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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Luglio 2004
Pagina1
SE VOGLIAMO RESTARE COMPETITIVI LE MENTALITÀ DEVONO CAMBIARE, AFFERMA IL CONSIGLIO INFORMALE COMPETITIVITÀ  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Obiettivi di Lisbona, Sesto programma quadro (6Pq) e piattaforme tecnologiche erano nell'agenda del Consiglio informale Competitività che il 1° luglio ha segnato l'avvio della Presidenza olandese dell'Ue. La conclusione principale è stata che, se l'Ue vuole rimanere competitiva sulla scena mondiale, la mentalità degl'imprenditori europei deve cambiare, hanno spiegato il 3 luglio nel corso di in una conferenza stampa i copresidenti della riunione Laurens-jan Brinkhorst, ministro olandese dell'Economia, e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza. 'È stato un Consiglio molto interessante e informativo, nel quale abbiamo discusso come rimettere in moto l'Europa', ha detto Brinkhorst. La sensazione generale è stata che l'obiettivo di Lisbona di rendere entro il 2010 l'Unione europea la più competitiva e dinamica economia basata sulla conoscenza non è affatto sorpassato, ma è importante quanto mai, ha aggiunto. Le discussioni, hanno spiegato i due ministri olandesi, vertevano sui due temi della ricerca e delle imprese, e su come incoraggiare l'innovazione. La valutazione del 6Pq era una delle priorità dell'agenda, ed è apparso chiaramente che i programmi quadro richiedono un qualche tipo di semplificazione 'perché le Pmi (piccole e medie imprese) non riescono ad orientarsi nelle procedure e i programmi sono troppo farraginosi', ha detto Brinkhorst. 'Le Pmi non hanno semplicemente tempo da perdere con tutte queste carte'. Entrambi i ministri hanno insistito affinché il programma quadro si concentri di più su alcuni settori fondamentali. A proposito del bilancio del 6Pq, hanno aggiunto i ministri, ci si è trovati d'accordo sul fatto che l'Ue dovrebbe aumentare i fondi per la ricerca spostandoli da altre aree politiche. Van der Hoeven ha rivelato che le Pmi ad alta intensità di ricerca saranno una priorità assoluta nell'agenda del Consiglio Competitività della Presidenza olandese. 'La situazione cambia da un paese all'altro e molte decisioni non possono essere prese a livello europeo; dobbiamo però fare di più in termini di cooperazione tra università e Pmi. Possiamo riconoscere i problemi comuni a livello europeo e scambiarci le buone prassi'. 'Dobbiamo concentrarci sulle spin-off e il finanziamento del capitale di rischio', ha aggiunto Brinkhorst. Negli Stati Uniti, ha detto Brinkhorst, tutti si rendono conto che se correte un rischio è possibile che il tentativo fallisca. In Europa, invece, se correte dei rischi e fallite venite praticamente criminalizzato. 'Le cose devono cambiare: dobbiamo cambiare mentalità per rendere l'Europa più innovativa, e un mezzo per arrivarci è spiegare agli europei i rischi che corrono se non cambiano. Dobbiamo andare verso il modello americano'. Sul tema di trasformare gli obiettivi di competitività in risultati pratici, Brinkhorst ha aggiunto: 'Il problema con l'Europa non è che non sappiamo quel che stiamo facendo, ma che dovremmo fissarci su quel che abbiamo detto'. Passando alle piattaforme tecnologiche europee, i due ministri hanno riconosciuto che se alcune non hanno dato i risultati attesi altre, ad esempio la piattaforma idrogeno, sono state molto utili. Scopo delle piattaforme, ha spiegato van der Hoeven, è mettere insieme tre pilastri: industria, università e governi. Il raggruppamento di attività dovrebbe comunque sempre essere guidato dal settore industriale, ha aggiunto. Van der Hoeven crede che l'Europa dovrebbe sviluppare migliori rapporti tra industria e università per valorizzare l'innovazione, e che le scelte finiscono spesso in nulla quando si tratta di discutere di soldi e di cosa considerare prioritario. I Paesi Bassi, ha spiegato il ministro per l'Istruzione e la ricerca, stanno cambiando il loro sistema di finanziamento delle università affinché parte dei fondi vada alla valorizzazione dell'innovazione. 'Suggeriremo di applicare lo stesso principio anche a livello europeo', ha aggiunto. Brinkhorst ha chiuso la conferenza stampa citando un collega che durante la seduta del Consiglio ha detto: ''Credo che Maastricht appartenga un poco a noi tutti' - Ecco quello che ci piace sentir dire', ha concluso.  
   
   
SE VOGLIAMO RESTARE COMPETITIVI LE MENTALITÀ DEVONO CAMBIARE, AFFERMA IL CONSIGLIO INFORMALE COMPETITIVITÀ  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Obiettivi di Lisbona, Sesto programma quadro (6Pq) e piattaforme tecnologiche erano nell'agenda del Consiglio informale Competitività che il 1° luglio ha segnato l'avvio della Presidenza olandese dell'Ue. La conclusione principale è stata che, se l'Ue vuole rimanere competitiva sulla scena mondiale, la mentalità degl'imprenditori europei deve cambiare, hanno spiegato il 3 luglio nel corso di in una conferenza stampa i copresidenti della riunione Laurens-jan Brinkhorst, ministro olandese dell'Economia, e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza. 'È stato un Consiglio molto interessante e informativo, nel quale abbiamo discusso come rimettere in moto l'Europa', ha detto Brinkhorst. La sensazione generale è stata che l'obiettivo di Lisbona di rendere entro il 2010 l'Unione europea la più competitiva e dinamica economia basata sulla conoscenza non è affatto sorpassato, ma è importante quanto mai, ha aggiunto. Le discussioni, hanno spiegato i due ministri olandesi, vertevano sui due temi della ricerca e delle imprese, e su come incoraggiare l'innovazione. La valutazione del 6Pq era una delle priorità dell'agenda, ed è apparso chiaramente che i programmi quadro richiedono un qualche tipo di semplificazione 'perché le Pmi (piccole e medie imprese) non riescono ad orientarsi nelle procedure e i programmi sono troppo farraginosi', ha detto Brinkhorst. 'Le Pmi non hanno semplicemente tempo da perdere con tutte queste carte'. Entrambi i ministri hanno insistito affinché il programma quadro si concentri di più su alcuni settori fondamentali. A proposito del bilancio del 6Pq, hanno aggiunto i ministri, ci si è trovati d'accordo sul fatto che l'Ue dovrebbe aumentare i fondi per la ricerca spostandoli da altre aree politiche. Van der Hoeven ha rivelato che le Pmi ad alta intensità di ricerca saranno una priorità assoluta nell'agenda del Consiglio Competitività della Presidenza olandese. 'La situazione cambia da un paese all'altro e molte decisioni non possono essere prese a livello europeo; dobbiamo però fare di più in termini di cooperazione tra università e Pmi. Possiamo riconoscere i problemi comuni a livello europeo e scambiarci le buone prassi'. 'Dobbiamo concentrarci sulle spin-off e il finanziamento del capitale di rischio', ha aggiunto Brinkhorst. Negli Stati Uniti, ha detto Brinkhorst, tutti si rendono conto che se correte un rischio è possibile che il tentativo fallisca. In Europa, invece, se correte dei rischi e fallite venite praticamente criminalizzato. 'Le cose devono cambiare: dobbiamo cambiare mentalità per rendere l'Europa più innovativa, e un mezzo per arrivarci è spiegare agli europei i rischi che corrono se non cambiano. Dobbiamo andare verso il modello americano'. Sul tema di trasformare gli obiettivi di competitività in risultati pratici, Brinkhorst ha aggiunto: 'Il problema con l'Europa non è che non sappiamo quel che stiamo facendo, ma che dovremmo fissarci su quel che abbiamo detto'. Passando alle piattaforme tecnologiche europee, i due ministri hanno riconosciuto che se alcune non hanno dato i risultati attesi altre, ad esempio la piattaforma idrogeno, sono state molto utili. Scopo delle piattaforme, ha spiegato van der Hoeven, è mettere insieme tre pilastri: industria, università e governi. Il raggruppamento di attività dovrebbe comunque sempre essere guidato dal settore industriale, ha aggiunto. Van der Hoeven crede che l'Europa dovrebbe sviluppare migliori rapporti tra industria e università per valorizzare l'innovazione, e che le scelte finiscono spesso in nulla quando si tratta di discutere di soldi e di cosa considerare prioritario. I Paesi Bassi, ha spiegato il ministro per l'Istruzione e la ricerca, stanno cambiando il loro sistema di finanziamento delle università affinché parte dei fondi vada alla valorizzazione dell'innovazione. 'Suggeriremo di applicare lo stesso principio anche a livello europeo', ha aggiunto. Brinkhorst ha chiuso la conferenza stampa citando un collega che durante la seduta del Consiglio ha detto: ''Credo che Maastricht appartenga un poco a noi tutti' - Ecco quello che ci piace sentir dire', ha concluso.  
   
   
SE VOGLIAMO RESTARE COMPETITIVI LE MENTALITÀ DEVONO CAMBIARE, AFFERMA IL CONSIGLIO INFORMALE COMPETITIVITÀ  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Obiettivi di Lisbona, Sesto programma quadro (6Pq) e piattaforme tecnologiche erano nell'agenda del Consiglio informale Competitività che il 1° luglio ha segnato l'avvio della Presidenza olandese dell'Ue. La conclusione principale è stata che, se l'Ue vuole rimanere competitiva sulla scena mondiale, la mentalità degl'imprenditori europei deve cambiare, hanno spiegato il 3 luglio nel corso di in una conferenza stampa i copresidenti della riunione Laurens-jan Brinkhorst, ministro olandese dell'Economia, e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza. 'È stato un Consiglio molto interessante e informativo, nel quale abbiamo discusso come rimettere in moto l'Europa', ha detto Brinkhorst. La sensazione generale è stata che l'obiettivo di Lisbona di rendere entro il 2010 l'Unione europea la più competitiva e dinamica economia basata sulla conoscenza non è affatto sorpassato, ma è importante quanto mai, ha aggiunto. Le discussioni, hanno spiegato i due ministri olandesi, vertevano sui due temi della ricerca e delle imprese, e su come incoraggiare l'innovazione. La valutazione del 6Pq era una delle priorità dell'agenda, ed è apparso chiaramente che i programmi quadro richiedono un qualche tipo di semplificazione 'perché le Pmi (piccole e medie imprese) non riescono ad orientarsi nelle procedure e i programmi sono troppo farraginosi', ha detto Brinkhorst. 'Le Pmi non hanno semplicemente tempo da perdere con tutte queste carte'. Entrambi i ministri hanno insistito affinché il programma quadro si concentri di più su alcuni settori fondamentali. A proposito del bilancio del 6Pq, hanno aggiunto i ministri, ci si è trovati d'accordo sul fatto che l'Ue dovrebbe aumentare i fondi per la ricerca spostandoli da altre aree politiche. Van der Hoeven ha rivelato che le Pmi ad alta intensità di ricerca saranno una priorità assoluta nell'agenda del Consiglio Competitività della Presidenza olandese. 'La situazione cambia da un paese all'altro e molte decisioni non possono essere prese a livello europeo; dobbiamo però fare di più in termini di cooperazione tra università e Pmi. Possiamo riconoscere i problemi comuni a livello europeo e scambiarci le buone prassi'. 'Dobbiamo concentrarci sulle spin-off e il finanziamento del capitale di rischio', ha aggiunto Brinkhorst. Negli Stati Uniti, ha detto Brinkhorst, tutti si rendono conto che se correte un rischio è possibile che il tentativo fallisca. In Europa, invece, se correte dei rischi e fallite venite praticamente criminalizzato. 'Le cose devono cambiare: dobbiamo cambiare mentalità per rendere l'Europa più innovativa, e un mezzo per arrivarci è spiegare agli europei i rischi che corrono se non cambiano. Dobbiamo andare verso il modello americano'. Sul tema di trasformare gli obiettivi di competitività in risultati pratici, Brinkhorst ha aggiunto: 'Il problema con l'Europa non è che non sappiamo quel che stiamo facendo, ma che dovremmo fissarci su quel che abbiamo detto'. Passando alle piattaforme tecnologiche europee, i due ministri hanno riconosciuto che se alcune non hanno dato i risultati attesi altre, ad esempio la piattaforma idrogeno, sono state molto utili. Scopo delle piattaforme, ha spiegato van der Hoeven, è mettere insieme tre pilastri: industria, università e governi. Il raggruppamento di attività dovrebbe comunque sempre essere guidato dal settore industriale, ha aggiunto. Van der Hoeven crede che l'Europa dovrebbe sviluppare migliori rapporti tra industria e università per valorizzare l'innovazione, e che le scelte finiscono spesso in nulla quando si tratta di discutere di soldi e di cosa considerare prioritario. I Paesi Bassi, ha spiegato il ministro per l'Istruzione e la ricerca, stanno cambiando il loro sistema di finanziamento delle università affinché parte dei fondi vada alla valorizzazione dell'innovazione. 'Suggeriremo di applicare lo stesso principio anche a livello europeo', ha aggiunto. Brinkhorst ha chiuso la conferenza stampa citando un collega che durante la seduta del Consiglio ha detto: ''Credo che Maastricht appartenga un poco a noi tutti' - Ecco quello che ci piace sentir dire', ha concluso.  
   
   
SE VOGLIAMO RESTARE COMPETITIVI LE MENTALITÀ DEVONO CAMBIARE, AFFERMA IL CONSIGLIO INFORMALE COMPETITIVITÀ  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Obiettivi di Lisbona, Sesto programma quadro (6Pq) e piattaforme tecnologiche erano nell'agenda del Consiglio informale Competitività che il 1° luglio ha segnato l'avvio della Presidenza olandese dell'Ue. La conclusione principale è stata che, se l'Ue vuole rimanere competitiva sulla scena mondiale, la mentalità degl'imprenditori europei deve cambiare, hanno spiegato il 3 luglio nel corso di in una conferenza stampa i copresidenti della riunione Laurens-jan Brinkhorst, ministro olandese dell'Economia, e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza. 'È stato un Consiglio molto interessante e informativo, nel quale abbiamo discusso come rimettere in moto l'Europa', ha detto Brinkhorst. La sensazione generale è stata che l'obiettivo di Lisbona di rendere entro il 2010 l'Unione europea la più competitiva e dinamica economia basata sulla conoscenza non è affatto sorpassato, ma è importante quanto mai, ha aggiunto. Le discussioni, hanno spiegato i due ministri olandesi, vertevano sui due temi della ricerca e delle imprese, e su come incoraggiare l'innovazione. La valutazione del 6Pq era una delle priorità dell'agenda, ed è apparso chiaramente che i programmi quadro richiedono un qualche tipo di semplificazione 'perché le Pmi (piccole e medie imprese) non riescono ad orientarsi nelle procedure e i programmi sono troppo farraginosi', ha detto Brinkhorst. 'Le Pmi non hanno semplicemente tempo da perdere con tutte queste carte'. Entrambi i ministri hanno insistito affinché il programma quadro si concentri di più su alcuni settori fondamentali. A proposito del bilancio del 6Pq, hanno aggiunto i ministri, ci si è trovati d'accordo sul fatto che l'Ue dovrebbe aumentare i fondi per la ricerca spostandoli da altre aree politiche. Van der Hoeven ha rivelato che le Pmi ad alta intensità di ricerca saranno una priorità assoluta nell'agenda del Consiglio Competitività della Presidenza olandese. 'La situazione cambia da un paese all'altro e molte decisioni non possono essere prese a livello europeo; dobbiamo però fare di più in termini di cooperazione tra università e Pmi. Possiamo riconoscere i problemi comuni a livello europeo e scambiarci le buone prassi'. 'Dobbiamo concentrarci sulle spin-off e il finanziamento del capitale di rischio', ha aggiunto Brinkhorst. Negli Stati Uniti, ha detto Brinkhorst, tutti si rendono conto che se correte un rischio è possibile che il tentativo fallisca. In Europa, invece, se correte dei rischi e fallite venite praticamente criminalizzato. 'Le cose devono cambiare: dobbiamo cambiare mentalità per rendere l'Europa più innovativa, e un mezzo per arrivarci è spiegare agli europei i rischi che corrono se non cambiano. Dobbiamo andare verso il modello americano'. Sul tema di trasformare gli obiettivi di competitività in risultati pratici, Brinkhorst ha aggiunto: 'Il problema con l'Europa non è che non sappiamo quel che stiamo facendo, ma che dovremmo fissarci su quel che abbiamo detto'. Passando alle piattaforme tecnologiche europee, i due ministri hanno riconosciuto che se alcune non hanno dato i risultati attesi altre, ad esempio la piattaforma idrogeno, sono state molto utili. Scopo delle piattaforme, ha spiegato van der Hoeven, è mettere insieme tre pilastri: industria, università e governi. Il raggruppamento di attività dovrebbe comunque sempre essere guidato dal settore industriale, ha aggiunto. Van der Hoeven crede che l'Europa dovrebbe sviluppare migliori rapporti tra industria e università per valorizzare l'innovazione, e che le scelte finiscono spesso in nulla quando si tratta di discutere di soldi e di cosa considerare prioritario. I Paesi Bassi, ha spiegato il ministro per l'Istruzione e la ricerca, stanno cambiando il loro sistema di finanziamento delle università affinché parte dei fondi vada alla valorizzazione dell'innovazione. 'Suggeriremo di applicare lo stesso principio anche a livello europeo', ha aggiunto. Brinkhorst ha chiuso la conferenza stampa citando un collega che durante la seduta del Consiglio ha detto: ''Credo che Maastricht appartenga un poco a noi tutti' - Ecco quello che ci piace sentir dire', ha concluso.  
   
   
SE VOGLIAMO RESTARE COMPETITIVI LE MENTALITÀ DEVONO CAMBIARE, AFFERMA IL CONSIGLIO INFORMALE COMPETITIVITÀ  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Obiettivi di Lisbona, Sesto programma quadro (6Pq) e piattaforme tecnologiche erano nell'agenda del Consiglio informale Competitività che il 1° luglio ha segnato l'avvio della Presidenza olandese dell'Ue. La conclusione principale è stata che, se l'Ue vuole rimanere competitiva sulla scena mondiale, la mentalità degl'imprenditori europei deve cambiare, hanno spiegato il 3 luglio nel corso di in una conferenza stampa i copresidenti della riunione Laurens-jan Brinkhorst, ministro olandese dell'Economia, e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza. 'È stato un Consiglio molto interessante e informativo, nel quale abbiamo discusso come rimettere in moto l'Europa', ha detto Brinkhorst. La sensazione generale è stata che l'obiettivo di Lisbona di rendere entro il 2010 l'Unione europea la più competitiva e dinamica economia basata sulla conoscenza non è affatto sorpassato, ma è importante quanto mai, ha aggiunto. Le discussioni, hanno spiegato i due ministri olandesi, vertevano sui due temi della ricerca e delle imprese, e su come incoraggiare l'innovazione. La valutazione del 6Pq era una delle priorità dell'agenda, ed è apparso chiaramente che i programmi quadro richiedono un qualche tipo di semplificazione 'perché le Pmi (piccole e medie imprese) non riescono ad orientarsi nelle procedure e i programmi sono troppo farraginosi', ha detto Brinkhorst. 'Le Pmi non hanno semplicemente tempo da perdere con tutte queste carte'. Entrambi i ministri hanno insistito affinché il programma quadro si concentri di più su alcuni settori fondamentali. A proposito del bilancio del 6Pq, hanno aggiunto i ministri, ci si è trovati d'accordo sul fatto che l'Ue dovrebbe aumentare i fondi per la ricerca spostandoli da altre aree politiche. Van der Hoeven ha rivelato che le Pmi ad alta intensità di ricerca saranno una priorità assoluta nell'agenda del Consiglio Competitività della Presidenza olandese. 'La situazione cambia da un paese all'altro e molte decisioni non possono essere prese a livello europeo; dobbiamo però fare di più in termini di cooperazione tra università e Pmi. Possiamo riconoscere i problemi comuni a livello europeo e scambiarci le buone prassi'. 'Dobbiamo concentrarci sulle spin-off e il finanziamento del capitale di rischio', ha aggiunto Brinkhorst. Negli Stati Uniti, ha detto Brinkhorst, tutti si rendono conto che se correte un rischio è possibile che il tentativo fallisca. In Europa, invece, se correte dei rischi e fallite venite praticamente criminalizzato. 'Le cose devono cambiare: dobbiamo cambiare mentalità per rendere l'Europa più innovativa, e un mezzo per arrivarci è spiegare agli europei i rischi che corrono se non cambiano. Dobbiamo andare verso il modello americano'. Sul tema di trasformare gli obiettivi di competitività in risultati pratici, Brinkhorst ha aggiunto: 'Il problema con l'Europa non è che non sappiamo quel che stiamo facendo, ma che dovremmo fissarci su quel che abbiamo detto'. Passando alle piattaforme tecnologiche europee, i due ministri hanno riconosciuto che se alcune non hanno dato i risultati attesi altre, ad esempio la piattaforma idrogeno, sono state molto utili. Scopo delle piattaforme, ha spiegato van der Hoeven, è mettere insieme tre pilastri: industria, università e governi. Il raggruppamento di attività dovrebbe comunque sempre essere guidato dal settore industriale, ha aggiunto. Van der Hoeven crede che l'Europa dovrebbe sviluppare migliori rapporti tra industria e università per valorizzare l'innovazione, e che le scelte finiscono spesso in nulla quando si tratta di discutere di soldi e di cosa considerare prioritario. I Paesi Bassi, ha spiegato il ministro per l'Istruzione e la ricerca, stanno cambiando il loro sistema di finanziamento delle università affinché parte dei fondi vada alla valorizzazione dell'innovazione. 'Suggeriremo di applicare lo stesso principio anche a livello europeo', ha aggiunto. Brinkhorst ha chiuso la conferenza stampa citando un collega che durante la seduta del Consiglio ha detto: ''Credo che Maastricht appartenga un poco a noi tutti' - Ecco quello che ci piace sentir dire', ha concluso.  
   
   
SE VOGLIAMO RESTARE COMPETITIVI LE MENTALITÀ DEVONO CAMBIARE, AFFERMA IL CONSIGLIO INFORMALE COMPETITIVITÀ  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Obiettivi di Lisbona, Sesto programma quadro (6Pq) e piattaforme tecnologiche erano nell'agenda del Consiglio informale Competitività che il 1° luglio ha segnato l'avvio della Presidenza olandese dell'Ue. La conclusione principale è stata che, se l'Ue vuole rimanere competitiva sulla scena mondiale, la mentalità degl'imprenditori europei deve cambiare, hanno spiegato il 3 luglio nel corso di in una conferenza stampa i copresidenti della riunione Laurens-jan Brinkhorst, ministro olandese dell'Economia, e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza. 'È stato un Consiglio molto interessante e informativo, nel quale abbiamo discusso come rimettere in moto l'Europa', ha detto Brinkhorst. La sensazione generale è stata che l'obiettivo di Lisbona di rendere entro il 2010 l'Unione europea la più competitiva e dinamica economia basata sulla conoscenza non è affatto sorpassato, ma è importante quanto mai, ha aggiunto. Le discussioni, hanno spiegato i due ministri olandesi, vertevano sui due temi della ricerca e delle imprese, e su come incoraggiare l'innovazione. La valutazione del 6Pq era una delle priorità dell'agenda, ed è apparso chiaramente che i programmi quadro richiedono un qualche tipo di semplificazione 'perché le Pmi (piccole e medie imprese) non riescono ad orientarsi nelle procedure e i programmi sono troppo farraginosi', ha detto Brinkhorst. 'Le Pmi non hanno semplicemente tempo da perdere con tutte queste carte'. Entrambi i ministri hanno insistito affinché il programma quadro si concentri di più su alcuni settori fondamentali. A proposito del bilancio del 6Pq, hanno aggiunto i ministri, ci si è trovati d'accordo sul fatto che l'Ue dovrebbe aumentare i fondi per la ricerca spostandoli da altre aree politiche. Van der Hoeven ha rivelato che le Pmi ad alta intensità di ricerca saranno una priorità assoluta nell'agenda del Consiglio Competitività della Presidenza olandese. 'La situazione cambia da un paese all'altro e molte decisioni non possono essere prese a livello europeo; dobbiamo però fare di più in termini di cooperazione tra università e Pmi. Possiamo riconoscere i problemi comuni a livello europeo e scambiarci le buone prassi'. 'Dobbiamo concentrarci sulle spin-off e il finanziamento del capitale di rischio', ha aggiunto Brinkhorst. Negli Stati Uniti, ha detto Brinkhorst, tutti si rendono conto che se correte un rischio è possibile che il tentativo fallisca. In Europa, invece, se correte dei rischi e fallite venite praticamente criminalizzato. 'Le cose devono cambiare: dobbiamo cambiare mentalità per rendere l'Europa più innovativa, e un mezzo per arrivarci è spiegare agli europei i rischi che corrono se non cambiano. Dobbiamo andare verso il modello americano'. Sul tema di trasformare gli obiettivi di competitività in risultati pratici, Brinkhorst ha aggiunto: 'Il problema con l'Europa non è che non sappiamo quel che stiamo facendo, ma che dovremmo fissarci su quel che abbiamo detto'. Passando alle piattaforme tecnologiche europee, i due ministri hanno riconosciuto che se alcune non hanno dato i risultati attesi altre, ad esempio la piattaforma idrogeno, sono state molto utili. Scopo delle piattaforme, ha spiegato van der Hoeven, è mettere insieme tre pilastri: industria, università e governi. Il raggruppamento di attività dovrebbe comunque sempre essere guidato dal settore industriale, ha aggiunto. Van der Hoeven crede che l'Europa dovrebbe sviluppare migliori rapporti tra industria e università per valorizzare l'innovazione, e che le scelte finiscono spesso in nulla quando si tratta di discutere di soldi e di cosa considerare prioritario. I Paesi Bassi, ha spiegato il ministro per l'Istruzione e la ricerca, stanno cambiando il loro sistema di finanziamento delle università affinché parte dei fondi vada alla valorizzazione dell'innovazione. 'Suggeriremo di applicare lo stesso principio anche a livello europeo', ha aggiunto. Brinkhorst ha chiuso la conferenza stampa citando un collega che durante la seduta del Consiglio ha detto: ''Credo che Maastricht appartenga un poco a noi tutti' - Ecco quello che ci piace sentir dire', ha concluso.  
   
   
LA VALUTAZIONE A MEDIO TERMINE DEGLI STRUMENTI DEL 6PQ NE LODA L'AMBIZIONE, MA RITIENE CHE SI POSSA FARE ANCORA MOLTO PER MIGLIORARNE L'IMPLEMENTAZIONE  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Il 3 luglio Ramon Marimon, segretario di Stato spagnolo dal 2000 al 2002 e presidente del comitato di esperti d'alto livello incaricato di condurre la valutazione a medio termine dei nuovi strumenti introdotti per il Sesto programma quadro (6Pq); ne ha presentato i risultati al Consiglio informale Competitività. La relazione contiene un certo numero di raccomandazioni sui Progetti integrati e le reti di eccellenza, alcune delle quali possono essere già attuate nel 6Pq, mentre altre troveranno applicazione nel 7Pq, ha dichiarato al Notiziario Cordis il Dr Marimon. Come evidenziato nella relazione, la comunità scientifica si attendeva molto dal 6Pq, specie dai suoi nuovi strumenti. Poiché queste aspettative sono state soddisfatte solo in parte, alcuni passaggi della relazione appaiono abbastanza negativi. Tuttavia, come sottolineato dal Dr Marimon, i partecipanti allo studio si sono espressi in genere più che positivamente a proposito dei nuovi strumenti in termini di obiettivi e di ambizioni. 'Le critiche si appuntano piuttosto sull'attuazione e la percezione delle dimensioni'. 'Il più importante approfondimento scaturito dallo studio è che dobbiamo essere maggiormente allineati con quello che la comunità scientifica ha la volontà e la capacità di fare', ha detto Marimon. Le 12 raccomandazioni stilate dal comitato Marimon riguardano un'ampia gamma di questioni, tra cui la chiarificazione degli obiettivi degli strumenti, la maggiore flessibilità per i partecipanti, la massa critica, la differenza tra Progetti integrati e Strep (progetti specifici mirati di ricerca); il sostegno ai gruppi di ricerca innovativa, le piccole e medie imprese (Pmi) e la valutazione dei progetti. Due delle principali preoccupazioni dei partecipanti allo studio erano i costi di presentazione delle proposte e le percezioni delle dimensioni che dovrebbe avere un consorzio di progetto. 'È un'idea assai comune, e del tutto erronea, che i nuovi Strumenti debbano avere grandi dimensioni', si afferma nel sunto esecutivo della relazione. 'La 'massa critica' dipende dall'argomento, l'area tematica, i partecipanti e l'impatto potenziale e il valore aggiunto. Il concetto della 'taglia unica' non dovrebbe trovare applicazione in tutte le aree tematiche e gli Strumenti'. Di questo avviso era già il direttore generale della Dg Ricerca della Commissione Achilleas Mitsos, che, parlando al Notiziario Cordis il 1° luglio, aveva detto: 'La caratteristica distintiva di ciascuno strumento non è la sua taglia, ma la sua portata. Reti di eccellenza, Progetti integrati e Strep hanno ciascuno obiettivi diversi e una diversa ragion d'essere. Per cui è la loro portata che porta alla definizione degli strumenti, non le loro dimensioni. Non vogliamo grandi cose [...]. Per fare un esempio di quello che sto cercando di dire, dobbiamo ritrovarci in condizione di avere, per esempio, uno Strep di dimensioni maggiori di un Progetto integrato'. Riferendosi specificamente alle reti di eccellenza, Mitsos ha aggiunto che 'le buone intenzioni [della Commissione] di avere qualcosa di semplice' - basando i calcoli di finanziamento sul numero di ricercatori implicati e il tipo di ricerca - 'hanno indotto le persone, con questo insistere sulle dimensioni e le grandi cose, a pensare che debbano presentarsi con proposte enormi, con tantissimi ricercatori e laboratori e molta meno integrazione. Si possono integrare 2 o 3, magari 5 laboratori, ma integrarne 50 o 70 è una parola'. Il Dr Mitsos ha sottolineato che la Commissione ha già provveduto a raddrizzare le cose al riguardo. 'Il secondo invito è stato molto più chiaro e l'opposizione molto inferiore', ha detto Mitsos. 'In massima parte è stata colpa nostra', ha aggiunto. 'Quando tu scrivi una cosa e il lettore ne legge un'altra, la colpa non è mai del lettore'. La relazione di valutazione a medio termine solleva anche la preoccupazione che la prescrizione di certi strumenti per certi inviti spinga certi consorzi a dare alle loro proposte la forma che ritengono più indicata per avere maggiori chance di ricevere finanziamenti. 'Per avere l'approvazione, le persone modificano quello che vogliono', ha detto al Notiziario Cordis il Dr Marimon, che quindi raccomanda che siano i ricercatori stessi a scegliere lo strumento che giudicano più appropriato ai loro obiettivi di ricerca. 'La Commissione europea dovrà specificare il portafoglio di strumenti disponibili e gli obiettivi strategici. I partecipanti definiranno lo specifico obiettivo di ricerca che perseguono e perché sia possibile raggiungerlo con lo strumento che hanno scelto', recita la terza raccomandazione della relazione. 'Dovremmo dare ai partecipanti maggior voce e peso', ha aggiunto il Dr Marimon. Il comitato ha trovato i costi e i rischi della partecipazione al 6Pq 'irragionevolmente alti'. Per questo i membri propongono l'adozione di una procedura di valutazione in due fasi. Secondo questa procedura, i potenziali partecipanti dovrebbero dapprima presentare una proposta succinta, che sarebbe valutata in base a un insieme limitato di criteri, tra cui l'adeguatezza e l'eccellenza. 'Dopo avere saputo di avere una possibilità di essere finanziati, i partecipanti potrebbero descrivere in dettaglio il progetto ed investire di più nella proposta', ha detto il Dr Marimon al Notiziario Cordis. Per ora il lavoro del Dr Marimon e dei suoi colleghi del comitato è concluso. Essi hanno assolto il mandato di valutare l'efficacia dei nuovi strumenti, come richiesto dal Parlamento europeo e dal Consiglio durante le negoziazioni del 6Pq. 'Credo che il nostro onesto lavoro sia stato bene accolto', ha detto il Dr Marimon, che è compiaciuto del risultato in quanto ritiene che la relazione si basi su opinioni più che giuste. 'Abbiamo ottenuto davvero dei buoni risultati', ha detto. Adesso è in attesa della risposta ufficiale da parte della Commissione, dal cui tenore dipenderà o meno la stesura di una replica da parte del comitato. Per quanto riguarda la Commissione, 'l'accettazione implica una modifica delle procedure', ha concluso Marimon. Giudicando in base ai commenti del Dr Mitsos, che ha usato l'espressione 'continuazione senza dogmi' per riferirsi all'intenzione della Commissione di adeguarsi alle critiche della relazione e introdurre modifiche ove appropriato, le procedure sono già in fase di rivalutazione. Infolink: http://www.Cordis.lu/fp6/instruments_review  
   
   
LA VALUTAZIONE A MEDIO TERMINE DEGLI STRUMENTI DEL 6PQ NE LODA L'AMBIZIONE, MA RITIENE CHE SI POSSA FARE ANCORA MOLTO PER MIGLIORARNE L'IMPLEMENTAZIONE  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Il 3 luglio Ramon Marimon, segretario di Stato spagnolo dal 2000 al 2002 e presidente del comitato di esperti d'alto livello incaricato di condurre la valutazione a medio termine dei nuovi strumenti introdotti per il Sesto programma quadro (6Pq); ne ha presentato i risultati al Consiglio informale Competitività. La relazione contiene un certo numero di raccomandazioni sui Progetti integrati e le reti di eccellenza, alcune delle quali possono essere già attuate nel 6Pq, mentre altre troveranno applicazione nel 7Pq, ha dichiarato al Notiziario Cordis il Dr Marimon. Come evidenziato nella relazione, la comunità scientifica si attendeva molto dal 6Pq, specie dai suoi nuovi strumenti. Poiché queste aspettative sono state soddisfatte solo in parte, alcuni passaggi della relazione appaiono abbastanza negativi. Tuttavia, come sottolineato dal Dr Marimon, i partecipanti allo studio si sono espressi in genere più che positivamente a proposito dei nuovi strumenti in termini di obiettivi e di ambizioni. 'Le critiche si appuntano piuttosto sull'attuazione e la percezione delle dimensioni'. 'Il più importante approfondimento scaturito dallo studio è che dobbiamo essere maggiormente allineati con quello che la comunità scientifica ha la volontà e la capacità di fare', ha detto Marimon. Le 12 raccomandazioni stilate dal comitato Marimon riguardano un'ampia gamma di questioni, tra cui la chiarificazione degli obiettivi degli strumenti, la maggiore flessibilità per i partecipanti, la massa critica, la differenza tra Progetti integrati e Strep (progetti specifici mirati di ricerca); il sostegno ai gruppi di ricerca innovativa, le piccole e medie imprese (Pmi) e la valutazione dei progetti. Due delle principali preoccupazioni dei partecipanti allo studio erano i costi di presentazione delle proposte e le percezioni delle dimensioni che dovrebbe avere un consorzio di progetto. 'È un'idea assai comune, e del tutto erronea, che i nuovi Strumenti debbano avere grandi dimensioni', si afferma nel sunto esecutivo della relazione. 'La 'massa critica' dipende dall'argomento, l'area tematica, i partecipanti e l'impatto potenziale e il valore aggiunto. Il concetto della 'taglia unica' non dovrebbe trovare applicazione in tutte le aree tematiche e gli Strumenti'. Di questo avviso era già il direttore generale della Dg Ricerca della Commissione Achilleas Mitsos, che, parlando al Notiziario Cordis il 1° luglio, aveva detto: 'La caratteristica distintiva di ciascuno strumento non è la sua taglia, ma la sua portata. Reti di eccellenza, Progetti integrati e Strep hanno ciascuno obiettivi diversi e una diversa ragion d'essere. Per cui è la loro portata che porta alla definizione degli strumenti, non le loro dimensioni. Non vogliamo grandi cose [...]. Per fare un esempio di quello che sto cercando di dire, dobbiamo ritrovarci in condizione di avere, per esempio, uno Strep di dimensioni maggiori di un Progetto integrato'. Riferendosi specificamente alle reti di eccellenza, Mitsos ha aggiunto che 'le buone intenzioni [della Commissione] di avere qualcosa di semplice' - basando i calcoli di finanziamento sul numero di ricercatori implicati e il tipo di ricerca - 'hanno indotto le persone, con questo insistere sulle dimensioni e le grandi cose, a pensare che debbano presentarsi con proposte enormi, con tantissimi ricercatori e laboratori e molta meno integrazione. Si possono integrare 2 o 3, magari 5 laboratori, ma integrarne 50 o 70 è una parola'. Il Dr Mitsos ha sottolineato che la Commissione ha già provveduto a raddrizzare le cose al riguardo. 'Il secondo invito è stato molto più chiaro e l'opposizione molto inferiore', ha detto Mitsos. 'In massima parte è stata colpa nostra', ha aggiunto. 'Quando tu scrivi una cosa e il lettore ne legge un'altra, la colpa non è mai del lettore'. La relazione di valutazione a medio termine solleva anche la preoccupazione che la prescrizione di certi strumenti per certi inviti spinga certi consorzi a dare alle loro proposte la forma che ritengono più indicata per avere maggiori chance di ricevere finanziamenti. 'Per avere l'approvazione, le persone modificano quello che vogliono', ha detto al Notiziario Cordis il Dr Marimon, che quindi raccomanda che siano i ricercatori stessi a scegliere lo strumento che giudicano più appropriato ai loro obiettivi di ricerca. 'La Commissione europea dovrà specificare il portafoglio di strumenti disponibili e gli obiettivi strategici. I partecipanti definiranno lo specifico obiettivo di ricerca che perseguono e perché sia possibile raggiungerlo con lo strumento che hanno scelto', recita la terza raccomandazione della relazione. 'Dovremmo dare ai partecipanti maggior voce e peso', ha aggiunto il Dr Marimon. Il comitato ha trovato i costi e i rischi della partecipazione al 6Pq 'irragionevolmente alti'. Per questo i membri propongono l'adozione di una procedura di valutazione in due fasi. Secondo questa procedura, i potenziali partecipanti dovrebbero dapprima presentare una proposta succinta, che sarebbe valutata in base a un insieme limitato di criteri, tra cui l'adeguatezza e l'eccellenza. 'Dopo avere saputo di avere una possibilità di essere finanziati, i partecipanti potrebbero descrivere in dettaglio il progetto ed investire di più nella proposta', ha detto il Dr Marimon al Notiziario Cordis. Per ora il lavoro del Dr Marimon e dei suoi colleghi del comitato è concluso. Essi hanno assolto il mandato di valutare l'efficacia dei nuovi strumenti, come richiesto dal Parlamento europeo e dal Consiglio durante le negoziazioni del 6Pq. 'Credo che il nostro onesto lavoro sia stato bene accolto', ha detto il Dr Marimon, che è compiaciuto del risultato in quanto ritiene che la relazione si basi su opinioni più che giuste. 'Abbiamo ottenuto davvero dei buoni risultati', ha detto. Adesso è in attesa della risposta ufficiale da parte della Commissione, dal cui tenore dipenderà o meno la stesura di una replica da parte del comitato. Per quanto riguarda la Commissione, 'l'accettazione implica una modifica delle procedure', ha concluso Marimon. Giudicando in base ai commenti del Dr Mitsos, che ha usato l'espressione 'continuazione senza dogmi' per riferirsi all'intenzione della Commissione di adeguarsi alle critiche della relazione e introdurre modifiche ove appropriato, le procedure sono già in fase di rivalutazione. Infolink: http://www.Cordis.lu/fp6/instruments_review  
   
   
LA VALUTAZIONE A MEDIO TERMINE DEGLI STRUMENTI DEL 6PQ NE LODA L'AMBIZIONE, MA RITIENE CHE SI POSSA FARE ANCORA MOLTO PER MIGLIORARNE L'IMPLEMENTAZIONE  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Il 3 luglio Ramon Marimon, segretario di Stato spagnolo dal 2000 al 2002 e presidente del comitato di esperti d'alto livello incaricato di condurre la valutazione a medio termine dei nuovi strumenti introdotti per il Sesto programma quadro (6Pq); ne ha presentato i risultati al Consiglio informale Competitività. La relazione contiene un certo numero di raccomandazioni sui Progetti integrati e le reti di eccellenza, alcune delle quali possono essere già attuate nel 6Pq, mentre altre troveranno applicazione nel 7Pq, ha dichiarato al Notiziario Cordis il Dr Marimon. Come evidenziato nella relazione, la comunità scientifica si attendeva molto dal 6Pq, specie dai suoi nuovi strumenti. Poiché queste aspettative sono state soddisfatte solo in parte, alcuni passaggi della relazione appaiono abbastanza negativi. Tuttavia, come sottolineato dal Dr Marimon, i partecipanti allo studio si sono espressi in genere più che positivamente a proposito dei nuovi strumenti in termini di obiettivi e di ambizioni. 'Le critiche si appuntano piuttosto sull'attuazione e la percezione delle dimensioni'. 'Il più importante approfondimento scaturito dallo studio è che dobbiamo essere maggiormente allineati con quello che la comunità scientifica ha la volontà e la capacità di fare', ha detto Marimon. Le 12 raccomandazioni stilate dal comitato Marimon riguardano un'ampia gamma di questioni, tra cui la chiarificazione degli obiettivi degli strumenti, la maggiore flessibilità per i partecipanti, la massa critica, la differenza tra Progetti integrati e Strep (progetti specifici mirati di ricerca); il sostegno ai gruppi di ricerca innovativa, le piccole e medie imprese (Pmi) e la valutazione dei progetti. Due delle principali preoccupazioni dei partecipanti allo studio erano i costi di presentazione delle proposte e le percezioni delle dimensioni che dovrebbe avere un consorzio di progetto. 'È un'idea assai comune, e del tutto erronea, che i nuovi Strumenti debbano avere grandi dimensioni', si afferma nel sunto esecutivo della relazione. 'La 'massa critica' dipende dall'argomento, l'area tematica, i partecipanti e l'impatto potenziale e il valore aggiunto. Il concetto della 'taglia unica' non dovrebbe trovare applicazione in tutte le aree tematiche e gli Strumenti'. Di questo avviso era già il direttore generale della Dg Ricerca della Commissione Achilleas Mitsos, che, parlando al Notiziario Cordis il 1° luglio, aveva detto: 'La caratteristica distintiva di ciascuno strumento non è la sua taglia, ma la sua portata. Reti di eccellenza, Progetti integrati e Strep hanno ciascuno obiettivi diversi e una diversa ragion d'essere. Per cui è la loro portata che porta alla definizione degli strumenti, non le loro dimensioni. Non vogliamo grandi cose [...]. Per fare un esempio di quello che sto cercando di dire, dobbiamo ritrovarci in condizione di avere, per esempio, uno Strep di dimensioni maggiori di un Progetto integrato'. Riferendosi specificamente alle reti di eccellenza, Mitsos ha aggiunto che 'le buone intenzioni [della Commissione] di avere qualcosa di semplice' - basando i calcoli di finanziamento sul numero di ricercatori implicati e il tipo di ricerca - 'hanno indotto le persone, con questo insistere sulle dimensioni e le grandi cose, a pensare che debbano presentarsi con proposte enormi, con tantissimi ricercatori e laboratori e molta meno integrazione. Si possono integrare 2 o 3, magari 5 laboratori, ma integrarne 50 o 70 è una parola'. Il Dr Mitsos ha sottolineato che la Commissione ha già provveduto a raddrizzare le cose al riguardo. 'Il secondo invito è stato molto più chiaro e l'opposizione molto inferiore', ha detto Mitsos. 'In massima parte è stata colpa nostra', ha aggiunto. 'Quando tu scrivi una cosa e il lettore ne legge un'altra, la colpa non è mai del lettore'. La relazione di valutazione a medio termine solleva anche la preoccupazione che la prescrizione di certi strumenti per certi inviti spinga certi consorzi a dare alle loro proposte la forma che ritengono più indicata per avere maggiori chance di ricevere finanziamenti. 'Per avere l'approvazione, le persone modificano quello che vogliono', ha detto al Notiziario Cordis il Dr Marimon, che quindi raccomanda che siano i ricercatori stessi a scegliere lo strumento che giudicano più appropriato ai loro obiettivi di ricerca. 'La Commissione europea dovrà specificare il portafoglio di strumenti disponibili e gli obiettivi strategici. I partecipanti definiranno lo specifico obiettivo di ricerca che perseguono e perché sia possibile raggiungerlo con lo strumento che hanno scelto', recita la terza raccomandazione della relazione. 'Dovremmo dare ai partecipanti maggior voce e peso', ha aggiunto il Dr Marimon. Il comitato ha trovato i costi e i rischi della partecipazione al 6Pq 'irragionevolmente alti'. Per questo i membri propongono l'adozione di una procedura di valutazione in due fasi. Secondo questa procedura, i potenziali partecipanti dovrebbero dapprima presentare una proposta succinta, che sarebbe valutata in base a un insieme limitato di criteri, tra cui l'adeguatezza e l'eccellenza. 'Dopo avere saputo di avere una possibilità di essere finanziati, i partecipanti potrebbero descrivere in dettaglio il progetto ed investire di più nella proposta', ha detto il Dr Marimon al Notiziario Cordis. Per ora il lavoro del Dr Marimon e dei suoi colleghi del comitato è concluso. Essi hanno assolto il mandato di valutare l'efficacia dei nuovi strumenti, come richiesto dal Parlamento europeo e dal Consiglio durante le negoziazioni del 6Pq. 'Credo che il nostro onesto lavoro sia stato bene accolto', ha detto il Dr Marimon, che è compiaciuto del risultato in quanto ritiene che la relazione si basi su opinioni più che giuste. 'Abbiamo ottenuto davvero dei buoni risultati', ha detto. Adesso è in attesa della risposta ufficiale da parte della Commissione, dal cui tenore dipenderà o meno la stesura di una replica da parte del comitato. Per quanto riguarda la Commissione, 'l'accettazione implica una modifica delle procedure', ha concluso Marimon. Giudicando in base ai commenti del Dr Mitsos, che ha usato l'espressione 'continuazione senza dogmi' per riferirsi all'intenzione della Commissione di adeguarsi alle critiche della relazione e introdurre modifiche ove appropriato, le procedure sono già in fase di rivalutazione. Infolink: http://www.Cordis.lu/fp6/instruments_review  
   
   
LA VALUTAZIONE A MEDIO TERMINE DEGLI STRUMENTI DEL 6PQ NE LODA L'AMBIZIONE, MA RITIENE CHE SI POSSA FARE ANCORA MOLTO PER MIGLIORARNE L'IMPLEMENTAZIONE  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Il 3 luglio Ramon Marimon, segretario di Stato spagnolo dal 2000 al 2002 e presidente del comitato di esperti d'alto livello incaricato di condurre la valutazione a medio termine dei nuovi strumenti introdotti per il Sesto programma quadro (6Pq); ne ha presentato i risultati al Consiglio informale Competitività. La relazione contiene un certo numero di raccomandazioni sui Progetti integrati e le reti di eccellenza, alcune delle quali possono essere già attuate nel 6Pq, mentre altre troveranno applicazione nel 7Pq, ha dichiarato al Notiziario Cordis il Dr Marimon. Come evidenziato nella relazione, la comunità scientifica si attendeva molto dal 6Pq, specie dai suoi nuovi strumenti. Poiché queste aspettative sono state soddisfatte solo in parte, alcuni passaggi della relazione appaiono abbastanza negativi. Tuttavia, come sottolineato dal Dr Marimon, i partecipanti allo studio si sono espressi in genere più che positivamente a proposito dei nuovi strumenti in termini di obiettivi e di ambizioni. 'Le critiche si appuntano piuttosto sull'attuazione e la percezione delle dimensioni'. 'Il più importante approfondimento scaturito dallo studio è che dobbiamo essere maggiormente allineati con quello che la comunità scientifica ha la volontà e la capacità di fare', ha detto Marimon. Le 12 raccomandazioni stilate dal comitato Marimon riguardano un'ampia gamma di questioni, tra cui la chiarificazione degli obiettivi degli strumenti, la maggiore flessibilità per i partecipanti, la massa critica, la differenza tra Progetti integrati e Strep (progetti specifici mirati di ricerca); il sostegno ai gruppi di ricerca innovativa, le piccole e medie imprese (Pmi) e la valutazione dei progetti. Due delle principali preoccupazioni dei partecipanti allo studio erano i costi di presentazione delle proposte e le percezioni delle dimensioni che dovrebbe avere un consorzio di progetto. 'È un'idea assai comune, e del tutto erronea, che i nuovi Strumenti debbano avere grandi dimensioni', si afferma nel sunto esecutivo della relazione. 'La 'massa critica' dipende dall'argomento, l'area tematica, i partecipanti e l'impatto potenziale e il valore aggiunto. Il concetto della 'taglia unica' non dovrebbe trovare applicazione in tutte le aree tematiche e gli Strumenti'. Di questo avviso era già il direttore generale della Dg Ricerca della Commissione Achilleas Mitsos, che, parlando al Notiziario Cordis il 1° luglio, aveva detto: 'La caratteristica distintiva di ciascuno strumento non è la sua taglia, ma la sua portata. Reti di eccellenza, Progetti integrati e Strep hanno ciascuno obiettivi diversi e una diversa ragion d'essere. Per cui è la loro portata che porta alla definizione degli strumenti, non le loro dimensioni. Non vogliamo grandi cose [...]. Per fare un esempio di quello che sto cercando di dire, dobbiamo ritrovarci in condizione di avere, per esempio, uno Strep di dimensioni maggiori di un Progetto integrato'. Riferendosi specificamente alle reti di eccellenza, Mitsos ha aggiunto che 'le buone intenzioni [della Commissione] di avere qualcosa di semplice' - basando i calcoli di finanziamento sul numero di ricercatori implicati e il tipo di ricerca - 'hanno indotto le persone, con questo insistere sulle dimensioni e le grandi cose, a pensare che debbano presentarsi con proposte enormi, con tantissimi ricercatori e laboratori e molta meno integrazione. Si possono integrare 2 o 3, magari 5 laboratori, ma integrarne 50 o 70 è una parola'. Il Dr Mitsos ha sottolineato che la Commissione ha già provveduto a raddrizzare le cose al riguardo. 'Il secondo invito è stato molto più chiaro e l'opposizione molto inferiore', ha detto Mitsos. 'In massima parte è stata colpa nostra', ha aggiunto. 'Quando tu scrivi una cosa e il lettore ne legge un'altra, la colpa non è mai del lettore'. La relazione di valutazione a medio termine solleva anche la preoccupazione che la prescrizione di certi strumenti per certi inviti spinga certi consorzi a dare alle loro proposte la forma che ritengono più indicata per avere maggiori chance di ricevere finanziamenti. 'Per avere l'approvazione, le persone modificano quello che vogliono', ha detto al Notiziario Cordis il Dr Marimon, che quindi raccomanda che siano i ricercatori stessi a scegliere lo strumento che giudicano più appropriato ai loro obiettivi di ricerca. 'La Commissione europea dovrà specificare il portafoglio di strumenti disponibili e gli obiettivi strategici. I partecipanti definiranno lo specifico obiettivo di ricerca che perseguono e perché sia possibile raggiungerlo con lo strumento che hanno scelto', recita la terza raccomandazione della relazione. 'Dovremmo dare ai partecipanti maggior voce e peso', ha aggiunto il Dr Marimon. Il comitato ha trovato i costi e i rischi della partecipazione al 6Pq 'irragionevolmente alti'. Per questo i membri propongono l'adozione di una procedura di valutazione in due fasi. Secondo questa procedura, i potenziali partecipanti dovrebbero dapprima presentare una proposta succinta, che sarebbe valutata in base a un insieme limitato di criteri, tra cui l'adeguatezza e l'eccellenza. 'Dopo avere saputo di avere una possibilità di essere finanziati, i partecipanti potrebbero descrivere in dettaglio il progetto ed investire di più nella proposta', ha detto il Dr Marimon al Notiziario Cordis. Per ora il lavoro del Dr Marimon e dei suoi colleghi del comitato è concluso. Essi hanno assolto il mandato di valutare l'efficacia dei nuovi strumenti, come richiesto dal Parlamento europeo e dal Consiglio durante le negoziazioni del 6Pq. 'Credo che il nostro onesto lavoro sia stato bene accolto', ha detto il Dr Marimon, che è compiaciuto del risultato in quanto ritiene che la relazione si basi su opinioni più che giuste. 'Abbiamo ottenuto davvero dei buoni risultati', ha detto. Adesso è in attesa della risposta ufficiale da parte della Commissione, dal cui tenore dipenderà o meno la stesura di una replica da parte del comitato. Per quanto riguarda la Commissione, 'l'accettazione implica una modifica delle procedure', ha concluso Marimon. Giudicando in base ai commenti del Dr Mitsos, che ha usato l'espressione 'continuazione senza dogmi' per riferirsi all'intenzione della Commissione di adeguarsi alle critiche della relazione e introdurre modifiche ove appropriato, le procedure sono già in fase di rivalutazione. Infolink: http://www.Cordis.lu/fp6/instruments_review  
   
   
LA VALUTAZIONE A MEDIO TERMINE DEGLI STRUMENTI DEL 6PQ NE LODA L'AMBIZIONE, MA RITIENE CHE SI POSSA FARE ANCORA MOLTO PER MIGLIORARNE L'IMPLEMENTAZIONE  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Il 3 luglio Ramon Marimon, segretario di Stato spagnolo dal 2000 al 2002 e presidente del comitato di esperti d'alto livello incaricato di condurre la valutazione a medio termine dei nuovi strumenti introdotti per il Sesto programma quadro (6Pq); ne ha presentato i risultati al Consiglio informale Competitività. La relazione contiene un certo numero di raccomandazioni sui Progetti integrati e le reti di eccellenza, alcune delle quali possono essere già attuate nel 6Pq, mentre altre troveranno applicazione nel 7Pq, ha dichiarato al Notiziario Cordis il Dr Marimon. Come evidenziato nella relazione, la comunità scientifica si attendeva molto dal 6Pq, specie dai suoi nuovi strumenti. Poiché queste aspettative sono state soddisfatte solo in parte, alcuni passaggi della relazione appaiono abbastanza negativi. Tuttavia, come sottolineato dal Dr Marimon, i partecipanti allo studio si sono espressi in genere più che positivamente a proposito dei nuovi strumenti in termini di obiettivi e di ambizioni. 'Le critiche si appuntano piuttosto sull'attuazione e la percezione delle dimensioni'. 'Il più importante approfondimento scaturito dallo studio è che dobbiamo essere maggiormente allineati con quello che la comunità scientifica ha la volontà e la capacità di fare', ha detto Marimon. Le 12 raccomandazioni stilate dal comitato Marimon riguardano un'ampia gamma di questioni, tra cui la chiarificazione degli obiettivi degli strumenti, la maggiore flessibilità per i partecipanti, la massa critica, la differenza tra Progetti integrati e Strep (progetti specifici mirati di ricerca); il sostegno ai gruppi di ricerca innovativa, le piccole e medie imprese (Pmi) e la valutazione dei progetti. Due delle principali preoccupazioni dei partecipanti allo studio erano i costi di presentazione delle proposte e le percezioni delle dimensioni che dovrebbe avere un consorzio di progetto. 'È un'idea assai comune, e del tutto erronea, che i nuovi Strumenti debbano avere grandi dimensioni', si afferma nel sunto esecutivo della relazione. 'La 'massa critica' dipende dall'argomento, l'area tematica, i partecipanti e l'impatto potenziale e il valore aggiunto. Il concetto della 'taglia unica' non dovrebbe trovare applicazione in tutte le aree tematiche e gli Strumenti'. Di questo avviso era già il direttore generale della Dg Ricerca della Commissione Achilleas Mitsos, che, parlando al Notiziario Cordis il 1° luglio, aveva detto: 'La caratteristica distintiva di ciascuno strumento non è la sua taglia, ma la sua portata. Reti di eccellenza, Progetti integrati e Strep hanno ciascuno obiettivi diversi e una diversa ragion d'essere. Per cui è la loro portata che porta alla definizione degli strumenti, non le loro dimensioni. Non vogliamo grandi cose [...]. Per fare un esempio di quello che sto cercando di dire, dobbiamo ritrovarci in condizione di avere, per esempio, uno Strep di dimensioni maggiori di un Progetto integrato'. Riferendosi specificamente alle reti di eccellenza, Mitsos ha aggiunto che 'le buone intenzioni [della Commissione] di avere qualcosa di semplice' - basando i calcoli di finanziamento sul numero di ricercatori implicati e il tipo di ricerca - 'hanno indotto le persone, con questo insistere sulle dimensioni e le grandi cose, a pensare che debbano presentarsi con proposte enormi, con tantissimi ricercatori e laboratori e molta meno integrazione. Si possono integrare 2 o 3, magari 5 laboratori, ma integrarne 50 o 70 è una parola'. Il Dr Mitsos ha sottolineato che la Commissione ha già provveduto a raddrizzare le cose al riguardo. 'Il secondo invito è stato molto più chiaro e l'opposizione molto inferiore', ha detto Mitsos. 'In massima parte è stata colpa nostra', ha aggiunto. 'Quando tu scrivi una cosa e il lettore ne legge un'altra, la colpa non è mai del lettore'. La relazione di valutazione a medio termine solleva anche la preoccupazione che la prescrizione di certi strumenti per certi inviti spinga certi consorzi a dare alle loro proposte la forma che ritengono più indicata per avere maggiori chance di ricevere finanziamenti. 'Per avere l'approvazione, le persone modificano quello che vogliono', ha detto al Notiziario Cordis il Dr Marimon, che quindi raccomanda che siano i ricercatori stessi a scegliere lo strumento che giudicano più appropriato ai loro obiettivi di ricerca. 'La Commissione europea dovrà specificare il portafoglio di strumenti disponibili e gli obiettivi strategici. I partecipanti definiranno lo specifico obiettivo di ricerca che perseguono e perché sia possibile raggiungerlo con lo strumento che hanno scelto', recita la terza raccomandazione della relazione. 'Dovremmo dare ai partecipanti maggior voce e peso', ha aggiunto il Dr Marimon. Il comitato ha trovato i costi e i rischi della partecipazione al 6Pq 'irragionevolmente alti'. Per questo i membri propongono l'adozione di una procedura di valutazione in due fasi. Secondo questa procedura, i potenziali partecipanti dovrebbero dapprima presentare una proposta succinta, che sarebbe valutata in base a un insieme limitato di criteri, tra cui l'adeguatezza e l'eccellenza. 'Dopo avere saputo di avere una possibilità di essere finanziati, i partecipanti potrebbero descrivere in dettaglio il progetto ed investire di più nella proposta', ha detto il Dr Marimon al Notiziario Cordis. Per ora il lavoro del Dr Marimon e dei suoi colleghi del comitato è concluso. Essi hanno assolto il mandato di valutare l'efficacia dei nuovi strumenti, come richiesto dal Parlamento europeo e dal Consiglio durante le negoziazioni del 6Pq. 'Credo che il nostro onesto lavoro sia stato bene accolto', ha detto il Dr Marimon, che è compiaciuto del risultato in quanto ritiene che la relazione si basi su opinioni più che giuste. 'Abbiamo ottenuto davvero dei buoni risultati', ha detto. Adesso è in attesa della risposta ufficiale da parte della Commissione, dal cui tenore dipenderà o meno la stesura di una replica da parte del comitato. Per quanto riguarda la Commissione, 'l'accettazione implica una modifica delle procedure', ha concluso Marimon. Giudicando in base ai commenti del Dr Mitsos, che ha usato l'espressione 'continuazione senza dogmi' per riferirsi all'intenzione della Commissione di adeguarsi alle critiche della relazione e introdurre modifiche ove appropriato, le procedure sono già in fase di rivalutazione. Infolink: http://www.Cordis.lu/fp6/instruments_review  
   
   
LA VALUTAZIONE A MEDIO TERMINE DEGLI STRUMENTI DEL 6PQ NE LODA L'AMBIZIONE, MA RITIENE CHE SI POSSA FARE ANCORA MOLTO PER MIGLIORARNE L'IMPLEMENTAZIONE  
 
Bruxelles, 7 luglio 2004 - Il 3 luglio Ramon Marimon, segretario di Stato spagnolo dal 2000 al 2002 e presidente del comitato di esperti d'alto livello incaricato di condurre la valutazione a medio termine dei nuovi strumenti introdotti per il Sesto programma quadro (6Pq); ne ha presentato i risultati al Consiglio informale Competitività. La relazione contiene un certo numero di raccomandazioni sui Progetti integrati e le reti di eccellenza, alcune delle quali possono essere già attuate nel 6Pq, mentre altre troveranno applicazione nel 7Pq, ha dichiarato al Notiziario Cordis il Dr Marimon. Come evidenziato nella relazione, la comunità scientifica si attendeva molto dal 6Pq, specie dai suoi nuovi strumenti. Poiché queste aspettative sono state soddisfatte solo in parte, alcuni passaggi della relazione appaiono abbastanza negativi. Tuttavia, come sottolineato dal Dr Marimon, i partecipanti allo studio si sono espressi in genere più che positivamente a proposito dei nuovi strumenti in termini di obiettivi e di ambizioni. 'Le critiche si appuntano piuttosto sull'attuazione e la percezione delle dimensioni'. 'Il più importante approfondimento scaturito dallo studio è che dobbiamo essere maggiormente allineati con quello che la comunità scientifica ha la volontà e la capacità di fare', ha detto Marimon. Le 12 raccomandazioni stilate dal comitato Marimon riguardano un'ampia gamma di questioni, tra cui la chiarificazione degli obiettivi degli strumenti, la maggiore flessibilità per i partecipanti, la massa critica, la differenza tra Progetti integrati e Strep (progetti specifici mirati di ricerca); il sostegno ai gruppi di ricerca innovativa, le piccole e medie imprese (Pmi) e la valutazione dei progetti. Due delle principali preoccupazioni dei partecipanti allo studio erano i costi di presentazione delle proposte e le percezioni delle dimensioni che dovrebbe avere un consorzio di progetto. 'È un'idea assai comune, e del tutto erronea, che i nuovi Strumenti debbano avere grandi dimensioni', si afferma nel sunto esecutivo della relazione. 'La 'massa critica' dipende dall'argomento, l'area tematica, i partecipanti e l'impatto potenziale e il valore aggiunto. Il concetto della 'taglia unica' non dovrebbe trovare applicazione in tutte le aree tematiche e gli Strumenti'. Di questo avviso era già il direttore generale della Dg Ricerca della Commissione Achilleas Mitsos, che, parlando al Notiziario Cordis il 1° luglio, aveva detto: 'La caratteristica distintiva di ciascuno strumento non è la sua taglia, ma la sua portata. Reti di eccellenza, Progetti integrati e Strep hanno ciascuno obiettivi diversi e una diversa ragion d'essere. Per cui è la loro portata che porta alla definizione degli strumenti, non le loro dimensioni. Non vogliamo grandi cose [...]. Per fare un esempio di quello che sto cercando di dire, dobbiamo ritrovarci in condizione di avere, per esempio, uno Strep di dimensioni maggiori di un Progetto integrato'. Riferendosi specificamente alle reti di eccellenza, Mitsos ha aggiunto che 'le buone intenzioni [della Commissione] di avere qualcosa di semplice' - basando i calcoli di finanziamento sul numero di ricercatori implicati e il tipo di ricerca - 'hanno indotto le persone, con questo insistere sulle dimensioni e le grandi cose, a pensare che debbano presentarsi con proposte enormi, con tantissimi ricercatori e laboratori e molta meno integrazione. Si possono integrare 2 o 3, magari 5 laboratori, ma integrarne 50 o 70 è una parola'. Il Dr Mitsos ha sottolineato che la Commissione ha già provveduto a raddrizzare le cose al riguardo. 'Il secondo invito è stato molto più chiaro e l'opposizione molto inferiore', ha detto Mitsos. 'In massima parte è stata colpa nostra', ha aggiunto. 'Quando tu scrivi una cosa e il lettore ne legge un'altra, la colpa non è mai del lettore'. La relazione di valutazione a medio termine solleva anche la preoccupazione che la prescrizione di certi strumenti per certi inviti spinga certi consorzi a dare alle loro proposte la forma che ritengono più indicata per avere maggiori chance di ricevere finanziamenti. 'Per avere l'approvazione, le persone modificano quello che vogliono', ha detto al Notiziario Cordis il Dr Marimon, che quindi raccomanda che siano i ricercatori stessi a scegliere lo strumento che giudicano più appropriato ai loro obiettivi di ricerca. 'La Commissione europea dovrà specificare il portafoglio di strumenti disponibili e gli obiettivi strategici. I partecipanti definiranno lo specifico obiettivo di ricerca che perseguono e perché sia possibile raggiungerlo con lo strumento che hanno scelto', recita la terza raccomandazione della relazione. 'Dovremmo dare ai partecipanti maggior voce e peso', ha aggiunto il Dr Marimon. Il comitato ha trovato i costi e i rischi della partecipazione al 6Pq 'irragionevolmente alti'. Per questo i membri propongono l'adozione di una procedura di valutazione in due fasi. Secondo questa procedura, i potenziali partecipanti dovrebbero dapprima presentare una proposta succinta, che sarebbe valutata in base a un insieme limitato di criteri, tra cui l'adeguatezza e l'eccellenza. 'Dopo avere saputo di avere una possibilità di essere finanziati, i partecipanti potrebbero descrivere in dettaglio il progetto ed investire di più nella proposta', ha detto il Dr Marimon al Notiziario Cordis. Per ora il lavoro del Dr Marimon e dei suoi colleghi del comitato è concluso. Essi hanno assolto il mandato di valutare l'efficacia dei nuovi strumenti, come richiesto dal Parlamento europeo e dal Consiglio durante le negoziazioni del 6Pq. 'Credo che il nostro onesto lavoro sia stato bene accolto', ha detto il Dr Marimon, che è compiaciuto del risultato in quanto ritiene che la relazione si basi su opinioni più che giuste. 'Abbiamo ottenuto davvero dei buoni risultati', ha detto. Adesso è in attesa della risposta ufficiale da parte della Commissione, dal cui tenore dipenderà o meno la stesura di una replica da parte del comitato. Per quanto riguarda la Commissione, 'l'accettazione implica una modifica delle procedure', ha concluso Marimon. Giudicando in base ai commenti del Dr Mitsos, che ha usato l'espressione 'continuazione senza dogmi' per riferirsi all'intenzione della Commissione di adeguarsi alle critiche della relazione e introdurre modifiche ove appropriato, le procedure sono già in fase di rivalutazione. Infolink: http://www.Cordis.lu/fp6/instruments_review  
   
   
STANCA: "L'ICT AUMENTA L'ATTRATTIVITÀ DEL SISTEMA ITALIA"  
 
Roma, 7 luglio 2004 - "L'investimento nelle tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione, l'Ict, consente di aumentare l'attrattività del Sistema Italia in quanto per ogni euro speso in ricerca ed innovazione si registra un aumento degli investimenti diretti esteri pari a 4 euro". Lo ha affermato Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, alla presentazione del Rapporto del Foresight Lab. A tale proposito Stanca, dopo aver posto come essenziale l'obiettivo di "migliorare l'attrattività del Sistema Italia qualificandolo come un 'ambiente' favorevole a ricerca e innovazione", ha rilevato che "l'Ict ha perso molte occasioni in Italia ed ha tre problemi: 1) l'industria nazionale Ict è troppo a valle della filiera del valore, una filiera 'monca', con riflessi anche sul Paese; 2) persiste una lontananza della cultura degli affari dalla comprensione della dimensione tecnologica; 3) l'offerta dell'industria Ict si adatta male ad una domanda italiana caratterizzata da micro-imprese". Proprio in questa direzione, ha ricordato il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie "con il Ministro Marzano abbiamo varato un anno fa il Piano per l'Innovazione Digitale nelle Imprese con l'oiettivo di rafforzare l'innovazione nei settori del made in Italy mediante l'Ict; di rendere più semplice l'accessibilità agli incentivi e, infine, di stabilire un più efficace coordinamento fra i vari livelli di governo, ossia Pubblica amministrazione centrale e quella locale". Tra i provvedimenti adottati ci sono il fondo di garanzia per le Pmi che vogliono investire nell'innovazione digitale, in grado di attivare investimenti per 2 miliardi; il Piano nazionale per lo sviluppo della banda larga, con un primo stanziamento di 300 milioni di euro, in grado di sostenere la domanda privata e quella pubblica, di sviluppare i contenuti e i servizi e, non ultimo, dotare il Sud del Paese di specifiche infrastrutture. A tale proposito Stanca ha sottolineato che "per la prima volta esiste una politica per la Società dell'Informazione nel Sud, con delibere del Cipe nel 2003 per 526 milioni di euro in tre anni per l'innovazione digitale nel Mezzogiorno, cui si associano poi i fondi regionali". Guardando al Dpef, Stanca ha sottolineato un "approccio che bilanci interventi urgenti mirati a sostenere la competitività tramite l'innovazione digitale, soprattutto nelle Pmi, con risultati nel breve periodo ed interventi strutturali per la crescita delle componenti high tech nel medio periodo; promozione del capitale di rischio privato per nuove iniziative nell'high tech per favorire la crescita di aziende esistenti e per la creazione di start-up; sostegno al trasferimento di conoscenza dal mondo della ricerca verso le imprese, in particolare del Sud; evoluzione della leva fiscale (tecnoTremonti) per investimenti in innovazione di prodotto e di processo mediante l'Ict; ma anche semplificazione delle procedure nella Pubblica amministrazione attraverso l'e-Government". Insomma, ha concluso Stanca, "vogliamo passare dal Made in Italy al brain in Italy in quanto la vera sfida è lavorare sulla 'catena del valore' dell'Economia dell'Innovazione e sulle sue interfacce: formazione - ricerca - innovazione".  
   
   
STANCA: "L'ICT AUMENTA L'ATTRATTIVITÀ DEL SISTEMA ITALIA"  
 
Roma, 7 luglio 2004 - "L'investimento nelle tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione, l'Ict, consente di aumentare l'attrattività del Sistema Italia in quanto per ogni euro speso in ricerca ed innovazione si registra un aumento degli investimenti diretti esteri pari a 4 euro". Lo ha affermato Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, alla presentazione del Rapporto del Foresight Lab. A tale proposito Stanca, dopo aver posto come essenziale l'obiettivo di "migliorare l'attrattività del Sistema Italia qualificandolo come un 'ambiente' favorevole a ricerca e innovazione", ha rilevato che "l'Ict ha perso molte occasioni in Italia ed ha tre problemi: 1) l'industria nazionale Ict è troppo a valle della filiera del valore, una filiera 'monca', con riflessi anche sul Paese; 2) persiste una lontananza della cultura degli affari dalla comprensione della dimensione tecnologica; 3) l'offerta dell'industria Ict si adatta male ad una domanda italiana caratterizzata da micro-imprese". Proprio in questa direzione, ha ricordato il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie "con il Ministro Marzano abbiamo varato un anno fa il Piano per l'Innovazione Digitale nelle Imprese con l'oiettivo di rafforzare l'innovazione nei settori del made in Italy mediante l'Ict; di rendere più semplice l'accessibilità agli incentivi e, infine, di stabilire un più efficace coordinamento fra i vari livelli di governo, ossia Pubblica amministrazione centrale e quella locale". Tra i provvedimenti adottati ci sono il fondo di garanzia per le Pmi che vogliono investire nell'innovazione digitale, in grado di attivare investimenti per 2 miliardi; il Piano nazionale per lo sviluppo della banda larga, con un primo stanziamento di 300 milioni di euro, in grado di sostenere la domanda privata e quella pubblica, di sviluppare i contenuti e i servizi e, non ultimo, dotare il Sud del Paese di specifiche infrastrutture. A tale proposito Stanca ha sottolineato che "per la prima volta esiste una politica per la Società dell'Informazione nel Sud, con delibere del Cipe nel 2003 per 526 milioni di euro in tre anni per l'innovazione digitale nel Mezzogiorno, cui si associano poi i fondi regionali". Guardando al Dpef, Stanca ha sottolineato un "approccio che bilanci interventi urgenti mirati a sostenere la competitività tramite l'innovazione digitale, soprattutto nelle Pmi, con risultati nel breve periodo ed interventi strutturali per la crescita delle componenti high tech nel medio periodo; promozione del capitale di rischio privato per nuove iniziative nell'high tech per favorire la crescita di aziende esistenti e per la creazione di start-up; sostegno al trasferimento di conoscenza dal mondo della ricerca verso le imprese, in particolare del Sud; evoluzione della leva fiscale (tecnoTremonti) per investimenti in innovazione di prodotto e di processo mediante l'Ict; ma anche semplificazione delle procedure nella Pubblica amministrazione attraverso l'e-Government". Insomma, ha concluso Stanca, "vogliamo passare dal Made in Italy al brain in Italy in quanto la vera sfida è lavorare sulla 'catena del valore' dell'Economia dell'Innovazione e sulle sue interfacce: formazione - ricerca - innovazione".  
   
   
STANCA: "L'ICT AUMENTA L'ATTRATTIVITÀ DEL SISTEMA ITALIA"  
 
Roma, 7 luglio 2004 - "L'investimento nelle tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione, l'Ict, consente di aumentare l'attrattività del Sistema Italia in quanto per ogni euro speso in ricerca ed innovazione si registra un aumento degli investimenti diretti esteri pari a 4 euro". Lo ha affermato Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, alla presentazione del Rapporto del Foresight Lab. A tale proposito Stanca, dopo aver posto come essenziale l'obiettivo di "migliorare l'attrattività del Sistema Italia qualificandolo come un 'ambiente' favorevole a ricerca e innovazione", ha rilevato che "l'Ict ha perso molte occasioni in Italia ed ha tre problemi: 1) l'industria nazionale Ict è troppo a valle della filiera del valore, una filiera 'monca', con riflessi anche sul Paese; 2) persiste una lontananza della cultura degli affari dalla comprensione della dimensione tecnologica; 3) l'offerta dell'industria Ict si adatta male ad una domanda italiana caratterizzata da micro-imprese". Proprio in questa direzione, ha ricordato il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie "con il Ministro Marzano abbiamo varato un anno fa il Piano per l'Innovazione Digitale nelle Imprese con l'oiettivo di rafforzare l'innovazione nei settori del made in Italy mediante l'Ict; di rendere più semplice l'accessibilità agli incentivi e, infine, di stabilire un più efficace coordinamento fra i vari livelli di governo, ossia Pubblica amministrazione centrale e quella locale". Tra i provvedimenti adottati ci sono il fondo di garanzia per le Pmi che vogliono investire nell'innovazione digitale, in grado di attivare investimenti per 2 miliardi; il Piano nazionale per lo sviluppo della banda larga, con un primo stanziamento di 300 milioni di euro, in grado di sostenere la domanda privata e quella pubblica, di sviluppare i contenuti e i servizi e, non ultimo, dotare il Sud del Paese di specifiche infrastrutture. A tale proposito Stanca ha sottolineato che "per la prima volta esiste una politica per la Società dell'Informazione nel Sud, con delibere del Cipe nel 2003 per 526 milioni di euro in tre anni per l'innovazione digitale nel Mezzogiorno, cui si associano poi i fondi regionali". Guardando al Dpef, Stanca ha sottolineato un "approccio che bilanci interventi urgenti mirati a sostenere la competitività tramite l'innovazione digitale, soprattutto nelle Pmi, con risultati nel breve periodo ed interventi strutturali per la crescita delle componenti high tech nel medio periodo; promozione del capitale di rischio privato per nuove iniziative nell'high tech per favorire la crescita di aziende esistenti e per la creazione di start-up; sostegno al trasferimento di conoscenza dal mondo della ricerca verso le imprese, in particolare del Sud; evoluzione della leva fiscale (tecnoTremonti) per investimenti in innovazione di prodotto e di processo mediante l'Ict; ma anche semplificazione delle procedure nella Pubblica amministrazione attraverso l'e-Government". Insomma, ha concluso Stanca, "vogliamo passare dal Made in Italy al brain in Italy in quanto la vera sfida è lavorare sulla 'catena del valore' dell'Economia dell'Innovazione e sulle sue interfacce: formazione - ricerca - innovazione".  
   
   
STANCA: "L'ICT AUMENTA L'ATTRATTIVITÀ DEL SISTEMA ITALIA"  
 
Roma, 7 luglio 2004 - "L'investimento nelle tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione, l'Ict, consente di aumentare l'attrattività del Sistema Italia in quanto per ogni euro speso in ricerca ed innovazione si registra un aumento degli investimenti diretti esteri pari a 4 euro". Lo ha affermato Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, alla presentazione del Rapporto del Foresight Lab. A tale proposito Stanca, dopo aver posto come essenziale l'obiettivo di "migliorare l'attrattività del Sistema Italia qualificandolo come un 'ambiente' favorevole a ricerca e innovazione", ha rilevato che "l'Ict ha perso molte occasioni in Italia ed ha tre problemi: 1) l'industria nazionale Ict è troppo a valle della filiera del valore, una filiera 'monca', con riflessi anche sul Paese; 2) persiste una lontananza della cultura degli affari dalla comprensione della dimensione tecnologica; 3) l'offerta dell'industria Ict si adatta male ad una domanda italiana caratterizzata da micro-imprese". Proprio in questa direzione, ha ricordato il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie "con il Ministro Marzano abbiamo varato un anno fa il Piano per l'Innovazione Digitale nelle Imprese con l'oiettivo di rafforzare l'innovazione nei settori del made in Italy mediante l'Ict; di rendere più semplice l'accessibilità agli incentivi e, infine, di stabilire un più efficace coordinamento fra i vari livelli di governo, ossia Pubblica amministrazione centrale e quella locale". Tra i provvedimenti adottati ci sono il fondo di garanzia per le Pmi che vogliono investire nell'innovazione digitale, in grado di attivare investimenti per 2 miliardi; il Piano nazionale per lo sviluppo della banda larga, con un primo stanziamento di 300 milioni di euro, in grado di sostenere la domanda privata e quella pubblica, di sviluppare i contenuti e i servizi e, non ultimo, dotare il Sud del Paese di specifiche infrastrutture. A tale proposito Stanca ha sottolineato che "per la prima volta esiste una politica per la Società dell'Informazione nel Sud, con delibere del Cipe nel 2003 per 526 milioni di euro in tre anni per l'innovazione digitale nel Mezzogiorno, cui si associano poi i fondi regionali". Guardando al Dpef, Stanca ha sottolineato un "approccio che bilanci interventi urgenti mirati a sostenere la competitività tramite l'innovazione digitale, soprattutto nelle Pmi, con risultati nel breve periodo ed interventi strutturali per la crescita delle componenti high tech nel medio periodo; promozione del capitale di rischio privato per nuove iniziative nell'high tech per favorire la crescita di aziende esistenti e per la creazione di start-up; sostegno al trasferimento di conoscenza dal mondo della ricerca verso le imprese, in particolare del Sud; evoluzione della leva fiscale (tecnoTremonti) per investimenti in innovazione di prodotto e di processo mediante l'Ict; ma anche semplificazione delle procedure nella Pubblica amministrazione attraverso l'e-Government". Insomma, ha concluso Stanca, "vogliamo passare dal Made in Italy al brain in Italy in quanto la vera sfida è lavorare sulla 'catena del valore' dell'Economia dell'Innovazione e sulle sue interfacce: formazione - ricerca - innovazione".  
   
   
STANCA: "L'ICT AUMENTA L'ATTRATTIVITÀ DEL SISTEMA ITALIA"  
 
Roma, 7 luglio 2004 - "L'investimento nelle tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione, l'Ict, consente di aumentare l'attrattività del Sistema Italia in quanto per ogni euro speso in ricerca ed innovazione si registra un aumento degli investimenti diretti esteri pari a 4 euro". Lo ha affermato Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, alla presentazione del Rapporto del Foresight Lab. A tale proposito Stanca, dopo aver posto come essenziale l'obiettivo di "migliorare l'attrattività del Sistema Italia qualificandolo come un 'ambiente' favorevole a ricerca e innovazione", ha rilevato che "l'Ict ha perso molte occasioni in Italia ed ha tre problemi: 1) l'industria nazionale Ict è troppo a valle della filiera del valore, una filiera 'monca', con riflessi anche sul Paese; 2) persiste una lontananza della cultura degli affari dalla comprensione della dimensione tecnologica; 3) l'offerta dell'industria Ict si adatta male ad una domanda italiana caratterizzata da micro-imprese". Proprio in questa direzione, ha ricordato il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie "con il Ministro Marzano abbiamo varato un anno fa il Piano per l'Innovazione Digitale nelle Imprese con l'oiettivo di rafforzare l'innovazione nei settori del made in Italy mediante l'Ict; di rendere più semplice l'accessibilità agli incentivi e, infine, di stabilire un più efficace coordinamento fra i vari livelli di governo, ossia Pubblica amministrazione centrale e quella locale". Tra i provvedimenti adottati ci sono il fondo di garanzia per le Pmi che vogliono investire nell'innovazione digitale, in grado di attivare investimenti per 2 miliardi; il Piano nazionale per lo sviluppo della banda larga, con un primo stanziamento di 300 milioni di euro, in grado di sostenere la domanda privata e quella pubblica, di sviluppare i contenuti e i servizi e, non ultimo, dotare il Sud del Paese di specifiche infrastrutture. A tale proposito Stanca ha sottolineato che "per la prima volta esiste una politica per la Società dell'Informazione nel Sud, con delibere del Cipe nel 2003 per 526 milioni di euro in tre anni per l'innovazione digitale nel Mezzogiorno, cui si associano poi i fondi regionali". Guardando al Dpef, Stanca ha sottolineato un "approccio che bilanci interventi urgenti mirati a sostenere la competitività tramite l'innovazione digitale, soprattutto nelle Pmi, con risultati nel breve periodo ed interventi strutturali per la crescita delle componenti high tech nel medio periodo; promozione del capitale di rischio privato per nuove iniziative nell'high tech per favorire la crescita di aziende esistenti e per la creazione di start-up; sostegno al trasferimento di conoscenza dal mondo della ricerca verso le imprese, in particolare del Sud; evoluzione della leva fiscale (tecnoTremonti) per investimenti in innovazione di prodotto e di processo mediante l'Ict; ma anche semplificazione delle procedure nella Pubblica amministrazione attraverso l'e-Government". Insomma, ha concluso Stanca, "vogliamo passare dal Made in Italy al brain in Italy in quanto la vera sfida è lavorare sulla 'catena del valore' dell'Economia dell'Innovazione e sulle sue interfacce: formazione - ricerca - innovazione".  
   
   
STANCA: "L'ICT AUMENTA L'ATTRATTIVITÀ DEL SISTEMA ITALIA"  
 
Roma, 7 luglio 2004 - "L'investimento nelle tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione, l'Ict, consente di aumentare l'attrattività del Sistema Italia in quanto per ogni euro speso in ricerca ed innovazione si registra un aumento degli investimenti diretti esteri pari a 4 euro". Lo ha affermato Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, alla presentazione del Rapporto del Foresight Lab. A tale proposito Stanca, dopo aver posto come essenziale l'obiettivo di "migliorare l'attrattività del Sistema Italia qualificandolo come un 'ambiente' favorevole a ricerca e innovazione", ha rilevato che "l'Ict ha perso molte occasioni in Italia ed ha tre problemi: 1) l'industria nazionale Ict è troppo a valle della filiera del valore, una filiera 'monca', con riflessi anche sul Paese; 2) persiste una lontananza della cultura degli affari dalla comprensione della dimensione tecnologica; 3) l'offerta dell'industria Ict si adatta male ad una domanda italiana caratterizzata da micro-imprese". Proprio in questa direzione, ha ricordato il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie "con il Ministro Marzano abbiamo varato un anno fa il Piano per l'Innovazione Digitale nelle Imprese con l'oiettivo di rafforzare l'innovazione nei settori del made in Italy mediante l'Ict; di rendere più semplice l'accessibilità agli incentivi e, infine, di stabilire un più efficace coordinamento fra i vari livelli di governo, ossia Pubblica amministrazione centrale e quella locale". Tra i provvedimenti adottati ci sono il fondo di garanzia per le Pmi che vogliono investire nell'innovazione digitale, in grado di attivare investimenti per 2 miliardi; il Piano nazionale per lo sviluppo della banda larga, con un primo stanziamento di 300 milioni di euro, in grado di sostenere la domanda privata e quella pubblica, di sviluppare i contenuti e i servizi e, non ultimo, dotare il Sud del Paese di specifiche infrastrutture. A tale proposito Stanca ha sottolineato che "per la prima volta esiste una politica per la Società dell'Informazione nel Sud, con delibere del Cipe nel 2003 per 526 milioni di euro in tre anni per l'innovazione digitale nel Mezzogiorno, cui si associano poi i fondi regionali". Guardando al Dpef, Stanca ha sottolineato un "approccio che bilanci interventi urgenti mirati a sostenere la competitività tramite l'innovazione digitale, soprattutto nelle Pmi, con risultati nel breve periodo ed interventi strutturali per la crescita delle componenti high tech nel medio periodo; promozione del capitale di rischio privato per nuove iniziative nell'high tech per favorire la crescita di aziende esistenti e per la creazione di start-up; sostegno al trasferimento di conoscenza dal mondo della ricerca verso le imprese, in particolare del Sud; evoluzione della leva fiscale (tecnoTremonti) per investimenti in innovazione di prodotto e di processo mediante l'Ict; ma anche semplificazione delle procedure nella Pubblica amministrazione attraverso l'e-Government". Insomma, ha concluso Stanca, "vogliamo passare dal Made in Italy al brain in Italy in quanto la vera sfida è lavorare sulla 'catena del valore' dell'Economia dell'Innovazione e sulle sue interfacce: formazione - ricerca - innovazione".  
   
   
BANCA FIDEURAM: RACCOLTA NETTA RISPARMIO GESTITO A GIUGNO: - € 213 MILIONI PREMI VITA INCASSATI: + € 141 MILIONI MASSE AMMINISTRATE A FINE MAGGIO: € 58,3 MILIARDI  
 
Roma, 7 luglio 2004 – La raccolta netta di risparmio gestito del gruppo Banca Fideuram (fondi, gestioni e assicurazioni) ha registrato a giugno un saldo negativo di € 213 milioni. A giugno, il saldo complessivo del risparmio non gestito è stato positivo per € 58 milioni. La raccolta netta totale (saldo tra risparmio gestito e non gestito) è stata negativa per € 155 milioni. All’interno del risparmio gestito le gestioni patrimoniali e le assicurazioni vita hanno registrato una raccolta positiva pari rispettivamente a € 49 e € 8 milioni, mentre i fondi comuni hanno registrato una raccolta negativa pari a € 270 milioni. Le polizze vita hanno complessivamente incassato premi per € 141 milioni. La nuova produzione assicurativa è stata pari a € 91 milioni, interamente costituita da polizze unit linked di Banca Fideuram. Per quanto riguarda le masse totali di risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni) consolidate del gruppo Banca Fideuram, a fine maggio 2004 erano € 45,4 miliardi, mentre il totale delle masse amministrate era di € 58,3 miliardi. Al 30 giugno i private banker1 del gruppo Banca Fideuram erano 4.381 a cui vanno aggiunti 61 produttori assicurativi per un totale di 4.442 professionisti. In allegato sono riportate le tabelle relative a: raccolta netta e premi vita incassati del gruppo Banca Fideuram a giugno 2004; dimensioni delle reti di private banker del gruppo Banca Fideuram relative a giugno 2004; asset under management del gruppo Banca Fideuram a maggio 2004.  
   
   
BANCA FIDEURAM: RACCOLTA NETTA RISPARMIO GESTITO A GIUGNO: - € 213 MILIONI PREMI VITA INCASSATI: + € 141 MILIONI MASSE AMMINISTRATE A FINE MAGGIO: € 58,3 MILIARDI  
 
Roma, 7 luglio 2004 – La raccolta netta di risparmio gestito del gruppo Banca Fideuram (fondi, gestioni e assicurazioni) ha registrato a giugno un saldo negativo di € 213 milioni. A giugno, il saldo complessivo del risparmio non gestito è stato positivo per € 58 milioni. La raccolta netta totale (saldo tra risparmio gestito e non gestito) è stata negativa per € 155 milioni. All’interno del risparmio gestito le gestioni patrimoniali e le assicurazioni vita hanno registrato una raccolta positiva pari rispettivamente a € 49 e € 8 milioni, mentre i fondi comuni hanno registrato una raccolta negativa pari a € 270 milioni. Le polizze vita hanno complessivamente incassato premi per € 141 milioni. La nuova produzione assicurativa è stata pari a € 91 milioni, interamente costituita da polizze unit linked di Banca Fideuram. Per quanto riguarda le masse totali di risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni) consolidate del gruppo Banca Fideuram, a fine maggio 2004 erano € 45,4 miliardi, mentre il totale delle masse amministrate era di € 58,3 miliardi. Al 30 giugno i private banker1 del gruppo Banca Fideuram erano 4.381 a cui vanno aggiunti 61 produttori assicurativi per un totale di 4.442 professionisti. In allegato sono riportate le tabelle relative a: raccolta netta e premi vita incassati del gruppo Banca Fideuram a giugno 2004; dimensioni delle reti di private banker del gruppo Banca Fideuram relative a giugno 2004; asset under management del gruppo Banca Fideuram a maggio 2004.  
   
   
BANCA FIDEURAM: RACCOLTA NETTA RISPARMIO GESTITO A GIUGNO: - € 213 MILIONI PREMI VITA INCASSATI: + € 141 MILIONI MASSE AMMINISTRATE A FINE MAGGIO: € 58,3 MILIARDI  
 
Roma, 7 luglio 2004 – La raccolta netta di risparmio gestito del gruppo Banca Fideuram (fondi, gestioni e assicurazioni) ha registrato a giugno un saldo negativo di € 213 milioni. A giugno, il saldo complessivo del risparmio non gestito è stato positivo per € 58 milioni. La raccolta netta totale (saldo tra risparmio gestito e non gestito) è stata negativa per € 155 milioni. All’interno del risparmio gestito le gestioni patrimoniali e le assicurazioni vita hanno registrato una raccolta positiva pari rispettivamente a € 49 e € 8 milioni, mentre i fondi comuni hanno registrato una raccolta negativa pari a € 270 milioni. Le polizze vita hanno complessivamente incassato premi per € 141 milioni. La nuova produzione assicurativa è stata pari a € 91 milioni, interamente costituita da polizze unit linked di Banca Fideuram. Per quanto riguarda le masse totali di risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni) consolidate del gruppo Banca Fideuram, a fine maggio 2004 erano € 45,4 miliardi, mentre il totale delle masse amministrate era di € 58,3 miliardi. Al 30 giugno i private banker1 del gruppo Banca Fideuram erano 4.381 a cui vanno aggiunti 61 produttori assicurativi per un totale di 4.442 professionisti. In allegato sono riportate le tabelle relative a: raccolta netta e premi vita incassati del gruppo Banca Fideuram a giugno 2004; dimensioni delle reti di private banker del gruppo Banca Fideuram relative a giugno 2004; asset under management del gruppo Banca Fideuram a maggio 2004.  
   
   
BANCA FIDEURAM: RACCOLTA NETTA RISPARMIO GESTITO A GIUGNO: - € 213 MILIONI PREMI VITA INCASSATI: + € 141 MILIONI MASSE AMMINISTRATE A FINE MAGGIO: € 58,3 MILIARDI  
 
Roma, 7 luglio 2004 – La raccolta netta di risparmio gestito del gruppo Banca Fideuram (fondi, gestioni e assicurazioni) ha registrato a giugno un saldo negativo di € 213 milioni. A giugno, il saldo complessivo del risparmio non gestito è stato positivo per € 58 milioni. La raccolta netta totale (saldo tra risparmio gestito e non gestito) è stata negativa per € 155 milioni. All’interno del risparmio gestito le gestioni patrimoniali e le assicurazioni vita hanno registrato una raccolta positiva pari rispettivamente a € 49 e € 8 milioni, mentre i fondi comuni hanno registrato una raccolta negativa pari a € 270 milioni. Le polizze vita hanno complessivamente incassato premi per € 141 milioni. La nuova produzione assicurativa è stata pari a € 91 milioni, interamente costituita da polizze unit linked di Banca Fideuram. Per quanto riguarda le masse totali di risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni) consolidate del gruppo Banca Fideuram, a fine maggio 2004 erano € 45,4 miliardi, mentre il totale delle masse amministrate era di € 58,3 miliardi. Al 30 giugno i private banker1 del gruppo Banca Fideuram erano 4.381 a cui vanno aggiunti 61 produttori assicurativi per un totale di 4.442 professionisti. In allegato sono riportate le tabelle relative a: raccolta netta e premi vita incassati del gruppo Banca Fideuram a giugno 2004; dimensioni delle reti di private banker del gruppo Banca Fideuram relative a giugno 2004; asset under management del gruppo Banca Fideuram a maggio 2004.  
   
   
BANCA FIDEURAM: RACCOLTA NETTA RISPARMIO GESTITO A GIUGNO: - € 213 MILIONI PREMI VITA INCASSATI: + € 141 MILIONI MASSE AMMINISTRATE A FINE MAGGIO: € 58,3 MILIARDI  
 
Roma, 7 luglio 2004 – La raccolta netta di risparmio gestito del gruppo Banca Fideuram (fondi, gestioni e assicurazioni) ha registrato a giugno un saldo negativo di € 213 milioni. A giugno, il saldo complessivo del risparmio non gestito è stato positivo per € 58 milioni. La raccolta netta totale (saldo tra risparmio gestito e non gestito) è stata negativa per € 155 milioni. All’interno del risparmio gestito le gestioni patrimoniali e le assicurazioni vita hanno registrato una raccolta positiva pari rispettivamente a € 49 e € 8 milioni, mentre i fondi comuni hanno registrato una raccolta negativa pari a € 270 milioni. Le polizze vita hanno complessivamente incassato premi per € 141 milioni. La nuova produzione assicurativa è stata pari a € 91 milioni, interamente costituita da polizze unit linked di Banca Fideuram. Per quanto riguarda le masse totali di risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni) consolidate del gruppo Banca Fideuram, a fine maggio 2004 erano € 45,4 miliardi, mentre il totale delle masse amministrate era di € 58,3 miliardi. Al 30 giugno i private banker1 del gruppo Banca Fideuram erano 4.381 a cui vanno aggiunti 61 produttori assicurativi per un totale di 4.442 professionisti. In allegato sono riportate le tabelle relative a: raccolta netta e premi vita incassati del gruppo Banca Fideuram a giugno 2004; dimensioni delle reti di private banker del gruppo Banca Fideuram relative a giugno 2004; asset under management del gruppo Banca Fideuram a maggio 2004.  
   
   
BANCA FIDEURAM: RACCOLTA NETTA RISPARMIO GESTITO A GIUGNO: - € 213 MILIONI PREMI VITA INCASSATI: + € 141 MILIONI MASSE AMMINISTRATE A FINE MAGGIO: € 58,3 MILIARDI  
 
Roma, 7 luglio 2004 – La raccolta netta di risparmio gestito del gruppo Banca Fideuram (fondi, gestioni e assicurazioni) ha registrato a giugno un saldo negativo di € 213 milioni. A giugno, il saldo complessivo del risparmio non gestito è stato positivo per € 58 milioni. La raccolta netta totale (saldo tra risparmio gestito e non gestito) è stata negativa per € 155 milioni. All’interno del risparmio gestito le gestioni patrimoniali e le assicurazioni vita hanno registrato una raccolta positiva pari rispettivamente a € 49 e € 8 milioni, mentre i fondi comuni hanno registrato una raccolta negativa pari a € 270 milioni. Le polizze vita hanno complessivamente incassato premi per € 141 milioni. La nuova produzione assicurativa è stata pari a € 91 milioni, interamente costituita da polizze unit linked di Banca Fideuram. Per quanto riguarda le masse totali di risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni) consolidate del gruppo Banca Fideuram, a fine maggio 2004 erano € 45,4 miliardi, mentre il totale delle masse amministrate era di € 58,3 miliardi. Al 30 giugno i private banker1 del gruppo Banca Fideuram erano 4.381 a cui vanno aggiunti 61 produttori assicurativi per un totale di 4.442 professionisti. In allegato sono riportate le tabelle relative a: raccolta netta e premi vita incassati del gruppo Banca Fideuram a giugno 2004; dimensioni delle reti di private banker del gruppo Banca Fideuram relative a giugno 2004; asset under management del gruppo Banca Fideuram a maggio 2004.  
   
   
COMPLETATA LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO FINANZIARIO DEL GRUPPO VERSACE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. In base ai contratti di finanziamento sottoscritti in data 24 giugno scorso, Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi 120 milioni di Euro. Tale importo verrà utilizzato dal Gruppo Versace per rimborsare l’Eurobond da 100 milioni di Euro emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. In scadenza il 6 luglio 2004 e per il finanziamento del capitale circolante. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuato la prima erogazione di 100 milioni di Euro, esclusivamente finalizzata al rimborso dell’Eurobond. L’operazione risulta articolata in tre specifiche linee di finanziamento, con diverse strutture temporali, aderenti e funzionali al piano di ristrutturazione e rilancio del Gruppo Versace.  
   
   
COMPLETATA LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO FINANZIARIO DEL GRUPPO VERSACE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. In base ai contratti di finanziamento sottoscritti in data 24 giugno scorso, Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi 120 milioni di Euro. Tale importo verrà utilizzato dal Gruppo Versace per rimborsare l’Eurobond da 100 milioni di Euro emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. In scadenza il 6 luglio 2004 e per il finanziamento del capitale circolante. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuato la prima erogazione di 100 milioni di Euro, esclusivamente finalizzata al rimborso dell’Eurobond. L’operazione risulta articolata in tre specifiche linee di finanziamento, con diverse strutture temporali, aderenti e funzionali al piano di ristrutturazione e rilancio del Gruppo Versace.  
   
   
COMPLETATA LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO FINANZIARIO DEL GRUPPO VERSACE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. In base ai contratti di finanziamento sottoscritti in data 24 giugno scorso, Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi 120 milioni di Euro. Tale importo verrà utilizzato dal Gruppo Versace per rimborsare l’Eurobond da 100 milioni di Euro emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. In scadenza il 6 luglio 2004 e per il finanziamento del capitale circolante. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuato la prima erogazione di 100 milioni di Euro, esclusivamente finalizzata al rimborso dell’Eurobond. L’operazione risulta articolata in tre specifiche linee di finanziamento, con diverse strutture temporali, aderenti e funzionali al piano di ristrutturazione e rilancio del Gruppo Versace.  
   
   
COMPLETATA LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO FINANZIARIO DEL GRUPPO VERSACE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. In base ai contratti di finanziamento sottoscritti in data 24 giugno scorso, Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi 120 milioni di Euro. Tale importo verrà utilizzato dal Gruppo Versace per rimborsare l’Eurobond da 100 milioni di Euro emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. In scadenza il 6 luglio 2004 e per il finanziamento del capitale circolante. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuato la prima erogazione di 100 milioni di Euro, esclusivamente finalizzata al rimborso dell’Eurobond. L’operazione risulta articolata in tre specifiche linee di finanziamento, con diverse strutture temporali, aderenti e funzionali al piano di ristrutturazione e rilancio del Gruppo Versace.  
   
   
COMPLETATA LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO FINANZIARIO DEL GRUPPO VERSACE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. In base ai contratti di finanziamento sottoscritti in data 24 giugno scorso, Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi 120 milioni di Euro. Tale importo verrà utilizzato dal Gruppo Versace per rimborsare l’Eurobond da 100 milioni di Euro emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. In scadenza il 6 luglio 2004 e per il finanziamento del capitale circolante. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuato la prima erogazione di 100 milioni di Euro, esclusivamente finalizzata al rimborso dell’Eurobond. L’operazione risulta articolata in tre specifiche linee di finanziamento, con diverse strutture temporali, aderenti e funzionali al piano di ristrutturazione e rilancio del Gruppo Versace.  
   
   
COMPLETATA LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO FINANZIARIO DEL GRUPPO VERSACE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. In base ai contratti di finanziamento sottoscritti in data 24 giugno scorso, Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi 120 milioni di Euro. Tale importo verrà utilizzato dal Gruppo Versace per rimborsare l’Eurobond da 100 milioni di Euro emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. In scadenza il 6 luglio 2004 e per il finanziamento del capitale circolante. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuato la prima erogazione di 100 milioni di Euro, esclusivamente finalizzata al rimborso dell’Eurobond. L’operazione risulta articolata in tre specifiche linee di finanziamento, con diverse strutture temporali, aderenti e funzionali al piano di ristrutturazione e rilancio del Gruppo Versace.  
   
   
VERSACE: ASSEMBLEA APPROVA IL BILANCIO 2003  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - Il Gruppo Versace ha reso noto ieri i risultati dell'esercizio 2003 approvati ieri dall'Assemblea degli Azionisti. Sempre ieri, Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi €120 milioni. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuata la prima erogazione di €100 milioni, finalizzata al rimborso dell'Eurobond da € 100 milioni emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. E in scadenza oggi. Gli azionisti Santo e Donatella Versace and Allegra Versace Beck hanno dichiarato ieri che "Versace è uno dei più importanti e riconosciuti marchi mondiali nel settore del lusso e noi siamo impegnati nella sua costante crescita e sviluppo. Ora, con il puntuale rimborso del Bond, il gruppo può dedicarsi interamente alla realizzazione delle iniziative strategiche e alla implementazione del piano a lungo termine che gli azionisti condividono per il futuro della società". Per quanto riguarda l'esercizio 2003, caratterizzato da un contesto economico particolarmente difficile a livello mondiale, il Gruppo Versace ha registrato ricavi consolidati totali pari a €403 milioni, rispetto ai €483 milioni del 2002 - anche per effetto della riduzione dei proventi accessori alla gestione caratteristica, scesi da €30 milioni a €6 milioni - ed un margine lordo di €203 milioni, contro i €270 milioni del 2002. La contrazione dei ricavi è imputabile anche al forte apprezzamento dell'Euro nei confronti delle altre valute durante il 2003. A cambi medi 2002 costanti, la riduzione percentuale dei ricavi caratteristici sarebbe stata del 7% anziché del 12%. I costi ordinari (non inclusivi del costo del venduto) sono diminuiti del 12% rispetto al precedente esercizio, passando da €230 a €202 milioni, nella stessa misura percentuale della riduzione dei volumi di ricavi caratteristici. L'incisiva azione di contenimento dei costi ha consentito di raggiungere un sostanziale pareggio a livello di Ebitda, mentre il risultato operativo dopo gli ammortamenti, svalutazioni ed accantonamenti, passa da €13,4 milioni nel 2002 ad risultato negativo di €21 milioni nel 2003. Il risultato netto di pertinenza del gruppo, dopo gli accantonamenti per imposte e le quote di competenza dei soci di minoranza, è negativo per €26,5 milioni (€ 5,8 milioni nel 2002). Nonostante il risultato negativo, l'efficiente gestione del capitale circolante netto, sceso su base consolidata da €184 a €136 milioni, ha consentito al Gruppo Versace nel corso del 2003 di migliorare la posizione finanziaria netta, riducendo il debito finanziario netto consolidato a €117 milioni, rispetto a €130 milioni del precedente esercizio. Rimane pertanto molto solida la situazione patrimoniale del Gruppo Versace, che al 31 dicembre 2003 dispone di un Patrimonio Netto consolidato pari a € 146 milioni. Contestualmente alle azioni immediate di contenimento dei costi, durante il 2003 il Gruppo Versace ha messo a fuoco e avviato un piano strategico di ampio respiro, articolato nelle seguenti principali linee di intervento: riposizionamento delle strategie commerciali attraverso lo sviluppo della rete di boutiques esclusive in franchising e del canale del multi marca selettivo; ottimizzazione della rete di boutique dirette; al riguardo si segnala che nel corso del 2003 è stata inaugurata la nuova boutique di Monaco di Baviera nella prestigiosa Maximilianstrasse, con contestuale chiusura della precedente boutique in Odeonsplatz, nonchè una nuova boutique Versace nella sofisticata area di Roppongi Hills a Tokyo, con chiusura della precedente boutique Versus di Aoyama (Tokyo); potenziamento della divisione Borse, Scarpe e Piccola Pelletteria; compressione della durata temporale dei cicli di progettazione, produzione e consegna; ottimizzazione del portafoglio licenze; perseguimento di sinergie operative in tutti i comparti aziendali, attraverso la riprogettazione organizzativa dei processi e dei flussi di attività e l'ulteriore razionalizzazione e semplificazione societaria del Gruppo Versace; - forte ed incisiva azione di contenimento delle spese generali ed amministrative. A tal riguardo si segnala che è giunta a completamento la realizzazione di un polo logistico integrato, che consentirà concrete sinergie in termini di costi e di miglioramento dell'operatività. In aggiunta alle iniziative strategiche del piano, sono state recentemente assunte altre importanti decisioni operative che consentiranno di migliorare la performance operativa del Gruppo Versace mediante l'anticipo delle tempistiche di consegna delle collezioni alle boutiques (sia dirette che in franchising) e ai clienti multi marca. A partire dalle P/e 2005 si procederà infatti alla ridefinizione dell'assetto delle collezioni e si adotterà un diverso approccio di pianificazione degli acquisti delle collezioni da parte di boutiques dirette, franchisee e clienti multimarca che consentirà un significativo miglioramento dei tempi di consegna. "Per quanto gli interventi strategici previsti dal piano di sviluppo del Gruppo Versace daranno i loro pieni effetti a partire dall'esercizio 2005 - ha dichiarato il Direttore Generale Daniele Ballestrazzi - già nel primo semestre 2004 si iniziano a delineare i primi significativi segnali di ripresa. Fra questi, di particolare interesse è l'incremento (37%) delle percentuali di sell-through della collezione donna primavera-estate 04 sul comparto delle boutiques dirette, nonché la crescita superiore al 20% del portafoglio ordini della collezione donna autunno-inverno 04". "Segnali positivi - ha aggiunto Daniele Ballestrazzi - provengono anche dal comparto licenze con riscontro sull'intera gamma dei prodotti Versace (Versace Jeans Couture, Versus, Versace Sport, Versace Classic, Home Collection, Precious Items); nonché dal settore profumi, caratterizzato anche dal lancio in questi giorni della nuova fragranza femminile Crystal Noir"  
   
   
VERSACE: ASSEMBLEA APPROVA IL BILANCIO 2003  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - Il Gruppo Versace ha reso noto ieri i risultati dell'esercizio 2003 approvati ieri dall'Assemblea degli Azionisti. Sempre ieri, Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi €120 milioni. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuata la prima erogazione di €100 milioni, finalizzata al rimborso dell'Eurobond da € 100 milioni emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. E in scadenza oggi. Gli azionisti Santo e Donatella Versace and Allegra Versace Beck hanno dichiarato ieri che "Versace è uno dei più importanti e riconosciuti marchi mondiali nel settore del lusso e noi siamo impegnati nella sua costante crescita e sviluppo. Ora, con il puntuale rimborso del Bond, il gruppo può dedicarsi interamente alla realizzazione delle iniziative strategiche e alla implementazione del piano a lungo termine che gli azionisti condividono per il futuro della società". Per quanto riguarda l'esercizio 2003, caratterizzato da un contesto economico particolarmente difficile a livello mondiale, il Gruppo Versace ha registrato ricavi consolidati totali pari a €403 milioni, rispetto ai €483 milioni del 2002 - anche per effetto della riduzione dei proventi accessori alla gestione caratteristica, scesi da €30 milioni a €6 milioni - ed un margine lordo di €203 milioni, contro i €270 milioni del 2002. La contrazione dei ricavi è imputabile anche al forte apprezzamento dell'Euro nei confronti delle altre valute durante il 2003. A cambi medi 2002 costanti, la riduzione percentuale dei ricavi caratteristici sarebbe stata del 7% anziché del 12%. I costi ordinari (non inclusivi del costo del venduto) sono diminuiti del 12% rispetto al precedente esercizio, passando da €230 a €202 milioni, nella stessa misura percentuale della riduzione dei volumi di ricavi caratteristici. L'incisiva azione di contenimento dei costi ha consentito di raggiungere un sostanziale pareggio a livello di Ebitda, mentre il risultato operativo dopo gli ammortamenti, svalutazioni ed accantonamenti, passa da €13,4 milioni nel 2002 ad risultato negativo di €21 milioni nel 2003. Il risultato netto di pertinenza del gruppo, dopo gli accantonamenti per imposte e le quote di competenza dei soci di minoranza, è negativo per €26,5 milioni (€ 5,8 milioni nel 2002). Nonostante il risultato negativo, l'efficiente gestione del capitale circolante netto, sceso su base consolidata da €184 a €136 milioni, ha consentito al Gruppo Versace nel corso del 2003 di migliorare la posizione finanziaria netta, riducendo il debito finanziario netto consolidato a €117 milioni, rispetto a €130 milioni del precedente esercizio. Rimane pertanto molto solida la situazione patrimoniale del Gruppo Versace, che al 31 dicembre 2003 dispone di un Patrimonio Netto consolidato pari a € 146 milioni. Contestualmente alle azioni immediate di contenimento dei costi, durante il 2003 il Gruppo Versace ha messo a fuoco e avviato un piano strategico di ampio respiro, articolato nelle seguenti principali linee di intervento: riposizionamento delle strategie commerciali attraverso lo sviluppo della rete di boutiques esclusive in franchising e del canale del multi marca selettivo; ottimizzazione della rete di boutique dirette; al riguardo si segnala che nel corso del 2003 è stata inaugurata la nuova boutique di Monaco di Baviera nella prestigiosa Maximilianstrasse, con contestuale chiusura della precedente boutique in Odeonsplatz, nonchè una nuova boutique Versace nella sofisticata area di Roppongi Hills a Tokyo, con chiusura della precedente boutique Versus di Aoyama (Tokyo); potenziamento della divisione Borse, Scarpe e Piccola Pelletteria; compressione della durata temporale dei cicli di progettazione, produzione e consegna; ottimizzazione del portafoglio licenze; perseguimento di sinergie operative in tutti i comparti aziendali, attraverso la riprogettazione organizzativa dei processi e dei flussi di attività e l'ulteriore razionalizzazione e semplificazione societaria del Gruppo Versace; - forte ed incisiva azione di contenimento delle spese generali ed amministrative. A tal riguardo si segnala che è giunta a completamento la realizzazione di un polo logistico integrato, che consentirà concrete sinergie in termini di costi e di miglioramento dell'operatività. In aggiunta alle iniziative strategiche del piano, sono state recentemente assunte altre importanti decisioni operative che consentiranno di migliorare la performance operativa del Gruppo Versace mediante l'anticipo delle tempistiche di consegna delle collezioni alle boutiques (sia dirette che in franchising) e ai clienti multi marca. A partire dalle P/e 2005 si procederà infatti alla ridefinizione dell'assetto delle collezioni e si adotterà un diverso approccio di pianificazione degli acquisti delle collezioni da parte di boutiques dirette, franchisee e clienti multimarca che consentirà un significativo miglioramento dei tempi di consegna. "Per quanto gli interventi strategici previsti dal piano di sviluppo del Gruppo Versace daranno i loro pieni effetti a partire dall'esercizio 2005 - ha dichiarato il Direttore Generale Daniele Ballestrazzi - già nel primo semestre 2004 si iniziano a delineare i primi significativi segnali di ripresa. Fra questi, di particolare interesse è l'incremento (37%) delle percentuali di sell-through della collezione donna primavera-estate 04 sul comparto delle boutiques dirette, nonché la crescita superiore al 20% del portafoglio ordini della collezione donna autunno-inverno 04". "Segnali positivi - ha aggiunto Daniele Ballestrazzi - provengono anche dal comparto licenze con riscontro sull'intera gamma dei prodotti Versace (Versace Jeans Couture, Versus, Versace Sport, Versace Classic, Home Collection, Precious Items); nonché dal settore profumi, caratterizzato anche dal lancio in questi giorni della nuova fragranza femminile Crystal Noir"  
   
   
VERSACE: ASSEMBLEA APPROVA IL BILANCIO 2003  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - Il Gruppo Versace ha reso noto ieri i risultati dell'esercizio 2003 approvati ieri dall'Assemblea degli Azionisti. Sempre ieri, Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi €120 milioni. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuata la prima erogazione di €100 milioni, finalizzata al rimborso dell'Eurobond da € 100 milioni emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. E in scadenza oggi. Gli azionisti Santo e Donatella Versace and Allegra Versace Beck hanno dichiarato ieri che "Versace è uno dei più importanti e riconosciuti marchi mondiali nel settore del lusso e noi siamo impegnati nella sua costante crescita e sviluppo. Ora, con il puntuale rimborso del Bond, il gruppo può dedicarsi interamente alla realizzazione delle iniziative strategiche e alla implementazione del piano a lungo termine che gli azionisti condividono per il futuro della società". Per quanto riguarda l'esercizio 2003, caratterizzato da un contesto economico particolarmente difficile a livello mondiale, il Gruppo Versace ha registrato ricavi consolidati totali pari a €403 milioni, rispetto ai €483 milioni del 2002 - anche per effetto della riduzione dei proventi accessori alla gestione caratteristica, scesi da €30 milioni a €6 milioni - ed un margine lordo di €203 milioni, contro i €270 milioni del 2002. La contrazione dei ricavi è imputabile anche al forte apprezzamento dell'Euro nei confronti delle altre valute durante il 2003. A cambi medi 2002 costanti, la riduzione percentuale dei ricavi caratteristici sarebbe stata del 7% anziché del 12%. I costi ordinari (non inclusivi del costo del venduto) sono diminuiti del 12% rispetto al precedente esercizio, passando da €230 a €202 milioni, nella stessa misura percentuale della riduzione dei volumi di ricavi caratteristici. L'incisiva azione di contenimento dei costi ha consentito di raggiungere un sostanziale pareggio a livello di Ebitda, mentre il risultato operativo dopo gli ammortamenti, svalutazioni ed accantonamenti, passa da €13,4 milioni nel 2002 ad risultato negativo di €21 milioni nel 2003. Il risultato netto di pertinenza del gruppo, dopo gli accantonamenti per imposte e le quote di competenza dei soci di minoranza, è negativo per €26,5 milioni (€ 5,8 milioni nel 2002). Nonostante il risultato negativo, l'efficiente gestione del capitale circolante netto, sceso su base consolidata da €184 a €136 milioni, ha consentito al Gruppo Versace nel corso del 2003 di migliorare la posizione finanziaria netta, riducendo il debito finanziario netto consolidato a €117 milioni, rispetto a €130 milioni del precedente esercizio. Rimane pertanto molto solida la situazione patrimoniale del Gruppo Versace, che al 31 dicembre 2003 dispone di un Patrimonio Netto consolidato pari a € 146 milioni. Contestualmente alle azioni immediate di contenimento dei costi, durante il 2003 il Gruppo Versace ha messo a fuoco e avviato un piano strategico di ampio respiro, articolato nelle seguenti principali linee di intervento: riposizionamento delle strategie commerciali attraverso lo sviluppo della rete di boutiques esclusive in franchising e del canale del multi marca selettivo; ottimizzazione della rete di boutique dirette; al riguardo si segnala che nel corso del 2003 è stata inaugurata la nuova boutique di Monaco di Baviera nella prestigiosa Maximilianstrasse, con contestuale chiusura della precedente boutique in Odeonsplatz, nonchè una nuova boutique Versace nella sofisticata area di Roppongi Hills a Tokyo, con chiusura della precedente boutique Versus di Aoyama (Tokyo); potenziamento della divisione Borse, Scarpe e Piccola Pelletteria; compressione della durata temporale dei cicli di progettazione, produzione e consegna; ottimizzazione del portafoglio licenze; perseguimento di sinergie operative in tutti i comparti aziendali, attraverso la riprogettazione organizzativa dei processi e dei flussi di attività e l'ulteriore razionalizzazione e semplificazione societaria del Gruppo Versace; - forte ed incisiva azione di contenimento delle spese generali ed amministrative. A tal riguardo si segnala che è giunta a completamento la realizzazione di un polo logistico integrato, che consentirà concrete sinergie in termini di costi e di miglioramento dell'operatività. In aggiunta alle iniziative strategiche del piano, sono state recentemente assunte altre importanti decisioni operative che consentiranno di migliorare la performance operativa del Gruppo Versace mediante l'anticipo delle tempistiche di consegna delle collezioni alle boutiques (sia dirette che in franchising) e ai clienti multi marca. A partire dalle P/e 2005 si procederà infatti alla ridefinizione dell'assetto delle collezioni e si adotterà un diverso approccio di pianificazione degli acquisti delle collezioni da parte di boutiques dirette, franchisee e clienti multimarca che consentirà un significativo miglioramento dei tempi di consegna. "Per quanto gli interventi strategici previsti dal piano di sviluppo del Gruppo Versace daranno i loro pieni effetti a partire dall'esercizio 2005 - ha dichiarato il Direttore Generale Daniele Ballestrazzi - già nel primo semestre 2004 si iniziano a delineare i primi significativi segnali di ripresa. Fra questi, di particolare interesse è l'incremento (37%) delle percentuali di sell-through della collezione donna primavera-estate 04 sul comparto delle boutiques dirette, nonché la crescita superiore al 20% del portafoglio ordini della collezione donna autunno-inverno 04". "Segnali positivi - ha aggiunto Daniele Ballestrazzi - provengono anche dal comparto licenze con riscontro sull'intera gamma dei prodotti Versace (Versace Jeans Couture, Versus, Versace Sport, Versace Classic, Home Collection, Precious Items); nonché dal settore profumi, caratterizzato anche dal lancio in questi giorni della nuova fragranza femminile Crystal Noir"  
   
   
VERSACE: ASSEMBLEA APPROVA IL BILANCIO 2003  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - Il Gruppo Versace ha reso noto ieri i risultati dell'esercizio 2003 approvati ieri dall'Assemblea degli Azionisti. Sempre ieri, Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi €120 milioni. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuata la prima erogazione di €100 milioni, finalizzata al rimborso dell'Eurobond da € 100 milioni emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. E in scadenza oggi. Gli azionisti Santo e Donatella Versace and Allegra Versace Beck hanno dichiarato ieri che "Versace è uno dei più importanti e riconosciuti marchi mondiali nel settore del lusso e noi siamo impegnati nella sua costante crescita e sviluppo. Ora, con il puntuale rimborso del Bond, il gruppo può dedicarsi interamente alla realizzazione delle iniziative strategiche e alla implementazione del piano a lungo termine che gli azionisti condividono per il futuro della società". Per quanto riguarda l'esercizio 2003, caratterizzato da un contesto economico particolarmente difficile a livello mondiale, il Gruppo Versace ha registrato ricavi consolidati totali pari a €403 milioni, rispetto ai €483 milioni del 2002 - anche per effetto della riduzione dei proventi accessori alla gestione caratteristica, scesi da €30 milioni a €6 milioni - ed un margine lordo di €203 milioni, contro i €270 milioni del 2002. La contrazione dei ricavi è imputabile anche al forte apprezzamento dell'Euro nei confronti delle altre valute durante il 2003. A cambi medi 2002 costanti, la riduzione percentuale dei ricavi caratteristici sarebbe stata del 7% anziché del 12%. I costi ordinari (non inclusivi del costo del venduto) sono diminuiti del 12% rispetto al precedente esercizio, passando da €230 a €202 milioni, nella stessa misura percentuale della riduzione dei volumi di ricavi caratteristici. L'incisiva azione di contenimento dei costi ha consentito di raggiungere un sostanziale pareggio a livello di Ebitda, mentre il risultato operativo dopo gli ammortamenti, svalutazioni ed accantonamenti, passa da €13,4 milioni nel 2002 ad risultato negativo di €21 milioni nel 2003. Il risultato netto di pertinenza del gruppo, dopo gli accantonamenti per imposte e le quote di competenza dei soci di minoranza, è negativo per €26,5 milioni (€ 5,8 milioni nel 2002). Nonostante il risultato negativo, l'efficiente gestione del capitale circolante netto, sceso su base consolidata da €184 a €136 milioni, ha consentito al Gruppo Versace nel corso del 2003 di migliorare la posizione finanziaria netta, riducendo il debito finanziario netto consolidato a €117 milioni, rispetto a €130 milioni del precedente esercizio. Rimane pertanto molto solida la situazione patrimoniale del Gruppo Versace, che al 31 dicembre 2003 dispone di un Patrimonio Netto consolidato pari a € 146 milioni. Contestualmente alle azioni immediate di contenimento dei costi, durante il 2003 il Gruppo Versace ha messo a fuoco e avviato un piano strategico di ampio respiro, articolato nelle seguenti principali linee di intervento: riposizionamento delle strategie commerciali attraverso lo sviluppo della rete di boutiques esclusive in franchising e del canale del multi marca selettivo; ottimizzazione della rete di boutique dirette; al riguardo si segnala che nel corso del 2003 è stata inaugurata la nuova boutique di Monaco di Baviera nella prestigiosa Maximilianstrasse, con contestuale chiusura della precedente boutique in Odeonsplatz, nonchè una nuova boutique Versace nella sofisticata area di Roppongi Hills a Tokyo, con chiusura della precedente boutique Versus di Aoyama (Tokyo); potenziamento della divisione Borse, Scarpe e Piccola Pelletteria; compressione della durata temporale dei cicli di progettazione, produzione e consegna; ottimizzazione del portafoglio licenze; perseguimento di sinergie operative in tutti i comparti aziendali, attraverso la riprogettazione organizzativa dei processi e dei flussi di attività e l'ulteriore razionalizzazione e semplificazione societaria del Gruppo Versace; - forte ed incisiva azione di contenimento delle spese generali ed amministrative. A tal riguardo si segnala che è giunta a completamento la realizzazione di un polo logistico integrato, che consentirà concrete sinergie in termini di costi e di miglioramento dell'operatività. In aggiunta alle iniziative strategiche del piano, sono state recentemente assunte altre importanti decisioni operative che consentiranno di migliorare la performance operativa del Gruppo Versace mediante l'anticipo delle tempistiche di consegna delle collezioni alle boutiques (sia dirette che in franchising) e ai clienti multi marca. A partire dalle P/e 2005 si procederà infatti alla ridefinizione dell'assetto delle collezioni e si adotterà un diverso approccio di pianificazione degli acquisti delle collezioni da parte di boutiques dirette, franchisee e clienti multimarca che consentirà un significativo miglioramento dei tempi di consegna. "Per quanto gli interventi strategici previsti dal piano di sviluppo del Gruppo Versace daranno i loro pieni effetti a partire dall'esercizio 2005 - ha dichiarato il Direttore Generale Daniele Ballestrazzi - già nel primo semestre 2004 si iniziano a delineare i primi significativi segnali di ripresa. Fra questi, di particolare interesse è l'incremento (37%) delle percentuali di sell-through della collezione donna primavera-estate 04 sul comparto delle boutiques dirette, nonché la crescita superiore al 20% del portafoglio ordini della collezione donna autunno-inverno 04". "Segnali positivi - ha aggiunto Daniele Ballestrazzi - provengono anche dal comparto licenze con riscontro sull'intera gamma dei prodotti Versace (Versace Jeans Couture, Versus, Versace Sport, Versace Classic, Home Collection, Precious Items); nonché dal settore profumi, caratterizzato anche dal lancio in questi giorni della nuova fragranza femminile Crystal Noir"  
   
   
VERSACE: ASSEMBLEA APPROVA IL BILANCIO 2003  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - Il Gruppo Versace ha reso noto ieri i risultati dell'esercizio 2003 approvati ieri dall'Assemblea degli Azionisti. Sempre ieri, Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi €120 milioni. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuata la prima erogazione di €100 milioni, finalizzata al rimborso dell'Eurobond da € 100 milioni emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. E in scadenza oggi. Gli azionisti Santo e Donatella Versace and Allegra Versace Beck hanno dichiarato ieri che "Versace è uno dei più importanti e riconosciuti marchi mondiali nel settore del lusso e noi siamo impegnati nella sua costante crescita e sviluppo. Ora, con il puntuale rimborso del Bond, il gruppo può dedicarsi interamente alla realizzazione delle iniziative strategiche e alla implementazione del piano a lungo termine che gli azionisti condividono per il futuro della società". Per quanto riguarda l'esercizio 2003, caratterizzato da un contesto economico particolarmente difficile a livello mondiale, il Gruppo Versace ha registrato ricavi consolidati totali pari a €403 milioni, rispetto ai €483 milioni del 2002 - anche per effetto della riduzione dei proventi accessori alla gestione caratteristica, scesi da €30 milioni a €6 milioni - ed un margine lordo di €203 milioni, contro i €270 milioni del 2002. La contrazione dei ricavi è imputabile anche al forte apprezzamento dell'Euro nei confronti delle altre valute durante il 2003. A cambi medi 2002 costanti, la riduzione percentuale dei ricavi caratteristici sarebbe stata del 7% anziché del 12%. I costi ordinari (non inclusivi del costo del venduto) sono diminuiti del 12% rispetto al precedente esercizio, passando da €230 a €202 milioni, nella stessa misura percentuale della riduzione dei volumi di ricavi caratteristici. L'incisiva azione di contenimento dei costi ha consentito di raggiungere un sostanziale pareggio a livello di Ebitda, mentre il risultato operativo dopo gli ammortamenti, svalutazioni ed accantonamenti, passa da €13,4 milioni nel 2002 ad risultato negativo di €21 milioni nel 2003. Il risultato netto di pertinenza del gruppo, dopo gli accantonamenti per imposte e le quote di competenza dei soci di minoranza, è negativo per €26,5 milioni (€ 5,8 milioni nel 2002). Nonostante il risultato negativo, l'efficiente gestione del capitale circolante netto, sceso su base consolidata da €184 a €136 milioni, ha consentito al Gruppo Versace nel corso del 2003 di migliorare la posizione finanziaria netta, riducendo il debito finanziario netto consolidato a €117 milioni, rispetto a €130 milioni del precedente esercizio. Rimane pertanto molto solida la situazione patrimoniale del Gruppo Versace, che al 31 dicembre 2003 dispone di un Patrimonio Netto consolidato pari a € 146 milioni. Contestualmente alle azioni immediate di contenimento dei costi, durante il 2003 il Gruppo Versace ha messo a fuoco e avviato un piano strategico di ampio respiro, articolato nelle seguenti principali linee di intervento: riposizionamento delle strategie commerciali attraverso lo sviluppo della rete di boutiques esclusive in franchising e del canale del multi marca selettivo; ottimizzazione della rete di boutique dirette; al riguardo si segnala che nel corso del 2003 è stata inaugurata la nuova boutique di Monaco di Baviera nella prestigiosa Maximilianstrasse, con contestuale chiusura della precedente boutique in Odeonsplatz, nonchè una nuova boutique Versace nella sofisticata area di Roppongi Hills a Tokyo, con chiusura della precedente boutique Versus di Aoyama (Tokyo); potenziamento della divisione Borse, Scarpe e Piccola Pelletteria; compressione della durata temporale dei cicli di progettazione, produzione e consegna; ottimizzazione del portafoglio licenze; perseguimento di sinergie operative in tutti i comparti aziendali, attraverso la riprogettazione organizzativa dei processi e dei flussi di attività e l'ulteriore razionalizzazione e semplificazione societaria del Gruppo Versace; - forte ed incisiva azione di contenimento delle spese generali ed amministrative. A tal riguardo si segnala che è giunta a completamento la realizzazione di un polo logistico integrato, che consentirà concrete sinergie in termini di costi e di miglioramento dell'operatività. In aggiunta alle iniziative strategiche del piano, sono state recentemente assunte altre importanti decisioni operative che consentiranno di migliorare la performance operativa del Gruppo Versace mediante l'anticipo delle tempistiche di consegna delle collezioni alle boutiques (sia dirette che in franchising) e ai clienti multi marca. A partire dalle P/e 2005 si procederà infatti alla ridefinizione dell'assetto delle collezioni e si adotterà un diverso approccio di pianificazione degli acquisti delle collezioni da parte di boutiques dirette, franchisee e clienti multimarca che consentirà un significativo miglioramento dei tempi di consegna. "Per quanto gli interventi strategici previsti dal piano di sviluppo del Gruppo Versace daranno i loro pieni effetti a partire dall'esercizio 2005 - ha dichiarato il Direttore Generale Daniele Ballestrazzi - già nel primo semestre 2004 si iniziano a delineare i primi significativi segnali di ripresa. Fra questi, di particolare interesse è l'incremento (37%) delle percentuali di sell-through della collezione donna primavera-estate 04 sul comparto delle boutiques dirette, nonché la crescita superiore al 20% del portafoglio ordini della collezione donna autunno-inverno 04". "Segnali positivi - ha aggiunto Daniele Ballestrazzi - provengono anche dal comparto licenze con riscontro sull'intera gamma dei prodotti Versace (Versace Jeans Couture, Versus, Versace Sport, Versace Classic, Home Collection, Precious Items); nonché dal settore profumi, caratterizzato anche dal lancio in questi giorni della nuova fragranza femminile Crystal Noir"  
   
   
VERSACE: ASSEMBLEA APPROVA IL BILANCIO 2003  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - Il Gruppo Versace ha reso noto ieri i risultati dell'esercizio 2003 approvati ieri dall'Assemblea degli Azionisti. Sempre ieri, Banca Intesa S.p.a. E Gianni Versace S.p.a. Annunciano di aver completato e formalizzato la ristrutturazione del debito finanziario del Gruppo Versace. Banca Intesa, in qualità di unico Arranger ed Underwriter ha messo a disposizione del Gruppo Versace tre finanziamenti per complessivi €120 milioni. In data 2 luglio 2004 Banca Intesa S.p.a. Ha effettuata la prima erogazione di €100 milioni, finalizzata al rimborso dell'Eurobond da € 100 milioni emesso nel 1999 dalla società controllata Gianni Versace International N.v. E in scadenza oggi. Gli azionisti Santo e Donatella Versace and Allegra Versace Beck hanno dichiarato ieri che "Versace è uno dei più importanti e riconosciuti marchi mondiali nel settore del lusso e noi siamo impegnati nella sua costante crescita e sviluppo. Ora, con il puntuale rimborso del Bond, il gruppo può dedicarsi interamente alla realizzazione delle iniziative strategiche e alla implementazione del piano a lungo termine che gli azionisti condividono per il futuro della società". Per quanto riguarda l'esercizio 2003, caratterizzato da un contesto economico particolarmente difficile a livello mondiale, il Gruppo Versace ha registrato ricavi consolidati totali pari a €403 milioni, rispetto ai €483 milioni del 2002 - anche per effetto della riduzione dei proventi accessori alla gestione caratteristica, scesi da €30 milioni a €6 milioni - ed un margine lordo di €203 milioni, contro i €270 milioni del 2002. La contrazione dei ricavi è imputabile anche al forte apprezzamento dell'Euro nei confronti delle altre valute durante il 2003. A cambi medi 2002 costanti, la riduzione percentuale dei ricavi caratteristici sarebbe stata del 7% anziché del 12%. I costi ordinari (non inclusivi del costo del venduto) sono diminuiti del 12% rispetto al precedente esercizio, passando da €230 a €202 milioni, nella stessa misura percentuale della riduzione dei volumi di ricavi caratteristici. L'incisiva azione di contenimento dei costi ha consentito di raggiungere un sostanziale pareggio a livello di Ebitda, mentre il risultato operativo dopo gli ammortamenti, svalutazioni ed accantonamenti, passa da €13,4 milioni nel 2002 ad risultato negativo di €21 milioni nel 2003. Il risultato netto di pertinenza del gruppo, dopo gli accantonamenti per imposte e le quote di competenza dei soci di minoranza, è negativo per €26,5 milioni (€ 5,8 milioni nel 2002). Nonostante il risultato negativo, l'efficiente gestione del capitale circolante netto, sceso su base consolidata da €184 a €136 milioni, ha consentito al Gruppo Versace nel corso del 2003 di migliorare la posizione finanziaria netta, riducendo il debito finanziario netto consolidato a €117 milioni, rispetto a €130 milioni del precedente esercizio. Rimane pertanto molto solida la situazione patrimoniale del Gruppo Versace, che al 31 dicembre 2003 dispone di un Patrimonio Netto consolidato pari a € 146 milioni. Contestualmente alle azioni immediate di contenimento dei costi, durante il 2003 il Gruppo Versace ha messo a fuoco e avviato un piano strategico di ampio respiro, articolato nelle seguenti principali linee di intervento: riposizionamento delle strategie commerciali attraverso lo sviluppo della rete di boutiques esclusive in franchising e del canale del multi marca selettivo; ottimizzazione della rete di boutique dirette; al riguardo si segnala che nel corso del 2003 è stata inaugurata la nuova boutique di Monaco di Baviera nella prestigiosa Maximilianstrasse, con contestuale chiusura della precedente boutique in Odeonsplatz, nonchè una nuova boutique Versace nella sofisticata area di Roppongi Hills a Tokyo, con chiusura della precedente boutique Versus di Aoyama (Tokyo); potenziamento della divisione Borse, Scarpe e Piccola Pelletteria; compressione della durata temporale dei cicli di progettazione, produzione e consegna; ottimizzazione del portafoglio licenze; perseguimento di sinergie operative in tutti i comparti aziendali, attraverso la riprogettazione organizzativa dei processi e dei flussi di attività e l'ulteriore razionalizzazione e semplificazione societaria del Gruppo Versace; - forte ed incisiva azione di contenimento delle spese generali ed amministrative. A tal riguardo si segnala che è giunta a completamento la realizzazione di un polo logistico integrato, che consentirà concrete sinergie in termini di costi e di miglioramento dell'operatività. In aggiunta alle iniziative strategiche del piano, sono state recentemente assunte altre importanti decisioni operative che consentiranno di migliorare la performance operativa del Gruppo Versace mediante l'anticipo delle tempistiche di consegna delle collezioni alle boutiques (sia dirette che in franchising) e ai clienti multi marca. A partire dalle P/e 2005 si procederà infatti alla ridefinizione dell'assetto delle collezioni e si adotterà un diverso approccio di pianificazione degli acquisti delle collezioni da parte di boutiques dirette, franchisee e clienti multimarca che consentirà un significativo miglioramento dei tempi di consegna. "Per quanto gli interventi strategici previsti dal piano di sviluppo del Gruppo Versace daranno i loro pieni effetti a partire dall'esercizio 2005 - ha dichiarato il Direttore Generale Daniele Ballestrazzi - già nel primo semestre 2004 si iniziano a delineare i primi significativi segnali di ripresa. Fra questi, di particolare interesse è l'incremento (37%) delle percentuali di sell-through della collezione donna primavera-estate 04 sul comparto delle boutiques dirette, nonché la crescita superiore al 20% del portafoglio ordini della collezione donna autunno-inverno 04". "Segnali positivi - ha aggiunto Daniele Ballestrazzi - provengono anche dal comparto licenze con riscontro sull'intera gamma dei prodotti Versace (Versace Jeans Couture, Versus, Versace Sport, Versace Classic, Home Collection, Precious Items); nonché dal settore profumi, caratterizzato anche dal lancio in questi giorni della nuova fragranza femminile Crystal Noir"  
   
   
ANTONVENETA, PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DA 300 MILIONI DI EURO  
 
Padova, 7 luglio 2004 - Banca Antonveneta Spa lancia un nuovo prestito obbligazionario dell'importo di 300 milioni di euro a tasso variabile con scadenza 13/07/2004. Il nuovo prestito offre una cedola pari all'Euribor 3 mesi più uno spread di 20 bps ed ha un prezzo di emissione di 99,912. I lead managers dell'operazione sono Abn Amro e Banca Imi. Data di regolamento 13 luglio 2004, quotato in Lussemburgo, taglio minimo 10.000 euro. Il prestito è stato emesso nell'ambito del programma Emtn firmato il 29/06/2004.  
   
   
ANTONVENETA, PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DA 300 MILIONI DI EURO  
 
Padova, 7 luglio 2004 - Banca Antonveneta Spa lancia un nuovo prestito obbligazionario dell'importo di 300 milioni di euro a tasso variabile con scadenza 13/07/2004. Il nuovo prestito offre una cedola pari all'Euribor 3 mesi più uno spread di 20 bps ed ha un prezzo di emissione di 99,912. I lead managers dell'operazione sono Abn Amro e Banca Imi. Data di regolamento 13 luglio 2004, quotato in Lussemburgo, taglio minimo 10.000 euro. Il prestito è stato emesso nell'ambito del programma Emtn firmato il 29/06/2004.  
   
   
ANTONVENETA, PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DA 300 MILIONI DI EURO  
 
Padova, 7 luglio 2004 - Banca Antonveneta Spa lancia un nuovo prestito obbligazionario dell'importo di 300 milioni di euro a tasso variabile con scadenza 13/07/2004. Il nuovo prestito offre una cedola pari all'Euribor 3 mesi più uno spread di 20 bps ed ha un prezzo di emissione di 99,912. I lead managers dell'operazione sono Abn Amro e Banca Imi. Data di regolamento 13 luglio 2004, quotato in Lussemburgo, taglio minimo 10.000 euro. Il prestito è stato emesso nell'ambito del programma Emtn firmato il 29/06/2004.  
   
   
ANTONVENETA, PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DA 300 MILIONI DI EURO  
 
Padova, 7 luglio 2004 - Banca Antonveneta Spa lancia un nuovo prestito obbligazionario dell'importo di 300 milioni di euro a tasso variabile con scadenza 13/07/2004. Il nuovo prestito offre una cedola pari all'Euribor 3 mesi più uno spread di 20 bps ed ha un prezzo di emissione di 99,912. I lead managers dell'operazione sono Abn Amro e Banca Imi. Data di regolamento 13 luglio 2004, quotato in Lussemburgo, taglio minimo 10.000 euro. Il prestito è stato emesso nell'ambito del programma Emtn firmato il 29/06/2004.  
   
   
ANTONVENETA, PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DA 300 MILIONI DI EURO  
 
Padova, 7 luglio 2004 - Banca Antonveneta Spa lancia un nuovo prestito obbligazionario dell'importo di 300 milioni di euro a tasso variabile con scadenza 13/07/2004. Il nuovo prestito offre una cedola pari all'Euribor 3 mesi più uno spread di 20 bps ed ha un prezzo di emissione di 99,912. I lead managers dell'operazione sono Abn Amro e Banca Imi. Data di regolamento 13 luglio 2004, quotato in Lussemburgo, taglio minimo 10.000 euro. Il prestito è stato emesso nell'ambito del programma Emtn firmato il 29/06/2004.  
   
   
ANTONVENETA, PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DA 300 MILIONI DI EURO  
 
Padova, 7 luglio 2004 - Banca Antonveneta Spa lancia un nuovo prestito obbligazionario dell'importo di 300 milioni di euro a tasso variabile con scadenza 13/07/2004. Il nuovo prestito offre una cedola pari all'Euribor 3 mesi più uno spread di 20 bps ed ha un prezzo di emissione di 99,912. I lead managers dell'operazione sono Abn Amro e Banca Imi. Data di regolamento 13 luglio 2004, quotato in Lussemburgo, taglio minimo 10.000 euro. Il prestito è stato emesso nell'ambito del programma Emtn firmato il 29/06/2004.  
   
   
FIAMM – CONVENZIONE BANCARIA  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - E' stata sottoscritta la Convenzione bancaria tra Fiamm S.p.a. E tutte le banche creditrici italiane del Gruppo. Nell’operazione Fiamm è stata assistita da Mediobanca.  
   
   
FIAMM – CONVENZIONE BANCARIA  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - E' stata sottoscritta la Convenzione bancaria tra Fiamm S.p.a. E tutte le banche creditrici italiane del Gruppo. Nell’operazione Fiamm è stata assistita da Mediobanca.  
   
   
FIAMM – CONVENZIONE BANCARIA  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - E' stata sottoscritta la Convenzione bancaria tra Fiamm S.p.a. E tutte le banche creditrici italiane del Gruppo. Nell’operazione Fiamm è stata assistita da Mediobanca.  
   
   
FIAMM – CONVENZIONE BANCARIA  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - E' stata sottoscritta la Convenzione bancaria tra Fiamm S.p.a. E tutte le banche creditrici italiane del Gruppo. Nell’operazione Fiamm è stata assistita da Mediobanca.  
   
   
FIAMM – CONVENZIONE BANCARIA  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - E' stata sottoscritta la Convenzione bancaria tra Fiamm S.p.a. E tutte le banche creditrici italiane del Gruppo. Nell’operazione Fiamm è stata assistita da Mediobanca.  
   
   
FIAMM – CONVENZIONE BANCARIA  
 
 Milano, 7 luglio 2004 - E' stata sottoscritta la Convenzione bancaria tra Fiamm S.p.a. E tutte le banche creditrici italiane del Gruppo. Nell’operazione Fiamm è stata assistita da Mediobanca.  
   
   
FIN.PART: AFFIDATO AD ABN AMRO L’INCARICO DI ADVISOR PER LA DEFINIZIONE E L’ATTUAZIONE DI UN PIANO DI RISTRUTTURAZIONE FINANZIARIA  
 
Milano, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Fin.part, riunitosi il 5 luglio a Milano sotto la Presidenza di Gianni Mazzola, ha deliberato di affidare ad Abn Amro l’incarico di advisor per la definizione e l’attuazione di un piano di ristrutturazione finanziaria avente come obiettivo principale di fare fronte agli impegni e alle obbligazioni del Gruppo Fin.part di prossima scadenza. Abn Amro, banca di standing internazionale, rappresenta l’interlocutore finanziario indipendente che ha il compito di portare a termine le trattative e di finalizzare gli accordi con gli Istituti di Credito, dando seguito al lavoro condotto fino a oggi dalla società di consulenza Franco Tatò & Partners, che lascia l’incarico.  
   
   
FIN.PART: AFFIDATO AD ABN AMRO L’INCARICO DI ADVISOR PER LA DEFINIZIONE E L’ATTUAZIONE DI UN PIANO DI RISTRUTTURAZIONE FINANZIARIA  
 
Milano, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Fin.part, riunitosi il 5 luglio a Milano sotto la Presidenza di Gianni Mazzola, ha deliberato di affidare ad Abn Amro l’incarico di advisor per la definizione e l’attuazione di un piano di ristrutturazione finanziaria avente come obiettivo principale di fare fronte agli impegni e alle obbligazioni del Gruppo Fin.part di prossima scadenza. Abn Amro, banca di standing internazionale, rappresenta l’interlocutore finanziario indipendente che ha il compito di portare a termine le trattative e di finalizzare gli accordi con gli Istituti di Credito, dando seguito al lavoro condotto fino a oggi dalla società di consulenza Franco Tatò & Partners, che lascia l’incarico.  
   
   
FIN.PART: AFFIDATO AD ABN AMRO L’INCARICO DI ADVISOR PER LA DEFINIZIONE E L’ATTUAZIONE DI UN PIANO DI RISTRUTTURAZIONE FINANZIARIA  
 
Milano, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Fin.part, riunitosi il 5 luglio a Milano sotto la Presidenza di Gianni Mazzola, ha deliberato di affidare ad Abn Amro l’incarico di advisor per la definizione e l’attuazione di un piano di ristrutturazione finanziaria avente come obiettivo principale di fare fronte agli impegni e alle obbligazioni del Gruppo Fin.part di prossima scadenza. Abn Amro, banca di standing internazionale, rappresenta l’interlocutore finanziario indipendente che ha il compito di portare a termine le trattative e di finalizzare gli accordi con gli Istituti di Credito, dando seguito al lavoro condotto fino a oggi dalla società di consulenza Franco Tatò & Partners, che lascia l’incarico.  
   
   
FIN.PART: AFFIDATO AD ABN AMRO L’INCARICO DI ADVISOR PER LA DEFINIZIONE E L’ATTUAZIONE DI UN PIANO DI RISTRUTTURAZIONE FINANZIARIA  
 
Milano, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Fin.part, riunitosi il 5 luglio a Milano sotto la Presidenza di Gianni Mazzola, ha deliberato di affidare ad Abn Amro l’incarico di advisor per la definizione e l’attuazione di un piano di ristrutturazione finanziaria avente come obiettivo principale di fare fronte agli impegni e alle obbligazioni del Gruppo Fin.part di prossima scadenza. Abn Amro, banca di standing internazionale, rappresenta l’interlocutore finanziario indipendente che ha il compito di portare a termine le trattative e di finalizzare gli accordi con gli Istituti di Credito, dando seguito al lavoro condotto fino a oggi dalla società di consulenza Franco Tatò & Partners, che lascia l’incarico.  
   
   
FIN.PART: AFFIDATO AD ABN AMRO L’INCARICO DI ADVISOR PER LA DEFINIZIONE E L’ATTUAZIONE DI UN PIANO DI RISTRUTTURAZIONE FINANZIARIA  
 
Milano, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Fin.part, riunitosi il 5 luglio a Milano sotto la Presidenza di Gianni Mazzola, ha deliberato di affidare ad Abn Amro l’incarico di advisor per la definizione e l’attuazione di un piano di ristrutturazione finanziaria avente come obiettivo principale di fare fronte agli impegni e alle obbligazioni del Gruppo Fin.part di prossima scadenza. Abn Amro, banca di standing internazionale, rappresenta l’interlocutore finanziario indipendente che ha il compito di portare a termine le trattative e di finalizzare gli accordi con gli Istituti di Credito, dando seguito al lavoro condotto fino a oggi dalla società di consulenza Franco Tatò & Partners, che lascia l’incarico.  
   
   
FIN.PART: AFFIDATO AD ABN AMRO L’INCARICO DI ADVISOR PER LA DEFINIZIONE E L’ATTUAZIONE DI UN PIANO DI RISTRUTTURAZIONE FINANZIARIA  
 
Milano, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Fin.part, riunitosi il 5 luglio a Milano sotto la Presidenza di Gianni Mazzola, ha deliberato di affidare ad Abn Amro l’incarico di advisor per la definizione e l’attuazione di un piano di ristrutturazione finanziaria avente come obiettivo principale di fare fronte agli impegni e alle obbligazioni del Gruppo Fin.part di prossima scadenza. Abn Amro, banca di standing internazionale, rappresenta l’interlocutore finanziario indipendente che ha il compito di portare a termine le trattative e di finalizzare gli accordi con gli Istituti di Credito, dando seguito al lavoro condotto fino a oggi dalla società di consulenza Franco Tatò & Partners, che lascia l’incarico.  
   
   
BIT MONTHLY FLASH GIUGNO 2004  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Il mese di giugno è stato caratterizzato da una ripresa dei corsi azionari, che ha portato gli indici vicini ai massimi annuali. L'indice Mib ha chiuso il mese a quota 20.580 (+3% su maggio 2004 e +5,6% su fine 2003). Si tratta del dato di fine mese più elevato dal maggio 2002. Il massimo mensile è stato raggiunto lunedì 28 a quota 20.636, a pochi punti dal massimo annuale di 20.800 stabilito in aprile. Gli indici continui hanno evidenziato un andamento diverso: +2,7% il Mibtel (+6,0% da fine 2003); +2,7% l'S&p/mib (+4,5%); +2,4%% il Mib30 (+5,6%); +4,5% il Midex (+2,1%). L'indice Mibstar ha chiuso il mese al nuovo massimo storico di 1.032, con una variazione mensile di +2,8% (+9,8% rispetto a fine 2003). Nei suoi tre anni e mezzo di vita l'indice del segmento delle Pmi di qualità è cresciuto del 3,2%. In giugno il Nuovo Mercato è stato invece caratterizzato da una sostanziale stabilità dei corsi, con una variazione dell'indice Numex di -0,8%. La volatilità è tornata a scendere verso i minimi storici, posizionandosi al 7,0% per la Borsa e al 10,6% per il Nuovo Mercato. La crescita dei corsi azionari e la ripresa delle ammissioni a quotazione si sono riflesse positivamente sulla capitalizzazione, cresciuta da 498 a 518,2 miliardi di euro, il valore più elevato dal giugno 2002. Nel dettaglio la Borsa è passata da 486,8 a 506,5 miliardi di euro (tornando dopo due anni sopra la soglia dei 500 miliardi); il Nuovo Mercato è rimasto stabile a 6,9 miliardi di euro e il Mercato Expandi è salito da 4,3 a 4,8 miliardi di euro. Il rapporto con il Pil è salito dal 37,2% al 38,8%. Sull'idem, il mercato dei derivati, i futures su azioni hanno fatto registrare il secondo risultato di sempre in termini di contratti standard, con una media giornaliera di 10.300. Venerdì 18 giugno, in occasione della scadenza dei derivati dell'Idem, gli scambi diurni di azioni della Borsa hanno fatto registrare il nuovo massimo annuale, con 7,26 miliardi di euro (seconda seduta più liquida della storia di Borsa Italiana). Scambi di azioni in crescita per controvalore nel mese di giugno (media giornaliera di 2,95 miliardi di euro, +4,1% su maggio). Il primo semestre si chiude con una media giornaliera di 143.000 contratti e 3,03 miliardi di euro di controvalore. Cresce sensibilmente anche la dimensione media degli scambi diurni delle azioni della Borsa, che sale al nuovo massimo storico di 28.800 euro. Ll mercato primario ha visto in giugno i collocamenti di Terna e Dmt e l'ammissione alla quotazione di Procomac (Mta - inizio negoziazioni il 6/7/04); Azimut (Mta - inizio negoziazioni il 7/7/04) e Greenvision (Expandi). Le prime tre operazioni hanno portato alla raccolta, rispettivamente, di 84, 1.700 e 19 milioni di euro. Nello stesso mese sono stati conclusi gli aumenti di capitale di Basicnet (raccolta di 16,4 milioni di euro, inoptato 46,5%); Lazio (17,4 e 90,8%); Reti Bancarie Holding (629,7 e 3,6%) e il collocamento privato a investitori istituzionali di Socotherm (10% del capitale, raccolta di 20,3 milioni di euro). A seguito del collocamento di Dmt e Terna il numero totale delle società quotate sale a 276. Stabili gli scambi di Etfs, il cui controvalore si mantiene sui livelli di maggio, passando da una media giornaliera di 9,5 a una di 9,3 milioni di euro. Prosegue il trend di crescita della dimensione media dei contratti, salita da 23.200 a 25.900 euro.  
   
   
BIT MONTHLY FLASH GIUGNO 2004  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Il mese di giugno è stato caratterizzato da una ripresa dei corsi azionari, che ha portato gli indici vicini ai massimi annuali. L'indice Mib ha chiuso il mese a quota 20.580 (+3% su maggio 2004 e +5,6% su fine 2003). Si tratta del dato di fine mese più elevato dal maggio 2002. Il massimo mensile è stato raggiunto lunedì 28 a quota 20.636, a pochi punti dal massimo annuale di 20.800 stabilito in aprile. Gli indici continui hanno evidenziato un andamento diverso: +2,7% il Mibtel (+6,0% da fine 2003); +2,7% l'S&p/mib (+4,5%); +2,4%% il Mib30 (+5,6%); +4,5% il Midex (+2,1%). L'indice Mibstar ha chiuso il mese al nuovo massimo storico di 1.032, con una variazione mensile di +2,8% (+9,8% rispetto a fine 2003). Nei suoi tre anni e mezzo di vita l'indice del segmento delle Pmi di qualità è cresciuto del 3,2%. In giugno il Nuovo Mercato è stato invece caratterizzato da una sostanziale stabilità dei corsi, con una variazione dell'indice Numex di -0,8%. La volatilità è tornata a scendere verso i minimi storici, posizionandosi al 7,0% per la Borsa e al 10,6% per il Nuovo Mercato. La crescita dei corsi azionari e la ripresa delle ammissioni a quotazione si sono riflesse positivamente sulla capitalizzazione, cresciuta da 498 a 518,2 miliardi di euro, il valore più elevato dal giugno 2002. Nel dettaglio la Borsa è passata da 486,8 a 506,5 miliardi di euro (tornando dopo due anni sopra la soglia dei 500 miliardi); il Nuovo Mercato è rimasto stabile a 6,9 miliardi di euro e il Mercato Expandi è salito da 4,3 a 4,8 miliardi di euro. Il rapporto con il Pil è salito dal 37,2% al 38,8%. Sull'idem, il mercato dei derivati, i futures su azioni hanno fatto registrare il secondo risultato di sempre in termini di contratti standard, con una media giornaliera di 10.300. Venerdì 18 giugno, in occasione della scadenza dei derivati dell'Idem, gli scambi diurni di azioni della Borsa hanno fatto registrare il nuovo massimo annuale, con 7,26 miliardi di euro (seconda seduta più liquida della storia di Borsa Italiana). Scambi di azioni in crescita per controvalore nel mese di giugno (media giornaliera di 2,95 miliardi di euro, +4,1% su maggio). Il primo semestre si chiude con una media giornaliera di 143.000 contratti e 3,03 miliardi di euro di controvalore. Cresce sensibilmente anche la dimensione media degli scambi diurni delle azioni della Borsa, che sale al nuovo massimo storico di 28.800 euro. Ll mercato primario ha visto in giugno i collocamenti di Terna e Dmt e l'ammissione alla quotazione di Procomac (Mta - inizio negoziazioni il 6/7/04); Azimut (Mta - inizio negoziazioni il 7/7/04) e Greenvision (Expandi). Le prime tre operazioni hanno portato alla raccolta, rispettivamente, di 84, 1.700 e 19 milioni di euro. Nello stesso mese sono stati conclusi gli aumenti di capitale di Basicnet (raccolta di 16,4 milioni di euro, inoptato 46,5%); Lazio (17,4 e 90,8%); Reti Bancarie Holding (629,7 e 3,6%) e il collocamento privato a investitori istituzionali di Socotherm (10% del capitale, raccolta di 20,3 milioni di euro). A seguito del collocamento di Dmt e Terna il numero totale delle società quotate sale a 276. Stabili gli scambi di Etfs, il cui controvalore si mantiene sui livelli di maggio, passando da una media giornaliera di 9,5 a una di 9,3 milioni di euro. Prosegue il trend di crescita della dimensione media dei contratti, salita da 23.200 a 25.900 euro.  
   
   
BIT MONTHLY FLASH GIUGNO 2004  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Il mese di giugno è stato caratterizzato da una ripresa dei corsi azionari, che ha portato gli indici vicini ai massimi annuali. L'indice Mib ha chiuso il mese a quota 20.580 (+3% su maggio 2004 e +5,6% su fine 2003). Si tratta del dato di fine mese più elevato dal maggio 2002. Il massimo mensile è stato raggiunto lunedì 28 a quota 20.636, a pochi punti dal massimo annuale di 20.800 stabilito in aprile. Gli indici continui hanno evidenziato un andamento diverso: +2,7% il Mibtel (+6,0% da fine 2003); +2,7% l'S&p/mib (+4,5%); +2,4%% il Mib30 (+5,6%); +4,5% il Midex (+2,1%). L'indice Mibstar ha chiuso il mese al nuovo massimo storico di 1.032, con una variazione mensile di +2,8% (+9,8% rispetto a fine 2003). Nei suoi tre anni e mezzo di vita l'indice del segmento delle Pmi di qualità è cresciuto del 3,2%. In giugno il Nuovo Mercato è stato invece caratterizzato da una sostanziale stabilità dei corsi, con una variazione dell'indice Numex di -0,8%. La volatilità è tornata a scendere verso i minimi storici, posizionandosi al 7,0% per la Borsa e al 10,6% per il Nuovo Mercato. La crescita dei corsi azionari e la ripresa delle ammissioni a quotazione si sono riflesse positivamente sulla capitalizzazione, cresciuta da 498 a 518,2 miliardi di euro, il valore più elevato dal giugno 2002. Nel dettaglio la Borsa è passata da 486,8 a 506,5 miliardi di euro (tornando dopo due anni sopra la soglia dei 500 miliardi); il Nuovo Mercato è rimasto stabile a 6,9 miliardi di euro e il Mercato Expandi è salito da 4,3 a 4,8 miliardi di euro. Il rapporto con il Pil è salito dal 37,2% al 38,8%. Sull'idem, il mercato dei derivati, i futures su azioni hanno fatto registrare il secondo risultato di sempre in termini di contratti standard, con una media giornaliera di 10.300. Venerdì 18 giugno, in occasione della scadenza dei derivati dell'Idem, gli scambi diurni di azioni della Borsa hanno fatto registrare il nuovo massimo annuale, con 7,26 miliardi di euro (seconda seduta più liquida della storia di Borsa Italiana). Scambi di azioni in crescita per controvalore nel mese di giugno (media giornaliera di 2,95 miliardi di euro, +4,1% su maggio). Il primo semestre si chiude con una media giornaliera di 143.000 contratti e 3,03 miliardi di euro di controvalore. Cresce sensibilmente anche la dimensione media degli scambi diurni delle azioni della Borsa, che sale al nuovo massimo storico di 28.800 euro. Ll mercato primario ha visto in giugno i collocamenti di Terna e Dmt e l'ammissione alla quotazione di Procomac (Mta - inizio negoziazioni il 6/7/04); Azimut (Mta - inizio negoziazioni il 7/7/04) e Greenvision (Expandi). Le prime tre operazioni hanno portato alla raccolta, rispettivamente, di 84, 1.700 e 19 milioni di euro. Nello stesso mese sono stati conclusi gli aumenti di capitale di Basicnet (raccolta di 16,4 milioni di euro, inoptato 46,5%); Lazio (17,4 e 90,8%); Reti Bancarie Holding (629,7 e 3,6%) e il collocamento privato a investitori istituzionali di Socotherm (10% del capitale, raccolta di 20,3 milioni di euro). A seguito del collocamento di Dmt e Terna il numero totale delle società quotate sale a 276. Stabili gli scambi di Etfs, il cui controvalore si mantiene sui livelli di maggio, passando da una media giornaliera di 9,5 a una di 9,3 milioni di euro. Prosegue il trend di crescita della dimensione media dei contratti, salita da 23.200 a 25.900 euro.  
   
   
BIT MONTHLY FLASH GIUGNO 2004  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Il mese di giugno è stato caratterizzato da una ripresa dei corsi azionari, che ha portato gli indici vicini ai massimi annuali. L'indice Mib ha chiuso il mese a quota 20.580 (+3% su maggio 2004 e +5,6% su fine 2003). Si tratta del dato di fine mese più elevato dal maggio 2002. Il massimo mensile è stato raggiunto lunedì 28 a quota 20.636, a pochi punti dal massimo annuale di 20.800 stabilito in aprile. Gli indici continui hanno evidenziato un andamento diverso: +2,7% il Mibtel (+6,0% da fine 2003); +2,7% l'S&p/mib (+4,5%); +2,4%% il Mib30 (+5,6%); +4,5% il Midex (+2,1%). L'indice Mibstar ha chiuso il mese al nuovo massimo storico di 1.032, con una variazione mensile di +2,8% (+9,8% rispetto a fine 2003). Nei suoi tre anni e mezzo di vita l'indice del segmento delle Pmi di qualità è cresciuto del 3,2%. In giugno il Nuovo Mercato è stato invece caratterizzato da una sostanziale stabilità dei corsi, con una variazione dell'indice Numex di -0,8%. La volatilità è tornata a scendere verso i minimi storici, posizionandosi al 7,0% per la Borsa e al 10,6% per il Nuovo Mercato. La crescita dei corsi azionari e la ripresa delle ammissioni a quotazione si sono riflesse positivamente sulla capitalizzazione, cresciuta da 498 a 518,2 miliardi di euro, il valore più elevato dal giugno 2002. Nel dettaglio la Borsa è passata da 486,8 a 506,5 miliardi di euro (tornando dopo due anni sopra la soglia dei 500 miliardi); il Nuovo Mercato è rimasto stabile a 6,9 miliardi di euro e il Mercato Expandi è salito da 4,3 a 4,8 miliardi di euro. Il rapporto con il Pil è salito dal 37,2% al 38,8%. Sull'idem, il mercato dei derivati, i futures su azioni hanno fatto registrare il secondo risultato di sempre in termini di contratti standard, con una media giornaliera di 10.300. Venerdì 18 giugno, in occasione della scadenza dei derivati dell'Idem, gli scambi diurni di azioni della Borsa hanno fatto registrare il nuovo massimo annuale, con 7,26 miliardi di euro (seconda seduta più liquida della storia di Borsa Italiana). Scambi di azioni in crescita per controvalore nel mese di giugno (media giornaliera di 2,95 miliardi di euro, +4,1% su maggio). Il primo semestre si chiude con una media giornaliera di 143.000 contratti e 3,03 miliardi di euro di controvalore. Cresce sensibilmente anche la dimensione media degli scambi diurni delle azioni della Borsa, che sale al nuovo massimo storico di 28.800 euro. Ll mercato primario ha visto in giugno i collocamenti di Terna e Dmt e l'ammissione alla quotazione di Procomac (Mta - inizio negoziazioni il 6/7/04); Azimut (Mta - inizio negoziazioni il 7/7/04) e Greenvision (Expandi). Le prime tre operazioni hanno portato alla raccolta, rispettivamente, di 84, 1.700 e 19 milioni di euro. Nello stesso mese sono stati conclusi gli aumenti di capitale di Basicnet (raccolta di 16,4 milioni di euro, inoptato 46,5%); Lazio (17,4 e 90,8%); Reti Bancarie Holding (629,7 e 3,6%) e il collocamento privato a investitori istituzionali di Socotherm (10% del capitale, raccolta di 20,3 milioni di euro). A seguito del collocamento di Dmt e Terna il numero totale delle società quotate sale a 276. Stabili gli scambi di Etfs, il cui controvalore si mantiene sui livelli di maggio, passando da una media giornaliera di 9,5 a una di 9,3 milioni di euro. Prosegue il trend di crescita della dimensione media dei contratti, salita da 23.200 a 25.900 euro.  
   
   
BIT MONTHLY FLASH GIUGNO 2004  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Il mese di giugno è stato caratterizzato da una ripresa dei corsi azionari, che ha portato gli indici vicini ai massimi annuali. L'indice Mib ha chiuso il mese a quota 20.580 (+3% su maggio 2004 e +5,6% su fine 2003). Si tratta del dato di fine mese più elevato dal maggio 2002. Il massimo mensile è stato raggiunto lunedì 28 a quota 20.636, a pochi punti dal massimo annuale di 20.800 stabilito in aprile. Gli indici continui hanno evidenziato un andamento diverso: +2,7% il Mibtel (+6,0% da fine 2003); +2,7% l'S&p/mib (+4,5%); +2,4%% il Mib30 (+5,6%); +4,5% il Midex (+2,1%). L'indice Mibstar ha chiuso il mese al nuovo massimo storico di 1.032, con una variazione mensile di +2,8% (+9,8% rispetto a fine 2003). Nei suoi tre anni e mezzo di vita l'indice del segmento delle Pmi di qualità è cresciuto del 3,2%. In giugno il Nuovo Mercato è stato invece caratterizzato da una sostanziale stabilità dei corsi, con una variazione dell'indice Numex di -0,8%. La volatilità è tornata a scendere verso i minimi storici, posizionandosi al 7,0% per la Borsa e al 10,6% per il Nuovo Mercato. La crescita dei corsi azionari e la ripresa delle ammissioni a quotazione si sono riflesse positivamente sulla capitalizzazione, cresciuta da 498 a 518,2 miliardi di euro, il valore più elevato dal giugno 2002. Nel dettaglio la Borsa è passata da 486,8 a 506,5 miliardi di euro (tornando dopo due anni sopra la soglia dei 500 miliardi); il Nuovo Mercato è rimasto stabile a 6,9 miliardi di euro e il Mercato Expandi è salito da 4,3 a 4,8 miliardi di euro. Il rapporto con il Pil è salito dal 37,2% al 38,8%. Sull'idem, il mercato dei derivati, i futures su azioni hanno fatto registrare il secondo risultato di sempre in termini di contratti standard, con una media giornaliera di 10.300. Venerdì 18 giugno, in occasione della scadenza dei derivati dell'Idem, gli scambi diurni di azioni della Borsa hanno fatto registrare il nuovo massimo annuale, con 7,26 miliardi di euro (seconda seduta più liquida della storia di Borsa Italiana). Scambi di azioni in crescita per controvalore nel mese di giugno (media giornaliera di 2,95 miliardi di euro, +4,1% su maggio). Il primo semestre si chiude con una media giornaliera di 143.000 contratti e 3,03 miliardi di euro di controvalore. Cresce sensibilmente anche la dimensione media degli scambi diurni delle azioni della Borsa, che sale al nuovo massimo storico di 28.800 euro. Ll mercato primario ha visto in giugno i collocamenti di Terna e Dmt e l'ammissione alla quotazione di Procomac (Mta - inizio negoziazioni il 6/7/04); Azimut (Mta - inizio negoziazioni il 7/7/04) e Greenvision (Expandi). Le prime tre operazioni hanno portato alla raccolta, rispettivamente, di 84, 1.700 e 19 milioni di euro. Nello stesso mese sono stati conclusi gli aumenti di capitale di Basicnet (raccolta di 16,4 milioni di euro, inoptato 46,5%); Lazio (17,4 e 90,8%); Reti Bancarie Holding (629,7 e 3,6%) e il collocamento privato a investitori istituzionali di Socotherm (10% del capitale, raccolta di 20,3 milioni di euro). A seguito del collocamento di Dmt e Terna il numero totale delle società quotate sale a 276. Stabili gli scambi di Etfs, il cui controvalore si mantiene sui livelli di maggio, passando da una media giornaliera di 9,5 a una di 9,3 milioni di euro. Prosegue il trend di crescita della dimensione media dei contratti, salita da 23.200 a 25.900 euro.  
   
   
BIT MONTHLY FLASH GIUGNO 2004  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Il mese di giugno è stato caratterizzato da una ripresa dei corsi azionari, che ha portato gli indici vicini ai massimi annuali. L'indice Mib ha chiuso il mese a quota 20.580 (+3% su maggio 2004 e +5,6% su fine 2003). Si tratta del dato di fine mese più elevato dal maggio 2002. Il massimo mensile è stato raggiunto lunedì 28 a quota 20.636, a pochi punti dal massimo annuale di 20.800 stabilito in aprile. Gli indici continui hanno evidenziato un andamento diverso: +2,7% il Mibtel (+6,0% da fine 2003); +2,7% l'S&p/mib (+4,5%); +2,4%% il Mib30 (+5,6%); +4,5% il Midex (+2,1%). L'indice Mibstar ha chiuso il mese al nuovo massimo storico di 1.032, con una variazione mensile di +2,8% (+9,8% rispetto a fine 2003). Nei suoi tre anni e mezzo di vita l'indice del segmento delle Pmi di qualità è cresciuto del 3,2%. In giugno il Nuovo Mercato è stato invece caratterizzato da una sostanziale stabilità dei corsi, con una variazione dell'indice Numex di -0,8%. La volatilità è tornata a scendere verso i minimi storici, posizionandosi al 7,0% per la Borsa e al 10,6% per il Nuovo Mercato. La crescita dei corsi azionari e la ripresa delle ammissioni a quotazione si sono riflesse positivamente sulla capitalizzazione, cresciuta da 498 a 518,2 miliardi di euro, il valore più elevato dal giugno 2002. Nel dettaglio la Borsa è passata da 486,8 a 506,5 miliardi di euro (tornando dopo due anni sopra la soglia dei 500 miliardi); il Nuovo Mercato è rimasto stabile a 6,9 miliardi di euro e il Mercato Expandi è salito da 4,3 a 4,8 miliardi di euro. Il rapporto con il Pil è salito dal 37,2% al 38,8%. Sull'idem, il mercato dei derivati, i futures su azioni hanno fatto registrare il secondo risultato di sempre in termini di contratti standard, con una media giornaliera di 10.300. Venerdì 18 giugno, in occasione della scadenza dei derivati dell'Idem, gli scambi diurni di azioni della Borsa hanno fatto registrare il nuovo massimo annuale, con 7,26 miliardi di euro (seconda seduta più liquida della storia di Borsa Italiana). Scambi di azioni in crescita per controvalore nel mese di giugno (media giornaliera di 2,95 miliardi di euro, +4,1% su maggio). Il primo semestre si chiude con una media giornaliera di 143.000 contratti e 3,03 miliardi di euro di controvalore. Cresce sensibilmente anche la dimensione media degli scambi diurni delle azioni della Borsa, che sale al nuovo massimo storico di 28.800 euro. Ll mercato primario ha visto in giugno i collocamenti di Terna e Dmt e l'ammissione alla quotazione di Procomac (Mta - inizio negoziazioni il 6/7/04); Azimut (Mta - inizio negoziazioni il 7/7/04) e Greenvision (Expandi). Le prime tre operazioni hanno portato alla raccolta, rispettivamente, di 84, 1.700 e 19 milioni di euro. Nello stesso mese sono stati conclusi gli aumenti di capitale di Basicnet (raccolta di 16,4 milioni di euro, inoptato 46,5%); Lazio (17,4 e 90,8%); Reti Bancarie Holding (629,7 e 3,6%) e il collocamento privato a investitori istituzionali di Socotherm (10% del capitale, raccolta di 20,3 milioni di euro). A seguito del collocamento di Dmt e Terna il numero totale delle società quotate sale a 276. Stabili gli scambi di Etfs, il cui controvalore si mantiene sui livelli di maggio, passando da una media giornaliera di 9,5 a una di 9,3 milioni di euro. Prosegue il trend di crescita della dimensione media dei contratti, salita da 23.200 a 25.900 euro.  
   
   
ENI: APPROVATO IL PIANO DI STOCK GRANT E STOCK OPTION 2004  
 
San Donato Milanese, 6 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione dell’Eni ha approvato ieri il Piano di stock grant 2004 che assegna a titolo gratuito fino a 1,4 milioni di azioni proprie ai dirigenti del Gruppo che nel 2003 hanno raggiunto gli obiettivi individuali prefissati. Il Consiglio ha approvato inoltre il Piano di stock option 2004 che assegna fino a 5 milioni di diritti di opzione da esercitarsi fino al 29 luglio 2012 per l’acquisto di azioni proprie da parte dei dirigenti del Gruppo che occupano le posizioni più direttamente responsabili dei risultati o che sono di interesse strategico (circa 400 dirigenti). Le due operazioni sono state eseguite in conformità alla delibera della Assemblea degli Azionisti del 30 maggio 2002 (stock option) e a quella del 30 maggio 2003 (stock grant). Le azioni saranno consegnate o vendute agli assegnatari nel 2007, decorsi i tre anni di durata dei piani di stock grant e stock option.  
   
   
ENI: APPROVATO IL PIANO DI STOCK GRANT E STOCK OPTION 2004  
 
San Donato Milanese, 6 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione dell’Eni ha approvato ieri il Piano di stock grant 2004 che assegna a titolo gratuito fino a 1,4 milioni di azioni proprie ai dirigenti del Gruppo che nel 2003 hanno raggiunto gli obiettivi individuali prefissati. Il Consiglio ha approvato inoltre il Piano di stock option 2004 che assegna fino a 5 milioni di diritti di opzione da esercitarsi fino al 29 luglio 2012 per l’acquisto di azioni proprie da parte dei dirigenti del Gruppo che occupano le posizioni più direttamente responsabili dei risultati o che sono di interesse strategico (circa 400 dirigenti). Le due operazioni sono state eseguite in conformità alla delibera della Assemblea degli Azionisti del 30 maggio 2002 (stock option) e a quella del 30 maggio 2003 (stock grant). Le azioni saranno consegnate o vendute agli assegnatari nel 2007, decorsi i tre anni di durata dei piani di stock grant e stock option.  
   
   
ENI: APPROVATO IL PIANO DI STOCK GRANT E STOCK OPTION 2004  
 
San Donato Milanese, 6 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione dell’Eni ha approvato ieri il Piano di stock grant 2004 che assegna a titolo gratuito fino a 1,4 milioni di azioni proprie ai dirigenti del Gruppo che nel 2003 hanno raggiunto gli obiettivi individuali prefissati. Il Consiglio ha approvato inoltre il Piano di stock option 2004 che assegna fino a 5 milioni di diritti di opzione da esercitarsi fino al 29 luglio 2012 per l’acquisto di azioni proprie da parte dei dirigenti del Gruppo che occupano le posizioni più direttamente responsabili dei risultati o che sono di interesse strategico (circa 400 dirigenti). Le due operazioni sono state eseguite in conformità alla delibera della Assemblea degli Azionisti del 30 maggio 2002 (stock option) e a quella del 30 maggio 2003 (stock grant). Le azioni saranno consegnate o vendute agli assegnatari nel 2007, decorsi i tre anni di durata dei piani di stock grant e stock option.  
   
   
ENI: APPROVATO IL PIANO DI STOCK GRANT E STOCK OPTION 2004  
 
San Donato Milanese, 6 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione dell’Eni ha approvato ieri il Piano di stock grant 2004 che assegna a titolo gratuito fino a 1,4 milioni di azioni proprie ai dirigenti del Gruppo che nel 2003 hanno raggiunto gli obiettivi individuali prefissati. Il Consiglio ha approvato inoltre il Piano di stock option 2004 che assegna fino a 5 milioni di diritti di opzione da esercitarsi fino al 29 luglio 2012 per l’acquisto di azioni proprie da parte dei dirigenti del Gruppo che occupano le posizioni più direttamente responsabili dei risultati o che sono di interesse strategico (circa 400 dirigenti). Le due operazioni sono state eseguite in conformità alla delibera della Assemblea degli Azionisti del 30 maggio 2002 (stock option) e a quella del 30 maggio 2003 (stock grant). Le azioni saranno consegnate o vendute agli assegnatari nel 2007, decorsi i tre anni di durata dei piani di stock grant e stock option.  
   
   
ENI: APPROVATO IL PIANO DI STOCK GRANT E STOCK OPTION 2004  
 
San Donato Milanese, 6 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione dell’Eni ha approvato ieri il Piano di stock grant 2004 che assegna a titolo gratuito fino a 1,4 milioni di azioni proprie ai dirigenti del Gruppo che nel 2003 hanno raggiunto gli obiettivi individuali prefissati. Il Consiglio ha approvato inoltre il Piano di stock option 2004 che assegna fino a 5 milioni di diritti di opzione da esercitarsi fino al 29 luglio 2012 per l’acquisto di azioni proprie da parte dei dirigenti del Gruppo che occupano le posizioni più direttamente responsabili dei risultati o che sono di interesse strategico (circa 400 dirigenti). Le due operazioni sono state eseguite in conformità alla delibera della Assemblea degli Azionisti del 30 maggio 2002 (stock option) e a quella del 30 maggio 2003 (stock grant). Le azioni saranno consegnate o vendute agli assegnatari nel 2007, decorsi i tre anni di durata dei piani di stock grant e stock option.  
   
   
ENI: APPROVATO IL PIANO DI STOCK GRANT E STOCK OPTION 2004  
 
San Donato Milanese, 6 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione dell’Eni ha approvato ieri il Piano di stock grant 2004 che assegna a titolo gratuito fino a 1,4 milioni di azioni proprie ai dirigenti del Gruppo che nel 2003 hanno raggiunto gli obiettivi individuali prefissati. Il Consiglio ha approvato inoltre il Piano di stock option 2004 che assegna fino a 5 milioni di diritti di opzione da esercitarsi fino al 29 luglio 2012 per l’acquisto di azioni proprie da parte dei dirigenti del Gruppo che occupano le posizioni più direttamente responsabili dei risultati o che sono di interesse strategico (circa 400 dirigenti). Le due operazioni sono state eseguite in conformità alla delibera della Assemblea degli Azionisti del 30 maggio 2002 (stock option) e a quella del 30 maggio 2003 (stock grant). Le azioni saranno consegnate o vendute agli assegnatari nel 2007, decorsi i tre anni di durata dei piani di stock grant e stock option.  
   
   
CIR: METTERÀ A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO LA RELAZIONE SEMESTRALE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Ai sensi dell’articolo 82 della delibera Consob n. 11971/1999, Cir S.p.a comunica che. Metterà a disposizione del pubblico la relazione semestrale al 30 giugno 2004 entro il 13 settembre 2004. Pertanto la società non procederà alla pubblicazione della relazione relativa al secondo trimestre dell’esercizio 2004.  
   
   
CIR: METTERÀ A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO LA RELAZIONE SEMESTRALE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Ai sensi dell’articolo 82 della delibera Consob n. 11971/1999, Cir S.p.a comunica che. Metterà a disposizione del pubblico la relazione semestrale al 30 giugno 2004 entro il 13 settembre 2004. Pertanto la società non procederà alla pubblicazione della relazione relativa al secondo trimestre dell’esercizio 2004.  
   
   
CIR: METTERÀ A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO LA RELAZIONE SEMESTRALE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Ai sensi dell’articolo 82 della delibera Consob n. 11971/1999, Cir S.p.a comunica che. Metterà a disposizione del pubblico la relazione semestrale al 30 giugno 2004 entro il 13 settembre 2004. Pertanto la società non procederà alla pubblicazione della relazione relativa al secondo trimestre dell’esercizio 2004.  
   
   
CIR: METTERÀ A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO LA RELAZIONE SEMESTRALE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Ai sensi dell’articolo 82 della delibera Consob n. 11971/1999, Cir S.p.a comunica che. Metterà a disposizione del pubblico la relazione semestrale al 30 giugno 2004 entro il 13 settembre 2004. Pertanto la società non procederà alla pubblicazione della relazione relativa al secondo trimestre dell’esercizio 2004.  
   
   
CIR: METTERÀ A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO LA RELAZIONE SEMESTRALE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Ai sensi dell’articolo 82 della delibera Consob n. 11971/1999, Cir S.p.a comunica che. Metterà a disposizione del pubblico la relazione semestrale al 30 giugno 2004 entro il 13 settembre 2004. Pertanto la società non procederà alla pubblicazione della relazione relativa al secondo trimestre dell’esercizio 2004.  
   
   
CIR: METTERÀ A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO LA RELAZIONE SEMESTRALE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Ai sensi dell’articolo 82 della delibera Consob n. 11971/1999, Cir S.p.a comunica che. Metterà a disposizione del pubblico la relazione semestrale al 30 giugno 2004 entro il 13 settembre 2004. Pertanto la società non procederà alla pubblicazione della relazione relativa al secondo trimestre dell’esercizio 2004.  
   
   
ISAGRO S.P.A. HA RISPETTATO L’IMPEGNO DI RIDURRE AL 50% GLI IMPEGNI DI FIRMA A FAVORE DELLE COLLEGATE ISAGRO ITALIA E SIAPA  
 
Milano, 7 luglio 2004 - La società Isagro S.p.a. Ha reso noto di avere comunicato a Borsa Italiana S.p.a. E Consob, in ottemperanza a quanto previsto dalla lettera di impegno rilasciata dalla Società a Borsa Italiana S.p.a. In sede di Ipo - di cui si è fatto menzione nelle “Avvertenze per l’Investitore” a pag. 11 del Prospetto Informativo -, di aver provveduto a ridurre, con decorrenza 5 luglio 2004, gli impegni di firma a favore delle società collegate Isagro Italia S.r.l. E Siapa S.r.l. – consolidate al 50% – ad un livello tale che l’impegno diretto ed indiretto di Isagro S.p.a. Non superi globalmente il 50% dell’esposizione debitoria (in termini di credito finanziario utilizzato) di tali società.  
   
   
ISAGRO S.P.A. HA RISPETTATO L’IMPEGNO DI RIDURRE AL 50% GLI IMPEGNI DI FIRMA A FAVORE DELLE COLLEGATE ISAGRO ITALIA E SIAPA  
 
Milano, 7 luglio 2004 - La società Isagro S.p.a. Ha reso noto di avere comunicato a Borsa Italiana S.p.a. E Consob, in ottemperanza a quanto previsto dalla lettera di impegno rilasciata dalla Società a Borsa Italiana S.p.a. In sede di Ipo - di cui si è fatto menzione nelle “Avvertenze per l’Investitore” a pag. 11 del Prospetto Informativo -, di aver provveduto a ridurre, con decorrenza 5 luglio 2004, gli impegni di firma a favore delle società collegate Isagro Italia S.r.l. E Siapa S.r.l. – consolidate al 50% – ad un livello tale che l’impegno diretto ed indiretto di Isagro S.p.a. Non superi globalmente il 50% dell’esposizione debitoria (in termini di credito finanziario utilizzato) di tali società.  
   
   
ISAGRO S.P.A. HA RISPETTATO L’IMPEGNO DI RIDURRE AL 50% GLI IMPEGNI DI FIRMA A FAVORE DELLE COLLEGATE ISAGRO ITALIA E SIAPA  
 
Milano, 7 luglio 2004 - La società Isagro S.p.a. Ha reso noto di avere comunicato a Borsa Italiana S.p.a. E Consob, in ottemperanza a quanto previsto dalla lettera di impegno rilasciata dalla Società a Borsa Italiana S.p.a. In sede di Ipo - di cui si è fatto menzione nelle “Avvertenze per l’Investitore” a pag. 11 del Prospetto Informativo -, di aver provveduto a ridurre, con decorrenza 5 luglio 2004, gli impegni di firma a favore delle società collegate Isagro Italia S.r.l. E Siapa S.r.l. – consolidate al 50% – ad un livello tale che l’impegno diretto ed indiretto di Isagro S.p.a. Non superi globalmente il 50% dell’esposizione debitoria (in termini di credito finanziario utilizzato) di tali società.  
   
   
ISAGRO S.P.A. HA RISPETTATO L’IMPEGNO DI RIDURRE AL 50% GLI IMPEGNI DI FIRMA A FAVORE DELLE COLLEGATE ISAGRO ITALIA E SIAPA  
 
Milano, 7 luglio 2004 - La società Isagro S.p.a. Ha reso noto di avere comunicato a Borsa Italiana S.p.a. E Consob, in ottemperanza a quanto previsto dalla lettera di impegno rilasciata dalla Società a Borsa Italiana S.p.a. In sede di Ipo - di cui si è fatto menzione nelle “Avvertenze per l’Investitore” a pag. 11 del Prospetto Informativo -, di aver provveduto a ridurre, con decorrenza 5 luglio 2004, gli impegni di firma a favore delle società collegate Isagro Italia S.r.l. E Siapa S.r.l. – consolidate al 50% – ad un livello tale che l’impegno diretto ed indiretto di Isagro S.p.a. Non superi globalmente il 50% dell’esposizione debitoria (in termini di credito finanziario utilizzato) di tali società.  
   
   
ISAGRO S.P.A. HA RISPETTATO L’IMPEGNO DI RIDURRE AL 50% GLI IMPEGNI DI FIRMA A FAVORE DELLE COLLEGATE ISAGRO ITALIA E SIAPA  
 
Milano, 7 luglio 2004 - La società Isagro S.p.a. Ha reso noto di avere comunicato a Borsa Italiana S.p.a. E Consob, in ottemperanza a quanto previsto dalla lettera di impegno rilasciata dalla Società a Borsa Italiana S.p.a. In sede di Ipo - di cui si è fatto menzione nelle “Avvertenze per l’Investitore” a pag. 11 del Prospetto Informativo -, di aver provveduto a ridurre, con decorrenza 5 luglio 2004, gli impegni di firma a favore delle società collegate Isagro Italia S.r.l. E Siapa S.r.l. – consolidate al 50% – ad un livello tale che l’impegno diretto ed indiretto di Isagro S.p.a. Non superi globalmente il 50% dell’esposizione debitoria (in termini di credito finanziario utilizzato) di tali società.  
   
   
ISAGRO S.P.A. HA RISPETTATO L’IMPEGNO DI RIDURRE AL 50% GLI IMPEGNI DI FIRMA A FAVORE DELLE COLLEGATE ISAGRO ITALIA E SIAPA  
 
Milano, 7 luglio 2004 - La società Isagro S.p.a. Ha reso noto di avere comunicato a Borsa Italiana S.p.a. E Consob, in ottemperanza a quanto previsto dalla lettera di impegno rilasciata dalla Società a Borsa Italiana S.p.a. In sede di Ipo - di cui si è fatto menzione nelle “Avvertenze per l’Investitore” a pag. 11 del Prospetto Informativo -, di aver provveduto a ridurre, con decorrenza 5 luglio 2004, gli impegni di firma a favore delle società collegate Isagro Italia S.r.l. E Siapa S.r.l. – consolidate al 50% – ad un livello tale che l’impegno diretto ed indiretto di Isagro S.p.a. Non superi globalmente il 50% dell’esposizione debitoria (in termini di credito finanziario utilizzato) di tali società.  
   
   
POLIGRAFICA SAN FAUSTINO S.P.A.: PRESENTATO ALLA COMUNITÀ FINANZIARIA IL PROGETTO INDUSTRIALE ALLA BASE DELL’OPERAZIONE DI AUMENTO DI CAPITALE RISERVATO PER TRANCE INVESTIMENTI PER OLTRE 9 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI  
 
Castrezzato, 7 luglio 2004 - Poligrafica San Faustino S.p.a., società quotata al Nuovo Mercato di Borsa Italiana attiva nella grafica e nei servizi avanzati di comunicazione, ha presentato oggi alla comunità finanziaria il piano di crescita industriale alla base dell’operazione di aumento del capitale. L’investimento che guida l’operazione è legato all’acquisto di una soluzione tecnologica innovativa di stampa per la produzione di imballi flessibili e sleeves (etichette “avvolgenti”); questo consentirà a Poligrafica S. Faustino di anticipare l’evoluzione in atto nel mercato di riferimento con importanti opportunità di crescita. Tali investimenti nascono dalla necessità di valorizzare l’immagine commerciale del prodotto (la confezione si trasforma in leva per il marketing) e dalle nuove esigenze del mercato del consumo sempre più alla ricerca di soluzioni ad hoc: confezioni sempre più piccole per quantitativi limitati. Poligrafica San Faustino investirà per questo progetto industriale oltre 9 milioni di euro nel triennio 2005-2007. Si stima un incremento del fatturato cumulativo legato alle nuove linee produttive pari al 20% al termine del triennio (+6.7 milioni di Euro); a regime (nel 2009); il fatturato “nuovo”, derivante dagli investimenti produttivi sarà pari a 14,9 milioni di Euro fino a raggiungere nel 2011 i 15,8 milioni di euro. Nei successivi due anni (2010-2011) i Cagr sarà pari al 3%, motivo della saturazione degli impianti. Significativo è il risparmio sui costi diretti delle produzioni derivanti dagli investimenti programmati: si attende una marginalità operativa lorda delle nuove linee di attività in forte crescita. L’impatto della nuova linea produttiva sulla marginalità attuale del gruppo sarà pari a 7 punti percentuali alla fine del terzo anno del piano, l’Ebitda passa da 10% a 17% nel triennio, l’Ebit da negativo (-0.23 milioni di Euro nel 2003) a +4,5%. Société Générale si impegnerà a sottoscrivere a fermo, o alternativamente a garantire il collocamento presso investitori istituzionali di nuove azioni di Poligrafica S. Faustino, fino ad un massimo di 10 milioni di Euro tra capitale e sovrapprezzo. L'aumento potrà essere eseguito in via scindibile in una o più "tranche" anche in tempi diversi, al fine di cogliere le opportunità offerte dal mercato, entro ventiquattro mesi dalla riunione del Cda che delibererà l’aumento di capitale, prevista nel mese di luglio. Il prezzo minimo di emissione delle azioni non potrà essere inferiore a quello risultante dalla media aritmetica tra il valore del patrimonio netto consolidato e del prezzo ufficiale di borsa nel corso del semestre precedente alla data della singola delibera di aumento di capitale. Il prezzo di sottoscrizione delle azioni oggetto delle singole tranches sarà pari ad un importo corrispondente al 94% del prezzo medio ponderato, sulla base dei volumi negoziati, del titolo Poligrafica San Faustino S.p.a., nel corso dei venti giorni di borsa aperta successivi alla data delle singole offerte in sottoscrizione, fermo restando che tale prezzo non potrà comunque essere inferiore al prezzo minimo sopra indicato. Il Cda di Psf ha nominato Carlo Alberto Carnevale Maffè quale consigliere indipendente. Alberto Frigoli, Presidente di Poligrafica San Faustino S.p.a., ha così commentato: “L’evoluzione tecnologica è per noi un’opportunità per consolidare la nostra leadership nel settore della grafica e migliorare i livelli di redditività. Il nuovo assetto industriale di Psf potrà consentire un vantaggio competitivo duraturo grazie al rafforzamento delle principali barriere all’entrata. L’operazione di aumento di capitale contribuirà a rafforzare la nostra compagine azionaria aumentando la patrimonializzazione del Gruppo.”  
   
   
POLIGRAFICA SAN FAUSTINO S.P.A.: PRESENTATO ALLA COMUNITÀ FINANZIARIA IL PROGETTO INDUSTRIALE ALLA BASE DELL’OPERAZIONE DI AUMENTO DI CAPITALE RISERVATO PER TRANCE INVESTIMENTI PER OLTRE 9 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI  
 
Castrezzato, 7 luglio 2004 - Poligrafica San Faustino S.p.a., società quotata al Nuovo Mercato di Borsa Italiana attiva nella grafica e nei servizi avanzati di comunicazione, ha presentato oggi alla comunità finanziaria il piano di crescita industriale alla base dell’operazione di aumento del capitale. L’investimento che guida l’operazione è legato all’acquisto di una soluzione tecnologica innovativa di stampa per la produzione di imballi flessibili e sleeves (etichette “avvolgenti”); questo consentirà a Poligrafica S. Faustino di anticipare l’evoluzione in atto nel mercato di riferimento con importanti opportunità di crescita. Tali investimenti nascono dalla necessità di valorizzare l’immagine commerciale del prodotto (la confezione si trasforma in leva per il marketing) e dalle nuove esigenze del mercato del consumo sempre più alla ricerca di soluzioni ad hoc: confezioni sempre più piccole per quantitativi limitati. Poligrafica San Faustino investirà per questo progetto industriale oltre 9 milioni di euro nel triennio 2005-2007. Si stima un incremento del fatturato cumulativo legato alle nuove linee produttive pari al 20% al termine del triennio (+6.7 milioni di Euro); a regime (nel 2009); il fatturato “nuovo”, derivante dagli investimenti produttivi sarà pari a 14,9 milioni di Euro fino a raggiungere nel 2011 i 15,8 milioni di euro. Nei successivi due anni (2010-2011) i Cagr sarà pari al 3%, motivo della saturazione degli impianti. Significativo è il risparmio sui costi diretti delle produzioni derivanti dagli investimenti programmati: si attende una marginalità operativa lorda delle nuove linee di attività in forte crescita. L’impatto della nuova linea produttiva sulla marginalità attuale del gruppo sarà pari a 7 punti percentuali alla fine del terzo anno del piano, l’Ebitda passa da 10% a 17% nel triennio, l’Ebit da negativo (-0.23 milioni di Euro nel 2003) a +4,5%. Société Générale si impegnerà a sottoscrivere a fermo, o alternativamente a garantire il collocamento presso investitori istituzionali di nuove azioni di Poligrafica S. Faustino, fino ad un massimo di 10 milioni di Euro tra capitale e sovrapprezzo. L'aumento potrà essere eseguito in via scindibile in una o più "tranche" anche in tempi diversi, al fine di cogliere le opportunità offerte dal mercato, entro ventiquattro mesi dalla riunione del Cda che delibererà l’aumento di capitale, prevista nel mese di luglio. Il prezzo minimo di emissione delle azioni non potrà essere inferiore a quello risultante dalla media aritmetica tra il valore del patrimonio netto consolidato e del prezzo ufficiale di borsa nel corso del semestre precedente alla data della singola delibera di aumento di capitale. Il prezzo di sottoscrizione delle azioni oggetto delle singole tranches sarà pari ad un importo corrispondente al 94% del prezzo medio ponderato, sulla base dei volumi negoziati, del titolo Poligrafica San Faustino S.p.a., nel corso dei venti giorni di borsa aperta successivi alla data delle singole offerte in sottoscrizione, fermo restando che tale prezzo non potrà comunque essere inferiore al prezzo minimo sopra indicato. Il Cda di Psf ha nominato Carlo Alberto Carnevale Maffè quale consigliere indipendente. Alberto Frigoli, Presidente di Poligrafica San Faustino S.p.a., ha così commentato: “L’evoluzione tecnologica è per noi un’opportunità per consolidare la nostra leadership nel settore della grafica e migliorare i livelli di redditività. Il nuovo assetto industriale di Psf potrà consentire un vantaggio competitivo duraturo grazie al rafforzamento delle principali barriere all’entrata. L’operazione di aumento di capitale contribuirà a rafforzare la nostra compagine azionaria aumentando la patrimonializzazione del Gruppo.”  
   
   
POLIGRAFICA SAN FAUSTINO S.P.A.: PRESENTATO ALLA COMUNITÀ FINANZIARIA IL PROGETTO INDUSTRIALE ALLA BASE DELL’OPERAZIONE DI AUMENTO DI CAPITALE RISERVATO PER TRANCE INVESTIMENTI PER OLTRE 9 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI  
 
Castrezzato, 7 luglio 2004 - Poligrafica San Faustino S.p.a., società quotata al Nuovo Mercato di Borsa Italiana attiva nella grafica e nei servizi avanzati di comunicazione, ha presentato oggi alla comunità finanziaria il piano di crescita industriale alla base dell’operazione di aumento del capitale. L’investimento che guida l’operazione è legato all’acquisto di una soluzione tecnologica innovativa di stampa per la produzione di imballi flessibili e sleeves (etichette “avvolgenti”); questo consentirà a Poligrafica S. Faustino di anticipare l’evoluzione in atto nel mercato di riferimento con importanti opportunità di crescita. Tali investimenti nascono dalla necessità di valorizzare l’immagine commerciale del prodotto (la confezione si trasforma in leva per il marketing) e dalle nuove esigenze del mercato del consumo sempre più alla ricerca di soluzioni ad hoc: confezioni sempre più piccole per quantitativi limitati. Poligrafica San Faustino investirà per questo progetto industriale oltre 9 milioni di euro nel triennio 2005-2007. Si stima un incremento del fatturato cumulativo legato alle nuove linee produttive pari al 20% al termine del triennio (+6.7 milioni di Euro); a regime (nel 2009); il fatturato “nuovo”, derivante dagli investimenti produttivi sarà pari a 14,9 milioni di Euro fino a raggiungere nel 2011 i 15,8 milioni di euro. Nei successivi due anni (2010-2011) i Cagr sarà pari al 3%, motivo della saturazione degli impianti. Significativo è il risparmio sui costi diretti delle produzioni derivanti dagli investimenti programmati: si attende una marginalità operativa lorda delle nuove linee di attività in forte crescita. L’impatto della nuova linea produttiva sulla marginalità attuale del gruppo sarà pari a 7 punti percentuali alla fine del terzo anno del piano, l’Ebitda passa da 10% a 17% nel triennio, l’Ebit da negativo (-0.23 milioni di Euro nel 2003) a +4,5%. Société Générale si impegnerà a sottoscrivere a fermo, o alternativamente a garantire il collocamento presso investitori istituzionali di nuove azioni di Poligrafica S. Faustino, fino ad un massimo di 10 milioni di Euro tra capitale e sovrapprezzo. L'aumento potrà essere eseguito in via scindibile in una o più "tranche" anche in tempi diversi, al fine di cogliere le opportunità offerte dal mercato, entro ventiquattro mesi dalla riunione del Cda che delibererà l’aumento di capitale, prevista nel mese di luglio. Il prezzo minimo di emissione delle azioni non potrà essere inferiore a quello risultante dalla media aritmetica tra il valore del patrimonio netto consolidato e del prezzo ufficiale di borsa nel corso del semestre precedente alla data della singola delibera di aumento di capitale. Il prezzo di sottoscrizione delle azioni oggetto delle singole tranches sarà pari ad un importo corrispondente al 94% del prezzo medio ponderato, sulla base dei volumi negoziati, del titolo Poligrafica San Faustino S.p.a., nel corso dei venti giorni di borsa aperta successivi alla data delle singole offerte in sottoscrizione, fermo restando che tale prezzo non potrà comunque essere inferiore al prezzo minimo sopra indicato. Il Cda di Psf ha nominato Carlo Alberto Carnevale Maffè quale consigliere indipendente. Alberto Frigoli, Presidente di Poligrafica San Faustino S.p.a., ha così commentato: “L’evoluzione tecnologica è per noi un’opportunità per consolidare la nostra leadership nel settore della grafica e migliorare i livelli di redditività. Il nuovo assetto industriale di Psf potrà consentire un vantaggio competitivo duraturo grazie al rafforzamento delle principali barriere all’entrata. L’operazione di aumento di capitale contribuirà a rafforzare la nostra compagine azionaria aumentando la patrimonializzazione del Gruppo.”  
   
   
POLIGRAFICA SAN FAUSTINO S.P.A.: PRESENTATO ALLA COMUNITÀ FINANZIARIA IL PROGETTO INDUSTRIALE ALLA BASE DELL’OPERAZIONE DI AUMENTO DI CAPITALE RISERVATO PER TRANCE INVESTIMENTI PER OLTRE 9 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI  
 
Castrezzato, 7 luglio 2004 - Poligrafica San Faustino S.p.a., società quotata al Nuovo Mercato di Borsa Italiana attiva nella grafica e nei servizi avanzati di comunicazione, ha presentato oggi alla comunità finanziaria il piano di crescita industriale alla base dell’operazione di aumento del capitale. L’investimento che guida l’operazione è legato all’acquisto di una soluzione tecnologica innovativa di stampa per la produzione di imballi flessibili e sleeves (etichette “avvolgenti”); questo consentirà a Poligrafica S. Faustino di anticipare l’evoluzione in atto nel mercato di riferimento con importanti opportunità di crescita. Tali investimenti nascono dalla necessità di valorizzare l’immagine commerciale del prodotto (la confezione si trasforma in leva per il marketing) e dalle nuove esigenze del mercato del consumo sempre più alla ricerca di soluzioni ad hoc: confezioni sempre più piccole per quantitativi limitati. Poligrafica San Faustino investirà per questo progetto industriale oltre 9 milioni di euro nel triennio 2005-2007. Si stima un incremento del fatturato cumulativo legato alle nuove linee produttive pari al 20% al termine del triennio (+6.7 milioni di Euro); a regime (nel 2009); il fatturato “nuovo”, derivante dagli investimenti produttivi sarà pari a 14,9 milioni di Euro fino a raggiungere nel 2011 i 15,8 milioni di euro. Nei successivi due anni (2010-2011) i Cagr sarà pari al 3%, motivo della saturazione degli impianti. Significativo è il risparmio sui costi diretti delle produzioni derivanti dagli investimenti programmati: si attende una marginalità operativa lorda delle nuove linee di attività in forte crescita. L’impatto della nuova linea produttiva sulla marginalità attuale del gruppo sarà pari a 7 punti percentuali alla fine del terzo anno del piano, l’Ebitda passa da 10% a 17% nel triennio, l’Ebit da negativo (-0.23 milioni di Euro nel 2003) a +4,5%. Société Générale si impegnerà a sottoscrivere a fermo, o alternativamente a garantire il collocamento presso investitori istituzionali di nuove azioni di Poligrafica S. Faustino, fino ad un massimo di 10 milioni di Euro tra capitale e sovrapprezzo. L'aumento potrà essere eseguito in via scindibile in una o più "tranche" anche in tempi diversi, al fine di cogliere le opportunità offerte dal mercato, entro ventiquattro mesi dalla riunione del Cda che delibererà l’aumento di capitale, prevista nel mese di luglio. Il prezzo minimo di emissione delle azioni non potrà essere inferiore a quello risultante dalla media aritmetica tra il valore del patrimonio netto consolidato e del prezzo ufficiale di borsa nel corso del semestre precedente alla data della singola delibera di aumento di capitale. Il prezzo di sottoscrizione delle azioni oggetto delle singole tranches sarà pari ad un importo corrispondente al 94% del prezzo medio ponderato, sulla base dei volumi negoziati, del titolo Poligrafica San Faustino S.p.a., nel corso dei venti giorni di borsa aperta successivi alla data delle singole offerte in sottoscrizione, fermo restando che tale prezzo non potrà comunque essere inferiore al prezzo minimo sopra indicato. Il Cda di Psf ha nominato Carlo Alberto Carnevale Maffè quale consigliere indipendente. Alberto Frigoli, Presidente di Poligrafica San Faustino S.p.a., ha così commentato: “L’evoluzione tecnologica è per noi un’opportunità per consolidare la nostra leadership nel settore della grafica e migliorare i livelli di redditività. Il nuovo assetto industriale di Psf potrà consentire un vantaggio competitivo duraturo grazie al rafforzamento delle principali barriere all’entrata. L’operazione di aumento di capitale contribuirà a rafforzare la nostra compagine azionaria aumentando la patrimonializzazione del Gruppo.”  
   
   
POLIGRAFICA SAN FAUSTINO S.P.A.: PRESENTATO ALLA COMUNITÀ FINANZIARIA IL PROGETTO INDUSTRIALE ALLA BASE DELL’OPERAZIONE DI AUMENTO DI CAPITALE RISERVATO PER TRANCE INVESTIMENTI PER OLTRE 9 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI  
 
Castrezzato, 7 luglio 2004 - Poligrafica San Faustino S.p.a., società quotata al Nuovo Mercato di Borsa Italiana attiva nella grafica e nei servizi avanzati di comunicazione, ha presentato oggi alla comunità finanziaria il piano di crescita industriale alla base dell’operazione di aumento del capitale. L’investimento che guida l’operazione è legato all’acquisto di una soluzione tecnologica innovativa di stampa per la produzione di imballi flessibili e sleeves (etichette “avvolgenti”); questo consentirà a Poligrafica S. Faustino di anticipare l’evoluzione in atto nel mercato di riferimento con importanti opportunità di crescita. Tali investimenti nascono dalla necessità di valorizzare l’immagine commerciale del prodotto (la confezione si trasforma in leva per il marketing) e dalle nuove esigenze del mercato del consumo sempre più alla ricerca di soluzioni ad hoc: confezioni sempre più piccole per quantitativi limitati. Poligrafica San Faustino investirà per questo progetto industriale oltre 9 milioni di euro nel triennio 2005-2007. Si stima un incremento del fatturato cumulativo legato alle nuove linee produttive pari al 20% al termine del triennio (+6.7 milioni di Euro); a regime (nel 2009); il fatturato “nuovo”, derivante dagli investimenti produttivi sarà pari a 14,9 milioni di Euro fino a raggiungere nel 2011 i 15,8 milioni di euro. Nei successivi due anni (2010-2011) i Cagr sarà pari al 3%, motivo della saturazione degli impianti. Significativo è il risparmio sui costi diretti delle produzioni derivanti dagli investimenti programmati: si attende una marginalità operativa lorda delle nuove linee di attività in forte crescita. L’impatto della nuova linea produttiva sulla marginalità attuale del gruppo sarà pari a 7 punti percentuali alla fine del terzo anno del piano, l’Ebitda passa da 10% a 17% nel triennio, l’Ebit da negativo (-0.23 milioni di Euro nel 2003) a +4,5%. Société Générale si impegnerà a sottoscrivere a fermo, o alternativamente a garantire il collocamento presso investitori istituzionali di nuove azioni di Poligrafica S. Faustino, fino ad un massimo di 10 milioni di Euro tra capitale e sovrapprezzo. L'aumento potrà essere eseguito in via scindibile in una o più "tranche" anche in tempi diversi, al fine di cogliere le opportunità offerte dal mercato, entro ventiquattro mesi dalla riunione del Cda che delibererà l’aumento di capitale, prevista nel mese di luglio. Il prezzo minimo di emissione delle azioni non potrà essere inferiore a quello risultante dalla media aritmetica tra il valore del patrimonio netto consolidato e del prezzo ufficiale di borsa nel corso del semestre precedente alla data della singola delibera di aumento di capitale. Il prezzo di sottoscrizione delle azioni oggetto delle singole tranches sarà pari ad un importo corrispondente al 94% del prezzo medio ponderato, sulla base dei volumi negoziati, del titolo Poligrafica San Faustino S.p.a., nel corso dei venti giorni di borsa aperta successivi alla data delle singole offerte in sottoscrizione, fermo restando che tale prezzo non potrà comunque essere inferiore al prezzo minimo sopra indicato. Il Cda di Psf ha nominato Carlo Alberto Carnevale Maffè quale consigliere indipendente. Alberto Frigoli, Presidente di Poligrafica San Faustino S.p.a., ha così commentato: “L’evoluzione tecnologica è per noi un’opportunità per consolidare la nostra leadership nel settore della grafica e migliorare i livelli di redditività. Il nuovo assetto industriale di Psf potrà consentire un vantaggio competitivo duraturo grazie al rafforzamento delle principali barriere all’entrata. L’operazione di aumento di capitale contribuirà a rafforzare la nostra compagine azionaria aumentando la patrimonializzazione del Gruppo.”  
   
   
POLIGRAFICA SAN FAUSTINO S.P.A.: PRESENTATO ALLA COMUNITÀ FINANZIARIA IL PROGETTO INDUSTRIALE ALLA BASE DELL’OPERAZIONE DI AUMENTO DI CAPITALE RISERVATO PER TRANCE INVESTIMENTI PER OLTRE 9 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI  
 
Castrezzato, 7 luglio 2004 - Poligrafica San Faustino S.p.a., società quotata al Nuovo Mercato di Borsa Italiana attiva nella grafica e nei servizi avanzati di comunicazione, ha presentato oggi alla comunità finanziaria il piano di crescita industriale alla base dell’operazione di aumento del capitale. L’investimento che guida l’operazione è legato all’acquisto di una soluzione tecnologica innovativa di stampa per la produzione di imballi flessibili e sleeves (etichette “avvolgenti”); questo consentirà a Poligrafica S. Faustino di anticipare l’evoluzione in atto nel mercato di riferimento con importanti opportunità di crescita. Tali investimenti nascono dalla necessità di valorizzare l’immagine commerciale del prodotto (la confezione si trasforma in leva per il marketing) e dalle nuove esigenze del mercato del consumo sempre più alla ricerca di soluzioni ad hoc: confezioni sempre più piccole per quantitativi limitati. Poligrafica San Faustino investirà per questo progetto industriale oltre 9 milioni di euro nel triennio 2005-2007. Si stima un incremento del fatturato cumulativo legato alle nuove linee produttive pari al 20% al termine del triennio (+6.7 milioni di Euro); a regime (nel 2009); il fatturato “nuovo”, derivante dagli investimenti produttivi sarà pari a 14,9 milioni di Euro fino a raggiungere nel 2011 i 15,8 milioni di euro. Nei successivi due anni (2010-2011) i Cagr sarà pari al 3%, motivo della saturazione degli impianti. Significativo è il risparmio sui costi diretti delle produzioni derivanti dagli investimenti programmati: si attende una marginalità operativa lorda delle nuove linee di attività in forte crescita. L’impatto della nuova linea produttiva sulla marginalità attuale del gruppo sarà pari a 7 punti percentuali alla fine del terzo anno del piano, l’Ebitda passa da 10% a 17% nel triennio, l’Ebit da negativo (-0.23 milioni di Euro nel 2003) a +4,5%. Société Générale si impegnerà a sottoscrivere a fermo, o alternativamente a garantire il collocamento presso investitori istituzionali di nuove azioni di Poligrafica S. Faustino, fino ad un massimo di 10 milioni di Euro tra capitale e sovrapprezzo. L'aumento potrà essere eseguito in via scindibile in una o più "tranche" anche in tempi diversi, al fine di cogliere le opportunità offerte dal mercato, entro ventiquattro mesi dalla riunione del Cda che delibererà l’aumento di capitale, prevista nel mese di luglio. Il prezzo minimo di emissione delle azioni non potrà essere inferiore a quello risultante dalla media aritmetica tra il valore del patrimonio netto consolidato e del prezzo ufficiale di borsa nel corso del semestre precedente alla data della singola delibera di aumento di capitale. Il prezzo di sottoscrizione delle azioni oggetto delle singole tranches sarà pari ad un importo corrispondente al 94% del prezzo medio ponderato, sulla base dei volumi negoziati, del titolo Poligrafica San Faustino S.p.a., nel corso dei venti giorni di borsa aperta successivi alla data delle singole offerte in sottoscrizione, fermo restando che tale prezzo non potrà comunque essere inferiore al prezzo minimo sopra indicato. Il Cda di Psf ha nominato Carlo Alberto Carnevale Maffè quale consigliere indipendente. Alberto Frigoli, Presidente di Poligrafica San Faustino S.p.a., ha così commentato: “L’evoluzione tecnologica è per noi un’opportunità per consolidare la nostra leadership nel settore della grafica e migliorare i livelli di redditività. Il nuovo assetto industriale di Psf potrà consentire un vantaggio competitivo duraturo grazie al rafforzamento delle principali barriere all’entrata. L’operazione di aumento di capitale contribuirà a rafforzare la nostra compagine azionaria aumentando la patrimonializzazione del Gruppo.”  
   
   
PENULTIMO WORKSHOP PREVISTO ALL'INTERNO DEL PROGETTO EUROPEO SINERGY: PARI OPPORTUNITÀ E POLITICHE PER L'IMPRENDITORIA FEMMINILE FINANZA PUBBLICA, FINANZA PRIVATA ED ALTRI STRUMENTI DI SUPPORTO  
 
Sesto S. Giovanni (Milano); 7 luglio 2004 – Sul tema, il prossimo 15 luglio si svolgerà un Incontro pubblico alle ore 17.00 presso il Lib di via Venezia 23, a Sesto S. Giovanni (Milano) I comuni di Ovest Milano (Magentino, Abbiatense, Legnanese) e Nord Milano (Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Bresso) sono oggetto del progetto europeo Sinergy che mette a punto nuovi strumenti integrati per aumentare l'efficacia dei servizi all'impiego; per incentivare il prolungamento della vita lavorativa soprattutto di chi opera in aziende in crisi; per far crescere i tassi occupazionali femminili attraverso un consolidamento delle prospettive imprenditoriali e la diffusione della cultura di impresa. Partecipano: Maida Colli, responsabile Bando "Donna crea impresa", Provincia di Milano; Marilena La Fratta, Promozione Imprenditorialità Femminile, Direzione Generale Giovani, Sport e Pari Opportunità, Regione Lombardia; Giusy Mingolla, responsabile Area Nuova Impresa, Formaper; Marco Ricci, responsabile Area Affari, Banca Credito Cooperativo, Sesto S. Giovanni; Adele Nardulli, titolare Trans Edit Group s.R.l.; Valeria De Vecchi, titolare Allea s.R.l.; Sabina Bellione, vicepresidente Consorzio Sociale Light; Roberta Meraviglia, Sportello dell'imprenditore, Bic La Fucina. Per adesioni: segreteria organizzativa Asnm Chiara Del Balio, tel. 02 24 42 55 70 – 579, delbalio@asnm.Com  Renato Pierini, tel 02 24 12 65 40 - 5 73, pierini@asnm.Com  www.Asnm.com  
   
   
PENULTIMO WORKSHOP PREVISTO ALL'INTERNO DEL PROGETTO EUROPEO SINERGY: PARI OPPORTUNITÀ E POLITICHE PER L'IMPRENDITORIA FEMMINILE FINANZA PUBBLICA, FINANZA PRIVATA ED ALTRI STRUMENTI DI SUPPORTO  
 
Sesto S. Giovanni (Milano); 7 luglio 2004 – Sul tema, il prossimo 15 luglio si svolgerà un Incontro pubblico alle ore 17.00 presso il Lib di via Venezia 23, a Sesto S. Giovanni (Milano) I comuni di Ovest Milano (Magentino, Abbiatense, Legnanese) e Nord Milano (Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Bresso) sono oggetto del progetto europeo Sinergy che mette a punto nuovi strumenti integrati per aumentare l'efficacia dei servizi all'impiego; per incentivare il prolungamento della vita lavorativa soprattutto di chi opera in aziende in crisi; per far crescere i tassi occupazionali femminili attraverso un consolidamento delle prospettive imprenditoriali e la diffusione della cultura di impresa. Partecipano: Maida Colli, responsabile Bando "Donna crea impresa", Provincia di Milano; Marilena La Fratta, Promozione Imprenditorialità Femminile, Direzione Generale Giovani, Sport e Pari Opportunità, Regione Lombardia; Giusy Mingolla, responsabile Area Nuova Impresa, Formaper; Marco Ricci, responsabile Area Affari, Banca Credito Cooperativo, Sesto S. Giovanni; Adele Nardulli, titolare Trans Edit Group s.R.l.; Valeria De Vecchi, titolare Allea s.R.l.; Sabina Bellione, vicepresidente Consorzio Sociale Light; Roberta Meraviglia, Sportello dell'imprenditore, Bic La Fucina. Per adesioni: segreteria organizzativa Asnm Chiara Del Balio, tel. 02 24 42 55 70 – 579, delbalio@asnm.Com  Renato Pierini, tel 02 24 12 65 40 - 5 73, pierini@asnm.Com  www.Asnm.com  
   
   
PENULTIMO WORKSHOP PREVISTO ALL'INTERNO DEL PROGETTO EUROPEO SINERGY: PARI OPPORTUNITÀ E POLITICHE PER L'IMPRENDITORIA FEMMINILE FINANZA PUBBLICA, FINANZA PRIVATA ED ALTRI STRUMENTI DI SUPPORTO  
 
Sesto S. Giovanni (Milano); 7 luglio 2004 – Sul tema, il prossimo 15 luglio si svolgerà un Incontro pubblico alle ore 17.00 presso il Lib di via Venezia 23, a Sesto S. Giovanni (Milano) I comuni di Ovest Milano (Magentino, Abbiatense, Legnanese) e Nord Milano (Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Bresso) sono oggetto del progetto europeo Sinergy che mette a punto nuovi strumenti integrati per aumentare l'efficacia dei servizi all'impiego; per incentivare il prolungamento della vita lavorativa soprattutto di chi opera in aziende in crisi; per far crescere i tassi occupazionali femminili attraverso un consolidamento delle prospettive imprenditoriali e la diffusione della cultura di impresa. Partecipano: Maida Colli, responsabile Bando "Donna crea impresa", Provincia di Milano; Marilena La Fratta, Promozione Imprenditorialità Femminile, Direzione Generale Giovani, Sport e Pari Opportunità, Regione Lombardia; Giusy Mingolla, responsabile Area Nuova Impresa, Formaper; Marco Ricci, responsabile Area Affari, Banca Credito Cooperativo, Sesto S. Giovanni; Adele Nardulli, titolare Trans Edit Group s.R.l.; Valeria De Vecchi, titolare Allea s.R.l.; Sabina Bellione, vicepresidente Consorzio Sociale Light; Roberta Meraviglia, Sportello dell'imprenditore, Bic La Fucina. Per adesioni: segreteria organizzativa Asnm Chiara Del Balio, tel. 02 24 42 55 70 – 579, delbalio@asnm.Com  Renato Pierini, tel 02 24 12 65 40 - 5 73, pierini@asnm.Com  www.Asnm.com  
   
   
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Sesto S. Giovanni (Milano); 7 luglio 2004 – Sul tema, il prossimo 15 luglio si svolgerà un Incontro pubblico alle ore 17.00 presso il Lib di via Venezia 23, a Sesto S. Giovanni (Milano) I comuni di Ovest Milano (Magentino, Abbiatense, Legnanese) e Nord Milano (Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Bresso) sono oggetto del progetto europeo Sinergy che mette a punto nuovi strumenti integrati per aumentare l'efficacia dei servizi all'impiego; per incentivare il prolungamento della vita lavorativa soprattutto di chi opera in aziende in crisi; per far crescere i tassi occupazionali femminili attraverso un consolidamento delle prospettive imprenditoriali e la diffusione della cultura di impresa. Partecipano: Maida Colli, responsabile Bando "Donna crea impresa", Provincia di Milano; Marilena La Fratta, Promozione Imprenditorialità Femminile, Direzione Generale Giovani, Sport e Pari Opportunità, Regione Lombardia; Giusy Mingolla, responsabile Area Nuova Impresa, Formaper; Marco Ricci, responsabile Area Affari, Banca Credito Cooperativo, Sesto S. Giovanni; Adele Nardulli, titolare Trans Edit Group s.R.l.; Valeria De Vecchi, titolare Allea s.R.l.; Sabina Bellione, vicepresidente Consorzio Sociale Light; Roberta Meraviglia, Sportello dell'imprenditore, Bic La Fucina. Per adesioni: segreteria organizzativa Asnm Chiara Del Balio, tel. 02 24 42 55 70 – 579, delbalio@asnm.Com  Renato Pierini, tel 02 24 12 65 40 - 5 73, pierini@asnm.Com  www.Asnm.com  
   
   
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Sesto S. Giovanni (Milano); 7 luglio 2004 – Sul tema, il prossimo 15 luglio si svolgerà un Incontro pubblico alle ore 17.00 presso il Lib di via Venezia 23, a Sesto S. Giovanni (Milano) I comuni di Ovest Milano (Magentino, Abbiatense, Legnanese) e Nord Milano (Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Bresso) sono oggetto del progetto europeo Sinergy che mette a punto nuovi strumenti integrati per aumentare l'efficacia dei servizi all'impiego; per incentivare il prolungamento della vita lavorativa soprattutto di chi opera in aziende in crisi; per far crescere i tassi occupazionali femminili attraverso un consolidamento delle prospettive imprenditoriali e la diffusione della cultura di impresa. Partecipano: Maida Colli, responsabile Bando "Donna crea impresa", Provincia di Milano; Marilena La Fratta, Promozione Imprenditorialità Femminile, Direzione Generale Giovani, Sport e Pari Opportunità, Regione Lombardia; Giusy Mingolla, responsabile Area Nuova Impresa, Formaper; Marco Ricci, responsabile Area Affari, Banca Credito Cooperativo, Sesto S. Giovanni; Adele Nardulli, titolare Trans Edit Group s.R.l.; Valeria De Vecchi, titolare Allea s.R.l.; Sabina Bellione, vicepresidente Consorzio Sociale Light; Roberta Meraviglia, Sportello dell'imprenditore, Bic La Fucina. Per adesioni: segreteria organizzativa Asnm Chiara Del Balio, tel. 02 24 42 55 70 – 579, delbalio@asnm.Com  Renato Pierini, tel 02 24 12 65 40 - 5 73, pierini@asnm.Com  www.Asnm.com  
   
   
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Sesto S. Giovanni (Milano); 7 luglio 2004 – Sul tema, il prossimo 15 luglio si svolgerà un Incontro pubblico alle ore 17.00 presso il Lib di via Venezia 23, a Sesto S. Giovanni (Milano) I comuni di Ovest Milano (Magentino, Abbiatense, Legnanese) e Nord Milano (Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Bresso) sono oggetto del progetto europeo Sinergy che mette a punto nuovi strumenti integrati per aumentare l'efficacia dei servizi all'impiego; per incentivare il prolungamento della vita lavorativa soprattutto di chi opera in aziende in crisi; per far crescere i tassi occupazionali femminili attraverso un consolidamento delle prospettive imprenditoriali e la diffusione della cultura di impresa. Partecipano: Maida Colli, responsabile Bando "Donna crea impresa", Provincia di Milano; Marilena La Fratta, Promozione Imprenditorialità Femminile, Direzione Generale Giovani, Sport e Pari Opportunità, Regione Lombardia; Giusy Mingolla, responsabile Area Nuova Impresa, Formaper; Marco Ricci, responsabile Area Affari, Banca Credito Cooperativo, Sesto S. Giovanni; Adele Nardulli, titolare Trans Edit Group s.R.l.; Valeria De Vecchi, titolare Allea s.R.l.; Sabina Bellione, vicepresidente Consorzio Sociale Light; Roberta Meraviglia, Sportello dell'imprenditore, Bic La Fucina. Per adesioni: segreteria organizzativa Asnm Chiara Del Balio, tel. 02 24 42 55 70 – 579, delbalio@asnm.Com  Renato Pierini, tel 02 24 12 65 40 - 5 73, pierini@asnm.Com  www.Asnm.com  
   
   
LA DICHIARAZIONE DI MILANO: IL PRIMO IMPEGNO PER UN’ECONOMIA ETICA DEI PAESI DEL MEDITERRANEO LIBERALIZZAZIONE, SCOLARIZZAZIONE, PARTECIPAZIONE FEMMINILE, CONTROLLO ALL’IMMIGRAZIONE TRA I PRINCIPI CONDIVISI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Un avvicinamento ai valori tipici dell’economia etica e di mercato, a partire da una crescente partecipazione delle donne e dalla condanna del lavoro minorile unita alla crescente scolarizzazione. Ma anche nuovi progetti per l’integrazione delle economie e delle genti del Mediterraneo. E un ruolo riconosciuto nel dialogo mediterraneo per Milano. E’ questa la sintesi che emerge dal “Secondo Laboratorio Euro-mediterraneo” che si è chiuso oggi alla Camera di commercio di Milano, nella “Dichiarazione di Milano”, documento finale di sintesi dei lavori con il quale ha chiuso la conferenza Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per l’internazionalizzazione. Un documento condiviso dai rappresentanti delle imprese degli 11 Paesi del Mediterraneo coinvolti nel convegno (Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia). Tra i presenti all’iniziativa: i ministri italiani Antonio Marzano, Franco Frattini, Lucio Stanca, Ghassan Rifai, Ministro dell’Economia e del Commercio Estero, Siria, Karim Ghellab, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Marocco, Khalida Toumi Messaoudi, Ministro della Cultura, Algeria, Heba El Serafie, Vice Presidente Borsa del Cairo, Egitto, Alfred Mallia, Presidente Borsa Valori, Malta, Nondas Cl. Metaxas, Direttore Generale Borsa Valori, Cipro. Alla conferenza di due giorni, 5 e 6, hanno partecipato ministri dei Paesi Mediterranei, dal Marocco alla Siria, all’Algeria, imprenditori dei Paesi del Mediterraneo oltre alle autorità e imprese del nostro Paese. Alcuni numeri: 85 relatori, 7 rappresentanti governativi italiani, 10 rappresentanti governativi esteri, 34 personalità italiane, 28 straniere, 4 rettori. E il Mediterraneo è tra noi: secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). “Per Milano e l’Italia la dimensione euromediterranea rappresenta un importante orizzonte di sviluppo - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano -. E nell’ottica della crescente centralità del dialogo tra paesi europei e dell’altra sponda del Mare Nostrum oggi presentiamo le linee guida di un processo di integrazione che fa di Milano, come del nostro Paese, un vero e proprio laboratorio del Mediterraneo”. “Come sintetizzato nella dichiarazione finale della Conferenza Euromediterranea vorremmo offrire strumenti concreti – ha aggiunto Bruno Ermolli, presidente di Promos-azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione – che discendono da una strategia di sistema per contribuire allo sviluppo dell’area mediterranea: per questo stiamo rafforzando il “Pacchetto per il Mediterraneo”. Ogni fatto concreto risponde ad una tematica precisa. Dalla finanza, alle informazioni, alla formazione, alla cultura. Tra le iniziative il rafforzamento dell’ Euro Med Fund, un fondo Euro - mediterraneo dell’ammontare di 45 milioni di euro, per facilitare l’ingresso nell’area mediterranea delle aziende italiane, lo sviluppo delle imprese locali e la creazione a Milano di un Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo e la proposta della “Fiera del Mediterraneo”. Tra gli impegni dei partecipanti per una crescita economica, con attenzione agli aspetti etici: nuove leggi e misure per favorire la partecipazione delle donne alla vita culturale, sociale, economica, in misura di crescente equilibrio, condannare il lavoro minorile come strumento di sviluppo economico e favorire la massima scolarizzazione delle nuove generazioni mediterranee, facilitare l’interscambio, gli investimenti, i rapporti tra le banche, ridurre l’immigrazione. Tra le nuove iniziative da attivare insieme: un Mediterranean Business Center per facilitare il confronto, il Fondo Euromed per le joint venture dei diversi Paesi, programmi culturali mirati alla creazione di una identità comune, borse di studio per laureati e l’estensione del programma Erasmus a questi Paesi, la collaborazione reciproca tra i media, una fiera Euromediterranea in un ambito centrale a livello europeo come il nuovo polo fieristico milanese, la conferma dell’appuntamento annuale della Conferenza Euromediterranea. Con Milano come luogo privilegiato dell’Europa per l’incontro e l’elaborazione di proposte per la comunità degli affari euro-mediterranei. La ricerca. Il Mediterraneo è tra noi: e anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). La classifica è stata compilata tenendo in considerazione 5 indicatori di presenza “mediterranea” in Italia: per numero di ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo; per variazione del numero di ditte individuali “mediterranee” dal I trimestre 2000 al I trimestre 2004; per quota ditte individuali “mediterranee” sul totale Di per provincia italiana; per numero di residenti e per quota dei residenti “mediterranei” sul totale della popolazione per provincia. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab Mim su dati Registro Imprese, I trimestre 2004 e su dati Istat al 31.12.2000. Classifica finale "Mediterraneo tra noi"
Pposizione Classifica finale province Per N. Ditte individuali con tit. “mediterraneo” Quota di Di con titolare mediterraneo su tot. Di per prov Variazione Di con titolare mediterraneo (I trim. 00- I trim 04) N. Cittadini “mediterranei” residenti (31.12.2000) Quota di residenti “mediterranei” su tot. Prov
1 Verona 1 Milano 1 Catanzaro 1 Cosenza 1 Milano 1 Milano
2 Trapani 2 Roma 2 Reggio Emilia 2 Caserta 2 Roma 2 Roma
3 Torino 3 Torino 3 Parma 3 Reggio Calabria 3 Torino 3 Torino
4 Milano 4 Reggio Emilia 4 Milano 4 Salerno 4 Brescia 4 Brescia
5 Reggio Emilia 5 Catanzaro 5 Massa Carrara 5 Catanzaro 5 Modena 5 Modena
6 Caserta 6 Bologna 6 Imperia 6 Frosinone 6 Bologna 6 Bologna
7 Modena 7 Genova 7 Modena 7 Napoli 7 Bergamo 7 Bergamo
8 Catanzaro 8 Parma 8 Genova 8 Messina 8 Verona 8 Verona
9 Vicenza 9 Modena 9 Lucca 9 Crotone 9 Reggio Emilia 9 Reggio Emilia
10 Brescia 10 Caserta 10 Torino 10 Isernia 10 Treviso 10 Treviso
Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Registro Imprese (I trim. 2004) e Istat (31.12.2000)
 
   
   
LA DICHIARAZIONE DI MILANO: IL PRIMO IMPEGNO PER UN’ECONOMIA ETICA DEI PAESI DEL MEDITERRANEO LIBERALIZZAZIONE, SCOLARIZZAZIONE, PARTECIPAZIONE FEMMINILE, CONTROLLO ALL’IMMIGRAZIONE TRA I PRINCIPI CONDIVISI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Un avvicinamento ai valori tipici dell’economia etica e di mercato, a partire da una crescente partecipazione delle donne e dalla condanna del lavoro minorile unita alla crescente scolarizzazione. Ma anche nuovi progetti per l’integrazione delle economie e delle genti del Mediterraneo. E un ruolo riconosciuto nel dialogo mediterraneo per Milano. E’ questa la sintesi che emerge dal “Secondo Laboratorio Euro-mediterraneo” che si è chiuso oggi alla Camera di commercio di Milano, nella “Dichiarazione di Milano”, documento finale di sintesi dei lavori con il quale ha chiuso la conferenza Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per l’internazionalizzazione. Un documento condiviso dai rappresentanti delle imprese degli 11 Paesi del Mediterraneo coinvolti nel convegno (Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia). Tra i presenti all’iniziativa: i ministri italiani Antonio Marzano, Franco Frattini, Lucio Stanca, Ghassan Rifai, Ministro dell’Economia e del Commercio Estero, Siria, Karim Ghellab, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Marocco, Khalida Toumi Messaoudi, Ministro della Cultura, Algeria, Heba El Serafie, Vice Presidente Borsa del Cairo, Egitto, Alfred Mallia, Presidente Borsa Valori, Malta, Nondas Cl. Metaxas, Direttore Generale Borsa Valori, Cipro. Alla conferenza di due giorni, 5 e 6, hanno partecipato ministri dei Paesi Mediterranei, dal Marocco alla Siria, all’Algeria, imprenditori dei Paesi del Mediterraneo oltre alle autorità e imprese del nostro Paese. Alcuni numeri: 85 relatori, 7 rappresentanti governativi italiani, 10 rappresentanti governativi esteri, 34 personalità italiane, 28 straniere, 4 rettori. E il Mediterraneo è tra noi: secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). “Per Milano e l’Italia la dimensione euromediterranea rappresenta un importante orizzonte di sviluppo - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano -. E nell’ottica della crescente centralità del dialogo tra paesi europei e dell’altra sponda del Mare Nostrum oggi presentiamo le linee guida di un processo di integrazione che fa di Milano, come del nostro Paese, un vero e proprio laboratorio del Mediterraneo”. “Come sintetizzato nella dichiarazione finale della Conferenza Euromediterranea vorremmo offrire strumenti concreti – ha aggiunto Bruno Ermolli, presidente di Promos-azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione – che discendono da una strategia di sistema per contribuire allo sviluppo dell’area mediterranea: per questo stiamo rafforzando il “Pacchetto per il Mediterraneo”. Ogni fatto concreto risponde ad una tematica precisa. Dalla finanza, alle informazioni, alla formazione, alla cultura. Tra le iniziative il rafforzamento dell’ Euro Med Fund, un fondo Euro - mediterraneo dell’ammontare di 45 milioni di euro, per facilitare l’ingresso nell’area mediterranea delle aziende italiane, lo sviluppo delle imprese locali e la creazione a Milano di un Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo e la proposta della “Fiera del Mediterraneo”. Tra gli impegni dei partecipanti per una crescita economica, con attenzione agli aspetti etici: nuove leggi e misure per favorire la partecipazione delle donne alla vita culturale, sociale, economica, in misura di crescente equilibrio, condannare il lavoro minorile come strumento di sviluppo economico e favorire la massima scolarizzazione delle nuove generazioni mediterranee, facilitare l’interscambio, gli investimenti, i rapporti tra le banche, ridurre l’immigrazione. Tra le nuove iniziative da attivare insieme: un Mediterranean Business Center per facilitare il confronto, il Fondo Euromed per le joint venture dei diversi Paesi, programmi culturali mirati alla creazione di una identità comune, borse di studio per laureati e l’estensione del programma Erasmus a questi Paesi, la collaborazione reciproca tra i media, una fiera Euromediterranea in un ambito centrale a livello europeo come il nuovo polo fieristico milanese, la conferma dell’appuntamento annuale della Conferenza Euromediterranea. Con Milano come luogo privilegiato dell’Europa per l’incontro e l’elaborazione di proposte per la comunità degli affari euro-mediterranei. La ricerca. Il Mediterraneo è tra noi: e anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). La classifica è stata compilata tenendo in considerazione 5 indicatori di presenza “mediterranea” in Italia: per numero di ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo; per variazione del numero di ditte individuali “mediterranee” dal I trimestre 2000 al I trimestre 2004; per quota ditte individuali “mediterranee” sul totale Di per provincia italiana; per numero di residenti e per quota dei residenti “mediterranei” sul totale della popolazione per provincia. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab Mim su dati Registro Imprese, I trimestre 2004 e su dati Istat al 31.12.2000. Classifica finale "Mediterraneo tra noi"
Pposizione Classifica finale province Per N. Ditte individuali con tit. “mediterraneo” Quota di Di con titolare mediterraneo su tot. Di per prov Variazione Di con titolare mediterraneo (I trim. 00- I trim 04) N. Cittadini “mediterranei” residenti (31.12.2000) Quota di residenti “mediterranei” su tot. Prov
1 Verona 1 Milano 1 Catanzaro 1 Cosenza 1 Milano 1 Milano
2 Trapani 2 Roma 2 Reggio Emilia 2 Caserta 2 Roma 2 Roma
3 Torino 3 Torino 3 Parma 3 Reggio Calabria 3 Torino 3 Torino
4 Milano 4 Reggio Emilia 4 Milano 4 Salerno 4 Brescia 4 Brescia
5 Reggio Emilia 5 Catanzaro 5 Massa Carrara 5 Catanzaro 5 Modena 5 Modena
6 Caserta 6 Bologna 6 Imperia 6 Frosinone 6 Bologna 6 Bologna
7 Modena 7 Genova 7 Modena 7 Napoli 7 Bergamo 7 Bergamo
8 Catanzaro 8 Parma 8 Genova 8 Messina 8 Verona 8 Verona
9 Vicenza 9 Modena 9 Lucca 9 Crotone 9 Reggio Emilia 9 Reggio Emilia
10 Brescia 10 Caserta 10 Torino 10 Isernia 10 Treviso 10 Treviso
Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Registro Imprese (I trim. 2004) e Istat (31.12.2000)
 
   
   
LA DICHIARAZIONE DI MILANO: IL PRIMO IMPEGNO PER UN’ECONOMIA ETICA DEI PAESI DEL MEDITERRANEO LIBERALIZZAZIONE, SCOLARIZZAZIONE, PARTECIPAZIONE FEMMINILE, CONTROLLO ALL’IMMIGRAZIONE TRA I PRINCIPI CONDIVISI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Un avvicinamento ai valori tipici dell’economia etica e di mercato, a partire da una crescente partecipazione delle donne e dalla condanna del lavoro minorile unita alla crescente scolarizzazione. Ma anche nuovi progetti per l’integrazione delle economie e delle genti del Mediterraneo. E un ruolo riconosciuto nel dialogo mediterraneo per Milano. E’ questa la sintesi che emerge dal “Secondo Laboratorio Euro-mediterraneo” che si è chiuso oggi alla Camera di commercio di Milano, nella “Dichiarazione di Milano”, documento finale di sintesi dei lavori con il quale ha chiuso la conferenza Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per l’internazionalizzazione. Un documento condiviso dai rappresentanti delle imprese degli 11 Paesi del Mediterraneo coinvolti nel convegno (Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia). Tra i presenti all’iniziativa: i ministri italiani Antonio Marzano, Franco Frattini, Lucio Stanca, Ghassan Rifai, Ministro dell’Economia e del Commercio Estero, Siria, Karim Ghellab, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Marocco, Khalida Toumi Messaoudi, Ministro della Cultura, Algeria, Heba El Serafie, Vice Presidente Borsa del Cairo, Egitto, Alfred Mallia, Presidente Borsa Valori, Malta, Nondas Cl. Metaxas, Direttore Generale Borsa Valori, Cipro. Alla conferenza di due giorni, 5 e 6, hanno partecipato ministri dei Paesi Mediterranei, dal Marocco alla Siria, all’Algeria, imprenditori dei Paesi del Mediterraneo oltre alle autorità e imprese del nostro Paese. Alcuni numeri: 85 relatori, 7 rappresentanti governativi italiani, 10 rappresentanti governativi esteri, 34 personalità italiane, 28 straniere, 4 rettori. E il Mediterraneo è tra noi: secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). “Per Milano e l’Italia la dimensione euromediterranea rappresenta un importante orizzonte di sviluppo - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano -. E nell’ottica della crescente centralità del dialogo tra paesi europei e dell’altra sponda del Mare Nostrum oggi presentiamo le linee guida di un processo di integrazione che fa di Milano, come del nostro Paese, un vero e proprio laboratorio del Mediterraneo”. “Come sintetizzato nella dichiarazione finale della Conferenza Euromediterranea vorremmo offrire strumenti concreti – ha aggiunto Bruno Ermolli, presidente di Promos-azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione – che discendono da una strategia di sistema per contribuire allo sviluppo dell’area mediterranea: per questo stiamo rafforzando il “Pacchetto per il Mediterraneo”. Ogni fatto concreto risponde ad una tematica precisa. Dalla finanza, alle informazioni, alla formazione, alla cultura. Tra le iniziative il rafforzamento dell’ Euro Med Fund, un fondo Euro - mediterraneo dell’ammontare di 45 milioni di euro, per facilitare l’ingresso nell’area mediterranea delle aziende italiane, lo sviluppo delle imprese locali e la creazione a Milano di un Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo e la proposta della “Fiera del Mediterraneo”. Tra gli impegni dei partecipanti per una crescita economica, con attenzione agli aspetti etici: nuove leggi e misure per favorire la partecipazione delle donne alla vita culturale, sociale, economica, in misura di crescente equilibrio, condannare il lavoro minorile come strumento di sviluppo economico e favorire la massima scolarizzazione delle nuove generazioni mediterranee, facilitare l’interscambio, gli investimenti, i rapporti tra le banche, ridurre l’immigrazione. Tra le nuove iniziative da attivare insieme: un Mediterranean Business Center per facilitare il confronto, il Fondo Euromed per le joint venture dei diversi Paesi, programmi culturali mirati alla creazione di una identità comune, borse di studio per laureati e l’estensione del programma Erasmus a questi Paesi, la collaborazione reciproca tra i media, una fiera Euromediterranea in un ambito centrale a livello europeo come il nuovo polo fieristico milanese, la conferma dell’appuntamento annuale della Conferenza Euromediterranea. Con Milano come luogo privilegiato dell’Europa per l’incontro e l’elaborazione di proposte per la comunità degli affari euro-mediterranei. La ricerca. Il Mediterraneo è tra noi: e anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). La classifica è stata compilata tenendo in considerazione 5 indicatori di presenza “mediterranea” in Italia: per numero di ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo; per variazione del numero di ditte individuali “mediterranee” dal I trimestre 2000 al I trimestre 2004; per quota ditte individuali “mediterranee” sul totale Di per provincia italiana; per numero di residenti e per quota dei residenti “mediterranei” sul totale della popolazione per provincia. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab Mim su dati Registro Imprese, I trimestre 2004 e su dati Istat al 31.12.2000. Classifica finale "Mediterraneo tra noi"
Pposizione Classifica finale province Per N. Ditte individuali con tit. “mediterraneo” Quota di Di con titolare mediterraneo su tot. Di per prov Variazione Di con titolare mediterraneo (I trim. 00- I trim 04) N. Cittadini “mediterranei” residenti (31.12.2000) Quota di residenti “mediterranei” su tot. Prov
1 Verona 1 Milano 1 Catanzaro 1 Cosenza 1 Milano 1 Milano
2 Trapani 2 Roma 2 Reggio Emilia 2 Caserta 2 Roma 2 Roma
3 Torino 3 Torino 3 Parma 3 Reggio Calabria 3 Torino 3 Torino
4 Milano 4 Reggio Emilia 4 Milano 4 Salerno 4 Brescia 4 Brescia
5 Reggio Emilia 5 Catanzaro 5 Massa Carrara 5 Catanzaro 5 Modena 5 Modena
6 Caserta 6 Bologna 6 Imperia 6 Frosinone 6 Bologna 6 Bologna
7 Modena 7 Genova 7 Modena 7 Napoli 7 Bergamo 7 Bergamo
8 Catanzaro 8 Parma 8 Genova 8 Messina 8 Verona 8 Verona
9 Vicenza 9 Modena 9 Lucca 9 Crotone 9 Reggio Emilia 9 Reggio Emilia
10 Brescia 10 Caserta 10 Torino 10 Isernia 10 Treviso 10 Treviso
Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Registro Imprese (I trim. 2004) e Istat (31.12.2000)
 
   
   
LA DICHIARAZIONE DI MILANO: IL PRIMO IMPEGNO PER UN’ECONOMIA ETICA DEI PAESI DEL MEDITERRANEO LIBERALIZZAZIONE, SCOLARIZZAZIONE, PARTECIPAZIONE FEMMINILE, CONTROLLO ALL’IMMIGRAZIONE TRA I PRINCIPI CONDIVISI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Un avvicinamento ai valori tipici dell’economia etica e di mercato, a partire da una crescente partecipazione delle donne e dalla condanna del lavoro minorile unita alla crescente scolarizzazione. Ma anche nuovi progetti per l’integrazione delle economie e delle genti del Mediterraneo. E un ruolo riconosciuto nel dialogo mediterraneo per Milano. E’ questa la sintesi che emerge dal “Secondo Laboratorio Euro-mediterraneo” che si è chiuso oggi alla Camera di commercio di Milano, nella “Dichiarazione di Milano”, documento finale di sintesi dei lavori con il quale ha chiuso la conferenza Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per l’internazionalizzazione. Un documento condiviso dai rappresentanti delle imprese degli 11 Paesi del Mediterraneo coinvolti nel convegno (Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia). Tra i presenti all’iniziativa: i ministri italiani Antonio Marzano, Franco Frattini, Lucio Stanca, Ghassan Rifai, Ministro dell’Economia e del Commercio Estero, Siria, Karim Ghellab, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Marocco, Khalida Toumi Messaoudi, Ministro della Cultura, Algeria, Heba El Serafie, Vice Presidente Borsa del Cairo, Egitto, Alfred Mallia, Presidente Borsa Valori, Malta, Nondas Cl. Metaxas, Direttore Generale Borsa Valori, Cipro. Alla conferenza di due giorni, 5 e 6, hanno partecipato ministri dei Paesi Mediterranei, dal Marocco alla Siria, all’Algeria, imprenditori dei Paesi del Mediterraneo oltre alle autorità e imprese del nostro Paese. Alcuni numeri: 85 relatori, 7 rappresentanti governativi italiani, 10 rappresentanti governativi esteri, 34 personalità italiane, 28 straniere, 4 rettori. E il Mediterraneo è tra noi: secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). “Per Milano e l’Italia la dimensione euromediterranea rappresenta un importante orizzonte di sviluppo - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano -. E nell’ottica della crescente centralità del dialogo tra paesi europei e dell’altra sponda del Mare Nostrum oggi presentiamo le linee guida di un processo di integrazione che fa di Milano, come del nostro Paese, un vero e proprio laboratorio del Mediterraneo”. “Come sintetizzato nella dichiarazione finale della Conferenza Euromediterranea vorremmo offrire strumenti concreti – ha aggiunto Bruno Ermolli, presidente di Promos-azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione – che discendono da una strategia di sistema per contribuire allo sviluppo dell’area mediterranea: per questo stiamo rafforzando il “Pacchetto per il Mediterraneo”. Ogni fatto concreto risponde ad una tematica precisa. Dalla finanza, alle informazioni, alla formazione, alla cultura. Tra le iniziative il rafforzamento dell’ Euro Med Fund, un fondo Euro - mediterraneo dell’ammontare di 45 milioni di euro, per facilitare l’ingresso nell’area mediterranea delle aziende italiane, lo sviluppo delle imprese locali e la creazione a Milano di un Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo e la proposta della “Fiera del Mediterraneo”. Tra gli impegni dei partecipanti per una crescita economica, con attenzione agli aspetti etici: nuove leggi e misure per favorire la partecipazione delle donne alla vita culturale, sociale, economica, in misura di crescente equilibrio, condannare il lavoro minorile come strumento di sviluppo economico e favorire la massima scolarizzazione delle nuove generazioni mediterranee, facilitare l’interscambio, gli investimenti, i rapporti tra le banche, ridurre l’immigrazione. Tra le nuove iniziative da attivare insieme: un Mediterranean Business Center per facilitare il confronto, il Fondo Euromed per le joint venture dei diversi Paesi, programmi culturali mirati alla creazione di una identità comune, borse di studio per laureati e l’estensione del programma Erasmus a questi Paesi, la collaborazione reciproca tra i media, una fiera Euromediterranea in un ambito centrale a livello europeo come il nuovo polo fieristico milanese, la conferma dell’appuntamento annuale della Conferenza Euromediterranea. Con Milano come luogo privilegiato dell’Europa per l’incontro e l’elaborazione di proposte per la comunità degli affari euro-mediterranei. La ricerca. Il Mediterraneo è tra noi: e anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). La classifica è stata compilata tenendo in considerazione 5 indicatori di presenza “mediterranea” in Italia: per numero di ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo; per variazione del numero di ditte individuali “mediterranee” dal I trimestre 2000 al I trimestre 2004; per quota ditte individuali “mediterranee” sul totale Di per provincia italiana; per numero di residenti e per quota dei residenti “mediterranei” sul totale della popolazione per provincia. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab Mim su dati Registro Imprese, I trimestre 2004 e su dati Istat al 31.12.2000. Classifica finale "Mediterraneo tra noi"
Pposizione Classifica finale province Per N. Ditte individuali con tit. “mediterraneo” Quota di Di con titolare mediterraneo su tot. Di per prov Variazione Di con titolare mediterraneo (I trim. 00- I trim 04) N. Cittadini “mediterranei” residenti (31.12.2000) Quota di residenti “mediterranei” su tot. Prov
1 Verona 1 Milano 1 Catanzaro 1 Cosenza 1 Milano 1 Milano
2 Trapani 2 Roma 2 Reggio Emilia 2 Caserta 2 Roma 2 Roma
3 Torino 3 Torino 3 Parma 3 Reggio Calabria 3 Torino 3 Torino
4 Milano 4 Reggio Emilia 4 Milano 4 Salerno 4 Brescia 4 Brescia
5 Reggio Emilia 5 Catanzaro 5 Massa Carrara 5 Catanzaro 5 Modena 5 Modena
6 Caserta 6 Bologna 6 Imperia 6 Frosinone 6 Bologna 6 Bologna
7 Modena 7 Genova 7 Modena 7 Napoli 7 Bergamo 7 Bergamo
8 Catanzaro 8 Parma 8 Genova 8 Messina 8 Verona 8 Verona
9 Vicenza 9 Modena 9 Lucca 9 Crotone 9 Reggio Emilia 9 Reggio Emilia
10 Brescia 10 Caserta 10 Torino 10 Isernia 10 Treviso 10 Treviso
Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Registro Imprese (I trim. 2004) e Istat (31.12.2000)
 
   
   
LA DICHIARAZIONE DI MILANO: IL PRIMO IMPEGNO PER UN’ECONOMIA ETICA DEI PAESI DEL MEDITERRANEO LIBERALIZZAZIONE, SCOLARIZZAZIONE, PARTECIPAZIONE FEMMINILE, CONTROLLO ALL’IMMIGRAZIONE TRA I PRINCIPI CONDIVISI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Un avvicinamento ai valori tipici dell’economia etica e di mercato, a partire da una crescente partecipazione delle donne e dalla condanna del lavoro minorile unita alla crescente scolarizzazione. Ma anche nuovi progetti per l’integrazione delle economie e delle genti del Mediterraneo. E un ruolo riconosciuto nel dialogo mediterraneo per Milano. E’ questa la sintesi che emerge dal “Secondo Laboratorio Euro-mediterraneo” che si è chiuso oggi alla Camera di commercio di Milano, nella “Dichiarazione di Milano”, documento finale di sintesi dei lavori con il quale ha chiuso la conferenza Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per l’internazionalizzazione. Un documento condiviso dai rappresentanti delle imprese degli 11 Paesi del Mediterraneo coinvolti nel convegno (Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia). Tra i presenti all’iniziativa: i ministri italiani Antonio Marzano, Franco Frattini, Lucio Stanca, Ghassan Rifai, Ministro dell’Economia e del Commercio Estero, Siria, Karim Ghellab, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Marocco, Khalida Toumi Messaoudi, Ministro della Cultura, Algeria, Heba El Serafie, Vice Presidente Borsa del Cairo, Egitto, Alfred Mallia, Presidente Borsa Valori, Malta, Nondas Cl. Metaxas, Direttore Generale Borsa Valori, Cipro. Alla conferenza di due giorni, 5 e 6, hanno partecipato ministri dei Paesi Mediterranei, dal Marocco alla Siria, all’Algeria, imprenditori dei Paesi del Mediterraneo oltre alle autorità e imprese del nostro Paese. Alcuni numeri: 85 relatori, 7 rappresentanti governativi italiani, 10 rappresentanti governativi esteri, 34 personalità italiane, 28 straniere, 4 rettori. E il Mediterraneo è tra noi: secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). “Per Milano e l’Italia la dimensione euromediterranea rappresenta un importante orizzonte di sviluppo - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano -. E nell’ottica della crescente centralità del dialogo tra paesi europei e dell’altra sponda del Mare Nostrum oggi presentiamo le linee guida di un processo di integrazione che fa di Milano, come del nostro Paese, un vero e proprio laboratorio del Mediterraneo”. “Come sintetizzato nella dichiarazione finale della Conferenza Euromediterranea vorremmo offrire strumenti concreti – ha aggiunto Bruno Ermolli, presidente di Promos-azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione – che discendono da una strategia di sistema per contribuire allo sviluppo dell’area mediterranea: per questo stiamo rafforzando il “Pacchetto per il Mediterraneo”. Ogni fatto concreto risponde ad una tematica precisa. Dalla finanza, alle informazioni, alla formazione, alla cultura. Tra le iniziative il rafforzamento dell’ Euro Med Fund, un fondo Euro - mediterraneo dell’ammontare di 45 milioni di euro, per facilitare l’ingresso nell’area mediterranea delle aziende italiane, lo sviluppo delle imprese locali e la creazione a Milano di un Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo e la proposta della “Fiera del Mediterraneo”. Tra gli impegni dei partecipanti per una crescita economica, con attenzione agli aspetti etici: nuove leggi e misure per favorire la partecipazione delle donne alla vita culturale, sociale, economica, in misura di crescente equilibrio, condannare il lavoro minorile come strumento di sviluppo economico e favorire la massima scolarizzazione delle nuove generazioni mediterranee, facilitare l’interscambio, gli investimenti, i rapporti tra le banche, ridurre l’immigrazione. Tra le nuove iniziative da attivare insieme: un Mediterranean Business Center per facilitare il confronto, il Fondo Euromed per le joint venture dei diversi Paesi, programmi culturali mirati alla creazione di una identità comune, borse di studio per laureati e l’estensione del programma Erasmus a questi Paesi, la collaborazione reciproca tra i media, una fiera Euromediterranea in un ambito centrale a livello europeo come il nuovo polo fieristico milanese, la conferma dell’appuntamento annuale della Conferenza Euromediterranea. Con Milano come luogo privilegiato dell’Europa per l’incontro e l’elaborazione di proposte per la comunità degli affari euro-mediterranei. La ricerca. Il Mediterraneo è tra noi: e anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). La classifica è stata compilata tenendo in considerazione 5 indicatori di presenza “mediterranea” in Italia: per numero di ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo; per variazione del numero di ditte individuali “mediterranee” dal I trimestre 2000 al I trimestre 2004; per quota ditte individuali “mediterranee” sul totale Di per provincia italiana; per numero di residenti e per quota dei residenti “mediterranei” sul totale della popolazione per provincia. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab Mim su dati Registro Imprese, I trimestre 2004 e su dati Istat al 31.12.2000. Classifica finale "Mediterraneo tra noi"
Pposizione Classifica finale province Per N. Ditte individuali con tit. “mediterraneo” Quota di Di con titolare mediterraneo su tot. Di per prov Variazione Di con titolare mediterraneo (I trim. 00- I trim 04) N. Cittadini “mediterranei” residenti (31.12.2000) Quota di residenti “mediterranei” su tot. Prov
1 Verona 1 Milano 1 Catanzaro 1 Cosenza 1 Milano 1 Milano
2 Trapani 2 Roma 2 Reggio Emilia 2 Caserta 2 Roma 2 Roma
3 Torino 3 Torino 3 Parma 3 Reggio Calabria 3 Torino 3 Torino
4 Milano 4 Reggio Emilia 4 Milano 4 Salerno 4 Brescia 4 Brescia
5 Reggio Emilia 5 Catanzaro 5 Massa Carrara 5 Catanzaro 5 Modena 5 Modena
6 Caserta 6 Bologna 6 Imperia 6 Frosinone 6 Bologna 6 Bologna
7 Modena 7 Genova 7 Modena 7 Napoli 7 Bergamo 7 Bergamo
8 Catanzaro 8 Parma 8 Genova 8 Messina 8 Verona 8 Verona
9 Vicenza 9 Modena 9 Lucca 9 Crotone 9 Reggio Emilia 9 Reggio Emilia
10 Brescia 10 Caserta 10 Torino 10 Isernia 10 Treviso 10 Treviso
Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Registro Imprese (I trim. 2004) e Istat (31.12.2000)
 
   
   
LA DICHIARAZIONE DI MILANO: IL PRIMO IMPEGNO PER UN’ECONOMIA ETICA DEI PAESI DEL MEDITERRANEO LIBERALIZZAZIONE, SCOLARIZZAZIONE, PARTECIPAZIONE FEMMINILE, CONTROLLO ALL’IMMIGRAZIONE TRA I PRINCIPI CONDIVISI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Un avvicinamento ai valori tipici dell’economia etica e di mercato, a partire da una crescente partecipazione delle donne e dalla condanna del lavoro minorile unita alla crescente scolarizzazione. Ma anche nuovi progetti per l’integrazione delle economie e delle genti del Mediterraneo. E un ruolo riconosciuto nel dialogo mediterraneo per Milano. E’ questa la sintesi che emerge dal “Secondo Laboratorio Euro-mediterraneo” che si è chiuso oggi alla Camera di commercio di Milano, nella “Dichiarazione di Milano”, documento finale di sintesi dei lavori con il quale ha chiuso la conferenza Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per l’internazionalizzazione. Un documento condiviso dai rappresentanti delle imprese degli 11 Paesi del Mediterraneo coinvolti nel convegno (Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia). Tra i presenti all’iniziativa: i ministri italiani Antonio Marzano, Franco Frattini, Lucio Stanca, Ghassan Rifai, Ministro dell’Economia e del Commercio Estero, Siria, Karim Ghellab, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Marocco, Khalida Toumi Messaoudi, Ministro della Cultura, Algeria, Heba El Serafie, Vice Presidente Borsa del Cairo, Egitto, Alfred Mallia, Presidente Borsa Valori, Malta, Nondas Cl. Metaxas, Direttore Generale Borsa Valori, Cipro. Alla conferenza di due giorni, 5 e 6, hanno partecipato ministri dei Paesi Mediterranei, dal Marocco alla Siria, all’Algeria, imprenditori dei Paesi del Mediterraneo oltre alle autorità e imprese del nostro Paese. Alcuni numeri: 85 relatori, 7 rappresentanti governativi italiani, 10 rappresentanti governativi esteri, 34 personalità italiane, 28 straniere, 4 rettori. E il Mediterraneo è tra noi: secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). “Per Milano e l’Italia la dimensione euromediterranea rappresenta un importante orizzonte di sviluppo - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano -. E nell’ottica della crescente centralità del dialogo tra paesi europei e dell’altra sponda del Mare Nostrum oggi presentiamo le linee guida di un processo di integrazione che fa di Milano, come del nostro Paese, un vero e proprio laboratorio del Mediterraneo”. “Come sintetizzato nella dichiarazione finale della Conferenza Euromediterranea vorremmo offrire strumenti concreti – ha aggiunto Bruno Ermolli, presidente di Promos-azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione – che discendono da una strategia di sistema per contribuire allo sviluppo dell’area mediterranea: per questo stiamo rafforzando il “Pacchetto per il Mediterraneo”. Ogni fatto concreto risponde ad una tematica precisa. Dalla finanza, alle informazioni, alla formazione, alla cultura. Tra le iniziative il rafforzamento dell’ Euro Med Fund, un fondo Euro - mediterraneo dell’ammontare di 45 milioni di euro, per facilitare l’ingresso nell’area mediterranea delle aziende italiane, lo sviluppo delle imprese locali e la creazione a Milano di un Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo e la proposta della “Fiera del Mediterraneo”. Tra gli impegni dei partecipanti per una crescita economica, con attenzione agli aspetti etici: nuove leggi e misure per favorire la partecipazione delle donne alla vita culturale, sociale, economica, in misura di crescente equilibrio, condannare il lavoro minorile come strumento di sviluppo economico e favorire la massima scolarizzazione delle nuove generazioni mediterranee, facilitare l’interscambio, gli investimenti, i rapporti tra le banche, ridurre l’immigrazione. Tra le nuove iniziative da attivare insieme: un Mediterranean Business Center per facilitare il confronto, il Fondo Euromed per le joint venture dei diversi Paesi, programmi culturali mirati alla creazione di una identità comune, borse di studio per laureati e l’estensione del programma Erasmus a questi Paesi, la collaborazione reciproca tra i media, una fiera Euromediterranea in un ambito centrale a livello europeo come il nuovo polo fieristico milanese, la conferma dell’appuntamento annuale della Conferenza Euromediterranea. Con Milano come luogo privilegiato dell’Europa per l’incontro e l’elaborazione di proposte per la comunità degli affari euro-mediterranei. La ricerca. Il Mediterraneo è tra noi: e anche dove il mare non arriva, giungono le idee, lo spirito imprenditoriale, la cultura, i colori, la gente del Mediterraneo. Tra le prime quattro province italiane di una speciale classifica di “mediterraneità” ci sono infatti Verona al primo posto, Torino al terzo e Milano al quarto. E solo Trapani, al secondo, si affaccia sul mare nostrum. Tra le prime dieci “non marittime” anche Reggio Emilia (5°); Modena (7°); Vicenza (9°) e Brescia (10°). La classifica è stata compilata tenendo in considerazione 5 indicatori di presenza “mediterranea” in Italia: per numero di ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo; per variazione del numero di ditte individuali “mediterranee” dal I trimestre 2000 al I trimestre 2004; per quota ditte individuali “mediterranee” sul totale Di per provincia italiana; per numero di residenti e per quota dei residenti “mediterranei” sul totale della popolazione per provincia. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab Mim su dati Registro Imprese, I trimestre 2004 e su dati Istat al 31.12.2000. Classifica finale "Mediterraneo tra noi"
Pposizione Classifica finale province Per N. Ditte individuali con tit. “mediterraneo” Quota di Di con titolare mediterraneo su tot. Di per prov Variazione Di con titolare mediterraneo (I trim. 00- I trim 04) N. Cittadini “mediterranei” residenti (31.12.2000) Quota di residenti “mediterranei” su tot. Prov
1 Verona 1 Milano 1 Catanzaro 1 Cosenza 1 Milano 1 Milano
2 Trapani 2 Roma 2 Reggio Emilia 2 Caserta 2 Roma 2 Roma
3 Torino 3 Torino 3 Parma 3 Reggio Calabria 3 Torino 3 Torino
4 Milano 4 Reggio Emilia 4 Milano 4 Salerno 4 Brescia 4 Brescia
5 Reggio Emilia 5 Catanzaro 5 Massa Carrara 5 Catanzaro 5 Modena 5 Modena
6 Caserta 6 Bologna 6 Imperia 6 Frosinone 6 Bologna 6 Bologna
7 Modena 7 Genova 7 Modena 7 Napoli 7 Bergamo 7 Bergamo
8 Catanzaro 8 Parma 8 Genova 8 Messina 8 Verona 8 Verona
9 Vicenza 9 Modena 9 Lucca 9 Crotone 9 Reggio Emilia 9 Reggio Emilia
10 Brescia 10 Caserta 10 Torino 10 Isernia 10 Treviso 10 Treviso
Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Registro Imprese (I trim. 2004) e Istat (31.12.2000)
 
   
   
ITALIA I DATI DELLA RICERCA “MEDITERRANEO TRA NOI” (ELABORAZIONE CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO SU 11 PAESI DEL MEDITERRANEO: ALGERIA, CIPRO, EGITTO, GIORDANIA, LIBANO, LIBIA, MALTA, MAROCCO, SIRIA, TUNISIA, TURCHIA)  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I dati sulle ditte individuali sono aggiornati al primo trimestre 2004 (fonte: Registro delle Imprese). I dati relativi ai residenti sono aggiornati al 31 12 2000 (fonte: Istat). Quota delle ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo presenti in Italia. La provincia con il maggior numero di ditte individuali (Di) degli 11 Paesi dell’area del Mediterraneo è Milano con 4.990 (11.7% sul territorio italiano); seguono Roma con 2.625 (6.1%); Torino 2.222 (5.2%); Reggio Emilia (2.9%); Catanzaro (2.7%); Bologna (2.2%); Genova (2.1%); Parma, Modena e Caserta (2%); Verona e Brescia (1.9%); Palermo (1.8%); Bergamo (1.6%); Firenze e Napoli (1.5%); Perugia, Cosenza e Salerno (1.4%); Varese, Reggio Calabria, Messina Treviso (1.3%). Lecce (1.2%); Cagliari, Mantova, Lucca, Cuneo, Bari e Latina (1.1%); Como, Imperia e Ravenna (1%). Variazione delle ditte individuali degli 11 Paesi mediterranei presenti in Italia nel 2000 e nel 2004. La provincia con la variazione percentuale più elevata è Cosenza +1941.4% (29 ditte individuali nel 2000, 592 nel 2004); seguono Caserta +1570% (50 verso 835); Reggio Calabria +1475% (36, 567); Salerno +1116.7% (48, 584); Catanzaro +709.7% (144, 1166); Frosinone +644.4% (45, 335); Napoli +592.2% (90, 623); Messina +550.6% (87, 566); Crotone +474.1% (27, 155). Ancora: Isernia +457.1% (14, 78); Cremona +439.1% (46, 248); Verbano-cusio-ossola +438.5% (13, 70); Bolzano +436.8% (38, 204); La Spezia +415.6% (32, 165); Sondrio +400% (15, 75); Vibo Valentia +367.4% (43, 201); Benevento +338.9% (18, 79); Rovigo +338.1% (42, 184); Lucca +334.9% (109, 474); Vercelli +331.1% (45, 194); Foggia +325.9% (54, 230); Forlì/cesena +319.3% (57, 239); Nuoro +315.3% (59, 245); Mantova +307.7% (117, 477). Biella +305.4% (37, 150); Cagliari +305% (119, 482); Caltanissetta +305% (60, 243); Lodi +302.4 (42, 169); Asti +289.2% (37, 144); Grosseto +284.7% (59, 227); Potenza +283.3% (30, 115); Bari +273.6% (125, 467); Avellino +272.9% (48, 179); Novara +261.7% (81, 293); Pesaro e Urbino +242.5% (87, 298); Cuneo +240.9 (137, 467); Perugia +233.7% (181, 604). Seguono poi: Brindisi +231.1% (61, 202); Ravenna +228.2% (124, 407); Treviso +225.3% (166, 540); Genova +219.9% (287, 918); Taranto +218.2% (55, 175); Palermo +215.4% (241, 760); Brescia +212.2% (255, 796); Imperia +205.8% (137, 419); Varese +196.9% (193, 573); Pavia +195.7% (117, 346); Ferrara +192.9% (70, 205); Verona +186.9 (282, 809). Tra le altre province: Como +184.1% (157, 446); Bergamo +183.7% (246, 698); Reggio Emilia +183% (435, 1231); Piacenza +181.9% (72, 203); Macerata +178.4% (88, 245); Teramo +176.2% (42, 116); Torino +173% (814, 2222); Modena +169% (319, 858); Agrigento +166.9% (124, 331); Lecco +162.9% (62, 163); Parma +160.5% (334, 870); Terni +159.3% (27, 70); Venezia +158.7% (92, 238); Ancona +157.4% (61, 157); Lecce +153.3% (199, 504); Oristano +152.2% (23, 58); Chieti +148.2% (56, 139); Pistoia +147.1% (68, 168); Catania +145.8% (131, 322). Vengono poi Milano +144.4% (2042, 4990); Vicenza +143% (135, 128); Matera +140.2% (82, 197); Viterbo +138.7% (93, 222); Belluno +136.7% (49, 116); Rimini +136.4% (55, 130); Pisa +127.5% (149, 339); Livorno +127.1% (96, 218); Padova +124.7% (170, 382); Ragusa +123% (126, 281); Alessandria +123% (135, 301); Firenze +117.4% (298, 648); Roma +112.6% (1235, 2625); L’aquila +111,5% (78, 165); Bologna +108.3% (457, 952); Massa Carrara +106.5% (138, 285); Arezzo +101.9% (104, 210); Udine +101.5 (68, 137); Gorizia +100% (9, 18). Quota di Ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo sul totale Di per ogni provincia italiana. La provincia che ha la quota più consistente di ditte individuali straniere è Catanzaro (5.2%); seguono Reggio Emilia (3.8%); Parma (3.4%); Milano (3.2%); Massa Carrara (2.6%); Imperia (2.4%); Modena (2.3%); Genova (2.1%). Ancora: Lucca (2%); Torino, Lodi, Vibo Valentia, Bologna, Como e Mantova (1.9%); Varese, Vercelli, Roma e Novara (1.7%); Ravenna, Reggio Calabria, Caserta e La Spezia (1.6%); Pisa, Messina, Bergamo, Cremona e Perugia (1.5%); Biella, Verona e Latina (1.4%); Brescia,cosenza, Isernia, Palermo, Crotone, Lecco e Caltanissetta (1.3%). Firenze, Ragusa, Pesaro/urbino, Frosinone, Matera, Pavia, Livorno, Belluno e Grosseto (1.2%); Nuoro, Piacenza, Cagliari (1.1%); Treviso, Siracusa, Trapani, Alessandria, Rovigo e Trento (1%). Quota dei residenti originari degli 11 Paesi mediterranei sul totale italiano. La provincia con il maggior numero di residenti stranieri degli 11 Paesi è Milano con 38.284 (11.8% rispetto al totale dei residenti “mediterranei” in Italia). Seguono Roma con 22712 (7% sul totale); Torino, 16352 (5% sul tot.); Brescia con 11472 (3.5%); Modena 10915 (3.4%); Bologna 10795 (3.3%); Bergamo 9790 (3%). Ancora: Verona 8502 (2.6% sul totale); Reggio Emilia 7242 (2.2%); Treviso 6932 (2.1%); Napoli 6763 (2.1%); Ragusa 6208 (1.9%); Vicenza 5726 (1.8%); Varese 5657 (1.7%); Perugia 5492 (1.7%); Trapani 5406 (1.7%); Cuneo 5090 (1.6%); Palermo 4751 (1.5%); Como 4654 (1.4%); Padova 4607 (1.4%). Quota dei residenti originari dei Paesi del Mediterraneo sul totale residenti per ogni provincia italiana. La città che ha la quota più consistente di residenti stranieri sul totale degli abitanti della provincia è Milano (1.03%); Seguono Roma (0.61%); Torino (0.44%); Brescia (0.31%); Modena e Bologna (0.29%); Bergamo (0.26%); Verona (0.23%). Reggio Emilia e Treviso (0.19%); Napoli (0.18%); Ragusa (0.17%); Vicenza, Varese, Perugia e Trapani (0.15%); Cuneo (0.14%); Palermo e Como (0.13%); Padova, Firenze e Parma (0.12%); Mantova e Caserta (0.11%); Trento (0.10%). Ancora: Genova (0.09%); Reggio Calabria, Pavia, Bari, Alessandria e Pesaro/urbino (0.08%); Novara, Cremona, Salerno, Ancona, Agrigento e Catanzaro (0.07%); Latina, Messina, Ascoli Piceno, Catania, Biella, Lecco e Piacenza (0.06%); Ravenna, Lucca, Macerata, Forlì/cesena, Vercelli, Pisa, Venezia, Imperia e Bolzano (0.05%). Foggia, Savona, Lodi, Asti, Siracusa e Arezzo (0.04%); Lecce, Cagliari, Ferrara, Cosenza, Frosinone, Aosta, Rimini, Belluno, Udine, Sassari, Rovigo, Pistoia, Prato e Massa Carrara (0.03); Siena, Livorno, La Spezia, Viterbo, Caltanissetta, Grosseto, Vibo Valentia, Sondrio Verbano- Cusio-ossola, Teramo, Avellino, Pordenone, Nuoro e Potenza (0.02%); Chieti, Taranto, Matera, Crotone, Brindisi, Benevento, Terni, Campobasso, Rieti, Pescara, Trieste, Enna (0.01%). Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia. I titolari di una ditta individuale provenienti dal Mediterraneo in Italia sono prevalentemente originari del Marocco (con 26.266 attività, 61.3%); della Tunisia 6506 (15.2%); dell’Egitto 5387 (12.6%); della Libia 1813 (4.2%); dell’Algeria 1021 (2.4%). Seguono coloro che provengono dalla Turchia 649 (1.5%); dalla Siria 488 (1.1%); dal Libano 346 (0.8%); dalla Giordania 284 (0.7%); da Malta 39 (0.1%) e da Cipro 19. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per paese: I trim. 2004
Stato di nascita Tot. Italia % su tot
Marocco 26.266 61,3%
Tunisia 6.506 15,2%
Egitto 5.387 12,6%
Libia 1.813 4,2%
Algeria 1.021 2,4%
Turchia 649 1,5%
Siria 488 1,1%
Libano 346 0,8%
Giordania 284 0,7%
Malta 39 0,1%
Cipro 19 0,0%
Tot.med 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004 Ditte individuali con titolare Mediterraneo per settore di attività in Italia. I titolari mediterranei delle Di in Italia nel settore dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura sono 632 (1.5%) sul totale; la Tunisia è il Paese con la quota più elevata: infatti i titolari sono 248. Nel settore di pesca, piscicoltura e servizi connessi, la quota più elevata spetta ancora alla Tunisia (5 è il numero dei titolari tunisini di Di) per un totale complessivo di 12 titolari Mediterranei in tutta Italia. I marocchini sono i titolari principali delle attività manifatturiere (827 su 2546); questo settore riveste il 5.9% sulle tutte le attività; per quanto riguarda la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, di gas e di acqua gli unici titolari delle Di in Italia sono i Tunisini (1). Il settore delle costruzioni vede al primo posto ancora i tunisini con 3577 titolari di Di in Italia su 10076 (23.5% su tutte le attività). Il settore che registra più titolari Mediterranei di Di in Italia è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (57.1% sul totale dei settori); di riparazioni beni personali e per la casa, che vede a capo di tutti i marocchini (20362 su 24464). Gli egiziani sono i titolari della quota più elevata di Di in Italia del settore di alberghi e ristoranti (337 su 680); 1.6% sul totale delle attività. Il settore dei trasporti, del magazzinaggio e della comunicazione influisce del 4.6% sul totale delle attività e vede al primo posto i marocchini (1046 su 1955 titolari di Di in Italia). L’intermediazione monetaria e finanziaria ricopre lo 0.3% del totale e vede al primo posto i Libici (53 su 119); l’attività immobiliari, il noleggio, l’informatica e la ricerca occupano il 3.9% del totale delle attività e vedono al primo posto dei titolari di Di del Mediterraneo gli egiziani (713 su 1679). La pubblica amministrazione e difesa ha solo 2 titolari, l’istruzione 5 entrambi in Egitto. Il settore della sanità e di altri servizi sociali ha il maggior numero di titolari Mediterranei di Di provenienti dal Marocco (7). Altri servizi pubblici, sociali e personali coprono l’1% del totale dei settori con al primo posto i tunisini (115 su 438). Il numero di titolari di imprese non classificate è maggiore in Marocco (102 su 181) e riveste sul totale delle attività lo 0.4%. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per settore di attività: I trim. 2004
Settore di attività Algeria Cipro Egitto Giordania Libano Libia Malta Marocco Siria Tunisia Turchia Totale % su tot settori
Comm.ingr.e dett.-rip.Beni pers.E per la casa 463 7 1.042 104 159 765 19 20.362 174 1.232 137 24.464 57,1%
Costruzioni 255 2 2.217 49 46 208 1 3.213 149 3.577 359 10.076 23,5%
Attivita' manifatturiere 82 5 607 46 39 223 5 827 59 595 58 2.546 5,9%
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 97 0 290 10 11 91 0 1.046 11 381 18 1.955 4,6%
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca55 2 713 36 43 106 4 454 61 173 32 1.679 3,9%
Alberghi e ristoranti 20 0 337 26 14 63 1 74 17 118 10 680 1,6%
Agricoltura, caccia e silvicoltura 23 3 52 2 11 188 3 85 4 248 13 632 1,5%
Altri servizi pubblici,sociali e personali 17 0 76 8 16 105 0 84 6 115 11 438 1,0%
Imprese non classificate 4 0 24 1 2 4 0 102 4 34 6 181 0,4%
Intermediaz.monetaria e finanziaria 1 0 19 1 4 53 3 11 2 22 3 119 0,3%
Istruzione 1 0 5 0 1 2 3 1 0 2 2 17 0,0%
Sanita' e altri servizi sociali 2 0 2 1 0 1 0 7 0 3 0 16 0,0%
Pesca,piscicoltura e servizi connessi 1 0 1 0 0 4 0 0 1 5 0 12 0,0%
Pubbl.amm.e difesa;assic.Sociale obbligatoria 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0,0%
Prod.e distrib.Energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0,0%
Estrazione di minerali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Totale 1.021 19 5.387 284 346 1.813 39 26.266 488 6.506 649 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004
 
   
   
ITALIA I DATI DELLA RICERCA “MEDITERRANEO TRA NOI” (ELABORAZIONE CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO SU 11 PAESI DEL MEDITERRANEO: ALGERIA, CIPRO, EGITTO, GIORDANIA, LIBANO, LIBIA, MALTA, MAROCCO, SIRIA, TUNISIA, TURCHIA)  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I dati sulle ditte individuali sono aggiornati al primo trimestre 2004 (fonte: Registro delle Imprese). I dati relativi ai residenti sono aggiornati al 31 12 2000 (fonte: Istat). Quota delle ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo presenti in Italia. La provincia con il maggior numero di ditte individuali (Di) degli 11 Paesi dell’area del Mediterraneo è Milano con 4.990 (11.7% sul territorio italiano); seguono Roma con 2.625 (6.1%); Torino 2.222 (5.2%); Reggio Emilia (2.9%); Catanzaro (2.7%); Bologna (2.2%); Genova (2.1%); Parma, Modena e Caserta (2%); Verona e Brescia (1.9%); Palermo (1.8%); Bergamo (1.6%); Firenze e Napoli (1.5%); Perugia, Cosenza e Salerno (1.4%); Varese, Reggio Calabria, Messina Treviso (1.3%). Lecce (1.2%); Cagliari, Mantova, Lucca, Cuneo, Bari e Latina (1.1%); Como, Imperia e Ravenna (1%). Variazione delle ditte individuali degli 11 Paesi mediterranei presenti in Italia nel 2000 e nel 2004. La provincia con la variazione percentuale più elevata è Cosenza +1941.4% (29 ditte individuali nel 2000, 592 nel 2004); seguono Caserta +1570% (50 verso 835); Reggio Calabria +1475% (36, 567); Salerno +1116.7% (48, 584); Catanzaro +709.7% (144, 1166); Frosinone +644.4% (45, 335); Napoli +592.2% (90, 623); Messina +550.6% (87, 566); Crotone +474.1% (27, 155). Ancora: Isernia +457.1% (14, 78); Cremona +439.1% (46, 248); Verbano-cusio-ossola +438.5% (13, 70); Bolzano +436.8% (38, 204); La Spezia +415.6% (32, 165); Sondrio +400% (15, 75); Vibo Valentia +367.4% (43, 201); Benevento +338.9% (18, 79); Rovigo +338.1% (42, 184); Lucca +334.9% (109, 474); Vercelli +331.1% (45, 194); Foggia +325.9% (54, 230); Forlì/cesena +319.3% (57, 239); Nuoro +315.3% (59, 245); Mantova +307.7% (117, 477). Biella +305.4% (37, 150); Cagliari +305% (119, 482); Caltanissetta +305% (60, 243); Lodi +302.4 (42, 169); Asti +289.2% (37, 144); Grosseto +284.7% (59, 227); Potenza +283.3% (30, 115); Bari +273.6% (125, 467); Avellino +272.9% (48, 179); Novara +261.7% (81, 293); Pesaro e Urbino +242.5% (87, 298); Cuneo +240.9 (137, 467); Perugia +233.7% (181, 604). Seguono poi: Brindisi +231.1% (61, 202); Ravenna +228.2% (124, 407); Treviso +225.3% (166, 540); Genova +219.9% (287, 918); Taranto +218.2% (55, 175); Palermo +215.4% (241, 760); Brescia +212.2% (255, 796); Imperia +205.8% (137, 419); Varese +196.9% (193, 573); Pavia +195.7% (117, 346); Ferrara +192.9% (70, 205); Verona +186.9 (282, 809). Tra le altre province: Como +184.1% (157, 446); Bergamo +183.7% (246, 698); Reggio Emilia +183% (435, 1231); Piacenza +181.9% (72, 203); Macerata +178.4% (88, 245); Teramo +176.2% (42, 116); Torino +173% (814, 2222); Modena +169% (319, 858); Agrigento +166.9% (124, 331); Lecco +162.9% (62, 163); Parma +160.5% (334, 870); Terni +159.3% (27, 70); Venezia +158.7% (92, 238); Ancona +157.4% (61, 157); Lecce +153.3% (199, 504); Oristano +152.2% (23, 58); Chieti +148.2% (56, 139); Pistoia +147.1% (68, 168); Catania +145.8% (131, 322). Vengono poi Milano +144.4% (2042, 4990); Vicenza +143% (135, 128); Matera +140.2% (82, 197); Viterbo +138.7% (93, 222); Belluno +136.7% (49, 116); Rimini +136.4% (55, 130); Pisa +127.5% (149, 339); Livorno +127.1% (96, 218); Padova +124.7% (170, 382); Ragusa +123% (126, 281); Alessandria +123% (135, 301); Firenze +117.4% (298, 648); Roma +112.6% (1235, 2625); L’aquila +111,5% (78, 165); Bologna +108.3% (457, 952); Massa Carrara +106.5% (138, 285); Arezzo +101.9% (104, 210); Udine +101.5 (68, 137); Gorizia +100% (9, 18). Quota di Ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo sul totale Di per ogni provincia italiana. La provincia che ha la quota più consistente di ditte individuali straniere è Catanzaro (5.2%); seguono Reggio Emilia (3.8%); Parma (3.4%); Milano (3.2%); Massa Carrara (2.6%); Imperia (2.4%); Modena (2.3%); Genova (2.1%). Ancora: Lucca (2%); Torino, Lodi, Vibo Valentia, Bologna, Como e Mantova (1.9%); Varese, Vercelli, Roma e Novara (1.7%); Ravenna, Reggio Calabria, Caserta e La Spezia (1.6%); Pisa, Messina, Bergamo, Cremona e Perugia (1.5%); Biella, Verona e Latina (1.4%); Brescia,cosenza, Isernia, Palermo, Crotone, Lecco e Caltanissetta (1.3%). Firenze, Ragusa, Pesaro/urbino, Frosinone, Matera, Pavia, Livorno, Belluno e Grosseto (1.2%); Nuoro, Piacenza, Cagliari (1.1%); Treviso, Siracusa, Trapani, Alessandria, Rovigo e Trento (1%). Quota dei residenti originari degli 11 Paesi mediterranei sul totale italiano. La provincia con il maggior numero di residenti stranieri degli 11 Paesi è Milano con 38.284 (11.8% rispetto al totale dei residenti “mediterranei” in Italia). Seguono Roma con 22712 (7% sul totale); Torino, 16352 (5% sul tot.); Brescia con 11472 (3.5%); Modena 10915 (3.4%); Bologna 10795 (3.3%); Bergamo 9790 (3%). Ancora: Verona 8502 (2.6% sul totale); Reggio Emilia 7242 (2.2%); Treviso 6932 (2.1%); Napoli 6763 (2.1%); Ragusa 6208 (1.9%); Vicenza 5726 (1.8%); Varese 5657 (1.7%); Perugia 5492 (1.7%); Trapani 5406 (1.7%); Cuneo 5090 (1.6%); Palermo 4751 (1.5%); Como 4654 (1.4%); Padova 4607 (1.4%). Quota dei residenti originari dei Paesi del Mediterraneo sul totale residenti per ogni provincia italiana. La città che ha la quota più consistente di residenti stranieri sul totale degli abitanti della provincia è Milano (1.03%); Seguono Roma (0.61%); Torino (0.44%); Brescia (0.31%); Modena e Bologna (0.29%); Bergamo (0.26%); Verona (0.23%). Reggio Emilia e Treviso (0.19%); Napoli (0.18%); Ragusa (0.17%); Vicenza, Varese, Perugia e Trapani (0.15%); Cuneo (0.14%); Palermo e Como (0.13%); Padova, Firenze e Parma (0.12%); Mantova e Caserta (0.11%); Trento (0.10%). Ancora: Genova (0.09%); Reggio Calabria, Pavia, Bari, Alessandria e Pesaro/urbino (0.08%); Novara, Cremona, Salerno, Ancona, Agrigento e Catanzaro (0.07%); Latina, Messina, Ascoli Piceno, Catania, Biella, Lecco e Piacenza (0.06%); Ravenna, Lucca, Macerata, Forlì/cesena, Vercelli, Pisa, Venezia, Imperia e Bolzano (0.05%). Foggia, Savona, Lodi, Asti, Siracusa e Arezzo (0.04%); Lecce, Cagliari, Ferrara, Cosenza, Frosinone, Aosta, Rimini, Belluno, Udine, Sassari, Rovigo, Pistoia, Prato e Massa Carrara (0.03); Siena, Livorno, La Spezia, Viterbo, Caltanissetta, Grosseto, Vibo Valentia, Sondrio Verbano- Cusio-ossola, Teramo, Avellino, Pordenone, Nuoro e Potenza (0.02%); Chieti, Taranto, Matera, Crotone, Brindisi, Benevento, Terni, Campobasso, Rieti, Pescara, Trieste, Enna (0.01%). Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia. I titolari di una ditta individuale provenienti dal Mediterraneo in Italia sono prevalentemente originari del Marocco (con 26.266 attività, 61.3%); della Tunisia 6506 (15.2%); dell’Egitto 5387 (12.6%); della Libia 1813 (4.2%); dell’Algeria 1021 (2.4%). Seguono coloro che provengono dalla Turchia 649 (1.5%); dalla Siria 488 (1.1%); dal Libano 346 (0.8%); dalla Giordania 284 (0.7%); da Malta 39 (0.1%) e da Cipro 19. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per paese: I trim. 2004
Stato di nascita Tot. Italia % su tot
Marocco 26.266 61,3%
Tunisia 6.506 15,2%
Egitto 5.387 12,6%
Libia 1.813 4,2%
Algeria 1.021 2,4%
Turchia 649 1,5%
Siria 488 1,1%
Libano 346 0,8%
Giordania 284 0,7%
Malta 39 0,1%
Cipro 19 0,0%
Tot.med 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004 Ditte individuali con titolare Mediterraneo per settore di attività in Italia. I titolari mediterranei delle Di in Italia nel settore dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura sono 632 (1.5%) sul totale; la Tunisia è il Paese con la quota più elevata: infatti i titolari sono 248. Nel settore di pesca, piscicoltura e servizi connessi, la quota più elevata spetta ancora alla Tunisia (5 è il numero dei titolari tunisini di Di) per un totale complessivo di 12 titolari Mediterranei in tutta Italia. I marocchini sono i titolari principali delle attività manifatturiere (827 su 2546); questo settore riveste il 5.9% sulle tutte le attività; per quanto riguarda la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, di gas e di acqua gli unici titolari delle Di in Italia sono i Tunisini (1). Il settore delle costruzioni vede al primo posto ancora i tunisini con 3577 titolari di Di in Italia su 10076 (23.5% su tutte le attività). Il settore che registra più titolari Mediterranei di Di in Italia è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (57.1% sul totale dei settori); di riparazioni beni personali e per la casa, che vede a capo di tutti i marocchini (20362 su 24464). Gli egiziani sono i titolari della quota più elevata di Di in Italia del settore di alberghi e ristoranti (337 su 680); 1.6% sul totale delle attività. Il settore dei trasporti, del magazzinaggio e della comunicazione influisce del 4.6% sul totale delle attività e vede al primo posto i marocchini (1046 su 1955 titolari di Di in Italia). L’intermediazione monetaria e finanziaria ricopre lo 0.3% del totale e vede al primo posto i Libici (53 su 119); l’attività immobiliari, il noleggio, l’informatica e la ricerca occupano il 3.9% del totale delle attività e vedono al primo posto dei titolari di Di del Mediterraneo gli egiziani (713 su 1679). La pubblica amministrazione e difesa ha solo 2 titolari, l’istruzione 5 entrambi in Egitto. Il settore della sanità e di altri servizi sociali ha il maggior numero di titolari Mediterranei di Di provenienti dal Marocco (7). Altri servizi pubblici, sociali e personali coprono l’1% del totale dei settori con al primo posto i tunisini (115 su 438). Il numero di titolari di imprese non classificate è maggiore in Marocco (102 su 181) e riveste sul totale delle attività lo 0.4%. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per settore di attività: I trim. 2004
Settore di attività Algeria Cipro Egitto Giordania Libano Libia Malta Marocco Siria Tunisia Turchia Totale % su tot settori
Comm.ingr.e dett.-rip.Beni pers.E per la casa 463 7 1.042 104 159 765 19 20.362 174 1.232 137 24.464 57,1%
Costruzioni 255 2 2.217 49 46 208 1 3.213 149 3.577 359 10.076 23,5%
Attivita' manifatturiere 82 5 607 46 39 223 5 827 59 595 58 2.546 5,9%
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 97 0 290 10 11 91 0 1.046 11 381 18 1.955 4,6%
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca55 2 713 36 43 106 4 454 61 173 32 1.679 3,9%
Alberghi e ristoranti 20 0 337 26 14 63 1 74 17 118 10 680 1,6%
Agricoltura, caccia e silvicoltura 23 3 52 2 11 188 3 85 4 248 13 632 1,5%
Altri servizi pubblici,sociali e personali 17 0 76 8 16 105 0 84 6 115 11 438 1,0%
Imprese non classificate 4 0 24 1 2 4 0 102 4 34 6 181 0,4%
Intermediaz.monetaria e finanziaria 1 0 19 1 4 53 3 11 2 22 3 119 0,3%
Istruzione 1 0 5 0 1 2 3 1 0 2 2 17 0,0%
Sanita' e altri servizi sociali 2 0 2 1 0 1 0 7 0 3 0 16 0,0%
Pesca,piscicoltura e servizi connessi 1 0 1 0 0 4 0 0 1 5 0 12 0,0%
Pubbl.amm.e difesa;assic.Sociale obbligatoria 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0,0%
Prod.e distrib.Energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0,0%
Estrazione di minerali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Totale 1.021 19 5.387 284 346 1.813 39 26.266 488 6.506 649 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004
 
   
   
ITALIA I DATI DELLA RICERCA “MEDITERRANEO TRA NOI” (ELABORAZIONE CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO SU 11 PAESI DEL MEDITERRANEO: ALGERIA, CIPRO, EGITTO, GIORDANIA, LIBANO, LIBIA, MALTA, MAROCCO, SIRIA, TUNISIA, TURCHIA)  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I dati sulle ditte individuali sono aggiornati al primo trimestre 2004 (fonte: Registro delle Imprese). I dati relativi ai residenti sono aggiornati al 31 12 2000 (fonte: Istat). Quota delle ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo presenti in Italia. La provincia con il maggior numero di ditte individuali (Di) degli 11 Paesi dell’area del Mediterraneo è Milano con 4.990 (11.7% sul territorio italiano); seguono Roma con 2.625 (6.1%); Torino 2.222 (5.2%); Reggio Emilia (2.9%); Catanzaro (2.7%); Bologna (2.2%); Genova (2.1%); Parma, Modena e Caserta (2%); Verona e Brescia (1.9%); Palermo (1.8%); Bergamo (1.6%); Firenze e Napoli (1.5%); Perugia, Cosenza e Salerno (1.4%); Varese, Reggio Calabria, Messina Treviso (1.3%). Lecce (1.2%); Cagliari, Mantova, Lucca, Cuneo, Bari e Latina (1.1%); Como, Imperia e Ravenna (1%). Variazione delle ditte individuali degli 11 Paesi mediterranei presenti in Italia nel 2000 e nel 2004. La provincia con la variazione percentuale più elevata è Cosenza +1941.4% (29 ditte individuali nel 2000, 592 nel 2004); seguono Caserta +1570% (50 verso 835); Reggio Calabria +1475% (36, 567); Salerno +1116.7% (48, 584); Catanzaro +709.7% (144, 1166); Frosinone +644.4% (45, 335); Napoli +592.2% (90, 623); Messina +550.6% (87, 566); Crotone +474.1% (27, 155). Ancora: Isernia +457.1% (14, 78); Cremona +439.1% (46, 248); Verbano-cusio-ossola +438.5% (13, 70); Bolzano +436.8% (38, 204); La Spezia +415.6% (32, 165); Sondrio +400% (15, 75); Vibo Valentia +367.4% (43, 201); Benevento +338.9% (18, 79); Rovigo +338.1% (42, 184); Lucca +334.9% (109, 474); Vercelli +331.1% (45, 194); Foggia +325.9% (54, 230); Forlì/cesena +319.3% (57, 239); Nuoro +315.3% (59, 245); Mantova +307.7% (117, 477). Biella +305.4% (37, 150); Cagliari +305% (119, 482); Caltanissetta +305% (60, 243); Lodi +302.4 (42, 169); Asti +289.2% (37, 144); Grosseto +284.7% (59, 227); Potenza +283.3% (30, 115); Bari +273.6% (125, 467); Avellino +272.9% (48, 179); Novara +261.7% (81, 293); Pesaro e Urbino +242.5% (87, 298); Cuneo +240.9 (137, 467); Perugia +233.7% (181, 604). Seguono poi: Brindisi +231.1% (61, 202); Ravenna +228.2% (124, 407); Treviso +225.3% (166, 540); Genova +219.9% (287, 918); Taranto +218.2% (55, 175); Palermo +215.4% (241, 760); Brescia +212.2% (255, 796); Imperia +205.8% (137, 419); Varese +196.9% (193, 573); Pavia +195.7% (117, 346); Ferrara +192.9% (70, 205); Verona +186.9 (282, 809). Tra le altre province: Como +184.1% (157, 446); Bergamo +183.7% (246, 698); Reggio Emilia +183% (435, 1231); Piacenza +181.9% (72, 203); Macerata +178.4% (88, 245); Teramo +176.2% (42, 116); Torino +173% (814, 2222); Modena +169% (319, 858); Agrigento +166.9% (124, 331); Lecco +162.9% (62, 163); Parma +160.5% (334, 870); Terni +159.3% (27, 70); Venezia +158.7% (92, 238); Ancona +157.4% (61, 157); Lecce +153.3% (199, 504); Oristano +152.2% (23, 58); Chieti +148.2% (56, 139); Pistoia +147.1% (68, 168); Catania +145.8% (131, 322). Vengono poi Milano +144.4% (2042, 4990); Vicenza +143% (135, 128); Matera +140.2% (82, 197); Viterbo +138.7% (93, 222); Belluno +136.7% (49, 116); Rimini +136.4% (55, 130); Pisa +127.5% (149, 339); Livorno +127.1% (96, 218); Padova +124.7% (170, 382); Ragusa +123% (126, 281); Alessandria +123% (135, 301); Firenze +117.4% (298, 648); Roma +112.6% (1235, 2625); L’aquila +111,5% (78, 165); Bologna +108.3% (457, 952); Massa Carrara +106.5% (138, 285); Arezzo +101.9% (104, 210); Udine +101.5 (68, 137); Gorizia +100% (9, 18). Quota di Ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo sul totale Di per ogni provincia italiana. La provincia che ha la quota più consistente di ditte individuali straniere è Catanzaro (5.2%); seguono Reggio Emilia (3.8%); Parma (3.4%); Milano (3.2%); Massa Carrara (2.6%); Imperia (2.4%); Modena (2.3%); Genova (2.1%). Ancora: Lucca (2%); Torino, Lodi, Vibo Valentia, Bologna, Como e Mantova (1.9%); Varese, Vercelli, Roma e Novara (1.7%); Ravenna, Reggio Calabria, Caserta e La Spezia (1.6%); Pisa, Messina, Bergamo, Cremona e Perugia (1.5%); Biella, Verona e Latina (1.4%); Brescia,cosenza, Isernia, Palermo, Crotone, Lecco e Caltanissetta (1.3%). Firenze, Ragusa, Pesaro/urbino, Frosinone, Matera, Pavia, Livorno, Belluno e Grosseto (1.2%); Nuoro, Piacenza, Cagliari (1.1%); Treviso, Siracusa, Trapani, Alessandria, Rovigo e Trento (1%). Quota dei residenti originari degli 11 Paesi mediterranei sul totale italiano. La provincia con il maggior numero di residenti stranieri degli 11 Paesi è Milano con 38.284 (11.8% rispetto al totale dei residenti “mediterranei” in Italia). Seguono Roma con 22712 (7% sul totale); Torino, 16352 (5% sul tot.); Brescia con 11472 (3.5%); Modena 10915 (3.4%); Bologna 10795 (3.3%); Bergamo 9790 (3%). Ancora: Verona 8502 (2.6% sul totale); Reggio Emilia 7242 (2.2%); Treviso 6932 (2.1%); Napoli 6763 (2.1%); Ragusa 6208 (1.9%); Vicenza 5726 (1.8%); Varese 5657 (1.7%); Perugia 5492 (1.7%); Trapani 5406 (1.7%); Cuneo 5090 (1.6%); Palermo 4751 (1.5%); Como 4654 (1.4%); Padova 4607 (1.4%). Quota dei residenti originari dei Paesi del Mediterraneo sul totale residenti per ogni provincia italiana. La città che ha la quota più consistente di residenti stranieri sul totale degli abitanti della provincia è Milano (1.03%); Seguono Roma (0.61%); Torino (0.44%); Brescia (0.31%); Modena e Bologna (0.29%); Bergamo (0.26%); Verona (0.23%). Reggio Emilia e Treviso (0.19%); Napoli (0.18%); Ragusa (0.17%); Vicenza, Varese, Perugia e Trapani (0.15%); Cuneo (0.14%); Palermo e Como (0.13%); Padova, Firenze e Parma (0.12%); Mantova e Caserta (0.11%); Trento (0.10%). Ancora: Genova (0.09%); Reggio Calabria, Pavia, Bari, Alessandria e Pesaro/urbino (0.08%); Novara, Cremona, Salerno, Ancona, Agrigento e Catanzaro (0.07%); Latina, Messina, Ascoli Piceno, Catania, Biella, Lecco e Piacenza (0.06%); Ravenna, Lucca, Macerata, Forlì/cesena, Vercelli, Pisa, Venezia, Imperia e Bolzano (0.05%). Foggia, Savona, Lodi, Asti, Siracusa e Arezzo (0.04%); Lecce, Cagliari, Ferrara, Cosenza, Frosinone, Aosta, Rimini, Belluno, Udine, Sassari, Rovigo, Pistoia, Prato e Massa Carrara (0.03); Siena, Livorno, La Spezia, Viterbo, Caltanissetta, Grosseto, Vibo Valentia, Sondrio Verbano- Cusio-ossola, Teramo, Avellino, Pordenone, Nuoro e Potenza (0.02%); Chieti, Taranto, Matera, Crotone, Brindisi, Benevento, Terni, Campobasso, Rieti, Pescara, Trieste, Enna (0.01%). Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia. I titolari di una ditta individuale provenienti dal Mediterraneo in Italia sono prevalentemente originari del Marocco (con 26.266 attività, 61.3%); della Tunisia 6506 (15.2%); dell’Egitto 5387 (12.6%); della Libia 1813 (4.2%); dell’Algeria 1021 (2.4%). Seguono coloro che provengono dalla Turchia 649 (1.5%); dalla Siria 488 (1.1%); dal Libano 346 (0.8%); dalla Giordania 284 (0.7%); da Malta 39 (0.1%) e da Cipro 19. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per paese: I trim. 2004
Stato di nascita Tot. Italia % su tot
Marocco 26.266 61,3%
Tunisia 6.506 15,2%
Egitto 5.387 12,6%
Libia 1.813 4,2%
Algeria 1.021 2,4%
Turchia 649 1,5%
Siria 488 1,1%
Libano 346 0,8%
Giordania 284 0,7%
Malta 39 0,1%
Cipro 19 0,0%
Tot.med 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004 Ditte individuali con titolare Mediterraneo per settore di attività in Italia. I titolari mediterranei delle Di in Italia nel settore dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura sono 632 (1.5%) sul totale; la Tunisia è il Paese con la quota più elevata: infatti i titolari sono 248. Nel settore di pesca, piscicoltura e servizi connessi, la quota più elevata spetta ancora alla Tunisia (5 è il numero dei titolari tunisini di Di) per un totale complessivo di 12 titolari Mediterranei in tutta Italia. I marocchini sono i titolari principali delle attività manifatturiere (827 su 2546); questo settore riveste il 5.9% sulle tutte le attività; per quanto riguarda la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, di gas e di acqua gli unici titolari delle Di in Italia sono i Tunisini (1). Il settore delle costruzioni vede al primo posto ancora i tunisini con 3577 titolari di Di in Italia su 10076 (23.5% su tutte le attività). Il settore che registra più titolari Mediterranei di Di in Italia è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (57.1% sul totale dei settori); di riparazioni beni personali e per la casa, che vede a capo di tutti i marocchini (20362 su 24464). Gli egiziani sono i titolari della quota più elevata di Di in Italia del settore di alberghi e ristoranti (337 su 680); 1.6% sul totale delle attività. Il settore dei trasporti, del magazzinaggio e della comunicazione influisce del 4.6% sul totale delle attività e vede al primo posto i marocchini (1046 su 1955 titolari di Di in Italia). L’intermediazione monetaria e finanziaria ricopre lo 0.3% del totale e vede al primo posto i Libici (53 su 119); l’attività immobiliari, il noleggio, l’informatica e la ricerca occupano il 3.9% del totale delle attività e vedono al primo posto dei titolari di Di del Mediterraneo gli egiziani (713 su 1679). La pubblica amministrazione e difesa ha solo 2 titolari, l’istruzione 5 entrambi in Egitto. Il settore della sanità e di altri servizi sociali ha il maggior numero di titolari Mediterranei di Di provenienti dal Marocco (7). Altri servizi pubblici, sociali e personali coprono l’1% del totale dei settori con al primo posto i tunisini (115 su 438). Il numero di titolari di imprese non classificate è maggiore in Marocco (102 su 181) e riveste sul totale delle attività lo 0.4%. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per settore di attività: I trim. 2004
Settore di attività Algeria Cipro Egitto Giordania Libano Libia Malta Marocco Siria Tunisia Turchia Totale % su tot settori
Comm.ingr.e dett.-rip.Beni pers.E per la casa 463 7 1.042 104 159 765 19 20.362 174 1.232 137 24.464 57,1%
Costruzioni 255 2 2.217 49 46 208 1 3.213 149 3.577 359 10.076 23,5%
Attivita' manifatturiere 82 5 607 46 39 223 5 827 59 595 58 2.546 5,9%
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 97 0 290 10 11 91 0 1.046 11 381 18 1.955 4,6%
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca55 2 713 36 43 106 4 454 61 173 32 1.679 3,9%
Alberghi e ristoranti 20 0 337 26 14 63 1 74 17 118 10 680 1,6%
Agricoltura, caccia e silvicoltura 23 3 52 2 11 188 3 85 4 248 13 632 1,5%
Altri servizi pubblici,sociali e personali 17 0 76 8 16 105 0 84 6 115 11 438 1,0%
Imprese non classificate 4 0 24 1 2 4 0 102 4 34 6 181 0,4%
Intermediaz.monetaria e finanziaria 1 0 19 1 4 53 3 11 2 22 3 119 0,3%
Istruzione 1 0 5 0 1 2 3 1 0 2 2 17 0,0%
Sanita' e altri servizi sociali 2 0 2 1 0 1 0 7 0 3 0 16 0,0%
Pesca,piscicoltura e servizi connessi 1 0 1 0 0 4 0 0 1 5 0 12 0,0%
Pubbl.amm.e difesa;assic.Sociale obbligatoria 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0,0%
Prod.e distrib.Energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0,0%
Estrazione di minerali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Totale 1.021 19 5.387 284 346 1.813 39 26.266 488 6.506 649 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004
 
   
   
ITALIA I DATI DELLA RICERCA “MEDITERRANEO TRA NOI” (ELABORAZIONE CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO SU 11 PAESI DEL MEDITERRANEO: ALGERIA, CIPRO, EGITTO, GIORDANIA, LIBANO, LIBIA, MALTA, MAROCCO, SIRIA, TUNISIA, TURCHIA)  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I dati sulle ditte individuali sono aggiornati al primo trimestre 2004 (fonte: Registro delle Imprese). I dati relativi ai residenti sono aggiornati al 31 12 2000 (fonte: Istat). Quota delle ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo presenti in Italia. La provincia con il maggior numero di ditte individuali (Di) degli 11 Paesi dell’area del Mediterraneo è Milano con 4.990 (11.7% sul territorio italiano); seguono Roma con 2.625 (6.1%); Torino 2.222 (5.2%); Reggio Emilia (2.9%); Catanzaro (2.7%); Bologna (2.2%); Genova (2.1%); Parma, Modena e Caserta (2%); Verona e Brescia (1.9%); Palermo (1.8%); Bergamo (1.6%); Firenze e Napoli (1.5%); Perugia, Cosenza e Salerno (1.4%); Varese, Reggio Calabria, Messina Treviso (1.3%). Lecce (1.2%); Cagliari, Mantova, Lucca, Cuneo, Bari e Latina (1.1%); Como, Imperia e Ravenna (1%). Variazione delle ditte individuali degli 11 Paesi mediterranei presenti in Italia nel 2000 e nel 2004. La provincia con la variazione percentuale più elevata è Cosenza +1941.4% (29 ditte individuali nel 2000, 592 nel 2004); seguono Caserta +1570% (50 verso 835); Reggio Calabria +1475% (36, 567); Salerno +1116.7% (48, 584); Catanzaro +709.7% (144, 1166); Frosinone +644.4% (45, 335); Napoli +592.2% (90, 623); Messina +550.6% (87, 566); Crotone +474.1% (27, 155). Ancora: Isernia +457.1% (14, 78); Cremona +439.1% (46, 248); Verbano-cusio-ossola +438.5% (13, 70); Bolzano +436.8% (38, 204); La Spezia +415.6% (32, 165); Sondrio +400% (15, 75); Vibo Valentia +367.4% (43, 201); Benevento +338.9% (18, 79); Rovigo +338.1% (42, 184); Lucca +334.9% (109, 474); Vercelli +331.1% (45, 194); Foggia +325.9% (54, 230); Forlì/cesena +319.3% (57, 239); Nuoro +315.3% (59, 245); Mantova +307.7% (117, 477). Biella +305.4% (37, 150); Cagliari +305% (119, 482); Caltanissetta +305% (60, 243); Lodi +302.4 (42, 169); Asti +289.2% (37, 144); Grosseto +284.7% (59, 227); Potenza +283.3% (30, 115); Bari +273.6% (125, 467); Avellino +272.9% (48, 179); Novara +261.7% (81, 293); Pesaro e Urbino +242.5% (87, 298); Cuneo +240.9 (137, 467); Perugia +233.7% (181, 604). Seguono poi: Brindisi +231.1% (61, 202); Ravenna +228.2% (124, 407); Treviso +225.3% (166, 540); Genova +219.9% (287, 918); Taranto +218.2% (55, 175); Palermo +215.4% (241, 760); Brescia +212.2% (255, 796); Imperia +205.8% (137, 419); Varese +196.9% (193, 573); Pavia +195.7% (117, 346); Ferrara +192.9% (70, 205); Verona +186.9 (282, 809). Tra le altre province: Como +184.1% (157, 446); Bergamo +183.7% (246, 698); Reggio Emilia +183% (435, 1231); Piacenza +181.9% (72, 203); Macerata +178.4% (88, 245); Teramo +176.2% (42, 116); Torino +173% (814, 2222); Modena +169% (319, 858); Agrigento +166.9% (124, 331); Lecco +162.9% (62, 163); Parma +160.5% (334, 870); Terni +159.3% (27, 70); Venezia +158.7% (92, 238); Ancona +157.4% (61, 157); Lecce +153.3% (199, 504); Oristano +152.2% (23, 58); Chieti +148.2% (56, 139); Pistoia +147.1% (68, 168); Catania +145.8% (131, 322). Vengono poi Milano +144.4% (2042, 4990); Vicenza +143% (135, 128); Matera +140.2% (82, 197); Viterbo +138.7% (93, 222); Belluno +136.7% (49, 116); Rimini +136.4% (55, 130); Pisa +127.5% (149, 339); Livorno +127.1% (96, 218); Padova +124.7% (170, 382); Ragusa +123% (126, 281); Alessandria +123% (135, 301); Firenze +117.4% (298, 648); Roma +112.6% (1235, 2625); L’aquila +111,5% (78, 165); Bologna +108.3% (457, 952); Massa Carrara +106.5% (138, 285); Arezzo +101.9% (104, 210); Udine +101.5 (68, 137); Gorizia +100% (9, 18). Quota di Ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo sul totale Di per ogni provincia italiana. La provincia che ha la quota più consistente di ditte individuali straniere è Catanzaro (5.2%); seguono Reggio Emilia (3.8%); Parma (3.4%); Milano (3.2%); Massa Carrara (2.6%); Imperia (2.4%); Modena (2.3%); Genova (2.1%). Ancora: Lucca (2%); Torino, Lodi, Vibo Valentia, Bologna, Como e Mantova (1.9%); Varese, Vercelli, Roma e Novara (1.7%); Ravenna, Reggio Calabria, Caserta e La Spezia (1.6%); Pisa, Messina, Bergamo, Cremona e Perugia (1.5%); Biella, Verona e Latina (1.4%); Brescia,cosenza, Isernia, Palermo, Crotone, Lecco e Caltanissetta (1.3%). Firenze, Ragusa, Pesaro/urbino, Frosinone, Matera, Pavia, Livorno, Belluno e Grosseto (1.2%); Nuoro, Piacenza, Cagliari (1.1%); Treviso, Siracusa, Trapani, Alessandria, Rovigo e Trento (1%). Quota dei residenti originari degli 11 Paesi mediterranei sul totale italiano. La provincia con il maggior numero di residenti stranieri degli 11 Paesi è Milano con 38.284 (11.8% rispetto al totale dei residenti “mediterranei” in Italia). Seguono Roma con 22712 (7% sul totale); Torino, 16352 (5% sul tot.); Brescia con 11472 (3.5%); Modena 10915 (3.4%); Bologna 10795 (3.3%); Bergamo 9790 (3%). Ancora: Verona 8502 (2.6% sul totale); Reggio Emilia 7242 (2.2%); Treviso 6932 (2.1%); Napoli 6763 (2.1%); Ragusa 6208 (1.9%); Vicenza 5726 (1.8%); Varese 5657 (1.7%); Perugia 5492 (1.7%); Trapani 5406 (1.7%); Cuneo 5090 (1.6%); Palermo 4751 (1.5%); Como 4654 (1.4%); Padova 4607 (1.4%). Quota dei residenti originari dei Paesi del Mediterraneo sul totale residenti per ogni provincia italiana. La città che ha la quota più consistente di residenti stranieri sul totale degli abitanti della provincia è Milano (1.03%); Seguono Roma (0.61%); Torino (0.44%); Brescia (0.31%); Modena e Bologna (0.29%); Bergamo (0.26%); Verona (0.23%). Reggio Emilia e Treviso (0.19%); Napoli (0.18%); Ragusa (0.17%); Vicenza, Varese, Perugia e Trapani (0.15%); Cuneo (0.14%); Palermo e Como (0.13%); Padova, Firenze e Parma (0.12%); Mantova e Caserta (0.11%); Trento (0.10%). Ancora: Genova (0.09%); Reggio Calabria, Pavia, Bari, Alessandria e Pesaro/urbino (0.08%); Novara, Cremona, Salerno, Ancona, Agrigento e Catanzaro (0.07%); Latina, Messina, Ascoli Piceno, Catania, Biella, Lecco e Piacenza (0.06%); Ravenna, Lucca, Macerata, Forlì/cesena, Vercelli, Pisa, Venezia, Imperia e Bolzano (0.05%). Foggia, Savona, Lodi, Asti, Siracusa e Arezzo (0.04%); Lecce, Cagliari, Ferrara, Cosenza, Frosinone, Aosta, Rimini, Belluno, Udine, Sassari, Rovigo, Pistoia, Prato e Massa Carrara (0.03); Siena, Livorno, La Spezia, Viterbo, Caltanissetta, Grosseto, Vibo Valentia, Sondrio Verbano- Cusio-ossola, Teramo, Avellino, Pordenone, Nuoro e Potenza (0.02%); Chieti, Taranto, Matera, Crotone, Brindisi, Benevento, Terni, Campobasso, Rieti, Pescara, Trieste, Enna (0.01%). Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia. I titolari di una ditta individuale provenienti dal Mediterraneo in Italia sono prevalentemente originari del Marocco (con 26.266 attività, 61.3%); della Tunisia 6506 (15.2%); dell’Egitto 5387 (12.6%); della Libia 1813 (4.2%); dell’Algeria 1021 (2.4%). Seguono coloro che provengono dalla Turchia 649 (1.5%); dalla Siria 488 (1.1%); dal Libano 346 (0.8%); dalla Giordania 284 (0.7%); da Malta 39 (0.1%) e da Cipro 19. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per paese: I trim. 2004
Stato di nascita Tot. Italia % su tot
Marocco 26.266 61,3%
Tunisia 6.506 15,2%
Egitto 5.387 12,6%
Libia 1.813 4,2%
Algeria 1.021 2,4%
Turchia 649 1,5%
Siria 488 1,1%
Libano 346 0,8%
Giordania 284 0,7%
Malta 39 0,1%
Cipro 19 0,0%
Tot.med 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004 Ditte individuali con titolare Mediterraneo per settore di attività in Italia. I titolari mediterranei delle Di in Italia nel settore dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura sono 632 (1.5%) sul totale; la Tunisia è il Paese con la quota più elevata: infatti i titolari sono 248. Nel settore di pesca, piscicoltura e servizi connessi, la quota più elevata spetta ancora alla Tunisia (5 è il numero dei titolari tunisini di Di) per un totale complessivo di 12 titolari Mediterranei in tutta Italia. I marocchini sono i titolari principali delle attività manifatturiere (827 su 2546); questo settore riveste il 5.9% sulle tutte le attività; per quanto riguarda la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, di gas e di acqua gli unici titolari delle Di in Italia sono i Tunisini (1). Il settore delle costruzioni vede al primo posto ancora i tunisini con 3577 titolari di Di in Italia su 10076 (23.5% su tutte le attività). Il settore che registra più titolari Mediterranei di Di in Italia è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (57.1% sul totale dei settori); di riparazioni beni personali e per la casa, che vede a capo di tutti i marocchini (20362 su 24464). Gli egiziani sono i titolari della quota più elevata di Di in Italia del settore di alberghi e ristoranti (337 su 680); 1.6% sul totale delle attività. Il settore dei trasporti, del magazzinaggio e della comunicazione influisce del 4.6% sul totale delle attività e vede al primo posto i marocchini (1046 su 1955 titolari di Di in Italia). L’intermediazione monetaria e finanziaria ricopre lo 0.3% del totale e vede al primo posto i Libici (53 su 119); l’attività immobiliari, il noleggio, l’informatica e la ricerca occupano il 3.9% del totale delle attività e vedono al primo posto dei titolari di Di del Mediterraneo gli egiziani (713 su 1679). La pubblica amministrazione e difesa ha solo 2 titolari, l’istruzione 5 entrambi in Egitto. Il settore della sanità e di altri servizi sociali ha il maggior numero di titolari Mediterranei di Di provenienti dal Marocco (7). Altri servizi pubblici, sociali e personali coprono l’1% del totale dei settori con al primo posto i tunisini (115 su 438). Il numero di titolari di imprese non classificate è maggiore in Marocco (102 su 181) e riveste sul totale delle attività lo 0.4%. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per settore di attività: I trim. 2004
Settore di attività Algeria Cipro Egitto Giordania Libano Libia Malta Marocco Siria Tunisia Turchia Totale % su tot settori
Comm.ingr.e dett.-rip.Beni pers.E per la casa 463 7 1.042 104 159 765 19 20.362 174 1.232 137 24.464 57,1%
Costruzioni 255 2 2.217 49 46 208 1 3.213 149 3.577 359 10.076 23,5%
Attivita' manifatturiere 82 5 607 46 39 223 5 827 59 595 58 2.546 5,9%
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 97 0 290 10 11 91 0 1.046 11 381 18 1.955 4,6%
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca55 2 713 36 43 106 4 454 61 173 32 1.679 3,9%
Alberghi e ristoranti 20 0 337 26 14 63 1 74 17 118 10 680 1,6%
Agricoltura, caccia e silvicoltura 23 3 52 2 11 188 3 85 4 248 13 632 1,5%
Altri servizi pubblici,sociali e personali 17 0 76 8 16 105 0 84 6 115 11 438 1,0%
Imprese non classificate 4 0 24 1 2 4 0 102 4 34 6 181 0,4%
Intermediaz.monetaria e finanziaria 1 0 19 1 4 53 3 11 2 22 3 119 0,3%
Istruzione 1 0 5 0 1 2 3 1 0 2 2 17 0,0%
Sanita' e altri servizi sociali 2 0 2 1 0 1 0 7 0 3 0 16 0,0%
Pesca,piscicoltura e servizi connessi 1 0 1 0 0 4 0 0 1 5 0 12 0,0%
Pubbl.amm.e difesa;assic.Sociale obbligatoria 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0,0%
Prod.e distrib.Energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0,0%
Estrazione di minerali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Totale 1.021 19 5.387 284 346 1.813 39 26.266 488 6.506 649 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004
 
   
   
ITALIA I DATI DELLA RICERCA “MEDITERRANEO TRA NOI” (ELABORAZIONE CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO SU 11 PAESI DEL MEDITERRANEO: ALGERIA, CIPRO, EGITTO, GIORDANIA, LIBANO, LIBIA, MALTA, MAROCCO, SIRIA, TUNISIA, TURCHIA)  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I dati sulle ditte individuali sono aggiornati al primo trimestre 2004 (fonte: Registro delle Imprese). I dati relativi ai residenti sono aggiornati al 31 12 2000 (fonte: Istat). Quota delle ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo presenti in Italia. La provincia con il maggior numero di ditte individuali (Di) degli 11 Paesi dell’area del Mediterraneo è Milano con 4.990 (11.7% sul territorio italiano); seguono Roma con 2.625 (6.1%); Torino 2.222 (5.2%); Reggio Emilia (2.9%); Catanzaro (2.7%); Bologna (2.2%); Genova (2.1%); Parma, Modena e Caserta (2%); Verona e Brescia (1.9%); Palermo (1.8%); Bergamo (1.6%); Firenze e Napoli (1.5%); Perugia, Cosenza e Salerno (1.4%); Varese, Reggio Calabria, Messina Treviso (1.3%). Lecce (1.2%); Cagliari, Mantova, Lucca, Cuneo, Bari e Latina (1.1%); Como, Imperia e Ravenna (1%). Variazione delle ditte individuali degli 11 Paesi mediterranei presenti in Italia nel 2000 e nel 2004. La provincia con la variazione percentuale più elevata è Cosenza +1941.4% (29 ditte individuali nel 2000, 592 nel 2004); seguono Caserta +1570% (50 verso 835); Reggio Calabria +1475% (36, 567); Salerno +1116.7% (48, 584); Catanzaro +709.7% (144, 1166); Frosinone +644.4% (45, 335); Napoli +592.2% (90, 623); Messina +550.6% (87, 566); Crotone +474.1% (27, 155). Ancora: Isernia +457.1% (14, 78); Cremona +439.1% (46, 248); Verbano-cusio-ossola +438.5% (13, 70); Bolzano +436.8% (38, 204); La Spezia +415.6% (32, 165); Sondrio +400% (15, 75); Vibo Valentia +367.4% (43, 201); Benevento +338.9% (18, 79); Rovigo +338.1% (42, 184); Lucca +334.9% (109, 474); Vercelli +331.1% (45, 194); Foggia +325.9% (54, 230); Forlì/cesena +319.3% (57, 239); Nuoro +315.3% (59, 245); Mantova +307.7% (117, 477). Biella +305.4% (37, 150); Cagliari +305% (119, 482); Caltanissetta +305% (60, 243); Lodi +302.4 (42, 169); Asti +289.2% (37, 144); Grosseto +284.7% (59, 227); Potenza +283.3% (30, 115); Bari +273.6% (125, 467); Avellino +272.9% (48, 179); Novara +261.7% (81, 293); Pesaro e Urbino +242.5% (87, 298); Cuneo +240.9 (137, 467); Perugia +233.7% (181, 604). Seguono poi: Brindisi +231.1% (61, 202); Ravenna +228.2% (124, 407); Treviso +225.3% (166, 540); Genova +219.9% (287, 918); Taranto +218.2% (55, 175); Palermo +215.4% (241, 760); Brescia +212.2% (255, 796); Imperia +205.8% (137, 419); Varese +196.9% (193, 573); Pavia +195.7% (117, 346); Ferrara +192.9% (70, 205); Verona +186.9 (282, 809). Tra le altre province: Como +184.1% (157, 446); Bergamo +183.7% (246, 698); Reggio Emilia +183% (435, 1231); Piacenza +181.9% (72, 203); Macerata +178.4% (88, 245); Teramo +176.2% (42, 116); Torino +173% (814, 2222); Modena +169% (319, 858); Agrigento +166.9% (124, 331); Lecco +162.9% (62, 163); Parma +160.5% (334, 870); Terni +159.3% (27, 70); Venezia +158.7% (92, 238); Ancona +157.4% (61, 157); Lecce +153.3% (199, 504); Oristano +152.2% (23, 58); Chieti +148.2% (56, 139); Pistoia +147.1% (68, 168); Catania +145.8% (131, 322). Vengono poi Milano +144.4% (2042, 4990); Vicenza +143% (135, 128); Matera +140.2% (82, 197); Viterbo +138.7% (93, 222); Belluno +136.7% (49, 116); Rimini +136.4% (55, 130); Pisa +127.5% (149, 339); Livorno +127.1% (96, 218); Padova +124.7% (170, 382); Ragusa +123% (126, 281); Alessandria +123% (135, 301); Firenze +117.4% (298, 648); Roma +112.6% (1235, 2625); L’aquila +111,5% (78, 165); Bologna +108.3% (457, 952); Massa Carrara +106.5% (138, 285); Arezzo +101.9% (104, 210); Udine +101.5 (68, 137); Gorizia +100% (9, 18). Quota di Ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo sul totale Di per ogni provincia italiana. La provincia che ha la quota più consistente di ditte individuali straniere è Catanzaro (5.2%); seguono Reggio Emilia (3.8%); Parma (3.4%); Milano (3.2%); Massa Carrara (2.6%); Imperia (2.4%); Modena (2.3%); Genova (2.1%). Ancora: Lucca (2%); Torino, Lodi, Vibo Valentia, Bologna, Como e Mantova (1.9%); Varese, Vercelli, Roma e Novara (1.7%); Ravenna, Reggio Calabria, Caserta e La Spezia (1.6%); Pisa, Messina, Bergamo, Cremona e Perugia (1.5%); Biella, Verona e Latina (1.4%); Brescia,cosenza, Isernia, Palermo, Crotone, Lecco e Caltanissetta (1.3%). Firenze, Ragusa, Pesaro/urbino, Frosinone, Matera, Pavia, Livorno, Belluno e Grosseto (1.2%); Nuoro, Piacenza, Cagliari (1.1%); Treviso, Siracusa, Trapani, Alessandria, Rovigo e Trento (1%). Quota dei residenti originari degli 11 Paesi mediterranei sul totale italiano. La provincia con il maggior numero di residenti stranieri degli 11 Paesi è Milano con 38.284 (11.8% rispetto al totale dei residenti “mediterranei” in Italia). Seguono Roma con 22712 (7% sul totale); Torino, 16352 (5% sul tot.); Brescia con 11472 (3.5%); Modena 10915 (3.4%); Bologna 10795 (3.3%); Bergamo 9790 (3%). Ancora: Verona 8502 (2.6% sul totale); Reggio Emilia 7242 (2.2%); Treviso 6932 (2.1%); Napoli 6763 (2.1%); Ragusa 6208 (1.9%); Vicenza 5726 (1.8%); Varese 5657 (1.7%); Perugia 5492 (1.7%); Trapani 5406 (1.7%); Cuneo 5090 (1.6%); Palermo 4751 (1.5%); Como 4654 (1.4%); Padova 4607 (1.4%). Quota dei residenti originari dei Paesi del Mediterraneo sul totale residenti per ogni provincia italiana. La città che ha la quota più consistente di residenti stranieri sul totale degli abitanti della provincia è Milano (1.03%); Seguono Roma (0.61%); Torino (0.44%); Brescia (0.31%); Modena e Bologna (0.29%); Bergamo (0.26%); Verona (0.23%). Reggio Emilia e Treviso (0.19%); Napoli (0.18%); Ragusa (0.17%); Vicenza, Varese, Perugia e Trapani (0.15%); Cuneo (0.14%); Palermo e Como (0.13%); Padova, Firenze e Parma (0.12%); Mantova e Caserta (0.11%); Trento (0.10%). Ancora: Genova (0.09%); Reggio Calabria, Pavia, Bari, Alessandria e Pesaro/urbino (0.08%); Novara, Cremona, Salerno, Ancona, Agrigento e Catanzaro (0.07%); Latina, Messina, Ascoli Piceno, Catania, Biella, Lecco e Piacenza (0.06%); Ravenna, Lucca, Macerata, Forlì/cesena, Vercelli, Pisa, Venezia, Imperia e Bolzano (0.05%). Foggia, Savona, Lodi, Asti, Siracusa e Arezzo (0.04%); Lecce, Cagliari, Ferrara, Cosenza, Frosinone, Aosta, Rimini, Belluno, Udine, Sassari, Rovigo, Pistoia, Prato e Massa Carrara (0.03); Siena, Livorno, La Spezia, Viterbo, Caltanissetta, Grosseto, Vibo Valentia, Sondrio Verbano- Cusio-ossola, Teramo, Avellino, Pordenone, Nuoro e Potenza (0.02%); Chieti, Taranto, Matera, Crotone, Brindisi, Benevento, Terni, Campobasso, Rieti, Pescara, Trieste, Enna (0.01%). Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia. I titolari di una ditta individuale provenienti dal Mediterraneo in Italia sono prevalentemente originari del Marocco (con 26.266 attività, 61.3%); della Tunisia 6506 (15.2%); dell’Egitto 5387 (12.6%); della Libia 1813 (4.2%); dell’Algeria 1021 (2.4%). Seguono coloro che provengono dalla Turchia 649 (1.5%); dalla Siria 488 (1.1%); dal Libano 346 (0.8%); dalla Giordania 284 (0.7%); da Malta 39 (0.1%) e da Cipro 19. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per paese: I trim. 2004
Stato di nascita Tot. Italia % su tot
Marocco 26.266 61,3%
Tunisia 6.506 15,2%
Egitto 5.387 12,6%
Libia 1.813 4,2%
Algeria 1.021 2,4%
Turchia 649 1,5%
Siria 488 1,1%
Libano 346 0,8%
Giordania 284 0,7%
Malta 39 0,1%
Cipro 19 0,0%
Tot.med 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004 Ditte individuali con titolare Mediterraneo per settore di attività in Italia. I titolari mediterranei delle Di in Italia nel settore dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura sono 632 (1.5%) sul totale; la Tunisia è il Paese con la quota più elevata: infatti i titolari sono 248. Nel settore di pesca, piscicoltura e servizi connessi, la quota più elevata spetta ancora alla Tunisia (5 è il numero dei titolari tunisini di Di) per un totale complessivo di 12 titolari Mediterranei in tutta Italia. I marocchini sono i titolari principali delle attività manifatturiere (827 su 2546); questo settore riveste il 5.9% sulle tutte le attività; per quanto riguarda la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, di gas e di acqua gli unici titolari delle Di in Italia sono i Tunisini (1). Il settore delle costruzioni vede al primo posto ancora i tunisini con 3577 titolari di Di in Italia su 10076 (23.5% su tutte le attività). Il settore che registra più titolari Mediterranei di Di in Italia è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (57.1% sul totale dei settori); di riparazioni beni personali e per la casa, che vede a capo di tutti i marocchini (20362 su 24464). Gli egiziani sono i titolari della quota più elevata di Di in Italia del settore di alberghi e ristoranti (337 su 680); 1.6% sul totale delle attività. Il settore dei trasporti, del magazzinaggio e della comunicazione influisce del 4.6% sul totale delle attività e vede al primo posto i marocchini (1046 su 1955 titolari di Di in Italia). L’intermediazione monetaria e finanziaria ricopre lo 0.3% del totale e vede al primo posto i Libici (53 su 119); l’attività immobiliari, il noleggio, l’informatica e la ricerca occupano il 3.9% del totale delle attività e vedono al primo posto dei titolari di Di del Mediterraneo gli egiziani (713 su 1679). La pubblica amministrazione e difesa ha solo 2 titolari, l’istruzione 5 entrambi in Egitto. Il settore della sanità e di altri servizi sociali ha il maggior numero di titolari Mediterranei di Di provenienti dal Marocco (7). Altri servizi pubblici, sociali e personali coprono l’1% del totale dei settori con al primo posto i tunisini (115 su 438). Il numero di titolari di imprese non classificate è maggiore in Marocco (102 su 181) e riveste sul totale delle attività lo 0.4%. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per settore di attività: I trim. 2004
Settore di attività Algeria Cipro Egitto Giordania Libano Libia Malta Marocco Siria Tunisia Turchia Totale % su tot settori
Comm.ingr.e dett.-rip.Beni pers.E per la casa 463 7 1.042 104 159 765 19 20.362 174 1.232 137 24.464 57,1%
Costruzioni 255 2 2.217 49 46 208 1 3.213 149 3.577 359 10.076 23,5%
Attivita' manifatturiere 82 5 607 46 39 223 5 827 59 595 58 2.546 5,9%
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 97 0 290 10 11 91 0 1.046 11 381 18 1.955 4,6%
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca55 2 713 36 43 106 4 454 61 173 32 1.679 3,9%
Alberghi e ristoranti 20 0 337 26 14 63 1 74 17 118 10 680 1,6%
Agricoltura, caccia e silvicoltura 23 3 52 2 11 188 3 85 4 248 13 632 1,5%
Altri servizi pubblici,sociali e personali 17 0 76 8 16 105 0 84 6 115 11 438 1,0%
Imprese non classificate 4 0 24 1 2 4 0 102 4 34 6 181 0,4%
Intermediaz.monetaria e finanziaria 1 0 19 1 4 53 3 11 2 22 3 119 0,3%
Istruzione 1 0 5 0 1 2 3 1 0 2 2 17 0,0%
Sanita' e altri servizi sociali 2 0 2 1 0 1 0 7 0 3 0 16 0,0%
Pesca,piscicoltura e servizi connessi 1 0 1 0 0 4 0 0 1 5 0 12 0,0%
Pubbl.amm.e difesa;assic.Sociale obbligatoria 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0,0%
Prod.e distrib.Energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0,0%
Estrazione di minerali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Totale 1.021 19 5.387 284 346 1.813 39 26.266 488 6.506 649 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004
 
   
   
ITALIA I DATI DELLA RICERCA “MEDITERRANEO TRA NOI” (ELABORAZIONE CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO SU 11 PAESI DEL MEDITERRANEO: ALGERIA, CIPRO, EGITTO, GIORDANIA, LIBANO, LIBIA, MALTA, MAROCCO, SIRIA, TUNISIA, TURCHIA)  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I dati sulle ditte individuali sono aggiornati al primo trimestre 2004 (fonte: Registro delle Imprese). I dati relativi ai residenti sono aggiornati al 31 12 2000 (fonte: Istat). Quota delle ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo presenti in Italia. La provincia con il maggior numero di ditte individuali (Di) degli 11 Paesi dell’area del Mediterraneo è Milano con 4.990 (11.7% sul territorio italiano); seguono Roma con 2.625 (6.1%); Torino 2.222 (5.2%); Reggio Emilia (2.9%); Catanzaro (2.7%); Bologna (2.2%); Genova (2.1%); Parma, Modena e Caserta (2%); Verona e Brescia (1.9%); Palermo (1.8%); Bergamo (1.6%); Firenze e Napoli (1.5%); Perugia, Cosenza e Salerno (1.4%); Varese, Reggio Calabria, Messina Treviso (1.3%). Lecce (1.2%); Cagliari, Mantova, Lucca, Cuneo, Bari e Latina (1.1%); Como, Imperia e Ravenna (1%). Variazione delle ditte individuali degli 11 Paesi mediterranei presenti in Italia nel 2000 e nel 2004. La provincia con la variazione percentuale più elevata è Cosenza +1941.4% (29 ditte individuali nel 2000, 592 nel 2004); seguono Caserta +1570% (50 verso 835); Reggio Calabria +1475% (36, 567); Salerno +1116.7% (48, 584); Catanzaro +709.7% (144, 1166); Frosinone +644.4% (45, 335); Napoli +592.2% (90, 623); Messina +550.6% (87, 566); Crotone +474.1% (27, 155). Ancora: Isernia +457.1% (14, 78); Cremona +439.1% (46, 248); Verbano-cusio-ossola +438.5% (13, 70); Bolzano +436.8% (38, 204); La Spezia +415.6% (32, 165); Sondrio +400% (15, 75); Vibo Valentia +367.4% (43, 201); Benevento +338.9% (18, 79); Rovigo +338.1% (42, 184); Lucca +334.9% (109, 474); Vercelli +331.1% (45, 194); Foggia +325.9% (54, 230); Forlì/cesena +319.3% (57, 239); Nuoro +315.3% (59, 245); Mantova +307.7% (117, 477). Biella +305.4% (37, 150); Cagliari +305% (119, 482); Caltanissetta +305% (60, 243); Lodi +302.4 (42, 169); Asti +289.2% (37, 144); Grosseto +284.7% (59, 227); Potenza +283.3% (30, 115); Bari +273.6% (125, 467); Avellino +272.9% (48, 179); Novara +261.7% (81, 293); Pesaro e Urbino +242.5% (87, 298); Cuneo +240.9 (137, 467); Perugia +233.7% (181, 604). Seguono poi: Brindisi +231.1% (61, 202); Ravenna +228.2% (124, 407); Treviso +225.3% (166, 540); Genova +219.9% (287, 918); Taranto +218.2% (55, 175); Palermo +215.4% (241, 760); Brescia +212.2% (255, 796); Imperia +205.8% (137, 419); Varese +196.9% (193, 573); Pavia +195.7% (117, 346); Ferrara +192.9% (70, 205); Verona +186.9 (282, 809). Tra le altre province: Como +184.1% (157, 446); Bergamo +183.7% (246, 698); Reggio Emilia +183% (435, 1231); Piacenza +181.9% (72, 203); Macerata +178.4% (88, 245); Teramo +176.2% (42, 116); Torino +173% (814, 2222); Modena +169% (319, 858); Agrigento +166.9% (124, 331); Lecco +162.9% (62, 163); Parma +160.5% (334, 870); Terni +159.3% (27, 70); Venezia +158.7% (92, 238); Ancona +157.4% (61, 157); Lecce +153.3% (199, 504); Oristano +152.2% (23, 58); Chieti +148.2% (56, 139); Pistoia +147.1% (68, 168); Catania +145.8% (131, 322). Vengono poi Milano +144.4% (2042, 4990); Vicenza +143% (135, 128); Matera +140.2% (82, 197); Viterbo +138.7% (93, 222); Belluno +136.7% (49, 116); Rimini +136.4% (55, 130); Pisa +127.5% (149, 339); Livorno +127.1% (96, 218); Padova +124.7% (170, 382); Ragusa +123% (126, 281); Alessandria +123% (135, 301); Firenze +117.4% (298, 648); Roma +112.6% (1235, 2625); L’aquila +111,5% (78, 165); Bologna +108.3% (457, 952); Massa Carrara +106.5% (138, 285); Arezzo +101.9% (104, 210); Udine +101.5 (68, 137); Gorizia +100% (9, 18). Quota di Ditte individuali con titolare originario degli 11 Paesi del Mediterraneo sul totale Di per ogni provincia italiana. La provincia che ha la quota più consistente di ditte individuali straniere è Catanzaro (5.2%); seguono Reggio Emilia (3.8%); Parma (3.4%); Milano (3.2%); Massa Carrara (2.6%); Imperia (2.4%); Modena (2.3%); Genova (2.1%). Ancora: Lucca (2%); Torino, Lodi, Vibo Valentia, Bologna, Como e Mantova (1.9%); Varese, Vercelli, Roma e Novara (1.7%); Ravenna, Reggio Calabria, Caserta e La Spezia (1.6%); Pisa, Messina, Bergamo, Cremona e Perugia (1.5%); Biella, Verona e Latina (1.4%); Brescia,cosenza, Isernia, Palermo, Crotone, Lecco e Caltanissetta (1.3%). Firenze, Ragusa, Pesaro/urbino, Frosinone, Matera, Pavia, Livorno, Belluno e Grosseto (1.2%); Nuoro, Piacenza, Cagliari (1.1%); Treviso, Siracusa, Trapani, Alessandria, Rovigo e Trento (1%). Quota dei residenti originari degli 11 Paesi mediterranei sul totale italiano. La provincia con il maggior numero di residenti stranieri degli 11 Paesi è Milano con 38.284 (11.8% rispetto al totale dei residenti “mediterranei” in Italia). Seguono Roma con 22712 (7% sul totale); Torino, 16352 (5% sul tot.); Brescia con 11472 (3.5%); Modena 10915 (3.4%); Bologna 10795 (3.3%); Bergamo 9790 (3%). Ancora: Verona 8502 (2.6% sul totale); Reggio Emilia 7242 (2.2%); Treviso 6932 (2.1%); Napoli 6763 (2.1%); Ragusa 6208 (1.9%); Vicenza 5726 (1.8%); Varese 5657 (1.7%); Perugia 5492 (1.7%); Trapani 5406 (1.7%); Cuneo 5090 (1.6%); Palermo 4751 (1.5%); Como 4654 (1.4%); Padova 4607 (1.4%). Quota dei residenti originari dei Paesi del Mediterraneo sul totale residenti per ogni provincia italiana. La città che ha la quota più consistente di residenti stranieri sul totale degli abitanti della provincia è Milano (1.03%); Seguono Roma (0.61%); Torino (0.44%); Brescia (0.31%); Modena e Bologna (0.29%); Bergamo (0.26%); Verona (0.23%). Reggio Emilia e Treviso (0.19%); Napoli (0.18%); Ragusa (0.17%); Vicenza, Varese, Perugia e Trapani (0.15%); Cuneo (0.14%); Palermo e Como (0.13%); Padova, Firenze e Parma (0.12%); Mantova e Caserta (0.11%); Trento (0.10%). Ancora: Genova (0.09%); Reggio Calabria, Pavia, Bari, Alessandria e Pesaro/urbino (0.08%); Novara, Cremona, Salerno, Ancona, Agrigento e Catanzaro (0.07%); Latina, Messina, Ascoli Piceno, Catania, Biella, Lecco e Piacenza (0.06%); Ravenna, Lucca, Macerata, Forlì/cesena, Vercelli, Pisa, Venezia, Imperia e Bolzano (0.05%). Foggia, Savona, Lodi, Asti, Siracusa e Arezzo (0.04%); Lecce, Cagliari, Ferrara, Cosenza, Frosinone, Aosta, Rimini, Belluno, Udine, Sassari, Rovigo, Pistoia, Prato e Massa Carrara (0.03); Siena, Livorno, La Spezia, Viterbo, Caltanissetta, Grosseto, Vibo Valentia, Sondrio Verbano- Cusio-ossola, Teramo, Avellino, Pordenone, Nuoro e Potenza (0.02%); Chieti, Taranto, Matera, Crotone, Brindisi, Benevento, Terni, Campobasso, Rieti, Pescara, Trieste, Enna (0.01%). Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia. I titolari di una ditta individuale provenienti dal Mediterraneo in Italia sono prevalentemente originari del Marocco (con 26.266 attività, 61.3%); della Tunisia 6506 (15.2%); dell’Egitto 5387 (12.6%); della Libia 1813 (4.2%); dell’Algeria 1021 (2.4%). Seguono coloro che provengono dalla Turchia 649 (1.5%); dalla Siria 488 (1.1%); dal Libano 346 (0.8%); dalla Giordania 284 (0.7%); da Malta 39 (0.1%) e da Cipro 19. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per paese: I trim. 2004
Stato di nascita Tot. Italia % su tot
Marocco 26.266 61,3%
Tunisia 6.506 15,2%
Egitto 5.387 12,6%
Libia 1.813 4,2%
Algeria 1.021 2,4%
Turchia 649 1,5%
Siria 488 1,1%
Libano 346 0,8%
Giordania 284 0,7%
Malta 39 0,1%
Cipro 19 0,0%
Tot.med 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004 Ditte individuali con titolare Mediterraneo per settore di attività in Italia. I titolari mediterranei delle Di in Italia nel settore dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura sono 632 (1.5%) sul totale; la Tunisia è il Paese con la quota più elevata: infatti i titolari sono 248. Nel settore di pesca, piscicoltura e servizi connessi, la quota più elevata spetta ancora alla Tunisia (5 è il numero dei titolari tunisini di Di) per un totale complessivo di 12 titolari Mediterranei in tutta Italia. I marocchini sono i titolari principali delle attività manifatturiere (827 su 2546); questo settore riveste il 5.9% sulle tutte le attività; per quanto riguarda la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, di gas e di acqua gli unici titolari delle Di in Italia sono i Tunisini (1). Il settore delle costruzioni vede al primo posto ancora i tunisini con 3577 titolari di Di in Italia su 10076 (23.5% su tutte le attività). Il settore che registra più titolari Mediterranei di Di in Italia è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (57.1% sul totale dei settori); di riparazioni beni personali e per la casa, che vede a capo di tutti i marocchini (20362 su 24464). Gli egiziani sono i titolari della quota più elevata di Di in Italia del settore di alberghi e ristoranti (337 su 680); 1.6% sul totale delle attività. Il settore dei trasporti, del magazzinaggio e della comunicazione influisce del 4.6% sul totale delle attività e vede al primo posto i marocchini (1046 su 1955 titolari di Di in Italia). L’intermediazione monetaria e finanziaria ricopre lo 0.3% del totale e vede al primo posto i Libici (53 su 119); l’attività immobiliari, il noleggio, l’informatica e la ricerca occupano il 3.9% del totale delle attività e vedono al primo posto dei titolari di Di del Mediterraneo gli egiziani (713 su 1679). La pubblica amministrazione e difesa ha solo 2 titolari, l’istruzione 5 entrambi in Egitto. Il settore della sanità e di altri servizi sociali ha il maggior numero di titolari Mediterranei di Di provenienti dal Marocco (7). Altri servizi pubblici, sociali e personali coprono l’1% del totale dei settori con al primo posto i tunisini (115 su 438). Il numero di titolari di imprese non classificate è maggiore in Marocco (102 su 181) e riveste sul totale delle attività lo 0.4%. Ditte individuali con titolare Mediterraneo in Italia per settore di attività: I trim. 2004
Settore di attività Algeria Cipro Egitto Giordania Libano Libia Malta Marocco Siria Tunisia Turchia Totale % su tot settori
Comm.ingr.e dett.-rip.Beni pers.E per la casa 463 7 1.042 104 159 765 19 20.362 174 1.232 137 24.464 57,1%
Costruzioni 255 2 2.217 49 46 208 1 3.213 149 3.577 359 10.076 23,5%
Attivita' manifatturiere 82 5 607 46 39 223 5 827 59 595 58 2.546 5,9%
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 97 0 290 10 11 91 0 1.046 11 381 18 1.955 4,6%
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca55 2 713 36 43 106 4 454 61 173 32 1.679 3,9%
Alberghi e ristoranti 20 0 337 26 14 63 1 74 17 118 10 680 1,6%
Agricoltura, caccia e silvicoltura 23 3 52 2 11 188 3 85 4 248 13 632 1,5%
Altri servizi pubblici,sociali e personali 17 0 76 8 16 105 0 84 6 115 11 438 1,0%
Imprese non classificate 4 0 24 1 2 4 0 102 4 34 6 181 0,4%
Intermediaz.monetaria e finanziaria 1 0 19 1 4 53 3 11 2 22 3 119 0,3%
Istruzione 1 0 5 0 1 2 3 1 0 2 2 17 0,0%
Sanita' e altri servizi sociali 2 0 2 1 0 1 0 7 0 3 0 16 0,0%
Pesca,piscicoltura e servizi connessi 1 0 1 0 0 4 0 0 1 5 0 12 0,0%
Pubbl.amm.e difesa;assic.Sociale obbligatoria 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0,0%
Prod.e distrib.Energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0,0%
Estrazione di minerali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,0%
Totale 1.021 19 5.387 284 346 1.813 39 26.266 488 6.506 649 42.818 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 1° trim. 2004
 
   
   
ALCUNE DELLE INIZIATIVE PIÙ SIGNIFICATIVE PER IL MEDITERRANEO PROMOSSE DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO  
 
Milano, 7 giugno 2004 - …attraverso l’azienda speciale Promos per l’internazionalizzazione Fondo Euromed: la costituzione del Fondo a Milano è attualmente nelle sue fasi finali. Realizzato dalla Camera di Commercio di Milano, hanno aderito i principali istituti bancari italiani unitamente a primarie istituzioni multilaterali e istituzioni sul territorio. Si offre la possibilità di utilizzo del Fondo in modo semplice e immediato in tutti i principali Paesi mediterranei con priorità per Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria, Turchia. A disposizione delle imprese italiane interessate a nuove joint venture nel Mediterraneo ci sarà un capitale di 45 milioni di Euro. Il Fondo investirà in società prevalentemente non quotate e di nuova costituzione, formate da soggetti misti, italiani e mediterranei. Il Fondo costituito si presenta come una vera innovazione: infatti non si tratta di un’agevolazione finanziaria ma di uno strumento flessibile che sarà gestito da Milano da una prioritaria società di gestione del risparmio e che si avvarrà della collaborazione di società specializzate in private equity ubicate nelle aree di interesse, al fine di offrire il migliore servizio di assistenza alle imprese italiane che investiranno nel Fondo e di garantire la massima redditività. Sarà quindi il primo fondo italiano dotato di una corporate governance realmente euromediterranea. Il Fondo Euromed è nato con il preciso obiettivo di creare strumenti finanziari adeguati per sostenere e incentivare un cospicuo flusso di investimenti Fdi (finanziamenti diretti esteri). E’ un’infrastruttura finanziaria capace di mettere in condivisione il know-how tecnico e commerciale, di facilitare lo sviluppo di Joint venture tra aziende mediterranee e aziende Europee permettendo l’allargamento del potenziale mercato. Il Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo - Mediterranean business center: dedicato a promuovere insieme ad altri significativi attori della scena locale e nazionale, la localizzazione nel capoluogo lombardo dei vari uffici di promozione economico-commerciale dei Paesi del Basso Mediterraneo. Una sede per il marketing territoriale della città, valorizzando la vocazione di Milano a essere non solo polo per il Mediterraneo, ma anche centro promotore e di attrazione di attività economico – istituzionali – culturali relative all’area, porta d’ingresso ideale per l’Italia e per l’intera Europa. Un progetto che si potrebbe realizzare entro il 2005 anche per dare un’assistenza specializzata non solo alle imprese del Mediterraneo che vogliono entrare nel mercato europeo dall’Italia e da Milano ma anche per dare assistenza agli imprenditori extracomunitari che sempre più sono presenti sul nostro territorio. Progetto di formazione a distanza: il progetto è stato attuato, grazie all’accordo firmato da Promos con Banca Mondiale e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri. Promos, nell’autunno 2003, ha cominciato a fornire programmi di formazione a distanza a diversi Paesi mediterranei (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Turchia). I temi affrontati vanno dalle politiche per lo sviluppo del settore privato e Pmi in particolare, ai modelli associativi delle strutture intermedie quali Camere di Commercio o Associazioni Industriali. La partecipazione della Camera di Commercio al “Festival Mediterraneo”, iniziativa del Piccolo Teatro di Milano: 100 appuntamenti con lingue, culture e spettacoli di 18 paesi del Mediterraneo. Accordo con Università Cattolica e Bocconi: sta per essere sottoscritto un Accordo con le Università Bocconi e Cattolica e con il Collegio di Milano che prevede tra le altre attività anche la presenza a Milano di circa venti studenti stranieri per corsi di specializzazione post laurea (Master Degree della durata di dieci mesi). Dieci tra i venti studenti saranno identificati fra i migliori laureati dell’area mediterranea. Progetto Marocco: è attualmente in fase di costituzione a Casablanca un ufficio che offrirà assistenza alle imprese lombarde interessate a investire in Marocco. Uffici commerciali all’estero. L’accordo operativo per l’apertura di un ufficio commerciale siriano presso la Camera di Commercio di Milano/promos: il 2 Marzo 2004 è stato siglato a Damasco, alla presenza del Vice Ministro Urso e del Ministro dell’Economia siriana, Rifai. Segue il primo Memorandum of Understanding, firmato nel corso della prima conferenza euromediterranea nel Giugno 2003. L’ufficio fornirà informazioni e assistenza alle imprese siriane ed italiane che sono interessate ad opportunità commerciali ed a eventuali collaborazioni industriali. La Camera di Commercio di Milano ha un’antenna in Egitto e una in Tunisia, per assistere le nostre imprese in loco e promuovere le relazioni sul territorio. Missioni di imprese e iniziative di promozione commerciale: nel corso del 2003, Promos ha aumentato l’attenzione nei confronti dell’area realizzando anche alcune significative esperienze di assistenza alle imprese. (Fiera a Tripoli nel Settembre 2003 con la partecipazione di 30 imprese lombarde, missioni commerciali in Turchia, Egitto, Tunisia e Siria). … attraverso l’azienda speciale Camera Arbitrale di Milano L’accordo di cooperazione tra Milano e Il Cairo in materia di arbitrato per la risoluzione delle controversie tra imprese. In data 15/12/2003 è stato siglato un accordo di cooperazione nel campo dell’arbitrato commerciale internazionale tra la Camera Arbitrale Nazionale e Internazionale di Milano e il Centro Regionale del Cairo per l’Arbitrato Commerciale Internazionale (Crcica). Alla luce di tale accordo, le procedure da condurre al Cairo in base alle "Regole del Crcica" possono essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo a Milano presso la Camera Arbitrale, con gli stessi effetti che avrebbero se il deposito fosse avvenuto al Cairo. Analogamente, le procedure da condurre a Milano in base alle "Regole della Camera Arbitrale di Milano" potranno essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo al Cairo presso il Crcica. L’accordo prevede inoltre che qualora una delle due parti lo richieda, l’altra parte fornisca servizi amministrativi e ogni altro genere di servizi necessari per condurre arbitrati, conciliazioni, mediazioni e negoziati. Le due istituzioni, in generale, garantiscono poi reciproco supporto e cooperazione nella risoluzione di controversie commerciali e si impegnano a preparare una clausola da raccomandare agli imprenditori italiani ed egiziani per gli accordi bilaterali. … attraverso l’azienda speciale Formaper “Developing the export capacity of Egyptian own brand textiles”, programma che persegue come obiettivo quello di contribuire allo sviluppo dell’industria tessile egiziana – principalmente piccole e medie imprese del settore abbigliamento – tramite formazione mirata ad introdurre idee creative nella fase di design, a migliorare la qualità del prodotto ed a sviluppare efficaci azioni di marketing in modo da poter incrementare il peso delle aziende partecipanti sui mercati esteri. Il progetto, la cui data di avvio è prevista per settembre 2004 per una durata complessiva di 18 mesi, è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Meda e vede la gestione dell’iniziativa direttamente demandata all’autorità contraente incaricata in Egitto, specificamente all’Industrial Modernisation Centre (Imc) con sede centrale al Cairo. Nell’ambito della suddetta gara, la proposta progettuale presentata dal Consorzio, a cui fa riferimento Formaper, è stata valutata dalla Commissione Europea e dall’Imc come la migliore secondo i criteri fissati dal punto di vista dei contenuti, del personale proposto e dell’offerta economica tra tutte quelle presentate. Il Formaper è presente a titolo di partner del Consorzio incaricato della fase di realizzazione il quale è costituito da: Pem Gmbh, Germania, in qualità di leader e Formaper - azienda speciale Camera di commercio di Milano, Ral– Resources and Logistics, Francia, Citer – Centro di informazione Tessile dell’Emilia Romagna in qualità di partners. Ebis (Egyptian Business Institutional Support) Programme Anche per questo progetto finanziato da Eurochambres l’Industrial Modernisation Center è autorità contraente. Nell’ambito di un accordo siglato tra le due parti, l’obiettivo generale di questo progetto è quello di rafforzare le capacità dei cosiddette Business Representative Organisations – Bros, ovvero degli Organi e delle associazioni rappresentativi di categoria nella fase di formulazione di proposte volte alla formazione e sviluppo istituzionale per i propri membri. Formaper è stato scelto da Eurochambres, a fronte di una manifestazione di interesse, come unico partner europeo e soggetto idoneo in questa fase di assistenza tecnica verso quattro selezionati organi istituzionali ed associazioni di categoria. I tempi di realizzazione sono molto attuali considerando che la data di inizio è fissata intorno al 10 luglio e si concluderà a fine Luglio 2004. Tunisia. Formaper ha recentemente partecipato ad un progetto finanziato dalla Commissione Europea nel quadro di un programma di cooperazione con la Fipa - Tunisia, l’Agenzia per la Promozione degli investimenti esteri. Sono stati condotti studi comparativi e attività di benchmarking nel settore della trasformazione dell’industria plastica tra Tunisia e selezionati altri paesi Europei ed extraeuropei tra cui Italia, Spagna, Francia, Ungheria Romania e Marocco. Il risultato di questa valutazione trasversale tra più paesi permetterà alla stessa Fipa di analizzare con un notevole grado di precisione il posizionamento dell’industria della trasformazione plastica Tunisina e la sua competitività in ambito internazionale con particolare riferimento ai settori della produzione automobilistica, elettronica e farmaceutica. … attraverso l’azienda speciale Euro Info Centre La Camera di Commercio di Milano, con il supporto delle aziende speciali Camera Arbitrale, Promos ed Euro Info Centre ed il coinvolgimento di alcuni qualificati partner dei Paesi Mediterranei si è candidata a sviluppare il progetto: «Promotion of International Commercial Arbitration and Other Alternative Dispute Resolution techniques», indetto dalla Commissione Europea. Nei giorni scorsi si è conclusa la pre-selezione (short-list); dalla quale sono stati selezionati 5 candidati - tra cui il consorzio della Camera di Commercio di Milano- , che saranno chiamati ad elaborare e sottoporre un progetto volto ad agevolare il commercio internazionale e gli investimenti esteri nei paesi/partner Meda, in particolare promuovendo il ricorso all’ arbitrato internazionale e la risoluzione alternativa delle controversie con particolare riferimento alle Pmi. Le attività del progetto comprenderanno: diffusione di informazioni sulle tecniche di risoluzione delle controversie; formazione; assistenza tecnica, divulgazione di strumenti contrattuali; con l’obiettivo di sensibilizzare e informare i giuristi e gli imprenditori circa l’utilità dell’arbitrato e della risoluzione alternativa delle controversie e quindi potenziare il funzionamento dei sistemi giudiziari locali. +  
   
   
ALCUNE DELLE INIZIATIVE PIÙ SIGNIFICATIVE PER IL MEDITERRANEO PROMOSSE DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO  
 
Milano, 7 giugno 2004 - …attraverso l’azienda speciale Promos per l’internazionalizzazione Fondo Euromed: la costituzione del Fondo a Milano è attualmente nelle sue fasi finali. Realizzato dalla Camera di Commercio di Milano, hanno aderito i principali istituti bancari italiani unitamente a primarie istituzioni multilaterali e istituzioni sul territorio. Si offre la possibilità di utilizzo del Fondo in modo semplice e immediato in tutti i principali Paesi mediterranei con priorità per Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria, Turchia. A disposizione delle imprese italiane interessate a nuove joint venture nel Mediterraneo ci sarà un capitale di 45 milioni di Euro. Il Fondo investirà in società prevalentemente non quotate e di nuova costituzione, formate da soggetti misti, italiani e mediterranei. Il Fondo costituito si presenta come una vera innovazione: infatti non si tratta di un’agevolazione finanziaria ma di uno strumento flessibile che sarà gestito da Milano da una prioritaria società di gestione del risparmio e che si avvarrà della collaborazione di società specializzate in private equity ubicate nelle aree di interesse, al fine di offrire il migliore servizio di assistenza alle imprese italiane che investiranno nel Fondo e di garantire la massima redditività. Sarà quindi il primo fondo italiano dotato di una corporate governance realmente euromediterranea. Il Fondo Euromed è nato con il preciso obiettivo di creare strumenti finanziari adeguati per sostenere e incentivare un cospicuo flusso di investimenti Fdi (finanziamenti diretti esteri). E’ un’infrastruttura finanziaria capace di mettere in condivisione il know-how tecnico e commerciale, di facilitare lo sviluppo di Joint venture tra aziende mediterranee e aziende Europee permettendo l’allargamento del potenziale mercato. Il Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo - Mediterranean business center: dedicato a promuovere insieme ad altri significativi attori della scena locale e nazionale, la localizzazione nel capoluogo lombardo dei vari uffici di promozione economico-commerciale dei Paesi del Basso Mediterraneo. Una sede per il marketing territoriale della città, valorizzando la vocazione di Milano a essere non solo polo per il Mediterraneo, ma anche centro promotore e di attrazione di attività economico – istituzionali – culturali relative all’area, porta d’ingresso ideale per l’Italia e per l’intera Europa. Un progetto che si potrebbe realizzare entro il 2005 anche per dare un’assistenza specializzata non solo alle imprese del Mediterraneo che vogliono entrare nel mercato europeo dall’Italia e da Milano ma anche per dare assistenza agli imprenditori extracomunitari che sempre più sono presenti sul nostro territorio. Progetto di formazione a distanza: il progetto è stato attuato, grazie all’accordo firmato da Promos con Banca Mondiale e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri. Promos, nell’autunno 2003, ha cominciato a fornire programmi di formazione a distanza a diversi Paesi mediterranei (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Turchia). I temi affrontati vanno dalle politiche per lo sviluppo del settore privato e Pmi in particolare, ai modelli associativi delle strutture intermedie quali Camere di Commercio o Associazioni Industriali. La partecipazione della Camera di Commercio al “Festival Mediterraneo”, iniziativa del Piccolo Teatro di Milano: 100 appuntamenti con lingue, culture e spettacoli di 18 paesi del Mediterraneo. Accordo con Università Cattolica e Bocconi: sta per essere sottoscritto un Accordo con le Università Bocconi e Cattolica e con il Collegio di Milano che prevede tra le altre attività anche la presenza a Milano di circa venti studenti stranieri per corsi di specializzazione post laurea (Master Degree della durata di dieci mesi). Dieci tra i venti studenti saranno identificati fra i migliori laureati dell’area mediterranea. Progetto Marocco: è attualmente in fase di costituzione a Casablanca un ufficio che offrirà assistenza alle imprese lombarde interessate a investire in Marocco. Uffici commerciali all’estero. L’accordo operativo per l’apertura di un ufficio commerciale siriano presso la Camera di Commercio di Milano/promos: il 2 Marzo 2004 è stato siglato a Damasco, alla presenza del Vice Ministro Urso e del Ministro dell’Economia siriana, Rifai. Segue il primo Memorandum of Understanding, firmato nel corso della prima conferenza euromediterranea nel Giugno 2003. L’ufficio fornirà informazioni e assistenza alle imprese siriane ed italiane che sono interessate ad opportunità commerciali ed a eventuali collaborazioni industriali. La Camera di Commercio di Milano ha un’antenna in Egitto e una in Tunisia, per assistere le nostre imprese in loco e promuovere le relazioni sul territorio. Missioni di imprese e iniziative di promozione commerciale: nel corso del 2003, Promos ha aumentato l’attenzione nei confronti dell’area realizzando anche alcune significative esperienze di assistenza alle imprese. (Fiera a Tripoli nel Settembre 2003 con la partecipazione di 30 imprese lombarde, missioni commerciali in Turchia, Egitto, Tunisia e Siria). … attraverso l’azienda speciale Camera Arbitrale di Milano L’accordo di cooperazione tra Milano e Il Cairo in materia di arbitrato per la risoluzione delle controversie tra imprese. In data 15/12/2003 è stato siglato un accordo di cooperazione nel campo dell’arbitrato commerciale internazionale tra la Camera Arbitrale Nazionale e Internazionale di Milano e il Centro Regionale del Cairo per l’Arbitrato Commerciale Internazionale (Crcica). Alla luce di tale accordo, le procedure da condurre al Cairo in base alle "Regole del Crcica" possono essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo a Milano presso la Camera Arbitrale, con gli stessi effetti che avrebbero se il deposito fosse avvenuto al Cairo. Analogamente, le procedure da condurre a Milano in base alle "Regole della Camera Arbitrale di Milano" potranno essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo al Cairo presso il Crcica. L’accordo prevede inoltre che qualora una delle due parti lo richieda, l’altra parte fornisca servizi amministrativi e ogni altro genere di servizi necessari per condurre arbitrati, conciliazioni, mediazioni e negoziati. Le due istituzioni, in generale, garantiscono poi reciproco supporto e cooperazione nella risoluzione di controversie commerciali e si impegnano a preparare una clausola da raccomandare agli imprenditori italiani ed egiziani per gli accordi bilaterali. … attraverso l’azienda speciale Formaper “Developing the export capacity of Egyptian own brand textiles”, programma che persegue come obiettivo quello di contribuire allo sviluppo dell’industria tessile egiziana – principalmente piccole e medie imprese del settore abbigliamento – tramite formazione mirata ad introdurre idee creative nella fase di design, a migliorare la qualità del prodotto ed a sviluppare efficaci azioni di marketing in modo da poter incrementare il peso delle aziende partecipanti sui mercati esteri. Il progetto, la cui data di avvio è prevista per settembre 2004 per una durata complessiva di 18 mesi, è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Meda e vede la gestione dell’iniziativa direttamente demandata all’autorità contraente incaricata in Egitto, specificamente all’Industrial Modernisation Centre (Imc) con sede centrale al Cairo. Nell’ambito della suddetta gara, la proposta progettuale presentata dal Consorzio, a cui fa riferimento Formaper, è stata valutata dalla Commissione Europea e dall’Imc come la migliore secondo i criteri fissati dal punto di vista dei contenuti, del personale proposto e dell’offerta economica tra tutte quelle presentate. Il Formaper è presente a titolo di partner del Consorzio incaricato della fase di realizzazione il quale è costituito da: Pem Gmbh, Germania, in qualità di leader e Formaper - azienda speciale Camera di commercio di Milano, Ral– Resources and Logistics, Francia, Citer – Centro di informazione Tessile dell’Emilia Romagna in qualità di partners. Ebis (Egyptian Business Institutional Support) Programme Anche per questo progetto finanziato da Eurochambres l’Industrial Modernisation Center è autorità contraente. Nell’ambito di un accordo siglato tra le due parti, l’obiettivo generale di questo progetto è quello di rafforzare le capacità dei cosiddette Business Representative Organisations – Bros, ovvero degli Organi e delle associazioni rappresentativi di categoria nella fase di formulazione di proposte volte alla formazione e sviluppo istituzionale per i propri membri. Formaper è stato scelto da Eurochambres, a fronte di una manifestazione di interesse, come unico partner europeo e soggetto idoneo in questa fase di assistenza tecnica verso quattro selezionati organi istituzionali ed associazioni di categoria. I tempi di realizzazione sono molto attuali considerando che la data di inizio è fissata intorno al 10 luglio e si concluderà a fine Luglio 2004. Tunisia. Formaper ha recentemente partecipato ad un progetto finanziato dalla Commissione Europea nel quadro di un programma di cooperazione con la Fipa - Tunisia, l’Agenzia per la Promozione degli investimenti esteri. Sono stati condotti studi comparativi e attività di benchmarking nel settore della trasformazione dell’industria plastica tra Tunisia e selezionati altri paesi Europei ed extraeuropei tra cui Italia, Spagna, Francia, Ungheria Romania e Marocco. Il risultato di questa valutazione trasversale tra più paesi permetterà alla stessa Fipa di analizzare con un notevole grado di precisione il posizionamento dell’industria della trasformazione plastica Tunisina e la sua competitività in ambito internazionale con particolare riferimento ai settori della produzione automobilistica, elettronica e farmaceutica. … attraverso l’azienda speciale Euro Info Centre La Camera di Commercio di Milano, con il supporto delle aziende speciali Camera Arbitrale, Promos ed Euro Info Centre ed il coinvolgimento di alcuni qualificati partner dei Paesi Mediterranei si è candidata a sviluppare il progetto: «Promotion of International Commercial Arbitration and Other Alternative Dispute Resolution techniques», indetto dalla Commissione Europea. Nei giorni scorsi si è conclusa la pre-selezione (short-list); dalla quale sono stati selezionati 5 candidati - tra cui il consorzio della Camera di Commercio di Milano- , che saranno chiamati ad elaborare e sottoporre un progetto volto ad agevolare il commercio internazionale e gli investimenti esteri nei paesi/partner Meda, in particolare promuovendo il ricorso all’ arbitrato internazionale e la risoluzione alternativa delle controversie con particolare riferimento alle Pmi. Le attività del progetto comprenderanno: diffusione di informazioni sulle tecniche di risoluzione delle controversie; formazione; assistenza tecnica, divulgazione di strumenti contrattuali; con l’obiettivo di sensibilizzare e informare i giuristi e gli imprenditori circa l’utilità dell’arbitrato e della risoluzione alternativa delle controversie e quindi potenziare il funzionamento dei sistemi giudiziari locali. +  
   
   
ALCUNE DELLE INIZIATIVE PIÙ SIGNIFICATIVE PER IL MEDITERRANEO PROMOSSE DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO  
 
Milano, 7 giugno 2004 - …attraverso l’azienda speciale Promos per l’internazionalizzazione Fondo Euromed: la costituzione del Fondo a Milano è attualmente nelle sue fasi finali. Realizzato dalla Camera di Commercio di Milano, hanno aderito i principali istituti bancari italiani unitamente a primarie istituzioni multilaterali e istituzioni sul territorio. Si offre la possibilità di utilizzo del Fondo in modo semplice e immediato in tutti i principali Paesi mediterranei con priorità per Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria, Turchia. A disposizione delle imprese italiane interessate a nuove joint venture nel Mediterraneo ci sarà un capitale di 45 milioni di Euro. Il Fondo investirà in società prevalentemente non quotate e di nuova costituzione, formate da soggetti misti, italiani e mediterranei. Il Fondo costituito si presenta come una vera innovazione: infatti non si tratta di un’agevolazione finanziaria ma di uno strumento flessibile che sarà gestito da Milano da una prioritaria società di gestione del risparmio e che si avvarrà della collaborazione di società specializzate in private equity ubicate nelle aree di interesse, al fine di offrire il migliore servizio di assistenza alle imprese italiane che investiranno nel Fondo e di garantire la massima redditività. Sarà quindi il primo fondo italiano dotato di una corporate governance realmente euromediterranea. Il Fondo Euromed è nato con il preciso obiettivo di creare strumenti finanziari adeguati per sostenere e incentivare un cospicuo flusso di investimenti Fdi (finanziamenti diretti esteri). E’ un’infrastruttura finanziaria capace di mettere in condivisione il know-how tecnico e commerciale, di facilitare lo sviluppo di Joint venture tra aziende mediterranee e aziende Europee permettendo l’allargamento del potenziale mercato. Il Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo - Mediterranean business center: dedicato a promuovere insieme ad altri significativi attori della scena locale e nazionale, la localizzazione nel capoluogo lombardo dei vari uffici di promozione economico-commerciale dei Paesi del Basso Mediterraneo. Una sede per il marketing territoriale della città, valorizzando la vocazione di Milano a essere non solo polo per il Mediterraneo, ma anche centro promotore e di attrazione di attività economico – istituzionali – culturali relative all’area, porta d’ingresso ideale per l’Italia e per l’intera Europa. Un progetto che si potrebbe realizzare entro il 2005 anche per dare un’assistenza specializzata non solo alle imprese del Mediterraneo che vogliono entrare nel mercato europeo dall’Italia e da Milano ma anche per dare assistenza agli imprenditori extracomunitari che sempre più sono presenti sul nostro territorio. Progetto di formazione a distanza: il progetto è stato attuato, grazie all’accordo firmato da Promos con Banca Mondiale e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri. Promos, nell’autunno 2003, ha cominciato a fornire programmi di formazione a distanza a diversi Paesi mediterranei (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Turchia). I temi affrontati vanno dalle politiche per lo sviluppo del settore privato e Pmi in particolare, ai modelli associativi delle strutture intermedie quali Camere di Commercio o Associazioni Industriali. La partecipazione della Camera di Commercio al “Festival Mediterraneo”, iniziativa del Piccolo Teatro di Milano: 100 appuntamenti con lingue, culture e spettacoli di 18 paesi del Mediterraneo. Accordo con Università Cattolica e Bocconi: sta per essere sottoscritto un Accordo con le Università Bocconi e Cattolica e con il Collegio di Milano che prevede tra le altre attività anche la presenza a Milano di circa venti studenti stranieri per corsi di specializzazione post laurea (Master Degree della durata di dieci mesi). Dieci tra i venti studenti saranno identificati fra i migliori laureati dell’area mediterranea. Progetto Marocco: è attualmente in fase di costituzione a Casablanca un ufficio che offrirà assistenza alle imprese lombarde interessate a investire in Marocco. Uffici commerciali all’estero. L’accordo operativo per l’apertura di un ufficio commerciale siriano presso la Camera di Commercio di Milano/promos: il 2 Marzo 2004 è stato siglato a Damasco, alla presenza del Vice Ministro Urso e del Ministro dell’Economia siriana, Rifai. Segue il primo Memorandum of Understanding, firmato nel corso della prima conferenza euromediterranea nel Giugno 2003. L’ufficio fornirà informazioni e assistenza alle imprese siriane ed italiane che sono interessate ad opportunità commerciali ed a eventuali collaborazioni industriali. La Camera di Commercio di Milano ha un’antenna in Egitto e una in Tunisia, per assistere le nostre imprese in loco e promuovere le relazioni sul territorio. Missioni di imprese e iniziative di promozione commerciale: nel corso del 2003, Promos ha aumentato l’attenzione nei confronti dell’area realizzando anche alcune significative esperienze di assistenza alle imprese. (Fiera a Tripoli nel Settembre 2003 con la partecipazione di 30 imprese lombarde, missioni commerciali in Turchia, Egitto, Tunisia e Siria). … attraverso l’azienda speciale Camera Arbitrale di Milano L’accordo di cooperazione tra Milano e Il Cairo in materia di arbitrato per la risoluzione delle controversie tra imprese. In data 15/12/2003 è stato siglato un accordo di cooperazione nel campo dell’arbitrato commerciale internazionale tra la Camera Arbitrale Nazionale e Internazionale di Milano e il Centro Regionale del Cairo per l’Arbitrato Commerciale Internazionale (Crcica). Alla luce di tale accordo, le procedure da condurre al Cairo in base alle "Regole del Crcica" possono essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo a Milano presso la Camera Arbitrale, con gli stessi effetti che avrebbero se il deposito fosse avvenuto al Cairo. Analogamente, le procedure da condurre a Milano in base alle "Regole della Camera Arbitrale di Milano" potranno essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo al Cairo presso il Crcica. L’accordo prevede inoltre che qualora una delle due parti lo richieda, l’altra parte fornisca servizi amministrativi e ogni altro genere di servizi necessari per condurre arbitrati, conciliazioni, mediazioni e negoziati. Le due istituzioni, in generale, garantiscono poi reciproco supporto e cooperazione nella risoluzione di controversie commerciali e si impegnano a preparare una clausola da raccomandare agli imprenditori italiani ed egiziani per gli accordi bilaterali. … attraverso l’azienda speciale Formaper “Developing the export capacity of Egyptian own brand textiles”, programma che persegue come obiettivo quello di contribuire allo sviluppo dell’industria tessile egiziana – principalmente piccole e medie imprese del settore abbigliamento – tramite formazione mirata ad introdurre idee creative nella fase di design, a migliorare la qualità del prodotto ed a sviluppare efficaci azioni di marketing in modo da poter incrementare il peso delle aziende partecipanti sui mercati esteri. Il progetto, la cui data di avvio è prevista per settembre 2004 per una durata complessiva di 18 mesi, è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Meda e vede la gestione dell’iniziativa direttamente demandata all’autorità contraente incaricata in Egitto, specificamente all’Industrial Modernisation Centre (Imc) con sede centrale al Cairo. Nell’ambito della suddetta gara, la proposta progettuale presentata dal Consorzio, a cui fa riferimento Formaper, è stata valutata dalla Commissione Europea e dall’Imc come la migliore secondo i criteri fissati dal punto di vista dei contenuti, del personale proposto e dell’offerta economica tra tutte quelle presentate. Il Formaper è presente a titolo di partner del Consorzio incaricato della fase di realizzazione il quale è costituito da: Pem Gmbh, Germania, in qualità di leader e Formaper - azienda speciale Camera di commercio di Milano, Ral– Resources and Logistics, Francia, Citer – Centro di informazione Tessile dell’Emilia Romagna in qualità di partners. Ebis (Egyptian Business Institutional Support) Programme Anche per questo progetto finanziato da Eurochambres l’Industrial Modernisation Center è autorità contraente. Nell’ambito di un accordo siglato tra le due parti, l’obiettivo generale di questo progetto è quello di rafforzare le capacità dei cosiddette Business Representative Organisations – Bros, ovvero degli Organi e delle associazioni rappresentativi di categoria nella fase di formulazione di proposte volte alla formazione e sviluppo istituzionale per i propri membri. Formaper è stato scelto da Eurochambres, a fronte di una manifestazione di interesse, come unico partner europeo e soggetto idoneo in questa fase di assistenza tecnica verso quattro selezionati organi istituzionali ed associazioni di categoria. I tempi di realizzazione sono molto attuali considerando che la data di inizio è fissata intorno al 10 luglio e si concluderà a fine Luglio 2004. Tunisia. Formaper ha recentemente partecipato ad un progetto finanziato dalla Commissione Europea nel quadro di un programma di cooperazione con la Fipa - Tunisia, l’Agenzia per la Promozione degli investimenti esteri. Sono stati condotti studi comparativi e attività di benchmarking nel settore della trasformazione dell’industria plastica tra Tunisia e selezionati altri paesi Europei ed extraeuropei tra cui Italia, Spagna, Francia, Ungheria Romania e Marocco. Il risultato di questa valutazione trasversale tra più paesi permetterà alla stessa Fipa di analizzare con un notevole grado di precisione il posizionamento dell’industria della trasformazione plastica Tunisina e la sua competitività in ambito internazionale con particolare riferimento ai settori della produzione automobilistica, elettronica e farmaceutica. … attraverso l’azienda speciale Euro Info Centre La Camera di Commercio di Milano, con il supporto delle aziende speciali Camera Arbitrale, Promos ed Euro Info Centre ed il coinvolgimento di alcuni qualificati partner dei Paesi Mediterranei si è candidata a sviluppare il progetto: «Promotion of International Commercial Arbitration and Other Alternative Dispute Resolution techniques», indetto dalla Commissione Europea. Nei giorni scorsi si è conclusa la pre-selezione (short-list); dalla quale sono stati selezionati 5 candidati - tra cui il consorzio della Camera di Commercio di Milano- , che saranno chiamati ad elaborare e sottoporre un progetto volto ad agevolare il commercio internazionale e gli investimenti esteri nei paesi/partner Meda, in particolare promuovendo il ricorso all’ arbitrato internazionale e la risoluzione alternativa delle controversie con particolare riferimento alle Pmi. Le attività del progetto comprenderanno: diffusione di informazioni sulle tecniche di risoluzione delle controversie; formazione; assistenza tecnica, divulgazione di strumenti contrattuali; con l’obiettivo di sensibilizzare e informare i giuristi e gli imprenditori circa l’utilità dell’arbitrato e della risoluzione alternativa delle controversie e quindi potenziare il funzionamento dei sistemi giudiziari locali. +  
   
   
ALCUNE DELLE INIZIATIVE PIÙ SIGNIFICATIVE PER IL MEDITERRANEO PROMOSSE DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO  
 
Milano, 7 giugno 2004 - …attraverso l’azienda speciale Promos per l’internazionalizzazione Fondo Euromed: la costituzione del Fondo a Milano è attualmente nelle sue fasi finali. Realizzato dalla Camera di Commercio di Milano, hanno aderito i principali istituti bancari italiani unitamente a primarie istituzioni multilaterali e istituzioni sul territorio. Si offre la possibilità di utilizzo del Fondo in modo semplice e immediato in tutti i principali Paesi mediterranei con priorità per Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria, Turchia. A disposizione delle imprese italiane interessate a nuove joint venture nel Mediterraneo ci sarà un capitale di 45 milioni di Euro. Il Fondo investirà in società prevalentemente non quotate e di nuova costituzione, formate da soggetti misti, italiani e mediterranei. Il Fondo costituito si presenta come una vera innovazione: infatti non si tratta di un’agevolazione finanziaria ma di uno strumento flessibile che sarà gestito da Milano da una prioritaria società di gestione del risparmio e che si avvarrà della collaborazione di società specializzate in private equity ubicate nelle aree di interesse, al fine di offrire il migliore servizio di assistenza alle imprese italiane che investiranno nel Fondo e di garantire la massima redditività. Sarà quindi il primo fondo italiano dotato di una corporate governance realmente euromediterranea. Il Fondo Euromed è nato con il preciso obiettivo di creare strumenti finanziari adeguati per sostenere e incentivare un cospicuo flusso di investimenti Fdi (finanziamenti diretti esteri). E’ un’infrastruttura finanziaria capace di mettere in condivisione il know-how tecnico e commerciale, di facilitare lo sviluppo di Joint venture tra aziende mediterranee e aziende Europee permettendo l’allargamento del potenziale mercato. Il Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo - Mediterranean business center: dedicato a promuovere insieme ad altri significativi attori della scena locale e nazionale, la localizzazione nel capoluogo lombardo dei vari uffici di promozione economico-commerciale dei Paesi del Basso Mediterraneo. Una sede per il marketing territoriale della città, valorizzando la vocazione di Milano a essere non solo polo per il Mediterraneo, ma anche centro promotore e di attrazione di attività economico – istituzionali – culturali relative all’area, porta d’ingresso ideale per l’Italia e per l’intera Europa. Un progetto che si potrebbe realizzare entro il 2005 anche per dare un’assistenza specializzata non solo alle imprese del Mediterraneo che vogliono entrare nel mercato europeo dall’Italia e da Milano ma anche per dare assistenza agli imprenditori extracomunitari che sempre più sono presenti sul nostro territorio. Progetto di formazione a distanza: il progetto è stato attuato, grazie all’accordo firmato da Promos con Banca Mondiale e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri. Promos, nell’autunno 2003, ha cominciato a fornire programmi di formazione a distanza a diversi Paesi mediterranei (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Turchia). I temi affrontati vanno dalle politiche per lo sviluppo del settore privato e Pmi in particolare, ai modelli associativi delle strutture intermedie quali Camere di Commercio o Associazioni Industriali. La partecipazione della Camera di Commercio al “Festival Mediterraneo”, iniziativa del Piccolo Teatro di Milano: 100 appuntamenti con lingue, culture e spettacoli di 18 paesi del Mediterraneo. Accordo con Università Cattolica e Bocconi: sta per essere sottoscritto un Accordo con le Università Bocconi e Cattolica e con il Collegio di Milano che prevede tra le altre attività anche la presenza a Milano di circa venti studenti stranieri per corsi di specializzazione post laurea (Master Degree della durata di dieci mesi). Dieci tra i venti studenti saranno identificati fra i migliori laureati dell’area mediterranea. Progetto Marocco: è attualmente in fase di costituzione a Casablanca un ufficio che offrirà assistenza alle imprese lombarde interessate a investire in Marocco. Uffici commerciali all’estero. L’accordo operativo per l’apertura di un ufficio commerciale siriano presso la Camera di Commercio di Milano/promos: il 2 Marzo 2004 è stato siglato a Damasco, alla presenza del Vice Ministro Urso e del Ministro dell’Economia siriana, Rifai. Segue il primo Memorandum of Understanding, firmato nel corso della prima conferenza euromediterranea nel Giugno 2003. L’ufficio fornirà informazioni e assistenza alle imprese siriane ed italiane che sono interessate ad opportunità commerciali ed a eventuali collaborazioni industriali. La Camera di Commercio di Milano ha un’antenna in Egitto e una in Tunisia, per assistere le nostre imprese in loco e promuovere le relazioni sul territorio. Missioni di imprese e iniziative di promozione commerciale: nel corso del 2003, Promos ha aumentato l’attenzione nei confronti dell’area realizzando anche alcune significative esperienze di assistenza alle imprese. (Fiera a Tripoli nel Settembre 2003 con la partecipazione di 30 imprese lombarde, missioni commerciali in Turchia, Egitto, Tunisia e Siria). … attraverso l’azienda speciale Camera Arbitrale di Milano L’accordo di cooperazione tra Milano e Il Cairo in materia di arbitrato per la risoluzione delle controversie tra imprese. In data 15/12/2003 è stato siglato un accordo di cooperazione nel campo dell’arbitrato commerciale internazionale tra la Camera Arbitrale Nazionale e Internazionale di Milano e il Centro Regionale del Cairo per l’Arbitrato Commerciale Internazionale (Crcica). Alla luce di tale accordo, le procedure da condurre al Cairo in base alle "Regole del Crcica" possono essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo a Milano presso la Camera Arbitrale, con gli stessi effetti che avrebbero se il deposito fosse avvenuto al Cairo. Analogamente, le procedure da condurre a Milano in base alle "Regole della Camera Arbitrale di Milano" potranno essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo al Cairo presso il Crcica. L’accordo prevede inoltre che qualora una delle due parti lo richieda, l’altra parte fornisca servizi amministrativi e ogni altro genere di servizi necessari per condurre arbitrati, conciliazioni, mediazioni e negoziati. Le due istituzioni, in generale, garantiscono poi reciproco supporto e cooperazione nella risoluzione di controversie commerciali e si impegnano a preparare una clausola da raccomandare agli imprenditori italiani ed egiziani per gli accordi bilaterali. … attraverso l’azienda speciale Formaper “Developing the export capacity of Egyptian own brand textiles”, programma che persegue come obiettivo quello di contribuire allo sviluppo dell’industria tessile egiziana – principalmente piccole e medie imprese del settore abbigliamento – tramite formazione mirata ad introdurre idee creative nella fase di design, a migliorare la qualità del prodotto ed a sviluppare efficaci azioni di marketing in modo da poter incrementare il peso delle aziende partecipanti sui mercati esteri. Il progetto, la cui data di avvio è prevista per settembre 2004 per una durata complessiva di 18 mesi, è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Meda e vede la gestione dell’iniziativa direttamente demandata all’autorità contraente incaricata in Egitto, specificamente all’Industrial Modernisation Centre (Imc) con sede centrale al Cairo. Nell’ambito della suddetta gara, la proposta progettuale presentata dal Consorzio, a cui fa riferimento Formaper, è stata valutata dalla Commissione Europea e dall’Imc come la migliore secondo i criteri fissati dal punto di vista dei contenuti, del personale proposto e dell’offerta economica tra tutte quelle presentate. Il Formaper è presente a titolo di partner del Consorzio incaricato della fase di realizzazione il quale è costituito da: Pem Gmbh, Germania, in qualità di leader e Formaper - azienda speciale Camera di commercio di Milano, Ral– Resources and Logistics, Francia, Citer – Centro di informazione Tessile dell’Emilia Romagna in qualità di partners. Ebis (Egyptian Business Institutional Support) Programme Anche per questo progetto finanziato da Eurochambres l’Industrial Modernisation Center è autorità contraente. Nell’ambito di un accordo siglato tra le due parti, l’obiettivo generale di questo progetto è quello di rafforzare le capacità dei cosiddette Business Representative Organisations – Bros, ovvero degli Organi e delle associazioni rappresentativi di categoria nella fase di formulazione di proposte volte alla formazione e sviluppo istituzionale per i propri membri. Formaper è stato scelto da Eurochambres, a fronte di una manifestazione di interesse, come unico partner europeo e soggetto idoneo in questa fase di assistenza tecnica verso quattro selezionati organi istituzionali ed associazioni di categoria. I tempi di realizzazione sono molto attuali considerando che la data di inizio è fissata intorno al 10 luglio e si concluderà a fine Luglio 2004. Tunisia. Formaper ha recentemente partecipato ad un progetto finanziato dalla Commissione Europea nel quadro di un programma di cooperazione con la Fipa - Tunisia, l’Agenzia per la Promozione degli investimenti esteri. Sono stati condotti studi comparativi e attività di benchmarking nel settore della trasformazione dell’industria plastica tra Tunisia e selezionati altri paesi Europei ed extraeuropei tra cui Italia, Spagna, Francia, Ungheria Romania e Marocco. Il risultato di questa valutazione trasversale tra più paesi permetterà alla stessa Fipa di analizzare con un notevole grado di precisione il posizionamento dell’industria della trasformazione plastica Tunisina e la sua competitività in ambito internazionale con particolare riferimento ai settori della produzione automobilistica, elettronica e farmaceutica. … attraverso l’azienda speciale Euro Info Centre La Camera di Commercio di Milano, con il supporto delle aziende speciali Camera Arbitrale, Promos ed Euro Info Centre ed il coinvolgimento di alcuni qualificati partner dei Paesi Mediterranei si è candidata a sviluppare il progetto: «Promotion of International Commercial Arbitration and Other Alternative Dispute Resolution techniques», indetto dalla Commissione Europea. Nei giorni scorsi si è conclusa la pre-selezione (short-list); dalla quale sono stati selezionati 5 candidati - tra cui il consorzio della Camera di Commercio di Milano- , che saranno chiamati ad elaborare e sottoporre un progetto volto ad agevolare il commercio internazionale e gli investimenti esteri nei paesi/partner Meda, in particolare promuovendo il ricorso all’ arbitrato internazionale e la risoluzione alternativa delle controversie con particolare riferimento alle Pmi. Le attività del progetto comprenderanno: diffusione di informazioni sulle tecniche di risoluzione delle controversie; formazione; assistenza tecnica, divulgazione di strumenti contrattuali; con l’obiettivo di sensibilizzare e informare i giuristi e gli imprenditori circa l’utilità dell’arbitrato e della risoluzione alternativa delle controversie e quindi potenziare il funzionamento dei sistemi giudiziari locali. +  
   
   
ALCUNE DELLE INIZIATIVE PIÙ SIGNIFICATIVE PER IL MEDITERRANEO PROMOSSE DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO  
 
Milano, 7 giugno 2004 - …attraverso l’azienda speciale Promos per l’internazionalizzazione Fondo Euromed: la costituzione del Fondo a Milano è attualmente nelle sue fasi finali. Realizzato dalla Camera di Commercio di Milano, hanno aderito i principali istituti bancari italiani unitamente a primarie istituzioni multilaterali e istituzioni sul territorio. Si offre la possibilità di utilizzo del Fondo in modo semplice e immediato in tutti i principali Paesi mediterranei con priorità per Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria, Turchia. A disposizione delle imprese italiane interessate a nuove joint venture nel Mediterraneo ci sarà un capitale di 45 milioni di Euro. Il Fondo investirà in società prevalentemente non quotate e di nuova costituzione, formate da soggetti misti, italiani e mediterranei. Il Fondo costituito si presenta come una vera innovazione: infatti non si tratta di un’agevolazione finanziaria ma di uno strumento flessibile che sarà gestito da Milano da una prioritaria società di gestione del risparmio e che si avvarrà della collaborazione di società specializzate in private equity ubicate nelle aree di interesse, al fine di offrire il migliore servizio di assistenza alle imprese italiane che investiranno nel Fondo e di garantire la massima redditività. Sarà quindi il primo fondo italiano dotato di una corporate governance realmente euromediterranea. Il Fondo Euromed è nato con il preciso obiettivo di creare strumenti finanziari adeguati per sostenere e incentivare un cospicuo flusso di investimenti Fdi (finanziamenti diretti esteri). E’ un’infrastruttura finanziaria capace di mettere in condivisione il know-how tecnico e commerciale, di facilitare lo sviluppo di Joint venture tra aziende mediterranee e aziende Europee permettendo l’allargamento del potenziale mercato. Il Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo - Mediterranean business center: dedicato a promuovere insieme ad altri significativi attori della scena locale e nazionale, la localizzazione nel capoluogo lombardo dei vari uffici di promozione economico-commerciale dei Paesi del Basso Mediterraneo. Una sede per il marketing territoriale della città, valorizzando la vocazione di Milano a essere non solo polo per il Mediterraneo, ma anche centro promotore e di attrazione di attività economico – istituzionali – culturali relative all’area, porta d’ingresso ideale per l’Italia e per l’intera Europa. Un progetto che si potrebbe realizzare entro il 2005 anche per dare un’assistenza specializzata non solo alle imprese del Mediterraneo che vogliono entrare nel mercato europeo dall’Italia e da Milano ma anche per dare assistenza agli imprenditori extracomunitari che sempre più sono presenti sul nostro territorio. Progetto di formazione a distanza: il progetto è stato attuato, grazie all’accordo firmato da Promos con Banca Mondiale e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri. Promos, nell’autunno 2003, ha cominciato a fornire programmi di formazione a distanza a diversi Paesi mediterranei (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Turchia). I temi affrontati vanno dalle politiche per lo sviluppo del settore privato e Pmi in particolare, ai modelli associativi delle strutture intermedie quali Camere di Commercio o Associazioni Industriali. La partecipazione della Camera di Commercio al “Festival Mediterraneo”, iniziativa del Piccolo Teatro di Milano: 100 appuntamenti con lingue, culture e spettacoli di 18 paesi del Mediterraneo. Accordo con Università Cattolica e Bocconi: sta per essere sottoscritto un Accordo con le Università Bocconi e Cattolica e con il Collegio di Milano che prevede tra le altre attività anche la presenza a Milano di circa venti studenti stranieri per corsi di specializzazione post laurea (Master Degree della durata di dieci mesi). Dieci tra i venti studenti saranno identificati fra i migliori laureati dell’area mediterranea. Progetto Marocco: è attualmente in fase di costituzione a Casablanca un ufficio che offrirà assistenza alle imprese lombarde interessate a investire in Marocco. Uffici commerciali all’estero. L’accordo operativo per l’apertura di un ufficio commerciale siriano presso la Camera di Commercio di Milano/promos: il 2 Marzo 2004 è stato siglato a Damasco, alla presenza del Vice Ministro Urso e del Ministro dell’Economia siriana, Rifai. Segue il primo Memorandum of Understanding, firmato nel corso della prima conferenza euromediterranea nel Giugno 2003. L’ufficio fornirà informazioni e assistenza alle imprese siriane ed italiane che sono interessate ad opportunità commerciali ed a eventuali collaborazioni industriali. La Camera di Commercio di Milano ha un’antenna in Egitto e una in Tunisia, per assistere le nostre imprese in loco e promuovere le relazioni sul territorio. Missioni di imprese e iniziative di promozione commerciale: nel corso del 2003, Promos ha aumentato l’attenzione nei confronti dell’area realizzando anche alcune significative esperienze di assistenza alle imprese. (Fiera a Tripoli nel Settembre 2003 con la partecipazione di 30 imprese lombarde, missioni commerciali in Turchia, Egitto, Tunisia e Siria). … attraverso l’azienda speciale Camera Arbitrale di Milano L’accordo di cooperazione tra Milano e Il Cairo in materia di arbitrato per la risoluzione delle controversie tra imprese. In data 15/12/2003 è stato siglato un accordo di cooperazione nel campo dell’arbitrato commerciale internazionale tra la Camera Arbitrale Nazionale e Internazionale di Milano e il Centro Regionale del Cairo per l’Arbitrato Commerciale Internazionale (Crcica). Alla luce di tale accordo, le procedure da condurre al Cairo in base alle "Regole del Crcica" possono essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo a Milano presso la Camera Arbitrale, con gli stessi effetti che avrebbero se il deposito fosse avvenuto al Cairo. Analogamente, le procedure da condurre a Milano in base alle "Regole della Camera Arbitrale di Milano" potranno essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo al Cairo presso il Crcica. L’accordo prevede inoltre che qualora una delle due parti lo richieda, l’altra parte fornisca servizi amministrativi e ogni altro genere di servizi necessari per condurre arbitrati, conciliazioni, mediazioni e negoziati. Le due istituzioni, in generale, garantiscono poi reciproco supporto e cooperazione nella risoluzione di controversie commerciali e si impegnano a preparare una clausola da raccomandare agli imprenditori italiani ed egiziani per gli accordi bilaterali. … attraverso l’azienda speciale Formaper “Developing the export capacity of Egyptian own brand textiles”, programma che persegue come obiettivo quello di contribuire allo sviluppo dell’industria tessile egiziana – principalmente piccole e medie imprese del settore abbigliamento – tramite formazione mirata ad introdurre idee creative nella fase di design, a migliorare la qualità del prodotto ed a sviluppare efficaci azioni di marketing in modo da poter incrementare il peso delle aziende partecipanti sui mercati esteri. Il progetto, la cui data di avvio è prevista per settembre 2004 per una durata complessiva di 18 mesi, è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Meda e vede la gestione dell’iniziativa direttamente demandata all’autorità contraente incaricata in Egitto, specificamente all’Industrial Modernisation Centre (Imc) con sede centrale al Cairo. Nell’ambito della suddetta gara, la proposta progettuale presentata dal Consorzio, a cui fa riferimento Formaper, è stata valutata dalla Commissione Europea e dall’Imc come la migliore secondo i criteri fissati dal punto di vista dei contenuti, del personale proposto e dell’offerta economica tra tutte quelle presentate. Il Formaper è presente a titolo di partner del Consorzio incaricato della fase di realizzazione il quale è costituito da: Pem Gmbh, Germania, in qualità di leader e Formaper - azienda speciale Camera di commercio di Milano, Ral– Resources and Logistics, Francia, Citer – Centro di informazione Tessile dell’Emilia Romagna in qualità di partners. Ebis (Egyptian Business Institutional Support) Programme Anche per questo progetto finanziato da Eurochambres l’Industrial Modernisation Center è autorità contraente. Nell’ambito di un accordo siglato tra le due parti, l’obiettivo generale di questo progetto è quello di rafforzare le capacità dei cosiddette Business Representative Organisations – Bros, ovvero degli Organi e delle associazioni rappresentativi di categoria nella fase di formulazione di proposte volte alla formazione e sviluppo istituzionale per i propri membri. Formaper è stato scelto da Eurochambres, a fronte di una manifestazione di interesse, come unico partner europeo e soggetto idoneo in questa fase di assistenza tecnica verso quattro selezionati organi istituzionali ed associazioni di categoria. I tempi di realizzazione sono molto attuali considerando che la data di inizio è fissata intorno al 10 luglio e si concluderà a fine Luglio 2004. Tunisia. Formaper ha recentemente partecipato ad un progetto finanziato dalla Commissione Europea nel quadro di un programma di cooperazione con la Fipa - Tunisia, l’Agenzia per la Promozione degli investimenti esteri. Sono stati condotti studi comparativi e attività di benchmarking nel settore della trasformazione dell’industria plastica tra Tunisia e selezionati altri paesi Europei ed extraeuropei tra cui Italia, Spagna, Francia, Ungheria Romania e Marocco. Il risultato di questa valutazione trasversale tra più paesi permetterà alla stessa Fipa di analizzare con un notevole grado di precisione il posizionamento dell’industria della trasformazione plastica Tunisina e la sua competitività in ambito internazionale con particolare riferimento ai settori della produzione automobilistica, elettronica e farmaceutica. … attraverso l’azienda speciale Euro Info Centre La Camera di Commercio di Milano, con il supporto delle aziende speciali Camera Arbitrale, Promos ed Euro Info Centre ed il coinvolgimento di alcuni qualificati partner dei Paesi Mediterranei si è candidata a sviluppare il progetto: «Promotion of International Commercial Arbitration and Other Alternative Dispute Resolution techniques», indetto dalla Commissione Europea. Nei giorni scorsi si è conclusa la pre-selezione (short-list); dalla quale sono stati selezionati 5 candidati - tra cui il consorzio della Camera di Commercio di Milano- , che saranno chiamati ad elaborare e sottoporre un progetto volto ad agevolare il commercio internazionale e gli investimenti esteri nei paesi/partner Meda, in particolare promuovendo il ricorso all’ arbitrato internazionale e la risoluzione alternativa delle controversie con particolare riferimento alle Pmi. Le attività del progetto comprenderanno: diffusione di informazioni sulle tecniche di risoluzione delle controversie; formazione; assistenza tecnica, divulgazione di strumenti contrattuali; con l’obiettivo di sensibilizzare e informare i giuristi e gli imprenditori circa l’utilità dell’arbitrato e della risoluzione alternativa delle controversie e quindi potenziare il funzionamento dei sistemi giudiziari locali. +  
   
   
ALCUNE DELLE INIZIATIVE PIÙ SIGNIFICATIVE PER IL MEDITERRANEO PROMOSSE DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO  
 
Milano, 7 giugno 2004 - …attraverso l’azienda speciale Promos per l’internazionalizzazione Fondo Euromed: la costituzione del Fondo a Milano è attualmente nelle sue fasi finali. Realizzato dalla Camera di Commercio di Milano, hanno aderito i principali istituti bancari italiani unitamente a primarie istituzioni multilaterali e istituzioni sul territorio. Si offre la possibilità di utilizzo del Fondo in modo semplice e immediato in tutti i principali Paesi mediterranei con priorità per Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria, Turchia. A disposizione delle imprese italiane interessate a nuove joint venture nel Mediterraneo ci sarà un capitale di 45 milioni di Euro. Il Fondo investirà in società prevalentemente non quotate e di nuova costituzione, formate da soggetti misti, italiani e mediterranei. Il Fondo costituito si presenta come una vera innovazione: infatti non si tratta di un’agevolazione finanziaria ma di uno strumento flessibile che sarà gestito da Milano da una prioritaria società di gestione del risparmio e che si avvarrà della collaborazione di società specializzate in private equity ubicate nelle aree di interesse, al fine di offrire il migliore servizio di assistenza alle imprese italiane che investiranno nel Fondo e di garantire la massima redditività. Sarà quindi il primo fondo italiano dotato di una corporate governance realmente euromediterranea. Il Fondo Euromed è nato con il preciso obiettivo di creare strumenti finanziari adeguati per sostenere e incentivare un cospicuo flusso di investimenti Fdi (finanziamenti diretti esteri). E’ un’infrastruttura finanziaria capace di mettere in condivisione il know-how tecnico e commerciale, di facilitare lo sviluppo di Joint venture tra aziende mediterranee e aziende Europee permettendo l’allargamento del potenziale mercato. Il Centro nazionale di promozione economica dei Paesi del Mediterraneo - Mediterranean business center: dedicato a promuovere insieme ad altri significativi attori della scena locale e nazionale, la localizzazione nel capoluogo lombardo dei vari uffici di promozione economico-commerciale dei Paesi del Basso Mediterraneo. Una sede per il marketing territoriale della città, valorizzando la vocazione di Milano a essere non solo polo per il Mediterraneo, ma anche centro promotore e di attrazione di attività economico – istituzionali – culturali relative all’area, porta d’ingresso ideale per l’Italia e per l’intera Europa. Un progetto che si potrebbe realizzare entro il 2005 anche per dare un’assistenza specializzata non solo alle imprese del Mediterraneo che vogliono entrare nel mercato europeo dall’Italia e da Milano ma anche per dare assistenza agli imprenditori extracomunitari che sempre più sono presenti sul nostro territorio. Progetto di formazione a distanza: il progetto è stato attuato, grazie all’accordo firmato da Promos con Banca Mondiale e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri. Promos, nell’autunno 2003, ha cominciato a fornire programmi di formazione a distanza a diversi Paesi mediterranei (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Turchia). I temi affrontati vanno dalle politiche per lo sviluppo del settore privato e Pmi in particolare, ai modelli associativi delle strutture intermedie quali Camere di Commercio o Associazioni Industriali. La partecipazione della Camera di Commercio al “Festival Mediterraneo”, iniziativa del Piccolo Teatro di Milano: 100 appuntamenti con lingue, culture e spettacoli di 18 paesi del Mediterraneo. Accordo con Università Cattolica e Bocconi: sta per essere sottoscritto un Accordo con le Università Bocconi e Cattolica e con il Collegio di Milano che prevede tra le altre attività anche la presenza a Milano di circa venti studenti stranieri per corsi di specializzazione post laurea (Master Degree della durata di dieci mesi). Dieci tra i venti studenti saranno identificati fra i migliori laureati dell’area mediterranea. Progetto Marocco: è attualmente in fase di costituzione a Casablanca un ufficio che offrirà assistenza alle imprese lombarde interessate a investire in Marocco. Uffici commerciali all’estero. L’accordo operativo per l’apertura di un ufficio commerciale siriano presso la Camera di Commercio di Milano/promos: il 2 Marzo 2004 è stato siglato a Damasco, alla presenza del Vice Ministro Urso e del Ministro dell’Economia siriana, Rifai. Segue il primo Memorandum of Understanding, firmato nel corso della prima conferenza euromediterranea nel Giugno 2003. L’ufficio fornirà informazioni e assistenza alle imprese siriane ed italiane che sono interessate ad opportunità commerciali ed a eventuali collaborazioni industriali. La Camera di Commercio di Milano ha un’antenna in Egitto e una in Tunisia, per assistere le nostre imprese in loco e promuovere le relazioni sul territorio. Missioni di imprese e iniziative di promozione commerciale: nel corso del 2003, Promos ha aumentato l’attenzione nei confronti dell’area realizzando anche alcune significative esperienze di assistenza alle imprese. (Fiera a Tripoli nel Settembre 2003 con la partecipazione di 30 imprese lombarde, missioni commerciali in Turchia, Egitto, Tunisia e Siria). … attraverso l’azienda speciale Camera Arbitrale di Milano L’accordo di cooperazione tra Milano e Il Cairo in materia di arbitrato per la risoluzione delle controversie tra imprese. In data 15/12/2003 è stato siglato un accordo di cooperazione nel campo dell’arbitrato commerciale internazionale tra la Camera Arbitrale Nazionale e Internazionale di Milano e il Centro Regionale del Cairo per l’Arbitrato Commerciale Internazionale (Crcica). Alla luce di tale accordo, le procedure da condurre al Cairo in base alle "Regole del Crcica" possono essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo a Milano presso la Camera Arbitrale, con gli stessi effetti che avrebbero se il deposito fosse avvenuto al Cairo. Analogamente, le procedure da condurre a Milano in base alle "Regole della Camera Arbitrale di Milano" potranno essere iniziate con il deposito dell’atto introduttivo al Cairo presso il Crcica. L’accordo prevede inoltre che qualora una delle due parti lo richieda, l’altra parte fornisca servizi amministrativi e ogni altro genere di servizi necessari per condurre arbitrati, conciliazioni, mediazioni e negoziati. Le due istituzioni, in generale, garantiscono poi reciproco supporto e cooperazione nella risoluzione di controversie commerciali e si impegnano a preparare una clausola da raccomandare agli imprenditori italiani ed egiziani per gli accordi bilaterali. … attraverso l’azienda speciale Formaper “Developing the export capacity of Egyptian own brand textiles”, programma che persegue come obiettivo quello di contribuire allo sviluppo dell’industria tessile egiziana – principalmente piccole e medie imprese del settore abbigliamento – tramite formazione mirata ad introdurre idee creative nella fase di design, a migliorare la qualità del prodotto ed a sviluppare efficaci azioni di marketing in modo da poter incrementare il peso delle aziende partecipanti sui mercati esteri. Il progetto, la cui data di avvio è prevista per settembre 2004 per una durata complessiva di 18 mesi, è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Meda e vede la gestione dell’iniziativa direttamente demandata all’autorità contraente incaricata in Egitto, specificamente all’Industrial Modernisation Centre (Imc) con sede centrale al Cairo. Nell’ambito della suddetta gara, la proposta progettuale presentata dal Consorzio, a cui fa riferimento Formaper, è stata valutata dalla Commissione Europea e dall’Imc come la migliore secondo i criteri fissati dal punto di vista dei contenuti, del personale proposto e dell’offerta economica tra tutte quelle presentate. Il Formaper è presente a titolo di partner del Consorzio incaricato della fase di realizzazione il quale è costituito da: Pem Gmbh, Germania, in qualità di leader e Formaper - azienda speciale Camera di commercio di Milano, Ral– Resources and Logistics, Francia, Citer – Centro di informazione Tessile dell’Emilia Romagna in qualità di partners. Ebis (Egyptian Business Institutional Support) Programme Anche per questo progetto finanziato da Eurochambres l’Industrial Modernisation Center è autorità contraente. Nell’ambito di un accordo siglato tra le due parti, l’obiettivo generale di questo progetto è quello di rafforzare le capacità dei cosiddette Business Representative Organisations – Bros, ovvero degli Organi e delle associazioni rappresentativi di categoria nella fase di formulazione di proposte volte alla formazione e sviluppo istituzionale per i propri membri. Formaper è stato scelto da Eurochambres, a fronte di una manifestazione di interesse, come unico partner europeo e soggetto idoneo in questa fase di assistenza tecnica verso quattro selezionati organi istituzionali ed associazioni di categoria. I tempi di realizzazione sono molto attuali considerando che la data di inizio è fissata intorno al 10 luglio e si concluderà a fine Luglio 2004. Tunisia. Formaper ha recentemente partecipato ad un progetto finanziato dalla Commissione Europea nel quadro di un programma di cooperazione con la Fipa - Tunisia, l’Agenzia per la Promozione degli investimenti esteri. Sono stati condotti studi comparativi e attività di benchmarking nel settore della trasformazione dell’industria plastica tra Tunisia e selezionati altri paesi Europei ed extraeuropei tra cui Italia, Spagna, Francia, Ungheria Romania e Marocco. Il risultato di questa valutazione trasversale tra più paesi permetterà alla stessa Fipa di analizzare con un notevole grado di precisione il posizionamento dell’industria della trasformazione plastica Tunisina e la sua competitività in ambito internazionale con particolare riferimento ai settori della produzione automobilistica, elettronica e farmaceutica. … attraverso l’azienda speciale Euro Info Centre La Camera di Commercio di Milano, con il supporto delle aziende speciali Camera Arbitrale, Promos ed Euro Info Centre ed il coinvolgimento di alcuni qualificati partner dei Paesi Mediterranei si è candidata a sviluppare il progetto: «Promotion of International Commercial Arbitration and Other Alternative Dispute Resolution techniques», indetto dalla Commissione Europea. Nei giorni scorsi si è conclusa la pre-selezione (short-list); dalla quale sono stati selezionati 5 candidati - tra cui il consorzio della Camera di Commercio di Milano- , che saranno chiamati ad elaborare e sottoporre un progetto volto ad agevolare il commercio internazionale e gli investimenti esteri nei paesi/partner Meda, in particolare promuovendo il ricorso all’ arbitrato internazionale e la risoluzione alternativa delle controversie con particolare riferimento alle Pmi. Le attività del progetto comprenderanno: diffusione di informazioni sulle tecniche di risoluzione delle controversie; formazione; assistenza tecnica, divulgazione di strumenti contrattuali; con l’obiettivo di sensibilizzare e informare i giuristi e gli imprenditori circa l’utilità dell’arbitrato e della risoluzione alternativa delle controversie e quindi potenziare il funzionamento dei sistemi giudiziari locali. +  
   
   
“AFRICA IN RETE”, ARRIVATI I COMPUTER IN GABON. APERTO UN INTERNET POINT E UNA SCUOLA NELLA FORESTA. TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: COMPUTER DALLA LOMBARDIA ALL’AFRICA.  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Sono stati consegnati i computer del progetto “Africa in Rete, Lombardia chiama Africa”, progetto voluto e sostenuto da Amici della Terra Lombardia, Regione Lombardia, Gaia animali & ambiente, Brainforest e Pro Africa. La missione è portata a compimento in questi giorni in Gabon dal coordinatore del Progetto, l’ex parlamentare Stefano Apuzzo, che è anche Assessore alle innovazioni tecnologiche del Comune di Rozzano (Milano). Agli amici ambientalisti della Ong gabonese “Brainforest” di Libreville sono stati consegnati 11 computer e un server, attivando un abbonamento alla linea dedicata a Internet. Gli ambientalisti gabonesi, Marc Onà Esangui e Thezy Ada Obiang, hanno preso in consegna l’hardware completo di programmi e le stampanti. I computer sono stati installati ed entro breve sarà attivo il primo “Green Internet Point”, all’interno del campus universitario della capitale, affacciata sull’Oceano Atlantico, nel Golfo di Guinea. Con la collaborazione dell’onorevole Michel Moussà altri 11 computer ed un server saranno portati a Makokou, un grosso centro nel cuore della foresta pluviale e qui installati nella scuola del Comune. Entro breve partiranno i corsi di alfabetizzazione informatica per gli abitanti di Makokou. Come previsto, sono state anche acquistate alcune piroghe, un motore fuoribordo e un telefono satellitare per supportare il lavoro della Ong gabonese Figet, “Giuseppe Vassallo”. La Figet ha già realizzato una parte del progetto per la valorizzazione eco-turistica del Parco nazionale dell’Ivindo-mingoulì, fortemente voluto dal compianto imprenditore ambientalista Giuseppe Vassallo, ex Console onorario del Gabon a Milano. Dopo il Gabon, il coordinatore del Progetto, che è anche Presidente dell’Associazione “Pro Africa”, dovrebbe recarsi per una missione umanitaria a Boma, nella Repubblica Democratica del Congo, dove è stato costruito un ambulatorio-dispensario medico e dove risiede il Vice Presidente di “Pro Africa, Padre Dieudonnè Theto Ngoma, supportato dal Gruppo di volontariato milanese delle “Mamme Pacini”. Infolink: www.Adtlombardia.it  
   
   
“AFRICA IN RETE”, ARRIVATI I COMPUTER IN GABON. APERTO UN INTERNET POINT E UNA SCUOLA NELLA FORESTA. TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: COMPUTER DALLA LOMBARDIA ALL’AFRICA.  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Sono stati consegnati i computer del progetto “Africa in Rete, Lombardia chiama Africa”, progetto voluto e sostenuto da Amici della Terra Lombardia, Regione Lombardia, Gaia animali & ambiente, Brainforest e Pro Africa. La missione è portata a compimento in questi giorni in Gabon dal coordinatore del Progetto, l’ex parlamentare Stefano Apuzzo, che è anche Assessore alle innovazioni tecnologiche del Comune di Rozzano (Milano). Agli amici ambientalisti della Ong gabonese “Brainforest” di Libreville sono stati consegnati 11 computer e un server, attivando un abbonamento alla linea dedicata a Internet. Gli ambientalisti gabonesi, Marc Onà Esangui e Thezy Ada Obiang, hanno preso in consegna l’hardware completo di programmi e le stampanti. I computer sono stati installati ed entro breve sarà attivo il primo “Green Internet Point”, all’interno del campus universitario della capitale, affacciata sull’Oceano Atlantico, nel Golfo di Guinea. Con la collaborazione dell’onorevole Michel Moussà altri 11 computer ed un server saranno portati a Makokou, un grosso centro nel cuore della foresta pluviale e qui installati nella scuola del Comune. Entro breve partiranno i corsi di alfabetizzazione informatica per gli abitanti di Makokou. Come previsto, sono state anche acquistate alcune piroghe, un motore fuoribordo e un telefono satellitare per supportare il lavoro della Ong gabonese Figet, “Giuseppe Vassallo”. La Figet ha già realizzato una parte del progetto per la valorizzazione eco-turistica del Parco nazionale dell’Ivindo-mingoulì, fortemente voluto dal compianto imprenditore ambientalista Giuseppe Vassallo, ex Console onorario del Gabon a Milano. Dopo il Gabon, il coordinatore del Progetto, che è anche Presidente dell’Associazione “Pro Africa”, dovrebbe recarsi per una missione umanitaria a Boma, nella Repubblica Democratica del Congo, dove è stato costruito un ambulatorio-dispensario medico e dove risiede il Vice Presidente di “Pro Africa, Padre Dieudonnè Theto Ngoma, supportato dal Gruppo di volontariato milanese delle “Mamme Pacini”. Infolink: www.Adtlombardia.it  
   
   
“AFRICA IN RETE”, ARRIVATI I COMPUTER IN GABON. APERTO UN INTERNET POINT E UNA SCUOLA NELLA FORESTA. TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: COMPUTER DALLA LOMBARDIA ALL’AFRICA.  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Sono stati consegnati i computer del progetto “Africa in Rete, Lombardia chiama Africa”, progetto voluto e sostenuto da Amici della Terra Lombardia, Regione Lombardia, Gaia animali & ambiente, Brainforest e Pro Africa. La missione è portata a compimento in questi giorni in Gabon dal coordinatore del Progetto, l’ex parlamentare Stefano Apuzzo, che è anche Assessore alle innovazioni tecnologiche del Comune di Rozzano (Milano). Agli amici ambientalisti della Ong gabonese “Brainforest” di Libreville sono stati consegnati 11 computer e un server, attivando un abbonamento alla linea dedicata a Internet. Gli ambientalisti gabonesi, Marc Onà Esangui e Thezy Ada Obiang, hanno preso in consegna l’hardware completo di programmi e le stampanti. I computer sono stati installati ed entro breve sarà attivo il primo “Green Internet Point”, all’interno del campus universitario della capitale, affacciata sull’Oceano Atlantico, nel Golfo di Guinea. Con la collaborazione dell’onorevole Michel Moussà altri 11 computer ed un server saranno portati a Makokou, un grosso centro nel cuore della foresta pluviale e qui installati nella scuola del Comune. Entro breve partiranno i corsi di alfabetizzazione informatica per gli abitanti di Makokou. Come previsto, sono state anche acquistate alcune piroghe, un motore fuoribordo e un telefono satellitare per supportare il lavoro della Ong gabonese Figet, “Giuseppe Vassallo”. La Figet ha già realizzato una parte del progetto per la valorizzazione eco-turistica del Parco nazionale dell’Ivindo-mingoulì, fortemente voluto dal compianto imprenditore ambientalista Giuseppe Vassallo, ex Console onorario del Gabon a Milano. Dopo il Gabon, il coordinatore del Progetto, che è anche Presidente dell’Associazione “Pro Africa”, dovrebbe recarsi per una missione umanitaria a Boma, nella Repubblica Democratica del Congo, dove è stato costruito un ambulatorio-dispensario medico e dove risiede il Vice Presidente di “Pro Africa, Padre Dieudonnè Theto Ngoma, supportato dal Gruppo di volontariato milanese delle “Mamme Pacini”. Infolink: www.Adtlombardia.it  
   
   
“AFRICA IN RETE”, ARRIVATI I COMPUTER IN GABON. APERTO UN INTERNET POINT E UNA SCUOLA NELLA FORESTA. TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: COMPUTER DALLA LOMBARDIA ALL’AFRICA.  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Sono stati consegnati i computer del progetto “Africa in Rete, Lombardia chiama Africa”, progetto voluto e sostenuto da Amici della Terra Lombardia, Regione Lombardia, Gaia animali & ambiente, Brainforest e Pro Africa. La missione è portata a compimento in questi giorni in Gabon dal coordinatore del Progetto, l’ex parlamentare Stefano Apuzzo, che è anche Assessore alle innovazioni tecnologiche del Comune di Rozzano (Milano). Agli amici ambientalisti della Ong gabonese “Brainforest” di Libreville sono stati consegnati 11 computer e un server, attivando un abbonamento alla linea dedicata a Internet. Gli ambientalisti gabonesi, Marc Onà Esangui e Thezy Ada Obiang, hanno preso in consegna l’hardware completo di programmi e le stampanti. I computer sono stati installati ed entro breve sarà attivo il primo “Green Internet Point”, all’interno del campus universitario della capitale, affacciata sull’Oceano Atlantico, nel Golfo di Guinea. Con la collaborazione dell’onorevole Michel Moussà altri 11 computer ed un server saranno portati a Makokou, un grosso centro nel cuore della foresta pluviale e qui installati nella scuola del Comune. Entro breve partiranno i corsi di alfabetizzazione informatica per gli abitanti di Makokou. Come previsto, sono state anche acquistate alcune piroghe, un motore fuoribordo e un telefono satellitare per supportare il lavoro della Ong gabonese Figet, “Giuseppe Vassallo”. La Figet ha già realizzato una parte del progetto per la valorizzazione eco-turistica del Parco nazionale dell’Ivindo-mingoulì, fortemente voluto dal compianto imprenditore ambientalista Giuseppe Vassallo, ex Console onorario del Gabon a Milano. Dopo il Gabon, il coordinatore del Progetto, che è anche Presidente dell’Associazione “Pro Africa”, dovrebbe recarsi per una missione umanitaria a Boma, nella Repubblica Democratica del Congo, dove è stato costruito un ambulatorio-dispensario medico e dove risiede il Vice Presidente di “Pro Africa, Padre Dieudonnè Theto Ngoma, supportato dal Gruppo di volontariato milanese delle “Mamme Pacini”. Infolink: www.Adtlombardia.it  
   
   
“AFRICA IN RETE”, ARRIVATI I COMPUTER IN GABON. APERTO UN INTERNET POINT E UNA SCUOLA NELLA FORESTA. TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: COMPUTER DALLA LOMBARDIA ALL’AFRICA.  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Sono stati consegnati i computer del progetto “Africa in Rete, Lombardia chiama Africa”, progetto voluto e sostenuto da Amici della Terra Lombardia, Regione Lombardia, Gaia animali & ambiente, Brainforest e Pro Africa. La missione è portata a compimento in questi giorni in Gabon dal coordinatore del Progetto, l’ex parlamentare Stefano Apuzzo, che è anche Assessore alle innovazioni tecnologiche del Comune di Rozzano (Milano). Agli amici ambientalisti della Ong gabonese “Brainforest” di Libreville sono stati consegnati 11 computer e un server, attivando un abbonamento alla linea dedicata a Internet. Gli ambientalisti gabonesi, Marc Onà Esangui e Thezy Ada Obiang, hanno preso in consegna l’hardware completo di programmi e le stampanti. I computer sono stati installati ed entro breve sarà attivo il primo “Green Internet Point”, all’interno del campus universitario della capitale, affacciata sull’Oceano Atlantico, nel Golfo di Guinea. Con la collaborazione dell’onorevole Michel Moussà altri 11 computer ed un server saranno portati a Makokou, un grosso centro nel cuore della foresta pluviale e qui installati nella scuola del Comune. Entro breve partiranno i corsi di alfabetizzazione informatica per gli abitanti di Makokou. Come previsto, sono state anche acquistate alcune piroghe, un motore fuoribordo e un telefono satellitare per supportare il lavoro della Ong gabonese Figet, “Giuseppe Vassallo”. La Figet ha già realizzato una parte del progetto per la valorizzazione eco-turistica del Parco nazionale dell’Ivindo-mingoulì, fortemente voluto dal compianto imprenditore ambientalista Giuseppe Vassallo, ex Console onorario del Gabon a Milano. Dopo il Gabon, il coordinatore del Progetto, che è anche Presidente dell’Associazione “Pro Africa”, dovrebbe recarsi per una missione umanitaria a Boma, nella Repubblica Democratica del Congo, dove è stato costruito un ambulatorio-dispensario medico e dove risiede il Vice Presidente di “Pro Africa, Padre Dieudonnè Theto Ngoma, supportato dal Gruppo di volontariato milanese delle “Mamme Pacini”. Infolink: www.Adtlombardia.it  
   
   
“AFRICA IN RETE”, ARRIVATI I COMPUTER IN GABON. APERTO UN INTERNET POINT E UNA SCUOLA NELLA FORESTA. TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: COMPUTER DALLA LOMBARDIA ALL’AFRICA.  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Sono stati consegnati i computer del progetto “Africa in Rete, Lombardia chiama Africa”, progetto voluto e sostenuto da Amici della Terra Lombardia, Regione Lombardia, Gaia animali & ambiente, Brainforest e Pro Africa. La missione è portata a compimento in questi giorni in Gabon dal coordinatore del Progetto, l’ex parlamentare Stefano Apuzzo, che è anche Assessore alle innovazioni tecnologiche del Comune di Rozzano (Milano). Agli amici ambientalisti della Ong gabonese “Brainforest” di Libreville sono stati consegnati 11 computer e un server, attivando un abbonamento alla linea dedicata a Internet. Gli ambientalisti gabonesi, Marc Onà Esangui e Thezy Ada Obiang, hanno preso in consegna l’hardware completo di programmi e le stampanti. I computer sono stati installati ed entro breve sarà attivo il primo “Green Internet Point”, all’interno del campus universitario della capitale, affacciata sull’Oceano Atlantico, nel Golfo di Guinea. Con la collaborazione dell’onorevole Michel Moussà altri 11 computer ed un server saranno portati a Makokou, un grosso centro nel cuore della foresta pluviale e qui installati nella scuola del Comune. Entro breve partiranno i corsi di alfabetizzazione informatica per gli abitanti di Makokou. Come previsto, sono state anche acquistate alcune piroghe, un motore fuoribordo e un telefono satellitare per supportare il lavoro della Ong gabonese Figet, “Giuseppe Vassallo”. La Figet ha già realizzato una parte del progetto per la valorizzazione eco-turistica del Parco nazionale dell’Ivindo-mingoulì, fortemente voluto dal compianto imprenditore ambientalista Giuseppe Vassallo, ex Console onorario del Gabon a Milano. Dopo il Gabon, il coordinatore del Progetto, che è anche Presidente dell’Associazione “Pro Africa”, dovrebbe recarsi per una missione umanitaria a Boma, nella Repubblica Democratica del Congo, dove è stato costruito un ambulatorio-dispensario medico e dove risiede il Vice Presidente di “Pro Africa, Padre Dieudonnè Theto Ngoma, supportato dal Gruppo di volontariato milanese delle “Mamme Pacini”. Infolink: www.Adtlombardia.it  
   
   
DUBAI E AZIENDE DELLE MARCHE DA OGGI PIÙ VICINE  
 
 Dubai, 7 Luglio 2004 - Si chiama I.g.g.p., ovvero Italian Group for Global Partnership, la società di diritto arabo, nata grazie all’incontro di due realtà imprenditoriali marchigiane (il Gruppo Datamarche e la Diamond snc) attive nel settore dei servizi (in particolare marketing, comunicazione e business travel) con il Dottor Bin Fahad Mubarak direttore generale del Dubai World Trade Centre. Grazie al grande dinamismo imprenditoriale, Bin Fahad Mubarak è stato insignito di uno dei massimi riconoscimenti per chi opera in Azienda e nel settore istituzionale nella regione medio-orientale: miglior Ceo del 2003. L'idea nasce dalla grande opportunità offerta alle imprese marchigiane di poter competere con i propri prodotti e servizi, in maniera privilegiata, in uno dei mercati di maggior sviluppo dei prossimi anni: Dubai. Sono centinaia infatti i progetti (e le opportunità di lavoro) approvati dal governo dell'Emirato Arabo finalizzati all'espansione della città e alla sua valorizzazione come meta turistica dei prossimi anni: alberghi, aereoporto (valore = 15 miliardi di dollari); metropolitane (valore = 6 miliardi di dollari); isole artificiali destinate ad abitazioni residenziali ( http://www.Nakheel.ae ); etc. Mr. Mubarak, convinto assertore del Made in Italy più esclusivo, visiterà le Marche e gli Imprenditori Marchigiani selezionati, nel mese di Novembre prossimo. A partire dalla fine del mese di Luglio fino ad Ottobre 2004, i responsabili I.g.g.p. Selezioneranno le Aziende marchigiane che, per qualità, serietà e tipologia dell'offerta, potranno entrare a far parte del network I.g.g.p. Le Aziende che ritenessero di avere i requisiti o che siano semplicemente interessate al progetto possono fin da oggi richiedere di essere contattate compilando il modulo che si trova On-line all'indirizzo http://www.Iggp.it/ita/contatti.asp Infolink: http://www.Iggp.it    
   
   
DUBAI E AZIENDE DELLE MARCHE DA OGGI PIÙ VICINE  
 
 Dubai, 7 Luglio 2004 - Si chiama I.g.g.p., ovvero Italian Group for Global Partnership, la società di diritto arabo, nata grazie all’incontro di due realtà imprenditoriali marchigiane (il Gruppo Datamarche e la Diamond snc) attive nel settore dei servizi (in particolare marketing, comunicazione e business travel) con il Dottor Bin Fahad Mubarak direttore generale del Dubai World Trade Centre. Grazie al grande dinamismo imprenditoriale, Bin Fahad Mubarak è stato insignito di uno dei massimi riconoscimenti per chi opera in Azienda e nel settore istituzionale nella regione medio-orientale: miglior Ceo del 2003. L'idea nasce dalla grande opportunità offerta alle imprese marchigiane di poter competere con i propri prodotti e servizi, in maniera privilegiata, in uno dei mercati di maggior sviluppo dei prossimi anni: Dubai. Sono centinaia infatti i progetti (e le opportunità di lavoro) approvati dal governo dell'Emirato Arabo finalizzati all'espansione della città e alla sua valorizzazione come meta turistica dei prossimi anni: alberghi, aereoporto (valore = 15 miliardi di dollari); metropolitane (valore = 6 miliardi di dollari); isole artificiali destinate ad abitazioni residenziali ( http://www.Nakheel.ae ); etc. Mr. Mubarak, convinto assertore del Made in Italy più esclusivo, visiterà le Marche e gli Imprenditori Marchigiani selezionati, nel mese di Novembre prossimo. A partire dalla fine del mese di Luglio fino ad Ottobre 2004, i responsabili I.g.g.p. Selezioneranno le Aziende marchigiane che, per qualità, serietà e tipologia dell'offerta, potranno entrare a far parte del network I.g.g.p. Le Aziende che ritenessero di avere i requisiti o che siano semplicemente interessate al progetto possono fin da oggi richiedere di essere contattate compilando il modulo che si trova On-line all'indirizzo http://www.Iggp.it/ita/contatti.asp Infolink: http://www.Iggp.it    
   
   
DUBAI E AZIENDE DELLE MARCHE DA OGGI PIÙ VICINE  
 
 Dubai, 7 Luglio 2004 - Si chiama I.g.g.p., ovvero Italian Group for Global Partnership, la società di diritto arabo, nata grazie all’incontro di due realtà imprenditoriali marchigiane (il Gruppo Datamarche e la Diamond snc) attive nel settore dei servizi (in particolare marketing, comunicazione e business travel) con il Dottor Bin Fahad Mubarak direttore generale del Dubai World Trade Centre. Grazie al grande dinamismo imprenditoriale, Bin Fahad Mubarak è stato insignito di uno dei massimi riconoscimenti per chi opera in Azienda e nel settore istituzionale nella regione medio-orientale: miglior Ceo del 2003. L'idea nasce dalla grande opportunità offerta alle imprese marchigiane di poter competere con i propri prodotti e servizi, in maniera privilegiata, in uno dei mercati di maggior sviluppo dei prossimi anni: Dubai. Sono centinaia infatti i progetti (e le opportunità di lavoro) approvati dal governo dell'Emirato Arabo finalizzati all'espansione della città e alla sua valorizzazione come meta turistica dei prossimi anni: alberghi, aereoporto (valore = 15 miliardi di dollari); metropolitane (valore = 6 miliardi di dollari); isole artificiali destinate ad abitazioni residenziali ( http://www.Nakheel.ae ); etc. Mr. Mubarak, convinto assertore del Made in Italy più esclusivo, visiterà le Marche e gli Imprenditori Marchigiani selezionati, nel mese di Novembre prossimo. A partire dalla fine del mese di Luglio fino ad Ottobre 2004, i responsabili I.g.g.p. Selezioneranno le Aziende marchigiane che, per qualità, serietà e tipologia dell'offerta, potranno entrare a far parte del network I.g.g.p. Le Aziende che ritenessero di avere i requisiti o che siano semplicemente interessate al progetto possono fin da oggi richiedere di essere contattate compilando il modulo che si trova On-line all'indirizzo http://www.Iggp.it/ita/contatti.asp Infolink: http://www.Iggp.it    
   
   
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 Dubai, 7 Luglio 2004 - Si chiama I.g.g.p., ovvero Italian Group for Global Partnership, la società di diritto arabo, nata grazie all’incontro di due realtà imprenditoriali marchigiane (il Gruppo Datamarche e la Diamond snc) attive nel settore dei servizi (in particolare marketing, comunicazione e business travel) con il Dottor Bin Fahad Mubarak direttore generale del Dubai World Trade Centre. Grazie al grande dinamismo imprenditoriale, Bin Fahad Mubarak è stato insignito di uno dei massimi riconoscimenti per chi opera in Azienda e nel settore istituzionale nella regione medio-orientale: miglior Ceo del 2003. L'idea nasce dalla grande opportunità offerta alle imprese marchigiane di poter competere con i propri prodotti e servizi, in maniera privilegiata, in uno dei mercati di maggior sviluppo dei prossimi anni: Dubai. Sono centinaia infatti i progetti (e le opportunità di lavoro) approvati dal governo dell'Emirato Arabo finalizzati all'espansione della città e alla sua valorizzazione come meta turistica dei prossimi anni: alberghi, aereoporto (valore = 15 miliardi di dollari); metropolitane (valore = 6 miliardi di dollari); isole artificiali destinate ad abitazioni residenziali ( http://www.Nakheel.ae ); etc. Mr. Mubarak, convinto assertore del Made in Italy più esclusivo, visiterà le Marche e gli Imprenditori Marchigiani selezionati, nel mese di Novembre prossimo. A partire dalla fine del mese di Luglio fino ad Ottobre 2004, i responsabili I.g.g.p. Selezioneranno le Aziende marchigiane che, per qualità, serietà e tipologia dell'offerta, potranno entrare a far parte del network I.g.g.p. Le Aziende che ritenessero di avere i requisiti o che siano semplicemente interessate al progetto possono fin da oggi richiedere di essere contattate compilando il modulo che si trova On-line all'indirizzo http://www.Iggp.it/ita/contatti.asp Infolink: http://www.Iggp.it    
   
   
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 Dubai, 7 Luglio 2004 - Si chiama I.g.g.p., ovvero Italian Group for Global Partnership, la società di diritto arabo, nata grazie all’incontro di due realtà imprenditoriali marchigiane (il Gruppo Datamarche e la Diamond snc) attive nel settore dei servizi (in particolare marketing, comunicazione e business travel) con il Dottor Bin Fahad Mubarak direttore generale del Dubai World Trade Centre. Grazie al grande dinamismo imprenditoriale, Bin Fahad Mubarak è stato insignito di uno dei massimi riconoscimenti per chi opera in Azienda e nel settore istituzionale nella regione medio-orientale: miglior Ceo del 2003. L'idea nasce dalla grande opportunità offerta alle imprese marchigiane di poter competere con i propri prodotti e servizi, in maniera privilegiata, in uno dei mercati di maggior sviluppo dei prossimi anni: Dubai. Sono centinaia infatti i progetti (e le opportunità di lavoro) approvati dal governo dell'Emirato Arabo finalizzati all'espansione della città e alla sua valorizzazione come meta turistica dei prossimi anni: alberghi, aereoporto (valore = 15 miliardi di dollari); metropolitane (valore = 6 miliardi di dollari); isole artificiali destinate ad abitazioni residenziali ( http://www.Nakheel.ae ); etc. Mr. Mubarak, convinto assertore del Made in Italy più esclusivo, visiterà le Marche e gli Imprenditori Marchigiani selezionati, nel mese di Novembre prossimo. A partire dalla fine del mese di Luglio fino ad Ottobre 2004, i responsabili I.g.g.p. Selezioneranno le Aziende marchigiane che, per qualità, serietà e tipologia dell'offerta, potranno entrare a far parte del network I.g.g.p. Le Aziende che ritenessero di avere i requisiti o che siano semplicemente interessate al progetto possono fin da oggi richiedere di essere contattate compilando il modulo che si trova On-line all'indirizzo http://www.Iggp.it/ita/contatti.asp Infolink: http://www.Iggp.it    
   
   
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 Dubai, 7 Luglio 2004 - Si chiama I.g.g.p., ovvero Italian Group for Global Partnership, la società di diritto arabo, nata grazie all’incontro di due realtà imprenditoriali marchigiane (il Gruppo Datamarche e la Diamond snc) attive nel settore dei servizi (in particolare marketing, comunicazione e business travel) con il Dottor Bin Fahad Mubarak direttore generale del Dubai World Trade Centre. Grazie al grande dinamismo imprenditoriale, Bin Fahad Mubarak è stato insignito di uno dei massimi riconoscimenti per chi opera in Azienda e nel settore istituzionale nella regione medio-orientale: miglior Ceo del 2003. L'idea nasce dalla grande opportunità offerta alle imprese marchigiane di poter competere con i propri prodotti e servizi, in maniera privilegiata, in uno dei mercati di maggior sviluppo dei prossimi anni: Dubai. Sono centinaia infatti i progetti (e le opportunità di lavoro) approvati dal governo dell'Emirato Arabo finalizzati all'espansione della città e alla sua valorizzazione come meta turistica dei prossimi anni: alberghi, aereoporto (valore = 15 miliardi di dollari); metropolitane (valore = 6 miliardi di dollari); isole artificiali destinate ad abitazioni residenziali ( http://www.Nakheel.ae ); etc. Mr. Mubarak, convinto assertore del Made in Italy più esclusivo, visiterà le Marche e gli Imprenditori Marchigiani selezionati, nel mese di Novembre prossimo. A partire dalla fine del mese di Luglio fino ad Ottobre 2004, i responsabili I.g.g.p. Selezioneranno le Aziende marchigiane che, per qualità, serietà e tipologia dell'offerta, potranno entrare a far parte del network I.g.g.p. Le Aziende che ritenessero di avere i requisiti o che siano semplicemente interessate al progetto possono fin da oggi richiedere di essere contattate compilando il modulo che si trova On-line all'indirizzo http://www.Iggp.it/ita/contatti.asp Infolink: http://www.Iggp.it    
   
   
VIMEC: 500 IMPIANTI AL MESE NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2004 SFIORATI I 34 MILIONI DI EURO DI FATTURATO NEL 2003  
 
 Luzzara (Reggio Emilia); 7 luglio 2004 - Vimec Spa - unica azienda di respiro internazionale produttrice di una gamma completa di strumenti atti al superamento delle barriere architettoniche - ha fatto il punto sulla situazione attuale del mercato durante la Convention aziendale organizzata recentemente per la propria rete di vendita Italia. Vimec ha ottenuto nel corso degli ultimi 10 anni una crescita continua e costante del proprio fatturato chiudendo l'anno fiscale 2003 a quota 33.8 milioni euro, equivalente a circa il triplo del fatturato conseguito nel 1994 e ponendosi l'obiettivo per il 2004 di raggiungere i 36 milioni di euro. Ottime le performance di Vimec anche per quanto riguarda il numero di impianti venduti, che dal 1994 al 2003 hanno visto un incremento del 170% arrivando a quota 5.024 unità vendute nell'ultimo anno. Anche il 2004 è iniziato alla grande per Vimec: nel primo semestre sono stati venduti 3.000 impianti, di cui il 60% circa in Italia e il 40% all'estero, raggiungendo così una crescita pari a +14% rispetto alle vendite del primo semestre del 2003. Vimec è da sempre molto attenta anche ai mercati esteri dove, durante l'ultimo anno fiscale, ha venduto 1.826 impianti che rappresentano circa il 40% del fatturato totale; una percentuale che è in crescita, anno dopo anno. Da ricordare il clamoroso successo in Cile dove Vimec ha ottenuto un elevato incremento delle vendite arrivando a decuplicare in soli 4 anni le esportazioni di ausili per l'abbattimento delle barriere architettoniche, con un incremento esponenziale degli ordini, in media dell'80% annuo.  
   
   
VIMEC: 500 IMPIANTI AL MESE NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2004 SFIORATI I 34 MILIONI DI EURO DI FATTURATO NEL 2003  
 
 Luzzara (Reggio Emilia); 7 luglio 2004 - Vimec Spa - unica azienda di respiro internazionale produttrice di una gamma completa di strumenti atti al superamento delle barriere architettoniche - ha fatto il punto sulla situazione attuale del mercato durante la Convention aziendale organizzata recentemente per la propria rete di vendita Italia. Vimec ha ottenuto nel corso degli ultimi 10 anni una crescita continua e costante del proprio fatturato chiudendo l'anno fiscale 2003 a quota 33.8 milioni euro, equivalente a circa il triplo del fatturato conseguito nel 1994 e ponendosi l'obiettivo per il 2004 di raggiungere i 36 milioni di euro. Ottime le performance di Vimec anche per quanto riguarda il numero di impianti venduti, che dal 1994 al 2003 hanno visto un incremento del 170% arrivando a quota 5.024 unità vendute nell'ultimo anno. Anche il 2004 è iniziato alla grande per Vimec: nel primo semestre sono stati venduti 3.000 impianti, di cui il 60% circa in Italia e il 40% all'estero, raggiungendo così una crescita pari a +14% rispetto alle vendite del primo semestre del 2003. Vimec è da sempre molto attenta anche ai mercati esteri dove, durante l'ultimo anno fiscale, ha venduto 1.826 impianti che rappresentano circa il 40% del fatturato totale; una percentuale che è in crescita, anno dopo anno. Da ricordare il clamoroso successo in Cile dove Vimec ha ottenuto un elevato incremento delle vendite arrivando a decuplicare in soli 4 anni le esportazioni di ausili per l'abbattimento delle barriere architettoniche, con un incremento esponenziale degli ordini, in media dell'80% annuo.  
   
   
VIMEC: 500 IMPIANTI AL MESE NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2004 SFIORATI I 34 MILIONI DI EURO DI FATTURATO NEL 2003  
 
 Luzzara (Reggio Emilia); 7 luglio 2004 - Vimec Spa - unica azienda di respiro internazionale produttrice di una gamma completa di strumenti atti al superamento delle barriere architettoniche - ha fatto il punto sulla situazione attuale del mercato durante la Convention aziendale organizzata recentemente per la propria rete di vendita Italia. Vimec ha ottenuto nel corso degli ultimi 10 anni una crescita continua e costante del proprio fatturato chiudendo l'anno fiscale 2003 a quota 33.8 milioni euro, equivalente a circa il triplo del fatturato conseguito nel 1994 e ponendosi l'obiettivo per il 2004 di raggiungere i 36 milioni di euro. Ottime le performance di Vimec anche per quanto riguarda il numero di impianti venduti, che dal 1994 al 2003 hanno visto un incremento del 170% arrivando a quota 5.024 unità vendute nell'ultimo anno. Anche il 2004 è iniziato alla grande per Vimec: nel primo semestre sono stati venduti 3.000 impianti, di cui il 60% circa in Italia e il 40% all'estero, raggiungendo così una crescita pari a +14% rispetto alle vendite del primo semestre del 2003. Vimec è da sempre molto attenta anche ai mercati esteri dove, durante l'ultimo anno fiscale, ha venduto 1.826 impianti che rappresentano circa il 40% del fatturato totale; una percentuale che è in crescita, anno dopo anno. Da ricordare il clamoroso successo in Cile dove Vimec ha ottenuto un elevato incremento delle vendite arrivando a decuplicare in soli 4 anni le esportazioni di ausili per l'abbattimento delle barriere architettoniche, con un incremento esponenziale degli ordini, in media dell'80% annuo.  
   
   
VIMEC: 500 IMPIANTI AL MESE NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2004 SFIORATI I 34 MILIONI DI EURO DI FATTURATO NEL 2003  
 
 Luzzara (Reggio Emilia); 7 luglio 2004 - Vimec Spa - unica azienda di respiro internazionale produttrice di una gamma completa di strumenti atti al superamento delle barriere architettoniche - ha fatto il punto sulla situazione attuale del mercato durante la Convention aziendale organizzata recentemente per la propria rete di vendita Italia. Vimec ha ottenuto nel corso degli ultimi 10 anni una crescita continua e costante del proprio fatturato chiudendo l'anno fiscale 2003 a quota 33.8 milioni euro, equivalente a circa il triplo del fatturato conseguito nel 1994 e ponendosi l'obiettivo per il 2004 di raggiungere i 36 milioni di euro. Ottime le performance di Vimec anche per quanto riguarda il numero di impianti venduti, che dal 1994 al 2003 hanno visto un incremento del 170% arrivando a quota 5.024 unità vendute nell'ultimo anno. Anche il 2004 è iniziato alla grande per Vimec: nel primo semestre sono stati venduti 3.000 impianti, di cui il 60% circa in Italia e il 40% all'estero, raggiungendo così una crescita pari a +14% rispetto alle vendite del primo semestre del 2003. Vimec è da sempre molto attenta anche ai mercati esteri dove, durante l'ultimo anno fiscale, ha venduto 1.826 impianti che rappresentano circa il 40% del fatturato totale; una percentuale che è in crescita, anno dopo anno. Da ricordare il clamoroso successo in Cile dove Vimec ha ottenuto un elevato incremento delle vendite arrivando a decuplicare in soli 4 anni le esportazioni di ausili per l'abbattimento delle barriere architettoniche, con un incremento esponenziale degli ordini, in media dell'80% annuo.  
   
   
VIMEC: 500 IMPIANTI AL MESE NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2004 SFIORATI I 34 MILIONI DI EURO DI FATTURATO NEL 2003  
 
 Luzzara (Reggio Emilia); 7 luglio 2004 - Vimec Spa - unica azienda di respiro internazionale produttrice di una gamma completa di strumenti atti al superamento delle barriere architettoniche - ha fatto il punto sulla situazione attuale del mercato durante la Convention aziendale organizzata recentemente per la propria rete di vendita Italia. Vimec ha ottenuto nel corso degli ultimi 10 anni una crescita continua e costante del proprio fatturato chiudendo l'anno fiscale 2003 a quota 33.8 milioni euro, equivalente a circa il triplo del fatturato conseguito nel 1994 e ponendosi l'obiettivo per il 2004 di raggiungere i 36 milioni di euro. Ottime le performance di Vimec anche per quanto riguarda il numero di impianti venduti, che dal 1994 al 2003 hanno visto un incremento del 170% arrivando a quota 5.024 unità vendute nell'ultimo anno. Anche il 2004 è iniziato alla grande per Vimec: nel primo semestre sono stati venduti 3.000 impianti, di cui il 60% circa in Italia e il 40% all'estero, raggiungendo così una crescita pari a +14% rispetto alle vendite del primo semestre del 2003. Vimec è da sempre molto attenta anche ai mercati esteri dove, durante l'ultimo anno fiscale, ha venduto 1.826 impianti che rappresentano circa il 40% del fatturato totale; una percentuale che è in crescita, anno dopo anno. Da ricordare il clamoroso successo in Cile dove Vimec ha ottenuto un elevato incremento delle vendite arrivando a decuplicare in soli 4 anni le esportazioni di ausili per l'abbattimento delle barriere architettoniche, con un incremento esponenziale degli ordini, in media dell'80% annuo.  
   
   
VIMEC: 500 IMPIANTI AL MESE NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2004 SFIORATI I 34 MILIONI DI EURO DI FATTURATO NEL 2003  
 
 Luzzara (Reggio Emilia); 7 luglio 2004 - Vimec Spa - unica azienda di respiro internazionale produttrice di una gamma completa di strumenti atti al superamento delle barriere architettoniche - ha fatto il punto sulla situazione attuale del mercato durante la Convention aziendale organizzata recentemente per la propria rete di vendita Italia. Vimec ha ottenuto nel corso degli ultimi 10 anni una crescita continua e costante del proprio fatturato chiudendo l'anno fiscale 2003 a quota 33.8 milioni euro, equivalente a circa il triplo del fatturato conseguito nel 1994 e ponendosi l'obiettivo per il 2004 di raggiungere i 36 milioni di euro. Ottime le performance di Vimec anche per quanto riguarda il numero di impianti venduti, che dal 1994 al 2003 hanno visto un incremento del 170% arrivando a quota 5.024 unità vendute nell'ultimo anno. Anche il 2004 è iniziato alla grande per Vimec: nel primo semestre sono stati venduti 3.000 impianti, di cui il 60% circa in Italia e il 40% all'estero, raggiungendo così una crescita pari a +14% rispetto alle vendite del primo semestre del 2003. Vimec è da sempre molto attenta anche ai mercati esteri dove, durante l'ultimo anno fiscale, ha venduto 1.826 impianti che rappresentano circa il 40% del fatturato totale; una percentuale che è in crescita, anno dopo anno. Da ricordare il clamoroso successo in Cile dove Vimec ha ottenuto un elevato incremento delle vendite arrivando a decuplicare in soli 4 anni le esportazioni di ausili per l'abbattimento delle barriere architettoniche, con un incremento esponenziale degli ordini, in media dell'80% annuo.  
   
   
EUROWINGS: IN UTILE L’ANNO FINANZIARIO 2003 PROSPETTIVE DI CRESCITA PER GERMANINGS  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Friedrich Wilhelm Weitholz, amministratore delegato di Eurowings Ag, gruppo partecipato Lufthansa e proprietario di Germanwings Gmbh, ha annunciato che la compagnia ha nuovamente concluso l’anno fiscale in utile. “Nonostante la generale crisi del settore siamo riusciti, come poche altre compagnie aeree, a consolidare la nostra posizione sul mercato e a chiudere in utile l’anno fiscale. Anche i risultati di Germanwings, low cost del gruppo Eurowings, sono incoraggianti: prevediamo infatti che la compagnia chiuderà l’anno fiscale in corso in maniera positiva” ha detto Weitholz. Germanwings si è posizionata sul mercato velocemente e con successo: “Più del 93% dei voli Germanwings viene attualmente prenotato via internet, mentre il sito www.Germanwings.com è diventato uno dei portali di viaggio più importanti presenti Germania” ha commentato Weitholz. Per la stagione estiva in corso, Germanwings offre dall’hub di Colonia/bonn voli per 34 destinazioni. “Il successo riscosso da Germanwings ci dà ragione: la scelta di entrare nel mercato dei voli low cost, nel 2002, si è rivelata vincente”. Nello scorso anno finanziario (1 gennaio - 31 dicembre 2003) il gruppo Eurowings ha realizzato un fatturato di 632 milioni di euro, una crescita dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Nonostante gli alti costi operativi dovuti al lancio di Germawings il gruppo Eurowings ha realizzato un profitto di 0,9 milioni di Euro. Il risultato operativo è di 8 milioni di euro (anno precedente: 12,8 milioni di euro). Nel 2003, Eurowings ha trasportato 5.325 milioni di persone, di cui 2,4 milioni con Germanwings: si tratta del più alto numero di passeggeri che abbiano mai volato con Eurowings. Il numero dei passeggeri trasportati si è tuttavia rivelato inferiore alle aspettative, a causa della difficile situazione internazionale. Molto forte è anche la concorrenza nel settore dell’aviazione: “Le compagnie aeree si contendono quote di mercato e, in Germania, l’offerta delle compagnie no frills è superiore alla domanda. Interessante sarà osservare come interagiranno, in futuro, le compagnie low cost e quelle tradizionali” ha commentato Friedrich Wilhelm Weitholz. Nell’ottobre 2003 i partner regionali del gruppo Lufthansa Ag hanno contratto una nuova alleanza, denominata Lufthansa Regional. “L’obiettivo di Eurowings è di offrire un prodotto flessibile a prezzi competitivi nella cornice delle alleanze regionali Lufthansa. Air Dolomiti, Augsburg Airways, Contact Air, Lufthansa Cityline e Eurowings potranno esprimere al meglio le proprie potenzialità all’interno della nuova alleanza. Allo stesso tempo, il sistema delle linee aeree regionali sarà gestito ora in maniera più semplice” ha detto Friedrich Wilhelm Weitholz. Durante il 2003 Eurowings ha operato complessivamente con 41 aerei. Attualmente Germanwings opera con 12 Aerbus A319 e 320. Nonostante la difficile situazione congiunturale, Friedrich Wilhelm Weitholz si pronuncia in maniera positiva per l’anno finanziario in corso. Il settore dell’aviazione è in crescita, anche se molti sono i cambiamenti in atto e la concorrenza è agguerrita. Per Germanwings Weitholz prevede un’ulteriore crescita: “Germanwings è destinata a crescere e la sua stabilità, sicurezza e affidabilità sono state recepite con favore dal mercato. Germanwings è ormai una compagnia leader nei suoi hub di Colonia/bonn e Stoccarda. Anche il numero dei passeggeri provenienti dall’estero e diretti a Colonia/bonn e Stoccarda è in continua crescita” ha concluso Friedrich Wilhelm Weitholz.  
   
   
EUROWINGS: IN UTILE L’ANNO FINANZIARIO 2003 PROSPETTIVE DI CRESCITA PER GERMANINGS  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Friedrich Wilhelm Weitholz, amministratore delegato di Eurowings Ag, gruppo partecipato Lufthansa e proprietario di Germanwings Gmbh, ha annunciato che la compagnia ha nuovamente concluso l’anno fiscale in utile. “Nonostante la generale crisi del settore siamo riusciti, come poche altre compagnie aeree, a consolidare la nostra posizione sul mercato e a chiudere in utile l’anno fiscale. Anche i risultati di Germanwings, low cost del gruppo Eurowings, sono incoraggianti: prevediamo infatti che la compagnia chiuderà l’anno fiscale in corso in maniera positiva” ha detto Weitholz. Germanwings si è posizionata sul mercato velocemente e con successo: “Più del 93% dei voli Germanwings viene attualmente prenotato via internet, mentre il sito www.Germanwings.com è diventato uno dei portali di viaggio più importanti presenti Germania” ha commentato Weitholz. Per la stagione estiva in corso, Germanwings offre dall’hub di Colonia/bonn voli per 34 destinazioni. “Il successo riscosso da Germanwings ci dà ragione: la scelta di entrare nel mercato dei voli low cost, nel 2002, si è rivelata vincente”. Nello scorso anno finanziario (1 gennaio - 31 dicembre 2003) il gruppo Eurowings ha realizzato un fatturato di 632 milioni di euro, una crescita dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Nonostante gli alti costi operativi dovuti al lancio di Germawings il gruppo Eurowings ha realizzato un profitto di 0,9 milioni di Euro. Il risultato operativo è di 8 milioni di euro (anno precedente: 12,8 milioni di euro). Nel 2003, Eurowings ha trasportato 5.325 milioni di persone, di cui 2,4 milioni con Germanwings: si tratta del più alto numero di passeggeri che abbiano mai volato con Eurowings. Il numero dei passeggeri trasportati si è tuttavia rivelato inferiore alle aspettative, a causa della difficile situazione internazionale. Molto forte è anche la concorrenza nel settore dell’aviazione: “Le compagnie aeree si contendono quote di mercato e, in Germania, l’offerta delle compagnie no frills è superiore alla domanda. Interessante sarà osservare come interagiranno, in futuro, le compagnie low cost e quelle tradizionali” ha commentato Friedrich Wilhelm Weitholz. Nell’ottobre 2003 i partner regionali del gruppo Lufthansa Ag hanno contratto una nuova alleanza, denominata Lufthansa Regional. “L’obiettivo di Eurowings è di offrire un prodotto flessibile a prezzi competitivi nella cornice delle alleanze regionali Lufthansa. Air Dolomiti, Augsburg Airways, Contact Air, Lufthansa Cityline e Eurowings potranno esprimere al meglio le proprie potenzialità all’interno della nuova alleanza. Allo stesso tempo, il sistema delle linee aeree regionali sarà gestito ora in maniera più semplice” ha detto Friedrich Wilhelm Weitholz. Durante il 2003 Eurowings ha operato complessivamente con 41 aerei. Attualmente Germanwings opera con 12 Aerbus A319 e 320. Nonostante la difficile situazione congiunturale, Friedrich Wilhelm Weitholz si pronuncia in maniera positiva per l’anno finanziario in corso. Il settore dell’aviazione è in crescita, anche se molti sono i cambiamenti in atto e la concorrenza è agguerrita. Per Germanwings Weitholz prevede un’ulteriore crescita: “Germanwings è destinata a crescere e la sua stabilità, sicurezza e affidabilità sono state recepite con favore dal mercato. Germanwings è ormai una compagnia leader nei suoi hub di Colonia/bonn e Stoccarda. Anche il numero dei passeggeri provenienti dall’estero e diretti a Colonia/bonn e Stoccarda è in continua crescita” ha concluso Friedrich Wilhelm Weitholz.  
   
   
EUROWINGS: IN UTILE L’ANNO FINANZIARIO 2003 PROSPETTIVE DI CRESCITA PER GERMANINGS  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Friedrich Wilhelm Weitholz, amministratore delegato di Eurowings Ag, gruppo partecipato Lufthansa e proprietario di Germanwings Gmbh, ha annunciato che la compagnia ha nuovamente concluso l’anno fiscale in utile. “Nonostante la generale crisi del settore siamo riusciti, come poche altre compagnie aeree, a consolidare la nostra posizione sul mercato e a chiudere in utile l’anno fiscale. Anche i risultati di Germanwings, low cost del gruppo Eurowings, sono incoraggianti: prevediamo infatti che la compagnia chiuderà l’anno fiscale in corso in maniera positiva” ha detto Weitholz. Germanwings si è posizionata sul mercato velocemente e con successo: “Più del 93% dei voli Germanwings viene attualmente prenotato via internet, mentre il sito www.Germanwings.com è diventato uno dei portali di viaggio più importanti presenti Germania” ha commentato Weitholz. Per la stagione estiva in corso, Germanwings offre dall’hub di Colonia/bonn voli per 34 destinazioni. “Il successo riscosso da Germanwings ci dà ragione: la scelta di entrare nel mercato dei voli low cost, nel 2002, si è rivelata vincente”. Nello scorso anno finanziario (1 gennaio - 31 dicembre 2003) il gruppo Eurowings ha realizzato un fatturato di 632 milioni di euro, una crescita dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Nonostante gli alti costi operativi dovuti al lancio di Germawings il gruppo Eurowings ha realizzato un profitto di 0,9 milioni di Euro. Il risultato operativo è di 8 milioni di euro (anno precedente: 12,8 milioni di euro). Nel 2003, Eurowings ha trasportato 5.325 milioni di persone, di cui 2,4 milioni con Germanwings: si tratta del più alto numero di passeggeri che abbiano mai volato con Eurowings. Il numero dei passeggeri trasportati si è tuttavia rivelato inferiore alle aspettative, a causa della difficile situazione internazionale. Molto forte è anche la concorrenza nel settore dell’aviazione: “Le compagnie aeree si contendono quote di mercato e, in Germania, l’offerta delle compagnie no frills è superiore alla domanda. Interessante sarà osservare come interagiranno, in futuro, le compagnie low cost e quelle tradizionali” ha commentato Friedrich Wilhelm Weitholz. Nell’ottobre 2003 i partner regionali del gruppo Lufthansa Ag hanno contratto una nuova alleanza, denominata Lufthansa Regional. “L’obiettivo di Eurowings è di offrire un prodotto flessibile a prezzi competitivi nella cornice delle alleanze regionali Lufthansa. Air Dolomiti, Augsburg Airways, Contact Air, Lufthansa Cityline e Eurowings potranno esprimere al meglio le proprie potenzialità all’interno della nuova alleanza. Allo stesso tempo, il sistema delle linee aeree regionali sarà gestito ora in maniera più semplice” ha detto Friedrich Wilhelm Weitholz. Durante il 2003 Eurowings ha operato complessivamente con 41 aerei. Attualmente Germanwings opera con 12 Aerbus A319 e 320. Nonostante la difficile situazione congiunturale, Friedrich Wilhelm Weitholz si pronuncia in maniera positiva per l’anno finanziario in corso. Il settore dell’aviazione è in crescita, anche se molti sono i cambiamenti in atto e la concorrenza è agguerrita. Per Germanwings Weitholz prevede un’ulteriore crescita: “Germanwings è destinata a crescere e la sua stabilità, sicurezza e affidabilità sono state recepite con favore dal mercato. Germanwings è ormai una compagnia leader nei suoi hub di Colonia/bonn e Stoccarda. Anche il numero dei passeggeri provenienti dall’estero e diretti a Colonia/bonn e Stoccarda è in continua crescita” ha concluso Friedrich Wilhelm Weitholz.  
   
   
EUROWINGS: IN UTILE L’ANNO FINANZIARIO 2003 PROSPETTIVE DI CRESCITA PER GERMANINGS  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Friedrich Wilhelm Weitholz, amministratore delegato di Eurowings Ag, gruppo partecipato Lufthansa e proprietario di Germanwings Gmbh, ha annunciato che la compagnia ha nuovamente concluso l’anno fiscale in utile. “Nonostante la generale crisi del settore siamo riusciti, come poche altre compagnie aeree, a consolidare la nostra posizione sul mercato e a chiudere in utile l’anno fiscale. Anche i risultati di Germanwings, low cost del gruppo Eurowings, sono incoraggianti: prevediamo infatti che la compagnia chiuderà l’anno fiscale in corso in maniera positiva” ha detto Weitholz. Germanwings si è posizionata sul mercato velocemente e con successo: “Più del 93% dei voli Germanwings viene attualmente prenotato via internet, mentre il sito www.Germanwings.com è diventato uno dei portali di viaggio più importanti presenti Germania” ha commentato Weitholz. Per la stagione estiva in corso, Germanwings offre dall’hub di Colonia/bonn voli per 34 destinazioni. “Il successo riscosso da Germanwings ci dà ragione: la scelta di entrare nel mercato dei voli low cost, nel 2002, si è rivelata vincente”. Nello scorso anno finanziario (1 gennaio - 31 dicembre 2003) il gruppo Eurowings ha realizzato un fatturato di 632 milioni di euro, una crescita dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Nonostante gli alti costi operativi dovuti al lancio di Germawings il gruppo Eurowings ha realizzato un profitto di 0,9 milioni di Euro. Il risultato operativo è di 8 milioni di euro (anno precedente: 12,8 milioni di euro). Nel 2003, Eurowings ha trasportato 5.325 milioni di persone, di cui 2,4 milioni con Germanwings: si tratta del più alto numero di passeggeri che abbiano mai volato con Eurowings. Il numero dei passeggeri trasportati si è tuttavia rivelato inferiore alle aspettative, a causa della difficile situazione internazionale. Molto forte è anche la concorrenza nel settore dell’aviazione: “Le compagnie aeree si contendono quote di mercato e, in Germania, l’offerta delle compagnie no frills è superiore alla domanda. Interessante sarà osservare come interagiranno, in futuro, le compagnie low cost e quelle tradizionali” ha commentato Friedrich Wilhelm Weitholz. Nell’ottobre 2003 i partner regionali del gruppo Lufthansa Ag hanno contratto una nuova alleanza, denominata Lufthansa Regional. “L’obiettivo di Eurowings è di offrire un prodotto flessibile a prezzi competitivi nella cornice delle alleanze regionali Lufthansa. Air Dolomiti, Augsburg Airways, Contact Air, Lufthansa Cityline e Eurowings potranno esprimere al meglio le proprie potenzialità all’interno della nuova alleanza. Allo stesso tempo, il sistema delle linee aeree regionali sarà gestito ora in maniera più semplice” ha detto Friedrich Wilhelm Weitholz. Durante il 2003 Eurowings ha operato complessivamente con 41 aerei. Attualmente Germanwings opera con 12 Aerbus A319 e 320. Nonostante la difficile situazione congiunturale, Friedrich Wilhelm Weitholz si pronuncia in maniera positiva per l’anno finanziario in corso. Il settore dell’aviazione è in crescita, anche se molti sono i cambiamenti in atto e la concorrenza è agguerrita. Per Germanwings Weitholz prevede un’ulteriore crescita: “Germanwings è destinata a crescere e la sua stabilità, sicurezza e affidabilità sono state recepite con favore dal mercato. Germanwings è ormai una compagnia leader nei suoi hub di Colonia/bonn e Stoccarda. Anche il numero dei passeggeri provenienti dall’estero e diretti a Colonia/bonn e Stoccarda è in continua crescita” ha concluso Friedrich Wilhelm Weitholz.  
   
   
EUROWINGS: IN UTILE L’ANNO FINANZIARIO 2003 PROSPETTIVE DI CRESCITA PER GERMANINGS  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Friedrich Wilhelm Weitholz, amministratore delegato di Eurowings Ag, gruppo partecipato Lufthansa e proprietario di Germanwings Gmbh, ha annunciato che la compagnia ha nuovamente concluso l’anno fiscale in utile. “Nonostante la generale crisi del settore siamo riusciti, come poche altre compagnie aeree, a consolidare la nostra posizione sul mercato e a chiudere in utile l’anno fiscale. Anche i risultati di Germanwings, low cost del gruppo Eurowings, sono incoraggianti: prevediamo infatti che la compagnia chiuderà l’anno fiscale in corso in maniera positiva” ha detto Weitholz. Germanwings si è posizionata sul mercato velocemente e con successo: “Più del 93% dei voli Germanwings viene attualmente prenotato via internet, mentre il sito www.Germanwings.com è diventato uno dei portali di viaggio più importanti presenti Germania” ha commentato Weitholz. Per la stagione estiva in corso, Germanwings offre dall’hub di Colonia/bonn voli per 34 destinazioni. “Il successo riscosso da Germanwings ci dà ragione: la scelta di entrare nel mercato dei voli low cost, nel 2002, si è rivelata vincente”. Nello scorso anno finanziario (1 gennaio - 31 dicembre 2003) il gruppo Eurowings ha realizzato un fatturato di 632 milioni di euro, una crescita dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Nonostante gli alti costi operativi dovuti al lancio di Germawings il gruppo Eurowings ha realizzato un profitto di 0,9 milioni di Euro. Il risultato operativo è di 8 milioni di euro (anno precedente: 12,8 milioni di euro). Nel 2003, Eurowings ha trasportato 5.325 milioni di persone, di cui 2,4 milioni con Germanwings: si tratta del più alto numero di passeggeri che abbiano mai volato con Eurowings. Il numero dei passeggeri trasportati si è tuttavia rivelato inferiore alle aspettative, a causa della difficile situazione internazionale. Molto forte è anche la concorrenza nel settore dell’aviazione: “Le compagnie aeree si contendono quote di mercato e, in Germania, l’offerta delle compagnie no frills è superiore alla domanda. Interessante sarà osservare come interagiranno, in futuro, le compagnie low cost e quelle tradizionali” ha commentato Friedrich Wilhelm Weitholz. Nell’ottobre 2003 i partner regionali del gruppo Lufthansa Ag hanno contratto una nuova alleanza, denominata Lufthansa Regional. “L’obiettivo di Eurowings è di offrire un prodotto flessibile a prezzi competitivi nella cornice delle alleanze regionali Lufthansa. Air Dolomiti, Augsburg Airways, Contact Air, Lufthansa Cityline e Eurowings potranno esprimere al meglio le proprie potenzialità all’interno della nuova alleanza. Allo stesso tempo, il sistema delle linee aeree regionali sarà gestito ora in maniera più semplice” ha detto Friedrich Wilhelm Weitholz. Durante il 2003 Eurowings ha operato complessivamente con 41 aerei. Attualmente Germanwings opera con 12 Aerbus A319 e 320. Nonostante la difficile situazione congiunturale, Friedrich Wilhelm Weitholz si pronuncia in maniera positiva per l’anno finanziario in corso. Il settore dell’aviazione è in crescita, anche se molti sono i cambiamenti in atto e la concorrenza è agguerrita. Per Germanwings Weitholz prevede un’ulteriore crescita: “Germanwings è destinata a crescere e la sua stabilità, sicurezza e affidabilità sono state recepite con favore dal mercato. Germanwings è ormai una compagnia leader nei suoi hub di Colonia/bonn e Stoccarda. Anche il numero dei passeggeri provenienti dall’estero e diretti a Colonia/bonn e Stoccarda è in continua crescita” ha concluso Friedrich Wilhelm Weitholz.  
   
   
EUROWINGS: IN UTILE L’ANNO FINANZIARIO 2003 PROSPETTIVE DI CRESCITA PER GERMANINGS  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Friedrich Wilhelm Weitholz, amministratore delegato di Eurowings Ag, gruppo partecipato Lufthansa e proprietario di Germanwings Gmbh, ha annunciato che la compagnia ha nuovamente concluso l’anno fiscale in utile. “Nonostante la generale crisi del settore siamo riusciti, come poche altre compagnie aeree, a consolidare la nostra posizione sul mercato e a chiudere in utile l’anno fiscale. Anche i risultati di Germanwings, low cost del gruppo Eurowings, sono incoraggianti: prevediamo infatti che la compagnia chiuderà l’anno fiscale in corso in maniera positiva” ha detto Weitholz. Germanwings si è posizionata sul mercato velocemente e con successo: “Più del 93% dei voli Germanwings viene attualmente prenotato via internet, mentre il sito www.Germanwings.com è diventato uno dei portali di viaggio più importanti presenti Germania” ha commentato Weitholz. Per la stagione estiva in corso, Germanwings offre dall’hub di Colonia/bonn voli per 34 destinazioni. “Il successo riscosso da Germanwings ci dà ragione: la scelta di entrare nel mercato dei voli low cost, nel 2002, si è rivelata vincente”. Nello scorso anno finanziario (1 gennaio - 31 dicembre 2003) il gruppo Eurowings ha realizzato un fatturato di 632 milioni di euro, una crescita dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Nonostante gli alti costi operativi dovuti al lancio di Germawings il gruppo Eurowings ha realizzato un profitto di 0,9 milioni di Euro. Il risultato operativo è di 8 milioni di euro (anno precedente: 12,8 milioni di euro). Nel 2003, Eurowings ha trasportato 5.325 milioni di persone, di cui 2,4 milioni con Germanwings: si tratta del più alto numero di passeggeri che abbiano mai volato con Eurowings. Il numero dei passeggeri trasportati si è tuttavia rivelato inferiore alle aspettative, a causa della difficile situazione internazionale. Molto forte è anche la concorrenza nel settore dell’aviazione: “Le compagnie aeree si contendono quote di mercato e, in Germania, l’offerta delle compagnie no frills è superiore alla domanda. Interessante sarà osservare come interagiranno, in futuro, le compagnie low cost e quelle tradizionali” ha commentato Friedrich Wilhelm Weitholz. Nell’ottobre 2003 i partner regionali del gruppo Lufthansa Ag hanno contratto una nuova alleanza, denominata Lufthansa Regional. “L’obiettivo di Eurowings è di offrire un prodotto flessibile a prezzi competitivi nella cornice delle alleanze regionali Lufthansa. Air Dolomiti, Augsburg Airways, Contact Air, Lufthansa Cityline e Eurowings potranno esprimere al meglio le proprie potenzialità all’interno della nuova alleanza. Allo stesso tempo, il sistema delle linee aeree regionali sarà gestito ora in maniera più semplice” ha detto Friedrich Wilhelm Weitholz. Durante il 2003 Eurowings ha operato complessivamente con 41 aerei. Attualmente Germanwings opera con 12 Aerbus A319 e 320. Nonostante la difficile situazione congiunturale, Friedrich Wilhelm Weitholz si pronuncia in maniera positiva per l’anno finanziario in corso. Il settore dell’aviazione è in crescita, anche se molti sono i cambiamenti in atto e la concorrenza è agguerrita. Per Germanwings Weitholz prevede un’ulteriore crescita: “Germanwings è destinata a crescere e la sua stabilità, sicurezza e affidabilità sono state recepite con favore dal mercato. Germanwings è ormai una compagnia leader nei suoi hub di Colonia/bonn e Stoccarda. Anche il numero dei passeggeri provenienti dall’estero e diretti a Colonia/bonn e Stoccarda è in continua crescita” ha concluso Friedrich Wilhelm Weitholz.  
   
   
RC AUTO: OTTIMISMO IMMOTIVATO DI CERCHIAI. IL CODACONS AVVIERA’ LA RACCOLTA FIRME PER UN REFERENDUM FINALIZZATO AD ELIMINARE L’OBBLIGATORIETA’ DELLA RC AUTO  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Il Codacons ringrazia il Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai per aver informato i cittadini che le tariffe rc auto sono ferme o addirittura in diminuzione, ma ricorda a Cerchiai, e al ministro Marzano, che una riduzione delle tariffe dello 0,22% non interessa proprio a nessuno. Soprattutto non interessa a quegli assicurati che in 10 anni hanno subito aumenti del 390% delle polizze, e ai quali quello 0,22% di calo, ammesso che sia reale, appare come una vera e propria presa per i fondelli. Non ci può essere nessun ottimismo nell’informare che le tariffe sono ferme dopo che milioni di assicurati negli anni sono stati “massacrati” da aumenti sconsiderati e selvaggi. E il Codacons annuncia oggi una clamorosa iniziativa finalizzata a porre fine alla superbia e allo strapotere delle compagnie di assicurazione: “Avvieremo in questi giorni – fa sapere Carlo Rienzi, Presidente Codacons - la raccolta delle firme per un referendum volto ad abrogare l’obbligatorietà della rc auto. E’ assurdo – prosegue Rienzi – che il cittadino debba essere obbligato ad assicurare la propria vettura, mentre in capo alle imprese assicuratrici non c’è alcun obbligo o limite circa le tariffe praticate. Uno squilibrio evidente che negli anni ha provocato la crescita abnorme delle tariffe rc auto”.  
   
   
RC AUTO: OTTIMISMO IMMOTIVATO DI CERCHIAI. IL CODACONS AVVIERA’ LA RACCOLTA FIRME PER UN REFERENDUM FINALIZZATO AD ELIMINARE L’OBBLIGATORIETA’ DELLA RC AUTO  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Il Codacons ringrazia il Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai per aver informato i cittadini che le tariffe rc auto sono ferme o addirittura in diminuzione, ma ricorda a Cerchiai, e al ministro Marzano, che una riduzione delle tariffe dello 0,22% non interessa proprio a nessuno. Soprattutto non interessa a quegli assicurati che in 10 anni hanno subito aumenti del 390% delle polizze, e ai quali quello 0,22% di calo, ammesso che sia reale, appare come una vera e propria presa per i fondelli. Non ci può essere nessun ottimismo nell’informare che le tariffe sono ferme dopo che milioni di assicurati negli anni sono stati “massacrati” da aumenti sconsiderati e selvaggi. E il Codacons annuncia oggi una clamorosa iniziativa finalizzata a porre fine alla superbia e allo strapotere delle compagnie di assicurazione: “Avvieremo in questi giorni – fa sapere Carlo Rienzi, Presidente Codacons - la raccolta delle firme per un referendum volto ad abrogare l’obbligatorietà della rc auto. E’ assurdo – prosegue Rienzi – che il cittadino debba essere obbligato ad assicurare la propria vettura, mentre in capo alle imprese assicuratrici non c’è alcun obbligo o limite circa le tariffe praticate. Uno squilibrio evidente che negli anni ha provocato la crescita abnorme delle tariffe rc auto”.  
   
   
RC AUTO: OTTIMISMO IMMOTIVATO DI CERCHIAI. IL CODACONS AVVIERA’ LA RACCOLTA FIRME PER UN REFERENDUM FINALIZZATO AD ELIMINARE L’OBBLIGATORIETA’ DELLA RC AUTO  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Il Codacons ringrazia il Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai per aver informato i cittadini che le tariffe rc auto sono ferme o addirittura in diminuzione, ma ricorda a Cerchiai, e al ministro Marzano, che una riduzione delle tariffe dello 0,22% non interessa proprio a nessuno. Soprattutto non interessa a quegli assicurati che in 10 anni hanno subito aumenti del 390% delle polizze, e ai quali quello 0,22% di calo, ammesso che sia reale, appare come una vera e propria presa per i fondelli. Non ci può essere nessun ottimismo nell’informare che le tariffe sono ferme dopo che milioni di assicurati negli anni sono stati “massacrati” da aumenti sconsiderati e selvaggi. E il Codacons annuncia oggi una clamorosa iniziativa finalizzata a porre fine alla superbia e allo strapotere delle compagnie di assicurazione: “Avvieremo in questi giorni – fa sapere Carlo Rienzi, Presidente Codacons - la raccolta delle firme per un referendum volto ad abrogare l’obbligatorietà della rc auto. E’ assurdo – prosegue Rienzi – che il cittadino debba essere obbligato ad assicurare la propria vettura, mentre in capo alle imprese assicuratrici non c’è alcun obbligo o limite circa le tariffe praticate. Uno squilibrio evidente che negli anni ha provocato la crescita abnorme delle tariffe rc auto”.  
   
   
RC AUTO: OTTIMISMO IMMOTIVATO DI CERCHIAI. IL CODACONS AVVIERA’ LA RACCOLTA FIRME PER UN REFERENDUM FINALIZZATO AD ELIMINARE L’OBBLIGATORIETA’ DELLA RC AUTO  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Il Codacons ringrazia il Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai per aver informato i cittadini che le tariffe rc auto sono ferme o addirittura in diminuzione, ma ricorda a Cerchiai, e al ministro Marzano, che una riduzione delle tariffe dello 0,22% non interessa proprio a nessuno. Soprattutto non interessa a quegli assicurati che in 10 anni hanno subito aumenti del 390% delle polizze, e ai quali quello 0,22% di calo, ammesso che sia reale, appare come una vera e propria presa per i fondelli. Non ci può essere nessun ottimismo nell’informare che le tariffe sono ferme dopo che milioni di assicurati negli anni sono stati “massacrati” da aumenti sconsiderati e selvaggi. E il Codacons annuncia oggi una clamorosa iniziativa finalizzata a porre fine alla superbia e allo strapotere delle compagnie di assicurazione: “Avvieremo in questi giorni – fa sapere Carlo Rienzi, Presidente Codacons - la raccolta delle firme per un referendum volto ad abrogare l’obbligatorietà della rc auto. E’ assurdo – prosegue Rienzi – che il cittadino debba essere obbligato ad assicurare la propria vettura, mentre in capo alle imprese assicuratrici non c’è alcun obbligo o limite circa le tariffe praticate. Uno squilibrio evidente che negli anni ha provocato la crescita abnorme delle tariffe rc auto”.  
   
   
RC AUTO: OTTIMISMO IMMOTIVATO DI CERCHIAI. IL CODACONS AVVIERA’ LA RACCOLTA FIRME PER UN REFERENDUM FINALIZZATO AD ELIMINARE L’OBBLIGATORIETA’ DELLA RC AUTO  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Il Codacons ringrazia il Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai per aver informato i cittadini che le tariffe rc auto sono ferme o addirittura in diminuzione, ma ricorda a Cerchiai, e al ministro Marzano, che una riduzione delle tariffe dello 0,22% non interessa proprio a nessuno. Soprattutto non interessa a quegli assicurati che in 10 anni hanno subito aumenti del 390% delle polizze, e ai quali quello 0,22% di calo, ammesso che sia reale, appare come una vera e propria presa per i fondelli. Non ci può essere nessun ottimismo nell’informare che le tariffe sono ferme dopo che milioni di assicurati negli anni sono stati “massacrati” da aumenti sconsiderati e selvaggi. E il Codacons annuncia oggi una clamorosa iniziativa finalizzata a porre fine alla superbia e allo strapotere delle compagnie di assicurazione: “Avvieremo in questi giorni – fa sapere Carlo Rienzi, Presidente Codacons - la raccolta delle firme per un referendum volto ad abrogare l’obbligatorietà della rc auto. E’ assurdo – prosegue Rienzi – che il cittadino debba essere obbligato ad assicurare la propria vettura, mentre in capo alle imprese assicuratrici non c’è alcun obbligo o limite circa le tariffe praticate. Uno squilibrio evidente che negli anni ha provocato la crescita abnorme delle tariffe rc auto”.  
   
   
RC AUTO: OTTIMISMO IMMOTIVATO DI CERCHIAI. IL CODACONS AVVIERA’ LA RACCOLTA FIRME PER UN REFERENDUM FINALIZZATO AD ELIMINARE L’OBBLIGATORIETA’ DELLA RC AUTO  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Il Codacons ringrazia il Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai per aver informato i cittadini che le tariffe rc auto sono ferme o addirittura in diminuzione, ma ricorda a Cerchiai, e al ministro Marzano, che una riduzione delle tariffe dello 0,22% non interessa proprio a nessuno. Soprattutto non interessa a quegli assicurati che in 10 anni hanno subito aumenti del 390% delle polizze, e ai quali quello 0,22% di calo, ammesso che sia reale, appare come una vera e propria presa per i fondelli. Non ci può essere nessun ottimismo nell’informare che le tariffe sono ferme dopo che milioni di assicurati negli anni sono stati “massacrati” da aumenti sconsiderati e selvaggi. E il Codacons annuncia oggi una clamorosa iniziativa finalizzata a porre fine alla superbia e allo strapotere delle compagnie di assicurazione: “Avvieremo in questi giorni – fa sapere Carlo Rienzi, Presidente Codacons - la raccolta delle firme per un referendum volto ad abrogare l’obbligatorietà della rc auto. E’ assurdo – prosegue Rienzi – che il cittadino debba essere obbligato ad assicurare la propria vettura, mentre in capo alle imprese assicuratrici non c’è alcun obbligo o limite circa le tariffe praticate. Uno squilibrio evidente che negli anni ha provocato la crescita abnorme delle tariffe rc auto”.  
   
   
RC AUTO: DAL 1994 TARIFFE LIBERE DI AUMENTARE BILANCIO DI ALTROCONSUMO A 10 ANNI DALLA LIBERALIZZAZIONE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - A 10 anni dalla liberalizzazione delle tariffe rcauto, avvenuta nel luglio 1994, Altroconsumo ha tracciato un bilancio sull’andamento dei premi, per verificare se l’effetto calmiere che una maggiore concorrenza avrebbe prodotto abbia realmente giovato gli assicurati nei 20 capoluoghi regionali in Italia. La risposta alla domanda “gli assicurati stanno meglio di 10 anni fa?” è sconfortante per gli assicurati più fedeli e sedentari, che non hanno cioé fatto giocare la concorrenza, anche scegliendo la migliore offerta sul mercato, come mostra la tabella (1) che segue*. Chi in questi 10 anni ha cambiato più volte compagnia scegliendo ad ogni rinnovo l’offerta migliore, ha potuto realizzare dei risparmi, come, per esempio, a Trento (-27.87%); Torino (-20,99%) e Roma (-19.88%). Per facilitare l’assicurato nella scelta della tariffa più conveniente per il proprio profilo rcauto e moto, Altroconsumo, in collaborazione con il ministero delle Attività produttive, mette a disposizione il numero verde 800.729.729 (lun-ven; ore 9-13, 14-18) per un servizio di consulenza totalmente gratuito. Lo studio ha analizzato il profilo di un quarantenne che si assicura per la prima volta, o che ha una classe bonus malus 14ma, unico guidatore di un’auto a benzina di cilindrata 1200 (14 cavalli fiscali) per un massimale pari a 3 miliardi di vecchie lire, oggi divenuto 1.600.000 euro. Oggi rispetto al quarantenne di allora, considerando l’inflazione sull’intero periodo di circa il 30%, scegliendo la migliore compagnia, attuale e di ieri, vede un premio più che raddoppiato a Napoli (+169.70%); Bari (+106.59%); Catanzaro (+125.08%) e Palermo (+151.17%); raddoppio quasi sfiorato a Bologna (+94.38%). Nel migliore dei casi paga un premio del 38,74% più alto ad Aosta; tantissimi capoluoghi di regione hanno visto aumenti superiori al 60%, come a Firenze, Perugia, Ancona, Genova, Venezia. Aumenti esponenziali per lo stesso quarantenne che avesse scelto, 10 anni fa e oggi, la peggiore compagnia del mercato: il caso migliore è sempre Aosta con un +145,18% (quasi triplicato!) e il peggiore è sempre Napoli con +391,24%. In generale dunque per chi sceglie senza confrontare e senza voler cercare l’offerta più conveniente per il proprio profilo, la tariffa è più che triplicata (Milano +232.12%, più del quadruplo, sfiora il quintuplo). Se poi guardiamo i bilanci assicurativi nel loro complesso, anche limitando l’analisi nel periodo 1998/2003, si potrà notare come l’insieme dei costi sostenuti dalle compagnie di assicurazione in percentuale sui premi incassati – che come abbiamo visto sono aumentati - sia sceso, ma anche come la discesa sia sostanzialmente imputabile al contenimento del costo dei sinistri sui premi incassati e non all’incidenza delle spese di gestione sui premi che sono rimaste pressoché invariate nel periodo. Una riprova che a tirare la cinghia sono stati gli assicurati e non gli assicuratori.  
   
   
RC AUTO: DAL 1994 TARIFFE LIBERE DI AUMENTARE BILANCIO DI ALTROCONSUMO A 10 ANNI DALLA LIBERALIZZAZIONE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - A 10 anni dalla liberalizzazione delle tariffe rcauto, avvenuta nel luglio 1994, Altroconsumo ha tracciato un bilancio sull’andamento dei premi, per verificare se l’effetto calmiere che una maggiore concorrenza avrebbe prodotto abbia realmente giovato gli assicurati nei 20 capoluoghi regionali in Italia. La risposta alla domanda “gli assicurati stanno meglio di 10 anni fa?” è sconfortante per gli assicurati più fedeli e sedentari, che non hanno cioé fatto giocare la concorrenza, anche scegliendo la migliore offerta sul mercato, come mostra la tabella (1) che segue*. Chi in questi 10 anni ha cambiato più volte compagnia scegliendo ad ogni rinnovo l’offerta migliore, ha potuto realizzare dei risparmi, come, per esempio, a Trento (-27.87%); Torino (-20,99%) e Roma (-19.88%). Per facilitare l’assicurato nella scelta della tariffa più conveniente per il proprio profilo rcauto e moto, Altroconsumo, in collaborazione con il ministero delle Attività produttive, mette a disposizione il numero verde 800.729.729 (lun-ven; ore 9-13, 14-18) per un servizio di consulenza totalmente gratuito. Lo studio ha analizzato il profilo di un quarantenne che si assicura per la prima volta, o che ha una classe bonus malus 14ma, unico guidatore di un’auto a benzina di cilindrata 1200 (14 cavalli fiscali) per un massimale pari a 3 miliardi di vecchie lire, oggi divenuto 1.600.000 euro. Oggi rispetto al quarantenne di allora, considerando l’inflazione sull’intero periodo di circa il 30%, scegliendo la migliore compagnia, attuale e di ieri, vede un premio più che raddoppiato a Napoli (+169.70%); Bari (+106.59%); Catanzaro (+125.08%) e Palermo (+151.17%); raddoppio quasi sfiorato a Bologna (+94.38%). Nel migliore dei casi paga un premio del 38,74% più alto ad Aosta; tantissimi capoluoghi di regione hanno visto aumenti superiori al 60%, come a Firenze, Perugia, Ancona, Genova, Venezia. Aumenti esponenziali per lo stesso quarantenne che avesse scelto, 10 anni fa e oggi, la peggiore compagnia del mercato: il caso migliore è sempre Aosta con un +145,18% (quasi triplicato!) e il peggiore è sempre Napoli con +391,24%. In generale dunque per chi sceglie senza confrontare e senza voler cercare l’offerta più conveniente per il proprio profilo, la tariffa è più che triplicata (Milano +232.12%, più del quadruplo, sfiora il quintuplo). Se poi guardiamo i bilanci assicurativi nel loro complesso, anche limitando l’analisi nel periodo 1998/2003, si potrà notare come l’insieme dei costi sostenuti dalle compagnie di assicurazione in percentuale sui premi incassati – che come abbiamo visto sono aumentati - sia sceso, ma anche come la discesa sia sostanzialmente imputabile al contenimento del costo dei sinistri sui premi incassati e non all’incidenza delle spese di gestione sui premi che sono rimaste pressoché invariate nel periodo. Una riprova che a tirare la cinghia sono stati gli assicurati e non gli assicuratori.  
   
   
RC AUTO: DAL 1994 TARIFFE LIBERE DI AUMENTARE BILANCIO DI ALTROCONSUMO A 10 ANNI DALLA LIBERALIZZAZIONE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - A 10 anni dalla liberalizzazione delle tariffe rcauto, avvenuta nel luglio 1994, Altroconsumo ha tracciato un bilancio sull’andamento dei premi, per verificare se l’effetto calmiere che una maggiore concorrenza avrebbe prodotto abbia realmente giovato gli assicurati nei 20 capoluoghi regionali in Italia. La risposta alla domanda “gli assicurati stanno meglio di 10 anni fa?” è sconfortante per gli assicurati più fedeli e sedentari, che non hanno cioé fatto giocare la concorrenza, anche scegliendo la migliore offerta sul mercato, come mostra la tabella (1) che segue*. Chi in questi 10 anni ha cambiato più volte compagnia scegliendo ad ogni rinnovo l’offerta migliore, ha potuto realizzare dei risparmi, come, per esempio, a Trento (-27.87%); Torino (-20,99%) e Roma (-19.88%). Per facilitare l’assicurato nella scelta della tariffa più conveniente per il proprio profilo rcauto e moto, Altroconsumo, in collaborazione con il ministero delle Attività produttive, mette a disposizione il numero verde 800.729.729 (lun-ven; ore 9-13, 14-18) per un servizio di consulenza totalmente gratuito. Lo studio ha analizzato il profilo di un quarantenne che si assicura per la prima volta, o che ha una classe bonus malus 14ma, unico guidatore di un’auto a benzina di cilindrata 1200 (14 cavalli fiscali) per un massimale pari a 3 miliardi di vecchie lire, oggi divenuto 1.600.000 euro. Oggi rispetto al quarantenne di allora, considerando l’inflazione sull’intero periodo di circa il 30%, scegliendo la migliore compagnia, attuale e di ieri, vede un premio più che raddoppiato a Napoli (+169.70%); Bari (+106.59%); Catanzaro (+125.08%) e Palermo (+151.17%); raddoppio quasi sfiorato a Bologna (+94.38%). Nel migliore dei casi paga un premio del 38,74% più alto ad Aosta; tantissimi capoluoghi di regione hanno visto aumenti superiori al 60%, come a Firenze, Perugia, Ancona, Genova, Venezia. Aumenti esponenziali per lo stesso quarantenne che avesse scelto, 10 anni fa e oggi, la peggiore compagnia del mercato: il caso migliore è sempre Aosta con un +145,18% (quasi triplicato!) e il peggiore è sempre Napoli con +391,24%. In generale dunque per chi sceglie senza confrontare e senza voler cercare l’offerta più conveniente per il proprio profilo, la tariffa è più che triplicata (Milano +232.12%, più del quadruplo, sfiora il quintuplo). Se poi guardiamo i bilanci assicurativi nel loro complesso, anche limitando l’analisi nel periodo 1998/2003, si potrà notare come l’insieme dei costi sostenuti dalle compagnie di assicurazione in percentuale sui premi incassati – che come abbiamo visto sono aumentati - sia sceso, ma anche come la discesa sia sostanzialmente imputabile al contenimento del costo dei sinistri sui premi incassati e non all’incidenza delle spese di gestione sui premi che sono rimaste pressoché invariate nel periodo. Una riprova che a tirare la cinghia sono stati gli assicurati e non gli assicuratori.  
   
   
RC AUTO: DAL 1994 TARIFFE LIBERE DI AUMENTARE BILANCIO DI ALTROCONSUMO A 10 ANNI DALLA LIBERALIZZAZIONE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - A 10 anni dalla liberalizzazione delle tariffe rcauto, avvenuta nel luglio 1994, Altroconsumo ha tracciato un bilancio sull’andamento dei premi, per verificare se l’effetto calmiere che una maggiore concorrenza avrebbe prodotto abbia realmente giovato gli assicurati nei 20 capoluoghi regionali in Italia. La risposta alla domanda “gli assicurati stanno meglio di 10 anni fa?” è sconfortante per gli assicurati più fedeli e sedentari, che non hanno cioé fatto giocare la concorrenza, anche scegliendo la migliore offerta sul mercato, come mostra la tabella (1) che segue*. Chi in questi 10 anni ha cambiato più volte compagnia scegliendo ad ogni rinnovo l’offerta migliore, ha potuto realizzare dei risparmi, come, per esempio, a Trento (-27.87%); Torino (-20,99%) e Roma (-19.88%). Per facilitare l’assicurato nella scelta della tariffa più conveniente per il proprio profilo rcauto e moto, Altroconsumo, in collaborazione con il ministero delle Attività produttive, mette a disposizione il numero verde 800.729.729 (lun-ven; ore 9-13, 14-18) per un servizio di consulenza totalmente gratuito. Lo studio ha analizzato il profilo di un quarantenne che si assicura per la prima volta, o che ha una classe bonus malus 14ma, unico guidatore di un’auto a benzina di cilindrata 1200 (14 cavalli fiscali) per un massimale pari a 3 miliardi di vecchie lire, oggi divenuto 1.600.000 euro. Oggi rispetto al quarantenne di allora, considerando l’inflazione sull’intero periodo di circa il 30%, scegliendo la migliore compagnia, attuale e di ieri, vede un premio più che raddoppiato a Napoli (+169.70%); Bari (+106.59%); Catanzaro (+125.08%) e Palermo (+151.17%); raddoppio quasi sfiorato a Bologna (+94.38%). Nel migliore dei casi paga un premio del 38,74% più alto ad Aosta; tantissimi capoluoghi di regione hanno visto aumenti superiori al 60%, come a Firenze, Perugia, Ancona, Genova, Venezia. Aumenti esponenziali per lo stesso quarantenne che avesse scelto, 10 anni fa e oggi, la peggiore compagnia del mercato: il caso migliore è sempre Aosta con un +145,18% (quasi triplicato!) e il peggiore è sempre Napoli con +391,24%. In generale dunque per chi sceglie senza confrontare e senza voler cercare l’offerta più conveniente per il proprio profilo, la tariffa è più che triplicata (Milano +232.12%, più del quadruplo, sfiora il quintuplo). Se poi guardiamo i bilanci assicurativi nel loro complesso, anche limitando l’analisi nel periodo 1998/2003, si potrà notare come l’insieme dei costi sostenuti dalle compagnie di assicurazione in percentuale sui premi incassati – che come abbiamo visto sono aumentati - sia sceso, ma anche come la discesa sia sostanzialmente imputabile al contenimento del costo dei sinistri sui premi incassati e non all’incidenza delle spese di gestione sui premi che sono rimaste pressoché invariate nel periodo. Una riprova che a tirare la cinghia sono stati gli assicurati e non gli assicuratori.  
   
   
RC AUTO: DAL 1994 TARIFFE LIBERE DI AUMENTARE BILANCIO DI ALTROCONSUMO A 10 ANNI DALLA LIBERALIZZAZIONE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - A 10 anni dalla liberalizzazione delle tariffe rcauto, avvenuta nel luglio 1994, Altroconsumo ha tracciato un bilancio sull’andamento dei premi, per verificare se l’effetto calmiere che una maggiore concorrenza avrebbe prodotto abbia realmente giovato gli assicurati nei 20 capoluoghi regionali in Italia. La risposta alla domanda “gli assicurati stanno meglio di 10 anni fa?” è sconfortante per gli assicurati più fedeli e sedentari, che non hanno cioé fatto giocare la concorrenza, anche scegliendo la migliore offerta sul mercato, come mostra la tabella (1) che segue*. Chi in questi 10 anni ha cambiato più volte compagnia scegliendo ad ogni rinnovo l’offerta migliore, ha potuto realizzare dei risparmi, come, per esempio, a Trento (-27.87%); Torino (-20,99%) e Roma (-19.88%). Per facilitare l’assicurato nella scelta della tariffa più conveniente per il proprio profilo rcauto e moto, Altroconsumo, in collaborazione con il ministero delle Attività produttive, mette a disposizione il numero verde 800.729.729 (lun-ven; ore 9-13, 14-18) per un servizio di consulenza totalmente gratuito. Lo studio ha analizzato il profilo di un quarantenne che si assicura per la prima volta, o che ha una classe bonus malus 14ma, unico guidatore di un’auto a benzina di cilindrata 1200 (14 cavalli fiscali) per un massimale pari a 3 miliardi di vecchie lire, oggi divenuto 1.600.000 euro. Oggi rispetto al quarantenne di allora, considerando l’inflazione sull’intero periodo di circa il 30%, scegliendo la migliore compagnia, attuale e di ieri, vede un premio più che raddoppiato a Napoli (+169.70%); Bari (+106.59%); Catanzaro (+125.08%) e Palermo (+151.17%); raddoppio quasi sfiorato a Bologna (+94.38%). Nel migliore dei casi paga un premio del 38,74% più alto ad Aosta; tantissimi capoluoghi di regione hanno visto aumenti superiori al 60%, come a Firenze, Perugia, Ancona, Genova, Venezia. Aumenti esponenziali per lo stesso quarantenne che avesse scelto, 10 anni fa e oggi, la peggiore compagnia del mercato: il caso migliore è sempre Aosta con un +145,18% (quasi triplicato!) e il peggiore è sempre Napoli con +391,24%. In generale dunque per chi sceglie senza confrontare e senza voler cercare l’offerta più conveniente per il proprio profilo, la tariffa è più che triplicata (Milano +232.12%, più del quadruplo, sfiora il quintuplo). Se poi guardiamo i bilanci assicurativi nel loro complesso, anche limitando l’analisi nel periodo 1998/2003, si potrà notare come l’insieme dei costi sostenuti dalle compagnie di assicurazione in percentuale sui premi incassati – che come abbiamo visto sono aumentati - sia sceso, ma anche come la discesa sia sostanzialmente imputabile al contenimento del costo dei sinistri sui premi incassati e non all’incidenza delle spese di gestione sui premi che sono rimaste pressoché invariate nel periodo. Una riprova che a tirare la cinghia sono stati gli assicurati e non gli assicuratori.  
   
   
RC AUTO: DAL 1994 TARIFFE LIBERE DI AUMENTARE BILANCIO DI ALTROCONSUMO A 10 ANNI DALLA LIBERALIZZAZIONE  
 
Milano, 7 luglio 2004 - A 10 anni dalla liberalizzazione delle tariffe rcauto, avvenuta nel luglio 1994, Altroconsumo ha tracciato un bilancio sull’andamento dei premi, per verificare se l’effetto calmiere che una maggiore concorrenza avrebbe prodotto abbia realmente giovato gli assicurati nei 20 capoluoghi regionali in Italia. La risposta alla domanda “gli assicurati stanno meglio di 10 anni fa?” è sconfortante per gli assicurati più fedeli e sedentari, che non hanno cioé fatto giocare la concorrenza, anche scegliendo la migliore offerta sul mercato, come mostra la tabella (1) che segue*. Chi in questi 10 anni ha cambiato più volte compagnia scegliendo ad ogni rinnovo l’offerta migliore, ha potuto realizzare dei risparmi, come, per esempio, a Trento (-27.87%); Torino (-20,99%) e Roma (-19.88%). Per facilitare l’assicurato nella scelta della tariffa più conveniente per il proprio profilo rcauto e moto, Altroconsumo, in collaborazione con il ministero delle Attività produttive, mette a disposizione il numero verde 800.729.729 (lun-ven; ore 9-13, 14-18) per un servizio di consulenza totalmente gratuito. Lo studio ha analizzato il profilo di un quarantenne che si assicura per la prima volta, o che ha una classe bonus malus 14ma, unico guidatore di un’auto a benzina di cilindrata 1200 (14 cavalli fiscali) per un massimale pari a 3 miliardi di vecchie lire, oggi divenuto 1.600.000 euro. Oggi rispetto al quarantenne di allora, considerando l’inflazione sull’intero periodo di circa il 30%, scegliendo la migliore compagnia, attuale e di ieri, vede un premio più che raddoppiato a Napoli (+169.70%); Bari (+106.59%); Catanzaro (+125.08%) e Palermo (+151.17%); raddoppio quasi sfiorato a Bologna (+94.38%). Nel migliore dei casi paga un premio del 38,74% più alto ad Aosta; tantissimi capoluoghi di regione hanno visto aumenti superiori al 60%, come a Firenze, Perugia, Ancona, Genova, Venezia. Aumenti esponenziali per lo stesso quarantenne che avesse scelto, 10 anni fa e oggi, la peggiore compagnia del mercato: il caso migliore è sempre Aosta con un +145,18% (quasi triplicato!) e il peggiore è sempre Napoli con +391,24%. In generale dunque per chi sceglie senza confrontare e senza voler cercare l’offerta più conveniente per il proprio profilo, la tariffa è più che triplicata (Milano +232.12%, più del quadruplo, sfiora il quintuplo). Se poi guardiamo i bilanci assicurativi nel loro complesso, anche limitando l’analisi nel periodo 1998/2003, si potrà notare come l’insieme dei costi sostenuti dalle compagnie di assicurazione in percentuale sui premi incassati – che come abbiamo visto sono aumentati - sia sceso, ma anche come la discesa sia sostanzialmente imputabile al contenimento del costo dei sinistri sui premi incassati e non all’incidenza delle spese di gestione sui premi che sono rimaste pressoché invariate nel periodo. Una riprova che a tirare la cinghia sono stati gli assicurati e non gli assicuratori.  
   
   
RCA: ECCO I DATI DELLA PACE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - “Da tempo lavoriamo affinché le polemiche inutili e i ‘botta e risposta’ a distanza si esauriscano per lasciare spazio a un tavolo di confronto serio tra Assicurazioni e Associazioni dei consumatori. L’adoc ritiene che, su basi ragionevoli, si possa approdare a un accordo a vantaggio degli assicurati e dell’intero settore”. Così Carlo Pileri, richiamando le parti al superamento delle reciproche pregiudiziali, risponde al Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai che ieri, nel corso dell’Assemblea Ania, ha lanciato attacchi neanche tanto velati alle associazioni consumatori. “L’adoc fa appello – prosegue Pileri – alla stessa pacatezza e buona volontà rimarcata da Cerchiai nel corso del suo intervento, affinché ci sia un avvicinamento tra assicurazioni e consumatori, in grado di superare l’entusiasmo troppo celebrato per questo primo stop delle tariffe in 13 anni. Crediamo al contrario che i dati meritino di essere letti e discussi in funzione di un miglioramento di tutto il settore”. Ecco secondo l’Adoc i dati incontestabili da cui il tavolo Ania-consumatori dovrebbe partire: La patente a punti ha, nel primo anno di applicazione, diminuito il numero degli incidenti del 14,5% (-27.485 incidenti e -857 vittime) dati Polizia di Stato; La conciliazione per la soluzione delle controversie fino a 15.000€, sottoscritta dall’Ania con l’Adoc e altre associazioni consumatori, comporterà, una volta a regime, vantaggi in termini di tempi e spese legali (per gli assicurati ma anche per le compagnie) per circa il 90% degli incidenti. Dati Ania; Il bilancio delle assicurazioni ha registrato un sostanziale pareggio nel 2002, un utile pari al +4,8 nel 2003 e una crescita del 6,7% in questa parte del 2004; Il Cid lesioni porterà secondo l’Ania ulteriori vantaggi alle compagnie e agli assicurati in termini di abbattimento di costi. “Speriamo che stavolta – conclude Pileri – questi dati possano chiarire inequivocabilmente la situazione, senza contestazioni e senza letture di parte: è urgente superare polemiche e facili trionfalismi per una frenata delle polizze e concentrarsi su un lavoro comune che scelga le soluzioni migliori per portare vantaggi tangibili agli assicurati”.  
   
   
RCA: ECCO I DATI DELLA PACE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - “Da tempo lavoriamo affinché le polemiche inutili e i ‘botta e risposta’ a distanza si esauriscano per lasciare spazio a un tavolo di confronto serio tra Assicurazioni e Associazioni dei consumatori. L’adoc ritiene che, su basi ragionevoli, si possa approdare a un accordo a vantaggio degli assicurati e dell’intero settore”. Così Carlo Pileri, richiamando le parti al superamento delle reciproche pregiudiziali, risponde al Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai che ieri, nel corso dell’Assemblea Ania, ha lanciato attacchi neanche tanto velati alle associazioni consumatori. “L’adoc fa appello – prosegue Pileri – alla stessa pacatezza e buona volontà rimarcata da Cerchiai nel corso del suo intervento, affinché ci sia un avvicinamento tra assicurazioni e consumatori, in grado di superare l’entusiasmo troppo celebrato per questo primo stop delle tariffe in 13 anni. Crediamo al contrario che i dati meritino di essere letti e discussi in funzione di un miglioramento di tutto il settore”. Ecco secondo l’Adoc i dati incontestabili da cui il tavolo Ania-consumatori dovrebbe partire: La patente a punti ha, nel primo anno di applicazione, diminuito il numero degli incidenti del 14,5% (-27.485 incidenti e -857 vittime) dati Polizia di Stato; La conciliazione per la soluzione delle controversie fino a 15.000€, sottoscritta dall’Ania con l’Adoc e altre associazioni consumatori, comporterà, una volta a regime, vantaggi in termini di tempi e spese legali (per gli assicurati ma anche per le compagnie) per circa il 90% degli incidenti. Dati Ania; Il bilancio delle assicurazioni ha registrato un sostanziale pareggio nel 2002, un utile pari al +4,8 nel 2003 e una crescita del 6,7% in questa parte del 2004; Il Cid lesioni porterà secondo l’Ania ulteriori vantaggi alle compagnie e agli assicurati in termini di abbattimento di costi. “Speriamo che stavolta – conclude Pileri – questi dati possano chiarire inequivocabilmente la situazione, senza contestazioni e senza letture di parte: è urgente superare polemiche e facili trionfalismi per una frenata delle polizze e concentrarsi su un lavoro comune che scelga le soluzioni migliori per portare vantaggi tangibili agli assicurati”.  
   
   
RCA: ECCO I DATI DELLA PACE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - “Da tempo lavoriamo affinché le polemiche inutili e i ‘botta e risposta’ a distanza si esauriscano per lasciare spazio a un tavolo di confronto serio tra Assicurazioni e Associazioni dei consumatori. L’adoc ritiene che, su basi ragionevoli, si possa approdare a un accordo a vantaggio degli assicurati e dell’intero settore”. Così Carlo Pileri, richiamando le parti al superamento delle reciproche pregiudiziali, risponde al Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai che ieri, nel corso dell’Assemblea Ania, ha lanciato attacchi neanche tanto velati alle associazioni consumatori. “L’adoc fa appello – prosegue Pileri – alla stessa pacatezza e buona volontà rimarcata da Cerchiai nel corso del suo intervento, affinché ci sia un avvicinamento tra assicurazioni e consumatori, in grado di superare l’entusiasmo troppo celebrato per questo primo stop delle tariffe in 13 anni. Crediamo al contrario che i dati meritino di essere letti e discussi in funzione di un miglioramento di tutto il settore”. Ecco secondo l’Adoc i dati incontestabili da cui il tavolo Ania-consumatori dovrebbe partire: La patente a punti ha, nel primo anno di applicazione, diminuito il numero degli incidenti del 14,5% (-27.485 incidenti e -857 vittime) dati Polizia di Stato; La conciliazione per la soluzione delle controversie fino a 15.000€, sottoscritta dall’Ania con l’Adoc e altre associazioni consumatori, comporterà, una volta a regime, vantaggi in termini di tempi e spese legali (per gli assicurati ma anche per le compagnie) per circa il 90% degli incidenti. Dati Ania; Il bilancio delle assicurazioni ha registrato un sostanziale pareggio nel 2002, un utile pari al +4,8 nel 2003 e una crescita del 6,7% in questa parte del 2004; Il Cid lesioni porterà secondo l’Ania ulteriori vantaggi alle compagnie e agli assicurati in termini di abbattimento di costi. “Speriamo che stavolta – conclude Pileri – questi dati possano chiarire inequivocabilmente la situazione, senza contestazioni e senza letture di parte: è urgente superare polemiche e facili trionfalismi per una frenata delle polizze e concentrarsi su un lavoro comune che scelga le soluzioni migliori per portare vantaggi tangibili agli assicurati”.  
   
   
RCA: ECCO I DATI DELLA PACE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - “Da tempo lavoriamo affinché le polemiche inutili e i ‘botta e risposta’ a distanza si esauriscano per lasciare spazio a un tavolo di confronto serio tra Assicurazioni e Associazioni dei consumatori. L’adoc ritiene che, su basi ragionevoli, si possa approdare a un accordo a vantaggio degli assicurati e dell’intero settore”. Così Carlo Pileri, richiamando le parti al superamento delle reciproche pregiudiziali, risponde al Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai che ieri, nel corso dell’Assemblea Ania, ha lanciato attacchi neanche tanto velati alle associazioni consumatori. “L’adoc fa appello – prosegue Pileri – alla stessa pacatezza e buona volontà rimarcata da Cerchiai nel corso del suo intervento, affinché ci sia un avvicinamento tra assicurazioni e consumatori, in grado di superare l’entusiasmo troppo celebrato per questo primo stop delle tariffe in 13 anni. Crediamo al contrario che i dati meritino di essere letti e discussi in funzione di un miglioramento di tutto il settore”. Ecco secondo l’Adoc i dati incontestabili da cui il tavolo Ania-consumatori dovrebbe partire: La patente a punti ha, nel primo anno di applicazione, diminuito il numero degli incidenti del 14,5% (-27.485 incidenti e -857 vittime) dati Polizia di Stato; La conciliazione per la soluzione delle controversie fino a 15.000€, sottoscritta dall’Ania con l’Adoc e altre associazioni consumatori, comporterà, una volta a regime, vantaggi in termini di tempi e spese legali (per gli assicurati ma anche per le compagnie) per circa il 90% degli incidenti. Dati Ania; Il bilancio delle assicurazioni ha registrato un sostanziale pareggio nel 2002, un utile pari al +4,8 nel 2003 e una crescita del 6,7% in questa parte del 2004; Il Cid lesioni porterà secondo l’Ania ulteriori vantaggi alle compagnie e agli assicurati in termini di abbattimento di costi. “Speriamo che stavolta – conclude Pileri – questi dati possano chiarire inequivocabilmente la situazione, senza contestazioni e senza letture di parte: è urgente superare polemiche e facili trionfalismi per una frenata delle polizze e concentrarsi su un lavoro comune che scelga le soluzioni migliori per portare vantaggi tangibili agli assicurati”.  
   
   
RCA: ECCO I DATI DELLA PACE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - “Da tempo lavoriamo affinché le polemiche inutili e i ‘botta e risposta’ a distanza si esauriscano per lasciare spazio a un tavolo di confronto serio tra Assicurazioni e Associazioni dei consumatori. L’adoc ritiene che, su basi ragionevoli, si possa approdare a un accordo a vantaggio degli assicurati e dell’intero settore”. Così Carlo Pileri, richiamando le parti al superamento delle reciproche pregiudiziali, risponde al Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai che ieri, nel corso dell’Assemblea Ania, ha lanciato attacchi neanche tanto velati alle associazioni consumatori. “L’adoc fa appello – prosegue Pileri – alla stessa pacatezza e buona volontà rimarcata da Cerchiai nel corso del suo intervento, affinché ci sia un avvicinamento tra assicurazioni e consumatori, in grado di superare l’entusiasmo troppo celebrato per questo primo stop delle tariffe in 13 anni. Crediamo al contrario che i dati meritino di essere letti e discussi in funzione di un miglioramento di tutto il settore”. Ecco secondo l’Adoc i dati incontestabili da cui il tavolo Ania-consumatori dovrebbe partire: La patente a punti ha, nel primo anno di applicazione, diminuito il numero degli incidenti del 14,5% (-27.485 incidenti e -857 vittime) dati Polizia di Stato; La conciliazione per la soluzione delle controversie fino a 15.000€, sottoscritta dall’Ania con l’Adoc e altre associazioni consumatori, comporterà, una volta a regime, vantaggi in termini di tempi e spese legali (per gli assicurati ma anche per le compagnie) per circa il 90% degli incidenti. Dati Ania; Il bilancio delle assicurazioni ha registrato un sostanziale pareggio nel 2002, un utile pari al +4,8 nel 2003 e una crescita del 6,7% in questa parte del 2004; Il Cid lesioni porterà secondo l’Ania ulteriori vantaggi alle compagnie e agli assicurati in termini di abbattimento di costi. “Speriamo che stavolta – conclude Pileri – questi dati possano chiarire inequivocabilmente la situazione, senza contestazioni e senza letture di parte: è urgente superare polemiche e facili trionfalismi per una frenata delle polizze e concentrarsi su un lavoro comune che scelga le soluzioni migliori per portare vantaggi tangibili agli assicurati”.  
   
   
RCA: ECCO I DATI DELLA PACE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - “Da tempo lavoriamo affinché le polemiche inutili e i ‘botta e risposta’ a distanza si esauriscano per lasciare spazio a un tavolo di confronto serio tra Assicurazioni e Associazioni dei consumatori. L’adoc ritiene che, su basi ragionevoli, si possa approdare a un accordo a vantaggio degli assicurati e dell’intero settore”. Così Carlo Pileri, richiamando le parti al superamento delle reciproche pregiudiziali, risponde al Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai che ieri, nel corso dell’Assemblea Ania, ha lanciato attacchi neanche tanto velati alle associazioni consumatori. “L’adoc fa appello – prosegue Pileri – alla stessa pacatezza e buona volontà rimarcata da Cerchiai nel corso del suo intervento, affinché ci sia un avvicinamento tra assicurazioni e consumatori, in grado di superare l’entusiasmo troppo celebrato per questo primo stop delle tariffe in 13 anni. Crediamo al contrario che i dati meritino di essere letti e discussi in funzione di un miglioramento di tutto il settore”. Ecco secondo l’Adoc i dati incontestabili da cui il tavolo Ania-consumatori dovrebbe partire: La patente a punti ha, nel primo anno di applicazione, diminuito il numero degli incidenti del 14,5% (-27.485 incidenti e -857 vittime) dati Polizia di Stato; La conciliazione per la soluzione delle controversie fino a 15.000€, sottoscritta dall’Ania con l’Adoc e altre associazioni consumatori, comporterà, una volta a regime, vantaggi in termini di tempi e spese legali (per gli assicurati ma anche per le compagnie) per circa il 90% degli incidenti. Dati Ania; Il bilancio delle assicurazioni ha registrato un sostanziale pareggio nel 2002, un utile pari al +4,8 nel 2003 e una crescita del 6,7% in questa parte del 2004; Il Cid lesioni porterà secondo l’Ania ulteriori vantaggi alle compagnie e agli assicurati in termini di abbattimento di costi. “Speriamo che stavolta – conclude Pileri – questi dati possano chiarire inequivocabilmente la situazione, senza contestazioni e senza letture di parte: è urgente superare polemiche e facili trionfalismi per una frenata delle polizze e concentrarsi su un lavoro comune che scelga le soluzioni migliori per portare vantaggi tangibili agli assicurati”.  
   
   
STRADE RUMOROSE? COLPA DELL’ASFALTO UNA NORMA UNI STABILISCE QUALE GRADO DI POROSITÀ E DI “TESSITURA” DEVE AVERE IL MANTO STRADALE PER ESSERE “SILENZIOSO”  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I rumori che non fanno dormire di notte, soprattutto chi abita nelle grandi città, o vicino a strade molto battute, è il tormentone dell’estate 2004. Uno degli imputati maggiori è il traffico, ma pochi sanno che l’inquinamento acustico non è dovuto tanto al numero dei veicoli in transito, quanto alle caratteristiche dell’asfalto. A questo argomento l’Uni, ente Nazionale Italiano di Unificazione, proprio di recente ha dedicato la norma Uni En Iso 11819-1:2004 che stabilisce quali caratteristiche di “tessitura” e di “porosità” deve avere il manto stradale. E’ stato calcolato, infatti, che, a parità di condizioni di traffico, differenti superfici stradali producono livelli di rumore che possono variare tra loro di ben 15 decibel: una differenza sostanziale per la qualità della vita nell’ambiente circostante, se si pensa che il rumore proveniente da una strada mediamente trafficata è intorno ai 60 dB (cioè il limite massimo oltre il quale scatta lo stress da rumore). Da qui l’importanza di definire un metodo di confronto del rumore da traffico su diverse superfici stradali, al fine di individuare le caratteristiche che rendono l’asfalto “silenzioso”. La norma Uni En Iso 11819-1:2004 , intitolata “Acustica - Misurazione dell'influenza delle superfici stradali sul rumore da traffico - Metodo statistico applicato al traffico passante”, è un metodo di misurazione – e quindi di controllo – del rumore da traffico stradale, in grado di soddisfare una precisa esigenza espressa da pianificatori, amministratori, appaltatori e produttori. Inoltre il suo uso può migliorare la qualità della vita di tutti, in particolare di coloro che, per poter godere di un meritato e silenzioso riposo, sono costretti a vivere con le finestre serrate anche d’estate…  
   
   
STRADE RUMOROSE? COLPA DELL’ASFALTO UNA NORMA UNI STABILISCE QUALE GRADO DI POROSITÀ E DI “TESSITURA” DEVE AVERE IL MANTO STRADALE PER ESSERE “SILENZIOSO”  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I rumori che non fanno dormire di notte, soprattutto chi abita nelle grandi città, o vicino a strade molto battute, è il tormentone dell’estate 2004. Uno degli imputati maggiori è il traffico, ma pochi sanno che l’inquinamento acustico non è dovuto tanto al numero dei veicoli in transito, quanto alle caratteristiche dell’asfalto. A questo argomento l’Uni, ente Nazionale Italiano di Unificazione, proprio di recente ha dedicato la norma Uni En Iso 11819-1:2004 che stabilisce quali caratteristiche di “tessitura” e di “porosità” deve avere il manto stradale. E’ stato calcolato, infatti, che, a parità di condizioni di traffico, differenti superfici stradali producono livelli di rumore che possono variare tra loro di ben 15 decibel: una differenza sostanziale per la qualità della vita nell’ambiente circostante, se si pensa che il rumore proveniente da una strada mediamente trafficata è intorno ai 60 dB (cioè il limite massimo oltre il quale scatta lo stress da rumore). Da qui l’importanza di definire un metodo di confronto del rumore da traffico su diverse superfici stradali, al fine di individuare le caratteristiche che rendono l’asfalto “silenzioso”. La norma Uni En Iso 11819-1:2004 , intitolata “Acustica - Misurazione dell'influenza delle superfici stradali sul rumore da traffico - Metodo statistico applicato al traffico passante”, è un metodo di misurazione – e quindi di controllo – del rumore da traffico stradale, in grado di soddisfare una precisa esigenza espressa da pianificatori, amministratori, appaltatori e produttori. Inoltre il suo uso può migliorare la qualità della vita di tutti, in particolare di coloro che, per poter godere di un meritato e silenzioso riposo, sono costretti a vivere con le finestre serrate anche d’estate…  
   
   
STRADE RUMOROSE? COLPA DELL’ASFALTO UNA NORMA UNI STABILISCE QUALE GRADO DI POROSITÀ E DI “TESSITURA” DEVE AVERE IL MANTO STRADALE PER ESSERE “SILENZIOSO”  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I rumori che non fanno dormire di notte, soprattutto chi abita nelle grandi città, o vicino a strade molto battute, è il tormentone dell’estate 2004. Uno degli imputati maggiori è il traffico, ma pochi sanno che l’inquinamento acustico non è dovuto tanto al numero dei veicoli in transito, quanto alle caratteristiche dell’asfalto. A questo argomento l’Uni, ente Nazionale Italiano di Unificazione, proprio di recente ha dedicato la norma Uni En Iso 11819-1:2004 che stabilisce quali caratteristiche di “tessitura” e di “porosità” deve avere il manto stradale. E’ stato calcolato, infatti, che, a parità di condizioni di traffico, differenti superfici stradali producono livelli di rumore che possono variare tra loro di ben 15 decibel: una differenza sostanziale per la qualità della vita nell’ambiente circostante, se si pensa che il rumore proveniente da una strada mediamente trafficata è intorno ai 60 dB (cioè il limite massimo oltre il quale scatta lo stress da rumore). Da qui l’importanza di definire un metodo di confronto del rumore da traffico su diverse superfici stradali, al fine di individuare le caratteristiche che rendono l’asfalto “silenzioso”. La norma Uni En Iso 11819-1:2004 , intitolata “Acustica - Misurazione dell'influenza delle superfici stradali sul rumore da traffico - Metodo statistico applicato al traffico passante”, è un metodo di misurazione – e quindi di controllo – del rumore da traffico stradale, in grado di soddisfare una precisa esigenza espressa da pianificatori, amministratori, appaltatori e produttori. Inoltre il suo uso può migliorare la qualità della vita di tutti, in particolare di coloro che, per poter godere di un meritato e silenzioso riposo, sono costretti a vivere con le finestre serrate anche d’estate…  
   
   
STRADE RUMOROSE? COLPA DELL’ASFALTO UNA NORMA UNI STABILISCE QUALE GRADO DI POROSITÀ E DI “TESSITURA” DEVE AVERE IL MANTO STRADALE PER ESSERE “SILENZIOSO”  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I rumori che non fanno dormire di notte, soprattutto chi abita nelle grandi città, o vicino a strade molto battute, è il tormentone dell’estate 2004. Uno degli imputati maggiori è il traffico, ma pochi sanno che l’inquinamento acustico non è dovuto tanto al numero dei veicoli in transito, quanto alle caratteristiche dell’asfalto. A questo argomento l’Uni, ente Nazionale Italiano di Unificazione, proprio di recente ha dedicato la norma Uni En Iso 11819-1:2004 che stabilisce quali caratteristiche di “tessitura” e di “porosità” deve avere il manto stradale. E’ stato calcolato, infatti, che, a parità di condizioni di traffico, differenti superfici stradali producono livelli di rumore che possono variare tra loro di ben 15 decibel: una differenza sostanziale per la qualità della vita nell’ambiente circostante, se si pensa che il rumore proveniente da una strada mediamente trafficata è intorno ai 60 dB (cioè il limite massimo oltre il quale scatta lo stress da rumore). Da qui l’importanza di definire un metodo di confronto del rumore da traffico su diverse superfici stradali, al fine di individuare le caratteristiche che rendono l’asfalto “silenzioso”. La norma Uni En Iso 11819-1:2004 , intitolata “Acustica - Misurazione dell'influenza delle superfici stradali sul rumore da traffico - Metodo statistico applicato al traffico passante”, è un metodo di misurazione – e quindi di controllo – del rumore da traffico stradale, in grado di soddisfare una precisa esigenza espressa da pianificatori, amministratori, appaltatori e produttori. Inoltre il suo uso può migliorare la qualità della vita di tutti, in particolare di coloro che, per poter godere di un meritato e silenzioso riposo, sono costretti a vivere con le finestre serrate anche d’estate…  
   
   
STRADE RUMOROSE? COLPA DELL’ASFALTO UNA NORMA UNI STABILISCE QUALE GRADO DI POROSITÀ E DI “TESSITURA” DEVE AVERE IL MANTO STRADALE PER ESSERE “SILENZIOSO”  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I rumori che non fanno dormire di notte, soprattutto chi abita nelle grandi città, o vicino a strade molto battute, è il tormentone dell’estate 2004. Uno degli imputati maggiori è il traffico, ma pochi sanno che l’inquinamento acustico non è dovuto tanto al numero dei veicoli in transito, quanto alle caratteristiche dell’asfalto. A questo argomento l’Uni, ente Nazionale Italiano di Unificazione, proprio di recente ha dedicato la norma Uni En Iso 11819-1:2004 che stabilisce quali caratteristiche di “tessitura” e di “porosità” deve avere il manto stradale. E’ stato calcolato, infatti, che, a parità di condizioni di traffico, differenti superfici stradali producono livelli di rumore che possono variare tra loro di ben 15 decibel: una differenza sostanziale per la qualità della vita nell’ambiente circostante, se si pensa che il rumore proveniente da una strada mediamente trafficata è intorno ai 60 dB (cioè il limite massimo oltre il quale scatta lo stress da rumore). Da qui l’importanza di definire un metodo di confronto del rumore da traffico su diverse superfici stradali, al fine di individuare le caratteristiche che rendono l’asfalto “silenzioso”. La norma Uni En Iso 11819-1:2004 , intitolata “Acustica - Misurazione dell'influenza delle superfici stradali sul rumore da traffico - Metodo statistico applicato al traffico passante”, è un metodo di misurazione – e quindi di controllo – del rumore da traffico stradale, in grado di soddisfare una precisa esigenza espressa da pianificatori, amministratori, appaltatori e produttori. Inoltre il suo uso può migliorare la qualità della vita di tutti, in particolare di coloro che, per poter godere di un meritato e silenzioso riposo, sono costretti a vivere con le finestre serrate anche d’estate…  
   
   
STRADE RUMOROSE? COLPA DELL’ASFALTO UNA NORMA UNI STABILISCE QUALE GRADO DI POROSITÀ E DI “TESSITURA” DEVE AVERE IL MANTO STRADALE PER ESSERE “SILENZIOSO”  
 
Milano, 7 luglio 2004 - I rumori che non fanno dormire di notte, soprattutto chi abita nelle grandi città, o vicino a strade molto battute, è il tormentone dell’estate 2004. Uno degli imputati maggiori è il traffico, ma pochi sanno che l’inquinamento acustico non è dovuto tanto al numero dei veicoli in transito, quanto alle caratteristiche dell’asfalto. A questo argomento l’Uni, ente Nazionale Italiano di Unificazione, proprio di recente ha dedicato la norma Uni En Iso 11819-1:2004 che stabilisce quali caratteristiche di “tessitura” e di “porosità” deve avere il manto stradale. E’ stato calcolato, infatti, che, a parità di condizioni di traffico, differenti superfici stradali producono livelli di rumore che possono variare tra loro di ben 15 decibel: una differenza sostanziale per la qualità della vita nell’ambiente circostante, se si pensa che il rumore proveniente da una strada mediamente trafficata è intorno ai 60 dB (cioè il limite massimo oltre il quale scatta lo stress da rumore). Da qui l’importanza di definire un metodo di confronto del rumore da traffico su diverse superfici stradali, al fine di individuare le caratteristiche che rendono l’asfalto “silenzioso”. La norma Uni En Iso 11819-1:2004 , intitolata “Acustica - Misurazione dell'influenza delle superfici stradali sul rumore da traffico - Metodo statistico applicato al traffico passante”, è un metodo di misurazione – e quindi di controllo – del rumore da traffico stradale, in grado di soddisfare una precisa esigenza espressa da pianificatori, amministratori, appaltatori e produttori. Inoltre il suo uso può migliorare la qualità della vita di tutti, in particolare di coloro che, per poter godere di un meritato e silenzioso riposo, sono costretti a vivere con le finestre serrate anche d’estate…  
   
   
OTTO NUOVI TRENI SULLA VARESE - PIOLTELLO COSTO 108 MILIONI, MIGLIORERANNO IL SERVIZIO PENDOLARI. IN ARRIVO ALTRI 7 CONVOGLI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Otto nuovi treni correranno sulla linea Varese-milano Passante-pioltello. L'acquisto, per un totale di 108 milioni di euro, è stato deciso dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro. Si tratta di treni Tsr (treni servizi regionali); sono l'evoluzione dei Taf (treni ad alta frequentazione) e si caratterizzano per l'alto numero di posti di cui dispongono, il che li rende ideali per servire tratte particolarmente affollate, come appunto la Varese-milano Passante-pioltello. Altri 7 treni Tsr saranno presto acquistati, con una spesa di 58 milioni di euro, per completare il servizio su questa linea, una delle più frequentate dai pendolari in Lombardia. Questi nuovi treni si aggiungono ai 27 già acquistati l'anno scorso dalla Regione per essere utilizzati sulla rete delle Fnm. Grazie all'opzione prevista nel contratto iniziale con la Ansaldo Breda, è stato possibile acquistarli allo stesso prezzo del 2003, maggiorato del solo tasso d'inflazione.  
   
   
OTTO NUOVI TRENI SULLA VARESE - PIOLTELLO COSTO 108 MILIONI, MIGLIORERANNO IL SERVIZIO PENDOLARI. IN ARRIVO ALTRI 7 CONVOGLI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Otto nuovi treni correranno sulla linea Varese-milano Passante-pioltello. L'acquisto, per un totale di 108 milioni di euro, è stato deciso dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro. Si tratta di treni Tsr (treni servizi regionali); sono l'evoluzione dei Taf (treni ad alta frequentazione) e si caratterizzano per l'alto numero di posti di cui dispongono, il che li rende ideali per servire tratte particolarmente affollate, come appunto la Varese-milano Passante-pioltello. Altri 7 treni Tsr saranno presto acquistati, con una spesa di 58 milioni di euro, per completare il servizio su questa linea, una delle più frequentate dai pendolari in Lombardia. Questi nuovi treni si aggiungono ai 27 già acquistati l'anno scorso dalla Regione per essere utilizzati sulla rete delle Fnm. Grazie all'opzione prevista nel contratto iniziale con la Ansaldo Breda, è stato possibile acquistarli allo stesso prezzo del 2003, maggiorato del solo tasso d'inflazione.  
   
   
OTTO NUOVI TRENI SULLA VARESE - PIOLTELLO COSTO 108 MILIONI, MIGLIORERANNO IL SERVIZIO PENDOLARI. IN ARRIVO ALTRI 7 CONVOGLI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Otto nuovi treni correranno sulla linea Varese-milano Passante-pioltello. L'acquisto, per un totale di 108 milioni di euro, è stato deciso dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro. Si tratta di treni Tsr (treni servizi regionali); sono l'evoluzione dei Taf (treni ad alta frequentazione) e si caratterizzano per l'alto numero di posti di cui dispongono, il che li rende ideali per servire tratte particolarmente affollate, come appunto la Varese-milano Passante-pioltello. Altri 7 treni Tsr saranno presto acquistati, con una spesa di 58 milioni di euro, per completare il servizio su questa linea, una delle più frequentate dai pendolari in Lombardia. Questi nuovi treni si aggiungono ai 27 già acquistati l'anno scorso dalla Regione per essere utilizzati sulla rete delle Fnm. Grazie all'opzione prevista nel contratto iniziale con la Ansaldo Breda, è stato possibile acquistarli allo stesso prezzo del 2003, maggiorato del solo tasso d'inflazione.  
   
   
OTTO NUOVI TRENI SULLA VARESE - PIOLTELLO COSTO 108 MILIONI, MIGLIORERANNO IL SERVIZIO PENDOLARI. IN ARRIVO ALTRI 7 CONVOGLI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Otto nuovi treni correranno sulla linea Varese-milano Passante-pioltello. L'acquisto, per un totale di 108 milioni di euro, è stato deciso dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro. Si tratta di treni Tsr (treni servizi regionali); sono l'evoluzione dei Taf (treni ad alta frequentazione) e si caratterizzano per l'alto numero di posti di cui dispongono, il che li rende ideali per servire tratte particolarmente affollate, come appunto la Varese-milano Passante-pioltello. Altri 7 treni Tsr saranno presto acquistati, con una spesa di 58 milioni di euro, per completare il servizio su questa linea, una delle più frequentate dai pendolari in Lombardia. Questi nuovi treni si aggiungono ai 27 già acquistati l'anno scorso dalla Regione per essere utilizzati sulla rete delle Fnm. Grazie all'opzione prevista nel contratto iniziale con la Ansaldo Breda, è stato possibile acquistarli allo stesso prezzo del 2003, maggiorato del solo tasso d'inflazione.  
   
   
OTTO NUOVI TRENI SULLA VARESE - PIOLTELLO COSTO 108 MILIONI, MIGLIORERANNO IL SERVIZIO PENDOLARI. IN ARRIVO ALTRI 7 CONVOGLI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Otto nuovi treni correranno sulla linea Varese-milano Passante-pioltello. L'acquisto, per un totale di 108 milioni di euro, è stato deciso dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro. Si tratta di treni Tsr (treni servizi regionali); sono l'evoluzione dei Taf (treni ad alta frequentazione) e si caratterizzano per l'alto numero di posti di cui dispongono, il che li rende ideali per servire tratte particolarmente affollate, come appunto la Varese-milano Passante-pioltello. Altri 7 treni Tsr saranno presto acquistati, con una spesa di 58 milioni di euro, per completare il servizio su questa linea, una delle più frequentate dai pendolari in Lombardia. Questi nuovi treni si aggiungono ai 27 già acquistati l'anno scorso dalla Regione per essere utilizzati sulla rete delle Fnm. Grazie all'opzione prevista nel contratto iniziale con la Ansaldo Breda, è stato possibile acquistarli allo stesso prezzo del 2003, maggiorato del solo tasso d'inflazione.  
   
   
OTTO NUOVI TRENI SULLA VARESE - PIOLTELLO COSTO 108 MILIONI, MIGLIORERANNO IL SERVIZIO PENDOLARI. IN ARRIVO ALTRI 7 CONVOGLI  
 
Milano, 7 luglio 2004 - Otto nuovi treni correranno sulla linea Varese-milano Passante-pioltello. L'acquisto, per un totale di 108 milioni di euro, è stato deciso dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro. Si tratta di treni Tsr (treni servizi regionali); sono l'evoluzione dei Taf (treni ad alta frequentazione) e si caratterizzano per l'alto numero di posti di cui dispongono, il che li rende ideali per servire tratte particolarmente affollate, come appunto la Varese-milano Passante-pioltello. Altri 7 treni Tsr saranno presto acquistati, con una spesa di 58 milioni di euro, per completare il servizio su questa linea, una delle più frequentate dai pendolari in Lombardia. Questi nuovi treni si aggiungono ai 27 già acquistati l'anno scorso dalla Regione per essere utilizzati sulla rete delle Fnm. Grazie all'opzione prevista nel contratto iniziale con la Ansaldo Breda, è stato possibile acquistarli allo stesso prezzo del 2003, maggiorato del solo tasso d'inflazione.  
   
   
SOCOTHERM: FUSIONE PER INCORPORAZIONE IN SOCOTHERM S.P.A. DELLA CONTROLLATA SOAVE COIBENTAZIONI S.R.L.  
 
Vicenza, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Socotherm S.p.a., Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (Sctm.mi) ed uno dei principali operatori mondiali nel rivestimento protettivo di tubazioni per l’estrazione ed il trasporto dell’energia, ha deliberato la fusione per incorporazione della controllata al 100% Soave Coibentazioni S.r.l., proprietaria dei terreni e degli immobili siti nella zona Industriale di Gela in Sicilia. L’operazione è finalizzata all’ottimizzazione del patrimonio immobiliare del Gruppo. Socotherm sta effettuando a Gela un investimento per un nuovo centro Ricerca & Sviluppo del valore di oltre 15 mln di Euro, di cui oltre 7 milioni ottenuti come contributo a fondo perduto e circa 2 milioni come finanziamento a tasso agevolato usufruendo del Pia - Pacchetto Integrato di Agevolazioni previsto dal Programma Operativo nazionale “Sviluppo imprenditoriale locale” approvato dalla Commissione della Unione Europea.  
   
   
SOCOTHERM: FUSIONE PER INCORPORAZIONE IN SOCOTHERM S.P.A. DELLA CONTROLLATA SOAVE COIBENTAZIONI S.R.L.  
 
Vicenza, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Socotherm S.p.a., Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (Sctm.mi) ed uno dei principali operatori mondiali nel rivestimento protettivo di tubazioni per l’estrazione ed il trasporto dell’energia, ha deliberato la fusione per incorporazione della controllata al 100% Soave Coibentazioni S.r.l., proprietaria dei terreni e degli immobili siti nella zona Industriale di Gela in Sicilia. L’operazione è finalizzata all’ottimizzazione del patrimonio immobiliare del Gruppo. Socotherm sta effettuando a Gela un investimento per un nuovo centro Ricerca & Sviluppo del valore di oltre 15 mln di Euro, di cui oltre 7 milioni ottenuti come contributo a fondo perduto e circa 2 milioni come finanziamento a tasso agevolato usufruendo del Pia - Pacchetto Integrato di Agevolazioni previsto dal Programma Operativo nazionale “Sviluppo imprenditoriale locale” approvato dalla Commissione della Unione Europea.  
   
   
SOCOTHERM: FUSIONE PER INCORPORAZIONE IN SOCOTHERM S.P.A. DELLA CONTROLLATA SOAVE COIBENTAZIONI S.R.L.  
 
Vicenza, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Socotherm S.p.a., Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (Sctm.mi) ed uno dei principali operatori mondiali nel rivestimento protettivo di tubazioni per l’estrazione ed il trasporto dell’energia, ha deliberato la fusione per incorporazione della controllata al 100% Soave Coibentazioni S.r.l., proprietaria dei terreni e degli immobili siti nella zona Industriale di Gela in Sicilia. L’operazione è finalizzata all’ottimizzazione del patrimonio immobiliare del Gruppo. Socotherm sta effettuando a Gela un investimento per un nuovo centro Ricerca & Sviluppo del valore di oltre 15 mln di Euro, di cui oltre 7 milioni ottenuti come contributo a fondo perduto e circa 2 milioni come finanziamento a tasso agevolato usufruendo del Pia - Pacchetto Integrato di Agevolazioni previsto dal Programma Operativo nazionale “Sviluppo imprenditoriale locale” approvato dalla Commissione della Unione Europea.  
   
   
SOCOTHERM: FUSIONE PER INCORPORAZIONE IN SOCOTHERM S.P.A. DELLA CONTROLLATA SOAVE COIBENTAZIONI S.R.L.  
 
Vicenza, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Socotherm S.p.a., Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (Sctm.mi) ed uno dei principali operatori mondiali nel rivestimento protettivo di tubazioni per l’estrazione ed il trasporto dell’energia, ha deliberato la fusione per incorporazione della controllata al 100% Soave Coibentazioni S.r.l., proprietaria dei terreni e degli immobili siti nella zona Industriale di Gela in Sicilia. L’operazione è finalizzata all’ottimizzazione del patrimonio immobiliare del Gruppo. Socotherm sta effettuando a Gela un investimento per un nuovo centro Ricerca & Sviluppo del valore di oltre 15 mln di Euro, di cui oltre 7 milioni ottenuti come contributo a fondo perduto e circa 2 milioni come finanziamento a tasso agevolato usufruendo del Pia - Pacchetto Integrato di Agevolazioni previsto dal Programma Operativo nazionale “Sviluppo imprenditoriale locale” approvato dalla Commissione della Unione Europea.  
   
   
SOCOTHERM: FUSIONE PER INCORPORAZIONE IN SOCOTHERM S.P.A. DELLA CONTROLLATA SOAVE COIBENTAZIONI S.R.L.  
 
Vicenza, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Socotherm S.p.a., Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (Sctm.mi) ed uno dei principali operatori mondiali nel rivestimento protettivo di tubazioni per l’estrazione ed il trasporto dell’energia, ha deliberato la fusione per incorporazione della controllata al 100% Soave Coibentazioni S.r.l., proprietaria dei terreni e degli immobili siti nella zona Industriale di Gela in Sicilia. L’operazione è finalizzata all’ottimizzazione del patrimonio immobiliare del Gruppo. Socotherm sta effettuando a Gela un investimento per un nuovo centro Ricerca & Sviluppo del valore di oltre 15 mln di Euro, di cui oltre 7 milioni ottenuti come contributo a fondo perduto e circa 2 milioni come finanziamento a tasso agevolato usufruendo del Pia - Pacchetto Integrato di Agevolazioni previsto dal Programma Operativo nazionale “Sviluppo imprenditoriale locale” approvato dalla Commissione della Unione Europea.  
   
   
SOCOTHERM: FUSIONE PER INCORPORAZIONE IN SOCOTHERM S.P.A. DELLA CONTROLLATA SOAVE COIBENTAZIONI S.R.L.  
 
Vicenza, 7 luglio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Socotherm S.p.a., Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (Sctm.mi) ed uno dei principali operatori mondiali nel rivestimento protettivo di tubazioni per l’estrazione ed il trasporto dell’energia, ha deliberato la fusione per incorporazione della controllata al 100% Soave Coibentazioni S.r.l., proprietaria dei terreni e degli immobili siti nella zona Industriale di Gela in Sicilia. L’operazione è finalizzata all’ottimizzazione del patrimonio immobiliare del Gruppo. Socotherm sta effettuando a Gela un investimento per un nuovo centro Ricerca & Sviluppo del valore di oltre 15 mln di Euro, di cui oltre 7 milioni ottenuti come contributo a fondo perduto e circa 2 milioni come finanziamento a tasso agevolato usufruendo del Pia - Pacchetto Integrato di Agevolazioni previsto dal Programma Operativo nazionale “Sviluppo imprenditoriale locale” approvato dalla Commissione della Unione Europea.  
   
   
ENERGIA: L’AUTORITA’ PER L’ENERGIA NON HA FATTO NULLA PER AUMENTARE LA CONCORRENZA IL CODACONS ALL’ATTACCO UTENTI DANNEGGIATI  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Ecco un’altra autorità indipendente che non si pente per aver fatto poco o nulla! Così il Codacons commenta la relazione odierna dell’ Autorità per l’energia che ha evidenziato l’assenza di concorrenza in Italia nei settori dell’energia elettrica e del gas e situazioni anomale e dannose per l’utenza italiana. “Continua la sceneggiata di chi doveva fare e non ha fatto, e accusa gli altri di tali omissioni – attacca Carlo Rienzi, Presidente Codacons – Le affermazioni di Ortis sono particolarmente gravi non solo perché mettono in luce una situazione negativa che danneggia pesantemente gli utenti sul piano dell’elettricità e del gas – prosegue Rienzi – ma anche perché evidenziano l’immobilismo dell’Autorità per l’energia che nulla ha fatto per aumentare la concorrenza e porre fine a paradossi e anomalie strutturali che fanno dell’Italia il paese con le tariffe energetiche tra le più elevate d’Europa”.  
   
   
ENERGIA: L’AUTORITA’ PER L’ENERGIA NON HA FATTO NULLA PER AUMENTARE LA CONCORRENZA IL CODACONS ALL’ATTACCO UTENTI DANNEGGIATI  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Ecco un’altra autorità indipendente che non si pente per aver fatto poco o nulla! Così il Codacons commenta la relazione odierna dell’ Autorità per l’energia che ha evidenziato l’assenza di concorrenza in Italia nei settori dell’energia elettrica e del gas e situazioni anomale e dannose per l’utenza italiana. “Continua la sceneggiata di chi doveva fare e non ha fatto, e accusa gli altri di tali omissioni – attacca Carlo Rienzi, Presidente Codacons – Le affermazioni di Ortis sono particolarmente gravi non solo perché mettono in luce una situazione negativa che danneggia pesantemente gli utenti sul piano dell’elettricità e del gas – prosegue Rienzi – ma anche perché evidenziano l’immobilismo dell’Autorità per l’energia che nulla ha fatto per aumentare la concorrenza e porre fine a paradossi e anomalie strutturali che fanno dell’Italia il paese con le tariffe energetiche tra le più elevate d’Europa”.  
   
   
ENERGIA: L’AUTORITA’ PER L’ENERGIA NON HA FATTO NULLA PER AUMENTARE LA CONCORRENZA IL CODACONS ALL’ATTACCO UTENTI DANNEGGIATI  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Ecco un’altra autorità indipendente che non si pente per aver fatto poco o nulla! Così il Codacons commenta la relazione odierna dell’ Autorità per l’energia che ha evidenziato l’assenza di concorrenza in Italia nei settori dell’energia elettrica e del gas e situazioni anomale e dannose per l’utenza italiana. “Continua la sceneggiata di chi doveva fare e non ha fatto, e accusa gli altri di tali omissioni – attacca Carlo Rienzi, Presidente Codacons – Le affermazioni di Ortis sono particolarmente gravi non solo perché mettono in luce una situazione negativa che danneggia pesantemente gli utenti sul piano dell’elettricità e del gas – prosegue Rienzi – ma anche perché evidenziano l’immobilismo dell’Autorità per l’energia che nulla ha fatto per aumentare la concorrenza e porre fine a paradossi e anomalie strutturali che fanno dell’Italia il paese con le tariffe energetiche tra le più elevate d’Europa”.  
   
   
ENERGIA: L’AUTORITA’ PER L’ENERGIA NON HA FATTO NULLA PER AUMENTARE LA CONCORRENZA IL CODACONS ALL’ATTACCO UTENTI DANNEGGIATI  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Ecco un’altra autorità indipendente che non si pente per aver fatto poco o nulla! Così il Codacons commenta la relazione odierna dell’ Autorità per l’energia che ha evidenziato l’assenza di concorrenza in Italia nei settori dell’energia elettrica e del gas e situazioni anomale e dannose per l’utenza italiana. “Continua la sceneggiata di chi doveva fare e non ha fatto, e accusa gli altri di tali omissioni – attacca Carlo Rienzi, Presidente Codacons – Le affermazioni di Ortis sono particolarmente gravi non solo perché mettono in luce una situazione negativa che danneggia pesantemente gli utenti sul piano dell’elettricità e del gas – prosegue Rienzi – ma anche perché evidenziano l’immobilismo dell’Autorità per l’energia che nulla ha fatto per aumentare la concorrenza e porre fine a paradossi e anomalie strutturali che fanno dell’Italia il paese con le tariffe energetiche tra le più elevate d’Europa”.  
   
   
ENERGIA: L’AUTORITA’ PER L’ENERGIA NON HA FATTO NULLA PER AUMENTARE LA CONCORRENZA IL CODACONS ALL’ATTACCO UTENTI DANNEGGIATI  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Ecco un’altra autorità indipendente che non si pente per aver fatto poco o nulla! Così il Codacons commenta la relazione odierna dell’ Autorità per l’energia che ha evidenziato l’assenza di concorrenza in Italia nei settori dell’energia elettrica e del gas e situazioni anomale e dannose per l’utenza italiana. “Continua la sceneggiata di chi doveva fare e non ha fatto, e accusa gli altri di tali omissioni – attacca Carlo Rienzi, Presidente Codacons – Le affermazioni di Ortis sono particolarmente gravi non solo perché mettono in luce una situazione negativa che danneggia pesantemente gli utenti sul piano dell’elettricità e del gas – prosegue Rienzi – ma anche perché evidenziano l’immobilismo dell’Autorità per l’energia che nulla ha fatto per aumentare la concorrenza e porre fine a paradossi e anomalie strutturali che fanno dell’Italia il paese con le tariffe energetiche tra le più elevate d’Europa”.  
   
   
ENERGIA: L’AUTORITA’ PER L’ENERGIA NON HA FATTO NULLA PER AUMENTARE LA CONCORRENZA IL CODACONS ALL’ATTACCO UTENTI DANNEGGIATI  
 
Roma, 7 luglio 2004 - Ecco un’altra autorità indipendente che non si pente per aver fatto poco o nulla! Così il Codacons commenta la relazione odierna dell’ Autorità per l’energia che ha evidenziato l’assenza di concorrenza in Italia nei settori dell’energia elettrica e del gas e situazioni anomale e dannose per l’utenza italiana. “Continua la sceneggiata di chi doveva fare e non ha fatto, e accusa gli altri di tali omissioni – attacca Carlo Rienzi, Presidente Codacons – Le affermazioni di Ortis sono particolarmente gravi non solo perché mettono in luce una situazione negativa che danneggia pesantemente gli utenti sul piano dell’elettricità e del gas – prosegue Rienzi – ma anche perché evidenziano l’immobilismo dell’Autorità per l’energia che nulla ha fatto per aumentare la concorrenza e porre fine a paradossi e anomalie strutturali che fanno dell’Italia il paese con le tariffe energetiche tra le più elevate d’Europa”.  
   
   
ENERGIA: NIENTE BLACKOUT E RIDUZIONE TARIFFE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - L’Adoc commenta le parole sulle tariffe energetiche pronunciate ieri dal Presidente della Camera Pierferdinando Casini, giudicandole ‘coraggiose e responsabili’. “E’ importante – ha commentato il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri – che Casini senza mezzi termini abbia definito come una priorità urgente la riduzione delle tariffe elettriche. Da questo bisogna partire per migliorare il settore, senza creare allarmismi su possibili black out. Scaricare preventivamente responsabilità, come già avvenuto in più di una circostanza, per una presunta criticità della situazione elettrica nella prossima estate, quando prima del 29 settembre il Garante ci aveva rassicurato sull’impossibilità di blackout in Italia, può voler dire solo due cose: o che ci attendono diversi giorni al buio, o, molto più ragionevolmente, che si stanno fuggendo responsabilità proprie”. Se si dovessero verificare black out ad agosto – conclude Pileri -, un mese in cui storicamente si consuma meno rispetto all’inverno per la chiusura di fabbriche e uffici, le carenza saranno probabilmente solo di natura strutturale. Ai cittadini interessa che non si verifichino altri black out, non lo scarico uno scarico di colpe continuo che non porta a niente”.  
   
   
ENERGIA: NIENTE BLACKOUT E RIDUZIONE TARIFFE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - L’Adoc commenta le parole sulle tariffe energetiche pronunciate ieri dal Presidente della Camera Pierferdinando Casini, giudicandole ‘coraggiose e responsabili’. “E’ importante – ha commentato il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri – che Casini senza mezzi termini abbia definito come una priorità urgente la riduzione delle tariffe elettriche. Da questo bisogna partire per migliorare il settore, senza creare allarmismi su possibili black out. Scaricare preventivamente responsabilità, come già avvenuto in più di una circostanza, per una presunta criticità della situazione elettrica nella prossima estate, quando prima del 29 settembre il Garante ci aveva rassicurato sull’impossibilità di blackout in Italia, può voler dire solo due cose: o che ci attendono diversi giorni al buio, o, molto più ragionevolmente, che si stanno fuggendo responsabilità proprie”. Se si dovessero verificare black out ad agosto – conclude Pileri -, un mese in cui storicamente si consuma meno rispetto all’inverno per la chiusura di fabbriche e uffici, le carenza saranno probabilmente solo di natura strutturale. Ai cittadini interessa che non si verifichino altri black out, non lo scarico uno scarico di colpe continuo che non porta a niente”.  
   
   
ENERGIA: NIENTE BLACKOUT E RIDUZIONE TARIFFE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - L’Adoc commenta le parole sulle tariffe energetiche pronunciate ieri dal Presidente della Camera Pierferdinando Casini, giudicandole ‘coraggiose e responsabili’. “E’ importante – ha commentato il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri – che Casini senza mezzi termini abbia definito come una priorità urgente la riduzione delle tariffe elettriche. Da questo bisogna partire per migliorare il settore, senza creare allarmismi su possibili black out. Scaricare preventivamente responsabilità, come già avvenuto in più di una circostanza, per una presunta criticità della situazione elettrica nella prossima estate, quando prima del 29 settembre il Garante ci aveva rassicurato sull’impossibilità di blackout in Italia, può voler dire solo due cose: o che ci attendono diversi giorni al buio, o, molto più ragionevolmente, che si stanno fuggendo responsabilità proprie”. Se si dovessero verificare black out ad agosto – conclude Pileri -, un mese in cui storicamente si consuma meno rispetto all’inverno per la chiusura di fabbriche e uffici, le carenza saranno probabilmente solo di natura strutturale. Ai cittadini interessa che non si verifichino altri black out, non lo scarico uno scarico di colpe continuo che non porta a niente”.  
   
   
ENERGIA: NIENTE BLACKOUT E RIDUZIONE TARIFFE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - L’Adoc commenta le parole sulle tariffe energetiche pronunciate ieri dal Presidente della Camera Pierferdinando Casini, giudicandole ‘coraggiose e responsabili’. “E’ importante – ha commentato il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri – che Casini senza mezzi termini abbia definito come una priorità urgente la riduzione delle tariffe elettriche. Da questo bisogna partire per migliorare il settore, senza creare allarmismi su possibili black out. Scaricare preventivamente responsabilità, come già avvenuto in più di una circostanza, per una presunta criticità della situazione elettrica nella prossima estate, quando prima del 29 settembre il Garante ci aveva rassicurato sull’impossibilità di blackout in Italia, può voler dire solo due cose: o che ci attendono diversi giorni al buio, o, molto più ragionevolmente, che si stanno fuggendo responsabilità proprie”. Se si dovessero verificare black out ad agosto – conclude Pileri -, un mese in cui storicamente si consuma meno rispetto all’inverno per la chiusura di fabbriche e uffici, le carenza saranno probabilmente solo di natura strutturale. Ai cittadini interessa che non si verifichino altri black out, non lo scarico uno scarico di colpe continuo che non porta a niente”.  
   
   
ENERGIA: NIENTE BLACKOUT E RIDUZIONE TARIFFE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - L’Adoc commenta le parole sulle tariffe energetiche pronunciate ieri dal Presidente della Camera Pierferdinando Casini, giudicandole ‘coraggiose e responsabili’. “E’ importante – ha commentato il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri – che Casini senza mezzi termini abbia definito come una priorità urgente la riduzione delle tariffe elettriche. Da questo bisogna partire per migliorare il settore, senza creare allarmismi su possibili black out. Scaricare preventivamente responsabilità, come già avvenuto in più di una circostanza, per una presunta criticità della situazione elettrica nella prossima estate, quando prima del 29 settembre il Garante ci aveva rassicurato sull’impossibilità di blackout in Italia, può voler dire solo due cose: o che ci attendono diversi giorni al buio, o, molto più ragionevolmente, che si stanno fuggendo responsabilità proprie”. Se si dovessero verificare black out ad agosto – conclude Pileri -, un mese in cui storicamente si consuma meno rispetto all’inverno per la chiusura di fabbriche e uffici, le carenza saranno probabilmente solo di natura strutturale. Ai cittadini interessa che non si verifichino altri black out, non lo scarico uno scarico di colpe continuo che non porta a niente”.  
   
   
ENERGIA: NIENTE BLACKOUT E RIDUZIONE TARIFFE  
 
Roma, 7 luglio 2004 - L’Adoc commenta le parole sulle tariffe energetiche pronunciate ieri dal Presidente della Camera Pierferdinando Casini, giudicandole ‘coraggiose e responsabili’. “E’ importante – ha commentato il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri – che Casini senza mezzi termini abbia definito come una priorità urgente la riduzione delle tariffe elettriche. Da questo bisogna partire per migliorare il settore, senza creare allarmismi su possibili black out. Scaricare preventivamente responsabilità, come già avvenuto in più di una circostanza, per una presunta criticità della situazione elettrica nella prossima estate, quando prima del 29 settembre il Garante ci aveva rassicurato sull’impossibilità di blackout in Italia, può voler dire solo due cose: o che ci attendono diversi giorni al buio, o, molto più ragionevolmente, che si stanno fuggendo responsabilità proprie”. Se si dovessero verificare black out ad agosto – conclude Pileri -, un mese in cui storicamente si consuma meno rispetto all’inverno per la chiusura di fabbriche e uffici, le carenza saranno probabilmente solo di natura strutturale. Ai cittadini interessa che non si verifichino altri black out, non lo scarico uno scarico di colpe continuo che non porta a niente”.  
   
   
L’ENERGIA RINNOVABILE TUTELA LA SALUTE E RISPETTA L’AMBIENTE: QUESTA LA RISPOSTA DEGLI ITALIANI ALLA RICERCA REALIZZATA DALL’ISTITUTO DI MANNEHEIMER  
 
Genova 7 luglio - 3.932 le persone intervistate – dai 17 anni di età in su – dall’Istituto di Studi sulla pubblica opinione diretto dal professor Manneheimer e commissionato dall’Agenzia per l’energia della Regione Liguria per la Settimana della Cultura Ambientale in corso a Genova dal 5 al 9 luglio. Ben il 61 per cento ha dichiarato di conoscere le fonti di energia rinnovabile. La notizia è stata divulgata nel corso del convengo internazionale direttamente da Renato Mannheimer, collegato in videoconferenza con i Magazzini del Cotone. Dalla ricerca è emerso anche che il 50 per cento degli intervistati vorrebbe che lo Stato si assumesse il compito di informare i cittadini attraverso i ministeri competenti. Solo il 21 per cento ha fiducia nelle associazioni ambientaliste. E il 30 per cento negli Enti Locali. Tra le fonti alternative più conosciute spicca l’energia solare (88 per cento); poi viene quella idroelettrica (83 per cento); l’eolica (77 per cento); la geotermica (62 per cento) e quella prodotta dalle maree e dalle onde (61 per cento). Al gradino più basso c’è quella che si ottiene con le biomasse, ovvero bruciando materiale organico (per esempio il legno). Cosa ne pensano gli italiani dell’energia rinnovabile? Il 77 per cento sostiene possa contribuire alla tutela della salute. Il 71 per cento che, invece, rispetti l’ambiente. Altro dato rilevante è la percentuale degli italiani che vorrebbe sapere quanto è possibile risparmiare: il 69 per cento. Mentre il 66 per cento desidererebbe conoscere tutti i dettagli sul funzionamento degli impianti. Sulla divulgazione delle informazioni il canale più accreditato è la televisione (49 per cento). Internet piace solo al 20 per cento del campione che non supera i quarant’anni di età. La “vecchia” posta cartacea risulta la più gradita a tutti, soprattutto ai laureati: 47 per cento. «Il fatto che due italiani su tre sappiano cosa sono le energie rinnovabili – ha detto Manneheimer in videoconferenza – vuol dire che queste fonti sono entrate nell’uso comune. È un elemento importante che, tra l’altro, rispecchia la situazione presente oggi in Francia». Il piano energetico regionale della Liguria «Fonti di energia rinnovabile in Liguria? Le abbiamo». Franco Orsi, assessore regionale all’Ambiente, è intervenuto al convegno internazionale organizzato da Are, l’Agenzia regionale per l’energia. Tema: le politiche comunitarie, il mercato interno, le comunità locali. L’assessore ha spiegato la situazione ligure. E ha preannunciato anche quali saranno gli obiettivi da conseguire in futuro. «Sviluppare energia rinnovabile vuol dire anche consentire lo sviluppo economico sociale», ha commentato. Insieme a Giorgio Ghiglione e Maria Fabianelli, rispettivamente presidente e direttore di Are Liguria, Orsi ha illustrato il piano energetico adottato dalla Regione. Sono diverse le fonti di energia disponibili. Alcune sono realizzabili, altre no. «Le fattorie eoliche, per esempio, sono di forte impatto ambientale. Ma sul nostro territorio sarebbe difficile collocarle: più del 40 per cento delle rotte migratorie dei volatili attraversa la Liguria. Non possiamo non tenerne conto». Ci sono, invece, possibilità di sviluppo di energia idroelettrica («grazie ai nostri acquedotti che per la loro struttura ben si presterebbero a questo tipo di servizio»). E le biomasse («La Liguria possiede ampie superfici boschive»). Ambiente e imprese, esperienze a confronto “Primo, vedere l’ambiente come un investimento e non come una spesa. Secondo, accrescere il numero delle imprese che adottano una propria politica ambientale”. Così Bruno Soracco, Direttore Generale di Arpa Liguria riassume il dibattito sul ruolo integrato delle imprese e dell’ambiente. A confronto alcuni tra i casi più rilevanti in Liguria e non. La gestione eco-compatibile del depuratore di Savona, la responsabilità ambientale nella gestione degli imballaggi post consumo in carta e cartone, i criteri per la prevenzione ambientale negli allevamenti dell’Emilia Romagna sono solo alcuni degli argomenti al centro dell’incontro. Si è parlato anche del rapporto ambientale delle imprese di trasporto pubblico locale a Roma e delle attività di supporto delle Arpa sul risanamento acustico di infrastrutture di trasporto stradale e ferroviario in Emilia. E dall’Epa, l’ente federale per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America, cenni e dati sull’esperienza vissuta negli ultimi anni. Thomas Voltaggio, portavoce del Superfund program dell’ente statunitense, ha dato testimonianza delle 7.238 azioni di emergenza che hanno riguardato più di 5 mila siti da risanare. Il compromesso da raggiungere perché si attui una corretta politica imprenditoriale nel rispetto sull’ambiente è tra la necessità di ridefinire i confini e l’evoluzione, sempre più incalzante, della competizione. “L’ambiente naturale deve essere considerato come una variabile strategica - ha precisato Tiziana Cianflone, presentando lo studio dell’Apat sulle passività ambientali di cui è responsabile – solo così è possibile progettare e realizzare risposte utili ai bisogni espressi dal mercato, attraverso un uso appropriato e conveniente delle risorse. E l’ambiente – ha continuato – evolve a sua volta a seconda di come le imprese, selezionano ed utilizzano queste potenzialità”. Gli appuntamenti di mercoledì 7 luglio: ore 9.15 Capitaneria di Porto, Iii piano (Porto Antico) Conferenza stampa “Ramogepol: presentazione della simulazione di emergenza in mare cui parteciperanno circa 20 mezzi di pronto intervento”. Al termine della conferenza una motovedetta della Capitaneria sarà a disposizione dei giornalisti per riprese ravvicinate dell’evento. Ore 11.45 Sala stampa, I piano Centro Congressi (Porto Antico) Conferenza stampa “Consegna della certificazione ambientale della Regione Liguria” Intervengono Franco Orsi, Assessore regionale all’Ambiente e l’ing.Salerno, Amministratore delegato Rina. Ore 15.00 Sala Maestrale, Centro Congressi (Porto Antico) Sessione plenaria di chiusura dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali Interviene Altero Matteoli, Ministro dell’Ambiente e Tutela del territorio. Ore 9.00 – 16.00 Sala Tramontana, Centro Congressi (Porto Antico) Lca – Life cycle assessment e progettazione ecosostenibile “Mostra permanente aperta al pubblico2” L’area espositiva dell’evento, che conta circa settanta presenze tra enti pubblici e operatori del settore, è aperta al pubblico negli orari della manifestazione (9,00 – 18,00).  
   
   
L’ENERGIA RINNOVABILE TUTELA LA SALUTE E RISPETTA L’AMBIENTE: QUESTA LA RISPOSTA DEGLI ITALIANI ALLA RICERCA REALIZZATA DALL’ISTITUTO DI MANNEHEIMER  
 
Genova 7 luglio - 3.932 le persone intervistate – dai 17 anni di età in su – dall’Istituto di Studi sulla pubblica opinione diretto dal professor Manneheimer e commissionato dall’Agenzia per l’energia della Regione Liguria per la Settimana della Cultura Ambientale in corso a Genova dal 5 al 9 luglio. Ben il 61 per cento ha dichiarato di conoscere le fonti di energia rinnovabile. La notizia è stata divulgata nel corso del convengo internazionale direttamente da Renato Mannheimer, collegato in videoconferenza con i Magazzini del Cotone. Dalla ricerca è emerso anche che il 50 per cento degli intervistati vorrebbe che lo Stato si assumesse il compito di informare i cittadini attraverso i ministeri competenti. Solo il 21 per cento ha fiducia nelle associazioni ambientaliste. E il 30 per cento negli Enti Locali. Tra le fonti alternative più conosciute spicca l’energia solare (88 per cento); poi viene quella idroelettrica (83 per cento); l’eolica (77 per cento); la geotermica (62 per cento) e quella prodotta dalle maree e dalle onde (61 per cento). Al gradino più basso c’è quella che si ottiene con le biomasse, ovvero bruciando materiale organico (per esempio il legno). Cosa ne pensano gli italiani dell’energia rinnovabile? Il 77 per cento sostiene possa contribuire alla tutela della salute. Il 71 per cento che, invece, rispetti l’ambiente. Altro dato rilevante è la percentuale degli italiani che vorrebbe sapere quanto è possibile risparmiare: il 69 per cento. Mentre il 66 per cento desidererebbe conoscere tutti i dettagli sul funzionamento degli impianti. Sulla divulgazione delle informazioni il canale più accreditato è la televisione (49 per cento). Internet piace solo al 20 per cento del campione che non supera i quarant’anni di età. La “vecchia” posta cartacea risulta la più gradita a tutti, soprattutto ai laureati: 47 per cento. «Il fatto che due italiani su tre sappiano cosa sono le energie rinnovabili – ha detto Manneheimer in videoconferenza – vuol dire che queste fonti sono entrate nell’uso comune. È un elemento importante che, tra l’altro, rispecchia la situazione presente oggi in Francia». Il piano energetico regionale della Liguria «Fonti di energia rinnovabile in Liguria? Le abbiamo». Franco Orsi, assessore regionale all’Ambiente, è intervenuto al convegno internazionale organizzato da Are, l’Agenzia regionale per l’energia. Tema: le politiche comunitarie, il mercato interno, le comunità locali. L’assessore ha spiegato la situazione ligure. E ha preannunciato anche quali saranno gli obiettivi da conseguire in futuro. «Sviluppare energia rinnovabile vuol dire anche consentire lo sviluppo economico sociale», ha commentato. Insieme a Giorgio Ghiglione e Maria Fabianelli, rispettivamente presidente e direttore di Are Liguria, Orsi ha illustrato il piano energetico adottato dalla Regione. Sono diverse le fonti di energia disponibili. Alcune sono realizzabili, altre no. «Le fattorie eoliche, per esempio, sono di forte impatto ambientale. Ma sul nostro territorio sarebbe difficile collocarle: più del 40 per cento delle rotte migratorie dei volatili attraversa la Liguria. Non possiamo non tenerne conto». Ci sono, invece, possibilità di sviluppo di energia idroelettrica («grazie ai nostri acquedotti che per la loro struttura ben si presterebbero a questo tipo di servizio»). E le biomasse («La Liguria possiede ampie superfici boschive»). Ambiente e imprese, esperienze a confronto “Primo, vedere l’ambiente come un investimento e non come una spesa. Secondo, accrescere il numero delle imprese che adottano una propria politica ambientale”. Così Bruno Soracco, Direttore Generale di Arpa Liguria riassume il dibattito sul ruolo integrato delle imprese e dell’ambiente. A confronto alcuni tra i casi più rilevanti in Liguria e non. La gestione eco-compatibile del depuratore di Savona, la responsabilità ambientale nella gestione degli imballaggi post consumo in carta e cartone, i criteri per la prevenzione ambientale negli allevamenti dell’Emilia Romagna sono solo alcuni degli argomenti al centro dell’incontro. Si è parlato anche del rapporto ambientale delle imprese di trasporto pubblico locale a Roma e delle attività di supporto delle Arpa sul risanamento acustico di infrastrutture di trasporto stradale e ferroviario in Emilia. E dall’Epa, l’ente federale per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America, cenni e dati sull’esperienza vissuta negli ultimi anni. Thomas Voltaggio, portavoce del Superfund program dell’ente statunitense, ha dato testimonianza delle 7.238 azioni di emergenza che hanno riguardato più di 5 mila siti da risanare. Il compromesso da raggiungere perché si attui una corretta politica imprenditoriale nel rispetto sull’ambiente è tra la necessità di ridefinire i confini e l’evoluzione, sempre più incalzante, della competizione. “L’ambiente naturale deve essere considerato come una variabile strategica - ha precisato Tiziana Cianflone, presentando lo studio dell’Apat sulle passività ambientali di cui è responsabile – solo così è possibile progettare e realizzare risposte utili ai bisogni espressi dal mercato, attraverso un uso appropriato e conveniente delle risorse. E l’ambiente – ha continuato – evolve a sua volta a seconda di come le imprese, selezionano ed utilizzano queste potenzialità”. Gli appuntamenti di mercoledì 7 luglio: ore 9.15 Capitaneria di Porto, Iii piano (Porto Antico) Conferenza stampa “Ramogepol: presentazione della simulazione di emergenza in mare cui parteciperanno circa 20 mezzi di pronto intervento”. Al termine della conferenza una motovedetta della Capitaneria sarà a disposizione dei giornalisti per riprese ravvicinate dell’evento. Ore 11.45 Sala stampa, I piano Centro Congressi (Porto Antico) Conferenza stampa “Consegna della certificazione ambientale della Regione Liguria” Intervengono Franco Orsi, Assessore regionale all’Ambiente e l’ing.Salerno, Amministratore delegato Rina. Ore 15.00 Sala Maestrale, Centro Congressi (Porto Antico) Sessione plenaria di chiusura dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali Interviene Altero Matteoli, Ministro dell’Ambiente e Tutela del territorio. Ore 9.00 – 16.00 Sala Tramontana, Centro Congressi (Porto Antico) Lca – Life cycle assessment e progettazione ecosostenibile “Mostra permanente aperta al pubblico2” L’area espositiva dell’evento, che conta circa settanta presenze tra enti pubblici e operatori del settore, è aperta al pubblico negli orari della manifestazione (9,00 – 18,00).  
   
   
L’ENERGIA RINNOVABILE TUTELA LA SALUTE E RISPETTA L’AMBIENTE: QUESTA LA RISPOSTA DEGLI ITALIANI ALLA RICERCA REALIZZATA DALL’ISTITUTO DI MANNEHEIMER  
 
Genova 7 luglio - 3.932 le persone intervistate – dai 17 anni di età in su – dall’Istituto di Studi sulla pubblica opinione diretto dal professor Manneheimer e commissionato dall’Agenzia per l’energia della Regione Liguria per la Settimana della Cultura Ambientale in corso a Genova dal 5 al 9 luglio. Ben il 61 per cento ha dichiarato di conoscere le fonti di energia rinnovabile. La notizia è stata divulgata nel corso del convengo internazionale direttamente da Renato Mannheimer, collegato in videoconferenza con i Magazzini del Cotone. Dalla ricerca è emerso anche che il 50 per cento degli intervistati vorrebbe che lo Stato si assumesse il compito di informare i cittadini attraverso i ministeri competenti. Solo il 21 per cento ha fiducia nelle associazioni ambientaliste. E il 30 per cento negli Enti Locali. Tra le fonti alternative più conosciute spicca l’energia solare (88 per cento); poi viene quella idroelettrica (83 per cento); l’eolica (77 per cento); la geotermica (62 per cento) e quella prodotta dalle maree e dalle onde (61 per cento). Al gradino più basso c’è quella che si ottiene con le biomasse, ovvero bruciando materiale organico (per esempio il legno). Cosa ne pensano gli italiani dell’energia rinnovabile? Il 77 per cento sostiene possa contribuire alla tutela della salute. Il 71 per cento che, invece, rispetti l’ambiente. Altro dato rilevante è la percentuale degli italiani che vorrebbe sapere quanto è possibile risparmiare: il 69 per cento. Mentre il 66 per cento desidererebbe conoscere tutti i dettagli sul funzionamento degli impianti. Sulla divulgazione delle informazioni il canale più accreditato è la televisione (49 per cento). Internet piace solo al 20 per cento del campione che non supera i quarant’anni di età. La “vecchia” posta cartacea risulta la più gradita a tutti, soprattutto ai laureati: 47 per cento. «Il fatto che due italiani su tre sappiano cosa sono le energie rinnovabili – ha detto Manneheimer in videoconferenza – vuol dire che queste fonti sono entrate nell’uso comune. È un elemento importante che, tra l’altro, rispecchia la situazione presente oggi in Francia». Il piano energetico regionale della Liguria «Fonti di energia rinnovabile in Liguria? Le abbiamo». Franco Orsi, assessore regionale all’Ambiente, è intervenuto al convegno internazionale organizzato da Are, l’Agenzia regionale per l’energia. Tema: le politiche comunitarie, il mercato interno, le comunità locali. L’assessore ha spiegato la situazione ligure. E ha preannunciato anche quali saranno gli obiettivi da conseguire in futuro. «Sviluppare energia rinnovabile vuol dire anche consentire lo sviluppo economico sociale», ha commentato. Insieme a Giorgio Ghiglione e Maria Fabianelli, rispettivamente presidente e direttore di Are Liguria, Orsi ha illustrato il piano energetico adottato dalla Regione. Sono diverse le fonti di energia disponibili. Alcune sono realizzabili, altre no. «Le fattorie eoliche, per esempio, sono di forte impatto ambientale. Ma sul nostro territorio sarebbe difficile collocarle: più del 40 per cento delle rotte migratorie dei volatili attraversa la Liguria. Non possiamo non tenerne conto». Ci sono, invece, possibilità di sviluppo di energia idroelettrica («grazie ai nostri acquedotti che per la loro struttura ben si presterebbero a questo tipo di servizio»). E le biomasse («La Liguria possiede ampie superfici boschive»). Ambiente e imprese, esperienze a confronto “Primo, vedere l’ambiente come un investimento e non come una spesa. Secondo, accrescere il numero delle imprese che adottano una propria politica ambientale”. Così Bruno Soracco, Direttore Generale di Arpa Liguria riassume il dibattito sul ruolo integrato delle imprese e dell’ambiente. A confronto alcuni tra i casi più rilevanti in Liguria e non. La gestione eco-compatibile del depuratore di Savona, la responsabilità ambientale nella gestione degli imballaggi post consumo in carta e cartone, i criteri per la prevenzione ambientale negli allevamenti dell’Emilia Romagna sono solo alcuni degli argomenti al centro dell’incontro. Si è parlato anche del rapporto ambientale delle imprese di trasporto pubblico locale a Roma e delle attività di supporto delle Arpa sul risanamento acustico di infrastrutture di trasporto stradale e ferroviario in Emilia. E dall’Epa, l’ente federale per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America, cenni e dati sull’esperienza vissuta negli ultimi anni. Thomas Voltaggio, portavoce del Superfund program dell’ente statunitense, ha dato testimonianza delle 7.238 azioni di emergenza che hanno riguardato più di 5 mila siti da risanare. Il compromesso da raggiungere perché si attui una corretta politica imprenditoriale nel rispetto sull’ambiente è tra la necessità di ridefinire i confini e l’evoluzione, sempre più incalzante, della competizione. “L’ambiente naturale deve essere considerato come una variabile strategica - ha precisato Tiziana Cianflone, presentando lo studio dell’Apat sulle passività ambientali di cui è responsabile – solo così è possibile progettare e realizzare risposte utili ai bisogni espressi dal mercato, attraverso un uso appropriato e conveniente delle risorse. E l’ambiente – ha continuato – evolve a sua volta a seconda di come le imprese, selezionano ed utilizzano queste potenzialità”. Gli appuntamenti di mercoledì 7 luglio: ore 9.15 Capitaneria di Porto, Iii piano (Porto Antico) Conferenza stampa “Ramogepol: presentazione della simulazione di emergenza in mare cui parteciperanno circa 20 mezzi di pronto intervento”. Al termine della conferenza una motovedetta della Capitaneria sarà a disposizione dei giornalisti per riprese ravvicinate dell’evento. Ore 11.45 Sala stampa, I piano Centro Congressi (Porto Antico) Conferenza stampa “Consegna della certificazione ambientale della Regione Liguria” Intervengono Franco Orsi, Assessore regionale all’Ambiente e l’ing.Salerno, Amministratore delegato Rina. Ore 15.00 Sala Maestrale, Centro Congressi (Porto Antico) Sessione plenaria di chiusura dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali Interviene Altero Matteoli, Ministro dell’Ambiente e Tutela del territorio. Ore 9.00 – 16.00 Sala Tramontana, Centro Congressi (Porto Antico) Lca – Life cycle assessment e progettazione ecosostenibile “Mostra permanente aperta al pubblico2” L’area espositiva dell’evento, che conta circa settanta presenze tra enti pubblici e operatori del settore, è aperta al pubblico negli orari della manifestazione (9,00 – 18,00).  
   
   
L’ENERGIA RINNOVABILE TUTELA LA SALUTE E RISPETTA L’AMBIENTE: QUESTA LA RISPOSTA DEGLI ITALIANI ALLA RICERCA REALIZZATA DALL’ISTITUTO DI MANNEHEIMER  
 
Genova 7 luglio - 3.932 le persone intervistate – dai 17 anni di età in su – dall’Istituto di Studi sulla pubblica opinione diretto dal professor Manneheimer e commissionato dall’Agenzia per l’energia della Regione Liguria per la Settimana della Cultura Ambientale in corso a Genova dal 5 al 9 luglio. Ben il 61 per cento ha dichiarato di conoscere le fonti di energia rinnovabile. La notizia è stata divulgata nel corso del convengo internazionale direttamente da Renato Mannheimer, collegato in videoconferenza con i Magazzini del Cotone. Dalla ricerca è emerso anche che il 50 per cento degli intervistati vorrebbe che lo Stato si assumesse il compito di informare i cittadini attraverso i ministeri competenti. Solo il 21 per cento ha fiducia nelle associazioni ambientaliste. E il 30 per cento negli Enti Locali. Tra le fonti alternative più conosciute spicca l’energia solare (88 per cento); poi viene quella idroelettrica (83 per cento); l’eolica (77 per cento); la geotermica (62 per cento) e quella prodotta dalle maree e dalle onde (61 per cento). Al gradino più basso c’è quella che si ottiene con le biomasse, ovvero bruciando materiale organico (per esempio il legno). Cosa ne pensano gli italiani dell’energia rinnovabile? Il 77 per cento sostiene possa contribuire alla tutela della salute. Il 71 per cento che, invece, rispetti l’ambiente. Altro dato rilevante è la percentuale degli italiani che vorrebbe sapere quanto è possibile risparmiare: il 69 per cento. Mentre il 66 per cento desidererebbe conoscere tutti i dettagli sul funzionamento degli impianti. Sulla divulgazione delle informazioni il canale più accreditato è la televisione (49 per cento). Internet piace solo al 20 per cento del campione che non supera i quarant’anni di età. La “vecchia” posta cartacea risulta la più gradita a tutti, soprattutto ai laureati: 47 per cento. «Il fatto che due italiani su tre sappiano cosa sono le energie rinnovabili – ha detto Manneheimer in videoconferenza – vuol dire che queste fonti sono entrate nell’uso comune. È un elemento importante che, tra l’altro, rispecchia la situazione presente oggi in Francia». Il piano energetico regionale della Liguria «Fonti di energia rinnovabile in Liguria? Le abbiamo». Franco Orsi, assessore regionale all’Ambiente, è intervenuto al convegno internazionale organizzato da Are, l’Agenzia regionale per l’energia. Tema: le politiche comunitarie, il mercato interno, le comunità locali. L’assessore ha spiegato la situazione ligure. E ha preannunciato anche quali saranno gli obiettivi da conseguire in futuro. «Sviluppare energia rinnovabile vuol dire anche consentire lo sviluppo economico sociale», ha commentato. Insieme a Giorgio Ghiglione e Maria Fabianelli, rispettivamente presidente e direttore di Are Liguria, Orsi ha illustrato il piano energetico adottato dalla Regione. Sono diverse le fonti di energia disponibili. Alcune sono realizzabili, altre no. «Le fattorie eoliche, per esempio, sono di forte impatto ambientale. Ma sul nostro territorio sarebbe difficile collocarle: più del 40 per cento delle rotte migratorie dei volatili attraversa la Liguria. Non possiamo non tenerne conto». Ci sono, invece, possibilità di sviluppo di energia idroelettrica («grazie ai nostri acquedotti che per la loro struttura ben si presterebbero a questo tipo di servizio»). E le biomasse («La Liguria possiede ampie superfici boschive»). Ambiente e imprese, esperienze a confronto “Primo, vedere l’ambiente come un investimento e non come una spesa. Secondo, accrescere il numero delle imprese che adottano una propria politica ambientale”. Così Bruno Soracco, Direttore Generale di Arpa Liguria riassume il dibattito sul ruolo integrato delle imprese e dell’ambiente. A confronto alcuni tra i casi più rilevanti in Liguria e non. La gestione eco-compatibile del depuratore di Savona, la responsabilità ambientale nella gestione degli imballaggi post consumo in carta e cartone, i criteri per la prevenzione ambientale negli allevamenti dell’Emilia Romagna sono solo alcuni degli argomenti al centro dell’incontro. Si è parlato anche del rapporto ambientale delle imprese di trasporto pubblico locale a Roma e delle attività di supporto delle Arpa sul risanamento acustico di infrastrutture di trasporto stradale e ferroviario in Emilia. E dall’Epa, l’ente federale per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America, cenni e dati sull’esperienza vissuta negli ultimi anni. Thomas Voltaggio, portavoce del Superfund program dell’ente statunitense, ha dato testimonianza delle 7.238 azioni di emergenza che hanno riguardato più di 5 mila siti da risanare. Il compromesso da raggiungere perché si attui una corretta politica imprenditoriale nel rispetto sull’ambiente è tra la necessità di ridefinire i confini e l’evoluzione, sempre più incalzante, della competizione. “L’ambiente naturale deve essere considerato come una variabile strategica - ha precisato Tiziana Cianflone, presentando lo studio dell’Apat sulle passività ambientali di cui è responsabile – solo così è possibile progettare e realizzare risposte utili ai bisogni espressi dal mercato, attraverso un uso appropriato e conveniente delle risorse. E l’ambiente – ha continuato – evolve a sua volta a seconda di come le imprese, selezionano ed utilizzano queste potenzialità”. Gli appuntamenti di mercoledì 7 luglio: ore 9.15 Capitaneria di Porto, Iii piano (Porto Antico) Conferenza stampa “Ramogepol: presentazione della simulazione di emergenza in mare cui parteciperanno circa 20 mezzi di pronto intervento”. Al termine della conferenza una motovedetta della Capitaneria sarà a disposizione dei giornalisti per riprese ravvicinate dell’evento. Ore 11.45 Sala stampa, I piano Centro Congressi (Porto Antico) Conferenza stampa “Consegna della certificazione ambientale della Regione Liguria” Intervengono Franco Orsi, Assessore regionale all’Ambiente e l’ing.Salerno, Amministratore delegato Rina. Ore 15.00 Sala Maestrale, Centro Congressi (Porto Antico) Sessione plenaria di chiusura dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali Interviene Altero Matteoli, Ministro dell’Ambiente e Tutela del territorio. Ore 9.00 – 16.00 Sala Tramontana, Centro Congressi (Porto Antico) Lca – Life cycle assessment e progettazione ecosostenibile “Mostra permanente aperta al pubblico2” L’area espositiva dell’evento, che conta circa settanta presenze tra enti pubblici e operatori del settore, è aperta al pubblico negli orari della manifestazione (9,00 – 18,00).  
   
   
L’ENERGIA RINNOVABILE TUTELA LA SALUTE E RISPETTA L’AMBIENTE: QUESTA LA RISPOSTA DEGLI ITALIANI ALLA RICERCA REALIZZATA DALL’ISTITUTO DI MANNEHEIMER  
 
Genova 7 luglio - 3.932 le persone intervistate – dai 17 anni di età in su – dall’Istituto di Studi sulla pubblica opinione diretto dal professor Manneheimer e commissionato dall’Agenzia per l’energia della Regione Liguria per la Settimana della Cultura Ambientale in corso a Genova dal 5 al 9 luglio. Ben il 61 per cento ha dichiarato di conoscere le fonti di energia rinnovabile. La notizia è stata divulgata nel corso del convengo internazionale direttamente da Renato Mannheimer, collegato in videoconferenza con i Magazzini del Cotone. Dalla ricerca è emerso anche che il 50 per cento degli intervistati vorrebbe che lo Stato si assumesse il compito di informare i cittadini attraverso i ministeri competenti. Solo il 21 per cento ha fiducia nelle associazioni ambientaliste. E il 30 per cento negli Enti Locali. Tra le fonti alternative più conosciute spicca l’energia solare (88 per cento); poi viene quella idroelettrica (83 per cento); l’eolica (77 per cento); la geotermica (62 per cento) e quella prodotta dalle maree e dalle onde (61 per cento). Al gradino più basso c’è quella che si ottiene con le biomasse, ovvero bruciando materiale organico (per esempio il legno). Cosa ne pensano gli italiani dell’energia rinnovabile? Il 77 per cento sostiene possa contribuire alla tutela della salute. Il 71 per cento che, invece, rispetti l’ambiente. Altro dato rilevante è la percentuale degli italiani che vorrebbe sapere quanto è possibile risparmiare: il 69 per cento. Mentre il 66 per cento desidererebbe conoscere tutti i dettagli sul funzionamento degli impianti. Sulla divulgazione delle informazioni il canale più accreditato è la televisione (49 per cento). Internet piace solo al 20 per cento del campione che non supera i quarant’anni di età. La “vecchia” posta cartacea risulta la più gradita a tutti, soprattutto ai laureati: 47 per cento. «Il fatto che due italiani su tre sappiano cosa sono le energie rinnovabili – ha detto Manneheimer in videoconferenza – vuol dire che queste fonti sono entrate nell’uso comune. È un elemento importante che, tra l’altro, rispecchia la situazione presente oggi in Francia». Il piano energetico regionale della Liguria «Fonti di energia rinnovabile in Liguria? Le abbiamo». Franco Orsi, assessore regionale all’Ambiente, è intervenuto al convegno internazionale organizzato da Are, l’Agenzia regionale per l’energia. Tema: le politiche comunitarie, il mercato interno, le comunità locali. L’assessore ha spiegato la situazione ligure. E ha preannunciato anche quali saranno gli obiettivi da conseguire in futuro. «Sviluppare energia rinnovabile vuol dire anche consentire lo sviluppo economico sociale», ha commentato. Insieme a Giorgio Ghiglione e Maria Fabianelli, rispettivamente presidente e direttore di Are Liguria, Orsi ha illustrato il piano energetico adottato dalla Regione. Sono diverse le fonti di energia disponibili. Alcune sono realizzabili, altre no. «Le fattorie eoliche, per esempio, sono di forte impatto ambientale. Ma sul nostro territorio sarebbe difficile collocarle: più del 40 per cento delle rotte migratorie dei volatili attraversa la Liguria. Non possiamo non tenerne conto». Ci sono, invece, possibilità di sviluppo di energia idroelettrica («grazie ai nostri acquedotti che per la loro struttura ben si presterebbero a questo tipo di servizio»). E le biomasse («La Liguria possiede ampie superfici boschive»). Ambiente e imprese, esperienze a confronto “Primo, vedere l’ambiente come un investimento e non come una spesa. Secondo, accrescere il numero delle imprese che adottano una propria politica ambientale”. Così Bruno Soracco, Direttore Generale di Arpa Liguria riassume il dibattito sul ruolo integrato delle imprese e dell’ambiente. A confronto alcuni tra i casi più rilevanti in Liguria e non. La gestione eco-compatibile del depuratore di Savona, la responsabilità ambientale nella gestione degli imballaggi post consumo in carta e cartone, i criteri per la prevenzione ambientale negli allevamenti dell’Emilia Romagna sono solo alcuni degli argomenti al centro dell’incontro. Si è parlato anche del rapporto ambientale delle imprese di trasporto pubblico locale a Roma e delle attività di supporto delle Arpa sul risanamento acustico di infrastrutture di trasporto stradale e ferroviario in Emilia. E dall’Epa, l’ente federale per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America, cenni e dati sull’esperienza vissuta negli ultimi anni. Thomas Voltaggio, portavoce del Superfund program dell’ente statunitense, ha dato testimonianza delle 7.238 azioni di emergenza che hanno riguardato più di 5 mila siti da risanare. Il compromesso da raggiungere perché si attui una corretta politica imprenditoriale nel rispetto sull’ambiente è tra la necessità di ridefinire i confini e l’evoluzione, sempre più incalzante, della competizione. “L’ambiente naturale deve essere considerato come una variabile strategica - ha precisato Tiziana Cianflone, presentando lo studio dell’Apat sulle passività ambientali di cui è responsabile – solo così è possibile progettare e realizzare risposte utili ai bisogni espressi dal mercato, attraverso un uso appropriato e conveniente delle risorse. E l’ambiente – ha continuato – evolve a sua volta a seconda di come le imprese, selezionano ed utilizzano queste potenzialità”. Gli appuntamenti di mercoledì 7 luglio: ore 9.15 Capitaneria di Porto, Iii piano (Porto Antico) Conferenza stampa “Ramogepol: presentazione della simulazione di emergenza in mare cui parteciperanno circa 20 mezzi di pronto intervento”. Al termine della conferenza una motovedetta della Capitaneria sarà a disposizione dei giornalisti per riprese ravvicinate dell’evento. Ore 11.45 Sala stampa, I piano Centro Congressi (Porto Antico) Conferenza stampa “Consegna della certificazione ambientale della Regione Liguria” Intervengono Franco Orsi, Assessore regionale all’Ambiente e l’ing.Salerno, Amministratore delegato Rina. Ore 15.00 Sala Maestrale, Centro Congressi (Porto Antico) Sessione plenaria di chiusura dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali Interviene Altero Matteoli, Ministro dell’Ambiente e Tutela del territorio. Ore 9.00 – 16.00 Sala Tramontana, Centro Congressi (Porto Antico) Lca – Life cycle assessment e progettazione ecosostenibile “Mostra permanente aperta al pubblico2” L’area espositiva dell’evento, che conta circa settanta presenze tra enti pubblici e operatori del settore, è aperta al pubblico negli orari della manifestazione (9,00 – 18,00).  
   
   
L’ENERGIA RINNOVABILE TUTELA LA SALUTE E RISPETTA L’AMBIENTE: QUESTA LA RISPOSTA DEGLI ITALIANI ALLA RICERCA REALIZZATA DALL’ISTITUTO DI MANNEHEIMER  
 
Genova 7 luglio - 3.932 le persone intervistate – dai 17 anni di età in su – dall’Istituto di Studi sulla pubblica opinione diretto dal professor Manneheimer e commissionato dall’Agenzia per l’energia della Regione Liguria per la Settimana della Cultura Ambientale in corso a Genova dal 5 al 9 luglio. Ben il 61 per cento ha dichiarato di conoscere le fonti di energia rinnovabile. La notizia è stata divulgata nel corso del convengo internazionale direttamente da Renato Mannheimer, collegato in videoconferenza con i Magazzini del Cotone. Dalla ricerca è emerso anche che il 50 per cento degli intervistati vorrebbe che lo Stato si assumesse il compito di informare i cittadini attraverso i ministeri competenti. Solo il 21 per cento ha fiducia nelle associazioni ambientaliste. E il 30 per cento negli Enti Locali. Tra le fonti alternative più conosciute spicca l’energia solare (88 per cento); poi viene quella idroelettrica (83 per cento); l’eolica (77 per cento); la geotermica (62 per cento) e quella prodotta dalle maree e dalle onde (61 per cento). Al gradino più basso c’è quella che si ottiene con le biomasse, ovvero bruciando materiale organico (per esempio il legno). Cosa ne pensano gli italiani dell’energia rinnovabile? Il 77 per cento sostiene possa contribuire alla tutela della salute. Il 71 per cento che, invece, rispetti l’ambiente. Altro dato rilevante è la percentuale degli italiani che vorrebbe sapere quanto è possibile risparmiare: il 69 per cento. Mentre il 66 per cento desidererebbe conoscere tutti i dettagli sul funzionamento degli impianti. Sulla divulgazione delle informazioni il canale più accreditato è la televisione (49 per cento). Internet piace solo al 20 per cento del campione che non supera i quarant’anni di età. La “vecchia” posta cartacea risulta la più gradita a tutti, soprattutto ai laureati: 47 per cento. «Il fatto che due italiani su tre sappiano cosa sono le energie rinnovabili – ha detto Manneheimer in videoconferenza – vuol dire che queste fonti sono entrate nell’uso comune. È un elemento importante che, tra l’altro, rispecchia la situazione presente oggi in Francia». Il piano energetico regionale della Liguria «Fonti di energia rinnovabile in Liguria? Le abbiamo». Franco Orsi, assessore regionale all’Ambiente, è intervenuto al convegno internazionale organizzato da Are, l’Agenzia regionale per l’energia. Tema: le politiche comunitarie, il mercato interno, le comunità locali. L’assessore ha spiegato la situazione ligure. E ha preannunciato anche quali saranno gli obiettivi da conseguire in futuro. «Sviluppare energia rinnovabile vuol dire anche consentire lo sviluppo economico sociale», ha commentato. Insieme a Giorgio Ghiglione e Maria Fabianelli, rispettivamente presidente e direttore di Are Liguria, Orsi ha illustrato il piano energetico adottato dalla Regione. Sono diverse le fonti di energia disponibili. Alcune sono realizzabili, altre no. «Le fattorie eoliche, per esempio, sono di forte impatto ambientale. Ma sul nostro territorio sarebbe difficile collocarle: più del 40 per cento delle rotte migratorie dei volatili attraversa la Liguria. Non possiamo non tenerne conto». Ci sono, invece, possibilità di sviluppo di energia idroelettrica («grazie ai nostri acquedotti che per la loro struttura ben si presterebbero a questo tipo di servizio»). E le biomasse («La Liguria possiede ampie superfici boschive»). Ambiente e imprese, esperienze a confronto “Primo, vedere l’ambiente come un investimento e non come una spesa. Secondo, accrescere il numero delle imprese che adottano una propria politica ambientale”. Così Bruno Soracco, Direttore Generale di Arpa Liguria riassume il dibattito sul ruolo integrato delle imprese e dell’ambiente. A confronto alcuni tra i casi più rilevanti in Liguria e non. La gestione eco-compatibile del depuratore di Savona, la responsabilità ambientale nella gestione degli imballaggi post consumo in carta e cartone, i criteri per la prevenzione ambientale negli allevamenti dell’Emilia Romagna sono solo alcuni degli argomenti al centro dell’incontro. Si è parlato anche del rapporto ambientale delle imprese di trasporto pubblico locale a Roma e delle attività di supporto delle Arpa sul risanamento acustico di infrastrutture di trasporto stradale e ferroviario in Emilia. E dall’Epa, l’ente federale per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America, cenni e dati sull’esperienza vissuta negli ultimi anni. Thomas Voltaggio, portavoce del Superfund program dell’ente statunitense, ha dato testimonianza delle 7.238 azioni di emergenza che hanno riguardato più di 5 mila siti da risanare. Il compromesso da raggiungere perché si attui una corretta politica imprenditoriale nel rispetto sull’ambiente è tra la necessità di ridefinire i confini e l’evoluzione, sempre più incalzante, della competizione. “L’ambiente naturale deve essere considerato come una variabile strategica - ha precisato Tiziana Cianflone, presentando lo studio dell’Apat sulle passività ambientali di cui è responsabile – solo così è possibile progettare e realizzare risposte utili ai bisogni espressi dal mercato, attraverso un uso appropriato e conveniente delle risorse. E l’ambiente – ha continuato – evolve a sua volta a seconda di come le imprese, selezionano ed utilizzano queste potenzialità”. Gli appuntamenti di mercoledì 7 luglio: ore 9.15 Capitaneria di Porto, Iii piano (Porto Antico) Conferenza stampa “Ramogepol: presentazione della simulazione di emergenza in mare cui parteciperanno circa 20 mezzi di pronto intervento”. Al termine della conferenza una motovedetta della Capitaneria sarà a disposizione dei giornalisti per riprese ravvicinate dell’evento. Ore 11.45 Sala stampa, I piano Centro Congressi (Porto Antico) Conferenza stampa “Consegna della certificazione ambientale della Regione Liguria” Intervengono Franco Orsi, Assessore regionale all’Ambiente e l’ing.Salerno, Amministratore delegato Rina. Ore 15.00 Sala Maestrale, Centro Congressi (Porto Antico) Sessione plenaria di chiusura dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali Interviene Altero Matteoli, Ministro dell’Ambiente e Tutela del territorio. Ore 9.00 – 16.00 Sala Tramontana, Centro Congressi (Porto Antico) Lca – Life cycle assessment e progettazione ecosostenibile “Mostra permanente aperta al pubblico2” L’area espositiva dell’evento, che conta circa settanta presenze tra enti pubblici e operatori del settore, è aperta al pubblico negli orari della manifestazione (9,00 – 18,00).  
   
   
ACQUISITO DAL GRUPPO ENI IL CENTRO ECOLOGICO DI RAVENNA. L’OPERAZIONE CONSENTIRÀ UN RAFFORZAMENTO DELLA POSIZIONE NEL SETTORE DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI  
 
Bologna, 7 luglio 2004 - Con una offerta di € 48,9 milioni Hera spa (Hra.mi) si è aggiudicata la gara per l’acquisizione da Ambiente S.p.a., Società del Gruppo Eni, del Centro Ecologico di Ravenna, uno dei più importanti poli industriali italiani per lo smaltimento di rifiuti speciali. L’acquisizione consente ad Hera di ampliare e completare la propria struttura impiantistica nella filiera del ciclo dei rifiuti e di migliorare il posizionamento competitivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali con particolare riferimento alle tecnologie di termovalorizzazione. In questo specifico ambito, infatti, la combinazione delle attività di Hera con quelle del Centro consentirà al Gruppo di diventare il terzo operatore nazionale. Gli impianti del Centro Ecologico di Ravenna operano in parte a servizio del petrolchimico - trattando i rifiuti prodotti dalle aziende insediate (solidi, liquidi e gas) - e in parte al servizio di aziende terze, nazionali e internazionali, aprendo ad Hera nuove opportunità di crescita nell’offerta di servizi integrati ai grandi clienti e nuove possibilità di sviluppi industriali nell’area ravennate. Complessivamente il sito smaltisce circa 60-70 Kton di rifiuti speciali e, grazie all’impianto di termovalorizzazione, produce circa 15-20 Gwh/anno di energia elettrica ceduta al Grtn con incentivo Cip6. La tempistica dell’operazione ha previsto la formalizzazione del contratto di compravendita il 5 luglio, cui seguirà la fase delle verifiche ambientali e le comunicazioni alle autorità competenti e, in autunno, la stipula del contratto e il passaggio delle azioni. Dal 2000 al 2003 il fatturato del Centro Ecologico si è collocato fra i € 22 e € 26 milioni e il Margine Operativo Lordo fra € 7 e € 12,8 milioni. Rispetto ai valori del 2003, il Centro Ecologico equivale a circa l’8% dei ricavi della Divisione Ambiente del Gruppo Hera, pari a € 286 milioni, e a circa il 15% delle attività di smaltimento, offrendo un ulteriore miglioramento della redditività complessiva. L’acquisizione consentirà inoltre ad Hera significative sinergie sia in termini di investimenti (con riduzione attesa degli impegni economici fino a € 7,5 milioni); che di creazione di valore, derivante da attività aggiuntive, stimata nell’ordine di € 3/4 milioni. L’operazione è stata realizzata con il supporto dell’advisor finanziario Unipol Merchant e dello studio legale Serafini.  
   
   
ACQUISITO DAL GRUPPO ENI IL CENTRO ECOLOGICO DI RAVENNA. L’OPERAZIONE CONSENTIRÀ UN RAFFORZAMENTO DELLA POSIZIONE NEL SETTORE DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI  
 
Bologna, 7 luglio 2004 - Con una offerta di € 48,9 milioni Hera spa (Hra.mi) si è aggiudicata la gara per l’acquisizione da Ambiente S.p.a., Società del Gruppo Eni, del Centro Ecologico di Ravenna, uno dei più importanti poli industriali italiani per lo smaltimento di rifiuti speciali. L’acquisizione consente ad Hera di ampliare e completare la propria struttura impiantistica nella filiera del ciclo dei rifiuti e di migliorare il posizionamento competitivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali con particolare riferimento alle tecnologie di termovalorizzazione. In questo specifico ambito, infatti, la combinazione delle attività di Hera con quelle del Centro consentirà al Gruppo di diventare il terzo operatore nazionale. Gli impianti del Centro Ecologico di Ravenna operano in parte a servizio del petrolchimico - trattando i rifiuti prodotti dalle aziende insediate (solidi, liquidi e gas) - e in parte al servizio di aziende terze, nazionali e internazionali, aprendo ad Hera nuove opportunità di crescita nell’offerta di servizi integrati ai grandi clienti e nuove possibilità di sviluppi industriali nell’area ravennate. Complessivamente il sito smaltisce circa 60-70 Kton di rifiuti speciali e, grazie all’impianto di termovalorizzazione, produce circa 15-20 Gwh/anno di energia elettrica ceduta al Grtn con incentivo Cip6. La tempistica dell’operazione ha previsto la formalizzazione del contratto di compravendita il 5 luglio, cui seguirà la fase delle verifiche ambientali e le comunicazioni alle autorità competenti e, in autunno, la stipula del contratto e il passaggio delle azioni. Dal 2000 al 2003 il fatturato del Centro Ecologico si è collocato fra i € 22 e € 26 milioni e il Margine Operativo Lordo fra € 7 e € 12,8 milioni. Rispetto ai valori del 2003, il Centro Ecologico equivale a circa l’8% dei ricavi della Divisione Ambiente del Gruppo Hera, pari a € 286 milioni, e a circa il 15% delle attività di smaltimento, offrendo un ulteriore miglioramento della redditività complessiva. L’acquisizione consentirà inoltre ad Hera significative sinergie sia in termini di investimenti (con riduzione attesa degli impegni economici fino a € 7,5 milioni); che di creazione di valore, derivante da attività aggiuntive, stimata nell’ordine di € 3/4 milioni. L’operazione è stata realizzata con il supporto dell’advisor finanziario Unipol Merchant e dello studio legale Serafini.  
   
   
ACQUISITO DAL GRUPPO ENI IL CENTRO ECOLOGICO DI RAVENNA. L’OPERAZIONE CONSENTIRÀ UN RAFFORZAMENTO DELLA POSIZIONE NEL SETTORE DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI  
 
Bologna, 7 luglio 2004 - Con una offerta di € 48,9 milioni Hera spa (Hra.mi) si è aggiudicata la gara per l’acquisizione da Ambiente S.p.a., Società del Gruppo Eni, del Centro Ecologico di Ravenna, uno dei più importanti poli industriali italiani per lo smaltimento di rifiuti speciali. L’acquisizione consente ad Hera di ampliare e completare la propria struttura impiantistica nella filiera del ciclo dei rifiuti e di migliorare il posizionamento competitivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali con particolare riferimento alle tecnologie di termovalorizzazione. In questo specifico ambito, infatti, la combinazione delle attività di Hera con quelle del Centro consentirà al Gruppo di diventare il terzo operatore nazionale. Gli impianti del Centro Ecologico di Ravenna operano in parte a servizio del petrolchimico - trattando i rifiuti prodotti dalle aziende insediate (solidi, liquidi e gas) - e in parte al servizio di aziende terze, nazionali e internazionali, aprendo ad Hera nuove opportunità di crescita nell’offerta di servizi integrati ai grandi clienti e nuove possibilità di sviluppi industriali nell’area ravennate. Complessivamente il sito smaltisce circa 60-70 Kton di rifiuti speciali e, grazie all’impianto di termovalorizzazione, produce circa 15-20 Gwh/anno di energia elettrica ceduta al Grtn con incentivo Cip6. La tempistica dell’operazione ha previsto la formalizzazione del contratto di compravendita il 5 luglio, cui seguirà la fase delle verifiche ambientali e le comunicazioni alle autorità competenti e, in autunno, la stipula del contratto e il passaggio delle azioni. Dal 2000 al 2003 il fatturato del Centro Ecologico si è collocato fra i € 22 e € 26 milioni e il Margine Operativo Lordo fra € 7 e € 12,8 milioni. Rispetto ai valori del 2003, il Centro Ecologico equivale a circa l’8% dei ricavi della Divisione Ambiente del Gruppo Hera, pari a € 286 milioni, e a circa il 15% delle attività di smaltimento, offrendo un ulteriore miglioramento della redditività complessiva. L’acquisizione consentirà inoltre ad Hera significative sinergie sia in termini di investimenti (con riduzione attesa degli impegni economici fino a € 7,5 milioni); che di creazione di valore, derivante da attività aggiuntive, stimata nell’ordine di € 3/4 milioni. L’operazione è stata realizzata con il supporto dell’advisor finanziario Unipol Merchant e dello studio legale Serafini.  
   
   
ACQUISITO DAL GRUPPO ENI IL CENTRO ECOLOGICO DI RAVENNA. L’OPERAZIONE CONSENTIRÀ UN RAFFORZAMENTO DELLA POSIZIONE NEL SETTORE DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI  
 
Bologna, 7 luglio 2004 - Con una offerta di € 48,9 milioni Hera spa (Hra.mi) si è aggiudicata la gara per l’acquisizione da Ambiente S.p.a., Società del Gruppo Eni, del Centro Ecologico di Ravenna, uno dei più importanti poli industriali italiani per lo smaltimento di rifiuti speciali. L’acquisizione consente ad Hera di ampliare e completare la propria struttura impiantistica nella filiera del ciclo dei rifiuti e di migliorare il posizionamento competitivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali con particolare riferimento alle tecnologie di termovalorizzazione. In questo specifico ambito, infatti, la combinazione delle attività di Hera con quelle del Centro consentirà al Gruppo di diventare il terzo operatore nazionale. Gli impianti del Centro Ecologico di Ravenna operano in parte a servizio del petrolchimico - trattando i rifiuti prodotti dalle aziende insediate (solidi, liquidi e gas) - e in parte al servizio di aziende terze, nazionali e internazionali, aprendo ad Hera nuove opportunità di crescita nell’offerta di servizi integrati ai grandi clienti e nuove possibilità di sviluppi industriali nell’area ravennate. Complessivamente il sito smaltisce circa 60-70 Kton di rifiuti speciali e, grazie all’impianto di termovalorizzazione, produce circa 15-20 Gwh/anno di energia elettrica ceduta al Grtn con incentivo Cip6. La tempistica dell’operazione ha previsto la formalizzazione del contratto di compravendita il 5 luglio, cui seguirà la fase delle verifiche ambientali e le comunicazioni alle autorità competenti e, in autunno, la stipula del contratto e il passaggio delle azioni. Dal 2000 al 2003 il fatturato del Centro Ecologico si è collocato fra i € 22 e € 26 milioni e il Margine Operativo Lordo fra € 7 e € 12,8 milioni. Rispetto ai valori del 2003, il Centro Ecologico equivale a circa l’8% dei ricavi della Divisione Ambiente del Gruppo Hera, pari a € 286 milioni, e a circa il 15% delle attività di smaltimento, offrendo un ulteriore miglioramento della redditività complessiva. L’acquisizione consentirà inoltre ad Hera significative sinergie sia in termini di investimenti (con riduzione attesa degli impegni economici fino a € 7,5 milioni); che di creazione di valore, derivante da attività aggiuntive, stimata nell’ordine di € 3/4 milioni. L’operazione è stata realizzata con il supporto dell’advisor finanziario Unipol Merchant e dello studio legale Serafini.  
   
   
ACQUISITO DAL GRUPPO ENI IL CENTRO ECOLOGICO DI RAVENNA. L’OPERAZIONE CONSENTIRÀ UN RAFFORZAMENTO DELLA POSIZIONE NEL SETTORE DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI  
 
Bologna, 7 luglio 2004 - Con una offerta di € 48,9 milioni Hera spa (Hra.mi) si è aggiudicata la gara per l’acquisizione da Ambiente S.p.a., Società del Gruppo Eni, del Centro Ecologico di Ravenna, uno dei più importanti poli industriali italiani per lo smaltimento di rifiuti speciali. L’acquisizione consente ad Hera di ampliare e completare la propria struttura impiantistica nella filiera del ciclo dei rifiuti e di migliorare il posizionamento competitivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali con particolare riferimento alle tecnologie di termovalorizzazione. In questo specifico ambito, infatti, la combinazione delle attività di Hera con quelle del Centro consentirà al Gruppo di diventare il terzo operatore nazionale. Gli impianti del Centro Ecologico di Ravenna operano in parte a servizio del petrolchimico - trattando i rifiuti prodotti dalle aziende insediate (solidi, liquidi e gas) - e in parte al servizio di aziende terze, nazionali e internazionali, aprendo ad Hera nuove opportunità di crescita nell’offerta di servizi integrati ai grandi clienti e nuove possibilità di sviluppi industriali nell’area ravennate. Complessivamente il sito smaltisce circa 60-70 Kton di rifiuti speciali e, grazie all’impianto di termovalorizzazione, produce circa 15-20 Gwh/anno di energia elettrica ceduta al Grtn con incentivo Cip6. La tempistica dell’operazione ha previsto la formalizzazione del contratto di compravendita il 5 luglio, cui seguirà la fase delle verifiche ambientali e le comunicazioni alle autorità competenti e, in autunno, la stipula del contratto e il passaggio delle azioni. Dal 2000 al 2003 il fatturato del Centro Ecologico si è collocato fra i € 22 e € 26 milioni e il Margine Operativo Lordo fra € 7 e € 12,8 milioni. Rispetto ai valori del 2003, il Centro Ecologico equivale a circa l’8% dei ricavi della Divisione Ambiente del Gruppo Hera, pari a € 286 milioni, e a circa il 15% delle attività di smaltimento, offrendo un ulteriore miglioramento della redditività complessiva. L’acquisizione consentirà inoltre ad Hera significative sinergie sia in termini di investimenti (con riduzione attesa degli impegni economici fino a € 7,5 milioni); che di creazione di valore, derivante da attività aggiuntive, stimata nell’ordine di € 3/4 milioni. L’operazione è stata realizzata con il supporto dell’advisor finanziario Unipol Merchant e dello studio legale Serafini.  
   
   
ACQUISITO DAL GRUPPO ENI IL CENTRO ECOLOGICO DI RAVENNA. L’OPERAZIONE CONSENTIRÀ UN RAFFORZAMENTO DELLA POSIZIONE NEL SETTORE DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI  
 
Bologna, 7 luglio 2004 - Con una offerta di € 48,9 milioni Hera spa (Hra.mi) si è aggiudicata la gara per l’acquisizione da Ambiente S.p.a., Società del Gruppo Eni, del Centro Ecologico di Ravenna, uno dei più importanti poli industriali italiani per lo smaltimento di rifiuti speciali. L’acquisizione consente ad Hera di ampliare e completare la propria struttura impiantistica nella filiera del ciclo dei rifiuti e di migliorare il posizionamento competitivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali con particolare riferimento alle tecnologie di termovalorizzazione. In questo specifico ambito, infatti, la combinazione delle attività di Hera con quelle del Centro consentirà al Gruppo di diventare il terzo operatore nazionale. Gli impianti del Centro Ecologico di Ravenna operano in parte a servizio del petrolchimico - trattando i rifiuti prodotti dalle aziende insediate (solidi, liquidi e gas) - e in parte al servizio di aziende terze, nazionali e internazionali, aprendo ad Hera nuove opportunità di crescita nell’offerta di servizi integrati ai grandi clienti e nuove possibilità di sviluppi industriali nell’area ravennate. Complessivamente il sito smaltisce circa 60-70 Kton di rifiuti speciali e, grazie all’impianto di termovalorizzazione, produce circa 15-20 Gwh/anno di energia elettrica ceduta al Grtn con incentivo Cip6. La tempistica dell’operazione ha previsto la formalizzazione del contratto di compravendita il 5 luglio, cui seguirà la fase delle verifiche ambientali e le comunicazioni alle autorità competenti e, in autunno, la stipula del contratto e il passaggio delle azioni. Dal 2000 al 2003 il fatturato del Centro Ecologico si è collocato fra i € 22 e € 26 milioni e il Margine Operativo Lordo fra € 7 e € 12,8 milioni. Rispetto ai valori del 2003, il Centro Ecologico equivale a circa l’8% dei ricavi della Divisione Ambiente del Gruppo Hera, pari a € 286 milioni, e a circa il 15% delle attività di smaltimento, offrendo un ulteriore miglioramento della redditività complessiva. L’acquisizione consentirà inoltre ad Hera significative sinergie sia in termini di investimenti (con riduzione attesa degli impegni economici fino a € 7,5 milioni); che di creazione di valore, derivante da attività aggiuntive, stimata nell’ordine di € 3/4 milioni. L’operazione è stata realizzata con il supporto dell’advisor finanziario Unipol Merchant e dello studio legale Serafini.  
   
   
PREMIAZIONE DI COMUNI RICICLONI 2004 10 ANNI DI RICICLAGGIO E BUONE PRATICHE IN ITALIA 3 MEDAGLIE D'ORO AI COMUNI RICICLONI DI BATTERIE ESAUSTE  
 
Roma, 7 luglio 2004 – “Comuni Ricicloni” compie 10 anni. Anni in cui è cresciuto il numero dei Comuni che hanno raggiunto e abbondantemente superato le percentuali di raccolta differenziata, definite dal Decreto Ronchi grazie ad esperienze sempre più mature ed orientate ad una gestione integrata del complesso sistema dei rifiuti. E per festeggiare il decimo compleanno di questa meritoria iniziativa di Legambiente anche il Cobat ha dato il suo contributo, entrando a far parte della giuria, che ha esaminato le modalità e le percentuali di raccolta differenziata raggiunte di oltre 1500 Comuni che hanno inviato i loro questionari compilati. Da quest'anno per ottenere il riconoscimento di ³comune riciclone² bisognerà fare attenzione anche alla raccolta delle batterie al piombo esauste! Il Direttore Generale del Cobat, ing. Paolo Sormani, nella consegna delle tre medaglie d¹oro ai tre Comuni vincitori per il nord, il centro ed il sud d’Italia, premierà le tre Amministrazioni Comunali convenzionate o servite dal Consorzio - che nelle tre macro-aree si sono distinte per l’entità della raccolta pro-capite raggiunta relativamente al rifiuto costituito dalle batterie al piombo esauste. Ai tre Comuni premiati, il Cobat intende riconoscere l’impegno manifestato nell’aver attivato presso i propri eco-centri comunali il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai cittadini “fai da te”, cioè da tutti coloro che provvedono in proprio alla sostituzione della batteria d¹avviamento della loro automobile, macchina agricola, motociclo ecc. L’attivazione di punti di conferimento per le batterie esauste nei centri urbani, infatti, rappresenta per il Cobat uno strumento essenziale per contrastare il fenomeno dell’abbandono alimentato dal “fai-da-te”; proprio l’assenza di punti di raccolta sufficientemente diffusi sul territorio, costituisce la principale causa dell’abbandono da parte di quei cittadini che, sostituendosi da soli la batteria, non si trovano nella condizione di disfarsi in modo semplice di questo rifiuto pericoloso. Attualmente in Italia il 50% della popolazione vive in Comuni nei quali è presente il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai privati cittadini. Solo nel 2003, presso questi oltre 2.400 Comuni, sono state raccolte più di 8.000 tonnellate di batterie esauste, un risultato davvero significativo, che certamente non sarebbe stato possibile raggiungere senza l¹impegno delle Amministrazioni Comunali che hanno responsabilmente scelto di attivare, per i propri cittadini, il servizio di raccolta per questa particolare tipologia di rifiuto pericoloso. Roma, 7 luglio 2004 ore 10.00 Centro Congressi Cavour via Cavour, 50/a.  
   
   
PREMIAZIONE DI COMUNI RICICLONI 2004 10 ANNI DI RICICLAGGIO E BUONE PRATICHE IN ITALIA 3 MEDAGLIE D'ORO AI COMUNI RICICLONI DI BATTERIE ESAUSTE  
 
Roma, 7 luglio 2004 – “Comuni Ricicloni” compie 10 anni. Anni in cui è cresciuto il numero dei Comuni che hanno raggiunto e abbondantemente superato le percentuali di raccolta differenziata, definite dal Decreto Ronchi grazie ad esperienze sempre più mature ed orientate ad una gestione integrata del complesso sistema dei rifiuti. E per festeggiare il decimo compleanno di questa meritoria iniziativa di Legambiente anche il Cobat ha dato il suo contributo, entrando a far parte della giuria, che ha esaminato le modalità e le percentuali di raccolta differenziata raggiunte di oltre 1500 Comuni che hanno inviato i loro questionari compilati. Da quest'anno per ottenere il riconoscimento di ³comune riciclone² bisognerà fare attenzione anche alla raccolta delle batterie al piombo esauste! Il Direttore Generale del Cobat, ing. Paolo Sormani, nella consegna delle tre medaglie d¹oro ai tre Comuni vincitori per il nord, il centro ed il sud d’Italia, premierà le tre Amministrazioni Comunali convenzionate o servite dal Consorzio - che nelle tre macro-aree si sono distinte per l’entità della raccolta pro-capite raggiunta relativamente al rifiuto costituito dalle batterie al piombo esauste. Ai tre Comuni premiati, il Cobat intende riconoscere l’impegno manifestato nell’aver attivato presso i propri eco-centri comunali il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai cittadini “fai da te”, cioè da tutti coloro che provvedono in proprio alla sostituzione della batteria d¹avviamento della loro automobile, macchina agricola, motociclo ecc. L’attivazione di punti di conferimento per le batterie esauste nei centri urbani, infatti, rappresenta per il Cobat uno strumento essenziale per contrastare il fenomeno dell’abbandono alimentato dal “fai-da-te”; proprio l’assenza di punti di raccolta sufficientemente diffusi sul territorio, costituisce la principale causa dell’abbandono da parte di quei cittadini che, sostituendosi da soli la batteria, non si trovano nella condizione di disfarsi in modo semplice di questo rifiuto pericoloso. Attualmente in Italia il 50% della popolazione vive in Comuni nei quali è presente il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai privati cittadini. Solo nel 2003, presso questi oltre 2.400 Comuni, sono state raccolte più di 8.000 tonnellate di batterie esauste, un risultato davvero significativo, che certamente non sarebbe stato possibile raggiungere senza l¹impegno delle Amministrazioni Comunali che hanno responsabilmente scelto di attivare, per i propri cittadini, il servizio di raccolta per questa particolare tipologia di rifiuto pericoloso. Roma, 7 luglio 2004 ore 10.00 Centro Congressi Cavour via Cavour, 50/a.  
   
   
PREMIAZIONE DI COMUNI RICICLONI 2004 10 ANNI DI RICICLAGGIO E BUONE PRATICHE IN ITALIA 3 MEDAGLIE D'ORO AI COMUNI RICICLONI DI BATTERIE ESAUSTE  
 
Roma, 7 luglio 2004 – “Comuni Ricicloni” compie 10 anni. Anni in cui è cresciuto il numero dei Comuni che hanno raggiunto e abbondantemente superato le percentuali di raccolta differenziata, definite dal Decreto Ronchi grazie ad esperienze sempre più mature ed orientate ad una gestione integrata del complesso sistema dei rifiuti. E per festeggiare il decimo compleanno di questa meritoria iniziativa di Legambiente anche il Cobat ha dato il suo contributo, entrando a far parte della giuria, che ha esaminato le modalità e le percentuali di raccolta differenziata raggiunte di oltre 1500 Comuni che hanno inviato i loro questionari compilati. Da quest'anno per ottenere il riconoscimento di ³comune riciclone² bisognerà fare attenzione anche alla raccolta delle batterie al piombo esauste! Il Direttore Generale del Cobat, ing. Paolo Sormani, nella consegna delle tre medaglie d¹oro ai tre Comuni vincitori per il nord, il centro ed il sud d’Italia, premierà le tre Amministrazioni Comunali convenzionate o servite dal Consorzio - che nelle tre macro-aree si sono distinte per l’entità della raccolta pro-capite raggiunta relativamente al rifiuto costituito dalle batterie al piombo esauste. Ai tre Comuni premiati, il Cobat intende riconoscere l’impegno manifestato nell’aver attivato presso i propri eco-centri comunali il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai cittadini “fai da te”, cioè da tutti coloro che provvedono in proprio alla sostituzione della batteria d¹avviamento della loro automobile, macchina agricola, motociclo ecc. L’attivazione di punti di conferimento per le batterie esauste nei centri urbani, infatti, rappresenta per il Cobat uno strumento essenziale per contrastare il fenomeno dell’abbandono alimentato dal “fai-da-te”; proprio l’assenza di punti di raccolta sufficientemente diffusi sul territorio, costituisce la principale causa dell’abbandono da parte di quei cittadini che, sostituendosi da soli la batteria, non si trovano nella condizione di disfarsi in modo semplice di questo rifiuto pericoloso. Attualmente in Italia il 50% della popolazione vive in Comuni nei quali è presente il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai privati cittadini. Solo nel 2003, presso questi oltre 2.400 Comuni, sono state raccolte più di 8.000 tonnellate di batterie esauste, un risultato davvero significativo, che certamente non sarebbe stato possibile raggiungere senza l¹impegno delle Amministrazioni Comunali che hanno responsabilmente scelto di attivare, per i propri cittadini, il servizio di raccolta per questa particolare tipologia di rifiuto pericoloso. Roma, 7 luglio 2004 ore 10.00 Centro Congressi Cavour via Cavour, 50/a.  
   
   
PREMIAZIONE DI COMUNI RICICLONI 2004 10 ANNI DI RICICLAGGIO E BUONE PRATICHE IN ITALIA 3 MEDAGLIE D'ORO AI COMUNI RICICLONI DI BATTERIE ESAUSTE  
 
Roma, 7 luglio 2004 – “Comuni Ricicloni” compie 10 anni. Anni in cui è cresciuto il numero dei Comuni che hanno raggiunto e abbondantemente superato le percentuali di raccolta differenziata, definite dal Decreto Ronchi grazie ad esperienze sempre più mature ed orientate ad una gestione integrata del complesso sistema dei rifiuti. E per festeggiare il decimo compleanno di questa meritoria iniziativa di Legambiente anche il Cobat ha dato il suo contributo, entrando a far parte della giuria, che ha esaminato le modalità e le percentuali di raccolta differenziata raggiunte di oltre 1500 Comuni che hanno inviato i loro questionari compilati. Da quest'anno per ottenere il riconoscimento di ³comune riciclone² bisognerà fare attenzione anche alla raccolta delle batterie al piombo esauste! Il Direttore Generale del Cobat, ing. Paolo Sormani, nella consegna delle tre medaglie d¹oro ai tre Comuni vincitori per il nord, il centro ed il sud d’Italia, premierà le tre Amministrazioni Comunali convenzionate o servite dal Consorzio - che nelle tre macro-aree si sono distinte per l’entità della raccolta pro-capite raggiunta relativamente al rifiuto costituito dalle batterie al piombo esauste. Ai tre Comuni premiati, il Cobat intende riconoscere l’impegno manifestato nell’aver attivato presso i propri eco-centri comunali il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai cittadini “fai da te”, cioè da tutti coloro che provvedono in proprio alla sostituzione della batteria d¹avviamento della loro automobile, macchina agricola, motociclo ecc. L’attivazione di punti di conferimento per le batterie esauste nei centri urbani, infatti, rappresenta per il Cobat uno strumento essenziale per contrastare il fenomeno dell’abbandono alimentato dal “fai-da-te”; proprio l’assenza di punti di raccolta sufficientemente diffusi sul territorio, costituisce la principale causa dell’abbandono da parte di quei cittadini che, sostituendosi da soli la batteria, non si trovano nella condizione di disfarsi in modo semplice di questo rifiuto pericoloso. Attualmente in Italia il 50% della popolazione vive in Comuni nei quali è presente il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai privati cittadini. Solo nel 2003, presso questi oltre 2.400 Comuni, sono state raccolte più di 8.000 tonnellate di batterie esauste, un risultato davvero significativo, che certamente non sarebbe stato possibile raggiungere senza l¹impegno delle Amministrazioni Comunali che hanno responsabilmente scelto di attivare, per i propri cittadini, il servizio di raccolta per questa particolare tipologia di rifiuto pericoloso. Roma, 7 luglio 2004 ore 10.00 Centro Congressi Cavour via Cavour, 50/a.  
   
   
PREMIAZIONE DI COMUNI RICICLONI 2004 10 ANNI DI RICICLAGGIO E BUONE PRATICHE IN ITALIA 3 MEDAGLIE D'ORO AI COMUNI RICICLONI DI BATTERIE ESAUSTE  
 
Roma, 7 luglio 2004 – “Comuni Ricicloni” compie 10 anni. Anni in cui è cresciuto il numero dei Comuni che hanno raggiunto e abbondantemente superato le percentuali di raccolta differenziata, definite dal Decreto Ronchi grazie ad esperienze sempre più mature ed orientate ad una gestione integrata del complesso sistema dei rifiuti. E per festeggiare il decimo compleanno di questa meritoria iniziativa di Legambiente anche il Cobat ha dato il suo contributo, entrando a far parte della giuria, che ha esaminato le modalità e le percentuali di raccolta differenziata raggiunte di oltre 1500 Comuni che hanno inviato i loro questionari compilati. Da quest'anno per ottenere il riconoscimento di ³comune riciclone² bisognerà fare attenzione anche alla raccolta delle batterie al piombo esauste! Il Direttore Generale del Cobat, ing. Paolo Sormani, nella consegna delle tre medaglie d¹oro ai tre Comuni vincitori per il nord, il centro ed il sud d’Italia, premierà le tre Amministrazioni Comunali convenzionate o servite dal Consorzio - che nelle tre macro-aree si sono distinte per l’entità della raccolta pro-capite raggiunta relativamente al rifiuto costituito dalle batterie al piombo esauste. Ai tre Comuni premiati, il Cobat intende riconoscere l’impegno manifestato nell’aver attivato presso i propri eco-centri comunali il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai cittadini “fai da te”, cioè da tutti coloro che provvedono in proprio alla sostituzione della batteria d¹avviamento della loro automobile, macchina agricola, motociclo ecc. L’attivazione di punti di conferimento per le batterie esauste nei centri urbani, infatti, rappresenta per il Cobat uno strumento essenziale per contrastare il fenomeno dell’abbandono alimentato dal “fai-da-te”; proprio l’assenza di punti di raccolta sufficientemente diffusi sul territorio, costituisce la principale causa dell’abbandono da parte di quei cittadini che, sostituendosi da soli la batteria, non si trovano nella condizione di disfarsi in modo semplice di questo rifiuto pericoloso. Attualmente in Italia il 50% della popolazione vive in Comuni nei quali è presente il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai privati cittadini. Solo nel 2003, presso questi oltre 2.400 Comuni, sono state raccolte più di 8.000 tonnellate di batterie esauste, un risultato davvero significativo, che certamente non sarebbe stato possibile raggiungere senza l¹impegno delle Amministrazioni Comunali che hanno responsabilmente scelto di attivare, per i propri cittadini, il servizio di raccolta per questa particolare tipologia di rifiuto pericoloso. Roma, 7 luglio 2004 ore 10.00 Centro Congressi Cavour via Cavour, 50/a.  
   
   
PREMIAZIONE DI COMUNI RICICLONI 2004 10 ANNI DI RICICLAGGIO E BUONE PRATICHE IN ITALIA 3 MEDAGLIE D'ORO AI COMUNI RICICLONI DI BATTERIE ESAUSTE  
 
Roma, 7 luglio 2004 – “Comuni Ricicloni” compie 10 anni. Anni in cui è cresciuto il numero dei Comuni che hanno raggiunto e abbondantemente superato le percentuali di raccolta differenziata, definite dal Decreto Ronchi grazie ad esperienze sempre più mature ed orientate ad una gestione integrata del complesso sistema dei rifiuti. E per festeggiare il decimo compleanno di questa meritoria iniziativa di Legambiente anche il Cobat ha dato il suo contributo, entrando a far parte della giuria, che ha esaminato le modalità e le percentuali di raccolta differenziata raggiunte di oltre 1500 Comuni che hanno inviato i loro questionari compilati. Da quest'anno per ottenere il riconoscimento di ³comune riciclone² bisognerà fare attenzione anche alla raccolta delle batterie al piombo esauste! Il Direttore Generale del Cobat, ing. Paolo Sormani, nella consegna delle tre medaglie d¹oro ai tre Comuni vincitori per il nord, il centro ed il sud d’Italia, premierà le tre Amministrazioni Comunali convenzionate o servite dal Consorzio - che nelle tre macro-aree si sono distinte per l’entità della raccolta pro-capite raggiunta relativamente al rifiuto costituito dalle batterie al piombo esauste. Ai tre Comuni premiati, il Cobat intende riconoscere l’impegno manifestato nell’aver attivato presso i propri eco-centri comunali il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai cittadini “fai da te”, cioè da tutti coloro che provvedono in proprio alla sostituzione della batteria d¹avviamento della loro automobile, macchina agricola, motociclo ecc. L’attivazione di punti di conferimento per le batterie esauste nei centri urbani, infatti, rappresenta per il Cobat uno strumento essenziale per contrastare il fenomeno dell’abbandono alimentato dal “fai-da-te”; proprio l’assenza di punti di raccolta sufficientemente diffusi sul territorio, costituisce la principale causa dell’abbandono da parte di quei cittadini che, sostituendosi da soli la batteria, non si trovano nella condizione di disfarsi in modo semplice di questo rifiuto pericoloso. Attualmente in Italia il 50% della popolazione vive in Comuni nei quali è presente il servizio di raccolta per le batterie esauste prodotte dai privati cittadini. Solo nel 2003, presso questi oltre 2.400 Comuni, sono state raccolte più di 8.000 tonnellate di batterie esauste, un risultato davvero significativo, che certamente non sarebbe stato possibile raggiungere senza l¹impegno delle Amministrazioni Comunali che hanno responsabilmente scelto di attivare, per i propri cittadini, il servizio di raccolta per questa particolare tipologia di rifiuto pericoloso. Roma, 7 luglio 2004 ore 10.00 Centro Congressi Cavour via Cavour, 50/a.