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19 NOVEMBRE 2002
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UNA DIRETTIVA
PER GARANTIRE IL PLURALISMO DEI MEDIA IN EUROPA?
Bruxelles, 19 novembre 2002 - Graham Watson
(Eldr, Uk) ha aperto la discussione
sui media, ricordando che la Commissione europea è intervenuta solo per
rivedere il pacchetto telecomunicazioni per tener conto delle nuove tecnologie
ma la situazione nel settore è notevolmente cambiata: molte fusioni e grossi
conglomerati sono emersi e continuano a proliferare e la Commissione ne ha fatto
un'analisi solo nel Libro verde sul pluralismo di diversi anni fa. Il PE ha
chiesto più volte una direttiva che affronti il problema del pluralismo nei
media e che disciplini il settore anche se non è un'operazione semplice date le
caratteristiche particolari dell'industria. Il pluralismo, ha detto Watson, è
fondamentale, soprattutto in presenza di concentrazioni e predominanza di alcuni
interessi economici nel settore, il che è sempre un pericolo in una società
libera e democratica, dove tutti devono essere equamente rappresentati. Con le
nuove tecnologie della televisione via cavo e della trasmissione satellitare
forse è impossibile un controllo centralizzato in poche mani ma occorre
ricordare che si tratta di un problema economico rilevante, che riguarda anche
la diversità delle culture e che l'influenza dei mezzi di informazione è
enorme: si rischia di ostacolare la crescita delle diversità, importando magari
a bassi prezzi dei programmi omogenei creati fuori dai nostri ambiti europei.
Occorre, insomma, aggiornare le norme e presentare un Libro bianco
sull'argomento, che prenda in considerazione il carattere transfrontaliero delle
trasmissioni e garantisca la libertà dei mezzi di informazione. Enrique Barón
Crespo (Pse, E) si è detto lieto che l'iniziativa dell'interrogazione sulla
concentrazione dei mezzi d'informazione si sia estesa a tutta l'Aula; egli
ritiene che la questione non sia legata a partiti o gruppi ma a un tema
costituzionale. Dieci anni fa la Commissione europea aveva pubblicato un Libro
verde sul pluralismo dei media e il mercato interno ed aveva elaborato una
proposta di direttiva volta ad armonizzare il mercato in questo settore. Da
allora, però, non è successo nulla. Dal punto di vista tecnologico ci sono
stati progressi notevoli, con un processo di concentrazione che va al di là
delle frontiere: ci sono ad esempio i gruppi di Murdoch e Berlusconi, altri si
sono persi per strada (Mercier e Kirch), altri ancora stanno arrivando sul
mercato europeo (Bloomberg). Questa è innanzitutto una questione di democrazia
perché fa riferimento a una delle basi del nostro sistema ed è una pietra
angolare delle libertà democratiche. Si devono garantire i diritti dei
cittadini, ma anche dei lavoratori della stampa e dei mezzi di informazione, che
sono spesso trascurati rispetto a quelli di altri settori. Ciò vale anche per i
Paesi candidati. Forse si tratta di un tema complicato, ma se la direttiva era
necessaria nel 1992, a maggior ragione lo è adesso. Barón Crespo ha quindi
chiesto alla Commissione se nell'ambito della sua proposta alla Convenzione sia
trattata tale materia, che è trasversale perché riguarda il mercato interno e
la concorrenza, ma anche la cultura e i diritti fondamentali. A suo avviso è
necessario rompere il silenzio e consentire alla Commissione di esercitare il
suo diritto d'iniziativa. Raina Mercedes Echerer (Verdi/Ale, A) ha rilevato che
dal '92 vi sono state discussioni sulla politica dei media, che il Parlamento è
più volte intervenuto sull'aspetto democratico del problema ma che per troppo
tempo c'è stato silenzio sull'argomento. Due sono i punti essenziali:
l'equilibrio fra attività imprenditoriale e quella giornalistica non esiste più
e deve essere ricreato; il completamento del mercato interno anche in questo
processo di consolidamento settoriale deve costituire una responsabilità
politica dell'Unione. La molteplicità economica è però pregiudicata dal
numero elevato di concentrazioni e occorre arrivare a garantire la separazione
dei poteri, così come nel nostro passato è avvenuto fra potere politico e
potere religioso. Nel '97 la direttiva sui media è scomparsa, forse per
pressioni politiche, ha aggiunto l'oratrice, forse abbiamo solo bisogno di
migliori basi giuridiche: resta il fatto che la Commissione non ha fatto nulla e
che di fronte a questi problemi, che non sono nuovi, è necessario agire perché
la politica dei media non è una questione partitica né deve diventarlo. Geneviève
Fraisse (Gue/Ngl, F) ha sottolineato i due concetti opposti in discussione,
ovvero concorrenza e pluralismo ed ha invitato ad analizzare il problema sia dal
punto di vista degli Stati membri sia da quello dei Paesi candidati, dove la
comunicazione fino a poco tempo fa dipendeva da una sola fonte. Occorre allora
creare sì pluralismo ma rispettare anche la concentrazione e trovare un
equilibrio, seppur delicato, perché la questione investe il servizio pubblico,
non solo i media privati. La Commissione europea deve forse tornare sulle
proprie decisioni ed elaborare una nuova direttiva richiesta da anni o uno
studio aggiornato (l'ultimo risale al '94). L'oratrice ha ricordato poi il
protocollo al trattato di Amsterdam sul sistema di diffusione negli Stati membri
che sottolinea il ruolo degli Stati membri, riconoscendo la specificità dei
contenuti e della concorrenza nel settore (basta pensare alla situazione del
tutto particolare in Francia, dove esiste una concentrazione nel mercato
dell'edizione). La speranza più grande è che la Carta sul pluralismo sia
difesa dalla Convenzione nella nuova costituzione dell'Unione. Mariotto Segni (Uen,
I) ha detto di essere firmatario, assieme a 32 colleghi, di un'interrogazione
nella quale si chiede alla Commissione di riprendere il cammino interrotto nel
1994 e di arrivare all'emanazione di una direttiva nel settore. Tutto ciò
considerando che l'informazione, soprattutto quella televisiva, è un settore
dove lo strapotere di un soggetto costituisce un grave pericolo per il
funzionamento della vita civile e democratica e che fenomeni del genere tendono
a verificarsi in molti paesi. Ventidue dei firmatari sono del gruppo popolare
europeo, altri dell'Uen, a dimostrazione che non si tratta di un tema di parte né
di partito, ma delle fondamenta dello Stato liberale. Segni ha chiesto
comprensione perché forse gli italiani sono molto sensibili al problema, ma ha
chiesto ai colleghi tedeschi, di qualunque partito, se non si preoccuperebbero
qualora il Cancelliere Schröder fosse proprietario di tutte le televisioni
private, di una delle più importanti riviste e di uno dei più importanti
quotidiani; ha chiesto ai colleghi inglesi come reagirebbero se il Primo
ministro Blair avesse chiesto pubblicamente l'allontanamento di tre famosi
giornalisti della Bbc e l'avesse ottenuto nel giro di qualche mese. Egli ha poi
chiarito di aver citato tali esempi non perché siano problemi che deve
risolvere l'Europa (essi sono nati in Italia e devono essere risolti dagli
italiani), ma perché vi sono aspetti comuni tra tutti i Paesi: la
concentrazione dei media che segue un corso mondiale; il pericolo che da questo
deriva al pluralismo dell'informazione e quindi alla libertà; i confini che
vanno posti fra politica e informazione. Questo, pur non essendo giuridicamente
un campo della Commissione, è il punto comune a tutte le civiltà europee ed è
per tale ragione che ci si rivolge alla Commissione. Ruth Hieronymi (Ppe/De, D)
ha affermato la necessità di garantire la libertà di informazione e di
opinione e il pluralismo. Tutto ciò è compito dell'Unione e dovrebbe essere
trattato dalla Convenzione. Il Parlamento europeo negli ultimi anni si è
occupato molto della questione, ha affermato una delle autrici
dell'interrogazione presentata dai popolari ricordando le risoluzioni del 1997,
del 2000 e del 2001. Occorre però valutare in termini realistici come stanno le
cose: quelli dei media continuano a essere in prevalenza mercati nazionali, sia
per quanto riguarda la stampa che per il settore televisivo. Le cose sono
cambiate per quanto concerne i media elettronici, dove vi sono sempre più
imprese transfrontaliere. È su questo punto che bisogna intervenire,
verificando con attenzione quali siano le conseguenze in termini di evoluzione
tecnologica e di pluralismo. Il partito popolare chiede quindi alla Commissione
di elaborare un Libro verde che analizzi la situazione attuale sotto il profilo
giuridico ed economico con proposte adeguate all'obiettivo del pluralismo. David
Byrne a nome della Commissione ha riconosciuto il ruolo cruciale dei media
nell'esercizio del potere pubblico e privato e il valore essenziale del
pluralismo nell'Unione, come dice la Carta dei diritti. I cittadini europei
hanno una scelta maggiore grazie alle tecnologie di cui si dispone e in tale
situazione la Commissione ha utilizzato ampiamente le regole della concorrenza
anche a livello dei media, di Internet e dell'Umts, garantendo la rigorosa
applicazione del regolamento sulle concentrazioni economiche, della direttiva
sulla televisione senza frontiere, di quella sull'E-commerce (servizi di media
interattivi), sulla liberalizzazione delle reti elettroniche di servizi (per
aprire l'accesso alle reti di comunicazione elettronica, anche quelle che
prevedono trasmissioni), tutte volte ad affermare regole di trasparenza. Il
recepimento di tali direttive nelle legislazioni nazionali potrà garantire il
corretto uso dei media ma l'obiettivo è trovare un equilibrio fra gli attori
del mercato interno, dal punto di vista economico. Anche se il pluralismo è una
libertà fondamentale non è un compito assegnato alla Comunità dai trattati,
perché non si possono regolare situazioni specifiche nazionali, legate al
principio della sussidiarietà, ma solo quelle che hanno effetti
transfrontalieri. Il commissario ha concluso invitando a collaborare con il
Consiglio d'Europa a questo riguardo. Malcolm Harbour (Ppe/De, Uk) ha affermato
che non bisogna prevedere un nuovo regolamento sulla concentrazione dei media
perché non vi è una base giuridica. La Commissione ha altre armi per regolare
la questione del monopolio, se c'è un potere monopolistico dal punto di vista
commerciale. Egli si è poi chiesto se i deputati che hanno presentato le
interrogazioni abbiano letto il nuovo regolamento relativo alle comunicazioni
elettroniche: in quel testo infatti vi sono disposizioni per aprire l'accesso ai
canali, senza discriminazioni. Bisogna però discutere maggiormente in merito
alle emittenti private perché i governi possano portare i canali pubblici verso
il libero mercato. Ciò che non bisogna fare, invece, è anticipare i risultati
dell'analisi. Reino Paasilinna (Pse, Fin) ha detto che una dittatura basata sul
potere militare non è necessaria nella società dell'informazione. Se il potere
dei media, quello economico e quello politico sono nelle stesse mani, si può
temere una dittatura. Se un leader di un Paese può controllare tutti i canali
televisivi, si può parlare di un'oligarchia dell'informazione e quando i canali
televisivi sono colmi di notizie che riguardano i risultati politici di
qualcuno, la macchina si autoalimenta. Egli ha citato l'Italia ed ha affermato
che quanto più i mezzi d'informazione sono concentrati, tanta più libertà
dovrebbero avere i giornalisti. Il servizio pubblico è controllato dalla società
nel suo insieme, ma in alcuni Paesi candidati gli Stati controllano i media.
D'altra parte, la libera concorrenza non è sempre garanzia di pluralismo e
diversità. Il gruppo socialista chiede quindi che il commissario Reding prepari
una direttiva sulla concentrazione dei media, che il commissario Monti fornisca
uno studio sull'eventuale violazione delle regole di concorrenza e che
Bolkestein valuti se la concentrazione e la convergenza abbiano un effetto
contrario sull'operatività del mercato interno. Anche la Convenzione europea
dovrebbe discutere di una possibile direttiva per il settore. Ole Andreasen (Eldr,
Dk) ha ricordato che uno dei principi cardine di una società democratica è
l'accesso all'informazione. Il Parlamento europeo ha sempre sottolineato
l'importanza della trasparenza e del diritto dei cittadini di avere accesso alle
informazioni per partecipare al dibattito democratico. I media, ha aggiunto
l'oratore, devono lavorare in modo democratico o la democrazia, che significa
anche pluralismo, non può funzionare. Il gruppo liberale è contrario ai
monopoli che riducono l'offerta; alcune idee non sono affatto rappresentate nei
mezzi d'informazione: bisogna quindi garantire media liberi e diversificati,
sulla base dei principi della democrazia e della separazione dei poteri e senza
interferenze sui contenuti. Benedetto Della Vedova (Ni, I) ha sottolineato
l'indubbio rapporto fra informazione e tutela della democrazia. Il problema
dell'informazione negata come strumento per negare la democrazia in paesi con
cui l'UE ha relazioni economiche è un problema grave, ha detto, ma occorre
essere prudenti nel richiedere normative europee perché possono imbrigliare il
mercato dei media e delle telecomunicazioni, costretto a reggere la sfida dei
mercati internazionali: sovraccaricare un mercato che ha già difficoltà a
crescere per barriere linguistiche, culturali ecc. può essere pericoloso. Il
paradosso della discussione sta nell'attenzione alle concentrazioni nel mercato
ma non all'apparato di aziende di Stato. Si parla di Italia ma non si dice che
la metà dell'apparato informativo è nelle mani dello Stato quindi dei partiti,
che certo usano le strutture di informazione curando i propri interessi. Le
aziende di Stato sono un danno per i media, mentre la presenza della TV di Stato
ostruisce lo spazio per aziende diverse e drena risorse che potrebbero essere
distribuite diversamente, ha concluso l'oratore. Guido Bodrato (Ppe/De, I) ha
detto che il sistema dei media ha camminato insieme alla democrazia ma forse da
qualche tempo c'è una contraddizione e una tendenza alla concentrazione che
significa nei fatti meno democrazia. I media esercitano un notevole impulso
sulla vita sociale ma l'unica strada per resistere al capitale nordamericano che
domina nel campo nei media non è quella che porta alla concentrazione dei media
europei. In Italia la questione ha stimolato un messaggio del presidente della
Repubblica ma anche il Papa ha chiesto regole chiare e giuste sulla
partecipazione, per evitare che l'uso improprio produca effetti devastanti nella
vita sociale. Non è solo un problema politico, ha continuato Bodrato, basta
pensare allo sfruttamento pubblicitario dello sport nella televisione,
all'intreccio fra diritti sportivi, proprietà di grandi squadre di calcio e
pubblicità: tali tendenze possono essere contrastate dalle tv pubbliche ma
anche le tv private e commerciali hanno un grande ruolo, a condizione che questo
non si riduca alle concentrazioni di potere in poche mani. Renzo Imbeni (Pse, I)
ha chiesto se sia necessaria o meno una normativa europea vincolante sul piano
giuridico per garantire il pluralismo dei mezzi di informazione: la sua risposta
è affermativa. Il punto non è forzare la Commissione a fare ciò che non può
o non vuole fare ma riconoscere l'esistenza di un vuoto giuridico che va
riempito. Il vuoto è aggravato dall'ampliamento e dal fatto che l'Unione si
doterà fra poco di una nuova Costituzione in cui vi saranno articoli come il
n.11 della Carta dei diritti che garantisce il pluralismo. Si rischia, insomma,
di violare uno dei principi della Costituzione che si vuole approvare fra poco.
Se oggi uno dei 15 paesi dell'Unione viene dopo il Benin (oltre il 40° posto)
nella classifica mondiale sul pluralismo dell'informazione, non si tratta solo
di un problema di conflitto interno ma di un tema che esige attenzione politica,
istituzionale e giuridica da parte dell'Unione. Mario Mauro (Ppe/De, I) ha
affermato che se si dovesse cedere ai suggerimenti dei colleghi che riconducono
tutti i mali dei media ad un unico soggetto, si dovrebbe immaginare che
"gli animali che hanno invaso la pista dell'aeroporto di Strasburgo siano
manovrati dalle tv private". La tematica è più complessa: le rapide
trasformazioni tecnologiche determinano un nuovo contesto per la trasmissione
del sapere, la cultura si trasmette mediante la comunicazione. La
moltiplicazione delle fonti informative e la sostituzione del rapporto personale
con un approccio immediato sono fattori che creano forme di dissociazione che
investono la nostra vita. Quanto è accaduto in Italia di recente non è
riconducibile a questi aspetti: è successo invece che la sinistra ha tentato di
condizionare le ultime elezioni, rimandando in modo indefinito il tema della
regolamentazione dei media e l'assenza di vigilanza non garantisce il pluralismo
ma produce effetti devastanti. L'oratore ha concluso auspicando l'attenzione
della Commissione a questo principio di libertà proponendo ad esempio un
approfondimento del Libro verde.
GLI
IMPRENDITORI EUROPEI SI UNISCONO ALLE CRESCENTI RICHIESTE DELLA COMMISSIONE DI
UN URGENTE INCREMENTO DELLA SPESA PER LA RICERCA
Bruxelles, 19 novembre 2002 - Gli imprenditori europei hanno unito le loro voci
alle richieste di potenziamento degli sforzi di ricerca al fine di rafforzare la
competitività, la crescita economica e l'occupazione dell'Ue. L'appello è
stato lanciato durante un dibattito fra esperti organizzato dall'Unione delle
confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro (Unice) sul tema
"Challenges for lifting European R&D [research and development]
expenditure from 1.9 per cent to three per cent of Gdp" (Le sfide legate
all'aumento della spesa europea per la R&S [ricerca e sviluppo] dall'1,9 al
3 per cento del Pil), tenutosi a Bruxelles nel corso della conferenza di lancio
del sesto programma quadro (6PQ). Al dibattito hanno partecipato il commissario
europeo per la Ricerca Philippe Busquin; il presidente dell'Unice Georges Jacobs;
Michel Deleau, direttore della Banca europea per gli investimenti (Bei); Daniel
Janssen, presidente del gruppo di lavoro sulla competitività in seno alla
Tavola rotonda europea degli Industriali (Ert); Fred von Dewall, Chief Economist
presso il Gruppo Ing e Yannis Tzavaras, responsabile generale per lo sviluppo di
nuove attività innovative presso Intracom. Busquin ha sottolineato che:
"La ricerca industriale sta assumendo sempre più una dimensione europea e
addirittura mondiale. La frammentazione delle iniziative, l'isolamento dei
sistemi di ricerca nazionali e le disparità fra i sistemi giuridici e
amministrativi pesano molto sugli investimenti per la R&S".
"L'obiettivo del tre per cento e lo Spazio europeo della ricerca sono
entrambi fondamentali per ripristinare la fiducia nell'economia basata sulla
conoscenza e per dare impulso alla crescita sulla base di iniziative di R&S
migliori sotto il profilo quantitativo e qualitativo", ha affermato Busquin.
Il presidente dell'Unice Georges Jacobs ha aggiunto che l'obiettivo del tre per
cento fissato dal Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002 "potrà
essere raggiunto solo se l'Europa migliorerà radicalmente i propri centri di
eccellenza, di competenze e d'istruzione, e se creerà un ambiente normativo
favorevole per la R&S e l'innovazione, nonché un approccio coerente per
tutte le politiche dell'UE ed un settore di ricerca pubblico forte e vibrante.
Le politiche interdisciplinari, come quelle regionali e in materia d'istruzione,
presentano importanti implicazioni in termini di investimenti per la R&S,
che devono essere valutate". Nella comunicazione della Commissione, dal
titolo "Più ricerca per l'Europa - Obiettivo: 3 per cento del Pil",
si legge che "due terzi di tali investimenti dovrebbero provenire dal
settore privato". Il gruppo di esperti è giunto alla conclusione che vi
un'assoluta necessità di riesaminare ampiamente le modalità di promozione
della R&S e dell'innovazione. Esso, inoltre, ha sottolineato che l'Europa
deve modificare le sue attuali politiche e prassi al fine di raggiungere tale
obiettivo. I partecipanti alla discussione hanno spiegato che un approccio
coerente contribuirebbe al coordinamento delle politiche di R&S dei 15 Stati
membri dell'UE e che la politica di R&S deve essere coerente anche rispetto
alle altre politiche, fra cui quelle in materia di concorrenza, ambiente e
istruzione. Il direttore della Bei Michel Deleau ha dichiarato: "La Banca
europea per gli investimenti ha fatto della R&S l'elemento centrale della
sua 'iniziativa per l'innovazione' attualmente in corso, elemento che continuerà
a costituire un obiettivo chiave per l'attività di concessione di prestiti
della Bei nei prossimi anni. Particolare enfasi verrà posta sul sostegno alla
R&S condotta da aziende private, di piccole o grandi dimensioni, e sulla
regolazione degli strumenti finanziari in base alle esigenze del settore della
ricerca. Il Fondo europeo per gli investimenti, affiliato alla Bei, continuerà
a sostenere le università e i centri di ricerca nella creazione di fondi di
investimento e nuovi strumenti, seguitando a fornire servizi di consulenza. In
questo modo, il Fondo mira a rafforzare la ricerca e a superare il divario fra
quest'ultima e lo sviluppo dei prodotti". Daniel Janssen, presidente del
gruppo di lavoro sulla competitività in seno alla Tavola rotonda europea degli
industriali (Ert) ha concluso: "Raggiungere l'obiettivo del tre per cento
è fondamentale per garantire il compimento dei progressi necessari per
rafforzare la competitività, la crescita economica e l'occupazione nell'Ue.
Tuttavia, tale obiettivo rischia di diventare irrealistico, se non si procederà
al più presto, in tutt'Europa, ad una radicale riconsiderazione di ciò che
esso comporta".
OTTOBRE 2002:
SALE AL 2,3% IL TASSO DI INFLAZIONE DI EUROLANDIA
Bruxelles, 19 novembre 2002 - Sono stati pubblicati ieri i dati di Eurostat
relativi all'inflazione di Eurolandia, salita dal 2,1% di settembre al 2,3% del
mese di ottobre, lo stesso tasso di un anno prima. I tassi più elevati su base
annuale sono stati rilevati in Irlanda (4,4%), in Portogallo (4,1%) e in Spagna
(4,0%); mentre i tassi più bassi sono risultati quelli del Belgio (1,3%), della
Germania (anch'essa a quota 1,3%) e del Regno Unito (1,4%). In rapporto al mese
di settembre 2002 il tasso d'inflazione è cresciuto in due Stati membri, è
diminuito in dieci ed è rimasto stabile in uno. Confrontando invece i dati con
quelli di ottobre 2001, le riduzioni relative più importanti si sono avute in
Svezia (dal 2,9% all'1,7%), in Germania (dal 2,0% all'1,3%) e in Belgio
(dall'1,9% all'1,3%); mentre gli aumenti più rilevanti sono stati registrati in
Spagna (dal 2,5% al 4,0%), in Lussemburgo (dall'1,7% al 2,5%) e in Danimarca
(dal 2,0% al 2,7%).
UN AMBIENTE
MIGLIORE PER LE IMPRESE
Bruxelles, 19 novembre 2002 - La Commissione europea ha adottato una
comunicazione dal titolo "Un ambiente migliore per le imprese", che
sarà presentata il 26 novembre in occasione del Consiglio "Competitività".
Il documento comprende un elenco di 70 obiettivi nazionali proposti dagli Stati
membri. Tali obiettivi sono tesi a moltiplicare gli sforzi degli Stati membri in
vista di fare dell'Europa l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e
dinamica del mondo, entro il 2010. Progettati per migliorare il monitoraggio
delle politiche, stimolare il progresso ed agevolare il dibattito, gli obiettivi
rappresentano un primo tentativo di sviluppare un approccio generale e mostrare
con chiarezza alle imprese europee che si stanno assumendo impegni concreti per
migliorare l'ambiente in cui esse operano. "L'adozione di tali obiettivi
politici rivela l'impegno degli Stati membri di perseguire lo scenario
prospettato a Lisbona teso a garantire una maggiore competitività in Europa ed
un ambiente migliore per le imprese", ha dichiarato il commissario europeo
per le Imprese e la Società dell'informazione Erkki Liikanen. "Sono lieto
che gli Stati membri abbiano collaborato con la Commissione per sviluppare
questa iniziativa e che molti di loro abbiano dichiarato i propri obiettivi.
L'impegno che da ora in poi assumeremo consisterà nel dare concreta attuazione
all'iniziativa e garantirne il follow-up". Gli obiettivi riguardano
numerose questioni di politica imprenditoriale affrontate dal Quadro di
valutazione della politica delle imprese e spaziano dall'innovazione al contesto
normativo, l'accesso ai finanziamenti, l'imprenditorialità ed il capitale
umano. Tali obiettivi sono collegati ad indicatori estremamente specifici
utilizzati dal quadro di valutazione e sono tesi ad orientare le politiche,
migliorare il monitoraggio dei progressi e facilitare i dibattiti politici. Nel
settore dell'imprenditorialità, ad esempio, gli obiettivi quantitativi
affrontano questioni quali il numero di nuove imprese create ogni anno e la
percentuale di lavoratori autonomi.
ANCORA NESSUN
ACCORDO SUL BREVETTO COMUNITARIO
Bruxelles, 19 novembre 2002 - Il Consiglio "Competitività" dell'UE,
riunitosi il 14 novembre, non è riuscito a raggiungere un accordo in merito al
brevetto comunitario. Secondo il ministro danese degli Affari economici e
commerciali, nonché presidente del Consiglio "Competitività" Bendt
Bendtsen, il regime giurisdizionale ha costituito, ancora una volta, l'elemento
sul quale i ministri si sono arenati. "È [...] con grande rammarico che
prendo atto dell'impossibilità, in seno all'odierna riunione, di raggiungere un
accordo sui principi generali relativi al regime giurisdizionale del brevetto
comunitario. Persistono differenze troppo ampie fra gli Stati membri che
auspicano il mantenimento di tribunali decentrati e quelli che prediligono un
modello più centralizzato", ha affermato Bendtsen il 14 novembre. Il
proposto regolamento mira a creare un brevetto unico valido in tutta l'Ue,
rilasciato dall'Ufficio europeo dei brevetti conformemente ai requisiti
stabiliti dalla Convenzione sul brevetto europeo. La proposta Corte dei brevetti
comunitari (Cbc) sarebbe costituita da una Camera centrale e da Camere situate
in diverse parti del territorio comunitario. Durante le precedenti riunioni, una
delle delegazioni si oppose all'idea di un decentramento selettivo della Corte,
definendolo discriminatorio nei confronti degli Stati membri che non soddisfano
i necessari requisiti per istituire una Camera regionale. Alcuni paesi non
condividono l'intervallo di tempo previsto fra l'istituzione della Camera
centrale e quelle regionali. Tuttavia, la Commissione e diversi paesi ritengono
che tale periodo di transizione sia necessario per consentire alla Camera
centrale di sviluppare una giurisprudenza e dei metodi di lavoro coerenti.
"Condivido pienamente la delusione del commissario Bolkestein per
l'impossibilità di compiere ulteriori progressi in merito al brevetto
comunitario durante l'odierna riunione. Per tale ragione, ho deciso di inserire
questo dossier nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio 'Competitività'
che si terrà il 26 novembre 2002", ha dichiarato Bendtsen. Durante la
conferenza di lancio del sesto programma quadro, svoltasi dall'11 al 13 novembre
a Bruxelles, l'assenza di progressi in merito alla creazione del brevetto
comunitario è stata definita deplorevole da molti partecipanti, fra cui il
commissario per le Imprese e la Società dell'informazione Erkki Liikanen e il
direttore generale aggiunto della DG Imprese della Commissione Heinz Zourek.
Manuel Desantes, vicepresidente dell'Ufficio europeo dei brevetti si è spinto
oltre, dichiarando: "Non vi è sviluppo senza innovazione e non vi è
innovazione senza un sistema per il rilascio dei brevetti".
SANZIONI
EUROPEE COMUNI PER LA CORRUZIONE NEL SETTORE PRIVATO LE IMPRESE POTRANNO ESSERE
DICHIARATE RESPONSABILI ANCHE IN CASO DI COINVOLGIMENTO LIMITATO
Bruxelles, 19 novembre 2002 - L'organo parlamentare ha adottato con numerosi
emendamenti anche la relazione di Francesco Rutelli (Eldr, I) sull'iniziativa
danese per una decisione quadro atta a garantire che negli Stati membri la
corruzione nel settore privato, attiva e passiva, sia considerata un reato, le
persone giuridiche siano perseguibili per tale reato e siano comminate sanzioni
efficaci, proporzionate e dissuasive. Fra gli emendamenti approvati figura la
definizione di "violazione di un dovere" e l'inclusione delle attività
professionali svolte senza scopo di lucro nel campo di applicazione della
direttiva. I deputati vogliono inoltre che gli Stati membri comunichino ogni
anno alla Commissione un elenco di imprese giudicate colpevoli di corruzione con
sentenza definitiva dai tribunali nazionali e che tale elenco sia pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione. Secondo la proposta, la corruzione deve
essere punita con una pena massima da 1 a 3 anni di prigione. Nel caso di
recidiva possono essere comminate pene supplementari come il divieto temporaneo
ad un condannato di esercitare un'attività economica. Le persone giuridiche
(imprese ecc.) a beneficio delle quali è stato commesso il reato di corruzione,
possono essere dichiarate responsabili, anche se il loro coinvolgimento è
limitato alla mancanza di supervisione o di controllo. Le pene per le persone
giuridiche devono essere effettive, proporzionate e dissuasive, comprendendo
sanzioni pecuniarie ed eventualmente il divieto di esercitare attività
commerciali, provvedimenti giudiziari di scioglimento e l'esclusione dal
godimento di un vantaggio o aiuto pubblico, nonché la confisca dei proventi
illeciti. L'organo parlamentare raccomanda l'entrata in vigore in tempo utile
della direttiva quadro affinché sia recepita dai Paesi candidati e sia
garantita la certezza del diritto vigente negli Stati membri al momento
dell'entrata in vigore della decisione sul mandato di arresto europeo.
IMPIEGO
COMUNE DEI FUNZIONARI DI POLIZIA
Bruxelles, 19 novembre 2002 - Il relatore José Ribeiro E Castro (Uen, P) ha
definito "poco ambiziosa" la proposta danese sulla cooperazione più
stretta nei paesi terzi fra i funzionari di collegamento della polizia degli
Stati membri. Gli emendamenti apportati sono comunque pochi, nella convinzione
che un progetto più lungimirante sarebbe rifiutato dal Consiglio. La
commissione per i diritti dei cittadini ha sottolineato tuttavia che tutte le
misure devono essere applicate anche ai funzionari di collegamento di Europol. I
deputati desiderano che la proposta sia più vincolante, obbligando (e non solo
permettendo) gli Stati membri a concordare sul fatto che i funzionari di
collegamento curino gli interessi di altri Stati membri che non dispongano di un
funzionario in un certo paese o in una certa organizzazione internazionale. Per
potenziare la cooperazione nella lotta al crimine, inoltre, i funzionari di
collegamento devono assistersi reciprocamente, permettendo, ad esempio, di
inoltrare immediatamente una richiesta di informazioni proveniente da uno Stato
membro che non dispone di funzionari di collegamento in un paese terzo, verso il
funzionario presente sul posto in rappresentanza di un altro Stato membro. I
deputati chiedono che gli Stati membri ed Europol elaborino un rapporto annuale
da presentare al Segretariato generale del Consiglio e da trasmettere alla
Commissione e al Parlamento. In tale relazione gli Stati membri dovrebbero
notificare la loro pianificazione annuale sui funzionari di collegamento.
Un'ultima osservazione riguarda il rispetto delle norme relative alla protezione
dei dati personali.
EUROPEAN
UNION BALANCE OF PAYMENTS/ INTERNATIONAL INVESTMENT POSITION STATISTICAL METHODS
Novemnbre 19 november 2002 - A revised version of the annual publication "European
Union balance of payments/international investment position statistical methods"
("B.o.p. book") is being released today. It provides a documentation
on the statistical methodologies applied in Member States for compiling balance
of payments and international investment position statistics and, as such,
improves the transparency of the compilation of euro area statistics. The B.o.p.
book was first published by the European Monetary Institute (Emi) on 31 January
1998, was updated by the Ecb in August 1998 and subsequently every year in
November. In addition to revised individual country chapters, this version
includes some amendments to the general chapters (Chapters 2 and 3). The book is
primarily intended for use by central banks, statistical institutes and
international organisations. The
B.o.p. book is available on the Ecb's web site http://www.ecb.int
DELOITTE
CONSULTING PROMUOVE LUXOTTICA, EDISON E BENETTON SECONDO L'INDICE PREDISPOSTO DA
DELOITTE RESEARCH, LA DIVISIONE DI RICERCA DELLA SOCIETÀ DI CONSULENZA PROSSIMA
A CHIAMARSI BRAXTON, SONO TRE LE AZIENDE ITALIANE DEL SETTORE MANIFATTURIERO CON
LE MIGLIORI PROSPETTIVE FUTURE
Milano, 19 novembre 2002 - Luxottica (prodotti per l'ottica), Edison (energia) e
Benetton (abbigliamento) sono le tre società italiane del settore
manifatturiero che nei prossimi anni, secondo la società di consulenza Deloitte
Consulting (che presto diventerà Braxton) avranno migliori possibilità di
ottenere ottimi risultati economici anche in un contesto generale d'incertezza.
È quanto emerge da un recente studio condotto da Deloitte Research, la
divisione di ricerca di Deloitte Consulting, che ha elaborato, in collaborazione
con la società di consulenza finanziaria statunitense Holt Value Associates, un
indice che identifica le società manifatturiere in grado di coniugare nel modo
ottimale la competitività del presente con la capacità di cogliere le
opportunità del prossimo futuro. Il Performance Index è stato calcolato per le
prime mille società manifatturiere del mondo in termini di vendite realizzate
nell'ultimo anno fiscale. L'indice è determinato in ugual misura dal concorso
di due parametri: il primo è la "Performance attuale" (determinata
dal Cfroi, cash flow return on investments, meno il costo del capitale), che
misura la profittabilità economica di un'impresa nel presente. Il secondo,
invece, è il "Valore futuro atteso" (ovvero il valore atteso degli
investimenti futuri della società espresso in termini di percentuale del suo
valore di mercato attuale), che misura la fiducia degli investitori nella
crescita della società attraverso le opportunità d'investimento future. Il
tetto massimo dell'indice, che in alcuni casi è anche preceduto dal segno meno,
è pari a 100 punti. Nella graduatoria delle prime cento società mondiali (Global
Manufacturing 100) elaborata sulla base del Performance Index, Luxottica, la
sola azienda italiana presente, occupa la quarantatreesima posizione (cfr.
tabella 1), mentre è settima nella speciale classifica europea. Il Performance
Index di Luxottica ammonta a 51,3 punti, ed è determinato soprattutto dalle
prospettive future dell'azienda. Edison e Benetton figurano tra le prime tre
società nella graduatoria dei rispettivi segmenti del mercato manifatturiero:
il gruppo Edison risulta primo nella categoria "Carbone e fonti di energia
alternative" con un indice di 24,3 punti (cfr. tabella 2), mentre Benetton
è terza nella categoria "Tessile" con un indice pari a 8,2 punti (cfr.
tabella 3). "Le aziende italiane incluse in questa classifica sono state
premiate per la loro capacità di identificare obiettivi di medio periodo e di
impegnarsi a fondo, ma in modo flessibile, per poterli raggiungere"
sottolinea Paolo Cavosi, Partner di Deloitte Consulting Italia responsabile del
Consumer Business, commentando i risultati della ricerca. "Applicando il
concetto di strategic flexibility - continua Cavosi - queste tre società sono
state in grado di definire linee strategiche coerenti e sfruttare al meglio le
opportunità. A nostro avviso - conclude il Partner - le società italiane che
al pari di Luxottica, Edison e Benetton vogliono garantirsi un futuro di
successo ed essere pronte ad adeguarsi ai cambiamenti, dovranno puntare sempre
più al raggiungimento di tre obiettivi: integrazione dei sistemi tecnologici,
individuazione delle componenti che consentono di creare valore e attenta
gestione dei profitti". La graduatoria mondiale è guidata da due società
di Information Technology americane, Dell Computer e Oracle, che hanno ottenuto
un Performance Index rispettivamente di 91 e 79,4 punti. Sul terzo gradino del
podio c'è la prima società europea, la finlandese Nokia (tlc), con un indice
di 74 punti. L'obiettivo dello studio di Deloitte Research è quello di
dimostrare che anche nel settore manifatturiero le società che negli anni a
venire riusciranno a competere meglio sul mercato sono quelle che, in previsione
del futuro, applicano il concetto di "strategic flexibility", coniato
dalla stessa Deloitte Research ed illustrato dai suoi consulenti durante lo
scorso World Economic Forum 2002 svoltosi a New York. Un'azienda strategicamente
flessibile è quella che si prepara ad affrontare una molteplicità di scenari
possibili piuttosto che fare previsioni sul futuro ed è in grado di affrontare
le incertezze cogliendone i vantaggi. Secondo Deloitte Research, la chiave del
successo futuro di una società manifatturiera risiede anche nel saper innovare
i prodotti e gestire la catena di distribuzione, le relazioni con l'utenza e le
risorse umane.
Tabella 1. Graduatoria globale
Global Rank
|
Società
|
Paese
|
Fatturato (USD mm)
|
Performance Index
|
1
|
Dell Computer
|
Stati Uniti
|
31.973
|
91.0
|
2
|
Oracle Corp
|
Stati Uniti
|
10.822
|
79,4
|
3
|
Nokia
|
Finlandia
|
27.263
|
75,0
|
4
|
Anglo-American Platinum
|
Sud Africa
|
1.723
|
72,4
|
5
|
Coca-Cola Co
|
Stati Uniti
|
20.462
|
71,3
|
6
|
Itochu Techno- Science
|
Giappone
|
2.474
|
69,9
|
7
|
Colgate-Palmolive Co.
|
Stati Uniti
|
9.355
|
69,9
|
8
|
Siebel System Inc.
|
Stati Uniti
|
1.794
|
67,5
|
9
|
Amgen Inc.
|
Stati Uniti
|
3.595
|
67,4
|
10
|
Imperial Tobacco Group
|
Regno Unito
|
1.886
|
67,1
|
43
|
Luxottica Group Spa
|
Italia
|
2.273
|
51,3
|
Tabella 2.
Graduatoria settoriale: Carbone ed energie alternative
Segment Rank
|
Società
|
Paese
|
Fatturato (USD mm)
|
Performance Index
|
1
|
Edison Spa
|
Italia
|
2.180
|
24,3
|
2
|
Consol Energy Inc.
|
Stati Uniti
|
2.290
|
4,4
|
3
|
Peabody Energy Group
|
Stati Uniti
|
2.665
|
-11,9
|
Tabella
3. Graduatoria settoriale: Tessile
Segment Rank
|
Società
|
Paese
|
Fatturato (USD mm)
|
Performance Index
|
1
|
Mohawk Industries Inc.
|
Stati Uniti
|
3.255
|
18,3
|
2
|
Westpoint Stevens Inc.
|
Stati Uniti
|
1.825
|
8,7
|
3
|
Benetton Group Spa
|
Italia
|
1.811
|
8,2
|
Per maggiori informazioni,
è possibile consultare la ricerca collegandosi all'indirizzo internet: http://www.dc.com/obx/pages.php?Name=dr_performanceamiduncertainty
TELECOM
ITALIA CEDE LA PROPRIA PARTECIPAZIONE IN IMMSI. REALIZZATA UNA PLUSVALENZA LORDA
DI CIRCA 50 MILIONI DI EURO PROSEGUE IL PIANO DI DISMISSIONI CHE HA SUPERATO CON
UN ANNO DI ANTICIPO IL TARGET DI 5 MILIARDI DI EURO
Milano, 19 novembre 2002 - Il 15 novembre o Telecom Italia S.p.A. ha raggiunto
un accordo con Interbanca S.p.A., agente per conto di Omniapartecipazioni S.p.A.,
per la cessione a quest'ultima della propria partecipazione, composta da n.
99.000.001 azioni, pari al 45% circa del capitale di Immsi S.p.A. Immsi è la
società immobiliare, quotata in borsa, nata dalla scissione di Sirti effettuata
nel 1999. Una volta adempiuti gli eventuali obblighi di comunicazione alle
Autorità competenti, Omniapartecipazioni pagherà per contanti, per le
99.000.001 azioni Immsi di proprietà di Telecom Italia, un corrispettivo di 69
centesimi di euro per azione. Telecom Italia S.p.A. con questa operazione
incassa 68,3 milioni di euro, realizzando una plusvalenza al lordo delle imposte
pari a 50,2 milioni di euro. Con questa cessione Telecom Italia prosegue il
piano di dismissioni e il riassetto del proprio settore immobiliare.
IL GRUPPO
BARILLA LANCIA UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO PER 300 MLN EURO
Parma, 19 novembre 2002 - Barilla lancia un prestito obbligazionario
quinquennale per un ammontare di 300 milioni di euro, con garanzia di Fin.Ba spa,
la holding industriale del gruppo Barilla. Lo comunica il gruppo spiegando che
le obbligazioni, che saranno quotate alla borsa di Lussemburgo, avranno una
cedola fissa del 4,625% ed un prezzo di riofferta di 99,336, per un rendimento a
scadenza del 4,78%. La data di pagamento e' stata fissata al 3 dicembre 2002. Il
prestito obbligazionario e' stato organizzato e sottoscritto da un consorzio di
banche guidato da Caboto IntesaBci, Mediobanca e Unicredit banca mobiliare. Il
ricavo dell'emissione, si legge in una nota, sara' utilizzato per finanziare
parte dell'esborso sostenuto per l'acquisto delle azioni Kamps, leader europeo
nel settore del pane industriale. Fin.Ba. SpA, holding industriale del Gruppo
Barilla, ha dato mandato a CabotoIntesaBCI, Mediobanca e UniCredit Banca
Mobiliare per l'organizzazione del prestito obbligazionario denominato in euro,
che poi è stato lanciato sull'euromercato. L'operazione è stata effettuata da
Barilla Finance SA Lussemburgo e garantita dalla capogruppo Fin.Ba. SpA, e segna
il debutto del Gruppo Barilla sui mercati obbligazionari internazionali. Nel
corso del 2002 il gruppo Barilla è stato protagonista di un'altra importante
operazione sui mercati finanziari internazionali, l'Offerta Pubblica di Acquisto
sul capitale della società tedesca Kamps AG, leader sul mercato tedesco ed
europeo del pane industriale, ora controllata dal gruppo Barilla al 97%.
L'acquisizione di Kamps permetterà al Gruppo Barilla di affermarsi come leader
paneuropeo nel mercato dei prodotti da forno, affiancando alla propria
tradizionale forza sui mercati italiano e scandinavo, la consolidata presenza di
Kamps in Germania, Francia e Paesi Bassi.
POLISFONDI.IT:
NUOVO SERVIZIO "IL GESTORE RISPONDE" DA OGGI ON LINE
Milano, 19 novembre 2002 - Polis Fondi Sgr.p.A, società di gestione del fondo
immobiliare chiuso Polis, arricchisce da oggi il suo sito www.polisfondi.it. con
la nuova sezione educational "Finanza e mattone: il gestore risponde".
Il servizio, decisamente innovativo, si propone di offrire informazioni
qualificate agli investitori e spunti di riflessione agli operatori del settore,
facendo leva sulla specializzazione e l'esperienza in materia di Polis Fondi
Sgr.p.A.,
tra le prime società di gestione ad aver lanciato in Italia un fondo
immobiliare chiuso. La nuova sezione di www.polisfondi.it
a cui si accede dalla homepage, è organizzata su un meccanismo "domanda -
risposta". Ogni mese l'attenzione verterà su un argomento specifico per
cui gli utenti interessati potranno inviare le proprie domande all'indirizzo gestoreonline@polisfondi.it
mentre le risposte verranno visualizzate direttamente sul sito e saranno
costantemente consultabili in archivio. Per il mese in corso, il tema è:
l'impiego dei fondi immobiliari nella diversificazione del portafoglio. Tra gli
argomenti che saranno successivamente trattati: impatto fiscale di un
investimento immobiliare; la quotazione: il valore di borsa e il valore della
quota; la nuova normativa sui fondi ad apporto. "Con il lancio del fondo
Polis, nel 2000, siamo stati tra i primi in Italia ad avere offerto ai
risparmiatori la possibilità di diversificare il proprio portafoglio,
investendo in un mercato in fase di rivalutazione, e di partecipare a grandi
operazioni nel settore immobiliare con capitali contenuti e riteniamo di avere
così fornito contributi efficaci allo sviluppo di un mercato allora
immaturo." spiega Luigi Arborio Mella, Amministratore Delegato di Polis
Fondi Sgr.p.A "Da quel momento sono stati compiuti grandi passi in avanti,
ma, stando al numero ed alle caratteristiche delle richieste che riceviamo,
rileviamo tuttora un grande bisogno di informazione. Con questa nostra
iniziativa intendiamo quindi contribuire ulteriormente alla crescita culturale
del mercato, fornendo supporti specialistici per un'efficace comprensione di una
tipologia di investimento sofisticata ed in continua evoluzione." Infolink:
www.polisfondi.it
FITCH
RATINGS:
PIENO RISCONTRO DEL ROADSHOW EUROPEO SULLE ASSICURAZIONI
Londra, 19 novembre 2002 - Gli analisti di Fitch Ratings, l'agenzia di rating
internazionale, hanno parlato durante la settimana dell'11 novembre dei recenti
sviluppi nell'industria europea delle assicurazioni e del loro impatto sulle
classificazioni creditizie. Una serie di interventi è stata programmata nei
maggiori centri finanziari europei dall'11 al 15 novembre. La situazione
finanziaria degli assicuratori ed il destino dei loro investimenti sono stati un
argomento di ampio dibattito dopo il forte abbassamento dei mercati azionari
europei e l'aumento vertiginoso delle inadempienze obbligazionarie negli ultimi
due anni. Il Roadshow sulle assicurazioni di Fitch ha inteso fornire un momento
di discussione ideale sul settore è iniziato a Francoforte, lunedì 11
novembre. poi è proseguito a Monaco martedì, a Londra mercoledì, a Milano
giovedì e a Parigi venerdì. Keith Buckley, Greg Carter, Marc Philippe
Juilliard, Geoff Mayne, Marco Metzler e Chris Waterman del team delle
assicurazioni di Fitch hanno fornito una rassegna completa degli aspetti chiave
del mercato assicurativo europeo, delle prospettive per bancassurance, delle
sfide nella riassicurazione europea, della capitalizzazione delle compagnie
assicurative ed uno sguardo alla situazione del mercato statunitense. Le
giornate di Francoforte e Monaco si sono incentrate sull'importanza cruciale
della solidità finanziaria dell'assicuratore nel settore delle compagnie
assicurative vita tedesche.
NUOVA
IMPORTANTE ACQUISIZIONE DI BREVINI GROUP CHE STIMA DI CHIUDERE IL 2002 CON UN
FATTURATO CONSOLIDATO DI 240 MLN DI EURO
Reggio Emilia, 19 Novembre 2002 - Brevini Group S.p.A., società holding del
gruppo Brevini, dopo l'importante acquisizione di Piv Drives GmbH realizzata in
Germania agli inizi del 2002 dalla controllata Brevini Riduttori S.p.A., ha
nuovamente concluso con successo un'operazione di analoga rilevanza industriale
a Reggio Emilia, con l'acquisizione - attraverso la controllata Hydr-app S.p.A.
- del 100% di Fin-Aron, società che vanta tra i suoi assets l'industria Aron
S.p.A. Aron S.p.A., specializzata in produzione e vendita di sistemi
oleodinamici ed elettronici, è stata fondata nel 1978 ed oggi si segnala come
un autentico gioiello industriale per il considerevole know how tecnologico, il
rilevante patrimonio di risorse umane e strutturali, ed i risultati che ne
caratterizzano il posizionamento nel mercato e l'andamento economico. La società,
che ha chiuso il 2001 con un fatturato di circa 16 milioni di Euro (di cui
l'export rappresenta il 50%) destina ingenti risorse ad attività di ricerca e
sviluppo, realizzate principalmente nella sede centrale di Reggio Emilia, dove
Aron occupa oltre 100 addetti in un modernissimo insediamento industriale che si
estende su una superficie di 16.000 mq. Hydr-app S.p.A., che con l'acquisizione
di Aron raddoppia la sua attuale dimensione e massimizza i suoi punti di forza
con un'efficace integrazione a livello di know how tecnologico e di gamma di
offerta, vanta a sua volta una lunga tradizione industriale ed una posizione di
leadership nella progettazione e produzione di centrali oleodinamiche e sistemi
integrati per l'industria e per macchine semoventi, acquisita sul mercato
internazionale grazie al forte valore aggiunto delle sue soluzioni applicative.
Il fatturato di Hydr-app, pari a 18 milioni di Euro nell'esercizio 2001, è
realizzato per oltre il 65% su mercati esteri, attraverso una struttura composta
da circa 90 addetti. In piena coerenza con il modello di impresa del gruppo
Brevini, che da sempre incoraggia e valorizza le autonomie a tutti i livelli,
Aron affiancherà la neo-controllante Hydr-app sul mercato in piena indipendenza
e mantenendo l'attuale denominazione, salvo avvalersi delle sinergie e delle
risorse che il nuovo gruppo di appartenenza è in grado di offrire. Brevini
Group S.p.A, attiva a livello internazionale nei mercati della Power
Transmission e Hydraulics, dove opera con società industriali direttamente
presenti nei punti chiave della mappa mondiale attraverso una rete di 27 società
controllate di distribuzione - occupa 1.300 addetti e stima di chiudere
l'esercizio 2002 con un fatturato consolidato di 240 milioni di Euro.
AIR FRANCE:
RISULTATI PRIMA DELLE IMPOSTE DEL 2° TRIMESTRE IN PROGRESSIONE DEL 28%, OSSIA
PARI A 113 MILIONI DI EURO, NONOSTANTE LO SCIOPERO DEI PILOTI RISULTATI
SEMESTRALI: FATTURATO: 6,55 MILIARDI DI EURO (-0,5%)
Roma, 19 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Air France,
riunitosi il 18 novembre 2002 sotto la presidenza di Jean-Cyril Spinetta, ha
esaminato i conti semestrali chiusi al 30 settembre 2002. Durante la riunione,
il Presidente ha così di seguito commentato i risultati: "Il trasporto
aereo continua a soffrire della crisi economica, amplificata dagli attentati di
settembre 2001. Malgrado tutto, il nostro traffico internazionale ha registrato
buone performance, permettendo alle nostre reti di lungo e medio raggio di
compensare la debolezza del mercato interno francese. I nostri risultati
continuano ad essere largamente positivi per questo primo semestre, nonostante
lo sciopero dei piloti, il cui impatto è stato valutato a 55 milioni di Euro.
Per l'esercizio in corso, il risultato operativo prima delle cessioni
aeronautiche dovrebbe essere in aumento, purché le condizioni di mercato
rimangano stabili. In questo caso, Air France presenterebbe risultati positivi
per il 6° anno consecutivo. Siamo inoltre estremamente soddisfatti di essere
giunti ad un accordo con i nostri piloti: ciò stabilizza le relazioni sociali
per parecchi anni e migliora l'efficienza operativa, permettendo al personale
navigante tecnico di partecipare all'espansione della compagnia."
Risultati
consolidati Trimestre al 30 settembre
|
Trimestre
al
30 settembre
|
Variazione
|
Semestre
al
30 settembre
|
Variazione
|
(in
milioni di Euro)
|
2002
|
2001
|
in
%
|
2002
|
2001-
|
in
%
|
Fatturato
|
3
236
|
3
207
|
+0,9
|
6
551
|
6
581
|
-0,5
|
EBITDAR
|
525
|
432
|
+21,5
|
1
064
|
989
|
+7,6
|
Risultato
operativo prima delle cessioni aeronautiche
|
141
|
76
|
+85,5
|
293
|
271
|
+8,1
|
Cessioni
aeronautiche e finanziarie
|
5
|
19
|
-26,3
|
22
|
77
|
|
Risultato
netto prima delle imposte
|
113
|
88
|
+28,4
|
275
|
292
|
|
Risultato
netto, di competenza del gruppo
|
57
|
87
|
-35,2
|
216
|
283
|
-23,7
|
Risultato
netto per azione (in €)
|
|
-
|
-
|
0,99
|
1,30
|
-23,7
|
Risultati al 30 settembre 2002 Risultato netto prima delle imposte del 2°
trimestre: 113 milioni di Euro (+28,4%) Durante il trimestre, il traffico è
aumentato dell'1,1%, con un'offerta in progressione dell'1,8% e un load factor
del 78% (-0,6 punti). Il ricavo unitario del gruppo per posto chilometro offerto
(Rsko) è progredito dell'1,1% senza tener conto dell'effetto cambio (2,8%) e
fuori effetto mix rete (0,6%). Tenendo conto di questi effetti, il ricavo
unitario del gruppo per passeggero chilometro trasportato (Rpkt) è progredito
dell'1,9%. Il fatturato è in aumento dello 0,9%, attestandosi a 3,23 miliardi
di Euro dopo una perdita di ricavi stimata ad 80 milioni, dovuta allo sciopero
dei piloti. L'Ebitdar è pari a 525 milioni di Euro (+21,5%). Il risultato
operativo prima delle cessioni aeronautiche e dopo l'impatto negativo dello
sciopero dei piloti (stimato a 55 milioni di Euro) ammonta a 141 milioni contro
76 milioni l'anno precedente e a 146 milioni dopo le plusvalenze di cessioni,
pari a 5 milioni di Euro. I costi unitari espressi in Esko sono diminuiti del
2,8%. Progrediscono dell'1,8% senza effetto cambio (2,9%) e prezzo del
carburante (1,8%). L'impatto dello sciopero dei piloti rappresenta l'1,3%
dell'aumento dei costi unitari. Il risultato netto prima delle imposte ammonta a
113 milioni (+28,4%). L'onere d'imposta per il trimestre ammonta a 57 milioni di
Euro contro un onere pari a zero per lo stesso periodo dell'esercizio
precedente. Corrisponde essenzialmente al consumo delle scorte d'imposte
differite attive esistenti al 31 marzo 2002. Il risultato netto di competenza
del gruppo si attesta a 57 milioni di Euro. Risultato netto semestrale prima
delle imposte: 275 milioni di Euro (-5,8%) Per il semestre, il gruppo ha
registrato una riduzione del traffico pari all'1,2%, con un aumento dell'offerta
pari allo 0,4%. Il load factor è regredito di 1,3 punti, attestandosi al 77,3%.
Il ricavo unitario del gruppo per posto chilometro offerto (Rsko) è stabile
(-0,2%) e progredisce dello 0,7% se si prende in considerazione l'effetto cambio
(1,5%) e l'effetto mix rete (0,7%). Sulla base degli stessi effetti sopra
menzionati, il ricavo unitario del gruppo per passeggero chilometro trasportato
(Rpkt) è in aumento del 2,3%. Il fatturato consolidato è quasi stabile (6,55
milioni di Euro, ossia -0,5%). Gli oneri operativi ammontano a 6,26 milioni di
Euro e sono quindi in diminuzione dello 0,8% per il semestre che va fino al 30
settembre 2001, malgrado l'aumento dei premi assicurativi e dei proventi
aeronautici, pari a 74 milioni di Euro. Le spese di carburante sono regredite
del 14,9% (680 milioni di Euro) grazie alla diminuzione del prezzo del
carburante e del dollaro, nonché alla politica di copertura applicata. I costi
unitari del gruppo espressi in Esko sono diminuiti dello 0,5%. Senza effetto
cambio (2,0%) e carburante (1,4%), aumentano del 2,4%. L'impatto degli scioperi
(giugno e settembre) rappresenta l'1% dell'aumento dei costi unitari. L' Ebitdar
progredisce del 7,6% (1,06 miliardi di Euro). Il margine Ebitdar/fatturato passa
dal 15% al 16,2% e ritrova praticamente il suo livello dell'esercizio 2000-01.
Il risultato operativo prima delle cessioni aeronautiche ammonta a 293 milioni
di Euro contro 271 al 30 settembre 2001 (+8,1%). Dopo 18 milioni di plusvalenze
di cessioni aeronautiche (54 milioni l'anno precedente), il risultato operativo
raggiunge 311 milioni di Euro, con un calo del 4,3%. La suddivisione per settore
del risultato operativo è la seguente: l'attività passeggeri produce un
risultato operativo di 239 milioni contro 260 milioni di Euro l'anno precedente;
l'attività cargo migliora, passando da una perdita di 36 milioni al 30
settembre 2001 ad un risultato negativo di 7 milioni; la manutenzione passa a 64
milioni di Euro contro 48 milioni precedentemente; il saldo, ossia le
plusvalenze di cessione di aerei e le altre attività, ammonta a 15 milioni
contro 53 milioni l'anno precedente. Il risultato finanziario migliora del
40,6%, passando da un onere di 69 milioni al 30 settembre 2001 ad un onere di 41
milioni. Le spese finanziarie nette sono stabili (52 milioni di Euro). L'aumento
dell'Euro ha permesso di ottenere un risultato di cambio positivo. Le
plusvalenze di cessioni di filiali o di partecipazioni sono nettamente
diminuite, passando da 23 milioni a 4 milioni. La quota delle società valutate
con il metodo del patrimonio netto diminuisce leggermente, passando da 23 a 21
milioni. Dopo aver preso in considerazione queste varie operazioni, il risultato
netto prima delle imposte ammonta a 275 milioni di Euro (-5,8%). Dopo un onere
d'imposta di 59 milioni al 30 settembre, il risultato netto si attesta a 216
milioni al 30 settembre 2001. Il risultato netto per azione passa da 1,30 Euro a
0,99 Euro. Struttura finanziaria: un tasso d'indebitamento stabile da un anno -
Gli investimenti durante il semestre sono ammontati a 633 milioni di Euro e sono
stati autofinanziati dal cash flow operativo di 602 milioni e dalle cessioni
aeronautiche, pari a 141 milioni. Inoltre Air France dispone di una tesoreria
netta di 1,1 miliardi di Euro e di una linea di credito di 1 miliardo di Euro.
La struttura del bilancio è migliorata grazie a fondi propri di 41 miliardi di
Euro e a debiti netti di 2,8 miliardi. Il tasso d'indebitamento passa quindi da
0,73 al 31 marzo 2002 a 0,68 al 30 settembre 2002 (0,67 al 30 settembre 2001).
Prospettive per l'esercizio 2002-03: mantenimento dell'obiettivo di un risultato
operativo (prima delle cessioni aeronautiche) in aumento Il mese di ottobre ha
confermato la ripresa del traffico, con un livello superiore a quello di ottobre
2000. Le prenotazioni per i prossimi mesi sono correttamente orientate. Inoltre,
dopo l'accordo con i piloti, la compagnia considera che dispone ora di un quadro
contrattuale in grado di stabilizzare le relazioni sociali per i prossimi anni.
Pertanto, se le condizioni di mercato rimangono immutate, Air France mantiene
l'obiettivo che si era fissata per quanto riguarda il risultato operativo prima
delle cessioni aeronautiche, ossia un aumento rispetto all'esercizio trascorso.
EMIRATES:
PROFITTI SEMESTRALI +140%, OTTIMI RISULTATI ANCHE IN ITALIA
Dubai, 19 Novembre 2002 - Emirates, la compagnia aerea internazionale con sede a
Dubai, sottolinea di essere una delle compagnie aeree di maggiore successo al
mondo annunciando un aumento del +140% nei profitti semestrali, pari a 404,2
milioni di Dirham (circa 110 milioni di Euro), crescita più che raddoppiata
rispetto ai 168,2 milioni di Dirham (circa 45,7 milioni di Euro) dello scorso
anno. I risultati semestrali al 30 Settembre mostrano ancora una volta che
Emirates è in controtendenza rispetto all'andamento di crisi che affligge
l'industria aerea, con entrate d'esercizio pari a 4,3 miliardi di Dirham (1,16
miliardi di Euro), che rappresentano una forte crescita del 27% in rapporto ai
3,4 miliardi di Dirham (circa 920 milioni di Euro) del 2001. Ottimi i risultati
anche per Emirates Italia, che ha registrato una crescita del 9% rispetto al
semestre precedente e del 24% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L'area Cargo di Emirates Italia è cresciuta del 102% rispetto al target
prefissato, con un incremento del 41,5% rispetto allo stesso periodo del 2001.
"Siamo molto lieti di questo profitto semestrale in sostanziale crescita
durante un periodo difficile per l'aviazione- commenta lo sceicco Ahmed bin
Saeed al Maktoum, chairman della Emirates- Siamo particolarmente soddisfatti che
l'aumento del traffico di passeggeri e cargo si sia distribuito equamente
attraverso l'intero network". Anche la divisione Dnata Cargo ha registrato
un volume record di 167,076 tonnellate trasportate nella prima metà dell'anno
finanziario, con una crescita del 23% rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno, suddivise in 66,945 tonnellate di merce esportata e 100,131 importate. Il
volume della merce in transito registrato nella prima metà dell'anno ammonta a
12,320 tonnellate, con un massiccio aumento del 73.4% rispetto allo scorso anno.
Tali risultati mostrano un palese superamento della recessione economica e degli
effetti dell'11 Settembre e sono indicatori positivi per le compagnie aeree
straniere; inoltre, posizionano Dnata come il gestore leader nel trasporto merci
e l'aeroporto internazionale di Dubai come il principale centro commerciale
della regione. Parallelamente ai risultati sull'ottima salute finanziaria,
Emirates procede nella politica di investimenti mirati a migliorare il comfort
dei passeggeri acquistando nuovi aeromobili Airbus A330 e Boeing 777-300,
aprendo una nuova Check in lounge per Prima e Business Class all'aeroporto
internazionale di Dubai ed inaugurando ben cinque nuove destinazioni per i
passeggeri e due nuove rotte destinate al traffico merci. Anche la capacità
complessiva dei posti è aumentata del 18%; il load factor è attestato al 78% ,
in crescita rispetto al 74% dello scorso anno, mentre anche le entrate per il
settore cargo sono aumentate del 38%. Il saldo in bilancio al 30 Settembre 2002
è un imponente 3,9 miliardi di Dirham (1,1 miliardi di Euro) in rapporto ai 2,8
miliardi di Dirham (763 milioni di Euro) dello scorso anno. L'attribuzione del
premio quale migliore compagnia aerea del mondo per il secondo anno consecutivo
(2001 e 2002) e, più di recente, l'assegnazione di 3 nuovi premi tra cui il
titolo di migliore classe Economica al mondo, rendono Emirates un caso
straordinario nello scenario mondiale dell'aviazione e dello sviluppo delle
compagnie aeree. In seguito ad un sondaggio sui passeggeri la compagnia di Dubai
ha vinto il primo premio per la Migliore Classe Economica ed è stata
riconfermata per il terzo anno consecutivo la Miglior Compagnia per voli a medio
raggio. Emirates inaugurerà nuove rotte in Nord America nel 2003, a seguito
della consegna dell'Airbus A340-500 e, grazie al un massiccio ordine di 58 nuovi
apparecchi più un'opzione per circa 15 aeromobili, entro il 2010 triplicherà
la flotta disponendo, così, di oltre 100 aeromobili.
FERRETTI
S.P.A. (FERRETTI, RIVA, PERSHING, BERTRAM, CRN, CUSTOM LINE, MOCHI CRAFT,
APREAMARE): IL C.D.A. DELLA SOCIETÀ HA APPROVATO I RISULTATI DELL'ESERCIZIO 1
SETTEMBRE 2001 - 31 AGOSTO 2002 UTILE NETTO A 28,3 MILIONI DI EURO.
Forlì, 19 novembre 2002 - Ricavi consolidati a 333,19 milioni di Euro, valore
della produzione a 370,74 milioni di Euro, Ebitda a 68,86 milioni di Euro, utile
netto a 28,3 milioni di Euro. Continua crescita del portafoglio ordini che per
il periodo 2002/2005 ha complessivamente raggiunto, al 30 settembre 2002, i
circa 390 milioni di Euro. Ricavi consolidati a 333,19 milioni di Euro, valore
della produzione a 370,74 milioni di Euro, Ebitda a 68,86 milioni di Euro, utile
netto a 28,3 milioni di Euro. Questi in sintesi i principali dati i relativi
all'esercizio 2001/2002 approvati il 15 novembre dal Consiglio di
Amministrazione di Ferretti S.p.A., società tra i leader al mondo nella
progettazione, costruzione e vendita di motor yacht di lusso, quotata al
segmento STAR di Borsa Italiana. Il bilancio della Ferretti, infatti, ha
decorrenza 1° settembre - 31 agosto essendo legato all'anno nautico. Il
confronto con l'anno precedente è peraltro influenzato dall'ampliamento
dell'area di consolidamento a seguito dell'inclusione della società Apreamare
S.p.A. dal 1 settembre 2001. Al 31 agosto 2002 i ricavi consolidati hanno
raggiunto i 333,19 milioni di Euro, in crescita rispetto ai 261,99 milioni di
Euro del bilancio precedente, mentre il valore della produzione, è stato pari a
370,74 milioni di Euro contro i 294,3 milioni di Euro registrati al 31/8/2001.
Il margine operativo lordo (Ebitda) è pari a 68,86 milioni di Euro - 45,58
milioni il dato del 2001 - mentre l'utile netto ha raggiunto i 28,3 milioni di
Euro (15,04 milioni di Euro il dato del 31/8/2001). Per ciò che attiene alla
produzione a livello di Gruppo, nell'esercizio appena concluso sono state
consegnate 324 imbarcazioni, contro le 206 dell'esercizio precedente. La
posizione finanziaria netta del Gruppo presenta debiti per 74,5 milioni di Euro.
Con riferimento alla capogruppo Ferretti S.p.A., i risultati al 31/8/2002 vedono
ricavi per circa 168,19 milioni di Euro in sensibile crescita rispetto ai 125,2
milioni di Euro al 31/8/2001, l'Ebitda è pari a 38,3 milioni di Euro - 23,25
milioni il dato del passato esercizio - mentre l'utile netto è di circa 14,3
milioni di Euro contro i 14,28 milioni di Euro del 2001. il Consiglio di
Amministrazione ha deliberato inoltre di proporre all'Assemblea dei soci di
destinare l'utile per un 5% a riserva legale e per il restante 95% a riserva
straordinaria. Si segnala inoltre, la forte crescita del portafoglio ordini per
il periodo 2002/2005 che, alla data del 30 settembre 2002, ha raggiunto i circa
390 milioni di Euro (317 milioni di Euro il dato al 30/9/2001) ai quali si
sommeranno le vendite registrate durante le edizioni degli ultimi Saloni Nautici
di Genova e di Fort Lauderdale, svoltosi rispettivamente dal 5 al 13 ottobre e
dal 31 ottobre al 4 novembre scorsi. Si ricorda che Ferretti S.p.A. è stata
oggetto d'OPA totalitaria, terminata lo scorso 13 settembre 2002, da parte della
lussemburghese Impe Lux S.à r.l. e di Coci S.p.A., società controllate dal
fondo chiuso Permira Europe II, uno dei maggiori operatori europei nel campo del
private equity. L'Offerta, lanciata ad un prezzo di 4,35 Euro per azione, ha
registrato adesioni pari al 93,7% del capitale sociale della Ferretti S.p.A. e,
in seguito al successo dell'operazione ed in linea con quanto dichiarato dagli
Offerenti, sarà lanciata a breve un'OPA residuale sulle restanti azioni in
circolazione della Ferretti al fine di procedere al delisting della società ed
implementare l'importante piano di sviluppo previsto teso a consolidare, in un
arco temporale di 5/7 anni, la posizione di leadership della società nel
mercato mondiale delle imbarcazioni da diporto a motore. Tale obiettivo, alla
luce delle motivazioni alla base dell'operazione che risultano perfettamente in
linea con i programmi futuri del Gruppo Ferretti, sarà perseguito mantenendo
inalterata l'attuale struttura di management, garanzia e presupposto
fondamentali per uno sviluppo coerente a quanto dichiarato. Si rende noto infine
che l'Assemblea degli Azionisti della società è convocata presso l'Hotel
Globus City, sito in via T. Imperatore 4 a Forlì, per il giorno 19 dicembre
2002 alle ore 11.00 ed occorrendo, in seconda convocazione per il giorno 20
dicembre 2002 alle ore 11.00 nel medesimo luogo.
GRUPPO
TREVI:
CONFERMATO IL MIGLIORAMENTO DELLA REDDITIVITÀ NEL TERZO TRIMESTRE IL RISULTATO
ANTE IMPOSTE MIGLIORA DI 3,1 MILIONI DI EURORICAVI TOTALI A 251 MILIONI DI EURO,
EBITDA A 24,1 MILIONI E EBIT A 7,6 MILIONI
Cesena, 19 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Trevi -
Finanziaria Industriale S.p.A. (Mi:Tfi), holding del Gruppo Trevi, tra i
principali operatori mondiali nel settore dei servizi di ingegneria del
sottosuolo e delle macchine per fondazioni e perforazioni, ha approvato la
relazione trimestrale consolidata al 30 settembre 2002. Nei primi nove mesi
emergono ricavi totali per 251 milioni di Euro (281,1 milioni al 30 settembre
2001); il margine operativo lordo è di 24,1 milioni di Euro (contro i 20,7
milioni dello stesso periodo 2001) e un risultato operativo netto pari a 7,6
milioni di Euro (8,3 milioni al 30 settembre 2001). Il risultato netto ante
imposte e risultato di terzi passa da una perdita di 5,7 milioni di Euro
registrata al 30 giugno 2002, ad una di 2,3 milioni al 30 settembre (a fronte di
un risultato netto positivo per 1,7 milioni nello stesso periodo 2001); nel
terzo trimestre 2002 si è conseguito un risultato positivo di 3,1 milioni di
Euro. I risultati confermano quindi il positivo andamento economico dell'attività
industriale, con un incremento sensibile dell'ebitda, dal 7,64% al 9,75% sui
ricavi totali, una contrazione dell'Ebit per il solo effetto dei maggiori
ammortamenti e accantonamenti ed un netto miglioramento rispetto al 30 giugno
del risultato netto ante imposte e risultato di terzi. In queste cifre è
possibile quindi vedere i primi effetti positivi delle iniziative volte a
correggere le notevoli distorsioni prodotte sui conti del Gruppo dalle crisi
valutarie avvenute in alcuni Paesi in cui il Gruppo opera; in particolare,
applicando i principi contabili internazionali di riferimento, si è effettuato
il passaggio ad una contabilità bimonetaria per valorizzare a prezzi corretti
le immobilizzazioni e le attività del gruppo anche in quei mercati. Il
portafoglio ordini si attesta a 397,9 milioni di Euro, (+25,2% rispetto al 31
dicembre 2001), senza tenere conto delle recenti acquisizioni per 19 milioni di
Euro comunicate il 13 novembre u.s.. La posizione finanziaria netta del Gruppo
Trevi è negativa per 120,3 milioni di Euro (115,4 milioni quella registrata al
30 giugno 2002). "Il terzo trimestre 2002 - ha dichiarato il Presidente
Davide Trevisani - ha evidenziato un netto miglioramento di tutti i parametri di
redditività rispetto all'analogo periodo dell'esercizio precedente. L'esercizio
in corso sta scontando un esaurimento degli effetti negativi nelle commesse in
Usa precedentemente enunciati. I ricavi totali previsti per fine esercizio si
limiteranno ad una leggera diminuzione rispetto all'esercizio precedente, anziché
365 milioni di Euro, come precedentemente comunicato, confermando un risultato
economico positivo per effetto del miglioramento della redditività e al
parziale riassorbimento delle perdite di conversione valutaria. La qualità del
portafoglio ordini favorisce la normalizzazione della redditività nel prossimo
esercizio.
INDUSTRIA DEL
MOBILE: PRODUTTORI ITALIANI SOLIDI SECONDO LE ANALISI D&B LE AZIENDE DEL
SETTORE A BASSO RISCHIO SONO IL 55 PER CENTO CONTRO IL 43 PER CENTO RILEVATO PER
TUTTE LE AZIENDE ITALIANE
Milano 19 novembre 2002 - I produttori italiani di mobili e accessori per arredi
sono partner d'affari sicuri, anche se non fanno eccezione per puntualità nei
pagamenti. Lo rivela D&B, leader mondiale della business information per il
credito, gli acquisti e il marketing, che ha analizzato i livelli di rischio
d'impresa e i comportamenti di pagamento delle aziende del settore. Un settore
eterogeneo, composto da aziende di diverse dimensioni e con produzioni che vanno
dai mobili in legno per la casa agli imbottiti, dai mobili metallici ai divisori
per ufficio. Rischio di fallimento basso - La prima analisi, sull'affidabilità
complessiva (rischio di fallimento) è stata effettuata su dati aggiornati al
giugno 2002. E, più in particolare, sugli indici di solidità che D&B
correntemente attribuisce a più di 2 milioni di aziende italiane, combinando
elementi che vanno dalla consistenza patrimoniale alle dimensioni, alle
performance del business e così via. E' da questa analisi che l'industria
italiana del mobile e degli accessori per arredi emerge come settore solido.
Nell'intero settore, su un campione di quasi 24 mila aziende, le aziende in
condizioni di rischio minimo o comunque basso (e cioè poco esposte al rischio
di insolvenza) sono infatti risultate essere ben il 55,1 per cento (contro il
45,3 del complesso delle aziende italiane), quelle con un rischio di fallimento
al di sopra della media solo il 28,7 per cento (contro il 37 nazionale) e quelle
a rischio di fallimento elevato il 16,2 per cento (contro il 17,7 nazionale).
Meglio ancora i produttori di mobili metallici - Data l'eterogeneità del
settore, sono poi stati analizzati anche due comparti di particolare interesse:
quelli dei "mobili in metallo per ufficio" e dei "mobili
imbottiti per la casa", rispettivamente con campioni di 388 e di 1616
aziende. Il primo comparto, risulta ancora più solido, con il 69,3 per cento di
aziende in condizioni di rischio minimo o comunque basso, contro il 47,1 per
cento del comparto degli imbottiti e il 43,3 per cento della media nazionale di
tutte le aziende di tutti i settori. Ritardi di pagamento nella media - La più
elevata affidabilità non si accompagna però a performance altrettanto
lusinghiere sul fronte della puntualità dei pagamenti, oggetto di una seconda
analisi. Basata sulle rilevazioni DunTrade al giugno 2002 per un campione più
ristretto, ma comunque rappresentativo, l'analisi in questione ha riscontrato un
ritardo medio di pagamento (oltre le scadenze contrattuali) di 16,4 giorni,
simile al dato medio nazionale (16,1 per giorni). Insomma le aziende del settore
non fanno eccezione sul fronte dei ritardi di pagamento ai fornitori. E lo si
vede anche dalla percentuale delle aziende che pagano puntualmente o con ritardi
non superiori ai 15 giorni: 62,5 per cento nel settore, contro il 63,6 per cento
nell'insieme delle aziende italiane. Ovviamente all'interno del settore in esame
i comportamenti di pagamento variano da comparto a comparto. Ad esempio, i
produttori di mobili in metallo per ufficio ritardano in media i pagamenti di
soli 12,7 giorni, mentre i produttori di imbottiti anche di 19 giorni. Ma il
quadro resta sostanzialmente quello già indicato.
LA
COMMISSIONE AUTORIZZA L'ACQUISIZIONE DI ONAMA DA PARTE DI COMPASS
Bruxelles, 19 novembre 2002 - La Commissione europea ha autorizzato il progetto
di acquisizione, da parte dell'impresa britannica di ristorazione e catering
Compass plc, dell'impresa italiana Onama Spa, operante nello stesso settore.
L'impresa britannica Compass Group Plc è presente sui mercati della
ristorazione di Europa e Stati Uniti, dove presta servizi di ristorazione
collettiva in appalto e in concessione, con vari marchi, nel settore dei
trasporti (ad esempio presso aeroporti e stazioni ferroviarie) e presso centri
ricreativi e sportivi (ad esempio stadi). L'impresa italiana Onama Spa opera
anch'essa nel settore della ristorazione, in particolare nella prestazione di
servizi di ristorazione collettiva in appalto e in concessione, nel settore dei
buoni pasto e, in misura più limitata, in quello dei distributori automatici.
L'impresa madre, il Gruppo Onama, è presente anche in altri settori, come i
servizi di pulizia e la gestione dei rifiuti. L'indagine della Commissione si è
incentrata sui mercati italiano e tedesco dei "servizi di ristorazione
collettiva in appalto", vale a dire la fornitura da parte di terzi di pasti
e bevande fuori casa, solitamente presso i locali dei clienti, del settore
pubblico o privato (in particolare ristorazione commerciale, aziendale,
sanitaria, scolastica e carceraria). Entrambi i mercati registrano un'intensa
concorrenza per l'aggiudicazione degli appalti tra numerosi grandi operatori,
come Sodexho, Gemeaz Cuisin (Accor), Camst, Ristochef (Elior) in Italia e Pedus,
Aramark, Cwcs, Apetito e K&S Catering in Germania. La Commissione ritiene
quindi che l'acquisizione non dia adito a preoccupazioni significative sotto il
profilo della concorrenza e ha deciso di dichiarare la concentrazione
compatibile con il mercato comune.
LUCIANO
IANNUZZI: UN ITALIANO AI VERTICI DI ECOLAB, IL GRUPPO AMERICANO LEADER MONDIALE
NELLA DETERGENZA
Milano, 19 Novembre 2002. A seguito dell'acquisizione da parte di Ecolab del
restante 50% della joint-venture europea con Henkel, avvenuta nel novembre 2001,
e del programma di riorganizzazione dei vertici europei, Luciano Iannuzzi è
stato recentemente nominato Vice President and General Manager Europe. Iannuzzi,
che è già operativo presso l'headquarters di Düsseldorf in Germania, ha
assunto inoltre la responsabilità della Regione Africa/Middle Est, trovandosi
così a capo di una realtà composta da circa 5.000 persone dislocate in 30
Paesi con un fatturato annuo superiore a 1.100 milioni di Euro. Ecolab, colosso
americano con sede a St. Paul nel Minnesota, è leader mondiale nella detergenza,
soluzioni e servizi per la clientela professionale. La società quotata al Nyse,
ha registrato nel 2001 un giro d'affari di 3,2 miliardi di Dollari. Luciano
Iannuzzi, 46 anni, milanese, ha iniziato la propria esperienza di successo in
Henkel-Ecolab nel dicembre del '99 come Vice President Region South Europe per
poi assumere anche la responsabilità della Region West agli inizi del 2002: a
pochissimi mesi da questo traguardo, l'attuale nomina a Vice President and
General Manager Europe. Dal 1993 al 1999, Iannuzzi è stato Amministratore
Delegato e Direttore Generale di Océ Italia, filiale dell'omonimo Gruppo
Olandese, leader nelle attrezzature per ufficio. In precedenza Iannuzzi aveva
assunto l'incarico di Amministratore Delegato e Direttore Generale di
Schlumberger Technologies, di Direttore Generale di Benson, ed ha svolto,
all'inizio della sua carriera, esperienze professionali presso le Cartiere A.
Binda e in Davide Campari.
QAD RAFFORZA
IL SERVIZIO DI ASSISTENZA CON L'ACQUISIZIONE DI TRW ISCS IN EUROPA E NORD
AMERICA
Milano, 19 novembre 2002: Qad Inc. uno dei principali fornitori di soluzioni Erp
e di commercio collaborativo per il settore manifatturiero, ha annunciato
l'acquisizione di Trw Integrated Supply Chain Solutions (Trw Iscs), azienda
presente in 10 paesi europei e negli Stati Uniti. Secondo i termini dell'accordo
Qad ha versato un milione di dollari in contanti a cui si sommeranno spese di
acquisizione e integrazione per circa 4-5 milioni di dollari. Con il nuovo
assetto societario, Qad prevede una crescita del fatturato annuale che si aggira
tra i 13 e i 15 milioni di dollari e un incremento degli utili a partire dalla
seconda meta dell'anno fiscale 2004. La transazione si e' realizzata con
l'acquisizione delle azioni di Bdm Uk Limited e delle sue 13 sedi europee, tra
cui la filiale italiana di Trw Iscs, con l'acquisizione delle attività e
l'assunzione di alcune passività facenti capo alla società in Germania e in
Nord America, e con l'accordo di non competizione con Trw in Europa per i
prossimi tre anni. La collaborazione con Trw Iscs ha garantito in passato
assistenza ai clienti di Qad, grazie ad un accordo di partnership. Con la
finalizzazione dell'acquisto della società, Qad espande significativamente le
sue attività nell'area Emea (Europa, Medio Oriente, Africa), mercato che
garantisce all'azienda quasi il 40% del fatturato totale del 2002 e vede la sua
presenza per la prima volta in 4 paesi: Belgio, Portogallo, Spagna e Svizzera.
Acquisisce, inoltre, i diritti di Trw Iscs a livello mondiale per Trw Aim
Warehousing, prodotto che si integra con Mf/Pro. "Con questa acquisizione
Qad dimostra il crescente impegno nei confronti del mercato europeo" ha
dichiarato Andy Eardly, Vice Presidente della regione Emea. "I nostri
clienti potranno, fin dal primo giorno, beneficiare di un più ampio accesso
diretto a Qad, di un supporto più veloce, mirato e operativo, e di servizi
dislocati in tutta la regione. L'integrazione non comporterà particolari
problemi, poiché le nostre organizzazioni avevano la stessa filosofia aziendale
rispetto ai servizi, ai prodotti e al rapporto con i clienti, inoltre il nostro
sforzo è stato orientato a semplificare questo processo." "L'unione
di queste due organizzazioni è decisamente positiva." ha dichiarato Fred
Bullock, Vice Presidente e General Manager di Trw Systems Europa. "I
clienti ora potranno avvalersi di un accesso diretto alle soluzioni software
offerte da Qad, che saranno supportate dall'attività di consulenza e l'abilità
di implementazione di Iscs".
LIEBERT
HIROSS: IL LUME DELLA FINANZA IN FASE DI ULTIMAZIONE IL PIÙ GRANDE SISTEMA
STATICO DI CONTINUITÀ PER POTENZA REALIZZATO IN ITALIA
Milano, 19 novembre 2002 - Liebert Hiross ha stretto un accordo per la
realizzazione di un sistema statico di continuità, destinato al nuovo quartier
generale europeo della banca d'affari Lehman Brothers, situato a Londra. Il
sistema, il più grande per potenza mai realizzato in Italia, è stato
progettato nella sede di San Giuliano Milanese e prodotto nella sede di Piove di
Sacco (Padova) di Liebert Hiross. L'impianto, composto da 12 macchine per un
totale di 9,6 Mega Volt Ampere e con sette chilometri di cavi, sarà in grado di
regolare la tensione elettrica per l'equivalente di un paese di 20 mila
abitanti. Una sola delle macchine che compongono l'impianto sarebbe in grado di
gestire quattro volte il sistema elettrico dell'aeroporto londinese di Heathrow.
Per la realizzazione dell'impianto sono state necessarie tre settimane di lavoro
e due di collaudo. All'inizio di settembre, il sistema è stato inviato nel
Regno Unito alla volta degli uffici finanziari di Lehman Brothers. "Abbiamo
effettuato un collaudo estremamente severo", ha spiegato Bruno Baroncini,
responsabile del centro di produzione di Liebert Hiross. "Tutte le unità
hanno funzionato a pieno carico per dodici ore consecutive e sottoposte a
numerosi controlli". Il sistema realizzato fungerà da regolatore per la
corrente elettrica e proteggerà dai black out e dagli altri disturbi elettrici
le infrastrutture del nuovo centro finanziario di Lehman Brothers a Londra, un
grattacielo di oltre 150 metri progettato dall'architetto Cesar Pelli nel quale
lavoreranno entro la fine del 2003 più di 2500 persone. Grazie all'impianto
messo a punto da Liebert Hiross, l'edificio sarà completamente autonomo e sarà
in grado di supportare anche i sistemi di condizionamento dell'aria e i servizi
legati alle telecomunicazioni. Il nuovo centro di produzione Liebert Hiross per
gruppi di continuità di Piove di Sacco sarà impegnato nei prossimi mesi in una
vera e propria conquista dei mercati mondiali più esigenti e strategici.
MOTOROLA
PRESENTA AL TETRA WORLD CONGRESS 2002 UNA STAZIONE BASE TETRA INTELLIGENTE,
ERGONOMICA ED EFFICIENTE NEI CONSUMI
Nizza, 19 novembre 2002. Motorola ha presentato una Base Transceiver Station (Mbts)
intelligente, ergonomica ed efficiente nei consumi. Con un peso di soli 70 Kg,
questa Mbts è la più leggera stazione base Tetra (Terrestrial Trunked Radio) a
otto canali con antenna doppia del settore. Il peso contenuto e le ridotte
dimensioni della Mbts consentono un'installazione di siti più veloce e meno
appariscente che può aiutare i fornitori di infrastrutture a neutralizzare i
comuni impedimenti per l'acquisizione dei siti, quali le autorizzazioni per
l'installazione. Attraverso un camino convettivo naturale, dalla cima della
stazione base vengono emessi flussi di aria calda. Senza necessità di ventole,
la stazione richiede minore manutenzione e potenza grazie al minor numero di
componenti meccanici. La stazione base soddisfa la crescente esigenza dei
fornitori di infrastrutture di contenere le spese operative attraverso una
maggiore efficienza dei consumi e costi di manutenzione più bassi. Grazie alla
sue dimensioni ridotte la Mbts, che è racchiusa in un cabinet, può essere
collocata in una recinzione esterna utilizzando un dispositivo che regola la
temperatura con un meccanismo aria-aria. La Mbts è stata progettata in risposta
a una ricerca svolta da Motorola in Europa, dalla quale è emerso che uno dei
principali ostacoli alla diffusione di Tetra è l'acquisizione dei siti. La
stazione base trasmette 10 W di potenza per segnale portante, sufficiente per la
maggior parte dei siti con stazioni base Tetra. Un duplexer nella stazione base
rende possibile la funzione di trasmissione e ricezione duplex sulla stessa
antenna, riducendo ulteriormente il numero di antenne necessarie per sito. La
bassa potenza di trasmissione dell'antenna, insieme con un progetto dei consumi
efficiente, fa sì che la potenza massima necessaria per il funzionamento di una
stazione base ad antenna doppia sia di soli 350 W. Di conseguenza, è possibile
alimentare la Mbts da una linea di tensione normale, senza la necessità di
altre fonti di alimentazione elettrica continua. Sys Hansen, responsabile
marketing, Dimetra Systems Marketing & Business Development in Motorola, ha
commentato: "Questa Mbts è stata progettata per soddisfare le crescenti
tendenze nel mercato della pubblica sicurezza verso elementi più piccoli e
copertura portatile. Inoltre, le dimensioni ridotte e il peso contenuto di
questa Bts renderanno più semplice l'acquisizione di siti, accelerando la
diffusione di Tetra in Europa." La proprietà intellettuale di Dimetra
Motorola offre un portafoglio flessibile di stazioni base. Si prevede che questa
Mbts sarà disponibile in Europa nell'agosto 2003.
CERTIFICAZIONE
VISION 2000 PER BREVINI RIDUTTORI ALL'AVANGUARDIA NELLA GESTIONE DEI PROCESSI
AZIENDALI
Reggio Emilia, 19 novembre 2002 - Brevini Riduttori Spa - industria meccanica
tra i leader europei nella produzione di sistemi di trasmissione di potenza - ha
implementato il proprio sistema qualità - già certificato dal 1993 in base
alle norme Iso 9001 - ottenendo, fra le prime industrie in Europa e con largo
anticipo rispetto alla scadenza prevista, anche la certificazione di conformità
ai più evoluti criteri di Vision 2000. Le nuove norme Vision 2000 pongono alle
imprese l'obiettivo di realizzare un'efficace integrazione tra i Responsabili
della Qualità aziendale e il management, che abbracci le diverse fasi della
catena del valore. In concreto, le Vision 2000 fanno del Cliente e della sua
soddisfazione il fulcro dei processi aziendali. Per raggiungere questo obiettivo
richiedono specifiche procedure di miglioramento continuo delle attività. Per
questi presupposti, la certificazione Vision 2000 ottenuta da Brevini Riduttori
rappresenta un ulteriore traguardo raggiunto dall'impresa nell'ambito del
percorso che la vede da tempo impegnata a rafforzare il suo assetto competitivo
sul mercato mondiale, anche attraverso l'ottimizzazione del suo modello
strategico basato su specializzazione, autonomie, decentramento internazionale.
Brevini Riduttori, fondata nel 1960, opera nei punti chiave del mercato mondiale
attraverso 27 società operative dislocate in Europa, Stati Uniti, Asia,
Oceania, con oltre 550 occupati e per un fatturato 2001 superiore a 130 milioni
di euro, mentre la recente acquisizione in Germania della storica azienda
meccanica PIV Drives GmbH ha ulteriormente rafforzato tale struttura, ponendo
Brevini Riduttori in posizione privilegiata rispetto alle sfide della
globalizzazione dei mercati. "Per un sistema a rete come quello di Brevini
Riduttori, ottenere la certificazione dei nostri processi di gestione testimonia
il nostro impegno ad interpretare in senso ampio i principi della customer
satisfaction" ha dichiarato Gian Paolo Berghenti, Coo di Brevini Riduttori.
Per proseguire su questo percorso, la Direzione Generale di Brevini Riduttori
sta ora sviluppando un piano operativo che prevede: Il potenziamento della
capacità produttiva, che si realizza con la prossima inaugurazione della nuova
unità produttiva "Brevini 5"; il rinnovamento della attuale gamma dei
prodotti, con il lancio di nuovi riduttori per veicoli gommati e cingolati e di
una nuova gamma per applicazioni industriali; un massiccio investimento in
formazione avente la finalità di aggiornare la qualificazione professionale dei
tecnici che interagiscono con i clienti. Un ulteriore contributo
all'implementazione di un sistema di eccellenza gestionale è stato recentemente
fornito dal completamento di una piattaforma e-business che, con un investimento
superiore ai 500.000 euro, ha permesso di creare un sistema integrato di 27
Website di filiale che trova in www.brevini.com
il suo punto focale. Brevini Riduttori è stata certificata secondo le norme Iso
9001 per la prima volta nel 1993, ottenendo puntualmente il rinnovo negli anni
1996 e 1999. La Vision 2000 è stata rilasciata da Icim, la cui attività è
riconosciuta in tutto il mondo grazie all'appartenenza, quale membro della
Federazione Cisq, al circuito internazionale Iqnet.
QUELLI CHE
NON SI REGOLARIZZANO: QUASI 12 MILA IMPRESE EXTRACOMUNITARIE A MILANO PER LA
MAGGIOR PARTE SI CONCENTRANO TRA IL NORD DI MILANO, LA CINTURA NORD E LA BRIANZA
Milano, 19 novembre 2002. Continua a crescere la presenza di cittadini
extra-comunitari nel tessuto produttivo milanese: le imprese straniere (ditte
individuali) superano oramai ampiamente quota 11 mila (11.392), pari al 9,5% del
totale delle imprese extra-comunitarie presenti in Italia (dato relativo al III
trimestre 2002). Rispetto al III trimestre 2001 la crescita è stata del 20,6%;
nei soli primi nove mesi del 2002 del 15,3%. Sono ditte individuali soprattutto
cinesi (24,2% del tot.), egiziane e marocchine, e si concentrano per oltre il
50% nella parte nord di Milano (2.808 imprese concentrate tra le zone 2, 8 e 9:
l'area della città che parte dall'Arena e che è compresa tra Via Palmanova e
C.so Buenos Aires a est e Viale Certosa a ovest: dati relativi al 31 dicembre
2001) e nelle corrispettive zone limitrofe (Cintura Nord, con 1.256 imprese; e
la Brianza con 793 imprese: dati relativi al 31 dicembre 2001). Tra le altre
zone si segnalano la Direttrice Est (con 371 imprese), Sud Milano (342 imprese),
Magentino Abbiatense (329 imprese) e infine l'Alto Milanese (221 imprese). La
densità di ditte individuali extra-comunitarie raggiunge il suo apice nella
zona 2 e 8 di Milano, con 8 imprese ogni 100, mentre in centro città la
percentuale scende all'1,6% (dati relativi al 31 dicembre 2001). In provincia,
tra le zone spicca la Cintura Nord (3 ditte individuali ogni 100 imprese),
seguita dal Sud Milano. Tra i comprensori, in vetta spicca S.S.Giovanni (5,1%),
seguita da Cinisello Balsamo e Bollate. Sono questi alcuni dei dati che emergono
da una ricerca della Camera di commercio di Milano attraverso il Lab Mim sulle
imprese extracomunitarie in Italia. Gli ultimi dati sulle imprese
extracomunitarie. Alla fine del III trimestre 2002, le imprese (ditte
individuali) di cittadini extracomunitari nella provincia di Milano hanno
raggiunto le 11.392 unità, con una crescita del 20,6% rispetto al III trimestre
2001 e del 15,3% dal 1° gennaio 2002. Delle oltre 11 mila imprese, il 18,8%
(pari a 2.144) fa capo a donne extracomunitarie (+246 imprenditrici rispetto
all'inizio dell'anno; +326 rispetto al III trimestre 2001).. Complessivamente,
sono presenti a Milano il 9,5% del tot. delle imprese extracomunitarie attive in
Italia e oltre la metà di quelle attive in Lombardia. A crescere di più nel
corso del 2002 sono stati i settori dei trasporti (880 imprese complessive
presenti; +21,9%), quello delle costruzioni (2.423 imprese; +20,4%) e quello del
commercio (3.780; +18,7%). Molte bene anche l'andamento della sanità (15
imprese attive; +15,4%), dell'istruzione (23 imprese; 15%), delle attività
immobiliari, di noleggio e di informatica (1.655 imprese; +13,8%),
dell'agricoltura (50 imprese; +13,6%). Cresce infine anche il settore
dell'intermediazione finanziaria (1.655 imprese attive; +9%) e quello
manifatturiero (1.714 imprese attive; +3,9%). Le imprese extracomunitarie nel
2001. Il numero di ditte individuali che ha come titolare un cittadino
extra-comunitario è cresciuta del 33,6% nel corso del 2001 (arrivando a 9.884
imprese: +2.500 unità; di queste l'80,9% ha come titolare un uomo),
raggiungendo così il 6,5% del totale milanese delle ditte individuali (e al
4,6% del tot. imprese). Complessivamente, nella provincia di Milano sono
localizzate quasi il 10% delle imprese extracomunitarie italiane (pari a
104.911), e più della metà di quelle lombarde. Da notare come nel corso del
2001, la crescita della presenza di imprese extracomunitarie è stata più forte
a Milano che in Lombardia (+29,8%) e all'Italia (+24,2%). Il 62,2% è attivo nel
settore dei servizi (in particolare: commercio 32,2%; attività immobiliari, di
noleggio e di informatica 14,7%; trasporti 7,3%), il 20,4% nel settore delle
costruzioni, il 16,7% in quello manifatturiero. Andamento delle imprese
extracomunitarie nel 2001 per settore. Nel corso dell'ultimo anno, la crescita
nel comparto industriale è caratterizzata soprattutto da nuove iscrizioni di
laboratori che lavorano tessuti e pelli (176 nuove iscrizioni) e da nuovi
ingressi nel settore edilizio (539). Nel settore dei servizi, invece, a crescere
maggiormente sono le attività commerciali (commercio ambulante: 495 nuove
iscrizioni; commercio all'ingrosso: 176; commercio al dettaglio: 96), i
trasporti (142), ma anche la gestione di bar e ristoranti (79), e, in misura
minore, le imprese di pulizia (42) e volantinaggio (38). Non mancano inoltre
nuove imprese nel settore dell'informatica (19), nelle traduzioni e
interpretariato (9) e nei call center (9). La distribuzione geografica delle
imprese extra-comunitarie a Milano e provincia nel 2001. La distribuzione
complessiva delle imprese di immigrati nelle nove zone della città di Milano
evidenzia un'alta densità di nella parte nord della città (zona 8: 774
imprese; zona 9: 903 imprese; e zona 2: 1.131 imprese), dove complessivamente
sono localizzate il 46% del tot. delle imprese extra-comunitarie presenti in
città. Nel centro di Milano (zona 1) sono invece attive 518 imprese
extra-comunitarie. Complessivamente nel solo Comune di Milano sono presenti
6.112 imprese straniere, pari al 65% di quelle complessive della provincia di
Milano. Per quanto riguarda la sola provincia, spicca la zona che comprende la
Cintura Nord (con 1.256 imprese, pari al 38% del tot. delle imprese
extra-comunitiarie localizzate in provincia; in particolare: 431 imprese nel
comprensorio di Sesto S.Giovanni; 391 a Cinisello B.; 270 a Bollate; 164 a Rho)
e la Brianza (con 793 imprese; di cui: 250 nel comprensorio di Monza; 234 a
Desio; 154 a Vimercate; 96 a Seregno; 59 a Carate Brianza). Complessivamente,
quindi, più del 50% delle imprese extra-comuniarie presenti a Milano e
Provincia sono localizzate nella parte nord di Milano e nelle corrispettive zone
limitrofe. Si tratta di un'area che registra una concentrazione manifatturiera
al di sopra dei valori medi e che trova la sua origine con il censimento dei
laboratori cinesi nella zona attorno a Via Paolo Sarpi. Seguono: Direttrice Est
(371 imprese; di cui: 235 nel comprensorio di Cernusco; 136 a Cassano d'Adda),
Sud Milano (342 imprese; di cui: 202 nel comprensorio di S.Donato Milanese; 140
in quello di Rozzano), Magentino Abbiatense (329 imprese; di cui: 165 nel
comprensorio di Corsico; 164 in quello di Rho; 104 in quello di Magenta; 60 in
quello di Abbiategrasso) e Alto Milanese (221 imprese; di cui: 100 a Legnano; 67
a Parabiago; 54 a Castano Primo). La densità delle imprese extra-comunitarie
nella città di Milano nel 2001. A Milano, nelle zone 2 e 9 ogni 100 imprese 8
sono ditte individuali extra-comunitarie (8,1%). La densità di imprese
straniere è elevata anche nella zona 8 (6 imprese su 100 sono straniere) e
nella zona 5 (poco più di 5 su 100). Seguono la zona 4 (con il 4,7%), la zona 3
(4,6%), la zona sette (4,3%) e la zona sei (4%). Fanalino di coda è la zona 1,
dove solo poco più di una impresa su 100 è extra-comunitaria (1,6%). La media
a Milano è pari a 4,6%. La densità delle imprese extra-comunitarie nella
provincia di Milano nel 2001. Se guardiamo alle singole zone, è la Cintura Nord
quella che si classifica al primo posto con 3 imprese extracomunitarie ogni 100
imprese. Segue Sud Milano (2 imprese su 100), la Direttrice Est (con l'1,87%),
il Magentino-Abbiatense (con l'1,67%), la Brianza (con l'1,48%) e infine l'Alto
Milanese (con l'1,44%). Complessivamente, la media nella provincia di Milano è
di 2 imprese extracomunitarie ogni 100 imprese. Se guardiamo invece i singoli
comprensori, al primo posto si piazza, staccando tutti, Sesto S.Giovanni, con
una densità di 5 ditte individuali extra-comunitarie ogni 100 imprese; seguono
Cinisello Balsamo (3,3%), Bollate (2,7%), Cassano d'Adda (2,3%) e S.Donato
Milanese (2,1%). Nella zona dell'Alto Milanese al primo posto si piazza Legnano
(con l'1,5%), mentre nel Magentino-Abbiatense è Corsico con l'1,8%. Imprese,
nazionalità e sesso nel 2001. Ancora una volta, le tre comunità straniere che
registrano la più alta concentrazione di imprese a Milano sono, nell'ordine:
quella cinese (2.280 imprese, pari al 24,2% del tot.; +55% in un anno), quella
egiziana (1.752 imprese, pari a118,6% del tot.; 1.379; +27%) e quella marocchina
(784, pari all'8,3% del tot.; +57,7%). Seguono la comunità senegalese (384
imprese), la romena (292), l'albanese (259) e quella del Bangladesh (246
imprese). Le comunità dove è invece più forte la presenza di imprenditori
donne è quella bulgara (dove il 29,1% degli imprenditori è donna), la
filippina (29,2%), la cinese (35,4%), e soprattutto quella nigeriana (54,9%) e
russa (dove ben l'85,1% degli imprenditori a Milano è donna).
A MONTALCINO
-VAL D'ORCIA SI E' SVOLTA LA CONVENTION D'AUTUNNO DELLE CITTÀ DEL VINO
Montalcino, 19 novembre 2002 - I 483 sindaci delle Città del Vino si sono
riuniti in Toscana per la Convention d'autunno. L'appuntamento ha avuto luogo
dal 14 al 17 novembre a Montalcino, Castiglione d'Orcia, San Quirico d'Orcia
(Siena) e a Cinigiano, in provincia di Grosseto. Quattro giorni ricchi di
iniziative, tra cui l'Assemblea nazionale delle Città del Vino e il convegno
dal titolo "Comuni: piccolo è bello ... ma le risorse?". Durante
l'assemblea e' stato approvato il nuovo regolamento che consente anche a
Province, Camere di Commercio e Comunità montane di entrare a far parte
dell'Associazione Città del Vino in qualità di soci straordinari.
Un'iniziativa che testimonia l'importanza acquisita dall'Associazione nella
promozione dei territori a vocazione vitivinicola. Al momento sono 483 le Città
del Vino italiane e straniere, ben 31 in più dalla passata Convention di
Primavera, tenutasi a maggio ad Avellino e sulla costiera amalfitana. Con il
nuovo regolamento, che segue alla modifica dello Statuto approvata lo scorso
maggio, si rafforza il ruolo dell'Associazione Città del Vino nella promozione
del territorio, grazie all'ingresso di enti locali diversi dai Comuni (come
Province, Camere di Commercio, Comunità montane, Parchi, Strade del Vino, etc.).
Una scelta strategica che amplia e rafforza il legame con le realtà locali, non
solo istituzionali e produttive. "Il passo è importante - afferma il
presidente delle Città del vino Paolo Saturnini - perché stabilisce l'inizio
di una nuova fase della vita dell'Associazione. Con l'eventuale ingresso di
nuovi soggetti intendiamo avviare una strategia di alleanze in grado di
rafforzare il ruolo dei Comuni dentro e fuori l'Associazione. Non intendiamo
snaturare le Città del vino; anzi, crediamo che sia questa la strada per
ampliare le opportunità di intervento a sostegno della promozione dei territori
rurali". La riorganizzazione funzionale delle Città del Vino avviene in un
momento in cui la wine economy sta assumendo un ruolo sempre più importante. Le
aziende vitivinicole producono utili, il turismo del vino tira sempre di più e
grandi gruppi fanno importanti investimenti nel settore. Nonostante ciò, si fa
ancora fatica a mettere in atto nuovi strumenti di gestione del territorio in
grado di garantire promozione e sviluppo secondo i criteri della sostenibilità
e, più in generale, della qualità della vita. Su questi temi l'Associazione
nazionale lo scorso 17 ottobre è stata ricevuta dalla Commissione agricoltura
della Camera dei Deputati. Durante l'audizione le Città del Vino hanno
richiesto il finanziamento di una serie di progetti finalizzati a migliorare la
qualità dei servizi per i cittadini, i turisti e i produttori di vino. Questi i
principali progetti dell'Associazione. Certificazione di qualità L'Associazione
sta per promuovere l'adozione della certificazione di qualità Iso 14000 nei 483
Comuni associati. L'iniziativa coinvolge i produttori e l'intera filiera
vitivinicola comunale. Sportello unico. Uno dei punti fondamentali delle
iniziative di Città del Vino è la semplificazione della burocrazia in
vitivinicoltura. Per questo l'Associazione propone di sperimentare in 100 Comuni
pilota un sistema informatizzato per il collegamento a distanza tra produttori e
istituzioni, in modo da sbrigare più efficientemente le pratiche burocratiche
del settore vitivinicolo. Gli eventi. Il progetto prevede diverse iniziative a
sostegno del turismo rurale e delle strade del vino, con manifestazioni,
filmati, attività promozionali. Inoltre la valorizzazione dei vini e delle Doc
minori attraverso la realizzazione di un "Atlante dei vini passiti
italiani" e due eventi internazionali: uno sui vini dolci, sulla scorta
dell' esperienza di "Vinoro" tenutasi a Marsala nel 1999, e
"Buonissima" una fiera mediterranea dei prodotti a denominazione
d'origine da tenersi a Galatina, in provincia di Lecce. Due manifestazioni
quest'ultime, progettate per portare anche nel sud d'Italia i grandi eventi
dell'enogastronomia. Tra le altre iniziative in corso vanno segnalate la
raccolta di firme contro la commercializzazione di materiale moltiplicativo
della vite sottoposto a modificazioni genetiche (Ogm), e il progetto di
salvaguardia e recupero degli antichi vitigni e dei vitigni autoctoni. Contro la
vite transgenica nelle 483 Città del Vino è in corso la raccolta delle firme
per impedire l'impiego di Ogm in viticoltura, autorizzati dalla direttiva Cee
11/2002. Sul fronte dei vitigni antichi e delle varietà locali l'Associazione
ha lanciato un'iniziativa di ricerca e classificazione delle uve da vino
coinvolgendo i Comuni associati. IL progetto prevede la realizzazione di una
banca dati e la tutela delle varietà a rischio d'estinzione grazie alla
collaborazione tra Comune interessato e produttori locali.
GARA
D'APPALTO DELLA COMMISSIONE PER LA REALIZZAZIONE DI STUDI SUI SISTEMI DI
GESTIONE AMBIENTALE PER LE PMI
Bruxelles, 19 novembre 2002 - La Commissione ha pubblicato un bando di gara per
la realizzazione di uno studio sui fattori, le politiche e le iniziative che
contribuiscono all'utilizzo dei sistemi di gestione ambientale nelle piccole e
medie imprese (Pmi). Lo studio verrà eseguito nel quadro di un progetto in fase
di svolgimento relativo alla procedura "Best" (analisi di benchmarking),
della Dg Imprese, sui sistemi di gestione ambientale (Sga) nelle Pmi. Al fine di
promuovere lo scambio delle migliori prassi, il progetto prende in esame e
raffronta fattori, politiche e iniziative nazionali e regionali/locali
(condizioni quadro) atti a consentire l'istituzione e la manutenzione di sistemi
di gestione ambientale all'interno delle Pmi, sia di natura formale (Iso 14001
ed Emas) che di natura meno formale. Lo studio riguarda gli Stati membri dell'Ue,
alcuni paesi candidati e la Norvegia. Il progetto darà luogo ad una relazione
intesa a categorizzare e descrivere le condizioni quadro favorevoli
all'introduzione di sistemi di gestione ambientale nelle Pmi e ad individuare le
buone/migliori prassi nonché le condizioni per il successo, corredate di
raccomandazioni specifiche. Le buone/migliori prassi saranno individuate
nell'ambito di una gamma di varie (sotto-)categorie di condizioni quadro, quali
"accordi organizzativi", "integrazione strategica" (ossia
sotto forma di accordi volontari), "assistenza finanziaria e tecnica",
"reti orizzontali e verticali", "approcci adattati e meno formali
ai sistemi di gestione ambientale", nonché "benefici offerti alle
società da un sistema di gestione ambientale". Sulla base dell'importante
lavoro preparatorio svolto dalla Commissione e dagli esperti nazionali (in
particolare, per quanto concerne la raccolta e la categorizzazione delle
informazioni pertinenti), il compito principale del contraente sarà quello di
realizzare un'analisi delle informazioni disponibili. Il contraente sarà
chiamato ad individuare le buone/migliori prassi, esaminare le condizioni di
successo, formulare raccomandazioni per azioni future e pubblicare i risultati
rilevanti sotto forma di relazione. All'occorrenza, egli dovrà prestare
assistenza ai fini del completamento o del chiarimento delle informazioni
raccolte dalla Commissione e dagli esperti nazionali. Il lavoro del contraente
sarà condotto in stretta collaborazione con la Commissione e con il gruppo di
esperti. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Commissione europea; Direzione
Generale per le Imprese, unità E1; All'attenzione del sig. Julius Langendorff ;
rue de la Loi/Wetstraat 200 ; B-1049 Bruxelles/Brussel ; Fax +32-2-299-19-25 ;
Per consultare il testo della gara d'appalto, visitare il seguente sito
Internet: http://ted.eur-op.eu.int/dynamic/doccur/it/it/e1Hb/6/172694-2002.htm
INCONTRI
GALGANO A MILANO E ROMA CON IL LEADER DELLA PRODUZIONE SNELLA LA LEAN PRODUCTION
NELLE ESPERIENZE DIRETTE DI UN PROTAGONISTA L'INCREMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ
SECONDO GEORGE KOENIGSAECKER
Milano, 19 novembre 2002 - Il guru mondiale della Produzione snella, George
Konigsaecker, è in Italia per la prima volta su invito del Gruppo Galgano. Il
massimo esperto mondiale del settore terrà due seminari sulle applicazioni
della Lean Production, mercoledì 20 novembre, a Milano, e giovedì 21 novembre,
a Roma. Entrambi gli appuntamenti avranno inizio alle ore 8,30 per terminare
alle 18,30. Il tema degli incontri, che sarà arricchito dalla partecipazione di
alcune aziende italiane (Bertazzoni, Esaote, Procter&Gamble, Sagi, Tasso,
Whirplpool Europe) che hanno già applicato con successo la Produzione snella,
verterà su "La conversione Lean nelle esperienze di un protagonista: le
applicazioni della Lean Production negli Stati Uniti. I seminari saranno
introdotti personalmente da Alberto Galgano, presidente del Gruppo omonimo, che
da 40 anni è leader nella consulenza di direzione e si è specializzato nel
portare in Italia, e implementare con successo nelle organizzazioni private e
pubbliche di ogni dimensione, le più sopraffine - e vincenti a livello
internazionale - tecniche di management. La presenza in Italia di George
Konigsaecker rappresenta un'occasione unica per imprenditori e top manager
italiani di condividere dalla viva voce di un protagonista del management
internazionale i "segreti" delle principali aziende americane che
hanno già applicato con successo la Lean Production. Tra i "plus" di
George Konigsaecker c'è appunto quello di aver lavorato in numerose
organizzazioni e di aver quindi accumulato conoscenze molto variegate in diversi
settori. Una di queste esperienze è stata anche raccontata nel famoso libro
"Lean Thinking: come creare valore e bandire gli sprechi" scritto da
J.P. Womack e D.T. Jones. In particolare, George Konigsaecker ha guidato la
"Conversione Lean" di undici Corporation in oltre 50 siti produttivi.
"Le applicazioni della Lean Production che portano alla 'Conversion Lean' -
spiega lo stesso Alberto Galgano - sono tra i cambiamenti più difficili e
complessi da realizzare. Non per niente a livello mondiale le aziende che hanno
realizzato interamente e con grande successo queste 'Conversioni' rappresentano
ancora una percentuale molto bassa delle aziende manifatturiere operanti sullo
scenario internazionale". I seminari offriranno ai partecipanti una visione
- semplice e chiara - di che cosa esattamente si intende per una
"Conversione Lean" e di come essa debba essere condotta per
realizzarla con successo. Per dare una rappresentazione realistica delle
"trappole" manageriali da superare, i seminari si concluderanno con le
testimonianze "in presa diretta" di alcuni top manager di
organizzazioni italiane di diverse dimensioni che hanno già avviato con
successo la "Conversione". Queste esperienze intendono appunto
sottolineare come la Lean Production migliori la produttività in percentuale
davvero significativa anche se pochi imprenditori e dirigenti ne sono già
consapevoli: la caccia agli sprechi per raddoppiare la produttività non è più
"una storia incredibile". All'incontro di Milano parteciperanno: Paolo
Bertazzoni, titolare dell'azienda metalmeccanica Bertazzoni di Guastalla (Reggio
Emilia); Pasquale Cipollaro, direttore di stabilimento della Whirlpool Europe;
Gaetano Rizzitelli, direttore area industria della Esaote. A Roma il panel di
testimonianze italiane sarà composto da: Mario Tasso, presidente della Tasso di
Atessa (Chieti), Antonio Buscarino, direttore di stabilimento della Sagi e Carlo
Quercetti, direttore di stabilimento della Procter & Gamble.
LA POLINESIA
FRANCESE INCONTRA GLI AGENTI DI VIAGGIO ITALIANI
Milano, 19 novembre 2002 - Si è svolto ieri a Milano il primo dei tre incontri
dedicati alla promozione e alla conoscenza di Tahiti e le Sue Isole organizzati
da Tahiti Tourisme, l'Ente del Turismo della Polinesia Francese. Gli agenti di
viaggio hanno potuto conoscere e scoprire il fascino della Polinesia Francese ma
non solo, infatti il workshop ha come obiettivo quello di diventare un momento
di formazione e aggiornamento per gli addetti ai lavori, che hanno incontrato i
Rappresentanti dell'Industria Turistica e alcuni Tour Operator Italiani. I
lavori sono iniziati con la presentazione della destinazione da parte di Tahiti
Tourisme. Presenti, inoltre, per illustrare le novità di Tahiti e le Sue Isole
alcuni rappresentanti dell'Industria Turistica Air Tahiti Nui, Beachcomber
Inter-Continental Resorts, Bora Bora Cruises, Pearl Resorts, Tahiti Nui Travel,
Starwood Hotels And Resorts. A seguito della presentazione hanno avuto luogo
incontri focalizzati alla presentazione dell'offerta da parte dei Tour Operator
Italiani. Il workshop fa parte di un programma di comunicazione studiato con
l'obiettivo di promuovere gli arrivi a Tahiti e nelle isole della Polinesia
Francese nel periodo da dicembre ad aprile e proseguirà domani 19 novembre a
Napoli e il 20 a Roma. Il Calendario degli incontri: Napoli,19 novembre 2002
(h.15.00-19.00): Excelsior Hotel - Via Partenope 48 Roma, 20 novembre 2002 (h.
14.00-18.30): Aldovrandi Palace Hotel - Via U. Aldrovandi 15
GIORGIO
ARMANI VESTE "DIE ANOTHER DAY"
Milano, 19 novembre 2002 - Molti degli ospiti presenti alla première di 'Die
Another Day', che si è tenuta ieri sera a Londra presso la Royal Albert Hall,
hanno indossato abiti di Giorgio Armani. Pierce Brosnan ha scelto di indossare
uno smoking Giorgio Armani a un bottone con il bavero della giacca e papillon in
gros-grain e camicia da smoking nera. Rosamund Pike ha indossato un abito lungo
di paillettes della collezione Giorgio Armani primavera-estate 2003. L'abito
aveva un'ampia scollatura sulla schiena e una spilla a cicala applicata alla
spallina. Jemma Kidd ha scelto invece un lungo abito Giorgio Armani, in satin
rosso con orlo ricamato.
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