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MARTEDì
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Notiziario Marketpress di
Martedì 06 Luglio 2004 |
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LA CLONAZIONE RIPRODUTTIVA GENERA MAGGIORI ANOMALIE, AVVERTONO GLI SCIENZIATI |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - Rispetto ai metodi più tradizionali di riproduzione assistita, l'uso delle tecniche di clonazione riproduttiva nei topi ha molte più probabilità di generare anomalie, hanno affermato gli scienziati presenti a una conferenza in Germania. La scoperta rafforza le prove secondo cui la clonazione riproduttiva può avere pericolosi effetti collaterali, e ha portato a una reiterata richiesta di bandire l'uso di questa tecnica sugli esseri umani. Lo studio è stato condotto da ricercatori della Cornell University di New York (Usa); che hanno fertilizzato 68 ovuli di topo usando sia la clonazione che le più tradizionali tecniche di riproduzione assistita (Art). I risultati hanno mostrato che una percentuale molto più bassa di embrioni clonati era giunta allo stadio di blastocita, e che quelli che vi erano arrivati mostravano segni di anomalie nello sviluppo genetico. Nel presentare i risultati del suo team alla conferenza di Berlino dell'Eshre (European society on human reproduction and embryology, la Società europea di riproduzione umana ed embriologia); il dottor Takumi Takeuchi ha detto: 'Abbiamo riscontrato negli embrioni clonati uno sviluppo significativamente alterato rispetto agli embrioni trattati con le più convenzionali Art [...] e questo ci ha convinto ancora di più che la clonazione riproduttiva non è sicura e non dovrebbe essere applicata agli esseri umani'. Il dottor Andre van Steirteghem, direttore esecutivo dell'Esher, ha detto alla Bbc: 'Vi è un accordo assoluto sul fatto che la clonazione riproduttiva dovrebbe essere bandita. Da tutti gli esperimenti risulta chiaramente che è troppo pericolosa'. Nel frattempo, la conferenza ha ascoltato un gruppo di scienziati che riferivano apparenti progressi nel trattamento del morbo di Parkinson nei topi grazie all'uso di cellule staminali di embrioni umani. Il team dello Hadassah University Hospital di Gerusalemme ha manipolato cellule staminali di un embrione clonato per creare speciali neuroni assenti nei pazienti che soffrono di malattie cerebrali degenerative. I neuroni sono stati impiantati nel cervello dei topi affetti da morbo di Parkinson, ed è stata la prima volta che cellule staminali umane venivano usate in animali. I ricercatori hanno constatato che i sintomi del morbo di Parkinson nei topi, ad esempio la tendenza a girare costantemente quando si muovono, si era significativamente ridotta dopo il trapianto. Nel corso della conferenza, Benjamin Reubinoff ha affermato: 'Lo studio dimostra per la prima volta che i precursori neurali embrionici sviluppati a partire cellule staminali possono portare a un parziale recupero funzionale in un modello sperimentale di morbo di Parkinson. Pensiamo che si tratti di una constatazione incoraggiante, e che sia la premessa per futuri sviluppi che potrebbero eventualmente permettere l'uso di cellule staminali embrionali nel trattamento del morbo di Parkinson'. Anche se molti esperti presenti alla conferenza hanno accolto con favore i risultati, altri hanno tuttavia messo in guardia sul fatto che gli effetti a lungo termine della procedura sui topi debbono essere ulteriormente studiati. Infolink: http://www.Eshre.com/ecm/mainm.asp?ns=1 |
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LA CLONAZIONE RIPRODUTTIVA GENERA MAGGIORI ANOMALIE, AVVERTONO GLI SCIENZIATI |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - Rispetto ai metodi più tradizionali di riproduzione assistita, l'uso delle tecniche di clonazione riproduttiva nei topi ha molte più probabilità di generare anomalie, hanno affermato gli scienziati presenti a una conferenza in Germania. La scoperta rafforza le prove secondo cui la clonazione riproduttiva può avere pericolosi effetti collaterali, e ha portato a una reiterata richiesta di bandire l'uso di questa tecnica sugli esseri umani. Lo studio è stato condotto da ricercatori della Cornell University di New York (Usa); che hanno fertilizzato 68 ovuli di topo usando sia la clonazione che le più tradizionali tecniche di riproduzione assistita (Art). I risultati hanno mostrato che una percentuale molto più bassa di embrioni clonati era giunta allo stadio di blastocita, e che quelli che vi erano arrivati mostravano segni di anomalie nello sviluppo genetico. Nel presentare i risultati del suo team alla conferenza di Berlino dell'Eshre (European society on human reproduction and embryology, la Società europea di riproduzione umana ed embriologia); il dottor Takumi Takeuchi ha detto: 'Abbiamo riscontrato negli embrioni clonati uno sviluppo significativamente alterato rispetto agli embrioni trattati con le più convenzionali Art [...] e questo ci ha convinto ancora di più che la clonazione riproduttiva non è sicura e non dovrebbe essere applicata agli esseri umani'. Il dottor Andre van Steirteghem, direttore esecutivo dell'Esher, ha detto alla Bbc: 'Vi è un accordo assoluto sul fatto che la clonazione riproduttiva dovrebbe essere bandita. Da tutti gli esperimenti risulta chiaramente che è troppo pericolosa'. Nel frattempo, la conferenza ha ascoltato un gruppo di scienziati che riferivano apparenti progressi nel trattamento del morbo di Parkinson nei topi grazie all'uso di cellule staminali di embrioni umani. Il team dello Hadassah University Hospital di Gerusalemme ha manipolato cellule staminali di un embrione clonato per creare speciali neuroni assenti nei pazienti che soffrono di malattie cerebrali degenerative. I neuroni sono stati impiantati nel cervello dei topi affetti da morbo di Parkinson, ed è stata la prima volta che cellule staminali umane venivano usate in animali. I ricercatori hanno constatato che i sintomi del morbo di Parkinson nei topi, ad esempio la tendenza a girare costantemente quando si muovono, si era significativamente ridotta dopo il trapianto. Nel corso della conferenza, Benjamin Reubinoff ha affermato: 'Lo studio dimostra per la prima volta che i precursori neurali embrionici sviluppati a partire cellule staminali possono portare a un parziale recupero funzionale in un modello sperimentale di morbo di Parkinson. Pensiamo che si tratti di una constatazione incoraggiante, e che sia la premessa per futuri sviluppi che potrebbero eventualmente permettere l'uso di cellule staminali embrionali nel trattamento del morbo di Parkinson'. Anche se molti esperti presenti alla conferenza hanno accolto con favore i risultati, altri hanno tuttavia messo in guardia sul fatto che gli effetti a lungo termine della procedura sui topi debbono essere ulteriormente studiati. Infolink: http://www.Eshre.com/ecm/mainm.asp?ns=1 |
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LA CLONAZIONE RIPRODUTTIVA GENERA MAGGIORI ANOMALIE, AVVERTONO GLI SCIENZIATI |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - Rispetto ai metodi più tradizionali di riproduzione assistita, l'uso delle tecniche di clonazione riproduttiva nei topi ha molte più probabilità di generare anomalie, hanno affermato gli scienziati presenti a una conferenza in Germania. La scoperta rafforza le prove secondo cui la clonazione riproduttiva può avere pericolosi effetti collaterali, e ha portato a una reiterata richiesta di bandire l'uso di questa tecnica sugli esseri umani. Lo studio è stato condotto da ricercatori della Cornell University di New York (Usa); che hanno fertilizzato 68 ovuli di topo usando sia la clonazione che le più tradizionali tecniche di riproduzione assistita (Art). I risultati hanno mostrato che una percentuale molto più bassa di embrioni clonati era giunta allo stadio di blastocita, e che quelli che vi erano arrivati mostravano segni di anomalie nello sviluppo genetico. Nel presentare i risultati del suo team alla conferenza di Berlino dell'Eshre (European society on human reproduction and embryology, la Società europea di riproduzione umana ed embriologia); il dottor Takumi Takeuchi ha detto: 'Abbiamo riscontrato negli embrioni clonati uno sviluppo significativamente alterato rispetto agli embrioni trattati con le più convenzionali Art [...] e questo ci ha convinto ancora di più che la clonazione riproduttiva non è sicura e non dovrebbe essere applicata agli esseri umani'. Il dottor Andre van Steirteghem, direttore esecutivo dell'Esher, ha detto alla Bbc: 'Vi è un accordo assoluto sul fatto che la clonazione riproduttiva dovrebbe essere bandita. Da tutti gli esperimenti risulta chiaramente che è troppo pericolosa'. Nel frattempo, la conferenza ha ascoltato un gruppo di scienziati che riferivano apparenti progressi nel trattamento del morbo di Parkinson nei topi grazie all'uso di cellule staminali di embrioni umani. Il team dello Hadassah University Hospital di Gerusalemme ha manipolato cellule staminali di un embrione clonato per creare speciali neuroni assenti nei pazienti che soffrono di malattie cerebrali degenerative. I neuroni sono stati impiantati nel cervello dei topi affetti da morbo di Parkinson, ed è stata la prima volta che cellule staminali umane venivano usate in animali. I ricercatori hanno constatato che i sintomi del morbo di Parkinson nei topi, ad esempio la tendenza a girare costantemente quando si muovono, si era significativamente ridotta dopo il trapianto. Nel corso della conferenza, Benjamin Reubinoff ha affermato: 'Lo studio dimostra per la prima volta che i precursori neurali embrionici sviluppati a partire cellule staminali possono portare a un parziale recupero funzionale in un modello sperimentale di morbo di Parkinson. Pensiamo che si tratti di una constatazione incoraggiante, e che sia la premessa per futuri sviluppi che potrebbero eventualmente permettere l'uso di cellule staminali embrionali nel trattamento del morbo di Parkinson'. Anche se molti esperti presenti alla conferenza hanno accolto con favore i risultati, altri hanno tuttavia messo in guardia sul fatto che gli effetti a lungo termine della procedura sui topi debbono essere ulteriormente studiati. Infolink: http://www.Eshre.com/ecm/mainm.asp?ns=1 |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - Rispetto ai metodi più tradizionali di riproduzione assistita, l'uso delle tecniche di clonazione riproduttiva nei topi ha molte più probabilità di generare anomalie, hanno affermato gli scienziati presenti a una conferenza in Germania. La scoperta rafforza le prove secondo cui la clonazione riproduttiva può avere pericolosi effetti collaterali, e ha portato a una reiterata richiesta di bandire l'uso di questa tecnica sugli esseri umani. Lo studio è stato condotto da ricercatori della Cornell University di New York (Usa); che hanno fertilizzato 68 ovuli di topo usando sia la clonazione che le più tradizionali tecniche di riproduzione assistita (Art). I risultati hanno mostrato che una percentuale molto più bassa di embrioni clonati era giunta allo stadio di blastocita, e che quelli che vi erano arrivati mostravano segni di anomalie nello sviluppo genetico. Nel presentare i risultati del suo team alla conferenza di Berlino dell'Eshre (European society on human reproduction and embryology, la Società europea di riproduzione umana ed embriologia); il dottor Takumi Takeuchi ha detto: 'Abbiamo riscontrato negli embrioni clonati uno sviluppo significativamente alterato rispetto agli embrioni trattati con le più convenzionali Art [...] e questo ci ha convinto ancora di più che la clonazione riproduttiva non è sicura e non dovrebbe essere applicata agli esseri umani'. Il dottor Andre van Steirteghem, direttore esecutivo dell'Esher, ha detto alla Bbc: 'Vi è un accordo assoluto sul fatto che la clonazione riproduttiva dovrebbe essere bandita. Da tutti gli esperimenti risulta chiaramente che è troppo pericolosa'. Nel frattempo, la conferenza ha ascoltato un gruppo di scienziati che riferivano apparenti progressi nel trattamento del morbo di Parkinson nei topi grazie all'uso di cellule staminali di embrioni umani. Il team dello Hadassah University Hospital di Gerusalemme ha manipolato cellule staminali di un embrione clonato per creare speciali neuroni assenti nei pazienti che soffrono di malattie cerebrali degenerative. I neuroni sono stati impiantati nel cervello dei topi affetti da morbo di Parkinson, ed è stata la prima volta che cellule staminali umane venivano usate in animali. I ricercatori hanno constatato che i sintomi del morbo di Parkinson nei topi, ad esempio la tendenza a girare costantemente quando si muovono, si era significativamente ridotta dopo il trapianto. Nel corso della conferenza, Benjamin Reubinoff ha affermato: 'Lo studio dimostra per la prima volta che i precursori neurali embrionici sviluppati a partire cellule staminali possono portare a un parziale recupero funzionale in un modello sperimentale di morbo di Parkinson. Pensiamo che si tratti di una constatazione incoraggiante, e che sia la premessa per futuri sviluppi che potrebbero eventualmente permettere l'uso di cellule staminali embrionali nel trattamento del morbo di Parkinson'. Anche se molti esperti presenti alla conferenza hanno accolto con favore i risultati, altri hanno tuttavia messo in guardia sul fatto che gli effetti a lungo termine della procedura sui topi debbono essere ulteriormente studiati. Infolink: http://www.Eshre.com/ecm/mainm.asp?ns=1 |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - Rispetto ai metodi più tradizionali di riproduzione assistita, l'uso delle tecniche di clonazione riproduttiva nei topi ha molte più probabilità di generare anomalie, hanno affermato gli scienziati presenti a una conferenza in Germania. La scoperta rafforza le prove secondo cui la clonazione riproduttiva può avere pericolosi effetti collaterali, e ha portato a una reiterata richiesta di bandire l'uso di questa tecnica sugli esseri umani. Lo studio è stato condotto da ricercatori della Cornell University di New York (Usa); che hanno fertilizzato 68 ovuli di topo usando sia la clonazione che le più tradizionali tecniche di riproduzione assistita (Art). I risultati hanno mostrato che una percentuale molto più bassa di embrioni clonati era giunta allo stadio di blastocita, e che quelli che vi erano arrivati mostravano segni di anomalie nello sviluppo genetico. Nel presentare i risultati del suo team alla conferenza di Berlino dell'Eshre (European society on human reproduction and embryology, la Società europea di riproduzione umana ed embriologia); il dottor Takumi Takeuchi ha detto: 'Abbiamo riscontrato negli embrioni clonati uno sviluppo significativamente alterato rispetto agli embrioni trattati con le più convenzionali Art [...] e questo ci ha convinto ancora di più che la clonazione riproduttiva non è sicura e non dovrebbe essere applicata agli esseri umani'. Il dottor Andre van Steirteghem, direttore esecutivo dell'Esher, ha detto alla Bbc: 'Vi è un accordo assoluto sul fatto che la clonazione riproduttiva dovrebbe essere bandita. Da tutti gli esperimenti risulta chiaramente che è troppo pericolosa'. Nel frattempo, la conferenza ha ascoltato un gruppo di scienziati che riferivano apparenti progressi nel trattamento del morbo di Parkinson nei topi grazie all'uso di cellule staminali di embrioni umani. Il team dello Hadassah University Hospital di Gerusalemme ha manipolato cellule staminali di un embrione clonato per creare speciali neuroni assenti nei pazienti che soffrono di malattie cerebrali degenerative. I neuroni sono stati impiantati nel cervello dei topi affetti da morbo di Parkinson, ed è stata la prima volta che cellule staminali umane venivano usate in animali. I ricercatori hanno constatato che i sintomi del morbo di Parkinson nei topi, ad esempio la tendenza a girare costantemente quando si muovono, si era significativamente ridotta dopo il trapianto. Nel corso della conferenza, Benjamin Reubinoff ha affermato: 'Lo studio dimostra per la prima volta che i precursori neurali embrionici sviluppati a partire cellule staminali possono portare a un parziale recupero funzionale in un modello sperimentale di morbo di Parkinson. Pensiamo che si tratti di una constatazione incoraggiante, e che sia la premessa per futuri sviluppi che potrebbero eventualmente permettere l'uso di cellule staminali embrionali nel trattamento del morbo di Parkinson'. Anche se molti esperti presenti alla conferenza hanno accolto con favore i risultati, altri hanno tuttavia messo in guardia sul fatto che gli effetti a lungo termine della procedura sui topi debbono essere ulteriormente studiati. Infolink: http://www.Eshre.com/ecm/mainm.asp?ns=1 |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - Rispetto ai metodi più tradizionali di riproduzione assistita, l'uso delle tecniche di clonazione riproduttiva nei topi ha molte più probabilità di generare anomalie, hanno affermato gli scienziati presenti a una conferenza in Germania. La scoperta rafforza le prove secondo cui la clonazione riproduttiva può avere pericolosi effetti collaterali, e ha portato a una reiterata richiesta di bandire l'uso di questa tecnica sugli esseri umani. Lo studio è stato condotto da ricercatori della Cornell University di New York (Usa); che hanno fertilizzato 68 ovuli di topo usando sia la clonazione che le più tradizionali tecniche di riproduzione assistita (Art). I risultati hanno mostrato che una percentuale molto più bassa di embrioni clonati era giunta allo stadio di blastocita, e che quelli che vi erano arrivati mostravano segni di anomalie nello sviluppo genetico. Nel presentare i risultati del suo team alla conferenza di Berlino dell'Eshre (European society on human reproduction and embryology, la Società europea di riproduzione umana ed embriologia); il dottor Takumi Takeuchi ha detto: 'Abbiamo riscontrato negli embrioni clonati uno sviluppo significativamente alterato rispetto agli embrioni trattati con le più convenzionali Art [...] e questo ci ha convinto ancora di più che la clonazione riproduttiva non è sicura e non dovrebbe essere applicata agli esseri umani'. Il dottor Andre van Steirteghem, direttore esecutivo dell'Esher, ha detto alla Bbc: 'Vi è un accordo assoluto sul fatto che la clonazione riproduttiva dovrebbe essere bandita. Da tutti gli esperimenti risulta chiaramente che è troppo pericolosa'. Nel frattempo, la conferenza ha ascoltato un gruppo di scienziati che riferivano apparenti progressi nel trattamento del morbo di Parkinson nei topi grazie all'uso di cellule staminali di embrioni umani. Il team dello Hadassah University Hospital di Gerusalemme ha manipolato cellule staminali di un embrione clonato per creare speciali neuroni assenti nei pazienti che soffrono di malattie cerebrali degenerative. I neuroni sono stati impiantati nel cervello dei topi affetti da morbo di Parkinson, ed è stata la prima volta che cellule staminali umane venivano usate in animali. I ricercatori hanno constatato che i sintomi del morbo di Parkinson nei topi, ad esempio la tendenza a girare costantemente quando si muovono, si era significativamente ridotta dopo il trapianto. Nel corso della conferenza, Benjamin Reubinoff ha affermato: 'Lo studio dimostra per la prima volta che i precursori neurali embrionici sviluppati a partire cellule staminali possono portare a un parziale recupero funzionale in un modello sperimentale di morbo di Parkinson. Pensiamo che si tratti di una constatazione incoraggiante, e che sia la premessa per futuri sviluppi che potrebbero eventualmente permettere l'uso di cellule staminali embrionali nel trattamento del morbo di Parkinson'. Anche se molti esperti presenti alla conferenza hanno accolto con favore i risultati, altri hanno tuttavia messo in guardia sul fatto che gli effetti a lungo termine della procedura sui topi debbono essere ulteriormente studiati. Infolink: http://www.Eshre.com/ecm/mainm.asp?ns=1 |
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INAUGURATO IL NOVARTIS INSTITUTE FOR TROPICAL DISEASES A BIOPOLIS, AVANZATO CENTRO DI RICERCHE A SINGAPORE UNICO ESEMPIO DI INIZIATIVA A CARATTERE NON-PROFIT NELL'AMBITO DELLA RICERCA FARMACEUTICA SULLE MALATTIE TRASCURATE |
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Basilea (Svizzera) e Singapore, 6 Luglio 2004 - Novartis ha annunciato ieri l'inaugurazione ufficiale del Novartis Institute for Tropical Diseases (Nitd) nell'innovativo parco scientifico Biopolis a Singapore. L'istituto si occupa della ricerca biomedica avanzata sulle malattie trascurate, principalmente la febbre dengue e la tubercolosi farmaco-resistente (Tbc). L'incidenza delle due patologie sta rapidamente aumentando, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Attualmente, più di un terzo della popolazione mondiale è affetta da Tbc e più di due milioni rimangono vittime ogni anno, mentre 2,5 miliardi di persone sono esposte al rischio di contrarre la febbre dengue. "Ogni secondo una persona viene infettata dalla Tbc, che rappresenta la terza causa di morte a livello globale per le persone di età compresa fra i 15 e i 59 anni, mentre la febbre dengue colpisce 50 milioni di individui ogni anno ed è endemica in più di 100 Paesi", ha dichiarato Daniel Vasella, Presidente e Ceo di Novartis. "L'inarrestabile diffusione di queste malattie nel Paesi in via di sviluppo richiede urgentemente la scoperta di nuove cure. Con il Novartis Institute for Tropical Diseases, forniremo un contributo scientifico determinante, radunando ricercatori ed esperti di fama mondiale impegnati a trovare nuove soluzioni a questi problemi". L'organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la tubercolosi farmaco - resistente un'emergenza sanitaria, con oltre 300.000 nuovi casi all'anno registrati principalmente nell'Europa dell'Est e nell'Asia Centrale. Sfortunatamente, la Tbc resiste oggi alla maggior parte degli antibiotici finora utilizzati. Attualmente il 79% dei casi è classificabile come "super-resistente" a tre dei quattro farmaci in uso e per molti anni si è investito poco nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche. Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la febbre dengue ha fatto registrare 58.000 nuovi casi solo in Indonesia nel 2004, con 650 decessi. A livello mondiale risultano ogni anno circa 500.000 ricoveri di pazienti affetti dalla febbre dengue. Nonostante l'emergenza sanitaria non sono stati effettuati sforzi adeguati sul fronte della ricerca. Il Novartis Institute for Tropical Diseases nasce da una partnership pubblico-privata tra Novartis e il Singapore Economic Development Board (Edb). L'obiettivo dell'Istituto è di sviluppare entro il 2008 almeno due molecole in fase avanzata di ricerca clinica e di rendere accessibili ai pazienti due innovativi prodotti entro il 2013. Novartis intende inoltre distribuire, senza ritorno di profitto, queste cure ai Paesi in cui queste patologie sono endemiche. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases rappresenta un esempio unico di impegno interamente finalizzato a ridurre l'incidenza delle malattie tropicali utilizzando le tecniche di ricerca biomedica all'avanguardia di cui Novartis dispone", ha dichiarato il Professor Paul Herrling, Presidente dell'Nitd e Direttore Corporate Research Novartis. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases non solo si impegna a formare giovani scienziati, ma punta ad educare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare questi problemi nei loro stessi Paesi. Vogliamo che questo istituto si ponga come modello di partnership tra pubblico e privato per tutta l'area del Sud-est asiatico".La tecnologia applicata alla ricerca, presso il Novartis Institute for Tropical Diseases, è di ultima generazione e include una serie di attività importanti, dalla scoperta dei 'target' (molecola individuata come trattamento promettente) fino all'ottimizzazione delle molecole, rendendo cioè il potenziale farmaco pronto per la fase di sperimentazione clinica. Il Novartis Institute for Tropical Diseases è situato all'interno del parco scientifico di Biopolis, fulcro della ricerca biomedica a Singapore. Aperto nell'ottobre 2003, Biopolis dispone di strutture all'avanguardia per la risonanza magnetica nucleare e il sequenziamento del Dna e ospita diversi centri di ricerca biomedica tra cui l'Institute for Cellular Molecular Biology (Imcb); il Genome Institute of Singapore (Gis); il Bioprocessing Technology Institute (Bti); il Bioinformatics Institute (Bii) e l' Institute for Bioengeneering and Nanotechnology (Ibn) of the Agency of Science, Technology and Research (A*star). "Biopolis riflette l'impegno di Singapore in materia di ricerca scientifica in campo biomedico. Confidiamo che la ricerca portata avanti dalla nostra comunità di istituti di ricerca pubblici e laboratori privati possa apportare un significativo contributo allo sviluppo della salute nel mondo", ha dichiarato il portavoce dell'Edb, Philip Yeo, Presidente A*star e Co-presidente Edb responsabile dell'Edb Biomediacl Sciences Group (Edb Bmsg). " La partnership con Novartis per la creazione di questo Istituto è un esempio di come ci stiamo muovendo verso questo obiettivo. Siamo lieti di essere parte di questa importante iniziativa volta alla scoperta e allo sviluppo di nuove modalità per la cura e prevenzione di malattie letali". |
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INAUGURATO IL NOVARTIS INSTITUTE FOR TROPICAL DISEASES A BIOPOLIS, AVANZATO CENTRO DI RICERCHE A SINGAPORE UNICO ESEMPIO DI INIZIATIVA A CARATTERE NON-PROFIT NELL'AMBITO DELLA RICERCA FARMACEUTICA SULLE MALATTIE TRASCURATE |
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Basilea (Svizzera) e Singapore, 6 Luglio 2004 - Novartis ha annunciato ieri l'inaugurazione ufficiale del Novartis Institute for Tropical Diseases (Nitd) nell'innovativo parco scientifico Biopolis a Singapore. L'istituto si occupa della ricerca biomedica avanzata sulle malattie trascurate, principalmente la febbre dengue e la tubercolosi farmaco-resistente (Tbc). L'incidenza delle due patologie sta rapidamente aumentando, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Attualmente, più di un terzo della popolazione mondiale è affetta da Tbc e più di due milioni rimangono vittime ogni anno, mentre 2,5 miliardi di persone sono esposte al rischio di contrarre la febbre dengue. "Ogni secondo una persona viene infettata dalla Tbc, che rappresenta la terza causa di morte a livello globale per le persone di età compresa fra i 15 e i 59 anni, mentre la febbre dengue colpisce 50 milioni di individui ogni anno ed è endemica in più di 100 Paesi", ha dichiarato Daniel Vasella, Presidente e Ceo di Novartis. "L'inarrestabile diffusione di queste malattie nel Paesi in via di sviluppo richiede urgentemente la scoperta di nuove cure. Con il Novartis Institute for Tropical Diseases, forniremo un contributo scientifico determinante, radunando ricercatori ed esperti di fama mondiale impegnati a trovare nuove soluzioni a questi problemi". L'organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la tubercolosi farmaco - resistente un'emergenza sanitaria, con oltre 300.000 nuovi casi all'anno registrati principalmente nell'Europa dell'Est e nell'Asia Centrale. Sfortunatamente, la Tbc resiste oggi alla maggior parte degli antibiotici finora utilizzati. Attualmente il 79% dei casi è classificabile come "super-resistente" a tre dei quattro farmaci in uso e per molti anni si è investito poco nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche. Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la febbre dengue ha fatto registrare 58.000 nuovi casi solo in Indonesia nel 2004, con 650 decessi. A livello mondiale risultano ogni anno circa 500.000 ricoveri di pazienti affetti dalla febbre dengue. Nonostante l'emergenza sanitaria non sono stati effettuati sforzi adeguati sul fronte della ricerca. Il Novartis Institute for Tropical Diseases nasce da una partnership pubblico-privata tra Novartis e il Singapore Economic Development Board (Edb). L'obiettivo dell'Istituto è di sviluppare entro il 2008 almeno due molecole in fase avanzata di ricerca clinica e di rendere accessibili ai pazienti due innovativi prodotti entro il 2013. Novartis intende inoltre distribuire, senza ritorno di profitto, queste cure ai Paesi in cui queste patologie sono endemiche. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases rappresenta un esempio unico di impegno interamente finalizzato a ridurre l'incidenza delle malattie tropicali utilizzando le tecniche di ricerca biomedica all'avanguardia di cui Novartis dispone", ha dichiarato il Professor Paul Herrling, Presidente dell'Nitd e Direttore Corporate Research Novartis. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases non solo si impegna a formare giovani scienziati, ma punta ad educare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare questi problemi nei loro stessi Paesi. Vogliamo che questo istituto si ponga come modello di partnership tra pubblico e privato per tutta l'area del Sud-est asiatico".La tecnologia applicata alla ricerca, presso il Novartis Institute for Tropical Diseases, è di ultima generazione e include una serie di attività importanti, dalla scoperta dei 'target' (molecola individuata come trattamento promettente) fino all'ottimizzazione delle molecole, rendendo cioè il potenziale farmaco pronto per la fase di sperimentazione clinica. Il Novartis Institute for Tropical Diseases è situato all'interno del parco scientifico di Biopolis, fulcro della ricerca biomedica a Singapore. Aperto nell'ottobre 2003, Biopolis dispone di strutture all'avanguardia per la risonanza magnetica nucleare e il sequenziamento del Dna e ospita diversi centri di ricerca biomedica tra cui l'Institute for Cellular Molecular Biology (Imcb); il Genome Institute of Singapore (Gis); il Bioprocessing Technology Institute (Bti); il Bioinformatics Institute (Bii) e l' Institute for Bioengeneering and Nanotechnology (Ibn) of the Agency of Science, Technology and Research (A*star). "Biopolis riflette l'impegno di Singapore in materia di ricerca scientifica in campo biomedico. Confidiamo che la ricerca portata avanti dalla nostra comunità di istituti di ricerca pubblici e laboratori privati possa apportare un significativo contributo allo sviluppo della salute nel mondo", ha dichiarato il portavoce dell'Edb, Philip Yeo, Presidente A*star e Co-presidente Edb responsabile dell'Edb Biomediacl Sciences Group (Edb Bmsg). " La partnership con Novartis per la creazione di questo Istituto è un esempio di come ci stiamo muovendo verso questo obiettivo. Siamo lieti di essere parte di questa importante iniziativa volta alla scoperta e allo sviluppo di nuove modalità per la cura e prevenzione di malattie letali". |
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INAUGURATO IL NOVARTIS INSTITUTE FOR TROPICAL DISEASES A BIOPOLIS, AVANZATO CENTRO DI RICERCHE A SINGAPORE UNICO ESEMPIO DI INIZIATIVA A CARATTERE NON-PROFIT NELL'AMBITO DELLA RICERCA FARMACEUTICA SULLE MALATTIE TRASCURATE |
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Basilea (Svizzera) e Singapore, 6 Luglio 2004 - Novartis ha annunciato ieri l'inaugurazione ufficiale del Novartis Institute for Tropical Diseases (Nitd) nell'innovativo parco scientifico Biopolis a Singapore. L'istituto si occupa della ricerca biomedica avanzata sulle malattie trascurate, principalmente la febbre dengue e la tubercolosi farmaco-resistente (Tbc). L'incidenza delle due patologie sta rapidamente aumentando, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Attualmente, più di un terzo della popolazione mondiale è affetta da Tbc e più di due milioni rimangono vittime ogni anno, mentre 2,5 miliardi di persone sono esposte al rischio di contrarre la febbre dengue. "Ogni secondo una persona viene infettata dalla Tbc, che rappresenta la terza causa di morte a livello globale per le persone di età compresa fra i 15 e i 59 anni, mentre la febbre dengue colpisce 50 milioni di individui ogni anno ed è endemica in più di 100 Paesi", ha dichiarato Daniel Vasella, Presidente e Ceo di Novartis. "L'inarrestabile diffusione di queste malattie nel Paesi in via di sviluppo richiede urgentemente la scoperta di nuove cure. Con il Novartis Institute for Tropical Diseases, forniremo un contributo scientifico determinante, radunando ricercatori ed esperti di fama mondiale impegnati a trovare nuove soluzioni a questi problemi". L'organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la tubercolosi farmaco - resistente un'emergenza sanitaria, con oltre 300.000 nuovi casi all'anno registrati principalmente nell'Europa dell'Est e nell'Asia Centrale. Sfortunatamente, la Tbc resiste oggi alla maggior parte degli antibiotici finora utilizzati. Attualmente il 79% dei casi è classificabile come "super-resistente" a tre dei quattro farmaci in uso e per molti anni si è investito poco nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche. Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la febbre dengue ha fatto registrare 58.000 nuovi casi solo in Indonesia nel 2004, con 650 decessi. A livello mondiale risultano ogni anno circa 500.000 ricoveri di pazienti affetti dalla febbre dengue. Nonostante l'emergenza sanitaria non sono stati effettuati sforzi adeguati sul fronte della ricerca. Il Novartis Institute for Tropical Diseases nasce da una partnership pubblico-privata tra Novartis e il Singapore Economic Development Board (Edb). L'obiettivo dell'Istituto è di sviluppare entro il 2008 almeno due molecole in fase avanzata di ricerca clinica e di rendere accessibili ai pazienti due innovativi prodotti entro il 2013. Novartis intende inoltre distribuire, senza ritorno di profitto, queste cure ai Paesi in cui queste patologie sono endemiche. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases rappresenta un esempio unico di impegno interamente finalizzato a ridurre l'incidenza delle malattie tropicali utilizzando le tecniche di ricerca biomedica all'avanguardia di cui Novartis dispone", ha dichiarato il Professor Paul Herrling, Presidente dell'Nitd e Direttore Corporate Research Novartis. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases non solo si impegna a formare giovani scienziati, ma punta ad educare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare questi problemi nei loro stessi Paesi. Vogliamo che questo istituto si ponga come modello di partnership tra pubblico e privato per tutta l'area del Sud-est asiatico".La tecnologia applicata alla ricerca, presso il Novartis Institute for Tropical Diseases, è di ultima generazione e include una serie di attività importanti, dalla scoperta dei 'target' (molecola individuata come trattamento promettente) fino all'ottimizzazione delle molecole, rendendo cioè il potenziale farmaco pronto per la fase di sperimentazione clinica. Il Novartis Institute for Tropical Diseases è situato all'interno del parco scientifico di Biopolis, fulcro della ricerca biomedica a Singapore. Aperto nell'ottobre 2003, Biopolis dispone di strutture all'avanguardia per la risonanza magnetica nucleare e il sequenziamento del Dna e ospita diversi centri di ricerca biomedica tra cui l'Institute for Cellular Molecular Biology (Imcb); il Genome Institute of Singapore (Gis); il Bioprocessing Technology Institute (Bti); il Bioinformatics Institute (Bii) e l' Institute for Bioengeneering and Nanotechnology (Ibn) of the Agency of Science, Technology and Research (A*star). "Biopolis riflette l'impegno di Singapore in materia di ricerca scientifica in campo biomedico. Confidiamo che la ricerca portata avanti dalla nostra comunità di istituti di ricerca pubblici e laboratori privati possa apportare un significativo contributo allo sviluppo della salute nel mondo", ha dichiarato il portavoce dell'Edb, Philip Yeo, Presidente A*star e Co-presidente Edb responsabile dell'Edb Biomediacl Sciences Group (Edb Bmsg). " La partnership con Novartis per la creazione di questo Istituto è un esempio di come ci stiamo muovendo verso questo obiettivo. Siamo lieti di essere parte di questa importante iniziativa volta alla scoperta e allo sviluppo di nuove modalità per la cura e prevenzione di malattie letali". |
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INAUGURATO IL NOVARTIS INSTITUTE FOR TROPICAL DISEASES A BIOPOLIS, AVANZATO CENTRO DI RICERCHE A SINGAPORE UNICO ESEMPIO DI INIZIATIVA A CARATTERE NON-PROFIT NELL'AMBITO DELLA RICERCA FARMACEUTICA SULLE MALATTIE TRASCURATE |
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Basilea (Svizzera) e Singapore, 6 Luglio 2004 - Novartis ha annunciato ieri l'inaugurazione ufficiale del Novartis Institute for Tropical Diseases (Nitd) nell'innovativo parco scientifico Biopolis a Singapore. L'istituto si occupa della ricerca biomedica avanzata sulle malattie trascurate, principalmente la febbre dengue e la tubercolosi farmaco-resistente (Tbc). L'incidenza delle due patologie sta rapidamente aumentando, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Attualmente, più di un terzo della popolazione mondiale è affetta da Tbc e più di due milioni rimangono vittime ogni anno, mentre 2,5 miliardi di persone sono esposte al rischio di contrarre la febbre dengue. "Ogni secondo una persona viene infettata dalla Tbc, che rappresenta la terza causa di morte a livello globale per le persone di età compresa fra i 15 e i 59 anni, mentre la febbre dengue colpisce 50 milioni di individui ogni anno ed è endemica in più di 100 Paesi", ha dichiarato Daniel Vasella, Presidente e Ceo di Novartis. "L'inarrestabile diffusione di queste malattie nel Paesi in via di sviluppo richiede urgentemente la scoperta di nuove cure. Con il Novartis Institute for Tropical Diseases, forniremo un contributo scientifico determinante, radunando ricercatori ed esperti di fama mondiale impegnati a trovare nuove soluzioni a questi problemi". L'organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la tubercolosi farmaco - resistente un'emergenza sanitaria, con oltre 300.000 nuovi casi all'anno registrati principalmente nell'Europa dell'Est e nell'Asia Centrale. Sfortunatamente, la Tbc resiste oggi alla maggior parte degli antibiotici finora utilizzati. Attualmente il 79% dei casi è classificabile come "super-resistente" a tre dei quattro farmaci in uso e per molti anni si è investito poco nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche. Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la febbre dengue ha fatto registrare 58.000 nuovi casi solo in Indonesia nel 2004, con 650 decessi. A livello mondiale risultano ogni anno circa 500.000 ricoveri di pazienti affetti dalla febbre dengue. Nonostante l'emergenza sanitaria non sono stati effettuati sforzi adeguati sul fronte della ricerca. Il Novartis Institute for Tropical Diseases nasce da una partnership pubblico-privata tra Novartis e il Singapore Economic Development Board (Edb). L'obiettivo dell'Istituto è di sviluppare entro il 2008 almeno due molecole in fase avanzata di ricerca clinica e di rendere accessibili ai pazienti due innovativi prodotti entro il 2013. Novartis intende inoltre distribuire, senza ritorno di profitto, queste cure ai Paesi in cui queste patologie sono endemiche. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases rappresenta un esempio unico di impegno interamente finalizzato a ridurre l'incidenza delle malattie tropicali utilizzando le tecniche di ricerca biomedica all'avanguardia di cui Novartis dispone", ha dichiarato il Professor Paul Herrling, Presidente dell'Nitd e Direttore Corporate Research Novartis. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases non solo si impegna a formare giovani scienziati, ma punta ad educare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare questi problemi nei loro stessi Paesi. Vogliamo che questo istituto si ponga come modello di partnership tra pubblico e privato per tutta l'area del Sud-est asiatico".La tecnologia applicata alla ricerca, presso il Novartis Institute for Tropical Diseases, è di ultima generazione e include una serie di attività importanti, dalla scoperta dei 'target' (molecola individuata come trattamento promettente) fino all'ottimizzazione delle molecole, rendendo cioè il potenziale farmaco pronto per la fase di sperimentazione clinica. Il Novartis Institute for Tropical Diseases è situato all'interno del parco scientifico di Biopolis, fulcro della ricerca biomedica a Singapore. Aperto nell'ottobre 2003, Biopolis dispone di strutture all'avanguardia per la risonanza magnetica nucleare e il sequenziamento del Dna e ospita diversi centri di ricerca biomedica tra cui l'Institute for Cellular Molecular Biology (Imcb); il Genome Institute of Singapore (Gis); il Bioprocessing Technology Institute (Bti); il Bioinformatics Institute (Bii) e l' Institute for Bioengeneering and Nanotechnology (Ibn) of the Agency of Science, Technology and Research (A*star). "Biopolis riflette l'impegno di Singapore in materia di ricerca scientifica in campo biomedico. Confidiamo che la ricerca portata avanti dalla nostra comunità di istituti di ricerca pubblici e laboratori privati possa apportare un significativo contributo allo sviluppo della salute nel mondo", ha dichiarato il portavoce dell'Edb, Philip Yeo, Presidente A*star e Co-presidente Edb responsabile dell'Edb Biomediacl Sciences Group (Edb Bmsg). " La partnership con Novartis per la creazione di questo Istituto è un esempio di come ci stiamo muovendo verso questo obiettivo. Siamo lieti di essere parte di questa importante iniziativa volta alla scoperta e allo sviluppo di nuove modalità per la cura e prevenzione di malattie letali". |
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INAUGURATO IL NOVARTIS INSTITUTE FOR TROPICAL DISEASES A BIOPOLIS, AVANZATO CENTRO DI RICERCHE A SINGAPORE UNICO ESEMPIO DI INIZIATIVA A CARATTERE NON-PROFIT NELL'AMBITO DELLA RICERCA FARMACEUTICA SULLE MALATTIE TRASCURATE |
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Basilea (Svizzera) e Singapore, 6 Luglio 2004 - Novartis ha annunciato ieri l'inaugurazione ufficiale del Novartis Institute for Tropical Diseases (Nitd) nell'innovativo parco scientifico Biopolis a Singapore. L'istituto si occupa della ricerca biomedica avanzata sulle malattie trascurate, principalmente la febbre dengue e la tubercolosi farmaco-resistente (Tbc). L'incidenza delle due patologie sta rapidamente aumentando, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Attualmente, più di un terzo della popolazione mondiale è affetta da Tbc e più di due milioni rimangono vittime ogni anno, mentre 2,5 miliardi di persone sono esposte al rischio di contrarre la febbre dengue. "Ogni secondo una persona viene infettata dalla Tbc, che rappresenta la terza causa di morte a livello globale per le persone di età compresa fra i 15 e i 59 anni, mentre la febbre dengue colpisce 50 milioni di individui ogni anno ed è endemica in più di 100 Paesi", ha dichiarato Daniel Vasella, Presidente e Ceo di Novartis. "L'inarrestabile diffusione di queste malattie nel Paesi in via di sviluppo richiede urgentemente la scoperta di nuove cure. Con il Novartis Institute for Tropical Diseases, forniremo un contributo scientifico determinante, radunando ricercatori ed esperti di fama mondiale impegnati a trovare nuove soluzioni a questi problemi". L'organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la tubercolosi farmaco - resistente un'emergenza sanitaria, con oltre 300.000 nuovi casi all'anno registrati principalmente nell'Europa dell'Est e nell'Asia Centrale. Sfortunatamente, la Tbc resiste oggi alla maggior parte degli antibiotici finora utilizzati. Attualmente il 79% dei casi è classificabile come "super-resistente" a tre dei quattro farmaci in uso e per molti anni si è investito poco nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche. Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la febbre dengue ha fatto registrare 58.000 nuovi casi solo in Indonesia nel 2004, con 650 decessi. A livello mondiale risultano ogni anno circa 500.000 ricoveri di pazienti affetti dalla febbre dengue. Nonostante l'emergenza sanitaria non sono stati effettuati sforzi adeguati sul fronte della ricerca. Il Novartis Institute for Tropical Diseases nasce da una partnership pubblico-privata tra Novartis e il Singapore Economic Development Board (Edb). L'obiettivo dell'Istituto è di sviluppare entro il 2008 almeno due molecole in fase avanzata di ricerca clinica e di rendere accessibili ai pazienti due innovativi prodotti entro il 2013. Novartis intende inoltre distribuire, senza ritorno di profitto, queste cure ai Paesi in cui queste patologie sono endemiche. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases rappresenta un esempio unico di impegno interamente finalizzato a ridurre l'incidenza delle malattie tropicali utilizzando le tecniche di ricerca biomedica all'avanguardia di cui Novartis dispone", ha dichiarato il Professor Paul Herrling, Presidente dell'Nitd e Direttore Corporate Research Novartis. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases non solo si impegna a formare giovani scienziati, ma punta ad educare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare questi problemi nei loro stessi Paesi. Vogliamo che questo istituto si ponga come modello di partnership tra pubblico e privato per tutta l'area del Sud-est asiatico".La tecnologia applicata alla ricerca, presso il Novartis Institute for Tropical Diseases, è di ultima generazione e include una serie di attività importanti, dalla scoperta dei 'target' (molecola individuata come trattamento promettente) fino all'ottimizzazione delle molecole, rendendo cioè il potenziale farmaco pronto per la fase di sperimentazione clinica. Il Novartis Institute for Tropical Diseases è situato all'interno del parco scientifico di Biopolis, fulcro della ricerca biomedica a Singapore. Aperto nell'ottobre 2003, Biopolis dispone di strutture all'avanguardia per la risonanza magnetica nucleare e il sequenziamento del Dna e ospita diversi centri di ricerca biomedica tra cui l'Institute for Cellular Molecular Biology (Imcb); il Genome Institute of Singapore (Gis); il Bioprocessing Technology Institute (Bti); il Bioinformatics Institute (Bii) e l' Institute for Bioengeneering and Nanotechnology (Ibn) of the Agency of Science, Technology and Research (A*star). "Biopolis riflette l'impegno di Singapore in materia di ricerca scientifica in campo biomedico. Confidiamo che la ricerca portata avanti dalla nostra comunità di istituti di ricerca pubblici e laboratori privati possa apportare un significativo contributo allo sviluppo della salute nel mondo", ha dichiarato il portavoce dell'Edb, Philip Yeo, Presidente A*star e Co-presidente Edb responsabile dell'Edb Biomediacl Sciences Group (Edb Bmsg). " La partnership con Novartis per la creazione di questo Istituto è un esempio di come ci stiamo muovendo verso questo obiettivo. Siamo lieti di essere parte di questa importante iniziativa volta alla scoperta e allo sviluppo di nuove modalità per la cura e prevenzione di malattie letali". |
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INAUGURATO IL NOVARTIS INSTITUTE FOR TROPICAL DISEASES A BIOPOLIS, AVANZATO CENTRO DI RICERCHE A SINGAPORE UNICO ESEMPIO DI INIZIATIVA A CARATTERE NON-PROFIT NELL'AMBITO DELLA RICERCA FARMACEUTICA SULLE MALATTIE TRASCURATE |
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Basilea (Svizzera) e Singapore, 6 Luglio 2004 - Novartis ha annunciato ieri l'inaugurazione ufficiale del Novartis Institute for Tropical Diseases (Nitd) nell'innovativo parco scientifico Biopolis a Singapore. L'istituto si occupa della ricerca biomedica avanzata sulle malattie trascurate, principalmente la febbre dengue e la tubercolosi farmaco-resistente (Tbc). L'incidenza delle due patologie sta rapidamente aumentando, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Attualmente, più di un terzo della popolazione mondiale è affetta da Tbc e più di due milioni rimangono vittime ogni anno, mentre 2,5 miliardi di persone sono esposte al rischio di contrarre la febbre dengue. "Ogni secondo una persona viene infettata dalla Tbc, che rappresenta la terza causa di morte a livello globale per le persone di età compresa fra i 15 e i 59 anni, mentre la febbre dengue colpisce 50 milioni di individui ogni anno ed è endemica in più di 100 Paesi", ha dichiarato Daniel Vasella, Presidente e Ceo di Novartis. "L'inarrestabile diffusione di queste malattie nel Paesi in via di sviluppo richiede urgentemente la scoperta di nuove cure. Con il Novartis Institute for Tropical Diseases, forniremo un contributo scientifico determinante, radunando ricercatori ed esperti di fama mondiale impegnati a trovare nuove soluzioni a questi problemi". L'organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la tubercolosi farmaco - resistente un'emergenza sanitaria, con oltre 300.000 nuovi casi all'anno registrati principalmente nell'Europa dell'Est e nell'Asia Centrale. Sfortunatamente, la Tbc resiste oggi alla maggior parte degli antibiotici finora utilizzati. Attualmente il 79% dei casi è classificabile come "super-resistente" a tre dei quattro farmaci in uso e per molti anni si è investito poco nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche. Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la febbre dengue ha fatto registrare 58.000 nuovi casi solo in Indonesia nel 2004, con 650 decessi. A livello mondiale risultano ogni anno circa 500.000 ricoveri di pazienti affetti dalla febbre dengue. Nonostante l'emergenza sanitaria non sono stati effettuati sforzi adeguati sul fronte della ricerca. Il Novartis Institute for Tropical Diseases nasce da una partnership pubblico-privata tra Novartis e il Singapore Economic Development Board (Edb). L'obiettivo dell'Istituto è di sviluppare entro il 2008 almeno due molecole in fase avanzata di ricerca clinica e di rendere accessibili ai pazienti due innovativi prodotti entro il 2013. Novartis intende inoltre distribuire, senza ritorno di profitto, queste cure ai Paesi in cui queste patologie sono endemiche. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases rappresenta un esempio unico di impegno interamente finalizzato a ridurre l'incidenza delle malattie tropicali utilizzando le tecniche di ricerca biomedica all'avanguardia di cui Novartis dispone", ha dichiarato il Professor Paul Herrling, Presidente dell'Nitd e Direttore Corporate Research Novartis. "Il Novartis Institute for Tropical Diseases non solo si impegna a formare giovani scienziati, ma punta ad educare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare questi problemi nei loro stessi Paesi. Vogliamo che questo istituto si ponga come modello di partnership tra pubblico e privato per tutta l'area del Sud-est asiatico".La tecnologia applicata alla ricerca, presso il Novartis Institute for Tropical Diseases, è di ultima generazione e include una serie di attività importanti, dalla scoperta dei 'target' (molecola individuata come trattamento promettente) fino all'ottimizzazione delle molecole, rendendo cioè il potenziale farmaco pronto per la fase di sperimentazione clinica. Il Novartis Institute for Tropical Diseases è situato all'interno del parco scientifico di Biopolis, fulcro della ricerca biomedica a Singapore. Aperto nell'ottobre 2003, Biopolis dispone di strutture all'avanguardia per la risonanza magnetica nucleare e il sequenziamento del Dna e ospita diversi centri di ricerca biomedica tra cui l'Institute for Cellular Molecular Biology (Imcb); il Genome Institute of Singapore (Gis); il Bioprocessing Technology Institute (Bti); il Bioinformatics Institute (Bii) e l' Institute for Bioengeneering and Nanotechnology (Ibn) of the Agency of Science, Technology and Research (A*star). "Biopolis riflette l'impegno di Singapore in materia di ricerca scientifica in campo biomedico. Confidiamo che la ricerca portata avanti dalla nostra comunità di istituti di ricerca pubblici e laboratori privati possa apportare un significativo contributo allo sviluppo della salute nel mondo", ha dichiarato il portavoce dell'Edb, Philip Yeo, Presidente A*star e Co-presidente Edb responsabile dell'Edb Biomediacl Sciences Group (Edb Bmsg). " La partnership con Novartis per la creazione di questo Istituto è un esempio di come ci stiamo muovendo verso questo obiettivo. Siamo lieti di essere parte di questa importante iniziativa volta alla scoperta e allo sviluppo di nuove modalità per la cura e prevenzione di malattie letali". |
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UN PIONIERE EUROPEO DELLA COLLABORAZIONE NELLA RICERCA PARLA CON IL NOTIZIARIO CORDIS |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - 'È stato come se avessi guardato in una sfera di cristallo, mi fossi reso conto di quello che stava per succedere, e mi ci fossi preparato. L'europa stava arrivando', così Paul Kiekens, capo della divisione tessili dell'Università di Gand, parla della rete di ricerca che ha costruito negli ultimi dieci anni. La relazione annuale del dipartimento di Kiekens è un catalogo di progetti di ricerca internazionale che include progetti finanziati dai programmi quadro dell'Ue, da altri programmi comunitari, dal programma della Nato 'Scienza per la pace' e dal governo fiammingo. Kiekens ha pilotato questa collaborazione ed ha appena ricevuto le congratulazioni di Philippe Busquin, collega e Commissario comunitario per la Ricerca. 'Ho dato vita alla rete prima ancora che la Commissione cominciasse a pensarci', ha detto al Notiziario Cordis. Kiekens si riferisce a Autex (Association of Universities for Textiles); probabilmente la punta di diamante del suo impegno per la ricerca collaborativa, che ha recentemente festeggiato il suo decimo anniversario ed ha fatto 'cose incredibili', secondo Kiekens. Di Autex fanno oggi parte oltre 30 membri, anche se il criterio principale per essere accettati resta la qualità. I partecipanti scambiano studenti, discutono programmi di studio, cercano soluzioni ai problemi comuni. 'Si tratta di un club dove si sviluppano nuove idee nate dalla ricerca tessile', dice Kiekens. Da quando la rete è stata creata, molte cose sono cambiate. Nel 1994 pochissimi usavano la posta elettronica, e i contatti si limitavano a uno o due incontri faccia a faccia all'anno, che secondo Kiekens 'non erano sufficienti per arrivare veramente a qualche risultato'. Internet ha ora reso possibile mantenere contatti regolari. Alla domanda sul perché agl'inizi primi degli anni '90 avesse inseguito questo sogno da visionario, Kiekens ha risposto di essersi reso conto che il suo dipartimento era relativamente piccolo e che nell'interesse dei suoi studenti e del futuro bisognava 'passare a un altro livello'. 'Intorno al 1990 mi resi conto che stavamo perdendo un sacco di cose', ha aggiunto. L'interesse iniziale nella ricerca di collaborazione internazionale fu l'Europa, e questo finì col far allentare i legami con gli organismi americani. Kiekens sta ora cercando di riallacciarli e dice che negli Usa vi è un grande interesse per le attività del suo dipartimento. Attualmente il dipartimento di Kiekens partecipa a progetti che coprono una grande varietà di soggetti, dalla progettazione di tessili avanzati e l'assistenza alle Pmi (Piccole e medie imprese) e ai laboratori di prova dell'Europa centro-orientale fino alla tessitura, tintura, conservazione e recupero di informazioni sui processi tessili e i biomateriali. Kiekens ha ricordato il progetto Chitomed (tessili biomedici ottenuti da dibutirilchitina e chitina); che giudica particolarmente interessante, tra dieci partner di università e industrie per sviluppare un tessuto che accelera la cicatrizzazione delle ferite. Il consorzio, guidato da un collega di Kiekens all'università di Gand, ha creato un materiale dai gusci di gamberetti e granchi che previene le infezioni (un serio rischio per gli ustionati o per le vittime con grandi ferite) e ha un effetto antinfiammatorio, ha spiegato. Si tratta di materiale organico e quindi atossico; i test sono quindi relativamente semplici e sono attualmente in corso in Belgio e Polonia. 'Ci stiamo muovendo rapidamente', ha detto Kiekens quando gli è stato chiesto quando il tessuto sarebbe stato immesso sul mercato, 'dovrebbe essere disponibile entro due o tre anni'. E poiché la materia prima sono gli scarti della pesca, il consorzio spera di poterlo produrre a costi ragionevoli. Poiché partecipa già da molto tempo alla ricerca dell'Ue, Kiekens è in buona posizione per parlare dei cambiamenti nei programmi quadro di ricerca della Commissione. Sostiene che adesso è più difficile ottenere finanziamenti, che le procedure sono divenute più complicate e che l'attenzione si è spostata troppo verso la ricerca a breve termine o applicata. 'Dieci anni fa le cose erano più semplici. Ma è solo la mia esperienza personale, non una critica', dice Kiekens, secondo il quale l'aumento della burocrazia ha condotto a maggiore incertezza e a tempi troppo lunghi tra la presentazione della proposta e il lancio di un progetto, pur ammettendo che molti cambi si sono resi necessari perché oggigiorno più gente vuole partecipare ai programmi quadro. 'Non ho soluzioni da proporre' aggiunge. Per dettagli sul dipartimento tessili dell'università di Gand: http://textiles.Ugent.be |
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UN PIONIERE EUROPEO DELLA COLLABORAZIONE NELLA RICERCA PARLA CON IL NOTIZIARIO CORDIS |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - 'È stato come se avessi guardato in una sfera di cristallo, mi fossi reso conto di quello che stava per succedere, e mi ci fossi preparato. L'europa stava arrivando', così Paul Kiekens, capo della divisione tessili dell'Università di Gand, parla della rete di ricerca che ha costruito negli ultimi dieci anni. La relazione annuale del dipartimento di Kiekens è un catalogo di progetti di ricerca internazionale che include progetti finanziati dai programmi quadro dell'Ue, da altri programmi comunitari, dal programma della Nato 'Scienza per la pace' e dal governo fiammingo. Kiekens ha pilotato questa collaborazione ed ha appena ricevuto le congratulazioni di Philippe Busquin, collega e Commissario comunitario per la Ricerca. 'Ho dato vita alla rete prima ancora che la Commissione cominciasse a pensarci', ha detto al Notiziario Cordis. Kiekens si riferisce a Autex (Association of Universities for Textiles); probabilmente la punta di diamante del suo impegno per la ricerca collaborativa, che ha recentemente festeggiato il suo decimo anniversario ed ha fatto 'cose incredibili', secondo Kiekens. Di Autex fanno oggi parte oltre 30 membri, anche se il criterio principale per essere accettati resta la qualità. I partecipanti scambiano studenti, discutono programmi di studio, cercano soluzioni ai problemi comuni. 'Si tratta di un club dove si sviluppano nuove idee nate dalla ricerca tessile', dice Kiekens. Da quando la rete è stata creata, molte cose sono cambiate. Nel 1994 pochissimi usavano la posta elettronica, e i contatti si limitavano a uno o due incontri faccia a faccia all'anno, che secondo Kiekens 'non erano sufficienti per arrivare veramente a qualche risultato'. Internet ha ora reso possibile mantenere contatti regolari. Alla domanda sul perché agl'inizi primi degli anni '90 avesse inseguito questo sogno da visionario, Kiekens ha risposto di essersi reso conto che il suo dipartimento era relativamente piccolo e che nell'interesse dei suoi studenti e del futuro bisognava 'passare a un altro livello'. 'Intorno al 1990 mi resi conto che stavamo perdendo un sacco di cose', ha aggiunto. L'interesse iniziale nella ricerca di collaborazione internazionale fu l'Europa, e questo finì col far allentare i legami con gli organismi americani. Kiekens sta ora cercando di riallacciarli e dice che negli Usa vi è un grande interesse per le attività del suo dipartimento. Attualmente il dipartimento di Kiekens partecipa a progetti che coprono una grande varietà di soggetti, dalla progettazione di tessili avanzati e l'assistenza alle Pmi (Piccole e medie imprese) e ai laboratori di prova dell'Europa centro-orientale fino alla tessitura, tintura, conservazione e recupero di informazioni sui processi tessili e i biomateriali. Kiekens ha ricordato il progetto Chitomed (tessili biomedici ottenuti da dibutirilchitina e chitina); che giudica particolarmente interessante, tra dieci partner di università e industrie per sviluppare un tessuto che accelera la cicatrizzazione delle ferite. Il consorzio, guidato da un collega di Kiekens all'università di Gand, ha creato un materiale dai gusci di gamberetti e granchi che previene le infezioni (un serio rischio per gli ustionati o per le vittime con grandi ferite) e ha un effetto antinfiammatorio, ha spiegato. Si tratta di materiale organico e quindi atossico; i test sono quindi relativamente semplici e sono attualmente in corso in Belgio e Polonia. 'Ci stiamo muovendo rapidamente', ha detto Kiekens quando gli è stato chiesto quando il tessuto sarebbe stato immesso sul mercato, 'dovrebbe essere disponibile entro due o tre anni'. E poiché la materia prima sono gli scarti della pesca, il consorzio spera di poterlo produrre a costi ragionevoli. Poiché partecipa già da molto tempo alla ricerca dell'Ue, Kiekens è in buona posizione per parlare dei cambiamenti nei programmi quadro di ricerca della Commissione. Sostiene che adesso è più difficile ottenere finanziamenti, che le procedure sono divenute più complicate e che l'attenzione si è spostata troppo verso la ricerca a breve termine o applicata. 'Dieci anni fa le cose erano più semplici. Ma è solo la mia esperienza personale, non una critica', dice Kiekens, secondo il quale l'aumento della burocrazia ha condotto a maggiore incertezza e a tempi troppo lunghi tra la presentazione della proposta e il lancio di un progetto, pur ammettendo che molti cambi si sono resi necessari perché oggigiorno più gente vuole partecipare ai programmi quadro. 'Non ho soluzioni da proporre' aggiunge. Per dettagli sul dipartimento tessili dell'università di Gand: http://textiles.Ugent.be |
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UN PIONIERE EUROPEO DELLA COLLABORAZIONE NELLA RICERCA PARLA CON IL NOTIZIARIO CORDIS |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - 'È stato come se avessi guardato in una sfera di cristallo, mi fossi reso conto di quello che stava per succedere, e mi ci fossi preparato. L'europa stava arrivando', così Paul Kiekens, capo della divisione tessili dell'Università di Gand, parla della rete di ricerca che ha costruito negli ultimi dieci anni. La relazione annuale del dipartimento di Kiekens è un catalogo di progetti di ricerca internazionale che include progetti finanziati dai programmi quadro dell'Ue, da altri programmi comunitari, dal programma della Nato 'Scienza per la pace' e dal governo fiammingo. Kiekens ha pilotato questa collaborazione ed ha appena ricevuto le congratulazioni di Philippe Busquin, collega e Commissario comunitario per la Ricerca. 'Ho dato vita alla rete prima ancora che la Commissione cominciasse a pensarci', ha detto al Notiziario Cordis. Kiekens si riferisce a Autex (Association of Universities for Textiles); probabilmente la punta di diamante del suo impegno per la ricerca collaborativa, che ha recentemente festeggiato il suo decimo anniversario ed ha fatto 'cose incredibili', secondo Kiekens. Di Autex fanno oggi parte oltre 30 membri, anche se il criterio principale per essere accettati resta la qualità. I partecipanti scambiano studenti, discutono programmi di studio, cercano soluzioni ai problemi comuni. 'Si tratta di un club dove si sviluppano nuove idee nate dalla ricerca tessile', dice Kiekens. Da quando la rete è stata creata, molte cose sono cambiate. Nel 1994 pochissimi usavano la posta elettronica, e i contatti si limitavano a uno o due incontri faccia a faccia all'anno, che secondo Kiekens 'non erano sufficienti per arrivare veramente a qualche risultato'. Internet ha ora reso possibile mantenere contatti regolari. Alla domanda sul perché agl'inizi primi degli anni '90 avesse inseguito questo sogno da visionario, Kiekens ha risposto di essersi reso conto che il suo dipartimento era relativamente piccolo e che nell'interesse dei suoi studenti e del futuro bisognava 'passare a un altro livello'. 'Intorno al 1990 mi resi conto che stavamo perdendo un sacco di cose', ha aggiunto. L'interesse iniziale nella ricerca di collaborazione internazionale fu l'Europa, e questo finì col far allentare i legami con gli organismi americani. Kiekens sta ora cercando di riallacciarli e dice che negli Usa vi è un grande interesse per le attività del suo dipartimento. Attualmente il dipartimento di Kiekens partecipa a progetti che coprono una grande varietà di soggetti, dalla progettazione di tessili avanzati e l'assistenza alle Pmi (Piccole e medie imprese) e ai laboratori di prova dell'Europa centro-orientale fino alla tessitura, tintura, conservazione e recupero di informazioni sui processi tessili e i biomateriali. Kiekens ha ricordato il progetto Chitomed (tessili biomedici ottenuti da dibutirilchitina e chitina); che giudica particolarmente interessante, tra dieci partner di università e industrie per sviluppare un tessuto che accelera la cicatrizzazione delle ferite. Il consorzio, guidato da un collega di Kiekens all'università di Gand, ha creato un materiale dai gusci di gamberetti e granchi che previene le infezioni (un serio rischio per gli ustionati o per le vittime con grandi ferite) e ha un effetto antinfiammatorio, ha spiegato. Si tratta di materiale organico e quindi atossico; i test sono quindi relativamente semplici e sono attualmente in corso in Belgio e Polonia. 'Ci stiamo muovendo rapidamente', ha detto Kiekens quando gli è stato chiesto quando il tessuto sarebbe stato immesso sul mercato, 'dovrebbe essere disponibile entro due o tre anni'. E poiché la materia prima sono gli scarti della pesca, il consorzio spera di poterlo produrre a costi ragionevoli. Poiché partecipa già da molto tempo alla ricerca dell'Ue, Kiekens è in buona posizione per parlare dei cambiamenti nei programmi quadro di ricerca della Commissione. Sostiene che adesso è più difficile ottenere finanziamenti, che le procedure sono divenute più complicate e che l'attenzione si è spostata troppo verso la ricerca a breve termine o applicata. 'Dieci anni fa le cose erano più semplici. Ma è solo la mia esperienza personale, non una critica', dice Kiekens, secondo il quale l'aumento della burocrazia ha condotto a maggiore incertezza e a tempi troppo lunghi tra la presentazione della proposta e il lancio di un progetto, pur ammettendo che molti cambi si sono resi necessari perché oggigiorno più gente vuole partecipare ai programmi quadro. 'Non ho soluzioni da proporre' aggiunge. Per dettagli sul dipartimento tessili dell'università di Gand: http://textiles.Ugent.be |
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UN PIONIERE EUROPEO DELLA COLLABORAZIONE NELLA RICERCA PARLA CON IL NOTIZIARIO CORDIS |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - 'È stato come se avessi guardato in una sfera di cristallo, mi fossi reso conto di quello che stava per succedere, e mi ci fossi preparato. L'europa stava arrivando', così Paul Kiekens, capo della divisione tessili dell'Università di Gand, parla della rete di ricerca che ha costruito negli ultimi dieci anni. La relazione annuale del dipartimento di Kiekens è un catalogo di progetti di ricerca internazionale che include progetti finanziati dai programmi quadro dell'Ue, da altri programmi comunitari, dal programma della Nato 'Scienza per la pace' e dal governo fiammingo. Kiekens ha pilotato questa collaborazione ed ha appena ricevuto le congratulazioni di Philippe Busquin, collega e Commissario comunitario per la Ricerca. 'Ho dato vita alla rete prima ancora che la Commissione cominciasse a pensarci', ha detto al Notiziario Cordis. Kiekens si riferisce a Autex (Association of Universities for Textiles); probabilmente la punta di diamante del suo impegno per la ricerca collaborativa, che ha recentemente festeggiato il suo decimo anniversario ed ha fatto 'cose incredibili', secondo Kiekens. Di Autex fanno oggi parte oltre 30 membri, anche se il criterio principale per essere accettati resta la qualità. I partecipanti scambiano studenti, discutono programmi di studio, cercano soluzioni ai problemi comuni. 'Si tratta di un club dove si sviluppano nuove idee nate dalla ricerca tessile', dice Kiekens. Da quando la rete è stata creata, molte cose sono cambiate. Nel 1994 pochissimi usavano la posta elettronica, e i contatti si limitavano a uno o due incontri faccia a faccia all'anno, che secondo Kiekens 'non erano sufficienti per arrivare veramente a qualche risultato'. Internet ha ora reso possibile mantenere contatti regolari. Alla domanda sul perché agl'inizi primi degli anni '90 avesse inseguito questo sogno da visionario, Kiekens ha risposto di essersi reso conto che il suo dipartimento era relativamente piccolo e che nell'interesse dei suoi studenti e del futuro bisognava 'passare a un altro livello'. 'Intorno al 1990 mi resi conto che stavamo perdendo un sacco di cose', ha aggiunto. L'interesse iniziale nella ricerca di collaborazione internazionale fu l'Europa, e questo finì col far allentare i legami con gli organismi americani. Kiekens sta ora cercando di riallacciarli e dice che negli Usa vi è un grande interesse per le attività del suo dipartimento. Attualmente il dipartimento di Kiekens partecipa a progetti che coprono una grande varietà di soggetti, dalla progettazione di tessili avanzati e l'assistenza alle Pmi (Piccole e medie imprese) e ai laboratori di prova dell'Europa centro-orientale fino alla tessitura, tintura, conservazione e recupero di informazioni sui processi tessili e i biomateriali. Kiekens ha ricordato il progetto Chitomed (tessili biomedici ottenuti da dibutirilchitina e chitina); che giudica particolarmente interessante, tra dieci partner di università e industrie per sviluppare un tessuto che accelera la cicatrizzazione delle ferite. Il consorzio, guidato da un collega di Kiekens all'università di Gand, ha creato un materiale dai gusci di gamberetti e granchi che previene le infezioni (un serio rischio per gli ustionati o per le vittime con grandi ferite) e ha un effetto antinfiammatorio, ha spiegato. Si tratta di materiale organico e quindi atossico; i test sono quindi relativamente semplici e sono attualmente in corso in Belgio e Polonia. 'Ci stiamo muovendo rapidamente', ha detto Kiekens quando gli è stato chiesto quando il tessuto sarebbe stato immesso sul mercato, 'dovrebbe essere disponibile entro due o tre anni'. E poiché la materia prima sono gli scarti della pesca, il consorzio spera di poterlo produrre a costi ragionevoli. Poiché partecipa già da molto tempo alla ricerca dell'Ue, Kiekens è in buona posizione per parlare dei cambiamenti nei programmi quadro di ricerca della Commissione. Sostiene che adesso è più difficile ottenere finanziamenti, che le procedure sono divenute più complicate e che l'attenzione si è spostata troppo verso la ricerca a breve termine o applicata. 'Dieci anni fa le cose erano più semplici. Ma è solo la mia esperienza personale, non una critica', dice Kiekens, secondo il quale l'aumento della burocrazia ha condotto a maggiore incertezza e a tempi troppo lunghi tra la presentazione della proposta e il lancio di un progetto, pur ammettendo che molti cambi si sono resi necessari perché oggigiorno più gente vuole partecipare ai programmi quadro. 'Non ho soluzioni da proporre' aggiunge. Per dettagli sul dipartimento tessili dell'università di Gand: http://textiles.Ugent.be |
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UN PIONIERE EUROPEO DELLA COLLABORAZIONE NELLA RICERCA PARLA CON IL NOTIZIARIO CORDIS |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - 'È stato come se avessi guardato in una sfera di cristallo, mi fossi reso conto di quello che stava per succedere, e mi ci fossi preparato. L'europa stava arrivando', così Paul Kiekens, capo della divisione tessili dell'Università di Gand, parla della rete di ricerca che ha costruito negli ultimi dieci anni. La relazione annuale del dipartimento di Kiekens è un catalogo di progetti di ricerca internazionale che include progetti finanziati dai programmi quadro dell'Ue, da altri programmi comunitari, dal programma della Nato 'Scienza per la pace' e dal governo fiammingo. Kiekens ha pilotato questa collaborazione ed ha appena ricevuto le congratulazioni di Philippe Busquin, collega e Commissario comunitario per la Ricerca. 'Ho dato vita alla rete prima ancora che la Commissione cominciasse a pensarci', ha detto al Notiziario Cordis. Kiekens si riferisce a Autex (Association of Universities for Textiles); probabilmente la punta di diamante del suo impegno per la ricerca collaborativa, che ha recentemente festeggiato il suo decimo anniversario ed ha fatto 'cose incredibili', secondo Kiekens. Di Autex fanno oggi parte oltre 30 membri, anche se il criterio principale per essere accettati resta la qualità. I partecipanti scambiano studenti, discutono programmi di studio, cercano soluzioni ai problemi comuni. 'Si tratta di un club dove si sviluppano nuove idee nate dalla ricerca tessile', dice Kiekens. Da quando la rete è stata creata, molte cose sono cambiate. Nel 1994 pochissimi usavano la posta elettronica, e i contatti si limitavano a uno o due incontri faccia a faccia all'anno, che secondo Kiekens 'non erano sufficienti per arrivare veramente a qualche risultato'. Internet ha ora reso possibile mantenere contatti regolari. Alla domanda sul perché agl'inizi primi degli anni '90 avesse inseguito questo sogno da visionario, Kiekens ha risposto di essersi reso conto che il suo dipartimento era relativamente piccolo e che nell'interesse dei suoi studenti e del futuro bisognava 'passare a un altro livello'. 'Intorno al 1990 mi resi conto che stavamo perdendo un sacco di cose', ha aggiunto. L'interesse iniziale nella ricerca di collaborazione internazionale fu l'Europa, e questo finì col far allentare i legami con gli organismi americani. Kiekens sta ora cercando di riallacciarli e dice che negli Usa vi è un grande interesse per le attività del suo dipartimento. Attualmente il dipartimento di Kiekens partecipa a progetti che coprono una grande varietà di soggetti, dalla progettazione di tessili avanzati e l'assistenza alle Pmi (Piccole e medie imprese) e ai laboratori di prova dell'Europa centro-orientale fino alla tessitura, tintura, conservazione e recupero di informazioni sui processi tessili e i biomateriali. Kiekens ha ricordato il progetto Chitomed (tessili biomedici ottenuti da dibutirilchitina e chitina); che giudica particolarmente interessante, tra dieci partner di università e industrie per sviluppare un tessuto che accelera la cicatrizzazione delle ferite. Il consorzio, guidato da un collega di Kiekens all'università di Gand, ha creato un materiale dai gusci di gamberetti e granchi che previene le infezioni (un serio rischio per gli ustionati o per le vittime con grandi ferite) e ha un effetto antinfiammatorio, ha spiegato. Si tratta di materiale organico e quindi atossico; i test sono quindi relativamente semplici e sono attualmente in corso in Belgio e Polonia. 'Ci stiamo muovendo rapidamente', ha detto Kiekens quando gli è stato chiesto quando il tessuto sarebbe stato immesso sul mercato, 'dovrebbe essere disponibile entro due o tre anni'. E poiché la materia prima sono gli scarti della pesca, il consorzio spera di poterlo produrre a costi ragionevoli. Poiché partecipa già da molto tempo alla ricerca dell'Ue, Kiekens è in buona posizione per parlare dei cambiamenti nei programmi quadro di ricerca della Commissione. Sostiene che adesso è più difficile ottenere finanziamenti, che le procedure sono divenute più complicate e che l'attenzione si è spostata troppo verso la ricerca a breve termine o applicata. 'Dieci anni fa le cose erano più semplici. Ma è solo la mia esperienza personale, non una critica', dice Kiekens, secondo il quale l'aumento della burocrazia ha condotto a maggiore incertezza e a tempi troppo lunghi tra la presentazione della proposta e il lancio di un progetto, pur ammettendo che molti cambi si sono resi necessari perché oggigiorno più gente vuole partecipare ai programmi quadro. 'Non ho soluzioni da proporre' aggiunge. Per dettagli sul dipartimento tessili dell'università di Gand: http://textiles.Ugent.be |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - 'È stato come se avessi guardato in una sfera di cristallo, mi fossi reso conto di quello che stava per succedere, e mi ci fossi preparato. L'europa stava arrivando', così Paul Kiekens, capo della divisione tessili dell'Università di Gand, parla della rete di ricerca che ha costruito negli ultimi dieci anni. La relazione annuale del dipartimento di Kiekens è un catalogo di progetti di ricerca internazionale che include progetti finanziati dai programmi quadro dell'Ue, da altri programmi comunitari, dal programma della Nato 'Scienza per la pace' e dal governo fiammingo. Kiekens ha pilotato questa collaborazione ed ha appena ricevuto le congratulazioni di Philippe Busquin, collega e Commissario comunitario per la Ricerca. 'Ho dato vita alla rete prima ancora che la Commissione cominciasse a pensarci', ha detto al Notiziario Cordis. Kiekens si riferisce a Autex (Association of Universities for Textiles); probabilmente la punta di diamante del suo impegno per la ricerca collaborativa, che ha recentemente festeggiato il suo decimo anniversario ed ha fatto 'cose incredibili', secondo Kiekens. Di Autex fanno oggi parte oltre 30 membri, anche se il criterio principale per essere accettati resta la qualità. I partecipanti scambiano studenti, discutono programmi di studio, cercano soluzioni ai problemi comuni. 'Si tratta di un club dove si sviluppano nuove idee nate dalla ricerca tessile', dice Kiekens. Da quando la rete è stata creata, molte cose sono cambiate. Nel 1994 pochissimi usavano la posta elettronica, e i contatti si limitavano a uno o due incontri faccia a faccia all'anno, che secondo Kiekens 'non erano sufficienti per arrivare veramente a qualche risultato'. Internet ha ora reso possibile mantenere contatti regolari. Alla domanda sul perché agl'inizi primi degli anni '90 avesse inseguito questo sogno da visionario, Kiekens ha risposto di essersi reso conto che il suo dipartimento era relativamente piccolo e che nell'interesse dei suoi studenti e del futuro bisognava 'passare a un altro livello'. 'Intorno al 1990 mi resi conto che stavamo perdendo un sacco di cose', ha aggiunto. L'interesse iniziale nella ricerca di collaborazione internazionale fu l'Europa, e questo finì col far allentare i legami con gli organismi americani. Kiekens sta ora cercando di riallacciarli e dice che negli Usa vi è un grande interesse per le attività del suo dipartimento. Attualmente il dipartimento di Kiekens partecipa a progetti che coprono una grande varietà di soggetti, dalla progettazione di tessili avanzati e l'assistenza alle Pmi (Piccole e medie imprese) e ai laboratori di prova dell'Europa centro-orientale fino alla tessitura, tintura, conservazione e recupero di informazioni sui processi tessili e i biomateriali. Kiekens ha ricordato il progetto Chitomed (tessili biomedici ottenuti da dibutirilchitina e chitina); che giudica particolarmente interessante, tra dieci partner di università e industrie per sviluppare un tessuto che accelera la cicatrizzazione delle ferite. Il consorzio, guidato da un collega di Kiekens all'università di Gand, ha creato un materiale dai gusci di gamberetti e granchi che previene le infezioni (un serio rischio per gli ustionati o per le vittime con grandi ferite) e ha un effetto antinfiammatorio, ha spiegato. Si tratta di materiale organico e quindi atossico; i test sono quindi relativamente semplici e sono attualmente in corso in Belgio e Polonia. 'Ci stiamo muovendo rapidamente', ha detto Kiekens quando gli è stato chiesto quando il tessuto sarebbe stato immesso sul mercato, 'dovrebbe essere disponibile entro due o tre anni'. E poiché la materia prima sono gli scarti della pesca, il consorzio spera di poterlo produrre a costi ragionevoli. Poiché partecipa già da molto tempo alla ricerca dell'Ue, Kiekens è in buona posizione per parlare dei cambiamenti nei programmi quadro di ricerca della Commissione. Sostiene che adesso è più difficile ottenere finanziamenti, che le procedure sono divenute più complicate e che l'attenzione si è spostata troppo verso la ricerca a breve termine o applicata. 'Dieci anni fa le cose erano più semplici. Ma è solo la mia esperienza personale, non una critica', dice Kiekens, secondo il quale l'aumento della burocrazia ha condotto a maggiore incertezza e a tempi troppo lunghi tra la presentazione della proposta e il lancio di un progetto, pur ammettendo che molti cambi si sono resi necessari perché oggigiorno più gente vuole partecipare ai programmi quadro. 'Non ho soluzioni da proporre' aggiunge. Per dettagli sul dipartimento tessili dell'università di Gand: http://textiles.Ugent.be |
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TELEFONO AMICO CENTRO DI MILANO AD AGOSTO SI FA IN QUATTRO PER LE PERSONE SOLE E IN DIFFICOLTÀ |
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Milano, 6 luglio 2004 - Anche quest’anno i volontari del Telefono Amico – Centro Di Milano si rimboccano le maniche per aiutare chi ne ha bisogno (per maggiori notizie visitare il sito http://www.Associazioni.milano.it/telefonoamico o prendere in visione l’opuscolo “Milano Aperta Agosto 2004” che verrà presto distribuito gratuitamente a tutti i cittadini); dando la loro completa disponibilità per garantire un servizio telefonico rivolto ai tanti cittadini che sono costretti in città durante il mese d’agosto. Telefonando allo 02.55.230.200, numero di centralino dell’associazione di volontariato, sarà possibile trovare una persona disponibile ad ascoltare ogni tipo di bisogno e che starà vicino senza giudicare. Da quest’anno, poi, c’è una novità in più. Il servizio offerto da Telefono Amico – Centro Di Milano coprirà sempre una fascia oraria molto ampia (tutti i giorni, settimana di Ferragosto compresa, dalle 18 alle 24, ma raddoppiando gli sforzi (si è passati da 2 a 4 linee dedicate alla ricezione). “In estate – spiega Giuseppe, Presidente di Telefono Amico – Centro Di Milano – riscopriamo uno dei punti di forza del nostro servizio: la presenza. Proprio quando le città si svuotano, i disagi che nascono dalla solitudine si avvertono più insopportabili. Ecco, esserci - in questi momenti - ha già un valore in sé: lo sa bene chi si rivolge a noi. E i nostri volontari ci saranno con tutta la disponibilità e l’accoglienza che sanno mettere in gioco”. I volontari, infatti, dopo essere stati accuratamente selezionati e formati, si prodigano perché tutte le persone in cerca di qualcuno con cui confidarsi e dal quale ricevere un po’ di comprensione possano avere qualche momento di sollievo. Ed è soprattutto durante il periodo estivo che si moltiplicano le richieste di sostegno di chi, suo malgrado, è costretto alla realtà talvolta desolante della città e non ha nessuno al quale rivolgersi. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Anche quest’anno i volontari del Telefono Amico – Centro Di Milano si rimboccano le maniche per aiutare chi ne ha bisogno (per maggiori notizie visitare il sito http://www.Associazioni.milano.it/telefonoamico o prendere in visione l’opuscolo “Milano Aperta Agosto 2004” che verrà presto distribuito gratuitamente a tutti i cittadini); dando la loro completa disponibilità per garantire un servizio telefonico rivolto ai tanti cittadini che sono costretti in città durante il mese d’agosto. Telefonando allo 02.55.230.200, numero di centralino dell’associazione di volontariato, sarà possibile trovare una persona disponibile ad ascoltare ogni tipo di bisogno e che starà vicino senza giudicare. Da quest’anno, poi, c’è una novità in più. Il servizio offerto da Telefono Amico – Centro Di Milano coprirà sempre una fascia oraria molto ampia (tutti i giorni, settimana di Ferragosto compresa, dalle 18 alle 24, ma raddoppiando gli sforzi (si è passati da 2 a 4 linee dedicate alla ricezione). “In estate – spiega Giuseppe, Presidente di Telefono Amico – Centro Di Milano – riscopriamo uno dei punti di forza del nostro servizio: la presenza. Proprio quando le città si svuotano, i disagi che nascono dalla solitudine si avvertono più insopportabili. Ecco, esserci - in questi momenti - ha già un valore in sé: lo sa bene chi si rivolge a noi. E i nostri volontari ci saranno con tutta la disponibilità e l’accoglienza che sanno mettere in gioco”. I volontari, infatti, dopo essere stati accuratamente selezionati e formati, si prodigano perché tutte le persone in cerca di qualcuno con cui confidarsi e dal quale ricevere un po’ di comprensione possano avere qualche momento di sollievo. Ed è soprattutto durante il periodo estivo che si moltiplicano le richieste di sostegno di chi, suo malgrado, è costretto alla realtà talvolta desolante della città e non ha nessuno al quale rivolgersi. |
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TELEFONO AMICO CENTRO DI MILANO AD AGOSTO SI FA IN QUATTRO PER LE PERSONE SOLE E IN DIFFICOLTÀ |
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Milano, 6 luglio 2004 - Anche quest’anno i volontari del Telefono Amico – Centro Di Milano si rimboccano le maniche per aiutare chi ne ha bisogno (per maggiori notizie visitare il sito http://www.Associazioni.milano.it/telefonoamico o prendere in visione l’opuscolo “Milano Aperta Agosto 2004” che verrà presto distribuito gratuitamente a tutti i cittadini); dando la loro completa disponibilità per garantire un servizio telefonico rivolto ai tanti cittadini che sono costretti in città durante il mese d’agosto. Telefonando allo 02.55.230.200, numero di centralino dell’associazione di volontariato, sarà possibile trovare una persona disponibile ad ascoltare ogni tipo di bisogno e che starà vicino senza giudicare. Da quest’anno, poi, c’è una novità in più. Il servizio offerto da Telefono Amico – Centro Di Milano coprirà sempre una fascia oraria molto ampia (tutti i giorni, settimana di Ferragosto compresa, dalle 18 alle 24, ma raddoppiando gli sforzi (si è passati da 2 a 4 linee dedicate alla ricezione). “In estate – spiega Giuseppe, Presidente di Telefono Amico – Centro Di Milano – riscopriamo uno dei punti di forza del nostro servizio: la presenza. Proprio quando le città si svuotano, i disagi che nascono dalla solitudine si avvertono più insopportabili. Ecco, esserci - in questi momenti - ha già un valore in sé: lo sa bene chi si rivolge a noi. E i nostri volontari ci saranno con tutta la disponibilità e l’accoglienza che sanno mettere in gioco”. I volontari, infatti, dopo essere stati accuratamente selezionati e formati, si prodigano perché tutte le persone in cerca di qualcuno con cui confidarsi e dal quale ricevere un po’ di comprensione possano avere qualche momento di sollievo. Ed è soprattutto durante il periodo estivo che si moltiplicano le richieste di sostegno di chi, suo malgrado, è costretto alla realtà talvolta desolante della città e non ha nessuno al quale rivolgersi. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Anche quest’anno i volontari del Telefono Amico – Centro Di Milano si rimboccano le maniche per aiutare chi ne ha bisogno (per maggiori notizie visitare il sito http://www.Associazioni.milano.it/telefonoamico o prendere in visione l’opuscolo “Milano Aperta Agosto 2004” che verrà presto distribuito gratuitamente a tutti i cittadini); dando la loro completa disponibilità per garantire un servizio telefonico rivolto ai tanti cittadini che sono costretti in città durante il mese d’agosto. Telefonando allo 02.55.230.200, numero di centralino dell’associazione di volontariato, sarà possibile trovare una persona disponibile ad ascoltare ogni tipo di bisogno e che starà vicino senza giudicare. Da quest’anno, poi, c’è una novità in più. Il servizio offerto da Telefono Amico – Centro Di Milano coprirà sempre una fascia oraria molto ampia (tutti i giorni, settimana di Ferragosto compresa, dalle 18 alle 24, ma raddoppiando gli sforzi (si è passati da 2 a 4 linee dedicate alla ricezione). “In estate – spiega Giuseppe, Presidente di Telefono Amico – Centro Di Milano – riscopriamo uno dei punti di forza del nostro servizio: la presenza. Proprio quando le città si svuotano, i disagi che nascono dalla solitudine si avvertono più insopportabili. Ecco, esserci - in questi momenti - ha già un valore in sé: lo sa bene chi si rivolge a noi. E i nostri volontari ci saranno con tutta la disponibilità e l’accoglienza che sanno mettere in gioco”. I volontari, infatti, dopo essere stati accuratamente selezionati e formati, si prodigano perché tutte le persone in cerca di qualcuno con cui confidarsi e dal quale ricevere un po’ di comprensione possano avere qualche momento di sollievo. Ed è soprattutto durante il periodo estivo che si moltiplicano le richieste di sostegno di chi, suo malgrado, è costretto alla realtà talvolta desolante della città e non ha nessuno al quale rivolgersi. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Anche quest’anno i volontari del Telefono Amico – Centro Di Milano si rimboccano le maniche per aiutare chi ne ha bisogno (per maggiori notizie visitare il sito http://www.Associazioni.milano.it/telefonoamico o prendere in visione l’opuscolo “Milano Aperta Agosto 2004” che verrà presto distribuito gratuitamente a tutti i cittadini); dando la loro completa disponibilità per garantire un servizio telefonico rivolto ai tanti cittadini che sono costretti in città durante il mese d’agosto. Telefonando allo 02.55.230.200, numero di centralino dell’associazione di volontariato, sarà possibile trovare una persona disponibile ad ascoltare ogni tipo di bisogno e che starà vicino senza giudicare. Da quest’anno, poi, c’è una novità in più. Il servizio offerto da Telefono Amico – Centro Di Milano coprirà sempre una fascia oraria molto ampia (tutti i giorni, settimana di Ferragosto compresa, dalle 18 alle 24, ma raddoppiando gli sforzi (si è passati da 2 a 4 linee dedicate alla ricezione). “In estate – spiega Giuseppe, Presidente di Telefono Amico – Centro Di Milano – riscopriamo uno dei punti di forza del nostro servizio: la presenza. Proprio quando le città si svuotano, i disagi che nascono dalla solitudine si avvertono più insopportabili. Ecco, esserci - in questi momenti - ha già un valore in sé: lo sa bene chi si rivolge a noi. E i nostri volontari ci saranno con tutta la disponibilità e l’accoglienza che sanno mettere in gioco”. I volontari, infatti, dopo essere stati accuratamente selezionati e formati, si prodigano perché tutte le persone in cerca di qualcuno con cui confidarsi e dal quale ricevere un po’ di comprensione possano avere qualche momento di sollievo. Ed è soprattutto durante il periodo estivo che si moltiplicano le richieste di sostegno di chi, suo malgrado, è costretto alla realtà talvolta desolante della città e non ha nessuno al quale rivolgersi. |
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TELETHON E CISCO SYSTEMS: IL SOSTEGNO ALLA RICERCA SULLE MALATTIE GENETICHE PASSA ANCHE PER IL NETWORKING |
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Milano, 6 luglio 2004 – Il Comitato Telethon Fondazione Onlus, l’organizzazione non profit impegnata nella raccolta di fondi a favore della ricerca scientifica sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche, ha adottato le soluzioni tecnologiche Cisco Systems con l’obiettivo di ottimizzare la propria rete contenendo i costi e creando nuovi servizi. L’implementazione è stata curata da Alternet, Premier Select Partner. L’esigenza primaria del Comitato Telethon di ottimizzare i costi per devolvere alla ricerca quanti più fondi possibili e la necessità di ridisegnare la propria rete rendendola più fruibile ed efficiente hanno trovato risposta nell’adozione, avviata da circa un anno, della tecnologia Cisco Systems. Già in occasione della necessità di collegare tra loro alcuni uffici della sua sede principale a Roma, Telethon aveva avuto il supporto di Cisco Systems; la collaborazione è poi proseguita con l’avvio del cablaggio necessario alla gestione e all’accesso in modo versatile di informazioni in dati e voce. Il progetto ha visto come primo passo il consolidamento e l’aggiornamento di una rete Wan e Lan che ha poi permesso di collegare tra loro quattro sedi di Telethon (Roma, Milano, Napoli e Sarcedo-vicenza). La rivisitazione della rete aziendale ha valorizzato alcune risorse disponibili, quali la connessione in fibra ottica tra Milano e Roma con una larghezza di banda di 10 Mbps, e ha aperto le porte alle successive implementazioni. Telethon recentemente ha, infatti, adottato anche le tecnologie di Ip Communications, Vpn e Wireless firmate Cisco Systems. La collaborazione si estenderà nel prossimo futuro, con un progetto che vedrà l’inaugurazione in tutte le province italiane di piccole sedi locali collegate con la sede principale grazie all’adozione di tecnologie di Ip Communications, quali la l’Ip Telephony e Vpn. “Telethon è un’organizzazione di piccole dimensioni e necessariamente flessibile per affrontare gli enormi picchi di lavoro durante gli eventi di promozione e raccolta delle donazioni. E’ in questi momenti - ha affermato Cristiano Galli, Responsabile Sistemi Informativi di Telethon - che la tecnologia Cisco Systems dà il maggior supporto, ottimizzando il transito di dati e voce della rete e, grazie all’adozione dei telefoni Ip, svincolando i nostri impiegati dalle postazioni fisse. Con l’implementazione di tale tecnologia durante le riunioni semestrali della nostra Commissione medico-scientifica, che si tengono ogni volta in località diverse, è possibile creare in pochi minuti un ampliamento sia della rete dati tradizionale e Wifi, nonché della fonia, quindi Ip Communications. Anche durante la realizzazione della prossima tradizionale maratona televisiva Cisco System sarà uno dei partner che affiancherà Telethon”. “Il Comitato Telethon è attentissimo ad investire nel modo più corretto ed efficace le donazioni ottenute a favore della ricerca scientifica sulle malattie genetiche - ha sottolineato Giorgio Campatelli, Regional Sales Manager Mid Market di Cisco Systems Italy – ed ha riscontrato la possibilità di adeguare i propri sistemi informativi ad una maggiore versatilità ed efficienza grazie all’utilizzo della nostra tecnologia. Una tecnologia che, grazie alla protezione degli investimenti e all’estrema flessibilità, si conferma la scelta ideale per le realtà in crescita e aperte all’innovazione”. |
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TELETHON E CISCO SYSTEMS: IL SOSTEGNO ALLA RICERCA SULLE MALATTIE GENETICHE PASSA ANCHE PER IL NETWORKING |
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Milano, 6 luglio 2004 – Il Comitato Telethon Fondazione Onlus, l’organizzazione non profit impegnata nella raccolta di fondi a favore della ricerca scientifica sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche, ha adottato le soluzioni tecnologiche Cisco Systems con l’obiettivo di ottimizzare la propria rete contenendo i costi e creando nuovi servizi. L’implementazione è stata curata da Alternet, Premier Select Partner. L’esigenza primaria del Comitato Telethon di ottimizzare i costi per devolvere alla ricerca quanti più fondi possibili e la necessità di ridisegnare la propria rete rendendola più fruibile ed efficiente hanno trovato risposta nell’adozione, avviata da circa un anno, della tecnologia Cisco Systems. Già in occasione della necessità di collegare tra loro alcuni uffici della sua sede principale a Roma, Telethon aveva avuto il supporto di Cisco Systems; la collaborazione è poi proseguita con l’avvio del cablaggio necessario alla gestione e all’accesso in modo versatile di informazioni in dati e voce. Il progetto ha visto come primo passo il consolidamento e l’aggiornamento di una rete Wan e Lan che ha poi permesso di collegare tra loro quattro sedi di Telethon (Roma, Milano, Napoli e Sarcedo-vicenza). La rivisitazione della rete aziendale ha valorizzato alcune risorse disponibili, quali la connessione in fibra ottica tra Milano e Roma con una larghezza di banda di 10 Mbps, e ha aperto le porte alle successive implementazioni. Telethon recentemente ha, infatti, adottato anche le tecnologie di Ip Communications, Vpn e Wireless firmate Cisco Systems. La collaborazione si estenderà nel prossimo futuro, con un progetto che vedrà l’inaugurazione in tutte le province italiane di piccole sedi locali collegate con la sede principale grazie all’adozione di tecnologie di Ip Communications, quali la l’Ip Telephony e Vpn. “Telethon è un’organizzazione di piccole dimensioni e necessariamente flessibile per affrontare gli enormi picchi di lavoro durante gli eventi di promozione e raccolta delle donazioni. E’ in questi momenti - ha affermato Cristiano Galli, Responsabile Sistemi Informativi di Telethon - che la tecnologia Cisco Systems dà il maggior supporto, ottimizzando il transito di dati e voce della rete e, grazie all’adozione dei telefoni Ip, svincolando i nostri impiegati dalle postazioni fisse. Con l’implementazione di tale tecnologia durante le riunioni semestrali della nostra Commissione medico-scientifica, che si tengono ogni volta in località diverse, è possibile creare in pochi minuti un ampliamento sia della rete dati tradizionale e Wifi, nonché della fonia, quindi Ip Communications. Anche durante la realizzazione della prossima tradizionale maratona televisiva Cisco System sarà uno dei partner che affiancherà Telethon”. “Il Comitato Telethon è attentissimo ad investire nel modo più corretto ed efficace le donazioni ottenute a favore della ricerca scientifica sulle malattie genetiche - ha sottolineato Giorgio Campatelli, Regional Sales Manager Mid Market di Cisco Systems Italy – ed ha riscontrato la possibilità di adeguare i propri sistemi informativi ad una maggiore versatilità ed efficienza grazie all’utilizzo della nostra tecnologia. Una tecnologia che, grazie alla protezione degli investimenti e all’estrema flessibilità, si conferma la scelta ideale per le realtà in crescita e aperte all’innovazione”. |
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TELETHON E CISCO SYSTEMS: IL SOSTEGNO ALLA RICERCA SULLE MALATTIE GENETICHE PASSA ANCHE PER IL NETWORKING |
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Milano, 6 luglio 2004 – Il Comitato Telethon Fondazione Onlus, l’organizzazione non profit impegnata nella raccolta di fondi a favore della ricerca scientifica sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche, ha adottato le soluzioni tecnologiche Cisco Systems con l’obiettivo di ottimizzare la propria rete contenendo i costi e creando nuovi servizi. L’implementazione è stata curata da Alternet, Premier Select Partner. L’esigenza primaria del Comitato Telethon di ottimizzare i costi per devolvere alla ricerca quanti più fondi possibili e la necessità di ridisegnare la propria rete rendendola più fruibile ed efficiente hanno trovato risposta nell’adozione, avviata da circa un anno, della tecnologia Cisco Systems. Già in occasione della necessità di collegare tra loro alcuni uffici della sua sede principale a Roma, Telethon aveva avuto il supporto di Cisco Systems; la collaborazione è poi proseguita con l’avvio del cablaggio necessario alla gestione e all’accesso in modo versatile di informazioni in dati e voce. Il progetto ha visto come primo passo il consolidamento e l’aggiornamento di una rete Wan e Lan che ha poi permesso di collegare tra loro quattro sedi di Telethon (Roma, Milano, Napoli e Sarcedo-vicenza). La rivisitazione della rete aziendale ha valorizzato alcune risorse disponibili, quali la connessione in fibra ottica tra Milano e Roma con una larghezza di banda di 10 Mbps, e ha aperto le porte alle successive implementazioni. Telethon recentemente ha, infatti, adottato anche le tecnologie di Ip Communications, Vpn e Wireless firmate Cisco Systems. La collaborazione si estenderà nel prossimo futuro, con un progetto che vedrà l’inaugurazione in tutte le province italiane di piccole sedi locali collegate con la sede principale grazie all’adozione di tecnologie di Ip Communications, quali la l’Ip Telephony e Vpn. “Telethon è un’organizzazione di piccole dimensioni e necessariamente flessibile per affrontare gli enormi picchi di lavoro durante gli eventi di promozione e raccolta delle donazioni. E’ in questi momenti - ha affermato Cristiano Galli, Responsabile Sistemi Informativi di Telethon - che la tecnologia Cisco Systems dà il maggior supporto, ottimizzando il transito di dati e voce della rete e, grazie all’adozione dei telefoni Ip, svincolando i nostri impiegati dalle postazioni fisse. Con l’implementazione di tale tecnologia durante le riunioni semestrali della nostra Commissione medico-scientifica, che si tengono ogni volta in località diverse, è possibile creare in pochi minuti un ampliamento sia della rete dati tradizionale e Wifi, nonché della fonia, quindi Ip Communications. Anche durante la realizzazione della prossima tradizionale maratona televisiva Cisco System sarà uno dei partner che affiancherà Telethon”. “Il Comitato Telethon è attentissimo ad investire nel modo più corretto ed efficace le donazioni ottenute a favore della ricerca scientifica sulle malattie genetiche - ha sottolineato Giorgio Campatelli, Regional Sales Manager Mid Market di Cisco Systems Italy – ed ha riscontrato la possibilità di adeguare i propri sistemi informativi ad una maggiore versatilità ed efficienza grazie all’utilizzo della nostra tecnologia. Una tecnologia che, grazie alla protezione degli investimenti e all’estrema flessibilità, si conferma la scelta ideale per le realtà in crescita e aperte all’innovazione”. |
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TELETHON E CISCO SYSTEMS: IL SOSTEGNO ALLA RICERCA SULLE MALATTIE GENETICHE PASSA ANCHE PER IL NETWORKING |
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Milano, 6 luglio 2004 – Il Comitato Telethon Fondazione Onlus, l’organizzazione non profit impegnata nella raccolta di fondi a favore della ricerca scientifica sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche, ha adottato le soluzioni tecnologiche Cisco Systems con l’obiettivo di ottimizzare la propria rete contenendo i costi e creando nuovi servizi. L’implementazione è stata curata da Alternet, Premier Select Partner. L’esigenza primaria del Comitato Telethon di ottimizzare i costi per devolvere alla ricerca quanti più fondi possibili e la necessità di ridisegnare la propria rete rendendola più fruibile ed efficiente hanno trovato risposta nell’adozione, avviata da circa un anno, della tecnologia Cisco Systems. Già in occasione della necessità di collegare tra loro alcuni uffici della sua sede principale a Roma, Telethon aveva avuto il supporto di Cisco Systems; la collaborazione è poi proseguita con l’avvio del cablaggio necessario alla gestione e all’accesso in modo versatile di informazioni in dati e voce. Il progetto ha visto come primo passo il consolidamento e l’aggiornamento di una rete Wan e Lan che ha poi permesso di collegare tra loro quattro sedi di Telethon (Roma, Milano, Napoli e Sarcedo-vicenza). La rivisitazione della rete aziendale ha valorizzato alcune risorse disponibili, quali la connessione in fibra ottica tra Milano e Roma con una larghezza di banda di 10 Mbps, e ha aperto le porte alle successive implementazioni. Telethon recentemente ha, infatti, adottato anche le tecnologie di Ip Communications, Vpn e Wireless firmate Cisco Systems. La collaborazione si estenderà nel prossimo futuro, con un progetto che vedrà l’inaugurazione in tutte le province italiane di piccole sedi locali collegate con la sede principale grazie all’adozione di tecnologie di Ip Communications, quali la l’Ip Telephony e Vpn. “Telethon è un’organizzazione di piccole dimensioni e necessariamente flessibile per affrontare gli enormi picchi di lavoro durante gli eventi di promozione e raccolta delle donazioni. E’ in questi momenti - ha affermato Cristiano Galli, Responsabile Sistemi Informativi di Telethon - che la tecnologia Cisco Systems dà il maggior supporto, ottimizzando il transito di dati e voce della rete e, grazie all’adozione dei telefoni Ip, svincolando i nostri impiegati dalle postazioni fisse. Con l’implementazione di tale tecnologia durante le riunioni semestrali della nostra Commissione medico-scientifica, che si tengono ogni volta in località diverse, è possibile creare in pochi minuti un ampliamento sia della rete dati tradizionale e Wifi, nonché della fonia, quindi Ip Communications. Anche durante la realizzazione della prossima tradizionale maratona televisiva Cisco System sarà uno dei partner che affiancherà Telethon”. “Il Comitato Telethon è attentissimo ad investire nel modo più corretto ed efficace le donazioni ottenute a favore della ricerca scientifica sulle malattie genetiche - ha sottolineato Giorgio Campatelli, Regional Sales Manager Mid Market di Cisco Systems Italy – ed ha riscontrato la possibilità di adeguare i propri sistemi informativi ad una maggiore versatilità ed efficienza grazie all’utilizzo della nostra tecnologia. Una tecnologia che, grazie alla protezione degli investimenti e all’estrema flessibilità, si conferma la scelta ideale per le realtà in crescita e aperte all’innovazione”. |
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TELETHON E CISCO SYSTEMS: IL SOSTEGNO ALLA RICERCA SULLE MALATTIE GENETICHE PASSA ANCHE PER IL NETWORKING |
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TELETHON E CISCO SYSTEMS: IL SOSTEGNO ALLA RICERCA SULLE MALATTIE GENETICHE PASSA ANCHE PER IL NETWORKING |
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Milano, 6 luglio 2004 – Il Comitato Telethon Fondazione Onlus, l’organizzazione non profit impegnata nella raccolta di fondi a favore della ricerca scientifica sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche, ha adottato le soluzioni tecnologiche Cisco Systems con l’obiettivo di ottimizzare la propria rete contenendo i costi e creando nuovi servizi. L’implementazione è stata curata da Alternet, Premier Select Partner. L’esigenza primaria del Comitato Telethon di ottimizzare i costi per devolvere alla ricerca quanti più fondi possibili e la necessità di ridisegnare la propria rete rendendola più fruibile ed efficiente hanno trovato risposta nell’adozione, avviata da circa un anno, della tecnologia Cisco Systems. Già in occasione della necessità di collegare tra loro alcuni uffici della sua sede principale a Roma, Telethon aveva avuto il supporto di Cisco Systems; la collaborazione è poi proseguita con l’avvio del cablaggio necessario alla gestione e all’accesso in modo versatile di informazioni in dati e voce. Il progetto ha visto come primo passo il consolidamento e l’aggiornamento di una rete Wan e Lan che ha poi permesso di collegare tra loro quattro sedi di Telethon (Roma, Milano, Napoli e Sarcedo-vicenza). La rivisitazione della rete aziendale ha valorizzato alcune risorse disponibili, quali la connessione in fibra ottica tra Milano e Roma con una larghezza di banda di 10 Mbps, e ha aperto le porte alle successive implementazioni. Telethon recentemente ha, infatti, adottato anche le tecnologie di Ip Communications, Vpn e Wireless firmate Cisco Systems. La collaborazione si estenderà nel prossimo futuro, con un progetto che vedrà l’inaugurazione in tutte le province italiane di piccole sedi locali collegate con la sede principale grazie all’adozione di tecnologie di Ip Communications, quali la l’Ip Telephony e Vpn. “Telethon è un’organizzazione di piccole dimensioni e necessariamente flessibile per affrontare gli enormi picchi di lavoro durante gli eventi di promozione e raccolta delle donazioni. E’ in questi momenti - ha affermato Cristiano Galli, Responsabile Sistemi Informativi di Telethon - che la tecnologia Cisco Systems dà il maggior supporto, ottimizzando il transito di dati e voce della rete e, grazie all’adozione dei telefoni Ip, svincolando i nostri impiegati dalle postazioni fisse. Con l’implementazione di tale tecnologia durante le riunioni semestrali della nostra Commissione medico-scientifica, che si tengono ogni volta in località diverse, è possibile creare in pochi minuti un ampliamento sia della rete dati tradizionale e Wifi, nonché della fonia, quindi Ip Communications. Anche durante la realizzazione della prossima tradizionale maratona televisiva Cisco System sarà uno dei partner che affiancherà Telethon”. “Il Comitato Telethon è attentissimo ad investire nel modo più corretto ed efficace le donazioni ottenute a favore della ricerca scientifica sulle malattie genetiche - ha sottolineato Giorgio Campatelli, Regional Sales Manager Mid Market di Cisco Systems Italy – ed ha riscontrato la possibilità di adeguare i propri sistemi informativi ad una maggiore versatilità ed efficienza grazie all’utilizzo della nostra tecnologia. Una tecnologia che, grazie alla protezione degli investimenti e all’estrema flessibilità, si conferma la scelta ideale per le realtà in crescita e aperte all’innovazione”. |
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LE INIZIATIVE BENEFICHE E L’IMPEGNO PER I BAMBINI DI CHICCO |
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Milano, 6 luglio 2004 - L’iniziativa “Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie” La filosofia del gruppo è intelligenza e competenza non solo nel progetto dei prodotti ma anche nell’impegno a far crescere il bambino in un mondo migliore. Nel cuore di Chicco infatti la preoccupazione per il benessere e il comfort dei bimbi convive con la reale adesione alle tematiche attuali e ai problemi che riguardano la crescita e la formazione infantile. Alla fine del 2003, assieme all’Associazione Amici dei Bambini, Chicco ha promosso attraverso tutti i suoi negozi monomarca sul territorio nazionale una raccolta fondi a sostegno di una Casa Famiglia. La partecipazione a questo disegno di dare ai bambini meno fortunati un ambiente sereno dove crescere, e quindi di contribuire alla sua costituzione, è motivata dall’urgenza di favorire la creazione di tali strutture, in vista di una definitiva chiusura degli Istituti preposti (entro il 31 dicembre 2006 – legge 149/2001). Alla campagna realizzata per promuovere l’iniziativa, e conclusa con risultati più che soddisfacenti, hanno prestato il loro volto come testimonial Alessia Marcuzzi e Roberto Mancini. Ora inizia il volo (Il Bruco e la Farfalla). Oggi si possono già vedere i primi risultati concreti dell’operazione “Chiudono gli Istituti, apriamo le famiglie” con l’avviamento della Casa Famiglia di San Giovanni a Teduccio. L’ Associazione Amici dei Bambini e Chicco annunciano con soddisfazione il successo della prima fase dell’iniziativa attivata dalla raccolta fondi attraverso i negozi Chicco. La somma raccolta, oltre 120.000 euro, è stata immediatamente impiegata nella realizzazione del Centro Servizi alla Famiglia. La struttura allestita è in grado di offrire sostegno psicologico, sociale, scolastico e pedagogico con solo alle famiglie affidatarie, ma anche a quelle naturali dei cinque bambini accolti e conta sull’apporto di un’equipe operativa costituita da una psicologa, una neuropsichiatra infantile, un consulente legale, un assistente sociale, tre tutor familiari. All’attività di formazione delle famiglie affidatarie, si unisce il sostegno psicologico economico e morale anche alle famiglie naturali, per ricostruire il rapporto con i figli e preparare il loro ritorno a casa. In questo clima di recupero e solidarietà si inserisce l’attività di animazione e gioco organizzata per favorire momenti di incontro tra i bambini e le famiglie affidatarie e naturali. C’è un altro importante riscontro: grazie all’attività della casa famiglia si è assistito ad un crescere della consapevolezza sociale in una zona tra le più problematiche di Napoli con l’adesione di nuove famiglie affidatarie e nella costituzione di una rete di sostegno sociale di famiglie del territorio. Il Bruco e la Farfalla è il nome scelto dagli stessi bambini per il progetto, per raccontare in due parole il senso di un’accoglienza che ieri era poco più di una speranza e oggi si sta trasformando in bellissima realtà. L’impegno e il sostegno concreto dell’Associazione Amici dei Bambini in collaborazione con Chicco proseguono per tutto l’arco del 2004. |
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LE INIZIATIVE BENEFICHE E L’IMPEGNO PER I BAMBINI DI CHICCO |
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Milano, 6 luglio 2004 - L’iniziativa “Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie” La filosofia del gruppo è intelligenza e competenza non solo nel progetto dei prodotti ma anche nell’impegno a far crescere il bambino in un mondo migliore. Nel cuore di Chicco infatti la preoccupazione per il benessere e il comfort dei bimbi convive con la reale adesione alle tematiche attuali e ai problemi che riguardano la crescita e la formazione infantile. Alla fine del 2003, assieme all’Associazione Amici dei Bambini, Chicco ha promosso attraverso tutti i suoi negozi monomarca sul territorio nazionale una raccolta fondi a sostegno di una Casa Famiglia. La partecipazione a questo disegno di dare ai bambini meno fortunati un ambiente sereno dove crescere, e quindi di contribuire alla sua costituzione, è motivata dall’urgenza di favorire la creazione di tali strutture, in vista di una definitiva chiusura degli Istituti preposti (entro il 31 dicembre 2006 – legge 149/2001). Alla campagna realizzata per promuovere l’iniziativa, e conclusa con risultati più che soddisfacenti, hanno prestato il loro volto come testimonial Alessia Marcuzzi e Roberto Mancini. Ora inizia il volo (Il Bruco e la Farfalla). Oggi si possono già vedere i primi risultati concreti dell’operazione “Chiudono gli Istituti, apriamo le famiglie” con l’avviamento della Casa Famiglia di San Giovanni a Teduccio. L’ Associazione Amici dei Bambini e Chicco annunciano con soddisfazione il successo della prima fase dell’iniziativa attivata dalla raccolta fondi attraverso i negozi Chicco. La somma raccolta, oltre 120.000 euro, è stata immediatamente impiegata nella realizzazione del Centro Servizi alla Famiglia. La struttura allestita è in grado di offrire sostegno psicologico, sociale, scolastico e pedagogico con solo alle famiglie affidatarie, ma anche a quelle naturali dei cinque bambini accolti e conta sull’apporto di un’equipe operativa costituita da una psicologa, una neuropsichiatra infantile, un consulente legale, un assistente sociale, tre tutor familiari. All’attività di formazione delle famiglie affidatarie, si unisce il sostegno psicologico economico e morale anche alle famiglie naturali, per ricostruire il rapporto con i figli e preparare il loro ritorno a casa. In questo clima di recupero e solidarietà si inserisce l’attività di animazione e gioco organizzata per favorire momenti di incontro tra i bambini e le famiglie affidatarie e naturali. C’è un altro importante riscontro: grazie all’attività della casa famiglia si è assistito ad un crescere della consapevolezza sociale in una zona tra le più problematiche di Napoli con l’adesione di nuove famiglie affidatarie e nella costituzione di una rete di sostegno sociale di famiglie del territorio. Il Bruco e la Farfalla è il nome scelto dagli stessi bambini per il progetto, per raccontare in due parole il senso di un’accoglienza che ieri era poco più di una speranza e oggi si sta trasformando in bellissima realtà. L’impegno e il sostegno concreto dell’Associazione Amici dei Bambini in collaborazione con Chicco proseguono per tutto l’arco del 2004. |
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Milano, 6 luglio 2004 - L’iniziativa “Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie” La filosofia del gruppo è intelligenza e competenza non solo nel progetto dei prodotti ma anche nell’impegno a far crescere il bambino in un mondo migliore. Nel cuore di Chicco infatti la preoccupazione per il benessere e il comfort dei bimbi convive con la reale adesione alle tematiche attuali e ai problemi che riguardano la crescita e la formazione infantile. Alla fine del 2003, assieme all’Associazione Amici dei Bambini, Chicco ha promosso attraverso tutti i suoi negozi monomarca sul territorio nazionale una raccolta fondi a sostegno di una Casa Famiglia. La partecipazione a questo disegno di dare ai bambini meno fortunati un ambiente sereno dove crescere, e quindi di contribuire alla sua costituzione, è motivata dall’urgenza di favorire la creazione di tali strutture, in vista di una definitiva chiusura degli Istituti preposti (entro il 31 dicembre 2006 – legge 149/2001). Alla campagna realizzata per promuovere l’iniziativa, e conclusa con risultati più che soddisfacenti, hanno prestato il loro volto come testimonial Alessia Marcuzzi e Roberto Mancini. Ora inizia il volo (Il Bruco e la Farfalla). Oggi si possono già vedere i primi risultati concreti dell’operazione “Chiudono gli Istituti, apriamo le famiglie” con l’avviamento della Casa Famiglia di San Giovanni a Teduccio. L’ Associazione Amici dei Bambini e Chicco annunciano con soddisfazione il successo della prima fase dell’iniziativa attivata dalla raccolta fondi attraverso i negozi Chicco. La somma raccolta, oltre 120.000 euro, è stata immediatamente impiegata nella realizzazione del Centro Servizi alla Famiglia. La struttura allestita è in grado di offrire sostegno psicologico, sociale, scolastico e pedagogico con solo alle famiglie affidatarie, ma anche a quelle naturali dei cinque bambini accolti e conta sull’apporto di un’equipe operativa costituita da una psicologa, una neuropsichiatra infantile, un consulente legale, un assistente sociale, tre tutor familiari. All’attività di formazione delle famiglie affidatarie, si unisce il sostegno psicologico economico e morale anche alle famiglie naturali, per ricostruire il rapporto con i figli e preparare il loro ritorno a casa. In questo clima di recupero e solidarietà si inserisce l’attività di animazione e gioco organizzata per favorire momenti di incontro tra i bambini e le famiglie affidatarie e naturali. C’è un altro importante riscontro: grazie all’attività della casa famiglia si è assistito ad un crescere della consapevolezza sociale in una zona tra le più problematiche di Napoli con l’adesione di nuove famiglie affidatarie e nella costituzione di una rete di sostegno sociale di famiglie del territorio. Il Bruco e la Farfalla è il nome scelto dagli stessi bambini per il progetto, per raccontare in due parole il senso di un’accoglienza che ieri era poco più di una speranza e oggi si sta trasformando in bellissima realtà. L’impegno e il sostegno concreto dell’Associazione Amici dei Bambini in collaborazione con Chicco proseguono per tutto l’arco del 2004. |
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Milano, 6 luglio 2004 - L’iniziativa “Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie” La filosofia del gruppo è intelligenza e competenza non solo nel progetto dei prodotti ma anche nell’impegno a far crescere il bambino in un mondo migliore. Nel cuore di Chicco infatti la preoccupazione per il benessere e il comfort dei bimbi convive con la reale adesione alle tematiche attuali e ai problemi che riguardano la crescita e la formazione infantile. Alla fine del 2003, assieme all’Associazione Amici dei Bambini, Chicco ha promosso attraverso tutti i suoi negozi monomarca sul territorio nazionale una raccolta fondi a sostegno di una Casa Famiglia. La partecipazione a questo disegno di dare ai bambini meno fortunati un ambiente sereno dove crescere, e quindi di contribuire alla sua costituzione, è motivata dall’urgenza di favorire la creazione di tali strutture, in vista di una definitiva chiusura degli Istituti preposti (entro il 31 dicembre 2006 – legge 149/2001). Alla campagna realizzata per promuovere l’iniziativa, e conclusa con risultati più che soddisfacenti, hanno prestato il loro volto come testimonial Alessia Marcuzzi e Roberto Mancini. Ora inizia il volo (Il Bruco e la Farfalla). Oggi si possono già vedere i primi risultati concreti dell’operazione “Chiudono gli Istituti, apriamo le famiglie” con l’avviamento della Casa Famiglia di San Giovanni a Teduccio. L’ Associazione Amici dei Bambini e Chicco annunciano con soddisfazione il successo della prima fase dell’iniziativa attivata dalla raccolta fondi attraverso i negozi Chicco. La somma raccolta, oltre 120.000 euro, è stata immediatamente impiegata nella realizzazione del Centro Servizi alla Famiglia. La struttura allestita è in grado di offrire sostegno psicologico, sociale, scolastico e pedagogico con solo alle famiglie affidatarie, ma anche a quelle naturali dei cinque bambini accolti e conta sull’apporto di un’equipe operativa costituita da una psicologa, una neuropsichiatra infantile, un consulente legale, un assistente sociale, tre tutor familiari. All’attività di formazione delle famiglie affidatarie, si unisce il sostegno psicologico economico e morale anche alle famiglie naturali, per ricostruire il rapporto con i figli e preparare il loro ritorno a casa. In questo clima di recupero e solidarietà si inserisce l’attività di animazione e gioco organizzata per favorire momenti di incontro tra i bambini e le famiglie affidatarie e naturali. C’è un altro importante riscontro: grazie all’attività della casa famiglia si è assistito ad un crescere della consapevolezza sociale in una zona tra le più problematiche di Napoli con l’adesione di nuove famiglie affidatarie e nella costituzione di una rete di sostegno sociale di famiglie del territorio. Il Bruco e la Farfalla è il nome scelto dagli stessi bambini per il progetto, per raccontare in due parole il senso di un’accoglienza che ieri era poco più di una speranza e oggi si sta trasformando in bellissima realtà. L’impegno e il sostegno concreto dell’Associazione Amici dei Bambini in collaborazione con Chicco proseguono per tutto l’arco del 2004. |
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Milano, 6 luglio 2004 - L’iniziativa “Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie” La filosofia del gruppo è intelligenza e competenza non solo nel progetto dei prodotti ma anche nell’impegno a far crescere il bambino in un mondo migliore. Nel cuore di Chicco infatti la preoccupazione per il benessere e il comfort dei bimbi convive con la reale adesione alle tematiche attuali e ai problemi che riguardano la crescita e la formazione infantile. Alla fine del 2003, assieme all’Associazione Amici dei Bambini, Chicco ha promosso attraverso tutti i suoi negozi monomarca sul territorio nazionale una raccolta fondi a sostegno di una Casa Famiglia. La partecipazione a questo disegno di dare ai bambini meno fortunati un ambiente sereno dove crescere, e quindi di contribuire alla sua costituzione, è motivata dall’urgenza di favorire la creazione di tali strutture, in vista di una definitiva chiusura degli Istituti preposti (entro il 31 dicembre 2006 – legge 149/2001). Alla campagna realizzata per promuovere l’iniziativa, e conclusa con risultati più che soddisfacenti, hanno prestato il loro volto come testimonial Alessia Marcuzzi e Roberto Mancini. Ora inizia il volo (Il Bruco e la Farfalla). Oggi si possono già vedere i primi risultati concreti dell’operazione “Chiudono gli Istituti, apriamo le famiglie” con l’avviamento della Casa Famiglia di San Giovanni a Teduccio. L’ Associazione Amici dei Bambini e Chicco annunciano con soddisfazione il successo della prima fase dell’iniziativa attivata dalla raccolta fondi attraverso i negozi Chicco. La somma raccolta, oltre 120.000 euro, è stata immediatamente impiegata nella realizzazione del Centro Servizi alla Famiglia. La struttura allestita è in grado di offrire sostegno psicologico, sociale, scolastico e pedagogico con solo alle famiglie affidatarie, ma anche a quelle naturali dei cinque bambini accolti e conta sull’apporto di un’equipe operativa costituita da una psicologa, una neuropsichiatra infantile, un consulente legale, un assistente sociale, tre tutor familiari. All’attività di formazione delle famiglie affidatarie, si unisce il sostegno psicologico economico e morale anche alle famiglie naturali, per ricostruire il rapporto con i figli e preparare il loro ritorno a casa. In questo clima di recupero e solidarietà si inserisce l’attività di animazione e gioco organizzata per favorire momenti di incontro tra i bambini e le famiglie affidatarie e naturali. C’è un altro importante riscontro: grazie all’attività della casa famiglia si è assistito ad un crescere della consapevolezza sociale in una zona tra le più problematiche di Napoli con l’adesione di nuove famiglie affidatarie e nella costituzione di una rete di sostegno sociale di famiglie del territorio. Il Bruco e la Farfalla è il nome scelto dagli stessi bambini per il progetto, per raccontare in due parole il senso di un’accoglienza che ieri era poco più di una speranza e oggi si sta trasformando in bellissima realtà. L’impegno e il sostegno concreto dell’Associazione Amici dei Bambini in collaborazione con Chicco proseguono per tutto l’arco del 2004. |
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Milano, 6 luglio 2004 - L’iniziativa “Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie” La filosofia del gruppo è intelligenza e competenza non solo nel progetto dei prodotti ma anche nell’impegno a far crescere il bambino in un mondo migliore. Nel cuore di Chicco infatti la preoccupazione per il benessere e il comfort dei bimbi convive con la reale adesione alle tematiche attuali e ai problemi che riguardano la crescita e la formazione infantile. Alla fine del 2003, assieme all’Associazione Amici dei Bambini, Chicco ha promosso attraverso tutti i suoi negozi monomarca sul territorio nazionale una raccolta fondi a sostegno di una Casa Famiglia. La partecipazione a questo disegno di dare ai bambini meno fortunati un ambiente sereno dove crescere, e quindi di contribuire alla sua costituzione, è motivata dall’urgenza di favorire la creazione di tali strutture, in vista di una definitiva chiusura degli Istituti preposti (entro il 31 dicembre 2006 – legge 149/2001). Alla campagna realizzata per promuovere l’iniziativa, e conclusa con risultati più che soddisfacenti, hanno prestato il loro volto come testimonial Alessia Marcuzzi e Roberto Mancini. Ora inizia il volo (Il Bruco e la Farfalla). Oggi si possono già vedere i primi risultati concreti dell’operazione “Chiudono gli Istituti, apriamo le famiglie” con l’avviamento della Casa Famiglia di San Giovanni a Teduccio. L’ Associazione Amici dei Bambini e Chicco annunciano con soddisfazione il successo della prima fase dell’iniziativa attivata dalla raccolta fondi attraverso i negozi Chicco. La somma raccolta, oltre 120.000 euro, è stata immediatamente impiegata nella realizzazione del Centro Servizi alla Famiglia. La struttura allestita è in grado di offrire sostegno psicologico, sociale, scolastico e pedagogico con solo alle famiglie affidatarie, ma anche a quelle naturali dei cinque bambini accolti e conta sull’apporto di un’equipe operativa costituita da una psicologa, una neuropsichiatra infantile, un consulente legale, un assistente sociale, tre tutor familiari. All’attività di formazione delle famiglie affidatarie, si unisce il sostegno psicologico economico e morale anche alle famiglie naturali, per ricostruire il rapporto con i figli e preparare il loro ritorno a casa. In questo clima di recupero e solidarietà si inserisce l’attività di animazione e gioco organizzata per favorire momenti di incontro tra i bambini e le famiglie affidatarie e naturali. C’è un altro importante riscontro: grazie all’attività della casa famiglia si è assistito ad un crescere della consapevolezza sociale in una zona tra le più problematiche di Napoli con l’adesione di nuove famiglie affidatarie e nella costituzione di una rete di sostegno sociale di famiglie del territorio. Il Bruco e la Farfalla è il nome scelto dagli stessi bambini per il progetto, per raccontare in due parole il senso di un’accoglienza che ieri era poco più di una speranza e oggi si sta trasformando in bellissima realtà. L’impegno e il sostegno concreto dell’Associazione Amici dei Bambini in collaborazione con Chicco proseguono per tutto l’arco del 2004. |
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FIERAVICOLA DECISI IL RILANCIO E LA BIENNALITÀ |
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Forlì 6 luglio 2004 - Ieri, presso l’Aula delle conferenze della Sala Contrattazioni di via Punta di Ferro a Forlì, si è tenuta la riunione del comitato tecnico scientifico per discutere sulle prospettive di Fieravicola 2004, con un piano di rilancio che è stato presentato dalla Presidenza della Fiera. Sono stati affrontati argomenti di grande attualità, quali la richiesta di biennalità che decorrerà dal 2005, in piena ottemperanza alla richiesta avanzata con lettera dagli operatori. Per quanto riguarda le edizioni dell’anno in corso e del 2005, la Fiera di Forlì ha deciso di investire su un progetto di rilancio per una campagna promozionale giornalistico-televisiva di durata annuale, che prevede un battage annuale a mezzo stampa, l’individuazione di un testimonial radio-televisivo cui affidare l’immagine di Fieravicola e l’animazione degli eventi collaterali nei giorni di svolgimento della Fiera, la presentazione di Fieravicola nell’ambito di una trasmissione Rai, che avrà come protagonisti principali gli espositori. L’obiettivo primario è quello di puntare ad un aumento dei consumi di tutto il settore avicunicolo attraverso la Fiera di Forlì, che era e resta la più importante vetrina nel settore per tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. In tal senso, anche per consolidare ed accrescere le iniziative sulla internazionalizzazione, la Camera del Commercio di Forlì – Cesena, durante la riunione del comitato tecnico scientifico, ha ribadito il piano per “Fieravicola” 2004, che si articolerà nella presenza delle seguenti delegazioni: Russia, Libia, Egitto, Algeria, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Sono stati inoltre programmati convegni che riguarderanno tematiche di grandissime attualità per tutto il settore. Le novità di Fieravicola 2004 verranno illustrate a livello nazionale lunedì 26 luglio, a Roma, nell’ambito di un incontro con la stampa nazionale e di settore. |
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DEBUTTA SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO SMERALDO IL BALLETTO NAZIONALE DELLA GEORGIA “SUKHISHVILI-RAMISHVILI” |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Balletto Nazionale della Georgia è uno dei più grandi gruppi coreografici del mondo. Questa compagnia fu fondata a Tbilisi nel 1945, con l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane, di riproporre quelle dimenticate e di creare coreografie nuove e originali. I suoi fondatori, Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, vincitori del “Premio di Stato dell’Urss”, sono stati insigniti del titolo di “Artisti del Popolo dell’Urss” a riconoscimento della loro indiscussa autorità nella coreografia nazionale. Nel corso degli anni la compagnia ha costituito un vasto e diversificato repertorio, che include non solo le danze di varie località della Georgia, ma anche intere produzioni teatrali. Le danze e le musiche interpretate dai giovani georgiani esaltano, sulla linea di questo genere di spettacoli, i valori nazionali ed il folclore locale. I virtuosismi maschili hanno come caratteristica (tipica solamente dei danzatori del Caucaso) quella di essere danzati con sorprendente agilità sulle punte dei piedi. I salti ed i giochi di gambe e di braccia fanno pensare ad Igor Moiseev, che li rivelò in occidente molti anni fa. Ma anche le danzatrici possiedono la stessa perfezione, nutrita da una professionalità e da una disciplina ferrea. Nelle coreografie (in cui le figurazioni di gruppo si aggregano e si sciolgono come scivolando sul ghiaccio) vi sono, costruite armoniosamente, tutte le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. I colori dei costumi, fantasiosi ed eleganti, aggiungono fascino allo spettacolo. La compagnia è famosa, in particolare, per le sue danze di coppia (“Kartuli” e “Lecuri”); per quella lirica delle donne (“Samaia”); per il girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e “Kensur”, nonché per i quadri coreografici della vecchia Tbilisi. Alle danze folcloriche georgiane Ramishvili e Sukhisvili hanno aggiunto quella sportiva “Lelo”, quella maschile “Mkhedruli”, quella contadina “Lazuri” ed altre, interpretando con intuizioni personali l’intera gamma del genere. “Lo spettacolo è veramente un poema coreografico sulla bellezza, la nobiltà ed il talento del popolo georgiano” (“Sovetskaja Kultura”). “Ramishvili e Sukhishvili hanno creato una compagnia folclorica che per la sua originalità e purezza non teme confronti” (“West Deutchland”). “I danzatori georgiani si sono esibiti in tutto il mondo, sorprendendo il pubblico con la loro arte” (“The Times”). La compagnia ha compiuto numerose tournées all’estero riscotendo un grande successo soprattutto per l’abilità, il vigore ed il forte temperamento abbinati all’eleganza delle composizioni coreografiche, all’espressività dei movimenti delle braccia, alla tecnica impeccabile e alla bellezza dei costumi dai colori sgargianti ideati dal costumista S.virsaladze, vincitore del “Premio Lenin”. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Balletto Nazionale della Georgia è uno dei più grandi gruppi coreografici del mondo. Questa compagnia fu fondata a Tbilisi nel 1945, con l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane, di riproporre quelle dimenticate e di creare coreografie nuove e originali. I suoi fondatori, Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, vincitori del “Premio di Stato dell’Urss”, sono stati insigniti del titolo di “Artisti del Popolo dell’Urss” a riconoscimento della loro indiscussa autorità nella coreografia nazionale. Nel corso degli anni la compagnia ha costituito un vasto e diversificato repertorio, che include non solo le danze di varie località della Georgia, ma anche intere produzioni teatrali. Le danze e le musiche interpretate dai giovani georgiani esaltano, sulla linea di questo genere di spettacoli, i valori nazionali ed il folclore locale. I virtuosismi maschili hanno come caratteristica (tipica solamente dei danzatori del Caucaso) quella di essere danzati con sorprendente agilità sulle punte dei piedi. I salti ed i giochi di gambe e di braccia fanno pensare ad Igor Moiseev, che li rivelò in occidente molti anni fa. Ma anche le danzatrici possiedono la stessa perfezione, nutrita da una professionalità e da una disciplina ferrea. Nelle coreografie (in cui le figurazioni di gruppo si aggregano e si sciolgono come scivolando sul ghiaccio) vi sono, costruite armoniosamente, tutte le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. I colori dei costumi, fantasiosi ed eleganti, aggiungono fascino allo spettacolo. La compagnia è famosa, in particolare, per le sue danze di coppia (“Kartuli” e “Lecuri”); per quella lirica delle donne (“Samaia”); per il girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e “Kensur”, nonché per i quadri coreografici della vecchia Tbilisi. Alle danze folcloriche georgiane Ramishvili e Sukhisvili hanno aggiunto quella sportiva “Lelo”, quella maschile “Mkhedruli”, quella contadina “Lazuri” ed altre, interpretando con intuizioni personali l’intera gamma del genere. “Lo spettacolo è veramente un poema coreografico sulla bellezza, la nobiltà ed il talento del popolo georgiano” (“Sovetskaja Kultura”). “Ramishvili e Sukhishvili hanno creato una compagnia folclorica che per la sua originalità e purezza non teme confronti” (“West Deutchland”). “I danzatori georgiani si sono esibiti in tutto il mondo, sorprendendo il pubblico con la loro arte” (“The Times”). La compagnia ha compiuto numerose tournées all’estero riscotendo un grande successo soprattutto per l’abilità, il vigore ed il forte temperamento abbinati all’eleganza delle composizioni coreografiche, all’espressività dei movimenti delle braccia, alla tecnica impeccabile e alla bellezza dei costumi dai colori sgargianti ideati dal costumista S.virsaladze, vincitore del “Premio Lenin”. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Balletto Nazionale della Georgia è uno dei più grandi gruppi coreografici del mondo. Questa compagnia fu fondata a Tbilisi nel 1945, con l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane, di riproporre quelle dimenticate e di creare coreografie nuove e originali. I suoi fondatori, Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, vincitori del “Premio di Stato dell’Urss”, sono stati insigniti del titolo di “Artisti del Popolo dell’Urss” a riconoscimento della loro indiscussa autorità nella coreografia nazionale. Nel corso degli anni la compagnia ha costituito un vasto e diversificato repertorio, che include non solo le danze di varie località della Georgia, ma anche intere produzioni teatrali. Le danze e le musiche interpretate dai giovani georgiani esaltano, sulla linea di questo genere di spettacoli, i valori nazionali ed il folclore locale. I virtuosismi maschili hanno come caratteristica (tipica solamente dei danzatori del Caucaso) quella di essere danzati con sorprendente agilità sulle punte dei piedi. I salti ed i giochi di gambe e di braccia fanno pensare ad Igor Moiseev, che li rivelò in occidente molti anni fa. Ma anche le danzatrici possiedono la stessa perfezione, nutrita da una professionalità e da una disciplina ferrea. Nelle coreografie (in cui le figurazioni di gruppo si aggregano e si sciolgono come scivolando sul ghiaccio) vi sono, costruite armoniosamente, tutte le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. I colori dei costumi, fantasiosi ed eleganti, aggiungono fascino allo spettacolo. La compagnia è famosa, in particolare, per le sue danze di coppia (“Kartuli” e “Lecuri”); per quella lirica delle donne (“Samaia”); per il girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e “Kensur”, nonché per i quadri coreografici della vecchia Tbilisi. Alle danze folcloriche georgiane Ramishvili e Sukhisvili hanno aggiunto quella sportiva “Lelo”, quella maschile “Mkhedruli”, quella contadina “Lazuri” ed altre, interpretando con intuizioni personali l’intera gamma del genere. “Lo spettacolo è veramente un poema coreografico sulla bellezza, la nobiltà ed il talento del popolo georgiano” (“Sovetskaja Kultura”). “Ramishvili e Sukhishvili hanno creato una compagnia folclorica che per la sua originalità e purezza non teme confronti” (“West Deutchland”). “I danzatori georgiani si sono esibiti in tutto il mondo, sorprendendo il pubblico con la loro arte” (“The Times”). La compagnia ha compiuto numerose tournées all’estero riscotendo un grande successo soprattutto per l’abilità, il vigore ed il forte temperamento abbinati all’eleganza delle composizioni coreografiche, all’espressività dei movimenti delle braccia, alla tecnica impeccabile e alla bellezza dei costumi dai colori sgargianti ideati dal costumista S.virsaladze, vincitore del “Premio Lenin”. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Balletto Nazionale della Georgia è uno dei più grandi gruppi coreografici del mondo. Questa compagnia fu fondata a Tbilisi nel 1945, con l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane, di riproporre quelle dimenticate e di creare coreografie nuove e originali. I suoi fondatori, Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, vincitori del “Premio di Stato dell’Urss”, sono stati insigniti del titolo di “Artisti del Popolo dell’Urss” a riconoscimento della loro indiscussa autorità nella coreografia nazionale. Nel corso degli anni la compagnia ha costituito un vasto e diversificato repertorio, che include non solo le danze di varie località della Georgia, ma anche intere produzioni teatrali. Le danze e le musiche interpretate dai giovani georgiani esaltano, sulla linea di questo genere di spettacoli, i valori nazionali ed il folclore locale. I virtuosismi maschili hanno come caratteristica (tipica solamente dei danzatori del Caucaso) quella di essere danzati con sorprendente agilità sulle punte dei piedi. I salti ed i giochi di gambe e di braccia fanno pensare ad Igor Moiseev, che li rivelò in occidente molti anni fa. Ma anche le danzatrici possiedono la stessa perfezione, nutrita da una professionalità e da una disciplina ferrea. Nelle coreografie (in cui le figurazioni di gruppo si aggregano e si sciolgono come scivolando sul ghiaccio) vi sono, costruite armoniosamente, tutte le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. I colori dei costumi, fantasiosi ed eleganti, aggiungono fascino allo spettacolo. La compagnia è famosa, in particolare, per le sue danze di coppia (“Kartuli” e “Lecuri”); per quella lirica delle donne (“Samaia”); per il girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e “Kensur”, nonché per i quadri coreografici della vecchia Tbilisi. Alle danze folcloriche georgiane Ramishvili e Sukhisvili hanno aggiunto quella sportiva “Lelo”, quella maschile “Mkhedruli”, quella contadina “Lazuri” ed altre, interpretando con intuizioni personali l’intera gamma del genere. “Lo spettacolo è veramente un poema coreografico sulla bellezza, la nobiltà ed il talento del popolo georgiano” (“Sovetskaja Kultura”). “Ramishvili e Sukhishvili hanno creato una compagnia folclorica che per la sua originalità e purezza non teme confronti” (“West Deutchland”). “I danzatori georgiani si sono esibiti in tutto il mondo, sorprendendo il pubblico con la loro arte” (“The Times”). La compagnia ha compiuto numerose tournées all’estero riscotendo un grande successo soprattutto per l’abilità, il vigore ed il forte temperamento abbinati all’eleganza delle composizioni coreografiche, all’espressività dei movimenti delle braccia, alla tecnica impeccabile e alla bellezza dei costumi dai colori sgargianti ideati dal costumista S.virsaladze, vincitore del “Premio Lenin”. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Balletto Nazionale della Georgia è uno dei più grandi gruppi coreografici del mondo. Questa compagnia fu fondata a Tbilisi nel 1945, con l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane, di riproporre quelle dimenticate e di creare coreografie nuove e originali. I suoi fondatori, Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, vincitori del “Premio di Stato dell’Urss”, sono stati insigniti del titolo di “Artisti del Popolo dell’Urss” a riconoscimento della loro indiscussa autorità nella coreografia nazionale. Nel corso degli anni la compagnia ha costituito un vasto e diversificato repertorio, che include non solo le danze di varie località della Georgia, ma anche intere produzioni teatrali. Le danze e le musiche interpretate dai giovani georgiani esaltano, sulla linea di questo genere di spettacoli, i valori nazionali ed il folclore locale. I virtuosismi maschili hanno come caratteristica (tipica solamente dei danzatori del Caucaso) quella di essere danzati con sorprendente agilità sulle punte dei piedi. I salti ed i giochi di gambe e di braccia fanno pensare ad Igor Moiseev, che li rivelò in occidente molti anni fa. Ma anche le danzatrici possiedono la stessa perfezione, nutrita da una professionalità e da una disciplina ferrea. Nelle coreografie (in cui le figurazioni di gruppo si aggregano e si sciolgono come scivolando sul ghiaccio) vi sono, costruite armoniosamente, tutte le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. I colori dei costumi, fantasiosi ed eleganti, aggiungono fascino allo spettacolo. La compagnia è famosa, in particolare, per le sue danze di coppia (“Kartuli” e “Lecuri”); per quella lirica delle donne (“Samaia”); per il girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e “Kensur”, nonché per i quadri coreografici della vecchia Tbilisi. Alle danze folcloriche georgiane Ramishvili e Sukhisvili hanno aggiunto quella sportiva “Lelo”, quella maschile “Mkhedruli”, quella contadina “Lazuri” ed altre, interpretando con intuizioni personali l’intera gamma del genere. “Lo spettacolo è veramente un poema coreografico sulla bellezza, la nobiltà ed il talento del popolo georgiano” (“Sovetskaja Kultura”). “Ramishvili e Sukhishvili hanno creato una compagnia folclorica che per la sua originalità e purezza non teme confronti” (“West Deutchland”). “I danzatori georgiani si sono esibiti in tutto il mondo, sorprendendo il pubblico con la loro arte” (“The Times”). La compagnia ha compiuto numerose tournées all’estero riscotendo un grande successo soprattutto per l’abilità, il vigore ed il forte temperamento abbinati all’eleganza delle composizioni coreografiche, all’espressività dei movimenti delle braccia, alla tecnica impeccabile e alla bellezza dei costumi dai colori sgargianti ideati dal costumista S.virsaladze, vincitore del “Premio Lenin”. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Balletto Nazionale della Georgia è uno dei più grandi gruppi coreografici del mondo. Questa compagnia fu fondata a Tbilisi nel 1945, con l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane, di riproporre quelle dimenticate e di creare coreografie nuove e originali. I suoi fondatori, Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, vincitori del “Premio di Stato dell’Urss”, sono stati insigniti del titolo di “Artisti del Popolo dell’Urss” a riconoscimento della loro indiscussa autorità nella coreografia nazionale. Nel corso degli anni la compagnia ha costituito un vasto e diversificato repertorio, che include non solo le danze di varie località della Georgia, ma anche intere produzioni teatrali. Le danze e le musiche interpretate dai giovani georgiani esaltano, sulla linea di questo genere di spettacoli, i valori nazionali ed il folclore locale. I virtuosismi maschili hanno come caratteristica (tipica solamente dei danzatori del Caucaso) quella di essere danzati con sorprendente agilità sulle punte dei piedi. I salti ed i giochi di gambe e di braccia fanno pensare ad Igor Moiseev, che li rivelò in occidente molti anni fa. Ma anche le danzatrici possiedono la stessa perfezione, nutrita da una professionalità e da una disciplina ferrea. Nelle coreografie (in cui le figurazioni di gruppo si aggregano e si sciolgono come scivolando sul ghiaccio) vi sono, costruite armoniosamente, tutte le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. I colori dei costumi, fantasiosi ed eleganti, aggiungono fascino allo spettacolo. La compagnia è famosa, in particolare, per le sue danze di coppia (“Kartuli” e “Lecuri”); per quella lirica delle donne (“Samaia”); per il girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e “Kensur”, nonché per i quadri coreografici della vecchia Tbilisi. Alle danze folcloriche georgiane Ramishvili e Sukhisvili hanno aggiunto quella sportiva “Lelo”, quella maschile “Mkhedruli”, quella contadina “Lazuri” ed altre, interpretando con intuizioni personali l’intera gamma del genere. “Lo spettacolo è veramente un poema coreografico sulla bellezza, la nobiltà ed il talento del popolo georgiano” (“Sovetskaja Kultura”). “Ramishvili e Sukhishvili hanno creato una compagnia folclorica che per la sua originalità e purezza non teme confronti” (“West Deutchland”). “I danzatori georgiani si sono esibiti in tutto il mondo, sorprendendo il pubblico con la loro arte” (“The Times”). La compagnia ha compiuto numerose tournées all’estero riscotendo un grande successo soprattutto per l’abilità, il vigore ed il forte temperamento abbinati all’eleganza delle composizioni coreografiche, all’espressività dei movimenti delle braccia, alla tecnica impeccabile e alla bellezza dei costumi dai colori sgargianti ideati dal costumista S.virsaladze, vincitore del “Premio Lenin”. |
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L’ORIGINALE MOSTRA DELLA FONDAZIONE MAZZOTTA SU LA TESTA SI SPOSTA DA MILANO A VENEZIA |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo ottenuto alla Stazione Centrale di Milano, la Fondazione Antonio Mazzotta, Grandi Stazioni e Wella presentano sotto la grande pensilina esterna della Stazione Santa Lucia, dal 3 al 26 settembre Su la Testa: 80 scatti realizzati dai più grandi fotografi dei nostri tempi che raccontano, sotto la regia del curatore Uliano Lucas, gli ultimi 50 anni della nostra storia attraverso i capelli e le acconciature. La Mostra fotografica Su la Testa - sempre aperta al pubblico e con ingresso libero - offre ancora una volta agli oltre 80 mila frequentatori che affollano quotidianamente Santa Lucia, un modo nuovo di vivere la stazione: non più soltanto luogo di partenza e di arrivo ma spazio di esposizione, di incontri e di piacevole sosta culturale nel cuore della città. Su la Testa arricchisce il fitto calendario di eventi legati alla 61. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, di cui Wella è Sponsor Ufficiale dal 2001. Quanto si può conoscere di una società dai capelli di chi ne fa parte? É possibile ricostruire l’identikit di una persona dalla sua pettinatura? E spingersi oltre fino a scoprire dietro un’acconciatura un’epoca, il suo gusto, la sua cultura? Queste le domande che si pone Su la testa, ultima mostra della serie Italian Reportage che, dopo Mamme d’Italia, Italiani a tavola e Un bacio, due baci, torna nelle grandi stazioni ferroviarie per ripercorrere l’evolversi del costume italiano, dagli anni ‘50 ad oggi, questa volta attraverso le trasformazioni nelle acconciature degli italiani. Ad emergerne è uno spaccato del nostro paese minuzioso ed intrigante suggestivo che riesce a restituire fin nei più piccoli dettagli fasi storiche e trasformazioni economiche, sociali e culturali, richiamando alla mente momenti e modelli del nostro passato, intrecciando foto di reportage e di cronaca, ritratti di donne e di uomini qualsiasi - come quelli esemplari di Sandro Becchetti - a foto di moda e di pubblicità, - ricordiamo quelle di Alfa Castaldi o Giuseppe Pino - che impongono ed anticipano tendenze estetiche e culturali, in un gioco degli specchi fra realtà e rappresentazione che fa scorrere davanti ai nostri occhi, foto dopo foto, i diversi ideali di donna e di uomo succedutesi nel corso dei decenni. Dalla società povera ed ordinata degli anni ’50 con le sue divisioni di classe rigide e definite, dove i capelli erano quelli curati delle élite o quelli tagliati in casa dei ceti popolari delle foto di cronaca di Giancolombo e di Federico Garolla e di quelle neorealiste di Lori Sammartino, la mostra ripercorre le tappe del lento quanto radicale passaggio alla polifonia della società del nuovo millennio, con la sua varietà di mestieri e di modelli culturali, con la sua, almeno apparente, libertà di essere e di apparire, documentata, di volta in volta, dalle immagini dei ritrovi dell’alta borghesia di Gianni Berengo Gardin e degli yuppy anni ’80 di Carlo Cerchioli, delle comunità tradizionali del molisano di Marialba Russo e dei giovani punk fotografati da Tonino Conti e Alberto Ramella, dei novelli sposi che posano spavaldi davanti all’obbiettivo di Vito Zizzi e dei luoghi stessi dove l’immaginario legato alle pettinature prende forma, i saloni dei parrucchieri raccontati nelle loro trasformazioni e nei loro protagonisti nelle foto di Carlo Cerchioli, Cesare Colombo, Uliano Lucas, Marialba Russo, Tonino Conti e Federico Garolla. Perno del cambiamento, naturalmente, gli anni ’60, che con il benessere raggiunto, le nuove mode provenienti dall’esterno, le musiche dei Beatles e di Elvis Presley e la minigonna di Mary Quant, danno inizio ad una vera rivoluzione del costume, segnata dall’eccentricità e dal desiderio di rottura rispetto al passato e, non a caso, da nuove, vistose, pettinature. La mostra si avvale del Patrocinio del Comune di Venezia. Catalogo con testi di Isabella Bossi Fedrigotti e Tatiana Agliani Edizioni Gabriele Mazzotta. Www.veneziasantalucia.it www.Grandistazioni.it www.wella.it www.Mazzotta.it |
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L’ORIGINALE MOSTRA DELLA FONDAZIONE MAZZOTTA SU LA TESTA SI SPOSTA DA MILANO A VENEZIA |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo ottenuto alla Stazione Centrale di Milano, la Fondazione Antonio Mazzotta, Grandi Stazioni e Wella presentano sotto la grande pensilina esterna della Stazione Santa Lucia, dal 3 al 26 settembre Su la Testa: 80 scatti realizzati dai più grandi fotografi dei nostri tempi che raccontano, sotto la regia del curatore Uliano Lucas, gli ultimi 50 anni della nostra storia attraverso i capelli e le acconciature. La Mostra fotografica Su la Testa - sempre aperta al pubblico e con ingresso libero - offre ancora una volta agli oltre 80 mila frequentatori che affollano quotidianamente Santa Lucia, un modo nuovo di vivere la stazione: non più soltanto luogo di partenza e di arrivo ma spazio di esposizione, di incontri e di piacevole sosta culturale nel cuore della città. Su la Testa arricchisce il fitto calendario di eventi legati alla 61. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, di cui Wella è Sponsor Ufficiale dal 2001. Quanto si può conoscere di una società dai capelli di chi ne fa parte? É possibile ricostruire l’identikit di una persona dalla sua pettinatura? E spingersi oltre fino a scoprire dietro un’acconciatura un’epoca, il suo gusto, la sua cultura? Queste le domande che si pone Su la testa, ultima mostra della serie Italian Reportage che, dopo Mamme d’Italia, Italiani a tavola e Un bacio, due baci, torna nelle grandi stazioni ferroviarie per ripercorrere l’evolversi del costume italiano, dagli anni ‘50 ad oggi, questa volta attraverso le trasformazioni nelle acconciature degli italiani. Ad emergerne è uno spaccato del nostro paese minuzioso ed intrigante suggestivo che riesce a restituire fin nei più piccoli dettagli fasi storiche e trasformazioni economiche, sociali e culturali, richiamando alla mente momenti e modelli del nostro passato, intrecciando foto di reportage e di cronaca, ritratti di donne e di uomini qualsiasi - come quelli esemplari di Sandro Becchetti - a foto di moda e di pubblicità, - ricordiamo quelle di Alfa Castaldi o Giuseppe Pino - che impongono ed anticipano tendenze estetiche e culturali, in un gioco degli specchi fra realtà e rappresentazione che fa scorrere davanti ai nostri occhi, foto dopo foto, i diversi ideali di donna e di uomo succedutesi nel corso dei decenni. Dalla società povera ed ordinata degli anni ’50 con le sue divisioni di classe rigide e definite, dove i capelli erano quelli curati delle élite o quelli tagliati in casa dei ceti popolari delle foto di cronaca di Giancolombo e di Federico Garolla e di quelle neorealiste di Lori Sammartino, la mostra ripercorre le tappe del lento quanto radicale passaggio alla polifonia della società del nuovo millennio, con la sua varietà di mestieri e di modelli culturali, con la sua, almeno apparente, libertà di essere e di apparire, documentata, di volta in volta, dalle immagini dei ritrovi dell’alta borghesia di Gianni Berengo Gardin e degli yuppy anni ’80 di Carlo Cerchioli, delle comunità tradizionali del molisano di Marialba Russo e dei giovani punk fotografati da Tonino Conti e Alberto Ramella, dei novelli sposi che posano spavaldi davanti all’obbiettivo di Vito Zizzi e dei luoghi stessi dove l’immaginario legato alle pettinature prende forma, i saloni dei parrucchieri raccontati nelle loro trasformazioni e nei loro protagonisti nelle foto di Carlo Cerchioli, Cesare Colombo, Uliano Lucas, Marialba Russo, Tonino Conti e Federico Garolla. Perno del cambiamento, naturalmente, gli anni ’60, che con il benessere raggiunto, le nuove mode provenienti dall’esterno, le musiche dei Beatles e di Elvis Presley e la minigonna di Mary Quant, danno inizio ad una vera rivoluzione del costume, segnata dall’eccentricità e dal desiderio di rottura rispetto al passato e, non a caso, da nuove, vistose, pettinature. La mostra si avvale del Patrocinio del Comune di Venezia. Catalogo con testi di Isabella Bossi Fedrigotti e Tatiana Agliani Edizioni Gabriele Mazzotta. Www.veneziasantalucia.it www.Grandistazioni.it www.wella.it www.Mazzotta.it |
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L’ORIGINALE MOSTRA DELLA FONDAZIONE MAZZOTTA SU LA TESTA SI SPOSTA DA MILANO A VENEZIA |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo ottenuto alla Stazione Centrale di Milano, la Fondazione Antonio Mazzotta, Grandi Stazioni e Wella presentano sotto la grande pensilina esterna della Stazione Santa Lucia, dal 3 al 26 settembre Su la Testa: 80 scatti realizzati dai più grandi fotografi dei nostri tempi che raccontano, sotto la regia del curatore Uliano Lucas, gli ultimi 50 anni della nostra storia attraverso i capelli e le acconciature. La Mostra fotografica Su la Testa - sempre aperta al pubblico e con ingresso libero - offre ancora una volta agli oltre 80 mila frequentatori che affollano quotidianamente Santa Lucia, un modo nuovo di vivere la stazione: non più soltanto luogo di partenza e di arrivo ma spazio di esposizione, di incontri e di piacevole sosta culturale nel cuore della città. Su la Testa arricchisce il fitto calendario di eventi legati alla 61. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, di cui Wella è Sponsor Ufficiale dal 2001. Quanto si può conoscere di una società dai capelli di chi ne fa parte? É possibile ricostruire l’identikit di una persona dalla sua pettinatura? E spingersi oltre fino a scoprire dietro un’acconciatura un’epoca, il suo gusto, la sua cultura? Queste le domande che si pone Su la testa, ultima mostra della serie Italian Reportage che, dopo Mamme d’Italia, Italiani a tavola e Un bacio, due baci, torna nelle grandi stazioni ferroviarie per ripercorrere l’evolversi del costume italiano, dagli anni ‘50 ad oggi, questa volta attraverso le trasformazioni nelle acconciature degli italiani. Ad emergerne è uno spaccato del nostro paese minuzioso ed intrigante suggestivo che riesce a restituire fin nei più piccoli dettagli fasi storiche e trasformazioni economiche, sociali e culturali, richiamando alla mente momenti e modelli del nostro passato, intrecciando foto di reportage e di cronaca, ritratti di donne e di uomini qualsiasi - come quelli esemplari di Sandro Becchetti - a foto di moda e di pubblicità, - ricordiamo quelle di Alfa Castaldi o Giuseppe Pino - che impongono ed anticipano tendenze estetiche e culturali, in un gioco degli specchi fra realtà e rappresentazione che fa scorrere davanti ai nostri occhi, foto dopo foto, i diversi ideali di donna e di uomo succedutesi nel corso dei decenni. Dalla società povera ed ordinata degli anni ’50 con le sue divisioni di classe rigide e definite, dove i capelli erano quelli curati delle élite o quelli tagliati in casa dei ceti popolari delle foto di cronaca di Giancolombo e di Federico Garolla e di quelle neorealiste di Lori Sammartino, la mostra ripercorre le tappe del lento quanto radicale passaggio alla polifonia della società del nuovo millennio, con la sua varietà di mestieri e di modelli culturali, con la sua, almeno apparente, libertà di essere e di apparire, documentata, di volta in volta, dalle immagini dei ritrovi dell’alta borghesia di Gianni Berengo Gardin e degli yuppy anni ’80 di Carlo Cerchioli, delle comunità tradizionali del molisano di Marialba Russo e dei giovani punk fotografati da Tonino Conti e Alberto Ramella, dei novelli sposi che posano spavaldi davanti all’obbiettivo di Vito Zizzi e dei luoghi stessi dove l’immaginario legato alle pettinature prende forma, i saloni dei parrucchieri raccontati nelle loro trasformazioni e nei loro protagonisti nelle foto di Carlo Cerchioli, Cesare Colombo, Uliano Lucas, Marialba Russo, Tonino Conti e Federico Garolla. Perno del cambiamento, naturalmente, gli anni ’60, che con il benessere raggiunto, le nuove mode provenienti dall’esterno, le musiche dei Beatles e di Elvis Presley e la minigonna di Mary Quant, danno inizio ad una vera rivoluzione del costume, segnata dall’eccentricità e dal desiderio di rottura rispetto al passato e, non a caso, da nuove, vistose, pettinature. La mostra si avvale del Patrocinio del Comune di Venezia. Catalogo con testi di Isabella Bossi Fedrigotti e Tatiana Agliani Edizioni Gabriele Mazzotta. Www.veneziasantalucia.it www.Grandistazioni.it www.wella.it www.Mazzotta.it |
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L’ORIGINALE MOSTRA DELLA FONDAZIONE MAZZOTTA SU LA TESTA SI SPOSTA DA MILANO A VENEZIA |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo ottenuto alla Stazione Centrale di Milano, la Fondazione Antonio Mazzotta, Grandi Stazioni e Wella presentano sotto la grande pensilina esterna della Stazione Santa Lucia, dal 3 al 26 settembre Su la Testa: 80 scatti realizzati dai più grandi fotografi dei nostri tempi che raccontano, sotto la regia del curatore Uliano Lucas, gli ultimi 50 anni della nostra storia attraverso i capelli e le acconciature. La Mostra fotografica Su la Testa - sempre aperta al pubblico e con ingresso libero - offre ancora una volta agli oltre 80 mila frequentatori che affollano quotidianamente Santa Lucia, un modo nuovo di vivere la stazione: non più soltanto luogo di partenza e di arrivo ma spazio di esposizione, di incontri e di piacevole sosta culturale nel cuore della città. Su la Testa arricchisce il fitto calendario di eventi legati alla 61. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, di cui Wella è Sponsor Ufficiale dal 2001. Quanto si può conoscere di una società dai capelli di chi ne fa parte? É possibile ricostruire l’identikit di una persona dalla sua pettinatura? E spingersi oltre fino a scoprire dietro un’acconciatura un’epoca, il suo gusto, la sua cultura? Queste le domande che si pone Su la testa, ultima mostra della serie Italian Reportage che, dopo Mamme d’Italia, Italiani a tavola e Un bacio, due baci, torna nelle grandi stazioni ferroviarie per ripercorrere l’evolversi del costume italiano, dagli anni ‘50 ad oggi, questa volta attraverso le trasformazioni nelle acconciature degli italiani. Ad emergerne è uno spaccato del nostro paese minuzioso ed intrigante suggestivo che riesce a restituire fin nei più piccoli dettagli fasi storiche e trasformazioni economiche, sociali e culturali, richiamando alla mente momenti e modelli del nostro passato, intrecciando foto di reportage e di cronaca, ritratti di donne e di uomini qualsiasi - come quelli esemplari di Sandro Becchetti - a foto di moda e di pubblicità, - ricordiamo quelle di Alfa Castaldi o Giuseppe Pino - che impongono ed anticipano tendenze estetiche e culturali, in un gioco degli specchi fra realtà e rappresentazione che fa scorrere davanti ai nostri occhi, foto dopo foto, i diversi ideali di donna e di uomo succedutesi nel corso dei decenni. Dalla società povera ed ordinata degli anni ’50 con le sue divisioni di classe rigide e definite, dove i capelli erano quelli curati delle élite o quelli tagliati in casa dei ceti popolari delle foto di cronaca di Giancolombo e di Federico Garolla e di quelle neorealiste di Lori Sammartino, la mostra ripercorre le tappe del lento quanto radicale passaggio alla polifonia della società del nuovo millennio, con la sua varietà di mestieri e di modelli culturali, con la sua, almeno apparente, libertà di essere e di apparire, documentata, di volta in volta, dalle immagini dei ritrovi dell’alta borghesia di Gianni Berengo Gardin e degli yuppy anni ’80 di Carlo Cerchioli, delle comunità tradizionali del molisano di Marialba Russo e dei giovani punk fotografati da Tonino Conti e Alberto Ramella, dei novelli sposi che posano spavaldi davanti all’obbiettivo di Vito Zizzi e dei luoghi stessi dove l’immaginario legato alle pettinature prende forma, i saloni dei parrucchieri raccontati nelle loro trasformazioni e nei loro protagonisti nelle foto di Carlo Cerchioli, Cesare Colombo, Uliano Lucas, Marialba Russo, Tonino Conti e Federico Garolla. Perno del cambiamento, naturalmente, gli anni ’60, che con il benessere raggiunto, le nuove mode provenienti dall’esterno, le musiche dei Beatles e di Elvis Presley e la minigonna di Mary Quant, danno inizio ad una vera rivoluzione del costume, segnata dall’eccentricità e dal desiderio di rottura rispetto al passato e, non a caso, da nuove, vistose, pettinature. La mostra si avvale del Patrocinio del Comune di Venezia. Catalogo con testi di Isabella Bossi Fedrigotti e Tatiana Agliani Edizioni Gabriele Mazzotta. Www.veneziasantalucia.it www.Grandistazioni.it www.wella.it www.Mazzotta.it |
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L’ORIGINALE MOSTRA DELLA FONDAZIONE MAZZOTTA SU LA TESTA SI SPOSTA DA MILANO A VENEZIA |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo ottenuto alla Stazione Centrale di Milano, la Fondazione Antonio Mazzotta, Grandi Stazioni e Wella presentano sotto la grande pensilina esterna della Stazione Santa Lucia, dal 3 al 26 settembre Su la Testa: 80 scatti realizzati dai più grandi fotografi dei nostri tempi che raccontano, sotto la regia del curatore Uliano Lucas, gli ultimi 50 anni della nostra storia attraverso i capelli e le acconciature. La Mostra fotografica Su la Testa - sempre aperta al pubblico e con ingresso libero - offre ancora una volta agli oltre 80 mila frequentatori che affollano quotidianamente Santa Lucia, un modo nuovo di vivere la stazione: non più soltanto luogo di partenza e di arrivo ma spazio di esposizione, di incontri e di piacevole sosta culturale nel cuore della città. Su la Testa arricchisce il fitto calendario di eventi legati alla 61. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, di cui Wella è Sponsor Ufficiale dal 2001. Quanto si può conoscere di una società dai capelli di chi ne fa parte? É possibile ricostruire l’identikit di una persona dalla sua pettinatura? E spingersi oltre fino a scoprire dietro un’acconciatura un’epoca, il suo gusto, la sua cultura? Queste le domande che si pone Su la testa, ultima mostra della serie Italian Reportage che, dopo Mamme d’Italia, Italiani a tavola e Un bacio, due baci, torna nelle grandi stazioni ferroviarie per ripercorrere l’evolversi del costume italiano, dagli anni ‘50 ad oggi, questa volta attraverso le trasformazioni nelle acconciature degli italiani. Ad emergerne è uno spaccato del nostro paese minuzioso ed intrigante suggestivo che riesce a restituire fin nei più piccoli dettagli fasi storiche e trasformazioni economiche, sociali e culturali, richiamando alla mente momenti e modelli del nostro passato, intrecciando foto di reportage e di cronaca, ritratti di donne e di uomini qualsiasi - come quelli esemplari di Sandro Becchetti - a foto di moda e di pubblicità, - ricordiamo quelle di Alfa Castaldi o Giuseppe Pino - che impongono ed anticipano tendenze estetiche e culturali, in un gioco degli specchi fra realtà e rappresentazione che fa scorrere davanti ai nostri occhi, foto dopo foto, i diversi ideali di donna e di uomo succedutesi nel corso dei decenni. Dalla società povera ed ordinata degli anni ’50 con le sue divisioni di classe rigide e definite, dove i capelli erano quelli curati delle élite o quelli tagliati in casa dei ceti popolari delle foto di cronaca di Giancolombo e di Federico Garolla e di quelle neorealiste di Lori Sammartino, la mostra ripercorre le tappe del lento quanto radicale passaggio alla polifonia della società del nuovo millennio, con la sua varietà di mestieri e di modelli culturali, con la sua, almeno apparente, libertà di essere e di apparire, documentata, di volta in volta, dalle immagini dei ritrovi dell’alta borghesia di Gianni Berengo Gardin e degli yuppy anni ’80 di Carlo Cerchioli, delle comunità tradizionali del molisano di Marialba Russo e dei giovani punk fotografati da Tonino Conti e Alberto Ramella, dei novelli sposi che posano spavaldi davanti all’obbiettivo di Vito Zizzi e dei luoghi stessi dove l’immaginario legato alle pettinature prende forma, i saloni dei parrucchieri raccontati nelle loro trasformazioni e nei loro protagonisti nelle foto di Carlo Cerchioli, Cesare Colombo, Uliano Lucas, Marialba Russo, Tonino Conti e Federico Garolla. Perno del cambiamento, naturalmente, gli anni ’60, che con il benessere raggiunto, le nuove mode provenienti dall’esterno, le musiche dei Beatles e di Elvis Presley e la minigonna di Mary Quant, danno inizio ad una vera rivoluzione del costume, segnata dall’eccentricità e dal desiderio di rottura rispetto al passato e, non a caso, da nuove, vistose, pettinature. La mostra si avvale del Patrocinio del Comune di Venezia. Catalogo con testi di Isabella Bossi Fedrigotti e Tatiana Agliani Edizioni Gabriele Mazzotta. Www.veneziasantalucia.it www.Grandistazioni.it www.wella.it www.Mazzotta.it |
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SANREMO: UN’OCCASIONE DI CONFRONTO FRA LE CULTURE DEL FUOCO |
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Sanremo, 6 luglio 2004 - Dopo l'Italia, che con la Pirotecnica Soc.fontana di Torremaggiore (Foggia) esibitasi venerdì ha offerto al numeroso pubblico accorso in riviera uno spettacolo di notevole potenza e varietà di sparo, ieri sera è sceso in campo il team cinese, quello della China Jiangsu Tuhsu. La fruizione dello spettacolo è però stato ostacolato dalle condizioni climatiche, che hanno creato una pesante cappa sul porto, impedendo al fumo di dileguarsi rapidamente, attenuando così, purtroppo, la spettacolarità dell’esibizione degli orientali. Oggi terza serata dedicata ai fuochi d’artificio, con la performance della seconda classificata di Fiori di Fuoco del 1998, la tedesca J. Steffes Ollig. Giovedì 8 grande attesa per l’esibizione della canadese Apogée Fireworks, arrivata al secondo posto dell’edizione 2003, e che aveva lasciato organizzatori e pubblico favorevolmente colpiti. Sabato 10 è atteso il gran finale con lo spettacolo piromusicale fuori concorso ideato dalla Parente Fireworks, l’azienda che ormai da 8 anni s’impegna, insieme al Comune di Sanremo, per inaugurare l'estate sanremese con una manifestazione…scoppiettante! Il programma delle prossime serate: martedì 6 luglio ore 22.30 J.steffes Ollig (Germania) giovedì 8 luglio ore 22.30 Apogee Fireworks (Canada) sabato 10 luglio ore 22.30 Rappresentazione piromusicale fuori concorso "Emotions of Fire" di Parente Fireworks (Italia) Infolink: www.Fioridifuoco.com |
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SANREMO: UN’OCCASIONE DI CONFRONTO FRA LE CULTURE DEL FUOCO |
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Sanremo, 6 luglio 2004 - Dopo l'Italia, che con la Pirotecnica Soc.fontana di Torremaggiore (Foggia) esibitasi venerdì ha offerto al numeroso pubblico accorso in riviera uno spettacolo di notevole potenza e varietà di sparo, ieri sera è sceso in campo il team cinese, quello della China Jiangsu Tuhsu. La fruizione dello spettacolo è però stato ostacolato dalle condizioni climatiche, che hanno creato una pesante cappa sul porto, impedendo al fumo di dileguarsi rapidamente, attenuando così, purtroppo, la spettacolarità dell’esibizione degli orientali. Oggi terza serata dedicata ai fuochi d’artificio, con la performance della seconda classificata di Fiori di Fuoco del 1998, la tedesca J. Steffes Ollig. Giovedì 8 grande attesa per l’esibizione della canadese Apogée Fireworks, arrivata al secondo posto dell’edizione 2003, e che aveva lasciato organizzatori e pubblico favorevolmente colpiti. Sabato 10 è atteso il gran finale con lo spettacolo piromusicale fuori concorso ideato dalla Parente Fireworks, l’azienda che ormai da 8 anni s’impegna, insieme al Comune di Sanremo, per inaugurare l'estate sanremese con una manifestazione…scoppiettante! Il programma delle prossime serate: martedì 6 luglio ore 22.30 J.steffes Ollig (Germania) giovedì 8 luglio ore 22.30 Apogee Fireworks (Canada) sabato 10 luglio ore 22.30 Rappresentazione piromusicale fuori concorso "Emotions of Fire" di Parente Fireworks (Italia) Infolink: www.Fioridifuoco.com |
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Sanremo, 6 luglio 2004 - Dopo l'Italia, che con la Pirotecnica Soc.fontana di Torremaggiore (Foggia) esibitasi venerdì ha offerto al numeroso pubblico accorso in riviera uno spettacolo di notevole potenza e varietà di sparo, ieri sera è sceso in campo il team cinese, quello della China Jiangsu Tuhsu. La fruizione dello spettacolo è però stato ostacolato dalle condizioni climatiche, che hanno creato una pesante cappa sul porto, impedendo al fumo di dileguarsi rapidamente, attenuando così, purtroppo, la spettacolarità dell’esibizione degli orientali. Oggi terza serata dedicata ai fuochi d’artificio, con la performance della seconda classificata di Fiori di Fuoco del 1998, la tedesca J. Steffes Ollig. Giovedì 8 grande attesa per l’esibizione della canadese Apogée Fireworks, arrivata al secondo posto dell’edizione 2003, e che aveva lasciato organizzatori e pubblico favorevolmente colpiti. Sabato 10 è atteso il gran finale con lo spettacolo piromusicale fuori concorso ideato dalla Parente Fireworks, l’azienda che ormai da 8 anni s’impegna, insieme al Comune di Sanremo, per inaugurare l'estate sanremese con una manifestazione…scoppiettante! Il programma delle prossime serate: martedì 6 luglio ore 22.30 J.steffes Ollig (Germania) giovedì 8 luglio ore 22.30 Apogee Fireworks (Canada) sabato 10 luglio ore 22.30 Rappresentazione piromusicale fuori concorso "Emotions of Fire" di Parente Fireworks (Italia) Infolink: www.Fioridifuoco.com |
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Sanremo, 6 luglio 2004 - Dopo l'Italia, che con la Pirotecnica Soc.fontana di Torremaggiore (Foggia) esibitasi venerdì ha offerto al numeroso pubblico accorso in riviera uno spettacolo di notevole potenza e varietà di sparo, ieri sera è sceso in campo il team cinese, quello della China Jiangsu Tuhsu. La fruizione dello spettacolo è però stato ostacolato dalle condizioni climatiche, che hanno creato una pesante cappa sul porto, impedendo al fumo di dileguarsi rapidamente, attenuando così, purtroppo, la spettacolarità dell’esibizione degli orientali. Oggi terza serata dedicata ai fuochi d’artificio, con la performance della seconda classificata di Fiori di Fuoco del 1998, la tedesca J. Steffes Ollig. Giovedì 8 grande attesa per l’esibizione della canadese Apogée Fireworks, arrivata al secondo posto dell’edizione 2003, e che aveva lasciato organizzatori e pubblico favorevolmente colpiti. Sabato 10 è atteso il gran finale con lo spettacolo piromusicale fuori concorso ideato dalla Parente Fireworks, l’azienda che ormai da 8 anni s’impegna, insieme al Comune di Sanremo, per inaugurare l'estate sanremese con una manifestazione…scoppiettante! Il programma delle prossime serate: martedì 6 luglio ore 22.30 J.steffes Ollig (Germania) giovedì 8 luglio ore 22.30 Apogee Fireworks (Canada) sabato 10 luglio ore 22.30 Rappresentazione piromusicale fuori concorso "Emotions of Fire" di Parente Fireworks (Italia) Infolink: www.Fioridifuoco.com |
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Sanremo, 6 luglio 2004 - Dopo l'Italia, che con la Pirotecnica Soc.fontana di Torremaggiore (Foggia) esibitasi venerdì ha offerto al numeroso pubblico accorso in riviera uno spettacolo di notevole potenza e varietà di sparo, ieri sera è sceso in campo il team cinese, quello della China Jiangsu Tuhsu. La fruizione dello spettacolo è però stato ostacolato dalle condizioni climatiche, che hanno creato una pesante cappa sul porto, impedendo al fumo di dileguarsi rapidamente, attenuando così, purtroppo, la spettacolarità dell’esibizione degli orientali. Oggi terza serata dedicata ai fuochi d’artificio, con la performance della seconda classificata di Fiori di Fuoco del 1998, la tedesca J. Steffes Ollig. Giovedì 8 grande attesa per l’esibizione della canadese Apogée Fireworks, arrivata al secondo posto dell’edizione 2003, e che aveva lasciato organizzatori e pubblico favorevolmente colpiti. Sabato 10 è atteso il gran finale con lo spettacolo piromusicale fuori concorso ideato dalla Parente Fireworks, l’azienda che ormai da 8 anni s’impegna, insieme al Comune di Sanremo, per inaugurare l'estate sanremese con una manifestazione…scoppiettante! Il programma delle prossime serate: martedì 6 luglio ore 22.30 J.steffes Ollig (Germania) giovedì 8 luglio ore 22.30 Apogee Fireworks (Canada) sabato 10 luglio ore 22.30 Rappresentazione piromusicale fuori concorso "Emotions of Fire" di Parente Fireworks (Italia) Infolink: www.Fioridifuoco.com |
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APERTAMENTE OMAGGIO A… AGOSTINO SANTO, FILOSOFO, SCRITTORE |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo dello scorso maggio, quando 2000 persone hanno seguito l’incontro che si è svolto sull’altare maggiore del Duomo, il dibattito sulla figura di Agostino torna nel centro di Milano all’interno della rassegna culturale Apertamente, ideata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory per “Milano Ottagono”. «A milleseicento anni dalla sua morte, Agostino ancora vive. Vive fra i libri dei monaci e dei mistici, ma anche dei poeti, degli scrittori e sperimentatori dell’umano. Vive fra i libri dei filosofi. Anche perché dovunque Agostino parli di una cosa, è anzitutto dell’esperienza di quella cosa che parla». Così la pensa la filosofa Roberta De Monticelli, autrice di L’allegria della mente. Dialogo con Agostino (ed. Bruno Mondadori) che domani sarà ospite della serata intitolata Omaggio a… Agostino. Con lei Giorgio Pressburger, autore di Sulla fede (ed. Einaudi); libro in cui lo scrittore si interroga sul significato della fede, sul rapporto di questa con la solidarietà e la società, entrando nelle pieghe nascoste della mente umana. Il tema della serata prende spunto anche da un’affermazione di Agostino, suggerisce Finazzer Flory, che condurrà l’incontro: « Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra ». Già, ma cosa la rallegra? Apertamente Omaggio a… Agostino santo, filosofo, scrittore martedì 6 luglio, ore 21.00 Ottagono – Galleria Vittorio Emanuele per informazioni: 349.0908883 |
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APERTAMENTE OMAGGIO A… AGOSTINO SANTO, FILOSOFO, SCRITTORE |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo dello scorso maggio, quando 2000 persone hanno seguito l’incontro che si è svolto sull’altare maggiore del Duomo, il dibattito sulla figura di Agostino torna nel centro di Milano all’interno della rassegna culturale Apertamente, ideata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory per “Milano Ottagono”. «A milleseicento anni dalla sua morte, Agostino ancora vive. Vive fra i libri dei monaci e dei mistici, ma anche dei poeti, degli scrittori e sperimentatori dell’umano. Vive fra i libri dei filosofi. Anche perché dovunque Agostino parli di una cosa, è anzitutto dell’esperienza di quella cosa che parla». Così la pensa la filosofa Roberta De Monticelli, autrice di L’allegria della mente. Dialogo con Agostino (ed. Bruno Mondadori) che domani sarà ospite della serata intitolata Omaggio a… Agostino. Con lei Giorgio Pressburger, autore di Sulla fede (ed. Einaudi); libro in cui lo scrittore si interroga sul significato della fede, sul rapporto di questa con la solidarietà e la società, entrando nelle pieghe nascoste della mente umana. Il tema della serata prende spunto anche da un’affermazione di Agostino, suggerisce Finazzer Flory, che condurrà l’incontro: « Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra ». Già, ma cosa la rallegra? Apertamente Omaggio a… Agostino santo, filosofo, scrittore martedì 6 luglio, ore 21.00 Ottagono – Galleria Vittorio Emanuele per informazioni: 349.0908883 |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo dello scorso maggio, quando 2000 persone hanno seguito l’incontro che si è svolto sull’altare maggiore del Duomo, il dibattito sulla figura di Agostino torna nel centro di Milano all’interno della rassegna culturale Apertamente, ideata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory per “Milano Ottagono”. «A milleseicento anni dalla sua morte, Agostino ancora vive. Vive fra i libri dei monaci e dei mistici, ma anche dei poeti, degli scrittori e sperimentatori dell’umano. Vive fra i libri dei filosofi. Anche perché dovunque Agostino parli di una cosa, è anzitutto dell’esperienza di quella cosa che parla». Così la pensa la filosofa Roberta De Monticelli, autrice di L’allegria della mente. Dialogo con Agostino (ed. Bruno Mondadori) che domani sarà ospite della serata intitolata Omaggio a… Agostino. Con lei Giorgio Pressburger, autore di Sulla fede (ed. Einaudi); libro in cui lo scrittore si interroga sul significato della fede, sul rapporto di questa con la solidarietà e la società, entrando nelle pieghe nascoste della mente umana. Il tema della serata prende spunto anche da un’affermazione di Agostino, suggerisce Finazzer Flory, che condurrà l’incontro: « Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra ». Già, ma cosa la rallegra? Apertamente Omaggio a… Agostino santo, filosofo, scrittore martedì 6 luglio, ore 21.00 Ottagono – Galleria Vittorio Emanuele per informazioni: 349.0908883 |
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APERTAMENTE OMAGGIO A… AGOSTINO SANTO, FILOSOFO, SCRITTORE |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo dello scorso maggio, quando 2000 persone hanno seguito l’incontro che si è svolto sull’altare maggiore del Duomo, il dibattito sulla figura di Agostino torna nel centro di Milano all’interno della rassegna culturale Apertamente, ideata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory per “Milano Ottagono”. «A milleseicento anni dalla sua morte, Agostino ancora vive. Vive fra i libri dei monaci e dei mistici, ma anche dei poeti, degli scrittori e sperimentatori dell’umano. Vive fra i libri dei filosofi. Anche perché dovunque Agostino parli di una cosa, è anzitutto dell’esperienza di quella cosa che parla». Così la pensa la filosofa Roberta De Monticelli, autrice di L’allegria della mente. Dialogo con Agostino (ed. Bruno Mondadori) che domani sarà ospite della serata intitolata Omaggio a… Agostino. Con lei Giorgio Pressburger, autore di Sulla fede (ed. Einaudi); libro in cui lo scrittore si interroga sul significato della fede, sul rapporto di questa con la solidarietà e la società, entrando nelle pieghe nascoste della mente umana. Il tema della serata prende spunto anche da un’affermazione di Agostino, suggerisce Finazzer Flory, che condurrà l’incontro: « Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra ». Già, ma cosa la rallegra? Apertamente Omaggio a… Agostino santo, filosofo, scrittore martedì 6 luglio, ore 21.00 Ottagono – Galleria Vittorio Emanuele per informazioni: 349.0908883 |
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APERTAMENTE OMAGGIO A… AGOSTINO SANTO, FILOSOFO, SCRITTORE |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo dello scorso maggio, quando 2000 persone hanno seguito l’incontro che si è svolto sull’altare maggiore del Duomo, il dibattito sulla figura di Agostino torna nel centro di Milano all’interno della rassegna culturale Apertamente, ideata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory per “Milano Ottagono”. «A milleseicento anni dalla sua morte, Agostino ancora vive. Vive fra i libri dei monaci e dei mistici, ma anche dei poeti, degli scrittori e sperimentatori dell’umano. Vive fra i libri dei filosofi. Anche perché dovunque Agostino parli di una cosa, è anzitutto dell’esperienza di quella cosa che parla». Così la pensa la filosofa Roberta De Monticelli, autrice di L’allegria della mente. Dialogo con Agostino (ed. Bruno Mondadori) che domani sarà ospite della serata intitolata Omaggio a… Agostino. Con lei Giorgio Pressburger, autore di Sulla fede (ed. Einaudi); libro in cui lo scrittore si interroga sul significato della fede, sul rapporto di questa con la solidarietà e la società, entrando nelle pieghe nascoste della mente umana. Il tema della serata prende spunto anche da un’affermazione di Agostino, suggerisce Finazzer Flory, che condurrà l’incontro: « Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra ». Già, ma cosa la rallegra? Apertamente Omaggio a… Agostino santo, filosofo, scrittore martedì 6 luglio, ore 21.00 Ottagono – Galleria Vittorio Emanuele per informazioni: 349.0908883 |
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Milano, 6 luglio 2004 - Dopo il successo dello scorso maggio, quando 2000 persone hanno seguito l’incontro che si è svolto sull’altare maggiore del Duomo, il dibattito sulla figura di Agostino torna nel centro di Milano all’interno della rassegna culturale Apertamente, ideata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory per “Milano Ottagono”. «A milleseicento anni dalla sua morte, Agostino ancora vive. Vive fra i libri dei monaci e dei mistici, ma anche dei poeti, degli scrittori e sperimentatori dell’umano. Vive fra i libri dei filosofi. Anche perché dovunque Agostino parli di una cosa, è anzitutto dell’esperienza di quella cosa che parla». Così la pensa la filosofa Roberta De Monticelli, autrice di L’allegria della mente. Dialogo con Agostino (ed. Bruno Mondadori) che domani sarà ospite della serata intitolata Omaggio a… Agostino. Con lei Giorgio Pressburger, autore di Sulla fede (ed. Einaudi); libro in cui lo scrittore si interroga sul significato della fede, sul rapporto di questa con la solidarietà e la società, entrando nelle pieghe nascoste della mente umana. Il tema della serata prende spunto anche da un’affermazione di Agostino, suggerisce Finazzer Flory, che condurrà l’incontro: « Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra ». Già, ma cosa la rallegra? Apertamente Omaggio a… Agostino santo, filosofo, scrittore martedì 6 luglio, ore 21.00 Ottagono – Galleria Vittorio Emanuele per informazioni: 349.0908883 |
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INAUGURAZIONE DEL PARCO DELL’ ANFITEATRO ROMANO ANTIQUARIUM "ALDA LEVI" |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Vice Sindaco e Assessore ai Parchi e Giardini Riccardo De Corato ha presenziato ieri mattina alla conferenza stampa per l’inaugurazione del Parco dell’Anfiteatro Romano Antiquarium “Alda Levi”. “Sono molto contento di poter essere oggi qui in veste di rappresentante del Comune e anche come cittadino – commenta De Corato -all’inaugurazione di questa importante iniziativa realizzata dalla Soprintendenza in collaborazione con il Comune di Milano. Un’ iniziativa di grande valore culturale perche’ riporta alla luce un altro pezzo di un grande passato, come appunto fu quello romano, e di cui e’ ricco di testimonianze questo quartiere. Infatti i milanesi potranno tornare a varcare le soglie dell’Anfiteatro Romano, distrutto nel sesto secolo e che era piu’ grande dell’Arena di Verona”. “Soprattutto – prosegue il Vice Sindaco - oggi possiamo donare ai cittadini un altro spazio verde in pieno centro, attrezzato e dotato di valenza culturale e che potra’ essere liberamente fruita da tutti. Uno spazio che si ampliera’ ulteriormente perche’ il Comune sta acquisendo altre aree di proprieta’ privata”. “La collaborazione tra la soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e il Comune di Milano e la Regione ha permesso, attraverso un accordo di programma stipulato nel ’99, la realizzazione di questo importante progetto. In particolare il Comune ha affidato gli immobili di sua proprieta’ alla Soprintendenza per la realizzazione dell’opera”. “Una collaborazione che si inserisce pienamente nell’ottica di uno sviluppo del Patrimonio ambientale e culturale che questa amministrazione comunale sta perseguendo con tenacia. Collaborazione che viene recepita in una convenzione che sta per essere stipulata tra il Comune, la Soprintendenza per i Beni Archeologici e la Soprintendenza Regionale per i beni e le attivita’ culturali per proseguire insieme gli scavi e la sistemazione dell’area e, soprattutto con l’impegno di gestire in maniera coordinata tutto il complesso”. “Un altro importante progetto che si aggiunge a tanti altri che dal ’97 ad oggi il comune ha realizzato nel quartiere ticinese. Ricordo solo alcuni dei progetti piu’ importanti come la riqualificazione, per una spesa complessiva di 8 miliardi delle vecchie lire, di tutta l’area intorno alle colonne di San Lorenzo. I lavori hanno riguardato il trasferimento dei binari della linea 3 in corso di porta ticinese, la realizzazione di una piazza a fianco della basilica, la creazione di “una fascia di protezione” per le colonne e il rifacimento della pavimentazione e dell’illuminazione pubblica. Sempre nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area delle Colonne di San Lorenzo abbiamo recuperato dal degrado in cui versava un immobile di pregio in via dei Fabbri, ed e’ stato destinato a servizi sociali”. “Abbiamo riqualificato con un finanziamento di 3 miliardi delle vecchie lire il Parco delle Basiliche con l’introduzione di nuove 50 piante, parterre di rose e la costruzione di due campi gioco ed e’ stato reso piu’ sicuro attraverso una recinzione dotata di impianto di videsorveglianza”. “Abbiamo creato con un finanziamento di 800 mila euro una nuova isola pedonale con l’obiettivo di rendere piu’ vivibile questa pregiata area della citta’ eliminando la sosta selvaggia e il traffico di attraversamento. Inoltre sara’ avviato nel 2005 il recupero di piazza sant’Eustorgio e di via Santa Croce per circa due milioni di euro”. “Oggi il Parco dell’Anfiteatro interessa solo una parte del monumento perche’ il resto e’ ancora in terreni privati. Ma il comune si impegna ad acquisire le aree private circostanti per riportare alla luce tutto l’Anfiteatro e completare il progetto”. “Inoltre il Comune sempre nell’ambito di una proficua collaborazione e interazione con la Soprintendenza si occupera’ di garantire la sorveglianza diurna del Parco e di promuovere la didattica favorendo la conoscenza di questo nuovo tesoro cittadino presso i giovani e le scuole, come del resto gia’ accade con diverse iniziative che questa amministrazione comunale realizza per divulgare altre importanti aree verdi e luoghi culturali della nostra citta’. Mi riferisco in particolare ai percorsi botanici che vengono periodicamente organizzati al Parco Sempione e ai Giardini della Villa Reale”. “E’ la prima volta che Comune e Regione collaborano per la realizzazione e la gestione di un progetto di questa portata e mi auguro che questa intesa sia solo l’inizio di tante altre per poter contribuire ad accrescere la vivibilita’ e valorizzare la bellezza della nostra citta”. |
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INAUGURAZIONE DEL PARCO DELL’ ANFITEATRO ROMANO ANTIQUARIUM "ALDA LEVI" |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Vice Sindaco e Assessore ai Parchi e Giardini Riccardo De Corato ha presenziato ieri mattina alla conferenza stampa per l’inaugurazione del Parco dell’Anfiteatro Romano Antiquarium “Alda Levi”. “Sono molto contento di poter essere oggi qui in veste di rappresentante del Comune e anche come cittadino – commenta De Corato -all’inaugurazione di questa importante iniziativa realizzata dalla Soprintendenza in collaborazione con il Comune di Milano. Un’ iniziativa di grande valore culturale perche’ riporta alla luce un altro pezzo di un grande passato, come appunto fu quello romano, e di cui e’ ricco di testimonianze questo quartiere. Infatti i milanesi potranno tornare a varcare le soglie dell’Anfiteatro Romano, distrutto nel sesto secolo e che era piu’ grande dell’Arena di Verona”. “Soprattutto – prosegue il Vice Sindaco - oggi possiamo donare ai cittadini un altro spazio verde in pieno centro, attrezzato e dotato di valenza culturale e che potra’ essere liberamente fruita da tutti. Uno spazio che si ampliera’ ulteriormente perche’ il Comune sta acquisendo altre aree di proprieta’ privata”. “La collaborazione tra la soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e il Comune di Milano e la Regione ha permesso, attraverso un accordo di programma stipulato nel ’99, la realizzazione di questo importante progetto. In particolare il Comune ha affidato gli immobili di sua proprieta’ alla Soprintendenza per la realizzazione dell’opera”. “Una collaborazione che si inserisce pienamente nell’ottica di uno sviluppo del Patrimonio ambientale e culturale che questa amministrazione comunale sta perseguendo con tenacia. Collaborazione che viene recepita in una convenzione che sta per essere stipulata tra il Comune, la Soprintendenza per i Beni Archeologici e la Soprintendenza Regionale per i beni e le attivita’ culturali per proseguire insieme gli scavi e la sistemazione dell’area e, soprattutto con l’impegno di gestire in maniera coordinata tutto il complesso”. “Un altro importante progetto che si aggiunge a tanti altri che dal ’97 ad oggi il comune ha realizzato nel quartiere ticinese. Ricordo solo alcuni dei progetti piu’ importanti come la riqualificazione, per una spesa complessiva di 8 miliardi delle vecchie lire, di tutta l’area intorno alle colonne di San Lorenzo. I lavori hanno riguardato il trasferimento dei binari della linea 3 in corso di porta ticinese, la realizzazione di una piazza a fianco della basilica, la creazione di “una fascia di protezione” per le colonne e il rifacimento della pavimentazione e dell’illuminazione pubblica. Sempre nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area delle Colonne di San Lorenzo abbiamo recuperato dal degrado in cui versava un immobile di pregio in via dei Fabbri, ed e’ stato destinato a servizi sociali”. “Abbiamo riqualificato con un finanziamento di 3 miliardi delle vecchie lire il Parco delle Basiliche con l’introduzione di nuove 50 piante, parterre di rose e la costruzione di due campi gioco ed e’ stato reso piu’ sicuro attraverso una recinzione dotata di impianto di videsorveglianza”. “Abbiamo creato con un finanziamento di 800 mila euro una nuova isola pedonale con l’obiettivo di rendere piu’ vivibile questa pregiata area della citta’ eliminando la sosta selvaggia e il traffico di attraversamento. Inoltre sara’ avviato nel 2005 il recupero di piazza sant’Eustorgio e di via Santa Croce per circa due milioni di euro”. “Oggi il Parco dell’Anfiteatro interessa solo una parte del monumento perche’ il resto e’ ancora in terreni privati. Ma il comune si impegna ad acquisire le aree private circostanti per riportare alla luce tutto l’Anfiteatro e completare il progetto”. “Inoltre il Comune sempre nell’ambito di una proficua collaborazione e interazione con la Soprintendenza si occupera’ di garantire la sorveglianza diurna del Parco e di promuovere la didattica favorendo la conoscenza di questo nuovo tesoro cittadino presso i giovani e le scuole, come del resto gia’ accade con diverse iniziative che questa amministrazione comunale realizza per divulgare altre importanti aree verdi e luoghi culturali della nostra citta’. Mi riferisco in particolare ai percorsi botanici che vengono periodicamente organizzati al Parco Sempione e ai Giardini della Villa Reale”. “E’ la prima volta che Comune e Regione collaborano per la realizzazione e la gestione di un progetto di questa portata e mi auguro che questa intesa sia solo l’inizio di tante altre per poter contribuire ad accrescere la vivibilita’ e valorizzare la bellezza della nostra citta”. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Vice Sindaco e Assessore ai Parchi e Giardini Riccardo De Corato ha presenziato ieri mattina alla conferenza stampa per l’inaugurazione del Parco dell’Anfiteatro Romano Antiquarium “Alda Levi”. “Sono molto contento di poter essere oggi qui in veste di rappresentante del Comune e anche come cittadino – commenta De Corato -all’inaugurazione di questa importante iniziativa realizzata dalla Soprintendenza in collaborazione con il Comune di Milano. Un’ iniziativa di grande valore culturale perche’ riporta alla luce un altro pezzo di un grande passato, come appunto fu quello romano, e di cui e’ ricco di testimonianze questo quartiere. Infatti i milanesi potranno tornare a varcare le soglie dell’Anfiteatro Romano, distrutto nel sesto secolo e che era piu’ grande dell’Arena di Verona”. “Soprattutto – prosegue il Vice Sindaco - oggi possiamo donare ai cittadini un altro spazio verde in pieno centro, attrezzato e dotato di valenza culturale e che potra’ essere liberamente fruita da tutti. Uno spazio che si ampliera’ ulteriormente perche’ il Comune sta acquisendo altre aree di proprieta’ privata”. “La collaborazione tra la soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e il Comune di Milano e la Regione ha permesso, attraverso un accordo di programma stipulato nel ’99, la realizzazione di questo importante progetto. In particolare il Comune ha affidato gli immobili di sua proprieta’ alla Soprintendenza per la realizzazione dell’opera”. “Una collaborazione che si inserisce pienamente nell’ottica di uno sviluppo del Patrimonio ambientale e culturale che questa amministrazione comunale sta perseguendo con tenacia. Collaborazione che viene recepita in una convenzione che sta per essere stipulata tra il Comune, la Soprintendenza per i Beni Archeologici e la Soprintendenza Regionale per i beni e le attivita’ culturali per proseguire insieme gli scavi e la sistemazione dell’area e, soprattutto con l’impegno di gestire in maniera coordinata tutto il complesso”. “Un altro importante progetto che si aggiunge a tanti altri che dal ’97 ad oggi il comune ha realizzato nel quartiere ticinese. Ricordo solo alcuni dei progetti piu’ importanti come la riqualificazione, per una spesa complessiva di 8 miliardi delle vecchie lire, di tutta l’area intorno alle colonne di San Lorenzo. I lavori hanno riguardato il trasferimento dei binari della linea 3 in corso di porta ticinese, la realizzazione di una piazza a fianco della basilica, la creazione di “una fascia di protezione” per le colonne e il rifacimento della pavimentazione e dell’illuminazione pubblica. Sempre nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area delle Colonne di San Lorenzo abbiamo recuperato dal degrado in cui versava un immobile di pregio in via dei Fabbri, ed e’ stato destinato a servizi sociali”. “Abbiamo riqualificato con un finanziamento di 3 miliardi delle vecchie lire il Parco delle Basiliche con l’introduzione di nuove 50 piante, parterre di rose e la costruzione di due campi gioco ed e’ stato reso piu’ sicuro attraverso una recinzione dotata di impianto di videsorveglianza”. “Abbiamo creato con un finanziamento di 800 mila euro una nuova isola pedonale con l’obiettivo di rendere piu’ vivibile questa pregiata area della citta’ eliminando la sosta selvaggia e il traffico di attraversamento. Inoltre sara’ avviato nel 2005 il recupero di piazza sant’Eustorgio e di via Santa Croce per circa due milioni di euro”. “Oggi il Parco dell’Anfiteatro interessa solo una parte del monumento perche’ il resto e’ ancora in terreni privati. Ma il comune si impegna ad acquisire le aree private circostanti per riportare alla luce tutto l’Anfiteatro e completare il progetto”. “Inoltre il Comune sempre nell’ambito di una proficua collaborazione e interazione con la Soprintendenza si occupera’ di garantire la sorveglianza diurna del Parco e di promuovere la didattica favorendo la conoscenza di questo nuovo tesoro cittadino presso i giovani e le scuole, come del resto gia’ accade con diverse iniziative che questa amministrazione comunale realizza per divulgare altre importanti aree verdi e luoghi culturali della nostra citta’. Mi riferisco in particolare ai percorsi botanici che vengono periodicamente organizzati al Parco Sempione e ai Giardini della Villa Reale”. “E’ la prima volta che Comune e Regione collaborano per la realizzazione e la gestione di un progetto di questa portata e mi auguro che questa intesa sia solo l’inizio di tante altre per poter contribuire ad accrescere la vivibilita’ e valorizzare la bellezza della nostra citta”. |
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INAUGURAZIONE DEL PARCO DELL’ ANFITEATRO ROMANO ANTIQUARIUM "ALDA LEVI" |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Vice Sindaco e Assessore ai Parchi e Giardini Riccardo De Corato ha presenziato ieri mattina alla conferenza stampa per l’inaugurazione del Parco dell’Anfiteatro Romano Antiquarium “Alda Levi”. “Sono molto contento di poter essere oggi qui in veste di rappresentante del Comune e anche come cittadino – commenta De Corato -all’inaugurazione di questa importante iniziativa realizzata dalla Soprintendenza in collaborazione con il Comune di Milano. Un’ iniziativa di grande valore culturale perche’ riporta alla luce un altro pezzo di un grande passato, come appunto fu quello romano, e di cui e’ ricco di testimonianze questo quartiere. Infatti i milanesi potranno tornare a varcare le soglie dell’Anfiteatro Romano, distrutto nel sesto secolo e che era piu’ grande dell’Arena di Verona”. “Soprattutto – prosegue il Vice Sindaco - oggi possiamo donare ai cittadini un altro spazio verde in pieno centro, attrezzato e dotato di valenza culturale e che potra’ essere liberamente fruita da tutti. Uno spazio che si ampliera’ ulteriormente perche’ il Comune sta acquisendo altre aree di proprieta’ privata”. “La collaborazione tra la soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e il Comune di Milano e la Regione ha permesso, attraverso un accordo di programma stipulato nel ’99, la realizzazione di questo importante progetto. In particolare il Comune ha affidato gli immobili di sua proprieta’ alla Soprintendenza per la realizzazione dell’opera”. “Una collaborazione che si inserisce pienamente nell’ottica di uno sviluppo del Patrimonio ambientale e culturale che questa amministrazione comunale sta perseguendo con tenacia. Collaborazione che viene recepita in una convenzione che sta per essere stipulata tra il Comune, la Soprintendenza per i Beni Archeologici e la Soprintendenza Regionale per i beni e le attivita’ culturali per proseguire insieme gli scavi e la sistemazione dell’area e, soprattutto con l’impegno di gestire in maniera coordinata tutto il complesso”. “Un altro importante progetto che si aggiunge a tanti altri che dal ’97 ad oggi il comune ha realizzato nel quartiere ticinese. Ricordo solo alcuni dei progetti piu’ importanti come la riqualificazione, per una spesa complessiva di 8 miliardi delle vecchie lire, di tutta l’area intorno alle colonne di San Lorenzo. I lavori hanno riguardato il trasferimento dei binari della linea 3 in corso di porta ticinese, la realizzazione di una piazza a fianco della basilica, la creazione di “una fascia di protezione” per le colonne e il rifacimento della pavimentazione e dell’illuminazione pubblica. Sempre nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area delle Colonne di San Lorenzo abbiamo recuperato dal degrado in cui versava un immobile di pregio in via dei Fabbri, ed e’ stato destinato a servizi sociali”. “Abbiamo riqualificato con un finanziamento di 3 miliardi delle vecchie lire il Parco delle Basiliche con l’introduzione di nuove 50 piante, parterre di rose e la costruzione di due campi gioco ed e’ stato reso piu’ sicuro attraverso una recinzione dotata di impianto di videsorveglianza”. “Abbiamo creato con un finanziamento di 800 mila euro una nuova isola pedonale con l’obiettivo di rendere piu’ vivibile questa pregiata area della citta’ eliminando la sosta selvaggia e il traffico di attraversamento. Inoltre sara’ avviato nel 2005 il recupero di piazza sant’Eustorgio e di via Santa Croce per circa due milioni di euro”. “Oggi il Parco dell’Anfiteatro interessa solo una parte del monumento perche’ il resto e’ ancora in terreni privati. Ma il comune si impegna ad acquisire le aree private circostanti per riportare alla luce tutto l’Anfiteatro e completare il progetto”. “Inoltre il Comune sempre nell’ambito di una proficua collaborazione e interazione con la Soprintendenza si occupera’ di garantire la sorveglianza diurna del Parco e di promuovere la didattica favorendo la conoscenza di questo nuovo tesoro cittadino presso i giovani e le scuole, come del resto gia’ accade con diverse iniziative che questa amministrazione comunale realizza per divulgare altre importanti aree verdi e luoghi culturali della nostra citta’. Mi riferisco in particolare ai percorsi botanici che vengono periodicamente organizzati al Parco Sempione e ai Giardini della Villa Reale”. “E’ la prima volta che Comune e Regione collaborano per la realizzazione e la gestione di un progetto di questa portata e mi auguro che questa intesa sia solo l’inizio di tante altre per poter contribuire ad accrescere la vivibilita’ e valorizzare la bellezza della nostra citta”. |
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Milano, 6 luglio 2004 - Il Vice Sindaco e Assessore ai Parchi e Giardini Riccardo De Corato ha presenziato ieri mattina alla conferenza stampa per l’inaugurazione del Parco dell’Anfiteatro Romano Antiquarium “Alda Levi”. “Sono molto contento di poter essere oggi qui in veste di rappresentante del Comune e anche come cittadino – commenta De Corato -all’inaugurazione di questa importante iniziativa realizzata dalla Soprintendenza in collaborazione con il Comune di Milano. Un’ iniziativa di grande valore culturale perche’ riporta alla luce un altro pezzo di un grande passato, come appunto fu quello romano, e di cui e’ ricco di testimonianze questo quartiere. Infatti i milanesi potranno tornare a varcare le soglie dell’Anfiteatro Romano, distrutto nel sesto secolo e che era piu’ grande dell’Arena di Verona”. “Soprattutto – prosegue il Vice Sindaco - oggi possiamo donare ai cittadini un altro spazio verde in pieno centro, attrezzato e dotato di valenza culturale e che potra’ essere liberamente fruita da tutti. Uno spazio che si ampliera’ ulteriormente perche’ il Comune sta acquisendo altre aree di proprieta’ privata”. “La collaborazione tra la soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e il Comune di Milano e la Regione ha permesso, attraverso un accordo di programma stipulato nel ’99, la realizzazione di questo importante progetto. In particolare il Comune ha affidato gli immobili di sua proprieta’ alla Soprintendenza per la realizzazione dell’opera”. “Una collaborazione che si inserisce pienamente nell’ottica di uno sviluppo del Patrimonio ambientale e culturale che questa amministrazione comunale sta perseguendo con tenacia. Collaborazione che viene recepita in una convenzione che sta per essere stipulata tra il Comune, la Soprintendenza per i Beni Archeologici e la Soprintendenza Regionale per i beni e le attivita’ culturali per proseguire insieme gli scavi e la sistemazione dell’area e, soprattutto con l’impegno di gestire in maniera coordinata tutto il complesso”. “Un altro importante progetto che si aggiunge a tanti altri che dal ’97 ad oggi il comune ha realizzato nel quartiere ticinese. Ricordo solo alcuni dei progetti piu’ importanti come la riqualificazione, per una spesa complessiva di 8 miliardi delle vecchie lire, di tutta l’area intorno alle colonne di San Lorenzo. I lavori hanno riguardato il trasferimento dei binari della linea 3 in corso di porta ticinese, la realizzazione di una piazza a fianco della basilica, la creazione di “una fascia di protezione” per le colonne e il rifacimento della pavimentazione e dell’illuminazione pubblica. Sempre nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area delle Colonne di San Lorenzo abbiamo recuperato dal degrado in cui versava un immobile di pregio in via dei Fabbri, ed e’ stato destinato a servizi sociali”. “Abbiamo riqualificato con un finanziamento di 3 miliardi delle vecchie lire il Parco delle Basiliche con l’introduzione di nuove 50 piante, parterre di rose e la costruzione di due campi gioco ed e’ stato reso piu’ sicuro attraverso una recinzione dotata di impianto di videsorveglianza”. “Abbiamo creato con un finanziamento di 800 mila euro una nuova isola pedonale con l’obiettivo di rendere piu’ vivibile questa pregiata area della citta’ eliminando la sosta selvaggia e il traffico di attraversamento. Inoltre sara’ avviato nel 2005 il recupero di piazza sant’Eustorgio e di via Santa Croce per circa due milioni di euro”. “Oggi il Parco dell’Anfiteatro interessa solo una parte del monumento perche’ il resto e’ ancora in terreni privati. Ma il comune si impegna ad acquisire le aree private circostanti per riportare alla luce tutto l’Anfiteatro e completare il progetto”. “Inoltre il Comune sempre nell’ambito di una proficua collaborazione e interazione con la Soprintendenza si occupera’ di garantire la sorveglianza diurna del Parco e di promuovere la didattica favorendo la conoscenza di questo nuovo tesoro cittadino presso i giovani e le scuole, come del resto gia’ accade con diverse iniziative che questa amministrazione comunale realizza per divulgare altre importanti aree verdi e luoghi culturali della nostra citta’. Mi riferisco in particolare ai percorsi botanici che vengono periodicamente organizzati al Parco Sempione e ai Giardini della Villa Reale”. “E’ la prima volta che Comune e Regione collaborano per la realizzazione e la gestione di un progetto di questa portata e mi auguro che questa intesa sia solo l’inizio di tante altre per poter contribuire ad accrescere la vivibilita’ e valorizzare la bellezza della nostra citta”. |
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A PREDAZZO NEL CONCORSO NAZIONALE “B” ANCHE ALCUNI BIG INTERNAZIONALI |
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Predazzo, 6 luglio 2004 - Ieri “aria nuova” alla 10 Giorni Equestre di Predazzo: dopo la conclusione del Concorso Internazionale Csi, tre giorni coronati dal successo e da una partecipazione di alto spessore, ieri sono arrivati i nuovi cavalli che oggi e mercoledì parteciperanno al Concorso Nazionale di Tipo B. Oltre 300 splendidi animali che hanno affollato le scuderie finalmente aperte al pubblico perché, secondo il regolamento, i cavalli dell’internazionale sono sempre sotto stretta sorveglianza. Giovanni Bussu, chef de corse, ha predisposto i nuovi tracciati, ovviamente meno impegnativi, ma a suo dire sicuramente molto spettacolari e che daranno vita a due giornate di gare avvincenti. Lo spettacolo, oltre che dall’affollata partecipazione che costringerà gli organizzatori dei concorsi ippici fiemmesi ad un superlavoro dal mattino presto a pomeriggio tardo, è garantito dalla presenza di alcuni cavalieri ed amazzoni d’èlite che dopo aver concluso l’impegno internazionale si fermeranno a Predazzo per i due concorsi nazionali. Tra gli altri, sono iscritti il grande Thomas Fruehmann che oltre a dominare le gare di Predazzo ha anche vinto due Coppe del Mondo, un atro mattatore dei concorsi di Predazzo, Vincenzo Chimirri, poi Campagnaro, Carraro, quindi l’azzurra Alessia Marioni, la messicana Marcela Lobo, Clarissa Crotta, Riccardo Patrese con sue figlia Maddalena, i trentini Daldoss, Sembenotti e Baldassarini e l’immancabile Verena Devarda. Oggi sono previste gare per cavalli esordienti di 4 anni, debuttanti di 5 anni, “giovani” di 6 anni, quindi due gare per cavalieri di 1° grado con ostacoli a 120 e 130 ed infine i due attesi premi per cavalieri di secondo grado con ostacoli a 135 e 140. Da venerdì a domenica, infine, ultima fase di questa 28.Ma 10 Giorni Equestre, con l’attesissimo Concorso di tipo A che sabato prevede il Gran Premio e che culminerà domenica con lo spettacolare Derby di Predazzo. Come sempre l’ingresso per il pubblico al campo di gara è gratuito. Informazioni dettagliate sul sito www.10giorniequestre.It |
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A PREDAZZO NEL CONCORSO NAZIONALE “B” ANCHE ALCUNI BIG INTERNAZIONALI |
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Predazzo, 6 luglio 2004 - Ieri “aria nuova” alla 10 Giorni Equestre di Predazzo: dopo la conclusione del Concorso Internazionale Csi, tre giorni coronati dal successo e da una partecipazione di alto spessore, ieri sono arrivati i nuovi cavalli che oggi e mercoledì parteciperanno al Concorso Nazionale di Tipo B. Oltre 300 splendidi animali che hanno affollato le scuderie finalmente aperte al pubblico perché, secondo il regolamento, i cavalli dell’internazionale sono sempre sotto stretta sorveglianza. Giovanni Bussu, chef de corse, ha predisposto i nuovi tracciati, ovviamente meno impegnativi, ma a suo dire sicuramente molto spettacolari e che daranno vita a due giornate di gare avvincenti. Lo spettacolo, oltre che dall’affollata partecipazione che costringerà gli organizzatori dei concorsi ippici fiemmesi ad un superlavoro dal mattino presto a pomeriggio tardo, è garantito dalla presenza di alcuni cavalieri ed amazzoni d’èlite che dopo aver concluso l’impegno internazionale si fermeranno a Predazzo per i due concorsi nazionali. Tra gli altri, sono iscritti il grande Thomas Fruehmann che oltre a dominare le gare di Predazzo ha anche vinto due Coppe del Mondo, un atro mattatore dei concorsi di Predazzo, Vincenzo Chimirri, poi Campagnaro, Carraro, quindi l’azzurra Alessia Marioni, la messicana Marcela Lobo, Clarissa Crotta, Riccardo Patrese con sue figlia Maddalena, i trentini Daldoss, Sembenotti e Baldassarini e l’immancabile Verena Devarda. Oggi sono previste gare per cavalli esordienti di 4 anni, debuttanti di 5 anni, “giovani” di 6 anni, quindi due gare per cavalieri di 1° grado con ostacoli a 120 e 130 ed infine i due attesi premi per cavalieri di secondo grado con ostacoli a 135 e 140. Da venerdì a domenica, infine, ultima fase di questa 28.Ma 10 Giorni Equestre, con l’attesissimo Concorso di tipo A che sabato prevede il Gran Premio e che culminerà domenica con lo spettacolare Derby di Predazzo. Come sempre l’ingresso per il pubblico al campo di gara è gratuito. Informazioni dettagliate sul sito www.10giorniequestre.It |
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A PREDAZZO NEL CONCORSO NAZIONALE “B” ANCHE ALCUNI BIG INTERNAZIONALI |
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Predazzo, 6 luglio 2004 - Ieri “aria nuova” alla 10 Giorni Equestre di Predazzo: dopo la conclusione del Concorso Internazionale Csi, tre giorni coronati dal successo e da una partecipazione di alto spessore, ieri sono arrivati i nuovi cavalli che oggi e mercoledì parteciperanno al Concorso Nazionale di Tipo B. Oltre 300 splendidi animali che hanno affollato le scuderie finalmente aperte al pubblico perché, secondo il regolamento, i cavalli dell’internazionale sono sempre sotto stretta sorveglianza. Giovanni Bussu, chef de corse, ha predisposto i nuovi tracciati, ovviamente meno impegnativi, ma a suo dire sicuramente molto spettacolari e che daranno vita a due giornate di gare avvincenti. Lo spettacolo, oltre che dall’affollata partecipazione che costringerà gli organizzatori dei concorsi ippici fiemmesi ad un superlavoro dal mattino presto a pomeriggio tardo, è garantito dalla presenza di alcuni cavalieri ed amazzoni d’èlite che dopo aver concluso l’impegno internazionale si fermeranno a Predazzo per i due concorsi nazionali. Tra gli altri, sono iscritti il grande Thomas Fruehmann che oltre a dominare le gare di Predazzo ha anche vinto due Coppe del Mondo, un atro mattatore dei concorsi di Predazzo, Vincenzo Chimirri, poi Campagnaro, Carraro, quindi l’azzurra Alessia Marioni, la messicana Marcela Lobo, Clarissa Crotta, Riccardo Patrese con sue figlia Maddalena, i trentini Daldoss, Sembenotti e Baldassarini e l’immancabile Verena Devarda. Oggi sono previste gare per cavalli esordienti di 4 anni, debuttanti di 5 anni, “giovani” di 6 anni, quindi due gare per cavalieri di 1° grado con ostacoli a 120 e 130 ed infine i due attesi premi per cavalieri di secondo grado con ostacoli a 135 e 140. Da venerdì a domenica, infine, ultima fase di questa 28.Ma 10 Giorni Equestre, con l’attesissimo Concorso di tipo A che sabato prevede il Gran Premio e che culminerà domenica con lo spettacolare Derby di Predazzo. Come sempre l’ingresso per il pubblico al campo di gara è gratuito. Informazioni dettagliate sul sito www.10giorniequestre.It |
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Predazzo, 6 luglio 2004 - Ieri “aria nuova” alla 10 Giorni Equestre di Predazzo: dopo la conclusione del Concorso Internazionale Csi, tre giorni coronati dal successo e da una partecipazione di alto spessore, ieri sono arrivati i nuovi cavalli che oggi e mercoledì parteciperanno al Concorso Nazionale di Tipo B. Oltre 300 splendidi animali che hanno affollato le scuderie finalmente aperte al pubblico perché, secondo il regolamento, i cavalli dell’internazionale sono sempre sotto stretta sorveglianza. Giovanni Bussu, chef de corse, ha predisposto i nuovi tracciati, ovviamente meno impegnativi, ma a suo dire sicuramente molto spettacolari e che daranno vita a due giornate di gare avvincenti. Lo spettacolo, oltre che dall’affollata partecipazione che costringerà gli organizzatori dei concorsi ippici fiemmesi ad un superlavoro dal mattino presto a pomeriggio tardo, è garantito dalla presenza di alcuni cavalieri ed amazzoni d’èlite che dopo aver concluso l’impegno internazionale si fermeranno a Predazzo per i due concorsi nazionali. Tra gli altri, sono iscritti il grande Thomas Fruehmann che oltre a dominare le gare di Predazzo ha anche vinto due Coppe del Mondo, un atro mattatore dei concorsi di Predazzo, Vincenzo Chimirri, poi Campagnaro, Carraro, quindi l’azzurra Alessia Marioni, la messicana Marcela Lobo, Clarissa Crotta, Riccardo Patrese con sue figlia Maddalena, i trentini Daldoss, Sembenotti e Baldassarini e l’immancabile Verena Devarda. Oggi sono previste gare per cavalli esordienti di 4 anni, debuttanti di 5 anni, “giovani” di 6 anni, quindi due gare per cavalieri di 1° grado con ostacoli a 120 e 130 ed infine i due attesi premi per cavalieri di secondo grado con ostacoli a 135 e 140. Da venerdì a domenica, infine, ultima fase di questa 28.Ma 10 Giorni Equestre, con l’attesissimo Concorso di tipo A che sabato prevede il Gran Premio e che culminerà domenica con lo spettacolare Derby di Predazzo. Come sempre l’ingresso per il pubblico al campo di gara è gratuito. Informazioni dettagliate sul sito www.10giorniequestre.It |
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