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di
VENERDI'
3 OTTOBRE 2003
pagina 4
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NASCE
L’AGENZIA DEL FARMACO VIDEOMESSAGGIO DEL MINISTRO SIRCHIA
Roma, 3 ottobre 2003 - Su www.Ministerosalute.it
il Ministro della Salute
Girolamo Sirchia illustra con un videomessaggio gli obiettivi dell’Agenzia
nazionale per il farmaco tra cui la costituzione di un fondo per le malattie
rare.
NASCE
LA COMMISSIONE UNICA SUI DISPOSITIVI MEDICI
Roma, 3 ottobre 2003 - Il Ministro della Salute Girolamo Sirchia, ha
istituito la Commissione Unica sui Dispositivi Medici, che risulta così
composta: Presidente: Il Ministro della Salute o un vice presidente da lui
designato. Componenti Nominati Dal Ministro Della Salute: Dott. Maurizio
Rossi Professore incaricato di tecnica chirurgica e chirurgia sperimentale -
Università degli Studi di Verona - Esperto del Consiglio Superiore di Sanità;
Dott.ssa Danila Peverini Dirigente farmacista dell'Azienda Ospedaliera
S.chiara di Pisa; Dott. Lamberto Franceschini Dirigente Farmacista
dell'Azienda Ospedaliera S. Andrea di La Spezia; Dott.ssa Aurelia Sargentini
Esperto; Dott.ssa Paola Marini Dirigente Farmacista dell'Azienda Ospedaliera
Borgo Roma – Verona. Componente Nominato Dal Ministro Dell’economia E
Delle Finanze Dott. Silvano Ruggeri Funzionario del Dipartimento per le
Politiche di Sviluppo e di Coesione. Componenti Nominati Dalla Conferenza
Dei Presidenti Delle Regioni E Delle Province Autonome: Dott. Alberto del
Genio Professore di Scuola della Chirurgia Generale della Seconda Università
degli Studi di Napoli - esperto della Regione Campania; Dott. Loredano
Giorni Dirigente Responsabile della U.o.c. "Strumenti per l'assistenza
sanitaria territoriale" del Dipartimento Diritto alla Salute e
Politiche di solidarietà - esperto della Regione Toscana; Dott. Eugenio
Santoro Primario Chirurgo e Direttore del Dipartimento di Chirurgia
Oncologica dell'Istituto Regina Elena di Roma - Esperto della Regione Lazio;
Dott.ssa Alma Lisa Rivolta Funzionario U.o. Rete servizi emergenza urgenza
della Direzione Generale sanità - esperto della Regione Lombardia; Dott.
Luigi Ronco Direzione controllo delle Attività sanitarie - Settore
Ispettivo controllo qualità sulle attività sanitarie - Esperto della
Regione Piemonte; Dott.ssa Angela Di Tommaso Direttore Sanitario Azienda
Ulss 13 Milano - Esperto Regione Veneto; Dott.ssa Fabiola Radicchi Direttore
di Farmacia Ospedaliera dell'Azienda Ospedaliera di Perugia - Esperto della
Regione Umbria. Componenti Di Diritto: Il Direttore Generale della Direzione
Generale dei Farmaci e dei Dispositivi Medici; Il Presidente dell'Istituto
Superiore di Sanità o un suo Direttore di laboratorio. La Commissione Unica
sui Dispositivi Medici, la cui istituzione è stata prevista dall'art. 57
della legge 27 dicembre 2002, n. 289, ha il compito di definire ed
aggiornare il Repertorio dei dispositivi Medici, nonché il compito di
classificare tutti i medesimi prodotti in classi e sottoclassi specifiche
con l'indicazione del prezzo di riferimento, sulla base del rapporto qualità-prezzo.
La Commissione dura in carica due anni e i suoi componenti possono essere
confermati una sola volta.
COLERA:
IL CORPO SI DIFENDE PRODUCENDO ENDOCANNABINOIDI
Roma, 3 ottobre 2003 - A 30 anni di distanza dall’epidemia di colera che
colpì la Provincia di Napoli, un gruppo di ricercatori del Consiglio
Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Pozzuoli (Na) e dell’Università
Federico Ii di Napoli ha studiato il ruolo dei cosiddetti endocannabinoidi -
molecole prodotte dai tessuti animali con meccanismo d’azione simile a
quello dei cannabinoidi della marijuana – nell’intossicazione da tossina
colerica, l’ipersecrezione intestinale e la conseguente diarrea e
disidratazione. I ricercatori del Dipartimento di Farmacologia Sperimentale
della Facoltà di Farmacia dell’Università di Napoli “Federico Ii”,
coordinati da Angelo Izzo, e dell’Istituto di Chimica Biomolecolare del
Cnr di Pozzuoli, guidati da Vincenzo Di Marzo hanno scoperto, come risulta
da uno studio appena pubblicato dalla prestigiosa rivista Gastroenterology,
che l’endocannabinoide anandamide è prodotto “a richiesta”
dall’intestino in seguito ad intossicazione da tossina colerica e,
attraverso l’attivazione dei recettori dei cannabinoidi, presenti oltre
che nel cervello anche nei neuroni enterici, riduce significativamente l’ipersecrezione
intestinale. Dato interessante dal punto di vista terapeutico è che
trattando i topi con inibitori sintetici della degradazione dell’anandamide
si riesce ad ottenere lo stesso tipo di protezione. Non è la prima volta
che un ruolo di “protezione a richiesta” viene proposto per gli
endocannabinoidi, come esemplificato da un altro articolo sullo stesso
numero di Gastroenterology dal gruppo di Di Marzo per quanto riguarda
l’effetto anti-proliferativo su cellule di carcinoma colorettale in vitro.
Infatti, una funzione protettiva sembra essere esercitata anche nel sistema
nervoso centrale. Un ulteriore studio, che verrà pubblicato domani sulla
prestigiosa rivista Science, e condotto al Max Planck Institute of
Psychiatry di Monaco di Baviera da B. Lutz in collaborazione con il gruppo
del Cnr di Vincenzo Di Marzo, ha mostrato che l’anandamide viene prodotta
in risposta ad una condizione patologica nota come “eccitotossicità da
glutammato”, che è responsabile, tra l’altro, di attacchi epilettiformi
nel topo. Una volta sintetizzata “a richiesta” in seguito al danno
neuronale, l’anandamide attiva il recettore dei cannabinoidi solo su
alcuni neuroni dell’ippocampo, ed induce una cascata di effetti
neuroprotettivi che tendono a minimizzare le conseguenze negative dell’iperattività
neuronale. Anche in questo caso un inibitore della degradazione dell’anandamide
produce lo stesso tipo di protezione! Sebbene si parli molto oggi del
possibile impiego terapeutico dei cannabinoidi da marijuana, va sottolineato
che questi studi evidenziano un ruolo protettivo dei cannabinoidi endogeni i
quali, a differenza da quelli somministrabili attraverso l’eventuale
assunzione della marijuana, agiscono solo “su richiesta” e limitatamente
a quei tessuti coinvolti in un certo stato patologico. Tali studi aprono
quindi la strada allo sviluppo di farmaci non solo a partire da molecole in
grado di attivare direttamente i recettori dei cannabinoidi, ma anche di
sostanze che, inibendo la degradazione degli endocannabinoidi, ne prolungano
gli effetti benefici ...“da dentro”.
L’ASSOLUTO
DIRITTO DI MORIRE “BENE” MALATTIE INGUARIBILI E CURE PALLIATIVE: DUE
CONVEGNI DI FILE RILANCIANO LA POLEMICA. IN ITALIA UNA DECISIONE DEI MEDICI
DIETRO IL 23% DEI DECESSI
Firenze, 3 ottobre 2003 – Problemi etici, professionali, organizzativi.
Per quanto i pazienti senza più speranza siano oggetto di attenzioni e
sensibilità crescenti, il civile diritto di morire “bene” si scontra
con la sordità di pregiudiziali e comportamenti ancora oggi dominanti, sia
nella società che in medicina. Due importanti convegni ravvicinati
organizzati da File, la Fondazione Italiana di Leniterapia, affrontano ora
questi delicatissimi argomenti con l’obiettivo di affermare il principio
indiscutibile che chi sta morendo deve essere considerato persona fino
all’ultimo respiro e dunque trattato come tale, rispettandone
l’autonomia delle scelte con comprensione e condivisione. Le due
iniziative sono state presentate oggi in Palazzo Vecchio nel corso di una
conferenza stampa, protagonisti l’assessore alla Sanità Graziano Cioni,
il presidente di File, Donatella Carmi Bartolozzi, Piero Morino,
responsabile dell’Unità di Cure Continue della Asl 10°, Franco Toscani,
del Comitato Etico di Fine Vita (C.e.f.) presso la Fondazione Floriani,
Raffaele De Gaudio, cattedra di Anestesiologia e Rianimazione
dell’Università degli Studi di Firenze, ed Eugenio Paci, direttore
dell’Unità Operativa di Epidemiologia Clinica e Descrittiva del Cspo, il
Centro Studio Prevenzione Oncologica di Firenze. Il Cspo ha per l’appunto
collaborato a una ricerca europea sulle decisioni mediche di fine vita
condotta in Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, Svizzera e, in Italia, nelle
province di Firenze, Prato, Forlì, Venezia e Trento. Pubblicata a fine
luglio dalla nota rivista scientifica inglese Lancet, la ricerca dimostra
che la proporzione di decessi preceduti da una decisione medica di fine vita
(interruzione di cure ormai ritenute inutili, uso di antidolorifici) oscilla
tra il 23% dell’Italia e il 51% della Svizzera. La somministrazione di
farmaci con l’intento esplicito di dare la morte (eutanasia) è invece
inferiore all’1% in Italia, Danimarca, Svezia e Svizzera, 1,8% in Belgio,
3,4% in Olanda. Secondo un’altra ricerca dell’Istituto di ricerca in
Medicina palliativa Lino Maestroni (Cremona) il 42% dei pazienti muore in
ospedale senza un controllo adeguato del dolore. Questi dati mettono a fuoco
un fenomeno importante, una tendenza sulla quale si discuterà a fondo nel
corso dei due convegni di File. Il primo, Aiutare a morire è sempre
eutanasia? (3 ottobre, Palazzo degli Affari, piazza Adua 1, ore 8 – 18),
è curato dal Comitato per l’Etica di Fine Vita presso la Fondazione
Floriani. L’altro, La fine della vita nelle Unità di Terapia Intensiva (4
ottobre, Sala Verde di Palazzo Incontri, Via de’ Pucci 1, ore 9 – 13),
nasce invece in collaborazione con la Sezione di Anestesiologia e
Rianimazione dell’Università di Firenze. I due appuntamenti hanno
evidenti affinità e hanno in comune anche molti e prestigiosi protagonisti
nel campi di medicina, bioetica, diritto. Se il convegno con l’Università
di Firenze ha un’impronta più tecnica (si tratta di inserire le cure
palliative nelle terapie intensive), quello curato dal C.e.f. Punta ad
approfondire l’aspetto etico della questione. Ma in entrambi i casi si
insiste sulla necessità di stare davvero dalla parte del malato offrendo
risposte adeguate ai suoi bisogni fisici, psicologici, spirituali e sociali
per migliorarne, nella misura del possibile, la qualità degli ultimi giorni
di vita. E’ un modello di medicina che rifiuta l’accanimento terapeutico
e che crede, invece, nel dovere di ridurre la percezione della sofferenza,
una necessità che può diventare prioritaria rispetto alla cura della
malattia stessa. Tuttavia, è stato ricordato, convinzioni culturali,
religiose, se non banali timori e opportunismi, inducono spesso alla
rinuncia ai trattamenti palliativi. All’accompagnare il paziente verso una
morte dignitosa si preferisce allungare una vita ormai segnata dal dolore.
Lo sviluppo di sempre nuove tecniche di diagnosi e di nuove terapie finisce
così per emarginare come relitto di un passato non scientifico l’aspetto
centrale della cura, ovvero il rapporto col paziente. Il quale è costretto
a cercare altrove la dimensione umana che macchine, bisturi e i farmaci
paradossalmente gli negano. Fenomenologie dello spirito (e del corpo) messe
bene in evidenza nel libro Alla fine della vita. Casi e questioni etiche
realizzato dalla Fondazione Floriani (Editore Guerini, pagine 158, €
15,50). Soprattutto nelle malattie inguaribili, osservano gli autori,
simboli e rituali della morte conservano un valore da non sottovalutare.
Scegliendo di rimuoverli, la società contemporanea sta rinunciando
all’idea stessa dell’aiuto ad affrontare l’estrema separazione. Un
soccorso che le cure palliative sono invece in grado di offrire. Non hanno
l’inutile ambizione di intervenire sulle cause di una malattia ormai
fatale, ma agiscono con efficacia sui sintomi, mitigano la sofferenza, danno
respiro, allontanano paure e spettri. “Ne’ si può mai dimenticare”,
insiste il presidente di File, “il diritto del paziente a
un’informazione piena, data con tatto, e nel rispetto della sua autonomia,
benché molti preferiscano delegare ogni decisione a familiari e medici. In
altre parole, il pieno successo delle cure lenitive sta nell creare le
condizioni che permettano una buona morte nel rispetto della dignità e
delle scelte del morente. I nostri convegni hanno lo scopo primario di
diffondere questa cultura”. Segreteria Organizzativa: File Fondazione
Italiana di Leniterapiaò Borgo degli Albizi, 15 – 50122 Firenze Tel
055-200.12.12 Fax 055-535.31.43 E-mail: file@leniterapia.It
QUALITA’
E SICUREZZA DELLA DONAZIONE DI SANGUE A CONFRONTO OLTRE 600 ESPERTI DI
MEDICINA TRASFUSIONALE RIUNITI AD ACIREALE
Acireale, 3 ottobre 2003 - Il Convegno Interregionale dei Servizi
Trasfusionali del Centro - Sud organizzato dalla Simti - Società Italiana
di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia sul tema “Gli emocomponenti:
qualità, sicurezza, uso clinico”, in programma ad Acireale (presso il
Centro Congressi La Perla Ionica, Via Unni 10 95024 Acireale - Catania) da
giovedì 23 ottobre 2003 a sabato 25 ottobre 2003, propone un significativo
luogo di dibattito e approfondimento e mette a confronto gli oltre 600
esperti di Medicina Trasfusionale. Donatori, Associazioni, istituzioni e
operatori del settore durante il Convegno possono contare sulle informazioni
tecnologicamente più avanzate, garantendo la ottimizzazione della risorsa
sangue così necessaria alla salvaguardia della sanità nel Paese. Qualità
e sicurezza sono centrali, ricorda Giuseppe Aprili Presidente Simti, che
sottolinea il crescente incremento dei fabbisogni trasfusionali, a seguito
dell’aumento dell’attività terapeutica con una popolazione sempre più
anziana. Va anche ricordato che l’Italia è uno dei pochi Paesi della
Unione Europea che non ha la sufficienza in tema di sangue e dei suoi
derivati: infatti si raccolgono 33 unità ogni 1.000 abitanti, quando già
il primo Piano sangue molti anni fa ne prevedeva 40 e mentre l’Europa da
tempo è attestata a quota 50 unità ogni 1.000 abitanti. In uno scenario
tanto diversificato e in significativo mutamento, il sistema sangue del
Paese, per essere adeguato deve essere in grado di dotarsi di strumenti
diversi e più adeguati, anche sotto il profilo culturale, organizzativo ed
economico. A Simti va il merito di ricordare la necessità di potenziare il
progetto di impegno civile, di solidarietà, di progresso scientifico
consentendo la garanzia della disponibilità di sangue così da offrire il
meglio della terapia trasfusionale a tutti i malati che in futuro ne avranno
la necessità.
LA
FONDAZIONE EUROPEA DELLA SCIENZA CONCLUDE UN ACCORDO PER LA GESTIONE DEL
SEGRETARIATO COST
Bruxelles, 3 ottobre 2003 - La Commissione europea ha sottoscritto un
contratto con la Fondazione europea della scienza (Fes), in base al quale
quest'ultima si occuperà del segretariato e della gestione amministrativa,
tecnica e scientifica di Cost (Cooperazione europea nel settore della
ricerca scientifica e tecnologica). L'organizzazione Cost, istituita nel
1971, è un programma intergovernativo concepito per promuovere la
collaborazione nel settore della ricerca in Europa. La decisione di
trasferire il segretariato dalla Commissione alla Fes è stata adottata nel
2002, quando è stato firmato un memorandum d'intesa fra le due
organizzazioni. Nell'ambito del Sesto programma quadro, sono previsti
finanziamenti specifici per le attività di Cost per un importo compreso fra
i 50 e gli 80 milioni di euro, da stanziare in quattro anni. Il nuovo
contratto prevede un bilancio iniziale di 22 milioni di euro fino alla fine
del 2004. Il professor Enric Banda, segretario generale della Fes, ha
accolto favorevolmente l'accordo, dichiarando: "L'integrazione delle
due principali organizzazioni d'Europa per il collegamento in rete della
ricerca apporta vantaggi ai ricercatori europei ed ad entrambe le
istituzioni. [.] Essa ci consente di instaurare rapporti di lavoro intensi
non solo fra la Fes e Cost, ma anche con le altre attività del programma
quadro". Il presidente del Comitato degli alti funzionari di Cost, Gösta
Diehl, ha dichiarato: "La conclusione di questo accordo mi riempie di
gioia. Dopo un lungo periodo di incertezza, Cost si è dimostrata una
struttura forte e vigorosa per la promozione della ricerca europea".
Infine, il professor Banda ha annunciato che il nuovo ufficio di Cost avrà
sede a Bruxelles e ha comunicato che l'incarico di capo facente funzione è
stato conferito a Tony Mayer.
BOLOGNA
È LA CITTÀ DOVE SI INVECCHIA MEGLIO IN ITALIA: È QUANTO EMERGE DA
UN'INDAGINE PFIZER SULLA QUALITÀ DELL'AMBIENTE IN EUROPA
Londra, 3 ottobre 2003 - Per invecchiare bene sono innanzitutto necessari
una buona qualità dell'aria, la pulizia delle strade e dei parchi pubblici;
un'adeguata assistenza sanitaria; e la sicurezza, soprattutto dentro casa.
Sono questi i tre fattori principali per arrivare a una sana vecchiaia
indicati da quasi il 90% degli italiani. Ed è Bologna la città italiana
che meglio risponde a questi requisiti. I più soddisfatti della loro qualità
della vita e del loro ambiente sembrano essere, infatti, i bolognesi,
coinvolti, assieme ad altri cittadini italiani, in un'indagine europea sulla
vivibilità degli ambienti. L'indagine, commissionata ad Nfo, agenzia
britannica leader nelle ricerche di mercato, da Pfizer nell'ambito del
programma "Healty Ageing", è stata condotta su oltre 11.200
europei, provenienti da 112 zone (tra città e aree rurali) e distribuiti in
9 Paesi: Regno Unito, Francia, Germania, Belgio, Irlanda, Norvegia, Grecia,
Spagna e Italia. Lo spostamento demografico verso una popolazione europea più
anziana porta con sé molte sfide per i governi e gli abitanti del vecchio
continente. Le nazioni europee sono alle prese con le problematiche della
garanzia pensionistica, l'assistenza sanitaria e i sistemi sociali adatti al
cambiamento, tuttavia minore attenzione è stata posta al concetto di
pianificazione e adeguamento degli ambienti a misura di una cittadinanza che
invecchia. Obiettivo dell'indagine Pfizer è, pertanto, quello di sondare,
nel vissuto dei cittadini, quali località in Europa rispondono maggiormente
a ciò che reputano di maggior valore e che soddisfano le necessità della
popolazione anziana. In Italia, l'indagine ha coinvolto 10 tra le maggiori
città e 10 aree rurali circostanti tali città. Ebbene, i dintorni di
Bologna hanno raggiunto il massimo delle preferenze, con i più alti livelli
di soddisfazione dei residenti. Delle prime cinque aree italiane, solo una,
Bologna, è capoluogo di provincia, mentre per trovare un'altra città si
deve arrivate all'ottava posizione di Trieste, seguita da Torino e da
Milano. Roma si trova soltanto al 15°, in fondo alla classifica le città
del meridione (Bari, Palermo e Napoli). Per le cinque categorie considerate
nel misurare il livello di soddisfazione (fattori ambientali, salute e
sicurezza, servizi quotidiani, servizi sanitari, supporto comunitario e
sociale), troviamo quattro volte in testa alle classifiche Bologna e
dintorni, mentre è Trieste con l'area circostante a vincere in percezione
di sicurezza in casa e fuori. Complessivamente, le aree rurali superano
sempre per livello di soddisfazione le città, fatta eccezione per i servizi
quotidiani (facilità di accesso, offerta di opportunità educative,
ampiezza e copertura del trasporto pubblico, ecc...) dove i più soddisfatti
sono i cittadini di Bologna, Torino e Milano. Il Bel Paese non smentisce il
suo "saper vivere" e anche se solo il 38% degli Italiani considera
fondamentale o molto importante l'offerta di eventi sociali (feste,
concerti, discoteche, club, intrattenimenti vari) a livello locale , questo
è risultato essere il fattore di minore importanza per tutti gli europei,
con una media del 29 % per cento.
L'ATTENZIONE DEL CECMA SI SPOSTA SUI TEST RICHIESTI DALLA NUOVA
LEGISLAZIONE IN MATERIA DI SOSTANZE CHIMICHE E COSMETICI
Bruxelles, 3 ottobre 2003 Il Centro europeo per la convalida di metodi
alternativi è stato riorganizzato allo scopo di occuparsi delle
ramificazioni della nuova legislazione comunitaria in materia di
sperimentazione dei cosmetici e delle sostanze chimiche. Il Cecma, che fa
capo al Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione, intende promuovere
l'accettazione a livello giuridico e scientifico della sperimentazione non
condotta su animali, essenziale per le scienze biomediche, tramite la
ricerca, lo sviluppo e la convalida di test. L'attività del centro è stata
ora suddivisa in 11 aree chiave, le quali si occuperanno direttamente dei
test su animali che devono essere sostituiti con metodi alternativi. Le
nuove aree chiave sono le seguenti: tossicità sistemica; tossicità topica;
sensibilizzazione; cancerogenicità; tossicità riproduttiva;
tossicocinetica; ecotossicologia; servizi d'informazione scientifica;
relazioni quantitative strutturaattività; prodotti biologici; sviluppo
strategico. Infolink: http://ecvam.Jrc.it/index.htm
30°
MOSTRA MERCATO DELL’ARTIGIANATO DAL 27 SETTEMBRE AL 5 OTTOBRE CENTRO
ESPOSITIVO LARIOFIERE - ERBA LA FESTA DEI TRENT’ANNI
Erba, 3 ottobre 2003 - Spettacoli di animazione, fuochi d’artificio, torte
e brindisi. Lariofiere si prepara a festeggiare alla grande il trentesimo
anniversario “doppio”, quello della sua nascita e quello
dell’inaugurazione della prima Mostra Mercato dell’Artigianato,
l’evento con cui il Centro espositivo aprì per la prima volta i suoi
battenti nell’autunno del 1973. Compiono infatti i loro primi trent’anni
di vita la manifestazione dedicata alla creatività artigiana che si è
affermata come punto di riferimento privilegiato per le diverse espressioni
dell’artigianato del territorio e luogo di incontro premiato
dall’affluenza di tantissimi visitatori e l’ente fieristico che da
sempre la ospita. Elmepe, nome con cui è battezzato il centro espositivo di
Erba, viene fondato nel 1973 in società dal Comune di Erba, che conferisce
l’area, e dalla Camera di Commercio di Como, che conferisce la struttura.
La sua attività si inaugura nell'autunno di quell'anno proprio con la prima
edizione della Mostra Mercato dell'Artigianato. A dieci anni di distanza,
nel 1983, il polo conta già tredici manifestazioni in calendario, quasi
230mila visitatori e poco meno di 900 espositori. Dopo altri dieci anni, nel
1993, ricostruita la sede dopo il crollo dei padiglioni A e B nel 1986, le
manifestazioni n calendario sono salite a sedici, il pubblico a quasi
270mila presenze e gli espositori a 1300. Nel 1997 Elmepe è il primo ente
fieristico a ottenere in Italia la certificazione Uni En Iso 9001. Nel 2001,
il nuovo battesimo: Elmepe diventa Lariofiere. Nel 2002 in calendario ci
sono ottanta convegni, incontri ed eventi congressuali e diciotto
manifestazioni, di cui 5 con segreteria organizzativa Lariofiere, 5 in
collaborazione con associazioni esterne e 8 con segreteria organizzativa
esterna. Alla Festa Dei 30 Anni la Mostra Mercato dell’Artigianato, con
duecentoventotto espositori provenienti dalla Lombardia e dal resto
d’Italia, organizzata da Lariofiere con la collaborazione di un Comitato
composto dai rappresentanti delle associazioni artigiane Confartigianato di
Como (Apa) e Lecco (Upal), con il patrocinio dell’Assessorato
all’Artigianato della Regione Lombardia e di Unioncamere Lombardia,
dedicherà interamente la serata di sabato 4 ottobre. La cerimonia, a
ingresso gratuito su invito, inizierà alle 19.30. Alla presenza delle
autorità saranno premiati i presidenti dei comitati della Mostra, i
presidenti di Lariofiere, i direttori di Lariofiere, gli espositori più
“fedeli”, che partecipano alla rassegna da trent’anni, i fornitori
storici dell'ente e i componenti del consiglio direttivo e dell'assemblea.
Dopo il rinfresco, all'interno dei padiglioni e nel corpo centrale del
centro espositivo sarà il momento dell'animazione e delle risate in
compagnia dei comici del gruppo dialettale "I Legnanesi", nato nel
lontano 1949 al Teatro dell'oratorio di Legnarello. Ripresi e inseguiti
dalle telecamere di Telelombardia, gli attori che interpretano le
"comari" legnanesi coinvolgeranno sia le autorità che gli
espositori in una animazione itinerante, dal tavolo del rinfresco al corpo
centrale e tra gli stand dei padiglioni, che si concluderà con una breve
rappresentazione teatrale tratta dal repertorio della compagnia. In ogni
stand sarà collocato un punto di rinfresco offerto al pubblico da
Lariofiere, con il servizio degli alunni dell'Istituto Alberghiero Gianni
Brera. Alle 22.30 brindisi e taglio della torta. La festa si concluderà
alle 23 con uno spettacolo pirotecnico all'esterno di Lariofiere. La
mattinata di sabato sarà invece riservata alle scuole. Gli alunni delle
classi medie inferiori delle province di Como e Lecco potranno partecipare a
una visita guidata della mostra. Sia sabato che domenica continueranno
inoltre i laboratori didattici “Piccoli Artigiani In Gioco” per bambini
dai 4 ai 10 anni, organizzati dal Laboratorio Bruno Munari di Milano (di
Beba Restelli) con cinque turni di un’ora ciascuno (sono ammessi trenta
bambini alla volta) alle 10.15, alle 11.30, alle 14.30, alle 16.30 e alle
18. La prenotazione (allo 031.6371) è obbligatoria, l’ingresso gratuito.
Per i più grandi, invece, sarà interessante partecipare alle dimostrazioni
di lavorazione dal vivo dei maestri artigiani (sartoria, legno, ceramica e
cesello artistico, merletto), lungo tutto il percorso espositivo, oppure ai
laboratori dedicati all'artigianato artistico, tenuti di volta in volta da
uno dei sei artisti selezionati dall'Osservatorio sull'artigianato artistico
Ad Arte per partecipare alla mostra "I Maestri" con alcuni dei
propri oggetti, dalle 16.30 alle 23. Protagonista di sabato sarà il feltro,
con la sapiente lavorazione degli artigiani di Atelier Fuoriclasse, mentre
domenica, con Fernando Perrone del Laboratorio Tracce, si potrà imparare a
lavorare la pietra leccese,. Per informazioni: Centro espositivo e
congressuale Lariofiere, viale Resegone - 22036 Erba (Co) - Tel. 031.6371.
CONFCOOPERATIVE
FORLI’-CESENA CONFCOOPERATIVE A FIERAVICOLA LA 2° GIORNATA DI FIERAVICOLA
ALL’INSEGNA DELLE PROBLEMATICHE AMBIENTALI E DEL BENESSERE ANIMALI
Forlì, 3 ottobre 2003 - “Compatibilità ambientale del comparto
avicolo”: è il titolo del convegno previsto per oggi, venerdì 3 ottobre
alle ore 9, organizzato dalla Confcooperative Forlì Cesena (alla quale
aderisce tutto il mondo dell’avicoltura del territorio provinciale), in
collaborazione con la Fiera di Forlì, la Camera di Commercio provinciale e
Avitalia. Confcooperative, orgnizzando questo convegno, mostra ancora una
volta la sua attenzione per il comparto avicolo. Gli studi e le ricerche,
realizzate con il contributo delle Fondazioni di Forlì e Cesena, della
Provincia di Forlì-cesena e delle cooperative avicole, hanno contribuito ad
approfondire le caratteristiche della produzione avicola e del miglioramento
della produttività compatibilmente con le esigenze di protezione
dell’ambiente e della riduzione integrata dell’inquinamento. La ricerca
ha permesso di facilitare in questo importante settore l’applicazione
della nuova politica ambientale europea, che antepone la prevenzione alle
logiche correttive a posteriori e punta su interventi tecnologici,
procedurali e di controllo eseguiti non più solo a fine ciclo, ma lungo
l’intera filiera di produzione. “Questo convegno –afferma il
segretario di Confcooeprative Pierlorenzo Rossi- è la dimostrazione di come
la collaborazione tra istituzioni preposte al controllo e alla
programmazione e imprese produttive può rappresentare un salto di qualità
nelle relazioni e nell’innalzamento del livello di responsabilità e
sicurezza rispetto alle tematiche ambientali. Infatti i risultati che
vengono presentati sono il frutto del lavoro del tavolo avicolo provinciale
voluto da Confcooperative, dalle imprese avicole e dalla Provincia di Forlì-cesena,
coordinato dal Parco Scientifico Tecnologico Centurie e che vede la
partecipazione anche di Arpa, Crpa e delle aziende sanitarie di Forlì e
Cesena” Durante il convegno saranno approfondite le tematiche relative
alla pollina degli avicoli a terra, le relative tecniche di valorizzazione e
le prospettive commerciali. Si parlerà inoltre della normativa sulla
riduzione integrata dell’inquinamento, delle linee guida per la richiesta
e il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, e del modello di
calcolo per la stima delle emissioni gassose da allevamento. Il convegno sarà
concluso dal vice presidente della Provincia Maria Luisa Bargossi.
IL
16 NOVEMBRE AL "SALONE DEL VINO" NASCE "WINE SHOW" UN
APPUNTAMENTO ESCLUSIVO PER AGLI ENO-APPASSIONATI ITALIANI
Torino, 3 novembre 2003 - Un evento raffinato ed esclusivo, destinato ad un
target selezionato di cultori del buon bere: il 16 novembre nasce al Salone
del Vino di Torino il Wine Show, la prima giornata dedicata agli
eno-appassionati italiani che, sempre più preparati ed esigenti, stanno
diventando i nuovi protagonisti del mercato enologico e un significativo
punto di riferimento per le aziende. Nella giornata inaugurale del Salone
del Vino, gli eno-appassionati desiderosi di un¹esperienza unica nel suo
genere potranno accedere - a pagamento - al Lingotto e testare i vini di
cantine, in arrivo da tutte le regioni d¹Italia, partecipare a degustazioni
innovative dove i vini si ³ascoltano² insieme alla musica e alla luce,
scambiare opinioni con i più importanti produttori ed enologi del nostro
Paese, trasformarsi in talent-scout andando alla scoperta delle cantine,
emergenti e delle produzioni innovative. Non mancheranno show sul vino,
incontri con volti noti dello spettacolo, corsi e seminari di
approfondimento, degustazioni esclusive. ³La scelta di organizzare il Wine
Show - dichiara Alfredo Cazzola, presidente di Promotor International e di
Lingotto Fiere nasce dai risultati di una ricerca affidata all¹Osservatorio
permanente del Salone del Vino dalla quale è emerso che l¹eno-appassionato
si sta imponendo sul mercato come quarto polo distributivo, dopo enoteche,
grande distribuzione e ristorazione. E¹ sempre più necessario dunque che
le cantine abbiano un filo diretto, un contatto one to one con questi
protagonisti della domanda: sia per promuovere i loro prodotti, sia per
svolgere un¹azione di customer care verso i loro clienti qualitativamente
migliori. Per creare questa occasione d¹incontro è stato progettato il
Wine Show, che rafforza la natura esclusivamente professionale del Salone
del Vino, poichè riteniamo che gli eno-appassionati siano da considerare
ormai a tutti gli effetti dei veri e propri operatori. ³L¹identikit di
questo piccolo ³esercito² -sono oltre 6 milioni- di amanti del buon bere
-continua Alfredo Cazzola - sarà presentato il 16 novembre in apertura del
Wine Show: sono in prevalenza maschi - ma in forte ascesa è l¹interesse
delle donne - dai 30 anni in su, con reddito medio-alto e livello di
istruzione elevato, gli eno-appassionati sono concentrati nelle regioni del
Nord e del Centro. Scelgono preferibilmente vini rossi, si fidano del
consiglio delle guide, ma amano affinare il gusto della ricerca e per questo
dedicano molto del proprio tempo libero al turismo del vino, scoprendo
cantine e territori. L'eno-appassionato acquista direttamente dai
produttori, destinando non meno di quindici euro a bottiglia, o in
alternativa passa attraverso l'enoteca, che rimane il suo primo consulente.
L¹eno-appassionato è dunque a tutto tondo un protagonista del mercato, ed
il Wine Show diventa un fondamentale momento di marketing per le aziende.
Questo evento rappresenta un¹ulteriore conferma dell¹attenzione che stiamo
prestando ai mutamenti della domanda nel settore del vino e la più concreta
affermazione della nostra partnership con le cantine che espongono a Torino.
Per dimostrare che il Wine Show è totalmente al servizio delle aziende,
abbiamo deciso di accreditare, alle cantine espositrici, l¹utile netto
della vendita dei biglietti della manifestazione. Un altro segno della
nostra volontà di essere fino in fondo dalla parte delle aziende². La
giornata del Wine Show sarà arricchita da momenti di spettacolo, da
incontri con personaggi dello show-biz e dell¹economia, anch¹essi
appassionati di vino, da stage per apprendere al meglio i segreti della
degustazione, dalla passerella dei cento migliori vini selezionati da
Ais-bibenda e da altre innumerevoli occasioni d¹incontro con i migliori
winemaker, con i più noti critici, con le più importanti griffe dell¹enologia.
Il Wine Show sarà dunque un happening per i cultori del vino, ma anche un
importante momento di business. Le aziende avranno la possibilità di
entrare in contatto con i loro clienti migliori, che hanno ormai acquisito
un profilo preciso: dall¹indagine condotta dall¹Osservatorio permanente
del Salone del Vino su un campione significativo della popolazione italiana,
emerge che nel nostro Paese gli eno-appassionati sono circa 6,5 milioni.
Hanno idee precise sui loro acquisti e consultano sempre la carta dei vini
al ristorante, posseggono nel 62% dei casi una cantina ben fornita,
acquistano in prevalenza vino italiano. Per loro la caratteristica più
importante di un vino è il gusto, non badano troppo al prezzo e sono molto
attenti (40% del campione) al rapporto cibo-vino. A conferma della decisiva
importanza degli eno-appassionati per orientare il mercato ci sono tre dati:
uno su quattro acquista i vini direttamente nei territori di produzione, nel
22% è il consigliere degli amici e uno su cinque frequenta enoteche e testa
direttamente i vini. Il Wine Show è in calendario soltanto nella giornata
di domenica 16 novembre (Lingotto Fiere - orario 10-18) ed è a pagamento,
sarà limitato ad una platea accuratamente selezionata attraverso
mailing-list mirate, suggerimenti delle aziende e delle enoteche, iscrizioni
di gruppi attraverso gli eno-club e le diverse associazioni del mondo del
vino, tutte partner del Salone del Vino di Torino. Infolink:
www.Salonedelvino.com
"DA
MARCONI AL TRANSISTOR" E "NOVELTY" LA 26^ EDIZIONE DI RADIANT
AND SILICON PROPONE DUE INTERESSANTI MOSTRE PER CELEBRARE UNO DEI MEZZI PIÙ
AMATI ANCORA OGGI: LA RADIO.
Milano ,3 ottobre 2003 - Terzo appuntamento del 2003 con Radiant and Silicon,
sabato 4 e domenica 5 ottobre al Parco Esposizioni Novegro. Si tratta di una
delle manifestazioni più seguite sia dal popolo di "archimedi"
che amano cimentarsi con fili e circuiti realizzando apparecchi su misura,
sia da coloro alla ricerca di un usato di qualità e di accessori vari. Due
le mostre in programma durante i giorni della fiera: "Da Marconi al
transistor" realizzata in occasione del cinquantenario della radio a
transistor da Antique Radio Magazine in collaborazione con Circuito Marconi,
Telenova e Parco Esposizioni Novegro; "Novelty" (radio di forma
strana, in prevalenza pubblicitarie) organizzata da A.i.r.e. (Associazione
Italiana per la Radio d'Epoca), già proposta l'anno scorso e ripresentata
quest'anno con l'aggiunta di alcuni pezzi nuovi. Radiant and Silicon nasce
nel 1991 come manifestazione dedicata al settore degli apparecchi
radioamatoriali. Sin dall'inizio ha avuto il patrocinio dell'A.r.i.
Associazione Radioamatori Italiani, Sezione di Milano, diventando, in breve
tempo, la più importante Mostra Mercato del settore a livello nazionale.
Nel corso degli anni si è rapidamente evoluta in linea con le
trasformazioni del mondo della comunicazione, tanto da diventare un punto di
riferimento per appassionati di informatica, telefonia cellulare e tv
satellitare. Disposta su un'area di 10.000 mq, la manifestazione conta più
di 160 espositori e ha una media di circa 15000 visitatori per edizione. E'
organizzata in tre settori precisi costituiti dalla Mostra-mercato vera e
propria, nell'ambito della quale è possibile trovare apparati e componenti
per telecomunicazioni, internet e ricetrasmissioni di terra e satellitari,
antenne, elettronica, computer, console, videogiochi, telefonia statica e
cellulare, editoria specializzata; una Borsa-scambio presieduta da privati
che vendono o scambiano surplus radio-amatoriale, telefonia, valvole,
strumentazioni elettroniche, videogiochi; e infine il Radioantiquariato Expo
ovvero il mercato delle radio d'epoca. Infolink:
www.Parcoesposizioninovegro.it
COMUNICATO
CONCLUSIVO DI VERDISSIMAMENTE 2003
Argenta, 3 ottobre 2003 - La 46ª Fiera di Argenta (Fe) ha chiuso i battenti
sulla edizione più importante della sua storia superando il traguardo dei
150.000 visitatori e dei 350 espositori; il padiglione espositivo di
Verdissimamente che ha ospitato, come come recita il sottotitolo stand
sull'"Ecologia, Educazione Ambientale, Sport, Scuola, Benessere,
Turismo all'aria aperta, Parchi e dintorni" ne ha caratterizzato le
ultime quattro edizioni fino a far divenire questa manifestazione una vera e
propria "finestra sul verde". Infatti quest'anno ha ospitato per
la prima volta anche tutte le realtà istituzionali che operano nella
provincia di Ferrara in un padiglione a loro dedicato a cui si sono
affiancati ben 14 gazebo che ospitavano le produzioni agroalimentari di
maggior pregio e fama del territorio: dall'anguilla di Comacchio all'aglio
di Voghiera. Ma l'appuntamento di Argenta, non è stato solo esposizione e
gastronomia, musica e spettacoli, ma è stato soprattutto un momento di
incontro e dibattito con tavole rotonde e convegni su molti dei temi legati
alla valorizzazioni della natura e delle attività umane compatibili che vi
si svolgono dalla agricoltura biologica, dal birdwatching, dalla pesca al
cicloturismo. A quest'ultimo tema in particolare è stato dedicato un
importante convegno Sabato 13 dal titolo "Cicloturismo - Istruzioni per
l'uso" che ha avuto per relatori i maggiori esponenti nazionali del
settore durante il quale sono emerse le numerose carenze che frenano ancora
lo sviluppo di questia importante attività sia sportiva che economica,
rispetto a quanto avviene nel resto dell'Europa. Una per tutte: il nostro
paese non ha ancora previsto (nemmeno col nuovo codice della strada), alcun
tipo di segnaletica stradale per i ciclisti e per le piste ciclabili, sicchè
ogni comune è costretto ad inventarsene una quando realizza una pista
ciclabile, o come è avvenuto lungo la pista di recente apertura denominata
"Destra Po" di 150 km. - lungo l'argine destro del Po ferrarese-
(da Stellata di Bondeno fino al Delta del Po) è stata utilizzata la
segnaletica a terra che in molti casi è stata poi cancellata dal passaggio
dei mezzi pesanti per accedere alle golene del grande fiume. Ovviamente per
completare l'offerta di motivazioni interessanti, e per far toccare con mano
ai visitatori cosa significa fare cicloturismo specialmente per i più
giovani, durante tutta la Fiera sono state organizzate visite guidate in
bicicletta di varia lunghezza verso i punti più belli e suggestivi del
Parco Regionale del Delta del Po di cui il territorio di Argenta fa parte.
Ogni, gita ed anche l'Eductour dei giornalisti, non poteva non toccare il
Museo delle Valli di Argenta (Premio del Consiglio di Europa 1992) che ha
fatto registrare un raddoppio di visitatori negli ultimi anni a
dimostrazione del crescente interesse per tutto quello che rappresenta un
ritorno alla natura. Si registra, inoltre, il buon successo del 2° Workshop
di incontro tra la domanda italiana e l'offerta delle strutture ricettive e
di servizi che operano in campagna. L'appuntamento è quindi a metà
settembre 2004 (da giovedì 9 a lunedì 13) con nuovi appuntamenti, nuovi
temi da dibattere, nuove iniziative a favore di tutto ciò che può servire
a riequilibrare una vita divenuta piena di troppe cose forse non importanti
per la nostra felicità. Infolink: Www.verdissimamente.com
CONTINUA
IL PROGETTO DI COMUNICAZIONE DI ROSENTHAL ITALIA NELLE LOCATION MILANESI
Milano, 3 ottobre 2003 - E' stato inaugurato a Milano un nuovo locale: si
chiama Coquelicot Cafè-restaurant e si trova in Via Crispi 2, angolo Piazza
Xxv Aprile. Per l'apertura ufficiale erano "di casa" le raffinate
collezioni in porcellana firmate Thomas. Non ci poteva così essere
occasione più propizia per proseguire il progetto di collaborazione tra
Rosenthal Italia, distributore nel nostro Paese di marchi prestigiosi quali
Thomas, Hutschenreuther, Rosenthal e Wedgewood, e i locali milanesi. Nel
nuovissimo locale milanese, dominato dal colore rosso dei papaveri (coquelicot
significa, appunto, papavero), i servizi Thomas saranno una presenza
stabile, sia esposti sia, soprattutto, utilizzati per il servizio ai tavoli.
Con il loro design moderno, raffinato e allo stesso tempo informale, gli
articoli Thomas si intonano, infatti, alla perfezione con l'atmosfera di
relax e di semplicità del Coquelicot . L'accordo con il Coquelicot rientra
in un interessante progetto di comunicazione nelle location che Rosenthal
Italia ha intrapreso alcuni mesi fa. L'iniziativa, sperimentata con successo
al Roïalto di Via Piero Della Francesca a Milano, si pone come obiettivo di
consentire un contatto diretto tra il pubblico e la porcellana in un
contesto capace di esaltare non solo l'eleganza e lo stile, ma anche il
piacere d'uso.
I
PLUS DELLA NUOVA ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI MILANO
Milano, 3 ottobre 2003 - Nata nel 1989 come Corso quadriennale all'interno
della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la Scuola Superiore della
Moda e Textile Design della Naba, che da 14 anni forgia gli stilisti del
domani, è stata la prima in Italia autorizzata alla sperimentazione dal
Ministero della Pubblica Istruzione, autorizzazione riconfermata dal
Ministero dell'Università e Ricerca Scientifica, nel cui ambito oggi si
collocano le Accademie di Belle Arti. L'obiettivo è la formazione di
creativi ed esperti del settore moda. Al coordinamento del piano di studi
sperimentale e pilota in Italia, è stato posto sin dall'inizio un Comitato
Scientifico Didattico, che riunisce i responsabili interni della Scuola con
importanti e prestigiose personalità del mondo della Moda e del Tessile.
Dall'incontro e dal confronto tra l'ambito della ricerca e quello della
produzione è nato un modello didattico originale, ancora oggi unico in
Italia, articolato in tre aree formative: culturale, generale e specifica,
progettuale e tecnopratica, che comprendono l'ideazione, la progettazione,
la materiale realizzazione dell'oggetto-moda. La contiguità poi della
Scuola con ambiti di ricerca artistica (Pittura, Scultura, Scenografia) e di
altre professionalità creative (Comunicazione Pubblicitaria/graphic Design,
Product Design e Media Design), costituisce un continuo stimolo al confronto
e un positivo limite alla eccessiva tecnicizzazione. Come tutte le altre
Scuole della Naba anche la Scuola della Moda è inserita in un circuito
internazionale di ampio respiro, avendo come partners le più importanti
Scuole di Fashion e Textile Design in Europa e nel Mondo. L'ambito
riconoscimento nazionale e internazionale del Sistema di Certificazione di
Qualità Uni En Iso 9001-2000 garantisce ulteriormente il livello formativo
delle Scuole della Naba, unica in Italia fra tutte le Accademie statali e
non statali. Per ulteriori informazioni: Naba Milano Federica Carbonini Via
Paolo Bassi, 3 - 20159 Milano - Tel. 02/6686867 - fax 02/6684413 e-mail: adir@naba.It
MOSTRA:
"VINICIO BERTI. PITTURA TOTALE 1940/1991" - MUSEO DELLA PERMANENTE
- MILANO, 10 OTTOBRE/5 NOVEMBRE.
Milano, 3 ottobre 2003 - La Società per le Belle Arti ed Esposizione
Permanente, giovedì 9 ottobre alle ore 18.30 inaugura una grande mostra
antologica sul pittore fiorentino Vinicio Berti (Firenze 1921-1991), Vinicio
Berti. Pittura totale 1941/1991. L'esposizione, curata da Martina Corgnati,
è organizzata dal Centro d'Arte Spaziotempo di Firenze -che da anni
sostiene e promuove il lavoro dell'artista -in collaborazione con Frittelli
Arte Contemporanea di Firenze e la Società per le Belle Arti di Milano.
Sono state selezionate oltre cento opere, fra dipinti, carte, illustrazioni
e disegni, al fine di documentare tutti i passaggi del complesso itinerario
creativo ed esistenziale di Berti: dagli esordi figurativi, alle sofferte ed
incisive testimonianze di guerra, alla fase post-cubista, all'Astrattismo
Classico -il gruppo fondato nel 1947 a Firenze insieme a Bruno Brunetti,
Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti -: per meglio rappresentare
questa fase, determinante non solo per Berti ma per la stessa cultura
pittorica fiorentina e, più in generale, italiana del secondo dopoguerra,
in mostra verrà inclusa anche un'opera significativa di ciascun esponente
del gruppo. Seguono i cicli dei decenni successivi, elaborati in totale
autonomia ma in piena coerenza con gli ideali estetici ed etici che avevano
caratterizzato l'Astrattismo Classico, e da lui non a caso definiti
"espansione" dello stesso. Composizioni cosmiche e Racconti (primi
anni '50), Cittadelle ostili e Brecce nel tempo (dal 1955 in avanti),
Avventurosi astrali (1960), Emblemi (anni '60 e '70), Antagonisti (anni
'70), infine Costruzioni (anni '80) e Guardare in alto (anni '80). Tutte
opere di singolare impatto e forza espressiva, dove la prepotente
aggressività del segno che lacera lo spazio non impedisce il dispiegarsi di
una progettualità costruttiva e di un saldo impianto architettonico; e dove
l'aderenza a una sintassi astratta ed espressionista non esclude una visione
simbolica e rappresentativa, una fortissima tensione morale, un bisogno di
rendere conto dell'uomo attraverso l'arte e la pittura. Una sezione a parte
è dedicata al Berti illustratore, inventore di molti fortunati personaggi,
divenuti vere e proprie celebrità nella storia del fumetto: come Atomino e
Smeraldina, Ciondolino, Chiodino o Sgorbio, assai apprezzati da Gianni
Rodari, e autore anche di un'edizione delle Awenture di Pinocchio apparsa
per i tipi di Ponte alle Grazie e, per il Centenario della nascita di
Pinocchio, di una cartella di trenta lito con trenta pagine autografe La
ricchezza dell'esposizione lascia emergere quindi una personalità complessa
e variegata, esigente e capace di declinare la propria rigogliosa fantasia
ed espressività artistica su molti registri differenti; oltre che la figura
di un uomo di cultura consapevole protagonista delle vicende del proprio
tempo, amico e compagno di strada di molti fra i suoi contemporanei più
interessanti e riconosciuti, da Piero Dorazio a Emilio Vedova, da Atanasio
Soldati a Ermanno Migliorini. Si tratta della mostra più completa mai
dedicata a Vinicio Berti fuori da Firenze e una delle più esaustive in
assoluto. È accompagnata da un catalogo edito da Spaziotempo, con un saggio
di Martina Corgnati, una ricca antologia critica e gli apparati di rito.
Orari: da martedì a venerdì 10/13/14.30-18.30, sabato, domenica e festivi
10/18.30 - lunedì chiuso. Per informazioni Centro d'Arte Spaziotempo -via
Vai di Marina 15 50127 Firenze te! 055410153 fax 0554377359
GIORGIO
BROGI DISCONNETTERSI/SINTONIZZARSI L’OSSIMORO COME INTERPRETAZIONE DEL
POSSIBILE FIRENZE 10 OTTOBRE – 3 DICEMBRE 2003
Firenze, 3 ottobre 2003 - La realtà è per definizione metafora o allegoria
di un modo di essere e di esser-ci. Giorgio Brogi proseguendo un percorso
creativo iniziato negli anni ottanta, presenta la sua definizione di reale e
di possibile, creando un ossimoro di grande suggestione.
Disconnettersi/sintonizzarsi è appunto il titolo della personale che
Giorgio Brogi presenterà a Firenze in ottobre da Daniele Ugolini
Contemporry Illuminati dalle parole dello stesso artista, quando parla delle
opere che saranno presentate allo spazio di Daniele Ugolini, tornando in
Italia dopo numerose esposizioni negli Stati Uniti, il suo gioco tra
cristallo e colore ci parla dei significati apparentemente contrastanti
delle sue opere. La dimensione dell’arte assume con Giorgio Brogi un
valore più vicino al possibile ed al vivibile, esprimendo appunto il
desiderio comune di ascoltarsi e di sentirsi. Le parole “silenziose” (ed
è in questo che si rivela in tutta la verità dell’ossimoro suggerito), i
suoni soffocati, i gesti nascosti diventano così l’unica strada per
sopravvivere al kaos del presente, al sovraccarico di tensioni e di
pulsioni, di mascheramenti celati e non, di aspirazioni e di competizioni.
Le opere nella loro globalità diventano più reali, più comprensibili,
decifrabili secondo la sensibilità di chi osserva, di chi decide di parlare
senza urlare. La nostra incapacità di ascoltare, di ascoltarsi perché
sopraffatti da un eccesso di notizie, di informazioni, di immagini, di
movimento, di relazioni ci trasforma in armature parlanti ed affabulanti,
per essere arruolati nell’esercito della conoscenza, dell’appartenenza a
questo villaggio dove tutti devono esserci. Le superfici riflettenti,
segnate dal colore e dalle geometrie di Giorgio Brogi ci parlano di questo e
di come la sintonia è possibile solo attraverso il distacco, la
sottrazione, l’eliminazione del superfluo per intraprendere una strada
fatta solo di spazio, di vuoto, di luce, di essenziale. Giorgio Brogi
presenta la sua monografia curata da Raffaele Gavarro Il percorso creativo e
personale di Giorgio Brogi sarà descritto e curato da Raffele Gavarro,
all’interno di una monografia pubblicata dalla Edizioni Pem in occasione
della mostra Disconnettersi/sintonizzarsi a Firenze da Daniele Ugolini
Contemporary. La ricerca iniziale, la sperimentazione e gli esordi negli
anni settanta, la definitiva consacrazione negli ottanta e la definizione
del presente, rappresenteranno gli argomenti più interessanti contenuti
nella pubblicazione che diventa una vera e propria riflessione sull’arte
contemporanea italiana e sulle espressioni più interessanti di questi
ultimi anni. La ricerca sulla materia, l’utilizzo del colore e delle
geometrie come paradigma creativo, la scelta dello spazio e delle grandi
dimensioni come tentativo di spiegare la realtà, le scelte estreme e gli
interventi in luoghi non deputati all’arte - come il contesto domestico o
gli spazi industriali - sono solo alcuni dei temi trattati da Gavarro in
questa monografia che si conclude con l’esposizione di Firenze alla
Galleria di Daniele Ugolini, punto di arrivo di un ciclo e preannuncio di
una nuova fase creativa. Giorgio Brogi Nasce a San Miniato il 17 febbraio
1955. Nel ’73 si è diplomato all’Istituto d’Arte di Firenze. Vive e
lavora tra San Miniato, Firenze, Milano. Immediatamente dopo il suo percorso
di studi, si cimenta con rassegne ed esposizioni, fino a presentare il suo
lavoro nel 1980 con una personale al Palazzo delle Esposizioni di Empoli.
Nel 1984 inizia a frequentare il critico e storico dell’arte Massimo
Carboni, che lo invita alla mostra Alcuni Artisti in Toscana al Palazzo
Roffia di San Miniato, nel 1986 è invece a Roma alla Galleria Arco di Rab
per la mostra Nel senso della superficie mentre due anni dopo presenta la
personale Campo parziale nel complesso monumentale il Cassero di Monte San
Savino. Nello stesso anno e nel 1989 viene invitato alle rassegne Demo e
Trampolini promosse dall’Archivio giovani artisti del Comune di Firenze.
Del 1990 è la personale presso la Galleria Incornice di Firenze. Raffaele
Gavarro e Viviana Gravano lo invitano a rappresentare la Toscana nella
rassegna Grand Tour organizzata dalla Galleria Rombero di Latina nel 1992.
La collaborazione con il critico e lo storico dell’arte Valeria Bruni
sfocia in una mostra personale L’azione del non agire nel 1993 alla
Galleria Linea Arte Contemporanea di Firenze. Valeria Bruni lo invita nel
1994 alla Biennale d’Arte Emergente Idea Europa ai Magazzini del sale di
Siena ed alla Galleria Civica di Padova dove la mostra viene in seguito
trasferita. Sempre nel 1994 partecipa al progetto Pittura al muro a cura di
Raffaele Gavarro con una installazione pittorica nell’Ex Carcere del
Palazzo Pretorio di Fucecchio, il catalogo verrà poi presentato con una
mostra nella Galleria Sergio Tossi di Prato. Nel 1995 viene invitato da
Valeria Bruni a partecipare alla mostra Un’idea di domesticità a Milano
all’Ex officina Valsazina. E’ del 1996 il grande lavoro di installazione
Superficie reale 280 mq. Di pittura su muro che realizza in una azienda
manifatturiera di Empoli. Di questo lavoro realizza un Cd-rom con
integrazioni filmate e fotografiche, è uno dei primi artisti italiani ad
usare questo mezzo espressivo che verrà presentato da Francesco Galluzzi e
Valeria Bruni a Milano alla Galleria Spaziotemporaneo. Successivamente
Enrico Gusella presenta il Cd-rom alla Galleria Cheiros di Vicenza (1997).
In questo periodo inizia una frequentazione con l’ambiente artistico di
New York dove partecipa ad una prima mostra collettiva alla Denise Bibro
Fine Art, che poi le organizza nel 1998 una mostra personale: The Code of
signs presentata in catalogo da Lilly Wei. Sempre nel 1998 viene invitato
alla Mostra sull’arte interattiva La coscienza luccicante nella sezione
Cd-rom d’Artista a cura di Mary Angela Schroth al Palazzo delle
Esposizioni di Roma. Nel 1999 presenta due mostre personali, una a Milano
alla Galleria Spaziotemporaneo ed una a New York alla Denise Bibro Fine Art
dal titolo Everydays Signs. Interessante sottolineare l’interesse avuto
con la seconda mostra a New York da parte del Albright - Knox Museum che
acquista una significativa opera da includere nella collezione permanente.
Nello stesso anno presenta a Padova nella Sala ex Macello una grande
installazione, A 12 e alcuni lavori a Villeneve Lez Avignon. Successivamente
partecipa all’evento, Banchetti d’Artista a La Corte Arte Contemporanea
di Firenze, tra il 2000 e 2001 realizza dei lavori site specific a Milano,
Firenze e Napoli con The inside open a cura di Marco Meneguzzo, Giuliano
Serafini e Eduardo Cicelyn. Con il 2002 si conclude un ciclo estremamente
prolifico prima con una installazione a Villa La Bianca di Camaiore,
Crescita ed un evento installazione a Poggioterralba a San Miniato, dal
titolo My Land per approdare con la mostra Disconnettersi/sintonizzarsi nel
2003 da Daniele Ugolini Contemporary Infolink: www.Ugoliniart.com
IL
GRINZANE FUCINA DI NOBEL
Milano,3 ottobre 2003 - Per la sesta volta nella lunga storia del Premio, il
Grinzane anticipa il massimo riconoscimento internazionale: J.m. Coetzee,
vincitore del Premio Internazionale ³Una vita per la letteratura² 2003, si
è aggiudicato il Premio Nobel. In passato è accaduto per la sudafricana
Nadine Gordimer (vincitrice del Grinzane nel 1985), il nigeriano Wole
Soyinka (1986), il portoghese José Saramago (1987), il tedesco Günther
Grass (1992) e l’angloindiano Vidiadhar S. Naipaul (1999). Il Premio
Grinzane Cavour è da sempre sensibile e attento alle culture e alle
letterature delle aree emergenti in particolare dell’Africa.
LA
LUCE SUL FILO. LAMPADINE NEI MANIFESTI DELLA RACCOLTA SALCE TREVISO, PALAZZO
GIACOMELLI, 15 NOVEMBRE 2003 - 28 MARZO 2004
Treviso, 3 ottobre2003 - All'inaugurazione della mostra di Adolph Hohenstein,
un dirigente della Osram si sofferma ammirato dinanzi al manifesto della
Metallfadenlampen e chiede: "Ci sono altri manifesti che pubblicizzano
lampadine, nella Raccolta Salce?". La risposta è pressoché scontata:
nella Raccolta Salce c'è di tutto. Da questo spunto è nata la mostra La
luce sul filo, che traduce liberamente nel titolo quella "lampada a
filamento metallico" che giusto cento anni fa, nel 1903, si è iniziato
a produrre industrialmente. Una mostra nata avendo già il suo sponsor: la
Osram per l'appunto. L'anno di invenzione della lampadina è posto
tradizionalmente al 1879 (autore geniale T.a. Edison), già negli anni
ottanta dell'Ottocento si assiste a importanti esperimenti di illuminazione
elettrica in zone limitate di grandi città: Milano fu pioniera in Italia,
illuminando a luce elettrica piazza Duomo e il teatro alla Scala fin dal
1883. I primi manifesti relativi all'elettricità e a lampadine sono
tuttavia dell'ultimo decennio del secolo, quando l'elettricità si diffonde
in rete ed inizia la produzione industriale di lampadine. La mostra dà
conto in una breve sezione dedicata a Lumi in concorrenza della contesa tra
i diversi metodi di illuminazione, laddove le più tradizionali lampade a
petrolio e a gas si rinnovano grazie a brevetti che ne migliorano la qualità
e resa economica. E sono manifesti splendidi e famosi come quelli di
Mataloni del brevetto Auer per le incandescenze a gas (1895) o per la
reticella delle lampade a petrolio (1896), e di Duiilio Cambellotti per la
incandescenza di L. Sipizzi, o di Leopoldo Metlicovitz per gli
"apparecchi a gas d'alcool": sinuose figure femminili, sospese tra
mitologia ed Eros, a cui si contrappone la sobria e pur bella fanciulla
intenta al ricamo della lampadina elettrica Desaymar, che - come ricorda lo
slogan - "sta all'elettricità come la retina incandescente al
gas". Vincerà di lì a breve l'elettricità, che fin dalle
manifestazioni torinesi del '98 per il cinquantenario dello statuto si fa
presente con una Esposizione Generale Italiana ed Internazionale
d'elettricità, e trionfa a Brescia nel 1909 con una Esposizione
Internazionale di Applicazioni dell'elettricità (il roboante manifesto le
esemplifica in "Lux", "Sonum", "Calor", "Motus"):
in questa sezione della mostra accanto al genio alato che fa scoccare la
scintilla fra due elettrodi nel manifesto di Bernardi vi è il famoso
manifesto con la "donna elettrica" di Leonetto Cappiello per la
Società Elettrotermica Italiana (1922). Una piccola sezione è dedicata
alla "Metallfadenlampen", che nel 1903 innova profondamente la
lampadina sostituendo il delicato filamento a carbone con il più duraturo
filamento metallico: accanto al manifesto di Hohenstein troviamo un anonimo
e geniale manifesto in cui un vulcano erutta lampadine (sarà un caso che lo
stampatore sia il napoletano Stabilimento Richter, situato ai piedi del
Vesuvio?), e ancora un elegante manifesto di Metlikovitz per la Tantal Lampe,
con la notte in forma femminile abbagliata dalla lampadina. E proseguendo
troviamo le città illuminate, come la Milano irradiata da una stella
recante la lampada Edison, o le figurine in controluce e le silhouettes dei
grattacieli della Osram e, quasi personificazione dell'Aurora, la splendida
figura femminile di Cappiello che illumina Torino. Una corposa antologia di
manifesti è dedicata alle "fantasie notturne", dai bimbi che
alzano la lampadina ad illuminare la Terra, all'eccitato ragazzo di Plinio
Codognato che attira le prede nella pesca alla lampara, alle creature della
notte: la luna dalla grinta buffonesca il diavolo sorridente, il pipistrello
arrabbiato contro la lampadina, i simpatici fantasmi a bocca spalancata di
Mauzan, spaventati dalla nuova lampada Osram. L'ultima sezione è dedicata
ai fari delle automobili, protagonisti delle notti lungo le strade del
secolo ventesimo: sciabolate di luce, non solo dai fanali in primo piano ,
ma dagli occhi del gufo , o dal faro innalzato da una divertente ranocchia
che poggia il piedino sulla batteria, e chiude la mostra nel ricordo ironico
dei primi esperimenti elettrici di Volta e Galvani. La mostra, curata da
Eugenio Manzato, è promossa in collaborazione da Unindustria Treviso,
Comune di Treviso, Soprintendenza per i Beni Artistici Storici e
Demoetnoantropologici del Veneto, nell'ambito dell'accordi di programma per
la valorizzazione della Raccolta Salce, che ha già prodotto negli anni
precedenti Parigi Belle Epoque, Manifesti della Secessione viennese, Adolph
Hohenstein cartellonista. Informazioni e Segreteria organizzativa: tel.
0422.294401
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