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12 DICEMBRE 2002
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LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UNA VASTA RIFORMA DEL
SISTEMA COMUNITARIO DI CONTROLLO DELLE CONCENTRAZIONI
Bruxelles, 12 dicembre 2002 - La Commissione europea ha deciso oggi la più
vasta riforma del suo regime di controllo delle concentrazioni dall'entrata in
vigore del regolamento comunitario sulle concentrazioni nel 1990. "Le
riforme miglioreranno in modo significativo il nostro sistema di controllo delle
concentrazioni, facendone, ne sono convinto, un modello da emulare su scala
mondiale" - ha dichiarato Mario Monti, commissario responsabile della
politica di concorrenza. Oltre alla proposta di revisione del regolamento sulle
concentrazioni, che dovrà essere approvata dal Consiglio dei ministri dell'UE,
la Commissione ha adottato anche un progetto di orientamenti per la valutazione
delle concentrazioni tra imprese concorrenti ("concentrazioni
orizzontali") intese a servire da guida per gli operatori economici e del
diritto. Infine sarà presa una serie di misure di carattere non legislativo
intese a migliorare il processo decisionale interno della Commissione, tra cui
l'istituzione del posto di Economista capo della concorrenza. "Questa nuova
carica sarà ricoperta da un eminente economista che avrà il compito di
illustrare il punto di vista economico ai responsabili delle decisioni, nonché
di fornire in permanenza degli orientamenti ai funzionari della Commissione
impegnati nelle istruttorie" - ha aggiunto Monti. "Sono convinto che
questa nomina sarà molto utile per accrescere la solidità delle nostre analisi
economiche, non solo nel campo del controllo delle concentrazioni ma anche negli
altri ambiti della politica di concorrenza e degli aiuti di Stato più in
generale." La Commissione europea ha adottato oggi un esauriente pacchetto
di riforma del sistema di controllo delle concentrazioni, inteso ad offrire un
regime normativo di eccellenza mondiale alle imprese che chiedono
l'autorizzazione a realizzare fusioni ed acquisizioni nell'Unione europea, forte
dei suoi 380 milioni di consumatori, destinati a diventare presto 450 milioni.
La riforma, che poggia su 12 anni di esperienza, combinerà tempi procedurali
prevedibili con un processo decisionale migliorato, fondato su una solida
analisi economica e nel quale le imprese partecipanti alla concentrazione
avranno maggiori opportunità di far valere i loro argomenti. Il pacchetto
consiste di: a) una proposta di revisione del regolamento sulle concentrazioni;
b) un progetto di orientamenti per la valutazione delle "concentrazioni
orizzontali", cioè le concentrazioni tra imprese concorrenti; c) una serie
di misure non legislative intese a migliorare il processo decisionale, parte
delle quali sono contenute in una raccolta di migliori pratiche. Tutti e tre
questi testi saranno disponibili tra breve sul sito della DG Concorrenza della
Commissione http://europa.eu.int/comm/competition/index_en.html
Proposta di revisione del regolamento sulle concentrazioni Il regolamento sulle
concentrazioni, adottato nel 1989 e in vigore dal 21 dicembre 1990, si fonda sul
principio dello "sportello unico", il che significa che le operazioni
transfrontaliere di grandi dimensioni sono esaminate esclusivamente dalla
Commissione e non devono essere approvate da alcuna giurisdizione nazionale
dell'UE(1). Il regolamento assicura anche che le concentrazioni siano esaminate
entro tempi brevi e che siano pubblicate in ciascun caso decisioni motivate,
garantendo la trasparenza e la certezza del diritto. Esattamente un anno fa la
Commissione aveva adottato un Libro verde che invitava ad esprimersi sulle
possibili direzioni che doveva prendere la riforma del sistema comunitario di
controllo delle concentrazioni. Nell'arco dello scorso anno la Commissione ha
ricevuto numerosi contributi scritti e si è impegnata in ampie consultazioni
con gli Stati membri, il Parlamento europeo, gli ambienti economici, gli
operatori del diritto, i rappresentanti dei consumatori e dei lavoratori e altri
interessati. Oggi la Commissione ha adottato la sua proposta di modifica del
regolamento sulle concentrazioni, i cui punti salienti sono i seguenti: La
proposta mira a chiarire i criteri sostanziali per l'analisi delle
concentrazioni sotto il profilo della concorrenza, precisando in particolare che
il regolamento può essere applicato in situazioni di oligopolio che possono
dare origine a problemi di concorrenza. Il nuovo testo proposto mira inoltre a
razionalizzare i tempi della notifica dei progetti di concentrazione alla
Commissione, introducendo la possibilità di una notifica prima della
conclusione di un accordo vincolante e sopprimendo l'obbligo di notificare la
transazione entro una settimana dalla conclusione di un simile accordo. Si
tratta di adeguamenti intesi ad eliminare rigidità non necessarie della
normativa e facilitare il coordinamento delle istruttorie sulle concentrazioni
con le autorità garanti della concorrenza di altre giurisdizioni. È prevista
anche la semplificazione del sistema di rinvio dell'esame delle concentrazioni
dalla Commissione agli Stati membri e viceversa. La riforma cerca di far sì
che, in linea con il principio di sussidiarietà, ciascuna operazione sia
esaminata dall'autorità che si trova nella posizione migliore per farlo,
riducendo nel contempo l'incidenza delle notifiche multiple, ossia della
notifica della stessa operazioni a più autorità garanti della concorrenza
dell'UE(2). La Commissione propone di rendere più flessibili le scadenze
procedurali delle indagini sulle concentrazioni, in particolare per i casi
complessi. Se per una concentrazione notificata viene aperta un'indagine
approfondita, si propone di aggiungere tre settimane al termine previsto se le
imprese propongono delle misure correttive, lasciando così più tempo per la
valutazione delle misure stesse ed anche per la consultazione degli Stati
membri. Si propone anche di introdurre la possibilità di prorogare di un
massimo di quattro settimane, con il consenso delle imprese partecipanti alla
concentrazione, il termine per la presa di una decisione definitiva, allo scopo
di consentire un'indagine esauriente, considerando che la Commissione è tenuta
a motivare in modo circostanziato le sue conclusioni quando ritiene di dover
intervenire. I poteri di indagine della Commissione saranno anch'essi
rafforzati, secondo la proposta, dandole la possibilità di acquisire più
agevolmente informazioni per le esigenze delle sue indagini, tra l'altro
comminando ammende più elevate a chi si rifiuti di ottemperare alla richiesta
di fornire informazioni in suo possesso. Per esempio, le ammende che possono
essere inflitte alle imprese che danno informazioni false o fuorvianti
passerebbero, dal livello attuale di 50.000 euro, ad un massimo dell'1% del
fatturato complessivo. Si tratta dei medesimi importi previsti nel quadro dei
poteri di indagine conferiti alla Commissione nel nuovo regolamento di
applicazione degli articoli 81 e 82 del trattato adottato dal Consiglio dei
ministri il 26 novembre scorso. La proposta di regolamento modificato è
indirizzata al Consiglio dei ministri, ma verrà consultato anche il Parlamento
europeo. Il nuovo testo dovrebbe essere discusso dal Consiglio nel corso del
2003 per entrare in vigore il 1° maggio 2004. Migliorare il processo
decisionale È prevista una serie di ulteriori misure non legislative intese a
migliorare la qualità del processo decisionale della Commissione nell'esame
delle concentrazioni, nonché a dare alle imprese partecipanti alla
concentrazione migliori possibilità di far valere il loro punto di vista nel
corso dell'indagine. Saranno prese le seguenti misure: È istituito il posto di
Economista capo della concorrenza presso la Direzione generale Concorrenza.
L'economista capo e i suoi collaboratori collaboreranno ai procedimenti
riguardanti le concentrazioni e ad altre indagini in materia di concorrenza. Sarà
designato un economista eminente, che verrà assunto dalla Commissione con
contratto a termine e collocato alle dirette dipendenze del direttore generale.
Il posto verrà bandito nelle prossime settimane. Verrà designato, per tutte le
indagini approfondite sulle concentrazioni, un "peer review panel",
composto di funzionari di grande esperienza, con il compito di riesaminare le
conclusioni dei funzionari incaricati del caso con uno "sguardo nuovo"
nei momenti chiave del procedimento. Verrà assegnato ulteriore personale di
sostegno ai consiglieri-auditori della Commissione(3). Sarà designato un
funzionario di collegamento con i consumatori all'interno della DG Concorrenza
in modo che la voce dei consumatori sia meglio ascoltata. Alle imprese il cui
progetto di concentrazione è all'esame verrà concesso di avere più presto
l'occasione di esaminare il contenuto del fascicolo della Commissione, specie
nei casi in cui viene aperta un'indagine approfondita(4). Verrà data alle
imprese il cui progetto di concentrazione è all'esame la possibilità di
esaminare con maggiore anticipo le osservazioni delle parti che esprimono delle
preoccupazioni per l'incidenza della concentrazione sulla concorrenza, nel
rispetto della riservatezza. Le imprese partecipanti alla concentrazione avranno
l'occasione, se possibile, di discutere le riserve espresse direttamente con i
terzi interessati e con la Commissione. La Commissione intende offrirsi
sistematicamente di organizzare degli incontri per fare il punto sullo
"stato dei lavori" tra la Commissione stessa e le imprese partecipanti
alla concentrazione in momenti decisivi del procedimento, garantendo così alle
imprese di essere tenute costantemente informate degli sviluppi di un'indagine
approfondita e di avere l'occasione di discutere il caso con alti funzionari
della Commissione. Alcune di queste misure di carattere amministrativo, che si
riferiscono al trattamento corrente dei casi di concentrazione, sono precisate
in un progetto di migliori pratiche che sarà sottoposto a consultazione prima
di essere definitivamente adottato. Progetto di comunicazione sulle
concentrazioni orizzontali e considerazioni di efficienza La Commissione ha
infine adottato un progetto di comunicazione sulla valutazione delle
concentrazioni tra imprese concorrenti (le cosiddette "concentrazioni
orizzontali"). Il progetto di comunicazione cerca di chiarire e di esporre
esaurientemente i principi fondamentali in base ai quali la Commissione valuta
le concentrazioni orizzontali, rendendo più trasparente e prevedibile la sua
analisi dei casi e assicurando a tutti gli interessati una maggiore certezza del
diritto. Si annuncia inoltre che la Commissione adotterà più tardi
orientamenti più dettagliati sui criteri che segue per la valutazione delle
concentrazioni "verticali" e "conglomerate". La prima serie
di orientamenti, ora presentati in forma di progetto, spiega come si analizzano
gli effetti di una concentrazione in un mercato, chiarendo, tra l'altro, come la
Commissione applicherà la nozione di posizione dominante in mercati
oligopolistici. Gli orientamenti rispecchiano l'esperienza acquisita nell'esame
degli oltre 2.000 casi notificati alla Commissione negli ultimi 12 anni e la
giurisprudenza della Corte di giustizia e del Tribunale di primo grado delle
Comunità europee. Essi indicano delle soglie al di là delle quali è
presumibile che esista una posizione dominante, ma ogni caso verrà ovviamente
valutato singolarmente. Gli orientamenti trattano anche di fattori specifici che
potrebbero contraddire la conclusione, inizialmente raggiunta, che la
concorrenza sarà pregiudicata - si tratta di elementi quali il potere degli
acquirenti, la facilità di ingresso nel mercato, il fatto che la concentrazione
potrebbe essere l'unica alternativa al fallimento dell'impresa acquisita e gli
incrementi di efficienza. La Commissione si dichiara esplicitamente disposta ad
esaminare attentamente i guadagni di efficienza fatti valere nel contesto della
valutazione complessiva di una concentrazione. L'argomento del miglioramento
dell'efficienza sarà accolto dalla Commissione solo se questa sarà in grado di
concludere con sufficiente certezza che gli incrementi di efficienza prodotti
dalla concentrazione accresceranno l'incentivo dell'impresa risultante dalla
concentrazione a comportarsi in modo favorevole agli interessi dei consumatori.
Perché la Commissione giunga ad una simile conclusione occorrerà che gli
incrementi di efficienza vadano a diretto beneficio dei consumatori e siano
considerevoli, tempestivi e verificabili. L'onere della prova deve inoltre
essere chiaramente addossato alle imprese partecipanti alla concentrazione, che
dovrebbero tra l'altro dimostrare che gli incrementi di efficienza hanno portata
tale da compensare gli eventuali effetti negativi della concentrazione sulla
concorrenza. Viene inoltre indicato che è altamente improbabile che
l'incremento dell'efficienza possa essere accettato come motivo sufficiente per
autorizzare una concentrazione che porti ad una situazione di monopolio o di
quasi-monopolio. Il progetto di comunicazione sarà ora sottoposto ad una larga
consultazione pubblica. Gli interessati sono invitati ad inviare i loro
contributi entro la fine del mese di marzo 2003. Controllo giurisdizionale La
Commissione continuerà ad adoperarsi affinché gli organi giurisdizionali
comunitari esaminino rapidamente i ricorsi proposti nei casi di concentrazione.
La messa in atto da parte del Tribunale di primo grado di una procedura
accelerata in casi recenti rappresenta già un notevole progresso, ma
l'obiettivo dovrebbe essere quello di assicurare che il riesame da parte dei
giudici si svolga entro tempi accettabili per delle operazioni
economico-finanziarie. La Commissione, in parallelo con le discussioni in sede
di Consiglio dei ministri sulla revisione del regolamento sulle concentrazioni,
esplorerà con gli Stati membri le diverse possibilità di accelerare il riesame
da parte dei giudici dei casi di concentrazione. La Commissione si consulterà
inoltre in merito con la Corte e il Tribunale. Statistiche sulle concentrazioni
Il numero di concentrazioni notificate alla Commissione è cresciuto
spettacolarmente negli anni '90, tanto che oggi viene esaminato un numero di
casi oltre cinque volte superiore a quello trattato ogni anno nei primi anni di
applicazione del regolamento sulle concentrazioni. Al culmine del recente boom
delle fusioni, il totale delle notifiche di concentrazioni ha toccato la cifra
di 335 nel 2001. Quest'anno è probabile che ci si fermerà intorno ai 270 casi.
Questo calo si spiega in larga parte con il rallentamento dell'economia in atto.
La maggior parte dei progetti di concentrazione notificati alla Commissione
riceve il via libera entro un mese ("prima fase" dell'indagine). Una
piccola quota delle operazioni notificate viene sottoposta ad un'indagine
approfondita ("seconda fase"), che attualmente può durare fino a
quattro mesi. La Commissione deve intervenire solo in una piccola percentuale
dei casi notificati. Un divieto assoluto è stato pronunciato molto raramente: i
18 divieti decisi dal 1990 ad oggi corrispondono a poco meno dell'1% delle
operazioni notificate. (1)La Commissione gode di una competenza esclusiva per le
operazioni in cui le imprese partecipanti hanno un fatturato mondiale
complessivo di almeno 5 miliardi di euro e almeno due di esse realizzano
ciascuna vendite per oltre 250 milioni di euro in Europa, a meno che ciascuna di
esse realizzi oltre i due terzi del suo fatturato europeo in un unico paese.
(2)Secondo la relazione della Commissione al Consiglio del giugno 2000 sul
funzionamento delle soglie di fatturato, 70 concentrazioni sono state notificate
a tre o più autorità nazionali tra il marzo 1998 e il dicembre 1999. (3) Si
tratta di funzionari indipendenti incaricati di garantire l'equità dei
procedimenti della Commissione in materia di concorrenza, e in particolare la
tutela dei diritti di difesa delle imprese. (4) Oggi le imprese partecipanti
alla concentrazione possono accedere al fascicolo della Commissione solo in uno
stadio avanzato del procedimento, ossia quando è stato trasmessa loro una
cosiddetta "comunicazione delle obiezioni" che espone le riserve della
Commissione sotto il profilo della concorrenza.
IL QUADRO DI VALUTAZIONE PER IL 2002 MOSTRA CHE I LIVELLI
DI INNOVAZIONE DELL'UE SONO ANCORA INFERIORI A USA E GIAPPONE
Bruxelles, 12 dicembre 2002 - La Commissione europea ha pubblicato il
"Quadro europeo di valutazione dell'innovazione 2002", dal quale
emerge che l'UE, nel complesso, continua ad essere in ritardo rispetto agli
Stati Uniti e al Giappone nella maggior parte dei settori chiave
dell'innovazione, ma che sta cominciando a recuperare in diversi ambiti. Il
Quadro di valutazione, pubblicato il 10 dicembre dalla DG Imprese della
Commissione, è uno strumento di analisi comparativa, che rientra nella
strategia volta a trasformare l'UE nell'economia basata sulla conoscenza più
competitiva al mondo entro il 2010. Per la prima volta, quest'anno il Quadro
europeo di valutazione dell'innovazione contiene i dati relativi ai paesi
candidati (dai quali emerge che tali paesi stanno riducendo il divario che li
separa dagli Stati membri dell'UE), ai paesi associati (Islanda, Norvegia e
Svizzera) e alle singole regioni all'interno degli Stati membri dell'Unione. Il
Quadro di valutazione contiene 17 indicatori principali, suddivisi in quattro
categorie: risorse umane; creazione di nuove conoscenze; trasferimento e
applicazione delle nuove conoscenze; finanziamento, prodotti e mercati
dell'innovazione. Questo documento si basa sulle informazioni fornite da
Eurostat, oppure su dati attinti da fonti private sufficientemente affidabili,
nel caso in cui non siano disponibili dati ufficiali. I dati relativi al 2002
confermano che le prestazioni dell'UE in termini di innovazione sono ancora
inferiori rispetto a quelle dei principali concorrenti internazionali (Stati
Uniti e Giappone). Il Giappone supera l'UE in otto dei dieci indicatori per i
quali sono disponibili dati comparabili e gli Stati Uniti dominano la classifica
in sette indicatori. L'unico ambito significativo in cui l'UE occupa il primo
posto, superando il Giappone, è quello relativo al tasso di collegamento
domestico ad Internet. L'emergere di alcune tendenze incoraggianti all'interno
dell'UE potrebbe compensare, almeno in parte, la delusione generata dai
risultati relativi agli indicatori. In cinque degli otto indicatori di tendenza
comparabili, l'UE ha mostrato un miglioramento più rapido degli Stati Uniti e,
rispetto al Giappone, ha prevalso in tutti e sette gli indicatori disponibili.
Tali risultati di tendenza positivi indicano che l'Europa probabilmente sta
recuperando terreno rispetto ai suoi principali concorrenti. I risultati più
preoccupanti riguardano il livello di R&S da parte delle imprese e i
brevetti nel settore dell'high-tech, per i quali le scarse prestazioni
registrate dall'analisi del 2001 persistono anche nell'edizione di quest'anno
del Quadro di valutazione. Il fatto che il margine di crescita della ricerca e
sviluppo (R&S) condotta dalle imprese nell'UE sia inferiore a quello degli
Usa suscita particolare preoccupazione, poiché questo costituisce il principale
indicatore di future innovazioni tecnologiche. I dati contenuti nel Quadro di
valutazione dell'innovazione 2002 forniscono la prova del fatto che i paesi
dell'Europa meridionale stanno colmando il divario rispetto al resto dell'UE. In
Portogallo e in Grecia i livelli di spesa, sia pubblica che privata, per la
R&S stanno crescendo più velocemente rispetto alla media europea, mentre la
Spagna supera di molto i livelli medi comunitari per quanto concerne
l'occupazione nell'ambito dei servizi high-tech e i brevetti nello stesso
settore. L'Italia è l'unico paese dell'area meridionale a non mostrare
significativi miglioramenti. La valutazione dei risultati ottenuti dai paesi
candidati è, nel complesso, molto positiva. Almeno quattro degli Stati in fase
di adesione sono molto vicini o hanno addirittura superato la media dell'UE in
quatto indicatori chiave: istruzione superiore, occupazione nell'industria
dell'high-tech, spesa per le Tic e investimenti stranieri diretti. Le tendenze
medie relative ai paesi candidati superano quelle dell'UE in cinque dei dieci
indicatori comparabili, in particolare in quelli riguardanti i mercati e gli
investimenti. I dati regionali disponibili suggeriscono un rapporto positivo fra
i risultati economici ottenuti da una regione e le sue prestazioni in termini
d'innovazione. Le prime dieci 10 regioni europee individuate dal quadro di
valutazione sono distribuite in sette paesi: Stoccolma (Svezia), Uusimaa (Suuralue
- Finlandia), Noord-Brabant (Paesi Bassi), regione dell'Est (Regno Unito),
Pohjois-Suomi (Finlandia), Ile-de-France (Francia), Baviera (Germania), regione
del Sud-Est (Regno Unito), Comunità di Madrid (Spagna) e Baden-Württemberg
(Germania). Gli indicatori regionali contemplati dal documento vengono definiti
il "primo passo verso il sostegno della politica regionale mediante dati
raffrontabili". Il Quadro di valutazione dell'innovazione è integrato da
sei documenti tecnici: Documento tecnico 1: Stati membri e paesi associati;
Documento tecnico 2: paesi candidati; Documento tecnico 3: regioni dell'Ue;
Documento tecnico 4: indicatori e definizioni; Documento tecnico 5: quadro di
valutazione tematico sulla formazione permanente e l'innovazione; Documento
tecnico 6: relazione metodologica. Tutti i documenti tecnici sono disponibili
sul sito web della Carta delle tendenze all'indirizzo sottoindicato.
"OCCUPAZIONE E FORMAZIONE NELL'INFORMATION
COMMUNICATION TECHNOLOGY" NEL RAPPORTO 2002 DI FEDERCOMIN, ANASIN,
ASSINFORM NEL SETTORE DELL'INFORMATICA E DELLE TELECOMUNICAZIONI (ICT), DAL 1999
AL 2002, IL NUMERO DELLE IMPRESE È CRESCIUTO DELL'11,3% E QUELLO DEGLI ADDETTI
DEL 9%.
Milano, 12 dicembre 2002 - Giulio Koch, Presidente di Assinform, Franco Patini,
Presidente di Anasin, Pietro Varaldo, Direttore generale di Federcomin e
Giancarlo Capitani, Amministratore delegato di NetConsulting, hanno presentato
oggi, nel corso di una Convegno che si è svolto presso il Circolo della Stampa,
i risultati del Rapporto 2002 su "Occupazione e formazione nell'Ict".
La ricerca, realizzata da Federcomin, Anasin ed Assinform, con la partecipazione
di Aiip, Assocertificatori, Fedoweb, Frt e la collaborazione scientifica della
Facoltà di Scienze Statistiche dell'Università di Milano Bicocca, Unioncamere
e Net Consulting, è un'approfondita analisi quantitativa e qualitativa
sull'evoluzione dell'occupazione generata dall'Ict (Information Communication
Technology) e dei processi formativi all'interno della Net Economy. Per Giulio
Koch, Presidente Assinform: "La rilevanza dell'Ict anche sotto il profilo
occupazionale conferma l'esigenza di accettare una prospettiva di continuo
cambiamento. Le trasformazioni indotte dalle tecnologie Ict, infatti, da un lato
creano esuberi e dall'altro una forte richiesta di profili professionali nuovi e
a più elevata qualificazione. Per far sì che l'occupazione e le stesse imprese
continuino a crescere è oramai essenziale favorire gli investimenti in nuove
competenze e nella riqualificazione professionale". Franco Patini,
Presidente Anasin, ha sottolineato che: "Le associazioni hanno realizzato
questo Rapporto convinte che nella Società della Conoscenza le risorse umane ed
il loro patrimonio di competenze sia la chiave strategica per realizzare -
attraverso un forte sforzo di articolati programmi di formazione e trasferimento
tecnologico - una politica di settore che consenta all'intero Paese di
raggiungere quella crescita che tutti auspichiamo". "ll messaggio che
emerge dal Rapporto 2002 è chiaro'; ha dichiarato Pietro Varaldo, Direttore
Generale Federcomin. "L'Italia non può permettersi il lusso di
interrompere il processo di crescita dell'Ict, settore trainante dell'economia
nazionale che genera e moltiplica l'occupazione. Il richiamo del Presidente
Ciampi alla sfida competitiva non ci trova impreparati. Siamo da tempo impegnati
nel riproporre il ruolo dell'innovazione come uno dei temi centrali della
modernità italiana". I risultati più significativi del Rapporto Crescono
le imprese Ict Le imprese del settore Ict sono passate da 77mila nel 2001 a
79mila nel 2002 (+2,6%). Nel 2001 la crescita era stata del 3,9%, mentre nel
2000 l'incremento era stato del 4,4%. Tassi più elevati si registrano per le
telecomunicazioni per effetto della nascita di nuovi operatori nel settore
(+6,8% nel 2002; +11,0% nel 2001; +8,8% nel 2000). Una spinta propulsiva viene
dalle aziende di software e servizi. Cresce il numero degli addetti In Italia,
nel 2002, il settore delle aziende Ict ha rappresentato, con 598mila addetti
totali, circa il 2,9% degli occupati complessivi. La crescita nel 2002 è stata
pari al 2,7%; nel 2001 era stata di identico valore (2,7%), mentre nel 2000 il
numero degli addetti era cresciuto del 3,4%. II tasso di sviluppo occupazionale
del periodo 1991-2002 è stato del 40,1%, realizzato soprattutto nell'ultimo
quinquennio (il corrispondente incremento del comparto Industria e Servizi è
stato del 7,3%). Nel 2002 la crescita si è registrata soprattutto nelle aziende
di piccole dimensioni (+8%) contro l'1,7% riscontrato nelle grandi. Ma il
"perimetro" della Net Economy è molto più ampio: un milione circa di
addetti Ict in senso stretto, impiegato presso aziende utenti o fomitrici; un
milione e 700mila circa di occupati con competenze Ict presso il settore utenti;
totale complessivo: due milioni e 700mila circa nel 2002: una realtà molto
importante per l'economia italiana. 3, 9 milioni di utenti evoluti La ricerca ha
individuato 3.900.000 circa di Power User (chi utilizza in autonomia un numero
molteplice di applicazioni IT, in modo non ripetitivo o meccanico) e 6.700.000
di Generic User (chi usa le applicazioni IT presenti in azienda per lo
svolgimento di attività lavorative in un'ottica ripetitiva e legata alla
specifica applicazione). Queste cifre evidenziano la strategicità dell'Ict
nelle aziende italiane e la crescente pervasività delle tecnologie Ict. Le
aziende trainano Il mercato della formazione Il ruolo che la formazione
aziendale svolge nella Net Economy è sempre più importante nel supportare le
aziende (utenti, Net Companies e fomitrici Ict) e nel contribuire a ridurre lo
skill shortage. Per quanto riguarda la formazione di tipo tecnico professionale,
sono le aziende IT (25,5%) e i grandi gruppi bancari e assicurativi (18,4%) a
trainare il mercato della formazione. Dal lato dell'alfabetizzazione è invece
la Pubblica Amministrazione, nelle sue componenti Centrale (40,4%) e Locale
(17,5%), a svolgere il ruolo di traino, soprattutto alla luce delle iniziative
dei Governo e dei Ministero dell'Innovazione a sostegno dei progetti di
e-govemment e di realizzazione della Società dell'informazione. Settori
coinvolti recentemente da un massiccio fenomeno di alfabetizzazione sono i
trasporti e le utilities, che scontano una forte arretratezza di tipo
tecnologico rispetto ai settori più evoluti. Cresce poco la spesa per la
formazione Utenti e Net Company dedicano alla formazione Ict una spesa media
rispettivamente di circa lo 0,4% e 0,3% del fatturato aziendale. La Pubblica
Amministrazione Centrale ha speso in formazione, nel 2001, una cifra pari a 152
milioni di euro. Si prevede che una sempre crescente quota della formazione
offerta al mercato sarà erogata attraverso modalità di e-leaming, anche per un
motivo di risparmio sui costi. Il mercato della formazione Ict in Italia sarà
pari a 710 milioni di euro alla fine dei 2002. La crescita più contenuta dei
2002 (+4,9%) rispetto a quella dell'anno precedente (+9,8%) riflette il
rallentamento subito dall'intera economia ed anche dal mercato Ict. La quota di
formazione erogata tramite modalità di e-leaming sarà pari, alla fine di
quest'anno, a 43 milioni di euro, corrispondente al 6% dell'intero mercato della
formazione.
UNA NUOVA RIVISTA SI PROPONE DI IMPARTIRE LEZIONI DI
IMPRENDITORIALITÀ
Bruxelles, 12 dicembre 2002 - Un gruppo di professori internazionali si appresta
a lanciare una rivista per istruire i potenziali innovatori su come diventare
imprenditori. La rivista "International Journal of Entrepreneurship
Education" (IJEE) sarà inaugurata l'11 dicembre presso la Business School
dell'Università di Warwick (Regno Unito). "Ciò che determina il successo
di un imprenditore varia a seconda dei settori industriali e delle diverse fasi
di sviluppo di un'impresa; tuttavia è possibile insegnare quali sono i fattori
costanti che determinano il successo imprenditoriale", ha dichiarato Andrew
Burke della Warwick Business School, uno dei direttori-fondatori della rivista.
Si possono impartire lezioni di imprenditorialità? "La creatività e lo
spirito d'impresa sono fondamentali per gli imprenditori, ma l'istruzione
contribuisce senza dubbio allo sviluppo delle capacità e delle conoscenze
necessarie a garantire che i professionisti affermati dell'imprenditoria possano
competere con le grandi aziende monopolistiche", ha dichiarato il Dr. Burke.
Questa è la posizione adottata anche dal commissario europeo per le Imprese e
la Società dell'informazione Erkki Liikanen, il quale ha dichiarato di recente:
"A scuola ed in ambito universitario è possibile stimolare nei giovani il
talento e le capacità imprenditoriali. L'imprenditorialità dovrebbe diventare
un modo di essere [.] tramite lo sviluppo di qualità personali quali la
creatività, la predisposizione al rischio e la responsabilità". La
rivista esaminerà studi di casi sottoposti a revisione fra pari e strategie
didattiche, nonché le più recenti ricerche sul potenziamento della leadership
imprenditoriale. La prima edizione prenderà in considerazione le maggiori
imprese ed affronterà il tema della preparazione delle generazioni attuali e
future in vista di prevenire, riconoscere e cogliere le opportunità offerte dal
settore dell'alta tecnologia. Altri articoli verteranno in particolare sulle
spin-out universitarie e sull'esperienza formativa degli attuali imprenditori
high-tech. Contributi alla trattazione di tale questione saranno offerti da
universitari provenienti da Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia e Stati Uniti. La
rivista incoraggerà universitari e professionisti europei a fornire ulteriori
articoli in futuro. Infolink: http://www.senatehall.com/ijee
PRECISAZIONE SUL PATRIMONIO DELLO STATO
Roma, 12 dicembre 2002 - Il merito ad informazioni errate e fuorvianti fornite
in questi giorni da Legambiente e relative al patrimonio dello Stato, il
Ministero dell'Economia e delle Finanze precisa che: 1. non vi è alcuna
"prima, parziale ed approssimativa lista che circola nel ministero"
recante un elenco di beni in vendita. 2. gli unici documenti esistenti sono due
decreti dell'Agenzia del Demanio, ai quali sono allegati degli elenchi di beni
immobili statali (ubicati in Italia e all'estero). Si tratta dei decreti 1
luglio 2002 e 19 luglio 2002, pubblicati rispettivamente nella G.U n. 175 e
nella G.U. n. 183 di quest'anno; 3. i decreti dell'Agenzia hanno natura
esclusivamente ricognitiva e dichiarativa della proprietà, come peraltro
indicato nel comma 3 dell'art. 1 della Legge 410/2001; 4. il valore riportato a
fianco di ciascun bene immobile è il valore d'inventario, aggiornato alla data
corrente in base agli indici Istat. Tale valore è stato indicato esclusivamente
ai fini della predisposizione del Conto Generale del Patrimonio, come richiesto
dal comma 1 dell'art. 1 della Legge 410/2001. Esso pertanto non rappresenta il
valore di mercato dei beni; 5. la lista di "beni in vendita" diffusa
ieri da Legambiente è composta da beni in parte non presenti in alcuna
"lista", in parte contenuti nei summenzionati decreti dell'Agenzia del
Demanio, in parte contenuti nel decreto 27 marzo 2000, e in parte nel Dpcm
11/8/1997 (provvedimenti, questi ultimi, emanati da governi precedenti). 6. gli
unici beni presenti nell'elenco fornito da Legambiente che risultano
effettivamente alienabili appartengono alle liste allegate al decreto 27 marzo
2000 e al Dpcm 11/8/1997. Quelli estrapolati dal decreto 19/7/2002 dell'Agenzia
del demanio sono, al contrario inalienabili (come risulta dalla tabella
elaborata dall'Agenzia ed allegata al comunicato). Per quanto riguarda la
giornata di mobilitazione del 14 dicembre alla quale Legambiente chiama il
Paese, il Ministero si limita ad osservare che essa è stata concepita sulla
base di presupposti del tutto errati. Non solo per quanto appena detto, ma anche
perché le operazioni di valorizzazione del patrimonio dello Stato attuate
finora da questo Governo sono state: 1) due operazioni di cartolarizzazione di
immobili ("Scip1" e "Scip2") che non hanno interessato unità
di valore storico, artistico o paesaggistico; 2) in data 10 luglio 2002 -
protocollo d'intesa con il Comune di Genova, la Soprintendenza per i Beni
Architettonici ed il Paesaggio della Liguria per la valorizzazione dei Forti di
Genova, un complesso fortificato costituito da 16 forti; 3) in data 27 novembre
2002 - concessione della Villa Gregoriana (Tivoli) al Fondo per l'Ambiente
Italiano (organizzazione no-profit); 4) in data 28 novembre 2002 - protocollo
d'intesa con il Comune di Roma per la valorizzazione di alcuni immobili di
proprietà dello Stato. Il Ministero informa altresì che la prossima operazione
di valorizzazione, in base ad un accordo che verrà siglato venerdì prossimo
tra il Comune di Venezia e l'Agenzia del Demanio, sarà la costituzione di una
società al 51% dello Stato e al 49% del Comune di Venezia, finalizzata alla
valorizzazione del compendio immobiliare denominato "Arsenale di
Venezia", compendio che rappresenta un pezzo di storia della città.
Informazioni dettagliate relative all'elenco di "beni in vendita"
diffuso da Legambiente
Bene
|
Elenco
di appartenenza
|
Disponibilità/
Indisponibilità
|
Alienabilità/
Inalienabilità
|
Note
|
Foreste
Casentinesi (Appennino Tosco-Emiliano)
|
Non
comprese in alcun elenco
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
Una
parte delle foreste è stata trasferita in proprietà alla Regione
Toscana; cinque riserve naturali sono amministrate dall’ex ASFD (Azienda
Statale Foreste Demaniali)
|
Bosco
di Castel Porziano
|
Non
compreso in alcun elenco
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
In
dotazione alla Presidenza della Repubblica
|
60
ettari di terreno sul Golfo di Marinella (Costa Smeralda)
|
Non
compresi in alcun elenco
|
|
|
Non
individuabili
|
Isola
Asinara
|
Elenco
decreto 19/7/2002
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
Trasferita
alla Regione Sardegna tranne alcune porzioni di proprietà dello Stato in
consegna al Ministero della Difesa
|
Isola
Pianosa
|
Elenco
decreto 19/7/2002
|
Indisponibile
per 80%
|
Inalienabile
|
In
consegna al Ministero della Giustizia
|
Isolotti
della laguna di Venezia
|
Elenco
decreto 27/3/2000
|
|
|
Non
sono stati forniti dettagli su quali isolotti
|
Isola
di Nisida (Golfo di Napoli)
|
Elenco
decreto 19/7/2002
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
In
consegna al Ministero della Giustizia
|
Carcere
sull’isolotto di S.Stefano (Latina)
|
Elenco
decreto 27/3/2000
|
Disponibile
|
Inalienabile
|
In
consegna al Comune di Latina
|
Torre
di Velia (Salerno): resti del castello di epoca aragonese
|
Elenco
decreto 27/3/2000
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
In
consegna al Ministero per i Beni e le Attività culturali
|
Ex
forte Ardeatino (Roma)
|
Elenco
decreto 27/3/2000
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
In
consegna al Comune di Roma
|
Forti
di Genova
|
Elenco
decreto 27/3/2000
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
In
corso il progetto di valorizzazione con il Comune di Genova e il Ministero
per i Beni e le Attività culturali
|
Forte
di Santa Sofia, Verona
|
Elenco
DPCM
11/8/1997
|
Disponibile
|
Alienabile
|
In
consegna al Ministero della Difesa
|
Castello
delle 4 Torri di Ivrea
|
Elenco
decreto 27/3/2000
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
In
consegna al Comune di Ivrea
|
Castello
dei Duchi di Genova, Agliè (Torino)
|
Elenco
decreto 27/3/2000
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
|
Castello
Orsini a Sorano (Grosseto)
|
|
|
|
Non
esiste nella lista del Demanio
|
Villa
della Regina (Torino)
|
Elenco
decreto 27/3/2000
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
In
consegna al Ministero per i Beni e le Attività culturali
|
Palazzo
Bagnara (Napoli)
|
Elenco
decreto 27/3/2000
|
Disponibile
|
Alienabile
|
|
Palazzo
Barberini (Roma)
|
Non
compreso in alcun elenco
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
In
consegna al Ministero per i Beni e le Attività culturali
|
Alba
Fucens (Avezzano): sito archeologico
|
Elenco
decreto 19/7/2002
|
Indisponibile
|
Inalienabile
|
|
TIM: L'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI APPROVA LA DISTRIBUZIONE
ANTICIPATA DI PARTE DEL DIVIDENDO 2002 CON PRELIEVO DA RISERVE L'IMPORTO DEL
DIVIDENDO SARÀ PARI A 0,1865 EURO PER CIASCUNA AZIONE ORDINARIA E DI RISPARMIO
NOMINATI CONSIGLIERI DI AMMINISTRAZIONE : OSCAR CARLOS CRISTIANCI, GAETANO
MICCICHÈ ED ENRICO PARAZZINI
Torino, 12 dicembre 2002 - Si è riunita ieri , sotto la presidenza di Carlo
Buora, l´Assemblea degli Azionisti di Tim (Gruppo Telecom Italia) in sede
ordinaria e straordinaria. In sede ordinaria, l´Assemblea: ha nominato
Consiglieri di Amministrazione, essendo cessati dalla carica con l'odierna
Assemblea gli Amministratori cooptati dal Consiglio di Amministrazione nel corso
del corrente anno, i Signori Oscar Carlos Cristianci, Gaetano Miccichè ed
Enrico Parazzini. I Consiglieri rimarranno in carica fino al termine del mandato
conferito dall´Assemblea del 14 dicembre 2001 all'intero Consiglio di
Amministrazione, vale a dire sino all'Assemblea che sarà convocata per
l'approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2003. ha deliberato la
riclassificazione delle riserve iscritte al passivo dello stato patrimoniale
attraverso il trasferimento di un importo pari a euro 103.942.274 dalla
"Riserva da sovrapprezzo delle azioni" alla "Riserva legale"
e di un importo pari a euro 102.792.887 dalla "Riserva legale" alla
"Riserva straordinaria". ha deliberato di riconoscere agli Azionisti
un dividendo pari ad euro 0,1865 per ciascuna azione ordinaria e di risparmio,
al lordo delle ritenute di legge, mediante distribuzione della "Riserva
straordinaria" e della "Riserva da sovrapprezzo delle azioni"
fino ad un massimo di 1.600 milioni di euro. Il dividendo distribuito consentirà
l'attribuzione di un credito d'imposta pieno ed utilizzabile senza limitazioni,
nella misura del 56,25% sulla quota parte di euro 0,0554 e di un credito
d'imposta limitato, ovvero "non rimborsabile" nella misura del 56,25%
sulla quota parte di euro 0,0963. La quota residua di euro 0,0348 non beneficia
di credito d'imposta essendo prelevata dalla "Riserva da sovrapprezzo delle
azioni". Il dividendo, rappresentato dalla cedola n.8, per entrambe le
categorie di azioni, sarà messo in pagamento dal 19 dicembre 2002, con stacco
cedola in data 16 dicembre 2002. Il dividendo deliberato anticipa in parte la
distribuzione del dividendo 2002. In sede straordinaria, l´Assemblea degli
Azionisti ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Blu S.p.A.
in Tim S.p.A., che possiede il 100% delle azioni di Blu S.p.A. a seguito
dell'acquisto perfezionato in data 7 ottobre 2002. Il progetto di fusione è
stato già approvato dall'Assemblea straordinaria degli Azionisti di Blu S.p.A.
lo scorso 9 dicembre. E' intenzione di Tim S.p.A. completare l'operazione entro
il 31 dicembre 2002. Con la fusione di Blu S.p.A. in Tim S.p.A. quest'ultima
assume tutte le attività, passività, impegni ed oneri della Società che viene
incorporata, senza necessità di aumento del capitale sociale di Tim S.p.A. ma
unicamente mediante annullamento del capitale sociale di Blu S.p.A..
TIM: CDA ADOTTA IL CODICE ETICO ED IL CODICE DI
COMPORTAMENTO IN MATERIA DI INSIDER DEALING APPROVATO IL CALENDARIO EVENTI
SOCIETARI 2003
Torino, 12 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Tim (Gruppo
Telecom Italia), presieduto da Carlo Buora, riunitosi al termine della riunione
assembleare, ha adottato il Codice Etico ed il Codice di Comportamento in
materia di "insider dealing". Tim ha fatto proprio ed adottato il
Codice Etico del Gruppo Telecom Italia, ispirato anche ai principi in materia di
diritti umani, ambiente e lavoro contenuti nel "Global Compact",
promosso dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, al quale il Consiglio di
Amministrazione di Tim ha deliberato di aderire. Il Codice Etico si colloca
idealmente a monte dell'intero sistema di corporate governance e - come tale -
riveste un'importanza basilare, in termini programmatici, quale corpus di
principi per una conduzione degli affari eticamente orientata. Si tratta di un
documento agile che reca l'indicazione chiara degli obiettivi e dei valori
informatori dell'attività d'impresa, con riferimento ai principali stakeholders
con i quali Tim e le società del Gruppo si trovano quotidianamente ad
interagire: azionisti, mercato finanziario, clienti, comunità, personale. Il
Codice di Comportamento in materia di insider dealing è stato redatto in
ottemperanza alla disciplina recentemente introdotta da Borsa Italiana che, come
noto, comporta per le società quotate un obbligo di disclosure periodico, a
partire dal 1° gennaio 2003, circa le operazioni effettuate sugli strumenti
finanziari quotati dell'emittente, delle sue controllate, da soggetti che
possono accedere ad informazioni price sensitive. Rispetto alla disciplina di
riferimento elaborata da Borsa Italiana, il documento si caratterizza nei
seguenti profili qualificanti: flessibilità nell'individuazione del novero
delle persone assoggettate ad obbligo di disclosure, al fine di poter tener
conto anche di situazioni contingenti di accesso alle informazioni riservate;
estensione dell'obbligo di comunicazione alle operazioni effettuate su strumenti
finanziari quotati emessi dalle società controllanti (oltre che dalle
controllate); sensibile riduzione delle soglie quantitative di rilevanza delle
operazioni da segnalare al mercato con periodicità trimestrale (da 50.000 a
35.000 euro) ovvero, immediatamente all'atto dell'effettuazione (da 250.000 a
80.000 euro); estensione dell'obbligo di trasparenza agli atti di esercizio di
stock options o di diritti di opzione nonché a tutte le operazioni su strumenti
finanziari emessi dall'emittente, dalle sue controllate e dalle società
controllanti, quand'anche realizzate nell'ambito di rapporti di gestione su base
individuale di portafogli di investimento, in cui il cliente rinunci alla facoltà
di impartire istruzioni; previsione di "black-out periods", cioè di
periodi predeterminati durante i quali le persone soggette alle previsioni del
Codice non possono compiere operazioni. Il Codice di Comportamento prevede poi
un sistema sanzionatorio di particolare rigore che, per Amministratori e
Sindaci, contempla la possibilità di proporre all'Assemblea la revoca
dell'incarico. Il Codice di Comportamento entrerà in vigore dal 1° gennaio
2003. Calendario eventi societari anno 2003 - Il Consiglio di Amministrazione
ha, infine, approvato le date previste per i principali eventi societari e per
la diffusione dei dati economici e finanziari nell'anno 2003 come riportato nel
seguente calendario: 12 febbraio 2003, Consiglio di Amministrazione per l'esame
dei risultati preliminari al 31 dicembre 2002; 6 marzo 2003, Consiglio di
Amministrazione per esame del progetto di bilancio e del bilancio consolidato al
31 dicembre 2002. I suddetti documenti saranno resi disponibili al pubblico
entro 90 giorni dalla chiusura dell'esercizio e, pertanto, ai sensi dell'art. 82
della deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche e integrazioni)
la relazione trimestrale relativa al quarto trimestre 2002 non verrà
predisposta; 11 aprile 2003, (prima conv.) 12 aprile 2003 (seconda conv.),
Assemblea degli Azionisti per approvazione del bilancio di esercizio al 31
dicembre 2002; 5 maggio 2003, Consiglio di Amministrazione per esame della
relazione trimestrale relativa al primo trimestre 2003; 23 luglio 2003,
Consiglio di Amministrazione per l'esame dei risultati preliminari al 30 giugno
2003 2 settembre 2003, Consiglio di Amministrazione per esame della relazione
semestrale al 30 giugno 2003 Il suddetto documento sarà reso disponibile al
pubblico entro il 13 settembre 2003 e, pertanto, ai sensi dell'art. 82 della
deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche e integrazioni) la
relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2003 non verrà predisposta;
3 novembre 2003, Consiglio di Amministrazione per esame della relazione
trimestrale relativa al terzo trimestre 2003.
TIM: L'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI APPROVA LA DISTRIBUZIONE
ANTICIPATA DI PARTE DEL DIVIDENDO 2002 CON PRELIEVO DA RISERVE L'OPERAZIONE,
FINO AD UN MASSIMO DI 1.600 MILIONI DI EURO, SARÀ EFFETTUATA MEDIANTE
DISTRIBUZIONE DELLA "RISERVA STRAORDINARIA" E DELLA "RISERVA DA
SOVRAPPREZZO DELLE AZIONI"
Torino, 12 dicembre 2002 - Si è riunita ieri a Torino, sotto la presidenza di
Carlo Buora, l´Assemblea degli Azionisti di TIM (Gruppo Telecom Italia) in sede
ordinaria e straordinaria. In sede ordinaria, l´Assemblea: ha nominato
Consiglieri di Amministrazione, essendo cessati dalla carica con l'odierna
Assemblea gli Amministratori cooptati dal Consiglio di Amministrazione nel corso
del corrente anno, i Signori Oscar Carlos Cristianci, Gaetano Miccichè ed
Enrico Parazzini. I Consiglieri rimarranno in carica fino al termine del mandato
conferito dall´Assemblea del 14 dicembre 2001 all'intero Consiglio di
Amministrazione, vale a dire sino all'Assemblea che sarà convocata per
l'approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2003. ha deliberato la
riclassificazione delle riserve iscritte al passivo dello stato patrimoniale
attraverso il trasferimento di un importo pari a euro 103.942.274 dalla
"Riserva da sovrapprezzo delle azioni" alla "Riserva legale"
e di un importo pari a euro 102.792.887 dalla "Riserva legale" alla
"Riserva straordinaria". ha deliberato di riconoscere agli Azionisti
un dividendo pari ad euro 0,1865 per ciascuna azione ordinaria e di risparmio,
al lordo delle ritenute di legge, mediante distribuzione della "Riserva
straordinaria" e della "Riserva da sovrapprezzo delle azioni"
fino ad un massimo di 1.600 milioni di euro. Il dividendo distribuito consentirà
l'attribuzione di un credito d'imposta pieno ed utilizzabile senza limitazioni,
nella misura del 56,25% sulla quota parte di euro 0,0554 e di un credito
d'imposta limitato, ovvero "non rimborsabile" nella misura del 56,25%
sulla quota parte di euro 0,0963. La quota residua di euro 0,0348 non beneficia
di credito d'imposta essendo prelevata dalla "Riserva da sovrapprezzo delle
azioni". Il dividendo, rappresentato dalla cedola n.8, per entrambe le
categorie di azioni, sarà messo in pagamento dal 19 dicembre 2002, con stacco
cedola in data 16 dicembre 2002. Il dividendo deliberato anticipa in parte la
distribuzione del dividendo 2002. In sede straordinaria, l´Assemblea degli
Azionisti ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Blu S.p.A.
in Tim S.p.A., che possiede il 100% delle azioni di Blu S.p.A. a seguito
dell'acquisto perfezionato in data 7 ottobre 2002. Il progetto di fusione è
stato già approvato dall'Assemblea straordinaria degli Azionisti di Blu S.p.A.
lo scorso 9 dicembre. E' intenzione di Tim S.p.A. completare l'operazione entro
il 31 dicembre 2002. Con la fusione di Blu S.p.A. in Ti, S.p.A. quest'ultima
assume tutte le attività, passività, impegni ed oneri della Società che viene
incorporata, senza necessità di aumento del capitale sociale di Tim S.p.A. ma
unicamente mediante annullamento del capitale sociale di Blu S.p.A..
SEAT PG: APPROVATI DAL CDA IL CODICE ETICO DEL GRUPPO E
IL CODICE DI COMPORTAMENTO DELLA SOCIETÀ IN MATERIA DI INSIDER DEALING -
CONVOCATA ASSEMBLEA AZIONISTI DI RISPARMIO - APPROVATO IL CALENDARIO EVENTI
SOCIETARI 2003
Milano, 12 dicembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Seat Pagine Gialle
S.p.A., riunitosi oggi sotto la Presidenza di Riccardo Perissich, ha approvato
l'adozione del Codice Etico e del Codice di Comportamento della società in
materia di Insider Dealing, in linea con la scelta del gruppo Telecom Italia di
rafforzare le proprie Regole di Corporate Governance rendendole ancora più
efficienti ed allineate con le best practices internazionali e alle nuove regole
richieste dall'Autorità di Mercato. Il Codice Etico si colloca idealmente a
monte dell'intero sistema di Corporate Governance e - come tale - riveste
un'importanza basilare, in termini programmatici, quale corpus di principi per
una conduzione degli affari eticamente orientata. Si tratta di un documento, che
reca l'indicazione degli obiettivi e dei valori informatori dell'attività
d'impresa, con riferimento ai principali stakeholders con i quali le società
del Gruppo si trovano quotidianamente a interagire: azionisti, mercato
finanziario, clienti, comunità, personale. Il Codice di Comportamento in
materia di Insider Dealing è stato redatto in ottemperanza alla disciplina
recentemente introdotta da Borsa Italiana, che - come noto - comporta per le
società quotate un obbligo di disclosure periodico, a partire dal 1° gennaio
2003, circa le operazioni effettuate sui titoli quotati dell'emittente e delle
sue controllate, da soggetti che possono accedere ad informazioni price
sensitive. Rispetto alla disciplina di riferimento elaborata da Borsa Italiana,
il documento si caratterizza nei seguenti profili qualificanti: flessibilità
nell'individuazione del novero delle persone assoggettate a obbligo di
disclosure, al fine di poter tener conto anche di situazioni contingenti di
accesso alle informazioni riservate; estensione dell'obbligo di comunicazione
alle operazioni effettuate su strumenti finanziari quotati emessi dalle società
controllanti (oltre che dalle controllate); sensibile riduzione delle soglie
quantitative di rilevanza delle operazioni da segnalare al mercato con
periodicità trimestrale (35.000 euro rispetto a 50.000 euro) ovvero
immediatamente all'atto dell'effettuazione (80.000 euro rispetto a 250.000
euro); estensione dell'obbligo di trasparenza agli atti di esercizio di stock
options o di diritti di opzione nonché a tutte le operazioni su strumenti
finanziari emessi da società del Gruppo Olivetti-Telecom Italia, quand'anche
realizzate nell'ambito di rapporti di gestione su base individuale di portafogli
di investimento, in cui il cliente rinunci alla facoltà di impartire
istruzioni; previsione di "black-out periods", cioè di periodi
predeterminati durante i quali le persone soggette alle previsioni del Codice
non possono compiere operazioni. Il Codice di Comportamento prevede poi un
sistema sanzionatorio di particolare rigore che, per Amministratori e Sindaci,
contempla la possibilità di proporre all'Assemblea la revoca dall'incarico.
L'entrata in vigore del Codice, nel rispetto del termine obbligatorio indicato
dal Regolamento di Borsa, è stabilita per il 1° gennaio 2003. Il Consiglio ha
inoltre deliberato di convocare in Torino, per i giorni 27, 28, 29 gennaio 2003,
rispettivamente in prima, seconda e terza convocazione, l'Assemblea Speciale dei
possessori delle azioni di risparmio per deliberare in ordine alla nomina del
Rappresentante comune. Queste le date previste per le riunioni degli Organi
Societari per l'anno 2003: Calendario Riunioni Organi Sociali Anno 2003: 29
gennaio 2003 Assemblea Speciale dei possessori delle azioni di risparmio: nomina
del Rappresentante comune. 12 febbraio 2003 CdA: Esame dei risultati preliminari
del Gruppo Seat Pagine Gialle al 31 dicembre 2002. 24 marzo 2003 CdA:
Approvazione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato al
31 dicembre 2002. Avvalendosi dell'esonero previsto dall'art. 82, comma 2, della
deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche ed integrazioni), in
luogo della pubblicazione della relazione trimestrale relativa al periodo
ottobre-dicembre 2002, Seat metterà a disposizione del pubblico il progetto di
bilancio di esercizio ed il bilancio consolidato al 31 dicembre 2002 entro 90
giorni dalla chiusura dell'esercizio. 5 maggio 2003 Assemblea di bilancio. 5
maggio 2003 CdA: Approvazione del I° trimestre gennaio - marzo 2003. 24 luglio
2003 CdA: Esame dei risultati preliminari del Gruppo Seat Pagine Gialle relativi
al primo semestre 2003. 3 settembre 2003 CdA: Approvazione relazione semestrale
gennaio - giugno 2003. Il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico
entro settantacinque giorni dalla scadenza del semestre e, pertanto, ai sensi
dell'art. 82 della deliberazione Consob n. 11971/99 (e successive modifiche e
integrazioni) la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2003 non
verrà predisposta. 3 novembre 2003 CdA: Approvazione del 3° trimestre luglio -
settembre 2003.
FIERA MILANO PIACE AI CLIENTI RETAIL LA
SOCIETÀ HA DEBUTTATO MERCOLEDÌ SUL SEGMENTO STAR DOPO UNA DOMANDA DI AZIONI DI
1,76 VOLTE SUPERIORE ALL'OFFERTA
Milano, 12 dicembre 2002 - Piazza Affari assiste a due debutti in due giorni. E'
stato dato il via alle negoziazioni di Socotherm sul mercato ristretto, mentre
giovedì sarà la volta di Fiera Milano, che si quoterà sul segmento Star di
borsa italiana. E per quest'ultima ieri è stata giornata di dati ufficiali.
La differenza l'ha fatta la clientela retail. La richiesta delle azioni
Fiera Milano è stata di 1,76 volte superiore all'offerta: 22,945 milioni di
azioni contro i 13 milioni proposti (14,5 se si considera anche il greenshoe).
Ma è stata soprattutto la domanda da parte della clientela retail a fare boom:
12,572 i milioni di titoli richiesti contro i 2,6 minimi proposti. Gli
investitori istituzionali (57 in tutto, di cui 27 in Italia e 30 all'estero)
hanno invece solo di poco superato il quantitativo offerto, rastrellando 8,155
milioni di titoli (contro gli 8 offerti). Nell'ambito del collocamento privato,
invece, le richieste pervenute sono state pari a 2,2 milioni di azioni da parte
di 20 richiedenti, contro un'offerta massima di 2,4 milioni. In base alle
richieste pervenute nell'ambito dell'offerta globale, dunque, sono state
assegnate 14,5 milioni di azioni (a 25 mila richiedenti), di cui 9 milioni
rinvenienti dall'aumento di capitale di Fiera Milano, 4 milioni poste in vendita
dall'azionista venditore (Fondazione Fiera Milano) e 1,5 milioni di azioni
oggetto di over-allotment. Il successo del collocamento delle azioni Fiera
Milano lascerebbe ben sperare su quanto accadrà al titolo a partire da
dopodomani, quando, cioè, avranno inizio le negoziazioni, se non fosse che sul
mercato grigio di Londra Fiera Milano registrava ieri un denaro-lettera al di
sotto del prezzo stabilito di 7,5 euro per azione. Il titolo è rimasto,
infatti, nel range compreso tra 6,625-7,375 euro. Tuttavia, diversi analisti
fanno sapere che non è facile fare previsioni su come andrà, nel breve
periodo, un titolo come Fiera Milano, il primo nel suo genere ad affacciarsi sul
listino di piazza Affari e "particolare anche per il tipo di azionariato,
che comprende la Camera di commercio di Milano e altri soggetti
organizzatori", come ha fatto notare a MF Gianmarco Nicelli, managing
director di Ipoworld. Secondo gli analisti , inoltre, molto dipenderà da come
il management deciderà di utilizzare le proprie risorse e se verranno
realizzati gli obiettivi di diversificazione del business e di sviluppo di
acquisizioni e fusioni annunciati negli ultimi mesi.
SANPAOLO IMI PER LE IMPRESE: LO SCADENZARIO
Milano, 12 dicembre 2002 - Mese per mese, argomento per argomento: ecco lo
Scadenzario per l'impresa di Sanpaolo Imi. Saldo Ici, acconto Iva e acconti
Irpeg ed Irap, ritenute sui redditi di lavoro, acconto dell'imposta sostitutiva
sulla rivalutazione del Tfr...Per l'impresa non è facile orientarsi tra i vari
versamenti, fiscali, tributari e previdenziali. Questo mese - Dicembre - si
caratterizza in particolare per un insieme di scadenze importanti. Ma oltre ai
pagamenti e agli altri adempimenti obbligatori, come quelli sulla tutela
ambientale e sulla sicurezza, esistono un'insieme di adempimenti amministrativi
(invio di domande, presentazione di documentazione, ecc..) richiesti per poter
usufruire di opportunità agevolative. Per essere puntuali e riuscire a
programmare con chiarezza le attività amministrative e gli
"appuntamenti" con la P.A., Sanpaolo Imi per le Imprese ha messo a
punto lo Scadenzario: un calendario sempre aggiornato con le principali scadenze
di ogni mese. Tutti gli adempimenti mese per mese, suddivisi per categoria - dai
finanziamenti al fisco, dal lavoro alla previdenza, dalla sicurezza aziendale
all'ambiente - oltre alla possibilità di controllare gli adempimenti "più
caldi", che scadono nella settimana. Uno strumento utile e pratico per non
perdere di vista le scadenze della tua azienda e anche per orientarsi meglio
nella burocrazia. Non solo, lo Scadenzario della Finanza aziendale permette di
controllare le date di chiusura dei bandi - sia a livello nazionale che
regionale- del mese in corso, per non perdere le opportunità di sviluppo per la
tua impresa. Per ciascuna scadenza è offerta una piccola sintesi che consente
di inquadrare finalità del contributo, destinatari e modalità operative, con
tanto di riferimento normativo. E' dunque anche una valida guida per conoscere
quali sono gli adempimenti da porre in essere per godere delle agevolazioni. Lo
scadenzario per le imprese www.sanpaoloimi.com/imprese/scadenzario/
IL SETTORE LEGNO-ARREDO PENALIZZATO DAL SISTEMA PAESE UNA
CONGIUNTURA DIFFICILE PER UNO DEI SETTORI TRAINANTI DEL MADE-IN-ITALY, MA I
PROBLEMI NON NASCONO SOLO DALLA CRISI INTERNAZIONALE
Milano, 12 dicembre 2002 - "Uno scatto d'orgoglio". Le parole del
Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi sono l'occasione per una riflessione
di largo respiro di Roberto Snaidero, eletto presidente di Federlegno-Arredo lo
scorso giugno. La consueta conferenza stampa di fine anno della Federazione
Italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile e dell'arredamento,
fornisce gli ultimi dati aggiornati sull'andamento di settore e l'occasione per
fare il punto sulle attività della Federazione. "Le cifre del settore -
commenta Snaidero - non lasciano dubbi rispetto al momento difficile che sta
vivendo l'intera filiera dell'arredamento. Dopo un buon triennio dal '98 al
2000, lo scorso anno abbiamo dovuto affrontare come tutti un'incredibile
sequenza di shock negativi che hanno condizionato l'economia internazionale. Ci
aspettavamo un 2002 di stabilizzazione, ma la ripresa, rimandata di mese in mese
sembra addirittura attesa non prima del 2004". I dati preconsuntivi
elaborati dal Centro Studi Cosmit/Federlegno-Arredo, rivelano che il
Legno-Arredamento, che include il monte e il valle della filiera, vedrà
diminuire il proprio fatturato dell'1,8% per un totale di 38,06 miliardi di euro
nel 2002. "Sebbene un risultato negativo fosse largamente atteso - spiega
il presidente di Federlegno-Arredo - sono due gli aspetti che colpiscono: il
primo riguarda la sostanziale sintonia nella negatività di mercati esteri e
mercato interno, quest'ultimo solo in parte favorito dal perdurare dalle
agevolazioni fiscali alle ristrutturazioni. Il secondo elemento di riflessione
riguarda invece le importazioni che se pure rispondono ad un bisogno strutturale
di materia prima del nostro paese (l'importazione del legno grezzo da lavorare)
sono il segnale di un aumento della penetrazione di beni prodotti al di fuor dei
confini domestici e della possibile perdita di quote di mercato sul fronte
interno". Proprio sulla competitività, gli imprenditori della
Federlegno-Arredo, sono convinti di trovare buona parte delle motivazioni
dell'attuale crisi. "Le parole di Ciampi - spiega Paolo Lombardi, direttore
di Federlegno-Arredo - sono certamente condivisibili, ma devono essere
l'occasione per riflettere sulla questione della competitività del sistema
paese. Se guardiamo alle ultime previsioni dell'Ocse, il nostro crescerà
quest'anno dello 0,3% contro una media UE dello 0,9% e una media dei paesi Ocse
dell'1,5%. Il rischio di uno scivolamento all'indietro dell'economia italiana è
un fatto concreto." Nel dibattito sulla competitività Snaidero si dice
preoccupato dei risultati dell'Italia: "ll World Economic Forum ha sancito
un peggioramento della competitività complessiva del nostro paese che scivola
dal 26m0 posto dello scorso anno, al 39m0 di quest'anno. Nell'indice di libertà
economica poi l'Italia rimane al penultimo posto in Europa con un voto immutato
rispetto all'anno precedente, anche se dal punto di vista della struttura di
base dell'economia e della stabilità dei prezzi la situazione appare
addirittura leggermente peggiorata". Secondo gli industriali del
Legno-Arredo, queste considerazioni richiedono, nella lettura dei risultati
economici del settore, una riflessione più ampia che tocca i nodi cruciali
della crisi dei sistema paese: l'attuazione di una politica industriale per le
piccole-medie imprese, ammortizzatori sociali più consoni alla struttura e al
momento economico italiano, l'aumento della spesa per ricerca scientifica e
formazione, il sostegno all'esportazione e agli investimenti all'estero, la
trasformazione dei distretti industriali nel processo di globalizzazione.
"Il calo del settore a monte della filiera - spiega Lombardi - che
notoriamente anticipa di qualche mese la congiuntura dell'arredamento, non
lascia dubbi sul fatto che la ripresa non sia imminente. La maggiore negatività
del mercato domestico del settore legno (-0, 8%) rispetto alla media settoriale
(-0, 7%), seppure contenuta, potrebbe inoltre prefigurare uno scenario nel quale
la filiera non ha ancora raggiunto il punto massimo della crisi e i tempi per un
rilancio paiono allontanarsi." Nel settore arredamento peraltro i risultati
economici sembrano confermare le aspettative negative del settore. "La
ripresa del settore immobiliare - continua Roberto Snaidero, presidente della
Federazione - e gli incentivi sulle ristrutturazioni non sono bastati a
contenere il rallentamento delle vendite. Il calo di fatturato dell'1, 7% è il
più consistente da diversi anni a questa parte. Mi pare significativo il fatto
che il mercato immobiliare non abbia generato una domanda di prodotti di arredo:
si tratta in effetti di una diversificazione di investimento più che l'effetto
di una crescita di fiducia delle famiglie." futuro - continua Snaidero - è
anzi uno dei fattori che ha maggiormente condizionato il nostro settore. Ma dare
la colpa solo agli shock internazionali sarebbe sbagliato. 11 peso del debito
pubblico su ciascun cittadino è aumentato arrivando quasi a raddoppiare quello
di dieci anni fa. La crescita del rapporto deficit/PIL, anche oltre le
previsioni del governo, ha interrotto il trend positivo degli ultimi anni e non
può che destare la preoccupazione nei consumatori di una nuova stretta fiscale
nel medio periodo. "Dove trovare allora i presupposti per uno scatto
d'orgoglio?" si chiede Snaidero. `In verità non è tutto negativo se si
considera il fatto che il costo del denaro è ai minimi storici e che le
relazioni industriali nel settore sono orientate ad una collaborazione
costruttiva. E' vero che il nostro paese è quart'ultimo in Europa per spesa in
ricerca e innovazione, ma è primo per capacità di produrre prodotti innovativi
nel settore manifatturiero." 'Lo scatto di orgoglio che devono avere gli
imprenditori - conclude Snaidero - riguarda soprattutto la fiducia nel proprio
paese e nel proprio sistema competitivo. Ma una condizione irrinunciabile per
ritrovare questa fiducia è la constatazione di un'azione di governo concreta e
capace di sfruttare i vantaggi competitivi del paese nei settori di
specializzazione del made-in-Italy'.
IL SETTORE AEREO PRIVATO DELLA COPERTURA ASSICURATIVA: LA
COMMISSIONE AUTORIZZA GLI AIUTI ISTITUITI DALL'ITALIA
Bruxelles, 12 dicembre 2002 - La Commissione ha autorizzato ieri il regime di
aiuti istituito dalla Repubblica italiana tra il 28 settembre 2001 e il 31
ottobre 2002 a seguito degli attentati terroristici negli Stati Uniti dell'11
settembre 2001. Il regime ha garantito agli operatori del settore aereo la
copertura assicurativa non prestata dalle assicurazioni commerciali. La
decisione della Commissione è analoga a una serie di decisioni precedentemente
adottate(1) ed è logica conseguenza delle due comunicazioni del 10 ottobre 2002
e del 2 luglio 2002 sulle conseguenze degli attentati dell'11 settembre sul
settore aereo. Nelle due comunicazioni la Commissione aveva osservato che talune
categorie di aiuti (fra i quali gli aiuti per le assicurazioni) destinati ad
ovviare ai danni arrecati da calamità naturali o da eventi eccezionali,
potevano essere erogati, a titolo eccezionale, al settore aereo. La Commissione
ha autorizzato oggi i regimi di aiuto istituiti dall'Italia e restati in vigore
fino al 31 ottobre 2002. La Commissione ricorda altresì le dichiarazioni che
essa ha fatto in sede di Consiglio "Trasporti" del 3 e 4 ottobre 2002,
secondo le quali la situazione attuale sul mercato dei trasporti aerei in Europa
non è più tale da giustificare un'ulteriore proroga dei meccanismi di garanzia
istituiti dagli Stati membri al di là del 31 ottobre 2002. La Commissione
continua infatti ad applicare le disposizioni del trattato in materia di aiuti
di Stato sulla base di un esame individuale di tali aiuti, tenendo conto della
peculiarità della situazione che essi si propongono di rimediare.
RYANAIR, LA COMPAGNIA AEREA NO. 1 IN ITALIA LANCIA NUOVE
TARIFFE IMBATTIBILI BRUXELLES (CHARLEROI) DA € 9.99 SOLO ANDATA TASSE ESCLUSE
GERONA (BARCELLONA) DA €9.99 SOLO ANDATA TASSE ESCLUSE
Milano, 12 maggio 2002 - Ryanair, l'unica compagnia aerea a bassa tariffa in
Europa, ha annunciato oggi una serie di tariffe speciali dalla nuova base di
Milano Orio al Serio. Le offerte speciali vengono lanciate per festeggiare il
successo delle nuove rotte Ryanair su Barcellona, Bruxelles, Londra Luton,
Londra Stansted, Amburgo e Francoforte. Con tariffe a partire da soli €9.99,
Ryanair apre ai lombardi le porte dell'Europa con prezzi mai visti prima in
Italia. L'ultima campagna Ryanair volta ad offrire viaggi aerei a bassa tariffa
in Italia ha riscontrato un eccezionale successo. Lo straordinario numero di
prenotazioni anticipate già registrate dalla nuova base di Milano Orio al Serio
sulle rotte che partiranno il 6 febbraio 2003, dimostra che le tariffe Ryanair
hanno conquistato il pubblico italiano anche in periodi di viaggio che
tradizionalmente vengono considerati di bassa stagione. Ryanair prevede per
l'anno prossimo di far viaggiare 1.5 milioni di passeggeri dalla nuova base e,
con l'arrivo di un nuovo aeromobile Boeing 737-800, anticipa un ulteriore
sviluppo. Micheal O'Leary, Amministratore Delegato Ryanair ha detto: "
L'Italia rappresenta il terzo mercato per importanza e la nostra nuova base di
Milano Orio al Serio darà la possibilità al pubblico italiano di beneficiare
di tariffe fantastiche su destinazioni in tutta Europa. Il successo degli altri
11 aeroporti in cui opera Ryanair che collegano l'Italia a Londra Stansted,
Bruxelles Charleroi e Francoforte Hahn, rappresentano una piattaforma
fenomenale. La nuova base e queste speciali basse tariffe dimostrano ancora una
volta l'impegno di Ryanair nel rivoluzionare il trasporto aereo da e verso
l'Italia. Ancora una volta abbiamo dimostrato che la gente viaggia se ritiene
che il prezzo sia giusto. Le tariffe alte applicate da Alitalia hanno senza
dubbio creato stagnazione nel mercato del trasporto aereo ma, fortunatamente per
il pubblico italiano, la formula delle tariffe basse di Ryanair ha fortemente
cambiato questa situazione. li nostro messaggio è semplice: Viaggiate con
Ryanair, vi porteremo in tutta Europa facendovi risparmiare denaro. La gente può
iniziare a risparmiare immediatamente avvalendosi delle nostre tariffe speciali
per festeggiare l'apertura della nuova base.
Rotta
|
Alitalia
(da Milano Linate e
Milano Malpensa)
|
Ryanair
(Da Milano Orio al
Serio)
|
saving
|
Bruxelles
Charleroi
|
521.00
|
9.99
|
98%
|
Gerona
Barcellona
|
465.00
|
9.99
|
97%
|
Francoforte Hahn
|
390.00
|
19.99
|
94%
|
Parigi Beauvais
|
475.00
|
19.99
|
95%
|
Amburgo Lubeck
|
563.00
|
19.99
|
96%
|
Londra Luton
and Stansted
|
544.00
|
19.99
|
96%
|
CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA: +1,3% A NOVEMBRE NEI PRIMI
UNDICI MESI DEL 2002 LA DOMANDA CRESCE DELL'1,8%
Roma, 12 dicembre 2002 - Più 1,3% è la crescita della domanda di energia
elettrica nel mese di novembre 2002 rispetto al corrispondente mese dell'anno
2001. 26,3 miliardi di kwh è stato il totale dell'energia richiesta in Italia.
Il risultato ha risentito di fattori calendariali (una giornata lavorativa in
meno rispetto a novembre 2001) e di fattori climatici (temperatura media mensile
superiore di tre gradi rispetto allo stesso mese dell'anno precedente). Depurata
da questi effetti la variazione della domanda è risultata pari a +3,4%.
Dall'analisi effettuata dal Gestore della Rete emerge che la crescita dei
consumi, registrata a novembre 2002, rispetto a novembre 2001, ha interessato
tutto il territorio nazionale: +1,1% al Nord, +0,9% al Centro, +2,0% al Sud. I
26,3 miliardi di kwh richiesti nel mese di novembre 2002 risultano distribuiti
per il 47,4% al Nord, per il 29,2% al Centro e per il 23,4% al Sud. Rispetto a
novembre 2001, la dinamica tendenziale della richiesta di energia elettrica sul
territorio, nel mese di novembre 2002, ha fatto registrare un +6,9% in Sardegna
e un +2,4% in Sicilia. Nel mese di novembre 2002 il fabbisogno nazionale di
energia elettrica è stato coperto per l'82,9% con la produzione nazionale e per
la quota restante (17,1%) facendo ricorso alle importazioni, che risultano in
lieve aumento (+0,8%) rispetto a novembre 2001. In particolare si è avuto a
novembre 2002, rispetto allo stesso mese del 2001, un aumento delle produzioni
idroelettrica (+31,6%), geotermoelettrica (+15,5%) ed eolica (+36,4%). In
diminuzione la produzione termoelettrica (-4,5%). Complessivamente la produzione
nazionale a novembre 2002 è cresciuta dell'1,5% rispetto a novembre 2001. Il
profilo congiunturale della domanda elettrica di novembre 2002, pur mantenendosi
su livelli positivi, ha fatto registrare solo un modesto incremento rispetto al
precedente mese di ottobre. Nei primi undici mesi del 2002 la richiesta di
energia elettrica è aumentata complessivamente dell'1,8% rispetto al
corrispondente periodo dello scorso anno. Queste ed altre informazioni sono
disponibili nella pubblicazione "Rapporto Mensile sul Sistema
Elettrico", che commenta in modo analitico l'andamento dei consumi
elettrici mensili, consultabile alla voce "dati statistici" del sito
web www.grtn.it
A CRACOVIA L'OTTAVA CONFERENZA ANNUALE DI "ENERGIE-CITÉS"
Milano, 12 dicembre 2002 - La rete polacca "Energie-Cités", in
collaborazione con la Città di Cracovia, la Regione di Malopolska e la
Commissione europea, terrà l'ottava edizione della propria conferenza annuale
il 3 e il 4 aprile 2003 a Cracovia (Polonia), dal titolo "Gestione
sostenibile dell'energia negli edifici ed impianti municipali". La
manifestazione offrirà l'opportunità di ottenere informazioni sulle iniziative
di successo in tale settore, di costituire partenariati pubblico-privati e di
sviluppare la cooperazione sostenibile tra le città dell'UE e dei paesi
dell'Europa centrale ed orientale. Gli argomenti principali riguarderanno i
metodi di gestione sostenibile dell'energia per gli edifici pubblici, il parco
di veicoli municipali, gli impianti di trattamento delle acque e l'illuminazione
stradale, nonché i modi di incoraggiare i programmi di risparmio energetico, la
riduzione del consumo di combustibili fossili e l'uso di fonti energetiche
rinnovabili. La manifestazione si rivolge ai rappresentanti di infrastrutture
pubbliche (scuole, uffici amministrativi, reti ed associazioni municipali), di
imprese private (aziende energetiche e banche) e di governi europei e nazionali.
Nel corso della conferenza sarà organizzato un forum di scambio per promuovere
la cooperazione tra le città dell'Unione europea e dei paesi dell'Europa
centrale ed orientale. Per informazioni e per le iscrizioni: http://www.energie-cites.org
GRANDI RISCHI: QUI CI VOGLIONO CATASTROFI ASSICURATE
Roma, 12 dicembre 2002 - Il 25-30% del territorio italiano è a rischio frana,
il 10% a rischio alluvione, il 70% a rischio terremoti, e dato più allarmante,
il 20% del suolo italiano è considerato ad alta pericolosità, vale a dire
esposto al rischio di un qualche evento dannoso nel corso di un secolo. Partendo
da questi dati, Copit (Comitato Parlamentare per lo Sviluppo delle Tecnologie),
Ispro (Istituto Superiore Protezione Civile) e Istituto di Ricerca per la
Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) hanno
organizzato a Roma, il 12 dicembre 2002 alle ore 14,00 presso l'Aula Grande
dell'ex hotel Bologna (via di Santa Chiara), un incontro tra parlamentari ed
esperti per sollecitare l'attenzione del Governo su nuove iniziative legislative
per la riduzione degli effetti delle calamità naturali. In particolare,
introducendo l'obbligo della copertura assicurativa dei rischi legati alle
catastrofi l'Italia si adeguerebbe alla legislazione vigente in molti altri
paesi, tra cui Francia, Svizzera e Giappone, e soprattutto potrebbe ridurre
sensibilmente il danno economico determinato dall'evento. All'incontro
prenderanno parte tra gli altri Lucio Ubertini, direttore dell'Istituto di
Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Cnr, Enzo Boschi, presidente
dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Vincenzo Rizzo,
Direttore del Cern (Centro Rischi Risorse Naturali) a cui aderisce anche il Cnr,
Gianni Pittella, della Commissione Bilancio Ue, Roberto Formigoni, Carla Mazzuca
e Tiziano Treu.
LA COMMISSIONE PROPONE UN NUOVO REGIME D'IMPORTAZIONE DEI
CEREALI PER GLI USA E IL CANADA
Bruxelles, 12 dicembre 2002 La Commissione europea ha adottato in data odierna
una proposta in cui invita il Consiglio ad approvare l'accordo, concluso con gli
Usa e il Canada lo scorso novembre, relativo ad un nuovo regime per le
importazioni di frumento di qualità media e di qualità inferiore e d'orzo.
L'accordo, sotto forma di uno scambio di lettere tra l'Unione europea, da una
parte, e gli Usa e il Canada, dall'altra, prevede l'apertura di un contingente
tariffario di 2 981 600 tonnellate per il frumento di qualità media e di qualità
inferiore a un dazio di 12 euro/tonnellata. Nell'ambito di tale contingente
saranno assegnate agli Usa e al Canada, rispettivamente, 572 000 tonnellate e 38
000 tonnellate. Al di fuori del contingente il dazio sarà di 95
euro/tonnellata. Quanto all'orzo, è prevista l'apertura di un contingente di 50
000 tonnellate per l'orzo da birra, a un dazio di 8 euro/tonnellata, e un
contingente di 300 000 tonnellate per le altre varietà, a un dazio di 16
euro/tonnellata. Al di fuori di questi contingenti sarà mantenuto l'attuale
dazio di 93 euro/tonnellata. Il nuovo regime entrerà in vigore il 1° gennaio
2003, dopo che la proposta sarà stata adottata dal Consiglio. "Il nuovo
regime consentirà all'UE di ovviare al cattivo funzionamento dell'attuale
regime di importazione dei cereali e rimetterà in equilibrio il nostro mercato.
Esso è stato peraltro concepito per rispettare integralmente gli impegni
assunti nell'ambito delll'Omc: i nostri mercati resteranno pertanto aperti alle
importazioni provenienti da tutti i paesi fornitori, in particolare per i
prodotti di elevata qualità " ha affermato Franz Fischler, Commissario UE
per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca.
IN UN CONVEGNO, CONSIGLI IN VISTA DEL NATALE ACQUISTI? LA
GARANZIA RADDOPPIA DUE ANNI VALE PER TUTTI GLI ELETTRODOMESTICI, DAL FRIGORIFERO
AL TELEVISORE, DAL FERRO DA STIRO AL COMPUTER, DALLA LAVASTOVIGLIE AL BAROMETRO.
ANCHE SE NON È SCRITTO IN GARANZIA
Milano, 12 dicembre 2002. In vista del Natale non tutti i consumatori sanno che
per molti dei regali che stanno comprando la garanzia raddoppia. I beni di
consumo messi in vendita, e quindi acquistati, devono essere coperti da una
garanzia di almeno due anni. Lo prevede, a partire dal 23 marzo scorso, il
decreto legislativo n. 24 del 2.2.2002, emanato in applicazione di una direttiva
europea , la 1999/44 Ce, a sua volta relativa ad alcuni aspetti della vendita e
delle garanzie dei beni di consumo. Il decreto ha introdotto una serie di
importanti novità, che a 8 mesi dalla sua entrata in vigore non sono ancora del
tutto conosciute. Se ne è parlato oggi in Camera di Commercio durante il
seminario: "La disciplina delle garanzie nella vendita di beni di consumo e
gli indirizzi comunitari sulla tutela dei diritti dei consumatori",
organizzato dalla Camera di Commercio di Milano e dall'Isdaci, Istituto per lo
Studio e la Diffusione dell'Arbitrato e del Diritto Commerciale Internazionale.
Beni di consumo: quali sì, quali no. Dal frigorifero al televisore, dal ferro
da stiro al computer, dalla lavastoviglie al barometro. Per "bene di
consumo" la direttiva comunitaria intende "qualsiasi bene mobile
materiale". Purché chi lo acquista non lo utilizzi per scopi
professionali, bensì se ne serva per "soddisfare esclusivamente esigenze
personali e private (di salute, di estetica, di comfort, di uso nella vita di
relazione, di diletto, ecc.)". Inoltre, la direttiva in questione non si
applica a determinate categorie di prodotti quali: i beni oggetto di vendita
forzata, o comunque venduti dalle autorità giudiziarie; l'acqua e il gas,
quando non confezionati e venduti in quantità determinate; l'energia elettrica.
Due anni di garanzia, ma non solo. Oltre alla durata minima della garanzia, non
inferiore come si è detto ai due anni (che poi diventano 26 mesi, se si
considera che l'utente, dal momento in cui si accorge del difetto o del guasto,
ha due mesi di tempo per denunciare l'accaduto al venditore), la direttiva Ce
stabilisce anche che: il prodotto deve avere tutte le caratteristiche promesse,
per cui il produttore è vincolato ai contenuti delle sue pubblicità; oggetto
della garanzia è anche l'installazione effettuata dal venditore; al venditore
si potrà chiedere la riparazione gratuita o la sostituzione del prodotto, oltre
alla riduzione del prezzo o alla risoluzione del contratto; il consumatore non
è vincolato da clausole non conformi al contenuto della direttiva. Insomma, una
serie di novità tutt'altro che marginali, per comprendere e orientarsi fra le
quali l'Euro Info Centre, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano,
si pone ancora una volta al servizio dell'utente con il suo servizio
informativo. "Una direttiva come questa - spiega Guido Galardi, presidente
dell'Euro Info Centre, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano -
necessita della massima attenzione. Da parte di tutti: di chi produce, di chi
vende e, ovviamente, di chi acquista. La figura del commerciante, in
particolare, ne esce maggiormente responsabilizzata e, di conseguenza, più
trasparente: è lui il garante del prodotto, a lui spetta assicurare che il bene
soddisfi le necessità del cliente, che l'installazione sia adeguata, che il
consumatore, insomma, sia soddisfatto. Mentre al produttore si chiede
particolare attenzione nella redazione delle etichettature, dei manuali di
istruzioni, di tutto quanto descrive le qualità e le caratteristiche del
prodotto. Inclusa la preparazione delle campagne pubblicitarie".
PRESENTAZIONE ''LE FORME DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI''
- SECONDO RAPPORTO FISE ASSOAMBIENTE UN'INDAGINE CONDOTTA SULLA TOTALITA' DEI
COMUNI ITALIANI CON PIU' DI 5.000 ABITANTI E SUL 10% DI QUELLI SOTTO TALE QUOTA
Milano, 12 dicembre 2002 - Anche quest'anno, FISE Assoambiente presenta il
Rapporto su ''Le forme di gestione dei rifiuti urbani'', un'indagine rigorosa ed
innovativa volta ad ''esaminare'' l'incidenza dei diversi modelli di gestione
nella raccolta, nel trasporto e nello smaltimento dei rifiuti urbani. Attivita',
queste ultime, svolte da aziende o societa' interamente controllate dagli stessi
Comuni, da societa' a capitale misto pubblico-privato e da imprese private. In
un settore in cui liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici sono
temi cui il legislatore nazionale e regionale, il Governo e la Commissione
europea dedicano particolare attenzione, FISE Assoambiente ha avvertito
l'esigenza di realizzare un 2° Rapporto al fine di acquisire ed analizzare dati
aggiornati e verificare, attraverso il raffronto, le tendenze del mercato. Fra
gli spunti piu' interessanti e significativi offerti da questa indagine si
evidenziano: la significativa riduzione della gestione diretta, alcune
contrazioni del mercato per il privato (ma non nella gestione degli impianti),
una crescita delle societa' a capitale misto e, soprattutto, una diminuzione del
ricorso alla discarica a favore dell'inceneritore. Il ricorso alla gestione
della raccolta e del trasporto dei rifiuti urbani da parte dello stesso comune
ha registrato, infatti, una forte diminuzione passando da oltre il 24% del 1998
al 14,7% del 2002. La presenza di ''imprese pubbliche'' risulta particolarmente
rilevante nel Nord Ovest (con dati che sfiorano il 46%), nel Nord Est con oltre
il 43% di concentrazione ed al Centro con il 26,5%. Il Sud, invece, si distacca
con un esiguo 9,7% con la sola eccezione della Campania in cui la presenza di
imprese pubbliche e' rilevante con il 20,1%.Le societa' a capitale misto
(presenti nel 12% dei Comuni intervistati) continuano ad essere, come gia'
evidenziato nel Rapporto precedente, un modello di gestione meno diffuso dei due
precedenti, ma in sensibile crescita. Il confronto con il Primo Rapporto
sottolinea, infatti, un notevole e significativo incremento di presenza di
queste societa' che nella precedente indagine registravano uno scarso 3%. Oltre
il 43% dei Comuni italiani dichiara di gestire il trasporto e la raccolta dei
rifiuti urbani attraverso imprese private. Tranne il Centro che si attesta solo
sul 26,5%, le altre zone della penisola raggiungono, infatti, percentuali tra il
40% ed il 50%. Uno dei dati piu' interessanti emersi dalla ricerca e' quello
riferito alla raccolta differenziata che registra dati vicini alla totalita' dei
Comuni ed una media nazionale del 96,1%. Nel Nord Ovest (99,4%) e Nord Est
(99,8%), la percentuale scende leggermente al Centro (98,3%) ed al Sud (90%). In
questo senso, significativo e' l'incremento rilevato al Sud che passa dal 68%
registrato nella precedente indagine al 90%. Altro elemento interessante
riguarda lo smaltimento, che registra una notevole diminuzione dell'uso della
discarica da parte dei Comuni, passato dal 92% al 76,4%. In conclusione, si puo'
dedurre dall'indagine che i Comuni registrano un costante decremento di
presenza, sia in termini di proprieta' che come soggetto gestore di impianti.
Crescono, invece, le imprese pubbliche nella gestione della raccolta e
trasporto, mentre rimangono stazionarie nella raccolta differenziata e
decrescono in termini di presenza in tutte le forme di smaltimento. Le societa'
miste in tutti i servizi attinenti ai rifiuti urbani riescono a raddoppiare, se
non addirittura a triplicare i propri dati percentuali. I privati diminuiscono
di qualche punto le percentuali relative alla raccolta come conseguenza della
mancata liberalizzazione e delle diverse misure e situazioni che hanno favorito
le imprese pubbliche e le stesse societa' a capitale misto a scapito di gestioni
effettivamente private.
SCIOPERO NAZIONALE TRASPORTI PUBBLICI
Milano 12 dicembre 2002 - Per la giornata di lunedì 16 dicembre 2002, le
organizzazioni sindacali Filt Cgil- Fit Cisl - Uilt Uil - Faisa Cisal - Ugl
hanno dichiarato uno sciopero nazionale di 24 ore dalle ore 8.45 alle ore 15 e
dalle ore 18 al termine del servizio per il rinnovo del Contratto Collettivo
Nazionale degli autoferrotranviari mentre l'organizzazione sindacale Slai Cobas
aderirà allo sciopero dalle ore 8.45 alle ore 12.45. Il personale Atm addetto
alla guida dei treni delle tre linee metropolitane, delle linee di superficie e
gli operai che aderiscono all'agitazione si asterranno dal lavoro come indicato:
dalle ore 8,45 alle ore 15. Atm informa che sulle linee metropolitane il ritorno
alla normalità del servizio è previsto dopo circa 45 minuti dal termine dello
sciopero. dalle ore 18 al termine del servizio.
PROGETTO PINOCCHIO RAGAZZI CHE HANNO PROBLEMI CON LA
LEGGE. COME INFORMARLI SUL PROCESSO E AIUTARLI A COSTRUIRSI UN FUTURO.
Milano, 12 dicembre 2002 - Il Progetto Pinocchio nasce dall'esigenza di
affrontare con strumenti efficaci di comunicazione, il problema dei minori a
rischio e in difficoltà. Si tratta di una campagna informativa e divulgativa
pluriennale, frutto della collaborazione di più soggetti, rivolta ai minori
italiani e stranieri sottoposti a procedimento penale, agli operatori del
settore (educatori, mediatori culturali, assistenti sociali, polizia
penitenziaria, volontari ecc.) e all'opinione pubblica. Gli obiettivi
principali: chiarire dubbi sull'iter giudiziario penale minorile; fornire
informazioni riguardo alle risorse del territorio per il recupero sociale;
dotare gli operatori di strumenti di facile consultazione e declinati in diverse
lingue per comunicare con i ragazzi; renderli consapevoli dei propri doveri e
dei propri diritti e informarli, aiutandoli a eliminare la sensazione di essere
in balia di eventi incontrollabili. Pinocchio è in qualche modo il simbolo di
questi ragazzi perché come loro, lottando per diventare grande, si mette nei
guai. La campagna nasce dalla collaborazione di associazioni che operano sul
territorio fornendo assistenza ai detenuti e organizzando incontri informativi,
come Avp (Associazione Volontariato Penitenziario) e Adelf (Associazione per la
Diffusione della Cultura della Legalità), o come Emasi (Ente Milanese
Assistenza Solidarietà Integrazione), che si occupa di immigrazione
extracomunitaria, con Carthusia Edizioni, casa editrice specializzata in
ideazione e realizzazione di progetti di comunicazione per ragazzi. Il Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali (Direzione Generale per l'Immigrazione) e
le Regioni Lombardia e Toscana hanno contribuito al progetto offrendo il loro
sostegno economico, il Ministero della Giustizia e la Rappresentanza a Milano
della Commissione europea dando il patrocinio. La supervisione dei contenuti è
stata affidata a esperti della materia: i Centri di Giustizia Minorile di
Lombardia e Toscana. Gli strumenti di Progetto Pinocchio: un kit con una guida
per gli operatori e 7 pieghevoli nelle 7 lingue più diffuse tra i ragazzi
sottoposti a procedimento penale (albanese, arabo, croato, italiano, rumeno,
serbo e spagnolo), un Cd-Rom e un Sito Internet interattivo. La distribuzione
dei 2.000 kit, 6.000 Cd-Rom e relativi supporti è in svolgimento nelle due
Regioni pilota, Lombardia e Toscana, e a livello nazionale attraverso i
Tribunali dei Minori, i Centri di Giustizia Minorile, gli Istituti Penali
Minorili, i Commissariati, i Centri di Prima Accoglienza e le Comunità di
Recupero. Progetto Pinocchio: Primo Premio Assoluto, Sezione Editoria della 3°
edizione "Premio Cenacolo" (anno 2002). "Si è voluto premiare un
prodotto che affronta un tema di grande rilevanza sociale come quello dei minori
in difficoltà... la declinazione in diverse lingue, l'aspetto grafico e visivo,
le sinergie create con le istituzioni pubbliche fanno di Progetto Pinocchio un
prodotto editoriale articolato ed efficace in un territorio ancora poco
esplorato. " (Giuria Premio Cenacolo).
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