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APPUNTAMENTI NOTIRIZIARIO SABATO pagina 2
La nostra vetrina dei
L'esposizione dei
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8 MARZO, TRE IDEE PER LA FESTA DELLA
DONNA Mirabell, profumo d'Oriente Il piacere moderno di saggezze antiche, la bellezza del
luogo e l'incanto della montagna. Se Salsomaggiore, una giornata colorata In esclusiva per lei una giornata tutta da godere. Il
centro Benessere termale Berzieri di Le applicazioni sul corpo di fanghi cosmetici termali
" pennellati" di diversi colori Salvarola, relax "per Bacco" Fermate il mondo, voglio pensare al relax e alle coccole,
alla salute e alla bellezza. Insomma UN CORTEO STORICO, UNA CONTESSA,
QUATTRO CASTELLA, CENTO MERAVIGLIE DOMENICA 26 MAGGIO VERRÀ RIPROPOSTA LA
CERIMONIA DELL'INCORONAZIONE DI MATILDE DI CANOSSA. Difficile dire se quella Matilde di Canossa che nel XI e
XII secolo seppe destreggiarsi Il Corteo Matildico, giunto quest'anno alla sua 37º
edizione, rievoca con estrema Ma guai se il Corteo Matildico esaurisse tutta la nostra
curiosità, perché qui siamo nelle Paesaggi cangianti, fatti ora di verdissime spianate ora
di aspri calanchi, disseminati di Ogni paese ha in serbo una serie di doni inattesi, una
full immersion nella storia e nella Tra queste quinte naturali degne del "Signore degli
anelli" è bello farsi incantare dai Per informazioni: I.A.T. (Informazioni Accoglienza
Turistica ) di Reggio Emilia Tel:
LEONARDO E L'EUROPA L' "UOMO
VITRUVIANO" DI LEONARDO DA VINCI ESPOSIZIONE SPECIALE IN OCCASIONE DEL
CONIO ITALIANO DELLA MONETA DA 1 EURO ESPOSIZIONE PROROGATA AL 10 MARZO Venezia, Gallerie dell'Accademia, 2
febbraio - 10 marzo 2002 In considerazione dell'eccezionale
richiesta di visitatori (dal 1 al 28 febbraio sono stati complessivamente
31584, in confronto ai 26.753 del 2001), l'esposizione speciale del disegno
di Leonardo Da Vinci "Le proiezioni umane", più noto come
"Uomo Vitruviano" viene prorogata sino a domenica 10 marzo. Grazie alle moderne tecnologie
applicate alla conservazione preventiva sviluppate dal Laboratorio
museotecnico Goppion il disegno originale dell' Uomo di Vitruvio di
Leonardo, estremamente delicato e fragile ha potuto
essere esposto al pubblico eccezionalmente,
anche se per un tempo limitato. E' una delle icone più famose e più
diffuse. Dal primo gennaio è anche nelle tasche di tutti gli italiani
essendo stata scelta come effigie per la moneta da un euro. Eppure ben pochi
possono dire di aver visto l'originale, un tesoro che, per ovvi motivi di
conservazione e sicurezza, raramente esce dai forzieri del Gabinetto dei
Disegni e delle Stampe delle veneziane Gallerie dell'Accademia. Stiamo parlando del celeberrimo
"Uomo di Vitruvio" disegnato da Leonardo intorno al 1490. A Venezia, sino al 10 marzo, nelle
Gallerie dell'Accademia, il capolavoro di Leonardo può essere ammirato come
originale, unico, straordinario protagonista della mostra "Leonardo e
l'Europa". La presentazione al pubblico dell'
originale dell'Uomo Vitruviano non sarebbe stata possibile se il Laboratorio
museotecnico Goppion non avesse per l'occasione progettato e realizzato una
vetrina ad alto contenuto tecnico che assicura le condizioni di sicurezza,
conservazione preventiva e leggibilità ottimali del disegno di Leonardo. La vetrina, essenziale nel disegno,
ricostruisce un ideale tavolo da disegno il cui piano di lavoro è protetto
da una "bolla" di cristallo, della massima leggerezza visiva perché
in cristallo extrachiaro antiriflesso, ma stratificato e anticrimine.
L'opera è inoltre illuminata da fibre ottiche riflesse da lenti lineari e
mantenuta in un microclima stabile,
controllato mediante apparati passivi integrati ad attivi a cellule
Peltier. Il Laboratorio museotecnico Goppion,
nei suoi cinquanta anni di attività, ha già protetto ed esposto altre
icone dell'immaginario collettivo: il Davide di Michelangelo a Firenze, la
Dama con l'ermellino nella breve esposizione in Italia, il Cristo Morto del
Mantegna, i Gioielli della Corona inglese. Nella
sala lui riservata della Galleria dell'Accademia, il capolavoro di Leonardo
è protetto dalla speciale vetrina che è, nel suo genere, anch'essa un
capolavoro, non d'arte ma di tecnologia applicata alla conservazione dei
beni culturali. Informazioni ed approfondimenti sull' "Uomo Vitruviano"
sono disponibili in mostra attraverso
le schede che il visitatore può, gratuitamente, farsi stampare dalle due
speciali stampanti presenti nella sala. "Vetruvio
architetto mette nella sua opera d'architettura che lle misure dell'omo sono
dalla natura disstribuite in questo modo". Così Leonardo, riprendendo
il testo del terzo libro "De Architectura" di Vitruvio (da qui il
nome di "uomo Vitruviano"), commenta il prodigioso disegno delle
"proporzioni umane". L'immagine dell'uomo "bene figuratus",
in piedi, con le gambe e le braccia allargate, va ad iscriversi esattamente
nelle figure geometriche più perfette: il cerchio e il quadrato. La
precisione grafica e i numerosi segni lasciati dal compasso sembra siano
serviti a tracciare un'opera di grande esattezza destinata ad una funzione
importante. In questo disegno, dallo straordinario effetti cinetico, assurto
a simbolo della civiltà occidentale, si visualizza il microcosmo dell'uomo
in rapporto all'ordine del cosmo. SI CONCLUDE LA 2° EDIZIONE DI Auditorium della Scuola di Musica di Sesto Fiorentino NICOLA VERNUCCIO QUARTET Musicista attivo da oltre 30 anni,
Nicola Vernuccio è stato la spina dorsale di innumerevoli ensemble che
hanno definito la storia del jazz fiorentino. Con incontri musicali che
vanno dalla classica alla contemporanea,
dal balletto alla musica etnica, Vernuccio vanta collaborazioni con i
più nomi del jazz americano ed europeo (M. Schubert, C. Baker, L. Konitz,
J. Lee, T. Hotzinger, J. Betsch, M. Urbani, F. Morgera, R. Migliardi, M.
Tamburini, M. Grossi, F. Puglisi, S. Bollani, M. Avanzini, D. Rotella, A.
Fabbri, S. Rapicavoli, A. Tibaldi, K. McNamara e molti altri). Con lui: Ha collaborato con M. Tamburini, M.
Grossi, M. Avanzini, F. Puglisi, S. Bollani e R. Siddik. Leonardo Pieri, pianista di grande
genio e semplicità e
attivissimo compositore e arrangiatore per progetti
italiani ed esteri vanta collaborazioni con
M. Schubert, F. Morgera, D. Carraresi, M. Raja, B. Tommaso,
M. Caldura, A. Tavolazzi. M. Tamburini, T. Ghiglioni, S. Gibellini,
C. Cantini, R. Migliardi, G. Troversi, E. Colombo e M. Schiaffini. Cosimo Marchese, motore ritmico del
gruppo è versatile e raffinato. In grado di spaziare dalle ballate più
struggenti alle cadenze più incalzanti, dai ritmi latini a quelli
percussivi di sapore afro. Tra le sue collaborazioni più interessanti
spiccano quelle con i musicisti M. Tamburini, R. Migliardi, Hilaria Kramer,
Mike Tark, A. Marsico e K. McNamara. Il direttore artistico della rassegna,
Roberto Dionisi, si ritiene ampiamente soddisfatto del successo di questa
seconda edizione della manifestazione, attestato da una sempre consistente
presenza di pubblico e rinnova l'appuntamento per il 2003.
L'ingresso a tutti gli appuntamenti è gratuito.
APRE IN PRIMAVERA L'HOTEL CAPO D'AFRICA Sull'onda del successo dell'Hotel dei
Mellini nasce l'Hotel Capo d'Africa, albergo dal look cosmopolita
"classico contemporaneo", in sintonia con lo stile di vita dei
viaggiatori internazionali, che amano il lusso sobrio senza ostentazione.
Dal roof del signorile edificio d'inizio Novecento situato nel cuore
archeologico di Roma, una splendida terrazza che ospita anche la sala
colazioni, si gode una magnifica vista sul Colosseo, sulle chiese e sui
campanili circostanti. L'ubicazione è notevole, a pochi passi
di quello che era l'Anfiteatro Flavio, uno dei più maestosi monumenti
dell'antica Roma. Il nome del rione, Celio, risale addirittura al
leggendario eroe etrusco Celio Vibenna. In epoca imperiale era una delle
zone residenziali più ambite dalle famiglie nobili e ancora oggi il suo
splendore traspare dalle grandiose rovine delle Terme di Caracalla. Con la
creazione dell'area archeologica, all'inizio del Novecento, questa zona è
diventata un delizioso spazio verde, tra il centro storico e l'Appia Antica,
che ospita il parco di Villa Celimontana, giardini, antiche chiese, e
testimonianze di età romana. Il nome Caput Africae deriva da un'immagine
con la personificazione della provincia romana d'Africa collocata
nell'antichità sulla via omonima. Il restauro dell'edificio ha conservato
ed enfatizzato alcuni interessanti elementi architettonici esterni e
interni, come la scala di marmo originale. La facciata si colora di quella
sfumatura di bianco tipica di alcuni antichi palazzi romani. L'arredamento
è contemporaneo, sottolineato dalla scelta di colori freschi e chiari, con
un tocco di eclettismo. La diversità delle camere sia per
dimensioni che per configurazione dona all'Hotel Capo d'Africa maggiore
interesse e originalità. Tutto il mobilio è stato disegnato su misura in
un legno biondo che valorizza la combinazione di colori tenui e luminosi
usata per tutto l'arredamento. La gamma va dal verde salvia, all'ocra,
sabbia e zafferano, sottolineati da vivaci cuscini decorativi. I quadri a
tinte brillanti sono stati dipinti espressamente per l'hotel da artisti
italiani contemporanei. Oltre a 64 camere doppie, l'hotel offre un'esclusiva
"studio suite" con grande terrazzo che si affaccia sull'abside
della chiesa dei Santi Quattro Coronati, eretta nel IV secolo a memoria di
quattro soldati martiri cristiani, e nota per il delizioso chiostro e la
Cappella di San Silvestro con gli affreschi medievali che narrano la
conversione di Costantino. Tre sale a piano terra, a luce naturale, possono
ospitare ricevimenti e banchetti e alternativamente meeting e riunioni di
lavoro, per i quali sono fornite del più moderno equipaggiamento
tecnologico, tra cui uno schermo al plasma. Il design del Capo d'Africa è
estremamente ricercato, dall'arredamento alla scelta dei colori, dalle
tappezzerie alla biancheria e ai servizi da tavola, fino alla grafica del
materiale informativo e alle divise del personale create in esclusiva
dall'Atelier Capitolo Primo di Roma. Tutto l'albergo è dotato di
attrezzature hi-tech. Massima cura è stata dedicata ad ogni minimo
dettaglio, con grande attenzione alla selezione ed alla formazione dello
staff. La palestra, ambientata in suggestivi locali con soffitti a volta, è
dotata di tutto ciò che il viaggiatore internazionale può desiderare per
mantenersi in forma. ESPLODE LA CONCORRENZA TRA MARCHI
ALBERGHIERI: DUE ALBERGHI LASCIANO SPACE HOTELS PER BEST WESTERN ED APRONO
LA STRADA A NUOVI INSERIMENTI. L'hotel Ala di Venezia e l'hotel
Astoria di Milano scelgono il marchio alberghiero leader in Italia. Seguiti
a ruota dal Resort Hotel Le Torri del Garda, di provenienza Radisson SAS,
che ha già avviato la procedura di affiliazione Best Western Italia festeggia i suoi
primi venti anni con 130 alberghi affiliati riconfermandosi leader tra le
catene alberghiere italiane. La sua particolare formula associativa, insieme
ad un controllo qualità attento e sempre più esigente e ad
un'identificazione mirata e precisa, si sono confermati gli elementi
vincenti della strategia Best Western. Nell'ultimo anno, ben 12 alberghi
localizzati in diverse aree del territorio italiano - da Catania a Cosenza,
da Messina a Terni - hanno scelto il marchio Best Western nel panorama dei
marchi alberghieri internazionali. "In particolare - afferma Flavio
Serra, direttore generale di Best Western Italia - l'adesione di alberghi
come l'Ala a Venezia e l'Astoria a Milano, provenienti da un'esperienza in
Space Hotels, conferma il successo della strategia della catena che punta al
marchio e alla sua diffusione, e che negli anni scorsi aveva già portato ad
affiliarsi al nostro gruppo alberghi appartenenti ad altre catene e consorzi
prenotazioni, come Choice e Utell." Il singolo albergatore non ha
possibilità di sopravvivenza se non ha un marchio forte che gli assicura
una visibilità a livello internazionale. Le prenotazioni arrivano soltanto
se un marchio è conosciuto ovunque e, a tal fine, serve un investimento tale
da non poter essere sostenuto singolarmente. La soluzione è quella di
affiliarsi a grandi marchi di livello mondiale. Le ricerche di mercato
dimostrano che anche i consumatori italiani ormai si rivolgono di preferenza
ad alberghi di catena. Ad esempio, il 35% dei clienti ritorna per il week
end in alberghi della stessa catena ma soltanto il 17% nello stesso hotel.
Nella classe economica superiore questo dato è ancora più marcato: il 43%
dei clienti torna in alberghi della stessa catena e soltanto il 16% nello
stesso hotel. Tuttavia, non tutti i marchi sono
uguali, conta la capacità di farsi ricordare. Una ricerca sulla brand
awareness (conoscenza del marchio) delle catene alberghiere realizzata
da Abacus, evidenzia che il marchio Best Western è conosciuto dal 45,1% dei
clienti superando di gran lunga gli altri gruppi che si propongono agli
albergatori individuali quali, ad esempio, Radisson SAS (16%), Golden Tulip
(14%) e Space Hotels (7,5%). Un dato molto importante è quello che emerge
analizzando il "primo marchio citato" che indica quanto sia
radicato ciascun marchio nella percezione dei clienti. Best Western risulta
la prima catena citata spontaneamente dal 7,1 % degli intervistati: un dato
particolarmente significativo soprattutto se confrontato con lo 0,3% di
Space Hotels e lo 0% di Golden Tulip e Radisson SAS. Best Western si
conferma così una scelta di forza per gli alberghi indipendenti. Affiliandosi a Best Western gli
alberghi non perdono la propria individualità né la caratterizzazione
locale, che sono elementi di riferimento per il turista culturalmente più
evoluto ed esigente. Allo stesso tempo, ogni albergo si arricchisce di
dotazioni (ad esempio servizio gratuito tè e caffè in camera e connessione
modem in tutte le stanze) che ne innalzano la qualità a rigorosi standard
internazionali, verificati annualmente attraverso un metodico processo di
certificazione interna. "Per l'albergatore, - dichiara
Andrea Salmaso, titolare dell'Hotel Ala di Venezia -l'affiliazione a Best
Western e l'adozione dei relativi standard di servizio, è la scelta
strategica che assicura un'ampia visibilità mondiale e trasmette in modo
incisivo ed efficace un messaggio di qualità. Lo standard è da ritenersi
un punto di partenza e non d'arrivo". La scelta dell'hotel Ala e dell'hotel
Astoria non rappresenta un caso isolato nella storia della Best Western.
Infatti, già in passato alcuni alberghi provenienti dal gruppo Choice (Grand
Hotel Adriatico e Hotel Select di Firenze e Hotel Luxor di Torino) hanno
preferito il marchio Best Western. Mentre gli hotel Blaise & Francis di
Milano, l'hotel Bologna di Mestre e l'hotel Montecarlo di Venezia avevano
lasciato il sistema prenotazioni Utell per sposare il marchio mondiale Best
Western. Ed anche nel 2002 Best Western continua ad esercitare una forte
attrazione, infatti tra le prossime affiliazioni si presenta anche un ex
Radisson SAS: il Resort Hotel Le Torri del Garda. Le prenotazioni possono essere
effettuate chiamando il numero verde: PUGLIA, TERRA D'ARTE, CULTURA E SAPORI
ECCO A VOI L'AGENZIA PER IL TURISMO Con 10 milioni di presenze registrate
nel 2001 (per l'80 per cento italiane), 718 alberghi (per 55.000 posti
letto), 186 aziende agrituristiche (per 5.740 posti letto), 225 campeggi e
villaggi (una ricettività pari a 120.000 posti letto), 153 case e
appartamenti per vacanze (per 11.347 posti letto), ci presentiamo
all'appuntamento della BIT 2002 come "Terra d'arte, cultura e
sapori". La nostra carta d'identità è invidiabile: siamo pronti ad
affrontare un anno boom caratterizzato da una buona affluenza di traffico
crocieristico, dal consolidamento del prodotto agrituristico, dalla
valorizzazione delle Strade dell'Olio e del Vino, ma anche dall'emergere di
nuovi prodotti turistici quali la scuola di cucina in masseria, le
escursioni in velieri d'epoca, i ciclotour dei trulli, le escursioni in
mountain bike sul Parco Nazionale del Gargano e i trekking sulle alte coste
del Salento. Mandate in pensione le Apt, le aziende di promozione
provinciali, la Regione Puglia ha istituito, nel febbraio del 2002, con sede
a Bari, l'Aret, agenzia regionale per il turismo, braccio tecnico-operativo
di promozione locale nel cui ambito opererà l'Osservatorio regionale e gli
uffici distaccati di informazione e assistenza turistica (Iat). Abbiamo
creato l'Aret con l'intento di valorizzare il sistema turistico regionale e
di dare vita a un call center che possa soddisfare le richieste di
informazioni turistiche del grande pubblico. Non solo. L'istituzione
dell'Agenzia permetterà di coordinare le risorse turistiche del territorio
regionale con la formulazione di un pacchetto unico di offerte ed individua
proprio nella sinergia, nella piena collaborazione tra Agenzia e territorio
uno dei suoi punti di forza. Ben arrivato, navigante! Li abbiamo costruiti per proteggere le
nostre imbarcazioni e salpare alla ricerca di tessuti, spezie, icone e
manufatti preziosi. Oggi attrezziamo i nostri porti per accogliere le navi
da crociera che da Venezia ripercorrono le rotte degli antichi navigatori,
alla volta del Mediterraneo orientale. Per questo obiettivo, un vecchio
edificio portuale, nel capoluogo pugliese, a Bari, è stato sventrato,
ripulito e ricostruito. In maggio, sarà pronto un nuovo terminal crociere,
attrezzato per ricevere i 200.000 passeggeri previsti tra la primavera e
l'autunno del 2002 (erano stati 140.000 nel 2001, pari a un incremento del
40% sul traffico 2000). L'edificio, su tre livelli, avrà al primo piano le
postazioni di check-in, gli uffici delle agenzie marittime e dell'Autorità
Portuale, i servizi, la nursery e il deposito bagagli. Al secondo livello si
effettueranno, mediante un pontile servito da finger, le operazioni di
sbarco e imbarco. Qui anche le sale d'attesa e la zona commerciale. Il terzo
piano è riservato al bar e al ristorante, entrambi con terrazza panoramica
sul vivace andirivieni del porto. Transitate per la prima volta per Bari
nel 1999, le navi da crociera degli armatori Costa, Royal Olympic e Festival
Cruises, registreranno quest'anno, nel nostro "nuovo" porto, 130
approdi. Bari diventa così non solo una banchina di transito ma un vero e
proprio gate: il 30% della clientela crocieristica si imbarcherà dai
pontili del capoluogo pugliese. Chi è in transito avrà modo, invece, di
visitare la città vecchia rinata con recenti interventi di recupero o
l'hinterland, con le Grotte di Castellana, Trani, Castel del Monte e il
quartiere storico di Alberobello (entrambi riconosciuti dall'Unesco
Patrimonio dell'Umanità). Dolce è la vita tra i profumi delle
masserie Le abbiamo fortificate per difenderci
dai pirati e dai briganti. E restaurate per accogliervi in stile, tra muri
impastati di calce, guanciali con il pizzo della nonna, letti con i
medaglioni di ferro smaltato. A metà degli anni '70 si aprivano
all'ospitalità le prime masserie pugliesi. Da allora, queste case per gli
ospiti hanno svelato al turismo gli angoli più remoti della regione:
scenari disegnati da paesini di borotalco e dalla trama irregolare dei
muretti a secco che protegge l'uva dal maestrale. Locande di fascino, dove
gli aromi della cucina tipica si mescolano agli odori pungenti della brace
nel camino e ai profumi del limone dolce, del rosmarino e della rughetta
selvatica, le masserie sono fabbriche agricole impreziosite dagli elementi
del "barocco di campagna". In primavera apriranno agli ospiti tre
antiche masserie di gran fascino, nella zona di Savelletri (Brindisi),
Fasano (tra Bari e Brindisi) e Lucera (Foggia). Tutte di categoria
superiore, offriranno servizi innovativi. Tra le novità, un reparto di
remise en forme con massaggi a base di estratti di capperi selvatici e
trattamenti di vinoterapia con il mosto pugliese, una smoking room per gli
appassionati di sigari e un'eccezionale cantina di "Cacc' e Mitte",
vino dei contadini e delle mescite dei bassi del paese e antica doc
regionale dal nome eloquente: "metti le uve e leva il mosto". Ma
non è tutto. In Puglia abbiamo anche i bed & breakfast, oltre a un
numero crescente di hotel di charme a cinque stelle e le prime forme di
"hotel diffuso" o di borgo-hotel: camere ricavate nelle case
tipiche dei borghi antichi oppure nei trulli della Valle d'Itria, dove si può
pernottare assaporando l'atmosfera raccolta delle alcove e del cono di
"chianchette" grigio-rosate, naturalmente avendo a disposizione
tutti i moderni comfort. Le nostre gioie sono fatte di pane,
fave e frutti di mare Un tempo avreste trovato in tavola solo
una grande ciotola di acquasale: acqua, sale e qualche goccia d'olio d'oliva
in cui intingere croste di pane raffermo e selvatiche erbe di campo. Ma
oggi, all'arrivo in Puglia, potreste essere accolti da una ghirlanda di
friselle, messa al collo come succede in Oriente con le collane di hybiscus.
Comincia così la festa golosa che celebra il crudo, il povero e la cucina
creativa del territorio. Sono queste le tendenze della
gastronomia pugliese rafforzate dalle sperimentazioni di chef emergenti,
come Antonio De Rosa, Domenico Maggi, Corrado de Virgilio e Antonella Ricci.
Le mani di questi abili chef studiano la tradizione e la reinterpretano: le
orecchiette sono preparate non solo con le cime di rape ma con la punta di
asparagi selvatici o con i frutti di mare. Gli scampi si accompagnano alla
purea di ceci; i "cavatelli" ai frutti di mare e alla crema di
fave e cavolfiori; l'agnello prelibato dell'Alta Murgia in crosta è
cucinato con le cipolle rosse di Acquaviva; il raro formaggio canestrato dop
diventa la base della fonduta alla pugliese e la "teglia" di riso,
patate e cozze scopre, al posto dei mitili, il polpo. Funghi cardoncelli,
cozze monacelle (la celebre lumachina di terra che cresce tra le foglie del
carciofo) e lampascioni: eccolo l'esclusivo itinerario che annuncia la
primavera addolcita dal sanguinaccio di maiale allevato allo stato brado nei
boschi del Gargano. Un itinerario di terra che si unisce a
quello di mare con i ricci che diventano gustosi capricci se uniti al
fragrante pane di Altamura, ancora oggi cotto nel tradizionale forno a
legna, miscela sapiente di lievito naturale, acqua, sale marino e semola di
grano duro dell'Alta Murgia. Primo ad aver ottenuto, nel novembre scorso, la
denominazione di origine protetta, è diventato il protagonista di ricette
fusion come il pancotto a base di pomodorini, cipolla, patate, cime di rape
e bietole, o il budino tiepido di pane raffermo aromatizzato alla cannella e
servito con il gelato al primitivo di Manduria. In Puglia, a questo
proposito, sta nascendo il Presidio del pane tradizionale. Una festa di sapori che dal Gargano,
passando per la Murgia, va verso la Grecìa salentina. Ed ecco allora,
accanto agli itinerari dei pani di Puglia - Monte Sant'Angelo, sul Gargano,
Altamura, Laterza (Taranto) e fino alla puccia salentina, pane impastato con
olive - quelli dei prodotti dop: dalla Bella Daunia, la celebre oliva di
Cerignola, ai carciofi di San Ferdinando e Mola, al canestrato dop di Corato,
all'olio Terra di Bari e di Brindisi, fino all'olio della Terra d'Otranto. A
proposito d'olio extravergine d'oliva, percorri le nostre Strade dell'Olio:
ti aspettano antiche macine di pietra, frantoi in grotta e un assaggio del
nostro profumato oro verde. Sappi che anche nei boschi del Gargano e tra i
laghi di Lesina e di Varano nasce il tartufo. Bianco o scorzone nero: vieni
a scoprire come si accosta ai nostri latticini e all'olio extra vergine
d'oliva. Tutti hanno uno zio d'America Un suo parente stretto, lo Zinfandel
californiano, sta spopolando sulle tavole di mezza America. Curiosamente
simile in colore, corposità e aroma al robusto nettare della Napa Valley,
perfetto per accompagnare la pasta e fagioli, il primitivo di Manduria (in
dialetto, lu mieru, il vino nero), comincia a mietere grandi successi e non
solo in Puglia. Il merito è di un pool di produttori della zona
ionico-salentina che, con la riscoperta e valorizzazione delle qualità
autoctone, ha dato un forte impulso al revival dell'enologia pugliese. La
fama del primitivo deriva dall'affascinante ipotesi che lega il vino
pugliese a quello nero californiano, una congettura rafforzata
dall'esistenza del toponimo Cinfarosa (tra Manduria e Avetrana) e dal nome
Sinfarosa (nobildonna della zona) con cui lo Zinfandel ha un'ovvia
assonanza. La teoria, tuttora controversa, è che un gruppetto di contadini
all'inseguimento del sogno americano abbia portato oltre oceano ceppi di
"uve primitive" pugliesi, le stesse dell'attuale primitivo.
L'Accademia dei Racemi ha nel frattempo aperto a Mesagne, nel dicembre 2001,
la sua prima Vinoteca: un frantoio ipogeo del XV secolo, ristrutturato con
gusto, dove si possono assaggiare piatti tipici e degustare, anche al
bicchiere, i vini emergenti della zona ionica-salentina. Provate a degustare
il primitivo Solaria Jonica '59 che Gregory Perrucci, promotore
dell'Accademia dei Racemi, ha ritrovato in una cantina abbandonata: un
primitivo da vendemmia tardiva, unico e irripetibile, di cui restano ancora
poche bottiglie. Altrettanto affascinante è la storia
del negroamaro, vitigno della tradizione ma vinificato in modo innovativo,
diventato l'alfiere della rinascita dei vini del Salento. Il Nero '99 della
cantina Conti Zecca di Leverano, blend di negroamaro e cabernet sauvignon,
premiato con tre bicchieri nella guida 2002 Gambero Rosso-Slow Food, da
cinque grappoli dall'Associazione Italiana Sommelier e dal riconoscimento
del "vino-frutto" dall'editore-degustatore Luca Maroni, è
attualmente il vino pugliese con più eccellenze, come appare nella guida
delle guide preparata da Civiltà del Bere. Terra '99 è l'altro asso nella
manica della cantina Conti Zecca, blend di negroamaro e aglianico, una
riserva speciale che sarà presentata al prossimo Vinitaly. Una rassegna,
quella veronese, che ancora una volta registrera' la partecipazione
"importante" della Puglia. Insieme alle aziende De Castris,
Taurino, Cantele, Albano Carrisi, Calo', Maci, Soloperto, Borgo Canale, D'alfonso
del Sordo, Botromagno, Torrevento, Grifo, Coppi, che rappresentano
l'avanguardia delle produzioni vinicole di qualita', la regione sara'
rappresentata da una serie di case che concorrono a mantenere alta
l'immagine della Puglia, terra che ha conquistato importanti nomi
dell'enologia internazionale. Aspettatevi sorprese. I vini pugliesi sono
rinati. Nel nome del mare, del vino e dell'olio I marinai, si sa, hanno chiesto da
sempre la benedizione dei santi. Sulle imbarcazioni, sul pescato, sulla
mercanzia e sulle mogli lasciate in terra ferma. A sei anni dalla mostra
"Andar per mare. Puglia e Mediterraneo tra mito e storia", a due
dall'esposizione "Tra le due sponde dell'Adriatico. La pittura nella
Serbia del XIII secolo e l'Italia", torniamo sul tema dell'eredità
marinara, custodita gelosamente come parte della nostra cultura, e della
trama degli intrecci mercantili, culturali e ecclesiastici che hanno legato
sin dall'Alto Medioevo le sponde opposte del basso Adriatico. A Bari, il
Monastero di Santa Scolastica e il Castello Svevo ospiteranno, da maggio a
ottobre 2002 la mostra, "Santi e marinai sull'Adriatico. Dodici secoli
di marineria e scambi culturali tra Bari e Cattaro", ideata da Vedetta
sul Mediterraneo. L'esposizione si articolerà attraverso un itinerario nel
borgo antico di Bari. Nel Monastero di Santa Scolastica verrà allestita la
mostra di icone, modellini di navi, cimeli da navigazione e carte nautiche
relative alla marineria pugliese e montenegrina. Il percorso continua nei
luoghi del centro storico che possiedono una forte identità marinara: la
Basilica di San Nicola e la chiesa di San Marco dei Veneziani. Termina poi
al Castello Normanno Svevo con la sezione dedicata ai santi, ai reliquari,
ai polittici e alle pale d'altare, ai culti tra le due sponde, testimonianza
dei monasteri fondati nel XII secolo su entrambe le coste e della successiva
influenza veneziana. "Dalla pianta al banchetto"
è invece il titolo della mostra che illustra "Mito, arte e storia
sulle strade dell'olio e del vino in Puglia", in programma a Castel del
Monte da aprile ad agosto 2002 e al castello di Copertino da settembre a
dicembre 2002, curata da Marisa Milella e Michela Tocci. Nelle
"radici" delle piante dell'uva e dell'ulivo affondano le radici
della nostra terra, del suo paesaggio e della sua storia mediterranea. La
mostra raccoglie "caratelli" o barrique d'invecchiamento, utensili
di archeologia rurale, boccali, bicchieri e decanter che ricostruiscono il
piacere del convivio provenienti dagli scavi del Castello Svevo di Bari, dal
Museo Castromediano di Lecce e dalle collezioni Cafiero del Museo Civico di
Barletta. L'ambra e l'avorio riscrivono la
preistoria del Mediterraneo E il velo si squarcia sugli enigmi
della preistoria pugliese: su quella popolazione di "proto-dauni"
che in piena Era del Bronzo, nel II secolo a.C., coltivava la terra del
Tavoliere, compiva rituali in templi scavati sotto la roccia, commerciava
con i dirimpettai dalmati e navigava, per scambiare merci, alla volta delle
coste greche, turche e cipriote. Nel mese di maggio, in occasione della
prima Settimana degli Ipogei, aprirà il Parco Archeologico Ipogeico di
Trinitapoli, in provincia di Foggia. Per la prima volta si potranno visitare
i musei in allestimento e gli Ipogei Preistorici, una trama di 15 corridoi o
catacombe ante litteram, del 1700 a.C., di circa 40 metri di lunghezza
l'uno. In questa area sacra, vicina alla foce del fiume Ofanto, fra
Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia, confluivano per pratiche
propiziatorie e riti esoterici i proto-dauni della zona. Qui sono state
rinvenute dall'archeologa Anna Maria Tunzi due statuette di avorio
d'elefante forse micenee, alte pochi centimetri, raffiguranti un
cinghialetto e un uomo con la testa di toro. Sono la testimonianza di un
passato di ardite spedizioni mercantili nel Mediterraneo e della
riconversione degli ipogei ad uso funerario. In precedenza era stata
rinvenuta la Signora delle Ambre: una sepoltura di donna coperta di grani e
monili di ambra purtroppo disintegratisi immediatamente al contatto con
l'aria. E ad Ostuni, in provincia di Brindisi, negli anni scorsi, un altro
importante ritrovamento ha segnato il cammino verso le origini della storia
dell'uomo: durante alcuni scavi è stato riportato alla luce lo scheletro di
Delia con in grembo il suo bimbo. La giovane donna sarebbe vissuta circa 25
mila anni fa. Per informazioni: Puglia Turismi: tel.
080-5426126 e 080-5573896. SETTIMANA DI LAVORO CON I BUTTERI
MAREMMANI. In un'azienda agricola biologica di
circa 300 ettari nel grossetano, confinante con un bosco esteso per decine
di chilometri, ed inserita in un contesto panoramico ambientale di rara
bellezza, insiste un allevamento di bovini e cavalli maremmani mantenuti
liberi con le regole e le ambizioni di una cultura antica. Il trattamento ed
il lavoro con il bestiame segue i ritmi di un tempo e viene effettuato da
butteri di provata esperienza che accompagnano al pascolo il bestiame ed
effettuano con essi tutti quei lavori necessari alla vita dell'allevamento
brado nell'arco dei dodici mesi: lo sbrancamento, le catture con la lacciaia
(lazos) oppure a lotta, la ricerca degli animali nel bosco, lo svezzamento
dei vitelli (spocciatura), la merca (marchiatura), la doma dei puledri, la
cura degli animali ammalati etc. Questo importante bagaglio storico
culturale viene riproposto agli ospiti, sotto la guida di butteri e
personale esperto, per imparare ad eseguire quelle pratiche che si
presentano durante il lavoro quotidiano. Pernottamento nell'agriturismo
dell'azienda agricola, pasti a base di ricette tipiche maremmane. Alcune serate davanti al fuoco saranno
allietate dalla presenza di cantastorie e personaggi folcloristici e
tradizionali dell'ambiente maremmano.
Date 4 - 11 maggio 2002 - 19- 26
ottobre 2002 Prezzo Euro 930,00 a persona incluso
pensione completa Partecipanti minimo 10 massimo 15 arrivo sabato, cena, pernottamento domenica - venerdì lavoro teorico e
pratico con i butteri (dalle 09,00 alle 14,00) sabato colazione e partenza
SPOSTAMENTO DELLE VACCHE (COW DRIVE) Cinque giorni a cavallo con i butteri,
spostamento delle vacche attraverso boschi e passaggi in una natura
incontaminata. Pernottamento in tenda al bivacco
vicino alla mandria. Programma: Mercoledì: arrivo, cena con i butteri,
briefing, pernottamento in agriturismo Giovedì: assegnazione cavalli, prove
di avvicinamento alle vacche, come pararle, separarle, conoscere le loro
reazioni, uso del cavallo con le vacche, come condurre la mandria,
concordare il linguaggio del lavoro. Pranzo, cena e pernottamento in
agriturismo Venerdì: partenza con la mandria,
giornata a cavallo, pranzo al sacco, cena al bivacco, pernottamento in tenda Sabato giornata a cavallo con la
mandria, pranzo al sacco, rientro all'agriturismo di partenza, cena,
pernottamento Domenica colazione, controllo, cura e
sistemazione del bestiame, pranzo, partenza Date 22 - 26 maggio 2002 - 2 - 6
ottobre 2002 Prezzo Euro 670,00 a persona Partecipanti minimo 10 massimo 15. Solo
cavalieri esperti Giornata in fattoria (day farm) ideale
per studenti e gruppi. Partecipazione ai lavori di fattoria,
aiutare i butteri nel lavoro con i cavalli e le vacche, avvicinarsi alla
natura attraverso il contatto con gli asini amiatini, le pecore, gli animali
da cortile. Visitare il frantoio a macine dell'azienda, gli
allevamenti......... Prezzo Euro 56,00 a persona incluso
pranzo a buffett Partecipanti minimo 10 Giornate a cavallo in Azienda agricola
Maremmana, dedicate al lavoro ed allo spostamento di bovini bradi. Cinque
ore circa in sella Pranzo al sacco, cena con specialitá
della cucina maremmana e vino dell'Azienda. Prezzo Euro 145,00 a persona inclusa
cena (euro 110,00 con cavallo proprio) Partecipanti minimo 6 massimo 20 Spettacolo equestre di monta maremmana
tradizionale con i butteri della Maremma Toscana e Laziale. In uno scenario
naturale di particolare bellezza per rivivere le situazioni del lavoro
tradizionale dei butteri. Calendario degli spettacoli presso le agenzie turistiche
locali. Il 3 marzo al Parco Regionale dell'Appia
Antica (Lazio) IL VOLTO VERDE DELLA CAPITALE L'Appia Antica, la strada verde che arriva al cuore di
Roma, attraversa l'Agro romano, presentando aree naturali di grande valore
come la Valle della Caffarella e rappresentazioni uniche della storia di
Roma come Tutte le domeniche è possibile
attraversare l'affascinante Regina Viarum per scoprire l'incantevole
paesaggio naturale ove si specchia la storia di Roma (Appuntamento ore 9.30
e ore 15 Largo Tacchi Venturi) o visitare l'area degli Antichi Acquedotti,
con il paesaggio storico del più importante crocevia della rete idrica
romana (Appuntamento ore 10 e ore 15 in Via Lemonia 236). Per informazioni, per noleggiare biciclette e per
prenotare: telefonare Altre info sul Parco dell'Appia Antica Il 3 marzo al Parco Regionale delle
Alpi Marittime (Piemonte) DI PARCO IN PARCO: VISITA IN TRASFERTA
ALL'OASI DI CRAVA MOROZZO L'associazione Amico Parco accompagna
tutti gli amanti della natura in trasferta dal Parco delle Alpi Marittime
all'oasi naturale di Crava Morozzo, per osservare l'avifauna stanziale e di
passo. Ai partecipanti, per poter compiere delle buone osservazioni, è
consigliato di avere con sé un binocolo. Si parte dall'area attrezzata
parcheggio di Crava - Rocca de Baldi (CN) - alle ore 10,
mentre nel pomeriggio è prevista la visita al museo etnografico di Rocca de
Baldi. La prenotazione va fatta entro le ore 13 di venerdì 1 marzo. Altri
punti di ritrovo, per i non cuneesi, potranno essere concordati al momento
della prenotazione. Per saperne di più: tel. 0171-97397.
l'ASSOCIAZIONE DIDATTICA MUSEALE, per
la FESTA DEL PAPA', organizza presso il MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI
MILANO - Corso Venezia 55. DOMENICA 17 MARZO 2002 alle ore 11 e ore 15 In occasione della festa del papà,
ciascun bambino e il suo papà si uniranno nel ruolo di cacciatori di
dinosauri. Le coppie padre-figlio saranno impegnate, tra scheletri e
ricostruzioni, in un'avvincente gara non competitiva nelle sale di
paleontologia del museo. Dopo l'attività sarà possibile assistere alla
proiezione di filmati sulla realizzazione di "Jurassic Park III",
grazie alla Universal Pictures che omaggerà i partecipanti di videocassette
dei film "Jurassic Park" e "Jurassic Park II". COSTI Le attività sono per famiglie con bambini di età
compresa tra i 5 e i 12 anni NOTA BENE: Le attività avranno luogo con un minimo di 10 partecipanti |