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Notiziario Marketpress di
Giovedì 23 Giugno 2005 |
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Web alimentazione e benessere | |
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INAUGURATA UFFICIALMENTE L’AUTORITÀ EUROPEA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE |
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Bruxelles/Parma - L’autorità europea per la sicurezza alimentare (Aesa) è stata ufficialmente inaugurata il 21 giugno 2005a Parma alla presenza del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, del commissario responsabile per la salute e la tutela dei consumatori, Markos Kyprianou, del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e del direttore dell’Aesa, Geoffrey Podger. Istituita nel 2002, dall'inizio del 2003 l’Aesa fornisce pareri e consulenze scientifiche indipendenti, segnatamente nel settore della sicurezza dei prodotti alimentari, ai responsabili delle politiche europee. "La fiducia dei consumatori rappresenta il fondamento di un'economia competitiva, e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare svolgerà un importante ruolo nel rafforzamento di questa fiducia", ha osservato il Presidente Barroso. “I cittadini europei possono essere certi del fatto che per garantire il massimo livello di sicurezza alimentare e di tutela dei consumatori in tutta Europa ci affidiamo a consulenze scientifiche affidabili ed indipendenti.” Il commissario Kyprianou ha dichiarato che "garantire i massimi standard di sicurezza dei prodotti alimentari per proteggere la salute dei cittadini dell'Ue non è incombenza da poco, ma la Commissione vi adempie con la massima serietà. I consumatori europei beneficiano già del sistema per la sicurezza dei prodotti alimentari più rigoroso del mondo, grazie all’esaustività della legislazione europea in materia di prodotti alimentari, costantemente sostenuta dall'informazione scientifica. Ma quando è in gioco la tutela dei consumatori europei non possiamo mai abbassare la guardia e anzi dobbiamo raccogliere le nuove sfide man mano che si prospettano. L’aesa è in grado di fornire consulenze scientifiche di alta qualità e di facile accessibilità, consentendo decisioni efficaci e rapide e garantendo così il mantenimento dell'alto livello di sicurezza dei prodotti alimentari in Europa.” L'istituzione dell’Aesa come agenzia indipendente incaricata di sostenere il lavoro delle istituzioni europee in materia di tutela dei consumatori è stata una tra le misure chiave del libro bianco della Commissione sulla sicurezza alimentare. L'autorità, operativa dall'inizio del 2003, ha un'ampia gamma di competenze, che vanno dall'elaborazione di pareri scientifici alla diffusione di nuove informazioni al lavoro in rete con altri organi scientifici, segnatamente a quelli degli Stati membri. Facendo tutto questo l’Aesa fornisce materiale al proprio principale "cliente" – la Commissione – per consentirle di consolidare ulteriormente la base legislativa comunitaria in materia di sicurezza dei prodotti alimentari. Inoltre l'agenzia risponde alle richieste di consulenza scientifica inviatele dal Parlamento europeo e dagli Stati membri e mette a disposizione del pubblico informazioni scientifiche accessibili su una vasta gamma di argomenti. La globalizzazione della catena alimentare ci pone costantemente di fronte a nuove sfide e rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori europei. Ma la Commissione e l’Aesa hanno dato vita a una solida partnership per valutare, gestire e ridurre al massimo tutte le potenziali minacce. Le competenze dell’Aesa riguardano soprattutto la valutazione dei rischi, mentre la Commissione continua a provvedere alla loro gestione nonché alla formulazione di contromisure. Grazie a questi ruoli chiaramente definiti e distinti, l’obiettivo comune è quello di assicurare la credibilità e la coerenza del flusso comunicativo sulla sicurezza alimentare. La Commissione ha elaborato un esauriente pacchetto di misure legislative in materia di sicurezza alimentare, che peraltro vengono sottoposte a un costante monitoraggio ed adeguamento alle nuove esigenze. Il lavoro svolto dall’Aesa è completare a quello svolto dalla Commissione e dalle altre istituzioni comunitarie, e consiste soprattutto nella fornitura di pareri scientifici oggettivi e trasparenti su cui basarsi per prendere le opportune decisioni. Per ulteriori informazioni sull’Aesa: www.Efsa.eu.int Per più ampie informazioni sulla politica dell'Ue in materia di sicurezza dei prodotti alimentari: http://europa.Eu.int/comm/dgs/health_consumer/foodsafety.htm |
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LA RIFORMA DELLO ZUCCHERO OFFRIRÀ AI PRODUTTORI EUROPEI PROSPETTIVE DI COMPETITIVITÀ A LUNGO TERMINE |
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Il 22 giugno 2005 a Bruxelles, la Commissione europea ha proposto una profonda riforma dell’organizzazione comune dei mercati nel settore dello zucchero. Si tratta di cambiamenti destinati ad aumentare la competitività e l’orientamento al mercato del settore dello zucchero dell’Unione europea, a garantire al settore un futuro sostenibile a lungo termine e a rafforzare la posizione negoziale dell’Ue nell’ambito dell’attuale ciclo di negoziati sul commercio mondiale. In altre parole, viene ammodernato un regime rimasto pressoché inalterato per quasi quarant’anni. Il nuovo regime continuerà a garantire ai paesi in via di sviluppo un accesso preferenziale al mercato europeo dello zucchero a prezzi attrattivi, ben al di sopra dei prezzi del mercato mondiale. I paesi dell’Africa, dei Caraibi del Pacifico che esportano tradizionalmente zucchero nell’Unione europea beneficeranno di un programma di aiuti, anch’esso adottato oggi dalla Commissione. Le proposte di riforma della Commissione comprendono una riduzione del prezzo dello zucchero bianco del 39% in totale, da effettuarsi in due tappe; la concessione di una compensazione agli agricoltori sul 60% della riduzione del prezzo, sotto forma di un pagamento disaccoppiato, subordinato al rispetto di norme di gestione ambientale e del territorio, che si aggiunge al pagamento unico per azienda; un regime quadriennale di ristrutturazione volontario, volto a incoraggiare i produttori meno competitivi a cessare l’attività e infine la soppressione dell’intervento. Il programma di aiuti a favore degli Acp beneficerà di una dotazione di 40 milioni di euro per il 2006 e getta le basi per ulteriori aiuti futuri. La Commissione confida in un accordo politico sulle odierne proposte di riforma da parte del Consiglio agricoltura che si terrà in novembre. “Non ci sono alternative ad una profonda riforma del settore”, ha affermato Mariann Fischer Boel, Commissaria all’agricoltura e allo sviluppo rurale. “La soluzione di comodo sarebbe quella di incrociare le braccia, il che significherebbe però assistere ad una lenta e dolorosa agonia del settore europeo dello zucchero. Sono convinta invece che i produttori di zucchero dell’Unione europea abbiano di fronte a sé buone prospettive di competitività, ma solo se ci attiviamo fin da oggi con determinazione per prepararli alle sfide che li aspettano. Stiamo offrendo loro una piattaforma di programmazione stabile a lungo termine, che poggia su un cospicuo fondo di ristrutturazione, destinato ad incoraggiare i produttori meno competitivi ad abbandonare l’attività nel settore e a far fronte alle ripercussioni sociali ed ambientali del processo di ristrutturazione. Manterremo inoltre le preferenze a favore dei nostri fornitori tradizionali dei paesi in via di sviluppo e il mercato europeo continuerà a rappresentare uno sbocco attraente per lo zucchero prodotto da alcuni di loro.” Il Commissario allo sviluppo e all’aiuto umanitario, Luis Michel, ha sottolineato dal canto suo che: “Comprendiamo perfettamente che la riforma del settore europeo dello zucchero possa costituire una seria sfida per molti dei nostri partner dei paesi Acp, ma siamo convinti che il programma di aiuti proposto consentirà loro una transizione armoniosa accompagnata da una strategia locale di sviluppo sostenibile.” Le ragioni della riforma Dopo le riforme della Pac del 2003 e del 2004 è tempo ormai di estendere al regime dello zucchero il tipo di approccio già adottato in altri settori. La riforma del settore dello zucchero deve tenere adeguatamente conto dei redditi degli agricoltori, degli interessi dei consumatori e della situazione dell’industria di trasformazione; deve inoltre rafforzare la competitività del settore europeo dello zucchero, migliorarne l’orientamento al mercato e contribuire ad un equilibrio di mercato sostenibile, in linea con gli impegni internazionali assunti dall’Ue. La Commissione ha compiuto un’analisi in profondità del mercato dello zucchero e ha consultato il maggior numero possibile di interessati. Le sue valutazioni di impatto hanno chiaramente dimostrato che il mantenimento delle status quo è improponibile. Senza riforme occorrerebbe ridurre drasticamente tutte le quote, il che colpirebbe più duramente i produttori più competitivi e comporterebbe uno scenario di erosione. I produttori europei devono avere la certezza a lungo termine quanto alle regole che dovranno rispettare. La proposta di riforma delinea pertanto un quadro economico e giuridico del settore europeo dello zucchero fino al 2014/2015, senza clausola di revisione intermedia. La Commissione propone un’ingente riduzione dei prezzi in due tappe, abbinata alla creazione di un cospicuo fondo di ristrutturazione della durata di quattro anni. Il fondo di ristrutturazione persegue tre obiettivi principali: innanzitutto offre incentivi per incoraggiare i produttori meno competitivi a cessare l’attività nel settore; in secondo luogo, stanzia risorse per sostenere l’impatto socio-ambientale della chiusura degli stabilimenti (finanziando piani sociali o programmi di riconversione e misure per il ripristino ambientale dei siti industriali); in terzo luogo, nelle regioni più colpite dalla riforma finanzia lo sviluppo di nuove attività coerentemente con i Fondi strutturali e dello sviluppo rurale. Un programma di aiuti per i paesi Acp L’europa non deve trascurare i bisogni dei paesi in via di sviluppo dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico per i quali costituisce tradizionalmente un mercato di grande importanza. Dopo la riforma l’Europa rimarrà un mercato attrattivo per alcuni dei paesi che hanno un accesso garantito al mercato dell’Ue in forza del Protocollo sullo zucchero. La Commissione propone tuttavia un regime di aiuti a favore dei paesi Acp tradizionalmente esportatori di zucchero nell’Ue e riconosce che la riforma rappresenta una grossa sfida non solo per i produttori di barbabietole e di zucchero dell’Unione, ma anche per molti paesi Acp fornitori. Per poter far fronte alle diverse situazioni nei vari paesi, il programma di assistenza della Comunità contempla un’ampia gamma di azioni di tipo sociale, economico e ambientale. In virtù del Protocollo sullo zucchero esportano zucchero nell’Unione europea 18 stati Acp che possono in qualche modo risentire dei tagli di prezzo sul mercato dell’Ue. L’impegno ad aiutarli nel processo di adattamento figurava già nella comunicazione della Commissione del luglio 2004 ed è stato sviluppato in un piano d’azione elaborato in gennaio come base di dialogo con gli Acp. La Commissione propone di dare inizio al programma di assistenza già dal 2006 perché quanto prima saranno realizzati gli investimenti, tanto maggiori saranno le possibilità di successo dell’adeguamento di tali paesi. Data la sua complessità, il processo di ristrutturazione e di diversificazione richiede uno sforzo duraturo, per cui l’aiuto del 2006 sarà parte integrante di un piano della durata di otto anni. Per il 2006 è stato stanziato un bilancio iniziale di 40 milioni di euro e per il periodo 2007-2013 sarà garantita un’ulteriore assistenza a lungo termine. Date le differenze tra i vari paesi Acp, è stata prevista un’ampia gamma di opzioni di sostegno che ogni Stato adatterà a seconda del fabbisogno evidenziato dagli interessati e integrerà in una strategia sostenibile, globale e di lungo respiro. I tipi di aiuti sono stati concepiti concentrandosi in particolare sull’efficacia dell’attuazione. Elementi delle proposte di riforma del settore dello zucchero dell’Ue Taglio dei prezzi del 39% in due anni, a partire dal 2006/07, per garantire un equilibrio sostenibile del mercato. Concessione agli agricoltori di una compensazione sul 60% della riduzione dei prezzi; inserimento dell’aiuto nel regime di pagamento unico per azienda, subordinandolo al rispetto di norme di gestione ambientale e territoriale. Validità del nuovo regime, compresa la proroga del regime delle quote zucchero, fino al 2014/15, senza clausola di revisione intermedia. Fusione delle quote A e B in una quota di produzione unica. Soppressione del regime d’intervento: il prezzo d’intervento è sostituito da un prezzo di riferimento. Ricorso al regime di ammasso privato come rete di sicurezza qualora prezzo di mercato scenda al di sotto del prezzo di riferimento. Regime di ristrutturazione quadriennale volontario per gli stabilimenti che producono zucchero, isoglucosio e sciroppo di inulina, sotto forma di un congruo pagamento decrescente destinato a incoraggiare la chiusura degli stabilimenti e la rinuncia alla quota, nonché a sostenere l’impatto sociale ed ambientale del processo di ristrutturazione. Tale pagamento ammonta a 730 euro per tonnellata nel primo anno e scende a 625 nel secondo anno, a 520 nel terzo anno e a 420 nel quarto anno. Un pagamento complementare per i produttori di barbabietole colpiti dalla chiusura degli stabilimenti nel primo anno per il quale detengono diritti di fornitura. Entrambi i pagamenti saranno finanziati attraverso il gettito di un prelievo decrescente a carico dei detentori di quota, nell’arco di tre anni. La barbabietola coltivata per fini non alimentari è ammissibile ai pagamenti previsti per il ritiro dalla produzione e può beneficiare anche all’aiuto per le colture energetiche di 45 Eur/ha. Per mantenere un determinato livello di produzione nei paesi che producono attualmente zucchero C è prevista una quota supplementare di 1 milione di tonnellate a fronte di un pagamento unico corrispondente all’importo dell’aiuto di ristrutturazione per tonnellata nel primo anno. Sarà escluso dalle quote di produzione lo zucchero destinato alle industrie chimiche e farmaceutiche e quello destinato alla produzione di bioetanolo. Aumento della quota di isoglucosio di 300 000 tonnellate per le attuali imprese produttrici: l’aumento avrà luogo progressivamente in tre anni al ritmo di 100 000 tonnellate all’anno. Http://europa.eu.int/comm/agriculture/capreform/sugar/index_en.htm http://europa.Eu.int/comm/mediatheque/photo/barroso/index_en.cfm?id=7187 |
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COMPETITION: COMMISSION MAKES COMMITMENTS FROM COCA-COLA LEGALLY BINDING, INCREASING CONSUMER CHOICE |
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The European Commission has adopted a decision under Ec Treaty competition rules that renders commitments from Coca-cola concerning carbonated soft drinks legally binding. These commitments, which will remain in force until 31 December 2010, will increase consumer choice in shops and pubs by, for example, preventing Coca-cola from entering into exclusive agreements with shops and pubs, offering them target or growth rebates or forcing them to take less popular products with its stronger brands. Competition Commissioner Neelie Kroes commented: “This decision will benefit consumers by improving competition in the markets for carbonated soft drinks in Europe. Thanks to the Commission’s decision, consumers will be able to choose from a larger range of fizzy drinks at competitive prices.“ The commitments offered by The Coca-cola Company and three major bottlers (Coca-cola) relate to carbonated soft drinks (Csds) and provide: - No more exclusivity arrangements. At all times, Coca-cola customers will remain free to buy and sell carbonated soft drinks from any supplier of their choice. Where large, private sector customers or public authorities organise a competitive tender for their supplies and Coca-cola provides the best offer, it can be the only Csd supplier. - No target or growth rebates. Coca-cola will no longer offer any rebates that reward its customers purely for purchasing the same amount or more of Coca-cola’s products than in the past. This should make it easier for Coca-cola’s customers to purchase from other Csd suppliers if they so wish. - No use of Coca-cola’s strongest brands to sell less popular products. Coca-cola will not require that a customer that only wants to buy one or more of its best-selling brands (e.G. Regular Coke or Fanta Orange) also has to purchase other Coca-cola products such as its Sprite or its Vanilla Coke. Similarly, Coca-cola will no longer offer a rebate to its customers if the customer commits to buy these other products together with its best-selling products or to reserve shelf space for the entire group of products. - 20% of free space in Coca-cola’s coolers. Where Coca-cola provides a free cooler to a retailer and there is no other chilled beverage capacity in the outlet to which the consumer has a direct access and which is suitable for competing Csds, the outlet operator will be free to use at least 20% of the cooler provided by Coca-cola for any product of its choosing. The Commission’s commitment decision covers the Eu, Iceland and Norway and will be binding upon Coca-cola until 31 December 2010. During this period, the commitments will be applicable in those countries where Coca-cola has a particularly strong market position. Each year, a list of countries where the commitments apply will be published on the Commission’s and Coca-cola’s websites. The Commission could impose a fine amounting to 10% of Coca-cola’s total worldwide turnover if Coca-cola breaks its commitments. The Commission decision, based on Article 9 of the procedural Regulation (1/2003) for the implementation of Ec Treaty competition rules, takes into account the result of consultations on the commitments offered by Coca Cola (see Ip/04/1247). |
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PERDE COLPI LA DIETA MEDITERRANEA, SOPRATTUTTO AL SUD. SOPRAPPESO UN ITALIANO SU TRE - LA PRIMA RICERCA SCIENTIFICA CONTINUATIVA SUGLI ERRORI DEGLI ITALIANI A TAVOLA: CONDOTTA IN COLLABORAZIONE CON PEDIATRI DI FAMIGLIA E MEDICI DI MEDICINA GENERALE, REALIZZATA GRAZIE AL SOSTEGNO DEL CONSORZIO TUTELA GRANA PADANO |
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Arriva a tavola la ‘rivoluzione atomica’ nella nutrizione con il primo studio scientifico italiano ad ampio raggio che analizza la biofarmacologia dei cibi, non tanto l’abuso quantitativo, ma soprattutto un corretto uso qualitativo dei contenuti perfino a livello molecolare. Oltre i 60 anni solo 37 donne su cento sono in linea. Si mangia meno pasta e si beve poco latte, ma al Nord piace sempre più l’olio d’oliva. L’assunzione di frutta, verdura, legumi e cereali è mediamente insufficiente. Così come quella di calcio, vitamina D e omega 3. E con l’obesità sale il rischio di diabete, patologie cardiovascolari e gastrointestinali. Questi alcuni dei dati emersi dall’analisi di un vasto campione di 8000 italiani (uomini, donne e bambini) coinvolti nel primo screening nazionale sulla nutrizione, condotto dall’ ‘Osservatorio Grana Padano’, sviluppato in collaborazione con i Medici di Medicina Generale e con i Pediatri di Famiglia. La dieta mediterranea comincia a ‘scricchiolare’: considerata una delle più salutari al mondo, in Italia ormai gli alimenti che la costituiscono non sono più utilizzati al meglio. Gli italiani mangiano solamente una porzione e mezza di pasta o pane al giorno, consumano poco latte e fanno, invece, un discreto uso di frutta e ortaggi. Alcuni componenti fondamentali della dieta mediterranea, poi, quali olio di oliva, frutta e cereali sono adesso consumati maggiormente nelle Regioni del Nord Italia rispetto a quelle del Sud. Il pesce è presente sulle tavole degli italiani delle regioni meridionali più che settentrionali (mediamente due porzioni e mezzo la settimana contro due nel Nord). Più ‘carnivori’, invece, al Nord ma soprattutto al Centro. Le regioni del Centro risultano, infatti, in testa per il consumo di carni rosse (quasi 5 porzioni settimanali) di carni bianche (poco meno di tre porzioni alla settimana, dato di poco superiore a quello registrato al Nord) e anche di legumi (quasi tre porzioni alla settimana). Un Italiano su tre è sovrappeso, uno su sette obeso; la prevalenza dell’obesità è maggiore nelle donne soprattutto nel Sud Italia. Ma ovunque, nel sesso femminile, con l’aumentare dell’età aumenta la percentuale di soggetti sovrappeso, e oltre i 60 anni le donne ‘normopeso’ sono solo il 37%. Tra le cause riconosciute, una dieta troppo povera di fibra, frutta, verdura, legumi, e sbilanciata verso cibi grassi fin dai primi anni di vita. Le abitudini a tavola degli italiani di tutte le Regioni da Nord a Sud e di tutte le classi di età, sono sotto osservazione da sei mesi grazie ad una rete di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Famiglia che costituiscono il fulcro dell’Osservatorio Nutrizionale ‘Grana Padano’, nato nel 2004 grazie all’impegno del Consorzio tutela Grana Padano in collaborazione con la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) e la Società Italiana di Medicina Generale (Simg). Obiettivo principale dell’Osservatorio è ottenere una stima periodica (a cadenza semestrale) delle effettive abitudini nutrizionali degli italiani, evidenziare ove possibile le carenze di nutrienti strategici e mettere nelle mani dei Medici uno strumento aggiuntivo per una migliore anamnesi nutrizionale del paziente e un miglior percorso terapeutico, che passa anche dagli alimenti. Sono sinora stati ‘arruolati’, come volontari dell’analisi nutrizionale, 8mila italiani appartenenti a 6 fasce di età: tre di competenza del Medico di Medicina Generale e tre di competenza del Pediatra di Famiglia. Grazie all’appoggio di un apposito software, Medici di Medicina Generale e Pediatri di Famiglia hanno prima inserito i dati anagrafici, con particolare riferimento al peso e alla statura, dei partecipanti e poi registrato le loro risposte ad una serie di quesiti sulle abitudini alimentari nel corso già di sei mesi di indagine. Tutti i dati sono stati raccolti e analizzati all’interno del Database dell’Osservatorio Nutrizionale ‘Grana Padano’. “E’ la prima volta – afferma Domenico Tiso, Coordinatore Scientifico dell’Osservatorio – che si compie un’indagine qualitativa sulla nostra alimentazione, analizzando, non solo quali cibi ci sono sulle tavole degli italiani, ma soprattutto la loro composizione in macro e micronutrienti. I dati raccolti hanno permesso di evidenziare che anche quando ci si alimenta con la giusta dose giornaliera di calorie in rapporto all’attività fisica, non sempre si arricchisce comunque l’organismo di quei nutrienti essenziali che sono necessari al corretto accrescimento in età pediatrica e alla prevenzione di molte patologie dell’anzianità, come le cardiovascolari e le gastrointestinali, solo per citare quelle che danno la maggiore incidenza di mortalità anche nel nostro paese”. Tra gli errori nutrizionali riscontrati più frequentemente dall’Osservatorio, emerge innanzitutto un deficit nell’assunzione di calcio, vitamina D e omega 3 [vedi schede allegate] rispetto ai valori raccomandati in tutte le fasce d’età, ed una insufficiente quantità di fibra, la cui corretta assunzione può mettere al riparo da alcune serie patologie. “La fibra alimentare - afferma Davide Festi, Ordinario di Gastroenterologia presso l’Università degli Studi di Bologna e membro del board etico-scientifico che supervisiona attività e dati dell’Osservatorio Nutrizionale ‘Grana Padano’ - ha un ruolo fondamentale nella dieta perché aumenta il senso di sazietà, migliora la funzionalità intestinale, previene stipsi e diverticolosi e riduce il rischio di tumori al colon-retto, di diabete e di malattie cardiovascolari. Per raggiungere il valore raccomandato, di 30 grammi/giorno nell’adulto, è auspicabile che venga ottimizzata l’assunzione di cereali, legumi, verdure e frutta piuttosto che dare preferenza ai ‘concentrati’ di fibra. Un ulteriore apporto può essere assicurato dai cibi integrali”. I bambini e ragazzi (dai 3 ai 14 anni) confermano di gradire meno gli ortaggi e la frutta rispetto agli adulti. Alle quasi 2,5 porzioni di ortaggi e 1,7 di frutta per gli adulti corrispondono per i giovanissimi, rispettivamente 1,5 e 1,4 porzioni al giorno. Queste più giovani classi di età consumano più pasta, pane, olio d’oliva e latte rispetto agli adulti. Settimanalmente si riscontra inoltre per loro un maggior numero di porzioni di patate (2,6 contro le 2,3 degli adulti) e carni (4,6 porzioni contro 4,3 per quelle rosse e 2,7 contro 2,5 per quelle bianche). In materia di condimenti, netta la preferenza dei bambini per l’olio d’oliva e il pomodoro cotto (ricco di licopene, potente antiossidante) che rappresentano nel loro insieme l’85% delle scelte in età pediatrica, mentre burro e margarina arrivano solo al 9% del totale. Dall’analisi della frequenza di assunzione dei micronutrienti emerge, inoltre, che in media nei bambini vi è una carenza nella quantità di calcio, vitamina D, antiossidanti e omega 3. Il modesto consumo di latte, intero o parzialmente scremato, limitato a circa una porzione al giorno, contribuisce a spiegare la carenza di calcio. “Poiché la mineralizzazione ossea si realizza prevalentemente durante l’età evolutiva (tra i 10 e 14 anni nelle femmine e tra i 12 e i 16 nei maschi), per mantenere la salute delle ossa e ridurre poi i rischi di osteoporosi, è importante che i bambini vengano educati a mangiare alimenti ricchi di calcio” avverte Claudio Maffeis, Docente di Pediatria presso l’Università degli Studi di Verona e lui pure membro del Board etico-scientifico dell’Osservatorio . Per il consumo di formaggio, le differenze rispecchiano le previsioni. “E’ stato evidenziato un maggiore utilizzo di formaggio grana, sia grattugiato che intero, per i bambini – asserisce ancora Maffeis – e una maggior predilezione per i formaggi freschi e stagionati per gli adulti. L’utilizzo di grana per insaporire i cibi espone a un minor rischio di ipertensione e assicura un apporto ottimale di nutrienti come calcio e proteine ad alto valore biologico e quindi più facilmente assimilabili dall’organismo nell’età della crescita dove sono necessarie per un ottimale sviluppo degli organi e dei muscoli”. Peso in Italia: età e sesso. Viene dall’Osservatorio autorevolmente confermato l’eccesso ponderale nel nostro Paese, molto frequente ad ogni età, in particolare per le donne. Dai 40 ai 60 anni una donna su due è in sovrappeso o obesa e oltre i 60 anni il problema riguarda due donne su tre. Rispetto agli uomini, le donne obese sono sempre in numero maggiore in tutte le classi di età e in tutte le Regioni. Più si scende lungo lo Stivale più appare aumentare il peso generale della popolazione: i ‘normopeso’ scendono dal 59% del Nord Italia al 53% del Sud e i bambini obesi passano dall’8 al 13%. “La distribuzione di peso in funzione dell’età conferma come il problema dell’eccesso ponderale stia coinvolgendo progressivamente anche le classi più giovani, un dato in linea con i risultati di diversi altri studi epidemiologici” commenta Maffeis. “Il numero dei bambini in sovrappeso e obesi mostra un andamento progressivamente crescente dal Nord al Centro e al Sud del Paese, sia nei maschi sia nelle femmine; fattori che variano tra sociali, culturali, climatici e di stile di vita, oltre alla alimentazione, sono quindi coinvolti nello sviluppo di un indice di massa corporea al di sopra dei valori di riferimento”. “Questi dati epidemiologici sono preoccupanti perché l’obesità è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e metaboliche e per le patologie neoplastiche” commenta Festi. “Anche se non sono state identificate con certezza le cause, esiste, infatti, una correlazione tra l’obesità e numerosi tumori tra cui quelli che colpiscono l’esofago, il colon, il seno e il rene. Si ritiene che un calo ponderale del 5-10% riduca i rischi di patologie correlate all’obesità del 20%”. Nelle Regioni meridionali si riscontra una maggiore quota di individui obesi e una conseguente minore diffusione di individui ‘normopeso’ che sono negli ultrassessantenni solo il 29%. “Questo potrebbe in parte spiegare anche il maggior quoziente dei ricoveri ospedalieri per mille abitanti nel Sud” spiega Stefano Stanzani, Docente di statistica applicata presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bologna. “Dal 34,3% del Nord-ovest e 34,9% del Nord-est si passa al 36,6% del Centro al 37,1% dell’Italia Meridionale fino al 38,9% dell’Italia Insulare”. L’osservazione degli italiani a tavola non si esaurisce qui. “Anzi siamo solo all’inizio - assicura Domenico Tiso - nel corso dei prossimi tre anni l’‘Osservatorio Grana Padano’, grazie alla sua rete di Pediatri di Famiglia e Medici di Medicina Generale proseguirà il monitoraggio delle nostre abitudini alimentari, e segnalerà con ravvicinate cadenze semestrali i trend nutrizionali degli italiani, continuando ad associare i nutrienti assunti in difetto o in eccesso alle più diffuse patologie riguardanti ogni classe di età e sesso. Oltre a essere un vero e proprio strumento di lavoro per la Medicina di Famiglia, nell’ambito dall’attività ambulatoriale quotidiana, l’Osservatorio costituisce quindi il termometro degli stili alimentari e della nutrizione in Italia”. |
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I VINI DA MEDITAZIONE, CIBO PER LA MENTE |
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L'università La Sapienza di Roma e il progetto "Porthos racconta..." organizzano la degustazione-evento "I Vini da Meditazione, cibo per la mente", manifestazione rivolta agli studenti e realizzata senza fini di lucro. Contemplata nelle Iniziative proposte dagli studenti la degustazione è prevista per il giorno Venerdi' 1 Luglio 2005 dalle ore 16,30 alle ore 21,30, presso la Sala Espositiva del Rettorato, all'interno della città universitaria in piazzale Aldo Moro, 5 a Roma. L'evento vuole far conoscere agli studenti 16 tra i migliori vini da meditazione italiani. La rigorosa selezione ha tenuto conto del profilo delle aziende e di una autorevole rappresentanza territoriale. Gli studenti potranno interloquire con i produttori che saranno presenti di persona per mescere e raccontare i propri vini. A sostegno di una maggiore comprensione dei prodotti presentati sarà preparata un'approfondita brochure, nella quale ci saranno informazioni sui vini, le zone e le tecniche produttive, i vitigni e le loro peculiarità. Con il prezzo di 6 euro sarà possibile acquistare il calice per alta degustazione e il sacchetto per contenerlo. Il programma prevede una breve introduzione a cura di Sandro Sangiorgi, curatore della rivista Porthos, che delinierà le principali tipologie di vini da meditazione; alla degustazione potranno essere abbinati alcuni formaggi grazie alla preziosa collaborazione della Bottega Liberati di Roma. Saranno presentati le seguenti aziende: Tenuta delle Ripalte; Fattoria La Zerbina; Az. Agricola Livio Felluga; Cantine Conte Zandotti; Az. Agricola Palazzone; Az. Agricola F.lli Bera; Az. Vinicola Attilio Contini; Az. Agricola Columbu; Az. Agricola Vecchio Saperi; Az. Agricola Fattoria Selvapiana; Az. Agricola Pojer e Sandri; Az. Agricola Barberani Vallesanta; Az. Agricola Antonelli-san Marco; Az. Vitivinicola Pieropan Leonildo; Az. Agricola Corte Sant'alda. Siamo in attesa di conferma dell'adesione di Salvatore Murana. Per informazioni porthos@porthos.It |
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OSCAR DEL VINO 2005: BERLUCCHI CANDIDATA QUALE “MIGLIORE AZIENDA” VITIVINICOLA |
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Investimenti, innovazione e comunicazione mirata, hanno portato Berlucchi alla posizione di leader in Italia nel settore degli spumanti metodo classico. Per l’edizione 2005 degli Oscar del Vino di Bibenda & Duemilavini, la Guido Berlucchi figura tra le nomination quale “ migliore azienda ” vitivinicola. L’annuncio dei vincitori avverrà a Roma, nel salone d’onore dell’hotel Cavalieri Hilton, il prossimo 19 giugno, durante un evento condotto da Antonella Clerici e dal patron Franco M. Ricci, presidente dell’A.i.s. Per il Lazio, ideatore ed organizzatore degli Oscar. “ Siamo lusingati ed orgogliosi della nomination avuta - ha dichiarato Arturo Ziliani, vicepresidente ed enologo responsabile della Guido Berlucchi - che rappresenta il riconoscimento all’impegno ed alla passione che tutti noi profondiamo nella nostra attività. Berlucchi ha compiuto negli ultimi 10 anni importanti investimenti per rinnovare i vigneti, gli impianti di pressatura e vinificazione e per stabilire regole rigide, controlli e standard qualitativi in fase di elaborazione ed affinamento in cantina. Tutto ciò ha avuto un riflesso significativo sulla qualità di tutti i nostri vini, percepita ed apprezzata dai consumatori italiani”. Infatti Berlucchi ha raggiunto in questi anni la posizione di leader di mercato in Italia nel settore degli spumanti metodo classico, con una quota di mercato del 33%. Gli investimenti effettuati hanno riguardato il rinnovo dei vigneti di proprietà (90 ettari in Franciacorta) con cloni selezionati e densità di impianto che raggiungono i 10.000 ceppi per ettaro; l’installazione delle più moderne presse a membrana nei tre Centri di Spremitura Berlucchi a Borgonato (Brescia), Casteggio (Oltrepò Pavese) e Lavis (Trentino) per ottenere mosti di elevata qualità grazie al controllo delle varie fasi di spremitura, condotta in modo progressivo, soffice e graduale. Inoltre le rese in uva per ceppo sono limitate a 4 - 5 grappoli in media, per essere certi di vendemmiare grappoli ben formati, a maturazione ideale ed elevata concentrazione di zucchero ed acidità, per elaborare vini base di alta qualità. Infine Berlucchi ha rinnovato la propria immagine ed ha incentrato tutte le sue attività di comunicazione sul tema dell’ampliamento delle occasioni di consumo dello spumante di qualità; infatti lo spumante è il vino ideale quale aperitivo e per accompagnare tutto un pasto, con i cibi della gastronomia tradizionale mediterranea: antipasti, salumi ed affettati, primi di riso e pasta, pesce, crostacei, carni bianche, formaggi freschi e stagionati. |
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LA DOC GARDA CLASSICO: UN COMPARTO IN CRESCITA NON SOLO SUL FRONTE ECONOMICO, MA ANCHE E SOPRATTUTTO SU QUELLO QUALITATIVO E CULTURALE – APPUNTAMENTO CON I VERTICI DELLA RISTORAZIONE DELLA TERRA BRESCIANA |
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Il presidente del Consorzio di tutela del Garda Classico, Paolo Turina, parla delle dinamiche attuali di un settore che ha saputo trarre dalla tradizione la giusta spinta per investire e credere nel futuro. ‘Il Garda bresciano rappresenta un’area di grande tradizione vinicola, e di questa eredità i nostri produttori hanno fatto la base di partenza per un rilancio del settore divenuto del tutto evidente nel corso degli ultimi anni- Oggi il quadro è quello di un comparto dinamico: la produzione è in crescita, e i consumi sono in costante aumento così come l’interesse degli addetti ai lavori per i prodotti di una Doc che, investendo massicciamente sulla qualità e sulla sinergia con il turismo, ha compiuto una scelta decisamente lungimirante”. Sotto questo punto di vista, non è certo da trascurare lo spirito imprenditoriale che sta animando negli ultimi tempi i produttori vitivinicoli della riviera bresciana del Garda nonostante i tempi non certo brillanti per il mondo enoico. “La superficie totale di vigneto iscritto all’albo risulta in espansione, a seguito di nuove acquisizioni di diritti da parte dei principali produttori della zona così come delle nuove concessioni Comunitane” continua Turina “E credo di poter dire che il fatto stesso che sulle produzioni vinicole gardesane si concentrino nuovi investimenti è una conferma del momento positivo che il Garda Classico sta attraversando ormai da alcuni anni. Non è tutto: il nostro vigneto rafforza costantemente la sua vocazione alla produzione di qualità grazie anche ad un processo di concentrazione che ha visto molti piccoli viticoltori uscire dal mercato. Un processo che ha di fatto favorito l’ulteriore specializzazione del vigneto verso la Doc”. Il momento positivo è confermato anche da un altro dato economico: quello concernente i prezzi di mercato delle uve. “In un momento in cui il mercato nazionale ha lasciato intravedere una notevole tendenza al ribasso, le uve del Garda Classico hanno tenuto e consolidato la tendenza al rialzo degli ultimi anni. Credo che questo sia un segnale importante, che dimostra la solidità che il marchio Garda Classico sta acquisendo sul mercato, grazie evidentemente anche e soprattutto al sempre maggiore apprezzamento dei consumatori”. E sono questi interessanti risultati di mercato a creare nuove prospettive di sviluppo anche per gli anni a venire. “Negli ultimi anni le nostre cantine hanno investito moltissimo per crescere e soprattutto per valorizzare il prodotto. E’ un processo che continua, e del quale anche nei prossimi mesi continueremo a scorgere sintomi: sono molte infatti le aziende che stanno annunciando investimenti importanti sia sulle strutture che in vigneto, e questo dimostra non solo la fiducia dei produttori, ma anche la convinzione che il gradimento e l’attenzione verso il Garda Classico siano in costante crescita”. Per assecondare questa fase, il Consorzio del Garda Classico intende rafforzare nell’immediato futuro le politiche di promozione. “Oggi i numeri danno sempre più ragione a chi scommette sull’integrazione fra turismo e territorio” spiega Turina “Ed il Garda Classico, con la sua gamma di tipicità e sfumature sensoriali, oltre che con l’identità data da un vitigno autoctono come il Groppello, ha le carte in regola per rappresentare un volano importante per la promozione complessiva del Benaco”. “Garda classico e stelle, cibo divino” Si chiama così l’appuntamento voluto dal Consorzio di Tutela del Vino Garda classico D.o.c. Che coinvolgerà, dal 24 giugno al 3 luglio, alcuni tra i migliori locali della terra bresciana. Si tratta della prima edizione di una iniziativa rilevante non solo per l’eccellenza qualitativa dei locali che hanno aderito, ma anche perché con questa operazione il Garda classico si colloca ai vertici della ristorazione di una Provincia golosa come quella bresciana. La scelta di coinvolgere dieci blasonati locali (cinque gardesani e cinque sparsi un po’ ovunque nella Provincia) sta a significare la sicura corrispondenza dei vini Garda classico ai parametri di qualità e piacevolezza che gli chef possono garantire: un vino quello del Consorzio Garda classico, che può accompagnare ogni tipo di piatto e sa soddisfare i palati più esigenti. Dieci giorni all’insegna della qualità, dieci giorni a rappresentare il matrimonio perfetto tra qualità dei vini e ricercatezza dei cibi. Alla rassegna Garda classico e stelle, cibo divino partecipano i seguenti locali: Gualtiero Marchesi, Miramonti l’altro, Capriccio, Gambero, Esplanade, Villa Fiordaliso, Tortuga, L’artigliere, Il Volto, Porto. Www.gardaclassico.it |
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SAN MATTEO E THE FAMILY: UNA COLLABORAZIONE PRESTIGIOSA PER COMUNICARE I VINI IN BOTTIGLIA CON TAPPO SVITABILE |
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La famiglia Cielo, proprietaria della San Matteo S.p.a., è di lunga tradizione vinicola. L’inizio dell’attività di produzione e vendita di vino risale, infatti, al 1895. Oggi la San Matteo è un’azienda dinamica e in grande espansione che sviluppa un fatturato di circa 18 milioni di euro con 28 dipendenti e con un fatturato per addetto superiore a mezzo milione di euro. L’azienda può inoltre vantare, oltre alla certificazione Uni En Iso 9002, il primato della prima azienda vinicola europea ad aver ricevuto la prestigiosa certificazione Sa 8000. Si tratta di uno standard internazionale di certificazione del rispetto dei diritti dei lavoratori ispirato alle convenzioni Ilo, alla Dichiarazione dei Diritti Umani, alla Convenzione Onu sui Diritti dei bambini e alla Convenzione Onu sull’eliminazione di ogni tipo di discriminazione verso le donne. I prodotti proposti dalla San Matteo vanno dalla linea Villa degli Olmi, che comprende vini frizzanti quali Prosecco, Chardonnay, Pinot Nero Rosato, ai vini Doc quali Cabernet, Merlot, Pinot Bianco, Sauvignon, Chardonnay, e ai vini tradizionali ad Indicazione Geografica Tipica (Igt) venduti con il marchio San Matteo quali Trebbiano, Verduzzo, Sangiovese, Lambrusco, Merlot e Cabernet. Il marchio, che dà il nome all’azienda, è da sempre conosciuto ed apprezzato per i vini da pasto ad Indicazione Geografica Tipica e si contraddistingue per la continua ricerca dell’innovazione nel packaging. Nel 2002, infatti, la San Matteo, dopo un’attenta analisi sull’evoluzione del mercato dei vini da tavola Igt, ha lanciato sul mercato la nuova bottiglia infrangibile da 1,5 litri, che si contraddistingue per le sue doti di leggerezza, infrangibilità, riciclabilità e garanzia dell’integrità qualitativa del vino in essa contenuto. Allo scopo di comunicare questa novità San Matteo ha scelto The Family per creare lo spot ironico e surreale “Cavatappi suicide” un film di Luca Lucini. Attore protagonista: Il Cavatappi. Attore Co-protagonista: Il Vino San Matteo. Lo spot gioca su un ironico e surreale melò. Il protagonista (il cavatappi) vive gli ultimi istanti della propria disperazione: la consapevolezza della propria inutilità lo porta a compiere un gesto drammatico. Il co-protagonista (il vino San Matteo) è la causa della tragica decisione: un vino Igt (indicazione geografica tipica), imbottigliato in una confezione innovativa e pratica, una bottiglia di plastica con un tappo che si svita. Lui, il vino, è una presenza quasi secondaria eppure imperante in tutta la forza della semplicità. L’altro, il cavatappi, sceglie con tenera rassegnazione tre diverse conclusioni per il proprio dramma. |
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CON CASTELLO DI AMA E PASTA LATINI, A ROMA, NELLA TRATTORIA DI FILIPPO LA MANTIA CICCIO SULTANO A SCUOCHI BATTE GLI AVVERSARI |
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Il nono appuntamento di Scuochi ha visto Ciccio Sultano, del ristorante Duomo di Ragusa Ibla “mangiare” Gioacchino Bonsignore, Andrea Golino, Andrea Cuomo e Carlo Raspollini. I quattro giornalisti, in veste di scuochi, sottoponendosi al gioco, hanno scritto, cucinato e servito nell’ordine: la Caponata di melanzana con insalata di polpo; i Rigatoni Senatore Cappelli con pomodori San Marzano gratin, capperi di Pantelleria e mandorle affettate; la Tagliata di chianina con crema al Vin Santo e panzanella di cantuccini e il Flan di ricotta della mamma. Come la volta precedente, l’incontro-scontro si è svolto a Roma, grazie all’ospitalità di Filippo La Mantia, presenti, nel ruolo di padrone di casa Carla Latini, produttrice marchigiana di pasta, Lorenza Sebasti del Castello di Ama e Sara Vitali di Cinquesensi. Scuochi si conferma un gioco che tutti i protagonisti prendono sportivamente sul serio, per la qualità dei piatti proposti, per la serietà mostrata nell’esecuzione e, soprattutto, per il coinvolgimento dello chef. Ciccio Sultano, ha ricostruito ogni ricetta, mettendo in evidenza gli aspetti positivi e suggerendo la sua personale soluzione, a dimostrazione che Scuochi non è un duello accademico tra chef trasformati in critici e giornalisti eletti cuochi, ma una sana occasione per imparare a conoscersi. Tutto ciò esalta l’aspetto umano e mette in secondo piano il ruolo sociale: non si cucina e basta e non si scrive e basta. I giudizi. Iniziamo dalla Caponata di Gioacchino Bonsignore, piatto così siciliano da aprire un’immediata digressione sulle infinite versioni. Ciccio Sultano ha detto: “Ci ritrovo la personalità dell’autore e un forte senso della convivialità. Ma, il polpo, si cuoce solo 15 minuti, lasciandolo nella propria acqua con il limone. L’aceto era troppo forte e, per renderlo più interessante, l’avrei passato sulla piastra, rendendolo croccante”. È stata poi la volta del primo piatto di Andrea Golino così sintetizzato: “Grande presentazione e buon profumo. Un po’ asciutto. Dall’esecuzione si capisce che Golino è allenato. Sbagliato, però, l’uso dei capperi che ha provocato un effetto “sottaceto”. Avrei tostato le mandorle”. Per le pressioni dei commensali, nonostante la posizione salomonica di Sultano, i rigatoni sono risultati vincitori. Il secondo piatto, rappresentato dalla Tagliata, ha sollecitato il seguente commento: “è un buon piatto con cottura perfetta. Ciò nonostante, resta lontano dalle mie corde. È un buon esempio dell’importanza assoluta che ha materia prima” Infine, il dolce di Raspollini, definito in quattro parole: “È molto mamma, casa. Buono. Non avrei messo lo zucchero a velo e manca di una nota croccante”. Negli otto appuntamenti precedenti Scuochi ha ospitato altrettanti “orchi” - Gianfranco Vissani, Claudio Sadler, Nadia Santini, Fulvio Pierangelini, Antonello Colonna, Aimo Moroni, Carlo Cracco, Moreno Cedroni - che hanno fatto festa con trentadue giornalisti. Gli Scuochi si cimentano, ogni volta, anche in un testo consultabile, insieme alle ricette, all’indirizzo http://scuochi.Cinquesensi.it |
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I PRIMI D’ITALIA: FESTIVAL NAZIONALE DEI PRIMI PIATTI VII EDIZIONE
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Dal 28 settembre al 2 Ottobre 2005, Foligno (Perugia) si trasforma in un singolare palcoscenico per mettere in scena la Vii Edizione de I Primi d’Italia – Festival Nazionale dei Primi Piatti. Le taverne medioevali della citta’, aperte per questa singolare occasione, si trasformano in Villaggi del gusto dove le aziende presentano i loro prodotti e dove il pubblico, immerso in una suggestiva atmosfera, potrà degustare le eccellenze dei primi piatti. Inoltre verrà allestito Il grande mercato dei primi, una mostra mercato dedicata alle produzioni artigianali da scoprire ed apprezzare; il mercato delle eccellenze una vetrina dei prodotti alimentari a marchio protetto in collaborazione con le Associazioni di categoria, i Consorzi, le Regioni che sono presenti; l’Enoteca e l’Oleoteca dei Primi, un luogo di incontri tematici e degustazioni condotte da esperti del settore. Il programma della kermesse prevede dei momenti dedicati alla formazione con Corsi professional rivolti agli operatori del settore dell’alimentazione e tenuti da chef di fama internazionale; Corsi consumer dedicati agli appassionati tenuti da un volto noto di Rai Uno, Anna Moroni e I Primi incontri con lo chef indirizzati a tutti coloro che vogliono soddisfare le tante curiosita’ sui primi piatti. Nella Scuola di cucina specializzata si parlerà di cucina vegetariana, di ricette per i single e di intolleranze alimentari. Tante e ricche le iniziative speciali dal Pasta Party nel giorno di apertura tutti invitati nell’antica piazza di Foligno per festeggiare con degustazioni, giochi ed animazioni al Premio I Primi d’Italia ovvero riconoscimenti speciali a personaggi giudicati primi nei rispettivi settori di attività. Presso il Teatro San Carlo si svolgera’ invece I Primi d’Italia junior. I bambini avranno il loro spazio di informazione ed intrattenimento e potranno anche cimentarsi con i grandi chef a manipolare gli ingredienti ed inventare il loro primo piatto. Non mancheranno gli appuntamenti culturali con i Libri da gustare: una appetitosa carrellata di titoli a tema enogastronomico presentati dai loro autori e con Food art, una galleria di originali formati di pasta ed un concorso nazionale, aperto a tutti i ristoratori, sulla scenografia del primo piatto. |
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AI PRIMI D’ITALIA 2005 UN PUNTO DI INCONTRO TRA ALIMENTAZIONE E SALUTE |
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Come poteva mancare ai Primi d’Italia un luogo di incontro tra alimentazione e salute? La grande novità 2005 e’ il Villaggio del Benessere, dove la sana alimentazione diventa il requisito indispensabile per il benessere globale. Qui troviamo paste speciali per patologie particolari quali diabete, colesterolo, sovrappeso, ma anche prodotti rigorosamente biologici e un’oasi del senza glutine. In linea ed in forma senza rinunciare ad un buon piatto di pasta è possibile grazie alle novità che sono state introdotte sul mercato, una pasta speciale indicata per i diabetici in cui l’amido presente è in grado di non far aumentare l’indice glicemico e di tenere sotto controllo il colesterolo. E’ di questi giorni la notizia di una pasta speciale in fase di sperimentazione che fa perdere peso, che verrà presentata proprio in occasione de I Primi d’Italia 2005. Il prodotto, assolutamente innovativo, è a base di poliglicusamina, una fibra naturale in grado di assorbire i grassi in eccesso nell’organismo. Altre novità, la pasta speciale che unisce alla tradizionale semola selezionata di grano duro un estratto naturale di germe di soia, ricco di una sostanza naturale antiossidante (isoflavone) che aiuta a contrastare l’insorgenza e l’evoluzione di molte malattie diffuse nei Paesi occidentali. In effetti, eminenti studiosi hanno confermato che una dieta ricca di isoflavoni risulta preziosa per lo stress fisico, la salute delle ossa e delle articolazioni, la salute delle donne in menopausa, la conservazione dell’efficienza mentale, la regolazione del metabolismo degli zuccheri, la salute del fegato, il controllo dei problemi legati all’obesità. L’isola del senza glutine e’ dedicata a tutti quelli che soffrono di celiachia (si stimano circa 60.000 persone in Italia), in collaborazione con la sezione umbra dell’Associazione Italiana Celiachia che da anni promuove la ristorazione senza glutine, in quanto se il mercato offre una gamma sempre più ampia di prodotti destinata ai celiaci, il settore della ristorazione non si e’ ancora sufficiente organizzato. Proprio nell’ottica del benessere, lo chef Igles Corelli (Locanda della Tamerice – Ostellato – Ferrara) Giovedi 29 settembre 2005 terrà un completo corso di Cucina dedicato alla celiachia con orario 10.00-12.30 e 14.30-17.00. Inoltre lo chef nello stesso giorno sarà presente all’Accademia del Gusto con una lezione sulle intolleranze alimentari in generale alle ore 20.00. Da sempre benessere e salute significano anche attenzione verso la qualità e verso il metodo di produzione dei prodotti che giornalmente consumiamo nelle nostre case, per questo il Festival dedica una sezione del villaggio totalmente al biologico, ovvero agli alimenti prodotti senza l'impiego di fertilizzanti e antiparassitari chimici e che oggi si possono trovare non solo in negozi specializzati ma anche, da qualche tempo, nella grande distribuzione. La manifestazione e’ organizzata dalla Epta di Perugia tel. 075/5005577 www.Iprimiditalia.it |
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CHEESE, UNA MANIFESTAZIONE IN CRESCITA |
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Dalla prima edizione del 1997, Cheese è sempre cresciuta, in termini di pubblico, di presenza internazionale, di espositori, di occasioni di assaggio e conoscenza, di dibattito e di attenzione generale su temi d’attualità per il settore lattiero caseario. Alcuni dati dell’ultimo Cheese, quello del 2003: furono 155.000 i visitatori, 4.000 gli studenti presenti alle attività didattiche, 2.640 le presenze ai Laboratori del Gusto, 19.000 nella Gran Sala, 140 gli espositori provenienti da Italia, Austria, Germania, Svizzera, Olanda, Francia, Portogallo, Grecia, Irlanda, Regno Unito e 40 i Presìdi da Italia, Danimarca, Gran Bretagna, Grecia, Federazione Russa, Irlanda, Olanda, Polonia, Spagna, Svizzera e Stati Uniti. Per Cheese 2005, la struttura portante resta la stessa, perché non si cambia una formula di successo ormai collaudata. Torneranno dunque a Bra il Grande Mercato dei formaggi, la Gran Sala con la sua enoteca e la carrellata di tutte le dop e igp casearie d’Europa in degustazione (151 formaggi diversi, da 14 Paesi europei, dall’Austria alla Svezia, con l’aggiunta delle quattro denominazioni d’origine svizzere), gli Appuntamenti a tavola, lo spazio ludico-educativo per i più piccoli, i Chioschi di degustazione. Confermata, dopo il positivo esordio del 2003, la presenza dei pastori con le loro tome d’alpeggio; si tratta di uno spazio più informale, studiato per permettere la partecipazione di coloro che non possono sostenere una presenza più organizzata, con la bancarella per tutti i quattro giorni. I pastori hanno partecipato numerosi nel 2003, e torneranno quest’anno, vivacizzando lo spazio a loro dedicato, portando tra strade e portici i profumi delle loro montagne. Sarà arricchita di nuove proposte anche la parte relativa all’animazione e allo spettacolo. Per la prima volta il Comitato Festival delle Province (www.Festivaldelleprovince.it), Slow Food e la Notte della Taranta (www.Lanottedellataranta.it) presenteranno i frutti di una nuova collaborazione. Nelle piazze, nei cortili o sotto il tendone del Circo si terranno gli spettacoli conclusivi del Festival delle Province, il primo festival nazionale di cultura popolare. Saranno di scena, tra gli altri, le tarantelle d’amore di Ambrogio Sparagna, i canti a braccio dei pastori-poeti dell’Alto Lazio e i pupi catanesi della famiglia Grasso. Anche quest’anno, nello storico cortile di via della Mendicità Istruita 45, sede di Slow Food Editore, sarà allestito lo spazio del Caffè letterario, dove si potranno incontrare i redattori di Slow e Slowfood, acquistare le riviste e le pubblicazioni dell’associazione, gustare colazioni e aperitivi con i prodotti dei Presìdi e i vini della Banca del Vino, partecipare a incontri e leggere al mattino i principali quotidiani nazionali, da sfogliare comodamente seduti nell’ampio dehors. Ma la novità assoluta è legata al tema di Cheese di quest’anno: i caprini. Produzione tipicamente mediterranea, legata storicamente a condizioni di pascolo marginali, in cui i terreni migliori erano destinati ad altre, più redditizie colture, o a zone aride e difficili per l’allevamento, sarà rappresentata a Cheese nella Casa dei caprini: dagli esemplari più famosi e blasonati, come quelli francesi, ai meno noti greci, ciprioti, portoghesi, fino alle autentiche rarità giapponesi, statunitensi, australiane. |
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COGNAC, OSTRICHE, FAGIOLI BIANCHI, PATATE, FORMAGGI DI CAPRA: SONO I GIACIMENTI GOLOSI DEL POITOU CHARENTES |
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Speciali i prodotti gastronomici del Poitou-charentes, la regione francese sull’Atlantico. Pineau des Charentes. Il pineau des Charentes si produce mescolando trequarti di mosto di succo di uva fresca con un quarto di acquavite di cognac ad un tasso alcolico inferiore a 60°. L’alcol che impedisce cosi la fermentazione del mosto permette al composto di conservare la sua quantità di zucchero Dopo averlo mescolato energicamente, viene poi stoccato e invecchiato nei barili di quercia. Il pineau si degusta molto fresco, come aperitivo, come vino da dessert o con il melone ed altri frutti Il pineau bianco, più secco, si ottiene da un vitigno soprannominato” Saint-emilion des Charentes” o” folle bianche.” Il pineau rosé, più fruttato, è ottenuto da vitigni rossi, cabernet e merlot. La loro qualità varia in base alla quantità di cognac utilizzato. Le ostriche verdi di Marennes-oléron. I Romani degustavano già le ostriche piatte che all’epoca proliferavano nel bacino di Marennes-olèron. Oggi, le piatte sono state sostituite dalle ostriche di origine giapponese e il bacino di Marennes-oléron con le sue 40 000 tonnellate di ostriche prodotte ogni anno, è il primo per la produzione europea di questi molluschi. Devono il loro sapore al periodo di permanenza nelle “ claires”, le piccole vasche di ingrassamento dove i molluschi affinano la loro carne, prendono il gusto della terra ed acquistano il loro caratteristico colore verde grazie ad un’alga microscopica “il navicule blu”. I marchi rossi indicano una produzione di qualità che comprende diversi” crus”, si differenziano per la durata della loro presenza nel bacino di ingrassamento. Le “fini’ restano un mese, le “speciali” due mesi ed i “germogli” da 4 a 8 mesi; minore è il loro numero nelle vasche, maggiore è la loro carnosità. Tradizionalmente, ad Oléron si mangiano piene con le piccole salsicce al vino bianco, e in Charente accompagnate dai “grillons”. La carne con contorno di verdura. Le mucche della razza “parthenaise” sono riconoscibili dal loro manto color mogano, dai grandi occhi cerchiati di nero, dai muscoli potenti, dalle corna a forma di lira. Producono un latte di eccellente qualità e carne tenera. Poiché questa mucca non produceva grandi quantità di latte, fu abbandonata poco a poco, ma poi salvata dalla scomparsa quando, negli anni 80, si riscoprì la grande qualità della sua carne. L’agnello, il” Diamandin”, assomiglia all’agnello del Poitou-charentes e, come ogni prodotto di qualità, segue le regole molto rigorose dell’allevamento e dell’alimentazione che gli conferiscono un’eccellente qualità. L’agnello con il marchio” Agnello del Poitou-charentes” è la prima marca ovina francese. Il mojhette ricorda agli abitanti del Poitou, nella sua forma, il corpo umile e accartocciato di una religiosa “mougette” in preghiera. Questo fagiolo bianco si trova nell’ovest della Francia; i “mojhettes” devono essere piatti per essere considerati fagioli di qualità. Le patate: Alcmaria, Stellina, Roseval, Charlotte ed Amandine sono le cinque razze appetitose di patate dell’isola di Ré nella categoria patate primizie. La patata di Rè è diventata la prima patata a ricevere recentemente il marchio Aoc. Il suo segreto: un clima dolce, soleggiato, una terra privilegiata, delle regole di produzione rigorose ed un’armonia perfetta con la terra. Rè produce 6 000 tonnellate di patate ogni anno. Un concime minerale, un apporto di varecch ed una studiata irrigazione le conferiscono quel gusto tipico lodato, così particolare dei tuberi. Un vassoio di formaggi: Una varietà di sapori con i formaggi di capra. Una leggenda racconta che il chabichou dei Poitou fu prodotto per la prima volta nel Vii secolo per i saraceni rimasti sul posto dopo la battaglia di Poitiers. La parola” chabi” sarebbe una deformazione della parola araba” chebli” che significa capra. Il palato del consumatore apprezza la sua sottile crosta bianca tinteggiata di grigio blu, la sua pasta bianca al tempo stesso dura e cremosa. Il sapore del formaggio è condizionato dall’abilità manuale del casaro durante la salatura. La stagionatura può durare da 10 giorni a parecchi mesi: così il formaggio acquista, col passare del tempo, un sapore più pastoso e sempre più corposo. Questo formaggio di capra beneficia dì un marchio Aoc. Il Poitou produce altri formaggi tra cui il “caillebotte”, ma anche il formaggio un po’ più grasso di Mothe-saint-héray a forma di Camembert, o il formaggio di Couhé-vérac, di la Crèche, così come i formaggi a forma di cilindro simili al Sainte-maure. Il “broyé del Poitou. Decorata da mandorle sottili, secca, molto croccante, questa torta è farcita di burro e di zucchero cotto con le mandorle e talvolta anche con l’angélique candito. La tradizione vuole che non la si tagli ma che la si spezzi con un pugno secco. Il tortino al formaggio. Questa ricetta contadina risale al tempo in cui il sale, derrata rara e costosa, era utilizzato con parsimonia. All’epoca, il formaggio veniva utilizzato in cucina col caglio o lo si utilizzava per preparare un pasticcio morbido da servire come dessert nel giorno della festa, per evitare di salarlo. Leggero nella sua crosta fresca e croccante, per prepararlo si usa il formaggio fresco di capra, o il formaggio fresco di mucca, misto ad uova, farina, zucchero. Questo tortino al formaggio è stupefacente per la sua crosta in superficie che viene servita quasi bruciacchiata. |
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MANGIARE IN DICIOTTO LINGUE DIZIONARIO PRATICO PER MANGIARE IL TUTTO IL MONDO |
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È stato appena pubblicato un nuovo dizionario multilingue che consente di tradurre simultaneamente circa 700 termini gastronomici in 7 lingue. Per ogni singolo termine vi è la traduzione simultanea dall’Italiano in Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Portoghese e Russo. I vocaboli sono riuniti, per una più facile consultazione, in ‘famiglie’: bevande, antipasti, carni ecc. A questa prima parte ne segue una più descrittiva che analizza, complessivamente 18 cucine del mondo, fornisce, per ogni paese, le abitudini alimentari, le bevande principali, le ricette in lingua originale con la spiegazione in Italiano e la traduzione dei termini utili al ristorante. Dice l’autore, Guido Bernardi: “L’idea di scrivere questo dizionario mi è venuta durante i miei numerosi viaggi intorno al mondo. Spessissimo mi accade di accompagnare amici della stampa in Tailandia o Inghilterra, Francia o Svizzera, Maldive o Egitto, Marocco o Carabi e, spessissimo, mi accade di dover tradurre interminabili e, spesso, poco decifrabili menu. È un compito arduo, oltre che noioso, poiché non solo bisogna tradurre, ma bisogna anche ‘interpretare’; per fare un esempio semplicissimo: la spagnola erba buena potrebbe tradursi con menta, ma la traduzione è ‘approssimativa’ poiché, per quanto piante e aromi molto simili, non sono esattamente la stessa cosa, è necessario quindi spiegare la sottile differenza. E l’esempio potrebbe essere ripetuto migliaia di volte.” “È per questo che nel dizionario, oltre alla traduzione simultanea in 7 lingue dei singoli vocaboli, ho inserito la spiegazione delle principali ricette delle 18 lingue prese in considerazione: molto spesso la traduzione letterale dei singoli termini non spiega un piatto. Ho lasciato il nome della ricetta nella lingua originale per l’ovvia ragione che così la si troverà sui menu, mentre la spiegazione è in italiano. Ho poi inserito, quando e dove ne era il caso, alcune informazioni su prodotti particolari: il porto e il madera in Portogallo, lo champagne in Francia ecc. Ovviamente si potrà criticare la scelta di alcuni paesi: perché ad esempio è presente la cucina svedese e non quella finlandese? La scelta è legata a varie ragioni: la prima è la conoscenza personale, la seconda è la rilevanza del paese in questione per i visitatori italiani, la terza è legata all’importanza della cucina stessa.” “Ci sono due importanti assenze: la cucina cinese e la cucina indiana; la ragione è dovuta al fatto che ambedue i paesi sono veri e propri continenti, con ricette, abitudini, ingredienti che variano moltissimo da regione a regione. Sarebbe un po’ come dire ‘cucina europea’, semplificando e ‘omogeneizzando’ le differenze fra il modo di mangiare in Sicilia e in Scozia, in Estremadura e in Ungheria. I puristi potrebbero obiettare che anche ‘omogeneizzare e semplificare’ la cucina spagnola o quella tedesca è scorretto. Ritengo, tuttavia, che per ragioni di chiarezza e semplicità, l’operazione sia lecita per uno spazio contenuto, sia meno lecita per uno spazio grande in cui le differenze siano enormi.” “Rinvio a future edizioni l’inserimento della cucina indiana e cinese, così come altre ‘chicche’; sarebbe per esempio interessante una sezione sulle ‘cucine cugine’ indicando affinità e differenze concrete e linguistiche di tutte le cucine, per così dire, spagnole: la cubana e la colombiana, l’argentina e la catalana, o di tutte le cucine inglesi: l’americana e la scozzese, l’irlandese e la neozelandese. Spero di aver fornito, comunque, uno strumento utile non solo per il viaggiatore ma anche per il gourmet, il curioso, l’operatore del settore.” www.Ibs.it |
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THÉ PER OGNI STAGIONE, THÉ PER OGNI OCCASIONE: L’ARTE DI OFFRIRE IL THÉ™ HA CREATO APERÒ TEA PARTY |
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Thé per ogni stagione, Thé per ogni occasione: la più antica e nobile bevanda del mondo non si beve più solo esclusivamente “alle cinque”, ma diventa compagna ideale in ogni momento della giornata. Le pregiate foglie della Camelia Sinensis escono infatti dagli schemi più tradizionali e si fanno protagoniste di raffinate occasioni di festa, prima fra tutte il momento dell’aperitivo serale. Nei nuovi spazi all’aperto del Fiat Café La Triennale di Milano, in occasione dell’arrivo dell’estate, L’arte di offrire il Thé propone, prima ed unica tra le realtà italiane del settore, un serie di invitanti cocktail estivi a base di Thé, e propone a privati e professionisti un innovativo format di festa. Sono ricette studiate selezionando le foglie provenienti dai migliori Giardini di Thé del mondo e Thé Mélange aromatizzati, appartenenti alla linea Artedelricevere- Voyages, una linea di Thé raffinati ed eleganti che sanno stuzzicare il gusto con sensazioni nuove e coinvolgenti, e che si prestano magnificamente a un nuovo concept di ospitalità ed entertainment. Sono ricette studiate selezionando le foglie provenienti dai migliori Giardini di Thé del mondo e Thé Mélange aromatizzati, appartenenti alla linea Artedelricevere. Voyages, una linea di Thé raffinati ed eleganti che sanno stuzzicare il gusto con sensazioni nuove e coinvolgenti e che si prestano magnificamente a un nuovo concept di ospitalità ed entertainment. Le ricette esclusive di questi Teacocktails nascono dalla creatività di Francesca Natali che ha saputo dosare con estremo equilibrio le foglie di thé, le emozioni di festa e la tradizione italiana dell’aperitivo per un mix inedito che si esprime nel format Aperò Tea Party. Sei le proposte della serata, che i barman di Artedelriceverecreeranno per gli ospiti insieme con uno sfizioso buffet proposto dagli chef di Area Kitchen. Per chi già conosce Artedelricevere due le novità assolute dell’Estate 2005: Purple Rose, uno shakerato a base di Gin, Vodka, pompelmo rosa e Thé verde “Déjeuner sur l’Herbe”, e Ginger Peach, un cocktail rinfrescante con Thé Mélange “Source Vital”, Tequila, succo e polpa di pesca e zenzero. A questi si aggiungono un aperitivo “sostenuto”, come il Green Tea Martini, con Thé verde alla menta, succo d’arancia bionda, Cointreau, Martini extradry e spumante, a cui si accompagna il Green Lady, un cocktail più leggero, senza Martini e Cointreau, ideale per i palati più delicati; mentre, per rinfrescare le calde notti d’estate, sono stati messi a punto il Frozen Tea Margarita e il dolce long drink Souvenir de Cuba, a base di Rum, succo d’ananas e Thé nero aromatizzato al cocco. All’interno del Fiat Café La Triennale viene inoltre allestito un suggestivo angolo-degustazione a lume di candela, con tatami e ombrelli balinesi in paglia, dove assaporare alcune qualità di Thé Artedelricevere– Voyages, come l’esotico “Jardin de L’alhambra” con menta e ananas o “Eté à Saint Tropez”, un delizioso Thé verde ai profumi di albicocca e pesca. |
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NUOVO LOOK PER IL RISTORANTE MCDONALD’S DI CINISELLO |
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Nell’ambito di un processo di remodelling dei propri ristoranti, Mcdonald’s presenta il nuovo look del ristorante di Cinisello Balsamo e lunedi 20 giugno ha festeggiato la riapertura con un Vip Party. Una serata all’insegna dei cinque sensi e, per esaltarne le sensazioni, musica dal vivo dalle sonorità etniche e balli in tema, un intrigante corner tattoo, deliziose fragranze sparse nell’ambiente e le invitanti golosità offerte da Mcdonald’s. Già famoso negli anni '90 per essere stato il primo ristorante in Italia ad adottare la corsia drive, per permettere ai clienti di acquistare comodamente il proprio pasto senza scendere dall'automobile, il ristorante di Cinisello fa, ancora una volta, tendenza. Per la qualità dei materiali, per le scelte cromatiche e per le forme pure e geometriche, intercalate dalle canne di bambù e dai mosaici delle colonne. Nella nuova sala ristorante, eleganti e luminose quinte in vetro opalino creano spazi riservati con diverse tipologie di tavoli e sedute: dal tavolino per due persone al tavolone etnico fatto arrivare direttamente dall'India, dal divano imbottito per sedere comodi e rilassarsi allo stand up per un pasto veloce, magari leggendo il giornale. Il banco casse e il soffitto si distinguono per il rivestimento in legno, materiale naturale e raffinato che permette fra l’altro un ottimo isolamento acustico. Ai più piccoli è dedicata la nuova Playland, collocata al piano superiore, in cui i bambini possono divertirsi, sorvegliati dalle hostess del locale, e festeggiare i loro compleanni. Il remodelling del ristorante Mcdonald’s di Cinisello Balsamo è un progetto ampio che coinvolge anche l’edificio esterno, che recupera l’importante rapporto con il contesto, sempre più simile ad una moderna freeway americana, grazie al rivestimento in alluminio che gli conferisce lucentezza, slancio e dinamismo. Il progetto, curato da Costa Group, si inserisce nel processo di remodelling intrapreso da Mcdonald’s per dare un volto nuovo ai propri ristoranti di tutta Italia, in sintonia con il posizionamento di marca “i’m lovin’ it,” con cui Mcdonald's ha voluto avvicinarsi alla “I Generation”, la generazione di giovani adulti fra i 25 e i 34 anni, piena di passioni, di energia e di interessi, attenta all’autorealizzazione ma desiderosa anche di trascorrere tanto tempo libero con gli amici, alla ricerca di nuove atmosfere ed emozioni. |
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BRANCAMENTA IL LIQUORE AMARO D’ERBE DI FRATELLI BRANCA DISTILLERIE COMUNICA CON UN BRIVIDO VERDE LA SUA FRESCHEZZA |
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Brancamenta nasce nei favolosi anni ‘60, prodotto di un periodo caratterizzato da grandi cambiamenti, dal boom economico, da desideri di novità anche nei gusti e nei sapori. I giovani più di tendenza cominciano a chiedere Fernet Branca con un po’ di sciroppo di menta e involontariamente danno origine ad una bevanda tonica e rinfrescante allo stesso tempo. La Branca, grazie al grande e speciale intuito che l’ha sempre contraddistinta, prende spunto da questa moda e decide di studiare e quindi di iniziare la produzione di una bevanda perfetta per ogni stagione la cui base è naturalmente il Fernet. Il successo è assicurato. Il suo colore è bruno chiaro, il profumo intenso ed equilibrato, raffinato. Le note di menta conferiscono alla bevanda un profumo ineguagliabile e di estrema gradevolezza. Il gusto, caratterizzato dalla freschezza della menta, è persistente ed equilibrato. La gradazione è di 37°. Brancamenta deve certamente il suo successo al sapiente uso della menta che sin dall’antichità veniva utilizzata da medici ed erboristi. Il modo più classico di gustare Brancamenta, il “Liquore Amaro d’Erbe” come dice l’etichetta,” è liscio con ghiaccio. Libera tutto il suo gusto piacevole e rinfrescante con l’aggiunta di acqua minerale o soda ed è ottimo per la preparazione di fantasiosi cocktail.” Brancamenta è stata oggetto di innovazioni nel packaging per dare attualità al prodotto ed ha, quale connotato principale, l’unicità di amaro rinfrescante. La comunicazione è stata innovata allo scopo di valorizzare il concetto di prodotto esclusivo, unico sul mercato. La Fratelli Branca Distillerie e l’agenzia di pubblicità Wlf hanno lanciato la nuova campagna tv Brancamenta. Il nuovo spot Brancamenta è solare, gioioso e sensuale e trasmette il rinfrescante brivido di piacere che solo Brancamenta sa dare. Giocato sul sogno di freschezza di due giovani ha il brivido come protagonista: il verde degli occhi della bellissima testimonial Tatiana Gellert, la giovanissima modella rappresentata dalla Slots-premiere Model Management, il verde del costume da bagno che indossa e il verde dell’acqua del mare accentuano la sensualità positiva, fresca e affettuosa, in linea con la tradizionale raffinatezza della comunicazione pubblicitaria Branca. La giovane testimonial è al suo esordio assoluto in pubblicità. |
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DAL RICCO CATALOGO EUROFOOD: PRODOTTI SANI, BUONI, NATURALI PER COLAZIONI E MERENDE GOLOSE E NUTRIENTI |
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E’ ormai scientificamente riconosciuto che alla base di una sana e corretta alimentazione vi è la necessità di fare un’ottima colazione appena svegli, di non esagerare nei pasti principali e di concedersi uno spuntino a metà mattina e a metà pomeriggio per affrontare al meglio la giornata. Latte, yogurt, biscotti sono senza dubbio un classico della colazione italiana, ma perché non variare le proprie abitudini concedendosi qualche volta golose prelibatezze tipiche di altri paesi del mondo? E’ Eurofood che ci suggerisce alcune golose alternative alla solita colazione grazie al suo ricchissimo catalogo di specialità gastronomiche che importa da ogni parte del mondo e distribuisce in Italia. Un buon risveglio è importante per partire con il giusto sprint. Ecco che una tazza fumante di tè è un ottimo motivo per sedersi a tavola e fare una sana colazione. E se il tè è Celestial seasonings, non vi è dubbio che sarà un’ottima giornata! Celestial seasonings è il marchio leader negli Stati Uniti d’America che utilizza il tè indiano della migliore qualità per una pausa tonificante e rilassante. Ma Celestial seasonings non è solo tè, ma anche una gamma di ottime tisane per ogni occasione della giornata. Ecco allora la dolce Country Peach Passion, a base di ibisco, buccia di arancia, camomilla, pesca e frutto della passione, o la tonificante Lemon Zinger, con limone, ibisco, rosa canina. La varietà Black Cherry Berry ricorda invece i profumi del sottobosco grazie ad un sapiente mix di ibisco, rosa canina, mora, ciliegia, camomilla, bacche di biancospino. La gamma è veramente infinita...Ma tutte le tisane hanno la caratteristica di essere naturalmente prive di caffeina. La nostra colazione avrà il giusto apporto di calorie se accompagniamo il tè con due o tre fette di Melba Toast con alcuni cucchiai di confettura St. Dalfour. I Melba Toast Van der meulen sono delle fette sottilissime, dorate, croccanti e leggermente ricurve alle estremità, create dal celebre chef Auguste Escoffier alla fine del 1800 in onore di una celebre soprano australiana dell’epoca. Oggi come allora sono ottimi spalmati con burro e marmellata, ma anche quale accompagnamento versatile, leggero e gustoso in ogni pasto. L’azienda olandese Van der meulen li produce secondo la ricetta tradizionale per assicurare il gusto originale che li ha resi famosi in tutto il mondo. E se la confettura è St.dalfour, i melba toast van der meulen raggiungono veramente il massimo della loro espressione gastronomica… St.dalfour è un grande nome della tradizione francese che porta in Italia il meglio delle conserve di frutta, tutte assolutamente naturali, senza aggiunta di zucchero, ingredienti artificiali, coloranti o conservanti. La golosa varietà di confetture trova origine nelle antiche ricette delle terre di Alsazia, di Lorena e di Borgogna: gli ingredienti – le migliori qualità di frutta - vengono cotti ancora oggi nei tradizionali pentoloni di rame per dare vita a straordinarie creazioni racchiuse nei caratteristici vasi di vetro dalla forma originale e inimitabile, dall’etichetta di gusto antico e un po’ retrò. Albicocche, ananas e mango, arance, lamponi, pesche, fragole, fichi, mirtilli…non sarà possibile resistere alla dolcezza di St. Dalfour, ai suoi irresistibili sapori, ricchi di gusto, ma poveri di calorie, grazie all’utilizzo del fruttosio. Oltre a essere spalmata sui Melba Toast, la confettura St. Dalfour è ottima per preparare torte golose e irresistibili…e a merenda o a colazione sono una vera tentazione! Parlare di torte e di dolci ci ricorda un nome ormai legato indissolubilmente alla tradizione americana. Si tratta di Betty crocker, marchio mitico della gastronomia statunitense leader nella produzione di preparati per torte, muffins e biscotti. Nata nel 1926 da un’idea del colosso General Mills, la figura di Betty Crocker ha da subito rappresentato per gli americani la cuoca ideale a cui chiedere consigli culinari e ricette. E’ datata 1947 la prima apparizione di Betty Crocker sulle confezioni di preparati per dolci ed in breve tempo il “cucchiaio rosso”, simbolo di Mrs. Crocker, diventa il punto di riferimento obbligato per chi desidera cucinare in breve tempo un dolce di sicuro successo, genuino e naturale. La gamma Betty crocker porta oggi nelle cucine italiane gli appetitosi preparati per i più famosi dolci americani, disponibili in confezioni tipicamente “american style” dove troviamo gli ingredienti base per la preparazione, a cui necessita semplicemente l’aggiunta di uova, latte o olio. Il risultato? Ottimi muffin ai mirtilli o con gocce di cioccolato, golosi cookies, i classici biscotti rotondi e ricchi di gocce di cioccolato, prelibate torte al cioccolato, al cacao o alla carota….Deliziose preparazioni ideali per la prima colazione o per una merenda sensazionale! La realizzazione di questi dolci è semplice e veloce: Betty crocker infatti ha inserito nella confezione gli ingredienti base – zucchero, farina, lievito, oltre a carote o cioccolato o mirtilli – da mescolare e infornare. Se la voglia di dolce persiste, crema d’arachidi, caramello e sciroppo d’acero canadese ci vengono incontro per accompagnare una fetta di Melba Toast o di pane. Skippy è il nome della crema d’arachidi statunitense d.O.c., prodotta dalla Cpc International, una delle maggiori multinazionali americane nel settore alimentare. Le arachidi, o noccioline americane, hanno origini antichissime e da sempre sono la base per tanti spuntini e piatti americani. Skippy è ideale per essere spalmata sul pane ed essere gustata in ogni momento della giornata per un break goloso, energetico e molto, molto sano. La crema di arachidi è infatti un alimento altamente proteico, ha pochissimo zucchero aggiunto, così come la presenza di sale e grassi è bassissima. In più, contiene un’alta percentuale di magnesio, fosforo, potassio e zinco per un apporto nutrizionale completo. Dall’argentina conosciamo e apprezziamo il famoso “Dulce de leche” la paila, una crema spalmabile dal delizioso sapore caramellato. Il Dulce de leche nasce dall’incontro tra il latte fresco dei ricchi pascoli argentini e lo zucchero di canna portati ad ebollizione per tre ore. Il risultato è un prodotto altamente genuino, prodotto solo con materie prime selezionate, ottimo spalmato sul pane o sui toast, ideale a colazione o a merenda in sostituzione della classica crema alla nocciola o della marmellata. Il gusto caramellato si ritrova nello sciroppo d’acero canadese Maple Joe, un prodotto leggendario, una vera delizia della natura, puro al 100%. Lo sciroppo d’acero nasce nelle foreste del Québec meridionale, in primavera, quando la corteccia dell’albero viene incisa e viene raccolta “l’acqua d’acero”, che dopo la bollitura, assume la consistenza dello sciroppo. Dal goloso colore ambrato, lo sciroppo d’acero Maple Joe ha un gusto unico che conquista grandi e piccini. Un gusto leggermente caramellato, ideale nelle torte, nello yogurt, nelle macedonie di frutta, come sostituto dello zucchero nel latte o nel tè. La classica bottiglia in vetro di Maple Joe contiene 250 grammi di delizioso sciroppo, che, a seconda del colore più o meno ambrato, ha un sapore più o meno deciso. |
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CUORENERO PROFESSIONAL DI SUGAR COMPANY: DEDICATO AGLI CHEF PER CREARE E INVENTARE NUOVI SAPORI IN CUCINA |
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Sugar Company, azienda bolognese, presenta Cuorenero Professional, la confezione da 1 kg di Cuorenero Classic Blend e di Cuorenero Blend Peperoncino Rosso per gli chef che vogliono essere veri innovatori del gusto! L’uso del cacao in cucina si rinventa: l’innovazione è data dalle speciali caratteristiche organolettiche e nutraceutiche di Cuorenero che lo posiziona come l’unico Cacao a presentare una bassa acidità, astringenza e amarezza, rendendolo l’ingrediente ideale per un uso professionale in cucina. Cuorenero Professional, dedicato a chef e gourmet ,è l’innovativa confezione che presenta due lingotti da 500 grammi ai bland Classic e Peperoncino Rosso. Da grattugiare, da fondere o da spezzettare in piccoli pezzi è il cioccolato ideale per preparare antipasti, primi piatti, secondi e dolci. Il cacao quindi come conferma di importanti e dinamici mutamenti di una cucina innovativa nel gusto e negli abbinamenti. Molti "gourmet" abbinano, il cioccolato Cuorenero con formaggi importanti, carni e sempre più chef lo hanno scelto per stupire e rinnovare piatti e portate uniche. Da oggi oltre al gusto, con Cuorenero Professional , anche la comodità di un formato importante. “L'esperienza di abbinare Cuorenero Professional – dichiara lo Chef Fabrizio Gnugnoli – a carne, pesce e pasta, per la realizzazione di antipasti, primi piatti, secondi o piatti unici, rappresenta la testimonianza di come il cioccolato possa essere abbinato con successo ad altri ingredienti freschi. Si possono elaborare piatti molto diversi tra loro, dando vita ad abbinamenti veramente molto interessanti, anche sotto il profilo della loro composizione e presentazione. I piatti abbinati a Cuorenero Professional sono concepiti per nuovi traguardi culinari. Una cucina pensata per soddisfare i palati esigenti e per chi fa della sfida culinaria un nuovo traguardo da raggiungere.” “Oggi più che mai, noi cuochi, abbiamo bisogno di nuovi valori come la capacità di regalare ai nostri ospiti un’ emozione” conclude il famoso Chef. Cuorenero è ottenuto da una lunga e lenta lavorazione delle masse di cacao ed è caratterizzata da oltre 120 ore di lavorazione (concaggio). Nella fabbricazione del cioccolato, non sono noti procedimenti altrettanto lenti. Questa lenta lavorazione, fa sì che l’acidità venga esalata e tutte le particelle di burro di cacao, siano intimamente disperse ed omogeneizzate. La dispersione intima di tutte sostanze contenute nella massa di cacao è al livello massimo, tutto ciò favorisce i meccanismi di trasmissione e di percezione gustativa dei flavors a livello dei calici gustativi. Cuorenero, è lavorato a basse temperature, non oltre i 47°C, questo per preservare tutte le sostanze nutraceutiche unitamente alle radice aromatiche. Proprio le percezioni del gusto e dell'olfatto restano gli elementi essenziali nelle scelta di Cuorenero a tavola: la gratificazione del palato è infatti continuamente alla ricerca di nuove conferme e sperimentazioni. Ecco perché Cuorenero non deve mai essere utilizzato in piatti troppo elaborati, ricchi di condimenti ed ingredienti: gli aromi intensi, infatti, verrebbero mortificati ed inquinati da un eccesso di sapori. Cuorenero Classic Blend e Cuorenero Blend Peperoncino Rosso,sono disponibili nella confezione Cuorenero Professional da 1 kg, in vendita presso i distributori specializzati. Per ulteriori informazioni: www.Cuorenero.it |
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DA ALGIDA UNA STORIA APPASSIONANTE PER L’ESTATE: CORNETTO PASSION |
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Per l’estate 2005 Cornetto Algida è riuscito a rinchiudere la “passione” vitale in due nuovi gelati. Il mitico Cornetto sì presenta in forma e gusti ancora più attraenti e scatena la passione, alla quale è inutile resistere, molto meglio abbandonarsi e lasciarsi conquistare. In due squisite varianti. Gli accostamenti di gusto golosi e di inebriante piacere sono cornetto Passion gianduia e stracciatella: morbidissimo, avvolto nella cialda croccante, da sempre specialità di Algida, si offre ai golosi con una spirale di gelato al gianduia, variegato alla nocciola ricoperta di golosi pezzetti di cioccolato e, all’interno della fragrante cialda, un morbido gelato alla stracciatella. E per finire, tra il gelato alla gianduia e la stracciatella, golosi cioccolatini. Infine il Cornetto Passion panna cotta e cioccolato é una spirale di gelato alla panna cotta variegato al caramello ricoperta da croccanti pezzetti di cioccolato. All’interno della cialda, morbido gelato al cioccolato e tra il gelato alla panna cotta e quello al cioccolato, golose praline di caramello. Peso e prezzo consigliato: formato monoporzione - 70 gr - € 1,20 formato multiporzione - 280 gr - € 4,60. Dove trovarlo: il formato monoporzione è disponibile nei bar, mentre la confezione multiporzione nei supermercati e nei negozi alimentari. |
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DAIGO SPORT, L’INTEGRATORE ENERGETICO DI BOUTY RICCO DI SALI MINERALI, CARBOIDRATI E VITAMINE ANTIOSSIDANTI C ED E, PER DARE ENERGIA E L’EQUILIBRIO IDROSALINO DEL CORPO DOPO UNO SFORZO INTENSO |
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Bouty, dinamica azienda farmaceutica italiana che negli scorsi mesi ha lanciato sul mercato l’integratore idrosalino Daigo (con magnesio e potassio), ha arricchito la sua linea di prodotti con Daigo Sport, il nuovo integratore a base di sali minerali, carboidrati e vitamine antiossidanti C ed E, pensato per dare una soluzione ai bisogni degli sportivi. Daigo Sport vuole essere una risposta alle esigenze di quei 15 milioni di italiani che praticano un’attività sportiva e che vogliono mantenersi in forma senza rinunciare alla salute del proprio organismo. A tal fine una dieta equilibrata diventa un’esigenza imprescindibile, ma spesso può non essere sufficiente. Uno sforzo intenso e duraturo può determinare il rapido insorgere di deficit di alcuni nutrienti indispensabili per l’organismo e un aumento della produzione di radicali liberi. È attraverso la sudorazione, durante l’attività sportiva, che il corpo disperde acqua e sali minerali. La mancanza di potassio e magnesio, maggiormente presenti nei liquidi intracellulari, determina una riduzione della risposta dei muscoli allo sforzo e possono comparire crampi e debolezza. I carboidrati, fonte principale di energia, sono indispensabili durante l’attività sportiva e costituiscono delle riserve rapidamente disponibili ma altrettanto consumabili. L’aumentata produzione di radicali liberi, indotta dall’esercizio fisico, può danneggiare le cellule del nostro organismo. Lo speciale mix di sostanze, contenuto in Daigo Sport, aiuta ad evitare questi spiacevoli inconvenienti. Contiene, infatti, sia sali minerali, in misura maggiore potassio e magnesio, sia vitamine C ed E, a efficacia antiossidante, ma anche carboidrati a rapido assorbimento come le maltodestrine e il fruttosio. L’integratore – ogni bustina deve essere sciolta in mezzo litro d’acqua – può essere assunto in tutti i momenti dell’attività sportiva: nella fase preparatoria ma anche durante e dopo. Daigo sport è adatto, quindi, a chi svolge un’attività sportiva regolare per migliorare il benessere dell’organismo. Una regolare attività fisica, consigliata dai medici, contribuisce infatti alla salute delle persone e aiuta a prevenire obesità, malattie cardiache e contribuisce alla salute mentale. Daigo sport è venduto solo in farmacia. Il prodotto, dal gradevole sapore al gusto d’arancia, è disponibile in comode confezioni da 10 buste da 20g al prezzo di 12 Euro. |
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UN TRATTAMENTO INNOVATIVO FIRMATO MARIA GALLAND, LA SAPIENTE ABILITÀ DI UN’EQUIPE SPECIALIZZATA, TANTA ATTIVITÀ FISICA MIRATA E UN MENÙ LIGHT SONO LA RICETTA PER IL BENESSERE DEL BELVITA HOTEL ADLER |
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Si chiama Soin Silhouette Sculpant ed è il peggior nemico della cellulite. Si trova a Dolasilla, il regno della vitalità del Belvita Hotel Adler di Ortisei (Bz), promette un corpo tonico e dinamico. E’ un metodo rivoluzionario con cui si applicano sulle zone colpite dagli inestetismi sieri concentrati di estratto di rusco, caffeina e carnitina ad effetto differenziato che agiscono in maniera altamente efficace, stimolando i tessuti ed eliminando gli accumuli di linfa. In seguito la maschera multiattiva di aloe vera e alghe oceaniche permette ai principi attivi anti-cellulite di penetrare in profondità, donando una magnifica sensazione di freschezza. Infine la crema con l’esclusivo “complesso slim”, grazie all’estratto di caffè verde e teobromina, promuove lo smaltimento dei grassi, mentre l’apporto di olio di calendula e lespedeza consente di depurare la pelle. Questo sistema scientifico colpisce il problema proprio alla radice: abbinandolo al programma da fare a casa insieme ad un’alimentazione equilibrata a basso contenuto lipidico e ad esercizi mirati, dona in breve tempo linee del corpo più affinate e compatte. Il Belvita Hotel Adler consiglia a chi vuole sconfiggere la cellulite un programma light che parte dalla tavola. E poi via al movimento nel mondo Adler – Fit per smaltire le tossine in eccesso e combattere lo stress che tanto nuoce a corpo e mente: acqua-gym, pilates, zen stretch oppure nei meravigliosi dintorni con mountain bike, nordic walking e nature’s yoga. Al ritorno in hotel immersione in Aguana tra sauna in baita, laghetto alpino a 30° con cascata e idromassaggio, bagno turco, bagno Rasul. Www.belvita.it |
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