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2003 anno 6°  

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MERCOLEDI'
2 LUGLIO 2003

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EUROPA AMPLIATA: LA COMMISSIONE RAFFORZERÀ LA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA CON I NUOVI PAESI VICINI

Bruxelles, 2 luglio 2003 La Commissione europea ha proposto iniziative importanti intese a migliorare gli interventi dell'UE alle frontiere esterne dell'Unione dopo l'allargamento. Queste iniziative rafforzeranno sensibilmente la cooperazione lungo i 10 000 km di confini dell'UE con la Russia, l'Ucraina, la Bielorussia e la Moldavia, con i paesi dei Balcani occidentali e con quelli del Mediterraneo. Tra il 2004 e il 2006 gli attuali strumenti di cooperazione transfrontaliera quali Interreg, Phare-Cbc, Tacis-Cbc, Cards e Meda riceveranno un migliore coordinamento grazie all'istituzione di "programmi di prossimità" che dovrebbero essere varati nel 2004. Si tratta di un grande passo verso una migliore attuazione dei progetti comuni relativi alle frontiere esterne dell'UE, come dimostra il fatto che la Commissione preveda di riassegnare a tal fine 955 milioni di €. Per il periodo successivo al 2006 la Commissione menziona una serie di opzioni, tra cui l'introduzione nelle prossime prospettive finanziarie di un nuovo strumento di prossimità. Il documento adottato oggi, " Preparare il terreno per un nuovo strumento di prossimità ", rappresenta la continuazione della Comunicazione della Commissione del marzo 2003 su una "Europa ampliata - Prossimità. Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali". Esso individua quattro obiettivi fondamentali per la futura cooperazione transfrontaliera: promuovere lo sviluppo economico e sociale nelle zone di frontiera; collaborare alla soluzione di problematiche comuni in settori quali l'ambiente, la sanità e la lotta contro la criminalità organizzata; assicurare frontiere efficienti e sicure; promuovere azioni locali del tipo "people-to-people". Il Commissario per la politica regionale Michel Barnier ha affermato che "promuovere lo sviluppo regionale nelle zone di confine è una misura fondamentale per favorire la prosperità e la stabilità sui due lati delle frontiere esterne dell'Unione. A questo proposito le proposte della comunicazione offrono la possibilità di avvalersi dell'esperienza già acquisita con l'iniziativa comunitaria Interreg in materia di frontiere esterne dell'Unione e di compiere un importante passo avanti nel coordinamento dei nostri sforzi in questo campo". Il Commissario per le relazioni esterne Chris Patten, da parte sua, ha detto che "la comunicazione, che va vista nel contesto dell'iniziativa "Europa ampliata", fornisce ai cittadini europei e ai loro vicini oltre frontiera gli strumenti per migliorare la cooperazione, le buone relazioni di vicinato e la sicurezza lungo le frontiere esterne dell'Unione. Il nuovo approccio attribuisce la responsabilità della cooperazione alle frontiere esterne ai maggiori interessati: gli abitanti delle zone di frontiera". Il Commissario per l'ampliamento Gunther Verheugen si è così espresso: "L'allargamento offre all'UE nuove opportunità per rafforzare la cooperazione esistente con i paesi vicini, promuovere la stabilità, la prosperità e la sicurezza al di là delle nuove frontiere dell'Unione. L'esperienza accumulata dai nuovi Stati membri può ora essere messa a disposizione delle popolazioni che si trovano dall'altra parte della frontiera esterna dell'Unione". Tenendo conto dei vincoli a breve termine del coordinamento tra gli strumenti finanziari esistenti (Interreg, Programma di cooperazione transfrontaliera Phare, Programma di cooperazione transfrontaliera Tacis, Cards e Meda), la Commissione propone di adottare un approccio in due fasi. 2004-2006 : "Programmi di prossimità" Come primo passo verrebbero istituiti, per il periodo 2004-2006, nuovi programmi di prossimità, che si baserebbero ancora sulla legislazione attuale, ma offrirebbero nuove soluzioni ai problemi che presumibilmente si presenteranno ai responsabili dell'attuazione dei progetti di cooperazione transfrontaliera dopo l'ampliamento. Questi programmi rappresenterebbero la continuazione degli attuali programmi Interreg relativi alle frontiere esterne dell'UE (e, nel caso di Bulgaria/Romania, dei programmi di cooperazione transfrontaliera Phare). Secondo la Commissione, in questa fase dovrebbe essere possibile proporre, nell'ambito degli strumenti e delle prospettive finanziarie esistenti, per questi programmi e per il periodo 2004-2006, un volume di fondi totale dell'ordine di 955 milioni di €, di cui 700 milioni a titolo di Interreg, 75 milioni a titolo di Tacis, 45 milioni a titolo di Cards, 45 milioni a titolo di Meda e 90 milioni a titolo di Phare. È importante mettere a disposizione di questi programmi un volume sufficiente di risorse perché possano avere un impatto e una visibilità reali. Nell'ambito delle attuali prospettive finanziarie, i fondi esistenti saranno in parte riassegnati alle regioni di frontiera e alla cooperazione regionale. I programmi di prossimità presenteranno tra l'altro le seguenti caratteristiche fondamentali: i fondi potranno essere assegnati da entrambe le parti della frontiera esterna; nella definizione delle priorità dei programmi si terrà conto degli obiettivi e delle attività necessari da entrambe le parti della frontiera, come pure degli obiettivi specifici e generali della comunicazione "Europa ampliata"; le disposizioni che regoleranno la gestione dei programmi e le strutture dei comitati assicureranno una partecipazione equilibrata di personale proveniente da entrambe le parti della frontiera e prevederanno un'appropriata rappresentazione della Commissione, un'unica procedura di applicazione e l'adozione in comune delle decisioni di selezione dei progetti riguardanti i due lati della frontiera. Le procedure che disciplinano il funzionamento degli strumenti esistenti saranno razionalizzate perché soddisfino le esigenze dei programmi di prossimità. Oltre il 2006 : "Nuovo strumento di prossimità" Per la seconda fase, il periodo oltre il 2006, si prevede l'istituzione di un nuovo strumento di prossimità applicabile a tutti i settori contemplati dagli attuali programmi di cooperazione dell'Unione relativi alle zone di frontiera. Tale strumento consentirebbe di associare attività di cooperazione transfrontaliera e di cooperazione regionale, da sviluppare attorno alla frontiera esterna dell'Unione allargata. Gli obiettivi dello strumento sarebbero tanto di politica estera che di coesione economica e sociale. Questa combinazione di settori assicurerebbe la continuità con il tipo di cooperazione locale e regionale già sperimentato con successo, ad esempio con Interreg e con il Programma di cooperazione transfrontaliera Phare, e introdurrebbe allo stesso tempo nel campo della cooperazione eventuali obiettivi di portata più ampia. Inoltre, si potrebbero affrontare in tal modo i problemi pratici che permarranno probabilmente anche dopo la realizzazione delle suddette azioni, tra cui le restrizioni relative all'utilizzo dei fondi. Prima che si possa stabilire una posizione definitiva, è necessario che i servizi della Commissione riflettano ancora su una serie di questioni di ordine giuridico e attinenti al bilancio. Tale riflessione è già in corso e continuerà nella seconda metà del 2003. Pertanto, la Commissione prevede di presentare orientamenti per le nuove prospettive finanziarie entro la fine dell'anno. Alla luce di questi orientamenti e della terza relazione sulla coesione, essa formulerà proposte più dettagliate per il nuovo strumento di prossimità, ossia per la fase dopo il 2006. 

"GLOBAL FORUM 2003": DISEGNARE IL FUTURO, COLLEGARE LE COMUNITÀ E LE IMPRESE 
Roma, 2 luglio 2003 - Il "Global Forum 2003", dedicato al futuro tecnologico delle imprese e delle comunità, si svolgerà il 6 e7 novembre a Roma. Il Global Forum è una manifestazione annuale indipendente di livello internazionale, dedicata alle questioni economiche e politiche che influiscono positivamente sull'evoluzione della società dell'informazione. Rappresentanti di governi e imprese dei paesi industrializzati e dei paesi in via di sviluppo avranno l'occasione di tenersi aggiornati sulle più recenti innovazioni tecnologiche, questioni regolamentari e sviluppi di mercato. Infolink: http://www.items-int.com/Global_Forum/global_forum.htm 

FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE - GIUGNO 2003 
Roma, 2 luglio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che nel mese di giugno 2003 si è registrato un avanzo del settore statale di circa 11.000 milioni di euro a fronte di un avanzo di 9.439 milioni nel giugno 2002. Nel primo semestre del 2003 si è registrato complessivamente un fabbisogno di circa 25.900 milioni, mentre nell'analogo periodo 2002 si era avuto un fabbisogno pari a 28.295 milioni. 

COMMENTO AI DATI DI FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE - GIUGNO 2003 
Roma, 2 luglio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze rende noto che il fabbisogno di cassa del settore statale a tutto giugno risulta inferiore di 2.400 milioni rispetto a quello del primo semestre 2002. Il dato riflette il buon risultato dei primi versamenti delle sanatorie fiscali e l'andamento riflessivo dell'autotassazione delle persone giuridiche, attribuibile sia alla riduzione dell'aliquota Irpeg sia al peggioramento dei redditi d'impresa in connessione con il rallentamento dell'economia. Dal lato delle spese si registra una dinamica sostanzialmente in linea con le previsioni di molti comparti. Si segnalano, peraltro, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, maggiori prelievi da parte delle regioni, anche per una accelerazione dell'utilizzo delle risorse comunitarie. 

AUMENTI DEL 12,4% PER GLI STIPENDI DEI MAGISTRATI E AVVOCATI DELLO STATO 
Roma, 2 luglio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che si è conclusa la verifica tecnica, condotta dall'Istat e dalla Ragioneria generale dello Stato, sull'adeguamento delle retribuzioni di magistrati ed avvocati dello Stato. La legge prevede, infatti, che le retribuzioni dei magistrati siano calcolate ed adeguate sulla base degli incrementi medi delle retribuzioni del restante personale pubblico. La verifica tecnica aveva per oggetto l'accertamento degli aumenti di stipendio di cui avevano beneficiato tutti gli altri dipendenti pubblici nel triennio 2000-2002. Tale indagine aveva incontrato difficoltà dovute al fatto che la Legge Finanziaria per l'anno 1999, ancora sul punto inattuata, richiedeva che, nel calcolo degli aumenti di stipendio, si tenesse conto anche della parte di retribuzione accessoria. Al termine di una complessa indagine, Istat e Rgs hanno concordato prima sul metodo da seguire e poi sui risultati. Ne è emerso che l'aumento medio nel triennio è stato pari al 12,4%. I 10mila magistrati ed avvocati dello Stato, pertanto percepiranno, in tempi brevi, il dovuto conguaglio e gli stipendi rideterminati. 

UNICREDITO: PERFEZIONATO L'ACQUISTO DEL 7,35% DI CONSORTIUM 
Milano, 2 luglio 2003 - UniCredito Italiano e Capitalia hanno perfezionato l'acquisto proquota dell'intera partecipazione detenuta da B.B. Investissements SA in Consortium Srl, pari complessivamente al 14,70% del capitale sociale per un controvalore di circa Euro 106,6 milioni. Tale acquisizione, che rientra nell'ambito degli accordi raggiunti in occasione della revisione del patto di sindacato di Mediobanca, porta momentaneamente la partecipazione detenuta in Consortium da ciascuna due banche al 25,70% in attesa del successivo collocamento presso terzi. 

IL SANPAOLO IMI ACQUISISCE UNA PARTECIPAZIONE STRATEGICA IN BANCA DELLE MARCHE 
Torino, 2 luglio 2003 - Sanpaolo Imi, Banca delle Marche, Fondazione Cr Jesi, Fondazione Cr Provincia di Macerata e Fondazione Cr Pesaro hanno raggiunto un'ipotesi di accordo per l'acquisizione di una quota strategica del capitale di Banca delle Marche, banca leader in una delle regioni più dinamiche d'Italia. Sanpaolo Imi e Banca delle Marche hanno in data odierna deliberato i termini dell' accordo mentre la medesima operazione sarà sottoposta all'approvazione, nei prossimi giorni, degli organi amministrativi della Fondazione Cr Jesi, della Fondazione Cr Provincia di Macerata e della Fondazione Cr Pesaro. L'accordo prevede che Sanpaolo Imi rilevi una quota pari al 7% del capitale, di cui il 4,8% direttamente dalla banca ed il 2,2% dalle Fondazioni, la cui quota partecipativa si attesta al 51,9%. Sanpaolo Imi ha inoltre riconosciuto alle tre Fondazioni un'opzione put pari all'8% del capitale della banca, esercitabile entro il 31/12/06. Il prezzo di acquisto concordato è di 1,77 Euro per azione per l'acquisto del 7%, pari ad un esborso di 92,1 milioni di euro. L'accordo prevede inoltre che Sanpaolo Imi, le Fondazioni ed il Gruppo Aviva (già partner della Banca delle Marche nel settore della bancassurance) aderiscano a Patti Parasociali, finalizzati a perseguire il massimo potenziamento di Banca delle Marche. I Patti avranno validità fino al 31/12/06 e saranno prorogabili d'intesa con le parti. I Patti Parasociali saranno aperti all'adesione di altri soci che siano espressione della comunità locale. Sanpaolo Imi e Banca delle Marche daranno a loro volta avvio ad un reciproco accordo di collaborazione volto a sviluppare sinergie commerciali ed operative in campi come quello del wealth management, dell'investment banking, del corporate ed international banking e della finanza per le opere pubbliche. Banca delle Marche svolge la sua attività prevalentemente a favore della clientela retail e delle Pmi, attraverso una rete di oltre 260 sportelli diffusi nell'Italia centrale, di cui 234 localizzati nelle Marche. La banca vanta una dotazione di mezzi patrimoniali di circa 711 milioni di euro, attività finanziarie pari a quasi 14 miliardi di euro e crediti verso la clientela di circa 9 miliardi di euro. Per Sanpaolo Imi l'operazione si inserisce in una logica di sviluppo che privilegia alleanze o aggregazioni con banche di medie dimensioni fortemente radicate nei territori di riferimento e dotate di reti operative prevalentemente concentrate su aree territoriali particolarmente interessanti. Il perfezionamento dell'operazione è subordinato alle deliberazioni societarie di tutte le parti e all'ottenimento delle autorizzazioni previste dalla normativa vigente da parte degli Organi di Vigilanza. 

SANPAOLO IMI ACQUISTA IL 100% DI EPTACONSORS SPA DA BANCA CARIGE E DAL BANCO DI SARDEGNA 
Torino, 2 luglio 2003 - Sanpaolo Imi, Banca Carige e Banco di Sardegna hanno perfezionato l'accordo che prevede la cessione al Gruppo Sanpaolo Imi delle quote di Eptaconsors detenute rispettivamente da Banca Carige e dal Banco di Sardegna. Le tre banche partecipavano al capitale di Eptaconsors S.p.A. con quote rispettivamente del 60,72%, del 20,24% e del 19,04%. A seguito dell'acquisizione Sanpaolo Imi deterrà pertanto il 100% del capitale del Gruppo Eptaconsors. L'operazione è stata conclusa ad un prezzo complessivo di circa 36,2 milioni di euro, variabile in funzione della successiva valorizzazione di alcune componenti patrimoniali. Eptaconsors opera attivamente da quasi vent'anni nei settori dell'Asset Management (attraverso due società specializzate, Eptafund ed Egi) e dell'Intermediazione Mobiliare (attraverso Eptasim). Il Gruppo Eptaconsors gestisce ad oggi un patrimonio di circa 12,4 miliardi di euro. Il Gruppo Sanpaolo Imi, tramite l'acquisizione del 100% di Eptaconsors, potrà proseguire nella razionalizzazione delle proprie partecipazioni nel risparmio gestito, valorizzando altresì il patrimonio di Eptaconsors nell'ambito delle progettualità strategiche attuali e future. 

BANCA POPOLARE DI VICENZA: RIDOTTO IL PRIME RATE 
Vicenza, 2 luglio 2003 - La Banca Popolare di Vicenza ha deciso, con decorrenza 30 giugno 2003, di ridurre il prime rate applicato alla sua clientela. In particolare, il prime rate è stato abbassato dal 7,50% al 7,25% in linea con l'attuale Prime Rate Abi. La Popolare di Vicenza ha ritoccato verso il basso il proprio tasso di riferimento al fine di mettere a disposizione delle imprese un'offerta creditizia sempre più conveniente. La decisione, maturata in linea con l'abbassamento del costo del denaro in tutta Europa, consente alla Bpvi di essere ancor più competitiva sul mercato del credito, e agli imprenditori, soprattutto nel territorio d'elezione del Nord Est, di poter ottenere maggiore spinta finanziaria per la propria attività produttiva. 

ACCORDO DI COOPERAZIONE TRA LA CONSOB E LAUTORITÀ DI JERSEY 
Milano, 2 luglio 2003 - Un accordo di cooperazione per lo scambio di informazioni è stato di recente sottoscritto tra la Consob e la Jersey Financial Services Commission. Finalità dell'accordo, che definisce forme e modalità della collaborazione tra le due autorità di controllo, è la determinazione di procedure di reciproca assistenza che consentano alla Consob e alla Commissione di valori di Jersey di svolgere le funzioni ad esse attribuite dai rispettivi ordinamenti. L'ambito di applicabilità dell'intesa include, tra l'altro, lo scambio di informazioni e l'assistenza nelle indagini per l'accertamento di violazioni delle normative in vigore nei due Paesi. Con tale accordo salgono a 27 le intese bilaterali di cooperazione concluse dalla Consob, cui se ne aggiungono 3 per il mantenimento della confidenzialità delle informazioni scambiate. Sempre in tema di cooperazione internazionale tra le autorità di valori, la Consob ha inoltre sottoscritto il "memorandum of understanding" multilaterale del Cesr (Committee of European Securities Regulators). Gli obblighi di assistenza ai quali devono attenersi i membri della Iosco (International Organization of Securities Commissions) sono stati di recente precisati nel "Multilateral Memorandum of Understanding concerning Consultation, Cooperation and the Exchange of Information. 

IFIL CONFERMA DI PERSEGUIRE I SUOI OBIETTIVI DI MEDIO TERMINE: RIDUZIONE DEL DEBITO, MOVIMENTAZIONE DEL PORTAFOGLIO E REMUNERAZIONE DEGLI AZIONISTI. 
Torino, 2 luglio 2003 - Non è possibile che rispettare la decisione di Standard & Poor's.. Tuttavia Ifil non ne condivide le motivazioni, che sembrano prescindere dagli indicatori di affidabilità finanziari stabiliti dalla stessa società di rating: il citato rapporto tra posizione finanziaria netta e il valore del portafoglio di Ifil è pari infatti all'11% (15% considerando l'eventuale esercizio a partire dal giugno 2004 di opzioni put detenute da alcuni nostri partner), comunque lontano dalla soglia del 20%, oltre la quale, secondo Standard & Poor's, scatterebbe l'abbassamento del rating. La decisione di sottoscrivere la quota dell'aumento di capitale di Fiat trova la sua ragione nella fiducia che Ifil ripone nel nuovo management e nel suo piano di rilancio pluriennale appena varato. Ad esso l' investimento contribuisce a fornire il necessario supporto finanziario. 

FIAT DEPOSITATO PRESSO LA CONSOB IL PROSPETTO INFORMATIVO PER L' AUMENTO DI CAPITALE
Torino, 2 luglio 2003 - E' stato depositato presso la Consob il Prospetto Informativo relativo all'aumento di capitale deliberato dal Consiglio di Amministrazione il 26 giugno scorso in occasione dell'approvazione e presentazione del Piano di Rilancio del Gruppo Fiat. L'operazione prenderà avvio lunedì 7 luglio prossimo mediante l'offerta in opzione di 3 nuove azioni ordinarie ogni 5 azioni Fiat possedute di qualsiasi categoria al prezzo di euro 5 ciascuna. Le azioni nuove potranno essere sottoscritte entro il 30 luglio e i diritti di opzione saranno negoziati in Borsa dal 7 al 22 luglio. L'aumento di capitale, che è garantito da un pool di primarie banche nazionali ed internazionali, consente di introitare circa 1,8 miliardi di euro. Tali risorse consentono di sostenere il Piano di Rilancio. E' stato inoltre presentato alla Sec il Form 20 F, documento annuale obbligatorio per le società quotate al Nyse, che contiene considerazioni generali sulla situazione dell'azienda formulate con le dovute cautele di carattere legale conformi agli standard in uso. Il Form 20 F, che sarà messo a disposizione sul sito internet www.fiatgroup.com, non sostituisce in alcun modo il Prospetto Informativo dell'aumento di capitale che contiene sostanzialmente informazioni equivalenti al Form 20 F. 

FINMATICA: SOTTOSCRITTO PRESTITO SINDACATO DI 31 MIL.€ 
Milano, 2 luglio 2003 - Finmatica, il principale produttore italiano di software applicativo nel settore Finance, Supply Chain Management e Security, ha sottoscritto oggi un prestito sindacato (linea stand-by) del valore totale di 31 milioni di Euro, della durata di 18 mesi con un'opzione a proprio favore per ulteriori 3 anni. L'operazione, con global coordinator Banco Popolare di Verona e Novara e co-arrangers Bnl e Cofiri, ha visto la partecipazione di importanti gruppi bancari nazionali e internazionali come, Banca Popolare di Lodi, Cassa di Risparmio di Ferrara, Ubae Arab Italian Bank Spa, Banca Popolare di Milano, Banca Regionale Europea, Fortis Bank Nv e Banca di Trento e Bolzano. "La sottoscrizione di questa linea di credito" dichiara Pier Luigi Crudele, Presidente di Finmatica "è un'ulteriore conferma del fatto che la società ha saputo conquistare negli anni la fiducia del sistema bancario grazie al consolidamento della sua posizione sia a livello economico-finanziario, sia a livello di offerta. E questo e' avvenuto nonostante un mercato del credito non facile". "La disponibilità di risorse finanziarie a medio lungo termine", continua Crudele "rappresenta oggi un innegabile concreto vantaggio competitivo del Gruppo, alla luce della situazione di credit crunch e di difficoltà in cui versano i mercati finanziari del capitale di rischio, soprattutto in riferimento all'ambito IT sia nazionale che internazionale". Questa linea di credito, unita al prestito obbligazionario a 3 anni di 100 ml.€ collocato nell'aprile 2002, consente al gruppo di avere una rilevante elasticità di cassa e di poter pianificare con un orizzonte temporale sufficientemente ampio rilevanti investimenti sia in nuovi prodotti e tecnologie, sia nella crescita per linee esterne a livello nazionale e internazionale, consolidando le posizioni nei settori caratteristici della propria attività. 

FEDERMECCANICA: RELAZIONE DEL PRESIDENTE ALBERTO BOMBASSEI 
Milano, 2 luglio 2003 - Di seguito la relazione del presidente di Federmeccanica Alberto Bombassei, ha tenuto nel corso dell'incontro di ieri in Assolombarda: "Autorità, Signore e Signori, cari Colleghe e Colleghi, l'industria metalmeccanica risulta ancora caratterizzata da una situazione congiunturale negativa che si protrae ormai da circa due anni e mezzo e non si intravede nelle previsioni a breve termine una significativa inversione delle tendenze in atto. La ripresa, più volte annunziata nel corso del precedente biennio, non ha ancora trovato conferma ed al parziale miglioramento osservato soprattutto nella seconda metà del 2002 ha fatto seguito una nuova forte contrazione dell'attività produttiva che è risultata diffusa a tutti i comparti metalmeccanici ma ha interessato in misura più marcata la produzione di macchine elettriche e quella di mezzi di trasporto già fortemente penalizzate nel corso dell'intera fase recessiva. Nell'anno trascorso l'attività produttiva del nostro settore ha registrato una flessione media del 2,6% che, sommandosi al risultato negativo del 2001, ha riportato i volumi complessivamente prodotti su livelli inferiori a quelli realizzati nel lontano 1995. Ancora nel primo trimestre di quest'anno la produzione media metalmeccanica è diminuita dell'1,8% rispetto ai mesi finali del 2002 ed ha registrato una caduta dei volumi del 2,3% nel confronto con l'analogo periodo dell'anno precedente. Su questi risultati ha inciso, oltre alla sostanziale stagnazione della domanda per beni di consumo, la forte contrazione della domanda per beni di investimento in macchine ed attrezzature ed il peggioramento del nostro interscambio commerciale. I risultati negativi conseguiti nel nostro settore, come storicamente accade nei periodi di bassa congiuntura, risultano amplificati rispetto agli andamenti relativi all'intera economia nazionale che, ancora nella prima parte dell'anno in corso, è caratterizzata da una sostanziale stagnazione. Nel 2002 il prodotto interno lordo ha evidenziato una crescita dello 0,4%, ancora più bassa rispetto al già modesto +0,8% della media dei paesi dell'area dell'euro e molto lontana dal +2,4% dell'economia statunitense. Nel primo trimestre del 2003 la ricchezza prodotta è diminuita dello 0,1% rispetto al precedente trimestre e le previsioni più recenti fornite dal Centro studi di Confindustria indicano per l'intero anno un incremento dello 0,8% a condizione che si realizzi l'auspicata ripresa a livello internazionale; la crescita dell'Italia nell'anno in corso sarebbe così più o meno in linea con la media delle economie dell'area dell'Euro (più bassa se dalla media si escludono Italia e Germania) ma ancora molto al di sotto del 2,2% degli Stati Uniti. Sia dai dati di consuntivo che da quelli relativi alle previsioni risulta evidente la diversa velocità di crescita tra l'economia dei paesi del vecchio continente e quella americana. La spiegazione risiede solo in parte in motivi di ordine congiunturale e nella diversa intonazione delle politiche economiche e monetarie che, oltre oceano, sono più attente alle questioni della crescita mentre sono più orientate alla stabilizzazione nell'area dell'Euro. Giocano negativamente in Europa, ma in modo particolare nel nostro paese, fattori strutturali che frenano lo sviluppo e la cui soluzione non può ulteriormente essere rinviata. Il prossimo anno sarà caratterizzato da un evento che segnerà la nostra storia; infatti, dal 1° maggio 2004, i paesi che compongono l'Unione Europea passeranno da 15 a 25. Tale circostanza è di grande rilievo per le istituzioni europee che cercano di capirne ed anticiparne gli effetti; senza dubbio l'ingresso di Paesi più indietro nel processo di sviluppo economico ma industrialmente aggressivi, anche grazie alla folta presenza di imprenditoria estera, cambierà gli attuali equilibri competitivi. Anche se ulteriori, significativi sforzi dovranno essere sostenuti da questi paesi al fine di adeguare i diversi sistemi che regolano il mercato del lavoro e le politiche occupazionali, il sistema delle nostre imprese dovrà dimostrarsi pronto ad affrontare le nuove sfide ma anche a cogliere le opportunità che ne deriveranno. La presenza italiana in molti di questi Paesi è già ampia e articolata; occorrerebbe, come emerge anche da una recentissima indagine, un maggior coordinamento ed una maggiore assistenza da parte delle istituzioni pubbliche preposte per rendere più agevole ed efficace lo sforzo prodotto da centinaia e centinaia di piccole e medie imprese su questi mercati, per l'insediamento di nuove iniziative produttive. Il processo di integrazione economica dell'unione, a completamento dell'integrazione monetaria, richiede interventi strutturali in favore dell'occupazione che devono attuarsi attraverso una maggiore flessibilità, un miglioramento della qualità dell'istruzione e della formazione, la promozione della mobilità dei lavoratori e, più in generale, predisponendo le condizioni più favorevoli agli investimenti ed alla crescita delle imprese. A partire dal vertice di Lisbona è chiara e dichiarata la direzione di marcia; si tratta di dare seguito ai programmi e speditezza ai progetti. In Europa, ma in particolare in Italia, l'invecchiamento della popolazione richiede che sia profondamente ripensato il sistema di protezione sociale, in particolare va affrontata con decisione e senza rinvii la riforma del sistema pensionistico. E' necessaria una maggiore e più efficace liberalizzazione nel settore delle utilities con particolare riferimento all'energia ed ai trasporti. Deve essere ridotto il peso del fisco ed in particolar modo della parte che grava sul sistema produttivo. Serve un sistema bancario più vicino alle imprese e all'industria; sempre meno soggetto di intermediazione parassitaria e sempre più agente di sviluppo. Senza queste riforme, e ne ho menzionate solo alcune, non si libereranno mai quelle risorse che servono per l'ammodernamento e lo sviluppo dell'economia comunitaria e, al suo interno, italiana. Il nuovo semestre di presidenza dell'Unione, che proprio quest'oggi viene assunta dal nostro Governo, dovrà gestire la delicata fase che precede l'allargamento e portare a termine i lavori della convenzione, riuscendo a mediare tra gli interessi degli stati membri e quelli candidati che non vogliono essere esclusi dai processi di riforma che determineranno il nuovo assetto istituzionale dell'Unione. Il progetto di Costituzione europea che sta prendendo corpo rappresenterà una tappa fondamentale nel processo di edificazione dell'Europa politica; è aperto il confronto tra i fautori delle decisioni all'unanimità e quelli delle deliberazioni a maggioranza. La materia è squisitamente politica ma a noi imprenditori, che al destino dell'Europa siamo legati, sia consentito dire che una grande realtà politica che ha l'ambizione di riunire 25 paesi e oltre 400 milioni di cittadini con storie, culture ed economie assai diverse, non può autocondannarsi all'immobilismo che è insito nel principio dell'unanimità, soprattutto quando questa è richiesta ad una platea così vasta e composita. Tra le priorità nell'agenda della presidenza italiana assumono particolare rilevanza la lotta all'economia sommersa e la responsabilità sociale delle imprese; temi, entrambi, di grande spessore anche per le implicazioni e le ricadute che potrebbero derivarne. Per quanto concerne il sommerso, infatti, verrebbe previsto un legame esplicito con le politiche fiscali e contributive e dunque si porrebbero le basi per una differenziazione, magari territoriale, in funzione del perseguimento dell'obiettivo. Per quanto attiene, invece, alla responsabilità sociale dell'impresa, che si intende incoraggiare, basti considerare, per valutarne le possibili implicazioni, che il Libro verde presentato dalla Commissione nel luglio 2001 la definisce come "l'integrazione su base volontaria dei problemi sociali ed ambientali delle imprese nelle loro attività commerciali e nelle loro relazioni con le altre parti". L'Europa ed il suo allargamento rappresentano quindi una delle principali sfide che le nostre imprese si troveranno ad affrontare, per questo Federmeccanica attraverso la WEM l'organizzazione imprenditoriale europea, prosegue nell'intento di contribuire attivamente, per quanto di sua competenza, ai processi di trasformazione in atto delineando strategie e perseguendo obiettivi nell'interesse dell'industria metalmeccanica. La Commissione, come le altre istituzioni europee, ha più volte indicato il dialogo sociale come un insostituibile strumento per migliorare la "governance europea" e sviluppare la qualità delle relazioni industriali. Certamente è apprezzabile il coinvolgimento delle parti sociali nella preparazione di direttive e la consultazione delle stesse per il raggiungimento di accordi tripartiti ma non deve assolutamente essere inficiata l'autonomia delle stesse. Condividiamo l'importanza del ruolo che la commissione attribuisce al dialogo sociale, tuttavia non riteniamo che questo debba essere realizzato, almeno per la fase attuale, a livello intersettoriale in quanto sede più idonea ad affrontare tematiche di natura trasversale. E' in coerenza con tale convincimento che la Wem non ha mai accolto i reiterati tentativi della Emf, la federazione dei sindacati metalmeccanici europei, di avviare iniziative che presentino caratteristiche tipiche del dialogo sociale a livello settoriale. Tuttavia non si può disconoscere che i rapporti e le occasioni di incontro tra le due organizzazioni metalmeccaniche europee si siano progressivamente intensificate; nostro obiettivo è quello di utilizzare il confronto come utile veicolo per conoscere le problematiche che affliggono il nostro settore ed individuare comuni strategie che portino al loro superamento. In questa chiave si è svolta nell'anno trascorso l'attività di un gruppo di lavoro comune Wem-Emf sui temi dell'immagine dell'industria metalmeccanica, con l'ambizioso obiettivo di attrarre i giovani verso il nostro settore, e delle carenze dei profili professionali nella nostra industria. Dopo un'ampia fase di analisi e confronto il gruppo di lavoro ha elaborato un documento che, successivamente, è stato presentato ai rappresentanti delle Commissione Europea; tenuto conto dell'interesse manifestato da questi ultimi e dell'enfasi da loro posta sulla necessità di ricevere concreti contributi dalle organizzazioni datoriali e sindacali di settore, le due federazioni europee hanno deciso di organizzare un convegno internazionale su tali temi, che si terrà a Bruxelles nel prossimo autunno. Ho prima richiamato la necessità di una politica di riforme orientata allo sviluppo; passi nella giusta direzione della modernizzazione e della crescita ne sono stati fatti e se ne stanno facendo sia in Europa che in Italia ma occorre maggiore decisione e speditezza perché nei prossimi anni si giocherà una partita fondamentale per i futuri assetti della divisione internazionale del lavoro. Una partita, del resto, già cominciata e della quale, dopo gli accordi di Doha, fa ora parte a pieno titolo un giocatore aggressivo ed ingombrante come la Cina. Tutte le analisi e le previsioni correnti ci dicono che, come avvenuto costantemente nel passato, la ripresa economica mondiale dipenderà pressoché esclusivamente dall'andamento dell'economia statunitense che dopo il rallentamento osservato in questa prima parte del 2003, anche grazie all'approvazione di un consistente pacchetto di sgravi fiscali e ad una aggressiva politica di cambio, dovrebbe tornare a ritmi di crescita più sostenuti già a partire dalla seconda parte dell'anno e realizzare dal 2004 tassi di incremento del prodotto interno lordo superiori al 3%. In questo contesto, nell'attesa che l'Europa si doti di istituzioni e strumenti che la mettano nelle condizioni di poter perseguire autonome politiche di sviluppo, dobbiamo chiederci: sarà l'Italia nelle condizioni di poter cogliere le opportunità che la ripresa - auspicata ma non certa - offrirà ai mercati mondiali? Il rischio evidente è che una accelerazione nel processo di scambio di merci e servizi produca strappi tali da allontanare i paesi più attrezzati alla competizione mondiale da quelli meno attrezzati. Nelle sue recenti Considerazioni Finali il Governatore della Banca d'Italia ha usato toni molto preoccupati circa la tenuta competitiva del sistema industriale italiano: la preoccupazione espressa dal Governatore è anche la nostra preoccupazione. Le cifre, nella loro arida oggettività, non potrebbero portare a conclusioni diverse: "Tra il 1997 ed il 2002 lo sviluppo degli scambi internazionali di beni e servizi è stato del 28 per cento. Le esportazioni italiane sono cresciute del 16 per cento, quelle della Francia e della Germania rispettivamente del 31 e del 38 per cento". Tali dinamiche hanno, ovviamente, determinato una perdita secca in termini di partecipazione italiana agli scambi internazionali: la nostra quota di mercato, infatti, è diminuita dal 4,5 per cento del 1995 al 3,6 per cento nel 2002. L'industria metalmeccanica, che ancora nel 2002 ha comunque garantito la tenuta della bilancia commerciale del nostro Paese con circa 12 miliardi di Euro di saldo attivo, non è rimasta estranea a questa tendenza. Per usare ancora le parole del Governatore: "Nel settore delle macchine e degli apparecchi la quota italiana, in progressiva riduzione, è pari al 9,6 per cento delle esportazioni mondiali. Per gli autoveicoli e le loro componenti la quota delle nostre esportazioni è diminuita in cinque anni dal 3,6 a circa il 3 per cento; per gli apparecchi elettrici e di precisione è scesa dal 2,1 all'1,8 per cento. Molto limitata è la presenza nel commercio dei prodotti dell'elettronica e dell'informatica". Questa è la fotografia, cruda e fedele, di un sistema industriale che, nel suo complesso, non riesce a sfruttare le opportunità che, pur in un contesto competitivo oltremodo difficile, la crescita del commercio mondiale offre e che, quindi, perde posizioni a vantaggio di altri sistemi e di altre economie: di quelle meno sviluppate nei settori più tradizionali e ad elevata price competition e di quelle più sviluppate nei settori maggiormente innovativi e dinamici dai quali, per le caratteristiche strutturali assunte dal sistema industriale del nostro Paese, rischiamo di essere tagliati fuori a tempo indefinito. C'è, dunque, un problema che attiene al modello di specializzazione produttiva e c'è un problema che attiene al governo delle dinamiche dei fattori della produzione in termini sia di costo che di produttività. La competitività di un Paese si gioca agendo su entrambi i fronti ed è illusorio pensare che uno escluda l'altro; per questo motivo ritengo che vedere o sottolineare solo uno di questi due aspetti sarebbe assai sbagliato e pericoloso per il presente ed il futuro della nostra industria. Abbiamo bisogno di migliorare sensibilmente la posizione nella divisione internazionale del lavoro e, contemporaneamente, dobbiamo difendere la competitività dei nostri prodotti nei segmenti di mercato nei quali siamo attualmente presenti. Se tutto ciò è vero, ed è vero, rischiano di essere inconcludenti e fuorvianti le polemiche sulla "via alta" o la "via bassa" allo sviluppo; formule, queste, forse utili per il dibattito giornalistico ma prive di contenuti operativi. La "via alta", quella fatta di produzioni hi tech, non basta evocarla - od invocarla - ma la si deve realizzare predisponendo le condizioni, attuando le politiche e producendo le risorse finanziarie atte ad alimentarla. Il recente "accordo per lo sviluppo" sottoscritto da Confindustria e Cgil, Cisl, Uil - oltre a rappresentare un primo ma significativo segnale di disgelo nei rapporti con la Cgil e premiare lo sforzo fatto in questi anni da Confindustria per porre al centro del dibattito il tema della competitività come cruciale per lo sviluppo del Paese - costituisce un fatto importante e nuovo proprio sul piano dell'analisi e delle proposte che esso contiene circa, appunto, il tema della competitività del sistema industriale italiano. Le politiche per la Ricerca e l'Innovazione, la Formazione, le Infrastrutture e il Mezzogiorno sono le leve fondamentali per migliorare la posizione competitiva del Paese che, in tutte le graduatorie prodotte da istituzioni diverse, evidenzia un ritardo non solo verso i Paesi maggiormente sviluppati ma anche nei confronti di diversi new comers. Per quanto riguarda specificamente il settore metalmeccanico, su questi temi ampio spazio avevo dedicato nella mia relazione all'Assemblea dello scorso anno nella quale, appunto, supportato da consistenti evidenze statistiche mi ero soffermato sulle questioni che in questi ultimi mesi hanno occupato il dibattito in materia: la struttura dimensionale delle nostre imprese, troppo sbilanciata verso le piccole; il modello di specializzazione, troppo vocato verso produzioni mature. Il tema del modello di specializzazione produttiva perseguito dal Paese, quindi, è da Federmeccanica particolarmente sentito e condiviso. Tuttavia, occorre evitare il rischio di generose ma velleitarie fughe in avanti e dobbiamo essere consapevoli che la correzione di queste caratteristiche strutturali, che affondano le proprie radici in decenni e decenni di storia economica e industriale del Paese, richiede, pur mettendo in campo da subito le politiche giuste e le risorse necessarie, tempi lunghi o medio-lunghi. Nel frattempo dobbiamo continuare a sostenere la sfida competitiva difendendo e migliorando la capacità concorrenziale delle nostre imprese nei prodotti e sui mercati nei quali operiamo. Allora, se e quando apriremo il confronto con il Governo in vista del prossimo Dpef, dovremo sottolineare che la nostra perdita di competitività non è solo ascrivibile ad una insufficiente presenza nei settori a più alta intensità di Ricerca e Sviluppo ma anche ad un insufficiente rigore nei comportamenti che la concorrenza internazionale impone. Anche in questo caso ci soccorrono le cifre citate dal Governatore della Banca d'Italia: "In Germania, nell'ultimo biennio, le retribuzioni nel settore manifatturiero sono cresciute ad un tasso pari a poco più della metà di quelle italiane; la produttività è aumentata ad un ritmo doppio. Il costo del lavoro per unità di prodotto nel biennio è salito nell'industria italiana del 4,3 per cento, in Germania ed in Francia l'aumento è stato dell'1,3 per cento. Lo scarto rispetto ai due paesi è di 3 punti percentuali". In regime di moneta unica, aggiungo io, sono 3 punti secchi di competitività persa in due soli anni e nei confronti di due nazioni che, per il nostro settore, da sole rappresentano circa un terzo dell'interscambio di prodotti. Se a ciò si aggiunge la rivalutazione dell'Euro sul dollaro - imprevedibile ed imprevista per le dimensioni assunte - si comprende facilmente in quali difficoltà operative agiscono oggi le imprese. Ciò che voglio sottolineare è che la perdita di competitività sui prodotti che attualmente costituiscono la nostra offerta commerciale non favorisce lo spostamento verso il modello di specializzazione desiderato, ma, al contrario, ne ostacola la realizzazione riducendo i margini di autofinanziamento delle imprese e, più in generale, determinando un impoverimento del sistema Paese. E' tenendo bene a mente questa realtà che nel mese di maggio abbiamo firmato il rinnovo del contratto nazionale di categoria; un contratto che si è fatto carico di conciliare i principi del rigore dettati dal Protocollo del 1993 con i timori espressi dalle organizzazioni sindacali di un andamento inflazionistico che non segue il cammino delineato dai tassi di inflazione programmata che abbiamo il dovere di assumere a riferimento. Un contratto che è sostanzialmente in linea con gli accordi già rinnovati ma che è certamente più attento alle coerenze economiche di quanto non siano quelli ancora recentemente conclusi, con l'assenso del Governo, per il pubblico impiego. Tuttavia, per le cose appena dette sulla situazione economica del settore, un contratto certamente oneroso per le nostre imprese. Un contratto che, nonostante tutto, la Fiom non ha però ritenuto di sottoscrivere e che ancora oggi si ostina a chiamare "accordo separato". In realtà, guardando anche agli sviluppi più recenti della vicenda, se di separatezza si vuol parlare è molto più appropriato riferirla alla Fiom medesima che, per sua scelta, si è separata da un rapporto di confronto e dialogo con le imprese; si è separata da tutti gli altri sindacati e - visto l'esito del recente referendum che la Fiom ha promosso sull'art. 18 - si è separata anche dal comune sentire della stragrande maggioranza dei cittadini. Insomma, è la Fiom che si è separata dalla realtà e dal buon senso in nome di un radicalismo antagonista e di un massimalismo rivendicativo che già nel passato, in alcuni momenti - e quasi sempre con esiti negativi -, ne hanno segnato il comportamento pur non appartenendo, credo di poter dire, alla cultura profonda di una storia centenaria che è fatta, come si conviene ad un sindacato, di contrattazione e di accordi. Questa considerazione mi fa sperare, e Federmeccanica lavorerà in tale direzione, che si possa tornare presto ad un clima di confronto sereno e costruttivo con tutte le organizzazioni sindacali, nell'interesse delle imprese e dei lavoratori. La strada che abbiamo scelto e che non intendiamo abbandonare è quella del rafforzamento del sistema partecipativo da realizzare a tutti i livelli: nazionale, territoriale, aziendale. E' evidente, però, che la partecipazione presuppone, quale conditio sine qua non, la condivisione di un sistema di principi e di regole pur nella naturale distinzione dei ruoli e nel rispetto delle reciproche autonomie. Il recente rinnovo contrattuale si muove in questa direzione valorizzando il ruolo delle parti sociali e mettendo a disposizione del sistema risorse e strumenti utili allo scopo. Il terreno privilegiato è quello della Formazione sul quale più evidente che su altri è la convergenza di interessi tra imprese e lavoratori ma, lo dico con piacere, su una materia eminentemente partecipativa come quella della previdenza complementare anche la Fiom ha firmato l'accordo sindacale che offre un significativo contributo allo sviluppo del Fondo di categoria Cometa. Con il medesimo spirito - cioè la ricerca di soluzioni capaci di contemperare i diversi interessi in campo - Federmeccanica affronterà la discussione relativa agli argomenti che il contratto ha rimandato all'attività di apposite Commissioni o gruppi di lavoro, così come il confronto negoziale che, in autunno, riguarderà l'implementazione contrattuale delle leggi sul lavoro di recente emanazione. Ci auguriamo che la Fiom non voglia sottrarsi alla discussione ed al confronto su materie così rilevanti per la vita dei lavoratori e delle imprese; comunque per quanto ci riguarda, non mancheremo di sollecitarne la partecipazione. A tale proposito, io ritengo che la legislazione che si è in questi anni prodotta - a partire dal "pacchetto Treu" fino alla legge Biagi e relativi decreti attuativi - abbia introdotto nel nostro sistema quella dose di flessibilità che il mercato del lavoro richiedeva. E' un dato positivo, al di là del merito specifico dei singoli istituti, perché dimostra che è possibile considerare la materia dell'occupazione e del mercato del lavoro in modo non ideologico ma guardando alla concretezza dei problemi per dare risposte pragmatiche e concrete. Da questo punto di vista il Paese è maturato e la risposta data al referendum per l'estensione dell'art. 18 ne è una riprova eclatante; sia i partiti della maggioranza che, in larga misura, quelli dell'opposizione hanno contribuito a questo risultato. Ciò è motivo di soddisfazione. Naturalmente, proprio perché siamo fautori della concretezza e del pragmatismo, crediamo che i nuovi strumenti di flessibilità introdotti debbano essere usati in modo appropriato da parte delle imprese, che il sindacato abbia un ruolo da svolgere nella disciplina contrattuale di questa materia, che l'applicazione debba essere monitorata e valutata nei risultati prodotti. Trasformare la flessibilità in precarietà non è nell'interesse delle imprese - e le imprese non perseguono questo obiettivo - ma voler combattere la precarietà a colpi di vincoli e divieti produce solo lavoro nero e bassi tassi di occupazione. Con lo stesso metro di misura va valutata la regolamentazione proposta dai decreti attuativi della Legge 30 del così detto "Lavoro a Progetto" che - con particolare riferimento alla definizione dell'impegno temporale ed alla disciplina di conversione in rapporto a tempo indeterminato - rischia di rendere la nuova tipologia contrattuale di complessa ed incerta applicazione per le imprese e, in tal modo, di non centrare l'obiettivo condiviso di evitare usi impropri ed abusi del contratto di collaborazione coordinata e continuativa. In questi ultimi anni le Relazioni Sindacali sono state terreno di aspri scontri, di conflitti, di incomprensioni. Eppure, nonostante tutto, un fiume sotterraneo ha continuato a scorrere e talvolta è emerso dando luogo ad atti ed iniziative dal grande rilievo concreto per imprese e lavoratori. Oltre al già citato "Accordo per lo sviluppo", in questo periodo abbiamo avuto la creazione di Fondimpresa che, con la partecipazione di tutte le maggiori Confederazioni, gestirà le risorse dello 0,30 % destinato alla formazione continua. Inoltre, spero in tempi rapidi, vedrà la luce - ancora per iniziativa delle Confederazioni - l'Associazione per la tutela degli interessi dei Fondi pensione di origine negoziale; questo, soprattutto in un momento di confuso dibattito sulla delega previdenziale, sarà un punto fermo di non poco conto. Tutte le iniziative ora richiamate hanno avuto il contributo attivo oltreché l'adesione della CGIL; ciò significa che mentre l'attenzione dell'opinione pubblica era concentrata sul conflitto, il filo del dialogo e della collaborazione su iniziative utili e costruttive non si è mai spezzato. Adesso le Confederazioni hanno di fronte un'altra scadenza che non può più essere ulteriormente elusa: la verifica sul Protocollo del 23 luglio 1993. Quell'accordo triangolare ha dato un grande contributo al risanamento del Paese ma oggi mostra l'usura del tempo, non tanto negli obiettivi che restano ancora sostanzialmente validi, quanto negli strumenti atti a perseguirli. In particolare, abbiamo assoluto bisogno di riesaminare ed attualizzare gli assetti contrattuali che il Protocollo ci ha consegnato, così come, alla luce delle recenti vicende, le parti sociali dovrebbero avere il coraggio e la determinazione di affrontare insieme il tema, delicato e vitale, del sistema e delle regole della rappresentanza. Per quanto attiene al secondo punto dobbiamo essere consapevoli che o si torna rapidamente a pratiche sindacali fondate sull'unità di azione oppure il sistema attuale e non solo per la parte disciplinata dal Protocollo di luglio va ripensato perché le regole vigenti sono tutte fondate su un presupposto politico che, allo stato attuale delle cose, non è operante; queste considerazioni, ovviamente, valgono in particolar modo per il nostro settore. Per quanto concerne invece gli assetti contrattuali dobbiamo affrontare la questione con spirito costruttivo e libero da preconcetti e luoghi comuni; quel che serve è un sistema in grado di assicurare coerenza economica e razionalità distributiva, ovvero compatibilità macro e microeconomica. Obiettivi, questi, che andranno perseguiti congiuntamente perché se l'uno dovesse far premio sull'altro mancheremmo il risultato desiderato. Comunque, anche guardando a ciò che avviene nel resto d'Europa, la linea di marcia è chiara; si tratta di trovare un nuovo ed efficace equilibrio tra i livelli di contrattazione con un ampliamento di peso e ruolo per il livello aziendale con un rafforzamento di quello nazionale nelle sue funzioni di garanzia e di indirizzo in modo tale da minimizzare il rischio di rincorse salariali o di andamenti contrattuali erratici, frutto di situazioni localistiche e momentanee, che un decentramento non regolato potrebbe produrre. Su questi temi Federmeccanica non farà mancare il suo contributo di stimolo e proposta." 

FINMECCANICA CONCLUDE L' ACQUISIZIONE DI AERMACCHI 
Roma, 2 luglio 2003 - Ottenute le necessarie approvazioni da parte della autorità antitrust e completata la prevista "due diligence", la Aeronautica Macchi, azienda leader nel settore dei velivoli da addestramento, fa da oggi formalmente parte del Gruppo Finmeccanica. L'operazione, concordata a dicembre 2002, si è concretizzata tramite il passaggio formale del 67,2% del capitale della Aeronautica Macchi a fronte di un esborso di 154,9 milioni di Euro da parte di Finmeccanica, che tramite Alenia Aeronautica, già controllava una quota pari al 27,4% di Aeronautica Macchi. Aeronautica Macchi presenta un alto grado di integrazione con le attività nel settore delle aerostrutture di Finmeccanica e ne completa la gamma di prodotti e competenze tecnologiche. Attualmente Aeronautica Macchi collabora ai più importanti programmi di Alenia Aeronautica nel settore militare mentre in quello civile ha importanti rapporti di partnership con grandi gruppi internazionali come Airbus Industrie e Dassault. Si sono tenute oggi a Roma anche le assemblee di Aeronautica Macchi e di Aermacchi che hanno approvato il bilancio 2002 - che chiude con un valore della produzione di 263 milioni di Euro e un utile operativo prima dell'ammortamento dell'avviamento (Ebita) di 24 milioni di Euro -; nominato i componenti del consiglio di amministrazione e modificato lo statuto sociale in linea con quelli delle altre società Finmeccanica del settore aerospazio e difesa. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Aeronautica Macchi risulta da oggi così composto: Giorgio Brazzelli, attuale Amministratore Delegato di Aermacchi, nominato presidente di Aeronautica Macchi; Giorgio Zappa, attuale presidente di Alenia Aeronautica, confermato vicepresidente e Giovanni Bertolone, attuale Direttore della Progettazione e delle Operazioni di Volo di Alenia Aeronautica, che è stato nominato Amministratore Delegato. Nomine che, nel segno della continuità strategica, garantiscono un agile processo di integrazione industriale, tecnologica e commerciale dell'Aeronautica Macchi nell'ambito del Gruppo Finmeccanica Giorgio Brazzelli (64), si è laureato in ingegneria aeronautica a Milano. Dal 1964 al 1983 ha lavorato in Agusta, ricoprendo vari incarichi fino a diventare Amministratore Delegato della divisione elicotteri della società. Nel corso dei suoi anni alla guida di Agusta, oltre alla responsabilità complessiva della divisione (Cascina Costa, Frosinone, Anagni, Philadelphia), ha seguito l'avvio del programma A129 ed ha stipulato gli accordi Italia-Regno Unito per il nuovo elicottero Eh101. Passato alla Piaggio nel 1984 vi ha lavorato cinque anni come Amministratore Delegato. Dal 1989 ad oggi è stato Amministratore Delegato di Aermacchi che sotto la sua guida ha realizzato importanti traguardi come la realizzazione del nuovo stabilimento di Venegono; l'acquisizione della Siai Marchetti; il recupero di redditività e l'azzeramento dei debiti; lo sviluppo di attività relative civili. Infine ha gestito il lancio del nuovo addestratore a getto M-346 e la convergenza di Aermacchi con Finmeccanica Giovanni Bertolone (52) si è laureato presso il Politecnico di Torino nel 1975 ed è entrato nell'allora Aeritalia nel 1977. Il suo profilo professionale si è sviluppato a partire dall'Integrazione del propulsore e dall'Aerodinamica per ampliarsi alla Sicurezza del progetto/prodotto e alle discipline di Ingegneria del Velivolo, con responsabilità tecniche e gestionali crescenti. Nel 1994 diventa responsabile delle prove volo in tempo per gestire l'inizio dei voli del prototipo DA3 di Eurofighter, il primo ad installare il nuovo motore EJ 200. Completato così il proprio iter in Direzione Tecnica, l'ing. Bertolone assume la responsabilità della Business Unit Velivoli Militari di Alenia Aeronautica, divenendo membro dei Board of Directors di Eurofighter, Tornado, Amx. Il suo più recente incarico in Alenia Aeronautica è quello di Direttore della Progettazione e delle Operazioni di Volo che gestisce circa 1400 ingegneri e specialisti a Torino-Caselle, Pomigliano e Foggia. 

REPLY: SOTTOSCRITTA UNA LINEA DI CREDITO DI EURO 35,5 MILIONI CON UN POOL DI BANCHE GUIDATE DA SAN PAOLO-IMI LE RISORSE SARANNO INVESTITE A SUPPORTO DELLA STRATEGIA DI CRESCITA PER LINEE ESTERNE. 
Milano, 2 luglio 2003: Reply, uno dei principali gruppi italiani operanti nel settore dell'E-Business, ha sottoscritto con un pool di banche guidate in qualità di capofila da San Paolo-Imi una linea di credito del valore di € 35,5 milioni. Il finanziamento, che ha una durata complessiva di 5 anni e sei mesi, è esplicitamente al servizio di operazioni di M&A. Il pool di istituti, guidati da San Paolo-Imi in qualità di banca arranger, è formato da Centrobanca, Banca Mediocredito, Efibanca, Banca Popolare di Novara, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Vicenza, Banca Antonveneta e Unicredit Banca. Per Reply l'operazione si inserisce nel quadro delle strategie di crescita perseguite negli ultimi mesi sia per linee interne che attraverso acquisizioni, con l'obiettivo di rafforzare il posizionamento competitivo e ampliare la gamma dei servizi. Le attività del gruppo, che impiega oltre 750 persone nelle sedi di Torino, Milano e Roma, si sviluppano attualmente nelle aree dell'e-business consulting (consulenza strategica, organizzativa e di processo), dell'e-business communication (comunicazione multimediale e servizi di web-marketing) e dell'e-business implementation (progettazione e implementazione di sistemi internet, portali, siti e applicazioni mission critical in architettura multicanale). "Questa operazione - ha affermato il Presidente di Reply Mario Rizzante - rappresenta un significativo riconoscimento per quanto il Gruppo ha saputo fare fino ad oggi e ci mette in condizioni di poter cogliere eventuali nuove opportunità di acquisizioni in Italia o in Europa, con capacità finanziarie adeguate". "La disponibilità della linea di credito oggi sottoscritta - ha proseguito Rizzante - permetterà inoltre al gruppo di continuare ad investire una parte significativa del proprio cash-flow in attività di Ricerca&Sviluppo tecnologiche ed applicative". La più recente operazione di M&A condotta da Reply è stata l'acquisizione del 51% di IrisCube, annunciata lo scorso 12 giugno; IrisCube è una delle principali società di IT in Italia nell'offerta di servizi di consulenza specialistica relativi allo sviluppo di soluzioni Mobile e Wireless, a piattaforme applicative rivolte al mondo bancario, assicurativo e finanziario e a soluzioni integrate per il corporate banking e il mobile banking. 

ENEL: PERFEZIONATO L'ACQUISTO DELLA QUOTA DI FRANCE TELECOM IN WIND 
Roma, 2 luglio 2003 - A seguito del parere favorevole dell'Autorità Antitrust, è stato perfezionato ieri l'accordo per la cessione a Enel del 26,6% del capitale di Wind posseduto da Orange (Gruppo France Telecom), secondo le condizioni comunicate il 21 marzo scorso. A decorrere da ieri, quindi, l'intero capitale di Wind risulta posseduto da Enel. 

AUTORITÀ PER L'ENERGIA ELETTRICA E IL GAS: RELAZIONE ANNUALE A PALAZZO GIUSTINIANI 
Milano 1 luglio 2003 - Giovedì 3 luglio 2003, alle ore 11,30, a Roma, presso il Senato della Repubblica, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, via della Dogana Vecchia, 29, si terrà la cerimonia di presentazione al Parlamento della Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull'attività svolta dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Sarà presente il Presidente del Senato, Marcello Pera. Gli accrediti dei giornalisti e cinefotooperatori saranno accettati fino alle ore 18 di mercoledì 2 luglio, e dovranno essere inviati completi dei dati anagrafici, degli estremi del documento di identità e della lettera di accredito firmata dal responsabile di testata o, in sua vece, dal segretario di redazione, all'Ufficio stampa del Senato (fax 0667062947). L'ingresso per la stampa sarà da via Giustiniani 11. Per motivi di sicurezza, l'accesso per seguire l'evento dovrà avvenire entro e non oltre le ore 10,30. 

APERTA UNA ISTRUTTORIA CONOSCITIVA SULLE INTERRUZIONI DEL SERVIZIO ELETTRICO NEL MESE DI GIUGNO 2003 
Milano, 2 luglio 2003 - L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha avviato una istruttoria conoscitiva sulle cause, sugli sviluppi e le eventuali responsabilità delle interruzioni del servizio elettrico verificatesi in estese zone del Paese nel mese di giugno 2003 e in particolare il 26 giugno, e su possibili misure urgenti a garanzia degli interessi di utenti e consumatori. La delibera di avvio dell'istruttoria è disponibile sul sito internet www.autorita.energia.it L'istruttoria risponde all'esigenza di definire e valutare le cause contingenti e strutturali delle interruzioni e la loro dinamica contribuendo all'individuazione di eventuali misure urgenti che l'Autorità o altre amministrazioni e soggetti potrebbero, nei rispettivi ambiti di responsabilità, adottare allo scopo di aumentare la sicurezza di funzionamento del sistema elettrico nazionale. A tale scopo l'Autorità verificherà, tra l'altro, la consistenza della capacità di produzione censita, in termini di potenza efficiente, e della capacità effettivamente disponibile, con definizione delle cause di indisponibilità, della loro prevista durata e dei costi da sostenere per una loro eventuale riduzione, oltre al contributo delle importazioni di energia elettrica e la loro gestione; Saranno anche analizzate le procedure che la società Gestore della rete di trasmissione nazionale Spa e le imprese di distribuzione hanno adottato al fine di garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale in condizioni di emergenza (ivi inclusi i distacchi delle forniture, obblighi di produzione e programmi di manutenzione degli impianti, contrattualizzazione di ulteriore capacità di riserva e sua allocazione) e le procedure di informazione ai clienti. 

IL GRTN INFORMA: NESSUNA INTERRUZIONE DEL SERVIZIO PER OGGI 
Roma, 2 luglio 2003 - Il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale - Grtn ha informato Enel che anche per oggi, mercoledì 2 luglio, non si riscontra l'esigenza di applicare il piano di sospensione dell'erogazione di energia elettrica. 

IL GESTORE DELLA RETE INFORMA: IN SARDEGNA OGGI POSSIBILI INTERRUZIONI DELLA FORNITURA DI ELETTRICITA' ALLE FAMIGLIE. 
Roma, 2 luglio 2003 - Il Grtn ha informato Enel che, a seguito della comunicazione della Società Endesa Italia relativa all'impossibilità di differire l'indisponibilità del gruppo 2 della centrale di Fiumesanto, la capacità di produzione disponibile in Sardegna non è sufficiente a garantire il normale funzionamento del sistema elettrico nell'isola. Il Grtn ha, pertanto, richiesto di predisporre in Sardegna tutto quanto necessario all'attuazione del piano di distacchi di energia sino al terzo livello di severità incluso, a partire dalle ore 9,00 di domani, 2 luglio. Il Grtn si riserva di confermare l'attuazione effettiva del piano e le relative modalità di applicazione (livello e orario). A breve sarà disponibile sul sito internet www.enel.it l'elenco dei comuni coinvolti nel piano di distacchi con le relative fasce orarie. 

APER, L'ASSOCIAZIONE PRODUTTORI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI ESAMINA I PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI IN ITINERE RIGUARDANTI LO SVILUPPO E LA PROMOZIONE DELL'ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI, IN PARTICOLARE LA BOZZA DI DECRETO DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA EUROPEA 77/2001/CE E LA BOZZA DI LEGGE MARZANO 
Milano, 2 luglio 2003 - La Giunta dell'Aper riunitasi il 24 giugno ha preso in esame i provvedimenti legislativi in itinere riguardanti lo sviluppo e la promozione dell'energia da fonti rinnovabili, in particolare la bozza di decreto di recepimento della direttiva europea 77/2001/Ce e la bozza di legge Marzano attualmente all'esame del Parlamento. La conclusione dell'esame è stata la preoccupazione e lo sconcerto per la poca chiarezza e la contraddittorietà delle misure indicate nei due documenti. Lungi dal portare norme che permettano in maniera chiara ed univoca il superamento delle barriere che si frappongono allo sviluppo di nuovi impianti di produzione da rinnovabili, la lettura dei testi evidenzia come i temi cardine della Direttiva Europea sulle Fonti Rinnovabili, quali l'affinamento di strumenti di incentivazione per il raggiungimento degli obiettivi dichiarati, la predisposizione di un corpo normativo per l'armonizzazione delle procedure autorizzative e la creazione di un quadro regolatorio chiaro e definito ai fini dei collegamenti alla rete, cosa di cui si sta pagando pegno in questi giorni di forte richiesta di energia, siano stati completamente dimenticati. Emergono di contro alcune preoccupanti evidenze: Scarsa efficacia dello strumento di incentivazione basato sui certificati verdi (solo 0,5 TWh di nuovi impianti contro 0,9 TWh di certificati globalmente emessi da privati); Difficoltà nell'allacciamento alla rete elettrica in condizioni di scarsa trasparenza; Imprevedibilità dei tempi e frammentarietà locale dei procedimenti autorizzativi Dalla lettura combinata dei due testi i due documenti introducono nuovi elementi di confusione che rischiano di compromettere lo sviluppo di questo importante contributo alla sostenibilità energetica ed ambientale. L'inserimento tra le fonti rinnovabili, ai fini della incentivazione, di rifiuti solidi urbani, farine animali, co-combustione e teleriscaldamento riproduce di fatto la categoria di "fonti assimilate alle rinnovabili" che aveva determinato il sostanziale fallimento del Cip 6 e che era stata cancellata con l'approvazione del Decreto Marzano. Aper ritiene che il recupero energetico dai rifiuti e lo sviluppo del teleriscaldamento possano e debbano ragionevolmente essere sostenuti, ma adottando misure specifiche, senza far ricorso ancora, seppur sotto altra forma, al concetto di fonti assimilabili, la cui inevitabile conseguenza sarà di alterare il mercato dei certificati verdi, i quali, a nostro giudizio, dovranno rimanere verdi davvero per funzionare correttamente, cioè raggiungere l'obbiettivo della direttiva europea di aumentare la produzione da fonti rinnovabili in modo efficiente e trasparente. Non può essere dimenticato che il sostanziale fallimento del Cip 6/92 nell'effettiva incentivazione delle fonti rinnovabili fu causato proprio dall'introduzione delle cosiddette fonti assimilate, che in definitiva assorbirono la gran parte delle risorse disponibili che avrebbero dovuto stimolare lo sviluppo delle rinnovabili. Aper ritiene non accettabile che si voglia ripetere lo stesso errore del passato, aprendo a tutta una serie di tecnologie - più o meno pulite ma certamente non rinnovabili - la possibilità di emettere certificati verdi, destinando loro risorse destinate allo sviluppo delle rinnovabili con il risultato finale di un fallimento annunciato del sistema per quel che riguarda la reale incentivazione della produzione energetica da rinnovabili. Incentivare efficacemente lo sviluppo delle rinnovabili non è solo un obbligo che ci siamo assunti con i nostri partners europei, ma è un dovere nei confronti della collettività che pretende misure efficaci per limitare i danni ambientali legati alla produzione ed al consumo dell'energia. Aper rivolge un appello a tutte la parti politiche affinché il tema dello sviluppo delle rinnovabili venga affrontato in maniera chiara e risoluta, senza creare nuovi equivoci e nuove ambiguità. 

ENI: ITALIANA PETROLI LANCIA SUL MERCATO NAZIONALE PLUS 98, LA NUOVA BENZINA CHE GARANTISCE LE MIGLIORI PRESTAZIONI DEL MOTORE 
Milano, 2 luglio 2003 - Italiana Petroli, Società dell'Eni, lancia sul mercato nazionale Plus 98, la nuova benzina tecnicamente innovativa che consente al motore di mantenere elevati livelli di efficienza, pulizia e prontezza di risposta, e che supera così le performance delle benzine attualmente in commercio. Plus 98 sarà commercializzata nei prossimi giorni in tutti i punti vendita IP che esporranno il marchio Plus 98. Dal punto di vista tecnico sono quattro i principali punti di forza di Plus 98. Il numero di ottani (oltre 98), che supera di tre punti quello della comune benzina attualmente sul mercato e che, consentendo a Plus 98 di bruciare in modo regolare, tende a ottimizzare il processo di trasformazione dell'energia disponibile in energia meccanica. La distribuzione equilibrata degli ottani, che rimangono in numero elevato sia nelle frazioni leggere che in quelle pesanti di Plus 98, garantendo proprietà antidetonanti omogenee lungo tutta la curva di distillazione, fa sì che Plus 98 bruci regolarmente e in modo efficace durante tutte le fasi della combustione. La facilità di vaporizzazione, e cioè la capacità del carburante di passare facilmente da liquido a vapore, che porta Plus 98 a formare miscele con l'aria in tempi brevi e a produrre combustioni più rapide, migliorando così la prontezza di risposta del motore. II potere detergente: Plus 98, infatti, contiene uno speciale additivo che impedisce la formazione di depositi nel sistema di alimentazione del motore e in particolare sulle valvole, e consente così al motore di mantenere le performance del motore nuovo. Con Plus 98 di Italiana Petroli, Eni conferma la costante attenzione tradizionalmente rivolta alla qualità dei propri carburanti e l'ottimizzazione delle prestazioni del motore e la sua salvaguardia che sono al centro della filosofia adottata dal gruppo nello sviluppo di nuovi prodotti. Così come la costante ricerca dell'innovazione e el miglioramento. 

PROROGATE LE SETTE AUTORIZZAZIONI GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI SENSIBILI E GIUDIZIARI 
Roma, 2 luglio 2003 - L'Autorità Garante per la protezione dei dati personali - in vista dell'entrata in vigore del "Codice" sulla protezione dei dati personali contenente le disposizioni legislative e regolamentari in materia - ha disposto la proroga al 30 giugno 2004 dell'efficacia delle sei autorizzazioni generali per il trattamento dei dati sensibili e di quella per il trattamento dei dati giudiziari, rilasciate il 31 gennaio 2002. 

I PRIMI RISULTATI DEL PROGETTO ICAROS NET MOSTRANO PROGRESSI NELLA LOTTA CONTRO L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO URBANO 
Bruxelles, 2 luglio 2003 - Un progetto per il monitoraggio dell'inquinamento atmosferico urbano, finanziato dalla Commissione, ha mostrato che l'osservazione satellitare del particolato atmosferico offre notevoli vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali e che le politiche ambientali volte a ridurre l'inquinamento si stanno rivelando efficaci. I risultati del progetto Icaros Net, coordinato dalla Commissione e realizzato da dieci partner provenienti da Grecia, Germania, Ungheria e Italia, sono stati presentati durante una manifestazione tenutasi a Budapest il 27 giugno. Le prime conclusioni tratte da un progetto pilota condotto ad Atene rivelano che il monitoraggio satellitare dell'inquinamento da particolato offre un grado di affidabilità pari a quello dei sistemi alternativi terrestri, ma fornisce un quadro complessivo migliore sulla situazione ambientale. Il commissario per la Ricerca Philippe Busquin ha affermato: "Il particolato fine rappresenta una delle minacce più gravi che l'inquinamento atmosferico esercita sulla salute umana. Per migliorare l'elaborazione delle politiche in materia di salute e ambiente nell'UE, dobbiamo disporre di dati precisi e accurati sull'inquinamento atmosferico. Il monitoraggio di questo tipo d'inquinamento è un buon esempio dei vantaggi che la tecnologia spaziale può offrire ai cittadini e rappresenta un'ulteriore argomentazione a sostegno della necessità di incrementare gli investimenti comunitari nel settore spaziale". L'analisi iniziale di uno dei primi progetti pilota Icaros Net, condotto ad Atene, ha rivelato un livello di precisione superiore al 90 per cento. Inoltre, il sistema è riuscito a identificare le principali fonti di inquinamento da particolato nella zona, quali l'industria pesante, il traffico stradale e gli impianti di riscaldamento domestico a gasolio. Tali informazioni, insieme a quelle storiche registrate a partire dal 1987, sono state analizzate raffrontandole ai dati relativi all'insieme delle misure di politica ambientale adottate in questa zona dal 1990. I ricercatori sono giunti alla conclusione che queste misure hanno esercitato un notevole impatto in termini di dissociazione della crescita economica dal degrado ambientale. Un altro settore nel quale i dati rilevati dal sistema Icaros Net possono essere abbinati ad altre informazioni producendo notevoli benefici è quello della salute umana. Integrando i dati relativi alla previsione degli effetti dell'inquinamento sulla salute, ottenuti sulla base di studi epidemiologici, Icaros Net consente la valutazione quantitativa e il monitoraggio del rischio sanitario previsto, causato dal particolato ultrafine in un determinato momento. Il prossimo compito che attende i delegati presenti a Budapest per la presentazione del progetto sarà quello di discutere le modalità di applicazione di questo nuovo sistema di monitoraggio e valutazione dell'inquinamento atmosferico nell'UE e altrove. Vista la necessità di adottare un approccio internazionale coordinato ai problemi dell'inquinamento ambientale, sono stati lanciati degli appelli a favore dell'utilizzo del sistema Icaros Net in tutti gli Stati membri e i paesi candidati. Nei prossimi 18 mesi, il team Icaros Net continuerà ad analizzare i dati relativi al progetto pilota di Atene ed estenderà l'iniziativa sperimentale a Monaco di Baviera. Per ulteriori informazioni consultare il seguente sito web: http://icaros-net.jrc.cec.eu.int 

NASCE IL CODICE TRIBUTARIO LOMBARDO FORMIGONI: "PRONTI PER IL FEDERALISMO FISCALE". BOLLO AUTO PAGATO UNA VOLTA ALL'ANNO 
Milano, 2 luglio 2003 - "E' un evento istituzionale senza precedenti in Italia. La Lombardia - commenta il Presidente della Regione Roberto Formigoni - è la prima Regione a dotarsi di un proprio Codice Tributario che stabilisce i diritti dei cittadini e i doveri dell'Amministrazione regionale in materia fiscale". " E' un fondamentale esempio di riordino normativo - aggiunge Formigoni - nell'ottica della semplificazione che permette di facilitare gli adempimenti e di diminuire i 'costi dell'obbedienza' da parte dei contribuenti. La Lombardia dimostra così di essere pronta per il federalismo fiscale, senza introdurre costi aggiuntivi per i cittadini, ma responsabilizzando chi è chiamato a riscuotere i tributi". Approvato a larga maggioranza dal Consiglio regionale, diventa legge il nuovo Codice Tributario che definisce per ogni tributo regionale l'oggetto, la base imponibile, il soggetto passivo, le scadenze, le modalità di accertamento, liquidazione e riscossione, le sanzioni amministrative. "Con questa legge, inoltre - aggiunge l'assessore alle Risorse e al Bilancio, Romano Colozzi - viene riscritta completamente la materia delle tasse automobilistiche, utilizzando la riforma del titolo V della Costituzione". "In particolare - spiega Colozzi - la riforma della tassa per le automobili prevede una netta semplificazione delle scadenze, va incontro ai disabili semplificando le normative per l'esenzione, non obbliga il cittadino al pagamento di un nuovo bollo in caso di perdita di possesso dell'auto, obbliga la Regione ad effettuare gli accertamenti in tempi certi (entro tre anni) e stabilisce esattamente le norme per i rimborsi". Il Garante del Contribuente, l'Anagrafe tributaria regionale, lo Statuto del contribuente, sono le altre novità sostanziali introdotte dalla legge di "Riordino delle disposizioni legislative regionali in materia tributaria-testo unico della disciplina dei tributi regionali". Composta da 102 articoli, stabilisce le norme generali in base alle quali una sempre maggiore collaborazione del contribuente nella realizzazione dell'obbligo tributario deve trovare il suo contrappeso nelle misure idonee a facilitarla, aiutarla e sostenerla. Indica, pena la decadenza, il termine del 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui è stato effettuato il pagamento il termine per il rimborso e per l'accertamento. La legge regionale attua infine una norma stabilita dalla Finanziaria Nazionale 2001 che introduce l'Imposta Regionale sulle Emissioni Sonore Aeroportuali (Iresa). Il gettito del tributo sarà utilizzato esclusivamente per gli interventi necessari all'abbattimento dell'inquinamento acustico aeroportuale. 

ISTAT E ASSOLOMBARDA HANNO PASSATO AI 'RAGGI X' IL TERRITORIO MILANESE 
Milano, 2 luglio 2003 - Dalla popolazione residente al numero di abitazioni, dalle unità produttive al numero di addetti per settore, dall'evoluzione dei depositi bancari all'imponibile Irpef, dalla dotazione infrastrutturale al numero di veicoli circolanti e ai flussi di traffico della rete viaria. Sono questi alcuni dei tantissimi dati contenuti nei Quaderni Istat-Assolombarda sulle zone della provincia di Milano che hanno passato ai raggi X le principali dinamiche del territorio dell'area milanese. I Quaderni, pubblicati grazie alla collaborazione di Pirelli &C. Real Estate, sono stati presentati oggi nel corso di un incontro intitolato "Conoscere il territorio per essere competitivi" a cui sono intervenuti, tra gli altri, Marco Di Tolle, Assessore alla Pianificazione del territorio e programmazione delle infrastrutture della Provincia di Milano, Piero Borghini, Responsabile per lo sviluppo delle attività dell'Agenzia per il Marketing Territoriale dell'Area Milanese, Daniela Gasparini, Sindaco di Cinisello Balsamo e Presidente Assemblea dei Sindaci della Provincia di Milano, Michele Perini, Presidente di Assolombarda e Marco Lanata, di Pirelli & C. Real Estate. "La principale finalità dei Quaderni Istat-Assolombarda", ha spiegato Michele Perini durante l'incontro, "è quella di offrire un riferimento conoscitivo operativo al servizio delle imprese, per accrescere la loro consapevolezza del contesto nel quale operano e competono, delle criticità che esso presenta e delle opportunità che offre. Con questo strumento, ci siamo anche proposti di fornire un contributo a tutte le Amministrazioni comunali dell'area oggetto dell'analisi che sono tra i nostri principali interlocutori sul territorio. Siamo convinti, infatti", ha aggiunto Perini, "che una base conoscitiva condivisa sia un presupposto indispensabile per definire e realizzare una progettualità comune. Affrontare i problemi singolarmente, comune per comune, preoccupandosi solo dell'immediato, non basta più ed è poco efficace. Oggi, è più che mai necessario", ha concluso Perini, "che lo sviluppo della 'città-provincia' sia governato da una pianificazione strategica del territorio, in grado di garantirne la competitività con politiche adeguate. Politiche che consentano uno sviluppo equilibrato delle diverse variabili, economica, sociale e ambientale. Politiche di marketing urbano e territoriale che partano dalla necessità di far crescere la qualità della città e del territorio e il benessere di chi ci abita e lavora, per aprire nuove possibilità di sviluppo e di attrazione di investimenti". Intervenendo dopo Amedeo Ciriello, Coordinatore regionale Istat, il Direttore Generale di Assolombarda Roberto Polli ha illustrato i contenuti dei quaderni e, partendo da un confronto tra le caratteristiche delle diverse zone del milanese, si è soffermato sull'analisi del rapporto tra le principali infrastrutture stradali e ferroviarie e il territorio. Per indagare questa variabile sono stati costruiti, per ciascun comune, indici di dotazione che attribuiscono a ogni infrastruttura viaria o ferroviaria un valore in funzione della categoria della strada o del numero di binari attivi; quindi, si è sintetizzato per zone gli indici definiti a livello comunale. La zona Nord, ha spiegato Roberto Polli, mostra gli indici di dotazione viaria e ferroviaria più elevati della provincia: in particolare, quello di dotazione ferroviaria è addirittura quasi doppio rispetto alla seconda zona, cioè la Ovest. La zona Sud ha un elevato indice di dotazione viaria (inferiore solo alla zona Nord), ma possiede l'indice di dotazione ferroviaria più contenuto della provincia. La zona Est si distingue per il più basso indice di dotazione viaria e per uno degli indici ferroviari più bassi, superando solo la Sud. Per essere indicativa del livello qualitativo e quantitativo delle infrastrutture, però, la dotazione infrastrutturale deve essere confrontata: con i flussi di traffico che ricadono sui diversi assi considerati; con la popolazione, le unità locali e gli addetti presenti in un territorio, che ne indicano la dinamicità e, quindi, il grado di utilizzo della relativa rete infrastrutturale. Per questo, nella mappa la dotazione viaria di ogni comune è messa a confronto con il numero di auto e mezzi adibiti al trasporto merci circolanti. Interfacciando questi dati si rileva che: per la zona Nord, hanno gli indici di dotazione viaria più alti i comuni alla convergenza tra importanti assi di penetrazione in Milano da un lato e, dall'altro, il sistema tangenziale e autostradale; questi stessi comuni hanno anche il maggior numero di veicoli circolanti, mentre altri comuni presentano una dotazione viaria deficitaria rispetto a quest'ultima variabile; anche nella zona Sud si notano alcune divergenze: la dotazione viaria è soddisfacente per alcuni comuni e bassa, per altri, rispetto ai fabbisogni; la zona Ovest presenta livelli di maggiore dotazione stradale lungo gli assi radiali di penetrazione in Milano, mentre sono poco significative le connessioni di circonvallazione del territorio; la rete stradale della zona Est, in generale poco densa, presenta alcuni comuni non coperti dall'indice considerato, localizzati soprattutto nella parte nord della zona; com'è prevedibile, gli indici più elevati si riscontrano nei comuni lungo l'autostrada A4 Milano-Venezia e la tangenziale Est, che sono le arterie con i flussi di traffico più elevati dell'intera provincia. "Il nostro territorio è interessato da importanti e profonde trasformazioni, di portata non solo locale, che nel prossimo futuro ne muteranno radicalmente la fisionomia, e che devono e dovranno essere governate e gestite con estrema attenzione e serietà", ha detto Massimo Protti, Presidente dell'Organizzazione Zonale di Assolombarda nel corso della tavola rotonda. "Mi riferisco, ad esempio, guardando al territorio ad ovest di Milano, alla costruzione del polo esterno della Fiera e alle nuove connessioni infrastrutturali, prima fra tutte la linea ad Alta Capacità Torino-Milano; penso agli importanti progetti infrastrutturali che interesseranno il territorio dell'est milanese, dalla Brebemi alla Tangenziale Est Esterna, oppure ai fenomeni di deindustrializzazione vissuti in maniera assai rilevante dall'area del nord Milano e ai processi di riconversione del tessuto locale verso una new economy. Infine, penso anche alle grandi potenzialità di sviluppo e competitività del territorio a sud di Milano, caratterizzato da un più recente processo di industrializzazione e con rilevanti risorse naturali da valorizzare. Come Organizzazione Zonale discuteremo di tutti questi temi in occasione di specifici incontri sul territorio, aperti alle imprese, alle Pubbliche Amministrazioni locali e a tutti i soggetti locali interessati, che si svolgeranno dopo l'estate". 

IMPRENDITORI ITALIANI: IL 67% SI FORMA SUL CAMPO. LO RIVELA L'INDAGINE SULLA CULTURA D'IMPRESA PROMOSSA DA ERNST & YOUNG 
Milano, 2 luglio 2003 - Una uguale percentuale ritiene invece che il percorso di studi sia stato fondamentale per il raggiungimento della posizione attuale. Ma il 67% di essi dichiara di acquisire esperienza giorno dopo giorno "sul campo" nel contesto lavorativo in cui opera, maturando una sempre maggiore professionalita', grazie alla quale rende costantemente piu' efficiente la gestione della propria impresa.I dati vengono rilasciati oggi da Ernst & Young, Gruppo internazionale leader nei servizi professionali e sono raccolti nello studio "La Cultura d'Impresa come risorsa strategica e di sviluppo", realizzato nei primi mesi del 2003. A rispondere alle domande, un campione di imprenditori membri dell'Associazione Imprenditore dell'Anno, fondata nel 2000 con l'obiettivo di riunire i finalisti e i vincitori delle edizioni italiane del Premio L'Imprenditore dell'Anno, promosso da Ernst & Young. Nato nel 1986 negli Stati Uniti e giunto quest'anno alla settima edizione italiana, il Premio e' attualmente presente in 27 paesi e rappresenta un importante traguardo per i protagonisti del panorama economico che si sono distinti nella conduzione dell'impresa. Obiettivo dell'indagine condotta da Ernst & Young e' conoscere ed approfondire la percezione della Cultura d'Impresa diffusa tra gli imprenditori italiani. A questo fine, l'analisi si e' articola in quattro aree inerenti motivazioni, elementi e caratteristiche proprie dell'imprenditore di successo e sulla definizione del concetto stesso di "Cultura d'Impresa". Il concetto che emerge in maniera frequente dalle risposte degli imprenditori e' che l'innovazione intesa come cultura manageriale e quindi come ricerca ed acquisizione degli elementi frutto di nuove scoperte ed esperienze che divengono patrimonio aziendale, viene percepita oggi quale componente fondamentale e prioritaria della Cultura d'Impresa. Segue il concetto di sviluppo economico sociale, ovvero la capacita' di veicolare valori culturali ed etici all'interno dell'azienda e al servizio della collettivita'. Lo studio di Ernst & Young conferma la tendenza in atto secondo cui e' imprescindibile oggi la promozione di iniziative legate alla Cultura d'Impresa svincolate dal concetto di innovazione e sviluppo economico e sociale. Nel dettaglio, alla domanda "Quali sono i motivi che hanno maggiormente influenzato la sua scelta di diventare Imprenditore?" il 35% degli intervistati ha risposto l'intraprendenza, il 31% la realizzazione di un'idea innovativa, il 26% la tradizione familiare, uno scarso 5% il gusto del rischio e solo il 3% le prospettive economiche. Le "caratteristiche piu' rilevanti proprie di un imprenditore di successo" sono risultate essere nell'ordine: la vision, la percezione del ruolo dei collaboratori, l'integrita' e l'innovazione. Andamento del mercato e rischio sono invece state considerate variabili meno importanti per il successo di un "businessman". "Le risposte fornite dagli imprenditori italiani sulla Cultura d'Impresa rendono evidente che alcuni valori sociali e la responsabilita' etica delle singole aziende sono oggi percepiti come fondamentali per un corretto sviluppo economico, che e' a sua volta frutto soltanto di un confronto costruttivo di idee e punti di vista differenti", ha affermato Giovanni Aspes, Country Managing Partner, Ernst & Young. "Davanti alle difficolta' che le aziende si trovano quotidianamente a dover fronteggiare, per mantenere la propria competitivita' nella disordinata evoluzione dei mercati a cui oggi assistiamo, questi punti fermi sono essenziali. La rivalutazione dell'importanza sociale dell'impresa e la promozione del confronto con il territorio sono, tra l'altro, alcune delle motivazioni che stanno alla base della costituzione della Associazione Imprenditore dell'Anno, nonche' delle collaborazioni avviate con centri di ricerca, associazioni di categoria ed enti pubblici". 

E' ENTRATA IN VIGORE LA PATENTE A PUNTI: ARAG LANCIA LA NUOVA POLIZZA PATENTE PROTETTA
Verona, 2 luglio 2003 - Il decreto legge varato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri e pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale (D.Lgs. n.151 del 27 giugno 2003) interviene con profonde modifiche in tema di circolazione stradale. In particolare prevede l'introduzione della Patente a Punti e sanzioni più elevate per violazioni di norme del Codice della Strada. Tutti coloro che sono in possesso di una abilitazione alla guida dovranno quindi circolare nel rispetto delle nuove disposizioni di legge, con il rischio, in questa prima fase di introduzione, di incorrere in errori di interpretazione: ogni patente è dotata di un punteggio di 20 punti, a scalare a fronte delle infrazioni commesse; solo mediante corsi in autoscuola, a pagamento, sarà possibile recuperare i punti perduti. In risposta all'inasprimento del regime sanzionatorio e alla ancora ridotta notorietà delle novità introdotte, per prima sul mercato Arag, Compagnia di assicurazioni leader nel ramo della Tutela Giudiziaria, propone il nuovo prodotto Patente Protetta. Con questa nuova polizza ogni Assicurato potrà essere assistito dal proprio avvocato di fiducia e sarà Arag a pagarne la parcella. Si tratta di un prodotto assicurativo molto completo, composto da moduli che il cliente può combinare in base alle sue esigenze. Ecco in che modo la polizza interviene: nell'ipotesi di sospensione della patente di guida, Arag insieme all'avvocato, provvederà a presentare il ricorso all'Autorità competente e verrà corrisposta una diaria all'assicurato per tutto il periodo in cui sarà inabilitato alla guida; difesa in sede penale nel malaugurato caso in cui, in seguito ad incidente stradale, l'assicurato abbia provocato lesioni a qualcuno e si trovi a dover pagare un avvocato; Aragtel, un servizio di consulenza telefonica a disposizione dell'assicurato per informazioni riguardanti la polizza, chiarimenti sulle normative vigenti e assistenza nel prendere tempestivamente le decisioni più corrette; Indennità Autoscuola, cioè il rimborso delle spese per il corso che l'assicurato deve frequentare presso una scuola guida per recuperare i punti persi (massimo 6 punti per corso); Le garanzie previste in "Patente Protetta" sono operanti sul territorio italiano e in tutti gli altri Paesi dell'Unione Europea. Il costo della polizza varia in base alle caratteristiche prescelte dal Cliente. A titolo di esempio, per una polizza della durata di un anno che preveda la possibilità di ricevere una diaria giornaliera di € 50,00 per almeno 180 giorni, l'importo del premio è di € 170,00. Per la categoria professionale degli autotrasportatori inoltre, è previsto un pacchetto ad hoc che prevede un'estensione delle prestazioni specifica per questa attività lavorativa. Infolink: www.arag.it 

L'INTESA DEI CONSUMATORI CHIEDE ALL'ANIA L'APERTURA DI UN TAVOLO PER DISCUTERE L'ABBASSAMENTO DELLE POLIZZE RCA IN RELAZIONE ALLA DIMINUZIONE DEGLI INCIDENTI DOVUTO AL NUOVO CODICE DELLA STRADA 
Roma, 2 luglio 2003 - L'Intesa dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) rende nota una lettera inviata oggi al Presidente dell'Ania Fabio Cerchiai, di cui si riporta di seguito il testo integrale: Egregio Presidente, a seguito all'entrata in vigore del nuovo codice della strada, crediamo possa determinarsi un punto di incontro, tra l'organismo da lei rappresentato e le Associazioni scriventi, per intraprendere un percorso di fattiva collaborazione. Non vogliamo qui tornare sulle motivazioni che hanno portato ad una divergenza di posizioni nel recente passato, convinti della necessità di dover operare per la migliore tutela possibile dei consumatori, vogliamo cogliere quindi quanto di positivo possa emergere in termini di riduzione della sinistrosità, e quindi dei costi assicurativi, dalle nuove e più vincolanti norme del codice della strada. Del resto alle istanze provenienti dalle compagnie d'assicurazione da lei rappresentate, istanze tendenti alla stipula di norme che portassero alla diminuzione dei sinistri, il Governo ha dato risposta attraverso questo decreto che ha il non trascurabile merito di puntare su una più attenta e rigorosa opera di controllo da parte delle forze dell'ordine, accompagnata da un archivio affidabile e personalizzato per ogni patentato. Partendo da queste premesse e contando sulla disponibilità al dialogo, espressa anche nel suo intervento in occasione dell'ultima assemblea annuale dell'Ania, l'Intesa dei consumatori le propone l'apertura di un tavolo che possa discutere senza reciproche pregiudiziali la possibilità di diminuire le polizze Rca in base al decremento percentuale degli incidenti che seguiranno alla suddetta riforma del codice della strada. In questa ottica e parallelamente, potrebbe essere posta al vaglio anche la possibilità di diminuzione personalizzata dei premi, per quei patentati virtuosi che manterranno intatto il proprio patrimonio punti per un arco di tempo congruo rispetto all'abbassamento percentuale della propria polizza Rca ed una opportuna opera di informazione, in particolare dei giovani che, se condotta congiuntamente dalle forze dell'ordine, dalle compagnie e dalle associazioni, può raggiungere una significativa platea. Certi di incontrare il suo interesse su queste tematiche e in attesa di un riscontro positivo, le inviamo distinti saluti. 

LA FONDAZIONE ARENA A MONACO DI BAVIERA PER AIR DOLOMITI CONCERTO D'APERTURA DEL TERMINAL 2. 
Monaco, di Baviera, 2 luglio 2003 - Il 29 giugno, giorno dell'avvio operazioni presso il nuovo Terminal 2 a Monaco di Baviera, alle ore 12.00 gli artisti della Fondazione Arena di Verona, Milena Josipovic e Victor Garcia, accompagnati dalla pianista Michela Forgiane, si sono esibiti in un esclusivo concerto dedicato all'inaugurazione della nuova struttura presso la zona partenze riservata ai voli Air Dolomiti. Air Dolomiti è presente a Monaco con uno stand dedicato ed ospita la Fondazione Arena quale partner e simbolo della città in cui le due realtà concentrano la propria attività. Lo stand allestito nella zona dedicata ai voli della Compagnia offriranno nelle prime due settimane di apertura del Terminal 2 un'opportunità di conoscere le due realtà più importanti del tessuto culturale ed economico veronese e saranno aperte al pubblico in transito sullo scalo. Il personale Air Dolomiti fornirà un servizio di supporto e di informazione, grazie ad una parentesi prevolo, studiata in sintonia con il noto stile dell'accoglienza della Compagnia italiana. Il prestigioso contributo offerto dalla Fondazione Arena rende omaggio alla grande attività sostenuta da Air Dolomiti sullo scalo bavarese quale Compagnia di riferimento per raggiungere molte destinazioni in Italia ed in particolare la capitale mondiale dell'opera, Verona. L'inaugurazione del nuovo Terminal 2, dove verrà concentrata tutta l'attività Lufthansa/Star Alliance, è stato un evento di primissimo piano nel panorama economico europeo: lo scalo bavarese si appresta infatti a diventare l'hub di riferimento dell'Europa centro meridionale, quindi per l'Italia, e stima di raggiungere 50 milioni di passeggeri all'anno. Contributo allo sviluppo dello scalo, intenzionato a diventare hub per tutti i passeggeri del nord Italia sarà sicuramente l'intensificarsi dell'attività di Air Dolomiti e Lufthansa. 

LOTTO SPORT ITALIA E WTA TOUR INSIEME FINO AL 2008 
Montebelluna (Tv), 2 luglio 2003 - Lotto Sport Italia aggiunge all'elenco di partnership strategiche un altro "tassello" molto importante per lo sviluppo del business dell'Azienda nel mondo del tennis. Dopo quella con Atp e Wimbledon è di questi giorni la firma dell'accordo di partnership tra Wta Tour e Lotto Sport Italia. L'accordo partirà da gennaio 2004, avrà una durata di 5 anni e opererà su quattro aree: "Official Wta Tour Product, Players Program, Official Wta Tour Partner" e "Advertising & Tv". Wta Tour è l'associazione che rappresenta le giocatrici professioniste del circuito tennistico con più di 1000 giocatrici di oltre 76 nazioni. Non solo, Wta Tour sovrintende l'organizzazione di 58 tornei internazionali in 30 paesi nel mondo, con un'audience di oltre 4 milioni di spettatori. Numeri e caratteristiche, quelle di Wta Tour, che Lotto Sport Italia ha voluto "sue" e che saranno spunto delle strategie dei diversi progetti: "Official Wta Tour Product", utilizzo in esclusiva del marchio Wta Tour. Lotto sarà l'unica azienda che potrà inserire il logo Wta Tour sulle proprie linee tennis. Per meglio sviluppare questa partnership, Lotto presenterà una linea totalmente ispirata a questo progetto; "Players Program", oltre 100 giocatrici del circuito Wta Tour saranno sponsorizzate Lotto. Con l'aggiunta di questo programma, Lotto si conferma una delle aziende con il più alto numero di giocatori (uomini e donne) professionisti sponsorizzati nei circuiti internazionali (circa 200); "Official Wta Tour Partner", Lotto sarà il fornitore tecnico ufficiale - per l'abbigliamento e le calzature - di tutto il personale e degli "officials" dei tornei del circuito Wta Tour; l'ultima area del progetto, "Advertising & Tv", prevede un investimento importante da parte di entrambi i partners sui principali network televisivi e stampa specializzata, in modo da promuovere in tutto il mondo la collezione a marchio Lotto-Wta Tour, all'interno dell'intero circuito professionistico. "L'accordo con Wta Tour - dichiara Edoardo Artaldi, Vice President Marketing Communication Lotto - arriva in un momento chiave del percorso intrapreso dall'Azienda per il consolidamento della propria immagine nel tennis. Questa partnership - continua Edoardo Artaldi - ci permette di essere riconosciuti ancora di più come azienda "authentic tennis". Perché la ricerca, l'innovazione, il design dei nostri modelli, oltre alla tradizione che lega "la doppia losanga" al tennis, è unica e l'accordo, visto quello che Wta Tour rappresenta nel tennis, ci aiuterà a confermare la nostra autenticità in questo sport" - conclude Edoardo Artaldi. "Il nostro obiettivo è quello di promuovere attivamente e ulteriormente il Wta Tour e allearci con nuovi importanti partners, come Lotto Sport Italia. Crediamo che Lotto riconosca il valore del tennis professionistico femminile d'oggi e che la nostra partnership accrescerà la popolarità internazionale del gioco femminile" - ha commentato Larry Scott, Ceo del Wta Tour - "Siamo molto soddisfatti di questa nuova collaborazione e orgogliosi di abbinare il nostro nome ad uno dei marchi leader nell'ambito dell'abbigliamento e delle calzature per il tennis." 

STILE LIBERO È UN "NON MARCHIO" PER ARTIGIANI/ARTISTI IN CERCA DELLA LORO VETRINA, SOTTO LA CUI DENOMINAZIONE CNA MILANO INTENDE CREARE UN "CLUB DI PRODOTTI" E DI "PRODUTTORI" CHE SI RICONOSCONO NEI VALORI CHIAVE LEGATI AL MONDO ARTIGIANO 
Milano, 2 luglio 2003 - Si tratta di una tipologia imprenditoriale molto più diffusa di quanto possa essere "catalogata", di artigiani molto più vicini alla definizione di "artista" che non di imprenditore, di persone che intendono trasformare in attività lavorativa il frutto di loro passioni, ricerche e studi particolari, intuizioni produttive o commerciali.In molti casi l'approccio imprenditoriale non richiede grandi investimenti iniziali e questo è uno dei motivi per cui molto frequentemente imprenditori "creativi" sono giovani/donne o, al contrario, artigiani al termine della loro attività produttiva che per il loro isolamento non sono in grado di trasmettere il proprio "know-how" a nuove generazioni. Questa tipologia di imprese/imprenditori condivide un insieme di caratteristiche e punti di debolezza comuni: a) Scarsa attitudine commerciale, quasi "avversione" verso le attività di promozione, commercializzazione e vendita. Sono imprenditori che si riconoscono in quanto "produttori" e continuano a cercare forme di implementazione legate al "saper fare" e non al "saper vendere". b) Scarsa capacità produttiva (in termini quantitativi). Si tratta nella maggior parte dei casi di micro strutture, anche composte dal solo titolare, che possono pertanto affrontare lotti minimi di produzione che spesso, per contro, richiedono tempi medio-lunghi. c) Dispersione geografica ed assenza di visibilità commerciale. I luoghi di produzione (spesso coincidenti con l'abitazione o adiacenti) sono dispersi sul territorio regionale, isolati ed assolutamente fuori da ogni circuito commerciale: non hanno una "vetrina" e non sanno conquistarsela con operazioni commerciali mirate. Cna Milano intende rivolgersi a questa tipologia di imprenditori/imprese, difficilmente identificabili attraverso i codici standard di classificazione economica, per aiutarli a costruirsi una "visibilità" di gruppo. mPer le aziende aderenti, il cui primo nucleo sarà costituito da circa 20 unità dell'area milanese/lombarda, il progetto prevede la predisposizione delle seguenti azioni commerciali : Definizione di un marchio di qualità che identifichi il network Costruzione di un catalogo comune che dia risalto alle figure imprenditoriali oltre che alle loro produzioni Strutturazione di un Piano di Marketing / Relazioni esterne che contenga le principali "argomentazioni di vendita" del Club di prodotto e le linee guida della politica "comune" di posizionamento sul mercato ed il "Codice interno" comportamentale delle aziende aderenti al circuito. Consulenza e supporto operativo per l'identificazione di una "forza vendita", attraverso la ricerca e la selezione di possibili agenti. Studio di fattibilità per la realizzazione di un Incubator dedicato da localizzarsi preferibilmente in ambito cittadino (in un'area industriale dismessa ma logisticamente accessibile). L'Incubator ipotizzato dovrebbe prevedere uno spazio fisico di commercializzazione "comune" alle produzioni per diventare un "punto di shopping" esclusivo.Gli acquisti sarebbero effettuati dal Cliente finale con la possibilità di "accedere" ai momenti di produzione e/o a specifici laboratori/corsi di formazione che potrebbero essere organizzati a rotazione dagli imprenditori. L'adesione al Progetto è completamente gratuita per gli artigiani. A loro carico è soltanto la presentazione di almeno 3 fotografie (o file in formato elettronico) rappresentative della loro produzione, accompagnate da un breve curriculum dell'imprenditore/imprenditrice ed da alcune considerazioni tecniche riguardanti la produzione. Il materiale sarà attentamente "vagliato" da una Giuria di esperti, provenienti dal mondo della moda, del design, del marketing, dell'arte, in grado di recepire ed interpretare le "tendenze emergenti" in vari ambiti socio-culturali e che deciderà insidacabilmente l'inclusione o meno nel circuito di Stile Libero. 

WORKSHOP REGMET SU METROLOGIA E REGOLAMENTAZIONE 
Parigi, 2 luglio 2003 - Nell'ambito del progetto RegMet finanziato dalla Commissione europea, il Comitato internazionale dei pesi e delle misure (Cipm) organizzerà un workshop volto ad esaminare l'importanza della metrologia per il settore normativo. La manifestazione si terrà il 19 settembre a Sèvres, presso Parigi (Francia). Il workshop offrirà ai partecipanti la possibilità di comprendere meglio l'ampiezza e la complessità delle questioni metrologiche nell'attività regolamentare e presenterà i risultati dei progetti relativi alle migliori prassi in campo metrologico. Sarà inaugurato il concetto di "modello per regolamentatori", uno strumento sistematico di aiuto per sostenere e promuovere l'adozione delle migliori prassi metrologiche nel contesto regolamentare. I principali argomenti di discussione saranno: importanza della metrologia nelle attività di regolamentazione; regolamentazione e metrologia nella chimica; regolamentazione e metrologia nelle grandezze fisiche; incertezze e norme scritte; importanza della metrologia nei sistemi di accreditamento; dialogo con la comunità normativa nei paesi meno sviluppati. Per informazioni : Fiona Redgrave Tel: +44 208 943 6397 E-mail: fiona.redgrave@npl.co.uk 

BAGNI SICURI SULLA COSTIERA DI AMALFI CON IL MANGIALIQUAME IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE (CNR) HA MESSO A PUNTO E BREVETTATO UN SOFISTICATO DISPOSITIVO CHE DEPURA IL MARE DAI LIQUAMI E PERMETTE L'INSTAURARSI DI COMPLESSE CATENE ALIMENTARI CHE ARRICCHISCONO L'ECOSISTEMA CIRCOSTANTE. 
Atrani (Salerno), 2 luglio 2003 - Da quest'estate i bagnanti di Atrani, in Costiera Amalfitana, potranno tuffarsi tranquilli in un mare ancora più cristallino e libero dai liquami inquinanti. A permetterlo sarà un innovativo dispositivo di depurazione, soprannominato mangialiquame, brevettato dal Cnr in collaborazione con il Comune di Rapallo e inaugurato oggi ad Atrani. Il Muds - Marine Underwear Depurator System, nome scientifico dello strumento - è un esempio di biotecnologia "povera", cioè a basso costo. È costituito infatti, da una semplice vasca di filtrazione di 4x3 metri sorretta da un traliccio in acciaio posta al di sopra di uno scarico fognario: i liquami, che risalgono verso la superficie a causa della loro minore densità rispetto all'acqua marina, sono costretti ad attraversare questo "letto percolatore", composto di sfere di plastica e spugne sintetiche che creano dei passaggi obbligati per le acque reflue, entro i quali milioni di microrganismi provvedono alla loro biodepurazione. "Il prototipo - spiega Marco Giovine, della Direzione del Progetto Finalizzato Biotecnologie del Cnr di Genova - favorisce una biodepurazione del refluo in ambiente marino e rappresenta quindi un significativo successo per chi crede nell'applicazione delle biotecnologie per la difesa dell'ecosistema". Il mangialiquame - che nella costiera Amalfitana trova la sua prima installazione operativa - garantisce una considerevole salvaguardia dell'ambiente marino: "Determina infatti - come precisa Giovine - l'abbattimento della sostanza organica attraverso gli innumerevoli microrganismi che s'insediano nelle unità filtranti e favorisce la nascita di una catena alimentare complessa, che vede al suo vertice svariate specie ittiche, spesso anche di pregio". Il sistema è stato inventato da Riccardo Cattaneo-Vietti, Umberto Benatti, Carlo Cerrano (Università di Genova), Giorgio Bavestrello (Università di Ancona) e Marco Giovine (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Genova) 

BORSE DI STUDIO: STANZIATA LA SOMMA DI CIRCA 155 MILA EURO 
Roma, 2 luglio 2003 - Assegnata dal ministero la somma di 154.937.070 euro (pari a 300 miliardi delle vecchie lire) alle regioni per le borse di studio nelle scuole statali e paritarie. Tale stanziamento consentirà alle Amministrazioni locali, per l'anno scolastico 2003/2004, di assegnare agli alunni meno abbienti delle scuole statali e paritarie, borse di studio per la frequenza scolastica. Il beneficio potrà essere fruito anche tramite una corrispondente detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi relativa all'anno di riferimento. Il decreto ministeriale è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 giugno 2003. http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/borse_studio/index.html 

LA BANCA POPOLARE DI SPOLETO FINANZIA IL PRIMO MASTER IN ECONOMIA E GESTIONE DEL TURISMO CULTURALE IDEATO E REALIZZATO DALL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA. 
Spoleto, 2 luglio 2003 - È stato presentato il 28 luglio a Spoleto, alla Rocca Albornoziana, nel corso di un Convegno sul Turismo Culturale promosso dalla Banca Popolare di Spoleto, il Primo Master in Economia e Gestione del Turismo Culturale( Mbc) ideato e realizzato dall'Università degli Studi di Perugia in collaborazione con l'Enit ed il Ministero per i Beni e le attività culturali. Il Master è rivolto a laureati ed operatori turistici ed ha lo scopo di formare manager con competenze nella gestione della produzione ed erogazione dei servizi culturali, rurali e turistici, capaci di progettare, organizzare e promuovere le linee dei prodotti, gestire il marketing relazionale anche via web. Il master si compone di cinque cicli: Culturale: per acquisire le abilità e le conoscenze di base sulla storia e la cultura del viaggio, ambienti e distretti culturali, geografia del turismo, museologia, anche attraverso sopralluoghi e strumenti mutlimediali; Economico Aziendale: dedicato alla conoscenza concettuale dell'economia dei beni culturali e del turismo, alla competenza operativa nella gestione di musei ed eventi, alla gestione di imprese turistiche. WEB: per l'acquisire le abilità per progettare i modelli di e-business nel turismo e beni culturali Gastronomia Culturale: dedicato alle conoscenze dello sviluppo rurale sostenibile, alle conoscenze delle geografie dell'alimentazione e del gusto, alle produzioni della filiera locale e dei prodotti biologici. Giuridico Amministrativo: per fornire le conoscenze delle norme che regolano il turismo, i beni e le attività culturali, le direttive comunitarie, i finanziamenti e gli incentivi. Internazionale: realizzato con il projet work e lo stage permette ai partecipanti di svolgere un tirocinio presso enti ed istituzioni con rappresentanza all'estero (Madrid, Parigi, Francoforte, Monaco, Londra, Bruxelles, Amsterdam, Vienna, Varsavia, Copenaghen, Ginevra, New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago, Toronto, San Paolo, Buenos Aires, Sidney, Tokyo, Bombay, Pechino). La sede del master sarà la trecentesca Rocca Albornoziana di Spoleto. "L'Italia è il Paese con la maggiore offerta al mondo di bellezze storiche, architettoniche, ambientali ed enogastronomiche; - ha detto Giovanni Antonini Presidente della Banca Popolare di Spoleto - il "bel Paese" da solo possiede il 58% delle opere d'arte di tutto il mondo, il maggior numero dei siti Unesco del pianeta e il 70% dei beni ambientali e culturali censiti in Europa, 95 mila fra monumenti e chiese, 30 mila dimore storiche, 3500 musei, 2000 siti archeologici, 900 teatri; l'idea di fondo è che tutti questi siti potrebbero trasformarsi in imprese produttive che potrebbero non solo offrire lavoro, ma, se ben amministrate, dare la possibilità di aumentare esponenzialmente l'offerta turistica culturale italiana. Per questo è forte la necessità di valorizzare un patrimonio come quello italiano, ma soprattutto di formare giovani che possano essere la chiave per una progettazione funzionale ed un utilizzo corretto e professionale delle enormi potenzialità espresse dal no! stro Paese. L'Mbc nasce dalla mission di servizio del territorio della Banca Popolare di Spoleto che, con le sue attività, è da sempre impegnata in prima linea nella la valorizzazione del patrimonio culturale tramite la promozione di eventi locali e nazionali di grande valore simbolico. Basti ricordare, solo per citare alcuni degli eventi promossi negli ultimi tempi: Il Festival dei Due Mondi, le Manifestazioni Valentiniane, la Mostra Internazionale di Benozzo Gozzoli a Montefalco, la Sagra Musicale umbra, la annuale Mostra internazionale del tartufo nero di Norcia, i concerti estivi "Note nel Chiostro" a Perugia, Gli eventi itineranti "Luoghi del Perugino" e "Luoghi del Pintoricchio", la annuale premio di Laurea Guido Carli, gli annuali "Forum dell'Economia", gli Expò di Bastia, e di recentissima pubblicazione, un prestigioso libro fotografico "Spoleto e l'Umbria", già alla prima ristampa e di un cofanetto " Umbria Meridionale" contente un libro sull'Architettura Rurale ed un film "Re! spiro di Terra", ma anche eventi sportivi come le competizioni internazionali di Tennis femminile di Spoleto . L'impegno della Banca Popolare di Spoleto per la realizzazione del MBC, non è solo di natura ideologica, condividendo appieno le motivazioni che hanno spinto l'Università alla creazione del master, ma fornirà all'Università di Perugia tutte le attrezzature hardware e software delle aule didattiche, sarà impegnata nella campagna di comunicazione e pubblicitaria del master e si assumerà sia gli oneri di natura amministrativa che delle qualificate docenze. 

PRECISAZIONI ATM SULLA VINCITA DELLA GARA PER LA GESTIONE DEL SERVIZIO URBANO DELLA CITTÀ DI COMO 
Milano 2 luglio 2003 - In questi ultimi giorni, sulla stampa milanese e lombarda, sono apparsi numerosi articoli che hanno riportato la notizia della vincita della gara da parte di Atm SpA per la gestione del servizio urbano della città di Como. A tale proposito, Atm SpA precisa di essere a conoscenza della graduatoria e di non avere ancora l'assegnazione ufficiale. Gli articoli sopra citati, in molti casi, hanno riportato illazioni sulla validità dell'offerta economica presentata. L'operato di Atm SpA evidenzia come, negli ultimi anni, siano state contestualmente migliorate le performance in termini di acquisizioni di passeggeri e come sia stato raggiunto prima il pareggio e poi l' attivo di bilancio. La logica di Atm SpA è improntata, nella stesura dei piani industriali, a mantenere la società in equilibrio gestionale, migliorando dal punto di vista qualitativo il servizio offerto alla clientela. L'offerta di gestione del servizio per la città di Como è calibrata sui canoni indicati e, quindi,nel caso di assegnazione, non ci sarà alcun tipo di ripercussione negativa sulla proprietà né tantomeno sui cittadini milanesi. 

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