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28 FEBBRAIO 2002

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I RICERCATORI EUROPEI SVILUPPANO UNA NUOVA TECNICA PER LA DIAGNOSI DELLA FEBBRE DI EBOLA 

Bruxelles, 28 febbraio 2002 - Una tecnica più semplice per la diagnosi dell'infezione da virus Ebola è stata sviluppata da ricercatori europei ed africani che hanno collaborato ad un progetto di ricerca finanziato dall'Ue. Una nuova epidemia di questa letale febbre emorragica, per la quale non si è ancora scoperta una cura, affligge da alcuni mesi il Gabon (Africa occidentale). I ricercatori hanno sviluppato e testato una nuova tecnica diagnostica che si basa sul rilevamento di genomi virali nel sangue del paziente. Il nuovo test semplificato offre lo stesso livello di sensibilità del test standard, permettendo però di accertare molto più velocemente l'eventuale infezione nei pazienti. L'obiettivo ultimo della cooperazione scientifica è quello di giungere alla produzione di massa del test, dopo aver completato la fase di valutazione. Il commissario europeo della Ricerca Philippe Busquin ha dichiarato: "Questa scoperta dimostra la validità della cooperazione internazionale e multidisciplinare tra i team di ricercatori africani ed europei in un campo così vitale per la salute umana, nel quale gli effetti superano le frontiere dei singoli paesi e perfino dei continenti. In particolare, maggiori conoscenze, migliori strumenti di diagnosi precoce e cure più efficaci di malattie quali la febbre di Ebola sono essenziali per tutti". Il progetto, avviato nel 1998, è stato cofinanziato dalla Commissione europea con una donazione di 500.000 euro nell'ambito della priorità tematica "cooperazione internazionale" del quarto programma quadro di ricerca (4PQ). L'iniziativa ha riunito ricercatori del Centre de Recherche Mérieux-Pasteur di Lione (Francia), dei laboratori del Centre International de Recherche Médicales de Franceville (Gabon), del Marburg Institut für Virologie (Germania), del Rotterdam Instituut voor Virologie (Paesi Bassi) e dell'Institut Pasteur de Dakar (Senegal). Il virus Ebola, noto in Africa fin dal 1976, provoca una malattia virulenta e fortemente contagiosa, con un tasso di mortalità che può raggiungere l'88 per cento dei pazienti colpiti. L'individuazione delle febbri emorragiche tipo l'Ebola è complicata dall'assenza di sintomi specifici all'inizio della malattia. L'ultima epidemia di Ebola in Gabon è iniziata alla fine dell'anno scorso e fa seguito ad episodi precedenti nella stessa regione negli anni 1994, 1995 e 1996. Nell'ultima epidemia si sono riscontrati fino ad ora 42 casi accertati, di cui 34 fatali. Un portavoce di Busquin ha dichiarato che la valutazione del nuovo test, utilizzato per l'attuale epidemia di Ebola in Gabon, sarà completata entro la fine di marzo del 2002.

APPREZZAMENTO DEL MINISTRO SIRCHIA PER OPERATO DEI NAS 
Roma, 28 febbraio 2002 - In merito alle ispezioni dei Nas negli ospedali e nelle case di cura private e accreditate su tutto il territorio nazionale, il Ministro della Salute, Girolamo Sirchia, esprime vivo apprezzamento per il lavoro e l'impegno costante dei Carabinieri a tutela della salute dei cittadini. Gli illeciti più frequenti, come l'utilizzo di specialità medicinali scadute di validità, le carenze igieniche nei locali destinati alla manipolazione e alla cottura degli alimenti, l'inosservanza alla legge sul divieto di fumo, dimostrano che la strada giusta da perseguire è assicurare in tutte le strutture sanitarie un sistema di garanzia della qualità, che preveda procedure standardizzate di controllo e formazione programmata del personale. Vi è anche la conferma che occorre investire sulla promozione di stili di vita corretti e continuare a tutelare i non fumatori dal fumo passivo.

LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE L'ATTUAZIONE A LIVELLO COMUNITARIO DEL PROTOCOLLO DI CARTAGENA SULLA BIOSICUREZZA §
Bruxelles, 28 febbraio 2002 - Una regolamentazione sui movimenti transfrontalieri degli organismi geneticamente modificati (Ogm) verrà proposta dalla Commissione europea allo scopo di fissare, a livello internazionale, misure di sicurezza per il loro trasferimento, trattamento e uso. La proposta servirà ad integrare nella legislazione dell'Ue le disposizioni del protocollo di Cartagena delle Nazioni Unite sulla sicurezza biologica. L'Ue ha svolto un ruolo chiave nella risoluzione di detto protocollo e sta preparando, in parallelo, una proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione del protocollo sulla biosicurezza, con l'obiettivo di garantirne la ratifica da parte dell'Unione europea. La proposta della Commissione, che rientra nel quadro giuridico dell'UE sulle biotecnologie, prevede norme per l'attuazione delle disposizioni del protocollo e integra la legislazione esistente dell'Ue in materia di biotecnologie, soprattutto per quanto riguarda gli obblighi dell'esportatore e la scambio di informazioni a livello internazionale. Essa non prevede modifiche al quadro giuridico esistente in materia di Ogm, in quanto si è dimostrato coerente con le disposizioni del protocollo. La proposta della Commissione contiene tre elementi principali, tra cui l'obbligo di notifica per l'esportazione di Ogm destinati alla deliberata emissione nell'ambiente e l'introduzione di un obbligo all'informazione internazionale sulle pratiche, sulla legislazione e sulle decisioni dell'UE in materia di Ogm. Tale obbligo impone regole per l'identificazione degli Ogm destinati all'esportazione, in linea con la proposta di etichettatura e rintracciabilità degli organismi transgenici presentata dalla Commissione europea. Il protocollo autorizza l'Unione europea, in qualità di importatore di Ogm, ad avvalersi della legislazione comunitaria esistente nella misura in cui si dimostri coerente con i requisiti del protocollo stesso. L'unica eccezione è costituita dai movimenti transfrontalieri di Ogm, a cui si applicano le norme del protocollo relative all'informazione. Il protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, adottato nel gennaio 2000, rappresenta un accordo supplementare della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica. Il documento punta a garantire il trasferimento, il trattamento e l'uso sicuro degli Ogm, considerando in particolare la tutela della diversità biologica e della salute umana. Esso stabilisce una procedura volta a garantire che i paesi ricevano tutti i dati necessari per prendere decisioni informate prima di autorizzare l'importazione di Ogm nel loro territorio. Il protocollo è particolarmente utile per i paesi in via di sviluppo, perché consente loro di decidere quali colture geneticamente modificate intendono importare. Il protocollo è stato firmato da 107 parti e finora ratificato da 11. Occorrono almeno 50 ratifiche perché il documento entri in vigore. 

BIOTECNOLOGIE, FORMIGONI INSEDIA IL CONSIGLIO SCIENTIFICO 
Milano, 28 febbraio 2002 - Martedì 26 febbraio il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha insediato il Consiglio scientifico per le biotecnologie in agricoltura,. Alla seduta pubblica di insediamento hanno partecipato la vice presidente della Giunta e assessore regionale all'Agricoltura, Viviana Beccalossi e l'assessore alla Sanità, Carlo Borsani. Presidente dl Consiglio scientifico e' il prof. Francesco Salamini del Max Plance Institute di Colonia. L'organismo, creato in collaborazione con la facoltà di Agraria dell'Universita' degli studi di Milano, svolgera' un ruolo consultivo ed informativo nella definizione e nell'attivazione di politiche regionali di promozione e sostegno allo sviluppo delle biotecnologie e alle loro applicazioni, uno sviluppo sostenibile ed eco compatibile, in ambito agricolo ed agro alimentare. 

CONGRESSO NAZIONALE PSICOLOGIA DI COMUNITÀ 
Torino, 28 febbraio 2002 - Venerdì 1 marzo, alle ore 9.00, nell'Aula Magna del Rettorato (Via Verdi 8 - Via Po 17), avrà luogo il Congresso Nazionale di Psicologia di Comunità organizzato dal Dipartimento di Psicologia dell'Università di Torino e dalla Società Italiana di Psicologia di Comunità (S.I.P.CO.). Hanno già confermato la loro partecipazione al congresso più di 200 studiosi e ricercatori italiani e stranieri che saranno presenti a Torino con relazioni e comunicazioni. Apriranno i lavori, il Prof. Rinaldo Bertolino, Rettore dell'Università di Torino, il Prof. Piero Amerio, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Presidente della Società Italiana di Psicologia di Comunità. Il Congresso continuerà sabato 2 marzo nello stesso luogo e ed in altri locali del Dipartimento di Psicologia secondo il programma. La Psicologia di Comunità è un'area di ricerca e di intervento sui problemi umani e sociali che si rivolge in modo particolare all'interfaccia tra la sfera personale e quella collettiva, tra la sfera psicologica e quella sociale. Si occupa pertanto di problemi relativi alla promozione del benessere, alla tutela della salute fisica e mentale, alla formazione di operatori in vari campi del lavoro sociale, nonché di problematiche di più ampio respiro che insorgono nella vita collettiva, quali quelle della sicurezza personale e sociale, dell'educazione, dell'occupazione e della disoccupazione, dell'orientamento scolastico e professionale. La nozione di comunità vale a specificare il senso di questa articolazione nella misura in cui sottolinea il valore della relazione umana nell'ambito di una società democratica attenta alla dignità ed all'identità dell'individuo, ai principi della solidarietà, alla valorizzazione delle differenze ed alla tutela dei più deboli. Il Congresso si articola in quattro temi fondamentali che saranno affrontati da note personalità italiane e straniere, tra cui il Sindaco della Città di Torino Sergio Chiamparino: - la comunità nei processi di globalizzazione (Donata Francescato, Bianca Gelli, Gian Enrico Rusconi, Stefano Zamagni); - città e cittadinanze (Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino; Gabriel Moser, Sandra Schruijer); - la qualità della vita (Elvezio Pirfo, Wolfang Stark, Bruna Zani); - la sicurezza come problema personale e collettivo (Piero Amerio, Franco Di Maria, Augusto Palmonari, Eugenia Scabini). Sono inoltre presentate centocinquanta comunicazioni relative alla ricerca ed al lavoro di comunità nei seguenti settori: Sicurezza e analisi del territorio; Prevenzione e tutela della salute; Dinamiche familiari e tutela della famiglia; mondo giovanile e scolastico; Media; Vita urbana e politiche sociali. Programma delle giornate: http://www.aipass.org/Programma%20Congresso%20SIPCO.doc 
Per informazioni Dipartimento di Psicologia Tel. 011 670 2060 

CLARKS APRE A VERONA: UN LUOGO STORICO PER UN MARCHIO LEGGENDARIO 
Milano, 28 febbraio 2002 - Clarks sceglie il centro storico di Verona per inaugurare il secondo punto vendita monomarca in Italia Clarks, l'azienda inglese leader nel settore della produzione, distribuzione e vendita di calzature, inaugurerà il 28 febbraio a Verona il suo secondo punto vendita monomarca italiano, potenziando così ulteriormente la propria rete distributiva secondo il progetto di rinnovamento del retail system voluto dalla Casa Madre. Dopo l'apertura del primo negozio monomarca a Padova lo scorso settembre, Clarks inaugura ora un nuovo punto vendita in uno delle piazze più suggestive e frequentate di Verona, Piazza delle Erbe. Il negozio di Verona, situato al numero 36 di Piazza delle Erbe, nella splendida cornice di un palazzo duecentesco, si articola su una superficie di circa 50 metri quadrati e presenta - tra i primi al mondo - il nuovo sistema espositivo CRS (Clarks Retail System), progettato espressamente da Clarks per i propri clienti, al fine di rendere più omogenea l'esposizione delle due linee Clarks e Clarks Originals. Le vetrine tematiche, che si affacciano sul celebre Corso S. Anastasia, sede di stimati antiquari, e sul vicino Corso di Porta Borsari, con i suoi monomarca prestigiosi, sono ispirate alla nuova campagna pubblicitaria 'Portraits by Clarks Shoes' e rispecchiano la filosofia di un marchio storico al passo coi tempi. L'Azienda, fondata nel 1825 dai due fratelli Cyrus e James Clarks, ha registrato nel 1999 un fatturato di 832 milioni di sterline (circa 1,417 Mld €) mentre il fatturato del 2000 ammonta a 876 milioni di sterline (circa 1,492 Mld €). Distribuito in 150 Paesi in tutto il mondo, Clarks è presente nel mercato italiano da oltre 30 anni; dal 1993 è distribuito dalla Asak & Co., con sede proprio nel veronese. Parteciperanno all'inaugurazione del negozio, oltre ai titolari del negozio e di Asak, distributore del marchio, i responsabili commerciali e i due responsabili vendite della casa madre: Michael Linskey, International Sales Director, e Phil Townshend, Area Manager South Europe. 

CASA BERLONI, L'ARREDAMENTO COMPLETO IN FRANCHISING: L'ULTIMA SFIDA NEL PROCESSO DI VERTICALIZZAZIONE DEL GRUPPO BERLONI 
Milano, 28 febbraio 2002 - Il Gruppo Berloni, il gruppo industriale leader nel mercato delle cucine, presenta ufficialmente Casa Berloni, il concept dedicato all'arredo di tutta la casa (cucine, giorno, notte, imbottiti, complementi) e l'ultima novità in Italia in fatto di catene distributive organizzate nel settore dei mobili. Con questa nuova iniziativa, Berloni completa così un processo di diversificazione e di verticalizzazione che, in oltre quarant'anni di operatività, da una parte l'ha portato dalla costruzione di cucine componibili all'integrazione di molte altre attività che, relativamente al settore dei mobili, ha riguardato realtà produttive di arredamento per la casa e l'ufficio. Dall'altra, la presenza (attraverso Pdv esclusivisti) in Paesi esteri, dove il concetto di negozio monomarca è già diffuso, ha condotto il Gruppo a sviluppare un know-how significativo nell'ambito della commercializzazione delle proprie linee. La sintesi di queste due esperienze, supportata dal successo che le distribuzioni organizzate hanno riscosso in Italia nel mercato del mobile, ha generato Casa Berloni, uno spazio di vendita dove, concretizzandosi lo scambio tra logica industriale e ed esigenze del consumatore finale, sono rappresentate e commercializzate le soluzioni abitative proposte dallo Stile Berloni. L'offerta di Casa Berloni copre tutte le esigenze di arredo per la casa: cucine componibili, letti/armadi e gruppi per la zona notte, camerette per bambini e ragazzi, librerie e contenitori per la zona giorno, salotti, imbottiti e complementi in genere. Le cucine componibili ed i salotti hanno una varietà di scelta che spazia dal classico al design, le altre linee sono principalmente focalizzate sul gusto moderno. La produzione di mobili è interamente realizzata da Berloni S.p.A., mentre le linee di complementi (tavoli, sedie, tavolini, tessile per la casa, oggettistica, reti/materassi, lampade, tappeti, ecc.) sono, in esclusiva, o realizzate da aziende terze o d'importazione. Casa Berloni vuole imporsi però anche come franchising specializzato nell'arredo completo della casa, ovvero un format replicabile in quelle aree in cui Berloni non ha rivenditori esclusivisti, ma che evidenziano un tasso di assorbimento del prodotto molto positivo. Il primo Casa Berloni "pilota" è stato inaugurato lo scorso luglio a Pesaro a verifica della validità della formula. I risultati raggiunti nella fase test hanno avvallato il piano di sviluppo della catena che prevede 32 aperture nel prossimo triennio: le prime sei entro quest'anno, le 12 successive nel 2003 e le altre 14 nel 2004. Con il franchising Casa Berloni, il gruppo pesarese conta di aggiungere, entro tre anni, 25 milioni di euro al proprio fatturato consolidato che, nel 2001, ha chiuso con 131 milioni di euro (+19% rispetto al 2000). 

CITROËN C8 LA NUOVA GENERAZIONE DELLE MONOVOLUME DI ALTA GAMMA 
Milano, 28 febbraio 2002 - Citroën presenta, in prima mondiale al salone di Ginevra, la nuova monovolume di alta gamma Citroën C8. Inserita da diversi anni in una dinamica di successo, Citroën continua a rinnovare la gamma e a consolidarne l'immagine innovativa e moderna. Dopo il lancio riuscito di Xsara Picasso, Citroën C8 rinnova l'alta gamma della famiglia delle monovolume, offrendo così una serie completa e giovane. Con C8, Citroën risponde largamente alle aspettative della clientela, sviluppando i valori fondamentali delle monovolume basati sull'abitabilità, gli arredi interni e la modularità. Oltre a questi valori, C8 inaugura una nuova generazione di monovolume di alta gamma che rompe con l'attuale tradizione stilistica sia per le linee esterne, sia per le soluzioni interne. Lo stile è stato uno degli assi prioritari nello sviluppo di C8. Si differenzia inequivocabilmente rispetto ai principali concorrenti grazie alle linee decisamente moderne e dinamiche che ne sottolineano l'appartenenza alla Marca nella sua dimensione creativa. Inoltre, C8 esplicita perfettamente lo spirito di rinnovamento che anima la gamma Citroën, mantenendo al contempo un aspetto statutario e di alta gamma. Lo stile interno, inedito, riprende la modernità dello stile esterno e rafforza la sensazione di spazio e di luminosità. Il cruscotto si distingue per le linee pure e presenta una parte superiore assolutamente innovativa a forma di arco, all'interno della quale troviamo la strumentazione centrale a tre quadranti, dal design inedito. Questa architettura crea un vero " pozzo di luce " tra la parte superiore e quella inferiore del cruscotto, fonte di un'eccezionale luminosità naturale. L'immenso parabrezza di 2 m² offre una sensazione di leggerezza e di apertura sull'esterno, mentre i sedili, i rivestimenti interni e i materiali usati comunicano modernità e benessere. C8 dispone di tre versioni interne originali e luminose che propongono ai clienti tipologie e atmosfere radicalmente diverse le une dalle altre, sia per i materiali usati, sia per i colori. C8 è stata pensata in modo da essere un reale spazio di vita dove la qualità del viaggio eccelle in tutti i campi, dall'accessibilità fino al volume del bagagliaio, passando per la modularità. L'apertura elettrica delle porte laterali scorrevoli offre la massima accessibilità, comoda in qualsiasi circostanza grazie ai comandi saggiamente disposti. Le dimensioni interne sono aumentate rispetto a Evasion, in particolare la lunghezza abitabile, l'altezza dal tetto e il volume del bagagliaio. Le molteplici configurazioni, fino a 8 posti, e la modularità esemplare, soddisfano tutte le aspettative dei passeggeri. Per esempio, tutti i sedili posteriori scorrono per 5 cm e presentano un sistema di ancoraggio istantaneo e brevettato Quickfix, assolutamente innovativo, che permette di gestire i sedili rapidamente e con semplicità. Quasi 60 vani portaoggetti, astuti e accessibili, sono ugualmente a disposizione di tutti i passeggeri. C8 ha tutte le qualità richieste per soddisfare appieno le necessità di tutti i passeggeri, rispettando i desideri di ognuno. La climatizzazione automatica modulare permette di suddividere l'abitacolo in quattro spazi climatici : a ognuno il giusto comfort per meglio viaggiare insieme. Infine, C8 presenta un'architetttura elettrica multiplexata simile a C5, con numerose prestazioni di comfort e di sicurezza per i passeggeri: la funzione aerazione, con l'apertura dei finestrini tramite telecomando, i retrovisori esterni che si ripiegano automaticamente alla chiusura del veicolo, l'interruzione automatica delle funzioni di consumo (radio, luci...) dopo 30 minuti di utilizzo a contatto interrotto, ecc. Alcune di queste funzioni possono essere attivate su richiesta del cliente. La posizione di guida perfettamente adattabile, il comportamento stradale esemplare e le motorizzazioni potenti, offrono un eccellente piacere di guida. Citroën C8 è dotata di una gamma completa di motorizzazioni benzina e Diesel. Tre motori compongono la gamma benzina, con potenze che vanno da 100 Kw Cee (138 Cv/Din) a 150 Kw Cee (208 Cv/Din), tra i quali troviamo un motore 2,2 litri di 116 Kw Cee (160 Cv/Din) inedito per la gamme Citroën. Tutti anticipano la futura norma Euro 4 applicabile dal 1° gennaio 2005. La gamma Diesel è articolata su due motori HDi a iniezione diretta Common Rail, 4 cilindri, 16 valvole da 79 Kw Cee (109 Cv/Din) e 94 Kw Cee (130 Cv/Din). Questi motori sono ormai un riferimento nella loro categoria, con un eccellente piacere di guida e una forte riduzione dei consumi. Oltre alle loro qualità intrinseche, rappresentano un progresso fondamentale in materia di protezione ambientale, dotati della tecnologia, unica oggi, del filtro contro il particolato. Il cambio automatico autoadattativo a comando sequenziale sarà disponibile sulla versione 2.0i 16V. La motorizzazione V6 monterà un cambio simile di serie. La sicurezza è il risultato di una progettazione globale che passa dal benessere a bordo, da eccellenti qualità dinamiche e una resistenza agli urti che soddisfi i criteri più severi. Il nuovo collegamento al suolo, insieme agli equipaggiamenti proposti di serie, quali, l'ABS con ripartitore elettronico della frenata l'aiuto alla frenata di emergenza, garantiscono a C8 eccellenti qualità dinamiche. L'Esp, l'Asr, il sistema che segnala l'eventuale calo di pressione dei pneumatici, l'ausilio elettronico al parcheggio, l'accensione automatica delle luci, i fari allo Xenon, completano la panoplia di equipaggiamenti disponibili. C8 integra un dispositivo completo di protezione contro tutti i tipi di furti (struttura rinforzata, sei airbag, dei quali due a tendina che proteggono i passeggeri di tre file, parafanghi anteriori in materiale composito...). C8 offre anche numerose prestazioni per la sicurezza dei bambini: una sicurezza a comando elettrico, azionabile dal conducente, rende inattivi i comandi delle porte laterali scorrevoli, dei vetri elettrici e dei tetti apribili posteriori; la funzione antipizzicamento sulle porte laterali scorrevoli elettriche, sui vetri e sui tetti apribili (durante lo scorrimento) elimina i rischi di incidenti; i comandi elettrici delle porte laterali motorizzate sono automaticamente inibiti durante la marcia, con velocità superiore ai 5 km/h ; uno specchietto pieghevole permette ai passeggeri davanti di controllare i bambini senza doversi girare o modificare la regolazione del retrovisore interno. 

DAEWOO PRESENTA UN INNOVATIVO MOTORE SEI CILINDRI IN LINEA TRASVERSALE 
Milano, 28 febbraio 2002 - Daewoo Motor ha sviluppato con successo un nuovo propulsore denominato XK-6. Si tratta di un motore a 6 cilindri in linea, 24 valvole, da 2 e 2.5 litri con caratteristiche innovative. L'unità è stata sviluppata per l'installazione anteriore trasversale, risultato reso possibile dall'estrema compattezza del propulsore, addirittura più corto di alcuni 4 cilindri di pari cilindrata. A questa caratteristica, ed alla raffinatezza della distribuzione bialbero, l'Xk-6 associa una costruzione modernissima che fa uso di lega leggera per monoblocco, testa e per il rivestimento delle canne dei cilindri. Affidabilità, silenziosità e riduzione delle emissioni sono altre delle qualità ricercate con attenzione per il progetto Xk-6. Questo propulsore sarà montato inizialmente sulla Daewoo V-222 per il mercato coreano e successivamente il suo utilizzo si estenderà ad altri Paesi e ad altre vetture in gamma, anche in cilindrate diverse. L'Xk-6 è attualmente l'unico propulsore 6 cilindri in linea a disposizione anteriore trasversale utilizzato per la produzione di serie. Questo tipo di soluzione garantisce notevoli vantaggi rispetto alle altre varianti per il frazionamento a 6 cilindri (in linea in posizione longitudinale, a "V" in posizione trasversale, a "V" o a cilindri contrapposti "boxer" in posizione longitudinale). La disposizione anteriore trasversale del nuovo motore Daewoo offre innanzitutto dei vantaggi in termini di sfruttamento degli spazi nei confronti dei propulsori a "V" di 60° che caratterizzano i 6 cilindri montati trasversalmente e che comportano un ingombro notevole tanto in lunghezza quanto in larghezza costringendo i progettisti a prevedere maggior spazio nel vano motore. Anche i 4 cilindri in linea più compatti presentano ingombri importanti se confrontati all'Xk-6. Altri costruttori hanno ridotto l'ingombro del sei cilindri realizzando una "V" molto stretta che presenta una maggiore complicazione costruttiva e minori doti di rotondità di funzionamento. Da quest'ultimo punto di vista, la disposizione trasversale dell'Xk-6 offre vantaggi sia rispetto ai diffusi V6 di 60° sia, e in maniera ancora più marcata, rispetto ai più economici V6 di 90°. La compattezza dell'Xk-6 consente un miglior sfruttamento del volume interno del vano motore in senso longitudinale e, conseguentemente, dell'abitabilità per i passeggeri: a parità di lunghezza esterna lo spazio per le gambe degli occupanti è notevolmente aumentato rispetto alle vetture a trazione anteriore che montano motore e cambio trasversale in linea con il propulsore. Il ridotto ingombro del motore lascia molto più spazio alla struttura deformabile anteriore ottenendo vantaggi in termini di sicurezza passiva e riducendo le possibilità di penetrazione dell'unità all'interno dell'abitacolo nelle collisioni più violente. Questi vantaggi, tipici delle unità a 4 cilindri, vanno in parte perduti nelle unità più frazionate tranne che nel caso dell'Xk-6. L'XK-6 Daewoo è eccezionalmente corto: 642 mm di lunghezza totale. Un risultato favorito dal ridotto spazio tra le canne cilindri (6 mm) e dall'adozione di una catena di distribuzione da 12 mm. L'ingombro in larghezza (in lunghezza rispetto al senso di marcia del veicolo) è contenuto grazie al ridotto angolo tra le valvole, quattro per cilindro, comandate da due alberi a camme in testa. Il nuovo motore è interamente in lega di alluminio con canne rivestite in Silitec. Questo materiale è a sua volta una lega di alluminio e silicio ed offre caratteristiche di rilievo quali leggerezza, rigidezza, durezza della superficie garantendo una lunga durata al propulsore, elevata conducibilità termica e riduzione degli attriti e quindi dei consumi. La leggerezza dell'unità è favorita anche dalla coppa dell'olio realizzata in lega leggera e dal collettore di aspirazione in materiale plastico (pesa solo 1 kg), soluzione che permette di realizzare forme ottimali dei condotti. Il contenimento delle emissioni è migliorato dalle canne cilindri rivestite in Silitec, soluzione che permette un rapido riscaldamento della superficie interna dei cilindri a vantaggio anche dei consumi a motore freddo. Breve anche la fase di riscaldamento del catalizzatore a tre vie grazie al suo posizionamento molto vicino al propulsore. Sempre per contenere inquinamento e consumi anche a motore caldo, è stato ridotto il più possibile il volume "morto" tra la parte laterale del pistone (il mantello) e la prima fascia elastica, dove inevitabilmente rimane una piccola quantità di carburante incombusto. Il motore soddisfa le severe norme Euro 4 ed Euro 5 nonché le nord americane Ulev relative alle emissioni inquinanti. Gli intervalli di manutenzione programmata dell'XK-6 sono stati opportunamente allungati a conferma delle ottime doti del nuovo propulsore. Per esempio la sostituzione delle candele, del tipo con tre elettrodi esterni, è prevista a 60 mila km mentre nessun intervento è previsto per la catena di distribuzione di tipo "for life". 

GRANDE SUCCESSO DEL ROAD SHOW INTERCONTINENTALE PER LA PROMOZIONE DI CIBUS RIPETUTO ANCHE A SYDNEY E MELBOURNE OGGI A PRAGA LA PRIMA DELLE TRE TAPPE NELL'EUROPA DELL'EST 
Milano 28 febbraio 2002 - La terza tappa il road show intercontinentale di presentazione dell'edizione 2002 di Cibus, la più grande e completa vetrina del food europeo di qualità, dopo Giappone e Russia, per la prima volta nella storia delle iniziative promozionali dell'Ente Fiere, è arrivata in Australia. Gli appuntamenti, organizzati con la preziosa collaborazione degli uffici locali dell'Ice, l'Istituto Nazionale per il Commercio con l'Estero, sono stati due: il primo a Sidney e il secondo a Melbourne. Sono intervenuti rappresentanti delle autorità locali, Presidenti della Camere di Commercio di Sydney, Melbourne, Adelaide e Brisbane, esponenti del business italiano in Australia, managers delle catene di grande distribuzione alimentare, tra cui quelli dei famosi "big players" del mercato australiano David Jones e Woolworths, importatori e distributori, albergatori e ristoratori, giornalisti della stampa specializzata. La scelta dell'Australia come una delle mete della missione promozionale delle Fiere di Parma è stata dettata anzitutto dalla posizione attuale del Paese negli interscambi economici con l'Italia. Nonostante il basso numero degli abitanti ("solo" 18,5 milioni sul territorio di 7.692.030 kmq) il peso specifico dell'Australia nell'economia dell'export italiano è alto, superiore a quello dell'Argentina e di poco inferiore a quello di Cina e Russia. La crescita delle esportazioni è stabile: da 1.201 mlrd di lire nel 1992 a 3.292 nel 1999 e con la tendenza al continuo incremento. Per quanto riguarda il settore agro-alimentare, le opportunità - proprio come è stato possibile verificare nel corso della doppia presentazione dell'edizione 2002 di Cibus - sono molteplici. Negli ultimi anni si è registrato il costante trend del cambiamento delle preferenze alimentari verso una dieta del tipo mediterraneo. Nel 2000-2001 l'Australia ha importato dall'Italia circa ¤ 10.800.000 di prodotti caseari, ¤ 14 .800.000 di derivati dei cereali, 20.600.000 di conserve vegetali, ¤ 25.300.000 di olio, 17.103.000 di bevande alcoliche. Le ultime tre tappe del roadshow di Cibus (che si svolgerà dal 9 al 13 maggio) toccheranno tre Paesi dell'Europa dell'Est: Repubblica Ceca, Ungheria e Romania. Il primo dei tre appuntamenti, è fissato per oggi stesso, giovedì 28 febbraio a Praga e vedrà tra gli invitati rappresentanti dei Ministeri, Associazioni di categoria e Camere di Commercio, buyers della grande distribuzione, importatori e grossisti alimentari, esponenti di alberghi e catering, giornalisti della stampa specializzata e non, Tv. Nell'Europa centro-orientale la Repubblica Ceca attualmente è uno dei Paesi più promettenti per lo sviluppo di interscambi economici con l'Occidente e in particolare con l'Italia. E' uno dei Paesi più avanzati dell'ex blocco socialista, con il reddito pro capite vicino agli standard europei. Negli anni '90, dopo la caduta del regime, la Repubblica Ceca ha saputo integrarsi con i nuovi partner occidentali, è entrata a far parte della Nato e attualmente è considerata fra i cosiddetti "front runners", i Paesi che tra pochi anni potranno essere ammessi nell'Unione Europea. L'economia Ceca presenta numerose attrattive per gli investitori stranieri, grazie all'ottima qualità della manodopera, alla lunga esperienza industriale, alla posizione strategicamente centrale in Europa, all'elevata tradizione culturale. Le potenzialità di sviluppo di rapporti economici Italo-Cechi sono tante. Nel settore agro-alimentare, poi, c'è ancora molto da fare. Attualmente (secondo i dati statistici dell'Ice riferiti all'anno 2001) la quota delle importazioni dall'Italia dei prodotti alimentari (escluse bevande) costituisce solo il 6,12% che corrisponde al volume d'affari di 86.363 mila Usd. Due anni fa, nel 1999, i valori erano, rispettivamente, 5,9% e 78,021 mila Usd. E' un po' più alta la percentuale nelle importazioni delle bevande e la sua crescita: 7,45% (14.200 mila Usd) nel 2001, paragonata al 4,60% (10.420 mila Usd). 

GRANDE SUCCESSO DI AFFLUENZA ALLA BIT 2002 
Milano, 28 febbraio 2002 - Domenica 24 febbraio 2002 - Si è chiusa in Fiera Milano la 22° edizione della Bit, che ha segnato il rilancio dell'industria turistica internazionale, come ha sottolineato il presidente di Expocts Adalberto Corsi che si è detto estremamente soddisfatto dei dati, al di sopra delle aspettative iniziali. "La manifestazione - ha proseguito Corsi - ha raggiunto e superato tutti i suoi obiettivi, e si pone sempre più come uno strumento fondamentale per il comparto turistico. Osservatorio privilegiato del settore, la Bit percepisce un rinnovato interesse, un ritrovato ottimismo e una spinta propulsiva verso il futuro, mentre tra il pubblico emerge come la voglia di viaggiare sia tornata". La Borsa Internazionale del Turismo ha raggiunto nuovi traguardi quantitativi, con un totale di 83.000 presenze di operatori professionali, che rappresenta una crescita dell'8% rispetto alla passata edizione. Gli operatori esteri sono il 15% del totale in rappresentanza di 142 Paesi. Un dato interessante è che il 72% degli operatori professionali si è fermato in fiera due giorni, a riprova del ruolo operativo della manifestazione. Il totale dei visitatori, tra operatori professionali e viaggiatori, è di 123.800, con un aumento rispetto alla precedente edizione del 10%. Questi dati confermano l'accresciuto interesse nei confronti della manifestazione, come dimostrano il volume di scambi degli operatori e la presenza di un pubblico maturo che si identifica sempre più come un viaggiatore e non come un semplice curioso. Il rilancio si è sostanziato attraverso presenze estere importanti, come quella degli Stati Uniti che hanno occupato un intero padiglione di 2000 mq, ma anche di una accresciuta partecipazione delle regioni italiane e di 17 Paesi che per la prima volta hanno presenziato alla Bit in qualità di espositori. Segni tangibili della ripresa sono anche il ritrovato ottimismo degli operatori, che segnalano buone prenotazioni per i prossimi mesi, e anche il riconoscimento da parte della Borsa di Piazza Affari dove i principali titoli di operatori turistici hanno fatto registrare significativi incrementi durante la settimana della manifestazione. L'edizione 2002 si è svolta all'insegna della qualità, che si è espressa anche attraverso importanti iniziative mirate: dai Master Class di formazione su tecnologie, marketing e approcci innovativi al mercato agli inediti "faccia a faccia" che hanno visto confrontarsi i principali interpreti del mercato, a convegni e conferenze tenuti da esponenti di associazioni internazionali. Momento chiave del progetto qualità è stato il Forum Internazionale sul Sistema Turismo, con la partecipazione di importanti guru dell'economia e delle tecnologie come Jeremy Rifkin, Martin Brackenbury, Nick Pattie, Chris Tarry e Josè Antonio Tazon. La formula, che ha registrato un grande consenso tra gli operatori di tutto il mondo, è una base di partenza per il futuro, e sono già allo studio ulteriori sviluppi per il 2003. La prossima edizione della Bit si svolgerà dal 19 al 23 febbraio 2003. 

EPOPEA ARGENTINA AL TEATRO NAZIONALE 
Milano, 28 febbraio 2002 - Un'orchestra dal vivo, 20 attori/cantanti in scena immersi in un turbinio di proiezioni video dal sapore storico e spettacolare, canzoni immortali come "Don't cry for me Argentina" e il brano premio Oscar "You must love me": questi sono gli elementi di sicuro richiamo per il grande musical in arrivo sul palcoscenico del Teatro Nazionale. "Evita" ha già conosciuto il successo cinematografico grazie soprattutto alle musiche geniali di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber che celebrano il fascino malinconico dell'Argentina. Queste musiche tornano con orchestra dal vivo e sopratitoli in italiano nelle interpretazioni di Olivia Cinquemani e Carl Anderson. La storia è nota: la leggendaria vita di Eva Peron é narrata con ritmo serrato e sfarzo scenico dall'ascesa alla fine della giovane e ambiziosa argentina che sposa il colonnello Peron e conquista l'adorazione dei campesinos con sorprendenti azioni di solidarietà sociale. Disprezzata come una ladra e arrivista da alcuni, idolatrata come una santa da molti, Eva Peron muore precocemente lasciando disperazione e un alone di mistero, anche perché il suo corpo imbalsamato è stato nascosto in diversi cimiteri prima di tornare in Argentina. Il musical sottolinea la crudeltà e la solitudine di una vita insolita e il regista Piparo dà alla storia di Eva Peron un valore corale attraverso quel gigantesco specchio collettivo che è l'umore del popolo. "Evita" musical di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice Regia Massimo Romeo Piparo, con Olivia Cinquemani e Carl Anderson Teatro Nazionale (tel. 02.48007700 ) dal 9 marzo al 29 marzo

MOSTRE: "DIAMANTI ARTE STORIA SCIENZA" SCUDERIE DEL QUIRINALE DAL 1 MARZO AL 30 GIUGNO 2002 UNA MOSTRA DA RECORD 
Milano, 28 febbraio 2002 - Allestire una mostra sui diamanti viene ritenuta una sfida impossibile. Eppure, è proprio quello che si è voluto fare a Roma, alle Scuderie del Quirinale, con uno spiegamento eccezionale di misure di sicurezza. Oltre 35 casseforti sono state adibite a vetrine e collocate in un contesto della massima sicurezza, per accogliere i tesori straordinari provenienti dai palazzi di re e maragià, usciti dal segreto delle camere di sicurezza meglio custodite della terra. Tra i pezzi in esposizione, alcune pietre celebri, in alcuni casi addirittura di 400 carati, ma anche parure storiche, che coprono più di 1000 anni di storia della gioielleria. Diamanti è dunque una mostra superlativa. E' soprattutto una mostra originale, in cui il diamante brilla non solo per la sua luce, ma anche per il suo ruolo in tutte le culture dell'umanità. Il grande spazio dato alla pittura di corte ed alla ritrattistica consente una migliore comprensione del ruolo del diamante come manifestazione di potere e di status sociale. I capolavori di Botticelli, Tiziano, Rubens, Pourbus, Ingres, unitamente a quelli dei moderni (De Chirico, Balla, Severini, Warhol), si mescolano ai gioielli più preziosi, nell'allestimento dell'architetto Nathalie Grenon. Alcune cifre: 35 casseforti, 280 rilevatori di vibrazioni e di movimento, 72 telecamere, 80 metri di vetrine antisfondamento, la sorveglianza di Carabinieri e guardie giurate, 37 trasporti in furgone blindato... la sicurezza è la grande sfida della mostra! 300 milioni di euro di valore: la pietra più cara vale infatti 42 milioni di dollari, mentre una pietra che pesa esattamente un grammo, il più grande diamante rosso del mondo, è stimata 12 milioni di dollari! I quadri non sono certo da meno, con il notevole valore dei capolavori di Botticelli, Tiziano, Ingres. La mostra riunisce 160 tra diamanti e gioielli, provenienti da tutto il mondo e da 40 fonti diverse. La mostra Diamanti è quella che riunisce il maggior numero di diamanti celebri della storia, dato che consente di scoprire: l'Occhio dell'Idolo, un diamante incastonato al posto del 3° occhio nella testa di una statua di Shiva, in India; l'Incomparabile, il 3° diamante tagliato per dimensioni; il Cuore dell'Eternità, uno dei più bei diamanti azzurri del mondo; il Grande Ashoka, uno dei diamanti del maragià di Hyderabad, che è stato a lungo ritenuto uno degli uomini più ricchi del mondo; lo Specchio del Paradiso, un diamante dimenticato, di provenienza indiana, ritrovato miracolosamente per la mostra; il Power of Love, il più grande diamante rosso del mondo; il De Beers Millennium Star: il diamante più perfetto che ci sia; il Dawn of the Millennium: tra i grandi diamanti, è quello che ha la forma più originale; l'Eureka, il primo diamante mai trovato sul continente africano, purtroppo impuro; la Stella del Sudafrica, il primo diamante puro trovato sul continente africano; il Mouna, il più bel diamante giallo del mondo; l'Oppenheimer, il più bel cristallo grezzo; il Dutoitspan, il più grande cristallo grezzo; l'Heart for Ever, il più grande diamante tagliato a cuore; il Green Hope, il secondo diamante verde per dimensioni; lo Spirit of de Grisogono, il più grande diamante nero del mondo; il Marie Antoinette Pink, il diamante mitico di una regina morta decapitata sulla ghigliottina; l'Excelsior, un magnifico diamante a pera ricavato nel secondo diamante del mondo per dimensioni; il Mondera: il più perfetto dei moderni tagli a pera; l'Occhio di Tigre, un diamante bruno che affascina con i suoi riflessi colorati; il Royal Twin: il più bel diamante naturale, ancora imprigionato nella sua roccia. Le parure sono eccezionali, soprattutto quelle appartenute a re e regine: gruppo di gioielli della corona del Portogallo, tra cui il Toson d'Oro, il più bel gioiello storico attualmente conservato (palazzo di Ajuda, Portogallo); parure di diamanti tagliati a "rosetta" appartenuta ai re di Sassonia e di Polonia (museo della Volta Verde a Dresda); parure di gioielli appartenuti alla Corona di Francia e realizzati per l'Imperatrice Eugenia (collezione privata, New York); gioielli del castello di Rosenborg in Danimarca. Per la prima volta viene esposto un gran numero di diamanti grezzi, appartenenti alla Special Collection De Beers e ritrovati nelle miniere del Gruppo. Le pietre in esposizione, qualche migliaio, consentono di apprezzare la variabilità della forma dei cristalli, ma anche la naturale bellezza di questa pietra prima del taglio. I cristalli in esposizione vanno da pochi millimetri a 5 cm, un esempio è il Dutoitspan di propietà del Gruppo De Beers, che con i suoi 616 carati è il più grande diamante grezzo del mondo. 30 dipinti consentono la comprensione di uno degli aspetti meno noti della ritrattistica e della pittura di corte: l'espressione del potere tramite la qualità dei gioielli indossati dai modelli. Un dato particolarmente interessante: prima dell'invenzione del taglio brillante (1650 ca.), il diamante non è molto luminoso ed i pittori lo dipingono di colore nero. Successivamente al 1650, i diamanti dei dipinti diventano bianchi. Prima del taglio brillante, il diamante, non molto luminoso, viene indossato per motivi simbolici. La mostra lo spiega molto bene, con alcuni manoscritti e gioielli, per esempio recanti motivi cristici. Con la scoperta del taglio brillante, il diamante viene indossato per la sua bellezza, per la sua luminosità e soprattutto per la sua capacità di rifrangere la luce con tutti i colori dell'arcobaleno. Alcuni aneddoti - La Stella del Sudafrica, un diamante mitico (il primo diamante mai trovato in Africa, insieme all'Eureka) è stato consegnato da un anonimo collezionista, in un albergo, solo e unicamente sulla fiducia. Il Power of Love, il più grande dei 5 diamanti rossi esistenti al mondo, è stato presentato pochi giorni prima dell'inaugurazione, come se questa pietra aspettasse l'evento di Roma per rivelarsi al pubblico. I diamanti viaggiano spesso e si spostano nel corso della settimana per essere proposti a potenziali clienti. Una delle pietre della mostra è stata seguita, nel giro di 10 giorni, da Ginevra a New York, da Parigi a Gedda e infine a Londra, dove è stata "intercettata" per poter essere consegnata a Roma! Un diamante che doveva essere presentato a Roma è stato venduto una settimana prima dell'inaugurazione! Il venditore, spiaciuto di non potere far fronte all'impegno di prestare la pietra, ha tirato fuori dalla sua cassaforte il famoso Mirror of Paradise, una pietra straordinaria mai esposta al pubblico, tanto per farsi perdonare... I diamanti fantasia: La mostra di Roma sarà la rassegna più completa che ci sia mai stata di diamanti fantasia. Molti non sanno che i diamanti possono avere tutti i colori dell'arcobaleno. A Roma verranno esposti più di un centinaio di diamanti a colori vivaci della collezione Langerman, tra cui il più bel gruppo che ci sia di diamanti verdi, il colore più raro, insieme al rosso. L'Heart of Eternity, tagliato dal Gruppo Steinmetz - cliente della Diamond Trading Company - un diamante fancy-blu intenso con taglio a cuore di circa 27 carati, mentre il Mouna è il più bel diamante giallo esistente. Sembra quasi oro trasparente! Infine, il Power of Love, con il suo rosso seducente, sebbene misuri solo un centimetro, è il massimo della rarità. Il Gruppo Mouawad presenta l'Occhio dell'Idolo, un diamante con il colore dell'acqua, con un diamante rosa da 15 carati. Un collezionista privato ha prestato l'Occhio di Tigre, un diamante bruno dagli strani riflessi. De Grisogono presenta il Green Hope, ma soprattutto i diamanti neri, che recentemente hanno fatto il loro ingresso nel mondo della moda. I mostri di grandi dimensioni: 1 carato = 0,2 grammi! Per avere un grammo di diamante ci vogliono 5 carati... I diamanti di grandi dimensioni sono quelli a partire da 1 o 2 carati... Inutile dire che se si supera la soglia simbolica dei 100 carati, ci si trova di fronte a mostri di grandi dimensioni (e di grande bellezza). La mostra presenta la rassegna più completa mai proposta di diamanti di più di 100 carati: il Dutoitspan o SixOneSix Diamond, il più grande cristallo di diamante noto, lasciato al grezzo (616 carati); l'Incomparabile, diamante color cognac da 407 carati, il 3° diamante tagliato al mondo per dimensioni (Premier Gem Corp, New York); il De Beers Millennium Star, 203 carati, uno dei più bei diamanti al mondo per purezza e per "assenza" di colori (da maggio in poi); il Mouna (116 carati), il Dawn of the Millennium (102 carati) della maison Taché di Anversa; l'Heart for Ever (101 carati), un cuore magnifico per purezza, presentato dalla maison E. Schreiber di New York. Una pioggia di diamanti: L'oggetto più "coperto di diamanti" è la tiara di papa Gregorio XI, con incastonati 17000 piccoli brillanti! Nel genere "molto brillante", ci sono tutti gli ornamenti dei re del Portogallo, tra cui il Toson d'Oro, ornato di 200 diamanti (tutt'altro che piccoli). La montatura dei gioielli dei re di Sassonia e di Polonia reca sul retro il peso di ogni pietra, per consentire di sapere, in ogni momento, l'ammontare dei diamanti di proprietà reale... Il gioiello più antico è un anello romano di diamanti (II secolo), seguito da due anelli di diamanti di provenienza vietnamita (VI secolo). L'anello di fidanzamento di diamanti è stato "inventato" da Guillaume Durand, un religioso del XIII secolo, che voleva esprimere, scegliendo una pietra indistruttibile, il carattere indissolubile del sacramento del matrimonio. Alcune curiosità "scientifiche": tra quelli a noi noti, il diamante è il materiale più duro dell'universo. Il diamante si forma ad almeno 150 km di profondità sotto la crosta terrestre: è per l'appunto la profondità a cui la pressione inizia ad essere sufficiente alla sua formazione. Non è escluso che tutto il cuore della Terra sia pieno di diamanti! I diamanti riaffiorano in occasione delle eruzioni vulcaniche, a più di 900 chilometri all'ora! Sono ormai 50 anni che si producono diamanti artificiali. Oggigiorno, il 90% dei diamanti utilizzati dall'industria degli abrasivi viene prodotto in grandi presse. Il primo diamante è stato realizzato sottoponendo ad un'altissima pressione... del burro di noccioline! Le stelle che esplodono "liberano" tutto il carbonio che contengono sotto forma di diamanti, che formano delle nubi nello spazio intersiderale. I giacimenti di diamanti della Siberia sono stati scoperti da un geologo russo, su una carta, per pura deduzione scientifica, confrontando i terreni africani e i terreni geologici siberiani. Per informazioni Scuderie del Quirinale  Tel 06.696272 

FONDAZIONE MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA "LEONARDO DA VINCI"
Milano, 28 febbraio 2002 - Prima intervista del ciclo "Sulle spalle dei giganti". Ospite del Museo Giovanni Bignami. Sul sito www.museoscienza.org alla pagina News il sondaggio se andare o no su Marte. 

A NEW YORK IN ESPOSIZIONE LA MOSTRA "MANTOVA E LA QABBALAH", DAL 4 AL 29 MARZO 2002
Milano, 28 febbraio 2002 - La mostra "Mantova e la Qabbalah" che si aprirà a New York, dal 4 al 29 marzo 2002, presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò e il Center for Jewish History, difficilmente passerà inosservata, perché aiuterà a scoprire nuovi significati e linguaggi espressivi di quell'affascinante misticismo ebraico che ha permeato la cultura della città gonzaghesca. L'iniziativa di New York, rappresenta la terza tappa di un percorso che ha preso l'avvio dal Centrum Judaicum di Berlino nel novembre del 2000 e ha poi raggiunto il Palazzo della Ragione di Mantova nel settembre 2001. Il successo dell'esposizione berlinese e di quella mantovana hanno dimostrato come la valorizzazione del patrimonio librario ebraico contribuisca in maniera significativa alla rinascita di un interesse per la cultura giudaica a livello internazionale. Attualmente, Mantova annovera quella che è senza dubbio la più ampia documentazione disponibile in Italia, e tra le più ricche del mondo, di testi cabbalistici, sia a stampa sia manoscritti, la plurisecolare collezione della comunità ebraica mantovana, che sin dall'inizio degli anni Trenta viene conservata in una sezione speciale della locale biblioteca comunale. La mostra "Mantova e la qabbalah", promossa dal Comune di Mantova, Provincia, Regione Lombardia, e curata da Giulio Busi, professore di ebraismo alla Freie Universitat di Berlino, mette in evidenza il ruolo fondamentale che Mantova ebbe nella diffusione della tradizione mistica ebraica e porta alla luce i particolari aspetti innovativi della scuola cabbalistica mantovana, caratterizzata da un marcato enciclopedismo e da una spiccata attitudine a trasporre le intuizioni mistiche in immagini A New York l'esposizione si articolerà in due spazi di grande prestigio: la Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University, che è ormai punto di riferimento essenziale per la diffusione della cultura italiana oltreoceano, e il Center for Jewish History, struttura di recente istituzione su cui convergono le ricerche giudaistiche più avanzate. La sezione della mostra presso la Casa Italiana sviluppa il tema della qabbalah visiva - forse l'elemento di maggiore originalità della scuola mantovana - attraverso una scelta di manoscritti mistici arricchiti da diagrammi e disegni di grande suggestione formale. Al Center for Jewish History sono invece esposti alcuni dei rari e pregiati libri cabbalistici a stampa che uscirono dai torchi cittadini durante il Cinquecento. Accanto al Sefer ha-Zohar (Il libro dello splendore) - capolavoro della qabbalah sefardita - sono esposti anche alcuni testi fondamentali della mistica ebraica, quali il Sefer yetzirah (Il libro della formazione) e il Sefer shaare orah (Il libro delle porte della luce) di Yosef Giqatilla. Un ciclo di conferenze e di incontri faranno da cornice all'evento. Nel catalogo che accompagna l'esposizione (Skira, Milano 2001), Giulio Busi chiarisce innanzitutto il processo di scambio culturale che avvenne tra la corte dei Gonzaga e l'élite giudaica, sottolineando l'interesse per il giudaismo di Isabella d'Este e dell'umanista Paride da Ceresara, nonché l'affascinazione del Mantegna per la scrittura ebraica. Busi ricostruisce inoltre, per la prima volta in maniera esaustiva, le vicende della qabbalah a Mantova, presentando un profilo dei principali mistici che furono in vario modo attivi in città e offrendo un quadro chiaro della grande stagione cinquecentesca della tipografia cabbalistica mantovana. Nella seconda parte del volume vengono analizzati i vari aspetti della qabbalah visiva, con un commento dettagliato alle immagini dei manoscritti presenti in mostra. La straordinaria ricchezza formale dei disegni e dei diagrammi mistici mantovani consente di apprezzare il carattere sperimentale e la modernità di un pensiero che riuscì a dar voce anche ai pensieri più astratti, grazie alla mediazione tra un'estrema rarefazione del discorso e la sua traduzione grafica in diagrammi, disegni e proiezioni alfabetiche. "Grazie alla Comunità ebraica e al professor Giulio Busi - ha osservato il sindaco Gianfranco Burchiellaro - Mantova riesce per la prima volta a presentare una parte importante della sua storia, della sua identità e il suo legame indissolubile con la Comunità ebraica. I legami profondi tra diversità hanno saputo convivere e arricchirsi nei secoli offrendo una riflessione alla città di New York così profondamente colpita dai fatti drammatici dell'11 settembre 2001. La nostra rappresenta anche l'occasione per presentare Mantova e la mostra sulle collezioni dei Gonzaga prevista per l'autunno, uno degli eventi culturali di maggior richiamo su scala nazionale e internazionale". Per informazioni: Assessorato Cultura Comune di Mantova, telefono 0376 338645 

OGGETTO: MOSTRA: "VIAGGIO NEL GIARDINO MAGICO" OPERE DI ALBERTO SALVATI 12 APRILE/10 MAGGIO 
Milano, 28 febbraio 2002 - La galleria Spazio Montenero inaugura venerdì 12 aprile alle ore 18 la mostra "Viaggio nel giardino magico" (un architetto diventa "archeologo" del perduto linguaggio dell’infanzia). Saranno presentati settanta dipinti tra i più significativi realizzati dal 1997 ad oggi dall’architetto Alberto Salvati, nell’ambito degli Eventi Fuori Salone che si terranno a Milano in concomitanza con il Salone del Mobile 2002. Completerà la rassegna una serie di mobili ed oggetti di design ispirati ai soggetti e alle forme riprodotte nelle opere pittoriche, progettati da Alberto Salvati insieme agli architetti Massimo Pedrazzini e Claudia Gobbi e realizzati da Atelier ZAV. Durante la manifestazione verrà proiettato un film e presentata la monografia: "Alberto Salvati: Viaggio nel giardino magico". Il video, prodotto dal "Dodecaedro di Leonardo", con testo e regia di Riccardo Barletta dal titolo: "Intervista ad Alberto Salvati, Mazzon e la Scuola Mazzon, la sintassi infantile" ed il volume monografico edito da Eupalino e curato da Riccardo Barletta, ripercorrono il complesso iter della ricerca artistica di Alberto Salvati nata da un’attenta analisi del linguaggio grafico infantile. Per la prima volta il bambino entra stabilmente sulla scena degli adulti con il suo sentire e la sua fantasia. Attraverso l’invenzione del "Frottage poetico cromatico": una personale procedura creativa elaborata da Alberto Salvati, rivive nell’area dell’Arte Moderna e del design il mondo grafico dell’infanzia. Questa complessa operazione di frottage porta al recupero emotivo del reperto infantile e produce un coagulo tra due menti agli antipodi (quella dell’adulto e quella del bambino) attraverso una osmosi poetica indotta dal colore. Il Magico giardino dell’infanzia, che esercita nell’artista un immenso fascino, trova le sue radici nella Scuola Mazzon creata nel secondo dopoguerra da Galliano Mazzon, secondo cui era possibile produrre un elevato potenziamento della creatività tra gli adolescenti della scuola media stimolandoli a coltivare i mezzi più adatti alla manifestazione concreta dell’immaginario interiore. La mostra si articola in base alle diverse tappe della tecnica utilizzata da Salvati per la produzione dell’opera in cui il disegno "elementare" prodotto dal bambino viene rielaborato in un’esperienza di dinamismo tattile- cromatico. Spazio Montenero - Viale Monte Nero 60-20135 Milano Tel 02/5462994 fax 02/5511053 

SPAZIO MONTENERO PRESENTA MARCO LODOLA "AL PRIMO BALLO" 
Milano, 28 febbraio 2002 - La galleria Spazio Montenero presenta, dal 20 febbraio al 15 marzo 2002, in una suggestiva ambientazione - giocata sul contrasto luce -buio, "Al primo ballo", una serie di sculture al neon di Marco Lodola che celebra in questa occasione la sua centesima esposizione personale. Durante la serata dell'inaugurazione, mercoledì 20 febbraio, il pubblico potrà assistere ad una performance di danza ispirata ai motivi del video "Marco Lodola - Sinestesie" (a cura di Anna Agnelli). La danza come Mantra, liberazione, celebrazione della vita, sono concetti che prendono forma e sostanza in gran parte delle opere di Lodola, sia che si tratti di plastiche o di sculture al neon. Sarà infatti "la danza" il tema dell'esposizione, una rappresentazione del movimento armonioso trasportato sulla materia plastica, sulle forme ritraenti danzatori e danzatrici sulla scena del loro "primo ballo". Le immagini "rivivono" come nei musical degli anni 40 e 50, "animate" dai colori artificiali e dalle luci al neon. Plasticità enfatizzata dal colore, dalla luce che isola le forme e dà loro vita, in opposizione al buio, vuoto, "morto". La realtà del movimento non si esaurisce durante la performance poiché si ritrova nei soggetti delle sculture, nelle loro movenze che paiono colte da un fermo immagine. "Cerco di dare ai miei personaggi il massimo grado di anonimato, estraniandoli al punto tale da farli divenire sculture luminose anonime ed estranee..." (Marco Lodola). La mostra resterà aperta al pubblico fino al 15 marzo presso la galleria Spazio Montenero dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Sabato e domenica chiuso. 

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