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LUNEDI'
8 APRILE 2002


pagina 7

 

 

 

 

 

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da:Islamismo e Stati Uniti
autore:Alexandre del Valle editore:L'Age d'Homme

SIONISMO E ISLAMISMO

L'interazione tra sionismo ed islamismo non è praticamente mai stata messa in evidenza dagli analisti ed orientalisti occidentali che tendono sempre a sottostimare il fattore religioso preferendo dei parametri di lettura materialisti:etnici(conflitto serbo-bosniaco,a torto considerato un conflitto etnico)e sopratutto economici(rigorose analisi economiciste,liberali o marxiste).Eppure un attento esame dell'evoluzione del fenomeno islamista dagli inizi del XX secolo,ci induce a pensare che sionismo e islamismo,per quanto contrapposti possano sembrare questi due sistemi,appartengano al medesimo universo ideologico teocratico e siano stati da lungo tempo obbiettivi alleati per due principali ragioni: In primo luogo, la creazione di uno stato ebreo,(legittimità e fondamento del quale traggono origine dalla sola promessa che Yahvè ha fatto ad Abramo ed al popolo eletto),costituisce - assieme alla creazione del Pakistan nel 1947 - un evento politico senza precedenti nella storia del xx secolo.Poichè,al di là della patina laicista e socialista del pensiero e dell'azione di un Theodor Herzl o di un Ben Gourion,si tratta bene in questo caso della creazione di uno stato esclusivamente basato sulla religione.Così,come la suddivisione indo-pakistana,che rappresenta una delle prime realizzazioni del progetto islamista,la creazione dello stato d'Israele- spiega Luiza Toscane-costituisce"un precedente storico che legittima lo sviluppo di questa corrente(islamista):il riconoscimento dello stato d'Israele dall'intera comunità internazionale,compresa la Russia.Per la prima volta,spiega l'autore,si ha a che fare con un nazionalismo che si esprime su base religiosa,poichè gli ebrei hanno origini culturali totalmente diverse.D'altra parte la rivendicazione territoriale è perseguita al di là dei luoghi d'insediamento della suddetta nazione.L'integrismo non è il solo fatto di Goush Emounim,è lo stato sionista stesso, che malgrado le sue velleità e i suoi discorsi,trova coesione nella Torah, che funge da costituzione,e garanzia nelle istituzioni religiose.Dopo aver riconosciuto all'unanimità che un popolo si può unire su base mistica e religiosa,la comunità internazionale è abbastanza compromessa per opporsi alla rivendicazione del sacro in politica,quand'essa proviene da un'altra religione, questa volta dall'islam."La realizzazione di un progetto sionista costituisce dunque un "paradigma di politica confessionale"ed incarna realmente un'esemplarità teocratica,che non può non influenzare e incoraggiare a loro volta gli islamici.Inoltre, se lo si esamina da un'altra angolazione, lo stato ebraico fu e continua ad essere un obbiettivo incoraggiamento alla corrente islamista,se non altro per la reazione radicale suscitata contro di sè.Considerato come un'aggressione ed una minaccia"infedele" in pieno"territorio d'Islam",lo stato israeliano suscita contro di sè, la medesima reazione di tipo islamista radicale che i musulmani opposero ai colonialisti europei ovunque essi vennero ad imporre il loro governo infedele.Ma l'antagonismo ideologico sionismo/islamismo non costituisce tuttavia una smentita all'obbiettiva alleanza tra Israele e gli Islamisti,poichè il radicalismo islamico,grazie alla sua efficacia attivista,sarà uno dei punti forti della diplomazia e della geostrategia israeliana in Medio Oriente dal 1948 al 1993.Servirà a dividere il campo palestinese e propalestinese, così come a bloccarne il progresso,sia all'interno dello stato ebraico, che nei paesi arabi.Allo stesso modo permetterà d'indebolire il nazionalismo arabo prosovietico,particolarmente virulento e minaccioso per la sicurezza dello stato d'Israele, sino alla caduta del muro di Berlino.Ma analizziamo più da vicino questa strategia islamista dello stato ebreo e cerchiamo di fare il punto sulla sua responsabilità nei confronti del progresso dell'islamismo in Medio Oriente.....

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