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FEBBRAIO 2002
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BANCA DI ROMA: APPROVATE LE LINEE STRATEGICHE DEL PIANO
INDUSTRIALE 2002-2004 E LA NUOVA STRUTTURA DI GRUPPO TRASFORMAZIONE IN
HOLDING CON EFFETTO 31 MARZO P.V.
Roma, 8 febbraio 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca di Roma
S.p.A. ("BdR") ha approvato oggi le Linee Strategiche e il conseguente nuovo
Piano Industriale 2002-04 che definiscono il percorso e le iniziative da
intraprendere per una radicale trasformazione del Gruppo volta a realizzare
nuove strategie di crescita, tali da rafforzarne il ruolo e la posizione di
primario gruppo bancario nazionale, in linea con l'obiettivo di creazione di
valore per i suoi azionisti. Le.2 Linee Strategiche e il Piano creano
inoltre i presupposti organizzativi ed economici e sono coerenti con
eventuali aggregazioni con altri gruppi bancari - tra i quali il Gruppo
Bipop-Carire -attualmente allo studio. Le linee strategiche approvate sono
le seguenti: 1. Riorganizzazione del Gruppo attraverso la costituzione di
una holding capogruppo e articolazione per aree di business Il Consiglio ha
approvato la creazione di una holding capogruppo (la "Holding") che sarà
costituta il 31 marzo 2002. La Holding accentrerà le funzioni di direzione
strategica e di governance per tutte le banche commerciali e le società
prodotto del Gruppo, che manterranno in tal modo la propria identità e
autonomia operativa. A rafforzamento del modello divisionale gia presente in
BdR, il Gruppo sarà, infatti, riorganizzato per aree di business: l'attività
bancaria tradizionale sarà concentrata nelle due banche commerciali Banca di
Roma e Banco di Sicilia, integralmente controllate dalla Holding; le
funzioni di finanza specializzata, corporate e investment banking saranno
accentrate in MedioCredito Centrale ("Mcc"), mentre le attività di asset
management, bancassurance, leasing, etc. saranno svolte da società-prodotto
specializzate. All'interno della Holding saranno accentrate, oltre alle
funzioni di governance e di indirizzo strategico, le attività di finanza
tradizionale a servizio di tutte le società del Gruppo, nonché la creazione
- già deliberata nello scorso mese di novembre - di una nuova divisione di
wealth management dedicata al coordinamento operativo e allo sviluppo
strategico del settore dei servizi finanziari per la gestione del risparmio.
La creazione della Holding Capogruppo risponde all'esigenza di assicurare un
maggior grado di focalizzazione e coordinamento delle diverse unità di
business e favorisce il perseguimento di obiettivi di efficienza e la
realizzazione di economie di scala. La nuova struttura realizza, infatti,
una sostanziale razionalizzazione dei processi operativi a livello di Gruppo
attraverso la semplificazione dei centri decisionali e l'ottimizzazione dei
rapporti infra-gruppo. In particolare, si accentrerà tutta l'attività di
asset liability management ("Alm") in un'unica struttura in linea con le
migliori pratiche di mercato, permettendo di rendere più efficienti i
meccanismi di creazione del valore. Infine, la struttura societaria a
holding capogruppo è la più idonea per facilitare la realizzazione di
successivi progetti di aggregazione, come, per esempio, quello allo studio
con Bipop-Carire..3 2. Integrazione con il Banco di Sicilia Il piano
industriale prevede la fusione per incorporazione del Banco di Sicilia ("BdS")
in Banca di Roma entro il 1° luglio 2002. A salvaguardia dell'identità
commerciale e del radicamento territoriale del Banco di Sicilia,
l'organizzazione bancaria BdS sarà poi contestualmente scorporata in una
società di nuova costituzione, ad eccezione delle attività di finanza che
rimarranno accentrate nella Holding. 3. Nuova mission di Mcc e apertura del
capitale a terzi In linea con il recente processo di riorganizzazione e
rafforzamento del Mediocredito Centrale (Mcc), il Piano Industriale prevede
la cessione a terzi di quote del capitale mantenendo il controllo della
società. La nuova compagine societaria si prevede sia espressione di realtà
economiche interessate allo sviluppo e al consolidamento di un'attività di
banca d'affari in grado di offrire l'intero range di servizi e prodotti di
finanza d'impresa, sia alle piccole e medie aziende (mediante il credito
industriale, il credito agevolato ed il capitale di rischio) sia alle grandi
imprese (mediante attività di consulenza e di accesso ai mercati
obbligazionari ed azionari). L'allargamento del capitale di Mcc a terzi
supporterà e validerà la missione della società di banca d'affari
specializzata e indipendente che può tuttavia beneficiare dell'appartenenza
ad un grande gruppo bancario. 4. Accantonamenti destinati a rafforzare le
riserve patrimoniali Per rafforzare il patrimonio del Gruppo, il management
ha deciso di destinare una parte degli utili ordinari e tutti le plusvalenze
straordinarie realizzate tramite la vendita di una quota di minoranza di MCC
e di partecipazioni non-strategiche a rafforzare il Fondo Rischi Bancari
Generali e il Fondo Rischi su Crediti. 5. Nuova Progetto di
cartolarizzazione di crediti in sofferenza È allo studio l'ipotesi di
procedere nel secondo semestre dell'esercizio ad una nuova cartolarizzazione
in un ordine di grandezza di Euro 2,6 miliardi a valore di libro.
L'operazione - i cui effetti non sono riflessi nel Piano Industriale -
presenterebbe i seguenti vantaggi: un aumento del free capital dell'ordine
di Euro 2,6 miliardi un sostanziale dimezzamento degli attuali rapporti:
sofferenze nette/impieghi (a circa 3%) e sofferenze nette/patrimonio (a
circa 34%); un significativo incremento del grado di copertura delle
sofferenze (a circa 55%). Il costo derivante dall'attualizzazione dei
crediti ceduti che si rifletterà sul prezzo di cessione troverà copertura
economica nei ricavi da plusvalenze su realizzo di partecipazioni previsti
nel piano. Inoltre, nel confronto con le precedenti operazioni, sarebbe
ridotta la tranche junior destinata ad essere sottoscritta dalla Banca di
Roma con conseguente minore assunzione del rischio..4 6. Interventi
strutturali Con l'obiettivo di focalizzare le attività sul core business e
di ridurre le attività a basso rendimento, le linee strategiche prevedono
una serie di interventi strutturali quali un nuovo spin-off di immobili, la
vendita di titoli in portafoglio, oltre che al sopradescritto programma di
dismissioni di partecipazioni. Questi interventi avranno l'effetto di
riequilibrare la posizione sul mercato interbancario del Gruppo e di
migliorare il livello di free capital. 7. Rafforzamento del management e il
nuovo piano di stock option Al fine del raggiungimento degli obiettivi delle
Linee Strategiche e il Piano Industriale il Gruppo Bancaroma ha già inserito
nuovi managers sia a livello di Holding che al livello di traditional e
investment banking. Inoltre il Gruppo intende attuare in linea con la prassi
di mercato un piano di incentivazione a lungo termine - attraverso
l'utilizzo di stock option - rivolto al management ed a figure professionali
chiave. Il piano che verrà approvato entro i prossimi due mesi sarà coerente
con i nuovi obiettivi strategici e sarà mirato a garantire competitività
rispetto al mercato esterno e ad assicurare la massima incentivazione e
fidelizzazione delle risorse coinvolte, previste essere, nella prima fase di
lancio del progetto, circa 500. Il periodo di vesting previsto è di 3 anni,
mentre il prezzo di esercizio delle opzioni sarà determinato, così come
prevede la legge, sulla base della media del valore dell'azione nell'ultimo
mese prima dell'assegnazione. ?Il margine d'intermediazione dimostra per i
tre anni una crescita annuale media di circa 7%. Il margine d'interesse
beneficerà di una raccolta complessiva in crescita del 3,8% medio annuo in
linea con i dati di sistema, mentre gli impieghi avranno uno sviluppo più
moderato in confronto al sistema, pari al 6,1% medio annuo (rispetto al 6,9%
del Sistema) in coerenza con una politica di erogazione più selettiva in
termini di qualità ed una crescente efficacia dei processi di gestione del
credito. Le commissioni e altri proventi netti cresceranno nel triennio di
circa il 10%. Si prevede, in particolare, che le commissioni derivanti dalle
attività di risparmio gestito e bancassurance aumenteranno nel periodo
rispettivamente di circa il 15% e il 20%..5 ?Il costo del personale dovrà
ridursi nel periodo di circa il 3% p.a., grazie al duplice effetto del piano
di esodo agevolato e dell'outsourcing che compensa l'aumento delle altre
spese amministrative. L'attività di outsourcing consentirà un risparmio
complessivo tra costi del personale e costi amministrativi coinvolti a
regime di oltre 25%. ?Grazie all'andamento dei ricavi e al contenimento dei
costi, il risultato lordo di gestione beneficerà di un aumento medio annuale
di circa il 21%. Il rapporto costi/margine d'intermediazione si attesterà
alla fine del triennio a circa 55%. ?Il progressivo miglioramento previsto
per l'ammontare di rettifiche nette su crediti - a regime lo 0,63% sul
totale impieghi a clientela escludendo le rettifiche per le
cartolarizzazioni effettuate - sconta da un lato l'effetto negativo del
deterioramento del quadro congiunturale previsto e dall'altro l'effetto
positivo della politica selettiva e rigorosa nella selezione del credito e
del riposizionamento geografico e settoriale del portafoglio impieghi. ?Si
prevede che l'utile ordinario crescerà nel periodo triennale di circa 60%.
Il Return on Average Equity per il Gruppo raggiungerà nel 2004 il 9,8%. ?Il
patrimonio del Gruppo sarà rinforzato tramite: utili destinati al Fondo
Rischi Bancari Generali (Tier 1); utili destinati al Fondo Rischi su Crediti
(Tier 2); emissione di preference shares. A regime gli indici patrimoniali
di Gruppo raggiungeranno il 10% per il Total Capital ratio e il 7% per il
Tier 1 ratio. Inoltre, la riduzione degli immobilizzi (nuovo spin-off di
immobili e dismissione di partecipazioni non strategiche) consentirà il
raggiungimento di un free capital al livello di Gruppo positivo già nel
2003. Il Consiglio ha infine preso atto dello sviluppo di un modello di
rating proprietario del portafoglio crediti domestico di società non
quotate. La metodologia utilizzata per realizzare il modello è stata
recentemente presentata a Moody's Risk Management Services, specializzata
nello sviluppo di modelli analitici quantitativi, e Dun & Bradstreet ed
entrambi hanno ritenuto tale metodologia essere generalmente in linea con le
migliori prassi internazionali.
DELOITTE TOUCHE TOHMATSU ANNUNCIA LA SEPARAZIONE DI DELOITTE CONSULTING
Milano, 8 Febbraio, 2002-Deloitte Touche Tohmatsu, società internazionale di
servizi professionali, ha annunciato ieri l'intenzione di separare Deloitte
Consulting, per consentire ai clienti della società di revisione di
continuare a beneficiare dei servizi forniti dalla società di consulenza.
James E. Copeland, Jr., Ceo di Deloitte Touche Tohmatsu, ha affermato:
"Molti nostri clienti si fidano di Deloitte Consulting per la risoluzione di
una vasta gamma di problemi aziendali. Non possiamo costringere i nostri
clienti a scegliere tra la migliore società di revisione e la migliore
società di consulenza". "Siamo arrivati a malincuore a questa decisione", ha
detto Copeland. "Ritengo che il problema dell'indipendenza tra revisione e
consulenza sia una mera questione di percezione. Considerato il momento, non
possiamo esporre i nostri clienti a critiche derivanti da tale questione di
percezione". Doug McCracken, Ceo di Deloitte Consulting, ha detto: "Siamo
molto sensibili al difficile problema riguardante l'indipendenza, sentito da
molti nostri clienti. Abbiamo pertanto deciso di separarci, in modo che i
nostri clienti possano continuare a beneficiare dei nostri servizi". A tal
fine, Deloitte Consulting ha inoltre annunciato che, d'ora in poi, non
accetterà nuovi incarichi di outsourcing per i clienti già legati a Deloitte
da contratti di revisione. Copeland sottolinea che "Deloitte Touche Tohmatsu
è sempre convinta che la revisione di realtà aziendali complesse richieda un
team di professionisti competenti non solo in materia di revisione e di
contabilità, ma anche in altre discipline quali "Information technology",
Sicurezza, Scienze attuariali, Capital market Trading e Consulenza Fiscale.
La decisione di separare Deloitte Consulting non influenzerà in alcun modo
la qualità dei nostri servizi, i nostri clienti saranno seguiti da team di
professionisti preparati e competenti, che continueranno a svolgere il
proprio lavoro seguendo gli standard di alta qualità del passato." Infolink:
www.deloitte.com
CARTOLARIZZAZIONE DA 680 MILIONI DI EURO PER LEASIMPRESA DEL GRUPPO
POPOLARE DI VERONA. ARRANGERS BNP PARIBAS, UBS WARBURG, BANCA ALETTI (GRUPPO
BPV) E FINANZIARIA INTERNAZIONALE SECURITIZATION GROUP. RELAZIONI ESTERNE
Milano, 8 febbraio 2002 - Leasimpresa S.p.A., società di leasing del Gruppo
Popolare di Verona sta perfezionando con gli Arrangers Bnp Paribas,
Finanziaria Internazionale Securitisation Group, Ubs Warburg e Banca Aletti
(Gruppo Bpv), un'operazione di cartolarizzazione di un portafoglio di
crediti rivenienti da contratti di leasing finanziario. I lead managers, Bnp
Paribas, Ubs Warburg e Banca Aletti (Gruppo Bpv) inizieranno il marketing
dell'operazione nei prossimi giorni con intento di finalizzare l'operazione
nelle prossime settimane. Alessandro Iori, Direttore Generale di Leasimpresa,
evidenzia come "Questa nostra operazione di cartolarizzazione si inserisce
nel quadro di una più ampia strategia che abbiamo messo in campo per
sostenere la nostra crescita, che si sta facendo sempre più forte, potendo
contare anche su apporti finanziari autonomi." Leasimpresa S.p.A., è
attualmente al 12° posto nella classifica delle società italiane di leasing
con una quota di mercato crescente, e attualmente può contare per la
distribuzione dei propri prodotti su 400 dei 589 sportelli della Banca
Popolare di Verona e del Credito Bergamasco, banche che hanno una capillare
presenza nel Nord Italia. La capogruppo Banca Popolare di Verona è
attualmente dotata di rating "A" da parte di Standard and Poor's, A1 di
Moody's e A+ di Fitch. L'operazione comporterà la cessione di crediti
derivanti da contratti di leasing, per un importo pari a circa € 680
milioni, alla società veicolo Leasimpresa Finance S.r.l che emetterà titoli
senior (Class A Notes) per il 91,3% dell'ammontare totale e "mezzanine"
(Class B Notes) per il 6,3% del totale, titoli destinati al mercato delle
Asset Backed Securities. Verranno inoltre emessi titoli junior (Classe C
Notes) direttamente sottoscritti da Leasimpresa S.p.A.. I titoli di Classe A
e i titoli di Classe B avranno un rating da parte di Standard & Poor's e di
Moody's Investors Service Ltd. rispettivamente di "AAA/Aaa" ed "A/A2". Tali
livelli di rating verranno confermati al momento dell'emissione dei titoli
senior. La struttura dell'operazione prevede un periodo rotativo di quattro
anni in cui trimestralmente, grazie agli incassi in conto capitale, verranno
riacquistati nuovi crediti per garantire il valore del portafoglio iniziale.
Alla fine del periodo rotativo, maggio 2006, Leasimpresa S.p.A. avrà la
possibilità di riacquistare il portafoglio. In tal caso quindi la
transazione avrà una vita media di 4 anni sia per i titoli della Classe A
che per i titoli della Classe B. Se Leasimpresa S.p.A. decidesse di non
riacquistare il portafoglio, i portatori di titoli senior e "mezzanine"
otterranno successivamente uno spread pari al doppio di quelli riconosciuti
in sede di emissione (step up); i titoli stessi inizieranno ad ammortizzare
sequenzialmente, partendo dai senior per poi successivamente passare ai "mezzanine"
ed infine ai junior. Le cedole saranno pagate trimestralmente, a febbraio,
maggio, agosto, novembre. La prima cedola verra' pagata a maggio 2002. Fabio
Innocenzi, Direttore Generale della Banca Popolare di Verona, sottolinea che
"tale operazione rientra nella strategia di accompagnare la crescita di
Leasimpresa dotandola anche di fonti di raccolta autonome, attraverso il
ricorso al mercato internazionale dei capitali. "
RACCOLTA PIONEER: NUOVO RECORD IN USA A GENNAIO IL PATRIMONIO GESTITO
AMMONTA A 110,96 MILIARDI DI EURO ITALIA: MESE NEGATIVO PER IL SETTORE
ISTITUZIONALE
Milano, 8 febbraio 2002 - Nel corso del mese di gennaio, tutte le divisioni
estere di Pioneer Investments hanno ottenuto vendite nette positive; la
divisione americana con 381,6 milioni di euro ha ottenuto il miglior
risultato mensile assoluto della sua storia, mentre le divisioni
International e New Europe hanno raccolto rispettivamente 19,17 milioni di
euro e 12,36 milioni di euro. La raccolta della divisione italiana è stata
negativa per 464,3 milioni di euro a seguito di alcuni riscatti nel comparto
istituzionale. Il risultato complessivo registra così valori negativi per
51,1 milioni di euro. Il patrimonio, è pari a 110.959 milioni di euro contro
i 111.037 di fine 2001. L'effetto mercato è stato mediamente irrilevante pur
in un mese caratterizzato da forte volatilità. La divisione Italia ha
ottenuto complessivamente nel corso di gennaio una raccolta netta negativa
per 464,3 milioni di euro soprattutto a seguito dei riscatti nel settore
istituzionale, negativo per 432,8 milioni di euro. L'andamento negativo è
interamente dovuto a decisioni di natura contabile e/o a cambiamenti di
strategie organizzative attuate dalla clientela; già a partire dal prossimo
mese ci attendiamo conferimenti che consentiranno di recuperare i valori
negativi. Il gruppo UniCredito, nel comparto dei fondi comuni, grazie
soprattutto all'apporto dei fondi di diritto lussemburghese, ha ottenuto una
raccolta netta di 6,9 milioni di euro. Confermato anche in gennaio il
successo dei prodotti a capitale garantito (+113,9 milioni di euro). Il
patrimonio di questa divisione ha raggiunto il valore di 84.816,6 milioni di
euro. La divisione americana, come già sottolineato, ha ottenuto in gennaio
il miglior risultato dalla data di costituzione della società per vendite
nette con una raccolta pari a 381,6 milioni di euro. Questo risultato segue
un ottimo dato di dicembre dove la quota di mercato della raccolta netta nel
segmento di riferimento è stata pari all'8,25%. La raccolta lorda è
aumentata del 108,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente
mentre i riscatti sono diminuiti del 23,5%. Il patrimonio della divisione
Usa ha raggiunto a fine mese i 22.347 milioni di euro, registrando un
incremento del 2,78% rispetto al valore di fine 2001. La divisione New
Europe continua in gennaio il trend positivo di raccolta: flussi netti
positivi per 12,36 milioni di euro. In Polonia, Pioneer Pekao conferma la
sua leadership tra le società di asset management con un patrimonio di 902,1
milioni di euro ed una raccolta netta di 12,15 milioni di euro. Nella
Repubblica Ceca raccolta sostanzialmente invariata in gennaio (0,22 milioni
di euro) ed un patrimonio di 159,1 milioni di euro. Complessivamente il
patrimonio della divisione New Europe alla fine del mese di gennaio ammonta
a 1.061,2 milioni di euro. La divisione International ha ottenuto una
raccolta netta pari a 19,2 milioni di euro con un incremento dello 0,31%
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il patrimonio di questa
divisione è aumentato del 1,89% rispetto alla fine del 2001 raggiungendo i
2.734,1 milioni di euro. Pioneer Alternative Investment, la società dedicata
agli investimenti alternativi del gruppo Pioneer, ha raccolto 44,38 milioni
di Euro ed ha raggiunto un patrimonio a fine gennaio di 406,2 milioni di
euro registrando così un incremento del 4,15% rispetto alla fine del 2001 (i
dati di raccolta e di AuM sono già compresi nei dati delle diverse aree di
business).
FUNDSWORLD: L'OFFERTA SI AMPLIA CON I PRODOTTI DI INVESTIMENTO DI CRÉDIT
AGRICOLE E JULIUS BAER
Milano, 8 febbraio 2002 - FundsWorld, leader nel settore del risparmio
gestito online, annuncia che è possibile acquistare tramite il sito
www.fundsworld.it 36 comparti di Crédit Agricole Funds Sicav e 39 comparti
di Julius Baer Investment Funds Services Ltd. Crédit Agricole Funds Sicav:
25 comparti Azionari (12 specializzati per Area Geografica, 3 Small Cap, 5
Settoriali; 2 Asia e 3 Mercati Emergenti); 8 comparti Obbligazionari; 3
comparti Monetari. Le commissioni di ingresso sono comprese tra 0% e 1,75%,
a seconda dell'ammontare investito. Non sono previste commissioni di switch
e di rimborso. Non è previsto un investimento minimo. Le tre Sicav di Julius
Baer (Multibond, Multicash e Multistock): 21 comparti Azionari; 17 comparti
Obbligazionari; 1 comparto Monetario. Le commissioni di ingresso sono pari a
0,5% (indipendentemente dall'ammontare investito). Le commissioni di switch
sono pari a 0,5 %. Non sono previste commissioni di rimborso. L'investimento
minimo previsto è di 3000 Euro.
ENAV: AZZERATO IL VERTICE, DESIGNATO L'AMMINISTRATORE UNICO
Milano, 8 febbraio 2002 - Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio
Tremonti, d'intesa con il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Pietro
Lunardi, ha richiesto le dimissioni ai Consiglieri di Amministrazione dell'Enav.
Il Ministro ha altresì convocato un'assemblea per la nomina di un
Amministratore unico, indicato nella persona dell'Avv. Massimo Varazzani.
PER GRIGNASCO GROUP PROMESSE CHE SI TRADUCONO IN CERTEZZE
Milano, 8 febbraio 2002 - Il fatturato di Grignasco Group per l'anno 2001 ha
raggiunto i 172 miliardi di lire ( 89 milioni di euro) con un incremento del
6% circa rispetto al 2000 . Di particolare rilievo la quota all'export che
rappresenta il 50% del fatturato . Grignasco Group ha rafforzato la sua
posizione nel filato per maglieria esterna che rappresenta oggi il 70% del
fatturato ; il 20% è destinato alla maglieria intima , l'8% al tricot a mano
, il 2% alla tessitura . La produzione è totalmente realizzata in Italia ,
in tre stabilimenti , a Grignasco (No ) Villanova sul Clisi ( Bs) ,
Montemurlo (Po) . Il forte impegno nell'area della R & D - 110 miliardi di
lire investiti dal 1992 al 2001- esprime la volontà precisa nel porsi
obiettivi sempre ambiziosi, garantiti dalla certificazione ISO 9001 , in
vigore presso il Gruppo dal 1994. Strategia confermata anche per il 2002 ,
con ulteriori investimenti per un valore di 10 miliardi di lire circa,
malgrado la congiuntura negativa ed i difficili scenari del momento.
Grignasco Group mantiene dunque le promesse a suo tempo formulate , forte
dell'ulteriore consolidamento sui mercati internazionali
MARIO ROSSO E' IL NUOVO VICEPRESIDENTE ESECUTIVO DI TISCALI
Milano, 8 febbraio 2002 - Nuovo ingresso ai vertici di Tiscali. Mario Rosso
e' il nuovo vicepresidente esecutivo di Tiscali: lo annuncia una nota della
societa'. Attualmente consigliere della Franco Bernabe' & C. e presidente
del Consorzio per il distretto delle telecomunicazioni di Roma, e' stato
nominato Executive Vice President della Internet Communication Company
europea fondata da Renato Soru. In particolare, il manager avra' il compito
di sviluppare e ottimizzare gli assetti manageriali e strategici dell'
azienda, e avra' deleghe per l' organizzazione, le risorse umane e le
relazioni istituzionali. Mario Rosso, 54 anni, e' stato responsabile risorse
umane di Telecom (1999-2001) e ha poi ricoperto incarichi in diverse
societa' del gruppo di telefonia.
NUOVA NOMINA AI VERTICI EMIRATES LA COMPAGNIA AEREA DI DUBAI
Milano, 8 febbraio 2002 - Emirates, la compagnia aerea internazionale con
sede a Dubai operativa in Italia da circa dieci anni, annuncia la nuova
nomina al vertice dell'area italiana e mediterranea. Il nuovo direttore
generale Emirates è Massimo Massini, che guiderà le operazioni della
compagnia aerea in Italia, Malta e Penisola Iberica. La missione affidata al
nuovo direttore generale di Emirates è quella di perseguire gli obiettivi
della compagnia aerea nello sviluppo della destinazione di Dubai come meta
di turismo e d'affari, promuovendo le nuove rotte e adattando le direttive
della casa madre ai nuovi mercati di riferimento per mantenere lo standard
di alta qualità di servizi e profittabilità. La società, infatti, attiva dal
1985 a Dubai, ha recentemente annunciato profitti del primo semestre 2001
per 46 milioni di dollari e ha commissionato un ordine per 58 nuovi aerei
per il valore di 15 miliardi di dollari. Massimo Massini, ora direttore
generale della branch della compagnia internazionale che in Italia è basata
a Roma e Milano, ha iniziato la sua carriera in Emirates nel 1992 come vice
responsabile dello scalo di Roma Fiumicino, ruolo che ha ricoperto fino al
1996 quando e' diventato Direttore di Scalo di Roma Fiumicino ed in seguito
Milano Malpensa. Responsabile dei due maggiori scali italiani dal 1996 al
2001, Massini è stato confermato nella posizione di amministratore delegato
Emirates Italia, che ricopriva ad interim dal settembre 2001 e il suo
incarico è stato esteso anche ai territori del Sud Europa. "E' per me un
onore e una grande soddisfazione ricoprire questo incarico in un momento in
cui Emirates continua la sua corsa verso risultati positivi e verso una
continua espansione - dichiara Massimo Massini direttore generale Emirates -
fatta di apertura di nuove rotte ed investimenti in aerei e tecnologie di
importanza assoluta. Questo è il segno di un forte rilancio di Dubai come
richiamo per turisti e uomini di affari e il ruolo dell'Italia in questa
missione sarà quello di guidare tutta l'area del mediterraneo per aumentare
il traffico dei passeggeri e garantire la crescita dei profitti." Di
formazione scientifica, romano e con una giovane figlia, Massini ha maturato
una notevole esperienza nel settore del trasporto aereo, dove ha esordito
nel 1981. E' stato a lungo l'uomo di punta di A.O.C., l'associazione che
riunisce tutti i vettori operanti sullo scalo di Roma Fiumicino, per il
quale è stato eletto vicepresidente negli anni 1997/98 e presidente negli
anni 1999/2000. In tale occasione, Massini ha anche conseguito un primato,
essendo il più giovane presidente mai eletto dal comitato. Nell'anno
1999/2000, gli è stata anche affidata la vicepresidenza del comitato degli
utenti dell'Aeroporto Leonardo da Vinci di Roma. Oggi Massimo Massini è
responsabile generale delle attività della compagnia di bandiera di Dubai
per i paesi dell'area mediterranea nelle sedi di Roma, Milano, Malta,
Madrid.
LA CENTRALE SIDI KRIR È COMMERCIALMENTE OPERATIVA
Milano, 8 febbraio 2002 - La centrale di Sidi Krir, un impianto della
potenza di 685 Mw alimentato a gas naturale, che sorge nei pressi di
Alessandria, è commercialmente operativa: l'energia elettrica prodotta è
stata dispacciata nella rete nazionale egiziana. Sidi Krir è il primo grande
progetto industriale privato nel settore della generazione di elettricità in
Egitto, realizzato secondo la formula Boot (build, own, operate and
transfer). E' stato aggiudicato nel 1998, a seguito di una gara
internazionale cui hanno partecipato le principali società energetiche e di
ingegneria del mondo. La centrale sorge presso la località di Sidi Krir, nel
delta del Nilo, a 30 chilometri da Alessandria. E' stata realizzata con un
investimento totale di circa 400 milioni di euro, grazie a uno schema di
project financing che ha coinvolto un pool di primarie banche internazionali
ed egiziane. L'energia elettrica prodotta viene venduta all'Ente elettrico
egiziano che la ritira sulla base di un contratto ventennale. Sidi Krir è
una delle centrali elettriche più grandi del Medio Oriente gestite da
privati: è posseduta al 39% da Edison e al 61% da Intergen (joint venture
Shell-Bechtel). La domanda di energia elettrica in Egitto è cresciuta al
tasso del 6,5% annuo nel decennio passato ed è previsto che continui a
crescere nella stessa misura per i prossimi cinque anni. InterGen è una
delle più dinamiche realtà internazionali attive nello sviluppo di progetti
greenfield nel settore dell'energia; ha costruito centrali in Europa,
Sudamerica, Medio Oriente e Far East per migliaia di Mw. Edison, il
principale gruppo privato italiano nell'energia, ha un'importante presenza
in Egitto. Opera in quel paese dal 1993, anno in cui partecipò alla gara
promossa da Egpc (la compagnia petrolifera di Stato egiziana) ed ottenne due
concessioni esplorative di idrocarburi: Rosetta e Wddm (West Delta Deep
Marine). La quota di riserve di gas di competenza di Edison in Egitto è ad
oggi di circa 70 miliardi di metri cubi.
LA FILIERA DEL MADE IN ITALY AL GOVERNO: FATE FILIERA
Firenze, 1 febbraio 2002 - "Per promuovere prodotti ad alto valore aggiunto,
come quelli della moda e dello stile, è necessario che il governo mutui dal
sistema del Made in Italy il modello della filiera. Come nella filiera
tessile-abbigliamento vi è una stretta connessione tra le industrie a monte
e a valle, così è indispensabile un maggiore coordinamento tra ministeri ed
enti competenti". Lo ha dichiarato questo pomeriggio Vittorio Giulini,
presidente di Sistema Moda Italia, in rappresentanza di tutte le
associazioni degli industriali del settore, dal tessile-abbigliamento
all'occhialeria, dalla pelletteria alla cosmesi e all'oreficeria, il 1°
febbraio in occasione dell'insediamento del nuovo Tavolo della moda, a
Firenze. Alla presenza del ministro delle Attività produttive, Antonio
Marzano, Giulini ha fornito gli ultimi dati globali del contributo del Made
in Italy al Paese. Gli addetti diretti sono 996mila, con gli indiretti si
arriva a quota 1.691mila. Il fatturato annuo è pari a 81,5 miliardi di euro,
le esportazioni sfiorano i 49 miliardi di euro con un attivo commerciale di
29,8 miliardi di euro. Il Presidente ha esortato il governo a procedere
lungo quattro direttrici: 1) Attuare una veloce razionalizzazione del
sistema di rappresentanza italiano all'estero valorizzando il ruolo delle
ambasciate in una struttura a matrice che attribuisca ruoli precisi ma
sinergici a Ice, camere di commercio, ministeri e beni culturali; 2)
Adottare una metodologia innovativa, come il benchmarking, nel monitoraggio
della competizione con i sistemi della moda presenti in altri Paesi; 3)
Favorire lo sviluppo del modello di distretto da un modello industriale a un
modello post-industriale che integri l'aspetto produttivo con la
distribuzione e il rapporto diretto con il consumatore; 4) Implementare la
direttiva Ue del dicembre 2001 volta a difendere la salute e la sicurezza
del consumatore attraverso maggiori controlli dei prodotti di importazione,
che potrebbero contenere sostanze nocive vietate da tempo nei nostri
processi produttivi.
I RISULTATI DI UBI SOFT PER IL TERZO TRIMESTRE: CONFERMATI GLI OBIETTIVI
DEL GRUPPO PER L'ANNO FINANZIARIO IN CORSO VENDITE: 165,1 MILIONI DI EURO,
CIRCA IL 45% IN PIÙ RISPETTO ALLO SCORSO ANNO
Milano, 8 febbraio 2002 - Nel terzo trimestre dell'anno finanziario
2001/2002, che decorre dal 1° ottobre al 31 dicembre, Ubi Soft ha raggiunto
un fatturato che ammonta a 165,1 milioni di Euro, registrando un aumento del
44,6% rispetto al terzo trimestre dell'anno scorso. Nei primi nove mesi
dell'anno, la crescita ha superato il 54%. Escludendo l'acquisizione della
società tedesca Blue Byte, della divisione entertainment di Tlc, consolidate
rispettivamente dal 6 febbraio 2001 e dal 13 marzo 2001, e le relative
integrazioni di distribuzione, le vendite del trimestre sono cresciute del
34%. Nei primi nove mesi, è stato registrato un aumento pari al 24%.
Vendite consolidate
(in milioni of euro) |
2001/2002 |
2000/2001 |
Crescita |
Primo trimestre |
60,3 |
23,0 |
162% |
Secondo trimestre |
53,1 |
42,9 |
24% |
Terzo trimestre |
165,1 |
114,4 |
44,6% |
Totale per i primi nove mesi |
278,5 |
180,3 |
54,4% |
NB: l'anno finanziario decorre dal 1° Aprile fino al 31 Marzo Nel
trimestre che decorre da ottobre a dicembre, Ubi Soft ha lanciato 57 nuovi
titoli, rispetto ai 48 lanciati nello stesso periodo l'anno scorso. Grazie
alla sua strategia di posizionamento sulle nuove piattaforme di gioco, con
titoli del calibro di Batman(tm) Vengeance che ha venduto oltre 540.000
copie, circa il 45% delle vendite globali della società deriva da queste
console (Playstation2 20%, GameBoy(r)Advance 17%, GameCube 6.5% e Xbox 1%
lanciato negli USA a novembre). Allo stesso tempo, grazie al successo
riscosso da Ghost Recon (430.000 copie vendute), che è stato nominato
miglior gioco per PC del 2001*, e da IL-2 Sturmovik e Scrabble, il business
dei giochi per PC ha rappresentato il 40% delle vendite del trimestre. Altri
titoli hanno contribuito alla crescita di questo periodo finanziario:
Biancaneve per Game Boy Color, Worms World Party per PlayStation e Tom
Clancy's Rainbow Six: Black Thorn. Inoltre, Myst III: Exile e Rayman Advance
hanno riscosso un enorme successo e hanno venduto rispettivamente 1.200.000
e 700.000 di copie. La zona del Nord America ha tratto vantaggi dalle
dinamiche del mercato, sostenuto dal lancio delle console di gioco quali
GameCube (Nintendo) e Xbox (Microsoft) e dal successo continuo della
Playstation2 e del GameBoy Advance. Le vendite di Ubi Soft in questo
territorio sono quasi raddoppiate, aumentando da 35 a 67 milioni di Euro e
rappresentando il 41% delle vendite dell'intero trimestre. Nei primi nove
mesi dell'anno finanziario, il fatturato di Ubi Soft nel mercato americano è
aumentato dal 27% al 40%, paragonato allo stesso periodo nel precedente anno
fiscale. L'Europa, ha registrato un aumento del 26% nel corso del trimestre
contribuendo al fatturato del Gruppo con 92 milioni di Euro, pari al 55% del
volume totale delle vendite. La crescita in Germania, Olanda e Belgio, dove
la distribuzione è stata integrata l'anno scorso, ha prodotto una media pari
all' 80%. Allo stesso tempo, in Scandinavia si è registrato un aumento del
54% (escludendo la distribuzione hardware). La zona dell'Asia del Pacifico,
dove le vendite sono aumentate del 100%, ha confermato il successo
dell'ottimizzazione di vendita, adottata in questo territorio, all'inizio
dell'anno finanziario. Con vendite che superano i 6 milioni di Euro, questa
zona rappresenta, adesso, il 4% delle vendite del Gruppo. In vista del
lancio di 50 titoli in programma per l'ultimo trimestre dell'anno, inclusa
la serie di Et (6 formati) e Fox's Ice Age che coincidono con l'uscita dei
film; Donald Quack Attack per GameCube negli Usa; Pro Rally e Worms Blast
per Playstation2, i principali titoli per GameBoy Advance (Salt Lake 2002,
Tom & Jerry e Rogue Spear) e lo scenario dei titoli per Pc (Tom Clancy's
Ghost Recon), Ubi Soft: ha oltrepassato le previsioni di vendite per l'anno
2001/2002 con oltre 365 milioni di Euro, conferma l'obiettivo di utile
operativo di 28/30 milioni di Euro prima dell'ammortamento del goodwill. I
valori di vendita dell'anno finanziario 2001/2002 verranno pubblicati il 3
maggio prima dell'apertura della Borsa di Parigi.
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