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2003 anno 6°  

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di

SABATO
18 OTTOBRE  2003

pagina 4

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L'AFRICA MEDITERRANEA DI TURISANDA

La programmazione di Turisanda nell'area mediterranea spazia da est a ovest, dall'Egitto e Mar Rosso alla terra dei berberi. La nuova stagione invernale vede l'azienda confermare e ampliare i propri investimenti sia con nuove strutture alberghiere sia con la proposta di itinerari assolutamente inediti. Cominciando dalla più orientale delle destinazioni, l'Egitto, la società riconferma il proprio impegno sia come navigazione sia come itinerari: sempre grande il successo dalle 4 esclusive che solcano le acque del Nilo (Miss Esadora, Regency, Sun Boat III e l'ultima nata Nile Adventurer) e, novità della programmazione invernale, la motonave Prince Abbas, dove tutte le cabine si affacciano sui camminamenti esterni - come i primi battelli che navigavano lungo il Nilo nell'Ottocento -, arredata in stile arabo moderno: la scelta ideale per chi ricerca un ambiente piacevole e informale. Il pacchetto "Da Luxor ad Abu Simbel" (8 giorni/7 notti) è proposto con quote a partire da 1.219 euro a persona in camera/cabina doppia con trattamento di pensione completa. I collegamenti aerei sono organizzati ogni lunedì da Bologna con Azzurra Air, ogni lunedì e sabato da Milano Malpensa e ogni lunedì, giovedì, venerdì e sabato da Roma con Egyptair. Anche il Mar Rosso vede sempre costante l'impegno di Turisanda e per la stagione invernale, oltre alla conferma delle 3 esclusive sulla costa occidentale - Lahami Bay Beach Resort (5 stelle), Shams Alam Beach Club (4 stelle) e Utopia Beach Club (4 stelle) - e delle due a Sharm el Sheikh - Iberotel Club Fanara (4 stelle) e Club Seti Sharm (4 stelle) - si aggiungono, sempre a Sharm, due strutture alberghiere: il Concorde El Salam (5 stelle), affacciato direttamente sul mare e a soli 10 minuti dalla baia di Na'ama, e il Novotel Sharm (5 stelle) situato al centro della baia di Na'ama e recentemente ristrutturato. Per chi invece preferisce inventarsi una vacanza su misura, costruita giorno per giorno e andando alla scoperta degli angoli più nascosti del Sinai, Turisanda propone "Sinai su misura", un fly&drive che abbina il volo, il noleggio auto e la possibilità di scegliere il soggiorno in alberghi 3/4/5 stelle includendo eventualmente nel viaggio anche un soggiorno sulla costa occidentale. Anche il catalogo Tunisia si arricchisce di tre nuove strutture suddivise tra l'isola di Djerba e la costa. A Djerba, vengono riproposte le esclusive Fiesta Beach Club (4 stelle) con trattamento di pensione completa con bevande ai pasti e Romance Djerba Sun Club (3 stelle) con trattamento di pensione completa e bevande ai pasti. Le novità, invece, sono il Djerba Holiday Beach (4 stelle), situato nella zona turistica di Sidi Mehrez, costruito in stile moresco e immerso in un bel giardino tropicale con miniclub;  il Calimera Yati Beach  (3 stelle all inclusive), situato su una delle più belle spiagge dell'isola a pochi chilometri dal villaggio di Midoun, dispone di un miniclub e di un centro congressi. Lungo la costa, e più precisamente a Nabeul - centro famoso per le ceramiche -, Turisanda propone come novità l'Iberostar Lido, 3 stelle, situato direttamente sulla spiaggia e all'interno di un bellissimo giardino ricco di piante tropicali e di vegetazione tipica della macchia mediterranea. La struttura dispone di un miniclub e offre il trattamento di pensione completa con bevande ai pasti. Nuova struttura a catalogo anche ad Hammamet: "Miramar Hammamet", graziosissimo 4 stelle posizionato direttamente su una spiaggia di sabbia fine e immerso in 9 ettari di vegetazione mediterranea. L'hotel dispone di un miniclub, un night club e una palestra con hammam. Tutte e quattro le strutture hanno un'equipe di animazione che organizza attività di intrattenimento diurne e serali Turisanda anche per i mesi invernali potrà garantire collegamenti tutti i lunedì da Milano Malpensa e ogni domenica da Verona e Bologna a Djerba, analogamente per i voli per Monastir. Il catalogo Libia - che per la stagione invernale si presenta in versione monografica - si arricchisce di un tour totalmente nuovo che unisce, per la prima volta, le tre zone più famose della Libia: Cirenaica, Tripolitania e Ghadames. Il tour di 9 giorni/7 notti parte da Bengasi, per proseguire alla volta dei famosi mosaici di Gasr Libia, di Cirene e di Apollonia, che ancora oggi conserva importanti resti di epoca greca, romana e bizantina. L'itinerario porta poi a Tripoli, a Sabrata e a Leptis Magna per poi spingersi verso sud fino ad arrivare a Nalut e Ghadames. Le quote partono da 1.635 euro a persona e comprendono voli, sistemazione in camera doppia e trattamento di pensione completa (eccetto 2 cene a Tripoli). Oltre a questa novità Turisanda continua a proporre in catalogo i più classici itinerari che prevedono il "Week-end in Tripolitania", o il "Minitour e mare", o il più classico "Tour archeologico". Per chi ama l'avventura sicuramente immancabile il pernottamento nel deserto, in tenda sotto un cielo stellato ritrovandosi la sera attorno al falò. E' quanto offre "Sahara Libico Comfort" - 8 giorni/7 notti - con quote a partire da 1.498 euro a persona in camera/tenda doppia con trattamento di pensione completa (eccetto una cena). Inoltre Turisanda può vantare l'utilizzo dei voli diretti su Djerba nella programmazione di gran parte dei tour in Libia, fatto questo che ammortizza sensibilmente i costi del trasporto aereo consentendo alla società di offrire pacchetti con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Infine il Marocco, che quest'anno ha registrato buoni tassi di crescita. Oltre a confermarsi come destinazione di grande interesse per le città imperiali, ha riscosso grande successo per i tour nel sud, effettuati in fuoristrada; le due alternative proposte "Oasi Dune e deserto" e "Racconto Berbero" (entrambi di 8 giorni/7 notti) permettono infatti tour individuali, o limitati ad un ristretto numero di partecipanti, fatto questo che garantisce la qualità dei servizi e dell'assistenza fornita dalle guide/autisti. Il nuovo tour della stagione invernale "Marrakech e Agadir" (8 giorni/7 notti) si propone, invece, di mostrare il fascino della città millenaria più famosa del Marocco abbinato a un rilassante soggiorno sul mare di Agadir. Diverse e variegate le proposte di viaggio all'interno del catalogo: dai "Viaggi Itineranti" alla scoperta del Marocco Classico e di quello più insolito, ai "Week-end - Soggiorni" per visitare anche solo per pochi giorni incantevoli città che, tra i caldi colori dei tappeti e gli intensi profumi delle spezie, nascondono una delle culture più antiche del mondo; dai soggiorni dedicati al golf ai Riad - alberghi ricavati all'interno delle antiche residenze dei mercanti e delle case private che si affacciano su un patio, agli hotel specializzati per la talassoterapia (ad esempio il Sofitel Thalassa Mogador a Essaouira); il tutto seguendo la filosofia di soddisfare le esigenze e le nuove tendenze del mercato.

LA FESTA DI RINGRAZIAMENTO A NEW YORK CITY CON TURISANDA
In occasione della Festa del Ringraziamento e degli acquisti natalizi Turisanda ha preparato due pacchetti speciali con destinazione New York. Il Thanksgiving Day festeggiato alla fine di novembre - quest'anno domenica 30 - rappresenta un'occasione davvero particolare per gli Americani e un evento esportato in tutto il mondo. La festa ricorda infatti il gruppo di coloni che, partito di Plymouth in Inghilterra, e approdato sulle coste del Massachusets ringrazia per il primo raccolto ottenuto nella nuova patria. Ma Turisanda non ha dimenticato gli amanti dello shopping mettendo a punto un pacchetto speciale nella Grande Mela, centro della moda e del divertimento già "allestita" per le festività natalizie.Proposta: "Festa del Ringraziamento", durata: 6 giorni/ 4 notti, partenza: 26 novembre, sistemazione: hotel 1° categoria, costo: da 862 euro a persona in camera doppia. La quota comprende volo intercontinentale, transfer e trattamento di solo pernottamento. Proposta: "Shopping", durata: 6 giorni/4 notti; partenza: 3 dicembre 2003, sistemazione: hotel 1° categoria - hotel 1° categoria superiore, costo: a partire da 1.052 euro per persona in camera doppia. La quota, per gli hotel di 1° categoria, comprende volo intercontinentale e trattamento di pernottamento e prima colazione. Il costo per gli hotel di 1° categoria superiore parte da 1.292 euro per persona in camera doppia. La quota comprende volo intercontinentale e pernottamenti.
Infolink:
www.turisanda.it

VILLA PARADISO, UNA FAVOLOSA VILLA DELL'OTTOCENTO A FASANO DEL GARDA, OFFRE CURA E BENESSERE ATTRAVERSO MODERNE METOLOGIE MEDICO-SCENTIFICHE
Circondata da uno splendido parco ed affacciata direttamente sulle limpide acque del lago di Garda, Villa Paradiso sorge sulla sponda settentrionale del golfo di Salò. Il paese di Fasano che la ospita si presenta con un tipico paesaggio alpino, caratterizzato da una flora rigogliosa ed accarezzato da un clima prettamente mediterraneo, che eleva l'intera zona a comprensorio climatico salubre e tonificante. 36 elegantissime camere con terrazza vista lago caratterizzano la splendida e antica residenza, dove personale medico altamente qualificato permette agli ospiti di seguire programmi di benessere personalizzati. Una splendida piscina immersa nel parco, la darsena privata ed ambienti comuni curati nei minimi dettagli, deliziano gli ospiti nei momenti di relax, per creare un'armonia unica e irripetibile. La cucina poi rappresenta un'autentica sorpresa: pur rifacendosi ad una rigorosa restrizione calorica presenta raffinatezze degne dei menù più gourmand, basata su regimi dimagranti, disintossicanti ed energetici. Villa Paradiso è una vera e propria clinica della salute, dove l'obiettivo principale è la ricerca del benessere psicofosico attraverso moderne metologie medico-scentifiche. L'autorevole direzione scentifica, coordinando l'equipe medica, i fisioterapisti, le dermoestetiste, i trainers e gli chef, assicura ad ogni ospite un'efficace personalizzazione degli interventi, mirati alla filosofia che da sempre caratterizza i successi del centro: la medicina preventiva. Prevenzione quindi alla base di tutto, per ritrovare l'equilibrio perduto a causa dello stress della vita moderna, sempre più incalzante, ma anche interventi mirati relativi alla forma e all'aspetto esteriore, ottenuti con miracolosi interventi di estetica. Il Miglioramento dell'aspetto esteriore contribuisce in maniera determinante al benessere della persona, raggiunto attraverso l'utilizzo della moderna EndoDermoCosmesi, caratterizzata un'attenta analisi "morfologica-costituzionale" e la preparazione di prodotti individuali. L'uso di scrupolose arti manuali abbinate alle più moderne teconologie, rendono i trattamenti unici nel settore. Fisioterapia ed educazione Fisica, sempre altamente professionali e coordinate dalla direzione scentifica, sono utilizzate per guidare l'ospite attraverso il proprio personale percorso di benessere, evitando inutili fatiche e diventando parte integrante del programma. I programmi di Villa Paradiso sono tutti settimanali ed iniziano il lunedì mattina con la visita medica (che si ripete ogni giorno) e terminano il sabato pomeriggio, con la prescrizione di un programma di mantenimento. Joelle Vassal, padrona di casa e direttrice del centro è pronta ad accogliere gli ospiti assicurando serenità e cortesia da parte di tutto lo staff, esortando i convenuti a dimenticare la frenesia che caratterizza la nostra quotidianità. Il soggiorno, seppure trascorso in ambienti curati ed eleganti, deve essere vissuto senza inutili formalismi ed in totale libertà, magari in tuta o in accappatoio (forniti in albergo) anche al ristorante. Un soggiorno di relax totale ed assoluto riposo non potranno che contribuire al raggiungimento della serenità necessaria e sarà il metodo migliore per collaborare con i medici per la ricerca del proprio percorso di benessere. I costi: a settimana a persona in pensione completa fino al 7/12/03 euro 1998,00 in camera doppia Compresa la cena della Domenica il giorno di arrivo e l'intero ciclo terapeutico settimanale che comprende: Visita medica di accettazione con organometria funzionale mediante apparecchiatura E.T ECG Visita medica quotidiana Visita medica di congedo con programma terapeutico di mantenimento Terapia medica di base per il riassetto micronutrizionale ed integrazione funzionale con oligoelementi Terapie di drenaggio mediante omeopatici di risonanza Terapia alimentare personalizzata a finalità dimagrante, disintossicante ed energetica Prescrizione programma alimentare di mantenimento in base alla costituzione e alle condizioni fisio patologiche Diete speciale immunomodulanti, antiaging e per performances sportive Terapie idropiniche Sedute di masso-fisioterapia quotidiane Cure estetiche quotidiane Fitness a corpo libero con istruttore Attività di cardio fitness con istruttore Idroaromaterapia Solarium specifico Meeting teorico-dietetico con lo chef Accompagnatori per il tempo libero e intrattenimento serale con giochi di società, varietà e piano-bar
Come Arrivare: In auto Uscita Brescia est e SS 45/bis verso Salò.
Infolink:www.villaparadiso.com

IL DILEMMA DI NATALE E CAPODANNO: "PARTIRE PER DOVE?" LE RISPOSTE PIÙ SFIZIOSE FIRMATE ORIENT-EXPRESS HOTELS!
Il clima delle feste natalizie si avvicina, portando con sé desideri e sogni da realizzare. Come? Con un indimenticabile viaggio insieme alla famiglia o una fuga romantica in due, da trascorrere in uno degli esclusivi Orient-Express Hotels. Fra le proposte più sfiziose del 2003, le suggestioni dei pirati dei Caraibi a La Samanna (St.Martin), le tradizioni della Riviera Maya al Maroma Resort and Spa (Messico), Le Réveillon a Le Manoir aux Quat'Saisons (Inghilterra), oppure il fascino dei safari nelle tenute Orient-Express in Botswana. Risolvere il dilemma che ci assale ogni anno alle porte di dicembre, in fondo è semplice. "Cosa fare a Natale e a Capodanno?". Il "problema" non esiste: c'è tutto il mondo da esplorare! E se si vuole la garanzia di non perdersi neanche un minuto della festa, allora le destinazioni in cui è presente Orient-Express Hotels offrono una serie di possibilità squisite. St.Martin, nelle Indie Occidentali Francesi, è considerata una fra le destinazioni più romantiche del mondo. Il resort La Samanna si affaccia su una baia privata a forma di mezzaluna, dove il mare lambisce una splendida spiaggia incontaminata. E' qui che si festeggia la settimana fra Natale e Capodanno nel modo più vivace e fantasioso. I colori accesi dei Caraibi si rifletteranno in esuberanti spettacoli musicali, mentre gli ospiti prenderanno parte ad una speciale caccia al tesoro sulla spiaggia. Cocktail tropicali, storie di fantasmi e pirati, giochi a tema e serate indimenticabili. Senza trascurare tutto il relax e il benessere che la Spa Elyseé offre a chi ama coccolare fino in fondo anima e corpo. Il mattino di Natale, poi, Santa Claus si farà vivo in uno dei suoi modi speciali riservati a La Samanna: col paracadute o sugli sci d'acqua, ogni anno è una sorpresa! Tariffe a partire da € 716 a notte. Per un rifugio più intimo, dove immergersi in un'atmosfera insieme tranquilla e calorosa, il viaggio può condurre in Messico. Sulla Riviera Maya il Maroma Resort & Spa diventa l'ideale nido in cui farsi cullare dalla dolcezza dei trattamenti della raffinata spa, e dal romanticismo di un'atmosfera unica. Qui le gioiose tradizioni della regione avvolgono gli ospiti in uno speciale sentimento d'amore per la vita. Il Natale al Maroma è sempre un'esperienza da ricordare con nostalgia negli anni a venire. Gli ospiti saranno invitati a partecipare alla preparazione delle tradizionali Piñatas, nell'ambito delle tipiche celebrazioni natalizie messicane, le Posadas. Con l'aiuto dello chef Stephanie Rowe e del suo staff, le Piñatas saranno preparate la Vigilia e gustate il giorno di Natale: tutti, aprendole, troveranno una sorpresa speciale da parte degli amici del Maroma. Durante questa settimana speciale si rimarrà anche deliziati dai tè nel pomeriggio, con i tipici dolcetti stagionali, e dai cori che intoneranno le canzoni messicane tradizionali di Natale. Le tariffe dal 10 dicembre al 3 gennaio partono da € 445 a notte. Se è invece nella vecchia Europa che desiderate scaldare il vostro cuore natalizio, c'è una residenza nella campagna di Oxford ad aspettarvi, Le Manoir aux Quat'Saisons. In un'atmosfera degna di un racconto di Lewis Carroll, lo chef e titolare Raymond Blanc vi introdurrà alla celebrazione del Capodanno più raffinato, fra le pareti di una classica "country house" inglese del XV secolo. Con Le Réveillon, la serata di festa durerà tutta la notte, iniziando con la cena di gala creata per l'occasione da Blanc, seguita dalle danze, avvolte nel romanticismo soffuso di questo rifugio fuori del tempo. Per il pacchetto "Due notti-Le Réveillon" si parte da euro 1.226. Per gli amanti delle avventure dal sapore eccentrico, sulle orme degli esploratori di fine Ottocento, si cambia ancora continente, per inoltrarsi nel mondo selvaggio della natura incontaminata del Botswana. Qui gli esclusivi Lodge Orient-Express, il Khwai River Lodge, il Savute e l'Eagle, accolgono gli ospiti che hanno scelto l'Africa per la loro fuga natalizia dal caotico mondo urbano. Fra spettacolari safari nella foresta ed emozionanti tramonti dai colori senza paragoni, la festa non verrà mai meno. E non mancheranno le occasioni per essere "viziati" con stile: dalla cena della Vigilia, con un regalo che attende ognuno al ritorno nella propria 'tenda', al pranzo di Natale, ai rilassanti momenti in cui gustare gli spuntini nel bush o gli aperitivi la sera di Capodanno, per concludere con la cena in attesa del 2004. Essere nel cuore della natura africana non significa rinunciare ai piaceri raffinati della tavola!  
Se il dilemma su cosa fare a Natale vi sta già assillando, le destinazioni Orient-Express sono la scelta che coniuga nel migliore dei modi il comfort e lo standard più elevati, il calore della festa e lo stupore della scoperta di luoghi incantati.
Infolink:
http://www.orient-express.com

"DIRE, FARE, GUSTARE" TORNA CON GLI APPUNTAMENTI AUTUNNALI, LABORATORI DEL GUSTO ORGANIZZATI DALL'APT DI SIENA IN COLLABORAZIONE CON SLOW FOOD
Laboratori alla scoperta dell'olio extravergine nell'affascinante "Grancia" di Serre di Rapolano e dei dolci della tradizione senese nelle più antiche pasticcerie della città di Duccio. Scoprire il mondo rurale attraverso i sapori di cibi sani e naturali. Come scenario la campagna senese con le sue fattorie sparse sulle colline, punteggiate da cipressi, viti e olivi. propone "Dire, Fare, Gustare", è l'originale proposta dell'Agenzia per il Turismo di Siena organizzata in collaborazione con Slow Food e dedicata ai bambini. Un laboratorio del gusto che arriva per festeggiare l'autunno e il suo prodotto principe, l'olio extravergine di oliva, dopo i due appuntamenti dedicati ai formaggi, alla cinta senese e alla carne di razza Chianina. Un gioco sensoriale finalizzato all'uso consapevole dei sensi che si terrà il prossimo 15 novembre nel Museo della "Grancia" di Serre di Rapolano, un ex fattoria fortificata per difendere il raccolto, i magazzini del grano e degli altri prodotti che coltivavano per rifornire il Santa Maria della Scala, un antico ospedale sorto, tra i primi in Europa, nel Medioevo, come ristoro e rifugio dei pellegrini che, sulla via Francigena si recavano a Roma ed oggi grande spazio museale nel cuore della città di Siena. All'interno della "Grancia" di Serre di Rapolano, dove è allestito il Museo dell'Olio, i ragazzi (dai 6 ai 14 anni) potranno seguire un percorso dedicato al ciclo per ottenere l'olio d'oliva nella cultura mezzadrile e con una degustazione guidata scoprire le peculiarità delle cultivar prodotte nelle Terre di Siena e gustare le sfumature di profumi e di gusto degli oli ottenuti.
Di nuovo il gusto dei prodotti tipici sarà protagonista il 15 dicembre con i dolci della tradizione senese. Nel cuore di Siena, nelle pasticcerie che ancora oggi producono Panforte, Ricciarelli e Cavallucci con le antiche ricette, i partecipanti (dai 6 ai 14 anni) seguiranno tutte le fasi della lavorazione raccontante dai pasticceri che di questo mestiere ne hanno fatto un'arte. Incontri formativi e sensuali, magici e gustosi dove i sensi sono utilizzati per scoprire attraverso giochi e degustazioni il patrimonio gastronomico di qualità delle Terre di Siena. Durata circa 3 ore, i partecipanti saranno divisi in gruppi per età. Per ogni appuntamento l'Apt di Siena propone un soggiorno di 2 giorni, che oltre alla partecipazione ai laboratori, consentirà di vistare cantine, incontrare i produttori, ritrovare i sapori che avrete imparato a conoscere ritrovandoli nelle pietanze dei ristoranti scelti per voi. la quota di partecipazione per 2 adulti e 2 bambini in hotel a 3 stelle, in una delle strutture selezionate, a partire da euro 270 comprensiva di una cena e della partecipazione al laboratorio.
Infolink:
www.terresiena.it

L'HOTEL WALDHAUS A SILS-MARIA NELL'ALTA ENGADINA UN'ISOLA DEL TEMPO & UN RIFUGIO PER LE VACANZE
L'hotel Waldhaus è un hotel di villeggiatura a 5 stelle, a conduzione familiare dal 1908. Il Waldhaus è un luogo con un'atmosfera particolare e uno stile del tutto personale. La combinazione di "come se il tempo non fosse trascorso" e l'atmosfera giovane e fresca creano un ambiente unico. In un tale clima si riuniscono felicemente le più disparate generazioni di ospiti: dai bambini piccoli alle bisnonne.
L'orchestra privata dell'hotel suona dal vivo nella sala principale per i numerosi piccoli ospiti, che così possono trascorrere un pomeriggio diverso. Avere una propria orchestra è tipico del Waldhaus! È un'attrattiva per i bambini, che trascorrono le loro ferie piacevolmente accompagnati dalla musica nella sala di un hotel a 5 stelle, e per gli adulti, che potrebbero essere i loro nonni e li guardano estasiati con gli occhi che brillano ricordando le loro vacanze da piccoli, perché già allora in albergo suonava un'orchestra tutta per loro. È quest'atmosfera di rilassatezza senza obblighi, combinata con l'alta qualità di un hotel di villeggiatura, che rende il Waldhaus così tipico. Lusso qui significa avere molto spazio a disposizione, nell'ampia sala, nella sala lettura, nel bar, nei saloni, nei ristoranti. Anche quando tutti gli ospiti sono in albergo, lo spazio non manca. Come pure il panorama, perché le vedute che si possono godere dalle camere del Waldhaus sulla valle ai piedi dell'albergo sono semplicemente mozzafiato. Ovviamente il servizio è quello che ci si aspetta in un hotel di questo genere. Il Waldhaus a Sils, un'istituzione alberghiera svizzera. Il Waldhaus risale allo stesso anno del leggendario "modello T" di Henry Ford. A differenza dell'attuale complesso industriale mondiale della Ford, il Waldhaus ha conservato le dimensioni che aveva quando è stato costruito nel 1908, nonostante abbia subito delle trasformazioni nel tempo. Il fatto che sia riuscito a conservare il suo charme originario era e costituisce tuttora un compromesso tra innovazione e conservazione, un sentimento che accompagna la  famiglia dei proprietari Giger-Kienberger-Dietrich già alla quarta generazione. Il Waldhaus rappresenta oggi uno dei pochissimi grandi alberghi svizzeri che sono sempre rimasti a conduzione familiare. Il fatto che una famiglia abbia sempre tenuto in mano fin dall'inizio le sorti dell'albergo, rende il Waldhaus quello che è, un albergo con una propria impronta, in cui i nove decenni della sua storia si fondono in un tutto unico. L'hotel come rifugio per le vacanze. Quando il Waldhaus fu costruito, gli ospiti venivano in albergo per vivere qualcosa di nuovo e rimanevano a lungo, per più settimane, a volte anche mesi. Oggi la maggior parte degli ospiti viene non solo per periodi decisamente più brevi, ma anche per trovare nel loro hotel un rifugio particolare dalla vita di tutti i giorni, che li rende molto più stressati dei loro contemporanei dell'inizio del XX secolo. Di conseguenza si devono anche adeguare le attese dell'offerta alberghiera e le opportunità dell'Alta Engadina. Il Waldhaus come isola del tempo. L'hotel rappresenta per i suoi ospiti una piacevole isola del tempo, perché il tempo qui in albergo non è un problema. E questo si può intendere in due modi: nel senso di tranquillità, contemplazione e calma, avere cioè il tempo di oziare stando ad ascoltare il concerto giornaliero nella sala dell'albergo, completamente rilassati, senza guardare l'orologio. Ma isola del tempo significa anche ambiente e stile. Molte cose qui sono rimaste come erano un tempo. Il motto modernizzazione a tutti i costi non viene assolutamente preso in considerazione. Si può dire di più: la storia si combina armoniosamente con il nuovo e l'ultramoderno. Per ogni intervento di rinnovamento si valuta con cautela se e come ristrutturare o rifare a nuovo. Per esempio degno di nota è l'antico sistema degli orologi del Waldhaus ancora perfettamente funzionante. Il meccanismo di orologi "Magneta" viene comandato centralmente dall'"orologio madre", che da sempre funziona con i pesi ed è appeso in direzione. Ogni minuto l'orologio centrale invia a tutti gli orologi da parete dell'albergo un impulso elettrico che fa girare le loro lancette. Questa antica tecnica e il moderno business center con accesso a internet si armonizzano perfettamente. Il mondo intorno all'albergo. Il Waldhaus fu abilmente posizionato nel 1908 sulle rocce di Sils, un po' al di sopra della valle. Chi arriva da St. Moritz può scorgere l'hotel molto prima di raggiungerlo. La stessa cosa succede se si proviene dall'altra parte della valle Maloya. L'effetto dall'esterno dell'albergo dall'aspetto di un castello è imponente e allo stesso tempo di sobria eleganza. Se lo sguardo spazia dall'hotel verso la natura circostante, si può ammirare il panorama unico in Alta Engadina che combina catene di alti monti alpini con la dolcezza della valle e i meravigliosi grandi laghi di montagna, che si allargano in salita e discesa. Una casa per generazioni.  I grandi alberghi hanno una struttura caratterizzata spesso in base a una determinata età dei loro ospiti. Anche in questo senso il Waldhaus si distingue. Ogni cinque ospiti c'è un bambino e ben due terzi degli ospiti vengono con costanza da anni al Waldhaus. Alcuni già da più di cinquant'anni. Questo ritrovarsi di più generazioni ha qui una tradizione. Vengono ancora famiglie numerose per trascorrere le vacanze insieme e hanno luogo veri e propri "ritrovi familiari". L'episodio, in cui un arzillo signore sull'ottantina, in ascensore con una famiglia, si informa sull'età del figlio e subito dopo osserva che anche lui era venuto per la prima volta al Waldhaus all'età di tre anni, è un esempio di fusione tra giovinezza e vecchiaia, fra tradizione e futuro. Molto personale e familiare. Quando il Waldhaus è al completo, cosa che fortunatamente capita per molte settimane all'anno, ci sono ben 250 ospiti in albergo. Insieme ai circa 135 dipendenti provenienti da 12-15 nazioni diverse e alla famiglia dei proprietari Maria e Felix Dietrich-Kienberger e Urs Kienberger si crea un'atmosfera vacanziera molto familiare, dove la considerazione della singola persona è un credo della casa fin dal 1908. L'individualità, unita alla calma di tutti i giorni, suscitano l'interesse degli ospiti per questo albergo. L'unicità del Waldhaus è sottolineata poi dalla presenza tra gli ospiti di interessanti personalità come Maximilian Schell, Rod Steward, David Bowie, Donna Leon e Luc Bondy o in passato Albert Einstein, Hermann Hesse, Friedrich Dürrenmatt, Gottlieb Duttweiler e Richard Strauss. Questo sta ad indicare che molte celebrità vengono e venivano qui per la tradizionale riservatezza e discrezione che il Waldhaus assicura ai suoi ospiti e perché non si trasforma in un palcoscenico per i belli e i ricchi, come invece accade a soli 10 chilometri nella vicina St. Moritz.

IL "CHE" FOTOGRAFO IN OLTRE 200 SCATTI. A MILANO IL FIGLIO CAMILO GUEVARA PER PRESENTARE LA RICCA RACCOLTA INEDITA
Lunedì 20 ottobre 2003, alle ore 18,30 presso lo spazio "Solferino 19", via Solferino 19 a Milano, inaugura la mostra "Ernesto Che Guevara fotografo". Curata da Josep Vincent Monzó (IVAM Istituto Valenciano di Arte Moderna) la mostra - inedita per l'Italia- presenta oltre 200 immagini realizzate da Ernesto Che Guevara perlopiù nella prima parte degli anni '50, quando, studente in medicina, proponeva le immagini scattate durante un suo viaggio in Sud America a riviste e agenzie fotografiche. Alcuni straordinari auto-ritratti riportano in vita il "mito" tuttora inossidabile mentre immagini scattate in varie parti del mondo testimoniano la sua passione fotografica ai tempi degli incarichi di governo, dopo la rivoluzione. Alla fine degli anni '90 il responsabile del dipartimento fotografico dell'Istituto Valenciano di Arte Moderna (IVAM) ha incontrato Aldeida March, vedova di Ernesto Che Guevara, per verificare se il Che avesse mai svolto professionalmente l'attività di fotografo. "Io e i miei colleghi conoscevamo la passione fotografica del Che" spiega il curatore della mostra Josep Vincent Monzò " ma volevamo esaminare l'archivio del Centro Che Guevara e verificare se la voce di un periodo di attività professionale o semi-professionale nell'ambito fotografico fosse vera". Nasce così il progetto di una mostra fotografica che documenta uno straordinario periodo di vita del "Comandante". Dopo anni di recupero, classificazione e restauro delle immagini (un migliaio di negativi) è nato un libro fotografico con 230 immagini, la maggior parte della quale inedite ed oggi esposte per la prima volta nel nostro Paese. "Non si pensi a fotografie curiose o famigliari riprese da un personaggio famoso" aggiunge Monzò "E' piuttosto il lavoro instancabile di un occhio sensibile e attento al mondo, alle espressioni, ai fenomeni di cui si è trovato ad essere testimone nei suoi viaggi. Una mostra che sorprenderà certamente il pubblico anche dei più affezionati alla figura del Che". La mostra, che nel 2001 era stata esposta per la prima volta in Europa a Valencia, è organizzata dall'Associazione Culturale Orizzonte presieduta da Emanuela Zino con il patrocinio dell'Ambasciata Cubana, del Comune e della Provincia di Milano, nonché dell'Ambasciata Argentina. Rimarrà aperta al pubblico in via Solferino 19 da martedì 21 ottobre a sabato 20 dicembre 2003 con orario continuato, martedì, mercoledì, venerdì e Sabato dalle 11 alle 20; giovedì e domenica 11-22; lunedì apertura solo per gruppi su prenotazione. Il numero telefonico per informazioni al pubblico è: 02/39226290- www.ticketone.it. Ad aprire ufficialmente la mostra interverrà il figlio di Che Guevara: Camilo Guevara March, responsabile del Centro Studi Che di Havana. Nella mattinata del lunedì 20 ottobre Camilo Guevara sarà a disposizione dei giornalisti nell'ambito di una conferenza stampa con visita in anteprima fra le ore 11.30 e le 13.

A PALAZZO DEI DIAMANTI DI FERRARA LA MOSTRA "DEGAS E GLI ITALIANI A PARIGI" METTE IN SCENA UN GRANDE MOMENTO DELLA PITTURA OTTOCENTESCA
A Parigi Degas fu un punto di riferimento per un manipolo di artisti italiani: Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Medardo Rosso e Federico Zandomeneghi. Questa mostra è la prima dedicata allo studio delle relazioni intercorse tra Degas e questi artisti mediante il confronto diretto delle loro opere, oltre cento, di cui più della metà di Degas. Il percorso, tematico, è dedicato ai soggetti che hanno reso famoso Degas e affascinato anche i suoi amici italiani. Prende l'avvio con i rapporti tra Degas e l'Italia. Di origine napoletana, Degas rimase sempre legato al nostro paese. Il suo amore per la cultura e l'arte italiana è una costante del suo lavoro e una delle ragioni della sua inclinazione ai legami con gli artisti italiani. La mostra presenta opere realizzate in gioventù durante i suoi soggiorni nella penisola, preziosi documenti di una fase di studio ma, ad un tempo, testimonianze affascinanti di una precocissima maturità. Seguono i ritratti. Il portato rivoluzionario della ritrattistica di Degas è racchiuso nella sua capacità di cogliere con apparente naturalezza il momento più intimo del soggetto. Su questo tema, tra gli italiani, è Boldini in particolare a dialogare col maestro francese. "Per voi ci vuole la vita naturale, per me la vita artificiale", dice Degas sottolineando una delle sue peculiarità rispetto agli altri impressionisti e lo dimostra la sua passione per i temi della vita moderna come le ballerine, le cantanti o i caffè parigini, ai quali è dedicata la sezione successiva della mostra. Anche Zandomeneghi e Boldini si misurano ripetutamente con questi soggetti. Vengono poi le corse dei cavalli, tema al quale Degas ha dedicato ampia attenzione producendo capolavori celebri. È una passione questa che ha condiviso soprattutto con De Nittis. Dalla metà degli anni Ottanta Degas si rivolge ad uno studio meticoloso del nudo femminile, colto da un punto di vista totalmente nuovo, cui è dedicata un'altra sezione della mostra. Egli preferiva non mettere in posa la modella bensì ritrarla in tutta la sua naturalezza "come guardandola dal buco della serratura". Anche gli italiani, primo fra tutti Zandomeneghi, sono interessati a questo "moderno tipo di osservazione". La sezione successiva è dedicata alla relazione tra le vedute dipinte en plein air da De Nittis e il Degas paesaggista. Le tarde prove paesistiche del francese sembrerebbero infatti memori degli esiti compositivi più innovativi di De Nittis. I monotipi di Degas degli anni Novanta raggiungono tuttavia una figurazione ancor più moderna, quasi astratta. Degas si cimentò anche con la scultura, dando prova di rara maestria. È Medardo Rosso questa volta a confrontarsi con lui, e non soltanto nella scelta dei temi, ma ancor più nel progredire verso una dissoluzione della forma che dà il via a una ricerca che produrrà i suoi esiti più estremi nell'arte del XX secolo.
A partire da questa mostra Palazzo dei Diamanti offre due nuovi servizi ai propri visitatori: il call center per informazioni, prenotazioni e prevendita gruppi (tel. 0532.209988) e singoli (tel. 0532 248045), e inoltre una serie di pacchetti turistici differenziati dedicati a coloro che intendono unire alla visita alla mostra il soggiorno a Ferrara (informazioni e prenotazioni: Agenzia De Romei Viaggi turismo@deromeiviaggi.it). Un'altra novità consiste nell'estensione degli orari di visita: un'ora in più dalla domenica al giovedì e un'apertura prolungata sino alle 24 il venerdì e il sabato. Vista l'affluenza che già da ora è lecito supporre avrà la rassegna, l'apertura serale è stata pensata per coloro che, ferraresi e non, desiderino visitare l'esposizione in una situazione di maggior agio e tranquillità. DEGAS e gli Italiani a Parigi: Ferrara, Palazzo dei Diamanti (corso Ercole I d'Este, 21), fino al 16 novembre 2003. Orario: tutti i giorni feriali e festivi, lunedì incluso: dalla domenica al giovedì: 9-20, venerdì e sabato: 9-24. Ingresso: intero euro 7,30, ridotto euro 6,20; gruppi: euro 6,20; gruppi scolastici: euro 4,10. Gratuito per bambini sino a sei anni, portatori di handicap con un accompagnatore, militari in divisa. Mostra organizzata da Ferrara Arte e dalle National Galleries of Scotland. A cura di Ann Dumas.
Infolink:
www.comune.fe.it

FRA' GALGARIO UNO DEI PIÙ GRANDI RITRATTISTI EUROPEI DEL '700 PROTAGONISTA ALL'ACCADEMIA CARRARA DI BERGAMO FINO ALL'11 GENNAIO 2004
Un grande evento d'arte è in corso a Bergamo. Dopo oltre 50 anni, l'ultima monografica risale agli anni '50, fino all'11 gennaio 2004 si svolge nelle sale della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea dell'Accademia Carrara la mostra FRA' GALGARIO. Le seduzioni del ritratto nel '700 europeo realizzata dall'Accademia Carrara e dal Musée des Augustins di Toulouse. La mostra, promossa dal Comune e dalla Provincia di Bergamo, dalla Regione Lombardia, dalla Camera di Commercio, dall'Azienda di Promozione Turistica, dall'Unione Industriali della Provincia di Bergamo e organizzata da COBE Direzionale, presenta una selezione ragionata e criticamente aggiornata dell'opera di Vittore Ghislandi detto Fra' Galgario (Bergamo, 1655 - 1743), un artista che è unanimemente riconosciuto tra i più grandi ritrattisti europei del '700, ma che non è adeguatamente noto al grande pubblico per la relativa difficoltà di prendere visione delle sue opere, in gran parte di proprietà privata. Questa grande operazione culturale nasce dallo sforzo congiunto delle istituzioni bergamasche, con la fattiva collaborazione di Banca Popolare di Bergamo - Credito Varesino, Fondazione Cariplo, Sacbo - Orio al Serio International Airport, Società Autostrade Brescia, Verona, Vicenza, Padova e Corriere della Sera. Il Comitato Scientifico, composto da Caterina Bon Valsassina, Arnaud Brejon de Lavergnée, Gabriele Finaldi, Francesco Frangi, Axel Hémery, Stephane Loire, Bert W. Mejier, Amalia Pacia, Wolfgang Prohaska e da Francesco Rossi (Direttore dell'Accademia Carrara), ha concordato sul fatto che una adeguata comprensione della ritrattistica di Fra' Galgario non può prescindere da un confronto con la situazione europea del suo tempo, la prima metà del XVIII secolo, e che una tale rivisitazione dovrà necessariamente articolarsi su due direzioni di indagine: la prima, relativa agli artisti, italiani e non, che l'artista ebbe modo di conoscere e frequentare negli anni della formazione, tra Venezia e Milano e, successivamente, nei contatti avuti con l'ambiente bolognese e, forse, francese; la seconda, legata al successo collezionistico che gli arrise a partire dagli anni '20, circostanza che lo pone idealmente a confronto con ambienti straordinariamente vitali a livello di produzione ritrattistica, da Bologna a Vienna, dalla Francia all'Inghilterra e alla Boemia. Di conseguenza, la mostra di Bergamo, che raccoglie cento opere, si articola su un percorso concettualmente diviso in due parti. Nella prima, che corrisponde al primo piano della Galleria d'Arte Moderna, trova illustrazione la fase della formazione artistica di Fra' Galgario, tra Bergamo, ove fu allievo di Giacomo Cotta ma certo conobbe la ritrattistica di Evaristo Baschenis e Carlo Ceresa, Venezia, ove operò nella bottega di Sebastiano Bombelli ma fu in contatto con un ambiente cosmopolita in cui si segnalava Johann Kupezky, e infine Milano, in relazione con Salomon Adler ma anche con la formazione della Quadreria della Ca' Granda (Ospedale Maggiore). A conclusione di questo percorso si situa la prima grande fase bergamasca, in cui Fra' Galgario divenne il ritrattista delle più importanti famiglie aristocratiche come gli Albani, i Rota, i Secco Suardo. Nella seconda parte, situata al secondo piano e corrispondente alla piena maturità dell'artista, si intende visualizzare la situazione di un pittore che, pur mantenendo ed anzi incrementando la sua attività per le grandi famiglie locali, conobbe tuttavia un largo successo fuori Bergamo: ammesso all'Accademia Clementina di Bologna, in stretta relazione personale con pittori celebri come Giovan Battista Tiepolo e Sebastiano Ricci, Fra' Galgario inviava il suo Autoritratto agli Uffizi e, soprattutto, sue opere entravano in collezioni importanti a livello europeo, fra cui le celebri raccolte del Maresciallo Schulenberg e del Principe Eugenio di Savoia. La mostra, quindi, non si limita a presentare i capolavori di Fra' Galgario risalenti a questo periodo, tra il 1720 e il 1740, ma cerca di visualizzare le ragioni del suo successo: da un lato evidenziando talune tematiche prevalenti - le accattivanti immagini di bambini, i sontuosi ritratti aristocratici risplendenti delle celebri lacche - dall'altro ponendo tale produzione a confronto - tematico e stilistico - con i più alti raggiungimenti coevi della ritrattistica europea, in Italia (Piazzetta, Ceruti, Crespi), in Francia (Largillière, Rigaud, Grimou, Pesne), in Inghilterra (Reynolds), in Europa Centrale (Kupezky, Brandl). A conclusione, una Sala é dedicata alla fase finale dell'itinerario di Fra' Galgario che, ormai vecchio, secondo il Tassi dipingeva "con le dita", realizzando effetti di impasto materico e di semplificazione formale straordinari a livello di ricerca pittorica quanto di immediatezza espressiva. La mostra si avvale del supporto di spettacolari installazioni multimediali e della presenza di abiti dell'epoca, in un ideale dialogo con i sontuosi tessuti dei ritratti. Il percorso é completato da tre sezioni distaccate. Nella prima, nel Salone dell'Alcova all'Accademia Carrara, viene documentata la presenza di Fra' Galgario nella Raccolta Schulenberg, accanto ad artisti come Gian Antonio Guardi o Jacopo Ceruti; nella seconda, esito del riordino della Sala "di Fra' Galgario" nella stessa Pinacoteca, sono presentate tele di Fra' Galgario e dei suoi contemporanei facenti parte del patrimonio del Museo, ma abitualmente non esposte (e in parte restaurate per l'occasione); la terza infine, che inaugura il nuovo Gabinetto Disegni e Stampe della Accademia Carrara (accesso diretto dalla Mostra) é dedicata ad una presentazione di disegni e stampe di ritratto, in parte di proprietà del Museo e in parte prestati dalla Raccolta Bertarelli di Milano, che illustrano questo specifico "genere" con riferimento a Fra' Galgario, ai suoi contemporanei e alle personalità in diverso modo in relazione con lui; uno specifico settore, realizzato in collaborazione con la Biblioteca Angelo Mai, illustra infine le modalità e le fasi della costruzione della Fiera di Bergamo (1731), che costituì il più importante intervento edilizio-commerciale del tempo e che ebbe riflessi importanti per la collocazione culturale di Bergamo a livello europeo. Dopo Bergamo, la mostra si trasferirà - da gennaio a maggio 2004 - in Francia nel Musèe des Augustins di Tolosa.
Fra' Galgario, Le seduzioni del ritratto nel '700 europeo. Bergamo, Accademia Carrara Fino all'11 gennaio 2004. rari: da martedì a domenica 10-21. Lunedì chiuso. Biglietti: intero euro 8; ridotto euro 6; scuole euro 3

IL MEDIOEVO EUROPEO DI JACQUES LE GOFF IN MOSTRA ALLA GALLERIA NAZIONALE DI PARMA FINO AL 6 GENNAIO 2004
Il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi ha inaugurato a Parma la grande mostra "Il Medioevo europeo di Jacques Le Goff" allestita nei Voltoni del Guazzatoio della Galleria Nazionale in Palazzo della Pilotta. Con questa attesissima esposizione, Parma rende omaggio ad uno dei più grandi storici del Novecento, il medievalista francese Jacques Le Goff.
L'importante mostra, "Il Medioevo europeo di Jacques Le Goff", si svolge fino al 6 gennaio 2004 nei Voltoni del Guazzatoio del Palazzo della Pilotta, parte integrante della Galleria Nazionale, dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Parma e Piacenza che, con la Provincia di Parma e il Comitato per la promozione della cultura e delle residenze farnesiane , ne è promotrice. Simbolo della mostra: la colomba proveniente dal Museo Diocesano di Fidenza, a sottolineare come l'Europa pensata e auspicata dallo storico francese debba essere collocata sotto il segno della pace. Scelti dallo studioso giungono a Parma dai più famosi musei europei cinquanta pezzi: capolavori artistici e oggetti della vita quotidiana, manoscritti, sigilli, miniature, arazzi chiamati a illustrare il Medioevo europeo che Le Goff ha descritto nelle sue rievocazioni storiche. I pezzi saranno il filo conduttore per un percorso articolato che vuole illustrare un'idea di Europa unita, ma diversa per caratteristiche e consuetudini: a predominare sarà l'Occidente cristiano, ma non mancano opere che richiamano il mondo arabo e quello ebraico. Intenzione dello studioso è rappresentare, oltre al cuore dell'Europa - Francia, Italia, Spagna, Germania - anche le periferie, considerate creative quanto il centro: e la diversità delle culture verrà evocata grazie all'accostamento di oggetti islandesi, slavi, irlandesi, vichinghi. Trova così compiuta realizzazione la visione storiografica di Le Goff: quella di un Medioevo dalla lunga durata e di un'identità europea nata grazie alla combinazione di diverse componenti etniche e culturali fuse insieme sotto il segno del Cristianesimo. Di questa scenografia creata da opere di straordinario impatto visivo, come le vetrate della Chiesa di Colmar, il reliquiario smaltato di San Thomas Beckett, provenienti dal Musée National du Moyen Age di Parigi, il candelabro del tesoro di Hildesheim conservato al Museo del Duomo di quella città, il tesoro di una tomba vichinga che giunge dal Museo storico dell'isola svedese di Gotland, faranno parte anche pezzi di grande importanza provenienti dalle istituzioni culturali di Parma: i gioielli longobardi del tesoro della tomba principesca di Borgo della Posta conservati al Museo Archeologico Nazionale, un Codice della Divina Commedia con miniature dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso proveniente dalla Biblioteca Palatina e tre sigilli conservati all'Archivio di Stato. Quella in mostra é anche un'Europa della vita quotidiana: oggetti di uso comune, un falcetto e una roncola da vigna del XIII secolo, accompagneranno le grandi realizzazioni artistiche e parleranno dell'attenzione che lo storico francese ha sempre riservato alla cultura materiale e alla vita dei campi. A ricordare così che la storia del Medioevo narrata da Le Goff è una storia inserita nelle strutture dello spazio e del tempo, di cui sono protagonisti tutti gli uomini e le donne di quell'epoca lontana e non dimenticata. "Il Medioevo europeo di Jacques Le Goff ". Parma, Galleria Nazionale - "Voltoni del Guazzatoio", fino al 6 gennaio 2004. Orario: da lunedì a venerdì 9-18; sabato, domenica e festivi 9-19. Chiuso 24 e 25 dicembre, aperto il 1 gennaio dalle 15 alle 19. La biglietteria chiude un'ora prima della chiusura della mostra. Entrata: 7 euro, Ridotto 5. Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Con il Patrocinio del Professor Romano Prodi, Presidente della Commissione Europea. Con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Mostra promossa da: Provincia di Parma, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Parma e Piacenza, Comitato per la promozione della cultura e delle residenze farnesiane. Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, Comune di Fidenza, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Parma. Con il sostegno di: Fondazione Cariparma, Fondazione Monte di Parma, Banca Monte Parma, Unione Parmense degli Industriali, Orion Petroli Spa, Bormioli Rocco e Figlio SpA. Con il contributo di: CNA Parma, Legacoop Parma, Ascom Parma, Pulixcoop, Sassi Fratelli SpA, Scatolificio Sandra Srl. Ideazione e progetto Jacques Le Goff. Coordinamento Daniela Romagnoli; Comitato Consultivo Jacques Le Goff; Lucia Fornari Schianchi (Soprintendente al Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Parma), Viviane Huchard (Musée National du Moyen Age di Parigi), Malin Lindquist (Historical Museum of Gotland), Mark Jones (Victoria & Albert Museum di Londra).
Infolink: http://portale.parma.it 
http://legoff.provincia.parma.it

A LUGANO LA GRANDE MOSTRA DAL MITO AL PROGETTO. LA CULTURA ARCHITETTONICA DEI MAESTRI ITALIANI E TICINESI NELLA RUSSIA NEOCLASSICA
L'Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana) e il Museo Cantonale d'Arte di Lugano, in collaborazione con il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, organizzano la mostra Dal mito al progetto. La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia neoclassica, nell'ambito dei festeggiamenti promossi dalla Confederazione Elvetica e dal Cantone Ticino per il bicentenario della nascita del Cantone, e il Giubileo per i trecento anni della fondazione della Città di San Pietroburgo. L'esposizione si svolge fino all'11 gennaio 2004 presso il Museo Cantonale d'Arte, a Lugano, e presso l'Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, a Mendrisio. Dal 18 febbraio al 30 aprile 2004 sarà invece accolta nell'ala d'onore del Museo dell'Ermitage, a San Pietroburgo. La manifestazione si svolge sotto l'alto patronato del Presidente della Confederazione Elvetica Pascal Couchepin e del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi. La mostra è sostenuta dall'Ambasciata di Svizzera a Mosca e dall'Ambasciata della Federazione Russa a Berna. La mostra intende indicare e documentare la specificità del contributo offerto dalla tradizione artistica italiana alla formazione della cultura architettonica russa nel periodo compreso tra l'ascesa al trono di Caterina II (1762) e la morte dello zar Alessandro I (1825). Nella Russia di quegli anni l'architettura si sviluppò dal confronto e dall'interazione tra le diverse culture dei progettisti chiamati da ogni parte d'Europa a San Pietroburgo, a Mosca e nelle maggiori città dell'impero. Tra le componenti di questo fecondo innesto di culture, quella italiana ebbe una parte rilevante, sia per la comune origine di molti architetti e artisti, sia per il credito che la tradizione artistica italiana poteva vantare sulla scena europea, nonché per il perdurante richiamo dei monumenti dell'antichità. Verranno presentate circa 350 opere - quadri, antichi modelli, tempere, acquarelli e disegni - molte delle quali inedite ed esposte al pubblico per la prima volta. Disegni, studi e modelli dei maggiori monumenti russi di epoca neoclassica saranno affiancati da dipinti e oggetti d'arte, provenienti da collezioni russe, italiane e svizzere. Hanno collaborato alla mostra prestigiose istituzioni russe (il Museo dell'Ermitage, il Museo dell'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, il Museo Statale per la Storia di San Pietroburgo, la Biblioteca Teatrale, la Biblioteca dell'Università delle vie di comunicazione, l'Archivio Storico di Stato Russo, il Comitato per la protezione di monumenti di storia e architettura di San Pietroburgo, il Palazzo-Museo di Pavlovsk, il Palazzo-Museo di Carskoe Selo e il Museo del Teatro Bol'_oj di Mosca) e istituzioni museali italiane altrettanto rilevanti (le Gallerie dell'Accademia di Venezia, la Biblioteca Civica "Angelo Mai" e l'Accademia Carrara di Bergamo e la Fondazione Fantoni di Rovetta). La mostra presenterà inoltre disegni conservati nelle raccolte private ticinesi, per lo più provenienti dai discendenti delle famiglie degli architetti che operarono in Russia nel XVIII secolo. L'esposizione, organizzata per sezioni, approfondirà temi quali il rapporto tra Caterina II, l'Italia e l'Antico, la presenza degli architetti italiani e ticinesi nelle due capitali russe, la ricorrenza di temi di derivazione italiana nell'architettura russa dell'epoca, l'opera dei decoratori e degli scenografi italiani e ticinesi, l'organizzazione del cantiere e la definizione delle carriere professionali dei principali protagonisti. Le opere esposte, di alto valore artistico e in gran parte inedite, consentiranno di commisurare il significativo contributo offerto alla cultura architettonica russa dagli architetti di tradizione artistica italiana, come, per esempio, gli italiani Giacomo Quarenghi, Vincenzo Brenna e Carlo Rossi, i ticinesi Luigi Rusca, Domenico Gilardi, Domenico e Antonio Adamini, lo scozzese Charles Cameron, i russi Ivan Starov, Nikolaj L'vov e Andrej Voronichin. Lo straordinario ruolo che italiani e ticinesi, fossero essi architetti, artisti, o maestri d'ogni settore dell'attività edilizia, hanno avuto nelle vicende artistiche della Russia è scoperta che segna la storiografia occidentale dalla prima metà del Novecento. Nel 1908 lo scenografo pietroburghese Aleksandr Benois, a seguito di un soggiorno nel Cantone Ticino, aveva messo in luce l'eccezionale prodigalità degli artisti provenienti dal Ticino nel diffondere i propri saperi per l'Europa, e specificatamente in Russia, mentre Ettore Lo Gatto, dopo gli anni Trenta, aveva riunito in un unitario affresco il contributo recato dagli architetti di lingua italiana nell'impero degli zar, dai primi artefici di cultura rinascimentale, a quella vasta e eccezionale schiera che disputò alle maggiori scuole d'Europa il primato nell'architettura russa del Settecento, sino agli epigoni di quella plurisecolare vicenda ancora attivi sul finire del XIX secolo. Successive ricerche hanno arricchito con nuovi nomi gli elenchi di architetti, artisti e maestri d'ornato, rendendo sempre più macroscopiche le dimensioni del fenomeno e l'estensione della sua mappa cronologica e geografica. Gli studi e le ricerche più recenti ed aggiornate (come testimonia il Convegno Internazionale promosso dall'Archivio del Moderno dell'Accademia di Architettura di Mendrisio ad Ascona e a Venezia sul tema "La cultura architettonica italiana in Russia da Caterina II a Alessandro I", i cui atti vengono pubblicati in questa occasione) hanno posto in rilievo come l'architettura neoclassica russa si sia sviluppata nel confronto e nell'interazione tra le diverse culture dei progettisti chiamati da ogni parte d'Europa per concorrere ad un unico grande sforzo di rinnovamento, tanto a San Pietroburgo che a Mosca, e ancora nelle altre città maggiori e minori dell'Impero, dalla Russia all'Ukraina o alla Bielorussia, sino alle sponde del Mar Nero. Diverse dunque le componenti che intervennero in questo fecondo innesto di culture, che fece della San Pietroburgo di Caterina II e dei suoi successori una splendida e multiculturale capitale sotto il profilo architettonico. Per questo la mostra intende offrire un approfondimento inedito in merito allo specifico contributo offerto dalla tradizione architettonica italiana alla cultura russa nel periodo compreso tra l'ascesa al trono di Caterina II (1762) e la morte di suo nipote, lo zar Alessandro I (1825). Il percorso adottato nell'allestimento della mostra consente, attraverso opere di rara bellezza e di grande effetto visivo, di rivivere la San Pietroburgo neoclassica e monumentale attraverso i suoi cantieri e il ricco apporto italianizzante al volto della città che, nel giro di pochi decenni, divenne la più moderna capitale d'Europa. Gli studi svolti sia da ricercatori russi che italiani e svizzeri, che hanno consentito l'esposizione di molte opere inedite, hanno portato in piena evidenza, attraverso il reperimento di opere e documenti specifici, continuità e affinità che uniscono personalità artistiche italiane e ticinesi con architetti russi come Ivan Starov, Nikolaj L'vov o Andrei Voronichin, oppure lo scozzese Charles Cameron. Nel far questo è stata precisata e approfondita l'attività dei singoli autori attraverso una documentazione mai presentata prima d'ora, così come è stata evidenziata la complessità di questo scenario. Nell'approfondire tale matrice culturale dominante e i suoi esiti nei progetti degli architetti di cultura italiana siano essi italiani o russi o di altra provenienza, si sono messi in luce, pertanto, i tratti unificanti che ne distinguono l'apporto e le caratteristiche italianizzanti, rispetto agli altri architetti attivi in Russia in questi anni, per poter meglio distinguere da altre soluzioni tipologiche e morfologiche parallelamente realizzate quelle di derivazione italiana. Nel contempo, si sono puntualizzate pure le rispettive personalità, offrendo specifici avanzamenti conoscitivi in relazione ai singoli contributi all'edificazione, soprattutto, della San Pietroburgo neoclassica, ma anche all'aggiornamento, secondo questi orientamenti neoclassici, delle splendide residenze imperiali come il Palazzo-Museo di Pavlovsk, il Palazzo-Museo di Carskoe Selo, di altre rilevanti città e monumenti russi. Ragione per cui il quadro generale che è emerso si presenta assai più ricco e complesso e non di rado innovativo rispetto agli studi che precedono, e ha infine suggerito un allestimento espositivo in cui differenti punti di vista, intersecandosi, consentono un più diretto ed efficace incontro con il progettato e con il costruito. Si sono dunque organizzati i materiali espositivi in sezioni che affronteranno tematiche quali Caterina II e l'Antico, le opere degli architetti italiani e ticinesi, l'affermazione di tipologie e morfologie peculiari, l'attività dei decoratori e degli scenografi italiani e ticinesi, l'organizzazione del cantiere e la definizione delle carriere professionali dei principali protagonisti. La mostra, curata da Letizia Tedeschi, Direttrice dell'Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, e da Marco Franciolli, Direttore del Museo Cantonale d'Arte, nasce da una collaborazione scientifica tra i due istituti, ed è stata sviluppata d'intesa con il Museo dell'Ermitage. Si avvale anche del contributo di importanti Istituti di ricerca italiani, quali l'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte di Roma, la Sezione di Slavistica dell'Università degli Studi di Bergamo e l'Osservatorio Quarenghi di Bergamo. Il comitato scientifico della mostra comprende studiosi di fama internazionale ed è costituito da Sergej Androsov (Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo), Piervaleriano Angelini (Archivio del Moderno dell'Ac-cademia di architettura, Mendrisio), Alessandro Bettagno (Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte, Roma), Howard Burns (Istituto Universitario di Architettura di Venezia), Marco Franciolli (Museo Cantonale d'Arte, Lugano), Annamaria Matteucci (Università degli Studi di Bologna), Gianni Mezzanotte (Università degli Studi di Brescia), Nicola Navone (Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, Mendrisio), Letizia Tedeschi (Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, Mendrisio). L'esposizione è accompagnata da un volume, curato da Letizia Tedeschi e Nicola Navone, che comprende saggi di specialisti russi, svizzeri e italiani, frutto di ricerche pluriennali sostenute dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica, dall'Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, dal Museo Cantonale d'Arte di Lugano e dalla Fondazione della Collina d'Oro. Il volume sarà pubblicato in due edizioni: in lingua italiana per le sedi espositive di Lugano e Mendrisio; in lingua russa in occasione della presentazione della mostra al Museo dell'Ermitage a San Pietroburgo, prevista per il 18 febbraio 2004. La realizzazione della mostra è resa possibile dal contributo della Banca della Svizzera Italiana, Lugano, e dal generoso sostegno di Pirelli, Compagnia Italiana del Turismo, MSE Artcare Kloten.
 Informazioni: Museo Cantonale d'Arte, Tel. 091.9104782, e-mail:carla.burani@ti.ch Archivio del Moderno, Tel.: +4191 640.48.42, archivio@arch.unisi.ch 

UN WEEK-END DA FAVOLA A SORRENTO FANTASTICI PACCHETTI PER TRASCORRERE UN FINE SETTIMANA ALLA SCOPERTA DELLA PENISOLA SORRENTINA, SOGGIORNANDO NEL LUSSUOSO GRAND HOTEL EXCELSIOR VITTORIA.
Stanchi della solita routine quotidiana? Il Grand Hotel Excelsior Vittoria è la risposta al vostro bisogno di relax. Regalatevi uno dei favolosi pacchetti week-end proposti dallo storico albergo di Sorrento, dove potrete trascorrere indimenticabili giornate all’insegna delle numerose attrattive offerte dal territorio. La penisola sorrentina, magica per il magnifico panorama sul golfo da cui scorgere Ischia, Procida e il Vesuvio, vi dà la possibilità di soddisfare qualsiasi interesse: dalla cultura, con le vicine Amalfi, Pompei ed Ercolano, allo shopping nelle vie del centro, e da non perdere gli eventi d’élite come il Sorrento Cinema Festival. Quest’ultimo, in programma dal 9 al 13 dicembre 2003, richiamerà personaggi famosi del cinema italiano, europeo ed americano, e saranno proiettate pellicole di film inediti e retrospettivi con omaggio al cinema girato a Sorrento.
Il Grand Hotel Excelsior Vittoria avrà, invece, il piacere di “coccolarvi” a fine giornata nelle eleganti camere e nelle grandi sale dell’albergo, in cui regna una particolare atmosfera intima e discreta. Infine, potrete apprezzare le doti culinarie dello chef, Vincenzo Galano, che vi stupirà con ricercati menu nel Ristorante Vittoria. Questo sogno si realizzerà con i seguenti pacchetti, validi tutti i week-end dal 1° Novembre 2003 al 31 Marzo 2004 (escluso il periodo di Natale e Capodanno): Week end da favola - 3 giorni/2 notti, a 280,00 Euro per persona, comprende: pernottamento e prima colazione a buffet, una cena Gourmet (bevande escluse), cestino di frutta e vino locale all’arrivo, registrazione prima dell’orario e partenza oltre l’orario previsto, quotidiano in omaggio tutti i giorni.Discovering Sorrento - 4 giorni/3 notti, a 316,00 Euro per persona, include: pernottamento e prima colazione a buffet, cestino di frutta e vino locale all’arrivo, registrazione prima dell’orario e partenza oltre l’orario previsto, quotidiano in omaggio tutti i giorni, 10% sulla consumazione dei pasti per la formula in bed&breakfast, 20% di sconto sul noleggio auto locale (Hertz). Il pacchetto Discovering  Sorrento è diponibile anche nella formula di mezza pensione a 442,00 Euro. Per entrambi i pacchetti è valida una riduzione del 60% per i bambini dai 4 ai 12 anni (uno per camera). La calda accoglienza e l’ospitalità familiare del Grand Hotel Excelsior Vittoria vi aspetta per una breve vacanza, approfittando anche di un clima sempre mite.Infolink:  www.exvitt.it

I TESORI DEL MARCHESATO PALEOLOGO ALLA FONDAZIONE FERRERO DI ALBA
Dopo l'importante mostra su Macrino d'Alba, la Fondazione Ferrero e la Soprintendenza per il Patrimonio Storico e Artistico per il Piemonte, indagano i cinque secoli di vicende artistiche di quello che fu il Marchesato Paleologo. Proseguendo una collaborazione già avviata nel 2001, la mostra, oltre a realizzare una significativa sinergia fra pubblico e privato, celebra il 20° anniversario della Fondazione Ferrero. L'impegnativo progetto intende presentare i risultati dei restauri eseguiti negli ultimi dieci anni nel territorio dell'antico Marchesato di Monferrato - corrispondente sostanzialmente alle attuali Diocesi di Alba e Casale Monferrato - insieme a una serie di altri interventi realizzati per l'occasione con l'apporto finanziario della Fondazione. Giovanni Romano, che presiede il comitato scientifico della mostra, preannuncia che essa costituirà uno "spettacolo entusiasmante", sia per la vitale complessità del territorio preso in esame, sia per la qualità e varietà delle opere scelte a documentarlo: "dalle Madonne gotiche ai ritratti dell'Ottocento, dalle tavole di Spanzotti e Gandolfino da Roreto alle grandi pale barocche, dalla realtà locale ruotante intorno a un pittore come il Moncalvo, alle splendide tele del pittore bolognese Marcantonio Franceschini. Tutte opere nate o commissionate per un territorio geograficamente limitato, decentrato, eppure unico nella storia europea. Non è casuale che su queste colline, ai confini tra Italia e Francia, abbiano regnato casate tra le più illustri in Europa, dal mitico Aleramo che, intorno al Mille, si sarebbe guadagnato questi territori con una cavalcata lunga tre giorni; a Guglielmo il Vecchio, nipote dell'Imperatore Barbarossa, che decise di legare le sorti del suo piccolo regno a quelle delle famiglie imperiali di Bisanzio, mettendo a punto una fitta serie di legami matrimoniali. Fu un discendente dei principi Paleologi, Teodoro I, ad assumere il rango di titolare del Marchesato ai primi del Trecento. In virtù della politica matrimoniale della marchesa Anna d'Alençon, il territorio passò ai Gonzaga, diventando, non molto dopo, campo di battaglia per le truppe di Francia e Spagna. Solo nel 1713, la Pace di Utrecht sancì il passaggio dell'intero Marchesato ai Savoia. Mentre Alba e le Langhe erano entrate nella sfera di influenza sabauda già da quasi un secolo, Casale accetta l'imposizione, ma continua silenziosamente e sottilmente a rivendicare un ruolo indipendente. A questo fine, utilizza uno dei pochi mezzi possibili, la cultura, mantenendo i legami con l'arte e gli artisti lombardi, veneti ed emiliani, anziché "farsi dominare" dai modi e dalla moda piemontese, come invece avvenne nella vicina Alba. La mostra documenta questa lunga storia e anche la separazione dei destini delle due città a partire dal 1630, quando Alba venne annessa al Ducato di Savoia. Tra le opere più antiche, oltre a sculture e oreficerie (alcune di eccezionale importanza, come il Reliquiario della Santa Croce), la mostra propone dipinti del pittore Giovanni Martino Spanzotti, di Gandolfino da Roreto - artista astigiano formatosi sui modelli provenzali e lombardi - fino ad arrivare alla "maniera moderna" importata da Roma da Gaudenzio Ferrari. Originario del Marchesato è anche Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, che, formatosi presso il pittore Ambrogio Oliva, anche lui presente in mostra, organizzerà una fiorente bottega in grado di diffondere per tutto il Piemonte e la vicina Lombardia una pittura "controriformata", dai modi semplici e accattivanti, che dominerà la produzione in quest'area tra fine Cinque e inizio Seicento. L'importanza delle novità artistiche caravaggesche è testimoniata dalla Madonna del Carmine del casalese Nicolò Musso e dalle opere del pittore Giovanni Claret; mentre la cultura più strettamente lombarda è presente con un dipinto di Stefano Danedi detto il Montalto e con la riscoperta di una piccola tela di Giovanni Battista Arduino, allievo del Morazzone. Due raffinati esempi del bolognese Franceschini e una tela del pittore del Centro Italia Giovanni Pirri, la cui opera resta ancora da indagare, testimoniano l' arrivo ad Alba, nel Settecento, di artisti esterni. A documentare le numerose presenze non locali che arricchiscono Casale nel Settecento vi sono, invece, il bolognese Ercole Graziani e il veronese Pietro Rotari, che poco dopo si sposterà a Dresda e a San Pietroburgo.
La cultura legata alla corte sabauda, che si manifesta soprattutto nell'albese, è rappresentata, oltre che dalla Madonna del Rosario di Dufour, proveniente da Vezza d'Alba, dalla Via Crucis di Rapous e infine dal ritratto di Pio Vidua, nobile casalese divenuto ministro sabaudo durante la restaurazione. Lo "spettacolo entusiasmante" offerto dalle opere in mostra continua nel territorio, con la proposta di un itinerario tra castelli, borghi, santuari e conventi disseminati tra Langhe e Monferrato, tutti collegati alle vicende documentate dalle opere esposte nelle sale della Fondazione Ferrero. A far da cornice all'arte e alla storia, un territorio che proprio nei mesi della mostra esprime il meglio dei suoi profondi, antichi, vitali umori, con i forti sapori del tartufo e dei suoi formaggi e il profumo dei suoi grandi vini. Slow Food, associazione nata proprio da queste parti, è stata mobilitata per arricchire la visita alla mostra con consigli che, alla gioia per gli occhi, aggiungano le non meno importanti gioie per il palato.
Per informazioni e prenotazioni: al numero 0173/ 295 029 Email: info@fondazioneferrero.it 

LEONARDO MANERA IN "ASPETTO E SPERO" SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO CIAK
Se un comico non avesse mai avuto problemi forse non avrebbe mai fatto il comico. Se un comico non avesse mai avuto problemi d'amore forse non avrebbe mai fatto il comico. Se un comico fosse sempre stato felice forse avrebbe fatto l'attore drammatico. Leonardo Manera fa il comico. Comicità, poesia, musica e ricordi si fondono in un'atmosfera talvolta giocosa e talvolta rarefatta per divenire "Aspetto e spero", una sorta di varietà che trae spunto dal quotidiano e dalla vita del protagonista e dove la risata è spesso messa al servizio del racconto, dove la risata è in qualche modo strumento per comunicare.
Leonardo Manera dichiara fin dall'inizio lo scopo dello spettacolo: ricevere in camerino al termine della serata numerose esponenti del sesso femminile per poterle conoscere e concretizzare eventuali relazioni. Per ottenere lo scopo racconta la propria vita, alternando momenti autobiografici a momenti di vero e proprio varietà ove personaggi surreali e decadenti compaiono al centro di una scenografia suggestiva e scintillante, in un succedersi di situazioni tragicomiche e di divertimento puro nelle quali spesso il pubblico non fatica a riconoscersi. Tutto con quel solo, unico scopo chiaramente dichiarato: giungeranno in camerino al termine dello spettacolo nugoli di donne innamorate dell'attore? ...Leonardo Manera aspetta e spera... Uno spettacolo dove in definitiva Leonardo Manera porta sul palco quindici anni di attività per costruire una dimensione teatrale che va lentamente, ma sicuramente, a comporsi in una sorta di racconto autobiografico e collettivo che può vivere e rifiorire continuamente attraverso la forza della risata, della poesia e della fantasia.
Infolink: www.teatrociak.com 

IL MERCANTE DI VENEZIA APRE LA STAGIONE DI TEATRIDITHALIA IL 20 OTTOBRE AL TEATRO LEONARDO DA VINCI DI MILANO
Uno spettacolo in bilico tra commedia musicale e farsa nera, tra sberleffo e riflessione, tra opera pop e circo. La regia di Elio De Capitani gioca con leggerezza tra le pieghe di un testo che sfugge alle classificazioni, pone dubbi e domande, svela l'ambiguità delle leggi umane e divine. La sfida è stata quella di ricreare sulla scena il miracolo di Shakespeare, l'agilità e leggerezza con cui ci racconta la violenza e il sopruso, il diritto come fondamento della convivenza e del libero commercio, il sogno di un mondo in cui l'umile essere umano valga più di oro e argento. Un intreccio romantico-cortese e uno tragico-satirico, quello incentrato intorno alla figura dell'ebreo Shylock, costituiscono la materia del Mercante di Venezia, un'opera che, al di là dei problemi classificatori (una tragicommedia?), porta in primo piano un sorprendente caleidoscopio di rapporti umani, dominati ora dall'intolleranza e dall'antisemitismo, ora dalla fredda logica del profitto, ora dal sentimento e dall'aspirazione a mondi fantastici. Elio De Capitani, con Ferdinando Bruni traduttore, ha voluto ristabilire i pesi delle componenti del testo, evidenziando come la sua struttura sia quella di una commedia (con tanto di scioglimento finale segnato dalla riconciliazione delle coppie), capace di contenere al suo interno un episodio destabilizzante, che inaspettatamente assume toni neri e tragici. Il personaggio di Shylock, emblema di tante contraddizioni umane, con il suo dolore e la sua palese mostruosità è sintetizzato da Ferdinando Bruni in una "maschera" grottesca e dolente, "quasi murato vivo nel culto del denaro e nell'ossessione del riscatto da un'ingiustizia e da un disprezzo subito per secoli" (Maria Grazia Gregori). Accanto a lui Ida Marinelli nel ruolo di Porzia che "diversamente da molte interpreti di questa difficile parte, è particolarmente convincente anche quando si traveste da uomo e diventa il legale che risolve la situazione." (Masolino D'Amico) Con i due protagonisti un cast rappresentato da attori storici dell'Elfo come Cristina Crippa, Luca Toracca, Corinna Agustoni, Giancarlo Previati e Massimo Giovara ma anche da nuove e promettenti rivelazioni, Alessandro Genovesi, Paolo Pierobon, Bolo Rossini e Mario Perrotta. Antonio (Giancarlo Previati), il mercante veneziano che dà il titolo al testo, è un uomo dominato dalla malinconia che vive rispecchiandosi nella felicità dell'amico Bassanio (Paolo Pierobon). Le attenzioni di Bassanio sono rivolte alla bella e ricca Porzia (Ida Marinelli) e, per corteggiarla, non esita a chiedere aiuto all'infelice amico, che è pronto a qualsiasi cosa per lui. Questi si trova sprovvisto di contanti, quindi, benché contrario al prestare e ricevere denaro con interessi usurai, si rivolge all'odiato ebreo Shylock (Ferdinando Bruni) per ottenere i ducati che serviranno a Bassanio per raggiungere Porzia a Belmonte, il paese incantato e fiabesco dove consumano i riti del corteggiamento e dell'amore. Antonio perde tutto per mare - navi, merci e denari - e non può onorare il suo debito. Shylock, da sempre vituperato e offeso, pretende ora di riscuotere il pegno che gli era stato promesso quasi "per burla" ma garantito da un contratto, nero su bianco: una libbra di carne che deve essere tagliata dal corpo del debitore.
Chi risolverà la diatriba, rovesciando il parere del tribunale e del doge, è un misterioso avvocato che, con cavilli insidiosi ribalta la posizione di Shylock, condannandolo e umiliandolo senza pietà. L'opera si chiude sciogliendo l'enigma dell'identità dell'avvocato, che si rivela essere Porzia travestita da uomo, e riportando il centro della commedia a Belmonte dove i sotterfugi vengono a galla, si placano le gelosie, tutto si ricompone in un ambiguo "così fan tutti". In fondo, anche la giustizia di una città civile e illuminata è stata ottenuta con un trucco da teatro. Infolink:
www.elfo.org

I BAMBINI SONO DI SINISTRA, CON CLAUDIO BISIO AL TEATRO STREHLER, DAL 21 OTTOBRE
Martedì 21 ottobre, al Teatro Strehler (ore 19.30), I bambini sono di sinistra, nuovo spettacolo teatrale di Claudio Bisio, testi di Michele Serra e Giorgio Terruzzi, regia di Giorgio Gallione, produzione Teatro dell'Archivolto. Ispirato a una serie di scritti di Michele Serra e Giorgio Terruzzi e al concept album di Fabrizio De André, Storia di un impiegato, che, nel 1973, rileggeva il '68 in modo amaro e disincantato. I Bambini sono di sinistra è il racconto, quasi il diario, di un uomo dei nostri giorni, a confronto con una realtà frammentaria e incoerente. In un monologo, nel cui titolo riecheggia il gaberiano Qualcuno era comunista, Bisio ci restituisce il ritratto divertito e intenso del protagonista, sempre, ridicolmente, "in ritardo sui tempi", un "ex ragazzo" che rimpiange di non aver vissuto la contestazione e di aver "mancato" anche il G8, diviso tra la denuncia del consumismo e l'adesione ai suoi riti più deteriori. "Uno"- ha dichiarato Bisio in una recente intervista -"che, come noi, ha giocato a calcio senza essere un campione, ha letto Proust senza finirlo, ha sognato senza che nulla si sia realizzato. Uno che naviga nel web senza capirci molto. Uno che continua a fare programmi sempre disattesi. Uno che legge i giornali, riflette sul mondo, impreca, dice cose tremende, ma finisce per scoprire che, forse, qualcosa di quello che è continua nel figlio. Panta rei. Tutto scorre".La speranza si proietta dunque nel futuro, nelle generazioni nuove, nella loro capacità di affrontare e reinventare il mondo: "parlare a loro del '68 - prosegue Bisio - "è come quando noi ascoltavamo i racconti della resistenza. A me piaceva. Spero che tra i ventenni ci sia chi ha la curiosità di sapere cosa è successo da un vecchio ragazzo che c'era".
"I bambini sono di sinistra nasce da molto lontano" - ricorda Giorgio Gallione, regista dello spettacolo - "Siamo partiti da pochissime suggestioni, molto forti, però: gli scritti di Michele Serra, sia quelli di taglio giornalistico, sia quelli di andamento più letterario, che volevamo confrontare con la nostra precedente esperienza su De André (La buona novella, ndr). Lentamente siamo arrivati a pensare ad una sorta di percorso parallelo che un personaggio (giovanissimo nel '68 e un po' più adulto oggi) progressivamente compie nel giorno in cui si trova  a fare i conti con la propria vita".In scena, accanto a Bisio, impegnato in canzoni, melologhi, pensieri e cronache, il Quartetto Zelig ("giuro, è un puro caso" - chiosa Bisio - "qui si tratta di musiciste serissime"), composto da Ilaria Bellia (violino), Ilaria Bruzzone (viola) Marianna Carli (violoncello), Francesca Rapetti (flauto). Teatro Strehler - dal 21 al 26 ottobre 2003
Infolink: www.piccoloteatro.org  

"MOTONAVE CENERENTOLA" IL PIÙ FARAONICO VARIETÀ GALLEGGIANTE DELL'ADRIATICO IN SCENA AL TEATRO SMERALDO DI MILANO
La fantasia scoppiettante e ruspante di Paolo Cevoli arriva al grande palcoscenico del Teatro Smeraldo con Motonave Cenerentola. Teddi Casadey (Paolo Cevoli) di primo lavoro sogna lo sfavillio di Las Vegas ma poi nella vita vera porta i turisti in gita col barcone alla torre petrolifera che svetta al largo di Riccione. Il padre e la madre, Nerio e Nora Castroni-Possenti (floridi titolari dell'omonimo maialificio) muoiono dalla felicità il giorno della sua nascita e lo abbandonano nelle mani dello zio Casadey e del suo viziatissimo figlio Athos (Giampiero Pizzol), un vitellone scemo che fa la bella vita ma solo dalle undici di sera in poi perché prima dorme. Lo zio, con la scusa di doversi sobbarcare le spese del mantenimento di Teddi,  si appropria del maialificio e diventa ricco come una bestia. Teddi, che in qualità di "fratellatsro" e "figliastro" è cresciuto a dispregiativi, finisce parcheggiato su una vecchia motonave cabinata dividendo la branda con un manipolo di disperati che durante il giorno prestano servizio nella holding dello zio: un operaio extracomunitario, una cameriera di colore, una cuoca molisana (Rosaria Russo), una cassiera, cugina vedova dello zio (Mariella Zanasi) e nove camerieri stagionali provenienti dall'entroterra (The Good Fellas). Ma Teddi sogna lo show e mentre di giorno inforna i turisti sulla motonave "Cenerentola" dove con 10 euri si va a mangiare piada e  pesciolino all'ombra della torre petrolifera, di notte addobba la chiatta in stile faraonico-romagnolo, accende l'insegna "Cisar Palace" e con la complicità della ciurma guadagna il largo dove in gran segreto (dallo zio e dalla guardia costiera) fa le prove dello show che un giorno lo farà sbarcare sulle sponde delle piscine di Las Vegas. La notte della prova generale, quando i giochi son fatti perché grazie a un amico assessore (Paolo Cevoli) è riuscito a tessere la tela di un fantomatico gemellaggio col Comune di Las Vegas, Teddi urta col barcone un panfilo in festa, facendo cadere in acqua un membro dell'equipaggio. Teddi, col mezzo marinaio, aggancia ed issa a bordo del Cenerentola una pallida altissima bellissima contessa russa (Natasha Stefanenko)... è amore a prima vista!
"Motonave cenerentola" uno spettacolo scritto da Paolo Cevoli, Francesco Freyrie e Daniele Sala con  Teddi Casadey e l'assessore Palmiro CanginiPaolo Cevoli
La contessa russa Natasha Stefanenko, Il cugino Athos Casadey    Gianpiero Pizzol, La cuoca molisana Rosaria Russo, La cassiera Mariella Zanasi, L'orchestra dei nove camerieri stagionali The Good Fellas Regia di Daniele Sala Teatro Smeraldo  Tel.02/29006767

DALL'1 AL 9 NOVEMBRE 2003 AL FILAFORUM DI ASSAGO TORNA TROPICALIA LA NATURA SI METTE IN MOSTRA
L'ecosistema dei Tropici ricostruito in 4 coinvolgenti habitat naturali: il deserto, la savana, la foresta pluviale, il mare. Un viaggio attraverso i colori dei Caraibi, il fascino incantato delle Seychelles, le dune del deserto, la vegetazione intricata della giungla. Ragni velenosi, scorpioni, caimani, tucani, pappagalli, cobra, anaconda, camaleonti, scimmie scoiattolo, pipistrelli, barracuda, murene, farfalle con apertura alare di 30 cm, piranha, cactus, piante e orchidee mai viste in Italia, e tanto altro ancora... La manifestazione capace di stupire e lasciare a bocca aperta grandi e piccini, il punto di incontro per tutti gli appassionati delle meraviglie della natura tropicale. Per i bambini e le scolaresche un modo nuovo per imparare a conoscere, amare e rispettare la natura in tutta la sua sorprendente varietà. L'occasione di incontrare vis à vis quello che si impara sui libri e si vede solo nei documentari in TV. Curioso, bizzarro, esagerato, sorprendente... in una parola: Tropico. Infolink: www.tropicaliamilano.it

FINO AL 21 DICEMBRE A MILANO "CIVILTÀ DELL'ABITARE. L'EVOLUZIONE DEGLI INTERNI DOMESTICI EUROPEI", MOSTRA SPONSORIZZATA DA BTICINO PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA EUROPEA DELL'ABITARE
"Civiltà dell'abitare. L'evoluzione degli interni domestici europei" è il titolo della mostra sponsorizzata da BTicino, leader nel settore delle apparecchiature elettriche in bassa tensione per installazioni in ambito civile, industriale e terziario, e allestita fino al prossimo 21 dicembre presso la Triennale di Milano. La mostra, con il sostegno della Comunità Europea, è nata dalla collaborazione di sei prestigiose università di Austria, Germania, Portogallo, Spagna e Italia.  Si propone di indagare e di diffondere la conoscenza della cultura europea dell'abitare a partire dal Medioevo, e, focalizzandosi sul ventesimo secolo, di metterne a fuoco i valori permanenti e porre le basi culturali per il futuro sviluppo. BTicino è stata sin dal dopoguerra tra i protagonisti della modernizzazione dell'ambiente domestico, in Italia e nel mondo, con prodotti e tecnologie che hanno anticipato l'evoluzione del mercato e hanno migliorato qualità dell'abitare.  Dall'introduzione delle prese modulari con la serie Magic e dell'interruttore differenziale (il "salvavita"), sino allo studio e alla realizzazione delle linee che hanno trasformato il semplice interruttore della luce in un fondamentale componente d'arredo (Living negli anni 80 e Living International, Light e Light Tech in quelli 90), BTicino ha sempre sviluppato soluzioni impiantistiche che hanno rappresentato anche vere e proprie svolte nel modo di concepire l'abitare. Negli ultimi anni, importanti investimenti in ricerca e sviluppo nel settore della domotica, hanno determinato la nascita e il successo di My Home: il sistema BTicino che offre soluzioni tecnologiche avanzate e coordinate che facilitano la gestione dell'ambiente domestico mantenendo coerenza estetica e funzionale con le tradizionali serie di interruttori. In linea con i valori - qualità, innovazione e cultura progettuale - e con la filosofia di BTicino, la sponsorizzazione si inserisce nell'ambito nei numerosi progetti culturali promossi dall'azienda che spaziano dagli interventi a favore del patrimonio artistico e architettonico italiano, alla ricerca di soluzioni che assecondino le nuove modalità dell'abitare.

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