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2 LUGLIO 2003
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EUROPA AMPLIATA: LA COMMISSIONE
RAFFORZERÀ LA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA CON I NUOVI PAESI VICINI
Bruxelles, 2 luglio 2003 La Commissione
europea ha proposto iniziative importanti intese a migliorare gli interventi
dell'UE alle frontiere esterne dell'Unione dopo l'allargamento. Queste
iniziative rafforzeranno sensibilmente la cooperazione lungo i 10 000 km di
confini dell'UE con la Russia, l'Ucraina, la Bielorussia e la Moldavia, con
i paesi dei Balcani occidentali e con quelli del Mediterraneo. Tra il 2004 e
il 2006 gli attuali strumenti di cooperazione transfrontaliera quali
Interreg, Phare-Cbc, Tacis-Cbc, Cards e Meda riceveranno un migliore
coordinamento grazie all'istituzione di "programmi di prossimità"
che dovrebbero essere varati nel 2004. Si tratta di un grande passo verso
una migliore attuazione dei progetti comuni relativi alle frontiere esterne
dell'UE, come dimostra il fatto che la Commissione preveda di riassegnare a
tal fine 955 milioni di €. Per il periodo successivo al 2006 la
Commissione menziona una serie di opzioni, tra cui l'introduzione nelle
prossime prospettive finanziarie di un nuovo strumento di prossimità. Il
documento adottato oggi, " Preparare il terreno per un nuovo strumento
di prossimità ", rappresenta la continuazione della Comunicazione
della Commissione del marzo 2003 su una "Europa ampliata - Prossimità.
Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e
meridionali". Esso individua quattro obiettivi fondamentali per la
futura cooperazione transfrontaliera: promuovere lo sviluppo economico e
sociale nelle zone di frontiera; collaborare alla soluzione di problematiche
comuni in settori quali l'ambiente, la sanità e la lotta contro la
criminalità organizzata; assicurare frontiere efficienti e sicure;
promuovere azioni locali del tipo "people-to-people". Il
Commissario per la politica regionale Michel Barnier ha affermato che
"promuovere lo sviluppo regionale nelle zone di confine è una misura
fondamentale per favorire la prosperità e la stabilità sui due lati delle
frontiere esterne dell'Unione. A questo proposito le proposte della
comunicazione offrono la possibilità di avvalersi dell'esperienza già
acquisita con l'iniziativa comunitaria Interreg in materia di frontiere
esterne dell'Unione e di compiere un importante passo avanti nel
coordinamento dei nostri sforzi in questo campo". Il Commissario per le
relazioni esterne Chris Patten, da parte sua, ha detto che "la
comunicazione, che va vista nel contesto dell'iniziativa "Europa
ampliata", fornisce ai cittadini europei e ai loro vicini oltre
frontiera gli strumenti per migliorare la cooperazione, le buone relazioni
di vicinato e la sicurezza lungo le frontiere esterne dell'Unione. Il nuovo
approccio attribuisce la responsabilità della cooperazione alle frontiere
esterne ai maggiori interessati: gli abitanti delle zone di frontiera".
Il Commissario per l'ampliamento Gunther Verheugen si è così espresso:
"L'allargamento offre all'UE nuove opportunità per rafforzare la
cooperazione esistente con i paesi vicini, promuovere la stabilità, la
prosperità e la sicurezza al di là delle nuove frontiere dell'Unione.
L'esperienza accumulata dai nuovi Stati membri può ora essere messa a
disposizione delle popolazioni che si trovano dall'altra parte della
frontiera esterna dell'Unione". Tenendo conto dei vincoli a breve
termine del coordinamento tra gli strumenti finanziari esistenti (Interreg,
Programma di cooperazione transfrontaliera Phare, Programma di cooperazione
transfrontaliera Tacis, Cards e Meda), la Commissione propone di adottare un
approccio in due fasi. 2004-2006 : "Programmi di prossimità" Come
primo passo verrebbero istituiti, per il periodo 2004-2006, nuovi programmi
di prossimità, che si baserebbero ancora sulla legislazione attuale, ma
offrirebbero nuove soluzioni ai problemi che presumibilmente si
presenteranno ai responsabili dell'attuazione dei progetti di cooperazione
transfrontaliera dopo l'ampliamento. Questi programmi rappresenterebbero la
continuazione degli attuali programmi Interreg relativi alle frontiere
esterne dell'UE (e, nel caso di Bulgaria/Romania, dei programmi di
cooperazione transfrontaliera Phare). Secondo la Commissione, in questa fase
dovrebbe essere possibile proporre, nell'ambito degli strumenti e delle
prospettive finanziarie esistenti, per questi programmi e per il periodo
2004-2006, un volume di fondi totale dell'ordine di 955 milioni di €, di
cui 700 milioni a titolo di Interreg, 75 milioni a titolo di Tacis, 45
milioni a titolo di Cards, 45 milioni a titolo di Meda e 90 milioni a titolo
di Phare. È importante mettere a disposizione di questi programmi un volume
sufficiente di risorse perché possano avere un impatto e una visibilità
reali. Nell'ambito delle attuali prospettive finanziarie, i fondi esistenti
saranno in parte riassegnati alle regioni di frontiera e alla cooperazione
regionale. I programmi di prossimità presenteranno tra l'altro le seguenti
caratteristiche fondamentali: i fondi potranno essere assegnati da entrambe
le parti della frontiera esterna; nella definizione delle priorità dei
programmi si terrà conto degli obiettivi e delle attività necessari da
entrambe le parti della frontiera, come pure degli obiettivi specifici e
generali della comunicazione "Europa ampliata"; le disposizioni
che regoleranno la gestione dei programmi e le strutture dei comitati
assicureranno una partecipazione equilibrata di personale proveniente da
entrambe le parti della frontiera e prevederanno un'appropriata
rappresentazione della Commissione, un'unica procedura di applicazione e
l'adozione in comune delle decisioni di selezione dei progetti riguardanti i
due lati della frontiera. Le procedure che disciplinano il funzionamento
degli strumenti esistenti saranno razionalizzate perché soddisfino le
esigenze dei programmi di prossimità. Oltre il 2006 : "Nuovo strumento
di prossimità" Per la seconda fase, il periodo oltre il 2006, si
prevede l'istituzione di un nuovo strumento di prossimità applicabile a
tutti i settori contemplati dagli attuali programmi di cooperazione
dell'Unione relativi alle zone di frontiera. Tale strumento consentirebbe di
associare attività di cooperazione transfrontaliera e di cooperazione
regionale, da sviluppare attorno alla frontiera esterna dell'Unione
allargata. Gli obiettivi dello strumento sarebbero tanto di politica estera
che di coesione economica e sociale. Questa combinazione di settori
assicurerebbe la continuità con il tipo di cooperazione locale e regionale
già sperimentato con successo, ad esempio con Interreg e con il Programma
di cooperazione transfrontaliera Phare, e introdurrebbe allo stesso tempo
nel campo della cooperazione eventuali obiettivi di portata più ampia.
Inoltre, si potrebbero affrontare in tal modo i problemi pratici che
permarranno probabilmente anche dopo la realizzazione delle suddette azioni,
tra cui le restrizioni relative all'utilizzo dei fondi. Prima che si possa
stabilire una posizione definitiva, è necessario che i servizi della
Commissione riflettano ancora su una serie di questioni di ordine giuridico
e attinenti al bilancio. Tale riflessione è già in corso e continuerà
nella seconda metà del 2003. Pertanto, la Commissione prevede di presentare
orientamenti per le nuove prospettive finanziarie entro la fine dell'anno.
Alla luce di questi orientamenti e della terza relazione sulla coesione,
essa formulerà proposte più dettagliate per il nuovo strumento di
prossimità, ossia per la fase dopo il 2006.
"GLOBAL FORUM 2003":
DISEGNARE IL FUTURO, COLLEGARE LE COMUNITÀ E LE IMPRESE
Roma, 2 luglio 2003 - Il "Global Forum 2003", dedicato al futuro
tecnologico delle imprese e delle comunità, si svolgerà il 6 e7 novembre a
Roma. Il Global Forum è una manifestazione annuale indipendente di livello
internazionale, dedicata alle questioni economiche e politiche che
influiscono positivamente sull'evoluzione della società dell'informazione.
Rappresentanti di governi e imprese dei paesi industrializzati e dei paesi
in via di sviluppo avranno l'occasione di tenersi aggiornati sulle più
recenti innovazioni tecnologiche, questioni regolamentari e sviluppi di
mercato. Infolink: http://www.items-int.com/Global_Forum/global_forum.htm
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE - GIUGNO
2003
Roma, 2 luglio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica
che nel mese di giugno 2003 si è registrato un avanzo del settore statale
di circa 11.000 milioni di euro a fronte di un avanzo di 9.439 milioni nel
giugno 2002. Nel primo semestre del 2003 si è registrato complessivamente
un fabbisogno di circa 25.900 milioni, mentre nell'analogo periodo 2002 si
era avuto un fabbisogno pari a 28.295 milioni.
COMMENTO AI DATI DI FABBISOGNO DEL
SETTORE STATALE - GIUGNO 2003
Roma, 2 luglio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze rende noto
che il fabbisogno di cassa del settore statale a tutto giugno risulta
inferiore di 2.400 milioni rispetto a quello del primo semestre 2002. Il
dato riflette il buon risultato dei primi versamenti delle sanatorie fiscali
e l'andamento riflessivo dell'autotassazione delle persone giuridiche,
attribuibile sia alla riduzione dell'aliquota Irpeg sia al peggioramento dei
redditi d'impresa in connessione con il rallentamento dell'economia. Dal
lato delle spese si registra una dinamica sostanzialmente in linea con le
previsioni di molti comparti. Si segnalano, peraltro, rispetto allo stesso
periodo dello scorso anno, maggiori prelievi da parte delle regioni, anche
per una accelerazione dell'utilizzo delle risorse comunitarie.
AUMENTI DEL 12,4% PER GLI STIPENDI DEI
MAGISTRATI E AVVOCATI DELLO STATO
Roma, 2 luglio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica
che si è conclusa la verifica tecnica, condotta dall'Istat e dalla
Ragioneria generale dello Stato, sull'adeguamento delle retribuzioni di
magistrati ed avvocati dello Stato. La legge prevede, infatti, che le
retribuzioni dei magistrati siano calcolate ed adeguate sulla base degli
incrementi medi delle retribuzioni del restante personale pubblico. La
verifica tecnica aveva per oggetto l'accertamento degli aumenti di stipendio
di cui avevano beneficiato tutti gli altri dipendenti pubblici nel triennio
2000-2002. Tale indagine aveva incontrato difficoltà dovute al fatto che la
Legge Finanziaria per l'anno 1999, ancora sul punto inattuata, richiedeva
che, nel calcolo degli aumenti di stipendio, si tenesse conto anche della
parte di retribuzione accessoria. Al termine di una complessa indagine,
Istat e Rgs hanno concordato prima sul metodo da seguire e poi sui
risultati. Ne è emerso che l'aumento medio nel triennio è stato pari al
12,4%. I 10mila magistrati ed avvocati dello Stato, pertanto percepiranno,
in tempi brevi, il dovuto conguaglio e gli stipendi rideterminati.
UNICREDITO: PERFEZIONATO L'ACQUISTO DEL
7,35% DI CONSORTIUM
Milano, 2 luglio 2003 - UniCredito Italiano e Capitalia hanno perfezionato
l'acquisto proquota dell'intera partecipazione detenuta da B.B.
Investissements SA in Consortium Srl, pari complessivamente al 14,70% del
capitale sociale per un controvalore di circa Euro 106,6 milioni. Tale
acquisizione, che rientra nell'ambito degli accordi raggiunti in occasione
della revisione del patto di sindacato di Mediobanca, porta momentaneamente
la partecipazione detenuta in Consortium da ciascuna due banche al 25,70% in
attesa del successivo collocamento presso terzi.
IL SANPAOLO IMI ACQUISISCE UNA
PARTECIPAZIONE STRATEGICA IN BANCA DELLE MARCHE
Torino, 2 luglio 2003 - Sanpaolo Imi, Banca delle Marche, Fondazione Cr Jesi,
Fondazione Cr Provincia di Macerata e Fondazione Cr Pesaro hanno raggiunto
un'ipotesi di accordo per l'acquisizione di una quota strategica del
capitale di Banca delle Marche, banca leader in una delle regioni più
dinamiche d'Italia. Sanpaolo Imi e Banca delle Marche hanno in data odierna
deliberato i termini dell' accordo mentre la medesima operazione sarà
sottoposta all'approvazione, nei prossimi giorni, degli organi
amministrativi della Fondazione Cr Jesi, della Fondazione Cr Provincia di
Macerata e della Fondazione Cr Pesaro. L'accordo prevede che Sanpaolo Imi
rilevi una quota pari al 7% del capitale, di cui il 4,8% direttamente dalla
banca ed il 2,2% dalle Fondazioni, la cui quota partecipativa si attesta al
51,9%. Sanpaolo Imi ha inoltre riconosciuto alle tre Fondazioni un'opzione
put pari all'8% del capitale della banca, esercitabile entro il 31/12/06. Il
prezzo di acquisto concordato è di 1,77 Euro per azione per l'acquisto del
7%, pari ad un esborso di 92,1 milioni di euro. L'accordo prevede inoltre
che Sanpaolo Imi, le Fondazioni ed il Gruppo Aviva (già partner della Banca
delle Marche nel settore della bancassurance) aderiscano a Patti
Parasociali, finalizzati a perseguire il massimo potenziamento di Banca
delle Marche. I Patti avranno validità fino al 31/12/06 e saranno
prorogabili d'intesa con le parti. I Patti Parasociali saranno aperti
all'adesione di altri soci che siano espressione della comunità locale.
Sanpaolo Imi e Banca delle Marche daranno a loro volta avvio ad un reciproco
accordo di collaborazione volto a sviluppare sinergie commerciali ed
operative in campi come quello del wealth management, dell'investment
banking, del corporate ed international banking e della finanza per le opere
pubbliche. Banca delle Marche svolge la sua attività prevalentemente a
favore della clientela retail e delle Pmi, attraverso una rete di oltre 260
sportelli diffusi nell'Italia centrale, di cui 234 localizzati nelle Marche.
La banca vanta una dotazione di mezzi patrimoniali di circa 711 milioni di
euro, attività finanziarie pari a quasi 14 miliardi di euro e crediti verso
la clientela di circa 9 miliardi di euro. Per Sanpaolo Imi l'operazione si
inserisce in una logica di sviluppo che privilegia alleanze o aggregazioni
con banche di medie dimensioni fortemente radicate nei territori di
riferimento e dotate di reti operative prevalentemente concentrate su aree
territoriali particolarmente interessanti. Il perfezionamento
dell'operazione è subordinato alle deliberazioni societarie di tutte le
parti e all'ottenimento delle autorizzazioni previste dalla normativa
vigente da parte degli Organi di Vigilanza.
SANPAOLO IMI ACQUISTA IL 100% DI
EPTACONSORS SPA DA BANCA CARIGE E DAL BANCO DI SARDEGNA
Torino, 2 luglio 2003 - Sanpaolo Imi, Banca Carige e Banco di Sardegna hanno
perfezionato l'accordo che prevede la cessione al Gruppo Sanpaolo Imi delle
quote di Eptaconsors detenute rispettivamente da Banca Carige e dal Banco di
Sardegna. Le tre banche partecipavano al capitale di Eptaconsors S.p.A. con
quote rispettivamente del 60,72%, del 20,24% e del 19,04%. A seguito
dell'acquisizione Sanpaolo Imi deterrà pertanto il 100% del capitale del
Gruppo Eptaconsors. L'operazione è stata conclusa ad un prezzo complessivo
di circa 36,2 milioni di euro, variabile in funzione della successiva
valorizzazione di alcune componenti patrimoniali. Eptaconsors opera
attivamente da quasi vent'anni nei settori dell'Asset Management (attraverso
due società specializzate, Eptafund ed Egi) e dell'Intermediazione
Mobiliare (attraverso Eptasim). Il Gruppo Eptaconsors gestisce ad oggi un
patrimonio di circa 12,4 miliardi di euro. Il Gruppo Sanpaolo Imi, tramite
l'acquisizione del 100% di Eptaconsors, potrà proseguire nella
razionalizzazione delle proprie partecipazioni nel risparmio gestito,
valorizzando altresì il patrimonio di Eptaconsors nell'ambito delle
progettualità strategiche attuali e future.
BANCA POPOLARE DI VICENZA: RIDOTTO IL
PRIME RATE
Vicenza, 2 luglio 2003 - La Banca Popolare di Vicenza ha deciso, con
decorrenza 30 giugno 2003, di ridurre il prime rate applicato alla sua
clientela. In particolare, il prime rate è stato abbassato dal 7,50% al
7,25% in linea con l'attuale Prime Rate Abi. La Popolare di Vicenza ha
ritoccato verso il basso il proprio tasso di riferimento al fine di mettere
a disposizione delle imprese un'offerta creditizia sempre più conveniente.
La decisione, maturata in linea con l'abbassamento del costo del denaro in
tutta Europa, consente alla Bpvi di essere ancor più competitiva sul
mercato del credito, e agli imprenditori, soprattutto nel territorio
d'elezione del Nord Est, di poter ottenere maggiore spinta finanziaria per
la propria attività produttiva.
ACCORDO DI COOPERAZIONE TRA LA CONSOB E
LAUTORITÀ DI JERSEY
Milano, 2 luglio 2003 - Un accordo di cooperazione per lo scambio di
informazioni è stato di recente sottoscritto tra la Consob e la Jersey
Financial Services Commission. Finalità dell'accordo, che definisce forme e
modalità della collaborazione tra le due autorità di controllo, è la
determinazione di procedure di reciproca assistenza che consentano alla
Consob e alla Commissione di valori di Jersey di svolgere le funzioni ad
esse attribuite dai rispettivi ordinamenti. L'ambito di applicabilità
dell'intesa include, tra l'altro, lo scambio di informazioni e l'assistenza
nelle indagini per l'accertamento di violazioni delle normative in vigore
nei due Paesi. Con tale accordo salgono a 27 le intese bilaterali di
cooperazione concluse dalla Consob, cui se ne aggiungono 3 per il
mantenimento della confidenzialità delle informazioni scambiate. Sempre in
tema di cooperazione internazionale tra le autorità di valori, la Consob ha
inoltre sottoscritto il "memorandum of understanding"
multilaterale del Cesr (Committee of European Securities Regulators). Gli
obblighi di assistenza ai quali devono attenersi i membri della Iosco (International
Organization of Securities Commissions) sono stati di recente precisati nel
"Multilateral Memorandum of Understanding concerning Consultation,
Cooperation and the Exchange of Information.
IFIL CONFERMA DI PERSEGUIRE I SUOI
OBIETTIVI DI MEDIO TERMINE: RIDUZIONE DEL DEBITO, MOVIMENTAZIONE DEL
PORTAFOGLIO E REMUNERAZIONE DEGLI AZIONISTI.
Torino, 2 luglio 2003 - Non è possibile che rispettare la decisione di
Standard & Poor's.. Tuttavia Ifil non ne condivide le motivazioni, che
sembrano prescindere dagli indicatori di affidabilità finanziari stabiliti
dalla stessa società di rating: il citato rapporto tra posizione
finanziaria netta e il valore del portafoglio di Ifil è pari infatti
all'11% (15% considerando l'eventuale esercizio a partire dal giugno 2004 di
opzioni put detenute da alcuni nostri partner), comunque lontano dalla
soglia del 20%, oltre la quale, secondo Standard & Poor's, scatterebbe
l'abbassamento del rating. La decisione di sottoscrivere la quota
dell'aumento di capitale di Fiat trova la sua ragione nella fiducia che Ifil
ripone nel nuovo management e nel suo piano di rilancio pluriennale appena
varato. Ad esso l' investimento contribuisce a fornire il necessario
supporto finanziario.
FIAT DEPOSITATO PRESSO LA CONSOB IL
PROSPETTO INFORMATIVO PER L' AUMENTO DI CAPITALE
Torino, 2 luglio 2003 - E' stato depositato presso la Consob il Prospetto
Informativo relativo all'aumento di capitale deliberato dal Consiglio di
Amministrazione il 26 giugno scorso in occasione dell'approvazione e
presentazione del Piano di Rilancio del Gruppo Fiat. L'operazione prenderà
avvio lunedì 7 luglio prossimo mediante l'offerta in opzione di 3 nuove
azioni ordinarie ogni 5 azioni Fiat possedute di qualsiasi categoria al
prezzo di euro 5 ciascuna. Le azioni nuove potranno essere sottoscritte
entro il 30 luglio e i diritti di opzione saranno negoziati in Borsa dal 7
al 22 luglio. L'aumento di capitale, che è garantito da un pool di primarie
banche nazionali ed internazionali, consente di introitare circa 1,8
miliardi di euro. Tali risorse consentono di sostenere il Piano di Rilancio.
E' stato inoltre presentato alla Sec il Form 20 F, documento annuale
obbligatorio per le società quotate al Nyse, che contiene considerazioni
generali sulla situazione dell'azienda formulate con le dovute cautele di
carattere legale conformi agli standard in uso. Il Form 20 F, che sarà
messo a disposizione sul sito internet www.fiatgroup.com, non sostituisce in
alcun modo il Prospetto Informativo dell'aumento di capitale che contiene
sostanzialmente informazioni equivalenti al Form 20 F.
FINMATICA: SOTTOSCRITTO PRESTITO
SINDACATO DI 31 MIL.€
Milano, 2 luglio 2003 - Finmatica, il principale produttore italiano di
software applicativo nel settore Finance, Supply Chain Management e Security,
ha sottoscritto oggi un prestito sindacato (linea stand-by) del valore
totale di 31 milioni di Euro, della durata di 18 mesi con un'opzione a
proprio favore per ulteriori 3 anni. L'operazione, con global coordinator
Banco Popolare di Verona e Novara e co-arrangers Bnl e Cofiri, ha visto la
partecipazione di importanti gruppi bancari nazionali e internazionali come,
Banca Popolare di Lodi, Cassa di Risparmio di Ferrara, Ubae Arab Italian
Bank Spa, Banca Popolare di Milano, Banca Regionale Europea, Fortis Bank Nv
e Banca di Trento e Bolzano. "La sottoscrizione di questa linea di
credito" dichiara Pier Luigi Crudele, Presidente di Finmatica "è
un'ulteriore conferma del fatto che la società ha saputo conquistare negli
anni la fiducia del sistema bancario grazie al consolidamento della sua
posizione sia a livello economico-finanziario, sia a livello di offerta. E
questo e' avvenuto nonostante un mercato del credito non facile".
"La disponibilità di risorse finanziarie a medio lungo termine",
continua Crudele "rappresenta oggi un innegabile concreto vantaggio
competitivo del Gruppo, alla luce della situazione di credit crunch e di
difficoltà in cui versano i mercati finanziari del capitale di rischio,
soprattutto in riferimento all'ambito IT sia nazionale che
internazionale". Questa linea di credito, unita al prestito
obbligazionario a 3 anni di 100 ml.€ collocato nell'aprile 2002, consente
al gruppo di avere una rilevante elasticità di cassa e di poter pianificare
con un orizzonte temporale sufficientemente ampio rilevanti investimenti sia
in nuovi prodotti e tecnologie, sia nella crescita per linee esterne a
livello nazionale e internazionale, consolidando le posizioni nei settori
caratteristici della propria attività.
FEDERMECCANICA: RELAZIONE DEL
PRESIDENTE ALBERTO BOMBASSEI
Milano, 2 luglio 2003 - Di seguito la relazione del presidente di
Federmeccanica Alberto Bombassei, ha tenuto nel corso dell'incontro di ieri
in Assolombarda: "Autorità, Signore e Signori, cari Colleghe e
Colleghi, l'industria metalmeccanica risulta ancora caratterizzata da una
situazione congiunturale negativa che si protrae ormai da circa due anni e
mezzo e non si intravede nelle previsioni a breve termine una significativa
inversione delle tendenze in atto. La ripresa, più volte annunziata nel
corso del precedente biennio, non ha ancora trovato conferma ed al parziale
miglioramento osservato soprattutto nella seconda metà del 2002 ha fatto
seguito una nuova forte contrazione dell'attività produttiva che è
risultata diffusa a tutti i comparti metalmeccanici ma ha interessato in
misura più marcata la produzione di macchine elettriche e quella di mezzi
di trasporto già fortemente penalizzate nel corso dell'intera fase
recessiva. Nell'anno trascorso l'attività produttiva del nostro settore ha
registrato una flessione media del 2,6% che, sommandosi al risultato
negativo del 2001, ha riportato i volumi complessivamente prodotti su
livelli inferiori a quelli realizzati nel lontano 1995. Ancora nel primo
trimestre di quest'anno la produzione media metalmeccanica è diminuita
dell'1,8% rispetto ai mesi finali del 2002 ed ha registrato una caduta dei
volumi del 2,3% nel confronto con l'analogo periodo dell'anno precedente. Su
questi risultati ha inciso, oltre alla sostanziale stagnazione della domanda
per beni di consumo, la forte contrazione della domanda per beni di
investimento in macchine ed attrezzature ed il peggioramento del nostro
interscambio commerciale. I risultati negativi conseguiti nel nostro
settore, come storicamente accade nei periodi di bassa congiuntura,
risultano amplificati rispetto agli andamenti relativi all'intera economia
nazionale che, ancora nella prima parte dell'anno in corso, è
caratterizzata da una sostanziale stagnazione. Nel 2002 il prodotto interno
lordo ha evidenziato una crescita dello 0,4%, ancora più bassa rispetto al
già modesto +0,8% della media dei paesi dell'area dell'euro e molto lontana
dal +2,4% dell'economia statunitense. Nel primo trimestre del 2003 la
ricchezza prodotta è diminuita dello 0,1% rispetto al precedente trimestre
e le previsioni più recenti fornite dal Centro studi di Confindustria
indicano per l'intero anno un incremento dello 0,8% a condizione che si
realizzi l'auspicata ripresa a livello internazionale; la crescita
dell'Italia nell'anno in corso sarebbe così più o meno in linea con la
media delle economie dell'area dell'Euro (più bassa se dalla media si
escludono Italia e Germania) ma ancora molto al di sotto del 2,2% degli
Stati Uniti. Sia dai dati di consuntivo che da quelli relativi alle
previsioni risulta evidente la diversa velocità di crescita tra l'economia
dei paesi del vecchio continente e quella americana. La spiegazione risiede
solo in parte in motivi di ordine congiunturale e nella diversa intonazione
delle politiche economiche e monetarie che, oltre oceano, sono più attente
alle questioni della crescita mentre sono più orientate alla
stabilizzazione nell'area dell'Euro. Giocano negativamente in Europa, ma in
modo particolare nel nostro paese, fattori strutturali che frenano lo
sviluppo e la cui soluzione non può ulteriormente essere rinviata. Il
prossimo anno sarà caratterizzato da un evento che segnerà la nostra
storia; infatti, dal 1° maggio 2004, i paesi che compongono l'Unione
Europea passeranno da 15 a 25. Tale circostanza è di grande rilievo per le
istituzioni europee che cercano di capirne ed anticiparne gli effetti; senza
dubbio l'ingresso di Paesi più indietro nel processo di sviluppo economico
ma industrialmente aggressivi, anche grazie alla folta presenza di
imprenditoria estera, cambierà gli attuali equilibri competitivi. Anche se
ulteriori, significativi sforzi dovranno essere sostenuti da questi paesi al
fine di adeguare i diversi sistemi che regolano il mercato del lavoro e le
politiche occupazionali, il sistema delle nostre imprese dovrà dimostrarsi
pronto ad affrontare le nuove sfide ma anche a cogliere le opportunità che
ne deriveranno. La presenza italiana in molti di questi Paesi è già ampia
e articolata; occorrerebbe, come emerge anche da una recentissima indagine,
un maggior coordinamento ed una maggiore assistenza da parte delle
istituzioni pubbliche preposte per rendere più agevole ed efficace lo
sforzo prodotto da centinaia e centinaia di piccole e medie imprese su
questi mercati, per l'insediamento di nuove iniziative produttive. Il
processo di integrazione economica dell'unione, a completamento
dell'integrazione monetaria, richiede interventi strutturali in favore
dell'occupazione che devono attuarsi attraverso una maggiore flessibilità,
un miglioramento della qualità dell'istruzione e della formazione, la
promozione della mobilità dei lavoratori e, più in generale, predisponendo
le condizioni più favorevoli agli investimenti ed alla crescita delle
imprese. A partire dal vertice di Lisbona è chiara e dichiarata la
direzione di marcia; si tratta di dare seguito ai programmi e speditezza ai
progetti. In Europa, ma in particolare in Italia, l'invecchiamento della
popolazione richiede che sia profondamente ripensato il sistema di
protezione sociale, in particolare va affrontata con decisione e senza
rinvii la riforma del sistema pensionistico. E' necessaria una maggiore e più
efficace liberalizzazione nel settore delle utilities con particolare
riferimento all'energia ed ai trasporti. Deve essere ridotto il peso del
fisco ed in particolar modo della parte che grava sul sistema produttivo.
Serve un sistema bancario più vicino alle imprese e all'industria; sempre
meno soggetto di intermediazione parassitaria e sempre più agente di
sviluppo. Senza queste riforme, e ne ho menzionate solo alcune, non si
libereranno mai quelle risorse che servono per l'ammodernamento e lo
sviluppo dell'economia comunitaria e, al suo interno, italiana. Il nuovo
semestre di presidenza dell'Unione, che proprio quest'oggi viene assunta dal
nostro Governo, dovrà gestire la delicata fase che precede l'allargamento e
portare a termine i lavori della convenzione, riuscendo a mediare tra gli
interessi degli stati membri e quelli candidati che non vogliono essere
esclusi dai processi di riforma che determineranno il nuovo assetto
istituzionale dell'Unione. Il progetto di Costituzione europea che sta
prendendo corpo rappresenterà una tappa fondamentale nel processo di
edificazione dell'Europa politica; è aperto il confronto tra i fautori
delle decisioni all'unanimità e quelli delle deliberazioni a maggioranza.
La materia è squisitamente politica ma a noi imprenditori, che al destino
dell'Europa siamo legati, sia consentito dire che una grande realtà
politica che ha l'ambizione di riunire 25 paesi e oltre 400 milioni di
cittadini con storie, culture ed economie assai diverse, non può
autocondannarsi all'immobilismo che è insito nel principio dell'unanimità,
soprattutto quando questa è richiesta ad una platea così vasta e
composita. Tra le priorità nell'agenda della presidenza italiana assumono
particolare rilevanza la lotta all'economia sommersa e la responsabilità
sociale delle imprese; temi, entrambi, di grande spessore anche per le
implicazioni e le ricadute che potrebbero derivarne. Per quanto concerne il
sommerso, infatti, verrebbe previsto un legame esplicito con le politiche
fiscali e contributive e dunque si porrebbero le basi per una
differenziazione, magari territoriale, in funzione del perseguimento
dell'obiettivo. Per quanto attiene, invece, alla responsabilità sociale
dell'impresa, che si intende incoraggiare, basti considerare, per valutarne
le possibili implicazioni, che il Libro verde presentato dalla Commissione
nel luglio 2001 la definisce come "l'integrazione su base volontaria
dei problemi sociali ed ambientali delle imprese nelle loro attività
commerciali e nelle loro relazioni con le altre parti". L'Europa ed il
suo allargamento rappresentano quindi una delle principali sfide che le
nostre imprese si troveranno ad affrontare, per questo Federmeccanica
attraverso la WEM l'organizzazione imprenditoriale europea, prosegue
nell'intento di contribuire attivamente, per quanto di sua competenza, ai
processi di trasformazione in atto delineando strategie e perseguendo
obiettivi nell'interesse dell'industria metalmeccanica. La Commissione, come
le altre istituzioni europee, ha più volte indicato il dialogo sociale come
un insostituibile strumento per migliorare la "governance europea"
e sviluppare la qualità delle relazioni industriali. Certamente è
apprezzabile il coinvolgimento delle parti sociali nella preparazione di
direttive e la consultazione delle stesse per il raggiungimento di accordi
tripartiti ma non deve assolutamente essere inficiata l'autonomia delle
stesse. Condividiamo l'importanza del ruolo che la commissione attribuisce
al dialogo sociale, tuttavia non riteniamo che questo debba essere
realizzato, almeno per la fase attuale, a livello intersettoriale in quanto
sede più idonea ad affrontare tematiche di natura trasversale. E' in
coerenza con tale convincimento che la Wem non ha mai accolto i reiterati
tentativi della Emf, la federazione dei sindacati metalmeccanici europei, di
avviare iniziative che presentino caratteristiche tipiche del dialogo
sociale a livello settoriale. Tuttavia non si può disconoscere che i
rapporti e le occasioni di incontro tra le due organizzazioni
metalmeccaniche europee si siano progressivamente intensificate; nostro
obiettivo è quello di utilizzare il confronto come utile veicolo per
conoscere le problematiche che affliggono il nostro settore ed individuare
comuni strategie che portino al loro superamento. In questa chiave si è
svolta nell'anno trascorso l'attività di un gruppo di lavoro comune Wem-Emf
sui temi dell'immagine dell'industria metalmeccanica, con l'ambizioso
obiettivo di attrarre i giovani verso il nostro settore, e delle carenze dei
profili professionali nella nostra industria. Dopo un'ampia fase di analisi
e confronto il gruppo di lavoro ha elaborato un documento che,
successivamente, è stato presentato ai rappresentanti delle Commissione
Europea; tenuto conto dell'interesse manifestato da questi ultimi e
dell'enfasi da loro posta sulla necessità di ricevere concreti contributi
dalle organizzazioni datoriali e sindacali di settore, le due federazioni
europee hanno deciso di organizzare un convegno internazionale su tali temi,
che si terrà a Bruxelles nel prossimo autunno. Ho prima richiamato la
necessità di una politica di riforme orientata allo sviluppo; passi nella
giusta direzione della modernizzazione e della crescita ne sono stati fatti
e se ne stanno facendo sia in Europa che in Italia ma occorre maggiore
decisione e speditezza perché nei prossimi anni si giocherà una partita
fondamentale per i futuri assetti della divisione internazionale del lavoro.
Una partita, del resto, già cominciata e della quale, dopo gli accordi di
Doha, fa ora parte a pieno titolo un giocatore aggressivo ed ingombrante
come la Cina. Tutte le analisi e le previsioni correnti ci dicono che, come
avvenuto costantemente nel passato, la ripresa economica mondiale dipenderà
pressoché esclusivamente dall'andamento dell'economia statunitense che dopo
il rallentamento osservato in questa prima parte del 2003, anche grazie
all'approvazione di un consistente pacchetto di sgravi fiscali e ad una
aggressiva politica di cambio, dovrebbe tornare a ritmi di crescita più
sostenuti già a partire dalla seconda parte dell'anno e realizzare dal 2004
tassi di incremento del prodotto interno lordo superiori al 3%. In questo
contesto, nell'attesa che l'Europa si doti di istituzioni e strumenti che la
mettano nelle condizioni di poter perseguire autonome politiche di sviluppo,
dobbiamo chiederci: sarà l'Italia nelle condizioni di poter cogliere le
opportunità che la ripresa - auspicata ma non certa - offrirà ai mercati
mondiali? Il rischio evidente è che una accelerazione nel processo di
scambio di merci e servizi produca strappi tali da allontanare i paesi più
attrezzati alla competizione mondiale da quelli meno attrezzati. Nelle sue
recenti Considerazioni Finali il Governatore della Banca d'Italia ha usato
toni molto preoccupati circa la tenuta competitiva del sistema industriale
italiano: la preoccupazione espressa dal Governatore è anche la nostra
preoccupazione. Le cifre, nella loro arida oggettività, non potrebbero
portare a conclusioni diverse: "Tra il 1997 ed il 2002 lo sviluppo
degli scambi internazionali di beni e servizi è stato del 28 per cento. Le
esportazioni italiane sono cresciute del 16 per cento, quelle della Francia
e della Germania rispettivamente del 31 e del 38 per cento". Tali
dinamiche hanno, ovviamente, determinato una perdita secca in termini di
partecipazione italiana agli scambi internazionali: la nostra quota di
mercato, infatti, è diminuita dal 4,5 per cento del 1995 al 3,6 per cento
nel 2002. L'industria metalmeccanica, che ancora nel 2002 ha comunque
garantito la tenuta della bilancia commerciale del nostro Paese con circa 12
miliardi di Euro di saldo attivo, non è rimasta estranea a questa tendenza.
Per usare ancora le parole del Governatore: "Nel settore delle macchine
e degli apparecchi la quota italiana, in progressiva riduzione, è pari al
9,6 per cento delle esportazioni mondiali. Per gli autoveicoli e le loro
componenti la quota delle nostre esportazioni è diminuita in cinque anni
dal 3,6 a circa il 3 per cento; per gli apparecchi elettrici e di precisione
è scesa dal 2,1 all'1,8 per cento. Molto limitata è la presenza nel
commercio dei prodotti dell'elettronica e dell'informatica". Questa è
la fotografia, cruda e fedele, di un sistema industriale che, nel suo
complesso, non riesce a sfruttare le opportunità che, pur in un contesto
competitivo oltremodo difficile, la crescita del commercio mondiale offre e
che, quindi, perde posizioni a vantaggio di altri sistemi e di altre
economie: di quelle meno sviluppate nei settori più tradizionali e ad
elevata price competition e di quelle più sviluppate nei settori
maggiormente innovativi e dinamici dai quali, per le caratteristiche
strutturali assunte dal sistema industriale del nostro Paese, rischiamo di
essere tagliati fuori a tempo indefinito. C'è, dunque, un problema che
attiene al modello di specializzazione produttiva e c'è un problema che
attiene al governo delle dinamiche dei fattori della produzione in termini
sia di costo che di produttività. La competitività di un Paese si gioca
agendo su entrambi i fronti ed è illusorio pensare che uno escluda l'altro;
per questo motivo ritengo che vedere o sottolineare solo uno di questi due
aspetti sarebbe assai sbagliato e pericoloso per il presente ed il futuro
della nostra industria. Abbiamo bisogno di migliorare sensibilmente la
posizione nella divisione internazionale del lavoro e, contemporaneamente,
dobbiamo difendere la competitività dei nostri prodotti nei segmenti di
mercato nei quali siamo attualmente presenti. Se tutto ciò è vero, ed è
vero, rischiano di essere inconcludenti e fuorvianti le polemiche sulla
"via alta" o la "via bassa" allo sviluppo; formule,
queste, forse utili per il dibattito giornalistico ma prive di contenuti
operativi. La "via alta", quella fatta di produzioni hi tech, non
basta evocarla - od invocarla - ma la si deve realizzare predisponendo le
condizioni, attuando le politiche e producendo le risorse finanziarie atte
ad alimentarla. Il recente "accordo per lo sviluppo" sottoscritto
da Confindustria e Cgil, Cisl, Uil - oltre a rappresentare un primo ma
significativo segnale di disgelo nei rapporti con la Cgil e premiare lo
sforzo fatto in questi anni da Confindustria per porre al centro del
dibattito il tema della competitività come cruciale per lo sviluppo del
Paese - costituisce un fatto importante e nuovo proprio sul piano
dell'analisi e delle proposte che esso contiene circa, appunto, il tema
della competitività del sistema industriale italiano. Le politiche per la
Ricerca e l'Innovazione, la Formazione, le Infrastrutture e il Mezzogiorno
sono le leve fondamentali per migliorare la posizione competitiva del Paese
che, in tutte le graduatorie prodotte da istituzioni diverse, evidenzia un
ritardo non solo verso i Paesi maggiormente sviluppati ma anche nei
confronti di diversi new comers. Per quanto riguarda specificamente il
settore metalmeccanico, su questi temi ampio spazio avevo dedicato nella mia
relazione all'Assemblea dello scorso anno nella quale, appunto, supportato
da consistenti evidenze statistiche mi ero soffermato sulle questioni che in
questi ultimi mesi hanno occupato il dibattito in materia: la struttura
dimensionale delle nostre imprese, troppo sbilanciata verso le piccole; il
modello di specializzazione, troppo vocato verso produzioni mature. Il tema
del modello di specializzazione produttiva perseguito dal Paese, quindi, è
da Federmeccanica particolarmente sentito e condiviso. Tuttavia, occorre
evitare il rischio di generose ma velleitarie fughe in avanti e dobbiamo
essere consapevoli che la correzione di queste caratteristiche strutturali,
che affondano le proprie radici in decenni e decenni di storia economica e
industriale del Paese, richiede, pur mettendo in campo da subito le
politiche giuste e le risorse necessarie, tempi lunghi o medio-lunghi. Nel
frattempo dobbiamo continuare a sostenere la sfida competitiva difendendo e
migliorando la capacità concorrenziale delle nostre imprese nei prodotti e
sui mercati nei quali operiamo. Allora, se e quando apriremo il confronto
con il Governo in vista del prossimo Dpef, dovremo sottolineare che la
nostra perdita di competitività non è solo ascrivibile ad una
insufficiente presenza nei settori a più alta intensità di Ricerca e
Sviluppo ma anche ad un insufficiente rigore nei comportamenti che la
concorrenza internazionale impone. Anche in questo caso ci soccorrono le
cifre citate dal Governatore della Banca d'Italia: "In Germania,
nell'ultimo biennio, le retribuzioni nel settore manifatturiero sono
cresciute ad un tasso pari a poco più della metà di quelle italiane; la
produttività è aumentata ad un ritmo doppio. Il costo del lavoro per unità
di prodotto nel biennio è salito nell'industria italiana del 4,3 per cento,
in Germania ed in Francia l'aumento è stato dell'1,3 per cento. Lo scarto
rispetto ai due paesi è di 3 punti percentuali". In regime di moneta
unica, aggiungo io, sono 3 punti secchi di competitività persa in due soli
anni e nei confronti di due nazioni che, per il nostro settore, da sole
rappresentano circa un terzo dell'interscambio di prodotti. Se a ciò si
aggiunge la rivalutazione dell'Euro sul dollaro - imprevedibile ed
imprevista per le dimensioni assunte - si comprende facilmente in quali
difficoltà operative agiscono oggi le imprese. Ciò che voglio sottolineare
è che la perdita di competitività sui prodotti che attualmente
costituiscono la nostra offerta commerciale non favorisce lo spostamento
verso il modello di specializzazione desiderato, ma, al contrario, ne
ostacola la realizzazione riducendo i margini di autofinanziamento delle
imprese e, più in generale, determinando un impoverimento del sistema
Paese. E' tenendo bene a mente questa realtà che nel mese di maggio abbiamo
firmato il rinnovo del contratto nazionale di categoria; un contratto che si
è fatto carico di conciliare i principi del rigore dettati dal Protocollo
del 1993 con i timori espressi dalle organizzazioni sindacali di un
andamento inflazionistico che non segue il cammino delineato dai tassi di
inflazione programmata che abbiamo il dovere di assumere a riferimento. Un
contratto che è sostanzialmente in linea con gli accordi già rinnovati ma
che è certamente più attento alle coerenze economiche di quanto non siano
quelli ancora recentemente conclusi, con l'assenso del Governo, per il
pubblico impiego. Tuttavia, per le cose appena dette sulla situazione
economica del settore, un contratto certamente oneroso per le nostre
imprese. Un contratto che, nonostante tutto, la Fiom non ha però ritenuto
di sottoscrivere e che ancora oggi si ostina a chiamare "accordo
separato". In realtà, guardando anche agli sviluppi più recenti della
vicenda, se di separatezza si vuol parlare è molto più appropriato
riferirla alla Fiom medesima che, per sua scelta, si è separata da un
rapporto di confronto e dialogo con le imprese; si è separata da tutti gli
altri sindacati e - visto l'esito del recente referendum che la Fiom ha
promosso sull'art. 18 - si è separata anche dal comune sentire della
stragrande maggioranza dei cittadini. Insomma, è la Fiom che si è separata
dalla realtà e dal buon senso in nome di un radicalismo antagonista e di un
massimalismo rivendicativo che già nel passato, in alcuni momenti - e quasi
sempre con esiti negativi -, ne hanno segnato il comportamento pur non
appartenendo, credo di poter dire, alla cultura profonda di una storia
centenaria che è fatta, come si conviene ad un sindacato, di contrattazione
e di accordi. Questa considerazione mi fa sperare, e Federmeccanica lavorerà
in tale direzione, che si possa tornare presto ad un clima di confronto
sereno e costruttivo con tutte le organizzazioni sindacali, nell'interesse
delle imprese e dei lavoratori. La strada che abbiamo scelto e che non
intendiamo abbandonare è quella del rafforzamento del sistema partecipativo
da realizzare a tutti i livelli: nazionale, territoriale, aziendale. E'
evidente, però, che la partecipazione presuppone, quale conditio sine qua
non, la condivisione di un sistema di principi e di regole pur nella
naturale distinzione dei ruoli e nel rispetto delle reciproche autonomie. Il
recente rinnovo contrattuale si muove in questa direzione valorizzando il
ruolo delle parti sociali e mettendo a disposizione del sistema risorse e
strumenti utili allo scopo. Il terreno privilegiato è quello della
Formazione sul quale più evidente che su altri è la convergenza di
interessi tra imprese e lavoratori ma, lo dico con piacere, su una materia
eminentemente partecipativa come quella della previdenza complementare anche
la Fiom ha firmato l'accordo sindacale che offre un significativo contributo
allo sviluppo del Fondo di categoria Cometa. Con il medesimo spirito - cioè
la ricerca di soluzioni capaci di contemperare i diversi interessi in campo
- Federmeccanica affronterà la discussione relativa agli argomenti che il
contratto ha rimandato all'attività di apposite Commissioni o gruppi di
lavoro, così come il confronto negoziale che, in autunno, riguarderà
l'implementazione contrattuale delle leggi sul lavoro di recente emanazione.
Ci auguriamo che la Fiom non voglia sottrarsi alla discussione ed al
confronto su materie così rilevanti per la vita dei lavoratori e delle
imprese; comunque per quanto ci riguarda, non mancheremo di sollecitarne la
partecipazione. A tale proposito, io ritengo che la legislazione che si è
in questi anni prodotta - a partire dal "pacchetto Treu" fino alla
legge Biagi e relativi decreti attuativi - abbia introdotto nel nostro
sistema quella dose di flessibilità che il mercato del lavoro richiedeva.
E' un dato positivo, al di là del merito specifico dei singoli istituti,
perché dimostra che è possibile considerare la materia dell'occupazione e
del mercato del lavoro in modo non ideologico ma guardando alla concretezza
dei problemi per dare risposte pragmatiche e concrete. Da questo punto di
vista il Paese è maturato e la risposta data al referendum per l'estensione
dell'art. 18 ne è una riprova eclatante; sia i partiti della maggioranza
che, in larga misura, quelli dell'opposizione hanno contribuito a questo
risultato. Ciò è motivo di soddisfazione. Naturalmente, proprio perché
siamo fautori della concretezza e del pragmatismo, crediamo che i nuovi
strumenti di flessibilità introdotti debbano essere usati in modo
appropriato da parte delle imprese, che il sindacato abbia un ruolo da
svolgere nella disciplina contrattuale di questa materia, che l'applicazione
debba essere monitorata e valutata nei risultati prodotti. Trasformare la
flessibilità in precarietà non è nell'interesse delle imprese - e le
imprese non perseguono questo obiettivo - ma voler combattere la precarietà
a colpi di vincoli e divieti produce solo lavoro nero e bassi tassi di
occupazione. Con lo stesso metro di misura va valutata la regolamentazione
proposta dai decreti attuativi della Legge 30 del così detto "Lavoro a
Progetto" che - con particolare riferimento alla definizione
dell'impegno temporale ed alla disciplina di conversione in rapporto a tempo
indeterminato - rischia di rendere la nuova tipologia contrattuale di
complessa ed incerta applicazione per le imprese e, in tal modo, di non
centrare l'obiettivo condiviso di evitare usi impropri ed abusi del
contratto di collaborazione coordinata e continuativa. In questi ultimi anni
le Relazioni Sindacali sono state terreno di aspri scontri, di conflitti, di
incomprensioni. Eppure, nonostante tutto, un fiume sotterraneo ha continuato
a scorrere e talvolta è emerso dando luogo ad atti ed iniziative dal grande
rilievo concreto per imprese e lavoratori. Oltre al già citato
"Accordo per lo sviluppo", in questo periodo abbiamo avuto la
creazione di Fondimpresa che, con la partecipazione di tutte le maggiori
Confederazioni, gestirà le risorse dello 0,30 % destinato alla formazione
continua. Inoltre, spero in tempi rapidi, vedrà la luce - ancora per
iniziativa delle Confederazioni - l'Associazione per la tutela degli
interessi dei Fondi pensione di origine negoziale; questo, soprattutto in un
momento di confuso dibattito sulla delega previdenziale, sarà un punto
fermo di non poco conto. Tutte le iniziative ora richiamate hanno avuto il
contributo attivo oltreché l'adesione della CGIL; ciò significa che mentre
l'attenzione dell'opinione pubblica era concentrata sul conflitto, il filo
del dialogo e della collaborazione su iniziative utili e costruttive non si
è mai spezzato. Adesso le Confederazioni hanno di fronte un'altra scadenza
che non può più essere ulteriormente elusa: la verifica sul Protocollo del
23 luglio 1993. Quell'accordo triangolare ha dato un grande contributo al
risanamento del Paese ma oggi mostra l'usura del tempo, non tanto negli
obiettivi che restano ancora sostanzialmente validi, quanto negli strumenti
atti a perseguirli. In particolare, abbiamo assoluto bisogno di riesaminare
ed attualizzare gli assetti contrattuali che il Protocollo ci ha consegnato,
così come, alla luce delle recenti vicende, le parti sociali dovrebbero
avere il coraggio e la determinazione di affrontare insieme il tema,
delicato e vitale, del sistema e delle regole della rappresentanza. Per
quanto attiene al secondo punto dobbiamo essere consapevoli che o si torna
rapidamente a pratiche sindacali fondate sull'unità di azione oppure il
sistema attuale e non solo per la parte disciplinata dal Protocollo di
luglio va ripensato perché le regole vigenti sono tutte fondate su un
presupposto politico che, allo stato attuale delle cose, non è operante;
queste considerazioni, ovviamente, valgono in particolar modo per il nostro
settore. Per quanto concerne invece gli assetti contrattuali dobbiamo
affrontare la questione con spirito costruttivo e libero da preconcetti e
luoghi comuni; quel che serve è un sistema in grado di assicurare coerenza
economica e razionalità distributiva, ovvero compatibilità macro e
microeconomica. Obiettivi, questi, che andranno perseguiti congiuntamente
perché se l'uno dovesse far premio sull'altro mancheremmo il risultato
desiderato. Comunque, anche guardando a ciò che avviene nel resto d'Europa,
la linea di marcia è chiara; si tratta di trovare un nuovo ed efficace
equilibrio tra i livelli di contrattazione con un ampliamento di peso e
ruolo per il livello aziendale con un rafforzamento di quello nazionale
nelle sue funzioni di garanzia e di indirizzo in modo tale da minimizzare il
rischio di rincorse salariali o di andamenti contrattuali erratici, frutto
di situazioni localistiche e momentanee, che un decentramento non regolato
potrebbe produrre. Su questi temi Federmeccanica non farà mancare il suo
contributo di stimolo e proposta."
FINMECCANICA CONCLUDE L' ACQUISIZIONE
DI AERMACCHI
Roma, 2 luglio 2003 - Ottenute le necessarie approvazioni da parte della
autorità antitrust e completata la prevista "due diligence", la
Aeronautica Macchi, azienda leader nel settore dei velivoli da
addestramento, fa da oggi formalmente parte del Gruppo Finmeccanica.
L'operazione, concordata a dicembre 2002, si è concretizzata tramite il
passaggio formale del 67,2% del capitale della Aeronautica Macchi a fronte
di un esborso di 154,9 milioni di Euro da parte di Finmeccanica, che tramite
Alenia Aeronautica, già controllava una quota pari al 27,4% di Aeronautica
Macchi. Aeronautica Macchi presenta un alto grado di integrazione con le
attività nel settore delle aerostrutture di Finmeccanica e ne completa la
gamma di prodotti e competenze tecnologiche. Attualmente Aeronautica Macchi
collabora ai più importanti programmi di Alenia Aeronautica nel settore
militare mentre in quello civile ha importanti rapporti di partnership con
grandi gruppi internazionali come Airbus Industrie e Dassault. Si sono
tenute oggi a Roma anche le assemblee di Aeronautica Macchi e di Aermacchi
che hanno approvato il bilancio 2002 - che chiude con un valore della
produzione di 263 milioni di Euro e un utile operativo prima
dell'ammortamento dell'avviamento (Ebita) di 24 milioni di Euro -; nominato
i componenti del consiglio di amministrazione e modificato lo statuto
sociale in linea con quelli delle altre società Finmeccanica del settore
aerospazio e difesa. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Aeronautica
Macchi risulta da oggi così composto: Giorgio Brazzelli, attuale
Amministratore Delegato di Aermacchi, nominato presidente di Aeronautica
Macchi; Giorgio Zappa, attuale presidente di Alenia Aeronautica, confermato
vicepresidente e Giovanni Bertolone, attuale Direttore della Progettazione e
delle Operazioni di Volo di Alenia Aeronautica, che è stato nominato
Amministratore Delegato. Nomine che, nel segno della continuità strategica,
garantiscono un agile processo di integrazione industriale, tecnologica e
commerciale dell'Aeronautica Macchi nell'ambito del Gruppo Finmeccanica
Giorgio Brazzelli (64), si è laureato in ingegneria aeronautica a Milano.
Dal 1964 al 1983 ha lavorato in Agusta, ricoprendo vari incarichi fino a
diventare Amministratore Delegato della divisione elicotteri della società.
Nel corso dei suoi anni alla guida di Agusta, oltre alla responsabilità
complessiva della divisione (Cascina Costa, Frosinone, Anagni, Philadelphia),
ha seguito l'avvio del programma A129 ed ha stipulato gli accordi
Italia-Regno Unito per il nuovo elicottero Eh101. Passato alla Piaggio nel
1984 vi ha lavorato cinque anni come Amministratore Delegato. Dal 1989 ad
oggi è stato Amministratore Delegato di Aermacchi che sotto la sua guida ha
realizzato importanti traguardi come la realizzazione del nuovo stabilimento
di Venegono; l'acquisizione della Siai Marchetti; il recupero di redditività
e l'azzeramento dei debiti; lo sviluppo di attività relative civili. Infine
ha gestito il lancio del nuovo addestratore a getto M-346 e la convergenza
di Aermacchi con Finmeccanica Giovanni Bertolone (52) si è laureato presso
il Politecnico di Torino nel 1975 ed è entrato nell'allora Aeritalia nel
1977. Il suo profilo professionale si è sviluppato a partire
dall'Integrazione del propulsore e dall'Aerodinamica per ampliarsi alla
Sicurezza del progetto/prodotto e alle discipline di Ingegneria del
Velivolo, con responsabilità tecniche e gestionali crescenti. Nel 1994
diventa responsabile delle prove volo in tempo per gestire l'inizio dei voli
del prototipo DA3 di Eurofighter, il primo ad installare il nuovo motore EJ
200. Completato così il proprio iter in Direzione Tecnica, l'ing. Bertolone
assume la responsabilità della Business Unit Velivoli Militari di Alenia
Aeronautica, divenendo membro dei Board of Directors di Eurofighter,
Tornado, Amx. Il suo più recente incarico in Alenia Aeronautica è quello
di Direttore della Progettazione e delle Operazioni di Volo che gestisce
circa 1400 ingegneri e specialisti a Torino-Caselle, Pomigliano e
Foggia.
REPLY: SOTTOSCRITTA UNA LINEA DI
CREDITO DI EURO 35,5 MILIONI CON UN POOL DI BANCHE GUIDATE DA SAN PAOLO-IMI
LE RISORSE SARANNO INVESTITE A SUPPORTO DELLA STRATEGIA DI CRESCITA PER
LINEE ESTERNE.
Milano, 2 luglio 2003: Reply, uno dei principali gruppi italiani operanti
nel settore dell'E-Business, ha sottoscritto con un pool di banche guidate
in qualità di capofila da San Paolo-Imi una linea di credito del valore di
€ 35,5 milioni. Il finanziamento, che ha una durata complessiva di 5 anni
e sei mesi, è esplicitamente al servizio di operazioni di M&A. Il pool
di istituti, guidati da San Paolo-Imi in qualità di banca arranger, è
formato da Centrobanca, Banca Mediocredito, Efibanca, Banca Popolare di
Novara, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Vicenza, Banca
Antonveneta e Unicredit Banca. Per Reply l'operazione si inserisce nel
quadro delle strategie di crescita perseguite negli ultimi mesi sia per
linee interne che attraverso acquisizioni, con l'obiettivo di rafforzare il
posizionamento competitivo e ampliare la gamma dei servizi. Le attività del
gruppo, che impiega oltre 750 persone nelle sedi di Torino, Milano e Roma,
si sviluppano attualmente nelle aree dell'e-business consulting (consulenza
strategica, organizzativa e di processo), dell'e-business communication
(comunicazione multimediale e servizi di web-marketing) e dell'e-business
implementation (progettazione e implementazione di sistemi internet,
portali, siti e applicazioni mission critical in architettura multicanale).
"Questa operazione - ha affermato il Presidente di Reply Mario Rizzante
- rappresenta un significativo riconoscimento per quanto il Gruppo ha saputo
fare fino ad oggi e ci mette in condizioni di poter cogliere eventuali nuove
opportunità di acquisizioni in Italia o in Europa, con capacità
finanziarie adeguate". "La disponibilità della linea di credito
oggi sottoscritta - ha proseguito Rizzante - permetterà inoltre al gruppo
di continuare ad investire una parte significativa del proprio cash-flow in
attività di Ricerca&Sviluppo tecnologiche ed applicative". La più
recente operazione di M&A condotta da Reply è stata l'acquisizione del
51% di IrisCube, annunciata lo scorso 12 giugno; IrisCube è una delle
principali società di IT in Italia nell'offerta di servizi di consulenza
specialistica relativi allo sviluppo di soluzioni Mobile e Wireless, a
piattaforme applicative rivolte al mondo bancario, assicurativo e
finanziario e a soluzioni integrate per il corporate banking e il mobile
banking.
ENEL: PERFEZIONATO L'ACQUISTO DELLA
QUOTA DI FRANCE TELECOM IN WIND
Roma, 2 luglio 2003 - A seguito del parere favorevole dell'Autorità
Antitrust, è stato perfezionato ieri l'accordo per la cessione a Enel del
26,6% del capitale di Wind posseduto da Orange (Gruppo France Telecom),
secondo le condizioni comunicate il 21 marzo scorso. A decorrere da ieri,
quindi, l'intero capitale di Wind risulta posseduto da Enel.
AUTORITÀ PER L'ENERGIA ELETTRICA E IL
GAS: RELAZIONE ANNUALE A PALAZZO GIUSTINIANI
Milano 1 luglio 2003 - Giovedì 3 luglio 2003, alle ore 11,30, a Roma,
presso il Senato della Repubblica, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani,
via della Dogana Vecchia, 29, si terrà la cerimonia di presentazione al
Parlamento della Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull'attività
svolta dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Sarà presente il
Presidente del Senato, Marcello Pera. Gli accrediti dei giornalisti e
cinefotooperatori saranno accettati fino alle ore 18 di mercoledì 2 luglio,
e dovranno essere inviati completi dei dati anagrafici, degli estremi del
documento di identità e della lettera di accredito firmata dal responsabile
di testata o, in sua vece, dal segretario di redazione, all'Ufficio stampa
del Senato (fax 0667062947). L'ingresso per la stampa sarà da via
Giustiniani 11. Per motivi di sicurezza, l'accesso per seguire l'evento dovrà
avvenire entro e non oltre le ore 10,30.
APERTA UNA ISTRUTTORIA CONOSCITIVA
SULLE INTERRUZIONI DEL SERVIZIO ELETTRICO NEL MESE DI GIUGNO 2003
Milano, 2 luglio 2003 - L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha
avviato una istruttoria conoscitiva sulle cause, sugli sviluppi e le
eventuali responsabilità delle interruzioni del servizio elettrico
verificatesi in estese zone del Paese nel mese di giugno 2003 e in
particolare il 26 giugno, e su possibili misure urgenti a garanzia degli
interessi di utenti e consumatori. La delibera di avvio dell'istruttoria è
disponibile sul sito internet www.autorita.energia.it L'istruttoria risponde
all'esigenza di definire e valutare le cause contingenti e strutturali delle
interruzioni e la loro dinamica contribuendo all'individuazione di eventuali
misure urgenti che l'Autorità o altre amministrazioni e soggetti
potrebbero, nei rispettivi ambiti di responsabilità, adottare allo scopo di
aumentare la sicurezza di funzionamento del sistema elettrico nazionale. A
tale scopo l'Autorità verificherà, tra l'altro, la consistenza della
capacità di produzione censita, in termini di potenza efficiente, e della
capacità effettivamente disponibile, con definizione delle cause di
indisponibilità, della loro prevista durata e dei costi da sostenere per
una loro eventuale riduzione, oltre al contributo delle importazioni di
energia elettrica e la loro gestione; Saranno anche analizzate le procedure
che la società Gestore della rete di trasmissione nazionale Spa e le
imprese di distribuzione hanno adottato al fine di garantire la sicurezza
del sistema elettrico nazionale in condizioni di emergenza (ivi inclusi i
distacchi delle forniture, obblighi di produzione e programmi di
manutenzione degli impianti, contrattualizzazione di ulteriore capacità di
riserva e sua allocazione) e le procedure di informazione ai clienti.
IL GRTN INFORMA: NESSUNA INTERRUZIONE
DEL SERVIZIO PER OGGI
Roma, 2 luglio 2003 - Il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale - Grtn
ha informato Enel che anche per oggi, mercoledì 2 luglio, non si riscontra
l'esigenza di applicare il piano di sospensione dell'erogazione di energia
elettrica.
IL GESTORE DELLA RETE INFORMA: IN
SARDEGNA OGGI POSSIBILI INTERRUZIONI DELLA FORNITURA DI ELETTRICITA' ALLE
FAMIGLIE.
Roma, 2 luglio 2003 - Il Grtn ha informato Enel che, a seguito della
comunicazione della Società Endesa Italia relativa all'impossibilità di
differire l'indisponibilità del gruppo 2 della centrale di Fiumesanto, la
capacità di produzione disponibile in Sardegna non è sufficiente a
garantire il normale funzionamento del sistema elettrico nell'isola. Il Grtn
ha, pertanto, richiesto di predisporre in Sardegna tutto quanto necessario
all'attuazione del piano di distacchi di energia sino al terzo livello di
severità incluso, a partire dalle ore 9,00 di domani, 2 luglio. Il Grtn si
riserva di confermare l'attuazione effettiva del piano e le relative modalità
di applicazione (livello e orario). A breve sarà disponibile sul sito
internet www.enel.it l'elenco dei comuni coinvolti nel piano di distacchi
con le relative fasce orarie.
APER, L'ASSOCIAZIONE PRODUTTORI ENERGIA
DA FONTI RINNOVABILI ESAMINA I PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI IN ITINERE
RIGUARDANTI LO SVILUPPO E LA PROMOZIONE DELL'ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI,
IN PARTICOLARE LA BOZZA DI DECRETO DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA EUROPEA
77/2001/CE E LA BOZZA DI LEGGE MARZANO
Milano, 2 luglio 2003 - La Giunta dell'Aper riunitasi il 24 giugno ha preso
in esame i provvedimenti legislativi in itinere riguardanti lo sviluppo e la
promozione dell'energia da fonti rinnovabili, in particolare la bozza di
decreto di recepimento della direttiva europea 77/2001/Ce e la bozza di
legge Marzano attualmente all'esame del Parlamento. La conclusione
dell'esame è stata la preoccupazione e lo sconcerto per la poca chiarezza e
la contraddittorietà delle misure indicate nei due documenti. Lungi dal
portare norme che permettano in maniera chiara ed univoca il superamento
delle barriere che si frappongono allo sviluppo di nuovi impianti di
produzione da rinnovabili, la lettura dei testi evidenzia come i temi
cardine della Direttiva Europea sulle Fonti Rinnovabili, quali l'affinamento
di strumenti di incentivazione per il raggiungimento degli obiettivi
dichiarati, la predisposizione di un corpo normativo per l'armonizzazione
delle procedure autorizzative e la creazione di un quadro regolatorio chiaro
e definito ai fini dei collegamenti alla rete, cosa di cui si sta pagando
pegno in questi giorni di forte richiesta di energia, siano stati
completamente dimenticati. Emergono di contro alcune preoccupanti evidenze:
Scarsa efficacia dello strumento di incentivazione basato sui certificati
verdi (solo 0,5 TWh di nuovi impianti contro 0,9 TWh di certificati
globalmente emessi da privati); Difficoltà nell'allacciamento alla rete
elettrica in condizioni di scarsa trasparenza; Imprevedibilità dei tempi e
frammentarietà locale dei procedimenti autorizzativi Dalla lettura
combinata dei due testi i due documenti introducono nuovi elementi di
confusione che rischiano di compromettere lo sviluppo di questo importante
contributo alla sostenibilità energetica ed ambientale. L'inserimento tra
le fonti rinnovabili, ai fini della incentivazione, di rifiuti solidi
urbani, farine animali, co-combustione e teleriscaldamento riproduce di
fatto la categoria di "fonti assimilate alle rinnovabili" che
aveva determinato il sostanziale fallimento del Cip 6 e che era stata
cancellata con l'approvazione del Decreto Marzano. Aper ritiene che il
recupero energetico dai rifiuti e lo sviluppo del teleriscaldamento possano
e debbano ragionevolmente essere sostenuti, ma adottando misure specifiche,
senza far ricorso ancora, seppur sotto altra forma, al concetto di fonti
assimilabili, la cui inevitabile conseguenza sarà di alterare il mercato
dei certificati verdi, i quali, a nostro giudizio, dovranno rimanere verdi
davvero per funzionare correttamente, cioè raggiungere l'obbiettivo della
direttiva europea di aumentare la produzione da fonti rinnovabili in modo
efficiente e trasparente. Non può essere dimenticato che il sostanziale
fallimento del Cip 6/92 nell'effettiva incentivazione delle fonti
rinnovabili fu causato proprio dall'introduzione delle cosiddette fonti
assimilate, che in definitiva assorbirono la gran parte delle risorse
disponibili che avrebbero dovuto stimolare lo sviluppo delle rinnovabili.
Aper ritiene non accettabile che si voglia ripetere lo stesso errore del
passato, aprendo a tutta una serie di tecnologie - più o meno pulite ma
certamente non rinnovabili - la possibilità di emettere certificati verdi,
destinando loro risorse destinate allo sviluppo delle rinnovabili con il
risultato finale di un fallimento annunciato del sistema per quel che
riguarda la reale incentivazione della produzione energetica da rinnovabili.
Incentivare efficacemente lo sviluppo delle rinnovabili non è solo un
obbligo che ci siamo assunti con i nostri partners europei, ma è un dovere
nei confronti della collettività che pretende misure efficaci per limitare
i danni ambientali legati alla produzione ed al consumo dell'energia. Aper
rivolge un appello a tutte la parti politiche affinché il tema dello
sviluppo delle rinnovabili venga affrontato in maniera chiara e risoluta,
senza creare nuovi equivoci e nuove ambiguità.
ENI: ITALIANA PETROLI LANCIA SUL
MERCATO NAZIONALE PLUS 98, LA NUOVA BENZINA CHE GARANTISCE LE MIGLIORI
PRESTAZIONI DEL MOTORE
Milano, 2 luglio 2003 - Italiana Petroli, Società dell'Eni, lancia sul
mercato nazionale Plus 98, la nuova benzina tecnicamente innovativa che
consente al motore di mantenere elevati livelli di efficienza, pulizia e
prontezza di risposta, e che supera così le performance delle benzine
attualmente in commercio. Plus 98 sarà commercializzata nei prossimi giorni
in tutti i punti vendita IP che esporranno il marchio Plus 98. Dal punto di
vista tecnico sono quattro i principali punti di forza di Plus 98. Il numero
di ottani (oltre 98), che supera di tre punti quello della comune benzina
attualmente sul mercato e che, consentendo a Plus 98 di bruciare in modo
regolare, tende a ottimizzare il processo di trasformazione dell'energia
disponibile in energia meccanica. La distribuzione equilibrata degli ottani,
che rimangono in numero elevato sia nelle frazioni leggere che in quelle
pesanti di Plus 98, garantendo proprietà antidetonanti omogenee lungo tutta
la curva di distillazione, fa sì che Plus 98 bruci regolarmente e in modo
efficace durante tutte le fasi della combustione. La facilità di
vaporizzazione, e cioè la capacità del carburante di passare facilmente da
liquido a vapore, che porta Plus 98 a formare miscele con l'aria in tempi
brevi e a produrre combustioni più rapide, migliorando così la prontezza
di risposta del motore. II potere detergente: Plus 98, infatti, contiene uno
speciale additivo che impedisce la formazione di depositi nel sistema di
alimentazione del motore e in particolare sulle valvole, e consente così al
motore di mantenere le performance del motore nuovo. Con Plus 98 di Italiana
Petroli, Eni conferma la costante attenzione tradizionalmente rivolta alla
qualità dei propri carburanti e l'ottimizzazione delle prestazioni del
motore e la sua salvaguardia che sono al centro della filosofia adottata dal
gruppo nello sviluppo di nuovi prodotti. Così come la costante ricerca
dell'innovazione e el miglioramento.
PROROGATE LE SETTE AUTORIZZAZIONI
GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI SENSIBILI E GIUDIZIARI
Roma, 2 luglio 2003 - L'Autorità Garante per la protezione dei dati
personali - in vista dell'entrata in vigore del "Codice" sulla
protezione dei dati personali contenente le disposizioni legislative e
regolamentari in materia - ha disposto la proroga al 30 giugno 2004
dell'efficacia delle sei autorizzazioni generali per il trattamento dei dati
sensibili e di quella per il trattamento dei dati giudiziari, rilasciate il
31 gennaio 2002.
I PRIMI RISULTATI DEL PROGETTO ICAROS
NET MOSTRANO PROGRESSI NELLA LOTTA CONTRO L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO
URBANO
Bruxelles, 2 luglio 2003 - Un progetto per il monitoraggio dell'inquinamento
atmosferico urbano, finanziato dalla Commissione, ha mostrato che
l'osservazione satellitare del particolato atmosferico offre notevoli
vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali e che le politiche ambientali
volte a ridurre l'inquinamento si stanno rivelando efficaci. I risultati del
progetto Icaros Net, coordinato dalla Commissione e realizzato da dieci
partner provenienti da Grecia, Germania, Ungheria e Italia, sono stati
presentati durante una manifestazione tenutasi a Budapest il 27 giugno. Le
prime conclusioni tratte da un progetto pilota condotto ad Atene rivelano
che il monitoraggio satellitare dell'inquinamento da particolato offre un
grado di affidabilità pari a quello dei sistemi alternativi terrestri, ma
fornisce un quadro complessivo migliore sulla situazione ambientale. Il
commissario per la Ricerca Philippe Busquin ha affermato: "Il
particolato fine rappresenta una delle minacce più gravi che l'inquinamento
atmosferico esercita sulla salute umana. Per migliorare l'elaborazione delle
politiche in materia di salute e ambiente nell'UE, dobbiamo disporre di dati
precisi e accurati sull'inquinamento atmosferico. Il monitoraggio di questo
tipo d'inquinamento è un buon esempio dei vantaggi che la tecnologia
spaziale può offrire ai cittadini e rappresenta un'ulteriore argomentazione
a sostegno della necessità di incrementare gli investimenti comunitari nel
settore spaziale". L'analisi iniziale di uno dei primi progetti pilota
Icaros Net, condotto ad Atene, ha rivelato un livello di precisione
superiore al 90 per cento. Inoltre, il sistema è riuscito a identificare le
principali fonti di inquinamento da particolato nella zona, quali
l'industria pesante, il traffico stradale e gli impianti di riscaldamento
domestico a gasolio. Tali informazioni, insieme a quelle storiche registrate
a partire dal 1987, sono state analizzate raffrontandole ai dati relativi
all'insieme delle misure di politica ambientale adottate in questa zona dal
1990. I ricercatori sono giunti alla conclusione che queste misure hanno
esercitato un notevole impatto in termini di dissociazione della crescita
economica dal degrado ambientale. Un altro settore nel quale i dati rilevati
dal sistema Icaros Net possono essere abbinati ad altre informazioni
producendo notevoli benefici è quello della salute umana. Integrando i dati
relativi alla previsione degli effetti dell'inquinamento sulla salute,
ottenuti sulla base di studi epidemiologici, Icaros Net consente la
valutazione quantitativa e il monitoraggio del rischio sanitario previsto,
causato dal particolato ultrafine in un determinato momento. Il prossimo
compito che attende i delegati presenti a Budapest per la presentazione del
progetto sarà quello di discutere le modalità di applicazione di questo
nuovo sistema di monitoraggio e valutazione dell'inquinamento atmosferico
nell'UE e altrove. Vista la necessità di adottare un approccio
internazionale coordinato ai problemi dell'inquinamento ambientale, sono
stati lanciati degli appelli a favore dell'utilizzo del sistema Icaros Net
in tutti gli Stati membri e i paesi candidati. Nei prossimi 18 mesi, il team
Icaros Net continuerà ad analizzare i dati relativi al progetto pilota di
Atene ed estenderà l'iniziativa sperimentale a Monaco di Baviera. Per
ulteriori informazioni consultare il seguente sito web: http://icaros-net.jrc.cec.eu.int
NASCE IL CODICE TRIBUTARIO LOMBARDO
FORMIGONI: "PRONTI PER IL FEDERALISMO FISCALE". BOLLO AUTO PAGATO
UNA VOLTA ALL'ANNO
Milano, 2 luglio 2003 - "E' un evento istituzionale senza precedenti in
Italia. La Lombardia - commenta il Presidente della Regione Roberto
Formigoni - è la prima Regione a dotarsi di un proprio Codice Tributario
che stabilisce i diritti dei cittadini e i doveri dell'Amministrazione
regionale in materia fiscale". " E' un fondamentale esempio di
riordino normativo - aggiunge Formigoni - nell'ottica della semplificazione
che permette di facilitare gli adempimenti e di diminuire i 'costi
dell'obbedienza' da parte dei contribuenti. La Lombardia dimostra così di
essere pronta per il federalismo fiscale, senza introdurre costi aggiuntivi
per i cittadini, ma responsabilizzando chi è chiamato a riscuotere i
tributi". Approvato a larga maggioranza dal Consiglio regionale,
diventa legge il nuovo Codice Tributario che definisce per ogni tributo
regionale l'oggetto, la base imponibile, il soggetto passivo, le scadenze,
le modalità di accertamento, liquidazione e riscossione, le sanzioni
amministrative. "Con questa legge, inoltre - aggiunge l'assessore alle
Risorse e al Bilancio, Romano Colozzi - viene riscritta completamente la
materia delle tasse automobilistiche, utilizzando la riforma del titolo V
della Costituzione". "In particolare - spiega Colozzi - la riforma
della tassa per le automobili prevede una netta semplificazione delle
scadenze, va incontro ai disabili semplificando le normative per
l'esenzione, non obbliga il cittadino al pagamento di un nuovo bollo in caso
di perdita di possesso dell'auto, obbliga la Regione ad effettuare gli
accertamenti in tempi certi (entro tre anni) e stabilisce esattamente le
norme per i rimborsi". Il Garante del Contribuente, l'Anagrafe
tributaria regionale, lo Statuto del contribuente, sono le altre novità
sostanziali introdotte dalla legge di "Riordino delle disposizioni
legislative regionali in materia tributaria-testo unico della disciplina dei
tributi regionali". Composta da 102 articoli, stabilisce le norme
generali in base alle quali una sempre maggiore collaborazione del
contribuente nella realizzazione dell'obbligo tributario deve trovare il suo
contrappeso nelle misure idonee a facilitarla, aiutarla e sostenerla.
Indica, pena la decadenza, il termine del 31 dicembre del terzo anno
successivo a quello in cui è stato effettuato il pagamento il termine per
il rimborso e per l'accertamento. La legge regionale attua infine una norma
stabilita dalla Finanziaria Nazionale 2001 che introduce l'Imposta Regionale
sulle Emissioni Sonore Aeroportuali (Iresa). Il gettito del tributo sarà
utilizzato esclusivamente per gli interventi necessari all'abbattimento
dell'inquinamento acustico aeroportuale.
ISTAT E ASSOLOMBARDA HANNO PASSATO AI
'RAGGI X' IL TERRITORIO MILANESE
Milano, 2 luglio 2003 - Dalla popolazione residente al numero di abitazioni,
dalle unità produttive al numero di addetti per settore, dall'evoluzione
dei depositi bancari all'imponibile Irpef, dalla dotazione infrastrutturale
al numero di veicoli circolanti e ai flussi di traffico della rete viaria.
Sono questi alcuni dei tantissimi dati contenuti nei Quaderni
Istat-Assolombarda sulle zone della provincia di Milano che hanno passato ai
raggi X le principali dinamiche del territorio dell'area milanese. I
Quaderni, pubblicati grazie alla collaborazione di Pirelli &C. Real
Estate, sono stati presentati oggi nel corso di un incontro intitolato
"Conoscere il territorio per essere competitivi" a cui sono
intervenuti, tra gli altri, Marco Di Tolle, Assessore alla Pianificazione
del territorio e programmazione delle infrastrutture della Provincia di
Milano, Piero Borghini, Responsabile per lo sviluppo delle attività
dell'Agenzia per il Marketing Territoriale dell'Area Milanese, Daniela
Gasparini, Sindaco di Cinisello Balsamo e Presidente Assemblea dei Sindaci
della Provincia di Milano, Michele Perini, Presidente di Assolombarda e
Marco Lanata, di Pirelli & C. Real Estate. "La principale finalità
dei Quaderni Istat-Assolombarda", ha spiegato Michele Perini durante
l'incontro, "è quella di offrire un riferimento conoscitivo operativo
al servizio delle imprese, per accrescere la loro consapevolezza del
contesto nel quale operano e competono, delle criticità che esso presenta e
delle opportunità che offre. Con questo strumento, ci siamo anche proposti
di fornire un contributo a tutte le Amministrazioni comunali dell'area
oggetto dell'analisi che sono tra i nostri principali interlocutori sul
territorio. Siamo convinti, infatti", ha aggiunto Perini, "che una
base conoscitiva condivisa sia un presupposto indispensabile per definire e
realizzare una progettualità comune. Affrontare i problemi singolarmente,
comune per comune, preoccupandosi solo dell'immediato, non basta più ed è
poco efficace. Oggi, è più che mai necessario", ha concluso Perini,
"che lo sviluppo della 'città-provincia' sia governato da una
pianificazione strategica del territorio, in grado di garantirne la
competitività con politiche adeguate. Politiche che consentano uno sviluppo
equilibrato delle diverse variabili, economica, sociale e ambientale.
Politiche di marketing urbano e territoriale che partano dalla necessità di
far crescere la qualità della città e del territorio e il benessere di chi
ci abita e lavora, per aprire nuove possibilità di sviluppo e di attrazione
di investimenti". Intervenendo dopo Amedeo Ciriello, Coordinatore
regionale Istat, il Direttore Generale di Assolombarda Roberto Polli ha
illustrato i contenuti dei quaderni e, partendo da un confronto tra le
caratteristiche delle diverse zone del milanese, si è soffermato
sull'analisi del rapporto tra le principali infrastrutture stradali e
ferroviarie e il territorio. Per indagare questa variabile sono stati
costruiti, per ciascun comune, indici di dotazione che attribuiscono a ogni
infrastruttura viaria o ferroviaria un valore in funzione della categoria
della strada o del numero di binari attivi; quindi, si è sintetizzato per
zone gli indici definiti a livello comunale. La zona Nord, ha spiegato
Roberto Polli, mostra gli indici di dotazione viaria e ferroviaria più
elevati della provincia: in particolare, quello di dotazione ferroviaria è
addirittura quasi doppio rispetto alla seconda zona, cioè la Ovest. La zona
Sud ha un elevato indice di dotazione viaria (inferiore solo alla zona
Nord), ma possiede l'indice di dotazione ferroviaria più contenuto della
provincia. La zona Est si distingue per il più basso indice di dotazione
viaria e per uno degli indici ferroviari più bassi, superando solo la Sud.
Per essere indicativa del livello qualitativo e quantitativo delle
infrastrutture, però, la dotazione infrastrutturale deve essere
confrontata: con i flussi di traffico che ricadono sui diversi assi
considerati; con la popolazione, le unità locali e gli addetti presenti in
un territorio, che ne indicano la dinamicità e, quindi, il grado di
utilizzo della relativa rete infrastrutturale. Per questo, nella mappa la
dotazione viaria di ogni comune è messa a confronto con il numero di auto e
mezzi adibiti al trasporto merci circolanti. Interfacciando questi dati si
rileva che: per la zona Nord, hanno gli indici di dotazione viaria più alti
i comuni alla convergenza tra importanti assi di penetrazione in Milano da
un lato e, dall'altro, il sistema tangenziale e autostradale; questi stessi
comuni hanno anche il maggior numero di veicoli circolanti, mentre altri
comuni presentano una dotazione viaria deficitaria rispetto a quest'ultima
variabile; anche nella zona Sud si notano alcune divergenze: la dotazione
viaria è soddisfacente per alcuni comuni e bassa, per altri, rispetto ai
fabbisogni; la zona Ovest presenta livelli di maggiore dotazione stradale
lungo gli assi radiali di penetrazione in Milano, mentre sono poco
significative le connessioni di circonvallazione del territorio; la rete
stradale della zona Est, in generale poco densa, presenta alcuni comuni non
coperti dall'indice considerato, localizzati soprattutto nella parte nord
della zona; com'è prevedibile, gli indici più elevati si riscontrano nei
comuni lungo l'autostrada A4 Milano-Venezia e la tangenziale Est, che sono
le arterie con i flussi di traffico più elevati dell'intera provincia.
"Il nostro territorio è interessato da importanti e profonde
trasformazioni, di portata non solo locale, che nel prossimo futuro ne
muteranno radicalmente la fisionomia, e che devono e dovranno essere
governate e gestite con estrema attenzione e serietà", ha detto
Massimo Protti, Presidente dell'Organizzazione Zonale di Assolombarda nel
corso della tavola rotonda. "Mi riferisco, ad esempio, guardando al
territorio ad ovest di Milano, alla costruzione del polo esterno della Fiera
e alle nuove connessioni infrastrutturali, prima fra tutte la linea ad Alta
Capacità Torino-Milano; penso agli importanti progetti infrastrutturali che
interesseranno il territorio dell'est milanese, dalla Brebemi alla
Tangenziale Est Esterna, oppure ai fenomeni di deindustrializzazione vissuti
in maniera assai rilevante dall'area del nord Milano e ai processi di
riconversione del tessuto locale verso una new economy. Infine, penso anche
alle grandi potenzialità di sviluppo e competitività del territorio a sud
di Milano, caratterizzato da un più recente processo di industrializzazione
e con rilevanti risorse naturali da valorizzare. Come Organizzazione Zonale
discuteremo di tutti questi temi in occasione di specifici incontri sul
territorio, aperti alle imprese, alle Pubbliche Amministrazioni locali e a
tutti i soggetti locali interessati, che si svolgeranno dopo
l'estate".
IMPRENDITORI ITALIANI: IL 67% SI FORMA
SUL CAMPO. LO RIVELA L'INDAGINE SULLA CULTURA D'IMPRESA PROMOSSA DA ERNST
& YOUNG
Milano, 2 luglio 2003 - Una uguale percentuale ritiene invece che il
percorso di studi sia stato fondamentale per il raggiungimento della
posizione attuale. Ma il 67% di essi dichiara di acquisire esperienza giorno
dopo giorno "sul campo" nel contesto lavorativo in cui opera,
maturando una sempre maggiore professionalita', grazie alla quale rende
costantemente piu' efficiente la gestione della propria impresa.I dati
vengono rilasciati oggi da Ernst & Young, Gruppo internazionale leader
nei servizi professionali e sono raccolti nello studio "La Cultura
d'Impresa come risorsa strategica e di sviluppo", realizzato nei primi
mesi del 2003. A rispondere alle domande, un campione di imprenditori membri
dell'Associazione Imprenditore dell'Anno, fondata nel 2000 con l'obiettivo
di riunire i finalisti e i vincitori delle edizioni italiane del Premio
L'Imprenditore dell'Anno, promosso da Ernst & Young. Nato nel 1986 negli
Stati Uniti e giunto quest'anno alla settima edizione italiana, il Premio e'
attualmente presente in 27 paesi e rappresenta un importante traguardo per i
protagonisti del panorama economico che si sono distinti nella conduzione
dell'impresa. Obiettivo dell'indagine condotta da Ernst & Young e'
conoscere ed approfondire la percezione della Cultura d'Impresa diffusa tra
gli imprenditori italiani. A questo fine, l'analisi si e' articola in
quattro aree inerenti motivazioni, elementi e caratteristiche proprie
dell'imprenditore di successo e sulla definizione del concetto stesso di
"Cultura d'Impresa". Il concetto che emerge in maniera frequente
dalle risposte degli imprenditori e' che l'innovazione intesa come cultura
manageriale e quindi come ricerca ed acquisizione degli elementi frutto di
nuove scoperte ed esperienze che divengono patrimonio aziendale, viene
percepita oggi quale componente fondamentale e prioritaria della Cultura
d'Impresa. Segue il concetto di sviluppo economico sociale, ovvero la
capacita' di veicolare valori culturali ed etici all'interno dell'azienda e
al servizio della collettivita'. Lo studio di Ernst & Young conferma la
tendenza in atto secondo cui e' imprescindibile oggi la promozione di
iniziative legate alla Cultura d'Impresa svincolate dal concetto di
innovazione e sviluppo economico e sociale. Nel dettaglio, alla domanda
"Quali sono i motivi che hanno maggiormente influenzato la sua scelta
di diventare Imprenditore?" il 35% degli intervistati ha risposto
l'intraprendenza, il 31% la realizzazione di un'idea innovativa, il 26% la
tradizione familiare, uno scarso 5% il gusto del rischio e solo il 3% le
prospettive economiche. Le "caratteristiche piu' rilevanti proprie di
un imprenditore di successo" sono risultate essere nell'ordine: la
vision, la percezione del ruolo dei collaboratori, l'integrita' e
l'innovazione. Andamento del mercato e rischio sono invece state considerate
variabili meno importanti per il successo di un "businessman".
"Le risposte fornite dagli imprenditori italiani sulla Cultura
d'Impresa rendono evidente che alcuni valori sociali e la responsabilita'
etica delle singole aziende sono oggi percepiti come fondamentali per un
corretto sviluppo economico, che e' a sua volta frutto soltanto di un
confronto costruttivo di idee e punti di vista differenti", ha
affermato Giovanni Aspes, Country Managing Partner, Ernst & Young.
"Davanti alle difficolta' che le aziende si trovano quotidianamente a
dover fronteggiare, per mantenere la propria competitivita' nella
disordinata evoluzione dei mercati a cui oggi assistiamo, questi punti fermi
sono essenziali. La rivalutazione dell'importanza sociale dell'impresa e la
promozione del confronto con il territorio sono, tra l'altro, alcune delle
motivazioni che stanno alla base della costituzione della Associazione
Imprenditore dell'Anno, nonche' delle collaborazioni avviate con centri di
ricerca, associazioni di categoria ed enti pubblici".
E' ENTRATA IN VIGORE LA PATENTE A
PUNTI: ARAG LANCIA LA NUOVA POLIZZA PATENTE PROTETTA
Verona, 2 luglio 2003 - Il decreto legge varato venerdì scorso dal
Consiglio dei ministri e pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale (D.Lgs.
n.151 del 27 giugno 2003) interviene con profonde modifiche in tema di
circolazione stradale. In particolare prevede l'introduzione della Patente a
Punti e sanzioni più elevate per violazioni di norme del Codice della
Strada. Tutti coloro che sono in possesso di una abilitazione alla guida
dovranno quindi circolare nel rispetto delle nuove disposizioni di legge,
con il rischio, in questa prima fase di introduzione, di incorrere in errori
di interpretazione: ogni patente è dotata di un punteggio di 20 punti, a
scalare a fronte delle infrazioni commesse; solo mediante corsi in
autoscuola, a pagamento, sarà possibile recuperare i punti perduti. In
risposta all'inasprimento del regime sanzionatorio e alla ancora ridotta
notorietà delle novità introdotte, per prima sul mercato Arag, Compagnia
di assicurazioni leader nel ramo della Tutela Giudiziaria, propone il nuovo
prodotto Patente Protetta. Con questa nuova polizza ogni Assicurato potrà
essere assistito dal proprio avvocato di fiducia e sarà Arag a pagarne la
parcella. Si tratta di un prodotto assicurativo molto completo, composto da
moduli che il cliente può combinare in base alle sue esigenze. Ecco in che
modo la polizza interviene: nell'ipotesi di sospensione della patente di
guida, Arag insieme all'avvocato, provvederà a presentare il ricorso
all'Autorità competente e verrà corrisposta una diaria all'assicurato per
tutto il periodo in cui sarà inabilitato alla guida; difesa in sede penale
nel malaugurato caso in cui, in seguito ad incidente stradale, l'assicurato
abbia provocato lesioni a qualcuno e si trovi a dover pagare un avvocato;
Aragtel, un servizio di consulenza telefonica a disposizione dell'assicurato
per informazioni riguardanti la polizza, chiarimenti sulle normative vigenti
e assistenza nel prendere tempestivamente le decisioni più corrette;
Indennità Autoscuola, cioè il rimborso delle spese per il corso che
l'assicurato deve frequentare presso una scuola guida per recuperare i punti
persi (massimo 6 punti per corso); Le garanzie previste in "Patente
Protetta" sono operanti sul territorio italiano e in tutti gli altri
Paesi dell'Unione Europea. Il costo della polizza varia in base alle
caratteristiche prescelte dal Cliente. A titolo di esempio, per una polizza
della durata di un anno che preveda la possibilità di ricevere una diaria
giornaliera di € 50,00 per almeno 180 giorni, l'importo del premio è di
€ 170,00. Per la categoria professionale degli autotrasportatori inoltre,
è previsto un pacchetto ad hoc che prevede un'estensione delle prestazioni
specifica per questa attività lavorativa. Infolink: www.arag.it
L'INTESA DEI CONSUMATORI CHIEDE ALL'ANIA
L'APERTURA DI UN TAVOLO PER DISCUTERE L'ABBASSAMENTO DELLE POLIZZE RCA IN
RELAZIONE ALLA DIMINUZIONE DEGLI INCIDENTI DOVUTO AL NUOVO CODICE DELLA
STRADA
Roma, 2 luglio 2003 - L'Intesa dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e
Federconsumatori) rende nota una lettera inviata oggi al Presidente dell'Ania
Fabio Cerchiai, di cui si riporta di seguito il testo integrale: Egregio
Presidente, a seguito all'entrata in vigore del nuovo codice della strada,
crediamo possa determinarsi un punto di incontro, tra l'organismo da lei
rappresentato e le Associazioni scriventi, per intraprendere un percorso di
fattiva collaborazione. Non vogliamo qui tornare sulle motivazioni che hanno
portato ad una divergenza di posizioni nel recente passato, convinti della
necessità di dover operare per la migliore tutela possibile dei
consumatori, vogliamo cogliere quindi quanto di positivo possa emergere in
termini di riduzione della sinistrosità, e quindi dei costi assicurativi,
dalle nuove e più vincolanti norme del codice della strada. Del resto alle
istanze provenienti dalle compagnie d'assicurazione da lei rappresentate,
istanze tendenti alla stipula di norme che portassero alla diminuzione dei
sinistri, il Governo ha dato risposta attraverso questo decreto che ha il
non trascurabile merito di puntare su una più attenta e rigorosa opera di
controllo da parte delle forze dell'ordine, accompagnata da un archivio
affidabile e personalizzato per ogni patentato. Partendo da queste premesse
e contando sulla disponibilità al dialogo, espressa anche nel suo
intervento in occasione dell'ultima assemblea annuale dell'Ania, l'Intesa
dei consumatori le propone l'apertura di un tavolo che possa discutere senza
reciproche pregiudiziali la possibilità di diminuire le polizze Rca in base
al decremento percentuale degli incidenti che seguiranno alla suddetta
riforma del codice della strada. In questa ottica e parallelamente, potrebbe
essere posta al vaglio anche la possibilità di diminuzione personalizzata
dei premi, per quei patentati virtuosi che manterranno intatto il proprio
patrimonio punti per un arco di tempo congruo rispetto all'abbassamento
percentuale della propria polizza Rca ed una opportuna opera di
informazione, in particolare dei giovani che, se condotta congiuntamente
dalle forze dell'ordine, dalle compagnie e dalle associazioni, può
raggiungere una significativa platea. Certi di incontrare il suo interesse
su queste tematiche e in attesa di un riscontro positivo, le inviamo
distinti saluti.
LA FONDAZIONE ARENA A MONACO DI BAVIERA
PER AIR DOLOMITI CONCERTO D'APERTURA DEL TERMINAL 2.
Monaco, di Baviera, 2 luglio 2003 - Il 29 giugno, giorno dell'avvio
operazioni presso il nuovo Terminal 2 a Monaco di Baviera, alle ore 12.00
gli artisti della Fondazione Arena di Verona, Milena Josipovic e Victor
Garcia, accompagnati dalla pianista Michela Forgiane, si sono esibiti in un
esclusivo concerto dedicato all'inaugurazione della nuova struttura presso
la zona partenze riservata ai voli Air Dolomiti. Air Dolomiti è presente a
Monaco con uno stand dedicato ed ospita la Fondazione Arena quale partner e
simbolo della città in cui le due realtà concentrano la propria attività.
Lo stand allestito nella zona dedicata ai voli della Compagnia offriranno
nelle prime due settimane di apertura del Terminal 2 un'opportunità di
conoscere le due realtà più importanti del tessuto culturale ed economico
veronese e saranno aperte al pubblico in transito sullo scalo. Il personale
Air Dolomiti fornirà un servizio di supporto e di informazione, grazie ad
una parentesi prevolo, studiata in sintonia con il noto stile
dell'accoglienza della Compagnia italiana. Il prestigioso contributo offerto
dalla Fondazione Arena rende omaggio alla grande attività sostenuta da Air
Dolomiti sullo scalo bavarese quale Compagnia di riferimento per raggiungere
molte destinazioni in Italia ed in particolare la capitale mondiale
dell'opera, Verona. L'inaugurazione del nuovo Terminal 2, dove verrà
concentrata tutta l'attività Lufthansa/Star Alliance, è stato un evento di
primissimo piano nel panorama economico europeo: lo scalo bavarese si
appresta infatti a diventare l'hub di riferimento dell'Europa centro
meridionale, quindi per l'Italia, e stima di raggiungere 50 milioni di
passeggeri all'anno. Contributo allo sviluppo dello scalo, intenzionato a
diventare hub per tutti i passeggeri del nord Italia sarà sicuramente
l'intensificarsi dell'attività di Air Dolomiti e Lufthansa.
LOTTO SPORT ITALIA E WTA TOUR INSIEME
FINO AL 2008
Montebelluna (Tv), 2 luglio 2003 - Lotto Sport Italia aggiunge all'elenco di
partnership strategiche un altro "tassello" molto importante per
lo sviluppo del business dell'Azienda nel mondo del tennis. Dopo quella con
Atp e Wimbledon è di questi giorni la firma dell'accordo di partnership tra
Wta Tour e Lotto Sport Italia. L'accordo partirà da gennaio 2004, avrà una
durata di 5 anni e opererà su quattro aree: "Official Wta Tour Product,
Players Program, Official Wta Tour Partner" e "Advertising &
Tv". Wta Tour è l'associazione che rappresenta le giocatrici
professioniste del circuito tennistico con più di 1000 giocatrici di oltre
76 nazioni. Non solo, Wta Tour sovrintende l'organizzazione di 58 tornei
internazionali in 30 paesi nel mondo, con un'audience di oltre 4 milioni di
spettatori. Numeri e caratteristiche, quelle di Wta Tour, che Lotto Sport
Italia ha voluto "sue" e che saranno spunto delle strategie dei
diversi progetti: "Official Wta Tour Product", utilizzo in
esclusiva del marchio Wta Tour. Lotto sarà l'unica azienda che potrà
inserire il logo Wta Tour sulle proprie linee tennis. Per meglio sviluppare
questa partnership, Lotto presenterà una linea totalmente ispirata a questo
progetto; "Players Program", oltre 100 giocatrici del circuito Wta
Tour saranno sponsorizzate Lotto. Con l'aggiunta di questo programma, Lotto
si conferma una delle aziende con il più alto numero di giocatori (uomini e
donne) professionisti sponsorizzati nei circuiti internazionali (circa 200);
"Official Wta Tour Partner", Lotto sarà il fornitore tecnico
ufficiale - per l'abbigliamento e le calzature - di tutto il personale e
degli "officials" dei tornei del circuito Wta Tour; l'ultima area
del progetto, "Advertising & Tv", prevede un investimento
importante da parte di entrambi i partners sui principali network televisivi
e stampa specializzata, in modo da promuovere in tutto il mondo la
collezione a marchio Lotto-Wta Tour, all'interno dell'intero circuito
professionistico. "L'accordo con Wta Tour - dichiara Edoardo Artaldi,
Vice President Marketing Communication Lotto - arriva in un momento chiave
del percorso intrapreso dall'Azienda per il consolidamento della propria
immagine nel tennis. Questa partnership - continua Edoardo Artaldi - ci
permette di essere riconosciuti ancora di più come azienda "authentic
tennis". Perché la ricerca, l'innovazione, il design dei nostri
modelli, oltre alla tradizione che lega "la doppia losanga" al
tennis, è unica e l'accordo, visto quello che Wta Tour rappresenta nel
tennis, ci aiuterà a confermare la nostra autenticità in questo
sport" - conclude Edoardo Artaldi. "Il nostro obiettivo è quello
di promuovere attivamente e ulteriormente il Wta Tour e allearci con nuovi
importanti partners, come Lotto Sport Italia. Crediamo che Lotto riconosca
il valore del tennis professionistico femminile d'oggi e che la nostra
partnership accrescerà la popolarità internazionale del gioco
femminile" - ha commentato Larry Scott, Ceo del Wta Tour - "Siamo
molto soddisfatti di questa nuova collaborazione e orgogliosi di abbinare il
nostro nome ad uno dei marchi leader nell'ambito dell'abbigliamento e delle
calzature per il tennis."
STILE LIBERO È UN "NON
MARCHIO" PER ARTIGIANI/ARTISTI IN CERCA DELLA LORO VETRINA, SOTTO LA
CUI DENOMINAZIONE CNA MILANO INTENDE CREARE UN "CLUB DI PRODOTTI"
E DI "PRODUTTORI" CHE SI RICONOSCONO NEI VALORI CHIAVE LEGATI AL
MONDO ARTIGIANO
Milano, 2 luglio 2003 - Si tratta di una tipologia imprenditoriale molto più
diffusa di quanto possa essere "catalogata", di artigiani molto più
vicini alla definizione di "artista" che non di imprenditore, di
persone che intendono trasformare in attività lavorativa il frutto di loro
passioni, ricerche e studi particolari, intuizioni produttive o
commerciali.In molti casi l'approccio imprenditoriale non richiede grandi
investimenti iniziali e questo è uno dei motivi per cui molto
frequentemente imprenditori "creativi" sono giovani/donne o, al
contrario, artigiani al termine della loro attività produttiva che per il
loro isolamento non sono in grado di trasmettere il proprio
"know-how" a nuove generazioni. Questa tipologia di
imprese/imprenditori condivide un insieme di caratteristiche e punti di
debolezza comuni: a) Scarsa attitudine commerciale, quasi
"avversione" verso le attività di promozione, commercializzazione
e vendita. Sono imprenditori che si riconoscono in quanto
"produttori" e continuano a cercare forme di implementazione
legate al "saper fare" e non al "saper vendere". b)
Scarsa capacità produttiva (in termini quantitativi). Si tratta nella
maggior parte dei casi di micro strutture, anche composte dal solo titolare,
che possono pertanto affrontare lotti minimi di produzione che spesso, per
contro, richiedono tempi medio-lunghi. c) Dispersione geografica ed assenza
di visibilità commerciale. I luoghi di produzione (spesso coincidenti con
l'abitazione o adiacenti) sono dispersi sul territorio regionale, isolati ed
assolutamente fuori da ogni circuito commerciale: non hanno una
"vetrina" e non sanno conquistarsela con operazioni commerciali
mirate. Cna Milano intende rivolgersi a questa tipologia di
imprenditori/imprese, difficilmente identificabili attraverso i codici
standard di classificazione economica, per aiutarli a costruirsi una
"visibilità" di gruppo. mPer le aziende aderenti, il cui primo
nucleo sarà costituito da circa 20 unità dell'area milanese/lombarda, il
progetto prevede la predisposizione delle seguenti azioni commerciali :
Definizione di un marchio di qualità che identifichi il network Costruzione
di un catalogo comune che dia risalto alle figure imprenditoriali oltre che
alle loro produzioni Strutturazione di un Piano di Marketing / Relazioni
esterne che contenga le principali "argomentazioni di vendita" del
Club di prodotto e le linee guida della politica "comune" di
posizionamento sul mercato ed il "Codice interno" comportamentale
delle aziende aderenti al circuito. Consulenza e supporto operativo per
l'identificazione di una "forza vendita", attraverso la ricerca e
la selezione di possibili agenti. Studio di fattibilità per la
realizzazione di un Incubator dedicato da localizzarsi preferibilmente in
ambito cittadino (in un'area industriale dismessa ma logisticamente
accessibile). L'Incubator ipotizzato dovrebbe prevedere uno spazio fisico di
commercializzazione "comune" alle produzioni per diventare un
"punto di shopping" esclusivo.Gli acquisti sarebbero effettuati
dal Cliente finale con la possibilità di "accedere" ai momenti di
produzione e/o a specifici laboratori/corsi di formazione che potrebbero
essere organizzati a rotazione dagli imprenditori. L'adesione al Progetto è
completamente gratuita per gli artigiani. A loro carico è soltanto la
presentazione di almeno 3 fotografie (o file in formato elettronico)
rappresentative della loro produzione, accompagnate da un breve curriculum
dell'imprenditore/imprenditrice ed da alcune considerazioni tecniche
riguardanti la produzione. Il materiale sarà attentamente
"vagliato" da una Giuria di esperti, provenienti dal mondo della
moda, del design, del marketing, dell'arte, in grado di recepire ed
interpretare le "tendenze emergenti" in vari ambiti
socio-culturali e che deciderà insidacabilmente l'inclusione o meno nel
circuito di Stile Libero.
WORKSHOP REGMET SU METROLOGIA E
REGOLAMENTAZIONE
Parigi, 2 luglio 2003 - Nell'ambito del progetto RegMet finanziato dalla
Commissione europea, il Comitato internazionale dei pesi e delle misure (Cipm)
organizzerà un workshop volto ad esaminare l'importanza della metrologia
per il settore normativo. La manifestazione si terrà il 19 settembre a Sèvres,
presso Parigi (Francia). Il workshop offrirà ai partecipanti la possibilità
di comprendere meglio l'ampiezza e la complessità delle questioni
metrologiche nell'attività regolamentare e presenterà i risultati dei
progetti relativi alle migliori prassi in campo metrologico. Sarà
inaugurato il concetto di "modello per regolamentatori", uno
strumento sistematico di aiuto per sostenere e promuovere l'adozione delle
migliori prassi metrologiche nel contesto regolamentare. I principali
argomenti di discussione saranno: importanza della metrologia nelle attività
di regolamentazione; regolamentazione e metrologia nella chimica;
regolamentazione e metrologia nelle grandezze fisiche; incertezze e norme
scritte; importanza della metrologia nei sistemi di accreditamento; dialogo
con la comunità normativa nei paesi meno sviluppati. Per informazioni :
Fiona Redgrave Tel: +44 208 943 6397 E-mail: fiona.redgrave@npl.co.uk
BAGNI SICURI SULLA COSTIERA DI AMALFI
CON IL MANGIALIQUAME IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE (CNR) HA MESSO A
PUNTO E BREVETTATO UN SOFISTICATO DISPOSITIVO CHE DEPURA IL MARE DAI LIQUAMI
E PERMETTE L'INSTAURARSI DI COMPLESSE CATENE ALIMENTARI CHE ARRICCHISCONO
L'ECOSISTEMA CIRCOSTANTE.
Atrani (Salerno), 2 luglio 2003 - Da quest'estate i bagnanti di Atrani, in
Costiera Amalfitana, potranno tuffarsi tranquilli in un mare ancora più
cristallino e libero dai liquami inquinanti. A permetterlo sarà un
innovativo dispositivo di depurazione, soprannominato mangialiquame,
brevettato dal Cnr in collaborazione con il Comune di Rapallo e inaugurato
oggi ad Atrani. Il Muds - Marine Underwear Depurator System, nome
scientifico dello strumento - è un esempio di biotecnologia
"povera", cioè a basso costo. È costituito infatti, da una
semplice vasca di filtrazione di 4x3 metri sorretta da un traliccio in
acciaio posta al di sopra di uno scarico fognario: i liquami, che risalgono
verso la superficie a causa della loro minore densità rispetto all'acqua
marina, sono costretti ad attraversare questo "letto percolatore",
composto di sfere di plastica e spugne sintetiche che creano dei passaggi
obbligati per le acque reflue, entro i quali milioni di microrganismi
provvedono alla loro biodepurazione. "Il prototipo - spiega Marco
Giovine, della Direzione del Progetto Finalizzato Biotecnologie del Cnr di
Genova - favorisce una biodepurazione del refluo in ambiente marino e
rappresenta quindi un significativo successo per chi crede nell'applicazione
delle biotecnologie per la difesa dell'ecosistema". Il mangialiquame -
che nella costiera Amalfitana trova la sua prima installazione operativa -
garantisce una considerevole salvaguardia dell'ambiente marino:
"Determina infatti - come precisa Giovine - l'abbattimento della
sostanza organica attraverso gli innumerevoli microrganismi che s'insediano
nelle unità filtranti e favorisce la nascita di una catena alimentare
complessa, che vede al suo vertice svariate specie ittiche, spesso anche di
pregio". Il sistema è stato inventato da Riccardo Cattaneo-Vietti,
Umberto Benatti, Carlo Cerrano (Università di Genova), Giorgio Bavestrello
(Università di Ancona) e Marco Giovine (Consiglio Nazionale delle Ricerche,
Genova)
BORSE DI STUDIO: STANZIATA LA SOMMA DI
CIRCA 155 MILA EURO
Roma, 2 luglio 2003 - Assegnata dal ministero la somma di 154.937.070 euro
(pari a 300 miliardi delle vecchie lire) alle regioni per le borse di studio
nelle scuole statali e paritarie. Tale stanziamento consentirà alle
Amministrazioni locali, per l'anno scolastico 2003/2004, di assegnare agli
alunni meno abbienti delle scuole statali e paritarie, borse di studio per
la frequenza scolastica. Il beneficio potrà essere fruito anche tramite una
corrispondente detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi relativa
all'anno di riferimento. Il decreto ministeriale è stato pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale del 27 giugno 2003. http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/borse_studio/index.html
LA BANCA POPOLARE DI SPOLETO FINANZIA
IL PRIMO MASTER IN ECONOMIA E GESTIONE DEL TURISMO CULTURALE IDEATO E
REALIZZATO DALL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA.
Spoleto, 2 luglio 2003 - È stato presentato il 28 luglio a Spoleto, alla
Rocca Albornoziana, nel corso di un Convegno sul Turismo Culturale promosso
dalla Banca Popolare di Spoleto, il Primo Master in Economia e Gestione del
Turismo Culturale( Mbc) ideato e realizzato dall'Università degli Studi di
Perugia in collaborazione con l'Enit ed il Ministero per i Beni e le attività
culturali. Il Master è rivolto a laureati ed operatori turistici ed ha lo
scopo di formare manager con competenze nella gestione della produzione ed
erogazione dei servizi culturali, rurali e turistici, capaci di progettare,
organizzare e promuovere le linee dei prodotti, gestire il marketing
relazionale anche via web. Il master si compone di cinque cicli: Culturale:
per acquisire le abilità e le conoscenze di base sulla storia e la cultura
del viaggio, ambienti e distretti culturali, geografia del turismo,
museologia, anche attraverso sopralluoghi e strumenti mutlimediali;
Economico Aziendale: dedicato alla conoscenza concettuale dell'economia dei
beni culturali e del turismo, alla competenza operativa nella gestione di
musei ed eventi, alla gestione di imprese turistiche. WEB: per l'acquisire
le abilità per progettare i modelli di e-business nel turismo e beni
culturali Gastronomia Culturale: dedicato alle conoscenze dello sviluppo
rurale sostenibile, alle conoscenze delle geografie dell'alimentazione e del
gusto, alle produzioni della filiera locale e dei prodotti biologici.
Giuridico Amministrativo: per fornire le conoscenze delle norme che regolano
il turismo, i beni e le attività culturali, le direttive comunitarie, i
finanziamenti e gli incentivi. Internazionale: realizzato con il projet work
e lo stage permette ai partecipanti di svolgere un tirocinio presso enti ed
istituzioni con rappresentanza all'estero (Madrid, Parigi, Francoforte,
Monaco, Londra, Bruxelles, Amsterdam, Vienna, Varsavia, Copenaghen, Ginevra,
New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago, Toronto, San Paolo, Buenos
Aires, Sidney, Tokyo, Bombay, Pechino). La sede del master sarà la
trecentesca Rocca Albornoziana di Spoleto. "L'Italia è il Paese con la
maggiore offerta al mondo di bellezze storiche, architettoniche, ambientali
ed enogastronomiche; - ha detto Giovanni Antonini Presidente della Banca
Popolare di Spoleto - il "bel Paese" da solo possiede il 58% delle
opere d'arte di tutto il mondo, il maggior numero dei siti Unesco del
pianeta e il 70% dei beni ambientali e culturali censiti in Europa, 95 mila
fra monumenti e chiese, 30 mila dimore storiche, 3500 musei, 2000 siti
archeologici, 900 teatri; l'idea di fondo è che tutti questi siti
potrebbero trasformarsi in imprese produttive che potrebbero non solo
offrire lavoro, ma, se ben amministrate, dare la possibilità di aumentare
esponenzialmente l'offerta turistica culturale italiana. Per questo è forte
la necessità di valorizzare un patrimonio come quello italiano, ma
soprattutto di formare giovani che possano essere la chiave per una
progettazione funzionale ed un utilizzo corretto e professionale delle
enormi potenzialità espresse dal no! stro Paese. L'Mbc nasce dalla mission
di servizio del territorio della Banca Popolare di Spoleto che, con le sue
attività, è da sempre impegnata in prima linea nella la valorizzazione del
patrimonio culturale tramite la promozione di eventi locali e nazionali di
grande valore simbolico. Basti ricordare, solo per citare alcuni degli
eventi promossi negli ultimi tempi: Il Festival dei Due Mondi, le
Manifestazioni Valentiniane, la Mostra Internazionale di Benozzo Gozzoli a
Montefalco, la Sagra Musicale umbra, la annuale Mostra internazionale del
tartufo nero di Norcia, i concerti estivi "Note nel Chiostro" a
Perugia, Gli eventi itineranti "Luoghi del Perugino" e
"Luoghi del Pintoricchio", la annuale premio di Laurea Guido Carli,
gli annuali "Forum dell'Economia", gli Expò di Bastia, e di
recentissima pubblicazione, un prestigioso libro fotografico "Spoleto e
l'Umbria", già alla prima ristampa e di un cofanetto " Umbria
Meridionale" contente un libro sull'Architettura Rurale ed un film
"Re! spiro di Terra", ma anche eventi sportivi come le
competizioni internazionali di Tennis femminile di Spoleto . L'impegno della
Banca Popolare di Spoleto per la realizzazione del MBC, non è solo di
natura ideologica, condividendo appieno le motivazioni che hanno spinto
l'Università alla creazione del master, ma fornirà all'Università di
Perugia tutte le attrezzature hardware e software delle aule didattiche, sarà
impegnata nella campagna di comunicazione e pubblicitaria del master e si
assumerà sia gli oneri di natura amministrativa che delle qualificate
docenze.
PRECISAZIONI ATM SULLA VINCITA DELLA
GARA PER LA GESTIONE DEL SERVIZIO URBANO DELLA CITTÀ DI COMO
Milano 2 luglio 2003 - In questi ultimi giorni, sulla stampa milanese e
lombarda, sono apparsi numerosi articoli che hanno riportato la notizia
della vincita della gara da parte di Atm SpA per la gestione del servizio
urbano della città di Como. A tale proposito, Atm SpA precisa di essere a
conoscenza della graduatoria e di non avere ancora l'assegnazione ufficiale.
Gli articoli sopra citati, in molti casi, hanno riportato illazioni sulla
validità dell'offerta economica presentata. L'operato di Atm SpA evidenzia
come, negli ultimi anni, siano state contestualmente migliorate le
performance in termini di acquisizioni di passeggeri e come sia stato
raggiunto prima il pareggio e poi l' attivo di bilancio. La logica di Atm
SpA è improntata, nella stesura dei piani industriali, a mantenere la
società in equilibrio gestionale, migliorando dal punto di vista
qualitativo il servizio offerto alla clientela. L'offerta di gestione del
servizio per la città di Como è calibrata sui canoni indicati e,
quindi,nel caso di assegnazione, non ci sarà alcun tipo di ripercussione
negativa sulla proprietà né tantomeno sui cittadini milanesi.
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