Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDì

Pagina1  Pagina2  Pagina3  Pagina4  Pagina5  Web Prodotti e Novità 
Notiziario Marketpress di Martedì 07 Giugno 2005
Pagina1
NORME PIÙ RIGOROSE PER LA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITÀ  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - La Plenaria è chiamata a pronunciarsi su due relazioni di Othmar Karas (Ppe/de, At) adottate dalla commissione per i problemi economici e monetari che raccomandano definizioni più rigorose e scadenze più ravvicinate per la correzione dei deficit eccessivi. I deputati, infatti, intendono garantire che l'attuazione della riforma del Patto non conduca a un indebolimento della disciplina finanziaria. Più in particolare, la commissione parlamentare considera necessario definire la nozione di deficit eccezionale e temporaneo del limite di riferimento autorizzato del 3% del Pil basandosi su delle previsioni di bilancio e ipotesi esterne comuni definite dall'Esecutivo. La Commissione, inoltre, prevedeva di attribuire un'attenzione particolare agli sforzi di bilancio tesi ad aumentare o a mantenere a «un livello elevato i contributi finanziari a sostegno della solidarietà internazionale e della realizzazione degli obiettivi delle politiche europee, segnatamente l'unificazione dell'Europa», se ha ripercussioni negative sulla crescita e sul bilancio di uno Stato membro. Invece, ritenendo questi fattori impossibili da precisare, diversi deputati hanno convinto la commissione parlamentare ad adottare un emendamento che sopprime tale disposizione, sostituendola con una formula che fa riferimento a «fattori imprevisti ed eccezionali» indipendenti dalla volontà degli Stati membri, quali le catastrofi naturali o ecologiche. I deputati, inoltre, chiedono la definizione di un elenco chiaro e preciso dei fattori che potranno essere ritenuti pertinenti. Per quanto riguarda i tempi, la relazione precisa che il disavanzo di bilancio eccessivo non può perdurare più di tre anni. In merito agli aspetti preventivi del Patto, i deputati ritengono che la valutazione della Commissione europea debba fondarsi su statistiche affidabili. Pertanto chiedono all'Esecutivo di paragonare i dati trasmessi dai governi degli Stati membri con quelli comunicati dalle banche centrali nazionali alla Bce. A loro parere, inoltre, la Commissione dovrebbe condurre delle missioni di controllo nelle capitali europee al fine di verificare se i programmi d'aggiustamento del bilancio sono sufficientemente ambiziosi e realisti. La relazione sottolinea inoltre che è necessario tenere conto dell'orientamento probabile del tasso di debito pubblico e, se necessario, il Consiglio dei ministri dovrebbe avere la facoltà di invitare gli Stati membri a rafforzare il loro programma d'aggiustamento nei periodi in cui la congiuntura economica risulta favorevole. I deputati propongono poi di rivedere ogni anno gli obiettivi di bilancio a medio termine così come ogniqualvolta siano attuate riforme strutturali o di bilancio di ampia portata. Sarà il Consiglio ad avere l'ultima parola su questi regolamenti. Tuttavia, quello sugli aspetti preventivi è soggetto alla procedura di cooperazione che, in pratica, conferisce un limitato potere supplementare al Parlamento rispetto alla procedura di consultazione applicabile nel caso del regolamento sui disavanzi eccessivi. Background Nella riunione di Amsterdam del 17 giugno 1997 il Consiglio europeo ha adottato un Patto di stabilità e crescita conformemente ai principi e alle procedure del trattato. Tuttavia, nel giugno 2004 il Consiglio europeo ha rilevato la necessità di rafforzare la trasparenza e il grado di ”ownership” nazionale dell’insieme di regole fiscali Ue e di migliorare l’applicazione delle relative norme e disposizioni. Il 3 settembre 2004 la Commissione ha pubblicato una comunicazione intitolata ”Rafforzare la governance economica e chiarire l'attuazione del Patto di stabilità e crescita”, nella quale ha presentato degli orientamenti in merito al futuro assetto di tale patto e ha proposto di consolidarne le basi economiche e di rafforzarne la credibilità e l'applicazione effettiva. Il 20 marzo 2005, il Consiglio ha adottato una relazione intitolata ”Migliorare l'attuazione del Patto di stabilità e crescita”. Nella sua relazione, il Consiglio ha concentrato la propria attenzione sul rafforzamento della governance e della ”ownership” nazionale del quadro di bilancio, sul consolidamento delle basi economiche e dell'efficacia del patto, sia nell'aspetto preventivo che in quello correttivo, sulla garanzia della sostenibilità delle finanze pubbliche a lungo termine, sulla promozione della crescita e sull'obiettivo di evitare di imporre oneri eccessivi alle generazioni future. Il 22 e 23 marzo 2005 il Consiglio europeo ha approvato questa relazione ed ha invitato la Commissione a presentare proposte volte a modificare i regolamenti del Consiglio nel senso indicato nella relazione del Consiglio.  
   
   
UNA POLITICA INDUSTRIALE PER L'AFFERMAZIONE DI FUORICLASSE EUROPEI  
 
 Bruxelles, 7 giugno 2005 - La politica industriale comunitaria deve permettere l'affermazione di fuoriclasse europei e deve avere come obiettivi principali l'incremento della quantità e della qualità dell'occupazione nonchè lo sviluppo dell'innovazione. E' quanto sostiene la relazione d'iniziativa di Dominique Vlasto (Ppe/de, Fr) adottata dalla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia che è ora all'esame della Plenaria. Per raggiungere questi obiettivi, l'accento va messo sulla qualificazione delle risorse umane, in particolare dei giovani, e sulla promozione di una ricerca mirata all'innovazione tecnologica. I Fondi Strutturali, inoltre, devono accompagnare questo processo. Particolare attenzione va inoltre attribuita al ruolo delle piccole e medie imprese, alla semplificazione del quadro normativo e all'accesso al credito. Sono chieste anche azioni specifiche a favore dei settori particolarmente colpiti dalle delocalizzazioni. Fissare gli obiettivi della politica industriale europea Compiacendosi dell'intenzione della Commissione di fare della politica industriale una priorità dell'agenda europea, i deputati sostengono la promozione di una politica industriale determinata per accompagnare e anticipare le trasformazioni strutturali e sviluppare una base industriale europea solida e competitiva che permetta «l'affermazione di fuoriclasse industriali europei». Queste trasformazioni, a loro parere, sono benefiche e devono essere incoraggiate. In tale contesto, tuttavia, è necessario disporre di dati incontestabili sulle delocalizzazioni. Uno degli obiettivi principali di questa politica, sottolineano i deputati, dev'essere «l'incremento della quantità e della qualità dell'occupazione» e, in tale ambito, devono essere compiuti sforzi più incisivi sul piano dello sviluppo delle risorse umane. E', inoltre, indispensabile «sviluppare la forza di attrazione dell'industria presso i giovani» e promuovere uno sforzo di informazione sulle professioni e le competenze industriali, «accompagnato da una politica europea di riconoscimento delle qualifiche e di formazione nel corso dell'intero arco di vita». Per promuovere la competitività dell'industria si devono utilizzare gli strumenti della politica europea di ricerca, quali le piattaforme tecnologiche e le iniziative in materia tecnologica. Per i deputati, infatti, la politica europea deve rafforzare la capacità d'innovazione dell'industria, compresa quella tecnica, tecnologica e di mercato. Considerata la crescente concorrenza dei paesi emergenti, la relazione chiede ai poteri pubblici di creare le condizioni «favorevoli all'emergere di nuove produzioni o combinazioni produttive creatrici di valore aggiunto, di posti di lavoro di qualità e in grado di garantire un vantaggio comparativo europeo». Tenere in conto le differenti dimensioni della politica industriale europea Nel condividere l'approccio settoriale della Commissione, i deputati sottolineano il ruolo nella produzione e nei servizi (esternalizzazione) svolto dalle Pmi e chiedono che vengano prese in debita considerazione le microimprese «che costituiscono più del 92% delle imprese dell'Ue». A tale proposito, ribadiscono la rilevanza della Carta europea delle piccole imprese e reiterano la richiesta che essa sia dotata di un valore giuridico. I deputati deplorano il fatto che la Commissione abbia trascurato di compiere sforzi verso settori e regioni particolarmente colpiti dai mutamenti industriali in quanto ritengono che «i pubblici poteri hanno il dovere di attuare politiche mirate e a breve termine a sostegno dei lavoratori dipendenti, delle regioni e dei settori interessati». A loro parere, in tal senso potrebbero essere orientati i Fondi strutturali e soprattutto il Fondo sociale europeo. Essi chiedono inoltre che allo sviluppo di poli di competitività e di filiere industriali siano riservati i mezzi necessari ma, al contempo, sottolineano che «la qualità della produzione è importante quanto il volume di risorse investito in tali fondi». Vanno inoltre adottate azioni specifiche nei settori particolarmente esposti alle delocalizzazioni, operando una distinzione tra quelle che avvengono all'interno dell'Unione e quelle aldilà delle sue frontiere. A tal fine è necessario che la Commissione rediga una relazione che prenda in considerazione, tra l'altro, l'impatto sociale e regionale di tali settori. E' necessaria poi una semplificazione sul piano normativo, se si vuole migliorare la competitività generale e garantire la crescita dell'occupazione reale e, in tale contesto, i deputati invitano la Commissione e gli Stati membri a definire obiettivi precisi di semplificazione e piena attuazione del quadro regolamentare esistente settore per settore. Nel rammentare, infine, la notevole sfida di fronte alla quale si troverà l'Unione con i futuri pensionamenti dei datori di lavoro, i deputati invitano Commissione e Consiglio a definire, di concerto con le organizzazioni rappresentative delle imprese, «una strategia comunitaria finalizzata alla trasmissione per successione e al rilevamento di imprese esistenti che sono economicamente vitali». Strumenti a sostegno dell'industria europea I deputati chiedono di ridurre l'onere amministrativo gravante sulle Pmi in quanto le piccole imprese traggono ancora benefici limitati dai programmi comunitari attuali a causa della loro complessità, delle garanzie richieste o delle difficoltà amministrative. La Commissione è quindi sollecitata a migliorarli, specialmente per quanto riguarda maggiori possibilità di trasferimento della R&s alle Pmi. Mentre il Vii programma quadro di ricerca e sviluppo deve prevedere una strategia a lungo termine chiara per rafforzare le capacità d'innovazione dell'industria, Pmi comprese, i deputati sostengono lo sviluppo di programmi tecnologici industriali a lungo termine, con la partecipazione di partner pubblici e privati, «in settori essenziali come la sanità, le nanotecnologie, l'aeronautica o l'energia». Occorre poi adoperarsi per promuovere la partecipazione delle imprese alla definizione delle priorità del sostegno finanziario e migliorare la posizione delle Pmi nell'ambito del settimo programma quadro e va dato poi maggiore impulso alle piattaforme tecnologiche «quale strumento essenziale a sostegno dell'innovazione e dell'industria europea». Pur sostenendo «l'obiettivo di riduzione del volume globale degli aiuti alle imprese», i deputati ricordano l'utilità di alcuni di essi «per mitigare talune carenze del mercato», per esempio gli aiuti in materia di R&s, alla formazione, in particolare la formazione e l'apprendistato professionali, nonché alla consulenza ed allo sviluppo economico assistito delle imprese. D'altra parte esprimono preoccupazione per il progetto di totale abolizione, tranne qualche eccezione, degli aiuti a finalità regionale a favore delle grandi imprese al di fuori delle zone attualmente ammissibili. Nel prendere atto dell'importanza degli aiuti statali alle Pmi negli Stati membri, i deputati chiedono poi alla Commissione di mantenere all'interno dei Fondi strutturali l'insieme degli strumenti di aiuto alla riconversione economica e socioeconomica per le regioni colpite dalle delocalizzazioni industriali e insistono affinché si tenga meglio conto delle piccole imprese e delle microimprese in tali regioni e più generalmente nell'ambito delle politiche di coesione. Per favorire la nascita di nuove imprese, soprattutto nel settore delle nuove tecnologie, la Commissione dovrebbe inoltre individuare - anche a livello dell'Unione europea - strumenti come la creazione di fondi di capitale di rischio e incoraggiare azioni per la «disseminazione» (spin off) aziendale. Al fine di favorire l'accesso delle imprese agli strumenti finanziari e di sviluppare la disponibilità di finanziamenti a favore di sistemi di garanzia reciproca, i deputati sollecitano lo sviluppo di sistemi innovativi di finanziamento per rispondere alle nuove esigenze di investimento materiale e immateriale delle imprese, specie nei settori normativo, tecnologico, ambientale e di sfruttamento dei mercati. Occorrono poi misure volte a promuovere il collegamento tra fondi propri e risorse finanziarie ed è necessario attivarsi «per collegare i mezzi di finanziamento, le imprese, l'industria e le università». I pubblici poteri, inoltre, dovrebbero incoraggiare lo sviluppo di attività in settori in cui i rischi sono considerati troppo forti dagli attori economici e individuare settori a forte valore aggiunto da promuovere «per assicurare posti di lavoro di qualità». I deputati chiedono anche «un quadro chiaramente formulato ed efficiente per la proprietà intellettuale» ed auspicano di vedere andare in porto le direttive sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e sul brevetto comunitario che siano, possibilmente, meno onerose e più flessibili, consentendo così un migliore accesso per le Pmi. Essi considerano inoltre indispensabile un rapido completamento della rete transeuropea di trasporto e, pertanto, auspicano un adeguato sostegno da parte del bilancio comunitario nel periodo 2007-2013, visto che le infrastrutture di comunicazione e il sistema logistico «svolgono un ruolo cruciale nel favorire lo sviluppo dell’industria e l’integrazione economica nell’Unione europea allargata». L'esecutivo è infine invitato ad avvalersi degli strumenti di difesa previsti dall'Omc quando un comparto industriale europeo è vittima di pratiche commerciali illecite. D'altro canto i deputati auspicano che la nuova generazione di programmi di assistenza esterna dell’Unione europea per il periodo 2007-2013 «venga utilizzata in maniera strategica al fine di promuovere ed appoggiare l’internazionalizzazione delle imprese europee, segnatamente delle Pmi, nei mercati dei paesi terzi». Le nuove prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013 dovranno quindi tenere conto di questa esigenza e andranno promosse tutte quelle iniziative volte a favorire la crescita dimensionale delle imprese in modo da metterle in condizioni di competere più efficacemente sul mercato globale.  
   
   
CONTROLLI SUI MOVIMENTI DI DENARO CONTANTE ALLE FRONTIERE DELL'UE  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni raccomanda alla Plenaria di approvare, in seconda lettura della procedura di codecisione, la posizione comune del Consiglio in merito alla proposta di regolamento relativo ai controlli sui movimenti di denaro contante da o verso le frontiere dell'Unione europea. Scopo della proposta di regolamento è di introdurre l'obbligo per le persone fisiche di dichiarare i movimenti di denaro contante alle frontiere esterne dell'Ue oltre una soglia specifica. Inoltre, la proposta è intesa a rafforzare i controlli sui movimenti di denaro contante alle frontiere e a migliorare lo scambio di informazioni fra le autorità competenti. La posizione comune, che ha scontato il voto contrario della delegazione italiana, ha accolto una serie di emendamenti proposti dal Parlamento in prima lettura, come quelli tesi a inserire la base giuridica relativa al mercato interno, ampliare la portata del termine «assegno» e chiarire il ruolo delle autorità nazionali. Altri, viceversa, sono stati respinti, mentre delle nuove disposizioni sono state inserite. La commissione parlamentare, tuttavia, non ha ritenuto opportuno ripresentare in seconda lettura gli emendamenti respinti dal Consiglio e si è limitata a introdurre ulteriori garanzie riguardo al trattamento dei dati personali. Un elemento importante della proposta di regolamento riguarda l'obbligo di dichiarazione alle autorità competenti del denaro contante trasportato attraverso la frontiera comunitaria se la somma risulta superiore a un determinato importo. Se il Parlamento suggeriva di lasciare agli Stati membri la scelta tra un sistema di dichiarazione o di notifica, il Consiglio invece ha confermato il sistema proposto dalla Commissione introducendo, tuttavia, maggiore flessibilità: la dichiarazione potrà essere orale, scritta o elettronica. Inoltre, mentre i deputati sostenevano la proposta della Commissione di fissare l'importo in questione a 15.000 euro, il Consiglio lo ha ridotto a 10.000 euro. La nuova definizione di «denaro contante» introdotta dal Consiglio riguarda tutti gli strumenti negoziabili al portatore, compresi i travellers cheque, gli assegni, gli effetti all'ordine e i mandati di pagamento oltre, ovviamente, a banconote e monete in circolazione come mezzo di scambio. Al fine di garantire una migliore protezione dei dati personali, i deputati hanno introdotto un nuovo articolo che dispone che qualsiasi informazione di natura riservata o fornita a titolo confidenziale dev'essere coperta dal segreto professionale e non può essere divulgata dalle autorità competenti senza l'espressa autorizzazione della persona o dell'autorità che l'ha fornita. La trasmissione delle informazioni è tuttavia consentita quando le autorità competenti vi sono tenute conformemente alle disposizioni in vigore, soprattutto nell'ambito delle procedure giudiziarie. La divulgazione o trasmissione di informazioni, è infine precisato, deve avvenire nel rigoroso rispetto delle disposizioni vigenti in materia di protezione dei dati.  
   
   
LA CONFERENZA DI LUBIANA È UN SEGNALE DELL'EVOLUZIONE DELLA POLITICA COMUNITARIA PER L'INNOVAZIONE REGIONALE  
 
 Bruxelles, 7 giugno 2005 - Dalla sua creazione nel 1996, la rete Regioni innovative in Europa (Ire) della Commissione europea ha raccolto l'adesione di circa 250 regioni europee, contribuendo in molti casi allo sviluppo di Strategie di innovazione regionale (Ris) e di altri progetti volti a potenziare la competitività delle regioni. Dall'allargamento dell'Unione europea avvenuto nel 2004, e considerato che la maggioranza delle regioni nell'Europa a 15 disponeva già di una qualche forma di strategia per l'innovazione, la rete Ire ha rivolto maggiori sforzi all'assistenza alle regioni dei nuovi Stati membri, al fine di sviluppare la loro capacità innovativa. Questa attività sfocerà nel lancio di 45 nuove iniziative, tra cui 33 progetti Ris, in occasione della quarta conferenza plenaria dell'Ire che si terrà a Lubiana, in Slovenia, il 7 e 8 giugno. Il Notiziario Cordis ha parlato con Renate Weissenhorn, Capo unità del "Sostegno dell'innovazione" presso la Dg Imprese e industria della Commissione, che ha rivelato che la conferenza di Lubiana coincide con un importante cambiamento dell'approccio della Commissione alla politica per l'innovazione e al lavoro svolto dalla rete Ire. "In passato ci siamo concentrati sul sostegno alle regioni fornendo aiuto a queste ultime nello sviluppo di strategie per l'innovazione regionale, e ovviamente c'è ancora del lavoro da fare in questo campo", ha dichiarato Renate Weissenhorn riferendosi ai 33 nuovi progetti Ris. "In futuro vogliamo tuttavia coinvolgere tutte le regioni europee in un "ciclo di apprendimento continuo", basato sulla valutazione dell'impatto dei progetti Ris, su analisi comparative tra le regioni, e sul mutuo apprendimento". Il concetto di mutuo apprendimento è stato alla base di un'iniziativa di rilievo intrapresa lo scorso aprile dalla rete Ire: la Mutual Learning Platform (Mlp). La piattaforma è stata studiata per riunire i responsabili politici a livello regionale e incoraggiarli a condividere le loro esperienze nel campo della ricerca e dell'innovazione, nella certezza che "gli errori e i successi di una regione possano diventare un'esperienza condivisa da tutti". Il nuovo accento posto sull'apprendimento collettivo è un cambiamento rilevante della politica comunitaria per l'innovazione regionale. Infatti, in collaborazione con il proprio comitato direttivo composto da rappresentanti di 18 regioni di tutta Europa, la rete Ire ha recentemente definito una nuova dichiarazione d'intenti che rispecchia tale evoluzione. Come si evince dalla nuova dichiarazione d'intenti, lo scopo della rete Ire è: "Rafforzare la competitività globale delle regioni europee promuovendo politiche di innovazione, e mettere a disposizione una piattaforma unica per consentire alle regioni di cooperare e di apprendere le une dalle altre". Nonostante l'evidente spostamento di orientamento, o forse proprio per questo motivo, è essenziale che alle regioni - in particolar modo nei nuovi Stati membri - che ancora non dispongono di strategie per l'innovazione regionale venga data l'opportunità di attuarle. Nel quadro dei 33 nuovi progetti Ris che verranno avviati a Lubiana, la Commissione sosterrà il 75 per cento dei costi totali per lo sviluppo della strategia e di un piano d'azione associato basato sul coinvolgimento di tutti gli operatori regionali competenti. C'è una metodologia comune alla base di tutti i Ris, ma ciascun progetto viene adeguato alle circostanze particolari della regione in cui viene attuato. Come ha spiegato Renate Weissenhorn: "Dobbiamo preparare le regioni dei nuovi Stati membri all'influsso del sostegno finanziario proveniente dai Fondi strutturali. Le strategie in questione aiutano queste aree a sfruttare al meglio tali finanziamenti". In questo modo, le regioni dei nuovi Stati dell'Unione possono essere integrate in maniera più rapida e meno problematica nel "ciclo di apprendimento continuo" e partecipare alle attività relative alle reti transregionali insieme alle altre regioni comunitarie. La Commissione è tuttavia consapevole dei limiti che penalizzano tali attività di mutuo apprendimento. "è impossibile replicare esattamente il successo di una regione in tutte le altre", osserva Renate Weissenhorn. "Occorre esaminare i fattori che hanno determinato il successo e tentare di riprodurne i relativi punti di forza, per esempio l'esistenza di una solida base universitaria o di determinate infrastrutture chiave". Considerato che il Pil pro capite delle dieci regioni europee che registrano i risultati più positivi è pari al 189 per cento della media dell'Unione, mentre tale cifra precipita al 36 per cento nelle regioni che conseguono i risultati peggiori, è evidente quanto ci sia ancora da fare per correggere tali squilibri. "Dobbiamo fare attenzione ad aiutare le regioni più deboli senza però trascurare le più avanzate, e consentire loro di migliorare ulteriormente", ha sottolineato Renate Weissenhorn. Tutto ciò conferma che la conferenza di Lubiana rappresenta una pietra miliare per la Commissione e per la rete Ire. "Si tratta di un'occasione importante per l'avvio di nuove attività, e di un'opportunità ideale per fare il punto degli ultimi sviluppi nel campo della politica sulla competitività regionale", ha concluso Renate Weissenhorn. "Inoltre, è anche un importante evento pubblicitario per la rete Ire, che non è ancora sufficientemente nota al grande pubblico. La conferenza coincide poi con una sorta di riorientamento della rete, che si allontanerà progressivamente dalle regioni di coesione per adottare un approccio più aperto". Http://www.innovating-regions.org/  http://www.Cordis.lu/innovation/en/home.html  
   
   
LE AZIONI ETI CONTINUANO A PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DELLE PMI ALLA RICERCA EUROPEA  
 
Bruxellles, 7 giugno 2005 - Considerata l'ampiezza e la complessità dei programmi di ricerca a livello comunitario, garantire la partecipazione di una percentuale sufficiente di piccole e medie imprese (Pmi) europee è sempre stata una sfida. Le azioni Eti (Economic and Technological Intelligence) sono state avviate per la prima volta nell'ambito del Quinto programma quadro (5Pq) al fine di fornire un sostegno strategico alle Pmi europee nell'area della ricerca e incoraggiarne la partecipazione alle attività dell'Ue in questo settore. Il progetto è stato esteso al 6Pq e, il 3 giugno, i coordinatori delle azioni Eti nell'ambito del Sesto programma quadro si sono riuniti a Bruxelles per fare il punto sui risultati raggiunti e scambiarsi le migliori prassi. Per quanto riguarda l'obiettivo generale di garantire da parte delle Pmi una partecipazione del 15 per cento alle aree tematiche prioritarie del programma quadro, Barend Verachtert, della Dg Ricerca della Commissione, ha dichiarato che attualmente il livello di partecipazione si aggira intorno al 13 per cento. "Tuttavia, da quando è stata calcolata questa cifra, sono state avviate diverse iniziative per incrementarla", ha affermato. Tra queste iniziative figura l'aggiunta di argomenti ai programmi di lavoro delle priorità tematiche destinati ad attrarre le Pmi, nonché la pubblicazione di inviti specifici per le Pmi con dotazioni finanziarie ad hoc. Barend Verachtert ha anche rivelato che, dopo il primo invito Eti, nell'ambito di queste azioni sono ora in atto iniziative che coprono ogni area tematica del 6Pq. Inoltre, dopo il secondo invito Eti, la Commissione è al momento impegnata nella negoziazione di altre 22 possibili azioni, che saranno maggiormente orientate a preparare le Pmi in vista della loro partecipazione al prossimo programma quadro, 7Pq. Un secondo oratore della Dg Ricerca intervenuto all'incontro, Henriette van Eijl, ha evidenziato il prezioso ruolo che le azioni Eti hanno svolto nel fornire informazioni alla Commissione sulle esigenze e gli interessi delle Pmi quando si è trattato di elaborare i testi degli inviti, in particolare gli inviti specifici per le Pmi. "Le azioni Eti costituiscono inoltre un utile canale per diffondere gli inviti e altre iniziative della Commissione in un linguaggio di facile comprensione per le Pmi", ha aggiunto la signora van Eijl. "Tali azioni presentano il 6Pq a un'ampia gamma di potenziali clienti, fungendo da intermediarie della Commissione in una serie di occasioni alle quali non possiamo prendere parte direttamente perché semplicemente ci mancano i mezzi". In una presentazione, Carlos Peña, del progetto Eti Synergy, ha fornito un esempio del genere di sostegno concreto che tali iniziative possono fornire alle Pmi. Il suo consorzio ha sviluppato il concetto di "pillole di conoscenza" - informazioni utili alle Pmi che operano nel mercato dei servizi energetici distribuiti, di cui esse possono servirsi quando devono adottare decisioni strategiche. "Le Pmi non vogliono ricevere troppe informazioni, soprattutto quando sono irrilevanti o parziali e, pertanto, abbiamo dovuto trovare il modo di apportare valore aggiunto tramite il concetto delle pillole di conoscenza", ha dichiarato Carlos Peña. Di conseguenza, il consorzio Synergy sceglie solo i migliori risultati disponibili nell'ambito della ricerca relativa al settore dei servizi energetici distribuiti e fornisce una sintesi dell'attività di ricerca, unitamente a un'analisi della sua maturità e del suo potenziale impatto in termini di competitività. Il consorzio offre inoltre una valutazione dei rischi e fornisce collegamenti a qualunque documento o fonte d'informazione pertinente. Le pillole di conoscenza vengono poi mandate a quelle Pmi per cui possono rivelarsi più utili, sulla scorta della conoscenza che il consorzio ha della propria clientela. Alla luce del successo riscosso dalle azioni Eti nell'ambito dell'attuale programma quadro, la Commissione auspica che le iniziative ora in fase di negoziazione avranno un effetto altrettanto positivo sulla partecipazione delle Pmi al 7Pq, contribuendo così a garantire la futura competitività delle più piccole e più dinamiche imprese europee. Http://sme.cordis.lu/economic/eti_projects.cfm  
   
   
EUROSCIENCE SFIDA I LEADER EUROPEI A RISPETTARE GLI OBIETTIVI DI LISBONA NELLA FASE DI ELABORAZIONE DEL BILANCIO PER IL 7PQ  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - Seguendo le indicazioni dei leader europei per i quali è improbabile che si raggiunga l'unanimità sull'esigenza di contribuire maggiormente al bilancio comunitario, Euroscience ha chiesto agli Stati membri dell'Unione europea di garantire comunque il raddoppio del bilancio destinato al prossimo programma quadro di ricerca. Euroscience afferma che la proposta della Commissione di raddoppiare il bilancio assegnato alla ricerca nell'ambito del Settimo programma quadro (7Pq) è in linea con gli obiettivi di Lisbona e Barcellona di fare dell'Europa l'economia più competitiva del mondo e di aumentare il livello degli investimenti per la ricerca al tre per cento del Pil. La dichiarazione aggiunge che qualsiasi diminuzione del bilancio proposto "riduce seriamente la capacità dell'Unione di soddisfare i propri obiettivi comuni". Senza l'aumento del bilancio, l'Europa non sarà in grado di tenere testa ai concorrenti, dichiara Euroscience. "Qualsiasi riduzione del bilancio destinato al 7Pq sarà catastrofica per l'Europa nell'attuale contesto di concorrenza globale". Pur affermando di comprendere le pressioni sui bilanci degli Stati membri, Euroscience sottolinea che il bilancio comunitario nel suo insieme rappresenta un importo rilevante, di cui la ricerca riceve solo una piccola percentuale. "È una questione di priorità. Il raddoppio del bilancio per il programma quadro al livello proposto non solo consente all'Unione europea di avanzare verso gli obiettivi di Lisbona e di Barcellona grazie a questi investimenti diretti, ma sostiene l'azione trainante di tali investimenti negli stessi Stati membri", si legge nella dichiarazione. Euroscience sfida i capi di Stato e di governo dell'Unione europea a rispettare gli obiettivi dichiarati a Lisbona e Barcellona dando priorità alla ricerca e conclude ripetendo le parole pronunciate così di frequente negli ultimi mesi dal Commissario responsabile della Scienza e ricerca Janez Potocnik: "L'europa non può conquistare mercati con materie prime di poco valore, retribuzioni basse, competenze inadeguate e insufficienti spese per la copertura della prevenzione sociale. L'unica alternativa che abbiamo è sviluppare il nostro potenziale di conoscenza. L'europa deve finanziare il futuro, non sprofondare nel passato". Http://www.cordis.lu/fp7/debate.htm  
   
   
IL CONSIGLIO CECO PER LA R&S PROPONE SETTE TEMI PRIORITARI NEL CAMPO DELLA RICERCA  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - Il Consiglio ceco per la ricerca e lo sviluppo ha pubblicato una proposta indicando sette temi in campo scientifico che, a suo avviso, il governo ceco dovrebbe rendere prioritari e sostenere dal punto di vista finanziario. Secondo la proposta, il governo dovrebbe concentrarsi sul finanziamento della ricerca in settori quali lo sviluppo sostenibile, la biologia molecolare, le risorse energetiche, i materiali, la competitività nell'ingegneria, la società dell'informazione e la sicurezza. Il Consiglio per la ricerca e lo sviluppo ritiene che tali aspetti siano di importanza vitale per lo sviluppo di una economia competitiva e per lo sviluppo sostenibile della società ceca. Secondo la relazione, al finanziamento di questi campi dovrebbe essere destinato fino al 25 per cento del bilancio totale dello Stato per la scienza. Come spiega il Consiglio, i restanti fondi dovrebbero essere utilizzati per finanziare altri tipi di attività di ricerca, per progetti di sovvenzione e ricerche necessarie al servizio civile, compresa la ricerca attuata da singoli ministeri. Il vice primo ministro ceco, responsabile dell'economia, Martin Jahn, afferma che nel bilancio dello Stato di quest'anno sono stati stanziati per la scienza 16,5 miliardi di corone ceche (pari a 0,54 miliardi di euro). Tale importo dovrebbe aumentare gradualmente a circa 22 miliardi di corone ceche (0,72 miliardi di euro) entro il 2007. Secondo quanto spiegato da Martin Jahn, per la ricerca applicata sarà spesa una somma maggiore del bilancio statale a discapito della ricerca di base al fine di aumentare la proporzione portandola ai livelli comunitari. Il Consiglio per la ricerca e lo sviluppo lamenta il fatto che, benché la quota totale del bilancio impiegata dallo Stato per sostenere ricerca e sviluppo (R&s) stia aumentando, non sta crescendo in proporzione al Pil del paese. Al momento la Repubblica ceca spende meno dello 0,6 per cento del suo Pil nella ricerca, e questo nonostante il fatto che il governo consideri la ricerca una priorità. Sebbene la Repubblica ceca abbia dichiarato di recente che entro il 2007 incrementerà la sua quota di spesa per la ricerca allo 0,72 per cento del Pil, gli scienziati cechi ritengono che il sostegno ottimale dello Stato alla scienza dovrebbe attestarsi all'uno per certo del Pil. Tuttavia, se si considerano insieme il finanziamento pubblico e quello privato, la Repubblica ceca riserva quasi l'1,4 per cento del Pil alla ricerca, la seconda maggiore cifra tra i nuovi Stati membri dell'Ue dopo la Slovenia. I vecchi Stati membri al confronto destinano congiuntamente circa l'1,9 per cento del loro Pil alla scienza e alla ricerca. Http://www.cordis.lu/czech-republic/home.html  
   
   
GESTIONE DI CONSORZI PER IL 6PQ: AGGIORNAMENTO DELLE MIGLIORI PRASSI  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - Il 14 luglio si svolgerà a Bruxelles (Belgio) una giornata di aggiornamento delle migliori prassi relative alla gestione di consorzi realizzati nell'ambito del Sesto programma quadro (6Pq). La manifestazione affronterà i seguenti temi: aspettative della Commissione europea; strutturazione di progetti; gestione di problemi e rischi; diritti di proprietà intellettuale e gestione della conoscenza; conclusione di accordi di consorzio e procedure operative; relazioni con la Commissione; suggerimenti pratici (fra cui strategie di comunicazione, collaborazione con le piccole imprese, servizi da parte di consulenti). Il workshop si baserà su studi di casi ed esempi pratici e fornirà aggiornamenti sulle migliori prassi prendendo in considerazione gli insegnamenti appresi sin dal lancio dei primi progetti del 6Pq. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Berkley Associates , Tel: +32 2 219 0532 , E-mail: berkleyassociates@skynet.Be  
   
   
R&S E INNOVAZIONE NEL PROCESSO DI SVILUPPO  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - Dal 9 all'11 giugno si svolgerà a Barcellona (Spagna) una conferenza internazionale sul tema "R&s [ricerca e sviluppo] e innovazione nel processo di sviluppo: un nuovo sguardo su teoria, prove e politiche". Il convegno esaminerà le questioni legate alle capacità di innovazione e R&s dei vari paesi in settori quali la scienza, l'università, l'industria, la proprietà intellettuale, la riforma del lavoro e il conseguente impatto sulla crescita e il welfare. La manifestazione, caratterizzata da un forte connotato politico, intende far conoscere ai ricercatori ed ai responsabili politici le capacità della R&s e dell'innovazione nei vari stadi di sviluppo di un paese. I responsabili politici illustreranno questioni riguardanti i paesi avanzati e quelli in via di sviluppo su come elaborare ed attuare politiche efficaci in materia di innovazione. Http://www.econ.upf.edu/crei/activities/sc_conferences/23/23.htm  
   
   
ACCISE: NORME PIÙ CHIARE PER GLI ACQUISTI DI ALCOL E TABACCO NELL'UE  
 
Brucelles, 7 giugno 2005 - Il Parlamento si pronuncerà sulla relazione consultiva di Dariusz Rosati (Pse, Pl) in merito alla proposta di modifica della direttiva relativa ai prodotti soggetti ad accisa, come l'alcol e il tabacco, tesa a semplificare le procedure di controllo per la loro circolazione e adattarle al fenomeno delle vendite a distanza. I deputati, innanzitutto, tengono a sottolineare che, ben 13 anni dopo la scadenza del periodo previsto dal Trattato per l'instaurazione del mercato interno, «l'obiettivo non è stato ancora raggiunto per quanto riguarda il tabacco, le bevande alcoliche e gli oli minerali». Pertanto, è necessario compiere nuovi sforzi per facilitare la libera circolazione e instaurare un mercato interno dei prodotti soggetti ad accisa. La relazione adottata dalla commissione per i problemi economici e monetari, poi, precisa che i limiti indicativi che gli Stati membri avevano la possibilità di fissare per stabilire se i prodotti acquistati in un altro Stato membro fossero detenuti a scopo commerciale o per esigenze personali, sono stati troppo spesso utilizzati come limiti obbligatori. Ciò, per i deputati, ha portato a discriminazioni contrarie al mercato interno. Pertanto i deputati concordano con la proposta dell'Esecutivo di sopprimere tale possibilità e chiariscono che pur potendo essere utilizzati nell'ambito di istruzioni di controllo fornite agli agenti doganali, essi non devono costituire l'unico criterio utilizzato per distinguere la destinazioni dei prodotti. Al riguardo, i deputati precisano che spetta alle autorità l'onere della prova per la determinazione della destinazione d'uso dei prodotti soggetti ad accisa. I prodotti, per principio, vanno considerati acquistati da privati per uso personale, salvo che le autorità non possano comprovare che sono destinati a uso commerciale tenendo conto di una serie di elementi definiti, tra cui la quantità dei prodotti. La proposta della Commissione, invece, si limita a prevedere il metodo con cui le autorità devono determinare l'uso commerciale dei prodotti in questione.  
   
   
BREVETTO COMUNITARIO  
 
 Bruxelles, 7 giugno 2005 - Giuseppe Gargani (Ppe/de, It) presenterà, a nome della commissione giuridica, un'interrogazione orale riguardo al brevetto comunitario e alle norme legislative correlate. Alla Commissione sarà infatti chiesto di illustrare gli ostacoli, in particolare sul regime linguistico, al raggiungimento di un accordo sul tale brevetto. All'esecutivo, inoltre, è chiesto di illustrare i contenuti della proposta annunciata riguardante le società di gestione collettiva e di informare l'Aula se ritiene conveniente o appropriato intensificare la cooperazione sulla proprietà industriale ed intellettuale o appoggiare iniziative di Stati Membri finalizzate all'aumento della cooperazione per il regolamento sul brevetto europeo, in base all'articolo 11 del Tce. Per la commissione giuridica la creazione di un brevetto comunitario consentirebbe l'adattamento delle attività di produzione e distribuzione delle imprese alla dimensione europea, strumento ritenuto essenziale se l'Unione vuole riuscire a trasformare i risultati della ricerca in successi industriali e commerciali. Inoltre, i deputati reputano necessario proteggere adeguatamente le idee innovative, se l'Unione intende avvicinarsi alla realizzazione degli obiettivi di Lisbona. In questo contesto, tra l'altro, sono di somma importanza il progetto di regolamento sul brevetto comunitario e le norme legislative correlate (come l'istituzione di un Tribunale per i brevetti comunitari), che però sono rimasti fermi al Consiglio per più di due anni. La Commissione, dunque, è invitata ad informare la Plenaria su come intende sbloccare l'adozione di questo importante atto legislativo e quali provvedimenti intende prendere.  
   
   
ENEL 4: NUOVA RIUNIONE DEL COMITATO PRIVATIZZAZIONI  
 
Roma, 7 giugno 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che oggi si è tenuta una riunione del Comitato Privatizzazioni al fine di definire elementi dell’Offerta Globale di azioni Enel Spa ("Enel 4") relativi al Prospetto Informativo attualmente all’esame degli Uffici Consob, la cui approvazione è prevista per la metà di questo mese. Si ricorda che l’Offerta Globale prevede un’Offerta Pubblica di Vendita in Italia (Opv) ed un’offerta rivolta ad investitori istituzionali italiani ed esteri. Nell’ambito dell’Offerta Istituzionale, è, tra l’altro, prevista la possibilità di collocare azioni presso investitori giapponesi (Powl - Public Offering Without Listing).  
   
   
SICUREZZA: ARRIVA LA GUIDA ANTIRAPINA PER IL PERSONALE BANCARIO OLTRE 700 MILIONI DI EURO INVESTITI DALLE BANCHE NEL 2004 PER LA TUTELA DEI CLIENTI E DEI DIPENDENTI  
 
Roma, 7 giugno 2005 - Più informazione e formazione per la sicurezza delle banche e dei clienti: arriva la guida per il personale di “sportello” per sapere cosa fare prima, durante e dopo le rapine in banca. La Guida antirapina, realizzata da Abi e Bancaria editrice in collaborazione con la Polizia e i Carabinieri, sta per essere distribuita in tutti i 30.000 sportelli bancari italiani. Ed è stata presentata oggi a Roma, al Convegno “Banche e sicurezza 2005: soluzioni, strumenti e metodologie per una nuova strategia di protezione”, dal Direttore generale dell’Abi Giuseppe Zadra e dai rappresentanti delle Forze dell’ordine. La Guida contiene una serie di informazioni e istruzioni, proprio per chi lavora allo sportello bancario: una sorta di vademecum su come comportarsi durante le rapine, ma anche indicazioni utili per prevenirle. Elemento fondamentale della campagna sulla sicurezza anticrimine dell’Associazione bancaria italiana, la Guida risponde alla domanda di più sicurezza manifestata dalle Forze dell’ordine e dalla magistratura sul territorio. E rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la diffusione della sicurezza in tutte le banche. L’11 settembre ha rivoluzionato il tema della sicurezza: dalla rapina all’attacco mirato a paralizzare il sistema dei pagamenti. Di questo si è parlato nella due giorni organizzata dall’Abi e da Bancaria editrice. Attenzione anche alla collaborazione con le Forze dell’ordine, con particolare attenzione al Patto anticrimine già firmato tra banche e prefetture in 52 provincie italiane. L’utilizzo della Guida, peraltro, è previsto nelle attività di informazione e formazione indicate proprio nel Protocollo con le Forze dell’ordine per la prevenzione della criminalità. Nel 2004 le banche hanno investito per la sicurezza dei clienti e dei dipendenti oltre 700 milioni di euro, pari al 5% dell’utile netto delle banche. Al centro del dibattito al convegno, la sicurezza a 360 gradi, sia per quanto riguarda la protezione dei clienti e dei dipendenti, sia con riferimento alla difesa dei sistemi informativi e alla tutela della continuità dell’attività bancaria. Un aspetto da valorizzare, nell’ambito delle strategie delle banche, anche alla luce della nuova visione dei rischi operativi definita dal Comitato di Basilea. Al convegno è stata anche presentata la nuova versione di Ossif, l’Osservatorio sulla sicurezza fisica. Si tratta di una banca dati centralizzata con tutte le informazioni, d’ora in poi consultabili in tempo reale dai responsabili della sicurezza delle banche, relative alle rapine e ai furti. E contiene tutti i dati sulle dotazioni di sicurezza degli sportelli bancari. Uno strumento che consente alle banche di disporre delle informazioni necessarie per decidere le azioni più efficaci ed efficienti per contrastare la criminalità. “Banche e sicurezza 2005” è stata l’occasione per fare il punto sullo sviluppo delle azioni di prevenzione e di ottimizzazione delle strategie. Spazio anche alla sicurezza informatica (investimenti fatti, accordi con la Polizia di Stato, Centrale di Allarme e attività internazionali), al trasporto valori, all’attività di sorveglianza fisica e alla videoregistrazione.  
   
   
FACCE NAZIONALI DELLE MONETE IN EURO: LA COMMISSIONE AGGIORNA GLI ORIENTAMENTI COMUNI  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - In cooperazione con gli Stati membri, la Commissione europea ha formulato  raccomandazioni relative alla faccia nazionale delle monete in euro. Tali orientamenti sono volti a garantire che tutte le monete siano chiaramente individuabili mano a mano che "viaggiano" sempre di più nell’Unione. Le monete emesse dai nuovi membri dell'area dell’euro, o le monete con nuove facce nazionali introdotte dai membri attuali, devono recare o il nome dello Stato membro di emissione, oppure una sua abbreviazione. Inoltre, la faccia nazionale non deve ripetere il valore unitario della moneta, poiché tale indicazione compare già nella faccia comune. I presenti orientamenti completano le due caratteristiche del disegno esistenti, vale a dire le dodici stelle attorno al disegno e l'anno di emissione. In cooperazione con gli Stati membri, la Commissione ha elaborato alcuni orientamenti per le facce nazionali future dell’euro. Innanzitutto vi deve figurare il nome dello Stato membro di emissione, oppure una sua abbreviazione, al fine di agevolare l’individuazione dell'origine delle monete. In secondo luogo, poiché la faccia comune reca già il nome della moneta, nonché il suo valore unitario, tali indicazioni non vanno ripetute sulla faccia nazionale. Le presenti norme generalizzano una prassi già diffusa fra gli Stati membri per le facce nazionali attuali. Dovrebbe generalizzarsi anche la prassi secondo cui gli Stati membri si informano reciprocamente con sufficiente anticipo prima di emettere monete con un nuovo disegno. Le monete in euro “viaggiano” sempre di più nei dodici paesi dell’area dell’euro, da quando sono stati messe in circolazione il 1 gennaio 2002. Una faccia è comune a tutti i paesi di emissione, mentre l’altra presenta caratteristiche diverse per ogni paese. La faccia nazionale costituisce un'espressione della diversità nazionale e culturale. Per alcuni paesi è raffigurato il monarca regnante (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Spagna), per altri vi sono simboli o eroi nazionali (ad esempio la Marianna per la Francia, Dante per l'Italia, l’arpa per l'Irlanda… ). Solitamente figura anche il nome intero o l’abbreviazione del paese di emissione, mentre in una minoranza di casi non figura[1]. La scelta del disegno per le facce nazionali rientra nelle competenze dello Stato membro di emissione. È necessario che siano formulati orientamenti comuni al fine di garantire che le monete siano facilmente riconoscibili, visto che sta aumentando il numero delle diverse facce nazionali. Innanzitutto alcuni dei nuovi Stati membri si stanno già preparando attivamente ad adottare l’euro nei prossimi anni. Inoltre, dal 2004 gli Stati membri hanno la possibilità di emettere monete commemorative in euro volte a commemorare eventi specifici. La raccomandazione sarà all'ordine del giorno della riunione dei ministri delle finanze del 7 giugno. Il Consiglio lo stesso giorno deciderà l'aggiornamento del disegno della faccia comune delle monete in euro (la carta geografica sarà ingrandita per integrare i nuovi Stati membri ). Ovviamente le monete esistenti restano valide. Gli orientamenti relativi alla faccia nazionale saranno utili ai nuovi membri dell’area dell’euro che emetteranno monete proprie e ai membri attuali che conieranno monete con disegni nuovi. 
Per vedere tutte le facce nazionali delle monete in euro l’indirizzo è il seguente: http://www.Europa.eu.int/comm/economy_finance/euro/notes_and_coins/coins_images_en.htm  
 
   
   
STANDARD & POOR’S MODIFICA IL SUO OUTLOOK SU BANCA POPOLARE DI MILANO  
 
 Milano, 7 giugno 2005 - Ieri Standard & Poor's Ratings Services ha modificato il suo outlook su Banca Popolare Milano Scrl (Bpm) da negativo a stabile, come riflesso delle riduzioni in corso sul profilo di rischio di credito e di mercato e come conseguenza del graduale miglioramento della redditività. Allo stesso tempo, Standard & Poor's conferma il suo 'A-' long-term e 'A-2' short-term ratings per Banca Popolare di Milano.  
   
   
AZIMUT: RACCOLTA NETTA DI RISPARMIO GESTITO PER 71 MILIONI DI € IN MAGGIO IL PATRIMONIO GESTITO È CRESCIUTO DEL 14% DA INIZIO ANNO  
 
 Milano, 7 giugno 2005. Continua il trend positivo di Azimut nel risparmio gestito. La raccolta netta di maggio ammonta a oltre 71 milioni di euro e il patrimonio in gestione (al netto di duplicazioni) arriva a 9,4 miliardi di euro con un incremento del 14% rispetto alla fine del 2004. Particolarmente consistente (+ 70,7%) la crescita di Az Life, compagnia irlandese che ha iniziato l'attività nel maggio 2004. Prosegue la crescita di promotori finanziari e i clienti. I promotori inseriti nel 2005 hanno una esperienza professionale consistente (12 anni di media) e provengono da società leader della consulenza finanziaria. Il 6 maggio la Banca d'Italia ha autorizzato la nuova società di gestione del Gruppo, Azimut Capital Management Sgr Spa, alla quale sarà affidata la gestione di fondi hedge. Anche i gestori dedicati ai fondi hedge sono entrati in Azimut nel corso del mese. Si tratta di Alessandro Baldin e Fermo Marelli che hanno già lavorato insieme a Londra per circa un decennio in Csfb e Bzw
Dati attività Gru po Azimut Maggio 2005
Raccolta Var. Patrimonio
Dati in Euro mese di Maggio Patrimonio fine Maggio da inizio anno
Fondi Azimut Sgr 85.589.159 8.084.608.930 8,0%
Fondi Az Fund 9.512.038 1.506.645.688 53,8%
Gestioni patrimoniali e altre gestioni -19.374.275 619.853.477 0,9%
Assicurazioni Az Life 20.248.131 417.432.103 70,7%
Totale gestito lordo 95.975.053 10.628.640.198 18,7%
Totale gestito al netto di duplicazioni 71.262.479 9.383.282.826 14,1%
Risparmio amministrato -2.964.691 508.126.038 6,7%
Totale Raccolta Netta e Aum 68.297.788 9.891.408.865 13,7%
Totale a fine Maggio Variazione da inizio anno
Numero Promotori Finanziari 907 2,9%
Numero Clienti (primi intestatari) 112.630 3,6%
 
   
   
MOODY’S HA POSTO SOTTO OSSERVAZIONE UNIPOL ASSICURAZIONI S.P.A.  
 
 Bologna, 7 giugno 2005 – Ieri l’agenzia di rating “Moody’s” ha posto sotto osservazione con implicazioni negative il rating “A2“ sulla solidità finanziaria assicurativa e il rating “Baa1” sul debito subordinato di Unipol Assicurazioni S.p.a.. La messa sotto osservazione è conseguenza dell’investimento recentemente effettuato dal Gruppo Unipol in Banca Nazionale del Lavoro S.p.a. E rientra nella norma le procedura di Moody’s, in attesa del programmato incontro con il management di Unipol Assicurazioni, previsto per il prossimo 24 giugno.  
   
   
GESTNORD FONDI, 61.500 EURO A FAVORE DI DUE NUOVI PROGETTI PER I BAMBINI I SOTTOSCRITTORI DI NORDFONDO ETICO OBBLIGAZIONARIO MISTO, CON LA DEVOLUZIONE DELLO 0,6%, HANNO CONTRIBUITO A FINANZIARE DUE PROGETTI DELLE ASSOCIAZIONI ‘AIUTARE I BAMBINI” E ‘CESVI’  
 
Milano, 7 giugno 2005 – Anche per quest’anno Nordfondo Etico Obbligazionario Misto, il prodotto “etico” di Gestnord Fondi Sgr (Gruppo Banca Sella), ha avuto la possibilità di finanziare alcune iniziative benefiche. Come previsto dal regolamento, infatti, Nordfondo Etico obbligazionario Misto coniuga l’obiettivo, comune agli altri fondi, di accrescere nel tempo il valore dei capitali conferiti, con la volontà di contribuire a concrete finalità etiche destinando ogni anno una quota, pari allo 0.6% del proprio patrimonio, a favore di iniziative benefiche. Per l’anno 2004 l’importo destinato alla beneficenza è stato pari a 61.562 euro. “Gestnord Fondi e Nordfondo Etico Obbligazionario Misto – afferma Pietro Tasca, Ceo della società –ringraziamo i sottoscrittori del fondo per aver contribuito al finanziamento dei progetti”. Per il secondo anno consecutivo Gestnord Fondi ha scelto di destinare la somma all’associazione ‘Aiutare i Bambini’, che nasce a Milano nel 1999 con lo scopo di sostenere progetti di inserimento di bambini disabili e di recupero di giovani immigrati e ragazzi a rischio di devianza, e a Cesvi, un'organizzazione umanitaria indipendente che opera in tutti i continenti per affrontare ogni tipo di emergenza e ricostruire la società civile dopo guerre e calamità. Il finanziamento servirà per sostenere due progetti: ‘Angeli contro la malaria’, campagna di prevenzione e cura che il Cesvi ha lanciato per proteggere la vita di migliaia di bambini dello Zimbawe, e un progetto di inserimento lavorativo per ragazzi, sostenuto dall’associazione ‘Aiutare i bambini’ in collaborazione con la Cooperativa sociale ‘La Strada’, al fine di sviluppare competenze come la gestione del tempo, il rispetto delle regole e il confronto con modelli adulti.  
   
   
HABITA, LA NUOVA OFFERTA DEL LLOYD ADRIATICO PER PROTEGGERE LA CASA TRE DIVERSE POLIZZE PER SCEGLIERE UN LIVELLO DI COPERTURA PERSONALIZZATO E PIÙ IDONEO A TUTELARE L'ABITAZIONE DAI FURTI E DAGLI IMPREVISTI.  
 
Trieste, 7 giugno 2005 - Il Lloyd Adriatico compie un ulteriore passo in avanti nella strategia di offerta dedicata alla protezione della famiglia, con una nuova linea di prodotti per la sicurezza della casa. Habita è modellata sulle più attuali esigenze di sicurezza della vita familiare: permette all’assicurato, attraverso un innovativo sistema di analisi dei rischi, di trovare la soluzione personalizzata più efficace per la tutela del bene patrimoniale più prezioso, al riparo da ogni imprevisto. Permette anche di estendere le coperture ai danni arrecati a terzi da un membro della famiglia. Grazie al servizio di assistenza attivo 24h su 24, consente inoltre di fronteggiare in tempo reale le situazioni di emergenza. ·Habita è composta da tre diverse tipologie di copertura: Silver, Gold e Platinum che garantiscono una personalizzazione efficace e sempre vantaggiosa, attraverso un’efficiente combinazione di garanzie. Habita Silver – protegge dai principali rischi che minacciano l’abitazione (incendi, eventi atmosferici, danneggiamenti dolosi, fughe di gas, ecc.). Inoltre, mette a disposizione dell’assicurato un servizio di assistenza, sempre attivo al Numero Verde 800-005588, per organizzare in tempo reale gli interventi post sinistro. Habita Gold – in aggiunta alle garanzie base presenti in Silver, consente di proteggere l’abitazione dagli imprevisti che possono danneggiare la casa e causare danni ai vicini; inoltre tutela il patrimonio dal rischio di eventuali furti. Habita Platinum – è la versione più completa, ed offre una vasta gamma di coperture per proteggere sia la casa sia il patrimonio, garantendo così la serenità quotidiana di tutta la famiglia.  
   
   
NUOVE NORME PER LE RIASSICURAZIONI  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - Il Parlamento esaminerà la relazione di Peter William Skinner (Pse, Uk) che, pur accogliendo favorevolmente la proposta di direttiva sulle riassicurazioni, introduce una serie di emendamenti per la maggior parte concordati con il Consiglio e la Commissione. Vi sono pertanto grandi possibilità che il provvedimento possa essere adottato in prima lettura della procedura di codecisione. La riassicurazione è un’assicurazione per gli assicuratori. Essa subentra quando una società di assicurazioni si trova a dover affrontare delle differenze tra la previsione e la realtà, divario noto come rischio di sottoscrizione (attuariale). La riassicurazione consente agli assicuratori diretti di non essere soggetti a quella parte di rischio che va oltre la loro capacità di sottoscrizione e che non sono in grado di sostenere da soli. Inoltre, può essere utile ad una società per ridurre la probabilità di fallimento e, di conseguenza, svolge un ruolo importante nella gestione dei rischi e nella stabilità a lungo termine dei sistemi finanziari. Le società di riassicurazione contribuiscono inoltre ad una maggiore liquidità dei mercati finanziari liberando capitali impegnati per coprire i rischi, aumentando così il capitale disponibile alle società di assicurazione. Oltre a ciò, esse partecipano alle attività dei mercati finanziari, principalmente tramite la gestione dei loro beni. La proposta della Commissione si fonda su un sistema prudenziale basato sull’armonizzazione e il riconoscimento reciproco, prevede una procedura accelerata per l’adozione di una direttiva improntata alle attuali disposizioni in materia di vigilanza diretta, un sistema di autorizzazione obbligatorio e dei requisiti di solvibilità in linea con quelli dell’assicurazione diretta. Molti degli emendamenti presentati dalla commissione economica e monetaria hanno una natura tecnica e sono tesi a chiarire o migliorare il testo. Altri sono, invece, sostanziali. Più in particolare, la proposta originale dell'Esecutivo prevedeva requisiti di solvibilità identici sia per la riassicurazione vita che per l’assicurazione sulla vita, mentre per la riassicurazione non vita contemplava la possibilità di aumentare il margine di solvibilità richiesto. Per i deputati, al contrario, il margine di solvibilità deve, in generale, essere il medesimo. Essi, inoltre propongono di modificare le norme secondo cui le società di assicurazione che offrono anche servizi di riassicurazione debbono essere soggette agli stessi criteri di solvibilità della società di riassicurazione. Ciò avverrebbe nei casi in cui i premi raccolti con i servizi di riassicurazione eccedessero il 10% dei premi totali oppure 50.000.000 di euro.  
   
   
MOZAMBICO: MISSIONE DEL VICE MINISTRO URSO CON OPERATORI ECONOMICI AL SEGUITO MAPUTO, 17 - 19 LUGLIO 2005  
 
Roma, 7 giugno 2005 - L’Ice (Area Progetti Speciali), in collaborazione con il Ministero delle Attività Produttive, organizza una missione per operatori italiani a Maputo dal 17 al 19 luglio 2005, in occasione della visita del Vice Ministro Urso in Mozambico. Obiettivo della missione è approfondire le opportunità di sviluppo della collaborazione bilaterale nei settori: agro – alimentare, agro – industriale, macchine agricole, costruzioni (infrastrutture, materiali edili, ecc.), turismo, ambiente, farmaceutici, pompe ed elettromeccanica, elettrodomestici, macchinari (legno, plastica, vetro, ceramica), metalli non ferrosi. Saranno inoltre presenti i rappresentanti degli Organismi di supporto all’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice, Sace, Simest). Il programma di massima della missione si articolerà in tre momenti: 17 luglio 2005: arrivo a Maputo del Vice Ministro e della delegazione istituzionale. Nel pomeriggio incontro preliminare con gli operatori italiani al seguito. 18 luglio 2005: Seminario sulle opportunità di cooperazione industriale e commerciale fra i due Paesi. A seguire, workshop fra imprenditori italiani e mozambicani. 19 luglio 2005: visita ad una nota località del Mozambico con operatori turistici ed immobiliari. Modalità di partecipazione Le aziende interessate a partecipare alla missione dovranno far pervenire l' adesione al numero di fax 06 5422.0013  entro e non oltre il 1 luglio 2005.  
   
   
AVVIATI I LAVORI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE ENAC “BARCELLONA 2010: L’AEREA EURO-MEDITERRANEA DI LIBERO SCAMBIO PROSPETTIVE ED OPPORTUNITÀ PER IL TRASPORTO AEREO” PALERMO, 3 - 4 GIUGNO 2005 DUE GIORNATE DI CONFRONTO SUL FUTURO DELL’AVIAZIONE CIVILE PER I PAESI DEL MEDITERRANEO  
 
Palermo, 7 giugno 2005 - Nel decimo anniversario del Barcelona Process, progetto avviato nel 1995 con la Conferenza Euro-mediterranea dei Ministri degli Affari Esteri con l’obiettivo di realizzare entro il 2010 un’area di libero scambio tra l’Unione Europea ed i Paesi del Sud del Mediterraneo, il 2005 è stato dichiarato “Anno del Mediterraneo” per dare maggior risalto e visibilità alle iniziative ed alle attività in corso legate proprio al rafforzamento del parternariato tra i Paesi aderenti al protocollo. In questo contesto sono stati inseriti i lavori del convegno internazionale “Barcellona 2010: l’area Euro-mediterranea di libero scambio – Prospettive ed opportunità per il trasporto aereo” promosso dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile a Palermo, svoltosi il 3 e 4 giugno. A cinque anni dalla scadenza fissata dalla dichiarazione di Barcellona, infatti, è più che mai necessario fare il punto della situazione e promuovere il maggior numero possibile di iniziative mirate ad evidenziare le importanti potenzialità che possono derivare dal Barcelona Process per lo sviluppo di vari settori dell’economia nazionale, tra i quali quello del trasporto intermodale e, più in particolare, dell’aviazione civile. Nell’ambito di questa partnership che comprende 35 membri (25 Stati membri dell’Unione Europea, 10 Paesi partner del Mediterraneo, Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Autorità Palestinese, Siria, Tunisia e Turchia, più la Libia che dal 1999 ha lo status di osservatore), il sistema dell’aviazione civile del nostro Paese può rappresentare un efficace volano nell’incremento delle attività di scambio e di cooperazione economica tra le numerose nazioni che vi aderiscono. Il convegno, a cui hanno partecipato la Commissione Europea, le istituzioni nazionali ed internazionali, i rappresentanti delle varie società ed organismi che costituiscono il settore del trasporto aereo dei Paesi mediterranei, ha ricevuto il Patrocinio della Regione Siciliana, della Provincia Regionale di Palermo e della Città di Palermo. Le società Alitalia, Asi Consorzio Area Sviluppo Industriale Palermo, Ae Auto Europa, Gesac Aeroporto Internazionale di Napoli, Gesap Aeroporto Internazionale di Palermo, Sac Società Aeroporto di Catania e Società degli Interporti Siciliani hanno collaborato all’organizzazione dell’iniziativa. Sono state due le giornate in cui si è articola il convegno. La prima sessione ha avuto un carattere più internazionale: le istituzioni ed i relatori sono stati chiamati a tracciare lo stato delle cose nell’ambito delle proprie organizzazioni e dei rispettivi Paesi riguardo al momento dell’avvio del Barcelona Process. L’incontro ha costituito un’occasione per valutare i progressi in atto, per condividere le esperienze maturate e per confrontarsi sull’avanzamento dei rapporti bilaterali e regionali messi in essere dai Paesi aderenti all’iniziativa. Il calendario dei lavori prevedeva anche l’intervento di apertura di Vito Riggio, Presidente dell’Enac, ed i saluti di Marcello Caruso, Assessore al Patrimonio della Provincia Regionale di Palermo, di Giuseppe Silvestri, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, di Bruno Nieddu, Presidente di Enav S.p.a. Società Nazionale per l’Assistenza al Volo. A seguire gli interventi, moderati da Manlio Mele, Consigliere di Amministrazione dell’Enac, di Carlos Mestre Zamarreno, European Commission – Directorate General of Energy and Transport, Bruxelles, di David Feldman, Managing Partner Exambela Consulting, Francia, di Messaoud Benchemam, Director of Civil Aviation & Meteorology - Ministry of Transport, Algeria, di Anthony Gatt, Director of Safety Regulation and Air Transport Civil Aviation Department, Malta, di Rosa Maria Gulotta, Direttore Senior Relazioni Esterne e Comunicazione Alitalia, di Franco Pecci, Presidente Blue Panorama. La seconda giornata, ha analizzato più da vicino le prospettive di sviluppo del sistema dell’aviazione civile nazionale, sempre rispetto alla realtà del partenariato euromediterraneo ed al progetto della zona di libero scambio che porteranno ad intensificare la cooperazione e la concertazione in settori economici importati, tra i quali anche il trasporto aereo. Istituzioni comunitarie, nazionali e regionali, confederazioni imprenditoriali, società di trasporto intermodale, associazioni turistiche, compagnie aeree nazionali, gestori aeroportuali degli scali che si affacciano sul Mediterraneo, sono stati chiamati a confrontarsi su temi di rilevanza strategica per lo sviluppo del proprio core business e dell’intero territorio nel quale sono inseriti. I relatori intervenuti nella giornata di sabato hanno messo in luce numerosi temi su cui è necessaria una comparazione immediata per capire come il nostro Paese, e soprattutto il Mezzogiorno, sta ultimando la preparazione per affrontare appieno la sfida rappresentata dall’area di libero scambio e dall’allargamento dei rapporti economici, quanto anche dalla nuova, e sicuramente qualificata, concorrenza. Dalle relazioni si è cercato di evincere concretamente quale sia il livello di competitività e quali siano le performance raggiunte nel settore del trasporto aereo nazionale dalle Regioni mediterranee, nonché quali siano le strategie in essere per trasformare il sistema in vero e proprio volano per l’economia, per la cultura, per il turismo e per lo sviluppo del territorio. Sabato 4 giugno, il convegno è stato aperto adall’intervento di. Manlio Mele, Consigliere di Amministrazione dell’Enac. I lavori, moderati da Vincenzo Morgante, Responsabile della Redazione Rai Sicilia, sono proseguiti con le relazioni di Fabio Granata, Assessore Turismo, Comunicazioni e Trasporti Regione Siciliana, di Salvatore Sciacchitano, Vice Direttore Generale dell’Enac, di Giuseppe Tripoli, Segretario Generale Unioncamere, di Rodolfo De Dominicis, Presidente Società Interporti Siciliani S.p.a, di Giuseppe Boscoscuro, Presidente Astoi, di Giacomo Terranova, Amministratore Delegato Gesap S.p.a. Aeroporto di Palermo, di Vito Branca, Presidente Sac S.p.a. Aeroporto di Catania, di Mauro Pollio, Presidente e Amministratore Delegato Gesac S.p.a. Aeroporto di Napoli, di Domenico Di Paola, Amministratore Unico Seap S.p.a. Aeroporti di Puglia, di Augusto Angioletti, Amministratore Delegato Eurofly, di Antonio Tozzi, Presidente Fiavet. Al Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mario Tassone, il compito di trarre le conclusioni della giornata e dell’intero convegno.  
   
   
ASSEMBLEA DEGLI AZIONI AEROPORTO CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA SPA: INCREMENTO DEL 20,6% DELL’UTILE NETTO.  
 
Verona, 7 giugno 2005 - Si è tenuta il 27 maggio, nella cornice dell’Hotel Villa del Quar di Pedemonte, l’assemblea degli Azionisti della Società Aeroporto Catullo di Verona Villafranca Spa. All’ordine del giorno c’erano l’approvazione del bilancio 2004 e la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione della Catullo Spa. Il bilancio 2004, caratterizzato da risultati molto lusinghieri per lo scalo veronese, è stato approvato all’unanimità dall’assemblea dei soci. Complessivamente la Società Aeroporto Catullo vanta, rispetto all’esercizio dell’anno 2003, un incremento del 20,6% dell’utile netto, raggiungendo i 693.538 euro. Il fatturato si è attestato sui 49,3 milioni di euro con un incremento del 14.4% rispetto allo stesso anno mentre il margine operativo, pari a 14,7 milioni di euro, evidenzia un balzo in avanti del 23,3% se confrontato con quello dell’anno scorso. Risultati che vengono confermati anche dall’aumento del numero dei passeggeri complessivi in transito da Verona. Con 2.687.565 passeggeri nel 2004, nel 2003 erano stati 2.452.723, il Catullo si conferma come lo scalo di riferimento, non solo per Verona e il suo territorio, ma anche per le province di Brescia, Mantova, Vicenza, Rovigo, Trento e Bolzano, un’area che, con 4 milioni di abitanti, rappresenta uno dei bacini aeroportuali più importanti del nord Italia. Dati molto positivi anche per i voli internazionali che hanno registrato un aumento di traffico del 28,7%, mentre i charter, pur dovendo affrontare le difficoltà legate alla vicenda Volare, hanno conosciuto un incremento del 9,14%. Complessivamente, rispetto al 2003, l’incremento dei passeggeri in partenza da Verona è stato del 9,57%. Per migliorare ancora gli ottimi risultati ottenuti l’Aeroporto Catullo si appresta a fornire per il 2005 un’ampia possibilità di nuovi voli e destinazioni. Dopo il collegamento giornaliero con Barcellona aperto da Iberia e le nuove destinazioni di Alpieagles per Napoli, Bari e Olbia, recentemente, Germanwings ha inaugurato il volo che collega, 4 volte la settimana, Verona con Bonn e Colonia. Collegamenti di linea che si affiancano alle grandi novità dei charter per Cipro e Phasos in Grecia e ai più “tradizionali” voli charter verso Mar Rosso, Spagna, Grecia, Tunisia, Marocco, Russia ed Israele. Senza dimenticare che per la fine dell’anno è previsto il completamento del nuovo terminal arrivi e l’avvio dei lavori per un ampliamento complessivo di tutta l’aerostazione.  
   
   
LUFTHANSA: VOLI DIRETTI DA FRANCOFORTE PER ALGERI DAL 15 LUGLIO LUFTHANSA RIPRENDE I COLLEGAMENTI DIRETTI PER LA CAPITALE DELL'ALGERIA  
 
Milano, 7 giugno 2005 - Lufthansa offrirà dal 15 luglio ai propri passeggeri un nuovo collegamento diretto per il Nord Africa collegando Francoforte con Algeri grazie a cinque frequenze settimanali. La nuova rotta Francoforte-algeri sarà servita il lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica con un Boeing 737 (Lh 4124) in partenza da Francoforte alle ore 22.30 con arrivo ad Algeri alle ore 0.10. Il volo di ritorno (Lh 4125) decollerà dalla capitale algerina alle ore 2.15 e atterrerà a Francoforte alle ore 6.00 (ora locale). Da 9 scali italiani Lufthansa opera oltre 261 frequenze settimanali verso l'hub di Francoforte. Per promuovere il nuovo collegamento per Algeri la compagnia tedesca propone tariffe lancio a partire da € 199; le tariffe sono soggette a specifiche restrizioni, alla disponibilità di posti e a modifiche senza preavviso. Informazioni e/o prenotazioni presso il call centre Lufthansa al numero 199 400 044 e sul sito www.Lufthansa.it. Metropoli di 3 milioni di abitanti, Algeri è particolarmente importante per il settore petrolifero: gli idrocarburi, come petrolio e gas naturale, rappresentano infatti il 97% delle esportazioni del paese e il 30% del prodotto interno lordo dell'Algeria. Nel 2004 l'Algeria ha registrato una crescita economica pari al 5,5% e al 6,8% nel 2003. Per l'Italia e la Germania l'Algeria rappresenta un ottimo partner commerciale in Africa. L'italia importa dall'Algeria principalmente petrolio greggio, gas naturale, prodotti petroliferi raffinati e prodotti chimici ed esporta soprattutto macchinari e apparecchiature meccaniche. Nel 2004 la Germania ha importato beni per un valore pari a circa 825 milioni di euro (principalmente pterolio) ed esportato beni per un valore pari a 974 milioni di euro. L'algeria ha un Accordo di Associazione con l'Unione Europea che entrerà in vigore probabilmente entro il 2005. In passato Lufthansa ha operato collegamenti con Algeri da aprile 1976 alla fine del 1990, poi sospesi per ragioni economiche.  
   
   
RYANAIR: PASSEGGERI IN AUMENTO DEL 34%  
 
Milano, 7 giugno 2005 - In Maggio 2005 Le seguenti sono le statistiche Ryanair riguardanti il numero di passeggeri e internet per Maggio 2005:
                                    Maggio 2004          Maggio 2005     Ultimi 12 mesi al 31 Maggio 2005
Passeggeri 1)                 2.170.381               2.904.939                     28.842.791
Tasso di riempimento 2)        81%                    82%                                 84%
Vendite ondine 3)                    97%                   98%                                  97%
1) Rappresenta il numero di posti venduti inclusi i postyi non effettivamente utilizzati dai passeggeri, infatti Ryanair è una linea aerea che non rimborsa: una volta che il volo è partito non è possibile per il passeggero “no show” cambiare volo o chiedere un rimbor- so. 2) Rappresenta il numero di passeggeri rispetto al numero di posti effettivamente disponi- bili. 3) Rappresenta la percentuale di posti venduti attraverso il sito Ryanair sul totale dei posti venduti: Non sono incluse modifiche o cambiamenti.
 
   
   
TRAFFICO: COME VA MILANO?  
 
Milano, 7 giugno 2005 - Quante macchine viaggiano a Milano? Quanto pesano i mezzi pubblici sul traffico? Quanti i pendolari lombardi ogni giorno? E quante ore passano in macchina? Mezzi pubblici: Milano è più o meno attrezzata di Londra, Parigi, Barcellona, Amsterdam? Se ne parla nella ricerca “Mobilità sostenibile per lo sviluppo delle economie locali e dei territori”. Domani la presentazione del Network Sviluppo Sostenibile, che include Camera di Commercio di Milano, Unioncamere Lombardia, Camera di Commercio di Bergamo. Al convegno: “Per Milano: primo, domare il traffico” martedì 7 giugno ore 9-13 Camera di commercio di Milano Via Meravigli 9 B. Parteciperanno tra gli altri: Massimo Sordi, vicepresidente della Camera di commercio di Milano, Giorgio Goggi, assessore ai trasporti e alla mobilità, Comune di Milano, Domenico Zambetti, assessore alla qualità dell’ambiente della Regione Lombardia, Bruno Soresina, presidente e amministratore delegato Atm, Andrea Poggio, presidente Legambiente Lombardia, Giulio Burchi, presidente e amministratore delegato della Metropolitana Milanese, Gianfranco Chierchini, segretario generale associazione Megliomilano, Claudio Masi, amministratore unico agenzia milanese mobilità e ambiente, Giovanni Cassola, direttore programmazione integrata Trenitalia, Gisella Introzzi, direttore generale Unioncamere Lombardia, Marco Ponti, professore di economia dei trasporti al Politecnico di Milano, Cristina Rapisarda Sassoon, coordinatrice network sviluppo sostenibile, Vicent Stops, Senior Research Officer del London Transport Users Committee.  
   
   
BENZINA: ERG LANCIA PREZZO CHIARO POSITIVO IL GIUDIZIO DEL CODACONS. MA OCCORRE ELIMINARE L’AMMORTIZZATORE DI 0,01 EURO AL LITRO  
 
Roma, 7 giugno 2005 - Positivo il giudizio del Codacons circa l’iniziativa della Erg di adeguare il prezzo dei carburanti modificando i propri listini settimanalmente nella stessa misura registrata dai prezzi dei prodotti sui mercati internazionali nei 7 giorni precedenti. “Ci sembra una buona iniziativa per aumentare la trasparenza nel settore – sostiene Carlo Rienzi, Presidente Codacons – tuttavia riteniamo inutile l’ammortizzatore di 0,01 euro in caso di distacco eccessivo dai concorrenti. Proprio i prezzi più bassi – sostiene Rienzi – sono l’input per battere le altre compagnie e acquisire maggiori clienti. Occorre poi controllare – conclude Rienzi – che i gestori seguano alla lettera le disposizioni della compagnia madre”. L’associazione infine invita le altre compagnie petrolifere ad adottare analoghe innovazioni sul fronte dei prezzi dei carburanti, ponendo fine a quella doppia velocità che come noto è una mera speculazione a danno degli automobilisti.  
   
   
RETI TRANSEUROPEE NEL SETTORE DELL'ENERGIA  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - L'aula si pronuncerà in merito alla relazione di Anne Laperrouze (Alde/adle, Fr) sulla proposta di decisione che stabilisce orientamenti per le reti transeuropee nel settore dell'energia. La proposta è volta a sostituire due decisioni precedenti e ad includere i progetti necessari affinché i nuovi Stati membri entrino a far parte del mercato interno del gas e dell'elettricità. Vengono, poi, definiti i progetti d'interesse comune e quelli a cui sarà data priorità nei prossimi anni, nonché nuovi elementi volti a facilitare la preparazione di progetti e le procedure nazionali. I deputati - in prima lettura della procedura di codecisione - hanno adottato diversi emendamenti riguardo agli allegati che elencano i progetti prioritari. Tali allegati pongono in evidenza sia i criteri per progetti d'interesse comune, sia i progetti prioritari delineati dall'Esecutivo. La relazione cerca di semplificare l'organizzazione di tali documenti acclusi, combinando gli Allegati I (progetti prioritari situati su assi prioritari) e Iv (progetti d'interesse europeo). Inoltre, su proposta del Consiglio e approvazione di Commissione e Stati membri, ha avuto luogo un aggiornamento dei progetti contemplati nei suddetti allegati, e la relazione si compiace al riguardo, ritenendo che l'Esecutivo abbia adotto motivazioni soddisfacenti sulla scelta dei progetti. I deputati si augurano che un accresciuto utilizzo delle energie rinnovabili, dell'efficienza di queste e della cogenerazione venga preso in considerazione nei progetti prioritari. Rispetto alla proposta della Commissione di nominare un Coordinatore europeo che ne faccia le veci per quel che concerne i progetti prioritari o quelli a questi connessi, la relazione garantisce che i Coordinatori saranno nominati solo qualora i progetti debbano essere attuati in particolari condizioni di difficoltà. Per quel che concerne i progetti d'interesse europeo, essi comprendono una selezione di piani indispensabili per l'interconnessione tra gli Stati membri situati sugli assi prioritari e che sono compatibili, in special modo, con sviluppo sostenibile, funzionamento della competitività nel mercato interno e rafforzamento della sicurezza di approvvigionamento della Comunità. Sono dunque ritenuti interessanti per l'incidenza rilevante che hanno sulla capacità di trasporto transfrontaliero. Numerosi sono i progetti che riguardano il settore dell'energia, e l'Italia è impegnata in molti di questi, per esempio con l'Algeria, la Francia, la Svizzera e, per le reti nazionali, con la Sicilia e la Sardegna. L'unione europea finanzia i progetti sull'elettricità ed il trasporto del gas. Annualmente vengono spesi circa 25 milioni di euro per studi concernenti la possibile realizzazione di tali programmi, la maggior parte dei quali è di natura tranfrontaliera o influisce su taluni Stati membri. Le direttive sulle Reti di Energia Transeuropee identificano i progetti da sovvenzionare. Le norme finanziarie, invece, stabiliscono le procedure economiche. La proposta di decisione mira a sostituirne due precedenti e dovrebbe applicarsi sia alle reti dell'energia sia a quelle del gas, per promuovere lo sviluppo, le interconnessioni e l'interoperabilità delle reti energetiche dell'Europa a 25. Altri obiettivi concernono lo sviluppo d'energia nelle regioni svantaggiate ed insulari oltre ad un sicuro rifornimento energetico attraverso relazioni più strette con paesi terzi, quali, ad esempio, la Russia. E' stato calcolato che gli investimenti necessari per la realizzazione dei progetti prioritari destinati alle reti elettriche e del gas nel periodo 2007-2013 si aggira sui 28 miliardi (20 miliardi nell'Unione europea, 8 miliardi nei paesi terzi). Ulteriori fondi saranno necessari per la costruzione dei progetti d'interesse comune. Tali quote d'investimento saranno concesse soprattutto dagli operatori delle reti energetiche.  
   
   
OBIETTIVI AMBIZIOSI PER L'EFFICIENZA ENERGETICA  
 
Bruxelles, 7 giugno 2005 - Incoraggiare gli Stati membri a risparmiare energia con un approccio più flessibile ed obiettivi più rigorosi. Questo il fine della relazione di Mechtild Rothe (Pse, De) sulla proposta di direttiva riguardo all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici, che verrà presentata all'Aula in prima lettura della procedura di codecisione. Diversamente dall'Esecutivo, che propone sia reso obbligatorio per gli Stati membri un risparmio annuale dell'1% dell'energia distribuita o venduta al settore pubblico, la relazione auspica stabilire obiettivi più ambiziosi e vincolanti ogni tre anni, in modo che «tra il 2006 ed il 2015 il risparmio energetico totale raggiunga almeno l'11,5%». Per il periodo, quindi, tra 2006 e 2009, i risparmi dovrebbero essere del 3%, cosa che permetterebbe agli Stati di avere il tempo necessario per stabilire le misure più opportune da adottare. Successivamente, nel periodo 2009-2012, queste cifre dovrebbero salire al 4% (con una media annua dell'1,3%), e al 4,5% per il 2012-2015 (media annua dell'1,5 % ). I deputati ritengono che l'Esecutivo debba avere la possibilità di stabilire obiettivi nazionali differenziati e vincolanti sulla base del miglioramento effettivo e potenziale dell'efficienza energetica degli Stati membri ed auspica che quello dell'efficienza diventi uno dei criteri nell'assegnazione dei contratti di servizio pubblico. La relazione chiede dunque che gli Stati stabiliscano dei principi di riferimento per migliorare l'efficacia energetica a livello europeo basandosi su appositi indicatori. Insiste poi affinché si definisca un sistema trasparente e non burocratico per valutare gli sforzi fatti finora da ogni governo ed invita all'informazione pubblica sulle diverse forme di risparmio energetico. Favorevoli all'introduzione di misure incitative volte a promuovere un vero mercato dei servizi energetici, i deputati esortano gli Stati membri ad assicurare che i distributori e le società di vendita al dettaglio migliorino l'efficienza energetica nella Comunità commercializzando «servizi caratterizzati da un uso finale efficiente dell'energia». La relazione, al fine di «garantire condizioni uniformi fra tutti i fornitori» prevede che siano «tassativamente vietate le sovvenzioni incrociate fra le varie attività dei fornitori e dei rivenditori di energia», nonché la possibilità di offerte di verifiche gratuite per valutare le effettive necessità dei clienti, almeno fin quando il 5% di loro non riceva i servizi energetici. Alla luce della crescita della domanda energetica a livello mondiale e della progressiva diminuzione delle risorse, i deputati rilevano che occorrono sforzi maggiori per il miglioramento dell'efficienza e del risparmio energetico. Secondo la Commissione, infine, risparmi energetici dell'1% potrebbero dimezzare le emissioni di Co2 e permettere all'Unione europea di raggiungere gli obiettivi di Kyoto tesi a ridurre le emissioni fino all'8% nel periodo 2008-2012.  
   
   
UN PIANO PER LA SOSTENIBILITA’ DELL’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA: UN CONTRIBUTO FONDAMENTALE AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI KYOTO  
 
Roma, 7 giugno 2005 – Il prossimo 10 giugno Federcasa organizza una conferenza stampa sul tema della sostenibilità ambientale che è ormai un argomento ineludibile per le nostre città. Un tema che richiede uno sforzo congiunto delle amministrazioni pubbliche, degli operatori del territorio e dei settori produttivi privati. In questo campo è sicuramente strategico il ruolo che può essere svolto dall’edilizia residenziale pubblica. Questo settore rappresenta 110 Enti pubblici con sede in tutte le province italiane. Un patrimonio di oltre 900 mila unità immobiliari gestite, che può costituire un settore di sperimentazione e diffusione importante per il Paese nel campo dell’efficienza energetica e dell’uso di risorse rinnovabili, contribuendo al conseguimento degli obiettivi di Kyoto. Federcasa intende promuovere lo sviluppo di interventi di efficienza energetica e generazione distribuita attraverso cogenerazione e fonti rinnovabili presso i propri associati e individuare aree pilota a livello locale, in cui intraprendere significativi interventi di efficientamento energetico degli edifici. Una scelta decisa per “l’edificio ecologico ed efficiente” che avrà un duplice significato, in quanto, oltre a contribuire all’inversione di tendenza in questo settore spingendo verso scelte energeticamente ed ambientalmente più consapevoli, consentirà di ridurre i costi legati alla casa per le categorie sociali più deboli, anziani, immigrati, famiglie con redditi bassi. Un piano di ampio respiro, che parte dalla valorizzazione e diffusione delle esperienze che gli Enti già hanno sviluppato nelle varie regioni, per promuovere una nuova cultura della costruzione e della ristrutturazione, sia nell’attività ordinaria che in interventi dimostrativi. Tutti questi interventi saranno realizzati principalmente attraverso il meccanismo finanziario del Finanziamento tramite terzi così come previsto dalla direttiva europea 93/76 sull’efficienza energetica. In tale ottica che è stata siglata una convenzione con Escoitalia spa. Un patto che associa Federcasa a Escoitalia e che vede Enea quale supporto tecnico nella individuazione degli obiettivi e delle strategie per il loro raggiungimento, stretto davanti al Ministero per l’Ambiente il quale si è impegnato a sostenere attraverso un accordo di programma in fase di definizione gli interventi di efficienza energetica degli edifici, considerandolo un contributo fondamentale al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. Alla Conferenza stampa interverranno, oltre al Presidente di Federcasa, ing. Vincenzo Guerrieri, il Ministero dell’Ambiente, rappresentato dal Sottosegretario on. Roberto Tortoli, Cosimo Fabrizio Dell’aria Consigliere Amministrazione Enea, Claudio Ferrari presidente Escoitalia, Maurizio Gubbiotti coordinatore segreteria nazionale Legambiente, Bruno Panieri in rappresentanza del Tavolo Energia delle Pmi.  
   
   
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA E POLITECNICO DI MILANO NAVIGANO INSIEME  
 
Milano, 7 giugno 2005 - Giovedì 9 giugno alle ore 17.30 presso il Polo Universitario della Spezia in Via dei Colli 90, si terrà la cerimonia che inaugura la collaborazione tra l'Università degli Studi di Genova e il Politecnico di Milano per la creazione di un polo di formazione nell'ambito della nautica da diporto. I due Atenei hanno infatti intrapreso un percorso didattico comune nell'ambito della nautica e, nell’anno accademico 2005/2006, attiveranno: la Laurea Specialistica in Design Navale e Nautico che avrà sede didattica presso il Polo Universitario della Spezia dell’Università degli Studi di Genova, ma usufruirà delle attrezzature di entrambe gli Atenei che potranno anche ospitare attività didattiche e scientifiche temporanee presso le proprie sedi; il Master Universitario in Yacht Design, che ha sede a Milano e che si avvale della collaborazione dell'Ateneo genovese. Al progetto formativo partecipano le Facoltà di Architettura e di Ingegneria dell'Università degli Studi di Genova, la Facoltà del Design e la Facoltà di Ingegneria Industriale del Politecnico di Milano. Da anni i due Atenei dimostrano sensibilità per lo sviluppo di figure professionali in grado di affrontare le sfide che il settore pone. L’università degli Studi di Genova, già attiva dagli anni ’70 con corsi di orientamento nautico presso la Facoltà di Architettura, istituì la prima Scuola italiana di Progettazione per la Nautica da Diporto nel 1990, su istanza del Ministero della Marina Mercantile. Configurata come Scuola Diretta a Fini Speciali e gestita in collaborazione dalle Facoltà di Architettura, di Ingegneria e dall’Istituto di Ingegneria Navale, costituì il primo nucleo del distaccamento spezzino dell’Università degli Studi di Genova e venne sostenuta dall’impegno congiunto del Comune, della Provincia, della Camera di Commercio, dell’Associazione Industriali e della Fondazione della Cassa di Risparmio della Spezia che, successivamente, costituirono la Società Promostudi della Spezia. Nel 2000, la riforma universitaria e il successo occupazionale dei diplomati della Scuola indussero l’Università degli Studi di Genova a trasformarla in due distinte ma coordinate linee formative: il curriculum in Design Navale e Nautico, all'interno del Corso in Disegno Industriale, e il Corso in Ingegneria Nautica. Per l’anno accademico 2005/06, oltre alla Laurea Specialistica in Design Navale e Nautico in collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Genova attiverà anche la Laurea Specialistica in Ingegneria Nautica. Il Politecnico di Milano organizza dal 1989 corsi di perfezionamento e seminari tematici sulla progettazione per la nautica da diporto. Nell’anno accademico 1999/2000 ha avviato, nell’ambito del Corso di laurea in Disegno Industriale, un percorso formativo triennale in Design nautico e nel 2002, con il patrocinio del Ministero dei Trasporti, dell’Unione Nazionale Cantieri e Industrie Nautiche e Affini (Ucina) e dell’Associazione Progettisti Nautica Diporto (Aspronadi), ha attivato il primo Corso di Master universitario in Yacht Design a scala nazionale, giunto ormai alla quinta edizione. Su queste solide premesse si basa quindi la volontà di integrare le competenze, le attrezzature, le professionalità, le capacità di ricerca dei due Atenei al fine di costituire un polo di formazione in grado di catalizzare le migliori competenze presenti a livello nazionale.  
   
   
SESTO APPUNTAMENTO CON I LUNEDÌ DEL VILLAGGIO EUROPEO "IL PARLAMENTO DELL'EUROPA A 25, UN ANNO DOPO"  
 
Milano, 7 giugno 2005 - I lunedì del villaggio europeo, Happy hour in libreria tra le righe della nuova Europa. Ciclo di incontri promossi dalla Commissione Europea, Rappresentanza di Milano, in collaborazione con la Libreria Egea. Lunedì 13 giugno 2005, alle ore 19.00, presso la libreria Egea  di  via Bocconi 8 si terrà il sesto incontro che avrà per tema: "Il Parlamento dell'Europa a 25, un anno dopo". Conversazione tra Luciano Bardi, Piero Ignazi, Enrico Letta, Mario Mauro Coordina: Roberto Santaniello. L’incontro prende spunto dalla pubblicazione : Il Parlamento europeo di Luciano Bardi e Piero Ignazi L’europa a venticinque. Dalla Turchia al supereuro: le nuove sfide dell’Europa di Enrico Letta . Prossimo appuntamento 4 luglio 2005 “Mediterraneo: mare nostrum?” Conversazione tra Sergio Escobar, Igor Man, Guido Venturini Coordina: Roberto Santaniello Per informazioni ed adesioni: Commissione Europea tel. +39 02 467514229 e-mail: antmil@cec.Eu.int  www.Europa.eu.int/italia/milano  Libreria Egea tel. +39 02 58362032 e-mail: libreria@egeaonline.Com  
   
   
SEGRATE ACCOGLIE LA MADONNA DI FATIMA SABATO 25 GIUGNO  
 
 Segrate, 7 giugno 2005 - Arriverà a Segrate in elicottero il 19 giugno la statua della Madonna di Fatima, in pellegrinaggio dal 9 aprile fino al 18 agosto nelle comunità diocesane italiane in occasione della celebrazione dell’Anno Eucaristico indetto da Papa Giovanni Paolo Ii. “L’impossibilità di molti fedeli di recarsi a Fatima ha spinto la Madonna a farsi ‘pellegrina’ tra coloro che la pregano - spiega don Francesco, parroco della chiesa di San Felice che fino al 26 giugno accoglierà la sacra effigie della Vergine. - Un’occasione forte per riflettere sul valore della famiglia e sull’importanza dell’educazione umana e cristiana dei giovani”. “Un evento eccezionale – aggiunge il sindaco Adriano Alessandrini – che intendiamo condividere con tutta la cittadinanza e con i pellegrini che arriveranno a Segrate raccogliendoci insieme in un momento di preghiera collettiva. Per questo motivo, sabato 25 giugno accompagneremo in corteo la statua della Madonna fino al campo sportivo di via 1° Maggio, dove alle 19 Monsignor Angelo Mascheroni, ausiliare a Milano, e i parroci di Segrate concelebreranno una messa solenne”. Dal 19 al 26 la statua della Vergine rimarrà esposta nella chiesa di San Felice. Le visite da parte dei gruppi in pellegrinaggio dovranno essere concordate chiamando il numero 02-7530325 oppure inviando una mail all’indirizzo parrocchia@sanfelice.It  Per gli eventuali pullman in arrivo saranno individuate apposite aree di sosta. Ciò per mantenere l’ordine, evitare il formarsi di code e non arrecare disagi al quartiere. Il calendario dettagliato delle attività previste nella settimana verrà diffuso attraverso le parrocchie segratesi. “Assicuro già da ora vigilanza e controllo da parte delle forze dell’ordine – conclude il primo cittadino – così da poter garantire a tutti i fedeli assistenza e ospitalità adeguate”.