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LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UNA VASTA RIFORMA DEL SISTEMA COMUNITARIO DI CONTROLLO DELLE CONCENTRAZIONI

Bruxelles, 12 dicembre 2002 - La Commissione europea ha deciso oggi la più vasta riforma del suo regime di controllo delle concentrazioni dall'entrata in vigore del regolamento comunitario sulle concentrazioni nel 1990. "Le riforme miglioreranno in modo significativo il nostro sistema di controllo delle concentrazioni, facendone, ne sono convinto, un modello da emulare su scala mondiale" - ha dichiarato Mario Monti, commissario responsabile della politica di concorrenza. Oltre alla proposta di revisione del regolamento sulle concentrazioni, che dovrà essere approvata dal Consiglio dei ministri dell'UE, la Commissione ha adottato anche un progetto di orientamenti per la valutazione delle concentrazioni tra imprese concorrenti ("concentrazioni orizzontali") intese a servire da guida per gli operatori economici e del diritto. Infine sarà presa una serie di misure di carattere non legislativo intese a migliorare il processo decisionale interno della Commissione, tra cui l'istituzione del posto di Economista capo della concorrenza. "Questa nuova carica sarà ricoperta da un eminente economista che avrà il compito di illustrare il punto di vista economico ai responsabili delle decisioni, nonché di fornire in permanenza degli orientamenti ai funzionari della Commissione impegnati nelle istruttorie" - ha aggiunto Monti. "Sono convinto che questa nomina sarà molto utile per accrescere la solidità delle nostre analisi economiche, non solo nel campo del controllo delle concentrazioni ma anche negli altri ambiti della politica di concorrenza e degli aiuti di Stato più in generale." La Commissione europea ha adottato oggi un esauriente pacchetto di riforma del sistema di controllo delle concentrazioni, inteso ad offrire un regime normativo di eccellenza mondiale alle imprese che chiedono l'autorizzazione a realizzare fusioni ed acquisizioni nell'Unione europea, forte dei suoi 380 milioni di consumatori, destinati a diventare presto 450 milioni. La riforma, che poggia su 12 anni di esperienza, combinerà tempi procedurali prevedibili con un processo decisionale migliorato, fondato su una solida analisi economica e nel quale le imprese partecipanti alla concentrazione avranno maggiori opportunità di far valere i loro argomenti. Il pacchetto consiste di: a) una proposta di revisione del regolamento sulle concentrazioni; b) un progetto di orientamenti per la valutazione delle "concentrazioni orizzontali", cioè le concentrazioni tra imprese concorrenti; c) una serie di misure non legislative intese a migliorare il processo decisionale, parte delle quali sono contenute in una raccolta di migliori pratiche. Tutti e tre questi testi saranno disponibili tra breve sul sito della DG Concorrenza della Commissione http://europa.eu.int/comm/competition/index_en.html  Proposta di revisione del regolamento sulle concentrazioni Il regolamento sulle concentrazioni, adottato nel 1989 e in vigore dal 21 dicembre 1990, si fonda sul principio dello "sportello unico", il che significa che le operazioni transfrontaliere di grandi dimensioni sono esaminate esclusivamente dalla Commissione e non devono essere approvate da alcuna giurisdizione nazionale dell'UE(1). Il regolamento assicura anche che le concentrazioni siano esaminate entro tempi brevi e che siano pubblicate in ciascun caso decisioni motivate, garantendo la trasparenza e la certezza del diritto. Esattamente un anno fa la Commissione aveva adottato un Libro verde che invitava ad esprimersi sulle possibili direzioni che doveva prendere la riforma del sistema comunitario di controllo delle concentrazioni. Nell'arco dello scorso anno la Commissione ha ricevuto numerosi contributi scritti e si è impegnata in ampie consultazioni con gli Stati membri, il Parlamento europeo, gli ambienti economici, gli operatori del diritto, i rappresentanti dei consumatori e dei lavoratori e altri interessati. Oggi la Commissione ha adottato la sua proposta di modifica del regolamento sulle concentrazioni, i cui punti salienti sono i seguenti: La proposta mira a chiarire i criteri sostanziali per l'analisi delle concentrazioni sotto il profilo della concorrenza, precisando in particolare che il regolamento può essere applicato in situazioni di oligopolio che possono dare origine a problemi di concorrenza. Il nuovo testo proposto mira inoltre a razionalizzare i tempi della notifica dei progetti di concentrazione alla Commissione, introducendo la possibilità di una notifica prima della conclusione di un accordo vincolante e sopprimendo l'obbligo di notificare la transazione entro una settimana dalla conclusione di un simile accordo. Si tratta di adeguamenti intesi ad eliminare rigidità non necessarie della normativa e facilitare il coordinamento delle istruttorie sulle concentrazioni con le autorità garanti della concorrenza di altre giurisdizioni. È prevista anche la semplificazione del sistema di rinvio dell'esame delle concentrazioni dalla Commissione agli Stati membri e viceversa. La riforma cerca di far sì che, in linea con il principio di sussidiarietà, ciascuna operazione sia esaminata dall'autorità che si trova nella posizione migliore per farlo, riducendo nel contempo l'incidenza delle notifiche multiple, ossia della notifica della stessa operazioni a più autorità garanti della concorrenza dell'UE(2). La Commissione propone di rendere più flessibili le scadenze procedurali delle indagini sulle concentrazioni, in particolare per i casi complessi. Se per una concentrazione notificata viene aperta un'indagine approfondita, si propone di aggiungere tre settimane al termine previsto se le imprese propongono delle misure correttive, lasciando così più tempo per la valutazione delle misure stesse ed anche per la consultazione degli Stati membri. Si propone anche di introdurre la possibilità di prorogare di un massimo di quattro settimane, con il consenso delle imprese partecipanti alla concentrazione, il termine per la presa di una decisione definitiva, allo scopo di consentire un'indagine esauriente, considerando che la Commissione è tenuta a motivare in modo circostanziato le sue conclusioni quando ritiene di dover intervenire. I poteri di indagine della Commissione saranno anch'essi rafforzati, secondo la proposta, dandole la possibilità di acquisire più agevolmente informazioni per le esigenze delle sue indagini, tra l'altro comminando ammende più elevate a chi si rifiuti di ottemperare alla richiesta di fornire informazioni in suo possesso. Per esempio, le ammende che possono essere inflitte alle imprese che danno informazioni false o fuorvianti passerebbero, dal livello attuale di 50.000 euro, ad un massimo dell'1% del fatturato complessivo. Si tratta dei medesimi importi previsti nel quadro dei poteri di indagine conferiti alla Commissione nel nuovo regolamento di applicazione degli articoli 81 e 82 del trattato adottato dal Consiglio dei ministri il 26 novembre scorso. La proposta di regolamento modificato è indirizzata al Consiglio dei ministri, ma verrà consultato anche il Parlamento europeo. Il nuovo testo dovrebbe essere discusso dal Consiglio nel corso del 2003 per entrare in vigore il 1° maggio 2004. Migliorare il processo decisionale È prevista una serie di ulteriori misure non legislative intese a migliorare la qualità del processo decisionale della Commissione nell'esame delle concentrazioni, nonché a dare alle imprese partecipanti alla concentrazione migliori possibilità di far valere il loro punto di vista nel corso dell'indagine. Saranno prese le seguenti misure: È istituito il posto di Economista capo della concorrenza presso la Direzione generale Concorrenza. L'economista capo e i suoi collaboratori collaboreranno ai procedimenti riguardanti le concentrazioni e ad altre indagini in materia di concorrenza. Sarà designato un economista eminente, che verrà assunto dalla Commissione con contratto a termine e collocato alle dirette dipendenze del direttore generale. Il posto verrà bandito nelle prossime settimane. Verrà designato, per tutte le indagini approfondite sulle concentrazioni, un "peer review panel", composto di funzionari di grande esperienza, con il compito di riesaminare le conclusioni dei funzionari incaricati del caso con uno "sguardo nuovo" nei momenti chiave del procedimento. Verrà assegnato ulteriore personale di sostegno ai consiglieri-auditori della Commissione(3). Sarà designato un funzionario di collegamento con i consumatori all'interno della DG Concorrenza in modo che la voce dei consumatori sia meglio ascoltata. Alle imprese il cui progetto di concentrazione è all'esame verrà concesso di avere più presto l'occasione di esaminare il contenuto del fascicolo della Commissione, specie nei casi in cui viene aperta un'indagine approfondita(4). Verrà data alle imprese il cui progetto di concentrazione è all'esame la possibilità di esaminare con maggiore anticipo le osservazioni delle parti che esprimono delle preoccupazioni per l'incidenza della concentrazione sulla concorrenza, nel rispetto della riservatezza. Le imprese partecipanti alla concentrazione avranno l'occasione, se possibile, di discutere le riserve espresse direttamente con i terzi interessati e con la Commissione. La Commissione intende offrirsi sistematicamente di organizzare degli incontri per fare il punto sullo "stato dei lavori" tra la Commissione stessa e le imprese partecipanti alla concentrazione in momenti decisivi del procedimento, garantendo così alle imprese di essere tenute costantemente informate degli sviluppi di un'indagine approfondita e di avere l'occasione di discutere il caso con alti funzionari della Commissione. Alcune di queste misure di carattere amministrativo, che si riferiscono al trattamento corrente dei casi di concentrazione, sono precisate in un progetto di migliori pratiche che sarà sottoposto a consultazione prima di essere definitivamente adottato. Progetto di comunicazione sulle concentrazioni orizzontali e considerazioni di efficienza La Commissione ha infine adottato un progetto di comunicazione sulla valutazione delle concentrazioni tra imprese concorrenti (le cosiddette "concentrazioni orizzontali"). Il progetto di comunicazione cerca di chiarire e di esporre esaurientemente i principi fondamentali in base ai quali la Commissione valuta le concentrazioni orizzontali, rendendo più trasparente e prevedibile la sua analisi dei casi e assicurando a tutti gli interessati una maggiore certezza del diritto. Si annuncia inoltre che la Commissione adotterà più tardi orientamenti più dettagliati sui criteri che segue per la valutazione delle concentrazioni "verticali" e "conglomerate". La prima serie di orientamenti, ora presentati in forma di progetto, spiega come si analizzano gli effetti di una concentrazione in un mercato, chiarendo, tra l'altro, come la Commissione applicherà la nozione di posizione dominante in mercati oligopolistici. Gli orientamenti rispecchiano l'esperienza acquisita nell'esame degli oltre 2.000 casi notificati alla Commissione negli ultimi 12 anni e la giurisprudenza della Corte di giustizia e del Tribunale di primo grado delle Comunità europee. Essi indicano delle soglie al di là delle quali è presumibile che esista una posizione dominante, ma ogni caso verrà ovviamente valutato singolarmente. Gli orientamenti trattano anche di fattori specifici che potrebbero contraddire la conclusione, inizialmente raggiunta, che la concorrenza sarà pregiudicata - si tratta di elementi quali il potere degli acquirenti, la facilità di ingresso nel mercato, il fatto che la concentrazione potrebbe essere l'unica alternativa al fallimento dell'impresa acquisita e gli incrementi di efficienza. La Commissione si dichiara esplicitamente disposta ad esaminare attentamente i guadagni di efficienza fatti valere nel contesto della valutazione complessiva di una concentrazione. L'argomento del miglioramento dell'efficienza sarà accolto dalla Commissione solo se questa sarà in grado di concludere con sufficiente certezza che gli incrementi di efficienza prodotti dalla concentrazione accresceranno l'incentivo dell'impresa risultante dalla concentrazione a comportarsi in modo favorevole agli interessi dei consumatori. Perché la Commissione giunga ad una simile conclusione occorrerà che gli incrementi di efficienza vadano a diretto beneficio dei consumatori e siano considerevoli, tempestivi e verificabili. L'onere della prova deve inoltre essere chiaramente addossato alle imprese partecipanti alla concentrazione, che dovrebbero tra l'altro dimostrare che gli incrementi di efficienza hanno portata tale da compensare gli eventuali effetti negativi della concentrazione sulla concorrenza. Viene inoltre indicato che è altamente improbabile che l'incremento dell'efficienza possa essere accettato come motivo sufficiente per autorizzare una concentrazione che porti ad una situazione di monopolio o di quasi-monopolio. Il progetto di comunicazione sarà ora sottoposto ad una larga consultazione pubblica. Gli interessati sono invitati ad inviare i loro contributi entro la fine del mese di marzo 2003. Controllo giurisdizionale La Commissione continuerà ad adoperarsi affinché gli organi giurisdizionali comunitari esaminino rapidamente i ricorsi proposti nei casi di concentrazione. La messa in atto da parte del Tribunale di primo grado di una procedura accelerata in casi recenti rappresenta già un notevole progresso, ma l'obiettivo dovrebbe essere quello di assicurare che il riesame da parte dei giudici si svolga entro tempi accettabili per delle operazioni economico-finanziarie. La Commissione, in parallelo con le discussioni in sede di Consiglio dei ministri sulla revisione del regolamento sulle concentrazioni, esplorerà con gli Stati membri le diverse possibilità di accelerare il riesame da parte dei giudici dei casi di concentrazione. La Commissione si consulterà inoltre in merito con la Corte e il Tribunale. Statistiche sulle concentrazioni Il numero di concentrazioni notificate alla Commissione è cresciuto spettacolarmente negli anni '90, tanto che oggi viene esaminato un numero di casi oltre cinque volte superiore a quello trattato ogni anno nei primi anni di applicazione del regolamento sulle concentrazioni. Al culmine del recente boom delle fusioni, il totale delle notifiche di concentrazioni ha toccato la cifra di 335 nel 2001. Quest'anno è probabile che ci si fermerà intorno ai 270 casi. Questo calo si spiega in larga parte con il rallentamento dell'economia in atto. La maggior parte dei progetti di concentrazione notificati alla Commissione riceve il via libera entro un mese ("prima fase" dell'indagine). Una piccola quota delle operazioni notificate viene sottoposta ad un'indagine approfondita ("seconda fase"), che attualmente può durare fino a quattro mesi. La Commissione deve intervenire solo in una piccola percentuale dei casi notificati. Un divieto assoluto è stato pronunciato molto raramente: i 18 divieti decisi dal 1990 ad oggi corrispondono a poco meno dell'1% delle operazioni notificate. (1)La Commissione gode di una competenza esclusiva per le operazioni in cui le imprese partecipanti hanno un fatturato mondiale complessivo di almeno 5 miliardi di euro e almeno due di esse realizzano ciascuna vendite per oltre 250 milioni di euro in Europa, a meno che ciascuna di esse realizzi oltre i due terzi del suo fatturato europeo in un unico paese. (2)Secondo la relazione della Commissione al Consiglio del giugno 2000 sul funzionamento delle soglie di fatturato, 70 concentrazioni sono state notificate a tre o più autorità nazionali tra il marzo 1998 e il dicembre 1999. (3) Si tratta di funzionari indipendenti incaricati di garantire l'equità dei procedimenti della Commissione in materia di concorrenza, e in particolare la tutela dei diritti di difesa delle imprese. (4) Oggi le imprese partecipanti alla concentrazione possono accedere al fascicolo della Commissione solo in uno stadio avanzato del procedimento, ossia quando è stato trasmessa loro una cosiddetta "comunicazione delle obiezioni" che espone le riserve della Commissione sotto il profilo della concorrenza.

IL QUADRO DI VALUTAZIONE PER IL 2002 MOSTRA CHE I LIVELLI DI INNOVAZIONE DELL'UE SONO ANCORA INFERIORI A USA E GIAPPONE
Bruxelles, 12 dicembre 2002 - La Commissione europea ha pubblicato il "Quadro europeo di valutazione dell'innovazione 2002", dal quale emerge che l'UE, nel complesso, continua ad essere in ritardo rispetto agli Stati Uniti e al Giappone nella maggior parte dei settori chiave dell'innovazione, ma che sta cominciando a recuperare in diversi ambiti. Il Quadro di valutazione, pubblicato il 10 dicembre dalla DG Imprese della Commissione, è uno strumento di analisi comparativa, che rientra nella strategia volta a trasformare l'UE nell'economia basata sulla conoscenza più competitiva al mondo entro il 2010. Per la prima volta, quest'anno il Quadro europeo di valutazione dell'innovazione contiene i dati relativi ai paesi candidati (dai quali emerge che tali paesi stanno riducendo il divario che li separa dagli Stati membri dell'UE), ai paesi associati (Islanda, Norvegia e Svizzera) e alle singole regioni all'interno degli Stati membri dell'Unione. Il Quadro di valutazione contiene 17 indicatori principali, suddivisi in quattro categorie: risorse umane; creazione di nuove conoscenze; trasferimento e applicazione delle nuove conoscenze; finanziamento, prodotti e mercati dell'innovazione. Questo documento si basa sulle informazioni fornite da Eurostat, oppure su dati attinti da fonti private sufficientemente affidabili, nel caso in cui non siano disponibili dati ufficiali. I dati relativi al 2002 confermano che le prestazioni dell'UE in termini di innovazione sono ancora inferiori rispetto a quelle dei principali concorrenti internazionali (Stati Uniti e Giappone). Il Giappone supera l'UE in otto dei dieci indicatori per i quali sono disponibili dati comparabili e gli Stati Uniti dominano la classifica in sette indicatori. L'unico ambito significativo in cui l'UE occupa il primo posto, superando il Giappone, è quello relativo al tasso di collegamento domestico ad Internet. L'emergere di alcune tendenze incoraggianti all'interno dell'UE potrebbe compensare, almeno in parte, la delusione generata dai risultati relativi agli indicatori. In cinque degli otto indicatori di tendenza comparabili, l'UE ha mostrato un miglioramento più rapido degli Stati Uniti e, rispetto al Giappone, ha prevalso in tutti e sette gli indicatori disponibili. Tali risultati di tendenza positivi indicano che l'Europa probabilmente sta recuperando terreno rispetto ai suoi principali concorrenti. I risultati più preoccupanti riguardano il livello di R&S da parte delle imprese e i brevetti nel settore dell'high-tech, per i quali le scarse prestazioni registrate dall'analisi del 2001 persistono anche nell'edizione di quest'anno del Quadro di valutazione. Il fatto che il margine di crescita della ricerca e sviluppo (R&S) condotta dalle imprese nell'UE sia inferiore a quello degli Usa suscita particolare preoccupazione, poiché questo costituisce il principale indicatore di future innovazioni tecnologiche. I dati contenuti nel Quadro di valutazione dell'innovazione 2002 forniscono la prova del fatto che i paesi dell'Europa meridionale stanno colmando il divario rispetto al resto dell'UE. In Portogallo e in Grecia i livelli di spesa, sia pubblica che privata, per la R&S stanno crescendo più velocemente rispetto alla media europea, mentre la Spagna supera di molto i livelli medi comunitari per quanto concerne l'occupazione nell'ambito dei servizi high-tech e i brevetti nello stesso settore. L'Italia è l'unico paese dell'area meridionale a non mostrare significativi miglioramenti. La valutazione dei risultati ottenuti dai paesi candidati è, nel complesso, molto positiva. Almeno quattro degli Stati in fase di adesione sono molto vicini o hanno addirittura superato la media dell'UE in quatto indicatori chiave: istruzione superiore, occupazione nell'industria dell'high-tech, spesa per le Tic e investimenti stranieri diretti. Le tendenze medie relative ai paesi candidati superano quelle dell'UE in cinque dei dieci indicatori comparabili, in particolare in quelli riguardanti i mercati e gli investimenti. I dati regionali disponibili suggeriscono un rapporto positivo fra i risultati economici ottenuti da una regione e le sue prestazioni in termini d'innovazione. Le prime dieci 10 regioni europee individuate dal quadro di valutazione sono distribuite in sette paesi: Stoccolma (Svezia), Uusimaa (Suuralue - Finlandia), Noord-Brabant (Paesi Bassi), regione dell'Est (Regno Unito), Pohjois-Suomi (Finlandia), Ile-de-France (Francia), Baviera (Germania), regione del Sud-Est (Regno Unito), Comunità di Madrid (Spagna) e Baden-Württemberg (Germania). Gli indicatori regionali contemplati dal documento vengono definiti il "primo passo verso il sostegno della politica regionale mediante dati raffrontabili". Il Quadro di valutazione dell'innovazione è integrato da sei documenti tecnici: Documento tecnico 1: Stati membri e paesi associati; Documento tecnico 2: paesi candidati; Documento tecnico 3: regioni dell'Ue; Documento tecnico 4: indicatori e definizioni; Documento tecnico 5: quadro di valutazione tematico sulla formazione permanente e l'innovazione; Documento tecnico 6: relazione metodologica. Tutti i documenti tecnici sono disponibili sul sito web della Carta delle tendenze all'indirizzo sottoindicato.

"OCCUPAZIONE E FORMAZIONE NELL'INFORMATION COMMUNICATION TECHNOLOGY" NEL RAPPORTO 2002 DI FEDERCOMIN, ANASIN, ASSINFORM NEL SETTORE DELL'INFORMATICA E DELLE TELECOMUNICAZIONI (ICT), DAL 1999 AL 2002, IL NUMERO DELLE IMPRESE È CRESCIUTO DELL'11,3% E QUELLO DEGLI ADDETTI DEL 9%.
Milano, 12 dicembre 2002 - Giulio Koch, Presidente di Assinform, Franco Patini, Presidente di Anasin, Pietro Varaldo, Direttore generale di Federcomin e Giancarlo Capitani, Amministratore delegato di NetConsulting, hanno presentato oggi, nel corso di una Convegno che si è svolto presso il Circolo della Stampa, i risultati del Rapporto 2002 su "Occupazione e formazione nell'Ict". La ricerca, realizzata da Federcomin, Anasin ed Assinform, con la partecipazione di Aiip, Assocertificatori, Fedoweb, Frt e la collaborazione scientifica della Facoltà di Scienze Statistiche dell'Università di Milano Bicocca, Unioncamere e Net Consulting, è un'approfondita analisi quantitativa e qualitativa sull'evoluzione dell'occupazione generata dall'Ict (Information Communication Technology) e dei processi formativi all'interno della Net Economy. Per Giulio Koch, Presidente Assinform: "La rilevanza dell'Ict anche sotto il profilo occupazionale conferma l'esigenza di accettare una prospettiva di continuo cambiamento. Le trasformazioni indotte dalle tecnologie Ict, infatti, da un lato creano esuberi e dall'altro una forte richiesta di profili professionali nuovi e a più elevata qualificazione. Per far sì che l'occupazione e le stesse imprese continuino a crescere è oramai essenziale favorire gli investimenti in nuove competenze e nella riqualificazione professionale". Franco Patini, Presidente Anasin, ha sottolineato che: "Le associazioni hanno realizzato questo Rapporto convinte che nella Società della Conoscenza le risorse umane ed il loro patrimonio di competenze sia la chiave strategica per realizzare - attraverso un forte sforzo di articolati programmi di formazione e trasferimento tecnologico - una politica di settore che consenta all'intero Paese di raggiungere quella crescita che tutti auspichiamo". "ll messaggio che emerge dal Rapporto 2002 è chiaro'; ha dichiarato Pietro Varaldo, Direttore Generale Federcomin. "L'Italia non può permettersi il lusso di interrompere il processo di crescita dell'Ict, settore trainante dell'economia nazionale che genera e moltiplica l'occupazione. Il richiamo del Presidente Ciampi alla sfida competitiva non ci trova impreparati. Siamo da tempo impegnati nel riproporre il ruolo dell'innovazione come uno dei temi centrali della modernità italiana". I risultati più significativi del Rapporto Crescono le imprese Ict Le imprese del settore Ict sono passate da 77mila nel 2001 a 79mila nel 2002 (+2,6%). Nel 2001 la crescita era stata del 3,9%, mentre nel 2000 l'incremento era stato del 4,4%. Tassi più elevati si registrano per le telecomunicazioni per effetto della nascita di nuovi operatori nel settore (+6,8% nel 2002; +11,0% nel 2001; +8,8% nel 2000). Una spinta propulsiva viene dalle aziende di software e servizi. Cresce il numero degli addetti In Italia, nel 2002, il settore delle aziende Ict ha rappresentato, con 598mila addetti totali, circa il 2,9% degli occupati complessivi. La crescita nel 2002 è stata pari al 2,7%; nel 2001 era stata di identico valore (2,7%), mentre nel 2000 il numero degli addetti era cresciuto del 3,4%. II tasso di sviluppo occupazionale del periodo 1991-2002 è stato del 40,1%, realizzato soprattutto nell'ultimo quinquennio (il corrispondente incremento del comparto Industria e Servizi è stato del 7,3%). Nel 2002 la crescita si è registrata soprattutto nelle aziende di piccole dimensioni (+8%) contro l'1,7% riscontrato nelle grandi. Ma il "perimetro" della Net Economy è molto più ampio: un milione circa di addetti Ict in senso stretto, impiegato presso aziende utenti o fomitrici; un milione e 700mila circa di occupati con competenze Ict presso il settore utenti; totale complessivo: due milioni e 700mila circa nel 2002: una realtà molto importante per l'economia italiana. 3, 9 milioni di utenti evoluti La ricerca ha individuato 3.900.000 circa di Power User (chi utilizza in autonomia un numero molteplice di applicazioni IT, in modo non ripetitivo o meccanico) e 6.700.000 di Generic User (chi usa le applicazioni IT presenti in azienda per lo svolgimento di attività lavorative in un'ottica ripetitiva e legata alla specifica applicazione). Queste cifre evidenziano la strategicità dell'Ict nelle aziende italiane e la crescente pervasività delle tecnologie Ict. Le aziende trainano Il mercato della formazione Il ruolo che la formazione aziendale svolge nella Net Economy è sempre più importante nel supportare le aziende (utenti, Net Companies e fomitrici Ict) e nel contribuire a ridurre lo skill shortage. Per quanto riguarda la formazione di tipo tecnico professionale, sono le aziende IT (25,5%) e i grandi gruppi bancari e assicurativi (18,4%) a trainare il mercato della formazione. Dal lato dell'alfabetizzazione è invece la Pubblica Amministrazione, nelle sue componenti Centrale (40,4%) e Locale (17,5%), a svolgere il ruolo di traino, soprattutto alla luce delle iniziative dei Governo e dei Ministero dell'Innovazione a sostegno dei progetti di e-govemment e di realizzazione della Società dell'informazione. Settori coinvolti recentemente da un massiccio fenomeno di alfabetizzazione sono i trasporti e le utilities, che scontano una forte arretratezza di tipo tecnologico rispetto ai settori più evoluti. Cresce poco la spesa per la formazione Utenti e Net Company dedicano alla formazione Ict una spesa media rispettivamente di circa lo 0,4% e 0,3% del fatturato aziendale. La Pubblica Amministrazione Centrale ha speso in formazione, nel 2001, una cifra pari a 152 milioni di euro. Si prevede che una sempre crescente quota della formazione offerta al mercato sarà erogata attraverso modalità di e-leaming, anche per un motivo di risparmio sui costi. Il mercato della formazione Ict in Italia sarà pari a 710 milioni di euro alla fine dei 2002. La crescita più contenuta dei 2002 (+4,9%) rispetto a quella dell'anno precedente (+9,8%) riflette il rallentamento subito dall'intera economia ed anche dal mercato Ict. La quota di formazione erogata tramite modalità di e-leaming sarà pari, alla fine di quest'anno, a 43 milioni di euro, corrispondente al 6% dell'intero mercato della formazione.

UNA NUOVA RIVISTA SI PROPONE DI IMPARTIRE LEZIONI DI IMPRENDITORIALITÀ
Bruxelles, 12 dicembre 2002 - Un gruppo di professori internazionali si appresta a lanciare una rivista per istruire i potenziali innovatori su come diventare imprenditori. La rivista "International Journal of Entrepreneurship Education" (IJEE) sarà inaugurata l'11 dicembre presso la Business School dell'Università di Warwick (Regno Unito). "Ciò che determina il successo di un imprenditore varia a seconda dei settori industriali e delle diverse fasi di sviluppo di un'impresa; tuttavia è possibile insegnare quali sono i fattori costanti che determinano il successo imprenditoriale", ha dichiarato Andrew Burke della Warwick Business School, uno dei direttori-fondatori della rivista. Si possono impartire lezioni di imprenditorialità? "La creatività e lo spirito d'impresa sono fondamentali per gli imprenditori, ma l'istruzione contribuisce senza dubbio allo sviluppo delle capacità e delle conoscenze necessarie a garantire che i professionisti affermati dell'imprenditoria possano competere con le grandi aziende monopolistiche", ha dichiarato il Dr. Burke. Questa è la posizione adottata anche dal commissario europeo per le Imprese e la Società dell'informazione Erkki Liikanen, il quale ha dichiarato di recente: "A scuola ed in ambito universitario è possibile stimolare nei giovani il talento e le capacità imprenditoriali. L'imprenditorialità dovrebbe diventare un modo di essere [.] tramite lo sviluppo di qualità personali quali la creatività, la predisposizione al rischio e la responsabilità". La rivista esaminerà studi di casi sottoposti a revisione fra pari e strategie didattiche, nonché le più recenti ricerche sul potenziamento della leadership imprenditoriale. La prima edizione prenderà in considerazione le maggiori imprese ed affronterà il tema della preparazione delle generazioni attuali e future in vista di prevenire, riconoscere e cogliere le opportunità offerte dal settore dell'alta tecnologia. Altri articoli verteranno in particolare sulle spin-out universitarie e sull'esperienza formativa degli attuali imprenditori high-tech. Contributi alla trattazione di tale questione saranno offerti da universitari provenienti da Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia e Stati Uniti. La rivista incoraggerà universitari e professionisti europei a fornire ulteriori articoli in futuro. Infolink: http://www.senatehall.com/ijee

PRECISAZIONE SUL PATRIMONIO DELLO STATO
Roma, 12 dicembre 2002 - Il merito ad informazioni errate e fuorvianti fornite in questi giorni da Legambiente e relative al patrimonio dello Stato, il Ministero dell'Economia e delle Finanze precisa che: 1. non vi è alcuna "prima, parziale ed approssimativa lista che circola nel ministero" recante un elenco di beni in vendita. 2. gli unici documenti esistenti sono due decreti dell'Agenzia del Demanio, ai quali sono allegati degli elenchi di beni immobili statali (ubicati in Italia e all'estero). Si tratta dei decreti 1 luglio 2002 e 19 luglio 2002, pubblicati rispettivamente nella G.U n. 175 e nella G.U. n. 183 di quest'anno; 3. i decreti dell'Agenzia hanno natura esclusivamente ricognitiva e dichiarativa della proprietà, come peraltro indicato nel comma 3 dell'art. 1 della Legge 410/2001; 4. il valore riportato a fianco di ciascun bene immobile è il valore d'inventario, aggiornato alla data corrente in base agli indici Istat. Tale valore è stato indicato esclusivamente ai fini della predisposizione del Conto Generale del Patrimonio, come richiesto dal comma 1 dell'art. 1 della Legge 410/2001. Esso pertanto non rappresenta il valore di mercato dei beni; 5. la lista di "beni in vendita" diffusa ieri da Legambiente è composta da beni in parte non presenti in alcuna "lista", in parte contenuti nei summenzionati decreti dell'Agenzia del Demanio, in parte contenuti nel decreto 27 marzo 2000, e in parte nel Dpcm 11/8/1997 (provvedimenti, questi ultimi, emanati da governi precedenti). 6. gli unici beni presenti nell'elenco fornito da Legambiente che risultano effettivamente alienabili appartengono alle liste allegate al decreto 27 marzo 2000 e al Dpcm 11/8/1997. Quelli estrapolati dal decreto 19/7/2002 dell'Agenzia del demanio sono, al contrario inalienabili (come risulta dalla tabella elaborata dall'Agenzia ed allegata al comunicato). Per quanto riguarda la giornata di mobilitazione del 14 dicembre alla quale Legambiente chiama il Paese, il Ministero si limita ad osservare che essa è stata concepita sulla base di presupposti del tutto errati. Non solo per quanto appena detto, ma anche perché le operazioni di valorizzazione del patrimonio dello Stato attuate finora da questo Governo sono state: 1) due operazioni di cartolarizzazione di immobili ("Scip1" e "Scip2") che non hanno interessato unità di valore storico, artistico o paesaggistico; 2) in data 10 luglio 2002 - protocollo d'intesa con il Comune di Genova, la Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio della Liguria per la valorizzazione dei Forti di Genova, un complesso fortificato costituito da 16 forti; 3) in data 27 novembre 2002 - concessione della Villa Gregoriana (Tivoli) al Fondo per l'Ambiente Italiano (organizzazione no-profit); 4) in data 28 novembre 2002 - protocollo d'intesa con il Comune di Roma per la valorizzazione di alcuni immobili di proprietà dello Stato. Il Ministero informa altresì che la prossima operazione di valorizzazione, in base ad un accordo che verrà siglato venerdì prossimo tra il Comune di Venezia e l'Agenzia del Demanio, sarà la costituzione di una società al 51% dello Stato e al 49% del Comune di Venezia, finalizzata alla valorizzazione del compendio immobiliare denominato "Arsenale di Venezia", compendio che rappresenta un pezzo di storia della città. 
Informazioni dettagliate relative all'elenco di "beni in vendita" diffuso da Legambiente 

Bene

Elenco di appartenenza

Disponibilità/
Indisponibilità

Alienabilità/
Inalienabilità

Note

Foreste Casentinesi (Appennino Tosco-Emiliano)

Non comprese in alcun elenco

Indisponibile

Inalienabile

Una parte delle foreste è stata trasferita in proprietà alla Regione Toscana; cinque riserve naturali sono amministrate dall’ex ASFD (Azienda Statale Foreste Demaniali)

Bosco di Castel Porziano

Non compreso in alcun elenco

Indisponibile

Inalienabile

In dotazione alla Presidenza della Repubblica

60 ettari di terreno sul Golfo di Marinella (Costa Smeralda)

Non compresi in alcun elenco

 

 

Non individuabili

Isola Asinara

Elenco decreto 19/7/2002

Indisponibile

Inalienabile

Trasferita alla Regione Sardegna tranne alcune porzioni di proprietà dello Stato in consegna al Ministero della Difesa

Isola Pianosa

Elenco decreto 19/7/2002

Indisponibile per 80%

Inalienabile

In consegna al Ministero della Giustizia

Isolotti della laguna di Venezia

Elenco decreto 27/3/2000

 

 

Non sono stati forniti dettagli su quali isolotti

Isola di Nisida (Golfo di Napoli)

Elenco decreto 19/7/2002

Indisponibile

Inalienabile

In consegna al Ministero della Giustizia

Carcere sull’isolotto di S.Stefano (Latina)

Elenco decreto 27/3/2000

Disponibile

Inalienabile

In consegna al Comune di Latina

Torre di Velia (Salerno): resti del castello di epoca aragonese

Elenco decreto 27/3/2000

Indisponibile

Inalienabile

In consegna al Ministero per i Beni e le Attività culturali

Ex forte Ardeatino (Roma)

Elenco decreto 27/3/2000

Indisponibile

Inalienabile

In consegna al Comune di Roma

Forti di Genova

Elenco decreto 27/3/2000

Indisponibile

Inalienabile

In corso il progetto di valorizzazione con il Comune di Genova e il Ministero per i Beni e le Attività culturali

Forte di Santa Sofia, Verona

Elenco DPCM

11/8/1997

Disponibile

Alienabile

In consegna al Ministero della Difesa

Castello delle 4 Torri di Ivrea

Elenco decreto 27/3/2000

Indisponibile

Inalienabile

In consegna al Comune di Ivrea

Castello dei Duchi di Genova, Agliè (Torino)

Elenco decreto 27/3/2000

Indisponibile

Inalienabile

 

Castello Orsini a Sorano (Grosseto)

 

 

 

Non esiste nella lista del Demanio

Villa della Regina (Torino)

Elenco decreto 27/3/2000

Indisponibile

Inalienabile

In consegna al Ministero per i Beni e le Attività culturali

Palazzo Bagnara (Napoli)

Elenco decreto 27/3/2000

Disponibile

Alienabile

 

Palazzo Barberini (Roma)

Non compreso in alcun elenco

Indisponibile

Inalienabile

In consegna al Ministero per i Beni e le Attività culturali

Alba Fucens (Avezzano): sito archeologico

Elenco decreto 19/7/2002

Indisponibile

Inalienabile

 

TIM: L'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI APPROVA LA DISTRIBUZIONE ANTICIPATA DI PARTE DEL DIVIDENDO 2002 CON PRELIEVO DA RISERVE L'IMPORTO DEL DIVIDENDO SARÀ PARI A 0,1865 EURO PER CIASCUNA AZIONE ORDINARIA E DI RISPARMIO NOMINATI CONSIGLIERI DI AMMINISTRAZIONE : OSCAR CARLOS CRISTIANCI, GAETANO MICCICHÈ ED ENRICO PARAZZINI
Torino, 12 dicembre 2002 - Si è riunita ieri , sotto la presidenza di Carlo Buora, l´Assemblea degli Azionisti di Tim (Gruppo Telecom Italia) in sede ordinaria e straordinaria. In sede ordinaria, l´Assemblea: ha nominato Consiglieri di Amministrazione, essendo cessati dalla carica con l'odierna Assemblea gli Amministratori cooptati dal Consiglio di Amministrazione nel corso del corrente anno, i Signori Oscar Carlos Cristianci, Gaetano Miccichè ed Enrico Parazzini. I Consiglieri rimarranno in carica fino al termine del mandato conferito dall´Assemblea del 14 dicembre 2001 all'intero Consiglio di Amministrazione, vale a dire sino all'Assemblea che sarà convocata per l'approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2003. ha deliberato la riclassificazione delle riserve iscritte al passivo dello stato patrimoniale attraverso il trasferimento di un importo pari a euro 103.942.274 dalla "Riserva da sovrapprezzo delle azioni" alla "Riserva legale" e di un importo pari a euro 102.792.887 dalla "Riserva legale" alla "Riserva straordinaria". ha deliberato di riconoscere agli Azionisti un dividendo pari ad euro 0,1865 per ciascuna azione ordinaria e di risparmio, al lordo delle ritenute di legge, mediante distribuzione della "Riserva straordinaria" e della "Riserva da sovrapprezzo delle azioni" fino ad un massimo di 1.600 milioni di euro. Il dividendo distribuito consentirà l'attribuzione di un credito d'imposta pieno ed utilizzabile senza limitazioni, nella misura del 56,25% sulla quota parte di euro 0,0554 e di un credito d'imposta limitato, ovvero "non rimborsabile" nella misura del 56,25% sulla quota parte di euro 0,0963. La quota residua di euro 0,0348 non beneficia di credito d'imposta essendo prelevata dalla "Riserva da sovrapprezzo delle azioni". Il dividendo, rappresentato dalla cedola n.8, per entrambe le categorie di azioni, sarà messo in pagamento dal 19 dicembre 2002, con stacco cedola in data 16 dicembre 2002. Il dividendo deliberato anticipa in parte la distribuzione del dividendo 2002. In sede straordinaria, l´Assemblea degli Azionisti ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Blu S.p.A. in Tim S.p.A., che possiede il 100% delle azioni di Blu S.p.A. a seguito dell'acquisto perfezionato in data 7 ottobre 2002. Il progetto di fusione è stato già approvato dall'Assemblea straordinaria degli Azionisti di Blu S.p.A. lo scorso 9 dicembre. E' intenzione di Tim S.p.A. completare l'operazione entro il 31 dicembre 2002. Con la fusione di Blu S.p.A. in Tim S.p.A. quest'ultima assume tutte le attività, passività, impegni ed oneri della Società che viene incorporata, senza necessità di aumento del capitale sociale di Tim S.p.A. ma unicamente mediante annullamento del capitale sociale di Blu S.p.A..

TIM: CDA ADOTTA IL CODICE ETICO ED IL CODICE DI COMPORTAMENTO IN MATERIA DI INSIDER DEALING APPROVATO IL CALENDARIO EVENTI SOCIETARI 2003
Torino, 12 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Tim (Gruppo Telecom Italia), presieduto da Carlo Buora, riunitosi al termine della riunione assembleare, ha adottato il Codice Etico ed il Codice di Comportamento in materia di "insider dealing". Tim ha fatto proprio ed adottato il Codice Etico del Gruppo Telecom Italia, ispirato anche ai principi in materia di diritti umani, ambiente e lavoro contenuti nel "Global Compact", promosso dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, al quale il Consiglio di Amministrazione di Tim ha deliberato di aderire. Il Codice Etico si colloca idealmente a monte dell'intero sistema di corporate governance e - come tale - riveste un'importanza basilare, in termini programmatici, quale corpus di principi per una conduzione degli affari eticamente orientata. Si tratta di un documento agile che reca l'indicazione chiara degli obiettivi e dei valori informatori dell'attività d'impresa, con riferimento ai principali stakeholders con i quali Tim e le società del Gruppo si trovano quotidianamente ad interagire: azionisti, mercato finanziario, clienti, comunità, personale. Il Codice di Comportamento in materia di insider dealing è stato redatto in ottemperanza alla disciplina recentemente introdotta da Borsa Italiana che, come noto, comporta per le società quotate un obbligo di disclosure periodico, a partire dal 1° gennaio 2003, circa le operazioni effettuate sugli strumenti finanziari quotati dell'emittente, delle sue controllate, da soggetti che possono accedere ad informazioni price sensitive. Rispetto alla disciplina di riferimento elaborata da Borsa Italiana, il documento si caratterizza nei seguenti profili qualificanti: flessibilità nell'individuazione del novero delle persone assoggettate ad obbligo di disclosure, al fine di poter tener conto anche di situazioni contingenti di accesso alle informazioni riservate; estensione dell'obbligo di comunicazione alle operazioni effettuate su strumenti finanziari quotati emessi dalle società controllanti (oltre che dalle controllate); sensibile riduzione delle soglie quantitative di rilevanza delle operazioni da segnalare al mercato con periodicità trimestrale (da 50.000 a 35.000 euro) ovvero, immediatamente all'atto dell'effettuazione (da 250.000 a 80.000 euro); estensione dell'obbligo di trasparenza agli atti di esercizio di stock options o di diritti di opzione nonché a tutte le operazioni su strumenti finanziari emessi dall'emittente, dalle sue controllate e dalle società controllanti, quand'anche realizzate nell'ambito di rapporti di gestione su base individuale di portafogli di investimento, in cui il cliente rinunci alla facoltà di impartire istruzioni; previsione di "black-out periods", cioè di periodi predeterminati durante i quali le persone soggette alle previsioni del Codice non possono compiere operazioni. Il Codice di Comportamento prevede poi un sistema sanzionatorio di particolare rigore che, per Amministratori e Sindaci, contempla la possibilità di proporre all'Assemblea la revoca dell'incarico. Il Codice di Comportamento entrerà in vigore dal 1° gennaio 2003. Calendario eventi societari anno 2003 - Il Consiglio di Amministrazione ha, infine, approvato le date previste per i principali eventi societari e per la diffusione dei dati economici e finanziari nell'anno 2003 come riportato nel seguente calendario: 12 febbraio 2003, Consiglio di Amministrazione per l'esame dei risultati preliminari al 31 dicembre 2002; 6 marzo 2003, Consiglio di Amministrazione per esame del progetto di bilancio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2002. I suddetti documenti saranno resi disponibili al pubblico entro 90 giorni dalla chiusura dell'esercizio e, pertanto, ai sensi dell'art. 82 della deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche e integrazioni) la relazione trimestrale relativa al quarto trimestre 2002 non verrà predisposta; 11 aprile 2003, (prima conv.) 12 aprile 2003 (seconda conv.), Assemblea degli Azionisti per approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2002; 5 maggio 2003, Consiglio di Amministrazione per esame della relazione trimestrale relativa al primo trimestre 2003; 23 luglio 2003, Consiglio di Amministrazione per l'esame dei risultati preliminari al 30 giugno 2003 2 settembre 2003, Consiglio di Amministrazione per esame della relazione semestrale al 30 giugno 2003 Il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico entro il 13 settembre 2003 e, pertanto, ai sensi dell'art. 82 della deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche e integrazioni) la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2003 non verrà predisposta; 3 novembre 2003, Consiglio di Amministrazione per esame della relazione trimestrale relativa al terzo trimestre 2003.

TIM: L'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI APPROVA LA DISTRIBUZIONE ANTICIPATA DI PARTE DEL DIVIDENDO 2002 CON PRELIEVO DA RISERVE L'OPERAZIONE, FINO AD UN MASSIMO DI 1.600 MILIONI DI EURO, SARÀ EFFETTUATA MEDIANTE DISTRIBUZIONE DELLA "RISERVA STRAORDINARIA" E DELLA "RISERVA DA SOVRAPPREZZO DELLE AZIONI"
Torino, 12 dicembre 2002 - Si è riunita ieri a Torino, sotto la presidenza di Carlo Buora, l´Assemblea degli Azionisti di TIM (Gruppo Telecom Italia) in sede ordinaria e straordinaria. In sede ordinaria, l´Assemblea: ha nominato Consiglieri di Amministrazione, essendo cessati dalla carica con l'odierna Assemblea gli Amministratori cooptati dal Consiglio di Amministrazione nel corso del corrente anno, i Signori Oscar Carlos Cristianci, Gaetano Miccichè ed Enrico Parazzini. I Consiglieri rimarranno in carica fino al termine del mandato conferito dall´Assemblea del 14 dicembre 2001 all'intero Consiglio di Amministrazione, vale a dire sino all'Assemblea che sarà convocata per l'approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2003. ha deliberato la riclassificazione delle riserve iscritte al passivo dello stato patrimoniale attraverso il trasferimento di un importo pari a euro 103.942.274 dalla "Riserva da sovrapprezzo delle azioni" alla "Riserva legale" e di un importo pari a euro 102.792.887 dalla "Riserva legale" alla "Riserva straordinaria". ha deliberato di riconoscere agli Azionisti un dividendo pari ad euro 0,1865 per ciascuna azione ordinaria e di risparmio, al lordo delle ritenute di legge, mediante distribuzione della "Riserva straordinaria" e della "Riserva da sovrapprezzo delle azioni" fino ad un massimo di 1.600 milioni di euro. Il dividendo distribuito consentirà l'attribuzione di un credito d'imposta pieno ed utilizzabile senza limitazioni, nella misura del 56,25% sulla quota parte di euro 0,0554 e di un credito d'imposta limitato, ovvero "non rimborsabile" nella misura del 56,25% sulla quota parte di euro 0,0963. La quota residua di euro 0,0348 non beneficia di credito d'imposta essendo prelevata dalla "Riserva da sovrapprezzo delle azioni". Il dividendo, rappresentato dalla cedola n.8, per entrambe le categorie di azioni, sarà messo in pagamento dal 19 dicembre 2002, con stacco cedola in data 16 dicembre 2002. Il dividendo deliberato anticipa in parte la distribuzione del dividendo 2002. In sede straordinaria, l´Assemblea degli Azionisti ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Blu S.p.A. in Tim S.p.A., che possiede il 100% delle azioni di Blu S.p.A. a seguito dell'acquisto perfezionato in data 7 ottobre 2002. Il progetto di fusione è stato già approvato dall'Assemblea straordinaria degli Azionisti di Blu S.p.A. lo scorso 9 dicembre. E' intenzione di Tim S.p.A. completare l'operazione entro il 31 dicembre 2002. Con la fusione di Blu S.p.A. in Ti, S.p.A. quest'ultima assume tutte le attività, passività, impegni ed oneri della Società che viene incorporata, senza necessità di aumento del capitale sociale di Tim S.p.A. ma unicamente mediante annullamento del capitale sociale di Blu S.p.A..

SEAT PG: APPROVATI DAL CDA IL CODICE ETICO DEL GRUPPO E IL CODICE DI COMPORTAMENTO DELLA SOCIETÀ IN MATERIA DI INSIDER DEALING - CONVOCATA ASSEMBLEA AZIONISTI DI RISPARMIO - APPROVATO IL CALENDARIO EVENTI SOCIETARI 2003
Milano, 12 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Seat Pagine Gialle S.p.A., riunitosi oggi sotto la Presidenza di Riccardo Perissich, ha approvato l'adozione del Codice Etico e del Codice di Comportamento della società in materia di Insider Dealing, in linea con la scelta del gruppo Telecom Italia di rafforzare le proprie Regole di Corporate Governance rendendole ancora più efficienti ed allineate con le best practices internazionali e alle nuove regole richieste dall'Autorità di Mercato. Il Codice Etico si colloca idealmente a monte dell'intero sistema di Corporate Governance e - come tale - riveste un'importanza basilare, in termini programmatici, quale corpus di principi per una conduzione degli affari eticamente orientata. Si tratta di un documento, che reca l'indicazione degli obiettivi e dei valori informatori dell'attività d'impresa, con riferimento ai principali stakeholders con i quali le società del Gruppo si trovano quotidianamente a interagire: azionisti, mercato finanziario, clienti, comunità, personale. Il Codice di Comportamento in materia di Insider Dealing è stato redatto in ottemperanza alla disciplina recentemente introdotta da Borsa Italiana, che - come noto - comporta per le società quotate un obbligo di disclosure periodico, a partire dal 1° gennaio 2003, circa le operazioni effettuate sui titoli quotati dell'emittente e delle sue controllate, da soggetti che possono accedere ad informazioni price sensitive. Rispetto alla disciplina di riferimento elaborata da Borsa Italiana, il documento si caratterizza nei seguenti profili qualificanti: flessibilità nell'individuazione del novero delle persone assoggettate a obbligo di disclosure, al fine di poter tener conto anche di situazioni contingenti di accesso alle informazioni riservate; estensione dell'obbligo di comunicazione alle operazioni effettuate su strumenti finanziari quotati emessi dalle società controllanti (oltre che dalle controllate); sensibile riduzione delle soglie quantitative di rilevanza delle operazioni da segnalare al mercato con periodicità trimestrale (35.000 euro rispetto a 50.000 euro) ovvero immediatamente all'atto dell'effettuazione (80.000 euro rispetto a 250.000 euro); estensione dell'obbligo di trasparenza agli atti di esercizio di stock options o di diritti di opzione nonché a tutte le operazioni su strumenti finanziari emessi da società del Gruppo Olivetti-Telecom Italia, quand'anche realizzate nell'ambito di rapporti di gestione su base individuale di portafogli di investimento, in cui il cliente rinunci alla facoltà di impartire istruzioni; previsione di "black-out periods", cioè di periodi predeterminati durante i quali le persone soggette alle previsioni del Codice non possono compiere operazioni. Il Codice di Comportamento prevede poi un sistema sanzionatorio di particolare rigore che, per Amministratori e Sindaci, contempla la possibilità di proporre all'Assemblea la revoca dall'incarico. L'entrata in vigore del Codice, nel rispetto del termine obbligatorio indicato dal Regolamento di Borsa, è stabilita per il 1° gennaio 2003. Il Consiglio ha inoltre deliberato di convocare in Torino, per i giorni 27, 28, 29 gennaio 2003, rispettivamente in prima, seconda e terza convocazione, l'Assemblea Speciale dei possessori delle azioni di risparmio per deliberare in ordine alla nomina del Rappresentante comune. Queste le date previste per le riunioni degli Organi Societari per l'anno 2003: Calendario Riunioni Organi Sociali Anno 2003: 29 gennaio 2003 Assemblea Speciale dei possessori delle azioni di risparmio: nomina del Rappresentante comune. 12 febbraio 2003 CdA: Esame dei risultati preliminari del Gruppo Seat Pagine Gialle al 31 dicembre 2002. 24 marzo 2003 CdA: Approvazione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2002. Avvalendosi dell'esonero previsto dall'art. 82, comma 2, della deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche ed integrazioni), in luogo della pubblicazione della relazione trimestrale relativa al periodo ottobre-dicembre 2002, Seat metterà a disposizione del pubblico il progetto di bilancio di esercizio ed il bilancio consolidato al 31 dicembre 2002 entro 90 giorni dalla chiusura dell'esercizio. 5 maggio 2003 Assemblea di bilancio. 5 maggio 2003 CdA: Approvazione del I° trimestre gennaio - marzo 2003. 24 luglio 2003 CdA: Esame dei risultati preliminari del Gruppo Seat Pagine Gialle relativi al primo semestre 2003. 3 settembre 2003 CdA: Approvazione relazione semestrale gennaio - giugno 2003. Il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico entro settantacinque giorni dalla scadenza del semestre e, pertanto, ai sensi dell'art. 82 della deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche e integrazioni) la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2003 non verrà predisposta. 3 novembre 2003 CdA: Approvazione del 3° trimestre luglio - settembre 2003.

FIERA MILANO PIACE AI CLIENTI RETAIL LA SOCIETÀ HA DEBUTTATO MERCOLEDÌ SUL SEGMENTO STAR DOPO UNA DOMANDA DI AZIONI DI 1,76 VOLTE SUPERIORE ALL'OFFERTA
Milano, 12 dicembre 2002 - Piazza Affari assiste a due debutti in due giorni. E' stato dato il via alle negoziazioni di Socotherm sul mercato ristretto, mentre giovedì sarà la volta di Fiera Milano, che si quoterà sul segmento Star di borsa italiana. E per quest'ultima ieri è stata giornata di dati ufficiali.  La differenza l'ha fatta la clientela retail. La richiesta delle azioni Fiera Milano è stata di 1,76 volte superiore all'offerta: 22,945 milioni di azioni contro i 13 milioni proposti (14,5 se si considera anche il greenshoe). Ma è stata soprattutto la domanda da parte della clientela retail a fare boom: 12,572 i milioni di titoli richiesti contro i 2,6 minimi proposti. Gli investitori istituzionali (57 in tutto, di cui 27 in Italia e 30 all'estero) hanno invece solo di poco superato il quantitativo offerto, rastrellando 8,155 milioni di titoli (contro gli 8 offerti). Nell'ambito del collocamento privato, invece, le richieste pervenute sono state pari a 2,2 milioni di azioni da parte di 20 richiedenti, contro un'offerta massima di 2,4 milioni. In base alle richieste pervenute nell'ambito dell'offerta globale, dunque, sono state assegnate 14,5 milioni di azioni (a 25 mila richiedenti), di cui 9 milioni rinvenienti dall'aumento di capitale di Fiera Milano, 4 milioni poste in vendita dall'azionista venditore (Fondazione Fiera Milano) e 1,5 milioni di azioni oggetto di over-allotment. Il successo del collocamento delle azioni Fiera Milano lascerebbe ben sperare su quanto accadrà al titolo a partire da dopodomani, quando, cioè, avranno inizio le negoziazioni, se non fosse che sul mercato grigio di Londra Fiera Milano registrava ieri un denaro-lettera al di sotto del prezzo stabilito di 7,5 euro per azione. Il titolo è rimasto, infatti, nel range compreso tra 6,625-7,375 euro. Tuttavia, diversi analisti fanno sapere che non è facile fare previsioni su come andrà, nel breve periodo, un titolo come Fiera Milano, il primo nel suo genere ad affacciarsi sul listino di piazza Affari e "particolare anche per il tipo di azionariato, che comprende la Camera di commercio di Milano e altri soggetti organizzatori", come ha fatto notare a MF Gianmarco Nicelli, managing director di Ipoworld. Secondo gli analisti , inoltre, molto dipenderà da come il management deciderà di utilizzare le proprie risorse e se verranno realizzati gli obiettivi di diversificazione del business e di sviluppo di acquisizioni e fusioni annunciati negli ultimi mesi.   

SANPAOLO IMI PER LE IMPRESE: LO SCADENZARIO
Milano, 12 dicembre 2002 - Mese per mese, argomento per argomento: ecco lo Scadenzario per l'impresa di Sanpaolo Imi. Saldo Ici, acconto Iva e acconti Irpeg ed Irap, ritenute sui redditi di lavoro, acconto dell'imposta sostitutiva sulla rivalutazione del Tfr...Per l'impresa non è facile orientarsi tra i vari versamenti, fiscali, tributari e previdenziali. Questo mese - Dicembre - si caratterizza in particolare per un insieme di scadenze importanti. Ma oltre ai pagamenti e agli altri adempimenti obbligatori, come quelli sulla tutela ambientale e sulla sicurezza, esistono un'insieme di adempimenti amministrativi (invio di domande, presentazione di documentazione, ecc..) richiesti per poter usufruire di opportunità agevolative. Per essere puntuali e riuscire a programmare con chiarezza le attività amministrative e gli "appuntamenti" con la P.A., Sanpaolo Imi per le Imprese ha messo a punto lo Scadenzario: un calendario sempre aggiornato con le principali scadenze di ogni mese. Tutti gli adempimenti mese per mese, suddivisi per categoria - dai finanziamenti al fisco, dal lavoro alla previdenza, dalla sicurezza aziendale all'ambiente - oltre alla possibilità di controllare gli adempimenti "più caldi", che scadono nella settimana. Uno strumento utile e pratico per non perdere di vista le scadenze della tua azienda e anche per orientarsi meglio nella burocrazia. Non solo, lo Scadenzario della Finanza aziendale permette di controllare le date di chiusura dei bandi - sia a livello nazionale che regionale- del mese in corso, per non perdere le opportunità di sviluppo per la tua impresa. Per ciascuna scadenza è offerta una piccola sintesi che consente di inquadrare finalità del contributo, destinatari e modalità operative, con tanto di riferimento normativo. E' dunque anche una valida guida per conoscere quali sono gli adempimenti da porre in essere per godere delle agevolazioni. Lo scadenzario per le imprese www.sanpaoloimi.com/imprese/scadenzario/

IL SETTORE LEGNO-ARREDO PENALIZZATO DAL SISTEMA PAESE UNA CONGIUNTURA DIFFICILE PER UNO DEI SETTORI TRAINANTI DEL MADE-IN-ITALY, MA I PROBLEMI NON NASCONO SOLO DALLA CRISI INTERNAZIONALE
Milano, 12 dicembre 2002 - "Uno scatto d'orgoglio". Le parole del Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi sono l'occasione per una riflessione di largo respiro di Roberto Snaidero, eletto presidente di Federlegno-Arredo lo scorso giugno. La consueta conferenza stampa di fine anno della Federazione Italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile e dell'arredamento, fornisce gli ultimi dati aggiornati sull'andamento di settore e l'occasione per fare il punto sulle attività della Federazione. "Le cifre del settore - commenta Snaidero - non lasciano dubbi rispetto al momento difficile che sta vivendo l'intera filiera dell'arredamento. Dopo un buon triennio dal '98 al 2000, lo scorso anno abbiamo dovuto affrontare come tutti un'incredibile sequenza di shock negativi che hanno condizionato l'economia internazionale. Ci aspettavamo un 2002 di stabilizzazione, ma la ripresa, rimandata di mese in mese sembra addirittura attesa non prima del 2004". I dati preconsuntivi elaborati dal Centro Studi Cosmit/Federlegno-Arredo, rivelano che il Legno-Arredamento, che include il monte e il valle della filiera, vedrà diminuire il proprio fatturato dell'1,8% per un totale di 38,06 miliardi di euro nel 2002. "Sebbene un risultato negativo fosse largamente atteso - spiega il presidente di Federlegno-Arredo - sono due gli aspetti che colpiscono: il primo riguarda la sostanziale sintonia nella negatività di mercati esteri e mercato interno, quest'ultimo solo in parte favorito dal perdurare dalle agevolazioni fiscali alle ristrutturazioni. Il secondo elemento di riflessione riguarda invece le importazioni che se pure rispondono ad un bisogno strutturale di materia prima del nostro paese (l'importazione del legno grezzo da lavorare) sono il segnale di un aumento della penetrazione di beni prodotti al di fuor dei confini domestici e della possibile perdita di quote di mercato sul fronte interno". Proprio sulla competitività, gli imprenditori della Federlegno-Arredo, sono convinti di trovare buona parte delle motivazioni dell'attuale crisi. "Le parole di Ciampi - spiega Paolo Lombardi, direttore di Federlegno-Arredo - sono certamente condivisibili, ma devono essere l'occasione per riflettere sulla questione della competitività del sistema paese. Se guardiamo alle ultime previsioni dell'Ocse, il nostro crescerà quest'anno dello 0,3% contro una media UE dello 0,9% e una media dei paesi Ocse dell'1,5%. Il rischio di uno scivolamento all'indietro dell'economia italiana è un fatto concreto." Nel dibattito sulla competitività Snaidero si dice preoccupato dei risultati dell'Italia: "ll World Economic Forum ha sancito un peggioramento della competitività complessiva del nostro paese che scivola dal 26m0 posto dello scorso anno, al 39m0 di quest'anno. Nell'indice di libertà economica poi l'Italia rimane al penultimo posto in Europa con un voto immutato rispetto all'anno precedente, anche se dal punto di vista della struttura di base dell'economia e della stabilità dei prezzi la situazione appare addirittura leggermente peggiorata". Secondo gli industriali del Legno-Arredo, queste considerazioni richiedono, nella lettura dei risultati economici del settore, una riflessione più ampia che tocca i nodi cruciali della crisi dei sistema paese: l'attuazione di una politica industriale per le piccole-medie imprese, ammortizzatori sociali più consoni alla struttura e al momento economico italiano, l'aumento della spesa per ricerca scientifica e formazione, il sostegno all'esportazione e agli investimenti all'estero, la trasformazione dei distretti industriali nel processo di globalizzazione. "Il calo del settore a monte della filiera - spiega Lombardi - che notoriamente anticipa di qualche mese la congiuntura dell'arredamento, non lascia dubbi sul fatto che la ripresa non sia imminente. La maggiore negatività del mercato domestico del settore legno (-0, 8%) rispetto alla media settoriale (-0, 7%), seppure contenuta, potrebbe inoltre prefigurare uno scenario nel quale la filiera non ha ancora raggiunto il punto massimo della crisi e i tempi per un rilancio paiono allontanarsi." Nel settore arredamento peraltro i risultati economici sembrano confermare le aspettative negative del settore. "La ripresa del settore immobiliare - continua Roberto Snaidero, presidente della Federazione - e gli incentivi sulle ristrutturazioni non sono bastati a contenere il rallentamento delle vendite. Il calo di fatturato dell'1, 7% è il più consistente da diversi anni a questa parte. Mi pare significativo il fatto che il mercato immobiliare non abbia generato una domanda di prodotti di arredo: si tratta in effetti di una diversificazione di investimento più che l'effetto di una crescita di fiducia delle famiglie." futuro - continua Snaidero - è anzi uno dei fattori che ha maggiormente condizionato il nostro settore. Ma dare la colpa solo agli shock internazionali sarebbe sbagliato. 11 peso del debito pubblico su ciascun cittadino è aumentato arrivando quasi a raddoppiare quello di dieci anni fa. La crescita del rapporto deficit/PIL, anche oltre le previsioni del governo, ha interrotto il trend positivo degli ultimi anni e non può che destare la preoccupazione nei consumatori di una nuova stretta fiscale nel medio periodo. "Dove trovare allora i presupposti per uno scatto d'orgoglio?" si chiede Snaidero. `In verità non è tutto negativo se si considera il fatto che il costo del denaro è ai minimi storici e che le relazioni industriali nel settore sono orientate ad una collaborazione costruttiva. E' vero che il nostro paese è quart'ultimo in Europa per spesa in ricerca e innovazione, ma è primo per capacità di produrre prodotti innovativi nel settore manifatturiero." 'Lo scatto di orgoglio che devono avere gli imprenditori - conclude Snaidero - riguarda soprattutto la fiducia nel proprio paese e nel proprio sistema competitivo. Ma una condizione irrinunciabile per ritrovare questa fiducia è la constatazione di un'azione di governo concreta e capace di sfruttare i vantaggi competitivi del paese nei settori di specializzazione del made-in-Italy'.

IL SETTORE AEREO PRIVATO DELLA COPERTURA ASSICURATIVA: LA COMMISSIONE AUTORIZZA GLI AIUTI ISTITUITI DALL'ITALIA
Bruxelles, 12 dicembre 2002 - La Commissione ha autorizzato ieri il regime di aiuti istituito dalla Repubblica italiana tra il 28 settembre 2001 e il 31 ottobre 2002 a seguito degli attentati terroristici negli Stati Uniti dell'11 settembre 2001. Il regime ha garantito agli operatori del settore aereo la copertura assicurativa non prestata dalle assicurazioni commerciali. La decisione della Commissione è analoga a una serie di decisioni precedentemente adottate(1) ed è logica conseguenza delle due comunicazioni del 10 ottobre 2002 e del 2 luglio 2002 sulle conseguenze degli attentati dell'11 settembre sul settore aereo. Nelle due comunicazioni la Commissione aveva osservato che talune categorie di aiuti (fra i quali gli aiuti per le assicurazioni) destinati ad ovviare ai danni arrecati da calamità naturali o da eventi eccezionali, potevano essere erogati, a titolo eccezionale, al settore aereo. La Commissione ha autorizzato oggi i regimi di aiuto istituiti dall'Italia e restati in vigore fino al 31 ottobre 2002. La Commissione ricorda altresì le dichiarazioni che essa ha fatto in sede di Consiglio "Trasporti" del 3 e 4 ottobre 2002, secondo le quali la situazione attuale sul mercato dei trasporti aerei in Europa non è più tale da giustificare un'ulteriore proroga dei meccanismi di garanzia istituiti dagli Stati membri al di là del 31 ottobre 2002. La Commissione continua infatti ad applicare le disposizioni del trattato in materia di aiuti di Stato sulla base di un esame individuale di tali aiuti, tenendo conto della peculiarità della situazione che essi si propongono di rimediare.

RYANAIR, LA COMPAGNIA AEREA NO. 1 IN ITALIA LANCIA NUOVE TARIFFE IMBATTIBILI BRUXELLES (CHARLEROI) DA € 9.99 SOLO ANDATA TASSE ESCLUSE GERONA (BARCELLONA) DA €9.99 SOLO ANDATA TASSE ESCLUSE
Milano, 12 maggio 2002 - Ryanair, l'unica compagnia aerea a bassa tariffa in Europa, ha annunciato oggi una serie di tariffe speciali dalla nuova base di Milano Orio al Serio. Le offerte speciali vengono lanciate per festeggiare il successo delle nuove rotte Ryanair su Barcellona, Bruxelles, Londra Luton, Londra Stansted, Amburgo e Francoforte. Con tariffe a partire da soli €9.99, Ryanair apre ai lombardi le porte dell'Europa con prezzi mai visti prima in Italia. L'ultima campagna Ryanair volta ad offrire viaggi aerei a bassa tariffa in Italia ha riscontrato un eccezionale successo. Lo straordinario numero di prenotazioni anticipate già registrate dalla nuova base di Milano Orio al Serio sulle rotte che partiranno il 6 febbraio 2003, dimostra che le tariffe Ryanair hanno conquistato il pubblico italiano anche in periodi di viaggio che tradizionalmente vengono considerati di bassa stagione. Ryanair prevede per l'anno prossimo di far viaggiare 1.5 milioni di passeggeri dalla nuova base e, con l'arrivo di un nuovo aeromobile Boeing 737-800, anticipa un ulteriore sviluppo. Micheal O'Leary, Amministratore Delegato Ryanair ha detto: " L'Italia rappresenta il terzo mercato per importanza e la nostra nuova base di Milano Orio al Serio darà la possibilità al pubblico italiano di beneficiare di tariffe fantastiche su destinazioni in tutta Europa. Il successo degli altri 11 aeroporti in cui opera Ryanair che collegano l'Italia a Londra Stansted, Bruxelles Charleroi e Francoforte Hahn, rappresentano una piattaforma fenomenale. La nuova base e queste speciali basse tariffe dimostrano ancora una volta l'impegno di Ryanair nel rivoluzionare il trasporto aereo da e verso l'Italia. Ancora una volta abbiamo dimostrato che la gente viaggia se ritiene che il prezzo sia giusto. Le tariffe alte applicate da Alitalia hanno senza dubbio creato stagnazione nel mercato del trasporto aereo ma, fortunatamente per il pubblico italiano, la formula delle tariffe basse di Ryanair ha fortemente cambiato questa situazione. li nostro messaggio è semplice: Viaggiate con Ryanair, vi porteremo in tutta Europa facendovi risparmiare denaro. La gente può iniziare a risparmiare immediatamente avvalendosi delle nostre tariffe speciali per festeggiare l'apertura della nuova base. 

Rotta

Alitalia

(da Milano Linate e

Milano Malpensa)

Ryanair

(Da Milano Orio al Serio)

saving

Bruxelles

Charleroi

521.00

9.99

98%

Gerona

Barcellona

465.00

9.99

97%

Francoforte Hahn

390.00

                      19.99

94%

Parigi Beauvais

475.00

                      19.99

95%

Amburgo Lubeck

563.00

                      19.99

96%

Londra Luton

and Stansted

544.00

                       19.99

96%

 

CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA: +1,3% A NOVEMBRE NEI PRIMI UNDICI MESI DEL 2002 LA DOMANDA CRESCE DELL'1,8%
Roma, 12 dicembre 2002 - Più 1,3% è la crescita della domanda di energia elettrica nel mese di novembre 2002 rispetto al corrispondente mese dell'anno 2001. 26,3 miliardi di kwh è stato il totale dell'energia richiesta in Italia. Il risultato ha risentito di fattori calendariali (una giornata lavorativa in meno rispetto a novembre 2001) e di fattori climatici (temperatura media mensile superiore di tre gradi rispetto allo stesso mese dell'anno precedente). Depurata da questi effetti la variazione della domanda è risultata pari a +3,4%. Dall'analisi effettuata dal Gestore della Rete emerge che la crescita dei consumi, registrata a novembre 2002, rispetto a novembre 2001, ha interessato tutto il territorio nazionale: +1,1% al Nord, +0,9% al Centro, +2,0% al Sud. I 26,3 miliardi di kwh richiesti nel mese di novembre 2002 risultano distribuiti per il 47,4% al Nord, per il 29,2% al Centro e per il 23,4% al Sud. Rispetto a novembre 2001, la dinamica tendenziale della richiesta di energia elettrica sul territorio, nel mese di novembre 2002, ha fatto registrare un +6,9% in Sardegna e un +2,4% in Sicilia. Nel mese di novembre 2002 il fabbisogno nazionale di energia elettrica è stato coperto per l'82,9% con la produzione nazionale e per la quota restante (17,1%) facendo ricorso alle importazioni, che risultano in lieve aumento (+0,8%) rispetto a novembre 2001. In particolare si è avuto a novembre 2002, rispetto allo stesso mese del 2001, un aumento delle produzioni idroelettrica (+31,6%), geotermoelettrica (+15,5%) ed eolica (+36,4%). In diminuzione la produzione termoelettrica (-4,5%). Complessivamente la produzione nazionale a novembre 2002 è cresciuta dell'1,5% rispetto a novembre 2001. Il profilo congiunturale della domanda elettrica di novembre 2002, pur mantenendosi su livelli positivi, ha fatto registrare solo un modesto incremento rispetto al precedente mese di ottobre. Nei primi undici mesi del 2002 la richiesta di energia elettrica è aumentata complessivamente dell'1,8% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Queste ed altre informazioni sono disponibili nella pubblicazione "Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico", che commenta in modo analitico l'andamento dei consumi elettrici mensili, consultabile alla voce "dati statistici" del sito web www.grtn.it

A CRACOVIA L'OTTAVA CONFERENZA ANNUALE DI "ENERGIE-CITÉS"
Milano, 12 dicembre 2002 - La rete polacca "Energie-Cités", in collaborazione con la Città di Cracovia, la Regione di Malopolska e la Commissione europea, terrà l'ottava edizione della propria conferenza annuale il 3 e il 4 aprile 2003 a Cracovia (Polonia), dal titolo "Gestione sostenibile dell'energia negli edifici ed impianti municipali". La manifestazione offrirà l'opportunità di ottenere informazioni sulle iniziative di successo in tale settore, di costituire partenariati pubblico-privati e di sviluppare la cooperazione sostenibile tra le città dell'UE e dei paesi dell'Europa centrale ed orientale. Gli argomenti principali riguarderanno i metodi di gestione sostenibile dell'energia per gli edifici pubblici, il parco di veicoli municipali, gli impianti di trattamento delle acque e l'illuminazione stradale, nonché i modi di incoraggiare i programmi di risparmio energetico, la riduzione del consumo di combustibili fossili e l'uso di fonti energetiche rinnovabili. La manifestazione si rivolge ai rappresentanti di infrastrutture pubbliche (scuole, uffici amministrativi, reti ed associazioni municipali), di imprese private (aziende energetiche e banche) e di governi europei e nazionali. Nel corso della conferenza sarà organizzato un forum di scambio per promuovere la cooperazione tra le città dell'Unione europea e dei paesi dell'Europa centrale ed orientale. Per informazioni e per le iscrizioni: http://www.energie-cites.org

GRANDI RISCHI: QUI CI VOGLIONO CATASTROFI ASSICURATE
Roma, 12 dicembre 2002 - Il 25-30% del territorio italiano è a rischio frana, il 10% a rischio alluvione, il 70% a rischio terremoti, e dato più allarmante, il 20% del suolo italiano è considerato ad alta pericolosità, vale a dire esposto al rischio di un qualche evento dannoso nel corso di un secolo. Partendo da questi dati, Copit (Comitato Parlamentare per lo Sviluppo delle Tecnologie), Ispro (Istituto Superiore Protezione Civile) e Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) hanno organizzato a Roma, il 12 dicembre 2002 alle ore 14,00 presso l'Aula Grande dell'ex hotel Bologna (via di Santa Chiara), un incontro tra parlamentari ed esperti per sollecitare l'attenzione del Governo su nuove iniziative legislative per la riduzione degli effetti delle calamità naturali. In particolare, introducendo l'obbligo della copertura assicurativa dei rischi legati alle catastrofi l'Italia si adeguerebbe alla legislazione vigente in molti altri paesi, tra cui Francia, Svizzera e Giappone, e soprattutto potrebbe ridurre sensibilmente il danno economico determinato dall'evento. All'incontro prenderanno parte tra gli altri Lucio Ubertini, direttore dell'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Cnr, Enzo Boschi, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Vincenzo Rizzo, Direttore del Cern (Centro Rischi Risorse Naturali) a cui aderisce anche il Cnr, Gianni Pittella, della Commissione Bilancio Ue, Roberto Formigoni, Carla Mazzuca e Tiziano Treu.

LA COMMISSIONE PROPONE UN NUOVO REGIME D'IMPORTAZIONE DEI CEREALI PER GLI USA E IL CANADA
Bruxelles, 12 dicembre 2002 La Commissione europea ha adottato in data odierna una proposta in cui invita il Consiglio ad approvare l'accordo, concluso con gli Usa e il Canada lo scorso novembre, relativo ad un nuovo regime per le importazioni di frumento di qualità media e di qualità inferiore e d'orzo. L'accordo, sotto forma di uno scambio di lettere tra l'Unione europea, da una parte, e gli Usa e il Canada, dall'altra, prevede l'apertura di un contingente tariffario di 2 981 600 tonnellate per il frumento di qualità media e di qualità inferiore a un dazio di 12 euro/tonnellata. Nell'ambito di tale contingente saranno assegnate agli Usa e al Canada, rispettivamente, 572 000 tonnellate e 38 000 tonnellate. Al di fuori del contingente il dazio sarà di 95 euro/tonnellata. Quanto all'orzo, è prevista l'apertura di un contingente di 50 000 tonnellate per l'orzo da birra, a un dazio di 8 euro/tonnellata, e un contingente di 300 000 tonnellate per le altre varietà, a un dazio di 16 euro/tonnellata. Al di fuori di questi contingenti sarà mantenuto l'attuale dazio di 93 euro/tonnellata. Il nuovo regime entrerà in vigore il 1° gennaio 2003, dopo che la proposta sarà stata adottata dal Consiglio. "Il nuovo regime consentirà all'UE di ovviare al cattivo funzionamento dell'attuale regime di importazione dei cereali e rimetterà in equilibrio il nostro mercato. Esso è stato peraltro concepito per rispettare integralmente gli impegni assunti nell'ambito delll'Omc: i nostri mercati resteranno pertanto aperti alle importazioni provenienti da tutti i paesi fornitori, in particolare per i prodotti di elevata qualità " ha affermato Franz Fischler, Commissario UE per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca.

IN UN CONVEGNO, CONSIGLI IN VISTA DEL NATALE ACQUISTI? LA GARANZIA RADDOPPIA DUE ANNI VALE PER TUTTI GLI ELETTRODOMESTICI, DAL FRIGORIFERO AL TELEVISORE, DAL FERRO DA STIRO AL COMPUTER, DALLA LAVASTOVIGLIE AL BAROMETRO. ANCHE SE NON È SCRITTO IN GARANZIA
Milano, 12 dicembre 2002. In vista del Natale non tutti i consumatori sanno che per molti dei regali che stanno comprando la garanzia raddoppia. I beni di consumo messi in vendita, e quindi acquistati, devono essere coperti da una garanzia di almeno due anni. Lo prevede, a partire dal 23 marzo scorso, il decreto legislativo n. 24 del 2.2.2002, emanato in applicazione di una direttiva europea , la 1999/44 Ce, a sua volta relativa ad alcuni aspetti della vendita e delle garanzie dei beni di consumo. Il decreto ha introdotto una serie di importanti novità, che a 8 mesi dalla sua entrata in vigore non sono ancora del tutto conosciute. Se ne è parlato oggi in Camera di Commercio durante il seminario: "La disciplina delle garanzie nella vendita di beni di consumo e gli indirizzi comunitari sulla tutela dei diritti dei consumatori", organizzato dalla Camera di Commercio di Milano e dall'Isdaci, Istituto per lo Studio e la Diffusione dell'Arbitrato e del Diritto Commerciale Internazionale. Beni di consumo: quali sì, quali no. Dal frigorifero al televisore, dal ferro da stiro al computer, dalla lavastoviglie al barometro. Per "bene di consumo" la direttiva comunitaria intende "qualsiasi bene mobile materiale". Purché chi lo acquista non lo utilizzi per scopi professionali, bensì se ne serva per "soddisfare esclusivamente esigenze personali e private (di salute, di estetica, di comfort, di uso nella vita di relazione, di diletto, ecc.)". Inoltre, la direttiva in questione non si applica a determinate categorie di prodotti quali: i beni oggetto di vendita forzata, o comunque venduti dalle autorità giudiziarie; l'acqua e il gas, quando non confezionati e venduti in quantità determinate; l'energia elettrica. Due anni di garanzia, ma non solo. Oltre alla durata minima della garanzia, non inferiore come si è detto ai due anni (che poi diventano 26 mesi, se si considera che l'utente, dal momento in cui si accorge del difetto o del guasto, ha due mesi di tempo per denunciare l'accaduto al venditore), la direttiva Ce stabilisce anche che: il prodotto deve avere tutte le caratteristiche promesse, per cui il produttore è vincolato ai contenuti delle sue pubblicità; oggetto della garanzia è anche l'installazione effettuata dal venditore; al venditore si potrà chiedere la riparazione gratuita o la sostituzione del prodotto, oltre alla riduzione del prezzo o alla risoluzione del contratto; il consumatore non è vincolato da clausole non conformi al contenuto della direttiva. Insomma, una serie di novità tutt'altro che marginali, per comprendere e orientarsi fra le quali l'Euro Info Centre, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, si pone ancora una volta al servizio dell'utente con il suo servizio informativo. "Una direttiva come questa - spiega Guido Galardi, presidente dell'Euro Info Centre, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano - necessita della massima attenzione. Da parte di tutti: di chi produce, di chi vende e, ovviamente, di chi acquista. La figura del commerciante, in particolare, ne esce maggiormente responsabilizzata e, di conseguenza, più trasparente: è lui il garante del prodotto, a lui spetta assicurare che il bene soddisfi le necessità del cliente, che l'installazione sia adeguata, che il consumatore, insomma, sia soddisfatto. Mentre al produttore si chiede particolare attenzione nella redazione delle etichettature, dei manuali di istruzioni, di tutto quanto descrive le qualità e le caratteristiche del prodotto. Inclusa la preparazione delle campagne pubblicitarie".

PRESENTAZIONE ''LE FORME DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI'' - SECONDO RAPPORTO FISE ASSOAMBIENTE UN'INDAGINE CONDOTTA SULLA TOTALITA' DEI COMUNI ITALIANI CON PIU' DI 5.000 ABITANTI E SUL 10% DI QUELLI SOTTO TALE QUOTA
Milano, 12 dicembre 2002 - Anche quest'anno, FISE Assoambiente presenta il Rapporto su ''Le forme di gestione dei rifiuti urbani'', un'indagine rigorosa ed innovativa volta ad ''esaminare'' l'incidenza dei diversi modelli di gestione nella raccolta, nel trasporto e nello smaltimento dei rifiuti urbani. Attivita', queste ultime, svolte da aziende o societa' interamente controllate dagli stessi Comuni, da societa' a capitale misto pubblico-privato e da imprese private. In un settore in cui liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici sono temi cui il legislatore nazionale e regionale, il Governo e la Commissione europea dedicano particolare attenzione, FISE Assoambiente ha avvertito l'esigenza di realizzare un 2° Rapporto al fine di acquisire ed analizzare dati aggiornati e verificare, attraverso il raffronto, le tendenze del mercato. Fra gli spunti piu' interessanti e significativi offerti da questa indagine si evidenziano: la significativa riduzione della gestione diretta, alcune contrazioni del mercato per il privato (ma non nella gestione degli impianti), una crescita delle societa' a capitale misto e, soprattutto, una diminuzione del ricorso alla discarica a favore dell'inceneritore. Il ricorso alla gestione della raccolta e del trasporto dei rifiuti urbani da parte dello stesso comune ha registrato, infatti, una forte diminuzione passando da oltre il 24% del 1998 al 14,7% del 2002. La presenza di ''imprese pubbliche'' risulta particolarmente rilevante nel Nord Ovest (con dati che sfiorano il 46%), nel Nord Est con oltre il 43% di concentrazione ed al Centro con il 26,5%. Il Sud, invece, si distacca con un esiguo 9,7% con la sola eccezione della Campania in cui la presenza di imprese pubbliche e' rilevante con il 20,1%.Le societa' a capitale misto (presenti nel 12% dei Comuni intervistati) continuano ad essere, come gia' evidenziato nel Rapporto precedente, un modello di gestione meno diffuso dei due precedenti, ma in sensibile crescita. Il confronto con il Primo Rapporto sottolinea, infatti, un notevole e significativo incremento di presenza di queste societa' che nella precedente indagine registravano uno scarso 3%. Oltre il 43% dei Comuni italiani dichiara di gestire il trasporto e la raccolta dei rifiuti urbani attraverso imprese private. Tranne il Centro che si attesta solo sul 26,5%, le altre zone della penisola raggiungono, infatti, percentuali tra il 40% ed il 50%. Uno dei dati piu' interessanti emersi dalla ricerca e' quello riferito alla raccolta differenziata che registra dati vicini alla totalita' dei Comuni ed una media nazionale del 96,1%. Nel Nord Ovest (99,4%) e Nord Est (99,8%), la percentuale scende leggermente al Centro (98,3%) ed al Sud (90%). In questo senso, significativo e' l'incremento rilevato al Sud che passa dal 68% registrato nella precedente indagine al 90%. Altro elemento interessante riguarda lo smaltimento, che registra una notevole diminuzione dell'uso della discarica da parte dei Comuni, passato dal 92% al 76,4%. In conclusione, si puo' dedurre dall'indagine che i Comuni registrano un costante decremento di presenza, sia in termini di proprieta' che come soggetto gestore di impianti. Crescono, invece, le imprese pubbliche nella gestione della raccolta e trasporto, mentre rimangono stazionarie nella raccolta differenziata e decrescono in termini di presenza in tutte le forme di smaltimento. Le societa' miste in tutti i servizi attinenti ai rifiuti urbani riescono a raddoppiare, se non addirittura a triplicare i propri dati percentuali. I privati diminuiscono di qualche punto le percentuali relative alla raccolta come conseguenza della mancata liberalizzazione e delle diverse misure e situazioni che hanno favorito le imprese pubbliche e le stesse societa' a capitale misto a scapito di gestioni effettivamente private.

SCIOPERO NAZIONALE TRASPORTI PUBBLICI
Milano 12 dicembre 2002 - Per la giornata di lunedì 16 dicembre 2002, le organizzazioni sindacali Filt Cgil- Fit Cisl - Uilt Uil - Faisa Cisal - Ugl hanno dichiarato uno sciopero nazionale di 24 ore dalle ore 8.45 alle ore 15 e dalle ore 18 al termine del servizio per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale degli autoferrotranviari mentre l'organizzazione sindacale Slai Cobas aderirà allo sciopero dalle ore 8.45 alle ore 12.45. Il personale Atm addetto alla guida dei treni delle tre linee metropolitane, delle linee di superficie e gli operai che aderiscono all'agitazione si asterranno dal lavoro come indicato: dalle ore 8,45 alle ore 15. Atm informa che sulle linee metropolitane il ritorno alla normalità del servizio è previsto dopo circa 45 minuti dal termine dello sciopero. dalle ore 18 al termine del servizio.

PROGETTO PINOCCHIO RAGAZZI CHE HANNO PROBLEMI CON LA LEGGE. COME INFORMARLI SUL PROCESSO E AIUTARLI A COSTRUIRSI UN FUTURO.
Milano, 12 dicembre 2002 - Il Progetto Pinocchio nasce dall'esigenza di affrontare con strumenti efficaci di comunicazione, il problema dei minori a rischio e in difficoltà. Si tratta di una campagna informativa e divulgativa pluriennale, frutto della collaborazione di più soggetti, rivolta ai minori italiani e stranieri sottoposti a procedimento penale, agli operatori del settore (educatori, mediatori culturali, assistenti sociali, polizia penitenziaria, volontari ecc.) e all'opinione pubblica. Gli obiettivi principali: chiarire dubbi sull'iter giudiziario penale minorile; fornire informazioni riguardo alle risorse del territorio per il recupero sociale; dotare gli operatori di strumenti di facile consultazione e declinati in diverse lingue per comunicare con i ragazzi; renderli consapevoli dei propri doveri e dei propri diritti e informarli, aiutandoli a eliminare la sensazione di essere in balia di eventi incontrollabili. Pinocchio è in qualche modo il simbolo di questi ragazzi perché come loro, lottando per diventare grande, si mette nei guai. La campagna nasce dalla collaborazione di associazioni che operano sul territorio fornendo assistenza ai detenuti e organizzando incontri informativi, come Avp (Associazione Volontariato Penitenziario) e Adelf (Associazione per la Diffusione della Cultura della Legalità), o come Emasi (Ente Milanese Assistenza Solidarietà Integrazione), che si occupa di immigrazione extracomunitaria, con Carthusia Edizioni, casa editrice specializzata in ideazione e realizzazione di progetti di comunicazione per ragazzi. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Direzione Generale per l'Immigrazione) e le Regioni Lombardia e Toscana hanno contribuito al progetto offrendo il loro sostegno economico, il Ministero della Giustizia e la Rappresentanza a Milano della Commissione europea dando il patrocinio. La supervisione dei contenuti è stata affidata a esperti della materia: i Centri di Giustizia Minorile di Lombardia e Toscana. Gli strumenti di Progetto Pinocchio: un kit con una guida per gli operatori e 7 pieghevoli nelle 7 lingue più diffuse tra i ragazzi sottoposti a procedimento penale (albanese, arabo, croato, italiano, rumeno, serbo e spagnolo), un Cd-Rom e un Sito Internet interattivo. La distribuzione dei 2.000 kit, 6.000 Cd-Rom e relativi supporti è in svolgimento nelle due Regioni pilota, Lombardia e Toscana, e a livello nazionale attraverso i Tribunali dei Minori, i Centri di Giustizia Minorile, gli Istituti Penali Minorili, i Commissariati, i Centri di Prima Accoglienza e le Comunità di Recupero. Progetto Pinocchio: Primo Premio Assoluto, Sezione Editoria della 3° edizione "Premio Cenacolo" (anno 2002). "Si è voluto premiare un prodotto che affronta un tema di grande rilevanza sociale come quello dei minori in difficoltà... la declinazione in diverse lingue, l'aspetto grafico e visivo, le sinergie create con le istituzioni pubbliche fanno di Progetto Pinocchio un prodotto editoriale articolato ed efficace in un territorio ancora poco esplorato. " (Giuria Premio Cenacolo).

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