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17 OTTOBRE 2002
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LA
COMMISSIONE EUROPEA RITIENE CHE IN PORTOGALLO ESISTE UN DISAVANZO PUBBLICO
ECCESSIVO
Bruxelles,
17 ottobre 2002 - In un parere sulla situazione di bilancio del Portogallo,
preparato conformemente all'articolo 104, paragrafo 5 del trattato e
adottato oggi, la Commissione europea giunge alla conclusione che in questo
paese esiste un disavanzo eccessivo. Sulla base dell'articolo 104, paragrafo
6, la Commissione raccomanda al Consiglio di adottare una decisione in linea
con la sua conclusione. Infine la Commissione raccomanda al Consiglio di
indirizzare una raccomandazione al Portogallo, in applicazione dell'articolo
104, paragrafo 7. Il governo portoghese dovrebbe adottare ed attuare tutte
le misure necessarie per garantire che il disavanzo delle amministrazioni
pubbliche scenda nettamente al di sotto della soglia del 3% del Pil nel 2003
e che il rapporto debito/Pil si mantenga al di sotto del valore di
riferimento del 60%. Tali misure devono essere adottate entro il 5 marzo
2003. Con la decisione odierna la Commissione assolve gli obblighi che le
incombono in virtù dell'articolo 104 del trattato e onora gli impegni
politici assunti nella risoluzione del Consiglio europeo sul Patto di
stabilità e crescita per garantire il funzionamento rigoroso, tempestivo ed
efficace del patto. Il parere della Commissione (articolo 104, paragrafo 5
del trattato) riprende gli elementi principali della relazione preparata il
mese scorso dalla Commissione (IP/02/1360), tenendo conto anche del parere
espresso dal Comitato economico e finanziario su tale relazione in data 3
ottobre. Le conclusioni principali cui giunge sono le seguenti: Il disavanzo
pubblico del Portogallo è ammontato al 4,1% del Pil nel 2001 e ha pertanto
superato nettamente il valore di riferimento del 3%. Pur essendo salito al
55,5% del Pil a fine 2001, il debito pubblico ha continuato ad essere
inferiore al valore di riferimento del 60%.Il disavanzo del 2001 non è
attribuibile né ad un evento eccezionale sul quale il Portogallo non ha
potuto esercitare alcun controllo, né ad una grave recessione economica. In
base ai dati rivisti, dal 1999 al 2001 il disavanzo pubblico è cresciuto
dal 2,4% al 4,1% del Pil. Per quanto nel corso di tale periodo la crescita
economica sia nettamente decelerata, l'incremento del disavanzo riflette
soprattutto l'indebolimento della posizione di bilancio sottostante. Il
disavanzo corretto per le variazioni del ciclo ha infatti registrato un
incremento quasi identico a quello del disavanzo effettivo. Sebbene il
governo abbia adottato un bilancio rettificativo nel giugno 2001, prevedendo
tagli delle spese per un importo pari allo 0,6% del Pil, il disavanzo del
2001 è lievitato per una serie di ragioni riguardanti l'andamento sia delle
entrate che delle spese. Sul lato entrate: (i) le perdite di gettito
derivanti dalla riforma delle imposte dirette attuata nel 2001 sono state
sottovalutate; (ii) gli incrementi di efficienza nella riscossione delle
imposte e nell'amministrazione tributaria sono risultati inferiori alle
previsioni. Sul lato spese: (i) l'aumento delle retribuzioni del settore
pubblico ha oltrepassato le previsioni di bilancio; (II) la spesa sociale,
in particolare nel settore sanitario, ha superato gli stanziamenti di
bilancio. Il rapporto debito lordo/Pil è rimasto al di sotto del 60% del
Pil fino al 2001. È sceso dal 54,4% nel 1999 al 53,3% nel 2000, rimbalzando
tuttavia al 55,5% nel 2001, soprattutto a seguito della crescita del
disavanzo pubblico e della decelerazione nella crescita del Pil. Il nuovo
governo entrato in carica nell'aprile 2002 ha presentato al Parlamento un
bilancio rettificativo per il 2002, trasformato in legge all'inizio di
giugno. Il bilancio rettificativo include misure di risanamento per un
importo pari a 1/2% del Pil, tra cui figurano l'incremento dell'aliquota Iva
standard dal 17 al 19% e tagli degli investimenti pubblici. La nuova
previsione di disavanzo per il 2002 è il 2,8% del Pil, che deve essere
raffrontato con un obiettivo iniziale dell'1,8% contenuto nell'ultimo
aggiornamento del programma di stabilità. Se ne può dedurre che in assenza
del bilancio rettificativo il disavanzo del 2002 avrebbe potuto essere
superiore al 31/2% del Pil. Per garantire che il disavanzo scenda al di
sotto del limite del 3% nel 2002, il governo ha proposto al Parlamento,
oltre alle misure di risparmio già adottate, di vendere se necessario
alcuni beni pubblici. Mentre è ragionevole attendersi che nel 2002 il
disavanzo sarà ridotto, non è sicuro che la situazione di disavanzo
eccessivo possa essere corretta quest'anno. In ogni caso la valutazione può
essere fatta solo sulla base dei risultati di bilancio che non saranno
disponibili prima dell'inizio del 2003. Inoltre, alla luce delle gravi
deficienze della base statistica che hanno impedito a lungo di riconoscere i
problemi di bilancio, occorre assicurarsi che i conti pubblici registrati
d'ora in poi forniscano un quadro veritiero della situazione reale. I
necessari progressi in materia di risanamento dipenderanno sia dall'impegno
delle autorità che dagli sviluppi economici globali. In realtà il rapporto
debito/Pil dovrebbe salire al 59,3% del Pil nel 2002, appena al di sotto del
valore di riferimento del 60%. Qualunque scostamento nell'esecuzione del
bilancio e/o decelerazione nella crescita nominale del Pil potrebbe
determinare un disavanzo superiore al 3% del Pil ed il superamento del
valore di riferimento per il debito pubblico. Sulla base di questo parere,
la Commissione ha indirizzato una raccomandazione al Consiglio (articolo
104, paragrafo 6), invitandolo a decidere che da una valutazione globale
risulta che in Portogallo esiste un disavanzo eccessivo. Infine la
Commissione ha emesso una raccomandazione relativa ad una raccomandazione
del Consiglio al Portogallo, in applicazione dell'articolo 104, paragrafo 7.
Al governo portoghese si raccomanda di porre fine all'attuale situazione di
disavanzo eccessivo il più rapidamente possibile e comunque entro il 2003.
Alla luce di questa raccomandazione le autorità portoghesi dovrebbero
attuare con determinazione le misure di risparmio annunciate nel bilancio
rettificativo adottato in maggio. Esse dovrebbero adottare ed attuare i
provvedimenti necessari per garantire che il disavanzo venga ridotto
chiaramente al di sotto del 3% del Pil nel 2003 e che il rapporto debito/Pil
venga mantenuto al di sotto del valore di riferimento del 60% del Pil. Sotto
questo profilo la Commissione prende atto con soddisfazione della recente
approvazione di una legge sulla stabilità di bilancio ed esprime
soddisfazione per gli sforzi fatti dal governo portoghese per attuare le
riforme strutturali e rafforzare in questo modo la crescita e l'occupazione.
In ogni caso l'adozione di tutti i provvedimenti necessari dovrebbe aver
luogo entro il 5 marzo 2003. Le autorità portoghesi presenteranno prima
della fine dell'anno un programma di stabilità aggiornato per il 2003 e gli
anni successivi che fisserà tra l'altro obiettivi ambiziosi per il
raggiungimento di una posizione di bilancio prossima al pareggio o in attivo
nel medio termine e per garantire che il rapporto debito/Pil ritorni su un
sentiero di discesa. I ministri dell'economia e delle finanze dovrebbero
adottare una decisione in merito a questo punto nella riunione Ecofin del 5
novembre. Alla luce dei dati che dovranno essere presentati entro il 1°
marzo 2003 la Commissione valuterà se il disavanzo eccessivo del Portogallo
è stato corretto e se le autorità portoghesi hanno applicato le misure
necessarie per riportare il disavanzo nettamente al di sotto del 3% nel
2003.
LIBERA
CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI: LA COMMISSIONE AVVIA UN PROCEDIMENTO DI
INFRAZIONE NEI CONFRONTI DELLA SPAGNA E DELL'ITALIA RIGUARDO ALLE
PARTECIPAZIONI PUBBLICHE IN IMPRESE ENERGETICHE
Bruxelles, 17 ottobre 2002 - La Commissione europea ha rivolto a Spagna e
Italia una richiesta formale di fornire informazioni sulle loro normative
che limitano i diritti di voto connessi alle partecipazioni di imprese
statali nel settore dell'energia. La Commissione si chiede se talune
disposizioni delle normative spagnola e italiana in questione non limitino
indebitamente la libera circolazione dei capitali sancita dalle norme del
trattato Ue (articolo 56). Le richieste avverranno sotto forma di lettere di
avviso formale (la prima fase del procedimento di infrazione a norma
dell'articolo 226 del trattato Ce). In mancanza di risposte soddisfacenti a
queste lettere entro due mesi, la Commissione potrebbe decidere di
indirizzare agli Stati membri interessati una richiesta formale (i
cosiddetti "pareri motivati", la seconda fase del procedimento di
infrazione) perché rivedano la normativa in questione. Spagna - La legge
spagnola 55/1999 del 29 dicembre 1999 contiene disposizioni che prevedono
che l'esercizio di diritti di voto da parte di organismi pubblici o di
imprese di qualsiasi genere detenute o controllate da organismi pubblici e
che assumono il controllo diretto o indiretto o che acquisiscono almeno il
3% del capitale o dei diritti di voto in imprese energetiche deve essere
soggetto all'autorizzazione preventiva del Consiglio dei Ministri spagnolo.
Viene inoltre richiesto alle autorità di tenere nel debito conto il
principio di reciprocità. Italia - Nel caso dell'Italia, la normativa in
causa è il decreto-legge 25 maggio 2001, n. 192, convertito in legge con
legge 20 luglio 2001, n. 301, concernente misure nei settori dell'elettricità
e del gas. Esso prevede che, in caso di acquisizione diretta o indiretta da
parte di imprese pubbliche di partecipazioni superiori al 2% del capitale
sociale di società operanti nei settori dell'elettricità e del gas, i
diritti di voto inerenti alle azioni eccedenti tale limite sono
automaticamente sospesi fino a quando nell'Unione europea sarà stato
realizzato un mercato pienamente concorrenziale. Anche in questo caso la
norma fa riferimento al principio di reciprocità. Le riserve della
Commissione - La Commissione ritiene che le disposizioni delle leggi
spagnola e italiana potrebbero essere incompatibili con il trattato che
istituisce la Comunità europea. Nella "Comunicazione della Commissione
relativa ad alcuni aspetti giuridici attinenti agli investimenti
intracomunitari" (cfr. IP/97/477), la Commissione specifica che,
secondo la normativa comunitaria, le restrizioni della libera circolazione
dei capitali e del diritto di stabilimento, quali le procedure di
autorizzazione degli investimenti nelle imprese privatizzate, devono:
applicarsi in modo non discriminatorio; essere giustificate da motivi
imperiosi di interesse pubblico; essere idonee a garantire il conseguimento
dello scopo perseguito; e non andare oltre quanto necessario per il
raggiungimento di questo. Questa posizione è stata ribadita dalla
Commissione nel giugno 2001 (cfr. IP/01/872) e confermata dalla Corte di
giustizia europea nelle sentenze del 4 giugno 2002 nelle cause C-367/98
Commissione/Portogallo, C-483/99 Commissione/Francia e C-503/99
Commissione/Belgio. La Commissione si chiede le disposizioni delle leggi
spagnola e italiana in questione possano essere giustificate in base alle
condizioni summenzionate e, in caso negativo, se non siano dunque
incompatibili con le norme UE sulla libera circolazione dei capitali. Per
informazioni generali recenti su infrazioni relative a tutti gli Stati
membri è possibile consultare la pagina web: http://europa.eu.int/comm/secretariat_general/sgb/droit_com/index_en.htm
IL
PANORAMA ECONOMICO EULER & HERMES ECONOMIA MONDIALE 2002 / 2003: L'ORA
DELL'INCERTEZZA
Milano, 17 ottobre 2002 - Un anno dall'11 settembre: un riferimento al quale
è difficile rinunciare. In quel tragico momento la comunità economica
internazionale ha preso coscienza dell'avvento di un periodo di crisi, se
non addirittura di recessione. Si tratta di una presa di coscienza e non di
un inizio. In realtà non ci sono particolari legami tra i fatti di un anno
fa e la stagnazione economica mondiale registrata nel biennio 2001-2002.
Anzi, paradossalmente quella data ha provocato, soprattutto negli Usa, un
sussulto economico che, nel primo trimestre 2002, ha permesso di superare la
soglia del 5%, ben presto ridimensionatosi nel 2° trimestre (poco sopra
l'1%). Il 2002, per come sta evolvendo, sarà ricordato come l'anno dei
dubbi. Dubbi sulle Borse e sull'efficienza di sistemi di controllo
finanziario sulle aziende; dubbi sull'economia e sulla capacità di ripresa;
dubbi politici. Perplessità che hanno coinvolto molto gli Usa ed Eurolandia
e molto meno la Cina e l'Asia. Le Borse: in calo da settembre 2000 a oggi.
Da settembre 2000 (massimo livello storico) al 15 luglio 2002 le Borse
europee hanno perso il 45% del proprio valore. Tuttavia l'inversione di
tendenza era già iniziata negli Usa a marzo 2000 con il crollo del Nasdaq
(in Italia il ripiegamento del Numtel ha superato a tutt'oggi il 90%!). Sono
due i fenomeni che possono spiegare gli eventi di questi ultimi due anni. Da
un lato la bolla speculativa che si era creata intorno ai titoli del nuovo
mercato, che però non ha provocato grandi fallimenti né ha inferto gravi
ferite all'economia "reale". Dall'altro, la crisi che il
fallimento della Enron (fine 2001) ha portato su Piazza Affari. Il crollo di
quell'importantissimo marketplace elettronico mondiale è stato anche il
crollo della "fiducia" (e che dire di Andersen?), che ha fatto
nascere il sospetto che tutto il sistema fosse "malato". Così i
mercati sono ritornati ai livelli 1997-98. Per l'immediato futuro, molto
dipenderà dagli effetti delle decisioni prese dall'amministrazione Bush per
ridare fiducia agli investitori (per esempio, quelle sulla veridicità dei
bilanci). Inoltre, Alan Greenspan non interverrà sui tassi di interesse che
dovrebbero rimanere favorevoli, con un prevedibile rialzo (a medio termine)
della quotazione del dollaro. Tutto ciò si inserisce in un contesto ancora
incerto (non va dimenticato il fattore Iraq). La tesi secondo cui in autunno
si toccherà il livello minimo rimane la più probabile, sempre che la crisi
economica di quest'anno resti limitata. Economia mondiale in preda
all'incertezza - A settembre 2001, l'economia mondiale era in piena crisi.
Dopo una crescita del 4,7% nel 2000, nel 2001 la percentuale scendeva al
2,5%, cifra che mascherava situazioni di forte contrasto con Paesi in via di
sviluppo trainati soprattutto dalla Cina (+7,3%) e persino dall'India
(4,3%). I Paesi in via di transizione (+5%) recuperavano un po' del loro
ritardo, mentre i Paesi industrializzati registravano una stasi (+1,2%) e il
"blocco" dell'Ocse passava dal 3,9% di crescita nel 2000 all'1%
soltanto nel 2001. Per semplificare, si può affermare che gli Usa erano in
frenata, il Giappone in depressione e l'Europa in stagnazione. Aggiungiamo a
questi problemi le crisi più tradizionali di due importanti Paesi
emergenti, la Turchia (-6,2%) e l'Argentina (-3,7%) e il declino di due
dragoni asiatici colpiti in pieno dalla crisi dell'elettronica mondiale,
Singapore (-2,1%) e Taiwan (-1,9%). In fin dei conti, proprio mentre Osama
Bin Laden dava gli ultimi ritocchi al suo piano di attentati dell'11
settembre, il mondo (secondo le stime dell'Fmi) era sull'orlo della
recessione. Cosa è successo da allora? Le tendenze registrate prima degli
attentati sono state confermate, sia quelle positive sia quelle meno
favorevoli. Fra le prime, ricordiamo la persistente crescita dei Paesi in
via di sviluppo, sempre trainati dai motori cinese e indiano. Sul versante
negativo va segnalato il persistere dei problemi in Germania e Giappone e la
crisi sempre più profonda in Argentina (l'Fmi ha calcolato una forbice per
il tasso di recessione fra -10% e -15% nel 2002 ...), che potrebbe
contagiare anche il Brasile. Intanto, continua, come è ovvio, lo
sgonfiamento della bolla speculativa della nuova economia, trasformatasi in
vero e proprio crack della Borsa dopo i vari "casi" Enron,
Andersen e World.Com degli ultimi mesi. A metà 2002, dunque, il bicchiere
era mezzo pieno tra certezze asiatiche e incertezze atlantiche. Molto
dipenderà dalla possibilità che la ripresa americana contagi anche
l'Europa, limitando così l'impatto delle difficoltà dell'economia tedesca
e giapponese. I fattori che consentono di dare slancio alla crescita e di
trasformare un semplice miglioramento in ripresa sono essenzialmente tre:
gli investimenti delle aziende, il commercio estero e i consumi delle
famiglie Un po' ovunque, questi ultimi hanno resistito, impedendo al
rallentamento della crescita economica del 2002 di tramutarsi in recessione.
Si può sperare in qualcosa di più? Bisognerebbe essere ottimisti, visto
che l'indebitamento delle famiglie americane e il ritorno dell'aumento della
disoccupazione in alcuni paesi europei, lasciano solo qualche speranza che
la situazioni si attesti sui trend attuali. Arriviamo così agli
investimenti delle imprese. Queste ultime si stanno riprendendo, anche se in
quasi tutti i Paesi la percentuale di fallimenti rimane alta. Lo stato della
liquidità è lungi dall'essere ottimale e si registra una riduzione
generalizzata dei tassi di utilizzo delle capacità. Se fosse corretta
l'ipotesi centrale illustrata nel Rapporto, e cioè che gli investimenti
ripartiranno molto lentamente, si potranno vedere segnali di miglioramento
al più presto alla fine del 2003, un anno nel quale la crescita sarà
alquanto modesta, dell'ordine del 2,5% in nord America e del 2% in Europa,
sebbene queste cifre possano essere influenzate dai dati statistici sulle
scorte. Naturalmente, c'è poi un ultimo ingrediente, un lievito che ha la
capacità di far crescere la pasta, come amano i grandi chef keynesiani: la
ripresa dei bilanci. Negli Stati Uniti è già una realtà, mentre il
Giappone ha largamente superato la soglia tollerabile e in Europa Francia,
Germania e Italia devono fare i conti con i loro impegni sul patto di
stabilità, che si sta rivelando una costrizione probabilmente troppo rigida
in questo periodo. Il cielo della congiuntura mondiale è dunque ricco di
contrasti e si prospetta un futuro d'incertezza sulla situazione
congiunturale delle tre grandi regioni dell'economia mondiale: l'Asia, il
nord America e l'Europa. Asia: ancora forte la crisi giapponese - Il
Giappone è ancora in crisi anche se le aziende del Paese sono sempre molto
attive. Tutto l'interesse si rivolge al continente, in primo luogo alla
Cina: divenuta oggi la seconda potenza economica mondiale (12,1% del Pil
mondiale nel 2001 a parità di potere d'acquisto) dopo gli Stati Uniti
(21,4%) ed Eurolandia (15,9%) ma prima del Giappone (7,3%). Nondimeno, non
si può negare la realtà della crescita cinese che, dopo un lungo periodo
(1984-96) in cui si era stabilizzata oltre il 10% annuo, oggi corre ad una
velocità più modesta del 7-8%. L'economia è sostenuta dal dinamismo della
domanda interna, alimentata, in particolare, dalla forte crescita della
spesa pubblica (+24,4% nel primo semestre!). Ma anche i consumi non si
fermano, grazie all'incremento dei redditi (fra il 1999 e il 2002 il Governo
ha raddoppiato gli stipendi dei dipendenti pubblici ....). Infine, a
dispetto della situazione economica mondiale, le esportazioni hanno ripreso
ritmo (+18,4% a maggio 2002). La Cina continua a trarre benefici dalla
grossa quota di investimenti diretti esteri mondiali, che sono addirittura
aumentati del 29% nel primo quadrimestre 2002 dopo l'entrata ufficiale nel
WTO. Il 2001 era stato un anno mediocre per i maggiori Paesi asiatici
emergenti, colpiti in pieno dalla crisi dell'elettronica mondiale. Nel 2002,
la ripresa non si è fatta attendere un po' ovunque, mentre i tassi di
crescita si attestano in media fra il 3-4%, con la sola eccezione di Hong
Kong, che non riesce ad uscire dalla crisi dovuta alla sua vicinanza con la
Cina. In questo ciclo di ripresa economica, la Corea del sud è la punta più
avanzata: non è da trascurare, fra le cause, un certo effetto "Coppa
del Mondo". Il problema comune a tutte queste economie sarà ritrovare
lo slancio quando l'impatto delle nuove tecnologie comincerà a indebolirsi.
Anche se il Giappone ha segnato un sorprendente 5,7% di crescita nel primo
trimestre 2002, dovuta essenzialmente all'export (+28%), in realtà, è
ancora in crisi. A dieci anni dal suo inizio, la crisi giapponese investe la
società con tutti i suoi problemi mal risolti, con bolle speculative che
scoppiano in successione lasciando il Paese con un debito pubblico
propriamente detto del 140% del Pil (ma che in senso lato, compreso il
carico pensionistico, ammonta al 400% del Pil). Le caratteristiche del
malessere giapponese sono note: invecchiamento della popolazione, tasso di
natalità tra i più bassi al mondo, un sistema politico incapace di
rinnovarsi, banche e assicurazioni sul punto di implodere (spinte
dall'attuale valore dell'indice Nikkei inferiore a 10.000 punti) e incapaci
di partecipare al finanziamento dell'economia, un mercato interno ancora
largamente sclerotizzato e una popolazione diventata fatalista, rassegnata,
e che risparmia in previsione di un aumento certo delle tasse, di prezzi più
bassi a causa della deflazione e di una disoccupazione sempre più grave (
5,4%). America: gli Stati Uniti si rimetteranno in moto? A metà 2002,
l'economia statunitense ha tenuto rimanendo la più dinamica di tutti i
Paesi del G7, risultato peraltro non difficile. Anche nella fase di
recessione più profonda del 2001 i consumi non sono mai calati e dopo il
sussulto patriottico di fine anno sono ancora cresciuti del 3,3% annuo nel
primo trimestre 2002. Il morale delle famiglie rimane alto malgrado un
mercato del lavoro meno generoso: a giugno 2002, il tasso di disoccupazione
del 5,9% era inferiore alla media degli ultimi venti anni (6,3%), ma
comunque in forte aumento sin dalla fine del 2000. Solo di recente,
timidamente, l'economia americana ha ricominciato a creare posti di lavoro.
Il mondo delle imprese è stato comunque scosso da una grave crisi di
fiducia. L'affidabilità dei bilanci, pietra angolare del capitalismo
borsistico, oggi viene apertamente rimessa in discussione e le aziende hanno
dedicato questi ultimi trimestri al risanamento dei conti e al tentativo di
capire meglio gli impegni assunti nel quadro dei piani pensionistici, ma
devono fare i conti con la stretta creditizia e l'allargamento degli spread
quando il loro rating non è fra i migliori: a giugno 2002, il differenziale
fra i tassi dei Buoni del Tesoro a dieci anni e quello praticato per
un'azienda quotata Aaa da Moody's era di 170 punti base, lontano dal record
di ottobre 2001 (246 punti base), certo, ma sempre meglio della media a
lungo termine (70 punti base dal 1953). Nei prossimi mesi, l'economia
americana continuerà dunque a funzionare con i motori di oggi. Non si
prevedono sostanziali modifiche della politica di Alan Greenspan (sperare in
una riduzione dei tassi sarebbe comunque eccessivo!). In vista delle
elezioni di novembre, cruciali per l'amministrazione Bush che, dopo il
Senato, potrebbe perdere anche la Camera dei Rappresentanti, il bilancio
dovrebbe restare in attivo. La crescita globale nel 2002 dovrebbe attestarsi
intorno al 2,5% e, intervenendo sulle scorte, dovrebbe superare di poco il
3% nel 2003. Europa: la bella addormentata - All'inizio del 2002, dopo la
crisi quasi generalizzata vissuta nel 2001, l'Europa ha ritrovato livelli di
crescita leggermente positivi, sebbene gli investimenti e i consumi non
siano stati molto dinamici. Per il 2002-2003 i margini di manovra sono
scarsi. Dal punto di vista del bilancio, i Paesi più importanti (Germania,
Francia, Italia) sono ai limiti degli impegni assunti con il Patto di
Stabilità, che non si può toccare, e dunque in Europa non ci sarà, come
negli Stati Uniti, una ripresa "keynesiana". Nel 2002-2003 molti
governi europei condivideranno il difficile compito di avviare pesanti
riforme strutturali senza disporre di alcun margine di manovra sul bilancio:
la Germania, la Francia, l'Italia, tanto per citare i casi principali, hanno
rinviato per troppo tempo le riforme indispensabili per interi settori del
loro welfare, e oggi si ritrovano con le spalle ad un muro che in molti casi
rischia di crollare per mancanza di mezzi finanziari necessari a sostenerlo.
I consumi possono essere definiti accettabili malgrado l'aumento quasi
generalizzato della disoccupazione, gli investimenti non aumenteranno prima
del 2003, il commercio estero è in situazione di equilibrio nei migliori
dei casi anche se l'euro "quasi forte" non lo favorisce. Tutto
sommato, sarà soprattutto l'andamento delle scorte a determinare una
crescita di poco superiore all'1% nel 2002 e al 2% nel 2003. Focus sull'italia
- L'Italia è stata colpita più della maggior parte degli altri Paesi
europei dal rallentamento dell'economia (sebbene la quota italiana nel
commercio mondiale sia passata dal 3,8% nel 2000 al 3,94% nel 2001). In
effetti, soprattutto all'inizio del 2002 l'Italia ha sfiorato la recessione;
nel primo semestre del 2002, la produzione industriale è calata del 3,6%
rispetto al 2001, con forti diminuzioni per apparecchi elettrici e mezzi di
trasporto. Le immatricolazioni di nuove auto sono diminuite del 13% nel
primo semestre, e solo durante l'estate si è cominciato a sentire l'effetto
degli ecoincentivi varati dal Governo. Ciò non ha impedito a Fiat di
continuare a perdere quote di mercato, con un impatto negativo sulla
crescita valutato da alcuni intorno allo 0,3-0,4% del Pil. Il commercio
estero vede il mantenimento del surplus ma solo grazie a un decremento delle
importazioni maggiore di quello delle esportazioni, sfavorite anche dal
rialzo dell'euro. La ripresa su alcuni mercati extracomunitari, come
l'Europa dell'est e la Cina, si accompagna a un calo generalizzato delle
esportazioni verso i tradizionali partners europei (Francia e Germania). Sul
fronte interno, il controllo dell'inflazione (2,6% a settembre) presenta
qualche problema (per via del maltempo, del changeover e del nuovo aumento
del petrolio), e ha spinto il Governo a varare un blocco temporaneo delle
tariffe. La disoccupazione è in calo e il dato sulla creazione netta di
posti di lavoro è ancora positivo (anche se in rallentamento) grazie ad una
maggiore "flessibilità" del mercato del lavoro introdotta negli
ultimi anni. La riforma di quest'ultimo continua non senza conflitti, come
dimostrato dagli scioperi della primavera 2002. A luglio, il cosiddetto
"Patto per l'Italia", che prevede misure sociali e fiscali e
maggiori aiuti allo sviluppo del Sud, è stato firmato da Confindustria e
sindacati con l'eccezione della CGIL che si oppone fortemente al Governo
Berlusconi. Quest'ultimo ha comunque segnato qualche punto a suo favore, in
particolare per quanto riguarda il rientro dei capitali dall'estero (quasi
60 miliardi di euro sono rientrati grazie ad una sorta di "amnistia
fiscale"), ma i margini di manovra rimangono comunque ridotti. Il
Governo ha dovuto ridurre le previsioni di crescita per il 2002 dal 2,3%
all'l,3%, fino all'attuale 0,6%. Il deficit pubblico potrebbe sfiorare o
addirittura superare il 2%, il che diventa ancora più preoccupante visto
l'ingente mole di debito pubblico (ca. 110% del Pil). Le misure previste per
stimolare la domanda interna (nel settore auto, soprattutto) non sono per
ora sufficienti a favorire la ripresa dei consumi, stante il peggioramento
del morale delle famiglie, e in attesa degli sgravi fiscali per i redditi più
bassi previsti per il prossimo anno. Il dato più preoccupante di quest'anno
rimane comunque il calo degli investimenti delle imprese (-3,3% su base
annua nel secondo trimestre), su cui hanno pesato la crisi della Fiat (che
insieme all'indotto rappresenta il 5% circa del Pil) ma anche di una serie
di aziende molto specializzate dell'industria italiana dei beni strumentali.
E' evidente che la legge Tremonti (sgravi fiscali per chi reinveste gli
utili) non ha sortito gli effetti sperati. In queste condizioni, nel 2002 la
crescita italiana sarà inevitabilmente mediocre, e se si manterrà
positiva, seppur di poco, sarà soprattutto grazie al contributo del
comparto dei servizi. Nel 2003, nonostante l'ormai concesso allentamento dei
vincoli di bilancio, ci vorrà una buona ripresa dell'export (e quindi della
domanda internazionale) e della domanda interna (soprattutto degli
investimenti, la parte più dinamica) perché la crescita acceleri oltre la
soglia dell'1,5%. Sono cifre che corrispondono alla media europea ma
piuttosto lontane da quanto si aspettava il Governo all'inizio dell'anno. Le
riforme necessarie saranno perciò più difficili.
PER
REALIZZARE GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO DI E-GOVERNMENT NON BASTANO I
PROVVEDIMENTI NORMATIVI, MA E' NECESSARIO L'APPORTO DI FIGURE PROFESSIONALI
SPECIFICHE ED UNA REINGEGNERIZZAZIONE DEI PROCESSI ORGANIZZATIVI E DI
LAVORO.
Roma, 17 ottobre 2002 - E' indubbio che il piano d'azione sull'e-government
predisposto dal Governo al fine di ottenere una piena e completa
realizzazione necessita di specifiche figure professionali ed in particolare
di tecnici e specialisti in grado di progettare, realizzare e gestire le
infrastrutture e le tecnologie concepite per facilitare il dialogo tra le
Pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini e favorire l'accesso veloce
ai servizi ed alle informazioni. Le principali societa' leader del settore
Ict, tra cui Microsoft, hanno elaborato piani dedicati alla formazione di
profili specifici nell'ambito delle nuove tecnologie legate alle esigenze di
attuazione dei progetti di e-government. Ormai gia' da tempo si parla di
informatizzazione dei pubblici uffici anche se tale concetto ha subito una
naturale evoluzione: si e' difatti passati dall'introduzione dei primi
strumenti informatici atti a permettere un'efficiente gestione delle risorse
documentali all'attuale fase di teleamministrazione e digitalizzazione delle
attivita' amministrative. Nel corso di questi ultimi anni gli interventi
legislativi e regolamentari, che hanno disciplinato l'intero sistema
informatico della Pubblica Amministrazione, hanno sempre mirato ad
assicurare al Governo ed all'intera Pubblica Amministrazione un patrimonio
informativo pubblico organico e affidabile, a garantire a tutti i cittadini
l'accesso on-line ai diversi servizi erogati dalle Pubbliche
Amministrazioni, a collegare funzionalmente l'uso delle nuove tecnologie in
ambito pubblico con una profonda riforma del modo d'essere e d'operare della
Pubblica Amministrazione, a rafforzare l'assetto istituzionale della
Pubblica Amministrazione nel settore informatico. Come e' noto questi sono
gli obiettivi principali del Piano di e-government e la loro realizzazione
non puo' prescindere dal ricorso ad esperti di reti telematiche, di banche
dati, di applicazioni tecnologiche innovative. In particolare l'esperto di
tecnologie per i servizi base di e-government, secondo le indicazioni della
stessa Microsoft, deve essere una figura di elevata competenza tecnica
responsabile di valutare ed utilizzare le tecnologie piu' idonee ad
assicurare l'integrita' e la provenienza dei documenti informatici. Questa
figura professionale deve quindi conoscere in maniera approfondita la firma
digitale con il sistema di crittografia a chiavi pubbliche, la marcatura
temporale, le problematiche legate all'accesso ai servizi con carta
elettronica, il funzionamento delle banche dati e dei meccanismi d'interoperabilita'
ed ancora tanti altri aspetti delle nuove tecnologie. Il vero problema, che
la stessa Microsoft sottovaluta, e' rappresentato dalla rigidita'
dell'apparato statale che presenta caratteristiche funzionali (ed anche
disfunzionali) che lo differenziano profondamente dal settore privato dei
servizi. Esso e' infatti regolato da disposizioni che quasi sempre hanno
carattere di legge formale cui non e' quindi possibile derogare, anche se la
deroga consentirebbe di migliorare il funzionamento dell'ufficio.
DECISIONE
NEGATIVA DELLA COMMISSIONE IN RELAZIONE A DUE REGIMI FISCALI SPECIALI
APPLICABILI AI CENTRI DI COORDINAMENTO E ALLE SOCIETÀ FINANZIARIE IN
LUSSEMBURGO
Bruxelles, 17 ottobre 2002 La Commissione europea ha dichiarato illegali i
regimi fiscali speciali lussemburghesi applicabili ai cosiddetti centri di
coordinamento e alle società finanziarie. Sebbene siano stati aboliti dal
Lussemburgo nel 1996, numerose società hanno continuato a beneficiare dei
regimi in questione fino alla fine del 2001. Poiché all'epoca
dell'attuazione dei regimi, le autorità lussemburghesi potevano
legittimamente ritenere che essi non costituissero aiuti di Stato, la
Commissione ha deciso di non chiedere il recupero dei vantaggi fiscali che
possono essere stati concessi. Un centro di coordinamento presta servizi di
marketing, pubblicità, pubbliche relazioni, contabilità ed altri servizi
alle imprese di uno stesso gruppo multinazionale estero. Il reddito
imponibile del centro di coordinamento è determinato sulla base del metodo
del costo maggiorato (cfr. "Contesto"). La base imponibile è
calcolata applicando una maggiorazione fissa espressa in percentuale alle
spese (costi operativi) del centro. La legislazione lussemburghese aveva
fissato una maggiorazione minima del 5%. Una società finanziaria è
soggetta a condizioni simili a quelle di un centro di coordinamento, ma la
sua unica finalità è quella di concedere prestiti ad altre società del
gruppo. In base al regime lussemburghese abolito, l'impresa madre della
società finanziaria doveva disporre di un capitale di almeno 5,5 miliardi
di Luf (circa 137,5 milioni di Eur). Anche il suo reddito imponibile era
determinato sulla base del metodo del costo maggiorato. La Commissione ha
concluso che nell'applicare il metodo del costo maggiorato, le autorità
lussemburghesi hanno sistematicamente applicato la maggiorazione minima,
senza verificare se l'impiego del tasso minimo riflettesse la realtà
economica delle transazioni sottostanti effettuate dai centri di
coordinamento e dalle società finanziarie. Tale modo di procedere poteva
ridurre gli oneri fiscali a carico delle società ammesse a beneficiare dei
regimi e non era compatibile con le norme comunitarie in materia di aiuti di
Stato. I regimi fiscali lussemburghesi del 1989 sono simili al regime belga
applicabile ai centri di coordinamento nei confronti del quale la
Commissione, nel febbraio 2002, ha avviato un procedimento d'indagine
formale (cfr. IP/02/325) a seguito del rifiuto delle autorità belghe di
conformare il regime in questione alla normativa comunitaria (cosiddette
opportune misure) come disposto nel luglio 2001 (cfr. "Contesto").
Poiché tuttavia in precedenza, nel 1984, era stato considerato che il
regime belga non contenesse aiuti di Stato, la Commissione ha concluso che,
all'epoca della loro attuazione, le autorità lussemburghesi potevano
legittimamente ritenere che i loro regimi non costituissero aiuti di Stato.
Per tale ragione, la Commissione non ha disposto il recupero degli
aiuti.
AIUTI
DI STATO : LA COMMISSIONE INTENDE PORRE FINE A TALUNI VANTAGGI DI EDF
Bruxelles, 17 ottobre 2002 La Commissione europea ha deciso di proporre al
governo francese di sopprimere la garanzia di Stato illimitata di cui
beneficia EdF in virtù del suo status di Epic ("Etablissement public
à caractère industriel et commercial" - Istituto pubblico a carattere
industriale e commerciale) e di esigere che EdF paghi un premio sulla quota
non ancora rimborsata delle obbligazioni che l'impresa ha emesso con la
garanzia esplicita dello Stato. La Commissione ha deciso inoltre di avviare
una procedura formale di indagine sullo sgravio fiscale di cui EdF ha
beneficiato grazie agli aggiustamenti contabili operati nel 1997. La maggior
parte delle misure che sono sottoposte ad indagine sono considerate come
aiuti esistenti e pertanto alle autorità francesi non verrebbe chiesto il
recupero di tali aiuti bensì la soppressione dei vantaggi futuri. Questi
aiuti sono accordati ad un'impresa che esercita le sue attività in mercati
concorrenziali. Circa un anno fa la Commissione ha iniziato un'inchiesta su
una serie di misure pubbliche che potrebbero comportare elementi di aiuto di
Stato a favore di Electricité de France (EdF). La Commissione ha esaminato
in particolare le misure seguenti: la garanzia di Stato illimitata di cui
beneficia EdF su tutti i suoi impegni in virtù del suo status di Epic, che
rende inapplicabile la legislazione in materia di insolvenza; le garanzie
esplicite che le autorità francesi hanno accordato sulle obbligazioni
emesse da EdF senza esigere il pagamento di alcun premio; gli accantonamenti
esenti da imposta che EdF ha costituito per il rinnovo della rete di
alimentazione generale (Réseau d'Alimentation Générale Rag) nel periodo
1986-1997. Al termine di un esame approfondito delle informazioni comunicate
dalle autorità francesi, la prima conclusione alla quale è giunta la
Commissione è che le misure in oggetto contengono elementi di aiuto di
Stato a favore di EdF che in questa fase della procedura di esame sembrano
incompatibili con le regole comunitarie. Gli "aiuti esistenti" La
disapplicazione delle norme in materia di insolvenza e fallimento ed il
ruolo dello Stato in quanto garante finale dell'impresa di cui EdF beneficia
per via del suo status di Epic annulla il rischio di insolvenza per le sue
passività, migliora il suo rating di affidabilità creditizia e riduce il
costo dei suoi prestiti. Come indicato nella comunicazione della Commissione
sulle garanzie di Stato: "La Commissione considera come aiuti di Stato
concessi in forma di garanzia anche le condizioni di finanziamento
preferenziali ottenute da imprese il cui regime giuridico escluda il
fallimento o altre procedure concorsuali oppure preveda esplicitamente la
concessione di garanzie statali o il ripianamento delle perdite da parte
dello Stato". Inoltre lo Stato francese ha accordato a EdF garanzie
esplicite per una serie di emissioni obbligazionarie senza chiedere il
versamento di alcun premio per il rischio assunto. Il vantaggio finanziario
che queste garanzie dello Stato rappresentano per EdF sarebbe pertanto pari
al premio che un istituto finanziario commerciale che si porti garante
avrebbe fatturato a EdF per tali garanzie. Giacché queste due misure sono
state adottate più di dieci anni fa, sono "prescritte" in virtù
del diritto comunitario e pertanto la Commissione non ne ordinerà il
recupero. La Commissione ha tuttavia proposto che la Francia elimini in
futuro gli elementi di aiuto in questione e ha raccomandato in particolare
alle autorità francesi di adottare misure utili al fine di: sopprimere la
garanzia illimitata di cui beneficia EdF su tutte le sue passività in virtù
dello status di Epic e esigere che EdF versi un premio corrispondente alle
condizioni di mercato per la garanzia esistente sulla quota di obbligazioni
non ancora rimborsata. La Commissione non mette in alcun modo in discussione
il fatto che lo Stato sia proprietario del capitale di EdF e non contesta il
suo status di Epic. Le sue obiezioni riguardano i vantaggi che EdF deriva da
alcune caratteristiche dello status di Epic, ovvero l'esenzione dalle
procedure in materia di fallimento e di insolvenza e il ruolo dello Stato in
quanto garante finale per i debiti dell'impresa. La Commissione ha adottato
di recente lo stesso approccio nei confronti degli istituti di credito
pubblici tedeschi. Da allora la Germania ha accettato di sopprimere tale
vantaggio senza modificare il regime di proprietà pubblica di questi
istituti né il loro status di enti di diritto pubblico ("Anstalt").
Nuovi aiuti La Commissione ha inoltre avviato una procedura formale di
indagine in merito a taluni vantaggi fiscali concessi a EdF nel 1997. Nel
1987 EdF ha cominciato ad applicare alle attività della sua rete di
alimentazione generale (Rag) le norme contabili speciali stabilite in
Francia per le attività soggette a concessione pubblica che devono essere
restituite allo Stato alla fine della concessione. In particolare, durante
il periodo 1986-1997 EdF ha iscritto nel suo conto economico accantonamenti
aggiuntivi per il rinnovo della Rag oltre ai normali ammortamenti,
discostandosi dalla sua prassi contabile precedente. La costituzione di tali
accantonamenti ha ridotto il suo reddito imponibile annuo e pertanto EdF ha
pagato meno imposte. In una relazione sui conti di EdF nel periodo 1987-1992
adottata nell'ottobre 1994, la Cour des Comptes francese è giunta alla
conclusione che la costituzione da parte di EdF di accantonamenti aggiuntivi
era irregolare e mirava unicamente a ridurre l'onere fiscale. Con l'articolo
4 della legge 97-1026 del 10/11/1997 il governo francese ha indicato
chiaramente che EdF era proprietaria della Rag dal 1956. Se EdF era
proprietaria di tale rete dal 1956, EdF non avrebbe dovuto creare, come ha
fatto, accantonamenti aggiuntivi per il rinnovo della Rag oltre a procedere
ai normali ammortamenti. In virtù dell'articolo 4 della legge 97-1026 del
10/11/1997, EdF ha proceduto ad una serie di aggiustamenti contabili e di
riclassificazioni in modo da annullare le scritture contabili irregolari del
periodo 1987-1997. Tuttavia questi aggiustamenti e queste riclassificazioni
ordinati dallo Stato non hanno compensato integralmente gli sgravi fiscali
di cui EdF aveva beneficiato. In particolare i 2,15 miliardi di euro di
accantonamenti utilizzati sono stati riclassificati da EdF come dotazioni
patrimoniali, senza transitare per il conto economico, e non sono stati
sottoposti ad imposizione nel 1997. Il vantaggio di cui EdF ha beneficiato
all'epoca in termini di sgravi fiscali può essere stimato, secondo le
autorità francesi, in 0,9 miliardi di euro (2,15 miliardi di euro x
41.67%(3)). Anche se EdF ha esercitato la propria attività in Francia in
una serie di mercati soggetti a diritti di monopolio prima dell'entrata in
vigore della direttiva 96/92/CE del Consiglio che ha liberalizzato il
settore dell'elettricità, la Commissione ritiene che gli aiuti a favore di
EdF hanno potuto falsare la concorrenza e gli scambi sui mercati europei.
Questa situazione è dovuta al fatto che, nonostante i diritti esclusivi di
cui EdF beneficia per talune attività in Francia, vi sono comunque stati
taluni scambi tra gli Stati membri. Inoltre i mercati ancillari nei quali
EdF si era già diversificata erano aperti alla concorrenza. Inoltre EdF era
presente negli anni 90 in un certo numero di altri Stati membri grazie alle
sue partecipazioni e alle sue controllate. Tutti questi effetti esistevano
già ben prima della liberalizzazione del settore determinata dalla predetta
direttiva. Gli effetti degli aiuti sono rilevanti nel contesto attuale della
liberalizzazione progressiva dei mercati dell'elettricità e dell'espansione
delle attività di EdF all'estero iniziata all'inizio degli anni 90, che ha
consolidato la posizione di EdF come uno dei principali gruppi multi-energia
e multi-servizi a livello mondiale. Le attività di EdF all'estero sono
salite dal 12% del suo fatturato nel 1998 al 18% nel 1999. I proventi delle
vendite di EdF al di fuori del mercato francese dell'elettricità sono stati
pari al 35% del totale del gruppo nel 2001, con un obiettivo del 50% per il
2005. La Commissione ha invitato la Francia ad accettare la proposta di
sopprimere in futuro gli aiuti esistenti e di informare la Commissione entro
un mese delle misure che le autorità francesi intendono adottare per
sopprimerli. Per quanto concerne i nuovi aiuti, la Commissione ha invitato
la Francia a presentare, sempre entro un mese, le sue osservazioni. I terzi
interessati saranno anch'essi invitati a presentare le loro osservazioni
alla Commissione.
UNICREDITO
ITALIANO S.P.A.: DEPOSITATA PRESSO LA CONSOB LA COMUNICAZIONE DELL' OPA
(OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO DELL'INTERO CAPITALE SOCIALE DI ON BANCA
S.P.A.
Milano, 17 ottobre 2002 - UniCredito Italiano S.p.A., comunica che ieri è
stata depositata presso la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa
(la "Consob"), ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 102
del Decreto Legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998 (il "Testo
Unico") ed all'art. 37 del Regolamento adottato dalla Consob con
Delibera n. 11971 del 14 maggio 1999, come successivamente modificato ed
integrato (il "Regolamento Consob"), la comunicazione relativa
all'intenzione di lanciare un'offerta pubblica di acquisto preventiva
totalitaria (l'"Offerta") promossa, ai sensi degli articoli 102 e
106, comma 4, del Testo Unico, avente ad oggetto la totalità delle azioni
ordinarie rappresentative dell'intero capitale sociale di On Banca S.p.A.
("Onbanca" o l'"Emittente") e pertanto, pari a n.
2.582.250 azioni ordinarie con godimento regolare del valore nominale di
Euro 25,00 ciascuna, emesse e sottoscritte precedentemente alla data odierna
(le "Azioni Onbanca" e, ciascuna di esse, l'"Azione Onbanca").
Alla suddetta comunicazione sono stati allegati, ai sensi dell'art. 37 del
Regolamento Consob, il Documento di Offerta, la Scheda di Adesione e la
Garanzia di esatto adempimento. I termini qui di seguito riportati con la
lettera maiuscola, ove non espressamente definiti nel presente Comunicato,
avranno il medesimo significato loro attribuito nel Documento di Offerta.
elementi essenziali dell'offerta - 1.1 Soggetti partecipanti all'operazione
- Soggetto Offerente: UniCredito Italiano S.p.A. ("UniCredit" o
l'"Offerente"), con sede legale in Genova, capitale sociale
sottoscritto e versato pari a Euro 3.139.297.891,00 suddiviso in n.
6.256.889.230 azioni ordinarie e da n. 21.706.552 azioni risparmio del
valore nominale di Euro 0,50 ciascuna. L'Offerente ha azioni quotate in
Italia presso il Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito dalla
Borsa Italiana S.p.A.. UniCredit è capogruppo del Gruppo Bancario
UniCredito Italiano iscritto al n. 3135 dell'Albo dei gruppi bancari tenuto
da Banca d'Italia (il "Gruppo UniCredito"). Soggetto Emittente:
"On Banca S.p.A.", con sede legale in Milano, Via Bastioni di
Porta Nuova, 21, con capitale sociale sottoscritto e versato pari a Euro
64.556.250,00 suddiviso in n. 2.582.250 azioni ordinarie del valore nominale
di Euro 25,00 ciascuna. L'Emittente ha azioni quotate in Italia presso il
Nuovo Mercato Organizzato e Gestito dalla Borsa Italiana S.p.A.
Intermediario incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni sarà
UniCredito Italiano S.p.A.. Intermediari incaricati della raccolta delle
adesioni all'Offerta (gli "Intermediari Incaricati") saranno:
Banca Akros S.p.A. ; Banco Popolare di Verona e Novara S.c.a r.l.; Banca
Finnat Euroamerica S.p.A. ; Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., Banca
Nazionale del lavoro S.p.A. ; Banca Popolare Commercio e Industria S.c.a
r.l.; Capitalia S.p.A. ; Centrosim S.p.A.; IntesaBci S.p.A. ; On Banca
S.p.A. ; Rasbank S.p.A. ; Banca IMI S.p.A . Gli Intermediari Incaricati
autorizzati ad effettuare offerta di servizi finanziari fuori sede ai sensi
della normativa vigente provvederanno alla raccolta delle schede di adesione
all'Offerta (le "Schede di Adesione") anche avvalendosi di
promotori finanziari. L'Offerta ha ad oggetto n. 2.582.250 azioni ordinarie
ONBanca con godimento regolare del valore nominale di Euro 25,00 ciascuna,
rappresentanti l'intero capitale sociale dell'Emittente sottoscritto e
versato precedentemente la data del Documento di Offerta. L'Offerta è
promossa esclusivamente sul mercato italiano ed è rivolta indistintamente,
a parità di condizioni, a tutti gli azionisti di Onbanca. UniCredit
riconoscerà agli aderenti all'Offerta un corrispettivo di Euro 32,00 per
ogni Azione, da corrispondersi, in contanti, secondo i tempi e le modalità
indicate nel Documento di Offerta. Il controvalore massimo complessivo
dell'Offerta, in caso di totale adesione all'Offerta medesima sarà pari a
Euro 82.632.000,00. Il corrispettivo sopra indicato si intende al netto di
bolli, commissioni e spese, che restano a carico dell'Offerente. L'imposta
sostitutiva sulle plusvalenze, in quanto dovuta, è a carico degli aderenti
all'Offerta. La durata del Periodo di Adesione sarà concordata con la Borsa
Italiana S.p.A. in conformità con le disposizioni di legge e di regolamento
applicabili. Attualmente si prevede che tale Periodo di Adesione possa
iniziare, indicativamente entro il 4 novembre 2002, con durata di 25 giorni
di Borsa aperta. Le modalità di adesione all'Offerta sono descritte nel
Paragrafo C.6 del Documento di Offerta. L'Offerente si riserva la facoltà
di modificare i termini dell'Offerta, nei limiti di quanto consentito dalle
vigenti disposizioni di legge o di regolamento, dandone comunicazione nelle
forme previste dall'art. 37 del Regolamento Consob. Ferme restando le
condizioni di efficacia dell'Offerta, di cui al successivo Paragrafo 1.8, il
pagamento del corrispettivo delle Azioni Onbanca presentate per l'adesione
all'Offerta avverrà entro 5 giorni di Borsa aperta decorrenti dalla data di
chiusura del Periodo di Adesione fatte salve le proroghe o le modifiche
dell'Offerta pubblicate secondo le disposizioni vigenti (la "Data di
Pagamento"). L'Offerta è soggetta alle seguenti condizioni: 1)
Adesione all'Offerta di almeno il 57% del capitale sociale sottoscritto e
versato da Onbanca (pari a n. 1.471.883 azioni). Tale condizione decadrà
automaticamente nel caso in cui le assemblee di UniCredit e di Onbanca
approvino la Fusione (come definita nel successivo paragrafo 2). Di ciò sarà
data comunicazione alla onsob, a Borsa Italiana S.p.A. e a due agenzie di
stampa, nonchè al mercato mediante avviso pubblicato sui quotidiani
indicati nel Paragrafo M del Documento di Offerta. Qualora le assemblee di
UniCredit e di Onbanca non approvino la Fusione, l'Offerta rimarrà quindi
condizionata all'adesione di almeno il 57% del capitale sociale di Onbanca.
In questa ipotesi, tuttavia, nel caso di adesione all'Offerta per un
quantitativo inferiore ad almeno il suddetto 57%, l'Offerente si riserva -
ferme restando le ulteriori condizioni di validità dell'Offerta di cui ai
successivi Paragrafi (2) e (3) - la facoltà insindacabile di acquistare
comunque il quantitativo inferiore di Azioni Onbanca risultante dalle
adesioni ricevute, esercitando la predetta facoltà non oltre le ore 7.59
del primo giorno di borsa aperta successivo alla data di chiusura
dell'Offerta. Di ciò sarà data comunicazione alla Consob, a Borsa Italiana
S.p.A. e a due agenzie di stampa, nonchè al mercato mediante avviso
pubblicato sui quotidiani indicati nel Paragrafo M del Documento di Offerta.
2) Che, sino al giorno di calendario precedente alla Data di Pagamento, il
Consiglio di Amministrazione e/o l'Assemblea degli azionisti dell'Emittente
non abbiano, senza il preventivo consenso di UniCredit, assunto delibere
tali da alterare in modo sostanziale il profilo economico, patrimoniale ed
operativo dell'Emittente rispetto a quanto evidenziato nella situazione
semestrale al 30 giugno 2002, eccezion fatta, sia per gli effetti di
operazioni o fatti, successivi alla data del 30 giugno 2002, debitamente
resi noti al mercato prima della data della comunicazione della presente
Offerta ai sensi dell'art. 102 del Testo Unico della Finanza, sia per le
delibere consiliari e/o assembleari propedeutiche alla Fusione. Nel caso si
determinino tali situazioni, l'Offerente si riserva la facoltà
insindacabile di rinunciare alla presente condizione dandone comunicazione
al mercato, mediante apposito avviso pubblicato sui quotidiani indicati nel
Paragrafo M del Documento di Offerta, entro la Data di Pagamento. 3) Che
entro la fine del Periodo di Adesione sia stata ottenuta l'autorizzazione da
parte della Banca d'Italia ai sensi della Legge n. 287 del 10 ottobre 1990.
In caso di mancato avveramento delle condizioni di cui al Paragrafo (1) le
Azioni Onbanca saranno restituite nella disponibilità dei rispettivi
titolari entro il secondo giorno di borsa aperta successivo al relativo
comunicato trasmesso alla Consob, a Borsa Italiana S.p.A. e a due agenzie di
stampa. In caso si verifichino gli eventi di cui al Paragrafo (2),
l'Offerente comunicherà tale circostanza entro il giorno successivo a
quello in cui è venuto a conoscenza della stessa, e comunque entro la Data
di Pagamento, mediante comunicazione alla Consob, a Borsa Italiana S.p.A. e
a due agenzie di stampa, nonchè al mercato mediante avviso pubblicato sui
quotidiani indicati nel Paragrafo M del Documento di Offerta. In tale caso
le Azioni Onbanca saranno restituite nella disponibilità dei rispettivi
titolari entro il settimo giorno di borsa aperta successivo alla suddetta
comunicazione relativa al mancato avveramento della condizione in questione,
salvo che l'Offerente - ove riservata la facoltà - vi abbia rinunciato,
dandone contestuale comunicazione al mercato mediante apposito avviso
pubblicato sui quotidiani indicati nel Paragrafo M del Documento di
Offerta.
ACCORDI
TRA L'OFFERENTE, L'EMITTENTE E L'AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELL'EMITTENTE
BANCA POPOLARE COMMERCIO E INDUSTRIA S.C.A R.L. RELATIVI ALLA FUSIONE PER
INCORPORAZIONE DI ONBANCA IN UNICREDIT
Milano, 17 ottobre 2002 - UniCredit, Banca Popolare Commercio &
Industria S.c.a r.l. ("Bpci"), in qualità di azionista di Onbanca,
ed Onbanca hanno sottoscritto, in data 15 luglio 2002, una scrittura
privata, successivamente modificata con Addendum in data 9 ottobre 2002, che
prevede, tra l'altro, l'impegno di tutte le parti di avviare,
contestualmente all'Offerta, un procedimento di fusione per incorporazione
di Onbanca in UniCredit (la "Fusione") da concludersi
successivamente all'Offerta ed auspicabilmente entro la fine dell'anno 2002.
Si precisa che il progetto di Fusione è stato approvato dai Consigli di
Amministrazione di UniCredit ed Onbanca in data 9 ottobre 2002 e che le
assemblee straordinarie per deliberare sulla Fusione sono state convocate
rispettivamente, per UniCredit, in data 20, 21 e 22 novembre 2002 e, per Onbanca,
in data 21, 22 novembre 2002. Il progetto di Fusione prevede un rapporto di
concambio pari a 9 azioni ordinarie UniCredit per 1 azione ONBanca. Le due
operazioni (Fusione ed Opa) procederebbero pertanto parallelamente e si
concluderebbero, in caso di rilascio delle autorizzazioni previste dalla
legge, entro la fine dell'anno in corso, come brevemente illustrato nella
tabella che segue (le date indicate, ad eccezione di quella relativa
all'approvazione del progetto di Fusione, sono meramente indicative): Data
adempimento Adempimento; 9 ottobre 2002 Approvazione Progetto di Fusione da
parte di UniCredit e Onbanca; 4 novembre 2002 Inizio periodo di Offerta;
20-21-22 novembre 2002 Adunanza Assemblea straordinaria di UniCredit per
approvazione della Fusione; 21-22 novembre 2002 Adunanza Assemblea
straordinaria di ONBanca per approvazione della Fusione; 6 dicembre 2002
Termine Periodo di Offerta; 13 dicembre 2002 Pagamento delle Azioni Onbanca
conferite per l'Offerta; 27-28 dicembre 2002 Stipula atto di fusione tra
UniCredit e onanca. La tempistica e la struttura delle due operazioni
consentiranno quindi agli attuali azionisti di Onbanca di scegliere se
aderire all'Offerta ovvero, qualora venga approvata la Fusione, di ricevere
azioni UniCredit in concambio delle Azioni Onbanca da loro possedute.
Infatti, entrambe le assemblee di UniCredit e Onbanca si svolgeranno prima
della chiusura dell'Offerta e, pertanto, i soggetti legittimati a votare
nell'assemblea di Onbanca saranno gli attuali azionisti di Onbanca stessa
(che nel frattempo potrebbero già avere aderito all'Offerta), cui sarà
data la possibilità di richiedere, con la sottoscrizione della Scheda di
Adesione il certificato di ammissione all'assemblea stessa. L'Offerta è
stata autorizzata da Banca d'Italia con comunicazione del 9 settembre 2002,
prot. n. 39512, anche ai sensi dell'art. 19 del Decreto Legislativo n. 385
del 1° settembre 1993 (il "Testo Unico Bancario") e dell'art. 15
del Testo Unico. In data 2 settembre 2002 l'Offerente ha depositato presso
la Banca d'Italia istanza per ottenere l'autorizzazione ai sensi della Lagge
n. 287 del 10 ottobre 1990. L'Offerente intende acquisire l'Emittente
nell'ambito di un piano strategico finalizzato alla crescita nel wealth
management, date le prospettive di sviluppo e di crescente redditività che
si ritiene abbia tale business nel medio termine. La divisione del wealth
management si articola nelle attività di private banking, svolte dalla
banca private, nelle attività di asset management svolte, a livello
internazionale, da Pioneer e nelle attività di asset gathering svolte da
Banca Xelion S.p.A. (di seguito "Xelion"). La creazione di Xelion,
banca multicanale del Gruppo UniCredito, nel corso dell'anno 2000 risponde
alla convinzione che l'asset gathering rappresenti uno dei segmenti a
maggiore crescita in termini di ricavi attesi per effetto della performance
superiore delle reti di promotori rispetto alle istituzioni finanziarie
tradizionali. Ad oggi Xelion dispone di circa 870 promotori, 60 negozi
finanziari e di volumi pari a circa 2.700 milioni di Euro di raccolta
complessiva, di cui circa 1.900 milioni di Euro rappresentati da risparmio
gestito. A supporto del piano strategico di rafforzamento nell'asset
gathering del Gruppo UniCredito e di creazione di un'unica unità di
business dedicata a tale attività, l'Offerente ha in programma di conferire
a Xelion, nel corso del mese di gennaio 2003, la rete di promotori
finanziari che attualmente costituiscono un ramo d'azienda di UniCredit.
Tale conferimento supporterebbe lo sviluppo di Xelion, incrementando il
numero di promotori finanziari a circa 1.570 unità ed i volumi a circa
4.100 milioni di Euro, di cui oltre 3.300 milioni di Euro rappresentati da
risparmio gestito (dati al giugno 2002). L'acquisizione dell'Emittente da
parte dell'Offerente si colloca nell'ambito del piano strategico descritto.
L'Offerente ritiene che la successione, in tempi brevi, dell'Offerta, della
Fusione e del suddetto conferimento di attività a favore di Xelion,
consentirebbe di garantire la contestuale coincidenza del trasferimento in
Xelion del ramo di attività bancaria comprensivo della rete di promotori
finanziari di ONBanca e di quella della rete di UniCredit e di avvicinare
nel tempo il controllo della gestione operativa di ONBanca la cui
performance, legata alla mancanza di massa critica ed al posizionamento di
mercato, continua ad essere negativa con progressiva erosione della valore
economico della società medesima. A garanzia delle obbligazioni assunte con
l'Offerta, l'Offerente rende noto di aver accantonato in un conto vincolato
presso Monte Titoli S.p.A. Buoni del Tesoro Poliennali scadenza 1 novembre
2023, tasso 9%, per un capitale nominale del valore di Euro 75.000.000,00,
corrispondente ad un controvalore attuale di mercato pari ad Euro
113.250.000,00, a fronte di un controvalore massimo complessivo dell'Offerta
di Euro 82.632.000,00. L'Offerente ha inoltre assunto formale impegno
irrevocabile e incondizionato a vendere, ove necessario, i sopra citati
titoli destinando la liquidità necessaria all'adempimento delle
obbligazioni di pagamento di tutto o parte del corrispettivo dell'Offerta. I
titoli accantonati presentano caratteristiche di pronta liquidabilità. Per
il pagamento del corrispettivo dell'Offerta, l'Offerente farà ricorso alle
proprie risorse disponibili. Alla data del Documento di Offerta l'Offerente
non detiene alcuna partecipazione, diretta o indiretta, nel capitale sociale
dell'Emittente, fatte salve le eventuali partecipazioni detenute da società
del Gruppo UniCredito per le gestioni patrimoniali della clientela.
L'Offerente non ha stipulato, né direttamente né indirettamente tramite
società controllate, contratti di riporto o aventi ad oggetto la
costituzione di diritti di usufrutto o pegno sulle Azioni Onbanca.
IL
CESR AVVIA LE CONSULTAZIONI SULLE POSSIBILI MISURE DI ATTUAZIONE DELLA
PROPOSTA DI DIRETTIVA SUL PROSPETTO
Milano, 17 ottobre 2002 - Il Cesr, Committee of European Securities
Regulators, cui partecipa anche la Consob, ha diffuso oggi un documento di
consultazione sulle possibili misure tecniche di dettaglio necessarie per
attuare la proposta di direttiva sul prospetto che deve essere pubblicato
quando gli strumenti finanziari sono offerti al pubblico o ammessi a
quotazione (Ref. Cesr/02-185b). Queste misure sono state elaborate sulla
base di un mandato provvisorio conferitto al Cesr dalla Commissione Europea
il 18 marzo 2002, ancorché la direttiva non sia stata ancora approvata.
Sulla base di tale mandato, il Cesr ha avviato unampia consultazione di
tutti i soggetti interessati, in conformità ai pincipi indicati nel
rapporto finale del Comitato dei saggi (Comitato Lamfalussy) e dovrà
fornire alla Commissione entro il 31 marzo 2003 il proprio parere sulle
misure da adottare. Le misure riguardano: gli schemi di prospetto relativi
ad azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari; lidentificazione dei
documenti che possono essere allegati al prospetto e utilizzati come
requisiti per laggiornamento annuale; la disponibilità del prospetto in
formato elettronico e su strumenti di comunicazione cartacei. Le misure sono
state elaborate da un gruppo di esperti presieduto da Fernando Teixeira dos
Santos, Presidente della Commissão do Mercado de Valores Mobiliàrios
portoghese, con la collaborazione di Silvia Ulissi (Consob) per il
segretariato del Cesr. Il gruppo si è avvalso della consulenza esperti
selezionati tra i partecipanti al mercato. Il termine ultimo per inoltrare
commenti al documento di consultazione è il 31 dicembre 2002. I commenti
devono essere indirizzati a Fabrice Demarigny, segretario generale del Cesr,
per e-mail secretariat@europefesco.org
In considerazione del termine del 31 marzo 2003 posto dalla Commissione
Europea per ricevere il parere del Cesr, il Committee non può garantire
unadeguata valutazione delle risposte ricevute oltre il termine del 31
dicembre. Il Cesr renderà pubbliche tutte le risposte, a meno che non sia
stata esplicitamente richiesta la riservatezza. Come specificato nel
documento di consultazione, un'audizione pubblica si terrà a Parigi nel
prossimo novembre. Il documento di consultazione non tocca tutte le
questioni sollevate dalla Commissione poiché la ristrettezza dei termini
non ha reso possibile mettere a punto gli schemi di prospetto per ciascun
tipo di strumento finanziario e di emittente. Il Cesr tratterà molti schemi
di prospetto non ancora definiti in un Addendum al documento di
consultazione, la cui realizzazione è prevista entro la fine dellanno, con
un periodo di consultazione inferiore a tre mesi, al fine di rispettare la
scadenza del 31 marzo 2003.
LA
QUOTAZIONE IN BORSA: UN'OPPORTUNITÀ' PER FINANZIARE LO SVILUPP ANDREA
RIELLO, PRESIDENTE DI UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, APRENDO I LAVORI DEL
CONVEGNO "MECCANICA STRUMENTALE E BORSA" HA FATTO IL PUNTO SULLA
COMPETITIVITA DELLE IMPRESE DI SETTORE.
Milano, 17 ottobre 2002 - Un contesto competitivo mutato, il peso crescente
dei paesi emergenti, i fenomeni della globalizzazione e della
specializzazione, la necessità di internazionalizzazione: sono questi
alcuni dei problemi che i costruttori di macchine utensili per la
lavorazione del metallo, robot e automazione si trovano oggi ad affrontare e
che sono stati evidenziati da Andrea Riello, presidente di Ucimu-Sistemi Per
Produrre, nel corso del convegno "Meccanica strumentale e Borsa",
tenutosi ieri a Milano. Andrea Riello, aprendo i lavori di presentazione
dell'analisi elaborata da Borsa Italiana, ha sottolineato come le imprese
del settore si trovino oggi nella condizione di "dover sostenere un
processo di crescita e, conseguentemente, di dover reperire le risorse
finanziarie per sostenere lo sviluppo. In tale ottica, l'apertura del
capitale a terzi - ha proseguito Riello - è sicuramente un'opportunità che
la piccola e media impresa deve approfondire". L'associazione dei
costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, risulta
altamente rappresentativa della meccanica strumentale, all'interno della
quale detiene una quota del 7,2% sia nella produzione che nell'export. Le
caratteristiche strutturali del settore, che sono accomunabili a quelle del
complesso industriale nazionale, ne evidenziano la frammentarietà. La
piccola dimensione delle imprese presenta punti di forza, quali la
flessibilità e l'adattabilità, la capacità di detenere quote di mercato
in nicchie di alta personalizzazione, la facilità di un processo di
learning by doing grazie all'organizzazione in reti e distretti, ma - come
ha sottolineato Riello -"presenta anche numerosi punti di debolezza,
oggi sempre più evidenti". Esauritasi la fase di espansione che negli
anni Novanta aveva determinato condizioni favorevoli agli investimenti in
beni strumentali, oggi la piccola dimensione, secondo il presidente di
Ucimu-Sistemi Per Produrre, "comporta una difficoltà oggettiva a
competere a livello globale, soprattutto in relazione alla necessità di
internazionalizzazione, mentre su! fronte della tecnologia, l'elevata
specializzazione delle nostre imprese può portare a delle sovrapposizioni
concorrenziali con economie emergenti. Mancano, nel settore, sia una cultura
finanziaria che adegui le strutture aziendali a sostenere lo sviluppo, sia
una cultura dell'innovazione, che incanali verso forme strutturate e
formalizzate l'attività di Ricerca e Sviluppo". "Per essere
competitive le imprese devono oggi affrontare importanti scelte strategiche
e il reperimento delle risorse finanziarie necessario è un elemento
caratterizzante dunque l'attuale scenario competitivo. "Il convegno di
oggi - ha concluso Andrea Riello - ci offre l'occasione per fare il punto
sulle potenzialità di sviluppo di un settore che è patrimonio dell'intero
sistema economico italiano e per approfondire le opportunità che il
processo di quotazione può offrire alle nostre imprese".
MECCANICA
STRUMENTALE E BORSA: UN CONVEGNO DI BORSA ITALIANA
Milano, 17 ottobre 2002 - La quotazione in Borsa rappresenta un'opportunità
strategica per le imprese del settore delta meccanica strumentale e
un'importante possibilità di crescita per il mercato borsistico italiano:
è quanto è emerso dal convegno "Meccanica strumentale e Borsa"
tenutosi ieri a Milano che ha visto la partecipazione di Angelo Tantazzi e
Massimo Capuano, Presidente e Amministratore Delegato di Borsa Italiana,
Andrea Riello, Presidente di Ucimu-Sistemi per produrre, Giorgio Cirla,
Amministratore Delegato di Interbanca, Alberto Vacchi, Amministratore
Delegato di Ima, Ennio Franceschetti, Presidente e Amministratore Delegato
di Gefran e Gian Maria Gros Pietro, Presidente della società Autostrade e
docente all'Università di Torino. Aprendo i lavori del convegno, Andrea
Riello, Presidente di Ucimu-Sistemì per produrre, ha sottolineato come le
imprese del settore "a fronte di un mutato contesto competitivo"
si trovino oggi nella condizione di "dover sostenere un processo di
crescita e, conseguentemente, di dover reperire le risorse finanziarie per
sostenere lo sviluppo. In tale ottica, l'apertura di capitale a terzi è
sicuramente un'opportunità che la piccola e media impresa deve
approfondire". "Per Borsa Italiana" - ha commentato Massimo
Capuano, Amministratore Delegato di Borsa Italiana - "incentivare la
quotazione delle imprese domestiche, particolarmente quelle di dimensioni
medio-piccole, rimane un obiettivo fondamentale. Con la quotazione, tè
imprese del settore, fra i più rappresentativi del made in Italy, avrebbero
accesso a nuove risorse per rafforzare la loro capacità di competere, di
svilupparsi e di affrontare con successo le sfide del futuro. Una maggior
presenza del settore sui mercati rappresenterebbe anche una importante
opportunità per investitori e operatori". "La quotazione in Borsa
rappresenta per l'azienda un fondamentale salto di cultura
imprenditoriale", ha aggiunto Giorgio Cirla, Amministratore Delegato di
Interbanca. "Ogni azienda deve porsi il problema di quali siano i suoi
traguardi a medio termine e strutturarsi di conseguenza. La quotazione in
Borsa è l'avvio di un processo che modifica il sistema proprietario,
gestionale, organizzativo, i rapporti con i fornitori, i clienti, i
dipendenti e con il sistema finanziario". Ne! corso dell'evento è
stato presentato uno studio di Borsa Italiana che analizza le
caratteristiche strutturali del settore delle macchine utensili all'interno
del contesto industriale italiano evidenziandone if potenziale con
riferimento alla quotazione in Borsa. Simbolo del macie in Italy, il settore
riveste un ruolo strategico per l'economia italiana e si caratterizza per,un
elevato grado di internazionalizzazione e di innovazione tecnologica. Con un
fatturato di circa 24 miliardi di euro di cui 16 destinati all'export,
impiega 146mifa unità di lavoro. L'Italia, oltre ad essere il quarto paese
al mondo per utilizzo di macchine utensili, ne è anche il terzo produttore
al mondo con una propensione all'export che per alcuni comparti supera il
70%. Il settore è composto da un elevato numero di imprese di piccole
dimensioni; rispetto alla media dell'industria, queste imprese mostrano
buoni livelli di redditività seppur con una contenuta patrimonializzazione.
Le dimensioni delle imprese italiane sono inferiori a quelle delle altre
società quotate europee del settore e dei competìtor diretti. In termini
di crescita/ la quotazione contribuirebbe non solo alla visibilità delle
imprese, ma anche a reperire risorse per finanziare nuovi piani di
investimento, di sviluppo ed espansione e per meglio competere su mercati di
sbocco lontani attirando nuovi investitori di medio-lungo periodo. La
quotazione aiuterebbe infatti a migliorare l'efficienza dei processi
produttivi, ad aumentare gli investimenti in R&S per lo sviluppo di
soluzioni di prodotto sempre più innovative e per l'offerta di un servizio
completo alla clientela in termini di manutenzione, supporto alla vendita e
post vendita. Le società del settore oggi quotate rappresentano solo
1'1,04% della capitalizza-zione delle società industriali presenti in
Borsa, 1'1,23% dei numero di contratti e lo 0,18% del controvalore
scambiato. Borsa Italiana ha identificato 38 società con caratteristiche
potenzialmente idonee alla quotazione: complessivamente esse apporterebbero
al mercato circa 1,8 miliardi di euro a livello di capitalizzazione pari a
1,5 volte quella delle società del settore già quotate. La recente
esperienza delle nuove ammissioni testimonia come la Borsa stia entrando
nella cultura delle imprese. Borsa Italiana desidera sostenere questo
processo affichè la quotazione sia percepita non come un traguardo, ma come
punto di partenza per lo sviluppo di piani industriali coerenti con il nuovo
contesto competitivo.
INTERNET
NEL SETTORE DEI SERVIZI FINANZIARI SECONDO UN'INDAGINE ASSINTEL GLI UTENTI
DELL 'ONLINE BANKING SONO ANCORA POCHI ED APPARTENGONO A CLASSI SOCIO
ECONOMICHE MEDIO-ALTE
Milano 16 ottobre 2002 - Sono stati presentati ieri a Milano i risultati di
un'indagine realizzata da Assintel, che ha analizzato hi domanda e l'offerta
sul canale digitale del settore Finanziario Italiano. L'indagine è stata
condotta da Assintel nel corso dei mesi di luglio e settembre 2002 su un
campione di 814 interviste a utenti titolari di uno o più conti correnti on
line e a 206 non utenti del banking on line. Il campione onl ine è
rappresentativo degli utenti di Internet banking, mentre quello offline
rappresenta la parte della popolazione italiana che, per caratteristiche
socio culturali, dovrebbe essere propensa ad attivare un servizio di
Internet banking, ma che di fatto non ha ancora aperto un conto corrente on
line. II consumatore tipo di prodotti finanziari online è rappresentato da
uomini (58%), con un livello culturale medio alto, spesso libero
professionista o manager con reddito medio alto e un'età compresa tra i 35
e i 44 anni, il profilo tende a ringiovanire (dai 25 ai 44 anni) se si
considerano anche coloro che ricercano solo informazioni. La ricerca ha
evidenziato che gli utenti navigano in Internet in media da più di 3 anni,
73% degli intervistati, sono quindi utenti esperti. II livello di
sostituzione del canale online rispetto al canale tradizionale è supportato
dal dato che vede la grande maggioranza di tali utenti (76%) collegarsi alla
propria banca più volte la settimana. I motivi che li spingono ad operare
online sono soprattutto legati alla possibilità di agire senza limiti
temporali, di spazio e in autonomia. In generale poi tali utenti sono
fiduciosi del livello di sicurezza esistente sulla Rete; si è riscontrata,
infatti, una elevata diffusione delle carte di credito. E' importante
sottolineare però che gli utenti di banche online sono un campione, che
presenta una penetrazione della carta di credito pari all'87%, con
caratteristiche molto diverse dalla media della popolazione italiana, dove
la carta di credito è ancora poco diffusa. Gli utenti preferiscono reperire
le informazioni relative alla liquidità, saldo e movimenti, sul canale
online; oltre 1'80% degli intervistati, infatti, dichiara di non utilizzare
più i canali tradizionali per ottenere tali informazioni. Quasi la metà
del campione ha abilitato più di un conto corrente ornine, con almeno due
banche. Oltre il 90% utilizza internet Banking per la gestione della propria
liquidità e dei propri risparmi, mentre poco più di un quarto lo utilizza
per la gestione delle transazioni connesse alla propria attività
professionale. I bonifici, invece, che rappresentano un'operazione più
complessa - eseguita dall'80% del campione - vengono effettuati meno
attraverso il sito web della banca, con un 10% degli utenti del servizio che
continuano a servirsi unicamente del casale tradizionale. Un uso esclusivo
dell'internet Banking legato all'attività professionale sì riscontra
prevalentemente presso gli imprenditori, seguiti da liberi professionisti e
artigiani. Le operazioni relative alla gestione del risparmio, trading
online e consultazione del sito per informazioni sulle quotazioni di fondi
presentano un livello di utilizzo più basso. L'analisi, inoltre, evidenzia
come il trading ornine non sia più la ragione principale per scegliere
Internet come canale alternativo a quello tradizionale. È interessante anzi
sottolineare la dichiarazione di chi non prevede di effettuare trading
oniine, nemmeno in futuro, e preferisce affidarsi al canale tradizionale -
bancario e non - per la gestione del proprio risparmio. Tra quanti auspicano
un maggior numero di servizi online, oltre uno su cinque vorrebbe qualche
potenziamento nel trading online, sia in termini di prodotti trattati
(fondi, obbligazioni, polizze) e di borse coperte (non solo Milano), sia in
termini di modalità di negoziazione disponibile (intraday, short trading).
La possibilità di accedere ad un numero maggiore di informazioni online,
sulle condizioni del conto corrente, e soprattutto sui movimenti della carta
di credito, rappresenta un'esigenza molto sentita dagli utenti. Anche gli
utenti che non utilizzano l'home banking appartengono alle fasce
socio-demografiche più elevate e pertanto quelle teoricamente più inclini
ad attivare un contratto di online banking. Proprio per questo fa riflettere
il dato rilevato dall'indagine per cui gli intervistati sostengono di non
sentirne la necessità; a conferma di questo fatto c'è una scarsa
frequentazione anche del canale tradizionale. La loro non decisione è
motivata anche dalla mancanza di fiducia nel dare disposizioni online
relative ai propri risparmi e dalla lentezza del collegamento o dalla sua
assenza a casa, e ancora dalla complessità del sito e di effettuare le
operazioni elementari, fattori questi ultimi che frenano quasi un utente su
dieci. Infine, un intervistato su sei prevede di attivare il C/C online
entro l'anno e quasi altrettanti in un tempo più lontano. Un terzo del
campione (33%) è sicuro che non opererà o non ricomincerà ad operare
online.
GRANDE
SUCCESSO DELLE POLIZZE INDEX LINKED EMESSE DAL BANCO POPOLARE DI VERONA E
NOVARA, OLTRE 160 MILIONI DI € SOTTOSCRITTI DA GENNAIO 2002.
Verona, 17 ottobre 2002 - Sono quasi 10.000 le polizze index linked
sottoscritte da altrettanti risparmiatori presso gli sportelli del Banco
Popolare di Verona e Novara da gennaio 2002 fino ad oggi, per un totale
appunto di 160 milioni di Euro. Sono quasi 10.000 le polizze index linked
sottoscritte da altrettanti risparmiatori presso gli sportelli del Banco
Popolare di Verona e Novara da gennaio 2002 fino ad oggi, per un totale
appunto di 160 milioni di Euro. La situazione di incertezza che ha
continuato a caratterizzare le borse europee nel 2002 ha spinto gli
investitori a privilegiare questo tipo di investimento che consente di avere
la garanzia del capitale e un guadagno minimo assicurato alla scadenza,
dando al tempo stesso la possibilità di partecipare alle possibili
performance positive della borsa. Proprio la costante richiesta di questi
prodotti ha consentito di proseguire con il programma delle emissioni. E' in
collocamento in questo giorni una nuova index che si chiama Adesso Index 4
2002 emessa dal Banco popolare di Verona e Novara in collaborazione con
B.P.V. Vita, società partecipata al 50% con Cattolica Assicurazioni. I
clienti che vorranno sottoscrivere questo nuovo prodotto avranno alla
scadenza la garanzia del capitale, un rendimento assicurato del 4% e la
possibilità di partecipare ai risultati positivi che si possono registrare
sui mercati finanziari. La scadenza a breve termine è però la
caratteristica principale di Adesso Index 4 2002. Infatti a fronte di un
investimento minimo di 5000 € il cliente ha la possibilità di ricevere la
somma investita, aumentata del rendimento assicurato del 4% allo scadere di
soli 38 mesi. A differenza di analoghi prodotti precedentemente collocati
che prevedevano scadenze più differite nel tempo, Adesso Index 4 - 2002
offre quindi al cliente le peculiarità tipiche di questo tipo di prodotti
assicurativi unite alla possibilità di rientrare in possesso del proprio
capitale a breve scadenza. Questa polizza è pertanto particolarmente adatta
per quei clienti che non desiderano immobilizzare somme di denaro per un
lungo periodo e vogliono al tempo stesso investire in un prodotto
assicurativo. Il premio versato viene impiegato in un paniere di fondi
Gestielle e Arca costituito per il 70% da obbligazioni e per il 30% da fondi
azionari che sono: Gestielle Bt Euro 20%, Gestielle MT euro 25%, Arca Bond
25%, Gestielle Europa 15% e Gestielle Internazionale 15%. "Siamo certi
che questa nuova index eguaglierà il successo delle altre emesse nel corso
del 2002 - ha dichiarato Cristiano Carrus Responsabile Divisione Retail di
Banco Popolare di Verona e Novara - La richiesta da parte dei nostri clienti
è molto elevata e proprio per soddisfare una domanda crescente abbiamo
creato un prodotto assicurativo con scadenza così ravvicinata. Contiamo
quindi di distribuire, entro la fine ottobre, altri 57 milioni di €, che
è la somma messa a disposizione di Adesso index 4. Questi andranno ad
aggiungersi ai precedenti 160 e avremo così un totale di investimenti nelle
polizze index pari a 217 milioni di € sottoscritti nel 2002. Si tratta di
un risultato particolarmente significativo, ottenuto grazie ad una forte
domanda di prodotti di investimento che offrono la garanzia di protezione
del capitale e un rendimento assicurato".
CLAUSOLE
VESSATORIE NEI CONTRATTI: BANCHE ITALIANE CONDANNATE ANCHE IN APPELLO
Milano, 17 ottobre 2002 - La Corte d'Appello di Roma ha giudicato abusive
circa trenta clausole contenute nei formulari Abi e nei contratti di due
banche, Fideuram e Bpm, e ha imposto sia ai due istituti che all'Abi di
eliminare tali clausole dai contratti, vessatorie per gli interessi dei
consumatori. La sentenza d'appello conferma in sostanza quella del Tribunale
di Roma, che aveva accolto nel gennaio del 2000 il ricorso introdotto da
Altroconsumo e da Cittadinanza attiva. "E' una sentenza cruciale per
gli interessi dei consumatori, che cancella una prassi purtroppo diffusa nei
rapporti tra utente e istituto bancario, quella cioé di costringere i
correntisti ad accettare condizioni più svantaggiose e meno diritti,
rispetto a quelli che la banca stabilisce per sé" ha dichiarato Paolo
Martinello, presidente di Altroconsumo. La sentenza corona un lavoro
iniziato oltre 5 anni prima, quando finalmente anche in Italia, a seguito di
pressanti sollecitazioni al legislatore da parte di Altroconsumo, fu
recepita la Direttiva europea sulle clausole vessatorie nei contratti dei
consumatori (art.25, legge 6/2/96, n.52) compresi i contratti bancari. In
particolare i giudici hanno vietato alle banche l'uso delle clausole che:
escludono o limitano la responsabilità della banca in caso di furti o
danneggiamenti alla cassetta di sicurezza; consentono alla banca la revoca
immediata (o con un preavviso brevissimo, anche di un giorno) delle aperture
di credito, senza giustificato motivo; escludono ogni responsabilità della
banca per danni a seguito di perdita o furto di assegni non comunicati alla
banca stessa; consentono alla banca di addebitare sul conto corrente suoi
presunti crediti, stabiliti anche unilateralmente; consentono alla banca la
capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi (cioé dovuti dal
cliente) e annuale degli interessi attivi (cioé dovuti al cliente);
consentono alla banca di modificare unilateralmente le condizioni
contrattuali "per proprie necessità organizzative"; prevedono che
gli estratti conto della banca (compresi i prelievi bancomat) facciano
"piena prova" se non contestati entro 60 giorni. Altroconsumo sta
predisposto una lettera tipo e invita i consumatori a consultare il sito
www.altroconsumo.iT per poter richiedere l'eliminazione di tali clausole dai
contratti della propria banca.
ADIDAS
ITALIA - UNA STORIA DI SUCCESSO
Monza, 17 ottobre 2002 - Nel gennaio 2002 adidas-Salomon Ag ha assunto il
pieno controllo della filiale italiana del brand, acquistando le azioni
ancora in possesso della famiglia Colombo. Per la prima volta oggi il
management dell'azienda presenta la nuova struttura ed i risultati
conseguiti. Herbert Hainer, presidente di adidas-Salomon Ag, ha
commentato:"Siamo molto soddisfatti dei risultati riportati finora da
adidas Italia. Come avevamo intuito il potenziale di mercato è davvero
elevato e continueremo a sfruttarlo al massimo anche negli anni a
venire". Guidata da Mario Colombo, adidas Italia nasce nel 1995 come
joint venture con la Manifattura Mario Colombo; nel dicembre 2001 il ramo
dell'azienda relativo ad adidas viene ceduto alla casa madre e, come
anticipato in precedenza, da gennaio 2002 adidas Italia diventa a tutti gli
effetti una filiale. Questo cambiamento ha permesso ad adidas-Salomon Ag di
rafforzare il suo controllo sul brand e allo stesso tempo di sviluppare una
strategia di marketing e vendite piú mirata e precisa. Ad oggi la filiale
italiana impiega 191 persone e gestisce 10 punti vendita monomarca affiliati
(Milano, due a Roma, Torino, Ancona, Verona, Viareggio, Bari, Sassari,
Pesaro). Partner principali per l´Italia sono Ac Milan e Del Piero. I
risultati apportati fino ad ora da questa filiale si sono dimostrati molto
soddisfacenti. La passione per lo sport e l´attenzione per la moda rendono
l´Italia un mercato con grande potenziale di crescita e con grandi
prospettive future. "adidas Italia è partita con un entusiasmo tale da
prevedere nel suo primo anno di vita una crescita di fatturato che supera il
15% rispetto al 2001 - ha confermato Mario Colombo, Managing Director della
filiale -. A questo dato lusinghiero si aggiunge la raccolta ordini, che nel
primo trimestre del 2003 ha superato largamente la doppia cifra. Il nostro
obiettivo è di proseguire con questo positivo trend di crescita e siamo
convinti di essere sulla strada giusta". adidas Italia si inserisce all´interno
del piú ampio contesto europeo, vero punto di forza per adidas-Salomon Ag.
L´Europa realizza piú del 50% delle vendite, è l´area che adidas riesce
a dominare meglio, il mercato maggiormente conosciuto e dove "brand
recognition" e fidelizzazione del consumatore raggiungono i livelli piú
alti. Il dominio del brand si nota soprattutto nel settore del calcio, ma
anche in quello dell'abbigliamento per l´atletica. "L´Europa è la
nostra patria, il mercato che ci vede leader e con queste basi contiamo di
essere pronti ad accogliere molte sfide future. Il nostro obiettivo è di
sfruttare al meglio tutte le opportunità di questo mercato, nonché di
aumentare la nostra efficienza interna, cosí da non perdere la leadership
acquisita" - Roland Auschel, responsabile di adidas Europa. Nel
complesso il primo semestre di quest´anno si è dimostrato uno dei piú
attivi e rilevanti per adidas-Salomon Ag. Sono stati introdotti diversi
nuovi prodotti, molti dei quali innovativi dal punto di vista del design e
della tecnologia ed il mercato ha risposto positivamente a queste novità.
Le vendite del gruppo sono salite del 7%, da 2,9 miliardi di euro nel primo
semestre del 2001 a 3,1 miliardi di euro nel primo semestre del 2002,
superando il target di crescita del 5%. Lo sviluppo ha interessato tutti i
segmenti di prodotto e di mercato. Anche gli Stati Uniti hanno riportato un
incremento delle vendite dell'8% e questa è considerata una notevole
conquista. La presenza di adidas a due eventi sportivi rilevanti quali le
olimpiadi invernali di Salt Lake City e la coppa del mondo in Giappone e
Corea ha inoltre portato ad un ampliamento della "brand awareness".
Un'altra attività ultimata a livello globale quest'anno è stata la
ridefinizione della struttura divisionale del brand. adidas oggi si propone
con tre divisioni: adidas Sport Performance (prodotti sviluppati per un
mercato con alte performance sportive), adidas Sport Heritage (prodotti
adidas Originals) e adidas Sport Style (prodotti creati in collaborazione
con Yohji Yamamoto). Sia le attivitá di Sport Performance che di Sport
Heritage hanno generato fino ad oggi notevoli risultati, adidas si aspetta
pertanto che dal 2003 l´apporto della neonata divisione Sport Style sia
altrettanto positivo.
PER
BENETTON LA CINA È VICINA. APRE A SHANGAI IL PRIMO MEGASTORE DEL GRUPPO NEL
PAESE
Ponzano, 17 ottobre 2002. Il primo megastore Benetton in Cina viene
inaugurato ieri da Luciano Benetton a Shanghai, in Central Huai Hai Road
651, uno dei punti focali per l'economia, il commercio e l'attività
culturale della maggiore città del Paese. Il nuovo megastore occupa più di
3.000 metri quadri di vendita distribuiti in un palazzo di sette piani, e
presenta una completa panoramica del mondo e dello stile Benetton,
attraverso le collezioni United Colors of Benetton, Sisley, The Hip Site e
Undercolors. Pianoterra e primo piano ospitano, rispettivamente, le
collezioni United Colors of Benetton per il bambino di ogni età (baby, kid,
junior) e premaman, e le linee complete di abbigliamento e accessori per
donna e uomo. Il secondo piano è suddiviso tra le collezioni Undercolors,
The Hip Site e gli articoli per la casa, mentre tutto il terzo piano è
dedicato al marchio di tendenza del Gruppo, Sisley, con le linee complete
uomo, donna e accessori, dedicate a coloro che seguono la moda nei suoi
contenuti più trendy. I piani rimanenti sono riservati agli uffici e allo
showroom. Installazioni multimediali interattive, ideate dal New Media
Department di Fabrica, il centro di ricerca e sviluppo sulla comunicazione
della Benetton, sono state installate per la prima volta in un megastore.
Questa iniziativa vuole essere la prima di una serie di attività culturali,
anche legate a Fabrica, da svolgere all'interno del grande megastore, che
assume così anche la valenza di spazio culturale di aggregazione e
incontro. L'inaugurazione a Shanghai del primo megastore Benetton nel
mercato cinese rientra nel quadro del piano di sviluppo nei mercati
asiatici, che ha visto la quasi contemporanea apertura, tra settembre e
ottobre 2002, di tre importanti indirizzi in Giappone, a Kyoto, Sapporo e
Shinjuku. Grazie a completezza d'offerta, refreshing costante e qualità dei
servizi, i megastore Benetton rappresentano oggi la miglior vetrina
internazionale dei marchi, dello stile e dell'immagine del Gruppo. La loro
rete mondiale, anche a gestione diretta, sta crescendo a ritmi sostenuti,
con una previsione di arrivare a un totale di 300 megastores nei prossimi
anni.
E'
ARRIVATA LUFTHANSA MILES & MORE MASTERCARD ORO DI CLARIMA: LA NUOVA
CARTA DI CREDITO PER VOLARE LONTANO
Milano, 17 ottobre 2002 - Pensata per chi ama viaggiare, Lufthansa Miles
& More MasterCard è la nuova carta di credito Oro emessa da Clarima,
Banca del Gruppo Unicredito Italiano, in partnership con Lufthansa. A
partire da ottobre 2002 la nuova carta consente ai possessori di guadagnare
miglia premio in modo ancora più facile e immediato. Infatti tutti coloro
che acquistano con la carta di credito un biglietto aereo Lufthansa, dei
suoi partner Air Dolomiti e Air One o dei partner Star Alliance,
riceveranno, oltre al consueto accredito di miglia volate previste dal
programma Miles & More, un numero supplementare di miglia premio
corrispondente al costo del biglietto stesso. Tanti vantaggi anche per chi
utilizza la carta per effettuare i propri acquisti in uno dei 23 mila
esercizi del circuito MasterCard: per ogni euro di spesa infatti, Lufthansa
Miles & More MasterCard regala un miglio premio. Lufthansa Miles &
More MasterCard ha solo funzione di carta di credito. Per l'accredito di
miglia legato al programma Miles & More, è comunque indispensabile
continuare ad utilizzare la propria carta Miles & More. La carta
Lufthansa Miles & More MasterCard è una carta di credito Oro comoda per
fare acquisti e per accumulare miglia da convertire in tanti premi
all'interno del programma di fidelizzazione Lufthansa Miles & More.
Oltre ad un premio di 1500 miglia all'attivazione della carta, i titolari di
Lufthansa Miles & More MasterCard potranno usufruire di numerose
agevolazioni tra le quali un limite di credito fino a 3.000 Euro mensili,
nessuna commissione sul cambio valuta, accordi privilegiati con le migliori
società di autonoleggio. Per richiedere la carta Lufthansa Miles & More
MasterCard Oro, il servizio clienti Clarima è a disposizione al numero
verde 800 660698 attivo dalle 8:00 alle 22:00, 7 giorni su 7. E' possibile
inoltre compilare l'apposito modulo disponibile nelle sale di attesa e
biglietterie Lufthansa presso gli aeroporti di Milano Malpensa e Milano
Linate. A 9 anni dal suo debutto Lufthansa Miles & More, il programma di
fidelizzazione più importante d'Europa, ha raggiunto la soglia dei 6,3
milioni di partecipanti, di cui oltre 270.000 iscritti in Italia. Tutti gli
utenti possono accedere direttamente alle informazioni relative al programma
Miles & More sul sito www.lufthansa.it
nella sezione Miles & More, oppure chiamando il numero telefonico 02 80
66 30 67. "La partnership con Clarima testimonia ancora una volta
l'impegno di Lufthansa nel cercare di rispondere in modo efficace alle
esigenze dei propri clienti" ha dichiarato Caroline Schäfer, Direttore
Marketing e E-Business Italia. "Abbiamo studiato con Clarima una carta
che non solo può essere usata come mezzo di pagamento tradizionale, ma che
offre ulteriori possibilità di accumulo miglia nel più importante
programma di fidelizzazione europeo." "Per Clarima" ha
dichiarato Alberto Garbarino, Direttore Marketing della banca del Gruppo
Unicredito Italiano, specializzata nel mercato delle carte di credito
"la partnership con Lufthansa e la realizzazione della nuova Carta di
Credito costituiscono una piena conferma dell'impegno di Clarima nella
ricerca di idee e soluzioni orientate a soddisfare le esigenze della
differente clientela e perfettamente integrate nell'offerta del partner: in
questo caso grazie all'abbinamento dei servizi di una carta di credito
innovativa e flessibile a quelli di un programma aggiuntivo di miglia comodo
e conveniente".
PRIMI
9 MESI AIR DOLOMITI: CRESCITA CONTROCORRENTE (OLTRE 800.000 PASSEGGERI DI
LINEA, + 19%)
Milano, 17 ottobre 2002 - Air Dolomiti, la Compagnia regionale italiana
quotata al Mta e partner di Lufthansa, diffonde i dati preliminari di
traffico del mese di settembre e le valutazioni del trimestre appena
trascorso.
|
|
Settembre
|
|
|
Cumulative
Gennaio-Settembre 2002
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2002
|
2001
|
Variazione
%
|
2002
|
2001
|
Variazione
%
|
VOLI DI LINEA
|
|
|
|
|
|
|
Passeggeri
|
108.791
|
86.259
|
+
26,1%
|
807.199
|
677.329
|
19,2%
|
Load Factor
|
61,2%
|
58,3%
|
+
2,9 p.p.
|
0,553237
|
0,5638
|
|
Voli
|
3.334
|
2.760
|
+
20,8%
|
27.532
|
22.691
|
21,3%
|
Ore volate
|
5.252
|
4.188
|
+
25,4%
|
42.803,28
|
34.647,27
|
23,5%
|
ASK (000)
|
120.509
|
96.822
|
+
24,5%
|
985.401
|
779.434
|
26,4%
|
RPK (000)
|
73.697
|
56.471
|
+
30,5%
|
545.160
|
439.445
|
24%
|
ATTIVITA' COMPLESSIVA
|
|
|
|
|
|
|
Voli
|
3.477
|
2.925
|
+
18,9%
|
28.439
|
24131
|
17,9%
|
Ore volate
|
5.485
|
4.461
|
+
23%
|
44.246,61
|
36.641,78
|
20,8%
|
Passeggeri
|
113.184
|
91.930
|
+
23,1%
|
831.826
|
72.5256
|
14,7%
|
I
dati di traffico del mese di settembre sono ovviamente difficilmente
raffrontabili con i risultati dello stesso periodo dell'anno precedente,
pesantemente influenzati dai tragici atti terroristici. Il Load Factor di
settembre 2002 (61,2%, + 2,9 p.p.) riporta il dato del riempimento degli
aeromobili vicino al livello del settembre 2000 (62,5%) nonostante la
capacità di Air Dolomiti sia cresciuta del 60% nel biennio, in
controtendenza rispetto alla crisi del settore. La variazione decisamente
positiva, quindi, è il frutto non solamente del paragone con un periodo
critico ma soprattutto il risultato di una crescita oculata e modulata (+
24,5%, più contenuta rispetto ai mesi precedenti), che non ha trascurato il
consolidamento dei mercati dove la Compagnia opera. I positivi dati
progressivi da inizio anno (807.199 passeggeri di linea, domanda + 24,1%)
sono resi ancora più significativi dal confronto con il risultato delle
vendite del mercato Italia, in calo di oltre il 4%. Tale crescita ha
permesso l'acquisizione di importanti quote di mercato nel bacino storico
d'utenza della Compagnia. Ora, per mantenere la posizione raggiunta pur nel
delicato scenario domestico ed internazionale attuale, sarà priorità di
Air Dolomiti la cura del consolidamento degli obiettivi raggiunti. Con
l'occasione Air Dolomiti rende noto che il giorno 14 novembre 2002 il
Consiglio di Amministrazione della Compagnia si riunirà per discutere la
relazione trimestrale al 30 settembre 2002
NUOVE
NOMINE NELLA SQUADRA DI EMIRATES ITALIA
Roma, 17 Ottobre 2002 - Emirates, la compagnia aerea internazionale con sede
a Dubai eletta Compagnia dell'anno 2002, annuncia l'ampliamento
dell'organico con un direttore commerciale, un direttore amministrativo e un
nuovo responsabile di scalo a Malpensa. Antonella Di Clemente entra a far
parte del gruppo italiano della Emirates con l'incarico di direttore
commerciale per l'Italia, dopo una articolata esperienza professionale in
British Airways. Nel suo ruolo Di Clemente dovrà rafforzare l'immagine di
Emirates quale vettore emergente con un servizio di qualità ed un network
crescente di collegamenti dall'Italia verso Africa, Oriente e Australia. Suo
obiettivo sarà identificare e sviluppare tutte le opportunità per
incrementare le quote di mercato di Emirates in Italia secondo i piani di
sviluppo della compagnia. L'obiettivo di crescita sarà legato all'aumento
della penetrazione nel settore viaggi d'affari e alla promozione di nuove
destinazioni, mantenendo e consolidando le relazioni che hanno contribuito
alla crescita di Emirates nei suoi 10 anni di attività in Italia. A
rafforzare il team, con l'incarico di direttore amministrativo per l'Italia
e con l'obiettivo di consolidare il business di Emirates in Italia, c'è
Claudio Armini, che vanta una lunga esperienza nella gestione finanziaria
delle attività per il sud-Europa di Varig Brazilian Airlines ed entra in
Emirates per sviluppare nuove metodologie di lavoro e per ottimizzare la
moderna organizzazione amministrativa e finanziaria al passo con la crescita
della compagnia. L'impronta strategica per la condivisione degli obiettivi
comuni sarà la linea guida nel lavoro di Armini, per sostenere la crescita
della filiale italiana e creare uno spirito di gruppo in sintonia con le
direttive della sede centrale di Emirates, a Dubai. Marko Jasko è il nuovo
Capo Scalo a Malpensa: dopo 2 anni in S.E.A. e 14 anni in S.A.S. di cui 7
come Capo Scalo, nella nuova posizione Jasko sarà responsabile di tutte le
operazioni di scalo per garantirne la massima sicurezza, oltre che della
relazione con i passeggeri per far fronte alle loro esigenze nello stile
cordiale e disponibile che distingue la compagnia e ne mantiene lo status di
eccellenza. "Emirates ha appena festeggiato i 10 anni di operatività
in Italia e, a conferma dei successi riportati e del consolidamento della
compagnia nel nostro Paese, oggi rafforziamo il nostro staff per ottimizzare
i risultati e conseguirne di nuovi." - dichiara Massimo Massini,
direttore generale Emirates Italia - "I 3 nuovi ingressi rispondono ai
nostri criteri organizzativi basati su scelte commerciali in linea con la
politica di espansione della compagnia, su investimenti economici mirati e
su un impeccabile servizio al cliente che ne privilegia, in primis, la
sicurezza. Criteri comuni a chi, come Renza Faion (Direttore Prenotazioni e
Biglietteria per l'Italia), Cesare Moreira (Direttore Merci per l'Italia) e
Marco Calvarese (Capo Scalo Fiumicino), hanno costruito in questi 10 anni
Emirates in Italia".
TRA
MILANO E SIVIGLIA UN'INTESA TUTTA PARTICOLARE: GRAZIE A MODA, FIERA, TEATRO,
TURISMO E UN PROBABILE VOLO DIRETTO PER L'ANDALUSIA IL LEGAME DIVENTERÀ
INDISSOLUBILE
Milano, 17 ottobre 2002 - Interscambi commerciali sempre più stretti tra la
città di Milano e Siviglia. L'assessore Giovanni Bozzetti, dopo aver
ospitato per tutto il mese di giugno in piazza Castello la manifestazione
"La Spagna a Milano", con degustazione di prodotti enogastronomici
e spettacoli andalusi, si è recato nei giorni scorsi nella bellissima città
spagnola per porre le basi di preziose collaborazioni future. "Milano e
Siviglia -spiega Bozzetti- sono due città molto simili per diversi aspetti.
In comune hanno sia la moda e la fiera, che il fatto di ospitare
importantissimi spettacoli teatrali. A Milano c'è la Scala, a Siviglia il
teatro de la Maestranza. Vi è il massimo interesse da parte della città di
Siviglia e dei suoi imprenditori di poter interagire con Milano nei settori
della moda, dell'ambiente, del turismo, del design, della formazione,
dell'industria aeronautica e delle manifestazioni espositive nelle fiere. La
collaborazione potrebbe anche estendersi a un interscambio culturale tra il
loro teatro de la Maestranza e la Scala". Bozzetti nella capitale
Andalusa ha avuto l'opportunità di incontrare, tra gli altri, il sindaco
Alfredo Sanchez, l'assessore al turismo Blas Ballesteros Sastre, il
direttore del Consorzio Turismo Gerardo Quintana, il Presidente della Camera
di Commercio Ramon Contreras, il presidente degli imprenditori Fernando
Guerriero Marin e il direttore generale della Fiera Felipe Luis Maestro
Alcantara. "Stiamo programmando per il prossimo mese di marzo -prosegue
Bozzetti- una prima manifestazione congiunta a Siviglia, che prevederà una
tre giorni in cui ci sarà spazio per una sfilata di moda di stilisti
italiani e spagnoli unitamente a una serie di incontri tra imprenditori e
istituzioni delle due città. Saranno invitate anche le scuole di formazione
di moda e design di Milano che per organizzazione, programmi e risultati,
hanno a tal punto impressionato gli operatori spagnoli da volerle prenderle
a modello. Nel mese di settembre 2003, invece, sarà una delegazione
Andalusa di stilisti a partire alla volta di Milano per mostrare le
collezioni spagnole". Nell'ambito degli incontri tra l'assessore e le
istituzioni andaluse, si è parlato anche dell'istituzione di un volo
diretto, che collegherà finalmente Milano e Siviglia, conseguenza naturale
dell'infittirsi degli scambi commerciali tra le due città.
ALITALIA:
275 VOLI CANCELLATI 35.000 PASSEGGERI COINVOLTI PER LO SCIOPERO GENERALE DEL
18 OTTOBRE
Roma, 17 ottobre 2002 - In relazione allo sciopero generale proclamato per
venerdì 18 ottobre dalle ore 10 alle ore 18 dagli aderenti alle
organizzazioni sindacali Cgil e Sulta, Alitalia comunica che sarà costretta
a cancellare 275 voli, di cui 157 nazionali 114 internazionali e 4
intercontinentali. I voli modificati saranno 109.I passeggeri che non
potranno volare sono 35.000. Alitalia si scusa con i propri passeggeri per i
disagi che dovranno sopportare e invita la propria clientela a contattare il
Numero Verde 800 650055 per avere tutte le informazioni sui voli.
BRUXELLES
AUTORIZZA GLI AIUTI BRITANNICI PER UN USO EFFICIENTE DEI PRODOTTI ENERGETICI
Bruxelles, 17 ottobre 2002 - La Commissione europea autorizza il Regno Unito
a prorogare il sostegno all'uso non domestico dei prodotti energetici nel
quadro del programma sulle migliori pratiche di efficienza energetica (Energy
Efficiency Best Practice Programme - eebpp). Il programma, che la
Commissione aveva approvato la prima volta nel 1995, può essere oggi
prolungato dalle autorità britanniche fino al 2006 compreso. Dalla sua
entrata in vigore, hanno beneficiato di sovvenzioni per progetti di ricerca
e sviluppo circa 200-300 organismi e migliaia sono gli organismi che hanno
usufruito di informazioni e consulenze sull'uso dell'energia e l'efficienza
energetica. Obiettivo del programma, che è gestito dalla Carbon Trust del
ministero britannico del Commercio e dell'Industria, è favorire lo sviluppo
e l'introduzione di tecnologie per un uso efficiente e a bassa emissione di
anidride carbonica dei prodotti energetici. La Carbon Trust è stata
istituita dal ministero britannico del Commercio e dell'Industria per
aiutare le imprese a ridurre in futuro l'emissione di anidride carbonica. In
particolare, dovrà gestire gli aiuti disponibili a titolo del programma
Eebpp e disporrà a tal fine di una dotazione annua di 17 milioni di
sterline (circa 27 milioni di euro). Il programma provvede ad erogare aiuti
pubblici per progetti di R&S nel settore dell'efficienza energetica, da
cui sono esclusi i progetti per lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile.
Gli aiuti sono destinati a progetti aventi per oggetto prodotti e processi
innovativi, applicabili all'industria, all'edilizia e ai trasporti. Sono
finanziabili tutte le fasi della ricerca, dalla ricerca fondamentale a
quella precompetitiva, nonché gli studi di fattibilità. Non sono previste
restrizioni circa le dimensioni degli organismi beneficiari e le domande di
aiuti possono provenire da qualunque settore, comprese le università e gli
organismi di ricerca. Il programma fornisce anche informazioni e consulenze
indipendenti sulle misure e le tecnologie di efficienza energetica. Vengono
organizzati, a tal fine, seminari e eventi per tutti gli utilizzatori non
domestici dei prodotti energetici. La Commissione constata che gli aiuti
alle attività di R&S configurano aiuti di Stato poiché sono erogati a
imprese ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 1, del trattato Ce. Tali aiuti
sono tuttavia compatibili con la disciplina comunitaria per gli aiuti di
Stato alla ricerca e sviluppo e potrebbero quindi essere autorizzati. La
Commissione osserva inoltre che non costituiscono aiuto di Stato gli aiuti
alle attività di R&S degli istituti di istruzione superiore e degli
enti pubblici di ricerca senza scopo di lucro. È altresì compatibile con
il mercato comune il sostegno alle attività di informazione, trattandosi di
attività di cui possono beneficiare indistintamente tutte le parti
interessate.
LA
COMMISSIONE AUTORIZZA UN AIUTO IN FAVORE DI ALFA LAN IN SPAGNA
Bruxelles, 16 ottobre 2002 - La Commissione europea ha autorizzato la Spagna
ad erogare aiuti regionali agli investimenti per complessivi 3,1 milioni di
euro al gruppo Alfa Lan, nella regione basca, a favore di investimenti
presso diversi impianti di fabbricazione del gruppo. Gli investimenti, per
un totale complessivo di 34,9 milioni di euro, creeranno numerosi posti di
lavoro ed avranno effetti positivi sullo sviluppo della regione. L'aiuto
proposto è ben al di sotto del massimale del 20% di aiuto consentito per la
regione in base alle norme applicabili. Beneficiario dell'aiuto proposto sarà
Alfa Lan S.A., che è a capo di un gruppo di piccole e medie imprese attivo
su diversi mercati compresi quelli della microfusione di alluminio, della
fusione di precisione in acciaio, dei componenti per il settore
automobilistico, e delle macchine agricole. La società ha sede ad Eibar,
nella regione basca di Guipúzcoa. L'insieme dei progetti d'investimento
copre il periodo 2000-2003, ammonta complessivamente a 34,9 milioni di euro
e porterà alla creazione di 313 nuovi posti di lavoro. Il governo basco
propone la concessione di 3,1 milioni di euro sotto forma di aiuti non
rimborsabili. L'intensità di aiuto è pari al 5,98% dei costi ammissibili,
al netto, dedotte le imposte, ed è di gran lunga inferiore al 20% del
massimale di aiuto consentito nella regione di Guipúzcoa, riconosciuta
dalla Commissione come un'area assistita ai sensi dell'articolo 87,
paragrafo 3, lettera c) del trattato CE sulla base della carta degli aiuti a
finalità regionale per il periodo 2000-2006. Nella propria valutazione la
Commissione ha notato che il programma quadro nell'ambito del quale è stato
scelto il progetto è aperto a tutti i settori e promuove lo sviluppo
economico della regione basca. Considerando l'esigua quota di mercato della
società, la debole intensità dell'aiuto come pure il fatto che Alfa Lan
non opera in un settore che soffre di sovraccapacità strutturale oppure su
un mercato in declino, la Commissione è giunta alla conclusione che l'aiuto
non avrà un indebito effetto distorsivo sulla concorrenza.
ENERGIA,
ACQUA, AMBIENTE, TELECOMUNICAZIONI, TRASPORTI, SANITA' E ASSISTENZA: TXT
E-SOLUTIONS PER LA GESTIONE OTTIMIZZATA DEGLI ASSET
Milano, 17 ottobre 2002 - Qualita' del servizio e contenimento dei costi. La
soluzione mobile per il Work Force Management in linea con le esigenze delle
aziende Multi-Servizi Pianificazione e ottimizzazione di skill, operatori,
squadre, materiali, mezzi e attrezzature e' la risposta di Txt e-solutions
al mercato delle Aziende di Multiservizi. La soluzione di Workforce
Management e' uno strumento di supporto alla gestione delle funzioni
aziendali, mirato sulle esigenze di rete (reti di distribuzione dell'elettricita'
e gas, reti di telecomunicazioni,...) e di operatori che erogano servizi
distribuiti sul territorio (interventi di manutenzione, installazione e
posa, pronto intervento, sulle reti e presso i clienti/utenti finali,...) o
localizzati in centri produttivi/operativi (attivita' di operatori legate a
processi produttivi, operazioni di carico/scarico/packaging presso i
magazzini, svolgimento pratiche presso uffici territoriali, assistenza
clienti presso contact-center). E' una soluzione che risponde appieno alle
esigenze di competitivita' e reattivita' ai cambiamenti del mercato in modo
da garantire nuovi margini di efficienza e un rapido ritorno
sull'investimento. La conoscenza approfondita delle problematiche specifiche
del settore Utilities e la decennale esperienza di collaborazione con alcune
tra le piu' note aziende sul mercato nazionale, ha consentito a Txt
e-solutions di realizzare uno strumento che consente l'ottimizzazione delle
decisioni chiave nelle diverse fasi di pianificazione e di schedulazione
operativa, massimizzando la cooperazione e il coordinamento tra i molteplici
attori coinvolti. Queste soluzioni sono gia' state applicate con successo in
aziende leader di mercato che ne stanno godendo i benefici. Le soluzioni di
Workforce Management proposte da Txt e-solutions comprendono diversi
strumenti, che sinergicamente affrontano i vari problemi organizzativi delle
risorse coinvolte nell'erogazione di servizi: Strumenti di previsione della
domanda di servizi e di pianificazione strategica; Strumenti di
programmazione dell'attivita' degli operatori; Strumenti di prenotazione
appuntamenti cliente; Strumenti di collaborazione con fornitori e terzisti
Strumenti di comunicazione con le risorse sul campo sfruttando tecnologia
wireless (mobile e Pda). Infolink: http://www.txt.it
AIUTI
EUROPEI PER UN INVESTIMENTO DI OPEL IN PORTOGALLO
Bruxelles, 17 ottobre 2002 - La Commissione europea ha autorizzato il
Portogallo ad erogare aiuti regionali per un totale di 38 milioni di euro
allo stabilimento Opel di General Motors sito ad Azambuja, nella regione di
Lisbona, a favore di un investimento per la produzione di un nuovo modello
basato sulla piattaforma Corsa. La decisione è stata presa dopo un'indagine
formale dalla quale è risultato che gli aiuti erano giustificati e
proporzionati. Al tempo stesso la Commissione ha limitato a 3 milioni di
euro gli aiuti alla formazione che potranno essere concessi ad Opel in
relazione al medesimo progetto. Beneficiaria dell'aiuto proposto sarà Opel
Portugal Comércio e Indústria de Veículos, SA, una controllata del gruppo
General Motors Europe. Gli aiuti regionali all'investimento consentiranno ad
Opel Portugal di installare una nuova linea di produzione per un nuovo
piccolo veicolo per passeggeri e per uso commerciale, la Corsa Combo, basata
sulla piattaforma dell'Opel Corsa. L'aiuto alla formazione contribuirà a
far fronte alle esigenze di formazione interna di Opel Portugal in relazione
al progetto. Gli aiuti regionali all'investimento Il progetto di aiuto
valutato dalla Commissione si riferisce ad investimenti per 124 milioni di
euro tra il 1998 e il 2003, di cui 35 milioni di euro sono apportati
dall'aiuto. La zona di Azambuja è riconosciuta dalla Commissione come zona
assistita ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c) del trattato
nella carta degli aiuti regionali. Nel 2002, vi sono ammessi aiuti fino ad
un massimo del 34% al netto delle imposte (il cosiddetto equivalente
sovvenzione netto). Inizialmente la Commissione nutriva dei dubbi sulla
compatibilità dell'aiuto con la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato
all'industria automobilistica del 1997; essa ha perciò aperto un
procedimento d'indagine formale per dare alle autorità portoghesi ed agli
altri interessati la possibilità di presentare osservazioni. Ai sensi della
disciplina degli aiuti di Stato all'industria automobilistica, la
Commissione deve assicurarsi che qualsiasi aiuto concesso nel settore in
questione sia necessario per realizzare il progetto nella località
prescelta e proporzionato agli svantaggi che la zona presenta rispetto ad
una località alternativa. Per quanto riguarda il criterio della necessità
dell'aiuto, il beneficiario deve dimostrare chiaramente di possedere
un'alternativa economicamente valida per l'ubicazione del suo progetto. La
Commissione ha studiato la cosiddetta mobilità geografica del progetto e
ritiene che lo stabilimento del gruppo General Motors Europe a Gliwice in
Polonia avrebbe potuto ospitare il progetto, e che quindi la realizzazione
dell'investimento in tale sito alternativo rappresentava per Gme un'opzione
concreta. Per valutare la proporzionalità dell'aiuto è stata effettuata
una "analisi costi-benefici", nella quale sono stati messi a
confronto i costi che Opel Portugal sosterrà per realizzare il progetto ad
Azambuja con quelli che comporterebbe un progetto identico nel sito
alternativo di Gliwice. L'analisi costi-benefici ha dimostrato che i costi
supplementari per la realizzazione della produzione ad Azambuja piuttosto
che a Gliwice sono più elevati dell'ammontare dell'aiuto proposto per il
progetto. La Commissione ha quindi concluso che l'aiuto poteva essere
autorizzato. Gli aiuti alla formazione Con la medesima decisione la
Commissione ha autorizzato un aiuto alla formazione di 3 milioni di euro che
contribuirà a coprire i 7 milioni di euro di spese di formazione interna
che Opel Portugal sosterrà in relazione al progetto d'investimento. L'aiuto
autorizzato è inferiore a quello proposto dalle autorità portoghesi (3,4
milioni di euro), in quanto la Commissione ha accertato che varie azioni di
formazione erano intese a far acquisire competenze solo parzialmente
trasferibili ad altre imprese od occupazioni. La politica della Commissione
è invece rivolta a favorire la formazione che fa acquisire qualifiche che
sono in gran parte trasferibili ad altre imprese od occupazioni e che
migliorano quindi sostanzialmente l'occupabilità del lavoratore.
ITALIA-COREA
DEL NORD: INAUGURATO IMPIANTO DI RICICLAGGIO DI PNEUMATICI USATI
Italia - Corea Del Nord, 17 ottobre 2002 - Inaugurato Impianto A Pyongyang
E' stato recentemente inaugurato a Pyongyang, alla presenza del presidente
Kim Jong II, un impianto di riciclaggio di pneumatici usati che produrrà
oltre 50 mila tonnellate all'anno di polvere e granulato di gomma.
L'impianto è stato realizzato dalla società Cis Estero, da anni attiva nei
rapporti di interscambio e cooperazione industriale con la Repubblica
Democratica di Corea. ''E' un Paese in cui si stanno muovendo i primi passi
di una profonda trasformazione economica - ha spiegato il presidente di Cis
Estero, Carlo Baeli, illustrando il progetto - che porterà al progressivo
avvicinamento della Corea all' economia di mercato. L'apertura di una nuova
zona di libero mercato a Sinuiju, la seconda dopo quella di Rajin-Sonbong
aperta alla fine degli anni '90, è un'ulteriore dimostrazione della volontà
del Paese di attrarre investimenti dall'estero''. Infolink: www.cisestero.it
CESOP
COMMUNICATION ORGANIZZA LA V EDIZIONE DEL JOB MEETING NAPOLI
Milano, 17 ttobre 2002 - Cesop Communication - società di consulenza
specializzata nello sviluppo di strategie di Employer Branding con le quali
supporta le aziende nella pianificazione di azioni mirate, che consentono di
costruire e sviluppare il marchio aziendale sia sul mercato interno (retention)
che sul mercato esterno del lavoro (recruiting) - annuncia che mercoledì 23
Ottobre 2002, dalle ore 9.00 alle 18.00, avrà luogo la V edizione del Job
Meeting Napoli, importante momento di incontro tra la domanda e l'offerta di
lavoro qualificata, in programma presso la Facoltà di Ingegneria
dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, in Piazzale Tecchio
n.80. La manifestazione, rivolta ai laureati e ai laureandi di tutte le
facoltà, è organizzata da Cesop Communication, in collaborazione con la
Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II,
presente con Sof-Tel, il Centro di Ateneo per l'Orientamento, la Formazione
e la Teledidattica , che si occupa di orientamento in tutte le sue diverse
fasi. Il Prof. Ing. Vincenzo Naso, Preside della Facoltà di Ingegneria
dell'Università Federico II, dichiara: "I rapporti che le Facoltà di
Ingegneria, da sempre, intrattengono con le realtà esterne si sono
intensificati negli ultimi anni, come testimoniano i numerosi contratti e
convenzioni di ricerca, stipulati da Dipartimenti universitari con Enti
pubblici e privati, ed il diffondersi delle attività di tirocinio dei
diplomandi. Un'ulteriore conferma è data dall'ampio spazio per attività
formative da svolgersi in collegamento con il mondo delle imprese previsto
dal progetto, di ormai imminente attuazione, che riforma i curricula
formativi universitari. L'attenzione dedicata dall'Università Federico II
di Napoli al collegamento organico con la realtà esterna, ha dato luogo ad
un ampio programma di iniziative volte all'orientamento degli allievi nelle
diverse fasi della loro carriera. Attualmente, queste attività sono
strutturate nel progetto Orienta, coordinato, a livello di Ateneo, dal Prof.
Luciano De Menna, che tenta di sviluppare attività di orientamento in
ingresso, in itinere e in uscita". Il Prof. Luciano De Menna, Direttore
Scientifico del Sof-Tel, dell'Università Federico II, informa: "In
particolare nel campo dell'orientamento in uscita, e quindi al lavoro, il Sof-Tel
ha al suo attivo diverse iniziative, alcune delle quali finanziate anche
dalla Comunità Europea. Esse prevedono: incontri per settore con il mondo
produttivo, l'erogazione di piccoli contributi economici per gli allievi che
svolgono il tirocinio, la creazione e gestione di una banca dati tirocini,
la collaborazione con uno specifico ufficio, a questo scopo creato, presso
l'Unione Industriali di Napoli, la gestione della banca dati laureati, già
da tempo operativa nell'Ateneo ed altre iniziative non meno significative ed
importanti, di cui si può avere notizia visitando il sito del Centro
all'indirizzo: www.orientamento.unina.it
La partecipazione all'incontro organizzato da Cesop Communication rientra,
quindi, perfettamente nelle finalità del Sof-Tel, che è ben lieto che
l'Ateneo ospiti, anche quest'anno, la manifestazione nella Facoltà di
Ingegneria". # In quest'ottica, il Job Meeting, importante "Fiera
dell'orientamento" che dal 1991 segue con successo la formula
"Impresa in Università", mira a coinvolgere attivamente laureati
e laureandi alla ricerca della prima occupazione e i responsabili aziendali
della selezione. Grazie ai Job Meeting, i neolaureati, che aspirano ad una
posizione in linea con la propria formazione accademica, possono acquisire e
scambiare conoscenze e informazioni qualificate, ma anche proporsi
direttamente ai più rinomati gruppi industriali, cogliendo opportunità
lavorative non pubblicizzate. E' possibile, peraltro, inserire personalmente
e gratuitamemte il proprio cv nella banca dati on-line di Cesop, consultata
dalle aziende partecipanti, per un periodo di tre mesi dalla data della
manifestazione, all'indirizzo www.cesop.it. E', altresì, vitale per le
realtà imprenditoriali dialogare attivamente con gli atenei italiani per
reperire potenziali candidature d'eccellenza, poichè, per vincere la guerra
dei talenti, è necessario che le imprese considerino le risorse umane con
la consapevolezza che il talento in azienda produce qualità,
"conducendola" verso lo sviluppo e nuovi traguardi. Le società
partecipanti, dagli stand e nel corso di specifici workshop, mettono in
vetrina le principali caratteristiche della propria organizzazione e
filosofia di lavoro, illustrando, al tempo stesso, i profili professionali
richiesti. Inoltre, un utile canale di comunicazione dell'immagine aziendale
è rappresentato da Ateneo&Azienda - guida alle imprese che assumono neo
laureati: la rivista di Cesop Communication, giunta al suo undicesimo anno,
che sarà distribuita gratuitamente a tutti i visitatori nel corso del Job
Meeting. L'ingresso è libero e gratuito. Napoli è il settimo appuntamento
del calendario stilato per il 2002, che prevede l'organizzazione di altri 2
Job Meeting, nelle città di Milano (14 Novembre: Università degli Studi
Milano - Bicocca) e Modena (10 Dicembre: Università degli Studi di Modena e
Reggio Emilia). Nell'ultima edizione del Job Meeting di Napoli, i visitatori
sono stati circa 5000, dei quali il 40% proveniente dalla Facoltà di
Ingegneria, il 36% Economia, il 10% Scientifiche, il 14% altre. Mentre
l'area geografica di appartenenza è risultata essere: Napoli (72%), Salerno
(6%), Puglia (6%), Calabria e Sicilia (12%), Centro Nord (6%). Alcune delle
Aziende partecipanti all'edizione 2002: Accenture, Assicurazioni Generali,
Banca Primavera, Barilla, Carrefour, Danone, Fater, Gruppo Fiat, Ibm Italia,
Istituto Guglielmo Tagliacarne, Manpower, Merloni Elettrodomestici, Mip -
Politecnico di Milano, Poste Italiane, Procter&Gamble, Saritel, Siemens
Business Services Italia, Siemens Mobile Communications St. John's
University, Telecom Italia, Telecom Italia Lab, Unilever, Vodafone Omnitel,
Bollettino del Lavoro. Infolink: www.cesop.it
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