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SABATO 18 OTTOBRE 2003
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4
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L'AFRICA
MEDITERRANEA DI TURISANDA
La
programmazione di Turisanda nell'area mediterranea spazia da est a ovest,
dall'Egitto e Mar Rosso alla terra dei berberi. La nuova stagione
invernale vede l'azienda confermare e ampliare i propri investimenti sia
con nuove strutture alberghiere sia con la proposta di itinerari
assolutamente inediti. Cominciando dalla più orientale delle
destinazioni, l'Egitto, la società riconferma il proprio impegno sia come
navigazione sia come itinerari: sempre grande il successo dalle 4
esclusive che solcano le acque del Nilo (Miss Esadora, Regency, Sun Boat
III e l'ultima nata Nile Adventurer) e, novità della programmazione
invernale, la motonave Prince Abbas, dove tutte le cabine si affacciano
sui camminamenti esterni - come i primi battelli che navigavano lungo il
Nilo nell'Ottocento -, arredata in stile arabo moderno: la scelta ideale
per chi ricerca un ambiente piacevole e informale. Il pacchetto "Da
Luxor ad Abu Simbel" (8 giorni/7 notti) è proposto con quote a
partire da 1.219 euro a persona in camera/cabina doppia con trattamento di
pensione completa. I collegamenti aerei sono organizzati ogni lunedì da
Bologna con Azzurra Air, ogni lunedì e sabato da Milano Malpensa e ogni
lunedì, giovedì, venerdì e sabato da Roma con Egyptair. Anche il Mar
Rosso vede sempre costante l'impegno di Turisanda e per la stagione
invernale, oltre alla conferma delle 3 esclusive sulla costa occidentale -
Lahami Bay Beach Resort (5 stelle), Shams Alam Beach Club (4 stelle) e
Utopia Beach Club (4 stelle) - e delle due a Sharm el Sheikh - Iberotel
Club Fanara (4 stelle) e Club Seti Sharm (4 stelle) - si aggiungono,
sempre a Sharm, due strutture alberghiere: il Concorde El Salam (5
stelle), affacciato direttamente sul mare e a soli 10 minuti dalla baia di
Na'ama, e il Novotel Sharm (5 stelle) situato al centro della baia di
Na'ama e recentemente ristrutturato. Per chi invece preferisce inventarsi
una vacanza su misura, costruita giorno per giorno e andando alla scoperta
degli angoli più nascosti del Sinai, Turisanda propone "Sinai su
misura", un fly&drive che abbina il volo, il noleggio auto e la
possibilità di scegliere il soggiorno in alberghi 3/4/5 stelle includendo
eventualmente nel viaggio anche un soggiorno sulla costa occidentale.
Anche il catalogo Tunisia si arricchisce di tre nuove strutture suddivise
tra l'isola di Djerba e la costa. A Djerba, vengono riproposte le
esclusive Fiesta Beach Club (4 stelle) con trattamento di pensione
completa con bevande ai pasti e Romance Djerba Sun Club (3 stelle) con
trattamento di pensione completa e bevande ai pasti. Le novità, invece,
sono il Djerba Holiday Beach (4 stelle), situato nella zona turistica di
Sidi Mehrez, costruito in stile moresco e immerso in un bel giardino
tropicale con miniclub; il Calimera Yati Beach (3 stelle all
inclusive), situato su una delle più belle spiagge dell'isola a pochi
chilometri dal villaggio di Midoun, dispone di un miniclub e di un centro
congressi. Lungo la costa, e più precisamente a Nabeul - centro famoso
per le ceramiche -, Turisanda propone come novità l'Iberostar Lido, 3
stelle, situato direttamente sulla spiaggia e all'interno di un bellissimo
giardino ricco di piante tropicali e di vegetazione tipica della macchia
mediterranea. La struttura dispone di un miniclub e offre il trattamento
di pensione completa con bevande ai pasti. Nuova struttura a catalogo
anche ad Hammamet: "Miramar Hammamet", graziosissimo 4 stelle
posizionato direttamente su una spiaggia di sabbia fine e immerso in 9
ettari di vegetazione mediterranea. L'hotel dispone di un miniclub, un
night club e una palestra con hammam. Tutte e quattro le strutture hanno
un'equipe di animazione che organizza attività di intrattenimento diurne
e serali Turisanda anche per i mesi invernali potrà garantire
collegamenti tutti i lunedì da Milano Malpensa e ogni domenica da Verona
e Bologna a Djerba, analogamente per i voli per Monastir. Il catalogo
Libia - che per la stagione invernale si presenta in versione monografica
- si arricchisce di un tour totalmente nuovo che unisce, per la prima
volta, le tre zone più famose della Libia: Cirenaica, Tripolitania e
Ghadames. Il tour di 9 giorni/7 notti parte da Bengasi, per proseguire
alla volta dei famosi mosaici di Gasr Libia, di Cirene e di Apollonia, che
ancora oggi conserva importanti resti di epoca greca, romana e bizantina.
L'itinerario porta poi a Tripoli, a Sabrata e a Leptis Magna per poi
spingersi verso sud fino ad arrivare a Nalut e Ghadames. Le quote partono
da 1.635 euro a persona e comprendono voli, sistemazione in camera doppia
e trattamento di pensione completa (eccetto 2 cene a Tripoli). Oltre a
questa novità Turisanda continua a proporre in catalogo i più classici
itinerari che prevedono il "Week-end in Tripolitania", o il
"Minitour e mare", o il più classico "Tour
archeologico". Per chi ama l'avventura sicuramente immancabile il
pernottamento nel deserto, in tenda sotto un cielo stellato ritrovandosi
la sera attorno al falò. E' quanto offre "Sahara Libico
Comfort" - 8 giorni/7 notti - con quote a partire da 1.498 euro a
persona in camera/tenda doppia con trattamento di pensione completa
(eccetto una cena). Inoltre Turisanda può vantare l'utilizzo dei voli
diretti su Djerba nella programmazione di gran parte dei tour in Libia,
fatto questo che ammortizza sensibilmente i costi del trasporto aereo
consentendo alla società di offrire pacchetti con un ottimo rapporto
qualità/prezzo. Infine il Marocco, che quest'anno ha registrato buoni
tassi di crescita. Oltre a confermarsi come destinazione di grande
interesse per le città imperiali, ha riscosso grande successo per i tour
nel sud, effettuati in fuoristrada; le due alternative proposte "Oasi
Dune e deserto" e "Racconto Berbero" (entrambi di 8
giorni/7 notti) permettono infatti tour individuali, o limitati ad un
ristretto numero di partecipanti, fatto questo che garantisce la qualità
dei servizi e dell'assistenza fornita dalle guide/autisti. Il nuovo tour
della stagione invernale "Marrakech e Agadir" (8 giorni/7 notti)
si propone, invece, di mostrare il fascino della città millenaria più
famosa del Marocco abbinato a un rilassante soggiorno sul mare di Agadir.
Diverse e variegate le proposte di viaggio all'interno del catalogo: dai
"Viaggi Itineranti" alla scoperta del Marocco Classico e di
quello più insolito, ai "Week-end - Soggiorni" per visitare
anche solo per pochi giorni incantevoli città che, tra i caldi colori dei
tappeti e gli intensi profumi delle spezie, nascondono una delle culture
più antiche del mondo; dai soggiorni dedicati al golf ai Riad - alberghi
ricavati all'interno delle antiche residenze dei mercanti e delle case
private che si affacciano su un patio, agli hotel specializzati per la
talassoterapia (ad esempio il Sofitel Thalassa Mogador a Essaouira); il
tutto seguendo la filosofia di soddisfare le esigenze e le nuove tendenze
del mercato.
LA
FESTA DI RINGRAZIAMENTO A NEW YORK CITY CON TURISANDA
In occasione della Festa del Ringraziamento e degli acquisti natalizi
Turisanda ha preparato due pacchetti speciali con destinazione New York.
Il Thanksgiving Day festeggiato alla fine di novembre - quest'anno
domenica 30 - rappresenta un'occasione davvero particolare per gli
Americani e un evento esportato in tutto il mondo. La festa ricorda
infatti il gruppo di coloni che, partito di Plymouth in Inghilterra, e
approdato sulle coste del Massachusets ringrazia per il primo raccolto
ottenuto nella nuova patria. Ma Turisanda non ha dimenticato gli amanti
dello shopping mettendo a punto un pacchetto speciale nella Grande Mela,
centro della moda e del divertimento già "allestita" per le
festività natalizie.Proposta: "Festa del Ringraziamento",
durata: 6 giorni/ 4 notti, partenza: 26 novembre, sistemazione: hotel 1°
categoria, costo: da 862 euro a persona in camera doppia. La quota
comprende volo intercontinentale, transfer e trattamento di solo
pernottamento. Proposta: "Shopping", durata: 6 giorni/4 notti;
partenza: 3 dicembre 2003, sistemazione: hotel 1° categoria - hotel 1°
categoria superiore, costo: a partire da 1.052 euro per persona in camera
doppia. La quota, per gli hotel di 1° categoria, comprende volo
intercontinentale e trattamento di pernottamento e prima colazione. Il
costo per gli hotel di 1° categoria superiore parte da 1.292 euro per
persona in camera doppia. La quota comprende volo intercontinentale e
pernottamenti.
Infolink: www.turisanda.it
VILLA
PARADISO, UNA FAVOLOSA VILLA DELL'OTTOCENTO A FASANO DEL GARDA, OFFRE CURA
E BENESSERE ATTRAVERSO MODERNE METOLOGIE MEDICO-SCENTIFICHE
Circondata da uno splendido parco ed affacciata direttamente sulle limpide
acque del lago di Garda, Villa Paradiso sorge sulla sponda settentrionale
del golfo di Salò. Il paese di Fasano che la ospita si presenta con un
tipico paesaggio alpino, caratterizzato da una flora rigogliosa ed
accarezzato da un clima prettamente mediterraneo, che eleva l'intera zona
a comprensorio climatico salubre e tonificante. 36 elegantissime camere
con terrazza vista lago caratterizzano la splendida e antica residenza,
dove personale medico altamente qualificato permette agli ospiti di
seguire programmi di benessere personalizzati. Una splendida piscina
immersa nel parco, la darsena privata ed ambienti comuni curati nei minimi
dettagli, deliziano gli ospiti nei momenti di relax, per creare un'armonia
unica e irripetibile. La cucina poi rappresenta un'autentica sorpresa: pur
rifacendosi ad una rigorosa restrizione calorica presenta raffinatezze
degne dei menù più gourmand, basata su regimi dimagranti,
disintossicanti ed energetici. Villa Paradiso è una vera e propria
clinica della salute, dove l'obiettivo principale è la ricerca del
benessere psicofosico attraverso moderne metologie medico-scentifiche.
L'autorevole direzione scentifica, coordinando l'equipe medica, i
fisioterapisti, le dermoestetiste, i trainers e gli chef, assicura ad ogni
ospite un'efficace personalizzazione degli interventi, mirati alla
filosofia che da sempre caratterizza i successi del centro: la medicina
preventiva. Prevenzione quindi alla base di tutto, per ritrovare
l'equilibrio perduto a causa dello stress della vita moderna, sempre più
incalzante, ma anche interventi mirati relativi alla forma e all'aspetto
esteriore, ottenuti con miracolosi interventi di estetica. Il
Miglioramento dell'aspetto esteriore contribuisce in maniera determinante
al benessere della persona, raggiunto attraverso l'utilizzo della moderna
EndoDermoCosmesi, caratterizzata un'attenta analisi "morfologica-costituzionale"
e la preparazione di prodotti individuali. L'uso di scrupolose arti
manuali abbinate alle più moderne teconologie, rendono i trattamenti
unici nel settore. Fisioterapia ed educazione Fisica, sempre altamente
professionali e coordinate dalla direzione scentifica, sono utilizzate per
guidare l'ospite attraverso il proprio personale percorso di benessere,
evitando inutili fatiche e diventando parte integrante del programma. I
programmi di Villa Paradiso sono tutti settimanali ed iniziano il lunedì
mattina con la visita medica (che si ripete ogni giorno) e terminano il
sabato pomeriggio, con la prescrizione di un programma di mantenimento.
Joelle Vassal, padrona di casa e direttrice del centro è pronta ad
accogliere gli ospiti assicurando serenità e cortesia da parte di tutto
lo staff, esortando i convenuti a dimenticare la frenesia che caratterizza
la nostra quotidianità. Il soggiorno, seppure trascorso in ambienti
curati ed eleganti, deve essere vissuto senza inutili formalismi ed in
totale libertà, magari in tuta o in accappatoio (forniti in albergo)
anche al ristorante. Un soggiorno di relax totale ed assoluto riposo non
potranno che contribuire al raggiungimento della serenità necessaria e
sarà il metodo migliore per collaborare con i medici per la ricerca del
proprio percorso di benessere. I costi: a settimana a persona in pensione
completa fino al 7/12/03 euro 1998,00 in camera doppia Compresa la cena
della Domenica il giorno di arrivo e l'intero ciclo terapeutico
settimanale che comprende: Visita medica di accettazione con organometria
funzionale mediante apparecchiatura E.T ECG Visita medica quotidiana
Visita medica di congedo con programma terapeutico di mantenimento Terapia
medica di base per il riassetto micronutrizionale ed integrazione
funzionale con oligoelementi Terapie di drenaggio mediante omeopatici di
risonanza Terapia alimentare personalizzata a finalità dimagrante,
disintossicante ed energetica Prescrizione programma alimentare di
mantenimento in base alla costituzione e alle condizioni fisio patologiche
Diete speciale immunomodulanti, antiaging e per performances sportive
Terapie idropiniche Sedute di masso-fisioterapia quotidiane Cure estetiche
quotidiane Fitness a corpo libero con istruttore Attività di cardio
fitness con istruttore Idroaromaterapia Solarium specifico Meeting
teorico-dietetico con lo chef Accompagnatori per il tempo libero e
intrattenimento serale con giochi di società, varietà e piano-bar
Come Arrivare: In auto Uscita Brescia est e SS 45/bis verso Salò.
Infolink:www.villaparadiso.com
IL
DILEMMA DI NATALE E CAPODANNO: "PARTIRE PER DOVE?" LE RISPOSTE
PIÙ SFIZIOSE FIRMATE ORIENT-EXPRESS HOTELS!
Il clima delle feste natalizie si avvicina, portando con sé desideri e
sogni da realizzare. Come? Con un indimenticabile viaggio insieme alla
famiglia o una fuga romantica in due, da trascorrere in uno degli
esclusivi Orient-Express Hotels. Fra le proposte più sfiziose del 2003,
le suggestioni dei pirati dei Caraibi a La Samanna (St.Martin), le
tradizioni della Riviera Maya al Maroma Resort and Spa (Messico), Le Réveillon
a Le Manoir aux Quat'Saisons (Inghilterra), oppure il fascino dei safari
nelle tenute Orient-Express in Botswana. Risolvere il dilemma che ci
assale ogni anno alle porte di dicembre, in fondo è semplice. "Cosa
fare a Natale e a Capodanno?". Il "problema" non esiste: c'è
tutto il mondo da esplorare! E se si vuole la garanzia di non perdersi
neanche un minuto della festa, allora le destinazioni in cui è presente
Orient-Express Hotels offrono una serie di possibilità squisite.
St.Martin, nelle Indie Occidentali Francesi, è considerata una fra le
destinazioni più romantiche del mondo. Il resort La Samanna si affaccia
su una baia privata a forma di mezzaluna, dove il mare lambisce una
splendida spiaggia incontaminata. E' qui che si festeggia la settimana fra
Natale e Capodanno nel modo più vivace e fantasioso. I colori accesi dei
Caraibi si rifletteranno in esuberanti spettacoli musicali, mentre gli
ospiti prenderanno parte ad una speciale caccia al tesoro sulla spiaggia.
Cocktail tropicali, storie di fantasmi e pirati, giochi a tema e serate
indimenticabili. Senza trascurare tutto il relax e il benessere che la Spa
Elyseé offre a chi ama coccolare fino in fondo anima e corpo. Il mattino
di Natale, poi, Santa Claus si farà vivo in uno dei suoi modi speciali
riservati a La Samanna: col paracadute o sugli sci d'acqua, ogni anno è
una sorpresa! Tariffe a partire da € 716 a notte. Per un rifugio più
intimo, dove immergersi in un'atmosfera insieme tranquilla e calorosa, il
viaggio può condurre in Messico. Sulla Riviera Maya il Maroma Resort
& Spa diventa l'ideale nido in cui farsi cullare dalla dolcezza dei
trattamenti della raffinata spa, e dal romanticismo di un'atmosfera unica.
Qui le gioiose tradizioni della regione avvolgono gli ospiti in uno
speciale sentimento d'amore per la vita. Il Natale al Maroma è sempre
un'esperienza da ricordare con nostalgia negli anni a venire. Gli ospiti
saranno invitati a partecipare alla preparazione delle tradizionali Piñatas,
nell'ambito delle tipiche celebrazioni natalizie messicane, le Posadas.
Con l'aiuto dello chef Stephanie Rowe e del suo staff, le Piñatas saranno
preparate la Vigilia e gustate il giorno di Natale: tutti, aprendole,
troveranno una sorpresa speciale da parte degli amici del Maroma. Durante
questa settimana speciale si rimarrà anche deliziati dai tè nel
pomeriggio, con i tipici dolcetti stagionali, e dai cori che intoneranno
le canzoni messicane tradizionali di Natale. Le tariffe dal 10 dicembre al
3 gennaio partono da € 445 a notte. Se è invece nella vecchia Europa
che desiderate scaldare il vostro cuore natalizio, c'è una residenza
nella campagna di Oxford ad aspettarvi, Le Manoir aux Quat'Saisons. In
un'atmosfera degna di un racconto di Lewis Carroll, lo chef e titolare
Raymond Blanc vi introdurrà alla celebrazione del Capodanno più
raffinato, fra le pareti di una classica "country house" inglese
del XV secolo. Con Le Réveillon, la serata di festa durerà tutta la
notte, iniziando con la cena di gala creata per l'occasione da Blanc,
seguita dalle danze, avvolte nel romanticismo soffuso di questo rifugio
fuori del tempo. Per il pacchetto "Due notti-Le Réveillon" si
parte da euro 1.226. Per gli amanti delle avventure dal sapore eccentrico,
sulle orme degli esploratori di fine Ottocento, si cambia ancora
continente, per inoltrarsi nel mondo selvaggio della natura incontaminata
del Botswana. Qui gli esclusivi Lodge Orient-Express, il Khwai River Lodge,
il Savute e l'Eagle, accolgono gli ospiti che hanno scelto l'Africa per la
loro fuga natalizia dal caotico mondo urbano. Fra spettacolari safari
nella foresta ed emozionanti tramonti dai colori senza paragoni, la festa
non verrà mai meno. E non mancheranno le occasioni per essere
"viziati" con stile: dalla cena della Vigilia, con un regalo che
attende ognuno al ritorno nella propria 'tenda', al pranzo di Natale, ai
rilassanti momenti in cui gustare gli spuntini nel bush o gli aperitivi la
sera di Capodanno, per concludere con la cena in attesa del 2004. Essere
nel cuore della natura africana non significa rinunciare ai piaceri
raffinati della tavola!
Se il dilemma su cosa fare a Natale vi sta già assillando, le
destinazioni Orient-Express sono la scelta che coniuga nel migliore dei
modi il comfort e lo standard più elevati, il calore della festa e lo
stupore della scoperta di luoghi incantati.
Infolink: http://www.orient-express.com
"DIRE,
FARE, GUSTARE" TORNA CON GLI APPUNTAMENTI AUTUNNALI, LABORATORI DEL
GUSTO ORGANIZZATI DALL'APT DI SIENA IN COLLABORAZIONE CON SLOW FOOD
Laboratori alla scoperta dell'olio extravergine nell'affascinante "Grancia"
di Serre di Rapolano e dei dolci della tradizione senese nelle più
antiche pasticcerie della città di Duccio. Scoprire il mondo rurale
attraverso i sapori di cibi sani e naturali. Come scenario la campagna
senese con le sue fattorie sparse sulle colline, punteggiate da cipressi,
viti e olivi. propone "Dire, Fare, Gustare", è l'originale
proposta dell'Agenzia per il Turismo di Siena organizzata in
collaborazione con Slow Food e dedicata ai bambini. Un laboratorio del
gusto che arriva per festeggiare l'autunno e il suo prodotto principe,
l'olio extravergine di oliva, dopo i due appuntamenti dedicati ai
formaggi, alla cinta senese e alla carne di razza Chianina. Un gioco
sensoriale finalizzato all'uso consapevole dei sensi che si terrà il
prossimo 15 novembre nel Museo della "Grancia" di Serre di
Rapolano, un ex fattoria fortificata per difendere il raccolto, i
magazzini del grano e degli altri prodotti che coltivavano per rifornire
il Santa Maria della Scala, un antico ospedale sorto, tra i primi in
Europa, nel Medioevo, come ristoro e rifugio dei pellegrini che, sulla via
Francigena si recavano a Roma ed oggi grande spazio museale nel cuore
della città di Siena. All'interno della "Grancia" di Serre di
Rapolano, dove è allestito il Museo dell'Olio, i ragazzi (dai 6 ai 14
anni) potranno seguire un percorso dedicato al ciclo per ottenere l'olio
d'oliva nella cultura mezzadrile e con una degustazione guidata scoprire
le peculiarità delle cultivar prodotte nelle Terre di Siena e gustare le
sfumature di profumi e di gusto degli oli ottenuti.
Di nuovo il gusto dei prodotti tipici sarà protagonista il 15 dicembre
con i dolci della tradizione senese. Nel cuore di Siena, nelle pasticcerie
che ancora oggi producono Panforte, Ricciarelli e Cavallucci con le
antiche ricette, i partecipanti (dai 6 ai 14 anni) seguiranno tutte le
fasi della lavorazione raccontante dai pasticceri che di questo mestiere
ne hanno fatto un'arte. Incontri formativi e sensuali, magici e gustosi
dove i sensi sono utilizzati per scoprire attraverso giochi e degustazioni
il patrimonio gastronomico di qualità delle Terre di Siena. Durata circa
3 ore, i partecipanti saranno divisi in gruppi per età. Per ogni
appuntamento l'Apt di Siena propone un soggiorno di 2 giorni, che oltre
alla partecipazione ai laboratori, consentirà di vistare cantine,
incontrare i produttori, ritrovare i sapori che avrete imparato a
conoscere ritrovandoli nelle pietanze dei ristoranti scelti per voi. la
quota di partecipazione per 2 adulti e 2 bambini in hotel a 3 stelle, in
una delle strutture selezionate, a partire da euro 270 comprensiva di una
cena e della partecipazione al laboratorio.
Infolink: www.terresiena.it
L'HOTEL
WALDHAUS A SILS-MARIA NELL'ALTA ENGADINA UN'ISOLA DEL TEMPO & UN
RIFUGIO PER LE VACANZE
L'hotel Waldhaus è un hotel di villeggiatura a 5 stelle, a conduzione
familiare dal 1908. Il Waldhaus è un luogo con un'atmosfera particolare e
uno stile del tutto personale. La combinazione di "come se il tempo
non fosse trascorso" e l'atmosfera giovane e fresca creano un
ambiente unico. In un tale clima si riuniscono felicemente le più
disparate generazioni di ospiti: dai bambini piccoli alle bisnonne.
L'orchestra privata dell'hotel suona dal vivo nella sala principale per i
numerosi piccoli ospiti, che così possono trascorrere un pomeriggio
diverso. Avere una propria orchestra è tipico del Waldhaus! È
un'attrattiva per i bambini, che trascorrono le loro ferie piacevolmente
accompagnati dalla musica nella sala di un hotel a 5 stelle, e per gli
adulti, che potrebbero essere i loro nonni e li guardano estasiati con gli
occhi che brillano ricordando le loro vacanze da piccoli, perché già
allora in albergo suonava un'orchestra tutta per loro. È quest'atmosfera
di rilassatezza senza obblighi, combinata con l'alta qualità di un hotel
di villeggiatura, che rende il Waldhaus così tipico. Lusso qui significa
avere molto spazio a disposizione, nell'ampia sala, nella sala lettura,
nel bar, nei saloni, nei ristoranti. Anche quando tutti gli ospiti sono in
albergo, lo spazio non manca. Come pure il panorama, perché le vedute che
si possono godere dalle camere del Waldhaus sulla valle ai piedi
dell'albergo sono semplicemente mozzafiato. Ovviamente il servizio è
quello che ci si aspetta in un hotel di questo genere. Il Waldhaus a Sils,
un'istituzione alberghiera svizzera. Il Waldhaus risale allo stesso anno
del leggendario "modello T" di Henry Ford. A differenza
dell'attuale complesso industriale mondiale della Ford, il Waldhaus ha
conservato le dimensioni che aveva quando è stato costruito nel 1908,
nonostante abbia subito delle trasformazioni nel tempo. Il fatto che sia
riuscito a conservare il suo charme originario era e costituisce tuttora
un compromesso tra innovazione e conservazione, un sentimento che
accompagna la famiglia dei proprietari Giger-Kienberger-Dietrich già
alla quarta generazione. Il Waldhaus rappresenta oggi uno dei pochissimi
grandi alberghi svizzeri che sono sempre rimasti a conduzione familiare.
Il fatto che una famiglia abbia sempre tenuto in mano fin dall'inizio le
sorti dell'albergo, rende il Waldhaus quello che è, un albergo con una
propria impronta, in cui i nove decenni della sua storia si fondono in un
tutto unico. L'hotel come rifugio per le vacanze. Quando il Waldhaus fu
costruito, gli ospiti venivano in albergo per vivere qualcosa di nuovo e
rimanevano a lungo, per più settimane, a volte anche mesi. Oggi la
maggior parte degli ospiti viene non solo per periodi decisamente più
brevi, ma anche per trovare nel loro hotel un rifugio particolare dalla
vita di tutti i giorni, che li rende molto più stressati dei loro
contemporanei dell'inizio del XX secolo. Di conseguenza si devono anche
adeguare le attese dell'offerta alberghiera e le opportunità dell'Alta
Engadina. Il Waldhaus come isola del tempo. L'hotel rappresenta per i suoi
ospiti una piacevole isola del tempo, perché il tempo qui in albergo non
è un problema. E questo si può intendere in due modi: nel senso di
tranquillità, contemplazione e calma, avere cioè il tempo di oziare
stando ad ascoltare il concerto giornaliero nella sala dell'albergo,
completamente rilassati, senza guardare l'orologio. Ma isola del tempo
significa anche ambiente e stile. Molte cose qui sono rimaste come erano
un tempo. Il motto modernizzazione a tutti i costi non viene assolutamente
preso in considerazione. Si può dire di più: la storia si combina
armoniosamente con il nuovo e l'ultramoderno. Per ogni intervento di
rinnovamento si valuta con cautela se e come ristrutturare o rifare a
nuovo. Per esempio degno di nota è l'antico sistema degli orologi del
Waldhaus ancora perfettamente funzionante. Il meccanismo di orologi "Magneta"
viene comandato centralmente dall'"orologio madre", che da
sempre funziona con i pesi ed è appeso in direzione. Ogni minuto
l'orologio centrale invia a tutti gli orologi da parete dell'albergo un
impulso elettrico che fa girare le loro lancette. Questa antica tecnica e
il moderno business center con accesso a internet si armonizzano
perfettamente. Il mondo intorno all'albergo. Il Waldhaus fu abilmente
posizionato nel 1908 sulle rocce di Sils, un po' al di sopra della valle.
Chi arriva da St. Moritz può scorgere l'hotel molto prima di
raggiungerlo. La stessa cosa succede se si proviene dall'altra parte della
valle Maloya. L'effetto dall'esterno dell'albergo dall'aspetto di un
castello è imponente e allo stesso tempo di sobria eleganza. Se lo
sguardo spazia dall'hotel verso la natura circostante, si può ammirare il
panorama unico in Alta Engadina che combina catene di alti monti alpini
con la dolcezza della valle e i meravigliosi grandi laghi di montagna, che
si allargano in salita e discesa. Una casa per generazioni. I grandi
alberghi hanno una struttura caratterizzata spesso in base a una
determinata età dei loro ospiti. Anche in questo senso il Waldhaus si
distingue. Ogni cinque ospiti c'è un bambino e ben due terzi degli ospiti
vengono con costanza da anni al Waldhaus. Alcuni già da più di
cinquant'anni. Questo ritrovarsi di più generazioni ha qui una
tradizione. Vengono ancora famiglie numerose per trascorrere le vacanze
insieme e hanno luogo veri e propri "ritrovi familiari".
L'episodio, in cui un arzillo signore sull'ottantina, in ascensore con una
famiglia, si informa sull'età del figlio e subito dopo osserva che anche
lui era venuto per la prima volta al Waldhaus all'età di tre anni, è un
esempio di fusione tra giovinezza e vecchiaia, fra tradizione e futuro.
Molto personale e familiare. Quando il Waldhaus è al completo, cosa che
fortunatamente capita per molte settimane all'anno, ci sono ben 250 ospiti
in albergo. Insieme ai circa 135 dipendenti provenienti da 12-15 nazioni
diverse e alla famiglia dei proprietari Maria e Felix Dietrich-Kienberger
e Urs Kienberger si crea un'atmosfera vacanziera molto familiare, dove la
considerazione della singola persona è un credo della casa fin dal 1908.
L'individualità, unita alla calma di tutti i giorni, suscitano
l'interesse degli ospiti per questo albergo. L'unicità del Waldhaus è
sottolineata poi dalla presenza tra gli ospiti di interessanti personalità
come Maximilian Schell, Rod Steward, David Bowie, Donna Leon e Luc Bondy o
in passato Albert Einstein, Hermann Hesse, Friedrich Dürrenmatt, Gottlieb
Duttweiler e Richard Strauss. Questo sta ad indicare che molte celebrità
vengono e venivano qui per la tradizionale riservatezza e discrezione che
il Waldhaus assicura ai suoi ospiti e perché non si trasforma in un
palcoscenico per i belli e i ricchi, come invece accade a soli 10
chilometri nella vicina St. Moritz.
IL
"CHE" FOTOGRAFO IN OLTRE 200 SCATTI. A MILANO IL FIGLIO CAMILO
GUEVARA PER PRESENTARE LA RICCA RACCOLTA INEDITA
Lunedì 20 ottobre 2003, alle ore 18,30 presso lo spazio "Solferino
19", via Solferino 19 a Milano, inaugura la mostra "Ernesto Che
Guevara fotografo". Curata da Josep Vincent Monzó (IVAM Istituto
Valenciano di Arte Moderna) la mostra - inedita per l'Italia- presenta
oltre 200 immagini realizzate da Ernesto Che Guevara perlopiù nella prima
parte degli anni '50, quando, studente in medicina, proponeva le immagini
scattate durante un suo viaggio in Sud America a riviste e agenzie
fotografiche. Alcuni straordinari auto-ritratti riportano in vita il
"mito" tuttora inossidabile mentre immagini scattate in varie
parti del mondo testimoniano la sua passione fotografica ai tempi degli
incarichi di governo, dopo la rivoluzione. Alla fine degli anni '90 il
responsabile del dipartimento fotografico dell'Istituto Valenciano di Arte
Moderna (IVAM) ha incontrato Aldeida March, vedova di Ernesto Che Guevara,
per verificare se il Che avesse mai svolto professionalmente l'attività
di fotografo. "Io e i miei colleghi conoscevamo la passione
fotografica del Che" spiega il curatore della mostra Josep Vincent
Monzò " ma volevamo esaminare l'archivio del Centro Che Guevara e
verificare se la voce di un periodo di attività professionale o
semi-professionale nell'ambito fotografico fosse vera". Nasce così
il progetto di una mostra fotografica che documenta uno straordinario
periodo di vita del "Comandante". Dopo anni di recupero,
classificazione e restauro delle immagini (un migliaio di negativi) è
nato un libro fotografico con 230 immagini, la maggior parte della quale
inedite ed oggi esposte per la prima volta nel nostro Paese. "Non si
pensi a fotografie curiose o famigliari riprese da un personaggio
famoso" aggiunge Monzò "E' piuttosto il lavoro instancabile di
un occhio sensibile e attento al mondo, alle espressioni, ai fenomeni di
cui si è trovato ad essere testimone nei suoi viaggi. Una mostra che
sorprenderà certamente il pubblico anche dei più affezionati alla figura
del Che". La mostra, che nel 2001 era stata esposta per la prima
volta in Europa a Valencia, è organizzata dall'Associazione Culturale
Orizzonte presieduta da Emanuela Zino con il patrocinio dell'Ambasciata
Cubana, del Comune e della Provincia di Milano, nonché dell'Ambasciata
Argentina. Rimarrà aperta al pubblico in via Solferino 19 da martedì 21
ottobre a sabato 20 dicembre 2003 con orario continuato, martedì,
mercoledì, venerdì e Sabato dalle 11 alle 20; giovedì e domenica 11-22;
lunedì apertura solo per gruppi su prenotazione. Il numero telefonico per
informazioni al pubblico è: 02/39226290- www.ticketone.it. Ad aprire
ufficialmente la mostra interverrà il figlio di Che Guevara: Camilo
Guevara March, responsabile del Centro Studi Che di Havana. Nella
mattinata del lunedì 20 ottobre Camilo Guevara sarà a disposizione dei
giornalisti nell'ambito di una conferenza stampa con visita in anteprima
fra le ore 11.30 e le 13.
A
PALAZZO DEI DIAMANTI DI FERRARA LA MOSTRA "DEGAS E GLI ITALIANI A
PARIGI" METTE IN SCENA UN GRANDE MOMENTO DELLA PITTURA OTTOCENTESCA
A Parigi Degas fu un punto di riferimento per un manipolo di artisti
italiani: Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Medardo Rosso e Federico
Zandomeneghi. Questa mostra è la prima dedicata allo studio delle
relazioni intercorse tra Degas e questi artisti mediante il confronto
diretto delle loro opere, oltre cento, di cui più della metà di Degas.
Il percorso, tematico, è dedicato ai soggetti che hanno reso famoso Degas
e affascinato anche i suoi amici italiani. Prende l'avvio con i rapporti
tra Degas e l'Italia. Di origine napoletana, Degas rimase sempre legato al
nostro paese. Il suo amore per la cultura e l'arte italiana è una
costante del suo lavoro e una delle ragioni della sua inclinazione ai
legami con gli artisti italiani. La mostra presenta opere realizzate in
gioventù durante i suoi soggiorni nella penisola, preziosi documenti di
una fase di studio ma, ad un tempo, testimonianze affascinanti di una
precocissima maturità. Seguono i ritratti. Il portato rivoluzionario
della ritrattistica di Degas è racchiuso nella sua capacità di cogliere
con apparente naturalezza il momento più intimo del soggetto. Su questo
tema, tra gli italiani, è Boldini in particolare a dialogare col maestro
francese. "Per voi ci vuole la vita naturale, per me la vita
artificiale", dice Degas sottolineando una delle sue peculiarità
rispetto agli altri impressionisti e lo dimostra la sua passione per i
temi della vita moderna come le ballerine, le cantanti o i caffè
parigini, ai quali è dedicata la sezione successiva della mostra. Anche
Zandomeneghi e Boldini si misurano ripetutamente con questi soggetti.
Vengono poi le corse dei cavalli, tema al quale Degas ha dedicato ampia
attenzione producendo capolavori celebri. È una passione questa che ha
condiviso soprattutto con De Nittis. Dalla metà degli anni Ottanta Degas
si rivolge ad uno studio meticoloso del nudo femminile, colto da un punto
di vista totalmente nuovo, cui è dedicata un'altra sezione della mostra.
Egli preferiva non mettere in posa la modella bensì ritrarla in tutta la
sua naturalezza "come guardandola dal buco della serratura".
Anche gli italiani, primo fra tutti Zandomeneghi, sono interessati a
questo "moderno tipo di osservazione". La sezione successiva è
dedicata alla relazione tra le vedute dipinte en plein air da De Nittis e
il Degas paesaggista. Le tarde prove paesistiche del francese
sembrerebbero infatti memori degli esiti compositivi più innovativi di De
Nittis. I monotipi di Degas degli anni Novanta raggiungono tuttavia una
figurazione ancor più moderna, quasi astratta. Degas si cimentò anche
con la scultura, dando prova di rara maestria. È Medardo Rosso questa
volta a confrontarsi con lui, e non soltanto nella scelta dei temi, ma
ancor più nel progredire verso una dissoluzione della forma che dà il
via a una ricerca che produrrà i suoi esiti più estremi nell'arte del XX
secolo.
A partire da questa mostra Palazzo dei Diamanti offre due nuovi servizi ai
propri visitatori: il call center per informazioni, prenotazioni e
prevendita gruppi (tel. 0532.209988) e singoli (tel. 0532 248045), e
inoltre una serie di pacchetti turistici differenziati dedicati a coloro
che intendono unire alla visita alla mostra il soggiorno a Ferrara
(informazioni e prenotazioni: Agenzia De Romei Viaggi turismo@deromeiviaggi.it).
Un'altra novità consiste nell'estensione degli orari di visita: un'ora in
più dalla domenica al giovedì e un'apertura prolungata sino alle 24 il
venerdì e il sabato. Vista l'affluenza che già da ora è lecito supporre
avrà la rassegna, l'apertura serale è stata pensata per coloro che,
ferraresi e non, desiderino visitare l'esposizione in una situazione di
maggior agio e tranquillità. DEGAS e gli Italiani a Parigi: Ferrara,
Palazzo dei Diamanti (corso Ercole I d'Este, 21), fino al 16 novembre
2003. Orario: tutti i giorni feriali e festivi, lunedì incluso: dalla
domenica al giovedì: 9-20, venerdì e sabato: 9-24. Ingresso: intero euro
7,30, ridotto euro 6,20; gruppi: euro 6,20; gruppi scolastici: euro 4,10.
Gratuito per bambini sino a sei anni, portatori di handicap con un
accompagnatore, militari in divisa. Mostra organizzata da Ferrara Arte e
dalle National Galleries of Scotland. A cura di Ann Dumas.
Infolink: www.comune.fe.it
FRA'
GALGARIO UNO DEI PIÙ GRANDI RITRATTISTI EUROPEI DEL '700 PROTAGONISTA
ALL'ACCADEMIA CARRARA DI BERGAMO FINO ALL'11 GENNAIO 2004
Un grande evento d'arte è in corso a Bergamo. Dopo oltre 50 anni,
l'ultima monografica risale agli anni '50, fino all'11 gennaio 2004 si
svolge nelle sale della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
dell'Accademia Carrara la mostra FRA' GALGARIO. Le seduzioni del ritratto
nel '700 europeo realizzata dall'Accademia Carrara e dal Musée des
Augustins di Toulouse. La mostra, promossa dal Comune e dalla Provincia di
Bergamo, dalla Regione Lombardia, dalla Camera di Commercio, dall'Azienda
di Promozione Turistica, dall'Unione Industriali della Provincia di
Bergamo e organizzata da COBE Direzionale, presenta una selezione
ragionata e criticamente aggiornata dell'opera di Vittore Ghislandi detto
Fra' Galgario (Bergamo, 1655 - 1743), un artista che è unanimemente
riconosciuto tra i più grandi ritrattisti europei del '700, ma che non è
adeguatamente noto al grande pubblico per la relativa difficoltà di
prendere visione delle sue opere, in gran parte di proprietà privata.
Questa grande operazione culturale nasce dallo sforzo congiunto delle
istituzioni bergamasche, con la fattiva collaborazione di Banca Popolare
di Bergamo - Credito Varesino, Fondazione Cariplo, Sacbo - Orio al Serio
International Airport, Società Autostrade Brescia, Verona, Vicenza,
Padova e Corriere della Sera. Il Comitato Scientifico, composto da
Caterina Bon Valsassina, Arnaud Brejon de Lavergnée, Gabriele Finaldi,
Francesco Frangi, Axel Hémery, Stephane Loire, Bert W. Mejier, Amalia
Pacia, Wolfgang Prohaska e da Francesco Rossi (Direttore dell'Accademia
Carrara), ha concordato sul fatto che una adeguata comprensione della
ritrattistica di Fra' Galgario non può prescindere da un confronto con la
situazione europea del suo tempo, la prima metà del XVIII secolo, e che
una tale rivisitazione dovrà necessariamente articolarsi su due direzioni
di indagine: la prima, relativa agli artisti, italiani e non, che
l'artista ebbe modo di conoscere e frequentare negli anni della
formazione, tra Venezia e Milano e, successivamente, nei contatti avuti
con l'ambiente bolognese e, forse, francese; la seconda, legata al
successo collezionistico che gli arrise a partire dagli anni '20,
circostanza che lo pone idealmente a confronto con ambienti
straordinariamente vitali a livello di produzione ritrattistica, da
Bologna a Vienna, dalla Francia all'Inghilterra e alla Boemia. Di
conseguenza, la mostra di Bergamo, che raccoglie cento opere, si articola
su un percorso concettualmente diviso in due parti. Nella prima, che
corrisponde al primo piano della Galleria d'Arte Moderna, trova
illustrazione la fase della formazione artistica di Fra' Galgario, tra
Bergamo, ove fu allievo di Giacomo Cotta ma certo conobbe la ritrattistica
di Evaristo Baschenis e Carlo Ceresa, Venezia, ove operò nella bottega di
Sebastiano Bombelli ma fu in contatto con un ambiente cosmopolita in cui
si segnalava Johann Kupezky, e infine Milano, in relazione con Salomon
Adler ma anche con la formazione della Quadreria della Ca' Granda
(Ospedale Maggiore). A conclusione di questo percorso si situa la prima
grande fase bergamasca, in cui Fra' Galgario divenne il ritrattista delle
più importanti famiglie aristocratiche come gli Albani, i Rota, i Secco
Suardo. Nella seconda parte, situata al secondo piano e corrispondente
alla piena maturità dell'artista, si intende visualizzare la situazione
di un pittore che, pur mantenendo ed anzi incrementando la sua attività
per le grandi famiglie locali, conobbe tuttavia un largo successo fuori
Bergamo: ammesso all'Accademia Clementina di Bologna, in stretta relazione
personale con pittori celebri come Giovan Battista Tiepolo e Sebastiano
Ricci, Fra' Galgario inviava il suo Autoritratto agli Uffizi e,
soprattutto, sue opere entravano in collezioni importanti a livello
europeo, fra cui le celebri raccolte del Maresciallo Schulenberg e del
Principe Eugenio di Savoia. La mostra, quindi, non si limita a presentare
i capolavori di Fra' Galgario risalenti a questo periodo, tra il 1720 e il
1740, ma cerca di visualizzare le ragioni del suo successo: da un lato
evidenziando talune tematiche prevalenti - le accattivanti immagini di
bambini, i sontuosi ritratti aristocratici risplendenti delle celebri
lacche - dall'altro ponendo tale produzione a confronto - tematico e
stilistico - con i più alti raggiungimenti coevi della ritrattistica
europea, in Italia (Piazzetta, Ceruti, Crespi), in Francia (Largillière,
Rigaud, Grimou, Pesne), in Inghilterra (Reynolds), in Europa Centrale (Kupezky,
Brandl). A conclusione, una Sala é dedicata alla fase finale
dell'itinerario di Fra' Galgario che, ormai vecchio, secondo il Tassi
dipingeva "con le dita", realizzando effetti di impasto materico
e di semplificazione formale straordinari a livello di ricerca pittorica
quanto di immediatezza espressiva. La mostra si avvale del supporto di
spettacolari installazioni multimediali e della presenza di abiti
dell'epoca, in un ideale dialogo con i sontuosi tessuti dei ritratti. Il
percorso é completato da tre sezioni distaccate. Nella prima, nel Salone
dell'Alcova all'Accademia Carrara, viene documentata la presenza di Fra'
Galgario nella Raccolta Schulenberg, accanto ad artisti come Gian Antonio
Guardi o Jacopo Ceruti; nella seconda, esito del riordino della Sala
"di Fra' Galgario" nella stessa Pinacoteca, sono presentate tele
di Fra' Galgario e dei suoi contemporanei facenti parte del patrimonio del
Museo, ma abitualmente non esposte (e in parte restaurate per
l'occasione); la terza infine, che inaugura il nuovo Gabinetto Disegni e
Stampe della Accademia Carrara (accesso diretto dalla Mostra) é dedicata
ad una presentazione di disegni e stampe di ritratto, in parte di proprietà
del Museo e in parte prestati dalla Raccolta Bertarelli di Milano, che
illustrano questo specifico "genere" con riferimento a Fra'
Galgario, ai suoi contemporanei e alle personalità in diverso modo in
relazione con lui; uno specifico settore, realizzato in collaborazione con
la Biblioteca Angelo Mai, illustra infine le modalità e le fasi della
costruzione della Fiera di Bergamo (1731), che costituì il più
importante intervento edilizio-commerciale del tempo e che ebbe riflessi
importanti per la collocazione culturale di Bergamo a livello europeo.
Dopo Bergamo, la mostra si trasferirà - da gennaio a maggio 2004 - in
Francia nel Musèe des Augustins di Tolosa.
Fra' Galgario, Le seduzioni del ritratto nel '700 europeo. Bergamo,
Accademia Carrara Fino all'11 gennaio 2004. rari: da martedì a domenica
10-21. Lunedì chiuso. Biglietti: intero euro 8; ridotto euro 6; scuole
euro 3
IL
MEDIOEVO EUROPEO DI JACQUES LE GOFF IN MOSTRA ALLA GALLERIA NAZIONALE DI
PARMA FINO AL 6 GENNAIO 2004
Il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi ha inaugurato a Parma
la grande mostra "Il Medioevo europeo di Jacques Le Goff"
allestita nei Voltoni del Guazzatoio della Galleria Nazionale in Palazzo
della Pilotta. Con questa attesissima esposizione, Parma rende omaggio ad
uno dei più grandi storici del Novecento, il medievalista francese
Jacques Le Goff.
L'importante mostra, "Il Medioevo europeo di Jacques Le Goff",
si svolge fino al 6 gennaio 2004 nei Voltoni del Guazzatoio del Palazzo
della Pilotta, parte integrante della Galleria Nazionale, dalla
Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico
di Parma e Piacenza che, con la Provincia di Parma e il Comitato per la
promozione della cultura e delle residenze farnesiane , ne è promotrice.
Simbolo della mostra: la colomba proveniente dal Museo Diocesano di
Fidenza, a sottolineare come l'Europa pensata e auspicata dallo storico
francese debba essere collocata sotto il segno della pace. Scelti dallo
studioso giungono a Parma dai più famosi musei europei cinquanta pezzi:
capolavori artistici e oggetti della vita quotidiana, manoscritti,
sigilli, miniature, arazzi chiamati a illustrare il Medioevo europeo che
Le Goff ha descritto nelle sue rievocazioni storiche. I pezzi saranno il
filo conduttore per un percorso articolato che vuole illustrare un'idea di
Europa unita, ma diversa per caratteristiche e consuetudini: a predominare
sarà l'Occidente cristiano, ma non mancano opere che richiamano il mondo
arabo e quello ebraico. Intenzione dello studioso è rappresentare, oltre
al cuore dell'Europa - Francia, Italia, Spagna, Germania - anche le
periferie, considerate creative quanto il centro: e la diversità delle
culture verrà evocata grazie all'accostamento di oggetti islandesi,
slavi, irlandesi, vichinghi. Trova così compiuta realizzazione la visione
storiografica di Le Goff: quella di un Medioevo dalla lunga durata e di
un'identità europea nata grazie alla combinazione di diverse componenti
etniche e culturali fuse insieme sotto il segno del Cristianesimo. Di
questa scenografia creata da opere di straordinario impatto visivo, come
le vetrate della Chiesa di Colmar, il reliquiario smaltato di San Thomas
Beckett, provenienti dal Musée National du Moyen Age di Parigi, il
candelabro del tesoro di Hildesheim conservato al Museo del Duomo di
quella città, il tesoro di una tomba vichinga che giunge dal Museo
storico dell'isola svedese di Gotland, faranno parte anche pezzi di grande
importanza provenienti dalle istituzioni culturali di Parma: i gioielli
longobardi del tesoro della tomba principesca di Borgo della Posta
conservati al Museo Archeologico Nazionale, un Codice della Divina
Commedia con miniature dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso
proveniente dalla Biblioteca Palatina e tre sigilli conservati
all'Archivio di Stato. Quella in mostra é anche un'Europa della vita
quotidiana: oggetti di uso comune, un falcetto e una roncola da vigna del
XIII secolo, accompagneranno le grandi realizzazioni artistiche e
parleranno dell'attenzione che lo storico francese ha sempre riservato
alla cultura materiale e alla vita dei campi. A ricordare così che la
storia del Medioevo narrata da Le Goff è una storia inserita nelle
strutture dello spazio e del tempo, di cui sono protagonisti tutti gli
uomini e le donne di quell'epoca lontana e non dimenticata. "Il
Medioevo europeo di Jacques Le Goff ". Parma, Galleria Nazionale -
"Voltoni del Guazzatoio", fino al 6 gennaio 2004. Orario: da
lunedì a venerdì 9-18; sabato, domenica e festivi 9-19. Chiuso 24 e 25
dicembre, aperto il 1 gennaio dalle 15 alle 19. La biglietteria chiude
un'ora prima della chiusura della mostra. Entrata: 7 euro, Ridotto 5.
Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi. Con il Patrocinio del Professor Romano Prodi, Presidente della
Commissione Europea. Con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali. Mostra promossa da: Provincia di Parma,
Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e
Demoetnoantropologico di Parma e Piacenza, Comitato per la promozione
della cultura e delle residenze farnesiane. Regione Emilia-Romagna, Comune
di Parma, Comune di Fidenza, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e
Agricoltura di Parma. Con il sostegno di: Fondazione Cariparma, Fondazione
Monte di Parma, Banca Monte Parma, Unione Parmense degli Industriali,
Orion Petroli Spa, Bormioli Rocco e Figlio SpA. Con il contributo di: CNA
Parma, Legacoop Parma, Ascom Parma, Pulixcoop, Sassi Fratelli SpA,
Scatolificio Sandra Srl. Ideazione e progetto Jacques Le Goff.
Coordinamento Daniela Romagnoli; Comitato Consultivo Jacques Le Goff;
Lucia Fornari Schianchi (Soprintendente al Patrimonio Storico, Artistico e
Demoetnoantropologico di Parma), Viviane Huchard (Musée National du Moyen
Age di Parigi), Malin Lindquist (Historical Museum of Gotland), Mark Jones
(Victoria & Albert Museum di Londra).
Infolink: http://portale.parma.it
http://legoff.provincia.parma.it
A
LUGANO LA GRANDE MOSTRA DAL MITO AL PROGETTO. LA CULTURA ARCHITETTONICA
DEI MAESTRI ITALIANI E TICINESI NELLA RUSSIA NEOCLASSICA
L'Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura di Mendrisio
(Università della Svizzera italiana) e il Museo Cantonale d'Arte di
Lugano, in collaborazione con il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo,
organizzano la mostra Dal mito al progetto. La cultura architettonica dei
maestri italiani e ticinesi nella Russia neoclassica, nell'ambito dei
festeggiamenti promossi dalla Confederazione Elvetica e dal Cantone Ticino
per il bicentenario della nascita del Cantone, e il Giubileo per i
trecento anni della fondazione della Città di San Pietroburgo.
L'esposizione si svolge fino all'11 gennaio 2004 presso il Museo Cantonale
d'Arte, a Lugano, e presso l'Archivio del Moderno dell'Accademia di
architettura, a Mendrisio. Dal 18 febbraio al 30 aprile 2004 sarà invece
accolta nell'ala d'onore del Museo dell'Ermitage, a San Pietroburgo. La
manifestazione si svolge sotto l'alto patronato del Presidente della
Confederazione Elvetica Pascal Couchepin e del Presidente della Repubblica
Italiana Carlo Azeglio Ciampi. La mostra è sostenuta dall'Ambasciata di
Svizzera a Mosca e dall'Ambasciata della Federazione Russa a Berna. La
mostra intende indicare e documentare la specificità del contributo
offerto dalla tradizione artistica italiana alla formazione della cultura
architettonica russa nel periodo compreso tra l'ascesa al trono di
Caterina II (1762) e la morte dello zar Alessandro I (1825). Nella Russia
di quegli anni l'architettura si sviluppò dal confronto e
dall'interazione tra le diverse culture dei progettisti chiamati da ogni
parte d'Europa a San Pietroburgo, a Mosca e nelle maggiori città
dell'impero. Tra le componenti di questo fecondo innesto di culture,
quella italiana ebbe una parte rilevante, sia per la comune origine di
molti architetti e artisti, sia per il credito che la tradizione artistica
italiana poteva vantare sulla scena europea, nonché per il perdurante
richiamo dei monumenti dell'antichità. Verranno presentate circa 350
opere - quadri, antichi modelli, tempere, acquarelli e disegni - molte
delle quali inedite ed esposte al pubblico per la prima volta. Disegni,
studi e modelli dei maggiori monumenti russi di epoca neoclassica saranno
affiancati da dipinti e oggetti d'arte, provenienti da collezioni russe,
italiane e svizzere. Hanno collaborato alla mostra prestigiose istituzioni
russe (il Museo dell'Ermitage, il Museo dell'Accademia di Belle Arti di
San Pietroburgo, il Museo Statale per la Storia di San Pietroburgo, la
Biblioteca Teatrale, la Biblioteca dell'Università delle vie di
comunicazione, l'Archivio Storico di Stato Russo, il Comitato per la
protezione di monumenti di storia e architettura di San Pietroburgo, il
Palazzo-Museo di Pavlovsk, il Palazzo-Museo di Carskoe Selo e il Museo del
Teatro Bol'_oj di Mosca) e istituzioni museali italiane altrettanto
rilevanti (le Gallerie dell'Accademia di Venezia, la Biblioteca Civica
"Angelo Mai" e l'Accademia Carrara di Bergamo e la Fondazione
Fantoni di Rovetta). La mostra presenterà inoltre disegni conservati
nelle raccolte private ticinesi, per lo più provenienti dai discendenti
delle famiglie degli architetti che operarono in Russia nel XVIII secolo.
L'esposizione, organizzata per sezioni, approfondirà temi quali il
rapporto tra Caterina II, l'Italia e l'Antico, la presenza degli
architetti italiani e ticinesi nelle due capitali russe, la ricorrenza di
temi di derivazione italiana nell'architettura russa dell'epoca, l'opera
dei decoratori e degli scenografi italiani e ticinesi, l'organizzazione
del cantiere e la definizione delle carriere professionali dei principali
protagonisti. Le opere esposte, di alto valore artistico e in gran parte
inedite, consentiranno di commisurare il significativo contributo offerto
alla cultura architettonica russa dagli architetti di tradizione artistica
italiana, come, per esempio, gli italiani Giacomo Quarenghi, Vincenzo
Brenna e Carlo Rossi, i ticinesi Luigi Rusca, Domenico Gilardi, Domenico e
Antonio Adamini, lo scozzese Charles Cameron, i russi Ivan Starov, Nikolaj
L'vov e Andrej Voronichin. Lo straordinario ruolo che italiani e ticinesi,
fossero essi architetti, artisti, o maestri d'ogni settore dell'attività
edilizia, hanno avuto nelle vicende artistiche della Russia è scoperta
che segna la storiografia occidentale dalla prima metà del Novecento. Nel
1908 lo scenografo pietroburghese Aleksandr Benois, a seguito di un
soggiorno nel Cantone Ticino, aveva messo in luce l'eccezionale prodigalità
degli artisti provenienti dal Ticino nel diffondere i propri saperi per
l'Europa, e specificatamente in Russia, mentre Ettore Lo Gatto, dopo gli
anni Trenta, aveva riunito in un unitario affresco il contributo recato
dagli architetti di lingua italiana nell'impero degli zar, dai primi
artefici di cultura rinascimentale, a quella vasta e eccezionale schiera
che disputò alle maggiori scuole d'Europa il primato nell'architettura
russa del Settecento, sino agli epigoni di quella plurisecolare vicenda
ancora attivi sul finire del XIX secolo. Successive ricerche hanno
arricchito con nuovi nomi gli elenchi di architetti, artisti e maestri
d'ornato, rendendo sempre più macroscopiche le dimensioni del fenomeno e
l'estensione della sua mappa cronologica e geografica. Gli studi e le
ricerche più recenti ed aggiornate (come testimonia il Convegno
Internazionale promosso dall'Archivio del Moderno dell'Accademia di
Architettura di Mendrisio ad Ascona e a Venezia sul tema "La cultura
architettonica italiana in Russia da Caterina II a Alessandro I", i
cui atti vengono pubblicati in questa occasione) hanno posto in rilievo
come l'architettura neoclassica russa si sia sviluppata nel confronto e
nell'interazione tra le diverse culture dei progettisti chiamati da ogni
parte d'Europa per concorrere ad un unico grande sforzo di rinnovamento,
tanto a San Pietroburgo che a Mosca, e ancora nelle altre città maggiori
e minori dell'Impero, dalla Russia all'Ukraina o alla Bielorussia, sino
alle sponde del Mar Nero. Diverse dunque le componenti che intervennero in
questo fecondo innesto di culture, che fece della San Pietroburgo di
Caterina II e dei suoi successori una splendida e multiculturale capitale
sotto il profilo architettonico. Per questo la mostra intende offrire un
approfondimento inedito in merito allo specifico contributo offerto dalla
tradizione architettonica italiana alla cultura russa nel periodo compreso
tra l'ascesa al trono di Caterina II (1762) e la morte di suo nipote, lo
zar Alessandro I (1825). Il percorso adottato nell'allestimento della
mostra consente, attraverso opere di rara bellezza e di grande effetto
visivo, di rivivere la San Pietroburgo neoclassica e monumentale
attraverso i suoi cantieri e il ricco apporto italianizzante al volto
della città che, nel giro di pochi decenni, divenne la più moderna
capitale d'Europa. Gli studi svolti sia da ricercatori russi che italiani
e svizzeri, che hanno consentito l'esposizione di molte opere inedite,
hanno portato in piena evidenza, attraverso il reperimento di opere e
documenti specifici, continuità e affinità che uniscono personalità
artistiche italiane e ticinesi con architetti russi come Ivan Starov,
Nikolaj L'vov o Andrei Voronichin, oppure lo scozzese Charles Cameron. Nel
far questo è stata precisata e approfondita l'attività dei singoli
autori attraverso una documentazione mai presentata prima d'ora, così
come è stata evidenziata la complessità di questo scenario.
Nell'approfondire tale matrice culturale dominante e i suoi esiti nei
progetti degli architetti di cultura italiana siano essi italiani o russi
o di altra provenienza, si sono messi in luce, pertanto, i tratti
unificanti che ne distinguono l'apporto e le caratteristiche
italianizzanti, rispetto agli altri architetti attivi in Russia in questi
anni, per poter meglio distinguere da altre soluzioni tipologiche e
morfologiche parallelamente realizzate quelle di derivazione italiana. Nel
contempo, si sono puntualizzate pure le rispettive personalità, offrendo
specifici avanzamenti conoscitivi in relazione ai singoli contributi
all'edificazione, soprattutto, della San Pietroburgo neoclassica, ma anche
all'aggiornamento, secondo questi orientamenti neoclassici, delle
splendide residenze imperiali come il Palazzo-Museo di Pavlovsk, il
Palazzo-Museo di Carskoe Selo, di altre rilevanti città e monumenti
russi. Ragione per cui il quadro generale che è emerso si presenta assai
più ricco e complesso e non di rado innovativo rispetto agli studi che
precedono, e ha infine suggerito un allestimento espositivo in cui
differenti punti di vista, intersecandosi, consentono un più diretto ed
efficace incontro con il progettato e con il costruito. Si sono dunque
organizzati i materiali espositivi in sezioni che affronteranno tematiche
quali Caterina II e l'Antico, le opere degli architetti italiani e
ticinesi, l'affermazione di tipologie e morfologie peculiari, l'attività
dei decoratori e degli scenografi italiani e ticinesi, l'organizzazione
del cantiere e la definizione delle carriere professionali dei principali
protagonisti. La mostra, curata da Letizia Tedeschi, Direttrice
dell'Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, e da Marco
Franciolli, Direttore del Museo Cantonale d'Arte, nasce da una
collaborazione scientifica tra i due istituti, ed è stata sviluppata
d'intesa con il Museo dell'Ermitage. Si avvale anche del contributo di
importanti Istituti di ricerca italiani, quali l'Istituto Nazionale di
Archeologia e Storia dell'Arte di Roma, la Sezione di Slavistica
dell'Università degli Studi di Bergamo e l'Osservatorio Quarenghi di
Bergamo. Il comitato scientifico della mostra comprende studiosi di fama
internazionale ed è costituito da Sergej Androsov (Museo dell'Ermitage,
San Pietroburgo), Piervaleriano Angelini (Archivio del Moderno
dell'Ac-cademia di architettura, Mendrisio), Alessandro Bettagno (Istituto
Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte, Roma), Howard Burns (Istituto
Universitario di Architettura di Venezia), Marco Franciolli (Museo
Cantonale d'Arte, Lugano), Annamaria Matteucci (Università degli Studi di
Bologna), Gianni Mezzanotte (Università degli Studi di Brescia), Nicola
Navone (Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, Mendrisio),
Letizia Tedeschi (Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura,
Mendrisio). L'esposizione è accompagnata da un volume, curato da Letizia
Tedeschi e Nicola Navone, che comprende saggi di specialisti russi,
svizzeri e italiani, frutto di ricerche pluriennali sostenute dal Fondo
Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica, dall'Archivio del Moderno
dell'Accademia di architettura, dal Museo Cantonale d'Arte di Lugano e
dalla Fondazione della Collina d'Oro. Il volume sarà pubblicato in due
edizioni: in lingua italiana per le sedi espositive di Lugano e Mendrisio;
in lingua russa in occasione della presentazione della mostra al Museo
dell'Ermitage a San Pietroburgo, prevista per il 18 febbraio 2004. La
realizzazione della mostra è resa possibile dal contributo della Banca
della Svizzera Italiana, Lugano, e dal generoso sostegno di Pirelli,
Compagnia Italiana del Turismo, MSE Artcare Kloten.
Informazioni: Museo Cantonale d'Arte, Tel. 091.9104782, e-mail:carla.burani@ti.ch
Archivio del Moderno, Tel.: +4191 640.48.42, archivio@arch.unisi.ch
UN
WEEK-END DA FAVOLA A SORRENTO FANTASTICI PACCHETTI PER
TRASCORRERE UN FINE SETTIMANA ALLA SCOPERTA DELLA PENISOLA SORRENTINA,
SOGGIORNANDO NEL LUSSUOSO GRAND HOTEL EXCELSIOR VITTORIA.
Stanchi della solita routine quotidiana? Il Grand Hotel Excelsior Vittoria
è la risposta al vostro bisogno di relax. Regalatevi uno dei favolosi
pacchetti week-end proposti dallo storico albergo di Sorrento, dove
potrete trascorrere indimenticabili giornate all’insegna delle numerose
attrattive offerte dal territorio. La penisola sorrentina, magica per il
magnifico panorama sul golfo da cui scorgere Ischia, Procida e il Vesuvio,
vi dà la possibilità di soddisfare qualsiasi interesse: dalla cultura,
con le vicine Amalfi, Pompei ed Ercolano, allo shopping nelle vie del
centro, e da non perdere gli eventi d’élite come il Sorrento Cinema
Festival. Quest’ultimo, in programma dal 9 al 13 dicembre 2003,
richiamerà personaggi famosi del cinema italiano, europeo ed americano, e
saranno proiettate pellicole di film inediti e retrospettivi con omaggio
al cinema girato a Sorrento.
Il Grand Hotel Excelsior Vittoria avrà, invece, il piacere di
“coccolarvi” a fine giornata nelle eleganti camere e nelle grandi sale
dell’albergo, in cui regna una particolare atmosfera intima e discreta.
Infine, potrete apprezzare le doti culinarie dello chef, Vincenzo Galano,
che vi stupirà con ricercati menu nel Ristorante Vittoria. Questo sogno
si realizzerà con i seguenti pacchetti, validi tutti i week-end dal 1°
Novembre 2003 al 31 Marzo 2004 (escluso il periodo di Natale e Capodanno):
Week end da favola - 3 giorni/2 notti, a 280,00 Euro per persona,
comprende: pernottamento e prima colazione a buffet, una cena Gourmet
(bevande escluse), cestino di frutta e vino locale all’arrivo,
registrazione prima dell’orario e partenza oltre l’orario previsto,
quotidiano in omaggio tutti i giorni.Discovering Sorrento - 4 giorni/3
notti, a 316,00 Euro per persona, include: pernottamento e prima colazione
a buffet, cestino di frutta e vino locale all’arrivo, registrazione
prima dell’orario e partenza oltre l’orario previsto, quotidiano in
omaggio tutti i giorni, 10% sulla consumazione dei pasti per la formula in
bed&breakfast, 20% di sconto sul noleggio auto locale (Hertz). Il
pacchetto Discovering Sorrento è diponibile anche nella formula di
mezza pensione a 442,00 Euro. Per entrambi i pacchetti è valida una
riduzione del 60% per i bambini dai 4 ai 12 anni (uno per camera). La
calda accoglienza e l’ospitalità familiare del Grand Hotel Excelsior
Vittoria vi aspetta per una breve vacanza, approfittando anche di un clima
sempre mite.Infolink: www.exvitt.it
I
TESORI DEL MARCHESATO PALEOLOGO ALLA FONDAZIONE FERRERO DI ALBA
Dopo l'importante mostra su Macrino d'Alba, la Fondazione Ferrero e la
Soprintendenza per il Patrimonio Storico e Artistico per il Piemonte,
indagano i cinque secoli di vicende artistiche di quello che fu il
Marchesato Paleologo. Proseguendo una collaborazione già avviata nel
2001, la mostra, oltre a realizzare una significativa sinergia fra
pubblico e privato, celebra il 20° anniversario della Fondazione Ferrero.
L'impegnativo progetto intende presentare i risultati dei restauri
eseguiti negli ultimi dieci anni nel territorio dell'antico Marchesato di
Monferrato - corrispondente sostanzialmente alle attuali Diocesi di Alba e
Casale Monferrato - insieme a una serie di altri interventi realizzati per
l'occasione con l'apporto finanziario della Fondazione. Giovanni Romano,
che presiede il comitato scientifico della mostra, preannuncia che essa
costituirà uno "spettacolo entusiasmante", sia per la vitale
complessità del territorio preso in esame, sia per la qualità e varietà
delle opere scelte a documentarlo: "dalle Madonne gotiche ai ritratti
dell'Ottocento, dalle tavole di Spanzotti e Gandolfino da Roreto alle
grandi pale barocche, dalla realtà locale ruotante intorno a un pittore
come il Moncalvo, alle splendide tele del pittore bolognese Marcantonio
Franceschini. Tutte opere nate o commissionate per un territorio
geograficamente limitato, decentrato, eppure unico nella storia europea.
Non è casuale che su queste colline, ai confini tra Italia e Francia,
abbiano regnato casate tra le più illustri in Europa, dal mitico Aleramo
che, intorno al Mille, si sarebbe guadagnato questi territori con una
cavalcata lunga tre giorni; a Guglielmo il Vecchio, nipote dell'Imperatore
Barbarossa, che decise di legare le sorti del suo piccolo regno a quelle
delle famiglie imperiali di Bisanzio, mettendo a punto una fitta serie di
legami matrimoniali. Fu un discendente dei principi Paleologi, Teodoro I,
ad assumere il rango di titolare del Marchesato ai primi del Trecento. In
virtù della politica matrimoniale della marchesa Anna d'Alençon, il
territorio passò ai Gonzaga, diventando, non molto dopo, campo di
battaglia per le truppe di Francia e Spagna. Solo nel 1713, la Pace di
Utrecht sancì il passaggio dell'intero Marchesato ai Savoia. Mentre Alba
e le Langhe erano entrate nella sfera di influenza sabauda già da quasi
un secolo, Casale accetta l'imposizione, ma continua silenziosamente e
sottilmente a rivendicare un ruolo indipendente. A questo fine, utilizza
uno dei pochi mezzi possibili, la cultura, mantenendo i legami con l'arte
e gli artisti lombardi, veneti ed emiliani, anziché "farsi
dominare" dai modi e dalla moda piemontese, come invece avvenne nella
vicina Alba. La mostra documenta questa lunga storia e anche la
separazione dei destini delle due città a partire dal 1630, quando Alba
venne annessa al Ducato di Savoia. Tra le opere più antiche, oltre a
sculture e oreficerie (alcune di eccezionale importanza, come il
Reliquiario della Santa Croce), la mostra propone dipinti del pittore
Giovanni Martino Spanzotti, di Gandolfino da Roreto - artista astigiano
formatosi sui modelli provenzali e lombardi - fino ad arrivare alla
"maniera moderna" importata da Roma da Gaudenzio Ferrari.
Originario del Marchesato è anche Guglielmo Caccia detto il Moncalvo,
che, formatosi presso il pittore Ambrogio Oliva, anche lui presente in
mostra, organizzerà una fiorente bottega in grado di diffondere per tutto
il Piemonte e la vicina Lombardia una pittura "controriformata",
dai modi semplici e accattivanti, che dominerà la produzione in
quest'area tra fine Cinque e inizio Seicento. L'importanza delle novità
artistiche caravaggesche è testimoniata dalla Madonna del Carmine del
casalese Nicolò Musso e dalle opere del pittore Giovanni Claret; mentre
la cultura più strettamente lombarda è presente con un dipinto di
Stefano Danedi detto il Montalto e con la riscoperta di una piccola tela
di Giovanni Battista Arduino, allievo del Morazzone. Due raffinati esempi
del bolognese Franceschini e una tela del pittore del Centro Italia
Giovanni Pirri, la cui opera resta ancora da indagare, testimoniano l'
arrivo ad Alba, nel Settecento, di artisti esterni. A documentare le
numerose presenze non locali che arricchiscono Casale nel Settecento vi
sono, invece, il bolognese Ercole Graziani e il veronese Pietro Rotari,
che poco dopo si sposterà a Dresda e a San Pietroburgo.
La cultura legata alla corte sabauda, che si manifesta soprattutto nell'albese,
è rappresentata, oltre che dalla Madonna del Rosario di Dufour,
proveniente da Vezza d'Alba, dalla Via Crucis di Rapous e infine dal
ritratto di Pio Vidua, nobile casalese divenuto ministro sabaudo durante
la restaurazione. Lo "spettacolo entusiasmante" offerto dalle
opere in mostra continua nel territorio, con la proposta di un itinerario
tra castelli, borghi, santuari e conventi disseminati tra Langhe e
Monferrato, tutti collegati alle vicende documentate dalle opere esposte
nelle sale della Fondazione Ferrero. A far da cornice all'arte e alla
storia, un territorio che proprio nei mesi della mostra esprime il meglio
dei suoi profondi, antichi, vitali umori, con i forti sapori del tartufo e
dei suoi formaggi e il profumo dei suoi grandi vini. Slow Food,
associazione nata proprio da queste parti, è stata mobilitata per
arricchire la visita alla mostra con consigli che, alla gioia per gli
occhi, aggiungano le non meno importanti gioie per il palato.
Per informazioni e prenotazioni: al numero 0173/ 295 029 Email: info@fondazioneferrero.it
LEONARDO
MANERA IN "ASPETTO E SPERO" SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO CIAK
Se un comico non avesse mai avuto problemi forse non avrebbe mai fatto il
comico. Se un comico non avesse mai avuto problemi d'amore forse non
avrebbe mai fatto il comico. Se un comico fosse sempre stato felice forse
avrebbe fatto l'attore drammatico. Leonardo Manera fa il comico. Comicità,
poesia, musica e ricordi si fondono in un'atmosfera talvolta giocosa e
talvolta rarefatta per divenire "Aspetto e spero", una sorta di
varietà che trae spunto dal quotidiano e dalla vita del protagonista e
dove la risata è spesso messa al servizio del racconto, dove la risata è
in qualche modo strumento per comunicare.
Leonardo Manera dichiara fin dall'inizio lo scopo dello spettacolo:
ricevere in camerino al termine della serata numerose esponenti del sesso
femminile per poterle conoscere e concretizzare eventuali relazioni. Per
ottenere lo scopo racconta la propria vita, alternando momenti
autobiografici a momenti di vero e proprio varietà ove personaggi
surreali e decadenti compaiono al centro di una scenografia suggestiva e
scintillante, in un succedersi di situazioni tragicomiche e di
divertimento puro nelle quali spesso il pubblico non fatica a
riconoscersi. Tutto con quel solo, unico scopo chiaramente dichiarato:
giungeranno in camerino al termine dello spettacolo nugoli di donne
innamorate dell'attore? ...Leonardo Manera aspetta e spera... Uno
spettacolo dove in definitiva Leonardo Manera porta sul palco quindici
anni di attività per costruire una dimensione teatrale che va lentamente,
ma sicuramente, a comporsi in una sorta di racconto autobiografico e
collettivo che può vivere e rifiorire continuamente attraverso la forza
della risata, della poesia e della fantasia.
Infolink: www.teatrociak.com
IL
MERCANTE DI VENEZIA APRE LA STAGIONE DI TEATRIDITHALIA IL 20 OTTOBRE AL
TEATRO LEONARDO DA VINCI DI MILANO
Uno spettacolo in bilico tra commedia musicale e farsa nera, tra sberleffo
e riflessione, tra opera pop e circo. La regia di Elio De Capitani gioca
con leggerezza tra le pieghe di un testo che sfugge alle classificazioni,
pone dubbi e domande, svela l'ambiguità delle leggi umane e divine. La
sfida è stata quella di ricreare sulla scena il miracolo di Shakespeare,
l'agilità e leggerezza con cui ci racconta la violenza e il sopruso, il
diritto come fondamento della convivenza e del libero commercio, il sogno
di un mondo in cui l'umile essere umano valga più di oro e argento. Un
intreccio romantico-cortese e uno tragico-satirico, quello incentrato
intorno alla figura dell'ebreo Shylock, costituiscono la materia del
Mercante di Venezia, un'opera che, al di là dei problemi classificatori
(una tragicommedia?), porta in primo piano un sorprendente caleidoscopio
di rapporti umani, dominati ora dall'intolleranza e dall'antisemitismo,
ora dalla fredda logica del profitto, ora dal sentimento e
dall'aspirazione a mondi fantastici. Elio De Capitani, con Ferdinando
Bruni traduttore, ha voluto ristabilire i pesi delle componenti del testo,
evidenziando come la sua struttura sia quella di una commedia (con tanto
di scioglimento finale segnato dalla riconciliazione delle coppie), capace
di contenere al suo interno un episodio destabilizzante, che
inaspettatamente assume toni neri e tragici. Il personaggio di Shylock,
emblema di tante contraddizioni umane, con il suo dolore e la sua palese
mostruosità è sintetizzato da Ferdinando Bruni in una
"maschera" grottesca e dolente, "quasi murato vivo nel
culto del denaro e nell'ossessione del riscatto da un'ingiustizia e da un
disprezzo subito per secoli" (Maria Grazia Gregori). Accanto a lui
Ida Marinelli nel ruolo di Porzia che "diversamente da molte
interpreti di questa difficile parte, è particolarmente convincente anche
quando si traveste da uomo e diventa il legale che risolve la
situazione." (Masolino D'Amico) Con i due protagonisti un cast
rappresentato da attori storici dell'Elfo come Cristina Crippa, Luca
Toracca, Corinna Agustoni, Giancarlo Previati e Massimo Giovara ma anche
da nuove e promettenti rivelazioni, Alessandro Genovesi, Paolo Pierobon,
Bolo Rossini e Mario Perrotta. Antonio (Giancarlo Previati), il mercante
veneziano che dà il titolo al testo, è un uomo dominato dalla malinconia
che vive rispecchiandosi nella felicità dell'amico Bassanio (Paolo
Pierobon). Le attenzioni di Bassanio sono rivolte alla bella e ricca
Porzia (Ida Marinelli) e, per corteggiarla, non esita a chiedere aiuto
all'infelice amico, che è pronto a qualsiasi cosa per lui. Questi si
trova sprovvisto di contanti, quindi, benché contrario al prestare e
ricevere denaro con interessi usurai, si rivolge all'odiato ebreo Shylock
(Ferdinando Bruni) per ottenere i ducati che serviranno a Bassanio per
raggiungere Porzia a Belmonte, il paese incantato e fiabesco dove
consumano i riti del corteggiamento e dell'amore. Antonio perde tutto per
mare - navi, merci e denari - e non può onorare il suo debito. Shylock,
da sempre vituperato e offeso, pretende ora di riscuotere il pegno che gli
era stato promesso quasi "per burla" ma garantito da un
contratto, nero su bianco: una libbra di carne che deve essere tagliata
dal corpo del debitore.
Chi risolverà la diatriba, rovesciando il parere del tribunale e del
doge, è un misterioso avvocato che, con cavilli insidiosi ribalta la
posizione di Shylock, condannandolo e umiliandolo senza pietà. L'opera si
chiude sciogliendo l'enigma dell'identità dell'avvocato, che si rivela
essere Porzia travestita da uomo, e riportando il centro della commedia a
Belmonte dove i sotterfugi vengono a galla, si placano le gelosie, tutto
si ricompone in un ambiguo "così fan tutti". In fondo, anche la
giustizia di una città civile e illuminata è stata ottenuta con un
trucco da teatro. Infolink: www.elfo.org
I
BAMBINI SONO DI SINISTRA, CON CLAUDIO BISIO AL TEATRO STREHLER, DAL 21
OTTOBRE
Martedì 21 ottobre, al Teatro Strehler (ore 19.30), I bambini sono di
sinistra, nuovo spettacolo teatrale di Claudio Bisio, testi di Michele
Serra e Giorgio Terruzzi, regia di Giorgio Gallione, produzione Teatro
dell'Archivolto. Ispirato a una serie di scritti di Michele Serra e
Giorgio Terruzzi e al concept album di Fabrizio De André, Storia di un
impiegato, che, nel 1973, rileggeva il '68 in modo amaro e disincantato. I
Bambini sono di sinistra è il racconto, quasi il diario, di un uomo dei
nostri giorni, a confronto con una realtà frammentaria e incoerente. In
un monologo, nel cui titolo riecheggia il gaberiano Qualcuno era
comunista, Bisio ci restituisce il ritratto divertito e intenso del
protagonista, sempre, ridicolmente, "in ritardo sui tempi", un
"ex ragazzo" che rimpiange di non aver vissuto la contestazione
e di aver "mancato" anche il G8, diviso tra la denuncia del
consumismo e l'adesione ai suoi riti più deteriori. "Uno"- ha
dichiarato Bisio in una recente intervista -"che, come noi, ha
giocato a calcio senza essere un campione, ha letto Proust senza finirlo,
ha sognato senza che nulla si sia realizzato. Uno che naviga nel web senza
capirci molto. Uno che continua a fare programmi sempre disattesi. Uno che
legge i giornali, riflette sul mondo, impreca, dice cose tremende, ma
finisce per scoprire che, forse, qualcosa di quello che è continua nel
figlio. Panta rei. Tutto scorre".La speranza si proietta dunque nel
futuro, nelle generazioni nuove, nella loro capacità di affrontare e
reinventare il mondo: "parlare a loro del '68 - prosegue Bisio -
"è come quando noi ascoltavamo i racconti della resistenza. A me
piaceva. Spero che tra i ventenni ci sia chi ha la curiosità di sapere
cosa è successo da un vecchio ragazzo che c'era".
"I bambini sono di sinistra nasce da molto lontano" - ricorda
Giorgio Gallione, regista dello spettacolo - "Siamo partiti da
pochissime suggestioni, molto forti, però: gli scritti di Michele Serra,
sia quelli di taglio giornalistico, sia quelli di andamento più
letterario, che volevamo confrontare con la nostra precedente esperienza
su De André (La buona novella, ndr). Lentamente siamo arrivati a pensare
ad una sorta di percorso parallelo che un personaggio (giovanissimo nel
'68 e un po' più adulto oggi) progressivamente compie nel giorno in cui
si trova a fare i conti con la propria vita".In scena, accanto
a Bisio, impegnato in canzoni, melologhi, pensieri e cronache, il
Quartetto Zelig ("giuro, è un puro caso" - chiosa Bisio -
"qui si tratta di musiciste serissime"), composto da Ilaria
Bellia (violino), Ilaria Bruzzone (viola) Marianna Carli (violoncello),
Francesca Rapetti (flauto). Teatro Strehler - dal 21 al 26 ottobre 2003
Infolink: www.piccoloteatro.org
"MOTONAVE
CENERENTOLA" IL PIÙ FARAONICO VARIETÀ GALLEGGIANTE DELL'ADRIATICO
IN SCENA AL TEATRO SMERALDO DI MILANO
La fantasia scoppiettante e ruspante di Paolo Cevoli arriva al grande
palcoscenico del Teatro Smeraldo con Motonave Cenerentola. Teddi Casadey
(Paolo Cevoli) di primo lavoro sogna lo sfavillio di Las Vegas ma poi
nella vita vera porta i turisti in gita col barcone alla torre petrolifera
che svetta al largo di Riccione. Il padre e la madre, Nerio e Nora
Castroni-Possenti (floridi titolari dell'omonimo maialificio) muoiono
dalla felicità il giorno della sua nascita e lo abbandonano nelle mani
dello zio Casadey e del suo viziatissimo figlio Athos (Giampiero Pizzol),
un vitellone scemo che fa la bella vita ma solo dalle undici di sera in
poi perché prima dorme. Lo zio, con la scusa di doversi sobbarcare le
spese del mantenimento di Teddi, si appropria del maialificio e
diventa ricco come una bestia. Teddi, che in qualità di "fratellatsro"
e "figliastro" è cresciuto a dispregiativi, finisce
parcheggiato su una vecchia motonave cabinata dividendo la branda con un
manipolo di disperati che durante il giorno prestano servizio nella
holding dello zio: un operaio extracomunitario, una cameriera di colore,
una cuoca molisana (Rosaria Russo), una cassiera, cugina vedova dello zio
(Mariella Zanasi) e nove camerieri stagionali provenienti dall'entroterra
(The Good Fellas). Ma Teddi sogna lo show e mentre di giorno inforna i
turisti sulla motonave "Cenerentola" dove con 10 euri si va a
mangiare piada e pesciolino all'ombra della torre petrolifera, di
notte addobba la chiatta in stile faraonico-romagnolo, accende l'insegna
"Cisar Palace" e con la complicità della ciurma guadagna il
largo dove in gran segreto (dallo zio e dalla guardia costiera) fa le
prove dello show che un giorno lo farà sbarcare sulle sponde delle
piscine di Las Vegas. La notte della prova generale, quando i giochi son
fatti perché grazie a un amico assessore (Paolo Cevoli) è riuscito a
tessere la tela di un fantomatico gemellaggio col Comune di Las Vegas,
Teddi urta col barcone un panfilo in festa, facendo cadere in acqua un
membro dell'equipaggio. Teddi, col mezzo marinaio, aggancia ed issa a
bordo del Cenerentola una pallida altissima bellissima contessa russa (Natasha
Stefanenko)... è amore a prima vista!
"Motonave cenerentola" uno spettacolo scritto da Paolo Cevoli,
Francesco Freyrie e Daniele Sala con Teddi Casadey e l'assessore
Palmiro CanginiPaolo Cevoli
La contessa russa Natasha Stefanenko, Il cugino Athos Casadey
Gianpiero Pizzol, La cuoca molisana Rosaria Russo, La
cassiera Mariella Zanasi, L'orchestra dei nove camerieri stagionali The
Good Fellas Regia di Daniele Sala Teatro Smeraldo Tel.02/29006767
DALL'1
AL 9 NOVEMBRE 2003 AL FILAFORUM DI ASSAGO TORNA TROPICALIA LA NATURA SI
METTE IN MOSTRA
L'ecosistema dei Tropici ricostruito in 4 coinvolgenti habitat naturali:
il deserto, la savana, la foresta pluviale, il mare. Un viaggio attraverso
i colori dei Caraibi, il fascino incantato delle Seychelles, le dune del
deserto, la vegetazione intricata della giungla. Ragni velenosi,
scorpioni, caimani, tucani, pappagalli, cobra, anaconda, camaleonti,
scimmie scoiattolo, pipistrelli, barracuda, murene, farfalle con apertura
alare di 30 cm, piranha, cactus, piante e orchidee mai viste in Italia, e
tanto altro ancora... La manifestazione capace di stupire e lasciare a
bocca aperta grandi e piccini, il punto di incontro per tutti gli
appassionati delle meraviglie della natura tropicale. Per i bambini e le
scolaresche un modo nuovo per imparare a conoscere, amare e rispettare la
natura in tutta la sua sorprendente varietà. L'occasione di incontrare
vis à vis quello che si impara sui libri e si vede solo nei documentari
in TV. Curioso, bizzarro, esagerato, sorprendente... in una parola:
Tropico. Infolink: www.tropicaliamilano.it
FINO
AL 21 DICEMBRE A MILANO "CIVILTÀ DELL'ABITARE. L'EVOLUZIONE DEGLI
INTERNI DOMESTICI EUROPEI", MOSTRA SPONSORIZZATA DA BTICINO PER LA
DIFFUSIONE DELLA CULTURA EUROPEA DELL'ABITARE
"Civiltà dell'abitare. L'evoluzione degli interni domestici
europei" è il titolo della mostra sponsorizzata da BTicino, leader
nel settore delle apparecchiature elettriche in bassa tensione per
installazioni in ambito civile, industriale e terziario, e allestita fino
al prossimo 21 dicembre presso la Triennale di Milano. La mostra, con il
sostegno della Comunità Europea, è nata dalla collaborazione di sei
prestigiose università di Austria, Germania, Portogallo, Spagna e Italia.
Si propone di indagare e di diffondere la conoscenza della cultura europea
dell'abitare a partire dal Medioevo, e, focalizzandosi sul ventesimo
secolo, di metterne a fuoco i valori permanenti e porre le basi culturali
per il futuro sviluppo. BTicino è stata sin dal dopoguerra tra i
protagonisti della modernizzazione dell'ambiente domestico, in Italia e
nel mondo, con prodotti e tecnologie che hanno anticipato l'evoluzione del
mercato e hanno migliorato qualità dell'abitare. Dall'introduzione
delle prese modulari con la serie Magic e dell'interruttore differenziale
(il "salvavita"), sino allo studio e alla realizzazione delle
linee che hanno trasformato il semplice interruttore della luce in un
fondamentale componente d'arredo (Living negli anni 80 e Living
International, Light e Light Tech in quelli 90), BTicino ha sempre
sviluppato soluzioni impiantistiche che hanno rappresentato anche vere e
proprie svolte nel modo di concepire l'abitare. Negli ultimi anni,
importanti investimenti in ricerca e sviluppo nel settore della domotica,
hanno determinato la nascita e il successo di My Home: il sistema BTicino
che offre soluzioni tecnologiche avanzate e coordinate che facilitano la
gestione dell'ambiente domestico mantenendo coerenza estetica e funzionale
con le tradizionali serie di interruttori. In linea con i valori - qualità,
innovazione e cultura progettuale - e con la filosofia di BTicino, la
sponsorizzazione si inserisce nell'ambito nei numerosi progetti culturali
promossi dall'azienda che spaziano dagli interventi a favore del
patrimonio artistico e architettonico italiano, alla ricerca di soluzioni
che assecondino le nuove modalità dell'abitare.
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