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28 FEBBRAIO 2002
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I
RICERCATORI EUROPEI SVILUPPANO UNA NUOVA TECNICA PER LA DIAGNOSI DELLA
FEBBRE DI EBOLA
Bruxelles,
28 febbraio 2002 - Una tecnica più semplice per la diagnosi dell'infezione
da virus Ebola è stata sviluppata da ricercatori europei ed africani che
hanno collaborato ad un progetto di ricerca finanziato dall'Ue. Una nuova
epidemia di questa letale febbre emorragica, per la quale non si è ancora
scoperta una cura, affligge da alcuni mesi il Gabon (Africa occidentale). I
ricercatori hanno sviluppato e testato una nuova tecnica diagnostica che si
basa sul rilevamento di genomi virali nel sangue del paziente. Il nuovo test
semplificato offre lo stesso livello di sensibilità del test standard,
permettendo però di accertare molto più velocemente l'eventuale infezione
nei pazienti. L'obiettivo ultimo della cooperazione scientifica è quello di
giungere alla produzione di massa del test, dopo aver completato la fase di
valutazione. Il commissario europeo della Ricerca Philippe Busquin ha
dichiarato: "Questa scoperta dimostra la validità della cooperazione
internazionale e multidisciplinare tra i team di ricercatori africani ed
europei in un campo così vitale per la salute umana, nel quale gli effetti
superano le frontiere dei singoli paesi e perfino dei continenti. In
particolare, maggiori conoscenze, migliori strumenti di diagnosi precoce e
cure più efficaci di malattie quali la febbre di Ebola sono essenziali per
tutti". Il progetto, avviato nel 1998, è stato cofinanziato dalla
Commissione europea con una donazione di 500.000 euro nell'ambito della
priorità tematica "cooperazione internazionale" del quarto
programma quadro di ricerca (4PQ). L'iniziativa ha riunito ricercatori del
Centre de Recherche Mérieux-Pasteur di Lione (Francia), dei laboratori del
Centre International de Recherche Médicales de Franceville (Gabon), del
Marburg Institut für Virologie (Germania), del Rotterdam Instituut voor
Virologie (Paesi Bassi) e dell'Institut Pasteur de Dakar (Senegal). Il virus
Ebola, noto in Africa fin dal 1976, provoca una malattia virulenta e
fortemente contagiosa, con un tasso di mortalità che può raggiungere l'88
per cento dei pazienti colpiti. L'individuazione delle febbri emorragiche
tipo l'Ebola è complicata dall'assenza di sintomi specifici all'inizio
della malattia. L'ultima epidemia di Ebola in Gabon è iniziata alla fine
dell'anno scorso e fa seguito ad episodi precedenti nella stessa regione
negli anni 1994, 1995 e 1996. Nell'ultima epidemia si sono riscontrati fino
ad ora 42 casi accertati, di cui 34 fatali. Un portavoce di Busquin ha
dichiarato che la valutazione del nuovo test, utilizzato per l'attuale
epidemia di Ebola in Gabon, sarà completata entro la fine di marzo del
2002.
APPREZZAMENTO
DEL MINISTRO SIRCHIA PER OPERATO DEI NAS
Roma, 28 febbraio 2002 - In merito alle ispezioni dei Nas negli ospedali e
nelle case di cura private e accreditate su tutto il territorio nazionale,
il Ministro della Salute, Girolamo Sirchia, esprime vivo apprezzamento per
il lavoro e l'impegno costante dei Carabinieri a tutela della salute dei
cittadini. Gli illeciti più frequenti, come l'utilizzo di specialità
medicinali scadute di validità, le carenze igieniche nei locali destinati
alla manipolazione e alla cottura degli alimenti, l'inosservanza alla legge
sul divieto di fumo, dimostrano che la strada giusta da perseguire è
assicurare in tutte le strutture sanitarie un sistema di garanzia della
qualità, che preveda procedure standardizzate di controllo e formazione
programmata del personale. Vi è anche la conferma che occorre investire
sulla promozione di stili di vita corretti e continuare a tutelare i non
fumatori dal fumo passivo.
LA
COMMISSIONE EUROPEA PROPONE L'ATTUAZIONE A LIVELLO COMUNITARIO DEL
PROTOCOLLO DI CARTAGENA SULLA BIOSICUREZZA §
Bruxelles, 28 febbraio 2002 - Una regolamentazione sui movimenti
transfrontalieri degli organismi geneticamente modificati (Ogm) verrà
proposta dalla Commissione europea allo scopo di fissare, a livello
internazionale, misure di sicurezza per il loro trasferimento, trattamento e
uso. La proposta servirà ad integrare nella legislazione dell'Ue le
disposizioni del protocollo di Cartagena delle Nazioni Unite sulla sicurezza
biologica. L'Ue ha svolto un ruolo chiave nella risoluzione di detto
protocollo e sta preparando, in parallelo, una proposta di decisione del
Consiglio relativa alla conclusione del protocollo sulla biosicurezza, con
l'obiettivo di garantirne la ratifica da parte dell'Unione europea. La
proposta della Commissione, che rientra nel quadro giuridico dell'UE sulle
biotecnologie, prevede norme per l'attuazione delle disposizioni del
protocollo e integra la legislazione esistente dell'Ue in materia di
biotecnologie, soprattutto per quanto riguarda gli obblighi dell'esportatore
e la scambio di informazioni a livello internazionale. Essa non prevede
modifiche al quadro giuridico esistente in materia di Ogm, in quanto si è
dimostrato coerente con le disposizioni del protocollo. La proposta della
Commissione contiene tre elementi principali, tra cui l'obbligo di notifica
per l'esportazione di Ogm destinati alla deliberata emissione nell'ambiente
e l'introduzione di un obbligo all'informazione internazionale sulle
pratiche, sulla legislazione e sulle decisioni dell'UE in materia di Ogm.
Tale obbligo impone regole per l'identificazione degli Ogm destinati
all'esportazione, in linea con la proposta di etichettatura e
rintracciabilità degli organismi transgenici presentata dalla Commissione
europea. Il protocollo autorizza l'Unione europea, in qualità di
importatore di Ogm, ad avvalersi della legislazione comunitaria esistente
nella misura in cui si dimostri coerente con i requisiti del protocollo
stesso. L'unica eccezione è costituita dai movimenti transfrontalieri di
Ogm, a cui si applicano le norme del protocollo relative all'informazione.
Il protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, adottato nel gennaio 2000,
rappresenta un accordo supplementare della Convenzione delle Nazioni Unite
sulla diversità biologica. Il documento punta a garantire il trasferimento,
il trattamento e l'uso sicuro degli Ogm, considerando in particolare la
tutela della diversità biologica e della salute umana. Esso stabilisce una
procedura volta a garantire che i paesi ricevano tutti i dati necessari per
prendere decisioni informate prima di autorizzare l'importazione di Ogm nel
loro territorio. Il protocollo è particolarmente utile per i paesi in via
di sviluppo, perché consente loro di decidere quali colture geneticamente
modificate intendono importare. Il protocollo è stato firmato da 107 parti
e finora ratificato da 11. Occorrono almeno 50 ratifiche perché il
documento entri in vigore.
BIOTECNOLOGIE,
FORMIGONI INSEDIA IL CONSIGLIO SCIENTIFICO
Milano, 28 febbraio 2002 - Martedì 26 febbraio il presidente della Regione
Lombardia, Roberto Formigoni, ha insediato il Consiglio scientifico per le
biotecnologie in agricoltura,. Alla seduta pubblica di insediamento hanno
partecipato la vice presidente della Giunta e assessore regionale
all'Agricoltura, Viviana Beccalossi e l'assessore alla Sanità, Carlo
Borsani. Presidente dl Consiglio scientifico e' il prof. Francesco Salamini
del Max Plance Institute di Colonia. L'organismo, creato in collaborazione
con la facoltà di Agraria dell'Universita' degli studi di Milano, svolgera'
un ruolo consultivo ed informativo nella definizione e nell'attivazione di
politiche regionali di promozione e sostegno allo sviluppo delle
biotecnologie e alle loro applicazioni, uno sviluppo sostenibile ed eco
compatibile, in ambito agricolo ed agro alimentare.
CONGRESSO
NAZIONALE PSICOLOGIA DI COMUNITÀ
Torino, 28 febbraio 2002 - Venerdì 1 marzo, alle ore 9.00, nell'Aula Magna
del Rettorato (Via Verdi 8 - Via Po 17), avrà luogo il Congresso Nazionale
di Psicologia di Comunità organizzato dal Dipartimento di Psicologia
dell'Università di Torino e dalla Società Italiana di Psicologia di
Comunità (S.I.P.CO.). Hanno già confermato la loro partecipazione al
congresso più di 200 studiosi e ricercatori italiani e stranieri che
saranno presenti a Torino con relazioni e comunicazioni. Apriranno i lavori,
il Prof. Rinaldo Bertolino, Rettore dell'Università di Torino, il Prof.
Piero Amerio, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Presidente della
Società Italiana di Psicologia di Comunità. Il Congresso continuerà
sabato 2 marzo nello stesso luogo e ed in altri locali del Dipartimento di
Psicologia secondo il programma. La Psicologia di Comunità è un'area di
ricerca e di intervento sui problemi umani e sociali che si rivolge in modo
particolare all'interfaccia tra la sfera personale e quella collettiva, tra
la sfera psicologica e quella sociale. Si occupa pertanto di problemi
relativi alla promozione del benessere, alla tutela della salute fisica e
mentale, alla formazione di operatori in vari campi del lavoro sociale,
nonché di problematiche di più ampio respiro che insorgono nella vita
collettiva, quali quelle della sicurezza personale e sociale,
dell'educazione, dell'occupazione e della disoccupazione, dell'orientamento
scolastico e professionale. La nozione di comunità vale a specificare il
senso di questa articolazione nella misura in cui sottolinea il valore della
relazione umana nell'ambito di una società democratica attenta alla dignità
ed all'identità dell'individuo, ai principi della solidarietà, alla
valorizzazione delle differenze ed alla tutela dei più deboli. Il Congresso
si articola in quattro temi fondamentali che saranno affrontati da note
personalità italiane e straniere, tra cui il Sindaco della Città di Torino
Sergio Chiamparino: - la comunità nei processi di globalizzazione (Donata
Francescato, Bianca Gelli, Gian Enrico Rusconi, Stefano Zamagni); - città e
cittadinanze (Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino; Gabriel Moser, Sandra
Schruijer); - la qualità della vita (Elvezio Pirfo, Wolfang Stark, Bruna
Zani); - la sicurezza come problema personale e collettivo (Piero Amerio,
Franco Di Maria, Augusto Palmonari, Eugenia Scabini). Sono inoltre
presentate centocinquanta comunicazioni relative alla ricerca ed al lavoro
di comunità nei seguenti settori: Sicurezza e analisi del territorio;
Prevenzione e tutela della salute; Dinamiche familiari e tutela della
famiglia; mondo giovanile e scolastico; Media; Vita urbana e politiche
sociali. Programma delle giornate: http://www.aipass.org/Programma%20Congresso%20SIPCO.doc
Per informazioni
Dipartimento di Psicologia Tel. 011 670 2060
CLARKS
APRE A VERONA: UN LUOGO STORICO PER UN MARCHIO LEGGENDARIO
Milano, 28 febbraio 2002 - Clarks sceglie il centro storico di Verona per
inaugurare il secondo punto vendita monomarca in Italia Clarks, l'azienda
inglese leader nel settore della produzione, distribuzione e vendita di
calzature, inaugurerà il 28 febbraio a Verona il suo secondo punto vendita
monomarca italiano, potenziando così ulteriormente la propria rete
distributiva secondo il progetto di rinnovamento del retail system voluto
dalla Casa Madre. Dopo l'apertura del primo negozio monomarca a Padova lo
scorso settembre, Clarks inaugura ora un nuovo punto vendita in uno delle
piazze più suggestive e frequentate di Verona, Piazza delle Erbe. Il
negozio di Verona, situato al numero 36 di Piazza delle Erbe, nella
splendida cornice di un palazzo duecentesco, si articola su una superficie
di circa 50 metri quadrati e presenta - tra i primi al mondo - il nuovo
sistema espositivo CRS (Clarks Retail System), progettato espressamente da
Clarks per i propri clienti, al fine di rendere più omogenea l'esposizione
delle due linee Clarks e Clarks Originals. Le vetrine tematiche, che si
affacciano sul celebre Corso S. Anastasia, sede di stimati antiquari, e sul
vicino Corso di Porta Borsari, con i suoi monomarca prestigiosi, sono
ispirate alla nuova campagna pubblicitaria 'Portraits by Clarks Shoes' e
rispecchiano la filosofia di un marchio storico al passo coi tempi.
L'Azienda, fondata nel 1825 dai due fratelli Cyrus e James Clarks, ha
registrato nel 1999 un fatturato di 832 milioni di sterline (circa 1,417 Mld
€) mentre il fatturato del 2000 ammonta a 876 milioni di sterline (circa
1,492 Mld €). Distribuito in 150 Paesi in tutto il mondo, Clarks è
presente nel mercato italiano da oltre 30 anni; dal 1993 è distribuito
dalla Asak & Co., con sede proprio nel veronese. Parteciperanno
all'inaugurazione del negozio, oltre ai titolari del negozio e di Asak,
distributore del marchio, i responsabili commerciali e i due responsabili
vendite della casa madre: Michael Linskey, International Sales Director, e
Phil Townshend, Area Manager South Europe.
CASA
BERLONI, L'ARREDAMENTO COMPLETO IN FRANCHISING: L'ULTIMA SFIDA NEL PROCESSO
DI VERTICALIZZAZIONE DEL GRUPPO BERLONI
Milano, 28 febbraio 2002 - Il Gruppo Berloni, il gruppo industriale leader
nel mercato delle cucine, presenta ufficialmente Casa Berloni, il concept
dedicato all'arredo di tutta la casa (cucine, giorno, notte, imbottiti,
complementi) e l'ultima novità in Italia in fatto di catene distributive
organizzate nel settore dei mobili. Con questa nuova iniziativa, Berloni
completa così un processo di diversificazione e di verticalizzazione che,
in oltre quarant'anni di operatività, da una parte l'ha portato dalla
costruzione di cucine componibili all'integrazione di molte altre attività
che, relativamente al settore dei mobili, ha riguardato realtà produttive
di arredamento per la casa e l'ufficio. Dall'altra, la presenza (attraverso
Pdv esclusivisti) in Paesi esteri, dove il concetto di negozio monomarca è
già diffuso, ha condotto il Gruppo a sviluppare un know-how significativo
nell'ambito della commercializzazione delle proprie linee. La sintesi di
queste due esperienze, supportata dal successo che le distribuzioni
organizzate hanno riscosso in Italia nel mercato del mobile, ha generato
Casa Berloni, uno spazio di vendita dove, concretizzandosi lo scambio tra
logica industriale e ed esigenze del consumatore finale, sono rappresentate
e commercializzate le soluzioni abitative proposte dallo Stile Berloni.
L'offerta di Casa Berloni copre tutte le esigenze di arredo per la casa:
cucine componibili, letti/armadi e gruppi per la zona notte, camerette per
bambini e ragazzi, librerie e contenitori per la zona giorno, salotti,
imbottiti e complementi in genere. Le cucine componibili ed i salotti hanno
una varietà di scelta che spazia dal classico al design, le altre linee
sono principalmente focalizzate sul gusto moderno. La produzione di mobili
è interamente realizzata da Berloni S.p.A., mentre le linee di complementi
(tavoli, sedie, tavolini, tessile per la casa, oggettistica, reti/materassi,
lampade, tappeti, ecc.) sono, in esclusiva, o realizzate da aziende terze o
d'importazione. Casa Berloni vuole imporsi però anche come franchising
specializzato nell'arredo completo della casa, ovvero un format replicabile
in quelle aree in cui Berloni non ha rivenditori esclusivisti, ma che
evidenziano un tasso di assorbimento del prodotto molto positivo. Il primo
Casa Berloni "pilota" è stato inaugurato lo scorso luglio a
Pesaro a verifica della validità della formula. I risultati raggiunti nella
fase test hanno avvallato il piano di sviluppo della catena che prevede 32
aperture nel prossimo triennio: le prime sei entro quest'anno, le 12
successive nel 2003 e le altre 14 nel 2004. Con il franchising Casa Berloni,
il gruppo pesarese conta di aggiungere, entro tre anni, 25 milioni di euro
al proprio fatturato consolidato che, nel 2001, ha chiuso con 131 milioni di
euro (+19% rispetto al 2000).
CITROËN
C8 LA NUOVA GENERAZIONE DELLE MONOVOLUME DI ALTA GAMMA
Milano, 28 febbraio 2002 - Citroën presenta, in prima mondiale al salone di
Ginevra, la nuova monovolume di alta gamma Citroën C8. Inserita da diversi
anni in una dinamica di successo, Citroën continua a rinnovare la gamma e a
consolidarne l'immagine innovativa e moderna. Dopo il lancio riuscito di
Xsara Picasso, Citroën C8 rinnova l'alta gamma della famiglia delle
monovolume, offrendo così una serie completa e giovane. Con C8, Citroën
risponde largamente alle aspettative della clientela, sviluppando i valori
fondamentali delle monovolume basati sull'abitabilità, gli arredi interni e
la modularità. Oltre a questi valori, C8 inaugura una nuova generazione di
monovolume di alta gamma che rompe con l'attuale tradizione stilistica sia
per le linee esterne, sia per le soluzioni interne. Lo stile è stato uno
degli assi prioritari nello sviluppo di C8. Si differenzia
inequivocabilmente rispetto ai principali concorrenti grazie alle linee
decisamente moderne e dinamiche che ne sottolineano l'appartenenza alla
Marca nella sua dimensione creativa. Inoltre, C8 esplicita perfettamente lo
spirito di rinnovamento che anima la gamma Citroën, mantenendo al contempo
un aspetto statutario e di alta gamma. Lo stile interno, inedito, riprende
la modernità dello stile esterno e rafforza la sensazione di spazio e di
luminosità. Il cruscotto si distingue per le linee pure e presenta una
parte superiore assolutamente innovativa a forma di arco, all'interno della
quale troviamo la strumentazione centrale a tre quadranti, dal design
inedito. Questa architettura crea un vero " pozzo di luce " tra la
parte superiore e quella inferiore del cruscotto, fonte di un'eccezionale
luminosità naturale. L'immenso parabrezza di 2 m² offre una sensazione di
leggerezza e di apertura sull'esterno, mentre i sedili, i rivestimenti
interni e i materiali usati comunicano modernità e benessere. C8 dispone di
tre versioni interne originali e luminose che propongono ai clienti
tipologie e atmosfere radicalmente diverse le une dalle altre, sia per i
materiali usati, sia per i colori. C8 è stata pensata in modo da essere un
reale spazio di vita dove la qualità del viaggio eccelle in tutti i campi,
dall'accessibilità fino al volume del bagagliaio, passando per la modularità.
L'apertura elettrica delle porte laterali scorrevoli offre la massima
accessibilità, comoda in qualsiasi circostanza grazie ai comandi
saggiamente disposti. Le dimensioni interne sono aumentate rispetto a
Evasion, in particolare la lunghezza abitabile, l'altezza dal tetto e il
volume del bagagliaio. Le molteplici configurazioni, fino a 8 posti, e la
modularità esemplare, soddisfano tutte le aspettative dei passeggeri. Per
esempio, tutti i sedili posteriori scorrono per 5 cm e presentano un sistema
di ancoraggio istantaneo e brevettato Quickfix, assolutamente innovativo,
che permette di gestire i sedili rapidamente e con semplicità. Quasi 60
vani portaoggetti, astuti e accessibili, sono ugualmente a disposizione di
tutti i passeggeri. C8 ha tutte le qualità richieste per soddisfare appieno
le necessità di tutti i passeggeri, rispettando i desideri di ognuno. La
climatizzazione automatica modulare permette di suddividere l'abitacolo in
quattro spazi climatici : a ognuno il giusto comfort per meglio viaggiare
insieme. Infine, C8 presenta un'architetttura elettrica multiplexata simile
a C5, con numerose prestazioni di comfort e di sicurezza per i passeggeri:
la funzione aerazione, con l'apertura dei finestrini tramite telecomando, i
retrovisori esterni che si ripiegano automaticamente alla chiusura del
veicolo, l'interruzione automatica delle funzioni di consumo (radio,
luci...) dopo 30 minuti di utilizzo a contatto interrotto, ecc. Alcune di
queste funzioni possono essere attivate su richiesta del cliente. La
posizione di guida perfettamente adattabile, il comportamento stradale
esemplare e le motorizzazioni potenti, offrono un eccellente piacere di
guida. Citroën C8 è dotata di una gamma completa di motorizzazioni benzina
e Diesel. Tre motori compongono la gamma benzina, con potenze che vanno da
100 Kw Cee (138 Cv/Din) a 150 Kw Cee (208 Cv/Din), tra i quali troviamo un
motore 2,2 litri di 116 Kw Cee (160 Cv/Din) inedito per la gamme Citroën.
Tutti anticipano la futura norma Euro 4 applicabile dal 1° gennaio 2005. La
gamma Diesel è articolata su due motori HDi a iniezione diretta Common Rail,
4 cilindri, 16 valvole da 79 Kw Cee (109 Cv/Din) e 94 Kw Cee (130 Cv/Din).
Questi motori sono ormai un riferimento nella loro categoria, con un
eccellente piacere di guida e una forte riduzione dei consumi. Oltre alle
loro qualità intrinseche, rappresentano un progresso fondamentale in
materia di protezione ambientale, dotati della tecnologia, unica oggi, del
filtro contro il particolato. Il cambio automatico autoadattativo a comando
sequenziale sarà disponibile sulla versione 2.0i 16V. La motorizzazione V6
monterà un cambio simile di serie. La sicurezza è il risultato di una
progettazione globale che passa dal benessere a bordo, da eccellenti qualità
dinamiche e una resistenza agli urti che soddisfi i criteri più severi. Il
nuovo collegamento al suolo, insieme agli equipaggiamenti proposti di serie,
quali, l'ABS con ripartitore elettronico della frenata l'aiuto alla frenata
di emergenza, garantiscono a C8 eccellenti qualità dinamiche. L'Esp, l'Asr,
il sistema che segnala l'eventuale calo di pressione dei pneumatici,
l'ausilio elettronico al parcheggio, l'accensione automatica delle luci, i
fari allo Xenon, completano la panoplia di equipaggiamenti disponibili. C8
integra un dispositivo completo di protezione contro tutti i tipi di furti
(struttura rinforzata, sei airbag, dei quali due a tendina che proteggono i
passeggeri di tre file, parafanghi anteriori in materiale composito...). C8
offre anche numerose prestazioni per la sicurezza dei bambini: una sicurezza
a comando elettrico, azionabile dal conducente, rende inattivi i comandi
delle porte laterali scorrevoli, dei vetri elettrici e dei tetti apribili
posteriori; la funzione antipizzicamento sulle porte laterali scorrevoli
elettriche, sui vetri e sui tetti apribili (durante lo scorrimento) elimina
i rischi di incidenti; i comandi elettrici delle porte laterali motorizzate
sono automaticamente inibiti durante la marcia, con velocità superiore ai 5
km/h ; uno specchietto pieghevole permette ai passeggeri davanti di
controllare i bambini senza doversi girare o modificare la regolazione del
retrovisore interno.
DAEWOO
PRESENTA UN INNOVATIVO MOTORE SEI CILINDRI IN LINEA TRASVERSALE
Milano, 28 febbraio 2002 - Daewoo Motor ha sviluppato con successo un nuovo
propulsore denominato XK-6. Si tratta di un motore a 6 cilindri in linea, 24
valvole, da 2 e 2.5 litri con caratteristiche innovative. L'unità è stata
sviluppata per l'installazione anteriore trasversale, risultato reso
possibile dall'estrema compattezza del propulsore, addirittura più corto di
alcuni 4 cilindri di pari cilindrata. A questa caratteristica, ed alla
raffinatezza della distribuzione bialbero, l'Xk-6 associa una costruzione
modernissima che fa uso di lega leggera per monoblocco, testa e per il
rivestimento delle canne dei cilindri. Affidabilità, silenziosità e
riduzione delle emissioni sono altre delle qualità ricercate con attenzione
per il progetto Xk-6. Questo propulsore sarà montato inizialmente sulla
Daewoo V-222 per il mercato coreano e successivamente il suo utilizzo si
estenderà ad altri Paesi e ad altre vetture in gamma, anche in cilindrate
diverse. L'Xk-6 è attualmente l'unico propulsore 6 cilindri in linea a
disposizione anteriore trasversale utilizzato per la produzione di serie.
Questo tipo di soluzione garantisce notevoli vantaggi rispetto alle altre
varianti per il frazionamento a 6 cilindri (in linea in posizione
longitudinale, a "V" in posizione trasversale, a "V" o a
cilindri contrapposti "boxer" in posizione longitudinale). La
disposizione anteriore trasversale del nuovo motore Daewoo offre
innanzitutto dei vantaggi in termini di sfruttamento degli spazi nei
confronti dei propulsori a "V" di 60° che caratterizzano i 6
cilindri montati trasversalmente e che comportano un ingombro notevole tanto
in lunghezza quanto in larghezza costringendo i progettisti a prevedere
maggior spazio nel vano motore. Anche i 4 cilindri in linea più compatti
presentano ingombri importanti se confrontati all'Xk-6. Altri costruttori
hanno ridotto l'ingombro del sei cilindri realizzando una "V"
molto stretta che presenta una maggiore complicazione costruttiva e minori
doti di rotondità di funzionamento. Da quest'ultimo punto di vista, la
disposizione trasversale dell'Xk-6 offre vantaggi sia rispetto ai diffusi V6
di 60° sia, e in maniera ancora più marcata, rispetto ai più economici V6
di 90°. La compattezza dell'Xk-6 consente un miglior sfruttamento del
volume interno del vano motore in senso longitudinale e, conseguentemente,
dell'abitabilità per i passeggeri: a parità di lunghezza esterna lo spazio
per le gambe degli occupanti è notevolmente aumentato rispetto alle vetture
a trazione anteriore che montano motore e cambio trasversale in linea con il
propulsore. Il ridotto ingombro del motore lascia molto più spazio alla
struttura deformabile anteriore ottenendo vantaggi in termini di sicurezza
passiva e riducendo le possibilità di penetrazione dell'unità all'interno
dell'abitacolo nelle collisioni più violente. Questi vantaggi, tipici delle
unità a 4 cilindri, vanno in parte perduti nelle unità più frazionate
tranne che nel caso dell'Xk-6. L'XK-6 Daewoo è eccezionalmente corto: 642
mm di lunghezza totale. Un risultato favorito dal ridotto spazio tra le
canne cilindri (6 mm) e dall'adozione di una catena di distribuzione da 12
mm. L'ingombro in larghezza (in lunghezza rispetto al senso di marcia del
veicolo) è contenuto grazie al ridotto angolo tra le valvole, quattro per
cilindro, comandate da due alberi a camme in testa. Il nuovo motore è
interamente in lega di alluminio con canne rivestite in Silitec. Questo
materiale è a sua volta una lega di alluminio e silicio ed offre
caratteristiche di rilievo quali leggerezza, rigidezza, durezza della
superficie garantendo una lunga durata al propulsore, elevata conducibilità
termica e riduzione degli attriti e quindi dei consumi. La leggerezza
dell'unità è favorita anche dalla coppa dell'olio realizzata in lega
leggera e dal collettore di aspirazione in materiale plastico (pesa solo 1
kg), soluzione che permette di realizzare forme ottimali dei condotti. Il
contenimento delle emissioni è migliorato dalle canne cilindri rivestite in
Silitec, soluzione che permette un rapido riscaldamento della superficie
interna dei cilindri a vantaggio anche dei consumi a motore freddo. Breve
anche la fase di riscaldamento del catalizzatore a tre vie grazie al suo
posizionamento molto vicino al propulsore. Sempre per contenere inquinamento
e consumi anche a motore caldo, è stato ridotto il più possibile il volume
"morto" tra la parte laterale del pistone (il mantello) e la prima
fascia elastica, dove inevitabilmente rimane una piccola quantità di
carburante incombusto. Il motore soddisfa le severe norme Euro 4 ed Euro 5
nonché le nord americane Ulev relative alle emissioni inquinanti. Gli
intervalli di manutenzione programmata dell'XK-6 sono stati opportunamente
allungati a conferma delle ottime doti del nuovo propulsore. Per esempio la
sostituzione delle candele, del tipo con tre elettrodi esterni, è prevista
a 60 mila km mentre nessun intervento è previsto per la catena di
distribuzione di tipo "for life".
GRANDE
SUCCESSO DEL ROAD SHOW INTERCONTINENTALE PER LA PROMOZIONE DI CIBUS RIPETUTO
ANCHE A SYDNEY E MELBOURNE OGGI A PRAGA LA PRIMA DELLE TRE TAPPE NELL'EUROPA
DELL'EST
Milano 28 febbraio 2002 - La terza tappa il road show intercontinentale di
presentazione dell'edizione 2002 di Cibus, la più grande e completa vetrina
del food europeo di qualità, dopo Giappone e Russia, per la prima volta
nella storia delle iniziative promozionali dell'Ente Fiere, è arrivata in
Australia. Gli appuntamenti, organizzati con la preziosa collaborazione
degli uffici locali dell'Ice, l'Istituto Nazionale per il Commercio con
l'Estero, sono stati due: il primo a Sidney e il secondo a Melbourne. Sono
intervenuti rappresentanti delle autorità locali, Presidenti della Camere
di Commercio di Sydney, Melbourne, Adelaide e Brisbane, esponenti del
business italiano in Australia, managers delle catene di grande
distribuzione alimentare, tra cui quelli dei famosi "big players"
del mercato australiano David Jones e Woolworths, importatori e
distributori, albergatori e ristoratori, giornalisti della stampa
specializzata. La scelta dell'Australia come una delle mete della missione
promozionale delle Fiere di Parma è stata dettata anzitutto dalla posizione
attuale del Paese negli interscambi economici con l'Italia. Nonostante il
basso numero degli abitanti ("solo" 18,5 milioni sul territorio di
7.692.030 kmq) il peso specifico dell'Australia nell'economia dell'export
italiano è alto, superiore a quello dell'Argentina e di poco inferiore a
quello di Cina e Russia. La crescita delle esportazioni è stabile: da 1.201
mlrd di lire nel 1992 a 3.292 nel 1999 e con la tendenza al continuo
incremento. Per quanto riguarda il settore agro-alimentare, le opportunità
- proprio come è stato possibile verificare nel corso della doppia
presentazione dell'edizione 2002 di Cibus - sono molteplici. Negli ultimi
anni si è registrato il costante trend del cambiamento delle preferenze
alimentari verso una dieta del tipo mediterraneo. Nel 2000-2001 l'Australia
ha importato dall'Italia circa ¤ 10.800.000 di prodotti caseari, ¤ 14
.800.000 di derivati dei cereali, 20.600.000 di conserve vegetali, ¤
25.300.000 di olio, 17.103.000 di bevande alcoliche. Le ultime tre tappe del
roadshow di Cibus (che si svolgerà dal 9 al 13 maggio) toccheranno tre
Paesi dell'Europa dell'Est: Repubblica Ceca, Ungheria e Romania. Il primo
dei tre appuntamenti, è fissato per oggi stesso, giovedì 28 febbraio a
Praga e vedrà tra gli invitati rappresentanti dei Ministeri, Associazioni
di categoria e Camere di Commercio, buyers della grande distribuzione,
importatori e grossisti alimentari, esponenti di alberghi e catering,
giornalisti della stampa specializzata e non, Tv. Nell'Europa
centro-orientale la Repubblica Ceca attualmente è uno dei Paesi più
promettenti per lo sviluppo di interscambi economici con l'Occidente e in
particolare con l'Italia. E' uno dei Paesi più avanzati dell'ex blocco
socialista, con il reddito pro capite vicino agli standard europei. Negli
anni '90, dopo la caduta del regime, la Repubblica Ceca ha saputo integrarsi
con i nuovi partner occidentali, è entrata a far parte della Nato e
attualmente è considerata fra i cosiddetti "front runners", i
Paesi che tra pochi anni potranno essere ammessi nell'Unione Europea.
L'economia Ceca presenta numerose attrattive per gli investitori stranieri,
grazie all'ottima qualità della manodopera, alla lunga esperienza
industriale, alla posizione strategicamente centrale in Europa, all'elevata
tradizione culturale. Le potenzialità di sviluppo di rapporti economici
Italo-Cechi sono tante. Nel settore agro-alimentare, poi, c'è ancora molto
da fare. Attualmente (secondo i dati statistici dell'Ice riferiti all'anno
2001) la quota delle importazioni dall'Italia dei prodotti alimentari
(escluse bevande) costituisce solo il 6,12% che corrisponde al volume
d'affari di 86.363 mila Usd. Due anni fa, nel 1999, i valori erano,
rispettivamente, 5,9% e 78,021 mila Usd. E' un po' più alta la percentuale
nelle importazioni delle bevande e la sua crescita: 7,45% (14.200 mila Usd)
nel 2001, paragonata al 4,60% (10.420 mila Usd).
GRANDE
SUCCESSO DI AFFLUENZA ALLA BIT 2002
Milano, 28 febbraio 2002 - Domenica 24 febbraio 2002 - Si è chiusa in Fiera
Milano la 22° edizione della Bit, che ha segnato il rilancio dell'industria
turistica internazionale, come ha sottolineato il presidente di Expocts
Adalberto Corsi che si è detto estremamente soddisfatto dei dati, al di
sopra delle aspettative iniziali. "La manifestazione - ha proseguito
Corsi - ha raggiunto e superato tutti i suoi obiettivi, e si pone sempre più
come uno strumento fondamentale per il comparto turistico. Osservatorio
privilegiato del settore, la Bit percepisce un rinnovato interesse, un
ritrovato ottimismo e una spinta propulsiva verso il futuro, mentre tra il
pubblico emerge come la voglia di viaggiare sia tornata". La Borsa
Internazionale del Turismo ha raggiunto nuovi traguardi quantitativi, con un
totale di 83.000 presenze di operatori professionali, che rappresenta una
crescita dell'8% rispetto alla passata edizione. Gli operatori esteri sono
il 15% del totale in rappresentanza di 142 Paesi. Un dato interessante è
che il 72% degli operatori professionali si è fermato in fiera due giorni,
a riprova del ruolo operativo della manifestazione. Il totale dei
visitatori, tra operatori professionali e viaggiatori, è di 123.800, con un
aumento rispetto alla precedente edizione del 10%. Questi dati confermano
l'accresciuto interesse nei confronti della manifestazione, come dimostrano
il volume di scambi degli operatori e la presenza di un pubblico maturo che
si identifica sempre più come un viaggiatore e non come un semplice
curioso. Il rilancio si è sostanziato attraverso presenze estere
importanti, come quella degli Stati Uniti che hanno occupato un intero
padiglione di 2000 mq, ma anche di una accresciuta partecipazione delle
regioni italiane e di 17 Paesi che per la prima volta hanno presenziato alla
Bit in qualità di espositori. Segni tangibili della ripresa sono anche il
ritrovato ottimismo degli operatori, che segnalano buone prenotazioni per i
prossimi mesi, e anche il riconoscimento da parte della Borsa di Piazza
Affari dove i principali titoli di operatori turistici hanno fatto
registrare significativi incrementi durante la settimana della
manifestazione. L'edizione 2002 si è svolta all'insegna della qualità, che
si è espressa anche attraverso importanti iniziative mirate: dai Master
Class di formazione su tecnologie, marketing e approcci innovativi al
mercato agli inediti "faccia a faccia" che hanno visto
confrontarsi i principali interpreti del mercato, a convegni e conferenze
tenuti da esponenti di associazioni internazionali. Momento chiave del
progetto qualità è stato il Forum Internazionale sul Sistema Turismo, con
la partecipazione di importanti guru dell'economia e delle tecnologie come
Jeremy Rifkin, Martin Brackenbury, Nick Pattie, Chris Tarry e Josè Antonio
Tazon. La formula, che ha registrato un grande consenso tra gli operatori di
tutto il mondo, è una base di partenza per il futuro, e sono già allo
studio ulteriori sviluppi per il 2003. La prossima edizione della Bit si
svolgerà dal 19 al 23 febbraio 2003.
EPOPEA
ARGENTINA AL TEATRO NAZIONALE
Milano, 28 febbraio 2002 - Un'orchestra dal vivo, 20 attori/cantanti in
scena immersi in un turbinio di proiezioni video dal sapore storico e
spettacolare, canzoni immortali come "Don't cry for me Argentina"
e il brano premio Oscar "You must love me": questi sono gli
elementi di sicuro richiamo per il grande musical in arrivo sul palcoscenico
del Teatro Nazionale. "Evita" ha già conosciuto il successo
cinematografico grazie soprattutto alle musiche geniali di Tim Rice e Andrew
Lloyd Webber che celebrano il fascino malinconico dell'Argentina. Queste
musiche tornano con orchestra dal vivo e sopratitoli in italiano nelle
interpretazioni di Olivia Cinquemani e Carl Anderson. La storia è nota: la
leggendaria vita di Eva Peron é narrata con ritmo serrato e sfarzo scenico
dall'ascesa alla fine della giovane e ambiziosa argentina che sposa il
colonnello Peron e conquista l'adorazione dei campesinos con sorprendenti
azioni di solidarietà sociale. Disprezzata come una ladra e arrivista da
alcuni, idolatrata come una santa da molti, Eva Peron muore precocemente
lasciando disperazione e un alone di mistero, anche perché il suo corpo
imbalsamato è stato nascosto in diversi cimiteri prima di tornare in
Argentina. Il musical sottolinea la crudeltà e la solitudine di una vita
insolita e il regista Piparo dà alla storia di Eva Peron un valore corale
attraverso quel gigantesco specchio collettivo che è l'umore del popolo.
"Evita" musical di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice Regia Massimo
Romeo Piparo, con Olivia Cinquemani e Carl Anderson Teatro Nazionale (tel.
02.48007700 ) dal 9 marzo al 29 marzo
MOSTRE:
"DIAMANTI ARTE STORIA SCIENZA" SCUDERIE DEL QUIRINALE DAL 1 MARZO
AL 30 GIUGNO 2002 UNA MOSTRA DA RECORD
Milano, 28 febbraio 2002 - Allestire una mostra sui diamanti viene ritenuta
una sfida impossibile. Eppure, è proprio quello che si è voluto fare a
Roma, alle Scuderie del Quirinale, con uno spiegamento eccezionale di misure
di sicurezza. Oltre 35 casseforti sono state adibite a vetrine e collocate
in un contesto della massima sicurezza, per accogliere i tesori straordinari
provenienti dai palazzi di re e maragià, usciti dal segreto delle camere di
sicurezza meglio custodite della terra. Tra i pezzi in esposizione, alcune
pietre celebri, in alcuni casi addirittura di 400 carati, ma anche parure
storiche, che coprono più di 1000 anni di storia della gioielleria.
Diamanti è dunque una mostra superlativa. E' soprattutto una mostra
originale, in cui il diamante brilla non solo per la sua luce, ma anche per
il suo ruolo in tutte le culture dell'umanità. Il grande spazio dato alla
pittura di corte ed alla ritrattistica consente una migliore comprensione
del ruolo del diamante come manifestazione di potere e di status sociale. I
capolavori di Botticelli, Tiziano, Rubens, Pourbus, Ingres, unitamente a
quelli dei moderni (De Chirico, Balla, Severini, Warhol), si mescolano ai
gioielli più preziosi, nell'allestimento dell'architetto Nathalie Grenon.
Alcune cifre: 35 casseforti, 280 rilevatori di vibrazioni e di movimento, 72
telecamere, 80 metri di vetrine antisfondamento, la sorveglianza di
Carabinieri e guardie giurate, 37 trasporti in furgone blindato... la
sicurezza è la grande sfida della mostra! 300 milioni di euro di valore: la
pietra più cara vale infatti 42 milioni di dollari, mentre una pietra che
pesa esattamente un grammo, il più grande diamante rosso del mondo, è
stimata 12 milioni di dollari! I quadri non sono certo da meno, con il
notevole valore dei capolavori di Botticelli, Tiziano, Ingres. La mostra
riunisce 160 tra diamanti e gioielli, provenienti da tutto il mondo e da 40
fonti diverse. La mostra Diamanti è quella che riunisce il maggior numero
di diamanti celebri della storia, dato che consente di scoprire: l'Occhio
dell'Idolo, un diamante incastonato al posto del 3° occhio nella testa di
una statua di Shiva, in India; l'Incomparabile, il 3° diamante tagliato per
dimensioni; il Cuore dell'Eternità, uno dei più bei diamanti azzurri del
mondo; il Grande Ashoka, uno dei diamanti del maragià di Hyderabad, che è
stato a lungo ritenuto uno degli uomini più ricchi del mondo; lo Specchio
del Paradiso, un diamante dimenticato, di provenienza indiana, ritrovato
miracolosamente per la mostra; il Power of Love, il più grande diamante
rosso del mondo; il De Beers Millennium Star: il diamante più perfetto che
ci sia; il Dawn of the Millennium: tra i grandi diamanti, è quello che ha
la forma più originale; l'Eureka, il primo diamante mai trovato sul
continente africano, purtroppo impuro; la Stella del Sudafrica, il primo
diamante puro trovato sul continente africano; il Mouna, il più bel
diamante giallo del mondo; l'Oppenheimer, il più bel cristallo grezzo; il
Dutoitspan, il più grande cristallo grezzo; l'Heart for Ever, il più
grande diamante tagliato a cuore; il Green Hope, il secondo diamante verde
per dimensioni; lo Spirit of de Grisogono, il più grande diamante nero del
mondo; il Marie Antoinette Pink, il diamante mitico di una regina morta
decapitata sulla ghigliottina; l'Excelsior, un magnifico diamante a pera
ricavato nel secondo diamante del mondo per dimensioni; il Mondera: il più
perfetto dei moderni tagli a pera; l'Occhio di Tigre, un diamante bruno che
affascina con i suoi riflessi colorati; il Royal Twin: il più bel diamante
naturale, ancora imprigionato nella sua roccia. Le parure sono eccezionali,
soprattutto quelle appartenute a re e regine: gruppo di gioielli della
corona del Portogallo, tra cui il Toson d'Oro, il più bel gioiello storico
attualmente conservato (palazzo di Ajuda, Portogallo); parure di diamanti
tagliati a "rosetta" appartenuta ai re di Sassonia e di Polonia
(museo della Volta Verde a Dresda); parure di gioielli appartenuti alla
Corona di Francia e realizzati per l'Imperatrice Eugenia (collezione
privata, New York); gioielli del castello di Rosenborg in Danimarca. Per la
prima volta viene esposto un gran numero di diamanti grezzi, appartenenti
alla Special Collection De Beers e ritrovati nelle miniere del Gruppo. Le
pietre in esposizione, qualche migliaio, consentono di apprezzare la
variabilità della forma dei cristalli, ma anche la naturale bellezza di
questa pietra prima del taglio. I cristalli in esposizione vanno da pochi
millimetri a 5 cm, un esempio è il Dutoitspan di propietà del Gruppo De
Beers, che con i suoi 616 carati è il più grande diamante grezzo del
mondo. 30 dipinti consentono la comprensione di uno degli aspetti meno noti
della ritrattistica e della pittura di corte: l'espressione del potere
tramite la qualità dei gioielli indossati dai modelli. Un dato
particolarmente interessante: prima dell'invenzione del taglio brillante
(1650 ca.), il diamante non è molto luminoso ed i pittori lo dipingono di
colore nero. Successivamente al 1650, i diamanti dei dipinti diventano
bianchi. Prima del taglio brillante, il diamante, non molto luminoso, viene
indossato per motivi simbolici. La mostra lo spiega molto bene, con alcuni
manoscritti e gioielli, per esempio recanti motivi cristici. Con la scoperta
del taglio brillante, il diamante viene indossato per la sua bellezza, per
la sua luminosità e soprattutto per la sua capacità di rifrangere la luce
con tutti i colori dell'arcobaleno. Alcuni aneddoti - La Stella del
Sudafrica, un diamante mitico (il primo diamante mai trovato in Africa,
insieme all'Eureka) è stato consegnato da un anonimo collezionista, in un
albergo, solo e unicamente sulla fiducia. Il Power of Love, il più grande
dei 5 diamanti rossi esistenti al mondo, è stato presentato pochi giorni
prima dell'inaugurazione, come se questa pietra aspettasse l'evento di Roma
per rivelarsi al pubblico. I diamanti viaggiano spesso e si spostano nel
corso della settimana per essere proposti a potenziali clienti. Una delle
pietre della mostra è stata seguita, nel giro di 10 giorni, da Ginevra a
New York, da Parigi a Gedda e infine a Londra, dove è stata
"intercettata" per poter essere consegnata a Roma! Un diamante che
doveva essere presentato a Roma è stato venduto una settimana prima
dell'inaugurazione! Il venditore, spiaciuto di non potere far fronte
all'impegno di prestare la pietra, ha tirato fuori dalla sua cassaforte il
famoso Mirror of Paradise, una pietra straordinaria mai esposta al pubblico,
tanto per farsi perdonare... I diamanti fantasia: La mostra di Roma sarà la
rassegna più completa che ci sia mai stata di diamanti fantasia. Molti non
sanno che i diamanti possono avere tutti i colori dell'arcobaleno. A Roma
verranno esposti più di un centinaio di diamanti a colori vivaci della
collezione Langerman, tra cui il più bel gruppo che ci sia di diamanti
verdi, il colore più raro, insieme al rosso. L'Heart of Eternity, tagliato
dal Gruppo Steinmetz - cliente della Diamond Trading Company - un diamante
fancy-blu intenso con taglio a cuore di circa 27 carati, mentre il Mouna è
il più bel diamante giallo esistente. Sembra quasi oro trasparente! Infine,
il Power of Love, con il suo rosso seducente, sebbene misuri solo un
centimetro, è il massimo della rarità. Il Gruppo Mouawad presenta l'Occhio
dell'Idolo, un diamante con il colore dell'acqua, con un diamante rosa da 15
carati. Un collezionista privato ha prestato l'Occhio di Tigre, un diamante
bruno dagli strani riflessi. De Grisogono presenta il Green Hope, ma
soprattutto i diamanti neri, che recentemente hanno fatto il loro ingresso
nel mondo della moda. I mostri di grandi dimensioni: 1 carato = 0,2 grammi!
Per avere un grammo di diamante ci vogliono 5 carati... I diamanti di grandi
dimensioni sono quelli a partire da 1 o 2 carati... Inutile dire che se si
supera la soglia simbolica dei 100 carati, ci si trova di fronte a mostri di
grandi dimensioni (e di grande bellezza). La mostra presenta la rassegna più
completa mai proposta di diamanti di più di 100 carati: il Dutoitspan o
SixOneSix Diamond, il più grande cristallo di diamante noto, lasciato al
grezzo (616 carati); l'Incomparabile, diamante color cognac da 407 carati,
il 3° diamante tagliato al mondo per dimensioni (Premier Gem Corp, New
York); il De Beers Millennium Star, 203 carati, uno dei più bei diamanti al
mondo per purezza e per "assenza" di colori (da maggio in poi); il
Mouna (116 carati), il Dawn of the Millennium (102 carati) della maison Taché
di Anversa; l'Heart for Ever (101 carati), un cuore magnifico per purezza,
presentato dalla maison E. Schreiber di New York. Una pioggia di diamanti:
L'oggetto più "coperto di diamanti" è la tiara di papa Gregorio
XI, con incastonati 17000 piccoli brillanti! Nel genere "molto
brillante", ci sono tutti gli ornamenti dei re del Portogallo, tra cui
il Toson d'Oro, ornato di 200 diamanti (tutt'altro che piccoli). La
montatura dei gioielli dei re di Sassonia e di Polonia reca sul retro il
peso di ogni pietra, per consentire di sapere, in ogni momento, l'ammontare
dei diamanti di proprietà reale... Il gioiello più antico è un anello
romano di diamanti (II secolo), seguito da due anelli di diamanti di
provenienza vietnamita (VI secolo). L'anello di fidanzamento di diamanti è
stato "inventato" da Guillaume Durand, un religioso del XIII
secolo, che voleva esprimere, scegliendo una pietra indistruttibile, il
carattere indissolubile del sacramento del matrimonio. Alcune curiosità
"scientifiche": tra quelli a noi noti, il diamante è il materiale
più duro dell'universo. Il diamante si forma ad almeno 150 km di profondità
sotto la crosta terrestre: è per l'appunto la profondità a cui la
pressione inizia ad essere sufficiente alla sua formazione. Non è escluso
che tutto il cuore della Terra sia pieno di diamanti! I diamanti riaffiorano
in occasione delle eruzioni vulcaniche, a più di 900 chilometri all'ora!
Sono ormai 50 anni che si producono diamanti artificiali. Oggigiorno, il 90%
dei diamanti utilizzati dall'industria degli abrasivi viene prodotto in
grandi presse. Il primo diamante è stato realizzato sottoponendo ad
un'altissima pressione... del burro di noccioline! Le stelle che esplodono
"liberano" tutto il carbonio che contengono sotto forma di
diamanti, che formano delle nubi nello spazio intersiderale. I giacimenti di
diamanti della Siberia sono stati scoperti da un geologo russo, su una
carta, per pura deduzione scientifica, confrontando i terreni africani e i
terreni geologici siberiani. Per informazioni Scuderie del Quirinale
Tel 06.696272
FONDAZIONE
MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA "LEONARDO DA
VINCI"
Milano, 28 febbraio 2002 - Prima intervista del ciclo "Sulle spalle dei
giganti". Ospite del Museo Giovanni Bignami. Sul sito www.museoscienza.org
alla pagina News il sondaggio se andare o no su Marte.
A
NEW YORK IN ESPOSIZIONE LA MOSTRA "MANTOVA E LA QABBALAH", DAL 4
AL 29 MARZO 2002
Milano, 28 febbraio 2002 - La mostra "Mantova e la Qabbalah" che
si aprirà a New York, dal 4 al 29 marzo 2002, presso la Casa Italiana
Zerilli-Marimò e il Center for Jewish History, difficilmente passerà
inosservata, perché aiuterà a scoprire nuovi significati e linguaggi
espressivi di quell'affascinante misticismo ebraico che ha permeato la
cultura della città gonzaghesca. L'iniziativa di New York, rappresenta la
terza tappa di un percorso che ha preso l'avvio dal Centrum Judaicum di
Berlino nel novembre del 2000 e ha poi raggiunto il Palazzo della Ragione di
Mantova nel settembre 2001. Il successo dell'esposizione berlinese e di
quella mantovana hanno dimostrato come la valorizzazione del patrimonio
librario ebraico contribuisca in maniera significativa alla rinascita di un
interesse per la cultura giudaica a livello internazionale. Attualmente,
Mantova annovera quella che è senza dubbio la più ampia documentazione
disponibile in Italia, e tra le più ricche del mondo, di testi cabbalistici,
sia a stampa sia manoscritti, la plurisecolare collezione della comunità
ebraica mantovana, che sin dall'inizio degli anni Trenta viene conservata in
una sezione speciale della locale biblioteca comunale. La mostra
"Mantova e la qabbalah", promossa dal Comune di Mantova,
Provincia, Regione Lombardia, e curata da Giulio Busi, professore di
ebraismo alla Freie Universitat di Berlino, mette in evidenza il ruolo
fondamentale che Mantova ebbe nella diffusione della tradizione mistica
ebraica e porta alla luce i particolari aspetti innovativi della scuola
cabbalistica mantovana, caratterizzata da un marcato enciclopedismo e da una
spiccata attitudine a trasporre le intuizioni mistiche in immagini A New
York l'esposizione si articolerà in due spazi di grande prestigio: la Casa
Italiana Zerilli Marimò della New York University, che è ormai punto di
riferimento essenziale per la diffusione della cultura italiana oltreoceano,
e il Center for Jewish History, struttura di recente istituzione su cui
convergono le ricerche giudaistiche più avanzate. La sezione della mostra
presso la Casa Italiana sviluppa il tema della qabbalah visiva - forse
l'elemento di maggiore originalità della scuola mantovana - attraverso una
scelta di manoscritti mistici arricchiti da diagrammi e disegni di grande
suggestione formale. Al Center for Jewish History sono invece esposti alcuni
dei rari e pregiati libri cabbalistici a stampa che uscirono dai torchi
cittadini durante il Cinquecento. Accanto al Sefer ha-Zohar (Il libro dello
splendore) - capolavoro della qabbalah sefardita - sono esposti anche alcuni
testi fondamentali della mistica ebraica, quali il Sefer yetzirah (Il libro
della formazione) e il Sefer shaare orah (Il libro delle porte della luce)
di Yosef Giqatilla. Un ciclo di conferenze e di incontri faranno da cornice
all'evento. Nel catalogo che accompagna l'esposizione (Skira, Milano 2001),
Giulio Busi chiarisce innanzitutto il processo di scambio culturale che
avvenne tra la corte dei Gonzaga e l'élite giudaica, sottolineando
l'interesse per il giudaismo di Isabella d'Este e dell'umanista Paride da
Ceresara, nonché l'affascinazione del Mantegna per la scrittura ebraica.
Busi ricostruisce inoltre, per la prima volta in maniera esaustiva, le
vicende della qabbalah a Mantova, presentando un profilo dei principali
mistici che furono in vario modo attivi in città e offrendo un quadro
chiaro della grande stagione cinquecentesca della tipografia cabbalistica
mantovana. Nella seconda parte del volume vengono analizzati i vari aspetti
della qabbalah visiva, con un commento dettagliato alle immagini dei
manoscritti presenti in mostra. La straordinaria ricchezza formale dei
disegni e dei diagrammi mistici mantovani consente di apprezzare il
carattere sperimentale e la modernità di un pensiero che riuscì a dar voce
anche ai pensieri più astratti, grazie alla mediazione tra un'estrema
rarefazione del discorso e la sua traduzione grafica in diagrammi, disegni e
proiezioni alfabetiche. "Grazie alla Comunità ebraica e al professor
Giulio Busi - ha osservato il sindaco Gianfranco Burchiellaro - Mantova
riesce per la prima volta a presentare una parte importante della sua
storia, della sua identità e il suo legame indissolubile con la Comunità
ebraica. I legami profondi tra diversità hanno saputo convivere e
arricchirsi nei secoli offrendo una riflessione alla città di New York così
profondamente colpita dai fatti drammatici dell'11 settembre 2001. La nostra
rappresenta anche l'occasione per presentare Mantova e la mostra sulle
collezioni dei Gonzaga prevista per l'autunno, uno degli eventi culturali di
maggior richiamo su scala nazionale e internazionale". Per
informazioni: Assessorato Cultura Comune di Mantova, telefono 0376
338645
OGGETTO:
MOSTRA: "VIAGGIO NEL GIARDINO MAGICO" OPERE DI ALBERTO SALVATI 12
APRILE/10 MAGGIO
Milano, 28 febbraio 2002 - La galleria Spazio Montenero inaugura venerdì 12
aprile alle ore 18 la mostra "Viaggio nel giardino magico" (un
architetto diventa "archeologo" del perduto linguaggio
dell’infanzia). Saranno presentati settanta dipinti tra i più
significativi realizzati dal 1997 ad oggi dall’architetto Alberto Salvati,
nell’ambito degli Eventi Fuori Salone che si terranno a Milano in
concomitanza con il Salone del Mobile 2002. Completerà la rassegna una
serie di mobili ed oggetti di design ispirati ai soggetti e alle forme
riprodotte nelle opere pittoriche, progettati da Alberto Salvati insieme
agli architetti Massimo Pedrazzini e Claudia Gobbi e realizzati da Atelier
ZAV. Durante la manifestazione verrà proiettato un film e presentata la
monografia: "Alberto Salvati: Viaggio nel giardino magico". Il
video, prodotto dal "Dodecaedro di Leonardo", con testo e regia di
Riccardo Barletta dal titolo: "Intervista ad Alberto Salvati, Mazzon e
la Scuola Mazzon, la sintassi infantile" ed il volume monografico edito
da Eupalino e curato da Riccardo Barletta, ripercorrono il complesso iter
della ricerca artistica di Alberto Salvati nata da un’attenta analisi del
linguaggio grafico infantile. Per la prima volta il bambino entra
stabilmente sulla scena degli adulti con il suo sentire e la sua fantasia.
Attraverso l’invenzione del "Frottage poetico cromatico": una
personale procedura creativa elaborata da Alberto Salvati, rivive
nell’area dell’Arte Moderna e del design il mondo grafico
dell’infanzia. Questa complessa operazione di frottage porta al recupero
emotivo del reperto infantile e produce un coagulo tra due menti agli
antipodi (quella dell’adulto e quella del bambino) attraverso una osmosi
poetica indotta dal colore. Il Magico giardino dell’infanzia, che esercita
nell’artista un immenso fascino, trova le sue radici nella Scuola Mazzon
creata nel secondo dopoguerra da Galliano Mazzon, secondo cui era possibile
produrre un elevato potenziamento della creatività tra gli adolescenti
della scuola media stimolandoli a coltivare i mezzi più adatti alla
manifestazione concreta dell’immaginario interiore. La mostra si articola
in base alle diverse tappe della tecnica utilizzata da Salvati per la
produzione dell’opera in cui il disegno "elementare" prodotto
dal bambino viene rielaborato in un’esperienza di dinamismo tattile-
cromatico. Spazio Montenero - Viale Monte Nero 60-20135 Milano Tel
02/5462994 fax 02/5511053
SPAZIO
MONTENERO PRESENTA MARCO LODOLA "AL PRIMO BALLO"
Milano, 28 febbraio 2002 - La galleria Spazio Montenero presenta, dal 20
febbraio al 15 marzo 2002, in una suggestiva ambientazione - giocata sul
contrasto luce -buio, "Al primo ballo", una serie di sculture al
neon di Marco Lodola che celebra in questa occasione la sua centesima
esposizione personale. Durante la serata dell'inaugurazione, mercoledì 20
febbraio, il pubblico potrà assistere ad una performance di danza ispirata
ai motivi del video "Marco Lodola - Sinestesie" (a cura di Anna
Agnelli). La danza come Mantra, liberazione, celebrazione della vita, sono
concetti che prendono forma e sostanza in gran parte delle opere di Lodola,
sia che si tratti di plastiche o di sculture al neon. Sarà infatti "la
danza" il tema dell'esposizione, una rappresentazione del movimento
armonioso trasportato sulla materia plastica, sulle forme ritraenti
danzatori e danzatrici sulla scena del loro "primo ballo". Le
immagini "rivivono" come nei musical degli anni 40 e 50,
"animate" dai colori artificiali e dalle luci al neon. Plasticità
enfatizzata dal colore, dalla luce che isola le forme e dà loro vita, in
opposizione al buio, vuoto, "morto". La realtà del movimento non
si esaurisce durante la performance poiché si ritrova nei soggetti delle
sculture, nelle loro movenze che paiono colte da un fermo immagine.
"Cerco di dare ai miei personaggi il massimo grado di anonimato,
estraniandoli al punto tale da farli divenire sculture luminose anonime ed
estranee..." (Marco Lodola). La mostra resterà aperta al pubblico fino
al 15 marzo presso la galleria Spazio Montenero dal lunedì al venerdì
dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Sabato e domenica chiuso.
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