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31 OTTOBRE 2002
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L'ITALIA VARA IL SESTO PROGRAMMA QUADRO
(6PQ)
Genova, 31 ottobre 2002 - L'Università di Genova ospiterà il 18 novembre la
manifestazione organizzata in Italia per il lancio del sesto programma quadro
(6Pq). Il convegno, organizzato in collaborazione con l'Apre, il Punto di
contatto nazionale italiano, presenterà gli obiettivi e le priorità del 6Pq,
chiarirà le regole di partecipazione ed introdurrà i nuovi strumenti, vale a
dire i progetti integrati e le reti di eccellenza. I relatori concentreranno in
particolare l'attenzione sulle priorità tematiche riguardanti la genomica e le
biotecnologie, lo sviluppo sostenibile ed il cambiamento globale, e le
tecnologie della società dell'informazione. Verrà dato altresì risalto alla
questione della mobilità. Fra gli oratori vi saranno funzionari della DG
Ricerca della Commissione europea e rappresentanti del ministero italiano della
Ricerca. Infolink: http://www.unige.it/ricerca/news/Progconf.pdf
VERSO L'UNIONE ALLARGATA: LA COMMISSIONE
RENDE NOTO IL SUO PROGRAMMA LEGISLATIVO E DI LAVORO PER IL 2003
Bruxelles, 31 ottobre 2002 La Commissione presenta oggi il suo programma
legislativo e di lavoro per il 2003. Il programma legislativo e di lavoro indica
come la Commissione si adopererà per il successo dell'allargamento dell'Unione
europea, contribuirà alla stabilità e alla sicurezza dei cittadini dell'UE e
continuerà a progredire verso un'economia europea sostenibile ed inclusiva. Il
programma fa seguito alla raccomandazione della Commissione, presentata sempre
in questo mese, che l'Unione europea si allarghi fino a comprendere 25 Stati
membri nel 2004. Il Presidente della Commissione Romano Prodi ha dichiarato:
" Fare dell'allargamento dell'UE un successo è il compito storico della
nostra generazione. In precedenza abbiamo raccomandato che l'UE accolga dieci
nuovi paesi nel 2004. Ora la Commissione definisce quello che farà nel 2003 per
realizzare questo obiettivo. I preparativi per l'allargamento costituiscono un
compito fondamentale. Per assicurare il successo dell'Unione allargata, stiamo
dando la priorità anche alla stabilità e alla sicurezza come pure alla
sostenibilità e al carattere inclusivo dell'economia europea." Il
programma legislativo e di lavoro della Commissione definisce le priorità
politiche della Commissione per il 2003: Preparativi per l'allargamento -
assistere e monitorare i preparativi per l'adesione dei paesi candidati;
preparare la Commissione a servire un'UE allargata in modo efficiente fin dal
primo giorno dell'adesione; riesaminare le politiche comunitarie in modo che
siano rispondenti alle esigenze dell'Unione europea allargata. Stabilità e
sicurezza - assistere il Consiglio ad adottare la legislazione necessaria per
realizzare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia; migliorare la
sicurezza dei trasporti e la protezione civile; salvaguardare le frontiere
dell'Unione europea allargata; fare fronte alle crisi nel mondo e sviluppare una
migliore comprensione a livello internazionale. Sostenibilità e carattere
inclusivo dell'economia - progredire verso l'obiettivo di fare dell'UE la più
avanzata economia fondata sulla conoscenza nel mondo; mantenere la stabilità
macroeconomica; promuovere lo sviluppo sostenibile e lavorare per distribuire
equamente nel mondo gli effetti positivi della globalizzazione. Il programma
legislativo e di lavoro contiene anche per la prima volta un elenco delle
proposte sulle quali la Commissione effettuerà valutazioni d'impatto estese nel
2003. Questo nuovo strumento è inteso a migliorare la qualità delle politiche
e la sostenibilità dello sviluppo. Le proposte vengono valutate sotto il
profilo del loro impatto economico, sociale ed ambientale. Alcune delle azioni
che saranno oggetto di una valutazione d'impatto estesa nel 2003 sono: il
riesame della Strategia europea per l'occupazione ; il riesame dei regimi del
tabacco e dello zucchero ; la comunicazione sull'integrazione dei cittadini di
paesi terzi; la direttiva quadro sulle prassi commerciali leali. In risposta
alle conclusioni del Consiglio europeo di Siviglia, il programma legislativo e
di lavoro contiene un importante contributo della Commissione al primo programma
operativo annuale del Consiglio. Tale contributo consiste nel suggerimento che
il Consiglio prenda atto delle nuove priorità e delle iniziative chiave
discusse con il Parlamento e il Consiglio durante il dialogo sulla strategia
politica annuale nei mesi precedenti e nella messa in evidenza delle principali
proposte già adottate dalla Commissione sulle quali il Consiglio è chiamato a
prendere posizione. Prima di mettere a punto la versione finale del suo
programma legislativo e di lavoro la Commissione ha consultato estesamente il
Parlamento europeo ed il Consiglio sulle priorità politiche e le iniziative
chiave per l'anno prossimo, sulla base della strategia politica annuale della
Commissione per il 2003. È la prima volta che si è svolto un dialogo
interistituzionale così intenso in preparazione del programma legislativo e di
lavoro. L'obiettivo è sviluppare una programmazione più coerente ed integrata
da parte delle istituzioni dell'UE. Il Presidente della Commissione presenterà
formalmente il programma legislativo e di lavoro al Consiglio Affari generali e
relazioni esterne il 18 novembre e al Parlamento europeo il 20 novembre 2002.
I PUNTI DI CONTATTO NAZIONALI ANALIZZANO
LE IMPLICAZIONI DEL SESTO PROGRAMMA QUADRO (6Pq)
Bruxelles, 31 ottobre 2002 - Sebbene nei rispettivi paesi rappresentino la fonte
d'informazione sui programmi di ricerca dell'Ue, dal 28 al 30 ottobre, i punti
di contatto nazionali (Pcn) si riuniranno a Bruxelles per partecipare loro
stessi ad una speciale sessione di formazione sul sesto programma quadro
organizzata dalla Commissione. Ciascuno Stato membro e paese associato ha i
propri Pcn incaricati di fornire informazioni sui programmi quadro di ricerca
europei alle organizzazioni situate all'interno del loro territorio. Il sesto
programma quadro (6Pq) verrà lanciato l'11 novembre e la manifestazione della
Commissione è volta a comunicare ai Pcn le peculiarità del nuovo programma. Il
Notiziario Cordis ha incontrato alcuni Pcn di tre paesi europei, ai quali ha
chiesto come cambierà il loro ruolo nell'ambito del 6Pq e quale effetto
eserciterà il nuovo programma quadro sulla ricerca nei rispettivi paesi. Gli
istituti di ricerca, le università e le società dei Paesi Bassi vantano
un'assidua partecipazione ai precedenti programmi quadro dell'UE. Oltre 500
manifestazioni d'interesse per il 6Pq hanno visto la presenza di partner
olandesi e il governo dei Paesi Bassi vorrebbe che il paese fosse rappresentato
in ogni singolo progetto collaborativo. Per quanto improbabile, tale auspicio
riflette l'ambizione degli olandesi ad assumere un ruolo guida nell'ambito della
ricerca europea. Eelco Denekamp è il responsabile dell'ufficio di collegamento
con l'UE presso il ministero olandese dell'Economia, nonché uno dei Pcn del
paese. Egli ritiene che il 6Pq sarà più competitivo e selettivo rispetto ai
precedenti programmi e confessa che molti ricercatori nei Paesi Bassi devono
ancora adattarsi al nuovo sistema. Uno dei principali obiettivi di Denekamp
consiste nell'ampliare la rete degli altri Pcn con i quali egli è in contatto,
vista la maggiore enfasi posta sulla collaborazione internazionale nell'ambito
del 6Pq e la partecipazione, per la prima volta, dei candidati all'adesione in
qualità di partner a tutti gli effetti. "Disponiamo di un programma
nazionale di assistenza per i paesi candidati e il nostro obiettivo è agire in
modo proattivo trovando partner dei paesi candidati interessati a lavorare su
progetti condotti da olandesi", ha affermato Denekamp. Per il più piccolo
dei paesi candidati, Malta, il 6Pq comporta sfide di natura diversa. Alla luce
del forte accento posto dal nuovo programma sulla massa critica e la qualità
dei partner di ricerca, le istituzioni maltesi dovranno ottimizzare le loro
limitate risorse al fine di sostenere i buoni progressi che hanno compiuto nel
corso dell'ultimo programma quadro. Ray Muscat, Pcn e direttore operativo presso
Kordin, afferma che per un "micropaese" come Malta, la piena
integrazione al 6Pq è l'unica alternativa possibile, tuttavia egli prevede una
certa resistenza iniziale ai cambiamenti che ciò comporterà. "La
struttura del 6Pq è più semplice ed è più orientata alle Pmi [piccole e
medie imprese], fattore che andrà a vantaggio della ricerca maltese".
Muscat ritiene, tuttavia, che il processo di raggruppamento delle capacità di
ricerca all'interno del paese, al fine di raggiungere i livelli di competenza
richiesti, rappresenterà una sfida notevole. Jesmond Xuereb, Pcn presso il
Consiglio maltese per la Scienza e la Tecnologia, auspica che i cambiamenti
apportati grazie alla partecipazione del paese al 6Pq vadano ben oltre il
collegamento fra le istituzioni. Come ha dichiarato al Notiziario Cordis:
"Spero che la nostra effettiva collaborazione nell'ambito del 6Pq
giustifichi un aumento della spesa nazionale per la ricerca. I risultati
ottenuti nell'ambito del 5Pq hanno contribuito al sostegno di questa tesi, ma
spero che il 6Pq riesca a consolidarla ulteriormente". I paesi più piccoli
non sono i soli ad essere lieti della maggiore enfasi posta sulle Pmi
nell'ambito del 6Pq. Jayne Sutcliffe di Beta Technology e Pcn per l'innovazione
e le Pmi nel Regno Unito, si dice ottimista in merito alla disponibilità di
risorse per le aziende più piccole nell'ambito del nuovo programma. "I
fondi a disposizione delle Pmi sono molti, ma la sfida consiste nel convincerle
a partecipare", ha affermato la Sutcliffe. "La priorità assoluta per
le piccole imprese è quella di gestire la propria attività, ma le opportunità
esistono". E neppure le Pmi saranno le sole a beneficiare della
partecipazione ai progetti collaborativi. Come spiega la Sutcliffe: "La
partecipazione delle Pmi fornirà ai progetti una prospettiva totalmente
diversa. Le imprese più piccole e dinamiche sono spinte da motivazioni
completamente differenti da quelle delle grandi società e istituti di
ricerca". È naturale, pertanto, che durante la sessione di formazione, i
Pcn si concentreranno sugli aspetti del 6Pq che riguardano maggiormente la realtà
della ricerca nei rispettivi paesi. Tuttavia, nonostante i loro diversi approcci
al programma, la presenza alla manifestazione della rete collettiva dei Pcn,
provenienti da oltre 30 paesi europei, e i preparativi nei quali essi sono
impegnati, suggeriscono che le differenze fra il quinto e il sesto programma
quadro andranno ben oltre il semplice cambiamento di denominazione.
IL
COMMISSARIO DIAMANTOPOULOU ILLUSTRA LE SFIDE CONNESSE ALLA SOCIETÀ DELLA
CONOSCENZA IN EUROPA
Bruxelles, 31 ottobre 2002 - In un discorso trasmesso alla televisione e
pronunciato durante la conferenza dal titolo "Social and human capital in
the information society" (Il capitale sociale e umano nella società
dell'informazione), tenutasi a Bruxelles il 28 ottobre, il commissario europeo
per l'Occupazione e gli Affari sociali Anna Diamantopoulou ha illustrato le
sfide legate alla creazione della società basata sulla conoscenza in Europa. La
Diamantopoulou ha dichiarato al pubblico: "Dopo la vertiginosa ascesa e il
fallimento delle 'dot.com' negli anni '90, oggi siamo in grado di valutare in
modo più attento, realistico e misurato ciò che la società della conoscenza
può offrire all'Europa di oggi e di domani". Il Commissario ha definito la
società della conoscenza "il cuore della strategia concordata al Vertice
di Lisbona, volta a porre l'Europa ai primi posti della scena economica mondiale
entro il 2010, rendere più competitive, innovative e dinamiche le aziende,
migliorare le qualifiche e l'adattabilità della nostra forza lavoro,
raggiungere la piena occupazione o avvicinarsi quanto più possibile ad essa e
ridurre sensibilmente la povertà, l'esclusione e l'emarginazione". La
Diamantopoulou ha spiegato che il "il capitale umano" - ovvero
l'insieme di conoscenze, competenze e qualità che si considerano essenziali per
raggiungere tali obiettivi - rappresenta il fattore più importante per
l'economia basata sulla conoscenza. "I nostri lavoratori dovranno essere
qualificati e preparati se vogliamo massimizzare il potenziale della new economy,
soddisfare le nuove esigenze del mercato del lavoro e far fronte alle nuove
sfide imposte dall'arrivo di tecnologie nuove e in rapida evoluzione".
Sebbene più del 60 per cento del totale dei posti di lavoro creati negli ultimi
cinque anni si sia concentrato in settori altamente specializzati, il
Commissario ha illustrato i problemi che occorre superare. "A fronte di ciò,
vi sono 150 milioni di cittadini europei che non dispongono neppure del livello
base d'istruzione secondaria. Inoltre, il tasso di abbandono scolastico ha
raggiunto il 25 per cento in alcuni paesi e meno del 10 per cento degli adulti
partecipa a corsi di aggiornamento e formazione". Come ha spiegato la
Diamantopoulou: "Oggi si riduce sempre più il numero dei lavori che
possono essere svolti da persone in possesso di una semplice istruzione di base.
Saper utilizzare un computer è fondamentale. Altrettanto importanti sono le
qualità intellettive e interpersonali, l'abilità di lavorare in squadra,
risolvere problemi ed essere innovativi, nonché le capacità di autogestione e
comunicazione. Tutte queste caratteristiche sono sempre più richieste dai
datori di lavoro. Il messaggio è chiaro: competenze, formazione e istruzione
sono fattori vitali per la crescita economica, la produttività, il benessere e
la sostenibilità futura dell'Europa". Il Commissario ha affermato che le
TIC e la società della conoscenza non sono una panacea. "Non dobbiamo
creare una nuova divisione di classe fra quanti hanno accesso alle conoscenze
digitali e quanti ne sono esclusi, sia essa fra paesi, regioni, gruppi o singoli
individui". Secondo la Diamantopoulou occorre osservare il modo in cui la
società della conoscenza influenza le altre sfere della nostra vita, non da
ultima quella lavorativa. "Gli aspetti positivi sono numerosi: le TIC ci
consentono di lavorare in maniera più flessibile, aprono le porte a modalità
di lavoro nuove e innovative e ad una diversa organizzazione degli orari,
permettono maggiore flessibilità sul posto di lavoro, migliorano la qualità
del lavoro stesso e aumentano la soddisfazione professionale. Nel contempo, però,
le nuove tecnologie possono comportare maggiore stress e un sovraccarico di
informazioni, oltre a ripercuotersi negativamente sulle relazioni personali, a
casa e sul lavoro". Secondo il Commissario, l'UE è fermamente intenzionata
a far funzionare l'economia e la società della conoscenza in Europa.
"Occorre investire nel capitale sia umano che sociale, puntare i riflettori
sul miglioramento e la modernizzazione dei sistemi d'istruzione e formazione,
creare una cultura dell'istruzione e dell'apprendimento permanente per gli
individui di tutte le età, rafforzare l'accesso alle nuove tecnologie e
promuovere la messa in rete dei servizi pubblici e amministrativi". Infine,
la Diamantopoulou ha spiegato come si stia cercando di realizzare tutto ciò,
attraverso un'ampia gamma di politiche, programmi e iniziative, fra cui la
strategia per l'occupazione, il Fondo sociale europeo, la strategia per
l'inclusione sociale, il dialogo sociale a livello europeo e il piano d'azione
"eEurope 2005".
EUROPEAN
CENTRAL BANK : PUBLICATION OF THE EUROPEAN COURT OF AUDITORS' REPORT ON THE
EFFICIENCY OF THE ECB'S MANAGEMENT FOR THE FINANCIAL YEAR 2001 AND THE ECB'S
REPLY
Francoforte 31 Ottobre 2002 - The European Central Bank (Ecb) has published on
its website the report prepared by the European Court of Auditors on the
operational efficiency of the management of the Ecb for the financial year 2001,
together with the Ecb's reply to it. The Court's report was prepared in
accordance with Article 27.2 of the Statute of the European System of Central
Banks and of the European Central Bank. The report will also be published, together with the
Ecb's reply, in the Official Journal of the European Communities and can be
found on the Ecb's website at http://www.ecb.int in the section "About the
Ecb" under "Corporate governance information". http://www.ecb.int/about/pdf/c_25920021025it00010004.pdf
L'UNIONE EUROPEA APPROVA L'ALLEANZA
TRANSATLANTICA TRA LUFTHANSA, SAS E UNITED AIRLINES IMPORTANTE SEGNALE PER I
CONSUMATORI: LE ALLEANZE NON OSTACOLANO LA CONCORRENZA
Milano, 31 ottobre 2002 - L'alleanza tra Lufthansa, SAS e United Airlines è la
prima alleanza tra compagnie aeree europee e statunitensi esaminata dall'ufficio
Antitrust presieduto dal Commissario Ue Mario Monti, a ricevere il via libera
ufficiale. L'annuncio definitivo arrivato ieri dà un segnale chiaro sul piano
della concorrenza. "Questa decisione ha un impatto storico nel settore
dell'aviazione", ha dichiarato Jürgen Weber, Presidente e Ceo di Lufthansa.
"La Commissione Europea ha riconosciuto che le alleanze apportano chiari
benefici ai consumatori e non costituiscono alcun ostacolo alla concorrenza tra
vettori. Questa decisione rafforzerà la competizione internazionale.
Soprattutto fornisce un quadro normativo stabile e una struttura chiara entro la
quale pianificare. Inoltre i viaggiatori potranno continuare a contare su
un'alleanza orientata al consumatore, basata su un'ampia rete di collegamenti,
su un'armonizzazione degli orari e su tempi brevi di volo" ha concluso.
L'approvazione da parte della Commissione Europea comporta alcuni vincoli già
contenuti anche nelle precedenti procedure dell'alleanza intra-europea. Per
esempio, Lufthansa e United Airlines devono cedere due slot quotidiani ciascuno
(diritti di decollo e atterraggio) a Francoforte a nuovi concorrenti sulle
tratte per Chicago, Los Angeles e San Francisco e fino a due coppie di slots per
i voli verso Washington. "Queste condizioni sono accettabili in quanto non
comportano alcuno svantaggio per i nostri clienti né mettono a rischio il
nostro successo finanziario" ha aggiunto Jürgen Weber. Lufthansa e United
Airlines collaborano dal 1994 ed operano voli in code-share tra Germania e Stati
Uniti. Lufthansa e SAS Linee Aeree Scandinave hanno iniziato la loro
collaborazione nel 1996 come parte di un'alleanza strategica offrendo voli in
code-share. La collaborazione tra Lufthansa e SAS è stata approvata dalla
Commissione Europea nel 1996. Nello stesso anno le autorità statunitensi hanno
approvato la triplice alleanza tra Lufthansa, SAS e United, mentre nel 1998 la
Commissione Europea ha minacciato di imporre condizioni draconiane che avrebbero
richiesto alle compagnie aeree la rinuncia di 108 slots a Francoforte. Dopo un
lungo negoziato che si è protratto fino al 2002, le compagnie partner sono
riuscite a convincere la Commissione dei benefici offerti ai consumatori
dall'alleanza e a trovare una soluzione che garantisca una concorrenza leale.
LA COMMISSIONE ADOTTA UNA DECISIONE CONTRO
IL COMPORTAMENTO COLLUSIVO DI CHRISTIE'S E SOTHEBY'S
Bruxelles, 31 ottobre 2002 - Con la decisione adottata ieri, la Commissione
europea ha concluso che Christie's e Sotheby's, le due principali case d'asta
d'arte del mondo, hanno violato le norme comunitarie sulla concorrenza con
pratiche collusive volte a fissare commissioni e condizioni commerciali tra il
1993 e l'inizio del 2000. La Commissione ha di conseguenza comminato a Sotheby's
un'ammenda di 20,4 milioni di €, pari al 6% del suo fatturato mondiale.
Christie's ha invece evitato l'ammenda in quanto è stata la prima a fornire
elementi essenziali di prova, che hanno permesso alla Commissione di comprovare
l'esistenza del cartello. Il Commissario Monti ha commentato la decisione
odierna dichiarando: "Anche questo caso dimostra che i cartelli illegali
possono insorgere in qualsiasi settore, dalle industrie di base ai mercati dei
servizi di alto profilo come quello in questione. Vorrei inoltre sottolineare
l'ottima cooperazione con i nostri omologhi del Dipartimento di giustizia
statunitense, che hanno inquisito il medesimo cartello a causa dei suoi effetti
negli Stati Uniti." La collaborazione tra le due autorità della
concorrenza è stata facilitata anche dal fatto che sia Christie's che Sotheby's
hanno rinunciato al proprio diritto di impedire lo scambio di informazioni
riservate. La cooperazione con il Dipartimento di giustizia è avvenuta non solo
a livello sostanziale, ma anche nella tempistica delle varie fasi procedurali
delle due autorità. In base alle prove fornite da Christie's alle autorità
della concorrenza comunitarie e statunitensi e confermate dalle due case d'asta
nel corso del procedimento, la Commissione ha stabilito che Sotheby's e
Christie's hanno concluso nel 1993 un accordo di cartello contrario alla
concorrenza durato fino all'inizio del 2000, quando le parti hanno ripreso la
propria libertà di fissare i prezzi in maniera indipendente. Lo scopo del
cartello era ridurre l'intensa concorrenza che si era sviluppata tra le due
principali case d'asta negli anni ottanta e all'inizio degli anni novanta.
L'aspetto più importante dell'accordo era l'aumento della commissione pagata
dai venditori all'asta (la cosiddetta commissione del venditore). L'accordo
collusivo riguardava tuttavia anche altre condizioni commerciali, quali gli
anticipi versati ai venditori, le garanzie date per i risultati dell'asta e le
condizioni di pagamento. Secondo quanto accertato dalla Commissione e precisato
nella decisione odierna, il comportamento collusivo ha avuto origine al livello
dirigenziale più alto delle due imprese. Nel 1993 i due massimi dirigenti
dell'epoca, Alfred Taubman per Sotheby's e Anthony Tennant per Christie's, hanno
avviato discussioni segrete presso le rispettive abitazioni private a Londra e/o
a New York. Questi primi incontri ad alto livello sono stati seguiti da incontri
e contatti regolari tra i dirigenti (CEO) delle due imprese, all'epoca D.D.
Brooks per Sotheby's e Christopher Davidge per Christie's. Christie's ha
richiesto i benefici previsti per coloro che collaborano alle inchieste Le
indagini della Commissione sono iniziate nel gennaio 2000, quando Christie's si
è rivolta al Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti e alla Commissione
europea presentando prove del cartello concluso con Sotheby's e richiedendo i
benefici previsti dalle due giurisdizioni per coloro che collaborano alle
inchieste. Le prove erano rappresentate per lo più da documenti che Christopher
Davidge, ex CEO di Christie's, aveva raccolto sui contatti tra le due case
d'asta. Anche Sotheby's ha in seguito richiesto i benefici previsti per coloro
che collaborano alle inchieste in Europa e ha fornito ulteriori prove alla
Commissione. Nel 1996 la Commissione ha adottato norme che concedono un'immunità
totale o parziale dalle ammende alle imprese che svelano o forniscono
informazioni decisive su accordi per la fissazione dei prezzi, la ripartizione
del mercato o altri comportamenti contrari alla concorrenza. Questo norme sono
state aggiornate nel febbraio 2002 (cfr. IP/02/247), ma in questo caso si
applicano le norme precedenti in quanto la richiesta di godere di questi
benefici risale al 2000. La Commissione ritiene che, in base alle norme vigenti
nel 1996, Christie's dovrebbe beneficiare di un'immunità completa in quanto ha
fornito prove decisive in un momento in cui la Commissione non aveva ancora
avviato alcuna indagine e poiché è stata la prima a presentare tali elementi
di prova. L'accordo di cartello è stato considerato una violazione molto grave
dell'articolo 81, paragrafo 1 del trattato UE, che vieta gli accordi o le
pratiche concordate che abbiano per effetto di fissare i prezzi, limitare la
produzione o ripartire i mercati. IL calcolo delle ammende per le due imprese è
avvenuto in base al metodo di calcolo delle ammende del 1998 per attività di
cartello e abuso del potere di mercato. Il calcolo, basato sulla gravità e
sulla durata della violazione, ha determinato ammende prossime o superiori al
massimo che la Commissione può comminare in base alla normativa, ossia il 10%
del fatturato mondiale, come previsto dal regolamento n. 17/62, che stabilisce
le norme e le procedure per l'applicazione dell'articolo 81 e dell'articolo 82,
relativo agli abusi di posizioni dominanti. Applicando la comunicazione relativa
all'immunità dalle ammende e alla riduzione dell'importo delle ammende del
1996, l'ammenda per Sotheby's è stata fissata a 20,4 milioni di €, pari al 6%
del suo fatturato mondiale. Questo importo è stato conteggiato applicando una
riduzione del 40% per la collaborazione fornita dall'impresa nelle indagini.
Christie's ha ottenuto l'immunità completa
LA COMMISSIONE INFLIGGE AMMENDE A NINTENDO
E A SETTE DEI SUOI DISTRIBUTORI EUROPEI PER ESSERSI ACCORDATI AL FINE DI
IMPEDIRE LA COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI A BASSO PREZZO
Bruxelles, 31 ottobre 2002 La Commissione europea ha inflitto un'ammenda totale
di 167,8 milioni di euro al produttore giapponese di videogiochi Nintendo e a
sette dei suoi distributori ufficiali in Europa per essersi accordati allo scopo
di impedire le esportazioni dai paesi in cui i prezzi erano bassi verso i paesi
in cui i prezzi erano elevati. L'ammenda inflitta a Nintendo è stata fissata a
149 milioni di euro perché nel calcolo si è voluto tener conto della
dimensione che l'impresa detiene nel mercato in questione, del fatto che
Nintendo era il motore del comportamento illecito e inoltre del fatto che
l'impresa ha continuato a commettere la violazione anche dopo aver saputo che
era in corso un'indagine. I prezzi delle console e dei giochi erano notevolmente
diversi nei paesi dell'Unione europea nel periodo oggetto dell'indagine della
Commissione: nel Regno Unito erano inferiori anche del 65% rispetto ai prezzi
praticati in Germania e nei Paesi Bassi. "Ogni anno milioni di famiglie
europee spendono ingenti somme di denaro per i videogiochi. Esse hanno il
diritto di acquistare i giochi e le console ai prezzi più bassi che il mercato
può offrire e la Commissione non tollererà comportamenti collusivi volti a
mantenere prezzi artificialmente elevati", ha dichiarato il commissario per
la concorrenza Mario Monti. La decisione riguarda Nintendo e sette distributori
di prodotti Nintendo: John Menzies plc (distributore di Nintendo nel Regno
Unito), Concentra - Produtos para crianças S.A. (Portogallo), Linea GIG. S.p.A.
(Italia), Bergsala AB (Svezia), l'unità greca della giapponese Itochu Corp,
Nortec A.E. (Grecia) e l'unità belga della tedesca CD-Contact Data GmbH. Dalle
prove raccolte dalla Commissione è emerso che Nintendo e i suoi distributori si
sono accordati al fine di mantenere artificialmente differenze di prezzo elevate
nell'UE tra il gennaio 1991 e il 1998. In base agli accordi ciascun distributore
era obbligato ad impedire il commercio parallelo dal suo territorio, ossia le
esportazioni da un paese all'altro attraverso canali di distribuzione non
ufficiali. Sotto la guida di Nintendo le imprese hanno collaborato attivamente
al fine di individuare la fonte del commercio parallelo. I commercianti che
consentivano le esportazioni parallele venivano puniti con una riduzione delle
forniture o addirittura con il boicottaggio. I prezzi di gran lunga più bassi
venivano praticati nel Regno Unito Dall'indagine è emerso che in tale periodo
di sette anni le differenze di prezzo nello Spazio economico europeo - SEE (l'UE
più la Norvegia, l'Islanda e il Lichtenstein), erano frequenti e considerevoli.
Nel Regno Unito si riscontravano i prezzi di gran lunga più bassi cosicché i
commercianti erano naturalmente incentivati a riesportare prodotti a basso
prezzo verso i paesi con prezzi elevati. Le differenze di prezzo più
consistenti sono state riscontrate all'inizio del 1996, periodo in cui nel Regno
Unito alcuni prodotti Nintendo costavano anche il 65% in meno rispetto ai Paesi
Bassi e alla Germania. Essi erano anche più economici rispetto alla Spagna
(paese in cui costavano anche il 67% in più), all'Italia (54%) e alla Svezia
(39%). La differenza è diminuita ma è rimasta notevole nel 1997 anno in cui il
prezzo nel Regno Unito per tutte le console N64 e le cartucce di giochi era
inferiore del 33% (in ottobre) rispetto a qualsiasi altro paese del SEE. In una
nota scritta da John Menzies per Nintendo l'11 aprile 1996, che è stata
trasmessa volontariamente alla Commissione, vengono delineate la strategia e le
iniziative utili per mantenere tali enormi differenze di prezzo: "Comprendo
perfettamente le difficoltà che le differenze di prezzo creano per gli altri
paesi dell'Europa continentale nei quali il mercato può chiaramente sopportare
prezzi molto più alti rispetto a quelli del Regno Unito. [...] Sono certo che
attraverso una stretta collaborazione saremo in grado di controllare meglio le
importazioni grigie e di trovare un modo più efficace perché i nostri prodotti
e i nostri prezzi rimangano all'interno del Regno Unito riducendo così gli
effetti che le differenze di prezzi provocano nell'Europa continentale".
Successivamente John Menzies intraprese delle azioni che così spiega in una
lettera ottenuta con una richiesta formale di informazioni a Nintendo:
"Sono in grado di comunicarvi che a partire da gennaio/febbraio di
quest'anno [1996] THE [la controllata di John Menzies denominata THE Games Ltd]
ha intrapreso un numero considerevole di azioni volte a porre fine alle
esportazioni grigie di prodotti dal Regno Unito ai mercati dell'Europa
continentale. Le nostre principali attività al riguardo sono consistite nel
bloccare completamente o controllare/limitare realmente la fornitura di prodotti
nel mercato del Regno Unito ad alcuni commercianti su cui pesavano dei
sospetti". Va osservato che prima che ciò accadesse lo stesso John Menzies
aveva subito un boicottaggio da parte di Nintendo che cercava di costringerlo a
collaborare maggiormente alla violazione. A seguito del comportamento illecito
di Nintendo e dei suoi distributori ufficiali, le famiglie dell'Europa
continentale hanno dovuto subire prezzi elevati. Per misurare il danno causato
ai consumatori è sufficiente considerare che in Europa Nintendo ha venduto nel
solo 1997 5 milioni di console e 12 milioni di giochi. L'articolo 81 del
trattato CE vieta espressamente gli accordi e le pratiche concordate "che
possano pregiudicare il commercio tra Stati membri e che abbiano per oggetto o
per effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza
all'interno del mercato comune [dell'UE]". Le limitazioni del commercio
parallelo costituiscono una violazione molto grave dell'articolo 81, come è
stato confermato dalla Corte di giustizia delle Comunità europee già nel 1966
nella storica causa Grundig-Consten(1) e più recentemente nella decisione
Volkswagen del 1998(2). La gravità della violazione e il danno causato ai
consumatori finali hanno indotto la Commissione ad infliggere un'ammenda totale
di 167,843 milioni di EUR che costituisce la quinta maggiore ammenda mai
inflitta per una violazione in un caso di anti-trust. Si tratta inoltre
dell'ammenda di gran lunga più elevata mai inflitta in un caso di violazione
cosiddetta verticale, una violazione cioè che coinvolge, come in questo caso,
un produttore e i suoi distributori e che si distingue dal cartello orizzontale
cui partecipano produttori di uno stesso bene. L'ammenda inflitta a Nintendo è
anche la quarta maggiore ammenda mai imposta ad una singola impresa per un'unica
violazione. Le singole ammende Sono elencate qui di seguito le ammende inflitte
a ciascuna impresa (in milioni): Nintendo e Nintendo Europe GmbH (congiuntamente
responsabili): 149,128 , John Menzies plc: 8,64; Concentra - Produtos para crianças
S.A.: 0,825 ;
Linea GIG. S.p.A.: 1,5 ; Bergsala AB: 1,25 ; Itochu Corporation: 4,5; Nortec
A.E.: 1,0 ; CD-Contact Data GmbH: 1,0 . Gli importi riflettono gli effetti reali
che il comportamento illecito di ciascuna impresa ha avuto sulla concorrenza e
la dimensione dell'impresa stessa, allo scopo di garantire l'effetto dissuasivo
dell'ammenda. Nintendo, John Menzies e Itochu hanno dimensioni molto maggiori
rispetto alle altre imprese. Nintendo è stato l'istigatore e il leader della
violazione e ha continuato ad adottare un comportamento illecito anche dopo che
la Commissione aveva iniziato la sua indagine. Analogo è stato anche il
comportamento di John Menzies. Tale fatto costituisce una circostanza
aggravante. John Menzies ha inoltre cercato di fuorviare la Commissione in
merito alla portata reale della violazione a metà del 1997. Tali fattori
aggravanti sono stati compensati dal fatto che dopo il dicembre 1997 John
Menzies e Nintendo hanno collaborato con la Commissione. Al tempo stesso nello
stabilire l'ammenda finale a carico di Nintendo, la Commissione ha tenuto conto
anche della decisione dell'impresa di offrire un notevole compenso finanziario
ai terzi che hanno subito un danno materiale. A Nintendo e John Menzies sono
state comunque concesse ampie riduzioni e tale fatto sottolinea l'importanza che
la Commissione attribuisce alla collaborazione da parte delle imprese che hanno
violato la normativa comunitaria in materia di concorrenza anche se la
violazione non è stata compiuta partecipando a un "classico" cartello
orizzontale L'ammenda di piccola entità inflitta a Concentra riflette il ruolo
passivo svolto dall'impresa nell'accordo illecito.
APPALTI PUBBLICI: LA COMMISSIONE CHIEDE A
GERMANIA, ITALIA E SVEZIA DI PORRE RIMEDIO A VIOLAZIONI DEL DIRITTO COMUNITARIO
NELL'AGGIUDICAZIONE DI APPALTI
Bruxelles, 31 ottobre 2002 La Commissione europea ha inviato a Germania, Italia
e Svezia una richiesta ufficiale di rettificare le irregolarità verificatesi
nell'assegnazione di taluni appalti pubblici per la fornitura di servizi. In
Germania sono stati attribuiti in tre regioni appalti senza ricorrere alle
procedure di aggiudicazione previste dal trattato CE e dalle direttive che
aprono alla concorrenza gli appalti pubblici. Gli appalti in questione
riguardano lo smaltimento dei rifiuti nel Landkreis Friesland, il trattamento
delle acque reflue e la fornitura di energia a Jever e la creazione e la
commercializzazione di un "parco servizi" nella città di Limburg. In
Italia, la regione Piemonte ha attribuito un contratto di assistenza tecnica per
la gestione dei fondi europei secondo criteri incompatibili con le direttive. In
Svezia un appalto di servizi di trasporto per autobus è stato aggiudicato in
base a criteri inappropriati. Quando un grande appalto pubblico è aggiudicato
senza che tutti i potenziali offerenti europei abbiano la possibilità di
concorrere e/o l'appalto è aggiudicato secondo criteri inappropriati, le
imprese europee sono private del diritto di concorrere equamente per l'appalto
in questione e le garanzie contro la corruzione sono indebolite. Inoltre, le
amministrazioni appaltanti - e di conseguenza i contribuenti - possono ottenere
un servizio di qualità inferiore o più costoso rispetto a quello che sarebbe
stato possibile ottenere se fossero state applicate le procedure regolari.
Queste richieste ufficiali indirizzate alla Germania, all'Italia e alla Svezia
prendono la forma di "pareri motivati", seconda tappa del procedimento
per infrazione previsto dall'articolo 226 del trattato CE. Se gli Stati membri
non si conformano a queste richieste entro due mesi, la Commissione può adire
la Corte di giustizia. Germania Smaltimento dei rifiuti nel Landkreis Friesland
Il 1° gennaio 1995 il Landkreis Friesland ha aggiudicato un appalto di durata
decennale e del valore di 29 milioni di euro per la fornitura dei servizi di
smaltimento dei rifiuti senza applicare la procedura aperta a livello UE
prevista dall'articolo 8 della direttiva 92/50/CEE sugli appalti pubblici di
servizi. Poiché in relazione a questo appalto non è stato pubblicato alcun
bando e non si è svolta una gara e sono stati quindi esclusi potenziali
concorrenti del mercato interno, l'ente appaltante non ha potuto decidere
l'attribuzione dell'appalto sulla base dell'offerta più vantaggiosa. In
risposta alla lettera di messa in mora inviata dalla Commissione nel settembre
2000, le autorità tedesche hanno riconosciuto la violazione del diritto
comunitario, e hanno comunicato che al contratto in questione sarebbe stato
posto termine al più presto alla fine del 2004 e che ogni nuovo appalto sarebbe
stato oggetto di una gara, conformemente alle norme in vigore in materia di
appalti pubblici. Tuttavia, poiché il contratto in questione resterà in vigore
fino al 2004, la Commissione ha ritenuto che le misure promesse dalle autorità
tedesche non sono sufficienti a porre rimedio all'infrazione. Germania -
Trattamento delle acque reflue e fornitura di energia elettrica a Jever La
Commissione ritiene che la città di Jever abbia commesso una violazione del
diritto comunitario aggiudicando due appalti, uno per il trattamento delle acque
reflue e l'altro per la fornitura di gas ed energia elettrica, senza ricorrere
alla procedura d'aggiudicazione prevista dalle direttive 92/50/CEE e 93/36/CEE
che disciplinano rispettivamente gli appalti di servizi e gli appalti di
forniture. In risposta alla lettera di messa in mora inviata dalla Commissione
nel settembre 2000, le autorità tedesche hanno riconosciuto la violazione e
annunciato che una soluzione conforme alla regolamentazione degli appalti
pubblici sarebbe stata trovata per l'appalto del trattamento delle acque al più
presto all'inizio del 2002, che il 31 dicembre 2001 sarebbe stato posto termine
al contratto di fornitura di elettricità e di gas, e che una procedura regolare
di aggiudicazione dell'appalto sarebbe stata organizzata per il nuovo contratto.
Tuttavia, le autorità interessate non hanno preso misure concrete per quanto
riguarda l'appalto per il trattamento delle acque e hanno successivamente
indicato che il contratto di fornitura di elettricità e gas sarebbe stato
mantenuto fino alla fine del 2003. Di conseguenza, persiste la violazione del
diritto comunitario. Germania Contratto di servizi per la realizzazione di un
progetto immobiliare a Limburg Nel 2001 la città di Limburg ha attribuito un
contratto per la ristrutturazione di locali appartenenti al comune presso la
stazione ferroviaria in vista della creazione di un "parco servizi" e
per la commercializzazione e vendita di tali locali. Il contratto, del valore di
190.000 euro più un premio ("success fee") pari al 10% del prezzo dei
locali venduti, è stato attribuito senza una procedura di aggiudicazione
pubblica. Le autorità tedesche hanno informato la Commissione che, a loro
giudizio, il contratto in questione non ricade nell'ambito della
regolamentazione europea sugli appalti pubblici, in quanto i servizi interessati
sono esclusi dal campo d'applicazione della direttiva 92/50/CEE sugli appalti di
servizi. Dopo un'attenta analisi del contratto, la Commissione ritiene tuttavia
che i servizi da fornire rientrino nelle categorie di servizi contemplati nella
direttiva 92/50/CEE e siano quindi soggetti alle modalità di aggiudicazione
previste dalla direttiva. Sarebbe quindi stato necessario pubblicare un bando di
gara. Italia - Contratto di assistenza tecnica della regione Piemonte per la
gestione dei fondi europei La regione Piemonte ha attribuito nel luglio 2001 un
contratto per l'assistenza tecnica nella gestione dei fondi europei secondo
criteri incompatibili con la direttiva 92/50/CEE relativa all'aggiudicazione
degli appalti pubblici di servizi. Come previsto dalla direttiva,
l'amministrazione appaltante ha aggiudicato il contratto sulla base di quella
che ha considerato come l'offerta economicamente più vantaggiosa. Tuttavia, uno
dei criteri utilizzati per giungere a questa decisione consisteva nella
valutazione della composizione del gruppo di lavoro proposto dall'offerente per
gestire i lavori in questione. L'applicazione di tale criterio in questa fase
della procedura di aggiudicazione è contraria alle disposizioni dell'articolo
36 della direttiva. Gli offerenti che non avevano potuto dimostrare di possedere
le attitudini e le capacità necessarie per fornire il servizio dovevano essere
eliminati dal processo di selezione in uno stadio precedente. La capacità dei
prestatori di servizi e del loro personale non doveva quindi influire sulla
valutazione della qualità e del prezzo delle offerte. L'attribuzione
dell'appalto al concorrente che aveva presentato l'offerta economicamente più
vantaggiosa doveva basarsi esclusivamente sul valore dell'offerta. Svezia -
Servizio di trasporto autobus Kalmar Länstrafik AB, organismo incaricato di
organizzare i servizi di autotrasporto nella regione di Kalmar, in Svezia, ha
aggiudicato nel dicembre 2000 appalti per tali servizi sulla base di
un'applicazione scorretta del diritto comunitario degli appalti pubblici. Il
valore totale dei contratti è stimato in 189,5 milioni di corone svedesi (circa
20,75 milioni di euro). Come nel caso italiano di cui sopra, alcuni dei criteri
di aggiudicazione utilizzati erano contrari alle disposizioni della legislazione
europea (in questo caso, la direttiva 93/38/CEE concernente i settori
dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni) in quanto si
riferivano alle caratteristiche dell'offerente in quanto tale e non al servizio
fornito. Secondo la giurisprudenza costante della Corte di giustizia europea, la
selezione dei candidati che possiedono le attitudini e le capacità necessarie
per fornire i servizi richiesti da una parte e la valutazione delle loro offerte
dall'altra costituiscono due operazioni diverse che possono svolgersi
simultaneamente ma che obbediscono a regole diverse. Informazioni generali
aggiornate sulle infrazioni commesse in tutti gli Stati membri possono essere
consultate al seguente indirizzo: http://europa.eu.int/comm/secretariat_general/sgb/droit_com/index_en.htm
USE E USA PUBBLICANO LE PRASSI MIGLIORI IN
MATERIA DI COOPERAZIONE BILATERALE NEI CASI DI CONCENTRAZIONE TRA IMPRESE
Bruxelles, 31 ottobre 2002 La Commissione europea e le autorità statunitensi
responsabili della concorrenza hanno pubblicato una serie di prassi migliori in
materia di cooperazione nell'analisi di casi di concentrazione tra imprese che
richiedono l'approvazione sulle due sponde dell'Atlantico, allo scopo di
migliorare ulteriormente i buoni rapporti sviluppati nell'ultimo decennio. Le
prassi migliori sono state stabilite in data odierna dal Commissario europeo
responsabile della concorrenza, Mario Monti, assieme ai suoi omologhi
statunitensi, Timothy Muris, Presidente della Commissione Federale del commercio
statunitense e Charles James, sostituto Procuratore generale per l'Antitrust.
Esse risultano dalle deliberazioni del gruppo di lavoro UE-USA sulle
concentrazioni, che riunisce funzionari dei tre organismi, che negli ultimi mesi
hanno attentamente studiato il modo di migliorare ulteriormente l'efficacia
della collaborazione tra UE e USA. "L'accordo sulle prassi migliori offre
una base più strutturata per la nostra collaborazione nell'analisi di casi
individuali di concentrazione che devono essere autorizzati sulle due sponde
dell'Atlantico, allo scopo di limitare al massimo il rischio di decisioni
divergenti, nell'interesse sia delle imprese che dei consumatori" ha
dichiarato il Commissario Monti. La Commissione, organo esecutivo dell'Unione
europea, ha operato in stretta collaborazione con i suoi omologhi statunitensi,
la Divisione Antitrust del Dipartimento della giustizia e la Commissione
Federale del Commercio, dall'entrata in vigore del regolamento comunitario sulle
concentrazioni nel 1990. Questa collaborazione si è potuta fondare su basi
solide grazie alla conclusione nel 1991 dell'accordo tra UE e USA
sull'applicazione delle normative in materia di concorrenza. La cooperazione tra
Unione europea e Stati Uniti è stata particolarmente intensa in molte delle
grosse operazioni di concentrazione transfrontaliere che devono essere esaminate
in entrambe le giurisdizioni. I contatti tra i vari organismi hanno contribuito
a ridurre al minimo il rischio di decisioni divergenti ed hanno determinato un
processo di convergenza sostanziale nei loro approcci analitici. Nelle prassi
migliori si riconosce che la collaborazione è più efficace quando la
tempistica delle indagini delle diverse autorità di vigilanza si svolge più o
meno in parallelo. Alle imprese oggetto di concentrazione verrà dunque offerta
la possibilità di incontrare le autorità già nelle prime fasi del
procedimento in modo da discutere le varie scadenze. Si incoraggiano inoltre le
imprese ad autorizzare le autorità di vigilanza a scambiarsi le informazioni
che esse hanno presentato nel corso delle indagini e, ove opportuno, a
consentire audizioni congiunte UE/USA delle imprese interessate. Nelle prassi
migliori sono stati inoltre individuati i punti fondamentali nelle indagini
comunitarie e statunitensi in materia di concentrazioni per i quali potrebbero
essere opportuni contatti diretti tra funzionari a livello dirigenziale di
entrambe le parti.
MERLONI ELETTRODOMESTICI, PIÙ GARANZIE DI
TRASPARENZA APPROVATI LA NUOVA PROCEDURA PER L'INFORMAZIONE AL MERCATO E IL
CODICE DI COMPORTAMENTO SULL'INSIDER DEALING, CON NOVITÀ ASSOLUTE PER L'ITALIA
Milano 31 ottobre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione della Merloni
Elettrodomestici SpA, riunitosi ieri a Milano, ha approvato il codice di
comportamento sull'insider dealing e la nuova procedura per l'informazione al
mercato. In questo modo la Corporate Governance della società, basata sui più
selettivi criteri internazionali, si adegua anche alle recentissime indicazioni
in materia di trasparenza emanate da Borsa Italiana e introduce, prima in
Italia, alcuni elementi innovativi. Merloni Elettrodomestici è tra le prime
società a introdurre i blocking period per l'acquisto di titoli della società
da parte delle persone considerate rilevanti, evitando così che, nelle fasi
maggiormente delicate, possano effettuare operazioni. Nel codice approvato sono
inoltre vietate le operazioni di breve periodo, in particolare le vendite allo
scoperto. Le persone rilevanti dovranno informare la società in tempo reale per
operazioni compiute sugli strumenti finanziari della società di qualsiasi
ammontare, compreso l'esercizio delle stock options. La società provvederà poi
a fornire tempestivamente al mercato le informazioni relative al superamento del
tetto di 125 mila euro su base trimestrale, mentre la soglia prevista dalle
Istruzioni di Borsa Italiana è di 250 mila euro. La società inoltre, provvederà,
al termine di ciascun trimestre, ad informare il mercato delle operazioni
compiute da ciascuna delle persone rilevanti che appartengano ai vertici
aziendali nel caso in cui queste superino la soglia di 25 mila euro e di quelle
compiute dalle altre persone rilevanti nel caso in cui queste superino la soglia
di 50 mila euro. La normativa invece richiede l'informazione a fine trimestre al
superamento della soglia di 50 mila euro. La procedura per l'informazione al
mercato viene integrata con una serie di comportamenti che sono diventati già
una prassi consolidata per la società e recepisce quanto previsto nella
"Guida all'informazione al Mercato". In particolare esplicito
riferimento viene fatto alla modalità di gestione di informazioni previsionali,
informazioni fornite in assemblea, incontri con gli operatori del mercato e
rumors. Il Consiglio di Amministrazione della società ha anche verificato i
requisiti di indipendenza degli amministratori, sulla base delle informazioni
fornite dagli stessi. Sei consiglieri su undici, la maggioranza, è risultata
indipendente: Francesco Caio, Felice Colombo, Alberto Fresco, Carl Hahn, Hugh
Malim, e Roberto Ruozi.
MERLONI: NEI PRIMI NOVE MESI: FATTURATO
+25%, MARGINE OPERATIVO +45%, UTILE ANTE IMPOSTE +58% CONTINUA LA CRESCITA
RECORD, DAL 1 NOVEMBRE IL CONTROLLO DI HOTPOINT
Milano, 31 ottobre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione ha approvato ieri a
Milano i risultati del terzo trimestre e ha esaminato i dati dei primi nove mesi
del 2002. Redditività e fatturato continuano a crescere a ritmi record anche
nel terzo trimestre. Così, anche se la domanda di elettrodomestici in Europa,
nei primi nove mesi, è aumentata appena dello 0,4%, Merloni Elettrodomestici
realizza nei primi nove mesi del 2002 un utile ante-imposte in crescita del 58%.
Un risultato reso possibile anche grazie al contributo della società inglese
Gda (Hotpoint), già consolidata al 50% con il metodo proporzionale. Infatti, il
12% della crescita di fatturato è attribuibile a Gda e anche la redditività ha
cominciato a beneficiare delle nuove economie di scala, che hanno più che
compensato il leggero trend di crescita del costo delle materie prime. Dopo il
via libera dell'autorità per la concorrenza britannica Merloni Elettrodomestici
acquisirà già dal primo novembre il 100% dei diritti di voto e dei diritti di
dividendo di Gda, come previsto dall'accordo di Put &Call con General
Electric. Il trasferimento delle azioni, subordinato all'esercizio delle Put e/o
Call options, potrà avvenire nell'arco dei prossimi sette anni. La prima
opzione, che vale il 10% di Gda, scadrà a gennaio 2003. "Abbiamo accolto
con entusiasmo il via libera dall'autorità per la concorrenza britannica, che
ci permetterà di accelerare il processo di integrazione di Hotpoint e di
valorizzare le sinergie" ha detto Vittorio Merloni. Principali risultati
dei primi nove mesi del 2002 Il fatturato al 30 settembre 2002 è di 1,795
miliardi di euro, in crescita del 25% rispetto allo stesso periodo del 2001
(1,435 miliardi). L'incremento di fatturato è dovuto per circa il 13% alla
crescita interna e per il 12% al consolidamento di Gda. Il fatturato della
società è in aumento in tutti i mercati. La crescita dipende dall'aumento
delle quantità vendute e dal miglioramento del mix di vendita, che riguardano
sia il marchio Indesit che il marchio Ariston. Il margine operativo lordo è di
214 milioni di euro, in crescita del 36% rispetto ai primi nove mesi del 2001
(158 milioni). In rapporto al fatturato il margine operativo lordo sale al 11,9%
rispetto al 11% dello stesso periodo del 2001. Il margine operativo è di 132
milioni di euro, il 45% in più rispetto allo stesso periodo del 2001 (91
milioni di euro). In rapporto al fatturato il margine operativo sale al 7,4%
rispetto al 6,4% al 30 settembre 2001. Il margine operativo ha quindi già
superato in nove mesi il 7,1% ottenuto per l'intero 2001. La migliore efficienza
produttiva e i benefici iniziali che derivano dalle economie di scala sono tra
le ragioni di questo risultato. L'utile ante imposte è di 116 milioni di euro,
in aumento del 58% rispetto allo stesso periodo del 2001 (74 milioni di euro).
L'indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2002 è di 263 milioni di
euro, in calo rispetto al primo semestre (330 milioni di euro), con un rapporto
debt/equity pari al 61% (60% al 31 settembre 2001), dopo aver già pagato nel
mese di marzo 191 milioni di euro a Marconi per l'acquisto del 50% di Gda. Il
successo dei brand Un risultato così positivo ed in controtendenza rispetto al
quadro competitivo dipende in primo luogo dal successo dei prodotti, più vicini
al gusto e alle necessità dei consumatori e da una strategia di brand, che ha
permesso di concentrare gli investimenti su pochi marchi, molto riconoscibili in
tutta Europa. Oggi Ariston è il secondo marchio europeo negli elettrodomestici
da incasso, mentre Indesit ha conquistato il secondo posto tra i prodotti di
libera installazione (fonte Gfk). Principali risultati del terzo trimestre 2002
Il terzo trimestre 2002 si è chiuso con un fatturato di 687 milioni di euro, in
crescita del 29% rispetto al terzo trimestre 2001 (533 milioni di euro). Il
margine operativo è di 59 milioni di euro, in aumento del 35% rispetto al terzo
trimestre 2001 (44 milioni di euro). Lýutile ante-imposte è di 51 milioni di
euro, il 30% in più del terzo trimestre 2001 (39 milioni di euro). Nel corso
del Consiglio di Amministrazione è stata approvata la relazione semestrale i
cui dati preliminari erano stati esaminati durante il Consiglio del 26 luglio
2002. I dati non differiscono da quelli già comunicati. La relazione sarà
disponibile sul sito www.merloni.com
a partire da oggi
GRUPPO OLIVETTI - TELECOM ITALIA:
COMPLETATO IL TRASFERIMENTO DI BENI ED ATTIVITA' PER CIRCA 1.585 MILIONI DI EURO
Milano, 31 ottobre 2002 - Il Gruppo Olivetti-Telecom Italia ha trasferito il 29
ottobre attività ed asset immobiliari per un valore di circa 1.585 milioni di
euro a Tiglio I e Tiglio II, società immobiliari controllate da The Morgan
Stanley Real Estate Funds. Il Gruppo Olivetti-Telecom Italia deterrà nelle due
società una quota di minoranza commisurata al valore delle attività e degli
asset trasferiti. In particolare, in Tiglio I Olivetti manterrà l'8,84%,
Telecom Italia il 36,85% e Seat Pagine Gialle il 2,1%, mentre in Tiglio II sarà
presente Telecom Italia che, a seguito del conferimento del proprio ramo di
azienda Asset Management, deterrà nella società il 49,47%. Con l'operazione
Olivetti realizza una plusvalenza lorda di circa 70 milioni di euro e un impatto
finanziario positivo , al lordo delle imposte, dell'ordine di 165 milioni di
euro a fronte di un valore complessivo degli asset trasferiti pari a circa 225
milioni di euro. Per Telecom Italia, a fronte di asset trasferiti a Tiglio I e
Tiglio II del valore di circa 1.360 milioni di euro (di cui circa 50 milioni di
euro relativi a Seat Pagine Gialle, circa 840 milioni di euro relativi agli
immobili ricevuti da Imser e circa 470 milioni di euro relativi ad altri asset
immobiliari trasferiti), l'operazione comporta nell'anno in corso un impatto
economico lordo positivo di circa 220 milioni di euro sulla Telecom Italia
S.p.A. e di circa 5 milioni di euro sulla Seat Pagine Gialle (370 milioni di
euro a livello di consolidato di Gruppo Telecom). L'impatto finanziario sul
Gruppo Telecom nel corrente esercizio, al lordo delle imposte, è pari a circa
330 milioni di euro (di cui 40 milioni di euro relativi a Seat Pagine Gialle),
al netto di quanto realizzato nel 2000 a seguito dell'operazione di spin off
immobiliare. I trasferimenti perfezionati in data odierna rappresentano la fase
esecutiva dell'accordo formalizzato nei mesi scorsi tra il Gruppo
Olivetti-Telecom Italia, il Gruppo Pirelli e società controllate da The Morgan
Stanley Real Estate Funds. L'accordo prevede tra l'altro la valorizzazione, nel
corso del 2003, degli asset di Tiglio I e Tiglio II attraverso una operazione di
mercato nell'ambito di una strategia che potrà contribuire allo sviluppo del
mercato finanziario immobiliare, con conseguenti significative opportunità per
il Gruppo Olivetti-Telecom Italia di ottimale valorizzazione delle quote residue
detenute nei due veicoli a seguito dei trasferimenti odierni. Ipotizzando
prudenzialmente una monetizzazione nei prossimi anni delle quote di Tiglio I e
Tiglio II ad un valore commisurato agli attuali prezzi di trasferimento degli
asset e includendo quanto conseguito nel 2002, Olivetti e Telecom Italia avranno
ottenuto alla fine del progetto una liquidità al lordo delle imposte
rispettivamente pari a circa 225 milioni di euro e 690 milioni di euro (di cui
oltre 50 milioni di euro di competenza di Seat Pagine Gialle). Per Telecom
Italia con le operazioni oggi perfezionate si completa sostanzialmente la
valorizzazione del patrimonio di Gruppo a maggior valore immobiliare,
nell'ambito di un percorso avviato nel 2000 con l'operazione di spin off, in
coerenza con la strategia di focalizzazione sul core business. Quest'ultima
operazione, che ha riguardato asset per circa 2,9 miliardi di euro, ha portato
da un lato alla costituzione della Telemaco Immobiliare (destinataria di asset
per 850 milioni di euro circa e partecipata inizialmente da Beni Stabili al 45%,
da Telecom Italia al 40% e da Lehman Brothers al 15%), recentemente ceduta a
WhiteHall (fondi Goldman Sachs) con un impatto economico positivo al lordo delle
imposte su Telecom Italia S.p.a di 160 milioni di euro circa e un impatto
finanziario positivo, al lordo delle imposte, dell'ordine di 225 milioni di
euro. Dall'altro lato, ha portato alla costituzione della Im.Ser (con asset
immobiliari per un valore dell'ordine di 2.050 milioni di euro e partecipata al
60% da Beni Stabili ed al 40% da Telecom Italia), che è stata nei giorni scorsi
oggetto di scissione, con conseguente attribuzione di asset con un valore di
libro (al lordo degli ammortamenti) per circa 1.220 milioni di euro al Gruppo
Beni Stabili e per circa 820 milioni di euro al Gruppo Telecom Italia che li ha
destinati, come detto, al Progetto Tiglio. Contestualmente sono altresì stati
perfezionati i trasferimenti da Olivetti Multiservices e Telecom Italia dei rami
di azienda di servizi immobiliari (escluse le attività di Facility Management)
al Gruppo Pirelli & C. Real Estate che li integrerà nelle proprie strutture
specializzate. La riorganizzazione di tali attività di servizio, che comporterà
il passaggio al Gruppo Pirelli di 170 persone circa, è stata effettuata tramite
la cessione dei rami di azienda di Property Management, Project Management ed
Agency delle società Telecom Italia e Olivetti Multiservices, ad un prezzo pari
a circa 15 milioni di euro per quanto di competenza di Telecom Italia e di circa
3 milioni di euro per quanto di competenza Olivetti Multiservices. I valori sono
stati determinati sulla base di perizie indipendenti predisposte da Kpmg. Per
quanto riguarda le attività di Facility Management, è attualmente in corso lo
studio di un progetto per la concentrazione delle attività svolte in tale
ambito sia da Telecom Italia che da Olivetti Multiservices, finalizzata alla
costituzione di una società che per dimensione e competenze potrebbe assumere
una posizione di leadership sul mercato nazionale. Lazard Real Estate ha agito
quale advisor finanziario di Olivetti e Telecom Italia, advisor legale
dell'operazione è stato lo Studio Chiomenti.
DA GLOBAL ASSICURAZIONI E CREDITO
VALTELLINESE GLOBAL SICURA 1 - LA POLIZZA DI GESTIONE PATRIMONIALE ASSICURATIVA
GARANTITA
Sondrio, 31 ottobre 2002 - Il Gruppo bancario Credito Valtellinese, in
collaborazione con Global Assicurazioni ha realizzato "Global Sicura
1", la polizza di gestione patrimoniale assicurativa che consente di
investire sui principali mercati finanziari nazionali ed internazionali
mantenendo la sicurezza del capitale investito a scadenza. Il prodotto collega
le prestazioni al valore delle quote di un fondo d'investimento e, senza
precludere l'ottenimento di performance elevate, tutela il risparmiatore nelle
fasi ribassiste dei mercati, offrendo la possibilità di recuperare il capitale
inizialmente investito. Global Sicura 1, infatti, lega la componente investita
in azioni (fino ad un massimo del 40%) all'andamento dei mercati. Le opzioni a
scadenza tengono conto del valore del fondo alla sottoscrizione, del valore alla
scadenza, nonché dell'andamento fatto registrare nei sette anni di durata della
polizza. Global Sicura 1 è sottoscrivibile presso tutte le filiali delle banche
del Gruppo Credito Valtellinese fino al 14 febbraio 2003, per importi a partire
da 5.000 euro.
FUSIONE PER INCORPORAZIONE DELLA BANCA DI
LEGNANO S.P.A. NELLA FIN.PARTECIPAZIONI S.P.A.,
Milano, 31 ottobre 2002 - Lo scorso 28 ottobre in esecuzione delle deliberazioni
assembleari di Banca di Legnano S.p.A. e di Fin.Partecipazioni S.p.A.,
rispettivamente del 25 e 26 settembre u.s. - è stato stipulato l'atto di
fusione per incorporazione della Banca di Legnano S.p.A. nella
Fin.Partecipazioni S.p.A., che contestualmente adotterà oggetto sociale atto
all'esercizio dell'attività bancaria ai sensi dell'art. 14 D. Lgs. n. 385/93 e
assumerà la denominazione "Banca di Legnano S.p.A." . Gli effetti
civilistici della fusione decorreranno dalla mezzanotte del 31 ottobre.
CORPORATE GOVERNANCE: CONFERENZA DI
RICHARD POSNER AL MINISTERO
Roma, 31 ottobre 2002 - Il professor Richard A. Posner, giudice della Settima
Corte d'Appello degli Stati Uniti, ha tenuto ieri pomeriggio una conferenza
nella Sala del Parlamentino del Ministero dell'Economia e delle Finanze su
"Evoluzione della corporate governance e della regolazione dei mercati
finanziari" L'intervento di Posner, considerato uno dei massimi giuristi
americano, autore di importanti sentenze come quella sul caso Microsoft, è il
primo di un ciclo che il Ministero, insieme alla Scuola superiore di pubblica
amministrazione, ha avviato per stimolare il dibattito sui temi dell'economia e
del diritto. La prossima conferenza, il 12 novembre, verrà tenuta dal professor
Steve Pejovich, dell'Università del Texas sul seguente tema: "Rule of law
e crescita economica: cause ed effetti". Nel suo intervento Posner si è
occupato delle patologie sottostanti i recenti scandali finanziari .La lezione
degli scandali, secondo Posner, è in breve la seguente: a. gli esperti di
corporate governance hanno tutti sottostimato l'entità dei comportamenti
illegali e mal valutato l'economia dei costi di transazione; b. la maggior parte
delle correzioni vanno lasciate al mercato che attraverso un sistema di
incentivi e di disincentivi è più efficiente del sistema della giustizia; c.
maggiori e più severi interventi legali non solo non sono necessari ma
potrebbero perfino essere dannosi visti i costi che essi imporrebbero al sistema
nel suo complesso. Quanto alle implicazioni per il caso italiano, Posner ha
ricordato come, secondo recenti studi svolti nelle università di Harvard e di
Yale, l'Italia ha un sistema di corporate governance tra i più avanzati del
mondo. È debole invece sul fronte dell'applicazione delle norme tramite il
sistema della giustizia. Su questo fronte, secondo il giurista americano,
l'Italia può e deve fare molto meglio. La terapia per prevenire gli scandali
finanziari infine dovrebbe fondarsi, secondo Posner, su una giusta combinazione
di sanzioni legali e di sanzioni di mercato. Le sanzioni legali sono già
piuttosto severe ed efficienti negli Stati Uniti. Quindi è importante che siano
le sanzioni di mercato ad agire. E queste sono le migliori candidate al
controllo dei comportamenti poiché si fondano sull'interesse economico e quindi
sull'efficienza. Le sanzioni legali, per parte loro, sono spesso costose e
comunque basate sull'ordine etico e non su quello economico. Il testo integrale
dell'intervento di Posner è disponibile sul sito www.tesoro.it
tra gli ultimi documenti pubblicati.
ZIGNAGO: SALTATA L'OPAS SU MARZOTTO
Roma, 31 ottobre 2002 - Si è riunita ieri l'assemblea della Società convocata
per deliberare sulla proposta di aumento del capitale al servizio dell'Opas su
Marzotto. Tale proposta, pur avendo avuto il voto favorevole della maggioranza
del capitale sociale, non ha raggiunto il quorum di due terzi necessario per la
sua approvazione. Pertanto il Consiglio di Amministrazione, riunitosi
successivamente all'assemblea, con la presenza di tutti i consiglieri e di tutti
i sindaci, nel prendere atto del risultato della delibera assembleare, comunica
che la preannunciata Opas su Marzotto non può avere seguito.
RECKITT BENCKISER PROSEGUE IL TREND
POSITIVO CRESCE DEL 9% IL FATTURATO NETTO DEL TERZO TRIMESTRE 2002
Milano, 31 ottobre 2002 - Sono decisamente molto positivi i risultati messi a
segno nel terzo trimestre da Reckitt Benckiser, il leader a livello mondiale nel
settore dei prodotti per la pulizia della casa, con una presenza forte anche nel
settore della cura della persona. L'incremento del fatturato netto ha superato
la soglia del 9%, mentre la crescita degli utili è andata nettamente al di là
di tale valore. Questi risultati sono dovuti prevalentemente alle performance in
Europa Occidentale e in Nord America, che hanno raggiunto una crescita
particolarmente sostenuta sulla scia del successo dei nuovi prodotti, ed hanno
pertanto ampiamente controbilanciato il persistere di condizioni commerciali
piuttosto deboli in gran parte dei mercati emergenti (Cina ed America Latina).
Paolo Cavallo, Amministratore Delegato Italia, ha così commentato: "Questo
aumenta la fiducia che Reckitt Benckiser ha nei confronti del raggiungimento e
superamento degli obiettivi relativi all'esercizio 2002, che prevedono un
incremento del fatturato netto del 6% circa ed una crescita dell'utile netto
pari al 18%. Siamo anche molto soddisfatti dei giudizi espressi dagli analisti
finanziari, fra i quali JP Morgan, Abn-Amro e Morgan Stanley, che raccomandano
con l'indicazione di "strong buy" le azioni del Gruppo".
TXT E-SOLUTIONS TERZO TRIMESTRE 2002:
RICAVI A 10,8 ML DI EURO (+62% SUL 2001), EBITDA POSITIVO DI 2 ML DI EURO
(NEGATIVO 2001), ORDINATO PARI A 33,3 ML DI EURO, IN CRESCITA DEL +76%.
Milano, 31 ottobre 2002 - Il CdA di Txt e-solutions (txts), società di prodotti
software per la Supply Chain (Sc&Cm) e per on-line Content Management (Polymedia),
ha approvato i risultati dei primi nove mesi del 2002 che evidenziano una forte
crescita dei ricavi e un notevole miglioramento dei margini reddituali. In
particolare: I ricavi del terzo trimestre 2002 ammontano a 10,8 ml di euro, con
un aumento del +62% rispetto al medesimo trimestre 2001 (6,7 ml di euro); i
ricavi nei primi nove mesi del 2002 sono stati pari a 31,3 ml di euro, superando
i ricavi dell'intero anno 2001 (30 ml di euro). La crescita dei ricavi,
unitamente alla diminuzione del 16% dei costi indiretti, pari a 3,8 ml di euro
nel terzo trimestre 2002 contro 4,5 ml di euro del corrispondente periodo del
2001, ha riportato l'Ebitda in utile di 2 ml di euro, (Ebitda negativo di 0,7 ml
di euro nel corrispondente periodo del 2001). Nei primi nove mesi del 2002 l'
Ebitda è stato di 4 ml di euro (0,2 ml di euro nei primi nove mesi del 2001).
Il risultato prima delle tasse nel terzo trimestre 2002 è sostanzialmente in
pareggio (negativo di 0,2 ml di euro, contro una perdita di 1,6 ml di euro nel
terzo trimestre 2001). Gli ammortamenti sono ammontati a 1,6 ml di euro (0,9 ml
di euro nel terzo trimestre 2001), ed i leasing operativi conseguenti
all'acquisizione di Logilab, non presenti nel 2001, sono stati pari a 0,7 ml di
euro. La posizione finanziaria netta alla fine del terzo trimestre 2002 e'
risultata positiva per 13,3 ml di euro, contro i 17,5 ml di euro al 31 dicembre
2001. L'ordinato complessivo del 2002 fino al 30 settembre e' stato di 33 ml di
euro, in crescita del 76% rispetto ai 19 ml di euro del corrispondente periodo
del 2001. Alla crescita dell'ordinato nei primi nove mesi dell'anno 2002 hanno
contribuito per 14.2 ml di euro il settore Sc&Cm (+26%), per 6.9 ml di euro
i servizi professionali (+86%) e per 12.1 ml di euro il settore Polymedia
(+294%). Il portafoglio finale al 30 settembre 2002 ammonta a 14,7 ml di euro
(+60%), a cui si debbono aggiungere contratti pluriennali 2003-05 per piu' di
19,4 ml di euro. Tra i nuovi importanti contratti italiani ed internazionali
acquisiti da Txt nel corso del terzo trimestre del 2002 figurano nel settore
fashion: Gruppo La Perla, Bottega Veneta, Ulla Popken, Mustang; nel settore
farmaceutico: Shering-Plough, Zanbon; nel settore gestione contenuti: Mediadigit.
"Ai buoni risultati del terzo trimestre 2002, stagionalmente il più debole
dell'anno", dichiara il Presidente di Txt A. Braga Illa, "ha
contribuito la ristrutturazione di Logilab, che darà crescenti benefici anche
nei prossimi trimestri. Il quarto trimestre è iniziato con un consistente
portafoglio ordini, ma con un contesto di mercato ancora molto incerto. Per
l'intero anno 2002 manteniamo l'obiettivo di ricavi fra i 42 e i 45 ml di euro
(inferiori a quelli indicati ad inizio anno fra 45 e 50 ml di euro) e del
margine lordo allineato a quello conseguito nel terzo trimestre tra il 12% e il
15% del fatturato".
SOCIAL FORUM TRA PROFITTO E SOLIDARIETA':
I DUE VOLTI DEL "GLOBAL" PIÙ DI 300 MILA GLI OPERATORI DELLE
MULTINAZIONALI MILANESI E QUASI 4MILA I VOLONTARI ONG.
Milano, 30 ottobre 2002. C'è un global fatto di business e di imprese. E un
global dal volto umano. Sono più di trecentomila gli operatori del global nelle
imprese multinazionali milanesi, 135mila nelle società milanesi all'estero,
174mila in quelle estere a Milano. A cui si aggiungono i 4mila volontari nelle
Ong, le organizzazioni non governative. Sono questi alcuni dei dati che emergono
da una ricerca della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab - MiM
(Laboratorio Monitoraggio Imprese Milano). Le multinazionali milanesi godono di
buona salute e lo dimostrano: sono cresciute di un terzo in 3 anni (arrivando a
187), e occupano oramai quasi 135 mila addetti per un fatturato complessivo di
oltre 27 miliardi di euro, un quinto del totale italiano. Le mete preferite sono
la Francia e la Spagna, ma non disdegnano il Brasile. Grande successo, in
particolare, per quei settori a più elevata intensità tecnologica (prodotti
elettrici ed ottici; chimica e farmaceutica), dove rappresentano quasi il 40%
del dato complessivo italiano. Cresce - pur in modo meno accentuato - anche la
presenza di multinazionali straniere localizzate nella provincia di Milano: +2%
in tre anni, con un fatturato di 57 miliardi di euro. In testa ci sono le
multinazionali statunitensi (con 138 imprese), seguite dalle francesi e
tedesche. E a Milano si concentrano la maggior parte delle associazioni italiane
impegnate nella cooperazione e nella solidarietà internazionale (oltre l'11%
del dato complessivo, pari a 162 Ong), in cui collaborano come volontari 4 mila
persone. Sono soprattutto figlie degli anni novanta: 7 su 10 sono infatti nate
dal 1990 in poi. Tra le multinazionali centrale è in particolare la presenza di
Milano nel settore dell'Ict: le multinazionali milanesi dell'Ict rappresentano
quasi il 30% del tot. nazionale, l'80% degli addetti e il 90% del fatturato.
Mentre le multinazionali Ict straniere presenti a Milano e Provincia arrivano a
212 imprese partecipate (la metà del tot. presente in Italia) e occupano 82
mila addetti. E tra i singoli comuni della provincia, a fare la voce grossa sono
soprattutto Melzo (con 23 imprese partecipate estere del settore Ict presenti),
Vimercate (15 imprese), Corsico (11 imprese) e Sesto S.Giovanni (6 imprese).
Tutti i dati della ricerca Investimenti da e verso l'estero. Le multinazionali
milanesi sono 187 (il 15,3% del tot. nazionale; +30,8% in 3 anni); le imprese
industriali da esse partecipate sono 547 (pari al 19% italiano; +27,2% dal
1998), con quasi 135 mila addetti (20% italiano; +1,4%) e con 27,4 miliardi di
euro di fatturato (il 21,5% del tot. italiano). Delle 547 imprese partecipate,
in 409 casi la partecipazione è di controllo (75%). Le imprese a partecipazione
estera con sede in provincia di Milano sono invece 537 (+1,9% dal 1998; pari al
28,4% del dato complessivo nazionale), distribuite in 549 stabilimenti (+6,6%;
pari al 18,3% italiano) con oltre 174 mila addetti (-14,7%; pari al 28,8%
italiano) e con un fatturato pari a 57 miliardi di euro (ben il 33,8% del dato
nazionale). Dove vanno gli investimenti all'estero. Il peso dell'Unione Europea
si attesta attorno al 46-48% del totale (251 imprese partecipate con quasi
66mila addetti); 62 imprese, con oltre 9mila addetti, hanno sede nei paesi
dell'Europa Centrale e Orientale. Nel continente americano troviamo 125 imprese,
con prevalenza dell'America Centrale e Meridionale (67 imprese, 12,2% del
totale) sul Nord America (58 imprese, 10,6%). Completano il quadro 65 imprese
partecipate nel continente asiatico (11,9%), 25 in Africa (4,6%) e 4 in Oceania
(0,7%). La Francia è tra i singoli paesi il principale target delle
multinazionali milanesi, con 79 imprese produttive partecipate e un'occupazione
di oltre 25mila addetti. Seguono la Spagna (53 imprese e oltre 9.300 addetti),
la Germania (45 imprese e quasi 11mila addetti), gli USA (51 imprese e circa
10.500 addetti). Il Brasile occupa tuttavia la seconda posizione nella
graduatoria in termini di addetti (quasi 15mila addetti in 24 imprese
partecipate) davanti al Regno Unito (oltre 12.600 addetti in 35 imprese). Dove
vanno gli investimenti all'estero: quali settori. Al primo posto si piazzano i
prodotti elettrici ed ottici con ben 135 imprese industriali partecipate da
imprese milanesi (pari al 24,7% del tot.), che occupano oltre 55.500 addetti
(pari al 41,1% complessivo). Segue il settore dei prodotti chimici, dei
farmaceutici e delle fibre artificiali e sintetiche con 96 affiliate all'estero
(17,6%) e con quasi 13mila addetti (9,5%); quello della carta, stampa ed
editoria (54 imprese con oltre 3.500 addetti); il settore dei prodotti in gomma
e plastica (47 imprese; quasi 21 mila addetti); quello degli alimentari, bevande
e tabacco (36 imprese; quasi 7.400 addetti) e quello tessile e maglieria (12
imprese; 2.250 addetti). Le imprese milanesi spiccano, in particolare, nei
settori ad elevata intensità di scala (303 imprese pari al 22,4% del tot.
italiano; addetti occupati: 86 mila pari al 21,7% del tot. italiano) e in quelli
ad elevata intensità tecnologica (87 imprese, pari al 37,5% nazionale; addetti:
32 mila, pari a ben il 58,7% del dato italiano). Nei settori specialistici le
imprese sono 60 (13,4% del tot. italiano; addetti: 6.200, pari all'8,1%
italiano) e infine ci sono 97 imprese nei settori tradizionali (pari all'11,5%
nazionale; addetti: quasi 11 mila, pari al 7,4% nazionale). Da dove vengono gli
investimenti esteri a Milano. Riguardo all'origine geografica degli investitori
esteri, si può osservare una netta prevalenza di multinazionali aventi origine
nei paesi UE, cui spettano in provincia di Milano 310 imprese partecipate, 325
stabilimenti e quasi 102mila addetti, corrispondenti nei tre casi al 58-59% del
totale. Tra i singoli paesi, spiccano la Germania con 96 imprese (17,9% del
tot.), 93 stabilimenti e 33 mila addetti; la Francia (79 imprese; 100
stabilimenti; oltre 37 mila addetti) e il Regno Unito (63 imprese; 60
stabilimenti; oltre 10 mila addetti). Il primo paese per numeri di imprese è ad
ogni modo gli Stati Uniti con 138 imprese (pari al 25,7% del tot.), 136
stabilimenti e quasi 46 mila addetti. Bene anche la Svizzera (54 imprese; 55
stabilimenti; oltre 17 mila addetti). Da dove vengono gli investimenti
dall'estero: quali settori. Tra i singoli settori, spicca la chimica e
farmaceutica (132 imprese partecipate dall'estero con oltre 43.500 dipendenti e
146 impianti produttivi), seguita dalla meccanica (99 imprese, 20mila addetti e
106 stabilimenti) e dai prodotti elettrici (89 imprese partecipate con circa
45mila addetti e 98 stabilimenti). La provincia di Milano evidenzia rispetto
alla media nazionale una più elevata incidenza dei settori ad elevata intensità
tecnologica (con 132 imprese; pari al 37,3% del tot. italiano; e 60 mila
addetti; pari al 44,7% nazionale) e di quelli ad elevata intensità di scala
(221 imprese; pari al 23,6% nazionale; quasi 73 mila addetti; 21,9% del tot.).
Seguono i settori specialistici (117 imprese, pari al 30,4% nazionale; 34 mila
addetti, pari al 31% nazionale) e quelli tradizionali (67 imprese, pari al
30,9%; e quasi 8 mila addetti, pari al 22,3% del tot.). Un approfondimento sull'Ict:
gli Ide in uscita. Se si considera soltanto il comparto Ict, Milano concentra il
27,4% delle multinazionali italiane in questo settore (17 su 62), il 49,4% delle
imprese (77 su 156), il 78,1% degli addetti e il 90,1% del fatturato. Rispetto
al 1986 sono aumentate del 54% (da 11 a 17 multinazionali) e del 92,5% se
consideriamo le imprese partecipate (da 40 a 77), anche se il peso di Milano
sull'Italia è sceso: dal 64,7% al 27,4% per il numero di multinazionali; dal
52,6% al 49,4% per numero di imprese. In particolare spicca il settore dei
componenti elettronici, con 6 imprese partecipate e quasi 26 mila addetti; e
quello dei cavi e fili isolati, con 40 imprese e 16 mila addetti. L'Unione
Europea ospita 29 imprese, con poco più di 15.600 addetti (circa il 37% del
totale); solo 4 imprese con 1.300 addetti sono viceversa localizzate nei paesi
dell'Europa Centrale ed Orientale. Il maggior numero di presenze in Europa si ha
nel Regno Unito (9 imprese), mentre in termini di addetti prevale nettamente la
Francia (oltre 9.200 in 7 imprese partecipate). Il Nord America (Stati Uniti e
Canada) ospita 15 imprese, con oltre 6mila addetti; 17 imprese con circa 16.300
addetti sono in Asia (5 imprese in Cina, 4 in Malesia e a Singapore), mentre
l'Africa ospita 5 imprese con quasi 5.800 addetti. Infine, una presenza si
riscontra anche in Oceania, con 822 addetti. Un approfondimento sull'Ict: gli
Ide in entrata. Per quanto riguarda il versante dell'internazionalizzazione
passiva, a Milano hanno sede 212 imprese a partecipazione estera del settore Ict
(50,4% del tot. Italia), che occupano quasi 82 mila addetti (pari al 51%
nazionale) e con un giro di affari di 26 miliardi di euro (pari al 61,8%
nazionale). Ben 148 imprese su 212 si concentrano nel settore del software e dei
servizi informatici; tali imprese occupano nel complesso oltre 35mila addetti e
con un fatturato di circa 8.600 milioni di euro. Bene anche l'ambito dei servizi
di telecomunicazione (23 imprese; oltre 12 mila addetti e più di 7.200 milioni
di euro di fatturato). Per quanto concerne le attività manifatturiere dell'Ict,
il maggior numero di imprese a partecipazione estera si riscontra nella
produzione di apparecchi di misura e controllo (16), mentre in termini di
addetti spiccano gli apparati per telecomunicazioni (oltre 16.600 addetti) e i
componenti elettronici (quasi 9mila). Per quanto concerne l'origine geografica,
prevalgono le statunitensi (con 107 imprese, di cui 96 nel settore dei servizi
dell'Ict), seguite dalle francesi (27 imprese; di cui 20 nei serivizi Ict),
dalle inglesi (27 imprese; di cui 18 nei servizi Ict) e infine dalle tedesche
(17 imprese). Le multinazionali Ict nella provincia di Milano. Tra le singole
zone della provincia di Milano, spicca la Brianza con 23 imprese e oltre 13 mila
addetti; seguita dalla Direttrice est (23 imprese partecipate; 5 mila addetti),
dal Magentino Abbiatense (11 imprese; 8 mila addetti); dalla Cintura Nord (8
imprese; 2.100 addetti) e da Sud Milano (6 imprese; 800 addetti). Nell'Alto
Milanese non sono invece presenti imprese partecipate estere nel settore Ict.
Per quanto riguarda invece i singoli comprensori, al primo posto si piazza Melzo
(23 imprese; 5 mila addetti); seguita da Vimercate (15 imprese; oltre 12 mila
addetti); da Corsico (11 imprese; 8 mila addetti); e da Sesto S.Giovanni (6
imprese; quasi 1.700 addetti).
MANI IN PASTA L'ARTE E L'IMPRENDITORIALITÀ
DELLE DONNE NELLA CERAMICA E NEL CIBO
Pesaro, 31 ottobre 2002 - Il Comitato per la Promozione dell'Imprenditorialità
Femminile della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino promuove un importante
evento che avrà luogo a Pesaro, nei giorni 7-10 novembre 2002. La
manifestazione è stata pensata come un insieme di iniziative che offrano una
diversa visione dello sviluppo. Forti dei loro saperi e della pratica di
conciliare vari aspetti della vita quotidiana (il lavoro, la famiglia), le donne
tentano di conciliare storia e sviluppo, radicamento territoriale e proiezione
nel mondo, tradizione e innovazione. Ed hanno scelto come ambiti dimostrativi
per questa loro proposta, la produzione ceramica e quella enogastronomica. La
denominazione dell'evento è infatti: Mani in pasta. L'arte e l'imprenditorialità
delle donne nella ceramica e nel cibo. A questi due settori produttivi si
affiancano iniziative di studio e dibattito sulla imprenditorialità femminile
come elemento portatore di una nuova e specifica visione di sviluppo
sostenibile, attento cioè alle persone, all'ambiente, alle vocazioni
territoriali. 1. Le iniziative sulla ceramica Il "polo" di maggiore
interesse è costituito dalla mostra Di terra, di acqua, di fuoco. La produzione
delle artigiane italiane della ceramica, allestita a Pesaro, nello storico
Palazzo Gradari recentemente restaurato. Sono state invitate a partecipare alla
rassegna le imprenditrici-artigiane di centri ceramici e delle "Città
della Ceramica": le città in cui la ceramica ha avuto un ruolo storico di
grande importanza e in cui la tradizione ispira tuttora la produzione con
tipologie decorative, tecniche e materiali. I centri ceramici che saranno
presenti in mosta sono Lodi, Castellamonte, Faenza, Pesaro, Urbania, Fratte
Rosa, Ascoli Piceno, Deruta, Gubbio, Castelli, Civita Castellana, Grottaglie,
Vietri sul Mare, San Lorezello, Cerreto Sannita, Caltagirone, Santo Stefano di
Camastra. Le tipologie produttive "storiche" saranno affiancate da
esempi di nuova creatività, ugualmente proposte da donne ceramiste. Si tratta
dunque di un evento eccezionalmente nuovo: mai prima d'ora era stata allestita
una rassegna nazionale della produzione delle botteghe ceramiche in cui le donne
svolgono un ruolo creativo e imprenditoriale di rilievo. La mostra verrà
inaugurata giovedi 7 novembre alle ore 18, 30 e resterà aperta al pubblico fino
al 10 novembre con orario 10-20. L'allestimento è a cura dell'architetto Silvio
Caputo. Questo evento centrale sarà affiancato da una conversazione a più voci
sul ruolo delle donne nell'impresa ceramica, nella sperimentazione artistica e
nel design. L'incontro, che avrà luogo in Palazzo Gradari il 7 novembre alle
ore 16, sarà introdotto dalla presentazione, da parte di Anna Bucci, della
vicenda imprenditoriale del ceramista pesarese Franco Bucci, prematuramente
scomparso. Franco Bucci ha acquistato un posto di grande rilievo nella storia
della ceramica contemporanea, che ha saputo vivificare e rinnovare attraverso
una rivisitazione personale e partecipata delle tipologie della ceramica d'uso
locale. Massimo Dolcini, visual designer e amico fraterno di Franco Bucci,
illustrerà il percorso artistico del ceramista. Parteciperanno alla tavola
rotonda Una vita per la ceramica le artiste Nedda Guidi, Bona Cardinali, Rosanna
Bianchi e la ceramista artigiana Mirta Morigi. Condurrà il Prof. Gian Carlo
Bojani, Direttore dei Musei Civici di Pesaro. Le iniziative dedicate alla
ceramica si concluderanno sabato 9 novembre, a partire dalle 15, nella Sala
Consiliare del Comune di Pesaro, dove si svolgerà il seminario di chiusura del
2° Workshop transnazionale Progetto Art.Ce. Mo. (Artigianato dell'Arte Ceramica
Moderna) - Programma Europeo 'Cultura 2000' con la tavola rotonda
'Contaminazioni tra arti visive contemporanee e ceramica: confronto tra Italia,
Slovenia e Grecia'. Saranno presenti artisti ceramisti italiani, sloveni e
greci. Coordinerà l'incontro il Prof. Antonio Delle Rose, del Comitato
scientifico Progetto Art. Ce. Mo. Il Progetto Europeo 'Cultura 2000', promosso
dal Comune di Pesaro, è finalizzato alla valorizzazione del patrimonio
culturale e artigianale ceramico dell'area mediterranea. La collaborazione al
progetto, svolto in partenariato con il Comune di Lubjana (Slovenia) e Kilkis
(Grecia), si concretizzerà in un laboratorio transnazionale condotto da
ceramisti e artisti delle arti visive di chiara fama che si svolgeranno nelle
botteghe artigiane di Pesaro. 2. Le iniziative enogastronomiche La tematica
dell'impresa gastronomica si svolge in contrappunto con le iniziative dedicate
alla ceramica. Sono infatti previste degustazioni inserite al loro interno,
caratterizzate tuttavia da un valore autonomo. Si tratta di occasioni
informative dell'evoluzione imprenditoriale e produttiva delle operatrici del
settore, dalle donne che operano in aziende agroalimentari alle attuali e future
lavoratrici della ristorazione e del food legato al settore turistico. Sono
state inoltre sollecitate le allieve degli Istituti Alberghieri delle Marche a
produrre preparazioni gastronomiche inedite, realizzate con prodotti tipici del
territorio, sui temi dei gusti alimentari dei giovani, dell'innovazione nella
cucina in padella e nell'uso delle terrecotte tradizionali di Fratte Rosa.
Sabato 9 novembre queste proposte saranno presentate in una colazione ad invito
presso l'Istituto Professionale Alberghiero 'S. Marta' di Pesaro. Commenterà la
preparazione e la qualità dei piatti l'inviato di 'Repubblica' Andreina De
Tomassi. Per tutta la durata della manifestazione, inoltre, saranno realizzati i
Percorsi del gusto: occasioni conviviali in una selezione di ristoranti e
agriturismi della città e dell'entroterra che proporranno ai loro clienti menu
realizzati con i prodotti tipici di aziende agricole del territorio provinciale
in abbinamento con i migliori vini locali. Il punto di forza di ogni menu sarà
costituito da un piatto cucinato nel tradizionale "coccio" di
Fratterosa o dall'invenzione di un nuovo "primo", realizzato con gli
ingredienti locali, in omaggio alla denominazione 'Mani in pasta' dell'evento
complessivo. Domenica 10 novembre si svolgerà a Fano, nella Sala comunale della
Concordia, la conversazione, a cura del Comune di Fano, Il vino. La sfida della
qualità con degustazione di vini e prodotti tipici locali. Parteciperanno
all'incontro imprenditrici vinicole del territorio. Condurrà l'enogastronomo
Davide Eusebi. 3. L' imprenditorialità femminile: tre seminari e un convegno Un
'evento nell'evento' è il convegno nazionale Women & Glocalisation che
venerdì 8 novembre, nel Quartiere Fieristico Campanara di Pesaro affronterà,
dalle 9,30 alle 13,30, il tema dell'impresa femminile nell'ottica della
valorizzazione dello sviluppo sostenibile nell'epoca della globalizzazione.
L'iniziativa è organizzata dal Comitato per la Promozione dell'Imprenditorialità
Femminile di Pesaro e Urbino con il patrocinio di Unioncamere-Asseforcamere. Il
convegno inizia con i saluti delle Autorità : Alberto Drudi, Presidente della
Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, Palmiro Ucchielli, Presidente della
Provincia di Pesaro e Urbino, Oriano Giovanelli, Sindaco di Pesaro, Luciano
Agostini, Assessore Regione Marche, Ugo Girardi, Vice Segretario Generale
Vicario Unioncamere. Dopo l'introduzione di Ilva Sartini, Presidente del
Comitato di Pesaro e Urbino, saranno presentate le relazioni di Marina Mauro
Piazza, Presidente della Commissione Nazionale per le Pari Opportunità,
Fiorenza Belussi, Ricercatrice del Dipartimento di Scienze Economiche
"Marco Fanno" dell'Università di Padova, Orietta Maria Varnelli,
Amministratore Delegato di Distilleria Varnelli spa, Giuseppina Gualtieri,
Direttore Generale Nomisma, Graziella Mazzoli, Preside della Facoltà di
Sociologia dell'Università di Urbino, Adriana Mauro, Responsabile Imprenditoria
Femminile Ministero Attività Produttive, Alberto Valentini, Consigliere
Delegato AsseforCamere. Chiuderà i lavori Mariangela Gritta Grainer, di
Asseforcamere. Condurrà la giornalista Rai Gabriella Lepre. L'Assessorato
Formazione Professionale e Politiche del Lavoro della Provincia di Pesaro e
Urbino, in collaborazione con la Facoltà di Sociologia dell'Università di
Urbino ha programmato per i giovani universitari un seminario in tre sessioni
sul tema Idee e strumenti per l'impresa responsabile. I primi due seminari si
svolgeranno in Palazzo Gradari e verteranno sui temi: Una finanza sostenibile
per il territorio 7 novembre alle ore 10 / moderatore Francesco Maggio,
giornalista / 'Vita Non Profit', 'Il Sole 24 Ore' Impresa e sviluppo
sostenibile: il rispetto per l'ambiente, le persone e la comunità 8 novembre,
ore 15,30 / moderatrice Beatrice Lentati/ Studio Lentati, Milano Il terzo
seminario sarà ospitato, il 9 novembre, dalle 9 alle 11 dall'Istituto
Professionale Alberghiero "S. Marta" di Pesaro e tratterà il tema
Introdurre nuovi stili di vita sostenibili: l'educazione al gusto. 4. L'incontro
nazionale dei Coordinamenti Regionali dei Comitati per la Promozione
dell'Imprenditorialità femminile Venerdi 8 novembre si svolgerà, nella Sala
Montefeltro del Quartiere Fieristico Campanara di Pesaro, dalle 15, 30,
l'Incontro Nazionale dei Coordinamenti Regionali dei Comitati per la Promozione
dell'Imprenditorialità femminile a cura di Unioncamere-Asseforcamere.
ANTONIO BORTUZZO DA OGGI ALLA DIREZIONE
GENERALE DEL GRUPPO MARCOLIN
Milano, 31 ottobre 2002 - Friulano, 42 anni, Antonio Bortuzzo è il nuovo
Direttore Generale del Gruppo Marcolin, uno dei maggiori player del settore
eyewear e quotato alla Borsa Italiana di Milano dal luglio del'99. Nato a
Spilimbergo (Pn), Bortuzzo ha conseguito la laurea in Economia Aziendale presso
l'Università "Bocconi" di Milano. Sposato e con due figli, vive a
Treviso, ma gli ultimi anni li ha trascorsi tra Milano e gli Stati Uniti. Ad una
lunga esperienza come Senior Partner alla "Ernst & Young Financial
& Business Advisors", affianca una profonda conoscenza del settore
eyewear vantando collaborazioni con alcuni dei principali player del settore. A
ciò si aggiunge una grande competenza nel settore retail e consumer product
grazie al coordinamento di progetti di consulenza ai principali operatori
italiani e internazionali e alla partecipazione all'E&Y International Retail
& Consumer Product Committee. L'assunzione in una posizione così strategica
di un profilo dall'elevato spessore professionale come quello di Antonio
Bortuzzo permetterà al Gruppo Marcolin di proseguire nel progetto di crescita
che ha caratterizzato gli ultimi anni dell'azienda di Longarone. "Sono
soddisfatto della scelta di entrare in un Gruppo che è tra le più importanti
aziende mondiali nel settore di riferimento. Sono sicuro", commenta
Bortuzzo "che la collaborazione con i top manager e i due Ceo Maurizio e
Cirillo Marcolin, permetterà di creare una squadra vincente che porterà
crescenti risultati economici e finanziari ".
NASCE VALENTINO OROLOGI DA UN CONTRATTO DI
LICENZA CON IL GRUPPO SECTOR IN COLLABORAZIONE CON IL "CENTRO STILE"
DI BULGARI
Roma, 31 ottobre 2002 - Valentino S.p.A. e Sector Group S.p.A., quest'ultima
società controllata da Opera hanno firmato un contratto per la realizzazione,
produzione e distribuzione di una nuova linea di orologi creati da Valentino. La
linea sarà presentata in anteprima alla fiera di Basilea nella primavera del
2003. La stretta collaborazione tra Valentino e Bulgari garantirà la preziosa
unicità e lo stile inconfondibile di questa nuova linea di orologi fortemente
caratterizzati da un design altamente innovativo, interpretati come veri
accessori di moda, in perfetto accordo con lo stile Valentino. La linea sarà
distribuita dalla Sector Group sia tramite distributori esclusivi, sia
attraverso le filiali del Gruppo, avvalendosi della esperienza e del know-how
che il Gruppo ha acquisito nel settore. Il contratto tra Valentino S.p.A. e
Sector Group S.p.A. avrà una durata di cinque anni, durante i quali è previsto
il raggiungimento di un fatturato retail superiore ai 150 milioni di Euro e un
investimento in comunicazione di oltre 12 milioni di Euro. I prezzi degli
orologi della collezione saranno in linea con il mercato degli orologi-accessori
di fascia alta mentre sono previste realizzazioni di limited edition. "Sono
estremamente soddisfatto di questo accordo" dice Valentino Garavani "e
sono sicuro che ci sarà una proficua collaborazione tra me, il mio studio
creativo e il centro stile di Bulgari per creare degli orologi con un design
innovativo ed inconfondibile". Michele Norsa, amministratore delegato di
Valentino ha così commentato: "Penso che mai come in questo momento il
vero lusso si possa declinare su nuovi prodotti che per lo stile autentico ed
inconfondibile mantengano il loro valore nel tempo. In tal senso la
collaborazione tra Valentino, Sector e Bulgari unisce la moderna e sempre
elegante classicità di Valentino con le capacità creative della più alta
tradizione artigianale e del design italiano di Bulgari e le tecnologie più
avanzate nell'ambito della produzione e distribuzione di Sector. Il contratto
con il Gruppo Sector è un momento importante della nuova strategia di sviluppo
del nostro marchio e consentirà di avvicinare nuovi consumatori al sogno del
marchio Valentino". Enrico Ceccato, amministratore delegato di Sector, ha
così commentato: "La licenza Valentino, rappresenta per noi una sfida
importante, che ci permetterà di creare gli orologi per una delle aziende più
prestigiose della moda italiana. Sono convinto che la collaborazione con Bulgari
per quanto riguarda il design degli orologi Valentino, darà un contributo
fondamentale nella creazione di prodotti di qualità, distinti
dall'inconfondibile stile della rinomata casa di moda romana. L'esperienza e
comprovato know-how di Sector nel settore della orologeria garantiranno l'alta
qualità della produzione e distribuzione degli orologi Valentino".
SEMINARIO SULL'INDUSTRIA MALESE DEL LEGNO
ED INCONTRI INDIVIDUALI CON LE SOCIETÀ MALESI DEL SETTORE
Milano, 31 ottobre 2002 - Il Consiglio Malese del Legno, in collaborazione con
Federlegno-Arredo ed il Consolato della Malesia di Milano, organizza un
Seminario sull'Industria Malese del Legno a cui seguiranno gli incontri con i
membri della delegazione malese per il commercio del legno in visita a Milano.La
data ed il luogo di questo evento sono i seguenti: 14 Novembre 2002 ( Giovedì);
Durata dell'incontro: dalle ore 9:00 alle 17:00; Luogo dell'incontro: Excelsior
Hotel Gallia; Piazza Duca D'Aosta, 9 a Milano. La delegazione comprende un
totale di 15 società dei diversi settori dell'Industria Malese del Legno che
promuoveranno i numerosi e diversi prodotti del legno malese tra cui legno
segato, compensato, Mdf ed altri pannelli, modanature, prodotti di falegnameria
incluse porte, parquet/pavimenti in legno, ponteggi, mobili da giardino ed altri
prodotti in legno. Riteniamo che questa sia una buona possibilità per Voi di
conoscere personalmente le società malesi che operano nel settore del legno, di
poter valutare le opportunità di commercio con la Malesia ed anche di
approfondire la Vostra conoscenza sulle foreste ed il settore del legno di
questo Paese. Per informazioni Consolato della Malesia Tel: 02 - 6690501/
66981839 Email : matrademi@netitalia.it
"AGROITTICA" LO STORIONE (E IL
CAVIALE) DELLA LOMBARDIA IN TUTTO IL MONDO
Milano, 31 ottobre 2002 - Lo sapevate che in Lombardia, a Calvisano in provincia
di Brescia, esiste quello che probabilmente è il maggior allevamento di
storione d'Europa? Precisamente, Sua Maestà lo Storione Bianco.....e le sue
uova (caviale). Nella zona lombarda tra Lodi, Brescia e Mantova si è sviluppata
nei secoli un'attività economica dove tutti lavoravano con obiettivo comune:
fare della propria tradizione gastronomica un modo di vivere. Nascono così i
grandi prodotti, indispensabili per una alimentazione salubre e nel contempo
ricca di sapore. Sono gli stessi cibi che troviamo là dove la cultura del cibo
è in stretta correlazione con la qualità della vita. Uno fra tutti merita una
particolare attenzione, un pesce giustamente reputatato "il Re dei pesci e
un pesce da Re": lo Storione, che era appunto servito sulle tavole regali.
Questo magnifico animale ha le sue origini agli albori dell'umanità e viveva
(nelle diverse varietà) in tutti i fiumi del mondo. Oggi, rischia l'estinzione
per le gravi forme di inquinamento, ma - grazie ad una azienda bresciana, l'Agroittica
Lombarda - ha trovato un suo habitat particolarmente adatto nella Bassa Lombarda
e può quindi tornare trionfalmente sulle tavole dei buongustai (oggi ci sono
pochi re!). Lo storione era a suo tempo presente anche nel fiume Po, ma l'Agroittica
- dopo attento esame - ha trovato in una varietà nordamericana, l' Acipenser
Transmontanus o Storione Bianco, quella che meglio si adattava ad esser
allevata. L'allevamento dello storione avviene in bacini alimentati con acqua
proveniente da pozzi artesiani che pescano a 350 metri di profondità, senza
utilizzare in alcun caso acque di ricircolo. Il livello di sicurezza, di purezza
e di genuinità massima sono garantite da un costante controllo biologico e
veterinario; in particolare L'Agroittica Lombarda dispone di tre diversi tipi di
vasche di allevamento: vasche interne, in cui vengono collocati gli avannotti
per il periodo di svezzamento e vasche esterne per le successive fasi di
crescita. L'acqua è tenuta sotto controllo da periodiche analisi chimiche e
dopo il passaggio nelle vasche è spinta in un lago di decantazione da cui
raggiunge un fiume limitrofo. La peculiarità dell'azienda bresciana è
costituita dal fatto che sfruttando un felice connubio tra fuoco e acqua è
stato possibile realizzare un impianto unico nel suo genere, attraverso il quale
vengono riscaldate le vasche interne degli avannotti utilizzando il calore
prodotto dal raffreddamento del semilavorato della vicina acciaieria. Viene
fornita in tal modo un'energia preziosa che viene utilzzata per mantenere a
temperatura costante, cioè circa 20° gradi, l'habitat di svezzamento dello
storione, attraverso uno scambiatore di calore. Il tutto senza che l'acqua entri
a contatto con le sostanze inquinanti, in un ambiente di totale e assoluta
pulizia. Risparmio energetico, tutela ambientale e sicurezza alimentare, quindi,
in un tutt'uno. L'Agro Ittica Lombarda ha saputo cogliere, grazie a un attento
studio/sperimentazione e ad una lunga lunga esperienza di allevamento, il
primato nell'acquacoltura di qualità - ponendosi probabilmente al primo posto
in Europa per l'allevamento dello storione. Con il presidio della filiera cioè:
controllo dell'alimentazione attraverso mangimi specifici, accurata selezione
dei ceppi riproduttivi, rigorosi controlli igienico-sanitari sull'impianto di
trasformazione fà si che l'Acipenser Transmontanus (nome scientifico dello
storione nordamericano) offra carne bianchissime e rispondenti alle esigenze
dietetiche della moderna alimentazione: basti pensare che contiene meno del 3%
di grassi e più del 17% di proteine Si può considerare carne vera e propria
(vista la mancanza di lische e spine) e l'abilità che i vari chef della
Lombardia e del mondo ha fatto sì che il nobile pesce venisse sempre più
apprezzato dai migliori buongustai. E' stata recentemente proposta la nuova
ricetta dello "Storione alla Milanese" che, grazie alla carne dello
storione e alla semplicità nella preparazione è risultata molto apprezzata e
sicuramente sarà accolta favorevolmente dalla maggior parte dei consumatori
(bambini compresi). Dal Re dei Pesci, lo storione, l'Agro Ittica Lombarda
produce ora anche uno straordinario caviale freschissimo: "Calvisius,
original Caviar Malossol" (con contenuto di sale inferiore allo 2,5%) di
eccellente qualità nonchè caratterizzato dalle sue grandi dimensioni (intorno
ai 3 mm. e è più) e dal suo sapore genuino e delicato, oltre che per la sua
purezza e sicurezza alimentare (visto anche il sempre maggior inquinamento delle
acque del Mar Caspio, uno dei maggior produttori mondiali). In soli cinque anni,
tanti sono trascorsi dalla sua prima apparizione (dato che per ottenere le uova
adatte alla produzione del caviale lo storione deve avere almeno dodici anni),
"Calvisius" è diventato una leggenda, un gioiello del "Food made
in Lombardia", conosciuto ed apprezzato sulle tavole dei più esigenti
gourmet in Germania, Francia, Gran Bretagna, Giappone e, naturalmente, in
Italia. Previa opportuna prenotazione è possibile visitare l'allevamento, molto
interessante. www.agroittica.it
E' STATO VINTO NELLA SALA BINGOSNAI DI
VITERBO IL PRIMO SUPERBINGO D'ITALIAUNA VINCITA SUPERIORE AI 10.000 EURO: PER
OTTENERLA È STATO SUFFICIENTE ESTRARRE SOLO 34 PALLINE, REALIZZANDO UN
ULTERIORE PRIMATO
Milano, 31 ottobre 2002 - E' stato vinto ieri nella sala IperBingo di Viterbo,
aderente al circuito Bingosnai, il primo premio SuperBingo assegnato in Italia:
10.271,05 euro (quasi venti milioni delle lire ormai fuori corso) sono stati
aggiudicati a un agente di Polizia Penitenziaria, Massimo Franci, di 31 anni. Il
Super Bingo è il più ricco dei nuovi premi messi in palio grazie
all'introduzione delle nuove regole, avvenuta all'inizio di ottobre: per
aggiudicarselo è necessario realizzare un bingo (15 numeri) entro le prime 40
palline estratte. La vincita di ieri sera ha probabilmente stabilito un altro
primato: per realizzarlo, infatti, sono state sufficienti 34 palline, e anche il
personale di sala, con alle spalle esperienze lavorative in Argentina e Spagna,
non ricorda vincite ottenute con un numero così basso di palline estratte. Gli
altri premi speciali messi in palio dalle sale Bingo sono la Super Cinquina
(realizzata entro le sei palline estratte), il Bingo Oro (realizzato con un
numero di palline estratte compreso tra 41 e 43), il Bingo Argento (tra 44 e 46
palline estratte) e il Bingo Bronzo (tra le 47 e le 56 palline estratte). La
sala IperBingo di Viterbo è in attività dal 12 luglio scorso, e fino a oggi ha
registrato oltre 200.000 presenze, distribuendo premi per più di 1 milione di
euro; dotata di 504 postazioni di gioco, bar, Internet point, sala tv e sala
gioco bimbi.
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