cui occorre attenersi sia nella costruzione che nell’esercizio degli aeroporti. In particolare, nel contesto della costruzione di un aeroporto e nella individuazione del posizionamento della pista, si fa notare che al punto 15.2.2 (cap. 3 – pag. 37) si prevede la necessità di effettuare uno studio della distribuzione dei venti per determinare il fattore di utilizzazione della pista medesima. La selezione dei dati da usare per il calcolo del fattore di utilizzazione di una pista deve basarsi su un’affidabile statistica della distribuzione dei venti, rilevata lungo un ampio periodo di tempo, non inferiore a cinque anni, con osservazioni che devono essere effettuate ad intervalli regolari, non meno di otto volte ogni giorno.  
   
   
ESTATE 2004: ALITALIA PUNTA SULL’INTERCONTINENTALE  
 
Roma, 25 marzo 2004 - Crescita dell’offerta sull’intero network Alitalia +15%; Sviluppo dell’offerta sui voli di lungo raggio +34%; Entrata in servizio nella flotta di 12 nuovi aerei; Apertura di 12 nuove destinazioni; Puntualità in partenza superiore al 75% e in arrivo al 71%; +16% regolarità nella riconsegna bagaglio entro 15 minuti; +127% l'incremento della vendita di biglietti via Internet da Gennaio a Febbraio. Sono queste alcune delle performance operative del 2004 che segnano il rilancio della Compagnia con il ritorno su importanti mercati esteri intercontinentali. “Rispetto all’operativo dello scorso anno – ha dichiarato Glen Hauenstein, Vice Direttore Generale di Alitalia – il nuovo orario estivo 2004 presenta uno degli incrementi in assoluto più alti, in confronto ai principali competitori europei”. Nuove destinazioni Con l’orario estivo 2004 Alitalia introduce nuovi collegamenti e aumento delle frequenze, con un incremento dell’operativo del 16% sull’hub di Milano Malpensa e del 13% sull’hub di Roma Fiumicino. In particolare le nuove destinazioni sono: da Milano Malpensa per: Washington D.c. (giornaliero); New Delhi (6 frequenze a settimana); Copenhagen (giornaliero); Manchester (giornaliero); Stockholm (giornaliero); Bilbao (giornaliero). Da Roma Fiumicino per: Toronto (6 frequenze a settimana); Boston (5 frequenze a settimana); Copenhagen (giornaliero); Stockholm (giornaliero); Zurigo (giornaliero); Malaga (giornaliero). Il nuovo orario prevede inoltre un aumento delle frequenze (da 7 a 14 settimanali) sul collegamento Roma–new York Jfk, con un volo quotidiano in più. Investimenti sviluppo flotta Il nuovo orario estivo 2004 costituisce il primo risultato del piano di riordino della flotta e del network che prevede la realizzazione di ingenti investimenti nell’arco del triennio 2004-2006. Con interventi progressivi entro la fine del 2006 la flotta di lungo raggio passerà dagli attuali 23 a 28 velivoli, più 3 Md11 Cargo Combi in via di riconfigurazione. In particolare è prevista l’entrata in flotta sul lungo raggio di 3 nuovi B767 per il 2005 e di 2 B777 per il 2006. Sostanzialmente invariata la consistenza della flotta sul breve e medio raggio. E’ previsto un incremento dei servizi regional con l’ingresso in flotta nel 2004 di 6 Embraer 170. Ridisegno e riconfigurazione del B767 Il rilancio del lungo raggio oltre all’aumento di capacità passa anche attraverso investimenti qualitativi con il ridisegno dell’intera flotta B767 che a regime (previsto completamento entro giugno 2005) verrà riconfigurata con le stesse caratteristiche di confort del B777. L’interno del B767 avrà 25 posti nella classe Magnifica e 195 in economica; il pitch della Magnifica sarà di 57 pollici (rispetto ai precedenti 53) e in economica standard a 31/32 pollici. Il ridisegno del B767 passa soprattutto attraverso il totale restailing dell’interno cabina che sarà allestita con: • poltrone di nuova generazione, più comode ed ergonomiche, sia in Magnifica che in economica; • nuovo sistema di intrattenimento che, come per il B777, consentirà a tutti i passeggeri di utilizzare uno schermo personale con un ampio menù filmico. Integrazione tra network L’offerta Alitalia si integra con il network servito dai partner di Skyteam che con il nuovo orario estivo prevede circa 150 voli settimanali in più e l’apertura di 13 nuove destinazioni. Complessivamente Skyteam collega 500 destinazioni in 110 Paesi, con 7.800 voli giornalieri.Puntualità Nonostante avverse condizioni meteorologiche e ripetuti giorni di nebbia, nel mese di Gennaio Alitalia è risultata la miglior compagnia tra i principali competitor europei (Air France, British Airways, Iberia, Klm, Lufthansa) per puntualità in partenza sul lungo raggio (74,3%) e la seconda compagnia europea sulla puntualità del medio raggio (81,7%). Migliorata anche la puntualità in arrivo che a gennaio si è attestata sul 75,6% (+18,6% rispetto a gennaio ’03) e a febbraio si è attestata sul 71,2% (+6,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Per il mese di marzo 2004 il progressivo della puntualità è attualmente al 75,4%. Alitalia ha posto la puntualità quale elemento fondamentale nella strategia di rilancio e di successo della Compagnia e come impegno per tutti i dipendenti che, a partire da quest’anno, saranno remunerati con un premio di produzione nel raggiungimento degli obiettivi mensili previsti dal budget. Riconsegna bagagli Alitalia ha recentemente lanciato un programma interno per rendere più veloce i processi industriali relativi alla consegna bagagli. L’obiettivo Alitalia di consegnare il bagaglio entro i tempi previsti nel 70% dei casi, che non era mai stato raggiunto nel corso dell’intero anno 2003, è stato superato a novembre (80,7%), a dicembre (71,7%) e a gennaio 2004 (85,1%), con un significativo miglioramento rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente (nov.`02: 64,3%; dic.`02: 67,5%; gen.`03: 68,8%). Migliorati anche i tempi medi di riconsegna del bagaglio: 15 minuti a novembre, 19 a dicembre e 14 a gennaio. Diminuito anche il numero delle irregolarità bagagli (Pir) che a gennaio sono stati il 12,7 per 1.000 passeggeri (-20,1% rispetto a gennaio ’03) e a febbraio sono stati 8,1 per 1.000 passeggeri (-35,2% rispetto a febbraio dello scorso anno). Nuovo canali di vendita Dal primo febbraio Alitalia ha completamente riorganizzato i canali di vendita potenziando le vendite on line con l'istallazione di un nuovissimo motore di ricerca e creando una struttura tariffaria molto più semplice ed immediata. A sei settimane dal lancio i dati mostrano un incremento sia delle pagine web visitate sia delle vendite on line con un balzo notevole: +128% (febbraio vs gennaio). Medesimo trend si registra già per la prima quindicina di marzo. In particolare, emerge un incremento delle vendite sull’internazionale, passate dal 30% al 34% del totale del venduto via web. In coincidenza con l'inaugurazione del nuovo sito, Alitalia introdurrà a breve per i membri Millemiglia una nuova opportunità molto attesa: la possibilità di acquistare un biglietto in classe economica e di utilizzare le miglia accumulate per ottenere il cambio di classe in Magnifica.  
   
   
EMIRATES INAUGURA VOLI NON-STOP PER MELBOURNE E RADDOPPIA IL SERVIZIO PER SYDNEY  
 
Dubai, 25 Marzo 2004 - Emirates, compagnia aerea internazionale con sede a Dubai, che vanta il più alto tasso di crescita al mondo, presto aggiungerà voli non-stop agli attuali servizi Dubai-melbourne. Sulla scia dei voli giornalieri Dubai-sydney, inaugurati lo scorso dicembre, i nuovi servizi su Melbourne saranno operativi dal 10 giugno con tre voli la settimana, per raddoppiare dal 1 agosto; andranno così ad aggiungersi agli attuali voli giornalieri via Singapore, portando da 7 a 13 i collegamenti di Emirates con la seconda città australiana per popolazione (ca. 3 milioni di abitanti). "Si tratta di un altro grande passo nella strategia di Emirates per l’Australia” dichiara S.a. Sceicco Ahmed bin Saeed Al-maktoum, presidente di Emirates. “Si riconferma la nostra attenzione per i passeggeri australiani e la determinazione a ricoprire un ruolo sempre più importante nel mercato aereo di questo Paese. Fra gli obiettivi principali dell’intensificazione del servizio c’è quella di offrire ai passeggeri in partenza dal Victoria la possibilità di scegliere tra un volo non-stop da e verso Dubai e un passaggio via Singapore." Emirates utilizzerà l’innovativo l’aeromobile a lunghissima gittata A340-500 sulla tratta non-stop per Melbourne, che, con circa 14 ore di volo, offrirà ai viaggiatori il più veloce e comodo viaggio aereo tra l’Australia e il Medio Oriente. Il volo Ek406 partirà da Dubai alle 10:10 per atterrare a Melbourne alle 05:30 del mattino successivo. Il volo di ritorno Ek407 con partenza da Melbourne alle 21:30 arriverà a Dubai alle 05:40, ora locale. Emirates ha iniziato a volare sull’Australia nel 1996, con il collegamento con Melbourne via Singapore e dal 2000 ha progressivamente introdotto voli giornalieri per Sydney, Perth and Brisbane, registrando un incremento annuo del traffico del 50%. Tali cifre sono destinate a crescere dal momento che l’Australia diviene una meta sempre più amata dai viaggiatori, soprattutto europei. Proprio per questo motivo Emirates guarda all’Australia come ad un mercato in espansione e intensificherà il servizio su Sydney, fornendo da novembre due voli al giorno per quattro giorni la settimana e rendendo quindi i due voli giornalieri da marzo 2005. Emirates è stato il vettore di lancio dell’innovativo Airbus A340-500, l’aeromobile commerciale a più lunga gittata, operativo a partire dallo scorso dicembre sulla rotta non-stop Dubai-sydney. Come in quel caso, eliminare lo scalo di rifornimento a Singapore permetterà di ridurrà di un’ora e 40 minuti il tempo di volo tra Dubai e Melbourne. L’investimento di Emirates, pari a 1.8 miliardi di dollari, sulla flotta di A340-500 testimonia la volontà di assicurare ai propri passeggeri sulle tratte a lungo raggio il massimo del comfort; l’aeromobile è infatti dotato di numerose innovazioni tra le quali: le prime suites di First Class al mondo; il sistema di illuminazione anti-jetlag; una scelta di oltre 500 canali in volo, il triplo delle aerolinee concorrenti. L’a340-500 trasporta 12 passeggeri in First Class, 42 in Business e 204 in Economy, e 14 tonnellate di carico; degli 8 ordinati, 4 A340-500 sono già stati consegnati ad Emirates.  
   
   
ORGANIZZATO DAL PARCO REGIONALE GOLA DELLA ROSSA E DI FRASASSI UN CONVEGNO INTITOLATO “AQUILA REALE, LANARIO E PELLEGRINO NELL’ITALIA PENINSULARE – STATO DELLE CONOSCENZE E PROBLEMI DI CONSERVAZIONE”  
 
Fabriano, 25 marzo 2004 - Sabato 27 marzo 2004 si terrà a Serra San Quirico (An), presso il teatro di S. Maria del Mercato, il convegno “Aquila reale, Lanario e Pellegrino nell’Italia peninsulare - Stato delle conoscenze e problemi di conservazione”, organizzato dal Parco Regionale Gola della Rossa e di Frasassi. Nella sessione del mattino sono previsti interventi a carattere “generale” mentre la sessione del pomeriggio sarà dedicata ai contributi dei “gruppi di ricerca regionali” che presenteranno la situazione delle popolazioni delle specie in oggetto nella propria area di studio. Tutti gli interventi, sia del mattino che del pomeriggio, sono ad invito. “Gli scopi essenziali dell’iniziativa, concordata con il Centro Italiano Studi Ornitologici (Ciso) e con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (Infs)” spiega l’assessore con delega al Parco, Riccardo Maderloni “sono l’aggiornamento al 2003 delle conoscenze di base disponibili sulle tre specie nell’Italia peninsulare, dalla Liguria (Colle di Cadibona) alla Calabria; l’istituzione di un coordinamento per il monitoraggio delle tre specie nella stessa area. Questo perché si ritiene che il coordinamento tra soggetti che operano sull’argomento possa consentire di ottimizzare gli sforzi di ricerca e raggiungere un livello di conoscenza di valore scientifico e applicativo più elevato”. La partecipazione al convegno è libera e gratuita, così come quella all’escursione nelle aree di maggior interesse faunistico del Parco (trasferimenti con mezzi propri) prevista per la mattina di domenica 28 marzo. Il comitato organizzatore è composto da Jacopo Angelini, Romina Burattini, Luigi Armentano, Giulia Fusco, Carla Gambaro, Mauro Magrini, Paolo Perna, Massimiliano Scotti. “Si tratta di un convegno di grande valore scientifico – conclude Maderloni - che vedrà riuniti già dal giorno 26, oltre sessanta ricercatori provenienti da tutte le regioni italiane, a confrontarsi sullo stato delle conoscenze di queste rare specie, nel cuore del nostro Parco che vanta importanti varietà di rapaci che vanno ben oltre le tre specie allo studio”. Nell’occasione, con il contributo di produttori locali, saranno offerte degustazioni di prodotti del territorio che vanno dall’acqua che sgorga nel parco ai salumi ed altro. L’organizzazione è stata affidata alla Società Hesis natura turismo e cultura srl che si avvarrà anche della partecipazione delle hostess dell’Istituto Tecnico Commerciale per Geometri e per il Turismo di Fabriano. Infolink: www.Parcogolarossa.it